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Dettaglio seduta n.36 del 02/11/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 15.12)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri, Buquicchio e Spinosa.


Argomento:

Riassunzione provvedimenti - (ai sensi articolo 77 del Regolamento interno): adempimenti:

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Proposta di legge relativa a: "Norme sulla protezione dalle esposizioni a radiazioni ionizzanti" (ex pdl 617) - richiesta dei Consiglieri Cavallera Pichetto Fratin, Ghigo e Leo (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 3) all'o.d.g.: Riassunzione provvedimenti.
stata chiesta la riassunzione della proposta di legge relativa a: "Norme sulla protezione dell'esposizione radiazioni ionizzanti", dal Consigliere Cavallera e altri.
Se l'Aula acconsente, per tale provvedimento, che non ha esaurito la fase referente nella precedente legislatura, viene disposto il rinvio in Commissione.



(L'Aula, all'unanimità, approva il rinvio in Commissione)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Presidente, ci sono delle richieste di inversione dell'o.d.g



PRESIDENTE

Consigliere, la materia è stata oggetto di esame in sede di Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 44: "Approvazione variante integrativa alle Norme di Attuazione del Piano Territoriale Regionale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 44, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Conti, per l'illustrazione della deliberazione.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Grazie. Desidero ricordare che questa proposta è stata licenziata dalla II Commissione il 19 ottobre, con voto di maggioranza (i rappresentanti di Forza Italia non hanno partecipato, in quella sede, alla votazione).
Molto brevemente, si tratta di una Variante integrativa alle norme di attuazione del Piano Territoriale Regionale che la Giunta regionale, con propria deliberazione del 16 maggio 2005, ha adottato ai sensi dell'articolo 7, comma 1, della legge regionale n. 56/1977.
La Giunta regionale ha adottato - dicevo - una Variante specifica che integra, introducendolo, un nuovo articolo: "Le norme di attuazione del Piano Territoriale Regionale". La Variante introduce un nuovo articolo dunque, che tende a colmare una lacuna relativa al riconoscimento di una categoria di terreni ritenuti particolarmente importanti per il sistema territoriale e paesistico della Regione.
Infatti, il Piano Territoriale già riconosce una serie di elementi fondamentali per la descrizione e la salvaguardia delle specificità del Piemonte, ma non prende in considerazione i terreni che, in qualsiasi forma, connotano la tradizione piemontese per le loro specificità storiche fisiche e soprattutto ambientali.
Partendo da questa constatazione, la Giunta regionale ha inteso riconoscere, con questa Variante, in questa non ancora considerata categoria di terreni, una loro specificità da salvaguardare, in attesa della definizione di nuovi strumenti di governo del territorio e del paesaggio regionale.
La deliberazione, pur nell'impossibilità di individuare puntualmente e cartograficamente i beni da salvaguardare - operazione, questa, riservata ad un successivo momento di approfondimento, già peraltro partito definisce alcuni primi elementi normativi per l'avvio di una specifica politica in merito a detti terreni.
In particolare, la Giunta, avviando una propria azione di salvaguardia individua una prima gran famiglia di terreni - quelli trasferiti alla Fondazione Ordine Mauriziano.



PRESIDENTE

Assessore Conti, le chiedo scusa. Prego davvero tutti coloro che non ne hanno diritto, di lasciare l'Aula del Consiglio; ci sono posti riservati ai collaboratori dei Gruppi, quindi prego prendere posizione in quei posti.
Inoltre, coloro che devono parlare d'altro lo possono fare al di fuori perché l'Assessore Conti sta cercando di illustrare una deliberazione e risulta pressoché impossibile parlare in questo brusio. Grazie.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Comunque sono arrivato al punto nodale.
Dicevo che la Giunta, avviando quest'azione di salvaguardia, individua una prima gran famiglia di terreni, che sono quelli trasferiti alla Fondazione Ordine Mauriziano, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, del decreto legge 19 novembre 2004, da sottoporre a una prescrizione immediatamente vincolante, che mantiene l'uso agricolo ai terreni non individuati dai Piani regolatori vigenti, con destinazione residenziale e/o produttiva.
La norma introdotta intende garantire, in attesa della specifica e puntuale individuazione e la conseguente definizione delle azioni di tutela che s'intendono mettere in atto, l'integrità territoriale di una vasta area del Piemonte, importante perché in grado - come ricordavo - di connotare le tradizioni storiche, fisiche e ambientali della regione, senza produrre irreparabili frammentazioni. Il problema della frammentazione era evidente nel momento in cui si è deciso di proporre questa deliberazione.
ovvio che, in questo contesto, gli strumenti urbanistici sono tenuti a adeguarsi alle norme di salvaguardia, realizzando conseguentemente specifiche e dirette azioni di tutela per i terreni individuati dalle Varianti del Piano Territoriale Regionale.
Concludo con alcune annotazioni marginali, ma che penso vadano al cuore del problema: si tratta di una misura di salvaguardia temporanea, in attesa del nuovo Piano Territoriale Regionale, derivata dalla preoccupazione manifesta, esplicita, di uno smembramento, di una scomposizione di questi terreni, molti dei quali a elevato valore agricolo, alla luce soprattutto di numerosi progetti di alienazione che erano scaturiti alcuni mesi or sono, ovvero pochi giorni prima che la Giunta decidesse di proporre questa deliberazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Conti. Apriamo la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Come Gruppo, ci siamo riservati un miglior approfondimento in Aula, per esprimere la nostra posizione di voto.
Indubbiamente, l'articolo proposto per certi versi non poteva che essere un po' indeterminato, nel senso che si capisce anche l'urgenza che sottende a questa proposta.
Devo anche dire che dalla lettura che avevamo fatto sorgeva qualche preoccupazione, nel senso che, nel momento in cui non ci sono dei riscontri da un punto di vista cartografico - non vi era la disponibilità - ci possono anche essere, non solo dei dubbi di individuazione, ma anche dei dubbi di legittimità.
Mi sembra che l'Assessore abbia un po' circoscritto, non dico minimizzato, la portata di questo provvedimento ai terreni conferiti alla Fondazione Ordine Mauriziano.
La questione assume, allora, un aspetto che richiama gli elementi di salvaguardia del territorio, ma anche quegli elementi che sono legati all'attività agricola, perché sappiamo che nel momento in cui i conduttori agricoli volessero acquisire i terreni, se questi hanno un valore agricolo i costi sarebbero di un certo tipo, diversamente la situazione non riguarderebbe più i conduttori agricoli, ma assumerebbe tutto un altro aspetto.
Certamente, se in questi mesi avessimo avuto un'individuazione più precisa, forse oggi avremmo meno preoccupazioni e meno dubbi.
Chiedo, quindi, una conferma in questo senso, perché è chiaro che, nel momento in cui leggo l'articolo, non conoscendo gli antefatti, sembra che si voglia aprire una fase che peraltro pensavamo totalmente demandata ai Piani Territoriali Provinciali, perché sappiamo che la Provincia di Torino ha un Piano Territoriale e avrebbe dovuto occuparsene, perché il potere l'abbiamo dato alle Province. Quindi, nel momento in cui noi interveniamo svolgiamo un'opera di supplenza, che in quanto condivisa, non diventa un'invasione di campo, in quanto la Provincia potrebbe dire: "Scusate avete detto a me di fare il piano territoriale e adesso lo fate voi?" C'è una serie di zig zag e di percorsi tortuosi che sono quelli che, in qualche modo, ci hanno resi dubbiosi.
Per farla breve, ritengo che proprio per queste ragioni un provvedimento di questo tipo non potrebbe che essere temporaneo. L'ideale sarebbe mettere un termine. A questo punto, veramente tutti sarebbero indotti a loro volta a fare quello che devono, in base alle loro competenze, e saremmo tutti più tranquilli.
Sul termine, Assessore, ovviamente, non ho proposte da fare. Lascio anche alla sua eventuale competenza tecnica valutare se si vuole aggiungere un punto con un termine. Non escludo che anche il Consigliere Manolino possa essere propositivo sotto questo profilo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Faccio ammenda per non avere avuto - mea culpa - il tempo di ascoltare la presentazione della proposta di delibera da parte dell'Assessore, perch mi trovavo fuori e, purtroppo, non sono riuscito ad arrivare in tempo. Devo anche dire che non ho potuto partecipare alla Commissione del 19/10 u.s.
perché ero via per missione consiliare, quindi non dispongo di tutti i "connotati" di questa delibera.
Vorrei parlare di una questione che, di prim'acchito, mi appare evidente, e non so se l'Assessore l'ha evidenziata. Si tratta di tutelare da un punto di vista ambientale (si parla di tradizioni piemontesi caratteristiche storiche ecc.) i terreni agricoli di cui sono a conoscenza (conosco in parte il patrimonio del Mauriziano). Tali terreni, che appartengono ad un'unica proprietà e ad un unico ente gestore, che è l'ordine Mauriziano, sono inseriti nell'ambito dei piani regolatori comunali. I Comuni li individuano come terreni "senza infamia e senza lode", nel senso che non hanno particolari caratteristiche ambientali tipologiche, né particolari caratteristiche di humus o di fertilità.
Mi pare (lo dico più in forma tecnica che politica) davvero una vera forzatura pensare di modificare il Piano Territoriale Regionale ad hoc per un certo numero di terreni agricoli che, in alcuni casi, non vanno ad incidere assolutamente nel tessuto urbano e urbanistico del nostro Piemonte.
Nel punto 2, si dice che la Regione si riserva la facoltà di svolgere gli approfondimenti necessari per individuare i beni di cui al comma 1.
Questo punto mi fa pensare - Assessore, mi corregga se sbaglio - che non si è a conoscenza di tutti questi beni, di quali sono e dove sono, perch altrimenti il punto 2 non avrebbe motivo di essere. Vuol dire che la Regione, nel dubbio, dichiara: "Non sapendo né leggere né scrivere, non sappiamo bene dove sono, ma diciamo che facciamo un calderone unico di tutto ciò che appartiene al Mauriziano, in qualunque Comune si trovi. In qualunque dislocazione topografica i terreni siano ubicati, noi li blocchiamo, li vincoliamo e facciamo in modo che rimangano agricoli".
Sicuramente ci sono delle logiche che non voglio dire "mirate" dal punto di vista politico, ma sicuramente dal punto di vista istituzionale che sono quelle di non permettere un incremento di valore, una nuova valorizzazione dei beni del Mauriziano. Mi sembra, comunque, una forzatura che un Piano Territoriale Regionale venga modificato ad hoc su un punto specifico, su un argomento specifico. Oggi tocca all'Ordine Mauriziano domani potrebbe toccare ai terreni della FIAT (tanto per volere essere provocatorio), oppure a qualche altro ente o istituto latifondista.
Secondo me, è davvero meglio e anche più corretto, dal punto di vista logistico, seguire un po' quello che ha iniziato a dire il Consigliere Cavallera: se si vuole tutelare questo patrimonio (che poi è una tutela relativa, perché la valorizzazione o plusvalenza di alcune aree sarebbe anche utile nel contesto di qualche Comune al quale queste aree appartengono, in modo che diventerebbero aree di importanza strategica quindi utili per completare le urbanizzazioni, il quadro urbanistico di questo o quel Comune) credo che sarebbe meglio, alla luce del punto 2 riservarsi un tempo determinato per avvalersi di questa facoltà di svolgere gli approfondimenti necessari per individuare i beni che noi vogliamo bloccare.
Può darsi che la Regione fra sei mesi (come ordine temporale logico) avrà individuato l'appartenenza territoriale di questi beni nei vari Comuni, sarà in grado di dividere il bene dal male, cioè di valutare quelli che devono essere conservati e tutelati e quelli che possono comodamente rientrare nei PPA (piani di attuazione) o nei PEC (piani esecutivi convenzionati), tornando utili anche alle amministrazioni comunali. In tal modo, non rischieremmo di fare di tutta l'erba un fascio.
Proporrei all'Assessore, non per contrarietà sull'oggetto, che questo modo di trattare la questione mi sembra un pochino avventato. Ovviamente non lo dico all'Assessore come referente in prima persona, ma lo dico per la generalità dei casi, perché potrebbe capitare che qualcosa non è da bloccare, non è da vincolare.
Perché non aggiungere a questa delibera un tempo determinato? L'interesse della Regione è quello di tutelare, perciò tuteliamoci parliamone un attimo e proviamo a vedere, nell'arco di più o meno sei mesi di avere i dati dei terreni, l'individuazione delle aree comunali cui appartengono, le destinazioni urbanistiche. Dopodiché la Giunta pu riservarsi di fare questa valutazione a ragion veduta e confermare o escludere, né più né meno come succedeva per la legge approvata in quest'Aula alla fine della scorsa legislatura, nella quale si parlava del recupero dei fondi rustici.
Assessore, lei lo sa meglio di me, c'erano sei mesi di tempo per permettere ai Comuni di valutare i loro territori e se vi fossero aree da escludere. Questo mi sembra che sia davvero molto più ragionevole, più logico e non sembra una cosa fatta per partito preso, ma solo una cosa ragionata di cui nessuno, credo, si potrebbe lamentare.
Quindi, proporrei all'Assessore di mettere una scadenza in questa delibera, di prevedere un ordine temporale, dopodiché si può valutare tutti insieme, magari a livello di Commissione. Una volta che si hanno tutti questi dati, in Commissione si possono valutare le dislocazioni e distinguere da Comune a Comune, da Piano a Piano, da territorialità a urbanizzazione magari avviata in alcuni terreni.
Credo che oggi questo potrebbe portare dei danni, perché se c'è già un'urbanizzazione avviata, questo blocco potrebbe causare problemi a chi l'ha già fatta (parlo di urbanizzazione, non di trasformazione urbanistica).
Proporrei sei mesi come ordine temporale per dare esecutività alla delibera, sei mesi di sospensione invece che di un blocco imposto da parte della Regione.
Chiedo all'Assessore una risposta in merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Costa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Anch'io non ho partecipato al dibattito in Commissione. Tuttavia leggendo il testo della proposta di deliberazione, mi è venuto in mente un impegno assunto dall'attuale Presidente della Giunta regionale in campagna elettorale a tutela, si diceva, di agricoltori in possesso di beni e che temevano di vederseli "scippati" da parte di soggetti diversi. È un impegno politico legittimo, ma vi chiedo se il mezzo attraverso il quale l'impegno politico viene soddisfatto sia legittimo. Soprattutto mi chiedo se sia opportuna una deliberazione che modifica il Piano territoriale, una norma che sicuramente non è generale ed astratta perché ha nome e cognome un'indicazione di proprietà di determinati terreni, sia legittima.
Noi scriviamo: "I terreni di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, non individuati dai Piani regolatori generali vigenti con destinazione residenziale e urbanistica, sono vincolati all'uso agricolo".
Domani mattina, magari, indichiamo che i terreni di proprietà del signor Mario Rossi non potranno essere destinati ad un uso diverso da quello agricolo. Mi chiedo, e chiedo al Consiglio regionale: è legittima una deliberazione in questi termini? Non in termini generali ed astratti vincoliamo non soltanto un soggetto, ma il diritto di proprietà di un determinato soggetto. Non indichiamo "i terreni situati in una determinata zona, di chiunque siano", ma terreni situati dovunque, ma di proprietà quindi legati al soggetto proprietario. Chiedo ai Consiglieri se una norma di questo genere non costituisca un precedente.
giusto andare incontro alle esigenze di coloro che per molti anni hanno "acquisito" un diritto di possesso di beni. E' giusto soddisfare quell'esigenza che la delibera sottende? Cioè l'esigenza di non lasciare in mezzo alla strada soggetti per il solo fatto che qualcuno si può permettere di spendere di più? Cerchiamo di trovare lo strumento giuridico e normativo adeguato per far fronte a questa norma. Ritengo che non sia una norma legittima. Naturalmente legittima dal punto di vista amministrativo, voglio evidenziare questo profilo.
Se una norma stabilisce che un soggetto avrà un vincolo sul suo diritto di proprietà - quindi non potrà espandere, non potrà far valere quello che la legge urbanistica regionale, tutte le normative urbanistiche, consentono a tutti gli altri - penso sia un vulnus che si crea nei confronti del soggetto stesso, indipendentemente dalle finalità e indipendentemente dal fatto che l'Ordine Mauriziano potrebbe anche non averne un effetto negativo.
Attenzione, il giorno in cui si deciderà che tutti i terreni di proprietà della Pro Loco e del Comune X non potranno avere destinazione residenziale, a questo punto emergerà un altro problema. Non dobbiamo identificare il soggetto proprietario, possiamo identificare la zona possiamo stabilire che tutti i terreni che si trovano in una determinata area possono essere vincolati, ma identificare il soggetto al quale comprimere il diritto di proprietà, mi pare veramente azzardato.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

I primi due interventi vanno in una direzione abbastanza implicita quando si parlava di definire un arco temporale entro il quale vincolare i terreni. Non dimentichiamo, lo avevo già detto in introduzione, che procederemo ad una rivisitazione radicale del Piano territoriale. E, a proposito di legittimità, qui siamo nell'ambito delle norme di attuazione).
Noi pensavamo di introdurre una variabile di tre anni, perché i tre anni sono un arco sufficientemente lungo, nel corso del quale si ha ragionevole certezza di arrivare a un nuovo Piano territoriale. Al tempo stesso cerchiamo di contestualizzare minimamente la norma rispetto alla quale stiamo ragionando.
La proposta di deliberazione della Giunta è datata 16 giugno, allorch non eravamo assolutamente in condizioni di disporre dell'elencazione dei beni del Mauriziano. Non è possibile, nei fatti - mi riferisco al Consigliere Costa - vincolare tutti i beni che si trovano in una determinata area, perché, a questo punto, vincoleremo tutti i beni della regione Piemonte al di fuori di una fascia altimetrica (esaspero il problema). La legittimità, da questo punto di vista, c'è. Le motivazioni per cui siamo arrivati a questa determinazione - fortemente discussa erano determinate dal fatto che ci si trovava di fronte ad un ventaglio di operazioni e di alienazione non indifferente che avrebbe spezzettato le proprietà (il Consigliere Cavallera lo capisce bene).
Non è vero che tutte le proprietà sono di basso livello agricolo, c'è un ventaglio estremamente ampio; alcune sono di basso livello, altre possono essere interessanti per opere di urbanizzazione (questo è implicito). Nei fatti, l'obiettivo delle alienazioni, o comunque la consequenzialità delle alienazioni, sarebbe stato quello di spezzettare le proprietà e mettere i conduttori, in futuro, nell'impossibilità di acquisire essi stessi la proprietà. È ovvio che anche in questo caso non eravamo nelle condizioni di disporre di un supporto cartografico. Abbiamo anche ragionato su che cosa fare, ma una norma che non fosse mirata ai beni dell'Ordine del Mauriziano non era assolutamente proponibile.



PRESIDENTE

Prima di procedere con le dichiarazioni di voto, prego i Consiglieri che vogliono proporre degli emendamenti di farlo in maniera formale.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Vorrei raccogliere la disponibilità dell'Assessore a fare un'integrazione alla proposta di deliberazione n. 44, introducendo una semplice variante.
L'Assessore parlava di tre anni, io di sei mesi (la mia indicazione è soltanto un indirizzo), ma se vogliamo che la delibera non appaia, come diceva il Consigliere Costa, mirata puntualmente non dico a vessare un ente specifico, ma a tutelare, la Giunta regionale, secondo la programmazione normale, può fare un inserimento di data rapportata ad un periodo temporale un po' più breve, quindi al massimo un anno.
Nessuno vieta che se nell'arco di un anno il Piano territoriale non ha radicali variazioni che l'Assessore proponeva, può sempre essere prorogata può essere dilatata, ma oggi non avrebbe l'aspetto di una voluta vessazione limitata ad un ente, e non già a tutto il territorio piemontese. Chiederei di mettere, come massimo, un anno, naturalmente salvo eventuale proroga.
Dato che la delibera è del mese di giugno e oggi siamo addirittura a novembre, devo pensare che quanto previsto al punto 2, cioè gli approfondimenti per giungere all'individuazione dei beni, in questi quattro mesi sia già stato fatto. In questo caso, non servirebbero più i tre anni ma neanche più un anno.
Chiederei di mettere un anno come dilazione dei termini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Sì, Consigliere Manolino, è stato convincente. Aggiungere al comma 4 che recita: "Ai fini dello svolgimento delle azioni di cui al comma 3, i terreni di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, non individuati dai Piani regolatori generali vigenti, con destinazione residenziale e/o produttiva, restano vincolati all'uso agricolo per il periodo di un anno, a partire dalla data di entrata in vigore della presente legge...



PRESIDENTE

Perfetto, ma non è il comma 4.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Sì, è il comma 5.



PRESIDENTE

Per cortesia, Assessore, lo può rileggere in modo da verbalizzarlo?



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Comma 5: "I terreni di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano non individuati dai Piani regolatori generali vigenti, con destinazione residenziale e/o produttiva, sono vincolati all'uso agricolo per un periodo di un anno, a partire dalla data di entrata in vigore della presente legge".



PRESIDENTE

Mi pare che la proposta dell'Assessore Conti sia uno sforzo per trovare una sintesi, rispetto alle sensibilità emerse durante il dibattito.
Altri Consiglieri vogliono intervenire per dichiarazione di voto? La parola al Vicepresidente Costa, che interviene in qualità di Consigliere.



COSTA Enrico

Ribadisco il concetto: apprezzo la disponibilità della Giunta a stabilire un limite temporale entro cui procedere alle modificazioni conseguenti alla delibera. Ancora una volta, però, evidenzio un aspetto che suscita qualche riserva, legato al fatto che andando a stabilire una norma con un soggetto determinato, si va a creare un precedente un po' "pericoloso" in questo settore. Apprezzo l'obiettivo, e quindi la finalità della norma, ma solo per la tecnica normativa che si è voluta dare al provvedimento non parteciperò personalmente al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Come Gruppo SDI, condividiamo le finalità della delibera. Leggendola meglio, e soprattutto ascoltando gli interventi in Aula dell'Assessore Conti, abbiamo avuto chiarimenti rispetto a perplessità che, leggendo il comma 1 del dispositivo e non avendo partecipato ai lavori della Commissione perché fuori sede, erano sorte.
Le perplessità erano che le finalità non fossero soltanto da riferirsi alla tutela dei beni dell'Ordine Mauriziano, ma che fossero finalizzate ad un'interpretazione e ad un'applicazione molto più ampia che la formulazione dell'articolo 1 potrebbe lasciare intendere. Con le precisazioni fatte crediamo che quest'aspetto possa essere superato, soprattutto tenendo conto della volontà dichiarata di giungere alla ridefinizione del piano territoriale regionale, in un arco temporale che andrà dai due ai tre anni.
Durante questo periodo sarà possibile affrontare temi di questa natura in modo più dettagliato, al di là della necessità di affrontare oggi la questione dell'Ordine Mauriziano, per la quale mi sembra assolutamente condivisibile un'azione di tutela di quelle proprietà nei confronti di possibili iniziative di carattere speculativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Un voto positivo, anche se concordiamo con alcune perplessità manifestate dai colleghi. È certamente un intervento un po' anomalo, nel senso che si fa una valutazione e si pone un vincolo ai sensi del Piano territoriale di coordinamento, dando un nome e un cognome a delle proprietà. E' certamente un caso unico all'interno del PTC regionale.
Credo, però, che vi sia un altro problema che voglio sottoporre all'Assessore. In questo momento vi sono...



(Il Presidente ricorda il silenzio in Aula e invita coloro che non ne hanno diritto ad uscirne, pregando i commessi di verificare le presenze estranee in Aula)



VIGNALE Gian Luca

VIGNALE Gian luca



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Al di là dell'unicum che oggigiorno andiamo a creare - che ha una sua motivazione che l'intero Consiglio e la Giunta conoscono bene - vi è un aspetto che dobbiamo tenere in considerazione. Lo diciamo in dichiarazione di voto perché osservazioni di questo genere non possono essere inserite all'interno della legge.
In questo momento sono in corso aste per l'acquisizione di parte dei terreni dell'Ordine Mauriziano. Se è vero che la Regione con questa delibera può vincolare all'uso agricolo i terreni, ovviamente non pu vietarne l'acquisizione o la vendita.
Se io fossi un coltivatore diretto e partecipassi all'asta vincendo uno di questi territori, manderei via gli attuali agricoltori, che svolgono da decenni il loro lavoro sui terreni dell'Ordine Mauriziano, per utilizzarlo personalmente. Se ciò dovesse accadere - e non è un'ipotesi fantascientifica, ma è quanto può accadere - verremmo un po' meno alle finalità preposte, non solo di evitare eventuali speculazioni, ma anche di garantite le persone che lavorano all'interno di questi territori.
Pertanto, sarebbe opportuno un intervento, soprattutto dopo il voto di questa delibera (anche se la Presidente lo ha già fatto), per cercare di bloccare la vendite dei terreni dell'Ordine Mauriziano, altrimenti, lo sforzo della Giunta e del Consiglio di voler tutelare finalità agricole, e anche chi all'interno vi opera, sarebbe vano.
Ovviamente, sarebbe opportuno che sul punto, anche solo in sede di Commissione, ci fosse una comunicazione che ci tenesse aggiornati, almeno sapremmo di aver votato una legge unica nel suo genere, ma dalle finalità che ci siamo proposte. Grazie.



PRESIDENTE

La proposta avanzata dall'Assessore Conti è stata così riformulata in sede tecnica: Emendamento rubricato n. 1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Conti: inserire articolo 18 ter (applicazione articolo 18 bis) "I vincoli di cui al comma 5, dell'articolo 18 bis, hanno validità per un anno a far data dal 31 dicembre 2005".
Questa formulazione eviterebbe l'indeterminazione del dies a quo.
Procediamo, dunque, alla votazione dell'emendamento presentato dall'Assessore Conti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento proposto dalla Giunta regionale.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla deliberazione n. 44, come emendata., il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Statuto - Regolamento - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 31, inerente a: "Integrazione degli articoli 21 e 22 del Regolamento interno del Consiglio regionale per il monitoraggio degli interventi e delle opere connesse ai XX giochi olimpici e paralimpici invernali 2006 e sport invernali e della fase post-evento" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 31 "Integrazione degli articolo 21 e 22 del Regolamento interno del Consiglio regionale per il monitoraggio degli interventi e delle opere connesse ai XX Giochi Olimpici Invernali 2006 e sport invernali e della fase post-evento", di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Lepri, per l'illustrazione della deliberazione.



LEPRI Stefano

Signor Presidente e Signori Consiglieri, con i Gruppi di maggioranza avanziamo, in quest'Aula, una proposta di modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale in riferimento alla...



PRESIDENTE

Scusi, Presidente Lepri, se la interrompo: pregherei i collaboratori dei Gruppi di accomodarsi ai posti loro riservati.
Per cortesia, non potete interrompere il Consiglio regionale! I Consiglieri che intendono interloquire con i propri collaboratori potranno usufruire delle postazioni create all'uopo. Grazie.
Presidente Lepri, la prego di proseguire con la sua illustrazione.



LEPRI Stefano

Come dicevo, insieme ai Gruppi di maggioranza avanziamo, a quest'Assemblea, la proposta di modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale avente per oggetto la Commissione speciale XX Giochi Olimpici 2006.
La ragione della nostra proposta è molto semplice. Noi pensiamo che si tratti di una Commissione che ha già svolto proficuamente i suoi lavori nel corso della precedente legislatura, e che ha un obiettivo molto chiaro e preciso: lo svolgimento dell'importante evento olimpico, avendo riguardo alla fase post evento, in modo particolare all'utilizzo degli impianti e in generale, ai provvedimenti che possono comportare un effetto attrattivo verso la nostra Regione, soprattutto in termini di flussi turistici derivanti dalla questione olimpica.
Ben sappiamo l'importanza che riveste quest'evento e, di conseguenza di una Commissione che possa accompagnare questo momento. È per questa ragione che riteniamo non corretta l'attribuzione del termine "speciale" ad una Commissione che ha caratteristiche di permanenza, il cui oggetto - lo svolgimento dei Giochi Olimpici e delle attività post olimpiche - non è configurabile con quello di una "Commissione speciale".
Com'è noto, queste ultime accompagnano questioni che meritano indagini o inchieste, e non trattano una materia concreta, che riveste un carattere tematico preciso. Pertanto, prefiguriamo questa Commissione come una Commissione permanete, sia pure temporanea, che possa istruire l'oggetto che ho testé ricordato.
In sostanzia, chiedo al Consiglio regionale di valutare e di considerare questa proposta, che riteniamo corretta e coerente con lo Statuto, che prevede di considerare la Commissione olimpica come una Commissione permanente a carattere tematico e a tempo, che, proprio per la normalità (e non per la specialità) dei suoi argomenti, sia in grado di trattarli per tutto il periodo della nostra legislatura (comunque non oltre la scadenza della VIII legislatura). A nome dei partiti di maggioranza chiedo di considerare la modifica del Regolamento per le parti che riguardano la definizione delle tipologie di Commissione, configurando la Commissione olimpica come Commissione consiliare permanente, avente carattere tematico, con il mandato di concludere i lavori non oltre il termine della scadenza della VIII legislatura.



PRESIDENTE

Come da intese raggiunte nella Conferenza dei Capigruppo, che ha segnato l'inizio dei nostri lavori, eviterei di aprire la discussione generale sulla proposta di deliberazione testé illustrata dal Presidente Lepri, e proseguirei i lavori cedendo la parola alla Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso, per comunicazioni in merito alla realizzazione delle opere relative al collegamento Alta Velocità Torino Lione.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Capacità Torino-Lione ed esame ordine del giorno n. 144, inerente a "Torino-Lione" collegato


PRESIDENTE

Come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, proseguiamo i lavori con le comunicazioni della Giunta regionale in merito alla realizzazione delle opere relative al collegamento Alta Velocità Torino-Lione.
La parola alla Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'avvio dei sondaggi in Val di Susa ha scatenato le prevedibili reazioni della Valle, o almeno di una parte di essa, perché, ad oggi, non è dato sapere quale sia l'opinione degli abitanti nella loro totalità.
Una parte rilevante della popolazione si oppone. Si tratta di un cospicuo numero di amministratori e di abitanti, oltre che, naturalmente di movimenti.
Come sapete, non solo la Giunta regionale ma anche il Comune, la Provincia di Torino e il Governo, oltre ai rappresentanti della Conferenza Intergovernativa e di LTF (la società incaricata della realizzazione del progetto), hanno istituito una Commissione, fortemente richiesta dai rappresentanti della popolazione, per affrontare le principali questioni sul tappeto, in particolare quelle ambientali e territoriali, che legittimamente, preoccupano la popolazione.
Il problema non è discutere e decidere se sia legittimo che le popolazioni siano preoccupate per la realizzazione di un'opera di simile portata e dimensione. La questione è se esiste la disponibilità a confrontarsi sui problemi e ad affrontarli concretamente, al fine di trovare delle soluzioni, nel rispetto, però, di un principio che non è derogabile, ovvero che le decisioni vengano prese, ogni volta, al livello appropriato, quello che detiene il potere ed ha il dovere di decidere.
Trattandosi di un'opera di di scala europea e nazionale, i soggetti deputati a decidere sono gli Stati, attraverso la Conferenza Intergovernativa appositamente costituita, e l'Unione Europea.
Alla Conferenza Intergovernativa è prevista la partecipazione della Regione Piemonte e della Regione Rhône-Alpes. La Regione Piemonte si è espressa a favore dell'opera, conformemente al precedente programma della maggioranza di centrodestra e, per quanto ci riguarda, al programma della maggioranza di centrosinistra.
La decisione di aprire e di avviare il lavoro della Commissione fu presa di nuovo di comune accordo fra tutti i soggetti interessati e su istanza dei movimenti degli abitanti e dei rappresentanti della Valle.
Ci fu chiesto prima di intervenire per ottenere una moratoria di tre mesi. Su quella base io presi l'impegno di verificare la disponibilità della CIG, di LTF e del Governo ad accettare quest'ipotesi di moratoria che doveva servire ad approfondire i problemi.
Successivamente, a fronte del no governativo alla moratoria, fu controproposta la costituzione di una Commissione che avrebbe approfondito gli stessi problemi, sulla quale Regione, Provincia e Comune di Torino e poi il Governo hanno dato un parere favorevole.
La Commissione è stata costituita, ha iniziato a lavorare e ha dato il via ai primi sondaggi di comune accordo fra i membri di quella Commissione che comprendevano tre rappresentanti tecnici nominati dagli amministratori della Valle. Ha iniziato ad affrontare il tema più rilevante, quello della galleria di Venaus, che deve servire a capire qual è la situazione effettiva della geologia del Frejus nel punto esatto in cui passerà il tunnel di base, e che quindi è, tra i sondaggi, quello più importante, in quanto vera e propria sperimentazione dei problemi tecnici che si troveranno nella realizzare dell'opera.
Su questa c'è una forte opposizione politica da parte degli abitanti della Valle, che ha portato al ritiro dei rappresentanti della Valle dalla Commissione, poi rientrati a seguito di una serie di valutazioni.
Nel frattempo, abbiamo avuto una serie di incontri, con la Conferenza Intergovernativa e con l'ex Commissaria europea Loyola De Palacio incaricata di fare da coordinatore per la linea Torino-Lione e, in generale, per tutto il Corridoio 5. Il suo compito è verificare lo stato di avanzamento dell'opera, perché in alcuni tratti già di opera si tratta, di valutare le difficoltà, i problemi, gli aspetti finanziari e burocratici in modo da accelerare le procedure, e di presentare una relazione entro la fine del 2005 alla Commissione Europea per valutare lo stato di avanzamento progettuale, in questo caso, della tratta internazionale (cofinanziata dall'Unione Europea, attualmente con una percentuale ridotta, ma che in futuro potrebbe aumentare). Per il momento il cofinanziamento riguarda i lavori di sondaggio e progettazione.
La relazione dell'Ente deve essere fatta entro fine anno e deve servire a decidere se l'opera può restare tra quelle prioritarie inserite per l'ulteriore finanziamento progettuale e per il cofinanziamento realizzativo nelle prospettive finanziarie e nei relativi bilanci 2007-2013.
E' evidente che, essendo i tempi dell'Unione Europea piuttosto lunghi la De Palacio dovrà essere in grado di dire, entro fine anno, se il progetto definitivo sarà disponibile prima dell'inizio del nuovo bilancio dell'Unione Europea 2007-2013. In Italia il progetto si chiama definitivo in Francia preliminare (in pratica un mix tra il nostro definitivo e il nostro preliminare): il completamento degli studi per il definitivo/preliminare dell'opera dovrebbe essere realizzato, quindi, entro il 2006, in modo che per il 2007 quest'opera possa mantenere la priorità che l'Unione Europea le ha assegnato.
Questo è lo stato dell'arte che ci ha comunicato la De Palacio, che peraltro verrà prossimamente in Piemonte per andare di persona in Val di Susa a verificare la situazione dei lavori. De Palacio ha anche detto, come peraltro ci ha scritto il rappresentante della Commissione Europea a nome del Commissario Barrot, che se il Tunnel di Venaus - che serve per poter redigere e completare il progetto definitivo per la parte italiana - non sarà almeno iniziato entro la fine di quest'anno l'opera sarà declassata fra quelle in ritardo.
Il rappresentante della Commissione Europea ha detto che se non si vogliono perdere i finanziamenti già assegnati per questa progettazione definitiva, i lavori del Tunnel di Venaus devono partire entro l'autunno quindi entro il 21 dicembre. Questi sono i tempi assegnati dalla Commissione e, considerando che la De Palacio deve anche predisporre il rapporto e consegnarlo entro fine anno, sono anche più corti: possiamo dire che se entro fine novembre le opere relative a Venaus non partono, il rischio reale è di un declassamento della priorità della Torino-Lione nell'ambito di tutta la vicenda del Corridoio 5.
Quindi, credo che il lavoro, pur importante ed utile, di coinvolgimento e di valutazione con le popolazioni e gli amministratori locali dei problemi tecnici, ambientali, economici dell'opera, non possa fare ritardare i lavori oltre i limiti indicati, perché noi riteniamo che quest'opera sia di fondamentale importanza per l'Unione Europea e per il nostro Paese, oltre per la nostra Regione.
In queste condizioni, credo sia difficile accedere a richieste di ulteriori spostamenti dei termini, a meno che non sussistano ragioni tecniche insormontabili dal punto di vista politico. Ci sono ovvie e comprensibili richieste politiche, a fronte delle quali c'è una situazione di estrema difficoltà per il progetto, quindi anche di necessità di fermezza nelle decisioni.
La posizione della Regione, che è stata più volte espressa alla Conferenza intergovernativa dall'Assessore Borioli, è sempre stata chiara.
Noi siamo per la massima attenzione ai problemi delle popolazioni locali ma quest'attenzione non si può che tradurre in un lavoro della Commissione o di un altro organo sulle questioni concrete. Le preoccupazioni non si risolvono con i rinvii, ma approfondendo i problemi e cercando di dare delle risposte: per questo è fondamentale conoscere gli esiti dei sondaggi che partiranno nei prossimi giorni, che sono stati oggetto degli scontri in Val di Susa.
Il sondaggio principale, quello di Venaus, ha il compito di dirci se il progetto, così come è stato predisposto e approvato dalla Conferenza intergovernativa - quindi anche dalla Regione Piemonte, che vi fa parte può essere realizzato, oppure se deve subire modifiche, adattamenti e miglioramenti derivanti dalla conoscenza che avremo della geologia e delle condizioni effettive del territorio interessato.
Ho seguito con preoccupazione l'evolvere della situazione in Val di Susa e ribadisco la nostra disponibilità al confronto, perché questo è il nostro modo di governare, ma il confronto deve avvenire su un progetto approvato ai livelli appropriati.
Come pretendiamo rispetto a livello locale (molti di noi sono stati amministratori locali, comunali e provinciali, e abbiamo sempre preteso la libertà di prendere le decisioni che ci competevano) così dobbiamo anche sapere che le decisioni che competono ad un altro livello devono essere accettate. Questo è un progetto internazionale, quindi le decisioni spettano ai Governi, agli Stati e alle Regioni che sono da essi state inserite nel processo decisionale. Ricorderete anche che c'era stata una forte richiesta degli stessi amministratori locali di inserire la Regione nella Cig, all'interno della quale ha svolto il proprio compito, esprimendo una posizione che non ritengo debba cambiare.
Oggi c'è un problema complesso di ordine pubblico in Val di Susa, che è competenza delle forze dell'ordine, della Polizia, dei Carabinieri, della Prefettura, cioè dello Stato italiano. Io sono preoccupata, come tutti della situazione, mi auguro che venga gestita al meglio e sarò molto attenta alla sua evoluzione.
Gli amministratori locali possono fare il meglio per la Valle se accettano di tornare a discutere e ad affrontare concretamente i problemi.
Non c'è alcun dubbio che i cantieri, che dureranno almeno dieci anni, (come sapete la tratta nella Valle prevede molte gallerie, quindi cantieri molto complessi) richiedono la partecipazione degli amministratori locali per valutare tutti i profili di gestione dei rischi e la pericolosità legata alla possibile presenza di amianto.
Per monitorare bisogna sedersi ad un tavolo dove tutti i dati affluiscano e siano disponibili. Questo è l'impegno che abbiamo preso e ci che la Commissione stava facendo e continuerà a fare. Si sono ritirati a turno il Governo e gli amministratori locali, non la Regione e la Provincia di Torino: continueremo a lavorare per garantire che l'opera si svolga nel pieno rispetto delle regole ambientali e sociali, della gestione dei problemi complessi che ci saranno, ivi comprese le compensazioni.
Parlare di compensazioni significa dire che, anche sul piano ambientale, alla fine il saldo può diventare positivo se s'interviene su tutta una serie di problemi che la Valle oggi presenta. Ricordo, per esempio, che l'attuale linea ferroviaria passa attraverso gli abitati e dovrebbe essere interrata e migliorata per diventare una vera linea metropolitana; sarebbe il momento di avviare una trattativa seria su queste questioni prima che la linea venga ammodernata e sia difficile ottenere modifiche.
Riconfermo, in conclusione, che la mia posizione e quella della Giunta in merito all'attenzione ai problemi locali non è cambiata e non cambierà in futuro.



PRESIDENTE

Apriamo il dibattito sulle comunicazioni della Presidente Bresso.
La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Ringrazio la Presidente della Regione per aver accettato di venire oggi in Aula a rappresentare la sua posizione. Lei ha iniziato il suo intervento dicendo: non ho nulla di nuovo. In realtà, devo dire che ci ha rappresentato, in maniera molto articolata, lo stato dell'arte l'avanzamento di tutti gli aspetti, molto ramificati, di quest'importantissima opera che ritengo - e lo voglio ribadire fondamentale non soltanto per la nostra Regione, ma per tutto il Paese, se si vuole permettere al nostro Paese di rimanere ancorato allo sviluppo europeo.
Però è ovvio che, nel chiedere il suo intervento oggi, noi, in realtà non avevamo come obiettivo quello di approfondire l'argomento, che è pure un esercizio che c'è stato particolarmente gradito e utile. Noi volevamo e vogliamo "sottolineare" le ambiguità e le incongruenze politiche di questa maggioranza nei confronti della realizzazione di questa opera e di tutti i percorsi che, da quando si è iniziato attraverso la campagna elettorale attraverso un'ambigua disponibilità ad assecondare certe aspettative che i manifestanti della No TAV avevano intrapreso in maniera più spinta durante il periodo elettorale, fino all'atteggiamento ambiguo che anche in Aula abbiamo più volte avuto modo di verificare. Ma perché quest'ambiguità politica nel non essere così chiari? Meglio, la Presidente è stata chiara: infatti, parlo a nuora, perché suocera intenda, per usare una terminologia ricorrente.
Il tema politico fondamentale che vogliamo mettere in risalto è che la Presidente della Regione continua, in maniera molto netta, chiara e determinata, a parlare di compensazioni ambientali nel tentativo di addolcire la pillola ad alcuni componenti della sua maggioranza, in modo che si ammorbidiscano nei confronti della decisioni assunta dalla sua maggioranza nei confronti di quest'opera. Ma nella realtà dei fatti, alcuni componenti autorevolissimi della sua maggioranza sono contrari alla realizzazione dell'opera (lo dimostrano i fatti). Ed è questo l'elemento che non si può sottintendere. Quando, nell'assoluto esercizio delle proprie prerogative, dei Consiglieri regionali, dei Sindaci partecipano alle manifestazioni a sostegno dei manifestanti, è ovvio che esprimono una loro opinione che non può e non deve essere sottaciuta nell'ambito del Consiglio regionale che ha, come obiettivo principale, quello di dare la voce a tutte le espressioni e a tutte le significative posizioni delle forze politiche che la compongono.
Quest'ambiguità è quella che ha generato, a mio modesto modo di vedere le tensioni che si sono manifestate in Valle di Susa. Se gli amministratori e gli abitanti della Valle di Susa avessero trovato una maggior nitidezza nel comportamento e nell'atteggiamento, e meno ambiguità nel dare una botta al cerchio e una alla botte (come avete fatto in questi mesi) indubbiamente il problema non sarebbe emerso.
Voglio citare una dichiarazione apparsa su un organo di informazione, e poiché la citazione riguarda frasi virgolettate, mi permetto di riferirla.
Un rappresentante della Comunità della bassa Valle di Susa si dice arrabbiato - lo posso comprendere umanamente - per "la scelta delle forze dell'ordine di venir meno agli accordi. Ci avevano detto che avrebbero evitato ulteriori iniziative, invece hanno approfittato della situazione per compiere il blitz notturno. Qui non è in gioco la Torino-Lione , ma la democrazia". Quest'affermazione, oltretutto, mi risulta non essere corrispondente al vero, in quanto, da notizie a mia conoscenza, le forze dell'ordine hanno semplicemente detto, a fronte della richiesta dei dimostranti di concludere la loro manifestazione per le ore 24.00, che dovendo comunque svolgere il proprio lavoro, potevano andare oltre le ore 24.00. Quindi non si è rotto nessun accordo. Quando si mette in discussione la democrazia per il semplice fatto che forze dell'ordine presidiano un territorio per evitare disordini, operazione per la quale sono stati incaricati (colgo l'occasione per esprimere la mia più totale fiducia sull'operato delle forze dell'ordine in Val di Susa), rischiamo di arrivare ad un punto di non ritorno.
Il motivo principale per cui vogliamo che il dibattito si sviluppi oggi in Aula, è che si metta fine a quest'ambiguità. Che le forze della maggioranza contrarie all'Alta Capacità lo dicano in maniera chiara, in modo che la Presidente della Regione non dica "io e la mia Giunta" (non ha usato il termine "la mia maggioranza", sono stato attento alle terminologie usate) "siamo favorevoli all'Alta Capacità".
Ai piemontesi non è più sufficiente l'impegno della Presidente Bresso a questo punto deve esserci un pronunciamento chiaro, esplicito e netto da parte di quelle forze della maggioranza che, fino ad oggi, si sono dimostrate contrarie alla realizzazione della linea Alta Capacità.
Spero che il dibattito di oggi sia l'ultimo in ordine di tempo, auspico che i lavori per la linea ad Alta Capacità possano partire e che i sondaggi vengano attuati. Finché non si faranno i sondaggi non si può dire se ci sarà pericolo di inquinamento ambientale, poi passeremo alla fase della compensazione ambientale, ma la realizzazione dell'opera è fondamentale.
Sempre sullo stesso quotidiano a cui ho fatto riferimento prima, il Presidente della Comunità Montana Bassa Val Susa e Val Cenischia ha fatto una dichiarazione del tipo: "Aspettiamo che Prodi ci dica se nel programma del prossimo Governo c'è l'Alta Capacità". Poiché ho avuto modo di dare una lettura veloce al programma per le prossime elezioni politiche del Governo Prodi, forse lo ha già detto la Presidente, do una brutta notizia ai Consiglieri: nel programma di Prodi la linea ad Alta Capacità Torino-Lione è uno dei punti prioritari.
Al di là di queste considerazioni, anche grazie agli interventi dei Consiglieri, potremmo finalmente avere una maggior chiarezza sulle posizioni reali, senza ambiguità e senza infingimenti politici su quest'importantissima opera.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Mi spiace iniziare il mio intervento dicendo: "Ricordiamoci quello che avevamo detto". Abbiamo già fatto interventi sulla linea ad Alta Capacità sono andato a rileggere quello che avevamo detto circa un mese e mezzo dopo le elezioni. In quell'occasione si era detto che il rinvio dell'avvio dei sondaggi, la richiesta al Governo, con "minacce", di prorogare il termine (richiesta non sollevata dalla Presidente Bresso, gliene diamo atto, ma da forze politiche che fanno parte della sua maggioranza, che hanno osteggiato fino all'ultimo), la richiesta di ulteriori tavoli di lavoro e di ulteriori migliorie non avrebbero intralciati i sondaggi. Noi conosciamo i soggetti che fanno parte dei tavoli di confronto (li avevamo avviati già tre anni fa), sappiamo che è vero che c'è una preoccupazione degli abitanti della valle, ma sappiamo altrettanto bene che ci sono strumentalizzazioni politiche di alcuni personaggi, che fanno probabilmente uso di questa visibilità per la loro prossima campagna elettorale.
Allacciandomi a quello che ha già detto il Consigliere Ghigo, con il nostro ordine del giorno abbiamo dato modo alla maggioranza di votare compattamente il documento. Il nostro ordine del giorno non contiene nessuna premessa politica, non contiene nessuna volontà istigatrice di una parte piuttosto che di un'altra. Nel nostro ordine del giorno si dice che la Regione deve sostenere con forza e accelerare le procedure per l'espletamento dei sondaggi entro la fine d'autunno; altrimenti, lo ha detto la Presidente, la realizzazione della Torino-Lione non si farà perch finirà in coda ad altri progetti. Non è in gioco solo la fattibilità o il confronto con il territorio ma - la Presidente lo ha detto molto correttamente - è una questione di tempi. Ricordo che dobbiamo espletare i sondaggi di Mompantero, un minisondaggio che serve per capire la profondità dell'acqua in quel punto.
Se entro la fine d'autunno non saranno avviati i sondaggi del tunnel di Venaus, del cosiddetto tunnel di base, quindi una semplice rilevazione che fa anche l'ARPA in tanti interventi in Piemonte, vuol dire che domani mattina la Regione, con tutti i suoi organi, deve fare un'azione affinch sia garantito e fortemente sostenuto il Governo e quelle forze che stanno tentando di rispettare i tempi.
Sappiamo tutti che dobbiamo dare attenzione e ascolto alle popolazioni locali, ma sappiamo anche che, molte volte, le popolazioni locali sono male informate. A tal riguardo, mi permetto di dare un suggerimento alla Presidente Bresso e alla Giunta, tanto brava a fare comunicazioni di tutti i generi. In questo momento, infatti, vediamo megamanifesti in giro per la regione che sollecitano un numero verde, senza però indicare a cosa serve e i cittadini, quindi, si chiedono perché dovrebbero chiamare quel numero.
Perché la Regione, in primis, non scrive una lettera a tutti gli abitanti della Val di Susa, spiegando che questi sondaggi possono essere utili per capire se veramente si troveranno quelle sostanze per le quali i detrattori della linea minacciano di non realizzarla? I cittadini della Val di Susa sono convinti che la gran parte di questi lavori servano per la realizzazione della linea, mentre sono solo utili alla progettazione e a scoprire se c'è, nel territorio, amianto o se si mettono a rischio le falde acquifere. Se non si fanno i sondaggi, come si fa a dire che quella stessa linea non la vogliamo perché provoca il rischio amianto e l'inquinamento delle acque? Abbiamo presentato quest'ordine del giorno in cui si chiede sostanzialmente, di cooperare con tutti i soggetti interessati, affinché i sondaggi possano essere svolti nei tempi previsti; quindi entro la fine dell'autunno, compresi quelli relativi al tunnel di Venaus. Questo punto deve essere chiaro a tutti, altrimenti prendiamo una decisione che, grazie a un'azione non efficace, mette a rischio la realizzazione della linea ad Alta Capacità, vanificando, per esempio, la linea Torino-Milano o Torino Novara (costruita a fianco dell'autostrada Torino-Milano, che inaugureremo tra un mese). Di certo, nessuno l'avrebbe realizzata se non presupponeva uno sbocco verso Lione. Tra Milano e Torino non è necessaria una linea di questa portata, se non viene garantito il collegamento verso Lione. Del resto, è il cosiddetto Corridoio 5 dell'Unione europea che deve essere sostenuto e rafforzato. Noi però - e torno all'inizio del mio ragionamento sei mesi fa avevamo detto che si stava perdendo del tempo e che probabilmente, l'Unione europea avrebbe potuto anche declassarci e metterci in coda. Oggi, lei lo conferma con quanto ha detto. È vero, noi sapevamo del termine entro fine anno, visto che abbiamo seguito la materia per anni e quindi conosciamo bene cosa l'Unione Europea aveva stabilito, però c'era stato risposto che non era vero, che la linea non era a rischio e che l'Unione Europea non avrebbe messo la Torino-Lione in fondo alla lista anziché in cima com'è oggi.
Questo, quindi, presuppone che la Regione - quindi lei, Presidente, e il suo Assessore - assuma una posizione ancora più chiara, invitando i partiti e gli uomini della vostra maggioranza a non ostacolare più la realizzazione di questa linea, perché noi vediamo seriamente preoccupati Sindaci, amministratori e anche cittadini. Se a questi cittadini seriamente preoccupati diamo serie spiegazioni, e non sono persone preconcettualmente in opposizione antitetica, capiranno che il sondaggio è utile per farli ragionare e per far capire effettivamente cosa c'è sotto i loro piedi e se la realizzazione della linea può mettere a rischio la loro salute. Non chiediamo altro che questo. Diamo una risposta a questi cittadini che sono preoccupati di sapere se è a rischio la loro salute e il loro territorio.
Se non si fanno i sondaggi, queste cose non si sapranno mai.
Invito a votare l'ordine del giorno del giorno. Lo lasceremo votare dalla maggioranza, proprio per vedere se questa maggioranza è in grado di sostenere questa linea, cioè questa realizzazione. Noi crediamo che in quest'Aula tutti si debbano assumere le proprie responsabilità.
Abbiamo presentato un ordine del giorno che non fa alcuna premessa o considerazione politica, ma mette solo dei paletti che riprendono quanto detto prima dalla Presidente. La maggioranza lo voti compatta, perch votandolo compatta dimostrerebbe che questa Giunta e questa maggioranza sono in grado di governare questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Sono certo che dopo i nostri interventi sarà un fiorire di interventi dei colleghi della maggioranza, desiderosi di partecipare a questo dibattito. Vedete, colleghi, se così non sarà, non fate un dispetto a noi perché, sinceramente, che interveniate o meno ce ne freghiamo - uso un motto del secolo passato - ma fate un torto ai piemontesi e ai vostri elettori, fate una truffa e un raggiro nei confronti delle migliaia di cittadini che, in buona fede, vi hanno votato anche perché eravate favorevoli all'opera e non perché andaste a fare i cordoni sanitari, a braccetto con i centri sociali, per tentare di impedire la realizzazione del vostro programma elettorale.
Vede, Presidente Bresso, al di là dei toni sempre molto misurati e molto pacati della sua relazione, di cui abbiamo preso atto, lei volutamente e abilmente, ha bypassato il nodo del problema. Non si pu negare, nell'andare a valutare che cosa è successo nei giorni passati in Val di Susa, che esponenti di primo piano della sua maggioranza, quelli che quotidianamente votano le sue delibere e i suoi provvedimenti (per il momento pochi perché ne avete annunciati più di quelli che per ora avete portato avanti, ma speriamo che il futuro sia ancora lungo per tutti e quindi avremo sicuramente modo di vederli), sono andati a compiere atti che noi non abbiamo difficoltà a definire illegali, con toni e atteggiamenti che potrebbero essere più consoni ad un centro sociale occupato, che ad un incarico istituzionale.
Va tutto bene, colleghi. In democrazia ci sta tutto, o quasi tutto, ma la cosa importante dovrebbe essere la coerenza. Se...



(Commenti del Consigliere Segretario Chieppa fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Presidente Gariglio, i provocatori comunisti fuori microfono tentano di impedirmi di parlare, ma sono certo che lei mi tutelerà.



PRESIDENTE

Collega Chieppa e collega Ghiglia, vi prego di astenervi da commenti impropri e di attenervi entrambi al dibattito.



(Commenti del Consigliere Questore Chieppa fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Da sempre sono sensibile alle minacce dei comunisti. Non ho sentito Presidente. Se il collega Chieppa ha la cortesia di ripetere a microfono sarò lieto di replicargli democraticamente, com'è mio costume. Se, come al solito, il collega Chieppa non avrà il coraggio di esprimere pubblicamente le sue idee e, come fa spesso, si assenterà dall'Aula apposta per non avere il coraggio di esprimere le idee che declama fuori microfono, Presidente pazienza. Vorrà dire che, ancora una volta, dovrò piegarmi a questi atteggiamenti assolutamente pavidi, sconsiderati e vorrei dire anche maleducati, ma glielo dico poi in faccia, perché io sono abituato a dire a microfono quello che dico fuori microfono e viceversa: fuori microfono avere il coraggio di ripetere quello che dirò a microfono. Ma si sa, è una dote rara il coraggio, soprattutto in certi ambiti politici. Me ne rendo conto e andiamo oltre.
Il problema, Presidente Bresso, è questo. Al di là delle sue dichiarazioni, c'è una maggioranza che deve esprimersi sul punto. Qui non ci troviamo di fronte ad un dato politico ordinario e normale; ci troviamo di fronte a fatti di straordinaria gravità.
Colleghi, non è che qui dobbiamo forzare qualcuno: siete liberissimi di essere contrari.
Siete liberissimi, ma la maniera corretta non è quella di far resistenza, più o meno passiva, nei confronti delle Forze dell'Ordine, ma votando contro una mozione che si dichiara favorevole alla TAV. In democrazia contano i voti, non le barricate, vivaddio! Contano i voti.
Abbiate, allora, il coraggio di esprimervi, perché è legittimo dire: "No". Per noi sarebbe una iattura, e la vivremmo come un "omicidio" nei confronti del futuro dell'economia piemontese e nei confronti dell'avvenire dei nostri figli, però in democrazia contano i numeri: abbiate il coraggio di esprimervi con i numeri e con la forza del voto. Perché qui - ma non devo dare lezioni a nessuno - siete eletti per votare e non per fare i picchetti.
Esprimetevi col voto, non con il manico di piccone! Col voto! Presidente, vorremmo sentire dalla sua voce delle parole, se non di condanna, almeno di convinta stigmatizzazione nei confronti di coloro che all'interno della sua maggioranza, hanno partecipato ad una manifestazione in cui ci sono stati dei feriti, oltre che dei fermi. Sarebbe un atto di ordinaria e normale coerenza.
D'altronde, rappresentiamo le istituzioni e non altri tipi di attività e di associazione.
Noi ci aspettiamo che lei stigmatizzi il comportamento di quegli esponenti della sua maggioranza che hanno provocato e fomentato i disordini.
Anche noi esprimiamo la nostra più totale solidarietà nei confronti delle Forze dell'Ordine e del loro operato, perché crediamo che in democrazia ci sia il tempo delle scelte e, soprattutto, che ci sia un momento in cui tali scelte vanno fatte rispettare, anche nei confronti di chi non le concorda.
Se avete cambiato idea, vorremmo soprattutto che lo diceste. Avete cambiato idea? Ditelo. Non si rapinano i voti dei piemontesi dicendo "Sì" alla TAV, per poi fare "cheek to cheek" con i gruppettari. O si sta coi gruppetti, oppure si sta con la legalità, con la legge, con le assemblee elettive e con i voti espressi.
Vorrei fare un'ultima considerazione, se la Presidente Bresso mi concede ancora qualche secondo di attenzione.
Lei ha fatto un'affermazione che mi ha preoccupato. Lei ha dichiarato: "Se entro la fine dell'autunno non si inizieranno i lavori a Venaus l'opera corre il serio rischio di essere declassata".
Ma tre mesi fa, Presidente, non lo sapevamo. Nel momento in cui avete detto "Sì" alla proroga, non eravate al corrente di questa scadenza così ravvicinata, che può portare oggi, realisticamente e drammaticamente, a nostro avviso, al declassamento dell'opera? Ritengo che questa sia una responsabilità politica - sarà libera di replicare - di eccezionale gravità, di cui credo lei debba rendere conto anche ai cittadini, oltre che all'Aula.
Oggi, 2 novembre 2005, veniamo a sapere che se non inizieranno i lavori a Venaus entro l'autunno, l'opera correrà il rischio di essere declassata e, quindi, di non essere più finanziata.
un fatto grave, anche perché pochi mesi fa avete detto "Sì" ad un'ulteriore proroga, in un tavolo di concertazione e di trattativa - a cosa sia servito non lo so, visti gli scontri di ieri; a qualcosa sarà comunque servito - e lo dite oggi? Noi, tra un mese e mezzo, rischiamo di perdere i finanziamenti su un'opera strategica e fondamentale per il Piemonte, per l'Italia e per Torino - lo ha detto lei prima - e lo sappiamo oggi, 2 novembre? Presidente Bresso, questa, fra tutte, mi sembra la responsabilità politica più grave.
Concludo rivolgendo ulteriormente un invito a lei e alla sua maggioranza, per quel niente che conta (ne sono consapevole): siate almeno chiari; diteci cosa volete fare.
Noi non facciamo i picchetti, i gruppetti e le manifestazioni con metà della gente che proviene da Torino e l'altra metà da altre zone. Noi prendiamo atto che in democrazia si può cambiare idea. Ma avete il dovere di dircelo; avete il dovere della chiarezza; avete il dovere di uscire dall'ambiguità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Ascoltando casualmente in televisione alcune interviste rivolte agli abitanti della Val di Susa, ho sentito delle affermazioni che mi hanno lasciato perplesso. Mi è tornato in mente cosa accadeva un secolo e mezzo fa, o forse di più, quando venivano costruite le prime ferrovie nel mondo.
Allora, gli agricoltori in sommossa sostenevano che le mucche non avrebbero più prodotto latte, che le galline non avrebbero più fatto uova e che il grano sarebbe diventato nero. Costruirono le prime ferrovie e le mucche continuarono a produrre latte, le galline a fare le uova e il grano continuò essere dorato.
Ho posto questo esempio perché mi domando cosa sia stato raccontato oggi, alla popolazione, dal momento che, in televisione, si sente dire che il treno inquina - e sappiamo che i treni sono elettrici, per cui non creano inquinamento - che i treni fanno polvere - e sappiamo che è un mezzo di trasporto pulito, che non produce polvere - che i rumori provocheranno l'abbattimento delle abitazioni fino a mezzo chilometro di distanza quando esistono linee ad Alta Velocità che attraversano le grandi città.
Non dimentichiamo che in Italia siamo gli ultimi ad arrivare all'Alta Velocità. Tra l'altro, aprirei un'ulteriore parentesi: questa non è nemmeno una ferrovia ad Alta Velocità, perché la velocità massima, se non erro, si attesterà intorno ai 200 o 250 chilometri orari. È una linea che in altri Paesi, dove i treni superano i 300 chilometri orari, verrebbe considerata "normale".
Si è parlato, altresì, dell'amianto e della presunta radioattività. A questo proposito, sorge spontanea una domanda. Quando è stato scavato il traforo autostradale l'amianto non c'era, e nemmeno i materiali radioattivi. Si sono creati in questi anni? Oppure sono stati rilevati spostandosi solo di pochi metri? A questo punto facciamo i sondaggi: chi è preoccupato dovrebbe essere lì a sollecitarli.
Dov'è che voglio arrivare? Queste durissime contestazioni hanno un motivo. Le popolazioni della Val di Susa sono state, sotto un certo punto di vista, prese in giro e terrorizzate dalla realizzazione di quest'opera per scopi ben precisi di bassa politica: fare man bassa di voti.
Non dimentichiamo che, mentre sul programma della Presidente Bresso era ben chiaro che si sarebbe realizzata questa linea ad Alta Velocità comunque nei programmi di realizzazione delle opere quest'ultima era prevista - molti candidati alle elezioni in vallata sostenevano esattamente il contrario, professandosi paladini dei comitati "No TAV", cosa che è rimasta anche oggi. Sappiamo, infatti, che alcuni Consiglieri manifestavano, proprio in questi giorni, assieme ai contestatori, contro la realizzazione di quest'opera.
ovvio che, con tutta questa demagogia la gente abbia paura e tema la TAV come un'opera di chissà quale impatto ambientale, quando l'impatto ambientale di quest'opera è ridotto non dico a zero, ma ad un livello bassissimo grazie anche all'opera di questo Consiglio negli anni scorsi.
Io sono stato tra coloro che hanno sempre portato avanti il discorso e gli interventi per la mitigazione di eventuali impatti ambientali, e ricordo che tra i primi progetti apparsi e il progetto in esame in questo momento vi è una differenza colossale.
Oggi abbiamo infatti un progetto per cui questa ferrovia corre per oltre il 90% del tracciato in galleria; quindi è una ferrovia che veramente non darà noia. Tutta l'alta valle non si accorgerà nemmeno di averla perché ci sarà un ponte e nemmeno sulla Val di Susa, ma sulla Val Cenischia, in una vallata laterale. Per il resto, correrà in galleria e resterà invisibile.
Per contro, proprio le popolazioni e i pendolari della Val di Susa soprattutto coloro che devono recarsi magari tutti i giorni a Torino potranno avere degli enormi vantaggi. La realizzazione della nuova linea permetterà infatti di instradare sui nuovi binari non solo i TGV, gli Eurostar o i treni internazionali veloci, ma anche la maggior parte dei treni merci.
Quindi, la vecchia linea potrà essere riadattata per dare un importante servizio regionale e metropolitano agli abitanti della Val di Susa, che potrebbero avere dei collegamenti con Torino magari ogni mezz'ora o 20 minuti. Quindi, ci sarebbero dei vantaggi enormi, cosa che non è mai stata detta alle popolazioni. E parlo in generale della popolazione della Val di Susa.
In un passo la Presidente Bresso ha detto che non conosceva esattamente le percentuali di popolazione a favore o contro quest'opera. Sicuramente i contestatori sono molto pochi, perché si parla di una contestazione di duemila persone, ma non sono tutti valsusini, molti sono arrivati da Torino. Si tratta di aderenti a centri sociali e ad altre associazioni direi quasi di contestatori di professione, che hanno trovato il luogo dove sfogarsi. Perciò bisogna porre attenzione, perché chi protesta veramente in Val di Susa è una minoranza. Può darsi poi che la maggior parte della gente sia contraria, ma bisogna vedere cosa gli è stato detto.
Sicuramente, se conoscessero profondamente tutti i risvolti e soprattutto quella parte di risvolto che ho appena citato, cioè la possibilità di migliorare enormemente il servizio regionale sulla vecchia ferrovia, i pendolari sarebbero a favore, ma purtroppo non lo sanno.
Ho letto però che proprio i pendolari sono stati i primi a contestare i contestatori, perché sono stati i primi che, a causa delle contestazioni e dei blocchi, hanno avuto dei problemi e dei ritardi ulteriori a quelli che già hanno quotidianamente quando i blocchi non ci sono.
Ricordiamo, infatti, che sulla vecchia ferrovia della Val di Susa, cioè quella che oggi è in servizio, passa di tutto; passano i treni regionali e i treni internazionali, passa il TGV Parigi-Milano ed anche numerosi e pesanti treni merci, e così pure quelli che trasportano scorie nucleari.
Tutti questi treni passano al centro di parecchie cittadine della vallata quindi la priorità è, a mio avviso, quella di spostare questi treni sulla nuova linea al di fuori di questi centri. Ne beneficerebbero veramente tutti i cittadini della Val di Susa. Penso che tutti coloro che risiedono lungo la vecchia linea ferroviaria dovrebbero scendere in strada a chiedere la realizzazione immediata della nuova linea ferroviaria.
Arrivando alla conclusione, ritengo che tutti questi scontri potevano essere evitati semplicemente dicendo la verità alla gente e non approfittando di quest'opera per farne un cavallo di battaglia elettorale un cavallo di battaglia - e scusatemi il termine - per rubare i voti alla gente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Lo ricordavano già alcuni miei colleghi: sarebbe assolutamente semplice e proveremo anche a farlo - dimostrare le contraddizioni di questa Giunta e della maggioranza.
Basterebbe leggere le dichiarazioni a mezzo stampa da una parte di Consiglieri della maggioranza e dall'altra parte della Presidente Bresso successive al primo Consiglio Regionale, quando cioè tredici Consiglieri regionali presentarono un ordine del giorno di non contrarietà, ma quasi di sostegno alle popolazioni della Val di Susa, quindi di contrarietà all'inizio dei carotaggi nonostante che i loro partiti avessero sottoscritto qualche mese prima un programma che vedeva come prioritaria la realizzazione dell'Alta Capacità, per comprendere quanta responsabilità ha questa maggioranza e soprattutto questa Giunta nei ritardi che rischiamo di avere.
Non voglio ritornare sul problema dei fondi e sulle date certe che tanto l'Assessore Borioli quanto la Presidente Bresso ben conoscevano, ma su alcune valutazioni di carattere politico che stanno fra il rapporto che un'istituzione e un eletto, a nostro modo di vedere, devono avere con il territorio, senza volere ovviamente insegnare nulla a nessuno, ma provare a fare qualche considerazione.
La Presidente nel suo intervento ha detto che le reazioni della valle sono state reazioni prevedibili. Questo non lo so, perché ovviamente è una valutazione soggettiva che la Presidente ha fatto; pertanto, non c'è né del torto né della verità.
Chiederei però un minimo di attenzione, perché questo è un tema complesso per la nostra Regione.
Dicevo che la Presidente Bresso ha dichiarato che le reazioni della valle sono state prevedibili. È una valutazione soggettiva e come tale ne prendiamo atto; non è una valutazione che ha del torto o della verità, pu essere una o l'altra. Ci domandiamo però se in mezzo ad una reazione, che possiamo comprendere che sia prevedibile, di timore della popolazione, non vi siano invece delle situazioni che non sono assolutamente prevedibili.
Faccio solo alcuni esempi. Gli interventi violenti - e non lo dico io ma lo dice la Polizia che è intervenuta - non sono interventi prevedibili.
Ed è questo l'inghippo dal quale non vi levate mai: inizia un carotaggio vi è la presenza delle Forze dell'Ordine per fare un lavoro e non ovviamente per prendere le parti di uno o dell'altro, e il Capogruppo di Rifondazione Comunista rilascia delle dichiarazioni, dicendo che - e non cito testualmente - l'intervento delle Forze di Polizia è stato un intervento non consono, si sono traditi i patti, si è tradito il rapporto democratico.
Noi abbiamo avuto delle situazioni di violenza; un vigile di un Comune che, in divisa, ha manifestato contro un'attività che si deve svolgere.
Tutto ciò non è prevedibile. È quello che accade a Bologna per la questione legalità, come qua, sulla questione legata alle manifestazioni che deturpano le chiese o alle manifestazioni relativamente al TAV, con un centrosinistra riformista che ritiene che la TAV (l'Alta Capacità) sia una priorità e lo scrive nel programma elettorale. C'è invece una sinistra massimalista che sottoscrive il programma perché le elezioni le vuole vincere e vuole andare al potere, ergo vuole avere degli Assessori che siedono all'interno della Giunta e dei Presidenti di Commissione che siedono nei loro banchi. Quei posti li vogliono avere e ben si guardano dal rimanere fuori, ma poi dimenticano il programma elettorale e attuano un comportamento che è di assoluta commistione con le frange, non dico più massimaliste, ma criminose (come quelle che vengono perseguite).
Quando Askatasuna manda a vedere se i tre lotti erano davvero presidiati per impossessarsene, e, quando lo stesso soggetto negli anni passati si è macchiato di decine di attentati dinamitardi con delle condanne da parte della Magistratura, si comprende che non ci troviamo di fronte alle stesse tipologie di timori. C'è il timore del valligiano per la salute e per i cantieri che si apriranno nel territorio del suo Comune, che è assolutamente legittimo e lo sosteniamo, ma vi è un eccesso di timori suscitato da soggetti che cercano di speculare sulle paure delle persone per ragioni di carattere politico (fortunatamente, abbiamo visto che la candidatura del Presidente della Comunità montana, Ferrentini, in Provincia non ha dato un grande risultato elettorale). Esiste poi una terzo aspetto quello più grave, ed è quello dei gruppi che con la politica non ha nulla a che vedere, neanche con la speculazione politica, ma ha molto più a che fare con l'eversione e con atti che vanno dal danneggiamento al terrorismo.
Non bisogna andare molto in là. Se noi ricordiamo i fatti di Genova (perché ci troviamo in situazioni sempre simili, anche se fortunatamente meno gravi) in mezzo a persone che manifestavano in maniera assolutamente pacifica e legittima, invece, vi erano delinquenti comuni che, con il dito della disobbedienza civile, si comportano come tali.
bene che, una volta per tutte, al di là delle valutazioni sull'Alta Capacità che hanno già fatto i miei colleghi, si alzi da questo Consiglio una parola chiara nel dire che si possono avere posizioni differenti relativamente all'intervento, però poi bisogna spiegare ai cittadini che si è sottoscritto un programma per andare a rivestire un ruolo di potere e che questo ruolo si disattende il giorno dopo. Ma questo è coerente alla politica, ci interessa e lo faremo valutare ai cittadini.
Vi è un secondo aspetto, che è la tutela dei delinquenti. Su quello non ci può essere alcun tipo di indulgenza all'interno di questo Consiglio.
Abbiamo già assistito a misfatti di delinquenti (sono quelli che fanno una manifestazione autorizzata nel centro di Torino, e al di là del fatto che sia una chiesa, un'istituzione pubblica o altro, imbrattano, distruggono il Municipio, il palazzo di giustizia, una chiesa, cioè tutto quello che si trovano davanti) che, purtroppo, rimangono costantemente impuniti. Ci sembra che porre una questione legalità all'interno delle questioni politiche di strategia che riguardano il Piemonte sia determinante. È il confine sul quale si dimostra davvero una democrazia, dove si sa che c'è un margine che non va superato.
Una parte della sinistra torinese negli anni '70, dopo essere stata contigua a una frangia di eversione (che in seguito è sfociata nel terrorismo) ebbe la forza di dire: "No, non ci stiamo"; ed ebbe anche la forza di essere contestata. Noi questo chiediamo al Consiglio, e in particolar modo, alla Presidente Bresso, perché basterebbe leggere i giornali di oggi per capire che è assolutamente chiaro che esistono posizioni che vorrebbero tenere i piedi in due scarpe. Vorrebbero tenere il piede nell'istituzione che dice: "Sì, l'Alta Velocità è indispensabile" ma allo stesso tempo dice: "L'Alta Velocità è indispensabile, ma con i mille ma e le tutele della democrazia", che in molti casi è la tutela dei violenti.
Visto che tanto non arriveremo mai a trovare la verità, chiederei a chi pregiudizialmente è contrario all'Alta Velocità che dicesse apertamente: "Siamo pregiudizialmente contrari. Anche se non c'è alcun danno di carattere sanitario, anche se non vi fossero danni con lo svolgimento dei lavori, noi siamo contrari all'Alta Capacità, come vent'anni fa eravamo contrari alla realizzazione dell'autostrada e dicevamo che bisognava ampliare la S 24".
Sono le stesse persone che militano negli stessi partiti, ancorch abbiano cambiato nome, e che continuano ad essere i fiancheggiatori dei movimenti. È bastato sentire l'intervista che ha rilasciato ieri l'onorevole Giordano, relativamente ai disobbedienti di Bologna, per capire che le dichiarazioni del collega Deambrogio o quelle dell'onorevole Giordano sono identiche. Ci sono delle persone che, ai sensi della legge delinquono, cioè vanno oltre quello che è il dettame normativo, ma alcuni che siedono anche nei banchi di questo Consiglio, ritengono che si possa fare una disobbedienza che vada oltre i dettami di legge. Noi questo non crediamo sia possibile, si tratti di TAV, di centri sociali occupati o di manifestazioni. Noi crediamo che il distinguo sia il rispetto della legge.
Unitamente alle valutazioni (sulle quali non sono ritornato) che facevano i miei colleghi relativamente alla necessità degli interventi dei quali la Giunta, con ennesimo ritardo, si accorge solo ora, siamo quasi in scadenza e rischiamo (come dice la Presidente) di perdere il treno, e non ce ne siamo accorti quattro mesi fa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha la facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, la ringrazio...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, quando l'ho cercata per darle la parola lei non c'era. Ho preavvertito il Consigliere Rossi che avrebbe parlato per primo, e dopo sarebbe stata data immediatamente la parola a lei. Non cambia molto, sarebbe stata questione di soli dieci minuti.



ROSSI Oreste

Ma neanche dieci minuti, volevo solo far notare ai colleghi Consiglieri che gli interventi che sono arrivati dalla parte politica che sostiene la Presidente Bresso (che, come al solito, quando intervengo esce dall'Aula era lì fino a pochi minuti fa) sono stati estremamente interessanti, mi hanno quasi convinto a cambiare opinione. Sono stati interventi (quelli dei colleghi di Rifondazione, dei Comunisti italiani e dei Verdi in particolare) molto importanti dal punto di vista politico, e tendenti a tranquillizzare un pochino gli animi di noi Consiglieri qui presenti.
Sarebbe stato bello se fosse stato così, ma così non è stato.
Noi abbiamo assistito a un silenzio di tomba proprio da parte di chi su quelle aree ha acquisito voti, andando a vendere una ben determinata posizione politica, promettendo determinate cose, e oggi, continua ad andare alla testa dei cortei contro la TAV, ma in Aula non parla, anzi, fa finta che il problema non esista. Ma diciamo di più, non fanno neanche un documento sulla loro reale posizione dicendo: "Cara Presidente, se si va avanti con quella linea scritta sul tuo programma, ribadita sugli organi di informazione e, oggi, ribadita ulteriormente in Consiglio regionale, noi ce ne andiamo dalla maggioranza". No! Per carità, le mandano una lettera dicendo: "Cara Presidente, forse sarebbe meglio un'ulteriore proroga dei termini, andiamo dopo le Olimpiadi, facciamo passare ancora un po' di tempo". Quella è la linea politica seria, di una parte importante (11 membri su 38) di una maggioranza che, senza la sua presenza, non sarebbe più tale, ma questi importanti gruppi politici non intervengono neppure in un dibattito di grande rilievo politico, ovviamente, per il Piemonte e non solo, come quello odierno. Voglio rilevare per prima cosa che la Presidente Bresso se n'è andata, non è seduta al proprio posto ad ascoltare quello che dice un Consigliere. Probabilmente non ha simpatia per il sottoscritto, che fino a prova contraria è Presidente del Gruppo della Lega Nord.
Secondo, rilevo un fatto politico. Ci sono ben tre forze politiche composte da un numero rilevante di Consiglieri (11 Consiglieri), che non intervengono su un argomento così importante. Rilevo anche un terzo aspetto: bisogna dire qualcosa alla gente di quelle vallate. Posso capire che gli appartenenti alle forze politiche (tutte) che abitano nei territori interessati dai lavori dell'Alta Velocità, convinti dei rischi che corrono organizzino manifestazioni, protestino, ecc. Altra cosa, invece, è che rappresentanti politici che in Aula hanno diritto di voto di rilievo importante, sostengano una tesi in Aula e si comportino in un certo modo ma poi facciano i capipopolo e sobillino le persone a fare cose come quelle successe negli ultimi giorni.
Siamo veramente preoccupati, caro Presidente e cara Presidente (l'Assessore Borioli potrà riferire le mie parole alla Presidente della Giunta regionale) di quello che potrà succedere durante gli eventi olimpici. Se durante gli eventi olimpici queste persone - cittadini in buona fede - saranno spinte a compiere azioni pesanti, come chiudere strade o ferrovie, vi rendete conto che il Piemonte avrà le prime pagine dei giornali e avrà l'apertura delle televisioni di tutto il mondo? Vi rendete conto dell'immagine che daremmo della nostra Regione all'esterno? Allora è il caso che vi troviate, magari in incontri più riservati e non sotto gli occhi di pochi giornalisti (ringrazio i pochi presenti per non essere andati via dopo la relazione della Presidente Bresso, come alcuni hanno fatto), così, forse, potreste mettervi d'accordo e rimanere su una linea comune in modo che sia in Aula consiliare, sia in mezzo alla gente, abbiate una parola sola e diciate la stessa cosa. Così almeno, forse, eviteremo problemi ben più gravi per la regione. Non solo, potremmo anche rischiare di evitare di perdere una quota molto consistente di contributi che, se si dovesse perdere, comporterebbe la possibilità di far parte di questo progetto.
Invito colei che dovrebbe sedere su quella sedia, ma che su quella sedia non c'è, ad attivarsi, a convocare riunioni all'interno delle forze politiche che la sostengono, per giungere ad una linea comune, per arrivare ad una decisione e a comunicare in Consiglio finalmente quello che ha intenzione di fare il Governo regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente, per avermi concesso questa grande opportunità.
Mi rivolgo a tutta l'assemblea, a tutti i Consiglieri facendo presente che tanti anni fa, esattamente negli anni '70/80', in Piemonte, in modo particolare a Torino, ci fu una mezza rivoluzione sociale che ebbe dei focolai in FIAT. Focolai che, successivamente, si manifestarono in guerriglia, che poi diventò espressione del terrorismo (come già il Consigliere Vignale ha menzionato), ossia le Brigate Rosse. Le Brigate Rosse furono sconfitte in parte dalle forze dell'ordine, ma in buona parte anche grazie a manifestazioni di solidarietà che testimoniarono quale era la reazione dell'opinione pubblica nei confronti del clima di tensione .
Una di queste manifestazioni, fu la marcia dei 40 mila.
Mi chiedo, cari Consiglieri, come sarebbero degenerate le tensioni sociali di questi giorni - che state favorendo con la vostra presenza nei focolai che si stanno creando - senza la professionalità delle Forze dell'Ordine.Vi siete resi conto di che cosa è successo in questi ultimi giorni? Ci siamo resi conto cosa abbiamo visto in televisione? Cosa stiamo facendo come rappresentanti delle istituzioni? Come rappresentanti di una forza sociale e politica? Ce ne stiamo rendendo conto? Se dovesse succedere qualcosa a qualcuno, in seguito a manifestazioni così violente, voi ne sarete responsabili, ricordatevi! Voi siete responsabili moralmente civilmente ,ma soprattutto politicamente di ciò che sta accadendo nelle valli di Susa Fino a quando discutiamo di problemi religiosi, fino a quando riflettiamo sui problemi etici, ognuno di noi ha il compito di fare una scelta secondo la propria coscienza, ma quando parliamo di fomentare, di agitare gli animi in un momento in cui i sondaggi dicono che la gente ha paura del proprio futuro, voi non fate altro che aumentare la paura del futuro dei cittadini torinesi. Questo è un comportamento molto grave, e per quanto mi concerne non è grave avere una posizione differente dalla vostra, ma tenere un comportamento poco trasparente come il vostro! La Presidente Bresso è stata esplicita, ma ancora non sono stati spiegati con chiarezza i motivi per cui siete contrari alla realizzazione dell'opera, dal momento che, fino ad oggi, non sappiamo ancora le conseguenze, non sappiamo quanto amianto uscirà e dal momento che non conosciamo quale sarà l'impatto ambientale . Però siete favorevoli a dare soldi alla FIAT per l'acquisto dell'area Mirafiori dove c'è più amianto di quanto ne potremmo trovare in Val di Susa a sondaggi eseguiti. Dovete dire chiaramente qual è la vostra posizione su questo argomento, visto e considerato che voi siete rappresentanti sia politici che sociali del territorio, e non potete permettervi di fare quello che volete. L'Aula preposta a differenziarci e a motivare le vostre scelte è questa, e se avete il coraggio dovete dire perché siete contrari all'Alta Velocità.
Non basta che si esprima la Presidente Bresso, il Presidente Saitta, il Sindaco Chiamparino se poi andate direttamente sul posto a fomentare una rivolta sociale. Lo ripeto, nel momento in cui la gente ha paura del proprio futuro, voi non fate altro strumentalizzarla in odo ignobile.
Questo è quanto ho visto in questi giorni in televisione e sui mezzi di comunicazione.Ho volutamente scelto di non fare comunicati stampa per avere visibilità sui giornali o per apparire, come per altro ognuno di noi fa nei momenti opportuni, perché stiamo strumentalizzando un problema sociale e non un problema economico o politico.
Cari colleghi, davanti a questo problema vi chiedo di compiere un atto di coscienza; siete persone intelligenti, mature, persone che rappresentano un Gruppo politico. Nel momento in cui la gente si allontana sempre di più dalle istituzioni e si corre il grave rischio di una guerra civile per mancanza di risorse economiche e sociali, quest'Aula sta bloccando, con vane motivazioni, un'opera che potrebbe dare una svolta positiva alla nostra situazione economica e sociale.
Quest'estate ho letto un'intervista di Bertinotti: condivido tutto quello che ha preventivato, cioè che la mancanza di lavoro, la mancanza di un potere contrattuale dei lavoratori, e condivido ancora di più il fatto che queste mancanze possono creare grossi contrasti sociali, contrasti che voi non state facendo altro che fomentare. Posso comprendere in parte le motivazioni dei Consiglieri che si sono recati nella Valle solo per avere una visione più ampia della situazione di crisi, ma se la visita è stata fatta con l'intento di bloccare l'Alta Velocità, un'opera di grande importanza per lo sviluppo e l'occupazione, o ancor peggio per agitare gli umori sociali e strumentalizzare i cittadini, non posso fare altro che condannare il gesto, perché proprio questi rappresentanti del popolo non fanno altro che aumentare la paura degli stessi cittadini.
Abbiamo presentato un ordine del giorno; vi prego di dare un segnale veramente positivo ed importante. Votiamolo, aggiungete cosa ritenete opportuno, per dare il segnale di un'Istituzione forte e coerente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Mi ricollego all'intervento del Consigliere Ghigo, sottolineando come la sindrome, che personalmente avevo invitato ad allontanare, "dell'anno zero", poteva indurre a pensare: "È arrivata una nuova amministrazione allora rimettiamo in discussione tutto". Certamente lo si può fare - lo si può fare nel bilancio o in tante altre cose - ma per quanto riguarda gli interventi infrastrutturali, che hanno bisogno di una progettazione lunga e di un'attuazione pluriennale più che quinquennale, è veramente deleterio lasciare intendere alla pubblica opinione (non mi riferisco a quella regionale, ma a quella di determinati territori) che quanto è stato fatto finora potrebbe essere sbagliato e si potrebbe fare in modo diverso.
Oggi abbiamo sentito l'intervento ex cathedra della Presidente. Nulla da dire, tutto coerente, però sappiamo anche che siamo in un regime democratico, in cui vi è una rappresentanza della Regione articolata attraverso una Giunta, un Consiglio e dei Consiglieri che, quando parlano in quest'Aula, non parlano a titolo personale, ma in quanto eletti dai cittadini. Allora, cosa lega tutti noi, sia che sediamo da una parte o dall'altra dell'Aula? Il programma, le proposte sulla cui base i cittadini hanno compiuto le loro scelte.
Ebbene, Prodi, quando era Presidente della Commissione europea, ha finanziato e mandato avanti il Corridoio 5 e, quindi, anche le condizioni per realizzare la linea Torino-Lione. La Presidente Bresso ha dichiarato in quest'Aula, anche nel discorso di insediamento della sua Giunta, che naturalmente è favorevole alla realizzazione di quest'opera.
Allora non si capiscono le titubanze che hanno connotato l'azione della Giunta nei mesi scorsi: un'azione veramente ondivaga, come ha detto il Consigliere Ghigo, perché quello che si è fatto negli anni precedenti è di assoluta garanzia.
Prendiamo le opere olimpiche. La Presidente sa bene, essendo stata anche Presidente della Provincia di Torino e avendo sempre seguito questi argomenti, che sono state fatte le valutazioni di impatto ambientale delle opere e, laddove la stratificazione del terreno e delle rocce ha messo in risalto minerali contenenti asbesto, quindi con una certa pericolosità, e laddove le opere non potevano essere fatte come progettate, sono stati adottati tutti i correttivi. Possiamo quindi affermare che le opere olimpiche, che riguardano il contesto alpino, sono state realizzate con le garanzie necessarie. Naturalmente, c'è sempre l'opzione zero: se fare o non fare le Olimpiadi in Piemonte, ma è un altro discorso. Quando si decide, da un punto di vista istituzionale e avviate le dovute procedure, di realizzare un'opera, occorre poi essere coerenti, altrimenti si rischia solamente di perdere le occasioni e di buttare via le risorse.
Lo stesso vale nel campo dell'Alta Velocità: non minimizziamo il cambiamento della definizione. Noi, ad un approccio in termini di Alta Velocità non siamo d'accordo, mentre condividiamo un discorso in termini di Alta Capacità, cioè di un'interazione tra le nuove reti ferroviarie e quelli esistenti, per avere il massimo del vantaggio nei confronti del sistema Piemonte, del sistema locale. Non è stato un passaggio da poco e guarda caso, tutte queste stesse scelte, a volte anche nelle varie contingenze storiche, hanno caratterizzato Ministri e Governi delle più svariate colorazioni. Cito il Ministro Burlando, oggi Presidente della Regione Liguria.
Se facciamo un passo sul famoso Terzo Valico, cioè l'Alta Capacità Genova-Novi Ligure e Milano-Torino, dobbiamo ricordare che, per due volte questa Regione ha bocciato il tracciato presentato. Io stesso sono stato relatore in Giunta di quelle delibere (mi ricordo nel 1995, nel 1997 e poi nel 1998, prima come Assessore all'urbanistica e poi come Assessore all'ambiente), quindi abbiamo le prove e la dimostrazione che, quando i progetti sono imprecisi e non adeguati, le Istituzioni, attraverso i propri organi, prendono anche posizioni negative.
Questo bisogna dirlo, perché non è accettabile: respingo i discorsi qualunquistici. Finché lo fanno comuni cittadini, sono liberi di dire tutto quello che vogliamo, ma quando sento fare certi discorsi da rappresentanti istituzionali, assolutamente non lo accetto, anzi, lo denuncio e ritengo debba avere la critica e la censura da parte di tutti coloro che siedono in quest'Aula. Ebbene, oggi ci accingiamo, nella nostra regione, a realizzare un sistema infrastrutturale lungamente discusso, modificato e che ha determinato delle scelte e anche dai costi rilevanti. Pensiamo che si parla di una galleria lunga più di 50 chilometri, necessaria per avere un minore percorso in superficie e quindi per una minore interferenza proprio con quelle realtà di alta valle maggiormente da salvaguardare. Allora apriamo gli occhi e parliamo: non siamo all'anno zero. Tutta una serie di passaggi è stata fatta e una serie di risposte è stata data. Oggi si tratta di compiere questi ultimi accertamenti per far sì che le tecniche realizzative possano essere di garanzia, di modo che, se c'è qualche traccia di amianto non ci siano ricadute sulla popolazione. Lo sa bene anche l'Assessore Valpreda, prima come responsabile della sanità pubblica e oggi come Assessore alla sanità, che qualunque piano di lavoro che dovesse riguardare contesti con la presenza di amianto di origine industriale o di origine naturale, proprio grazie a questi accertamenti sarà affrontato con tutte le procedure e le massime garanzie.
Ritengo, quindi, che questo Consiglio non possa fare lo struzzo complessivamente o in una sua parte, nascondendo la testa sotto la sabbia e dicendo che non succede nulla. No, se siamo coerenti e abbiamo compiuto la scelta di privilegiare la ferrovia, cioè il ferro piuttosto che la gomma (noi sappiamo quanto le popolazioni delle zone alpine sono sensibili ad un contenimento, se non ad una riduzione, del traffico su gomma), allora l'alternativa non può che essere la rotaia. Però dobbiamo essere coerenti: non si può sostenere tutto e il contrario di tutto, dobbiamo avere un comportamento logico e coerente. Di conseguenza, la coerenza deve anche essere, a mio avviso, nel rispetto, come diceva qualche collega prima di me, della legalità. Non vado a disturbare e a richiamare Cofferati a Bologna, ma coloro che sono responsabili e hanno un incarico istituzionale poiché eletti dai cittadini, devono, a questi cittadini, rispondere. Per prima cosa, però, proprio perché portano una fascia tricolore, quale indicatore di ufficialità di Governo e quindi della massima custodia della legalità nel loro territorio. Quella non è una fascia per pavoneggiarsi per distinguersi da altri o per garantirsi l'immunità qualora ci si vada a contrapporre in talune manifestazioni. Quella fascia dovrebbe essere dalla parte di coloro che dialogano.
Io sono per il dialogo - lungi da me ogni imposizione pregiudiziale senza aver prima verificato le condizioni - ma quando le cose sono state approfondite, discusse e garantite a tutti i livelli, non si può che essere coerenti. In questa sede, quindi, non possiamo sottrarci dall'esprimere ancora una volta, la solidarietà verso le Forze dell'Ordine, ma anche, e soprattutto, con tutti coloro che nella Provincia di Torino sono responsabili dell'ordine pubblico e hanno agito, in questa vicenda, a mio avviso, con la massima cautela. Se disordini ci sono stati, certamente non vanno imputati alle Forze dell'Ordine, che, comunque, del rispetto dei diritti dei cittadini, ne fanno un credo della loro vita.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione su questo punto.
Ha chiesto la parola l'Assessore Borioli, per una replica.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti e alle infrastrutture

Credo di dover puntualizzare alcuni aspetti che riguardano la posizione della Giunta - anche se ritengo sia stata illustrata con sufficiente chiarezza e nettezza dalla Presidente Bresso - anche alla luce di alcuni interventi che si sono susseguiti nel dibattito odierno.
Se il Presidente Scanderebech mi consente, farei una battuta a proposito dello scenario degli anni di piombo da lui evocato. Forse abbiamo studiato quel periodo storico su manuali diversi, ma vorrei ricordare in quest'Aula che un argine fondamentale al terrorismo di quei tempi fu posto dalla grande e ferma mobilitazione delle forze popolari democratiche e sindacali di questo Paese.
Lei ha dato, evocando in questo senso esclusivamente la marcia dei 40 mila, una lettura molto parziale di quel periodo storico.
Pur senza abbassare la guardia a quelle che eventualmente dovessero essere le manifestazioni che, tralignando da un approccio pacifico, magari su punti di vista non condivisibili, che mi sembrano, nella sostanza, aver caratterizzato fin qui la vicenda della Val di Susa, possono degenerare credo che sia un po' prematuro evocare scenari di quel tipo.
La responsabilità di chi governa un processo così complesso è volta a contemperare, da un lato, l'esigenza che le cose vadano avanti con le tempistiche che, in maniera netta, ha illustrato poco fa la Presidente Bresso - che naturalmente sono condivise da tutta la Giunta, in modo particolare da chi, come il sottoscritto, ha competenza specifica in materia - e, nello stesso tempo, a stemperare gli elementi di tensione attraverso un atteggiamento responsabile, come peraltro ritengo abbiano mostrato le Forze dell'Ordine - credo che vada riconosciuto pubblicamente nella gestione di una partita difficile, che mi pare sia stata affrontata con senso di responsabilità, posto che, anche dall'altra parte, il fronte di opposizione si è dimostrato magari fermo, ma non ha travalicato i limiti di un'azione di resistenza i cui contenuti, per quanto si possono non condividere - io, personalmente, non li condivido - sono rientrati in un ambito assolutamente democratico, rispetto al quale, in questo Paese, è consentito manifestare. Non fino al punto però - lo diceva bene la Presidente Bresso - di impedire che i processi relativi ai lavori ricognitivi necessari ad ottemperare nei termini stabiliti dall'Unione Europea e dalla necessità di attingere ai suoi finanziamenti richiedono affinché quest'opera fondamentale per il Piemonte possa essere finanziata e realizzata.
Credo che sia improprio sostenere, da questo punto di vista, che si abbia avuto un atteggiamento ondivago. Noi ci siamo mossi in questi mesi io rivendico questo risultato a nome della Giunta e della maggioranza cercando di contemperare quanto stava scritto in un documento approvato, se non ricordo male, all'avvio di questa legislatura, confermando, da un lato il pieno appoggio al programma presentato da Mercedes Bresso sul fronte delle infrastrutture e dei trasporti - dove è scritto, a chiare lettere che la Torino-Lione va realizzata - e, dall'altro, rimarcando la necessità di ascoltare e di confrontarsi con le legittime preoccupazioni della popolazione.
Sento di poter affermare che se questo lavoro fosse stato svolto con la stessa convinzione in precedenza, forse alcune delle tensioni che oggi abbiamo di fronte avrebbero potuto essere meno intense.
Credo, comunque, che il lavoro svolto in questi mesi - non sono assolutamente d'accordo con chi lo ha sostenuto il contrario in questo dibattito - non sia stato tempo perso, perché abbiamo ottenuto dal Governo che ha dimostrato in questo senso disponibilità di ascolto e buonsenso, il riconoscimento ufficiale attraverso l'istituzione di una Conferenza dei Servizi - di cui la Commissione tecnica è, per l'appunto, articolazione tecnica - che ha consentito di approfondire tutte le tematiche relative anche ai sondaggi.
Vorrei precisare che i sondaggi che l'altro giorno si è cercato di impedire - sbagliando, a mio avviso - sono condivisi, in sede di Commissione tecnica, dai rappresentanti tecnici dei sondaggi. E rispetto a quella che era la campagna di sondaggi inizialmente prevista da LTF, vanno ad arricchire un'esigenza di approfondimento a tutela della salute delle popolazioni. Pertanto, quel lavoro non si è dimostrato inutile, in quanto i sondaggi previsti all'inizio di questo percorso non sono uguali a quelli previsti ora, anche grazie alla volontà di mettere a confronto l'esigenza di avanzamento dell'opera con la tutela della salute dei cittadini.
Credo che questo lavoro abbia consentito comunque di definire un'agenda di approfondimenti e di tematiche relative al modello di esercizio che bisognerà portare a regime quando la linea sarà realizzata, alla modalità attraverso cui il traffico si sposterà da gomma a rotaia, agli scenari di compensazione ma anche di strategico rilancio di un territorio come quello della Val di Susa, che è stato - credo sia opinione comune - fortemente sacrificato nel corso dei decenni da tutto il processo di infrastrutturazione.
Insomma, abbiamo alle spalle un lavoro che forse, effettivamente, non ha consentito, in questa fase e nel precipitare degli episodi che si sono verificati l'altro giorno, di concludere, con una mediazione pienamente condivisa dagli amministratori e dalla popolazione della Valle, l'avvio delle opere di sondaggio. Ma credo, comunque, che abbia portato un risultato positivo in quel carnet, che costituisce un patrimonio da cui ripartire affinché, nel contesto dell'accettazione reciproca della proposta di lavoro che la Presidente prima illustrava, possa ricominciare un confronto con il territorio, perché i problemi relativi alla modalità di realizzazione dell'opera, i rischi che si corrono ma anche i vantaggi che ne possono derivare, sono argomenti che bisognerà riprendere a discutere anche con le popolazioni locali.
Peraltro, onestà intellettuale vuole che si ammetta che la mobilitazione che c'è stata nella Valle, ad opposizione di quest'opera, è stata assolutamente trasversale dal punto di vista politico, con cui occorre fare i conti. Non ci sono paternità esclusive: è un'opposizione di cui occorre tener conto anche se l'approdo ultimo a cui essa tende l'impedimento della realizzazione dell'opera - costituisce un obiettivo che non può non vederci contrari, cosi com'è stato illustrato bene in precedenza, convinti della necessità che quest'opera venga realizzata, con le migliori garanzie per la popolazione.
In questo senso, credo che la posizione della Giunta sia chiara. Il fatto che, nell'ambito della maggioranza, convivano sensibilità e articolazioni diverse su questo tema, è cosa nota, che non fa scandalo.
Penso che, in tutte le maggioranze e in tutte le coalizioni, il punto è che, nel programma di governo, le diverse sensibilità trovino la sintesi. E la sintesi è stata ben rappresentata dalla Presidente della Giunta regionale.
Credo che questo problema, su altre tematiche e su altri livelli di governo o su livelli di governo analoghi a quello in cui oggi ci confrontiamo, lo abbia conosciuto anche il centrodestra. Fa parte di una democrazia piuttosto vivace come quella italiana, forse per alcuni aspetti anche incompiuta, nei suoi modelli elettorali. Vedremo se le novità che il Parlamento ci restituisce aiuteranno a comporre un quadro più ordinato o se, invece, non accentuerà un ulteriore frastagliamento. Mi pare però che da questo punto di vista, la posizione della Giunta e, credo, della sintesi che questa maggioranza ha trovato in termini di proposta di governo nella campagna elettorale rispetto alla realizzazione di quest'opera, sia stata ben espressa da Mercedes Bresso stasera, ma sia nei fatti comprovata da tutti gli atti che finora abbiamo adottato.
Veniva ricordata prima la nostra posizione in sede di Conferenza Intergovernativa, dove formalmente siamo stati chiamati ad esprimerci ed abbiamo sempre espresso una posizione che andava nel senso di realizzare l'opera.
Abbiamo portato a compimento, per quanto riguarda la parte di opera relativa alla Gronda di Torino, quella deliberazione che avevamo trovato ancora in sospeso, non ancora completata dalla Giunta precedente, anche perché poi ci sono state le elezioni ed è toccato a noi concludere quell'iter.
Abbiamo portato al CIPE ad approvazione e completamento un processo che prevede la realizzazione dell'interconnessione di corso Marche, che era una grande incompiuta, su cui si addensavano molte legittime domande sulla funzionalità di quest'opera e anche al rilancio dell'Area Metropolitana torinese.
Per quanto riguarda il terzo valico, stiamo seguendo, nell'ambito della procedura istituita presso il Ministero con la Conferenza dei Servizi sul progetto definitivo, tutto quanto va fatto perché anche quell'opera avanzi e, soprattutto, nel rispetto del territorio, delle istanze e delle esigenze delle comunità locali. Credo che nell'agenda dei nostri lavori abbiamo sempre seguito e prodotto con atti atteggiamenti coerenti con quelli che erano gli obiettivi programmatici che ci siamo dati prima dell'insediamento. Su questa strada intendiamo continuare e, certamente nel contesto di una maggioranza che vuole, da un lato, fare quelle infrastrutture che sono fondamentali per il rilancio del Paese e del nostro territorio, ma che vuole fare dell'ascolto dei problemi delle comunità locali un punto su cui non chiudere mai definitivamente la porta e riaprire spazi di dialogo, fermo restando il fatto che ci sono dei tempi che vanno rispettati. Li ha illustrati la Presidente in apertura e quei tempi non possono più essere oggetto di ulteriori dilazioni, ma dentro quei tempi e quel rispetto del programma la nostra attenzione sarà sempre rivolta a proseguire il confronto con le comunità locali e, possibilmente, anche per fare in modo che in futuro quest'opera incontri meno opposizione, se non quella condivisione che, ovviamente, oggi abbiamo registrato tutti non esserci per una parte significativa, anche se non so fino a quanto maggioritaria, della popolazione locale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Sull'ordine del giorno presentato dalla minoranza, a nome della maggioranza, dichiaro che noi ci asterremo, perché riteniamo che questo ordine del giorno sia superato parzialmente dai fatti e dalla relazione precisa ed equilibrata della Presidente Bresso e dalle conclusioni dell'Assessore regionale ai trasporti.
Nello stesso tempo vogliamo sottolineare il dovere delle istituzioni a decidere - credo che questo sia evidente - e nello stesso tempo vogliamo sottolineare il diritto delle popolazioni a manifestare pacificamente.
Credo che questo sia l'orientamento comune della maggioranza.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 144, presentato dal Consigliere Casoni, Ghigo, Dutto e Scanderebech, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale udita la comunicazione della Presidente della Giunta regionale in merito alla vicenda degli accertamenti tecnici da svolgersi in Valle di Susa finalizzati alla corretta realizzazione della linea ferroviaria ad alta capacità Torino-Lione impegna la Giunta regionale a cooperare con tutti i soggetti interessati affinché i "sondaggi" possano essere svolti nei tempi "previsti" ad intraprendere ogni iniziativa affinché sia mantenuta la priorità accordata, a livello europeo, al collegamento ferroviario Torino-Lione nell'ambito del corridoio cinque ad assicurare la mitigazione dell'impatto ambientale anche sulla base delle risultanze degli accertamenti tecnici previsti in Valle di Susa e che sono essenziali a questo fine".
Il Consiglio non approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 142 inerente a: "Dichiarazioni del Presidente della Repubblica islamica sulla comunità di Israele", presentato dal Consigliere Ghigo Esame ordine del giorno n. 143 inerente a: "Diritto all'esistenza dello Stato di Israele", presentato dal Consigliere Ricca


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ultimo punto all'o.d.g. inerente agli ordini del giorno nn. 142 e 143 su Israele, iscritti nella seduta antimeridiana.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 142; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Abbiamo tentato nel corso del pomeriggio di valutare se ci fossero gli estremi per confluire in un unico ordine del giorno, ma questo non ci è sembrato possibile, in quanto, nell'esplicazione dell'ordine del giorno noi tocchiamo quattro punti ed obiettivamente forse solo uno di questi potrebbe essere condiviso o fatto confluire nell'ambito dello stesso ordine del giorno.
In modo specifico, il nostro ordine del giorno si differenzia per questi motivi: una condanna molto forte alle dichiarazioni del Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, che ha pubblicamente incitato a distruggere Israele. Naturalmente vi è anche una condanna nei confronti delle violente manifestazioni che si sono svolte a Teheran.
Esprimiamo nel nostro ordine del giorno "solidarietà allo Stato di Israele a fronte di attacchi nella forma e nella sostanza inaccettabili che rischiano di pregiudicare il processo in corso di superamento del conflitto palestinese e dei focolai di crisi in Medio Oriente".
Questo è il punto che obiettivamente ha lo stesso tenore con l'altro ordine del giorno, ma lo dirà il collega che lo ha presentato.
Invece vogliamo, attraverso questo ordine del giorno, "coinvolgere il Consiglio regionale nell'adesione alla manifestazione di protesta a tali dichiarazioni organizzata per giovedì 3 novembre a Roma".
Naturalmente invitiamo la Giunta regionale ad associarsi al contenuto di questo ordine del giorno. Perciò chiediamo che questo ordine del giorno venga messo in votazione e che ogni Consigliere si esprima, pur avendolo illustrato in estrema sintesi, non volendo allargare il ragionamento della presentazione a temi più vasti che toccherebbero argomenti di varia sensibilità.
Nel caso specifico, credo che i punti sottolineati siano sufficienti a rappresentare la volontà dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 143; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Ho presentato questo ordine del giorno che, nella sua formulazione, è più sfumato e meno puntuale di quello appena illustrato, ma direi anche volutamente, perché da una parte sono assolutamente condivisibili i sentimenti che respingono le posizioni assunte dal Presidente dell'Iran inaccettabili ed irricevibili, e dall'altro vi sono riferimenti alla manifestazione organizzata domani a Roma che vede posizioni diverse anche all'interno delle forze politiche, diverse sensibilità, rispetto alle quali credo che l'adesione possa essere a titolo individuale o di singola forza politica.
Ritenevo più difficile impegnare direttamente il Consiglio regionale nella manifestazione romana. Si chiede però di unire la nostra voce a tutta la comunità internazionale nel manifestare solidarietà allo Stato di Israele, al suo diritto di esistere riconosciuto da tutti, anche dall'autorità palestinese.
Quindi, chiediamo anche un impegno al Governo italiano, perché si adoperi alla ripresa di un dialogo e di un confronto, che porti ad assicurare un futuro di pace in Medio Oriente. Ritengo assolutamente necessaria una presa di posizione del Consiglio, come dovere di un'istituzione democratica, perché il diritto all'esistenza di un popolo non sia assolutamente minacciato da alcuno. Parliamo di un popolo e di una vicenda che si inquadra nella questione palestinese, rispetto al quale la formula "due Popoli due Stati" è parola d'ordine cui lo SDI non vuole rinunciare. Questi due popoli sono i palestinesi, cui va garantito il diritto di uno Stato, e Israele, la cui certezza all'esistenza non pu essere messa in discussione, a maggior ragione da parte di uno Stato come l'Iran, che è membro dell'ONU, e rispetto alle cui affermazioni anche le stesse autorità palestinesi si sono dissociate. Evidentemente in Iran c'è chi vuole essere più palestinese degli stessi palestinesi.
Ritengo che l'ordine del giorno, così come l'ho formulato, possa trovare condivisione ampia all'interno del Consiglio. Mi è stato annunciato un emendamento che ho avuto modo di leggere in questo momento, rispetto al quale, se sarà mantenuto, esprimo fin d'ora la disponibilità ad accoglierlo.



PRESIDENTE

All'ordine del giorno n. 143 è stato presentato un emendamento dal Consigliere Robotti, Deambrogio ed altri, il cui testo recita: dopo "Autorità palestinese" aggiungere "riaffermando l'esigenza che venga altresì riconosciuto e tutelato lo Stato di Palestina, giungendo così ad avere due Stati per due popoli in pace ed amicizia" Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere per dichiarazione di voto su entrambi gli ordini del giorno; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Molto brevemente, voglio esprimere il voto favorevole del mio Gruppo su tutti e due gli ordini del giorno, perché rispecchiano il dibattito nel quale siamo intervenuti in questi giorni a condanna dell'affermazione del Presidente iraniano e l'adesione alla manifestazione di Roma, da parte anche del nostro Segretario nazionale Piero Fassino.
Credo che sia importante accogliere anche l'emendamento presentato da alcuni colleghi della maggioranza, perché riconosciamo, in tutti questi anni, il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. Il problema non è avere uno Stato in meno, ma avere uno Stato in più (richiamo un'affermazione fatta in questi giorni).
Pertanto, ci troviamo concordi con questo emendamento. Quindi a nome del Gruppo dei DS, dichiaro voto favorevole ai due ordini del giorno e all'emendamento presentato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo per dichiarazione di voto; ne ha la facoltà.



LEO Giampiero

Per dichiarazione di voto, faccio due considerazioni: intanto ringrazio il Presidente del nostro Gruppo Enzo Ghigo, che ha avuto la sensibilità e l'attenzione di richiamare subito questo argomento, così come il Consigliere Ricca. Ringrazio anche il Presidente del Consiglio e il Consiglio che lo ha portato in discussione.
Devo esprimere la mia soddisfazione e il piacere per l'atteggiamento dei Gruppi dei DS e della Margherita, che voteranno in assoluta coerenza perché (ha ragione il Capogruppo Muliere) questo fa parte di un'assoluta logica di coerenza che riguarda il nostro ordine del giorno. Aggiungo che noi voteremo anche l'emendamento dei DS...



(Commenti fuori microfono di alcuni Consiglieri)



LEO Giampiero

uguale, io sono sempre per i contenuti, era un complimento, mi sembrava un contenuto anche dei DS, voleva essere un complimento. Anche il contenuto del Santo Padre era un contenuto. Anche la posizione, fra l'altro, del Vaticano e del Santo Padre, quella dei superpopoli.
Un'ultima cosa. Mi rivolgo al Presidente del Consiglio, avendo apprezzato tutto questo lavoro, nelle forme e nei modi. Se noi aderiamo alla manifestazione, in accordo con il Presidente del Consiglio, sarebbe comunque una bella cosa se uno o più Consiglieri potessero andare lì e portare questo ordine del giorno non attingendo sui fondi del Consiglio.



PRESIDENTE

un'ottima opportunità se si riesce, come pare evidente, arrivare all'approvazione di un ordine del giorno con largo consenso del Consiglio ma anche riuscire a mandare una nostra rappresentanza alla manifestazione che ci sarà a Roma, oltre alla manifestazione che si terrà di fronte al Palazzo del Municipio domani a Torino.
Come sapete, dobbiamo trattare con molta attenzione le problematiche dei viaggi, visto che, a quanto pare, su questi temi negli ultimi giorni si stanno appassionando i giornali.
Voglio semplicemente far presente che l'emendamento all'ordine del giorno n. 143 non può essere presentato. Può essere accolto dal firmatario ma non può essere presentato. Consigliere Ricca, accoglie l'emendamento? Acconsente a che il suo ordine del giorno venga integrato?



RICCA Luigi Sergio

Ho già detto nell'intervento precedente che lo condividevo, lo accolgo certamente.



PRESIDENTE

Quindi, metteremo in votazione prima l'ordine del giorno a firma Ghigo nella sua stesura originale e, successivamente, l'ordine del giorno a firma Ricca, come modificato dallo stesso, che ha accolto le proposte presentate dai colleghi Robotti, Deambrogio e altri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Vorrei chiarire la nostra posizione perché non sembri sfuggente.
Sono molto gravi le affermazioni del Presidente iraniano, ai limiti della follia e della irresponsabilità. Affermazioni simili, già erano state pronunciate in altri anni dal Presidente Khomeini, dal Presidente Khamenei e fanno purtroppo parte di un patrimonio comune ad una parte del mondo arabo, vista la condizione di conflitto fra questo Israele e il mondo arabo. Vorrei ricordare che noi e non solo noi, siamo da molti anni critici verso quanto avviene in Iran ma non molti, oltre a noi (parlo della nostra area di forze) hanno dato appoggio alle opposizioni che si sono manifestate in questi tempi in Iran. Posizioni democratiche, che cercano in molti casi di fare sì che l'Iran sia uno stato laico (cosa che non è certamente da lungo tempo).
Ricordiamo però che il Presidente iraniano e altri non riconoscono purtroppo, la necessità di esistenza dello Stato di Israele, una parte consistente del mondo politico israeliano e non solo, non riconosce nei fatti che esista uno Stato palestinese. Questo ci pare anche il contenuto di una manifestazione, su cui ci sono posizioni certamente diverse e tutte rispettabili.
L'altro elemento che ci preoccupa profondamente è che gran parte dei paesi arabi e del terzo mondo siano profondamente regredite in questi ultimi decenni: da posizioni che chiedevano una forte liberazione, una forte emancipazione, ad un'identità sempre più basata su religione, sangue e terra. È la fine di un laicismo arabo, che ha come unica prospettiva solo quella di un grave fondamentalismo, solo quella dei kamikaze per molti aspetti, un'immagine che hanno molti giovani, ma che secondo noi si manifesta anche nei paesi occidentali. Posizioni profondamente conservatrici producono, sostanzialmente all'interno di questo stesso mondo occidentale, emarginazione profonda, che rischia poi di essere vittima del più tragico populismo. Noi siamo convintissimi della necessità dell'esistenza dello Stato di Israele, ma siamo al tempo stesso convinti da lungo tempo, che lo Stato palestinese abbia diritto ad esserci, debba essere riconosciuto in confini molto ampli, debba avere diritto ad una serie di elementi fondamentali: dall'acqua, che gli viene negata in molti casi, a confini stabili, ad un rapporto con gli altri Paesi del mondo arabo.
Abbiamo presentato con altri Gruppi un emendamento proprio in questa veste. Ringraziamo il Consigliere Ricca per averlo accolto completamente e anche altri Consiglieri, di altra parte politica, che ne hanno riconosciuto la legittimità.
In un quadro di regressione del dibattito politico complessivo, è preoccupante la dichiarazione di un esponente importante della Comunità ebraica di Roma, che dice che chi non parteciperà alla manifestazione, sarà un nemico di Israele e del popolo arabo. Se abitassi a Roma non parteciperei alla manifestazione, non solo perché è stata indetta da un giornale che in molti casi svolge, secondo noi, funzione opposta a quella che dovrebbe svolgere una politica di conciliazione fra due popoli, ma anche per i contenuti che ha. Non mi sento oggi, né mi sono mai sentito, e né mi sentirò mai, nemico di Israele e del popolo ebraico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti.
Ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Condivido pienamente le affermazioni del Consigliere Dalmasso. In questa fase è importante riaffermare la necessità che il popolo di Israele comprenda fino in fondo che c'è una solidarietà vera e una condivisione vera delle preoccupazioni che quel popolo ha rispetto alla possibilità di vivere in pace.
Mai e poi mai mi sentirò di sottoscrivere, anche solo indirettamente le follie affermate dal Presidente iraniano, che ricordo essere uno di quelli che, durante la rivoluzione khomeinista, impiccava i comunisti nella piazze di Teheran.
Voterò a favore di entrambi gli ordini del giorno perché credo nella necessità che i due popoli vivano in amicizia e, soprattutto, in pace. Tema che deve riguardarci ragion per cui è un bene che venga reso, in modo più largo e articolato possibile, pubblico e patrimonio di tutti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 142, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto che il Presidente della Repubblica islamica dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad, intervenendo a una conferenza a Teheran dal titolo "Il mondo senza il sionismo", ha pubblicamente dichiarato che "Israele deve essere spazzato via dalla cartina geografica" considerato che lo stesso Presidente iraniano ha partecipato in prima persona ad un corteo a Teheran insieme ai manifestanti che inneggiavano alla "resistenza palestinese" e bruciavano bandiere israeliane e statunitensi, nell'annuale giornata di Al Quds, mentre l'agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna definiva "il regime sionista ...una ghiandola cancerogena per il mondo intero" osservato che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso la propria condanna per le dichiarazioni attribuite al presidente Ahmadinejad alle quali non è seguita alcuna smentita rilevato che numerosi Paesi europei, tra cui anche l'Italia, hanno manifestato la propria disapprovazione nei confronti del vertice iraniano condanna le dichiarazioni del Presidente della Repubblica islamica dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad, che ha pubblicamente incitato a "distruggere Israele", e le violente manifestazioni svoltesi a Teheran esprime solidarietà allo Stato di Israele, a fronte di attacchi nella forma e nella sostanza inaccettabili, che rischiano di pregiudicare il processo in corso di superamento del conflitto palestinese e dei focolai di crisi in Medio Oriente aderisce alla manifestazione di protesta a tali dichiarazioni organizzata per giovedì 3 novembre 2005 a Roma invita la Giunta regionale ad associarsi al presente ordine del giorno".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 143, come emendato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale a fronte delle inaccettabili dichiarazioni pronunciate nei giorni scorsi dal Presidente dell'Iran con le quali si è negato il diritto all'esistenza dello Stato di Israele unisce la propria voce a quella di tutta la Comunità internazionale nel manifestare solidarietà allo Stato di Israele ed al suo diritto di esistere, riconosciuto anche dall'Autorità Palestinese, riaffermando l'esigenza che venga altresì riconosciuto e tutelato lo stato della Palestina, giungendo così ad avere due stati per due popoli in pace e amicizia auspica che, anche attraverso l'azione del Governo italiano, si creino le condizioni per una ripresa del dialogo e del confronto che porti ad assicurare un futuro di pace in Medio Oriente.
A fronte delle inaccettabili dichiarazioni pronunciate nei giorni scorsi dal Presidente dell'Iran con le quali si è negato il diritto all'esistenza dello Stato di Israele; il Consiglio regionale del Piemonte unisce la propria voce a quella di tutta la Comunità internazionale nel manifestare solidarietà allo Stato di Israele ed al suo diritto di esistere riconosciuto anche dall'Autorità Palestinese; riaffermando l'esigenza che venga altresì riconosciuto e tutelato lo Stato di Palestina, giungendo così ad avere due Stati per due popoli in pace e in amicizia; auspica che, anche attraverso l'azione del Governo italiano, si creino le condizioni per una ripresa del dialogo e del confronto che porti ad assicurare un futuro in pace in Medio Oriente".
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.15)



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