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Dettaglio seduta n.364 del 07/10/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


SPINOSA MARIACRISTINA



(Alle ore 10.01 la Consigliera Segretaria Spinosa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.42)



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che il giorno 30 settembre 2008 sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 23, 24 settembre 2008. Se non vi sono osservazioni s'intendono approvati.
Consentitemi di esprimere apprezzamento alle strutture del Consiglio regionale, che ci consentono di disporre dei verbali delle nostre sedute quasi in tempo reale. Vi è stato un notevole avanzamento del lavoro.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Caracciolo, Cattaneo Larizza, Monteggia, Moriconi, Pozzi, Robotti e Valloggia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

c) Impugnazione del Governo avverso legge regionale n. 23/2008, comma 2 articolo 24


PRESIDENTE

Comunico che l'avvocatura della Giunta regionale, con nota del 2 ottobre, ha comunicato che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha impugnato, con deliberazione Consiglio dei Ministri del 19 settembre, il comma 2 dell'articolo 24, della legge regionale n. 23/2008, "Leggi in materia di disciplina dell'organizzazione degli uffici regionali", per presunta violazione degli articoli 3 e 97 della Costituzione.
Detta disposizione, secondo il ricorrente, è costituzionalmente illegittima in quanto l'articolo 24, comma 2, prevede la possibilità, da parte della Regione, di conferire incarichi di direttore regionale a tempo determinato, con contratto di diritto privato, entro il limite del 30% dei posti in organico, a persone esterne all'amministrazione regionale. Con ci elevando illegittimamente il limite percentuale imposto dall'articolo 19 comma VI per decreto legislativo n. 165 del 2001, fissato al 10%.
Pur riconoscendo alla Regione competenza legislativa esclusiva in materia d'ordinamento e organizzazione amministrativa regionale il ricorrente censura sul piano della ragionevolezza e del buon andamento della pubblica amministrazione, la scelta operata dal legislatore regionale nell'indicare tale limite elevato per l'attribuzione di incarichi dirigenziali a tempo determinato.



PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza a tal proposito ha dato mandato alla Giunta regionale di costituirsi in giudizio e resistere a difesa della legge regionale.


Argomento: Gruppi consiliari

d) Integrazione denominazione Gruppo consiliare. Adesione del Consigliere Laus al Gruppo "Moderati per il Piemonte - Riformisti"


PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza in data 6 ottobre 2008 ha preso atto che: dal 6 ottobre 2008 il Consigliere Mauro Laus ha aderito al Gruppo "Moderati per il Piemonte" e pertanto la componente "Partecipazione Libertà, PL-Svolta Riformista" del Gruppo misto cessa la propria attività.
Dalla stessa data il Gruppo consiliare Moderati per il Piemonte ha aggiunto alla propria denominazione la parola "Riformisti" ed ora la denominazione del Gruppo è: "Moderati per il Piemonte Riformisti".
Il Gruppo "Moderati per il Piemonte Riformisti" è composto da: Giuliano Manolino - Presidente Giovanni Pizzale - Vice Presidente Mauro Laus Graziella Valloggia.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Cavallera, di una comunicazione della Giunta regionale sui disagi e sui disservizi provocati dai recenti scioperi degli addetti dell'ARFEA (Aziende Riunite Filovie e Autolinee)

Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Richiesta, da parte del Consigliere Dalmasso, di chiarimenti in merito al comunicato del Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, su comportamenti minoranze

Argomento: Varie

Sollecito, da parte del Consigliere Scanderebech, di un'apposita seduta della Commissione per discutere in merito alla proposta di legge n. 383 "Disciplina dell'esercizio dei locali di intrattenimento e svago per la tutela della vita dei giovani"


PRESIDENTE

Il Consigliere Cavallera ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Mentre lei parlava, Presidente, mi veniva da dire che mancano posti: bisogna allargare il Consiglio per quanto riguarda i banchi riservati al Gruppo del Consigliere Manolino. È una battuta mattutina, che non fa ridere.
Chiedevo la parola, Presidente, per sottolineare una situazione molto critica nella Provincia di Alessandria per quanto riguarda il settore del trasporto pubblico locale su gomma. Per l'ennesima volta gli autobus sono fermi per uno sciopero improvviso da parte degli autisti. Ovviamente avranno le loro ragioni perché non sono stati, forse, retribuiti alla scadenza canonica.
Da un accertamento velocissimo risulterebbe che la Regione deve ripartire alla Provincia di Alessandria un milione e 200 mila euro per quanto riguarda gli oneri pregressi aggiuntivi sulla base di fondi ottenuti dal livello nazionale, più due milioni e 684 mila che provengono dalla finanziaria regionale del 2008.
Sottolineavo l'importanza di trasferire immediatamente al sistema locale del trasporto su gomma che viaggia tramite le Province, come circuito erogativo. Faccio presente che le aziende del trasporto locale quelle private, devono avere dalle banche le anticipazioni. I tassi sono aumentati, le banche non guardano o fanno differenza tra un'impresa ordinaria privata e una del trasporto pubblico locale: o hai le garanzie o non le hai. Ci sono dei limiti, dei massimali di indebitamento. Peraltro l'azienda alessandrina, che avrà le sue...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Cavallera, è intervenuto sull'ordine dei lavori sono passati due minuti e 40 secondi, la pregherei di concludere.



CAVALLERA Ugo

Credo che non possiamo stare tranquilli in Consiglio ignorando una situazione del genere. Chiederei un'immediata convocazione della Commissione e trattare quest'ordine del giorno. Il Consigliere Rutallo mi aveva detto che era prevista la presenza dell'Assessore Borioli, quindi domanderei di trattare specificatamente anche la questione della Provincia di Alessandria.
In subordine, credo che quando si fermano centinaia di autobus di un gestore che svolge la sua attività in Provincia di Alessandria, in parte anche in provincia di Asti - perché l'ARFEA copre le linee di Asti - e in Provincia di Pavia (qui se lo vedranno i lombardi), ce ne dobbiamo preoccupare.
Domando o la certezza di avere domani un confronto su questa tematica ovviamente di interessarsene subito, perché mi risultano già riunioni in Prefettura e in Provincia, oppure, in subordine, se non si possono avere altre informazioni nelle sedi deputate, una comunicazione in aula.



PRESIDENTE

Consigliere Cavallera, significheremo anche tramite una lettera al Presidente della Commissione la sua richiesta. Peraltro era informato.
Faccio presente che il Presidente della Commissione mi ha già comunicato l'intenzione di procedere ad audire l'Assessore Borioli in merito all'ordine del giorno, approvato all'unanimità dal Consiglio regionale parallelamente alla legge di bilancio, che impegna la Giunta regionale a procedere nell'inviare i costi standard e i servizi, quindi i corrispondenti costi standard, prima di bandire le gare.
La questione che lei pone s'inquadra in un problema più ampio, già oggetto in una nota di indirizzo in Consiglio regionale e che abbiamo forte intenzione non venga disatteso nella pratica.
Il Presidente di Commissione si è già adoperato, più volte, per far sì che questo discorso possa svilupparsi in sede di Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Grazie, Presidente.
"Decreti e fiducia ogni volta che sarà necessario. Governare senza limitazioni e con coraggio per cercare di svegliare i Parlamentari, un popolo di persone depresse, costrette a trascorrere tutto il loro tempo a fare in conti in Aula con l'ostruzionismo della opposizione che si diverte a fare ostruzionismo".
Lo ha dichiarato il Cavaliere Silvio Berlusconi il giorno 2 ottobre.
Vorrei chiedere due cose: innanzitutto, se la Giunta regionale pensa d'ora in poi, di introdurre l'uso dei decreti legge in Regione, convocando il Consiglio regionale non ogni settimana, ma ogni tre mesi; in secondo luogo, se l'Ufficio di Presidenza, che è sempre stato così solerte e attivo, pensi di attivare un servizio di consulenza psichiatrica per noi Consiglieri e Consigliere - sulla rivista Linus si usa l'espressione "psychiatric help", - affidando eventualmente questo ruolo così delicato al Consigliere Chieppa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Dalmasso.
La domanda è quanto mai pertinente, perché in certi momenti alla Presidenza questo dubbio è sorto. Avevamo immaginato di attivare questo servizio e avevamo avviato un'indagine di profilo un po' diverso, ma su analoga materia, destinata al personale del Consiglio regionale, relativa al benessere organizzativo.
Chiaramente il benessere dei Consiglieri poteva prefigurare anche un monitoraggio degli aspetti da lei richiamati: l'unica cosa che ci era sfuggita era il riferimento al collega Chieppa come membro dell'Ufficio di Presidenza idoneo a portare avanti questo aspetto di attività.
Comunque colgo il suo suggerimento che, come sempre, è estremamente puntuale e penso che il collega Chieppa abbia una competenza della materia tale che possa utilmente dare profitto in questa attività.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Ne approfitto intanto per segnalare che il mio microfono non funziona.
Detto questo, avendo fatto in apertura della scorsa seduta un intervento in cui chiedevo alla Giunta di valutare la possibilità di ricorrere rispetto alla legge n. 133 (l'ultima legge finanziaria), perché a mio avviso si configuravano tutti gli estremi per vedere violata, diciamo così, la materia costituzionale, che prevede, in materie di competenza concorrente, un ruolo attivo della Regione (in quella legge ne vedevo appunto, una violazione in tal senso), so che la Giunta, da questo punto di vista, ha proceduto. Intendevo quindi ringraziare la Giunta per questo atto, che giudico molto positivo.



PRESIDENTE

La Giunta regionale ha preso atto della sua comunicazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato il collega Dalmasso parlare di decreti, di violazioni di Regolamento e di normative. Va tutto bene a livello nazionale: lo faccia Berlusconi, però. Lo può fare, caro collega Dalmasso.
Ma qui, sebbene sia una democrazia ristretta, siamo ancora in democrazia, quindi non credo che si possano fare certe cose senza un dibattito in quest'Aula.
Come ripeto, se serve a Berlusconi per trasmettere alla gente ottimismo e buonsenso, lo faccia pure, se lo ritiene opportuno. Non credo, però, che chi fatica ad arrivare alla fine del mese perché si trova già "in mutande" pensi di andare ad investire in campi di nudismo o quant'altro. Abbiamo quindi dei problemi di nudismo a tutti gli effetti, sotto l'aspetto economico e sociale, per cui lasciamo perdere tutto il resto.
Presidente Gariglio, vengo alla questione per cui ho chiesto la parola.
Tra venerdì notte e sabato mattina a Torino si è verificato l'ennesimo incidente mortale (per fortuna Oriana Federico non è deceduta, sebbene versi in questo momento in condizioni delicate), causa, ancora una volta la mancanza di sicurezza nelle discoteche e all'uscita delle stesse.
Presidente, siccome c'è stata anche una denuncia sabato sui giornali mi riferisco a La Stampa e a la Repubblica - di un universitario di Torino il quale reclama e denuncia la mancanza di sicurezza nelle discoteche ritenendole "terra di nessuno", ad altissimo rischio sicurezza, vogliamo affrontare questo problema? Facciamolo anche con un decreto, non c'è problema. Vogliamo mettere da parte la proposta di legge di quel povero ma ancora non nudo - Deodato Scanderebech in Consiglio regionale? Assessore Peveraro, questo problema esiste. In Provincia di Cuneo c'è un Comune che ha visto decimare il proprio futuro, la giovent territoriale, perché vittime di incidenti del sabato sera. Non possiamo permettere che questo...



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, solo per capire, il suo intervento sull'ordine dei lavori si configura come una richiesta di prendere in esame in sede di Commissione il suo progetto di legge?



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, si è già tenuta un'audizione sulla proposta di legge in questione; audizione molto rumorosa, di persone che hanno protestato in modo violento su questa proposta di legge che giace oggi in Commissione.
Questo, però, non ci deve spaventare. Anzi, non possiamo andare nella direzione di creare ricchezza nelle discoteche, a discapito della vita dei nostri giovani.
Per favore, Presidente, portiamo avanti quella legge. Prendiamone anche un'altra o un decreto urgente del Presidente della Regione, ma visto che oggi parliamo di sicurezza, garantiamo sicurezza nelle discoteche. Deve essere estirpato il problema delle stragi del sabato sera. Come ripeto, c'è una denuncia...



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Scanderebech, il suo è un intervento sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Visto che fra poco parleremo di sicurezza, ci tenevo a precisarlo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Scanderebech. Mi farò comunque carico di formalizzare anche questo suo sollecito al Presidente della Commissione competente. Mi permetto solo di escludere, da quanto lei diceva, il ricorso alla decretazione, in quanto la decretazione d'urgenza non appartiene ancora al nostro ordinamento (oserei dire "fortunatamente", se mi consentite l'uso di questo avverbio).
Per ora, quindi, il ricorso alla decretazione come metodo di governo richiamato altresì dal collega Dalmasso nel suo precedente intervento, non è una prassi giuridicamente esperibile all'interno della Regione Piemonte.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "Giovanni XXIII" di Saliceto (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "Giovanni XXIII" di Saliceto in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Siete intervenuti all'inizio della nostra attività: stiamo, infatti per procedere agli atti di sindacato ispettivo, con le risposte da parte della Giunta regionale ai quesiti che i Consiglieri hanno posto.


Argomento: Varie

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Bossuto in merito all'organizzazione di un incontro della Giunta regionale con il Prefetto di Torino per chiarimenti relativamente ai recenti controlli, effettuati dalle Forze dell'Ordine, sui mezzi pubblici a carico di passeggeri extracomunitari


PRESIDENTE

Il Consigliere Bossuto ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente. Utilizzerò pochissimi minuti.
Abbiamo letto tutti sui giornali di domenica - con un po' di brivido da parte di alcuni, magari da parte di altri no - dell'abitudine ormai diffusa a Torino di fermare, in nome della sicurezza, i convogli tranviari, far chiudere le porte degli stessi e vedere le forze di Polizia entrare all'interno dei tram e controllare i passeggeri, ma non tutti, soprattutto il controllo diretto ai passeggeri extracomunitari riconoscibili per il colore della pelle o per i lineamenti somatici del viso.
Abbiamo letto questi articoli e ci hanno un po' sconvolto perch abbiamo notato che sono stati presi, dopo queste retate, anche richiedenti asilo politico.
Arrivo al dunque della richiesta che avanziamo noi come Gruppo: noi vorremmo, se fosse possibile, che gli Assessori competenti in materia di immigrazione e di sicurezza (mi riferisco, quindi, all'Assessore Migliasso e all'Assessore Ricca) potessero avere un attimo di interlocuzione col Prefetto per capire se queste retate molto particolari, che ricordano quelle di un Paese occupato, siano in regola con le normative costituzionali ed anche con le normative di difesa dei diritti individuali delle persone, perché so che sono stati fermati anche dei cittadini extracomunitari in regola e che qualcuno addirittura ha detto: "Il biglietto l'ho pagato, lo giuro, e non capisco il perché di questa azione".
Quindi, va bene la sicurezza dei cittadini, per carità, per possibilmente nella non violazione dei diritti altrui.
Ci piacerebbe che i due Assessori interloquissero con il Prefetto e non dico oggi, ma magari martedì prossimo, relazionassero in Aula sull'idoneità di questa prassi ad essere conferme soprattutto al diritto costituzionale, cosa di cui qualche dubbio noi l'abbiamo.
Grazie, Presidente.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 1919 della Consigliera Cotto, inerente a "Programma di Governo 2005/2010 - Istituzione del Garante dell'Infanzia"


PRESIDENTE

In merito all'esame del punto 3) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", passiamo ad esaminare l'interpellanza n.
1919 della Consigliera Cotto.
La parola All'assessore Migliasso, per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al welfare

Grazie, Presidente. In riferimento all'interpellanza n. 1919, che ha come oggetto "Programma di Governo 2005/2010 - Istituzione del Garante dell'Infanzia", i nostri Uffici hanno preso visione del testo delle due proposte di legge nn. 138 e 377, che sono attualmente all'attenzione dell'VIII Commissione consiliare.
Da parte della Giunta, non si è ritenuto di predisporne uno ulteriore in quanto i contenuti espressi nelle due proposte di legge sono, in linea generale, corrispondenti alle finalità di protezione dei minori, ribadite nelle convenzioni nazionali vigenti, che si possono riassumere così: il riconoscimento dell'interesse superiore del minore, il diritto dei minori ad esprimere la propria opinione rispetto alle questioni che li riguardano il diritto che queste opinioni siano prese in considerazione, il diritto del minore ad avere una famiglia.
Nella realtà piemontese, l'eventuale istituzione del Garante per l'Infanzia - sono certa che lo farà - dovrà tenere conto del quadro istituzionale ed organizzativo nel quale questa figura nuova verrebbe ad inserirsi, nonché della lunga tradizione di collaborazione ed integrazione interistituzionale che caratterizza l'operato degli Enti ed i servizi di tutela dei minori.
In sede attuativa, occorrerà individuare modalità idonee di raccordo con i soggetti chiamati a garantire la tutela giurisdizionale, cioè le Autorità giudiziarie minorili, e ad attivare la rete di protezione dei minori, cioè i servizi socio-sanitari, nonché quelle funzioni svolte dagli uffici provinciali di pubblica tutela istituiti a norma della legge n.
1/2004. Tutto ciò considerato, anche alla luce delle positive esperienze maturate in altre Regioni, la figura del Garante per l'Infanzia sembra potenzialmente in grado di svolgere un ruolo che completa ulteriormente il panorama delle politiche e delle azioni messe in atto per promuovere migliori condizioni di vita dei minori.
Pertanto, è mio intendimento valutare eventuali emendamenti da proporre in occasione dell'esame in Aula delle due proposte di legge o dell'eventuale testo unificato, qualora fosse predisposto dal Settore competente del Consiglio regionale, anche per agevolare l'istituzione di una figura rispondente alle effettive esigenze e a quello che a tutti noi interessa, cioè il superiore interesse dei minori.
Questo, con un piccolo aggiornamento rispetto all'aprile 2008 (il tempo in cui ho predisposto la risposta), cioè che eventuali iniziative legislative a livello regionale dovranno necessariamente tenere conto dell'iter e dei contenuti - qualora approvato - del disegno di legge dell'1/08/2008, recante l'istituzione del Garante Nazionale per l'Infanzia e per l'Adolescenza, di recente trasmesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Segreteria della Conferenza Stato-Regioni, ai fini del parere della conferenza medesima. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Ringrazio l'Assessore per la risposta, quindi prendo atto che la Giunta non presenta un suo disegno di legge, poiché auspica che i due provvedimenti presentati, uno da parte della maggioranza, prima firmataria la Consigliera Paola Pozzi, e l'altro da parte del nostro Gruppo, possano trovare un iter più veloce in Commissione.
Il Presidente Reschigna non è presente, però farò presente, nella prossima riunione di Commissione, la risposta dell'Assessore.
Sarebbe auspicabile se lei, Assessore, eventualmente in una prima riunione di maggioranza o in un incontro con il Presidente, potesse sollecitare l'iter di queste proposte di legge, che sono molto importanti per il Piemonte.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 2069 della Consigliera Cotto, inerente a "Emergenza affidi familiari"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2069, sempre della Consigliera Cotto.
La parola all'Assessore Migliasso, per la risposta.
Assessore, sappiamo che ha una risposta estremamente dettagliata, ma se è possibile la concisione, forse è più facile per tutti i colleghi seguirla.
Prego, Assessore.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al welfare

Grazie. Poiché sono stata invitata, dal Presidente Gariglio, ad essere sintetica su questa, che è una risposta molto lunga e articolata, se la Consigliera Cotto accetta la risposta in forma scritta, posso consegnarla agli uffici, che la potranno riprodurre per lei.
Faccio solo una piccola precisazione, anche qui un aggiornamento rispetto all'aprile 2008. Nel 2008, oltre ai finanziamenti approvati nel 2006 e nel 2007 (con cifre notevoli stanziate rispettivamente di Euro 1.100.000.00 ed 1.500.000.00) più il convegno sugli affidamenti familiari che si è svolto il 21 e 22 febbraio 2008, anche per il 2008 è stato previsto un ulteriore finanziamento di 1.100.000 euro, prevedendo, oltre all'attivazione delle altre iniziative, anche la possibilità, da parte di tutti i soggetti gestori, di attivare lo strumento dell'affidamento professionale, la cui sperimentazione è stata avviata presso sei soggetti gestori piemontesi, con delibera del 17 novembre 2003. Questo penso possa essere utile a tutti.



CHIEPPA VINCENZO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola alla Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Va bene la risposta scritta, anche se di questo argomento sarebbe stato utile parlarne, e ascoltare, di più. Ma, comprendo, Assessore, e comprendo anche le esigenze dell'Aula.
Mi permetto solo di fare una raccomandazione a tutti i colleghi: visitate le comunità per minori che sono vicine a voi.
una realtà che non si conosce. Noi tutti concordiamo con lo slogan che tutti i bambini hanno diritto ad una famiglia, però, nella nostra regione ci sono ancora tanti bambini che una famiglia, magari, ce l'hanno ma che non riesce ad occuparsi di loro, così loro sono in comunità, ove rimangono per anni.
Prendere coscienza di questa realtà e proporre soluzioni, affinch questi bambini possano rimanere nelle comunità il minore tempo possibile dovrebbe essere l'impegno di tutti noi Consiglieri.



PRESIDENTE

Chiedo all'Assessore Sibille se ha ricevuto il materiale.



SIBILLE Bruna, Assessore regionale (fuori microfono)

Non ancora.



PRESIDENTE

Teniamo in stand by l'interrogazione n. 2319.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione n. 1520 dei Consiglieri Cavallera, Cotto e Ferrero, inerente a "Disposizioni per il riconoscimento degli organismi di consulenza aziendale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1520, presentata dai Consiglieri Cavallera, Cotto e Ferrero.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, nella sostanza, l'interrogazione n. 1520 a firma del Consigliere Cavallera e altri, alla luce del pronunciamento dell'Autorità Garante per la Concorrenza e del Mercato nel febbraio 2007, che ha espresso delle riserve relativamente all'emanazione da parte della Regione Piemonte di un bando relativo all'applicazione della cosiddetta, nella passata programmazione, misura Y, oggi misura 114 del nuovo PSR, chiede quali siano gli intendimenti con cui si pensa di rispondere alla sollecitazione espressa dall'Autorità garante per la concorrenza del mercato relativamente ai servizi di consulenza agricola in agricoltura.
Innanzitutto, preme sottolineare che la Regione Piemonte e la Regione Veneto sono le uniche due Regioni in Italia che, nella passata programmazione, nel corso del 2006, hanno emanato bandi relativi all'applicazione della misura Y, che, soprattutto in quella fase, era una misura molto complessa. Sostanzialmente, le Regioni Piemonte e Veneto hanno fatto da battistrada per la costruzione di un percorso normativo che facesse da esempio per l'applicazione di questa norma in tutta l'ordinaria programmazione.
Relativamente alle modalità con le quali la Regione Piemonte ha emanato i bandi relativi all'applicazione della misura Y vigente, cioè della consulenza alle aziende agricole finanziata con l'intervento comunitario preme ricordare che la stessa misura, oltre ad essere, ovviamente, inserita nel contesto lavorativo nazionale, come fonte principale di diritto, fa riferimento alle normative e regolamenti comunitari che regolamentano non tanto la consulenza in generale quanto la misura di consulenza prevista dal regolamento sul PSR in vigore allora, in quel momento, e oggi, in questo momento.
La normativa prevede che la consulenza possa essere erogata sia dal soggetto pubblico che dal soggetto privato. La Regione Piemonte ha scelto di rendere privata questo tipo di assistenza, quindi di provvedere all'affidamento ai soggetti che ne avessero i requisiti.
La normativa comunitaria prevede che questo tipo di assistenza debba per norma coprire tutti gli aspetti connessi alle norme di legge in materia ambientale, di salute pubblica, degli animali, delle piante e del benessere degli animali in oggetto. Quindi, lo stesso soggetto che va ad erogare questo tipo di assistenza deve essere in possesso dei requisiti per fare fronte a questo pacchetto di professionalità che la normativa richiede.
Da questo si desume che, contrariamente a quanto richiesto dagli ordini professionali, nello specifico, degli agronomi laureati, affinché potessero essere i singoli professionisti ad erogare questo tipo di assistenza ormai, è giurisprudenza consolidata che debbano essere enti o associazioni che riuniscono più professionalità. Non è immaginabile che un solo soggetto abbia in sé tutti i requisiti e le professionalità per adempiere a tutte le necessità che la norma prevede. Questo è quanto previsto dalla normativa piemontese.
Inoltre, la tipologia di assistenza e consulenza svolta configura come centrale in questo tipo di attività, affiancata a quella cui facevo riferimento prima, l'azione di trasferimento alle aziende agricole di tutte le innovazioni di ricerca e sperimentazione che derivano dal lavoro che svolge la stessa Amministrazione. È soltanto normativamente esclusa la consulenza di tipo amministrativo, perché il regolamento precisa che non può essere ricompresa tra le attività che vengono fatte.
Per quanto riguarda l'intervento dell'Autorità garante, esso prende per buona - diciamo così - una affermazione riportata nel ricorso presentato dal Collegio degli agrotecnici, cioè che servirebbe un'esperienza consolidata negli anni precedenti almeno con 35 mila imprese, che è palesemente non solo falsa, ma impossibile. In Piemonte ci sono 73 mila imprese operative e, se questo rispondesse a verità, vorrebbe dire che noi avremmo due tecnici operativi in Piemonte. Quindi è palesemente impossibile.
vero che la normativa piemontese prevede che il requisito di esperienza comprovata porti a far sì che ogni organismo collettivo possa cumulare un'esperienza complessiva almeno su duemila aziende, per estendere il più possibile questo tipo di ricaduta di assistenza sul territorio piemontese.
Tengo anche a precisare che, il 12 luglio 2007, il TAR Piemonte ha respinto il ricorso del Collegio, nel quale veniva citato il parere dell'Autorità garante, affermando - cito testualmente - che "appare legittimo e coerente che la Regione Piemonte abbia incentrato la sua attenzione su requisiti in grado di soddisfare l'ampio spettro di prestazioni richieste, senza che, per tale ragione, si possa individuare uno sviamento di potere o una illogicità di comportamento tesa a favorire determinati soggetti rispetto ad altri in condizioni di partecipazione egualitaria".
Quindi, la legittimità della nostra azione è stata sancita da una sentenza del TAR.
Tengo anche a dire che la segnalazione da parte del Collegio sui vincoli che noi avremmo posto sul profilo di merito è, dal nostro punto di vista, non vincolante. Diciamo che nella normativa presente nella misura 114, così come è stata approvata, e nei bandi che si stanno aprendo per l'abilitazione di nuovi soggetti a poter esercitare l'attività di consulenza abbiamo recepito le indicazioni di una maggiore apertura che provenivano sia dal ricorso del Collegio degli agrotecnici, sia dalle indicazioni che stanno provenendo a livello nazionale. Sull'esperienza maturata nella consulenza aziendale presente nella passata PSR, abbiamo costruito l'attuale programma, che è stato oggetto di approvazione formale da parte dell'Unione Europea, quindi ritenuto idoneo a rispondere su tutti i requisiti.
Termino confermando che, nonostante noi riteniamo di avere agito specificatamente in piena legittimità, peraltro riscontrata dai pronunciamenti del TAR, sostanzialmente confermo che con la nuova normativa abbiamo avviato un'apertura dei criteri, in modo che più soggetti possano essere abilitati, ma ribadendo ancora, anche in questo bando l'impossibilità che possano essere singoli professionisti a gestire questo tipo di misura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

una tematica di grande rilievo, perché non dimentichiamo che se l'agricoltura piemontese ha raggiunto livelli di qualità è anche grazie all'impegno regionale di questi quarant'anni e delle modalità scelte dalla Regione stessa per trasferire questa assistenza tecnica alle aziende. In una regione caratterizzata da una miriade di piccole aziende in passato e anche al presente, perché la situazione è migliorata, ma non nei grandi numeri, è chiaro che potersi avvalere di una rete presente sul territorio in modo capillare costituisce un fatto senz'altro positivo.
Quindi, quando abbiamo visto la presa di posizione dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ci siamo un po' preoccupati perch il rischio era di uno scardinamento, che è una cosa diversa dalla evoluzione.
Quando l'Assessore su questa tematica parla di un'evoluzione della normativa, non posso che concordare, perché credo che si debba andare con cautela su un terreno quale è quello dell'utilizzazione delle prestazioni dei professionisti, di cui bisogna assolutamente tenere conto.
Altra cosa è avere una dimensione minimale per erogare questo servizio.
Questa era un po' la strada che si era già intrapresa nella precedente programmazione. Adesso viene perfezionata e, di conseguenza, ne prendo atto e, per quanto riguarda quest'interrogazione, non posso non dichiararmi soddisfatto.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interpellanza n. 2305 del Consigliere Cavallera, inerente a "Dichiarazione dello stato di calamità naturale in agricoltura"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2305, cui risponde l'Assessore Taricco che ha pertanto facoltà di intervenire.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
L'interrogazione del Consigliere Cavallera, chiedeva relativamente agli eventi atmosferici che hanno colpito pesantemente il Piemonte in questa annata, se non si ritenesse opportuno richiedere una declaratoria specifica di stato di calamità in agricoltura, e se non si ritenesse utile, in base al decreto legislativo n. 102, la predisposizione di interventi di ripristino, quali reti stradali, opere irrigue di bonifica la cui manutenzione è fondamentale per il territorio da potere essere inseriti.
Faccio due considerazioni. La prima è la seguente. Come tutti sanno questa è stata un'annata, a partire dall'alluvione del 28 maggio in poi, di pesanti danneggiamenti del contesto territoriale, e quindi dell'agricoltura. Noi abbiamo però un quadro normativo di riferimento che delimita molto la possibilità di intervento in agricoltura, perché le colture che sono assicurabili sono oggettivamente escluse dalla possibilità di ulteriori interventi di contributi a fondo perduto.
Peraltro, apro una parentesi: quest'anno il vero dramma che sta venendo avanti è che allo stato dell'arte abbiamo una copertura finanziaria sulla finanziaria del 2008 di appena 90 milioni di euro ed è a zero il 2009 e seguenti, quando, per coprire la parte mancante dell'assicurazione del 2008 e l'avvio del programma 2009, servirebbero almeno 250 milioni di euro.
Quindi, il problema sta diventando non tanto che rischieremo di avere poche risorse finalizzate ai danni da calamità naturali fuori dall'assicurazione, perché se non viene ripristinato il fondo salta anche l'assicurazione. Quindi, il dramma è ad oggi molto più pesante, tant'è che già a luglio ho scritto al Ministro dicendo che questo era uno dei problemi più grossi che avevamo di fronte, perché rischia di saltare tutto il sistema dei Condifesa in Italia, nel senso che 90 milioni coprono meno di un terzo del fabbisogno e fanno saltare anche la chiusura dei bilanci 2008.
Ormai da molti anni lo stanziamento di un anno viene utilizzato per il 50 come copertura a saldo dell'anno precedente. Quindi, il fatto che non ci siano i soldi sul 2009, di fatto, può far fallire i consorzi nel 2008 o metterli in condizione di dover richiedere a tutti i consorziati un'integrazione di assicurazione, perché diversamente salta il consorzio.
Quindi, il problema ha dimensioni ancora più grandi. Nonostante questo abbiamo notificato il 9 settembre del corrente anno l'elenco dei comuni interessati da calamità naturale pervenutoci, cercando di ricomprendere tutto quello che era possibile ricomprendere dei danni intervenuti in tutte le Province piemontesi, perché, praticamente ad esclusione della Provincia di Novara, in tutte le altre Province nel primo periodo, e quindi nel periodo che arriva sostanzialmente fino a luglio, abbiamo avuto danni complessivi per circa 27 milioni di euro, così ripartiti: quasi 11,7 in Provincia di Cuneo, 10,5 in Provincia di Torino, 2,5 in Provincia di Alessandria, 700 mila euro circa in Provincia di Asti, 350 mila a Vercelli 500 mila a Biella e 40 mila euro a Verbania, per i quali abbiamo richiesto l'intervento sul fondo di solidarietà.
Abbiamo approvato venerdì scorso un'ulteriore delibera di richiesta danni che afferisce al periodo seguente, che arriva a fine agosto.
Dopodiché sarà nostra cura seguire tutto l'iter, in modo da potere ottenere su quei Comuni e su quelle aree la dichiarazione di calamità naturale perché diversamente nessun tipo di approccio al tema è possibile. Inoltre se è possibile, cercheremo di avere uno stanziamento che ci permetta di andare incontro a quelli che sono i danni che - convengo con il Consigliere Cavallera - l'agricoltura ha pesantemente subito quest'anno e che, in alcuni casi rischiano di rendere difficoltoso il prosieguo dell'attività.
Quindi, non sarà sicuramente lasciato nulla di intentato per sostenere la possibilità di un intervento significativo nei confronti dei territori dei Comuni e delle aziende che sono state danneggiate, sia per le infrastrutture sia per quelle possibilità di intervento sulle aziende per attività non coperte da assicurazioni che ci metterà in condizioni di intervenire.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
chiaro che è stato senz'altro utile prevedere a livello nazionale un sistema assicurativo che deve tendere ad una tempestività e anche ad una equità di intervento un po' su tutte le calamità a livello nazionale prescindendo da un circuito di segnalazione e di suddivisione di risorse come avveniva prima, che rischiava di fare figli e figliastri.
Però il sistema assicurativo giustamente funziona se è finanziato entro determinati limiti accettabili; il massimo era il 50% del costo dell'assicurazione.
Però poi noi, come Regione Piemonte, siamo collocati in una situazione idrometeorologica legata alle piogge e ad altri eventi atmosferici veramente pesante. Forse più di altre Regioni abbiamo frane e dilavamenti del terreno, danni che vanno ben oltre rispetto alle semplici conseguenze legate ad un andamento climatico. Da qui la necessità di censire i danni extra legge n. 102, se così li possiamo definire.
Qui credo che si debba anche lavorare con l'Assessorato alle calamità agli interventi di tipo complessivo, quindi la Protezione Civile l'Assessorato dell'Assessore Sibille, e così via.
Infatti, gli interventi che fluiscono tramite la Protezione Civile nazionale sono anche in deroga alle leggi, pertanto diciamo che mediamente dobbiamo vedercela con la legge 102, laddove - e qui occorre veramente una capacità di discernimento da parte degli Uffici regionali - si devono trovare quelle realtà in cui l'evento (una grandinata pesante, ad esempio) demolisce dei tetti o rovina il terreno, per straripamenti ed esondazioni vorticose che fanno sì che il terreno per alcuni anni non si possa più coltivare, perché viene portata della ghiaia e del terriccio (non certo il limo del Nilo!).
Ritengo che si debbano dare delle risposte di questo tipo e invito l'Assessore a fare in modo che si vada oltre la semplice segnalazione.
Chiedo copia della risposta dell'Assessore e magari anche dell'ultima delibera della settimana scorsa, in modo da poter seguire - anche noi ovviamente faremo la nostra parte, per quanto possiamo interloquire con chi di dovere - la situazione.
Chiaramente, chi ha il governo della Regione accede anche alle sedi di confronto con i Ministri, i Sottosegretari ed anche i delegati della Protezione Civile, quindi, per adesso, prendo atto che la parte ricognitiva è stata svolta. È chiaro che potremo dichiararci soddisfatti quando si potrà delineare qualche intervento economico. Sappiamo benissimo che non raggiungeremo il 100%, ma neanche il 60%; forse, se arrivassimo al classico 40-50%, che nel passato era l'intervento medio, sarebbe già un grosso risultato.
In ogni caso, Assessore, ci tenga costantemente informati e grazie per la documentazione.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 2319 del Consigliere Pedrale, inerente a "Disalveo dei fiumi"

Argomento: Calamità naturali

Interrogazione n. 2282 del Consigliere Toselli, inerente a "Priorità manutenzione e messa in sicurezza fiumi contro le alluvioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2139, del Consigliere Pedrale, alla quale risponde l'Assessore Sibille.
Nella risposta a quest'interrogazione sarà compresa anche la risposta all'interrogazione n. 2282 del Consigliere Toselli, sullo stesso tema, nel senso che il collega Toselli ha chiesto la risposta in forma scritta.
La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo

Occorre premettere che la frequenza dei fenomeni alluvionali che colpiscono il Piemonte negli ultimi anni è dovuta innanzitutto a fattori collegati con mutamenti climatici ed anche con una fragilità idrogeologica del territorio, aggravata dall'antropizzazione di luoghi che più propriamente dovrebbero essere lasciati alla naturale evoluzione dei fenomeni.
Va detto che la manutenzione degli alvei, intesa come asportazione di materiale lapideo, non è sicuramente l'unica e la migliore soluzione al problema delle piene, trattandosi di interventi che devono essere considerati - e lo dice la direttiva nazionale dell'Autorità di Bacino del Fiume Po - nel loro insieme e rispetto alla dinamica complessiva del corso d'acqua, dalla sorgente alla foce. Basti pensare che un intervento di disalveo eseguito a monte, causando l'accelerazione della corrente e togliendo ostacoli al corso dell'acqua, sposta a valle il pericolo di esondazione, ma non lo elimina. Si pensi ancora ai disalvei che provocano lo scalzamento d'infrastrutture di difesa o di attraversamento quali ponti o briglie.
Ne consegue che, prima ancora di pensare al suo disalveo, anche se anche di questo occorre occuparsi, bisogna provvedere alla redistribuzione del materiale in alveo, riequilibrando così i letti dei fiumi e rinforzando le difese.
In questo senso, la Regione Piemontese si è da tempo attivata, anche in accordo con l'Autorità di Bacino del Fiume Po e l'Agenzia interregionale per il Po, al fine di elaborare studi che consentono di pervenire ad un Piano di disalvei e di movimentazione di materiali in alveo equilibrato ed efficace, che ha fin qui condotto sulla base delle priorità stabilite dall'accordo stesso, all'adozione, da parte dell'Autorità di Bacino del Fiume Po, del Piano di gestione dei sedimenti del tratto piemontese del Po e alla conclusione degli studi sul torrente Orco, con l'individuazione degli interventi necessari.
Sono, inoltre, in fase di conclusione gli studi relativi ai torrenti Pellice e Chisone, che hanno peraltro evidenziato che non vi è materiale in esubero da asportare, almeno fino all'ultima alluvione del 29-30 maggio perché lo studio è di qualche mese precedente.
Per quanto riguarda l'Orco, sono stati individuati i luoghi dove possono essere effettuati gli interventi.
Contemporaneamente all'elaborazione degli studi e dei Piani generali sono stati autorizzati interventi di disalveo e pulizia anche al di fuori dei Piani stessi, laddove ciò sia stato richiesto da urgenti necessità idrauliche (nel 2007 sono stati autorizzati circa 65 interventi per un totale di 280.000 metri cubi di materiale asportati sull'intero territorio piemontese).
Gli interventi "extra Piano", del resto, potranno continuare ad essere autorizzati, in armonia con le disposizioni dell'Autorità di Bacino, che consentono di intervenire in casi di particolare criticità, quali quelli che riguardano dei tratti d'asta interessati dalle opere trasversali (ponti o briglie), i restringimenti di sezione di alveo e in corrispondenza dei centri abitati, quando è necessario il ripristino della sezione utile per consentire il regolare deflusso.
In particolare, per quanto riguarda l'interrogazione n. 2319 del Consigliere Pedrale, relativa al tratto del fiume Po tra Verrua, Savoia e Crescentino e le conseguenze degli eventi alluvionali dei mesi scorsi citate dall'interrogante, si ritiene necessaria una puntualizzazione: quanto allo sfondamento dell'argine con allagamento di un'area golenale occorre precisare che le aree golenali svolgono proprio la funzione idraulica d'invaso di emergenza, costituendo, di fatto, la cassa di espansione delle acque di piena.
La facilità con la quale le golene possono essere sommerse dall'acqua e quindi la loro naturale fertilità, ne fa dei terreni particolarmente adatti alla coltivazione; non ci si deve però meravigliare, per quanto sopra detto, se periodicamente le coltivazioni possono essere danneggiate dall'acqua esondata.
Si deve inoltre rilevare che, nel caso specifico, l'area golenale in cui si è verificata la rottura dell'argine è stata oggetto di attività di bonifica agraria, con abbassamento dei piani golenali e asportazione d'inerti, condotti senza tenere nel dovuto conto le conseguenze sul piano idraulico.
Per quanto riguarda i provvedimenti di manutenzione del tratto interessato, si segnala che il Piano di gestione dei sedimenti del Fiume Po (adottato dall'Autorità di Bacino del Fiume Po) prevede il completamento di interventi per la messa in sicurezza delle frazioni poste a tergo delle arginature principali, in località Porzioni e Sasso, la realizzazione d'interventi di riassetto morfologico e la rifunzionalizzazione dei rami laterali.
In conseguenza degli effetti dell'evento alluvionale nell'area in questione, gli interventi previsti dovranno essere adeguati alla situazione di fatto venutasi a creare e, a tal fine, gli uffici competenti stanno già effettuando le verifiche, tecniche e amministrative, a ciò finalizzate.
Inoltre, per quanto attiene alla possibilità di intervenire per rendere meno rigide le norme che regolano la pulizia del letto dei fiumi, come richiesto dall'interrogazione n. 2282, occorre chiarire che, allo stato attuale, dette norme non paiono particolarmente rigide. Che non sia consentito asportare materiale a seguito di semplice richiesta, infatti, si spiega e si giustifica con le ragioni che sono sopra dette e per il fatto che gli interventi di disalveo devono rispondere ad una logica di sistemazione complessiva dei bacini, così come regolata dal Piano per l'assetto idrogeologico (norme PAI elaborate dall'Autorità di Bacino e approvate con specifici provvedimenti dello Stato).
Per quanto concerne le procedere, si sottolinea che queste sono di competenza della Regione, sia in ordine agli aspetti idraulici sia agli aspetti legati al rilascio della necessaria concessione demaniale, e sono ad oggi puntualmente disciplinate dalla DGR n. 44-5084 del 14/1/2002, che individua in modo chiaro le diverse casistiche di intervento, lo competenze nonché i criteri per la quantificazione dei canoni.
La delibera del 2002 è stata ripresa ed è utilizzata da questa Amministrazione in totale continuità, dal punto di vista amministrativo con la precedente.
Aggiungo, ancora che, proprio rispetto alle possibilità che sono offerte da un intervento in deroga, quando vi sono, come avvenuto il 29 e 30 maggio, eventi di tipo C, i Comuni, come i Consiglieri interroganti sanno, hanno la possibilità, in base all'ordinanza emessa dalla Presidente che è commissario per la gestione, di effettuare interventi a compensazione. Effettuare, cioè, dei prelievi in alveo per realizzare delle opere a compensazione nelle aree interessate dall'alluvione. Ovviamente questo deve essere fatto raccordandosi nella richiesta con gli uffici competenti, di AIPO piuttosto che della Regione, a seconda della competenza del reticolo idrografico.
Credo che ci sia stata sia una risposta dal punto di vista emergenziale, sia dal punto di vista della continuità. Non c'è dubbio che anche le amministrazioni locali devono assumersi una responsabilità specifica di intervento puntuale nei vari aspetti. Ci sono, ed è disponibile una normativa a cui possono attenersi per intervenire.
Da ultimo devo dire, soprattutto rispetto alla seconda interrogazione che è proprio di questi giorni un incarico dato al Politecnico di Mondovì per lo studio delle aste fluviali della Provincia di Cuneo, per fare in modo che analogo documento, che già si dispone per la Provincia di Torino sia disponibile per Maira, Grana-Mellea, Stura in Provincia di Cuneo, in modo tale che i Comuni abbiano a disposizione il supporto tecnico - il Comune, così come la Regione - con il quale si possono effettuare gli interventi sulla base di un dato dell'intera asta dei fiumi, così come richiesto dalla normativa nazionale, dalla quale non possiamo certamente derogare.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per l'articolata e precisa risposta alla mia interrogazione relativamente ad un problema molto complesso.
Mi compiaccio che l'Assessore stia affrontando con decisione il problema che, tuttavia, rimane sempre molto difficile da affrontare.
Soprattutto le tempistiche non vengono, purtroppo, comprese dalle popolazioni, come anche dagli stessi amministratori comunali i quali, in parte, hanno anche loro delle responsabilità.
Rinviando un discorso più complessivo ad un'audizione in Commissione che ho già richiesto e a cui l'Assessore ha già dato la disponibilità a partecipare, ci sarebbe da fare una riflessione generale sul Piano di gestione dei sedimenti.
Tutti noi siamo consapevoli e d'accordo che si deve prevedere un Piano di manutenzione globale di tutto l'assetto e il bacino idrografico. Tutti sappiamo che se c'è un eccesso di disalveo a monte, si velocizza la corrente dell'acqua nei fiumi e si provocano dei danni a valle. È ovvio che ci sono delle situazioni dove la pulizia e la manutenzione corretta dei fiumi da troppi anni viene a mancare.
Risottolineo quello che ho indicato nell'interrogazione per il Comune di Verrua Savoia, che è presso la confluenza tra la Dora Baltea nel Po: una sede naturale di deposito. Bisogna intervenire su questa sede naturale di inerti come, credo, sarà confermato dallo studio del Politecnico sull'asta fluviale del fiume.
Mi pare che un passo in avanti sia stato fatto con l'ordinanza della Presidente Bresso in quanto commissaria per la situazione emergenziale che consente di svolgere dei disalvei di compensazione basandosi sullo studio del Politecnico sull'asta fluviale del Po. I Sindaci dicono che - riporto quello che mi è stato detto - che, ripeto, il Comune di Verrua Savoia, sede naturale di deposito di inerti, perché è la confluenza della Dora Baltea nel fiume Po, non è stato inserito fra i Comuni che possono utilizzare la compensazione.
Ove fosse così e per togliere alibi a questi magici Sindaci e a questi magici amministratori comunali che sono tanto bravi a sfilare con le fasce tricolori (abbiamo anche avuto simpatici esempi nel Meridione d'Italia), ma quando si tratta di assumersi delle responsabilità si defilano molto volentieri, inviterei l'Assessore e la Presidente Bresso ad inserire una serie di Comuni, fra cui il Comune di Verrua Savoia, che è in Provincia di Torino, ma per un discorso rivierasco interessa molto anche la Provincia di Vercelli, in maniera tale che gli amministratori comunali possano, ai sensi della normativa e dell'ordinanza, svolgere lavori di compensazione.
In questa maniera vedremo se, effettivamente, c'è la volontà di svolgere una corretta manutenzione del fiume e non c'è il solito rimpallo di responsabilità che, in questo caso, davvero non dovrebbe esserci.
Per altri approfondimenti, ne parleremo nell'audizione in Commissione.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 389, inerente a "Legge regionale n. 23 del 10 dicembre 2007 Disposizione relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata. Linee programmatiche di intervento e azione prioritarie"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 389, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Ricca per l'illustrazione.



RICCA Luigi Sergio, Assessore promozione alla sicurezza

Mi era stato detto che sulle deliberazioni si interveniva a conclusione degli interventi di carattere generale, tuttavia sono ben lieto di illustrare, sia pure sinteticamente, le linee del documento che traccia le indicazioni problematiche per l'applicazione della legge n. 23.
Sottolineo come questo documento sia anche il frutto di un confronto ampio sul territorio fra le Province, gli Enti locali, le Prefetture, le forze sociali e chi mi ha preceduto in questo incarico, il Consigliere Caracciolo.
Documento da cui scaturiscono, soprattutto, le indicazioni per il lavoro della Conferenza regionale sulla sicurezza integrata che si è tenuta all'inizio di luglio.
Vorrei sinteticamente riprendere i contenuti delle indicazioni tralasciando - perché saranno oggetto di valutazione nella discussione più generale - i documenti che fanno riferimento ai dati della sicurezza nella nostra Regione riferiti al 2007, a come sono distribuiti nelle nostre Province, al numero dei reati che sono stati compiuti e anche ai dati che si attengono alla insicurezza percepita nelle nostre Province, che ribaltano in parte anche i dati riferiti alla sicurezza cosiddetta reale quella che scaturisce dai dati ufficiali in materia.
Sinteticamente, con questo documento ci poniamo alcuni obiettivi. Il primo è di sviluppare e sostenere nel territorio regionale capacità di programmazione, progettazione, gestione e monitoraggio in materia di sicurezza integrata; sostenere la definizione degli obiettivi dei partnerariati locali e supportarli nella definizione delle azioni promuovere e sostenere l'innovazione delle politiche di sicurezza nel territorio regionale.
Intendiamo, peraltro, intervenire per perseguire alcuni obiettivi specifici relativi alle politiche della sicurezza: in particolare, con il sostegno alla formazione del personale degli Enti locali per la costruzione di figure professionali di tecnici esperti in politiche di sicurezza integrata; con il sostegno alla diffusione di politiche di pianificazione progettazione e gestione dello spazio pubblico che integrino criteri di prevenzione del crimine e dell'insicurezza. Inoltre, come i Consiglieri ben sapranno, perché è stato elemento di particolare rilievo nel dibattito per l'approvazione della legge sulla sicurezza integrata (legge n. 23 del 2007) con politiche e interventi a sostegno delle vittime dei reati, con la costituzione di un fondo di solidarietà per il quale sono già state individuate le linee di applicazione.
Gli strumenti che intendiamo utilizzare per l'attuazione e il perseguimento di questi obiettivi sono sostanzialmente tre, e passano attraverso l'attivazione di azioni pilota per l'innovazione delle politiche di sicurezza integrata, che potranno essere di due tipi: progetti innovativi a gestione diretta della Regione, e progetti innovativi a bando provinciale rivolto a enti locali e a soggetti del privato sociale; Patti Locali per la sicurezza integrata, che dovranno produrre progetti locali intesi come supporto progettuale e finanziario all'attuazione operativa dei Patti; infine attività trasversali, a gestione diretta della Regione, per il sostegno delle politiche locali di formazione, comunicazione e gestione delle informazioni e diffusione della conoscenza.
Il documento individua le modalità attraverso le quali si intendono utilizzare anche le risorse e organizzare le attività per il prossimo triennio (2008-2010) e, per quanto riguarda l'utilizzo delle risorse 2008 prevede il coinvolgimento e il supporto organizzativo delle Province piemontesi, alle quali verranno trasferite le risorse a bilancio 2008 per la pubblicazione di bandi attraverso i quali raccogliere i progetti dei Comuni e del privato sociale, da valutare secondo le linee di indirizzo che la Regione provvederà a formalizzare.
Alle Province viene altresì attribuito il compito di supportare i Comuni nella definizione dei partnerariati locali propedeutici alla presentazione delle candidature dei Patti Locali, e di supportare i Comuni capoluogo nella presentazione alla Regione della candidatura di uno o più Patti Locali di sicurezza integrata sul loro territorio.
Nell'anno 2009 la Regione recepirà dalle Province e dai capoluoghi le candidature per i Patti Locali e delibererà quali tra esse potranno essere accolte e finanziate; avvierà azioni trasversali di supporto agli Enti locali, in particolare negli ambiti della formazione e della comunicazione.
Naturalmente potrà dare vita anche ad altri progetti pilota a regia regionale, sulla base delle esigenze emerse dal territorio (in particolare raccogliendo gli elementi innovativi che i progetti sulla sicurezza locale attivati dai Patti potranno evidenziare).
Nell'anno 2010 ci sarà l'eventuale rifinanziamento, qualora attivati correttamente, dei Patti già finanziati nel 2009, e la selezione di nuovi partnerariati per i nuovi Patti Locali laddove emergessero le esigenze.
Naturalmente, tenendo conto di quelle che sono alcune criticità che potrebbero evidenziare le strutture provinciali in materia di organizzazione dei loro uffici, la Regione attiverà un supporto di carattere tecnico per affiancare gli uffici provinciali nell'azione che viene loro richiesta.
Il documento evidenzia, altresì, un'ipotesi di distribuzione delle risorse, che tengono conto non soltanto del numero dei reati commessi in ogni singola Provincia, ma anche di indici di marginalità e densità dei diversi territori, nonché un indice che fa riferimento ad una rilevazione della insicurezza percepita che funge da correttore rispetto agli indicatori precedenti.
Vorrei sottolineare un aspetto che, in qualche modo, è già stato evidenziato nel dibattito molto ampio che c'è stato in Commissione, che ha raccolto il consenso di tutti i Gruppi che erano presenti. Si tratta di un'ipotesi di distribuzione di risorse che non è assolutamente da vedere in un'ottica torinocentrica, ma tiene conto anche delle esigenze degli altri territori.
Mi auguro che dall'attivazione di questi interventi scaturisca una serie di progetti innovativi che raccolgano quella che è stata definita parlando di questa materia, la "fantasia creativa" che si è scatenata sul territorio in alcuni casi, progetti che siano capaci di garantire ai cittadini una reale (oltre che percepita) maggior sicurezza urbana.
Ringrazio naturalmente la Commissione che ha dato corso, all'inizio di settembre, ad una rapida valutazione del documento, ai contributi che i Gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione hanno offerto. Mi auguro che il dibattito di oggi possa scaturire un voto che riproponga quello che è stato espresso in Commissione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "D'Assisi" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare "Francesco D'Assisi" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 389, inerente a "Legge regionale n. 23 del 10 dicembre 2007 'Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata'. Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie" (seguito)


PRESIDENTE

Dichiariamo aperta la discussione generale sulla proposta di deliberazione n. 389, "Legge regionale n. 23 del 10 dicembre 2007 'Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata'. Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie", di cui al punto 5) all'o.d.g..
Ha chiesto la parola la Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Volevo cogliere l'occasione di questo dibattito in tema di sicurezza per dar voce ad un documento approvato all'unanimità dai Sindaci del nord Astigiano (documento sottoscritto anche dalla collega Angela Motta, oltre che dalla sottoscritta) a seguito di un'assemblea tenutasi dopo i gravi fatti che si erano verificati a Ferrere, dove il Vicesindaco, oltre ad essere stato derubato, era stato picchiato insieme ai suoi anziani genitori.
I Sindaci di tutto il nord Astigiano si sono riuniti, sia per manifestare solidarietà sia per stabilire delle richieste molto precise all'Assessore regionale alla sicurezza. È un documento non dettato dall'emozione, cosa che poteva anche trovare giustificazione in quel momento triste, ma dalla consapevolezza di Sindaci che tutti i giorni devono rispondere ad esigenze acritiche dei propri concittadini.
Il documento inizia così: "È a tutti noto che l'articolo 2 della nostra Costituzione afferma che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.
Il richiamo ai diritti inviolabili dell'uomo affonda le proprie radici in una lunga ed articolata tradizione storica, intrinsecamente legata alla corrente filosofica del giusnaturalismo sviluppatosi soprattutto nell'età moderna e che ha fortemente influenzato le Costituzioni europee.
L'idea di fondo è quella che preesistono diritti naturali, vale a dire diritti che per loro natura appartengono all'uomo, che addirittura precedono l'esistenza stessa dello Stato, il quale non li crea, ma è chiamato a riconoscere e soprattutto a garantire.
Proprio questo è il ragionamento sotteso ai verbi, per nulla casuali 'riconoscere' e 'garantire', inseriti nel summenzionato articolo 2 della Costituzione italiana.
riconosciuto che ogni uomo ha il diritto alla vita, alla libertà alla garanzia della propria sicurezza ed incolumità personale. Proprio nel conseguente obbligo, costituzionalmente imposto alla Repubblica, di garantire tali diritti individuali, va inserito l'attuale dibattito politico concernente il tema della sicurezza; dibattito sviluppatosi inevitabilmente anche a livello regionale e, ancora più nello specifico provinciale.
Tutti abbiamo ancora negli occhi l'immagine dei frati di Ivrea massacrati in convento per pochi spiccioli ed avvertiamo a noi prossimo il pericolo di aggressioni addirittura all'interno delle nostre abitazioni come di recente è avvenuto a Ferrere.
In ragione di ciò, le strategie che i Sindaci, riuniti in Ferrere intendono proporre, sono riassumibili in sei punti.
Espiazione effettiva della pena in carcere, senza possibilità di erogazione benevola di permessi o benefici, nei confronti dei condannati per reati contro la sicurezza personale e, se del caso, inasprimento attraverso idonea modifica legislativa delle pene per questo tipo di reati.
Distribuzione di maggiori risorse economiche per le Polizie locali delle Unioni dei Comuni dell'Astigiano e della città di Asti, finalizzati in via esclusiva all'incremento delle loro capacità operative. Si suggerisce, a tale scopo, di predisporre un tavolo di confronto in sede provinciale e regionale con tutti i comandi di Polizia locale interessati anche al fine di coordinare, con le maggiori risorse economiche richieste turni di pattugliamento del territorio.
Istituzione di un portale di ingresso finalizzato al monitoraggio capillare del flusso automobilistico in entrata nel territorio, al fine di poter risalire facilmente all'individuazione di mezzi usati per attività criminali dei loro proprietari, in grado anche di svolgere funzioni di controllo della velocità stradale.
Realizzazione di una campagna di sensibilizzazione dei cittadini finalizzata a recuperare una maggiore solidarietà sociale" - ricordo all'Assessore che su questo argomento già l'Assessore Caracciolo si era dichiarato molto disponibile" - La diffusione di questo tipo di criminalità può essere arrestata anche attraverso un più attento controllo del territorio da parte dei singoli cittadini che possono segnalare movimenti sospetti vicino alle proprie abitazioni.
Predisposizione di iniziative, partendo dal livello scolastico, tese a sviluppare accanto ad una nuova cultura della sicurezza personale, la consapevolezza di ricreare i giusti valori necessari per una civile convivenza.
Promozione di un effettivo coordinamento fra tutti i Corpi di Polizia locale e fra gli stessi e tutte le Forze dell'Ordine presenti sul territorio".
A me è sembrato utile dare voce ai Sindaci della mia Provincia, perch so che gli stessi ragionamenti e le stesse proposte sono avanzate dai 1.200 Sindaci della nostra regione. A questi Sindaci vengono attribuite maggiori competenze, però tante volte, troppe volte, sono lasciati soli. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Giungiamo stamattina, alla fine di un lungo iter ad una tematica importante come quella della sicurezza.
Come sappiamo, dal 2004 la Regione Piemonte è dotata di una normativa che regola quest'importante problematica; normativa che, però, negli anni 2005, 2006 e 2007 è rimasta ferma, sottraendo alla nostra Regione la possibilità di avere quelle risorse e quei finanziamenti che tanti Comuni tante Comunità locali aspettavano.
Quei finanziamenti rappresentavano degli strumenti ulteriori per affrontare una tematica così importante, che non solo riempie la cronaca dei nostri giornali, ma che è una delle tematiche più sentite dalla popolazione. Non c'è sondaggio, non c'è ricerca, non c'è analisi che non ponga la sicurezza come uno dei problemi più sentiti dalla gente, sia quella che vive nella grande metropoli e capoluogo di provincia sia quella che vive nei piccoli o meno piccoli paesi delle città sparse sul territorio regionale, e la loro non è una posizione defilata, perché la sicurezza è sempre una delle prime cause di preoccupazione che i cittadini piemontesi hanno per il loro futuro, per la loro vita, per i loro cari, per le loro attività.
Il sentimento di insicurezza è, quindi, molto vasto ed è positivo il fatto che oggi si arrivi a dotare la Regione di strumenti concreti per cercare di affrontare insieme - evidentemente la risoluzione di una problematica così grande è di là da venire e non è precipuo compito dell'Amministrazione regionale - questo tipo di problema.
Dicevo che gli anni 2005, 2006 e 2007 sono stati anni di stasi, pur essendoci quest'attenzione e pur essendo, il nostro territorio, colpito da piccoli e grandi esempi di criminalità. Nel 2007 è stata approvata una legge che sostituiva la legge n. 4 del 2004 ed introduceva una nuova normativa.
Su tale normativa abbiamo espresso i nostri dubbi e, come sempre abbiamo fatto sentire la nostra voce, cercando di migliorarla e renderla più vicina e legata ai problemi veri del Piemonte, in questo campo.
Pertanto, come ricordava l'Assessore, approvata la legge nello scorso dicembre, mancavano le linee attuative, la concretizzazione che viene realizzata con questa proposta di deliberazione. È una proposta di deliberazione che sappiamo essere stata vagliata con attenzione in Commissione, rispetto alla quale sono state recepite anche alcune considerazioni fatte dall'opposizione; è importante perché, evidentemente dà inizio all'attuazione della legge, ma, soprattutto, perché fotografa la situazione del Piemonte dal punto di vista di questa problematica sicurezza.
Quindi, tutti coloro che, magari, ritenevano che questa problematica fosse gonfiata, strumentalizzata e ad arte dipinta come grave hanno una risposta assai chiara ed evidente da queste poche sintetiche pagine sul primato non invidiabile che, comunque, la nostra regione, tanto il suo capoluogo di provincia, purtroppo, mantiene per quanto riguarda il numero massimo di reati commessi. L'aumento, in percentuale, non è rilevantissimo ma, confrontato con il dato generale, costituisce comunque un indice preoccupante. Altresì segnala, anche in riferimento ad altre città preoccupanti innalzamenti, in percentuale, di reati nell'anno 2007, che è l'anno a cui le statistiche possono riferirsi. Certo non mi fa piacere vedere che la Provincia di Alessandria sia seconda in Piemonte per numero di reati, così come la Provincia di Novara e le Province più piccole (Vercelli, Asti, Verbania).
quanto mai necessario che questa proposta di deliberazione si concretizzi oggi e si dia avvio all'attuazione di questa legge, dando grande importanza, a mio avviso, a tutte le finalità che la legge evidentemente, prevede, da quelle più formali, a quelle più sostanziali dando soprattutto priorità a questi Patti integrati per la sicurezza.
Sappiamo che, al momento dell'approvazione della legge, è stato anche previsto uno stanziamento, che, sostanzialmente, è stato goduto dalla Città di Torino e dalla Provincia di Torino, che disponevano già di un Patto per la sicurezza, ma, nel 2007, le rimanenti risorse che avrebbero dovuto andare al resto del Piemonte, invece, non sono state corrisposte, quindi sono finite nel pentolone generale degli avanzi annuali.
Ora, noi non possiamo perdere questa occasione per il 2008. Dobbiamo fare in modo che le risorse previste per il 2008 vengano impegnate e poi spese per la realizzazione di progetti di sicurezza, che si attuino nel 2008 o nei primi mesi del 2009. Quindi, occorre che i soggetti deputati da questa legge, relativamente ai Patti integrati per la sicurezza, in particolare le Province, attuino in maniera rapida ed efficace quanto viene loro richiesto.
So che le Province dovranno emanare dei bandi cui poi le varie Comunità, i Comuni singoli o associati, per le realtà più piccole, dovranno rispondere. La nostra preoccupazione, da una parte, è in ordine ai tempi di queste attuazioni e, dall'altra, riguarda le Province, affinché abbiano gli strumenti per dare corso a quanto loro richiesto da noi Regione, che offriamo loro questa grande possibilità.
Assessore, sarei interessato a conoscere da lei lo stato di organizzazione delle Province nella gestione di una legge così importante e significativa. Le Province hanno uffici sulla sicurezza che possono mettere mano ai bandi in maniera ultrarapida? La Regione sicuramente farà un po' loro da mamma, soprattutto in questa prima fase di attuazione, sarà un po' garante affinché questo avvenga, ma quando le varie Comunità locali, molte delle quali hanno già pronti i progetti per la sicurezza - anche perché, magari, hanno partecipato alla Conferenza regionale sulla sicurezza e hanno preso contatto con gli uffici per avere un'idea sulle linee guida - i vari Comuni, singoli e associati le varie Comunità collinari, le varie Unioni di Comuni presenteranno questi Patti locali per la sicurezza, avranno la possibilità di avere un'istruttoria efficace e completa, ma breve? Questo è il punto interrogativo su cui vorrei soffermarmi ancora per un attimo. È evidente che noi non possiamo permetterci - lo abbiamo già detto in Commissione più volte, ma lo ripetiamo anche qui - di correre il rischio che, magari, qualche struttura molto articolata e molto forte, come pu essere quella del Comune di Torino, sia di nuovo pronta ad intercettare le risorse che gli spettano, mentre il resto del Piemonte, in particolare il Piemonte rurale, dove la presenza dello Stato, per tanti motivi, è meno forte, non venga messo nella condizione di utilizzare anche questi fondi 2008.
Questa è una preghiera che rivolgo all'Assessore Ricca, che so essere attento, insieme all'ex collega Caracciolo, a questi problemi, affinché si segua con grande attenzione anche la tempistica dell'emanazione dei bandi l'esame dei progetti che verranno proposti dai Comuni, in forma singola o associata, e, poi, la loro approvazione. Le risorse non sono elevatissime si fa quello che si può, noi avremmo preferito che fossero più di quattro o cinque milioni di euro - almeno cerchiamo di utilizzarle per il benessere e la sicurezza di queste comunità del nostro Piemonte e non solo della provincia di Torino, senza che si ricreino per il 2008 le condizioni che nel 2007 hanno impedito di raggiungere l'obiettivo.



COTTO MARIANGELA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Assessore, non ci sottrarremo dal dare il nostro voto favorevole alla deliberazione che stiamo discutendo, che arriva dopo un iter non rapidissimo; forse, non ha nuociuto attendere l'approvazione da parte del Parlamento del pacchetto sicurezza presentato dal Governo, di cui si è accennato oggi.
Si tratta di un pacchetto sicurezza, mi riferisco a quello nazionale che è stato approvato rapidamente laddove, invece, era inciampato il Governo Prodi, sia con la maggioranza divisa, sia con le incertezze espresse dallo stesso Presidente della Repubblica. Tra le novità più salienti di quel pacchetto vanno ricordate le espulsioni più rapide per i clandestini, l'inasprimento delle pene per i trasgressori dell'ordine di allontanamento dal territorio italiano, nonché per quanti guidano in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacente.
Il provvedimento, inoltre, come ha già ricordato la Consigliera Cotto prevede maggiori poteri per i Sindaci, poteri di polizia ai militari nelle città, specifica collaborazione tra la Polizia municipale e la Polizia di Stato, l'introduzione di una nuova circostanza aggravante su cui si è ampiamente discusso, ovvero la clandestinità.
Per i Sindaci, lo sa, Assessore, si tratta dell'attribuzione di competenze finora riservate alla sfera statale, anche se non siamo sicuramente al "sindaco sceriffo" di alcuni stati americani, e in particolare quella della vigilanza. Ci riferiamo alla vigilanza e a tutto quanto interessa la sicurezza e l'ordine pubblico.
Lei sa, perché partecipò - era il giorno in cui veniva di fatto nominato Assessore (il 21 luglio) - che a Bra c'è stato un importante convegno sulla sicurezza a cui ha partecipato anche la Presidente Bresso dove veniva presentato un altro Patto per la sicurezza, quello che intercorre tra gli Enti locali e lo Stato direttamente, cioè il Ministero dell'Interno attraverso le Prefetture.
Esso è stato individuato come strumento parallelo a quello dei Patti integrati per la sicurezza che la Regione si appresta ad avviare. È uno strumento più adeguato dal punto di vista del controllo dell'ordine pubblico e del territorio, perché riguarda direttamente i servizi interforze e la prevenzione dei fenomeni criminali.
Si tratta, ad esempio, del testo che è stato presentato per le Langhe e per il Roero, di un testo che evidenzia le principali esigenze in materia espresse dal territorio, un territorio che sa bene essere tra i migliori da questo punto di vista. Però la stessa relazione che lei ci presenta oggi evidenzia che proprio i territori in cui si sta meglio sono quelli in cui c'è maggiore insicurezza, la cosiddetta "insicurezza percepita".
In uno studio presentato dal suo Assessorato alcune settimane fa e distribuito anche ai Consiglieri emerge proprio questo fatto: che forse noi abbiamo il dovere, come istituzioni, di intervenire anche sull'elemento psicologico, non soltanto sul controllo e sulla prevenzione del territorio.
Ecco che mentre il Patto sulla sicurezza che gli Enti locali e le Province, con il contributo della Regione, stipulano con lo Stato riguarda ad esempio i servizi interforze (il potenziamento delle stazioni dei carabinieri, piuttosto che dei commissariati di polizia), lo strumento che la Regione mette oggi sul piatto della discussione è di un Patto aperto che non riguarda unicamente il controllo del territorio, ma che si spinge un po' più in là.
Utile, secondo noi, è adottare politiche di sensibilizzazione e di informazione dei cittadini, adatte a ricostruire quella rete di controllo informale che è sempre esistito, ma che oggi è gravemente compromessa. Le iniziative possono riguardare incontri, conferenze, veri e propri percorsi formativi dai diversi contenuti, quali l'apprendimento delle più utili strategie comportamentali, di prevenzione e difesa con attenzione alle categorie più vulnerabili, quali anziani e minori; la promozione di reti di vigilanza e di assistenza reciproca fra i residenti di un paese, di un quartiere o di un condominio, ripristinando quelli che una volta si chiamavano "rapporti di buon vicinato".
Dunque quello della Regione può essere un Patto aperto, che richiede la necessaria collaborazione della gente, che richiami il cittadino alle proprie responsabilità e che, d'altra parte, confermi e migliori il controllo del territorio.
La Regione interviene finanziariamente per tutta una serie di iniziative che possono essere anche l'acquisto di telecamere e, se vogliamo, anche il potenziamento della polizia locale.
Può funzionare e può essere interessante, secondo noi, perché in Piemonte, soprattutto nella provincia piemontese - e tendo sempre a dividere tra le Province piemontesi e l'area metropolitana per ovvi motivi ci sono sentimenti di senso civico e collaborazione fra le istituzioni e le forze dell'ordine.
A lei rimane il compito di seguire l'iter di questa deliberazione affinché non si perda altro tempo e la Regione, seppure nell'ambito delle proprie prerogative, come ha precisato nella premessa della delibera, dia il proprio importante e considerevole contributo per migliorare la sicurezza o, meglio, quella che ho chiamato prima la percezione dell'insicurezza che i cittadini hanno e continuano ad avere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabino.



RABINO Mariano

Grazie, Presidente.
Naturalmente intervengo a titolo personale, ma anche in qualche misura a nome del Gruppo del PD. Esprimiamo vivo apprezzamento per questo provvedimento che è stato esaminato dalla specifica Commissione competente la VIII Commissione, ma che è alla nostra osservazione da parecchio tempo.
Credo che con queste linee di indirizzo e con queste linee programmatiche di intervento la Regione faccia il suo dovere fino in fondo e porti a compimento un disegno importante, naturalmente alla luce delle competenze specifiche nel campo di cui parliamo riservate alla Regione medesima.
Sappiamo quanto travaglio ha avuto il disegno di legge e poi la legge regionale n. 23, quanti contributi e quanti concorsi di idee e considerazioni sono emerse nel dibattito che ha portato a questo provvedimento legislativo, ma credo che sia stato un dibattito utile, che abbia portato ad una legge necessaria, importante e capace davvero di dare una svolta su questo tema alle politiche regionali anche nella nostra Regione.
Credo che sia anche stato opportuno, ispirandosi al principio di sussidiarietà, coinvolgere le Amministrazioni provinciali nella fase di attuazione pratica di questa legge, coinvolgendole nella fase di predisposizione e di valutazione dei bandi, e quindi dei progetti che emergeranno dal territorio.
Naturalmente l'auspicio è che questa legge e queste linee programmatiche di intervento siano raccolte, ci sia l'attenzione da parte del territorio; si sfrutti l'opportunità che questa legge consente e che è da un lato, la messa a disposizione di ingenti e congrue risorse finanziarie per realizzare interventi concreti nel campo della sicurezza integrata, dall'altro un grande messaggio culturale di contributo e di concorso di partnership tra la Regione, le Province e le Amministrazioni locali su questo tema.
Perché dico messaggio culturale? Perché basta vedere la ricerca emersa anche dalla Conferenza regionale sulla sicurezza tenutasi il 4 luglio scorso a Torino; basta pensare che la Provincia di Cuneo, da cui provengo ha il più alto tasso di percezione di insicurezza, ma contestualmente a ci ha il più basso tasso di insicurezza reale, quindi di numero dei reati, di numero dei delitti e di numero di contravvenzioni.
Questo è indicativo di quanto sia importante su questi argomenti oltre che fare, dare anche un segnale di attenzione e un segnale di intervento.
L'auspicio, come si diceva è che le Province e i territori approfittino e sfruttino questa opportunità, e lo facciano mettendo in gioco la loro capacità progettuale; soprattutto, l'auspicio è che le Amministrazioni provinciali si dotino delle risorse umane, del personale e delle strutture organizzative adeguate per affrontare i bandi e la valutazione dei progetti. Questa è la grande sfida e naturalmente la Regione non farà mancare la sua collaborazione, la sua regia attraverso la struttura tecnica coordinata dal Dirigente, il dottor Stefano Bellezza, e naturalmente coordinata a livello politico più generale dall'Assessorato e dalla Giunta regionale.
Però indubbiamente c'è bisogno che, accanto a questa regia e a questo coordinamento, ci sia un grande protagonismo delle amministrazioni locali delle amministrazioni provinciali.
Credo che siano stati individuati anche gli strumenti e le linee corrette, attraverso i progetti, attraverso le ipotesi dei progetti pilota attraverso i partenariato che potranno nascere tra amministrazioni pubbliche ma anche quel privato sociale che può essere importante coinvolgere in questo tipo di progetto. Perché, come è stato detto, non si tratta di ulteriori interventi repressivi, ma si tratta di lavorare molto sulla prevenzione, sulla progettualità e sulla mediazione culturale.
Credo anche che sia stato molto importante che, nella fase di avvio di questa legge e nella fase della sua prima applicazione pratica, la Giunta regionale abbia voluto scegliere come progetto pilota un territorio dato quello delle Langhe e del Roero, di Alba-Bra per sperimentare concretamente e i primi passi concreti sono già in atto - prima di altre vicende questa legge sul territorio.
Sono stati coinvolte le Unioni dei Comuni, i Comuni principali, le Comunità collinari e montane, tutti i Sindaci ed i livelli funzionariali e tecnici presenti sul territorio. Inoltre, si è aperto un tavolo tecnico coordinato dalla struttura dell'Assessorato regionale e ritengo che sia stato dato un primo esempio di come questa legge possa essere applicata concretamente sui vari versanti: quello della formazione, della mediazione della prevenzione. Formazione presso i Corpi di Polizia Municipale dotazione informatica e tecnologica, naturalmente anche impianti di videosorveglianza, sempre che ci sia qualcuno in grado di monitorare e videosorvegliare, altrimenti rimangono telecamere inutili ed improduttive.
Occorre dare soprattutto una risposta a quella necessità di coordinamento dei Corpi di Polizia Municipale presenti sul territorio, per organizzare meglio un servizio di prevenzione e di rassicurazione, per rispondere a quella percezione d'insicurezza diffusa, che sul territorio emerge con forza, soprattutto in alcune aree.
Dunque, vivo apprezzamento per queste linee programmatiche d'intervento e azioni prioritarie, e all'Assessore l'augurio di portare avanti questa legge, che dà anche il senso di un protagonismo della Regione Piemonte su un tema dibattuto, che purtroppo spesso si presta a strumentalizzazioni demagogiche e populistiche.
Buon lavoro, Assessore, e grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Il Gruppo della Lega Nord - l'ho già detto in Commissione - è favorevole a questa proposta di deliberazione, perch finalmente si entra seriamente nel merito delle politiche regionali, in materia di sicurezza integrata, e si danno delle linee programmatiche d'intervento con azioni prioritarie che vanno nel senso di quello che il nostro Gruppo chiedeva già al precedente Assessore, Giovanni Caracciolo.
Finalmente, si capisce che la lotta alla criminalità e alla microcriminalità si può fare anche intervenendo sul territorio, in aiuto delle Amministrazioni locali, utilizzando e coordinando i Corpi delle Polizie Municipali presenti nella nostra regione; s'interviene con una serie di aiuti e finanziamenti per migliorare le condizioni socio economiche del territorio e con interventi conoscitivi e formativi per i nuovi cittadini della nostra regione.
Sono tutte politiche mirate a migliorare sia le conoscenze di chi non le ha sia la convivenza, che deve essere più pacifica possibile intervenendo con atti di repressione. Pensiamo al videocontrollo all'utilizzo migliore e al migliore coordinamento dei Corpi di Polizia Municipale, o al fatto che la Regione interviene anche in aiuto - lo abbiamo già deciso - delle vittime di reato.
Questo è un pacchetto - chiamiamolo "sicurezza regionale" - che va nel senso che la Lega Nord chiedeva già nel documento formale presentato dal precedente Assessore, non per sua volontà - con l'Assessore Caracciolo c'è sempre stata un'ottima collaborazione - ma per volontà di una Giunta che voleva essere cieca, utilizzando il termine "devianze" per non dire "criminalità" o "microcriminalità". Lo ricordo bene: il termine "devianze" doveva coprire un insieme di atti criminali o microcriminali, o comunque atti contro la civile convivenza e il quieto vivere in Piemonte.
Per fortuna, su quel testo eravamo già intervenuti con una serie di emendamenti, in parte accettati dal precedente Assessore. Oggi, con questo documento e con le linee programmatiche, si riesce a completare un lavoro che possiamo definire, se non ottimo, comunque buono.
Voglio ancora fare una riflessione nei confronti di coloro - operatori di Polizia Municipale, Comandanti delle Polizie Municipali - che, durante le conferenze organizzate sul territorio, parlano sempre di percezione della sicurezza.
Non esiste la percezione della sicurezza, Assessore, esiste un problema di reale mancanza di sicurezza sul territorio nazionale ed anche sul territorio del Piemonte. La gente non ha paura perché è diventata stupida o perché vede troppi film; la gente ha paura perché, quando esce di casa rischia più di quello che rischiava in passato e lei, caro Assessore, è stato corretto perché nel testo della legge ha scritto che i reati piemontesi sono oltre 260.000, quindi c'è stato un incremento in un anno (2007 su 2006) del 4%. Questo è sicuramente un dato migliore rispetto alla media nazionale, ma spaventa perché il 4% di reati in più, in un solo anno fa paura.
Pertanto, Assessore, la invito a dire ad alcuni Comandanti di Polizia Municipale - poi magari faccio anche nomi e cognomi - di smetterla di parlare di percezione di sicurezza. Devono dire alla gente che ha ragione che ci sono problemi di sicurezza e che tutti insieme (Amministrazioni locali, Regione - grazie anche a questo Piano - ma anche politiche nazionali), dobbiamo cercare di risolverli.
Non è la gente che li inventa e che ha i fantasmi in testa! La gente ha paura, perché ha diritto ad avere paura, perché rischia, e sono certo che lei - caro Assessore - se sua figlia, o suo figlio, o i suoi parenti, o i suoi nipoti escono la sera, sono certo che ha paura che possa succedere loro qualcosa, come è successo - è un caso che conosciamo tutti - venerdì ad un nostro collaboratore, che è sceso dall'autobus, in pieno giorno vicino al Comune di Torino, ed è stato massacrato di botte da tre marocchini! Quello è un senso di sicurezza, Assessore? No, non è un senso di sicurezza, è essere massacrato di botte in pieno giorno, dopo essere sceso dall'autobus, vicino al Comune di Torino. Non stiamo dicendo in mezzo ai campi, in una cascina abbandonata, caro Assessore! Quindi, apprezzo che lei abbia inserito questi dati nel suo documento.
Non esiste il senso di sicurezza; la gente ha paura, perché si rischia.
E allora, Istituzioni serie e persone serie, che vogliono lavorare nel comune interesse, si devono occupare di questi problemi, affinché i cittadini abbiano meno paura; non perché diciamo che devono avere meno paura, ma perché riduciamo il numero di criminali sulle strade, li perseguiamo e magari, se sono clandestini, riusciamo ad allontanarli altrimenti, se sono criminali nazionali o europei, li mettiamo nelle patrie galere! Poi, vanno bene tutte le politiche di accoglienza, di inserimento, di istruzione, di collegamento fra enti, associazioni, circoli, tutto quello che si vuole, per migliorare l'integrazione. Va tutto bene, ma quello che dobbiamo garantire alla nostra gente è di poter uscire di casa, non dico di giorno, ma anche di notte, senza aver paura, o senza doversi fare accompagnare, se si è donne, se si è ragazze o se si è giovani.
Dobbiamo garantire ai cittadini di poter vivere in un Paese libero, in una regione libera, dove non ci deve essere la paura di uscire di casa, non si deve aver paura di stare in casa, dove le aggressioni, come lei sa, sono all'ordine del giorno: nei garage, quando si arriva con la macchina o la bicicletta o a piedi, in casa, mentre si dorme, o ancora subire furti quando in casa magari non si è, e lì va ancora bene, perché si evita di prendere un sacco di botte e magari qualche coltellata.
Caro Assessore, concludo così: la Lega Nord voterà a favore di questo testo, perché siamo convinti che ragionando si può lavorare bene e si possono dare risposte ai cittadini che ci hanno votato per essere qui a rappresentarli e, in questo caso, a rappresentarli anche nelle loro richieste di sicurezza.
Chiedo un po' di mano pesante con i corpi di alcune polizie municipali.
Troppo spesso quando il cittadino chiama i Carabinieri o la Polizia questi dicono di chiamare i Vigili perché le pattuglie sono già impegnate in cose più gravi, ma i Vigili non intervengono perché hanno paura, oppure sono impegnati a fare delle multe.
Assessore, chiedo un buon coordinamento dei corpi di polizia municipale, in particolare per quelle zone che non hanno un corpo autonomo.
Penso alla città di Alessandria, che ha circa cento vigili e si autogestisce. È chiaro, perché ha un corpo autonomo di vigili. Ma se penso ai piccoli Comuni delle vallate piemontesi, che sono tantissimi, dove forse c'è un vigile per comune, è chiaro che diventa più difficile garantire un controllo capillare del territorio.
Assessore, lavori anche sul fronte del coordinamento, dell'utilizzo di contratti fatti fra corpi di polizia municipale più robusti, più organizzati, più forti, più ricchi dal punto di vista economico, a favore di quei piccoli corpi di polizia municipale o di Vigili urbani - di fatto fanno solo quello nei piccoli comuni - che, invece, hanno veramente bisogno di assistenza.
Questo è il messaggio che noi lanciamo. Stiamo andando verso quella direzione, siamo soddisfatti, ma facciamo di più per coordinare fra loro i corpi di polizia municipale della nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie, Presidente.
Aggiungerò solo poche e brevi considerazioni alle cose già dette in corso di dibattito dal Consigliere Rabino.
Noi consideriamo la proposta di deliberazione che ci fa oggi la Giunta un buon documento. Cercherò di spiegare le tre ragioni per cui noi consideriamo questa proposta un buon documento.
La prima ragione è che questa deliberazione è perfettamente coerente con i contenuti della legge regionale che noi abbiamo approvato a dicembre 2007 sulla sicurezza. Da questo punto di vista, permettetemi di dire che trovo un po' singolare la posizione assunta dai Gruppi di minoranza naturalmente ci fa piacere che oggi appoggino questa proposta di deliberazione, rispetto alla posizione di contrasto che hanno avuto in sede di discussione della legge. Non potrebbe che essere altrimenti la proposta di deliberazione conseguente ai contenuti della legge.
La seconda cosa è che mi pare che, in modo altrettanto singolare, il dibattito di oggi sulla sicurezza sia, a differenza di altre volte in cui ci siamo occupati di questi temi, completamente avulso rispetto al dibattito più generale sul piano nazionale. Quando si citano i provvedimenti sul piano della sicurezza del Governo, occorrerebbe anche ricordare i tagli che sono contenuti nei provvedimenti finanziari e che riguardano i soggetti che devono garantire la sicurezza sul nostro territorio, perché così è previsto dalla nostra Costituzione e dalle nostre norme.
Penso, ad esempio, alle Forze di Polizia. Sono solo di qualche tempo fa le proteste che sono emerse in quegli ambiti rispetto ai tagli fatti.
Da questo punto di vista noi, invece, consideriamo questo provvedimento perfettamente coerente con la legge. Il che dimostra come un'analisi dei dati, che anche i Consiglieri facevano e che sono contenuti nel testo che oggi esaminiamo, evidenziano come noi, più volte, abbiamo detto che il tema della sicurezza non può essere trattato né come un totem, né come una bandiera politica. Tutti coloro che hanno responsabilità politiche oggi, a qualsiasi forza politica appartengano, devono sentire - come noi credo oggi dimostriamo - la necessità e il bisogno di prendersi a cuore questi problemi che, come dicevano alcuni Consiglieri, non sono solo sensazioni ma, in determinati ambiti della nostra regione, sono purtroppo anche realtà.
Credo che queste considerazioni politiche di carattere generale, nel momento in cui esaminiamo un provvedimento di questo genere, per chiarezza di posizioni, debbano essere fatte.
La seconda ragione è che a noi pare che sia stato fatto un buon lavoro e un buon approfondimento in sede di Commissione sul testo.
La terza ragione di carattere generale è che questo testo ha ricevuto la condivisione anche della Conferenza regionale della sicurezza che, se non sbaglio, si è svolta il 4 luglio scorso.
A noi pare, quindi, di sottolineare alcuni elementi sostanziali. Il primo elemento che viene richiamato in modo deciso è la distinzione di competenze in questo ambito fra le diverse istituzioni e fra i diversi livelli istituzionali. Su questo, giustamente - condividiamo - non ci pu essere confusione.
Il secondo elemento è che se noi guardiamo i dati, vediamo che proporzionalmente c'è un aumento dei reati nella nostra regione indipendentemente dal colore politico di chi governa le Province o le città in questo nostro territorio.
Sono certo che questa logica di intanto mettere a disposizione per l'anno 2008 quasi quattro milioni di euro, che non sono una cifra irrilevante e irrisoria da mettere subito a disposizione delle Province.
Anche noi ci aggiungiamo alla raccomandazione che hanno fatto altri Consiglieri dicendo "velocizziamo i tempi, apriamo rapidamente il bando".
Poiché ci sono alcune Province che hanno fatto anche di questo tema della sicurezza una bandiera, non credo che, come denunciava il Consigliere Botta, in alcune Province ci sia la necessità per la Regione di dare un supporto. Mi aspetto che queste Province siano le prime ad accogliere positivamente il bando e a presentare rapidamente progetti nell'ambito della sicurezza.
Questo è un piano, in ultimo, che sviluppa la propria azione in modo integrato. La sicurezza è anche prevenzione dei reati, ma è anche prevenzione del disagio sociale che si manifesta sia nelle grandi aree urbane sia, così com'è fatta la nostra regione, anche in aree, dal punto di vista della densità e della popolazione, più marginali. Noi andiamo ad aggredire entrambe queste diversità, da questo punto di vista di problematiche.
Il piano è positivo, perché sviluppa l'appropriazione diversificando l'azione, anche sul piano territoriale, sviluppandolo nei tre anni successivi.
Anche a noi pare una buona base di partenza, una base di partenza concreta e coerente con il lavoro che su tale ambito questa maggioranza ha fatto in questi mesi in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Bizjak non ricorda perfettamente quanto avvenne perch una parte della minoranza, non ricordo se tutta, sulla legge votò a favore.
Dirò anche cosa cambia relativamente alla legge in questo documento provando a fare un'analisi che sia corretta rispetto al dato che si evince che non è, a mio modo di vedere, troppo lineare. È un po' come se fosse un documento scritto a più mani. Vi sono delle parti in cui si individuano delle risposte concrete alla sicurezza e ve ne sono altre dove, invece, si usa la solita psicologia giustificazionista rispetto ai motivi legati alla sicurezza.
Consentitemi di fare una breve premessa anche se il Consigliere Botta ha avuto modo di ricordare alcuni dati e un aspetto fondamentale. Con il voto della delibera per la prima volta, salvo l'utilizzo quasi improprio ai sensi di legge, quindi il trasferimento di fondi per il Patto sulla sicurezza per Torino, vengono messe a disposizione delle comunità piemontesi delle risorse dal 2005.
Nella finanziaria 2005 il Governo di centrodestra stanziò ancora sei milioni di euro, se non ricordo male, per una legge legata alle politiche integrate di sicurezza. Il 2006 e il 2007 non hanno visto stanziare un euro salvo il progetto di cui parlavo precedentemente - per questo tipo di attività.
Il Patto locale che ricordava il collega Rabino - per noi è assolutamente positivo che dei territori si muovano per realizzare degli strumenti che garantiscano maggior sicurezza (è un po' anomalo il fatto che ci sia qualcuno che, in qualche modo, fa il progetto pilota, mentre qualcun altro potrà farlo solo dal prossimo anno) - ha degli indicatori (salvo quello che ad oggi abbiamo letto) che sono assolutamente confacenti con quella che era la legge n. 6 del 2004. Perché, certamente, vi sono dei dati allarmanti: siamo la quarta Regione in Italia per dati di insicurezza reale.
Ricordo che l'insicurezza non è reale o percepita. L'insicurezza è una: è il numero di reati rispetto al numero di abitanti. Non ci sono altri dati. Poi, all'interno di quei numeri, ciascuno potrà fare una valutazione rispetto all'incidenza (se è maggiore il numero di reati compiuti da extracomunitari, se essi sono clandestini o regolari, e quant'altro), ma l'insicurezza è quella, non ne esistono altre.
Se esaminiamo gli unici dati seri sulla sicurezza, quelli forniti cioè, dal Ministero o dalla Prefettura, vediamo che si suddivide un macrodato (reato/numero di cittadini) e le singole tipologie di reato: scopriamo che, soprattutto la città in cui vivo, riesce a detenere eccellenti posizioni (è quasi sul podio, perché è quarta) per quanto riguarda le aggressioni a mano armata, e non per quanto riguarda i furti d'auto e gli scippi; ma vediamo, altresì (questo è un dato altrettanto preoccupante), che Province che apparivano sicure, almeno per chi le conosceva non vivendoci quotidianamente, come Asti e Biella, registrano un incremento relativamente ai reati del 10% o del 12% (mentre Torino ne ha uno del 2,8% perché, verosimilmente, ha raggiunto un limite di saturazione rispetto al numero massimo di reati che si possono compiere, tant'è che ha il 50% di tutti i reati presenti all'interno della nostra Regione).
Pertanto, plaudiamo al fatto che oggi si sani un ritardo politico prima, e un ritardo di carattere amministrativo successivo, che certamente non è addebitabile al collega Caracciolo quando svolgeva le funzioni di Assessore.
Vorrei ricordare - lo rammento ai colleghi del centrosinistra - che comunque questa legge era richiesta con estrema urgenza. Ricordo che in alcune Conferenze dei Capigruppo - se non erro, era il periodo immediatamente successivo all'approvazione del Piano Socio Sanitario e immediatamente precedente all'approvazione della delibera sulla scuola - si era detto: "Noi dobbiamo affrontare questa che è un'urgenza; è un'emergenza, una priorità". La legge è del 23 dicembre del 2007 e dopo dieci mesi riusciamo a fare la delibera. Questo è l'unico aspetto positivo.
Noi voteremo a favore di questa proposta di deliberazione, perch crediamo che quando si impegnano delle risorse relativamente alla sicurezza sia un fatto positivo, e perché abbiamo stima e speriamo che l'Assessore riesca a cogliere le parti migliori di una delibera che non sono certo rispecchi in toto - poi dirò perché - un concetto di sicurezza, e ci fermiamo qua. Non è un atto di fede, perché in un'istituzione laica non si possono fare, ma ci fermiamo qua. Nel senso che se uno va ad esaminare la delibera, legge alcune frasi, che non so sinceramente non da dove siano estrapolate - perché la mente la conosco - ma su cosa siano basate le affermazioni che si scrivono. Io potrei scrivere su un trattato di storia dello sport che il Torino Calcio - questo, però, è un dato dogmatico - è la più grande compagine sportiva della storia delle Olimpiadi classiche. Per al di là di quello che è il tifo calcistico, uno lo deve comparare con quelli che sono i risultati.
Quando si scrive che le telecamere appaiono come risposte immediate al bisogno di rassicurazione dei cittadini, ma, alla prova dei fatti, non risultano sempre efficaci ("esse peraltro comportano alti costi di mantenimento che talvolta costringono l'ente ad interromperne l'utilizzo nel medio periodo"), è bene che si sappia ciò che si scrive e si dice. Oggi il sistema delle telecamere, che è a costo zero, cioè a costo di impianto funziona senza che nessuno le videosorvegli: hanno un circuito interno, per cui registrano per 48 ore ciò che accade; se in quelle 48 ore accade un fatto criminoso, che ovviamente è noto agli organi di pubblica sicurezza si va a prendere, fra virgolette, la "cassetta" e si vede se all'interno della stessa vi è qualcosa di utile. Quindi dovremmo comunicare che non costano e che sono estremamente efficaci. Ma lo dicono i dati - di nuovo delle Forze di Polizia, non lo dice Alleanza Nazionale. Perché una percentuale elevatissima di reati sono sventati grazie alla presenza di telecamere, che non sono mica sempre quelle della Regione, ma sono anche quelle delle banche davanti ai bancomat o dei privati cittadini per tutelare le loro abitazioni.
Questo - lo ricordo al collega Bizjak, al di là di quello che c'è scritto nella delibera - è un passo contenuto all'interno della legge, per cui, ovviamente, siamo certi che la legge, al di là di quello che c'è scritto in quelle che sono le premesse, verrà rispettata nella delibera stessa.
Il concetto di sicurezza urbana dei cittadini si riferisce, infatti tanto alla sfera strettamente criminale, quanto (e forse più) a quella dei comportamenti antisociali. Ciò significa che, in realtà, le nostre città non sono insicure perché c'è qualcuno che, come evidenziano i dati, ci rapina a mano armata (sesti in Italia), ci scippa o ci ruba l'auto (noni in Italia e in Provincia di Torino), o compie un numero di reati complessivi che fanno della nostra Regione la quarta in Italia.
La nostra è una Regione insicura - in particolare la Provincia di Torino - perché ci sono soprattutto (e forse più) comportamenti antisociali.
I comportamenti antisociali non vengono puniti penalmente: se io tengo un comportamento antisociale, cioè mi sdraio nell'Aula come fece il collega Pedrale, o fuori schiamazzo, non sono arrestato, ma ripreso perché vado contro quello che è il buonsenso, la buona creanza o la buona educazione insomma, non vado in galera. È una distinzione che il Codice fa in modo netto fra la buona educazione e il reato.
Se all'estensore della delibera fornissimo i dati del Ministero dell'Interno, saprebbe che in Italia, a fronte di un reato che commette un cittadino italiano, vi sono tre reati che commette un cittadino straniero regolare e fino a trecento reati che commette un cittadino straniero irregolare. E allora le politiche di sicurezza si fanno certamente con la presenza di sicurezza e poi con la capacità di integrazione.
Concludo - anche se ci sarebbe qualche altro spunto interessante da prendere in considerazione in questa stesura - nel dire che, relativamente agli obiettivi, sono scomparse per esempio una serie di possibilità di consulenze, mediazioni, eccetera eccetera, che erano presenti della legge: questo per noi è un dato assolutamente positivo e abbiamo grande fiducia relativamente a quella che è la realizzazione della legge sui Patti locali.
Abbiamo, tuttavia, un grande timore per il 2008, perché temiamo fortemente, conoscendo anche quelle che sono le strutture a cui trasferiremo i nostri soldi, non perché non funzionino, ma perché non hanno, a oggi, dei dipartimenti, necessari ad avere un funzionario alla sicurezza per ogni Provincia. Temiamo che questi soldi verranno utilizzati con grande ritardo: ne siamo certi, perché su questo noi per primi (ma credo anche la Giunta) vorremo vigilare. Grazie.



PRESIDENTE

Ho solamente più la richiesta dell'intervento del Consigliere Nicotra dopodiché, chiuderei la discussione generale sulla proposta di deliberazione.
La parola al Consigliere Nicotra.



NICOTRA Riccardo

Grave ritardo delle Istituzioni, tutte, sui problemi di sicurezza in generale ed in particolare sull'immigrazione e sulla criminalità organizzata (da 4 a 7 - russa - albanese - terrorismo islamico).
Si è iniziato a recuperare questo ritardo ed il Ministro dell'Interno Maroni sta facendo bene per quanto abbiamo visto fino adesso.
Ma è un periodo in cui si deve alzare la guardia e rassicurare i cittadini, tutti, che non ci saranno ulteriori ritardi, che saranno garantiti meglio del passato.
Quindi ben venga anche il contributo della Regione Piemonte per quanto modesto e limitato nei mezzi, che però non dovrà essere limitato nelle donne e negli uomini che saranno chiamati a coordinare queste politiche di sicurezza, di ripristino della legalità e che dovranno essere il meglio che le Istituzioni potranno esprimere.
E cosa fa il nostro Consiglio Regionale? Subisce passivamente il cambio dell'Assessore competente senza neanche tentare di verificare se il nuovo responsabile abbia i requisiti, i migliori possibili, come necessità richiede.
Viene invitato un galantuomo a farsi da parte, più o meno spontaneamente, e viene nominato come responsabile per la sicurezza e la legalità dei cittadini tutti del Piemonte, Ricca.
Ritengo questa nomina, per i trascorsi pesanti con la giustizia dell'interessato, inopportuna ed inadeguata.
Ed il ruolo del Consiglio Regionale? Capisco che qualcuno aspiri a fare il raccoglitore di funghi ma poichè le circostanze della vita gli hanno riservato un altro ruolo, sarebbe bene che non lo svolgesse svogliatamente e con disattenzione.
Il Gruppo Italia dei Valori, Consigliere Buchicchio, ha fatto un documento esprimendo la propria contrarietà, oppure condivide questo incarico? Se come pare non ha opposto nulla come la mettiamo con le manifestazioni Grillo - Di Pietro a cui partecipa entusiasticamente propagandando principi contrari a quelli che Lei condivide in quest'aula? Concludendo non parteciperò a questa votazione, invito l'Assessore Ricca a fare un gesto di buona volontà lasciando l'incarico, comunico che rivendicherò questa mia richiesta politica in tutte le sedi possibili.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Nicotra.
Con l'intervento del Consigliere Nicotra è chiusa la discussione generale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Considerazioni, da parte del Consigliere Muliere, in merito alle dichiarazioni rese dal Consigliere Nicotra sull'inopportunità del conferimento delle deleghe assessorili all'ex Consigliere regionale Luigi Sergio Ricca

Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Richiesta, da parte del Consigliere Burzi, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente all'assegnazione della delega assessorile inerente all'attuazione del piano di edilizia sanitaria e valorizzazione del patrimonio immobiliare delle Aziende sanitarie regionali di concerto con l'assessore alla Sanità, all'Assessore Peveraro, comunicata in Aula il 26 febbraio 2008

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta, da parte del Consigliere Novero, di una comunicazione della Giunta regionale in merito al funzionamento degli Ospedali di Ciriè e di Lanzo


PRESIDENTE

Consigliere Muliere, avevo chiuso la discussione di carattere generale prima. Oggi pomeriggio riprenderemo con le dichiarazioni di voto e con la replica dell'Assessore.
Se lei interviene sull'ordine dei lavori, le lascio la parola.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente, per la sua gentilezza.
Non volevo intervenire sul dibattito generale di questo provvedimento perché lo hanno già fatto i colleghi del mio Gruppo, Rabino e Bizjak, ma quest'ultimo intervento del Consigliere Nicotra, in qualche modo, mi obbliga a intervenire, in quanto sono state dette cose pesanti, quanto meno non condivisibili. Da parte mia era giusto sottolineare il fatto che la decisione che la Presidente Bresso ha assunto nell'incaricare l'attuale Assessore, ex Consigliere Ricca, è stata una sua scelta. E, per quanto ci riguarda, è una decisione che abbiamo condiviso, non perché non c'era fiducia nei confronti dell'Assessore Caracciolo, che ha ben operato in questi tre anni, ma nello stesso tempo, la nostra fiducia nei confronti dell'Assessore Ricca è completa. Diciamo che le prime azioni svolte come Assessore al commercio e alla sicurezza sono state azioni condivisibili, e io credo che stia ben operando rispetto alle responsabilità cui è stato chiamato dalla Presidente Bresso.
Consigliere Nicotra, ognuno di noi svolge il suo ruolo e poi verrà giudicato dagli elettori. Se vogliamo fare polemica politica, va bene, ma se ognuno di noi comincia a dare la pagella sull'attività dei colleghi in Consiglio...



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

Per quanto mi riguarda, penso di dare la pagella agli Assessori ed è giusto darla. Ogni Consigliere ha la possibilità di farlo ed è giusto che lo faccia. Se cominciamo a dare la pagella sull'attività dei nostri colleghi in Consiglio, non lo so... Se è uno sport che iniziamo sinceramente non so come andrà a finire.
Quindi, per quanto mi riguarda, le cose dette dal collega Nicotra non sono assolutamente condivisibili e confermo la piena fiducia nell'operato dell'Assessore Ricca da parte del Gruppo del Partito Democratico.



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.
Ricordo che il tempo a disposizione è di due minuti.



BURZI Angelo

Ci metto ancora meno, Presidente. Intanto, come ha detto il collega Muliere, lei, che è nota da più legislature per la sua eccezionale bontà ha tollerato un intervento inammissibile, perché, e lo dico con grande amicizia personale al Consigliere Muliere, non ho capito di che "ordine dei lavori" parlasse, perché non c'è stata richiesta. Probabilmente, forse, ero disattento.
Nel minuto e trenta che mi rimane, colgo l'occasione per chiedere ufficialmente all'Aula, basandomi sull'intervento del collega Nicotra, un tema che ho già più volte sollecitato, ma che quest'Aula è un po' renitente a toccare. Nel corso dei tre anni, che si sono fin qui succeduti, ci sono stati cambi di deleghe: alcuni significativi nel senso della dimensione della delega, o significativi per la modalità con cui si sono svolti; altri estremamente significativi, per esempio, quelli che hanno coinvolto neanche tanto tempo fa, l'Assessore Peveraro e l'Assessore Bairati nelle modifiche dell'area della sanità.
A noi tutt'ora sembra che, attorno a questi discorsi, ci siano motivazioni di natura politica. A me non sfugge che quest'Aula, ancorch renitente, dovrebbe di questo occuparsi. Spiace vedere dei colleghi che hanno svolto il loro lavoro di opposizione, che è un lavoro importante tollerino che una Giunta faccia quello che crede, semplicemente perch democraticamente eletta: questo non è né fare opposizione e neanche fa bene alla maggioranza. Ma questo, come ha detto il Consigliere Muliere, lo vedremo all'epoca del voto.
Mi pare che l'intervento del collega Nicotra ponga in maniera chiara il tema della questione morale, che è stata alla base della campagna elettorale e di buona parte delle dichiarazioni della Presidente Bresso (presente in quest'Aula poche volte, perché lei preferisce fare conferenze stampa e promesse regolarmente mai mantenute). Noi abbiamo smesso di lamentarci perché funziona: vediamo che questa modalità della Presidente Bresso ci è utile, come elemento politico, quindi gliela lasciamo fare.
Però, la dignità dell'Aula impone che alcune discussioni vengano fatte.
Il collega Nicotra, legittimamente, ha posto un tema, io ne pongo un secondo: sono sempre in attesa che qualcuno mi spieghi cosa è successo tra gli Assessori Bairati, Artesio, Valpreda, la sanità e l'Assessore Peveraro per il passaggio delle deleghe, di deleghe marginali - capisco che questo interessi quasi a nessuno - come quelle dell'edilizia sanitaria e della sanità piemontese.
Quindi, lo pongo come problema politico. Voglia la Giunta farsene carico, voglia la Presidente del Consiglio sollecitarlo alla Giunta nella misura in cui ritiene, perché, certamente, se quest'Aula ancora si rifiutasse di prenderne atto, troveremo il modo, ne sono certo, consultando il Regolamento, per convincere che sarebbe meglio occuparsene.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi, porterò la sua richiesta all'Ufficio di Presidenza, che è convocato per domani mattina, e, poi, al pomeriggio anche alla Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Novero sull'ordine dei lavori.



NOVERO Gianfranco

Signor Presidente, ieri sera pensavo se intervenire con questa richiesta. Visto che, però, si è toccato l'argomento, se la Presidenza se ne occuperà, vorrei portare alla vostra attenzione una constatazione che ho fatto ieri sera in occasione della seduta di un Consiglio comunale aperto svoltosi in una città della mia zona, a cui hanno partecipato l'Assessore Artesio, due Consiglieri di maggioranza, due Consiglieri di minoranza, più ovviamente, coloro che fanno parte del Consiglio comunale di Ciriè.
L'Assessore ha ascoltato diligentemente tutti gli interventi e ci ha "cazziati" in modo incredibile, iroso e arrabbiato perché gli interventi dei Consiglieri comunali di Ciriè, nello specifico il mio intervento e quello di altri - non ha fatto nomi, ma era chiaro che si riferiva agli interventi dei politici di una certa area - non erano stati pertinenti all'argomento.
L'argomento su cui verteva la seduta era il funzionamento degli ospedali e siccome noi ci siamo lamentati circa l'attuale situazione di disastro degli ospedali di Ciriè e Lanzo derivante anche dall'accorpamento che noi non condividevamo, insieme a molti Sindaci locali della sinistra siamo stati "cazziati" in modo pesante, perché abbiamo osato dire che noi continuavamo a non essere d'accordo su questo, magari sbagliando.
Avrei accettato se l'Assessore mi avesse spiegato che sbagliavo; non accetto che mi venga a spiegare che io vado fuori tema, in modo iroso, per di più in un'assemblea pubblica in un Comune della Regione Piemonte.
Assessore, per favore, venga e ascolti. Lei ha fatto chiaramente intendere che i nostri argomenti non le interessavano, era preoccupata solo di far funzionare - bontà sua, meno male - gli ospedali! Siccome questo atteggiamento non è solo suo, a volte anche del Presidente della Giunta, penso sia il caso di occuparci anche di questi fatti.
Io non ho mai atteggiamenti aggressivi, però, quando mi aggrediscono e mi tirano la barba, cambio comportamento.



PRESIDENTE

Come preannunciato, chiudiamo i lavori della mattinata, che riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.16)



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