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Dettaglio seduta n.374 del 03/11/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 15.07)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Buquicchio, Cavallaro e Nicotra.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

stata chiesta dal Consigliere Alberto Deambrogio l'iscrizione di un ordine del giorno avente ad oggetto "Crisi economica, carovita, controllo dei prezzi".
Come da prassi, se non vi sono osservazioni, lo considererei iscritto in calce all'o.d.g. della seduta odierna.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma non abbiamo ancora raggiunto i 42 voti necessari per l'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.. Pertanto, collega Deambrogio, non possiamo procedere in questo momento all'iscrizione del suo ordine del giorno, così come dell'ordine del giorno "Misure urgenti per il centro e la conservazione e il restauro della Venaria Reale", presentato dai Consiglieri Novero e Giovine, e dell'ordine del giorno "Le regole e le misure urgenti per il centro della conservazione e del restauro della Venaria Reale", presentato dai Consiglieri Novero e Giovine.
Non essendo ancora presenti in Aula 42 Consiglieri, non posso porre in votazione l'iscrizione all'o.d.g. di questi ordini del giorno.
Come da prassi, se nel corso della seduta si raggiungerà il quorum di 42 Consiglieri, li daremo automaticamente per iscritti, come abbiamo sempre fatto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Presidente, in realtà non sapevo che la prassi fosse tale. Peraltro, è un richiamo ad una vecchia questione, affrontata già in passato.
Mi pare che le ultime decisioni assodate dalla Giunta per il Regolamento prevedessero che in ogni caso si cominciasse a presentare l'ordine del giorno e a controribattere. Poi, se durante la votazione si fosse raggiunto il quorum di 42 voti, si potesse tranquillamente iscrivere il provvedimento.
La prassi che lei intende instaurare, Presidente, è totalmente in violazione del nostro Regolamento: non sta né in cielo né in terra che a metà seduta pomeridiana, nel caso in cui si raggiunga il numero di 42 Consiglieri s'iscrivano automaticamente i provvedimenti richiesti.
Non so il collega Deambrogio, ma io terrei particolarmente ad illustrare gli ordini del giorno di cui ho richiesto l'iscrizione. Magari anche in questo momento, mentre sto intervenendo. Per il sottoscritto la questione è fondamentale, perché nell'illustrarli evidenzierò anche ai colleghi del Consiglio la situazione che riguarda il Centro per restauro della Venaria Reale: a mio avviso, in questo momento, la Giunta si sta muovendo come un elefante in una cristalleria. Credo che il Consiglio debba essere ampiamente coinvolto.
Rivolgendomi ai colleghi della maggioranza, preciso che si tratta di due ordini del giorno - magari ce ne sono anche altri - assolutamente emendabili nella forma, ma non nella sostanza. Chiedo l'iscrizione dei medesimi, ma, come ripeto, lo faccio a norma del Regolamento, cioè secondo la prassi regolamentare, non in deroga al Regolamento, tra l'altro in modo assolutamente - mi permetta, Presidente - arbitrario.
Non so se mentre sto intervenendo abbiamo raggiunto o meno il quorum di 42. L'Aula è sovrana e potrà anche respingere la richiesta di iscrizione degli ordini del giorno. Sicuramente nella discussione emergeranno posizioni ampiamente diversificate, ma nella fattispecie credo assolutamente doveroso evidenziare tale questione oltre che per...



PRESIDENTE

Collega Giovine, la invito a concludere.



GIOVINE Michele

Semplicemente per ribadire il fatto che la prassi che lei sostiene essere consolidata, Presidente, in realtà è inesistente.



PRESIDENTE

Collega Giovine, ai sensi dell'articolo 51 del Regolamento, comma 5 per iscrivere nuovi punti all'o.d.g. per cui non sia stato dato preavviso è necessario ottenere il voto di 42 Consiglieri, tant'è che per iscrivere l'atto di iniziativa legislativa del Consigliere Vignale questa mattina abbiamo soprasseduto fintanto che non si sono raggiunti i 42 Consiglieri. E solo dopo è stata aperta la seduta. Quindi la prassi l'abbiamo sempre rispettata.
La prassi di favore adottata da sempre in questo Consiglio regionale prevede che quando viene richiesta l'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.
viene sempre concessa palesemente dai Gruppi, ovviamente con il prerequisito che ci siano 42 Consiglieri in Aula. Per cui, in attuazione di questa prassi di favour verso coloro che richiedono l'iscrizione di ordini del giorno, ho già comunicato nel mio primo intervento che, qualora nel corso della seduta si raggiungano le 42 firme, cose che di prassi avviene sempre, avrei proceduto, anche derogando dal Regolamento che richiede che tali iscrizioni avvengano all'inizio di seduta, a proporne l'iscrizione.
Non mi avete ascoltato, ma ho espressamente dichiarato che nel corso della seduta ci saremmo comportati come sempre abbiamo fatto, quindi con una prassi di favore per i proponenti degli ordini del giorno, anche se, a stretta interpretazione di Regolamento, l'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g. dovrebbe avvenire solo all'inizio di seduta. Ma per prassi ripeto - abbiamo sempre adottato un'interpretazione di favore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Avevamo avuto modo di discutere di questa vicenda già in passato, tanto vero che, ad un certo punto, si era deciso che la questione sarebbe stata rinviata alla Giunta per il Regolamento per una corretta interpretazione.
In realtà, nelle legislature precedenti, nonché all'inizio di questa la prassi è sempre stata quella per cui la richiesta di inserimento di nuovi punti all'o.d.g. veniva comunque posta in votazione. Poi, se al momento del voto detta proposta...
Il momento in cui viene verificato qualunque quorum è, infatti, il momento della votazione.
Io potrei chiedere l'inserimento di un argomento all'o.d.g., per cui se durante la mia esposizione un numero di Consiglieri tale da raggiungere il quorum firma e partecipa al voto e la mia richiesta ottiene i 42 voti necessari, detta richiesta è accettata. Quindi il momento della verifica del quorum coincide con il momento in cui tale proposta viene posta in votazione.
Comunque, ipotizzando anche che questa sia l'interpretazione che s'intende attribuire - sebbene sia un pochino forzata - se adottiamo da adesso in poi che le proposte di inserimento di nuovi punti all'o.d.g.
vengono inserite al raggiungimento del quarantaduesimo Consigliere che firma, tale prassi deve essere mantenuta sempre. Per cui, in occasione di una prossima proposta di inserimento nuovi punti all'o.d.g., se durante la seduta vengono raggiunti i 42 Consiglieri, non potrà essere negata la possibilità di porla in votazione.
Se da adesso in poi questa sarà la prassi, si può anche accettare, a patto che, in qualunque momento della seduta si raggiungano i 42 Consiglieri, le proposte di inserimento nuovi punti all'o.d.g. vengono comunque poste in votazione.
Se non è così, allora tanto vale restare alla vecchia prassi, quella per cui comunque si poneva in votazione la richiesta. Poi, se la proposta raggiungeva in quel momento - ossia nel momento della votazione - il quorum dei 42 Consiglieri, veniva approvata.
D'altra parte, sarebbe come se durante una consultazione referendaria alle ore 21.30, dato che magari in quel momento è stato raggiunto solo il 10% del quorum, si considerasse già nulla la consultazione referendaria: il momento di verifica è la fine della votazione. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lupi.


Argomento: Comunita' montane - Montagna

Proposta di legge n. 577 "Modifiche al Testo Unico delle leggi sulla montagna (legge regionale n. 19/2008)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della proposta di legge n. 577, "Modifiche al Testo Unico delle leggi sulla montagna (legge regionale n. 19/2008)".
Nella seduta antimeridiana era stata esaurita la discussione generale.
Procediamo, pertanto, all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Sono stati presentati, da parte del Consigliere Giovine, tre emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine, che interviene sulla discussione generale dell'articolo 1; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

I tre emendamenti che - tengo a precisare - non hanno...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, provvediamo immediatamente alla distribuzione degli emendamenti - pervenuti in tempo reale! Prego, collega Giovine, può parlare.



GIOVINE Michele

I colleghi mi chiedono di aspettare; io aspetto, non vorrei privarli di poter entrare nel merito...



PRESIDENTE

Lei sta parlando sull'articolo 1, non sugli emendamenti all'articolo 1 collega Giovine.



GIOVINE Michele

Va bene, Presidente, continuo. Gli emendamenti sono stati motivati anche da quanto affermato stamattina, in altre parole dal fatto che la proposta di legge presentata è perfezionabile.
Gli emendamenti proposti permettono alla Giunta una maggiore elasticità e possibilità di poter presentare al Consiglio una proposta condivisibile che attualmente - è inutile nasconderlo - non esiste, e permettono al Consiglio stesso di prendersi maggior tempo nella discussione della proposta medesima.
Se ben ricordo, sono stati presentati tre emendamenti all'articolo 1 e un emendamento all'articolo 2. Non sono emendamenti - tengo a precisarlo di natura ostruzionistica; l'intento è di offrire la possibilità a questo Consesso di maggior tempo di riflessione per ragionare ed eventualmente trovare, magari anche nella giornata di oggi, un accordo bipartisan sull'accorpamento delle Comunità montane e sulla proposta di deliberazione n. 409.
inutile nascondere che la proposta di legge n. 577 è strettamente correlata alla proposta di deliberazione n. 409; gli emendamenti consentono, pertanto, all'Aula e ai singoli Consiglieri, di intervenire e poter meglio rafforzare le proprie convinzioni, poterle presentare ai colleghi, ai cittadini che ci ascoltano a casa, e poterle illustrare correttamente anche ai rappresentanti delle Comunità montane che sono qui ad ascoltarci.
Aspetto di illustrarli uno per uno, appena arriveremo alla discussione degli emendamenti; emendamenti molto semplici, per i quali ritengo non occorra particolare necessità di essere illustrati. Lo farò ugualmente per i motivi che prima ho elencato.
Tra l'altro, alcuni emendamenti vanno nella direzione di quanto la Giunta aveva proposto inizialmente, quindi ritengo siano ampiamente condivisibili ed accoglibili dalla maggioranza e - mi auguro - anche dall'opposizione.
La votazione degli emendamenti non preclude e non esclude un giudizio diverso sull'articolato nel suo complesso, sul singolo articolo, o sulla proposta di modifica del Testo Unico sulla montagna. Non sono emendamenti ostativi, peraltro, ad ulteriori modifiche; sono molto chiari sia nella forma sia nella sostanza. Mi auguro che i colleghi, nell'affrontarli tengano un atteggiamento veramente spassionato Sull'articolo 1, preannuncio che, comunque vada, il mio sarà un voto favorevole; si tratta, infatti, di un articolo giusto, che dà maggior respiro a tutti noi nel trovare una decisione condivisa. Mi auguro che sia migliorato e perfezionato con l'approvazione degli emendamenti che ho presentato, che, tra l'altro, sono soggetti, oltre ad ulteriori modificazioni, anche alla firma dei colleghi che la vorranno apporre.
Presidente, con questo primo intervento invito la maggioranza ad un momento di riflessione, affinché, prima con l'approvazione della proposta di legge in oggetto, poi con ulteriori passaggi, si arrivi ad una soluzione finale condivisa, che soddisfi soprattutto i cittadini piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo all'esame degli emendamenti all'articolo 1.
Emendamento rubricato n. 1, presentato dal Consigliere Giovine: All'articolo 1, comma 1, si propone la sostituzione delle parole "nel numero massimo di ventisette zone" con le parole "nel numero massimo di trentuno zone".
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Come ho preannunciato, l'emendamento mi sembra evidente nella sua finalità.
La richiesta di riportare a 31 le zone omogenee, in altre parole le Comunità montane, è semplicemente per ricalcare la proposta iniziale della Giunta regionale, che riduceva da 48 a 31 il numero delle Comunità montane.
Questo eviterebbe un'ulteriore compressione della situazione delle Comunità montane, che potrebbero diventare eccessivamente ampie, come quella che si verrebbe a creare nella nuova, ipotetica, Valle di Susa, con oltre 115.000 abitanti.
Non è detto che con l'approvazione di quest'emendamento si arrivi alla votazione di una deliberazione che preveda 31 Comunità montane, ma si darebbe alla Giunta e al Consiglio maggiore margine di lavoro.
Il numero di 27 zone, inserito nella proposta di legge presentata dall'intera minoranza, è assolutamente congruo per arrivare ad una condivisione generale, ma, visto che, parallelamente, l'articolo 2 prevede un'ulteriore dilazione dei tempi per il Consiglio regionale per arrivare ad un'approvazione, mi chiedo se non sia meglio ampliare i margini entro i quali lavorare.
Ho scelto il numero 31, perché era quello scelto dalla Giunta regionale nella sua proposta originaria.
Voglio ricordare il pensiero che il Presidente dell'UNCEM, Lido Riba illustra in occasione d'ogni incontro pubblico, in altre parole che quella iniziale era la proposta migliore, attribuendo a noi la colpa di voler ridurre le Comunità montane da 31 a 23. Egli sostiene che i provvedimenti sono migliori quando arrivano all'esame di quando escono dall'Aula.
Pertanto, chiedo che questo provvedimento torni com'era in origine visto che è il desiderata del Presidente dell'UNCEM, del sindacalista di tutte le Comunità montane piemontesi.
Mi sembra assolutamente conveniente anche per tutti noi arrivare a 31 Comunità montane. Questo non significa necessariamente deliberare 31 Comunità montane, ma si darebbe possibilità alla Giunta regionale di margini maggiori.
So che molti colleghi erano presenti all'audizione alquanto turbolenta delle Commissioni VIII e III, congiunte, lunedì scorso. Chiunque affermi che in quella Commissione c'è stata condivisione, da parte del territorio della proposta di deliberazione n. 409, con gli accorpamenti in essere credo sappia benissimo di non dire cosa vera.
Sinceramente, quell'audizione mi ha preoccupato, perché riconosco e rispetto il lavoro dei Presidenti, dei Sindaci, di chi lavora nelle Comunità montane, percependo stipendi e gettoni risibili, assolutamente ininfluenti rispetto alla mole di lavoro che compiono.
Quello che chiedo, con l'approvazione del suddetto emendamento, è di poter avere maggiore elasticità nelle decisioni finali. Questo - ripeto non significa che le Comunità montane debbano che debbano essere 23.
Alla fine del percorso legislativo le Comunità potranno anche essere 23 cosa che depreco nel modo più assoluto e osteggio - ma se alla fine questa sarà la volontà dell'Aula non potremo che prenderne atto.
Con questa proposta di legge si dà possibilità alla Giunta ma soprattutto, all'Aula di avere maggior tempo per riflettere su questioni che rischiano di diventare irreversibili e, soprattutto, di agire correttamente su quanto siamo chiamati a realizzare: l'organizzazione delle Comunità montane.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Utilizzo brevemente la prima parte del tempo che mi è concesso per un brevissimo richiamo sulla questione regolamentare affrontata precedentemente. Credo che il Presidente abbia agito correttamente quando di fronte alla richiesta del Consigliere Deambrogio di inserire una nuova proposta d'ordine del giorno, ha sottolineato il fatto che, non essendo, in quel momento, presenti 42 Consiglieri, la proposta sarebbe stata inevitabilmente bocciata.
Sicuramente vi è stato da parte del Presidente un atto di cortesia nei confronti dei Consigliere perché se fosse la votazione non avesse raggiunto il quorum, detta proposta sarebbe stata respinta.
Rimane il fatto che, in linea di principio, resta comunque il diritto del singolo Consigliere di richiedere il voto sulla proposta e di verificare, al momento del termine della votazione, non prima, la presenza o meno del quorum dei 42 Consiglieri. Diversamente, qualunque quorum potrebbe essere valutato non nel momento della votazione, ma in termini preventivi.
Relativamente all'emendamento sostitutivo presentato dal Consigliere Giovine, ritengo che ci dia la possibilità di non chiudere una serie di possibilità future. La sostituzione delle parole "nel numero massimo di 27 zone" con le parole "nel numero massimo di 31 zone", in qualche modo, ci dà la possibilità, nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, di avere un margine di mobilità di trattativa più ampio che potrebbe manifestarsi utile per un soluzione complessiva della vicenda delle Comunità montane.
vero che, proprio per il fatto che il numero delle Comunità montane viene così fortemente ridotto - richiedendo alle Comunità montane sacrifici pesantissimi - sarebbe logico e opportuno per l'Aula valutare la possibilità, in qualche modo, di mantenere un range di disponibilità più ampio con il passaggio del limite massimo da 27 a 31. Detto ampliamento del limite massimo consentirebbe non l'obbligo di costituire 31 zone ma comunque, di valutare senza vincoli troppo restrittivi la possibilità di una diversa configurazione geografica delle zone.
stato sottolineato che una ripartizione più ridotta porta con sé una serie di problemi. È sotto gli occhi di tutti il fatto che la formazione di Comunità montane che fanno riferimento a territori esageratamente estesi non è un'innovazione positiva per il mondo della montagna. Il dimensionamento di una Comunità montana che vada oltre i centomila abitanti, difficilmente può essere considerata un passo in avanti in questo campo.
Per queste ragioni, e per l'opportunità che il Consiglio regionale mantenga opzioni più ampie, ritengo che il passaggio da 27 zone a 31 sia assolutamente positivo. Mi auguro, quindi, che l'emendamento sia approvato e dia, in questo modo, indirettamente, la possibilità ad una maggiore facilità d'accordo nei prossimi giorni e nei prossimi mesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Sono felice che il Presidente sia così attento, a volte basta che alzi la mano e il Presidente capisce per cosa devo intervenire.
Intervengo, infatti, per dichiarazione di voto poiché rilevo dall'assenza di chiarimenti di altri colleghi, che non ci sia la dovuta e giusta attenzione alla proposta in essere.
Anzitutto dichiaro che voterò a favore dell'emendamento, ma nel frattempo vorrei fare presente ai colleghi che si apprestano a votarlo che la proposta in oggetto non impedisce, a noi o alla Giunta, di deliberare affinché le Comunità montane rimangano 23, quelle in essere nella proposta di deliberazione n. 409, ma fondamentalmente di dare una possibilità in più. Non è un invito ad andare contro le direttive nazionali, dalla Lanzillotta in poi, compreso l'attuale Governo, in altre parole di riduzione - sacrosanta - dei costi della politica. Trattandosi della riduzione delle Comunità montane tali direttive sono meno condivisibili tuttavia, ci offrono la possibilità di maggiore operatività affinché si possa trovare una quadra - spero fra 90 giorni o fra 60 come nell'attuale proposta - anche perché, tutto sommato, 27 Comunità montane possono essere insufficienti per rispondere alle richiesta del territorio, tra l'altro legittime e sacrosante. Abbiamo ricordato la "nuova Val Susa", chiamiamola così, che conterebbe oltre 115 mila abitanti, ma ve ne sono altre che si avvicinano a cifre analoghe, e tantissime che superano i 60-70 mila abitanti che, forse, hanno necessità di essere riviste.
Oltre a ciò emerge l'aspetto, non secondario, del problema della Comunità montana dei due laghi che, attualmente, verrebbe di fatto soppressa o assorbita - scegliete voi la terminologia più corretta - e priverebbe così la provincia di Novara dell'unica Comunità montana presente. È vero, nell'ottica dei proponenti il numero di 27 poteva racchiudere queste realtà, dalle quali, peraltro, erano pervenute istanze a volte anche con degli atti ufficiali. Può anche darsi che ci siano dei ripensamenti dalla maggioranza o dalla Giunta anche su altre realtà assolutamente legittime e sacrosante.
Credo che non si debba essere "più realisti del re", ma che, come Regione Piemonte, ci siamo concordati perfettamente anche nei termini e non abbiamo lasciato ad una finanziaria, per altro personalmente anche di dubbia costituzionalità, la possibilità di decidere "hic et nunc" cos'è la montagna, cosa non era, cos'è una Comunità montana, cosa non era.
Prevederne 31 - mi stupirei se i colleghi della maggioranza non votassero l'emendamento, perché era esattamente quanto in origine avevano proposto essi stessi - dà la possibilità a noi tutti di un ragionamento più spassionato, più pacato e più sereno.
Nella fattispecie, anche a giudicare dalle molte riflessioni di colleghi che, anche se non ufficialmente in Aula, tentano di trovare una condivisione, credo che l'emendamento renda possibile trovare quello che si chiama il "bandolo della matassa". Non ne faccio una questione di principio, ma credo che sia un aiuto in più sia alla Giunta regionale sia se mi consentite - alla maggioranza.
Ribadisco che il nostro voto è assolutamente a favore. Grazie.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Il gruppo WWFambienta-lista esprimerà voto positivo all'emendamento sostitutivo in esame. È già stato espresso negli interventi precedenti il fatto che poter avere una maggiore ampiezza di manovra rispetto al numero delle Comunità montane è sicuramente una possibilità utile al raggiungimento di una soluzione del problema.
In qualità di Consigliere comunale di Miasino, mi sta particolarmente a cuore la vicenda della Comunità montana Due Laghi, che in questa partizione verrebbe soppressa e sacrificata rispetto ad esigenze che assolutamente il nostro Gruppo non condivide.
Con il passaggio da 27 a 31 zone, teniamo aperta la possibilità di salvare la Comunità montana Due Laghi, nonché di riconsiderare la compattazione di alcune Comunità montane che porterebbe alla creazione di aree di riferimento troppo ampie e, quindi, tali da superare addirittura i centomila abitanti.
Avremmo una situazione più fluida e tale da poterci permettere di arrivare, in maniera più efficace, ad un accordo che tenga in considerazione le effettive esigenze delle realtà montane.
In particolare, ribadisco il fatto che, proprio come Consigliere comunale di Miasino, non posso non sottolineare che la soppressione della Comunità dei Due Laghi sia un provvedimento assolutamente ingiustificato la possibilità di elevare il numero massimo - che comunque non ci vincola a doverne prevedere forzatamente 31 - potrebbe essere una soluzione più adatta e più vicina alle reali esigenze delle Comunità montane.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1 Il Consiglio non approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Stamattina nella Conferenza dei Capigruppo avevamo concordato una procedura in merito all'ordine dei lavori, che sembrava abbastanza condivisa.
In realtà, emerge, da parte di due colleghi Presidenti di Gruppo non presenti questa mattina, se non una modalità diversa, perlomeno un approccio differente alla vicenda.
Chiederei pertanto di sospendere per dieci minuti i lavori del Consiglio, di convocare una Conferenza dei Capigruppo e verificare con i due Consiglieri quale può essere l'ordine dei lavori di oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Concordo; chiederei anche dieci minuti per una nostra breve riunione.
Prima convochiamo quella complessiva e poi quella di minoranza.



PRESIDENTE

Se non ci sono indicazioni in senso contrario procediamo ad una breve sospensione della seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 15.45 riprende alle ore 17.01)



PRESIDENTE

Consiglieri, spero che i lavori della Conferenza dei Capigruppo abbiano risolto alcune problematiche che consentono un celere esame dei provvedimenti all'attenzione del Consiglio regionale odierno.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 1, comma 1 si propone l'abolizione della parola "omogenee" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Ricordo che il numero legale è 31.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 3 presentato dal Consigliere Giovine: all'articolo 1, comma 1 si propone la sostituzione della parola "omogenee" con le parole "ove possibili omogenee" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, nel testo originario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 4 presentato dal Consigliere Giovine All'articolo 4, comma unico si propone la sostituzione delle parole "sei mesi" con le parole "sette mesi" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, nel testo originario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto sull'intero testo il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Voteremo a favore della proposta di legge non soltanto per le motivazioni sollevate in sede di relazione e di discussione generale: dare la possibilità di un nuovo confronto, non vincolato ad un numero che non riuscirà a garantire una serena discussione sulla delibera successiva quanto, soprattutto, perché noi crediamo nell'opportunità di approvare il testo proposto dalla minoranza.
Approvazione che permetterebbe di affrontare la delibera che andremo a trattare con ragionamenti diversi rispetto a quelli fin qui espressi e soprattutto, con una minore rigidità.
Non approvando la proposta di legge i margini di discussione sulla delibera successiva saranno estremamente risicati.
Tale provvedimento, secondo noi, sarebbe dovuto essere votato precedentemente, magari con un testo proposto alla Giunta, anche in forma di delibera, e non certo a dieci giorni dalla scadenza dei termini fissati.
Ma questo è stato il percorso che si è creduto opportuno sostenere fin qui: valuteremo pertanto, nella delibera a venire, come comportarci.
Sulla proposta di legge il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Quando abbiamo presentato questa proposta di legge, l'abbiamo fatto pensando essenzialmente all'interesse delle popolazioni nonché dell'intero Consiglio, compresa la maggioranza.
Con l'approvazione di questo provvedimento, l'Assessore Sibille ottimo il lavoro propedeutico - e la Presidente Bresso, secondo noi (magari sbagliamo), avrebbero avuto un mezzo migliore per governare questo passaggio.
La nostra proposta di legge era un piccolo aggiustamento per cui la stessa maggioranza e la Giunta avrebbero potuto lavorare meglio nell'intento di favorire le popolazioni della nostra regione.
Non sarà così: sicuramente non verrà approvata. Non ho mai preteso di avere ragione, ma non ho neanche avuto delucidazioni per pensare che le motivazioni che ho addotto fossero sbagliate.
Poiché non siamo stati convinti del contrario, voteremo a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Il voto, per quanto possa aver senso dirlo, è a favore della legge.
Troviamo assolutamente incomprensibile l'atteggiamento della maggioranza e, nella fattispecie, della Giunta, di non volersi dotare di uno strumento che permetterebbe una maggiore elaborazione del futuro prossimo - votabile, si spera - atto deliberativo n. 409.
Non capisco certe chiusure, quando si devono assumere decisioni relative a servizi di vitale importanza per la vita dei piemontesi.
Sappiamo benissimo che le montagne sono popolate da anziani spesso e volentieri deboli; questo il motivo per cui mi preoccupo della votazione della proposta di legge che - ahimè - pare non abbia raccolto l'assenso della maggioranza dei colleghi in aula.
Non posso dunque fare altro che testimoniare un certo rammarico per questa chiusura; la maggioranza e la Giunta se ne assumeranno la responsabilità. Spero non sbaglino, ma nutro grossi dubbi in proposito.
Chiedo ai colleghi una maggiore e ulteriore riflessione sul provvedimento che andremo a votare subito dopo, perché, anche senza aver approvato la proposta di legge in oggetto, c'è la possibilità, pur con quei numeri, di migliorarlo sensibilmente.
Il mio voto è, ovviamente, favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ripeto succintamente i motivi del nostro voto favorevole, già riassunti molto sinteticamente dal collega Vignale - che ringrazio come primo estensore della proposta di legge in votazione - e dal collega Novero. Nel ribadire il voto a favore, ricordo i tre giorni di serio lavoro di Commissione (ringraziamo peraltro l'Assessore per la coscienziosità del suo contributo), che però, a constatazione complessiva dei Gruppi di opposizione e credo anche di parte di quelli di maggioranza, non è stato ritenuto sufficientemente utile.
Proprio per questo motivo, nella sessione di venerdì, ci era sembrato utile fornire uno strumento - una proposta votata dal Consiglio - che migliorasse una riforma, che riforma non è, visto che non risolve i problemi della montagna, non produce efficienza (lo dimostreremo, ove qualcuno nutrisse dei dubbi, nelle prossime sessioni, quando ne discuteremo in termini di bilancio) e non tiene in conto - non che fosse semplice Assessore, gliene do atto - delle numerose esigenze, talora contraddittorie, che emergono dal territorio.
E' talora meglio nessuna riforma, piuttosto che una riforma raffazzonata. Noi eravamo e restiamo di quest'avviso, pur avendo cercato (credo che lei ne sia stata attenta testimone) di migliorare un provvedimento, che probabilmente andrà al voto dopo questo: nonostante il lavoro fatto da tutti, non ci è sembrato possibile migliorarlo.
Sembrerebbe che la Regione non voglia dotarsi di uno strumento che probabilmente, avrebbe reso possibile, con una meditazione maggiore rispondere agli obiettivi che apparentemente si dà. Questo non è stato, e ce ne dispiace. Ognuno si assuma le proprie responsabilità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 Consiglieri votanti 49 Consiglieri hanno votato SÌ 18 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.


Argomento: Comunita' montane

Esame proposta di deliberazione n. 409 "L.r. 2 luglio 1999, n. 16, articolo 3 - l.r. 1 luglio 2008, n. 19 articolo 34. Riordino territoriale delle Comunità montane. Individuazione delle zone omogenee della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 3) all'o.d.g.: Proposta di deliberazione n. 409 "L.r. 2 luglio 1999, n. 16, articolo 3 - l.r. 1 luglio 2008, n. 19 articolo 34. Riordino territoriale delle Comunità montane. Individuazione delle zone omogenee della Regione Piemonte" La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Ringrazio tutti i Consiglieri che singolarmente hanno prestato molta attenzione a questo dibattito, complicato, in cui le questioni della montagna si sono collegate a quelle del governo della montagna.
Da tutto il dibattito ho tratto, soprattutto, un'indicazione che certamente sarà possibile attuare, da domani, quando le Comunità montane nella Regione Piemonte, saranno salvate. Salvato il governo della montagna sarà possibile affrontare un'esigenza assolutamente unanime: affrontare le problematiche connesse con la marginalità e con la mondanità, non in termini di scorciatoia, ma con una discussione attenta.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale sulla delibera.
Hanno chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero e il Consigliere Vignale.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Alla luce dell'esito sul voto della proposta di legge che l'opposizione ha proposto all'Aula, in questa seconda fase ci compete entrare un po' più nel merito, rispetto ai contenuti della delibera, che la Giunta propone al Consiglio, per l'attuazione della legge n. 19, approvata qualche mese fa.
Mi limito a ripetere brevemente quanto già anticipato nella fase di discussione del progetto di legge precedente. Questa delibera concretizza in senso assolutamente negativo le preoccupazioni che l'opposizione ha evidenziato già nelle discussioni di Commissione delle scorse settimane.
Una delibera che non tiene conto del principio, che, forse, avrebbe risolto molti dei problemi che il territorio ha posto anche nelle ultime consultazioni: la montanità.
Questa delibera dà seguito ad un'impostazione di legge che ha scelto di fare un accorpamento tout court, senza alcuno sforzo rispetto alla soddisfazione delle esigenze delle peculiarità del territorio montano.
Questo quanto emerso palesemente anche nelle ultime consultazioni, che hanno sostanzialmente evidenziato due posizioni: rassegnazione di coloro che in quell'occasione non hanno evidenziato criticità; profonda criticità di quanti rispetto a tutta una serie di realtà (mi riferisco ai problemi prevalentemente sulla provincia di Torino) hanno evidenziato quanto la modalità di accorpamento proposta, di fatto, non abbia tenuto conto delle peculiarità della montanità.
Come Gruppo di Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord, insieme ai colleghi Vignale e Novero, abbiamo ritenuto di proporre a questo Consiglio un'ulteriore riflessione, presentando una serie di emendamenti, che recuperano le posizioni più critiche emerse dalle consultazioni. Noi riteniamo che questo Consiglio debba assumersi la responsabilità di affrontare il problema.
rimasto un piccolo spazio, visto che la Giunta non ha ritenuto, in una prima fase, di utilizzare tutti gli spazi disponibili rispetto al numero di Comunità montane che la legge prevedeva, tant'è che sulla provincia di Torino ne sono previste soltanto 21 rispetto a 23. Quindi, noi abbiamo ritenuto, come colleghi di opposizione, di sollecitare questo Consiglio ad un ulteriore sforzo.
Ci auguriamo che la serenità di questa discussione permetta a questa deliberazione, che riteniamo sbagliata e sulla quale non daremo sicuramente un voto di favore, di essere, almeno in questa parte, ulteriormente migliorata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, questa deliberazione è il frutto di mancate decisioni nella legge n. 19; i colleghi ricorderanno che la stessa prevedeva 31 Comunità montane. Molte delle criticità discusse all'interno del Consiglio e rilevate dalle Comunità montane e dalle Amministrazioni locali audite, in realtà, si sarebbero superate se avessimo discusso approfonditamente il vecchio testo di legge, modificato con la presentazione della deliberazione n. 409, uno/due giorni prima di arrivare in aula, con l'appiglio della scadenza dell'applicazione della legge Prodi Lanzillotta, che avrebbe bloccato molti Comuni e Comunità montane dell'area piemontese, rimandando ad un successivo confronto con le realtà locali.
Legge che aveva il limite di dover stabilire il numero di Comunità montane non solo complessivo, ma anche per singola Provincia.
Questo il primo errore commesso dal Consiglio e dalla Giunta regionale: quell'impostazione ha bloccato le valutazioni da fare insieme alle singole Comunità locali, ma, soprattutto, all'interno di questa deliberazione, così come mancava in parte all'interno della legge, manca una revisione del concetto di Comunità montane che tenesse conto, innanzitutto, dell'aspetto della montanità.
Vedete, ritenga che la legge n. 19 contenga buoni spunti che, tra maggioranza e opposizione, abbiamo creduto opportuno introdurre: la modifica del sistema elettorale, il concetto di individuazione del Presidente precedente e non successiva alla costituzione del Consiglio ed un certo numero di competenze - anche se queste dovranno essere meglio specificate - affidate alle Comunità montane, soprattutto l'individuazione della Comunità montana come Agenzia di sviluppo.
Certamente passaggi positivi, che, però, devono concretizzarsi con l'identificazione geografica delle singole realtà. È evidente che quel presupposto reggeva, così come l'emendamento che consentiva la realizzazione di Unione dei Comuni, nel momento in cui si individuavano le aree montane e quelle pedemontane.
Limite che questa Regione, prima o poi, dovrà affrontare. La normativa in materia è datata: molti decenni fa ha individuato alcune aree che, pur non avendo dal punto di vista altimetrico condizioni montane, mantenevano dal punto di vista delle condizioni di vita o della marginalità caratteristiche simili a quelle dei territori montani.
In questi decenni, molte delle aree pedemontane sono diventate, a tutti gli effetti, la seconda cintura delle grandi aree metropolitane - per parlare della nostra provincia - mentre altre hanno mantenuto inalterato principi non solo altimetrici. Si tratta di zone in cui la montanità, e tutti i problemi correlati all'erogazione di servizi e individuazione di politiche per aree montane, non sono tenuti in considerazione all'interno di queste configurazioni geografiche, che hanno l'enorme limite di unire aree montane con aree pedemontane.
Sia la proposta di legge sia gli emendamenti che abbiamo presentato vanno esattamente in questa direzione. Il sottoscritto, con alcuni colleghi la collega Ferrero e il collega Novero in rappresentanza di tutti i Gruppi - ha presentato alcuni emendamenti che tentano di sottolineare questi aspetti. Per esempio, quando si propone la divisione della Valli Orco e Soana dall'Alto Canavese o la divisione dell'Alta Valle Susa dalla Bassa Valle di Susa si presuppone di garantire alle aree montane una situazione differente rispetto alle aree pedemontane.
Credo dovrà essere compito di questo Consiglio individuare una premialità economica dei contributi che la Regione eroga alle Comunità montane - ormai maggioritari rispetto al Fondo nazionale per la montagna che, in qualche modo, privilegi queste aree.
L'ottusità - consentitemi dirlo - della maggioranza, che ha attuato un ragionamento più di tipo politico, soprattutto per quanto riguarda la Valle di Susa, non volendo rilevare le prerogative provenienti dalle singole realtà montane, fa sì che andremo a votare, con esito che già conosciamo alcuni emendamenti che per certi versi, ci soddisfano, ma non sarà così per altri: soddisfazione per la Comunità montana delle Valli Orco e Soana, che rimarrà a se stante; insoddisfazione nel caso dell'Alta Valle Susa - non si capisce come un principio che vale da una parte non possa valere da un'altra.
evidente che questa scelta è spinta da aspetti che poco hanno a che fare con le politiche sulla montagna, ma molto hanno a che fare con la politica. "Punto". Posto che riusciate ad esprimere un Presidente di Comunità montana, che possa in qualche modo rappresentare 112 mila cittadini e più di 40 Amministrazioni comunali, quell'area incidentalmente, sarà oggetto della TAV e, incidentalmente, vedrà anche l'utilizzo degli oneri di compensazione che ricadranno sull'ARES. La valutazione è stata esclusivamente di carattere politico-economico, che nulla ha a che fare con una valutazione relativa alla tutela delle aree montane.
Non casualmente l'Assessore Sibille, non certo per sua responsabilità ma con un'indicazione credo condivisa, la mattina di venerdì, alle ore 10.00, comunica ai Consiglieri di maggioranza e di minoranza che si è disponibili a modificare la legge, portando le Comunità montane a 24 e portando a 7 quelle in provincia di Torino.
Poi, verosimilmente, qualche Consigliere torinese ha spiegato che sarebbe sì un criterio saggio dal punto di vista della geografia montana e della tutela delle Comunità montane dei Comuni interessati, ma non lo sarebbe dal punto di vista politico. Per cui, alle ore 11.30, quella proposta è ritirata dalla maggioranza.
Questo non è sostenibile: noi oggi crediamo che piuttosto che fare del male a due Comunità montane, è meglio salvarne una fra quelle che hanno vocazione o territorio assolutamente di carattere montano. Ma, certamente non si può non tenere in considerazione chi fa questo tipo di ragionamento.
Ovviamente, non è questa la sede per attività che vadano a penalizzare i soggetti interessati, ossia le popolazioni delle realtà montane e le Comunità montane stesse, ma vi saranno altre occasioni in cui si potrà manifestare questo dissenso, in modo più evidente, su provvedimenti che dal nostro punto di vista, saranno assolutamente poco condivisibili.
Concludo rilevando che è singolare che quando si parla di sussidiarietà, la stessa abbia due facce. Chi ha partecipato all'audizione dell'altra settimana, ha riscontrato un aspetto singolare: una proposta della Giunta presentata assieme all'UNCEM, a seguito di un confronto con tutte le Comunità montane, ha riscontrato la contrarietà della totalità dei partecipanti, salvo due soggetti intervenuti a favore. È un po' strano che talvolta l'espressione delle comunità locali abbia un grande valore, mentre altre volte dell'espressione delle stesse non si tenga conto. Lo dico alla Giunta e ai colleghi di maggioranza, che, ovviamente, si assumeranno la responsabilità di votare un provvedimento assolutamente iniquo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Molte cose sono già state dette dal mio collega di Gruppo, Vignale terrei soltanto a ribadire un concetto che lui ha già sfiorato, ma che io vorrei approfondire.
Vista la necessaria riduzione delle Comunità montane, questa poteva essere l'occasione per sottolineare due priorità: salvaguardare la montanità, ossia quei territori che hanno effettivamente bisogno del sostegno e delle risorse economiche di una Comunità Montana, e depurarla dei Comuni di bassa valle che, talvolta, detengono percentuali minime di popolazione che, peraltro, hanno economie e attività in zone pedemontane che sono completamente diverse dalle necessità riscontrate in alta montagna; inoltre, garantire soprattutto l'omogeneità dei territori.
Si potevano creare delle fusioni di Comuni montani limitrofi di alcune vallate, purché avessero le stesse caratteristiche e le stesse problematiche, per drenare e distribuire le risorse relative, lasciando magari fuori Comuni che faranno, invece, la parte del leone. Ne cito alcuni a titolo di esempio.
In Provincia di Cuneo, il Comune di Caraglio, che dista sette chilometri da Cuneo, ha una popolazione a livello di Comunità Montana di 1.500 abitanti e un'altitudine relativamente bassa (ha sì delle zone altimetriche sovrastanti, che però raggiungono Caraglio in cinque o dieci minuti, perché limitrofe), penalizza il Comune di alta valle, che dista 60 chilometri e ha 60 abitanti. Caraglio prenderà una grande quota di queste risorse, mentre il Comune di 60 abitanti, che avrà un peso inferiore in alta valle (tutti i Comuni dell'alta valle non raggiungono in numero gli abitanti di Caraglio!), sarà necessariamente penalizzato.
Questa poteva essere l'occasione per creare delle Comunità... di vallata: non era possibile - sappiamo che i numeri comunque erano in riduzione - ma si potevano almeno drenare queste risorse nei Comuni di alta valle di vallate limitrofe (avrebbero deciso loro, la sede). Sicuramente i Comuni di alta valle si sarebbero sentiti più tranquilli nel veder tutelate le loro risorse.
Si dice sempre di voler aiutare le zone montane, di voler limitare lo spopolamento dei territori in difficoltà, ma poi andiamo ad unire, ad esempio, l'alta Valle di Susa con la bassa Valle di Susa, che hanno peculiarità, interessi, tipi di lavoratori ed economie locali completamente diverse. Adesso la frazione dell'alta valle dovrà discutere con il Comune di bassa valle, i cui problemi saranno presumibilmente più legati a questioni relative alla metropolitana, ad esempio, oppure a situazioni locali di fabbriche lì insediate, piuttosto che alla pastorizia, ai pascoli montani, alla sentieristica montana o a attività che possano favorire l'insediamento in quelle zone.
Noi riteniamo il provvedimento necessario, ma mal gestito: si è fatta una sorta di "fascio" di tutte le situazioni. Si era detto: "Uniamo territori omogenei". Non abbiamo il coraggio di sostenere che le Comunità montane devono essere effettivamente montane? Allora chiamiamole "Comunità della pianura e della montagna": è inutile continuare a chiamarle "Comunità montane": dovrei proporre un emendamento per cambiar loro il nome! Nella mia provincia, ad esempio, Comuni come Busca, Caraglio, Borgo San Dalmazzo cosa c'entrano con i Comuni montani, che hanno i veri problemi dell'alta valle? Sicuramente, in questa situazione, faranno la parte del leone e si "mangeranno" grandi fette di risorse. Questo è un provvedimento che andrà a penalizzare ancora di più i Comuni effettivamente montani.
Non mi dilungo ulteriormente, ma tenevo a fare queste considerazioni.
Noi voteremo fermamente contro e denunceremo questa "non scelta" da parte della Regione Piemonte, che, alla fine, scontenterà tutti e non riconoscerà alcuna risorsa aggiuntiva a chi veramente ne avrebbe bisogno.
Credo che questo sia un cattivo atto amministrativo: lo aggiungiamo alla lista dei cattivi atti amministrativi che questa Giunta regionale ha emanato sino ad oggi.
Tuttavia, poteva essere l'occasione per un vero rilancio delle Comunità montane in senso montano. Come ha correttamente affermato il collega Vignale, è inutile convocare le audizioni se poi, di ciò che viene detto in quelle sedi, non si tiene conto, è carta straccia.
Potevamo evitare di far "scendere dalle montagne" queste persone, che magari hanno dovuto prendere mezza giornata di ferie o hanno fatto delle rinunce in termini lavorativi per venire a Torino e portare la loro posizione, della quale la Regione, bellamente, se ne infischia! Male la gestione, male il provvedimento: peccato per l'occasione che la Regione Piemonte aveva.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Vorrei fare pochissime considerazioni. Con la legge regionale di giugno di quest'anno e con la proposta di deliberazione illustrata dall'Assessore Sibille, riteniamo di aver avviato una condizione di grande responsabilità da parte dell'Amministrazione regionale piemontese.
Voglio ricordare quando, nel dibattito iniziale sulla legge finanziaria del 2008, la Regione Piemonte aveva rivendicato che fosse modificata la Finanziaria - statale - per trasferire le competenze in capo alla Regione.
Nel fare questo, si assumeva la responsabilità di innestare un percorso riformatore importante e impegnativo.
Pochi avrebbero scommesso sulla capacità di tenuta da parte non solo della Giunta regionale, ma della maggioranza. Pochi avrebbero scommesso sul fatto che ci sarebbe stata coerenza tra l'impegno ad assumere un processo di riforme importante e serio, e i dati concreti, le risposte concrete. Una prima risposta è stata data all'interno della legge che, devo riconoscere indipendentemente dal voto con cui è stata approvata, è nata ed è stata discussa in un clima di responsabilità condivisa tra maggioranza e minoranza.
Una seconda risposta è la proposta di deliberazione che la Giunta regionale ha presentato e che, ci auguriamo, venga approvata questa sera.
Un'assunzione di responsabilità impegnativa. Non è facile andare in ogni realtà territoriale a spiegare le ragioni per cui l'Amministrazione regionale piemontese intendeva e intende procedere ad una riforma che dia ampio respiro territoriale al governo delle aree montane.
Abbiamo concepito questo percorso non solamente come una necessità di risparmio, ma, anzitutto, per restituire agli ambiti di governo dei territori di montagna, quella sufficienza di possibilità territoriale in grado di meglio interpretare l'aspirazione delle genti di montagna di avere non solamente Unione dei comuni, ma Agenzie di sviluppo per le terre di montagna.
in questo contesto che si muove un atteggiamento di gran responsabilità. Certo è un percorso non facile, ma essere stati anche capaci - in un dibattito molte volte impegnativo, molte volte acceso, molte volte franco all'interno della stessa maggioranza e nel rapporto con la minoranza - di mantenere questa coerenza, fa onore all'amministrazione regionale.
Un battaglia che abbiamo portato avanti con in capo la Presidente Bresso e l'Assessore Sibille, alla quale va tutto il nostro grande apprezzamento per l'impegno con cui ha affrontato il rapporto difficile con le diverse realtà territoriali, per la tenacia con cui ha portato avanti il provvedimento e per la coerenza che è stata capace di dimostrare.
Questa battaglia, non nascondiamocelo, è avvenuta, e sta avvenendo, in un momento nel quale l'opinione pubblica è contraria alle Comunità montane ed è contro la legittima esigenza aspettativa delle terre di montagna d'avere forme di governo proprie e specifiche. Un atteggiamento non populistico da parte dell'Amministrazione regionale, ma la scommessa di affrontare un processo di riforma serio, che non doveva rappresentare una semplice operazione di maquillage, ma innestare forme di governo più forti più autorevoli, non per marginalizzare la realtà della montagna, ma per dare, aiutare e garantire, chi opera e vive all'interno della realtà di montagna, e dunque, il mantenimento dei servizi e la garanzia di condizioni di sopravvivenza delle attività economiche specifiche della montagna.
Ci rendiamo perfettamente conto che la discussione e il rapporto con le diverse realtà territoriali non finirà con la deliberazione di questa sera: ci rendiamo anche conto essere un processo di riforma ampio e impegnativo.
Tuttavia, abbiamo avuto la capacità di corrispondere, da un lato, alla tutela delle terre di montagna, dall'altro, al rafforzamento delle forme di governo nelle terre di montagna e, dall'altro ancora, a creare, lo ripeto a percorsi di riforma capaci di restituire e di garantire un futuro a territori che hanno una loro specificità, che deve essere difesa, tutelata e salvaguardata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

A differenza della legge approvata a luglio che, sotto certi punti di vista, poteva essere condivisibile e che, in un certo senso, contribuiva vista la situazione politica creatasi allora - a mantenere e conservare quindi salvare le Comunità montane, questa delibera contiene qualche piccolo pasticcio.
La legge prevedeva per le province di Cuneo e di Torino sei Comunità montane; la delibera, così come proposta, prevede cinque zone omogenee quindi cinque proposte di Comunità montane, sia per la provincia di Cuneo sia per la provincia di Torino. Che cosa è successo? Le diverse Comunità montane che si vedevano accorpate ad altre si erano un po' illuse essendoci ancora spazio per una nuova Comunità Montana sia in provincia di Cuneo sia in provincia di Torino, di poter essere salvate. Questo ha comportato "una guerra fra poveri": dieci o quindici giorni di feroci discussioni sia nell'ambito delle Comunità montane sia nell'ambito del Consiglio - anche se a livello non ancora ufficiale, ma ufficioso, si arriverà comunque ad avere sei Comunità montane in provincia di Cuneo e sei Comunità montane in provincia di Torino. Certo che se la Giunta, fin dall'inizio, fosse partita rispettando le previsioni della legge, avremmo potuto risparmiare lavoro e molte polemiche.
Oltre alla questione delle due Comunità montane in più che la legge prevedeva e che la Giunta non ha previsto - e che ora con la discussione in Consiglio andremo a ricostituire - devo notare che c'è stata una levata di scudi da parte di parecchi Comuni che si vedono inseriti in Comunità montane non omogenee, non di gradimento, non adatte a loro e che, quindi chiedono di poter essere assorbiti da altre Comunità montane. Chiedono, per lo più, di restare uniti alla precedente Comunità Montana ed essere assorbiti completamente da questa.
Faccio l'esempio classico della Langa Cebana. La Comunità Montana della Langa Cebana viene spezzata in due: metà finisce con la nuova Comunità Montana del Monregalese e della Val Tanaro, metà finisce con la Comunità Montana delle Langhe. La delibera della Giunta prevede di inserire nove Comuni nella Comunità Montana delle Langhe che chiedono, invece, di restare con la Comunità Montana del Cebano, quindi con Ceva, quindi con il Monregalese e la Val Tanaro.
A me sembra che le loro proposte siano motivate, ragion per cui dovrebbero essere accolte (preannuncio che abbiamo già presentato un emendamento in tal senso).
Uscendo dalla provincia di Cuneo, devo spezzare una lancia a favore della provincia di Novara che chiedeva, comunque, di mantenere una Comunità Montana cosa che, invece, la delibera non prevede. Prevede gli accorpamenti dei Comuni montani della provincia di Novara, con una Comunità Montana della Val d'Ossola. Anche qui, ci sono problemi d'omogeneità di servizi e magari anche un problema d'immagine, per il fatto che i Comuni di una provincia vengono accorpati a Comuni di un'altra provincia. Anche questa suddivisione non ci vede concordi; la nostra proposta era di mantenere una Comunità montana per la provincia di Novara.
In generale, la deliberazione ha diversi aspetti che non possiamo condividere. Come ho già detto, abbiamo presentato diversi emendamenti su tali questioni.
Relativamente al voto finale, aspetteremo l'esito della successiva trattazione degli emendamenti; naturalmente, se venissero accettati, le questioni più spinose potrebbero essere superate.
Sicuramente, così com'è ora, la delibera non può vederci d'accordo e pertanto il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Siamo all'ultimo atto di una vicenda partita un po' di tempo: portiamo a conclusione una buona legge, pur essendo partiti da presupposti non facili, secondo i quali, sostanzialmente, le Comunità montane, andavano, se non azzerate, diminuite drasticamente. Il tutto all'interno di una logica dei costi della politica - parer mio senza alcun riscontro di carattere concreto con i costi della politica - e sull'onda di sondaggi e di idee che vanno per la maggiore, secondo i quali più si riducono le istituzioni meglio è per tutti.
Alla fine, comunque, siamo, riusciti a fare una buona legge; anche le audizioni di lunedì scorso hanno confermato questa considerazione. É vero che parecchi - non tutti, come diceva il collega Vignale - di coloro che hanno partecipato all'audizione hanno espresso criticità pesanti, non tanto sulla legge, ma sulla questione degli accorpamenti. Quindi, senza ripercorrere l'intera storia, credo che il primo dato positivo sia questo.
Sulla questione degli accorpamenti è del tutto evidente che scontiamo alcune criticità legate alle attuali funzioni delle Comunità montane, che per molte di esse non sono sulla falsariga di quanto indicato nella delibera: enti che devono soprattutto operare come Agenzie di sviluppo, per capire, in primis, il tipo di sviluppo possibile sul territorio e, in secondo luogo, come reperire risorse per concretizzare queste intuizioni.
Attualmente, molte Comunità montane si occupano esclusivamente di servizi, associati ad altre: la gestione comune di servizi, diventa più facile, se si hanno dei bacini di utenza più piccoli.
Noi abbiamo compiuto due scelte relativamente agli accorpamenti. Da una parte, mantenere nel sistema i Comuni con caratteristiche montane.
Il riferimento è la legge nazionale del 1952, che definisce quali sono i Comuni dalle caratteristiche montane. È chiaro che se non si arriva ad una revisione di questa legge, che definisce la montanità in maniera ormai datata, credo sia più opportuno mantenere questi Comuni all'interno dell'attuale sistema.
Secondo elemento. Gli accorpamenti sono stati realizzati secondo la logica delle Agenzie di sviluppo: territori che s'interrogano sul loro sviluppo e futuro.
Probabilmente ci sono Comuni inseriti in zone "omogenee" per affinità per nulla omogenee: è evidente che non è possibile pensare ad azioni di sviluppo troppo parcellizzate. Confrontandoci con il resto d'Europa - e sappiamo che molte delle nostre Comunità montane ricevono risorse significative dai fondi europei - non è assolutamente pensabile aderire per esempio, a progetti INTERREG con 6-7-8-9 o 10 mila abitanti.
Gli attuali Gruppi di Azione Locale, i famosi o famigerati GAL, in molti casi già lavorano su accorpamenti. I nostri vicini di casa, i francesi, da parecchi anni lavorano su territori significativamente più aspri.
L'ultima questione, che ci vedrà impegnati nei mesi a venire, è quella delle risorse. Ci troviamo di fronte ad un Governo centralista, o, come direbbe qualcuno, statalista, che promette, ma poi iscrive in Finanziaria tagli pesanti per i prossimi anni: nel triennio 2009-2011 il Fondo nazionale per la montagna si ridurrà di circa il 75%. Come possiamo accettare che un Governo che si dichiara federalista nei principi, ci proponga un federalismo "al contrario": "Taglio i fondi e taglio le risorse sul Fondo nazionale per la montagna, poi se le Regioni vogliono intervenire, saranno affari loro, e quindi pensino loro ad integrare questi fondi".
Questo mi sembra un federalismo assolutamente inaccettabile.
I colleghi della Lega non hanno nulla da eccepire sul fatto che si tagliano 150 milioni sul Fondo nazionale per la montagna, e si danno 140 milioni per risanare il bilancio della Città di Catania, gestito dal medico personale del nostro beneamato Premier, con risultati devastanti? Al di là di facili polemiche, bisognerà tentare di ricostruire un'unità di azione; in realtà, potremmo aver fatto una buona legge e alla fine gli accorpamenti potranno rivelarsi anche vincenti: ma se l'intero sistema non viene supportato dalle risorse necessarie, tutto quanto sarò stato inutile e tutte le nostre parole saranno buttate al vento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Battuta amichevole...: mi fa un po' specie, una volta tanto, essere accusato di filomeridionalismo dall'estrema sinistra.
Noi abbiamo chiesto (e il Presidente della Regione Sicilia, ha garantito che manterrà la parola), che il denaro ceduto ad un Comune che altrimenti, è destinato al fallimento, sia restituito. Ripeto...



(Commenti in aula)



NOVERO Gianfranco

...comunque, questa era una battuta. Andiamo al dunque. Vorrei essere molto sereno, e parlare delle nostre montagne.
Conoscete tutti la storia del bicchiere: due entrano in una stanza e trovano un bicchiere con un po' di vino dentro. Il primo dice: "Me l'hanno bevuto quasi tutto; non c'è quasi più niente"; l'altro dice: "Ah, che bello, me n'è avanzato un po'!".
Francamente, il livello del bicchiere, per le montagne, è il livello di quanto (in tutti questi mesi di lavoro, tutti insieme, maggioranza minoranza e Giunta) abbiamo portato di positivo, di quanto non abbiamo portato e quanto avremmo potuto portare.
Ma nel bicchiere qualcosa c'è. La legge del 30 giugno non è proprio da buttar via; non l'abbiamo ancora testata, nella sua interezza, ma qualcosa di positivo c'è. Noi riteniamo, per esempio, che il sistema elettorale sia un dato concreto, anche se molti non lo hanno capito. Molti non hanno capito che il sistema elettorale darà a Comuni con 50 abitanti (il mio ha 220 abitanti) 13 voti, mentre il Comune di Lanzo che ha 5000 abitanti, ne avrà 18. Quindi, in proporzione, i Comuni più piccoli, hanno possibilità di voto superiore. Non una rappresentanza. Dipenderà dalla loro capacità; ma ad ogni modo, il peso del voto dei piccoli Comuni conterà di più.
Quanto detto e scritto, come intenzione, se verrà attuato non sarà poi così male. Leggo nella delibera (quella in approvazione oggi), che si terrà conto, in modo particolare, della dimensione territoriale, eccetera. Noi scriviamo tante cose, solo che poi non ci ricordiamo di quanto abbiamo scritto. Nella legge del 2007 c'era scritto:" Si terrà conto della dimensione territoriale, della dimensione demografica, dell'indice di vecchiaia, del reddito medio pro-capite, dell'altimetria del territorio comunale, del livello dei servizi, della distanza dal capoluogo di Provincia." L'altimetria era uno dei dati - è lo ancora - ma anche la dimensione territoriale, così come l'indice di vecchiaia e il reddito pro capite.
Abbiamo presentato tre emendamenti. Purtroppo, a questo punto, per effetto del voto precedente, che ha bocciato la nostra proposta di aumentare il numero delle Comunità montane, non possono passare tutti e tre. Può passarne uno, gli altri, fatalmente, saranno "cassati" automaticamente. Parlo naturalmente degli emendamenti presentati da me dalla collega Ferrero, dal collega Vignale, relativamente ai Comuni della provincia di Torino; solo uno potrà essere accolto per effetto del voto di mezz'ora fa. Gli emendamenti non li abbiamo presentati perché siamo amici di Pinco Pallo, di uno o dell'altro. La gran parte dei Sindaci dei Comuni interessati non so nemmeno di che parte politica sia, e non mi interessa.
Conosco però, la realtà territoriale.
La Valle di Susa viene considerata una valle unica, ma la dimensione territoriale (è scritto nella legge del 2007 che dobbiamo tenerne conto), è decisamente superiore alla normalità.
Non possiedo dati approfonditi sulla Valle Sangone, ma penso che fra il reddito pro-capite medio e l'indice di vecchiaia medio della Valle di Susa e della Val Sangone, qualche diversità ci sia. So che andando là comunque, respiro un'aria montagnina. Quando si va nella Val Sangone, senti la cultura locale, senti che la gente ha "quel di montanaro", che fa dire che ha un qualcosa di diverso. La stessa cosa vale per la Valle Orco-Soana.
(Ricordo che abbiamo presentato tre emendamenti, su tre realtà completamente diverse).
Ripeto, la dimensione enorme della Valle di Susa deve essere tagliata.
E se l'Alta valle non ha grandi differenze rispetto alla Bassa valle, ha però la lontananza dal capoluogo, la dimensione territoriale.
La Val Sangone, invece, come dimensione è persino troppo piccola, per ha caratteristiche diverse.
La Valle Orco-Soana, che con Cuorgnè non ha niente a che spartire, si è saputa organizzare molto bene. Ricordo un particolare: l'imperatore della Germania, arrivato in Italia per uccidere il re d'Italia dell'epoca, un certo Arduino, è stato bloccato all'imbocco della Valle Orco dai nostri montanari, che armati di sole pietre hanno fermato l'esercito imperiale. Il Barbarossa non è riuscito ad uccidere il re Arduino; anche se successivamente lo hanno "fatto fuori" politicamente, è morto di morte naturale. Tutto questo, grazie ai nostri montanari della Valle Orco.
La caratteristica particolare di quella zona è fuori discussione.
Ripeto, purtroppo, la scelta di mezz'ora fa, impedisce che vengano accolti i tre emendamenti; verrà posto in votazione quello relativo alla valle Orco-Soana, poi quello sulla Valle di Susa ed infine quello sulla Val Sangone: con il primo voto, gli altri due "saltano".
In questo modo il bicchiere diventa più piccolo. Se fossero passati tutti e tre il bicchiere sarebbe stato, non dico pieno, perché ci sono altri problemi da risolvere, ma sarebbe stato "mezzo pieno". Purtroppo potrà passarne solo uno: non c'è da ubriacarsi.
Non c'è da ubriacarsi neanche sulle soluzioni per la Provincia di Novara.
(Mi spiace per chi assisteva come spettatore, prima: capisco che ha avuto molta pazienza, quando per l'ennesima volta abbiamo sospeso il Consiglio, sospensione dovuta al fatto che con il numero determinato di Comunità montane, non riusciamo a risolvere la zona del novarese, legata al discorso Verbano-Cusio-Ossola). Il massimo che siamo riusciti ad ottenere è la presentazione di un ordine del giorno Detto questo, chiaramente non siamo d'accordo con questa delibera, che non poteva essere granché migliorata, se non cambiando i numeri (come abbiamo tentato con la precedente proposta). Speriamo, almeno, che quel poco di bevibile, dato dagli emendamenti e dall'ordine del giorno, possa passare, in modo che il bicchiere non sia del tutto vuoto, che rimanga qualcosa al fondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Signor Presidente, alcune brevissime considerazioni.
A differenza del collega Novero, credo che il bicchiere sia molto più pieno di quanto, forse, noi stessi riusciamo a vedere. In qualche modo dobbiamo dare valore agli atti che stiamo per compiere, ma facendo un piccolo passo indietro, perché se ragioniamo soltanto con l'atto di riorganizzazione delle Comunità montane, dimenticando l'antefatto che già veniva ricordato con l'ottimo intervento del mio collega Reschigna, faremmo torto a noi stessi.
In tempi non facili, noi abbiamo portato avanti una riforma complessiva delle Comunità montane e ora stiamo esaminando un provvedimento, che n'è l'ulteriore passaggio; credo che questi atti pongano il Piemonte, in qualche misura, all'avanguardia, rispetto alle altre Regioni italiane, in materia di legislazione sulla governance della montagna.
Avevamo stabilito che fosse il Consiglio regionale - siamo qui per questo - con apposita deliberazione, a ridefinire gli ambiti territoriali delle nuove Comunità. Eravamo anche consapevoli che il provvedimento non doveva soltanto ridurne il numero, ma doveva - e lo abbiamo fatto ridefinire, rafforzandoli, i compiti e il ruolo delle Comunità montane riformando le procedure d'elezione dei membri, riducendo il numero garantendo rappresentatitivà e democrazia.
Francamente, questo non mi sembra un bicchiere vuoto. Le nuove Comunità vedono rafforzato il ruolo di gestore associato dei servizi comunali presenti, assumono il compito d'agenzia dello sviluppo. Abbiamo previsto le importanti funzioni proprie, che, lo ricordo, dovranno vedere, come atto conseguente, dei provvedimenti legislativi ad hoc; penso al turismo, ad alcune questioni legate alla competenza sull'artigianato e alla legge forestale, che con largo consenso abbiamo licenziato in Commissione e che di fatto, è pronta per l'esame da parte dell'Aula.
Sul piano istituzionale, abbiamo introdotto l'Assemblea dei Sindaci e l'elezione diretta del Presidente, che viene svolta nei Consigli comunali che ne fanno parte.
Abbiamo portato avanti un provvedimento che riesce a rispondere in modo efficace all'idea di una riduzione del ruolo e delle funzioni delle Comunità montane che sta attraversando il paese.
Ha ragione il collega Reschigna quando richiamava la situazione politica in cui noi discutiamo e non è il caso di richiamare il libro di Stella o altre fasi su cui, in modo sbagliato, si è ragionato, come se la Comunità montana fosse un costo per la politica. Qui il tema è un complessivo giudizio negativo del paese, che vede la montagna come un accidente e vede i problemi della montagna non in un'ottica nazionale, ma come se fossero confinati in territori marginali.
Per questo, noi abbiamo dato una risposta, che è il frutto di un lavoro non facile, come quello che abbiamo fatto anche in questi giorni, anche oggi. È un lavoro che ha stimolato dibattiti e confronti, che sono stati utili ad individuare la migliore sintesi possibile, in tempi in cui non era facile e nemmeno scontato che ciò potesse accadere.
Per questo, noi dobbiamo riuscire a valorizzare al meglio questo lavoro. Potremo riuscirci se sapremo interpretare in modo corretto le modifiche, che affronteremo ragionando sugli emendamenti, ma, soprattutto se sulla prospettiva sapremo costruire, anche con i segnali che alcuni ordini del giorno vogliono dare, l'ordine del giorno che stabilisce la necessità di definire meglio i criteri di montanità. Non si pu banalizzare, questo è un tema reale. Ci sono problemi che riguardano le fasce altimetriche, le condizioni socio-economiche di molte Comunità e le difficoltà dei collegamenti, che, di fatto, sono i parametri. Alcuni sono già presenti nella legge, altri, invece, vanno affinati maggiormente, per dare davvero ai territori montani, anche sul piano delle risorse e delle politiche pubbliche, un peso e una caratura in base alle responsabilità che richiamano per quelle stesse Comunità locali.
Per questo, credo - e concludo - che il bicchiere sia davvero molto più pieno di quanto noi, forse, vogliamo vedere. Come, con gran responsabilità collettiva, abbiamo compiuto questo lavoro, anche nella precedente fase, mi auguro che lo stesso principio di responsabilità possa valere sulla riorganizzazione che, alla fine, forse non oggi, magari non domani, ma abbastanza presto, riconosceremo con un atto lungimirante e utile, qualcosa che davvero potrà rappresentare una gestione migliore della governance della montagna piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire di Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere una piccola parte a quanto hanno già detto i miei colleghi, che condivido in pieno.
Ricordo che questi tagli sono stati fatti, in alcuni casi, anche in modo diciamo sconsiderato, come, ad esempio, nel caso dell'Alessandrino dove, rispetto a quattro Comunità montane, si è arrivati ad averne due, in particolare sono state messe insieme la Comunità montana della Val Borbera e quella della Val Curone, che sono molto differenti tra loro. Tra l'altro una, quella della Val Curone, è rappresentata da 16 Comuni, l'altra, quella della Val Borbera, è rappresentata da 11. È chiaro che quando vi saranno questioni da affrontare, sarà più facile che passi la linea dei Comuni di una valle rispetto all'altra. Non si deve però dimenticare che la Comunità più realmente montana, con più Comuni all'altitudine considerata, oltre i 600 metri limite, è indubbiamente quella della Val Borbera.
Noi abbiamo presentato un emendamento che chiede almeno di tenere in particolare considerazione queste realtà. Ci auguriamo che nel prosieguo del dibattito la Giunta lo tenga in considerazione e possa dare su quest'emendamento parere favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, non voglio ripetere quanto già è stato detto, in modo eccellente, dai miei colleghi per ciò che riguarda il riordino delle Comunità montane in generale. Certo che, in un periodo così delicato, dove il territorio è espressione della gente, della nostra cultura, della tradizione e della storia del Piemonte, diventa difficile tagliar fuori delle zone. Per cui bene ha fatto questa Giunta, adottando il principio di responsabilità, ad assumersi l'impegno e le conseguenze derivanti dal lavoro svolto dall'Assessore Sibille - che ringrazio, perché è stata veramente attiva, come tutti abbiamo testimoniato in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Però, Presidente Gariglio, in momenti così delicati, mi aspetto che lo stesso avvenga anche per l'Area metropolitana e le Province, che tutti hanno enunciato.
Caro Consigliere Novero, ti devo dire che, in questo caso, hai scavalcato i meridionali, qui a Torino. Non capisco perché, come giustamente diceva il Consigliere Clement, si applichi un principio di sussidiarietà e di federalismo che parte dal basso, ma che non vale per i percorsi intermedi, come le Province. Mi risulta che il tuo partito, per esempio, stia difendendo con forza il mantenimento delle Province.
Dai conti fatti, mi sembra che anche il collega Rossi, in più di una circostanza, in passato, lo avesse rivendicato e che anche personalmente non come Lega - fosse d'accordo al taglio drastico delle Province.
Bene, Presidente, per ciò che riguarda le Province il problema è nazionale, lo affronterà il Governo con la legge finanziaria. Oggi, nello stesso modo con cui si è provveduto al riordino delle Comunità montane pongo il problema per l'Area metropolitana di Torino.
Colleghi, possiamo anche affrontare il problema dell'Area metropolitana di Torino in questo Consiglio! Presidente Bresso, mi sembra che lei fosse presente quando, in passato si era parlato dell'Area metropolitana (esiste in Commissione un disegno di legge in tal senso).
Lei, in passato ha rivestito il ruolo di Presidente della Provincia oggi è Presidente di Regione, per cui potrebbe prendere in mano tutto quello che c'é in Commissione relativamente all'area metropolitana e avanzare la stessa proposta affinché se ne discuta in Consiglio regionale.
Perché lì sì che andremmo a tagliare tante risorse e ad ottimizzare tanti servizi! Altro che le Comunità montane! Mi sembra, quindi, che il vostro sia un atto veramente coraggioso e come aveva sottolineato il collega Travaglini, vige il principio di responsabilità.
Per l'area metropolitana, che possiamo prendere in esame grazie alla famosa legge n. 142, adottiamo lo stesso principio di responsabilità.
Giacciono in Commissione alcuni disegni di legge, risalenti a due legislazioni fa, che prevedono già i relativi Comuni e tutto ciò che dove essere fatto.
Presidente Gariglio, deve sapere che l'istituzione della prima Assemblea dell'area metropolitana spetta al Presidente della Provincia Saitta, con cui lei ha un buon rapporto, in concomitanza con il Sindaco Chiamparino, che lei conosce altrettanto bene.
Se facessimo, quindi, un passo in avanti anche per l'area metropolitana, senza aspettare decreti legislativi o che sia il Governo ad interessarsi - a maggior ragione se venisse applicato lo stesso metodo che è stato utilizzato per le Comunità montane - potremo rendere un gran servizio alla nostra collettività e ai nostri cittadini.
Naturalmente, prima di esprimermi sul voto finale, attenderò le ulteriori modifiche che l'Assessore Sibille presenterà.
Dunque, mi astengo momentaneamente in attesa di vedere il risultato finale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Scanderebech.
Vale il principio, però, che ogni giorno ha la sua cura, per cui se oggi riusciremo già a risolvere la questione delle Comunità montane, avremo fatto un passo in avanti! Sicuramente, gli altri problemi verranno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Vorrei evitare di far perder tempo all'Aula, visto che si sono già fatte tutte le considerazioni del caso.
Alla luce di quanto è emerso, sia da parte della maggioranza sia della minoranza, mi pare che questo riordino territoriale delle Comunità, che ha rappresentato un gran rischio che la Regione ha voluto correre a tutela del suo territorio, possa ottenere, se non proprio un risultato di piena unanimità, quantomeno un accordo che, trasversalmente, riconosca questo sforzo.
Vorrei innanzitutto riconoscere che l'Assessore Sibille è stata molto operativa e mediatrice; qualcuno, al mio posto, direbbe che è stata "molto democristiana" - lo dico in senso positivo - perché ha saputo riconoscere le aspettative e gli interessi di tutte le Comunità. È chiaro, per Presidente, che questo vuol dire anche riuscire a far capire a tutti quella che è l'esigenza vera di questa Regione, ovvero salvare il territorio e le comunità pur dovendo omogeneizzarne alcune e ridurne in numero compatibilmente con la riduzione delle spese, degli apparati e di quanto consegue.
Vi sarebbero state molte osservazioni da muovere; osservazioni di carattere campanilistico, territoriale, che riguardano almeno tre o quattro delle otto Province del Piemonte. Ci siamo limitati, invece, a proporre due considerazioni particolari, dettate dal fatto che l'entità della conseguenza del riordino delle Comunità portava alcune Comunità ad avere dei numeri diciamo pure ridotti (se non limitati), e altre Comunità ad avere un numero non dico spropositato, ma sicuramente molto molto alto tale da far presupporre, in alcuni casi, la necessità di suddivisione.
Quando si parla, per esempio, della Valle di Susa, in Provincia di Torino, era nostra volontà - ne abbiamo anche discusso in precedenza ragionare sul fatto che l'alta Valle avesse sicuramente delle caratteristiche territoriali, ambientali, di servizi e di funzionalità ben diverse da quelle della bassa Valle di Susa, pur avendo lo stesso nome di Comunità.
Va tuttavia riconosciuto il fatto che non solo il nome, ma altre priorità e altri servizi generali - non ultimo tutto il progetto della TAV fanno sì che questa Comunità, pur essendo grande, debba, alla fine restare unita (insieme alla Comunità Val Sangone) per crearne un assieme tale da incidere sul territorio a favore delle prossime strutture e dei prossimi servizi interregionali e internazionali che si devono attivare.
Allora, se è vero, com'è vero, che nella Lombardia la Comunità Montana più piccola dispone di ben 102.000 abitanti, è altrettanto vero che nel Piemonte e nella Provincia di Torino può sopravvivere - anzi, può diventare molto importante - questa grande Comunità, che, probabilmente, riuscirà a raccogliere un numero di risorse tali da servire realmente tutta la vallata e tutta la Comunità Montana.
Anche da questo punto di vista, quindi, rilevo che non si può non essere d'accordo sulla unificazione, benché ci fossero, come ripeto, altre possibilità.
Non si può non essere d'accordo anche perché il numero delle Comunità montane proposte in questa delibera, a ragione o a torto, rispetto alla prima proposta della Giunta, che era di 31 Comunità, è oggi ridotto al lumicino, sempre per consentire una maggior credibilità di questa legge e una maggiore possibilità per la Regione Piemonte di salvare, ai fini della legge nazionale, un territorio che è ricco di Comunità, ma che va incontro a questa opinione pubblica non esattamente corretta per tutti i territori che è quella di eliminare e di ridurre gli sprechi, e, quindi, di unificare.
Mi pare, quindi, che anche sulla riduzione e sull'entità delle Comunità montane, pur avendo originariamente altre intenzioni, il nostro Gruppo si possa allineare a questa necessità.
In ultimo, vorrei precisare una nostra posizione molto chiara e ferma in merito alla Comunità dei Due Laghi della Provincia di Novara, dove la collega Valloggia (insieme ai colleghi Cattaneo, Boniperti e altri) ha svolto un grande lavoro di sensibilizzazione e di compartecipazione con gli Amministratori locali e con le popolazioni del territorio, per tentare di risolvere questo problema.
Qual è il problema? Trattandosi di otto Province, l'unico caso paradossalmente insoluto è quello di una Comunità interprovinciale che, con questa delibera (così come era impostata), non vedrebbe più una provincialità marcata, quella tutela di un territorio che - non è obbligatorio, ovviamente, doverne avere di Comunità montane - aveva come unica prerogativa quella di salvare almeno la parte montana del territorio.
Questi sono stati giorni difficili, giorni di discussioni, di attriti e, perché no, anche di emendamenti e di interventi finalizzati a salvaguardare questa Comunità. Non solo, ma anche di audizioni e interventi da parte dei rappresentanti istituzionali della Provincia di Novara che hanno evidenziato questa necessità.
A nostro avviso, non poteva rimanere inascoltata questa richiesta che veniva da buona parte del territorio: in definitiva, di nuovo grazie alla buona mediazione dell'Assessore Sibille, si é raggiunto un possibile accordo, che, sé se è vero che non accontenta nessuna delle due parti, è altrettanto vero che lascia aperte alcune porte. Comunque, salvaguarda aprioristicamente sia il nome sia una garanzia immeditata di utilizzo dei fondi, perché, inserendo in deliberazione l'emendamento che riguarda l'istituzione di una sede legale di questa Comunità nella provincia di Novara, se ne riconosce una territorialità, si salva l'identità provinciale per quel che riguarda il territorio montano e, inoltre, si afferma che la Regione Piemonte e questa maggioranza non sono lontani dalla provincia di Novara e dalle sue Istituzioni, dal momento che la sede legale di questa Comunità Montana (che sarà denominata "Due Laghi - Cusio Mottarone e Valle Strona") sarà istituita all'interno della provincia di Novara. Mi pare che dal punto di vista dell'immaginario collettivo, dell'identità dei cittadini e dei Comuni, questo sia un risultato molto importante.
Tuttavia, ritengo molto importante l'ordine del giorno, che sarà dibattuto successivamente, che è stato firmato, in modo trasversale, da tutti coloro che hanno nel territorio una compartecipazione, e che si sono attivati, dai Consiglieri Boniperti a Monteggia a Cattaneo e ancora qualcun altro di cui non ricordo il nome.
Questa compartecipazione significa aver inserito nell'ordine del giorno la garanzia che non soltanto la ripartizione dei fondi dovuti alle Comunità montane, ma anche la ripartizione delle rappresentanze, sia fatta con la salvaguardia della Provincia di Novara e dei Comuni di quella provincia.
Mi pare che questo sia un risultato di raccordo e di mediazione che non possiamo e non vogliamo disconoscere ed è per questo motivo che annuncio sin da ora, che ritireremo il nostro emendamento inizialmente proposto per il riconoscimento della denominazione e della salvaguardia della Comunità poiché questa non è possibile inserirla integralmente tra le Comunità del novarese, resterà tra le Comunità previste dalla deliberazione regionale.
Riteniamo questo un primo passo verso l'accettazione ed il riconoscimento di una provincia, che nei successivi 60 giorni dall'approvazione della deliberazione (se qualche Comune ne avrà la volontà, la necessità e l'intendimento politico) potrà avanzare eventuali richieste. Inoltre, potrà essere riconsiderata a rivalutata sia la posizione della Comunità montana sia quella interprovinciale; riteniamo che questo sia davvero un fatto molto importante e delicato, perché sulle 8 province del Piemonte questa era l'unica in cui l'interprovincialità potesse causare - ed ha causato - problemi e discussioni.
Penso che i Moderati siano d'accordo con questi emendamenti e proposte di ordine del giorno e che, per quanto ci riguarda, la successiva votazione della deliberazione possa avere esito favorevole, augurandoci che tutta l'Assemblea prenda atto di questa buona volontà tra le parti e quindi si associ a questa votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

L'ordine del giorno presentato, che ho firmato, mi lascia comunque un po' perplesso, perché non mi dà le assicurazioni che vorrei da questo Consiglio. Sono d'accordo sull'importanza di "salvaguardare la rappresentanza territoriale dei Comuni delle due Province, nonché garantire la distribuzione delle risorse, in modo tale da non penalizzare alcune realtà territoriali" e sono anche d'accordo sulla sede nella Provincia di Novara. Tuttavia mi lascia un po' perplesso il fatto che non sia scritto nell'"impegna la Giunta Regionale", la possibilità di ricostituire quella che è denominata "Comunità dei Due Laghi", qualora vi fossero Comuni limitrofi che, attraverso una deliberazione comunale, volessero entrare a far parte di quella Comunità.
Questo mi parrebbe molto importante per il nostro territorio e per il territorio della provincia di Novara che, d'altra parte, come ho avuto modo di ribadire più volte alla Conferenza dei Capigruppo, è andata sempre nella direzione di mantenere la Comunità dei Due Laghi. Inoltre, mi sembra abbastanza sintomatico il fatto che la stessa Provincia di Novara (che notoriamente, non è una provincia di centrodestra, in quanto ha un Presidente del centrosinistra, quindi non ne faccio una questione politica) abbia votato quasi all'unanimità - un unico Consigliere ha espresso voto negativo - il mantenimento della Comunità montana denominata "Due Laghi": importante perché omogenea un territorio interprovinciale, pur appartenendo più alla provincia di Novara che non alla provincia del Verbano-Cusio Ossola.
Apprezzo gli sforzi dell'Assessore, che fino all'ultimo ha cercato di mediare; mediazione lunga e notevole: esprimo il mio apprezzamento per l'Assessore Sibille, che ha fatto di tutto. Magari, però, qualcuno non si ritrova nella volontà, che l'Assessore poteva esprimere un po' più con forza.
Quindi, penso che in qualsiasi momento si possa richiedere di impegnare la Giunta regionale a recepire tale indicazione per modificare la l.r. n.
19 del 2008. Penso non ci siano problemi: se non lo scriviamo impegnando la Giunta, possiamo sempre chiedere una modifica della l.r. n. 19 del 2008.
L'ordine del giorno presentato mi pare opportuno, per aggiustare, per rattoppare, per andare ad una votazione, per chiudere la vicenda delle Comunità montane.
La mia perplessità rimane. Manterremo dunque il nostro emendamento sulla tutela della Comunità dei "Due Laghi", senza fare ostruzionismo - non è nostra intenzione intervenire parecchie volte sull'argomento - ma chiediamo si voti il mantenimento della Comunità montana dei "Due Laghi": troppo importante per farvi deroghe.
Noi Consiglieri della Provincia di Novara abbiamo il dovere di tenere in considerazione quanto espresso dai Comuni di questa Comunità montana.
Anzi, ci sono altri due Comuni (e potrebbero essercene anche altri) che potrebbero deliberare e, quindi, entrare a far parte della Comunità montana dei "Due Laghi", qualora non ci fosse una postilla nell'emendamento dell'Assessore che è d'accordo nel "procedere all'eventuale modifica dell'allegato n. 1 a seguito della valutazione positiva delle deliberazioni comunali pervenute, concernenti l'inserimento di una Comunità montana limitrofa rispetto a quella di appartenenza sulla base dell'allegato" - ma "acquisito il parere delle Comunità montane interessate". L'ingresso dei Comuni che volessero entrare a far parte di questa Comunità montana attraverso una deliberazione, permetterebbe la ricostituzione della Comunità montana dei "Due Laghi".
Se nell'"Impegna la Giunta regionale" potesse aggiungere che "verifica la possibilità, se ne intervenissero le condizioni, di ricostituire la Comunità montana dei "Due Laghi", sarebbe un fatto importante che andrebbe nella direzione giusta, di volontà anche di questo Consiglio di mantenere un impegno sulla conclusione della questa vicenda.
Tuttavia, mi pare che questo non rientri nei programmi della maggioranza; tutto ciò mi lascia perplesso e mi fa pensare che non si voglia una ricostituzione della Comunità montana, anche se si verificassero le condizioni e cioè che altri Comuni esprimessero la loro volontà di costituire e di far parte della Comunità montana dei "Due Laghi".
Quindi, ripeto, per quanto mi riguarda, ma credo valga anche per i colleghi del Gruppo PdL che hanno firmato l'emendamento che prevede il mantenimento della "Comunità montana dei Due Laghi", chiederò che si vada al voto con una votazione nominale, in modo che ogni Consigliere si esprima sul fatto di mantenere o meno tale Comunità.
Si tratterebbe di un rafforzativo all'ordine del giorno che abbiamo presentato e maggiore sicurezza sul fatto che questa Comunità, un domani possa essere ricostituita.
Mi pare che i concetti espressi siano piuttosto chiari.
Quindi, chiedo a questa maggioranza di ripensarci e di votare l'emendamento che presenteremo sul mantenimento di questa Comunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
In merito alla proposta che stiamo accingendoci a votare con tutta la massa di emendamenti collegata, la nostra posizione è fortemente critica.
Non credo che esista un "bicchiere mezzo pieno" come diceva il Consigliere Travaglini, al quale bisogna dare atto che su questo provvedimento ha lavorato molto - se ha lavorato bene lo giudicheranno gli elettori. Non credo che esista un "bicchiere mezzo pieno", anzi non credo che esista nemmeno il bicchiere.
C'è stato, come al solito, un volersi fare del male, abbiamo voluto essere più realisti del re, abbiamo voluto seguire un andazzo nazionale sull'onda di due pennivendoli che prima hanno scritto tutto il contrario di tutto sui costi della politica, colpendo inizialmente quella che era la parte più debole, ovvero le Comunità montante.
Successivamente, si sono in parte ricreduti, con dichiarazioni che non hanno avuto grande eco sui media, e hanno fatto passi indietro, ma ormai il danno era fatto.
Le Comunità montane sono diventate il nemico pubblico numero 1 della popolazione italiana; un coacervo di sprechi e privilegi inammissibili e bene o male, purtroppo neanche noi, che abbiamo il compito di parlare tutti i giorni con i cittadini e con i sindaci e Presidenti di Comunità montane abbiamo saputo porre un freno a questo andazzo devastante.
Il provvedimento che ci accingiamo a votare è figlio e frutto di questa logica.
La maggioranza non ha avuto il coraggio di adottare l'iniziale proposta, ovvero quella di 31 Comunità montane che andava sì verso una riduzione, ma parziale e più razionale della proposta in essere. Non ha avuto il coraggio di riaprire la data di discussione, com'era stato proposto dal sottoscritto, dal collega Vignale ed altri.
Non ha avuto il coraggio nemmeno di riaprire i termini di una decisione finale; non penso cambiasse granché, visto che di fatto questi accorpamenti avranno efficacia solo nel 2009, dopo la tornata di votazione e dopo l'ulteriore tornata elettorale con il nuovo sistema, peraltro giustamente criticato, in quanto non rappresenterà e non tutelerà né le Comunità montane più piccole né le realtà più piccole.
una disegno di legge criticato e criticabile sia nel sistema elettorale sia nel sistema di rappresentatività dei singoli Comuni e delle singole realtà. E, soprattutto questo disegno di legge non dice nulla su quali saranno le funzioni e i poteri di queste Comunità e, di conseguenza quanti soldini potranno poi utilizzare.
La cosa più tragica su cui veramente non abbiamo mai avuto modo di confrontarci è proprio questa: non si è mai parlato di quali siano le funzioni, non si è mai arrivati ad un punto fermo, ma neanche si è iniziato a farlo.
Per contro, si è voluto andare a razionalizzare, così domani qualcuno della Giunta potrà dire: "Noi riduciamo e tagliamo i costi della politica" mentre invece si vanno a colpire coloro che non possono difendersi perch sono i più deboli. Non solo, nel fare questo utilizziamo un termine capestro che ci ha dato la Finanziaria precedente, che era la Finanziaria del Governo Prodi e non del Governo Berlusconi - perché nonostante quello che qui qualche collega ha voluto fare credere è che questo è un provvedimento del Governo Prodi, ed è il decreto Lanzillotta.
Dobbiamo ricordarle queste cose, perché possiamo dire quello che vogliamo su quello che vorrà fare il Governo Berlusconi, ma attualmente non possiamo dire nulla.
Eventualmente dobbiamo ragionare su quello che invece ha fatto il Governo Prodi e su quello che è nato dalla magnifica pensata dell'ex Ministro Lanzillotta, che magari in origine aveva anche un senso logico nell'ottica razionalizzatrice dei costi dello Stato.
Effettivamente mi rendo conto che alcune Comunità montane situate sull'orlo del mare non abbiamo molto senso e mi rendo conto che alcuni Comuni, anche in Piemonte, che sono più Comuni di pianura (non sono neanche Comuni di collina) non ha senso che facciano parte di Comunità montane, ma qui "si è buttato il bambino con l'acqua sporca".
Personalmente mi sono speso per la riorganizzazione di alcune Comunità montane nel cuneese, dove c'è stato un discreto successo politico. Mi sono speso per la Comunità dei Due Laghi con tutti i colleghi del centrodestra ma voglio ricordare qui tra tutti, al di là di quello che altri possono dire, che i primi che sono stati in battaglia e in batteria su questa Comunità dei Due Laghi sono i colleghi Boniperti e Monteggia, che si sono spesi in prima persona. Di questo devo ringraziarli, perché non hanno ceduto fino all'ultimo minuto.
Lo stesso non posso dire di tutti i colleghi della maggioranza, anche eletti nel novarese, e mi spiace doverlo dire in questa sede pubblica, ma è giusto "dare a Cesare quel che è di Cesare".
L'altra battaglia su cui ho voluto stigmatizzare le differenze tra il sottoscritto e la maggioranza, e fra il sottoscritto ed altri colleghi della minoranza, è la questione dell'Alta Val Susa.
Credo che l'Alta Val Susa meritasse assolutamente di essere una Comunità montana autonoma, che meritasse di diventare la Comunità montana olimpica, differenziata dal resto della Comunità montana futura (forse) della Val Susa, perché l'Alta Val Susa non ha niente a che fare con la Bassa Val Susa e non ha niente a che fare con la Val Sangone e con le altre realtà lì attorno. Sono realtà economiche, sociali, storiche e anche turistiche totalmente diverse.
Certo, ci sono attualmente dei servizi gestiti dal Comune, ma questo non significa, visto che queste Comunità montane vogliamo farle diventare delle agenzie di sviluppo del territorio, che debbano avere le stesse finalità.
Prevedo che l'Alta Val Susa reagirà a questo schiaffo politico, perch alla fine sono Comuni che, beati loro, sono anche abbastanza autonomi e possono anche fare scelte diverse alternative. Però sarà nella loro autonomia e nella loro potestà fare delle scelte che la logica prevede che sarà normale attuare.
Trovo quasi oltraggioso il fatto che questo Consiglio avalli la separazione di un'altra Comunità - dall'attuale progetto, il 409 privilegiandola alla separazione dell'Alta Val Susa rispetto alle altre realtà.
Voterò in modo negativo l'emendamento che prevede la separazione dell'Alto Canavese dalla Valle Orco Soana. O, meglio, non voterò.
Lo trovo assolutamente, inutile. Una delle due non è neanche Comunità e, tra l'altro, neanche montagna. Non voterò, soprattutto perché per questa separazione - e per rimanere nei parametri che questa maggioranza si è voluta dare (anche per i numeri che potevamo allargare) - si è voluto sacrificare la specificità montana dell'Alta Val Susa. Non abbiamo neanche discusso di che cosa vuol dire montagna, di che cos'è la montanità vero, colleghi: eravamo all'interno del recinto indicato dalla legge nazionale n. 52 che, di fatto, elencava i Comuni a specificità montana. Ma è anche vero che non dobbiamo agire per forza, per accontentare tutti.
Intanto, in questo modo, abbiamo - di fatto - creato gravi disagi, grandi e gravi ingiustizie che si perpetueranno nel futuro su situazioni che realmente, in qualità di realtà montane, avevano necessità di maggiore attenzione da parte nostra e, in futuro, di maggiori finanziamenti e risorse. Solo curando la nostra montagna potremmo vederne lo sviluppo turistico, economico e sociale, alla stregua degli altri Paesi europei.
Concludo dicendo che se rimarrà così com'è, il mio voto sul provvedimento n. 409, sarà assolutamente negativo. Chiedo scusa agli amici dell'Alta Val Susa per non aver proseguito una battaglia che rimaneva, di fatto, di testimonianza. Purtroppo, alla fine, oltre a non essere capita non solo dai colleghi ma dai media e dalla gente, nei contenuti rischiava di essere ingiusta e lesiva, di fatto, in questo caso, dell'abilità del Consiglio di poter essere messo in condizione di decidere. Sbagliando, ma decidere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caramella.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Non vorrei oltremodo ripetermi, perché sono intervenuti altri colleghi in particolar modo il collega Monteggia, che ha già rilevato le criticità dell'ordine del giorno che abbiamo presentato e che, certamente sosterremo, ma che non ci esulerà dal votare anche l'ordine del giorno nel quale chiediamo il mantenimento della Comunità montana dei Due Laghi.
Per noi, questa è una Comunità montana importante perché ricade perfettamente sul territorio della Provincia di Novara, che siamo stati chiamati a rappresentare. All'interno dei "Due Laghi" e, ovviamente all'interno del nostro panorama, è una Comunità che ha ben raffigurato le specificità di un territorio che ha la necessità di essere rappresentato con una sua logica a tutela delle necessità primarie dei sette Comuni che la compongono. Sette Comuni che noi auspicheremmo in futuro aumentati, con l'inserimento dei comuni Gignese e Brovello, che mancano all'appello per chiudere l'anello importante di questa Comunità.
importante per la provincia di Novara, così come richiesto dal Presidente Vedovato e da tutta la popolazione che ne fa parte, il mantenimento di questa Comunità montana; peraltro, è alquanto anomalo che su otto province della nostra Regione sia proprio la provincia di Novara a dover perdere un punto di riferimento per questi sette Comuni, che hanno la necessità, viste le molte caratteristiche particolari e peculiari di quel territorio, di essere garantiti e tutelati.
Vorrei ricordare che la Comunità montana dei Due Laghi ha ben operato nell'arco di questi anni di esercizio, per valorizzare ciò che - di fatto si stava per perdere, con la creazione, per esempio, del caseificio e con tanti altri interventi che i Comuni sono stati attenti e capaci di portare avanti, anche attraverso il lavoro svolto dalla sola Comunità con i suoi componenti e con il Consiglio di amministrazione. Lavoro che ha dato risultati importanti, che non possono essere sottovalutati.
Con questo, non si dice che eventuali accorpamenti non tuteleranno il territorio, ma si dice che siamo chiamati a tutelare il territorio sul quale siamo stati eletti e per il quale i cittadini ci chiedono di rendere conto anche all'interno dell'assemblea regionale. Dal nostro punto di vista, siamo disponibili, ovviamente, a qualunque tipo di discorso, fermo restando che siamo assolutamente d'accordo sulla necessità di un ridimensionamento della spesa nazionale. É stato richiamato più volte anche grazie agli interventi di tanti scrittori e giornalisti con famosissimi e celeberrimi libri, quanto l'Italia sprechi, su diverse voci: una delle quali è rappresentata dalle Comunità montane.
Siamo d'accordo che ci deve essere un ridimensionamento; siamo d'accordo che sia necessario ricostruire una situazione attraverso la quale non ci sia sperperio di risorse, ormai sempre più difficili da reperire.
In Provincia di Novara, rispetto ad altre Comunità montane, si vive legati a queste Valli e a zone che vanno a scendere sui laghi: particolarità che altre Comunità non hanno.
Per questi motivi, sosterremo con forza le nostre intenzioni e i nostri obiettivi, fermo restando che siamo assolutamente in linea con quanto proposto dal disegno di legge che richiede un ridimensionamento dell'intera situazione montana e dei costi sostenuti.
Come provincia di Novara, gradiremmo si potesse dar seguito a quanto fortemente ha richiesto il territorio, anche attraverso il Presidente della Provincia che, come è già stato detto più volte, rappresenta una Comunità al di là dei colori politici e delle idee partitiche.



PRESIDENTE

Non essendoci più richieste d'intervento, possiamo procedere all'esame degli emendamenti.
I primi emendamenti sono al testo della delibera, i successivi all'allegato A.
Emendamento rubricato n. 24 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Si propone l'introduzione del seguente capoverso di apertura: "Condivisa e riconosciuta l'importanza strategica, sociale ed economica delle Comunità montane piemontesi, ad oggi istituite, per tutte le popolazioni che abitano le alte e basse valli della regione Piemonte".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24 bis.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 20 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al primo capoverso della proposta di deliberazione si propone l'aggiunta dell'inciso: "al fine di concorrere agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica" tra "dispone che le Regioni" alla terza riga e "con proprie leggi di riordino", sempre alla terza riga.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 49) presentato dai Consiglieri Boniperti Caramella, Monteggia, Giovine: Alla 2° pagina, primo periodo, terza riga dopo " ... dispone che le Regioni ..." eliminare: "con le proprie leggi di riordino".
L'emendamento rubricato n. 49 è ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 21 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al primo capoverso della proposta di deliberazione si propone di modificare l'inciso, alla terza riga, "con le proprie leggi di riordino" con le seguenti parole: "con proprie leggi".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21 bis.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 23 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al primo capoverso del deliberato si propone la sostituzione alla terza e quarta riga della parte di proposizione "devono provvedere alla riduzione del numero complessivo delle Comunità montane" con le seguenti parole: "provvedano al riordino della disciplina delle Comunità montane anche secondo il principio della riduzione del loro numero complessivo".
Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 50) presentato dai Consiglieri Boniperti Caramella, Monteggia, Giovine: Alla 2° pagina, primo periodo, terza riga sostituire: "devono provvedere" con "provvedono".
Emendamento rubricato n. 53) presentato dai Consiglieri Boniperti Caramella, Monteggia, Giovine: Alla 2° pagina, al 1° periodo ottava riga dopo: "livello" inserire "e tipologia".
Gli emendamenti rubricati n. 50 e 53 sono ritirati dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 16 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al secondo capoverso della proposta di deliberazione si propone l'introduzione, tra parentesi, del seguente inciso: "(Disposizioni modificative della legge regionale 2 luglio 1999, n. 16)" tra le parole " ... dall'articolo 2 della legge regionale 1 luglio 2008, n. 19 ...", alla seconda riga, e le parole "... a norma del quale la Regione ..." Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 12 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al secondo capoverso della proposta di deliberazione si propone di sostituire il predicato "dispone", alla terza riga, tra "... del quale la Regione ..." e " ... il riordino territoriale ..." con: "provvede a ".
Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 11 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al secondo capoverso della proposta di deliberazione si propone l'introduzione delle parole: "del Piemonte" alla terza riga, dopo "...
delle Comunità montane ..." e prima di "... con deliberazione del ...".
Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 9 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al secondo capoverso della proposta di deliberazione si propone la sostituzione del participio "sentita", alla quarta riga, tra "... Consiglio regionale, ..." e "... la Conferenza Permanente Regione - Autonomie locali;" con le parole: "previo parere di".
Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 18 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al secondo capoverso della proposta di deliberazione si propone l'aggiunta delle parole "del Piemonte", alla quarta riga, tra "... del Consiglio regionale ..." e " ..., sentita la Conferenza Permanente Regione Autonomie locali;".
Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 10 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al secondo capoverso della proposta di deliberazione si propone l'introduzione dell'avverbio: "preventivamente" alla quarta riga, tra "...
sentita ..." e "... la Conferenza Permanente Regione - Autonomie locali;".
Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 19 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al terzo capoverso della proposta di deliberazione si propone la sostituzione delle parole "dei principi stabiliti", alla seconda riga, dopo "... debba avvenire nel rispetto ..." e prima di "dall'articolo 2, comma 18 lettera a) ..." con le parole: "del principio stabilito".
Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 8 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al terzo capoverso della proposta di deliberazione si propone di sostituire all'aggettivo "stessa", alla quarta riga, dopo le parole "... sulla base di quanto definito dal comma 3 della ..." la formulazione: "sopra citata".
Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 54) presentato dai Consiglieri Boniperti Caramella, Monteggia, Giovine: Alla 2° pagina, al 4° periodo prima riga dopo "considerato che": eliminare "al fine" e sostituire con "nella necessità".
L'emendamento rubricato n. 54 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 17 bis) presentato dal Consigliere Giovine: Al quarto capoverso della proposta di deliberazione si propone la sostituzione, tra seconda e terza riga, delle parole "... tra i comuni facenti parte delle quali ..." con le parole: "tra i cui comuni".
Indìco la votazione palese su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Dutto, Rossi Novero,Giovine: Dopo le parole: "considerato che, al fine di procedere al riordino territoriale delle Comunità montane, occorre provvedere all'individuazione delle zone omogenee della Regione Piemonte, tra i comuni facenti parte delle quali saranno costituite con decreto del Presidente della Giunta regionale le nuove Comunità montane, ai sensi dell'articolo 5 della l.r.
16/1999, e con le modalità di cui all'articolo 39, comma 1, della l.r.
19/2008;" sono inserite le parole: "La Regione Piemonte con l'individuazione che segue tiene conto in particolare degli indicatori socio economici per quei comuni appartenenti alle Comunità montane più piccole che accorpate costituiscono le nuove zone omogenee.
Le zone individuate devono: rispettare i criteri di omogeneità socio-economica, efficienza e congruità rispetto al ruolo rivestito e alle funzioni assegnate rafforzare la natura di enti volti a garantire l'effettività delle misure di sostegno delle zone montane e la promozione, lo sviluppo e la tutela del territorio razionalizzare gli apparati istituzionali, allo scopo di rendere più efficace l'azione politica ed amministrativa;".
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, come ho già detto nel mio breve intervento di prima riterrei opportuno salvaguardare quelle realtà o Comunità montane più piccole che si ritrovano accorpate con Comunità montane più grosse.
Capisco - mi riferisco al caso della Provincia di Alessandria - che la Giunta non potesse dare parere favorevole al mantenimento di tre Comunità montane su quattro e, quindi, che siano state accorpate due Comunità disomogenee tra loro: la Comunità montana Val Borbera e la Comunità montana Val Curone. La Comunità montana Val Borbera conta molti Comuni che rientrerebbero nelle nuove norme per essere definiti Comuni montani, a differenza, invece, della Val Curone.
Le chiederei, Assessore, di accettare almeno un enunciato semplice: "La Regione Piemonte, con l'individuazione che segue, tiene conto, in particolare, degli indicatori socio-economici per quei Comuni appartenenti alle Comunità montane più piccole, che accorpate costituiscono le nuove zone omogenee". Una piccola clausola di salvaguardia per quelle realtà che si sentono un pochino "derubate" della loro autonomia.
Non credo che un simile emendamento possa stravolgere il testo della deliberazione, per cui ritengo che possa essere accettato.
Penso che risponda alle richieste di quelle realtà che si trovano assorbite in altre più grandi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Sibille; ne ha facoltà.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Probabilmente, sarebbe più opportuno inserire questo tipo di intervento all'interno di un ordine del giorno.
Credo che non vi siano particolari difficoltà, perché rientra esattamente nell'indicazione che avevamo già espresso, quella di pensare a situazioni che dovranno essere governate...
Penso che non vi siano difficoltà particolari.



ROSSI Oreste

Quindi?



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Va bene.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 5, sul quale l'Assessore Sibille, a nome della Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



(Commenti in aula fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, sospendo la votazione.
Colleghi, vi sono problemi interpretativi? Forse l'Assessore Sibille vuole fare ulteriori precisazioni?



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

A mio avviso, sarebbe meglio inserire l'intendimento dell'emendamento in un ordine del giorno: si presterebbe meglio. Credo, però, che lo spirito dell'emendamento possa essere accolto.
Pertanto, nel testo della delibera oppure in un ordine del giorno, lo spirito è accoglibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Mi scusi, Presidente, ma all'inizio della seduta lei aveva dichiarato aperta la votazione, sebbene avessi richiesto la parola per conoscere il parere della Giunta.
Adesso il parere della Giunta è stato espresso, ha dichiarato aperta la votazione e l'ha bloccata: Presidente, non è accettabile una cosa del genere, abbia pazienza! O le regole prevedono che quando si apre la votazione, la stessa sia aperta, o altrimenti ogni volta che... si riazzera tutto? Non ha proprio un senso logico, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leardi; ne ha facoltà.



LEARDI Lorenzo

Grazie, Presidente.
Vista la disponibilità dell'Assessore e, immagino, della maggioranza credo che sia inutile predisporre un ordine del giorno se quest'emendamento può trovare accoglimento anche da parte della Giunta e della maggioranza che dovrà votarlo.
Io penso che si possa votare direttamente l'emendamento e chiudere la vicenda in questo modo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 52) presentato dai Consiglieri Boniperti Caramella, Monteggia, Giovine: Alla 2° pagina, al 5° periodo dopo "considerato" inserire: "altresì".
L'emendamento rubricato n. 52 è ritirato dai proponenti e sarà conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 22 bis), presentato dal Consigliere Giovine: Al quinto capoverso, seconda riga, si propone l'inserimento delle parole: "il numero di" dopo le parole "non sono superiori rispettivamente a".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22 bis.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 55) presentato dai Consiglieri Boniperti Caramella, Monteggia, Giovine: Alla 2° pagina, al 5° periodo al punto e) eliminare il seguente periodo: "di cui una interprovinciale".
L'emendamento rubricato n. 55 è ritirato dai proponenti e sarà conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Manolino, Valloggia Laus, Pizzale, Giovine: Da inserire nel dispositivo di deliberazione relativo alla formazione delle nuove Comunità montane.
considerato che l'applicazione della legge regionale n. 19 del 1° luglio 2008 consente la formazione di Comunità montane in tutte le Province precisando che le Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola hanno diritto a quattro Comunità senza specificarne la ripartizione allo scopo di riconoscere il diritto della Montagna Novarese a mantenere una autonoma "governance" del proprio territorio, è individuata tra le quattro Comunità montane, quella interprovinciale dei "due laghi" costituita dai Comuni della attuale "due laghi" e da altri Comuni montani nell'ambito dell'omogeneità territoriale e socio economica il dispositivo di cui al presente comma si considera interpretazione consiliare autentica della norma di cui alla legge regionale n. 19 del 1 luglio 2008 relativa alle Comunità montane assegnate alle Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola.



PRESIDENTE

Relativamente all'emendamento rubricato n. 7), comunico che le firme dei Consiglieri Manolino, Valloggia, Pizzale e Laus sono ritirate. Rimane la firma del Consigliere Giovine.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Volevo farle notare, Presidente, che nonostante ci fosse anche la mia firma sull'emendamento rubricato n. 55), lei lo ha dato automaticamente per ritirato. ...la prossima volta me lo chieda.
Gli emendamenti presentati dal sottoscritto in compagnia di altri colleghi, che li considerano ritirati, sono da considerarsi tali anche per quanto mi riguarda. Non dicasi lo stesso, evidentemente, per quelli firmati solo del sottoscritto.
Lo dico solo per una precisazione che ritengo doverosa; diversamente alcune votazioni non sarebbero neanche state valide, perché gli emendamenti non sarebbero stati ritirati. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 7) è ritirato.
Collega Giovine, le chiedo scusa, ma avevo dato per assodato che le dichiarazioni del primo firmatario comportassero l'adesione di tutti i firmatari.
Emendamento rubricato n. 13 bis), presentato dal Consigliere Giovine: Al sesto capoverso della proposta di deliberazione si propone l'inserimento delle seguenti parole, tra parentesi: "(Disposizioni modificative della legge regionale 2 luglio 1999, n. 16)" alla prima riga, dopo l'indicazione "...della l.r. 19/2008..." e prima delle parole "...ai sensi del quale in fase di prima applicazione...".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13 bis).
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 15 bis), presentato dal Consigliere Giovine: Al sesto capoverso della proposta di deliberazione si propone l'inserimento del seguente inciso: "che regola il processo di riordino territoriale" alla prima riga, tra le parole "...della l.r. 19/2008..." e le successive "...ai sensi del quale in fase di prima applicazione...".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15 bis).
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 14 bis), presentato dal Consigliere Giovine: Al sesto capoverso della proposta di deliberazione si propone l'inserimento delle seguenti parole, tra parentesi: "(Testo unico delle leggi sulla montagna)" alla seconda riga, dopo l'indicazione "...della l.r. 19/2008..." e prima delle parole "...la deliberazione di riordino deve...".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14 bis).
Il Consiglio non approva.
Relativamente all'emendamento rubricato n. 41), alcuni proponenti ritirano la propria firma: anche il collega Giovine intende ritirarla?



GIOVINE Michele

Sì.



PRESIDENTE

Comunico che l'emendamento rubricato n. 41 è ritirato.
Sono altresì ritirati gli emendamenti rubricati n. 31, 33, 56, 34 e 35.
Emendamento rubricato n. 36), presentato dalla Giunta regionale: Nelle premesse, dopo le parole: "ritenuto opportuno demandare la valutazione di tale istanze alle amministrazioni interessate, che deliberano al riguardo entro sessanta giorni dall'adozione del presente provvedimento" sono inserite le seguenti parole: "Dato atto che l'articolo 36, comma 2, della l.r. 19/2008, consentiva ai Comuni già inclusi in Comunità Montana, in numero non inferiore a cinque di deliberare di proporsi quale unione di Comuni entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge, purché ciò non pregiudicasse l'omogeneità del territorio Rilevato che, a tale titolo, è pervenuta un'unica istanza da parte dei Comuni di Baceno, Crevoladossola, Crodo, Formazza, Montecrestese, Premia Trasquera e Varzo, che attualmente compongono la Comunità Montana Antigorio, Divedro, Formazza considerato che l'accoglimento di tale proposta priverebbe i soli cittadini dei Comuni suddetti della possibilità d'accesso ai servizi essenziali, per il cui mantenimento la Regione Piemonte investe consistenti risorse solo a favore degli utenti dei Comuni in Comunità Montana considerato inoltre che la mancata conclusione di tali Comuni nel sistema delle Comunità montane escluderebbe gli operatori economici della zona dal circuito delle iniziative comunitarie riservate agli enti montani pregiudicandone lo sviluppo Ritenuto pertanto di non accogliere la proposta in questione, anche in ragione della sua unicità a fronte della facoltà offerta dalla norma a tutti i Comuni in Comunità Montana, in quanto il suo accoglimento pregiudicherebbe l'equilibrio dell'assetto territoriale complessivo determinando delle disparità di opportunità a carico dei cittadini e degli operatori economici di un'unica zona della Regione Piemonte;".
Emendamento rubricato n. 37 A) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Sibille: Nelle premesse, le parole: "ritenuto altresì opportuno che i comuni compresi nell'ambito territoriale delle nuove Comunità montane possano entro sessanta giorni dall'adozione del presente provvedimento, richiedere con propria deliberazione l'inclusione in una comunità montana limitrofa" sono sostituite dalle seguenti: "ritenuto di valutare eventuali istanze di singoli comuni, volte all'inserimento in una comunità montana limitrofa rispetto a quella di appartenenza sulla base dell'allegato 1, acquisito il parere delle Comunità montane interessate, qualora ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni: che i singoli comuni istanti non corrispondano, nel complesso, ad uno degli enti montani di cui all'Allegato A alla l.r. 19/2008: che la variazione territoriale richiesta non determini, a carico delle Comunità montane interessate, uno scostamento della quota altimetrica media tale da condurla a quote inferiori ai settecentocinquanta metri s.l.m.
che le istanze comunali, singolarmente o complessivamente considerate, non determinino significative alterazioni dell'impianto dei nuovi assetti territoriali così come definiti nell'allegato 1".
Emendamento rubricato n. 37 B) presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Sibille): Nel dispositivo, le parole: "di procedere, entro sessanta giorni dall'adozione del presente provvedimento, alle eventuali modifiche dell'allegato 1, a seguito di una valutazione positiva delle deliberazioni comunali pervenute concernenti l'inclusione in una comunità montana limitrofa" sono conseguente mente sostituite con le seguenti parole: "di procedere alle eventuali modifiche dell'allegato 1, a seguito di una valutazione positiva delle deliberazioni comunali pervenute concernenti l'inserimento in una comunità montana limitrofa rispetto a quella di appartenenza sulla base dell'allegato 1, acquisito il parere delle Comunità montane interessate, ricorrendo congiuntamente le seguenti condizioni: che i singoli comuni istanti con corrispondano, nel complesso, ad uno degli enti montani di cui all'Allegato A alla l.r. 19/2008 che la variazione territoriale richiesta non determini, a carico delle Comunità montane interessate, uno scostamento della quota altimetrica media tale da condurla a quote inferiori ai settecentocinquanta metri s.l.m.
che le istanze comunali, singolarmente o complessivamente considerate, non determinino significative alterazioni dell'impianto dei nuovi assetti territoriali così come definiti nell'allegato 1".
Emendamento rubricato n. 59) presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Sibille): Nel dispositivo al 1° capoverso le parole "di individuare nel numero di ventuno" sono sostituite con le parole "di individuare nel numero di ventidue".
La parola all'Assessore Sibille, per l'illustrazione



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Presidente, se è possibile, vorrei illustrare l'emendamento n. 36, il n. 37 ed eventualmente i successivi.
L'emendamento n. 36 permette di prendere in esame la questione relativa all'unica istanza, da parte dei Comuni di Antigorio, Divedro e Formazza, di formare un'Unione di Comuni.
Tale richiesta non viene accolta in quanto priverebbe i cittadini di tali comuni, della possibilità di servizi essenziali, per il cui mantenimento la Regione investe fondi attraverso le Comunità montane.
Questo è l'elemento fondamentale, al di là della proposta, al di là dell'indubbia conseguenza che un'area montana, realmente montana, non faccia parte di un sistema complessivo montano regionale.
L'emendamento n. 37 è suddiviso in due parti. Una prima parte riguarda il fatto che le istanze di singoli Comuni che vogliano spostarsi da una Comunità Montana ad una limitrofa, per essere soddisfatte occorre che vi siano tre concomitanti condizioni.
Intanto che l'insieme di questi Comuni non risulti parte di una Comunità Montana intera (questo per evitare spostamenti e riassetti che non potremmo, ovviamente, condividere); che la variazione territoriale non determini, a carico di Comunità montane entranti rispetto a quella che viene interessata, uno scostamento rispetto alla questione altimetrica (ovviamente, questo darebbe dei problemi rispetto alla gestione, almeno al momento attuale, dei 750 metri); che le istanze comunali singolarmente o complessivamente considerate non determinino delle significative alterazioni nell'ambito degli assetti territoriali.
L'altro emendamento riguarda la possibilità di effettuare tali spostamenti, tenendo conto del fatto che occorre intanto acquisire il parere delle Comunità montane interessate. È ripreso, come acquisito, il parere delle Comunità montane interessate.
L'emendamento n. 39, riguarda la questione del riordino territoriale delle Comunità montane. In particolare, per quanto riguarda nell'allegato 1, il n. 13 è sostituito da 13 e 13 bis. Il 13, Alto Canavese, con i comuni dell'alto Canavese...



(Commenti fuori microfono della Consigliera Ferrero)



PRESIDENTE

Avevo chiesto all'Assessore Sibille se poteva illustrare tutti i suoi emendamenti, ma forse conviene illustrare quanti riferiti al testo della deliberazione, e solo successivamente quelli dell'allegato.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Rispetto alla deliberazione, vi è l'emendamento n. 59.
Nel dispositivo, al primo capoverso, le parole: "di individuare nel numero di 21" sono sostituite con le parole: "di individuare nel numero di 22 Comunità montane" questo per il totale del numero delle Comunità montane che discendono dal riordino.



PRESIDENTE

Procediamo con ordine, emendamento per emendamento. Il primo emendamento ad essere esaminato è il n. 36.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Chiedo scusa, Presidente, ma l'Assessore ha anticipato una serie di emendamenti che avrebbero determinato, da parte nostra, un paio di considerazioni. Le faccio in anticipo, in modo tale che poi assesteremo i nostri lavori sulla base del buon senso, immagino.
Per quanto riguarda gli emendamenti n. 36 e 37, quelli legati alla possibilità di chiedere di diventare Associazione di Comuni, dei quali abbiamo discusso anche in Commissione, voteremo a favore.
Mi permetto di fare altre due riflessioni. La prima attiene all'emendamento n. 59. L'emendamento n. 59, presentato dall'Assessore Sibille, modifica una parte della delibera che il Consiglio regionale oggi voterà.
Le sollecitazioni del Consiglio hanno portato la Giunta ad un momento di riflessione - già rilevato in Commissione, oggi è avvenuto in Consiglio che si sostanzia con la disponibilità della Giunta ad accogliere con una procedura un po' anomala rispetto a quella seguita generalmente. Non si vota a favore di un emendamento dell'opposizione, facendone uno proprio. Di questo parleremo in una fase successiva.
Adesso mi fermo alla parte che riguarda la delibera. La Giunta è disponibile, per esempio per quanto riguarda la provincia di Torino, di arrivare alla definizione delle stesse Comunità montane. Questo comporta che nel deliberato del Consiglio regionale si debba modificare da 21 a 22 Comunità montane. Essendo questa una delibera di Consiglio regionale, la proposta di emendamento la deve avanzare il Consiglio regionale. Ripeto questo è l'esito di un lavoro che il Consiglio regionale ha fatto trasversalmente, per arrivare ad un prodotto di sollecitazione del Consiglio alla Giunta.
Chiederei all'Assessore la cortesia di ritirare quest'emendamento, ma semplicemente per proporre al Presidente dell'VIII Commissione - che è della stessa parte politica dell'Assessore ma, essendo Presidente di Commissione, rappresenta il Consiglio regionale - di farsi carico di sottoscrivere, a nome di tutti i Consiglieri regionali, un nuovo emendamento, che noi voteremo.
Ci parrebbe che questa procedura, sia in termini di forma sia di sostanza, dia dignità ad un'Aula che, tutto sommato, oggi ha fatto un buon lavoro, così come nei giorni precedenti e che, forse, gradirebbe oggi essere la presentatrice, nella sua totalità, di un emendamento che riguarda una modifica di una delibera di Consiglio regionale.



PRESIDENTE

A seguito delle riflessioni della Consigliera Ferrero posso anticipare che l'emendamento rubricato n. 59, non potrebbe essere votato se non dopo gli allegati.
A questo punto diventa superfluo l'emendamento nel senso che, se venissero emendati gli allegati in maniera tale da cambiare il numero complessivo che attualmente è 21, sarà compito della Presidenza presentare prima del voto finale, una proposta di emendamento di correzione tecnico formale del testo per far sì che il numero totale delle Comunità montane previsto nella deliberazione corrisponda alla somma delle Comunità montane contenute nell'allegato come eventualmente modificato.
L'emendamento, se l'Assessore Sibille non ha nulla in contrario, si pu considerare ritirato.
L'emendamento rubricato n. 59 è ritirato dai proponenti e sarà conservato agli atti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Il "Trattamento Sanitario Obbligatorio", di solito, si riserva alle non in grado di esprimere volontà: ai matti, agli incapaci di intendere e di volere e non, certamente, alle persone che sono lucidamente in grado di decidere del proprio destino e del proprio futuro.
Emendamento n. 36, ovvero relativo ad una Comunità Montana, talmente felice e gioiosa della proposta della Giunta - non solo dalla legge che era in essere - che ha deciso di andarsene via, di costituire un nuovo Comune e di uscire dal sistema delle Comunità montane.
Mi pare che le Giunte comunali dei Comuni di Baceno, Crevoladossola Croso, Formazza, Montecretese, Premia, Trasquera e Varzo abbiano deliberato entro i 60 giorni previsti dalla legge. Successivamente, mi pare che non abbiano ricoverato al manicomio nessuno di questi Sindaci e Consiglieri comunali, e quindi che siano tutte persone all'epoca capaci di intendere e di volere.
Comprendo le motivazioni, puramente tecniche e dirigistiche, ma non capisco perché la Giunta non debba assecondare un'ottica federalista visto che, come affermano autorevolissimi esponenti della maggioranza palesemente federalisti, siamo per dare la più ampia autonomia agli Enti locali. Invece quanto questi richiedono, con un atto formalmente ineccepibile, di formare un nuovo Comune e di uscire fuori dal "pastrocchio" di Comunità montane, che grazie a voi, si è creato, voi dite "No". Li bloccate. Dite: "Dovete stare qui con noi, vicini, vicini".
Non so che cosa accadrà; probabilmente faranno ricorso al TAR - perch questa è una delibera, non è una legge e quindi possono ricorrere al TAR e secondo me vinceranno, perché la delibera contrasta con quanto diceva la legge precedentemente.
Non faccio il giudice amministrativo: qualcuno che se ne occuperà.
Avete dato uno schiaffo morale e politico a queste Comunità che rappresentano i cittadini, perché se i cittadini, come dite voi nella motivazione dell'emendamento, ne avrebbero ricevuto un danno, alle prossime elezioni, la maggior parte di questi, al rinnovo del 200, direbbero: "Ci fate uscire dal sistema delle Comunità montane e non abbiamo più i soldi dalla Comunità Europea e dalla Regione Piemonte. Ma siete pazzi?".
Immagino che avessero dei motivi per starsene per i fatti loro, magari perché sufficientemente autonomi. Era meglio per loro stare nell'Unione dei Comuni piuttosto che nel "pastrocchio" che con la nuova delibera si andrà a formare, "intruppati" in una realtà che evidentemente non li trova per nulla consenzienti.
Intendo quindi stigmatizzare la totale contrarietà all'emendamento Presidente, sul quale chiedo la votazione per appello nominale - ed anche sul successivo - perché voglio vedere quanti voteranno a favore dell'emendamento e poi in un giorno futuro dire: "Ai Comuni e alle Province bisogna dare ampia, piena e totale autonomia, bisogna rispettare il loro volere". Come? Questi formalmente fanno un atto formale ed ineccepibile, e noi diciamo: "No, mi dispiace, abbiamo scherzato".



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (come richiesto dai Consiglieri Giovine Novero e Dutto) sull'emendamento rubricato n. 36.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 11 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 37 della Giunta regionale. Per questioni tecniche verrà posto in votazione in due votazioni separate.
La prima riguarda il cosiddetto n. 37A), cioè la parte laddove si va ad intervenire nelle premesse; quindi, dalle parole "nelle premesse" al punto c) compreso.
Successivamente dopo alcune votazioni ci sarà un altro emendamento, che sarà il 37B), che prenderà la parte sottostante dell'emendamento, cioè quello che incide sul dispositivo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Intervengo solo per dichiarazione di voto su entrambi gli emendamenti.
Esprimo voto di astensione totalmente negativo; mi rendo conto che occorre dare regolamentare i passaggi da una Comunità all'altra, ma con il proposto sistema di regole e vincoli, di fatto, s'impedisce qualunque tipo di passaggio e si congela la situazione così com'è, in puro stile dirigista, che peraltro permea tutto il canovaccio della delibera in oggetto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (come richiesto dai Consiglieri Giovine Novero e Dutto) sull'emendamento rubricato n. 37A L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Gli emendamenti rubricati n. 51, n. 45, n. 46, n. 47 e n. 48 sono ritirati dai proponenti e saranno conservati agli atti.
Passiamo all'emendamento rubricato n. 37B), relativo alla seconda parte dell'originario emendamento rubricato n. 37, quella che incide sul dispositivo.
Indìco la votazione nominale (come richiesto dai Consiglieri Giovine Novero e Dutto) sull'emendamento rubricato n. 37B.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Comunico che gli emendamenti n. 32 e n. 30 sono stati ritirati dai proponenti e saranno conservati agli atti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Presidente, a nome anche dei colleghi dell'opposizione, voglio porre una questione prima che si avvii la discussione degli emendamenti all'allegato, perché, sinceramente, non avevo scorto la quantità degli emendamenti che Consiglio e Giunta hanno presentato.
La giornata odierna e quelle di Commissione hanno, tutto sommato determinato una discussione serena rispetto alla modalità attraverso la quale si sarebbe discussa in Consiglio tutta una serie di perplessità, che si sono definite nell'ambito della discussione sulla deliberazione.
Se questa sera si conclude la discussione dell'allegato con la presentazione da parte della Giunta degli stessi emendamenti che l'opposizione ha presentato due giorni fa al Consiglio semplicemente per dire: "Abbiamo assunto una decisione che non siamo stati all'altezza di assumere, nel momento in cui questa delibera è stata approvata dalla Giunta", credo che questa sera, questo Consiglio, si renderà estremamente ridicolo. Lo dico a lei, Assessore, che ha sempre portato nei confronti del Consiglio un rispetto che questa sera dovrebbe essere dovuto. Capirei se oggi, rispetto agli emendamenti presentati, la maggioranza avesse detto all'opposizione: "Sentite, avete presentato un emendamento per scorporare la Valle Orco-Soana, rispetto all'Alto Canavese? Se così, ritiratelo e facciamone uno unico". Invece, al contrario, questa sera, a due giorni dalla presentazione di un emendamento di scorporo da parte nostra, la Giunta, nella persona dell'Assessore Sibille, ha presentato lo stesso tipo di emendamento per attestarsi un voto favorevole quando sarà ora di votare.
A questo punto cosa fate, bocciate l'emendamento dell'opposizione per poi approvare quello della Giunta? Se siamo arrivati a questo livello di discussione, la serietà che l'opposizione e il Consiglio hanno adottato per discutere un provvedimento (sbagliato o giusto che sia) non avrà ragione d'essere e tutto cadrà nel ridicolo.
Presidente, le pongo la seguente questione non per fare i primi della classe, ma esclusivamente per non farsi prendere in giro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Volevo precisare, a titolo puramente informativo, che nella riunione di maggioranza, anch'io avevo presentato un emendamento. Tutti abbiamo amici Sindaci....



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, mi pare che il senso del dibattito sia proprio di unificare il contributo di tutte le forze politiche sulla scelta di separare la valle Orco-Soana dalla Valle Alto Canavese. Scelta ampiamente condivisa. Considerato che i due emendamenti erano quasi identici l'emendamento 39 viene ritirato e rimane in vigore l'emendamento a prima firma Vignale, cui si sommano tutte le firme dei Capigruppo di maggioranza e delle opposizioni.
L'emendamento rubricato n. 39 è ritirato dai proponenti e sarà conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dal Consigliere Giovine: Nell'allegato si propone di trasferire il comune di Cartosio incluso nella Comunità montana 2 nella Comunità montana 1.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9 Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dal Consigliere Giovine: Nell'allegato si propone di trasferire il comune di Carrosio incluso nella Comunità montana 2 nella Comunità montana 1.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dal Consigliere Giovine: Nell'allegato si propone di trasferire il comune di Bosio incluso nella Comunità montana 2 nella Comunità montana 1.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dal Consigliere Giovine: Nell'allegato si propone di trasferire il comune di Avolasca incluso nella Comunità montana 1 nella Comunità montana 2.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dal Consigliere Giovine: Nell'allegato si propone di trasferire il comune di Albera Ligure incluso nella Comunità montana 1 nella Comunità montana 2.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Boniperti Caramella, Monteggia, Giovine: All'allegato prot. n. 64-9827 del 13/10/08 nella parte riguardante la provincia Alessandria il n. 2 Alta Valle Lemme, Alto ovadese e dell'Alta Valle Orba, Valle Erro e Bormida di Spigno viene modificato come segue: "2 bis Bormida di Spigno e nell'elenco sottostante i seguenti comuni: 'Cartosio, Malvicino, Merana, Montechiaro d'Acqui, Spigno Monferrato,'" "2 ter Alto Ovadese e nell'elenco sottostante i seguenti comuni: 'Cavatore Molare, Morbello, Ponzone'".
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Boniperti Caramella, Monteggia, Giovine: All'allegato prot. n. 64-9827 del 13/10/08 nella parte riguardante la provincia di Asti il n. 3 Langa Artigiana e Val Bormida viene modificato come segue: "3 Langa Artigiana e nell'elenco sottostante i seguenti comuni: 'Cessole Roccaverano, Vesime'" "3 bis Val Bormida e nell'elenco sottostante i seguenti comuni: 'Serole San Giorgio Scarampi, Bubbio, Cassinasco, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Olmo Gentile'".
Gli emendamenti rubricati n. 43 e 42 sono ritirati dai proponenti e saranno conservati agli atti.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dal Consigliere Giovine: Nell'allegato si propone di escludere il comune di Bobbio dalla Comunità montana 3.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Sibille): Nell'allegato 1, il numero 7 è sostituito dai seguenti: "7 Valli Gesso Vermenagna Pesio e Bisalta Boves, Chiusa di Pesio, Entracque, Limone Piemonte, Peveragno, Pianfei Roaschia, Robilante, Roccavione, Valdieri, Vernante.
7 bis Valle Stura Aisone, Argentera, Borgo San Dalmazzo, Demonte, Gaiola, Moiola Pietraporzio, Rittana, Roccasparvera, Sambuco, Valloriate, Vinadio".
La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Si tratta dello sdoppiamento delle Comunità montane Gesso, Vermenagna Bisalta e Valle Stura che erano state riunite. Di tutte queste Comunità viene messa in autonomia la Valle Stura con i Comuni corrispondenti tenendo conto di poter arrivare alle sei Comunità montane all'interno della Provincia di Cuneo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni



CASONI William

Anche in questo caso, è stata fatta un'opera di concertazione per cui vale, secondo me, quanto richiesto in precedenza al Presidente della Commissione. Va da sé che queste decisioni l'Assessore le assunte in seguito alla concertazione successiva. Quindi, chiedo anch'io all'Assessore di trasformare l'emendamento con "del Presidente della Commissione e tutti i componenti della Commissione", in quanto si tratta di una decisione di Giunta dopo seguita alla concertazione del Consiglio.



PRESIDENTE

L'Assessore Sibille concorda. L'emendamento rubricato n. 38 viene trasformato come emendamento dei Capigruppo che desiderano sottoscriverlo.
Prego i colleghi, durante la votazione, di venire a sottoscriverlo al banco della Presidenza.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Intervengo per dichiarazione di voto, per annunciare che voto a favore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato 38, sottoscritto dai Capigruppo del Consiglio regionale.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Dutto, Rossi Novero, Casoni, Giovine: Allegato A I seguenti comuni: Castellino Tanaro, Cigliè, Igliano, Marmaglia, Paroldo Roascio, Rocca Cigliè, Sale delle Langhe, Torresina vengono inseriti nella Comunità montana '10 Alta Valle Tanaro e Valli Mongia, Cevetta e Langa Cebana e Valli Monregalesi'.
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Brevissimamente, con l'emendamento si richiede che la Comunità montana Valli Mongia, Cevetta, Langa Cebana e Valli Monregalesi venga divisa: metà con la nuova Comunità montana delle Langhe e metà con la Comunità montana del Monregalese e Val Tanaro.
Questi Comuni hanno chiesto di restare uniti, quindi di essere accorpati tutti alla Comunità montana del Monregalese e della Val Tanaro.
Ritengo che le motivazioni siano sostenibili, pertanto appoggio la richiesta di questi nove Comuni - non so cosa deciderà la Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Si tratta di una richiesta che effettivamente i Comuni hanno avanzato.
Vista l'approvazione dell'emendamento che permette ai Comuni nei prossimi 60 giorni di effettuare richieste, sentite le Comunità montane interessate all'accoglimento, ritengo che questa proposta potrà essere valutata.
Al momento attuale, mi preme sottolineare che questa divisione teneva conto di un aspetto territoriale di compatibilità. Questi Comuni sono della Langa dal punto di vista orografico, pensiamo al dolcetto di Rocca Cigliè piuttosto che alla toma di Murazzano o di Paroldo - ne cito due - o al Comune di Sale San Giovanni, collegato alla fiera del tartufo di Alba potrebbe dirlo il Presidente dell'Ente Fiera - ed anche per quanto riguarda tutta la parte relativa alle essenze. Si tratta di un territorio storicamente collegato alla Langa, che, per motivi vari, che tutti noi conosciamo, è transitato verso la zona Cebana nella nuova Comunità montana che si era creata, ma, dal punto vista orografico, è langarolo dell'Alta Langa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille per un supplemento di intervento.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Ovviamente, sulla base di questo, l'indicazione per questo emendamento è di voto contrario, ma esiste la disponibilità ad esaminarlo, nell'arco dei prossimi 60 giorni, sulla base di una richiesta che venga avanzata.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6, sul quale l'Assessore Sibille, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 58) presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Sibille): Nell'allegato 1, al numero 10, tra le parole: "Roccaforte Mondovì" e le parole "Sale San Giovanni" sono inserite le seguenti parole: "Sale delle Langhe".
Nell'allegato 1, al numero 11 le parole "Sale delle Langhe" sono soppresse.
La parola all'Assessore Sibille per l'illustrazione.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

L'emendamento rubricato n. 58 è una pura correzione di carattere formale. Il Comune di Sale delle Langhe, per un errore materiale, è stato inserito in una Comunità montana anziché nell'altra. C'è un problema di continuità territoriale: gli altri Comuni sono collocati da una parte e un Comune, per un errore materiale, è stato inserito qui, pertanto chiedo questa correzione.



PRESIDENTE

Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Vignale, Ferrero Novero, Scanderebech, Giovine, Muliere, Clement: All'allegato prot. n. 64-9827 del 13-10-08, nella parte riguardante la Provincia di Torino il n. 13 Alto Canavese Orco e Soana viene modificato come segue: "13 Alto Canavese" e nell'elenco sottostante i seguenti comuni: "Canischio, Cuorgnè, Forno Canavese, Levone, Pertugio, Prascorsano Pratiglione, Rivara, S. Colombano Belmonte, Valperga".
"13 bis Valli Orco e Soana" e nell'elenco sottostante i seguenti comuni: "Alpette, Ceresole Reale, Frassinetto, Ingria, Locana, Noasca, Pont Canavese, Ribordone, Ronco Canavese, Sparone, Valprato Soana".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Tanto per puntualizzare, i primi firmatari non sono i Capigruppo di maggioranza o, perlomeno, non tutti sono Capigruppo di maggioranza: noi lo prendiamo come auspicio.
Rispetto alle considerazioni in seno alla discussione sulle Comunità montane, vi è la necessità di tutelare la montanità di alcune aree.
Pertanto, nella giornata del 30 ottobre, insieme ai colleghi Ferrero e Novero, abbiamo presentato l'emendamento che scorpora le Comunità montane Valli Orco-Soana, che ha caratteristiche differenti, dall'Alto Canavese.
Per questo è stato presentato un emendamento, così come quelli successivi, soprattutto il n. 2 - lo dico perché, verisimilmente, non potrà essere messo al voto, lo deciderà il Presidente del Consiglio. Quindi, il nostro voto, ovviamente, sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Signor Presidente, siamo alla fase conclusiva di una discussione che ci ha impegnati assiduamente in queste giornate.
Intervengo anche per ribadire il voto del mio Gruppo sull'emendamento che abbiamo presentato. Ringrazio la disponibilità della Presidente e dell'Assessore a ritirare un emendamento, che avrebbe comportato, dal nostro punto di vista, un'impostazione scorretta.
Ringrazio la maggioranza di aver sottoscritto l'emendamento. Penso sia il modo migliore per riconoscere il lavoro del Consiglio.
Il fatto che la maggioranza si assesti su questo emendamento ci porta a considerare che, probabilmente, non sarà possibile votare gli emendamenti successivi o, se si voteranno, comporteranno un esito negativo. Questo ci dispiace molto, per le motivazioni evidenziate in premessa.
Poiché poi non interverrò più in seguito, per la dichiarazione di voto voglio ricordare una considerazione del Consigliere Reschigna, il quale ha affermato - non so se credendoci oppure no - che questa deliberazione è il primo passo di un percorso sulle Comunità montane che probabilmente ci vedrà ancora impegnati. Penso che rispetto al concetto di montanità, che questa deliberazione non applica come avremmo voluto, in futuro si possano avere conseguenze positive.
Saranno presentati anche alcuni ordini del giorno che daranno queste indicazioni, perché, sinceramente, tutta una serie di questioni rimaste inevase (mi riferisco alla Val di Susa e ad altre questioni in altre province), dal nostro punto di vista dovranno trovare una risposta perlomeno sotto l'aspetto della destinazione dei fondi.
Rispetto a questo emendamento, noi siamo più che felici che almeno una parte del territorio possa ricevere una risposta già in questa fase e quindi, in questo senso, ci assesteremo convintamente su un voto a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Intervento, per esprimere la mia soddisfazione per essere per essere arrivati a votare, pare con voto positivo. A questo punto, anche se c'è il dispiacere per risultati che non abbiamo ottenuto, non resta che fare gli auguri alle Valli Orco e Soana di continuare sulla strada che hanno percorso.
Credo che questo voto favorevole sia un riconoscimento al lavoro degli amministratori, perché se non avessero amministrato bene, probabilmente queste Comunità non sarebbero state scorporate. Quindi, buon lavoro agli amministratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Penso occorra aggiungere qualcosa in più su quanto affermato dal Consigliere Novero: in realtà, il motivo per cui si è arrivati al risultato dello scorporamento delle Valli Orco e Soana, rispetto all'Alto Canavese è un po' più complesso e complicato, anche se è un risultato che buona parte dei Colleghi, giustamente, se ne fregiano come vittoria politica personale.
Presidente, vorrei intervenire, anzitutto, sull'ordine dei lavori dicendo che non firmo l'emendamento n. 1 come Capogruppo mentre, invece sottoscrivo gli emendamenti ...



PRESIDENTE

Scusi, c'è già la sua firma, però, in calce all'emendamento n. 1. La ritira?



GIOVINE Michele

La ritiro.
Gli emendamenti 2, 3 e 3 bis. Vorrei che qualcuno mi spiegasse la differenza fra il 3 e il 3 bis.



PRESIDENTE

Il n. 3 è ritirato.



GIOVINE Michele

Sottoscrivo gli emendamenti 2 e 3.
Se mi fate intervenire, magari riesco anche ad esprimere quello che magari sbagliando, ho in mente.
Chi fa politica ha il diritto - ma, soprattutto, il dovere - di operare delle scelte. Purtroppo, stante la legge attuale e stante la deliberazione in essere, con i numeri ascritti con le votazioni degli emendamenti precedenti, il numero di Comunità montane è quello già stato scritto (numero 6) per la Provincia di Torino.
Sia su questo che sugli altri emendamenti chiederò l'appello nominale e personalmente voterò - mi rendo conto che probabilmente sarò solo facendo una scelta di coerenza con quella che è stata la mia battaglia oggi, e nelle settimane precedenti. Non posso votare lo scorporamento della Valle Orco-Soana, e quindi lo sdoppiamento delle Valli Orco-Soana e Alto Canavese, perché in contraddizione con il voto a favore per l'Alta Val Susa, oggetto dell'emendamento successo, e anche l'emendamento n. 3, che riguarda la Val Sangone.
Probabilmente, sarò l'unico a votare contro: sarebbe più facile salire sul carro del vincitore, ma, per coerenza - e non me ne vogliano gli amministratori della Valle Orco-Soana -, dovendo fare una scelta di preferenza fra la montanità dell'Alta Val Susa rispetto alla montanità dell'Alto Canavese e dell'Orco-Soana, ho fatto una scelta politica che credo debba essere apprezzata, perlomeno per la sua coerenza.
Peraltro, auguro alla Valle Orco-Soana e alla Comunità montana Alto Canavese il migliore lavoro possibile.
Sicuramente si tratta di un atto positivo, che penso, in futuro, possa generare positività anche su altre realtà - come diceva, giustamente, la Consigliera Ferrero sulla Val Susa, quando affermava che c'è un nodo irrisolto, da sciogliere.
Per coerenza, voterò contro quest'emendamento; trovo assolutamente assurdo permettere lo sdoppiamento di una Comunità montana che è in essere e, al tempo stesso, non concedere lo stesso diritto all'Alta Valle di Susa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Intervengo per mettere a verbale che questo emendamento esprime una scelta politica alla quale, come tutti questa sera affermiamo, abbiamo preso parte.
Vorrei esprimere il mio ringraziamento all'Assessore Sibille, perché ha recepito questa richiesta e l'ha accettata con coraggio, contrariamente ad altri, che in altre circostanze non sono stati in grado di fare. Assessore la ringrazio personalmente per la coerenza, il coraggio e la determinazione che ha dimostrato anche in questa circostanza.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, faccio notare che rispetto al testo che avete a vostre mani nella proposta di emendamento rubricato n.
1, al punto 3 si propone "Alto Canavese", inoltre, non compare più il Comune di Rocca Canavese.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Ricordo che l'emendamento rubricato n. 39 è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Novero, Giovine: All'elenco allegato al punto 14 "Val Ceronda e Casternone e delle Valli di Lanzo" sostituire con "Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone".
Qual è il parere della Giunta?



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e delle foreste

Il parere della Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4, sul quale l'Assessore Sibille a nome della Giunta Regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Vignale, Ferrero Novero, Giovine: All'allegato prot. n. 64-9827 del 13-10-08, nella parte riguardante la Provincia di Torino il n. 15 Valle Susa e Val Sangone viene modificato come segue: "15 Bassa Valle Susa, Val Cenischia e Sangone" e dall'elenco di cui al punto 15 vengono eliminati i seguenti comuni che costituiranno una nuova comunità Montana collocata nell'allegato al nuovo punto 15 bis così come illustrato qui di seguito: "15 bis Alta Valle Susa Bardonecchia, Cesana Torinese, Chiomonte, Claviere, Exilles, Giaglione Gravere, Meana di Susa, Moncenisio, Oulx, Salbertrand, Sauze di Cesana Sauze d'Oulx, Sestriere".
L'emendamento rubricato n. 2 del Consigliere Vignale, così come formulato è decaduto perché abbiamo già raggiunto il numero massimo di Comunità montane.
Quindi, se qualche collega intende ripresentarlo, deve presentarlo in maniera diversa, in modo tale che non venga superato il tetto di legge delle sei Comunità montane.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine.
Ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Nessuno vieta, dopo la votazione di questo emendamento, di modificare un'ulteriore Comunità montana o addirittura inserirla come disposizione transitoria della delibera.
Sinceramente, non capisco perché non si voglia metterlo in votazione, e mi sembra veramente eccessivo, vista la buona volontà dimostrata dal sottoscritto.
Chiedo invece che venga messo in votazione, per appello nominale, in modo tale che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Se il Consiglio è contrario, ne prendo atto: la prossima volta mi comporterò diversamente.



PRESIDENTE

Collega Giovine, sarebbe ben più semplice metterlo in votazione, le maggioranze e le opposizioni sono ben definite, l'esito del voto è palese.
Ma non posso metterlo in votazione: se approvato, farebbe superare il numero di sei, a meno che lei non lo riformuli, prevedendo la contemporanea soppressione di una Comunità montana o un accorpamento di una Comunità montana. In caso contrario, non siamo nelle condizioni di riceverlo. È una questione tecnica.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Presidente, se facessi quanto mi suggerisce farei perdere ulteriore tempo al Consiglio ed otterrei nessun tipo di risultato.
A me interessava l'atto politico. Non è vero che non possiamo votarla votandola così, sarebbe una delibera probabilmente errata, e quindi di fatto ricorribile al TAR.
Ma non voglio fare perdere altro tempo ai colleghi, anche perché i colleghi dell'opposizione sono stati massicciamente presenti e di questo li ringrazio tutti.
Era molto più corretto mettere in votazione prima gli emendamenti n. 2 e n. 3 e poi il n. 1. Prendo atto: ma in questo modo impediamo al Consiglio di dare una valutazione; ad esempio, sarei stato curioso di vedere come avrebbe votato il Gruppo dei Moderati.



PRESIDENTE

Collega Giovine, me ne dolgo, ma purtroppo stiamo procedendo seguendo l'ordine della deliberazione e la numerazione delle Comunità montane.
L'emendamento rubricato n. 2 è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 3 bis). (Sostituisce l'emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Vignale, Ferrero, Novero, Giovine: All'allegato prot. n. 64-9827 del 13-10-08, nella parte riguardante la Provincia di Torino il n. 15 Valle Susa e Val Sangone viene modificato come segue: "15 Bassa Valle Susa, Val Cenischia e Alta Valle Susa" e dall'elenco di cui al punto 15 vengono eliminati i seguenti comuni che costituiranno una nuova Comunità Montana collocata nell'allegato al nuovo punto 15 ter così come illustrato qui di seguito: "15 ter Val Sangone" "Coazze, Giaveno, Reano, Sangano, Trana, Valgioie".
L'emendamento rubricato n. 3 è stato sostituito dall'emendamento rubricato n. 3 bis), che conseguentemente è decaduto.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Sibille): Nell'allegato 1, il numero 17 è sostituito dal seguente: "17 Valli Antigorio Antrona Valle Anzasca, Ossola e Vigezzo Antrona Schieranco, Anzola d'Ossola, Baceno, Bannio Anzino, Beura Cardezza Bognanco, Calasca-Castiglione, Ceppo Morelli, Craveggia, Crevoladossola Crodo, Domodossola, Druogno, Formazza, Macugnaga, Malesco, Masera Mergozzo, Montecrestese, Montescheno, Ornavasso, Pallanzeno, Piedimulera Pieve Vergonte, Premia, Premosello Chiovenda, Re, Santa Maria Maggiore Seppiana, Toceno, Trasquera, Trontano, Vanzone con San Carlo, Varzo Viganella, Villadossola, Villette, Vogogna".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 57) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Sibille: Nell'allegato 1, al numero 18 le parole "Cusio Mottarone, Val Strona e Due Laghi" sono sostituite dalle seguenti parole: "Due Laghi, Cusio Mottarone e Val Strona" (sede legale in provincia di Novara).
La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e delle foreste

L'emendamento è come da lettura del Presidente, ma con l'aggiunta della sede legale in Provincia di Novara. Questo l'aspetto significativo dell'emendamento: la sede legale è in Provincia di Novara.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Per precisare, nell'allegato 64 dovrebbe diventare: "Provincia di Novara".
Prima dell'allegato era riguardante la Provincia di Verbania. La copia dell'emendamento n. 44 parlava della Provincia di Verbania.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Chiaramente, se la sede legale diventa anche la sede fisica, rimane l'unica sede esistente della Comunità. Lo dico perché mi sembra che si voglia mantenere un'altra sede, quella ora presente ad Omegna. Mentre dovrebbe esserci solo una sede, cioè la sede legale fisica in Provincia di Novara. Mantenere una sede in più significherebbe uno spreco.



PRESIDENTE

Consigliere Monteggia, chiaramente abbiamo ragionato in una logica di management agreement e i ragionamenti politici fatti sono noti a tutti.
Faccio presente però che stiamo parlando di un allegato che contiene un elenco di Comuni in Comunità montane. Già definire in un emendamento la sede è di per sé una forzatura rispetto al testo, compiuta con la logica di trovare una soluzione. Faccio presente che la richiesta avanzata dal collega Boniperti, ossia che dove si legge "Verbania" sia "Verbania e Novara" mi pare che vada da sé, in sede di coordinamento tecnico del testo.
Una volta che saranno approvate, proporremo la correzione formale come coordinamento tecnico.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole sull'emendamento in oggetto, che è stata una delle pochissime vittorie ottenute nelle varie riunioni.
Tra l'altro, credo che con la soluzione di garantire la sede legale alla Provincia di Novara si dia una garanzia in più a quella realtà molto ricca dal punto di vista turistico ed economico, che altrimenti difficilmente si sarebbe potuta mantenere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Caramella Boniperti, D'Ambrosio, Dutto, Monteggia, Cavallera, Burzi, Leardi, Pedrale Botta, Giovine: Allegato 1 si apportano le seguenti modifiche: "N. 18 Cusio Mottarone, Val Strona Si mantengono all'interno i Comuni attualmente costituenti le Comunità montane Cusio Mottarone e Val Strona" "N. 18 bis Due Laghi Si inseriscono in tale nuova Comunità Montana i Comuni attualmente costituenti la Comunità Montana Due Laghi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Caramella; ne ha facoltà.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Su questo emendamento, a prescindere da ciò che abbiamo appena votato chiediamo un voto del Consiglio se possibile con appello nominale, per avere chiara una posizione sulla quale teniamo ad avere una certa chiarezza da parte di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale (come richiesto dal Consigliere Caramella ed altri) sull'emendamento rubricato n. 28.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 44) presentato dai Consiglieri Boniperti Caramella, Monteggia, Giovine, Novero: All'allegato prot. n. 64-9827 del 13/10/08 nella parte riguardante la Provincia di Verbania il n. 18 Cusio Mottarone, Val Strona e Due Laghi viene modificato come segue: "18 Cusio Mottarone Val Strona: e nell'elenco sottostante i seguenti comuni: 'Arola, Baveno, Brovello-Carpugnino, Casale Corte Cerro, Cesara, Germano Gignese, Gravellona Toce, Loreglia, Madonna del Sasso, Massiola, Nonio Omega, Quarta Sopra, Quargna Sotto, Stresa, Val Strona' 18 bis Due Laghi e nell'elenco sottostante i seguenti comuni: 'Armeno, Massino Visconti, Nebbiuno'".
La parola al Consigliere Boniperti



BONIPERTI Roberto

Mi auguro che tutte le parole sprecate in questi giorni possano servire ad usare il buon senso...
In questa sede, sono arrivati dalla Provincia di Novara le richieste multicolore - dal Presidente Vedovato, di centrosinistra, ai Consiglieri regionali tutti. Purtroppo qualche orecchio non ha voluto sentire.
Avremmo potuto tirare diritto e, questa sera, fare cadere tutto.
Abbiamo cercato di usare il buon senso, sperando che chi oggi governa usando la forza della maggioranza a scherno della minoranza, si ricordi che tra un anno e mezzo, probabilmente, potrebbe essere l'inverso e saremo noi a "farvela purgare".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 29 è decaduto perché è stato approvato l'emendamento rubricato n. 40.
Abbiamo terminato l'esame degli emendamenti.
La parola al Consigliere Giovine per dichiarazione di voto.



GIOVINE Michele

La nostra valutazione sul provvedimento è totalmente contraria. Il nostro vota sarà conseguente.
Noi crediamo che nella foga di voler terminare un percorso, che evidentemente aveva già stufato la maggior parte dei presenti; si voleva concludere " prescindere", non importa se male e in fretta. L'importante era concludere.
Voi direte: "Beh, non è vero che abbiamo concluso in fretta perché ci siamo dati quattro mesi per poter fare gli accorpamenti". Se questa è stata la risultanza, era meglio decidere a luglio. Ha ragione il Presidente dell'UNCEM: "Tutto sommato, è vero che spesso e volentieri i provvedimenti escono peggio di come sono entrati".
Credo che sia stata fatta un'operazione davvero brutta per alcune parti del territorio che non meritavano un trattamento di questa natura. Mi riferisco non solo all'Alta Val Susa, ma anche ad altre parti del nostro Piemonte. Anche l'alto Verbano non è stato trattato benissimo nei suoi vari mega accorpamenti.
Mi chiedo, a questo punto, che senso abbia la Provincia di Verbania con tutte queste mega Comunità montane che, di fatto, coprono l'intera realtà territoriale e provinciale.
Mi chiedo perché si è voluto umiliare così tanto l'Alta Val Susa e i suoi amministratori, mentre per altre realtà si è avuto un occhio di riguardo.
Abbiamo fatto la nostra battaglia di testimonianza e anche qualcosa di più di quanto era richiesto.
Auspico in un ripensamento futuro su queste norme, magari nella prossima finanziaria; c'è ancora la possibilità di correggerla prima che entri in vigore nel 2009.
Il provvedimento era partito nel migliore dei modi; c'era la piena convergenza di tutti i Gruppi consiliari e la piena operatività della maggioranza e dell'opposizione e, devo riconoscerlo, anche un grande impegno da parte dell'Assessore Sibille e dell'Assessore Deorsola.
Purtroppo, a causa dell'irrigidimento di alcuni settori della maggioranza, si è voluta fare una scelta politica di parte. Si è voluto umiliare alcuni territori del nostro Piemonte che, evidentemente, avevano una colorazione politica non proprio omogenea con l'attuale maggioranza regionale. Ne usciamo così! Però, spesso e volentieri le cose vengono modificate e non è detto che le maggioranza che molti di voi pensano di aver precostituito nelle future Comunità montane, sia effettivamente quella e che poi si verrà a stabilizzare. Credo che la storia debba essere ancora scritta.
Rimarco, oltremodo, l'assenza totale delle funzioni e dei compiti che queste Comunità montane dovranno svolgere. La critica è anche su questo tema. Avete detto che volete farne Agenzie di sviluppo e non si capisce n come né dove né quando né con quali soldi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Il collega Caramella mi ha dato una bella notizia, Presidente Se è vera, Presidente la ringraziamo in anticipo. Ciò significa che almeno gli ordini del giorno avremo modo di discuterli nei prossimi Consigli.



PRESIDENTE

Sempre se i proponenti sono d'accordo. Ma penso che potrebbe essere utile per il buon andamento del lavoro.



FERRERO Caterina

Grazie Presidente per la parola.
Faccio, a nome del nostro Gruppo, la dichiarazione di voto sulla delibera; ovviamente, come già avevamo anticipato in fase di discussione preliminare, siamo fortemente contrari all'impostazione del provvedimento.
Siamo soddisfatti della possibilità all'interno di questo Consiglio, di apportare le migliorie minime possibili, ma permane, complessivamente relativamente alle impostazioni della Giunta e della maggioranza rispetto alle modalità di definizione delle nuove Comunità montane, il ragionamento di base. È stato sbagliato operare un mero accorpamento.
Ci sarebbero molte altre obiezioni da evidenziare, anche a seguito delle ultime definizioni della delibera. Globalmente, manteniamo il nostro parere negativo, salvo la soddisfazione di avere per una minimissima parte rispetto alle esigenze complessive del territorio, contribuito a migliorare il contenuto della delibera



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Signor Presidente, dopo essere già intervenuto oggi, ora voglio confermare il nostro voto negativo su questo provvedimento, pur avendo lavorato per tentare di migliorarlo.
Questa sera si compie un atto che, magari, può dare un'illusione di positività; ma conosciamo benissimo quello che si pensa sul territorio come avete potuto constatare dalle audizioni.
Adesso sarà nostro compito spiegare bene i vantaggi e gli svantaggi che comporterà quest'operazione. Questo sarà quello che legittimamente faremo come opposizione. Abbiamo già l'elenco di tutte le richieste fatte quelle accolte - una o due - e quelle negate - venti o trenta. È logico che sul territorio ognuno farà la sua parte: voi spiegherete che avete fatto bene, noi diremo che, invece, si poteva fare molto meglio, e che questo è l'ennesimo atto negativo della presente Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto.
Come Gruppo, chiaramente, voteremo in senso contrario, perché non condividiamo alcune delle scelte compiute relativamente a questa deliberazione. Avremo occasione, dopo le rassicurazioni fatte per arrivare al voto finale, di verificare se con gli ordini del giorno che presenteremo otterremo quei risultati che, alla fine, ci avete promesso: sarà un banco di prova.
Non ci sentiamo di votare a favore della deliberazione così com'è, in questo momento;, voteremo contro. Quando vedrete i nostri ordini del giorno, vi accorgerete che, da lì, potremo verificare quanto avete promesso per arrivare al voto di questa sera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, avevo già preannunciato nell'intervento svolto all'inizio della discussione che vi erano parecchi nodi da sciogliere. Devo ammettere che qualcosina è stato fatto, ma il grosso dei nostri emendamenti è stato respinto, pertanto voteremo contro questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, contrariamente ai miei colleghi di opposizione voterò a favore, come avevo già annunciato, perché la politica perseguita dall'UDC e dal sottoscritto si esprime con il massimo rispetto delle istituzioni. Oggi più che mai si è assunto un impegno chiaro. In qualche modo, qualcuno, durante il percorso in sede di Commissioni, aveva definito marchette quanto oggi, coraggiosamente, l'Assessore Sibille ha accettato.
Io sono per la politica del fare e se non avessimo votato entro oggi la delibera, probabilmente le Comunità montane avrebbero avuto seri problemi e subito ripercussioni.
Per cui, va bene il senso del dovere, delle istituzioni e del fare, ma attenzione, Assessore Sibille, nei prossimi giorni, questa Giunta e i suoi colleghi saranno chiamati ad una dura battaglia istituzionale, quando chiederemo risorse per risolvere i problemi del territorio. Si svolgeranno due sedute consiliari straordinarie, una verterà sullo sviluppo e l'occupazione, l'altra sulla povertà.
In tali occasioni, chiederò, come mi auguro tutti i colleghi - qualcuno ha già fatto l'annuncio sui giornali, come l'amico Vincenzo Chieppa - il coraggio e la determinazione con cui l'Assessore Sibille ha affrontato il problema delle Comunità montane, per ciò che riguarda lo sviluppo l'occupazione e il contrasto alla povertà. Gli altri suoi colleghi si preparino a "mollare" il più possibile nell'interesse dei cittadini e dei piemontesi tutti.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto comunico che, a seguito degli emendamenti approvati, a pagina 3 della deliberazione, il testo "delibera di individuare nel numero di ventuno" viene corretto in "ventidue" e a pagina 8 dell'allegato il testo diventa "Novara e Verbania".
Comunico inoltre che alle ore 14.30 di domani si svolgerà la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari per la calendarizzazione dei lavori.
Indìco la votazione palese sulla deliberazione, il cui testo, emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.36)



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