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Dettaglio seduta n.396 del 23/12/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.01 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Buquicchio, Cattaneo, Caracciolo Comella, Moriconi, Pizzale, Robotti e Rutallo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Questioni internazionali

Richiesta, da parte del Consigliere Cavallera, nei confronti della Presidenza del Consiglio affinché assuma un'iniziativa utile ad agevolare il rilascio delle due suore piemontesi rapite al confine tra la Somalia e il Kenya

Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Richiesta, da parte del Consigliere Vignale, di un'inversione all'o.d.g. per esaminare la proposta di legge n. 585, inerente a "Modifiche alla legge regionale 28/2007 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa)", e della proposta di deliberazione n. 381 inerente a "Piano triennale d'interventi in materia d'istruzione - Diritto allo studio e libera scelta educativa"


PRESIDENTE

Nella seduta di ieri abbiamo esaminato l'articolato del disegno di legge n. 578, "Legge finanziaria per l'anno 2009". Conformemente a quanto convenuto nell'ultima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, le dichiarazioni di voto e il voto finale saranno resi al termine dei lavori della seduta odierna.
Prima di passare al punto 6) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 579, ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per ricordare - sapendo lei persona attenta anche alle questioni che succedono al di fuori di quest'Aula - che sono quasi due mesi che hanno rapito le due suore piemontesi al confine tra la Somalia e il Kenya. In un primo tempo, è stato sostenuto che occorreva un silenzio stampa, un profilo basso per lasciare spazio alle autorità per lavorare e per trattare l'eventuale rilascio.
Adesso però ho visto che su alcuni siti vi è anche una raccolta di firme per sollecitare il Ministero degli Esteri ad accelerare le azioni che senz'altro sono state messe in atto.
Volevo domandare a lei se non ritiene, prima della chiusura dei lavori del Consiglio prenatalizio, di adottare una qualche risoluzione, una qualche iniziativa di tutto il Consiglio per sollecitare questo rilascio e questo impegno da parte dei nostri rappresentanti che, da quanto se ne sa si stanno dando da fare, ma ovviamente, essendo noi il Consiglio regionale della regione d'origine di queste due religiose, dobbiamo anche dare il senso che non sono dimenticate. Quindi domandavo alla Presidenza un'iniziativa in questo senso.



PRESIDENTE

Collega Cavallera, rispetto alla situazione drammatica che lei ha citato, ritengo che possa essere anche superfluo, per certi versi, un voto una risoluzione del Consiglio.
Se ritenete, mi posso fare carico, condividendola ovviamente con l'Ufficio di Presidenza, di inviare una missiva alle istituzioni nazionali una lettera al Presidente del Consiglio, al Ministro degli Interni, al Ministro degli Esteri e chiaramente anche alle autorità ecclesiali competenti, esprimendo appunto la sollecitazione del Consiglio regionale ad operare per far sì che le due suore possano essere rilasciate con un'azione dello Stato almeno pari a quella esercitata in caso di sequestri che sono stati più eclatanti dal punto di vista mediatico. Penso ai non lontani eventi che hanno colpito le volontarie italiane in Iraq: richiedere altrettanta sollecitudine e prontezza d'azione è sicuramente una cosa che possiamo fare.
Se i Consiglieri non hanno nulla da obiettare, procedo in questo senso e chiedo agli uffici di predisporre una nota e una lettera in merito.
Prima di procedere con l'esame del bilancio di previsione, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Mi domandavo soltanto se, come peraltro mi sembrava fosse previsto, non valga la pena affrontare prima il triennale sulla scuola e, a conclusione di seduta, il bilancio. Non è così nell'ordine dei lavori, altrimenti non sarei intervenuto, però - ripeto - credo che sarebbe utile affrontare subito il triennale e successivamente il bilancio.



PRESIDENTE

Collega Vignale, avevo preso con molta cura nota dell'ordine dei provvedimenti come convenuto nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, dove si era precisato questo ordine con l'intesa che le dichiarazioni di voto e i voti finali sarebbero avvenuti dopo aver esaminato tutti i provvedimenti. Se però ci sono indicazioni in senso diverso, penso non ci sia difficoltà a procedere prima con l'esame dei provvedimenti sulla scuola.
Potremmo iniziare col bilancio - ovviamente il voto finale non ci sarà poi trattare l'intero pacchetto scuola con il voto finale del pacchetto scuola e quindi togliere il pacchetto scuola e lasciare al termine dei nostri lavori le dichiarazioni di voto e i voti finali sulla finanziaria e sul bilancio.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Per noi va bene. Faccio solo rilevare che - per carità, l'o.d.g.
prevedeva che prima si facesse il bilancio e poi il triennale - se nella discussione del bilancio avessimo una presenza maggiore della Giunta certamente non guasterebbe; quest'anno non l'abbiamo mai detto nella sessione di bilancio, quindi prima che finisca lo diciamo. Non che il Vicepresidente non rappresenti adeguatamente la Giunta, ma è evidente che il bilancio non è solo del Vicepresidente, è di molti altri Assessori. Così come credo che il buonsenso vorrebbe che, quando ci sono due provvedimenti in discussione e uno dei due, importante, riguarda un Assessore, questi fosse presente; dopodiché ognuno giudichi.



PRESIDENTE

Ne convengo pienamente, collega Vignale.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 579, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2009 2001" (Preavviso scritto ai sensi dell'articolo 51, comma 4, del Regolamento interno)


PRESIDENTE

Procediamo, a questo punto con l'esame del disegno di legge n. 579, il bilancio di previsione, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano, relatore

Grazie, Presidente. Ieri abbiamo discusso della legge finanziaria, ma naturalmente la manovra di bilancio e quindi le scelte di natura politica significative sono contenute nel provvedimento che ora incominciamo a discutere.
I dati essenziali del bilancio di previsione 2009 presentati dalla Giunta che oggi discutiamo attestano il pareggio intorno ai 13 miliardi più precisamente 12 miliardi e 257 milioni d'euro, di cui circa otto e mezzo destinati alla sanità.
Se articoliamo la spesa prevista per l'esercizio 2009, registriamo spese correnti per 10 miliardi e 353 milioni d'euro, spese in conto capitale per un miliardo e 571 milioni d'euro, spese per rimborso di prestiti per 242 milioni d'euro, per un totale di previsione di spesa come ho detto - di complessivi 12 miliardi e 257 milioni d'euro.
Questa previsione di spesa è una previsione che punta a mantenere l'impegno relativo al cosiddetto Patto di stabilità. Attualmente la previsione di spesa non consentirebbe il rispetto del Patto di stabilità tuttavia, come gli anni precedenti, abbiamo motivo di ritenere, per ragioni tecniche, che non sia possibile impegnare nel corso tutte le risorse, in modo particolare quelle relative agli investimenti, per cui possiamo presumere che quella cifra di un miliardo e 571 milioni d'investimenti non sarà poi tutta impegnata.
Per questo, riteniamo, alla fine dell'anno, prendere atto e perseguire l'obiettivo del Patto di stabilità.
Per quanto riguarda l'indebitamento, si registra la previsione di un incremento di un miliardo d'euro di nuovi mutui, che si aggiungono ai 3,8 miliardi attualmente già accesi. Rispetto alla previsione della Giunta, si registra con le attuali proposte emendative che saranno presentate e che sono già state depositate dalla Giunta, discusse e approvate in Commissione, una riduzione da 1,1 ad un miliardo d'indebitamento, a fronte di una riduzione di 50 milioni rispetto alla proposta della Giunta di nuovi investimenti e alla riduzione di 50 milioni relativi ai fondi rotativi in Piemonte destinati al turismo.
Quanto alla spesa sanitaria, questa si attesta oltre gli otto miliardi d'euro di spesa corrente (esattamente 8.038.000.000,00) e si stimano 220 milioni di spesa in conto capitale relativamente al settore sanitario.
Questo per quanto riguarda l'indebitamento.
L'articolo 3 della proposta di legge individua in un miliardo e cento milioni il nuovo indebitamento per il 2009 e si chiede l'autorizzazione a contrarre mutui o ad emettere prestiti obbligazionari. Ho già annunciato che questa cifra è stata ridotta, con l'emendamento presentato in Commissione, ad un miliardo e cento milioni.
Per quanto riguarda la spesa sanitaria, nello specifico ho già detto che si attesterà in via previsionale una cifra un po' superiore agli otto milioni d'euro. Questa cifra sarà coperta per sette miliardi e 548 milioni dal fondo sanitario, per 164 milioni da altre entrate relativi a vari fondi, per 405 milioni meno gli 80 milioni che sono stati ridotti nella discussione in Commissione, quindi 325 milioni è la previsione di integrazione regionale, a carico del bilancio regionale non coperto in altri termini da fondi dello Stato.
La manovra, con le correzioni sollecitate anche dalla minoranza che sono state presentate in Commissione e che sono - come ho già detto oggetto di un emendamento all'articolo 2 del disegno di legge 579, ora in discussione, prevede sostanzialmente una riduzione sul titolo 2 di 40 milioni di euro, una riduzione sul titolo 1 di 10 milioni di euro. È il frutto di minori spese e tagli sulla spesa ma anche maggiori spese sostanzialmente così riconducibili: 80 milioni di euro sul fondo sanitario regionale; 10 milioni in più sulla legge 18 sui lavori pubblici; 13 milioni in più sul capitolo dedicato all'integrazione reddito ai cantieri di lavoro; 40 milioni di euro in più da attribuire al fondo di riserva e due milioni di euro in più di integrazione per affitti.
Vi sono poi altri tagli e altre attribuzioni di maggiori spese su cui sorvolo.
Per quanto riguarda le entrate, dobbiamo registrare una certa crescita della previsione di entrate per tributi propri, che passano dagli otto miliardi e 800 milioni previsti e poi sostanzialmente accertati nel 2008 ai nove miliardi e 400 milioni sostanzialmente riconducibili agli incrementi di risorse del fondo sanitario nazionale. I trasferimenti dovrebbero assestarsi intorno a un miliardo e 330 milioni, anche se verosimilmente si tratta di una stima prudenziale. Le alienazioni previste dalla Giunta ammontano a 200 milioni di euro e i mutui, come ho già detto, ammontano a un miliardo di euro. La previsione di entrate è non dissimile per il suo totale da quello del 2008.
Andando più nel concreto, relativamente alle singole cifre e relativamente ai grandi comparti di spesa, crediamo - lo abbiamo già illustrato ieri e soprattutto i colleghi di maggioranza lo hanno evidenziato - di avere fatto una manovra finanziaria importante, attenta allo sviluppo economico, a dare risposte concrete alla crisi che stiamo attraversando ma, al contempo, è anche una finanziaria molto sensibile molto attenta alla tutela dei cittadini, in modo particolare a quelli che fanno più difficoltà e fatica.
A sostegno del sistema produttivo, vi sono oltre 250 milioni destinati ad attività produttive in specifico, quindi a misure a sostegno delle imprese che potranno generare una leva finanziaria, ad un sostegno forte allo sviluppo e alla tenuta del sistema produttivo. In modo particolare sono previsti 136 milioni contro i 91 del 2008 sulla misura obiettivo "competitività"; 43 milioni del 2008 sulle attività di ricerca; 42 milioni sul programma delle attività produttive.
Anche altri settori di attività produttive sono beneficiati di misure previste, per esempio l'artigianato, dove si registra una previsione di incremento da 15 a 30 milioni di euro. Il fondo relativo alla legge 23 sulla cooperazione passa da un milione a cinque milioni di euro, e questo è l'insieme delle misure più significative per il sostegno alle attività produttive, cui vanno aggiunte una serie notevolissima di azioni a sostegno delle opere pubbliche.
Citiamo il Programma casa e i contratti di quartiere, che sostanzialmente quasi raddoppiano le risorse che quest'anno saranno destinate, passando dai 74 milioni di euro del 2008 ai 126 del 2009.
Pensiamo ai programmi SCR, il cui valore assoluto certamente sarà più significativo di quello realizzato da ex ARES, anche per gli investimenti nei vari comparti.
Ho citato prima la legge 18, che registrerà un ulteriore incremento, ma anche gli investimenti nel comparto dei servizi sociali complessivamente intesi (anziani, disabili, minori) registrano un incremento in preventivo da 31 a 36 milioni di euro di opere pubbliche. La stessa legge 18 sul turismo, che sostiene i programmi degli imprenditori privati nel campo turistico, registra più di un raddoppio nella cifra stanziata (da 8 a 19 milioni di euro). Nel 2009 si registreranno sicuramente molte azioni per realizzarle in intese istituzionali, sicché la previsione di spesa è quella di passare dai 30 milioni del 2008 ai 130 del 2009.
Ecco, sono questi i più significativi incrementi di spesa nel campo del sostegno al sistema produttivo; articolati, come ho detto, in misure a sostegno delle imprese e in misure a sostegno delle opere pubbliche relativamente agli investimenti di diversi settori.
Non va dimenticata anche la misura che contiamo di poter presto avviare non appena il Governo autorizzerà le Regioni all'utilizzo dei fondi FAS, di loro spettanza. Sicché, con un sistema di leva finanziaria che è stato previsto e che la minoranza ha ben presente, noi contiamo di rimodulare circa 200 milioni del fondo FAS e insieme di potere accendere un prestito BEI a moltiplicatore dell'intervento, e anche alcune riserve del FEDR, che potrebbero essere utilizzate per questi obiettivi.
Certamente la leva moltiplicativa è molto significativa, da questo punto di vista, anche se ritengo prudenziale non annunciare un volume di risorse complessivo che potrebbe essere determinato.
Per quanto riguarda, invece, la tutela sociale dei cittadini, l'altra faccia della manovra finanziaria prima annunciata, vogliamo ricordare come su tutti i comparti di protezione sociale (dalla scuola all'assistenza sociale, alla formazione professionale, alle politiche attive del lavoro) non vi sia comparto che registra riduzioni, anzi complessivamente il comparto della tutela e della protezione sociale del welfare state registra circa 100 milioni di euro in più rispetto a quanto speso nel 2008.
In particolare, ci sono 30 milioni in più (già ricordati ieri nella discussione sulla legge finanziaria), che stimiamo potranno essere riconosciuti ai cittadini attraverso minori entrate relative alla riduzione dell'aliquota addizionale IRPEF e 70 milioni di maggiori spese rispetto al 2008, così articolate: le spese dell'Assessorato ai servizi sociali, come totale di spesa corrente, registra un incremento di otto milioni di euro il fondo a sostegno della locazione di sei milioni di euro, i cantieri di lavoro di un milione di euro, sempre rispetto al 2008, un milione di euro in più rispetto all'occupazione delle persone disabili.
Contiamo di impegnare e di spendere tutte le risorse relativamente al diritto allo studio e alla libera scelta educativa, 17 milioni che nel 2008 non sono stati impegnati. Vi sono 12 milioni in più per il fondo cassaintegrati, mobilità e prepensionamenti, che si aggiungono ai 10 milioni e mezzo stanziati negli anni scorsi. Dieci milioni in più che ricadranno su adeguamenti tariffari, così da consentire ai fornitori aggiudicatari delle prestazioni del servizio sociale di poter, almeno in parte, applicare nuovi contratti collettivi nazionali di lavoro, e 15 milioni in più per misure straordinarie di sostegno e di assistenza economica così come contenuti e determinati nell'articolo della finanziaria, ieri approvato.
Concludo quest'introduzione alla manovra finanziaria di bilancio riconfermando quelle che ci paiono essere le due facce della manovra: da una parte, una scelta molto forte di contrastare la crisi, quindi la volontà della pubblica amministrazione della Regione di svolgere un'azione di controbilanciatura anticiclica rispetto a questa crisi così virulenta cui stiamo assistendo, ma che non vogliamo, appunto, guardare come spettatori. Riteniamo che queste misure siano oltremodo impegnative, non solo per il volume delle risorse che la Regione mette in campo, ma anche per la capacità di continuare ad attivare ulteriori risorse, in via moltiplicativa, attraverso la leva finanziaria in capo alle imprese piemontesi e, d'altra parte, non abbiamo trascurato la protezione sociale anzi possiamo dire con orgoglio che mai come quest'anno sono state destinate tante risorse al sistema della protezione sociale, con un occhio di riguardo soprattutto alle situazioni di maggiore marginalità economica.
Noi crediamo quindi di aver fatto seriamente il nostro lavoro l'abbiamo fatto anche tenendo conto dei suggerimenti che sono pervenuti dalla maggioranza. Il lavoro fatto in quest'ultimo mese è stato esattamente quello di interpretare e cogliere anche i suggerimenti positivi pervenuti dall'opposizione. Ringraziamo l'opposizione per il lavoro proficuo che ha inteso svolgere e per le sollecitazioni che, almeno in parte, questa minoranza ha inteso accoglie e soprattutto vogliamo, attraverso le mie parole, dare riconoscimento ai colleghi dell'opposizione di un senso di responsabilità forte che intendono - lo hanno annunciato, quindi non abbiamo dubbi su questo - esercitare assicurando l'approvazione del bilancio entro la fine di quest'anno.
Si tratta di un evento unico, perché non è mai capitato, almeno negli ultimi anni, che ciò avvenisse e crediamo che questo, naturalmente, dipende in modo particolare dalle urgenze che la crisi sta sollecitando anche al sistema politico, ma possiamo anche ritenere - e speriamo - che questo sia anche un modo diverso e responsabile da parte di tutte le parti politiche di affrontare il bilancio preventivo nei termini giusti, cioè entro la fine dell'anno precedente, di modo che l'anno nuovo in corso possa aprirsi con maggiore certezza.
Quindi, salutiamo anche con soddisfazione questo nuovo metodo di lavoro, che confidiamo possa essere ripreso anche negli anni successivi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

Iniziamo la discussione generale.
La parola al Consigliere Deambrogio.



DEAMBROGIO Alberto

Sulle linee generali e sugli interventi anticiclici che vanno contro gli effetti di questa crisi, credo che interverrà successivamente il mio Capogruppo.
Voglio concentrare quest'intervento semplicemente sull'aspetto che riguarda i cosiddetti "risparmio" e "efficienze" in sanità, che in qualche modo hanno riempito non solo le nostre discussioni, ma anche una parte di dibattito pubblico nelle scorse settimane.
Voglio concentrarmi su tre punti. Il primo: parlavo prima di un dibattito pubblico in cui è invalso un atteggiamento che, secondo me, è profondamente sbagliato, cioè quello sostanzialmente di sostenere che a fronte della crisi che tutti viviamo non solo sia giusto, ma anche facile travasare risorse dal comparto sanitario (che è stato definito come una voragine o un buco senza fine a causa del peso notevole che ha nel nostro bilancio) nelle cosiddette "politiche di sviluppo".
Penso che questo sia, oltre certi limiti, veramente sbagliato non soltanto nel principio, ma anche perché alcune pratiche storiche dicono che in qualche modo è sbagliato. Penso che, soprattutto in momenti di crisi economica e sociale, sia profondamente sbagliato intaccare nel profondo il sistema di sicurezza sociale, il sistema sanitario, perché, nel momento in cui quel sistema viene intaccato profondamente, è del tutto evidente che vengono innescati meccanismi ulteriori, che vanno contrastati perch peggiorano la crisi. Questa è la prima cosa che vorrei dire: quel tipo di ragionamento, secondo me, è sbagliato in radice.
Secondo elemento: i colleghi del centrodestra, che si prestano comunque a votare questo bilancio, in passato ci hanno chiesto di farci carico di una situazione che riguardava e riguarda la tenuta sotto controllo dei conti in sanità, a fronte di un lascito - dico io - non propriamente leggero che le precedenti Giunte ci hanno lasciato, sia dal punto di vista del debito complessivo, sia dal punto di vista del deficit strutturale. I colleghi del centrodestra ci hanno sempre detto che da questo punto di vista le elezioni sono finite e che, essendo al governo, abbiamo il compito di far fronte a questi problemi.
Penso che da questi banchi non sia mai giunto un accenno critico rispetto all'atteggiamento dei colleghi del centrodestra. Anzi, abbiamo raccolto e accettato più che questa sfida, questa incombenza. Lo dico perché più volte in queste settimane si è fatto cenno ad un'incapacità di tenere sotto controllo la tenuta dei conti sanitari, ma credo invece che sia vero il contrario, cioè che con rigore e con serietà, magari senza accenni allo sbraco politico, questa Giunta abbia lavorato (non solamente adesso, ma nel corso degli anni) per costruire un sistema rinnovato di regole minime che prevedessero una gestione della sanità e del rapporto con le Aziende attraverso un sistema di riparto delle risorse chiaro e con logiche uguali per tutti; un sistema che avesse anche una logica di riparto triennale, per consentire alle Aziende la certezza dei finanziamenti e quindi, una loro programmazione certa, e l'impostazione di un controllo di gestione interno e non delegato, partecipato e trasparente; un sistema - lo si vede - che si è messo in piedi e che si è fatto lavorare.
Cito qualche risultato en passant, perché che i conti siano tenuti sotto controllo mi pare chiaro da molte cose: intanto si sono risanate alcune Aziende, come quelle del Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli e Asti, per esempio, che vivevano una profonda crisi di tipo finanziario.
Inoltre, si è messo a punto un sistema di regole e di azioni che, sul terreno del controllo dei conti, a mio avviso ha dato e potrà dare ulteriori risultati. Una programmazione, dunque.
Ho citato prima qualche esempio, ma ne posso citare altri: penso a tutto il lavoro che si è svolto mettendo a punto i cosiddetti PRR (Piani di Riqualificazione e Riequilibrio finanziario) e gli atti aziendali, che, in qualche modo, sono venuti dopo i PRR; a tal riguardo, vorrei inserire nella discussione anche il ruolo e la responsabilità che i Direttori Generali di tutte le Aziende hanno. È un tema che sta molto a cuore anche all'Assessore Artesio, e credo che sia corretto.
Questa Giunta - in primis l'Assessore alla salute e sanità - ha messo a punto un sistema di regole e di linee guida, ma è del tutto evidente che anche i Direttori Generali si stanno mettendo alla prova e che su questi atti verranno comunque valutati, perché in qualche modo su di loro pesa anche una responsabilità non leggera.
Dicevamo, appunto, dei PRR e degli atti aziendali. Credo che qualche risultato importante anche in questo settore si sia raggiunto, perché penso che chiunque possa verificare come su molti territori si sia sviluppata un'azione tesa a ridurre tutta una serie di superfetazioni anche clientelari (penso, ad esempio, alla riduzione di Dipartimenti, di SOC e di SOS, un'operazione non sempre facile da gestire anche territorialmente, ma che è stata attuata). Vi sono, poi, tutta une serie di deliberazioni importanti per quanto riguarda la riorganizzazione. Ne cito alcune, anche in questo caso a volo d'uccello: emergenze ed urgenze, emodinamiche riorganizzazione dei laboratori di analisi, percorsi della riabilitazione percorsi ictus, ausili per la popolazione extracomunitaria, ausili tecnologici per i soggetti portatori di handicap. Anche così, naturalmente si mette sotto controllo la spesa.
Da ultimo, vorrei citare la questione del rapporto con la sanità privata. Penso che in momenti di crisi come questo, il Pubblico abbia il dovere di mettere maggiormente sotto controllo il comparto privato e di ricondurlo ad una funzione che più volte è stata richiamata persino da sentenze della Corte Costituzionale, cioè ad un ruolo surrogatorio della sanità pubblica. Questo è stato fatto (e si sta ancora facendo); ricordo che vi sono state tre delibere importanti che tendono a imporre nuove regole volte a prevedere dei tetti di spesa e soprattutto che fanno lavorare la sanità privata rispetto ai fabbisogni reali di salute e rispetto a quello che il pubblico è già in grado di fare.
Da questo punto di vista ci sono state alte proteste. Credo, però, che sia stato corretto riaffermare questo tipo di meccanismo e di regolazione perché di fronte alla crisi che viviamo, credo che il Pubblico debba saper indicare delle priorità e dei luoghi che non erano mai stati affrontati e trattati, che invece, oggi, lo sono. Con questo si potranno ottenere dei risparmi e soprattutto si potrà far lavorare meglio il Pubblico. Penso soprattutto ai contratti che dal 2009 i Direttori generali potranno stipulare sui loro territori, tenendo conto, effettivamente, di quelli che sono i fabbisogni e le esigenze della popolazione sul quel territorio.
Per concludere - terzo elemento - ho provato in qualche modo ad inquadrare la situazione e ad arrivare a questi 80 milioni che abbiamo oggi di cosiddetta efficienza o di tagli, chiamiamola come si vuole.
Penso che questa Giunta, in modo particolare il Vicepresidente e Assessore al bilancio, sappia bene quale sia lo stato dell'arte dei conti della sanità. Sa bene qual è stato lo sforzo e sa bene come l'Assessorato alla sanità stia lavorando. Sa bene che questi 80 milioni messi a bilancio per fare efficienza e risparmio fanno riferimento ad alcune azioni (penso per esempio, ai nuovi appalti per quanto riguarda la telefonia, il campo energetico e quant'altro), così come sa molto bene che quegli 80 milioni in qualche modo, fanno riferimento a scelte che saranno verificabili come possibili dal punto di vista del risparmio.
Penso che sia giusto mantenere un atteggiamento serio e rigoroso da questo punto di vista. Se a fronte delle azioni più serie, improntate a modelli scientifici, non sarà possibile avere i risparmi attesi - temo che sarà esattamente così, cioè che non tutti gli 80 milioni si potranno portare a casa dal punto di vista dei risparmi - chiedo a questa Giunta, in modo particolare al Vicepresidente, di prestare molta attenzione, perché da questi banchi non si potrà tollerare una logica di tagli ai servizi. Perch esattamente per le motivazioni che citavo in premessa, nei momenti di crisi il sistema della salute non può subire, dal nostro punto di vista, dei tagli.
Noi voteremo questo bilancio - anche con questi 80 milioni di risparmio perché pensiamo che al suo interno vi siano delle misure determinanti per tentare di superare questa crisi in Piemonte. Noi vogliamo fare la nostra parte, ma non accerteremo alcun taglio sui servizi sanitari a fronte delle scelte che verranno attuate in questo bilancio. Lo diciamo oggi per domani e chiediamo a questa Giunta di essere davvero garante delle scelte che noi vogliamo che vadano in questa direzione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Credo che si sia fatto bene a favorire l'accelerazione del confronto e l'arrivo dei documenti di bilancio all'interno del Consiglio, perché, tutto sommato, in questo modo mettiamo anche alla prova le parole della Giunta regionale, nel senso che non ci sarà più la possibilità di indicare come "ostruzionisti" quelli dell'opposizione, che fanno magari approvare il bilancio con quale mese di ritardo. Potremo dire, all'indomani della pubblicazione del bilancio sul Bollettino regionale, che "il re è nudo" come si usa dire tra virgolette, nel senso che o ci sarà veramente la capacità di affrontare una fase nuova, totalmente diversa da quella che abbiamo vissuto finora, oppure si dovrà registrare una risposta non adeguata.
Però noi, essendo anche un'opposizione costruttiva, abbiamo formulato delle proposte che, per il loro spessore e per la loro utilità e correttezza, in parte sono state valutate e recepite - sottolineo in parte - da parte della maggioranza.
chiaro che questo bilancio, essendo la stratificazione di tanti anni ma soprattutto di quattro esercizi già di competenza dell'attuale Giunta regionale, ha in sé tutti gli elementi positivi e negativi - io ne vedo più di negativi - che derivano da questa gestione. È chiaro che si può fare riferimento all'operato di altri livelli di Governo, a circolazione delle risorse finanziarie non regolari, non tempestive, però la prima osservazione che io ho fatto in Commissione, e che ripeto al Vicepresidente Peveraro, è quello che questo bilancio, a mio avviso, è disallineato nelle sue previsioni di competenza rispetto al suo supporto di cassa, al proprio reale e prevedibile flusso di cassa.
Questo è un dato di fatto molto importante. Lo è sempre stato, ma a mio avviso lo è ancora di più adesso, perché se parliamo di interventi di emergenza, se parliamo di accelerazione degli interventi, non vorrei che questi interventi fossero accelerati solo sulla carta, proprio in un momento nel quale bisogna passare dalle parole ai fatti.
Quindi, a fronte delle grosse difficoltà ad effettuare i pagamenti in tutte le direzioni da parte della Giunta regionale, domando: come faremo poi ad essere tempestivi nei confronti di quelle entità che utilizzeranno i fondi messi a disposizione o per interventi di welfare o per interventi di investimento o per interventi di sostegno.
Questa è una preoccupazione che sarà la nostra, perché ovviamente cambierà completamente la strategia nei primi mesi dell'anno. Lo scorso anno abbiamo sviluppato il confronto sulle varie articolazioni di bilancio e di leggi finanziarie in questo Consiglio. Ed ovviamente sempre in questo Consiglio aumenteranno i nostri interventi di sindacato ispettivo, così come i lavori anche nelle varie Commissioni, per vedere se in materia di lavoro, se in materia di opere pubbliche o se in materia di formazione, di innovazione o di ricerca, di artigianato piuttosto che di commercio, gli interventi veramente avanzano, si superano le storie burocratiche, si accelerano le procedure, si fanno arrivare i fondi per quelle finalità sulle quali tutti conveniamo.
richiesta veramente una riorganizzazione che, a mio avviso, potrebbe anche avvenire in applicazione della nuova legge del personale, ma non credo, perché non la vedo ancora all'orizzonte. Mi auguro che però anche per sollecitazione nostra possa in qualche modo essere attuata.
Poi ovviamente ci sono le questioni di fondo, è un intervento di carattere generale e quindi io mi auguro che il confronto di quest'oggi in quest'Aula sia rispettoso di quelle che sono state le indicazioni maturate in Commissione.
Noi ci si appresta ad approvare il bilancio sulla base dei punti convenuti da trattare, demandando al collegato alla finanziaria eventuali interventi rafforzativi o di carattere settoriale con la "s" maiuscola o minuscola.
I colleghi sanno a cosa mi riferisco, perché è chiaro che se in questa sede ci fossero dei ritorni di fiamma da parte della maggioranza ovviamente noi staremo attenti a non bruciarci e le carte le abbiamo pronte tutte. Però noi giustamente le rivolgeremo alla sede del collegato alla finanziaria, perché quella è la sede giusta che è stata convenuta con calma alla ripresa dei lavori, sempre senza perdere tempo, ma facendo una riflessione più articolata, mentre oggi si tratta di mettere l'Amministrazione regionale nella piena legittimità e completezza di possibilità operative sulla base di uno stop di risorse che il collega Lepri ha quantificato in 12 miliardi e mezzo. Ovviamente giù il cappello perché c'è senz'altro la possibilità di fare interventi.
Per quanto riguarda le questioni che sono state prima toccate dal collega Deambrogio, posso dire che non ci dovrebbero essere difficoltà a realizzare i risparmi e l'efficienza di 80 milioni di euro, perché erano stati indicati ben 70 milioni di euro come risparmi per la riorganizzazione e per gli accorpamenti della sanità.
Farò delle domande specifiche nelle sedi opportune per avere un dettaglio sotto questo profilo, ma se non vogliamo più che vada avanti la politica degli annunci, ma basare il nostro dibattito sia in termini propositivi sia in termini consuntivi, ma anche per valutare la credibilità dei nostri interlocutori che ovviamente per noi sono la Giunta regionale qualora dovesse rivelarsi manifestamente infondata la previsione di questi risparmi dovuti a questi accorpamenti, abbiate pazienza, ma il sottoscritto, uno dei 63 Consiglieri porrà il problema di riflettere sulla governance della sanità nella nostra Regione, perché a questo punto avremmo fallito sia sotto il profilo programmatico sia sotto il profilo anche riorganizzativi.
Poi oggi, leggendo il giornale, abbiamo anche appreso che, nel corso di quest'anno, avremmo fatto solamente 34 leggi. Credo che certamente il compito legislativo sia il compito fondamentale di questo consesso, però a mio avviso la funzione sostanziale del Consiglio regionale, così come di qualsiasi assemblea e legislativa, è quella di elaborare atti di indirizzo per la Giunta, di svolgere quell'opera di controllo che nell'attuale ordinamento, avendo abolito il controllo delle leggi atto per atto, il controllo delle deliberazioni di Giunta da parte della Commissione di controllo, ma oggi la funzione sostanziale di questo Consiglio è anche quella di svolgere un'opera di controllo, di indirizzo e di verifica dell'operato della Giunta.
Presidente del Consiglio, cosa vuole dire "solo 34 leggi"? Ho letto un titolo: "La casta ha approvato solo 34 leggi". Ma cosa vuol dire? Noi dobbiamo essere valutati se abbiamo come Consiglieri, ma tutti i Consiglieri e non solamente quelli di minoranza, svolto un ruolo di indirizzo, di programmazione, di controllo e di verifica dell'operato della Giunta.
Questo è un compito fondamentale e primario nel nostro ordinamento ovviamente non è una catena di montaggio al termine della quale dobbiamo contare quali sono i pezzi prodotti. Poi nel momento in cui si lavora su testi ampi ed unici, bisogna guarda la sostanza dei nostri atti piuttosto che la forma.
Mi sembra di avere sottolineato alcune questioni fondamentali, che ci rendono critici nei confronti del documento che ci è stato presentato quindi saremo conseguenti nelle votazioni sui singoli articoli e sul provvedimento finale. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Condivido le valutazioni che lei ha fatto. Purtroppo il passaggio mediatico delle notizie che vengono date ogni anno non risponde ad una logica di valutazione corretta rispetto al lavoro e all'apporto dei singoli Consiglieri.
Ne ho parlato anche ieri insieme ai colleghi dell'Ufficio di Presidenza e con i giornalisti intervenuti, ma, alla fine, la semplificazione del passaggio mediatico porta a dare dei numeri e i numeri, di per sé, non rendono giustizia dell'impegno dei Consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

L'aspetto positivo della manovra finanziaria che il Consiglio si appresta ad approvare è che ciò avvenga entro la fine dell'anno: questo è l'aspetto più straordinario e di cui anche noi dell'opposizione teniamo conto.
Certamente il bilancio non ha nulla di straordinario; qualche risposta è stata data alle richieste che sono pervenute anche dalla minoranza, ma per il resto l'aspetto positivo è che il bilancio libererà risorse prima del tempo, in altre parole prima di aprile e maggio, che era diventata la scadenza ordinaria, anche se così non dovrebbe essere.
Che anno sarà il 2009? Tutti siamo concordi nel ritenere che quella che era considerata la crisi finanziaria si è trasformata, in modo assai rapido, in una crisi reale, che non tocca soltanto l'area torinese, ma anche la provincia piemontese. Provengo da una Provincia dove, pensate, in pochi giorni si è raggiunto il 60% in più...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Guida. Consiglieri, vi prego, mi rendo conto che sia difficile stare ad ascoltare. Ci sono molti Consiglieri che hanno altre cose da dirsi. Pregherei sia i signori Consiglieri sia i signori Assessori di farlo fuori dell'Aula. Grazie.



GUIDA Franco

Dicevo, ad esempio, che nella mia Provincia, Cuneo, quest'anno si è raggiunto il 60% in più di cassa integrazione. In una Provincia che probabilmente, resiste meglio di altre, ma proprio per questo motivo la crisi spaventa ancora di più. Che cosa possono fare i governanti regionali e nazionali? Proviamo a fare un breve riepilogo.
Il Governo nazionale si è mosso con una manovra consistente che aveva e ha come obiettivo, innanzitutto, far ripartire le infrastrutture e le grandi opere, perché dietro ad ogni cantiere ci sono persone che lavorano imprese che forniscono servizi, professionisti, una filiera di attività piccole e grandi.
Il secondo intervento del Governo è stato quello di operare come garanzia di secondo e terzo livello nei confronti dei consorzi, delle associazioni di categoria che prestano garanzie, i famosi Ascomfidi Artigianfidi, Unionfidi, associazioni su cui interviene anche la Regione Piemonte attraverso le sue partecipate. Non è mancato certamente, da parte del Governo nazionale, l'intervento forte a favore delle famiglie soprattutto quelle che sono in difficoltà.
Se sfogliamo il giornale di oggi scopriamo che sia la CGIL, sia l'ISTAT ci dicono che un milione di famiglie non ha i soldi per comprare le cose più semplici, quelle di ordinaria amministrazione; per intenderci, per comprarsi da mangiare. Sono fra quelli che guarda con attenzione all'esperimento della social card, che non è soltanto una questione italiana: esiste in Olanda, in Belgio e in Inghilterra. È uno strumento attraverso il quale il Governo si collega direttamente con le famiglie in difficoltà. L'aspetto più importante della social card è che può essere ricaricata e chi ha poco, o nulla, quando ha 480 euro, raggiunge sicuramente un risultato, ha un qualcosa in più. Non dobbiamo, come è stato fatto anche qui alcune settimane fa, ridicolarizzare questa iniziativa.
Oggi si è parlato anche di sanità. Poco fa i colleghi di Rifondazione Comunista hanno ricordato che sulla sanità non si possono fare risparmi.
Forse c'è stato un fraintendimento, l'opposizione non ha chiesto di fare risparmi ed economie sui servizi erogati, ma abbiamo chiesto di fare risparmi sugli sprechi, evitare che ci siano spese incontrollabili come abbiamo visto che invece accade.
Questo lo dobbiamo dire: se abbiamo raggiunto 8,4 miliardi di euro nell'ambito del bilancio regionale, forse qualcosa si può fare; e dove? Come è già stato detto, ad esempio, per le centrali di spesa. Obiettivo che secondo me si può raggiungere razionalizzando l'attività che alcune ASL svolgono in comunicazione convenistica, cercando di verificare se vi siano dei doppioni all'interno delle ASL o all'interno del sistema di quadrante delle aree in cui le ASL collaborano di più su determinati servizi. Forse uno sforzo maggiore può essere fatto.
D'altronde se la spesa nazionale nella sanità è di 104 miliardi e quella piemontese è di 8,4 miliardi, ben l'8%, non soltanto abbiamo il dovere di verificare se vi siano degli sprechi, ma dobbiamo anche rispondere a quanti, e non sono soltanto i Consiglieri di opposizione nell'opinione pubblica si chiedono effettivamente se a tanta spesa corrisponda tanta efficienza.
I Gruppi di opposizione hanno chiesto di intervenire con una finanziaria di emergenza, così non è stato. Noi abbiamo, per spirito di responsabilità, dato il via alla discussione dell'approvazione del bilancio, ma non me la sento di definire il bilancio regionale 2009 una finanziaria di emergenza. A nostro avviso, non sono stati individuati in modo consistente capitoli specifici a favore delle persone in difficoltà non intravediamo ancora un intervento a favore delle piccole e medie imprese come avevamo chiesto. Il risparmio dell'1% sull'indebitamento è veramente poca cosa.
Che cosa si può fare? Intanto tra qualche mese una verifica. Verificare nei mesi di maggio e giugno com'è la situazione, se non sia il caso, nel corso dell'anno, di procedere ad una variazione consistente del bilancio verificando se ciò che è stato approvato serve e se non serve intervenire ulteriormente.
Su questo crediamo, ancora una volta, di essere disponibili a dare un contributo ad aprire un tavolo di confronto. Soprattutto, non abbiamo ancora capito in che modo le due partecipate principali della Regione in materia di aiuto alle imprese, Finpiemonte ed Eurofidi, potranno approntare un piano conforme alle difficoltà e, soprattutto, intervenire come fa lo Stato come garanzia di secondo livello.
Non abbiamo ancora compreso, Assessore Peveraro, se ci sarà o no, da parte della Regione Piemonte, un rilancio delle infrastrutture. Mi riferisco, ad esempio, ad una cosa che più volte è stata riportata nel dibattito in quest'aula, ovvero i nodi della viabilità. L'ARES, a suo tempo, aveva già approvato alcune decine di progetti che riguardano i nodi della viabilità trasferita dall'ANAS alla Regione. L'ARES oggi non c'è più SCR fatica ad iniziare la sua attività. Credo che, in accordo con le Province, non sarebbe male rilanciare le infrastrutture proprio per i motivi che prima dicevamo.
Sapete bene che il nostro sarà un voto contrario. Ritengo che lo spirito di responsabilità che anche la Presidente Bresso ci ha riconosciuto consenta al Piemonte di avere un bilancio in attività fra poche settimane e comunque alla Regione Piemonte di liberare risorse utili all'economia piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Il bilancio presenta, complessivamente, aspetti assolutamente condivisibili. C'è un'attenzione rilevante alle fasce sociali più deboli c'è un'attenzione rilevante al sistema produttivo del nostro territorio, ci sono misure anticrisi che noi non solo condividiamo, ma abbiamo anche, per quello che contiamo, sollecitato affinché fossero inserite all'interno del documento di bilancio, oppure fossero incrementate. Penso, una per tutte al doveroso incremento di 12 milioni di euro per il sostegno al reddito di lavoratori le cui aziende versano in situazione di crisi, mobilità, cassa integrazione, al reddito di lavoratori precari.
Faccio solo quest'esempio, ma mi pare che il pacchetto sociale e quello rivolto al mondo produttivo sia il segnale che complessivamente c'è stata una presa di coscienza importante di una situazione di grave crisi economica e sociale sul nostro territorio. C'è un punto, però, sul quale esprimiamo vivissima preoccupazione. Mi riferisco alla previsione di una riduzione della spesa di 80 milioni di euro per il sistema sanitario regionale.
Noi già consideravamo, in una prima discussione all'interno della coalizione, che i 30 milioni di euro circa che la maggioranza aveva pensato in qualche modo di scrivere nel bilancio preventivo come azione di razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria fossero un azzardo: 80 milioni ci paiono davvero una cifra fantasiosa! Noi siamo consapevoli che vi è un meccanismo di spesa che deve essere tenuto sotto controllo rispetto al sistema sanitario regionale. Tuttavia questa razionalizzazione che deve essere fatta - e in gran parte ne sono state gettate le fondamenta in questa legislatura - avviene attraverso interventi di sistema. Faccio solo due esempi.
Presidente, non è possibile svolgere un intervento in queste condizioni.



PRESIDENTE

Lo dico sempre; purtroppo, i colleghi se ne accorgono sempre quando devono intervenire. Prego tutti di consentire lo svolgimento dei lavori.
Ho chiesto ai commessi di volersene occupare, ma è difficile anche per coloro che lavorano qui indurre i Consiglieri e gli Assessori a un comportamento diverso e non posso far nulla se sostano in mezzo all'aula anziché stare seduti nei banchi.



CHIEPPA Vincenzo

La ringrazio, Presidente. Certo che se qui a un certo punto diventa impossibile confrontarsi e ascoltarsi reciprocamente, non resta che rivolgersi all'esterno, qualche volta in maniera forse impropria attraverso i mezzi di informazione per parlare direttamente all'opinione pubblica.
Se prendiamo atto che qui dentro la discussione è inutile, ce lo diciamo ed evitiamo anche di perdere del tempo. Invece credo che noi stiamo affrontando e mettendo in campo un elemento che deve destare viva vivissima preoccupazione in tutto il Consiglio regionale, in particolar modo nella Giunta regionale.
Come stavo dicendo, c'è un'azione in campo per l'appropriatezza delle prestazioni in sanità, che fa crescere una delle concause, che fa crescere in maniera forte la spesa sanitaria. C'è un sistema complessivo su cui è necessario - ma così è stato fatto, abbiamo cominciato a fare - mettere in campo una serie di azioni anche di risparmio della spesa. Tuttavia, a me e a noi pare assolutamente non condivisibile scrivere in un bilancio previsionale meno 160 miliardi di vecchie lire sulla spesa sanitaria.
Devo dire che non invidiamo l'Assessore regionale alla sanità, che nei prossimi giorni dovrà dare degli obiettivi ai Direttori generali e dovrà dire loro: "Dovete risparmiare circa 800 milioni di euro per ogni ASL, per ogni azienda". Più o meno quella è la cifra, una cifra rilevantissima.
Gli esiti di questa cosa? Io credo e noi crediamo che quella cifra sia stata scritta esclusivamente per chiudere un accordo, per acconsentire - e qui sta l'errore della maggioranza, secondo noi - a una richiesta dell'opposizione (io dico di parte dell'opposizione) che ha voluto segnare ancora non si capisce bene che cosa o forse la maggioranza di noi ancora non ha capito bene che cosa.
Io, invece, credo di aver compreso: una sorta di denuncia dell'inefficienza del sistema sanitario regionale.
Bene. Credo, però, che manchi un pezzo nel ragionamento. Posso ricordare, ad esempio, che nel momento in cui questa maggioranza e questa Giunta hanno assunto la guida della Regione non esisteva a livello regionale nessun tipo di controllo della spesa sanitaria, non esisteva controllo di gestione. Dopo dieci anni di governo della destra di questa Regione, non esisteva controllo di gestione per ciò che riguarda la spesa sanitaria, assolutamente fuori controllo.
Sono stati rimessi in campo degli strumenti per tentare di riportare sotto controllo questa spesa. Oggi gli esiti possono essere sostanzialmente due: o in sede di assestamento di bilancio fine 2009 quei denari dovremo rimetterli oppure, come ha dichiarato sui quotidiani qualcuno che ne capisce un po' di sanità (ovviamente non sono io), mettiamo a rischio la tenuta e i livelli qualitativi dei servizi. Chi prende l'impegno di vigilare rispetto a questa cosa? L'Assessore Peveraro, la Giunta complessivamente, l'Assessore alla sanità? Io però credo che vi sia un elemento che noi difficilmente riusciremo a tenere sotto controllo: quello della gestione concreta a livello delle aziende sanitarie, quello che ci è derivato dal modello di aziendalizzazione della sanità di cui nessuno ovviamente parla, quello va sempre bene. Secondo noi, invece, si deve rivedere quel tipo di modello.
Quel tipo di modello aziendale ha dimostrato il proprio fallimento.
Allora siamo fortemente preoccupati di questa dinamica, del fatto che qualcuno possa pensare ad esempio che si può tagliare la spesa sanitaria per diminuire l'esposizione debitoria (ho sentito e ho letto anche questo della Regione). È una misura profondamente sbagliata.
Stiamo mettendo mano in maniera pesante sulla carta meno 160 miliardi vecchie lire al servizio sanitario regionale. Questo è l'aspetto che ci preoccupa - sulle parti positive mi sono già pronunciato all'inizio - e allora abbiamo presentato un emendamento che ripristina lo stanziamento per il servizio sanitario regionale, sapendo ed essendo convinti che gli eventuali risparmi si vedono a consuntivo, non si scrivono sulla carta a preventivo così, solo per fare l'"accordicchio" con la destra; questo è il tema.
Noi crediamo che questo sia stato l'errore che la maggioranza tutta ha compiuto; lo abbiamo detto e lo diciamo con grande serenità e tranquillità.
Siamo poi curiosi di capire, di vedere quali saranno le direttive che verranno date ai Direttori generali.
Chiudo con un appello forte, ricordando che abbiamo concretizzato questa posizione depositando un emendamento. Voglio ringraziare per l'appoggio tecnico il Capogruppo Moriconi, che ha aggiunto la propria firma (per Regolamento, ve ne era la necessità).
Rivolgo un appello forte a tutti a non sottovalutare questo aspetto: noi abbiamo un servizio sanitario regionale (anche nazionale, ma parliamo della nostra regione) che è ancora universalistico. Non è demagogia questa.



PRESIDENTE

Consigliere Chieppa, deve concludere. Ha sforato del 10% il suo tempo a disposizione.



CHIEPPA Vincenzo

Come avrà visto dalle statistiche, sono uno dei Consiglieri che parla meno.
Vado rapidamente a chiudere. Vado a chiudere, Presidente, abbia pazienza. Sto chiudendo.
Noi siamo profondamente preoccupati di questa dinamica, anche della scelta prettamente sul piano politico. Riteniamo i servizi sanitari, la cura e la tutela della salute una questione strategica del welfare. Prima di mettere in atto un taglio di 160 miliardi di euro avremmo gradito che ci fosse stato uno sforzo maggiore per trovare le risorse altrove.
Nell'emendamento che ho presentato, infatti, propongo di trovare quegli 80 milioni di euro in altri capitoli di spesa, senza per questo destabilizzare l'azione della regione, ma mantenendo un livello adeguato...



PRESIDENTE

Consigliere Chieppa, il suo tempo è scaduto. Per cortesia, collega Chieppa!



CHIEPPA Vincenzo

Un livello adeguato di certezza e di azione per i livelli qualitativi dei servizi sanitari regionali sul nostro territorio.
Se questo è poco interessante, Presidente, mi rendo conto, forse, anche che questo...



PRESIDENTE

Consigliere Chieppa, non è mio compito giudicare gli interventi, ma è quello di far rispettare il Regolamento. Il suo tempo è scaduto. Grazie.



CHIEPPA Vincenzo

Vado a chiudere. Ritengo deleterio questo tipo di accordo fatto con la destra su questo terreno. Rischiamo veramente di danneggiare il servizio sanitario regionale.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Proverò ad impiegare meno di dieci minuti, per recuperare il tempo che ha utilizzato in più il collega Chieppa, anche perché non ho presentato e non ho intenzione di presentare emendamenti al bilancio.
Tuttavia, ci tenevo a fare alcune riflessioni e provare a dare un contributo su un tema così importante, considerato che, di fatto, questo è l'ultimo bilancio vero della legislatura. Come sanno benissimo i colleghi che come me o anche più di me sono stati in altre legislature, questo e quello della prossima legislatura saranno dei bilanci tecnici: poi il problema lo affronterà chi vincerà le elezioni. E io mi auguro e farò il possibile affinché le elezioni le vinca nuovamente il centrosinistra.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Poiché i conti si fanno sempre alla fine, si vedranno i risultati nell'estate del 2010.
Sul bilancio, invece, svolgo alcune riflessioni, anche perché mi sembra normale, naturale ed anche logico, dopo le molte riunioni in cui la maggioranza e il Gruppo del quale faccio parte - il Gruppo del Partito Democratico - in queste settimane si sono esercitati ed impegnati per provare a dare delle risposte ai molti problemi che sono legati al bilancio.
Provo ad elencarne alcune. È un bilancio, a mio parere, eccessivamente rigido e del quale ho visto un progressivo irrigidimento. Se togliamo al totale le risorse reperite con i mutui, penso che si possa ragionare su una somma di circa 200 milioni di euro.
Ora, 200 milioni di euro per intervenire su tutti i settori sono oggettivamente pochi. Questo non è un problema di maggioranza o di opposizione, perché, a parti invertite, in questo momento sarebbe la stessa cosa. Ripeto, sono oggettivamente pochi e non permettono di fare politiche serie di interventi (poi, su come fare le politiche ci si può dividere) e con risorse importanti, a meno che non si accendano mutui: ma su quello dirò dopo.
La prima considerazione è dunque la rigidità del bilancio. È una situazione pesante, ereditata dalla scorsa legislatura, che non ha certamente favorito il lavoro di questa legislatura e di questa maggioranza.
Mi rivolgo al collega Dutto, visto che è l'unico rappresentante baluardo della Lega, "l'ultimo dei mohicani" della Lega in Consiglio. Caro Dutto, quando si parla di federalismo - cosa che, per quanto mi riguarda condivido all'interno di una solidarietà nazionale, ma naturalmente questa è la mia opinione - dico che, se non ora, quando, il federalismo? Perché il rischio è che si arrivi morti alla fine. E il problema delle risorse del federalismo, in un quadro di solidarietà nazionale, non riguarda solo il Piemonte, ma riguarda anche la Lombardia, il Veneto e tutto il sistema delle Autonomie locali, che in questa situazione hanno difficoltà ad andare avanti.
Su questo, però, pur non rimpiangendo il ruolo delle Prefetture sui bilanci pubblici - noi siamo passati dal ruolo delle Prefetture (superato e non rimpianto) al ruolo dei CO.RE.CO. (superato anche quello) - un ragionamento su chi controlla i bilanci, in particolare dei Comuni piccoli o medi, qualche riflessione bisognerà pure farla. Ma non è questa l'occasione.
Cosa vedo? Io segnalo una preoccupazione forte. Credo e penso che chi si troverà nella prossima legislatura dovrà avere un forte coraggio, cosa che per certi versi non è stato possibile fare - non c'erano le condizioni e non ci sono i tempi - per intervenire sul bilancio in maniera strutturale.
Quando parlo di intervenire sul bilancio in maniera strutturale intendo riferirmi a come vengono gestiti tutti gli Assessorati, perché la situazione che è in essere lo imporrà a chi se ne dovrà occupare nella prossima legislatura. Non mi riferisco necessariamente al fatto di reperire da una parte o dall'altra 40-80 milioni di euro, ma al fatto di trovare le risorse per intervenire già quest'anno - e questa è la cosa che penso possa trovare la condivisione di tutti o dei più, ma mi auguro di tutti - in modo da sostenere l'occupazione, garantire lo stato sociale, garantire la quantità e la qualità dei servizi in sanità.
Su come garantire la quantità e la qualità dei servizi in sanità, io dissento dall'amico e compagno Chieppa, e anche collega (così non dimentico nulla e potrei aggiungere anche qualche altra cosa, sempre con la "c", ma sono fatti personali, e visto le facce di coloro che pensavano chissà che cosa, preciso che è "corregionale"). Si può "toccare". Si tratta di capire come e cosa; io penso che si possa anche toccare di più, con l'obiettivo di garantire quantità e qualità dei servizi.
Questo è l'obiettivo, ma - come dicevo - sarà un problema che dovrà affrontare la prossima legislatura. Su questo, sul federalismo e sul problema della finanza locale e dell'autonomia, caro Dutto, c'è un ritardo di questo Governo.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Collega Botta, aspetto fiducioso, ma dopo le dichiarazioni iniziali di un federalismo spinto - io parlo, invece, di federalismo solidale all'interno di un quadro nazionale - rilevo un ritardo ed una sottovalutazione da parte del Governo.
Su questo due ultime riflessioni - così sto nei dieci minuti e possibilmente anche qualche secondo in meno - penso che in questi anni (non solo in questo ultimo anno) ci sia stato - e io lo rivendico - un eccessivo tecnicismo nella gestione dei bilanci, che ha sostituito la responsabilità politica o ha teso a sostituire la responsabilità politica.
Penso che, visto che siamo un'assemblea legislativa, si debba riprendere il ruolo della politica nell'indicare, nell'intervenire, nel dare indicazioni che poi devono essere applicate. Vediamo tutti cosa hanno prodotto gli eccessivi tecnicismi in giro per il mondo; la tecnica, da sola, non basta ad affrontare e risolvere i problemi.
In conclusione, esprimo la mia preoccupazione, su cui molti colleghi mi hanno sentito parlare in queste settimane e in questi mesi rispetto al vero problema che bisognerà affrontare la prossima legislatura: l'eccessivo così ritengo - indebitamento, non solo della Regione, ma di molti Enti locali. Io, però, sono Consigliere regionale, quindi mi preoccupo della Regione.
Termino leggendo non una citazione (a me non piacciono le citazioni) ma un pezzo di una dichiarazione resa nel corso di un'intervista recentissima (risale a circa una decina di giorni fa), apparsa su un noto quotidiano nazionale. La dichiarazione è del premio Nobel per l'economia Paul Samuelson, che penso sia tra i più conosciuti. Sono poche righe, e con questo termino: "Su un punto bisognerà soprattutto intervenire: deve finire questa corsa al debito, deve diventare più difficile sia accumulare prestiti che concederne a condizioni particolarmente aggressive". Tutto questo si è creato "in momenti in cui è stato troppo facile indebitarsi, e poi di nuovo prendere in prestito i soldi con cui pagare i debiti. Un meccanismo da bloccare". E io non posso che essere - per quanto mi riguarda assolutamente d'accordo con il premio Nobel Paul Samuelson.
Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Prendo come un auspicio del prossimo Natale il fatto di rivedere il Consigliere Placido seduto qui nel banco alla prima destra, dove mi era abituale vederlo per cinque anni, quando stavo da un'altra parte di questa sala e, visto che, conoscendolo e stimandolo da anni, dubito che cambi linea politica come altre persone con una certa velocità hanno fatto.
Questo potrebbe essere un buon auspicio per la prossima legislatura.
Per quanto riguarda il secondo elemento, non so dire se sia di preoccupazione o compiacimento, ma sono d'accordo con buona parte delle cose che ha detto il collega Placido. Un tempo mi avrebbero serissimamente preoccupato; oggi, meno, molto meno, intanto perché è nato il Partito Democratico di cui lui oggi è autorevole rappresentante. Non è il Capogruppo del Partito Democratico in quest'Aula, ma è esponente di rilievo e su alcuni dei temi che il Vicepresidente Placido ha qui toccato, credo non sarà inutile ritornare, e non soltanto oggi, se la discussione di oggi non vuole essere soltanto formale. In questo condivido quello che diceva il collega Chieppa: "Se deve essere soltanto formale, non facciamola; se invece non deve essere formale, allora diciamo" - secondo me, evidentemente "perché oggi siamo qui".
Oggi siamo qui per un senso di gran responsabilità che finora non ha ricevuto alcuna parola di apprezzamento e questo, mi permetto di dire, lo considero un piccolo errore, ancora superabile, ma mi aspetto che venga superato da parte di tutti i Gruppi di opposizione, che avendo...



BURZI Angelo

DE RUGGIERO Nicola, Assessore regionale (fuori microfono)



BURZI Angelo

Ho sentito un po' di apprezzamenti!



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Non hai sentito il mio intervento di ieri!



PRESIDENTE

Prego, non interrompere, per cortesia.



BURZI Angelo

Non c'è nessun problema, siamo solo in discussione generale. Mi pare che ci sia un certo numero di articoli. Rimanendo decisamente all'interno dei dieci minuti consentiti per singolo intervento, credo che non sarà difficile svolgere completamente un ragionamento.
Dicevo che, per un gran senso di responsabilità da parte di tutti i Gruppi dell'opposizione e di gran parte della maggioranza, che dal 17 di novembre sollecitano l'attenzione di quest'Aula, grazie anche alla disponibilità e al lavoro che i colleghi di maggioranza hanno svolto con noi, oggi si discute un bilancio che non condividiamo. Credo che non sarà difficile argomentarne le modalità, ma riteniamo che sia indispensabile e sia disponibile per il Piemonte adesso, subito, perché a nostro avviso la sensazione del Piemonte che c'è fuori di quest'Aula, oggi 23 dicembre 2008 è del tutto diversa da quella che c'era o che noi pensavamo ci fosse soltanto alcuni mesi fa.
Il fatto che noi si sottovalutasse (per noi non intendiamo quelli del nostro Gruppo ma intendo in generale i commentatori di quasi tutti i principali quotidiani non soltanto italiani ma anche europei) la crisi intanto può significare una chiave di lettura che in parte è stata sfiorata dal collega Placido. Può darsi che ci sia un'attenzione un pochino pigra un pochino eccessivamente creativa, un pochino troppo finanziaria ad alcuni indici, ad alcuni numeri, ma questa perdita di contatto con la realtà indubbiamente, è avvenuta.
indubbio che, a partire dall'ambito dell'economia dapprima statunitense, uno tsunami è velocemente dilagato, prima in sede finanziaria e poi nell'economia reale in tutto il mondo. È indubbio che qualcuno ha perso il controllo del termometro e perdendo il controllo del termometro la pallina di mercurio oltre i 42 gradi lo ha fatto scoppiare e le goccioline di mercurio, dilagando al di fuori, possono causare (molti temono) una serie di danni notevoli. Ma di quali danni stiamo parlando? Io come versione dei danni, scelgo la versione di un esponente del sindacato che è Bonanni, notoriamente di una delle aree moderate del sindacato italiano, il quale parlava di 900 mila posti di lavoro in meno persi.
Non so se poi questo sarà poi il numero del consuntivo, perché ha ragione Chieppa ("i conti si fanno alla fine"), però, se fuori c'è l'ipotesi di qualcuno che non è un bieco esponente del centrodestra, non un esponente della destra eversiva o della destra sociale, ma Bonanni bisognerebbe tenerne conto.
Non vorrei citare l'infinito numero di altre voci che nel mondo del lavoro solo italiano parlano di queste ipotesi. Credo che persino su alcuni quotidiani di ispirazione più vicina a quelle del collega Deambrogio o del collega Chieppa, alcuni sintomi di preoccupazione siano emersi, perch altrimenti, probabilmente devo essere io che ho visto soltanto alcuni spot in Mediaset. Se questa preoccupazione è reale, allora i documenti di questo Consiglio, che la politica di questo Consiglio deve tenere in conto e deve deliberare anche nei tempi necessari, ne devono tenere conto.
Allora, tutto possono essere tranne che un bilancio sostanzialmente identico, se non peggiorativo, rispetto a quello del 2007. Quello che stiamo discutendo e su cui noi con gran senso di responsabilità, a nostro avviso evidentemente, stiamo per votare contro, lo stiamo per votare il 23 dicembre. È un bilancio continuo e peggiore di quello del 2007, ma è un bilancio.
Non vogliamo prenderci la responsabilità, non le colpe perché qui non si tratta di avere paura di prendersi delle colpe, proprio per nulla, ma non vogliamo prenderci la responsabilità che il Piemonte sia sempre il principale strumento legislativo di coordinamento degli Enti locali, perch questo è o dovrebbe essere il compito della Regione anche per responsabilità dell'opposizione che avrebbe, come ben sanno coloro che in quest'Aula convivono, tutte le possibilità per rallentarlo, modificarlo o diluirlo. Non lo abbiamo fatto. Di questo ci prendiamo anche noi il merito perché i tempi in quest'Aula, normalmente, li dettano le opposizioni; non le opposizioni di centrodestra, ma le opposizioni. Questo valga per tutti i sostenitori della tipologia di Regolamento che poi dissertano, magari insieme al Presidente Violante, di democrazia decidente, mutatis mutandis a seconda delle Aula in cui il dibattito avviene.
La discussione avviene oggi perché noi così abbiamo responsabilmente scelto, su un bilancio che è totalmente inadeguato a nostro avviso, perch se fuori si parla di possibile perdita di posti di lavoro - se qualcuno guarda gli indici, si accorgerà che sta già avvenendo nell'Italia di oggi non è che si teme che possa avvenire nell'Italia di domani - allora tutte le risorse possibili devono essere poste al servizio di quella che è la principale risorsa di questo Paese, su cui credo che davvero faccio fatica a comprendere come qualcuno possa esercitare dei distinguo (direbbe il Segretario Veltroni "qualche se" o "qualche ma").
Non esistono iniziative prioritarie rispetto alla difesa del lavoro.
Perché difendendo il lavoro, qualunque tipo di lavoro e in ogni modo organizzato (dal mondo cooperativo, al mondo associativo, al mondo dell'impresa, dal mondo autonomo al mondo delle multinazionali), si difende l'integrità complessiva del Paese. E nel difenderla, certo noi riteniamo di difendere anche i nostri valori - che sono i valori di molti sebbene non di tutti - ovvero i valori dell'individuo, della libertà e della famiglia.
attorno a questo che abbiamo articolato dal 17 dicembre - scusate novembre - un'impostazione politica che oggi arriva ad una conclusione di cui ci riteniamo soddisfatti nei tempi, del tutto insoddisfatti nella modalità e nella quantità.
Ma nel dibattito successivo che seguirà, scandito articolo per articolo, non avrò difficoltà a spiegare il perché non siamo soddisfatti del come, mentre siamo soddisfatti e onorati del tempo in cui questa discussione avviene.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Anch'io rilevo come sia un episodio straordinario arrivare a parlare di bilancio e di legge finanziaria prima della chiusura dell'anno solare.
Tutti sappiamo che dovrebbe essere la norma, ma è da decenni che questo non accadeva.
chiaro che questo è anche un segno della crisi che la nostra società sta vivendo e anche se non è stato detto in maniera così ossessiva come forse la minoranza attuale ha rilevato, credo che tutti siano consci che si arriva a questa discussione anche per il coinvolgimento e la partecipazione dell'opposizione alla discussione, che è altrettanto consapevole della necessità di offrire un segnale in questo momento di crisi complessiva.
Condividendo molte delle osservazioni svolte dai Consiglieri che mi hanno preceduto, mi limiterò a due considerazioni puntuali su alcuni punti.
Noi sappiamo che questo bilancio si pone, essenzialmente, due obiettivi: il sostegno al reddito, come abbiamo chiesto, e il sostegno delle attività produttive.
Per quanto riguarda il sostegno alle attività produttive, ricordato poc'anzi dal collega Burzi che mi ha preceduto, ritengo che, almeno per quanto concerne la maggioranza di centrosinistra, si possa fare un ragionamento anche sulla necessità del controllo sociale del ritorno delle risorse che noi investiamo per le attività produttive.
Soltanto lo scorso martedì abbiamo ricordato il collega Rocco Papandrea e il Presidente ha letto un suo intervento nel quale lo stesso focalizzava proprio la necessità di un controllo sociale sulle nostre leggi e sui nostri provvedimenti quando si parla di lavoro.
Credo che quelle parole siano tuttora valide, perché è molto facile che in momenti di crisi si chieda un sostegno al reddito e alle attività produttive - e quindi si chieda un impegno da parte degli Enti pubblici - e poi, quando la crisi passa, ci si dimentica di tutto e le parti imprenditoriali si scordano della necessità (e direi anche del loro dovere) di svolgere un ruolo sociale.
L'altro punto che vorrei sottolineare è relativo alla sanità. È vero come sosteneva il collega Chieppa, che i bilanci si fanno poi al termine calcolando le uscite e le entrate. Ma è altrettanto vero che in questi risparmi che si sono iscritti alla sanità emerge anche il senso di una sfida.
Noi sappiamo che in qualsiasi impresa di gestione - la sanità è un gran comparto, come sappiamo tutti - c'è sempre un doppio binario: se da un lato si possono riscontrare delle diseconomie e degli sprechi, per cui siamo assolutamente convinti che sia necessario intervenire, dall'altro lato siamo assolutamente contrari al taglio dei servizi. Credo che non vi sia assolutamente alcun problema ad essere chiari in questo senso.
Ma proprio perché la nostra sanità è un sistema complesso, dobbiamo tener presente non solo gli effetti locali e le valutazioni puntuali, ma anche il quadro più generale.
Vi pongo un esempio: quando si parla dell'avanzamento di servizi privati nella sanità (che, a nostro avviso, continua un po' surrettiziamente, se non in Piemonte sicuramente in Italia), nel momento in cui ci dichiariamo contrari a questo sistema, dobbiamo anche porci il problema di quei lavoratori che attualmente sono assunti da quelle strutture private, che si troverebbero poi senza lavoro. Quindi non si tratta semplicemente di una questione di tagli, ma anche di ricollocazione e di ridistribuzione del lavoro. Almeno in parte credo che dovremmo considerare anche quest'aspetto, se non vogliamo fare solo demagogia.
Vi è ancora un altro problema che sottolineo da tempo: in sanità ci sono dei "determinanti" di spesa che sono generali e superiori a quelle che sono le nostre immediate decisioni. Inevitabilmente la sanità è indirizzata verso questa scelta. Finché avremo una sanità che punta sempre di più sulla tecnologia e sulla ricerca farmacologica, il pubblico che gestisce la sanità di fatto sarà nelle mani delle multinazionali, che gestiscono appunto la tecnologia scientifica e farmaceutica. Questo, a mio avviso, è un fenomeno che si può (o perlomeno si dovrebbe) controllare, anche in base ai confronti che si possono fare coi tecnici che di queste cose si occupano. Però è un aspetto che richiede un po' di approfondimento, per cui non può essere né ignorato né superato facilmente.
Si potrebbero ancora ricordare due elementi che contribuiscono alla crescita della spesa sanitaria: da molte parti, ad esempio, si sottolinea come il sistema dei DRG concorre ad un aumento della spesa sanitaria.
Sappiamo tutti che i DRG sono nati negli Stati Uniti come sistema di controllo delle assicurazioni per la gestione dei servizi che offrono.
Passando al privato, possono rappresentare loro stessi dei fenomeni di incremento della spesa. Su quest'argomento, comunque, la discussione è tuttora aperta.
Infine, come ha ricordato anche il Consigliere Chieppa, credo che l'aziendalizzazione che è stata introdotta nella sanità sia stata un fenomeno che ha contribuito all'aumento della spesa.
Tutto ciò per ribadire che questo è un bilancio complesso, che il nostro Gruppo voterà, però penso che, a partire da questo bilancio e da questa finanziaria, occorra approfondire la discussione sull'utilizzo dei soldi pubblici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Il mio intervento, più che sul bilancio, è in risposta all'intervento del Vicepresidente Placido, che però in questo momento non vedo in Aula. Chiedo, pertanto, cortesemente di rinviare il mio intervento al momento in cui il collega sarà presente.



PRESIDENTE

Va bene, collega Dutto. Resta inteso che lei interverrà successivamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Ritengo che gli interventi che si sono susseguiti stamattina si possano catalogare sotto due tipologie differenti: quelli realizzati dai Consiglieri che illustrano il bilancio e che vorrebbero che contenesse, all'interno della capienza finanziaria, alcune misure che la Giunta regionale dovrebbe adottare, e quelli realizzati da chi, invece, ha fatto alcune valutazioni fortemente difformi dai dati scritti all'interno dello stesso.
Noi l'abbiamo detto in più occasioni: questo è un bilancio normale, non di "crisi", che interviene successivamente con una serie di modifiche dando maggior fiato ad alcuni interventi di politiche sociali. C'è, poi, un rimando al bilancio, che sarà la gestione di tutti i fondi, con tutti gli acronimi che abbiamo utilizzato in queste settimane, che dovrebbe essere la gamba che garantirà maggiori interventi sul mondo produttivo, che oggi non sono contenuti in questo documento, salvo - come ho detto in più occasioni il settore dell'artigianato.
Non ci sono, sempre rispetto al bilancio che abbiamo votato l'anno passato.
Rimandiamo altresì, rispetto ai 25 milioni oggetto della nota di variazione votata in Commissione (fondo di emergenza e più cooperazione sociale), ad alcuni interventi che saranno presenti e discussi in sede di Commissione, ma che oggi non sono ancora stati individuati. Gli unici due interventi che sono stati individuati sono quello relativo all'integrazione al reddito e quello relativo al sostegno per chi compra una casa in proprietà con lo strumento del mutuo ed ha problemi a restituire la rata.
Questi sono i due interventi evidenti.
Nel quadro generale è evidente che non possiamo non rilevare che, come previsto all'articolo 3, ci sia la previsione di un maggiore indebitamento.
vero che, grazie ad un intervento, è stato ridotto, ma la maggioranza garantirà alla Giunta di potersi indebitare per un altro miliardo di euro.
Anche questo è un dato che non può non essere considerato. Questa mattina il collega Deambrogio e poi il collega Chieppa hanno incentrato i loro interventi relativi al bilancio sulla sanità. Questo è estremamente corretto, perché la sanità riguarda soprattutto i tre quarti del bilancio di spesa corrente della Regione Piemonte, per cui è corretto che su questo siano fatte alcune valutazioni.
Chi, come il sottoscritto e molti altri, festeggerà il Natale ricorderà con un atto di fede la nascita di Gesù Cristo. Non esistono situazioni provate, se non quello che ci raccontano i Vangeli. Allo stesso modo, alcuni colleghi sostengono, con un atto di fede, che la sanità ha maggiore efficienza, cioè che la sanità funziona, pertanto non è possibile fare efficienza sulla sanità perché l'efficienza rischia di tramutarsi in riduzione dei servizi.
Noi ricordiamo due aspetti fondamentali: questa maggioranza e la Presidente, in campagna elettorale, dissero che il centrodestra gestiva male la sanità, che non era in grado di controllarne la spesa e che non appena ci fossero loro al governo avrebbero controllato adeguatamente la spesa.
Arrivò, poi, l'Assessore Valpreda a consegnarci un foglietto che certificava che non appena fosse approvato il Piano Socio Sanitario e ci fosse stato l'accorpamento delle ASL, si sarebbe partiti da una riduzione minima annua di 90 milioni di euro. Lo ricordo ai colleghi che sono intervenuti prima, perché è vero che quello era un foglietto bianco, non era neppure carta intestata, ma era firmato dall'Assessore Valpreda.
Pertanto, quello che il centrodestra ha richiesto, cioè un'efficienza della sanità senza alcun taglio di servizi, è addirittura inferiore, per 10 milioni, a quello che l'Assessore Valpreda aveva garantito.
Cos'è accaduto, invece, con l'accorpamento delle ASL, ma soprattutto con l'approvazione del Piano Socio Sanitario? Leggiamo numeri che non sono contestabili, non sono gli atti di fede che alcuni colleghi fanno: ci dicono che, al 30 settembre 2007, la sanità piemontese costava cinque miliardi e 573 milioni e al 30 settembre 2008 la sanità piemontese costa cinque miliardi e 871 milioni. Questo, senza alcun potenziamento dei servizi, perché il trasferimento relativo alla medicina di base, che doveva essere il pilastro del Piano Socio Sanitario, c'è ma è infinitesimale rispetto alla voce complessiva. Lo comunico ufficialmente - colleghi Chieppa e Dalmasso, scrivetelo o andate a leggere gli atti - perché il trasferimento che la Regione attua nei confronti della sanità privata è in costante aumento. Questa Giunta ha appaltato interi pezzi di sanità a soggetti privati e sta continuando a farlo.
Non voglio fare una crociata contro un soggetto, ma il fatto che ci sia un soggetto - e l'abbiamo denunciato in più occasioni - come l'IRM, che oggi utilizza tre macchine, il fatto che vi siano i verbali dell'Assessorato che dicono che usa tre macchine e che continua a utilizzarle, dovrebbe preoccupare il collega Dalmasso, il collega Chieppa e l'Assessore, il quale ovviamente ci dirà che la vigilanza non è un suo compito, che non deve essere lui ad andare a verificare, però c'è chi ci dice - è un dato generale e la programmazione sarà ben compito dell'Assessore - che il dato nei confronti della sanità privata è in costante aumento.
Il prossimo anno aumenterà ancora, sono pronto a scommettere! Con il provvedimento che è stato siglato, aumenterà ancora! Beninteso: salvo i casi di assoluta contiguità fra la politica e la sanità privata, credo che non necessariamente un maggior trasferimento nei confronti della sanità privata sia un male. Noi tendiamo ad essere pragmatici. Laddove il convenzionamento garantisce la riduzione dei tempi d'attesa, maggiori servizi e quant'altro, non necessariamente questo è un male, ma noi ricordiamo quali erano le dichiarazioni che il centrosinistra, soprattutto la sinistra, faceva durante la campagna elettorale e quel che ha scritto nei vari documenti. Però prendetene atto. È vero che io festeggio il Natale, ma ritengo che questo mio atto di fede è molto più comprovato da quattro Vangeli, mentre quello che dicono alcuni colleghi, invece, è un atto di fede e basta.
Non si ha neanche un dato che lo prova, perché qualunque dato si vada a vedere, si vedrà che tutto quanto detto stamattina tanto dal collega Dalmasso quanto dal collega Chieppa, non corrisponde a verità nel modo più assoluto. Dal 2005 in poi, questi dati sono in continuo aumento; è in continua crescita la spesa sanitaria. A chiusura dell'esercizio 2004 eravamo ad una spesa intorno ai sei miliardi e 700 milioni ovviamente passivo incluso. Oggi noi chiuderemo il 2008 con otto miliardi e 200 e il prossimo anno sarà lo stesso.
Su questo ripeto quello che dicemmo quando abbiamo votato il Piano. Il Piano votatevelo, così non avete più una scusa, perché prima c'era le scuse: governiamo da sei mesi, non abbiamo unificato le ASL, non abbiamo votato il Piano. Adesso sono tre anni e mezzo, avete unificato le ASL dal 2007, avete il piano dal 1° gennaio e quindi scuse non ce ne sono più.
Se la sanità aumenta in modo consistente in termini di spesa economica se non vi è corrispondente a questo aumento un potenziamento di servizi, è evidente che c'è una gestione che è, da un punto di vista quantitativo almeno identica o peggiore di quella che c'era prima. Quindi, se quella che c'era prima è stata fallimentare, c'è stata incapacità nel controllo della spesa e quant'altro, questa è peggio. Per cui era meglio se non la controllavate la spesa. Noi diciamo che nel 2009 si ridurrà fortemente la spesa, perché per esempio la telefonia sarà affidata ad una gara unica di SCR. Peccato poi che pezzi consistenti della sanità piemontese (ASL 1, San Luigi e molte altre) stanno già facendo la gara di telefonia, da soli senza essere interessati da SCR. Non che questo sia un male, ma sono cose differenti rispetto a quello che il Vicepresidente ci dice.
evidente che non è solo sanità. Peraltro, dopo la pausa natalizia faremo un Consiglio dedicato che sarà certamente utile, ma è quello che vediamo all'interno della IV Commissione. Certamente questo bilancio, al di là dei tabulati che il Vicepresidente ha presentato, non interviene neppure nel settore degli investimenti in modo anche solo simile a quanto faceva rispetto all'anno precedente. Sempre sul settore sanitario, ci sono 100 milioni in meno di investimenti di fondi regionali e diminuiscono anche quelli complessivi.
Poi utilizzeremo il FAS, il FESR, il BEI ed evidentemente vi è un passo che è quello che anche sulle politiche emergenziali non si conclude qui la discussione sul bilancio, ma dovremo valutare quali saranno le misure in sede di Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Desidero innanzitutto rispondere al collega Burzi, che nel suo intervento ha posto una questione che desidero affrontare all'inizio del mio intervento, dando atto, senza alcuna riserva, ai Gruppi all'opposizione di avere affrontato la discussione sul bilancio di previsione per il 2009 con un alto senso di responsabilità.
Francamente desidero dare atto di quest'atteggiamento e riconoscere che vi è stato in questi giorni, prima in Commissione, ma credo che anche quello che avviene in Aula stamattina lo dimostri, un atteggiamento di merito molto costruttivo. Ed è un fatto che se noi riusciamo ad approvare il bilancio di previsione entro il 31 dicembre, fatto che non considero di poco conto, ma decisivo per affrontare anche la crisi della nostra Regione questo va attribuito anche alla responsabilità, all'impegno e al merito dei Gruppi della minoranza.
un fatto che una classe dirigente seria, di fronte ad una crisi come quella che si preannuncia, ha sulle proprie spalle la responsabilità politica di compiere quegli atti che sono nelle proprie possibilità - e questo è uno di quelli - attraverso i quali metterci in condizione di affrontarla con più efficacia.
Alcuni colleghi, intervenendo nel dibattito, hanno richiamato alcune preoccupazioni che sono comuni in quest'Aula, nel senso che credo anch'io che occorra essere preoccupati per le rigidità del bilancio della nostra Regione.
Questa questione attraversa il dibattito in Consiglio ormai da alcuni anni, nel senso che vi sono ragioni serie che depongono a favore del fatto che il nostro bilancio, come ha asserito il collega Placido, contiene elementi di forte rigidità. Però bisogna aver ben presenti queste questioni se vogliamo non perdere di vista il contesto generale.
Vi è ovviamente - lo ricordava il collega Placido - un'eredità che riguarda il passato. Vi è, come credo, e lo dico senza scopo polemico, la politica del Governo nazionale. Noi spenderemo nel 2009 le risorse spese nel 2008 meno lo 0,6%, in una condizione nella quale i patti sottoscritti con il precedente Governo prevedevano che invece avremmo speso le risorse del 2008 più 2,4, che vuol dire il 3%.
Tutte queste cose non è che non incidano sulla politica di bilancio non è che non introducano esse stesse elementi di rigidità. Insieme a quelle cose che tutti noi sappiamo, cioè al fatto che, per esempio - altro problema non secondario - siamo in presenza del fatto che una serie di trasferimenti essenziali per una Regione come questa - penso ai fondi per l'alluvione, se non ricordo male - vengono computati all'interno del Patto di stabilità. Si tratta di situazioni che - lo dico al collega Placido naturalmente sono un contributo potente ad irrigidire il bilancio di una Regione, che era già rigido per le cose che prima ricordavo, compreso il fatto che noi abbiamo dovuto in questa legislatura operare una sforbiciata non indifferente sui residui attivi. Cioè prendere atto del fatto che alcune poste in entrata, che non potevamo considerare attive, erano poste.
Siamo in una Regione che ha deciso, per scelta politica - che rivendico a nostro merito - di non aumentare le entrate, ma semmai di ridurle.
Guardate che gli interventi su ticket e sull'addizionale IRPEF, che noi quest'anno quasi completiamo, non è che non abbiano incidenza sul bilancio della nostra Regione. Incidono per 60 milioni di euro. È una scelta politica, c'è una logica, un tentativo di aumentare la domanda, di farla crescere per dare fiato ai consumi. Ma questo fatto pesa nel bilancio della nostra Regione.
Ed ecco un'altra voce che si scrive sotto il capitolo "rigidità".
Tutto questo lo dico per avere ben chiaro qual è il contesto nel quale ci muoviamo.
Quindi, sono per constatare il fatto che il nostro è un bilancio che desta preoccupazioni. Sono per individuare le cause di questa rigidità e sono, proprio alla luce di questo fatto, per valorizzare il bilancio che stiamo discutendo. Perché sarebbe facile fare un bilancio diverso, che pensa ad uno sviluppo, se avessimo meno rigidità. È stato più difficile invece pensare ad un bilancio anticrisi, compatibilmente con le risorse che abbiamo in questa situazione.
E penso che il bilancio che stiamo discutendo invece contenga questo obiettivo di fare fronte e governare la crisi con cui abbiamo a che fare.
Questo era il nodo politico che un bilancio regionale doveva affrontare. Una crisi che oggi è molto seria, ma che - lo dico ai colleghi per dirlo a me stesso - diventerà drammatica nel 2009. Credo che la mia generazione non sappia immaginare cosa possa capitare il prossimo anno perché la crisi che ha vissuto fino ad ora non era di questa portata. Noi rischiamo di trovarci ad aprile, maggio e giugno del prossimo anno con uno stillicidio di licenziamenti e di chiusure di aziende. Ecco perché allora era giusto pensare ad un bilancio che tentasse di fare una politica di riqualificazione della spesa pubblica.
Ai colleghi che sono intervenuti dico che noi conteniamo, è vero, i costi della sanità, non comprimendo i servizi, ma centralizzando gli acquisti (questo è un altro modo per controllare la spesa della sanità).
L'operazione che facciamo sul bilancio ha l'obiettivo di riqualificare la spesa pubblica e liberare risorse da destinare ai due punti che hanno richiamato tutti e che condividiamo tutti: le politiche di sviluppo e le politiche di coesione sociale. Penso che questo sia il problema che abbiamo di fronte in questa situazione. È difficile, da questo punto di vista contestare che, pur in questa condizione di maggiore difficoltà, il nostro bilancio questa ambizione ce l'ha, per le risorse che mette naturalmente in campo.
Eviterei la contrapposizione tra risorse impiegate per i settori produttivi e risorse impiegate per le politiche di coesione sociale e protezione sociale. Trovo francamente capziosa questa contrapposizione.
chiaro che in una regione come la nostra, se la crisi ha quella portata due sono le esigenze: rilanciare i settori produttivi perché dalla crisi usciremo diversi, ma nella crisi occorre operare affinché le imprese possano fare un salto qualitativo e diventare competitive. L'occupazione si difende rilanciando il settore produttivo. Questo lo si può fare soltanto se si destinano risorse a questo obiettivo, però non si può ignorare che se la crisi determina effetti devastanti, allora diventa determinante mitigare e governare gli effetti della crisi.
Le politiche che abbiamo immaginato in questo bilancio, tenendo conto delle compatibilità e delle difficoltà, hanno questo segno. I 40 milioni in più reperiti nel bilancio da destinare ad una serie di interventi, per esempio il sostegno al reddito ai lavoratori che saranno in mobilità e in cassa integrazione, hanno questo significato.
Una politica ha due obiettivi di fondo: governare una crisi seria per il sistema produttivo pensando che l'Italia debba ancora investire sul suo sistema produttivo (fatto, questo, che ci obbliga a destinare risorse a questo obiettivo); governare una fase di transizione molto difficile.
Domenica ho incontrato un lavoratore in cassa integrazione, la sua azienda sta per chiudere, noi avremmo la possibilità di utilizzare lo strumento della cassintegrazione in deroga, tutte cose che aiuteranno questo lavoratore a fronteggiare una situazione difficile, ma sapete quanto ha preso di cassa integrazione il mese scorso quel lavoratore? 582 euro.
Ripeto, 582 euro. Questo è il problema! Un'impresa che prima produceva prodotti, qualità e merci oggi esce dal mercato. Cosa fa una politica seria? Difende quel lavoratore, ma si pone anche il problema di creare ricchezza facendo ripartire l'economia e investendo sul sistema delle imprese se vogliamo creare occupazione.
Ultima considerazione, colleghi. Il problema non lo risolve soltanto la Regione Piemonte, Assessore Peveraro, perché la portata della crisi che abbiamo di fronte ha dimensioni globali. Non la risolve neppure soltanto l'Italia, tanto è vero che ormai è aperta una discussione in sede europea per capire come usare la leva di bilancio per fare politiche di investimenti. Tuttavia, credo che il Governo debba, da questo punto di vista, operare alcune correzioni di rotta. Se la crisi ha queste dimensioni, le risorse destinate alle imprese e alla cassa integrazione non sono sufficienti. Il bilancio in discussione approvato dal Governo, da questo punto di vista, non risolve le questioni. Per esempio, immaginiamo che sia possibile, attraverso l'utilizzo anticipato dei fondi FAS, attivare una politica di investimenti in questa regione, attraverso un cofinanziamento regionale e un accordo con una banca europea degli investimenti. Ma qui emerge un problema che riguarda i rapporti fra Regione e Governo e il problema attiene alla possibilità che le Regioni possano utilizzare presto i fondi FAS.
Credo che, esattamente come per questo bilancio è stato possibile avviare, seppure nel rispetto di opinione diverse, un confronto positivo tra maggioranza e opposizione, che consentirà di approvare il bilancio entro il 31 dicembre, sono anche dell'opinione che dovremmo, insieme sollecitare il Governo a compiere scelte più coraggiose se vogliamo affrontare la crisi del nostro Paese.



PRESIDENTE

Prima di procedere con gli ultimi interventi della mattina, pregherei i Consiglieri di sospendere i lavori per valutare, con i Presidenti dei Gruppi consiliari, come procedere nell'andamento dei lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.43 riprende alle ore 12.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I Consiglieri ancora iscritti hanno rinunciato ad intervenire, per cui non ho più nessuno iscritto a parlare.
La discussione generale è terminata.
La seduta riprende alle ore 14.30.
Prego di essere puntuali.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.52)



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