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Dettaglio seduta n.392 del 16/12/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(Alle ore 10.01 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(Alle ore 10.30 la Vicepresidente Spinosa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Bresso, Buquicchio Deambrogio, Gariglio e Robotti.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Approvazione verbali precedenti sedute", sono stati distribuiti i processi verbali del 2 dicembre 2008. Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento: Psichiatria - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2234 del Consigliere Cavallera, inerente a "Test psichiatrici nelle scuole"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2234, sulla quale risponde l'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

In riferimento all'interpellanza n. 2234, con la quale il Consigliere Cavallera chiede se risponde al vero la notizia che in alcuni istituti scolastici piemontesi, si intende sperimentare test relativi alla sindrome di iper-attività e deficit d'attenzione; se sono state avviate, quindi, le verifiche per impedire che ciò avvenga e se non si ritenga di procedere ad eventuali ispezioni, comunico quello che è stato fatto in collaborazione anche con l'Assessorato alla sanità.
Con l'approvazione della legge n. 21 del 2007, com'è noto, è stato introdotto il divieto, all'interno delle scuole di ogni ordine e grado della regione, di somministrare test o questionari relativi allo stato psichico ed emozionale degli alunni, se non finalizzati ad un uso interno ed esclusivamente didattico.
Inoltre, il secondo comma dell'articolo 4, specifica che gli interventi di cui al comma 1, volti alla valutazione dello stato psichico del minore possono avvenire esclusivamente all'interno di strutture sanitarie pubbliche, sotto lo stretto controllo di operatori sanitari qualificati e previo e obbligatorio consenso informato dell'avente potestà sul minore, ai sensi della normativa vigente. Dei contenuti della legge e della necessità urgente di informare le istituzioni scolastiche, l'Ufficio Scolastico Regionale, su sollecitazione dell'Assessorato, ha provveduto ad avvisare tutte le autonomie scolastiche della regione.
A noi risulta che non ci sia stato nessun mancato rispetto, da parte delle scuole, del dettaglio normativo che ho citato prima. Anzi, ci è stata segnalata una rigida interpretazione della norma da parte di alcune scuole che avrebbero ritenuto esteso il divieto sancito dalla legge citata prima anche ai questionari anonimi normalmente utilizzati per monitorare alcuni stili di vita, ad esempio, legati ad attività sportiva; stili di vita legati all'alimentazione quali, ad esempio, tutte le forme di attività preventiva all'interno della scuola sullo stile delle alimentazioni.
Attività che viene svolta dall'Assessorato alla sanità.
A questo proposito, di concerto con l'Assessore Artesio, abbiamo predisposto una circolare che è stata inviata a tutte le scuole (se volete ve ne invierò copia), in cui si specifica esattamente quello che vi ho detto prima, ovvero la possibilità di continuare ad effettuare tutte le attività legate a forme di prevenzione che toccano gli stili di vita nella sua complessità quali, ad esempio, il tema dell'educazione alimentare purché svolti in forma anonima e da operatori della sanità, e di prestare particolare attenzione a quanto, invece, previsto dalla legge regionale n.
21.
Ad oggi, non ci risultano segnalazioni specifiche di scuole che non abbiano rispettato quanto previsto dalla legge n. 21. Anzi, come vi dicevo ci risulta il contrario, ovvero un'interpretazione eccessiva e restrittiva dell'attività prevista dalla legge n. 21. Questo è quanto ci risulta.
Sarà mia cura inviarvi copia della circolare che, insieme all'Assessore Artesio, abbiamo inviato nelle scuole piemontesi, proprio a seguito della segnalazione contraria rispetto a quella che è stata presentata all'interno dell'interpellanza.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "A. Meucci" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "A. Meucci" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Ricordo che state assistendo al sindacato ispettivo. I Consiglieri interpellano gli Assessori su determinati argomenti, gli Assessori rispondono e i Consiglieri si dichiarano insoddisfatti o soddisfatti argomentando le proprie ragioni.


Argomento: Psichiatria - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2234 del Consigliere Cavallera, inerente a "Test psichiatrici nelle scuole" (seguito)


PRESIDENTE

In merito all'interpellanza n. 2234, la parola all'interrogante Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Mi dichiaro soddisfatto della risposta data dall'Assessore, che mi sembra abbia bene colto lo spirito dell'interpellanza. L'importante è che su questi temi ci sia sempre una grande attenzione.
Condivido anche la necessità di essere molto chiari e attenti su quelle attività che sono borderline come, ad esempio, tutte le attività di educazione sanitaria o alimentare che, ovviamente, comportano un'interazione con gli studenti.
Non manca certo la professionalità e la sensibilità agli insegnanti di agire nel più scrupoloso rispetto della legge. È chiaro che, viceversa, se fossero state avvalorate certe notizie o certe indicazioni. Notizie precise non le avevamo, altrimenti le avremmo messe in chiaro. Tuttavia si sentivano determinati discorsi, ed è per questo ci siamo preoccupati.
D'altronde, abbiamo visto che la preoccupazione non era infondata tant'è che anche gli Assessori si sono mobilitati, hanno agito direttamente sugli istituti. Questo è un fatto importante, cioè che la Regione intervenga direttamente, in quanto ha delle materie di sua competenza come la sanità. Credo che tutto sia avviato - almeno apparentemente, da quello che risulta - su un terreno di regolarità e di accettabilità. La scuola ha altri problemi: vedremo successivamente quali sono le questioni che verranno meno. Sotto questo profilo, credo che la questione sia stata affrontata con un equilibrio accettabile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore per una replica.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Volevo semplicemente aggiungere che sarà necessario cercare di monitorare l'attività che avviene all'interno delle scuole. È assolutamente importante evidenziare che, tutte le attività di prevenzione che attengono agli usi ed ai costumi che toccano questioni quali alimentazione, attività sportiva, sono già state avviate da molti anni all'interno del nostro sistema scolastico.
La legge, quindi, se avesse posto un'eccessiva rigidità, sebbene abbia introdotto la possibilità di avere una maggiore attenzione su alcuni aspetti delicati all'interno del sistema scolastico, avrebbe reso inattuabile e non percorribile la strada dei progetti di prevenzione, che sono stati da sempre avviati dalla sanità all'interno del sistema scolastico. Temi che toccano l'obesità, la bulimia e l'anoressia, che hanno da sempre avviato le aziende sanitarie all'interno del nostro sistema scolastico.
Sarà necessario continuare a monitorare quello che, intanto, anche la scienza e la ricerca, hanno necessità di studiare e valutare all'interno del sistema scolastico, e quello di cui, invece, il sistema scolastico ha assolutamente bisogno in termini di prevenzione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Musei

Richiesta, da parte del Consigliere Leo e del Consigliere Toselli, di esaminare l'interrogazione n. 2523 dei Consiglieri Burzi e Leo, inerente a "Realizzazione del progetto del nuovo allestimento del Museo Egizio"

Argomento: Comuni

Richiesta, da parte del Consigliere Travaglini, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente a segnalazioni su continui disservizi dei servizi postali nei piccoli Comuni

Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Richiesta, da parte dei Consiglieri Rossi e del Consigliere Cirio, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente ai danni provocati dal maltempo

Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte della Consigliera Motta, di esaminare l'interpellanza n. 2218 della Consigliera Motta, inerente a "Chiarimenti riguardo il funzionamento di Telefono Azzurro"

Argomento: Varie

Richiesta, da parte del Consigliere Scanderebech, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente alla stragi del sabato sera


PRESIDENTE

Il Consigliere Leo ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Volevo chiedere alcune cose.
In primo luogo chiedo nuovamente alla Giunta se è possibile avere la risposta all'interrogazione sulla vicenda Chiezzi per quanto riguarda il Museo Egizio. Infatti, non abbiamo ancora capito che cosa pensi la Giunta.
Quindi chiederei cortesemente, come abbiamo sollecitato già diverse settimane fa, che ci arrivi una risposta, che è stata rimandata di volta in volta.
Seconda questione. Magari avete letto sui giornali, in seguito ad una visita ufficiale del Ministro Bondi, la buona notizia riguardo alla garanzia sullo stanziamento dei fondi per il Centocinquantenario dell'Unità d'Italia. Inoltre, probabilmente ci sarà un recupero del FUS,.
A riguardo di una serie di altre vicende, per le quali è coinvolta la regione Piemonte, ufficialmente rappresentata dall'Assessore Oliva e dal Vicepresidente Placido, ho detto loro che in fin dei conti, essendo della stessa parrocchia, possiamo darci una mano. Quindi, abbiamo lavorato per la Regione tutta e abbiamo avuto buone notizie su questo fronte.
Poiché la consigliera Pozzi ed altri hanno presentato un ordine del giorno su queste materie, volevo dare comunicazione della mia adesione, e vorrei comunicare ancora che in questo momento stiamo lavorando sul piano triennale, per procedere ad una rapida approvazione dello stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Vorrei cogliere l'occasione della presenza dell'Assessore Pentenero anche se non ha diretta competenza in materia, per sollevare una questione abbastanza delicata: in questo periodo, tutti abbiamo avuto una serie di segnalazioni su continui disservizi da parte del sistema postale soprattutto nei piccoli Comuni. Questa vicenda è già stata oggetto di una convenzione stipulata tra la Regione, l'UNCEM e Poste Italiane, che, com'è noto, ha una cadenza annuale, e mi risulta che non sia stata rinnovata recentemente e che sia ancora in sospeso una trattativa molto delicata.
Com'è noto, la Regione garantiva interventi a sostegno del mantenimento dell'efficacia e dell'efficienza del sistema postale nei piccoli Comuni a fronte, però, di un intervento da parte di Poste Italiane che garantisse altrettanto, e cioè che non fosse attuata una ristrutturazione che metta in forte pregiudizio questi uffici che, per molte ragioni, sono anche un presidio sociale e non sono soltanto un ufficio postale e, soprattutto, che consentisse anche di intervenire con tutte le innovazioni del caso per sorreggere quest'attività anche sotto il profilo economico e funzionale.
Credo che quest'aspetto sia molto importante, perché in molte piccole realtà riguarda la possibilità di mantenere un presidio, come dicevo poc'anzi, di socialità che altrimenti rischia di venir meno.
È bene che la Giunta verifichi, soprattutto con Poste Italiane, se c'è l'effettiva intenzione di rinnovare questa convenzione e, qualora non ci fosse questa intenzione, ovviamente di muoversi con tutte le azioni di sollecito necessarie affinché si addivenga comunque ad un'intesa che consenta il mantenimento di queste presenze nei piccoli Comuni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli, sull'ordine dei lavori.



TOSELLI Francesco

Mi fa piacere che il Consigliere si occupi delle Poste. Se vuole, posso fornirgli la convenzione del ministro Scajola che concerne il servizio che gli uffici postali dovrebbero effettuare e posso fornire anche i parametri che dovrebbero essere rispettati, ma che le Poste non osservano.
Glielo do volentieri, così può essere utile anche per il suo territorio, visto che io mi occupo del mio, e lo posso dare anche ad altri affinché possiamo fare queste verifiche. Detto questo, anche se il Consigliere Leo non ne ha assolutamente bisogno, perché gode di libertà autonomia ed è una persona decisa nel momento in cui presenta richieste alla Giunta in merito a questioni amministrative e istituzionali, vorrei spendere una parola in favore del Consigliere Leo, perché sono un po' stufo di doverlo ascoltare quando continua a chiedere lumi sul Museo Egizio.
Perché non viene data una risposta sul Museo Egizio? Diamo soddisfazione al Consigliere Leo, altrimenti questo leitmotiv si ripete ogni martedì. Mi sembra sia passato un secolo dalla sua prima richiesta.
Quindi, anch'io chiedo alla Giunta la cortesia di volere rispondere sul Museo Egizio. Sono assolutamente curioso di sentire che tipo di risposta verrà data, visto che ci mettono così tanto tempo su una questione che invece, ritengo possa essere evasa celermente. Quindi, sostengo la richiesta dell'Assessore Leo.



PRESIDENTE

Mi riferiscono che la risposta sarà data martedì dall'Assessore Oliva.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Chiederei alla Giunta se ha intenzione di relazionare sulla situazione in Piemonte a seguito del maltempo. In Provincia di Cuneo circa 100 mila persone, comunque molte persone o interi paesi non sono più raggiunti dall'energia elettrica; in tutte le Province (Alessandria, Torino e altre) ci sono state esondazioni di rii e torrenti che hanno provocato la chiusura di strade. Quindi, vorremmo capire anzitutto qual è la situazione reale cosa sta facendo la Protezione Civile sul territorio regionale e come la Regione sta coordinando gli interventi. Inoltre, vorrei sapere se e quando la Regione abbia intenzione di chiedere lo stato di calamità naturale, in modo che possano essere richiesti i contributi necessari per procedere con la riparazione di quelle strade che sono state seriamente danneggiate sia dall'esondazione, sia dalle nevicate, sia dai mezzi spartineve che, come si sa, provocano buchi e voragini lungo le strade.
Quindi ci aspettiamo al più presto una relazione da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta, sull'ordine dei lavori.



MOTTA Angela

Approfittando della presenza dell'Assessore Sibille. Anch'io, come il collega Rossi, volevo avere notizie sulla situazione da questo punto di vista. Per quanto riguarda la Provincia di Asti, sappiamo che la Prefettura, con la Protezione Civile, ha chiuso moltissime strade provinciali, proprio a causa degli allagamenti, quindi volevamo sapere la situazione non solo della nostra Provincia. Penso che anche la collega Cotto (visto che in questo momento presiede, lo faccio anche a nome suo) voglia conoscere la situazione relativamente al resto delle Province e se verrà chiesto lo stato di calamità naturale.
Infine, chiedo l'interessamento dell'ufficio di Presidenza su un'altra questione. Nel Consiglio del 26 novembre, avevo detto all'Assessore Migliasso che sulla mia interpellanza su Telefono Azzurro bastava la risposta scritta.
Era già un'interpellanza molto vecchia, quindi spero che la ragazza in questione abbia risolto diversamente i suoi problemi, visto che la Regione non è stata in grado di rispondere celermente. Ma, almeno per curiosità volevo sapere che cosa c'era scritto in quella risposta.
Purtroppo, a distanza di quasi un mese, la riposta scritta non mi è ancora arrivata, quindi chiedo se è possibile sollecitare la risposta visto che penso fosse già pronta per quella data, altrimenti non capisco perché fosse inserita nell'elenco delle interpellanze da discutere.
Quindi chiedo cortesemente all'Ufficio di Presidenza di farsene carico.



PRESIDENTE

Senz'altro, ce ne faremmo carico.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Mi associo ad alcune richieste fatte, come quella del Consigliere Rossi, che si venga in Aula a dirci qual è la situazione. Se la situazione è sotto controllo, se si ha qualche dato della situazione.
Detto questo, il mio intervento è molto più specifico e riguarda la famosa piaga sociale e culturale e la cosiddetta "mattanza", così come viene definita dalla stampa, dei nostri giovani sulle strade il sabato sera.
Ancora una volta abbiamo avuto, tra sabato e domenica, sulle strade del nostro Piemonte ancora una vittima, ancora un nostro giovane ha perso la vita.
C'è una legge di un anno e mezzo fa che giace in questo Consiglio regionale, nella quale si chiedono delle cose categoriche e sacrosante nell'interesse e nel diritto alla vita dei giovani del Piemonte.
Non possiamo continuare a vedere simili situazioni! Abbiamo già tanti problemi, ma è possibile che non riusciamo a dare delle risposte, cari colleghi, ad una situazione così drammatica? Possibile che non siamo in grado? Allora se non siamo in grado, andiamocene tutti a casa! Lasciamo perdere il nostro lavoro e facciamo altro! In un mese e mezzo due giovani hanno perso la vita; ma in che modo l'hanno persa? Uscendo dalla discoteca alle ore 3 e mezzo del mattino. Questo è il punto. Se noi non riusciamo ad intervenire.
Avevo scritto un anno e mezzo fa alla Presidente, al Generale dei Carabinieri, al Prefetto e al Questore. Interveniamo! Se non siamo in grado di intervenire e di regolamentare quella che è la cosiddetta "mattanza" dei nostri giovani - perché la stampa giustamente ha fatto i titoloni - e se non siamo in grado di dare delle risposte, vuole dire che dobbiamo veramente andarcene a casa. Se questo problema non verrà affrontato nei prossimi giorni, non è che abbiamo la bacchetta magica, ma affrontiamolo e vediamo di dare delle norme e di regolamentare questi problemi che nascono dagli orari assurdi e da tutto il resto che, purtroppo, avviene nelle discoteche.
Presidente, non vorrei essere frainteso, ma non vorrei che questa fosse una questione Scanderebech, perché questa è una questione che ci riguarda tutti. Quindi, mi rivolgo a tutti i colleghi, perché non deve essere una mia proposta. Facciamo qualsiasi cosa, ma interveniamo su questo cancro della nostra società e della nostra regione.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
Soltanto per unirmi all'intervento del Presidente Rossi. Sicuramente è materia che l'Assessore Sibille da conterranea conosce bene, però ci piacerebbe davvero sapere e conoscere che cosa la Giunta ha già fatto e quali sono i provvedimenti che sono già stati adottati sulla questione maltempo, segnalando che della Provincia di Cuneo si sta parlando, anche a livello nazionale, come una delle realtà che maggiormente hanno patito e stanno subendo i disagi gravissimi dovuti al maltempo, ma in particolare dovuti alle nevicate.
È essenziale sapere e capire se sono stati già adottati atti formali ricordando che gli atti formali, ad esempio, di richiesta di calamità naturale, sono i presupposti necessari ed indispensabili affinché quando il Governo aprirà - come ha annunciato - una fase di intervento a ristoro dei danni subiti, sia i privati che gli enti istituzionali possono chiedere questi risarcimenti e possano chiedere questi aiuti.
L'intervento del collega Scanderebech mi sollecita, per parte mia, ad affrontare quella problematica, ma per un verso un po' differente da quello del collega Scanderebech, perché non condivido tutte le considerazioni del collega per quanto riguarda le aperture e le chiusure dei locali: non credo che sia quello l'unico nocciolo del problema.
Credo che quello sia uno degli elementi del problema da analizzare così come all'interno di questa tematica si potrebbe analizzare - e credo che la Regione Piemonte dovrebbe avere il coraggio di farlo - la materia relativa all'inasprimento dei parametri per la guida in stato di ebbrezza che ritengo un'assurdità sull'onda dell'emozione che pervade il nostro Paese, ma che veramente rischierebbe di fare star fuori del carcere coloro che, drogati o ubriachi, ammazzano le persone e di rovinare invece tante giovani persone e anche persone adulte, che con lo 0,2 non avrebbero neanche più la possibilità di potere cenare liberamente e tranquillamente nella propria vita privata.
Non dimentichiamo che la nostra è una regione vinicola e che dobbiamo promuovere un consumo del vino ed un rapporto con l'alcool intelligente.
Tuttavia, i rapporti intelligenti non si basano sulle prescrizioni e sulle sanzioni, ma si basano sulla promozione e sull'informazione che dobbiamo fare specialmente tra i giovani. Grazie.



PRESIDENTE

L'Assessore Sibille si è detta disponibile più tardi a rispondere.
Sospendo per cinque minuti la seduta per dare la possibilità ai familiari del compianto collega Rocco Papandrea di prendere posto per poi iniziare la commemorazione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.35 riprende alle ore 11.45)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Rocco Papandrea, deceduto mercoledì 10 dicembre 2008


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, un grave lutto ci ha colpiti. Mercoledì scorso è morto a Torino Rocco Papandrea, Consigliere regionale per due legislature dal 1995 al 2005. Aveva appena 59 anni.
Era nato a Martone, in Provincia di Reggio Calabria, e come molti giovani del Sud della sua generazione era emigrato da bambino con la famiglia a Torino.
Operaio alla FIAT dal 1969, Papandrea è stato componente del consiglio di fabbrica Mirafiori, membro del direttivo della Quinta Lega FIOM dal 1990 e quindi nell'esecutivo delle RSU-Meccanica di Mirafiori.
Dirigente provinciale di Rifondazione Comunista, dal 2008 ne è stato anche Segretario regionale e con Rifondazione Comunista è entrato in Consiglio regionale per la prima volta nel 1995.
È stato eletto Consigliere regionale per la VII legislatura dal 2000 al 2005 e dal 2006 ha svolto le funzioni di Consigliere nella società partecipata della Regione Piemonte, TNE.
Quando mercoledì scorso, durante la consueta seduta della Conferenza dei Capigruppo, abbiamo appreso della morte di Rocco, tutti siamo stati colpiti profondamente ed un gelo è sceso nella sala nella quale eravamo riuniti, ma non solo per la giovane età del collega che è scomparso, ma anche per la sua umanità, per la sua capacità di stare all'interno dell'Assemblea e di intrattenere rapporti umani, profondi e personali, con tutti i colleghi.
E tanti lo hanno visto di nuovo seduto al suo posto nella sala dei Morando, al suo tavolo impegnato in tante discussioni e in tante battaglie politiche su temi di grande rilievo per la nostra Regione.
Ho ricordato l'altro giorno, nella commemorazione che ha preceduto il suo funerale, alcuni appassionati interventi che Rocco Papandrea ha svolto in quest'Aula. Alcuni interventi su temi importanti, come il tema dell'occupazione e il tema dell'ambiente. So che è una procedura extra ordinem, ma mi piacerebbe ricordare alcune sue parole, che ho già avuto modo di ricordare, sul tema dell'occupazione.
Rocco diceva: "Noi, come amministratori e Consiglieri regionali dobbiamo essere in grado di affrontare il problema occupazionale, ponendolo al centro dell'attenzione, avendo capacità di formulare proposte specifiche ed iniziativa politica". Continuava, dicendo: "Bisognerebbe non solo elargire, ma subordinare l'erogazione di certi fondi al fatto che queste aziende non abbiano un comportamento pari a quello che abbiamo conosciuto cioè da una parte, quando c'è crisi, espellere i lavoratori, e dall'altra quando c'è rilancio, propendere ad un uso massiccio degli straordinari spesso molto al di là di quello definito dai contratti e dalle leggi vigenti".
E poi altri interventi appassionati, e penso a quelli sui temi ambientali. Era una persona che ha occupato il suo ruolo qui con grande passione, con grande motivazione e con grandi valori, rispettando gli avversari.
Penso che questo suo modo di stare qui abbia segnato profondamente tutti coloro che hanno condiviso quegli anni passati all'interno dell'Aula.
Alla moglie Daniela, ai figli Dafne e Gioele, a tutti i suoi familiari e ai suoi compagni di battaglie politiche, desidero esprimere le più sentite condoglianze a nome di tutti i Consiglieri regionali del Piemonte.
Penso che sia opportuno ricordarlo con un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

L'intervento che svolgo oggi è un intervento che non avrei mai pensato e non avrei mai voluto fare, perché è in una circostanza particolare difficile, sia dal punto di vista personale sia dal punto di vista del nostro Gruppo.
Ricordare Rocco in quest'Aula è un momento che non dico mi dia gioia ma è sicuramente un momento importante. Dico questo perché Rocco è stato un simbolo, per molti versi, ed un pezzo di storia importante di questa città e di questa regione.
Lo ricordava già il Presidente Gariglio: è emigrato dalla Calabria come molti italiani in quel periodo, e nel 1969 entra alla FIAT. Entra alla FIAT in un momento particolare, in un momento in cui si stanno dispiegando grandi lotte in tutto il mondo, nel nostro Paese e soprattutto a Torino. Un momento - il Sessantotto e le lotte di quegli anni - che molti vorrebbero cancellare, come un pezzo di storia particolarmente negativo per il nostro Paese.
Io, invece, credo sia stato un momento di grande avanzamento per tutti: pensiamo ai cambiamenti epocali che quel movimento ha portato nelle fabbriche, con lo Statuto dei diritti dei lavoratori; pensiamo a cosa è cambiato all'interno del mondo della scuola, ma anche in molti altri campi.
Cito un esempio per tutti: da quegli anni, da quelle lotte sui diritti nasce la legge Basaglia, quella che abbatte un altro muro.
Rocco entra in FIAT quell'anno, nel 1969, e mi voglio concentrare sulla sua esperienza di operaio, perché Rocco era soprattutto un operaio, uno che ha sempre rivendicato con forza, con passione, con senso forte di appartenenza alla sua classe questo suo ruolo e si è anche assunto la responsabilità di rappresentarla. Una classe che molti oggi dicono o vorrebbero farci dire che non esiste più, che ormai è superata nei fatti poi però i dati dimostrano esattamente il contrario. Nel nostro Paese i numeri dicono che i lavoratori dipendenti sono maggiori nel 2007 che nel 1970, che non contano più, pesano poco, non riescono più ad esprimere una rappresentanza politica forte, ma ci sono.
E lui era un operaio. Entra in fabbrica in quegli anni e anche in fabbrica, in quegli anni, sta cambiando tutto e sta cambiando anche a Torino, non solo per i venti che girano nel mondo, ma anche perché a Torino si crea una situazione molto particolare. I giovani immigrati dal Sud riescono a saldarsi, a saldare la loro voglia di cambiare, di migliorare la loro condizione, con i vecchi operai professionalizzati della FIAT e di tutte le altre fabbriche metalmeccaniche. Vecchi operai che, soprattutto in FIAT, dopo grandi sconfitte pensavano che il padrone fosse invincibile, che certe cose non avrebbero mai potuto cambiare.
Questi giovani che arrivano prevalentemente dal Sud non hanno sulle loro spalle il peso, il senso di questa sconfitta e pensano che il mondo si possa cambiare, che la FIAT si possa cambiare, che si possa cambiare dall'interno. Anche il sindacato coglie questi aspetti e il contratto del 1969 pone al centro, per la prima volta nel contratto dei metalmeccanici l'egualitarismo; pone al centro i diritti, il diritto all'assemblea e la possibilità per i lavoratori di organizzarsi in maniera diversa.
E Rocco è lì. È lì con quelle lotte, è lì con la sua passione e con la sua voglia di lottare che non lo abbandonerà mai, che lo seguirà in tutta la sua vita. Da subito partecipa con entusiasmo a queste lotte contribuisce a creare il sindacato dei consigli, contribuisce a creare quell'esperienza abbastanza irripetibile che fu la Federazione Lavoratori Metalmeccanici, che, sotto un'unica sigla, cercava di rappresentare tutti i lavoratori.
Io sono un po' più giovane di lui e ho avuto la fortuna di conoscerlo nel 1978, durante quell'esperienza.
Dopo quell'esperienza travolgente arriva però la sconfitta del 1980, il forte ripiegamento del Sindacato, del movimento dei lavoratori. Ma Rocco continua la sua battaglia, rimane molte volte isolato all'interno della fabbrica. I compagni più combattivi, quelli meno disposti a cedere ai ricatti e alle pressioni del padronato, vengono messi in cassa integrazione e poi, pian piano, sia per raggiunti limiti d'età sia per altri motivi abbandonano la FIAT.
Lui rimane lì, continua la sua battaglia fino al 1995, quando viene eletto per la prima volta in Consiglio regionale. Qui Rocco continua a fare la sua battaglia, la battaglia in rappresentanza dei lavoratori, degli operai. Sarebbe interessante - io non ne ho ancora avuto tempo - andare a rivedere tutti gli atti di quella battaglia e di quelle grandi discussioni.
Ho visto, però, a titolo esplicativo, il primo intervento che ha fatto in questo Consiglio, nel giugno del 1995, e l'ultimo intervento, del 16 febbraio 2005. Sono due interventi fortemente concentrati sulle condizioni dei lavoratori; il primo - lo ricordava anche il Presidente - è un intervento sui problemi occupazionali; l'ultimo è sui problemi dei lavoratori socialmente utili.
A me e al nostro Gruppo piace ricordarlo così.
Riguardo alla sua esperienza politica all'interno del nostro partito credo che qualcun altro interverrà. Io ho voluto ricordare la figura di Rocco come operaio.
Non voglio però dimenticare che per tutto il nostro Gruppo è stato un aiuto fondamentale, determinante, soprattutto nei primi anni, quando ci siamo trovati in Consiglio abbastanza inesperti ad affrontare una situazione del tutto nuova e, per alcuni di noi, come il sottoscritto assolutamente imprevista.
Rocco è sempre stato disponibile ad aiutarci, a darci delle risposte precise, a dirci cosa si doveva fare, perché molte volte - non ho difficoltà ad ammetterlo - non si sa cosa fare. Sapeva aiutarci dicendoci che eravamo chiamati a prendere decisioni anche importanti e difficili sapendo, però, che dopo quel giorno ce ne sarebbe stato un altro e che la lotta sarebbe andata avanti.
Adesso non so dove sia Rocco; a me piace pensare che sia in una fabbrica, perché noi operai, con tutte le contraddizioni del caso, amiamo fortemente le nostre fabbriche, il nostro posto di lavoro, i nostri compagni di lavoro. Mi piace immaginarlo in una fabbrica, dalla quale ogni tanto esce per andare a fare qualche gita in montagna, l'altra sua passione.
Mi piace ricordarlo così. Ciao Rocco, buon viaggio.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Anche per me un breve ricordo.
La nostra non è un'amicizia datata da decenni: ci siamo conosciuti solo nel 2000, alla prima seduta della VII legislatura del Consiglio. Quando sono entrato in Consiglio regionale, sapevo a malapena il nome di due o tre Consiglieri regionali perché avevamo avuto dei rapporti per alcune battaglie essenzialmente ambientaliste e animaliste, ma il nome di Rocco Papandrea era l'unico che conoscevo tra gli altri per le cose che aveva fatto e per quello che rappresentava per il movimento, come si usa dire.
È subito nata un'intesa profonda e quasi naturalmente, direi, perch come si evinceva dalla lettura che aveva fatto il Presidente Gariglio non solo oggi, ma anche alla Camera del Lavoro, scegliendo due brani che parlavano del suo impegno sociale nel campo del lavoro e dell'impegno in campo ambientalista - era quasi naturale che lui, attento alle tematiche e ai problemi sociali in prima battuta e del lavoro, condividesse le mie attenzioni sulle problematiche ambientali. Naturalmente, anch'io condividevo le sue battaglie.
Ben presto ha incominciato a chiamarmi in un modo particolare. Quando ci incontravamo, dall'alto della sua altezza sicuramente superiore alla mia, mi diceva: "Ciao, piccolo". Devo dire che mi sembrava che quel suo modo di chiamarmi fosse come una concessione che caratterizzava il suo modo di fare e che, in un certo qual modo, a me sembrava avesse assorbito un poco del comportamento sabaudo.
Quando le persone muoiono, è facile vedere tutto roseo, però devo dire che non ho ricordi se non positivi di Rocco. Quando ho letto la memoria pubblicata sui giornali, ho visto un suo lato sicuramente positivo, ma non ho visto la persona che ho conosciuto, perché evidentemente i giornali avevano raccolto tutti i suoi innumerevoli impegni, la sua carriera politica, mentre nei miei ricordi Rocco era prima una persona che un politico.
Mi sembrava che ci fosse una continuità nella sua vita: la politica era la vita e la vita era la politica, ma sempre in maniera pacata. Riusciva a portare anche nelle occasioni di maggiore scontro una semplicità di comportamento, unita a una profondità di pensiero e di ragionamento, che smontava le punte più aguzze e infondeva pacatezza anche nei momenti più difficili.
Faceva diventare semplici le cose difficili; imponeva la superiorità del ragionamento anche quando sembrava impossibile. Era giusto e onesto nelle battaglie politiche e credo che la stima che testimoniano tanti suoi avversari coi quali si era fortemente scontrato dimostra che le sue qualità erano apprezzate.
Abbiamo vissuto tante ore insieme nelle istituzioni e molte anche fuori, nelle battaglie sul territorio. Fin dalla prima volta che ci siamo trovati nello stesso posto, si è manifestato e poi mantenuto nel tempo quel comune impegno sia per le difese dei diritti sociali e civili sia per l'ambiente.
Tra i tanti impegni, ricordo in particolare quello in Vallemme, che ha significato un susseguirsi di impegni, taluni anche al mattino presto. Se andavamo separatamente, lui arrivava sempre prima di me e poi mi raccontava che la sera prima aveva fatto tardissimo: io lo guardavo e mi chiedevo come facesse.
Mi piace pensare che la foto che accompagna il suo ricordo sia stata fatta proprio in Vallemme. Eravamo insieme e si era appena conclusa felicemente la battaglia che ci aveva visti coinvolti. Al suo fianco in quella foto c'ero io.
Era attento a quello che si muoveva intorno a lui. Quando ha saputo ben presto - della mia attività per i diritti degli animali, ha dimostrato di aver compreso il mio interesse senza stupirsi, anzi era lui che mi sottoponeva argomenti se a me sfuggivano, era lui che mi poneva quesiti per chiedere la mia opinione. Mai una volta che abbia avuto un atteggiamento di pesante ironia per le mie scelte; anche se non le condivideva forse del tutto, le rispettava.
Per chi lo ha conosciuto, non può sfuggire proprio questo aspetto del rispetto che aveva per gli altri, senza disperdere il suo patrimonio di idee, di convinzioni, di ideali per cui lottare con forza e determinazione ma sempre nel rispetto altrui.
Era quasi mio coetaneo, aveva qualche mese meno di me e mai mi sarei immaginato che mi sarebbe toccato ricordarlo. So che ci mancherà, che mancherà a tutti noi, ai suoi amici, ai suoi cari. Ci ha lasciato un bel ricordo e tanta nostalgia.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Oggi non ho voglia di parlare di politica, ma mi permetto di contribuire molto velocemente, perché i dieci anni che ricordava Giampiero Clement io li ho vissuti tutti con lui, qui. Lui si sedeva nei posti che oggi vanno da Iuri a Giampiero, perché il primo posto dove adesso è seduto Enrico Moriconi, normalmente era occupato da Pino Chiezzi.
Cerco solo di portare due piccoli contributi per quello che è stato il collega e per quello che è stata la persona. Intanto, una persona perbene.
Chi sta per dieci anni con un collega, ne riesce ad apprezzare pregi e difetti.
Questo è un ambiente difficile, non sempre si riesce a essere calmi e tranquilli: dieci anni consentono di valutare, pur non nella dimestichezza della vita familiare né della vita partitica, una persona. E Rocco era una persona perbene.
Un complimento un tempo usuale, certamente molto più normale quando Rocco arrivò qui, negli anni che ha ricordato Giampiero. Oggi forse meno praticato, ma forse per questo ancora più valido.
Poi era una persona appassionata. Questo è quello che io ho percepito di più: un avversario duro, mai disponibile a cedere sulle sue posizioni ma un avversario estremamente rispettoso dei ruoli degli altri estremamente rispettoso della propria posizione politica, estremamente rispettoso di quest'Aula.
Un collega che certamente ha fatto crescere quest'Aula nel corso delle due legislature in cui, sempre da avversario, ho avuto l'onore di discutere, anche in maniera dura, senza mai litigare, perché non ha mai perso una volta il rispetto che era dovuto alla persona, quand'anche avessi idee - e molto spesso capitava - molto diverse da lui.
Era una persona allegra, inusuale in questa terra. Era una persona che amava vivere. Io non sapevo che avesse la passione per la montagna, ma l'ho scoperto durante la commemorazione alla Camera del Lavoro nelle tante fotografie che lo vedono da solo, con il o i suoi cani in montagna. Aveva tante altre passioni, essendo un rivoluzionario dentro, perché lui non era soltanto un comunista, lui era trotzkista, che è ancora una cosa di più diversa.
Non so dove sia, ma da qualche parte è; spero non sia in fabbrica tutto il giorno, perché ci deve essere un momento per riposarsi. Ma sono sicuro che nel pomeriggio sente del blues, perché era la cosa che ci univa - lì ne capiva decisamente più di me - poi prenderà appunti con una delle sue stilografiche, perché aveva una collezione di stilografiche assolutamente incredibile; temo che scriverà cose che non avrei condiviso, ma questo non è elemento di differenza, è solo elemento di crescita.
A me manca davvero molto come collega, l'ho detto alla madre e alla moglie, che certamente non ha bisogno delle mie parole per sapere chi era Rocco. Lo dico ai figli: siatene orgogliosi, perché da adesso in poi vi mancherà sempre di più, ma avete avuto un grandissimo padre.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Mi scuso, innanzi tutto, con la famiglia, perché a causa di queste giornate un po' convulse, avevo dimenticato che si era deciso di fare la commemorazione questa mattina . Per fortuna sono riuscita ad arrivare in tempo.
Non ho avuto, come molti dei presenti, l'opportunità di essere collega in questo Consiglio regionale, di Rocco Papandrea. L'ho conosciuto nelle tante iniziative politiche in cui, nei rispettivi ruoli, abbiamo avuto modo di incontrarci. L'ho conosciuto quando rappresentava il suo partito nella coalizione, quindi, nella lunga trattativa per definire il programma di governo di quest'amministrazione.
Anch'io, come tutti voi e come molti di voi hanno richiamato, ne ho un ricordo di una persona molto calma, equilibrata, attenta ai problemi, mai tendente ad esasperarli, ma tesa a trovare delle soluzioni, che in politica è una cosa di grandissima importanza. La radicalità del pensiero non deve necessariamente tradursi nell'esasperazione delle posizioni. Questa è una cosa che credo tutti gli hanno riconosciuto, non solo oggi, ma nel corso della sua lunga importante attività politica.
Ho anch'io scoperto il suo aspetto privato durante la cerimonia dell'altro giorno, alla quale ho avuto modo di partecipare. Una bellissima iniziativa organizzata dai figli: la sequenza delle foto che lo rappresentano nei suoi momenti privati e nei suoi momenti pubblici.
Come ho avuto modo di dire l'altro giorno, emerge a tutto tondo la figura di un militante politico, di una persona che aveva una passione politica identificabile in foto che vanno da quando era un ragazzo, ancora molto giovane, fino agli ultimi giorni. Percorso chiaro e lineare politicamente, persino emozionante. Una bella persona con una bella famiglia di sinistra. Una famiglia semplice, ma allegra, con la voglia di godere della vita nell'ambito di quel percorso di impegno. Un impegno che come sapete, occupa una parte enorme della vita dei militanti di tutti i partiti.
Papandrea è stato capace di creare un equilibrio tra vita politica e vita privata, riuscendo ad essere un padre e un marito affettuoso, se pur a volte un po' assente a causa dei tanti impegni politici. Penso che i familiari glielo avranno rimproverato molte volte, ma quando era presente lo era veramente. Nelle foto si percepisce questa sua presenza, rara, ma vera e preziosa.
In questo senso, a nome di tutta la Giunta, rivolgo alla famiglia le più affettuose condoglianze. Siamo certi che né voi né noi dimenticheremo questo suo importante impegno politico.
È stato un compagno e un amico affettuoso, allegro e simpatico. Così lo ricorderemo insieme a voi. Grazie.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Ho conosciuto Rocco Papandrea alla fine anni degli anni '80. C'era un processo di incontro e di unificazione - una volta tanto -fra la piccola formazione politica (Democrazia Proletaria), di cui facevo parte, e quella ancora più piccola, di cui faceva parte Rocco.
Era un gruppo politico legato alla figura di Leone Trotskij, com'è stato ricordato precedentemente che si proponeva come continuatore degli ideali della rivoluzione sovietica e della grande speranza che questa fosse elemento di grande cambiamento, che potesse modificare il corso della storia, cosa, purtroppo, non accaduta per l'involuzione drammatica della stessa, già nel corso degli anni '20.
Era una grande speranza che condividevamo. Ricordo dibattiti, convegni incontri, moltissimi congressi di Democrazia Proletaria, quando, in una fase difficilissima, entravamo nel processo di costruzione del partito in cui siamo oggi: Rifondazione.
Molti vi entravano per dare un senso di continuità alla propria vita.
Una grande storia, un gran passato, decenni di impegno in una formazione politica, che tanto ha dato a questo nostro paese, sotto ogni punto di vista.
Altri, come noi, volevano legare questa grande storia ad elementi di innovazione, alla necessità di un dibattito che rimettesse in discussione tutto, che, rivoltasse, sostanzialmente le carte, che si interrogasse sui motivi della nostra sconfitta epocale. C'era necessità di innovazione e di un gran legame con il passato che abbiamo alle spalle e davanti cui noi siamo estremamente piccoli, oggi come allora.
Fra i tanti convegni, ne ricordo in particolare uno. Intorno a fine maggio del 1989 vennero a Torino lavoratori di fabbriche metalmeccaniche francesi e spagnole. Fu una grand'esperienza che ha segnato l'internazionalismo non come parola vuota, ma come fatto reale. Un incontro avvenuto con un gruppo di lavoratori della FIAT, con un gruppo di lavoratori della SEAT spagnola di Barcellona, con le Comisiones Obreras ricordato da questi volantini: "FIAT SEAT misma lucha", ecc. Fu un'esperienza che durò molti anni, e fu molto significativa.
Di Rocco ricordo alcune cose: l'amore profondo con cui parlava della sua terra, questo Sud lontano che ricordava sempre con affetto e un po' di nostalgia; la centralità del lavoro e la FIAT, lo ha ricordato prima il consigliere Clement. Non insisto su quest'aspetto, ma tocco solamente alcuni nodi: il 1969, l'anno in cui nacque un movimento consiliare importante che si spense, poi, molti anni dopo; il 1980, un anno segnato da una sconfitta lacerante e bruciante, che ebbe conseguenze drammatiche credo - sul movimento operaio e sul movimento sindacale di questo paese e che paghiamo ancora oggi, legata poi ad altre sconfitte e ad altrettante situazioni drammatiche a livello europeo.
Questa visione di classe, profonda e netta, segnava la sua vita.
Ricordo che, quando entrò in Consiglio, per alcune settimane e alcuni mesi Rocco volle continuare a lavorare alcune ore in fabbrica. Mi raccontava che non voleva lasciare la fabbrica completamente, cosa che poi fu impossibile.
Mi raccontava anche dell'imbarazzo che sentiva nell'avere un ruolo così importante e, piccola cosa, nell'avere un parcheggio in centro, nel poter mettere l'auto in queste strade, quando non tutti lo possono fare.
Sentiva la necessità di legare quest'esperienza di classe ai grandi temi dell'ambiente e, in particolare - lo ha ricordato il collega Moriconi alla globalizzazione, quando ci fu impegno da parte sua e di altri perch questa nostra formazione politica s'incontrasse con settori di giovani molto diversi da noi, con tematiche e istanze differenti, in un comune impegno nell'affrontare i nodi- sociali ed ambientali-internazionali.
È stato ricordato l'amore per la musica. Ricordo che, scherzando davanti alla povertà endemica dei nostri gruppi, si diceva una battuta che girava costantemente: che avremmo potuto risolvere i problemi finanziari delle nostri sedi mandando Rocco a qualche quiz televisivo sul blues, che piace molto anche a me, ma di cui lui conosceva aspetti specifici. Ricordo che, nelle rare volte in cui ne parlavamo, mi citava autori, cantanti e generi che non conoscevo assolutamente. Aveva una enorme discografia. Era un autentico "specialista".
Ricordo ancora delle esperienze comuni, come il Laboratorio della Sinistra, che, purtroppo, abbiamo lasciato cadere nel 2005, che costruì con Pino Chiezzi, Marisa Suino, Enrico Morioni, non nel tentativo di un partito unico o con finalità "politiciste", ma per provare a mescolare le carte ancora una volta, su temi specifici e nella convinzione di valori comuni condivisibili tra iscritti/e a partiti, associazioni, gruppi.che hanno modi diversi e comunque complementari di "fare politica".
Nel 1998, Rocco rimase l'unico Consigliere del nostro Gruppo e, in una fase difficile, dopo una delle tante dolorosissime spaccature, si accoll la funzione di Segretario regionale, rendendosi disponibile per le riunioni serali fino a notte inoltrata in un territorio molto ampio come quello piemontese. La disponibilità, la dedizione, il sacrificio e l'impegno lo hanno caratterizzato, così come abbiamo ricordato anche per un altro consigliere, Mario Contu - diverso da lui, lo sappiamo - all'inizio di questa legislatura.
Negli ultimi anni, il nostro discorso politico è stato contraddistinto da differenti valutazioni circa la possibilità che la nostra formazione politica e altre affini sapessero incidere sufficientemente sulla situazione nazionale complessiva; è inutile discutere oggi su chi avesse ragione, non avrebbe alcun senso. Ricordo - torna sempre alla mente quando una persona se ne va - le discussioni iniziate e interrotte nei comitati politici regionali e ai margini di questi, anche negli ultimi tempi, sul tentativo di valutazione dei nodi che ci hanno condotti all'odierna difficile situazione, che non sono nodi di oggi, ma che hanno una storia e radici profonde. Quando, mercoledì scorso, mi è arrivato l'sms "Rocco se n'è andato", istintivamente, mi sono subito ricordato che c'è un'ingiustizia nella vita, quella che si sente quando una persona se ne va.
Cinque anni fa se ne andava Raffaello Renzacci, che è stato un grandissimo sindacalista, oltre che militante politico, parente di Rocco quindi accomunato a lui anche da motivi familiari. La prima immagine che mi è venuta in mente è stata quella del volto sorridente di Raffaello, che inserimmo in un manifesto con una bellissima frase: La vita è bella possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore. E' il testamento che Leone Trotskij lasciò nel 1940, prima di essere assassinato.
Non ho la fortuna che hanno altri Consiglieri e altre persone di credere che, oltre a questa vita, ve ne siano altre; credo che con noi purtroppo, se ne vada tutto e invidio molto coloro che hanno la certezza di una esistenza ultraterrena. La drammaticità della situazione che viviamo fa sorgere in me dubbi su una fede razionale e laica, foscoliana, che di noi restino quanto di buono abbiamo compiuto nella vita e il nostro ricordo negli altri. Mi sembra che la barbarie presente rischi di cancellare anche questo. Spero solamente che quando toccherà a me, mi auguro il più tardi possibile, perché vorrei ancora fare mille cose, si possa dire anche di me e di noi che, con forze e capacità limitate - le mie non sono certo quelle che ha avuto Rocco Papandrea - abbiamo agito onestamente, abbiamo cercato onestamente di fare quanto abbiamo potuto per una fede. Questa è una fede reale che ci ha accomunati in tanti anni e cui vorremmo poter dar seguito negli anni che verranno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Chi non lo ha conosciuto, oggi, si è reso conto di quanto Rocco fosse amato, stimato e rispettato, ed è molto importante.
Tanto è stato detto, io voglio semplicemente dire che ero legato a Rocco per le idee, la militanza nella sinistra, il fatto che lui si chiamasse Rocco e io Rocchino e il fatto che tutti e due provenissimo dal Sud. Questo è molto importante, sono molti i Consiglieri che provengono dal Sud ed è un elemento che dovremmo ricordare più spesso. Questa è una regione che è cresciuta con tanti uomini che sono arrivati dal Sud e che hanno contribuito a farla crescere. Il Piemonte ha saputo accogliere e io spero che, anche in futuro, sempre di più, questa regione sappia accogliere chi viene da mondi diversi, anche per cercare di trovare un futuro migliore.
Di Rocco voglio ricordare soprattutto due aspetti, che spero possano guidarci nel nostro lavoro. In primo luogo, non dobbiamo mai dimenticare che fare politica significa guardare agli interessi generali e agli interessi dei cittadini. Noi dobbiamo fare in modo che questa sia la regola principale di chi s'impegna nella politica, perché molte volte lo dimentichiamo e comportandoci così sbagliamo.
Attraverso il voto degli elettori abbiamo assunto un impegno, quello di rappresentarli in una istituzione, perseguendo gli interessi generali.
In secondo luogo, con la sua presenza in questo Consiglio, Rocco ci ha ricordato il senso e il rispetto delle istituzioni. Rocco credeva molto in questo e lo ha dimostrato in tutti i suoi anni di presenza in Consiglio regionale. Lo ha ricordato anche il Consigliere Burzi: anche nei momenti più difficili non veniva mai meno al rispetto nei confronti degli altri e soprattutto, nei confronti dell'Istituzione che oggi qui rappresentiamo quando sediamo in questo consesso, ed è un aspetto molto importante.
Rocco lo ricorderò per questo, ma anche per il suo meraviglioso sorriso, perché, ogni volta, anche nei momenti più difficili, Rocco aveva questa capacità di sdrammatizzare, perché sorrideva e, in qualche modo questo ci tranquillizzava e ci aiutava a risolvere i problemi; molti di noi che lo hanno conosciuto lo ricorderanno in questo modo.



PRESIDENTE

Sospendiamo brevemente la seduta per un momento di saluto con i familiari del collega Papandrea.



(La seduta, sospesa alle ore 12.29 riprende alle ore 12.33)


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "Ugo Foscolo" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "Ugo Foscolo" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Ricordo che la seduta cui avete assistito nella parte finale è dedicata a commemorare il Consigliere regionale Rocco Papandrea. Consigliere regionale della passata legislatura prematuramente scomparso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.34)



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