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Dettaglio seduta n.367 del 14/10/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



CHIEPPA VINCENZO

(Alle ore 15.00 il Consigliere Segretario Chieppa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.31)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri, Cattaneo, Cavallaro, Clement Gariglio, Laus, Moriconi, Reschigna, Robotti e Spinosa.


Argomento:

b) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 7/10/2008.
Saranno posti in approvazione nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Varie

Richiesta, da parte del Consigliere Cavallera, di rinviare l'orario d'apertura dell'adunanza mattutina del Consiglio regionale del 21 ottobre 2008 per permettere ai Consiglieri che lo desiderino di partecipare all'iniziativa "A scuola di montagna" che si terrà in quella data, alle ore 10, a Torino

Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Richiesta, da parte del Consigliere Toselli, di chiarimenti in merito all'alternanza dei componenti dell'Ufficio di Presidenza per la conduzione dei lavori dell'Aula


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Cavallera ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Volevo solo fare riferimento alla Conferenza dei Capigruppo di domani e segnalare all'Assemblea, ma anche ai Capigruppo, che è previsto un interessante programma, dal titolo "A scuola di montagna"; un programma di divulgazione relativo alle opportunità presenti nelle zone montane ed indetto dall'UNCEM, con la partecipazione della Regione.
Ci saranno molti incontri sul territorio; uno è previsto a Torino, in Via Avogadro, martedì 21 ottobre, alle ore 10.
Pertanto, per evitare che i Consiglieri debbano scegliere se andare all'apertura dell'incontro o venire in Consiglio puntualmente, chiedo se è possibile iniziare ufficialmente la seduta del Consiglio un'ora dopo affinché i Consiglieri possano partecipare a quest'importante iniziativa.
Non dimentichiamo che siamo in una fase di decisioni importanti per le Comunità montane, per quanto riguarda la riorganizzazione, e penso che tutti voi vi rendiate conto che è un'iniziativa che merita attenzione.
Non chiedo che non si svolga la seduta di Consiglio, ma che si contemperi, se possibile - questo lo dico alla Presidenza e, ovviamente, a tutti coloro che vogliono ascoltare - di prevedere un orario compatibile.
Penso che un'ora potrebbe essere sufficiente; diversamente, registreremmo i soliti ritardi, pertanto l'inizio della seduta subirebbe comunque un ritardo.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Cavallera. I Capigruppo presenti hanno sentito; da parte mia, riferirò al Presidente per le decisioni della Conferenza dei Capigruppo di domani.
La parola al Consigliere Toselli, sull'ordine dei lavori.



TOSELLI Francesco

Collega Cotto, sono felice di vederla seduta nello scranno più alto del Consiglio; mi chiedo, però, se competa a lei il semestre, vedendola presiedere.



PRESIDENTE

Non siamo così rigidi, rispetto al semestre. Il collega Placido presiederà la seduta fra dieci minuti.
Tutto qui, Consigliere Toselli, sull'ordine dei lavori?



TOSELLI Francesco

Sì, perché ricordavo - e credo lo facciano anche gli altri colleghi Consiglieri - una certa scrupolosità istituzionale nella passata legislatura, rispetto al semestre. Pensavo che fosse dovere del Vicepresidente, qualora presente, presiedere i lavori dell'Aula.
Non è pervenuta nessuna comunicazione all'Aula da parte del collega Placido. Sarebbe sufficiente che il Presidente Placido ci dica: "Causa impegni, ritengo di delegare la Presidenza alla collega Cotto; la riprenderò verso le ore 17". Nulla osta, vista la stima e l'amicizia che rivesto nel collega Placido.
Inoltre, m'interessa controllare la sua giornata, che ritengo sempre alquanto piacevole, essendomi stato richiesto anche da alcuni colleghi della maggioranza, forse preoccupati delle troppe preferenze che il Vicepresidente ha preso nelle scorse elezioni, e quindi preparandosi a queste...



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Non poniamo limiti alla Divina Provvidenza!



TOSELLI Francesco

Al momento sono preoccupati perché vorrebbero capire cosa ella fa durante il pomeriggio, della sua Presidenza. Tutto qua.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Toselli, ma, come lei sa, tutto l'Ufficio di Presidenza è legittimato a presiedere, non solo il Presidente o il Vicepresidente. Uno potrebbe anche essere tentato di invitare il collega Chieppa a presiedere, in particolare quando interviene il collega Toselli potrebbe essere lui a dare una risposta alla sua curiosità! Comunque, ero impegnato con alcuni funzionari su un problema istituzionale, legato ad alcuni importanti avvenimenti. Questo mi permette di anticipare - cosa che i colleghi dell'Ufficio di Presidenza già sanno che il 5 novembre, nel pomeriggio, la Consulta regionale dei Giovani incontrerà il Ministro Meloni, sul problema della casa.
Il 12 novembre, invece, al mattino, al Teatro Regio, in occasione del sessantennio della sua costruzione - era questo il motivo per cui ero impegnato sopra - ci sarà una lectio magistralis, con la presenza dell'ex Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Arriveranno ufficialmente delle comunicazioni in merito.
La ringrazio, collega, perché mi ha dato quest'opportunità.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Polizia rurale, urbana e locale

Esame proposta di deliberazione n. 389, inerente a "Legge regionale n. 23 del 10 dicembre 2007: 'Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata'. Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie" - Presentazione ed esame ordini del giorno n. 288, 421 e 1083


PRESIDENTE

Procediamo con i lavori.
Dopo il dibattito della mattinata e la replica della Presidente Bresso proseguiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 389, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Si è conclusa la discussione generale, pertanto ha la parola l'Assessore Ricca.



RICCA Luigi Sergio, Assessore alla promozione della sicurezza

Grazie, Presidente. Voglio rilevare come il dibattito registrato sulla proposta di deliberazione abbia raccolto un sostanziale consenso sul documento, pur con alcune valutazioni di merito sulle politiche per la sicurezza alquanto divergenti.
Non mi pare, comunque, l'occasione per riprendere un dibattito già sviluppato in sede di approvazione della legge.
Raccolgo le sollecitazioni di molti sulle cose da fare, per dare attuazione all'articolo 8 della legge n. 23, ricordando anche un altro aspetto, cioè che nel frattempo si è dato attuazione all'articolo 12 e all'articolo 4, con l'approvazione, da parte della Giunta, delle modalità per la gestione del Fondo di solidarietà, assistenza ed aiuto alle vittime dei reati.
Quello della sicurezza, come ha richiamato il Consigliere Botta, è certamente uno dei problemi più sentiti, che causa grande preoccupazione. I dati riportati nella deliberazione lo confermano, ma ci dicono anche che al di là di quelli che possono essere i dati sulla sicurezza reale, vi è la percezione, testimoniata per esempio dai dati che riguardano Cuneo, di un'insicurezza elevata, anche se i dati reali sono di segno diverso.
Il Consigliere Rossi ha chiesto di intervenire con maggiore forza sulla polizia locale. In merito, voglio rilevare che le competenze dipendono dal Sindaco e che non è la Regione ad intervenire sulla gestione dei vigili urbani e della polizia locale. Peraltro, questo è confermato anche dai recenti provvedimenti del Governo che, assegnando poteri di ordinanza rafforzati ai Sindaci, li conferiscono in funzione del loro ruolo di Ufficiali di Governo, ribadendo, dunque, che è una competenza che rimane allo Stato.
Il Consigliere Botta ha evidenziato un altro problema: quello delle idoneità degli uffici provinciali ad assolvere i compiti previsti dalla proposta di deliberazione.
Voglio rassicurare, in questo senso, perché abbiamo sentito anche le Province e, al di là delle preoccupazioni che possono essere fondate, devo assicurare che, nell'individuazione delle linee per i bandi e per il trasferimento dei fondi, la Regione prevede l'attivazione di un servizio d'assistenza tecnica utile a supportare le Amministrazioni provinciali nella predisposizione dei bandi per il 2008 e facilitare l'applicazione, da parte delle stesse, dei criteri di selezione e valutazione dei progetti.
Quindi, si porrà tutta l'attenzione nei confronti delle Province per metterle nelle condizioni di operare al meglio.
La scelta di avere le Province come interlocutrici è dovuta proprio alla ricerca di evitare quanto è già stato richiamato nel dibattito, cioè di poter utilizzare i fondi 2008 diversamente da quanto avvenuto per una parte di quelli stanziati per il 2007, consentendo alle Province di attivarsi in tempi utili per utilizzarli, cosa che oggi la Regione non sarebbe in grado di fare.
Il Consigliere Guida aveva richiamato anche la questione dell'iniziativa pilota di Alba-Bra. Vorrei ricordare che è stato costituito vedo che oggi il Consigliere non è presente - un gruppo di lavoro tecnico che sta procedendo nei lavori di concertazione con le amministrazioni locali.
Certamente il patto di Alba-Bra è un patto aperto e se ci saranno risorse nazionali che, in qualche modo, confluiranno, questo sarà sicuramente affrontato e discusso.
Certamente, come è stato sottolineato anche da altri, sarà necessario un protagonismo degli Enti locali per la predisposizione dei progetti quindi i Sindaci dovranno essere i primi ad attivarsi per presentare progetti innovativi in materia di sicurezza locale.
La Vicepresidente Cotto nel suo intervento ha messo in evidenza come i Sindaci del nord Astigiano abbiano già delle idee precise e abbiano definito un documento. Credo che quel documento sarà una buona base di partenza per un confronto in ambito territoriale con la Provincia propedeutico per la predisposizione di un Patto locale per la sicurezza integrata, soprattutto per la presentazione di progetti locali per la sicurezza integrata. Solo così si potrà dare risposta e utilizzare appieno le risorse 2008, preoccupazione che anche il Consigliere Vignale aveva sottolineato nel suo intervento. Ribadisco che, con le linee guida che stiamo preparando per le Province, questo rischio potrebbe essere scongiurato.
Per quanto riguarda le risorse che saranno rese disponibili, mi auguro di poter rispondere con le risorse 2008 anche a due esigenze che il Consiglio regionale aveva evidenziato, approvando due ordini del giorno: uno riguardante la sicurezza relativa ai Sacri Monti del Piemonte, l'altro riguardante l'intervento a sostegno e in aiuto di strutture pubbliche per la sicurezza per le forze dell'ordine.
Da questo punto di vista, già sono pervenute in Assessorato...



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia. Trattandosi di sicurezza, non so chi dovrei chiamare per garantire la sicurezza dell'Assessore Ricca a poter intervenire.



RICCA Luigi Sergio, Assessore alla promozione della sicurezza

pervenuta anche la proposta di un intervento, evidenziato in un ordine del giorno sottoscritto dai Gruppi di maggioranza e di opposizione per quanto riguarda interventi come quello per la caserma di Trofarello.
Mi auguro che possa essere data risposta in tempi rapidi anche a queste esigenze, perché sono situazioni che il Consiglio aveva approvato formalmente. Ringrazio tutti per il contributo offerto al dibattito soprattutto per chi è entrato nel merito.
Ringrazio, ancora una volta, il lavoro preparatorio svolto dagli Uffici e dall'Assessore precedente. Voglio cogliere l'occasione per felicitarmi con il Consigliere Caracciolo: la settimana scorsa è stato in Calabria a festeggiare la laurea del figlio. Mi fa molto piacere.
Ringrazio, ancora, il lavoro svolto dall'VIII Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Una semplice dichiarazione, non essendo intervenuti nel dibattito la settimana passata, ed augurandoci che alcune polemiche siano state superate. A me non pareva che ci fossero stati interventi offensivi o tali da creare tensione in Aula, ma può essere un'interpretazione personale.
Abbiamo votato la legge n. 23 con alcune riserve, che sono state espresse - l'attuale Assessore e l'ex Assessore ricorderanno - sia in Commissione sia in Aula. Differenziandoci su alcuni ordini del giorno ed esprimendo un giudizio più preoccupato su alcuni emendamenti e su alcune modificazioni che erano avvenute nella legge in corso d'opera.
Abbiamo sottolineato il valore positivo del concetto di sicurezza integrata. Essendo in dichiarazione di voto non torno sul testo, espresso in termini molto chiari e molto netti, che ha per noi un valore particolare.
Abbiamo discusso a lungo sulla sicurezza reale e la sicurezza percepita. In questo Consiglio è stato riportata in più di un caso il dato particolare di Cuneo, come esempio del fatto che una discrepanza ci possa essere: la Provincia più "tranquilla" fra tutte, anche se qualunque reato è pur sempre grave; quella in cui maggiormente il timore e la sensazione che stiano cambiando in peggio le cose, fa sì che, dal punto di vista della percezione, risulti invece al primo o al secondo posto.
D'altronde è chiaro, i reati, in alcuni casi, crescono. Vi sono problemi di vario genere che siamo convinti faranno sì che questi diventeranno, purtroppo, maggiori. La situazione carceraria è drammatica non solo per le strutture che sono quelle che sono, ma anche per le condizioni complessive che esprime e per il quadro che dà di questa società.
Ai tanti Consiglieri che hanno detto che non c'è una differenza tra questi due dati, che sono nostre sciocchezze quelle di ragionare sulla percezione e sulla paura, vorrei ricordare: il timore che si ha oggi di vedere magari dilapidati i risparmi che si hanno è un fatto reale o un fatto puramente percepito? Eppure non passa giorno senza che i massimi soloni dell'economia vadano alle tv a rassicurarci che questioni non ci sono.
Il fatto che i giovani temano di non poter trovare un lavoro in futuro è un fatto reale o un fatto puramente di percezione? Il fatto che le persone di cinquant'anni temono che, se perdono il posto di lavoro, non avranno più possibilità di avere un'occupazione, è un fatto di percezione o è un fatto reale? Sono tematiche su cui torneremo.
Questo provvedimento ci è apparso positivo anche in Commissione perch tocca non solo i problemi ovvi di una repressione di quei fatti gravi che possono accadere, ma vede il tema della sicurezza nella sua complessità ragiona notevolmente sul tema formazione. Per quanto vale un appello fatto qui, Assessore, il problema delle forze dell'ordine, a qualunque livello non è solo di formazione tecnica, ma è anche di formazione civile, di formazione costituzionale, di impegno perché il problema venga visto nella sua complessità, e non solo come un problema - che pur esiste, ne siamo coscienti - di ordine pubblico. È un problema di informazione.
Crediamo che, su questo, in molti casi anche la stampa e gli organi di stampa abbiano responsabilità di non poco conto. Ci sono degli esempi. Mi segnalavano a Torino che l'esempio l'attività dei cosiddetti vigili di prossimità in alcuni quartieri sta dando risultati positivi in termini di dialogo e di intermediazione laddove la conflittualità esiste.
Crediamo che questa legge e queste norme presentino competenze diverse nei vari ambiti istituzionali.
Riaffermiamo, ancora una volta, esprimendo un voto positivo del nostro Gruppo su questo provvedimento, la preoccupazione espressa in Commissione nella discussione precedente sul fatto che i vari corpi, dalla Polizia ai Carabinieri alla Guardia di Finanza, siano qualcosa di diverso rispetto alla polizia municipale, e che quelli che noi pensiamo essere i compiti della polizia municipale siano invece diversi e differenti.
Sappiamo che su alcuni giornali, anche torinesi, almeno nelle pagine di un giornale nazionale, sono comparsi titolo con un certo effetto: "I comunisti non vogliono che i vigili si possano difendere" e altro.
Speriamo, ovviamente, di avere dimostrato che non è assolutamente questo il tema, ma che il ragionamento fatto sul tema complessivo della sicurezza era, da parte nostra, di più ampio respiro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Dalmasso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi confermiamo quelle che erano state le dichiarazioni che avevamo reso durante il dibattito. Dunque, esprimeremo un voto favorevole rispetto alla proposta di deliberazione in oggetto soltanto per un motivo che riteniamo positivo, sebbene questa Regione, per tre anni - salvo lo stanziamento dell'anno passato solo per Torino, peraltro senza una delibera attuativa che potesse, in qualche modo, trasferire i fondi all'Amministrazione comunale - non abbia stanziato neppure un euro a favore delle politiche integrate di sicurezza. Questo è l'unico motivo per cui esprimiamo un voto favorevole.
Abbiamo già ricordato negli interventi della scorsa seduta come la stessa relazione presente all'interno della delibera esprima alcune valutazioni dell'approccio della sicurezza che per noi non sono assolutamente condivisibili, in particolare rispetto al fatto che i reati sarebbero un fatto che garantisce un'incidenza relegata alla sicurezza inferiore rispetto a quelle che sono le politiche sociali legate alla sicurezza stessa. Così come vediamo che negli ordini del giorno che sono stati oggi presentati (in particolar modo uno di questi) vi sia, ancora una volta, una strumentalizzazione di quelle che sono le politiche nazionali perché il collega Boeti e gli altri firmatari (ma ci torneremo quando discuteremo dell'ordine del giorno) non si sono accorti dei tagli che il Governo precedente ha fatto, sui quali non presentarono, ovviamente, alcun ordine del giorno né si guardarono bene dal finanziare la legge o richiedere una veloce attuazione di una legge votata quasi un anno fa.
Non per questo cambieremo quella che è stata la nostra espressione di voto, per un senso di responsabilità. Come abbiamo sottolineato stamattina sarà l'ultimo, non soltanto perché il tema della sicurezza è a noi caro, ma anche perché non vogliamo che in qualche modo si possa giustificare il fatto che non si intervenga sulle politiche legate alla sicurezza senza che non ci sia una valutazione favorevole relativamente ad una proposta di deliberazione.
Come abbiamo ribadito durante la discussione, valuteremo nello svolgimento e nell'attuazione della delibera come questi fondi verranno attuati e, soprattutto, quanti fondi si intenderanno stanziare nel bilancio appena approvato dalla Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo per precisare che anche noi voteremo a favore della presente proposta di deliberazione.
Ci sono sicuramente dei punti che rivestono una particolare rilevanza altri, invece, hanno sollevato dei dubbi.
L'unico aspetto che mi permetto di far presente all'Assessore è che non esiste, oltre alla interessantissima e ben fatta tabella sui reati denunciati, alcun'altra tabella altrettanto chiara relativamente alle condanne consequenziali ai reati denunciati. Talvolta, infatti, un reato denunciato può costituire semplicemente una percezione, e non corrispondere ad un reato vero. Ciò che conta per lo Stato, perché dal punto di vista dell'economia giudiziaria rappresenta effettivamente un dato ineccepibile è la condanna consequenziale.
Mi rendo conto che questo dato sia difficile da calcolare, perch sappiamo benissimo che la maggior parte dei reati purtroppo rimane impunito. Sarebbe comunque un dato interessante anche per poter meglio comprendere la situazione e, di conseguenza, per poter attuare delle politiche efficaci nella direzione più adeguata. In certi casi, infatti, si può registrare un eccessivo allarmismo, mentre i giudici e le forze di polizia preposte a verificare l'effettivo reato (o meno) possono valutare meglio la situazione e far emergere quello che lo Stato riconosce come un dato ineccepibile e inoppugnabile.
Per il resto, siamo soddisfatti del lavoro svolto e ci auguriamo, come ha testé ricordato il collega Vignale, che anche nei prossimi bilanci i fondi destinati alla sicurezza siano all'altezza di quanto enunciato in questa proposta di deliberazione.
Grazie, Presidente, e grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 389. Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 389, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

CASONI William (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, non funziona la mia scheda.



PRESIDENTE

Si precisa per il verbale che lei ha votato a favore.



PRESIDENTE

DUTTO Claudio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Anche la mia scheda non funziona, Presidente.



PRESIDENTE

Se ritenete, facciamo ripetere la votazione.



PRESIDENTE

CASONI William (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, ne davo solo comunicazione.



PRESIDENTE

Se i colleghi Dutto e Casoni sono d'accordo, risulta a verbale che hanno espresso il voto favorevole. Ringrazio gli uffici.



PRESIDENTE

CASONI William (fuori microfono)



PRESIDENTE

Però non funziona comunque la mia scheda.



PRESIDENTE

Alla delibera in oggetto risultano collegati tre ordini del giorno.
Nella fattispecie: ordine del giorno n. 288 dei Consiglieri Cotto, Cavallera Pichetto Fratin e Ghigo, inerente a "Iniziative per il diritto alla sicurezza e il rispetto della legalità - Lotta contro la mafia" ordine del giorno n. 421 dei Consiglieri Boeti, Auddino e Travaglini inerente a "Riduzione di risorse per le Forze di Polizia" ordine del giorno n. 1083 dei Consiglieri Rossi, Dutto e Novero, inerente a "Patto Torino sicura".
In ordine di presentazione, procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 288. La parola alla Vicepresidente Cotto che, in qualità di Consigliera, interviene sull'ordine del giorno n. 288, "Iniziative per il diritto alla sicurezza e il rispetto della legalità-lotta contro la mafia".



COTTO Mariangela

Questo ordine del giorno è veramente datato - tutti gli ordini del giorno sono datati - perché risale al 16 marzo 2006 e, nel frattempo abbiamo anche approvato all'unanimità la legge contro le mafie. Quindi, se l'Assessore assicura di continuare a dare adempimento all'impegno richiamato da questo ordine del giorno, per assicurare celerità ai nostri lavori, lo posso anche ritirare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ricca, che interviene rispetto a quanto proposto dalla collega Cotto.



RICCA Luigi Sergio, Assessore alla promozione della sicurezza

Raccolgo la sollecitazione della Vicepresidente Cotto. La Giunta si è attivata recentemente in funzione di quanto da lei richiamato, anche perché, se ricordo bene, ha finanziato proprio l'attuazione della legge richiamata nell'ordine del giorno per la celebrazione anche della giornata contro la mafia e per la legalità, stanziando le risorse per attivare iniziative di informazione, formazione e approfondimento, che peraltro credo gestisca la collega Migliasso.
Quindi, si procede sicuramente in questa direzione, credo che, anche come Assessorato alla sicurezza, laddove è nostra competenza, interverremo certamente per un'azione di informazione e sensibilizzazione.



PRESIDENTE

Dopo l'intervento dell'Assessore Ricca, che andava nella direzione di quanto proposto dalla collega Cotto, l'ordine del giorno n. 288 si intende ritirato.
Passiamo all'esame dell'ordine n. 421, inerente a "Riduzione di risorse per le Forze di Polizia" La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, noi condividiamo una parte degli aspetti inseriti all'interno dell'ordine del giorno, in particolar modo quelli relativi alle premesse. Crediamo che, in qualche modo, gli operatori delle Forze di Polizia debbano essere sostenuti da un punto di vista salariale e anche sotto altri punti di vista, che non sempre sono oggetto, invece, di un'attenta valutazione da parte degli organi competenti.
Ricordo che il Ministero dell'Interno ha da alcuni anni bloccato la possibilità di utilizzare le case - se non ricordo male - realizzate da ATC proprio per le Forze dell'Ordine.
Non voteremo l'ordine del giorno per due motivi. Innanzitutto, si pone l'impossibilità per i lavoratori della sicurezza di continuare ad operare in condizione di rischio, profondo disagio, con scarsa strumentazione tecnologicamente avanzata, con auto di polizia spesso vetuste, danneggiate inservibili, senza lo stanziamento di adeguati investimenti.
L'altra motivazione concerne l'impegno relativo alla Giunta regionale.
Se questa situazione si fosse determinata nell'arco degli ultimi mesi oppure se l'ordine del giorno fosse stato stilato unicamente per richiedere un investimento maggiore da parte del Governo rispetto alle spese relative alle Forze di Polizia, in qualche modo, magari in un contesto differente si sarebbe anche potuto esprimere condivisione rispetto a quanto scritto.
Ovviamente, è a tutti evidente che, di fronte all'impossibilità per i lavoratori della sicurezza di operare nel modo descritto, la responsabilità non può essere attribuita a chi da qualche mese governa la nostra nazione sono aspetti che non sono stati tenuti in considerazione diciamo almeno dai Governi passati.
Occorrerebbe poi ricordare che il precedente Governo tagliò un miliardo di euro per le Forze di Polizia, soprattutto legato alle spese correnti, e garantì un aumento di retribuzione, valutandolo tra i 15 euro lordi alle Forze di Polizia. Ovviamente, questo non solo ci faceva leggere quotidianamente all'interno dei giornali l'impossibilità di operare - cosa che oggi non avviene - perché, a fronte di un piano di riduzione delle spese, sarebbe bene che i colleghi di centrosinistra ricordassero che era patrimonio condiviso. Cioè, quando il PdL presenta il proprio programma di governo, in cui indica la cifra di 20 milioni di euro per il triennio, il PD, per eccesso di senso dello Stato, indica in 30 miliardi di euro la cifra da stanziare, è nel programma del PD, è sufficiente entrare nel sito del Partito Democratico per vederlo.
Nell'arco di pochi mesi si può cambiare idea, accade spesso, non sarebbe la prima volta che ciò accadde da quando uno schieramento politico passa dalla maggioranza all'opposizione o dall'opposizione alla maggioranza, però appare evidente che l'ordine del giorno è assolutamente strumentale, nel senso che, nei due anni passati, ne fosse stato presentato uno, anche non discusso, in qualche modo, ci sarebbe stata una continuazione nella sollecitazione al Governo. Questo non è avvenuto quindi è evidente che è un documento assolutamente strumentale e come tale non può essere votato.


Argomento: Varie

Saluti agli alunni e insegnanti della Scuola elementare "Sacro Cuore" di Novara


PRESIDENTE

Prima di passare la parola ai colleghi che hanno chiesto di intervenire, volevo informare voi tutti che stanno assistendo ai nostri lavori gli allievi della Scuola elementare "Sacro Cuore" di Novara, che saluto insieme ai loro accompagnatori.
Stiamo trattando una deliberazione della Giunta in tema di sicurezza nel senso più ampio. Dopo la votazione sul provvedimento, che ha raccolto il voto unanime del Consiglio, a dimostrazione che il tema interessa tutti stiamo discutendo tre ordini del giorno. Il primo è stato ritirato, ora stiamo esaminando il secondo, sul quale stanno intervenendo i Consiglieri naturalmente sia in senso favorevole che in senso contrario. L'ultimo collega che è intervenuto è il Consigliere Vignale, che ha espresso un parere critico rispetto all'ordine del giorno.
Buona permanenza in Consiglio regionale e buona visita a Torino.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Polizia rurale, urbana e locale

Esame proposta di deliberazione n. 389, inerente a "Legge regionale n. 23 del 10 dicembre 2007: 'Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata'. Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie" - Presentazione ed esame ordini del giorno n. 288, 421 e 1083 (seguito)


PRESIDENTE

In merito all'ordine del giorno n. 421, ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Signor Presidente, recependo molte delle ottime considerazioni fatte dal collega Vignale, ad onor del vero, devo riconoscere al Consigliere Boeti un dato ineccepibile. So che il Consigliere Boeti è bravo a difendersi da solo, ma, in effetti, a difesa del suo ordine del giorno occorre far presente ai colleghi che questo documento era datato 12 settembre 2006, quando era in carica il Governo Prodi. Quindi, se questo era un ordine del giorno contro il Governo si riferiva al Governo in carica nel 2006, che era appunto il Governo Prodi, però, molte delle considerazioni che ha fatto non sono peregrine, anzi, sono valide.
Io, invece, faccio una proposta al primo firmatario, collega Boeti perché sono anche disposto a votare l'ordine del giorno.
Invece, ritengo essere un po' ostativo ad una votazione favorevole il passaggio contenuto nei due punti della presa d'atto. Ora spiego, collega Boeti. La seconda parte, che recita "dell'impossibilità per i lavoratori della sicurezza di continuare ad operare in condizioni di rischio e profondo disagio, con scarsità di strumentazioni tecnologicamente avanzate con auto di polizia spesso vetuste, danneggiate, inservibili, senza lo stanziamento di adeguati investimenti", mi sembra un pochino forte, anche perché nei due anni a questa parte le condizioni, in parte, sono peggiorate, ma, dall'altra parte, sono cambiate e in certi casi sono migliori.
Quindi, preferirei che questa parte venisse stralciata.
Invece, sulla prima parte della presa d'atto, quando si dice "dalla richiesta di aiuto proveniente in particolare dal sindacato unitario dei lavoratori di polizia (SIULP)", ho delle grosse remore, per due motivi.
Capisco che le genesi di questi ordini del giorno nascono da contatti diretti con le forze sociali, in primis in sindacati.
Però se noi, come Consiglio regionale, votiamo in questo ordine del giorno una richiesta diretta del SIULP, in un certo senso facciamo un torto ai tanti altri sindacati di polizia che - glielo posso garantire, collega Boeti - condividono le stesse problematiche e le stesse richieste che il SIULP ha fatto presenti.
Quindi, chiedo che venga stralciata almeno questa riga, semplicemente per non fare torto alle altre sigle sindacali che hanno, anche se non all'epoca ma successivamente nell'arco degli anni, avanzato le stesse problematiche.
Inoltre, credo che sia più corretto cercare di rendere più pulite le votazioni di questi ordini del giorno, anche perché quando vengono presentati al Governo, visto che le organizzazioni sindacali hanno voce in capitolo per poter presentare le proprie istanze in modo autonomo, noi le presentiamo in qualità di Consiglierei regionali, senza inserire negli ordini del giorno orpelli e riferimenti ad altre realtà sociali che sono sicuramente importanti, ma che è giusto che debbano essere spesso distinte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ricordo che gli ordini del giorno non si possono emendare; può essere il primo firmatario proponente che può, se lo ritiene, cambiare il proprio ordine del giorno, eliminando o aggiungendo alcune parti.
La parola al primo firmatario, Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Solo per amore di chiarezza, perché è un ordine del giorno che non toglie e non aggiunge niente alla discussione che è stata fatta sulla sicurezza durante questi lavori del Consiglio regionale.
Non è strumentale, perché l'ho presentato, collega Vignale, quando al Governo c'era il centrosinistra; la data di questo ordine del giorno è 2006. Quindi, mi riferivo al Governo di centrosinistra, che non aveva le attenzioni necessarie per le forze di Polizia.
Ricordo anche, quando al Governo invece c'era il centrodestra, lo slogan che campeggiava nelle strade e sui muri della nostra città portato avanti da Alleanza Nazionale, che diceva "più pantere, meno giungla". Il giorno dopo, La Stampa riportava l'articolo di alcuni poliziotti che erano andati con il pullman ad arrestare dei ladri, perché le macchine che erano in garage non funzionavano più. Quindi, era rivolto al Governo di centrosinistra perché era ancora attuale, perché la situazione non è cambiata, perché il Governo di centrosinistra e il Governo di centrodestra hanno dimostrato di avere scarsissima attenzione rispetto ai bisogni delle forze dell'ordine, siano essi poliziotti, carabinieri o finanzieri.
Ricordo quando il Governo di centrosinistra aveva ridotto del 50% il buono pasto degli agenti di Caselle, perché non riteneva quell'aeroporto una stazione disagiata, lasciandolo naturalmente per gran parte degli aeroporti del resto dell'Italia.
In questo momento i poliziotti della Città di Rivoli da tanti anni vivono in un commissariato che è un condominio, dove non c'è nemmeno una stanza nella quale interrogare le persone perché i vicini di casa ascoltano l'interrogatorio se non parlano a bassa voce. C'è un privato disponibile a costruire un commissariato di polizia; lo Stato però non è disponibile a pagare l'affitto, tant'è che il Comune ha detto che, al massimo, per continuare ad avere le forze di polizia sul proprio territorio, si farà carico di una parte dell'affitto.
Quindi, non è strumentale, riguardava il Governo di centrosinistra e riguarda il Governo di centrodestra e devo dire, all'onor del vero, collega Giovine, che le nuove macchine (le 159) di cui oggi i poliziotti di questa Città e di questa Regione sono dotati, sono state poi acquistate effettivamente con il Governo di centrosinistra, mentre questo Governo ha illuso gli italiani che i militari possano supplire e sostituirsi qualche volta a poliziotti, carabinieri e finanzieri.
dell'altro giorno una dichiarazione di un rappresentante dell'esercito, che dice: "Non siamo adatti per fare questo tipo di servizio, il nostro mestiere è un altro, ma tant'è. Gli italiani hanno creduto a tante di quelle fandonie da parte del Governo di centrodestra che hanno bevuto anche il fatto che con l'esercito questa città potesse diminuire i suoi delinquenti".
L'ordine del giorno lo lascio così com'è, perché dopo due anni, non vale manco la pena di modificarlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Non ho sollecitato la discussione di questo ordine del giorno quando c'era al Governo il Presidente Prodi e non la vorrei sollecitare adesso.
Però l'intervento del collega Boeti mi dà decine di spunti per intervenire su quello che è il tema del differente approccio sui temi della sicurezza pubblica, perché lui dice che l'attenzione verso le forze di polizia in genere era più attenta nel periodo del Governo Prodi di quanto non lo sia oggi.
Prendiamo in esame i misuratori di indicazione, visto che parliamo sempre di meritocrazia in tutti i settori e adesso si valuta di misurare i Direttori delle ASL sui risultati che producono.
Intanto, pare che il 70% degli italiani gradisca la presenza delle pattuglie miste sul territorio, come risulta dagli ultimi sondaggi che ha fatto Mannheimer, perché anche la percezione di sicurezza che si trasmette ai cittadini è importante, ma altrettanto sono i risultati che si stanno ottenendo, con riferimento in particolare all'oggetto dell'ordine del giorno precedente ritirato, cioè quello della lotta alle mafie e della maggiore incisività nel tentare di colpire gli organi che generano più pericolo sul territorio.
Su questo aspetto, non si può dire che gli interventi che sono stati fatti da questo Governo siano meno efficaci di quelli del Governo Prodi che oltre tutto non ne aveva fatti. Quindi, da questo punto di vista credo non ci sia misurazione che tenga, ma credo che gli italiani l'abbiano perfettamente percepito in questi primi mesi e lo dimostrano i dati che vengono raccolti.
Credo invece che ci sia un interesse - e noi stessi spingiamo affinch sia sempre più costante l'attenzione del Governo - alla misurazione delle retribuzioni e dei mezzi da dare alle forze di polizia.
Qui faccio un inciso. Io sono per dare più mezzi e più forza alle forze di polizia che combattono sul campo. Vale a dire: noi sappiamo che oggi tra le forze di polizia rientrano le guardie forestali, le guardie carcerarie e quant'altro. Sicuramente tutti con delle legittime aspettative, però le guardie carcerarie, secondo me, dovrebbero negoziare con il Ministero della Giustizia, le guardie ecologiche o forestali con il Ministero dell'Ambiente e concentriamo invece più risorse alle pattuglie e a coloro che fanno veramente azione sul territorio, come carabinieri e polizia.
Credo che questa sia una linea che a Roma hanno intenzione di percorrere e che darà già una dimostrazione; lo dico perché me ne hanno già parlato e so già quali sono i prossimi provvedimenti che saranno presi. Non si può paragonare l'azione di una guardia forestale con quella di un agente che è in prima linea sul campo della polizia. E tutti hanno un interlocutore diverso.
Oggi, purtroppo, c'è un calderone, che era stato formato in precedenza.
Non si dà la colpa a nessuno, però con una dotazione finanziaria globale tanta gente viene assunta e risulta in capo alle forze di polizia, pur essendo in ufficio, pur non essendo mai scesa una volta per strada, pur non uscendo mai una volta a fare azioni di vero contrasto alla criminalità, che sarebbe il vero compito della polizia.
Secondo me, compito del Governo è dare più risorse a questo settore, ma anche distinguerlo dagli altri settori. Poi sicuramente le guardie forestali e le guardie carcerarie hanno le loro rivendicazioni, ma la rivendicazione di una guardia carceraria è quella di un migliore ambiente di lavoro. Dipende dal Ministero della Giustizia fare in modo che le condizioni siano migliori: le relative risorse devono arrivare da lì. Altro conto è invece quello delle forze di polizia e delle forze del Ministero della Difesa che, attraverso i reparti scelti, hanno già dimostrato di cooperare e, anziché tenerli in allenamenti utili ma improduttivi, hanno scelto di destinare le migliori forze che oggi sono sul campo in affiancamento agli agenti di polizia di pubblica sicurezza.
Non passa giorno che non si veda l'operato delle forze di polizia. Lo dimostrano i dati, le catture fatte, le azioni che si stanno facendo in Campania, in Calabria, in Sicilia, per non parlare della questione dei Casalesi, arrivata all'attenzione nazionale. In questo momento, quando viene mandato l'esercito e viene mandata anche la polizia ci sono gli arresti: la determinazione di affrontare i problemi si vede anche in queste cose. Non farei graduatorie di chi genera più attenzione. Lasciamolo decidere agli italiani, che hanno già visto quali erano i segnali che venivano dati prima rispetto alle forze di polizia (come nel caso dell'indulto), e quelli che vengono dati oggi, da quando abbiamo affiancato i militari alle forze di polizia.
Questo ordine del giorno viene chiamato in Aula solamente oggi, pur essendo del 2006. Evidentemente, il Consigliere Boeti ha intenzione che venga discusso oggi, visto che al Governo abbiamo Berlusconi, piuttosto che prima, quando il Paese era governato da Prodi e quando avrebbe avuto molto più senso parlarne.
Sappiamo tutti che c'è una parte politica che è attenta alle esigenze.
scaduto il contratto e so che si andrà a negoziazione. Ho parlato con le forze di polizia e so che a breve dovranno andare a negoziare con il Governo. Sicuramente si troverà un'intesa soddisfacente per gli uni e per gli altri.
Ma le forze di polizia chi sono? Sono i carabinieri e il corpo di polizia che operano sulla strada e sul territorio. Diverso è se parliamo di corpi che svolgono altri tipi di mansioni. Anche qui, è bene introdurre delle differenziazioni tra chi svolge effettivamente compiti di polizia e chi ha compiti di carattere amministrativo.
Sono convinto che ci saranno i mezzi, gli strumenti e le risorse per gli uomini che dovranno vigilare sul territorio. La sinergia con l'esercito farà in modo che oggi ci sia molta più presenza e molta più attenzione alla sicurezza di quanta non ci fosse uno o due anni fa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

evidente che il collega Boeti ha fatto la scelta di richiamare l'ordine del giorno in questo momento, con l'intenzione di attaccare il Governo che attualmente guida il nostro Paese. Diversamente, con due anni di tempo ed essendo membro di una maggioranza che governa la Regione Piemonte, l'avrebbe fatto in ben altre occasioni come, ad esempio, quando con l'Assessore Caracciolo si discusse più volte della legge sulla sicurezza, prima della sua approvazione.
C'erano tutte le possibilità di richiamarlo e di discuterlo prima, ma ha scelto di non farlo. È evidente che la sua intenzione è quella di attaccare questo Governo.
Pertanto, annuncio già che il nostro sarà un voto contrario a quest'ordine del giorno. A differenza di come si è comportato il Governo Prodi, il Governo attuale sta facendo molto e sta prendendo iniziative importanti per cercare di tutelare la sicurezza del nostro Paese.
Voglio segnalare qualche dato al collega Boeti. Caro collega, se avesse letto le relazioni introduttive alla proposta di deliberazione n. 389 che abbiamo appena votato e che ci ha fornito l'Assessore Ricca, avrebbe appreso che con il Governo Prodi i reati nel 2007 sono aumentati del 4% in Piemonte e del 5,2% a livello nazionale.
Personalmente, mi auguro che l'anno prossimo si possano leggere dati diversi da quelli attuali, ossia, che i reati sono diminuiti. Se così non fosse e lei volesse ripresentare un ordine del giorno come quello presentato testé, sarò contento di votarglielo, perché vorrebbe dire che, a distanza di un anno dall'insediamento del nuovo Governo, le eventuali politiche per la sicurezza (che lei critica già) non avrebbero sortito effetto.
Sono disponibile a votare quest'ordine del giorno tra un anno, se nel frattempo non si sarà verificata un'inversione di tendenza e, soprattutto se non saranno diminuiti i reati nel nostro Paese.
Avvalersi delle forze militari è utile al Paese perché fanno da deterrente sulle strade e perché cooperano con le nostre forze di polizia.
Piuttosto che tenere i militari a gironzolare e a farsi i gavettoni nelle camerate è meglio utilizzarli mettendoli sulle strade: tanto li paghiamo lo stesso. L'attrezzatura e i mezzi li consumano ugualmente facendo esercitazioni, quindi, il costo è minimale, se vengono utilizzati sulle strade: 3.500 uomini in più in divisa sulle strade sono sempre meglio che niente.
Prima di concludere, vorrei fornire ancora due dati. In Italia abbiamo il maggior numero di appartenenti alle forze dell'ordine ogni centomila abitanti rispetto all'intera Europa, ma, conseguentemente, abbiamo il maggior numero di magistrati per centomila abitanti dell'intera Europa e anche qui - ahimè - il minor numero di reati perseguiti sul totale dei reati in Europa. Possiamo dire che, oggi, circa il 92% dei reati compiuti nel nostro Paese non vede la condanna di colui che ha compiuto il reato.
Quindi, caro collega William Casoni, concordo in tutto quello che hai detto, ma devo dirti che questi grandi successi che si stanno ottenendo grazie ad un forte lavoro delle forze dell'ordine che collaborano con l'esercito e, spesso e volentieri, con la polizia locale (corpo in cui credo molto), potrebbero essere vanificati, perché possiamo anche arrivare con le nostre forze dell'ordine (a rischio della loro pelle) ad arrestare centinaia e centinaia di camorristi o mafiosi, ma se poi i magistrati (nonostante siano in tanti) fanno scadere i termini o non li condannano in tempo e i criminali escono dalle patrie galere, abbiamo speso soldi, usato mezzi, utilizzato uomini che hanno rischiato la vita facendo il loro lavoro, ma alla fine il risultato non c'è.
A questo punto, chiedo che quest'ordine del giorno venga trasformato in un invito al Governo per fare una bella riforma della magistratura, in modo tale che i magistrati vengano controllati in conformità al tipo di lavoro che fanno e a come lo svolgono.
Ho letto sui giornali di oggi che, addirittura, si studia se è possibile che un magistrato (in questo caso, il famoso magistrato Carnevale, che è stato incriminato per aver favorito l'uscita dal carcere di alcuni personaggi, ritardandone i processi) possa continuare a fare la sua attività, nonostante, la sua veneranda età.
Credo che sarebbe molto meglio intervenire sul Governo dicendo: "Caro Governo, svecchiamo la magistratura, assumiamo nuovi magistrati che abbiano voglia di lavorare e che lavorino anche qualitativamente e con la voglia di dare risultati al Paese, che rispettino gli orari nelle aule di giustizia che non facciano andare le persone in tribunale alle 8 del mattino per poi magari, alle 12 o alle 14, decidere di mandarle via dicendo loro di ritornare fra due mesi, perché il magistrato è andato via".
Questo, ovviamente, non lo potete scrivere su un documento, perché dite che il magistrato ha sempre ragione.
Quest'ordine del giorno non ci vede assolutamente favorevoli. Vi chiediamo, se volete, di ritirarlo e di scriverne uno meno polemico, dove si chiedono al Governo maggiori finanziamenti per le forze dell'ordine fondi per ammodernare i mezzi che hanno a disposizione le forze dell'ordine, fondi per intervenire affinché ci sia un coordinamento migliore tra le varie forze di polizia e le forze di polizia locale e infine, dove si chiede di intervenire per una riforma per l'assunzione di nuovi magistrati.
Un ordine del giorno di questo tipo ci troverebbe favorevoli.
Diversamente, un ordine del giorno critico nei confronti del Governo ci vede contrari.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 421, il cui testo recita : "Il Consiglio regionale premesso che in una società moderna, la sicurezza costituisce uno degli elementi fondanti del sistema sociale, un fattore strumentale attraverso cui ogni cittadino può godere pienamente dei propri diritti e delle proprie libertà la sicurezza di una città, di una regione, di uno stato è fatta, senza dubbio, di efficaci politiche di inclusione sociale, ma anche di una presenza vigile e costante delle forze dell'ordine sul territorio, dal momento che condizioni precarie e carenti di sicurezza possono contribuire a generare situazioni di disagio e di progressivo degrado dell'ordine pubblico gli operatori della sicurezza i funzionari di tutte le forze di polizia dello Stato svolgono quotidianamente, in prima persona, con spiccato spirito di sacrificio e particolare dedizione al lavoro, un compito prezioso, reso alla comunità nazionale e alle sue istituzioni, volto a garantire l'ordinato svolgimento del vivere sociale venuto a conoscenza dei tagli di budget e delle riduzioni di fondi destinati alle forze di polizia operanti nella nostra Regione e, in generale, nel nostro Paese considerate le gravi e pericolose conseguenze che tali riduzioni di risorse economiche e strumentali alle forze dell'ordine possono rappresentare in termini di qualità del servizio reso, e, soprattutto, di tutela e sicurezza della collettività preso atto della richiesta di aiuto proveniente, in particolare, dal Sindacato Unitario dei Lavoratori di Polizia (SIULP); dell'impossibilità per i lavoratori della sicurezza di continuare ad operare in condizioni di rischio e profondo disagio, con scarsità di strumentazioni tecnologicamente avanzate, con auto di polizia spesso vetuste, danneggiate, inservibili senza lo stanziamento di adeguati investimenti impegna la Giunta Regionale ad attivarsi per richiedere al Governo maggiori garanzie per le forze dell'ordine del nostro Paese, affinché possano lavorare nelle condizioni garantite in ogni paese civile d'Europa".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.33 riprende alle ore 17.03)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione sull'ordine del giorno n. 421.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 421.
Il Consiglio approva.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 1083 del Consigliere Rossi inerente a "Patto Torino sicura".
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

In questo caso vogliamo chiarezza.
Come sanno i colleghi, su tutti gli organi di informazione ma, in particolare, sui quotidiani torinesi sono uscite le giuste proteste di tantissimi cittadini e comitati relativamente al perdurare del mancato intervento dei vigili di Torino sull'occupazione abusiva effettuata da decine e decine di banchetti di extracomunitari nella zona del Cottolengo.
La denuncia dei cittadini è documentata da un reportage di foto e filmati in cui si vedono pusher che vendono droga e banchetti allestiti davanti agli ingressi delle case che vendono mercanzia nell'assoluta mancanza di igiene, centinaia e centinaia di persone assembrate lungo le strade.
La polizia municipale di Torino ha ritenuto bene, a quanto dicevano i giornali ai cittadini che protestavano, di non intervenire.
Vogliamo ricordare ai colleghi Consiglieri che, oltre a questo, a Torino si sono verificate decine e decine di interventi di aggressioni in più rispetto all'anno passato. Tanto che vi sono stati circa 4000 reati in più rispetto all'anno precedente. Ciò vuol dire che sulla sicurezza la Città di Torino, sicuramente, non fa interventi mirati. Nonostante che con il patto per "Torino sicura" - firmato anche dalla Regione Piemonte e dal Sindaco di Torino - si siano stanziati due milioni e mezzo di euro, quasi cinque miliardi delle vecchie lire, per rendere Torino più sicura.
Il Gruppo della Lega Nord si chiede se abbia senso confermare un simile impegno economico della Regione nei confronti di un'amministrazione che addirittura, non è stata in grado di fare non interventi di contrasto alla criminalità, come ad esempio in via Cottolengo, ma neanche interventi di controllo amministrativo. Noi diciamo e riportiamo quello che hanno detto i cittadini e i giornali, cioè che dalla polizia municipale di Torino non è stato neanche effettuato l'intervento di controllo dei venditori abusivi. A fronte di tutto ciò, l'amministrazione comunale di Torino ha deciso di dare un premio di produzione di circa 40 mila euro al comandante della polizia municipale della città.
Noi ci chiediamo se quei soldi che la Regione Piemonte, quindi i cittadini del Piemonte, ha dato per aiutare l'emergenza criminalità alla Città di Torino sono stati utili o sono serviti per dare dei premi di produzione a qualcuno che poi il suo lavoro, forse, non l'ha fatto così bene viste le lamentele dei cittadini e associazioni riportate sui giornali con foto più che esaustive.
Noi chiediamo all'Assessore cosa abbia intenzione di fare nei confronti dell'amministrazione comunale di Torino, che si è dimostrata, almeno nel caso di via Cottolengo, inadempiente in merito all'utilizzo dei fondi che la Regione Piemonte ha dato alla Città di Torino.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1083, il cui testo recita: "Premesso che ogni giorno i quotidiani ci danno conto di decine di episodi di piccola e grande criminalità a danni dei cittadini. È di questi giorni la denuncia di un comitato di cittadini torinesi che hanno mostrato con un reportage di foto e filmati la totale mancanza di qualsiasi controllo in una strada di Torino dove le più comuni norme in materia di ordine pubblico, norme igienico sanitarie, licenze commerciali non vengono applicate, si tratta in sostanza, di una terra di nessuno dove lo Stato scompare e il più forte si insedia considerato che: nel maggio dello scorso anno è stato sottoscritto un patto per Torino tra il Comune, la Provincia e la Prefettura del capoluogo nel quale si riconosceva il diritto dei cittadini alla sicurezza ed alla qualità della vita come priorità; la Regione Piemonte si è impegnata a sostenere finanziamento il patto per 'Torino sicura' per un importo fino a 2.500.000 euro; da quanto risulta il Comune di Torino ha ricevuto tale somma al fine di finanziare interventi di videosorveglianza, acquisto di nuovi mezzi per la polizia municipale e per la realizzazione di progetti di qualificazione urbana tenuto conto che è all'ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale la delibera sulle 'disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata' dove la Regione, nelle linee programmatiche 'intende rispondere ad una visione plurale delle politiche di sicurezza intese come il prodotto dell'azione sinergica dei diversi livelli di governo istituzionalmente coinvolti...' sempre nel documento si ribadisce che: '...è da tempo altrettanto acquisito che le politiche di sicurezza debbano fare riferimento ad azioni volte non solo al contrasto e alla prevenzione del reato, ma anche al miglioramento delle condizioni di vivibilità sociale e ambientale dei territori e, per altro verso, alla riduzione delle diffuse percezioni di insicurezza dei cittadini'.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a verificare se effettivamente il contributo a sostegno del Patto per la sicurezza di Torino erogato all'amministrazione comunale sia stato usato per azioni a sostegno della sicurezza dei cittadini. Ad attivarsi perché la polizia locale che può essere definita come attività di controllo prevenzione e repressione di natura prevalentemente amministrativa affidata ad un determinato organo di polizia (municipale, provinciale, ecc.) per curare l'osservanza delle disposizioni contenute nelle leggi nazionali e regionali, possa partecipare attivamente alle attività di controllo e prevenzione in casi come questo eclatante di vita Cottolengo a Torino dove è organizzato un mercato abusivo al di fuori di ogni controllo amministrativo e sanitario".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Fondi sanitari

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Burzi di rinviare l'esame del punto 7) all'o.d.g., inerente a: Conclusione lavori della Commissione Mauriziano, ai sensi dell'articolo 31 lettera a) dello Statuto "Definizione delle relazioni e dei rapporti intervenuti, a partire dal 1999 ad oggi, tra l'Ordine Mauriziano, la Regione Piemonte e lo Stato, che hanno determinato il dissesto dell'Ente"


PRESIDENTE

Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Premesso che non ho alcuna obiezione in merito al fatto che si discuta il punto 7) all'o.d.g. - peraltro, ne abbiamo anche discusso con i colleghi durante la giornata - sarebbe sciocco, a mio avviso, non fare un commento sul fatto che l'ora è quella che è, e non far rilevare l'assenza del Presidente Pedrale. Mi risulta, inoltre, essendomi informato, che martedì prossimo sarà assente il Vicepresidente Boeti, e questo complicherebbe ulteriormente la situazione.
Se volete, quindi, siamo disponibili a discuterne, per cui non solleviamo alcuna obiezione, vista anche l'importanza che già a suo tempo avevamo attribuito all'argomento, e che oggi manteniamo nelle conclusioni dei lavori della Commissione. Certamente non ci spiacerebbe se si trovasse il modo di non sprecare il tempo residuo di lavoro, e dare al punto 7) all'o.d.g. uno spazio adeguato affinché la discussione potesse vedere una presenza maggiormente qualificata, sia in termini di maggioranza sia soprattutto, in termini di opposizione.
Questa non vuole essere una richiesta di inversione punti all'o.d.g.
ma soltanto un suggerimento, sempre che ce ne sia lo spazio. Altrimenti, ne discutiamo, perché siamo preparati e faremo, ovviamente, la parte che ci compete.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Rispetto alla proposta del Presidente Burzi, mi pare che emerga la condivisione da parte dei colleghi di non trattare il punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Non mi ero accorto dell'assenza del Consigliere Pedrale, che è il Presidente della Commissione competente. Mi parrebbe scorretto, quindi discuterne in sua assenza. Ci rattrista un po' il fatto che forse ci sarebbe stato il tempo per discuterne prima. Ma, come ho detto, in assenza del Presidente della Commissione, crediamo che non sia opportuno trattare il punto 7) all'o.d.g., per rispetto al ruolo dell'opposizione.
Martedì prossimo non sarò presente io: dal momento che festeggerò 25 anni di matrimonio, ho deciso di fare un viaggio di una settimana. Potremo rimandare la trattazione del punto 7) all'o.d.g. alla settimana successiva oppure potrete discuterne senza di me. Se saranno presenti il relatore di maggioranza e quello di minoranza, mi va bene lo stesso.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato gli interventi dei colleghi Burzi e Boeti.
Prendo atto del fatto che le considerazioni del collega Boeti tendevano a sottolineare l'assenza del Presidente della Commissione competente d'altro canto, martedì prossimo - lo abbiamo appena appreso - mancherà invece il Vicepresidente, per cui dovremo applicare anche martedì prossimo la stessa misura.
Penso, invece, non solo per il lavoro svolto in Commissione che è durato molto tempo, ma anche per il tempo che è intercorso tra la fine della Commissione e l'arrivo in aula di questo provvedimento, che sarebbe utile procedere.
Naturalmente questa è la mia personalissima opinione, che deriva anche dal fatto che il Presidente Burzi ha precisato, rispetto alla mancanza del Presidente Pedrale, che questo elemento non sarebbe stato ostativo a procedere in questa discussione.
Penso, quindi, che si potrebbe proseguire, ma vorrei sentire anche qual è l'opinione prevalente in Aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega Deambrogio.
Vi sono altre richieste di intervento nel merito? Se la maggioranza batte un colpo, la Presidenza apprezza!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Concederei qualche minuto di sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.15 riprende alle ore 17.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, se per cortesia prendete posto, riprendiamo i lavori.
Potrebbe essere una soluzione condivisa quella di affrontare il punto con la sola relazione di maggioranza e dare la possibilità al relatore di minoranza, il collega Pedrale, di continuare nella seduta di martedì prossimo.
Poiché sono le ore 17.30, potremmo trattare alcuni punti ampiamente condivisi, come la proposta di deliberazione n. 392 relativa al volontariato, sulla quale emerge la condivisione unanime (vi preannuncio, a tal riguardo, che l'Assessore Migliasso ha avuto una breve indisposizione per cui non potrà essere presente, ma l'Assessore Deorsola e la Presidente sono ampiamente in grado di poterla rappresentare), le nomine, anche quelle assolutamente condivise, e alcuni ordini del giorno.
Vi sono le condizioni e il tempo per poter svolgere questi passaggi.
Vedo ampi cenni di condivisione. Vi ringrazio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Conclusione lavori della Commissione Mauriziano, ai sensi dell'articolo 31 lettera a) dello Statuto "Definizione delle relazioni e dei rapporti intervenuti, a partire dal 1999 ad oggi, tra l'Ordine Mauriziano, la Regione Piemonte e lo Stato, che hanno determinato il dissesto dell'Ente"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del punto 7) all'o.d.g., relativo a Conclusione lavori della Commissione Mauriziano, ai sensi dell'articolo 31, lettera a) dello Statuto "Definizione delle relazioni e dei rapporti intervenuti, a partire dal 1999 ad oggi, tra l'Ordine Mauriziano, la Regione Piemonte e lo Stato, che hanno determinato il dissesto dell'Ente".
La parola al Consigliere Lepri, relatore di maggioranza; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano, relatore di maggioranza

Grazie, Presidente Abbiamo già avuto modo, durante la Commissione di indagine conoscitiva di confrontarci sulle posizioni.
Com'è noto, ci sono due relazioni, una di maggioranza e una di minoranza, e tocca a me - ringrazio i colleghi di maggioranza per avermi offerto questa responsabilità - illustrare la relazione di maggioranza.
Abbiamo elaborato questa relazione dopo un lungo lavoro all'interno della Commissione di indagine. Abbiamo apprezzato anche la modalità di conduzione da parte del Presidente e quindi siamo consapevoli e convinti che la nostra relazione sia il frutto anche di un confronto molto preciso e articolato, con la raccolta di molte testimonianze che ci hanno consentito di ricostruire la vicenda crediamo con molta responsabilità e precisione.
Signor Presidente, avverto un po' di brusìo di fondo!



PRESIDENTE

Visto l'argomento e il tempo che ci ha visti impegnati in questa e nella scorsa legislatura, come minimo merita attenzione. Prego, collega Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Come dicevo, ci siamo impegnati e crediamo che il lavoro svolto sia stato molto serio.
L'esito della nostra indagine porta a queste considerazioni e conclusioni da parte della maggioranza.
Farò una breve ricostruzione storica dell'Ordine Mauriziano. Non è inutile anche in questa sede, anche se credo che tutti la ricordino.
"L'Ordine Mauriziano è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti da legge", ai sensi della XIV disposizione transitoria della Costituzione.
Vi è, quindi, una tutela speciale che la Costituzione ha inteso attribuire all'Ordine Mauriziano; tutela che è stata poi confermata con legge n. 1596 del 1962, e con atti successivi.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Chi non fosse - ahimè - interessato, viste le considerazioni che mi sono permesso di fare prima, è invitato ad uscire. Questo discorso vale per i Consiglieri, ma, a maggior ragione, anche per i collaboratori.
Prego, Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Questa tutela costituzionale è stata confermata nel 1962 da una legge dello Stato; poi gli atti della Giunta regionale e del Consiglio regionale hanno progressivamente inserito l'attività sanitaria dell'Ordine Mauriziano all'interno del Servizio Sanitario Regionale.
Cito il primo protocollo del 1984 tra Regione e Ordine Mauriziano e la legge regionale n. 8/1995, che, sostanzialmente, equipara i criteri di finanziamento e gli importi relativi riconosciuti alle Aziende Sanitarie Ospedaliere alle prestazioni assicurate dall'Ordine Mauriziano.
Vi è poi la deliberazione n. 65 del 1996 della Giunta regionale, che in modo esplicito attribuisce la fascia A - quindi la classe più alta - alle prestazioni dell'Umberto I e, successivamente, con due deliberazioni gli stessi presidi di Lanzo e Valenza vengono classificati nella fascia più alta, quella riconosciuta come tariffa alle Aziende Sanitarie Ospedaliere.
Via via sono stati realizzati nuovi servizi. In particolare, le nuove attività di oncologia, cardiochirurgia e i posti letto di riabilitazione sono stati riconosciuti in sede di approvazione del Piano Sanitario Regionale 1997-1999; anche la collaborazione che si è concretizzata nel riconoscimento dell'espletamento delle funzioni sanitarie presso Candiolo è stata riconosciuta con provvedimenti diversi citati nella relazione. La stessa cardiochirurgia era stata avviata con un finanziamento dedicato per la costruzione dei relativi reparti di sei miliardi di vecchie lire.
La convenzione quadro di fine 1999 definì in modo particolare i nuovi sviluppi prima citati (il polo oncologico, la cardiochirurgia, i posti letto di riabilitazione). Quindi, la deliberazione riconosce questi impegni salvo, poi, da parte della stessa Giunta regionale, non apporre la firma sulla convenzione allegata alla deliberazione approvata in Giunta regionale.
Invero, siamo di fronte, non lo si può negare, anche da parte dell'Ordine Mauriziano in quegli anni, ad una forte propensione all'incremento delle attività, direi coerentemente con lo sviluppo di altre attività presso altri ospedali della rete sanitaria regionale. Si pu sicuramente dire che fino al 1999 l'Ordine Mauriziano era pienamente inserito ed era parte integrante della programmazione regionale.
A partire da quel momento, succede qualcosa di difficile, che qualcuno potrebbe definire drammatico: la difficilissima crisi fiscale in cui incorre l'Amministrazione all'epoca chiamata a governare la Regione Piemonte, in particolare la scelta, nell'anno 2000, di coprire il disavanzo relativo con un mutuo di 516 milioni di euro e la decisione di aumentare l'addizionale IRPEF dallo 0,9% all'1,4%, ma anche la decisione di mettere sotto controllo la spesa con un limite all'incremento della stessa.
chiaro che, se si fossero applicati anche alle Aziende Sanitarie Ospedaliere i criteri di riduzione tariffaria che furono imposti - torner successivamente su questo argomento - all'Ordine Mauriziano, i ricavi delle stesse Aziende Sanitarie Ospedaliere sarebbero stati molto minori. Da fonti certe qui citate si stima che, se fossero state ridotte le tariffe alle Aziende Sanitarie Ospedaliere allo stesso modo applicate al Mauriziano avremmo avuto introiti pari al 64% di quelli, invece, accordati alla Regione nel 1999 e introiti pari al 54% nel 2002.
In sostanza, se alle Aziende Sanitarie Ospedaliere, in quegli anni, si fossero applicate le tariffe ridotte che, invece, vennero applicate all'Ordine Mauriziano, i ricavi delle stesse aziende ospedaliere sarebbero state poco più della metà di quelle che poterono dichiarare.
Cosa succede? Le spese sembrano fuori controllo e arriva, come ho già anticipato, il declassamento dell'Ordine Mauriziano, con la DGR del 14 ottobre 1999, che, in realtà, non dice nulla di esplicito, ma, attraverso un riferimento indiretto, accomuna il sistema di remunerazione dei presidi ex articoli 41, 42 e 43 della legge 833 a quello delle case di cura provvisoriamente accreditate. È un po' come se, d'un colpo, senza ragione l'Ordine Mauriziano venisse retrocesso dalla serie A alla serie B naturalmente, avendo tutti i titoli per potere figurare nella serie A (alte complessità, pronto soccorso...).
La relazione, in realtà, potrebbe chiudersi qui, perché è evidente che discende dalla scelta esplicita da parte della Regione di declassare il Mauriziano la lenta e inevitabile decadenza dal punto di vista economico e poi, il dissesto, che ricorderò nelle varie tappe.
Le sentenze della Corte dei Conti, pronunciate nel 2005 e 2006 sostanzialmente, ricostruiscono sulle stesse linee che ho provato a tracciare la storia di quegli anni. Il ragionamento delle sentenze è lineare e documentato, secondo noi è inoppugnabile e riassumibile in due chiare domande.
Per quanto riguarda la prima, perché il Mauriziano ha sviluppato nuove attività? La risposta è semplice. Perché la Regione glielo ha chiesto o per lo meno perché la Regione ha autorizzato lo sviluppo di nuove attività. Di più, se gli amministratori non lo avessero fatto, in questo caso, il loro comportamento sarebbe stato censurabile.
Relativamente alla seconda domanda, da parte della Corte dei Conti: perché allora si è generato il dissesto? Esattamente per la ragione che abbiamo citato, perché il Governo regionale, a cominciare dal 1999 e, poi in seguito, ha declassato, ignorando la natura pubblica del Mauriziano, le risorse e le tariffe che gli sono state riconosciute, sostanzialmente parificando il criterio di remunerazione a quello dei soggetti accreditati determinando un minore importo delle sue entrate, che, sostanzialmente corrisponde all'entità del deficit.
A questo punto, occorre domandarsi perché agli amministratori del Mauriziano è occorso tanto tempo per reagire. Sostanzialmente, perché la Regione, in quegli anni, tende ad avere un comportamento, possiamo definirlo così, incerto e ondivago.
Abbiamo citato nelle relazioni diverse deliberazioni dove sostanzialmente, si apre alla possibilità di rimediare a questa riduzione a questo declassamento. La Regione temporeggia. Ho richiamato prima la deliberazione e la convenzione allegata alla deliberazione, che non fu mai perfezionata, ma anche altri atti che nella relazione sono citati, come per esempio, la presenza delle massime autorità della Regione ad inaugurazioni quale quella del Centro di Candiolo, e le parole che in quella sede furono dette per assicurare un percorso anche di tipo economico a sostegno di quel nuovo Centro.
Quindi, gli amministratori in quella confusione, in quell'incertezza in quella posizione così ondivaga hanno esperito - c'è una ricchissima corrispondenza che è stata acquisita agli atti - con insistenza tutti i tentativi per vedere riconosciute le proprie giuste richieste.
Sono passati sostanzialmente due anni in queste trattative, invano.
Dopo due anni, solo all'inizio del 2002 gli amministratori dell'Ordine Mauriziano avanzano innanzi al TAR Piemonte il ricorso avverso le deliberazione della Giunta regionale.
A questo punto, naturalmente, cambia la situazione, cambia il contesto.
Quel gioco delle rassicurazioni e dei rinvii non è più possibile. Ecco allora la chiamata da parte del Presidente nei confronti del Ministero affinché possano arrivare in Piemonte gli Ispettori, i quali controllano quanto secondo loro deve essere controllato, trascurando, invero, molte carte che documentavano in modo esplicito la correttezza dei comportamenti degli amministratori.
A questo punto, a seguito della relazione degli Ispettori viene nominato il Commissario, che conferma il ricorso presentato al TAR dagli ex amministratori dell'Ordine Mauriziano, e con lettera del 18 novembre del 2002 argomenta, esattamente nei termini che ho provato ora a ricordare individuando correttamente nel taglio dei trasferimenti regionali la ragione del dissesto.
Tuttavia, poche settimane dopo, inopinatamente, il Commissario cambia idea e assume una tesi secondo cui il dissesto era dovuto all'operato sconsiderato dei precedenti amministratori. Interrogata sul motivo del cambiamento di prospettiva, la Commissaria, intervenendo nel gennaio 2006 nella Commissione consiliare regionale, risponde in modo non convincente dicendo che il ricorso al TAR era un "atto dovuto". Ma come la mettiamo con il fatto che ella stessa, di suo pugno, firmò una lettera al Presidente Ghigo in cui dimostrava di avere bene compreso la natura dei fatti? Si prospettano, a questo punto, maggiori disgrazie e repentine difficoltà per l'Ordine Mauriziano. In modo particolare, è da sottolineare la misura in cui la Commissaria decide di proporre un protocollo di transazione, ovvero, di accettare il protocollo di transazione presentato dalla Giunta regionale approvato con la DGR del 26 maggio 2003 dove, in sostanza, le parti si accordano con il riconoscimento da parte della Regione - come atto di liberalità - del pagamento di 50 milioni di euro e dell'impegno da parte dell'Ordine a ritirare il ricorso depositato presso il TAR.
In sostanza, la Commissaria si accontenta di una cifra molto inferiore di ciò che veniva implicitamente preteso attraverso il ricorso al TAR e lo fa con un potenziale creditore che non dava motivo di temere l'insolvenza in caso di vittoria in giudizio: la Regione Piemonte.
Con la transazione accettata ci si avvia verso la dissoluzione. La legge nazionale 4/2005, che fa seguito al decreto legge 277/2004 istituisce la Fondazione Ordine Mauriziano, che succede in tutti i rapporti attivi e passivi e, di fatto, estingue (anche se nella realtà ancora in vita) l'Ordine Mauriziano.
Le attività sanitarie sono scisse dall'Ente e queste indicazioni sono seguite dalla legge regionale 39/2004, con la quale si riconosce che l'Ente Ordine Mauriziano di Torino, almeno per quanto riguarda le attività ospedaliere, viene costituito in Azienda Sanitaria Ospedaliera.
Lascio da parte i dubbi di legittimità costituzionale avanzate anche recentemente dal Commissario Zanetti. Ricordo come una sentenza della Corte Costituzionale colpì l'articolo 4 della legge regionale che, senza troppi imbarazzi, non paga di avere azzoppato, anzi, ucciso l'Ordine Mauriziano incamerava con un colpo di penna, senza colpo ferire e senza pagare, gli Ospedali Mauriziani di Lanzo e Valenza.
Il nuovo Governo regionale, subentrato nel 2005, si trovò di fronte a troppi fatti già compiuti. Si trattava verosimilmente di rimettere in discussione la legge dello Stato e di avviare una difficile modifica della legge regionale 4/2005, soprattutto tenendo conto del rischio di potenziare l'instabilità dei lavoratori degli ospedali.
A questo si aggiunga il fatto che la nuova Amministrazione si trovò di fronte ad un deficit estremamente significativo: più del doppio di quanto oggi si riscontra rispetto a quello ereditato per la gestione del Mauriziano. In questa situazione, l'Amministrazione regionale decide di dar seguito al pagamento della seconda tranche e di completare così la transazione con il Commissario.
Il deficit continua a salire in questi anni e, dai 291 milioni individuati come sbilancio lasciati dagli amministratori sotto giudizio, si passa con la gestione della Commissaria (incredibilmente chiamata per prorogare l'opera di risanamento), ai 450-480 milioni di euro, che è la cifra attualmente stimata dal professor Zanetti, Commissario della Fondazione Mauriziano, come importo complessivo del dissesto maturato.
A questo punto, lo Stato ci mette dell'altro. Utilizzando formulazioni ambigue nella legge 4/2005 e poi nella finanziaria del 2007 (legge 296/2006), lascia aperta la porta ad un'interpretazione secondo cui l'Umberto I sarebbe sottraibile al Mauriziano, senza alcun corrispettivo attribuendone non solo l'uso, ma anche il titolo di proprietà alla Regione.
La Regione si muove con equilibrio, tutelando, ad esempio, la destinazione agricola dei terreni, anche se ciò, evidentemente, riduce il valore delle alienazioni, quindi del ricavabile da mettere a disposizione dei creditori. Si susseguono le difficoltà. Finalmente viene nominato il Consiglio d'Amministrazione della Fondazione dell'Ordine nel 2007. Si dimette il Presidente e viene nominato un Presidente disponibile a lavorare secondo una gestione fedelmente ispirata alla tutela degli interessi del Mauriziano e a garanzia dei creditori.
Successivamente si dispone il commissariamento della Fondazione e quindi, l'eliminazione del Consiglio d'Amministrazione. Arriviamo al commento di questa che finora è, a nostro modo di vedere, la cronistoria che ci ha portato fino ad oggi.
Prima di commentare in via conclusiva, voglio ricordare alcuni degli argomenti che in sede di Commissione i colleghi del centrodestra hanno avanzato per tentare di confutare le argomentazioni che ho provato ad illustrare.
Ne cito solo tre, rappresentati in modo particolare dal collega D'Ambrosio (allora, Assessore alla Sanità).
Il primo argomento è sostanzialmente così riconducibile: abbiamo retrocesso le tariffe all'Ordine Mauriziano perché il D.Lgs. 502 del Servizio Sanitario Nazionale ci costringeva a fare ciò. In verità, leggendo attentamente il D.Lgs. 502, all'articolo 4, esplicitamente si dice che "Nulla è innovato alla vigente disciplina per quanto concerne l'Ordine Mauriziano" e quindi nulla di diverso era richiesto, sulla base della legge invocata, rispetto a quanto in essere: l'equiparazione economica ad un'Azienda Sanitaria Ospedaliera.
Un'altra obiezione facilmente confutabile è che il collega D'Ambrosio ha detto in Commissione che il Mauriziano non firmò la nuova convenzione dunque non poteva esserci un accordo. In verità, l'Ordine Mauriziano firm quella convenzione. La Regione, invece, dopo averla approvata, si rifiut di firmarla.
Terza obiezione, tra le tante. A Candiolo c'è stata una convenzione che, in linea di massima, ho condiviso - ma in realtà non era una convenzione di massima, ma una convenzione vera e propria, che l'Assessore D'Ambrosio ha firmato. Cosa diversa dal condividerla in linea di massima.
Crediamo che questa vicenda sia stata e sia un grande scandalo italiano. Che non sia pensabile, di fronte ad un dissesto di tale entità (ricordo che siamo vicino ai 500 milioni di euro), soprattutto così evidente per quanto riguarda il numero di creditori, l'entità dei creditori che attendono di poter rientrare di quelle cifre, lasciare fluire, senza responsabilità, questi accadimenti.
In sostanza, per sintetizzare, possiamo affermare che gli ospedali mauriziani erano del tutto integrati, in quegli anni, con la sanità piemontese e che i loro costi non si differenziavano, in modo significativo, dalle altre ASO piemontesi. Certo, non si può affermare che negli ospedali mauriziani non vi fossero delle diseconomie, ma se si voleva puntare il dito contro gli sprechi e, soprattutto, contro il malaffare, non è certamente verso il Mauriziano che bisognava guardare.
facile, è inevitabile, nostro malgrado - non è piacevole dirlo, anche se è doveroso - ma riteniamo evidente sostenere come sia stata la Giunta in modo particolare nella sua massima rappresentanza con il Presidente Ghigo e l'Assessore alla sanità D'Ambrosio e, in modo più defilato, ma certamente responsabile, l'Assessore al bilancio, Angelo Burzi - insieme ai livelli apicali della Direzione sanitaria regionale, che hanno scientemente e consapevolmente deciso di ridurre le tariffe e, quindi, le risorse all'Ordine Mauriziano.
Che questa storia sia paradossale lo dico con assoluta convinzione perché è paradigmatica dell'incongruenza e del paradosso, se così solo si può chiamare questa vicenda. È incredibile che, ad un certo punto, la Regione decise per il declassamento e, solo dopo il dissesto e il riconoscimento del commissariamento con legge regionale, lo stesso Umberto I viene riabilitato e gli si riconosce lo status di Azienda Sanitaria Ospedaliera.
Questo è il paradosso più paradossale della Giunta di allora: il declassamento e il non riconoscimento dell'Umberto I, ma di tutti gli ospedali (limitiamoci all'Umberto I), come ospedale titolato ad avere rimborsi equiparabili ad un'Azienda Sanitaria Ospedaliera e, solo dopo averlo distrutto, il suo riconoscimento come Azienda Sanitaria Ospedaliera.
L'intento della Giunta a noi pare assolutamente evidente. Aggravato tra l'altro, questo intento, perché nei due anni di confusione che prima ho ricordato furono messe in atto delle azioni tese a generare l'aspettativa che l'insolvenza si sarebbe risolta.
Ancora più grave, a noi pare, la posizione della Commissaria D'Ascenzo che accettò in modo incredibile di firmare il protocollo di intesa con la Giunta regionale, concludendo in tal modo - a noi pare di poterlo dire - un vero e proprio "negozio in frode ai creditori", accordandosi consapevolmente per misconoscere il debito della Regione Piemonte verso l'Ente pur sapendo, in questo modo, di sottrarre risorse ai creditori e di dare vantaggio alla finanza regionale.
Chi sono le vittime di tutta questa vicenda? Una Commissione di indagine anche questo deve, seppur con prudenza, ma inevitabilmente dichiarare.
Vittime sono i creditori, che hanno sofferto reiterati tentativi di sottrazione del monte patrimoniale. Vittima è l'Ordine Mauriziano, la sua storia cinquecentenaria, i suoi donatori, decine di migliaia di cittadini piemontesi che, nei secoli, hanno contribuito a costruire quest'opera straordinaria e questa storia che, in pochi anni, si è dissolta.
Vittime sono gli amministratori dell'Ordine - lo voglio ricordare in questa sede - che hanno sofferto pubbliche umiliazioni, attacchi calunniosi e misure che hanno colpito la loro serenità personale, quali il blocco dei loro beni personali.
A questo proposito la Commissione, la maggioranza, questa relazione,non può esimersi dal confermare la buona fede e il corretto operato svolto dalla ex Presidente dell'Ordine Emilia Bergoglio, dall'ex Direttore Gian Paolo Zanetta e da tutti gli amministratori del Consiglio di Amministrazione.
In modo particolare, vogliamo citare l'ex consigliere di amministrazione Daniele Franchi che, con molta determinazione, ha profuso energie per consentirci di ricostruire una vicenda, peraltro, molto ingarbugliata.
Vittime sono i lavoratori che, certamente, hanno sofferto anche per il senso di appartenenza verso gli ospedali mauriziani.
Noi pensiamo, quindi, che i responsabili siano chiaramente identificabili nella Giunta e nelle persone che prima ho ricordato, perch hanno operato consapevoli che la bancarotta del Mauriziano avrebbe consentito di alleggerire non poco il grave deficit sanitario maturato in quegli anni.
Responsabile è certamente il Commissario straordinario, Anna Maria D'Ascenzo. Per questo noi crediamo - lo voglio ricordare in modo molto preciso - alla luce di quanto emerso e, in modo particolare, del fatto che si sia registrato un significativo aumento del deficit, registrato nel corso del mandato del commissario e in forza del fatto che non sono stati presentati, almeno in alcuni anni, i bilanci del Commissario, che, almeno per queste due ragioni, occorra sottoporre senza indugio alla Corte dei Conti tale relazione, affinché venga valutato se ricorrono i presupposti per un'azione di responsabilità contabile nei confronti del Commissario D'Ascenzo.
Non privi di responsabilità sono anche i diversi organi dello Stato.
Certamente gli Ispettori hanno dimenticato di prendere visione di carte loro affidate che, puntualmente, sono state invece citate nella relazione della Corte dei Conti. Non possiamo che avanzare il dubbio, perché di più non si può fare, che ci siano state forti pressioni politiche che abbiano orientato l'agire dei funzionari inviati da un Governo nazionale omogeneo per colore ad una Giunta regionale che stava ordendo un piano a danno dell'Ordine e dei suoi creditori.
Anche l'operato del Governo e del Parlamento, invero, in questi anni non è stato brillante, anzi ha contribuito, all'opposto, alla spoliazione dei beni dell'Ordine e legiferato - questo non è un particolare trascurabile - verosimilmente in contrasto con la Costituzione italiana.
A noi pare, dopo questo lungo lavoro in Commissione, che la versione secondo cui il dissesto del Mauriziano possa essere attribuito ai precedenti amministratori si è dimostrata infondata e tendenziosa. Non sono solo le due sentenze della Corte dei Conti a dirlo. Tutte le testimonianze e la ricostruzione che, con fatica ed impegno, hanno fatto, portano a ritenere inconsistenti le versioni che portavano ad addebitare il dissesto alla gestione sconsiderata dei precedenti amministratori.
Con questa relazione, naturalmente, non vogliamo e non possiamo sottrarci e sostituirci al lavoro che compete agli organi legislativi e di governo nazionali e regionali. Sono loro, quindi siamo anche noi, questo Consiglio regionale, a dover riprendere una responsabilità sulla vicenda se il Consiglio, in modo particolare, riterrà di votare a maggioranza la relazione.
Quello che è certo è che, qualsiasi siano le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi e nei prossimi anni, la tutela dei creditori e della tradizione dell'Ordine Mauriziano dovranno comunque sempre essere orientamenti imprescindibili nella ricerca di soluzioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Come concordato, sospendiamo la trattazione dell'argomento, che sarà ripreso nella prossima seduta di Consiglio con la relazione di minoranza del Consigliere Pedrale e con l'eventuale votazione.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 392, inerente a "Nomina dei componenti del comitato regionale di gestione del fondo speciale per il volontariato presso la Regione ai sensi della legge regionale 19 agosto 1994, n. 38 (valorizzazione e promozione del volontariato). Individuazione delle associazioni maggiormente rappresentative ai sensi della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 (criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la regione e i soggetti nominati)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 392, "Nomina dei componenti del comitato regionale di gestione del fondo speciale per il volontariato presso la Regione ai sensi della legge regionale 19 agosto 1994, n. 38 (Valorizzazione e promozione del volontariato). Individuazione delle associazioni maggiormente rappresentative ai sensi della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 (criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati)", di cui al punto 8) all'o.d.g.
Tale proposta di deliberazione è stata licenziata all'unanimità dalla IV Commissione consiliare.
Come concordato e condiviso dai colleghi, l'Assessore Deorsola è in rappresentanza dell'Assessore Migliasso, momentaneamente impedita. Non emerge la necessità di illustrare l'atto, poiché risulta essere ampiamente condiviso.
Se non vi sono richieste di intervento - peraltro, ricordo che è stato ampiamente trattato nella competente Commissione consiliare - possiamo porlo in votazione. Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 392, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Informo i colleghi che le nomine saranno trattate nel corso del prossimo Consiglio regionale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Tossicodipendenza

Esame ordine del giorno n. 801 dei Consiglieri Chieppa, Spinosa, Dalmasso Bossuto, Robotti, Buquicchio e Cavallaro, inerente a "Istituzione narcosale sul territorio regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 801, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Si proceda alla distribuzione del testo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Intervengo volentieri, sempre che il collega Chieppa non voglia illustrarlo prima.



ROSSI Oreste

CHIEPPA Vincenzo (fuori microfono)



ROSSI Oreste

No.



PRESIDENTE

Non ha espresso intenzioni in tal senso.



ROSSI Oreste

Come dicevo, intervengo volentieri su questo ordine del giorno, che ritengo lesivo della dignità dei cittadini piemontesi, perché pensare di rendere di fatto legale la droga (non stiamo parlando di droghe leggere, ma di droghe da inietto, quindi di eroina) e creare degli ambienti tranquilli e controllati, dove i drogati possano andare a "farsi il buco" a spese della comunità, che con le sue tasse paga il personale, le narcosale e pure le siringhe per il buco, ci sembra lesivo della dignità dei cittadini piemontesi e offensivo per gli stessi.
Il testo del provvedimento chiede che la Giunta presenti entro trenta giorni un apposito disegno di legge da esaminare in Commissione e, quindi in Aula. Le preannuncio già che se questo ordine del giorno dovesse essere approvato e la Giunta volesse veramente istituire con un disegno di legge le narcosale, la Lega Nord farà opposizione totale a questo provvedimento in Aula. Perché, come ho ribadito più volte, è l'Aula il luogo dove ci si può scontrare dal punto di vista politico (ma, in questo caso, permettetemi di aggiungere anche "morale") nei confronti di iniziative di singoli o di gruppi di Consiglieri (in questo caso tutti di sinistra). Se il loro ordine del giorno dovesse portare l'intera Giunta a deliberare in merito rappresenterebbe una scelta non di una parte o di un gruppo di Consiglieri di sinistra, ma dell'attuale maggioranza che regge e governa la Regione Piemonte.
In merito all'ordine del giorno in questione, vista la presenza della Presidente Bresso, sarebbe piacevole conoscere la sua posizione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere e Rossi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Intervengo per spiegare rapidamente il senso della proposta dell'ordine del giorno.
Noi siamo partiti dalla condizione reale, cioè dalla condizione che si vive nelle principali città della nostra Regione, con un dilagare...



(Brusìo in aula)



CHIEPPA Vincenzo

Vorrei che si prestasse un minimo di attenzione, perché nessuno di noi ha intenzione di sventolare una bandiera ideologica su un tema come questo.
Partiamo, invece, da una condizione reale, quella vera, quella di un dilagare ormai intollerabile nelle nostre città (in tutte), di un livello tale di promiscuità per quanto riguarda la vendita e il consumo di sostanze stupefacenti: un vero dramma sociale. A questo, si aggiungono le condizioni anche di salute dei soggetti dipendenti, che fanno uso di sostanze stupefacenti. E occuparsi della salute di quei soggetti vuol anche dire tutelare la salute pubblica.
Ciò che noi chiediamo all'Istituzione è una cosa molto semplice, una cosa che si fa anche in altri Paesi europei, una cosa che nulla ha a che fare con il posizionamento dei singoli Consiglieri nell'ambito dello schieramento e neanche tra i cittadini.
Credo che tutti abbiano ormai preso atto della forte posizione assunta dai comitati spontanei della Città di Torino, notoriamente di orientamento di destra - ma lo dico con grande rispetto - o comunque non di sinistra.
Ebbene, questi cittadini, dopo che per anni hanno richiesto esclusivamente l'azione repressiva, sostengono che la stessa va fatta questo lo diciamo anche noi - ma insieme a questo devono essere messe in atto anche politiche coraggiose. E una prima politica coraggiosa sarebbe quella di istituire luoghi protetti, gestiti dal pubblico (quindi, anche da un punto di vista sanitario, gestiti dal Servizio Sanitario Regionale) dove i soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti possano recarsi - senza scandalo, anzi - e trovare personale altamente professionalizzato, con il compito specifico di "agganciare" strutturalmente questi soggetti a progetti di recupero e reinserimento, con la distribuzione di materiale iniettivo sterile a titolo gratuito. Questa è tutela della salute pubblica.
Non so se il Capogruppo della Lega Nord ha a cuore la tutela della salute pubblica; credo di no. È più semplice fare demagogia, e forse si guadagna anche qualche voto in più. Ma noi preferiamo dare delle risposte serie a problemi drammatici.
Aggiungiamo "vigilanza e i controlli medico-sanitari", sempre nell'ottica di tutela della salute pubblica oltre che della tutela della salute del singolo soggetto.
Inoltre, chiediamo l'istituzione di un tavolo di concertazione tra la Regione, le associazioni degli utenti e le organizzazioni sindacali per definire il progetto dell'istituzione di quei luoghi protetti sul nostro territorio. Questa misura avrebbe anche un'altra ricaduta positiva, che credo possa interessare anche agli esponenti della Lega Nord. Forse no però, perché esponenti come quelli della Lega Nord e di molti della destra (non tutti) hanno l'interesse a mantenere situazioni invivibili e promiscue che creano insicurezza nei cittadini. Infatti, se persiste quella condizione, loro possono continuare a strumentalizzare e ad alimentare quella sensazione di paura e di timore.
L'istituzione di questi luoghi protetti, oltre alle cose che ho detto prima e che sono assolutamente incontestabili ad un'oggettiva lettura avrebbe anche un'altra ricaduta positiva: la cancellazione, l'assorbimento di gran parte di questa condizione di promiscuità, che è visibile nelle nostre città, ma in tutte le principali città del mondo occidentale e del mondo intero.
Dove sono stati avviati questi progetti, in Europa, stanno ottenendo dei risultati positivi, in termini di maggiori livelli di sicurezza per i cittadini tutti, in termini di recupero e di reinserimento per quei soggetti e, infine, in termini di tutela sanitaria. Discutendo di queste tre cose non capisco dove possa esserci una contrapposizione di tipo partitico o ideologico su un tema di questo genere. Non comprendo.
Si tratta di una proposta di politica anche sanitaria per dare una risposta ad un problema vero, drammatico, emergenziale che viviamo nelle nostre città.
Faccio un appello a tutti, a partire dai colleghi del centrosinistra perché questa è una risposta seria ed equilibrata, che non vuole dire liberalizzazione - poi magari faremo dei convegni, perché ognuno ha le sue idee su questo aspetto.
Non vuole dire liberalizzazione, non vuol dire nulla di tutto questo ma significa dare una risposta a quello che i cittadini ci chiedono, a quello che sarebbe meglio per i soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti, ma quello che sarebbe meglio per tutti quanti, in termini di tutela della salute e della sicurezza delle strade delle nostre città. Non mi pare davvero banale questo tema e non bisogna essere né di sinistra n tanto meno comunisti per sostenere questo ordine del giorno; basta essere Consiglieri regionali che cercano di dare una risposta parziale, ma una risposta all'emergenza che si vive quotidianamente sul nostro territorio.



BOTTA MARCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Questo ordine del giorno affronta un problema complesso con un metodo semplice. È un problema complesso quello che riguarda 15 mila cittadini pazienti tossicodipendenti che sono stati trattati dai nostri servizi nel 2006.
un problema complesso quello che determina la morte di 33 persone per overdose nel 2006 in Piemonte. Sono morti per overdose, anche se il problema delle dipendenze non è legato, come tutti sanno, soltanto all'uso di eroina - anche se 11.277 persone, pari al 75% delle dipendenze, ne è legato - ma vi sono le dipendenze da alcool, che riguardano cinquemila persone nella nostra Regione, il 10% in più nell'ultimo anno.
Vi sono poi le dipendenze da gioco d'azzardo: l'11% dei piemontesi scommette almeno una volta alla settimana.
un problema complesso e noi pensiamo che non possa essere risolto con un ordine del giorno che impegna la Giunta entro un mese a presentare un disegno di legge sulle narcosale.
un tema che è stato affrontato in Europa sostanzialmente con due metodi diversi: più autogestito il modello olandese, legato in qualche modo al volontariato ed alla Chiesa; l'altro con sistemi più organizzati dalle municipalità, e mi riferisco soprattutto all'esperienze della Spagna e della Germania. Sono tutti Paesi nei quali la discussione, per fortuna, non è ideologica, come succede frequentemente nel nostro Paese, ma parte - come diceva il collega Chieppa - dalla verifica delle condizioni locali e si pone l'obiettivo di ridurre la mortalità per overdose e anche per le infezioni correlate. Ricordo che il 5% dei tossicodipendenti nella nostra Regione è affetto da HIV.
Il dibattito che si è sviluppato a Torino è stato finora confusionario.
Il Sindaco di Torino non si proponeva di aprire le narcosale, come si propone questo ordine del giorno presentato dal collega Chieppa, ma di fare una sperimentazione sulla somministrazione controllata di eroina ragionamento sul quale molte riflessioni possono essere fatte, ma che non è l'oggetto dell'ordine del giorno.
Questo si può anche discutere; per alcuni cittadini la tossicodipendenza è una malattia cronica ricorrente. Ricordo che l'età media dei tossicodipendenti nella nostra Regione è di 39 anni; quindi pazienti che da anni purtroppo abusano di sostanze. A legislatura vigente questo è un esperimento che non può essere fatto, e anche questo è noto a tutti, anche se il dibattito si è svolto in maniera non chiara.
La somministrazione controllata di eroina peraltro è contraria bisogna dirlo mentre discutiamo di questo - ai principi del SerT, i cui obiettivi sono la cura con il metadone e la buprenorfina, la riabilitazione con il ricovero in struttura e la terapia psico-riabilitativa.
Ricordo a tutti che ci sono nella nostra Regione 1.300 dipendenti dei SerT, 77 strutture private e sette strutture pubbliche: sono questi i numeri di un impegno che ha l'obiettivo di prendere in carico il maggior numero di persone e di allontanarle dai percorsi della dipendenza.
In alcuni Paesi d'Europa le narcosale hanno svolto un ruolo importante com'è stato dimostrato nell'esperienza di Vancouver, perché hanno consentito un maggiore avvicinamento dei cittadini affetti da dipendenza con un maggiore accesso ai servizi territoriali. Il ragionamento che faceva il Consigliere Chieppa, sotto questo profilo, è un ragionamento corretto.
Però noi pensiamo che le narcosale da sole non possano funzionare, ma debbano essere collegate ai SerT e la loro definizione non può nascere da un ordine del giorno del Consiglio regionale, ma deve essere frutto di un lavoro che, peraltro, è stato definito.
L'Assessorato ha dato incarico e ha definito un tavolo tecnico a cui hanno partecipato medici ed operatori che si occupano di tossicodipendenze nella nostra Regione e che ha presentato ormai da quattro-cinque mesi un lavoro completo.
Noi pensiamo quindi che la discussione possa avvenire all'interno della Commissione competente e chiediamo all'Assessore di portare il frutto di quel lavoro, che può darsi preveda anche l'utilizzo di narcosale per limitare la tossicodipendenza e le malattie correlate.
Come ho detto all'inizio, ad un problema complesso, secondo noi, si risponde con risposte complesse. La caratteristica del centrodestra di dare risposte semplici a problemi complessi è un modo di agire che abbiamo sempre contestato e non possiamo oggi affrontarlo con gli stessi principi sui quali non siamo d'accordo su mille altri problemi nel nostro Paese.
Quindi, il voto del nostro Gruppo sarà un voto di astensione; ci riserviamo naturalmente di rivalutare meglio il problema quando l'Assessore riferirà in Commissione il risultato del lavoro del tavolo tecnico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deambrogio.



DEAMBROGIO Alberto

Signor Presidente, le parole assai maschie e perentorie del collega Rossi, come spesso accade, nascondono forse un certo livore politico, che copre, in realtà, il cuore di questa discussione; poi, possiamo essere d'accordo o meno, ma le ultime parole del Consigliere Boeti indicavano una strada.
Molto difficilmente noi saremmo d'accordo su questo, perché ci sono argomenti e materie su cui, alla fine, diventa difficile trovare un accordo, però, secondo me, occorrerebbe tentare di liberare il più possibile il campo da inquinamenti di tipo politico, non so come dire diversamente. Quelle parole, persino il tono, nascondono forse una certa idea che alberga in una parte politica, che è quella sicuramente del Consigliere Rossi, ma, forse, non solo. Per cui, quel problema, se trattato in questo modo, forse anche in mille altri modi, finisce per ledere - non ricordo bene le parole del Consigliere Rossi - la dignità dei cittadini piemontesi e avanti di questo passo. Come si volesse dire, rispetto a questi temi, così come altri, che, intanto, è meglio indicare in "quelli che si fanno" e in "quelli che si drogano" il male assoluto, il diverso che bisogna cominciare a metterlo da parte; se possibile, questi problemi stigmatizziamoli, altrimenti mettiamoli sotto il tappeto.
Sono d'accordo anch'io, come diceva il Consigliere Boeti, che il tema delle dipendenze è enorme e che il tema delle cosiddette "narcosale" affronta una fetta di questo problema.
Il Consigliere Boeti ricordava una serie di dipendenze, ma ne ricordo un'altra che credo sfugga persino ad alcune statistiche, e so che ci sono ma diventa difficile rendersi conto dell'attuale consumo di psicofarmaci anche in una regione come la nostra, dovuto semplicemente a condizioni di vita che peggiorano giorno per giorno, cioè gente che lavora in fabbrica e non ce la fa con i turni e i ritmi di lavoro. Anche questa è una dipendenza! Che facciamo, mettiamo sotto il tappeto anche questi? Penso occorrerebbe tentare di rimuovere gli elementi di polemica politica e confrontarsi su strategie.
Capisco e ribadisco che il tema delle narcosale non risolve completamente un problema, che è grandissimo. Lo abbiamo affrontato qui persino dal punto di vista dei suoi aspetti collegati alla legalità e abbiamo votato una legge contro le mafie. Insomma, secondo me, è giusto che, invece, la politica, ogni tanto, provi a fare i conti anche con quello che succede nella realtà e provi a dare risposte che già lei sa all'inizio essere insufficienti, ma - udite, udite - magari fanno i conti con la cosiddetta "riduzione del danno".
So che qualcuno pensa che questa sia un'eresia, che non conta niente.
Invece, penso sia utile tentare di approcciare un problema riducendo il danno che questo produce, sapendo che la sua risoluzione definitiva è assai complessa e, forse, non ci sarà mai.
Il Consigliere Boeti diceva di alcune esperienze in giro per il mondo che io voglio ricordare qui. È del tutto evidente che, laddove sono state sperimentate le cosiddette "narcosale", c'è stata la riduzione del numero dei morti, delle malattie, della microcriminalità legata alle tossicodipendenze - tema cui il Consigliere Rossi dovrebbe essere assai attento - e anche dell'allarme sociale e dei rischi per la popolazione complessiva - è di nuovo un tema rispetto al quale il Consigliere Rossi dovrebbe essere assai attento.
Ricordo anche il dibattito svoltosi al Comune di Torino, senza volermi addentrare nel suo svolgimento. Lì, secondo me, ci sono stati passi avanti alcuni passi indietro, anche lì, forse, perché, in qualche modo, la politica ha fatto il suo corso e il suo lavoro.
Non torno lì, dico semplicemente che, in quei giorni, relativamente ad un tentativo che partiva a Torino, coraggiosamente, sostenuto anche dal Sindaco, l'allora Ministro Livia Turco applaudì a quel tipo di tentativo.
Ora, ritengo importante ricordarli qui appunto perché c'è stato un tentativo coraggioso che fa i conti con lo stato dell'arte, con la nostra società e che, in qualche modo, tenta di non agire semplicemente con l'etica della responsabilità di weberiana memoria. Cosa dico? Dico quello che mi conviene di più e non quello che magari penso sia utile o quello che rispecchia i miei valori? Penso che quel coraggio, in qualche modo, vada portato avanti.
Capisco che un ordine del giorno come questo possa lasciare anche dei dubbi sullo sfondo. Possiamo parlarne con il collega Chieppa, penso sia utile poter lavorare anche con l'Assessorato, rispetto a quello che l'Assessorato ha fatto e sta facendo, ma penso anche sia compito della politica non nascondersi dietro un dito quando un dibattito come questo arriva a toccare le nostre corde, le nostre posizioni, la nostra responsabilità di Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Chiedo scusa, formulo una domanda precisa, perché l'argomento mi sta interessando: in queste narcosale il tossicodipendente si presenta con la sua eroina, eventualmente tagliata male - quindi rischia di morire anche nella narcosala - o viene garantita - ovviamente a spese del contribuente piemontese - eroina che non possa mettere a rischio la vita del tossicodipendente? Questo è importante. Un conto è che venga data eroina tagliata bene che non mette a rischio la vita della persona, altro è che la persona arrivi con la sua, che spesso e volentieri è tagliata male e comporta la morte del tossicodipendente.
molto importante conoscere quale delle due ipotesi viene valutata rispetto a queste narcosale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Signor Presidente, la ringrazio, mi auguro che ci possa essere serenità, oltre che attenzione, per argomentare questa questione in modo serio, perché le strumentalizzazioni sono facili. Le prese di posizione ideologiche sono altrettanto facili e in qualche caso comode, però, spesso per la mancanza di attenzione degli interlocutori e anche per l'assenza di tempo, è difficile potersi esprimere in modo compiuto.
Su quest'argomento voglio dire in apertura che - chiedo se è presente il collega Chieppa - quest'ordine del giorno è stato presentato circa un anno fa e il sottoscritto appose la firma. Da quella data ad oggi molte cose sono cambiate in termini di approfondimento tecnico del problema.
Quindi, vi prego di non considerare le mie parole frutto di una posizione politica, che su determinati argomenti ritengo non debba entrare. La politica fa molti guai quando ha la presunzione di dettare, tra virgolette "legge" su argomenti che hanno una squisita connotazione tecnica.
Mi permetto di svolgere alcune considerazioni tecniche da medico.
Personalmente, considero il tossicodipendente un malato, come i malati di tante altre malattie che possono essere ritenute da alcuni "vergognose".
Ricordate che un tempo anche la lebbra era ritenuta vergognosa. Oggi, la lebbra esiste veramente in misura quasi inconsistente, ma esiste l'AIDS che, diciamolo francamente, è considerata frutto di una colpa grave, che spesso si tende a nascondere.
Quindi, il tossicodipendente ha e deve avere una connotazione di malato. Come tale, gli amministratori hanno il dovere, nell'ambito pubblico del Servizio Sanitario Nazionale, di attuare tutte le possibili azioni finalizzate a migliorare quella situazione.
Detto questo, non ho condiviso sin da quando si è aperto questo dibattito, che ha avuto subito un seguito in Comune, dove ho potuto anche partecipare attivamente rispetto a questo argomento, né il termine "stanze del buco" né il termine "narcosale".
Ho sempre detto che il tossicodipendente ha bisogno e noi doverosamente, per quel che ci compete, dobbiamo attribuirgli tutti gli strumenti necessari a migliorare la sua condizione.
Se così è, esiste oggi una rete di organizzazione che tende e tutelare questa patologia (perché di patologia grave si tratta). Si dice che, al di là di questa rete di organizzazione, dovremmo ricercare e adottare metodi per ridurre l'incidenza di danni collaterali. Quali sono i danni collaterali? L'epatite C o addirittura l'AIDS per l'utilizzo di siringhe non sterili.
Però, per fare questo, che in via di principio è giusto, noi avalliamo... Questo è il problema, caro Chieppa, e mi rivolgo a lei perch stiamo condividendo delle battaglie importantissime in questo momento. Per onestà intellettuale e per coscienza, devo dire che mi sono nati dei dubbi sull'efficacia di un provvedimento di questo tipo. Quindi nego una posizione ideologica né tanto meno "politica" per quel che mi riguarda.
Le pongo un problema sul piano tecnico. È vero, l'ho firmato, e non ritiro la firma perché non mi sembra il caso. Sto solo discutendo in modo da potere avere, sullo stesso livello, uno scambio di idee.
Le dico che non è possibile avallare dal punto di vista tecnico, e quindi legislativo, in forza delle leggi vigenti, una situazione di questo tipo. Voglio semplificare la questione, proprio per buttarla lì, per capirci e sperando che non sia strumentalizzata: non si può pensare, per assurdo, che a un rapinatore deve fare una rapina perché è malato (e quindi deve farla a tutti i costi), per evitare che si faccia male, gli forniamo un giubbotto antiproiettile.
Vi prego: cerchiamo di capire il problema, con la dovuta differenza.
Noi non possiamo avallare, nel pubblico, una situazione che, alla base, è ancora illegale, a meno che non si vadano a modificare determinate leggi.
Ed è quello che ha detto il Ministro Turco all'epoca. La sperimentazione mi piacerebbe, perché tutto sommato rientra in un quadro di azioni necessarie per mitigare e migliorare una situazione di sofferenza del prossimo, ma gli strumenti legislativi, ad oggi, non li ha certo il Comune, non li ha purtroppo ancora la Regione, potrebbe averli lo Stato. Non mi sembra che in questo momento sia possibile.
Ecco che scivoliamo sul piano ideologico e politico! Purtroppo, non mi sembra che, al momento, a livello nazionale, quindi a livello governativo e per quanto riguarda la volontà politica, ce ne siano le condizioni.
Quindi, perché "sfruculiarci"? Perché andare a trovare un disaccordo tra di noi, quando penso che tutti, in quest'Aula, anche coloro che magari si asterranno, sono sensibili a questo problema e tutti vogliono individuare una soluzione?



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Io mi chiedo: come facciamo noi ad impegnare, o meglio, a chiedere, in scienza e coscienza, alla Giunta di impegnarsi entro 30 giorni a fare una cosa che è contra legem? Non può! La Giunta, in forza di quelle che sono le attuali leggi nazionali, non lo può fare.
Giustamente, il collega Rossi poneva una domanda, alla quale mi permetto di rispondere. Questo non è specificato: da qui si evince soltanto la volontà di distribuire materiale iniettivo sterile, senza specificare quale deve essere il tipo di materiale da inoculazione, cioè se quello preso dal pusher o quello fornito. Non è specificato.
Questa è un'altra lacuna che va colmata, perché bisogna chiarirsi se vogliamo adottare una sperimentazione che vada oltre quella regolamentata dalle leggi vigenti, che prevede il metadone: cioè l'utilizzo di quell'eroina, magari la più pura possibile, che è sequestrata ai trafficanti e quindi non costerebbe assolutamente nulla perché andrebbe al macero. Poiché mi è stato chiesto cosa costerebbe alla società una cosa del genere, rispondo che non costerebbe nulla.
Però è un percorso lungo, cui dobbiamo sì arrivare, ma ci dobbiamo arrivare con dati tecnici, senza dividerci, in un momento in cui non esistono gli strumenti per definire questa situazione.
Mi permetto dunque di fare una richiesta all'amico Chieppa, in considerazione di tutto questo, che - come può vedere - non è frutto di una posizione preconcetta, pregiudiziale o ideologica, ma è soltanto frutto di una serie di considerazioni tecniche che, in coscienza, mi sento di dovere fare, ammettendo di aver firmato, in coscienza, il documento, un anno fa.
Ma le valutazioni in base ad approfondimenti possono cambiare, ed è giusto che cambino. Perché non ritiriamo o modifichiamo in un modo accettabile quest'ordine del giorno? Se lei insistesse per portarlo avanti, io assicurerò la presenza, ma, in coscienza, non mi sento - per le motivazioni che ho espresso, tutte quante - di poterlo votare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Colleghi, a me sembra di rivivere la farsa all'italiana. Il collega Buquicchio mi ha dato tutti gli spunti necessari e mi ha risolto una parte dei dubbi che avevo. Io li avevo, ma adesso li ho anche sentiti dalla bocca di un esperto che, dal punto di vista tecnico, ci ha anche fornito la spiegazione.
Collega Buquicchio, non voglio entrare nell'aspetto tecnico del problema della droga, perché non lo conosco, visto che ho la fortuna di non avere a che fare con questi problemi. A dire il vero, noi politici sosteniamo che anche fare politica è una droga, anche fare politica. Non so se questa sia una forma di somministrazione spontanea o forzata. Spesso molte persone mi chiedono "chi te lo fa fare?", oppure "ma perché lo fai?".
Può darsi che anche quella sia una forma di dipendenza, collega Deambrogio.
Tuttavia, parlando da politico e da persona normale, ritengo che questa storia delle narcosale sia una buffonata, ma di quelle... Fino ad oggi non ho mai ricevuto dati. Ho qui una cartella, che riporta una mole tale di dati da impazzire, ma non c'è una città in cui siano state fatte le narcosale, da cui scaturiscano delle analisi che dimostrino che queste hanno risolto qualche problema o che ci siano dei dati positivi.
Onestamente, non capisco la proposta, dal momento che anche il collega Buquicchio dice che nella legislazione vigente - dal livello nazionale al livello regionale - non esiste un decreto, una deliberazione o qualcosa che possa legittimare l'apertura di narcosale. Anzi, al contrario, se andiamo a vedere gli articoli 79 e 82 del Decreto del Presidente della Repubblica n.
309 del 1990 ("Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza sugli stupefacenti"), che cito velocemente, si legge che "chiunque aderisce o consente che sia adibito un locale pubblico al luogo di convegno di persone che ivi si danno all'uso di sostanze stupefacenti o chiunque istighi all'uso illecito di sostanze stupefacente o svolge attività di proselitismo per l'uso di tali sostanze è punito con la reclusione da tre a dieci anni".
Allora mi chiedo, e ritorno al fatto che questa sia tutta una farsa all'italiana: la stessa Ministro Turco - e non lo dico io, perché ho la fotocopia della lettera della Turco, all'epoca Ministro...
Collega Chieppa, lei sa quanto io la rispetto come collega, ma soprattutto come esponente di una forza democratica e popolare. Tuttavia ritengo sia un dovere a livello nazionale, per la volontà popolare espressa in vari giudizi, all'infuori dell'ultimo, che debba avere la rappresentanza a livello nazionale.
Questo deve essere la base della democrazia: essere rappresentati al Parlamento nazionale. Si tratta di un vulnus che in qualche modo dobbiamo risolvere.
La volontà popolare è conseguente a leggi elettorali che vengono redatte dai governanti. Ci sono dei governanti che tendono alla ricercatezza dell'ampliamento del consenso democratico. C'è chi invece vuole decidere in proprio, scavalcando non solo la volontà popolare, ma anche i principi costituzionali, i quali affermano che i cittadini hanno il diritto di scegliersi i propri parlamentari e senatori a livello nazionale.
Oggi questo non accade.
Non aumentiamo quella che è la mancata democrazia andando a forzare...



(Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

Qui non si tratta di forzare; non esiste l'interpretazione di una legge. Noi facciamo cose illegali. Non voglio entrare nel merito, anche perché ho ricevuto all'incirca 40-50 lettere, persino del famoso Antonio Maria Costa. Vi leggo cosa sostiene nella lettera scritta al Sindaco Sergio Chiamparino: "Questa mia, per esprimere preoccupazione di fronte all'ipotesi di aprire una narcosala a Torino". Questa lettera è stata scritta da Antonio Maria Costa, Direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga e al crimine organizzato.
Non lo dico io. Scanderebech non capisce niente di droga. Ve lo dico con tutta onestà perché, per fortuna, non ho a che fare con un problema che reputo sia di carattere sociale, da affrontare con la massima serietà sia sotto l'aspetto medico, sia sotto l'aspetto legislativo, sia sotto l'aspetto normativo.
un problema con il quale tutti ci dobbiamo misurare. Qui non si scherza! Tutti ci dobbiamo confrontare, perché la nostra società è malata di questo problema che va affrontato o, perlomeno, in qualche modo contrastato. Le narcosale, Vincenzo, aumentano il problema.
La domanda posta dal collega Tino Rossi è molto importante. Cosa faremmo se si creasse lo spaccio libero e incontrollabile vicino alle narcosale? Si creerebbe uno scenario a cielo aperto, che, sotto l'aspetto sanitario, diventerebbe un problema serio che dovremmo affrontare.
Risolviamo il problema in maniera più professionale. Convochiamo una seduta apposita su questo tema, anche perché ho necessità di dati dal punto di vista scientifico che, ancora oggi, non ho. D'altronde, vedo che un po' tutti ci arrampichiamo sui vetri. Abbiamo tanti dati, ma non sappiamo quanti di questi dati si riferiscano a guarigioni; quanti siano riusciti ad uscirne; quanti continuano ad essere vittima di questa maledetta malattia.
Sono fermamente convinto che si tratti di una brutta malattia. Noi abbiamo l'interesse politico, sociale ed istituzionale di curare questa malattia.
Collega Chieppa, se mi dimostri che una narcosala serve anche solo a salvare una vita - ed io sono per il diritto alla vita - sarò il primo a darti il voto: ma nessuno riesce a dimostrarmelo. Non ho letto da nessuna parte un solo dato scientifico che mi dica che le narcosale hanno un'utilità. Mi sembra, invece, che, in qualche modo, vogliamo "liberalizzare" un problema al quale non siamo sensibili; invece, dovremmo esserlo.
Ho visto con quanta enfasi il collega Buquicchio ha affrontato il problema sia sotto l'aspetto medico sia sotto l'aspetto normativo. Ho presentato anch'io un ordine del giorno - che non vedo, ma va bene così.
Dovrebbe esserci anche un'interpellanza della collega Cotto che non so se è stata messa all'o.d.g. Presidente.
L'interpellanza della collega Cotto è collegata agli altri ordini del giorno, visto che trattasi dello stesso tema?



PRESIDENTE

Grazie alla collaborazione degli Uffici, che sono quanto mai puntuali non essendoci la collega Cotto, le posso dire che è già agli atti.



SCANDEREBECH Deodato

Non è un problema della Consigliera Cotto e dei Consiglieri Scanderebech e Buquicchio, è un tema delicato, che sotto l'aspetto politico necessita di un supporto scientifico. Ben vengano i suggerimenti.
Affrontiamo il problema in Commissione, analizziamolo documentandoci meglio. Quali sono le competenze della Regione? Cosa sta facendo ad oggi la Regione? Quali sono le strategie e quali sono gli aspetti programmatici che intende perseguire la Regione? Discutiamone in Commissione anziché in Aula.
L'importante è sapere quando e come, ma rimandiamolo in Commissione se vogliamo veramente affrontare il problema e parlarne un po' di più per riuscire a avere alcune novità di cui al momento non siamo al corrente.
Davanti a me ho tutti gli articoli di stampa dei giornali che tutti leggiamo: da un'indagine si è scoperto che i cittadini torinesi non vogliono sentire parlare di narcosale. Sicuramente, un motivo ci sarà.
Siamo in un momento di grande crisi internazionale, di crisi di valori di crisi d'identità, di crisi, crisi e ancora crisi: vogliamo "tirare fuori", proprio oggi, le narcosale? Ma insomma, Vincenzo, mi meraviglio di te! Ripeto, con tutto il rispetto che ho per la tua intelligenza: ritiriamo quest'ordine del giorno e andiamo avanti in Commissione.
Partendo dal tuo ordine del giorno, organizziamo una specie di seminario di mezza giornata, chiamiamo chi di dovere e anche qualche audizione su delle proposte. Non c'è niente di male.
Collega Muliere, tu che sei il capo della maggioranza in Consiglio regionale, riproponiamo quest'ordine del giorno in Commissione e lo trattiamo meglio? Chiediamo all'Assessore Artesio..



(Commenti del Consigliere Muliere)



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, è ampiamente oltre il tempo consentito. La prego di concludere l'intervento.



SCANDEREBECH Deodato

Non era inteso in quel modo... Sai qual è la stima che nutro nei tuoi confronti, collega Muliere. Non era quello il senso della parola "capo".
Intendevo dire "capo" del partito PD, che fa parte della maggioranza.
Tentiamo un accordo, senza scontrarci su un tema così importante e delicato, e in un momento così particolare; come giustamente diceva il collega Buquicchio, penso che potremmo affrontare il problema in maniera più completa in Commissione, senza dover votare. Oggi più di ieri a Torino c'è questo problema e noi dobbiamo fare qualcosa.
Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Lepri, volevo solo ricordarvi che abbiamo ancora sei interventi. Ci sono ancora eventuali dichiarazioni di voto e il collega Giovine ha chiesto la parola. Quindi, sono sette interventi. Considerando che sono le 18.45, se siamo d'accordo, potremmo esaurire gli interventi sull'ordine del giorno e sospendere eventuali dichiarazioni di voto e votazioni per la prossima seduta.
In questa maniera potete regolare i vostri interventi alternando, fra maggioranza e opposizione, Lepri, Leo, Bossuto, Pace, Burzi, Giovine.
La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Segretario Chieppa che interviene in qualità di Consigliere.



CHIEPPA Vincenzo

Ho preso atto dell'illuminata proposta di gestione dell'o.d.g. del Presidente. Rispetto al numero degli interventi, mi pare giusto esaurire oggi la discussione generale. Tuttavia, chiedo un impegno al Presidente e ai Capigruppo: nella prossima seduta di Consiglio regionale si esaurisca definitivamente questo punto.



PRESIDENTE

Fra le tante funzioni del Presidente, non c'è quella di prendere impegni perché l'o.d.g. è regolato dalla Conferenza dei Capigruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Anche a me pare molto illuminata la gestione del tema e i suggerimenti del Presidente.
Già che ci siamo, completerei. Siccome l'inizio della discussione come direbbe Andrea Buquicchio, mani pulite, in cui per ora c'entra poco è avvenuta quando è avvenuta, molti colleghi, parlo dell'opposizione, non erano presenti perché hanno ritenuto che la discussione sulla sicurezza avrebbe avuto l'iter che ha avuto, quindi propongo di andare avanti fino all'ora che conviene al Presidente.
Non so se la discussione generale abbia considerarsi necessariamente conclusa, non perché temo che questa non abbia lo spazio perché ci sono le dichiarazioni di voto che, eventualmente, permetterebbero ai colleghi di intervenire, ma il numero di interventi testimonia l'attenzione sull'ordine del giorno.
Abbiamo ascoltato con molta attenzione, fino ad ora, gli interventi prevalentemente quelli di maggioranza. Forse potrebbe essere un suggerimento, se il Consigliere Botta consente, di interrompere qui - non lo pretendo, tanto interrompere adesso o alle otto cambia poco - e riprendere martedì mattina. Quand'anche qualcuno non volesse, come direbbe il Consigliere Pedrale, mi sdraio dove c'è la Presidente.
Riprendiamo martedì mattina sul tema, ci sentiamo gli interventi che mancano - dobbiamo solo stare attenti che qualcuno non si ripeta - le dichiarazioni di voto e concludiamo la discussione. Dopodiché, se la maggioranza vuole andare avanti fino alle ore 20, il mio è solo un suggerimento, non è una richiesta.



PRESIDENTE

Andiamo avanti fino al tempo necessario, senza essere fiscali. Martedì si riprenderà nel punto in cui si saranno chiusi i lavori con eventuali interventi e dichiarazioni di voto. Tuttavia, questo può essere deciso dalla Conferenza dei Capigruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Voglio contribuire al dibattito avviato dall'ordine del giorno del Consigliere Chieppa, a cui mi rivolgo assieme agli altri colleghi del suo partito e della sinistra che hanno sostenuto l'ordine del giorno.
Lo voglio fare molto velocemente provando ad argomentare un po' di questioni che sono assolutamente meritevoli di discussioni e approfondimenti. Ringrazio il Consigliere perché, al di là delle posizioni politiche, questo è un tema che va discusso, quindi il Consiglio serve anche per confrontarci.
Mi consentirà il Consigliere di ricordare le decisioni che furono prese dalla Commissione comunale istituita - ero Assessore a suo tempo - proprio per discutere di una proposta di istituzione di "stanze del buco" nella Città di Torino. Era il 2003 e ci fu un gruppo di lavoro, composto da associazioni e studiosi, che portò ad una conclusione che sintetizzo, ma che era molto più articolata.
Per rispondere al problema del buco a rischio e, soprattutto, della tutela degli stessi tossicodipendenti, era più ragionevole, almeno in quella fase e a quel tempo, sviluppare i servizi cosiddetti a bassa soglia e, in modo particolare, servizi come le unità di strada, gli street walkers, i dormitori, altri servizi per la tutela e l'igiene personale.
Quell'insieme di servizi che vanno sotto il nome di bassa soglia o di riduzione del danno come si voglia chiamare (mi piace di più la prima definizione) dovevano e potevano essere molto più sviluppati nella nostra Città.
Da Assessore credo di avere dato un modesto contributo a sviluppare per esempio, la rete dell'accoglienza notturna dove è necessario svolgere per esempio, un'azione di informazione sanitaria. Penso che quella possa essere, debba essere luogo di aggancio dei tossicodipendenti per poterli avviare a percorsi di recupero e di riabilitazione anche fisica. Quella fu la proposta che quella Commissione formulò in quella sede e a quel tempo.
Oggi il fenomeno certamente non si è fermato, abbiamo sotto gli occhi quelle situazioni così drammatiche che prima venivano ricordate, ma credo che occorra fare, ancora oggi, un po' di chiarezza. Concordo con le conclusioni che quella Commissione a suo tempo formulò per una serie di ragioni.
La prima è che le narcosale non risolvono il problema di ordine pubblico. Forse lo aveva detto anche il Consigliere Chieppa, ma va ricordato. Nel dibattito dello scorso anno, il Sindaco esordì più volte dicendo di essere favorevole alle narcosale perché non voleva che il tossicodipendente strappasse la catenina dal collo della vecchietta. La discussione fu approfondita e dopo un po', onore al merito, il Sindaco cambiò opinione e trasformò la sua proposta da "sono favorevole alle stanze del buco", in "sono favorevole alla somministrazione controllata di eroina".
Perché cambiò opinione? Perché si rese conto che il problema dell'ordine pubblico non si risolve certamente con una narcosala. Anzi dirò di più, verosimilmente c'è motivo di ritenere che, laddove si costituisse una narcosala, intorno alla narcosala si registrerebbe una concentrazione dello spaccio, essendo evidente che se si vuole costituire e avviare una narcosala, i tossicodipendenti sarebbero indotti a spacciare nelle vicinanze della stessa.
La narcosala non risponde e non risolve il problema di ordine pubblico e l'esigenza che tutti vorremmo di evitare che la vecchietta sia scippata o che le venga strappata la catenina.
Secondo. Non è l'unico modo per agganciare i tossicodipendenti. Questa cosa è assolutamente necessaria. Ho ricordato dalle conclusioni di quella Commissione che si può agganciare il tossicodipendente in molti altri modi: dormitori, servizi di operatori di strada che camminano e incontrano i tossicodipendenti nei luoghi di spaccio e di consumo. Quelle unità di strada che, opportunamente, il Comune di Torino e altri Comuni hanno avviato. C'è altra possibilità: i SERT e i dormitori possono essere altri modi più efficaci per agganciare i tossicodipendenti.
Non è l'unico modo per proteggere la salute. Quelle stesse realtà che prima ho citato, possono e debbono distribuire materiale sterile, siringhe Narcan, quindi possono essere quelle le realtà che assicurano, insieme all'educazione alla salute, la tutela della salute dei tossicodipendenti.
Consigliere Chieppa, la narcosala non è neanche il metodo per eliminare il buco all'aperto.
possibile ritenere che una piccola (o grande) parte di tossicodipendenti possa decidere di andare a bucarsi nella "stanza del buco", ma c'è motivo di credere - è evidente - che molti altri continuerebbero a farlo in luoghi diversi (in macchina, per strada, a casa), a meno che, di nuovo, il luogo di spaccio e quello di consumo non siano assolutamente limitrofi, come il modello Madrid, dove in mezzo ai campi si autorizza sostanzialmente una zona a spaccio libero, dove la polizia non arriva e dove il commercio della droga porta all'abbassamento dei prezzi; una sorta di "zona franca dello spaccio", accanto alla quale c'è uno spazio per il consumo. Credo, però, che questa tipologia sia difficilmente accettabile dall'opinione pubblica e dal legislatore.
Per cui è facile intuire e ritenere che solo una piccola parte dei tossicodipendenti che comprano la dose vada poi a bucarsi nella narcosala.
Dunque, anche il problema del buco all'aperto, ossia del decoro e dei rischi di igiene, sarebbe tutt'altro che eliminato.
vero che ci sono esperienze per il mondo che hanno portato a dei risultati certamente apprezzabili, ma ho motivo di credere che non vi sia alcuna nazione al mondo che offra la nostra gamma di servizi, che peraltro, potrebbe essere potenziata ancora molto. È per questa ragione che sono portato a dire che in questo momento è molto più ragionevole investire su altri servizi piuttosto che sulla narcosala: penso, ad esempio all'accesso diretto alle comunità terapeutiche, che stanno languendo non solo grazie al nostro Governo di centrosinistra, ma ancora prima grazie alla riduzione dei fondi della Giunta Ghigo (alla qual Giunta oggi non risparmio nulla!). È evidente che l'accesso diretto ad una comunità terapeutica potrebbe facilitare un percorso che oggi prevede, invece, una lista di attesa; questo è il punto. Oggi, per essere presi in carico dai SerT esistono le liste di attesa! Credo che il Consigliere Chieppa e i colleghi della sinistra potrebbero opportunamente battersi anche per questo. So che l'Assessore Artesio è sensibile su questo punto e sta recuperando i ritardi dei nostri primi due anni. Però è un dato di fatto quello per cui oggi siamo di fronte a liste di attesa per entrare in percorsi di recupero; credo che questa sia la vera precedenza rispetto ad altre soluzioni, soprattutto per l'ultima argomentazione che citava il collega Buquicchio, non solo per quelle che ho ricordato.
Non possiamo arrivare al punto per cui agli occhi dell'opinione pubblica l'accesso alle sostanze stupefacenti possa apparire come accettato o addirittura avallato. Come Amministratori dello Stato e della nostra Regione dobbiamo dare il senso di una contrarietà, percepibile sia dall'opinione pubblica che dai tossicodipendenti, rispetto ai comportamenti a cui sono purtroppo costretti dalla dipendenza.
In conclusione, ritengo che la proposta sia assolutamente rispettabile ma che ci siano oggi molte buone ragioni per ritenere che altri siano i percorsi che possano essere preferiti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Lepri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Intanto, Presidente Placido, io non mi vergogno di avere un capo, che però non è dei partiti politici!



PRESIDENTE

Non è neanche il Presidente del Consiglio; lo dico perché non vorrei che ci fossero dubbi! Siamo ben oltre!



LEO Giampiero

Sono contento, Presidente Placido, del dibattito che si è sviluppato in Aula e ringrazio chi lo ha originato, perché credo che si stia percorrendo un versante ideologico e propositivo.
Gli interventi di persone competenti per storia o per professione, come i colleghi Buquicchio, Boeti e Lepri, offrono importanti contributi.
A mio avviso, quando si affrontano questioni come queste, bisogna non solo disintossicarsi dalla droga, ma anche dall'ideologia di soluzioni da approcci banali, che, caro collega Boeti, come dimostrerò dopo con alcune informazioni, non sono patrimonio del centrodestra. Ormai i difetti di questo Paese sono, a seconda dei punti di vista, equamente divisi...



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

come sulla questione morale: una volta la sinistra aveva un diritto a ergersi in qualche modo a "giudici"... Oggi tutto questo farebbe sghignazzare!



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

peggiorata la sinistra, non c'è dubbio! Concordo.



PRESIDENTE

Collega Leo, non sono nelle condizioni di poter intervenire nel merito del dibattito!



LEO Giampiero

Diceva Andreotti: "Restate nel merito!" e aggiungeva che quando qualcuno dice che un problema complesso, per lui è semplice e chiaro, nella maggior parte dei casi questo qualcuno non ha capito niente.
Io parlo a titolo esclusivamente personale, e non essendo una persona che ha le idee completamente chiare sulla materia, dico che gli interventi dei colleghi Buquicchio, Boeti e Lepri mi sono serviti.
Alcuni aspetti, però, mi sembrano abbastanza chiari e lo dico avendo una storia di rapporti con queste comunità. Il collega Lepri, ad esempio conosce molto bene Don Paolo Fini, il Gruppo Abele, e altre simili realtà.
Don Paolo Fini ha svolto e svolge un compito molto importante e di grande serietà. Lui, personalmente, è decisamente contrario alle narcosale - il collega Lepri lo sa - essendo una persona immersa fino in fondo in questo problema.
Molte considerazioni sono state già fatte, per cui proceder rapidamente.
Innanzitutto, penso che sia necessario non dare messaggi ambigui e contraddittori sul tema: lo hanno ribadito i colleghi Buquicchio, Boeti e Lepri.
Il centrodestra ha sempre sostenuto che non si possono trasmettere messaggi ambigui dicendo che, tutto sommato drogarsi è una cosa normale legalizzarlo, accettabile e che fa parte della condizione della vita.
Sono un appassionato di fantascienza (purtroppo solo i colleghi Turigliatto e Placido mi capiscono), e ricordo che nel film "Nirvana" di Salvatores la droga era legalizzata, come tante altre cose: la società era completamente devastata, senza speranza; una società che aveva rinunciato alla speranza anche di proporre un modello.
Prima ho detto una cosa, un po' pessimista e un po' scherzosa, sul decadimento della politica. Ora ne dico una positiva: noi dobbiamo comunque e in qualsiasi politica, imprimere una componente di speranza affinché il problema si possa risolvere.
In secondo luogo, non bisogna rassegnarci a "scorciatoie". L'intervento "tecnico" dei Consiglieri Buquicchio e Boeti lo ha ben ribadito sottolineando che la scorciatoia può essere un modo per non affrontare il problema nella sua complessità, una sorta di risposta passiva (mentre quella che ricordava prima il collega Lepri è una risposta attiva).
Inoltre, occorre avere un approccio scientifico-culturale ma anche umanistico al problema, per cui, com'è stato accennato anche dalla collega Cotto nella sua interpellanza, promuoviamo una conferenza o un confronto serio con quei protagonisti quei soggetti del mondo scientifico o autorità ONU. Se il responsabile dell'ONU è così contrario alla legalizzazione della droga, alle narcosale e quant'altro - ed è uno che qualcosa ne sa - avrà ben una ragione! Coinvolgiamo anche realtà sociali, movimenti che si occupano di questo problema, ecc.
Promuoviamo anche politiche integrate. In tal senso, farò poi una considerazione che non è stata ancora fatta, forse perché valutata come meno importante da altri colleghi. La mia deviazione di ex Assessore alla cultura - e non alla sanità, pur riconoscendo il discorso che è stato fatto prima, estremamente serio e importante - mi induce a pensare che potremmo partire, ad esempio, rilanciando le politiche di rafforzamento della personalità, della cultura antidroga, eccetera.
Ebbene, una volta, presso il Comune di Torino, prima con le Giunte di sinistra, poi con Giunte di centrosinistra - quello vero, con la Democrazia Cristiana - c'era un gran coordinamento tramite l'Assessorato alla gioventù, che è continuato ancora con Calgaro; poi, Presidente Placido, il Comune di Torino ha cancellato tutto il coordinamento che si occupava di prevenzione.
Anche la Regione Piemonte aveva in seno al Progetto giovani e alle politiche giovanili un coordinamento che permetteva un confronto tra Regione, Ministero dell'Istruzione, Direzione scolastica, Consulta giovanile (tra l'altro, mi complimento con il Presidente Placido per la rinascita della Consulta con tante iniziative). La Consulta faceva parte di un coordinamento regionale contro le droghe, perché non partecipa più? Perché non è stato convocato il coordinamento? Presidente, do io la risposta.
Poiché interloquiamo sovente con i colleghi più sensibili alle questioni sociali, siano essi firmatari dell'ordine del giorno sulle narcosale o meno, (e penso a quello che, relativamente ai giovani, diciamo in Commissione cultura con la collega Pozzi e al ragionamento che abbiamo fatto sui centri giovanili con i colleghi Dalmasso e Bossuto), mi chiedo perché tutto questo è stato abbandonato.
Ricordo anche una serie di campagne d'informazione, che il Presidente del nostro Gruppo, Angelo Burzi, avendole molto sostenute e avendoci molto aiutato, ricorderà. Come diceva il collega Lepri, si deve andare in luoghi come le discoteche e i centri giovanili e in quella campagna contro le dipendenze che organizzammo in tutta la regione sostenemmo quanto diceva il collega Lepri, agendo proprio nelle discoteche, nei luoghi d'incontro e nei gruppi di prevenzione.
Posso domandare - non so a chi, visto che il collega Oliva occasionalmente non è presente - che fine hanno fatto queste politiche tutta questa parte della prevenzione? Apprezzo, per esempio - l'ho detto prima - che il collega Oliva abbia chiesto al Governo di erogare i fondi per il 2011 e ho condiviso anche un ordine del giorno della collega Pozzi, perché quando sostengo che i fondi per la cultura vanno erogati cerco d'essere coerente.
Mi rivolgo al collega Boeti, che diceva che bisogna essere seri e coerenti, domandando se si può chiedere questo quando il Comitato 2011 non viene più convocato. Si può chiedere questo quando i fondi delle associazioni hanno iniziato oggi ad essere erogati, soprattutto per intervento del Consiglio e non tanto di chi teoricamente è tenuto ad occuparsene? Collega Boeti, come vede - ahimè, mi dispiace - le insufficienze sono ampiamente con divise; io, invece, propongo di mettere insieme le serietà e le competenze.
Ho condiviso molto la proposta da parte del mio Capogruppo, Angelo Burzi, di proseguire per approfondire, anche per svolgere questa settimana un confronto, sia esterno al Consiglio, con i corpi sociali, sia interno al Consiglio, per addivenire a posizioni condivise, ma soprattutto propositive.
inutile dire che se si votasse adesso noi voteremmo convintamente contro l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Signor Presidente, vista l'ora, non occuperò troppo tempo.
Inizio l'intervento con un apprezzamento. Potrà sembrare strano, ma sia l'intervento del collega Lepri che quello del collega Leo si sono caratterizzati per avere fatto una proposta, comunque per avere dato un segnale di non cecità, e ambedue hanno già avuto modo di dimostrarlo quando hanno ricoperto incarichi amministrativi. Insomma, voglio evidenziare che il problema c'è, nasconderlo o chiudere orecchie, occhi e naso credo non sia un comportamento che vada nella direzione giusta per una sua soluzione.
un problema così forte che basta uscire di sera e recarsi nel parcheggio qui a fianco, sotto le telecamere accese, per assistere allo smarrimento e alla disperazione di chi arriva a questi livelli, forse per mettere un freno alla sensazione che ogni giorno prova verso la società.
Queste parole sembrano quasi un appello "vetero", ma ritengo che le dipendenze siano frutto di un malessere, ovvero una malattia più di stampo sociale, che, in qualche modo, avvolge sempre più, non so se fino al punto di "Nirvana", come diceva prima il collega Leo. Sicuramente è un qualcosa che in qualche modo si dovrà affrontare.
anche il caso di ammettere una volta per tutte che le politiche incentrate sull'ordine pubblico sin qui messe in atto per rimuovere il problema non hanno funzionato granché. Ogni volta che vedevo i servizi su Tossic Park, com'è stato impropriamente ribattezzato questo parco, mi venivano i capelli dritti, perché quel problema era spostato. Addirittura i registi esteri che venivano in Italia per appuntamenti culturali, ci dicevano che noi qui eravamo un po' bizzarri, perché prendevamo i problemi e li spostavamo. Infatti, è notorio questo fenomeno: quando s'intervenne con le Forze dell'Ordine ai Murazzi quel problema lo si ritrovò ai Giardini Cavour, quando s'introdussero le Forze dell'Ordine ai Giardini Cavour quel problema riuscì a tornare ai Murazzi, poi si spostò da quelle parti.
Quindi, possiamo inviare la polizia a cavallo, i militari, gli elicotteri o i sommozzatori, ma il problema rimane, forse perché la modalità con cui lo si affronta - prima o poi si dovrebbe ammettere che è così - non è del tutto risolutiva; diciamo che è una modalità che acceca gli occhi e basta.
Infatti, come ha detto poco fa il collega Chieppa, i comitati di quell'area, che non sono Comitati di sinistra - i Comitati spontanei di Torino hanno diverse tendenze politiche e quelli non sono di sinistra sono arrivati a chiedere di affrontare in questo modo quel problema, temo un po' seguendo l'ottica di chiudere gli occhi per non vederli in giro.
Forse è questo il piccolo limite, comunque si è posto il problema, perch la repressione pura non risolve in alcun modo la questione.
Certo, le narcosale non sono una risposta definitiva, non sono la panacea, non sono l'orizzonte a cui dovremo arrivare e fermarci. È un misura che deve essere accompagnata - ha detto bene il collega Leo - a politiche giovanili - oggi un po' scarse - che, in qualche modo, prevengano questo fenomeno.
Ricordo, com'è già stato ribadito, che oggi già sono stati introdotti tentativi di quel tipo. Le associazioni che con i furgoni girano nei quartieri contattando i tossicodipendenti - lo ha detto anche il collega Lepri - operano in quella direzione, perché avviano un contatto e svolgono un'operazione d'informazione, di presa in carico di questi soggetti togliendoli così dalla disperazione di una strada buia, con tante chiusure non solo fisiche, ma anche d'altra natura, spesso morali e sociali. Così facendo, si tenta di mettere in atto un'azione diretta a frenare questo fenomeno. Spesso si riesce con il sacrificio d'operatori molto appassionati, dediti e attenti, che, in qualche modo, portano già avanti questa politica.
Non voglio far inorridire nessuno quando dico che anche alcuni servizi di prossimità, come quello dei vigili urbani, già citati precedentemente hanno quel compito. Quindi, c'è già un orientamento, occorrerebbe soltanto uscire un po' dagli stereotipi per tentare di affrontare i problemi. È una strada anche questa, non è detto che sia fallimentare, anzi, è l'esatto contrario. È una strada che non si limita a prendere atto, ma indica quello che può essere un percorso, il percorso dell'accoglienza e dell'inclusione in qualche modo, di presa in carico di questo fenomeno, che esiste e negarlo penso non faccia bene assolutamente a nessuno.
Certo, non è l'unica cosa da fare, lo ripeto ancora una volta. Prima il collega Scanderebech ricordava la Costituzione come elemento più che altro d'attenzione sugli eletti. La Costituzione regala anche un concetto quello di dignità e tutela della salute dell'essere umano. Probabilmente azioni di questo tipo sono indirizzate alla tutela di questa dignità che spesso si perde in demagogia oppure in concetti molto ideologici, ma questa volta non credo avvenga da parte nostra.
Contesto solo un'espressione del collega Lepri, che diceva che intorno alle narcosale potrebbero emergere fenomeni di concentrazione di tossicodipendenti e spaccio. Non credo si corra questo rischio, altrimenti già oggi, questi fatti sarebbero davanti ai nostri occhi per quanto riguarda i SerT. Questa, però, è una paura che, a volte, in maniera molto populista, viene cavalcata da qualcuno.
Ricordo proprio al collega Lepri, che in passato è stato interessato dalla questione, che, quando si apre un dormitorio, la prima obiezione che si solleva riguarda proprio la paura che quel luogo si riempia di vagabondi, reietti e quant'altro, ma questo non avviene. Sono paure spesso cavalcate da chi - non in questo caso, fuori da queste mura - non vuole alcune azioni, magari avendo riguardo al valore degli alloggi e ad altre questioni sotto alcuni aspetti legittime, che però frenano percorsi non dico innovativi fini a se stessi, ma sicuramente di sperimentazione, che vanno oltre lo stato attuale delle cose, quindi sicuramente innovativi quando si prova con delle basi scientifiche.



PRESIDENTE

Sono ancora calendarizzati gli interventi dei Consiglieri Burzi Giovine e Pace.
Possiamo procedere o con l'esaurimento di questi interventi e riprendere la prossima seduta, oppure rimandare le conclusioni, anche perché mi era parso che ci fossero alcuni colleghi che avevano espresso la volontà di intervenire nel dibattito.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intervengo non certo per interferire, anzi stiamo cercando di lasciare che tutte le identità si esprimano.
Essendoci tre interventi calendarizzati, uno dei quali è del sottoscritto, ed avendo già definito che martedì si riprenderà il tema con le dichiarazioni di voto e con la successiva votazione, mi domando se non sia meglio terminare qui. Tra l'altro, è noto che siamo nati come proibizionisti, quindi sulla riduzione del danno, in linea teorica, sono favorevole. Quindi, perché non smettiamo, visto che comunque martedì riprendiamo? Anzi, m'impegno addirittura a garantire il numero legale alle ore 10.
Si riprende alle ore 10 e la mezzora che risparmiamo adesso, la recuperiamo.



PRESIDENTE

Mi sembra che il buon senso prevalga.
Quindi, con tre interventi già iscritti per il prossimo Consiglio regionale, se la Conferenza dei Capigruppo domani lo confermerà sospendiamo i lavori della seduta odierna.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.19)



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