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Dettaglio seduta n.344 del 08/07/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 10.00 la Consigliera Segretaria Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Moriconi, Placido, Rabino Robotti, Travaglini e Valloggia.
Pertanto, il numero legale è 29.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Costituzione nuovo Gruppo consiliare "Insieme per Bresso" e cessazione attività Gruppo "Sinistra per l'Unione"


PRESIDENTE

Comunico che, nella seduta del 7 luglio 2008, l'Ufficio di Presidenza ha preso atto dell'adesione della Consigliera Graziella Valloggia al Gruppo "Moderati per il Piemonte", a far data dall'8 luglio 2008.
L'Ufficio di Presidenza ha preso atto, inoltre, della costituzione, ai sensi dell'articolo 13 del Regolamento, del nuovo Gruppo "Insieme per Bresso", composto dal Consigliere Mariano Turigliatto.
Di conseguenza, cessa l'attività del Gruppo "Sinistra per l'Unione".


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte del Consigliere Larizza, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente a "Esuberi Telecom"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte del Consigliere Ricca, di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 1033 del Consigliere Ricca, inerente a "Terziarizzazione del lavoro nella PA: No a condizioni di lavoro lesive della dignità individuale"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Larizza ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Grazie, Presidente. Solo per chiedere se è possibile avere, da parte della Giunta o dell'Assessore competente, qualche notizia in più sulla situazione degli esuberi che si è determinata alla Telecom, perché mi pare si sia aperta una nuova fase di crisi in quel settore. Tra l'altro, un settore non isolato nella crisi, perché oggi leggo sui giornali che si parla nuovamente di cassa integrazione alla FIAT e che sicuramente è aumentata la cassa integrazione in altre aziende.
Sarebbe opportuno avere qualche informazione, a partire dalla Telecom e poi fare magari il punto sulle situazioni di crisi che si vanno determinando nella nostra regione. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Larizza, i rappresentanti della Giunta ne hanno preso atto quindi se la Giunta comunicherà il proprio intendimento, provvederemo alle comunicazioni richieste.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi

Grazie, Presidente. Chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 1033 che ho presentato nei giorni scorsi, sulla terziarizzazione del lavoro nella Pubblica Amministrazione.
Abbiamo parlato a più riprese, anche in questo Consiglio, di lavoro precario, di retribuzioni insufficienti, di redditi non sufficienti a garantire la vita delle persone. Credo che si debba passare dalla discussione al merito dei problemi, pertanto il mio ordine del giorno impegna l'Amministrazione Pubblica, la Regione e le sue partecipate, in particolare, a non affidare a terzi appalti e gestioni di lavori e servizi che non siano retribuiti nella misura minima di 6 euro netti l'ora.
Chiedo l'iscrizione del documento all'o.d.g., verificando se ci sono le condizioni per la discussione del medesimo.



PRESIDENTE

Il collega Ricca ha chiesto l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 1033. Dopo il sindacato ispettivo sarà nostra cura, come da prassi, procedere alla votazione di tale iscrizione.
Procediamo con il sindacato ispettivo.


Argomento: Veterinaria

Interpellanza n. 2066 del Consigliere Cavallera, inerente a "Piano di contenimento dei piccioni"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2066 del Consigliere Cavallera.
La parola all'Assessore Taricco, per la risposta.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della fauna e della flora

Grazie, Presidente. Il Consigliere Cavallera, relativamente alla minaccia che i piccioni rappresentano, sia per quanto concerne le problematiche nei centri urbani sia perché cibandosi di sementi danneggiano una serie di colture, alla luce dell'orientamento della Corte di Cassazione, chiede se non sia utile adottare Piani di contenimento dei piccioni, consentendo agli Enti locali di intervenire. Chiede, inoltre quali provvedimenti siano stati adottati o si intenda adottare per fronteggiare questo problema e se non si intenda risarcire gli agricoltori dei danni che questi animali procurano alle colture agrarie.
chiaro che, come per altre specie, il rischio di zoonosi è direttamente proporzionale alla densità delle popolazioni esistenti e al tipo d'infezioni presenti.
Nel caso dei piccioni, le contaminazioni patogene avvengono tramite il guano, che purtroppo imbratta un po' tutti gli ambienti in cui questi si trovano a muoversi.
Con una sentenza del 2004, della III Sezione Penale della Corte di Cassazione, la Corte di Cassazione ha stabilito che la fauna può essere definita domestica solo quando la sua condizione di vita è interamente governata dall'uomo, in ordine ai profili riproduttivi, alimentari e abitativi. Pertanto, alla luce di questa sentenza, il piccione cosiddetto terraiolo non può essere definito un animale domestico, poiché si muove e si riproduce in modo assolutamente autonomo.
A seguito di questa sentenza, sono state emanate dalla Regione dall'Assessorato alla sanità e all'agricoltura, delle linee guida che andavano a definire le modalità d'intervento per il contenimento di questa specie.
Alla luce delle interpretazioni più correnti e di quanto previsto dalla legge 157, è chiaro che i piccioni vanno ricompresi tra le specie non domestiche; in particolare, questa specie è tra quelle che sono oggetto di intervento di contenimento da parte delle Province, quindi da un punto di vista giuridico le Province possono intervenire con Piani di contenimento così com'è previsto dalle linee guida.
Peraltro, questa è una specie che le attuali normative sui danni all'agricoltura prevedono come non oggetto di rimborso, in quanto non è ritenuta una specie così significativamente dannosa nei confronti dell'agricoltura, per un verso, e, per altro verso, determina un danno difficilmente quantificabile.
Quello che posso dire al Consigliere Cavallera è che è in previsione subito dopo l'estate, una revisione delle "Linee guida" per quanto concerne una serie di aspetti normativi che sono stati evidenziati, di modifiche necessarie a tali "Linee guida". Porteremo questo tema in quella sede e valuteremo le eventuali implicazioni e conseguenze di un inserimento di questa specie tra quelle oggetto di intervento nei confronti dell'agricoltura.
Ricapitolando, già oggi le Province possono operare con interventi di contenimento, quindi possono mettere in campo iniziative volte alla riduzione della pressione di questa specie. Per quel che riguarda i danni all'agricoltura, lo verificheremo in sede di apposito Comitato, così come previsto dalle norme.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Cavallera, per la replica.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Tutti sappiamo che una volta c'era la figura di qualche coppia di piccioni nella cosiddetta piccionaia che era presente nelle case agricole o comunque nelle varie ville o realtà esistenti sul territorio. Adesso la sentenza della Corte di Cassazione in sostanza fa entrare, così come era già percepito dalla popolazione, i piccioni tra le specie considerate animali selvatici, quindi non domestici. A questo punto cambia l'approccio.
Diciamo che prima vi era una disposizione di tipo forse più sanitario che consentiva di ridurre la presenza dei piccioni; giustamente l'Assessore ha un po' sorvolato sulle modalità di riduzione della specie perché, non essendo selvatica, non era probabilmente cacciabile, quindi occorreva seguire metodi che tendevano in qualche modo alla sterilizzazione e a bloccare la catena riproduttiva.
Devo dire che nessuno pensa di sradicare questa presenza sul territorio, ma ovviamente di diradarla e ricondurla ad una presenza con un'incidenza fisiologica, che potrebbe in qualche modo essere tollerabile.
Diversamente ci sono dei gravi danni.
Abbiamo sentito il programma del Sindaco di Venezia, che ha dato disposizioni drastiche per vietare l'alimentazione di questa specie da parte dei turisti, specie che peraltro contribuisce al degrado non solo estetico, ma anche strutturale dei monumenti della città di Venezia, così come di tanti altri monumenti, con gli escrementi depositati su marmi cornicioni e quant'altro. Quindi si tratta di un grosso problema.
Prendo atto della risposta, anche se non ci sono ancora delle disposizioni operative precise. Mi auguro che il rinvio di qualche mese che l'Assessore ha fatto porti veramente ad un'azione di contenimento molto incisiva, perché ci sono delle fortissime proteste.
Devo dire che ci si difende un po' come si può, ad esempio tutti i parroci del Piemonte hanno cercato di realizzare delle reti di protezione delle torri campanarie. Ma la questione che si pone adesso, essendo considerato animale selvatico, è quella della diffusione di eventuali danni che sono prodotti alle coltivazioni agricole. Anche questo è un aspetto che va trattato e messo insieme a quelli che sono i danni di altre specie.
un problema ancora aperto e dobbiamo considerarlo; rientra nei problemi che ci sono ogni giorno con cui è a contatto un largo strato della popolazione piemontese, sul quale dobbiamo impegnarci.
Mi auguro che in futuro l'Assessore possa venire in Consiglio annunciando provvedimenti più incisivi.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione n. 2245 della Consigliera Ferrero, inerente a "Danni alle colture causati dalla fauna selvatica" Interrogazione n. 2214 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Emergenza cinghiali in Val Cerrina" Interrogazione n. 2217 della Consigliera Motta, inerente a "Emergenza cinghiali nell'Astigiano"


PRESIDENTE

L'Assessore Taricco risponde alle interrogazioni n. 2245, 2214 e 2217 che per tema sono sostanzialmente assimilabili.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Tutte e tre le interrogazioni partono da una considerazione relativa ai danni da selvatici, in particolare da cinghiali, per chiedere quali siano da una parte, le modalità per contenere questi danni e, dall'altra, le risorse per indennizzare i danneggiati. Mi pare che questi due temi siano le questioni che sostanzialmente fanno da sfondo e riferimento a tutte e tre queste interrogazioni.
Noi siamo assolutamente consapevoli che c'è una crescente emergenza legata in generale alla presenza di selvatici sul nostro territorio.
Questa, da una parte, è una considerazione positiva, perché vuol dire che c'è una ricchezza di fauna importante sul nostro territorio, che per soprattutto per quanto concerne il capriolo per danni più genericamente intesi all'ambiente, quindi ai boschi e allo sviluppo naturale della flora spontanea e coltivata, e per quanto concerne i cinghiali per i danni che portano alle colture agricole - rappresenta una situazione oggettiva di crescente complessità, legata sostanzialmente a due questioni.
In primo luogo, è oggettivamente in atto una modificazione del rapporto tra vegetazione e territorio, il che crea condizioni favorevoli allo sviluppo di queste specie; molte più aree vengono infatti lasciate incolte e si tratta normalmente di ambienti colturali in cui molto facilmente proliferano queste specie. D'altra parte, per quel che riguarda il cinghiale, effettivamente la contaminazione del cinghiale con altre specie ha portato a una prolificità più alta che non in passato e ha determinato lo svilupparsi di un rapporto del mondo venatorio con la presenza di questi animali più stretto, creando oggettivi problemi di gestione dell'emergenza legata a queste specie.
Sostanzialmente, ai due temi posti rispondiamo in questo modo. Sulla questione del contenimento, presumibilmente la settimana prossima la Giunta regionale approverà quattro delibere che hanno l'ambizione di provare a gestire complessivamente la questione che si sta creando relativamente alla vicenda cinghiali.
Una prima delibera conferirà una serie di compiti amministrativi molto più forti alle Province anticipando quella che è la proposta di legge, che ovviamente avrà ben altra struttura e portata, perché uno dei problemi rilevanti che noi riscontriamo è che lo spezzettamento di competenze in molti casi rischia di vanificare la possibilità di incidere effettivamente sui provvedimenti.
Noi abbiamo sostanzialmente l'amministrazione del territorio, che viene fatta dagli ATC e dai CA; il compito di contenimento e controllo, che dovrebbe essere esercitato delle Province, che però, non avendo la possibilità di incidere sul ruolo degli ATC e dei CA, rischiano di intervenire su una realtà che non governano; il ruolo di assunzione di tutte le decisioni circa il funzionamento è gestito dagli ATC e dai CA direttamente in rapporto con la Regione.
Questo spezzettamento di compiti e funzioni fa sì che quello che dovrebbe essere un necessario coordinamento operativo delle azioni sul territorio in molti casi non si verifica. Se a questo aggiungiamo il fatto che i parchi hanno una gestione separata, il rischio è che ognuno fa un pezzo, ma nessuno sa cosa fa l'altro, con la conseguenza che un giorno si fanno le battute al di fuori del parco, quindi gli animali si spostano all'interno del parco, mentre il giorno dopo si svolge la battuta nel parco, quindi gli animali ne escono e, alla fine della fiera, gli interventi che si mettono in campo non funzionano mai.
Il dato evidente riguarda il rapporto tra gli animali che vengono prelevati mediante la caccia e quelli che sono oggetto di piani di contenimento gestiti dalle Province, che in Regioni come l'Emilia Romagna o altre realtà territoriali è quasi di "uno a uno". Cioè, in queste regioni sono 4-5-6 mila, secondo le realtà, gli animali prelevati con la caccia e sono quasi altrettanto quelli interessati dai piani di prelievo, mentre in Piemonte, purtroppo, nella migliore delle ipotesi, il controllo porta ad un prelievo del 10% di quanto viene prelevato con la caccia, quindi sostanzialmente, il sistema non funziona.
Con questa deliberazione conferiamo un ruolo di coordinamento complessivo alla Provincia relativamente a tutta questa funzione, sia nei confronti di interventi complessivi - quindi anche nei confronti dei parchi sia per quanto riguarda gli interventi fatti dagli ATC e CA, in modo da creare un coordinamento operativo sul territorio che superi frammentazioni e divisioni.
Un secondo provvedimento rivede i meccanismi di gestione e del computo dei danni. Anche qui, il sistema attuale di erogazione di risorse agli ATC e ai CA, in particolare, e alle Province per quello che riguarda il rimborso dei danni al mondo agricolo e al territorio è diventato un meccanismo a gettone, nel senso che, dato che qualcuno gestisce e qualcun altro paga, chi gestisce, tutto sommato, è assolutamente disinteressato al funzionamento dell'equilibrio ambientale, perché tanto paga qualcun altro nel senso che ATC e Province gestiscono e la Regione paga.
Ora noi abbiamo trasformato il regolamento, pertanto la Regione erogherà una cifra fissa, ma costringerà l'ATC, i CA e gli altri soggetti a pagare tutti i danni che vengono fatti, integrando le cifre mancanti con prelievi effettuati da coloro che gestiranno la caccia sul territorio, in modo che ci sia un effettivo governo della realtà presente sul territorio.
In questo modo, avendone l'interesse, è possibile lasciare più animali, ma si pagano i danni che questi realizzano sul territorio.
La terza questione che verrà affrontata riguarda il coordinamento della gestione con i parchi. È una questione cruciale perché, in assenza di sintonia nel rapporto tra l'interno e l'esterno del parco, la questione cinghiale non si risolve, nel senso che i danni arrecati, soprattutto nelle aree limitrofe ai parchi, stanno diventando uno dei grossi problemi che saremo chiamati ad affrontare. Gli uffici ci hanno comunicato che in settimana dovrebbero essere pronti questi tipi di provvedimenti, che noi riteniamo possano essere un tentativo ragionato di migliorare la gestione ma, soprattutto, il tentativo di creare una convenienza complessiva nel mantenere questi animali in una quantità compatibile con il contesto territoriale in cui sono inseriti.
Per quanto riguarda i danni, l'anno scorso la Regione ha stanziato quasi un milione di euro suppletivo, con cui abbiamo chiesto a tutti gli ATC e CA di saldare tutti i danni in arretrato fino al 31/12/2007 compreso.
Purtroppo, l'aver pagato sempre, negli ultimi sette-otto anni, una percentuale dei danni, ha fatto sì che alcuni ATC e CA virtuosi abbiano pagato integrando la differenza, mentre altri abbiano pagato quello che avevano, lasciando ancora da mettere a posto cifre dal 2004.
Quindi, abbiamo provveduto a quest'erogazione straordinaria a condizione che tutti gli arretrati fino al 2007 fossero sanati. Penso che in questo senso, in questi ultimi due mesi, gli ATC e i CA dovrebbero aver sanato tutto il pregresso; quindi, con il nuovo sistema, da quest'anno sostanzialmente, partiremo sul pulito.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliera Ferrero, che interviene per la replica.



FERRERO Caterina

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore perché ci ha dato tutta una serie di informazioni, che, come lei ha anticipato, potremo verificare in termini di contenuto nelle deliberazioni che prossimamente assumerete.
Ovviamente, il contesto dei danni provocati dai cinghiali ha sempre coinvolto il nostro territorio e il mondo agricolo in termini di grandi difficoltà di controllo e, poi, anche di ristoro dei danni, ma, come lei giustamente evidenziava, anche i privati, che spesso hanno incontri ravvicinati tra i loro mezzi e questi animali.
Pertanto, ci riteniamo parzialmente soddisfatti, nel senso che ovviamente, verificheremo il contenuto delle deliberazioni da lei annunciate.
Presidente, se mi consente, approfitto solo di un secondo del tempo che mi è stato dato per la replica per chiedere, visto che è presente l'Assessore all'agricoltura e l'Assessore alla protezione civile, se è possibile, in coda alle interrogazioni, avere un'informativa di massima rispetto all'evento verificatosi l'altro giorno su Carmagnola - non c'entrano i cinghiali, ma i nubifragi, la grandine e cose varie. So che si è già provveduto alla comunicazione e sono state attivate le due competenze (opere pubbliche e protezione civile, agricoltura). In questo modo, non lo chiedo dopo e, nel frattempo, gli Assessori hanno tempo di informarci.
Grazie.



PRESIDENTE

La risposta sarà fornita in forma scritta anche ai primi interroganti Consiglieri Botta e Motta.
In assenza dei Consiglieri interroganti, consideriamo chiuso il sindacato ispettivo. Le risposte verranno rese in forma orale nella prossima seduta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Informazione

Richiesta, da parte del Consigliere Bossuto, di esaminare l'interrogazione n. 2033 dei Consiglieri Bossuto, Barassi, Clement, Chieppa, Dalmasso Deambrogio e Moriconi, inerente a "Raggiri e truffe tramite uso dei media regionali"

Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Richiesta, da parte del Consigliere Vignale, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente alla gestione del centro diagnostico PET-CT dotato di ciclotrone presso l'ospedale Molinette

Argomento: Organizzazione turistica

Richiesta, da parte del Consigliere Vignale, di una verifica da parte dell'Ufficio di Presidenza in merito alla possibile violazione delle prerogative del Consiglio regionale con la presentazione del Piano Turistico Regionale

Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Richiamo, da parte del Consigliere Cavallera, sull'opportunità che siano presenti in Aula gli Assessori competenti a fornire risposta alle interrogazioni e alle interpellanze contenute in elenco


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Signor Presidente, mi permetto di sollecitare, ancora una volta, la risposta ad un'interrogazione riguardante la pubblicità ingannevole e il monitoraggio che il CORECOM poteva attuare in questo settore.
Quindi, Presidente, chiedo se lei stesso in prima persona potesse sensibilizzare la risposta, anche alla luce di quanto è avvenuto qualche giorno fa. Quella del bollino qualità che il CORECOM stesso assegna alle televisioni più attente e più brave nel fare informazione è una proposta lodevole, però non tiene conto né degli orari notturni né della pubblicità ingannevole o spesso truffaldina. Credo che siano due elementi importanti mi rivolgo a lei, Presidente, per una sensibilizzazione in merito. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Bossuto, abbiamo preso atto della sua richiesta, la solleciteremo anche domani alla Giunta regionale. Poi, l'Assessore Peveraro era presente e, con la sollecitudine che lo contraddistingue, avrà cura che la risposta venga fornita.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, chiedo che durante la giornata sia possibile avere una comunicazione da parte dell'Assessore alla sanità relativamente a due aspetti, che, teoricamente, sono oggetto di interpellanze presentate dal nostro Gruppo consiliare, ma che oggi non sono giunte, nonostante i solleciti rivolti alla Presidenza, all'Assessorato competente e anche in Commissione sanità. Mi riferisco a due cose, la gestione del ciclotrone che è tornata dalla Compagnia San Paolo all'ospedale Molinette, e i dati da mesi richiesti sulla PET-CT.
Su questi aspetti ieri ho sentito l'Assessorato e la risposta è stata del tipo: "Visto che abbiamo preso una decisione, vi risponderemo".
Questo è inaccettabile, in primo luogo perché non si conoscono i tempi della risposta, in secondo luogo perché, in questi giorni, com'è stato riferito verosimilmente, si sta scegliendo il soggetto che, da una parte andrà a gestire un importante complesso donato dalla Fondazione San Paolo e, dall'altra, perché la Giunta regionale sta provvedendo a nuovi accreditamenti.
assolutamente evidente che il sindacato ispettivo, che vuole intervenire per fare valutazioni relativamente alle attività svolte dalla Giunta, se non viene espletato, diventa assolutamente inutile nel momento in cui la Giunta ha preso, in modo assolutamente legittimo (poi anche questo lo vedremo) alcune decisioni, ma senza in alcun modo rispondere a quanto previsto dal Regolamento e dallo Statuto.
Per pochissimo tempo - e anche in modo non formale - avevamo chiesto al Presidente del Consiglio di iscrivere tutte le interrogazioni che hanno superato il mese. È assolutamente evidente a tutti i Consiglieri - non è questo il caso, non riguarda in particolare modo l'Assessorato alla sanità che vi sono alcuni Assessori che rispondono alle interrogazioni, ma ve ne sono altri che non rispondono.
Questo non avrebbe cambiato quanto sto denunciando, nel senso che, come confermato, la non risposta è stata vincolata al fatto che si voleva attendere la scelta e non dare informazioni prima, violando lo Statuto. Mi auguro che il Presidente, nel merito, voglia intervenire. Su questo chiedo che l'Assessore alla sanità oggi faccia una comunicazione in Aula.
Visto che il sindacato ispettivo è inutile, le sollecitazioni in Commissioni sono inutili, le sollecitazioni al Presidente e all'Assessorato sono inutili chiedo che, in via prioritaria relativamente alla continuazione dei lavori, su questo, si abbia una risposta.
Una segnalazione - lo farò anche in forma scritta - relativamente alla presentazione che l'Assessore Manica ha fatto nella mattina di ieri del Piano del turismo. Lo segnalo, poi il Presidente faccia ciò che crede, ma noi lo segnaleremo anche per iscritto.
La Giunta ha redatto due delibere di programmazione - il piano tecnico operativo e il piano tecnico e qualcosa (si è utilizzato anche una terminologia inesistente) - nei termini del nostro Regolamento, del nostro Statuto e anche della legge n. 75 che sono, a tutti gli effetti, documenti attuativi, senza che il Consiglio abbia mai votato un documento di programmazione. Questo non è consentito dallo Statuto e dalle leggi vigenti.
Mi auguro che la Presidenza del Consiglio - lo segnaleremo in modo puntuale - voglia intervenire in merito, altrimenti mi domando a cosa serva che il Consiglio voti una legge e che, per esempio, l'articolo 9 preveda che le competenze di programmazione siano del Consiglio, quando, in realtà questo non è mai avvenuto. Speriamo che l'Ufficio di Presidenza voglia far svolgere le proprie funzioni.



PRESIDENTE

Per quanto concerne questa sua ultima richiesta, gli uffici hanno preso atto e avremo cura di verificare immediatamente la questione da lei posta e di portarla all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza. Se del caso, faremo i rilievi dovuti in caso di non ottemperanza ai doveri della Giunta regionale nei confronti dell'Aula consiliare.
Per quanto riguarda le interrogazioni su cui lei sottolineava l'istanza di avere urgentemente una risposta, provvederemo immediatamente con lettera alla Giunta regionale a sollecitare la risposta e, in alternativa, una comunicazione in Aula che lei ha richiesto. Va da sé che su certe questioni i tempi di risposta sono dirimenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Solo in ordine al sindacato ispettivo, prima non sono stato tempestivo nell'alzare la mano. Ritengo sia opportuno puntualizzare perch certamente, alcune interrogazioni non possono avere risposta per l'assenza degli interroganti. Tuttavia nell'elenco ci sono anche alcuni interrogazioni e interpellanze che non possono avere risposta per l'assenza dell'Assessore competente a dare la risposta. Questo per riequilibrare i comportamenti, altrimenti sembrerebbe che le colpe siano da ascrivere solo ai Consiglieri, ma è una situazione che riguarda un po' tutti, sia il versante della Giunta sia del Consiglio.
Ritenevo di puntualizzare questo, perché voglia il Presidente assicurare l'attenzione dei Consiglieri richiamandoli ad essere presenti ma anche richiamando l'attenzione degli Assessori ad essere presenti quando sono preannunciate risposte a loro carico.



PRESIDENTE

Sono assolutamente d'accordo. È annunciata solo una parte della questione, ma sicuramente oltre ai Consiglieri ci sono anche Assessori che trascurano di essere presenti in Aula nel momento in cui devono dare risposta. Anche su questo cercheremo di intervenire.
Se non ci sono indicazioni contrarie, mi è stato suggerito il rinvio al pomeriggio del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 1033 del Consigliere Ricca, inerente a "Terziarizzazione del lavoro nella PA: No a condizioni di lavoro lesive della dignità individuale" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Se non ci sono indicazioni in senso contrario, diamo per iscritto all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 1033, come richiesto dal Consigliere Ricca.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta deliberazione n. 377, inerente "Convalida dell'elezione del Consigliere regionale Antonio D'Ambrosio (articoli 17 della legge 108/1968 36 comma 2 dello Statuto, 15 e 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto 4) all'o.d.g., inerente alla convalida dell'elezione del Consigliere regionale Antonio D'Ambrosio.
La parola al Consigliere Dutto, che interviene in qualità di Presidente della Giunta per le elezioni.



DUTTO Claudio

Il giorno 7 luglio 2008 presso la sede del Consiglio regionale, via Alfieri 15, si è riunita la Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità con all'o.d.g. la proposta del Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 36, secondo comma dello Statuto e degli articoli 15 e 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale per la convalida del Consigliere regionale Antonio d'Ambrosio proclamato in data 17 giugno 2008.
Il Consigliere Antonio d'Ambrosio, in data 25 giugno 2008, ha depositato una dichiarazione dalla quale risulta ricoprire la carica di Sindaco del Comune di Montanaro ha però comunicato che, in data 23 giugno 2008, ha presentato le dimissioni dalla carica di Sindaco ed ha allegato oltre alla copia della lettera di dimissioni, anche la lettera con la quale il Segretario comunale di Montanaro comunica al Prefetto di Torino le dimissioni.
Pertanto, non sussiste più l'incompatibilità di cui all'articolo 4 della legge 23 aprile 1981, n. 154.
La Giunta per le elezioni, unanimemente, propone al Consiglio regionale di convalidare il Consigliere Antonio D'Ambrosio.



PRESIDENTE

Propongo pertanto al Consiglio di procedere, conformemente alla proposta, alla convalida dell'elezione del Consigliere Antonio D'Ambrosio con votazione a scrutinio segreto.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Nomino scrutatori i Consiglieri Leardi e Auddino.
Invito la Consigliera Segretaria Spinosa a procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si proceda allo scrutinio delle schede.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame disegno di legge n. 386, inerente a "Disciplina dell'organizzazione degli uffici regionali e disposizioni concernenti la dirigenza e il personale", ed esame proposta di legge n. 45, inerente a "Riordino delle norme sull'organizzazione e sull'ordinamento del personale. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 8 agosto 1997, n. 51"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 386 e la proposta di legge n. 45, di cui al punto 5) all'o.d.g.
relatore il Consigliere Reschigna, che ha pertanto facoltà di intervenire.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Grazie, signor Presidente.
Nella mia relazione vorrei evidenziare gli aspetti più rilevanti contenuti all'interno del Testo Unificato licenziato dalla I Commissione, e offrire, soprattutto, alcuni elementi di possibile riflessione attinenti all'importanza del provvedimento che ci accingiamo ad esaminare.
Non credo - lo dico francamente - che con un provvedimento così importante si finisca sui giornali. Tuttavia, sono altrettanto convinto che nella gestione di una qualunque azienda o di una qualunque Pubblica Amministrazione (a maggior ragione la Regione), se non si presta la necessaria attenzione all'organizzazione degli uffici e alla gestione della risorsa umana, non si è assolutamente in grado di raggiungere né quelle politiche sugli investimenti, capaci di trasformare l'economia del Piemonte, né quelle politiche che guardano all'erogazione dei servizi a favore della comunità piemontese.
Troppe volte questi temi sono stati affidati ad un ambito ristretto di confronto e di discussione. Ma sono essenziali per la vita di un Ente e per la nostra Regione in un momento nel quale la Regione stessa, come Ente, è attraversata da profondi processi di trasformazione.
L'attuale disciplina è normata e definita da una legge regionale che risale al 1997; da allora, sino al 2008, non solo è cambiato radicalmente il ruolo, la funzione e la distinzione di funzioni e di competenze tra il momento di direzione politica e quello di attuazione dei programmi, ma è mutato profondamente il ruolo stesso della Regione.
Nel 2001 abbiamo assistito alla riforma del Titolo V della Costituzione, che ha modificato profondamente il sistema delle attribuzioni, il regime esclusivo e di concorrenza legislativa della Regione.
Dal 2001 è cambiato anche il rapporto tra la Regione e il sistema delle Autonomie Locali. Molte funzioni non sono più svolte dalla Regione, perch soprattutto attraverso la legge regionale n. 44 e la legge regionale n. 17 le stesse funzioni sono state attribuite al sistema degli Enti locali.
Affrontare, dunque, il tema dell'organizzazione degli uffici regionali e della gestione del personale significa individuare degli strumenti che consentano quegli atteggiamenti di flessibilità e di valorizzazione delle risorse umane in un Ente che è cambiato profondamente, e che è destinato a cambiare ancor di più in futuro.
Quali sono gli strumenti attraverso i quali viene garantito il raggiungimento di questi obiettivi all'interno del disegno di legge in oggetto? Innanzitutto, viene attuato un profondo processo di delegificazione. Avevamo bisogno di una scelta di questo tipo, perché non era pensabile che la definizione delle Direzioni e delle strutture e gran parte delle materie concernenti il personale e l'organizzazione degli uffici appartenesse alla dimensione della legislazione.
giusto ed adeguato - per garantire quegli atteggiamenti di flessibilità - che questi temi siano affidati all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e alla Giunta regionale, per gli ambiti di rispettiva competenza.
Al Consiglio regionale, e quindi al momento legislativo, sono assegnate questioni attinenti alle fonti e ai poteri di organizzazione, così come disciplinati all'articolo 3 del disegno di legge, oltre che al controllo perché anche questa è una funzione che appartiene al Consiglio regionale nel momento della programmazione, così com'è definito dall'articolo 31 commi 4 e 5 del disegno di legge. Momento di programmazione che consiste e attiene, nel momento di approvazione della legge di bilancio, alla condivisione rispetto alla quantità delle risorse economiche che vengono destinate per la gestione del personale, per le politiche sul personale e per la copertura di nuove esigenze sul piano organico.
Quest'operazione di delegificazione consente, in un momento in cui la Regione è attraversata da grandi processi di cambiamento, di poter individuare non solo il livello più adeguato, ma anche lo strumento più idoneo a garantire, nei tempi, l'adeguamento delle politiche di organizzazione degli uffici. Perché l'organizzazione degli uffici è finalizzata alle politiche che un Ente intende perseguire; è finalizzata alle politiche di organizzazione degli uffici e all'attuazione dei programmi.
In particolare, vorrei evidenziare alcuni elementi del Testo Unificato licenziato dalla VIII Commissione che, dal mio punto di vista, appaiono più importanti ed essenziali.
L'articolo 5 definisce i provvedimenti di organizzazione come lo strumento attraverso il quale la Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale adottano tutti quei provvedimenti di indirizzo politico e amministrativo per la gestione del personale e per l'organizzazione degli uffici.
L'articolo 9 definisce il ruolo e le funzioni dei Comitati di coordinamento. Questo è un punto che è stato modificato durante il lavoro della Commissione rispetto al testo originario del disegno di legge approvato dalla Giunta regionale, che vedeva la funzione di coordinamento tra le diverse Direzioni in capo al Direttore Generale della Regione. Qui invece, viene precisato che la funzione di coordinamento, essenziale per dare omogeneità a politiche trasversali tra le diverse Direzioni regionali è affidata, nell'uno e nell'altro caso, a Comitati di coordinamento presieduti, per quanto riguarda l'attività della Giunta, dal Capo di Gabinetto della Giunta.
L'articolo 10 definisce le Direzioni regionali quali strutture organizzative stabili, che assicurano un complesso ampio di funzioni regionali.
L'articolo 11 definisce i Settori quali strutture organizzative stabili, preposte allo svolgimento di attività e funzioni di carattere omogeneo.
L'articolo 12 definisce le strutture temporanee di progetto con il compito di svolgere funzioni di durata limitata, ovvero per la gestione di specifici progetti.
L'articolo 17, in modo particolare ai commi 1 e 3, definisce le attribuzioni ai Dirigenti.
L'articolo 20 prevede la possibilità di nomina della figura del "Vicedirettore generale" da parte della Giunta regionale e da parte dell'Ufficio di Presidenza, corrispondendo, con questa previsione, ad un'indicazione che era emersa dallo stesso Consiglio regionale in occasione dell'approvazione della delibera relativamente all'individuazione delle Direzioni regionali, laddove, proprio in relazione alla forte diminuzione del numero delle stesse, emergeva la necessità, soprattutto per Direzioni regionali di grande complessità, di prevedere la possibilità della nomina del Vicedirettore da parte della Giunta regionale o dell'Ufficio di Presidenza.
Credo che sia opportuno, su questo articolo, operare qualche ulteriore elemento di precisazione, soprattutto per ribadire un concetto: la nomina del Vicedirettore non è la regola che deve essere applicata per tutte le Direzione regionali, ma è una previsione che, giustamente, deve essere utilizzata dalla Giunta regionale e dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in relazione, soprattutto, a quelle Direzioni di maggior complessità, o sotto il profilo dell'importanza o sotto il profilo delle tematiche che sono loro affidate.
L'articolo 21 definisce le modalità di accesso alla qualifica dirigenziale per concorso pubblico per esami oppure per corso-concorso selettivo di formazione, e i requisiti di accesso ai concorsi.
L'articolo 24 prevede le modalità di conferimento di incarichi dirigenziali esterni e fissa il limite percentuale del 30% per quanto riguarda i Direttori, e del 20% per quanto riguarda le figure di Vicedirettore e di responsabile di Settore o di strutture temporanee di progetto.
Il Capo VI del testo unificato definisce che lo strumento di impiego delle risorse umane nelle strutture organizzative avviene attraverso lo strumento della programmazione nella gestione delle nelle risorse umane.
L'articolo 31, infatti, al Capo VI definisce che l'impiego del personale avvenga secondo il criterio della programmazione. L'articolo 32 definisce le modalità di assunzione del personale. L'articolo 33 definisce le modalità di assegnazione del personale delle strutture tenendo conto degli obiettivi affidati ai Direttori risultanti dai Programmi operativi.
Anche qui viene ribadita una stretta correlazione fra gestione del personale, dotazioni organiche e obiettivi che l'Amministrazione regionale intende assumere come riferimento all'interno del ciclo legislativo.
L'articolo 34 affronta un tema importante nella nostra Regione e in qualunque ente pubblico, che è il tema della formazione e dell'aggiornamento del personale. È l'articolo 35 che affronta il tema della responsabilità del dipendente.
Nell'ambito del Capo VII ("Disposizioni transitorie e finali"), vorrei richiamare la vostra attenzione sull'articolo 37, che prevede che la presente legge si applichi anche per gli enti strumentali, ausiliari e dipendenti della Regione Piemonte.
l'articolo 38 che introduce una disposizione transitoria tesa a pilotare l'attuale organizzazione regionale rispetto ai contenuti e agli obiettivi previsti dall'attuale testo unificato, che devono essere attuati nel tempo.
Da ultimo, due considerazioni finali. La prima è una considerazione di apprezzamento, perché quando in Consiglio regionale arriva un testo unificato che nasce dal lavoro di confronto e di approfondimento dei contenuti indicati nel disegno di legge della Giunta regionale e in un progetto di legge presentato da Forza Italia significa che il lavoro della Commissione si è svolto nel merito, ha consentito di capire e di approfondire gli elementi positivi contenuti in entrambe le proposte. Credo che quest'assunzione di responsabilità più ampia, che va oltre il ruolo della Giunta e oltre il ruolo della maggioranza, è da considerarsi su questo tema come elemento positivo ed importante.
Per quanto riguarda la mia ultima considerazione, credo che si apra una fase nuova con questo testo unificato, che consente all'Amministrazione regionale, indipendentemente dalla maggioranza e dalla Giunta che in questo momento governa la Regione Piemonte, di avere uno strumento in grado di corrispondere l'organizzazione degli uffici e del lavoro in Regione non soltanto a quei principi, introdotti nella contrattazione nazionale e nella legislazione nazionale, di separatezza tra ruolo politico di indirizzo politico e ruolo di attuazione dei programmi, ma anche all'Amministrazione regionale stessa di garantirsi, nell'organizzazione della gestione degli uffici - ribadisco il concetto - quella flessibilità che oggi è importante per corrispondere ad esigenze nuove, a nuovi ruoli, a nuovi compiti che attraversano l'Amministrazione regionale e la Regione Piemonte in modo particolare.
Questa è una legge che, per essere attuata, ha bisogno anche di un cambiamento molto forte, sia nella gestione del personale, sia nell'assunzione di responsabilità da parte della Giunta regionale e dell'Ufficio di Presidenza, sia nell'assunzione di responsabilità anche da parte delle organizzazioni sindacali. Una legge che ha obiettivi e compiti nuovi, che vuole creare modernità, che vuole valorizzare le risorse umane e che vuole considerare la gestione delle risorse umane come un elemento essenziale per corrispondere a quei bisogni di politica e di erogazione di servizi richiesti dalla comunità regionale, ha bisogno che ci siano elementi di organizzazione, di gestione e di professionalità molto forti e molto adeguati.
Molte volte, nel passato, le novità introdotte dalla legislazione nazionale su questi temi in altri enti hanno dovuto fare i conti vanificandone anche la portata riformatrice, con strutture formate in momenti in cui nella gestione del personale vigeva meno il principio di responsabilità individuale nella gestione della spesa, nella gestione del personale e nella gestione delle risorse umane.
Occorre un salto di qualità. Per fare questo, lo ribadisco, il tema della formazione e dell'aggiornamento del personale è un tema non secondario per il raggiungimento di tali obiettivi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sui provvedimenti.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Prima di intervenire nel merito della legge, faccio una premessa che ripeterò non solo nella giornata di oggi. Credo che l'attività legislativa di un ente e, in particolare modo, del Consiglio regionale, possa in qualche modo avere una modalità come può essere quella che immagino avverrà nella giornata di oggi, o è già avvenuta in Consigli precedenti quando, in qualche modo, c'è un rispetto delle forze di minoranza da parte dell'esecutivo.
Quando questo viene meno in modo palese, come evidenzieremo poi in alcune Commissioni, diventa anche difficile intervenire in modo sereno all'interno di una norma (faccio riferimento a quanto detto nella giornata di questa mattina, ma potrei fare mille altri esempi). Segnalo anche un altro aspetto e poi concludo l'intervento.
Le anomalie. Non credo sia formalmente corretto che nel sito istituzionale della Giunta regionale, nella prima pagina, nella parte centrale, quindi in quella volutamente più visibile, vi siano le critiche che la Presidente Bresso fa al Governo nazionale. Le critiche le può fare dove e quando vuole, ci mancherebbe, ma non sui siti istituzionali della Giunta! Le critiche sui ritardi che la Presidente sostiene esistano relativamente all'assegnazione di fondi in merito all'alluvione può farle sulla stampa e a chi crede. La polemica politica va benissimo, ma non credo che si possa né si debba usare il sito della Giunta regionale.
verificabile, tanto è in linea ancora in questo momento. Non credo neanche sia corretto che, a fronte di decine di segnalazioni, il sindacato ispettivo sia assolutamente inutile se svolto a decisioni già prese dalla Giunta. Poi spiegheremo magari anche al collega Chieppa quali sono le attenzioni che questa maggioranza ha nei rapporti sulla sanità con il privato, ma ne parleremo domattina a lungo, così ne sarà edotto anche lui come altri colleghi, che relativamente a ciò hanno fatto una battaglia nelle legislature precedenti. Non credo che neanche questo sia compatibile con una discussione serena all'interno dell'Aula. Arrivando invece alla legge in oggetto, credo che questo provvedimento, al di là della valutazione che daremo sul medesimo, sia utile al Consiglio regionale e all'Istituzione nel suo complesso per una serie di motivi. Innanzitutto perché la precedente legge è una legge, in qualche modo, datata e che quindi non poteva neppure confrontarsi con una serie di modifiche contrattuali che negli anni sono intervenute con la legislazione nazionale.
Pertanto, quella non era una cattiva legge, ma semplicemente una legge in qualche modo datata, come sono datate molte altre leggi.
Penso, sempre per parlare di provvedimenti che certamente non scaldano i cuori dei media o di chi in qualche modo si interessa ai lavori del Consiglio regionale, alla legge sul bilancio, che è un altro provvedimento assolutamente superato, anche se bisogna mettervi mano. Una cosa alla volta, però.
La legge ha una serie di indicazioni, lo vedremo all'interno dell'organizzazione e delle singole Direzioni, che accentuano in modo evidente due aspetti: l'aspetto della possibilità di operare, per la Giunta o per il Consiglio regionale, con tutta la contrattualistica presente, o quasi tutta, con tempi determinati, tanto che si sia già dipendenti regionali quanto che non lo si sia, quindi andando ad utilizzare una modalità contrattuale che a volte è stata fortemente contrastata, ma assolutamente utilizzata all'interno della legge. Infatti, anche la relazione inizia partendo dal presupposto, che è quello su cui noi crediamo si regga gran parte del testo, che la disciplina del rapporto di lavoro pubblico è stata interessata negli ultimi 15 anni da una radicale e profonda riforma, articolata in fasi successive, volta a omogeneizzare il rapporto del lavoro pubblico con quello privato. Noi riteniamo che queste modifiche siano state positive.
L'altro aspetto che va sottolineato, e ciò vale ovviamente in modo omogeneo tanto per il Consiglio quanto per la Giunta, è che si inserisce la volontà di prevedere un rapporto fiduciario fra i soggetti che hanno a che fare con il capo dell'esecutivo e con il capo del Consiglio, che prima erano assenti.
Si prevede anche una possibilità di nomina, sempre di soggetti non necessariamente esterni, ma anche esterni, da parte della Giunta sottolineando le due modalità: tanto che il rapporto di lavoro sia a tempo determinato quanto che, in alcuni casi, vi sia un rapporto fiduciario.
Dopodiché, credo correttamente, la legge sta a metà: prevede cioè la risoluzione contrattuale per alcuni di questi incarichi, quelli prettamente fiduciari a scadenza di mandato, dando addirittura una facoltà, che noi riteniamo corretta, del Presidente della Giunta o del Presidente del Consiglio, anche di revoca del contratto stipulato, ovviamente con il rispetto della legislazione sul lavoro vigente.
Questo, nel momento in cui venga meno un rapporto fiduciario, quindi si è a tutti gli effetti un dipendente, oltre che della Regione Piemonte, del Consiglio regionale, a stretto rapporto con i Presidenti o del Consiglio o della Giunta, mettendo come primo aspetto quello fiduciario davanti a ogni altro.
Vi è, poi, un'altra serie di figure (Vicedirettori responsabili di settore e quant'altro) che possono avere anch'esse dei rapporti a tempo determinato e nelle percentuali previste dalla legge e che possono essere esterni alla Giunta, ma in questi casi non esiste, se non parzialmente, la possibilità di scelta da parte dell'esecutivo.
Ciò che distingue questi aspetti è l'elemento legato alla tempistica e alla durata, sulle quali, quando arriveremo a quell'articolo, andrà fatta una riflessione. Prevedere che i rapporti di lavoro per i Vicedirettori responsabili di settore, che non sono, in questo caso, fiduciari, però sono sempre di nomina e possono essere esterni, possano durare dai due ai cinque anni, può anche significare - potremmo anche dare una lettura maliziosa che a scadenza di legislatura una Giunta nomini una serie di dirigenti e responsabili di settore che, se esterni all'Amministrazione, hanno verosimilmente anche un carattere fiduciario con l'Amministrazione, che era il fatto di stare in carica per tutta la legislatura successiva.
Per concludere rispetto alla valutazione generale, crediamo che, come abbiamo detto in apertura, sia sicuramente positivo superare la legge 51 esistente. Crediamo, però, che alcuni aspetti dovranno essere determinanti e lo vedremo quando entreremo nell'articolato. Da una parte, l'aspetto relativo alla formazione dell'articolo 34, ma anche gli aspetti relativi al sistema di valutazione dei dirigenti, perché crediamo che quando si inseriscono modalità che non sono in tutti i casi fiduciari, perch certamente sono anche di scelta ad personam, di singoli soggetti che sono esterni all'Ente, ma anche interni all'Ente, proprio perché si inserisce un concetto più privatistico rispetto a quello esistente oggi, la valutazione deve diventare un momento fondamentale per avvicinarsi al sistema del lavoro privato. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Mi pare di capire - mi scuso per il ritardo con il quale partecipo alla riunione - che non ci sia stata nessuna relazione introduttiva, al di là della relazione sulla legge.
Stante che considero la legge che andremo a discutere, pur essendo più snella in via d'ipotesi, rispetto a quella esistente (al momento è di soli 40 articoli), una delle leggi principali, non intendo entrare specificamente nel merito di alcuni punti, perché credo che ci sarà la spazio - è indispensabile che ci sia - all'interno dei singoli articoli.
Mi preme inquadrare il testo nel momento in cui va in discussione: siamo oltre il terzo anno di questa legislatura, considero una critica non piccola da rivolgersi al centrosinistra attualmente al Governo, non necessariamente specificamente all'Assessore oggi in carica, perché è il terzo Assessore che si occupa della materia dall'inizio di questa legislatura, ma certo questa era considerata, non soltanto in termini di definizioni, una priorità, e per essere tale diciamo che i tempi sono stati probabilmente più lunghi di quanto all'Ente sarebbe utile.
Secondo, è uno strumento e come tale, tranne su alcuni punti, dove è possibile che questo riemerga, non c'è la necessità di ricorrere a modelli ideologici per gestirla, anche se la legge precedente in alcuni punti ne era stata contraddistinta (a volte in maniera addirittura molto marcata), e può essere che all'interno della discussione sui singoli articoli alcuni aspetti ritornino.
Perché lo dico? Lo dico perché questa è una legge che ha determinati obiettivi per il nostro Gruppo, che l'ha riproposta, non essendo riuscito a farla approvare nel corso della precedente legislatura e augurandoci che l'attuale maggioranza, con la collaborazione costruttiva da parte dei Gruppi di opposizione, riesca in questo risultato. Come dicevo, questa è una legge che, secondo me, ha o dovrebbe avere una serie di obiettivi.
Quali? Quelli di consentire ai ruoli diversi della Giunta e del Consiglio di dotarsi nel tempo degli strumenti organizzativi più idonei, che proprio per la loro natura non possono essere rigidi. L'organizzazione di oggi non è né deve essere necessariamente identica a quella di ieri e probabilmente sarà diversa, deve essere potenzialmente diversa da quella che accompagnerà l'Ente nelle prossime legislature, tenuto conto dei compiti che nel tempo l'Ente Regione - mi auguro - andrà sempre più assumendo non soltanto sulla carta, ma anche nella pratica. Secondo. Deve essere uno strumento flessibile, quindi deve poter reagire in tempi minimi alle mutate esigenze deve essere uno strumento che consenta all'Aula di controllarne l'utilizzo non di determinarne la forma. Uno degli errori cui questa legge (o le ipotesi di legge che poi in qualche modo sono andate in discussione in Commissione) tende è di togliere all'Aula, quella di cui noi facciamo parte, un ruolo decidente. Non si vede perché un'Assemblea legislativa debba entrare nel merito (che fu un errore imposto dalle due precedenti legislature nella forma), mentre invece deve essere di molto aumentata la capacità che l'Aula deve avere, in sede di Commissione e in sede di Consiglio, di controllare la rispondenza della legge, l'utilizzo dello strumento rispetto ai criteri - questi sì - indispensabili che devono ispirare la legge stessa.
Deve essere una legge, se devo usare qualche parola un pochino più forte, che discuta nei fatti, non tanto nei principi, tra uguaglianza e meritocrazia o, se vogliamo prenderla ancora più alta, tra uguaglianza e libertà. E qui il discorso parte da lontano.
Vedo il singolo neurone ancora portatore di qualche elemento di componente liberale del Vicepresidente Peveraro agitarsi al ricordo di quella che fu una sua giovinezza, però noi viviamo all'interno di un Ente entro il quale la politica ha definito, nel corso del tempo, le strutture e le modalità operative; entro il quale si muovono le rappresentanze sindacali, che a mio avviso hanno - chi mi conosce sa che è un tema che mi è molto caro - eccessivamente calcato la mano sull'uguaglianza, che ci deve essere certo nei diritti, ma non più e non oltre, e pochissimo sulla meritocrazia, con il simpatico risultato di far sì che una struttura che tuttora io ritengo, pur considerandomi parzialmente obsoleto nella conoscenza della stessa, in grado di svolgere assolutamente delle performance più che adeguate a quanto l'Ente Regione come amministrazione necessita. La Regione deve essere più stimolata a raggiungere degli obiettivi, parola che ritengo importante, che troppe poche volte viene usata all'interno del mondo del personale. Ciò deve valere non soltanto per i livelli apicali, perché quanto più estesa questa forma viene a essere nella sostanza e non nella forma, tanto più efficace sarà il risultato sia in termini di premio che di sanzione. Soltanto l'esistenza palese di queste due componenti - premio al raggiungimento di obiettivi e sanzione al non raggiungimento degli stessi - consentirà ai dipendenti della Regione Piemonte, e non soltanto ad essi, di essere orgogliosi, come lo sono stati e io mi auguro ancora in larga parte lo siano, di farne parte.
Ci deve essere un'attenzione alla mobilità e quindi a far sì che le professionalità, soprattutto le più giovani, quelle che si sono non da molto inserite e che si inseriranno, possano avere l'orgoglio e la possibilità di crescere nella loro professione e di far parte di uno o più settori, non collegandosi specificamente - tranne in rari casi - a materie squisitamente di merito, ma avendo la capacità di importare in settori diversi e in direzioni diverse le professionalità che hanno nel tempo maturato in territori, settori e direzioni non necessariamente identiche.
La mobilità all'interno della Regione è un elemento non sufficiente; la carenza di mobilità crea, secondo me, carenza di crescita di know how difficoltà alla meritocrazia e genera anche insoddisfazioni e percezioni diverse.
Deve essere una struttura che comunica e quindi una struttura più aperta, più trasparente, verso la quale il cittadino, l'imprenditore, il lavoratore autonomo, l'associazione e chiunque ne abbia interesse possa con facilità trovare le risposte alle domande che fa. È un obiettivo che la Regione Piemonte deve assolvere in fretta un po' perché è un diritto dei circa quattro milioni di piemontesi, un po' perché è elemento di competitività nei riguardi delle altre Regioni (non solamente europee).
Infine, risolta la fase transitoria, qualunque essa sia (normalmente queste leggi finiscono con un articolo che gestisce in qualche modo la fase transitoria), ci deve essere una logica che consenta all'attuale Giunta e all'attuale Ufficio di Presidenza di definire e di completare con urgenza il quadro della propria organizzazione, che non è completa e, non essendo completa, è indice di inefficienza. In tal senso, chiederemo degli impegni anche temporali, se questi impegni la Vicepresidenza, nonché l'Assessore competente, se li vorrà assumere (tempistica per il completamento della struttura). Troveremo anche la forma o ascolteremo i suggerimenti che in merito la Giunta ci vorrà dare per far sì che la struttura che verrà completata dalla legge approvata sia a misura della Giunta attuale.
Credo che, da parte nostra, sia abbastanza chiaro qual è l'obiettivo ma ove qualcuno avesse dei dubbi lo chiarifico. Da ieri, ma ancor più da settembre, quando e se ricominceremo a lavorare, il nostro obiettivo è preparare senza traumi, se non politici, un cambio di una maggioranza che non c'è - in tutta Italia questa maggioranza non è più maggioranza da nessuna parte - e conseguentemente di una Giunta che ha ancor più difficoltà di quante già non ne avrebbe qualunque governo a governare rappresentando una maggioranza che non c'è. Questa è una Giunta composta prevalentemente di tecnici. Ciò non vuol essere una diminuzione del termine "tecnico", vuol essere una differenza tra chi è politicamente legittimato a svolgere un ruolo da un voto popolare, assumendosene la responsabilità, e chi viene nominato per cooptazione. Quindi c'è bisogno di una fase in cui evidentemente la dialettica diventerà più accesa, il che non vuol dire più violenta, diventerà semplicemente più accesa.
Proprio per tale ragione è utile che questo ed altri, che considero strumenti, diventino patrimonio dell'Ente in un tempo ragionevole per non disturbare la legittimità delle competizioni elettorali che sono già in lista, ma che da settembre tutti potremo, con ancor più chiarezza di quanto già non sia oggi, toccare con mano.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale e do la parola all'Assessore Peveraro per la replica.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Signor Presidente, un po' come richiesto dal Consigliere Burzi, per inquadrare la riforma, svolgo alcune considerazioni di carattere generale quindi non nello specifico dell'articolato, perché, com'è stato ricordato ovviamente, vi entreremo nel corso del dibattito. È vero, questa riforma avviene a tre anni dall'insediamento di questa Amministrazione, comunque, è un atto estremamente importante e s'inquadra in un processo di riorganizzazione della struttura amministrativa dell'Ente, a mio avviso importante e significativo, che, ovviamente, in questo momento, non è concluso, ma è in corso. Solo per richiamare ciò che è avvenuto e per impostare un po' il percorso successivo, ricordo che il primo atto di riorganizzazione è stato rappresentato dalla ridefinizione della struttura organizzativa apicale dell'Amministrazione regionale, mediante la deliberazione del Consiglio regionale, che rimandava ad un successivo provvedimento l'intervento di riorganizzazione della struttura dei settori.
Credo che quella deliberazione di riorganizzazione del livello apicale sia stata importante non solo perché ha permesso e permette all'Amministrazione regionale un consistente risparmio nei costi, vista la riduzione dalle 30 originarie strutture alle 18 attuali, ma anche perché ha dato l'indicazione del primo passaggio di questa riorganizzazione complessiva. A seguire, è stata predisposta una deliberazione, già approvata dalla Giunta regionale che era in discussione nella Commissione competente, che, proprio in attesa dell'approvazione di quest'importante provvedimento, abbiamo deciso di sospendere, perché si trattava della deliberazione che prevedeva la riorganizzazione del secondo livello, ovvero quello dei settori, che viene rinviata ad una fase successiva, quella dell'approvazione di questa riforma.
Com'è stato più volte ricordato, questo provvedimento, che, a mio avviso ha come elemento più importante e qualificante la delegificazione, su molti aspetti metterà nelle condizioni l'Amministrazione regionale di procedere più speditamente nella riorganizzazione della struttura dei settori, con provvedimenti della Giunta, che permetteranno di adeguare la struttura regionale alle nuove esigenze e competenze della Regione, sapendo che eventualmente, anche interventi correttivi, che possono avvenire in corso di legislatura o nella legislatura successiva, potranno essere fatti tempestivamente con provvedimenti solo della Giunta. Se il Consiglio procederà all'approvazione di questo disegno di legge nell'arco del mese di luglio, l'obiettivo è di poter arrivare a predisporre il primo regolamento attuativo, che ci metterà nelle condizioni di ridefinire la struttura dei settori nel mese di agosto, in modo che si possa procedere agli adattamenti, principalmente dei sistemi informatici, e partire il primo gennaio 2009 con la nuova struttura, cioè con direzioni e settori aventi declaratorie adeguate e l'affidamento degli incarichi. È evidente che così non risolveremo la riorganizzazione complessiva. È necessario procedere - e procederemo - ad una ridefinizione delle dotazioni organiche dei singoli settori e della macchina regionale complessiva, così come procederemo secondo me, ad un'importante novità che è stata introdotta nel provvedimento. Mi riferisco al riconoscimento di un peso alle singole posizioni dirigenziali, che ritengo essere un elemento importante non solo nella definizione degli aspetti retributivi, ma anche nella definizione delle questioni legate al merito, che venivano ricordate. Comunque, credo che, al termine dell'amministrazione, potremo presentare una macchina non so se migliore o peggiore di quella precedente, ma, certamente, adeguata alle nuove esigenze della Regione. Condivido molto ciò che è stato detto dal Consigliere Burzi, questo non è un provvedimento che definisce dei modelli ideologici, ma tenta di definire un modello organizzativo.
Evidentemente, contiene alcuni obiettivi e priorità assolute, primo fra tutti quello della flessibilità, senza togliere quella funzione di controllo e di verifica che il Consiglio regionale deve avere.
Presidente, concludo perché mi riserverò di intervenire nel merito delle singole questioni. Credo che questa legge ponga al centro dell'attenzione la valorizzazione della risorsa umana. Su questo nell'ampia e lunga discussione nelle Commissioni, c'è stata la convergenza di tutto il Consiglio, che, peraltro, abbiamo potuto anche registrare con gli interventi dei Consiglieri Vignale e Burzi, che fa ben sperare rispetto al convergere degli sforzi della maggioranza e dell'opposizione per cercare di dotare l'Ente di una struttura adeguata ai tempi e alle funzioni dell'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

Colleghi, procediamo con l'esame dell'articolato, iniziando con l'articolo 1.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Non intervengo sull'articolo 1, ma sull'ordine dei lavori.
Anche per organizzare meglio - se posso avere quest' ambizione - la discussione che seguirà, riterrei utile, se l'Aula me lo concede, svolgere una riunione di cinque minuti dei Consiglieri di opposizione; non più di sei minuti, se è possibile, ovviamente.



PRESIDENTE

Bene, Consigliere Burzi.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta deliberazione n. 377, inerente "Convalida dell'elezione del Consigliere regionale Antonio D'Ambrosio (articoli 17 della legge 108/1968 36 comma 2 dello Statuto, 15 e 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Nel frattempo, procedo a comunicare i risultati della votazione per appello nominale sulla convalida del collega D'Ambrosio, dopodiché la seduta sarà sospesa fino alle ore 12.20.
Pertanto, prego di adibire la sala A per la riunione.
Proclamo convalidata l'elezione del Consigliere Antonio D'Ambrosio.
Il Consiglio riprenderà i lavori alle ore 12.20.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.12 riprende alle ore 12.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Alla luce degli incontri avvenuti a latere del Consiglio, la seduta si chiude e riprenderà alle ore 15.
Mi hanno pregato di comunicarvi che alle ore 14.30 è convocato un incontro dei Gruppi di maggioranza in sala A.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.47)



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