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Dettaglio seduta n.362 del 30/09/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Gariglio e Robotti.


Argomento: Assestamento di bilancio

b) Modifiche di coordinamento ex articolo 83, comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Con deliberazione n. 123/2008 l'Ufficio di Presidenza in data 29 settembre 2008 ha deliberato di approvare le modifiche di coordinamento per mero errore materiale al disegno di legge n. 554 (Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 e disposizioni finanziarie), in particolare all'emendamento n. 39 è stata applicata la riduzione di 230.000,00 euro all'UPB DA14011, anziché all'UPB DA09011 e la variazione di euro 170.000,00 è stata riferita all'UPB DA11021 anziché all'UPB DA11001.
Copia della deliberazione citata è depositata presso la segreteria del Settore Assemblea regionale.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Variazioni di bilancio

d) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 18 settembre 2008 ha trasmesso, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n. 5 deliberazioni del 25 agosto 2008.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

e) Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che il giorno 23 settembre 2008 sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute del 16 settembre 2008.
Non essendoci osservazioni, si intendono approvati.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

f) Comunicazione ai sensi dell'articolo 53 del Regolamento interno del Consiglio regionale (assenze Consigliere Giovine)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 53, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio regionale, comunico che il Consigliere Giovine non ha partecipato per 13 giornate di sedute consiliari senza una sua comunicazione di congedo.
(Commenti del Consigliere Leardi)



PRESIDENTE

Intendo l'esclamazione del collega come una richiesta di informativa e la ringrazio per questo.
L'articolo 53, comma 3, "Congedi", recita: "I nomi dei Consiglieri che non partecipano per oltre 5 sedute consecutive nel Consiglio, senza essere in congedo ai sensi del 1° comma del presente articolo, vengono comunicati dal Presidente del Consiglio in Assemblea".
Inoltre, il comma 4 recita: "Il Presidente, nel caso di reiterate assenze non giustificate, può richiedere all'Assemblea che i nomi degli assenti vengano pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Naturalmente l'Ufficio di Presidenza seguirà la questione con attenzione, assumendo i provvedimenti che il nostro Regolamento permette non potendo fare diversamente.
Prima di passare all'esame del punto riguardante le interrogazioni e interpellanze, sospendo la seduta per cinque minuti, non essendo presente alcun membro della Giunta regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 10.35 riprende alle ore 10.40)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 2288 del Consigliere Leardi, inerente a "Rafforzamento del Servizio Sanitario in Valsessera"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'interrogazione n. 2288 del Consigliere Leardi, cui risponde l'Assessore Artesio, che ha pertanto facoltà di intervenire.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione sanitaria

L'interrogazione fa riferimento agli interventi di emergenza nell'ambito della ASL di Vercelli, e quindi riferisco in base alla relazione fornita dall'Azienda Sanitaria.
Nel mese di aprile 2008 è stato approvato il progetto di riorganizzazione del Servizio di Emergenza Territoriale 118, la cui riorganizzazione è già stata oggetto di molte comunicazioni dell'Assessore in questo Consiglio. A seguito dell'adozione della deliberazione è stata anche sottoscritta un'intesa tra l'ASL e le Organizzazioni Sindacali di categoria sul piano aziendale, nonché un'intesa quadro con l'Amministrazione regionale.
Tale progetto, relativo alla riorganizzazione dell'emergenza territoriale, è stato realizzato con il Direttore del Dipartimento Interaziendale del 118 ed è scaturito dopo attenta analisi dell'utilizzo dei mezzi di soccorso territoriale facenti capo al SET 118 e delle ambulanze aziendali, denominate "Delta".
Il progetto prevede la razionalizzazione delle attività del 118 con una costante verifica dei livelli di attività garantita mediante il coordinamento degli interventi di emergenza.
La riorganizzazione ha coinvolto l'attività delle ambulanze che vengono così utilizzate: due ambulanze "Victor" medicalizzate, quindi con medico a bordo operative su 24 ore, per l'emergenza sanitaria territoriale nelle postazioni di Soccorso Avanzato di Vercelli, Santhià, Gattinara, Varallo e Borgosesia, di cui una a Vercelli, una a Santhià, una a Gattinara, una a Borgosesia e una a Varallo; cinque ambulanze "Delta", senza medico a bordo di cui una a Vercelli ed una a Borgosesia utilizzate per i trasporti protetti, dalle 8.00 alle 20.00 con pronta disponibilità a coprire il turno notturno; un'ambulanza "Delta" (la terza) operativa a Vercelli per i trasporti programmati dalle 8 alle 16 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 12 il sabato con l'esclusione dei giorni festivi.
L'utilizzo delle tre ambulanze "Delta" discende, peraltro, da autorizzazione regionale, in quanto le ambulanze "Delta", senza medico a bordo, devono essere utilizzate esclusivamente per le necessità programmate dai Presidi Ospedalieri (trasporti protetti ordinari) e territoriali (servizio dialisi, ADI ecc.).


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione n. 2293 del Consigliere Rossi, inerente a "Controlli e verifiche sull'operato delle strutture private operanti nel Sistema Sanitario Regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2293 del Consigliere Rossi.
La parola all'Assessore Artesio per la risposta.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'Interrogazione n. 2293 è stata stilata dal Consigliere, a seguito degli eventi verificatisi nella situazione lombarda, in modo particolare credo - poiché non è citata - della Clinica Santa Rita.
A conseguenza di quell'allarme, è richiesto quale sia il comportamento dell'Amministrazione regionale nella funzione di controllo.
L'attività di vigilanza presso le Case di Cura private è disciplinata dalla LR 5/1987 che, ai sensi dell'articolo 8, attribuisce alle ASL attraverso le Commissioni di Vigilanza, il compito di segnalare al competente Settore regionale le irregolarità che possono comportare l'assunzione di provvedimenti, fermo restando l'obbligo di una verifica periodica e di una segnalazione annuale.
Quest'ultima verifica annuale è finalizzata al controllo del possesso e del mantenimento dei requisiti di legge previsti per esercitare l'attività sanitaria, ai sensi delle disposizioni della L.R. 5/1987 e dalle successive delibere applicative.
L'Amministrazione regionale, infatti, ai sensi di queste normative pu disporre interventi di vigilanza nell'ambito di quanto è oggetto della propria competenza autorizzativa. Pertanto, in ordine ai requisiti volti all'accreditamento e in ordine alle funzioni con le quali è stato richiesto l'esercizio d'attività.
In caso d'inadempienza alle disposizioni di legge, il Settore regionale, su segnalazione della Commissione di Vigilanza o d'ufficio laddove proceda su segnalazioni formali, diffida la Casa di Cura ad eliminare la causa d'inadempienza, stabilendo un termine entro il quale allinearsi ai requisiti prescritti.
Rientrano nella competenza della Giunta regionale i provvedimenti di sospensione o la revoca definitiva dell'autorizzazione all'apertura e all'esercizio dell'attività sanitaria, che possono entrambi essere disposti in caso di reiterate gravi infrazioni alle disposizioni di legge.
L'attività di vigilanza è integrata con verifiche dei livelli organizzativi e funzionali previsti dalle delibere della Giunta regionale.
Questi livelli organizzativi e funzionali appena citati vengono progressivamente recepiti negli accordi tra la Regione Piemonte e le Associazioni di categoria, ARIS e AIOP. Anche tali controlli vengono effettuati annualmente e costituiscono l'elemento per i pagamenti delle tariffe riconosciute alle strutture definitivamente accreditate e convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale.
Inoltre, l'Assessorato alla sanità centralmente svolge un'attività di controllo sulla corretta codificazione delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), come previsto dalle indicazioni statali che indicano quale tipologia di ricovero e degenza è prescrivibile a seconda della patologia in essere sul paziente ricoverato ed anche come previsto dalle disposizioni degli accordi Stato-Regioni.
In particolare, per effettuare quest'analisi campionaria vengono scelti dei campioni di SDO, sulla base di criteri di selezione predeterminati (o la maggiore frequenza del ricovero o la particolare remunerazione di quel DRG), su cui si chiede alle Direzioni Sanitarie - quindi è un controllo qualitativo, non più amministrativo - di effettuare verifiche approfondite sulla coerenza tra i contenuti delle SDO e quelli derivabili dalla lettura delle cartelli cliniche.
Quando gli esiti di tali controlli non sono chiari, vengono effettuate verifiche dirette con i rappresentanti delle Aziende Sanitarie e per le Case di Cura il controllo è delegato alle Commissioni di Vigilanza.
I controlli, secondo la normativa nazionale, devono essere almeno il due per cento dei ricoveri.
Quest'attività permette una verifica di congruità tra quanto codificato nelle Schede di Dimissione Ospedaliera, che quindi determinano il valore tariffario, e l'attività effettivamente svolta.
Inoltre, attraverso i normali strumenti di programmazione, vengono controllati e limitati i ricoveri che sono considerati a rischio di inappropriatezza. Questo avviene sia applicando le linee guida nazionali e regionali sia attraverso strumenti dissuasivi di carattere tariffario, i cosiddetti abbattimenti tariffari.
Sono, poi, valutate e considerate segnalazioni e reclami dei cittadini dell'associazionismo dei parenti, le stesse segnalazioni dei degenti laddove queste evidenziassero gestioni non corrette, o standard assistenziali non conformi rispetto alla remunerazione e all'accreditamento.
Per questi casi, sono attivate, da parte delle Direzioni delle ASL, le Commissioni di Vigilanza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Per il Consigliere Rossi la risposta è soddisfacente. La ringrazio; eventualmente faremo pervenire la risposta scritta al collega.


Argomento: Informazione

Interpellanza n. 2182 del Consigliere Burzi, inerente a "Abbandono della fibra ottica nelle zone olimpiche"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2182 del Consigliere Burzi.
La parola all'Assessore Bairati per la risposta.



BAIRATI Andrea, Assessore alle telecomunicazioni

Grazie, Presidente. L'interpellanza fa riferimento a un'infrastruttura in fibra ottica realizzata in occasione dei Giochi Olimpici dal gruppo Telecom; infrastruttura che - lo dico per inciso - è un doppio anello di fibra ottica che toccava sia le zone montane che una parte della zona metropolitana. Sono più di 400 chilometri di fibra ottica e l'interrogazione si riferisce al fatto che una parte di quest'infrastruttura è rimasta inutilizzata e pare, in alcuni casi danneggiata.
Ritenuto che l'infrastruttura possa avere un rilevante valore per lo sviluppo della zona, l'interpellanza chiede quali azioni siano state intraprese per fare in modo che questo investimento non deperisca e non rimanga inutilizzato.
Con riferimento a questa richiesta d'informazioni, devo informare i Consiglieri interroganti che l'infrastruttura era articolata su 420 chilometri di rete in fibra ottica e, all'interno dell'area metropolitana copriva una serie di zone attraverso 22 postazioni in tecnologia Wi-Fi.
Oggi, una significativa parte di infrastruttura è utilizzata dal gruppo Telecom Italia per fornire servizi di telecomunicazione, sia in voce che in trasferimento dati.
Una parte, quindi una frazione delle fibre, è attualmente disponibile per altri operatori di telecomunicazioni ed eventuali enti o clienti che la volessero utilizzare, quindi è un'infrastruttura aperta e disponibile sul mercato.
Una parte residua della stessa infrastruttura, subito dopo - non ho un'informazione cronologicamente precisa, diciamo qualche mese dopo - la conclusione dei Giochi Olimpici, in particolare alcune stazioni di connettività che erano costruite con funzionalità di carattere temporaneo momentaneo, è stata smontata e dimessa e non più utilizzata.
L'accordo di sponsorizzazione tra Telecom Italia e TIM per le Olimpiadi valeva circa 55 milioni di euro; la realizzazione delle infrastrutture ne è costata 20.
Grazie, Presidente. L'interpellanza fa riferimento a un'infrastruttura in fibra ottica realizzata in occasione dei Giochi Olimpici dal gruppo Telecom; infrastruttura che - lo dico per inciso - è un doppio anello di fibra ottica che toccava sia le zone montane che una parte della zona metropolitana. Sono più di 400 chilometri di fibra ottica e l'interrogazione si riferisce al fatto che una parte di quest'infrastruttura è rimasta inutilizzata e pare, in alcuni casi danneggiata.
Ritenuto che l'infrastruttura possa avere un rilevante valore per lo sviluppo della zona, l'interpellanza chiede quali azioni siano state intraprese per fare in modo che questo investimento non deperisca e non rimanga inutilizzato.
Con riferimento a questa richiesta d'informazioni, devo informare i Consiglieri interroganti che l'infrastruttura era articolata su 420 chilometri di rete in fibra ottica e, all'interno dell'area metropolitana copriva una serie di zone attraverso 22 postazioni in tecnologia Wi-Fi.
Oggi, una significativa parte di infrastruttura è utilizzata dal gruppo Telecom Italia per fornire servizi di telecomunicazione, sia in voce che in trasferimento dati.
Una parte, quindi una frazione delle fibre, è attualmente disponibile per altri operatori di telecomunicazioni ed eventuali enti o clienti che la volessero utilizzare, quindi è un'infrastruttura aperta e disponibile sul mercato.
Una parte residua della stessa infrastruttura, subito dopo - non ho un'informazione cronologicamente precisa, diciamo qualche mese dopo - la conclusione dei Giochi Olimpici, in particolare alcune stazioni di connettività che erano costruite con funzionalità di carattere temporaneo momentaneo, è stata smontata e dimessa e non più utilizzata.
L'accordo di sponsorizzazione tra Telecom Italia e TIM per le Olimpiadi valeva circa 55 milioni di euro; la realizzazione delle infrastrutture ne è costata 20.
Per quanto riguarda il ruolo e le relazioni che l'Amministrazione regionale ha tenuto con il gruppo Telecom sull'utilizzo dell'infrastruttura, quest'ultima è stata oggetto di due confronti. Il primo è stato effettuato da parte della Fondazione che gestisce gli impianti olimpici, per verificare l'eventualità di un accordo di promozione alla domanda e di gestione comune di una parte della infrastruttura, in particolare, quella a servizio degli impianti nei siti olimpici. Lo stesso anello, la parte residua ancora oggi funzionante, fa parte del protocollo d'intesa con il Gruppo Telecom per la copertura del digital divide; accordo che, come sapete, aveva l'obiettivo di completare la copertura dei Comuni piemontesi con le tecnologie di Alta Velocità entro la fine del 2008.
Ovviamente, quale considerazione a latere, il rapporto tra la disponibilità della connettività e la domanda da parte del territorio è ancora largamente squilibrato in favore della portanza e della capacità. Ad oggi, l'utilizzo dei livelli infrastrutturali di copertura ad Alta Velocità, più o meno approssimativamente, varia da zona a zona; al netto dell'area metropolitana, è poco più di un quinto della dotazione infrastrutturale di quella zona.
Sono disponibili le note tecniche.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bairati.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Devo dire che pur essendo stato attento - non me ne voglia l'Assessore non ho del tutto capito, tanto ci torneremo, probabilmente perché la risposta ha forti componenti...



(Commenti dell'Assessore Bairati)



BURZI Angelo

Non c'è alcuna forma retorica.
Può darsi che non abbia capito perché la risposta - poi la leggerò - ha forti contenuti tecnici, quindi non sono riuscito ad evincere la risposta rispetto alla domanda, che rimane banale.
Questa è una delle infrastrutture realizzate nel corso dell'intervento olimpico. Nell'interrogazione si ipotizza un costo dell'infrastruttura di circa 20 milioni di euro, mi pare che all'interno della risposta dell'Assessore il dato sia non solo confermato, ma integrato con un accordo più ampio, che evidentemente non toccava solo questa iniziativa nell'ambito del rapporto Regione-Telecom.
Il dubbio che si poneva con l'interpellanza - evidentemente raccolto dalla sensibilità dei Sindaci dei Comuni - riguardava l'infrastruttura nata contestualmente alle Olimpiadi, che come logica vuole dovrebbe avere una validità anche e soprattutto al di là dell'occasione olimpica, se sia ancora utilizzabile, quindi se abbia la funzionalità delle infrastrutture e non della mera occasionalità legata all'evento fine a se stesso - tanto ci torneremo, magari su altri argomenti.
evidente che le perplessità, che credo abbia buona parte di noi, su quali siano state, al di là delle polemiche di parte politica, le ricadute rispetto all'eccezionalità dell'evento non si risolvono con l'interrogazione. Però, questo è un tassello particolarmente importante mi scuso con l'Assessore se non ho compreso del tutto la risposta - perch la connessione in fibra ottica è una delle infrastrutture che pu permettere, in termini di comunicazione a doppia via, ai Comuni che sono stati sede dell'evento di trarne gli effetti anche al di là della fine dell'evento, che ormai è avvenuta due anni e mezzo fa.
All'interno delle comunità molti sono i dubbi che permangono, alcuni probabilmente derivanti anche da ignoranza tecnica o tecnologica, per il non utilizzo che, a due anni e mezzo dalla data dell'evento, questa infrastruttura manifesta nella sua potenzialità. Mi pare che lei stesso nella conclusione del suo intervento, abbia detto che soltanto un quinto della capacità, se così si può dire, immaginandola con un flusso di liquidi che questa struttura potrebbe sostenere, oggi viene sfruttato.
Un quinto è un numero. Per definire se un quinto sia soddisfacente o meno o, qualora non lo sia, cosa debba farsi per riportarlo a soddisfazione, le chiedo cortesemente un'ulteriore e breve replica, magari già oggi, oppure la rinvieremo in sede di Commissione, se e quando l'argomento potrà essere sviluppato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bairati, che interviene a integrazione di quanto richiesto dal Consigliere Burzi relativamente all'interpellanza.



BAIRATI Andrea, Assessore alle telecomunicazioni

Comincio con una precisazione. Quell'accordo dei 55 milioni era stato concluso tra Gruppo Telecom Italia e TOROC, non esisteva un rapporto di carattere commerciale rispetto alla realizzazione di quella infrastruttura con l'Amministrazione regionale, ma, come ricorda - parliamo del 2004 l'accordo avvenne tra Telecom e TOROC.
La considerazione finale del Consigliere Burzi è corretta: abbiamo molta capacità e una domanda che, più o meno, è quella che dicevo.
Per quanto concerne la considerazione successiva, sono ben lieto di discuterne in Commissione o, eventualmente, nuovamente in Aula, se lo si riterrà necessario, rispetto al ruolo che l'Amministrazione pubblica svolge su questo.
Come sapete, a differenza di altre Amministrazioni regionali che hanno deciso di acquistare le infrastrutture, non ritengo che il corretto ruolo dell'Amministrazione pubblica consista nel possedere le infrastrutture attualmente nella disponibilità di un gruppo privato.
Penso che il corretto ruolo di un'Amministrazione pubblica sia dato dal sollecitare la domanda attraverso i servizi di pubblica utilità, per fare in modo che quel quinto di utilizzo via via salga fino a saturazione - in realtà, se volessimo potremmo entrare nel dettaglio tecnico di quell'infrastruttura - dell'enorme portata di quella realizzazione che venne pensata e costruita sulla base di standard cosiddetti olimpici, come molte altre infrastrutture di quel periodo, che, nella fase successiva hanno visto un leggero - in alcuni casi, meno leggero - e un reale calo dell'utilizzo.
Penso - è un oggetto interessante su cui potremo tornare a discutere che il corretto ruolo dell'Amministrazione consista nel sollecitare la domanda di imprese e cittadini all'utilizzo di un'infrastruttura così rilevante di cui disponiamo, che oggi è in larga parte disponibile, solo una parte è stata dismessa per le ragioni a cui facevo riferimento nel mio primo intervento.


Argomento: Enti strumentali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Leo di una comunicazione della Giunta regionale relativamente ai ritardi nell'erogazione di fondi a Finpiemonte S.p.A


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 2211, presentata dai Consiglieri Leo Burzi e Toselli.
La parola al Consigliere Leo sull'ordine dei lavori.



LEO Giampiero

Per facilitare i lavori, ricordo che l'Assessore, in realtà, su questo ci ha risposto in Commissione. Ricorda, Assessore? L'interrogazione è rimasta depositata perché non ho mai provveduto al ritiro, per me la questione è superata, mi è sufficiente avere la risposta scritta.
In secondo luogo, approfitto della cortesia e dell'attenzione in ambito sociale del Presidente Placido: quando si potrà parlare sull'ordine dei lavori, ho una cosa molto importante da chiedere.



PRESIDENTE

Adesso.



LEO Giampiero

Già adesso?



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

L'interrogazione è a posto, Assessore Bairati.
Invece, per quanto riguarda l'ordine dei lavori, mi rivolgo all'Aula, a tutti i Consiglieri e, soprattutto, in questo caso, a quelli di maggioranza.
Cari colleghi, noi abbiamo fatto il possibile, di più non possiamo fare, siamo imbarazzati. Ribadendo la mia stima per l'Assessore Peveraro per la sua serietà e la struttura regionale, sono imbarazzato...



(Commenti del Consigliere Burzi)



LEO Giampiero

Il Consigliere Burzi si dissocia.
Sono imbarazzato nel dover porre un quesito.



PRESIDENTE

Si dissocia da quello che sta per dire l'amico e collega Leo o dalla stima?



(Commenti del Consigliere Burzi)



LEO Giampiero

Sono imbarazzato e pongo un quesito all'Aula. Visto che i contributi alle associazioni e a tutto il mondo culturale continuano a non arrivare la Finpiemonte si nega anche al telefono. Ieri, a quest'ora la Finpiemonte ha dichiarato che non era arrivata alcuna indicazione da parte della Regione. Sono allibito. Ci sono tre possibilità: la prima è che menta la Regione, e non voglio pensarlo assolutamente; la seconda è che menta la Finpiemonte e la terza è che i due Enti non si capiscano. La situazione è molto strana.
Non so se questa drammatica faccenda interessi solamente me, il collega Auddino e il collega Dalmasso mentre agli altri non interessa per niente ma è già la terza volta che in Aula ci garantiscono che la cosa è stata risolta...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Leo, non vorrei che gli altri colleghi mi accusassero di eccessiva indulgenza nei suoi confronti, ma non riesco a capire in cosa consista il suo intervento sull'ordine dei lavori. Questa è un'interrogazione, un'interpellanza...



LEO Giampiero

Vorrei che l'Assessore Peveraro (visto che è così cortese), verbatim ci chiarisse come stanno le cose, in modo tale che quando telefono alla Finpiemonte non mi dicano che la Giunta certe cose se le sogna. Il dato oggettivo è che siamo in ritardo da mesi e che la convenzione con la Finpiemonte è un fallimento. Questo è quanto si dice anche in Assessorato.
Assessore Bairati, lei ha presso di se un giovane stagista che quando non era in Assessorato ma militava nella sinistra giovanile, di fronte ad una cosa del genere si sarebbe strappato la barba e i capelli; adesso non parla, anzi, non lo fa nessuno e, intanto le associazioni non vengono pagate. È in atto un disastro culturale e la Finpiemonte non fa niente. Il fatto è grave: chieda ragguagli ai colleghi che hanno rapporti con le associazioni.
A questo punto, chiedo una dichiarazione in Aula per sapere cosa succede. Dire che la bugia è peccato...



PRESIDENTE

vero, la bugia è peccato, ma c'è anche chi continua a peccare.
Assessore Peveraro, al termine delle interpellanze e delle interrogazioni, se lo ritiene, potrà fare una comunicazione e chiarire se c'è responsabilità o meno della Giunta e se corrisponde al vero che Finpiemonte non risponde al telefono. Se fosse vero sarebbe estremamente grave.
Grazie, collega Leo.
La precedente interpellanza n. 2211 del collega Leo s'intende ritirata.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Innovazione tecnologica

Interpellanza n. 2348 del Consigliere Burzi, inerente a "Operatività del Centro Estero per l'Internazionalizzazione del Piemonte"

Argomento: Industria (anche piccola e media) - Innovazione tecnologica

Sollecito risposta ad interpellanza n. 2256 del Consigliere Cavallera inerente a "Sviluppo del Centro Estero per l'Internazionalizzazione del Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 2348, presentata dal Consigliere Burzi.
La parola al Consigliere Burzi per l'illustrazione.



BURZI Angelo

Ringrazio in anticipo perché dopo non credo mi sarà possibile.
Relativamente all'interpellanza n. 2348, mi domando, Presidente Placido come mai non si sia connessa, per identità di temi, alla n. 2256 dallo stesso identico titolo - cambia la declinazione del tema, ma non di molto.
Non credo che la Presidenza del Consiglio conduca un'attività così irriverente contro l'ex Assessore Cavallera, noto per il mantenimento di eccellenti rapporti con quasi tutti i colleghi. Siccome le interpellanze sono due le ho sollecitate entrambe. Ritengo non ci sia alcun problema a trattarle insieme né da parte del rispondente, tanto meno, spero, da parte degli interpellanti.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Burzi. Evidentemente, l'opposizione è più rapida della Giunta e delle comunicazioni che la stessa fa alla Presidenza del Consiglio. La ringrazio comunque e senz'altro prenderemo nota dell'accorpamento. La Presidenza del Consiglio, pur non avendo ricevuto disponibilità di risposta da parte della Giunta a quest'interpellanza, la ritiene ugualmente collegata. Verificheremo se e dove si è persa. Non avendola a nostre mani, se gentilmente ce la fa avere, l'accorpiamo.
L'Assessore Bairati risponde ora all'interpellanza n. 2348 ed ha pertanto facoltà di intervenire.



BAIRATI Andrea, Assessore alle politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione

Le due interpellanze sono identiche. Cambia solo l'ordine dei fattori ma la sostanza è la stessa: l'una fa riferimento allo sviluppo e l'altra all'operatività, funzionamento corretto e prospettiva del cosiddetto Centro Estero per l'Internazionalizzazione. Praticamente, la "strumentalità" regionale che si occupa di promozione verso l'estero dell'economia piemontese e dell'attrazione degli investimentio.
Argomento più volte dibattuto soprattutto sugli organi di stampa più che in quest'Aula. Meno male che oggi, opportunamente, ne parliamo nella sede adeguata.
Entrambe le interpellanze chiedono alla Giunta quali provvedimenti l'Amministrazione intenda adottare per un migliore funzionamento e quali investimenti si intendono stanziare per le prospettive di sviluppo, a partire da due considerazioni, che semplifico per chiarezza. L'una riguarda il Centro che, oltre ai due azionisti di riferimento (la Regione Piemonte e il sistema camerale piemontese: azionisti pubblici), contiene all'interno della rappresentanza societaria il sistema associativo, ovvero, le associazioni di categoria del Piemonte.
Quindi, le due interpellanze fanno riferimento soprattutto al fatto che il cosiddetto "decreto Bersani", ormai noto nei bar di tutto il Paese se non altro per la quantità di pareri che ha scatenato, pone dei vincoli abbastanza rigidi sul funzionamento delle società partecipate dal pubblico le cosiddette società in house - entrate nel lessico familiare di noi tutti. Ci si chiede se la presenza delle associazioni sia in qualche modo da considerarsi corretta nella forma e nella sostanza, rispetto al decreto di cui stiamo parlando.
Cercherò di procedere per ordine, perché le interpellanze richiedono una certa articolazione di risposta.
ovvio che, oltre ai pareri legali di cui disponevamo al momento dell'approvazione della legge per la costituzione del Centro, via via abbiamo dovuto richiederne altri per l'evoluzione della normativa, che afferma la piena legittimità di una società, come quella di cui stiamo parlando, ad operare in house, a condizione che venga esercitato il cosiddetto "controllo analogo", cioè venga esercitata una forma di controllo da parte degli azionisti di maggioranza, analogo a quello che verrebbe esercitato in una struttura puramente di natura pubblica.
Il controllo analogo, nel caso del Centro Estero per l'Internazionalizzazione del Piemonte, è largamente comprovato dal fatto che la maggioranza del capitale è in maniera schiacciante di provenienza pubblica. Inoltre, l'interpretazione evolutiva della norma della "legge Bersani" considera i soci privati del Centro eleggibili e di cui pu considerarsi corretta la partecipazione formale e sostanziale come soggetti privati non esercitanti attività imprenditoriali, cioè, di fatto, non esercitanti attività di natura commerciale.
Attualmente, con la norma vigente, sia nella sua forma iniziale sia nella sua forma evolutiva, le due condizioni primarie poste dal decreto Bersani, cioè un chiaro esercizio del controllo analogo e la presenza di soggetti, ancorché di natura privata, ma non esercitanti attività imprenditoriali di natura commerciale, come è il caso del CEIP estero rende la partecipazione delle stesse associazioni alla società in house di cui stiamo parlando, corrette nella forma e nella sostanza.
Seconda questione. Operatività e sviluppo. Qui vi fa riferimento in maniera più moderata, se mi si permette il termine, il Consigliere Cavallera, e in maniera più radicale il Consigliere Burzi, nel senso che si parla di rallentamenti da una parte e immobilismo dall'altra, all'attività del Centro suddetto.
Sono abituato a ragionare appoggiandomi a fatti e numeri. Se mi consentite, questa è l'occasione per ricordare brevemente i fatti nell'ordine cronologico.
Questa storia inizia a marzo 2006, quando il Consiglio approva la legge regionale n. 13 che prevede la nascita del Centro Estero. Da quella data si avvia il percorso di costituzione.
A dicembre 2006 viene costituita la nuova società. Nel frattempo interviene quello a cui facevo riferimento nella prima parte del mio intervento, cioè una nuova normativa, relativa all'in house.
Nel 2007 avviene il percorso di incorporazione delle diverse sigle che precedentemente svolgevano funzioni sia di promozione verso l'estero sia di attrazione agli investimenti. Viene, quindi, incorporato ITP, viene incorporata la parte di competenze internazionali della società che si occupava di promozione del sistema agroalimentare; vengono incorporate le competenze previste dalla legge per l'Agenzia territoriale regionale del turismo; viene avviato il progressivo conferimento delle competenze e il conclusivo scioglimento del Centro Estero Alpi del Mare di Cuneo.
Viene completata l'acquisizione del consorzio piemontese della formazione; viene completata l'acquisizione delle competenze di MKTP, una piccola società partecipata da ITP per il marketing territoriale; viene concluso l'accordo per l'incorporazione di Sprint, lo sportello che si occupa delle garanzie finanziarie per le imprese che vogliono esportare viene concluso l'accordo con l'analoga strumentalità della Regione Liguria per affrontare comunemente le problematiche di promozione e attrazione degli investimenti del sistema Nord-Ovest.
Vi fornisco alcuni numeri, visto che qualche indicazione possiamo ricavarla anche dai numeri.
Sul fronte dell'attrazione degli investimenti il confronto con il passato si può facilmente fare. Il Consigliere Burzi ricorderà che l'Agenzia che si occupava di questa materia, cioè ITP, nacque appoggiata su un finanziamento di natura comunitaria. Abbiamo sempre giudicato i risultati di quest'attività in modo positivo, ma abbiamo anche osservato che dovessero inserirsi in un quadro più largo e in un'integrazione più forte con le altre strutture che facevano la promozione verso l'estero.
In circa dieci anni di funzionamento - mese più, mese meno conta poco l'Agenzia ha concluso accordi complessivi di attrazione degli investimenti sul Piemonte - quasi, devo andare a memoria, ma sono informazioni facilmente raccoglibili - esclusivamente concentrati sull'area metropolitana della Provincia di Torino, per circa 400 milioni di euro. Il più importante dei quali, come ricorderete, è l'approdo a Torino del Centro di ricerche del Gruppo Motorola, a fronte di un investimento comunitario appoggiato sulla stagione precedente della programmazione degli investimenti dell'Unione Europea di circa un centinaio di milioni di euro.
Ad oggi, la nuova struttura ha sul proprio tavolo, a neanche un anno di piena operatività, circa un miliardo di euro di dossier per nuovi investimenti, con dieci investimenti conclusi per circa 650 milioni di euro, che corrisponderebbero a circa 1.000 posti di lavoro diretti che verranno creati.
Il più importante di questi nuovi investimenti, come sapete, è localizzato nella zona del Canavese, in particolare a Borgofranco di Ivrea ed è la costruzione di uno stabilimento manifatturiero per la produzione di semilavorati in policristallino per la produzione di pannelli fotovoltaici.
abbastanza banalmente ricavabile un quadro di indicazioni che, quanto meno, ci fa pensare che quei risultati raggiunti dalla struttura a cui facevo riferimento poco prima possono essere confermati, se non migliorati.
A questo si aggiungono gli eventi di presentazione internazionale circa 230 potenziali investitori incontrati, non ultimo nella recente missione in Giappone; 81 potenziale investitori segnalati attraverso le nuove reti di collegamento internazionale che abbiamo attivato in collaborazione con le Università, che sono i nuovi soci del Centro estero.
Più di 1.200 richieste evase di supporto consulenziale alle imprese piemontesi su problematiche di ordine fiscale, doganale, legale e amministrativo, ecc.
Sull'altro fronte i numeri del funzionamento del vecchio Centro estero sono stati pienamente confermati e incrementati dalla nuova struttura.
Circa 530 imprese piemontesi sono state affiancate e assistite alla partecipazione a 60 momenti espositivo/ commerciali del mondo; 100 imprese hanno partecipato alle missioni all'estero della struttura stessa; altre 570 hanno preso parte, grosso modo, ad una ventina di appuntamenti internazionali tra seminari e conferenze che si sono svolte per la promozione del nostro sistema economico.
ovvio che la mia risposta non può limitarsi a ricordare quali sono sinteticamente i numeri (riportati in una breve relazione che consegno all'Aula), né mi nascondo dietro un dito con una risposta di carattere puramente agiografico sapendo che percorsi di questo genere sono certamente complessi. Sono percorsi che richiedono una progressiva integrazione tra strutture che hanno storie, missioni, culture che una volta erano separate e che oggi, rispetto ad un obiettivo che, peraltro, da chi ci guarda da fuori, è ritenuto largamente condivisibile e rispetto a cui la soluzione che abbiamo predisposto è considerata importante e unica nel suo genere.
Ripeto, questo è un percorso complesso e difficile che, senz'altro, pu avere avuto, e avrà, delle difficoltà nella sua realizzazione. I risultati cui facevo cenno, il fatto che, comunque, oggi, come tutti noi abbiamo riconosciuto anche nel corso del dibattito in Aula e nella Commissione competente, si sia arrivati a disporre di un'unica struttura competente e ci si avvia anche a completare questo percorso attraverso una migliore e più razionale utilizzazione sia delle poste di bilancio che delle strutture preposte che hanno ulteriori competenze in materia di responsabilità economica verso la nostra economica (parlo delle centinaia di sigle consortili, cosiddetti consorzi per l'export, che sono coinvolti nella realizzazione operativa delle politiche), è un risultato estremamente importante.
Quali sono gli atti - mi riferisco alla parte di sviluppo dell'interpellanza dei Consiglieri - più vicini che l'Amministrazione regionale intende assumere, o ha già preso, per fare in modo che quest'operazione acceleri nella sua realizzazione e raggiunga gli obiettivi che ci siamo prefissi? Primo. Come sapete, non sono più eleggibili politiche di sostegno del sistema economico sui fondi europei, quindi quella cospicua dotazione che l'Amministrazione precedente aveva destinato a questi obiettivi non è una dotazione che noi siamo in grado di replicare dati i nuovi regolamenti comunitari. La Giunta, quindi, ha deciso di inserire gli investimenti per la promozione del sistema economico e per l'attrazione degli investimenti nella programmazione dei cosiddetti Fondi Fast, fondi per le aree sottoutilizzate, che ammontano a circa un miliardo di euro per il periodo di programmazione 2007-2013. Una parte di questi fondi, per l'esattezza 60 milioni di euro di investimenti iniziali, verranno destinati allo sviluppo di iniziative sia di promozione del sistema verso l'esterno sia - e sapete che per me questa è una priorità assoluta - di attrazione degli investimenti, in particolare di attrazione di investimenti in senso manifatturiero, ad alta intensità scientifica e tecnologica verso la nostra regione.
Quindi, il Centro potrà contare su una dotazione non dico equivalente ma una dotazione comunque significativa per la realizzazione di queste politiche.
Dopodiché, il processo di integrazione degli organi e delle strutture è pressoché completato, quindi le strutture lavorano da qualche mese in una sede unica e questo era un elemento assolutamente decisivo per la piena operatività del Centro e per la realizzazione di quegli obiettivi.
Concludo dicendo che chi ha sotto gli occhi i numeri dell'economia piemontese dell'anno precedente e di questi ultimi mesi, e sa leggerli come sicuramente è il caso dei Consiglieri interroganti - sa che destano significative preoccupazioni sul fronte della tenuta della domanda interna mentre sul fronte del riposizionamento e della riacquisizione di quote di mercato che erano state largamente pregiudicate e perse nel periodo tra il 2000 e il 2005, i risultati e le prestazioni del sistema piemontese sono particolarmente brillanti.
Se mi posso permettere la conclusione in maniera un po' più ironica direi: se forse l'operatività piena non è stata raggiunta, quanto meno le prestazioni del Centro non hanno recato danni all'economia piemontese visti i numeri che leggiamo sui giornali.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "Guglielmo Marconi" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola media "Guglielmo Marconi" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Siamo nella fase di quello che viene chiamato sindacato ispettivo, nel senso che la Giunta risponde ad interpellanze ed interrogazioni di singoli o più Consiglieri su problemi di vario genere. Nella fattispecie, si tratta del Centro Estero per l'Internazionalizzazione del Piemonte.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Innovazione tecnologica

Interpellanza n. 2348 del Consigliere Burzi, inerente a "Operatività del Centro Estero per l'Internazionalizzazione del Piemonte"

Argomento: Industria (anche piccola e media) - Innovazione tecnologica

Sollecito risposta ad interpellanza n. 2256 del Consigliere Cavallera inerente a "Sviluppo del Centro Estero per l'Internazionalizzazione del Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

In merito all'interpellanza n. 2348, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Parto dalla ultima frase dell'Assessore e poi mi ricollego alla prima sottolineando, come ha detto lui stesso, che intendeva utilizzare una modalità ironica.
D'accordo, prendo atto volentieri che l'Assessore con ironia dice che almeno qui non si è recato danno; e la parola "almeno" la aggiungo io.
Qui non si è recato danno e adesso le dimostro che ha torto sia qui come per altre aree. Cercherò di mantenere basso il livello della polemica perché siccome costruire leggi ed organismi è difficile, non farli funzionare mi sembra che sia facile. La dimostrazione è nei fatti e non tanto nella mia opinione, quanto in quella che tutti gli attori che attorno a questo obiettivi si sono mossi con ruoli differenti hanno. Siccome l'obiettivo è di porre rimedio al danno, uso anch'io l'ironia, perché sono un teorico, come tutti gli antiproibizionisti, della riduzione del danno quindi cercherei di ridurlo e di arrivare ad una proposta.
Intanto lei dice - altra affermazione grave, Assessore, ma ormai ci siamo abituati - che se n'è palato dappertutto tranne che qui. È vero, per se dico che questa è l'origine delle interpellanze, credo che sia una legittima critica. Mi fa piacere che ne convenga, ma uno dei compiti degli Assessori, a mio avviso e ad avviso non soltanto mio, è coinvolgere l'Aula che, come lei ha ricordato, è uno dei due maggiori soggetti pubblici di ampio riferimento insieme al sistema camerale nella gestione di questa legge.
E il fatto che qui non se ne parli è perché la Giunta non ha ritenuto se non dopo le interpellanze sollecitate, di coinvolgere l'Aula attorno a questo tema, che non è tema marginale. Lo riprendo dall'inizio per poi arrivare velocemente anche ad un'ipotesi di proposta che evidentemente non si esaurisce qui.
Intanto lei l'ha detto: non si nasconde dietro ad un dito. Guardi che avviene in tutti gli ambienti che di questo si occupano, con lo stile classico dei piemontesi. Io non lo considero un elemento necessariamente di merito che alcune cose si dicano con un certo grado serietà utilizzando l'indicativo presente magari al bar, al telefono in colloqui a due e poi qualora il dibattito emerga, che è esattamente quello che sto cercando di ottenere, è tutto un profluvio di silenzi, di cenni o eventualmente di congiuntivi e condizionali.
Questo fa parte di quella che diciamo essere la nostra cultura, e in questo caso molto negativa.
Però riprendo la questione dall'inizio. Ricordo che questa legge (marzo 2006) è una di quelle che abbiano votato anche noi dell'opposizione.
L'abbiamo votata perché la portammo in sviluppo alla fine della scorsa legislatura per argomenti che in questa fase non è utile ricordare come altre, come la legge della ricerca, che lei stesso portò a compimento all'inizio del 2005 o del 2006. La votammo, perché non è soltanto un cambio tra maggioranza ed opposizione che ci fece cambiare idea sul tema.
Quello che oggi ci fa cambiare idea e per cui vorremmo togliere ogni nostra responsabilità, non è sulla legge, ma su ciò che dalla legge in poi è avvenuto. Sono tre o quattro cose. I soggetti che dovevano essere integrati non sono stati integrati.
Su ATR non credo che sia difficile ricordare le polemiche sullo scioglimento (si fa per dire) celere, per non dire celerrimo, che l'Assessore Manica e la Giunta hanno operato dopo aver svuotato ATR di tutto ciò che serviva.
Sprint non può confluire, non essendo un soggetto giuridico; su Sprint ci sono anche interrogazioni specifiche, perché Sprint non è un soggetto giuridico, è un accordo di programma svolto dall'ex Direttore o attuale Direttore competente. Non so dire perché sono cambiate le mansioni e devo guardare le e-mail che vengono mandate sull'argomento da parte del dottor Cavaletto. Quindi, non è un soggetto giuridico. Alcuni avevano anche qualche perplessità sui consulenti che su Sprint hanno operato. Comunque tutto è, tranne che integrato.
IMA non si è sciolta e continua nella sua gestione. È passata una risorsa. Guarderemo le dotazioni finanziarie nel nuovo bilancio di previsione, perché evidentemente sono frutto degli stanziamenti della Regione e delle altre componenti societarie e, se non sbaglio, assommano a circa quattro milioni di euro rispetto ai 3,9 che la sola ITP precedentemente aveva.
Non compete a me fare i calcoli di quanto quest'area strategica debba avere come risorse. Io mi occupo solo di commentarle, ma certamente se ITP prima ne aveva 3,9 e oggi è a quattro, una delle due evidentemente era dotata in maniera erronea. Pare di assoluta evidenza che lo sia quella attuale.
Esiste un comitato strategico presieduto dalla Presidente Bresso, che non parla con gli organi di struttura di CEIP. Esiste un C.d.A. di CEIP, di cui ci sono i verbali, composto da circa 11-13 membri.
La legge Bersani ha opinioni diverse in proposito. Per quanto riguarda i pareri pro veritate, Assessore, se ad esempio li chiede a me, io le dico che sono granata e posso anche motivarli. Poi se mi richiede nuovamente un parere pro veritate, le ripeto che sono granata, e se me lo chiede un'ulteriore volta, le ripeto nuovamente che sono granata. Se lo chiede soltanto a me, rischia di trarre la conclusione, non casualmente erronea che tutto l'universo con cui lei parla sia granata. Se lei parlasse con qualcun altro, e mi risulta che con qualcun altro lei abbia parlato come Assessore, vedrebbe che le opinioni sulla materia del Bersani, sia esso famoso o famigerato, non sono affatto così solide. Tra l'altro, questa è una legge antecedente, quindi nulla quaestio che la legge n. 13 - di questo stiamo parlando - eventualmente non fosse in linea col decreto Bersani, ma certo per il problema dell'eventuale adeguamento della struttura degli organi di coordinamento e degli organi di decisione - parlo dei CDA qualche ragionamento attorno al mondo Bersani credo lo debba fare.
Terzo: sento associazioni datoriali, contino o non contino (uso il plurale perché sono più di una, non ho alcuna difficoltà a dire che riguardano sia gli ambienti di Confindustria sia gli ambienti di API quindi sono almeno due), profondamente insoddisfatte, non soltanto di lei (questo ormai è un patrimonio collettivo ed è facile essere insoddisfatti di lei, è una cosa talmente semplice, non è un problema difficile!), ma anche del funzionamento di questa legge.
Pertanto, e concludo, sarebbe opportuno riprendere - ove se ne convenga, e non è difficile - nella Commissione competente, il tema dell'applicazione della legge n. 13. Potrebbe essere ripreso autorevolmente dalla Giunta, che se ne fa carico, se scelgo la parte positiva dell'intervento dell'Assessore, quando ha detto: "Non voglio nascondermi dietro un dito, palesemente ci sono critiche significative attorno alla gestione di CEIP".
Ove l'Assessore ritenga di non volersene far carico, troveremo i metodi il Regolamento ne è ricchissimo - e le modalità, da parte di coloro che svolgono l'attività di opposizione, in questo caso critica - guardi che sono stato molto morbido! - per riprendere il tema di come far sì che la legge n. 13 sia applicata velocemente, a soli due anni e mezzo dalla sua nascita.
Poi, se vogliamo compiacerci, dicendo che questa non reca danno al Piemonte, bene, abbiamo finalmente un risultato positivo.
Almeno in questo caso, l'Assessore Bairati non rende danno al Piemonte.
Beh, ci sono delle giornate peggiori!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Una precisazione, relativamente all'interpellanza n. 2256: al di là della comunicazione della Presidenza e della disponibilità della Giunta che non era ancora pervenuta, non essendo presente l'interpellante (come unico firmatario, il collega Cavallera), anche per quanto si è verificato recentemente su una situazione diversa, ma paragonabile (devo constatare che non c'è più la disciplina di una volta; poi, magari il collega Cavallera disciplinatamente condividerà quanto indicato dal proprio Capogruppo), comunico che l'interpellanza sarà iscritta nel prossimo elenco del sindacato ispettivo.
Confido senz'altro che il collega Cavallera si riterrà soddisfatto della risposta dell'Assessore Bairati - in quanto questa è avvenuta - non nel contenuto, e della replica del Consigliere Burzi, che comprendeva anche l'interpellanza n. 2256.
Questo, per informazione.
L'Assessore Bairati ha chiesto la parola, per una piccola integrazione prego, Assessore, ne ha facoltà.



BAIRATI Andrea, Assessore alle politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione

Come il Consigliere Cavallera sa, in Commissione, temporibus, avevamo dato la nostra piena disponibilità ad imbastire il ragionamento cui faceva riferimento il Consigliere Burzi.
Voglio semplicemente confermare che questa disponibilità c'è, a patto che la Commissione calendarizzi il punto specifico all'o.d.g.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 2135 del Consigliere Leo, inerente a "Presenza del medico scolastico"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2135, del Consigliere Leo.
La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente. L'interpellanza n. 2135, presentata dal Consigliere Leo, è inerente alla presenza del medico scolastico nelle scuole dotate di laboratori tecnici ed aule di chimica, dove vengono utilizzati macchinari e sostanze potenzialmente pericolose.
Cerco di fornire un quadro, in merito a quanto la normativa vigente ad oggi prevede.
Nelle istituzioni scolastiche è prevista la figura del medico competente, che effettua una sorveglianza sanitaria sui lavoratori esposti al rischio definito dal Piano sulla sicurezza.
L'articolo 2 del decreto legislativo n. 626 definisce il lavoratore come persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro. Il medesimo articolo equipara ai lavoratori, in senso stretto, gli allievi degli istituti di istruzione e del sistema universitario, e i partecipanti che eventualmente possono esserci ai corsi di formazione nei quali si faccia uso di laboratori, macchine, apparecchi e attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici.
La figura del medico competente, quindi, è già prevista dal Piano di sicurezza del decreto legislativo 626, qualora ci sia necessità di sorveglianza sanitaria che emerga dal documento di valutazione del rischio che ogni datore di lavoro, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, è obbligato ad elaborare.
Nella fattispecie, la legge identifica il datore di lavoro nel Dirigente di un nucleo scolastico, quindi dell'autonomia scolastica.
Per quanto attiene alla questione della copertura economica, il MIUR tutti gli anni assegna dei finanziamenti alle Autonomie scolastiche finalizzati all'applicazione di quanto è previsto dalle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro.
Per quanto riguarda l'anno 2006, il Ministero ha assegnato 1.335.000 euro; per l'anno 2007, ha assegnato 1.306.000 euro, mentre non sappiamo ancora quanto sia il trasferimento previsto per il 2008. Sono stati aggiunti ulteriori 971.000 euro a copertura dei piani di sicurezza.
In aggiunta a questo, esiste un protocollo tra l'Ufficio scolastico e la Regione Piemonte, che si chiama "Scuola sicura" ed è stato attuato nella prima parte, che prevede la formazione del personale scolastico referente a titoli diversi, per la sicurezza e quindi compreso all'interno del Piano per la sicurezza.
Il protocollo prevede una seconda parte, cioè l'attivazione degli sportelli per la sicurezza all'interno delle istituzioni scolastiche attività che si sta predisponendo e si sta attuando. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.
La parola al Consigliere Leo, per la replica.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente. Desidero dire all'Assessore Pentenero due cose: la prima, che sono soddisfatto della risposta e la ringrazio perché abbiamo toccato un argomento importante, che anche a tanti colleghi sensibili a queste tematiche e al mondo della scuola non può non stare a cuore.
Seconda questione: mi rivolgo al Presidente Placido - Presidente e gentiluomo - per pregare di trasmettere, il mio apprezzamento all'Assessore Pentenero, perché è sempre molto precisa, viene in Commissione (a differenza di altri Assessori), è molto disponibile al dialogo e questo non può che fare piacere.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, anche degli apprezzamenti; penso che facciano piacere anche all'Assessore Pentenero.
Condivido con lei; noi siamo però - se mi permette - un Paese ben particolare, per cui chi fa il proprio dovere deve essere lodato! È normale che gli Assessori si presentino in Commissione!


Argomento: Asili nido

Interrogazione n. 2334 della Consigliera Cotto, inerente a "Bando per la prosecuzione, nell'anno scolastico 2008/2009, della sperimentazione del servizio socio-educativo denominato 'Sezioni Primavera'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2334 della Consigliera Cotto.
La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

L'interrogazione n. 2334 era volta a conoscere per quale motivo i tempi per l'assegnazione e l'ampliamento delle sperimentazioni delle Sezioni Primavera fossero così ristretti.
Occorre fare un minimo di cronistoria per comprendere le date che sono state indicate alle Autonomie scolastiche e al sistema dei Nidi del Piemonte.
Intanto, quest'anno sono state confermate dal Ministero le risorse che prevedevano l'attivazione di 65 sperimentazioni di Sezioni Primavera già avviate nell'anno scolastico 2007/2008.
Poiché riteniamo sia una situazione progettuale sulla quale investire la nostra Regione ha destinato risorse proprie per ampliarne la sperimentazione per l'anno scolastico 2008/2009.
Quindi, gli atti necessari per poter procedere al bando che potesse includere anche l'integrazione delle risorse previste dalla Regione Piemonte erano due. Da un lato, l'approvazione del PO, che abbiamo effettuato il 16 giugno, per poi poter sottoscrivere l'intesa con l'Ufficio Scolastico Regionale, che è stata siglata il 20 giugno.
Allora, il 16 giugno c'è stata approvazione del PO e l'assegnazione delle risorse; il 20 giugno è avvenuta l'approvazione della convenzione con l'Ufficio Scolastico Regionale; il bando è stato emanato il 30 giugno.
Questi erano i tempi minimi che siamo riusciti a calendarizzare.
ovvio che era necessario arrivare all'assegnazione, ma credo che i tempi siano stati più che sufficienti in considerazione del fatto che sono arrivate 36 domande; 18 sono le sezioni che, con le risorse assegnate in prima battuta, siamo riusciti a finanziare; ne restano 18 che ancora non sono state finanziate.
Poiché l'attenzione su questo argomento da parte del Consigliere ci è già stata segnalata anche dalla Presidente a seguito di una sua lettera voglio aggiungere che le situazioni che si verificano sono due. Per quanto riguarda la prima, ad oggi, occorre verificare quante delle sezioni assegnate sono in grado di partire, riuscendo così ad attuare il progetto che ci è stato presentato all'inizio di luglio. È già giunta la segnalazione di una scuola che rinuncia al contributo perché non riescono a partire. Ne resterebbero 18, che, eventualmente, potrebbero - questa è una proposta che avanzo - trovare copertura all'interno del piano triennale, ma per immaginare di finanziare tutte le Sezioni Primavera occorre individuare insieme un accordo.
Questa è la situazione dello stato attuale. Segnalo ancora un altro aspetto: le risorse necessarie a finanziarie le 65 sezioni avviate nell'anno scolastico precedente hanno visto una decurtazione da parte del Ministero di 300 mila euro. Quindi, noi dovremmo sopperire anche a questa carenza che il Ministero ha comunicato in questi giorni all'Ufficio scolastico regionale.
Il quadro che fino all'altro giorno presentava certe cifre oggi ne prevede altre, pertanto si deve svolgere un ragionamento approfondito per comprendere se riusciamo a trovare la copertura finanziaria attraverso le risorse disponibili.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Assessore.
Il 30 giugno è stato pubblicato il bando, ovviamente creando timori tra gli operatori, molti dei quali hanno ricordato che le strutture scolastiche erano appena state chiuse, e che tanti non potessero venire a conoscenza di questa opportunità.
La sperimentazione delle Sezioni Primavera è stata ottima, ho sentito diversi operatori nella nostra provincia, lo ha detto anche l'Assessore.
Recentemente, ho visto anche qualche notizia ansa della Presidente Bresso circa sua dichiarazioni dove chiedete al Governo di istituzionalizzare queste Sezioni Primavera, perché risolvono tanti problemi alle famiglie.
Chiedo con il prossimo bilancio di stanziare cifre maggiori per i servizi all'infanzia, perché quando abbiamo parlato di aumentare il fondo per gli asili nido alle Province ci è stata manifestata una preoccupazione di tagli da parte del Governo. Adesso che parliamo di finanziare le 18 Sezioni Primavera che sono rimaste escluse, mi si dice che la situazione a livello finanziario è peggiorata.
Ci vuole coraggio all'interno del bilancio regionale, se volete rendere concreto, realistico ed efficace il vostro programma! Voi queste cose le avete scritte nel programma: più servizi all'infanzia, più asili nido, più attenzione. Questo non avviene, cioè avviene se il Governo dà i soldi. Io me lo auguro, certo, ci mancherebbe, però c'è un bilancio regionale e certe scelte che noi vediamo devono avvenire indipendentemente dai finanziamenti del Governo.
Allora, Assessore, le saremo vicini perché noi crediamo nell'opportunità di fare vivere la nostra Regione attraverso più servizi all'infanzia, quindi vigileremo sul bilancio 2009, però vi chiediamo, così come a tutti i Consiglieri di maggioranza, di stare molto attenti affinch non si comprometta la credibilità.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 2207 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Villette minacciate dall'erosione del torrente Orba in località Ovada"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2207, presentata dai Consiglieri Botta Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale.
Risponde l'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo

Con l'interrogazione cui mi accingo a rispondere, il Consigliere Botta primo firmatario, chiedeva di conoscere quali soluzioni intenda trovare la Regione Piemonte per tutelare i cittadini residenti nella zona del Manzolo nel territorio del Comune di Ovada e se l'Assessorato competente non ritenesse opportuno utilizzare criteri di priorità per questo tipo di intervento, al fine di evitare ai cittadini in questione la perdita della propria abitazione e, nel peggiore dei casi, eventi luttuosi causati dalla possibile frana.
Comunico in proposito che la Regione ha già finanziato detti lavori per importo di 150 mila euro. Il Comune di Ovada, con convenzione stipulata in data 8 febbraio 2008, ha affidato al Settore Opere Pubbliche di Alessandria la progettazione dell'intervento. Il Comune medesimo con deliberazione della Giunta comunale n. 28 del 27 febbraio 2008 ha approvato il progetto preliminare/definitivo/esecutivo di "Protezione scarpata Torrente Orba, in località Manzolo Inferiore", per un importo complessivo di 150 mila euro quelli che noi abbiamo girato.
L'Ufficio tecnico del Comune, interpellato in ordine al mancato affidamento dei lavori, ha comunicato che vi provvederà immediatamente.
Si ritiene comunque utile informare gli interroganti che il dissesto di cui trattasi è classificabile come scorrimento di tipo rotazionale, che interessa la porzione sommitale del versante; lo stesso è associato a fenomeni di crollo dei volumi immobilizzati verso il fondo della scarpata dove è attualmente presente un'opera di difesa spondale in massi ciclipici realizzata nel 2000, utile a proteggere il piede del versante da eventuali problemi di erosione.
Le cause predisponenti il dissesto sono state storicamente ricondotte all'erosione da parte del Torrente Orba. In realtà, allo stato attuale, il movimento in atto non è riconducibile a cause prettamente idrauliche, bensì alla normale e naturale evoluzione gravitativa della scarpata rocciosa a substrato prevalentemente marnoso con intercalazioni arenaceo-sabbiose verso un nuovo profilo di equilibrio.
Tale situazione, agevolata dalla minima permeabilità dei terreni e dalla relativa plasticità degli stessi, potrà essere significativamente migliorata a seguito dell'esecuzione delle opere progettate riducendo mediante la messa in opera di reti in aderenza con geocomposito tridimensionale ancorate mediante chiodature e funi in acciaio incrociate l'erosione del ciglio della scarpata.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Sibille. Il collega Botta si ritiene soddisfatto dalla sua risposta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Mi ritengo soddisfatto.



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Botta, che mi non mi ha smentito. Mi era infatti sembrato di percepire, dalla sua espressione, una certa soddisfazione per la risposta fornita dall'Assessore Sibille.
Con questa interrogazione abbiamo terminato il Sindacato Ispettivo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto di Istruzione Superiore Statale "Des Ambrois" di Oulx (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto di Istruzione Superiore Statale "Des Ambrois" di Oulx in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Abbiamo appena terminato quello che viene chiamato "Sindacato Ispettivo", durante il quale i singoli Consiglieri (o più Consiglieri) interrogano gli Assessori della Giunta regionale in merito ad alcuni problemi.


Argomento: Piani pluriennali - Enti strumentali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Rossi, relativamente al ritiro di una delibera della Giunta regionale che prevede la modifica di un fondo messo a disposizione nel Programma pluriennale di intervento di 20 milioni di euro ad Eurofidi


PRESIDENTE

Il Consigliere Rossi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Più che altro, intervengo su quella che io ritengo sia stata una limitazione delle prerogative del Consiglio regionale.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Una questione così importante penso che meriti attenzione.
Prego, collega Rossi.



ROSSI Oreste

Direi che si tratta di un argomento abbastanza importante, che interessa, tra l'altro, anche il Vicepresidente Peveraro.
Sono stato informato - ho effettuato una verifica in tal senso - che un funzionario della Regione - non è un segreto, trattasi del dottor Cavaletto nonché membro di Eurofidi, durante la riunione di Eurofidi tenutasi venerdì scorso...



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, Consigliere Rossi, ma lei ha grande esperienza e sa che se vi sono questioni personali, l'argomento va trattato in seduta segreta.



ROSSI Oreste

No, no, lo ha dichiarato durante l'assemblea di Eurofidi, di cui fa parte, che è pubblica.
Durante il Consiglio di Amministrazione di Eurofidi di venerdì scorso tra l'altro, erano presenti tutti - ha dichiarato che la Giunta, con una sua delibera di settembre (non ricordo con precisione la data), avrebbe modificato un fondo messo a disposizione nel Programma pluriennale di intervento di 20 milioni di euro ad Eurofidi, finalizzato a favorire le garanzie al credito per le imprese. Questo funzionario avrebbe detto che la Giunta non avrebbe potuto fare tale operazione.
Ribadisco che questo è stato detto durante la seduta di Consiglio di Amministrazione di Eurofidi tenutasi venerdì scorso.
Sono andato a prendere questa delibera, che esiste, e che modifica l'utilizzo di questi 20 milioni di euro concessi ad Eurofidi sul Programma pluriennale di intervento. Si dichiara che di questa modifica - misura CR4 fatta attraverso delibera, sarà informata la competente Commissione consiliare ai sensi del paragrafo 5.2.2 del citato programma di intervento.
La delibera è del 22 settembre, quindi è recentissima. Il 25 c'è stata questa informativa in Eurofidi e adesso ne chiedo un chiarimento.
La Giunta va, dunque, a modificare un programma approvato, in base ai sensi della legge regionale, dal Consiglio regionale, sulla base di questo paragrafo (paragrafo 5.2.2), che recita: "Il programma può essere modificato con delibera della Giunta regionale, che ne informa la competente Commissione consiliare". È perfetto, ma lo precisa, come vi dicevo, il programma pluriennale di intervento. Attenzione, perché se andiamo invece a leggere - io credo che sia più importante la legge regionale approvata dal Consiglio rispetto al Programma pluriennale - la legge stessa, si dice: "Il Programma pluriennale è approvato solo ed esclusivamente a seguito del parere vincolante della Commissione consiliare", articolo 6, comma 2. A.
Aggiunge ancora al comma 3: "Il programma pluriennale di intervento è aggiornato" - in questo caso è chiaro che è si tratta di un aggiornamento "in relazione alle mutate esigenze del quadro economico regionale" - quindi la CR4 viene modifica; trattasi, dunque, di una modifica di questo programma regionale - "con le stesse procedure previste ai commi 1 e 2" ossia quelli che prevedono l'obbligatorietà del parere vincolante della Commissione. Quindi, essendo noi Consiglieri regionali, ed essendo il Consiglio regionale sovrano, e dovendo noi rispettare la legge regionale, è evidente che, essendo scritto sulla legge regionale che occorreva il parere vincolate sia per il programma che per eventuali modifiche in corso d'opera di parti di questo programma, la Giunta, prima di poter deliberare e modificare la destinazione di 20 milioni di euro sulla misura CR4, doveva obbligatoriamente ricevere il parere vincolante della Commissione competente.
Non è questione di poco conto, Presidente. Bisogna capire se è più importante un parere vincolante di una Commissione, previsto obbligatorio per legge regionale o, se invece, così come lo ha interpretato la Giunta conta di più un piano pluriennale che semplicemente ha avuto il parere di una Commissione. Non credo che un piano pluriennale che ha ricevuto il parere della Commissione possa scavalcare la legge regionale vigente.
Le chiedo, quindi, un'interpretazione. Nel caso sia corretta la nostra interpretazione, ovviamente le chiedo di invitare la Giunta regionale a ritirare la delibera, perché illegittima e assolutamente in contrasto con la legge, e di acquisire il parere vincolante della Commissione competente.
Dopodiché, eventualmente, si potrà rifare la delibera.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi. Le ho concesso il tempo necessario ritenendo di particolare importanza quanto lei segnalava.
In base alle fonti del diritto, è evidente che la legge non può essere modificata né da una delibera né da altro.
La prego gentilmente di voler fornire alla Presidenza quanto lei ha illustrato. La Presidenza del Consiglio si riserva di verificare se quanto lei ha affermato corrisponda a verità. Comunicheremo, nella prossima seduta di Consiglio, la verifica effettuata dagli uffici del Consiglio regionale.
La ringrazio.


Argomento: Piani pluriennali - Enti strumentali

Comunicazioni della Giunta regionale sulla delibera della Giunta regionale relativa ad Eurofidi e sull'erogazione fondi a Finpiemonte S.p.A.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Peveraro sulla questione sollevata dal Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Gli uffici della Presidenza faranno le verifiche del caso. Ovviamente i nostri uffici, a seguito di valutazioni, hanno ritenuto il provvedimento legittimo.
Non entro nel merito del comportamento del funzionario, anzi del Direttore, perché sarà un'altra la sede in cui si faranno le opportune valutazioni. Vorrei solo sottolineare che ciò che è stato fatto è stata una piccola correzione, perché quell'ammontare era già stanziato sul piano pluriennale e continua ad essere confermato sia nell'entità che nella destinazione.
la modalità con cui verrà utilizzato quel fondo che cambia.
evidente, quindi, che il punto di riferimento è il ragionamento che gli uffici hanno fatto per dire che non siamo nella fase di aggiornamento del piano pluriennale a suo tempo portato all'attenzione della Commissione, su cui vi era stato il parere della stessa.
Peraltro, il Presidente ha già precisato che la settimana prossima verrà comunicata la valutazione dell'Ufficio di Presidenza; chiedo solo di accelerare i tempi, perché questa considerazione sbloccherà dei fondi importantissimi per gli artigiani e per la piccola impresa. Sblocco che non credo e non mi auguro sia l'obiettivo del Consigliere Rossi, anche se, dal suo intervento, mi pare di avere inteso che proprio questo tipo di considerazioni e di osservazioni siano tese a bloccare l'erogazione di fondi che tutto il mondo artigiano e tutto il mondo della piccola e media impresa attende, sulla base di quella modifica che noi abbiamo fatto al piano pluriennale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi sulla comunicazione della Giunta.



ROSSI Oreste

Presidente, mi permetto di consigliarle, visto che c'è stato l'intervento dell'Assessore, di chiedere copia del verbale della seduta di Eurofidi di venerdì, in quanto parrebbe, da come mi è stato riportato, che questo funzionario-dirigente abbia proprio dichiarato che tale scelta fosse illegittima. È da queste parole che è nata la mia preoccupazione di voler verificare. Dovrebbe essere tutto a verbale, quindi, vi chiedo di acquisirlo.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Rossi.
La parola al Consigliere Vignale sulle comunicazioni della Giunta.



VIGNALE Gian Luca

Intervengo non nel merito perché lo ha già ampiamente documentato in modo corretto il Consigliere Rossi, ma per fare una considerazione. Il Vicepresidente ha fatto presente che gli uffici verificheranno e dunque avremo una risposta corretta. Ad ogni modo, non si può non sottolineare che anche un'eventuale modifica del piano (qualora la competenza fosse consiliare) in termini migliorativi rispetto a quello approvato eventualmente richiesta dalle rappresentanze del mondo artigianale e imprenditoriale, possa violare quanto il Regolamento e lo Statuto prevedono.
In ogni caso, anche se volessimo fare delle migliorie, siamo tenuti al rispetto della norma. Dopodiché, non credo sia questo il momento di eventuali considerazioni di carattere politico: anche noi siamo più interessati alla risposta che ci daranno gli uffici, per capire se la Commissione, nel merito, doveva in qualche modo intervenire.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Se non ci sono altre richieste sulle comunicazioni della Giunta, volevo sottolineare che non ci sono piccole o grandi illegittimità: o è legittimo o non lo è. La Presidenza del Consiglio si riserva di verificare se e in quale misura è avvenuto quanto sostiene il Consigliere Rossi.
Prima di passare al disegno di legge n. 453, l'Assessore Peveraro si era riservato di rendere una comunicazione al collega Leo, rispetto a quanto indicato in precedenza. Se però lei ritiene (la ringrazio se condivide), può effettuare la comunicazione sui finanziamenti relativi al mondo della cultura, anche in sede di IV Commissione. Ringrazio l'Assessore Peveraro della disponibilità.
La parola all'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Non ho avuto un aggiornamento, ancorché abbia cercato il Presidente di Finpiemonte S.p.A., rispetto a quanto mi è stato riferito alle ore 13 della giornata di ieri, dal Presidente stesso, ovvero che nel pomeriggio sarebbero iniziate le procedure di erogazione dei fondi. Confermo che la Regione ha trasferito risorse ammontanti a 14 milioni e 700 mila euro, se non ricordo male la settimana scorsa o, addirittura, due settimane fa.
Alla luce di quella che era la disposizione inserita nella legge finanziaria, questa disposizione aveva bisogno di un regolamento predisposto solamente in queste ore e, conseguentemente, Finpiemonte ha potuto iniziare ad attivare la procedura relativa all'anno 2008, spero da ieri pomeriggio, anche se la questione è in corso di sistemazione, così come i termini dell'ammontare che, se non ricordo male, per il 2008 ammonta a circa 12 milioni e 500 mila di euro.



PRESIDENTE

Grazie Assessore Peveraro.
Sulla sua comunicazione hanno chiesto la parola il Consigliere Leo e il Consigliere Burzi.
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Ringrazio per la comunicazione, però l'Assessore Peveraro, che credo abbia notato la mia moderazione sulla vicenda, mi dà ragione su quanto avevo dichiarato a luglio: l'Assessore alla cultura aveva detto che le cose sarebbero state risolte. Il Vicepresidente Placido lo ricorderà così come la Consigliera Pozzi: i fondi sarebbero stati disponibili già entro fine luglio, e poi fine agosto. Evidentemente, tali notizie rassicuranti non erano reali. Pongo un quesito che so in essere anche nell'Assessorato alla cultura. Se i tempi sono questi, ha avuto senso una convenzione che doveva permettere di pagare molto tempo prima e, invece, finirà per pagare molto tempo dopo i tempi della Regione? Considerando la situazione di vitale importanza, ne ho parlato con la Consigliera Pozzi, che ringrazio moltissimo per la sensibilità e l'attenzione che presta sempre in Commissione, e per come ci sensibilizza, a ragione, a non perdere tempo sui fondi da erogare.
La ringrazio, Assessore Peveraro, ma converrà che il dato oggettivo è che siamo andati molto più in là di quanto la Giunta aveva dichiarato.
L'Assessore Oliva aveva presentato questa convenzione come una panacea che avrebbe fatto erogare i soldi molto prima dell'ordinario (periodo tra maggio e giugno). Pensavamo fosse possibile un'erogazione dell'80% intorno a giugno come avveniva ai tempi della Giunta Ghigo. Credo che il collega o chiunque abbia rapporti con le associazioni possa testimoniarlo.
Dopodiché, tutto è bene quel che finisce bene. Sono contento di avere sollevato la questione perché, Assessore, lei lo comprende benissimo, si trattava della sopravvivenza di moltissime realtà.
Ringrazio anche la Consigliera Pozzi che aveva dato la disponibilità qualora la situazione non si fosse sbloccata, per un'audizione in Commissione.
Stamattina volevo la buona notizia, ma forse impressionati dal fatto che stamattina avreste telefonato, quelli della Finpiemonte non si sono fatti trovare. Confermo però che ieri mattina alle 10.15 la Finpiemonte aveva detto che la Regione non aveva ancora dato nessuna notizia utile per le erogazioni.



PRESIDENTE

Collega Leo, bisogna sempre avere fede.



LEO Giampiero

Infatti ne ho avuta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Ringrazio la disponibilità del Vicepresidente che ha tempestivamente risposto, non so con quale grado di soddisfazione (il Consigliere Leo, si sa, appartiene all'area dei falchi o delle colombe, quindi non sempre abbiamo un idem sentire su questi temi).
Tuttavia, in una delle pause di polemiche rispetto alla gestione dell'area bilancio in senso lato, uno degli episodi più spiritosi - credo che si possa fare meglio - lo ricorderà il Vicepresidente Peveraro, fu quando ci accusava, anche se non è il termine giusto, del fatto che, grazie all'attività ostruzionistica - che all'epoca stavamo effettivamente facendo si erano bloccati centinaia o migliaia di pagamenti. Ma questo fa parte del colore della polemica che c'è stata.
Non escludo che ci sarà di nuovo, non appena, se e quando, il Vicepresidente presenterà prima alla Giunta e poi all'Aula i documenti del bilancio di previsione, ma adesso siamo in una pausa.
Il tema dei pagamenti è tema oggettivamente rilevante, sempre, a maggior misura oggi, perché ci sono almeno due elementi. Da un lato l'Ente Regione, chiunque momentaneamente la governi, per lungo tempo ha avuto un'immagine di eccellente pagatore. Ci fu addirittura un momento in cui si pensò che l'accorciamento dei tempi di pagamento potesse servire in termine di riduzione, come un tempo si faceva nelle aziende, e di sconto finanziario sulle accelerazioni delle condizioni di pagamento (un po' perché si poteva fare e un po' perché le condizioni lo permettevano).
Dall'altro lato vi sono le lamentele del mondo delle forniture, o delle subforniture, in qualche modo connesse con l'Ente Regione - sia direttamente che indirettamente - come e quando nel caso suggerito dal Consigliere Leo, ossia tramite Finpiemonte, ma che per comodità vediamo soggetto rappresentativo dell'Ente.
Le chiedo se potesse, non certamente oggi, ma nella prossima sessione di I Commissione, domani se è già in grado, darci un quadro non tanto a noi, ma una puntualizzazione sul rapporto impegni-liquidità, sullo stato dell'arte della Regione come soggetto pagatore. Crediamo sia utile mettere un punto fermo sulle difficoltà se ci sono, qualora ci siano (a nostro avviso ce ne sono ancora, così almeno sentiamo dire da più parti), quali siano i rimedi che la Giunta ha intrapreso, se ne ha intrapreso, o stia pensando di intraprendere o se sta riflettendo - ricordo alla Giunta che mancano solo 18 mesi e mezzo al massimo, campagna elettorale compresa - in modo che non tanto noi, ma la Giunta possa dire ai soggetti interessati qual è lo stato dell'arte della materia dei pagamenti.
Lo riprenderemo in momenti diversi, magari lì il livello della polemica sarà maggiore. È sempre difficile, quando la polemica è più alta, fare dei ragionamenti seri.
Adesso c'è ancora questa oasi che è un po' come l'occhio del ciclone: i venti sono fermi, attorno c'è un turbinìo.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 453, inerente a "Individuazione, istituzione e disciplina dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare il disegno di legge n. 453, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Motta, relatrice.



MOTTA Angela, relatrice

Consiglieri, vista l'ora mi permetto di dare per letta la relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, ferma restando la necessità di mantenere la legislazione regionale sui distretti rurali e sui distretti agroalimentari di qualità nell'alveo tracciato dall'articolo 13, commi 1 e 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell' articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57), appare ormai improcrastinabile la redazione di una nuova normativa in materia. Le ragioni di tale scelta possono essere così riassunte.
L'attuale quadro normativo di riferimento, così come delineato dalla legge regionale n. 20/1999 sulla disciplina dei distretti dei vini e dalla legge regionale n. 26/2003 (Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità), presenta una sostanziale incongruenza dovuta al fatto che la prima ha natura di legge specialistica, mentre la seconda si configura come legge generalista. Tali norme prospettano, di fatto, due nozioni di distretto agroalimentare non propriamente assimilabili, venendo a creare una situazione disomogenea in termini di politiche territoriali regionali. Da qui la necessità di definire una disciplina normativa univoca e coerente, riportando i distretti dei vini all'interno di indirizzi e strategie di programmazione territoriale coerenti con la disciplina prevista per i distretti rurali e agroalimentari di qualità. Tale azione è possibile nella misura in cui i distretti dei vini vengono concepiti quali fattispecie di cui alla legge regionale n.
26/2003.
inoltre necessario prendere atto dei limiti che, in ambito applicativo, ha mostrato la legge regionale n. 20/1999, limiti legati ai tempi eccessivamente lunghi intervenuti per la costituzione dei Consigli di distretto e per la elaborazione dei piani, nonché, con riferimento alla legge regionale n. 26/2003, ai ritardi nell'avvio, essenzialmente a motivo delle difficoltà incontrate dalle province nella definizione territoriale dei distretti agroalimentari di loro interesse.
Tra i limiti evidenziati dalla sperimentazione risulta altresì quello della contiguità territoriale, che dal presente disegno di legge viene superato in presenza di correlazioni culturali, economiche e di sviluppo che presuppongono una progettazione congiunta delle aree territoriali (articolo 5, comma 6). Inoltre l'appartenenza degli stessi territori a più distretti non costituisce motivo ostativo alla loro costituzione.
Sembra importante precisare che la nozione di distretto rurale, ripresa dalla legge regionale n. 26/2003 ai sensi dell'articolo 13, commi 1 e 2 del decreto legislativo n. 228/2001 e che si ritiene di confermare anche nella nuova normativa, potrebbe essere meglio resa come sistema locale rurale. La normativa ripropone i contenuti del citato decreto legislativo intendendo per distretti rurali quei sistemi economici locali con una produzione agricola coerente con le vocazioni naturali del territorio e significativa per l'economia locale, un'identità storica omogenea, una consolidata integrazione tra attività agricole e altre attività locali.
Per i territori già interessati dall'esperienza Leader si ritiene opportuno prevedere la partecipazione dei gruppi di azione locale (GAL) quali soggetti di programmazione nell'ambito del distretto rurale, anche in considerazione dell'evoluzione, sul piano nazionale, delle strategie riguardanti i processi partecipati, che vedono nella nuova Rete nazionale rurale lo strumento di informazione e cooperazione delle esperienze di governance locale per il prossimo periodo di programmazione dello sviluppo rurale.
La scelta di rifarsi all'esperienza Leader risponde alla necessità di definire una programmazione integrata dei territori, in grado di consentire una maggiore estensione dell'area interessata alla pianificazione.
L'ampliamento territoriale garantisce, infatti, un'armonia progettuale su aree regionali ampie, che condividono interessi di sviluppo univoci.
In fase di prima attuazione, in un'ottica orientata ad offrire una disciplina il più possibile duttile alle necessità pianificatorie del territorio ed al fine di agevolare la sperimentazione della governance distrettuale, si prevede la possibilità del ricorso a strutture flessibili definite in maniera puntuale nelle istruzioni attuative, le quali si pongono quale alternativa alle strutture stabili.
I distretti sono stabili quando la caratterizzazione territoriale ambientale, sociale e culturale rende l'area imprescindibilmente legata ad una produzione specifica che è motore del suo sviluppo.
Sono entità flessibili le individuazioni territoriali connotate da obiettivi comuni di sviluppo, soggette a variare in funzione delle connessioni economiche di mercato, sociali e produttive.
Le entità flessibili possono avere durata temporanea, determinata dal tempo necessario per il raggiungimento degli obiettivi comuni. La scelta di definire le modalità nelle istruzioni attuative, risponde alla necessità di ricorrere a strumenti normativi più flessibili e facilmente adattabili della legge.
Per convenzione, nella nozione di distretto agroalimentare di qualità appare opportuno comprendere anche i distretti non diversamente collocabili, come quelli dei fiori e delle produzioni vivaistiche. Inoltre in conformità con gli indirizzi comunitari che pongono l'accento sulla necessità di incentivare, nelle aree periferiche alle città, forme economiche slegate dalla produzione di prodotti destinati all'alimentazione umana, il disegno di legge introduce le aree periurbane quali ulteriori contesti idonei alla costituzione di distretti rurali. È possibile prevedere che in essi verrà realizzata un'agricoltura multifunzionale in grado di offrire prodotti e servizi suscettibili di fruizione urbana.
Nel periodo intercorso dall'approvazione delle due citate leggi ad oggi, si sono precisati i contorni delle nozioni di distretto rurale e di distretto agroalimentare, nonché di filiera agroalimentare ed agroindustriale.
Gli studi condotti sui distretti rurali e sui distretti agroalimentari l'attività svolta in attuazione della legge regionale n. 20/1999, la metodologia di individuazione dei distretti agroalimentari di qualità predisposta dall'IRES nel rispetto della legge regionale n. 26/2003 l'attività svolta dalle province che si sono cimentate nella delimitazione dei distretti agroalimentari di qualità ai sensi della legge regionale n.
26/2003, nonché l'importante esperienza condotta in Piemonte relativamente all'approccio Leader sono tutte ragioni che consentono al legislatore regionale di affinare la normativa in tema di istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità, migliorandone anche le caratteristiche di fattibilità amministrativa.
Trova conferma anche in Piemonte il fatto che i distretti rurali ed i distretti agroalimentari di qualità costituiscono modelli organizzativi di crescita, nell'ambito dei quali si realizza lo sviluppo locale al fine di esaltare la competitività territoriale, stante un sistema di relazioni che vede coinvolti attori pubblici e privati interessati a definire forme di governance capaci di individuare azioni condivise di sviluppo locale sostenibile.
La nuova politica dello sviluppo rurale, quale quella compiutamente definita dal Regolamento sullo sviluppo rurale (Reg. CE n. 1698/2005) conferma una specifica attenzione alla dimensione territoriale, nonch all'integrazione delle catene agroalimentari.
pertanto opprtuno riproporre in termini nuovi una legislazione regionale sui distretti rurali e sui distretti agroalimentari di qualità nella consapevolezza che la Regione intende assumersi l'impegno di superare la frammentazione, che ancora caratterizza per larga parte l'intervento pubblico e che vede una dispersione territoriale delle azioni, a beneficio di strumentazioni di intervento in grado di realizzare l'integrazione tra progettualità pubblica e privata. Tale percorso trova la sua maggiore legittimazione nel fatto che i distretti rappresentano modelli di sviluppo già presenti sul territorio regionale e che pertanto obiettivo precipuo delle scelte strategiche in materia deve essere il loro rafforzamento e consolidamento.
Il distretto, in tale prospettiva, si configura quale espressione della capacità di fare sistema del territorio ed è il riconoscimento dell'esistenza di processi di concentrazione e specializzazione produttiva e territoriale.
Al riguardo è inoltre necessario evidenziare che questa metodologia di programmazione non modifica le fonti di finanziamento, che rimangono quelle ordinarie sia che trattasi di fondi comunitari che statali oppure regionali.
Per quanto concerne il governo di distretto, la scelta è ricaduta su forme di partenariato pubblico/privato, laddove la presenza pubblica è obbligatoria.
Tale scelta è stata indotta anche dagli orientamenti comunitari laddove sanciscono che per partenariato si deve intendere una struttura di partecipazione tra soggetti pubblici e privati che in accordo comune collaborano nell'attuazione di una strategia coerente.
Si è tuttavia ritenuto opportuno demandare alle istruzioni attuative una definizione più puntuale delle possibili forme societarie od associative nelle quali si può costituire il distretto, ipotizzando, sin da ora, flessibilità nelle forme che i soggetti di programmazione potranno assumere, fatte salve le norme civilistiche in materia.
Per garantire continuità alle attività già intraprese sul territorio si riconfermano i distretti riconosciuti ai sensi delle leggi regionali n.
20/1999 e n. 26/2003 nei loro ambiti territoriali.
Di seguito si procede ad una breve descrizione dell'articolato, in parte modificato, rispetto al testo originario, in sede di esame da parte della Commissione.
L'articolo 1 prevede le finalità che consistono nella disciplina dell'individuazione e istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità, ai sensi dell'articolo 13, commi 1 e 2 del decreto legislativo n. 228/2001.
Nell'articolo 2 vengono definiti i distretti rurali e i distretti agroalimentari di qualità.
L'articolo 3 stabilisce i requisiti per l'individuazione dei distretti rurali, tra cui va menzionata la presenza di un insieme di attività e funzioni diversificate, quali l'agricoltura con caratteristiche di multifunzionalità, l'artigianato, la piccola industria, il commercio, la ristorazione e la ricettività alberghiera, aventi una base territoriale comune ed essendo organizzate in prevalenza per il soddisfacimento del ciclo corto e della conservazione e valorizzazione delle risorse naturali e culturali locali. Non va trascurato il fattore inerente all'esistenza di rapporti di tipo collaborativo tra le istituzioni locali, le imprese agricole e le imprese di altri settori locali, anche sotto forma di convenzioni.
Nell'articolo 4 vengono previsti i requisiti per l'individuazione dei distretti agroalimentari di qualità, che si caratterizzanto in particolare per: a) la realizzazione di uno o più prodotti merceologicamente omogenei certificati e tutelati ai sensi della vigente normativa comunitaria, oppure di produzioni tradizionali o riconducibili a sistemi di qualità nazionali di prossimo riconoscimento, la cui produzione risulta significativa a livello dell'economia agroalimentare regionale b) la presenza di filiere produttive caratterizzate da relazioni di integrazione e di interdipendenza tra le imprese agricole e quelle del settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari c) la costituzione di rapporti di tipo collaborativo tra le istituzioni locali e le imprese agricole ed agroalimentari, anche sotto forma di convenzioni, per promuovere lo sviluppo dell'imprenditoria locale e la valorizzazione dei prodotti tipici, biologici e di qualità.
L'articolo 5 stabilisce le modalità per l'individuazione territoriale dei distretti rurali e agroalimentari di qualità, che avviene sulla base di azioni di animazione del territorio da parte della provincia la quale deve garantire la più ampia concertazione sentendo le rappresentanze economiche sociali ed istituzionali. Alla provincia spetta inoltre il compito di elaborare la proposta di individuazione territoriale e di trasmetterla alla Giunta regionale per l'approvazione.
Il distretto, secondo il disposto dell'articolo 6, è costituito in società o in forma associativa, secondo la disciplina del codice civile: in essa sono necessariamente presenti le province, i comuni singoli o associati e le comunità montane interessati, nonché i soggetti privati.
Qualora i distretti rurali ricadano in aree in cui insistono i programmi Leader, i gruppi di azione locale fanno parte della forma societaria o associativa prescelta.
L'articolo 7 detta le norme relative al funzionamento del distretto.
L'articolo 8 prevede i contenuti che deve possedere il piano di distretto. Da rilevare, tra gli strumenti e le strutture da istituire per l'attuazione del piano e per la valorizzazione complessiva del distretto le strade del vino e le strade dei prodotti agricoli e agroalimentari di qualità e altresì le agroteche regionali.
Le procedure per l'approvazione del piano, di cui all'articolo 9 prevedono che il distretto rediga la proposta di piano entro 180 giorni dalla sua costituzione e la presenti all'Assessore regionale competente in materia di agricoltura il quale, al fine di garantire un ruolo consultivo alle istituzioni locali e alle rappresentanze economiche e sociali del territorio distrettuale, convoca appositi tavoli di distretto. Il piano che ha validità triennale, viene quindi approvato dalla Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare.
Nell'articolo 10 è prevista la composizione del tavolo di distretto che è collegio di consultazione obbligatoria.
L'articolo 11 prescrive le norme per l'attuazione del piano mediante l'esecuzione di programmi annuali.
L'articolo 12 prevede che la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, approvi, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, le istruzioni attuative che devono definire, tra l'altro, gli indirizzi e le modalità per la costituzione dei distretti, la percentuale di cofinanziamento della Regione alle spese di funzionamento dei distretti, le indicazioni inerenti alle procedure per la costituzione delle strade del vino e delle strade dei prodotti agricoli e agroalimentari di qualità e per la costituzione delle agroteche regionali. Da non trascurare la previsione della possibilità per i soggetti pubblici e privati di proporre, in via sperimentale, aggregazioni distrettuali temporanee e flessibili su economie territoriali non significative a livello regionale.
Con l'articolo 13 viene sostituito l' articolo 2 della legge regionale n. 37/1980, già modificato dall'articolo11 della legge regionale n.
20/1999, relativo alle enoteche regionali. Tra l'altro, si concede alle enoteche la facoltà, oltre che di realizzare e gestire strutture esterne alla propria sede, anche di partecipare ad associazioni, società ed enti senza fini di lucro.
Nell'articolo 14 è previsto il monitoraggio della Giunta regionale sull'attuazione del piano di distretto e sull'attività svolta.
Con l'articolo 15, elaborato in sede di Commissione, è stata inserita la clausola valutativa. Il disegno di legge individua una normativa in parte innovativa rispetto alle precedenti leggi che regolano la materia dei distretti e la Regione, nell'ottica di rendere fattiva la realizzazione della nuova disciplina, ha previsto di contribuire ad alcune fasi della costituzione e gestione del distretto: tale erogazione rende opportuna una valutazione ex post dell'attuazione del provvedimento in oggetto. La Giunta è tenuta pertanto a trasmettere al Consiglio regionale una relazione contenente, tra l'altro, l'indicazione delle risorse allocate e dei benefici ottenuti dall'azione di intervento di programmazione regionale nonché l'analisi delle eventuali difficoltà verificatesi nell'applicazione della legge.
L'articolo 16, inserito ex novo nel corso dell'esame in sede di Commissione, attribuisce all'Assessorato all'agricoltura, per l'attuazione della legge e al fine di garantire la programmazione ed il raccordo delle politiche distrettuali con le politiche comunitarie, nazionali e regionali la facoltà di avvalersi della collaborazione di istituzioni pubbliche di ricerca nel campo agricolo, economico e sociale.
L'articolo 17 dispone la notifica alla Commissione UE delle eventuali azioni configurabili come aiuti di Stato ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato.
Le norme transitorie sono contenute nell'articolo 18. Resta ferma, tra l'altro, l'individuazione dei territori dei distretti dei vini e dei distretti agroalimentari di qualità, definita sulla base rispettivamente della legge regionale n. 20/1999 e della legge regionale n. 26/2003.
L'articolo 19, anch'esso inserito nel corso dell'esame, disciplina gli adeguamenti normativi della disciplina regionale in materia di distretti alle successive disposizioni normative nazionali e comunitarie.
Nell'articolo 20 sono previste le abrogazioni delle norme in contrasto con il presente provvedimento (legge regionale n. 20/1999 e legge regionale n. 26/2003).
L'articolo 21 riguarda infine la norma finanziaria. Oltre ai 45 mila euro stanziati ogni anno per i fini di funzionamento del presente provvedimento, la Regione utilizza le fonti di finanziamento esistenti ai sensi della normativa comunitaria, statale e regionale operante".
Data l'importanza del provvedimento soprattutto per il settore agricolo regionale, e preso atto che la Commissione ha svolto in modo molto esaustivo e approfondito il lavoro di questo disegno di legge, chiedo l'approvazione dell'Aula.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale sul provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Se posso fare un appunto che, ovviamente, vale quello che vale, credo che quando trattiamo una legge importante come questa e viene indicato un relatore, sia bene che anche solo una breve relazione al Consiglio vada fatta. Non fosse altro per il rispetto che va dato al Consiglio e anche per tutti quei colleghi che non sono nella Commissione competente e che certamente, hanno da tempo, cioè dal 31 marzo, la possibilità di leggere il testo. È un aspetto previsto dal nostro Regolamento, altrimenti eviteremmo di indicare un relatore.
La legge ha avuto un percorso positivo in seno alla Commissione. Sono state apportate alcune modifiche alla legge stessa che, in qualche modo hanno migliorato la medesima. Soprattutto è una legge che crediamo importante relativamente al concetto dei distretti, che vale per i distretti di qualunque tipo: da quelli delle imprese, della produzione metalmeccanico, manifatturiero - ai distretti rurali e i distretti agroalimentari di qualità come la legge individua.
Crediamo, sempre di più, che il Piemonte debba continuare a qualificarsi rispetto a quella politica che già le precedenti Giunte avevano attuato, nell'andare a "vendere" o far "crescere" la nostra economia, come un'economia di grande qualità. Siamo, nella qualità italiana, una grande pezzo di qualità.
Crediamo che uno degli obiettivi principali dell'Italia, anche per numero di abitanti, e vocazione della nostra nazione debba essere quella di puntare sulla qualità in tutti i suoi settori. Questo per una serie di motivi, primo fra tutti quello relativamente al fatto che la qualità tiene meno alla concorrenza.
Non è scevro dai problemi legati alla concorrenza, ma soprattutto la qualità, anche in agricoltura e anche nei distretti agroalimentari certamente può contrastare le culture di grande produzione, che hanno una minore qualità.
L'altro aspetto che riteniamo positivo all'interno della norma stessa come dicevo all'inizio del mio intervento, è quello legato alla logica distrettuale. Credo che sia una particolarità tutta italiana quella del ragionare sui distretti. Certamente abbiamo individuato all'interno della legge una certa serie di requisiti per la possibilità che vi è di costruirli. Anche per questo crediamo, al di là di alcuni aspetti che abbiamo sottolineato in Commissione, che siano non tanto restrittivi, ma rischiano di essere un po' troppo lenti nell'articolazione di quelli che sono gli articoli che vanno dal tre al nove.
Però certamente bisogna volere non solo dei distretti, ma anche che i distretti siano di effettiva qualità e quindi non vedere la proliferazione di altri strumenti che sono stati utilizzati nella individuazione delle qualità che non hanno sempre portato alle finalità che, in buona fede molti volevano, e che in alcuni casi individuavano oggettivamente dei prodotti di estrema qualità e che andavano promossi in altri casi. In realtà, era un po' la volontà di molti Comuni di avere un prodotto di eccellenza, anche se poi non aveva questa eccellenza, anche se era un prodotto sicuramente molto di qualità, ma non di eccellenza.
Ci auguriamo, a legge approvata, che su questo ci siano due impegni; il primo è di carattere economico, perché è vero che questa norma, come altre norme che riguardano il settore dell'agricoltura, non trova copertura all'interno della norma finanziaria, così come spesso siamo abituati a vedere nelle altre norme che votiamo all'interno del Consiglio regionale.
In realtà, trovano copertura nei fondi comunitari che vengono trasferiti alla Regione e che la Regione usa, i fondi del PSR. Ma anche relativamente alla dotazione finanziaria che questa legge dà rispetto a quelle che possono essere spese per i mantenimenti dei distretti e per il buon funzionamento dei distretti, visto che, come dicevo, questa legge impone una serie di rigidità e di doveri ai distretti stessi, crediamo che la somma che oggi viene impegnata sia una somma non certo appropriata alle finalità della legge stessa, perché si stanziano 45 mila euro per il funzionamento. Poi, ripeto, per il vero e proprio finanziamento della legge e, soprattutto, dei piani si utilizzeranno altre risorse.
Crediamo sia positiva anche l'integrazione che si fa con i GAL (Gruppi di Azione Locale), perché vi è il rischio che anche in questo caso i GAL siano a volte soggetti che operano senza una vera e propria regia regionale, nel senso che a volte abbiamo dei direttori dei GAL che fanno funzionare molto bene i gruppi stessi, mentre in altri casi così non è stato. Certamente vi è l'integrazione come oggi già avviene tra GAL e Comunità montane, ma l'integrazione fra i GAL e i distretti che questa legge va ad individuare potrà essere uno strumento utile anche per l'utilizzo di risorse, perché ricordiamo che su alcuni Assi, per esempio l'Asse tre del Piano di Sviluppo Rurale, vi è una serie di finanziamenti poi condivisi dalla Commissione, che la Giunta ha inteso aumentare rispetto a quelle che erano le destinazioni del PSR precedente.
Quindi, crediamo che sia una legge che il Piemonte attende. È ovvio che sarà importante fare una verifica su questo, per far sì che anche in questo caso si raggiungano gli obiettivi che la legge stessa si dà.
Riteniamo che la clausola valutativa, cioè l'articolo 15, sia un aspetto positivo per questa norma, nel senso che alla scadenza del periodo di vigenza del PSR avremo una valutazione.
Crediamo soltanto - lo diciamo nella discussione generale, poi lo sottoporremo come emendamento - che il tempo vada abbreviato, perché le parole "allo scadere del periodo di vigenza del PSR della Regione Piemonte" significano che scade nel 2013. Quindi, la Regione Piemonte, cinque anni dopo l'approvazione di una legge, può fare la prima clausola valutativa.
Credo che se la facciamo tra due anni o ogni due anni, se è un periodo che non obbliga gli uffici a produrre tutta una serie di documentazione, al tempo stesso fa comprendere al Consiglio, per esempio tra due anni se la legge è approvata, se è una buona legge o se necessita di alcune modifiche integrazioni o quant'altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Ritengo questa una norma importante, innanzitutto perché ci permette di ritornare a parlare di agricoltura, dopo un lungo periodo in cui questa materia era stata un po' trascurata, al di là del collegato alla finanziaria che esaminava aspetti particolari.
Quindi, torniamo a parlare di agricoltura in un momento particolare dell'agricoltura italiana, ma anche dell'agricoltura piemontese.
Noi non possiamo non riportare in quest'Aula e tra questi banchi il grido di dolore di gran parte dell'agricoltura piemontese, in particolare dell'agricoltura che si occupa di cereali, che ormai ha raggiunto limiti di sopravvivenza non più comprimibili. I colleghi devono rendersi conto che il nostro settore primario, in particolare il settore cerealicolo, è ormai al limite della sopportazione. Ma non lo diciamo tanto per cercare di ingraziarci qualcuno o qualcosa, ma quando la borsa cerealicola di Alessandria sospende le contrattazioni, perché ormai il grano è arrivato a 11-12 euro al quintale, quando 20-25 anni fa spuntava anche 40 mila lire al quintale, noi comprendiamo quale dramma stiano vivendo i nostri imprenditori agricoli che si vedono poi quasi criminalizzati dall'esposizione dei prezzi delle materie finite, del pane e della pasta che costa quello che costa.
Questa mia digressione non vuole essere senza costrutto rispetto al testo di questa normativa, perché se vogliamo fare la qualità, se vogliamo cercare di spingere ancora di più questo Piemonte in campo agricolo verso la qualità, dobbiamo anche collegare la remunerazione di questa qualità.
Non si può chiedere ai nostri imprenditori agricoli di impegnarsi maggiormente sul campo della qualità, che è un campo che comporta costi investimenti ed attenzioni e poi non dare dei segnali forti per fermare una situazione che non è più tollerabile.
Il Piemonte ha fatto una scelta di qualità non da oggi; questa legge sui distretti rurali e agroalimentari di qualità viene a formalizzare un momento che però parte da lontano. Noi rivendichiamo, come Consiglio regionale e come amministratori piemontesi, di aver fatto la prima scelta di qualità quando, prima Regione d'Italia, iniziammo anche con fatti concludenti la battaglia contro gli OGM.
Questo è il primo momento di qualità, ma non è una battaglia ideologica sugli OGM assunta tanto per prendere qualche titolo sui giornali, ma è una battaglia sugli OGM perché crediamo che dalla difesa delle nostre produzioni autoctone passi una via per riqualificare la nostra agricoltura il nostro territorio e il nostro ambiente. Noi fummo la prima Regione italiana che ordinò di distruggere diversi ettari di mais e grano contaminato da sementi OGM; il Presidente Ghigo e l'allora Assessore Cavallera si assunsero delle grandi responsabilità, dando un segnale a tutta l'Italia.
Ricordo, poiché ero presente, quando il Ministro Alemanno volle accanto a sé il Presidente Ghigo alla Conferenza dei Ministri europei dell'agricoltura (si parlava proprio di OGM), per sostanziare e far sostanziare dal Presidente Ghigo una posizione di netta contrarietà.
Questa è la vera cultura della qualità, che va collegata anche ai provvedimenti che stiamo esaminando. Qualità - ripeto - vuol dire soprattutto dare la possibilità ai nostri agricoltori di continuare a produrre in maniera da avere una discreta remunerazione; qualità vuol dire riuscire ad unire la tradizione, l'identità e le culture del nostro territorio, la capacità di fare sistema della nostra offerta enogastronomica, con una produzione industriale che si richiami a questi valori.
quindi, un provvedimento che ha dei punti e degli spunti interessanti, che deve solo stare attento a non diventare un provvedimento eccessivamente burocratico. Spesso, quando la politica e l'amministrazione si interessano di fenomeni già presenti sul territorio - in realtà i distretti esistono già, bisognerà solo formalizzarli - questa circostanza li frena un po', li circonda di una serie di formalismi che a volte ne diminuiscono lo slancio, la forza propulsiva.
successo probabilmente per i distretti industriali: purtroppo l'amministrazione e la politica arrivano sempre qualche anno dopo la nascita di fenomeni di questo tipo.
Abbiamo bisogno di comprendere tali questioni con una legislazione molto snella, che tenga conto del fatto che non si parte dall'anno zero, ma che esistono delle realtà che hanno già istituito i distretti, senza bisogno di leggi, e rafforzare scelte di questo tipo che sono già state fatte da alcuni territori, Amministrazioni o gruppi di imprenditori avveduti ed intelligenti.
Il Piemonte ha sicuramente tutte le caratteristiche per potersi fregiare di una legge di questo tipo, però a fronte di normative che non devono essere orpelli sovrastrutturali, ma devono dare soprattutto nuove opportunità, anche di tipo economico, mettendo a disposizione risorse per gli imprenditori, ai quali viene richiesta un'attenzione particolare sulla qualità.
Questa è l'unica arma che l'agricoltura italiana può utilizzare per vincere le sfide che ha di fronte, però - ripeto, forse fino ad essere banale e noioso - non possiamo chiedere a chi produce grano o mais e guadagna 11 euro al quintale, di adempiere ad una serie di funzioni, che sono giuste, legittime e doverose, quando si rischia, se non cambia qualcosa rapidamente, di non avere più lo spazio per la nostra agricoltura.
Probabilmente, siamo tutti presi dalla crisi dei gruppi industriali o dai problemi che si affrontano nelle nostre città o metropoli, ma questo settore, soprattutto quello cerealicolo, rappresenta una parte importante della realtà agricola piemontese, che soffre veramente.
Questo provvedimento ci dà la possibilità di parlare di agricoltura, di tornare a fare il punto sulla nostra agricoltura; è un po' un viatico per riaccendere i riflettori, per far sì che, in questo momento di crisi per i consumatori, si riescano a creare quelle sinergie che, anche rispetto ai provvedimenti sui distretti di qualità, potrebbero essere un primo spunto per allontanare e distogliere da quei fenomeni di vittimismo o di sfiducia che albergano in gran parte del mondo agricolo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Botta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, chiedo una seria riflessione ai colleghi alessandrini poiché dai documenti allegati al disegno di legge regionale n. 453 "Individuazione, istituzione e disciplina dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità", all'Allegato A, "Individuazione del territorio del distretto agroalimentare di qualità della frutta fresca del Piemonte", la Provincia di Alessandria non esiste.
Non c'è la Provincia di Alessandria! Vorrei solo ricordare le pesche di Volpedo o le ciliegie di Rivarone, due eccellenze del nostro territorio.
Com'è possibile che la Regione abbia dimenticato di inserire le nostre qualità di frutta fresca, prodotte in particolare nell'area della Val Curone-Grue-Ossona? Non siamo inseriti come Provincia di Alessandria: un fatto del genere grida vendetta! Per Cuneo sono stati inseriti almeno cinquanta Comuni; i Comuni di Asti e Torino sono stati inseriti, mentre i Comuni della Provincia di Alessandria non sono stati inseriti, per tutelare la qualità della frutta fresca! L'Assessore, su mia richiesta, ha risposto che è la Provincia di Alessandria che ha concordato di tutelare la parte orticola e pataticola, rispetto alla frutta.
Ritengo che questo sia un assurdo, perché, sinceramente, la nostra Provincia vanta importanti produzioni di frutta nelle realtà territoriali che hanno investito con i produttori, per il rilancio del territorio rispetto alla frutta.
Pertanto, considero assurdo, se così è, che la Provincia di Alessandria non abbia fornito indicazioni per l'inserimento di Comuni che hanno una produzione frutticola di qualità, e che questi, dunque, non siano stati inseriti nel distretto agroalimentare di qualità della frutta fresca del Piemonte.
Chiedo un chiarimento all'Assessore, perché una situazione di questo tipo va giustificata. Inoltre, poiché mancano 15 minuti alle ore 13 domando al Presidente cosa intenda fare rispetto alla chiusura dei lavori.
Mi risulta che alle ore 13 ci sia la premiazione degli atleti olimpionici piemontesi da parte della Regione, presso il Centro Incontri della Regione Piemonte.
Presidente, partecipiamo anche noi o partecipano solo la Giunta e altri alti esponenti di questa maggioranza? È solo per capire, perché, se non partecipa nessuno, bene; se vanno solo gli esponenti della Giunta e i Consiglieri stanno qui, mi va un po' meno bene.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi. Prima di dare la parola all'Assessore Taricco, sul dibattito generale, verifichiamo se è prevista questa premiazione.
Forniremo le informazioni al riguardo, ma, se la premiazione è alle ore 13, direi che alle ore 13 si potranno interrompere i lavori del Consiglio.
Possiamo anche interromperli subito dopo la replica dell'Assessore Taricco per dare a chiunque la possibilità di optare - è libero arbitrio - fra il pranzo e la premiazione.
La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, approfitto volentieri per chiarire il senso di questa norma.
L'emendamento n. 1 proposto dalla Giunta si compone di due parti: i commi 1 e 2 sono chiarimenti normativi che si rendevano necessari per superare alcune dubbie interpretazioni della norma; il comma 3 è semplicemente un'accelerazione, visto che la Provincia di Cuneo, che è capofila per quanto riguarda il settore ortofrutticolo, ci ha richiesto il riconoscimento. Essendo articolata la procedura per il riconoscimento, con questo articolo rendevamo immediatamente operativo il distretto. Possiamo semplicemente stralciarlo e lasciare che segua le procedure ordinarie.
Mi permetto solo di precisare il senso, in modo che il discorso sia chiaro: i distretti, così come previsti dalla vecchia normativa, vengono istituiti operando intorno ad una provincia che è capofila.
Per quanto riguarda il distretto ortofrutticolo, la Provincia capofila è quella di Cuneo, che ha portato avanti tutta l'istruttoria.
Dalle comunicazioni assunte, dal nostro punto di vista, c'era incongruenza, nel senso che le aree di Volpedo sono notoriamente conosciute come aree a forte vocazione frutticola. Sostanzialmente, ci è stato risposto che c'era un accordo tra Province.
Dopodiché, stante il quadro che abbiamo di fronte, semplicemente dobbiamo stralciare il comma terzo, in modo che la Provincia di Cuneo ci formalizzi la composizione del distretto e in quella sede voi possiate provvedere a segnalare alla Provincia di Alessandria e alla Provincia di Cuneo l'incongruità di questo tipo di ragio namento.
Per quanto ci riguarda, la Regione non entra nel merito della definizione del distretto, che, invece, avviene su proposta delle Province attraverso la Provincia capofila. Noi siamo destinatari di una richiesta rispetto alla quale valutiamo i requisiti, ma non entriamo nel merito della composizione della base che fa da riferimento.
Quindi, ritengo sia più logico - provvediamo immediatamente a predisporre un emendamento - stralciare il comma terzo dell'emendamento n.
1, in modo che le Province abbiano tempo, eventualmente, a riproporre un quadro che contenga la Provincia di Alessandria.



PRESIDENTE

Colleghi, rispetto a quanto comunicato dal Presidente Rossi, abbiamo verificato che, effettivamente, alle ore 13, è prevista la premiazione, da parte dell'Assessore Manica e della Presidente Bresso, degli atleti piemontesi che hanno partecipato alle recenti Olimpiadi.
Ancora una volta, una mancanza di attenzione da parte dell'Assessore in questione. Sarà cura della Presidenza del Consiglio far sì che si seguano le vie naturalmente previste.
La seduta consiliare termina in questo momento, per dare la possibilità ai colleghi che riterranno opportuno di poter partecipare alla premiazione al Centro Congressi, e riprenderà alle ore 15, con mezz'ora di ritardo rispetto alla convocazione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.48)



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