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Dettaglio seduta n.382 del 25/11/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 15.10 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.40)



PLACIDO ROBERTO



(La seduta ha inizio alle ore 15.46)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Cattaneo e Chieppa


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle precisazioni del Consigliere Laus in merito all'intervento da lui stesso svolto nel corso della seduta di Consiglio regionale n. 379 del 18 novembre 2008, in occasione del dibattito inerente a "Politiche contro la povertà e l'esclusione sociale" e relativo articolo apparso su "Torino Cronaca"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus, sull'ordine dei lavori.



LAUS Mauro

Intervengo per fare una comunicazione, un chiarimento. Mi dispiace che il Presidente Gariglio sia andato via.



PRESIDENTE

Rientra tra pochi minuti. Comunque, prego.



LAUS Mauro

Se vuole, posso aspettare.



PRESIDENTE

No, prego. Riferiremo fedelmente.



LAUS Mauro

Lo scorso 18 novembre, c'è stato un dibattito sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale. In quell'occasione, ho manifestato la mia preoccupazione per i 450 dipendenti del Consorzio ASA del Canavese e quindi avevo invitato l'Ufficio di Presidenza ad utilizzare al meglio le strutture del Consiglio. Avevo, quindi, sollecitato delle informazioni avendo io alcuni dubbi sull'impostazione della società. Ho fatto questa richiesta al mio Presidente, al mio Ufficio di Presidenza.
Dopo due giorni, leggo un articolo su un giornale - Torino Cronaca, in modo particolare - con il seguente titolo: "Laus si rivolge alla Magistratura. Gariglio risponde agli sfoghi del Consigliere dei Moderati: 'Con l'ASA non c'entro nulla!'".
Premesso che do per scontato che il mio Presidente non c'entri nulla con l'ASA, volevo soltanto puntualizzare che il mio non era uno sfogo, ma una sollecitazione per esercitare un'azione di responsabilità.
Ora, faccio, personalmente, gli accertamenti di natura politica del caso, essendo io un Consigliere di questa Provincia; forse, il Presidente Gariglio ha una responsabilità in più, magari politica, essendo stato eletto, come me, in questo collegio.
Quindi, se ci sono stati dubbi interpretativi sulla mia esternazione mi scuso, però mi aspetto, almeno dall'Ufficio di Presidenza, nel caso particolare, del Presidente Gariglio, che, prima di rispondere ad un articolo, è meglio leggere i testi resocontati: infatti, quanto sto dicendo come lei mi insegna - viene registrato. Quindi, la prossima volta, anche tra colleghi, forse è meglio leggere quanto è stato dichiarato in aula.
Tanto dovevo dire per integrare la registrazione dell'intervento dello scorso 18 novembre.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Senz'altro il Consigliere Burzi le direbbe di non dare sempre fede a quello che i giornali pubblicano. Ricordo perfettamente, perché stavo presiedendo, quando lei ci portò l'ampia documentazione che abbiamo trasferito agli Uffici per un'eventuale verifica.
Ricordo che anche lei è un pubblico ufficiale, come chi presiede in questo momento in quest'aula. Se c'erano ulteriori elementi rispetto a quanto già noto nell'audizione avvenuta nella Commissione competente, in merito alla materia voglio ricordare ai colleghi (che senz'altro sono attenti) che si tratta di una società paraconsorzio - non so poi quali delle due può essere eventualmente interessata - oggetto già di un'indagine dell'autorità competente.
Su questo argomento, non so se riguarda, ed eventualmente quale, le due società e quali persone. Le ho citate entrambe, perché non sono addentro quindi la questione riguarda un'altra Istituzione diversa dalla nostra.
Comunque, sarà premura della Presidenza riferire al Presidente Gariglio quanto lei ha aggiungo rispetto al precedente suo intervento.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "Leonardo Da Vinci" di Torino


PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste sull'ordine dei lavori, prima di fare alcune proposte per procedere nel pomeriggio, informo i Colleghi e quanti sono presenti nell'aula che stanno assistendo ai nostri lavori gli studenti della Scuola media "Leonardo Da Vinci" di Torino. Saluto loro e gli insegnanti che li accompagnano.
Abbiamo appena iniziato, come avete visto e sentito, la seduta pomeridiana del Consiglio Regionale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Richiesta, da parte del Consigliere Burzi, in merito alla risposta all'interrogazione n. 2462 dallo stesso presentata, inerente a "Spid s.r.l."

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Richiesta, da parte della Consigliera Motta, in merito alla risposta scritta all'interpellanza n. 2218 dalla stessa presentata, inerente a "Chiarimenti riguardo il funzionamento di Telefono Azzurro"


PRESIDENTE

Dopo l'intervento sull'ordine dei lavori su un tema diverso da quello che dovremmo trattare, ma è nel Regolamento del nostro Consiglio, dovremmo trattare il punto 3) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".
Vorrei proporre all'Aula, se naturalmente i colleghi sono d'accordo, di non procedere con le interpellanze e le interrogazioni.
Vorrei aggiungere che la proposta vale anche per il punto 4) all'o.d.g., "Nomine", quindi, se tutti sono d'accordo, entrambi sarebbero trasferiti all'o.d.g. del prossimo Consiglio, per passare, quindi, ai punti 5) e 6) dell'o.d.g.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Se lei allargasse la proposta di sospendere i punti all'ordine del giorno fino al punto 24) e li rimandasse all'aprile del 2010, facilmente potrei convenire, ma siccome la vedo ancora esitante arrivare a queste conclusioni, che peraltro mi sembrerebbero, per altri versi, molto utili al Piemonte e non soltanto a chi oggi vi parla, ho un'obiezione non di merito ma di forma.
Per quanto riguarda, salvaguardando la compagine della Giunta, pur essendo oggi numericamente maggiore rispetto alla media, e ringrazio i colleghi, essendo presenti cinque su 14 rappresentanti della Giunta, più la Presidente (sembra la percentuale degli edifici della nostra regione a norma rispetto all'agibilità statica), stiamo migliorando man mano che ci avviamo alla fine della Legislatura.
Ricordo che in una delle ultime (non l'ultima) Conferenze dei Capigruppo ho avuto modo di sollecitare un argomento specifico. Pensi che questa mattina, vedendo l'Assessore che in linea di principio avrebbe dovuto, secondo me, già un mese fa, fornire una risposta, mi sono illuso pensando che ci fosse la sua disponibilità in merito. Questo è il motivo per cui sono venuto in Aula.
Poi, mi rendo conto che l'argomento ha sia la priorità sia la necessità di un dibattito come quello che si è svolto, però non mi sono dimenticato delle sollecitazioni e vedo con dispiacere che qualcuno si dimentica delle nostre sottolineature. Dimenticare queste sottolineature non facilita i rapporti.
Sto parlando dell'Assessore Andrea Bairati, nel caso specifico.
L'argomento è stato sollecitato nella penultima sessione dei Capigruppo alla presenza dell'Assessore delegato ai rapporti - si fa per dire - con il Consiglio, l'Assessore Sergio Deorsola.
Pregherei, quindi, i colleghi della Giunta di volere confabulare nelle sedi che ritengono più opportune e decidere se e quando qualcuno pensa di darci questa risposta, che credo sia dovuta, esattamente come a tutte le altre interrogazioni e interpellanze, perché in genere si dà una certa attenzione a quelle dell'opposizione.
Il 17 ottobre ci sembrava urgente, oggi è il 25 novembre.
Vicepresidente Placido, avremmo dovuto imparare di più da lei; ci sono corsi serali di recupero, mi pare che si chiami PEC la sede dove ci si pu iscrivere.
Noi impariamo. Non so se sia così utile a questa Giunta e a questa maggioranza che noi impariamo più di quanto ci consentano il DNA che il buon Dio ci ha assegnato, e la nostra disponibilità a studiare (che, come si sa, essendo noi di Forza Italia è ed era, per statuto, un elemento limitativo). Perché vuole obbligarci ad imparare, se siamo renitenti ad imparare, un po' per DNA e un po' per scelta politica? Sono sicuro che chi doveva capire ha capito.



PRESIDENTE

Senz'altro sono stato un pessimo maestro...



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Su questo non c'è alcun dubbio!



PRESIDENTE

Me ne assumo tutta la responsabilità. Stamani non ero presente - sono arrivato in tarda mattinata per un problema familiare, di cui avrei fatto volentieri a meno - ma c'era l'Assessore Bairati. Pertanto, se i lavori fossero proseguiti nel modo ordinario, sarebbe stato pronto a rispondere presumo - all'interpellanza in oggetto, che era fra quelle segnate come pronte per la risposta (colore verde del pennarello, per la cronaca!).
Sarà nostra premura - la Giunta è comunque presente - segnalare che tale interpellanza dovrà essere esaminata fra le prime nella prossima seduta di Consiglio.
Per la seduta di domani l'ordine del giorno è diverso, ma come si sta modificando quello dell'odierna seduta - per la verità, non l'abbiamo ancora modificato perché la mia è una proposta che l'Aula deve ancora condividere - è evidente che domani potrà essere possibile rispondere ad una precisa richiesta del Presidente Burzi.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere se l'interpellanza n. 2218, inerente a "Chiarimenti riguardo il funzionamento di Telefono Azzurro", inserita nell'elenco dell'odierno o.d.g., potesse essere resa anche con risposta scritta. Mi riterrei comunque soddisfatta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Motta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Clement, sull'ordine dei lavori.



CLEMENT Gian Piero

Non so se me la sono persa - in tal caso chiedo scusa - ma questa mattina eravamo rimasti d'accorso che oggi pomeriggio ci sarebbe stata una comunicazione relativa alla decisione dell'Ufficio di Presidenza in merito ai lavori d'Aula previsti per domani pomeriggio.
Poiché non ho sentito nulla, devo intendere che i lavori sono confermati? Ai funerali parteciperà una delegazione? Vorrei sapere, in pratica, qual è la decisione che è stata assunta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Clement.
Per rispondere alle richieste che lei e il Consigliere Burzi avevate avanzato, più che sollecitato, preciso che i lavori del Consiglio non saranno sospesi (perlomeno questa è l'intenzione). Si sta verificando con le istituzioni e la famiglia, in particolare, l'ipotesi di una delegazione ufficiale del Consiglio regionale. Non appena perverranno notizie in tal senso, quanto mai rispettosi della volontà della famiglia, sarà comunicata una delegazione ufficiale. Altrimenti, chi lo riterrà, parteciperà a livello personale, per quanto possa considerarsi personale un Consigliere regionale che partecipa, sia pur non ad una manifestazione politica, ma ad un funerale pubblico.
Il Presidente Gariglio non ha ancora firmato la comunicazione. La convocazione della Conferenza dei Capigruppo è convocata alle ore 9.45 anziché alle ore 14.30, proprio per rispondere agli orari delle esequie di domani.
Se non vi sono altre richieste sull'ordine dei lavori e poiché non mi è parso di aver colto risposte negative in merito alla proposta di non svolgere né il punto 3) all'o.d.g., relativo a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", né il punto 4) "Nomine", che rientreranno nell'o.d.g. del prossimo Consiglio di martedì (perché quello di domani è già programmato) salvo intendimenti diversi dell'Aula, nella seduta di domani mattina (in particolare, rispetto al punto che segnalava il Presidente Burzi) potremmo passare all'esame del punto 5) all'o.d.g.


Argomento: Trasporti a fune

Esame ordine del giorno n. 1094 dei Consiglieri Auddino, Muliere Travaglini, Larizza, Boeti, Clement, Rostagno, Pace, Reschigna, Ferraris Caracciolo, Manolino, Scanderebech, Turigliatto e Dalmasso, inerente a "Fondi per l'alluvione di maggio 2008"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1094, "Fondi per l'alluvione di maggio 2008", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Non essendovi richieste d'intervento, possiamo porre in votazione l'ordine del giorno n. 1094.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1094, il cui testo recita: "Premesso che a seguito degli eventi alluvionali verificatisi in Piemonte dal 28 al 31 maggio scorsi, il calcolo dei costi per gli interventi più urgenti e per la messa in sicurezza delle zone colpite ammonta a circa 700 milioni d'euro sulla base del suddetto calcolo dei costi, il Governo nazionale ha promesso circa 540 milioni d'euro, di cui solo cinque effettivamente stanziati preso atto che permangono ad oggi gravissime difficoltà per i territori e per le popolazioni colpite dall'alluvione, nonché una situazione di costante pericolo anche in considerazione dell'incipiente stagione invernale.
Il Consiglio regionale del Piemonte chiede al Governo di mantenere quanto promesso nei giorni immediatamente successivi al fenomeno alluvionale fa appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento ed, in particolare, ai Parlamentari piemontesi affinché sostengano la Regione Piemonte in tale richiesta".
Il Consiglio approva.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Iscrizione all'o.d.g. ed esame disegno di legge n. 571, inerente a "Provvedimenti urgenti d'adeguamento al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 - Codice dei beni culturali del paesaggio" ed esame ordine del giorno n. 1124 collegato


PRESIDENTE

Procediamo all'iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 571 "Provvedimenti urgenti d'adeguamento al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 - Codice dei beni culturali del paesaggio", per il quale non occorre la maggioranza qualificata perché già prenotato. È sufficiente quindi, la maggioranza semplice.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il disegno di legge n. 571, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo, relatore

Darei per letta la relazione.



PRESIDENTE

Diamo per letta la relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, il disegno di legge, di cui si chiede all'Aula consiliare sollecita approvazione, è volto a adeguare la normativa regionale vigente in materia di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche al Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
Il citato codice nazionale dispone che, entro il 31 dicembre 2008, le Regioni provvedano a verificare la sussistenza, nei soggetti delegati all'esercizio della funzione autorizzatoria in materia di paesaggio, di requisiti d'organizzazione e di competenza tecnico-scientifica tali da garantire la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia. Il legislatore nazionale prevede inoltre che il mancato adempimento da parte delle Regioni della suddetta verifica determini la decadenza delle deleghe in essere alla data del 31 dicembre 2008.
Nella nostra Regione - in base alla legge regionale 3 aprile 1989, n.
20 in materia di tutela di beni culturali, ambientali e paesistici - la competenza al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche è allo stato attuale subdelegata ai comuni, che, per continuare ad esercitarla, sono tenuti a adeguare le loro strutture alle disposizioni nazionali in modo da assicurare la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia.
Il provvedimento, rubricato con il numero 571, è stato assegnato all'esame in sede referente della II Commissione consiliare il 26 settembre 2008. Si sono svolte consultazioni con gli enti e le associazioni interessate alla materia ed il testo, composto da otto articoli, è stato licenziato a maggioranza nella seduta del 19 novembre 2008.
L'articolo 1 enuncia le finalità del disegno di legge, ossia modificare il quadro normativo regionale nelle parti indispensabili a garantire la coerenza e la funzionalità del sistema, rinviando a tempi futuri una riforma organica e coordinata dell'intera materia sui beni paesaggistici.
L'articolo 2 istituisce la commissione regionale cui è attribuito il compito di formulare proposte per la dichiarazione di nuovi immobili ed aree di notevole interesse pubblico. Nella composizione della commissione regionale vengono recepite le norme del Codice dei beni culturali e del paesaggio; si stabilisce inoltre la durata, il soggetto chiamato a presiederla, nonché la gratuità della partecipazione ai lavori della commissione stessa.
All'articolo 3 si provvede a disciplinare la ripartizione di competenze tra Regione e comuni per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche.
Sono elencati in maniera tassativa gli interventi che, per natura o dimensione, hanno un rilevante impatto sul paesaggio e per i quali la competenza è riconosciuta in capo alla Regione; mentre i restanti casi, in ossequio al principio di sussidiarietà, sono demandati ai comuni.
Per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche, i comuni sono tenuti, in base all'articolo 4, ad istituire le commissioni locali per il paesaggio, previste dall'articolo 148 del Codice dei beni culturali e del paesaggio e dotate delle caratteristiche e dei requisiti richiesti dalla normativa nazionale al fine di garantire la separazione delle funzioni in materia di paesaggio da quelle più attinenti all'attività urbanistico edilizia. A seguito delle modifiche apportate nel corso del dibattito in Commissione, si è previsto che tali commissioni locali per il paesaggio possano essere istituite a livello di singolo comune o preferibilmente in forma associata, al fine di contenere e razionalizzare la spesa pubblica.
L'articolo 5 chiarisce che la delega ai comuni per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche non comporta trasferimento di personale regionale, mentre l'articolo 6 apporta modifiche all'articolo 15 della l.r.
20/1989, aggiornando la disciplina regionale relativa alla vigilanza esercitata dalla Regione sui comuni delegati al rilascio delle autorizzazioni.
L'articolo 7, introdotto in sede di Commissione, è volto a sopprimere le sezioni provinciali della commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali di cui all'articolo 91 bis della legge 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo). Tale previsione normativa, volta a garantire una maggiore efficienza e semplificazione delle procedure amministrative, attribuisce inoltre alle commissioni locali per il paesaggio, in luogo delle abolite sezioni decentrate, l'espressione dei pareri nell'ambito dei procedimenti per il rilascio del titolo abilitativo edilizio relativo ad aree ed immobili definiti dal piano regolatore comunale d'interesse storico artistico ed ambientale.
L'articolo 8 contiene le abrogazioni di alcune disposizioni regionali al fine di rimuoverne i contrasti con la sopravvenuta normativa statale".
Procediamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Non essendovi richieste di intervento, pongo in votazione l'articolo 1.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Devo affermare che sono sempre un po' stupito quando si procede così celermente alle votazioni. Ammetto di non fare parte della II Commissione ed è vero che c'è sempre una colpa da parte di chi non ha seguito con alacrità i lavori in Commissione, ma il procedere a spron battuto nella votazione di un testo richiederebbe un minimo di preparazione precedente che non ho avuto modo di fare.
Devo annunciare che questa legge sicuramente, da un punto di vista ambientale, si deve approvare, ed incontra il mio favore.
Ci sono alcuni punti che occorre comunque chiarire, nel senso che la mancanza di rappresentanti del mondo ambientalista all'interno della Commissione regionale è un argomento che andrebbe valutato con un minimo di attenzione. È vero che noi ci rifacciamo ad una legge nazionale, per spesso parliamo dell'effettiva possibilità che la Regione ha di intervenire nel modificare delle disposizioni che discendono da una normativa nazionale.
Così per quanto riguarda, ad esempio, le competenze per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche, si parla di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili superiore a 100 kilowatt, ma non vedo norme per quanto riguarda gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti non rinnovabili.
Questo è un problema. Perché mai un impianto che produce energia a fonte non rinnovabile non dovrebbe soggiacere ad un rilascio delle autorizzazione paesaggistica? Mi sembra che ci sia una doppia contraddizione: noi chiediamo il rispetto del paesaggio da parte di chi produce con un impianto a energia rinnovabile superiore a 100 kilowatt e questo ci può stare, ma sembra inconcepibile che, al contrario, per impianti di produzioni di energia da fonti non rinnovabili - quindi comunque problematiche per quanto riguarda il funzionamento e l'inquinamento - siano esentate da questo passaggio.
Ugualmente è abbastanza dubbio il fatto che per l'energia idroelettrica si chieda l'autorizzazione paesaggistica solo per le potenze superiori a 3.000 kilowatt.
Credo che su questo si sia pensato al discorso relativo alle piccole centrali idroelettriche, che sappiamo vanno affrontate e guardate con attenzione, però la potenza di 3.000 kilowatt sinceramente mi sembra un po' sovradimensionata per essere esentata dal rilascio di un'autorizzazione paesaggistica, calcolando che per produrre 3.000 kilowatt è sicuramente necessario costruire un invaso con tutte le relative ricadute per quanto riguarda l'impatto paesaggistico e ambientale delle opere che si vanno a costruire.
Credo che una riflessione più accurata e qualche considerazione in merito, anche se siamo già arrivati in aula, sia necessario, perché, come suol dirsi, "la gatta frettolosa fa i gattini ciechi".
E' capitato in passato. Giunto in aula mi sono accorto di problemi che per colpa mia non erano stati individuati in tempo all'interno delle Commissioni, però questa volta mi pare che i due rilievi che ho sollevato siano di un valore tale da meritare un approfondimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Credo che sia giusto da parte dei componenti del Consiglio, ma soprattutto della Commissione che ha lavorato su questo provvedimento rivendicare al pari del collega Moriconi il beneficio di inventario circa la loro attenzione, affinché questo provvedimento esca con quel livello di tutela che è dovuto ad ambienti e a paesaggi che lo meritano.
Però mi sembra di cogliere nelle parole del collega Moriconi soprattutto l'impostazione di chi ritiene che la tutela si faccia solamente non facendo fare e bloccando. Questa è una filosofia che sta facendo perdere al nostro Paese e ha già fatto perdere parecchi treni, mentre credo che si debba diffondere una cultura del fare bene, del fare rispettando l'ambiente, del fare trovando le soluzioni di compatibilità.
I rappresentanti degli interessi diffusi, a mio avviso, sono anche le associazioni ambientaliste, quindi devo affermare che a questo punto si ritiene da parte di qualcuno che poi la Giunta guarderà in una determinata direzione quando farà le nomine.
Lo posso dire io che sono all'opposizione, ma mi sorprende un po' che lo dica un rappresentante della maggioranza.
Credo che ci sarà senz'altro da discutere sull'articolo 3. Noi abbiamo adottato un atteggiamento di astensione per le ragioni che abbiamo ampiamente illustrato in Commissione.
Però possiamo dare un giudizio nel merito dell'articolo, pur non condividendo l'impianto generale della politica territoriale e pianificatoria della Giunta. Dal nostro punto di vista riteniamo che non vada peggiorata, per cui saremmo contrari in modo incisivo ad eventuali modifiche. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Non voglio rifare una relazione che, per economia di tempo, ho accettato l'invito del Presidente a non svolgere. Vorrei tranquillizzare i colleghi che non fanno parte della Commissione e, nel contempo l'intervenuto Consigliere Moriconi, precisando che in Commissione non si è tenuta una discussione superficiale. Si sono affrontati tutti gli articoli in modo approfondito.
A proposito del fatto che non venga inserito un elemento del mondo ambientalista nella Commissione regionale, devo dire che nell'audizione tutti i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, degli Ordini e di quant'altro chiedevano di avere l'inserimento di un rappresentante. Però la legge dice che i componenti della Commissione regionale sono sette nell'ambito di terne designate rispettivamente dal Politecnico di Torino dall'Università degli Studi del Piemonte, dalle fondazioni aventi per statuto finalità di promozione e tutela del patrimonio culturale e delle associazioni portatrici di interessi diffusi, individuate ai sensi delle vigenti disposizioni di legge in materia di ambiente e danno ambientale.
Credo che sia abbastanza ampio e rappresentativo il mondo sensibile che vuole tutelare l'ambiente. Pertanto, credo che anche se non abbiamo inserito un rappresentante specifico di un'associazione ambientalista, sia comunque ampiamente rappresentato questo mondo così com'è rappresentata questa legge.
In merito alle competenze della Regione e quelle che, invece, vengono demandate alle competenze delle Commissioni locali, voglio tranquillizzare chi, magari, non ne faceva parte e che ha sensibilità paesaggistica e ambientalista, che si è discusso molto. In pratica questa legge, anche se è una legge di adeguamento a norme nazionali, in definitiva, colleghi promuove una separatezza tra le parti edilizia e pratiche urbanistiche da quelle che sono, invece, le pratiche di tipo ambientale e di tipo paesaggistico, scindendo le due funzioni e le due attività. Quindi, questo è un gran passo in avanti, perché chi ha interesse a costruire non pu essere confuso con chi, invece, ha interesse a tutelare il paesaggio.
Credo che questo vada accolto anche dai colleghi che hanno più sensibilità verso il mondo del paesaggio e verso il mondo ambientalista.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Credo che pochi in quest'aula possano mettere in discussione la mia sensibilità ambientalista e paesaggista.
Sono per la cultura del fare e non per quella del rifare. Sono per l'introduzione all'interno del nostro sistema di elementi che portino, in qualche modo, avanti dimensione economica, tecnologica, culturale e ambientale in coerenza con quella paesaggistica.
Non dimentichiamo che la stessa convenzione europea del paesaggio punta, soprattutto, sull'innovazione, ovvero non soltanto vincoli, non soltanto prescrizioni, ma soprattutto politiche di strategia paesaggistica coerenti con le strategie che stanno insieme.
Ribadirei due considerazioni brevissime cui ha già risposto il collega Auddino. L'articolo 2, che era oggetto di discussione in questo momento disciplina la Commissione regionale ai sensi del decreto legislativo del 2004 relativo al Codice dei beni ambientali. La sua composizione è fortemente vincolata dal Codice. Su questo, non dimentichiamo inoltre che va benissimo, si potrebbe anche prendere in considerazione la presenza di elementi ambientalisti. Però, se questo dovesse passare, dovremmo prendere in considerazione una molteplicità di richieste che vanno molto al di là: per esempio, l'Associazione Nazionale Costruttori, che quasi sempre non ha sensibilità ambientalista, chiederebbe di rientrarvi.
Sono presenti i funzionari regionali e statali, sono presenti una pluralità di soggetti aventi caratteristiche etiche, aventi una preparazione universitaria tale che li pone nella condizione di operare in questa direzione.
Per quanto riguarda i fondi non rinnovabili, vorrei semplicemente ricordare che tutto questo è già normato dagli articoli 41 e 41 bis della legge n. 56. Quindi sarebbe stata in qualche modo una riproposizione di enunciazioni già contenute. Grazie.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Adesso, rivedendo alcune osservazioni che erano pervenute alla Commissione, sono emerse le sollecitazioni di puntualizzare alcuni parametri. A parte quelli quantitativi, se è sufficiente un limite di diecimila metri cubi piuttosto che ventimila, confesso che non ho elementi al di là della credibilità che, personalmente, posso attribuire all'informazione che viene sottoposta in considerazione della competenza del soggetto che scrive, però mi sembra da considerare un'osservazione che è quella che riguarda la dizione "infrastrutture stradali, ferroviarie e aeroportuali di interesse sovracomunale". In questo caso dicono che le strade provinciali sono tutte sovracomunali.
A questo punto, anche una piccola modifica del tracciato potrebbe comportare di cadere nella casistica. Noi pensavamo che questa definizione ponesse gli interventi ad un determinato livello di complessità e di impatto sul territorio. Indubbiamente quelle ferroviarie e aeroportuali, ma nella casistica stradale rientrano strade quasi ordinarie che sono classificate provinciali e che, magari, domani se le allargano di due metri o rettificano una curva, cadrebbero in altra categoria. Questo lo rassegno più che altro, all'attenzione dell'Assessore, perché è chiaro che quanto più casi minimali sottoponiamo ad un determinato livello di controllo tanto più distogliamo l'attenzione degli uffici da quei casi più importanti che è giusto approfondire.
Un'altra considerazione riguarda l'esenzione degli impianti fotovoltaici non affioranti che vengono posati sui tetti, che, in qualche modo, vengono annegati - non so se la parola è tecnicamente corretta - nel tetto.
Se vogliamo facilitare quest'installazione, a mio avviso, varrebbe la pena tentare un'esclusione, perché parliamo di tetti, quindi di strutture esistenti. Mi riferisco soprattutto alle strutture esistenti, non a quelle nuove, e i colleghi mi segnalano di proporre un emendamento sotto questo profilo.
Avendo la parola, per evitare di riprenderla ripetutamente, volevo ancora intervenire per quanto riguarda l'emendamento della Giunta, che, in linea di massima, può essere condiviso, ma da parte mia vi è un'osservazione.
Relativamente al taglio di alberature o di boschi cadiamo nella competenza forestale e, se si supera una determinata altitudine, cadiamo anche nel vincolo idrogeologico.
A mio avviso - qui ho fatto l'emendamento - limitiamoci a dire che devono essere sottoposte ad esame tutte quelle situazioni che modificano la morfologia in modo permanente.
L'Assessore ha proposto: "Interventi sotterranei per reti di distribuzione dei servizi di pubblico interesse, ivi comprese opere igienico sanitarie che non comportino il taglio o il danneggiamento di alberature o il taglio di boschi, la modifica permanente della morfologia dei terreni attraversati nella realizzazione di opere civili".
Sono d'accordo per la modifica permanente della morfologia e se si realizzano le opere civili fuori terra, però, abbiamo già degli strumenti e delle procedure che controllano il taglio dei boschi e l'intervento su alberature.
Quindi, proporrei di accogliere quest'emendamento e, adesso, sperando di avere tempo, cercherò di avanzare una proposta per quanto riguarda i pannelli fotovoltaici non affioranti dal tetto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Signor Presidente, come Gruppi, abbiamo presentato una serie di emendamenti all'articolo 3 ("Rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche") relativamente alle competenze che rimanevano in capo alla Regione e non passavano alle Commissioni locali, proprio perché, anche all'interno della Commissione, a tal proposito avevamo avuto un dibattito abbastanza approfondito legato al discorso sia delle fonti rinnovabili che non rinnovabili.
Adesso l'Assessore ci dice che quelle non rinnovabili sono già stabilite ed enumerate all'interno della legge n. 56. È pur vero che stiamo andando ad una revisione complessiva di questa legge, per cui, forse converrebbe, anche se è un doppione, inserirle all'interno di questo disegno di legge, quindi saremmo già garantiti rispetto ad un futuro sviluppo. Se c'è un doppione, lo teniamo per qualche mese, non mi sembra che possa essere così indicativo.
Altresì, avevamo dato mandato agli uffici dell'Assessorato di formulare una rivisitazione, per certi versi, di quest'articolo 3, anche perché mi ricordo che era venuta fuori una grossa discussione non solo rispetto alla questione rinnovabile o non rinnovabile, ma rispetto ad un altro argomento: ha senso parlare di potenza di energia prodotta se parliamo di impatto di tipo paesaggistico e non di impatto di tipo ambientale? Possiamo fare un approfondimento per capire, in termini di struttura e di impatto di tipo paesaggistico, il significato di un'opera piuttosto che un'altra? Anziché ragionare sulla produzione dei chilowatt o dei megawatt di energia...



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, diventa davvero difficile ascoltare, vi prego di abbassare il brusio. Grazie.



BARASSI Paola

Non possiamo parlare di strutture di un certo tipo piuttosto che di un'altra inserita all'interno del contesto? Questi erano i dubbi sorti durante la discussione in Commissione, che noi avevamo evidenziato, ed è su questo che noi avevamo anche chiesto all'Assessore un'attenzione maggiore.
Mi sembra che gli emendamenti presentati all'articolo 3 da parte dell'Assessore non rispondano in maniera convincente ai dubbi e alle problematiche da noi evidenziate, per questo abbiamo presentato degli emendamenti che riguardano tutta una serie di voci e in più chiedono l'inserimento di una proposta, proveniente già dalle associazioni e consultazioni, concernente la realizzazione di fabbricati di qualsiasi natura o dimensione o di impianti di altre strutture che sorgano a distanza inferiore a 500 metri dagli immobili elencati nell'articolo 136 del Codice dei beni culturali e del paesaggio o che alterino il paesaggio nel senso descritto da questo stesso articolo.
Questo lo abbiamo riproposto come emendamento, perché, secondo noi, non è riduttivo, tocca solo una categoria di beni. È un emendamento che potrebbe permettere alla Regione di esprimere un parere complessivo su un ambito paesaggistico un pochino più grande, che non vada soltanto a toccare i limiti del Comune di riferimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Conti; ne ha facoltà.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Signor Presidente, brevemente, partirei dalla parte finale dell'intervento della collega Barassi.
Lei sta anticipando quanto contenuto nell'articolo 7, nel senso che restano in capo alla Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, senza la necessità di specifiche all'articolo 3, i piani esecutivi, i piani di recupero, le iniziative di parte pubblica e privata, in pratica gli interventi maggiormente trasformativi, i piani particolareggiati.
Le iniziative cui lei faceva riferimento, visto che si tratta in ogni modo di caseggiati, rientrano all'interno dei piani regolatori, come prevede già la legge n. 56 e, successivamente, la legge n. 20, e sono già in capo alla Commissione centrale. Ovvero, gli strumenti attuativi di una certa complessità vanno in Regione e non sono appannaggio delle Commissioni locali.
Devo dire che, in chiusura della riunione della Commissione, quando si è dato mandato agli uffici e all'Assessore di rivedere i diversi punti di quest'articolo 3, comma 1, questa revisione è stata fatta unitamente ai tecnici dell'Assessorato all'ambiente. Qui siamo di fronte ad una materia caratterizzata da una relativa novità e complessità. I nostri colleghi dell'ambiente, cui ci siamo rivolti direttamente per avere delle suggestioni, ci hanno consigliato di addivenire unicamente a quell'emendamento di cui ho detto, nel senso che, al punto d), quando si è discusso in Commissione di impianti per la produzione d'energia da fonti rinnovabili superiore a 100 chilowatt di picco, suggerivano ad esclusione degli impianti di biomasse, i quali non soltanto sono scarsamente impattanti dal punto di vista paesaggistico, ma sappiamo anche essere soggetti a vasta. Se vi ricordate, si diceva che un impianto di circa 100 chilowatt di picco è modestissimo, riguarda tre-quattro appartamenti, non di più, lasciamo questo, introduciamo la questione della biomassa.
Sono fondamentalmente d'accordo con la suggestione di ridurre da tremila a, magari, duemila i chilowatt per gli impianti di produzione idroelettrica, così come sono altresì d'accordo di accettare l'emendamento presentato dal Consigliere Cavallera. Noi parliamo di opere igienico sanitarie che non comportano la modifica permanente della morfologia. Oltre tutto, si tratta di cavi interrati, di distribuzione di piccoli servizi. Mi sembra del tutto ragionevole una costanza di questo genere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Anch'io ho partecipato, come l'Assessore Conti sa, a quella discussione. Ad un certo punto ci siamo fermati perché non eravamo in grado di dare una valutazione rispetto agli impatti previsti nell'articolato, non trovando anche un criterio generale. Quello che diceva la Consigliera Barassi dovrebbe ricondurci ad un'idea di impatto sull'insieme delle volumetrie, dello spazio occupato dagli impianti.
L'Assessore Conti ci ha detto delle cose importanti che rimandano anche ad una collaborazione con l'Assessorato all'ambiente. Faccio un esempio.
L'Assessore Conti dice, al punto e) sugli impianti di produzione di energia idroelettrica, di passare da una potenza di 3.000 kilowatt ad una potenza di 2.000. Questo, in linea di principio, può andare bene.
determinante il lavoro, il coordinato disposto dei due, perch passare da 3.000 a 2.000 può anche essere interessante, ma bisogna che ci aiutiate a capire che significa passare da 3.000 a 2.000; che ci aiutiate anche visivamente, perché non possiamo farlo materialmente, a capire di che cosa si tratta.
Che significa 2.000 kilowatt in questo caso? È possibile fare qualche esempio che ci renda più semplice spannometricamente capire cos'è quell'impatto? Altrimenti capite che possiamo giocare ad un rialzo o ad un ribasso a seconda delle propensioni generali, che, da questo punto di vista, non ci fanno uscire dall'impasse. Se da questo punto di vista ci date una mano, forse, ci aiutate a costruire una posizione definitiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Il problema è essenzialmente di dimensione. Il problema sollevato dal Consigliere Deambrogio è un altro. È quello dell'impatto visivo di una struttura.
Queste cose, come penso sia già stato sufficientemente pubblicizzato saranno parte del Piano paesaggistico. Nel senso che non è che noi possiamo, per ognuno di questi interventi, addivenire ad una buona pratica per quanto riguarda l'impatto che l'architettura può proiettare verso l'esterno. Abbiamo cinque volumi allegati al Piano paesaggistico. Pratiche per quanto riguarda le strutture architettoniche a tutti i livelli: dalle case, ai capannoni industriali e a tutti gli altri edifici. All'interno di queste buone pratiche, troveremo una soluzione.
Addivenire, per ognuna di queste valenze, ad una descrizione di quella che sarà la dimensione dell'inserimento paesaggistico è un'operazione che va al di là degli obiettivi che ci siamo posti che, ricordo, vanno nella direzione di rispondere ad un obbligo che la Regione Piemonte ha di dotarsi, entro il 31 dicembre, di una legge che ci metta in regola con il nuovo Codice dei beni architettonici.
Abbiamo anche pensato, lo voglio ribadire, di intervenire nel minimo indispensabile, quello che ci consentiva di applicare un dettato nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Abbiamo ascoltato l'Assessore. La nostra non è, chiaramente, una posizione di ottusità. Considerando che la scadenza del 31 dicembre vuol dire che non siamo con l'acqua alla gola, come suol dirsi, il modo più semplice per superare il problema non è fare un elenco, ma se lo facciamo ci deve essere una ragione nell'elencazione.
L'Assessore comprende che tra una piccola centralina che può servire per portare elettricità e acqua al margaro in montagna - non ne ho ancora viste, ma so che il discorso prima o poi finisce lì - e un grande invaso c'è differenza. Faccio un esempio perché se n'è parlato, anche se non è questo il caso, ma tra la centralina in alpeggio e Combanera, c'è differenza. Noi vorremo capire se la centralina del margaro deve avere l'autorizzazione oppure no, così come non la deve avere Combanera.
Da ambientalista critico, l'ho detto altre volte, vorrei togliere tutte le tutele e tutte le difese sui territori, così arriviamo prima a sbattere il naso, verifichiamo prima tutti gli effetti dell'attenzione che ci mettiamo nel costruire delle cose.
Lasciamo da parte questa mio inciso, prendetemi per pazzo, magari per tanti va anche bene. Lasciamo da parte questa discussione, ma dobbiamo avere un'idea dell'ordine di grandezza su cui ci poniamo. Ammetto una mia incompetenza sull'argomento, ma 3.000 kilowatt richiedono una certa quantità d'acqua. Questa quantità d'acqua ha necessità di che cosa? Di uno sbarramento affiorante? Di una diga di dieci metri? Di una diga di centro metri? Comprendiamo tutti che c'è una differenza. Vorremo capire solo questo.
Togliamo tutte le distinzioni. Se mi ricordo bene, mi sembra che la legge che stiamo applicando non è una gran legge ambientale, però non mi pronuncio più di tanto perché non vorrei entrare in argomenti che non conosco molto a fondo.
Di fronte ad una costruzione, l'Assessore lo sa bene, se fermo un corso d'acqua con uno sbarramento affiorante, ho delle conseguenze di un certo tipo. A parte che quelli affioranti vanno ad incidere sul corso d'acqua obbligatoriamente perché, se devo formare una riserva d'acqua, in qualche modo, la devo fermare, se c'è uno sbarramento poco visibile, comprendiamo tutti che ci sono altre problematiche.
Magari ci sono anche altre norme, ma non è bello che, di fronte ad una possibile costruzione che va comunque a mutare il passaggio, diciamo a priori che di questa costruzione non ci interessiamo.
Ripeto, suggerirei un minimo di apprendimento e di riflessione sul punto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Quando prima parlavo del termine 31 dicembre, è entro il 31 dicembre che i Comuni si devono dotare della Commissione, altrimenti significa interrompere tutto il processo che porta i privati ad avere un'autorizzazione paesaggistica.
Moriconi, capisco benissimo la questione. Ciò che è stato fatto non è stato pensato in una notte e poi buttato sulla carta. Di fronte ad una certa situazione, avendo una relativa complessità e novità, si è cercato di desumere dall'esperienza consolidata in questi anni da parte della nostra Direzione Ambiente e Beni ambientali, che comunque offre servizi, e si è addivenuti a questa soluzione.
Credo che sia del tutto impraticabile il percorso secondo il quale magari in una settimana o in 15 giorni, riusciamo a fare chiarezza su tutti questi punti. Non esistono condizioni oggettive.
vero, altresì, che noi stiamo per approvare velocemente una legge che ci è stata imposta, ma al tempo stesso sappiamo che in questa legge abbiamo introdotto il minimo indispensabile di punti che modificano l'insieme dell'intelaiatura esistente. Avremo tempo, nelle settimane e nei mesi successivi, di reintervenire una volta che avremo reso chiarezza su tutta una serie di punti per modificare ulteriormente alcuni aspetti.
Siamo in corsa per una nuova legge di governo del territorio, che conterrà una serie di elementi. Sappiamo che tutta una serie di vincoli che qui sono discussi, sono già contenuti in altre leggi (per esempio, la n. 56 o la n. 20); questa enucleazione di opere possibili è stata fatta depurando quelle che sono già contenute in altre leggi, per cui è previsto l'intervento della Commissione centrale, e poi alla luce, appunto dell'esperienza che è andata consolidandosi in questi ultimi tempi.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli emendamenti all'articolo 3.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Deambrogio, Barassi Moriconi: Al comma 1, lettera) eliminare "le fonti rinnovabili".
La parola al Consigliere Deambrogio, per l'illustrazione.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Non mi dilungo troppo nell'illustrazione, semplicemente perch nell'intervento precedente della Consigliera Barassi la ratio di questo emendamento era già stata esplicata, articolandone la validità.
Poi, c'è stata la risposta dell'Assessore che, sostanzialmente sostiene che da questo punto di vista quel tipo di centrali, quindi da fonti non rinnovabili, è già normato nella legge n. 56. A noi pare comunque, considerando quanto è già stato detto prima dalla Consigliera Barassi, che valga la pena, in questo caso, di inserire una tutela, sapendo che molto probabilmente la legge n. 56 sarà modificata; intanto, per poniamo un paletto e poi vedremo cosa accadrà nel prosieguo. Questa è la ratio di questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Il parere è favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Vorrei evitare l'antico detto: "Chi male intende peggio risponde". Qui siamo alla lettera d)?



PRESIDENTE

All'articolo 3, comma 1, lettera d).
Con quest'emendamento si propone di sopprimere dalle parole "fonti rinnovabili", quindi sostanzialmente di porre il controllo in capo alla Regione per tutti gli impianti per la produzione di energia.



CAVALLERA Ugo

Dal mio punto di vista, Presidente, questa è una proposta non condivisibile. Sulla base dell'esperienza, senz'altro fra poco l'Assessore proporrà una modifica, perché ritengo ci siano produzioni veramente minimali che presuntivamente in rapporto alla potenza dell'impianto, vi è anche la complessità o la dimensione dell'apparato produttivo. Parliamo di fonti rinnovabili, quindi svolgeremmo un'opera emendativa solo per una questione di principio e non per un'esigenza pratica.
Sotto questo profilo non posso condividere la proposta, quindi voteremo contro quest'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Vorrei richiamare l'attenzione del Consiglio Regionale e dell'Assessore Conti su un punto: con l'articolo 3 deleghiamo alla competenza delle Commissioni locali sul paesaggio interventi di nuova costruzione che interessano una superficie territoriale sino a 10 mila metri quadrati.
Con l'emendamento presentato dal Consigliere Deambrogio e dalla Consigliera Barassi, accolto dall'Assessore Conti, noi diciamo che in Regione, invece, debba passare qualsiasi impianto, di produzione di energia rinnovabile o no, con una potenza superiore a 100 kWh. Una stufa! Allora, la Commissione locale sul paesaggio è autorizzata ad intervenire su interventi ben più significativi sotto il profilo dell'impatto paesaggistico e territoriale e le "stufe" devono venire in Regione.
Colleghi, riflettiamo su questo punto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Barassi.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Posso comprendere l'intervento e le obiezioni del Consigliere Reschigna. Infatti anch'io penso che il problema, visto che è un problema di impatto di tipo paesaggistico, come dicevo anche in Commissione, vada risolto non tanto sulla quantità di energia prodotta (l'ho detto anche prima), ma su quanto la struttura impatta sul paesaggio circostante.
Ciò che non riesco a capire, però, è perché ci debba essere una distinzione tra energia rinnovabile e energia non rinnovabile. Questo mi sembra l'elemento centrale, secondo il quale le energie rinnovabili devono passare in Regione al contrario delle energie non rinnovabili. Questo mi sembra un po' bizzarro.
La problematica riguarda il fatto che, da una parte, spingiamo per avere energie rinnovabili e, dall'altra, diciamo che queste sono soggette ad una valutazione di tipo regionale.
A questo punto, se decidiamo di eliminare la lettera, eliminiamola, ma non facciamo passare nessuno in Regione.



PRESIDENTE

Propongo una breve sospensione, per verificare se sia possibile trovare un accordo, viste le diverse posizioni.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Vorrei riportare la discussione nel solco di quella che è stata fatta in Commissione.
Mi sembra che la ratio di far esaminare dalla Commissione regionale determinate pratiche in modo più intensivo (ad esempio, per le energie rinnovabili) derivi dal fatto che probabilmente non abbiamo delle linee guida, non abbiamo una casistica consolidata.
Ormai la tecnologia ci dimostra che gli impianti tradizionali sono quelli che conosciamo: di solito hanno una potenza ben precisa, perch ovviamente, bisogna considerare anche i criteri della redditività di questi investimenti.
Il campo del rinnovabile, invece, è un settore tutto da esplorare quindi mi era sembrato di capire, almeno da una risposta dell'Assessore, ma posso essermi sbagliato, che ci fosse una griglia più stretta per questa ragione, ovvero per vedere la multiforme gamma di queste proposte di vario tipo e poterle, anche in questo caso, delegare quanto prima. Vanno alla Commissione locale: benissimo. Tenerli in Regione comporta un appesantimento. A mio avviso, magari cento era poco lo stesso, per entrando in quella logica (che peraltro non condivido), ritengo che ci possa essere una motivazione tale che tenda ad elaborare una casistica per poi avere dei sistemi standardizzati di valutazione e demandare, poi, alla periferia, in modo da delegare alla Regione soltanto più il controllo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Conti; ne ha facoltà.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Vorrei fare un'ultima considerazione relativamente all'emendamento che abbiamo presentato, quando si dice in chiusura "ad esclusione degli impianti di biomasse". Quest'emendamento esclude questo tipo di impianti dalla competenza autorizzativa, in quanto la tipologia stessa di impianto prevede l'utilizzo di combustibili vegetali (legna da ardere, legno sminuzzato, pastiglie di legno macinato e quant'altro), e si presenta come risorsa energetica rinnovabile e rispettosa dell'ambiente, soprattutto nei casi di ciclo continuo. Utilizzazione che raramente - su questo non mi sembra che vi siano molti dubbi - determina problematicità dal punto di vista dell'inserimento paesaggistico.
Consideriamo, inoltre, che le dimensioni previste per i locali caldaia sono riconducibili, comunque, per dimensione, a dei modestissimi impianti tradizionali.



PRESIDENTE

Propongo una breve sospensione della seduta e di riprenderla alle ore 17.05 per trovare una mediazione, perché il voto su quest'emendamento condiziona gli emendamenti successivi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.58 riprende alle ore 17.14)



PRESIDENTE

Comunico che l'emendamento n. 9 presentato dal Consigliere Deambrogio è ritirato.
stato presentato dalla Giunta regionale il seguente emendamento all'articolo 3, comma 1. Lo leggo perché è stato appena presentato e non è ancora a vostre mani.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'assessore Conti: All'articolo 3, comma 1, la lettera d) è sostituita dalla seguente lettera d): "impianti per la produzione di energia da fonti, rinnovabili e non, con potenza superiore a 1.000 Kw di picco". La lettera e) è soppressa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Stiamo discutendo dell'emendamento n. 10 o del n. 11? Perché qui è scritto "11".



PRESIDENTE

Stiamo parlando dell'emendamento n. 11 della Giunta regionale. Però c'è un suo emendamento, rubricato come n. 10, che è un subemendamento all'emendamento n. 1 della Giunta regionale, che viene ritirato.
corretto, Assessore Conti?



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali (fuori microfono)

Sì.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1 della Giunta regionale viene ritirato, quindi collega Cavallera, il suo emendamento n. 10 all'emendamento 1 decade, a meno che il collega non lo voglia riproporre. Però, oggettivamente, vista la riscrittura dell'emendamento n. 11, il suo subemendamento parrebbe già assorbito nella dizione presentata della Giunta regionale.
Prego, collega Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Chiederei a qualcuno di spiegarmi la necessità di inserire le parole "rinnovabili e non": perché se ci riferiamo all'universo delle centrali con potenza non superiori a 1.000 Kw, diciamo questo.



PRESIDENTE

Assessore Conti, rispetto all'osservazione del collega Cavallera ritiene di fare una precisazione?



(Commenti dell'Assessore Conti)



CAVALLERA Ugo

Avevo domandato come mai s'inserivano le parole "rinnovabili e non".



PRESIDENTE

Effettivamente - chiedo scusa se la interrompo - l'osservazione del collega Cavallera è pertinente: se facciamo riferimento all'universalità di fonti di impianti di produzione di energia, l'inciso è superfluo.



PRESIDENTE

BARASSI Paola (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma anche le parole "da fonti" sono superflue.



PRESIDENTE

Quindi possiamo considerare l'emendamento della Giunta regionale così riformulato: "Impianti per la produzione di energia con potenza superiore a 1.000 Kw di picco"?



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali (fuori microfono)

Sì.



PRESIDENTE

Bene. Rispetto al testo che avete dell'emendamento 11, vengono soppresse le parole "da fonti, rinnovabili e non,".
Quindi il testo finale dell'emendamento è il seguente: "Impianti per la produzione di energia con potenza superiore a 1.000 Kw di picco. La lettera e) è soppressa".
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Brevemente, per precisare che quest'emendamento, dal nostro punto di vista, è peggiorativo. Pertanto, il nostro voto, che normalmente è di astensione, in questo caso sarà contrario.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 10 è ritirato?



CAVALLERA Ugo

Sì.



PRESIDENTE

A seguito della presentazione dell'emendamento n. 11, viene conseguentemente ritirato anche l'emendamento n. 4 dei colleghi Deambrogio e Barassi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento rubricato n. 5 a firma del Consigliere Deambrogio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per segnalare una novità. Infatti, rispetto alle persone sedute e presenti, perché ormai è dato per prassi che se una persona è seduta o presente all'interno dell'emiciclo, il vicino possa votare, anche considerate le persone sedute o presenti - questa volta era facile da verificare perché gli assenti erano solo quattro - i conti non tornano per almeno due persone.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, prendo atto della sua osservazione. Prego di fare rientrare la Consigliera Spinosa affinché possa assolvere alle sue funzioni di Consigliere Questore.
Ripetiamo la votazione sull'emendamento n. 11, che avverrà per appello nominale.
Il numero legale è 31.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 11.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 32 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Deambrogio, Barassi Dalmasso, Moriconi: Art. 3 comma 1 lettera h) sostituire "50.000" con "30.000".
La parola all'Assessore Conti; ne ha facoltà.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Il parere della Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito all'emendamento, ma sulle modalità generali con cui stiamo continuando a votare questa legge. Che il Consiglio abbia titolarità rispetto alle modifiche normative e rispetto al testo licenziato dalla Commissione, va bene, ci mancherebbe. È una prerogativa del Consiglio, che correttamente esercita.
Ciò che è un po' anomalo è che vi sia un testo sul quale sono state fatte le consultazioni, che è stato approvato in sede di II Commissione e poi sul cuore del testo, che è l'articolo 3, vengano fatte modifiche di carattere sostanziale.
Ora, che la Giunta e la maggioranza abbiano difficoltà a dialogare complessivamente è un aspetto noto. Non abbiamo concluso la discussione delle leggi, però rilevo che se il gioco è questo e pare continuare ad essere questo, cioè basta che la legge sia licenziata, poi gli accomodamenti, anche se di bassissimo livello politico - è una valutazione personale e non entro nel merito del singolo emendamento - vanno bene purché la legge venga licenziata, ci eserciteremo allo stesso modo. Nel senso che è sufficiente presentare qualche emendamento che dice esattamente l'opposto e stare a discuterli molto a lungo.
Dico che è anomalo, perché mi sembra che ci sia una modalità. Un conto è quando si presenta un emendamento che è in qualche modo migliorativo rispetto a parti non sostanziali della legge, ma è evidente che quando, nel rilascio delle autorizzazioni, vediamo che se passano e non vi è più una distinzione tra le fonti rinnovabili e quelle non rinnovabili, vi è una riduzione tra 3.000 e mille kilowatt, vedremo come le singole Amministrazioni comunali saranno in grado, con i loro potenti uffici tecnici, di esprimere autorizzazioni paesaggistiche in merito a queste realizzazioni.
Accadrà di fatto un'altra cosa, cioè che dove le Amministrazioni comunali, la cui Commissione paesaggistica e la cui Giunta è favorevole alla realizzazione di un intervento, questo si farà; avverrà che, al di là della competenza e della qualificazione che richiediamo in legge la Commissione locale per il paesaggio, laddove vi sarà un'Amministrazione che non intende in alcun modo ospitare all'interno del proprio territorio un impianto per la produzione d'energia, questo non si farà, perché ovviamente verrà motivato che in ambito paesaggistico, che è una materia assolutamente soggettiva, è sufficiente vedere ciò che riguarda gli impianti per la produzione d'energia eolica. Vi sono alcune Regioni e alcune aree in cui vengono autorizzati, mentre ve ne sono altre in cui per le stesse motivazioni e per gli stessi principi normativi non vengono realizzati.
Credo che demandare alle Commissioni paesaggistiche locali di aree in cui principalmente vi sono Comuni minori sia sbagliato, perché non è sufficiente pensare quali possono essere queste produzioni, salvo realizzare un'impresa che produce energia con il gas metano, ma è facilmente comprensibile che tutto il resto verrà realizzato in aree montane o pedemontane, cioè in Comuni di piccolissime dimensioni e con un ridottissimo personale di carattere tecnico-amministrativo, ma che avranno inevitabilmente una fantastica Commissione locale per il paesaggio.
La Regione intende abdicare da quella che è una scelta rispetto alle politiche di produzione energetica, e quindi demandarle ad una scelta che non sarà di produzione energetica, ma sarà una valutazione totalmente politica delle singole Amministrazioni comunali. Faccia l'Assessore Conti è un problema che riguarderà l'Assessore e riguarderà le singole comunità locali in cui non vi sarà la volontà - magari spesso a scapito dei cittadini - di fare queste realizzazioni.
Non è un problema che riguarda né il nostro Gruppo consiliare n l'opposizione, ma riguarda i cittadini piemontesi.
una logica da basso mercato. Se ci dobbiamo esercitare, i colleghi sanno che siamo bravissimi a farlo nell'arco di pochi minuti, e così faremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Credo che questa disposizione, intanto, non è coordinata con le altre disposizioni esistenti come, peraltro, anche quella precedente dei mille kilowatt, perché era stato assodato fin dalla legge n. 10 del 1981 che sotto i tremila kilowatt non si doveva richiedere nessun'autorizzazione per produrre energia. Anche in epoca di monopolio ENEL imperante, fino a tremila kilowatt si poteva produrre senza avere autorizzazioni speciali salvo quelli edilizi.
Venendo a questo caso, abbiamo anche in Consiglio la nuova legge forestale che è basata proprio sull'unificazione delle procedure. Mi riservo, ovviamente, in quella sede (non sono assolutamente d'accordo con quest'emendamento), di presentare un emendamento proprio o improprio pertinente o non pertinente, per cercare di riportare anche questa fattispecie ad una procedura più accettabile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali.

Darò una brevissima risposta al Consigliere Vignale, il quale trova forse un po' curioso questo modo di condurre la discussione su un testo che è già uscito in Commissione.
In realtà (non so se il Consigliere Vignale era presente venti minuti addietro), abbiamo ripetuto più volte che il nodo fondamentale emerso in discussione era di dare valore superiore a questi dati tecnici.
C'eravamo presi l'impegno, lo ricordavo alcuni minuti addietro, di verificarli, perché così ci siamo lasciati la scorsa settimana. La materia è nuova, i tecnici del nostro Assessorato e della Direzione Ambiente non sono stati in grado di riqualificare complessivamente questo testo. Ripeto comunque, che avremo tutte le occasioni per tornarci, anche perché ci troviamo di fronte ad un provvedimento che riveste un'assoluta urgenza.
Stiamo semplicemente applicando a livello regionale le disposizioni contenute nella seconda modifica del Codice dei beni ambientali e del paesaggio.
Queste considerazioni cui eravamo giunti in Commissione e poi ripresentate in Aula erano espressione di realismo e per dare garanzia affinché le nuove Commissioni non si ponessero in una dimensione diversa rispetto a quella che dovrebbe consentire normalmente una valutazione del paesaggio.
chiaro che nei prossimi mesi, probabilmente, si andrà in questa direzione, però non dimentichiamo che se non si addiviene a consegnare ai Comuni la possibilità di istituire queste nuove Commissioni, ci saranno un inevitabile ulteriore allungamento dei tempi per le autorizzazioni e disagi enormi non soltanto per i Comuni, ma per tutti i cittadini che desiderano intervenire sulle proprie proprietà.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Il voto del nostro Gruppo consiliare sarà contrario, perché non è possibile giustificare l'eventuale accettazione degli emendamenti con l'urgenza di un provvedimento di legge. Non è che perché questo provvedimento è urgente, ed è urgente per i motivi citati durante l'illustrazione della legge anche in seno al dibattito generale sugli articoli che è avvenuto, si può accettare qualunque cosa purché la legge in qualche modo, esca.
Un conto è il dibattito legittimo che vi è in Consiglio, un conto è prevedere all'articolo principale su cui la legge si fonda, che è il n. 3 al di là delle necessità di adeguare e coordinare la registrazione vigente e quant'altro, di demandare ai Comuni tutto quanto non è previsto nella legge.
Noi, cioè tutto il Consiglio, abbiamo svolto un lavoro in sede di Commissione, dove sono stati fatti alcuni approfondimenti. Quegli approfondimenti hanno fatto sì che la legge venisse licenziata con alcuni punti e, in particolar modo, il comma 1 dell'articolo 3. Quello è stato un lavoro collegiale. Se c'è poi la volontà di qualche Gruppo che legittimamente intende apportare delle modifiche al testo, è un po' anomalo che questo avvenga con un rapporto tra la Giunta e un pezzo della sua maggioranza che è contrario a quanto la Giunta e la maggioranza hanno scritto e la Commissione ha licenziato.
Pertanto, se s'intendeva fare delle modifiche di questo tipo, non in merito ad un miglioramento delle leggi come tante volte accade in sede di dibattito consiliare, si doveva riportare la discussione in un ambito di collegialità e non di rapporto. Noi comunque ne prendiamo atto. Prendiamo atto che vi sono alcune possibilità con le quali, fermando una legge urgente, è possibile ottenere quello che un pezzo del Consiglio vuole ottenere. Ma se vuole glielo dimostro in dieci minuti. Ho pronti tre emendamenti e scriverne altri quindici ci metto sette minuti. Le dimostro che se voglio modificare un pezzo dell'articolo della legge non ancora licenziato, lo modifichiamo e la legge non viene licenziata.
Allora, se questa è la modalità che Giunta con maggioranza, non Giunta con opposizione o maggioranza con opposizione, come qualche volta accade ed è legittimo che ciò possa accadere, ma Giunta con maggioranza intende fare se vuole, possiamo sperimentarlo. È uno strumento assolutamente facile dove crediamo, peraltro, di essere più bravi, non fosse altro perché da tre anni e mezzo ci esercitiamo coi colleghi di maggioranza. Se questa è la modalità, siamo pronti ad intraprenderla immediatamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Per mia forma mentis, sono tendenzialmente filogovernativo, nel senso che mi aspetto sempre che gli organismi comunali, provinciali, e nazionali governino.
Votare contro mi spiace. È un mio modo di pensare. Questa volta per in questo caso specifico, voto convintamente contro. Saremo una minoranza ma noi montanari ci eravamo lasciati convincere dai discorsi della pianura che bisogna trovare alternativa al petrolio, che bisogna darsi da fare, che non dobbiamo abbandonare le nostre valli ma dobbiamo curare l'ambiente delle nostre valli e l'ambiente in generale, anche della pianura e anche dei torinesi, tramite nostro, aiutandoli.
Tutti i progetti che ho davanti al naso, che parlano di idroelettrico di eolico, di fotovoltaico e di biomasse, superano questo limite. Ma come no, Reschigna! Un impianto piccolo non vale la pena farlo, costa troppo! Mi è stato spiegato che non rende! Attenzione - non vorrei essere frainteso, non sono favorevole ai megaimpianti, a volte è anche necessario farli - piccolo, ma con un dato minimale.
L'inserimento di questo limite fa sì che, ad esempio, un piccolo paese di cinque-seimila abitanti dalle nostre parti che voglia costruire un impianto a biomasse per provvedere al riscaldamento di scuole e edifici pubblici, magari anche di un alloggio o due, non rientri qui dentro! Per carità, magari la Regione sarà così lungimirante da dare anche l'autorizzazione, ma, conoscendo i chiari di luna che ci sono, non lo so! Si stanno bloccando dappertutto le iniziative legate allo sviluppo che si basano su tecnologie che utilizzano elementi naturali che non siano carbone o gasolio e io, veramente, non riesco a capire! Queste nostre motivazioni circa il potenziamento di certe iniziative sono valide, tant'è che stanno prendendo piede. Stavamo cercando faticosamente di arrivare ad impianti che sfruttassero l'acqua, il vento e il sole, però, pare che sia male; un giorno o l'altro, magari, qualcuno me lo spiegherà e, se lo capirò, lo ringrazierò.



PRESIDENTE

Prego la Consigliera Segretaria Spinosa di verificare l'esito della votazione.
Non essendoci altre richieste d'intervento, indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Deambrogio, Barassi Dalmasso, Moriconi: Art. 3, comma 1, inserire la lettera i) "realizzazione di fabbricati di qualsiasi natura o dimensione o di impianti o di altre strutture che sorgano a distanza inferiore a 500 metri dagli immobili elencati dall'art.
136, comma 1, lettera a) e b) del codice dei beni culturali e del paesaggio, o che alterino, il paesaggio nel senso descritto dall'art. 136 comma 1, lettera c) e d) del codice dei beni culturali e del paesaggio" L'Assessore Conti intende esprimersi; ne ha facoltà.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

La Giunta non considera significativo questo emendamento rispetto al complesso della legge in oggetto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6.
Il Consiglio non approva.
Sub-emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Cavallera Leardi, Burzi: Art. 3 comma 3 eliminare le parole "il taglio o il danneggiamento di alberature o il taglio di boschi".
La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Il subemendamento presentato dal Consigliere Cavallera è convincente conseguentemente il testo sarà il seguente: "Non sono soggetti ad autorizzazione, oltre gli interventi elencati all'articolo 149 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, la posa di cavi e tubazioni interrati per le reti di distribuzione dei servizi di pubblico interesse, ivi comprese le opere igienico-sanitarie che non comportino una modifica permanente della morfologia dei terreni attraversati né la realizzazione di opere civili ed edilizie fuori terra".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 3, sul quale l'Assessore Conti, in nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Conti: All'articolo 3, è aggiunto il seguente comma: "3. Non sono soggetti ad autorizzazione, oltre gli interventi elencati all'articolo 149 del codice dei beni culturali e del paesaggio, la posa di cavi e tubazioni interrati per le reti di distribuzione dei servizi di pubblico interesse, ivi comprese le opere igienico sanitarie che non comportino la modifica permanente della morfologia dei terreni attraversati né la realizzazione di opere civili ed edilizie fuori terra" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Prego sempre la Consigliera Segretaria Spinosa di verificare la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Deambrogio, Barassi Moriconi: All'art. 4, comma 1 inserire "al fine di realizzare il necessario coordinamento paesaggistico ogni commissione, escluse quelle dei Comuni capoluogo di provincia deve essere sovracomunale. Ogni commissione deve avere quale ambito di competenza un territorio su cui risiedono almeno 50.000 abitanti. I comuni con popolazione inferiore sono tenuti a costituire la commissione in forma associata con i comuni limitrofi, fino al raggiungimento di un ambito di 50.000 abitanti".
La parola alla Consigliera Barassi.



BARASSI Paola

Signor Presidente, intervengo per illustrare i tre emendamenti. Tra l'altro, annuncio il ritiro dell'emendamento n. 7 che chiedeva di inserire una sorta di obbligo sulle Commissioni sovracomunali, avendo già provveduto a presentare un ordine del giorno alla Giunta regionale.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 7 viene ritirato.



BARASSI Paola

Lo scopo è di esortare la costituzione di queste Commissioni locali a livello sovracomunale, non solo perché - pensiamo al Piemonte, che ha oltre 1.200 Comuni, alcuni dei quali estremamente piccoli - diventa veramente difficile che ogni Comune si doti della propria Commissione locale. Secondo noi è importante andare verso Commissioni sovracomunali proprio per avere una visione d'insieme a livello paesaggistico, che non possiamo ridurre ad ogni singolo e piccolo Comune.
Abbiamo ritirato l'emendamento, ma riteniamo importante che la Giunta agisca con tutti i mezzi possibili per fare in modo che le Commissioni locali vengano costituite a livello sovracomunale.
Gli altri due emendamenti sono molto specifici e molto brevi; ne avevamo già parlato anche in Commissione, poi oggi siamo arrivati ad una formulazione di questi emendamenti. Il primo recita: "I componenti della Commissione non possono essere dipendenti comunali o membri di Commissione di edilizia comunale". Questa è anche un'indicazione già contenuta nel Codice Urbani che prevedeva, ad esempio, la differenziazione tra ufficio paesaggistico e ufficio urbanistico, anche all'interno dei Comuni, in modo che non ci fossero delle sovrapposizioni che potrebbero anche diventare pericolose. Quindi, questo emendamento, è una puntualizzazione in tal senso.
L'altro emendamento è legato alla durata della Commissione locale: "I membri della Commissione durano in carica per un periodo non superiore ai cinque anni", e noi chiediamo che il mandato possa essere rinnovato per non più di una volta, quindi una limitazione.
Visto che ho la parola, volevo chiedere anche un approfondimento e una spiegazione all'Assessore Conti. Noi andiamo a dire che i Comuni sono obbligati ad istituire, entro il 31 dicembre, perché questo è il termine previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, le Commissioni locali. Vorrei capire, visto che non l'abbiamo messo in legge, che cosa succede se i Comuni non ottemperano a questo obbligo. In particolare voglio capire se, automaticamente, la Regione revoca le deleghe che vengono trasferite. Se non è inserito da altre parti, forse sarebbe opportuno inserirlo in modo puntuale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Vorrei fare una domanda e un'osservazione.
La domanda è: i componenti delle Commissioni, che stiamo istituendo dei beni culturali del paesaggio, sono retribuiti? In che misura? Ripeto la domanda. I componenti delle Commissioni che stiamo istituendo sono pagati? E se sì, in che misura? L'osservazione. È vero che qui scriviamo "preferibilmente in forma associata", ma l'imposizione riguarda tutti i Comuni, anche quelli piccolissimi. Non penso che i Comuni piccoli siano in grado di nominare una commissione in tal senso. Una Commissione, così come prevista, può andare bene per i Comuni medio-grossi. Direi di valutare se sia il caso, ad esempio, di dare l'incarico alle Comunità montane, per i Comuni più piccoli o alle Province. Penso a Comuni, che abbiamo in Provincia di Cuneo, con 50 abitanti; figuriamoci se possono nominare una Commissione con tre tecnici di questo livello. Quei Comuni di sicuro non la istituiranno, non sono neanche in grado di istituirla associandosi fra loro.
Se andiamo ad associare i quattro o cinque Comuni dell'Alta Val Grana non raggiungiamo, comunque, i 1.000 abitanti. Mi sembra che imporre una Commissione del genere ai Comuni sia una cosa non attuabile da parte della maggioranza dei 1.200 Comuni del Piemonte.
Per questa ragione, chiedo di modificare questo articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Non sono assolutamente d'accordo sull'emendamento, perché o realizziamo la delega ai Comuni oppure no. Dopodiché, si parte dal potere di auto organizzazione che i Comuni hanno. Naturalmente, in materia urbanistica hanno già dovuto risolvere le questioni dello sportello unico, quindi da parte dell'Assessorato basterebbe dare una direttiva di operare con le stesse circoscrizioni.
L'emendamento trasuda dirigismo, ma non solo, anche sfiducia nei confronti di una delega data ai Comuni. Non dimentichiamo che già la legge n. 20 ha conferito delle deleghe ai Comuni, laddove ci sono le pianificazioni, quindi c'è già una certa esperienza.
Vorrei domandare: se fossimo coerenti, alle 18 sospenderemmo i nostri lavori. Il mancato termine dell'approvazione della legge, in questa seduta non è certamente attribuibile all'opposizione. Bisogna decidere se si va in Commissione per arrivare, poi, ad un testo soggetto ad un tira e molla tra ambientalisti, una maggioranza meno avanzata sul terreno ambientalista e una un po' più avanzata, e così via. È una sceneggiata che non ha senso abbiate pazienza! O si va in Commissione, ci si confronta maggioranza e opposizione e si definiscono delle linee che poi tengono anche in Aula, altrimenti, da adesso in avanti, in Commissione di conseguenza, chiederemo che vengano approfondite le questioni in quella sede. Ci va poco, anche da parte nostra, a tirare fuori tutti i dubbi che avevamo e abbiamo e, su ogni dubbio, impostare due o tre emendamenti motivati, non capziosi.
Sono materie difficili, di fronte ad un provvedimento del genere non si dovrebbe dire più nulla. Noi andiamo incontro ad una situazione che va a riportare tutto alla competenza del Ministero dei Beni culturali. Stiamo trovando delle soluzioni per vivere questa vicenda, sperando che il nuovo Governo sbaracchi la normativa che ha introdotto Pecoraro Scanio e ne faccia una un po' più accettabile. Sono convinto che se parlo ad uno ad uno con i Consiglieri, 50 sono d'accordo e dieci non lo sono. Per cui piantiamola lì! un tira e molla che non ha senso, perché nessuno in questo Consiglio propone cose stravolgenti. Abbiamo anche letto le osservazioni dell'ANCI che dovrebbe essere tra i più restii ad assoggettarsi a certe condizioni che sono osservazioni condivisibili: il Piemonte ha già raggiunto un determinato equilibrio. Questo è sufficiente, perché la struttura della nostra Regionale è in grado di fronteggiare tutte le situazioni e attraverso un sistema locale (provinciale, comunale o intercomunale) già costituito, si sta andando avanti con lo sportello 1. Poi, si facciano i piani paesaggistici.
Vogliamo colmare delle lacune? La Regione proponga il Piano paesaggistico, che discuteremo in Aula per poi approvarlo, però credo che viste le avvisaglie di oggi, l'Assessore Conti sarà attento a presentare nuovi provvedimenti in campo urbanistico-pianificatorio. Perché se su ogni virgola, su ogni punto, su ogni comma si va a un tira e molla del genere non andiamo più a casa.
Vorremmo sapere dalla maggioranza in che situazione ci troviamo e se la maggioranza è qui per risolvere un problema.
Poiché questo provvedimento riguarda l'universo dei Comuni, dei cittadini e delle imprese, non a caso siamo qui per trovare delle soluzioni dal nostro punto di vista.
Se dobbiamo cambiare linea, ditecelo, così ci comporteremo di conseguenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Intervengo per ribadire quanto ha detto il Consigliere Cavallera.
Tuttavia, Assessore, questo emendamento, dal mio punto di vista, è inutile è un accanimento.
Abbiamo visto che nella legge è già scritto che si favorisce la forma associata, ma andare a precisare come avete fatto voi...



(Commenti in aula)



GUIDA Franco

Perfetto. Non avevo sentito.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Barassi.



BARASSI Paola

Vorrei precisare che, nel mio precedente intervento, avevo già detto che l'emendamento era stato ritirato ed è stato presentato un ordine del giorno, anche perché c'era una condivisione all'interno della Commissione sul fatto di spingere sulla forma associata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Barassi.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Vignale, D'Ambrosio e Botta: Art. 4, comma 1 sostituire "I Comuni" con "le Comunità montane, le Comunità collinari o i Comuni non in esse comprese".
L'emendamento rubricato n. 15 è ritirato.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Vignale D'Ambrosio, Botta Art. 4, comma 2, dopo "scienze agrarie" aggiungere "o forestali".
La Giunta regionale intende esprimersi? La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Il parere della Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14, sul quale l'Assessore Conti, in nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Deambrogio, Barassi Moriconi: Art. 4, comma 2, inserire: "i componenti della commissione non possono essere dipendenti comunali o membri di commissioni edilizie comunali" La Giunta esprime parere favorevole.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Nella ricerca del pelo nell'uovo, vedo che passiamo sempre a livelli superiori. Ci sono già le incompatibilità di legge di carattere generale, i Comuni hanno le loro incompatibilità, i loro statuti e i loro regolamenti basta! Insomma, dove vogliamo andare? Perché basta solamente la presenza? Da un punto di vista logico, posso anche essere d'accordo, però non faccio calare come una mannaia un emendamento del genere, sul quale per potermi pronunciare vorrei chiedere un'istruttoria dal punto di vista giuridico delle Commissioni. A che cosa servono le nostre Commissioni che ci forniscono i dati, le valutazioni e tutto oppure gli Uffici dell'Assessorato? Non si può presentare un tale emendamento che va a toccare il diritto di un cittadino a essere presente oppure no in una Commissione solo perch si pensa che ci sia il "mo-mo" (tra virgolette) in qualche angolo del Piemonte. Basta! Secondo me, non è il caso di procedere oltre con un emendamento del genere. Fate come volete, ma è assolutamente una decisione incauta se adottata in queste condizioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Considero positivamente la ratio dell'emendamento che è stato presentato dai Consiglieri. Tuttavia, come è stato formulato rischia di avere delle applicazioni un po' perverse, perché dire in assoluto che un membro della Commissione edilizia del Comune di Torino non possa far parte della Commissione locale per il paesaggio in una forma associativa della Provincia di Verbania è un po' tranchant, così come dire che un tecnico della Provincia di Torino non possa far parte di una Commissione locale per il paesaggio in un ambito territoriale diverso da quello per cui svolge l'attività.
Il Codice dei beni culturali prevede la netta separazione funzionale e gestionale tra le Commissioni edilizie e i servizi dedicati all'istruttoria di quelle parti che dà la Commissione locale per il paesaggio. Penso che questo sia sufficiente, lo dico molto francamente.
Capisco la ratio, però l'applicazione burocratica di questo concetto può portare a delle forme un po' più pesanti rispetto alla incompatibilità.
Sono, invece, d'accordo sull'emendamento che prevede il limite dei due mandati di componente della Commissione locale per il paesaggio, perché è giusto che ci sia un non consolidamento eccessivo di posizioni; cedo che questo sia un fatto positivo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Barassi.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Rispetto all'emendamento, capisco le osservazioni del Consigliere Reschigna, perché potrebbe esserci questo vincolo; in effetti, non ha senso che un dipendente del Comune di Torino non possa far parte, per esempio della Commissione di Verbania, eccetera. Possiamo riformulare l'emendamento scrivendo che "i componenti della Commissione non possono essere dipendenti o membri della Commissione edilizia del Comune o dei Comuni di riferimento della Commissione locale".



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma occorre riformulare l'emendamento, prima di porlo in votazione.
Leggo il testo come riformulato dalla proponente: "I componenti della Commissione non possono essere dipendenti comunali o membri di Commissioni edilizie comunali del Comune di riferimento della Commissione".
di difficile interpretazione, colleghi.
Vi sono altre richieste di intervento? Pongo in votazione l'emendamento n.
8.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 9 bis) presentato dai Consiglieri Deambrogio Barassi, Moriconi: All'art. 4, comma 5 inserire "il mandato è rinnovabile per una sola volta".
Non essendovi richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n.
9 bis.
Indìco la votazione palese sull'emendamento n. 9 bis.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Muliere, Rabino: All'art. 7, comma 1 sono aggiunte, infine, le parole: "a far data dall'istituzione delle commissioni locali per il paesaggio di cui all'art.
4".
La parola alla Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Grazie, Presidente.
Sicuramente apprezziamo gli emendamenti presentati all'articolo 7, ma su questo interverrà meglio il collega Deambrogio.
Rispetto all'articolo 7, invece, come Gruppi non avevamo espresso un voto positivo già in sede Commissione, perché riteniamo che le Commissioni provinciali per i controlli, previste dall'articolo 91 bis della legge regionale 56/77, non debbano essere soppresse, almeno in questa fase, e accorpate con le Commissioni locali sulla tutela del paesaggio. Anche perché riteniamo che il compito particolare che ricoprivano queste Commissioni, sebbene apparisse riduttivo, fosse comunque importante rispetto alla tutela dei centri storici, stabiliti anche dal Decreto Urbani.
Pertanto, ci sembra importante che comunque rimanga una Commissione a livello sovracomunale - nello specifico, a livello provinciale - perch anche il singolo intervento su un centro storico, piuttosto che su un'altra area, debba essere inquadrato in un contesto più ampio di tutela paesaggistica, di vincoli e di attenzioni da un punto di vista paesaggistico, culturale ed ambientale.
Su quest'articolo non esprimeremo un voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito all'emendamento n. 12, relativamente al quale credo che occorra fare chiarezza, perché personalmente non riesco a capirne bene la portata.
In una Provincia come Alessandria (una a caso) ci sono 190 Comuni. Qui si dice: "A far data dalle istituzioni delle Commissioni locali per il paesaggio di cui all'articolo 4". Al limite, potrebbero esserci 190 Commissioni locali. Andiamo, cioè, ad introdurre una condizione che sarà poi, di difficile verifica.
Penso che il testo, così com'è stato confezionato, da un punto di vista della comprensibilità sia migliore.
Ci sono, poi, le circolari e le disposizioni operative che può dare la Giunta che, a mio avviso, sono in grado di coprire eventuali vuoti.
Naturalmente, non mancherà, da parte della Regione e della Commissione regionale, la proposizione di eventuali vincoli in termini di supplenza.
Avrei capito meglio che nel frattempo agisse la Commissione regionale in attesa di quelle locali, ma si andrebbe a creare una situazione di grande incertezza che, pur comprendendo le rette intenzioni dei proponenti di fatto implicherebbe una grossa difficoltà ad attuare correttamente quest'emendamento, il comma e l'articolo così come emendato, nel caso venisse accolto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rabino; ne ha facoltà.



RABINO Mariano

Naturalmente quest'emendamento è stato veramente dettato dal massimo spirito costruttivo.
In realtà, se lasciamo com'è previsto dall'articolo 6, oggi con l'approvazione della legge facciamo cessare le Commissione provinciali. Non piange nessuno, però il rischio è che per molti mesi - perché alcuni Comuni nomineranno le commissioni locali prima mentre altri Comuni lo faranno dopo ci sia una vacatio di operatività.
vero che ci sarà poi una deliberazione o una circolare della Giunta, per crediamo che, presentando questo emendamento, si dia la possibilità ai Comuni di procedere all'istituzione delle Commissioni locali e, nel frattempo, non lasciare una vacatio operativa su un tema così delicato.
Questo poi rimanda in ogni caso ad una circolare applicativa della Giunta che darà una scadenza, darà un termine che potrà essere perentorio e/o ordinatorio, ma indubbiamente questo consente di mantenere comunque un'operatività costante su una questione così delicata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deambrogio.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Cerco di essere molto veloce, però bisogna un po' raccapezzarsi in una discussione che considero importante esattamente per come viene svolta anche perché pure in Commissione avevamo sollevato problemi e siamo tutti qui per tentare invece di risolverli e portare a casa un risultato positivo per la nostra Regione.
Quanto detto prima dalla Consigliera Barassi mi vede totalmente d'accordo. Penso però il collega Muliere abbia presentato un emendamento mi corregga il collega medesimo - rubricato come 9 ter, che tratta la questione del personale operante nelle segreterie delle Commissioni soppresse, cioè capire come questo personale viene utilizzato e come nel regime transitorio ci si organizza da questo punto di vista.
Lo dico perché, se con quest'emendamento Muliere rubricato come 9 ter vogliamo affrontare la discussione e chiuderla, per me va benissimo.
Capiamo solo se va bene come 9 ter o - e lo chiedo all'Assessore e anche al collega Muliere - se invece si può agganciare a questo articolo 7.
Lo dico perché, al di là del collega Muliere che l'ha presentato come emendamento, quello che è contenuto dentro quell'emendamento in realtà deriva anche da una discussione e - ed è inutile negarlo - da un giusta pressione anche di origine sindacale, che è interessata e preoccupata del regime transitorio e dell'utilizzo del personale in questo caso.
Credo di essere stato chiaro: per me, se ho letto correttamente l'emendamento 9 ter a firma Muliere, va bene. Chiedo solo all'Assessore e al collega se non è il caso di ricollegarlo qui, cioè sull'articolo 7, per solo da un punto di vista tecnico e di scrittura della norma.



PRESIDENTE

Faccio solo notare che stiamo parlando di sezioni decentrate della Commissione regionale, sezioni su cui abbiamo fatto le nomine a suo tempo e le nomine hanno svolto già il periodo di validità. Quindi, le Commissione hanno continuato ad operare in regime di prorogatio in virtù della normativa nazionale, ma il termine della prorogatio è quasi scaduto. Per cui l'effetto pratico dell'emendamento è pressoché irrisorio, perch abbiamo delle Commissioni ormai scadute che continuano a lavorare solo fino alla fine del mese, quindi parliamo di giorni.
La procedura per il rinnovo delle nuove Commissioni per cui abbiamo fatto il bando, se viene approvata la legge non avrà luogo, quindi non si darà seguito alle nomine delle vecchie Commissioni.
La prorogatio di queste Commissioni è ormai prossima.
Scusate, correggo quello che ho detto. La prorogatio inizia il 1 dicembre e abbiamo 15 giorni di prorogatio delle Commissioni, e comunque al termine dei 45 giorni le Commissioni, con le persone che avevamo nominato tre anni fa, cesseranno comunque di operare, a prescindere dall'emendamento.
Le Commissioni, al termine dei 45 giorni, non saranno assolutamente più in grado di operare.
Però per farle operare, collega Rabino, non basta questo emendamento occorre trovare un emendamento che cambi il regime delle prorogatio, che però non è realizzabile con questo tipo di emendamento.



RESCHIGNA Aldo

sull'emendamento successivo, il 9 ter, quello presentato dal Consigliere Muliere e dal sottoscritto.



PRESIDENTE

Prima metterei in votazione l'emendamento rubricato n. 12.



RABINO Mariano

Non ho alcuna difficoltà a ritirarlo. Naturalmente per me l'emendamento immaginava proprio una prorogatio ulteriore.



PRESIDENTE

Non volevo entrare nel merito della scelta, ma se si volesse intervenire con una prorogatio delle Commissioni nominate, bisogna scrivere l'emendamento in modo diverso, cioè scriverlo espressamente, perché bisogna derogare alla norma ordinaria sulle prorogatio. Può riformularlo, se vuole.



RABINO Mariano

Io non mi accanisco. Il senso dell'emendamento era di evitare una vacatio operativa. Mi domando come facciamo oggi ad approvare una legge affidare alla Giunta una circolare che sarà prodotta nei prossimi giorni ed immaginare che nel mese di dicembre i Comuni provvedano e procedano a fare la nomina delle Commissioni locali in così poco tempo.
Rischiamo di non vedere qual è la realtà organizzativa delle Amministrazioni comunali che dovranno sentirsi tra di loro, organizzare queste Commissione locali verosimilmente sovracomunali. Mi domando come sia possibile fare tutto questo in pochi giorni nel mese di dicembre.
Quindi, chissà per quante settimane dal 1° gennaio in avanti rischiamo su questa materia così delicata, di portare la competenza in capo alla Commissione regionale e alla Sovrintendenza? Mi sembra che non facciamo un buon servizio alle Amministrazioni locali e agli interessi dei cittadini piemontesi.
Dopodiché, se devo riformulare l'emendamento, lo faccio. Questo era il senso e lo spirito costruttivo dell'emendamento, perché rischiamo di creare le condizioni per una vacatio operativa, che non so quanto durerebbe.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore ai beni ambientali

Non vorrei sovrapporre più cose, però nella proposta di emendamento 3 ter si parla di regime di transitorietà, nel corso del quale le strutture regionali sono a disposizione dei Comuni per realizzare questo processo. Ed è così: le strutture periferiche sono dotate di segreterie, formate da dipendenti della Regione.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 12 viene ritirato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 9 ter) presentato dai Consiglieri Muliere Rutallo, Reschigna: All'articolo 7 dopo il comma 3 aggiungere i seguenti commi: "3 bis) Il personale operante nelle Segreterie delle Commissioni soppresse potrà essere utilizzato, nel rispetto della professionalità acquisita previa intesa con le organizzazioni sindacali.
3 ter) In regime di transitorietà gli Enti locali possono avvalersi, per la gestione dell'iter delle istanze prodotte ai sensi della presente legge delle strutture regionali costituenti gli Uffici di segreteria delle Commissioni soppresse".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Solo perché mi è stata fatta notare giustamente una non precisa formulazione, per cui vorrei che risultasse a verbale che l'emendamento fosse così modificato, con il riferimento al personale operante non nelle Segreterie ma nelle strutture e non delle Commissioni soppresse ma delle sezioni provinciali. È solo una questione di natura formale.



PRESIDENTE

L'emendamento si intende così riformulato: sostituire le parole "Segreterie delle Commissioni" con le parole "Strutture delle sezioni provinciali".
Collega Reschigna, la correzione formale vale anche per i commi 3 bis e 3 ter.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9 ter.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 13) (diventa articolo 9 ) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Conti: Dopo l'articolo 8 è inserito il seguente: "Art. 8 bis (Dichiarazione d'urgenza) 1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto ed entra in vigore in giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si tratta di una dichiarazione d'urgenza.
La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Credo che le ragioni d'urgenza, Presidente, andrebbero motivate.
Mi sembra che quest'emendamento sia un po' in contraddizione con l'esigenza, che prima metteva in risalto il collega Rabino, di avere un periodo transitorio nel quale organizzare la nuova configurazione del sistema autorizzativo. Pertanto, credo che, approvandola il 25 novembre, ci possa essere una pubblicazione verosimilmente ai primi di dicembre, quindi essendo le vacanze ordinarie di 15 giorni, entra in vigore a metà dicembre intorno a Natale.
Non vedo l'assoluta necessità di anticipare tutti quelli che sono gli effetti previsti da questa legge, se è vero, com'è vero, che per un sistema che va a modificarsi occorre un periodo di organizzazione Se c'è qualche ragione che a me sfugge, prego di comunicarlo e naturalmente, ne prendo atto. Secondo me, non ci sono i presupposti dell'urgenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Io credo invece che ci siano i presupposti dell'urgenza.
Voglio ricordare che il Codice dei beni culturali prevede che dal 1 gennaio 2009 siano comunque soppresse le disposizioni regionali in materia di competenze delegate ai Comuni, per noi tutto il sistema della legge regionale n. 20.
Il Codice dei beni culturali dice anche che non solo le Regioni devono legiferare entro il 31 dicembre 2008, ma devono accertare che nelle realtà locali siano state messe in piedi le Commissioni locali sul paesaggio, nel rispetto delle disposizioni regionali e nel rispetto del Codice dei beni culturali.
Credo che questa, sia la ragione d'urgenza. Già noi faremo molta fatica a fare in modo che in un mese il sistema degli Enti locali, in modo ampio e diffuso, metta in piedi Commissioni locali sul paesaggio. Ma se non mettiamo nelle condizioni i Comuni di poter operare attraverso anche un'entrata in vigore immediata dopo la sua pubblicazione della legge qualche difficoltà, immagino, possa esservi, vista soprattutto la scadenza del 1° gennaio.
Questa, è un po', Consigliere Cavallera, la ragione dell'urgenza. Se poi non entra in vigore il Codice dei beni culturali il 1° gennaio 2009 su questa parte, tanto di guadagnato. La fase transitoria, più è adeguata meglio è.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Credo che quando una legge viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale ancorché entri in vigore 15 giorni dopo, non impedisca ai Comuni, anzi, vi è l'obbligo per i Comuni, di cominciare ad adeguarsi. Mi domanderei se non sia il caso di prescrivere come data quella proprio di cambio del sistema addirittura il 1° gennaio.
Noi legiferiamo per tempo e, in qualche modo, colgo l'osservazione del collega Rabino che voleva che si governasse in transitorio.
Il collega Reschigna dice: i nostri Comuni si muovono solamente se la legge è entrata in vigore. Attenzione! Ho già visto parecchie situazioni dove all'interno delle amministrazioni locali, dalla sera alla mattina andiamo a cambiare le carte in tavola. Pertanto, i 15 giorni servono anche per completare o riorientare i procedimenti in corso.
Credo che - l'ho detto prima - se ci sono delle ragioni, non mi sembrano sufficienti quelle del collega Reschigna, che obbligano a fare in altro modo. Ad un certo punto, prendo atto e mi adeguo. Ma se non ci sono ragioni che al momento non sono ancora emerse, comunque, sarebbe sempre opportuno concedere un minimo di tempo, dato che non cambia la sostanza perché nelle zone vincolate, comunque, il parere dei Beni ambientali c'era prima e ci sarà dopo, è solo dato in modo diverso.
Questo è il motivo per cui continuo ad essere perplesso.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13.
Il Consiglio approva.
Viene così inserito l'articolo 8 bis.
Procediamo con le dichiarazioni di voto. Chiedo se ci sono colleghi che desiderano intervenire.
Sicuramente le posizioni sono già state annunciate dai vari interventi, ma è stato presentato un ordine del giorno collegato.
Esaminiamo l'ordine del giorno n. 1124 dei Consiglieri Barassi, Moriconi e Deambrogio, inerente a "Coordinamento paesaggistico e commissioni sovracomunali".
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Barassi per l'illustrazione ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Semplicemente, è la traduzione in ordine del giorno, un po' modificato della proposta di emendamento che abbiamo ritirato. È un invito alla Giunta regionale per emanare delle circolari o per fare in modo che venga spinta la forma associata nella costituzione delle Commissioni locali.
Abbiamo tolto il vincolo dei 50 mila abitanti, così come previsto nell'emendamento che abbiamo ritirato, e abbiamo pensato che un giusto dimensionamento delle Commissioni locali potesse fare riferimento agli ambiti territoriali delle Comunità collinari, piuttosto che delle vecchie Comunità montane, semplicemente per dare un'indicazione di massima.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1124, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai atto che il Disegno di legge regionale n. 571 'Provvedimenti urgenti di adeguamento al sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137)', approvato dal Consiglio regionale il 25 novembre 2008, all'articolo 4 prevede la costituzione di una commissione locale per il paesaggio impegna la Giunta regionale ad attivarsi affinché, negli atti successivi correlabili alla legge approvata si preveda esplicitamente un indirizzo volto alla costituzione di coordinamenti sovracomunali per realizzare il necessario coordinamento paesaggistico, tenendo conto, per il loro dimensionamento, degli esempi che derivano da ambiti territoriali quali quelli delle comunità collinari e/o montane".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 6 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Immigrazione

Esame proposta di deliberazione n. 386, inerente a "Programma attuativo per l'anno 2008. Gestione legge regionale n. 1/1987: 'Interventi regionali in materia di movimenti migratori' e successive modificazioni'"


PRESIDENTE

Procediamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 386, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore all'emigrazione

Chiedo la cortesia ai Consiglieri e alle Consigliere regionali di approvare il Piano annuale dell'emigrazione, riferito al 2008, che a luglio è stato licenziato all'unanimità dalla Consulta regionale dell'emigrazione approvato nello stesso mese dalla Giunta e approvato poco tempo fa dalla Commissione. Lo abbiamo discusso in Commissione, è sintetico nella forma contiene tredici punti, che sono esattamente la fotocopia delle iniziative dell'anno precedente, salvo qualche innovazione di attività, che, ormai, è stata fatta.
Quindi, sapendo che la sottoscritta, in data 20 ottobre 2008, ha già presentato in Giunta regionale il programma di piano attuativo per il 2009 che questa volta è necessario approvare entro il 31/12, sarebbe curioso far approvare dalla Commissione un provvedimento per il 2009 senza che l'Aula abbia licenziato il programma del 2010. Naturalmente, sono a disposizione per tutti i chiarimenti che vorrete chiedermi, che ho già dato abbondantemente in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Intervengo solo per un'informazione. Poiché in questa proposta di deliberazione è indicato che l'approvazione è avvenuta a maggioranza, le chiedo, Presidente, se può darmi indicazione circa l'espressione dei voti.



PRESIDENTE

Certo, collega Cavallera.
Il voto è stato così espresso: favorevoli PD, AN verso il Popolo della Libertà, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Ecologisti Uniti a Sinistra-Sinistra Europea, Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo Italia dei Valori (sarebbe più utile che i partiti avessero nomi più corti); non votanti: Forza Italia verso il Partito del Popolo della Libertà.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 386, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale) - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Inversione all'o.d.g. ed esame testo unificato delle proposte di legge n. 239 e 429, inerente a "Valorizzazione dei quadranti solari"


PRESIDENTE

Mi è stata segnalata da vari colleghi l'istanza di porre in votazione il testo unificato delle proposte di legge n. 239 e 429, "Valorizzazione dei quadranti solari", relatori i Consiglieri Bellion e Leo, licenziato all'unanimità dei presenti dalla II Commissione il 28 maggio scorso.
La parola al Consigliere Giovine sull'ordine dei lavori.



GIOVINE Michele

Sono favorevole che si proceda alla votazione, anche in occasione del fatto che proprio ieri c'è stata un'altra giornata di "Ragazzi in Aula".
Credo sia una bella risposta della politica ai ragazzi che si avvicinano in modo spiritoso e simpatico, ma comunque positivo, alle Istituzioni.
Se non ci sono obiezioni, che sarebbero anche legittime vista l'ora e vista la presenza in aula, sono favorevole che si proceda alla votazione perché vi è una tempistica perfetta con la giornata di ieri.



PRESIDENTE

Visto che vi è un consenso unanime, procedo all'inversione all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Passiamo pertanto ad esaminare il testo unificato delle proposte di legge n. 239 e 429, di cui al punto 22) all'o.d.g.
Ricordo che l'iniziativa originaria è dei ragazzi che parteciparono al concorso dei "Ragazzi in aula" del Consiglio regionale del Piemonte.
Il Consigliere Bellion dà per letta la relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente, Egregi Consiglieri, il testo, che oggi giunge all'attenzione dell'Aula, deriva dall'unificazione di due iniziative legislative: la proposta di legge n. 239 e la proposta di legge n. 429 che hanno preso spunto da un progetto presentato dal liceo classico 'G.
Arimondi' di Savigliano nell'ambito dell'ottava edizione di 'Ragazzi in aula'.
Per le notevoli affinità tra i citati testi legislativi, la Commissione referente, fin dall'inizio dell'esame istruttorio, li ha trattati congiuntamente predisponendo un testo unificato. Entrambi i progetti infatti, sono volti a valorizzare e conservare i quadranti solari, più diffusamente conosciuti in termine atecnico come meridiane, quali testimonianza di antichi strumenti di misurazione del tempo.
L'iniziativa legislativa fonda proprio sull'esigenza di valorizzare e tutelare il ricco patrimonio rappresentato dai quadranti solari presenti sul nostro territorio regionale, considerandoli occasioni importanti per mantenere l'uomo in contatto con le proprie radici.
Il progresso scientifico ha portato a considerare l'orologio meccanico un normale elemento della vita quotidiana, "mandando in disuso" i quadranti solari. Svanita, oggi, l'utilità pratica degli orologi solari, essi continuano tuttavia a vivere, anzi a rifiorire.
Al di là dell'indubbio abbellimento artistico ed estetico che gli orologi solari riescono ad apportare a case, palazzi, giardini e campanili sovente arricchiti da innumerevoli motti, proverbi, massime, sentenze frasi celebri o frutto della fantasia, gli orologi solari possiedono altresì un considerevole valore storico-culturale e scientifico.
Sulle proposte normative, ora unificate nel testo all'esame dell'Aula si sono svolte le consultazioni con i soggetti interessati alla materia e per la prima volta, ha anche partecipato una delegazione della scuola promotrice di una proposta di legge, fornendo un ulteriore contributo all'attività legislativa.
Il testo unificato, di cui si chiede all'Aula consiliare sollecita approvazione, risulta ora composto da sette articoli.
All'articolo 1 sono enunciate le finalità che il provvedimento intende perseguire, ossia la valorizzazione dei quadranti solari sia attraverso la conoscenza del patrimonio esistente di particolare rilievo sia attraverso il sostegno alle attività di conservazione.
All'articolo 2 è stabilito l'ambito di applicazione della normativa.
Al fine di promuovere la conoscenza del patrimonio esistente di orologi solari, l'articolo 3 prevede un'attività di censimento ad opera dei comuni i quadranti solari di particolare rilievo censiti dai comuni verranno poi catalogati in uno specifico elenco regionale.
All'articolo 4 è prevista l'istituzione di un'apposita Commissione tecnica regionale per la conservazione e la valorizzazione dei quadranti solari. Tale Commissione è chiamata ad esprimere pareri in merito all'inclusione dei quadranti solari nell'elenco regionale ed in ordine al finanziamento di interventi di conservazione e di valorizzazione. Ai componenti della Commissione non sono riconosciuti compensi per la partecipazione alle sedute.
L'articolo 5 disciplina la concessione di contributi regionali in conto capitale per gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di restauro dei quadranti solari, purché censiti ed inclusi nell'elenco regionale. Nel corso del dibattito in Commissione è stata inserita la previsione che i beneficiari mantengano in buono stato, per almeno dieci anni, i quadranti solari che sono stati oggetto di interventi di conservazione. All'articolo 6, infine, è riconosciuta in capo alla Giunta regionale la possibilità di promuovere iniziative mirate alla valorizzazione dei quadranti solari censiti ed inclusi nell'elenco regionale.
L'articolo 7 contiene la norma finanziaria. I fondi previsti per il 2008 ammontano a 200.000,00 euro e sono destinati alla copertura degli oneri derivanti dall'attività di censimento, mentre per il successivo biennio 2009-2010 è previsto uno stanziamento di 500.000,00 euro, oltre che a sostegno del censimento, a favore di interventi di conservazione e di valorizzazione.
Il testo è stato licenziato dalla II Commissione all'unanimità dei gruppi presenti dopo l'acquisizione del parere della I Commissione sull'articolo finanziario".
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Sull'articolo 7 si cita ancora l'esercizio finanziario 2008. Forse, più propriamente, dovremmo correggerlo con 2009, ma per semplificazione teniamo la stessa impostazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.54)



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