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Dettaglio seduta n.350 del 29/07/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


BOTTA MARCO



(Alle ore 14.05 il Consigliere Segretario Botta comunica che la seduta avrà inizio alle ore 14.30)



(Alle ore 14.31 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Chieppa, Gariglio, Moriconi Robotti e Valloggia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Varie

c) Matrimonio del Consigliere Dutto


PRESIDENTE

Colleghi, fra le comunicazioni volevo anche informare che sabato 2 agosto il collega Claudio Dutto e la signora Daniela Calcagno si uniranno in matrimonio.
Naturalmente al collega Dutto e alla signora Calcagno vanno l'augurio e le felicitazioni di tutto il Consiglio regionale, compresi funzionari dirigenti e collaboratori dei Gruppi.
Tanti auguri, Claudio.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Casoni, di una breve sospensione dei lavori del Consiglio per una convocazione della Conferenza dei Capigruppo


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente. Per fare in modo, se possibile, di razionalizzare i lavori del pomeriggio - giacché questa mattina la I Commissione ha licenziato l'assestamento di bilancio in base ad accordi che erano stati presi precedentemente - riterrei opportuno convocare 15-20 minuti i Capigruppo. Si potrebbero organizzare i lavori del Consiglio di domani e magari, se la Presidente può partecipare, vedere, rispetto agli emendamenti presentati, quali sono quelli che possono essere accettati per darci modo di capire l'evoluzione dei lavori del pomeriggio.



PRESIDENTE

I lavori sono sospesi per 15 minuti.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata immediatamente in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.03 riprende alle ore 16.02)


Argomento: Esercizio delle funzioni amministrative trasferite o delegate dallo Stato alle Regioni - Rapporti Regioni - Governo

Proseguimento esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 341 208, 273, inerente a "Attuazione dell'articolo 16, terzo comma, della Costituzione per il riconoscimento di un'autonomia differenziata della Regione Piemonte" e presentazione ordini del giorno n. 1049, 1051, 1052 1053, 1054 e 1055


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella seduta di ieri si è svolto il dibattito generale sulle proposte di deliberazione n. 341, 208, 273, "Attuazione dell'articolo 16, terzo comma, della Costituzione per il riconoscimento di un'autonomia differenziata della Regione Piemonte".
Oggi possiamo quindi partire dagli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Botta, Cotto, Rossi Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia, Caramella e Ferrero: nelle premesse, dopo il 5° capoverso, è aggiunto il seguente: "considerato che il Piemonte costituisce una realtà matura per sperimentare forme e condizioni particolari d'autonomia e che l'ottenimento di spazi più ampi d'intervento, come consentito dalla Costituzione, permetterebbe di rafforzare il ruolo nevralgico in ambito socio-economico, anche a beneficio dell'interesse della collettività nazionale e a conferma di quell'assunzione di ruolo e di responsabilità sempre assicurati dalla Regione Piemonte".
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Approfitto per intervenire perché ieri ho rinunciato a farlo, in quanto ritenevo opportuno che fosse la Presidente a chiudere un dibattito che mi è sembrato abbastanza interessante.
Premetto un particolare che riguarda la posizione del mio partito e la mia posizione personale. Il mio partito ha votato all'unanimità questa proposta dalla Giunta e tutto il testo nel suo complesso, per cui il partito UDC è favorevole alla proposta di una forma di federalismo nel modo più ampio e più generale avanzata dalla Giunta. Tuttavia, come Consigliere regionale, non posso non parlare del fatto che sono enormemente preoccupato e deluso della deriva verso cui stiamo andando tutti, trascurando quello che è il punto fondamentale, il problema vero, la questione vera.
Qual è la questione vera che tutti noi dovremmo affrontare? La questione vera, cari colleghi - tutti, di centrodestra e di centrosinistra che l'Italia, i cittadini, la politica, le istituzioni tutte devono affrontare è il problema della povertà e il problema della disuguaglianza economica e sociale che regna oggi in Italia.
Questo problema riguarda direttamente il Sud, la cosiddetta "questione meridionale". Facciamo un po' di cronistoria, perché altrimenti non ci capiamo.
Oggi prima di fare la cronistoria, se uno non parla di federalismo non è moderno; sembra quasi una bestemmia dire di essere in qualche modo contrario a certe scelte che vengono fatte a livello nazionale e a livello locale. Però è opportuno per giustificare il mio discorso e le mie preoccupazioni fare un po' la cronistoria di quello che è successo in questi ultimi anni.
Esattamente dopo la caduta del muro di Berlino, e siamo nel novembre 1989, c'è stata una liberalizzazione generale e l'Italia non è stata più in una posizione strategica e quindi si è liberalizzato il mondo, c'è stata un'innovazione con l'avvento di Internet; i mercati sono impazziti e l'Italia non era preparata ad essere competitiva.
Siamo quindi nel periodo della caduta del muro di Berlino. In questo marasma, in questa corsa l'Italia di colpo si trova a dover affrontare e a competere con tutto il mondo, perché la contrapposizione politica tra Est e Ovest, tra comunismo e democrazia viene a crollare con la caduta del muro di Berlino.
Da quel momento in poi tutti corrono, mentre l'Italia rimane al palo si crea un vuoto istituzionale ed un vuoto della democrazia e s'incunea l'avvento della Lega e s'incunea l'avvento di mani pulite.
Subito dopo cosa succede? Stiamo parlando di federalismo per essere competitivi.
Presidente Bresso, lei per prima ora dirà: "Chiederò materie che siano reali e concrete affinché la nostra Regione diventi più competitiva".
Quindi, stiamo parlando di competizione e stiamo spostando la competizione dalla nazione Italia ad una competizione regionale, e questo già ci deve fare riflettere molto sulle disuguaglianze e sul problema del Nord.
Detto questo, che cosa succede in tutti questi anni? C'è la riforma del Titolo V, c'è la riforma delle leggi Bassanini e si cerca in qualche modo di far fronte quindi a quella mancanza di competitività con delle riforme che oggi si stanno trasformando in quello che è il federalismo fiscale.
Però io mi chiedo: siamo pronti? L'Italia sistema è pronta ad affrontare un tema così delicato, che non fa altro che accentuare le disuguaglianze, non fa altro che evidenziare ancora di più le disuguaglianze sociali, economiche e di posizione geografica.
Allora mi chiedo: non era il caso, prima, di fare delle riforme più graduali, che permettessero un'uguaglianza della distribuzione sociale ed economica per tutte le Regioni e non arrivare, come ho detto ieri sul giornale, al fatto che le Regioni del Sud sono quelle che devono essere in questo momento penalizzate, ma soprattutto sono quelle che oggi devono tremare perché le aspettano lacrime, dolore, sangue? Così è scritto sul Sole 24 Ore il giorno 22 luglio.
Allora mi chiedo: stiamo veramente facendo qualcosa di serio e di concreto nell'interesse del bene comune? Prima di venire qui in Regione, e dal momento in cui ho cominciato a fare politica mi hanno insegnato, leggendo e in parte anche imparando dal famoso statista Aldo Moro, che se vogliamo andare a vedere era uno dei veri politici del passato, che aveva già intravisto il problema di come gestire la questione sociale. Aveva intravisto anche quella famosa coalizione di centrosinistra, per la quale forse ha dovuto pagare con la vita, perch colpiva chi cercava di difendere e di mantenere la supremazia di uno Stato totalitario.
Quindi, mi chiedo: stiamo andando sulla giusta strada? Ci porterà veramente ad avere il federalismo fiscale? Non entro nei particolari, nei numeri, nelle deleghe. Oggi si sta facendo la rincorsa a chi più deve avere dallo Stato.
Ragazzi, stiamo scherzando? Mi chiedo se sono io che fuori di testa che non sono aggiornato, che non sono moderno, oppure se la ragione una volta tanto deve prevalere sugli interessi partitici! Ho detto all'inizio che il mio partito è favorevole, ha votato per questo disegno di legge. Personalmente sono un po' imbarazzato e non so cosa fare, credetemi! Sono veramente imbarazzato nel votare un disegno di legge che non concepisco e che penso, così come cinque-sei anni fa, quando vi dicevo: guardate che il problema della povertà è un problema che dobbiamo affrontare non come problema di centrodestra o di centrosinistra ma come un problema che appartiene a tutti. Così come il problema del federalismo non può essere affrontato cercando di adoperare il principio di sussidiarietà solo e soltanto per far pagare più tasse al territorio.
Qual è il problema vero di questo federalismo fiscale? Perché lo Stato e i poteri centrali vogliono delegare al territorio, tramite il federalismo fiscale, le risorse? Perché non c'è altro modo, secondo loro, per ridurre le tasse.
Allora mi chiedo: è un principio di sussidiarietà che ci porta dei vantaggi? Il Sud dovrebbe chiedere anche la delega ai beni del proprio territorio oppure, come è successo adesso, le spiagge, i terreni agricoli.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ce l'ha già! Il demanio marittimo ce l'ha già.



SCANDEREBECH Deodato

Dovrebbe chiedere anche la delega per quello che appartiene a tutti noi, che è un bene comune? È questo che mi chiedo. E mi chiedo: i politici di una volta, che tutti dicono che erano più bravi di noi, che erano dei luminari - se parli con la gente, senti come parlano di Andreotti e sembra che siano stati degli statisti che hanno contribuito al benessere economico e sociale - che cosa hanno fatto dopo la caduta del muro di Berlino, visto che una volta gestivano la politica solo per gestire l'assistenzialismo? Mi chiedo: il Sud è una terra di conquista o una terra che deve diventare sviluppo ed occupazione in modo tale che ce ne sia anche per noi e per tutta l'Italia? Fino adesso è stata solo terra di occupazione! Noi qui abbiamo avuto il reddito pro capite più alto e la FIAT, che è andata ad investire a Melfi e a Pomigliano d'Arco, ha tratto reddito e benessere e noi oggi siamo una delle Regioni più ricche d'Italia. Allora mi chiedo: dov'è la solidarietà? Lei, collega Larizza, che ha fatto la storia della FIAT, perché è uno dei protagonisti e ha partecipato, me lo dica lei: queste disuguaglianze economiche e sociali come facciamo a fermarle? Con il federalismo fiscale? Io mi auguro che il federalismo fiscale sia la panacea di tutti i mali anche se ho qualche perplessità e ritengo che, prima di fare quello che stiamo cercando di fare, andava fatta una cosa in più, ossia evitare le disuguaglianze sociali e rendere tutti i cittadini uguali davanti alla nostra Costituzione.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Sull'emendamento, su cui è anche intervenuto il Consigliere Scanderebech, la posizione è favorevole. Forse, questo può tranquillizzarla un po', visto che si parla di rafforzare il ruolo nevralgico in ambito socio-economico, anche a beneficio dell'interesse dell'intera collettività nazionale.
Vorrei farle notare che, sicuramente, esistono ingiustizie, difficoltà e differenze tra Nord e Sud, ma, pochi giorni fa, ho sentito il Presidente della Sicilia, Lombardo, dire che le risorse europee a disposizione della sua Regione ammontano a 25 miliardi di euro, mentre noi ne abbiamo due.
Sicuramente, se si vuole essere competitivi, le risorse ci sono, si tratta di gestirle bene, nel migliore modo possibile, per i cittadini.
Credo ci siano tutte le condizioni affinché il Sud possa agire in tal senso, se dotato anche di maggiore autonomia e, quindi, di una maggiore possibilità di gestione delle proprie risorse, che sono tante, perché ci sono le risorse europee e i fondi FAS, che per l'85% sono destinati al Sud.
Noi abbiamo quasi un miliardo di fondi FAS, lei pensi cosa hanno le altre Regioni che hanno l'85% - tutto il Centro-Nord ha il 15%, mentre il Sud ha l'85%. Quindi, le risorse per il Sud ci sono, non è una questione di risorse, è una questione diversa, su cui si potrebbe aprire un dibattito ma non oggi.
Qui, noi chiediamo competenze e responsabilità. Le risorse che ci arriverebbero sarebbero solo quelle spese, ad oggi, dallo Stato per quelle materie, che verrebbero trasferite non come risorse, ma come quote di imposte. Questo vuole solo dire che, per gestire quelle funzioni, abbiamo una quota un po' maggiore rispetto alle nostre imposte, ma sempre in relazione a ciò che lo Stato già spendeva. Quindi, le assicuro che non è con queste eventuali maggiori competenze che creiamo situazioni di ineguaglianza tra Regioni.
Credo che più volte il Consiglio si sia occupato del tema dell'aumento della povertà, che è legato alle difficoltà delle famiglie. Tutti noi siamo pronti ad occuparcene, trattandosi di un tema assolutamente reale, e il fatto che oggi non sia oggetto di dibattito non significa che non ce ne occupiamo, anzi, recentemente abbiamo assunto anche una misura a favore delle famiglie con più di quattro figli. Insomma, cerchiamo di intervenire in tutta una serie di situazioni di disagio. Però, se lei mi presenta anche solo un'interrogazione, mi riservo di risponderle più in dettaglio su una materia che oggi non è oggetto di dibattito.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Botta, Cotto, Rossi Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia, Caramella, Ferrero: al 7° capoverso, dopo le parole "autonomie locali" sono aggiunte le seguenti: "la cui partecipazione è essenziale per la costruzione di un percorso di autonomia e responsabilità condivise nel pieno rispetto dei principi di sussidiarietà verticale e orizzontale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Botta, Cotto, Rossi Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia, Caramella e Ferrero: all'ultimo capoverso, dopo le parole: '- beni paesaggistici e culturali infrastrutture; - università e ricerca scientifica; - ambiente' sono aggiunte le seguenti: "- organizzazione della giustizia di pace organizzazione sanitaria; - ordinamento della comunicazione; - protezione civile; - previdenza complementare e integrativa; - cooperazione transfrontaliera; - casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; - industria; - energia; - lavoro contratti regionali; - governo del territorio".
La parola al Consigliere Pedrale per l'illustrazione.



PEDRALE Luca

Signor Presidente, quest'emendamento, che riassume le competenze che chiediamo vengano attribuite alla Regione Piemonte, può sintetizzare tutta la nostra proposta. Ovviamente, noi voteremo a favore, ma, da quanto appreso nella Conferenza dei Capigruppo, non possiamo che già esprimere una profonda delusione - lo vedremo in seguito - perché di tutte le competenze che abbiamo richiesto, davvero, ci si accontenta di molto poco e soprattutto, non si è venuti incontro alle richieste avanzate dal Gruppo di Forza Italia e dal Gruppo di Alleanza Nazionale.
Oltre alle competenze già approvate in Commissione Affari istituzionali, quelle relative ai beni paesaggistici, alle infrastrutture all'università e all'ambiente, avevamo chiesto di aggiungere l'organizzazione dei giudici di pace, l'intera organizzazione sanitaria e l'ordinamento della comunicazione. Faccio un esempio banale, ma che rispecchia la realtà: sul territorio piemontese non è possibile vedere RAI3 Piemonte, almeno metà della nostra Regione non riceve questo segnale, tra l'altro, producendo una profonda ingiustizia tra tutti i cittadini piemontesi. Probabilmente, gestire le risorse della comunicazione, anche della rete pubblica nazionale, a livello regionale, potrebbe risolvere questo annoso problema, che, ormai, si trascina da vent'anni verosimilmente, occorrono tralicci nuovi, ma fino a quando la competenza non sarà regionale a questo non si provvederà mai e poi mai.
Siamo un po' stanchi di vedere su RAI3 i telegiornali della Lombardia nonostante la nostra amicizia verso i fratelli lombardi; vorremmo poter vedere il telegiornale del Piemonte, le notizie della nostra Regione e magari, anche alcune sintesi del Consiglio regionale del Piemonte. Questo è quanto ci chiede la gente, ma non siamo stati minimamente in grado di rispondere; la riforma federale, potrebbe essere l'occasione per risolvere anche questo problema.
Altresì, avevamo chiesto la competenza sulla protezione civile, la previdenza complementare ed integrativa. Quest'ultimo è un argomento che speravamo potesse completamente superare anche le divisioni politiche e ideologiche che, legittimamente, ci sono in Consiglio. È un dato di fatto lo scarso successo della previdenza integrativa privata. In più, si aggiunge la disillusione, lo scetticismo e la diffidenza da parte di tutto il mercato nei confronti del mondo dei fondi, inteso in senso lato, per cui, sempre più, i cittadini hanno scelto di lasciare la liquidazione nelle casse dell'INPS.
Allora, potremmo riaprire questo discorso, pensando di creare con queste risorse una previdenza integrativa di tipo regionale, con l'istituzione da parte della Regione di un fondo completamente suo pubblico-regionale, appunto. Altre Regioni lo hanno già richiesto, come la Lombardia, ma anche noi potremmo andare in questa direzione.
Essendo la nostra una regione di confine, sia per quanto riguarda le province nord-occidentali, che quelle sud-occidentali, chiedevamo una maggiore competenza relativamente alla cooperazione transfrontaliera.
Poi, sollecitavamo un forte richiamo nei confronti della materia del credito, delle casse di risparmio. Su questo argomento, temo che le posizioni saranno molto diverse. Da troppi anni, ormai, denunciamo la scarsa attenzione del sistema creditizio piemontese, che ignora completamente il mondo della piccola e media imprenditoria, il mondo del lavoro autonomo, dei singoli artigiani, delle ditte individuali, essendo molto più attratto e concentrato su dinamiche di finanza internazionale e di globalizzazione mondiale. È giusto che vi siano le fusioni tra gli storici grandi istituti di credito piemontesi, ma è anche giusto che vi sia un sistema di casse rurali, di casse di risparmio locali, che, invece pensino ai cittadini, ai lavoratori dipendenti, agli operai, agli impiegati, quando chiedono un mutuo per potersi costruire una casa o acquistare un appartamento, o che diano risposte alle piccole aziende, agli artigiani, alla piccola e media imprenditoria. Questo - dobbiamo ammetterlo, se non vogliamo essere disonesti con noi stessi - da troppi anni non succede più in Piemonte. Come ho detto, il sistema bancario è più interessato ad altre dinamiche. È un mondo con cui diventa difficile anche solo dialogare: i cittadini hanno addirittura difficoltà ad incontrare i direttori di banca delle varie filiali.
Una volta questo succedeva ed aiutava anche a risolvere piccoli e grandi problemi familiari quotidiani, così come la privazione di molti sportelli in piccoli Comuni o in zone montane: un tempo le casse di risparmio, proprio perché avevano come obiettivo il territorio, erano distribuite capillarmente. Tutto ciò ormai non sta più avvenendo.
Riteniamo inadeguata, secondo quanto abbiamo purtroppo appreso, la non disponibilità ad accettare, fra le competenze con maggiori ambiti, quelle relative all'industria, al lavoro e al governo del territorio.
Concludo tralasciando la materia dell'industria e del lavoro, per soffermarmi sul governo del territorio. Oggi non facciamo la corretta manutenzione dei corsi d'acqua del Piemonte perché un organismo a partecipazione statale - l'Autorità di bacino - ha bloccato e bloccherà sempre i piani di pulizia dei fiumi.
sufficiente la Regione Piemonte, così come è sufficiente l'Agenzia Interregionale dell'AIPO, per svolgere la corretta manutenzione dei corsi d'acqua e per avere la competenza sull'assetto idrogeologico.
Noi chiediamo che tale competenza, raccordata con l'Agenzia Interregionale dell'AIPO, venga delegata al Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
Ha chiesto la parola la Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Ovviamente, sulla base di come verrà votato questo emendamento, mi riserverò di predisporre una piccola modifica al testo della delibera perché altrimenti alcune voci comparirebbero in maniera strana.
La sottoscritta e la maggioranza sarebbero disposte ad includere, in questo elenco che è stato appena illustrato, l'organizzazione sanitaria che non è certo piccola cosa! - e la previdenza complementare integrativa limitatamente agli interventi relativi alla non autosufficienza (avevo già spiegato nella replica di ieri perché riteniamo accettabile soltanto questa parte).
Noi non riteniamo che si possa modificare la situazione del Paese rispetto al sistema pensionistico; invece, in questo caso - naturalmente preferiremmo che fosse una norma nazionale - essendo il Piemonte una Regione con una quantità crescente di anziani, avere la competenza per istituire una previdenza complementare per gli anziani non autosufficienti ci pare interessante.
Per quanto riguarda le altre materie, sebbene l'ordinamento della comunicazione sia una materia concorrente, è molto difficile ottenere qualche competenza. Certamente non possiamo immaginare di avere competenza sulle grandi reti nazionali, ma sul sistema locale della comunicazione si sta cercando di individuare che cosa si intende per "concorrente". Credo che più di quello non si possa ottenere: quindi il tema è come si definisce la nostra competenza. In pratica, è l'oggetto di quell'ordine del giorno che propongo: lo Stato definisca la sua competenza, in modo che noi possiamo legiferare sulle nostre materie.
Per quanto riguarda la Protezione Civile, abbiamo, io credo, tutta la competenza necessaria, dal livello di gravità di scala regionale in giù, e già la esercitiamo così come la esercitano le Province e i Comuni.
Ovviamente, deve esistere un livello statale di solidarietà nazionale, e lo abbiamo sperimentato ancora recentemente. Ci sono livelli di eventi infatti, per i quali occorre la solidarietà nazionale, quindi non mi pare che ci siano altre competenze possibili da ottenere in materia di Protezione Civile.
Onestamente, non so che cosa potremmo ottenere, perché abbiamo già competenza sul nostro territorio per gli eventi di scala che siamo in grado di sopportare.
Ho già risposto in merito alla previdenza. Per quanto concerne la cooperazione transfrontaliera, è materia di competenza esclusiva dello Stato, così com'è stato recentemente sancito anche dalla Corte Costituzionale. Non rientra fra quelle materie sulle quali l'articolo 116 della Costituzione consente di chiedere maggiori competenze. Pertanto essendo materia esclusiva dello Stato, e non potendo noi chiedere su quella maggiori competenze, non mi pare che si possa accettare la vostra richiesta, dal momento che ci risponderebbero comunque in senso negativo.
In merito alle casse di risparmio e alle casse rurali, come ho provato a spiegare durante la Conferenza dei Capigruppo, si tratta di materia di grande delicatezza, regolata da vincolantissime norme europee e da altrettante vincolanti norme nazionali. La vigilanza è affidata alla Banca d'Italia.
Non riesco ad immaginare, se non complicando inutilmente alcune norme di dettaglio, che cosa potremmo chiedere di significativo in tal senso fermo restando l'interesse nostro per le banche di carattere regionale. Ma legislativamente, non vedo quali competenze potremmo avere. Mentre potremmo avere competenze in interventi a loro favore, ma di tipo politico e non legislativo. Anche in questo caso, quindi, potremmo ottenere poche briciole complicando inutilmente il sistema creditizio.
Se non erro, alle competenze sull'industria e sull'energia avete rinunciato voi. Per quanto riguarda il lavoro e i contratti regionali, la maggioranza ha già precisato che non ritiene accettabile questa scelta, e io condivido tale posizione.
Il governo del territorio, come sapete, è una materia in larga misura di competenza regionale. Esistono norme generali di indirizzo sovraregionale, di interesse nazionale, sulle quali non credo sia possibile negare un diritto dello Stato a dare alcune regolamentazioni generali.
Alcuni Consiglieri, in particolare, pensano alla partita dell'Autorità di bacino, ma credo che non sia possibile immaginare altro che una riforma della norma, sempre nell'ambito di una gestione congiunta del patrimonio unico, che è il fiume Po, nel nostro Paese. Si tratta semplicemente di proporre una modifica legislativa, ma non è competenza aggiuntiva, perch non credo si possa spezzare la competenza in quattro tronconi fra le quattro Regioni interessate; addirittura le due che sono confinanti non si sa dove se la spartiscono a metà del fiume.
Questo è stato un lungo dibattito, sul quale, in questo momento, non mi sentirei di ritornare. Mi pare, comunque, che anche in questo caso, non otterremmo competenze significative, perché lo Stato dovrebbe sempre mantenere una visione unitaria, se vogliamo che non si ripetano troppo sovente gravi eventi alluvionali.
Noi accetteremo solo quelle due richieste. In tal senso, ho presentato un subemendamento per accettare quelle due materie. Vorrei solo far rilevare che accettiamo la più significativa, relativa all'organizzazione sanitaria.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
stato presentato, dunque, un subemendamento all'emendamento n. 3, che definisce quali sono le materie da inserire nel punto "Visto l'intendimento di avviare un percorso".
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Scusi, Presidente, noi chiediamo che il nostro emendamento rubricato n.
3 venga comunque votato.



PRESIDENTE

Sì, verrà votato.



PEDRALE Luca

Mi sembrava di capire che fosse aggiunto un subemendamento da parte della Giunta.
Noi chiediamo che venga comunque votato il nostro emendamento. Poi se la Giunta vorrà presentare un altro emendamento, potrà farlo: valuteremo se votarlo oppure no.



PRESIDENTE

Votiamo prima l'emendamento aggiuntivo, che indica alcune materie, dopo l'intervento della Presidente Bresso. Dopodiché, in base alla votazione dell'Aula, voteremo l'emendamento n. 3 che è stato illustrato e che aggiunge più materia rispetto a quello indicato nell'emendamento a firma della Presidente Bresso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leardi; ne ha facoltà.



LEARDI Lorenzo

Votiamo prima l'emendamento presentato dalla Giunta e dopo il nostro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Abbiamo qualche problema a votare l'emendamento così come è stato proposto dalla Giunta.
Non ho capito cosa si intende per "previdenza integrativa complementare": viene rimandata o è già presente nel subemendamento?



PRESIDENTE

Le leggo l'emendamento: Emendamento rubricato n. 24) presentato dalla Giunta regionale (a firma della Presidente Bresso): Al capoverso 16 dopo il trattino "- ambiente" aggiungere "- organizzazione sanitaria; - previdenza implementare e integrativa limitatamente agli interventi relativi alle non autosufficienze".
sufficiente? La ringrazio, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Volevo far notare ai colleghi le politiche di sostegno alle instabilità familiari e di contrasto della povertà dieci anni dopo la Commissione Onofri.
L'argomento in esame è una di quelle voci che, da quando è stata istituita la Commissione Onofri, doveva valutare tutti gli aspetti economici e sociale di un'eventuale applicazione del federalismo. Esiste una tabella in cui sono riportati gli assegni famigliari, le pensioni sociali, le pensioni agli invalidi civile, ecc. Dall'esame di quella tabella si evince che, dal 1997 al 2006, tutti gli oneri attinenti alla spesa per la protezione sociale relativa a quel periodo, invece di diminuire, sono aumentati dal 23% al 25,3% .
Mi chiedo se gli oneri sociali devono essere diminuiti per evitare quelle disuguaglianza ma, in modo particolare per evitare che, in qualche modo, il problema della spesa e del buco che lo Stato deve affrontare...
Mi chiedo qual è lo scopo per cui noi chiediamo, tramite l'emendamento una delega alla Regione quando poi è uno dei problemi sociali che deve essere affrontato a livello nazionale.
Non sono d'accordo su questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Non potendo più rispondere la Presidente, anche la mia domanda la risolverò con una chiacchierata con l'Assessore Deorsola.
Vi è una perplessità che volevo rendere "pubblica" in quest'Aula.
Parliamo di previdenza e di azione previdenziale sugli anziani. Ho un grosso dubbio che mi attanaglia, perché appartengo ancora a quella figura di politici e di Consiglieri che hanno molta fiducia nel pubblico e un po' meno nel privato.
La mia richiesta era se questo intervento era fatto tramite fondi pubblici, quindi se erano previste, in caso di approvazione del documento fondi pubblici, oppure se era un'apertura al sistema dell'assicurazione privata a favore degli anziani. Devo capire la gestione della partita. In base alla risposta, mi riservo sul voto in merito a questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leardi; ne ha facoltà.



LEARDI Lorenzo

Solo per dichiarare che sull'emendamento proposto dalla Giunta ci asteniamo, in quanto pensiamo che sia soltanto un piccolissimo passo in avanti rispetto al testo presentato ieri all'Aula.
Riteniamo che quanto abbiamo esposto con gli emendamenti presentati dal nostro Gruppo avrebbe, in qualche modo, riempito di contenuti la legge quindi ci riteniamo insoddisfatti seppure voteremo, con un voto di astensione, l'emendamento presentato dalla Giunta.
Rappresenta un piccolo passo in avanti in una logica che per noi doveva essere diversa, cioè quella di riempire di contenuti la legge e soprattutto una legge che, in questo momento, risulta monca per il fatto che non è ancora stato approvato il federalismo fiscale e, soprattutto perché priva di contenuti.
Per noi, quindi, un voto di astensione.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 29 perché si è scongedato il Consigliere Bossuto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Comunico che, pertanto, è bocciata anche la proposta di inserimento di tutti gli argomenti.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Botta, Cotto, Rossi Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia, Caramella e Ferrero: nel dispositivo, dopo il punto 3) è aggiunto il seguente: "4) di impegnare la Giunta regionale a riferire ogni due mesi al Consiglio regionale lo stato della negoziazione con il Governo di cui al precedente punto 2)".
La parola all'Assessore Deorsola.



DEORSOLA Sergio, Assessore al federalismo

Presidente, si chiede di riferire in Commissione e non in Consiglio anche se la locuzione Consiglio regionale comprende le Commissioni.
necessario specificare che il riferire "ogni due mesi" verrà fatto in Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Con la condivisione dell'Aula, chiedo ai proponenti di poter modificare l'emendamento, inserendo il termine "Commissione" al posto di "Consiglio". Grazie.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4, come modificato.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto Leardi, Nicotra, Cavallera, Monteggia, Caramella, Ferrero, Leo e Lupi: dopo il punto 3 è aggiunto il: "Punto 5) Esistono settori in cui riteniamo che il cittadino, la famiglia, l'impresa potrebbero percepire il cambiamento, qualora la Regione assumesse ulteriori competenze e fosse messa nelle condizioni di fornire un servizio più modulato sulle richieste del territorio, maggiormente in sintonia con la peculiarità della domanda e più sensibile ai bisogni di cittadini della Regione. In materia di sanità, la cui gestione a livello regionale pu garantire un più efficace impatto dell'intervento pubblico e adeguate economie 'di produzione'.
Sanità Sulla sanità, il Piemonte ha bisogno di costruire un sistema che pone al centro la persona e tutela la libertà di scelta del cittadino, mantenendo l'equilibrio economico-finanziario, garantendo la capacità di assumere anche alcuni ulteriori spazi nell'organizzazione sanitaria".
La parola alla Presidente della Giunta, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Avendo già accettato un emendamento analogo nel giusto contesto, chiedo ai proponenti di ritirare l'emendamento. Sono favorevole, ma ritengo che in quel punto, aggiunto nel testo del deliberato, non vada bene perché, come vedete, il deliberato approva il documento, affida alla Presidente della Giunta il mandato, impegna la Giunta ad assicurare ecc., quindi è un'altra cosa.
Noi abbiamo già accettato un emendamento nei "considerando", cioè in tutta la parte descrittiva che dice esattamente la stessa cosa.
Nello specifico, è al settimo capoverso, dove dice: "Le Autonomie locali, la cui partecipazione è essenziale per la costruzione di un percorso di autonomia, a responsabilità condivisa", ecc.
Il tema è giusto, ma dovreste propormi di metterlo da un'altra parte perché lì non c'entra niente.
Se è così, il parere è negativo, in quanto scombina l'articolato.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 22 viene ritirato dai Consiglieri proponenti.
Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto Leardi, Nicotra, Cavallera, Monteggia, Caramella, Ferrero, Leo, Cotto Pedrale, Scanderebech e D'Ambrosio: dopo il punto 3) nel dispositivo di delibera inserire il punto 4): "L'attuazione dell'art. 119 Cost.
In particolare, dovrà essere data attuazione all'articolo 119 della Costituzione, assicurando autonomia di entrata e di spesa di Comuni Province, Città metropolitane e Regioni e rispettando i principi di solidarietà e di coesione sociale, in maniera da sostituire gradualmente per tutti i livelli di governo, il criterio della spesa storica e da garantire la loro massima responsabilizzazione e l'effettività e la trasparenza del controllo democratico nei confronti degli eletti".
La parola alla Presidente della Giunta, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

lo stesso tema: anche quest'emendamento si trova in una non adeguata collocazione. Poi, arriverà, nei punti successivi, l'organizzazione sanitaria, che era al punto precedente, ed è già stato accettato un successivo emendamento al riguardo, ma sia questo che il precedente emendamento non ci stanno in quella collocazione.
Quello dell'organizzazione sanitaria verrà accettato, ma più avanti nella giusta collocazione.



(Commenti in aula)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Scusate, colleghi, avevo invertito l'emendamento 22 con il 23. Per quanto riguarda l'emendamento n. 22, lo accetteremo in seguito, nella sua giusta collocazione, mentre rispetto all'emendamento n. 23 il parere è favorevole.
Mi scuso, ma avevo invertito le pagine.



PRESIDENTE

Chiedo agli Uffici competenti di attivare l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione con queste piccole modifiche, per renderlo comprensibile.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23, come modificato.
Il Consiglio approva.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 5 decade, in quanto precedentemente abbiamo votato un emendamento simile, che è stato respinto dall'Aula mentre è stato votato favorevolmente l'emendamento presentato dalla Giunta.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Botta, Pedrale Leardi e Caramella: allegato A, la lettera c), del paragrafo intitolato "Beni paesaggistici e culturali", è abrogata.
La parola al Consigliere Botta, per l'illustrazione.



BOTTA Marco

Presidente, questo è uno dei punti più significativi della sua proposta di legge che necessiterebbe di una variazione, perché riteniamo che un po' tutta la materia in parola può destare qualche perplessità, ma in particolare non possiamo assolutamente essere d'accordo sul punto sub c) della proposta relativa ai beni paesaggistici e culturali, in cui si dice "riconoscimento alla Regione della potestà legislativa relativamente alla valorizzazione (ivi compresa la gestione) dei beni culturali appartenenti allo Stato, presenti sul territorio regionale, in linea con quanto previsto dal dettato costituzionale". È proprio questo riferimento al dettato costituzionale, a nostro avviso, che dà modo di dire che questa proposta sia il risultato di un enorme fraintendimento, sulla portata che il principio di sussidiarietà assume nel nuovo Titolo V.
La lettura combinata del primo e secondo comma dell'articolo 118 della Costituzione, alla luce del fondamentale principio di legalità, ha indotto la Corte Costituzionale a fornire quella che deve essere considerata l'interpretazione ufficiale del principio di sussidiarietà e dei suoi effetti sulla potestà legislativa.
La Corte si è espressa con sentenza 303 del 2003, introducendo il cosiddetto "principio di attrazione in sussidiarietà". La sua proposta Presidente, si riferisce a quella sentenza, ma a nostro avviso ne fraintende i contenuti.
Secondo la sua proposta, il principio di sussidiarietà trova la sua fonte di riferimento nella legge n. 59 del 1997. La Corte Costituzionale nella sentenza n. 303 del 2003, al comma 2, punto 2, chiarisce: "Una volta stabilito che, nelle materie di competenza statale esclusiva o concorrente in virtù dell'articolo 118, primo comma, la legge può attribuire allo Stato funzioni amministrative e riconosciuto che, in ossequio ai canoni fondanti dello Stato di diritto, essa è anche abilitata a organizzarle e regolarle al fine di renderne l'esercizio permanentemente raffrontabile a un parametro legale, resta da chiarire che i principi di sussidiarietà e di adeguatezza convivono con il normale riparto di competenze legislative contenute nel Titolo V e possono giustificarne una deroga solo se la valutazione dell'interesse pubblico sottostante all'assunzione di funzioni regionali da parte dello Stato sia proporzionata, non risulti affetta da irragionevolezza alla stregua di uno scrutinio stretto di costituzionalità e sia oggetto di un accordo stipulato con la Regione interessata. Che dal congiunto disposto degli articoli 117 e 118, primo comma, sia desumibile anche il principio dell'intesa consegue alla peculiare funzione attribuita alla sussidiarietà, che si discosta in parte da quella già conosciuta nel nostro diritto di fonte legale.
Enunciato nella legge 15 marzo 1997, n. 59 come criterio ispiratore della distribuzione legale delle fonti amministrative fra lo Stato e gli altri enti territoriali e quindi già operante nella sua dimensione meramente statica, come fondamento di un ordine prestabilito di competenze quel principio, con l'incorporazione nel testo della Costituzione, ha visto mutare il suo proprio significato. Accanto alla primitiva dimensione statica che si fa evidente nella tendenziale attribuzione della generalità delle funzioni amministrative ai Comuni, è resa, infatti, attiva una vocazione dinamica alla sussidiarietà, che consente ad essa di operare non più come ratio ispiratrice e fondamento di un ordine di attribuzioni stabilite e predeterminate, ma come fattore di flessibilità di quell'ordine in vista del soddisfacimento di esigenze unitarie".
La Corte precisa che l'attrazione in sussidiarietà della potestà legislativa non può essere contestata dalle Regioni in base alla sola lettera dell'articolo 117 (come invece ci limitiamo a fare noi, cioè lei Presidente Bresso). Essa può essere contestata solo ove si ritenga irragionevole. E francamente il criterio dominicale seguito dal codice dei beni culturali pare essere tutt'altro che irragionevole (e comunque lo Stato difficilmente si spoglierebbe di una potestà che la Corte Costituzionale gli ha già riconosciuto così apertamente).
Ricordo questo per mettere l'Aula, ma anche la Presidente, sull'avviso rispetto a questo passaggio della lettera c) della sua proposta, onde evitare delle conseguenze spiacevoli rispetto ad una possibile e probabile che noi non auspichiamo, ma che sarà sicuramente così - non accoglimento di questa richiesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Una brevissima risposta.
Vorrei farle notare che noi, su una materia prevista dalla Costituzione come materia su cui le Regioni possono chiedere maggiori competenze prevediamo di aprire una trattativa. Mentre in questo caso trattavasi di conflitto di attribuzione di materie similari, non in quella che chiediamo noi. E lo chiediamo limitatamente a ciò che è consentito, cioè non la tutela, ma la valorizzazione, proprio perché questo fa parte di quell'aspetto dei beni culturali che è considerato attribuibile alle Regioni. Il che peraltro è già stato con atto ovviamente non legislativo ma negoziale, attribuito per alcuni beni che voi ben conoscete (Venaria e l'Egizio) dove la gestione e la valorizzazione sono state attribuite alla Regione.
In questo caso, la questione è effettivamente un po' più pesante e quello che chiediamo è che la valorizzazione dei beni culturali sia attribuita alla Regione come competenza, anche di quelli di proprietà dello Stato, ed eventualmente su quello nella trattativa si potranno stabilire quali punti e sulla base di un accordo definire esattamente quali.
C'è ovviamente un ampio margine di trattative che affronteremo, per continuamente ci viene chiesto proprio questo: perché non fate qualcosa per quel patrimonio? E in molti casi non possiamo perché non ne abbiamo le possibilità, ma intendiamo chiederlo. Poi naturalmente se ci dicono di no ci diranno di no. Tuttavia, fa parte assolutamente delle materie che possono essere attribuite in base alla Costituzione.



PRESIDENTE

Sull'emendamento n. 6, per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Consigliere Botta.



BOTTA Marco

La dichiarazione di voto sarà ovviamente favorevole alla proposta di emendamento. Però, Presidente, io le ho dato delle indicazioni di ordine giuridico. Poi ci sono le indicazioni di ordine politico.
Lei vada a Roma a presentare la richiesta di passaggio della gestione e della valorizzazione di tutti i beni statali alla Regione, il che vorrebbe mettere in discussione, ad esempio, tutto il sistema delle soprintendenze e tutti i sistemi che sono legati al discorso della gestione e della valorizzazione dello Stato di questi beni.
Mi sembra ovviamente che si tratterà di una proposta che vedrà fortissime resistenze da parte dello Stato, a cui ci esponiamo. Noi vogliamo soltanto rimarcare il fatto che lo abbiamo detto e sostenuto nel modo più forte, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista tecnico. Dopodiché, i numeri sono numeri.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Botta, Rossi, Dutto Leardi, Cavallera, Monteggia, Caramella, Ferrero, Cotto e Pedrale: allegato A, dopo la lettera c), del paragrafo intitolato "Beni paesaggistici e culturali", sono aggiunte le seguenti lettere: "d) attribuzione alla Regione delle competenze che consentano di ricondurre ad unità gli interventi di tutela, valorizzazione e gestione dei beni culturali in Piemonte per le seguenti finalità generali dell'azione pubblica: 1) la salvaguardia e la conservazione del bene, grazie anche alla correlazione della prassi operativa con la ricerca sviluppata da università, imprese e istituti culturali in Piemonte 2) la conoscenza, il godimento e la fruizione pubblica del bene, attraverso lo sviluppo sistemico di relazioni fra avanzamento della ricerca applicata lo sviluppo di nuove tecnologie e metodologie, la definizione di buone prassi di riferimento a livello nazionale e il raccordo con le filiere produttive, in coerenza con il decreto ministeriale attuativo, in ambito regolamentare, dell'articolo 17 del Codice dei beni culturali e del paesaggio 3) il potenziamento delle attività di tutela attraverso attività di valorizzazione del bene che, in coerenza con il decreto ministeriale attuativo dell'articolo 114 del Codice dei beni culturali e del paesaggio favoriscano la crescita culturale, identitaria, sociale ed economica del territorio di riferimento, sviluppandone l'attrattività e la competitività.
e) attribuzione alla Regione della competenza a definire un corpo normativo stabile, certo e condiviso che possa costituire valida guida per progettare, realizzare e gestire in tempi rapidi e prevedibili gli interventi inerenti beni culturali secondo una logica di integrazione con altri interventi di sviluppo territoriale, facilitando i processi di valorizzazione ad iniziativa pubblica e privata".
Tale emendamento aggiungerebbe un punto all'allegato A.
Il parere della Giunta regionale relativamente a questo emendamento è da intendersi negativo?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 7 aggiungerebbe un punto all'allegato A.
Ricordo ai colleghi che il numero legale è sempre 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo la lettera g), del paragrafo intitolato "Infrastrutture" è aggiunta la seguente lettera: "h) attribuzione alla Regione della competenza a disciplinare e applicare norme regionali in materia di valutazione ambientale alle infrastrutture per la mobilità, anche di interesse nazionale e/o interregionale, che insistono sul territorio piemontese e sono al servizio della mobilità regionale".
Tale emendamento è sempre aggiuntivo all'Allegato A.
La parola al Consigliere Botta sull'emendamento n. 9.



BOTTA Marco

Questo è un altro tema importante di dialogo e dibattito sulla proposta della Presidente Bresso, ma penso che anche qualche collega Assessore possa essere interessato a quello relativo all'università e alla ricerca scientifica.
Devo dire che...



(Commenti in aula)



BOTTA Marco

Non è questo? Università e ricerca scientifica.



PRESIDENTE

Collega Botta, l'emendamento rubricato al n. 9 è relativo alle infrastrutture.



BOTTA Marco

E l'emendamento n. 8?



PRESIDENTE

Viene dopo.



BOTTA Marco

L'emendamento n. 8 viene dopo l'emendamento n. 9!



PRESIDENTE

Certo, dipende dall'ordine di presentazione, ma anche dal tema che viene trattato.
La parola al Consigliere Pedrale, che interviene sull'emendamento rubricato n. 9.



PEDRALE Luca

Signor Presidente, è un emendamento che intende rafforzare la competenza che è già stata prevista nel testo licenziato dalla Commissione Affari istituzionali, soprattutto perché mira a puntualizzare e, magari, a dichiarare in maniera esplicita che la Regione Piemonte può essere concessionaria regionale autostradale, come è già attualmente la Regione Lombardia.
Allora, vorremmo avere da parte della Giunta regionale una rassicurazione in merito alla competenza delle infrastrutture, nella quale si intende anche che la Regione abbia i poteri di concessionaria autostradale, come attualmente ha già la Regione Lombardia; quindi sostituendo dei tratti di autostrada che percorrono il territorio piemontese, quello che attualmente svolge l'ANAS, per intenderci.



PRESIDENTE

Consigliere Pedrale, qual è il quesito che ha posto? Chiedo se, per gentilezza, può esplicitarlo meglio, perché mi sono un attimo distratto.



PEDRALE Luca

Noi siamo disponibili a ritirare l'emendamento, purché nel testo licenziato dalla Commissione VIII ci sia un chiaro riferimento - può essere anche solo orale, tanto rimane agli atti di questo Consiglio regionale, che ritengo abbastanza importante - che con la competenza che noi chiediamo denominata "infrastruttura", fra le tante cose che significa tale termine vi sia anche la possibilità della Regione di esercitare il potere di concessionaria regionale autostradale, come attualmente già - faccio un esempio - avviene in Lombardia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Presidente della Giunta regionale, Bresso ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Questo è un potere che già abbiamo.
Dunque, mi scuso, non voglio fare la "pistina", ma è concedente, non concessionario, perché il concessionario è quello a cui noi concediamo, noi abbiamo il potere di essere concedenti, credo sia questo che lei voglia intendere.
Noi già abbiamo questo potere, abbiamo già anche costituito, come scelta, come ha fatto anche la Regione Lombardia, una società concedente insieme all'ANAS. Molti giornali hanno scritto "concessionaria", perché c'è un po' di confusione terminologica, però, la società c'è già e l'abbiamo costituita in base a poteri che già avevamo, in base ad un articolo della legge finanziaria già approvato dal Consiglio regionale.
Quindi, sicuramente, abbiamo questi poteri, tant'è vero che abbiamo già anche lo strumento attraverso il quale bandire le gare per attribuire le concessioni a delle società. Lo abbiamo fatto insieme all'ANAS, anche se potremo farlo da soli, ma, in questo modo, utilizziamo la competenza dell'ANAS nella stesura dei contratti di concessione. Magari, noi avremmo impiegato molto tempo per conseguire la capacità di comporre bene un contratto di concessione, invece, così, utilizziamo la competenza dell'ANAS; però, è una società concedente, nel senso che lei intende, è già pronta, sta iniziando a lavorare, abbiamo appena provveduto alla nomina.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 9 è ritirato. Ringrazio il collega Pedrale e gli altri firmatari.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Botta, Pedrale e Caramella: allegato A. La lettera d), del paragrafo intitolato "Università e ricerca scientifica" è abrogata.
Il Consigliere Botta prima aveva chiesto di intervenire, presumo che rimanga la richiesta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Probabilmente, questo è un altro momento di dibattito che introduciamo perché, anche qui, la potestà legislativa - mi sembrava che i signori della Giunta avessero una Carta costituzionale in mano - rispetto al sistema universitario è assegnata in via esclusiva allo Stato dall'articolo 33 ultimo comma, della Costituzione.
Quindi, è materia che non può rientrare nell'ambito dell'articolo 116 della Costituzione.
Venendo ai dettagli. Il punto sub a) riguarda "interventi finalizzati al sostegno dell'alta formazione, della ricerca scientifica e dell'internazionalizzazione, alla valorizzazione dei risultati della ricerca e alla promozione della cooperazione tra sistema della ricerca, del sistema industriale e dei servizi".
Questo interventi possono essere già attuati dalla Regione senza mettere in moto la procedura dell'articolo 116 Costituzione. Non è un caso che nel Consiglio delle Autonomie del Piemonte sia prevista una presenza di rappresentanti delle nostre università.
Discorso più significativo è quello che innesca il punto sub b) "programmazione dei percorsi formativi del sistema universitario regionale con un ruolo più attivo della Regione nell'istituzione di corsi di studio specificamente connessi con la realtà territoriale, al fine di innescare un circolo virtuoso di efficace collegamento con le peculiarità culturali sociali imprenditoriali".
Questa previsione, a nostra avviso, è gravemente lesiva dell'autonomia universitaria. La programmazione dei percorsi formativi è l'ambito in cui si manifesta in modo più significativo l'autonomia universitaria. La proposta è grave sotto più aspetti, ma uno sicuramente è quello delle dinamiche interne al mondo universitario e relativo ad un'ipotesi di ingerenza nella formazione delle classi dirigenti.
Il punto sub d), punto che abbiamo già commentato in Conferenza dei Capigruppo, riguarda il "trasferimento alla Regione di risorse statali per il funzionamento ordinario delle università e per la programmazione territoriale delle sedi universitarie, articolata localmente attraverso la consultazione del comitato regionale di coordinamento".
Il funzionamento ordinario delle università è finanziato da un fondo il cosiddetto FFO, (Fondo di Finanziamento Ordinario), stabilito annualmente sulla base degli stanziamenti assegnati dalla legge finanziaria.
Il fondo è determinato nel suo quantum dallo Stato. Sulla base di questa evidenza ci si chiede quale vantaggio vi sia a chiedere il trasferimento alla Regione di somme di cui non si può determinare l'entità.
L'effetto sarebbe quello dannoso di introdurre un passaggio in più: dallo Stato alla Regione, dalla Regione all'Università, mentre oggi il passaggio è direttamente Stato-Università.
Se il federalismo è una duplicazione di passaggi burocratici, dobbiamo iniziare a chiederci che tipo di federalismo stiamo cercando di costruire e che significato esso abbia.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Prima delle parole "Alla promozione dello sviluppo sostenibile", del paragrafo intitolato Ambiente, sono aggiunte le seguenti parole: "Le finalità generali sono quelle di ridurre gli impatti in situazioni critiche o di emergenza, di creare le condizioni per impostare politiche e misure strutturali adeguate al territorio e alla situazione piemontese nonché di semplificare le procedure in materia ambientale per rendere gli strumenti di intervento più efficaci.
Si richiede pertanto una maggiore autonomia nei seguenti ambiti: Ambito obiettivi di qualità, valori limite e misure per la tutela dall'inquinamento di acqua, suolo e aria.
Limitatamente all'acquisizione delle competenze per definire con maggiore autonomia criteri, limiti e soglie per la tutela degli elementi (aria acqua, suolo) dall'inquinamento, nonché intervenire sulle fonti di produzione degli inquinanti per indurne la riduzione, ovvero salvaguardare a fini di prevenzione, la condizione naturale delle acque, dell'aria e del suolo.
Ambito requisiti dei veicoli nell'ambito di un'azione per la riduzione delle emissioni inquinanti, riposizionando il ruolo della Regione in particolare nei rapporti con la Motorizzazione civile.
Limitatamente all'acquisizione della possibilità di intervenire sulle caratteristiche costruttive e funzionali e sui requisiti di idoneità dei veicoli a motore.
Ambito attività legislativa conseguente all'emanazione di norme europee di carattere ambientale.
Limitatamente all'acquisizione della competenza a disciplinare gli aspetti procedurali e organizzativi in rapporto a normative europee in materia ambientale riferite al contenimento delle emissioni inquinanti in atmosfera e alla tutela delle acque e dei suoli, accelerando il recepimento di norme comunitarie".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Organizzazione della giustizia di pace" Acquisizione delle competenze per poter giungere ad un significativo potenziamento dei giudici di pace in Piemonte e a una loro più razionale distribuzione sul territorio, in modo da dare un contributo alla diminuzione dei tempi del contenzioso e alla migliore fruibilità del servizio 'giustizia', a tutto vantaggio dei cittadini e delle imprese.
Inoltre, si richiede il riconoscimento di un ruolo regionale nei percorsi di selezione nomina e formazione dei giudici di pace, al fine di instaurare un più stretto legame organizzativo con il territorio, che porterà ad un incremento della qualità del servizio.
Per gli altri aspetti non riconducibili ai principi che da un lato assicurino l'indipendenza e l'autonomia dei giudici di pace, dall'altro garantiscano i livelli minimi essenziali ed il libero accesso alla giustizia da parte dei cittadini, deve poter intervenire con la propria legislazione la Regione Piemonte".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

La Presidente Bresso, mi permetto di dire, snobba un po' la questione dei Giudici di pace. Non le faccio un appunto, forse le manca qualche dato.
Non per altro, il Presidente dei Giudici di pace le ha scritto da qualche mese per chiederle un appuntamento, e non ha ancora ricevuto risposta. Ma questa non vuole essere una forma di polemica, se ha occasione, magari da settembre in poi, sarebbe anche utile contattare il Presidente perch meglio di me può esporle le problematiche relative ai Giudici di pace in Piemonte.
Sono circa 330 i Giudici di pace che dovrebbero insistere su tutta la regione, in funzione ce ne sono circa 240. Su questo dato la prego di riflettere, Presidente. I Giudici di pace svolgono circa 45 mila cause civili all'anno, quindi svolgono e risolvono circa il 50% del contenzioso civile in questa regione. Svolgono tra il 15 e il 20% del contenzioso penale che interessa la regione Piemonte.
Rappresentano un elemento di velocizzazione, di intervento rapido rispetto a tutto un contenzioso molto ampio, che va dalle contestazioni sul codice della strada a livello penale, a tutti i problemi sugli immobili, al civile. Costituiscono sicuramente una risposta importante in termini di giustizia per i nostri concittadini.
per questo che, a mio avviso, è utile un'attenzione della Regione sulla questione dell'organizzazione. Certo, non possiamo pretendere di nominare i Giudici di pace, ma possiamo avere un ruolo, come già stanno facendo molte amministrazioni comunali, nell'organizzazione del loro lavoro, nel dotarli di strutture adeguate nella loro dislocazione territoriale, sull'adeguatezza delle loro sedi, sulla pressione che potremmo fare anche per colmare quei 80-90 Giudici di pace che mancano rispetto all'organico che dovrebbe essere assegnato al Piemonte.
L'abbiamo detto ieri in fase di discussione generale: non siamo qui per porre esclusivamente dei problemi in ordine politico, siamo anche qui per portare degli argomenti a sostegno di momenti di autonomia e di federalismo che potrebbero, tutti nella loro modestia, dare qualche possibilità in più dare qualche opportunità in più in più a questo Piemonte, per essere più moderno, più efficiente e più vicino ai cittadini. Sono tutti aspetti cui dobbiamo tendere tutti, sia pure nella diversità delle nostre valutazioni generali.
per questo motivo che sul tema dei Giudici di pace le chiederei un'attenzione speciale. Capisco che è una partita particolare, un sistema a cui forse non tutti si sono avvicinati (a parte coloro che, per professione o per questioni personali, magari ne hanno piena contezza), per l'inserimento di questa materia tra quelle che proporremo al Governo, nel momento in cui presenteremo le nostre richieste, mi parrebbe opportuno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Botta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Il mio sarà un intervento molto breve, in quanto molti aspetti sono già stati affrontati dal collega Botta.
Com'è già stato detto, non si vuole assolutamente sostituirsi alla Magistratura ordinaria e alle competenze dello Stato centrale, ma contribuire, da un punto di vista logistico e organizzativo, a svolgere quella che viene chiamata "giustizia minore", che poi, in realtà, è quella giustizia che interessa tantissimi cittadini piemontesi e non solo; è quella giustizia che davvero tocca le cose più quotidiane, le più familiari.
Proprio perché siamo in un momento di federalismo, non possiamo rifiutare di contribuire ulteriormente a questo avvicinamento, in questo caso dell'istituzione giustizia con i cittadini.
Pertanto, la riflessione che vi proponiamo è di migliorare il sistema di selezione e di formazione dei Giudici, attraverso un ruolo da parte della Regione, una facilitazione al reclutamento delle persone che possono svolgere queste competenze attraverso un Albo regionale, e un aiuto diretto, attraverso la disponibilità di uffici regionali, o indiretto sostenendo i Comuni quando ospitano le sedi dei Giudici di pace, proprio per migliorare questo sistema di giustizia territoriale, che sembra aver avuto un buon successo negli ultimi anni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
Ha chiesto la parola la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Esprimo parere negativo, ma lo vorrei brevemente motivare.
Che esista un problema di giustizia in questo Paese, credo sia evidente a tutti. Ritengo, però, che giustizia, difesa e sicurezza siano competenze fondamentali dello Stato, e che lo Stato debba assumersele integralmente anche dal punto di vista dei costi e degli oneri organizzativi.
Andare ad aggiungere qualche complicazione, essenzialmente in termini di costi, su risorse che in questo momento non abbiamo, per supportare una funzione precipua dello Stato, non mi pare particolarmente utile, né creare quel sistema più semplice, più chiaro e più lineare che, anche con queste richieste, cerchiamo di ottenere.
Per questo motivo non sono favorevole, e non perché non sia cosciente dell'importanza del Giudice di pace, della bontà della sua organizzazione o dell'importanza della bontà della sua organizzazione. Ritengo, però, che debba restare tutto in capo allo Stato e che lo Stato debba ridurre le proprie competenze a quelle essenziali, ma di quelle occuparsi davvero e bene.
Per questo preferisco personalmente che resti allo Stato. Non ho nulla contro i Giudici di pace, né sottovaluto la loro importanza. Ritengo che lo Stato non debba sottovalutarla e che sia lui a doversene occupare.
Naturalmente è un'opinione, ma credo davvero che lo Stato non possa delegare la materia della giustizia, ma debba occuparsene personalmente.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia, Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Organizzazione sanitaria Consolidare il riconoscimento dell'autonomia regionale in materia di organizzazione sanitaria e della governance del sistema. Tale autonomia è stata affermata dalla Corte Costituzionale, ma è stata al contempo rimessa in discussione da alcune pronunce della Corte stessa che hanno ricondotto aspetti organizzativi all'osservanza di principi fondamentali della materia, inderogabili da parte delle Regioni.
Con l'affermazione dell'autonomia organizzativa si intende, in pratica evitare che determinate sfere d'intervento, non ascrivibili all'osservanza dei livelli essenziali delle prestazioni e comunque non pregiudizievoli dei diritti garantiti su tutto il territorio nazionale, possano essere sottratte in via interpretativa alla disponibilità del legislatore regionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 13). Presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Ordinamento della comunicazione" Riconoscimento di un ruolo più incisivo per la Regione, in particolare per quanto attiene la definizione del rapporto tra Regione e concessionaria del servizio pubblico (RAI) e per il conseguente impiego a livello regionale di una quota del canone RAI versato dai cittadini residenti in Piemonte e dei proventi pubblicitari.
In particolare, si vuole incrementare il sostegno al sistema dell'informazione locale con l'obiettivo di migliorare la qualità della comunicazione, della qualificazione professionale con effetti positivi sull'incremento occupazionale.
Per consentire di governare il sistema regionale delle comunicazioni in modo flessibile ed aderente alle esigenze dei cittadini consumatori e all'evoluzione del mercato, favorendo in tal modo lo sviluppo e la convergenza multimediale, si intendono inoltre acquisire, attraverso il Corecom, le rispettive competenze in capo all'Autorità per le Comunicazioni.
Particolare attenzione deve essere data al ruolo della Regione Piemonte nell'ambito della produzione e della distribuzione nonché nello scenario della innovazione tecnologica, della digitalizzazione e della multimedialità ed infine nella comunicazione di pubblica utilità.
Lo sviluppo di questo settore potrà avvenire anche in sinergia con altri attori - economici, accademici nonché le stesse pubbliche amministrazioni locali e le differenti realtà culturali e associative presenti sul nostro territorio - per la crescita della ricerca e della formazione.
Un tale ruolo più incisivo della Regione Piemonte porterà ad implementare la promozione delle campagne di comunicazione su temi di rilevanza civile e sociale nonché una maggior diffusione e conoscenza dell'identità piemontese in ambito sia nazionale che internazionale".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Protezione civile Acquisizione di forme e condizioni particolari di autonomia limitatamente alla disciplina del Corpo forestale nel territorio regionale (regionalizzazione del Corpo forestale dello Stato).
Il Corpo forestale regionale dovrebbe poter sostituire, nell'ambito del territorio regionale, il Corpo forestale dello Stato e svolgere nelle materie di competenza regionale le funzioni e i compiti allo stesso attribuiti in campo nazionale. Alla Regione spetterebbero l'organizzazione il reclutamento e l'aggiornamento professionale del Corpo.
In particolare il Corpo forestale regionale dovrebbe operare nell'ambito del territorio regionale con compiti di polizia ambientale e forestale per lo svolgimento delle funzioni attinenti alla prevenzione, alla sorveglianza, alla tutela e alla gestione del territorio agro-silvo pastorale, forestale e montano, del suolo, delle acque, dell'ambiente e delle risorse naturali in genere, nonché di ogni altro compito diretto alla valorizzazione, alla sensibilizzazione e alla divulgazione delle attività inerenti il corretto utilizzo del territorio e la salvaguardia ambientale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Probabilmente l'esito della votazione sarà lo stesso.



PRESIDENTE

Non poniamo limiti alla Divina Provvidenza.



PEDRALE Luca

Presidente, chiediamo la regionalizzazione del Corpo Forestale, perch vivendo sul territorio e purtroppo essendo provenienti da zone territoriali colpite da eventi alluvionali, talvolta abbiamo constatato la difficoltà di coordinamento fra il Corpo Forestale dello Stato, la Protezione Civile e gli altri organismi regionali attinenti all'ambito della Protezione Civile.
Questa è una riflessione che facciamo da diversi anni, viste anche le funzioni di questo Corpo dello Stato, che sono sempre più quelle di controllo del territorio, delle zone montane e agricole, quindi anche con compiti di Polizia ambientale (l'ambiente è ormai una competenza sempre più di tipo regionale, con l'ente strumentale dell'ARPA, a livello regionale e provinciale).
Riteniamo opportuna la regionalizzazione di questo Corpo, anche perch in questo modo potrebbe interagire meglio con la Polizia ambientale, che è già nell'organico delle Amministrazioni provinciali.
Pensiamo che i tempi siano maturi, senza creare drammi e dimenticando quanto è stato detto in passato rispetto alle guardie forestali, che erano state protagoniste di un presunto tentativo di golpe.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Non vorrei essere anch'io essere accusata di voler fare un colpo di Stato! Il parere è negativo, intanto perché non abbiamo accettato prima l'emendamento (questi sono relativi all'Allegato), ma anche perché, ai sensi dell'attuale Costituzione e delle attuali competenze, dovremmo già avere il Corpo Forestale. Come sa, collega, ci fu una decisione nazionale dopo il tentativo di trasferimento, di riprenderlo in organico.
Posso fare presente che, nell'ambito dell'applicazione della Costituzione, così com'è, il Corpo Forestale dovrebbe essere trasferito comunque. Non serve chiederla come competenza aggiuntiva, perché non è aggiuntiva; è stata semplicemente una scelta, non corretta, da parte del Parlamento che ha deciso, nella sua sovranità, di non trasferire il Corpo Forestale, quando già erano pronti i decreti di trasferimento.
In questo senso, non lo accettiamo. È materia che potrà costituire oggetto di trattativa, ma nell'ambito delle già esistenti competenze.
Ai sensi delle nostre attuali competenze - ripeto - il Corpo Forestale dovrebbe essere già regionalizzato, quindi, il tema non ha rilievo costituzionale.
Per questo motivo, l'emendamento non è accettato.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Previdenza complementare e integrativa Garantire alla Regione la facoltà di promuovere forme di previdenza integrativa su base regionale".
La parola al Consigliere Pedrale per l'illustrazione.



PEDRALE Luca

Purtroppo la nostra soddisfazione è parziale, perché, da quanto annunciato dalla Presidente, il nostro emendamento è accettato solo in parte e, se ho capito bene, limitatamente alla non autosufficienza.
Questa era invece l'occasione - mi rivolgo soprattutto alla parte della sinistra radicale presente in Aula - di avere più coraggio e sfruttare questa occasione per creare davvero una previdenza integrativa regionale visto (come ho già detto nell'intervento precedente) lo scarso successo che ha avuto l'esperimento della previdenza integrativa privata.
In un'epoca di contrazione dei consumi, di costo della vita che aumenta, per dinamiche nazionali ed internazionali, affidare la liquidazione ad un fondo regionale rassicurerebbe sicuramente di più e magari renderebbe di più ai cittadini piemontesi, piuttosto che lasciarlo nelle mani dell'INPS, oppure affidarlo agli istituti di previdenza privata.
Non bisogna innamorarsi delle ideologie o dei dogmi del pubblico privato, ma occorre guardare a ciò che è buono nel capitale privato, come anche nella parte pubblica. Questa è un'occasione in cui il federalismo potrebbe aiutare a creare un sistema integrativo e aggiuntivo a quello già esistente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
Se è d'accordo, c'è una piccola modifica relativamente agli interventi inerenti alle non autosufficienze, come già fatto precedentemente, per una questione di allineamento.
Ringrazio i proponenti per la condivisione.
La parola al Consigliere Clement.



CLEMENT Gian Piero

Consigliere Pedrale, ieri ho ascoltato in maniera abbastanza inorridita, non per la sua persona, ma per le cose che diceva, il suo intervento.
Quando si parla di previdenza complementare integrativa, si affronta un tema che è stato centrale in questi anni, nel dibattito sulle pensioni.
Noi, in linea di principio, non ritenevamo che avesse un grande fondamento inserirlo in questa partita. In seguito, la Presidente ha presentato una correzione che va ad individuare un filone specifico, quello di tentare di capire se si può istituire un fondo pubblico piemontese che serva soprattutto per sostenere gli anziani quando diventano disabili e hanno bisogno di cure particolari.
Questo, in un'ottica di politiche sanitarie e sociali, ci può stare, ma il suo richiamo ai nostri Gruppi rispetto a questa partita lo trovo assolutamente fuori luogo.
Siamo stati visceralmente contrari alle forme di previdenza integrativa complementare sviluppatesi in questi anni. Siamo stati visceralmente contrari perché continuiamo a pensare che la previdenza debba essere sostanzialmente pubblica, fino in fondo.
Tutte le volte che abbiamo istituito un pezzo di previdenza integrativa complementare, sia privata sia un fondo di categoria sia un fondo (come lei auspica) regionale, alla fine abbiamo diminuito le garanzie del pubblico.
Le riforme pensionistiche fatte in questi anni partono sostanzialmente da queste considerazioni: aumentare le garanzie integrative complementari e diminuire quelle pubbliche, per tutti.
Questa è una parte più ideale, ma andiamo sul concreto, cioè pensiamo che fare un fondo integrativo regionale possiamo sganciarci da quelli che sono i meccanismi dei rendimenti dei fondi di questi anni? Se andiamo a prendere tutti i fondi integrativi costituiti dal nostro Paese da quello dei metalmeccanici a quello dei tessili, alla fine le borse nel 2007 hanno bagnato, nel 2008 hanno bagnato e i fondi hanno bagnato.
Noi possiamo creare un fondo e chiamarlo "Piemonte Puro Libero" e ci mettiamo nelle mani di chi gestisce gli investimenti - e non c'è altra soluzione - ma alla fine si bagna.
Quindi, non creiamo aspettative pensando che solo regionalizzando o marginalizzando i nostri investimenti possiamo pensare di risolvere questo problema.
Noi continuiamo a pensare che il problema delle pensioni del sistema pubblico sia un problema da affrontare. Se si riterrà opportuno andare verso un sistema integrativo di categoria, di Regione, di azienda, sono disponibile a verificare tutto quanto, ma perché non farlo gestire dall'INPS? I costi dei fondi integrativi sono costi che mediamente viaggiano verso il 10% di gestione, cioè se verso 100 euro, 90 mi vengono versati sul fondo e 10, come si dice dalle mie parti, vengono "sberlica' sui dit", e si gestisce i fondi con un costo dell'1,5-2% all'anno. Perch non farli gestire dall'INPS? Parlare di pubblico in questo Paese sta diventando una bestemmia, e poi ci sono le esigenze del mercato che chiedono la loro parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Marco

Grazie. Io non sarei intervenuto, ma l'intervento del collega Clement mi ha fatto nascere alcune riflessioni. Non vorrei che l'avversione verso l'ipotesi di fondi integrativi di tipo regionale sia legata non tanto alla questione pubblico-privato, ma alla possibilità che magari il Consigliere Clement e qualche collega di sinistra, della sinistra radicale o comunque della sinistra tout court, teme che si possa andare oltre la divisione che oggi esiste nei fondi integrativi da una parte tra i sindacati, che ne gestiscono una fetta assolutamente incredibile, e la parte datoriale.
Non vorrei che dietro a questa negatività rispetto ad una proposta di riportare in Piemonte, di far rimanere in Piemonte e di utilizzare magari strutture piemontesi, di legiferare a livello piemontese su una gamma della previdenza così importante, ci fosse questo retropensiero: il timore che le centrali sindacali che gestiscono, o che tenterebbero o che avrebbero voluto gestire in realtà anche in questa maniera, ottenendo scarsi risultati, non tanto dal punto di vista della gestione numerica finanziaria, ma proprio delle adesioni, vedessero compromessa questa importante e nuova fonte di lavoro, di guadagno, di finanziamento. Questo vale tanto per le grandi centrali nel patronato e unioni industriali quanto per le grandi sorelle della triplice sindacale.
Forse il fattore rivoluzionario di questa proposta sta in questa lettura: uscire da questa dicotomia, uscire da questa suddivisione che non ha portato risultati neanche a livello di adesione. Qui si aprirebbe poi tutta una riflessione che parte dall'adesione ai sindacati, alla fiducia che i lavoratori hanno in queste rappresentanze, legate anche all'adesione ai fondi complementari.
Però il timore di questa eventualità, e quindi la bocciatura dell'idea che ne consegue, a mio avviso, limiterà il Piemonte in una possibilità, in un'opportunità di creare anche su questo un'autonomia vera su una materia importante, nuova ed originale rispetto a quello che può essere un accostarsi al federalismo, a nostro avviso, in maniera fin troppo cauta, da una parte, ed ardita in altre.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intervengo per dichiarazione di voto.
Votiamo a favore dell'emendamento illustrato. Anche a me l'intervento del collega Clement ha suscitato qualche minima sensazione, che credo richieda pur essendo apparentemente scollegato con il tema specifico della previdenza integrativa che era all'oggetto dell'emendamento, di fare qualche considerazione un po' più amplia sul dibattito di oggi.
Intanto credo che sia già stato detto che questo è un emendamento che accetta 150 chilometri in linea d'aria da qui. Alcuni colleghi, non soltanto della maggioranza, perché là governano quelli di centrodestra, e anche la minoranza ha ritenuto opportuno votarlo. Quindi, non credo che si possa affrontare i temi per modelli, scartando quelli che semplicemente non ci appartengono per una cultura assolutamente legittima, assolutamente rispettabile, ma diversa dalla nostra.
Credo che questo vada ben sul tifo e sul tifo abbiamo le idee chiarissime; su quello accetto volentieri posizioni dogmatiche, perché è tifo, e cosa c'entra il tifo con la ragione? Se invece ci mettiamo e ci mettessimo ad ascoltare il dibattito che sta avvenendo qui oggi, ne avvertiremmo, a mio avviso, l'obsolescenza. Noi stiamo discutendo di un tema che è già passato, non discute più nessuno la Presidente mi vorrà perdonare - tra sede locale e sede centrale di materie di competenze, perché il tema è già andato molto oltre. Noi piemontesi abbiamo la specialità di essere innovatori in alcuni momenti ponendo dei temi che in altre Regioni ancora non si sono posti.
Ricordo ai torinesi che il primo progetto della metropolitana torinese è del 1934. Credo che avrebbe consentito - non so se ci fosse l'Aula rossa e lo dico in termini di colore non soltanto in sede politica - e risolto in maniera ben più definitiva dal punto di vista strategico quel tipo di problema, che come il collega Clement e come i colleghi sanno, ha trovato con una certa fatica la luce, per un pezzettino al momento dell'inaugurazione del percorso olimpico, cioè circa due anni fa.
Oggi il dibattito è se nell'ambito delle competenze che le Regioni hanno non di quelle che avranno, vorrebbero avere o potranno avere - esista la capacità, e lo traduco in termini di efficienza, di gestirle nell'ambito di bilanci che sono da tutti, qualunque sia l'interlocutore, ritenuti eccessivi. Perché se c'è un fil rouge che accomuna tutti, da Giarda, che fu l'autore, come Sottosegretario al Ministro del Tesoro intorno a metà degli anni '90, del primo accordo sulla sanità, che faceva sì che gli sforamenti sulla sanità fossero di competenza delle Regioni (l'accordo che passa sotto il nome "chi rompe, paga"), a tutti coloro che si sono avvicendati in quello scomodo Ministero e in quelle scomodissime poltrone, è che non ci sono più soldi a sufficienza anche per coloro che le politiche le individuano non soltanto d'interesse pubblico, ma finanziabili unicamente con il pubblico. Questo, caro Clement, è già noto a tutti. Soltanto a lei in un'euforia post ferreriana, pare ancora di dover discutere di cose che sono già state risolte. Ma io gliela lascio questa euforia, ma trattasi di uno stato tossico, cioè dovete liberarvene.
Guardate che, tranne che in Piemonte, in tutto il resto dell'Europa occidentale, mica negli Stati Uniti o in Asia, gli ospedali si costruiscono in 13-18 mesi, non in un mondo che non c'è, ma che esiste! Guardate che relativamente a questa, ormai, vostra sanità, perché la state gestendo voi - in questa sede, non voglio esprimere opinioni, se bene benissimo o male malissimo, dal nostro punto di vista politico, in maniera eccellente, dal punto di vista dei piemontesi, ci penseranno i piemontesi già sei anni fa, erano tutti d'accordo che l'attuale patrimonio ospedaliero della sanità piemontese fosse sotto necessità di circa 1.000-1.200 miliardi di vecchie lire per essere adeguato alla legge n. 626, che è la nonna delle leggi sulla sicurezza, e tu mi vieni a dire, bello come il sole - questa è euforia post ferreriana! - che in questa Regione il problema è parlare di pubblico? In questa Regione manca il lavoro! Sai perché manca il lavoro? Perch non c'è più nessuno che abbia voglia di correre il rischio di produrlo perché, se soltanto uno si mette a fare l'artigiano o l'imprenditore trattasi di forma ancora più tossica di quella che hai tu, post ferreriana.
Occorre un istinto al sacrificio assolutamente incredibile per fare il lavoratore autonomo, non dico l'imprenditore (gli imprenditori, ormai, sono già stati liquidati).
Se tu viaggiassi per questa nostra regione, guardando anche le regioni limitrofe - togli il caso della Liguria, che, probabilmente, per l'inquinamento ambientale, soffre delle stesse nostre malattie - quanto stiamo discutendo noi è già passato. Adesso si discute dei soldi che si hanno. Spero che il Ministro Tremonti resista a non darcene più, perch magari, c'è qualcuno che pensa che saranno i tacchini a riformare la festa del ringraziamento! È escluso! L'unico modo per ridurre i bilanci pubblici è tagliarli, poi si danno alle Regioni, che dovranno rimboccarsi le maniche e con i soldi che hanno che sono assolutamente esorbitanti rispetto alle cose che stiamo facendo lavorare per una cosa che un tempo sembrava normale: efficienza, ed efficienza vuol dire scegliere.
Lo sanno tutti che la sanità piemontese è inefficiente, lo dice la maggior parte degli interlocutori. Non ho mica detto "mala gestione", non ne ho parlato affatto; semplicemente è inefficiente.
Sapete quanto fa l'1% dell'inefficienza? 80 milioni di euro. E il 2%? 160 milioni, le moltiplicazioni le lascio fare ad altri. E noi stiamo a discutere di ciò che dovrebbero darci? Ci dovrebbero commissariare, perch stiamo sprecando denaro pubblico! Nessun normale imprenditore privato verrà mai a darci una lira in un posto in cui non è possibile, per fatto politico, e, ove mai fosse possibile per fatto politico, dal 2010 in avanti ci penserà la Magistratura - parlo di quella civile, rendendo assolutamente inidoneo qualunque giudizio - rendere impossibile l'impresa.
Questi sono i temi di cui discute la gente all'esterno, non della previdenza! La previdenza integrativa non ci potrà essere perché non c'è il lavoro! E il lavoro non c'è perché non c'è l'impresa! Cercate di svegliarvi un po', perché stiamo discutendo di storia, non di federalismo!



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è sempre 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15, come modificato, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Cooperazione transfrontaliera Attribuzione, nell'ambito dell'articolo 117 della Costituzione e nel rispetto del principio di leale collaborazione con lo Stato, della facoltà di stipulare, nell'ambito di attività di cooperazione transfrontaliera disciplinate dalla legge di ratifica della Convenzione quadro europea accordi con Stati confinanti o comunque insistenti nell'area interessata alle attività di cooperazione, anche in difetto di tali accordi tra tali Stati e lo Stato italiano".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Industria Si richiedono maggiori condizioni di autonomia al fine di adottare agevolazioni e incentivi fiscali con i gruppi industriali, non solo nazionali ma anche internazionali, seguendo il metodo e le competenze già vigenti nella Regione autonoma di Sicilia".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: Allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: Casse di Risparmio, Casse Rurali, Aziende di Credito a carattere regionale Enti di Credito fondiario e agrario a carattere regionale Il sistema bancario rimane un cardine essenziale per l'economia e l'imprenditoria piemontese. Il Piemonte necessita di un sistema bancario che sappia far fronte alle esigenze e alle peculiarità del sistema imprenditoriale regionale, sfruttando la propria conoscenza del territorio.
Per questo è indispensabile dotare la Regione della più ampia competenza legislativa, al fine di adeguare l'istituzione e l'ordinamento delle cosiddette 'banche regionali' alle esigenze dell'apparato produttivo, in ossequio ai principi fondamentali della Costituzione, agli obblighi comunitari, alla legislazione statale in materia di credito e risparmio e sotto la vigilanza delle autorità nazionali. L'attribuzione di poteri in materia creditizia risponde, quindi, ad una logica di promozione dello sviluppo economico regionale, riconosciuta la funzione economica e sociale dell'attività bancaria".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17, sul quale la Presidente Bresso ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Energia In tale ambito si richiede l'applicazione dell'articolo 116, comma terzo della Costituzione per procedere all'applicazione di una tassa regionale (simile, per applicazione, a quella nazionale denominata Robin-tax) alle centrali elettriche, centrali a metano e raffinerie di idrocarburi presenti sul territorio piemontese e di proprietà di gruppi nazionali e/o esteri come compensazione per il disagio e i danni ambientali già prodotti sul territorio regionale.
Garantire alla Regione la facoltà di promozione e distribuzione di energia alternativa e tradizionale, nel rispetto e in accordo con i protocolli e le norme vigenti, non dimenticando la presenza in Piemonte di centrali nucleari e di conseguenza competenze relative in merito che garantiscono la possibilità di un lavoro di ricerca e attuazione dello stesso anche grazie al Politecnico e alle altre realtà universitarie presenti sul territorio".
L'emendamento rubricato n. 19, relativo all'energia, è ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Lavoro - Contratti regionali Si propone la formalizzazione di un contratto regionale, diviso per settori produttivi, per tutti i lavoratori dipendenti privati, che si integra con il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro e quello individuale di futura applicazione. Ciò è ampiamente giustificato dai differenti costi di vita fra le Regioni italiane e anche fra le stesse settentrionali".
La parola al Consigliere Pedrale sull'ordine dei lavori.



PEDRALE Luca

Intervengo sull'ordine dei lavori.
Probabilmente, nella foga, è stato saltato l'emendamento n. 17.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Stessa votazione.



PEDRALE Luca

Allora è stato troppo veloce, perché volevamo intervenire sull'emendamento n. 17. Stia attento, Presidente.



PRESIDENTE

Collega Pedrale, mi dispiace, ma non è possibile tornare indietro.



PEDRALE Luca

Sapevo che c'era anche qualche collega della maggioranza che voleva intervenire.



PRESIDENTE

Il dispiacere non riguarda solo lei, eventualmente anche i colleghi della maggioranza.



PEDRALE Luca

La invitiamo ad essere...



(Commenti in aula)



PEDRALE Luca

Quello che interessava anche a te: interessava il n. 17 e il n. 20.
Sul n. 17 non so se sia stata voluta questa velocità, celerità rapidità del Presidente Placido.
Sorvoliamo, però, la invitiamo ad essere più graduale: avanti adagio come diceva l'Assessore Deorsola, quando era doroteo, così si riesce a comprendere meglio quanto avviene.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Pedrale.
Possiamo dare la stessa votazione sull'emendamento?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Appunto, lo sto chiedendo. Se lei mi dice di no e chiede di intervenire; ne ha facoltà.
La parola al Consigliere Pedrale, per l'illustrazione.



PEDRALE Luca

Senza fare inorridire nessuno, magari consentendo anche a qualche voce libera all'interno della maggioranza di centrosinistra di esprimersi, noi poniamo un problema, che è stato posto in tutte le altre Regioni italiane soprattutto del Settentrione, da associazioni di categoria. Si tratta del richiamo a una contrattazione in materia del lavoro anche di tipo regionale, semplicemente per la constatazione inoppugnabile che il costo della vita, dato dall'indice di inflazione, in Piemonte è diverso da quanto si registra in Sicilia o in Basilicata. Sicuramente, in Piemonte il costo della vita è superiore rispetto a queste regioni del Sud e, probabilmente è anche maggiore rispetto ad altre regioni dello stesso Settentrione.
Allora, senza furore ideologico, semplicemente partendo dal territorio e constatando che ogni realtà ha una sua specificità di situazione economica, proponiamo un richiamo alla competenza del lavoro e all'avvio della formalizzazione di una contrattazione che, fermo restando quella nazionale, abbia anche un passaggio di tipo regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Colleghi della maggioranza, correggetemi se sbaglio.
Per onestà intellettuale e per coerenza di azione e di pensiero, vi invito ad esprimervi - anzi, ad esprimerci - su questo emendamento in termini positivi. Vi spiego il perché. Avete più volte denunciato con forti preoccupazioni - e io ho acconsentito - le difficoltà che oggi i dipendenti avvertono ad arrivare alla fine del mese. In modo particolare, avete (e abbiamo) denunciato tutti gli sfruttamenti negli appalti della Pubblica Amministrazione. Abbiamo approvato anche degli ordini del giorno in tal senso: era stato presentato un ordine del giorno dal Consigliere Ricca, non ancora discusso, nel quale si chiedeva che per l'affidamento a terzi della produzione e gestione di servizi era necessario non applicare delle tariffe... Lui parlava di netto, ma su questo stendiamo un velo assolutamente pietoso, perché di netto retto si parla solo quando ci si riferisce al lavoro nero. Il conteggio di queste tariffe stava a significare un incremento del 30% su tutti gli appalti: è un ragionamento che non sta nella logica di un Governo, perché conosciamo bene quali sono le difficoltà che incontrano oggi gli Enti pubblici. Allora, se sono vere queste preoccupazioni, per cui non si tratta soltanto di una campagna fatta da alcuni, di ipocrisia e di demagogia, quando ci troviamo di fronte a queste possibilità di apertura, una sorta di finestra che ci metta nelle condizioni di analizzare determinati comparti e quindi, in questo contesto di andare incontro ai dipendenti per incrementare il loro stipendio e le loro retribuzioni, perché ci tiriamo indietro? Questo, a mio giudizio, è un atteggiamento poco corretto e io ho la responsabilità di denunciarlo.
Voterò naturalmente a favore, ma concludo il mio intervento con una semplice battuta, che vuole essere veramente considerata come tale: cerchiamo di porre un freno, altrimenti rischiamo di essere denunciati come ripeto, lo dico come battuta, perché può capitare a tutti; in questo contesto è successo a qualche collega della maggioranza - per truffa aggravata ai danni dei cittadini, finalizzata ad un'organizzazione fraudolenta del consenso. Perché quando chiediamo il consenso, dobbiamo chiederlo in termini di coerenza comportamentale.
Chiudo scusa, Assessore, ma ho voluto utilizzare quest'emendamento per sottolineare che oggi una vera e sana politica riformista deve partire dall'approccio culturale, dall'approccio di comunicazione con i cittadini un approccio chiaro, trasparente e coerente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Segretario; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Volevo intervenire sull'emendamento, riconoscendone, in realtà, i principi e la volontà di creare una situazione originale, richiamando affinché rimanga a verbale, due note sulla questione delle banche, sebbene sia ormai superata (però in questo Consiglio succede di tutto, per cui pu anche succedere di tornare due minuti sulla questione banche), perch purtroppo era uno dei temi più importanti. Ma lasciamo stare, nella rapidità del dibattito può sfuggire.
Anche qui, però, la Presidente ci ha dato una non positività di interpretazione nel dibattito che si è sviluppato in sede di Conferenza dei Capigruppo, dicendo, sostanzialmente, quali sarebbero stati gli effetti di questo trasferimento.
Innanzitutto, come la Presidente avrà notato, noi parliamo di casse rurali, di casse di risparmio, di banche di credito cooperativo, cioè di banche locali che formano il sistema delle banche piemontesi. Chiaramente non vi sarebbe la possibilità di normare qualcosa che riguardi i grandi istituti bancari, che ormai hanno dimensioni sostanzialmente internazionali, neanche più nazionali (non pensiamo neanche lontanamente al livello regionale, al di là del fatto che mantengono la sede legale per convenzione o per accordi nella nostra Regione).
Avere la possibilità di chiedere al Governo di poter legiferare sul sistema creditizio piemontese, quello più diffuso, quello più capillare quello più vicino alla nostra economia, al nostro sociale, ai nostri movimenti culturali, e, con esso, poter avere un rapporto che non è solo legato al fatto di essere due momenti - uno istituzionale e uno economico importanti, ma avendo una potestà legislativa rispetto al sistema creditizio, che oggi è una delle gambe fondamentali dello sviluppo di qualsiasi territorio, e quindi anche della nostra Regione.
A mio avviso, già solo queste considerazioni dovevano portare perlomeno ad una riflessione più attenta rispetto a questo problema bancario.
Ugualmente, mutatis mutandis, sebbene l'approccio sia totalmente diverso, anche la questione del lavoro e dei contratti regionali dovrebbe esser un'altra grande sfida che noi potremmo portare avanti per questo Piemonte, che in autunno probabilmente sarà investito da una seconda, terza o quarta puntata di grave crisi industriale (mi sembra che anche la Giunta si stia preparando per sostenere l'urto di questo momento difficile che si prospetta non solo a Torino, ma un po' in tutte le Province del Piemonte).
In tal senso, la leva contrattuale potrebbe offrire la possibilità di uscire da quella crisi in maniera più elastica, in maniera più agile e più pronta, assecondando le esigenze e il momento economicamente non particolarmente positivo.
Ecco perché su tutte e due le materie, in particolare su quelle delle banche, ma anche sulla questione dei contratti del lavoro, questi emendamenti, che potevano essere sviluppati e modificati, potevano rappresentare un momento di originalità importante nella proposta federalista del Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Botta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Larizza; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Grazie, Presidente.
Devo dire che quest'emendamento non è particolarmente originale. È una discussione, questa, che va avanti da decenni e per fortuna, ad un certo punto, è stata affrontata con una lotta anche non semplice, che ha eliminato quelle che una volta si definivano "gabbie salariali", che, a differenza di quanto si possa pensare in quest'Aula, non erano semplicemente una distinzione di retribuzione a parità di lavoro, quindi palesemente anticostituzionali, tra Regioni del Sud e Regioni del Nord, ma riguardavano anche delle zone interne alle stesse Regioni. Per cui c'era stata una mobilitazione dei lavoratori che, ad un certo punto, hanno portato le cose nel corretto ambito costituzionale.
Anche a livello nazionale si sta discutendo della riforma del contratto. Io sono per distinguere l'autonomia delle istituzioni da quelle... Però, se vogliamo fare una cosa seria, lasciamo che la discussione prosegua e arrivi ad una conclusione, perché non ci sono dubbi che in un Paese come il nostro ogni tanto, rinnovare anche i metodi di contrattazione, possa essere utile.
In questa discussione sono previsti anche i contratti di secondo livello, che hanno a che fare con le imprese e non con i territori.
Vorrei porre una questione che non possiamo affrontare oggi, ma è solo per dire che è abbastanza chiaro che ci sono livelli diversi del costo della vita, tra le diverse regioni. Se facciamo un'indagine conoscitiva sulle retribuzioni (parliamo sempre della famosa FIAT) degli operai di Mirafiori rispetto agli operai di Melfi, vi accorgerete che gli operai di Melfi, pur avendo un livello di produttività più alto (non per merito dei singoli lavoratori, ma per il sistema della produzione), hanno una retribuzione inferiore. Non so in base a quale strano meccanismo, ma così è.
Mi sembra una pazzia dover affrontare questo tema con questo metodo di contrattazione regionale. Se c'è un problema (e c'è un problema) del valore del reddito rispetto al costo della vita tra il Piemonte, per esempio, e la Sicilia, mi chiedo se non ci siano altre forme di intervento rispetto ai costi energetici in Piemonte rispetto alla Sicilia, che non siano giocati sui redditi dei lavoratori.
Se ne facciano carico le Istituzioni, rispetto ad un diverso modo di intervenire sui redditi attraverso le imposizioni fiscali. Questo ha un senso! Ma che a parità di lavoro e a parità di produttività si arrivi anche a dare salari diversi - questo avviene già nei fatti tra uomini e donne o tra anziani e giovani - mi pare troppo.
Sono questioni che vanno affrontate in un altro contesto.
Ovviamente, la mia opinione è che quest'emendamento (ma mi pare che la Giunta lo abbia già detto) non sia accettabile. Pone un problema serio, che richiede una discussione, ma non in quest'ambito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Larizza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Mi convinco sempre di più che il federalismo sia solo fumo negli occhi e che non risolva i veri problemi della società perché entra in contraddizione.
Stiamo confondendo il problema del costo del lavoro e degli appalti con il diritto al lavoro, e quindi il contratto collettivo nazionale.
Dentro il federalismo vogliamo mettere di tutto e di più, per dire che ce ne siamo occupati, ma senza andare a risolvere i problemi reali.
Come diceva giustamente il collega Larizza, ma anche, nel suo discorso finale, il collega Burzi, nel momento in cui siamo in una condizione precaria, perché c'è un declino galoppante, perché non c'è sviluppo e non c'è occupazione, pensiamo che la panacea per risolvere i problemi di questo malessere e di questo cancro, sia ricevere delle deleghe dal Governo per gestire qualitativamente, facendo efficienza , ma senza fare produttività.
Il problema vero, cari colleghi, è produrre ricchezza e benessere, come ha detto anche il collega Burzi.
Per quanto riguarda il collega Laus, mi sembra - ripeto - che stia confondendo quello che è un diritto acquisito del lavoratore nel contratto collettivo nazionale, che deve essere nazionale, perché non può essere diverso, in quanto un operaio che lavora a Melfi non può essere discriminato nei confronti di un operaio che lavora a Mirafiori.
L'INPS, l'INAIL, la cassa integrazione e tutti gli altri oneri sociali devono essere unificati e parificati a livello nazionale.
Detto questo, rimango della convinzione che questi atteggiamenti e il modo di intravedere il federalismo fiscale non siano la giusta maniera di porsi per dare delle risposte concrete alla povertà, alla mancanza di lavoro, all'efficienza e alla competitività.
Oggi, siamo tutti convinti che per essere più competitivi, per produrre ricchezza e benessere, dobbiamo avere la delega ai beni culturali utilizzare al meglio la sanità, ridurre i costi della stessa, ma nessuno dice cosa facciamo di queste deleghe per produrre sviluppo e ricchezza.
Pertanto, portiamo avanti questo benedetto disegno di legge sul federalismo, ma poi incominciamo a lavorare su delle politiche serie, sul lavoro, sull'occupazione, sul ridurre la povertà che si sta trasformando in miseria.
Questo rientra nei principi fondamentali del federalismo solidale e della sussidiarietà. Occorre limitare questi processi legislativi, perch il federalismo fiscale non fa altro che contrapporre una regione ad un'altra. Contrappone, addirittura, lo Statuto dei lavoratori piemontesi a quello pugliese o calabrese. È una situazione assurda quella a cui stiamo assistendo.
Rispetto a quanto ha detto il Presidente, è vero che la Sicilia ha delle risorse perché ha le industrie petrolifere, ma se andiamo a vedere il reddito pro capite, gli investimenti o le risorse previste dall'Unione Europea, dobbiamo anche domandarci: chi è che va ad investire nel Sud? Quali sono i poteri forti delle strutture? Cosa ha fatto la FIAT? La FIAT ha investito al Sud, a Melfi, ha preso l'Alfa Romeo, grazie a qualche politico di cui non faccio il nome! Ha ubicato al Sud le sue grandi aziende: la FIAT Avio a Lecce, la FIAT Trattori a Brindisi, così come a Gioia Tauro e a Taranto.
Quello che è successo con la Banca San Paolo a Torino, è successo anche in Meridione, con tutti i poteri forti che, per fortuna, sembra non ci siano più, perché anche Torino oggi si deve confrontare senza di essi, e questo diventa un problema.
Dobbiamo cercare, tutti insieme, di ovviare a questo problema! Dobbiamo cercare di fare delle politiche che vadano nella direzione dello sviluppo e dell'occupazione, per migliorare il nostro territorio, non a discapito delle altre regioni, ma nell'interesse dei nostri cittadini e di tutti i cittadini italiani. Noi dobbiamo cambiare la Costituzione! Guardate che molte questioni di cui parliamo oggi, compresa quella che stiamo cercando di votare, sono anticostituzionali. Andiamo a leggere tutti gli articoli della Costituzione! Vi auguro di arrivare, fra un anno, ad una forma di federalismo fiscale che sia solidale e che metta, in qualche modo, in concorrenza la nostra regione nei confronti delle altre regioni meridionali, ma anche nei confronti delle altre regioni della Francia, della Germania, della Svizzera, perché, diversamente, non sarebbe molto importante portare avanti questo discorso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

La dichiarazione di voto del mio Gruppo è a favore del nostro emendamento.
Voglio esprimere, poi, la mia inquietudine, perché il collega Scanderebech ha dichiarato di essere d'accordo con il Consigliere Burzi, e questo è un evento quasi epocale! Al di là di questo, all'amico Scanderebech chiedo di darmi il numero di cellulare del Segretario regionale dell'UDC, l'avvocato Goffi. Lo chiamer per dirgli che tu hai detto che del federalismo non te ne importa niente che è un'inutile perdita di tempo, mentre soltanto una settimana fa l'avvocato Goffi è comparso su tutti i giornali piemontesi chiedendo addirittura lo Statuto speciale per il Piemonte! Detto questo, ovviamente, con immutata amicizia che mi lega da tanti anni all'amico Deodato, rivolgo una sommessa domanda sia a lui che ad altri amici presenti. Noi diciamo che il costo della vita in Piemonte è diverso da quello delle altre regioni e cosa facciamo? Niente! Chiediamo semplicemente (visto che tutti sanno qual è il costo della vita in Piemonte) che ci sia una contrattazione in cui venga riconosciuto questo divario.
Piuttosto, ci preoccupa il fatto che voi stessi ci informiate che esistono delle differenze salariali fra gli operai di Mirafiori e quelli di Termini Imprese! Ma io mi domando: tutti i poteri forti che vi seguono o vi dirigono, dove sono e cosa hanno fatto? Chiedetelo a Calearo, che è stato eletto nelle liste del Partito Democratico! Come mai ci sono queste differenze salariali fra i dipendenti di Mirafiori e quelli della Sicilia? Chiedetelo ai grandi banchieri che fanno la fila per partecipare alle primarie del Partito Democratico, non chiedetelo a noi, non chiedetelo a Scanderebech! Noi con i poteri forti purtroppo o per fortuna, non c'entriamo niente.
Sicuramente i nomi che vi ho citato non hanno votato Berlusconi, anzi alcuni sono stati eletti nelle file del Partito Democratico.
Profumo faceva la fila per le elezioni primarie del Partito Democratico, ma legittimamente! È un noto operaio di Mirafiori, mi risulta!



PRESIDENTE

il Rettore del Politecnico di Torino.



PEDRALE Luca

Non chiedete a noi di risolvere questi problemi. Noi ci preoccupiamo più modestamente di tutti quei milioni di persone, anche di lavoratori e di operai che votano pure noi (sappiatelo) e tantissimi votano noi del PDL, e cercare di combattere il costo della vita che qui è più rispetto ad altre Regioni. Tutto qui. Non volete? Va bene così!



PRESIDENTE

Per fatto personale, ha chiesto la parola per fatto personale il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Vorrei precisare al collega Pedrale che io nell'intervento di questa mattina ho voluto precisare per ben due volte che il mio partito è tutto favorevole. Io ho portato questo documento nel direttivo regionale e tutti all'unanimità lo hanno votato e sono favorevoli.
Personalmente ho detto che ho invece qualche problema, e siccome faccio politica nell'interesse del bene comune e lo dico con onestà intellettuale quando si parla dell'interesse del bene comune devo prevedere che il bene comune vuol dire essere solidali, vuol dire adoperare il principio di sussidiarietà, significa dire la verità, perché quando si dice la verità si è tranquilli con se stessi e con la propria anima, ma soprattutto si è tranquilli nei confronti degli altri; indipendentemente dall'appartenenza politica.
Io dico che questo federalismo non servirà a niente per risolvere i problemi, la povertà e la disuguaglianza economica e sociale che c'è tra noi e gli altri. Per risolvere questo, forse andava fatto qualcos'altro prima e non è stato fatto da nessun politico.
Ne riparleremo fra quattro-cinque anni e spero di essere nuovamente in quest'Aula. Valuteremo, analizzeremo e verificheremo se questo federalismo fiscale sia servito a qualcosa.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Botta, Ferrero Cotto, Rossi, Dutto, Cavallera, Pedrale, Monteggia e Caramella: allegato A. Dopo il paragrafo intitolato Ambiente, è aggiunto il seguente: "Governo del territorio Manutenzione dei corsi d'acqua e dei fiumi interregionali (Po, Dora Baltea etc.) con contestuale abolizione dell'Ente statale dell'Autorità di Bacino.
Si propone che il disalveo e l'assetto idrogeologico dei fiumi e dei corsi d'acqua sia di esclusiva gestione e programmazione della Regione Piemonte e dell'Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), di cui il Piemonte fa parte".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Comunica le seguenti modifiche di coordinamento, apportate alle premesse della proposta di deliberazione, a seguito dell'approvazione degli emendamenti all'allegato A: Aggiungere i seguenti capoversi 15° capoverso delle premesse "Considerata l'opportunità di consolidare il riconoscimento dell'autonomia regionale in materia di organizzazione sanitaria e della governance del sistema." 16° capoverso delle premesse "Considerata l'opportunità di garantire alla Regione la facoltà di promuovere forme di previdenza integrativa su base regionale, limitatamente alle previdenze complementari per le non autosufficienze".
Il Consiglio ne prende atto e saranno aggiunte tecnicamente dagli Uffici.
Passiamo quindi all'esame degli ordini del giorno collegati: ordine del giorno n. 1049 "Federalismo fiscale" presentato dal Consigliere Rossi: ordine del giorno n. 1051 "Individuazione da parte dello Stato dei principi fondamentali nelle materie di legislazione concorrente", presentato dai Consiglieri Bresso, Muliere, Reschigna, Pace, Bizjak, Travaglini, Motta Rabino, Larizza, Ronzani, Ferraris, Boeti, Turigliatto, Laus, Rossi, Dutto Pizzale, Bellion, Buquicchio, Gariglio, Auddino, Placido, Spinosa ordine del giorno n. 1052 "Federalismo fiscale", presentato dai Consiglieri Bresso, Muliere, Reschigna, Pace, Bizjak, Travaglini, Motta, Rabino Larizza, Ronzani, Ferraris, Boeti, Turigliatto, Laus, Rossi, Dutto Pizzale, Bellion, Buquicchio, Gariglio, Auddino, Placido, Spinosa ordine del giorno n. 1053 "Attuazione art. 116 della Costituzione (Autonomia differenziata della regione Piemonte)", presentato dai Consiglieri Dalmasso, Bossuto, Clement, Moriconi, Robotti, Deambrogio Barassi, Cavallaro ordine del giorno n. 1054 "Attuazione del federalismo fiscale", presentato dal Consigliere Burzi ordine del giorno n. 1055 "Attuazione dell'art. 119 della Costituzione" presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto.
Ai due ordini del giorno presentati dalla Presidente è da considerarsi aggiunta anche la firma del Consigliere Rossi. Lo dico per i colleghi perché nelle copie distribuite la firma non c'era.
L'ordine del giorno n. 1055, presentato dal Consigliere Rossi, viene ritirato dal proponente?



ROSSI Oreste

Vorrei sapere la posizione della Giunta sull'altro ordine del giorno perché ritiro questo se l'altro viene accettato.



PRESIDENTE

Il Consigliere Reschigna interviene sull'ordine dei lavori. Le modifiche le può accettare il primo firmatario, che è il Presidente Rossi.



RESCHIGNA Aldo

Io non so se devo esplicitare adesso le modifiche. Noi siamo disponibili a votare l'ordine del giorno n. 1055 della Lega con alcune modifiche.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 1049 dei Consiglieri Rossi, Dutto e Novero, inerente a "Federalismo fiscale", è da considerarsi ritirato dai proponenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Credo che la discussione, che fino adesso ha riguardato l'attuazione del Titolo V della Costituzione e non la parte, anche se sembra questo un riferimento, relativa al federalismo fiscale vada continuata e condotta in maniera come è stata condotta fino adesso. Finora, salvo che negli interventi di qualche collega, non abbiamo ancora inserita la discussione che è seria, relativamente al federalismo fiscale.
Mi sembra che alle ore 18.32, ancorché il Consiglio si chiuda alle ore 20, voler approvare in tutta fretta sei ordini del giorno, alcuni dei quali assolutamente importanti sia per quantità che per qualità, sia eccessivo e poco serio.
Faccio una proposta alla Presidenza e lo dico perché è una modalità che abbiamo già seguito nella votazione della legge finanziaria o del bilancio: procedere al voto della delibera e, nella mattinata di domani, discutere gli ordini del giorno sul federalismo fiscale. Peraltro, la deliberazione non riguarda il federalismo fiscale, per cui, anche da un punto di vista regolamentare, non sono ordini del giorno che incidono direttamente sulla richiesta di maggiore devoluzione fra lo Stato centrale e la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Dopo l'intervento del Consigliere Pedrale, entriamo nel merito della proposta del Consigliere Vignale.
La parola al Consigliere Pedrale sull'ordine dei lavori.



PEDRALE Luca

Intervengo sull'ordine dei lavori, proprio per evitare confusioni durante le votazioni su una materia che credo essere importante.
Se gli ordini del giorno sono quelli che ci sono stati consegnati qualche minuto fa dai commessi, comunichiamo che voteremo a favore sugli ordini del giorno in materia di federalismo fiscale, su quello della Lega Nord che è stato presentato dal solo Consigliere Rossi e non sull'altro che mi pare di capire sia stato firmato dal Consigliere Rossi insieme alla maggioranza. Per precisione, annuncio che voteremo a favore anche relativamente agli ordini del giorno degli amici di Alleanza Nazionale e ovviamente, al nostro.
Viceversa, possiamo già annunciare, anche se lo ripeteremo più avanti che ci asterremo sull'ordine del giorno della maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pedrale.
Mi scusi, collega Vignale.
Non c'è nessun problema ad accogliere la sua proposta, nel senso di votare la deliberazione e gli ordini del giorno domani mattina, alla ripresa dei lavori, dando la possibilità a chi lo ritiene di poter intervenire nel merito degli ordini del giorno.
Se l'Aula acconsente, votiamo adesso la deliberazione, mentre gli ordini del giorno li consideriamo inseriti nell'o.d.g. di domani. Quindi tali ordini del giorno verranno trattati all'apertura dei lavori della seduta di domani mattina e potranno intervenire i colleghi che lo riterranno opportuno.
La parola al Consigliere Rossi, che interviene su questa proposta.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, a questo punto, però, le chiedo che la Giunta esprima ora il parere sugli ordini del giorno e non dopo il voto della deliberazione - ci capiamo molto bene!



PRESIDENTE

A questo punto, abbiamo cinque ordini del giorno, perché il n. 1049 è stato ritirato alla luce delle modifiche da apportare sull'ordine del giorno n. 1055.
La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Ovviamente, il parere è favorevole per quanto riguarda gli ordini del giorno di cui sono la prima firmataria.



PRESIDENTE

Anche per quanto concerne l'ordine del giorno n. 1053, di cui è primo firmatario il Consigliere Sergio Dalmasso, il parere è favorevole.
La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso, che interviene relativamente all'ordine del giorno n. 1054, di cui è primo firmatario il Consigliere Burzi.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Per quanto riguarda l'ordine del giorno firmato dal Consigliere Burzi alcune parti sono condivisibili e altre no. Quindi, se viene accettata la votazione per parti separate, possiamo votarne alcune, ma non tutto.
Relativamente all'ordine del giorno n. 1055 a firma del Consigliere Rossi, sono stati concordati degli emendamenti, che mi pare siano stati accettati; con l'accettazione di tali emendamenti, il parere è favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Intervengo sull'ordine dei lavori.
Mi è un po' sfuggita la modalità di conduzione dei lavori dell'Aula perché il Presidente ha detto che possiamo votare la deliberazione, ma che gli ordini del giorno si intendono iscritti. Relativamente a questa proposta, con tutta l'autorevolezza che ha il Consigliere Rossi, non è che il collega Rossi si alza, dice di no e, allora, procediamo!



PRESIDENTE

Mi scusi, non ha detto di no, voleva solo conoscere il parere della Giunta sugli ordini del giorno, visto che verranno trattati domani, per poter votare la deliberazione, era solo in questi termini.
Quindi, dopo questa precisazione - ringrazio il collega Vignale per averla formulata - possiamo ora votare la deliberazione e inserire gli ordini del giorno come primo punto all'o.d.g. del Consiglio di domani, per discuterli e votarli.
L'Aula acconsente, vi ringrazio.
Procediamo al voto della deliberazione, se non ci sono dichiarazioni di voto.
Intendono intervenire per dichiarazione di voto i Consiglieri Pedrale Dalmasso, Dutto, Botta e Scanderebech.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Intervengo molto brevemente, perché credo che dagli interventi svolti si sia capito l'orientamento del voto finale da parte dei rispettivi Gruppi.
Noi ribadiamo che è un'occasione mancata. Quanto emerso dall'Aula e dalla deliberazione, con le poche cose aggiunte, ha determinato per il Piemonte la perdita di un'occasione per proporre un federalismo più coraggioso e ampio, che possa risolvere davvero i problemi della gente comune, che è attanagliata da mille problemi, molti dei quali sono stati anche illustrati durante la discussione dagli interventi precedenti.
Non si è voluto o non si è potuto, non lo sapremo mai, magari la Presidente Bresso avrebbe voluto fare di più, osare di più. Probabilmente i vincoli della sua maggioranza hanno fatto sì che alcune competenze, che in Regione Lombardia, sono state votate dallo stesso Partito Democratico qui, invece, stranamente non vengano recepite e non vengano votate. Ne abbiamo già parlato, non è il caso di ritornare eccessivamente su argomenti e scelte, che credo non riusciremmo a modificare in questi ultimi istanti.
Pertanto, con rincrescimento e delusione, oggi, abbiamo constatato che questo federalismo annacquato, che avevamo visto emergere dai lavori della Commissione, non lo si è voluto irrobustire, renderlo davvero forte e indicativo a livello nazionale. Quest'Aula e questa maggioranza non hanno avuto tale coraggio e noi ne siamo profondamente dispiaciuti.
Nonostante siano state indicate alcune competenze, non possiamo andare oltre al voto di astensione, per l'eccessiva timidezza da parte di alcuni nel portare avanti la causa del federalismo. Probabilmente, molti di voi non credono sinceramente in questo strumento, che è appunto il federalismo che, invece, secondo noi, può essere davvero uno strumento di maggiore libertà e di emancipazione per il popolo italiano.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto a titolo personale, a cui si aggiunge il Consigliere Bossuto.
Consigliere Pedrale, garantisco che il nostro Gruppo non è stato di freno o di ostacolo a questa deliberazione, né nei tempi, né nei contenuti né nei modi. In Commissione, abbiamo espresso posizioni aperte, che il Consigliere ha sicuramente sentito, che, sostanzialmente, ho ribadito ieri cercando di mediare quelle che potevano essere le posizioni puramente personali con la valutazione data dal nostro Gruppo.
Lo ripeto, crediamo fortemente nella scelta regionalista, che ci è parsa sempre un modo per garantire l'universalità e la piena esigibilità dei diritti sul territorio nazionale.
In secondo luogo, questi diritti devono essere esigibili in quanto tali. Mentre ci pare che negli ultimi anni (soprattutto in questi ultimi tre mesi) vi sia stata, purtroppo, un'accelerazione virulenta su questo tema: sempre più si passa ad una concezione di stato sociale delle opportunità, quindi con pesanti limitazioni ad alcuni diretti fondamentali.
Il fatto che alcune parti di territorio richiedano maggiori competenze è ovvio, date le grandi differenze storiche e sociali interne al nostro Paese, che, purtroppo, non sono calate, ma sempre più cresciute in questi anni e stanno crescendo ulteriormente.
Sono esatte le proiezioni che la Presidente ha portato: emerge un problema gestionale. Il fatto che alcune Regioni meridionali abbiano le difficoltà che hanno, dipende, purtroppo, da situazioni che si sono evidenziate drammaticamente negli ultimi mesi, dalla Campania, alla Calabria, all'Abruzzo, alla Sicilia. Su questo non vi è dubbio alcuno.
Temiamo che tutto questo possa portare ad una differenziazione sociale nei territori in cui le attuali differenze economiche e sociali si accentuino, ed accentuino, altresì, la competizione fra i territori stessi.
Siamo convinti che la definizione dei rapporti fra Comuni, Province Regioni e Stato debba avvenire all'interno di un quadro nazionale esatto in cui le differenti velocità possono portare a problemi di non poco conto.
Crediamo - uso il plurale, perché il collega Bossuto mi ha pregato di parlare anche a nome suo, ma se non sarà d'accordo ne parleremo personalmente - ad un regionalismo forte, dentro un quadro fortemente unitario su quei diritti universali dall'articolo 2 e 3 della nostra Costituzione, che ci pare siano fortemente sotto attacco, e riteniamo che alcune questioni abbiano una dimensione molto ampia: penso alla tematica del lavoro, sulla quale è intervenuto in maniera puntuale il Consigliere Larizza. Quando si mettono in discussione i contratti nazionale - come si sta facendo oggi in misura fortissima - si accentuano temi di questo tipo.
Penso, ancora, alla questione drammatica dell'energia; drammatica perché sono stato fra coloro che votò contro il nucleare; ma questo implicava grandi scelte energetiche di altro tipo, che sono rimaste purtroppo, al palo. E oggi siamo di fronte ad una situazione certamente non facile.
Il discorso sulla sussidiarietà orizzontale deve riproporre la questione sociale come obbligo nella erogazione dei diritti da parte del pubblico, e non solamente come elemento minimale, come rischia di accadere.
Il concetto di interesse nazionale dovrebbe legarsi a questa universalità di diritti. Vorrei ricordare a Forza Italia - completamente assente - il libro del loro leader spirituale Tremonti, che, sul concetto di "mercatismo", usa espressioni più dure di quelle che ha usato il collega Scanderebech oggi.
Si auspica il superamento di una logica economicista e una definizione precisa - l'ho già detto prima - di competenze tra Comuni, Province e Regioni.
In questa realtà (lo abbiamo dimostrato in questi mesi) darò la semplice presenza, mentre il Gruppo esprimerà, nella quasi maggioranza, un giudizio positivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Noi voteremo a favore di questo provvedimento, ma preciso subito che questo non è, chiaramente, il federalismo che noi vogliamo, e su cui ci stiamo battendo da anni. È, comunque, un primo passo verso quell'obiettivo per cui accogliamo positivamente l'accettazione di quelle che erano le nostre istanze da parte di forze con cui non siamo alleati; forze che un tempo non avevano immediatamente recepito le nostre proposte.
Valutiamo positivamente questo fatto, così come giudichiamo positivo il provvedimento in sé. Come dico, non è quello che avremmo voluto, ma è un primo passo che va nel senso da noi auspicato.
Do atto, oltretutto, che accogliendo l'emendamento che parla di autonomia di entrate e di spese per Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni, abbiamo anche fatto un'apertura verso il federalismo fiscale, che è al di fuori di questo provvedimento, ma con questo emendamento e con questa apertura ci prepariamo ad accogliere. Comunque andiamo nel senso giusto anche in questo caso.
Pertanto, il nostro voto sarà a favore, come già lo è stato in Commissione, con la speranza e l'auspicio che seguano altri provvedimenti in modo da percorrere la strada verso il federalismo e arrivare ad un federalismo molto più marcato e molto più vero di quello che oggi ci consente la Costituzione e, più in generale, la politica. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Mentre interveniva il collega Dutto, facevo una riflessione tra me e me, constatando che in un primo momento si pensava che con questo federalismo si volesse in qualche modo "sfondare" di più, andare più a rete, prendere come esempio quello votato in Lombardia. Invece, lo stesso Calderoli ha dovuto fare una sorta di marcia indietro, perché, trovandosi al Governo e dovendo risolvere i problemi, non è certo facile farlo governando. Quindi, dovendosi un po' mantenere...
Caro collega Dutto e caro collega Pedrale, come vedete, forse, la colpa è anche dei miei compaesani, che hanno votato tutti PDL al Sud (non ho capito perché poi Bossi dice "chi viene qui al Nord a fare il professore lo risbattiamo di nuovo al Sud". Questi poveri miei compaesani non hanno capito niente e si sono fatti prendere anche un po' la mano). Al Sud hanno votato tutti PDL. Spero, però, che dopo questo federalismo annacquato ci riflettano un po'. Più che annacquato, però, penso che si sia trattato di una mediazione e, come al solito, le mediazioni sono sempre il frutto di un'analisi più approfondita.
Per questo motivo, sia il mio partito che il sottoscritto voteremo a favore, pur mantenendo le mie perplessità e nella consapevolezza che questo disegno di legge non risolverà i problemi; è comunque la giusta strada per mediare e per cercare di risolverli. In ogni caso, la prima strada da attuare sarebbe stata quella di equiparare la ridistribuzione economica e sociale sul territorio, e dopo mettere in discussione e in competitività tutti il sistema; ma in competitività non tra Regioni del Nord e Regioni del Sud, ma nei confronti della globalizzazione.
Qui ci sentiamo un po' retrogradi. C'è internet, si parla di globalizzazione, è caduto il muro di Berlino, c'è stato l'avvento della Lega (che era una novità), c'è stata l'inchiesta di mani pulite, è di nuovo in auge il populismo di Di Pietro: è tutto un vendere mediaticità ed effetti mediatici. Però, di fronte alla realtà, non possiamo nasconderci che dobbiamo dare delle risposta. Mi auguro, quindi, che questo sia solo un inizio. Quindi il trasferimento alla Regione dei beni culturali e ambientali, se è per garantire benessere al territorio, lo condivido, per non a scapito del Nord, perché ci sono (e quindi ne approfittiamo). Questo è il principio.
Ma quando c'è da togliere e da aggiungere risorse, dobbiamo fare molta attenzione, perché di scontri sociali e di differenze economiche ce ne sono già troppe e fino ad oggi non sono state ancora affrontate adeguatamente.
Detto ciò, voterò a favore di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Il mio sarà un intervento breve, in quanto mi pare che la posizione del Gruppo di Alleanza Nazionale sia stata sufficientemente chiarita.
Occasione persa oppure occasione portata a compimento? Lo vedremo sicuramente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. A nostro avviso è un'occasione parzialmente persa, perché il federalismo che siamo andati a delineare con il documento che sarà, poi, la base della contrattazione con il Governo nazionale, non entra nello specifico delle peculiarità piemontesi.
Si tratta di un federalismo generico, sostanzialmente minimalista e che, a fronte di queste caratteristiche fondamentali, mostra anche alcuni momenti contrari alle norme costituzionali e alle sentenze della Corte Costituzionale, che limiteranno ulteriormente la portata di questo documento.
Abbiamo avuto la possibilità di dibattere su un tema ostico come quello legato al federalismo e abbiamo compreso quanto sia complesso calarsi in materie che è facile declamare a livello comiziale, ma che poi è difficilissimo interpretare, quando si entra nei contenuti e nelle specificità.
Per questo motivo, il voto di Alleanza Nazionale sarà di astensione.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Botta.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente, sarò telegrafico. Il voto del Gruppo Misto è favorevole, perché si riconosce l'elaborazione di un testo seriamente equilibrato e non demagogico.
Oggi è stata imboccata la strada della valorizzazione di discipline che interessano più da vicino la nostra Regione. Si è preferito dare precedenza a materie per noi, in questo momento, peculiari, anziché cercare di fotocopiare o imitare le misure adottate in altre Regioni.
Alla Presidente Mercedes Bresso va riconosciuto il merito di aver saputo scrivere la parola fine ad un dibattito che sembrava interminabile ed improduttivo.
Questo epilogo è la risposta migliore che questa maggioranza poteva dare a chi ci ha sempre accusato di fare solo propaganda mediatica sul federalismo.
Responsabilità istituzionale, difese e promozioni dei diritti e delle potenzialità dei cittadini sono gli ingredienti principali del provvedimento che stiamo per votare.
Grazie, Presidente Bresso, e grazie a tutti i colleghi che hanno saputo approfittare dell'occasione per favorire un rilancio credibile della politica.
Dire sì a questo federalismo significa dire sì alla necessità di attuare riforme giuste per il nostro Paese. Sì, perché oggi un vero riformista non può non dirsi anche un vero convinto federalista.
Fatti nostri i principi di solidarietà ed unità nazionale, è necessario sostenere un buon federalismo per sostenere una svolta veramente riformista del Paese. Dico questo perché l'esperienza più qualificante del federalismo è quella di rendere realmente tangibili i principi della sussidiarietà, ed è anche quella di rendere visibili a tutti le responsabilità amministrative degli Enti locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nicotra.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente. La mia origine siculo-canavesana mi fa parlare pochissimo, quindi sarò molto breve! Premetto che il nostro Gruppo è favorevole all'adozione di questa proposta di deliberazione. Nel nostro futuro ci sarà più Regione, più Europa e meno Stato; questa è una realtà che si prospetta nel prossimo futuro. Addirittura, si stanno organizzando le macro Regioni. Noi stessi insieme a Rhône-Alpes, la Costa Azzurra, la Liguria e la Valle d'Aosta facciamo parte di una macro Regione.
Le Regioni stanno discutendo su come organizzarsi per questo futuro, ma stanno discutendo a prescindere dalla loro maggioranza politica, che sia di sinistra o di centrodestra.
Porto due esempi veloci: la Lucania (Regione tanto cara al Consigliere Laus) chiede più layout, per quanto riguarda l'estrazione di petrolio (il 6% non basta); la Sicilia, che ha una maggioranza di centrodestra, rispetto alla Basilicata, chiede di avere un ritorno economico per il fatto che il 50% di tutta la destinazione di benzina viene in Sicilia.
Cosa vuol dire questo? Vuol dire che, a prescindere dalla maggioranza politica, di destra o di sinistra, le Regioni si stanno organizzando per affrontare questo futuro, che io vedo positivo e non negativo, perché ormai il riferimento è l'Europa. Lo è già per le questioni monetarie e lo diventerà per la difesa, per la politica estera, ecc.
Noi abbiamo scelto di puntare su quattro punti principali: i beni culturali, le infrastrutture, le Università e la ricerca scientifica e l'ambiente.
Concludendo - e ribadendo il nostro voto favorevole - andiamo verso un federalismo responsabile, non verso altro; una spesa pubblica più efficace più vicina ai cittadini e al territorio. Attraverso una gestione più ampia dei beni culturali si liberano grandi energie e si racconta anche la straordinaria storia di questa Regione.
Investire sull'Università e la ricerca, significa veramente organizzare al meglio il futuro del Piemonte.
Per fare ancora un piccolo inciso sulla spesa pubblica più vicina ai cittadini e al territorio, voglio ricordare che due mesi fa - esattamente l'11 maggio 2008 - abbiamo votato all'unanimità un ordine del giorno che dice che tutti i dirigenti, i Presidenti, gli amministratori di Enti partecipate o controllate dalla Regione Piemonte non possono avere come benefit la somma totale di più del 25%, in riferimento allo stipendio.
Ho chiesto alla Presidenza, e lo ribadisco alla Presidente Bresso, di informare questi membri del Consiglio di Amministrazione del fatto che abbiamo votato questo documento, perché non sono ancora stati informati.
Concludendo, chiedo che venga inviata una circolare per darne loro informazione. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sul testo unificato delle proposte di deliberazione n. 341, 208, 273, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Esercizio delle funzioni amministrative trasferite o delegate dallo Stato alle Regioni

Esame proposta di deliberazione n. 287, inerente a "Piattaforma di proposte per l'avvio del percorso per il riconoscimento di ulteriori forme e condizioni di autonomia alla Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 16, comma 3 della costituzione"


PRESIDENTE

Colleghi, abbiamo ancora da esaminare la proposta di deliberazione n.
287, licenziata con parere negativo dalla VIII Commissione il 14 luglio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Botta in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

La ritiro, Presidente.



PRESIDENTE

La proposta di deliberazione n. 287 è ritirata.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta della Consigliera Motta di una comunicazione della Giunta regionale sulla situazione dell'azienda metalmeccanica Way Assauto di Asti


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente. Per chiedere che domani mattina (pensavo che il Consiglio finisse un po' prima e ci fossero ancora gli Assessori in Aula) gli Assessori Migliasso e Bairati siano presenti.
Penso, Presidente, che condividerà con me l'esigenza della presenza degli Assessori per poter riferire in Aula sulla vicenda dell'azienda Way Assalto di Asti, vista la messa in liquidazione della stessa.



PRESIDENTE

Condivido la richiesta e domani mattina, in apertura del Consiglio chiederemo agli Assessori competenti di riferire in merito.
Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.04)



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