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Dettaglio seduta n.351 del 30/07/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 10.00 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PLACIDO ENRICO



(La seduta ha inizio alle ore 10.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Auddino, Bresso, Buquicchio Cattaneo, Chieppa, Clement, Gariglio, Laus, Pace, Rabino, Robotti, Rostagno e Rutallo.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame deliberazione del Consiglio regionale n. 209-34545, inerente a "Attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione per il riconoscimento di un'autonomia differenziata della Regione Piemonte" ed esame ordini del giorno n. 1051, 1052, 1053, 1054 e 1055 collegati


PRESIDENTE

Come concordato nella seduta di ieri, iniziamo i lavori con la discussione degli ordini del giorno collegati alla delibera sul federalismo, votata ieri pomeriggio.
Passiamo, dunque all'esame dell'ordine del giorno n. 1051 dei Consiglieri Bresso, Muliere, Reschigna, Pace, Bizjak, Travaglini, Motta Rabino, Larizza, Ronzani, Ferraris, Boeti, Turigliatto, Laus, Rossi, Dutto Pizzale, Bellion, Buquicchio, Gariglio, Auddino, Placido e Spinosa inerente a "Individuazione da parte dello Stato dei principi fondamentali nelle materie di legislazione concorrente".
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Presidente, la ringrazio. Questo è uno dei due ordini del giorno dei quali si era discusso, anche se non era stato ancora presentato fisicamente, nella Commissione competente, quando si è lavorato sul provvedimento che chiede al Governo maggiori competenze per quanto riguarda la Regione Piemonte.
Si è deciso di presentare questo ordine del giorno, con prima firmataria Mercedes Bresso, in qualità di Presidente della Regione Piemonte, perché si è ritenuto - e noi continuiamo a ritenere - che sia indispensabile capire, quando si parla di legislazione concorrente, dov'è il limite fra quello che spetta e tocca alla Regione e quello che spetta e tocca allo Stato.
Questo documento chiede al Governo di chiarire, quando si parla di legislazione concorrente, cosa spetta alla Regione, in modo chiaro e univoco affinché non ci possa più essere la possibilità, da parte del Governo, di bocciare o respingere leggi approvate all'interno del Consiglio regionale.
Non solo, il secondo ordine del giorno, di cui si era parlato sempre in quella famosa Commissione, è relativo al federalismo fiscale e anche su questo, come per il precedente, abbiamo posto la nostra firma come Lega Nord, in quanto fa parte di un discorso globale sulle richieste di competenze, ma anche di finanziamenti propri e/o derivati, per poter coprire le spese legate alle nuove competenze che andiamo a chiedere.
Riteniamo - e l'ho detto nel mio intervento in discussione generale l'altro ieri - che non sia assolutamente pensabile chiedere e ottenere nuove competenze se, parallelamente, non otteniamo fondi per coprire le spese che queste nuove competenze comportano. Altrimenti, non si parlerebbe di federalismo, ma si parlerebbe esclusivamente di un aumento di imposte.
Non possiamo accettare che, per avere nuove competenze come Regione, i nostri concittadini debbano pagare ulteriori imposte. Quindi, è indispensabile - e lo ribadisco - che si vada di pari passo con la richiesta di competenze, da una parte, chiarimenti sulle competenze dall'altra (ed è l'ordine del giorno n. 2), e federalismo fiscale (l'ordine del giorno n. 3).
Anticipo che il nostro voto sull'ordine del giorno n. 2 e sull'ordine del giorno n. 3 sarà convintamente a favore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Sull'ordine dei lavori, la parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Presidente, come le ho anticipato verbalmente, chiedo alla cortesia dell'Aula cinque minuti di sospensione. Grazie.



PRESIDENTE

Sospendo brevemente i lavori dell'Aula.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.38 riprende alle ore 10.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Eravamo sull'ordine del giorno n. 1051 "Individuazione da parte dello Stato dei principi fondamentali nelle materie di legislazione concorrente" presentato dai Consiglieri Bresso, Muliere, Reschigna, Pace, Bizjak Travaglini, Motta, Rabino, Larizza, Ronzani, Ferraris, Boeti, Turigliatto Laus, Rossi, Dutto, Pizzale, Bellion, Buquicchio, Gariglio, Auddino Placido, Spinosa.
Dopo l'intervento del Consigliere Rossi, ci sono altre richieste di intervento? Per ricapitolare la situazione rispetto ai colleghi che sono arrivati successivamente all'inizio dei lavori del Consiglio, ricordo che erano stati presentati sei ordini del giorno; il primo ordine del giorno n. 1049 "Federalismo fiscale" presentato dal Consigliere Rossi è stato ritirato dal primo firmatario, Oreste Rossi, mentre sono rimasti gli altri cinque, che proseguono la numerazione originaria.
ordine del giorno n. 1051 "Individuazione da parte dello Stato dei principi fondamentali nelle materie di legislazione concorrente", presentato dai Consiglieri Bresso, Muliere, Reschigna, Pace, Bizjak, Travaglini, Motta Rabino, Larizza, Ronzani, Ferraris, Boeti, Turigliatto, Laus, Rossi, Dutto Pizzale, Bellion, Buquicchio, Gariglio, Auddino, Placido, Spinosa ordine del giorno n. 1052 "Federalismo fiscale", presentato dai Consiglieri Bresso, Muliere, Reschigna, Pace, Bizjak, Travaglini, Motta, Rabino Larizza, Ronzani, Ferraris, Boeti, Turigliatto, Laus, Rossi, Dutto Pizzale, Bellion, Buquicchio, Gariglio, Auddino, Placido, Spinosa ordine del giorno n. 1053 "Attuazione art. 116 della Costituzione (Autonomia differenziata della regione Piemonte)", presentato dai Consiglieri Dalmasso, Bossuto, Clement, Moriconi, Robotti, Deambrogio Barassi, Cavallaro ordine del giorno n. 1054 "Attuazione del federalismo fiscale", presentato dal Consigliere Burzi ordine del giorno n. 1055 "Attuazione dell'art. 119 della Costituzione" presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto.
Il primo ordine del giorno, n. 1051 prima firmataria la Presidente Bresso, è quello di cui parlavo poco fa, rispetto al quale c'è stato un intervento del Consigliere Rossi. Poi, l'ordine del giorno rubricato al n.
3, relativo al federalismo fiscale, sempre prima firmataria la Presidente Bresso; l'ordine del giorno rubricato al n. 4, relativo all'attuazione dell'articolo 116 della Costituzione: "Autonomia differenziata della Regione Piemonte". Il Consigliere Oreste Rossi, il quale ha annunciato che ci saranno alcune modifiche. Le posizioni del Presidente Burzi, invece sono veramente immodificabili...



BURZI Angelo

No, Presidente, si possono modificare...



PRESIDENTE

Si possono modificare, quindi sono già più ottimista.
Questa è la situazione degli ordini del giorno. A questo punto, se non ci sono altre necessità rispetto al prosieguo della discussione e della votazione sugli ordini del giorno, potremmo passare alla votazione.
Prima della votazione, ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Stavo parlando con il Capogruppo del Partito Democratico per esporre una possibile modalità di voto. Non so se i colleghi abbiano terminato le loro riflessioni; qualora non abbiamo ancora finito, forse sarebbe utile qualche minuto di simpatico conversare, in attesa che le posizioni siano definite.



PRESIDENTE

Sospendiamo nuovamente la seduta del Consiglio per cinque minuti, per definire l'iter delle votazioni.
Prego i colleghi di restare in Aula, perché appena definito riprendiamo subito con le votazioni sull'ordine del giorno n. 1051.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.02 riprende alle ore 11.10)



PRESIDENTE

Se non ci sono richieste di intervento o dichiarazione di voto passiamo alla votazione dell'ordine del giorno.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1051, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'articolo 117 della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, individua al terzo comma, le materie di legislazione concorrente Stato-Regione considerato che l'articolo 1 della legge 5 giugno 2003, n. 131, volta ad adeguare l'assetto ordinamentale all'ampia riforma del Titolo V della Costituzione operata dalla legge costituzionale 3/2001, stabilisce al terzo comma che 'nelle materie appartenenti alla legislazione concorrente, le Regioni esercitano la potestà legislativa nell'ambito dei principi fondamentali espressamente determinati dallo Stato o, in difetto, quali desumibili dalle leggi statali vigenti'; considerato che il comma 4 del citato articolo 1 della legge 131/2003, delega in via transitoria il Governo, per orientare l'iniziativa legislativa dello Stato e delle Regioni e fino all'entrata in vigore delle leggi con le quali il Parlamento definirà i nuovi principi fondamentali, ad adottare, entro tre anni dalla data di entrata in vigore della citata legge, uno o più decreti legislativi meramente ricognitivi dei principi fondamentali che si traggono dalle leggi vigenti nelle materie previste dall'articolo 117, comma 3, della Costituzione, previo parere della Conferenza Stato-Regioni e delle Camere rilevato che le materie elencate al terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione sono quelle in cui il contenzioso costituzionale è più numeroso, stante la difficoltà di individuare l'esatto limite tre le competenze statali e quelle regionali; preso atto che ad oggi il decreto legislativo 2 febbraio 2006, n. 30 (Ricognizione dei principi fondamentali in materia di professioni), costituisce il primo caso di attuazione, nel nostro ordinamento, della delega contenuta nell'articolo 1, comma 4, della legge costituzionale 131/2003;ritenuto pertanto necessario che si pervenga quanto prima ad individuare i principi fondamentali nelle materie di legislazione concorrente, anche attraverso la formalizzazione di appositi Accordi quadro Stato-Regioni, definiti n sede di Conferenza Unificata, come avvenuto per il settore Istruzione. Impegna la Giunta regionale a intervenire presso lo Stato per sollecitare la definizione dei principi fondamentali nelle materie previste dall'articolo 117, comma 3, della Costituzione e a cui la Regione devono attenersi nell'esercizio della loro potestà legislativa".
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Non intervengo sull'ordine di lavori, ma per dichiarazione di voto.
Avevo chiesto di intervenire prima, ma forse non mi ha visto.



PRESIDENTE

Mi scuso, ma prima di passare alla votazione ho chiesto se c'erano interventi per dichiarazione. Mi scuso.



VIGNALE Gian Luca

Non è un problema.
evidente il voto favorevole che ha espresso il nostro Gruppo. Le motivazioni sono, anzitutto, di carattere politico. Essendovi una condivisione rispetto ad alcuni temi, non solo con la possibilità di cofirmare, che è stata dichiarata da subito...



PRESIDENTE

Mi scuso Consigliere Vignale, se la interrompo. Mi permetterei di passare prima all'ordine del giorno n. 1052, così a quel punto pu interviene su quello che ritiene.



VIGNALE Gian Luca

Va bene.



PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'ordine del giorno n. 1052 dei Consiglieri Bresso, Muliere, Reschigna, Pace, Bizjak, Travaglini, Motta, Rabino Larizza, Ronzani, Ferraris, Boeti, Turigliatto, Laus, Rossi, Dutto Pizzale, Bellion, Buquicchio, Gariglio, Auddino, Placido e Spinosa inerente a "Federalismo fiscale".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Il nostro Gruppo si è espresso in modo favorevole sull'ordine del giorno n. 1051 anzitutto perché vi è stata una condivisione di carattere politico che noi riteniamo positiva. Questo per il tema sentito in modo trasversale o, comunque, sul quale è possibile raccogliere una maggioranza più ampia che non sia quella solita dei Gruppi di maggioranza o dei Gruppi di opposizione.
Voteremo, altresì, a favore dell'ordine del giorno n. 1052, perch ancorché rispetto all'ordine del giorno n. 1054 che, in qualche modo, è più dettagliato e più puntuale rispetto alle competenze, ai trasferimenti e all'attuazione del federalismo fiscale, i principi generali sono condivisi.
Per la verità, c'è un aspetto che ci vede non condividere totalmente il punto 3 - ma questo non è pregiudiziale rispetto al voto da esprimere - che vi sia una perequazione anche laddove sono garantiti i livelli essenziali di assistenza, di garanzia di servizi e quant'altro. Crediamo sia condivisibile e sia la strada che auspichiamo il Governo nazionale percorra alla riapertura dei lavori di settembre.
Esprimeremo un voto contrario rispetto all'ordine del giorno n. 1053 non per il principio, perché il pieno riconoscimento del principio perequativo o, meglio, il riconoscimento del principio perequativo riteniamo, sia una cosa da concordare.
La posizione del nostro Partito credo sia nota. Siamo per un federalismo solidale che sia in grado di garantire i due aspetti: la possibilità di incassare parte delle aliquote che oggi vengono trasferite al Governo nazionale, quanto garantire, con le risorse delle Regioni più ricche o che, comunque, producono maggiore ricchezza, la possibilità di garantire i servizi essenziali su tutto il Paese.
Crediamo che, così come non vi è una contrarietà rispetto ad alcuni aspetti relativi non solo alla garanzia dei servizi, ma anche al mantenimento di alcuni aspetti unitari relativamente all'Università e alla tutela di libertà di insegnamento, sulle parole, cioè il pieno riconoscimento del principio perequativo - unico strumento attraverso cui le eventuali costruzioni di un processo federale non intacchi e cancelli l'unitarietà sociale del Paese - che viene condiviso come principio, con il mantenimento del pieno riconoscimento del principio perequativo, sia difficile garantire un percorso che sia tanto di mantenimento dell'unità nazionale, quanto delle possibilità di federalismo fiscale da attuare.
L'ordine del giorno n. 1054 avrà un voto positivo perché riprende quanto detto dall'ordine del giorno n. 1052 La stessa cosa vale per l'ordine del giorno n. 1055.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, lo pongo in votazione.
Ricordo che il numero legale è 28, perché si è scongedato il Consigliere Rabino.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1052, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che all'ordine del giorno del Consiglio regionale è inserito il testo della deliberazione n.209-34545 29 luglio 2008 "Attuazione dell'articolo 116 terzo comma, della Costituzione per il riconoscimento di un'autonomia differenziata della Regione Piemonte" dal dibattito politico in corso emerge chiaramente la necessità di procedere con atti concreti all'attuazione del federalismo fiscale ritenuta l'attuazione del "federalismo fiscale", previsto dall'articolo 119 della Costituzione, parte fondamentale e centrale del nuovo assetto costituzionale costruito con la riforma del Titolo V della Costituzione e come tale, impegno ineludibile del Governo sottolineati i rischi di incertezza e di deresponsabilizzazione nel finanziamento delle competenze regionali, che potrebbero derivare da un ulteriore ritardo di tale attuazione, ormai non più rinviabile valutati positivamente, come base di partenza, i punti fondamentali della proposta di modifica al disegno di legge "Delega al Governo in materia di federalismo fiscale" elaborata dalla Conferenza delle Regioni, che ritiene equilibrati e rispettosi dei principi costituzionali di garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni nelle materie costituzionalmente protette, su tutto il territorio nazionale e, come tali, improntati ad un federalismo solidale valutati altresì positivi il metodo e la volontà annunciati dal Ministro Calderoli di una effettiva collaborazione istituzionale con le Regioni e gli Enti locali, prevedendo l'avvio di un tavolo di lavoro, come terreno di confronto fertile su un tema imprescindibile al quale il sistema delle Regioni darà un contributo in termini propositivi e strategici al fine di comporre le diverse posizioni e le legittime aspirazioni dei territori considerato necessario il definito superamento della finanza derivata attraverso l'individuazione di un processo distributivo delle risorse, che permetta di abbandonare il criterio della spesa storica per favorire parametri basati su costi standard e, nello stesso tempo, la salvaguardia di un tenuta complessiva del sistema che non allarghi i divari già esistenti nel Paese il Consiglio regionale, per conseguire gli importanti risultati nel senso sopra delineato impegna la Presidente della Giunta ad adottare i seguenti principi e contenuti da fare propri nella proposta di documento programmatico delle Regioni da elaborare al tavolo della Conferenza dei Presidenti: la Regione assume il ruolo di coordinamento e di regolazione della finanza territoriale, definendo regole e vincoli a cui le Istituzioni del proprio territorio sono chiamate a uniformarsi secondo i principi di autonomia responsabilità crescita competitiva, sussidiarietà, coesione, leale collaborazione e cooperazione le leggi regionali istituiscono tributi regionali, stabiliscono ambiti di intervento fiscale, fissano i presupposti impositivi e ne individuano i soggetti passivi, purché tali tributi siano connessi al proprio territorio e non abbiano gli stessi presupposti impositivi di tributi erariali preesistenti. I principi fondamentali che devono ispirare il sistema tributario regionali sono: razionalità, semplificazione e coerenza dei singoli tributi equilibrio tra tributi propri, compartecipazioni e addizionali a tributi erariali riferiti al territorio di ciascuna Regione assicurazione di costante ed integrale copertura dei costi standard dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all'articolo 117, comma 2 lettera m) della Costituzione partecipazione di Regioni ed Enti locali nella definizione delle politiche fiscali, nell'accertamento e nel contrasto all'evasione fiscale premialità dei comportamenti virtuosi ed efficienti concorso delle Regioni e degli Enti locali alla definizione di entità criteri di riparto, tipologie e sistemi di cofinanziamento delle risorse aggiuntive e degli interventi speciali di cui all'articolo 119, comma 5 della Costituzione per le finalità dello stesso previste valorizzazione e riconoscimento della sussidiarietà fiscale il superamento del sistema della Tesoreria unica attraverso il versamento diretto del riscosso derivante dai tributi regionali alla Regione le modalità di riparto, gestione e riscossione territoriale dei tributi regionali e delle compartecipazioni assegnate dovranno essere definiti in ossequio al principio della territorialità (luogo di consumo per tributi aventi quale presupposto i consumi, localizzazioni dei cespiti, per tributi basati sul patrimonio, luogo della prestazione del lavoro, per i tributi basati sulla produzione, residenza del percettore o di luogo di produzione del reddito, per i tributi riferiti ai redditi) l'attribuzione di quote certe di compartecipazione ai grandi tributi erariali (IVA e IRPEF), l'individuazione di addizionali e sovrimposte ai tributi erariali e la determinazione del limite massimo di manovrabilità delle aliquote da parte della Regione. Le compartecipazioni regionali al gettito dei tributi erariali, devono consentire, insieme al gettito dei tributi propri, tra cui le accise, l'imposte sui tabacchi e giochi, di finanziare le spese derivanti dall'esercizio delle funzioni nelle materie di competenza esclusiva e concorrente la definizione di regole negoziali fra lo Stato e le Regioni, fra le Regioni e le Autonomie locali e fra tutti gli enti di governo territoriale che, dalla logica delle semplice comunicazione, passi ad un contesto di intese, pur riconoscendo allo Stato e alle Regioni, per gli ambiti e le materie di competenza, il ruolo di centri di iniziativa e di soggetti atti ad assumere provvedimenti nel caso la mancata intesa rappresenti uno strumento ostruzionistico per la realizzazione dei progetti istituzionali e/o economici le Regioni e gli enti locali territoriali, adottano, per la propria politica di bilancio, regole riconducibili ai criteri rilevanti per l'osservanza del Patto di Stabilità e di Crescita adottato dall'Unione europea, ovvero per saldi di finanza pubblica le Regioni, al fine del raggiungimento degli obiettivi sui saldi di finanza pubblica, possono adottare, previa concertazione con le proprie autonomie le regole e i vincoli posti dal legislatore nazionale differenziando le regole di evoluzione dei flussi finanziari dei singoli enti locali in relazione alle diversità delle situazioni economiche finanziarie e territoriali l'applicazione del principio di perequazione capace di ridurre adeguatamente le differenze tra territori con diverse capacità fiscali per abitante. A tale scopo sarà previsto un fondo perequativo, da alimentare attraverso la compartecipazione ad un tributo erariale dinamico e collegato all'evoluzione del prodotto interno lordo (PIL): per assicurare integralmente il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni previste dall'articolo 117, comma 2, lettera m) della Costituzione (sanità, assistenza sociale, istruzione) sulla base della fissazione del costo standard di ciascun servizio, nel rispetto del principio di eguaglianza per ridurre le differenze esistenti circa le capacità fiscali procapite presenti sul territorio nazionale.
Il percorso delineato richiede che, nell'ordine: siano definiti i livelli essenziali delle prestazioni di cui all'articolo 117, comma 2, lettera m) della Costituzione, dei relativi costi standard le regole per i loro aggiornamenti, in modo da assicurare uniformità su tutto il territorio nazionale del livello essenziale della prestazione e del relativo costo standard; il processo di convergenza, dal dato di fabbisogno espresso dalla spesa storica a quello misurato attraverso i costi prestazionali standard, andrà definito con la gradualità necessaria ad assicurarne la sostenibilità sia garantita la copertura integrale dei livelli essenziali di prestazione di cui all'articolo 117, comma 2, lettera m) della Costituzione siano ridotte le differenze interregionali nel gettito delle entrate tributarie regionali per abitante destinate al finanziamento delle funzioni non comprese tra quelle "essenziali" sia avviato, per le restanti materie, un sistema di finanziamento disegnato secondo un percorso di divergenza graduale dal criterio della spesa storica da compiutamente realizzare in un periodo di tempo definito sia verificata e assicurata l'adeguatezza del rapporto tra competenze e relativo finanziamento attraverso la costituzione di un Fondo unico nel quale far confluire tutte le risorse di competenza regionale ai sensi del Titolo V della Costituzione, ad eccezione di quelle previste per il riequilibrio territoriale e allo scopo di eliminare le sovrapposizioni organizzative e amministrative corrispondenti".
Il Consiglio approva.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1053 dei Consiglieri Dalmasso Bossuto, Clement, Moriconi, Robotti, Deambrogio, Barassi e Cavallaro inerente a "Attuazione art. 116 della Costituzione (Autonomia differenziata della regione Piemonte)".
Indìco la votazione palese di tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto della delibera del Consiglio regionale n. 209-34545 del 29 luglio 2008 'Attuazione dell'articolo 116, comma 3, della Costituzione per il riconoscimento di un'autonomia differenziata della Regione Piemonte' concernente: Beni paesaggistici e culturali - Infrastrutture - Università e ricerca scientifica - Ambiente ribadisce il principio dell'universalità dei diritti, di eguaglianza e di solidarietà espresso dalla Costituzione repubblicana che vede nella rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale lo strumento principale per attuare il pieno sviluppo della persona umana impegna la Giunta regionale per il pieno riconoscimento del principio perequativo, unico strumento attraverso cui l'eventuale costruzione di un processo federale non intacchi e cancelli l'unitarietà sociale del Paese affinché il riconoscimento delle peculiarità territoriali non produca differenziazioni nell'offerta e nel godimento dei servizi sociali per la totale attuazione del diritto allo studio nei confronti dei cittadini italiani e stranieri, dando priorità al sostegno all'Università pubblica, nella tutela della libertà d'insegnamento".
Il Consiglio approva.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1054 del Consigliere Burzi inerente a "Attuazione del federalismo fiscale", presentato dal Consigliere Burzi.
Ci sono alcune modifiche operate dal proponente Angelo Burzi.
A pagina 2, sotto "auspica", il comma 2 viene soppresso e il comma 3 parte da "garanzia" fino a "territoriali" rimane in vita.
Viene soppresso "i calcoli fino a pro-capite". Poi, terza pagina, il comma 8 viene soppresso; il resto rimane invariato.
Sull'ordine del giorno non ci sono richieste di intervento n dichiarazioni di voto, per cui lo pongo in votazione così come modificato.
Indìco la votazione palese l'ordine del giorno n. 1054, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che a tutt'oggi non è stata ancora data concreta attuazione agli articoli della Costituzione numero 117, comma 3, nella parte relativa alla armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, e numero 119, relativo all'autonomia finanziaria di entrata e di spesa delle Regioni e degli enti locali, entrambi approvati dal Parlamento il 18 ottobre 2001 che alla data odierna sono disponibili quattro proposte particolarmente significative predisposte per rispettare, ancorché con grave ritardo, la Costituzione. Si tratta dei due documenti 'di studio e di princip' e delle due proposte di legge elencati qui di seguito: il documento denominato "Titolo V e federalismo fiscale", predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dal Prof. D. Pietro Giarda e pubblicato il 22 dicembre 2006 dal Ministero dell'Economia e della Finanza il 'documento sui principi applicativi dell'articolo 119 della Costituzione' approvato il 7 febbraio 2007 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il disegno di legge parlamentare intitolato 'Nuove norme per l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione', approvato dal Consiglio Regionale della Lombardia nella seduta del 19 giugno 2007 e depositato sia alla Camera che al Senato anche nella nuova legislatura il disegno di legge 'Delega al Governo in materia di federalismo fiscale' presentato da Prodi, Padoa Schioppa, Lanzillotta, Chiti e Amato, alla Camera dei Deputati il 29 settembre 2007 ed in precedenza approvato dal Consiglio dei Ministri il 3 agosto 2007 valutato che la legge di recepimento degli articoli 117 e 119 della Costituzione non dovrà limitarsi a soddisfare la riforma costituzionale con mere trasposizioni di decentramento amministrativo, ma dovrà promuovere in senso compiuto l'articolo 5 della Costituzione ove 'La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento', e che tali esigenze dovranno essere attuate sulla base del principio di 'pari dignità' di ognuno dei cinque Enti che, come previsto dell'articolo 114 della Costituzione, costituiscono la Repubblica il significativo valore aggiunto del cosiddetto 'federalismo fiscale' consiste nel trasferimento di compiti, responsabilità e risorse finanziarie dallo Stato alle Regioni, ai Comuni e agli altri Enti locali, ed in prospettiva alle Città metropolitane in quanto avvicinando il decisore al fruitore si migliora la capacità di giudizio dei cittadini, creando un circolo virtuoso che stimola positivamente le Pubbliche Amministrazioni di conseguenza, l'identificazione a) dei tributi propri degli enti territoriali e b) delle compartecipazioni al gettito dei tributi dello Stato riferibili ai loro territori, dovrà essere una funzione dei compiti operativi che lo Stato centrale finalmente cederà ad altri enti più vicini ai cittadini. Questo aumenterà sicuramente l'efficienza, l'equità, la responsabilità, la competitività, la trasparenza e l'accountability di tutto il sistema paese storia, cultura e prassi centraliste sono ancora molto diffuse e quindi è necessario rendere il sistema compatibile con il federalismo differenziato previsto dall'articolo 116, comma 3, della Costituzione chiede che il Parlamento della Repubblica organizzi il calendario dei propri lavori con l'obbiettivo di dare concreta attuazione entro l'anno in corso agli articoli della Costituzione numero 117, comma 3, nella parte relativa alla armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, e numero 119, relativo all'autonomia finanziaria di entrata e di spesa delle Regioni e degli enti locali entrambi approvati dal Parlamento il 18 ottobre 2001 auspica che durante la discussione parlamentare, dopo la fondamentale, necessaria ed urgente identificazione analitica 'dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale' prevista dall'articolo 117 comma 2, lettera m) della Costituzione e la loro quantificazione, vengano tenuti in considerazione in particolar modo anche i seguenti punti: eliminazione dei trasferimenti e dei calcoli effettuati sulla base dei 'costi storici' sostituendoli con trasparenti trasferimenti di solidarietà 'orizzontale' tra le Regioni a favore di livelli essenziali dei servizi calcolati sulla base di 'costi standard', con contestuale indicazione nella legge di attuazione, della metodologia di calcolo per la definizione dei suddetti costi standard, dei soggetti incaricati di calcolarli e dei tempi e dei modi della loro garanzia di riduzione, ma non di annullamento, delle differenze di capacità fiscale 'procapite' tra i vari enti territoriali.
affidare alla Conferenza Unificata Stato-Regioni la funzione di 'cabina di regia' politica con lo scopo di coordinare la finanza pubblica ed il sistema tributario. La Conferenza avrà anche il compito di verificare il corretto utilizzo del fondo di perequazione, di aggiornarne costantemente le regole di funzionamento e di consegnare ogni sei mesi una relazione dettagliata al Parlamento. Il Presidente sarà sempre designato dalle Regioni che alimentano il fondo di perequazione creazione di un'Agenzia pubblica tecnica e indipendente con funzioni di supporto professionale della Conferenza Unificata per la quantificazione delle entrate e dei costi standard, il monitoraggio dei flussi finanziari ed il controllo dell'utilizzo del fondo di perequazione previsione di meccanismi di premi e sanzioni in relazione alla virtuosità della gestione degli Enti territoriali ed al rispetto dei costi standard le sanzioni per gli Enti inadempienti devono essere automatiche commisurate allo scostamento dagli obiettivi, legate ad una perdita di sovranità degli amministratori locali, e tali da coinvolgere i cittadini elettori, attraverso un incremento automatico dei tributi degli Enti locali interessati applicazione del principio di trasparenza per tutte le Pubbliche Amministrazioni e dell'obbligo di divulgazione pubblica, Regione per Regione, dei flussi finanziari, in valore assoluto e 'procapite', della gestione finanziaria, fiscale, contributiva, previdenziale ed assistenziale. Tale pubblicità dovrà comprendere tutti i livelli di governo ed essere relativa a tutte le pubbliche amministrazioni con la produzione di dati consolidati a livello statale e anche di ogni singola Regione.
Dovrà inoltre prevedere espliciti meccanismi di confronto circa i livelli di impostazione fiscale e contributiva regionale e locale disponibilità di una base di dati condivisa su cui operare i calcoli di perequazione. A questo proposito si segnala che la spesa per gli interessi sui titoli di Stato non dovrà essere 'regionalizzata' e che la 'regionalizzazione' della spesa relativa ai trasferimenti dallo Stato all'IMPS e agli altri enti Previdenziali dovrà essere effettuato abbinando Regione per Regione questa spesa ai contributi sociali incassati in modo da allocare correttamente alle varie Regioni il deficit del sistema previdenziale ed assistenziale. I calcoli naturalmente dovranno tenere conto sia dei luoghi dove effettivamente si svolge il lavoro che di cambiamenti di residenza: semplificazione del sistema tributario ad ogni livello amministrativo riducendo il numero dei tributi e semplificando gli adempimenti a carico del cittadino contribuente obbligo per tutti i livelli di governo di garantire l'equilibrio finanziario sia in sede di preventivo che in sede di consuntivo, con obbligo di indicare in nota anche l'ammontare di tutti i saldi calcolati applicando il principio della competenza economica, quali il valore attualizzato del debito pensionistico e dei prodotti finanziari in essere rinunziando esplicitamente a coperture di garanzia da parte di altri Enti territoriali o dello Stato, salvo casi od eventi di natura straordinaria ed eccezionale versamento dei tributi da parte dei contribuenti in capo agli Enti territoriali competenti, senza che questo comporti un aumento del carico burocratico in capo ai cittadini invita il Presidente del Consiglio regionale e la Presidente della Giunta regionale ad operare presso gli organismi istituzionali in tal senso chiede ai membri del Parlamento di impegnarsi nell'attuazione del federalismo fiscale recependo i punti di attenzione sopra elencati".
Il Consiglio approva.
Passiamo ora all'ultimo ordine del giorno, il n. 1055, dei Consiglieri Rossi e Dutto, inerente a "Attuazione dell'art. 119 della Costituzione" con alcune modifiche che espliciterà il primo firmatario con l'intervento sull'ordine del giorno, Consigliere Rossi.
La parola al Consigliere Rossi, per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Io impiegherò un po' di tempo per fare la discussione su questo ordine del giorno, come già le avevo annunciato, e poi perché riteniamo - e l'ho detto - che sia fondamentale abbinare l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, relativo al federalismo fiscale e quindi alla moneta, con l'attribuzione e la richiesta di attribuzione nuove competenze.
Innanzitutto, noi riteniamo che debba essere data attuazione all'articolo 119 della Costituzione, assicurando autonomia di entrata e di spesa di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni e rispettando i principi di solidarietà e di coesione sociale, in maniera da sostituire gradualmente, per tutti i livelli di governo, il criterio della spesa storica e da garantire la loro massima responsabilizzazione e l'effettività e la trasparenza del controllo democratico nei confronti degli eletti.
A tal fine sarà necessario rendere operativi alcuni principi essenziali per un equilibrato sistema di federalismo fiscale, tra cui: l'autonomia e la responsabilizzazione finanziaria di tutti i livelli di governo l'attribuzione di risorse autonome alle Regioni e agli Enti locali in relazione alle rispettive competenze, secondo il principio di territorialità il superamento graduale, per tutti i livelli istituzionali, del criterio della spesa storica a favore del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali degli Enti locali e a favore della perequazione della capacità fiscale per le altre funzioni il rispetto della ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni in tema di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario l' esclusione di ogni doppia imposizione sulla medesima base imponibile la tendenziale correlazione tra prelievo fiscale e beneficio connesso alle funzioni esercitate sul territorio, in modo da favorire la corrispondenza tra responsabilità finanziaria e amministrativa la possibilità per la legge regionale, con riguardo alle basi imponibili non assoggettate ad imposizione da parte dello Stato, di istituire tributi regionali e locali; di determinare le variazioni delle aliquote o le agevolazioni che Comuni, Province e Città metropolitane possono applicare nell'esercizio della propria autonomia la facoltà delle Regioni di istituire a favore degli Enti locali compartecipazioni al gettito dei tributi e delle compartecipazioni regionali la premialità dei comportamenti virtuosi ed efficienti nell'esercizio della potestà tributaria, nella gestione finanziaria ed economica e la previsione di meccanismi sanzionatori per gli enti che non rispettano gli equilibri economico-finanziari la garanzia del mantenimento di un adeguato livello di flessibilità fiscale nella costituzione di un paniere di tributi e compartecipazioni, da attribuire alle Regioni e agli Enti locali, la cui composizione sia rappresentata in misura rilevante da tributi manovrabili la semplificazione del sistema tributario la lealtà istituzionale fra tutti i livelli di governo e il concorso di tutte le amministrazioni pubbliche al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionale in coerenza con i vincoli posti dall'Unione europea e dai trattati internazionali la trasparenza ed efficienza delle decisioni di entrata e di spesa la riduzione dell'imposizione fiscale statale in misura adeguata alla più ampia autonomia di entrata di Regioni ed Enti locali e la corrispondente riduzione delle risorse statali umane e strumentali.
Il nuovo sistema dovrà inoltre trovare idonee sedi di raccordo tra Stato ed autonomie non solo nella Camera rappresentativa di queste ultime ma anche in un'apposita cabina di regia, che elabori le norme di dettaglio del nuovo sistema e ne verifichi il funzionamento.
Le Regioni - e fra esse la Regione Piemonte - dovranno disporre di tributi (tributi propri, tributi propri derivati, compartecipazioni o aliquote riservate alle Regioni) e dovranno essere in grado, per i propri tributi, di modificare le modalità di computo della base imponibile e di modificare le aliquote nei limiti massimi di incremento stabiliti dalla legislazione statale, oltre a poter disporre esenzioni, detrazioni deduzioni, introdurre speciali agevolazioni.
Sul fronte delle spese, si dovrà distinguere tra: quelle connesse ai livelli essenziali delle prestazioni, da determinarsi nel rispetto dei costi standard, tra cui rientrano quelle per la sanità, l'assistenza e l'istruzione; le spese non riconducibili ai livelli essenziali; le spese finanziate con i contributi speciali e con i finanziamenti dell'Unione europea.
Inoltre, per la spesa per il trasporto pubblico locale, nella determinazione dell'ammontare del finanziamento, si dovrà tenere conto della fornitura di un livello adeguato del servizio su tutto il territorio nazionale, nonché dei costi standard.
Le spese connesse ai livelli essenziali dovranno essere finanziate con tributi regionali o con compartecipazione ai tributi, in modo tale da garantire nelle predette condizioni il finanziamento integrale in ciascuna Regione.
Le altre spese dovranno essere finanziate con il gettito dei tributi propri e con quote del fondo perequativo.
A tutto ciò dovrà accompagnarsi la soppressione dei trasferimenti statali diretti al finanziamento delle medesime spese.
Per quanto riguarda la perequazione a favore delle Regioni con minore capacità fiscale per abitante, il relativo fondo dovrà essere alimentato dai gettiti prodotti nelle singole regioni.
L'obiettivo dovrà essere quello di ridurre adeguatamente le differenze tra i territori con diverse capacità fiscali per abitante, senza peraltro alterarne l'ordine e senza impedirne la modifica nel tempo conseguente all'evoluzione del quadro economico territoriale.
Le risorse del fondo saranno chiamate a finanziare integralmente la differenza tra il fabbisogno finanziario per i livelli essenziali, tuttavia calcolato secondo i costi standard.
Le Regioni con minori capacità fiscali dovranno partecipare alla ripartizione del fondo perequativo, alimentato dal gettito prodotto nelle altre regioni, in relazione all'obiettivo di ridurre le differenze interregionali di gettito per abitante per il medesimo tributo rispetto al gettito medio nazionale per abitante.
A ciò dovrà accompagnarsi la trasparenza dei trasferimenti per il fondo perequativo da e verso le diverse Regioni.
Sarebbe inoltre auspicabile che nella perequazione si tenga conto anche dell'entità dei finanziamenti dell'Unione europea già ricevuti dalle Regioni beneficiarie della stessa perequazione.
Con riferimento al finanziamento delle funzioni trasferite alle Regioni, occorrerà prevedere la cancellazione dei relativi stanziamenti di spesa e la riduzione delle aliquote dei tributi erariali: il federalismo fiscale non significherà aumento della pressione fiscale per i cittadini.
Con riguardo al finanziamento delle funzioni di Comuni, Province e Città metropolitane, è auspicabile che il finanziamento delle funzioni fondamentali degli Enti locali e dei livelli essenziali delle prestazioni eventualmente da esse implicate abbia luogo in base alla capacità fiscale e alla spesa standard.
La perequazione per gli Enti locali dovrebbe potere essere realizzata attraverso due fondi, uno a favore dei Comuni, l'altro a favore delle Province, tenendo conto di un indicatore di fabbisogno finanziario e di indicatori di fabbisogno di infrastrutture, in coerenza con la programmazione regionale di settore, per il finanziamento della spesa in conto capitale.
Le entrate considerate ai fini della standardizzazione dovranno essere rappresentate dai tributi propri valutati ad aliquota standard.
Le Regioni, sulla base di specifici criteri e procedure, dovranno avere la possibilità di procedere a proprie valutazioni della spesa corrente standardizzata e delle entrate standardizzate, nonché a stime autonome dei fabbisogni di infrastrutture.
Dovranno essere disciplinati adeguatamente gli interventi speciali in favore di specifiche Regioni o enti locali, di cui all'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, anche in considerazione delle specifiche realtà territoriali, con particolare riguardo alla collocazione geografica degli enti e, con riferimento ai Comuni, alla loro prossimità al confine con altri Stati o con Regioni a statuto speciale.
Con riguardo al coordinamento e alla disciplina fiscale dei diversi livelli di governo, occorrerà garantire: la trasparenza delle diverse capacità fiscali per abitante prima e dopo la perequazione; il rispetto degli obiettivi del conto consuntivo, sia in termini di competenza economica e di cassa, per il concorso all'osservanza del patto di stabilità per ciascuna Regione e ciascun Ente locale; l'assicurazione degli obiettivi sui saldi di finanza pubblica da parte delle Regioni che possono adattare previa concertazione con gli Enti locali ricadenti nel proprio territorio regionale, le regole e i vincoli posti dal legislatore nazionale differenziando le regole di evoluzione dei flussi finanziari dei singoli enti e in relazione alla diversità delle situazioni finanziarie esistenti nelle diverse Regioni; l'introduzione a favore degli enti più virtuosi e meno virtuosi di un sistema, rispettivamente, premiante e sanzionatorio.
necessario quindi attivarsi presso il Governo centrale al fine di dare attuazione all'articolo 119, sesto comma, della Costituzione, sui principi generali per l'attribuzione a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni di un proprio patrimonio, con l'attribuzione dei beni immobili sulla base del criterio di territorialità; garantire il passaggio graduale dai valori dei trasferimenti rilevati nelle singole Regioni ai valori dei costi standard, tenendo conto che la nuova perequazione dovrà realizzarsi a partire dall'effettiva determinazione del contenuto finanziario dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali degli enti locali, mediante un processo di convergenza dalla spesa storica al fabbisogno standard in un periodo di tempo sostenibile. Il criterio della sostenibilità dovrà ispirare anche la fase transitoria per gli enti locali.
Per le funzioni non legate ai livelli essenziali potrà pensarsi all'obiettivo di consentire il distacco dal principio della spesa storica a favore delle capacità fiscali in un lasso di tempo ragionevole, ad esempio in tre anni.
Occorrerà anche individuare adeguate forme di collaborazione delle Regioni con le agenzie regionali delle entrate, in modo da configurare dei centri di servizio regionali per la gestione organica dei tributi erariali regionali e degli enti locali; si dovranno infine individuare modalità affinché anche le Regioni a Statuto Speciale e le Province autonome di Trento e di Bolzano prendano parte al sistema di perequazione e di solidarietà e dall'esercizio dei diritti-doveri da essi derivanti.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione dell'ordine del giorno test illustrato, informo i colleghi che rispetto alla copia che è a vostre mani sono state apportate delle modifiche, e precisamente: a pagina 2 al quarto capoverso che inizia con le parole "...essere finanziati con tributi o con partecipazione ai tributi", le altre righe vengono annullate.
A pagina 2, primo capoverso, alla seconda riga che termina con le parole "...Regioni." Il resto della riga fino alla fine della terza riga fino a "Irpef" viene cancellato.
A metà pagina iniziando con "riguardo", il secondo capoverso che inizia con "occorrerà" e termina con "agevolato" viene cancellato. Nella terza ed ultima pagina dopo "il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ad attivarsi..", le ultime parole "sulla base del criterio di territorialità" vengono eliminate.
Con queste modifiche lo pongo in votazione.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1055, come modificato il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che dovrà essere data attuazione all'articolo 119 della Costituzione, assicurando autonomia di entrata e di spesa di Comuni Province, Città metropolitane e Regioni e rispettando i principi di solidarietà e di coesione sociale, in maniera da sostituire gradualmente per tutti i livelli di governo, il criterio della spesa storica e da garantire la loro massima responsabilizzazione e l'effettività e la trasparenza del controllo democratico nei confronti degli eletti considerato che a tal fine sarà necessario rendere operativi alcuni principi essenziali per un equilibrato sistema di federalismo fiscale, tra cui: l'autonomia e la responsabilizzazione finanziaria di tutti i livelli di governo l'attribuzione di risorse autonome alle Regioni e agli Enti locali, in relazione alle rispettive competenze, secondo il principio di territorialità il superamento graduale, per tutti i livelli istituzionali, del criterio della spesa storica a favore del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali degli enti locali e a favore della perequazione della capacità fiscale per le altre funzioni il rispetto della ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni in tema di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario l'esclusione di ogni doppia imposizione sulla medesima base imponibile la tendenziale correlazione tra prelievo fiscale e beneficio connesso alle funzioni esercitate sul territorio in modo da favorire la corrispondenza tra responsabilità finanziaria e amministrativa la possibilità per la legge regionale, con riguardo alle basi imponibili non assoggettate ad imposizione da parte dello Stato, di istituire tributi regionali e locali; di determinare le variazioni delle aliquote o le agevolazioni che Comuni, Province e Città metropolitane possono applicare nell'esercizio della propria autonomia la facoltà delle Regioni di istituire a favore degli Enti locali compartecipazioni al gettito dei tributi e delle compartecipazioni regionali la premialità dei comportamenti virtuosi ed efficienti nell'esercizio della potestà tributaria, nella gestione finanziaria ed economica e la previsione di meccanismi sanzionatori per gli enti che non rispettano gli equilibri economico - finanziari la garanzia del mantenimento di un adeguato livello di flessibilità fiscale nella costituzione di un paniere di tributi e compartecipazioni, da attribuire alle Regioni e agli Enti locali, la cui composizione sia rappresentata in misura rilevante da tributi manovrabili la semplificazione del sistema tributario la lealtà istituzionale fra tutti i livelli di governo e il concorso di tutte le amministrazioni pubbliche al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionale in coerenza con i vincoli posti dall'Unione europea e dai trattati internazionali la trasparenza ed efficienza delle decisioni di entrata e di spesa la riduzione della imposizione fiscale statale in misura adeguata alla più ampia autonomia di entrata di Regioni ed Enti locali e la corrispondente riduzione delle risorse statali umane e strumentali ritenuto che: Il nuovo sistema dovrà inoltre trovare idonee sedi di raccordo tra Stato ed autonomie non solo nella Camera rappresentativa di queste ultime, ma anche in un'apposita cabina di regia, che elabori le norme di dettaglio del nuovo sistema e ne verifichi il funzionamento.
Le Regioni - e fra esse la Regione Piemonte - dovranno disporre di tributi (tributi propri, tributi propri derivati, compartecipazioni o aliquote riservate alle Regioni) e dovranno essere in grado, per i propri tributi di modificare le modalità di computo della base imponibile e di modificare le aliquote nei limiti massimi di incremento stabiliti dalla legislazione statale, oltre a poter disporre esenzioni, detrazioni, deduzioni introdurre speciali agevolazioni.
Sul fronte delle spese, si dovrà distinguere tra: quelle connesse ai livelli essenziali delle prestazioni, da determinarsi nel rispetto dei costi standard, tra cui rientrano quelle per la sanità, l'assistenza e l'istruzione; le spese non riconducibili ai livelli essenziali; le spese finanziate con i contributi speciali e con i finanziamenti dell'Unione europea.
Inoltre, per la spesa per il trasporto pubblico locale, nella determinazione dell'ammontare del finanziamento, si dovrà tenere conto della fornitura di un livello adeguato del servizio su tutto il territorio nazionale nonché dei costi standard.
Le spese connesse ai livelli essenziali dovranno essere finanziate con tributi regionali o con compartecipazione ai tributi in modo tale da garantire nelle predette condizioni il finanziamento integrale in ciascuna Regione.
Le altre spese dovranno essere finanziate con il gettito dei tributi propri e con quote del fondo perequativo.
A tutto ciò dovrà accompagnarsi la soppressione dei trasferimenti statali diretti al finanziamento delle medesime spese.
considerato inoltre che per quanto riguarda la perequazione a favore delle Regioni con minore capacità fiscale per abitante, il relativo fondo dovrà essere alimentato dai gettiti prodotti nelle singole regioni l'obiettivo dovrà essere quello di ridurre adeguatamente le differenze tra i territori con diverse capacità fiscali per abitante, senza peraltro alterarne l'ordine e senza impedirne la modifica nel tempo conseguente all'evoluzione del quadro economico territoriale le risorse del fondo saranno chiamate a finanziare integralmente la differenza tra il fabbisogno finanziario per i livelli essenziali, tuttavia calcolato secondo i costi standard le Regioni con minori capacità fiscali dovranno partecipare alla ripartizione del fondo perequativo, alimentato dal gettito prodotto nelle altre regioni, in relazione all'obiettivo di ridurre le differenze interregionali di gettito per abitante per il medesimo tributo rispetto al gettito medio nazionale per abitante.
a ciò dovrà accompagnarsi la trasparenza dei trasferimenti per il fondo perequativo da e verso le diverse Regioni sarebbe inoltre auspicabile che nella perequazione si tenga conto anche dell'entità dei finanziamenti dell'Unione europea già ricevuti dalle Regioni beneficiarie della stessa perequazione con riferimento al finanziamento delle funzioni trasferite alle Regioni occorrerà prevedere la cancellazione dei relativi stanziamenti di spesa e la riduzione delle aliquote dei tributi erariali: il federalismo fiscale non significherà aumento della pressione fiscale per i cittadini.
Con riguardo al finanziamento delle funzioni di Comuni, Province e Città metropolitane, è auspicabile che il finanziamento delle funzioni fondamentali degli Enti locali e dei livelli essenziali delle prestazioni eventualmente da esse implicate abbia luogo in base alla capacità fiscale e alla spesa standard.
Auspicando che la perequazione per gli enti locali dovrebbe potere essere realizzata attraverso due fondi, uno a favore dei Comuni, l'altro a favore delle Province, tenendo conto di un indicatore di fabbisogno finanziario e di indicatori di fabbisogno di infrastrutture, in coerenza con la programmazione regionale di settore, per il finanziamento della spesa in conto capitale le entrate considerate ai fini della standardizzazione dovranno essere rappresentate dai tributi propri valutati ad aliquota standard le Regioni, sulla base di specifici criteri e procedure,dovranno avere la possibilità di procedere a proprie valutazioni della spese corrente standardizzata e delle entrate standardizzate, nonché a stime autonome dei fabbisogni di infrastrutture.
dovranno essere disciplinati adeguatamente gli interventi speciali in favore di specifiche Regioni o enti locali, di cui all'articolo 119, comma 5, della Costituzione, anche in considerazione delle specifiche realtà territoriali, con particolare riguardo alla collocazione geografica degli enti e, con riferimento ai Comuni, alla loro prossimità al confine con altri Stati o con Regioni a statuto speciale.
Con riguardo al coordinamento e alla disciplina fiscale dei diversi livelli di governo, occorrerà garantire: la trasparenza delle diverse capacità fiscali per abitante prima e dopo la perequazione il rispetto degli obiettivi del conto consuntivo, sia in termini di competenza economica che di cassa, per il concorso all'osservanza del patto di stabilità per ciascuna Regione e ciascun Ente locale l'assicurazione degli obiettivi sui saldi di finanza pubblica da parte delle Regioni che possono adattare, previa concertazione con gli Enti locali ricadenti nel proprio territorio regionale, le regole e i vincoli posti dal legislatore nazionale, differenziando le regole di evoluzione dei flussi finanziari dei singoli enti in relazione alla diversità delle situazioni finanziarie esistenti nelle diverse Regioni l'introduzione a favore degli enti più virtuosi e meno virtuosi di un sistema, rispettivamente, premiante e sanzionatorio.
impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo centrale al fine di: dare attuazione all'articolo 119, comma 6, della Costituzione, sui principi generali per l'attribuzione a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni di un proprio patrimonio, con l'attribuzione dei beni immobili di garantire il passaggio graduale dai valori dei trasferimenti rilevati nelle singole Regioni ai valori dei costi standard.Tenendo conto che la nuova perequazione dovrà realizzarsi a partire dall'effettiva determinazione del contenuto finanziario dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali degli enti locali, mediante un processo di convergenza dalla spesa storica al fabbisogno standard in un periodo di tempo sostenibile. Il criterio della sostenibilità dovrà ispirare anche la fase transitoria per gli enti locali.
Tenendo conto che per le funzioni non legate ai livelli essenziali potrà pensarsi all'obiettivo di consentire il distacco dal principio della spesa storica a favore delle capacità fiscali in un lasso di tempo ragionevole occorrerà anche individuare adeguate forme di collaborazione delle Regioni con le agenzie regionali delle entrate, in modo da configurare dei centri di servizio regionali per la gestione organica dei tributi erariali regionali e degli enti locali si dovranno in fine individuare modalità affinché anche le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e di Bolzano prendano parte al sistema di perequazione e di solidarietà ed all'esercizio dei diritti e doveri da essi derivanti".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori, con particolare sulla situazione della Siltal di Casale Monferrato


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo per due brevi considerazioni. M spiace che non sia presente l'Assessore Bairati, ma penso che i colleghi della zona dell'alessandrino saranno d'accordo sulla necessità che questo Consiglio si interessi in maniera seria del problema della Siltal di Casale Monferrato. È un'azienda del freddo che da diversi anni vive in una situazione di grave crisi occupazionale e che da un paio di mesi non paga gli stipendi. Ieri doveva esserci un incontro a Roma per verificare con la proprietà il futuro di questa azienda, ma l'incontro purtroppo è saltato per l'indisponibilità della proprietà.
Oggi rispetto al problema Siltal doveva essere a Casale Monferrato l'Assessore Bairati per spiegare gli impegni della Regione sulla questione ma anche questo incontro è saltato ed è stato rimandato a metà settembre circa.
I lavoratori, che non ricevono lo stipendio da alcuni mesi, sono in stato di agitazione permanente e sono veramente molto preoccupati rispetto alla loro situazione.
Un'altra azienda del freddo, la IARP, oggi ha occupato pacificamente il viale d'ingresso dell'azienda, perché anche per questa azienda del freddo si prevede un autunno poco favorevole.
Non so se nel corso della mattinata, visto che c'era probabilmente un'informativa già su un'azienda di Asti in crisi, l'Assessore Migliasso o l'Assessore Bairati volessero dirci anche qualcosa sulla questione della crisi che sta investendo il freddo casalese, farebbero, a mio avviso, buona cosa.
Seconda questione non di poco conto; prima era presente il neo Assessore Ricca. Scorrendo i giornali locali di stamattina nella pagina acquistata dalla Giunta regionale, cioè "Il diario della Regione Piemonte" spicca nella prima pagina delle due acquistate dalla Giunta sui 67 giornali locali affiliati alla FIPEG, un articolo intitolato: "Le risorse investite e i patti locali per la sicurezza integrata".
Parliamo di sicurezza e spicca questa tabella sulle risorse investite e i patti locali per la sicurezza integrata. C'è questa meravigliosa tabella da cui desumiamo che nel 2005 la Regione ha investito 4 milioni 852 mila euro; nel 2005 era ancora la Giunta Ghigo e c'era lo stanziamento sulla legge sulla sicurezza.
Nel 2006 si parla di 7.881.000 euro: per carità, non ho una memoria così lunga, ma non mi pare che nella finanziaria del 2006 (quindi del primo anno "vero" della Giunta Bresso) si fossero destinati a bilancio quasi 8 milioni di euro per la sicurezza. Non mi sembra.
Ma il buffo - si fa per dire "buffo" - avviene nel 2007, perché sempre secondo questa tabella - pagina a pagamento della Giunta - l'importo totale delle risorse investite sarebbe stato di 11 milioni di euro. Nel 2007 quando abbiamo emanato a ottobre o a novembre la legge sulla sicurezza abbiamo destinato 5 milioni di euro, spendendone 2 milioni e mezzo solo per Torino.
Si prosegue, per il 2008, con 800.000 euro: questa cifra potrebbe anche starci, perché potrebbe essere un importo che nel 2008 abbiamo anche investito.
Io vorrei qualche precisazione in tal senso, perché se è vero che abbiamo investito 25 milioni di euro per la sicurezza in questi ultimi tre anni e mezzo, mi compiaccio. Ma temo che sia un "errore", per non usare una terminologia più forte.
Però, visto che è una pagina a pagamento, se è stata un'imprecisione bisognerebbe almeno far capire che è stato un errore. Non penso che la Giunta Bresso abbia necessità di fare pubblicità alla propria azione di Governo, che i piemontesi così largamente apprezzano, modificando le cifre degli stanziamenti sulla sicurezza.
Capisco che l'Assessore è arrivato testé, ma magari, anche con l'ausilio dell'ex Assessore Caracciolo, vorrei capire a cosa si devono queste cifre e che cosa sono, perché andrebbero leggermente chiarite.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ricca. Peraltro, è il suo primo intervento in qualità di Assessore.



RICCA Luigi Sergio, Assessore alla promozione della sicurezza

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Botta solleva un problema che avevo visto anche io. Mi riservo, pertanto, di approfondire il dato, che ritengo possa corrispondere ma, in questo momento, è una supposizione - ad una considerazione complessiva delle risorse assegnate anche ad altri Assessorati diversi da quello sulla sicurezza, relativi ad interventi sulla sicurezza in quanto integrati, e, quindi, in senso lato.
Naturalmente, le fornirò una risposta più puntuale appena avrò fatto le opportune verifiche.



BOTTA Marco

Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ricca.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Sarò molto più breve dei due minuti concessi per l'intervento.
Vorrei solo fare una precisazione relativamente a quanto ha detto l'Assessore. È certamente vero che vi sono alcune misure che possono riguardare la sicurezza, ma che non rientrano nelle legge n. 23. Il problema è che, soprattutto lo specchietto centrale, cita espressamente la legge n. 23, i patti locali e il numero dei progetti finanziati relativi ai patti locali. Da questa lettura sembrerebbe, cioè, che la legge n. 23 ha ricevuto uno stanziamento complessivo di 25 milioni di euro negli ultimi quattro anni. È questo il dato.
Perché se si fosse fatta una valutazione più generale, in cui si diceva che grazie alle legge n. 23 e ad altre misure che hanno garantito maggior sicurezza ai cittadini si sono finanziati "x" progetti e sono state spese "x" risorse, nessuno avrebbe avuto nulla da dire. Questo è diverso, per un semplice motivo: come già ricordava il collega Botta, è una pagina a pagamento. Se la Giunta avesse voluto indire una conferenza stampa o inviare una comunicazione ai giornali per dire quanto si era impegnato nella sicurezza... Capita che anche i Gruppi di opposizione cerchino talvolta, di sottolineare maggiormente quelle che ritengono essere le inefficienze o gli errori della Giunta, o di rimarcare i propri meriti.
Non, però, negli spazi pagati con le risorse dei contribuenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Grazie, Presidente.
Volevo soltanto fare una precisazione, sebbene non rivesta più la carica di Assessore.
Penso che ci sia stato un equivoco, in questo senso: ritengo che si sia fatta un po' di confusione con i piani di qualificazione urbana, gestiti dalla Direzione Commercio e Artigianato. Le risorse sono indirizzate proprio attraverso iniziative urbanistiche, ad un'opera di qualificazione strutturale di strade, parcheggi, vetrine dei negozi, eccetera eccetera.
Tutte assieme vanno nella direzione di creare un ambiente di sicurezza.
Quelle cifre si trovano proprio in quel capitolo che sono i PQU.
Aggiungerei, ancora, tutti quegli atti, quelle azioni e quei progetti sulla prevenzione della sicurezza stradale, che è gestita dall'Assessorato ai trasporti.
probabile, quindi, che ci si riferisca a questo tipo di intervento.
Quindi rientra sempre nella sicurezza, ma non fa parte della legge n. 23.
Penso che si tratti di questo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Caracciolo.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento sull'ordine dei lavori procediamo con l'esame del punto 5) all'o.d.g.


Argomento: Questioni internazionali

Esame proposta di deliberazione n. 379, inerente a "Approvazione finanziamenti progetti di emergenza internazionale (l.r. 28 gennaio 1982 n. 4)"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 379 "Approvazione finanziamenti progetti di emergenza internazionale (l.r. 28 gennaio 1982 n. 4)", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Semplicemente per esprimere il voto favorevole del Gruppo del Lega Nord.
Però chiederei se non sia il caso - se ne dovrebbe occupare l'Ufficio di Presidenza - di seguire una procedura più rapida specie per quanto riguarda le situazioni di emergenza degli interventi, perché qui stiamo parlando di interventi di emergenza risalenti (almeno il primo) al dicembre 2007. Quindi noi interveniamo con lo stanziamento di fondi circa otto mesi dopo l'emergenza. Possiamo altresì immaginare che prima che tali fondi possano essere effettivamente operativi si parli di nove o dieci mesi.
L'emergenza, quindi, diventa un po' difficile.
Chiederei al Vicepresidente che in questo momento presiede, Placido Roberto - vedo che è presente anche la Vicepresidente Cotto Mariangela - di portare all'Ufficio di Presidenza una rivisitazione della legge che possa permettere, specie per le emergenze, la possibilità per l'Ufficio di Presidenza o per la Commissione competente (valutatelo voi, d'altronde esiste una Commissione competete) di deliberare in tempi molto più rapidi (poi, al limite, arriva la ratifica in Consiglio).
Garantire interventi di emergenza a sette o a otto mesi di distanza credo che sia brutto per l'immagine della Regione Piemonte nel mondo.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Rossi, anche per le considerazioni che ha fatto: non è la prima volta che si presenta tale problema.
Se non ci sono altre richieste di intervento, pongo in votazione la delibera n. 379. Vi ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 379, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di legge n. 532, inerente a "Integrazione alla legge regionale 12 novembre 1986, n. 46" (Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di legge n. 532, di cui al punto 6) dell'o.d.g.
Tale proposta di legge è stata licenziata a maggioranza dall'VIII Commissione, il 14 luglio 2008.
Sono relatrici le Consigliere Spinosa e Mariangela Cotto.
La parola alla Consigliera Spinosa.



SPINOSA Mariacristina, relatrice

Grazie, Presidente. Questa proposta di legge, come licenziata dall'VIII Commissione, ha l'obiettivo di garantire la rappresentanza delle minoranze all'interno dell'Ufficio di Presidenza della Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna.
L'articolo 1 della progetto di legge n. 532, infatti, modifica l'articolo 5 della legge regionale n. 46 del 1986, con l'introduzione del suddetto obbligo di rappresentanza.
L'articolo 2 della proposta di legge, invece, dispone che la composizione dell'Ufficio di Presidenza e del Regolamento interno di funzionamento sia adeguata alle modifiche introdotte dal precedente articolo.
La Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna - lo ricordo - è stata istituita con la legge regionale n.
46/1986, al fine di eliminare tutti gli ostacoli che costituiscono elementi di discriminazione nei confronti delle donne, con il preciso scopo di rendere effettiva l'attuazione dei principi di uguaglianza e di parità sociale, che sono sanciti dalla Costituzione e dallo Statuto della Regione Piemonte.
L'articolo 3 della suddetta legge prevede che la Commissione sia composta da 15 membri eletti dal Consiglio regionale, con voto limitato tra persone che abbiano riconosciute esperienze di carattere scientifico culturale, professionale, economico e politico sulla condizione femminile e nei suoi vari aspetti.
Della Commissione fanno parte, altresì, in numero aggiuntivo a titolo consultivo, le Consigliere e le Assessore regionali in carica, nonché 3 rappresentanti designati dalle Confederazioni sindacali regionali.
L'articolo 5 della legge regionale n. 46/1986 dispone che l'Ufficio di Presidenza della Commissione sia eletto a maggioranza assoluta e che sia composto da un Presidente e da due Vicepresidenti, con voto limitato a uno ma non prevede una precisa disposizione normativa che imponga una rappresentanza delle minoranze.
Attualmente, la Commissione vede tre gruppi di componenti elettori: 10 nominati dal Consiglio regionale e designati dalla maggioranza, 5 nominati dal Consiglio regionale e designati dalla minoranza e 3 designati dalle rappresentanze sindacali.
Tuttavia, non esiste uno specifico precetto normativo che assicuri automaticamente la rappresentanza delle minoranze all'interno dell'Ufficio di Presidenza della Commissione stessa.
Con la proposta di legge regionale n. 532, si vuole garantire la presenza della minoranza perché anche questa sia rappresentata nell'Ufficio di Presidenza di una Commissione, che lo Statuto della nostra Regione all'articolo 93, comprende tra gli istituti di garanzia.
Considerando che quella svolta dalla Commissione è una delle funzioni più importanti per lo sviluppo sociale della nostra Regione ed è volta proprio alle pari opportunità tra uomo e donna, la proposta di legge n. 532 muove in questa direzione, garantendo anche alla minoranza la rappresentanza all'interno dell'Ufficio di Presidenza di quello che è uno fra gli istituti di garanzia previsti dallo Statuto della Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spinosa.
Passiamo ora all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato Sì 37 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 536, inerente a "Modifiche alla legge regionale 7 agosto 2006, n. 29" (Proroga della destinazione a Parco Naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 536, di cui al punto 7) all'o.d.g.
relatore il Consigliere Comella, che dà per letta la seguente relazione: "Nel panorama delle aree protette regionali piemontesi il Parco del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, istituito con legge regionale 19 agosto 1991, n. 38, presenta caratteristiche del tutto particolari, sia per la tipologia di area e per le caratteristiche storiche che la caratterizzano, sia per la forma gestionale.
Le finalità dell'istituzione del Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino consistono nel garantire ed assicurare la continuità della gestione della Partecipanza dei Boschi di Trino conservandone le caratteristiche storiche quali risultano dagli statuti dagli atti e dalle consuetudini della Partecipanza stessa; tutelare e valorizzare le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche dell'area boschiva, al fine di ricostituire e mantenere l'unità ambientale del Bosco delle Sorti della Partecipanza, nel pieno ed incondizionato rispetto delle pratiche silvo colturali e dei diritti e delle consuetudini secolari esercitati dalla Partecipanza e dai Partecipanti quali proprietari pro indiviso; promuovere e gestire ogni iniziativa necessaria od utile per consentire la fruizione a fini ricreativi, didattici, scientifici culturali.
Il soggetto gestore non è un ente strumentale della Regione, né un ente di diritto pubblico, bensì un soggetto giuridico di diritto privato, di origini storiche antichissime, i cui usi e le cui consuetudini statutarie tramandatesi inalterate nei secoli fino ad oggi, furono parte integrante delle motivazioni della tutela. Proprio per le caratteristiche uniche di questa proprietà collettiva indivisa, di origine medioevale, denominata 'Partecipanza del Bosco delle Sorti di Trino', la Regione Piemonte nell'istituire 17 anni or sono l'Area protetta del Parco naturale, decise di non istituire un nuovo 'Ente', bensì di avvalersi dell'esistente Cumulativa Amministrazione della Partecipanza, l'organo amministrativo statutario esistente. In accordo con i 'Partecipanti' si convenne allora in via del tutto eccezionale, di fissare un termine ravvicinato al vincolo di destinazione, stabilito in 15 anni dall'entrata in vigore della legge.
Poiché questo termine è venuto a scadenza il 2 settembre 2006, la Regione con legge regionale n. 29 del 7 agosto 2006 ha stabilito di prorogarne i termini fino al 19 settembre 2008.
Per evitare che la decadenza del vincolo interrompa e vanifichi la positiva azione di tutela dell'area e del patrimonio culturale ad essa associato, nelle more dell'approvazione in Consiglio regionale del DDL 228 testo unico, predisposto dalla Giunta regionale, avente ad oggetto 'Tutela delle aree naturali e della biodiversità' che intende operare un riordino dell'intera materia, tutt'ora all'esame della V Commissione, si propone con il presente disegno di prorogare la durata della destinazione a parco naturale per ulteriori anni 2, portando quindi la scadenza al 19 settembre 2010.
La V Commissione ha preso atto dell'urgenza del provvedimento ed ha approvato a maggioranza il disegno di legge il 22 maggio 2008".
aperta la discussione genrale La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Grazie, Presidente. Sono d'accordo sulla proroga di due anni, dal 2008 al 2010, come è stato illustrato nella relazione. Quello che chiedo è se è possibile che la proroga del Consiglio di Amministrazione non sia automatica, cioè se è possibile affrontare questa questione in modo separato rispetto all'altra proroga, in modo che venga rinominato un Consiglio di Amministrazione adesso e la proroga venga portata avanti ancora due anni, fino al 2010, per quanto riguarda il resto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Caracciolo.
La parola al Consigliere Deambrogio.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente. In realtà, intervengo sull'intero provvedimento.
Credo sia giusto votare oggi questa proroga, però ritengo opportuno sottolineare anche un aspetto: credo ci sia un tempo, in modo particolare dell'Assessorato competente, a dare una soluzione definitiva a questo tema un tema molto importante per chi localmente vive questa permanenza così particolare. Prima, Presidente, quando ha letto il titolo della legge, l'ho vista un po' stupita, ma lì c'è una storia e c'è uno specifico che credo vada valutato molto attentamente.
So che l'Assessorato l'ha fatto molto attentamente, comparando questa esperienza anche con le altre che sono presenti nel nostro Paese e io credo, auspicando che la legge complessiva di riordino sulle aree vettoriali e sui parchi veda presto la luce, che all'interno di questa legge si possa trovare una soluzione definitiva per questa esperienza che ha una sua valenza particolare, storica, consolidata, che deve essere valutata molto positivamente come un'esperienza particolare anche per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Deambrogio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Comella; ne ha facoltà.



COMELLA Piergiorgio

Grazie, Presidente. Una prima considerazione è quella che già faceva il collega Deambrogio: ci troviamo di fronte a una situazione che non è solo eccezionale, ma addirittura unica: il Parco Naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza. Noi tale l'abbiamo trattata, non solo dentro questa proroga, che si pone come un passaggio obbligato se vogliamo evitare che ci sia un'interruzione del vincolo, per cui vada perso un periodo molto lungo di 17 anni in cui sia riconosciuta questa specificità e in più, all'interno della Commissione, la discussione è già parecchio avanzata per trovare una sistemazione definitiva dentro il testo unico sulle aree protette.
La seconda considerazione è che francamente il Consiglio di Amministrazione mi pare sia estraneo a quanto tratta la legge attuale perché ha altri canali e altre forme per essere affermato, rinnovato e ricambiato. Quindi, non mi pare che dentro questa legge tali argomenti possano sentirsi sviliti o già definiti. Non c'entrano proprio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Comella. Il suo intervento, non tanto per recuperare la relazione, che è stata data per letta, ma in qualche modo è stato esaustivo anche dell'intervento dell'Assessore De Ruggiero, a dimostrare che il Consiglio può rappresentare anche la Giunta.
Pertanto, possiamo passare alla votazione, e ringrazio l'Assessore De Ruggiero per aver favorito la velocità dei nostri lavori.
ARTICOLO 1 Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sull'intero testo di legge, per appello nominale mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Ordinamento regionale - Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 548, inerente a "Modifica della legge regionale 7 agosto 2006, n. 30, 'Istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) e modifiche alla legge regionale 20 novembre 1998, n. 34: 'Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 548, di cui al punto 8) all'o.d.g.
relatrice la Consigliera Cotto, che dà per letta la seguente relazione: "La legge 7 agosto 2006 n. 30, come noto, istituisce e disciplina il Consiglio delle autonomie locali (CAL) in ottemperanza all' art. 123 della Costituzione, ultimo comma, e agli articoli 88 e 89 dello Statuto regionale. Tuttavia, a tutt'oggi, come noto, il CAL non è stato istituito anche in ragione della complessità del sistema di elezione introdotto dalla legge citata.
Si fa osservare a tal proposito che nel testo licenziato a suo tempo dalla VIII Commissione consiliare, la disposizione transitoria prevedeva che 'In sede di prima elezione, sono elettori i sindaci e i presidenti delle comunità montane e collinari del Piemonte'.
A seguito di un emendamento presentato in Aula, la disposizione suddetta è stata però soppressa, per cui, nel testo vigente, sono elettori i sindaci dei comuni del Piemonte, i consiglieri comunali e provinciali e i presidenti delle comunità montane e collinari: in totale si tratta di 18.027 amministratori piemontesi (17.632 amministratori comunali, 315 amministratori provinciali, 32 presidenti di comunità collinari, 48 presidenti di comunità montane).
La presente proposta è volta pertanto a semplificare le operazioni di elezione dei componenti del Consiglio delle autonomie locali reintroducendo in via definitiva nella legge la predetta disposizione transitoria (sono elettori i sindaci e i presidenti delle Comunità montane e collinari del Piemonte), con l'aggiunta della previsione di 'Consiglieri comunali, uno di maggioranza e uno di opposizione'. Tale inciso varrebbe a conservare il principio della 'massima partecipazione dei rappresentanti degli enti locali' che è stata la scelta effettuata nella legge.
La composizione dell'elettorato del CAL di conseguenza si ridurrebbe in maniera drastica.
La pdl 548 assegnata all'VIII Commissione consiliare per l'esame in sede referente, era composta da tre articoli.
Si fa presente che l'articolo 1 del testo originariamente assegnato alla Commissione era volto a modificare l'articolo 2 (Composizione) della legge regionale 30/2006 nella parte in cui stabilisce che 'almeno 3' rappresentanti devono essere di comuni montani. Tale formulazione ha dato luogo a dubbi interpretativi nel calcolo dei rappresentati dei comuni montani, per cui si è proposta per maggiore chiarezza una modifica. Lo stesso articolo ridefiniva in particolare il numero dei presidenti delle comunità montane e comunità collinari.
La citata ridefinizione è stata però formulata tenendo conto della riduzione del numero delle comunità montane prevista nell'originario disegno di legge n. 541 'Disposizioni modificative della legge regionale 2 luglio 1999, n. 16 (Testo unico delle leggi sulla montagna)', che proponeva la riduzione di detto numero da 48 a 31.
Pertanto, anche e soprattutto per consentire il rapido licenziamento della presente proposta di legge nell'intento, conseguentemente, di poter dare attuazione alle disposizioni della l.r. 30/2007 e di insediare il Consiglio delle Autonomie locali, si è concordato in Commissione di 'stralciare', dal testo presentato, il citato articolo 1, riservandosi di presentare in Aula un emendamento che preveda di modificare l'attuale composizione del CAL tenendo conto del riordino territoriale disposto dal ddl 541 nel testo licenziato dall'Aula consiliare il 27 giugno 2008.
La pdl 548, come licenziata dalla VIII Commissione, consta attualmente di due articoli.
L'articolo 1 modifica i commi 2 e 3 dell'articolo 4 (Modalità di elezione) della l.r. 30/2006 prevedendo che siano: elettori 'i sindaci dei comuni del Piemonte, i presidenti delle comunità montane e collinari, due consiglieri di ogni comune, uno di maggioranza e uno di opposizione' eleggibili 'i sindaci, i presidenti delle comunità montane e collinari, i rappresentanti dei comuni designati in base alla disposizione di cui sopra'.
Non faranno più parte dell'elettorato, né attivo né passivo, i consiglieri provinciali.
Con l'articolo 2, infine, si propone una modifica all'articolo 5 (Modalità di svolgimento delle elezioni) della l.r. 30/2006, disponendo che le modalità di svolgimento delle elezioni siano disciplinate da una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza anziché dalla deliberazione del Consiglio regionale. In seguito alla riduzione del numero degli elettori verrebbe anche a cadere la previsione di più sezioni elettorali per ogni provincia, per cui, si propone al medesimo articolo 1 la soppressione delle parole corrispondenti".



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) (che diventa articolo 1) presentato dai Consiglieri Cotto, Reschigna: 1. La lettera e) del comma 1 dell'articolo 2 della legge 7 agosto 2006, n.
30 è sostituita dalla seguente: "13 rappresentanti di comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, di cui 3 rappresentanti di comuni montani;".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo della legge, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato Sì 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 356, inerente a "Aggiornamento allegati alla legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40 (disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione), a seguito dell'entrata in vigore del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, come modificato dal D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 9) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 356.
Diamo per illustrata la deliberazione.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 356, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato Sì 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

L'Assessore Deorsola ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio, Assessore regionale

Desidero solo sottolineare le implicazioni che comporta non approvare la delibera al punto 10) all'o.d.g.
La questione è già stata sollevata in Conferenza dei Capigruppo; il Consiglio è assolutamente sovrano, ma valuti che cosa vuol dire non approvare quella delibera che attende da mesi di essere approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 471, inerente a "Modifica dei confini della Riserva naturale speciale del Fondo Toce"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 14) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 471, inerente a "Modifica dei confini della Riserva naturale speciale del Fondo Toce".
Il Consigliere Turigliatto dà per letta la relazione il cui testo recita: "Con il presente disegno di legge è proposta la modifica dei confini della Riserva naturale speciale del Fondo Toce istituita con legge regionale 24 aprile 1990, n. 51. La modifica si rende necessaria a seguito della realizzazione di importanti infrastrutture (A26 Voltri-Gravellona Toce) che, pur interessando marginalmente l'area protetta ne hanno frammentato il territorio interrompendo la continuità degli ecosistemi; in particolare ciò è avvenuto nel territorio dei Comuni di Verbania e di Gravellona dove il tracciato dell'autostrada ha "separato" dall'ambiente fluviale del Toce una fascia di terreno verso sud, dove peraltro sono presenti estese colture florovivaistiche.
Il tracciato autostradale, inoltre, ritaglia verso il fiume ed isola dal resto del territorio una porzione di terreno di stretta pertinenza dell'ambito fluviale alla confluenza del torrente Strona nel Toce a valle del ponte della strada statale n. 34 del lago Maggiore.
Con deliberazione della Giunta regionale n. 76-2950 del 22 maggio 2007 di revisione del sistema regionale delle zone di protezione speciale è stato, sulla base anche delle considerazioni sopra riportate, ridefinito in tal senso il perimetro della zona di protezione speciale 'Fondo Toce'. Un provvedimento in corso di predisposizione intende analogamente ridefinire anche il perimetro del sito di importanza comunitaria già individuato con deliberazione della Giunta regionale 29 novembre 1996, n. 419-14905.
evidente quindi, anche al fine di garantire una efficace ed univoca attività di gestione, l'esigenza di omogeneizzare l'intero sistema di tutela operante sull'area del 'Fondo Toce' facendo coincidere i perimetri dei vari istituti interessati (zona di protezione speciale, sito di importanza comunitaria e riserva naturale speciale).
Con il presente provvedimento il perimetro dell'area protetta è modificato al fine di farlo coincidere perfettamente con la zona di protezione speciale.
In considerazione della disponibilità della cartografia regionale in scala 1:10.000 (C.T.R.) il nuovo perimetro è stato opportunamente ridisegnato su tale supporto cartografico.
Di seguito è fornita una tabella di confronto tra le superfici comunali interessate dalla riserva naturale speciale così come definita con legge regionale 24 aprile 1990, n. 51 e quelle previste con il presente disegno di legge e corrispondenti alla zona di protezione speciale vigente.
Confronto superfici.
Riserva naturale speciale (Legge regionale 51/19990) Riserva naturale speciale Comune di Verbania: 283,75 - 274,76 Comune di Gravellona Toce: 7,17 - 12,42 Comune di Baveno: 74,15 - 73,72 Totale: 365,07 - 360,90.
La V Commissione ha esaminato il disegno di legge dopo averlo sottoposto a consultazione presso gli enti e le organizzazioni interessate.
Oltre alla sostituzione della cartografia, la Commissione ha ritenuto opportuno modificare il comma 1, dell'articolo 2 della legge regionale 24 aprile 1990, n. 51, al fine di coordinare l'articolo che individua i comuni su cui incidono i confini dell'area protetta, con la cartografia allegata.
Infine, il disegno di legge è stato approvato a maggioranza".
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Ricordo che il numero legale è 28.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato Sì 29 Consiglieri astenuti 9 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Mancando alcuni dettagli sulla proposta di deliberazione n. 2 e n. 9 connesse al disegno di legge n. 472 che riguardano le sanzioni, mi scuso con i Consiglieri - stiamo andando troppo veloci - ma sono esauriti i punti che avevamo definito


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Deambrogio di una comunicazione della Giunta regionale inerente a "Crisi della Filiera del Freddo"


PRESIDENTE

Il Consigliere Deambrogio ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente. Non voglio rubare troppo tempo, ma una mezz'oretta fa il collega Botta ha sollevato, diciamo così, un tema che riguarda appunto il territorio del Casalese e della crisi della filiera del freddo chiedendo anche una presenza in Aula dell'Assessore Bairati per poter, in qualche modo, indicare la posizione della Giunta sulla suddetta crisi.
L'Assessore Bairati è presente in Aula; lo ringrazio per questo, anche perché so di un'attenzione particolare al tema della filiera del freddo casalese.
L'Assessore doveva essere a Casale Monferrato già nelle scorse settimane; so che l'incontro - lo dico anche per il collega Botta - è stato rimandato non per volontà dell'Assessore, ma semplicemente per disguidi in termini locali, per gli attori locali che in qualche modo non hanno avuto la possibilità di incontrarsi esattamente nelle date prestabilite.
Detto questo, so anche che l'Assessore ha lavorato molto per poter dare una soluzione organica al problema della filiera del freddo casalese. Per troppi anni chi esercitava in quel settore ha operato esattamente fuori da un'idea di filiera complessiva, fuori da un progetto complessivo e oggi io credo - molto probabilmente si paga esattamente quel tipo di scelta.
La Regione ha deciso di intervenire per dotare invece quel territorio di una filiera del freddo degna di questo nome. Il rischio - e lo dico anche all'Assessore - è che quell'intervento organico arrivi davvero sulla coda velenosa di quella crisi, cioè si rischia di intervenire a positivo con alcuni assetti produttivi che vanno totalmente in crisi.
L'ultima cosa che volevo chiedere all'Assessore è la seguente. Di garantire, nelle settimane che in qualche modo ci dividono dall'incontro che ci sarà l'11 settembre a Casale, un impegno per poter monitorare e rilanciare un tavolo complessivo anche con la proprietà di IAR.
Questa proprietà ha dimostrato, specialmente negli ultimi mesi, un atteggiamento assai preoccupante: non solo diserta gli incontri che si sono stabiliti, ma è come se facesse capire che di quell'impresa non gliene importa più molto.
Si rischia dunque di arrivare a metà del 2009 con una proprietà che abbandona e di conseguenza si rischia, non solo dal punto di vista degli assetti industriali, ma anche dal punto di vista di chi lavora in quelle aziende, davvero una crisi verticale; lo stesso intervento della Regione rischia di essere vanificato da questo tipo di comportamenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione della Giunta regionale inerente a "Crisi della Filiera del Freddo"


PRESIDENTE

L'Assessore Bairati intende replicare brevemente all'intervento del collega Deambrogio, ma anche a quello precedente del collega Botta riguardante il problema delle aziende del freddo, se le possiamo così definire.



BAIRATI Andrea, Assessore all'industria ed energia

Ciò che un po' impropriamente definiamo distretto del freddo, in realtà, secondo la legge regionale dei distretti, non è il distretto del freddo, ma il distretto della metalmeccanica.
A parte la precisazione, se ho capito bene, le osservazioni dei Consiglieri Botta e Deambrogio fanno riferimento a due questioni. Una è relativa al gruppo IAR-SILTAL, che è il più importante della zona in termini occupazionali e anche in termini di quantità di fatturato sviluppato. È la più importante azienda di componentistica del freddo fresco del Casalese, ripeto, sia in termini di volume d'affari sia in termini di occupazione; azienda che da tempo manifesta segni di crisi.
Recentemente - credo ieri sera - il tavolo romano per la trattativa sugli ammortizzatori sociali ha avuto un non esito. Quindi non sappiamo qual è dopo la riunione tenutasi ieri al Ministero del Lavoro, l'esito del negoziato tra le parti sociali per l'utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Alla prima questione, dunque, posso rispondere che c'è un tavolo nazionale e che noi seguiamo con un corrispondente livello di attenzione presso un tavolo regionale la crisi del gruppo per la rilevanza che ha all'interno della filiera.
Sulla filiera preciso soltanto alcuni passaggi cronologici, così condividiamo le stesse informazioni. Nel febbraio 2007, è stato sottoscritto un accordo tra la Regione, i Comuni coinvolti nell'ambito della filiera, le altre Amministrazione locali e le parti sociali per gli investimenti a sostegno della competitività della filiera, che soffre da tempo di problemi di crisi di mercato.
Tali problemi derivano da due fattori. Il primo è il fatto di non avere in qualche modo intercettato le opportunità che un certo tipo di evoluzione tecnologica dava alla filiera del freddo, per cui continuiamo a produrre oggetti che hanno un'altissima qualità manifatturiera, ma una bassa qualità in termini di intensità tecnologica introdotta nelle produzioni. Nello specifico, le aziende del Casalese sono particolarmente deboli dal punto di vista dell'information technology applicata alla filiera del freddo.
Quindi il protocollo d'intesa e la delibera regionale seguente, di cui dirò, firmava un accordo che prevedeva certe tipologie di investimenti su tre questioni: recupero di efficienza dal punto di vista energetico utilizzo di nuovi materiali e introduzione massiccia delle tecnologie di information technology nelle produzioni, utilizzando un decreto del Ministro Bersani che aveva definito una certa posta a sostegno della competitività dei distretti industriali italiani.
La Regione Piemonte, sulla scorta del decreto Bersani, che destinava circa quattro milioni di euro di investimenti ai distretti, individuò (con la delibera sui distretti) nel distretto casalese, nel distretto orafo valenzano e nella polarità del Nord sulla rubinetteria e valvolame le tre priorità su cui concentrare le risorse; risorse che, ai quattro milioni di trasferimento nazionale, aggiungevano quattro milioni di cofinanziamento regionale.
Quindi, al momento attuale abbiamo: un'intesa tra tutti gli attori portatori di interessi del territorio (pubblici e privati), un programma di investimenti...



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore, se la interrompo.
Colleghi, è un tema che riguarda l'occupazione e a cui sono legate decine di famiglie, quindi mi sembra doveroso un minimo di attenzione da parte vostra a quanto sta dicendo l'Assessore. Vi ringrazio.
Prego, Assessore, continui pure.



BAIRATI Andrea, Assessore all'industria ed energia

Effettivamente si tratta di 30 aziende e 2.000 addetti: fate voi il conto delle famiglie interessate.
Dicevo, a quella delibera attualmente il Governo - pur essendo passata al CIPE, quindi teoricamente avendo copertura - non ha ancora fatto seguito con alcun atto esecutivo.
La Regione ha trasmesso la propria delibera di cofinanziamento e i tre piani di sviluppo dei tre distretti (Valenza, Casale, Nord); attende dal Ministro Scajola risposte circa l'esecutività del provvedimento, ottenuta la quale - qui torno a Casale - il piano di investimenti concordato tra le parti può essere reso esecutivo. Ciò sapendo che quel ragionamento che vi facevo all'inizio va tenuto distinto nelle sue due componenti: un conto sono le misure di accompagnamento sociale e l'utilizzo di ammortizzatori per attenuare l'effetto di crisi occupazionale in alcune delle più grandi aziende del settore, altro conto sono invece le misure più di carattere strutturale e di politica industriale, che ovviamente hanno un portato, una durata e una effettività più diluite nel tempo.
Ma è chiaro che, per intervenire sul sistema - parlo del freddo, ma questa situazione potrebbe essere anche riprodotta in altri contesti produttivi dell'economia piemontese - in questo momento non possiamo che usare queste due leve a disposizione: la leva dell'ammortizzamento e degli effetti più acuti sul piano sociale e, mi auguro, una lungimirante politica di investimenti e di recupero di competitività, sapendo comunque, per essere sempre molto chiari, che stiamo parlando di un settore fortemente aggredito dalla competitività internazionale, fortemente esposto al fattore prezzo e che insiste su una gamma di prodotti di medio-basso valore di mercato.
Quindi, e lo dico perché non si costruiscano velleità poco giustificabile dei fatti, in settori in cui il nostro Paese è a fortissimo rischio di delocalizzazione produttiva verso Paesi che garantiscono - e su questo potremmo discutere a lungo un altro giorno - fattori di costo decisamente diversi sia dal punto di vista del costo del lavoro sia dal punto di vista ambientale.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni della Giunta, ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Volevo soltanto informarla che l'incontro di ieri presso il Ministero è saltato, nel senso che proprio non si è svolto perché la proprietà ha chiesto di non svolgerlo; quindi, è stato disdetto già ieri in mattinata.
Il mio intervento era proprio su questi due dati, cioè la disdetta dell'incontro, il fatto che lei oggi non vada non per ragioni che dipendono da lei, ma probabilmente da altri soggetti. Questo dava ancora più un senso di inerzia o di buio rispetto a questa situazione. Pur avendo molti soggetti, in primis la Regione Piemonte, mostrato un'attenzione rispetto al problema generale, che è il problema che lei ha tratteggiato in maniera adeguata, un problema importante e profondo, che dipende da scelte probabilmente non sempre opportunamente svolte nel passato, c'è il timore che, al di là di questa attenzione e al di là delle buone volontà, che si arrivi poi troppo tardi, cioè che si arrivi quando ormai il malato è in coma irreversibile, ed è un malato che, come lei ricordava, ha dimensioni occupazionali molto significative.
Sarebbe opportuno fare quanto più possibile anche in questi giorni di pre-vacanze, per riuscire a gettare qualche raccomandazione particolare tanto a livello nazionale quanto al nostro livello, rispetto ad una parola che questi dipendenti attendono. Ripeto, sono lavoratori che, tra l'altro non ricevono lo stipendio da due-tre mesi, il che li mette in una condizione oggettivamente di grande ambascia.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Avendo già trattato molti argomenti, possiamo chiudere i lavori di questa mattina. Ne approfitto, non sapendo chi sarà presente oggi pomeriggio, per augurare a voi e alle vostre famiglie, ai funzionari e ai dirigenti e a tutti coloro che hanno contribuito a svolgere questo lungo e proficuo periodo di lavoro, un sereno mese di agosto.
Il Consiglio oggi pomeriggio sarà regolarmente aperto, naturalmente si se ci saranno i numeri; è per questo che ho approfittato, con l'Aula ampiamente rappresentativa, per augurarvi un sereno mese di agosto.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Scusi, Presidente, questo cosa vorrebbe dire? Che se oggi per caso avete i numeri, approvate tutto quello che vi pare e piace? Vedo ampi segni di assensi e questo è inquietante.



PRESIDENTE

Su questo le posso dare ampie garanzie che non avverrà mai.
Quindi, nell'augurarvi nuovamente un sereno mese di agosto, si chiude la seduta attuale del Consiglio regionale.
Il Consiglio di oggi pomeriggio è ufficialmente convocato; si effettuerà se ci saranno i numeri.
Buone vacanze e grazie della collaborazione che c'è stata.
Vi informo che venerdì 1° agosto la IV e la V Commissione sono convocate alle ore 10.30 invece che alle ore 11.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.39)



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