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Dettaglio seduta n.341 del 27/06/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.00 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Buquicchio, Cattaneo, Cavallaro Comella, Dalmasso, Laus, Moriconi, Pace, Placido, Robotti, Rutallo e Valloggia.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Richiesta, da parte del Consigliere Cavallera, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente a "Situazione ACNA"

Argomento: Distributori carburante

Richiesta da parte del Consigliere Cavallera di una comunicazione della Giunta regionale sulle possibili modifiche della normativa regionale relativamente alla rete e alle modalità di distribuzione dei carburanti

Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Richiesta da parte del Consigliere Toselli di una comunicazione della Giunta regionale relativamente ai contributi statali in merito alle alluvioni verificatesi nel mese di maggio

Argomento: Varie

Richiesta, da parte del Consigliere Toselli, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente alla promozione e alla pubblicizzazione del "Numero verde" della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Volevo cogliere l'occasione - visto che questa settimana non abbiamo tenuto la Commissione ambiente e poi le cose vanno troppo in là - di chiedere all'Assessore delle informazioni sulla questione ACNA.
Mi è giunta la notizia che vengono portati dei rifiuti esterni nella zona A2 dell'ACNA. Il territorio dello stabilimento è stato diviso in tre zone (A1, A2, A3) e la zona A2, se non vado errato, è la zona dove vi erano gli impianti che vengono demoliti. Potrebbero essere rifiuti provenienti dalle bonifiche ACNA in generale, anche dei depositi esterni, così come potrebbero essere - questo sarebbe più grave, ma uso il condizionale - dei rifiuti che vengono da terzi.
Credo che sia opportuno fare chiarezza. Non chiedo, ovviamente, la risposta in questa sede, ma una comunicazione nel prossimo Consiglio oppure una disponibilità a riferire tempestivamente in Commissione.



PRESIDENTE

L'Assessore De Ruggiero si è dichiarato disponibile ad intervenire con la modalità che concorderà il Consiglio. Giriamo anche al Presidente della Commissione competente la nota scritta del suo intervento, collega Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Presidente, esaminando l'o.d.g. della Giunta, risultava rinviata una delibera che trattava dei distributori di gpl o di gas metano. Adesso c'è un avviso sul giornale che dà per fatta la deliberazione. Delle due, l'una: o è stata intempestiva la segnalazione pubblica oppure è un errore d'indicazione. Quindi, chiederei all'Assessore se la notizia de la Repubblica è giusta; la notizia che dice: "Cambiano le regole per i distributori di carburante in Piemonte. La Giunta ha approvato una serie di nuove norme che regolano la materia".
Voi sapete che la materia della distribuzione dei carburanti è una materia d'attualità, riguarda le tasche di tutti i cittadini, compreso anche l'auspicio di avere una maggiore liberalizzazione, una maggiore concorrenza. Di conseguenza, è chiaro che si è maggiormente attenti a queste tematiche. Chiedo all'Assessore se ci può informare in merito, se la notizia corrisponde al vero, se la delibera c'è stata o non c'è stata.



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. Intervengo per due questioni, cercando di svolgere l'intervento nei due minuti che cortesemente mi ha concesso. La prima è per comprendere al più presto in merito all'alluvione e alla situazione di emergenza danni che si è creata in Piemonte e per conoscere come si sta evolvendo la situazione prettamente finanziaria nei rapporti con il Governo, quindi per capire se questi soldi arrivano al Piemonte, quanti ne arrivano e se vi è una strategia comune tra Regione e Governo al fine di ripristinare non solo i danni infrastrutturali, ma anche quelli dei singoli cittadini e delle imprese. Questa è la prima questione.
Per quanto riguarda l'altra questione, Presidente, mi dica lei se devo fare un'interrogazione in merito; in ogni caso la voglio informare, essendo il nostro Presidente del Consiglio e sapendo che è molto attento a ogni atto dell'Amministrazione regionale, come qualsiasi Consigliere.
Rispetto alla promozione e alla pubblicizzazione del numero verde della Regione (800333444), mi farebbe piacere - credo faccia piacere anche a lei conoscere quali siano stati i criteri nell'individuazione dei giornali che poi sono stati oggetto di pubblicità del numero verde, anche perché mi risulta che alcuni non abbiano avuto questa opportunità, cioè di vedere la pubblicità della Regione Piemonte inerente al numero verde pubblicata sul loro settimanale, malgrado si tratti di quotidiani, a livello di copie rispettivamente alla provincia di residenza, molto quotati.
Mi farebbe piacere conoscere con quali criteri la Presidente Bresso aveva a suo tempo assegnato tale pubblicità, senza peraltro entrare più di tanto nel merito: è soltanto una pura informazione che vorrei ottenere null'altro di più, ritenendo più che normale ciò che è avvenuto. Tuttavia conoscere soltanto il criterio adottato (se in base alla qualità, alle vendite o a quant'altro) ci sarebbe più utile per capire come i soldi pubblici, di fatto, vengono spesi. E dico spesi bene, perché è stato pubblicizzato un numero verde, quindi non entro nel merito del dove sono stati spesi e come sono stati spesi.



PRESIDENTE

Collega Toselli, purtroppo non siamo a conoscenza dei criteri con cui la Giunta ha deciso di operare, ma del resto capita talvolta che vi sia qualche differenza anche di opinioni, non solo scarsa conoscenza, tra Presidente del Consiglio e la Giunta regionale. Ovviamente, ciascuno nella diversità dei ruoli, dispone il proprio libero intendimento.
L'atto proprio per acquisire questa documentazione, Consigliere Toselli, sarebbe l'interrogazione. Chiaramente il suo intervento è stato stenografato e quindi sarà riportato nel verbale: potrebbe partire di lì per trasformarlo semplicemente in interrogazione. Sicuramente la Giunta sarà assolutamente pronta nel fornire le informazioni che lei ha chiesto.
Per quanto riguarda le notizie sull'alluvione e che interessano quest'Aula, penso che, una volta evaso il tema delle Comunità montane, su cui pende anche un vincolo di legge per l'approvazione, potremmo magari dedicare del tempo per un breve approfondimento nel corso di questa seduta o di martedì prossimo.
L'Assessore Sibille, come suo solito, ha mostrato immediata disponibilità ad intervenire, però siamo tenuti a procedere, in base all'o.d.g., trattando la legge delle Comunità montane.


Argomento: Montagna

Esame disegno di legge n. 541 inerente a "Disposizioni modificative della legge regionale 21 luglio 1999, n. 16 (Testo unico delle leggi sulla montagna)" ed esame ordine del giorno n. 1036 collegato


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 541, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Nella seduta di ieri è stata esaurita la discussione generale ed è stata effettuata la replica da parte dell'Assessore Sibille, quindi entriamo nel merito dell'articolato.
ARTICOLO 1 Relativamente a quest'articolo non sono stati presentati emendamenti.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Cavallera per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, non si può non intervenire sull'articolo 1 altrimenti si verrebbe meno all'antico detto secondo il quale "chi ben comincia è a metà dell'opera" che è lo spirito con il quale noi ci appropinquiamo alla discussione di questo provvedimento.
Per quanto riguarda l'articolo 1 - noi l'avevamo già segnalato in Commissione - adesso vengono allargate le finalità, in un tentativo di riordino della materia delle Comunità montane. A mio avviso, l'intervento sarebbe stato molto più credibile se l'avessimo concluso con l'identificazione, già adesso, hic et nunc, delle Comunità montane e delle loro circoscrizioni territoriali. Questo, per una serie di ragioni, di cui prendiamo atto, ma non condividiamo, viene rinviato di alcuni mesi sollevando anche - ho letto la rassegna stampa - una serie di critiche un po' da tutte le parti politiche, tant'è che il rispetto della normativa della legge finanziaria viene un po' annegato nelle finalità, al punto 2 lettera d), che, a mio avviso, avrebbe dovuto essere il primo punto di riferimento all'interno delle finalità.
Per carità, non proponiamo ora ribaltamenti di indicazioni di priorità nelle finalità, ma, secondo noi, questo la dice lunga, nel senso che forse, vi è comunque la volontà, dichiarata o non dichiarata, conscia o inconscia, di annebbiare, in qualche modo, l'operazione "rimodulazione e razionalizzazione: riduzione drastica del numero delle Comunità", magari sotto una cortina, più o meno fumogena, di altre finalità, che, alla fine magari, avremo modo di constatare che non verranno totalmente raggiunte.
A mio avviso, di più non si può dire su questo articolo 1. Forse, tutti noi siamo convinti che sia arrivato il momento di rivedere un po' tutta l'impalcatura della governance locale nella nostra Regione, quindi la legge n. 44 e altre normative che riguardano attribuzioni e deleghe agli enti locali, che, poi, siano di montagna, con problemi specifici e più acuti siano di collina o di pianura, forse, è arrivato davvero il momento di una rivisitazione complessiva e di una semplificazione. Credo che la contingenza storica che stiamo vivendo verso il termine di una legislatura e anche le contrapposizioni che vi sono state e ci saranno anche a livello nazionale, forse, non favoriranno certo una serena revisione di tutta la partita.
In conclusione, certamente, da parte nostra, vi è attenzione ai problemi della montagna, così come anche per la legge forestale, che affronteremo in sede appropriata. Sono tutte tematiche che, comunque, ci interessano, e rispetto alle quali prestiamo attenzione, magari non condividendo la linea politica generale della Giunta, però cerchiamo di dare il nostro contributo per l'approvazione del miglior provvedimento possibile, pur partendo da un presupposto politico che può non vederci totalmente consenzienti.



PRESIDENTE

Il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Novero, Dutto e Rossi: al comma 1 dell'articolo 3 della l.r. 16/1999, così come riformulato, si propone di sostituire la parola "ventidue" con la seguente parola: "trenta".
Al comma 3, lettera f) dell'articolo 3 della l.r. 16/1999, così come riformulato, si propone di sostituire la parola "tre" con la seguente parola: "quattro".
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, vorrei essere estremamente chiaro su questi emendamenti, che, da parte nostra, vengono valutati al termine di un iter di Commissione, che ha visto varie prese di posizione dalle parti politiche, quindi va visto esclusivamente in quel senso.
Noi eravamo anche pronti a prendere atto della conferma circa la proposta della Giunta regionale, contenuta nel disegno di legge n. 541 anche se non condivisa e non sostenuta dalla nostra parte politica, ma prevedendo che, alla fine, la maggioranza avrebbe confermato la proposta della Giunta. Così non è stato, la Giunta ha avanzato una proposta che interviene in modo maggiormente significativo nelle proposte di accorpamento, non prevedendo in questa fase l'elenco dei Comuni, ma solo un'indicazione numerica e rinviando la definizione entro il 31 ottobre.
A questo punto, è chiaro che gli emendamenti possono essere visti sotto il profilo della fisarmonica, nel senso che io posso proporne 22 o 23 quando un altro può farne una questione intermedia, ma sarebbe il caso di giocare a carte scoperte, nel senso di fare nomi e cognomi delle aggregazioni di Comunità montana che vengono proposte da un punto di vista numerico.
Allora, questo gioco del "più uno meno uno", ad un certo punto, non ci appartiene, noi, ovviamente, siamo orientati a votare il nostro emendamento parlo come Gruppo di Forza Italia - e per il resto a non partecipare al voto, proprio perché siamo condotti su un terreno molto scivoloso, sabbioso e melmoso, che rischia di rendere non comprensibile il nostro lavoro.
È chiaro che il significato del nostro emendamento è solo quello di richiamarsi a quella proposta indicata materialmente. C'era un testo, nei lavori di Commissione della scorsa settimana che, pur non convivendo la filosofia complessiva di movimento della Giunta, avrebbe avuto un determinato significato, in modo equilibrato per tutte le parti del Piemonte.
Diversamente è chiaro che aprendo la diatriba se in Provincia di Alessandria si devono istituire tre o quattro Comunità montane, in Provincia di Cuneo una più o una meno, bisognerebbe mettersi a discutere con la cartina, con le singole proposte, altrimenti si rischiano fraintendimenti.
È un po' come quando l'opposizione propone di raddoppiare lo stanziamento di un capitolo o vi è l'indicazione precisa di dove deve ricadere l'incremento di stanziamenti, oppure l'opposizione propone l'incremento e la Giunta lo gestisce nell'ambito della sua discrezionalità.
Questi fraintendimenti non devono esserci.
Per concludere, a fronte dei due emendamenti richiamati dalla Presidenza, cioè il n. 2 e il n. 7, voto favorevole all'emendamento n. 7 e non partecipazione per quanto riguarda l'emendamento n. 2.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

L'articolo 2 presentato originariamente con il testo del provvedimento prevedeva la riduzione delle Comunità montane da 48 a 31 determinandole esattamente, con tanto di elenco di tutti i Comuni e di tutte le Comunità montane.
Successivamente, con un emendamento in Commissione, la Giunta ha stravolto quest'articolo, rinunciando a fissare i confini delle Comunità montane e l'elenco dei Comuni, limitandosi ad inserire dei numeri massimi come un numero massimo di Comunità montane che potranno esistere per ogni Provincia.
Il cambiamento ci ha sicuramente colti di sorpresa. Sulla prima stesura si poteva, forse, fare qualche discussione, qualche limatura, qualche spostamento che ci avrebbe visti favorevoli, in modo da poter chiudere il cerchio e definire esattamente le Comunità montane del futuro.
Con quest'emendamento la Giunta, di fatto, decide di non decidere quindi di rinviare fra quattro mesi ogni decisione in questo senso. Si limita a fissare numeri massimi. A nostro avviso, i numeri di Comunità montane sono eccessivamente stretti, pensiamo debbano esserci margini di manovra più ampi. Anche perché si rischia, per riuscire a stare all'interno di questi numeri, di costituire delle Comunità montane estremamente eterogenee accorpando vallate che nulla hanno a che fare l'una con l'altra e scatenando una serie di problemi.
Capisco che l'obiettivo sia il risparmio e la riduzione dei costi, ma si rischierebbe di creare conseguenze peggiori. Per risparmiare sulla struttura, si creano dei costi maggiori sul funzionamento di queste grosse Comunità montane.
Presentiamo, quindi, un emendamento che prevede, in linea con il testo uscito dalla Commissione, i numeri massimi di Comunità montane, ma decisamente aumentati. Proponiamo di tornare con il provvedimento originale, con la proposta originale della Giunta.
La nostra proposta è di permettere la costituzione di tre Comunità montane per la Provincia di Alessandria (anche due); confermiamo le tre per la Provincia di Biella; per la Provincia di Cuneo proponiamo di arrivare fino a nove, così come per quella di Torino (entrambe queste Province secondo la Giunta, dovrebbero fermarsi a sei). Vanno bene quattro Comunità montane per il VCO e Novara; una per la Provincia di Vercelli e una per la Provincia di Asti. Con il nostro emendamento cercheremo di aumentare il numero di Comunità montane di queste Province, senza esagerare e siamo disponibili ad esaminare proposte intermedie. Ripeto, la proposta della Giunta ci sembra eccessivamente restrittiva, per cui vorremmo correggerla in aumento. Va bene tagliare i costi, ma ci sono dei limiti che sono proprio funzionali.
Ho provato ad ipotizzare per le Comunità montane della Provincia di Cuneo una loro fusione, ma per stare dentro alle sei proposte metteremo insieme valli che non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra, per cui rischieremo di creare delle Comunità montane che poi non funzionano. È meglio averne qualcuna in più, ma che funzioni bene.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille per il parere della Giunta



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Parere contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero per dichiarazione di voto.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Capiamo benissimo la ratio. Ieri sera abbiamo avuto l'ennesimo incontro con amministratori di tutti i colori politici (anzi, la maggioranza era di centrosinistra) e siamo riusciti a spiegare, e siamo stati capiti, tutti i punti della legge.
L'unico punto della legge che non sono riuscito a spiegare, perché è proprio difficile farlo, è come si risparmi unendo in modo così assurdo.
Mentre prima tutto l'insieme aveva un criterio che abbiamo capito e su cui potevamo essere d'accordo o meno, ma aveva una sua ricerca logica, qui le indicazioni dei numeri sono puramente. Capisco che la Giunta debba inserire quei numeri, mi chiedo come riuscirà a fare una scelta ragionata.
Sono più preoccupato per la Giunta che per noi, anche se saremmo poi noi a dover avallare alla fine, dovremmo spiegare il motivo di certe proposte che, in quel modo, saranno assolutamente incomprensibili.
Sull'emendamento n. 7 voteremo a favore, ma sull'emendamento n. 2 ci asterremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per dichiarazione di voto.



CAVALLERA Ugo

Faccio una brevissima dichiarazione di voto.
Siamo rammaricati delle condizioni in cui ci troviamo, perché questi cambiamenti decisi dalla maggioranza impoveriscono quello che era il dettato del disegno di legge n. 541. Pertanto, non potendo esprimere il voto con delle sottolineature e con delle articolazioni, non ci resta che scegliere la strada che si sceglie in questi casi, che è quella della non partecipazione al voto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2, sul quale l'Assessore Sibille, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Cavallera, Burzi e Vignale: Al punto 3, lettera f) sostituire la parole "quattro" con la parola "tre".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7, sul quale l'Assessore Sibille, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Cavallera, Leardi Caramella e Botta: dopo il comma 3 dell'articolo 9-ter della l.r. 16/1999, così come inserito dall'articolo 5 comma 1 del disegno di legge 541 è aggiunto il seguente comma 4: "4. Con deliberazione del Consiglio regionale può essere conferita alle Comunità montane la gestione di aree protette, anche in deroga alla rilevanza territoriale di cui al comma 1 dell'articolo 95 della legge regionale 44/2000, tenendo conto di criteri di economicità ed efficienza".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera per l'illustrazione ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Quest'emendamento tende a riportare, nella legge che stiamo discutendo e che va a modificare la 16, quello che era già stato stabilito con la legge n. 44, relativa all'attuazione del decentramento di funzioni rientrante nella cosiddetta legge Bassanini.
La legge n. 44 era l'attuazione nella nostra Regione di tutta questa partita, che prevede (perché è una legge vigente) che le aree protette possono essere date in gestione alle Province, ai Comuni o alle Comunità montane.
Con gli articoli n. 4, 5 e 6, avendo fatto l'elencazione di quelle che sono le competenze delle Comunità montane, se non andiamo ad inserire un comma come questo, mancherebbe la possibilità, e non l'obbligo, di assegnare ad alcune Comunità montane la gestione di alcune aree protette.
Ovviamente, il nuovo comma è stato confezionato con tutti i riferimenti necessari all'articolo n. 95 della legge 44/2000, dando come criteri di riferimento principi di economicità ed efficienza che sono alla base di tutte le operazioni che stiamo facendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore De Ruggiero; ne ha facoltà.
DE RUGGIERO Nicola, Assessore ai parchi e aree protette Su quest'emendamento, in questa sede e in questa fattispecie, propongo parere contrario. Preciso però che la discussione dell'abbinamento della gestione di aree protette alle Comunità montane è dentro il testo unico che abbiamo in discussione in Commissione, per il quale non c'è nessun atteggiamento negativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Il parere della Giunta è un po' anomalo, anche se la Giunta ovviamente, esprime il parere che ritiene. Ritengo però che all'interno di questa legge s'inseriscono una serie di competenze, funzioni o aspetti legati alle Comunità montane, che in realtà riguardano (come anche nel caso dell'emendamento n. 8) anche altri compiti relativi ad altre norme.
Nel momento in cui si vara una nuova norma sulle Comunità montane sarebbe opportuno inserire all'interno della legge tutta una serie di aspetti che ritroviamo, appunto, nell'emendamento presentato dal collega Cavallera.
Quindi ci pare un po' anomalo il parere negativo, rinviando a una successiva norma e dando, però, una valutazione positiva su quello che l'emendamento dice. Anche da un punto di vista di omogeneità comportamentale con gli altri emendamenti presentati, come dicevo, ve ne sono alcuni che si potrebbe ritenere che nulla hanno a che vedere con la legge. In realtà, visto che entriamo sulla legge delle Comunità montane questo si va a inserire.
Di conseguenza, ripeto, ci sembra assolutamente anomalo, ancor di più avendo un vincolo di tutela, se volete, che è quello del voto della delibera del Consiglio regionale, quindi in realtà non è che noi andiamo a conferire alle Comunità montane quanto previsto dall'articolo 9, ma introduciamo solo un principio, e cioè che, con delibera del Consiglio, pu essere conferita alle Comunità montane la gestione di aree protette.
Ci sembra anomalo il parere espresso dalla Giunta, che non fa il paio con altri emendamenti presentati e che soprattutto non ha alcun vincolo. Se l'emendamento avesse detto che era conferita alle Comunità montane la gestione di aree protette, avremmo compreso la contrarietà dell'Assessore ma visto che è una facoltà che si lascia, che peraltro deve vedere un voto positivo dell'Aula, ci sembra oggettivamente incomprensibile il parere dato dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per dichiarazione di voto.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Devo dire che il parere della Giunta è assolutamente incomprensibile, perché ci sono due o tre articoli nei quali si fa la ricognizione di tutte quelle che sono le competenze delle Comunità montane e c'è una legge regionale (n. 44) che prevede che le Comunità montane possono gestire aree protette.
A questo punto, non lo so. Si vede che la Giunta esclude e utilizzerà i prossimi disegni di legge per escludere il fatto che le Comunità montane possano gestire aree protette. Altrimenti, altre ragioni comprensibili non ce ne sono.
Nel corpo legislativo regionale, le Comunità montane possono già gestire aree protette; ripeto, abbiamo degli articoli che fanno la ricognizione di quelli che sono i compiti delle Comunità montane, per cui non vedo cosa ci sia di stravolgente. Anzi, io credo che dovremmo essere ringraziati perché diamo un contributo per completare il quadro delle ipotetiche funzioni che, con delibera del Consiglio e su proposta della Giunta, eventualmente le Comunità montane potrebbero fare in un futuro ovviamente nei casi dove ricorrono le condizioni. E le condizioni politiche non può che dettarle la Giunta, che ha in mano la gestione della materia, e in Consiglio è la maggioranza che poi decide.
Signori, se non c'è proprio una volontà di escludere questa opportunità, si crea una situazione ambigua: ci sarebbe la legge n. 44 che prevede che le Comunità montane possono gestire le aree protette e questa legge che fa la ricognizione dei compiti che, guarda caso, omette di indicare questa possibilità. Di conseguenza, invito anche il relatore e i colleghi della maggioranza a votare questo emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9, sul quale l'Assessore De Ruggiero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Intervengo solo perché resti traccia di quello che abbiamo detto in Commissione e che vogliamo ribadire qui in Aula.
Ritengo che la anche gestione burocratico-amministrativa vada semplificata, per cui, se una volta in una grande nazione si faceva il piano di sviluppo socio-economico, poi dopo si faceva a livello nazionale poi si faceva a livello regionale, poi si faceva a livello provinciale anche le Comunità montane in modo geometrico debbano redigere un documento di sviluppo. La cosa va bene, ovviamente, in quanto si tratta di un documento necessario, da raccordato poi con gli strumenti finanziari (bilancio annuale, pluriennale, ecc.).
Credo che, così come a livello regionale con la legge n. 7 abbiamo rivisitato tutta la partita dei documenti economico-finanziari, con ogni probabilità, accertata la riorganizzazione - non dico la sopravvivenza, ma comunque la ridefinizione della governance nelle zone montane con un carattere sovracomunale - è chiaro che andrà rivista anche tutta la partita dei documenti che devono essere presentati, per avere documenti molto snelli, documenti facilmente aggiornabili e anche in grado di cogliere tutte le opportunità che si presentano alle Comunità montane, non solo dal pubblico, ma anche, talora, dal privato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, volevo sottolineare che, se il numero legale è sempre 27, a favore ce ne sono 26: o c'è qualche Consigliere di maggioranza dissenziente, altrimenti, la maggioranza...



PRESIDENTE

La presenza è sempre data per definizione da chi presiede, anche se non vota.



CAVALLERA Ugo

Ho capito.



PRESIDENTE

Quindi, c'è sempre un numero in più, che non compare tra i votanti.



CAVALLERA Ugo

C'è anche un movimento dei votanti, che si allontanano troppo dal seggio.
Chiediamo che almeno la maggioranza sia presente a votare.



PRESIDENTE

Collega Cavallera, lei ha ragione.
Invito - l'ho già fatto prima - i Consiglieri, possibilmente, a rimanere nei posti per procedere alle votazioni. Dovendo procedere a votazioni che, verosimilmente, si ripeteranno a distanza ravvicinata pregherei di evitare continui movimenti.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Per cortesia, colleghi, non allontanatevi dall'aula, poiché dobbiamo procedere ad altre votazioni.
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo n. 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo n. 11.
Il Consiglio approva.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha votato ed è uscito.
Procediamo con l'articolo 12, invitando anche i colleghi dell'Ufficio di Presidenza a verificare che i colleghi votanti siano in aula e, se ci sono dubbi, ripetiamo le votazioni. Purtroppo, gli appelli ai Consiglieri di rimanere in Aula non sortiscono effetto, quindi non possiamo procedere dando la stessa votazione.
ARTICOLO 12 Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo n. 12.
Il Consiglio approva.
Colleghi, sospendo la seduta se i Consiglieri non stanno in aula.
Stiamo votando una riforma delle Comunità montane, la gente ci sta guardando, seppure via Internet, non è possibile che non ci siano le condizioni per effettuare le votazioni!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Presidente, non credo ci sia chi è titolato per votare e stare in Aula e chi, invece, ha le mani più lunghe e può votare da fuori.
Il collega Rostagno, ad oggi, non ha schiacciato una volta il tasto, al massimo si è avvicinato all'inizio dell'emiciclo e il collega Rutallo, con buon ordine, ha sempre votato per lui. Quindi, si sieda e voti o non votai



PRESIDENTE

Colleghi, procediamo con l'articolo 13, pregando i colleghi di stare in aula.
Se dei colleghi sono in aula e non pigiano il tasto, faccio ripetere la votazione, così tronchiamo ogni eventuale discussione.
ARTICOLO 13 Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo n. 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nell'intervento generale di ieri ho soltanto fatto un accenno, ma credo sia doveroso ripeterlo, al di là delle valutazioni che abbiamo fatto sulla legge.
Credo che questo sia un articolo che qualifica, in qualche modo, la legge che stiamo votando per una serie di motivazioni che i Consiglieri conoscono e che riteniamo opportuno ricordare.
Si amplia il numero dei soggetti che potranno esprimere il loro voto quindi si garantisce a tutti i Consiglieri comunali di votare. Sembra, di fatto, una cosa da poco perché la votazione prima era già indiretta, cioè i Consiglieri comunali sceglievano tre membri del Consiglio da inviare in Comunità montana.
Riteniamo che questo sia un passo in avanti sotto due aspetti. Uno perché si amplia il numero dei votanti e, ogni qual volta è ampliato il numero dei votanti, è un aspetto positivo. Noi ritenevamo, addirittura che se mantenuto sotto forma di Enti locali, si sarebbe preferita l'elezione diretta, da far coincidere con le elezioni amministrative o europee senza comportare costi aggiuntivi. Il costo in più era quello degli scrutatori per una scheda in più, ma avrebbe coinvolto tutti i cittadini delle popolazioni montane.
In ogni caso, rispetto alle scelte che venivano fatte in Consiglio comunale in cui, a volte, le maggioranze sceglievano anche il Consigliere di opposizione da inviare in Comunità montana, questo viene in qualche modo superato. L'altro aspetto certamente positivo è che vi sarà una lista cui sarà collegato un candidato Presidente. In molti casi l'elezioni sarà contestuale, in molti altri anche nell'elezione all'interno dei Consigli comunali, potranno essere premiati coloro i quali potranno sostenere un candidato piuttosto che un altro, ma certamente, nel momento in cui si andrà al voto del Presidente della Comunità montana, i Consiglieri comunali che andranno a votare sapranno che votano per quella persona e non per un'altra.
Ancora. È vero che l'attribuzione, così come previsto al comma 5, del 60% dei seggi dell'organo rappresentativo, in qualche modo, politicizzerà magari in altre parti no, di più le Comunità montane. Peraltro oggi non sono organi apolitici, nel senso che hanno rappresentanti di liste regolarmente eletta all'interno dei loro Comuni, ma in questo modo si garantirà una maggioranza che, in qualche modo, eviterà che vi possano essere molte di quelle situazioni un po' ambigue, chiamiamole così, che oggi vi sono in alcune Comunità montane in cui i Consiglieri che sono determinanti per mantenere la maggioranza, abbiano una sorta di potere di veto, di ricatto nei confronti del Presidente. Si era anche previsto che vi debba essere una rappresentanza all'interno delle liste dei tre quarti dei Comuni (se non ricordo male) che garantirà anche rappresentanza territoriale alle liste che si andranno a presentare. Noi crediamo che l'articolo 19 sia positivo, rappresenti un passo avanti importante rispetto a quello che è il governo di un Ente locale, di un soggetto che abbiamo ritenuto di mantenere e cui dare anche nuove funzioni. Riteniamo che questo sia uno degli aspetti più qualificanti della legge.
Sulla legge abbiamo già detto e diremo in sede di dichiarazione di voto, ma certamente questo è un passo in avanti significativo nel governo delle Comunità montane. Finalmente, anche in questo caso, vi sarà un aspetto fondamentale: chi vince le elezioni, tendenzialmente, governa fino alla fine del suo mandato e l'opposizione si attrezza per fare l'opposizione e per vincere alle elezioni successive. In questo modo si evita quella sorta di mediazione che sempre avviene, o spesso avviene nelle Comunità montane in cui, grazie all'uscita dalla maggioranza costituita, che ha indicato il Presidente, di uno o due Consiglieri, è possibile cambiare la maggioranza con sistemi che, spesso, nulla hanno a che fare con l'appartenenza politica - non dico partitica - nulla hanno a che fare con le strategie di sviluppo della Comunità montane. Logiche magari, che sono comprensibili che accadano ovunque, ma che diventano molto più difficili, come quella di ricoprire la carica di Assessore all'interno della Giunta, oppure andare, se si è minoranza nel Comune, a fare la maggioranza in Comunità montana. Cosa cui abbiamo assistito in tutti questi anni e che credo, con questo articolo, verranno in qualche modo meno oppure gli elettori faranno un'altra scelta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Indubbiamente, questo sistema di voto prevede l'elezione diretta del Presidente, da parte del corpo votante dei Consiglieri comunali, e una sintonia maggiore del sistema elettorale delle Comunità montane, rispetto ai sistemi che sono in vigore per quanto riguarda i Comuni. Per quanto riguarda la Provincia, ovviamente, il corpo votante è un corpo mediato dall'essere i Consiglieri comunali grandi elettori.
Per quanto riguarda la linea programmatica e politica, sarebbe necessario avere un rafforzamento della governabilità e forse anche una maggiore chiarezza. Devo dire però che la legge nazionale prevede una rappresentanza di tutti i Comuni, insieme ad una presenza della minoranza.
Sono obiettivi ambiziosi da raggiungere che, ma che saranno raggiunti solo se vi sarà un approccio veramente democratico da parte di tutti coloro che avranno titolo per costituire le liste e poi per seguire le varie fasi elettorali. Pertanto, non bisogna vedere questi organismi solamente come un terreno di battaglia politica o di conquista politica. Devo dire che la montagna ha bisogno indubbiamente di partecipare al dibattito politico con le varie posizioni e le varie contrapposizioni, ma necessita di unità soprattutto, su certi temi che presuppongono proprio una rappresentanza e un'incidenza su gli altri livelli di governo regionale e nazionale. Questo si raggiunge rispettando e riconoscendo molte amministrazioni civiche che ci sono in tantissimi Comuni.
Penso che se non ci sarà una volontà politica precisa, gli obiettivi rischiano solo di essere obiettivi numerici che mettiamo nella norma quindi un rispetto formale e non sostanziale. Bisogna sempre essere ottimisti e vedere il bicchiere mezzo pieno. In questa fase, ovviamente facciamo un'apertura di credito sotto questo profilo. Va da sé che comunque il tutto dovrà essere sperimentato e, soprattutto, ci sarà un lavoro importante da parte della Commissione consiliare regionale, che dovrà prendere visione della proposta della Giunta per il Regolamento, così come prevede l'ultimo comma.
Queste sono le integrazioni intervenute durante l'iter in Commissione e il motivo per cui, adesso, siamo in una posizione di benevola astensione su quest'articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

In questi giorni sto leggendo un interessante libro, un trattato sulla felicità.
Riporta le idee di Epicuro, di Seneca e di altri personaggi del passato, molto lontani nel tempo, ma in sostanza il nocciolo è questo: felicità vuol dire accontentarsi del poco. Oggi sono felice! Sono felice perché per me questo non è quello che vorrei perché è poco, ma è pur sempre un passo avanti rispetto al passato.
Abbiamo ancora nella testa la confezione dell'unione dei Comuni. Adesso diamo un bel colpo avanti nel cercare di far passare. Secondo me non bastano le leggi, deve proprio passare nella testa della gente che le applica il nuovo concetto. Quindi direi che facciamo un bel passo avanti ma il vero passo avanti sarebbe stata l'elezione universale. Lì sì che avremmo veramente innovato e la felicità sarebbe stata al massimo. Sono anche intervenuto sull'articolo 16, ma anche l'articolo 16 è un passo indietro rispetto al nuovo, nel senso che il parere obbligatorio vincolante è un residuo del passato. Sempre meglio quello che stiamo facendo adesso di quanto fatto in passato. Noi continuiamo la nostra astensione, che vuol dire "va bin parei", potremmo fare meglio, ma va bene così. Quindi ci asterremo anche su quest'articolo della legge.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio a una delegazione di Sindaci del Pinerolese


PRESIDENTE

Saluto la delegazione dei Sindaci del Pinerolese.
Benvenuti in Consiglio regionale. Stiamo lavorando e siamo prossimi ad approvare la legge di riforma delle Comunità montane, relativamente ai termini che, come voi sapete, scadono il 30 giugno. Quindi, siamo agli sgoccioli del periodo concessoci dalla legge nazionale per l'approvazione di un piano organico di riforma delle Comunità montane.
Benvenuti in Consiglio regionale.


Argomento: Montagna

Esame disegno di legge n. 541 inerente a "Disposizioni modificative della legge regionale 21 luglio 1999, n. 16 (Testo unico delle leggi sulla montagna)" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 541, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha la facoltà



VIGNALE Gian Luca

Vorrei fare alcune considerazioni sull'articolo 21.
C'è un aspetto che avevamo rappresentato in Commissione. Il comma 2 dice: "Il Presidente della Comunità montana nomina tra i componenti l'organo rappresentativo i componenti dell'organo esecutivo, designa un vicepresidente e ne dà comunicazione all'organo rappresentativo".
A me sembrava che in Commissione l'avessimo votato così. Adesso manca il Presidente della Commissione, ma c'è il Vicepresidente e tanti colleghi presenti. Non lo avevamo votato come emendamento, però è scritto "designa fra gli Assessori un Vicepresidente", perché, scritto così, sembrava quasi che, oltre agli Assessori, potesse designare anche un Vicepresidente.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste (fuori microfono)

Fra di loro.



VIGNALE Gian Luca

Ma non c'è scritto.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste (fuori microfono)

Lo correggiamo.



VIGNALE Gian Luca

Perché, se non ricordo male, era uscito così dalla Commissione.



PRESIDENTE

Collega Vignale, cercando di cogliere l'istanza che lei pone - è vero che la legge implicitamente sembra dire questo - e visto che abbiamo già dato per approvato l'articolo, propongo di risolvere la questione in sede di coordinamento formale del testo, trasformando il verbo in un gerundio cioè sostanzialmente dicendo "designando" anziché "designa".
Il testo sarebbe: "Il Presidente della Comunità montana nomina tra i componenti l'organo rappresentativo i componenti dell'organo esecutivo designando un Vicepresidente e ne dà comunicazione", in maniera che il "designando" è una specificazione della nomina che è già avvenuta. Va bene?



VIGNALE Gian Luca

Io - è la verità - mi ero solo allontanato un attimo dal banco, mentre il Presidente ha dato la stessa votazione. È accaduto in decine di altri casi in cui, dando la stessa votazione, se una persona aveva la mano alzata e non è stata vista, abbiamo fatto un passo indietro, salvo che qualcuno ovviamente non dica che non è vero.
È la verità: io ero a due passi dal banco.



PRESIDENTE

Se vuole, possiamo rifare la votazione.



VIGNALE Gian Luca

Va bene "designando fra loro" oppure "designando fra gli Assessori". In Commissione avevamo formulato un testo che diceva "designa tra loro un Vicepresidente e ne dà comunicazione".
Come credete, basta che sia chiaro.



PRESIDENTE

Possiamo integrarlo con le parole "designano tra essi".



VIGNALE Gian Luca

Perfetto. Già che ho la parola, ne approfitto.
Al comma 3, si dice: "Il Presidente della Comunità montana può revocare uno o più Assessori". Messo così va bene, perché si comprende che fa decadere anche il Vicepresidente, altrimenti al Presidente si dava la competenza di revoca degli Assessori, ma non del Vicepresidente. Se scriviamo in quel modo, il Vicepresidente è per forza Assessore e quindi può essere revocato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Penso che si possa interpretare correttamente nel momento in cui si vanno a confrontare i due verbi. Prima diciamo "nomina" quindi la nomina vuol dire che si individuano quelli che sono i componenti dell'organismo; poi la parola "designando" già di per sé si distingue dalla nomina e va chiaramente a indicare la scelta all'interno dei nominati di un qualcuno che svolge una funzione diversa dagli altri.
Di conseguenza credo che, se passiamo al gerundio, si possa chiaramente essere d'accordo sul fatto che non ci sono più dubbi. Prima c'è l'azione di nomina dei componenti, poi il designare non è che, a mio avviso, sia una seconda nomina, ma è chiaramente una scelta, un'indicazione. Al massimo, si poteva mettere "indicando", ma comunque mi sembra chiaro. Poi ci sono anche le circolari degli uffici, ecc. per chiarire che si tratta di due azioni completamente diverse: una è la nomina, cioè l'individuazione di chi compone l'organo rappresentativo; la designazione è l'individuazione, tra loro, di un qualcuno che svolge funzioni leggermente diverse dagli altri.



PRESIDENTE

Bene, colleghi. La questione, a questo punto, è solamente formale. Lo Statuto regionale, preso come esempio per la Giunta regionale, dice che "il Presidente eletto nomina i componenti della Giunta, tra i quali un Vicepresidente". A parer mio, la nostra formulazione è più corretta. La frase "nomina gli Assessori, designando tra essi un Vicepresidente" mi pare assolutamente a prova di bomba.
Cogliendo l'osservazione del collega Cavallera, possiamo anche solo interpretarlo come "designando un Vicepresidente". Io proporrei, per chiarezza, la formulazione "designando tra essi", perché mi pare risolutiva.
Ricapitolando, la formulazione sarebbe la seguente: "Il Presidente nomina i componenti dell'organo esecutivo, designando tra essi un Vicepresidente e ne dà comunicazione". Se i colleghi sono d'accordo, lo consideriamo come emendamento approvato all'unanimità, proposto nel corso di seduta.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 21, come modificato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 22.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 25.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 26.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 27.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 28.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 29.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Sibille: Art. 30 (Modifica dell'articolo 51 della l.r. 16/1999) "1 bis. Dopo il comma 2 dell'articolo 51 è inserito il seguente comma: '2 bis. Le Comunità montane che includono comuni collinari e parzialmente collinari sono destinatarie dei finanziamenti previsti dall'articolo 5 della legge regionale 28 febbraio 2000, n. 16 (Provvedimenti per la tutela e lo sviluppo dei territori e dell'economia collinare). Le relative spettanze sono utilizzate prioritariamente a copertura delle spese relative alla gestione in forma associata delle funzioni e dei servizi dei comuni di collina, oltre che per gli altri interventi di tutela e sviluppo della collina previsti dalla legge, anche in deroga all'articolo 2 della stessa.' ".
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole.
Adesso ci sono alcuni emendamenti presentati dalla Giunta - diciamo razionalizzati, se così possiamo dire, dalla Giunta - ma frutto della discussione di Commissione.
Questo emendamento, tutto sommato, potrebbe anche tranquillizzare, dal punto di vista della gestione e della disponibilità delle risorse, quelle realtà che inglobano anche Comuni che hanno una valenza collinare distinguendo l'utilizzo delle risorse e prevedendo di utilizzare le risorse delle colline per questi Comuni.
Quindi, si crea una situazione di chiarezza, perché si modifica un articolo vigente della legge di riferimento, che, se non vado errato dovrebbe essere la n. 16.
Per questa ragione, anche perché ha una valenza di tipo tecnico, da parte nostra, su questo emendamento ci sarà il voto favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 30, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 31.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 32.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 33.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Sibille: al Capo III del disegno di legge n. 541, inserire il seguente articolo: "Articolo 33 bis (Processo di riordino territoriale) 1. In fase di prima applicazione dell'articolo 3 della l.r. 16/1999, così come sostituito dalla presente legge, la deliberazione del Consiglio regionale prevista al comma 2 della norma è assunta entro quattro mesi dall'entrata in vigore della presente legge, previa verifica della congruità dell'assetto territoriale complessivo, anche ai sensi dell'articoli 35.
2. Decorso il termine di cui al comma 1, il Presidente della Giunta regionale prende atto della produzione degli effetti previsti dall'articolo 2, comma 20, della l. 244/2007, decretando conseguentemente l'esclusione dalle Comunità montane dei comuni di cui alla lettera a) della norma e la soppressione degli enti privi dei requisiti previsti dalle lettere b) e c) della stessa, ivi compresi quelli formati da cinque comuni.
3. Il decreto di cui al comma 2 dispone la nomina del presidente della comunità montana soppressa a commissario dell'ente per l'assunzione dei provvedimenti finalizzati alla sua liquidazione e detta inoltre ogni opportuna disposizione in ordine alla ripartizione delle risorse umane finanziarie e strumentali.".
Tale emendamento, che introduce l'articolo 33 bis, fa parte dello stesso pacchetto di emendamenti di cui hanno parlato l'Assessore Sibille e il Consigliere Cavallera.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, intervenivo solo per domandare all'Assessore come si concatenerà questo termine di quattro mesi con le sanzioni previste dalla legge n. 244/2007, qualora non si provvedesse ad attuare l'identificazione delle nuove circoscrizioni territoriali delle Comunità montane.
Qui si fa riferimento a commi e a punti, pertanto sarebbe opportuno da parte dell'Assessore dire due parole, per capire come si procede, pur spostando il termine di 4 mesi, qualora l'operazione "riordino", che dovrebbe sostanziarsi di un'ulteriore deliberazione del Consiglio regionale, non dovesse andare in porto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, così come abbiamo fatto relativamente all'articolo 19, interverremo rispetto all'emendamento n. 5, per sottolineare la positività.
Crediamo che questo aspetto, in qualche modo, non consenta di esprimere una valutazione totalmente positiva relativamente alla norma ed è bene che sia chiaro quanto prevede l'articolo.
Noi avevamo la possibilità, entro il 30 giugno, di provvedere ad una riorganizzazione territoriale drastica, anche da un punto di vista numerico rispetto agli accorpamenti. Abbiamo scelto - peraltro, nel corso della discussione in Commissione sono intervenute continue modifiche - di indicare i numeri della riduzione e, con una deliberazione consiliare, di rinviare a quattro mesi l'entrata in vigore della presente legge relativamente all'articolo 2.
Deve essere chiaro che se noi non rispetteremo questo tempo, tutto quanto previsto dalla legge finanziaria n. 244/2007, rimane, ovviamente, in vigore, quindi 180 Comuni che, per altimetria, sarebbero esclusi dalle Comunità montane; una serie rilevante di intere Comunità montane che uscirebbero dal sistema delle Comunità e rimane appeso al fatto che, entro quattro mesi, il Consiglio regionale vada a deliberare.
Lo dico soltanto perché, ovviamente, ciò che i giornali riporteranno sarà che il Consiglio regionale ha salvato le Comunità montane con la legge che approveremo, ed è una notizia certamente vera, tuttavia bisogna ricordare che è altrettanto vero che noi abbiamo rimandato, in qualche modo, la scelta.
Questa è una furbizia. La furbizia dove sta? Oggi noi approviamo una legge che è, in qualche modo, il frutto delle disposizioni della legge n.
244. La furbizia, che magari non è ascrivibile all'Assessore o a tutti i Consiglieri, ma certamente a qualcuno sì, è quello di spostare il termine dei quattro mesi nell'attesa di sollevare la polemica sul collegato che vi sarà sulle Comunità montane: questo andrebbe spiegato prima di tutto al Presidente dell'UNCEM.
Se uno leggesse il comunicato stampa fatto dal Presidente e trasmesso a tutti i colleghi, verificherebbe che questo è un po' - per essere bonari il rischio che si corre, ma si sappia che c'è una delibera che deve essere votata in Consiglio. Qualcuno che conosce il Presidente dell'UNCEM molto meglio di me, dovrebbe ricordarglielo.
Oggi le Comunità montane non sono salve, oggi noi abbiamo votato una legge, una sorta di legge ponte di salvarle entro quattro mesi. Se entro quattro mesi non deliberiamo, la finanziaria entrerà in vigore con tutto quello che prevede.
È bene ricordare al Presidente dell'UNCEM questo. Magari gli trasmettiamo l'articolo 2 e l'emendamento all'articolo 33, in modo tale che sappia qual è la situazione reale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

La situazione è esattamente quella che il Consigliere ha messo in evidenza.
Con questo articolo si pone una sorta di indicazione di salvaguardia.
Sicuramente, come ho anche detto ieri nella relazione introduttiva l'intenzione è di deliberare entro quattro mesi nell'interesse di garantire un governo per la montagna.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4.
Il Consiglio approva.
Tale emendamento diventa l'articolo 33 bis.
ARTICOLO 34 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 34.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 35 Emendamento rubricato n. 5) presentato dalla Giunta regionale a nome dell'Assessore Sibille e dai Consiglieri Vignale, Ronzani, Reschigna e Cirio: Art. 35 (Disposizioni di sostegno dell'avvio del processo di modifica territoriale) Aggiungere i seguenti commi: "2 bis. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge i Comuni già inclusi in Comunità montane, in numero non inferiore a cinque possono deliberare di proporre la costituzione in unioni di comuni, purch ciò non pregiudichi l'omogeneità del territorio.
2 ter. La Regione garantisce alle unioni di comuni di cui al comma 2 bis contributi aggiuntivi finalizzati al potenziamento dell'esercizio associato delle funzioni per un periodo non inferiore a tre anni dalla costituzione.
2 quater. Per i primi tre esercizi finanziari successivi alla costituzione le unioni di comuni di cui al comma 2 bis sono destinatarie della quota delle risorse regionali del fondo previsto dall'articolo 50 della lr.
16/1999, ripartito secondo i criteri stabiliti dall'articolo 51 della stessa.
2 quinquies. La costituzione in unione esplica i propri effetti in coincidenza con il termine previsto dall'articolo 40".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Quest'emendamento è frutto di un lavoro svolto con i componenti di tutto il Consiglio, con l'Assessore e con gli Uffici. Ringraziamo tutti coloro i quali sono stati disponibili ad accogliere un suggerimento che ha posto Alleanza Nazionale.
Sostanzialmente l'emendamento, sul quale esprimeremo un voto favorevole, consentirebbe ai Comuni, inclusi in una Comunità montana e che saranno oggetto di aggregazione, di scegliere, se in numero inferiore a cinque e se non pregiudicheranno l'omogeneità del territorio, di costituirsi in unione dei Comuni. Per tre anni sarà garantito loro, essendo Comuni montani, di utilizzare le quote delle risorse regionali previste dal fondo sulla montagna della Regione, così come previsto dal comma 2 ter.
Credo che quest'emendamento dia due possibilità. Intanto, quando la legge sarà pubblicata - ma, di fatto, da oggi in poi - un confronto con le amministrazioni locali e con i territori che darà la possibilità, forse, di risolvere qualche aspetto un po' più problematico. Vi potrà essere la possibilità, magari non avverrà neppure in un caso (io credo di sì), di creare alcune unioni di Comuni che prima erano prefigurate come Comunità montane e una parte di esse.
In secondo luogo, consente di mantenere il principio della gestione associata dei servizi. Un altro aspetto importante sulla quale, in più di un'occasione, la Regione Piemonte da molti anni a questa parte si è mossa come è corretto che sia per una regione che ha più di mille comuni sugli ottomila Comuni italiani. Crediamo, quindi, sia un emendamento che ancorché transitorio perché è ovvio che serve solo in questo momento di riorganizzazione territoriale, è migliorativo della legge e può consentire di preservare alcune identità territoriali che sono evidenti e che, con difficoltà, potrebbero essere accorpate.
Gli Enti locali si accorpano, le identità, quando sono differenti, si provano a mettere insieme, ma con difficoltà si riescono ad accorpare.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 35, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Emendamento rubricato n. 8( presentato dai Consiglieri Muliere, Bellion Ferraris, Bizjak, Turigliatto, Clement, Ricca, Vignale e Cavallera: all'articolo 36, comma 1, lettera a) dopo il punto 2) aggiungere il seguente punto: "2 bis) facoltà di rilascio ai residenti di autorizzazione alla raccolta dei funghi epigei spontanei, valida sul solo territorio della comunità montana, previo versamento di una somma massima pari alla metà di quella stabilita con deliberazione della Giunta regionale per la raccolta dei funghi epigei spontanei sull'intero territorio regionale di cui al comma 3 dell'articolo 3 della legge regionale 17 dicembre 2007, n. 24 (Tutela dei funghi epigei spontanei). Sono fatte salve le procedure previste allo stesso articolo 3".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 36, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 37 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 37.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Emendamento rubricato n. 10 presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Sibille: al comma 2 dell'articolo 38 (Norma transitoria) le parole "né determinare" sono sostituite con le seguenti parole: "che determinino".
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

L'emendamento potrebbe essere interpretato, dal punto di vista lessicale, semplicisticamente come un miglioramento del testo. Mi sembra però che cambi un po' la sostanza della formulazione. Prima si diceva che non si possono assumere impegni straordinari né determinare indebitamenti dell'ente e che qualsiasi tipo di indebitamento era vietato. invece, con l'emendamento si dice "interventi straordinari che determinino indebitamenti". Sono due cose completamente diverse. Volevo capire la ratio della proposta, perché sicuramente sarà pervenuta una segnalazione. Non dico che sono contrario o a favore, vorrei solo capire il senso della proposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Il problema è che in questa fase transitoria, in cui ci sarà da gestire tutta una serie di difficoltà rispetto agli accorpamenti, è assolutamente da bloccare ogni intervento che non sia nella programmazione triennale.
In tale formulazione è meglio espresso quest'aspetto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha la facoltà.



VIGNALE Gian Luca

È chiara la ratio, ma sono due aspetti differenti.
Un conto era significare la necessità che non aumentasse l'indebitamento di un ente, ma differente è dire che non si possono deliberare impegni straordinari. Il problema è uno. Per certi versi, le Comunità montane sono gli enti che hanno più risorse economiche e che sono meno indebitati. Questo per motivi diversi, in alcuni casi, perché non hanno governato per alcuni anni, in molti altri perché hanno fatto delle ottime economie.
Il timore è che, votando questo emendamento, se già abbiamo qualche problema relativamente ad alcuni accorpamenti, blocchiamo per un anno gli interventi straordinari non previsti nel piano triennale. Ad esempio, in questo periodo, al di là di alcune realtà che sono state più colpite dagli eventi alluvionali, ve ne sono anche altre che sono state altrettanto colpite in maniera non invasiva (come è accaduto nel Pinerolese o nell'area della Val di Susa), che hanno da fare tutta una serie di interventi causati proprio dall'alluvione. Magari non sono tutti ascrivibili alle spese che si possono richiedere alla Regione o alla Provincia, ma ho voluto semplicemente fare un esempio come ne potrei fare tanti altri.
Allora, siamo sicuri che bloccare la possibilità di interventi straordinari in alcune Comunità montane che si dovranno accorpare sani i debiti? Se la prima ha 400 mila euro di disponibilità economica da poter investire e la seconda che si va ad accorpare ha debiti, siamo sicuri che con gli avanzi della prima si sanino i debiti della seconda? Secondo esempio: accorpamento di una piccola Comunità montana con una grande Comunità montana. Le risorse economiche di una piccola Comunità montana, se portate all'interno di quella che diventerà una Comunità molto grande (nel Pinerolese accade la stessa cosa e anche in Valle di Susa, Val Sangone ecc.), con chiunque si andranno ad accorpare, sicuramente avranno una nuova realtà territoriale, dimensionalmente molto più grande, da un punto di vista geografico, rispetto a prima.
Non sono così certo che questo aiuti nel processo di riorganizzazione.
Lo dico anche ai colleghi che, in qualche modo, in queste settimane hanno seguito i lavori in Commissione: non sono certo che aiuti e non so neanche quanto, da un punto di vista politico, sia corretto.
È vero, rimane quanto indicato ed è corretto dire: "Una Comunità montana che deve essere accorpata fra quattro mesi, in termini normativi dall'aprile del prossimo anno, tendenzialmente, da un punto di vista operativo, non faccia nuovi debiti", però che non possa usare i fondi che ha a disposizione se non previsti in documenti di programmazione non so quanto questo possa essere corretto (magari è un piano di sviluppo socio economico votato quattro anni prima o da una Giunta precedente). Non lo so è una domanda che mi pongo e non credo ci aiuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente. Credo che l'emendamento proposto dall'Assessore Sibille colga invece queste esigenze e risolva anche le preoccupazioni a cui faceva riferimento poc'anzi il Consigliere Vignale.
Qual è l'obiettivo? È indubbio che le Comunità montane, che subiranno un processo di fusione e di accorpamento, arriveranno a questo momento con storie diverse e anche con condizioni patrimoniali diverse. Questo dovrà essere il compito e la funzione dei Commissari e inevitabilmente ci dovrà essere anche un momento perequativo da parte dell'Amministrazione regionale. Il problema è di evitare che in questa fase Comunità montane che sanno che la loro vita è limitata nel tempo accrescano questa situazione di indebitamento, perché ciò crea delle condizioni di disuguaglianza tra Comunità montana e Comunità montana.
Qual è il senso dell'emendamento dell'Assessore Sibille? Il testo uscito dalla Commissione sembrava precludere qualunque attività e la parola "intervento", presente nel testo del disegno di legge uscito dalla Commissione, poteva essere oggetto di un'interpretazione letterale da parte di qualche segretario di Comunità montana nel senso di dire "da qui in avanti non si può fare niente".
L'emendamento presentato dall'Assessore ha un obiettivo, che è quello di dire: "Noi vogliamo che si congeli la situazione dell'indebitamento allo stato attuale. Tutto quello che può essere fatto dalle Comunità montane in questa fase può essere fatto purché non incrementi l'indebitamento delle Comunità montane".
Quindi, a maggior ragione, per quanto riguarda le considerazioni che faceva il Consigliere Vignale relativamente agli interventi straordinari sull'alluvione, ebbene quelli non creano indebitamento per le Comunità montane. La possibilità di utilizzare avanzi di amministrazione delle risorse proprie per fare opere o iniziative, quello non è precluso con l'emendamento che è stato illustrato, mentre poteva esserlo nella stesura originale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 38, come emendato.
Il Consiglio approva.
Colleghi, per un errore materiale nel testo, il Titolo del Capo IV, che recita "Disposizioni transitorie di prima attuazione", va inteso modificato in "Disposizioni abrogative e finali". Trovate nell'indice la denominazione corretta.
ARTICOLO 39 Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Sibille e dai Consiglieri Cavallera, Reschigna e Cirio: all'articolo 39, comma 1, sopprimere le lettere a), b) e d).
La parola al Consigliere Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Indubbiamente, se avessimo proceduto oggi a individuare già l'elenco dei Comuni da inserire in ciascuna Comunità montana, forse avremmo dovuto emendare l'articolo 39 in modo diverso, ma nel momento in cui si va a demandare ad un successivo atto quest'operazione, è chiaro che bisogna modificare i paletti che prima erano stati previsti perché si provvedeva in sede di disegno di legge e di legge subito agli accorpamenti.
Quindi, a questo punto di vista, vengono meno anche alcuni elementi di tensione per quanto riguarda la presenza in Comunità montana di Comuni della sottostante fascia collinare, e questo ovviamente riguarda soprattutto il territorio appenninico. Ancora una volta, si vede come sia difficile - sia stato e sarà sempre difficile - trovare una soluzione unificante per tutto il territorio regionale, per le caratteristiche diverse che ci sono nelle zone alpine e nelle zone appenniniche.
In questo modo ovviamente non si decide nulla di vincolante, ma si determinano delle opportunità, delle possibilità che poi verranno esplorate quando si farà il provvedimento definitivo di individuazione dei Comuni.
Dico subito che tutti gli elementi di gestione associata dei servizi nel momento in cui è salvaguardata la riserva dei fondi per le zone prettamente montane, dovranno essere visti soprattutto come unione di Comuni e gestione associata dei servizi o benefici derivanti da altre normative comunque rivolte ai Comuni che si associano ai Comuni presenti nelle zone collinari.
Ebbene, credo che, a questo punto, senz'altro un emendamento come questo è un elemento che completa in modo adeguato una normativa che deve unire sia criteri di indicazione coerente sia criteri di flessibilità per cogliere tutte quelle realtà che sono presenti nella nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l'Assessore Sibille; ne ha facoltà.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

La ratio di questo emendamento, che torna indietro, su una posizione iniziale, sta nel seguente ragionamento.
Immaginando che la Comunità montana è al tempo stesso unione di Comuni per lo svolgimento dei servizi, e agenzia di sviluppo, l'inserimento di Comuni non montani non è tanto nell'accezione demagogica, come posto da qualche giornale o libro. I Comuni non montani - volevo che restasse a verbale - non hanno mai percepito compensi, essendo non montani, quindi, in quanto tali, semmai, contribuiscono con il loro numero di abitanti nel determinare un'aggregazione più ampia e territorialmente più coesa.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 39, come emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 1 bis) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Sibille: Articolo 39 bis (Norma finanziaria) 1. Per gli adempimenti e gli oneri connessi al processo di riordini territoriale disposto in attuazione della presente legge, nell'esercizio finanziario 2008 è previsto uno stanziamento pari a 500.000,00 euro, in termini di competenza e di cassa, iscritto nell'unità revisionale di base (UPB) DA 14181 (Op. pubbl. dif. del suolo Economia montana e foreste Economia montana Titolo I spese correnti) del bilancio di previsione per l'anno 2008, unità che presenta la necessaria disponibilità finanziaria.
2. Nel biennio 2009-2010 all'onere annuo stimato in 500.000,00 euro, in termini di competenza, si fa fronte con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003)".
Tale emendamento introduce l'articolo 39 bis ("Norma finanziaria"), su cui si è espressa la I Commissione, che ha dato parere favorevole. Il testo dell'emendamento n. 1 bis sostituisce l'emendamento n. 1.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato 1 bis.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 40 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 40.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 41 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 41.
Il Consiglio approva.
Colleghi, è stato presentato, quale atto d'indirizzo collegato, l'ordine del giorno n. 1036 dei Consiglieri Clement, Deambrogio, Travaglini Reschigna, Dutto, Moriconi, Turigliatto, Ricca, Motta, Bizjak, Comella Rostagno, Rabino, Vignale, Dalmasso, Barassi, Bossuto, Cotto, Spinosa Boeti, inerente a "Tutela dei lavoratori e delle lavoratrici delle Comunità montane", che verrà posto in votazione prima della votazione finale del disegno di legge n. 541.
Chiedo se ci sono interventi per dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Intervengo sull'ordine del giorno n. 1036.
Il punto 2) dell'ordine del giorno recita: "L'attuale Governo ha prospettato l'abolizione totale delle Comunità montane e dei finanziamenti ad esse destinati". Tale frase non è corretta, perché non è l'attuale Governo, è un Ministro - o due - del Governo, mentre altri Ministri si sono opposti, tant'è che la parte del provvedimento che riguardava le Comunità montane è stata stralciata dal decreto legge che è stato approvato.
Per cui, proporremo di sostituire questa frase con la seguente: "Nell'attuale Governo è in corso un confronto sull'ipotesi di abolizione totale delle Comunità montane". Se i proponenti sono d'accordo, con questa sostituzione, il nostro voto sarà a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, credo che questo documento debba fondarsi su fatti certi; è chiaro che potremmo partire dai dibattiti in corso a livello europeo per arrivare a quelli a livello centrale nazionale e a livello regionale, ma non finiremmo più.
Se vogliamo avere un pronunciamento unanime - credo ci sia la buona fede, non ho dubbi, da parte del collega primo firmatario - si può puntare ad un ordine del giorno che, in qualche modo, salvaguardi - come peraltro avviene già nell'ordinamento - anche da un punto di vista di indicazione politica, i lavoratori delle Comunità montane.
Poi, colleghi, avremo tanto da discutere, quando presenteranno la legge finanziaria 2009, entro settembre, che ci sia qui o non ci sia, non so se dibattono all'interno del Governo o nelle riunioni del lunedì a livello nazionale! Quindi, addirittura, proporrei l'abrogazione di questo secondo punto perché è aleatorio, che si dibatta all'interno di un Governo o che il Governo, in qualche modo, prospetti idee. Sono report giornalistici di cui abbiamo tutti conoscenza.
Stiamo su fatti certi, tutti gli altri punti si basano su atti che conosciamo approfonditamente e che valutiamo in modo univoco. Pertanto, se si elimina questo punto, penso che da parte nostra si possa tranquillamente votare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Credo che tutti i Gruppi abbiano ricevuto nei giorni scorsi lettere o sollecitazioni di preoccupazione da parte di dipendenti ed organizzazioni sindacali dei lavoratori delle Comunità montane. Queste preoccupazioni derivano, in larghissima misura, non tanto dalla legge che andremmo ad approvare tra poco, ma dalle dichiarazioni, o come meglio preferisce dire il Consigliere Dutto, dal dibattito che è in corso al Governo. La richiesta del Consigliere Dutto evidenzia, comunque, che c'è un qualcosa in discussione.
Consigliere Cavallera, se noi avessimo chiesto di inserire una norma all'interno della legge, un emendamento specifico, una norma transitoria o qualsiasi cosa, capisco che non possiamo inserire in legge normative che fanno riferimento a dibattiti o a situazioni che possono essere paventate.
Scrivere nell'ordine del giorno che è in corso un dibattito, come propone (io sono per mettere un'estensione più forte) il Consigliere Dutto, a me sembra che possa star bene e possa trovare l'accordo da parte di tutti i Consiglieri.
Voler togliere completamente questo riferimento ad un processo che comunque, è in corso. Non mi sembra corretto e mi sembra che non colga le preoccupazioni degli oltre 500 lavoratori che lavorano nelle Comunità montane della nostra regione.



PRESIDENTE

Prego il Consigliere Dutto di portarci la sua proposta di formulazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Se non si vuole arrivare ad una votazione unanime è facile. Ieri ho riportato le dichiarazioni di un esponente del PD, ovvero l'onorevole Colaninno, il quale propone l'abolizione totale delle Comunità montane.
Cosa c'è in discussione? C'è qualcuno, consigliere Clement, che pensa ad abolire le Comunità montane. Secondo me sarebbe più logico inserire la frase: "È stata prospettata l'abolizione totale". Diciamolo in questo modo, diamo un segnale forte, come è stato detto ieri. Noi dobbiamo parlare ai nostri elettori, voi ai vostri per fare capire che, probabilmente, non è il caso di utilizzare le Comunità montane come l'unica grande questione dello spreco della pubblica amministrazione nel nostro Paese. Si è creata una sorta di voce nazionale su questo tema, magari a parlare oggi è gente che non conosce neanche le Comunità montane.
Se vogliamo dare un segnale forte, basta inserire questa espressione.
In questo modo si evitano quelle strumentalizzazioni e quelle esagerazioni che, probabilmente, non porterebbero ad una votazione unanime dell'ordine del giorno. Ci mancherebbe che noi che abbiamo fatto i Sindaci e gli amministratori non comprendessimo i timori di chi lavora nelle Comunità montane.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Se il problema è di scrivere che nell'attuale Governo si sta discutendo e anche l'Onorevole Colaninno ha espresso un parere positivo su questo, la cosa potrebbe andare bene. Tuttavia, se il Consigliere Guida vuole il voto unanime del Consiglio, si potrebbe scrivere "si sta prospettando" senza specificare. Tutti sanno chi è che sta prospettando. A chi ci chiederà diremmo che è il Governo e l'Onorevole Colaninno.



PRESIDENTE

Acquisiamo l'ordine del giorno così emendato: al secondo comma le parole "l'attuale Governo ha prospettato" sono sostituite dalle parole "si sta prospettando".
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Siamo al termine di un lavoro portato avanti con impegno e anche nel rispetto di un dettato di legge.
Credo che si debba dare atto all'opposizione di vivere le vicende consiliari e di Commissione con uno spirito costruttivo, nell'ottica della distinzione dei ruoli tra chi ha l'onere del governo e chi ha l'onere del richiamare il governo regionale alla coerenza e, naturalmente, alla tempestività e alla congruenza nell'adozione degli atti dovuti.
Ovviamente, per quanto riguarda le tematiche di organizzazione del governo locale, si dovrebbe sempre andare a dei confronti che portino, il più possibile, a soluzioni convergenti. Devo dire che, in questa vicenda abbiamo registrato una situazione con luci ed ombre.
Indubbiamente ci sono stati dei momenti nei quali abbiamo avanzato le nostre proposte, ovviamente di minoranza, e quindi non esaustive su tutti i contenuti della normativa che ha delle implicazioni molto forti nell'ordinamento giuridico e amministrativo regionale, quindi presuppongono, da parte della Giunta, la conoscenza di determinati fatti per quanto riguarda quegli aspetti più significativi che più incidono sulle realtà locali, sulla vita degli Enti locali montani e anche sul ruolo degli stessi amministratori.
Abbiamo formulato delle proposte che, in diversi casi, sono state accolte e contribuiranno certamente a far vivere una fase difficile con uno spirito di minore contrapposizione. Non dobbiamo dimenticare che questa comunque, deve essere una parentesi nel panorama amministrativo degli Enti locali montani, perché poi bisogna sempre più orientare tutte le attenzioni verso quei progetti di sviluppo, miglioramento, efficienza ed economicità di gestione dei servizi che tutti condividiamo come la base che giustifica il mantenimento di una realtà come quella piemontese, di 1.200 Comuni, con più di 500 facenti parte delle Comunità montane che da tempo sono nella nostra Regione.
A questo punto, dico che qualunque decisione Governo e Parlamento adotterà nel prossimo futuro per quanto riguarda la vicenda delle Comunità montane, si dovrà trovare senz'altro una coniugazione degli orientamenti nazionali con quelle che sono le esigenze tipiche e specifiche di un territorio come il nostro, dove le Comunità montane hanno assunto, negli anni, caratteristiche di intervento sempre maggiori per la difesa del suolo. Sono sempre più punto di riferimento per la salvaguardia delle attività locali, per quelle tipiche produzioni artigianali, agricole e zootecniche che trovano nella montagna un'allocazione storica e adeguata.
Nelle zone più alte e disagiate, non dimentichiamo la lotta per salvaguardare la permanenza di determinati servizi, che in montagna sono la base per qualsiasi politica di mantenimento per l'uomo e per le famiglie più giovani.
Sentiamo quest'esigenza. Così come penso che la sentano tutti: il Governo che ha governato per due anni, quello nuovo che è subentrato e che dirà la sua quanto prima nella prossima legge finanziaria. Sentiamo anche l'esigenza di una razionalizzazione dei costi e delle presenze delle strutture di governo che ci sono sul territorio. Senz'altro ci saranno - e ci sono stati - dei momenti di scontro-incontro e di contrapposizione politica, ma credo che se sapremo mantenere il clima di dialogo proficuo che è stato salvaguardato in questa vicenda, senz'altro faremo il bene delle nostre Comunità montane. È chiaro che ci sono le ombre insieme alle luci. Ciò vuol dire che non abbiamo apprezzato i cambiamenti repentini in ordine alle aggregazioni numeriche perché, ovviamente, eravamo già nella fase finale dei nostri lavori. Quindi, quando dal venerdì al lunedì cambiano i numeri, questo ci sbilancia nel rapporto che abbiamo con le realtà locali.
Concludo dicendo che sono queste le ragioni che ci inducono ad un voto finale di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Alcune considerazioni le abbiamo già fatte durante la discussione generale sul testo. Crediamo che questo sia sostanzialmente un buon provvedimento, soprattutto perché è arrivato in tempo utile a salvare le Comunità montane, ma non soltanto per questo, in quanto avremmo potuto farlo in tante modalità. Crediamo che questo sia un buon provvedimento, che ha le sue luci e le sue ombre.
Iniziamo ad illustrare le luci. In questo provvedimento ci sono due compiti importanti, non solamente quello del ridisegno e della riduzione delle Comunità montane (che dovremo affrontare da qui ad ottobre), ma soprattutto perché questo testo di legge rimanda ad un nuovo testo di legge che andremo ad affrontare - in teoria - entro sei mesi, immediatamente dopo gli adempimenti previsti dall'articolo 38, relativamente alla necessità di revisione di quelle che sono le competenze e le funzioni delle Comunità montane e degli Enti locali.
Se, grazie a questa legge, sapremo fare un intervento di riordino delle funzioni che partono dalla Regione per arrivare alle Province, alle Comunità montane e ai Comuni, senza una serie di sovrapposizioni che oggi esistono, credo che sarebbe una grande sfida e un grande provvedimento che questo Consiglio regionale potrà fare da qui a fine della legislatura. Non ne sono così certo che saremo in grado di fare ciò. Certamente è bene aver dato quella tempistica, perché vedendo quello che sarà il collegato della finanziaria relativamente al riordino degli Enti locali (su questo dovremo anche ragionare), crediamo che questi siano gli aspetti positivi. Gli altri aspetti positivi li abbiamo già ricordati: quelli di una diversa modalità elettiva. Non sono certo che la riduzione corrisponda sempre ad un aspetto positivo, così come se si vuole parlare in modo reale e concreto di politica di sviluppo della montagna e non soltanto di Comunità montane, non sono così sicuro, anzi, sono certamente sicuro che la riduzione degli esecutivi, del numero dei Consiglieri e quant'altro sia un aspetto che incida relativamente al risparmio.
È certamente più facile evidenziare alcune storture degli Enti locali senza considerare tutti coloro i quali, ogni giorno, con diligenza rappresentano i cittadini. Come dicevo prima, questo non è un aspetto popolare oggi. Ho già avuto modo di dirlo in Commissione, ma lo riprendo volutamente in sede di dichiarazione di voto. Credo che oggi noi, che siamo fra quelli più fortunati (non so se siamo la "casta" o meno, questo lo giudicano i cittadini), non possiamo che esprimere una valutazione positiva per quelle centinaia di amministratori comunali e di Comunità montane che con un gettone che va dai sei ai quindici euro, a seconda delle dimensioni dei Comuni in cui fanno gli amministratori.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Non dia più la parola a nessuno, Presidente!



PRESIDENTE

Collega Scanderebech, lo farei volentieri e non solo in questa occasione. Temo però di non averne la possibilità.



VIGNALE Luca

Se Berlusconi avesse fatto l'affermazione che ha fatto lei in questo momento, si sarebbe detto che la democrazia è in pericolo. Sappiamo che non è così né in un caso né nell'altro.
Come dicevo, a quegli amministratori va certamente rivolto il nostro riconoscimento e certi ragionamenti sulla riduzione della spesa relativamente al costo degli emolumenti degli amministratori locali non hanno senso.
Sicuramente questa legge, che ha le buone indicazioni che dicevamo, ha alcune ombre. Noi crediamo che aver ritardato a ottobre la riorganizzazione geografica delle Comunità montane non sia l'aspetto migliore; non è stato certamente l'aspetto migliore mettere i Consiglieri che hanno esercitato senso di responsabilità di fronte a fatti compiuti. Un disegno di legge che è partito con la riduzione a 31 e che per molte settimane è stato a 31 è arrivato poi a 23, cosa legata appunto al senso di responsabilità di tutti i Consiglieri, ovviamente anche di quelli di minoranza, per cui si è arrivati all'accordo finale di oggi.
Concludo con quanto detto nella giornata di ieri. Oggi abbiamo fatto un passo importante per il mantenimento delle strutture che possono garantire lo sviluppo economico. A ciò io mi auguro che il Consiglio dedichi lo stesso tempo e la stessa attenzione - magari anche i media, se poi non lo vogliono fare non importa - che ha dedicato per la legge "salva Comunità montane" e per moltissimi altri provvedimenti che ieri ho ricordato sicuramente dimenticandone altri, che davvero garantiscono lo sviluppo delle popolazioni montane.
O noi siamo un Ente che bada principalmente allo sviluppo delle popolazioni montane, alla loro presenza, a garantire servizi migliori che in qualche modo vadano a pareggiare quella che è la difficoltà di vivere in quelle che vengono definite le terre alte o comunque in montagna, oppure l'aver salvato le Comunità montane è stato certamente un provvedimento importante da un punto di vista normativo, ma che a nulla servirà.
Auspico - lo dico perché i Presidenti sono di maggioranza, perché le priorità immagino le dia la Giunta - che questo sia non l'inizio, ma un punto da qui a fine legislatura sul quale mettere altre pietre relativamente allo sviluppo e al potenziamento di quella che è la tutela e la salvaguardia delle popolazioni montane con altri provvedimenti di legge d'importanza pari o maggiore di questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente. Una brevissima dichiarazione per ribadire la valenza di questa legge a cui noi riserviamo molta importanza e che credo dia il senso di un impegno della Regione, di questa maggioranza - ma ha collaborato anche tutto il Consiglio - con una tensione riformatrice che c'è e che credo abbia prodotto un ottimo risultato.
Rispetto a quanto è stato prospettato dalla finanziaria dell'anno scorso, noi avevamo di fronte due strade: quella del lasciar fare e quella invece, di assumere un esercizio di responsabilità e cogliere l'opportunità per creare condizioni di riassetto e di riforma delle Comunità montane che oggi, così come sono delineate dal Piemonte, possono essere assunte come ragionevole base di discussione anche per una riforma più generale a livello nazionale del ruolo di quell'Ente.
Naturalmente abbiamo rifiutato di affrontare il tema soltanto con l'equazione "Comunità montane = sprechi", quindi tagli in termini di costo non ci siamo sottratti a proposte innovative e di riordino, che hanno toccato sia la governance sia il sistema elettorale sia l'aggregazione territoriale, significativamente ridotta a 23 aggregazioni in Piemonte, sia il ruolo e le funzioni dell'Ente.
Quindi esprimiamo un giudizio positivo sul lavoro che è stato fatto e crediamo sia necessario mantenere la stessa attenzione nell'attuazione della legge e dei provvedimenti che questa richiederà ancora alla Giunta e al Consiglio.
Crediamo che dovremo impegnarci anche in un esercizio più ampio di riassetto generale della distribuzione delle funzioni ai vari livelli di governo territoriale che consentano di semplificare, di razionalizzare e di rendere più efficace l'azione del sistema delle Autonomie locali piemontesi e ci auguriamo anche di non doverci cimentare a breve su un analogo esercizio che riguardi le Province, delle quali si paventa la soppressione.
Si parla della soppressione della Provincia di Torino per farla diventare Area metropolitana e non si capisce con che dimensioni e con quali sorti per la restante parte del territorio provinciale torinese. Ma lo dico come una battuta. Se il Governo insisterà su questa strada, credo che noi non ci tireremo indietro nel misurarci in un confronto serrato su ipotesi di riassetto delle Autonomie locali che non possono essere portate avanti a pezzettini, sfogliando la foglia di carciofo, ma che devono essere inserite in un quadro e in una visione più generale di riassetto complessivo delle funzioni e delle aggregazioni territoriali



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Sul disegno di legge noi confermeremo la nostra astensione, come già ci siamo astenuti su diversi articoli. Volevo solo far notare come, a fronte di un disegno di legge che ci trova complessivamente d'accordo e abbastanza favorevoli, c'è stata la questione che ho già citato e su cui abbiamo presentato l'emendamento, cioè il famoso articolo 2.
La Giunta aveva presentato questo disegno di legge prevedendo quale sarebbe stato l'assetto delle Comunità montane, che da 48 venivano ridotte a 31; ha poi stralciato tutta questa parte e ha introdotto un nuovo articolo 2, con un emendamento, dove dà solo più dei numeri massimi di Comunità montane che potranno esistere sul nostro territorio, rinviando al futuro e quindi fatto decidendo di non decidere quali saranno i confini di queste Comunità montane e quali saranno gli accorpamenti, quali Comuni faranno parte di ogni Comunità montana.
Questa questione non ci trova d'accordo su due punti: 1) il rinvio vero e proprio, il fatto che questa legge, a nostro avviso, resta così incompleta; 2) la riduzione eccessivamente drastica del numero di Comunità montane, e cito l'esempio della mia provincia evidenziando che 6 Comunità montane su Cuneo sono troppo poche.
È inutile nascondercelo, penso che tutti avranno già provato a ipotizzare fusioni o nuovi assetti: c'è il rischio di creare Comunità montane eccessivamente vaste e di inserire nella stessa Comunità montana vallate che non sono per nulla omogenee, creando quindi dei complessi che solo a livello di cartina, solo apparentemente a livello territoriale possono funzionare, mentre poi nel loro interno insistono delle differenze che potrebbero comportare dei problemi.
Devo però dare atto che questa legge era indispensabile. Era indispensabile perché, se la Regione Piemonte non avesse prodotto una legge apposita, sarebbe purtroppo entrata in vigore la finanziaria del Governo di centrosinistra, la finanziaria 2008 ancora voluta da Prodi, che avrebbe avuto dei risultati devastanti sulle Comunità montane. Infatti, quasi 300 Comuni avrebbero perso la caratteristica di Comune montano e almeno una ventina di Comunità montane sarebbero scomparse, col risultato però che poi non avremmo più potuto ripescarle.
Quindi questa legge evita una situazione decisamente negativa e comunque dà un certo respiro alle Comunità montane, andando comunque a migliorare tutto l'aspetto normativo delle stesse.
Voglio ancora fare una puntualizzazione per quanto riguarda la Lega Nord. Noi ci eravamo fermamente opposti al provvedimento di Prodi dei tagli pesantissimi sulle Comunità montane cui ho appena accennato; ora ci troviamo al Governo. Ministri di altre forze hanno paventato la chiusura totale delle Comunità montane. I nostri rappresentanti in Parlamento e al Governo si sono opposti a questa ipotesi e, finora, la loro opposizione ha avuto effetto, in quanto la parte di decreto legge che riguardava le Comunità montane è stata stralciata e tutta la discussione è stata rinviata a questo autunno.
Comunque, la Lega crede che le Comunità montane abbiano un loro ruolo e una loro utilità. Sicuramente, è giusto porre la massima attenzione ai costi della politica, alla riduzione dei cosiddetti "costi della politica e della macchina pubblica", per cui ben vengano proposte in questo senso perché altro sarebbe l'eliminazione completa di questi enti.
A mio avviso, le competenze delle Comunità montane potrebbero essere trasferite completamente alle Regioni, anche se mi si potrebbe obiettare che la Regione Piemonte potrebbe trovarsi inizialmente in difficoltà a coprire completamente i costi delle Comunità montane. Sottolineo che non sono cifre elevate e che già nella situazione attuale si potrebbe riuscire a farvi fronte, magari con un po' di sacrificio. Nell'ottica di un futuro federalismo fiscale, la Regione Piemonte dovrebbe avere risorse ampiamente sufficienti a garantire tranquillamente il funzionamento delle Comunità montane, così come di molte altre competenze, che potremmo conseguire sempre con il federalismo.
Pertanto, da questo punto di vista, vedo in modo del tutto favorevole che le Comunità montane passino di competenza totale della Regione, dalla quale verrebbero finanziate, quindi che la competenza decisionale resti in capo a questo Consiglio - ripeto - in un'ottica di federalismo fiscale pertanto di miglioramento anche della situazione finanziaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Parto da un'affermazione del collega Dutto, che mi ha preceduto, senza alcun spirito polemico, semplicemente mi sembra che si presti bene ad introdurre il ragionamento.
Oggi non abbiamo scelto di non decidere, ma abbiamo prospettato un po' più in là nel tempo alcune decisioni legate, sostanzialmente, ad aree omogenee. Però, oggi, tutto il Consiglio, con l'approvazione di questa legge, esprime una chiara volontà e una decisione molto forte, quella di mantenere nei nostri Comuni montani un'istituzione chiamata "Comunità montana", che è indispensabile per i nostri territori. Abbastanza indipendentemente dall'esito della discussione odierna all'interno del Governo, che credo dovrà anche coinvolgere l'intero Parlamento, con l'attuale legge gettiamo le basi per garantire il futuro delle nostre Comunità montane.
È del tutto evidente che il problema delle risorse non è indifferente.
È sicuramente vero che il Piemonte già destina alle aree montane grandi risorse, che fa gestire dalle Comunità montane, ma è altrettanto vero che anche la quota proveniente dallo Stato centrale non è così indifferente.
Quindi, dovesse verificarsi l'azzeramento di queste risorse, sicuramente sarà più difficile affrontare la situazione, ma non credo che il federalismo sia la panacea di tutti i mali. Anche dal punto di vista delle risorse, ho - non dico la speranza - comunque, un dubbio molto forte rispetto alla possibilità che questo, soprattutto nel breve periodo, riesca a cambiare sostanzialmente la situazione in gioco.
Quindi, quale primo dato positivo di questa legge, garantiamo il futuro alla nostre istituzioni e, secondariamente, garantiamo anche una forma di governo che ci sembra possa dare sufficiente rappresentanza e dignità a queste istituzioni.
All'inizio del dibattito, quando la furia iconoclasta di qualche rappresentante nazionale si voleva abbattere su questi enti, si era addirittura arrivati a paventare che l'ente Comunità montana potesse essere rappresentato da una sola persona, dal Presidente. Noi con questa legge confermiamo i tre livelli rappresentativi: il Presidente, la Giunta e il Consiglio, sicuramente con un'opera di dimagrimento, ma con una sufficiente rappresentatività.
Per quanto riguarda un ultimo elemento, abbiamo cercato di definire al meglio le funzioni di questi enti. Noi crediamo che quest'opera di definizione debba continuare e dovrà anche relazionarsi con le funzioni e le competenze di altri Enti locali. Soprattutto, vorremmo soffermarci sulla funzione delle Comunità montane come agenzia di sviluppo, perché - noi siamo d'accordo sulla definizione nominalistica - si tratta di capire che cosa si intende per sviluppo e, soprattutto, che cosa si intende per sviluppo di aree, che, dal punto di vista dell'ecosistema ed ambientale sono molto fragili. Ecco, se all'interno della discussione su questa legge è mancato qualcosa, si tratta di questo.
Noi crediamo che lo sviluppo delle nostre aree montane sostanzialmente, debba essere teso a mantenere la possibilità per la gente che vive in montagna di continuare a farlo, che si realizza garantendo, in prima battuta, tutta una serie di servizi indispensabili per queste aree ma anche garantendo uno sviluppo compatibile con un ecosistema così fragile, che sappia recuperare anche le risorse ambientali, senza trasformarle in opera di ladrocinio nei confronti della terra, che sappia recuperare tutte quelle forme di lavoro che possono esistere in montagna alcune legate alla cultura e alle tradizioni di quei territori, altre che devono essere assolutamente legate al mantenimento di quel sistema così fragile, come dicevo prima.
Occorre continuare a discutere di questi aspetti, perché se questa legge sulle Comunità montane rimane a se stante e se non riusciamo, in qualsiasi legge che realizzeremo, ad analizzare con un occhio particolare la realtà della montagna, avremo anche un'ottima legge sulle Comunità montane, ma, nei fatti, non riusciremo a rispondere alle esigenze di quei territori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, innanzitutto, prendo la parola per ringraziare gli Assessori che in questi mesi hanno lavorato su questo tema: l'Assessore Sibille, l'Assessore Deorsola, tutti i colleghi che si sono impegnati, i colleghi della maggioranza che hanno lavorato e collaborato con gli Assessori per addivenire a questo testo.
Vorrei cogliere l'occasione anche per ringraziare l'opposizione, che ha avuto un atteggiamento serio e, nel momento in cui abbiamo portato un testo in Commissione, ha contribuito a far sì che questo potesse essere approvato entro la data del 30 giugno. Questo è un fatto utile e importante, perch noi, come hanno detto gli altri colleghi, siamo arrivati in tempo utile per evitare quello che era stato deciso nella finanziaria.
Un testo importante, che ha ridotto il numero delle Comunità montane che ha ridato funzioni importanti di promozione per lo sviluppo dei territori montani e ha ridotto il numero dei Consiglieri che facevano parte delle Comunità montane. Non soltanto abbiamo ridotto il numero delle Comunità montane, ma la proposta che noi avanziamo, e che sarà determinata con ulteriori provvedimenti, va in quella direzione. La stessa direzione che aveva fissato la finanziaria di ridurre i costi delle cosiddetta politica, anche se noi condividiamo l'opinione che non si può pensare di ridurre i costi della politica affrontando solo il tema delle Comunità montane.
Il Consigliere Cavallera parlava di luci ed ombre. È chiaro che oggi c'è una grande ombra che rischia di oscurare le Comunità montane, ed è la posizione assunta dal Governo. Il Governo, lo ha detto con molta chiarezza vuole abolire le Comunità montane e azzerare il fondo per la montagna. In pratica, ha detto che se le Regioni vogliono mantenere le Comunità montane devono trovare le risorse per sostenerle. Questa è una posizione assolutamente sbagliata. Se passerà questa posizione, noi sappiamo quale sarà il destino delle Comunità montane.
Ricordo l'assemblea convocata dall'UNCEM negli ultimi mesi dello scorso anno, alla presenza del Ministro Lanzillotta e ricordo anche l'intervento della Presidente Bresso e dell'Assessore Sibille che, in quella occasione dichiararono la contrarietà della Regione Piemonte all'ipotesi di ridurre in quel modo, il numero delle Comunità montane.
Era una posizione forte quella assunta dalla Regione Piemonte, che poi è stata sostenuta non soltanto dagli amministratori delle Comunità montane ma dai parlamentari piemontesi e ha permesso al Parlamento di arrivare ad una decisione, io credo saggia, cioè quella di delegare le Regioni ad elaborare, preparare ed approvare leggi di riordino di riforma delle Comunità montane.
Mi auguro fortemente che l'UNCEM, nelle prossime settimane, convochi un'assemblea regionale di tutti gli amministratori e inviti l'attuale Governo a partecipare a quest'assemblea per esprimere la contrarietà all'ipotesi di eliminare le Comunità montane. Spero, come abbiamo fatto noi allora, che a questa assemblea partecipino anche i colleghi del centrodestra per dimostrare quello che hanno dimostrato in questi giorni cioè di salvaguardare le Comunità montane, i territori montani della regione Piemonte.
È una battaglia importante. Mi rivolgo ai Consiglieri della Lega che adesso stanno svolgendo una funzione di lotta di governo, sono al Governo ma lottano contro le decisioni del Governo. È una politica a doppio taglio bisogna stare attenti. Avete assunto questa posizione? Vedremo cosa farete nelle prossime settimane. È facile dire che i nostri parlamentari si sono opposti alla proposta di altri Ministri, perché il collega Dutto ha detto che i nostri ministri e i nostri parlamentari.



(Commenti del Consigliere Vignale)



MULIERE Rocco

Consigliere Vignale, ho ringraziato e apprezzato l'atteggiamento della minoranza che ha avuto in queste settimane in Piemonte, ma lasciatemi dire che cosa sta facendo il Governo. Abbiamo criticato il Governo Prodi, lo dico pubblicamente. Non possiamo criticare l'andamento del Governo Berlusconi? Se volete che ringrazi anche l'opera del Governo Berlusconi, pretendete troppo! Se andrà avanti questo atteggiamento del Governo Berlusconi, mi auguro che a fianco a noi ci siano i colleghi della minoranza che oggi hanno contribuito ad elaborare una buona legge e mi auguro che siano con noi a difendere le Comunità montane e i territori montani della nostra regione.



PRESIDENTE

Ricordo che l'ordine del giorno è stato modificato dal proponente sostituendo, in parziale accoglimento della richiesta dei Consiglieri Dutto e Guida. Al punto 2) delle premesse le parole "l'attuale Governo ha prospettato l'abolizione" sono sostituite dalle parole "si sta prospettando l'abolizione".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1036, come modificato con il consenso dei proponenti, il cui testo recita: "Premesso che la legge 244/07 (finanziaria 2008 ) in un'ottica di contenimento della spesa pubblica prevede una netta riduzione delle Comunità montane e dei componenti dei Consigli e delle Giunte, da realizzare entro il 30 giugno 2008 con leggi regionali o, in alternativa con criteri individuati dalla legge finanziaria stessa; si sta prospettando l'abolizione totale delle Comunità montane e dei finanziamenti ad essere destinati; la Regione Piemonte, in ottemperanza della legge finanziaria, ha avviato un percorso di riforma della legge regionale 16/99; considerato che la riforma della legge regionale 16/99 tende a salvaguardare le Comunità montane riconoscendo l'importante ruolo di agenzia di sviluppo del territorio che esse esercitano; nelle 48 Comunità montane piemontesi sono attualmente impiegati circa 500 lavoratori e lavoratrici che a fronte della riduzione o della prospettata abolizione degli enti stessi, temono per il futuro dei loro posti di lavoro Il Consiglio regionale impegna la Presidente della Regione e la Giunta Regionale a tutelare i lavoratori e le lavoratrici delle Comunità montane garantendo regolari percorsi di contrattazione sindacale sia nel caso di accorpamento degli enti previsto dalla nuova legge regionale, sia nell'ipotizzato caso di abolizione delle Comunità montane a realizzare programmi di formazione e riqualificazione professionale finalizzati alla valorizzazione delle risorse umane nel rinnovato contesto delle Comunità montane".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo del disegno di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
Il Consiglio approva.
Consiglieri, desidero comunicarvi che sono state convocate, dai rispettivi Presidenti, per la giornata di lunedì 30, la III Commissione alle 9.30 e l'VIII Commissio ne alle 11.30.
Desidero altresì ricordare che nella stessa giornata di lunedì, alle 9.45, si terrà, presso l'aula consiliare, un seminario di formazione sul ruolo dei parlamenti regionali dell'Unione Europea, quindi sulle modalità d'azione dei parlamenti regionali nella partecipazione alla fase ascendente e discendente della legislazione europea. Il seminario è rivolto ai funzionari dei Consigli regionali d'Italia e ai Consiglieri.
Comunico che, conformemente a quanto convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, è stato convocato il Consiglio regionale per la giornata di martedì 1 luglio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.45)



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