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Dettaglio seduta n.389 del 09/12/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Auddino, Boeti, Bossuto Buquicchio, Moriconi, Rabino, Robotti, Rostagno e Rutallo.


Argomento: Assestamento di bilancio

Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 2 dicembre 2008 ha trasmesso, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n. 17 deliberazioni del 13 ottobre 2008, n. 8 deliberazioni del 20 ottobre 2008. Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, prima di procedere al punto 2) all'o.d.g., "Approvazione verbali precedenti sedute", in assenza dei colleghi Consiglieri dell'opposizione e in assenza della Giunta regionale, ritengo inopportuno procedere. Pertanto, la seduta è sospesa e riprende alle ore 10.20. Grazie.



(La seduta, sospesa alle ore 10.02 riprende alle ore 10.22)


Argomento:

Inversione punti all'o.d.g

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Proseguimento esame disegno di legge n. 483, inerente a "Norme in materia di promozione dell'occupazione, di qualità, sicurezza e regolarità del lavoro" (richiesta inversione o.d.g.)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Colleghi, francamente, sono stupito. Capisco che un'opposizione possa anche non essere presente in Aula con grandi numeri, ma richiedo, invece che una maggioranza lo sia e, pertanto, che i lavori di questo Consiglio incomincino con una verifica del numero legale.
Per questa ragione, conoscendo il Regolamento, chiedo un'inversione dell'o.d.g., riguardo al punto successivo, che lei ha sottomano cortesemente, da porre in sostituzione del primo.
Lo poniamo in votazione; se la maggioranza ha i numeri, può proseguire altrimenti le chiedo cortesemente di procedere alla sospensione del Consiglio.
Questo, perché ritengo che si debba sempre iniziare con la presenza del numero legale, così com'è sempre avvenuto anche nelle passate legislature.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Toselli.
Il Consigliere Toselli ha chiesto di invertire il punto 6) all'o.d.g.
portandolo al punto 2 bis). Il punto 6) è il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 483, "Norme in materia di promozione dell'occupazione di qualità, sicurezza e regolarità del lavoro".
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.25 riprende alle ore 10.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, ricordo che l'inversione dei punti all'o.d.g., richiesta dal collega Toselli, ha prodotto una votazione non valida, pertanto siamo tenuti a ripetere la votazione. Ricordo che il collega Toselli ha proposto l'inversione del punto 6) all'o.d.g., " Norme in materia di promozione dell'occupazione, di qualità, sicurezza e regolarità del lavoro", al punto 2 bis).



(Il Consigliere Toselli chiede la parola)



PRESIDENTE

Devo far ripetere la votazione, collega Toselli, per Regolamento, poi le do la parola sull'ordine dei lavori.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.



(Commenti del Consigliere Monteggia)



PRESIDENTE

Per cortesia, mettiamo a verbale la dichiarazione del Consigliere Monteggia, che intendeva esprimere voto favorevole alla proposta del Consigliere Toselli.
Era presente in aula, ma per difficoltà tecniche non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Procediamo, quindi, con il punto 2) all'o.d.g.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito il punto 2) all'o.d.g., comunico che il giorno 4 dicembre 2008 sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 25 novembre 2008.
Se non ci sono osservazioni, s'intendono approvati.
Essendo stata rigettata la richiesta del Consigliere Toselli, non iniziamo i lavori con il disegno di legge in materia di occupazione, ma procediamo con le interrogazioni ed interpellanze.


Argomento: Tossicodipendenza

Interrogazione n. 1795 della Consigliera Cotto, inerente a "Narcosale a Torino"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 1795, presentata dalla Consigliera Cotto.
La parola all'Assessore Artesio per la risposta.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interrogazione è stata presentata nel mese di settembre 2007 e quindi collegata ad un momento molto particolare di discussione presso il Consiglio comunale di Torino di una mozione che riguardava la possibile sperimentazione delle cosiddette "narcosale". Ovviamente la vicenda è stata superata da comportamenti conseguenti dell'Amministrazione comunale di Torino, che interpellava esplicitamente il Ministero della Salute, allora presieduto dal Ministro Turco, in ordine alla possibilità di procedere in questa direzione con oppure senza l'autorizzazione da parte del Ministero e in modo particolare l'autorizzazione riguardante l'impiego delle sostanze stupefacenti, sia pure in una condizione di sperimentazione autorizzata dall'AIFA, e dalla successiva risposta del Ministero in ordine alla necessità di un'autorizzazione alla sperimentazione stessa che si sarebbe potuta verificare a presentazione di programmi specificamente formulati percorso interrotto - com'è noto - dal cambiamento della gestione governativa, e non mi risulta successivamente ripreso.
Quindi la situazione, a questo punto, non può che fondarsi sugli aspetti concreti in base ai quali, al di là di un pronunciamento del livello ministeriale e centrale, si fondano le previsioni in questa materia all'interno delle normative di carattere regionale, quindi nel nostro Piano Socio Sanitario.
Nel nostro Piano Socio Sanitario si prevede di considerare ammissibili gli interventi di riduzione del danno praticati dai servizi per le tossicodipendenze, che si fondano anche sull'impianto di servizi a bassa soglia.
In modo particolare, il riferimento del Piano Socio Sanitario recita: "L'evidenza di efficacia come criterio ordinante. I trattamenti offerti dal sistema dei servizi dovranno poggiare sui criteri dell'evidenza scientifica di efficacia; in questa logica, pubblico e privato sociale concorreranno al sistema complessivo, nella salvaguardia e valorizzazione delle differenze non in competenze ma in integrazione". Voglio ricordare che, rispetto a questa previsione, nella distribuzione delle risorse alle diverse Aziende Sanitarie per le politiche relative ai Dipartimenti delle dipendenze, è stata indicata come programmazione in capo ad ogni Dipartimento anche l'introduzione di un'azione di riduzione del danno sulla base dei quesiti previsti dal Piano Socio Sanitario regionale e che, ad oggi, prevedano sostanzialmente l'organizzazione di servizi di strada, in modo particolare la replica, la riproduzione di servizi quali quelli di Cango l'acquisizione ai servizi sanitari anche di alcune funzioni di carattere assistenziale vale a dire la possibilità di usufruire di docce, pasti caldi e servizi di lavanderia nelle situazioni o di carattere ospedaliero che attivano interventi di accesso diretto o di servizi di carattere territoriale.
Rispetto al quesito su di chi sia la competenza a dare avvio alle narcosale, risponde la normativa vigente che, all'articolo 79 del testo aggiornato del testo unico 309/90, così recita: "Chiunque adibisce o consente che sia adibito un locale pubblico o un circolo privato di qualsiasi specie a luogo di convegno di persone che ivi si danno all'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope è punito, per questo solo fatto, con la reclusione da tre a dieci anni". Tale situazione, in altri Paesi dell'Unione Europea, come i Consiglieri ben sanno, si è sviluppata diversamente; infatti, laddove le narcosale sono state istituite, la richiesta proviene dagli Enti locali stessi che sono a contatto diretto col problema della cosiddetta "scena aperta" ed intendono circoscriverne la visibilità. Ciò non esclude che la letteratura scientifica mostri, al proposito, anche risultati di efficacia nella riduzione dei rischi per l'assunzione di sostanze (soprattutto per via endovenosa).
Quindi la situazione, al momento attuale, è la seguente. Noi abbiamo dato corso alle politiche di riduzione del danno per come sono già state sperimentate negli anni, conosciute e autorizzabili sulla base della programmazione regionale e sulla base dell'interpretazione dei bisogni delle diverse Aziende Sanitarie, di concerto con gli Enti locali.
Nel rapporto preparato dagli operatori dei servizi a bassa soglia è stata presa in considerazione anche la questione delle stanze relative alla possibilità di consumo controllato ed è stata riletta la letteratura in ordine alle sperimentazioni europee, nonché, come indicazione degli operatori dei servizi a bassa soglia, ritenuto praticabile per il contenimento del rischio e anche per il contenimento degli aspetti di ordine pubblico che nelle zone più significative della città di Torino, per connotazione di episodi di consumo a scena aperta e conseguente concentrazione dal punto di vista dell'ordine pubblico, da un punto di vista meramente tecnico la possibilità e la necessità di adottare altre esperienze quali quelle malamente denominate come narcosale.
Tuttavia questo appartiene all'interpretazione di carattere tecnico professionale di opportunità rispetto alle misure salvavita, ma non è praticabile se non con un'iniziativa che evidenzi l'accordo degli Enti locali interessati e che evidenzi quindi la presentazione della sperimentazione a livello nazionale.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera.



COTTO Mariangela

Ringrazio l'Assessore per la precisione. L'interpellanza è datata e siamo più tranquilli rispetto al periodo in cui è stato consigliato proprio dagli eventi e dalla discussione per il tramite dei giornali presentare quest'interpellanza.
Sarei interessata a conoscere, magari in Commissione, le relazioni dei nostri servizi, anche perché penso che di questo problema si debba discutere seriamente. Ritengo altresì utile e positivo poter acquisire i risultati dei vari SERT delle varie ASL.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Monteggia di una comunicazione della Giunta regionale sulla situazione dell'ospedale "Maggiore della Carità" di Novara


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché avevo già chiesto tre o quattro volte che l'Assessore Artesio venisse in Aula a relazionarci sulla questione dell'ospedale di Novara. Non so se quest'invito sia stato trasmesso dalla Presidenza, ma - ripeto - in Consiglio regionale l'avevo richiesto parecchie volte.
Assessore, all'ospedale di Novara si stanno verificando una serie di situazioni di una certa importanza. Dopo la neurochirurgia e il caso Surico che è in Procura, adesso si parla anche della traumatologia, il cui attuale primario andrà in pensione e gli altri due assistenti si trasferiranno in una clinica privata perché hanno già avuto sentore di un nuovo arrivo sempre da Varese (certa persona di nome Federico Ferri).
Volevamo cercare di capire cosa sta succedendo, perché si va verso l'ospedale nuovo di Novara, ma si stanno smantellando delle strutture importanti per l'ospedale, strutture acquisite, strutture che hanno una certa qual valenza, specialmente per quanto riguarda il discorso della neurochirurgia, dove adesso si darà a Panzarasa qualche cosettina per cercare di tenerlo tranquillo, però anche in traumatologia si sta verificando una situazione simile.
Sono tutte delle situazioni che diventano un po' pericolose; pericolose perché non si capisce come mai improvvisamente tutti questi primari vengono spazzati via e ne arrivano dei nuovi. Insomma, ci sembra importante che lei possa dirci qualche cosa su questa situazione che si sta verificando ormai da tempo all'ospedale di Novara. È importante, Assessore, non la prenda sottogamba questa cosa. Voglio dire, si ritorcerà contro chi ha nominato, a quel punto, il Direttore... che in questo momento sta gestendo quello che è l'ospedale di Novara.
Di conseguenza, mi sembra importante sapere qualcosa da lei, che magari ha più conoscenze di me sul discorso che si sta effettuando in quest'ospedale un uno dei più importanti del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Vorrei sapere se la comunicazione richiesta dal Consigliere Monteggia può essere considerata assimilabile alla risposta dell'interrogazione n.
2455 del 7 ottobre, presentata dal Consigliere Caramella, inerente a "Servizi di ostetricia e ginecologia dell'Ospedale Maggiore di Novara".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

Sì, tuttavia, ostetricia e ginecologia non riguardano la neurochirurgia e traumatologia e cardiochirurgia. Assessore, non è un problema se ci fornisce una risposta completa su tutto.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione n. 2139 della Consigliera Cotto, inerente a "Lettura del 'bugiardino'" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che, con il consenso dell'interrogante, verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 2139 della Consigliera Cotto.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 2210 della Consigliera Cotto, inerente a "Vaccino gratuito per le patologie respiratorie"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 2210, presentata dalla Consigliera Cotto.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Veniva fatto riferimento alla diffusione dal punto di vista epidemiologico di allergie respiratorie e alle modalità di comportamento in relazione al vaccino.
Dal 25 al 30% dei cittadini piemontesi soffrono di patologie di allergia e un elevato numero di queste persone hanno allergie di tipo respiratorie che possono essere trattate con la vaccinoterapia antiallergica, trattamento dell'allergia che si affianca alla classica terapia sintomatica con farmaci che, fin dall'inizio della sintomatologia può essere somministrata per completare l'iter diagnostico.
La Regione Piemonte è la prima ad aver predisposto un sistema organizzato di risposta, rispetto alla salute dei cittadini portatori di allergia, istituendo con una DGR del 2000 il modello organizzativo della rete regionale di allergologia, con specifiche funzioni per identificare trattare, educare, prevenire e coordinare le procedure diagnostiche e terapeutiche. Con lo stesso provvedimento che data, appunto, fin dal 2000 (quindi è un merito che ci precede e che confermiamo), è stato istituito l'Osservatorio regionale per le gravi reazioni allergiche incaricato delle indispensabili rilevazioni.
I cittadini piemontesi quindi possono usufruire della prescrizione e somministrazione della vaccinoterapia antiallergica senza limiti di budget.
Il ricorso a questa terapia è in graduale aumento. Il Piemonte ha il maggiore incremento annuo a livello nazionale.
Fin dal 1994 il Piemonte ha riconosciuto la necessità di assicurare adeguate terapie per le terapie allergiche anche oltre le prestazioni dei LEA. Inoltre, sempre dal 1994, il Piemonte ha predisposto un contributo del 50% sul costo complessivo del vaccino antiallergico.
Coerentemente con la legislazione nazionale vigente all'epoca, che assimilava il vaccino antiallergico ai farmaci di "fascia B", l'onere del 50% poteva essere posto a carico del SSR solo se il vaccino era prescritto ed erogato da centri/ambulatori del SSR ed acquistato direttamente dalle farmacie ospedaliere.
Il contributo messo a carico delle famiglie per anno di terapie è al di sotto di 400 euro; tale limite non ha alcuna previsione di superamento.
Le motivazioni della scelta operata nel 1994 vanno ricercate nella situazione economica e politica del tempo.
Al fine di attuare un programma di sorveglianza attiva sulla prescrizione della vaccinoterapia è intervenuto una successiva DGR del 7 gennaio 2008, che prevede la prescrivibilità dei vaccini antiallergici tramite il servizio informativo di cui dispone la rete regionale di allergologia.
La DGR prevede, inoltre, che l'erogazione dei prodotti sia effettuata dalla farmacia delle ASL, sulla base di un piano terapeutico, rilasciato esclusivamente tramite quella proceduta richiamata della rete regionale di allergologia, così da assicurare la completezza della rilevazione.
stato successivamente istituito un gruppo di lavoro multidisciplinare con il compito di verificare l'appropriatezza delle prescrizioni della vaccinoterapia. Con il compito, quindi, di indirizzare l'attività dell'Osservatorio regionale per le gravi reazioni allergiche e di fornire proposte per la razionalizzazione e la verifica di qualità delle forniture a carico del SSR dei prodotti in questione.
I dati acquisiti, dopo un periodo sperimentale di sorveglianza attiva consentiranno di valutare, con adeguate misurazioni farmaco-economiche, le opportunità e le migliori modalità di alleggerire il carico economico sulle famiglie delle persone allergiche in Piemonte. Quindi, da questo punto di vista, non siamo soddisfacenti in termini positivi alla domanda che chiedeva di estendere la gratuità del vaccino, tuttavia siamo predisposti ad una valutazione di opportunità che, ad oggi, non è ancora compiuta.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Vicepresidente Cotto.



COTTO Mariangela

Ringrazio per la risposta e attendo le valutazioni alla fine della sperimentazione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola Media "P. Gobetti" di Rivoli (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola media "Gobetti" di Rivoli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza. Ricordo che assistite alla prima parte del Consiglio Regionale. C'è una risposta da parte degli Assessori alle interrogazioni che i Consiglieri hanno posto.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione n. 2221 del Consigliere Toselli, inerente a "Interventi di prevenzione con virus Lingua Blu" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che, con il consenso dell' interrogante, verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 2221 del Consigliere Toselli.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 2455 dei Consiglieri Caramella e Leo, inerente a "Servizio di ostetricia e ginecologia dell'Ospedale Maggiore di Novara"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 2455, presentata dai Consiglieri Caramella e Leo.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Spero che con la risposta a quest'interrogazione, in parte, si incrocino i temi che sono stati posti precedentemente dal Consigliere Monteggia.
In modo particolare, l'interpellanza faceva riferimento ai dati pubblicati dagli organi di stampa sul funzionamento di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Maggiore di Novara.
Gli organi di stampa riferivano di una mobilità passiva delle donne novaresi verso la Lombardia, se questo fosse o meno un segno di insoddisfazione degli utenti per questi servizi e per la loro conduzione e quali fossero le intenzioni, da parte dell'Azienda, per sopperire a questa eventuale disaffezione, se dimostrata nei fatti, nonché le ulteriori informazioni in merito al nuovo primario di Cardiochirurgia e alle condizioni di precarietà di funzioni e di coordinamenti medici all'interno dell'ASL universitaria.
Il fenomeno della mobilità passiva dalla Provincia di Novara e, in genere, dal Piemonte orientale verso la Lombardia è questione non recente e non credo di dovermi soffermare su questo.
Piace rilevare, invece, che è una questione di riduzione complessiva: nel corso degli ultimi anni, del resto, la distribuzione dei conti trimestrali delle AASSLL, effettuata in IV Commissione venerdì scorso dimostra significativamente la riduzione della mobilità passiva a carico della Regione Piemonte.
La scelta di comportamento indotto e desiderato da parte delle persone verso la Lombardia deriva anche dall'enorme offerta di prestazioni in campo pubblico e privato, fornita dalle vicine Province di Varese, Milano e Pavia anche attraverso la presentazione di opportunità e di condizioni di carattere assistenziale - sicuramente attrattive, non sempre appropriate dal punto di vista dell'implementazione dell'offerta sanitaria.
Tuttavia, non si può negare che le condizioni di accoglienza della logistica e della qualità assistenziale intesa in termini di estetica dell'offerta, non di qualità della cura - ed è il caso dell'attuale Ospedale Maggiore di Novara - presentano evidenti inadeguatezze strutturali, e non è un caso che tutti insieme, Regioni e comunità locali stiano operando per realizzare un nuovo complesso ospedaliero.
Nelle more della realizzazione del nuovo ospedale, sono state completate o sono in fase di avanzato completamento opere di rilevante ristrutturazione proprio per arrivare ad una migliore umanizzazione delle strutture e ad un miglioramento della qualità dell'assistenza. Da questo punto di vista, sono stati compiuti interventi strutturali su Gastroenterologia, Otorinolaringoiatria, Chirurgia maxillo-facciale, Pronto soccorso, Ematologia, Dermatologia (propedeutica all'intervento sull'area materno-infantile, propedeutica perché è una questione di movimento a scacchiera sull'uso degli spazi).
In particolare, per ostetricia, Ginecologia (reparto di degenza, sale travaglio-parto e sale operatorie) e Patologia neonatale, completata la fase progettuale e ultimato il citato intervento sulla Dermatologia, è prossimo l'avvio dei lavori. Lavori che sono stati finanziati dalla Regione Piemonte con 4,5 milioni di euro. Come pure è stato rilevante l'impegno dell'AOU a potenziare la sede distaccata di Galliate, sia in campo ambulatoriale che in campo di degenza. In particolare, è stata attivata la nuova struttura di Oculistica e la funzione di ortopedia protesica.
All'interno della sede storica presso il presidio di Galliate, sono in atto numerosi cantieri finalizzati al buon mantenimento dei presidi. Per chi volesse approfondire, abbiamo un piano dettagliato allegato alla risposta scritta in ordine all'andamento dei lavori. Questo riguarda il miglioramento delle condizioni della logistica, che non è indifferente sul potere attrattivo e sui comportamenti della popolazione per quello che riguarda ostetricia-ginecologia.
Il decreto del Ministero alla Sanità del 24 aprile del 2000, "Adozione del progetto obiettivo materno-infantile", prevede, fra i requisiti strutturali delle funzioni ostetriche di terzo livello, la presenza di Aree per le degenze ostetriche, separate dalle aree per le degenze ginecologiche. Inoltre, la cosiddetta Area Omogenea delle due divisioni è stata attuata per un maggiore equilibrio di personale infermieristico ostetrico all'interno di tutte le attività dell'area per garantire una maggiore efficienza d'uso di risorse umane, altrimenti destinate ad un'inutile o, meglio, sproporzionata lievitazione numerica.
Infine, si segnala che nell'Area Omogenea si devono uniformare le procedure assistenziali nell'interesse dell'utenza e creare percorsi diagnostici-assistenziali condivisi.
Questa particolare risposta fa riferimento a quella parte dell'interrogazione in cui si chiedeva conto dei modelli organizzativi adottati, ovvero se l'Area Omogenea tra le due divisioni - quella di Direzione Universitaria e quella di Direzione Ospedaliera - potesse aver causato inefficienza.
Per quanto riguarda l'altro aspetto, quello che incrocia i quesiti posti dal Consigliere regionale Monteggia sul primario di cardiochirurgia dottor Giovanni Deodori, Direttore della Struttura Complessa Dipartimentale Ospedaliera di Cardiochirurgia, è dimissionario dal 1° novembre del 2008.
In attesa dell'espletamento delle procedure previste a breve per la selezione del nuovo responsabile, è stato individuato un Facente Funzione.
Si rassicura fin da ora, e non può essere diversamente, che le procedure che seguirà l'Azienda Ospedaliera Universitaria saranno rispettose della normativa nazionale delle direttive regionali.
In merito alle modalità di sostituzione-consolidamento-stabilizzazione delle altre competenze, si ricorda che in data 22 aprile è stato recepito l'accordo siglato con le organizzazioni mediche della dirigenza sanitaria medica sul programma di stabilizzazione. Il che porta, evidentemente, a stabilizzare gli organici attualmente in servizio e a contrastare i rischi di mobilità verso il privato o verso altre aziende ospedaliere.
L'obiettivo dell'Azienda, indipendentemente dal programma di stabilizzazione, compatibilmente con le risorse finanziarie, è stato quello di trasformare il rapporto di dipendenza e i precedenti rapporti libero professionali. Quindi, nel 2007 sono stati assunti nove medici in Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza e sei medici di Anestesia e Rianimazione che precedentemente avevano un rapporto libero-professionale.
Successivamente, con determinazione del 27 agosto 2008, sono stati stabilizzati quattro medici specialisti in Radiodiagnostica. Infine, per quanto riguarda il piano di stabilizzazione, il 16 ottobre sono scaduti i termini per la presentazione di due posti di Dirigente medico-Ematologia e un posto per Dirigente medico-Chirurgia maxillo-facciale.
Sono stati quindi pubblicati sul BUR i seguenti concorsi: n. 1 Dirigente medico - Cardiologia n. 1 Dirigente medico - Chirurgia generale n. 1 Dirigente medico - Oncologia n. 1 Dirigente medico - Ginecologia e ostetricia n. 1 Dirigente medico - Psichiatria n. 1 Dirigente medico - Odontoiatria n. 2 Dirigente medico - Psicologia n. 2 Dirigente medico - Farmacia.
Questo quadro dovrebbe lasciare ben intendere che la situazione dell'Ospedale Maggiore non è affatto una situazione di dispersione di risorse o di disattenzione nei confronti al mantenimento delle competenze qualificate, tant'è che stiamo procedendo a questo significativo impianto di stabilizzazione.
Le preoccupazioni poste dal Consigliera Monteggia, su cui rispondo a braccio e non in base ad un'interrogazione, sono di tutt'altra natura.
Ovvero, non riguardano tanto la volontà e l'impegno a provvedere a rendere organici e stabili le competenze professionali, quanto i criteri che verranno adottati per il reclutamento delle funzioni apicali, vale a dire per il reclutamento delle funzioni di coordinamento di strutture operative complesse.
Il timore espresso dal Consigliere Monteggia nell'intervento precedente è che possa esserci uno squilibrio a favore della provenienza universitaria rispetto a quella clinico-ospedaliera, ovvero un reclutamento di competenze professionali provenienti da altre Regioni.
A queste preoccupazioni non posso rispondere che sul piano dei principi, perché, evidentemente, la valutazione e le procedure in ordine di reclutamento delle posizioni apicali non compete all'Ente Regione ma ai Direttori delle diverse Aziende. Nel rispondere in termini di principi voglio anche ricordare alcune regole di riferimento che ci appartengono e credo, di cui ci possiamo vantare, e che fanno riferimento ai protocolli d'intesa tra Regione e Università e al nuovo regolamento delle procedure concorsuali.
Per quanto riguarda la prima, abbiamo costituito le Aziende Ospedaliere Universitarie come aziende integrate. La definizione di integrazione sta a significare condivisione degli obiettivi aziendali dal punto di vista dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni e condivisione dal punto di vista delle corresponsabilità gestionali.
Questo ha delle conseguenze sul piano della ricerca dell'uniformità di trattamento. Siamo in trattativa con l'Università, per fare in modo che l'Università adotti, ad esempio, sul periodo della messa in congedo per raggiunti limiti di servizio e per raggiunti limiti di età, gli stessi procedimenti adottati dal comparto pubblico e normati dalle recenti leggi nazionali, le cosiddette "leggi Brunetta".
Tuttavia, se noi chiediamo che ci sia una parità di comportamento tra Università e Clinica Ospedaliera regionale, non possiamo non accedere al fatto che, condividendo gli obiettivi assistenziali, si condividono con le Università anche delle responsabilità apicali, cioè, non possiamo, in un'Azienda Ospedaliera Universitaria, immaginare che il responsabile di struttura complessa sia tutto ospedaliero e clinico, oppure, ad assimetria opposta, tutto universitario. Si tratta di un equilibrio di governo interno da realizzare.
Per quanto riguarda la seconda questione, c'è il rischio che nei concorsi possano arrivare competenze professionali da altre Regioni? Non so quale atteggiamento sia ritenuto preferibile da questo Consiglio regionale dal punto di vista della qualità dell'assistenza. Tuttavia, so che nell'ambito delle procedure di reclutamento si deve tentare di individuare la persona, tra quelle che presentano la propria candidatura con i migliori requisiti possibili, per elevare al meglio la qualità dell'assistenza, anche per competere su quella concorrenzialità che la Regione Lombardia effettua nei confronti di quella Provincia.
Ciò che posso dire è che noi abbiamo stretto le regole delle procedure concorsuali e limitato la discrezionalità dei Direttori Generali, seppure sancita dalla legge.
I Consiglieri magari ricordano che, come abbiamo già avuto modo di discuterne in Commissione e, forse, anche in quest'Aula, il regolamento concorsuale è stato modificato, introducendo l'obbligo della partecipazione di un componente esterno alle commissioni insieme all'obbligo alla commissione esaminatrice dei curricula di non redigere esclusivamente, come avveniva in passato, la graduatoria degli idonei e quella degli inidonei ma, all'interno degli idonei, selezionare una rosa delle tre migliori candidature, sulla quale il Direttore Generale avrebbe dovuto effettuare una scelta, motivando la propria opzione, anche attraverso la pubblicazione sui siti pubblici dei curricula dei candidati.
A me pare che questa sia una modalità di trasparenza dei comportamenti che, dal punto di vista di un soggetto, quale la Regione, organo di programmazione e di indirizzo, che non può che limitarsi a definire le regole del sistema, astenendosi, come ho avuto modo di ripetere insistentemente in quest'Aula, dall'intervenire nel governo del sistema quando questo governo è affidato ad altri, cioè alla direzione delle Aziende.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante, Consigliere Caramella.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la risposta dettagliata e assolutamente chiara, però vorrei precisare che non dobbiamo considerarci contrapposti come emergeva dal suo intervento, perché credo che entrambi, su posizioni diverse, abbiamo un obiettivo in comune, che è quello di trovare la strada che per rendere ottimi servizi alla nostra regione. Assessore, ha fatto un lungo elenco di situazioni che ci permettono di capire che cosa sta succedendo e cosa succederà.
Anzitutto, sono certo anch'io sul fatto che ci sia un futuro anche per la ginecologia dal punto di vista del reparto, sia per quanto riguarda l'immagine che per quanto riguarda la qualità dei servizi, ma la mia domanda era di cercare di capire in quanto tempo si potranno trovare delle soluzioni.
Prima di parlare cerco di documentarmi, quindi non metto in dubbio che ci sia attenzione da parte della Regione su tutto quanto l'Assessore ha citato, però nel momento in cui un utente qualunque visita un reparto, come quello di Novara (in questione, in questo momento, a causa della mia interpellanza), si rende conto che tante piccole realtà potrebbero essere migliorate, al di là degli stanziamenti e delle disponibilità economiche di questa regione. Ovvero, si tratta di piccoli interventi che darebbero immediatamente l'immagine di un reparto quantomeno un po' più organizzato e un po' più efficiente.
Parlo della disponibilità di alcune figure professionali che ovviamente, probabilmente, lavorano con gli stessi nostri obiettivi, cioè quelli rivolti a far funzionare bene la Regione. Tuttavia, a volte si dimenticano che, avendo rapporti con i pazienti, devono ricorrere ad un certo tipo di professionalità nei rapporti con i pazienti che, magari, non è richiesto in altri lavori.
Gli utenti di questo reparto sono disorientati, per esempio, dai bigliettini che compaiono da tutte le parti. Effettivamente, questo reparto è vecchio e vetusto e deve essere rinnovato. È ovvio che il risultato non si può ottenerlo dalla sera alla mattina perché, come dice l'Assessore, non si può improvvisare una programmazione dei lavori, anche perché diventa difficoltoso lavorare all'interno di spazi dove è necessario recuperare luoghi, tempi e modi per spostare i pazienti in altri siti, per attuare la ristrutturazione.
Ma se ci fossero un'attenzione e un controllo da parte di chi deve vigilare sull'ordinamento e sulla qualità del servizio erogato, quantomeno si potrebbe porre un piccolo margine all'emorragia.
I dati riportati dall'Assessore riguardano tutto il Piemonte e non li contesto. Certamente, come l'Assessore ha detto anche in Commissione, sono risultati assolutamente interessanti e apprezzati, ma sul reparto di ginecologia e ostetricia di Novara c'è una vera emorragia e non potrebbe essere altrimenti. Se un qualunque Consigliere regionale facesse una verifica in quel reparto si renderebbe conto che, al di là della qualità del servizio, della qualità medica e professionale, è comprensibile la volontà di rivolgersi alle strutture delle città vicine a Novara (Varese Milano o Pavia), perché quei reparti magari sono identici agli altri dal punto di vista qualitativo e specialistico, ma certamente non lo sono dal punto di vista dell'estetica e dell'organizzazione. Questi aspetti sono ritenuti molto importanti sia da parte delle partorienti sia da parte dei loro mariti.
Questa è la necessità che noi dovremmo affrontare, ribadisco, anche nelle piccole cose, come la pulizia, l'ordine, la gentilezza, il rigore, la calma, la serenità che penso siano necessari in tutti i reparti ospedalieri, ma soprattutto ancora di più, se è possibile, nei reparti di maternità.
Penso che l'Assessore abbia ragione quando sostiene che la Regione deve soltanto fornire i criteri e che poi sono i Direttori Generali che se ne devono occupare, però non possiamo far finta di non vedere, di non sentire e di non capire ciò che succede. Nel momento ci sono i primari - questi famosi "baroni" - che si permettono di dare delle indicazioni per le quali si intraprende un'iniziativa per trovare qualcuno all'interno dell'ospedale che possa sostenere importanti incarichi e si tenta di attuare questo obiettivo fino a quando sul giornale compaiono determinate situazioni allora tutto si blocca, tutto viene paralizzato e si procede come si dovrebbe procedere, ovviamente.
Queste sono le cose che fanno preoccupare, non tanto perché chi arriva probabilmente non è all'altezza, non stiamo parlando di questo, perch stiamo parlando del fatto che il cittadino ha una percezione che non è esattamente quella del politico: è la percezione della struttura nella quale c'è l'inganno, c'è la preferenza, c'è la parentela, c'è il nepotismo cioè tutta una serie di situazioni che provocano una certa irrequietudine soprattutto se si tratta di trapianto di cuore. Quindi ci si domanda se è possibile fidarsi di una struttura dove un ginecologo decide chi deve essere il cardiochirurgo o chi deve sostituire quello attuale. Certo, ci sarà un concorso: ma come mai viene fuori che "quello è bravo, talmente bravo che è persino il cognato!", quasi come l'avesse consigliato lui alla sorella dicendo "scegli quello, che è un bravo medico".
Penso che dobbiamo vigilare, affinché i pazienti entrino serenamente in una struttura ed escano sereni, possibilmente vivi, cercando di gestire la situazione nei migliori dei modi, per la serenità della nostra gente e del nostro Piemonte e per favorire quegli utenti che intendono usufruire delle strutture piemontesi.



PRESIDENTE

Consigliere Monteggia, lei non è negli interroganti, però aveva posto un quesito. Per onestà, devo riconoscerle che possiamo considerarlo come parzialmente assorbito dalla risposta.
La parola al Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, sarò lapidario, perché mi pare che il Consigliere Caramella abbia replicato esaurientemente sulla situazione e su altre specializzazioni.
L'Assessore ha detto che il procedimento concorsuale è stato rivisto limitando il potere del Direttore Generale, però per quanto riguarda la traumatologia si sta verificando ciò che si è verificato relativamente alla cardiochirurgia e alla neurochirurgia.
Quindi, o Varese è diventata caput mundi, perché arrivano tutti da Varese e guarda caso anche il Direttore Generale è di Varese, oppure sarà una coincidenza.
Tuttavia, chiaramente, non posso dare delle certezze, ma vedremo alla fine, quando si dovrà scegliere il nuovo primario di traumatologia, se questo sarà Federico Ferri (faccio anche il nome, poi lo verificheremo assieme). Se non sarà così, le chiederò scusa; in caso contrario, lei non deve chiedermi scusa, assolutamente, ci mancherebbe altro, però avremmo modo di verificare insieme che c'è qualche cosa che non va.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione n. 2343 del Consigliere Toselli, inerente a "Assistenza bambino disabile - Ambiti territoriali delle ASL" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che, con il consenso dell'interrogante, verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 2343 del Consigliere Toselli.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 2106 del Consigliere Pedrale, inerente a "Chiusura della Casa di Riposo di Cigliano" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che, con il consenso dell'interrogante, verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 2106 del Consigliere Pedrale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Le copie vengono verranno acquisite al termine del sindacato ispettivo dagli Uffici e consegnate al collega Toselli.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 2179 del Consigliere Pedrale, inerente a "Tempestività del servizio di emergenza 118 nel vercellese"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2179, presentata dal Consigliere Pedrale.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

In un'interrogazione del mese di aprile 2008, il Consigliere faceva riferimento ad un evento occorso ad un cittadino del comune di Lozzolo che, procuratosi una frattura, avrebbe atteso per troppo tempo un'ambulanza.
Ovviamente, la premessa è sempre d'obbligo: i termini della risposta alle interrogazioni che fanno riferimento a fatti specifici, a comportamenti di ambiti territoriali di competenza aziendale, vengono ricostruiti sulla base delle dichiarazioni rese dai responsabili di quella centrale operativa.
Da questo tipo di indagine è emersa la seguente situazione. La ricerca del caso segnalato è stata difficile perché effettuata su pochi dati, in quanto l'interrogante non faceva riferimento alla fattispecie che permettesse di riconoscere dal punto di vista anagrafico la condizione qui individuata. Quindi, si è effettuata una ricerca tramite il riascolto delle registrazioni telefoniche e tramite l'analisi delle schede della centrale e dell'ambulanza.
Il riascolto delle registrazioni e l'analisi delle schede non hanno confermato quanto lamentato. In assenza dei dati anagrafici del paziente e della data dell'episodio, sono stati esaminati tutti i casi di pazienti trattati per codice di patologia traumatica (nell'interrogazione si fa riferimento a frattura), nel Comune lì indicato, durante il primo quadrimestre dell'anno scorso. Non è risultato che alcun paziente con le caratteristiche sopra descritte sia stato trattato con i tempi di attesa lamentati.
Relativamente alla richiesta in merito all'organizzazione dei soccorsi in Provincia di Vercelli, l'Assessorato ha preso visione della deliberazione del Direttore Generale del 2 aprile 2008, approvandone i contenuti e recependo la proposta presentata sulla base delle indicazioni e dei limiti di spesa definiti dall'Assessorato e dal Dipartimento interaziendale, volte a dare omogeneità a tutto il territorio regionale.
Spiace non essere più puntuali nell'approfondimento della materia in questione, ma l'indicazione troppo generale del periodo e della persona non ha potuto che permetterci quel tipo di analisi che ho qui descritto.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Ringrazio l'Assessore per la risposta alla mia interrogazione, però mi appare singolare che l'ASL di Vercelli non sia riuscita a fornirle un riferimento più preciso rispetto ad un caso su cui, negli ambienti sanitari vercellesi e valsesiani, si è molto discusso e relativamente al quale personalmente, farò ulteriori approfondimenti nei prossimi giorni.
La mia interrogazione, peraltro, non era mirata tanto ai ritardi nel soccorrere questa persona del comune di Lozzolo - tra l'altro, è un Comune molto piccolo, quindi è facile risalire alla persona e anche all'identificazione della gravità del caso, se codice giallo, rosso o verde quanto al fatto che a poca distanza da Lozzolo, a cinque chilometri presso l'ospedale di Gattinara, era disponibile un'autoambulanza delta.
Tali autoambulanze, a seguito di decisioni interne all'ASL 11 di Vercelli non sono più state destinate all'emergenza, di supporto alle medicalizzate per la gestione dei codici verdi, gialli e rossi, ma solo per i trasferimenti.
Dall'interrogazione volevo avere una risposta precisa e conoscere se effettivamente, quando si è verificato questo caso a Gattinara vi era un'autoambulanza ex delta che poteva essere utilizzata, che invece non è stata utilizzata, a causa di questa discutibile scelta di organizzazione dell'ASL 11 in merito all'emergenza e anche agli automezzi utilizzati all'uopo. In ogni caso, vorrei avere una conferma relativamente al caso specifico.
La mia interrogazione era soprattutto volta ad evidenziare l'inutilizzazione di un automezzo che si trovava a pochi chilometri di distanza, senza aspettare la medicalizzata o quella dei volontari che proveniva da Borgosesia, soprattutto, temendo che casi del genere si possano ripetere in futuro, magari in casi molto più gravi. La frattura di una gamba è grave per la persona che la subisce, ma non è drammatica invece, diversi sono i casi, come ben conosciamo, dove la tempestività pu essere decisiva nel salvare una persona.


Argomento:

Interrogazione n. 2321 del Consigliere Toselli, inerente a "Disservizi Telecom e TIM" (Risposta scritta) Interrogazione n. 2379 del Consigliere Toselli, inerente a "Totale copertura del servizio di telefonia" (Risposta scritta) Interrogazione n. 2450 dei Consiglieri Leardi, e Leo inerente a "Disservizi Telecom in Valle Cervo" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che, con il consenso degli interroganti, verrà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni: interrogazione n. 2321 del Consigliere Toselli, inerente a "Disservizi Telecom e TIM" interrogazione n. 2379 del Consigliere Toselli, inerente a "Totale copertura del servizio di telefonia" interrogazione n. 2450 dei Consiglieri Leardi, e Leo inerente a "Disservizi Telecom in Valle Cervo".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale sull'ordine dei lavori.



PEDRALE Luca

Chiedo gentilmente se potete darmi copia in forma scritta della risposta dell'Assessore alla mia interrogazione.



PRESIDENTE

Senz'altro.


Argomento: Musei

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Leo di esaminare l'interrogazione n. 2523 dei Consiglieri Leo e Burzi, inerente a "Realizzazione del progetto del nuovo allestimento del Museo Egizio"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo sull'ordine dei lavori.



LEO Giampiero

Sull'ordine dei lavori, volevo gentilmente reiterare la richiesta alla Giunta, alla Presidente Bresso e all'Assessore Oliva, affinché si risponda all'interrogazione urgente sul Museo Egizio.
La scorsa settimana avevo detto che rinunciavo allo svolgimento della risposta per non impegnare tempo, anche perché avevamo concordato di chiudere anticipatamente il Consiglio regionale. Adesso mi permetto di sollecitarla, perché la questione è su tutti i giornali e non vorrei che come al solito, le posizioni ufficiali si apprendessero dai giornali e non dalle dichiarazioni rese in Aula, anche perché il collega Chiezzi ha assunto una posizione che ci sembra in assoluta antinomia con quella della Giunta.



PRESIDENTE

Solleciteremo ancora nella Conferenza dei Capigruppo la risposta all'interrogazione.



LEO Giampiero

Chiedo al cortese ed efficace Assessore Bairati di farsi partecipe e di trasmettere ai colleghi e alla Presidente questa richiesta.
Grazie.



PRESIDENTE

L'Assessore Bairati, cortesemente, come sempre peraltro, acconsente.


Argomento: Informazione

Interrogazione n. 2432 inerente a "Ripristino della linea telefonica della frazione Strella del Comune di San Germano Vercellese" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Collega Pedrale, le chiedo se accetta di ricevere subito in forma scritta la risposta all'interrogazione n. 2432 inerente a "Ripristino della linea telefonica della frazione Strella del Comune di San Germano Vercellese".



(Il Consigliere Pedrale acconsente)



PRESIDENTE

Grazie, la riceviamo in forma scritta.



(Il Consigliere Pedrale non acconsente)



PRESIDENTE

Se in forma orale, la rinviamo alla prossima seduta.



(Commenti del Consigliere Pedrale)



PRESIDENTE

pronta in forma scritta.



(Il Consigliere Pedrale acconsente)



PRESIDENTE

Grazie. Viene acquisita in forma scritta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Cirio, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente alla somministrazione, nelle mense degli ospedali, delle scuole e degli asili nido, del pesce pangasio

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Richiesta, da parte del Consigliere Toselli, di una particolare attenzione della Giunta regionale per quanto riguarda l'attuazione delle linee guida regionali sulla ventiloterapia


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Signor Presidente, approfitto della presenza dell'Assessore Artesio per porre una questione, che ho già presentato nei corridoi e che ora introduco ufficialmente in questa sede. In diverse mense ed ospedali piemontesi hanno sospeso la somministrazione di un pesce che viene dato regolarmente in tutte le scuole e negli asili nido, essendo un pesce proveniente dall'Oriente, che viene utilizzato perché ha la caratteristica positiva per il suo utilizzo: non avere le spine.
Il problema nasce dal fatto che su internet è stata diffusa su questo pesce una campagna che si basa, tuttavia, su dati oggettivi, relativi al fatto che questo pesce venga allevato in uno dei dieci fiumi più inquinati al mondo. Su questo aspetto, appunto, si è diffusa una grossa campagna di sensibilizzazione. Molte mense piemontesi - l'avevo scritto in un'interpellanza urgente depositata venti giorni fa - ne hanno sospeso il consumo, perché alcuni genitori, leggendo i giornali (l'argomento è stato ampiamente trattato anche da La Stampa), hanno chiesto la sospensione della somministrazione. In altre mense piemontesi, invece, continua ad essere somministrato quotidianamente, soprattutto agli anziani, ai malati e ai bambini. Avevo chiesto cortesemente all'Assessore Artesio una risposta formale in tal senso, affinché i gestori pubblici di questi servizi potessero eliminarlo completamente dai menu, oppure continuare a somministrarlo, se evidentemente non desta problemi.
Non mi è ancora stata data risposta: solleciterei formalmente l'Assessore a farlo, proprio perché molte strutture stanno attendendo che la Regione dica loro qualcosa su questo argomento.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Brevemente, solo per aiutare l'Assessore Artesio a ricordare di seguire le linee guida regionali sulla ventiloterapia. Glielo rammento perché si registrano già i ritardi della Giunta Ghigo, cui i associano i suoi di inizio legislatura, per cui siamo arrivati a otto anni.
Credo che i malati (e soprattutto le strutture) che devono utilizzare la ventiloterapia debbano finalmente conoscere quali sono le determinazioni.
Gliel'ho ripetuto diverse volte; capisco che lei ha tante cose da fare e che i problemi nel settore sanitario siano molti, però le chiedo cortesemente di inviare una lettera anche agli uffici e ad alzare il telefono per dire "chiudiamo questa partita sulle linee guida della ventiloterapia", perché oggi, fortunatamente, stiamo tutti bene, ma domani potrebbe toccare a me e, francamente, vorrei essere sicuro che questa sanità, almeno in questo settore, possa aver avuto un'impronta decisiva, al fine di trovare la soluzione ottimale successivamente nell'applicazione.
Cortesemente, Assessore, senza alcuna polemica, prenda carta e penna alzi il telefono e finiamola lì: come ho detto, con i ritardi della Giunta Ghigo e con quelli della Giunta Bresso arriviamo a otto anni.
Credo che sia una vergogna per la sanità piemontese.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame proposta di deliberazione n. 410, inerente a "Proposta di referendum abrogativo sulla legge 124/2008 (ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione, articolo 26, comma 3 dello Statuto e dell'articolo 87 del Regolamento)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 410, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Cerchiamo di affrontare questo argomento con calma. Innanzitutto mi preme far presente che cosa si chiede di votare a questo Consiglio. Noi presentiamo una proposta di deliberazione che chiede al Consiglio di poter approvare - e quindi di determinare con il proprio voto - la possibilità di essere Consiglio capofila, a norma della Costituzione, in modo che se altre quattro Regioni (Consigli regionali) si adeguassero e votassero la stessa proposta di delibera, così come previsto, basterebbero cinque Regioni a livello nazionale perché il referendum abrogativo, a prescindere dalla raccolta delle firme che comunque è stata avviata e volge al termine, abbia luogo.
Noi chiediamo di abrogare la legge n. 124/2008 sulla quale il Senato ha espresso il voto definitivo.
Questa legge, definita lodo Alfano - da alcuni maliziosamente definita "dolo Alfano" - è costituito solo da un articolo, in cui si prevede che i processi penali nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato siano sospesi dalla data di assunzione sino alla cessazione della carica o della funzione.
L'articolo è costituito da diversi commi. Il primo prevede, appunto che nei confronti del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dei Ministri la sospensione riguardi i reati extrafunzionali.
Fate attenzione, quindi, a questo particolare: parliamo di reati extrafunzionali.
Il comma 2 prevede che in ogni momento l'imputato può rinunciare alla sospensione.
Il comma 3 consente al giudice, qualora ne ricorrano i presupposti, di acquisire nel processo sospeso le prove non rinviabili.
Il comma 4 prevede che in caso di sospensione del processo è sospeso anche il corso della prescrizione dei reati in esso contestati.
Il comma 5 prevede che la sospensione operi per l'intera durata della carica o della funzione.
Il comma 6 prevede la possibilità per la Parte Civile di trasferire l'azione in sede civile.
Il comma 7 contiene una disposizione transitoria che estende la sospensione anche ai processi penali già in corso in ogni fase, stato e grado alla data di entrata in vigore della legge.
Noi chiediamo un referendum abrogativo di questa legge.
Con questa legge si è istituita, di fatto, una forma di immunità che al di là di quanto si ascolta o si legge su certa stampa, non ha riscontro in alcuna altra democrazia occidentale.
In Europa, soltanto in Francia è prevista la sospensione dell'eventuale procedimento penale fino alla scadenza del mandato, ma solo per il Presidente della Repubblica. Tuttavia, è opportuno ricordare che in Francia vige la Repubblica Presidenziale e quando l'immunità fu introdotta scoppi un dibattito furibondo, tanto che si parlò di "colpo di mano". E comunque badate bene - fu necessaria una revisione della Costituzione.
In Germania, il Presidente della Repubblica gode di un'immunità sempre revocabile dal Parlamento, ma Cancelliere e Ministri non godono di alcuna immunità.
In Inghilterra solo Re e Regina godono di immunità, mentre i membri del Governo, compreso il Premier, godono di immunità esclusivamente per reati compiuti nell'esercizio delle loro funzioni e sono penalmente perseguibili per tutti gli altri reati.
In USA, come tutti sapete, la legge è uguale per tutti e Nixon fu costretto a dimettersi per lo scandalo Watergate. Clinton subì un processo pubblico non per i suoi rapporti con la Lewinsky, ma per aver mentito negandone l'esistenza.
Quindi il cuore del problema in Italia di fatto consiste, in primo luogo, nell'avere istituito un'immunità anche per reati extrafunzionali come per esempio la corruzione di un giudice o di un testimone, tanto che qualcuno ha parlato di vera e propria "autorizzazione a delinquere". In secondo luogo, nell'aver cancellato con legge ordinaria l'articolo 3 della Costituzione, che recita: "Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza o condizioni sociali".
evidente che se la Costituzione proclama qualcosa e una legge ordinaria qualcos'altro, o si riforma la Costituzione, avendone i numeri oppure la legge ordinaria è palesemente incostituzionale.
Così come nel 2004, giova ricordarlo, fu incostituzionale l'allora lodo Schifani, che era molto, ma molto simile.
Da queste poche considerazioni la necessità di un referendum per ripristinare la legalità costituzionale e la democrazia, altrimenti si scivola verso una dittatura democratica.
Un illustre giurista, il professor Cordero, parla di paura della legge.
Questa paura è così evidente che ci si accinge, nelle intenzioni di questo Governo, a: 1) proporre immunità parlamentare generalizzata e per tutti; 2) abolire l'obbligatorietà dell'azione penale (che equivale a dire che le priorità verranno decise dal Governo); c) rendere i Pubblici Ministeri dipendenti direttamente dall'esecutivo; d) riformare profondamente il Consiglio Superiore della Magistratura nella composizione e nell'elezione dei membri.
Dobbiamo ricordare che, tempo addietro, un Governo Craxi tentò di abolire l'obbligatorietà dell'azione penale. Se fosse riuscito in quell'intento, noi saremmo fermi alla prima repubblica e non si sarebbe mai potuto verificare, né sarebbero emersi, tutti quei reati che all'epoca hanno determinato quello che tutti conosciamo.
Ad onor del vero, perché mi piace essere onesto intellettualmente sino in fondo, noi del centrosinistra qualche colpa ce l'abbiamo. Alla fine degli anni '90, in un impeto pseudo-garantista, ci rendemmo, in un certo senso, complici dell'approvazione di quella legge che ha consentito a Previti - non presentandosi in Aula perché impegnato nei lavori parlamentari - di sfuggire ai processi.
In sostanza, sento che dalla parte opposta si obietta: come si fa a non garantirsi in questo modo, di fronte ad una magistratura che dimostra di non esprimere, in tutte le occasioni, alti livelli di imparzialità? Su questo punto non sono affatto d'accordo. Ritengo che la legge vada comunque rispettata e se c'è qualche pecora nera nel gregge, l'attenzione va rivolta nei suoi confronti.
Noi non possiamo generalizzare. Ricordiamo che, se nell'ambito della sanità c'è un grosso problema - a volte è il primo intervento, ed è l'unico al pronto soccorso, quello a determinare la vita o la morte di un paziente, ed è quindi necessario che ci sia il meglio dell'espressione professionale nell'interesse del paziente, nell'ambito giudiziario esistono diversi livelli che garantiscono un giudizio che se in un grado non fosse come alcuni sostengono, estremamente sereno, è difficile pensare che non lo sia sempre per tutto l'iter, sino alla Cassazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallaro.



CAVALLARO Sergio

Grazie, Presidente.
Solo per ribadire un fatto. So che per motivi meramente tecnici la mia firma non compare in calce alla proposta di delibera. Volevo fare una specie di outing e dichiarare ufficialmente che sono completamente d'accordo sulla proposta di delibera.



PRESIDENTE

Comunico che è pervenuto un emendamento a firma del Consigliere Buquicchio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Larizza; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Grazie, Presidente Ho preso la parola per motivare le ragioni che mi hanno portato a firmare questa proposta di deliberazione. Intanto sono consapevole che questo atto non avrà alcun impatto con i lavori della Giunta e i lavori della maggioranza. Inoltre essendo questo un tema di portata nazionale e di particolare importanza, credo sia utile che, anche come singoli cittadini ci si esprima.
Formalmente il mio partito non sostiene il referendum. Non lo sostiene non perché le critiche a quanto è stato deciso dal Parlamento siano state lievi. Non ho tempo e non voglio assolutamente approfittare della situazione per riportare le dichiarazioni del Segretario Veltroni o della Capogruppo Finocchiaro al Senato. Si è trattato di interventi molto duri sul merito di un provvedimento che non può essere assolutamente accettato.
La valutazione politica, tuttavia, è una valutazione che porta ad evitare lo scontro referendario sia perché il referendum è uno strumento molto logorato, sia perché c'è una considerazione, espressa da più esponenti del centrosinistra, secondo la quale se si perde questo referendum si rafforzerebbe la posizione del capo del governo. E' una valutazione che non condivido. Se ogni qual volta che emergono problemi di principio, problemi di democrazia, dovessimo fare preventivamente il calcolo se la battaglia può essere vincente o meno, credo che saremmo ancora in una condizione poco democratica in questo Paese. Ci sono dei momenti nei quali è necessario prendere posizioni e battersi. Se si perderà, sarà grave per il Paese, ma non mi pentirò di aver fatto una battaglia su un tema di questo tipo.
Quando ho visto questa legge che dà l'immunità alle più alte cariche dello Stato, mi sono chiesto se un ragionamento di questo tipo non si potesse estendere anche ai Ministri che fanno un lavoro delicato, anche ai Presidenti di Regione, anche ai Sindaci delle grandi città, ma con questa logica stravolgeremmo lo stato di diritto. Siccome lo stato di diritto non si può stravolgere, è necessario cancellare la norma, bisogna cancellare la legge.
Capisco da cosa è nata questa legge. Il Presidente della Repubblica non mi pare abbia chiesto l'immunità, non mi pare l'abbia chiesta il Presidente della Camera, so che l'attuale Presidente del Senato condivide molto questo tipo di proposta, tant'è che si era fatto promotore.
La richiesta è precisa, avanzata per tutelare la propria persona: dal Presidente del Consiglio. Se il Presidente del Consiglio ritiene di essere un perseguitato in questo Paese, avrebbe dovuto fare un'operazione semplice. Lo dico con le parole di una persona che non è certamente della mia parte politica, cioè avrebbe dovuto dire: "Portiamo davanti al Parlamento il fatto che sono stati compiuti atti giudiziari che configurano un caso di persecuzione." Questo il Presidente del Consiglio non lo ha fatto. Queste parole sono di Rino Formica (consiglio di leggere l'intervista di oggi su La stampa).
Questo fatto non è stato portato all'attenzione del Parlamento. C'è quindi, un tentativo di tutelare se stesso da reati che non sono compiuti mentre si svolge la funzione di Presidente del Consiglio.
Credo che questo sia molto grave, ed è grave anche per il fatto che siamo di fronte alla necessità di una riforma della giustizia. Ho visto che in questi giorni il tema è stato ripreso e mi sono chiesto con un po' di preoccupazione: quale credibilità o autorevolezza ha una classe dirigente che fa una riforma della giustizia, nel momento in cui se ne è già fatta una per uso proprio? Questo mi preoccupa di più se penso che, solitamente, ad incappare nella giustizia sono persone che non fanno notizia e che vedono per anni la loro vita condizionata e rovinata da una giustizia inefficiente, che non riescono a concludere - soprattutto coloro che sono innocenti - il percorso giudiziario per essere riconosciuti come cittadini liberi. Questa è indubbiamente una necessità e su questo bisognerebbe concentrare il lavoro del Parlamento e delle Istituzioni.
C'è, poi, un'altra questione: l'inefficienza della giustizia è una delle cause principali dei mancati investimenti esteri nel nostro Paese perché questo dà una visione di un Paese incapace di affrontare i contenziosi in tempi ragionevoli.
Non nego la necessità di intervenire nel campo della giustizia, ma spero che la battaglia che abbiamo aperto aiuti, nel corso della discussione su questo tema, a mantenere l'autonomia della magistratura, a discutere con serenità, non della separazione delle carriere, ma della separazione delle funzioni tra il Giudice e il Pubblico Ministero, che il potere politico non condizioni la magistratura e che si affronti con serenità e precisione la questione delle intercettazioni. Ritengo che le intercettazioni, se fatte con criterio, possano essere utili anche per la sicurezza del nostro Paese.
Infine, se si vuole, s'intervenga sulla responsabilità dei Giudici cosa che avremmo dovuto fare prima. Se si è tutti responsabili di fronte al proprio lavoro, questo dovrà responsabilizzare anche quei Magistrati che non hanno dato grande prova e grande immagine nel corso di questi giorni.
Voglio ribadire la mia posizione favorevole alla delibera, al referendum e alla promozione di una battaglia politica e culturale affinché la giustizia sia applicata secondo le norme della Costituzione repubblicana.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "Papa Giovanni" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare "Papa Giovanni" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame proposta di deliberazione n. 410, inerente a "Proposta di referendum abrogativo sulla legge 12472008 (ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione, articolo 26, comma 3 dello Statuto e dell'articolo 87 del Regolamento)" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Concordo con gli interventi dei Consiglieri Buquicchio e Larizza, per cui tocco solo alcuni punti.
La legge è stata spiegata e chiarita, il lodo Alfano perfettamente così come le ragioni di questo referendum, cui il nostro partito ha aderito e per il quale ha raccolto una parte delle tante firme che sono state raccolte. Speriamo di essere insieme, nel 2010, in questa campagna che si terrà e che sarà certamente difficile.
Sono sospesi i processi per le quattro maggiori cariche dello Stato relativi a reati commessi anche prima che questi entrassero in carica e che nulla hanno a che fare con le funzioni istituzionali ricoperte.
Alcuni giuristi hanno usato, per il sistema di potere che si è costruito, l'espressione di "potere sovrano". Il parlamentare di Forza Italia verso il Partito del Popolo delle Libertà, Quagliariello, ha sostenuto che il lodo serve alla sinistra, perché si deve liberare da una sindrome di superiorità morale che ha portato per lungo tempo. Ritengo che non debbano esserci sindromi di questo tipo, ma che occorra affrontare le tematiche riconoscendo anche i propri sbagli, alcuni dei quali sono stati ricordati.
Noi pensiamo che la giustizia, come mille altre questioni, abbia bisogno oggi di maggiore personale per migliorare le proprie strutture, per ridurre i tempi processuali, per andare maggiormente incontro a quei cittadini che spesso la criticano, anche giustamente, per i tempi eterni le forme che rendono sempre più lontani i cittadini dalla stessa o i costi eccessivi.
Oggi sta accadendo esattamente il contrario: c'è un tentativo di fermare i tempi della giustizia su molti punti, di criminalizzare il CSM.
un processo che dura da lungo tempo, è un attacco frontale alla magistratura che non è nato oggi; il Consigliere Larizza ricordava Craxi io ricorderei un referendum che si fece nel 1987, cui il mio piccolo partito di allora fu fortemente contrario. Fummo in pochi nel tentativo di difendere quella che ritenevamo essere l'indipendenza che la magistratura e l'autonomia della magistratura deve avere sempre.
Il lodo Alfano tocca, ovviamente, questioni di costituzionalità.
stato ricordato ancora una volta l'articolo 3, quello che alcuni ricordano come il più importante articolo della nostra Costituzione che, di per s ne rappresenta il fulcro ed il nesso; altri giuristi hanno ricordato (io non posso, ovviamente, essere competente su questo) l'articolo 24, quello che mette tutti i cittadini davanti al diritto alla difesa con pari possibilità. E questo, evidentemente, lo scardina.
C'è una discussione ovvia, riguardante il quesito: siamo davanti ad un regime che si sta formando, o no? Mi pare una discussione sostanzialmente nominalistica, però siamo davanti al cambiamento di un sistema politico che è stato indotto, negli ultimi anni (ormai 15), da un cambiamento profondo delle leggi elettorali: tutti predicano e urlano contro queste leggi, ritenendole ingiuste, ma il criterio che ogni voto debba essere pari agli altri continua a non essere applicato.
Siamo davanti ad un'accelerazione evidentissima di un cambiamento del nostro sistema costituzionale che tocca apparentemente solo la seconda parte, ma a noi pare incida anche fortemente sulla prima. Il principio di eguaglianza è sostanzialmente violato ed è oggi in discussione un quadro di diritti fondamentali che ci pare sia evidenziato da una serie di norme (razzismo, xenofobia, impronte, clandestinità) e dall'aggravante di una stratificazione di classe che è sempre più forte e che rende sempre più difficili quelle garanzie costituzionali che cercavamo di ricordare precedentemente.
L'autonomia della magistratura, in questo quadro, deve difendere i diritti delle minoranze e la messa in discussione della stessa, nei limiti che la magistratura presenta e nella necessità di un profondo cambiamento tocca evidentemente questi diritti.
Voglio ricordare che in Italia è esistita, dal 1948 al 1993, l'immunità parlamentare. Furono 1.225, in quei tanti anni, i casi di autorizzazione a procedere che vennero chiesti alle Camere e le Camere si pronunciarono favorevolmente solo per 262.
L'immunità fu abolita nel 1993, su una spinta che ricordiamo tutti e ritengo che sarebbe interessante leggere oggi cosa dicevano alcuni partiti a cominciare dalla Lega Nord, su questi temi.
Qualcuno ricorderà il Parlamentare che andò con un cappio alla Camera facendosi riprendere come esempio di una giustizia di base che si sarebbe dovuta applicare contro il ceto politico. Ma sarebbe anche interessante leggere gli articoli dell'allora Movimento Sociale, che si stava trasformando in Alleanza Nazionale: Fini usava il termine "ladroni" come termine più comune, come facevano anche alcuni giornali, che oggi si schierano in modo esattamente opposto, i quali chiedevano che i Magistrati andassero avanti e facessero pulizia, in un sistema che giudicavano profondamente corrotto.
Noi leghiamo - evidentemente come accade per gli ordini del giorno che si presentano in Consiglio, ognuno li interpreta o ne interpreta una parte o forza il giudizio su questa o su quell'altra parte, accade certo anche in questo Consiglio, è accaduto in questi tre anni e mezzo - questo discorso a un discorso per alcuni aspetti più ampio.
Alcuni nel nostro partito hanno sostenuto, davanti a un dramma sociale quale quello che stiamo vivendo - perché Rifondazione, nelle difficoltà in cui vive, che sono note a tutti, aderisce a questo referendum, si impegna con le proprie forze su questo referendum - davanti alle questioni sociali che sono profondamente preminenti, hanno sempre pensato che le grandi questioni sociali (l'occupazione, il diritto a un lavoro, il problema precariato, il problema di un Paese che sta andando allo sbando) non possano non essere profondamente connesse con le grandi questioni democratiche: una lezione di tutta la nostra storia, da qualunque parte veniamo, che deve essere assolutamente confermata e che deve essere mantenuta.
E la leghiamo davanti a quelli che ci pare siano alcuni elementi di pericolo. Sostanzialmente, il tentativo di semplificare ulteriormente il quadro politico con collegi elettorali, con sbarramenti artificiosi che cancellano ulteriormente la libertà di poter votare per quello che si crede, è un atto profondamente pericoloso. In un bipartitismo coatto è secondo noi, un elemento artificioso. L'attacco ai contratti collettivi di lavoro rientra in un quadro di attacco che è anche un attacco sostanzialmente democratico, e non penso che l'Italia sia un caso particolare.
Purtroppo, lo dico con molta tristezza, c'è una destra che sta affermandosi, crescendo, manifestandosi in tanti Paesi europei, ma ricorderei alcuni giornali europei e il modo in cui hanno presentato questo lodo Alfano.
Le Monde, 10 luglio: "Protetto dall'immunità penale, Silvio Berlusconi potrebbe sfuggire alla giustizia".
El Pais, 10 luglio: "Silvio Berlusconi ha vinto una nuova battaglia contro la giustizia. La nuova misura è passata alla Camera nonostante la protesta dei partiti di opposizione italiani di centrosinistra, che sono oggi molto indeboliti. L'opposizione ha accusato Silvio Berlusconi di crearsi una legge su propria misura per disfarsi dei processi pendenti contro di lui, come quello in cui lo si accusa di aver ordinato il pagamento di 400 mila euro all'avvocato inglese David Mills come ricompensa per non aver rivelato, durante due processi in cui ha partecipato in qualità di testimone, informazioni sopra due imprese del Cavaliere, aperte secondo le leggi per ripulire denaro sporco".
Cito El Pais con una traduzione che non è libera. E così via fino alla frase di Berlusconi, che El Pais cita: "Non è possibile che io mi debba dedicare tutti i sabati a prepararmi udienze invece di lavorare per il Paese", cosa che Berlusconi fa 18 ore al giorno, mi sembra.
Finisco proprio ricordando - è stato ricordato in quest'Aula in una conferenza del Gruppo socialista - l'ex Presidente Viglione. Vorrei rammentare che, in un lontanissimo passato (nel 1970), ci trovammo, pur venendo da partiti diversi, con lui in una campagna, che non andò bene, di raccolta firme per referendum in cui si mettevano in discussione alcune norme dei nostri Codici che sanzionavano disuguaglianze fra i cittadini.
Credo che questa, nelle differenze politiche che sono note, con lui sarebbe oggi una campagna che lo vedrebbe attivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Quello del referendum è un tema appassionante, che ha molti risvolti ed è di natura non semplice.
Chiedo scusa, ma faccio un piccolo excursus, perché parliamo di una richiesta di referendum.
Personalmente ho sempre cercato di essere estremamente libero nelle decisioni importanti. Ricordo il referendum sul divorzio: sono andato a sentire Fanfani qui a Torino all'Alfieri, mi ha convinto e ho votato a favore del divorzio. Mi ha convinto talmente bene che lui sbagliava che io ho votato a favore, non ho timore di riconoscerlo.
stato per me molto più doloroso il referendum sull'aborto: la mia Chiesa mi diceva di no, il mio partito mi diceva di no, molti dicevano di sì. Francamente - lo confesso, perché secondo me un uomo pubblico deve sempre dire quello che fatto nella sua vita - ho votato contro l'aborto con molti problemi. Ancora oggi non so se sia stato un bene o un male il risultato che ne è scaturito - forse è stato un bene - perché i pro e i contro erano molti. Il contro era che non si uccide, il pro era che in certe situazioni tanto c'è l'aborto clandestino, non possiamo bloccarlo ecc.
Oggi un referendum sulla droga porrebbe gli stessi problemi, ma non voglio introdurre questa problematica, lasciatemi solo dire che è complicata.
Il tema del lodo Alfano. Sulla carta uno può dire: "Questi quattro sono immuni". Non sono immuni, ragazzi. Quando finisce la festa, non è gabbato lo santo, perché parte la... Quindi non è un'immunità, è una sospensione.



NOVERO Gianfranco

LARIZZA Rocco (fuori microfono)



NOVERO Gianfranco

C'è la prescrizione.



NOVERO Gianfranco

C'è la prescrizione, certamente, ma mi pare che sia bloccata. Il Consigliere Buquicchio magari lo sa: credo che onestamente, anche se a mio favore, se è vero, me lo dirà.
La prescrizione non viene bloccata? Sì, viene bloccata. Quindi questi signori risponderanno in toto di tutte le loro azioni appena non saranno più incaricati della loro funzione.
Voglio ricordare che l'immunità parlamentare è nata in un periodo in cui i re, i duchi e i marchesi mettevano in galera i rappresentanti del popolo (si usava questa terminologia all'epoca) e il popolo, per difenderli, ha inventato l'immunità parlamentare. Adesso, per fortuna tutto questo non esiste più, ci sono altre forze che comandano. Quindi è la sinistra - se per sinistra si intende essere dalla parte del popolo, io ne sono un esponente - che ha introdotto il concetto di immunità.
In questo senso siamo andati avanti, siamo progrediti nei rapporti sociali e giustamente il Capogruppo Buquicchio mi dice che comunque ci sono tanti modi in Italia - forse persino troppi, dico io - di difendersi perché ci sono i tre gradi, c'è la Cassazione, ecc. Tuttavia, vorrei ricordare al collega Buquicchio che in Italia è successo che colui che in quel momento rappresentava l'Italia, un Capo del Governo in riunione a Napoli qualche tempo fa, ha ricevuto - udite, udite! - non una richiesta di arresto o una denuncia, no: una dichiarazione di garanzia, la chiamano comunicazione di garanzia, con uno scandalo enorme. Qui, in Italia, si è abituati a pensare che un uomo pubblico sia al di sopra di ogni sospetto ma quando nasce il sospetto, in quel momento si è condannati, salvo per essere assolti.
Caro Buquicchio, i vari gradi assolvono quasi sempre. Ma è vero: io politico, sono condannato nel momento in cui ricevo l'avviso di garanzia! così, salvo rare eccezioni.
Mi dispiace tirare in ballo l'Assessore Ricca, che gode della mia stima personale. Ragazzi, continuo a sentire l'Italia dei Valori dire che per gli inquisiti, e a maggior ragione per i condannati, non c'è pietà! Questo lo dice l'Italia dei Valori.
Mi dispiace di dover citare questo episodio perché l'altra volta non ero intervenuto nel dibattito, ma sono d'accordo e sono favorevole sul fatto che la Presidente Bresso abbia nominato Assessore il Consigliere Ricca.
Sia ben chiaro! Non è che se lui fosse stato dalla nostra parte sarebbe stato - per voi - cattivo? A me viene il dubbio. Viene questo dubbio che se uno di noi condannato con sentenza definitiva diventasse poi... Magari se quando c'era Ghigo fosse diventato Assessore, vi sareste stracciati le vesti. Cerchiamo di avere un comportamento lineare.
Non dico che questo lodo Alfano non mi abbia posto la problematica. La problematica me l'ha posta. Ci ho pensato sopra. Ho esaminato il pro e il contro della situazione, la storia. All'epoca della monarchia sarebbe stato molto più giusto di adesso. Ma poiché qui abbiamo ancora una specie di monarchia che sta franando, ma che c'è ancora e si chiama Magistratura magari anche democratica (la parola "democratica" è una delle peggio urlate nella nostra Italia), poiché un po' di monarchia c'è ancora, secondo me difendersi va anche bene. Il popolo che elegge una persona, di qualunque tendenza sia, anche non della tendenza a cui apparteniamo, è sovrano, non cambierei assolutamente il mio parere.
Sono contrarissimo a questo referendum. Spero che non faccia danni. Se farà danni, pazienza! Non sarà colpa mia, perché non l'ho portato avanti.
Voglio ancora dire una cosa. Colleghi della sinistra, ascoltate ogni tanto Violante. Io lo ascoltavo già quando sparava su di me, ma continuo ad ascoltarlo. Qualche volta ha ragione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Caramella; ne ha facoltà.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Volevo soltanto chiedere, se possibile, visto che l'argomento indubbiamente interessante, richiama alcuni punti di vista che possono essere certamente approfonditi, di conoscere anche il parere della Giunta che sarebbe molto interessante su un tema di questo genere, nonostante il periodo ci richieda impegno su altre tematiche.
Credo che, tutto sommato, in quest'Aula, possa essere particolarmente interessante.



PRESIDENTE

La Giunta regionale intende intervenire? La parola all'Assessore Deorsola.



DEORSOLA Sergio, Assessore regionale

La proposta di deliberazione n. 410 tocca un problema di principio con implicazioni costituzionali. Come è già stato ribadito, è un tema di portata nazionale.
Pertanto, non c'è una posizione che debba essere richiesta all'organo esecutivo ma l'organo esecutivo, ovviamente, terrà conto e prenderà atto di quanto l'Assemblea delibererà in merito.
Ognuno, poi, ovviamente, deciderà autonomamente come comportarsi sia nella richiesta di firme, sia nell'espressione del voto, a suo tempo, se ce ne saranno le condizioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Brevemente per richiamare le ragioni, invece, del mio voto favorevole a questa proposta di deliberazione, che credo sia riconducibile a tre aspetti.
Il primo aspetto è che il lodo Alfano è un problema di metodo. Il lodo Alfano è un prodotto di una forzatura legislativa ed istituzionale. L'unica possibilità di rispondere ad una forzatura di questo tipo è uno strumento eccezionale per il modo con cui si precostituisce e per le limitazioni che ha.
Il secondo tema è che siamo abituati da troppo tempo a vedere nel nostro Paese le riforme fatte a brandelli, nel senso che si prendono dai grandi temi pezzetti che interessano per ragioni di carattere personale per mettersi a posto o per favorire o compiacere questa o quella lobby.
Questo purtroppo è un vizio che non ha una parte sola.
Credo che sia il momento di dire che l'adesione alla delibera vuol dire anche questo: forse, ora, per la crisi economica, politica, istituzionale per la crisi delle fondamenta della nostra Repubblica, coloro che hanno queste responsabilità e che si sono assunti questo compito devono mettere mano a riforme strutturali e non pescare qua e là, come molte volte si fa e non lo fa una parte sola. Ce n'è una che lo fa un po' più delle altre, ma è un vizio che sta diventando un vizio diffuso: si pesca qua e là ciò che serve, i provvedimenti che servono per mettere a posto delle questioni scardinando ulteriormente questa già debole e fragile nostra Repubblica.
C'è un terza ed ultima questione che mi fa dire che bisogna proprio andare avanti su questa strada.
chiaro a tutti che le riforme strutturali, gli svecchiamenti rivendicati, l'adozione, oltre che di metodi, anche di provvedimenti di sostanza, devono ristabilire quel principio di legalità che non è che discende dal tema della giustizia sociale, né dal tema della giurisdizione e della giustizia dei tribunali, perché è quella minima legalità che permette a ciascuno di noi di ritrovarsi nella sua vita quotidiana insieme con gli altri. È bene che questi temi tornino ad essere l'oggetto di un confronto, magari aspro, magari, qualche volta, persino un po' fazioso, e non, invece, di ragionamenti che si basano sul principio tanto elementare quanto vano che è quello che la maggioranza, per sua natura, decide.
La maggioranza per sua natura deve decidere sulle cose che attengono alla realizzazione del suo programma politico, ma non può snaturare e cambiare le fondamenta dei poteri della Repubblica, in nome del fatto che per l'appunto, è maggioranza. Se fa così, pratica dell'eversione. L'unico modo per opporsi democraticamente a manovre di carattere eversivo, ahimè, è quella di sottoscrivere e partecipare e votare iniziative come questa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Signor Presidente, interveniamo un po' controvoglia, non tanto per l'argomento in parola, ma in quanto pensavamo che la forzatura, anche nella convocazione dei Consigli, avendo la maggioranza richiesto due o tre riunioni settimanali, servisse per dare strumenti legislativi al Piemonte e non per passare tutto un martedì su un problema di tipo nazionale, perch evidentemente, questo sarà l'odierno destino.
Certo non venite più a parlarci di bilancio o di piano triennale da approvare in tempi brevi o di legge sul lavoro, perché chi antepone le tematiche nazionali di carattere politico alle giuste attenzioni che si dovrebbero avere verso una regione che in questo momento soffre per altri temi, che, sinceramente, è poco interessata alla questione relativa al lodo Alfano, non può aspettarsi alcun atteggiamento positivo da parte della minoranza, che, invece, aveva assunto un atteggiamento di disponibilità sulle tematiche di spettanza regionale.
Voi spostate il tiro su tematiche di tipo nazionale, privilegiando questo tipo di politica ai fatti concreti che la regione attende. È una scelta, per carità, legittima, ma è anche giusto denunciarla. È giusto denunciare che gran parte della giornata odierna, se sarà sufficiente, sarà dedicata al lodo Alfano. È una tematica che, ormai, da mesi, non è più nell'agenda politica, perché altre sono le emergenze e le priorità, mentre il Consiglio regionale del Piemonte, primo Consiglio regionale d'Italia oggi, probabilmente per una questione di equilibri politici, pone all'o.d.g. questa questione. Il tema è interessante, perché parlare di giustizia in un paese come l'Italia è un bengodi per tutti.
Vorrei partire da un momento di riflessione sull'articolo 75 della Costituzione, che offre due possibilità per la convocazione dei referendum: in primo luogo, la raccolta delle firme - le famose 500 mila firme - e secondariamente, la richiesta proveniente da cinque Consigli regionali.
Nelle scorse settimane, abbiamo constatato la mobilitazione di un movimento politico per la raccolta di firme ai banchetti. Evidentemente, se oggi iniziamo un percorso che coinvolge le Regioni, io che vengo dalla campagna - quindi, notoriamente, sono un po' arretrato - posso cominciare a pensare che, evidentemente, la raccolta di firme è stata un fallimento. Chi pensava di riuscire a raccogliere i 500 mila autografi nelle piazze e nelle strade italiane, come all'inizio della raccolta sembrava fosse facilissimo fare, non ha bisogno di venire a scomodare le istituzioni parlamentari regionali.
Evidentemente, il fatto di trovarci qui oggi, portando via tempo allo svolgimento ordinario dei nostri lavori per occuparci di questo fatto dimostra in maniera assolutamente non smentibile il fallimento nella raccolta delle 500 mila firme nelle piazze o che il partito, che vorrebbe promuoverlo in perfetta solitudine, non ha la forza organizzativa per sostenere questo urto.
Questo vorrà significare qualcosa. Se si deve ricorrere alle maggioranze più o meno ampie all'interno dei Consigli regionali, senza valersi delle firme dei cittadini, evidentemente, vuol dire che questo tema non interessa neanche 500 mila cittadini italiani, non i dieci o i 15 o i 20 milioni che occorreranno per fare passare un referendum, perché, cari colleghi, per fare i referendum bisogna cercare di vincere, non si fanno i referendum per perderli, altrimenti sarebbe un grave segnale! Il fatto che non riusciate a raccogliere le 500 mila firme nelle strade e nelle piazze è già un brutto indizio, sul quale vi invito a meditare.
Comunque, procediamo: occorrono cinque Consigli regionali che approvino la proposta referendaria. A vostra disposizione ne avete sicuramente molti perché il centrosinistra comanda in molte Regioni, però il Piemonte è la prima a portare in Consiglio regionale questa proposta. Certo non potrà più portarla la Basilicata o l'Abruzzo, dove la Giunta è dimissionaria, o la Sardegna, dove il Presidente è dimissionario. Sicuramente, questi scioglimenti di Giunta, insieme a quanto si sta verificando in Italia dimostrano la bontà della questione morale che sta investendo il centrosinistra e creando grandi problemi.
Portiamo pure il problema della giustizia e il problema della questione morale in quest'Aula, parliamo di quello che sta succedendo in Italia al centrosinistra, investito dalla questione morale, con i primi cittadini delle grandi città italiane, rette storicamente dalla sinistra, che si incatenano contro la giustizia, contro certi momenti giudiziari, ma vediamo allora di approfondire il lodo Alfano, che, diversamente da quanto scritto nella vostra proposta, contiene alcune gravi inesattezze.
Non si può dire, come voi dite - riprendo il vostro testo - che prevedono la totale esclusione di responsabilità, come è già stato chiarito dal collega Novero. Almeno scrivete in modo esatto, perché votare documenti palesemente falsi non è una bella cosa, anche avendo la maggioranza. Non si tratta di esclusione di ogni responsabilità penale, si tratta di sospensione della responsabilità penale per la durata del mandato. Quindi vi chiedo di modificare anche questo tratto. Certo, voi vi chiedete perch si deve fare il lodo Alfano, nessuno mica è stato perseguitato dalla giustizia! Infatti, su questo siamo d'accordo con voi. Come si fa a dire che questo o quel Presidente del Consiglio, uno in particolare, sia perseguitato dalla giustizia? Circa 1.100 procedimenti giudiziari dal 1994 ad oggi non sono una persecuzione giudiziaria! Circa 80 miliardi di lire spesi in parcelle giudiziarie non dimostrano che c'è una persecuzione giudiziaria! La consegna di avvisi di garanzia durante lo svolgimento di summit internazionali non dimostra una persecuzione giudiziaria in atto. Sono tutte cose palesemente prive di significato. Del resto, cosa sono 1.100 procedimenti giudiziari che calano su una persona o sulle imprese vicine a questa persona? Che il lodo Alfano rappresenti una questione di principio ditelo a tutti i Paesi europei ed extra europei che hanno una normativa molto simile al lodo Alfano, partendo dalla vicinissima Francia, patria dei diritti dell'uomo, nostra vicina storica anche dal punto di vista culturale, per arrivare a tutte le più importanti democrazie occidentali di questo paese.
Ritengo che quanto stiamo facendo oggi non sia altro che una battaglia di tipo strumentale. Dobbiamo anche intenderci sul significato più alto dell'istituto del referendum, perché non è possibile utilizzare lo strumento referendario per scardinare le politiche poste in essere da un Governo liberamente eletto. È questo il vostro problema, sono vent'anni che cercate di affossare il Presidente del Consiglio con la leva giudiziaria ma fate politica! Fate politica! Ormai, è assodato che con la leva giudiziaria non riuscite nell'intento di modificare la maggioranza di questo Paese, che legittimamente auspicate.
Se ricorreste meno alla leva giudiziaria e maggiormente alla capacità di interfacciarvi con il popolo, con la nostra comunità nazionale, le cose andrebbero un po' meglio anche per voi.



PRESIDENTE

La ringrazio anche per l'auspicio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Anche se in maniera improvvida (non dico casuale, ma quantomeno un po' strumentale), ci stiamo avvicinando ad un momento che, forse, facendo un po' di giustizia storica, dovrebbe indurre tutti - centrosinistra centrodestra, centro, forze sociali, magistratura, giornali e opinione pubblica - ad una nuova consapevolezza. Mi spiego meglio.
Quand'è che si è iniziato a curare più o meno seriamente l'AIDS? Quando si è smesso di dire che l'AIDS era un problema solo di categorie a rischio e si è ammesso, invece, che poteva colpire tutti, per cui era preoccupante e nessuno avrebbe potuto dire: "Posso continuare i miei comportamenti tranquillamente".
In passato, come alcune parti reazionarie avevano sostenuto che l'AIDS era solo un problema per certe categorie a rischio, una parte della sinistra giornalistico-giudiziaria aveva sostenuto che la "questione morale" era come l'AIDS, ovvero soltanto per alcune categorie (casualmente i democristiani, i socialisti, eccetera).
Oggi è talmente e tragicamente evidente che riguarda tutti, che nessun soggetto di qualunque parte politica - segnatamente uno di sinistra - che dica che la sinistra è moralmente diversa, merita compatimento o uno sghignazzo. Perché nessuno può dire una cosa di questo genere.
A suo tempo era stata fortemente colpita la politica, sostenendo che il problema era la politica e che la corruzione era nei partiti. Passiamo all'economia, ai manager: abbiamo visto che cosa è successo. Oppure si diceva: "La magistratura risolverà tutto".
Io sono di Catanzaro e alcuni miei amici sono del sud come me. Credo che quello che sta succedendo tra Salerno e Catanzaro sia una cosa mai vista! È una guerra per bande! Quando dei magistrati mandano i carabinieri ad arrestare quelli che li hanno inquisiti, e viceversa, si rievoca una situazione medioevale feudale, quando i signorotti disponevano di propri eserciti.
Ciò che sta succedendo in Calabria fra due componenti della magistratura è una cosa mai vista, che va oltre qualsiasi possibile immaginazione per un Paese civile.
Sostenere che la responsabilità appartiene soltanto ad una parte della politica si è dimostrato falso, per cui oggi non ci crede più nessuno.
Ritenere che la responsabilità sia solo del mondo politico è altrettanto falso, perché le vicende che si susseguono nel mondo dell'economia e nel mondo dei giornali - ricordo "parentopoli" all'Università - evidentemente (dico "forse", per cui non mi illudo, ma lo spero fortissimamente), come è accaduto, per esempio, per l'AIDS, si può ripartire veramente dalla questione morale dicendo che non c'è nessuno che possa tirarsene fuori accusando gli altri. Perché questo era un modo per scaricarsi la coscienza e non assumere una riflessione collettiva.
Oggi è il momento di una riflessione che riguarda tutti: riguarda il partito in cui milito, riguarda il mio partito, riguarda ogni partito riguarda ogni componente della società.
Soltanto così, forse, si può fare un passaggio di civiltà.
Le cose che sono successe a livello politico - un nostro collega che da AN era diventato Capigruppo di Italia dei Valori (adesso non è neanche più lì, perché si è rispostato), il trasformismo politico, la leggerezza delle situazioni politiche - sono aspetti che, tutti insieme, fanno accapponare la pelle. Ancora, quello che abbiamo saputo sul mondo sanitario: migliaia di ricette false, malati... Facilmente si può diventare qualunquisti se non si fa un passo in avanti, dicendo che di fronte a questo c'è l'AIDS e pu colpire tutti. Vogliamo trovare tutti insieme, tutte le persone di buona volontà, una soluzione, senza bandire la clava giudiziaria dei referendum gli uni contro gli altri? facilissimo: quando in qualche dibattito qualcuno di altri partiti pone la questione nei confronti della parte politica a cui appartengo, non è che io la difenda, semplicemente guardo sorridendo e sghignazzando... e una risata vi seppellirà. Perché purtroppo il problema è talmente generalizzato che nessuno può tirarsene fuori, neanche , neanche - anzi tantomeno - l'On. Di Pietro Un passo di civiltà potrebbe essere quello di non fare come facevano alcune tribù primitive dell'Amazzonia - non che qui l'evoluzione sia massima! - che nominavano "re" alcune persone scelte nel villaggio. Queste persone venivano rimpinzate, coccolate, insomma godevano di tutti i diritti. Poi, quando il vulcano eruttava, quando c'era una pestilenza o una guerra, la colpa era di questi "re", che venivano giustiziati allo scopo di "purificarsi" di fronte agli Dei. Ovviamente, non era il modo migliore per comprendere il perché avvenissero le pestilenze era soltanto un sacrificio.
In parte, la nostra società ha fatto questo, prima attribuendo la responsabilità ad una parte politica sola, poi a tutta la politica, ad una sola categoria.
Oggi, di fronte a questa situazione, penso che dovremmo porci tutti insieme l'obiettivo di moralizzare non la politica soltanto, ma la società.
E come può avvenire questo? Ovviamente in due maniere estreme: una nei comportamenti personali, svolgendo il nostro lavoro nel modo più morale possibile; in secondo luogo con comportamenti collettivi politici, cercando di affrontare tutti insieme le questioni.
Quando in qualche dibattito mi stuzzicano su questo, potrei rispondere facilmente con controaccuse troppo facili, ma preferisco un ragionamento complessivo.
Secondo il mio modestissimo parere, quella che era sembrata una cosa noiosa - la questione morale - va riposta al centro, ma con queste caratteristiche nuove. Non un'arma da bandire contro gli avversari politici, di casta, di categoria. Perché ad un certo punto non era più "una parte politica", ma era "la politica". Il fatto stesso di essere politico implicava che si fosse corrotti. Noi eravamo gli "straricchi", eccetera.
Poi Visco - sono uno dei pochi in Italia che lo ha apprezzato - ha pubblicato gli stipendi, gli introiti. Io l'ho apprezzato, perché ho scoperto che il 90% di coloro che mi facevano la predica perché come politico guadagnavo troppo, guadagnavano cinque volte più di me, avendo tutti i fine settimana assicurati e tutte le vacanze garantite.
Così come ho avuto un'esperienza tristissima nella mia Calabria andando a ritrovare gli amici. Ovviamente queste famiglie mi hanno parlato malissimo della classe politica - dicevano che erano tutti corrotti - ma poi, informandomi sui figli, qualcuno rispondeva: "Mio figlio ha avuto un incarico dalla Regione", un altro diceva: "È diventato assistente all'università". Ma se, con decoro parlando, erano due ignoranti... "Sì, ma sai... Ma guarda che noi non siamo passati dalla politica, non siamo corrotti. Siamo passati dai baroni universitari. Quindi noi non siamo corrotti".
Quando questa mentalità dilaga, è il momento di una reazione collettiva e corale fortissima di chi crede ancora che la questione morale abbia un valore.
Come ripeto, comportamenti personali, comportamenti collettivi, un patto fra galantuomini a non usare questioni giudiziarie o morali in senso strumentale, ma avviare un tentativo di un forte cambiamento spirituale. So che è difficilissimo, ma almeno adesso non ci può più essere chi dice: "L'AIDS colpisce solo quella categoria", non ci riguarda", non dobbiamo fare alcun esame di coscienza, non dobbiamo impegnarci". Dobbiamo invece impegnarci tutti e spero che questa possa essere una buona occasione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Colleghi, viste le rimanenti richieste di intervento, non siamo in grado di terminare la discussione sul punto nella seduta antimeridiana, per cui interromperei adesso la seduta e riprenderei con la continuazione del dibattito sul lodo Alfano. La seduta pomeridiana è convocata per le ore 14.30. Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, le ricordo che alle ore 13.30 tutti i Capigruppo di minoranza sono in Piazza Castello dalla Presidente Bresso. Lei capirà che sarà praticamente impossibile essere qua alle ore 14.30.



PRESIDENTE

Allora postponiamo la convocazione pomeridiana.



ROSSI Oreste

Le chiedevo, effettivamente, di posticipare il mio intervento, perché se si inizia subito il Consiglio non posso essere il primo ad intervenire.



PRESIDENTE

Post poniamo la ripresa dei lavori alle ore 15 e non 14.30.
Va da sé, collega Rossi, che verranno invitati ad intervenire prima i colleghi presenti in Aula.
Coloro che si sono iscritti ma non risultano in quel momento presenti interverranno nel prosieguo del dibattito.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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