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Dettaglio seduta n.377 del 11/11/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.03 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.39)



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Approvazione processi verbali precedenti sedute", ricordo che il giorno 6 novembre sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 21, 28 e 29 ottobre 2008. Se non ci sono osservazioni, si intendono approvati.
Comunico che sono stati distribuiti i processi verbali del 3, 4 e 5 novembre 2008 e che verranno posti in approvazione nella seduta successiva.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Comunico il congedo dei Consiglieri Bellion, Buquicchio e Robotti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

c) Impugnativa della Regione di norma statale di fronte alla Corte Costituzionale


PRESIDENTE

Comunico che la Presidente della Giunta regionale, con nota prot. n.



PRESIDENTE

14506/SA01/1-45 del 31 ottobre 2008, ha comunicato che la Giunta regionale ha autorizzato nella seduta del 13 ottobre 2008 il ricorso costituzionale ai sensi del 2° comma dell'articolo 127 Cost. avverso l'art. 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria".
Detta norma, la quale reca nuove disposizioni generali per tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica, che prevalgono sulle relative discipline di settore e al contempo autorizza il Governo ad emanare ulteriori disposizioni regolamentari anche di delegificazione violerebbe i commi 1, 2, 4 e 5 dell'articolo 117 e l'articolo 97 della Costituzione.
È una questione su cui il Consigliere Deambrogio aveva posto una questione formale.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

d) Questione di legittimità costituzionale all'articolo n. 13 della legge regionale 24/2002, recante "Norme per la gestione dei rifiuti".


PRESIDENTE

Comunico inoltre che il Giudice di Pace di Biella, la dottoressa Maria Rosa Panelli, con ordinanza del 10 ottobre, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale, ordinando la trasmissione dei relativi atti alla Corte Costituzionale relativamente all'articolo n. 13 della legge regionale 24/2002, recante "Norme per la gestione dei rifiuti".


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Lepri, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente alla legge regionale 12/2008, articolo 40 "Clausola sociale", e articolo inerente a "Contributi ai taxisti per acquisto di mezzi attrezzati"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte del Consigliere Lepri, di una comunicazione della Giunta regionale in merito agli adempimenti relativi all'ordine del giorno n. 868, inerente a "Misure di tutela dei lavoratori delle imprese, in particolare cooperative"

Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Lepri, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente a emendamenti al progetto di legge n. 505 UPB DA 19021 - UPB DA 20061 - UPB DA 20051

Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Leo, di non convocare conferenze stampa durante lo svolgimento del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Prima di procedere all'esame del punto 2) bis all'o.d.g., oggetto in addendum alla convocazione del Consiglio, ossia determinazione relativa al dibattito su "Crisi economico-occupazionale nella Regione", ci sono alcuni interventi sull'ordine dei lavori.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Gradirei l'attenzione del Vicepresidente Peveraro. Colgo l'occasione di questi nuovi lavori per chiedere, per mozione d'ordine, una comunicazione da parte del Vicepresidente, relativamente ad alcune misure approvate nel corso della finanziaria scorsa in modo particolare, e che mi risulta, per diverse ragioni, che credo il Vicepresidente potrà sicuramente illustrare non sembra - ma spero di essere smentito - siano state ancora considerate o, verosimilmente, solo nella fase di prima considerazione. Siccome sono diverse - e credo che, oltre La Presidente della Giunta regionale, con nota prot. n. 14506/SA01/1-45 del 31 ottobre 2008, ha comunicato che la Giunta regionale ha autorizzato nella seduta del 13 ottobre 2008 il ricorso costituzionale ai sensi del 2° comma dell'articolo 127 Cost. avverso l'art.
23 bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria".
Detta norma, la quale reca nuove disposizioni generali per tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica, che prevalgono sulle relative discipline di settore e al contempo autorizza il Governo ad emanare ulteriori disposizioni regolamentari anche di delegificazione violerebbe i commi 1, 2, 4 e 5 dell'articolo 117 e l'articolo 97 della Costituzione.che preoccuparci dell'ordine dei lavori, bisognerebbe preoccuparci che i lavori siano in ordine e, quindi, che ciò che è stato già deciso possa essere effettivamente realizzato, perché diversamente rischiamo di parlare a vuoto - mi permetto di citare una serie di atti votati da questo Consiglio nel rispetto della dinamica controllore controllato, di modo che possiamo avere certezza che la Giunta, nel suo ruolo esecutivo, si adoperi per realizzare ciò che il Consiglio indirizza.
Cito la legge regionale n. 12 del 23 maggio 2008, la cosiddetta finanziaria, che all'articolo 40 prevede che le Direzioni regionali e le Aziende Sanitarie destinino una quota non inferiore all'1,5% del volume degli affidamenti con la cosiddetta "clausola sociale". Mi risulta che, per esempio, l'Assessorato alla sanità abbia inserito all'interno degli obiettivi dei Direttori generali questo impegno. Spero che ci siano stati altri atti in proposito; so che giusto ieri un alto funzionario dell'Assessorato ha acquisito gli atti della cosiddetta "legge finanziaria" grazie ai quali spero possa procedere.
Poi, c'è un altro articolo sempre della legge finanziaria 23 maggio, n.
12, che riguarda la possibilità per i tassisti di contributi tramite le Province per l'acquisto di mezzi attrezzati; spero che le cose siano proseguite in tal senso e al momento non ho indicazioni in proposito.
Vorrei anche informazioni, cortesemente, da parte del Vicepresidente rispetto all'ordine del giorno n. 868, approvato il 18 dicembre 2007 relativamente alla necessità di garantire piena concorrenza e di evitare il dumping negli affidamenti di servizi; in modo particolare in relazione al fenomeno di concorrenza sleale all'interno del mondo cooperativo.
Infine, chiederei comunicazione da parte del Vicepresidente rispetto ad alcuni emendamenti allegati al disegno di legge n. 505 - il bilancio dello scorso anno - relativamente a tre misure emendative, la UPB DA 19021 per 1.500 mila euro, la UPB DA 20061 per tre milioni di euro e l'UPB DA 20051 sempre per tre milioni di euro.
Anche in questo caso fonti, spero non attendibili, portano a ritenere che non sia stato realizzato questo trasferimento. Spero di essere smentito e quindi credo che il Vicepresidente mi darà conforto in proposito.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al consigliere Leo.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Non è una questione così ponderosa, importante e seria come quella posta dal Consigliere Lepri, però è una questione di rispetto degli accordi presi, e mi rivolgo anche a tutti i Capigruppo presenti.
Sono dispiaciuto di dover richiamare l'attenzione di un esponente della Giunta per una questione che riguarda proprio la Giunta. Mi spiego espressamente. Se ricordo bene, nel corso degli anni, Consiglieri - e mi rivolgo anche ai Capogruppo - abbiamo concordato che durante le riunioni di Consiglio Regionale (però, se ho inteso male, ditemelo, ma ieri il l'ingegner Chiezzi lo confermava, parlando con il Presidente Gariglio) non si dovrebbero tenere conferenze stampa della Giunta o di nessun altro Gruppi consiliari, eccetera.
Io, essendo di manica larga, ritengo che, se il Regio, se qualcun altro, se Liza Minnelli, se qualcuno fa una conferenza, non ci sia niente di male se l'Assessore competente partecipa, però vorrei che guardaste questo invito da parte della Fondazione Circuito Teatrale del Piemonte cioè la "nostra Fondazione", Presidente Gariglio e Vicepresidente Peveraro: la nostra Fondazione regionale convoca una conferenza stampa alle ore 11 presso il Circolo dei lettori. Intervengono Gianni Oliva, Assessore regionale alla cultura, Paolo Bertinetti, Presidente nominato dalla Regione (fra l'altro, raffinatissimo è coerentissimo intellettuale che aveva contestato il fatto che gli intellettuali avessero incarichi politici dal centro destra. Aveva detto: "Io che sono di sinistra non mi presterò mai mica come quelli del centrodestra !", ed è stato subito nominato Presidente! Ma sono quelle cose che capitano.Patrizia Coletta, Direttore della Fondazione Circuito Teatrale regionale del Piemonte. Insomma, c'è tutta la struttura regionale, colleghi, che ha organizzato alle ore 11 una conferenza stampa.
Vicepresidente Peveraro - ho scomodato lei perché mi stava ascoltando vorrei che mi venisse data una motivazione, adesso, del perché avviene questa concomitanza di impegni, quale ragione straordinaria l'ha indotta.
Dopodiché, non chiederò di interrompere i lavori del Consiglio Vicepresidente Peveraro, e neanche di partecipare alla conferenza, come invece accadeva in passato (se i colleghi hanno memoria, ricorderanno che talvolta abbiamo persino interrotto il Consiglio). Se vorrà, potrà verificarlo sui verbali.
Io non chiedo né di interrompere il Consiglio né di partecipare alla conferenza, però desidererei gentilmente una spiegazione, subito possibilmente.



PRESIDENTE

La Giunta regionale intende intervenire?



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Al momento no.



PRESIDENTE

Mi pare di capire che il Vicepresidente Peveraro voglia acquisire delle informazioni in tal senso.
Collega Leo, abbiamo chiesto anche agli uffici del Consiglio regionale delucidazioni in merito.
Da quanto mi comunicano gli uffici, una regolamentazione era prevista espressamente per le conferenze stampa tenute dentro questo palazzo. Ma va da sé - peraltro, su questo avevamo già reso una comunicazione, perché so che la Presidente Bresso condivide questa posizione - che laddove la Giunta regionale organizza direttamente iniziative che dipendono unicamente dalla Giunta (e non da altri soggetti, come spesso invece accade), sarebbe buona norma che queste iniziative non si sovrapponessero.
Adesso cercheremo di acquisire informazioni in tal senso; mi spiace collega Leo, ma sono convinto che con la collaborazione della Giunta regionale eventi di sovrapposizione deliberata possano non più ripetersi.
Prego, Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Per me è sufficiente aver compreso che la Presidente Bresso è concorde sulla linea esposta, che prevede di non convocare conferenze stampa durante i lavori consiliari. Mi è sufficiente sapere che è stata un'eccezione, per cui non cambiano le regole. Non ho chiesto né di sconvocare la conferenza stampa, né altro. Mi spiace, però, di non poter partecipare, perché è un evento importante.
Comunque, Presidente, per me è sufficiente sapere che la regola è confermata. Non avanzo più alcuna questione.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Non è una conferenza stampa della Giunta.



LEO Giampiero

Presidente, è l'Assessore Oliva che l'ha convocata col Circuito Regionale!



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Sarà del Circuito dello Stabile. È diverso.



LEO Giampiero

Non c'è un Circuito dello Stabile, è il Circuito Regionale della Regione Piemonte, Presidente.
Dopodiché, non importa; come ripeto, non faccio questioni. Si svolga non importa.
L'importante è...



(Commenti della Presidente Bresso)



LEO Giampiero

Presidente, il Circuito Regionale dipende da noi, è strettamente collegato alle indicazioni di finanziamento della Regione !



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Risponderà l'Assessore Oliva, perché non è nostra.



LEO Giampiero

Il Circuito è regionale. Fa riferimento all'Assessorato alla Cultura e se ne discute in VI Commissione Regionale e, come ripeto, non sollevo alcuna questione, perché devo dire che la collaborazione dell'Assessorato con i Consiglieri è decisamente buona.
Chiedevo soltanto la cortesia di non organizzare, possibilmente, eventi concomitanti su materie di nostra stretta competenza, a cui i Consiglieri vorrebbero intervenire per interesse, perché è una cosa molto importante che i membri del Consiglio abbiano la possibilità di intervenire.



PRESIDENTE

Grazie, collega Leo.
Ha chiesto la parola l'Assessore Oliva; ne ha facoltà.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

Prendo atto dell'osservazione del Consigliere Leo. Faccio soltanto rilevare che la Fondazione Circuito Regionale, sebbene la Regione nomini i suoi rappresentanti, funziona in modo autonomo (come tutte le fondazioni).
Altra cosa - e la recepisco - è l'opportunità di segnalare in prospettiva non alla Fondazione Circuito Teatrale, ma a tutte le fondazioni culturali a cui la Regione partecipa, di programmare delle conferenze stampa non in coincidenza con i lavori del Consiglio. Tenete conto, per che significherebbe non convocarle mai né il lunedì né il martedì, perch nel Consiglio di questa Fondazione partecipa anche il Comune, che invece organizza i suoi lavori il lunedì. Talvolta, quindi, per ragioni logistiche, si sovrappongono, non è certo per volontà di escludere i Consiglieri dalla partecipazione.
LEO Giampiero (fuori microfono) Sono soddisfatto della risposta. Grazie.



PRESIDENTE

Comunico che la Commissione Post-olimpica, già convocata per domani alle ore 11.30, è posticipata dal Presidente.
Pertanto, la seduta si terrà alle ore 12.30, in ragione della contemporaneità della Lectio magistralis del Presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, presso il Teatro Regio di Torino.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Determinazioni relative al dibattito in ordine alla "Crisi economico occupazionale nella Regione"


PRESIDENTE

Proseguiamo con le determinazioni relative al dibattito in ordine alla "Crisi economico-occupazionale nella Regione", di cui al punto 2) bis all'o.d.g.
Come sapete, c'era ancora una serie di richieste di intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà. Seguiranno gli interventi dei Consiglieri Laus e Dutto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È evidente che intervenire a distanza di quasi una settimana dal dibattito in qualche modo è non più difficile, ma sembra di non dare continuità al dibattito che vi è stato. Ma, correttamente, è stato posticipato per dare la possibilità a tutti di intervenire.
Credo che chiunque abbia letto in queste settimane o in questi giorni (da quando è stato presentato) il bilancio del Consiglio regionale e la legge finanziaria a questo Consiglio, abbia potuto vedere che, salvo alcune misure, che peraltro sono state anche spiegate dall'Assessore Peveraro in sede di relazione (mi riferisco, per esempio, all'incremento dei fondi sul capitolo dell'artigianato) ci troviamo di fronte ad un bilancio assolutamente ordinario.
Questo è un bilancio che poteva essere scritto nel 2006, nel 2005, nel 2004 o ancora l'anno passato, perché non tiene in alcun conto quelle che sono le necessità che la nostra regione - e, ovviamente, la nostra nazione sta vivendo, quelle relative al problema della crisi economica, in particolare relativamente ai problemi che le imprese hanno nell'accesso al credito, ma anche nel mantenimento dei livelli occupazionali.
Si è fatto più volte riferimento - basta scorgere i quotidiani di ogni giorno - di quanta e di quale entità sono le crisi occupazionali delle imprese maggiori.
Non hanno dignità di cronaca, ma sono altrettanto significative e importanti le problematiche che le imprese minori hanno all'interno della nostra regione.
Proviamo, allora, ad individuare alcuni aspetti, ricordando che la crisi economica ha una manifestazione diretta rispetto al mondo dell'impresa, e ha una manifestazione indiretta, un effetto altrettanto grave rispetto ai problemi delle famiglie, di coloro i quali hanno perso un posto di lavoro, di coloro i quali sono in cassa integrazione o ai tanti comparti del mondo della produzione, del commercio e del terziario, che hanno visto una sostanziale riduzione delle loro entrate.
La Giunta regionale, dal mese di settembre ad oggi, ha occupato legittimamente le pagine dei giornali con alcuni annunci. Ne cito due soprattutto: da una parte una serie di interventi anticrisi nei confronti delle imprese, relativi all'accesso al credito e alla possibile capitalizzazione di imprese, dall'altra parte, sul fronte sociale (parlo solo di annunci più vistosi), inerenti alla misura relativa al sostegno alle famiglie che hanno un problema creditizio con il mutuo della loro casa.
Se leggiamo il bilancio regionale, di tutto ciò che è stato scritto sui giornali non si trova traccia.
In merito all'intervento sul salvamutui c'era uno stanziamento di 500 mila euro: capite quanto e in che modo poteva incidere tale intervento rispetto alle decine, centinaia e migliaia di persone che hanno un problema nei confronti della possibilità di pagamento della rata di mutuo.
In merito al problema di carattere occupazionale di sostegno all'impresa, abbiamo un intervento straordinario relativo al finanziamento di Ecofidi di 20 milioni di euro più una non richiesta restituzione dei 49 milioni di euro che Ecofidi avrebbe dovuto restituire alla Regione, che è l'unica misura che, in qualche modo, è stata non soltanto annunciata, ma alla quale è seguito anche un impegno di carattere economico, che però non garantirà maggiore accesso al credito. Buona parte di questi fondi serviranno per patrimonializzare Ecofidi, in quanto, avendo il controllo della Banca d'Italia, dovranno avere un rapporto tra il credito garantito e il patrimonio maggiore rispetto a quanto oggi hanno. Pertanto, in realtà una parte minimale del trasferimento regionale che vi è stato garantirà una possibilità di maggiore accesso al credito.
I punti di oggi quali sono? Credo che, oggi, questo Consiglio regionale debba lavorare nella lettura del bilancio rispetto ad un periodo che è emergenziale. In una situazione di emergenza non si bada allo sviluppo oppure lo si fa in maniera minimale e si cerca di badare di più al mantenimento.
È un po' lo stesso principio che mosse la legge sulla FIAT, quando si disse: "Noi abbiamo un piano industriale che prevede 1.000 occupati su Mirafiori, ma, in verità, gli occupati sono decisamente di meno. Cerchiamo almeno, di fare in modo che quel piano industriale venga garantito".
Credo che il compito di questo Consiglio, con le leggi di bilancio sarà quello di garantire il mantenimento dell'esistente. Allo sviluppo alla ricerca e al potenziamento delle nostre imprese, penseremo quando la crisi sarà passata. A questo punto, le misure da adottare non sono difficili da pensare.
È necessario istituire un fondo di controgaranzia nei confronti delle banche, affinché perché questo possa garantire accesso al credito. È sufficiente parlare con qualsiasi impresa in difficoltà (non le grandi imprese, che hanno difficoltà di produzione ma non difficoltà di accesso al credito), per comprendere che oggi il credito si è ristretto: da un lato è aumentato il costo del denaro per le imprese sane, dall'altro per le aziende sane ma che hanno difficoltà economiche l'accesso al credito è impossibile, cioè il potenziamento dell'accesso al credito è impossibile.
È necessario fare una misura di controgaranzia nei confronti delle banche; è necessario fare una misura di riduzione del costo del denaro che non sia il solito fondo locativo, perché quello già esiste e non è uno strumento congiunturale che serve ad intervenire in una situazione drammatica; è importante che venga messo in atto una misura del Piano triennale di cui questa Giunta regionale si è scordata. Nel Piano triennale, che non è mai stato attuato da questa Giunta, votammo un emendamento che prevedeva contributi nei confronti delle imprese che ammodernavano o sostituivano le loro linee produttive.
È necessario che i fondi sulla ricerca vengano in parte stornati da quel capitolo per andare sulla legge n. 34 e su misure più incisive rispetto alla tutela delle imprese. È importante, altresì, mettere in campo delle misure relative alle politiche sociali che, unite alle misure relative allo sviluppo economico e al mantenimento della capacità economica e occupazionale della nostra regione, siano i pilastri di un bilancio emergenziale che vada a tagliare su tutta una serie di interventi che non sono fondamentali per il mantenimento occupazionale.
Credo che se questi sono i presupposti sui quali si può discutere l'opposizione o, perlomeno, il nostro Gruppo consiliare, è disponibile a ragionare un bilancio differente rispetto a questo. Questo è un bilancio sul quale, se si vuole fare il solito giro delle Commissioni, facciamolo pure, ma è un bilancio che non dà risposta alcuna alla crisi economica.
Potete discutere all'interno della maggioranza se i 500 mila euro vanno portati ad un milione rispetto alla tutela dei mutui, ma se anche fossero un milione, sarebbe una misura spot che serve per andare sui giornali e non garantisce nessuno, per cui se si è disponibili a fare un bilancio emergenziale, siamo disposti a dire dove va tagliato, dove va incrementato e con quale modalità. Quindi, riscrivere un pezzo di bilancio che non tiene conto della congiuntura gravissima che la nostra regione sta attraversando se vi è questa disponibilità.
Se la disponibilità è quella di fare il solito lavoro tradizionale della lettura del bilancio, un po' come se là fuori non ci rendessimo conto di cosa accade, lo faremo! Lo faremo, come lo abbiamo sempre fatto. Ma è evidente che su questo bilancio, così come scritto oggi, non c'è neppure possibilità di discussione. Questo è un bilancio scritto da marziani che non si rendono conto che c'è un sistema produttivo e c'è un sistema delle famiglie piemontesi che attende risposte che la politica dà sui giornali ma che non dà negli strumenti essenziali, che sono quelli di bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Credo sia sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono tenerli aperti che stiamo iniziando a vivere gli effetti di una crisi dai confini e dalla portata ancora incerta. Una crisi egoista, non disponibile a graziare nessun settore. Questo non significa voler essere pessimisti, ma voler essere realisti.
Ha fatto bene la Presidente Bresso a non rinviare strategie e contributi per soluzioni reali. Penso al pacchetto anticrisi già deliberato dalla Giunta con interventi sui confidi, per un importo pari a circa 70 milioni di euro. Mentre sul piano governativo ci sono le promesse speriamo, così come ha sollecitato nell'altro intervento della scorsa seduta l'Assessore Bairati, per un intervento di 100 milioni di euro per il fondo di controgaranzia.
La politica e le istituzioni oggi più che mai non possono sperare. Non possono sperare perché la speranza è un fatto personale. Le istituzioni oggi devono funzionare e questa è una ghiotta occasione per ribadire la necessità della modifica del Regolamento del Consiglio regionale, per mettere nelle condizioni noi, oggi, e chi sarà maggioranza domani di promuovere scelte ritenute opportune e vincenti, al fine di superare le crisi, favorendo sviluppo e benessere ai cittadini. Faccio riferimento alla farraginosità, che tutti conosciamo, del nostro Regolamento consiliare.
Sono certo che solo una politica riformista e modernizzatrice possa produrre efficienza e razionalità nella spesa pubblica, liberando risorse e indirizzandole all'innovazione e alla ricerca, per sostenere, infine, con lo sviluppo i veri protagonisti del paese, cioè i cittadini, destinatari finali dell'azione politica.
Sono diverse le priorità di intervento da segnalare; alcune, come dicevo prima, sono state già recepite dalla Giunta, altre se ne possono pensare. Tra le priorità da segnalare ricordo in modo particolare - è già stata denunciata da diverse organizzazioni di categoria, dalla Confindustria e Confcommercio all' Associazione degli artigiani, il CNA il ritardo dei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle imprese fornitrici.
Questo è un caso in cui lo Stato, o la Regione, se interviene, non lo fa per favorire, ma per assolvere un proprio impegno contrattuale. Quando parlo di ritardo nei pagamenti faccio riferimento a Giunte del centrosinistra e del centrodestra, comprendendo in primis il Governo del Paese.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Laus.
Prego di silenziare i cellulari a chiunque appartengano.



LAUS Mauro

Il costante ritardo dei pagamenti è la principale causa di asfissia per le imprese che si interfacciano con il pubblico. Le aziende non possono continuare a finanziare il pubblico che, a sua volta, incassa le imposte d'impresa per competenza e non per cassa, tra l'altro, senza pagare i suoi fornitori e costringendoli a indebitarsi con le banche, che, a loro volta sollecitano il rientro, alimentando una spirale perversa.
Se a questo si aggiunge, soprattutto per le piccole imprese, la costrizione alla rinuncia di piccoli crediti per evitare procedure davanti ai Tribunali, per dirla con parole semplici, "mi costa più l'avvocato del risultato", vuol dire che la situazione è veramente drammatica.
Volevo leggervi in proposito un articolo apparso qualche giorno fa su Il Sole 24 Ore di Alessandro Galimberti che intervista Giovanni Schiavon Presidente del Tribunale di Treviso, che dice che per le aziende è quasi meglio una perdita che la chimera giudiziaria.
"Dottor Schiavon, che cosa sta accadendo, siamo all'ultima tappa della crisi di sistema? Cosa accade è semplice: gli imprenditori preferiscono rinunciare al credito piuttosto che azionarlo davanti ad un tribunale. Infilarsi in un processo, oggi, ha costi certi, comunque non simbolici, a fronte di un risultato incerto, per usare un eufemismo, e comunque troppo lontano nel tempo.
Non so se sia l'ultima tappa della crisi, certo è indice di una patologia molto grave. Non possiamo più fare finta di niente, noi, il Governo e la politica".
Colleghi, è del tutto evidente che queste dinamiche, alla fine, si ripercuotono e cadono necessariamente e tassativamente sull'anello debole della catena, al di là delle strumentalizzazioni di ogni sorta. L'anello debole della catena è il dipendente, come anche l'investimento nella sicurezza del lavoro.
Allora, per evitare di riconvocare altri Consigli regionali - vale per la nostra Regione Piemonte e per le altre Regioni - per dibattere sul perché dell'incidente della Thyssen o di altri incidenti - speriamo mai ma, con le restrizioni economiche, l'esposizione a questo rischio è molto alta - occorre, a mio avviso, una vera rivoluzione in termini culturali perché va riformato il sistema della macchina pubblica. Così come dalla lettura delle guerre - purtroppo - e delle crisi si delinea in modo evidente un dato negativo, c'è sempre un dato positivo, cioè l'altra faccia della medaglia.
Chi oggi ha la responsabilità politica deve necessariamente guardare l'altra faccia della medaglia e cogliere l'occasione per ridare credibilità al sistema politico, per riformare e alleggerire la macchina pubblica, non per fare demagogia, ma per creare efficienza. Come dicevo, con l'efficienza si deve tendere la mano alle fasce deboli, cioè ai giovani, che rappresentano il nostro futuro. Per favorire i giovani è necessario investire nell'innovazione, nella ricerca e nello sviluppo sostenibile senza trascurare la fascia degli ancor più deboli, che sono gli anziani grazie ai quali noi, oggi, abbiamo la possibilità di vivere una vita comunque democratica, se non agiata, sicuramente nell'ambito dell'abc della cittadinanza, del buon vivere e del buon diritto di vita. Quindi, il mio vuole essere un appello.
Ritornando al problema inerente al ritardo nel pagamento dei fornitori abbiamo presentato un ordine del giorno. Non vuole essere un ordine del giorno di parte o del centrosinistra proprio per questo motivo. Crediamo sia un ordine del giorno strutturale, rivolgiamo un appello a tutti i colleghi affinché questo ordine del giorno possa essere approvato all'unanimità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, in questi tempi l'economia sta attraversando una grave crisi di carattere mondiale, che colpisce anche l'Italia e il Piemonte.
Procedendo ad un'analisi, si percepisce che la crisi maggiormente sulla bocca di tutti è quella finanziaria, che, partendo dall'America, colpisce il mondo intero, ma questa è una crisi di liquidità. In sostanza all'estero è avvenuto il fallimento di alcune banche. La crisi è stata determinata da una serie di investimenti sbagliati proprio da parte di quelle banche e da un eccesso di credito: le banche hanno prestato troppi soldi e, in particolar modo, a chi non era in grado di restituirli.
Per fortuna, relativamente alla crisi finanziaria, l'Italia è messa bene, nel senso che nessuna delle nostre banche rischia il fallimento.
Comunque, per affrontare questa crisi, da parte del nostro Governo ci sono stati interventi in senso decisamente positivo. Soprattutto, il Governo ha garantito completamente i risparmiatori per tutte le somme depositate presso le banche italiane. La questione era più psicologica che pratica proprio per il motivo ricordato prima: nessuna banca italiana rischiava il fallimento, ma c'era il rischio che, per paura della crisi, i risparmiatori corressero a ritirare il loro deposito, mettendo in crisi l'intero sistema bancario. Questo, per fortuna, non è avvenuto anche grazie alle garanzie date dal Governo.
Un altro passo importante del Governo è stato compiuto mettendo a disposizione delle banche una forma di prestito, sotto forma di obbligazioni, che le banche potranno restituire senza una precisa scadenza quindi quando ne avranno le possibilità.
Dunque, la crisi finanziaria di liquidità è, in qualche modo, stata superata o per lo meno è stata contenuta. Chiaramente, coloro che hanno perso sono i risparmiatori che avevano investito in azioni e fondi azionari che hanno ridotto notevolmente il loro valore. Anche in questo caso, se il risparmiatore è un cassettista che può permettersi di non vendere oggi e di tenere le azioni e i fondi, è molto probabile che in un futuro questi recuperino il valore perso.
Dopo la crisi finanziaria c'è un'altra crisi, che definirei più strutturale; questa crisi non è tanto mondiale, ma colpisce soprattutto l'Italia e in particolare l'Italia del Nord. È una crisi strutturale dovuta agli alti costi di produzione che le imprese scontano per produrre nel nostro Paese, soprattutto il costo del lavoro, un elevato carico di imposte, un elevato carico burocratico di norme varie da rispettare, che vanno dall'antiinquinamento a molte altre.
Il tutto provoca un aumento di costi. Le aziende come hanno reagito? Molte aziende di elevate dimensioni hanno portato la loro produzione all'estero. Purtroppo altre aziende sono state costrette a chiudere.
Per contro, continua ad esserci un fenomeno di pesanti importazioni di merci - soprattutto dalla Cina, ma anche dai Paesi emergenti - che, sotto un certo punto di vista, produce una concorrenza sleale a queste nostre imprese per i motivi che ho esposto prima.
Qui per produrre sono costretti ad affrontare costi elevati, mentre nei Paesi emergenti e in Cina producono in qualsiasi modo senza doversi porre tutti questi problemi. Pertanto, sotto il punto di vista del costo e del prezzo delle merci c'è questa concorrenza sleale.
Questa crisi piuttosto strutturale ha causato la riduzione dei posti di lavoro, quindi ha aumentato la disoccupazione ed è aumentato soprattutto nell'ultimo periodo il ricorso alla cassa integrazione.
Cosa può fare la Regione inserendosi in questo settore? Sicuramente la Regione ha possibilità relativamente limitate di intervento, ma qualcosa può fare.
Innanzitutto immettere liquidità nel mercato, semplicemente pagando i debiti che deve saldare. Oggi i creditori della Regione, creditori per forniture che hanno fatto o creditori per contributi concessi ma non ancora pagati, aspettano molto più del dovuto e molto più di quanto potrebbe essere comprensibile, perché la Regione ormai impiega otto-dieci mesi, se non un anno, per pagare i debiti.
Questo ritardo mette gravemente in difficoltà aziende che già sono in difficoltà. Pertanto, il primo passo che dovrebbe fare la Regione è proprio questo: cercare di ridurre i tempi di pagamento. Altro passo che dovrebbe fare la Regione è il rifinanziamento dei fondi di garanzia sull'artigianato, di fondi vari di finanziamenti alle piccole aziende.
Occorre aiutare tutto il mondo produttivo piemontese, e sappiamo che nel mondo produttivo piemontese c'è un'importante e consistente fetta di piccole aziende che possono essere aiutate in questo modo.
Dopodiché possiamo concordare con gli interventi annunciati dalla Giunta, perché comunque all'interno di un mercato, che ho illustrato prima è importante che ci sia una domanda. Il problema oggi è che i consumi si stanno riducendo e che quindi non ci sono più ordinativi per le aziende.
Quindi, il sostegno alla famiglia, il sostegno alla disoccupazione: sotto questo punto di vista concorre a creare domanda in modo favorevole.
I provvedimenti annunciati dalla Giunta possono comunque avere un risultato positivo e possono essere condivisi, anche se, ripeto, al di là di questi provvedimenti specifici, il pagamento dei debiti e il rifinanziamento dei vari fondi rotativi sono cose molto importanti da fare.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola "Ignazio Vian" e ai docenti e agli allievi della scuola media "Peyron Fermi" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola "Ignazio Vian" e della scuola media "Peyron-Fermi", entrambe di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Siete i benvenuti. Siete giunti in Consiglio regionale al termine di un dibattito iniziato la scorsa settimana sul tema "Crisi occupazionale". Una volta terminato il dibattito, i Consiglieri voteranno alcuni ordini del giorno.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Determinazioni relative al dibattito in ordine alla "Crisi economico occupazionale nella Regione" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito.
La parola al Consigliere Auddino.



AUDDINO Angelo

Grazie, Presidente. Vorrei dare un modesto contributo da Consigliere in questo dibattito così importante, che a mio avviso ha visto la presenza di tutta la Giunta, della Presidente e di tutti gli Assessori interessati e coinvolti.
La Giunta ha dimostrato, sia in questo dibattito sia nelle varie Commissioni di questi giorni, grande attenzione a questo importante tema che è la crisi economica, la crisi occupazionale.
Da parte mia, cercherò di capire cosa può fare la Regione e cosa dobbiamo fare in un momento come questo con gli strumenti che abbiamo a disposizione.
Penso che a chiunque di noi che, in questi giorni, si trova in riunioni a parlare con dei cittadini, la domanda posta da parte di cittadini normali e di lavoratori è che cosa concretamente si può fare.
Ovviamente, per quanto riguarda l'analisi non spetta a me e non spetta a noi entrare nei dettaglio, perché credo che ormai i dati siano sotto gli occhi di tutti.
Credo che in una situazione come questa, dobbiamo domandarci innanzitutto chi, nel nostro territorio e nel Piemonte, viene colpito dalla crisi e quali sono gli effetti. Questo perché bisogna fare ricorso a tutte le leve e a tutti i mezzi possibili per evitare che soprattutto i ceti più deboli, le famiglie, i cittadini e i lavoratori possano subire di più gli effetti negativi di questa situazione.
Ritengo che le prime risposte e i primi provvedimenti, anche quelli che vengono enunciati nella legge di bilancio, vadano in questa direzione.
Innanzitutto, come diceva anche la volta scorsa l'Assessore Migliasso bisogna proteggere i ceti deboli, ma non fare delle elemosine. Cercare di sollecitare nel welfare anche la ripresa, anche quel lavoro sostenuto che viene dato magari dalle Province, con i cantieri. È una risposta, è una goccia che va sia a sostenere i redditi sia a sostenere l'occupazione.
Da parte degli Assessori Bairati e Peveraro ci è stato detto, sia nelle Commissioni che in Aula, come sia ovviamente importante - e lo condivido rilanciare il lavoro, rilanciare l'occupazione, sostenendo quel lavoro buono, quello in grado di uscire da questo momento critico, magari anche rigenerandosi e innovandosi. Ed io aggiungo: anche guardando - com'è stato detto in qualche intervento - alla sicurezza del lavoro, perché molte volte gli incidenti che capitano sul lavoro hanno dei costi eccessivi, che in un momento come questo è un lusso sostenere.
Studi recenti dimostravano che i costi per incidenti, per morti sul lavoro in una nazione come l'Italia equivalevano ad una finanziaria pesante, ad una finanziaria a livello nazionale. Quegli investimenti secondo me, invece di pagare i danni - al di là dei danni morali e dei danni umani che ci sono quando avvengono queste cose - anche da un punto di vista economico, devono essere utilizzati per fare sviluppo.
Cosa può fare la Regione in un momento come questo? Non siamo il Governo nazionale, non siamo l'Unione Europea ma, in questo momento abbiamo uno strumento importante, che è quello del bilancio.
Molti Consiglieri, anche nelle Commissioni e nelle audizioni con le parti sociali, anche schierati all'opposizione, hanno sostenuto la necessità di fare in fretta: è un obiettivo che anche noi, maggioranza e amministrazione regionale, ci poniamo. Fare in fretta perché, di per s approvare il bilancio in tempi veloci (spero prima di Natale) costituisce un valore in un momento come questo, perché si liberano quelle risorse che la Regione riesce a mettere in campo.
In un momento come questo - da parte dell'opposizione è stato rimarcato in vari interventi, sia da parte del Consigliere Burzi che del Consigliere Casoni - concordo con chi sostiene che non può essere un bilancio come altri.
Bisogna sostenere la piccola e media impresa, bisogna sostenere il rilancio dell'occupazione. Abbiamo visto nell'illustrazione anche in Commissione come quei capitoli di spesa siano stati tenuti in molta considerazione, come da parte dell'Assessore Peveraro sia stato detto che sono capienti per far fronte ai bisogni che ci sono in questo momento.
Credo che bisogna rimpinguare il sostegno alle famiglie, cercando di trovare delle risorse, per esempio, per sostenere gli affitti. Oggi ci sono pensionati e famiglie monoreddito che vivono con mille euro al mese qualche volta anche con 700-800 euro al mese, che ci dicono che non possono pagare un affitto di 400, o anche soltanto di 300 euro al mese (qualche volta anche di 500). Non è possibile arrivare a fine mese, per una famiglia poco abbiente, pagando affitti di questo tipo. Occorre una politica più concreta degli anni passati per sostenere gli affitti. Ed è utile, in un momento come questo, che la Regione rilanci il Programma casa. Significa dare risposta, magari in un tempo medio-lungo a chi non ha la casa, a chi chiede prezzi di affitti convenienti, ma, nello stesso tempo, rilanciare l'economia, perché costruire significa anche rilanciare l'economia.
La Giunta, la Presidente in particolare, nelle settimane scorse aveva lanciato la proposta di sostenere i mutui: chi non può pagare un mutuo oggi, rischia di vedere la casa magari venduta a prezzi bassissimi e rimessa nel circolo della speculazione. Se riusciremo a sostenere quelle famiglie che non riescono a pagare un mutuo ed impedire che i propri immobili vengano svenduti dalle banche, faremmo un'azione importante.
Importante è il sostegno, a parte quello della Regione, che deve venire dal Governo nazionale. Non possiamo, colleghi della minoranza, tollerare e accettare che il Governo annunci 500 milioni per i danni causati dell'alluvione che ha coinvolto alcune zone del Piemonte - come la Val Pellice e alcune zone del Cuneese - nel maggio scorso (annunciati da Ministri e Sottoministri che sono venuti anche a sorvolare le zone colpite) e poi vederceli arrivare soltanto cinque: è una beffa! Su questo dobbiamo essere uniti, maggioranza e minoranza. Tutte le forze politiche devono pretendere dal Governo che in Piemonte arrivino le risorse necessarie per sostenere le grandi opere pubbliche. In un momento come questo, per rilanciare l'economia, occorre sostenere la famiglia, vanno sostenuti i bassi redditi. Non può passare il rilancio dell'economia, se non si sostengono anche le grandi opere strutturali e infrastrutturali di cui il Piemonte ha bisogno.
Faccio un altro esempio. Nei giorni in cui è andato a fuoco il Castello di Moncalieri, alcuni Ministri hanno sostenuto che sarebbero stati stanziati 15 milioni di euro: non s'è vista traccia. Questo credo sia importante, perché questo significa anche investimenti nel nostro territorio.
Sulla questione TAV, il Presidente Berlusconi ha detto che bisogna realizzarla anche con la forza. Non sono d'accordo sull'uso della forza, ma sono d'accordo sull'uso delle risorse. Se il Governo mette a disposizione le risorse, anche quelle opere importanti e strategiche per il Piemonte possono decollare.
La cosa fondamentale è sostenere il welfare e, in questo momento, a livello generale è necessario abbassare le tasse per i ceti medio-bassi.
Adesso, non bisogna aspettare che ci sia la ripresa, perché ora le famiglie, anche i ceti medi, hanno bisogno di spendere di più, hanno bisogno di risorse da mettere nel circuito virtuoso dell'economia. Bisogna sostenere il rilancio dell'economia, cosiddetta virtuosa, che crea posti di lavoro, come le opere pubbliche e le infrastrutture. Do atto che lo sforzo dell'Amministrazione nel sostenere anche il settore energetico e il settore dell'ambiente è importante, perché sono settori innovativi, che possono avere delle ricadute occupazionali, ma anche di innovazione. Noi dobbiamo pensare di uscire dalla crisi possibilmente più organizzati e meglio strutturati di prima. Alcuni indicano il Piemonte come una regione capace di uscire meglio e più in fretta dalla crisi. Mi auguro che possiamo dare una mano in questa sfida che ci attende.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Non vorrei ripetere, in parte, l'intervento che ho già fatto quando la Giunta ha presentato il Patto per lo sviluppo. Tuttavia, mi sembra che si debba partire di lì. La crisi occupazionale che sta investendo il Piemonte ma che sta investendo un po' tutto l'Occidente, non può che farci fare una riflessione, in particolare, sul tipo di capitalismo che l'Occidente ha scelto, in particolare negli ultimi anni, e che ha prodotto questo disastro.
Un capitalismo di tipo finanziario, un modello di capitalismo neo americano, fondato sui valori individuali e sulla massimizzazione del profitto a breve. Allo strapotere del mercato finanziario dobbiamo contrapporre, come Regione, una scelta di campo precisa, un capitalismo di tipo renano, fondato sull'economia sociale di mercato, sul consenso e sulle prospettive a lungo termine, così come è praticato in Germania che, non a caso, è uno dei Paesi che, pur colpito dalla crisi, la subisce meno di altri perché i meccanismi sono più sani, così come avviene in gran parte del Nord Europa e in Giappone.
Ritengo che, dalla scelta se far prevalere l'uno o l'altro modello dipenderà il futuro di gran parte dell'Occidente e, in particolare, anche della nostra Italia e del nostro Piemonte.
Evidentemente, questo tipo di scelta sarà importante relativamente anche al tipo di welfare che vorremo scegliere, all'esperienza di fronte alla crisi strutturale dell'economia globale, alle garanzie e alle tutele per il lavoro.
Economia sociale di mercato che, a mio avviso, trova poi un suo riferimento importante anche all'interno della nostra Carta Costituzionale perché questo è l'anno in cui celebriamo il sessantesimo anniversario della Carta Costituzionale, ma il fatto che alcuni articoli, in particolare l'articolo 46 - relativo alla possibilità di riconoscere il diritto dei lavoratori a collaborare nella gestione delle aziende - è uno degli articoli più avanzati, ma anche tra i meno applicati. E noi diciamo che la crisi oggi si batte anche applicando la Costituzione e, in particolare l'articolo 46.
Questo dobbiamo dircelo, perché la prospettiva è quella concreta di affrontare il problema di oggi, ma noi non possiamo neanche farci intruppare all'interno di un discorso soltanto rivolto all'oggi o al domani, ma dobbiamo anche avere una prospettiva più prospettica e più strategica, che non può che passare da una scelta di questo tipo.
Inoltre, bisogna affrontare questa crisi, che non è solo crisi occupazionale, e bisogna affrontarla sicuramente con atti fin da subito.
Innanzitutto uno strumento può essere il bilancio. Però un bilancio che va riformato e andrebbe ripresentato sulla base del nuovo scenario, perché il nostro bilancio è stato creato a giugno-luglio-agosto e a settembre, quando la situazione mondiale era molto diversa rispetto a quella che c'è oggi.
E a dimostrazione di questo, stanno i dati che l'Assessore Conti ha portato all'interno del bilancio, perché quando si dice, ad esempio, che la crescita del valore aggiunto per il Piemonte è per quest'anno dello 0,6 penso che purtroppo sia una previsione assolutamente errata.
Quando noi parliamo all'interno del DPEFR di una crescita del discorso della tassazione, quindi un incremento delle entrate regionali, parlando dell'IRAP a più 2,1% nel 2009, evidentemente vediamo un film diverso da quello che purtroppo vedremo nel 2009. Così pure prevedendo il 3-4 addirittura del 2010 e più 1,6% nel 2011.
Questi sono dati dei vostri documenti che vanno immediatamente rivisti altrimenti sono dati che non segnalano più una situazione reale.
Così pure per quanto riguarda l'IRPEF: come facciamo a dire che l'IRPEF salirà nel triennio per una cifra superiore all'8%? È un dato che, sulla base della situazione attuale, non è più proponibile. Quindi, rivedete le previsioni economiche contenute dei documenti di programmazione.
È chiaro che la situazione attuale va affrontata in molti modi. Certo non va affrontata stando fermi e facendo della propaganda, perché anche noi siamo d'accordo che sia necessario un "Programma casa" serio, ma non bisogna continuare a raccontare frottole ai piemontesi. Avete riempito i giornali per anni parlando di questo "Programma casa" e delle famose 10 mila case, per poi accorgervi nelle scorse settimane che non c'era un penny per costruire una casa e che fino ad ora non è partita la costruzione di una casa. Noi siamo per il discorso infrastrutturale, ma per un discorso infrastrutturale serio, in cui ai discorsi seguano i fatti, alle enunciazioni sui giornali seguano le costruzioni vere e proprie. C'è molto da fare dal punto di vista infrastrutturale e quello è uno dei momenti su cui la Regione può dare un segnale importante.
Mi fa piacere che qualcuno anche all'interno della Giunta, oltre che qualche collega di maggioranza, si accorga oggi che in questa regione c'è il problema dei mutui. Ma come mai ci sono depositate da due-tre anni proposte di legge in Consiglio regionale sul tema dei mutui sia da parte della minoranza che da parte della maggioranza e nessuno si è mai peritato di metterle all'o.d.g., caro Presidente del Consiglio regionale e cari Presidenti di Commissione? Come mai sul carovita e sulla crisi dei prezzi esistono proposte di legge della minoranza e della maggioranza da anni depositate in Commissione, che non sono mai state prese in considerazione, mentre oggi si fanno i tavoli di crisi, si fa la politica contro i prezzi alti da parte della Signora Bresso.
Dov'era la Presidente Bresso in questi anni? Dov'era quando la crisi dei mutui iniziava? Dov'era quando la crescita dei prezzi al consumo diventava intollerabile? Dov'era la Giunta in questi anni? Adesso vi accorgete che c'è la crisi dei mutui, adesso vi accorgete che ci sono i problemi sul caro prezzi. Mi sembra sinceramente un po' manicheo svegliarvi in questo momento.
Devo dire che anche il discorso sul Consorzio Fidi è un discorso che serve sicuramente molto ai consorzi. L'ha già detto il collega Vignale: è un provvedimento che va bene per rafforzare i consorzi, ma serve poco per le aziende.
La nostra proposta nei confronti delle aziende è un fondo di private equity, finanziato per il 20-30% dalla Regione Piemonte e per il 70-80% dai privati; tanto le banche quanto i fondi di tipo internazionale sarebbero disponibili ad un'operazione di questo tipo per finanziare le meritevoli aziende piemontesi.
Certo, ci vuole un po' di coraggio, bisogna ricapitalizzare le nostre aziende attraverso questo tipo di fondo di garanzia e di sviluppo. In questa maniera le nostre aziende potranno poi tornare ad essere soggetti interessanti anche dal punto di vista bancario. Basta con le sovvenzioni a fondo perduto, ma vi sia una partecipazione intelligente al rilancio delle aziende piemontesi.
Naturalmente poi c'è tutta la partita sui privati, che è un'altra partita importante, ma riteniamo che, in questo momento e all'interno di questo ragionamento che stiamo facendo, la nostra attenzione vada indirizzata massimamente verso il mondo dell'impresa.
In un Consiglio straordinario che sicuramente verrà indetto relativamente alla crisi generale, potremo anche trovare soluzioni per i privati, ma in questo momento ci deve essere l'attenzione alle imprese, sia a quelle medie che a quelle grandi, ma anche alla rete importante delle piccole aziende che, come sappiamo, sono la vera spina dorsale del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pace.



PACE Massimo

Dopo avere sentito tanti interventi, credo che non sia più il momento del semplice lamento. Gli eventi ormai sono più eloquenti di qualsiasi altra considerazione di tipo politico.
Siamo in piena difficoltà economica, le situazioni di crisi che oggi noi conosciamo purtroppo si erano, in parte, annunciate nei mesi scorsi.
Infatti, in modo molto pratico, bisogna dire che mancano all'appello gli effetti della crisi finanziaria; in particolare, mancano all'appello gli effetti per le piccole e medie imprese artigianali ed industriali, e anche per le imprese commerciali. Mancano all'appello anche le scelte strategiche, che dovrebbero fare e che faranno nei prossimi giorni le grandi multinazionali. Solo alcune che avevano già previsto nei loro piani di ristrutturazione e riorganizzazione hanno comunicato i loro interventi.
Questa situazione - permettetemi di esprimere questo concetto con chiarezza - necessita certo di moltissima coesione. Tutti gli attori economici ed istituzionali devono lavorare insieme, sapendo - e questo ce lo dobbiamo dire con chiarezza - che le debolezze del sistema economico anche nel nostro Piemonte, sono evidenti.
Mi permetterei di ricordarne alcune, anche se posso sembrare ripetitivo, ma è bene non dimenticarselo mai. Il più grave, la più grave debolezza è che il sistema della grande impresa, a parte alcune eccezioni in questi anni, non ha voluto e non ha avuto una visione strategica. Si è continuato a pensare che l'unica strada sia quella della riduzione dei costi, con scarsa propensione agli investimenti e con una sostanziale richiesta di assistenza pubblica non finalizzata all'innovazione del prodotto e del processo, e soprattutto - dico io - con scarsa attenzione ai lavoratori, alla valorizzazione dei lavoratori.
Un altro concetto che vorrei esprimere con assoluta chiarezza è questo: si è inoltre dimostrato folle teorizzare e praticare il precariato diffuso ad ogni livello, con il risultato che il livello della qualità del lavoro e della produzione è decisamente peggiorato. È chiaro che il Piemonte non pu fare a meno dell'industria, dell'innovazione e della ricerca sul prodotto.
A suffragio di questa mia riflessione, vorrei fare l'esempio della Michelin Stura, perché ne è l'emblema. Non è stato sufficiente vincere sul piano della riduzione dei costi, della produttività, perché poi, di fatto la differenza la fa il tipo di produzione. Quindi, questo deve assolutamente deve farci riflettere: noi dobbiamo produrre tanto e soprattutto, prodotti di qualità; non possiamo continuare in questo terribile confronto sulla riduzione dei costi, perché su questo perderemo.
Sul nostro territorio è uno stillicidio di chiusura di aziende, di licenziamenti, che hanno come unica soluzione quella di scaricare le contraddizioni sui lavoratori: Dayco, Axon, Vanem, e potrei ancora continuare nell'elenco.
Credo che dobbiamo, però, di nuovo sottolineare il fatto che chi sta pagando questa crisi sono soprattutto i lavoratori interinali, tantissimi lasciati a casa.
E, poi, l'altra grande vergogna: tantissimi contratti a termine, da 36 mesi, che in virtù della norma approvata da questo Governo iniziano ad essere lasciati a casa, dopo 36 mesi! Se volete vi dico nome e cognome di tutte le aziende, però mi sembra importante sottolineare questo aspetto.
"Scaricati", questo è il termine giusto! Credo che al Governo (perché bisogna allargare lo sguardo e non pensare che tutto si possa risolvere a livello regionale) sino ad oggi, almeno considerando quanto è stato fatto, interessino davvero poco i problemi del lavoro, delle piccole e medie imprese e, soprattutto, credo che dei lavoratori non gliene importi proprio nulla! Ciò che dico non è strumentale, perché le uniche cose premiate sono gli straordinari, che purtroppo nessuno fa più; è premiata l'instabilità del posto di lavoro. Perché colpire i lavoratori? Si spara oltretutto nel mucchio, invece di colpire davvero i lavativi, disprezzando interamente tutto ciò che è il lavoro pubblico.
L'esempio più emblematico è un altro: il Governo si è persino dimenticato di finanziare la cassa integrazione. Spero che si corra ai ripari e il più velocemente possibile.
Stamattina, parlavo con un operatore sindacale: non c'è un'azienda metalmeccanica dell'indotto auto che non abbia chiesto cassa integrazione e dove non è ancora stata fatta richiesta ai lavoratori di utilizzano i giorni di ferie arretrate.
E l'altra responsabilità più grande è che non si fa nulla per rilanciare i consumi. Questo è un tema importantissimo: niente si fa sulle tariffe e ce ne sarebbe bisogno.
In sostanza, credo che ci sia un tentativo di scaricare su Regioni Province e Comuni, di qualunque colore siano le Amministrazioni, tutte le conseguenze di questa crisi.
Credo che dobbiamo concentrare il nostro lavoro e non dobbiamo aiutare genericamente; dobbiamo invece aiutare davvero generosamente chi investe e chi reinveste nel nostro territorio.
Dobbiamo soprattutto metterci in condizioni di aiutare le piccole e medie imprese, perché credo che ce ne sia davvero bisogno, perché oggi non riusciamo ancora a quantificare il dato, ma è davvero preoccupante.
Credo che sia bene cercare di arginare questa crisi finanziaria favorire e aumentare alcuni ammortizzatori sociali, ma se le imprese e lo Stato non rinnovano i contratti di lavoro, come si fa sostanzialmente ad aumentare il potere di acquisto? Se il Governo non riduce la pressione fiscale sul lavoro dipendente o sui pensionati, come si fa ad avere qualche soldo in più in tasca da spendere per tentare, almeno a breve, di rilanciare l'economia? Però credo che due cose, invece, noi concretamente le possiamo fare, e credo che sia giusto farle e farle in fretta, perché queste sono sicuramente sotto la nostra responsabilità.
La prima. Approviamo velocemente la legge in materia di promozione del lavoro, perché è già arrivata in Aula ed è stata licenziata dalla Commissione. Facciamolo in fretta.
La seconda. Se vogliamo evitarci, diciamo così, un'altra pena approviamo entro la fine dell'anno il bilancio, perché questo sicuramente potrà aiutare il sistema delle imprese.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non risultano più iscritti a parlare.
Possiamo procedere, quindi, con la votazione degli ordini del giorno.
La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Chiederemmo una sospensione di cinque minuti, perché stiamo stampando un ordine del giorno che è stato elaborato e che in questo momento è in battitura, quindi in alcuni minuti sarà pronto. Per noi è sufficiente qualche minuto.



PRESIDENTE

In alternativa, colleghi, visto che vi è la disponibilità della Giunta Regionale a rendere delle comunicazioni che erano state sollecitate potremmo passare alle comunicazioni in materia di politiche relative ai Consorzi di garanzia Fidi e poi procedere con le votazioni degli ordini del giorno. Diversamente, possiamo concludere il dibattito.
La parola all'Assessore Migliasso, per la replica.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Penso che poi vorranno interloquire anche l'Assessore Bairati e il Vicepresidente Peveraro.
Io, intanto, volevo ringraziare sentitamente tutti i Consiglieri e le Consigliere che sono intervenuti e, prima di replicare, dar conto di due situazioni che ci preoccupano molto. La prima, come voi avrete visto stamani sui giornali, è l'azienda AGES S.p.A. che ha due stabilimenti, uno nell'Astigiano e uno a Santena, che è ancora in attesa che il Ministero eroghi la cassa integrazione novembre 2007-novembre 2008, perché sta attendendo (il Ministero) che vengano esperite ulteriori ispezioni da parte degli ispettori dell'INPS su situazioni e su rilievi che, ad una prima ispezione, erano stati formulati, sulla gestione dell'aziende, sui pagamenti dei contributi TFR, cassa integrazione e quant'altro; rilievi a cui l'azienda ha controdedotto. Adesso si è in attesa, sollecitato il Ministero, che intervengano il più rapidamente possibile (per la seconda volta) gli ispettori per dire se le controdeduzioni che l'azienda ha fatto corrispondono a verità.
In quel caso, sarebbe possibile, ovviamente, avere la cassa integrazione per il periodo novembre 2007-novembre 2008 e chiedere anche per il 2009, cosa che peraltro l'azienda ha già fatto, ma naturalmente, in questa situazione, il Ministero non potrà rispondere in modo affermativo finché non si scioglierà il nodo che dicevo prima.
L'altra questione che si è aperta oggi vede coinvolta la Gabetti.
Questa mattina i lavoratori della Gabetti hanno manifestato sotto la sede della Giunta regionale; li ha ricevuti l'Assessore Peveraro (io ero occupata in questa sede) insieme ad un funzionario della Direzione Lavoro.
Fornisco una brevissima informativa. Stiamo parlando di 320 lavoratori (di cui 68 nella Regione Piemonte) collocati in mobilità. La trattativa naturalmente, è di competenza del Ministero, ma ci faremo parte attiva e responsabile affinché il Ministero esamini il più fretta possibile questa situazione. So che l'azienda stessa ha chiesto un incontro al Ministero.
In questo caso, si configura la stessa situazione di Motorola: i lavoratori sono assunti con un contratto del commercio, ma sono iscritti all'INPS con un codice che li qualifica come servizi, quindi senza possibilità di ammortizzatori sociali (né indennità di mobilità, n indennità di disoccupazione). Qui mi aggancio, con una brevissima replica alle considerazioni che ho sostenuto nella mia relazione della scorsa settimana.
Noi ci siamo mossi - e ci stiamo tuttora muovendo - nei confronti del Ministero del Lavoro, così come i parlamentari del centrosinistra stanno facendo (mi auguro che sia un lavoro corale, di tutti), per fare in modo che sia aumentato in modo consistente, cosa che il Governo si appresta a fare o ha già fatto, il quantum riferito al monte cassa integrazione.
Non c'è dubbio, però, che occorrerà tener presente che nella contrattazione che sempre la Regione Piemonte ha fatto con il Ministero del Lavoro, sia nella persona dei rappresentati politici che dei massimi funzionari, vi è l'intenzione di sollevare il problema che, come ho già avuto modo di ribadire, è già stato affrontato da alcune Regioni, quello di comprendere, in questa situazione, in attesa della riforma degli ammortizzatori sociali, sotto un ombrello di protezione, diciamo così anche i lavoratori che, per la condizione lavorativa cui appartengono, non avrebbero diritto né alla cassa integrazione, né all'indennità di mobilità né all'indennità di disoccupazione.
Questo, naturalmente, in accordo con le parti sociali (quindi datori di lavoro e organizzazioni sindacali), comporterà la richiesta di una cifra ragionevole. Peraltro, la Regione Piemonte non ha mai avanzato richieste strampalate: tutto ciò che abbiamo richiesto ci è stato concesso ed è stato speso, perché abbiamo sempre dimostrato che era ciò che ci occorreva, così come credo saremo in grado di fare anche questa volta, svolgendo tutti insieme un buono lavoro per di sostenere lo stesso ragionamento.
La questione che mi pare sottolineassero, peraltro, alcuni Consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, con la quale mi trovo in piena sintonia e in pieno accordo, si riferisce al fatto che per le crisi di questa portata - che non sono di carattere congiunturale, ma di lungo periodo e probabilmente ridisegneranno gli assetti del nostro territorio (e non solo) per gli anni futuri - se vogliamo continuare a mantenere, come io credo, pur nella lodevole diversificazione produttiva che è intervenuta in questi anni, forti presidi industriali nella nostra Regione (senza un forte comparto industriale non possiamo farcela, per cui tutti i ragionamenti in ordine al sostegno, alla ricerca e all'innovazione hanno senso e devono essere supportati), sarà necessario che, accanto alle disponibilità manifestate dalla Regione, che potranno anche essere implementate e integrate nelle prossime settimane, anche il Governo (come stanno facendo tutti gli altri Governi) faccia la sua parte. Perché non è immaginabile che si provveda solo ad aumentare, come è stato fatto, il sostegno agli ammortizzatori sociali e limitarsi a dire che se ci sarà per il 2009 un extragettito. Come ancora stamattina sui giornali dichiarava il Sottosegretario Vegas, questo extragettito verrà utilizzato, ma per sostenere cosa? Le famiglie? Il rilancio dei consumi? Non si sa bene.
Credo che questo sia l'obiettivo del Paese e della Regione prima che di una singola parte politica. Perché il Piemonte - il nostro territorio - è di tutti, e non appartiene ad una parte politica.
E tutti - forze politiche e forze sociali - dobbiamo lavorare affinch questo venga reso possibile e si rendano disponibili le risorse necessarie al sostegno delle famiglie e dei consumi, per rilanciare certi comparti produttivi della nostra regione.
Mi pare che, da questo punto di vista, sia esemplare l'intervista che questa mattina il Presidente di Confindustria Torino, l'ingegner Carbonato cito una fonte insospettabile - ha rilasciato ad un giornale cittadino in cui dice: "Noi siamo disponibili a fare la nostra parte". In buona sostanza, la politica - in questo caso il Governo, mi è parso di capire faccia la sua, così come la Germania, la Francia, la Spagna e altri Paesi stanno facendo.
Noi confidiamo che questo possa avvenire e, per quanto è di competenza della Regione Piemonte, per quelle che sono le mie competenze in questo settore, lavorerò cercando la massima unità possibile e il massimo coinvolgimento.
Vi ringrazio ancora per i vostri interventi.



PRESIDENTE

Abbiamo l'ultima replica della Giunta regionale, che concluderà il nostro dibattito, da parte dell'Assessore Bairati.
La parola all'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore all'industria e energia

Sarò brevissimo. Intervengo solamente su tre questioni per chiarire alcuni punti che sono stati sollevati in più interventi, riguardanti la natura e l'urgenza delle misure anticrisi, su cui mi sembra esserci un'obiettiva convergenza nelle valutazioni.
La prima riguarda la necessità che tutti gli attori del sistema condividono, cioè quella di mantenere o immettere risorse finanziarie in tempi brevi, in favore delle nostre imprese, in particolare di quelle di piccole e medie dimensioni (interventi sul circolante). In tal senso, mi permetto di ricordarlo, vanno lette le delibere che sono state prese dalla Giunta regionale sul sistema delle garanzie. In tal senso vanno lette le misure che sono state prese per una gestione più flessibile e, per così dire, a vasi comunicanti della finanziaria regionale. In tal senso vanno letti gli interventi che la Giunta sta predisponendo sulle cosiddette misure di riduzione del costo del denaro che le nostre imprese pagano in questo momento. Denaro che, come sapete, è disponibile in dimensioni ridotte e, quindi, costa più caro che nelle settimane precedenti alle fasi più acute della crisi.
Altra questione - lo ricordava il Consigliere Botta - sono gli interventi di natura più strutturale; lui parlava di private equity capitalizzazioni e quant'altro. Per dargli conforto in modo che sia sereno strumenti e risorse sono abbondantemente in campo: di natura pubblica semipubblica e privata.
Resta il fatto che tutti gli attori economici coinvolti nella valutazione e nella determinazione delle misure anticrisi non vedono un'urgenza forte negli interventi sull'equity e la capitalizzazione, ma vedono un'urgenza che è condizionata su quanto dicevo nel punto precedente cioè nella messa in circolazione di risorse finanziarie che tengano vivo il sistema: mantengono aperte le linee di credito nei confronti delle imprese.
Ciò non toglie il fatto che equity, capitalizzazione e prestiti nel mix di strumentazioni finanziarie che determineremo saranno oggetto di una seconda ondata di interventi, alcuni dei quali, peraltro, alcuni sono già operativi.
Per quanto riguarda la terza questione, lo abbiamo detto nel dibattito della seduta precedente, ribadisco che ci sono elementi di preoccupazione sia sul versante delle imprese che sul versante delle famiglie. Alcuni hanno decisamente carattere di acuzie, altri vanno valutati per la loro effettiva portata.
Il Consigliere Scanderebech e il Consigliere Laus hanno ricordato che sul fronte delle famiglie, preoccupa di più la situazione del microdebito del credito al consumo e della riduzione del potere d'acquisto dei salari che non (stando ai numeri istituzionali che sono stati forniti dalle associazioni di categorie competenti) la situazione dei mutui immobiliari.
Ciò avviene per una serie di ragioni che abbiamo già esaminato nel dibattito precedente. La situazione dei mutui italiani è radicalmente diversa rispetto a quella dei mutui degli americani. Il sistema bancario nostrano è spesso criticato per la sua conservatività, ma in questo caso la conservatività si è rivelata un valore e non un limite, a proposito di determinati rapporti tra ipoteche e capitali che, non dico che mettano al sicuro il cittadino dal rischio che cresce sui mutui, ma che comunque ci dipingono, oggi, una situazione che non è emergenziale.
Controprova del fatto che le misure messe in atto dal Governo sono rimaste sostanzialmente acqua sulla pietra è che nessuno ne ha beneficiato perché nessuno ne ha fatto richiesta.
I numeri ufficiali dall'Associazione Bancaria Italiana dicono che, a fronte di tre milioni di comunicazioni inviate ai cittadini italiani per la rinegoziazione dei tassi e dei tempi sui mutui bancari, il tasso di penetrazione reale, cioè i cittadini che hanno accettato la rinegoziazione sono pari all'1% complessivo.
Quindi, è una situazione delicata, preoccupante per molti versi, ma una situazione che non va rubricata in maniera emergenziale su alcuni degli aspetti che sono stati indicati. Un aspetto però emerge in questi giorni ed è bene sottolinearlo, come accennava poc'anzi il Consigliere Pace. Mi riferisco alla presenza sul nostro territorio di multinazionali che hanno sedi legali in paesi esteri - il caso più conclamato, lo abbiamo letto sui giornali, è quello di Motorola - e che, sulla base di una serie di valutazioni di mercato, decidono, in maniera del tutto improvvisa e per certi versi inaspettata, com'è stato per Motorola, di operare la cessazione completa dell'attività.
Ricordo che la settimana precedente discutevamo con la direzione di Motorola di investimenti da inviare sulla sede stessa.
Il primo problema che emerge attiene a modelli di relazioni industriali molto diversi. Se voi confrontate la modalità di relazioni industriali che sta sotto la crisi della Michelin e la modalità di relazioni industriali che sta sotto la crisi della Motorola, è del tutto evidente che, se da parte della Michelin c'è la presa d'atto di una situazione di mercato difficile, ma anche la disponibilità a trattare con il sistema locale una modalità di uscita dalla crisi che ne attutisca il più possibile gli effetti negativi sociali, nel caso di Motorola c'è una decisione unilaterale, a quanto pare non negoziabile. Vedremo la risposta che Motorola darà alle nostre comunicazioni.
La scelta di Motorola preoccupa sia per la portata quantitativa, sia per la modalità con cui è stata presa. Su questo ho letto alcuni passaggi degli ordini del giorno, e credo che una valutazione congiunta la dovremo fare circa la modalità con cui il territorio eroga gli attrattori degli investimenti, a fronte del fatto che questi devono essere sottoposti a due condizioni: mantenimento occupazionale e garanzie, da parte di chi beneficia delle risorse per l'attrazione degli investimenti pubblici, di rimanere sul nostro territorio per un certo numero di anni. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Le chiederei di sospendere momentaneamente la discussione degli ordini del giorno, che credo richiederà un po' di tempo, e di passare alla seduta segreta, visto che sono presenti sia la Presidente sia il Vicepresidente.
Penso sia il caso di approfittarne come, d'altronde, in base ad accordi presi nella mattinata.



PRESIDENTE

Se non ci sono indicazioni in senso contrario, penso che la proposta del Consigliere Rossi possa essere accolta.
Procediamo alla comunicazione della Giunta regionale in merito alle politiche della Giunta regionale in relazione al Consorzio di garanzia Fidi.
Propongo di effettuare la comunicazione in seduta di Consiglio segreta.
Dispongo la prosecuzione dei lavori in sessione segreta.



(La seduta prosegue in sessione segreta dalle ore 12.18 alle ore 13.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende in sessione ordinaria.
I lavori riprenderanno alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.47)



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