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Dettaglio seduta n.404 del 19/01/09 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(Alle ore 14.33 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Buquicchio, Ferraris Gariglio, Lepri, Moriconi, Pizzale, Robotti, Rostagno e Spinosa.


Argomento:

b) Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Il giorno 13 gennaio 2009 è stato distribuito ai Consiglieri il processo verbale del 22 dicembre 2008.
Se non ci sono osservazioni, s'intende approvato.


Argomento:

c) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

stato distribuito ai Consiglieri il processo verbale del 23 dicembre 2008. Sarà posto in approvazione nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento: Questioni internazionali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Dalmasso di esaminare gli ordini del giorno n. 1140, n. 1141 n. 1144, n. 1146 e n. 1152 relativi alla situazione sulla striscia di Gaza di cui al punto 11) all'o.d.g


PRESIDENTE

Colleghi, le interpellanze sono rinviate a domani mattina, non ci sono comunicazioni, pertanto possiamo passare al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Sarò molto veloce. Torno ad insistere affinché, al termine della discussione di questa legge, o domani al più tardi, si discutano i due ordini del giorno sulla Striscia di Gaza. C'era l'impegno a farlo entro la settimana scorsa. Non voglio interrompere la discussione di una legge, ma chiedo di discuterne al termine della stessa.



PRESIDENTE

La ringrazio. Gli ordini del giorno sono cinque; lo farò presente.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposta di legge n. 568, inerente a "Abrogazione dell'articolo 29 della legge regionale 23 maggio 2008, n. 12 (Legge finanziaria per l'anno 2008)"


PRESIDENTE

Passiamo, quindi, all'esame della proposta di legge n. 568, di cui al punto 5) all'o.d.g.
relatore il Consigliere Travaglini, che ha la facoltà d'intervenire.



TRAVAGLINI Marco, relatore

Grazie, Presidente. La questione è molto semplice: si tratta di ripristinare l'articolo legato al Piano di tutela delle acque che era stato abrogato dalla finanziaria 2008. La proposta di legge n. 568 ripristina le norme di tutela e salvaguardia su due tronchi importanti del sistema idrografico piemontese, che sono l'area del Chiusella e quella del Sesia.
Mi limito a questo perché il tema è molto concentrato, ma ne abbiamo discusso parecchie volte. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei. Passiamo alla discussione di carattere generale.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente. Non c'è ancora il collega Vignale, che era stato protagonista e promotore di una richiesta, mi pare durante la Conferenza dei Capigruppo di venerdì, pertanto chiedo di non sospendere i lavori, ma di proseguire con un altro punto all'o.d.g., in attesa del collega Vignale anche perché noi avevamo fatto una serie di richieste, le cui risposte allo stato attuale, non sono pervenute né al sottoscritto né - credo - allo stesso collega Vignale.
Avevamo richiesto all'Assessore De Ruggiero un'informativa. Per questo prima di discutere dell'articolato della legge, sarebbe opportuno conoscere dall'Assessore la situazione, anche in attesa che ci raggiunga il collega Vignale, che io stesso chiamerò per economizzare i tempi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore alle risorse idriche



PRESIDENTE

Ricordo che anche in Commissione abbiamo avuto la delicatezza e la gentilezza di rinviare l'argomento ad una seduta successiva, per l'assenza del Consigliere Vignale, ma questo fa parte dei buoni rapporti.
In particolare, era stato chiesto di conoscere il quadro delle richieste sui due ambiti - Sesia, da un canto, e Valchiusella, dall'altro delle istanze (stiamo parlando sostanzialmente di concessioni ad un fornitore elettrico dell'acqua del torrente Chiusella e del Sesia).
Se molto gentilmente i commessi possono distribuire la documentazione li espongo con molta facilità. Sono due situazioni diverse: il Sesia aveva già ricevuto un paio di provvedimenti durante la legislazione precedente quindi, su responsabilità della Giunta precedente, alcuni vincoli. Uno, se non ricordo male - Consigliere Cavallera - riguardava un aspetto funzionale, cioè un tratto molto a monte del Sesia, legato agli sport canoistici in particolare, o comunque ad un evento sportivo di particolare importanza. Il bacino idrografico del Sesia fu, poi, inserito come area ad elevata tutela, quindi - come potete vedere - abbiamo undici domande che sono state bloccate, undici istanze bloccate dal provvedimento di salvaguardia degli sport d'acqua o dal Piano di tutela delle acque.
Sono alcune parti antecedenti al 2004 e altre presentate nel corso del 2007 e del 2008. Si tratta di istanze già bloccate precedentemente, con una procedura che blocca anche le autorizzazioni, perché prevale l'interesse pubblico della tutela del bene acqua.
Si tratta, dunque, di undici istanza in Val Sesia (chi conosce meglio di me la Val Sesia può ricostruire i punti specifici), mentre, per quanto riguarda l'alto Chiusella, che è l'oggetto della tutela estesa dal Piano di tutela delle acque, che ha esteso l'elevata protezione non solo al Sesia ma anche al Chiusella, sono solo due: una, per la verità, sul corpo idrico di Bordone, sempre in Comune di Traversella, per una piccolissima centrale che è già in funzione e che ha una richiesta di rinnovo; l'altra, invece di maggiore entità, sempre sul Comune di Traversella, sul corpo idrico del torrente Chiusella.
In sede di Capigruppo, mi è stato chiesto di fornire la documentazione di cui avevamo conoscenza; ovviamente, ho impiegato del tempo perché sono istanze che vengono portate alle Province e non alla Regione, essendo autorizzazioni provinciali, per cui bisognava ricevere il rapporto dalle Province (in questo caso la Provincia di Vercelli e la Provincia di Torino), quindi i numeri che ho appena consegnato ai Consiglieri. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore De Ruggiero che ci ha fornito queste tabelle, però - poi sentirò anche l'opinione dell'amico e collega Vignale - credo che sarebbe opportuno sospendere brevemente i lavori, per un piccolo approfondimento di questi dati.



PRESIDENTE

C'è una richiesta di sospensione, pertanto concedo 15 minuti per l'approfondimento dei dati in oggetto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.10 riprende alle ore 15.35)


Argomento:

Richiesta del Consigliere Pedrale d'inversione del punto 8) all'o.d.g. Proseguimento testo unificato dei progetti di legge n. 511, 345, 423, 427 "Gestione e promozione economica delle foreste" con il punto 5 all'o.d.g. Proposta di legge n. 568 "Abrogazione dell'articolo 29 della legge regionale 23 maggio 2008, n. 12" (Legge finanziaria dell'anno 2008)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Iniziamo la discussione generale sulla proposta di legge n. 568.
Ci sono richieste di intervento? La parola al Consigliere Pedrale sull'ordine dei lavori.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente. L'inizio del colloquio è stato confortante, ma poi la breve riunione che abbiamo tenuto con l'Assessore De Ruggiero ha avuto un esito triste. In ogni caso, ringraziamo l'Assessore per averci dato le informazioni che avevamo richiesto sullo stato dell'arte delle domande inoltrate ad oggi, che sono state fornite dalla Provincia di Vercelli (così è scritto nella tabella), ma credo anche dalla Provincia di Torino, nonch delle informazioni ulteriori per quanto riguarda la localizzazione geografica che ci hanno dato i dirigenti presenti.
Sulla questione della norma di salvaguardia che avevamo già ipotizzato la scorsa settimana abbiamo constatato una chiusura da parte dell'Assessore, il che ci dispiace e soprattutto ci sorprende, perché oggi noi, come legislatori, porteremo avanti una normativa che sarà facilmente impugnabile da parte degli operatori e dei soggetti che hanno già inoltrato la domanda, in semplice e perfetta analogia con quanto già successo per altri settori e per altre tematiche. Ricordo, ad esempio, quanto avvenuto per gli insediamenti commerciali alla vigilia della modifica della normativa che abbiamo corretto due anni fa circa: anche allora si previde infatti, una normativa di salvaguardia.
Ora ci sorprende che su quest'ambito ci sia una chiusura da parte dell'esecutivo regionale, in particolare da parte dell'Assessorato. Su questo invitiamo l'Assessore a fare un ulteriore sforzo di riflessione proprio per evitare che si apra un contenzioso giuridico che coinvolga inutilmente la Regione. È presumibile che questo avvenga, se per la prima volta viene prevista una norma che non prevede comunque una qualche salvaguardia per le domande già inoltrate, alcune delle quali inoltrate da parecchio tempo, per cui è difficile poter pensare che anche da un punto di vista giuridico le si possa escludere.
Detto ciò, noi stiamo preparando un emendamento proprio al fine di salvaguardare le domande inoltrate. È ovvio che questo c'impedisce - almeno dal nostro punto di vista - di poter procedere oggi nella discussione e nell'eventuale approvazione di questa norma, per cui suggeriamo un'inversione dell'o.d.g. e una discussione di altri punti che sono comunque altrettanto importanti e urgenti, che sono all'o.d.g. dell'attuale seduta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "F. Albert" di Lanzo Torinese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "F. Albert" di Lanzo in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposta di legge n. 568, inerente a "Abrogazione dell'articolo 29 della legge regionale 23 maggio 2008, n. 12 (Legge finanziaria per l'anno 2008)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con la discussione sulla proposta di deliberazione n. 380 concernente il Piano regionale di tutela delle acque.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie Presidente, grazie Assessore. Voglio tornare su questa questione, della quale mi ero occupato anche in occasione del dibattito sul Piano di tutela e successivamente durante quel voto un po' sciagurato avvenuto in occasione dell'approvazione della legge finanziaria. Vorrei che noi partissimo da lì per ricostruire esattamente la vicenda, perché è da lì che dobbiamo partire se vogliamo spiegare la ratio di una posizione. Se prescindiamo da questo, è evidente che alcune posizioni potrebbero peraltro forse anche apparire condivisibili, cosa che invece io non penso sia assolutamente.
Qui si tratta, io credo - ma chiedo ausilio anche all'Assessore innanzitutto di ripristinare una norma che venne erroneamente - questo è il punto: erroneamente - cassata durante la discussione e l'approvazione della legge finanziaria, perché da qui dobbiamo partire.
Nelle intenzioni del proponente quell'emendamento che è stato approvato, l'obiettivo non era quello di togliere le norme di salvaguardia verso il Sesia. Se questo fosse stato, potevamo discuterlo o meno, ma quel voto aveva - diciamo così - un significato diretto: nelle motivazioni che stavano alla base di quell'emendamento, vi era il fatto di intervenire allentando, abolendo la norma di salvaguardia sul Sesia.
Ma questo non era, perché in quell'occasione il collega Ricca (se non ricordo male) sostenne l'utilità di quell'emendamento in ragione dell'esigenza di derogare in un'altra valle (Chiusella, se anche qui non ricordo male).
Ora, questo è un punto di partenza fondamentale, colleghi, per capire come comportarci di fronte a questo emendamento. È evidente, almeno per me.
Si tratta cioè semplicemente di prendere atto del fatto che noi allora, per le ragioni che prima ho ricordato, abbiamo adottato un provvedimento sbagliando, perché nessuno voleva abrogare quella norma, nessuno voleva allentare i vincoli sul Sesia, e quindi di ripristinarla oggi.
Ricordo che il collega Cavallera contribuì a suo tempo, quand'era Assessore e anche nel dibattito in Commissione, a ragionare su questa norma. Si tratta di una norma che venne adottata dopo che la Regione Piemonte (Assessore Cavallera, se non ricordo male) e la Provincia di Vercelli cofinanziarono uno studio con l'obiettivo, appunto, di verificare quali norme andavano introdotte per difendere quell'asta del torrente Sesia, che ha un valore particolare. Io non sono un valsesiano, ma so benissimo che in quella vallata le politiche di sviluppo fanno tutt'uno con l'esigenza di difendere il torrente e il Sesia, anzi tutto ruota o in parte ruota attorno a questo ragionamento.
Dopo quello studio fatto dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Vercelli - costato non so quanto, 200 mila euro - nacque l'esigenza di adottare quel provvedimento, che la Giunta adottò in attesa che venisse previsto nel Piano di tutela delle acque. Tant'è vero che il Piano di tutela delle acque, prima versione (versione Cavallera, se mi è consentito) e seconda versione (versione De Ruggiero), lì dice la stessa cosa; entrambi i documenti dicono "guardate che è giusto garantire quel torrente e che noi, per questa ragione, lì adottiamo queste norme di salvaguardia".
Se è così, la vicenda a me sembra chiarissima. Diventa complicato ragionare in maniera diversa, se è vero come è vero che nelle intenzioni del legislatore di allora non vi era la volontà di ripensare a quella norma, ma di confermarla.
Poi io penso che vi sia una ragione in più per essere contrari a un emendamento che dice "fatte salve le domande presentate da quando abbiamo abrogato la norma con la legge finanziaria", perché anche qui non possiamo prescindere da una valutazione circa gli effetti concreti, cogenti che comporterebbe l'introduzione di un emendamento che inserisce una sorta di sanatoria per quanto riguarda le domande presentate in questa fase di interregno.
Giustamente l'Assessore ha ricostruito con noi, anche sulla base di sollecitazioni venute da altri Gruppi, la situazione. Il quadro che emerge è che noi saremmo costretti ad autorizzare quattro, cinque, sei o sette concessioni. Ora torno al punto di partenza: la ratio del legislatore era un'altra. Nessuno si è sognato di mettere in discussione quella norma. Si tratta di ripristinarla e, a maggior ragione, occorre ripristinarla se l'effetto pratico di questo emendamento, che sanerebbe la situazione di interregno, comportasse il fatto che noi autorizziamo quattro, cinque o sei concessioni. In realtà, metteremmo in discussione lo spirito del piano di tutela delle acque per quanto riguarda quell'asse e quella vallata. Quindi se è così, dobbiamo ripristinare la norma.
So molto bene che sono legittime anche altre posizioni e so molto bene che è legittimo pensare che poiché per le ragioni che prima ricordavo siamo approdati a quella norma, qualcuno può essere autorizzato a pensare che le domande presentate in questa fase vadano accolte. Ma io non posso ignorare che la ratio sulla base della quale abbiamo ragionato è tutt'altra, perch nessuno ha messo in discussione in quell'occasione l'esigenza di ripristinare la norma per quanto riguarda il Sesia.
Per questo credo che non dobbiamo acconsentire a che venga esaminato ed approvato l'emendamento che i colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale avevano annunciato la volta scorsa, che non so se sia stato formalizzato.
un emendamento che dovrebbe introdurre, come diceva Pedrale, una sorta di norma di sanatoria per quanto riguarda le domande presentate.
Non farei un paragone con la programmazione commerciale, non farei davvero un paragone con quella programmazione, perché noi lì passavamo da una programmazione ad un'altra e immaginavamo, a ragione, che, nella fase di interregno, le domande presentate prima dell'entrata in vigore della nuova programmazione venissero esaminate sulla base di criteri nella vecchia programmazione, che è diverso.
In quei casi è legittimo immaginare che il legislatore immagini una norma di salvaguardia o di sanatoria per quanto riguarda le domande presentate nella fase di trapasso tra vecchia e nuova normativa, ma qui c'era una normativa chiarissima, che noi vogliamo unicamente ripristinare.
Il che significa che lo spirito, la lettera e la ratio di quel provvedimento deve essere, secondo me, difesa nella sua interezza, così come lo pensarono nei mesi e negli anni passati i legislatori regionali.
Grazie.


Argomento:

Richiesta del Consigliere Pedrale d'inversione del punto 8) all'o.d.g. Proseguimento testo unificato dei progetti di legge n. 511, 345, 423, 427 "Gestione e promozione economica delle foreste" con il punto 5 all'o.d.g. Proposta di legge n. 568 "Abrogazione dell'articolo 29 della legge regionale 23 maggio 2008, n. 12" (Legge finanziaria dell'anno 2008)


PRESIDENTE

Ricordo che l'ipotesi di inversione dell'o.d.g. avanzata dal collega Pedrale deve essere formalizzata da tre Consiglieri o da un Capogruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
C'è stata una riunione dagli esiti non brillanti con l'Assessore De Ruggiero e visto che dovremmo sempre rendere produttivi i nostri lavori anziché avvinghiarci in discussioni sterili ed improduttive per i lavori del Consiglio, ho una proposta da fare. Dall'o.d.g. leggo che abbiamo due provvedimenti abbastanza urgenti, ai quali chiederei di dare la priorità.
Dico questo, posto che evidentemente sull'argomento ci saranno parecchi emendamenti che si stanno predisponendo. Quindi, sarebbe il caso di fare ulteriori riflessioni prima di procedere alla discussione.
Inoltre abbiamo le disposizioni dello stesso Assessore De Ruggiero collegate alla manovra finanziaria sulla materia ambientale.
Ho visto prima che c'era l'Assessore alla montagna Sibille; abbiamo il testo unificato dei progetti di legge di economia delle foreste, che è un altro provvedimento sul quale si potrebbe procedere più agevolmente che non su questo.
Quindi, credo che per ottimizzare il lavoro dell'Aula, forse sia meglio, anziché avvinghiarci in discussioni che potrebbero diventare anche sterili, invertire e proseguire su questi dibattiti e magari fare in separata sede ulteriori riunioni tra membri di maggioranza e minoranza per giungere comunque ad un'intesa su questo provvedimento, per il quale, da parte nostra, avevamo detto che non ci sarebbe stato alcun impedimento, se non accettare che le domande già presentate potessero avere regolarmente il loro corso.
In questa fase non mi sembra che si sia giunti a questa fase, quindi chiedo, anche all'utilità dell'Aula, che lei proponga questa inversione, al fine di rendere più celeri e produttivi i lavori di oggi. Altrimenti - lo preannuncio - il nostro Gruppo sta già predisponendo una serie di emendamenti che saranno presentati, e quindi passeremo probabilmente il pomeriggio a parlare di questi emendamenti.



PRESIDENTE

Quindi, è stata formalizzata una richiesta di inversione dell'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Concordo con quanto ha detto il collega Casoni, però siccome l'eccezione conferma la regola, personalmente vorrei fare due considerazioni a commento dell'intervento del Consigliere Ronzani. Posso anche dire queste cose nel corridoio o in separata sede, ma, essendo argomenti che ritengo importanti e che potrebbero servire a formare l'opinione dei colleghi, gradirei esprimermi qui, concordando sul fatto che è meglio non proseguire.
In via eccezionale, chiederei di poter avere cinque minuti per potermi esprimere.



PRESIDENTE

Le sono concessi. Dopodiché, chiederemo il parere sulla richiesta del Consigliere Casoni.



NOVERO Gianfranco

Francamente l'asta del Sesia non la conosco così a fondo. Ne ho sentito parlare, ma conosco molto bene le aste del Chiusella e dello Stura di Lanzo.
Quando l'emendamento è passato alla finanziaria, può anche darsi che alcuni legislatori non si siano accorti di che cosa si votava - ma questo succede anche a me - però dura lex sed lex, la legge è stata votata e almeno io sicuramente concordavo con la ratio di quello che era stato proposto. Adesso non so dire quanti fossero favorevoli.
Questo vale per qualunque legge che facciamo; anch'io ho votato la legge sui funghi che però non mi piaceva, perché quello che pensavo di aver votato non era quello che era scritto. Ce ne siamo resi conto dopo e l'abbiamo corretta e spero che verrà approvata e sarà quello che il legislatore voleva.
Per quanto riguarda la Valchiusella e la Valsesia, ripeto che non conosco bene la Valsesia, ma sicuramente per quanto riguarda la Valchiusella una parte dei legislatori non era d'accordo sulla situazione precedente.
Posso anche accettare che la situazione creatasi dopo non sia ottimale ed è per questo che non abbiamo fatto opposizione forte in Commissione perché abbiamo concordato che era una questione da rivedere.
Però sul ritornare completamente allo stato quo ante, permettetemi di dire che non sono d'accordo, perché non si tratta di sanatorie.
La gente che vive ed abita in queste montagne, qualche volta può anche decidere qualcosa? O decidiamo tutto noi, in funzione di chi va in quei luoghi a divertirsi? No! La risposta penso che sia no, almeno lo spero. Mi dite che è no.
In parte accetto anche che delle limitazioni possano andare nell'interesse delle popolazioni che ci vivono, perché possono esserci delle prevaricazioni. Però non prendiamolo come assunto, non è un dogma.
Ormai è rimasta solo più la religione cattolica, quella musulmana e forse l'ebraica ad avere dei dogmi, ma anche loro li stanno fortemente attenuando.
Non fissiamo dei dogmi. Sono andato in Valchiusella a sentire un'assemblea completamente sgombro di preconcetti e mi hanno convinto perché chi voleva che lì non si muovesse più una foglia, di argomenti in realtà non ne avevano. Avevano soltanto argomenti pretestuosi.
Come dicevo, al momento sarei anche d'accordo a discutere di altro, per consentirci un'ulteriore riflessione. Ci tenevo però a precisare che il quadro illustrato dal collega Ronzani a mio avviso difetta di analisi perché la realtà è più complicata. Lui ha semplificato troppo: non è che qualcuno abbia per sbaglio commesso un errore e adesso si torna indietro.
Qualcuno lo avrà anche commesso, ma la situazione è molto problematica: cerchiamo di risolverla in modo positivo.



PRESIDENTE

Ritorniamo alla proposta di inversione punti all'o.d.g. avanzata dal collega Pedrale e formalizzata dal collega Casoni.
Interviene, in senso contrario, la Consigliera Barassi.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire per esprimere la mia non accondiscendenza alla richiesta di inversione punti all'o.d.g., per diversi motivi.
In primo luogo, perché non si parla soltanto della legge n. 568, ma anche di una delibera collegata, che prevede, appunto, possibili deroghe con il coinvolgimento delle comunità locali attraverso le Comunità montane.
In sede di Commissione, quando abbiamo rivisto tutta la partita legata alla tutela, ci siamo fatti carico di prevedere anche un coinvolgimento delle comunità locali nella possibilità di derogare questa normativa per certi tipi di opere (emerge, quindi, questa attenzione). La suddetta legge e la relativa delibera è stata approvata dalla Commissione il 13 novembre. Sono dunque in discussione in Consiglio da due mesi abbondanti.
Si tende sempre a dire che c'è qualcosa che possiamo discutere prima, o che c'è qualcosa cui occorre dare la precedenza. Non possiamo continuare rimandare a vita: prima o poi dobbiamo affrontare questo argomento.
Affrontarlo oggi o domani, a questo punto, nulla toglie alle posizioni che sono state evidenziate.
Vorrei soltanto rammentare che al Piano di Tutela delle Acque è allegata una relazione redatta da istituti universitari (e non solo), che evidenziano proprio la peculiarità di queste due aree - il Sesia e il Chiusella - per la loro particolarità il tipo naturalistico-ambientale, e chiedono un intervento di tutela. Ci sono, quindi, degli elementi inconfutabili - a meno che si ritenga che le relazioni redatte dalle università non debbano essere prese in considerazione - che ci inducono a ritenere che questi due tratti di torrente vadano salvaguardati, ma non per farci andare la gente a giocare e basta, ma per dare una possibilità di sviluppo diverso alle comunità locali.
Questo è stato dimostrato in questi anni sia rispetto al Sesia relativamente alla tutela che è stata introdotta già nel 2004 dall'ex Assessore Cavallera, ma ancora in questi mesi per le attività che si sono sviluppate intorno al torrente Chiusella.
Volevo ancora ricordare che, in sede di discussione in Commissione, la proposta di legge che noi stiamo trattando, proprio perché legata anche alla deliberazione collegata, è stata sottoscritta ed approvata anche da alcuni colleghi che rappresentano il centrodestra all'interno della Commissione. Mi sembra, quindi, che la discussione sia stata particolarmente approfondita. Non penso che si debba ragionare ulteriormente.
Ultimo elemento: lo scorso Consiglio regionale, quando siamo giunti alla votazione della legge sullo sci, i Gruppi di Rifondazione ed Ecologisti Uniti a sinistra hanno accettato di votare definitivamente il suddetto testo di legge, pur con tutte le preoccupazioni e perplessità che nutrivamo, proprio in virtù di un impegno a discutere e a votare oggi (sia pure mantenendo posizioni differenti, per carità!) il Piano di tutela delle acque. Penso che non si debba sempre e continuamente fare marcia indietro rispetto agli impegni assunti anche direttamente in Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Poniamo in votazione, per appello nominale, la richiesta di inversione punti all'o.d.g. formalizzata dal Presidente Casoni, che chiedeva di invertire il punto 8) con il punto 5) all'o.d.g.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla proposta di inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposta di legge n. 568, inerente a "Abrogazione dell'articolo 29 della legge regionale 23 maggio 2008, n. 12 (Legge finanziaria per l'anno 2008)" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione generale sulla proposta di legge n. 568, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Travaglini; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Prima ero stato succinto nella relazione, per cui vorrei fare qualche ulteriore considerazione.
Abbiamo approvato un anno fa il Piano di tutela delle acque, che inseriva, anzi confermava, come giustamente ricordava il collega Ronzani delle norme di particolare tutela, al fine di preservare gli ecosistemi acquatici di pregio o ambientale o naturalistico, sia sul Chiusella sia sul Sesia.
Per quanto riguarda il Chiusella, dalla sorgente al Comune di Vidracco compreso; per quanto riguarda il Sesia, nella zona dell'alto Sesia, a monte del Comune di Varallo.
chiaro che si può cambiare una norma di legge soltanto con un'altra legge, perché, di fatto, l'emendamento in finanziaria è intervenuto sulla proposta di deliberazione. E per ripristinare una norma che era legata appunto al Piano di tutela delle acque, cioè ad una proposta di deliberazione, era necessaria, evidentemente, una nuova legge, con un solo articolo, che è la proposta di legge n. 568, sottoscritta da molti colleghi, fra i quali anche una serie di autorevoli Consiglieri dell'opposizione, come Cavallera, Leardi, Ferrero, Monteggia e altri.
Vorrei però ricordare che i provvedimenti erano due. Il primo è il ripristino delle norme.
Con il secondo provvedimento, invece, si inserisce sullo stesso articolato della deliberazione un aspetto che vorrei sottolineare perch non è per nulla marginale. Si dice che per queste due aree sono escluse dal divieto le realizzazioni di opere e interventi previsti dai progetti di valenza strategica riconosciuti tali d'intesa tra la Regione, la Provincia e la Comunità montana, soprattutto quando vi sono ragioni di compatibilità ambientale, nonché tutte le norme legate ai prelievi a scopo idropotabile.
Lo dico perché è stata introdotta una novità non secondaria: venendo incontro alle norme che abbiamo discusso ed approvato in sede di riforma delle Comunità montane, è stata inserita anche la Comunità montana tra gli enti preposti a determinare il giudizio sulla valenza strategica, oltre alla Regione e alla Provincia. Infatti, alle Comunità montane è stato assegnato un ruolo molto particolare non come soggetto decisore al di sopra delle altre Istituzioni, ma in concorso con la Regione e la Provincia. Tra l'altro, in modo particolare, in Valsesia questa proposta è stata largamente condivisa, in modo bipartisan, quindi è del tutto evidente che questa proposta veniva incontro anche alla valutazione da parte dei nuovi soggetti sulle eventuali derivazioni per uso idroelettrico, perché di questo si tratta, ovvero di una valenza strategica per quella Comunità, per la Provincia e per la Regione.
Quindi, non essendo stato modificato, se non con quest'elemento positivo, l'impianto di un ragionamento che faceva parte non soltanto di questo Piano di tutela delle acque, ma che ha un antefatto nell'arco di anni di dibattito su questi temi, credo sia giusto e corretto ripristinare la norma così come era prevista nel Piano di tutela delle acque ed approvare anche il provvedimento di modifica della scheda del piano di tutela con questa modifica che riguarda il ruolo della Comunità montana che, secondo me, è tutt'altro che secondario e può rappresentare un'opzione in più per valutare nel merito le questioni che sono degne d'attenzione perché ritenute appunto strategiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Ritorniamo su questa proposta di legge che, sinceramente, ha una genesi molto originale: in questo Consiglio regionale siamo abituati a tutto e al contrario di tutto, ma se vogliamo ricostruire la genesi di questa proposta di legge, dobbiamo tornare allo scorso anno, quando in finanziaria venne introdotta una norma che modificava il PTA. Penso che qualcuno si debba assumere le proprie responsabilità. Quell'emendamento fu firmato da un Consigliere di opposizione e da uno della maggioranza, ottenendo il via libera dalla Giunta regionale (che non mi sembra sia una giunta di centrodestra, o che risponda alle esigenze del centrodestra) e fu votato in maniera compatta da gran parte della maggioranza che governa questa Regione e dall'opposizione che fa il suo dovere di opposizione parlamentare.
Che cosa è successo per far modificare la posizione della maggioranza della maggioranza di questo Consiglio Regionale? Non si può dire che valenti Consiglieri regionali, alcuni dei quali con esperienza da parlamentari abbiano commesso un errore: troppo semplice, Consigliere Ronzani. Voi di errori ne commettete tutti i giorni, moltissimi, secondo noi, ma questo non può essere svilito ad errore. C'è stata una decisione che ha portato ad una legge, è stato votato un emendamento, è stata votata una finanziaria nella sua interezza, creando delle condizioni affinché, in base alla legge che la maggioranza di questo Consiglio Regionale ha approvato (la finanziaria è stata sostenuta da tutta la maggioranza consiliare), si è aperto uno scenario nuovo su quella materia. In base a questo nuovo scenario, ci sono stati anche degli atti.
Il centrosinistra si è arroccato per molti anni dietro il discorso sul conflitto di interesse, le leggi ad personam, ma questa che stiamo facendo oggi non è una vera e propria legge contra personam? Perché ci sono interessi che sono maturati in maniera legittima in base ad una normativa vigente e che oggi vorremmo cancellare con un colpo di penna.
Chi vota questa norma vuole porsi contro chi, seguendo le leggi della Regione, ha iniziato un percorso che, in alcuni casi, non solo è stato iniziato, ma è stato anche praticamente concluso.
Poiché che non credo che il Consiglio Regionale possa fare leggi ad personam o contra personam, come quello che oggi voi ci chiedete di fare ritengo che un ripensamento su questa normativa vada compiuto, in caso contrario noi dobbiamo intervenire per salvaguardare i diritti acquisiti da chi, in base a una legge regionale, regolarmente votata e votata all'unanimità da quella maggioranza, ha compiuto alcuni atti. Non si gioca con i cittadini, non si gioca con le aspettative delle imprese. Se voi siete abituati a fare questo, noi non siamo abituati a comportarci in questa maniera.
Inoltre, il centrosinistra si fa spesso paladino dei diritti delle Amministrazioni locali, dei diritti degli Enti locali, dei diritti dei cittadini. Ma allora perché non andate a scorrere le prese di posizioni che almeno una parte degli Enti locali convocati per le audizioni su questa legge hanno preso nei mesi scorsi? Perché non andate a scorrere le prese di posizioni della Provincia di Vercelli? Perché non andate a scorrere le prese di posizioni, fatte pubblicamente in audizioni dei Comuni della Valsesia? Perché non andate a scorrere le prese di posizioni della Comunità montana della Valsesia? Perché magari si pensa che alcuni Enti locali, la cui voce è indifferente alla maggioranza di questo Consiglio Regionale come succederebbe in questo caso, non contano niente, perché tutte quelle voci sono per il mantenimento dell'attuale disciplina.
Non ritengo che un atteggiamento di questo tipo da parte del Consiglio Regionale possa essere accettabile: noi abbiamo bloccato opere strategiche giustamente, e possiamo anche dire per dare voce alle comunità locali, in questo caso, poiché le comunità locali o gran parte delle comunità locali in particolare quelle del Vercellese, la pensano in maniera differente.
Allora non contano niente. Lavoriamo "sopra la loro testa", non c'interessa delle loro opinioni, eppure le hanno portate regolarmente in Aula, si sono assunti le responsabilità di rappresentare le loro comunità con posizioni molto decise e molto ferme.
Delle due l'una: o voi siete gli assertori del ruolo, anche di consiglio, anche di sollecitazione svolto dalle comunità locali, altrimenti è soltanto una questione di manfrina politica, di appartenenza politica qualcuno conta e qualcuno non conta niente.
Per tutta questa serie di ragioni, ritengo che l'azione che stiamo conducendo oggi è errata. Errata nelle modalità, perché - è vero - nessuno disconosce che questo era un provvedimento tra quelli inseriti in un ordine del giorno complesso.
Come è successo per altre normative, all'interno della discussione generale ci sono state delle rivisitazioni, delle attenzioni e degli approfondimenti che hanno portato ad una conclusione facilitata del percorso. Non si può pensare di venire qua e sostenere, come spesso si sostiene quando le normative interessano una parte politica, "o è così, o è così comunque". Con questo atteggiamento non si va da nessuna parte.
Bisogna avere la forza di far lavorare la politica, di assumersi degli impegni che rispettino anche la volontà espressa in maniera chiara, che si desume dai documenti delle volontà dei territori, non da quello che dico io. Avere, quindi, una sorta di camera di compensazione rispetto ad un testo che, a nostro avviso, è troppo tranchant, che non tiene conto di quello che è successo in questo anno di vigenza di una legge regionale regolarmente attuata, che ha creato delle aspettative.
Sarebbe la prima volta che soggetti che hanno assunto degli obblighi in base ad una legge, vengono ignorati per il cambiamento della legge stessa.
Pensate a come ci siamo comportati, ad esempio, sulla legge sul commercio quella relativa ai grandi insediamenti commerciali. Abbiamo posto una data limite; chi voleva presentare le domande le ha presentate, ci siamo comportati secondo la legge allora vigente, ma dopo quel momento si è creato un altro tipo di percorso. È un assurdo legislativo, è una vera porcheria legislativa quella che oggi ci chiedete di fare in questo Consiglio regionale! Le aspettative vanno garantite perché sono aspettative legittime createsi in base ad una legge e, se un atteggiamento diverso maturerà nei banchi di quella maggioranza che portò alla votazione quell'emendamento e poi l'intera legge che lo conteneva, sicuramente l'atteggiamento di questa opposizione sarà sempre, come lo è sempre stato, un atteggiamento responsabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Voglio fare alcune riflessioni oltre a quelle già fatte correttamente dai colleghi che mi hanno preceduto.
Va ricordato che è stato un tragico errore il parere rispetto al voto che esprimemmo un anno fa, venne dal Presidente della Giunta regionale, il quale, dando un'indicazione favorevole rispetto all'emendamento che aveva in mano e sul quale aveva espresso il parere, penso sapesse di cosa si stava trattando. Così come sapevano di cosa stavano trattando altri colleghi di maggioranza; chi non lo sapeva, peggio per lui.
vero che in una legge finanziaria si votano molti articoli, ma è altrettanto vero, salvo in rari casi, la maggioranza del Consiglio si espresse in quel modo.
Perché questo? Essendo stato uno dei presentatori, so bene su cosa ho presentato l'emendamento, ovvero su un'assoluta anomalia. Nella nostra Regione vi sono solo due aste fluviali che hanno particolari vincoli di salvaguardia, pur avendo il Piano Territoriale delle Acque una serie di vincoli di salvaguardia che non solo sono comprensivi per tutte le aste fluviali ma, addirittura, sul fiume Sesia, è previsto, all'interno del Piano, un particolare vincolo di salvaguardia per l'attività di canoa e quant'altro.
Gli aspetti per cui noi esprimiamo una forte contrarietà, che avevamo già espresso con l'emendamento presentato l'anno passato ed esprimiamo di nuovo oggi per il ripristino del vincolo, sono riconducibili essenzialmente a due motivi.
Il primo riguarda un'anomalia normativa. Noi, oggi, abbiamo una legge nazionale e una legge regionale che regolamentano le modalità di concessione, che specificano come si presenta una domanda relativamente alle centraline elettriche, quali sono i tempi, i doveri e quant'altro. Con una delibera, quindi con uno strumento per un punto di vista amministrativo, che ha un valore differente perché non è una legge, noi andiamo a modificare quello che una legge ha previsto. Mentre la legge prevede che si possano fare centraline fino a dieci megawatt o qualcosa di simile, noi con una delibera andiamo a dire che queste non si possono fare.
Questo può andare bene, piuttosto che no. Lo abbiamo fatto (come alcuni colleghi ricordavano) in tante occasioni, ma con una profondissima differenza. Per esempio, quando la delibera di programmazione commerciale che rimane in piedi grazie alla legge 28, va a modificare alcune possibilità di presentazione, ovviamente, tiene in vita le domande presentate. Voi ricorderete che quando alcuni esponenti del Consiglio chiesero alla Presidente di fare un decreto con i poteri del Consiglio per far sì che le domande venissero da subito bloccate, la Presidente giustamente, disse: "Non voglio fare un provvedimento che sarebbe estremamente debole e sul quale si potrebbero fare ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale". Pertanto, quel documento non venne fatto facemmo la delibera (così com'è una delibera del Piano Territoriale delle Acque, che non è una legge), con cui inserivamo dei vincoli. Questo è un primo aspetto che, da un punto di vista normativo, è essenziale.
La delibera, sarebbe l'unico documento che il Consiglio regionale ha approvato in questa legislatura che non tiene in vita le domande presentate, cioè i diritti acquisiti. È evidente che nel momento in cui entra in vigore una nuova legge, io non posso più presentare domande per realizzare una nuova delibera per presentare domande nell'asta del Chiusella e nell'asta del Sesia. Quindi, le domande presentate vanno bene quelle che si devono presentare non vanno bene.
La differenza folle è che il PTA non norma la presentazione, quindi la decorrenza delle domande che vengono normate da legge regionale. Il PTA scavalcando quelli che sono i poteri di una legge regionale, prevede il blocco delle realizzazioni. Pertanto, vuol dire che io posso avere in mano una concessione con Conferenza dei Servizi chiusa, con valutazione di impatto ambientale chiuso, dunque posso avere la concessione in mano e, a Piano Territoriale delle Acque approvato, non ho la possibilità di realizzare un diritto acquisito. Questo è un aspetto che è assolutamente al di là della valenza amministrativa, ma da un punto di vista del rapporto con i soggetti terzi verso cui si regolamenta, che sono le comunità locali e i soggetti interessati alla realizzazione di queste centrali, è assolutamente inammissibile.
come se avessimo detto che se la Giunta, per equiparare la programmazione ambientale e la programmazione commerciale con il PTA avesse fatto una delibera sulla programmazione commerciale, ciò avrebbe bloccato la possibilità di presentazione delle domande. Vorrebbe dire che coloro i quali avevano già la concessione in mano perché avevano presentato la domanda due anni prima, non avrebbero potuto iniziare i lavori di costruzione, perché vi era un provvedimento che ne bloccava la realizzazione. Il blocco della realizzazione senza tutelare quelli che sono i diritti acquisiti è un unicum regionale che non è assolutamente ammissibile, perché un diritto acquisito è un diritto acquisito e perch non c'è un solo precedente.
Questo non riguarda solo per la programmazione commerciale, ma riguarda tutto. Quando noi andiamo ad istituire un nuovo parco nel quale quindi ci sono norme particolarmente restrittive, se nel frattempo io ho ottenuto una concessione edilizia all'interno dell'area che ne diventerà park, e quindi tutelata, io costruisco la casa perché ho ottenuto la concessione edilizia.
Quando andiamo a delimitare le regole rispetto non solo alla programmazione commerciale, ma rispetto a quella agricola, rispetto a quella di natura ambientale e qualunque altra cosa, il diritto acquisito fino all'entrata in vigore della legge, è fatto sempre salvo.
Ritenevamo che fosse doveroso levare il vincolo, perché che ci siano due aste in tutto il Piemonte ha un valore che è altamente scientifico. Il collega Ronzani ricordava come è stato fatto uno studio all'interno del Sesia. Dovrebbe anche ricordare che lo studio che è stato fatto sul Chiusella è talmente scientifico che non solo il Chiusella ha un problema di carico batteriologico decisamente superiore alla gran parte delle aste fluviali piemontesi, ma non c'è alcun studio che corrobora quella introduzione, se non un emendamento presentato in Commissione dagli stessi soggetti, cioè da una parte della sinistra che poi ha cavalcato e sta cavalcando questo aspetto per interessi elettorali e locali.
Lo diceva il collega Botta. Le comunità locali avranno un valore e io credo di sì, ma noi crediamo nel valore della sussidiarietà. Noi abbiamo ascoltato le comunità locali in sede di audizione; i 40 Comuni della Valsesia sono contrari alla reintroduzione del vincolo. La Comunità montana della Valsesia è contraria alla reintroduzione del vincolo. La Provincia di Vercelli è contraria alla reintroduzione del vincolo. L'autorità d'ambito Vercelli-Biella è contraria all'autorità del vincolo. Quattro Comuni della Valchiusella sono a favore, mentre quattro contrari e la Giunta della Comunità montana della Valchiusella - e sottolineo la Giunta, perché in Consiglio non è mai stato portato - con quattro voti sugli otto componenti della Giunta stessa ha espresso contrarietà.
Se le rappresentanze locali - e stiamo parlando di 45 Comuni, una Provincia e un'autorità d'ambito - dicono tutte che la reintroduzione del vincolo è un errore, avranno un po' di fondamento; non penso che siano dei matti che vogliono distruggere quelle che sono le potenzialità pluralistiche di queste due aree.
Semplicemente è anomalo che, essendo il Piemonte una regione costellata da mille valli con le aste fluviali, ce ne siano due che hanno avuto il vincolo.
I motivi sono chiari e sono evidenti per chiunque comprenda il problema, soprattutto da un punto di vista del come è stata cavalcato politicamente l'aspetto dopo che vi è stata l'approvazione del vincolo. C'è stato chi legittimamente ha fatto la battaglia locale, ha presentato la legge, l'ha portata nella Commissione che presiede, l'ha votata e la vuole vedere votata in Consiglio nonostante l'anno prima avessero fatto in modo contrario.
Noi chiediamo una cosa, perché i patti c'erano e li vogliamo mantenere.
Pur essendo fortemente contrari, noi come le altre 45 Amministrazioni locali - poi se volete fare un torto, alle elezioni andiamo entrambi e per noi va benissimo che facciate un torto - siamo a favore della reintroduzione del vincolo e siamo disponibili a che il punto passi, ma chiediamo che vengano salvaguardati i diritti.
I diritti significano, per tabella consegnata dall'Assessore, sei centraline idroelettriche in due valli. Poi c'è chi ha una derivazione per 90 chilowatt, per 200 o per 150.
Poi chiediamo che si faccia quello che si fa in tutte le leggi e in tutte le deliberazioni regionali, altrimenti è una posizione ideologica e come tale, non passa neanche quella. Rimane senza vincolo e va bene così.



PRESIDENTE

Si chiude la discussione generale sulla proposta di legge.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
evidente che la discussione che stiamo iniziando e che continuerà nelle prossime ore o nei prossimi giorni - questo non tocca a me poterlo prevedere - rispetto a questa proposta di legge ha avuto un senso nello spiegare le motivazioni nell'intervento che ho fatto precedentemente.
Adesso invece si entra in quelli che sono gli strumenti parlamentari che volendoli utilizzare la maggioranza contro l'opposizione, evidentemente l'opposizione li usa facendo il mestiere che gli è proprio.
Crediamo che l'articolo 1, in particolar modo la parte relativa al comma 2, cioè quello che prevede l'introduzione del vincolo a decorrere dalla data di pubblicazione della legge, non sia accettabile non tanto relativamente all'articolo 1, che ripropone l'introduzione del vincolo in oggetto, ma crediamo che la decorrenza di cui al comma 2 debba essere integrata da un emendamento che proporremo, salvo il mantenimento dei diritti acquisiti di coloro i quali hanno già presentato la loro domanda.
Come dicevo precedentemente, crediamo che questo sia un aspetto di buonsenso normativo, che riprende la prassi che in tutte le norme e in tutte le delibere questo Consiglio regionale, se non altro nella VIII legislatura, ha mantenuto. Cioè, come dicevo, non c'è provvedimento della VIII legislatura che non abbia fatto salve le domande precedentemente presentate.
Pertanto, ci sembra normale poter e dover affrontare questa discussione con gli strumenti che sono propri all'opposizione. È evidente che presenteremo, come abbiamo già annunciato nella giornata di mercoledì l'emendamento che fa salvi i diritti acquisiti, pur essendo fortemente contrari per il merito e anche per il metodo con cui siamo arrivati all'approvazione, in Commissione soprattutto e poi in Aula, della proposta di legge n. 568.
Per quanto riguarda la deliberazione cui faceva riferimento il collega Travaglini, è vero che è migliorativa. Rispetto ad una situazione precedente in cui si diceva "è vietato", abbiamo una deliberazione che dice: "Regione, Provincia e Comunità montane possono decidere che si pu derogare dal vincolo previsto".
Anche in questo caso la richiesta che proveniva dalle Amministrazioni locali era differente, cioè le Amministrazioni locali, in particolar modo le Comunità montane, richiedevano che potesse esistere il vincolo, salvo l'indicazione della realizzazione di una di queste realtà all'interno dei Piani di sviluppo socio-economico delle Comunità montane: con il parere favorevole delle Comunità montane si sarebbe dovuto superare il vincolo che poniamo in norma.
La deliberazione che vedremo successivamente non dice questo, nel senso che afferma che il consenso deve essere sì delle Comunità montane, ma anche della Provincia e anche della Regione.
Il principio è di buonsenso, perché si prevede che, nel caso in cui ci sia un pronunciamento favorevole da parte delle Comunità montane e da parte della Provincia, la Regione quale ente che, in qualche modo, tiene conto dei pronunciamenti delle realtà locali, dovrebbe tenerli in considerazione.
Abbiamo visto che così non è, nel senso che il pronunciamento delle realtà locali è stato evidente in seno alla Commissione. Poi, nel frattempo, avete raccontato loro qualche frottola, sulla quale hanno espresso parere alla delibera, perché avete raccontato che sarebbe stato sufficiente il parere delle Comunità montane per eludere il vincolo. In realtà, la delibera dice altro, ossia la Regione e le Province; quindi vi è sempre un soggetto decisore, che non sono unicamente le realtà locali.
Però è assolutamente evidente la necessità di cercare di regolamentare l'articolo in oggetto, cioè tanto l'articolo 1 quanto l'articolo 2, anche se poi rammenta la Presidente che sono stati presentati una serie di emendamenti al titolo, quindi dovranno essere poi oggetto di voto prima degli emendamenti relativi al comma 1 dell'articolo 1, poi del comma 2 dell'articolo 1.
evidente che una situazione simile diventa in qualche modo difficile da accogliere, salvo le indicazioni che ci siamo permessi di suggerire in più occasioni (durante gli incontri che abbiamo avuto con l'Assessore e i Consiglieri, nella giornata di mercoledì, dove però mancavano i dati, o ancora nella giornata di oggi, in cui i dati sono stati consegnati).
Siamo stati noi stessi a richiedere i dati, perché se le domande presentate fossero state 40 o 25 era evidente che l'introduzione di un vincolo in un'area in cui le domande erano tantissimo avrebbe, di fatto fatto decadere, con l'entrata in vigore della legge, le finalità di carattere ambientale del provvedimento. Anche se non condividiamo neppure questo aspetto, nel senso che in molti casi si è fatto riferimento alla salvaguardia dell'elemento turistico, ambientale e quant'altro relativamente all'aspetto delle centrali.
Va ricordato ai colleghi, che certamente hanno affrontato meglio di me la discussione del Piano Territoriale delle Acque in V Commissione, che tutta una serie di salvaguardie sono presenti per tutte le aste fluviali: non è che qua c'è il vincolo e non si possono fare una serie di cose mentre altrove, ove non c'è il vincolo, si può fare tutto ciò che si vuole.
evidente che tutta una serie di fattori - mantenimento al deflusso minimo vitale, flora, fauna e quant'altro - sono presenti sia se il vincolo c'è sia se manca. Insomma, tutta quella serie di aspetti presenti all'interno del Piano territoriale delle acque.
Come ricordavamo in apertura, addirittura vi è una tutela ulteriore per quanto riguarda la Valsesia, per l'aspetto canoistico.
Pertanto, crediamo che così com'è scritta (anche con l'emendamento che adesso andiamo a presentare) verrebbe comunque preservato l'aspetto del mantenimento ambientale delle singole realtà.
Va poi ricordato che molte di queste Amministrazioni in qualche modo concorrono alla realizzazione di una centrale idroelettrica, perch garantisce loro 20, 30 o 40 mila euro all'anno di trasferimento economico sicuro, che, per una piccola Amministrazione, è un contributo assolutamente rilevante (e siamo sempre parlando di realtà montane, ossia di realtà che utilizzerebbero questi 20, 30 o 40 mila euro per servizi da erogare all'interno dei loro Comuni).
Se mettiamo sul piatto della bilancia la possibilità di mantenere all'interno di quelle realtà, delle giovani coppie, piuttosto che attrarne altre, piuttosto che fare degli investimenti utili o perderli per la realizzazione di una centrale, non abbiamo alcun dubbio su come schierarci perché il rischio è che vi sia, dall'altra parte, un ambientalismo che mantiene intatti dei luoghi dove, però, poi non vive più nessuno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Non possiamo che ribadire le perplessità che abbiamo già esposto durante la Conferenza dei Capigruppo la scorsa settimana e nell'apertura dei lavori del Consiglio.
Negli interventi dei colleghi di maggioranza è stata evidenziata un po' la storia e il percorso con cui si è giunti a questa normativa, con questo vincolo su due aree idrografiche precise del territorio piemontese.
Vincoli, tra l'altro, superiori e ulteriori a quanto già normalmente il Piano di tutela delle acque prevedeva.
Ebbene, noi non intendiamo entrare tanto nel merito della questione nel senso che il lavoro è stato già svolto in Commissione ambiente, dove si era anche individuato un testo sufficientemente condiviso. Ciò che ci preoccupa - confermiamo, quindi, la nostra contrarietà - è l'applicazione e gli effetti giuridici che una normativa così siffatta potrebbe determinare.
Rischiamo, come Regione, di infilarci in un cul-de-sac che stranamente, invece, per altri ambiti e altri settori si è evitato. Meno di due anni fa, sulla normativa che modificava la legge regionale del commercio, ricordo come si cercò di tutelare le domande e le istanze che erano già pervenute.
Non capiamo, invece, la ratio della posizione dell'Esecutivo, della Giunta regionale, su questo ambito, su questo settore.
Si corre il rischio - potremo essere facili profeti - che nei prossimi giorni o nelle prossime settimane coloro che ritengono che i loro diritti pregressi siano stati violati o oggetto di nocumento, cerchino di avvalersi delle normative già esistenti e della giustizia amministrativa per tutelare e salvaguardare i propri diritti, che ritengono giustamente acquisiti.
Non c'è, da parte nostra, la volontà di ridiscutere nel merito il provvedimento o l'impostazione che faticosamente è emersa dai lavori di Commissione, quanto la sua applicazione, che temiamo possa essere foriera di conseguenze negative per la Regione Piemonte.
Non abbiamo brillanti esperienze positive nei contenziosi con le altre amministrazioni pubbliche o con i soggetti privati. Per cui l'esperienza ci dovrebbe indurre a muoverci con maggior prudenza, ma soprattutto prevedere una norma di salvaguardia, come abbiamo già suggerito questa mattina nella riunione ristretta con l'Assessore, oltre che la scorsa settimana.
chiaro che un atteggiamento di chiusura da parte della Giunta regionale a questa norma di salvaguardia irrigidisce tutto il percorso di questa normativa e ci costringe, ovviamente, a tenere un atteggiamento fermo, che, tra l'altro, in realtà, è a tutela dello stesso istituto della Regione, per evitare, appunto, che la stessa vada ad infilarsi in un binario morto di contenziosi che la vedrebbero sicuramente parte perdente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Per quanto riguarda l'articolo n. 1, sarebbe stato interessante parlare anche del titolo, ma normalmente non avviene, quindi mi esprimo sulle ragioni del nostro dissenso rispetto all'abrogazione dell'articolo n. 29 della legge 12 del 23 maggio (legge finanziaria del 2008).
La prima obiezione è di tipo metodologico: non penso, ripeto, che un Consiglio Regionale possa essere piegato da ragioni contingenti a modificare le sue leggi un giorno sì e un altro giorno ancora. Penso non sia lecito che le legittime aspettative create da una situazione legislativa creata correttamente possano essere disattese.
Ripeto, siamo in una delle assemblee che più volte si è scagliata anche con toni forti, rispetto alle leggi ad personam, stiamo creando una legge contra personam. Evidentemente, questa situazione va denunciata.
Questo è un aspetto metodologico significativo, perché se passa l'idea che noi legislatori lavoriamo pro o contro qualcuno, cambiamo la legislazione regionale secondo l'interesse di uno o dell'altro, che modifichiamo a distanza di pochi mesi normative regolarmente adottate da questo Consiglio regionale (non con il voto della minoranza, ma con quello della maggioranza), rischiamo di intraprendere una strada anche molto rischiosa per il futuro, anche dal punto di vista dell'immagine di questa Assemblea legislativa.
Essere legislatore ha un significato: i provvedimenti non si approvano per poi disapprovarli sette mesi dopo! Altrimenti, si fa un altro mestiere e non quello di legislatore e si dice che non si è in grado, non si è all'altezza! Non si può venire qui e piegare il Consiglio regionale alle esigenze di qualcuno. Questo era il primo aspetto.
Il secondo aspetto riguarda la questione dei territori.
Darò lettura di alcune delle audizioni che abbiamo fatto in Commissione, perché probabilmente tanti colleghi, che non frequentano la Commissione Ambiente, non sono a conoscenza di questa situazione.
Il primo documento che mi appresto a leggere è quello redatto dalla Provincia di Vercelli, che, con un proprio scritto molto ampio, del 2 ottobre 2008, dice: "Con riferimento all'articolo n. 23 del Piano Regionale di tutela delle acque, approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione la Provincia formula la seguente osservazione, chiedendo che delle stesse la regione Piemonte tenga conto nella valutazione del PDL 568.
Il suddetto articolo del PTA impediva, di fatto, la realizzazione di derivazione lungo i corsi d'acqua dell'Alta Valsesia. Con l'abrogazione veniva ripristinata la possibilità di effettuare questi interventi ad eccezione del fiume Sesia. La norma introdotta dalla legge finanziaria regionale" - quella che vorremmo abrogare oggi - "è stata accolta molto favorevolmente dagli attori istituzionali del territorio, che hanno da sempre considerato positivamente l'utilizzo razionale e attento della risorsa idrica.
A tale proposito si ricorda che la stessa Provincia di Vercelli ha più volte rimarcato questa sua posizione favorevole, come pure la Comunità montana, l'Autorità d'ambito 2, nonché molti comuni valsesiani del territorio interessato dal provvedimento. È evidente che queste Istituzioni locali hanno soprattutto attenzione al proprio territorio come risorsa vitale e, quindi, sono particolarmente vigili a che le azioni di trasformazione dello stesso avvengano nel rispetto delle condizioni ottimali di tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale.".
Potrei continuare, perché il parere è corposo, di oltre due pagine.
L'autore di questo verbale non è l'"Associazione degli amici", che, con tutto rispetto, avrebbe tutta la legittimità di far sapere le sue idee, la "pesca a mosca", eccetera, ma è la Provincia che, tra l'altro, riporta le opinioni anche di altre Istituzioni. La Provincia dà un suo parere, in maniera chiara, affermando che su questo provvedimento il territorio da essa rappresentato non è d'accordo e che ripristinare il vincolo sarebbe un fatto negativo per questo territorio.
Questa è una delle rappresentanze istituzionali, ma volevo anche "annoiarvi"- poi passeremo ai Comuni - con il parere di un'associazione che ritengo debba essere ascoltata: Confindustria Piemonte, perché anche il parere delle imprese avrà un significato per questo Consiglio regionale oppure ha un significato soltanto quando dice le cose che piacciono alla Presidente Bresso? Tralascerei tutta la parte introduttiva, per non annoiarvi.
A conclusione del suo rendiconto, Confindustra Piemonte dice: "In considerazione degli elementi richiamati, la Confindustria Piemonte, in accordo con Confindustria Vercelli-Valsesia, propone di non procedere all'abrogazione dell'articolo n. 29. Nel caso questo non fosse possibile proponiamo comunque di non procedere alla reintroduzione della porzione di aree idrografiche dell'Alto Sesia e della Dora Baltea all'interno delle aree ad elevata protezione.".
Anche questo è un parere che per questa Giunta e per una parte di questa maggioranza non ha nessun valore. La Provincia è un ente che qualcuno vorrebbe abolire, quindi non ha importanza ciò che dice; anche Confindustria è un'associazione di buontemponi, a chi importa ciò che dice? Allora, ascoltiamo i Comuni.



PRESIDENTE

Consigliere Botta, salviamo l'ARCI e la Lega delle Cooperative e poi va tutto bene.



BOTTA Marco

Capisco che lei ha una visione, a mio avviso, un po' limitata del momento associazionistico.
Sentiamo qualche Comune. Si tratta di piccoli Comuni, per carità, per in quelle aree non ci sono comuni da centinaia di migliaia di abitanti.
Comune di Campertogno, Provincia di Vercelli: fa una lunga introduzione molto articolata, ma anche qui il Vicesindaco, l'ingegner Paolo Vimercati cosa dice il 7 ottobre 2008 nelle conclusioni? Leggo testualmente e lo dico per i colleghi che non erano in Commissione: "Tutto ciò premesso e considerato, l'Amministrazione comunale di Campertogno esprime il più totale dissenso alla riproposizione del vincolo conseguente alla definizione di aree ad elevata... già eliminato con la finanziaria del 2008, in quanto fortemente penalizzante per il territorio di Campertogno, come ampiamente illustrato in premessa, nonché per i pesanti riflessi sullo sviluppo socio-economico del Comune stesso".
Voi direte: è un Comune con qualche centinaia di anime, non vale niente.
Ma, signori, siete voi o siamo tutti noi che abbiamo sempre detto: "Quello che dicono i Comuni, quello che dicono le Province, quello che dicono le comunità va ascoltato e, se possibile, vanno seguite quelle indicazioni?" Siete voi, siamo noi o siamo tutti che abbiamo detto che le associazioni rappresentative di momenti importanti, in particolare l'introduzione di lavoro sul territorio, vanno ascoltate? Quindi, andrò avanti negli altri interventi a portare altri pareri perché questo è un primo piccolo esempio di quella che è la situazione e bisognerebbe trarre un minimo di lezione da quello che il territorio ci chiede.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Nessuno mi può dire che ad inizio seduta non avessi proposto di procedere oggi in maniera diversa e forse più produttiva per quest'Aula.
Registro che sono circa le ore 17, ci sono circa 30 emendamenti già presentati e ce ne saranno probabilmente ancora di più fra qualche decina di minuti. Chiedo se non sia il caso di sospendere i lavori, valutare cosa possa essere meglio, anche per non tenere qui dei Consiglieri improduttivamente il lunedì pomeriggio a lavorare.
Noi ci stiamo, non abbiamo problemi, però non voglio sentir dire che su questo provvedimento teniamo bloccata l'Aula. Per noi va benissimo passare ad altro provvedimento, abbiamo ordini del giorno che sono capienti. Se invece vogliamo proseguire, ci sono 30 emendamenti e andiamo avanti ad intervenire. Non abbiamo ancora affrontato il primo, quindi andiamo pure avanti.
Non mi sembra - lo dico nell'interesse dell'Aula - che sia un modo produttivo per proseguire. Quindi, Presidente, le chiederei di convocare una Conferenza dei Capigruppo per valutare il da farsi in queste due ore che rimangono.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Stiamo parlando all'interno di un emendamento o di un articolo?



PRESIDENTE

il dibattito generale sull'articolo 1.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non è sull'ordine dei lavori, ma sul merito. Io sono arrivato tardi...



PRESIDENTE

Mi scusi, Presidente Burzi.
Il Presidente Casoni ha fatto una proposta sull'ordine dei lavori e richiedeva l'opportunità - che io condivido - di sospendere momentaneamente i lavori per provare a concordare un percorso per il pomeriggio e per la seduta di domani, visto che domani abbiamo la seduta già convocata.
Quindi, se non ci sono obiezioni - e mi pare che ci sia condivisione convochiamo una Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.58 riprende alle ore 17.48)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, la Conferenza dei Capigruppo è finita. Possiamo riprendere i lavori del Consiglio.
Se non erro, il dibattito generale mi sembrava si fosse esaurito.
Sull'articolo n. 1 è stata presentata una serie di emendamenti, alcuni dei quali non ricevibili. Adesso consegniamo le fotocopie di quelli ricevibili.
Vi informo che i numeri non sono sequenziali. Saranno chiamati naturalmente, uno per uno, a partire, coincidenza vuole, dall'emendamento rubricato n. 1, fra quelli ricevibili.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Vignale, Botta D'Ambrosio, Boniperti e Casoni: nel titolo, sostituire "abrogazione" con "cassare".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Questo è uno degli emendamenti che abbiamo presentato e che continueremo a presentare.
evidente che alcuni di questi avranno un valore sostanziale come quando arriveremo al comma 1, che prevede la possibilità di escludere il vincolo e poi, a ricaduta sulla delibera a venire, una serie di soggetti che hanno già fatto domanda all'entrata in vigore della legge. Mentre vi sarà tutta un'altra serie di emendamenti che non avranno, come evidentemente questo, un valore, se non quello finalizzato a rallentare il tempo in cui questa proposta di legge si può trasformare in legge.
estremamente importante la presentazione, la discussione e poi il voto dell'emendamento. Non tanto e non solo perché sostituire "cassare" all'articolo 29, corrisponde a quanto è la finalità del testo di legge ma soprattutto, perché ci consente di ricordare alcune delle motivazioni che abbiamo avuto già modo di rammentare in sede di discussione generale e in sede di discussione dell'articolo 1, e che crediamo sia opportuno ricordare, in questa come nelle molte altre occasioni in cui potremo illustrare gli emendamenti all'Assemblea.
Questo è l'unico provvedimento normativo che vota il Consiglio regionale nell'arco di questa legislatura che non fa salve le domande presentate prima dell'entrata in vigore della legge, perché interviene sulle realizzazioni con un concetto assolutamente anomalo, perché nessun altro provvedimento, ad oggi votato, ha previsto un intervento che blocca la realizzazione delle opere e non tanto la presentazione delle domande laddove la norma sia stata, in qualche modo, cambiata. Come ho già detto non è così, anche nelle finalità ambientalmente più sensibili come quelle delle istituzioni dei parchi, ma soprattutto crediamo che, con il vincolo introdotto all'interno del PTA e che si vuole reintrodurre oggi, vi sia dietro un concetto di montagna museale.
Soprattutto va ricordato che la legge ha una delibera ad esso collegata che, certamente, ne migliora complessivamente il testo, ma rispetto ad alcuni dei soggetti che si sono fatti promotori della reintroduzione del vincolo, è un concetto delle comunità interessate da questo soggetto esclusivamente di comunità montane, comunità locali di area montana, è un concetto di tutela museale. Chi vuole tutelare le realtà montane, come a volte accade per le realtà collinari o le piccole realtà comunali, credendo che, senza la realizzazione di alcun tipo di intervento, si mantenga, in qualche modo, un soggetto ambientalmente migliore.
Sotto un certo punto di vista, in alcune realtà può anche darsi: in alcune di esse, anche piccole, a occhio si preferirebbe la non presenza di alcuni capannoni industriali piuttosto che la presenza, o la non presenza di alcune piccole villette di nuova costruzione piuttosto che non, sebbene la presenza di quelle realtà imprenditoriali o di carattere abitativo garantiscano il mantenimento in vita di una comunità con quello che ne consegue, cioè un minimo di presenza di servizi. E ciò è possibile laddove esistono comunità che riescono a garantirli con un numero di abitanti sufficienti o con un intervento economico adeguato. Ricordiamo che la Regione Piemonte interviene annualmente con provvedimenti di carattere economico per bloccare la desertificazione commerciale in quelle aree laddove non è presente neanche un'attività di carattere commerciale.
questa la contraddizione che notiamo in quelle che sono alcune politiche regionali: da una parte il sostegno ad alcune comunità locali dall'altra un concetto museale delle stesse, che rischia di penalizzarle fortemente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Purtroppo, credo che stasera ci si limiti ad incardinare - uso un termine di cui talvolta abusiamo - il provvedimento.
Il provvedimento è incardinato, ma il problema è che anche noi siamo "incardinati" in posizioni rigide da cui credo che stasera sicuramente non se ne venga fuori. Soprattutto abbiamo constatato, ahimè, una rigidità durante la Conferenza dei Capigruppo appena terminata. Rigidità che stranamente, viene confermata anche in maniera molto esplicita.
Alla nostra osservazione: "Non vogliamo più discutere nel merito dei vincoli, sulla bontà o meno del mantenimento dei vincoli nelle aree idrografiche in questione, quanto sulla vulnerabilità che tale legge potrebbe avere, se non sono previste delle salvaguardie sui diritti acquisiti", la risposta è stata: "Non importa, facciano pure ricorso al TAR. Deciderà, poi, la giustizia amministrativa".
A nostro avviso, un approccio di questo tipo è molto strano: ammettere che questa sia una legge vulnerabile dal punto di vista dei ricorsi è singolare. È curioso che si decida di legiferare già sapendo che andremo in corso a ricorsi e, molto probabilmente, i ricorrenti avranno ragione.
Credo che sia la prima volta che un Consiglio regionale, scientemente decida di approvare una legge che si sa già che sarà poi colpita ripetutamente dai ricorsi al TAR; ricorsi che la Regione, quasi sicuramente, perderà.
un atteggiamento che si scontra con il buonsenso, con la logica e anche con l'esperienza recente di altri provvedimenti, per i quali, invece ci siamo tutti resi conto che era necessario prevedere delle norme di salvaguardia, proprio per evitare inutili contenziosi con la Regione, di cui saremmo stati sicuramente parte soccombente. Viceversa, su questo punto credo che vi sia una qualche involuzione ideologica, perché non si pu spiegare altrimenti una posizione così rigida; posizione che addirittura rifiuta un approfondimento all'Avvocatura della Regione.
Abbiamo persino chiesto di sospendere oggi la discussione, per consentire un'ulteriore riflessione e magari un approfondimento giuridico con i vostri uffici della Giunta regionale, per poi riprendere il discorso.
Ma neanche su questo suggerimento vi é stato un minimo di apertura.
molto strano - lo sottolineiamo per l'ennesima volta - che con superficialità e imprudenza si decida di approvare una legge senza aver neanche il conforto dell'Avvocatura della Regione sugli eventuali ricorsi in merito ai diritti acquisiti e alle domande già inoltrate.
Pertanto, vista la situazione, non possiamo che ribadire la nostra contrarietà su come la Giunta regionale intende portare avanti questa norma e procedere nell'esame puntuale, preciso ed esauriente di tutti gli emendamenti finora proposti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Naturalmente il nostro appoggio all'emendamento è totale, anche se comprendiamo che apre la strada ad altri emendamenti di merito.
Sempre per rendere edotti in maniera più completa possibile i colleghi vorrei proseguire con l'informazione sulle prese di posizione che ci sono state a favore del mantenimento del regime attuale, dando lettura (sia pure riassuntiva) di alcune memorie di enti ed istituzioni che ritengo abbiano un qualche significato. Prima di passare ad altri Comuni, mi permetto di leggere le indicazioni espresse in una memoria dall'ENEL, un'entità di un certo rilievo per la vita economica nazionale.
Confesso di conoscere l'ENEL soltanto dalle bollette e dal collega Cavallera, ma ritengo che, in qualche maniera, debba godere di un certo rispetto, anche perché "dà la luce" praticamente a tutti gli italiani (anche se noi ritenevamo che fosse qualcun altro a dare la luce un tempo quando eravamo giovani e avevamo alcune ingenuità giovanili, per cui, nei nostri ambienti, c'era uno slogan diverso per indicare chi dava la luce!).
Invece, conoscendo il collega Cavallera, ho saputo che era l'ENEL e allora mi sono anch'io uniformato.
Cosa dice l'ENEL in questa corposa memoria? Nella parte finale, si legge: "A fronte di queste esposte considerazioni occorre sottolineare che l'eventuale inglobamento di queste aree nelle zone di elevata protezione oltre a porre quasi insolubili problemi tecnici realizzativi, andrebbe ad incidere pesantemente sulla produzione di energie da fonte rinnovabile dell'impianto idroelettrico stesso, spostandola, a livello nazionale, sulla fonte termoelettrica, incidendo, pertanto, sulla qualità dell'aria, senza per contro significativi benefici ambientali". Lo leggo, perché la sensibilità ambientalista della maggioranza deve essere messa di fronte a queste argomentazioni.
"Questo fatto risulterebbe in contrasto con quanto previsto dall'intesa Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome finalizzata alla riduzione dell'emissione dei gas serra in atmosfera sottoscritta a Torino nel 2001, con il protocollo di Kyoto, con il decreto legislativo n. 387, che per l'Italia dà attuazione agli obblighi internazionali sopracitati, al DCR del 3 febbraio che approva il Piano energetico ambientale regionale, prevedendo di garantire il mantenimento in efficienza dell'attuale capacità produttiva da fonti rinnovabili" e avanti.
"Per tutti richiamati motivi - dice l'ENEL, che è un soggetto privato ma di un certo significato per la nostra economia nazionale - si richiede di non abrogare l'articolo 29 della legge regionale 23 marzo 2008, n. 12".
Non mi sembra che anche queste argomentazioni di stampo prettamente ambientalista siano irrilevanti, perché forse ci siamo soffermati poco nel richiamare e puntualizzare che cosa comporta l'abrogazione di quest'articolo della finanziaria 2008. Ciò comporta che tutta una serie di iniziative o microiniziative, tendenti alla creazione di energia in maniera pulita, cioè utilizzando l'acqua, che è una delle proiezioni della tematica ambientalista, della ricerca di energie alternative, di uscire dalla dipendenza del petrolio, praticamente, verrebbe messa in secondo piano.
Qui si coglie un'altra contraddizione tra i sostenitori dell'abrogazione: non soltanto la mancata attenzione, l'assoluta incomprensione delle richieste delle comunità locali, ma anche una politica antiambientalista e contraria alla ricerca di energie alternative. L'unione di questi due momenti mi pare che non possa che essere sottolineata e che non possa che giustificare il tentativo che noi stiamo facendo di far ragionare la maggioranza, portando elementi concreti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

già stato riferito quanto detto nella riunione dei Capigruppo, dove ho chiarito che il nostro atteggiamento è dovuto semplicemente a una circostanza che mai si è verificata in questa Regione. Noi non interveniamo sul merito del provvedimento - nulla quaestio in tal senso - perché se si decide di far passare un disegno di legge noi non interveniamo, per interveniamo su un'anomalia che sta per verificarsi.
stato approvato un testo e, nel frattempo, sono state presentate delle domande, in vigore di legge, che non saranno più valide. Questo non è mai avvenuto prima in questa Regione. Ci sono stati dei precedenti nel settore del commercio, dove, però, sono state fatte salve le domande precedentemente presentate.
Prima, con il collega D'Ambrosio, si diceva che sarebbe come se, quando lui era Assessore, avesse detto che le domande precedenti al suo mandato sarebbero decadute, perché avrebbe deciso lui quali domande tenere in considerazione, quindi le domande presentate al suo predecessore non avevano più valore. In sostanza, avrebbe deciso lui quali TAC aprire e quali no. Sostanzialmente, si tenta fare un'approvazione analoga: se ci sono criteri diversi per aprire le TAC, si fa per legge e da quel giorno in poi valgono, ma non si possono tirare dentro le domande presentate regolarmente in termini di legge.
Quindi, ci stiamo avvitando intorno a questo nocciolo.
Noi abbiamo detto che abbiamo presentato un emendamento semplicissimo che dice "fatte salve le domande precedentemente presentate", quindi queste domande sono escluse dalle modifiche di questa legge.
Se si accetta quest'emendamento, il provvedimento può essere approvato in mezz'ora circa, quindi il nostro non è un atteggiamento ostativo; se invece, quest'emendamento non si accetta, ci viene ancora di più il dubbio che questa sia una legge fatta esclusivamente per cassare quelle domande che, nel frattempo, sono state presentate, cioè si fa una legge per apportare una modifica, ma intanto si annulla quanto è già stato fatto sulla base di una legge che io ho votato un anno fa, perché quella modifica era stata fatta con la finanziaria dell'anno scorso.
veramente un comportamento schizofrenico della Regione, perch approva la normativa in finanziaria, per la quale vengono presentate delle domande (non nascondo a nessuno che per presentare le domande si fanno anche degli investimenti, s'incaricano professionisti, si mettono in moto risorse, eccetera) e, poi, quella stessa maggioranza, l'anno dopo, modifica la legge (fin lì, va bene) dettando le nuove normative di legge che valgono, ma annulla anche le domande presentate in termini di legge nell'anno in vigore.
Questo è inconcepibile: se introduciamo un concetto di questo genere ogni legge potrebbe abrogare tutte le domande precedentemente presentate in quel settore. Non mi sembra un modo di procedere. Noi siamo un'Amministrazione. Addirittura, l'Amministrazione, tra maggioranza e opposizione, prende in carico quello che ha fatto la maggioranza precedente, se nel frattempo è cambiata. Gli atti presi da quella maggioranza vengono tenuti in conto dalle Amministrazioni. In questo caso invece, la stessa Amministrazione fa una legge per la quale vengono presentate delle domande e l'anno dopo dice no a quelle stesse domande, che non avranno più effetto, perché, sostanzialmente, si vogliono cambiare i parametri.
Quindi, è proprio una questione di principio; infatti, una legge ha validità fin dal giorno in cui viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale e le domande presentate in vigore di legge hanno validità, cioè bisogna tenere conto di quei requisiti. Da lì in poi, dalla pubblicazione della legge, sul territorio regionale vigono le altre regole, quindi chi fa la domanda una settimana dopo la pubblicazione deve sottostare a quelle leggi perché in quel momento la legge vigente è quella.
Allora è questo il nocciolo veramente forte sul quale il nostro Gruppo ma anche la minoranza, pone una questione di principio. Quindi, noi andremo avanti: abbiamo già presentato molti emendamenti e siamo intenzionati a discuterne fino alla fine, uno ad uno, a meno che non si riesca a trovare una soluzione che ci faccia uscire da quest'impasse.
Inoltre, perché non voglio che poi si dica che il nostro Gruppo non fa lavorare il Consiglio Regionale, abbiamo già detto di passare ai provvedimenti successivi, perché dobbiamo occuparci di altri provvedimenti importanti, forse più di questo: la legge dell'Assessore Sibille sulla forestazione, e la legge dell'Assessore De Ruggiero sul collegato alla finanziaria ambientale. Nel frattempo, si ragioni su questa questione e non perdiamo giornate e giornate su un cavillo che mi sembra veramente facilmente superabile. Per me era quasi scontato che su un emendamento su questo tema la risposta fosse, ovviamente, sì, ma ho scoperto con rammarico che non era così ed ho iniziato a preoccuparmi, perché mi sto convincendo sempre più che questa scelta sia fatta per non far passare quelle domande che, invece, avrebbero diritto di passare a legislazione vigente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Il mio voto sarà favorevole rispetto all'emendamento presentato, perch credo sia opportuno sottolineare, tanto nell'illustrazione quanto nelle dichiarazioni di voto, la necessità di evitare che si facciano provvedimenti legislativi che, di fatto, intervengono su un provvedimento deliberativo, come peraltro era già accaduto nella modifica avvenuta con la precedente finanziaria, ma va ricordato che, comunque, entra all'interno di un provvedimento che è un provvedimento deliberativo che il Consiglio ha votato e che in alcuni aspetti, come il divieto di realizzazione, va addirittura a superare gli aspetti relativi alla legge regionale che disciplina le modalità con cui poter realizzare questo tipo di interventi.
Quindi, sottolineiamo, ancora una volta, l'anormalità di questa modalità d'intervento, diversa rispetto a quanto facemmo con l'emendamento presentato. Tant'è che, come formula, si ripropone con il provvedimento di oggi.
Venne contestato che un provvedimento deliberativo sia stato cambiato da un provvedimento normativo, ma è evidente che un provvedimento normativo ha un aspetto e una forza maggiore, anche solo come disciplina della gerarchia della fonte, rispetto ad un provvedimento deliberativo.
Questo è un aspetto che abbiamo sottolineato e contro il quale vogliamo significare la nostra contrarietà. Così come vogliamo significare la nostra contrarietà rispetto ad un provvedimento che, come altri colleghi hanno precedentemente ricordato, non tiene doverosamente, anzi, in alcun modo, in considerazione quelle che sono le valutazioni delle comunità locali.
Fra le tante anomalie di questo provvedimento, credo che sia la prima volta che la Regione non tiene conto di quanto dicono 45 Amministrazioni comunali, un'Amministrazione provinciale, un'Autorità d'Ambito, e, in qualche modo, invece, sostiene la posizione di quattro Comuni. La bilancia è: 45 Amministrazioni comunali, un'Amministrazione provinciale, un'Autorità d'Ambito contro quattro Amministrazioni comunali.
Ovviamente, è legittimata a fare ciò che crede. È legittimata anche a mettersi contro alcune realtà locali importanti, come intere vallate Comunità montane, Comuni, ecc. È evidente, che ciò dimostra che non c'è da una parte chi intende sostenere una volontà industriale. Il collega Botta ha correttamente ricordato la lettera di Confindustria, come quella dell'ENEL, dei Comuni e delle singole realtà che abbiamo ascoltato.
evidente che non c'è da una parte chi difende l'ambiente e dall'altra chi difende delle prerogative industriali. Sarebbe anomalo che 45 Amministrazioni locali, una Provincia e un'Autorità d'ambito fossero disponibili a questo ragionamento di speculazione del territorio.
invece, evidente che vi è un ragionamento di buonsenso, con le modalità più volte ricordate, che noi facemmo all'interno di una legge finanziaria che, però, è stato fortemente voluto, al di là del fatto che qualcuno l'abbia descritto come un incidente. È stato un buon incidente tant'è che la gran parte degli Enti locali che hanno beneficiato e che tutt'ora beneficiano di questo emendamento si sono espressi in termini positivi rispetto all'emendamento fatto e in termini negativi rispetto alla reintroduzione del vincolo, salvo gli aspetti legati alla delibera che certamente migliora il Piano, andando a dare un minimo di riconoscimento alle realtà locali, come le Comunità montane.
Pertanto, per queste motivazioni e non certo per la presentazione in s della sostituzione che propone l'emendamento, il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Interveniamo, ovviamente, secondo il principio di continuità, ancorch siamo in dichiarazione di voto e, magari, le cose si possono precisare meglio successivamente.
Vorrei richiamare quanto avevo detto, fin dall'inizio, nella discussione del PTA e cioè che, secondo noi, diventavano auspicabili da un lato tutte quelle iniziative che erano consentite dalla normativa già proposte nella scorsa legislatura per realizzare gli invasi (tema su cui abbiamo discusso molte volte); dall'altro, per quanto riguarda i vincoli era opportuno che, se sono comprensibili in un periodo transitorio a regime, essi dovrebbero derivare da motivazioni ricercate in via permanente, sulla base di valutazioni di tipo idrogeologico, turistico e paesaggistico. Ritengo che, sotto questo profilo, ci sia una larghissima condivisione.
Oltretutto, non si possono adottare provvedimenti spot, impostati all'ultimo minuto, su provvedimenti e modifiche di provvedimenti che hanno avuto una lunga gestazione.
Quando è stato introdotto in sede consiliare, in "zona Cesarini", in Commissione e poi in Consiglio, il discorso del Chiusella, come volevasi dimostrare, ha creato una serie di assestamenti che ci tengono ancora qui in Aula, alle ore 18.25 del 19 gennaio.
A questo punto, avendo aggrovigliato un po' la matassa, occorre trovare il modo di rinvenire il bandolo e trovare una via d'uscita. Al momento, mi sembra che le posizioni siano abbastanza chiare e difficilmente conciliabili. Credo, però, che i ragionamenti che sono stati espressi in ordine alla valutazione del fatto che la norma non può essere retroattiva e che, in qualche modo, deve suggerire delle vie d'uscita alle pratiche o alle situazioni che si sono consolidate nel periodo transitorio, sia una richiesta e una sollecitazione che deve trovare una risposta. Diversamente l'alternativa è di andare avanti a votare, sapendo che alla fine, la maggioranza risolverà il problema.
A questo punto, però, occorrerebbe approfondire non solo l'elenco delle questioni (ringraziamo per le informazioni fornite), ma non era tanto il fatto di avere cognizione di nomi e cognomi, perché la cosa non ci riguarda, ma verificare, da un punto di vista giuridico, cosa capita per eventuali situazioni che, grazie a una certa finestra hanno ritenuto di inserirsi in una determinata procedura.
Se ci fosse la volontà, non un semplice demandare "se la risolvano in sede locale o se la risolvano i funzionari in sede di procedura", bensì un accenno, qui o nella stanza di fianco, nella sede propria (Capigruppo o Commissione), velocissimamente - non dico stasera, viste le condizioni ovvero un chiarimento sotto questo profilo, penso che alla fine si tirerebbero le conclusioni.
Giustamente, sono state poste delle preoccupazioni dal punto di vista di un orientamento generale a favore della tutela, salvo la verifica delle situazioni pendenti non nominativamente, ma globalmente, come sistema.
Se questo lo si può fare, avremo un'accelerazione; se non lo si pu fare, per stasera non si risolve. Però, torno a ripetere che, a mio avviso tutte le volte che si inserisce un qualcosa in una procedura (vedasi emendamento Chiusella o emendamento alla finanziaria), alla fine, con una ventata assembleare, non si va da nessuna parte. Grazie.



PRESIDENTE

Il numero legale è 31.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Pertanto, i lavori odierni si chiudono qui.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.30)



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