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Dettaglio seduta n.339 del 26/06/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.35)



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Barassi, Bellion Bossuto, Bresso, Buquicchio, Lepri, Pace, Robotti e Rutallo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Gruppi consiliari

d) Modificazione consistenza numerica Gruppi consiliari "Misto" e "Italia dei Valori con Di Pietro"


PRESIDENTE

Comunico che, in data 17 giugno 2008, l'Ufficio di Presidenza ha preso atto dell'adesione al Gruppo Italia dei Valori con Di Pietro della Consigliera Mariacristina Spinosa, già esponente del Gruppo Misto Verdi, a far data dal 17 giugno 2008, e dell'assegnazione al Gruppo Misto del Consigliere Mauro Laus, già esponente del Gruppo del Partito Democratico, a far data dal 14 giugno 2008.


Argomento:

c) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute: 9-12-13-14-15-16-20-27 maggio 2008; 3 giugno 2008. Saranno posti in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Gruppi consiliari

Richiesta del Consigliere Burzi di una comunicazione della Giunta regionale relativamente a "Modificazione consistenza numerica Gruppi consiliari"

Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Richiesta, da parte del Consigliere Cavallera, di chiarimenti sul decreto della Presidente della Giunta regionale con cui s'individuano i 161 Comuni della Provincia di Cuneo e Torino colpiti dall'evento alluvionale del 29-30 maggio 2008


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Ho sentito l'elenco dei congedati, ma non ho sentito - perché lei non l'ha detto - qual è il numero legale.



PRESIDENTE

Il numero legale è 27, i congedati sono 10.



BURZI Angelo

Do per scontato che ci siano 27 Consiglieri di maggioranza presenti quindi non chiedo nessuna forma di verifica. Lo do per scontato, ancorch non li veda, perché mi fido.
Presidente, nell'ambito delle sue comunicazioni - immagino che in questo momento la Giunta sia rappresentata dall'Assessore che tiene i rapporti con il Consiglio, oltre che da Giovanni Caracciolo, ma sono ben lieto di coinvolgere anche l'Assessore Sibille - ci sono due informazioni che lei ha dato: lo spostamento di una Consigliera da un Gruppo ad un altro e l'adesione di un Consigliere al Gruppo Misto.
Fatti tecnici, direbbero alcuni. Fatti politici, dico io.
Aspetto che la Giunta qui, se e quando vuole - se intende produrre, non se intende produrre al Consiglio, ma sulle cose che riguardano la politica ancorché a questa maggioranza pare di capire la politica non interessi per nulla, se non fuori da quest'Aula - dica qualcosa.
Non so se sono riuscito a rendere abbastanza bene il mio pensiero.
Ritengo che su alcuni fatti, non così superficiali a nostro avviso, la discussione politica non possa esaurirsi nelle sedi che della politica non sono le competenti (leggasi gli articoli sui giornali). La sede competente della politica regionale è questa, come Assemblea legislativa, nonché le sedi dove evidentemente gli atti sono preparati (la Giunta) o discussi (le Commissioni). Non altre, perché questo il nostro Statuto prevede.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, ovviamente la Presidenza condivide le valutazioni relativamente al dibattito politico. Per antica consuetudine di questo Consiglio, la Giunta può parlare ogni qualvolta lo richiede e quindi appena lo richiederà, saremo lieti di dar loro la parola.
Per quanto riguarda invece la presenza del numero legale, 27 sono i Consiglieri che hanno firmato. Tuttavia, Consigliere Burzi, com'è noto fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, quindi se i colleghi desiderano procedere con l'inversione di punti all'o.d.g., possiamo procedere immediatamente anche a una votazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Volevo rivolgere una sollecitazione sull'ordine dei lavori per un'eventuale comunicazione, soprattutto a fronte delle vicende che ogni tanto colpiscono il nostro territorio e che vedono nel caso particolare un evento rilevante, di rilievo nazionale, nel Cuneese e nel Torinese, però ci sono delle situazioni, come ad esempio anche nella Provincia del VCO (ma non solo), che penso constino all'Assessore. Vorrei sapere se queste situazioni saranno aggiunte in appendice, perché ho visto che lo stato di emergenza era stato proclamato per tutta la Regione Piemonte da parte del Governo; vorrei sapere se s'intende aggiungerle in appendice al provvedimento nazionale o se si pensa di provvedere in modo diverso.
Se l'Assessore vuole intervenire in altra sede va bene, per me era importante far rilevare la necessità di avere informazioni in questo senso.



PRESIDENTE

Se l'Assessore Sibille lo ritiene, può procedere a dare immediata risposta.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo

Facendo seguito alla richiesta del Consigliere Cavallera, informo che ieri sera la Presidente, in qualità di Commissario delegato per il superamento dell'emergenza, ha firmato il decreto con cui individua i 161 Comuni della Provincia di Cuneo e Torino che rientrano nell'ambito dell'ordinanza.
L'esame di eventuali altre situazioni è all'attenzione degli uffici e quindi non credo che oggi si possa riferire al riguardo in maniera esatta.
Certamente quelli individuati sono i 161 Comuni per i quali esistono le caratteristiche corrispondenti all'intervento di ordinanza.
Per quanto riguarda situazioni che abbiamo ben chiare, presenti nelle due Province e in altre Province del Piemonte, si potrà intervenire o con la parte relativa agli eventi di tipo B della Protezione Civile o con la legge n. 38, quindi ci sono due possibili soluzioni, senza escludere la possibilità in singole situazioni puntuali di poter fare un elenco integrativo.
In buona sostanza, allo stato attuale questo era quanto necessario per procedere agli ulteriori passaggi. Oggi partono le lettere per i Comuni e le Province, al fine di individuare sia i danni alle strutture pubbliche che ai privati.


Argomento: Opere pubbliche - Trasporti su ferro

Ordine del giorno n. 1030 dei Consiglieri Auddino, Muliere e Larizza inerente a "Finanziamento statale per la metropolitana di Torino" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori.
Poiché nei giorni scorsi sui giornali è apparsa la notizia di un paventato taglio di finanziamenti alla linea del metrò nel tratto di Lingotto-Piazza Bengasi e si sono viste alcune prese di posizione di parlamentari, ovviamente anche da parte della Regione e degli Enti locali ho presentato, insieme ad altri Consiglieri, un ordine del giorno abbastanza condivisibile. Spero che tutti possiamo discuterlo e votarlo in giornata, per cui chiedo che quest'ordine del giorno possa essere iscritto nell'o.d.g. della seduta odierna. So che anche altri Consiglieri, su proposta del Vicepresidente Placido, hanno presentato un ordine del giorno analogo. Probabilmente c'è stato un po' di scoordinamento a causa della festività infrasettimanale, ma possiamo unificare i due documenti, che non sono antitetici ma quasi simili, e discuterli insieme durante la giornata.



PRESIDENTE

Consigliere Auddino, accolgo la sua osservazione.
Questa mattina è stato presentato alla Presidenza un ordine del giorno a prima firma del Vicepresidente Roberto Placido. Se non ci sono indicazioni in senso contrario, come da consuetudine, consideriamo iscritti al punto 20) bis all'o.d.g. entrambi gli ordini del giorno aventi ad oggetto la metropolitana automatica di Torino.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Presa d'atto del Consigliere Reschigna del decreto della Presidente della Giunta regionale con cui s'individuano i 161 Comuni della Provincia di Cuneo e Torino colpiti dall'evento alluvionale del 29-30 maggio 2008

Argomento: Spesa socio - assistenziale

Richiesta del Consigliere Chieppa di esaminare l'ordine del giorno n. 1027 dei Consiglieri Chieppa, Moriconi, Valloggia, Cavallaro, Boeti, Deambrogio Barassi e Clement, inerente a "No a tagli spesa sanitaria"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Per la verità, avevo chiesto di parlare prima dell'intervento dell'Assessore Sibille.
Prendo atto della risposta che l'Assessore Sibille ha fornito. Mi rendo conto delle condizioni oggettive che rendono obbligatorio l'elenco dei Comuni che hanno subito un evento alluvionale nelle scorse settimane.
Purtroppo quell'evento ha riguardato non solamente zone estese ma altre situazioni puntuali all'interno della Regione Piemonte. Lunedì mattina le tematiche relativamente alla Valle Antigorio Divedro e Formazza sono state oggetto di un incontro, proprio con l'Assessore Sibille.
Prendiamo atto della disponibilità e dell'impegno dell'Assessore a considerare anche queste situazioni puntuali, perché è giusto addivenire ad una precisa individuazione negli ambiti più ampi che hanno coinvolto la Regione Piemonte.
Ribadisco, altresì, la necessità che ci sia anche un'attenzione rispetto ad altre situazioni puntuali che sono emerse.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Chiedo l'esame di un ordine del giorno sui paventati tagli che il governo intenderebbe operare sui trasferimenti al servizio sanitario regionale e nazionale. Lo avevo già chiesto in un precedente Consiglio, ma non si era poi andati in discussione.
Chiederei, quindi, l'iscrizione all'o.d.g. di quel punto e successivamente...



PRESIDENTE

Consigliere Chieppa, non era già stato presentato?



CHIEPPA Vincenzo

Era già stato iscritto in un Consiglio precedente.
Chiederei, Presidente, che l'Assessore alla Sanità o l'Assessore Vicepresidente Peveraro quando saranno presenti, facciano brevemente il punto della situazione rispetto alle decisioni del Governo, quindi, se s'intende procedere con quel drastico taglio sui trasferimenti sul servizio sanitario regionale e nazionale e se s'intende arrivare all'approvazione e alla discussione di quell'ordine del giorno, oppure se ci sono novità positive e il Governo ha ritenuto di confermare gli impegni dell'esecutivo precedente, che aveva già siglato un patto con le Regioni per mantenere a bilancio le risorse per la sanità.
una questione importante, perché i numeri che sono circolati sono preoccupanti. Se le dimensioni dei tagli sono quelle, c'è un vero problema di gestione dei servizi sanitari anche sul nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chieppa.
Tale documento è già iscritto al punto 20) all'o.d.g., quindi, al limite, nel corso della seduta si potrà procedere ad un'inversione all'o.d.g. nel caso si convenga di metterlo in discussione e successiva votazione.
Procediamo con gli atti di sindacato ispettivo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1976 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Situazione di sofferenza alla IAR SILTAL"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 1976.
Risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Il decreto legislativo n. 270/99, "Nuova disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza", stabilisce all'articolo 37 che l'opera dei Commissari straordinari si svolge sotto la vigilanza del Ministero dell'industria salve le competenze del Tribunale e del Giudice Delegato nelle materie che sono ad essi affidate. All'articolo 47, stabilisce che l'ammontare del compenso spettante al Commissario giudiziale, al Commissario straordinario ed ai membri del Comitato di sorveglianza ed i relativi criteri di liquidazione sia determinato con regolamento del Ministero di Grazia e Giustizia di concerto con i Ministri dell'Industria e del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica.
Per quanto riguarda la cassa integrazione guadagni straordinaria in favore dei lavoratori della IAR SILTAL, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, con Decreto n. 42512 dell'8/01/2008, ha autorizzato la cassa integrazione, con pagamento diretto da parte dell'INPS a decorrere dal 27/07/2008.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere..



BOTTA Marco

Su questa questione c'erano due ordini di informazioni richieste. Uno relativo ai compensi dei curatori, perché si è diffusa in città la notizia di compensi rilevantissimi per questi curatori, che sicuramente li ricevevano in base a parametri, tabelle e criteri che certamente non dipendono dalla Regione Piemonte, ma mi spiace che la risposta sia carente anche nell'indicazione della cifra che spettava a questi curatori, fatto che non dovrebbe essere un segreto di Stato.
Questo fatto assumeva una sua peculiarità anche rispetto al ritardo con cui i lavoratori erano gratificati dei pagamenti della cassa integrazione.
una polemica, tra l'altro, che purtroppo non risale soltanto al tempo della presentazione dell'interrogazione. Se scorriamo le cronache di queste ultime settimane, vediamo come quei lavoratori, oltre ad avere avuto la cassa integrazione con mesi di ritardo, in virtù di un'errata comunicazione effettuata dai curatori all'INPS, per la quale è dovuta intervenire la Provincia mettendo a disposizione e anticipando la cifra necessaria, in attesa che la pratica si sbloccasse a Roma, sono ancora oggi continuamente vessati da ritardi di pagamenti ingenti. Dal momento che purtroppo sono lavoratori che assumono anche uno stipendio molto spesso esiguo a livello base, capisce che il ritardo, anche soltanto di un mese o due, può essere per queste persone un fatto tragico. Tra l'altro, essendo un'azienda dove sia la moglie sia il marito lavorano nella stessa impresa, capirà i problemi che ha. Pertanto, non in polemica con la risposta - mi dispiace dirlo - piuttosto burocratica fornitaci dall'Assessore, mi considero insoddisfatto della stessa, perché noi chiedevamo anche qualche informazione in più rispetto alla vicenda dei commissari, per capire, in verità, a quanto ammontava la loro retribuzione, e alla questione circa il superamento in maniera totale di queste difficoltà nei pagamenti.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1988 dei Consiglieri Botta, Boniperti, Casoni, Ghiglia e Vignale, inerente a "Possibile interruzione del servizio di riscaldamento presso le scuole amministrate dalla Provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1988, cui risponde l'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Nel frattempo, in termini di riscaldamento, non c'è stata alcuna interruzione nelle scuole amministrate dalla Provincia di Alessandria.
Detto questo, ci tenevo a ricordare che, per quello che riguarda le competenze legate all'edilizia scolastica delle scuole secondarie di secondo grado, l'articolo 3 della legge 11 gennaio 1996, n. 23, stabilisce che le Province devono provvedere alla realizzazione, alla fornitura e alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici da destinare a sede di istituti e scuole di istruzione secondaria superiore, compresi i licei artistici e gli istituti d'arte, i conservatori di musica, le accademie e tutti gli istituti superiori per le industrie artistiche, nonché i convitti e le istituzioni educative statali.
Altresì, il comma 2 recita che le Province devono provvedere anche alle spese per gli uffici, per l'arredamento, per le utenze elettriche e telefoniche.
Detto questo, abbiamo potuto constatare l'intenzione della Provincia che, così come anche altre Province, in un'ottica di razionalizzazione delle spese, durante il periodo delle vacanze di Natale, poiché non sono presenti gli studenti e gli amministrativi a regime, come durante le giornate in cui si svolgono le attività scolastiche, tendono a ridurre e ad adeguare il riscaldamento, in modo tale che si possa non scaldare quelle zone nelle quali non si registra la presenza né di utenza né di personale amministrativo. Peraltro, mi sembra un intendimento corretto e di buona amministrazione quello che le Province stanno cercando di portare avanti.
Quindi, l'affermazione della Provincia di Alessandria, semplicemente, era volta al contenimento delle spese legate al riscaldamento, in un periodo in cui l'utenza è sicuramente inferiore all'interno delle istituzioni scolastiche.
Ovviamente, sono a disposizione per ulteriori precisazioni; ringrazio ancora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Botta, che interviene in qualità di Consigliere, per la replica.



BOTTA Marco

Vede, Assessore, se la questione fosse nei termini da lei cortesemente ricordati, non ci sarebbe stato motivo di proporre l'interrogazione. Il problema è che, dai resoconti giornalistici usciti in quei giorni, la notizia era presentata in maniera leggermente diversa, cioè che l'Amministrazione provinciale, al fine di risparmiare sul riscaldamento avrebbe sospeso lo stesso per tutto il periodo natalizio. Questo l'interrogazione ha già raggiunto allora il risultato che doveva raggiungere - ha fatto sobbalzare sulla sedia molti cittadini.
chiaro, noi siamo assolutamente d'accordo: nel periodo natalizio laddove le aule sono vuote e laddove esistano dei riscaldamenti così moderni da individuare le zone da riscaldare, nulla quaestio sul fatto che si possa diminuire o sospendere il riscaldamento nelle zone non frequentate. Però, lei mi insegna che, in quel periodo, per esempio, le segreterie - proprio perché è fine anno e ci sono delle scadenze da rispettare, poi ci sono i possibili cambi scuola, che si possono effettuare entro il 31 dicembre - lavorano, se non nella pienezza del personale, nella gran parte . Ecco, l'annuncio tout court della sospensione del riscaldamento in tutti gli edifici scolastici aveva creato, al di là dei positivi obiettivi che si poneva, qualche timore. La rimodulazione non solo di quella affermazione, ma della pratica conseguente, quindi l'adozione laddove possibile, di situazioni di riscaldamento modulare - tenendo comunque presente che non si può tenere un edificio scolastico al freddo per 15 giorni e pensare che al rientro dalle vacanze lo si trovi caldo e atto a contenere degli studenti di una pluralità di età - naturalmente, non può che vederci d'accordo, però evitando i trionfalismi razionalistici della razionalizzazione e tenendo conto che, oltre agli studenti, ci sono anche alcuni lavoratori che nelle scuole continuano ad adempiere le loro funzioni anche e fortunatamente nel periodo natalizio.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 2022 del Consigliere Toselli, inerente a "Nodi critici della viabilità fossanese" (Risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1955 del Consigliere Toselli, inerente a "Situazione dei lavoratori della Milanostampa" (Risposta scritta)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1989 del Consigliere Toselli, inerente a "Gestione della Casa Protetta di Racconigi" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che sarà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni e interpellanze presentate dal Consigliere Toselli: interpellanza n. 2022 del Consigliere Toselli inerente a "Nodi critici della viabilità fossanese" interrogazione n. 1955 del Consigliere Toselli inerente a "Situazione dei lavoratori della Milanostampa".
interrogazione n. 1989 del Consigliere Toselli inerente a "Gestione della Casa Protetta di Racconigi".


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 365 inerente a "Convalida del Consigliere regionale Lorenzo Leardi" (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 191-28764 del 26 giugno 2008)

Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 364 inerente a "Convalida del Consigliere regionale Luca Giuseppe Caramella" (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 192-28767 del 26 giugno 2008)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame delle proposte di deliberazione relative a "Convalida dell'elezione dei Consiglieri regionali Lorenzo Leardi e Luca Giuseppe Caramella (articoli 17 della legge n. 108/1968; 36, comma 2, dello Statuto; 15 e 16 del Regolamento interno del Consiglio)", di cui al punto 3) all'o.d.g.
La proposta di deliberazione n. 365 riguarda il Consigliere Leardi mentre la proposta di deliberazione n. 364 riguarda il Consigliere Caramella.
La parola al Consigliere Dutto, che è Presidente della Giunta per le elezioni.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, il giorno 16 giugno 2008, presso la sede del Consiglio regionale in via Alfieri n. 15, si è riunita la Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità all'o.d.g. la proposta del Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 36 secondo comma, dello Statuto e degli articoli 15 e 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, per la convalida dei Consiglieri regionali Lorenzo Leardi e Luca Giuseppe Caramella, programmata in data 6 maggio 2008.
Il Consigliere Lorenzo Leardi, in data 29 maggio 2008, ha depositato una dichiarazione dalla quale risulta ricoprire la carica di Consigliere comunale a Biella, carica non incompatibile con quella di Consigliere regionale.
Il Consigliere Luca Giuseppe Caramella, in data 15 maggio 2008, ha depositato una dichiarazione dalla quale risulta ricoprire la carica di Consigliere comunale ad Arona, carica non incompatibile con quella di Consigliere regionale.
La Giunta delle elezioni unanimemente propone al Consiglio regionale di convalidare i Consiglieri Luca Giuseppe Caramella e Lorenzo Leardi.



PRESIDENTE

Se i Consiglieri convengono, per evitare una doppia votazione, possiamo procedere anche alla lettura del disposto della Giunta per le elezioni relativamente al Consigliere Caramella.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Ho già fatto un'unica relazione per entrambi i provvedimenti. Possiamo procedere alle due votazioni separate.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Dutto, mi era sfuggito.
Procediamo alla votazione della proposta deliberazione n. 365, inerente alla convalida dell'elezione del Consigliere Lorenzo Leardi.
Nomino scrutatori i Consiglieri Cavallera e il Consigliere Bizjak.
Prego la Consigliera Segretaria Spinosa di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Si proceda allo spoglio delle schede.
Prego gli scrutatori di portarsi verso l'urna.
Procediamo alla votazione della proposta di deliberazione n. 364, inerente alla convalida dell'elezione del Consigliere Luca Giuseppe Caramella.
Gli scrutatori, Consiglieri Bizjak e Cavallera, sono confermati nel loro mandato.
Prego la Consigliera Segretaria Spinosa di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Si proceda allo spoglio delle schede.
Sospendiamo la seduta per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.25 riprende alle ore 11.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proclamo convalidata l'elezione del Consigliere Lorenzo Leardi.
Comunico ora il risultato della votazione inerente alla convalida dell'elezione del Consigliere regionale Caramella Luca Giuseppe, ai sensi dell'articolo 17 della legge 108/68, dell'articolo 36 dello Statuto dell'articolo 15 e 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Proclamo convalidata l'elezione del Consigliere Luca Giuseppe Caramella.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 376 inerente a "Integrazione Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale - Elezione di un Consigliere segretario (art. 22 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della proposta di deliberazione relativa a "Integrazione Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale - Elezione di un Consigliere segretario (art. 22 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ai sensi degli articoli citati dello Statuto e del Regolamento interno occorre integrare l'Ufficio di Presidenza con la nomina di un Consigliere Segretario in sostituzione del Consigliere Agostino Ghiglia, che è dimissionario a seguito dell'elezione a componente alla Camera dei Deputati.
Ricordo che l'elezione viene a scrutinio segreto, ai sensi del comma 9 del precisato articolo 4 del Regolamento interno.
Chiedo se ci sono indicazioni da parte dei Gruppi consiliari.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

A nome del Gruppo di Alleanza Nazionale, intendo indicare il collega Botta come candidato all'Ufficio di Presidenza anche per la lunga esperienza che ha maturato nella legislatura precedente in seno all'Ufficio di Presidenza. Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo alla distribuzione delle schede.
Prego tutti i colleghi di occupare posto nei banchi.
Ricordo che l'elezione avviene a scrutinio segreto.
Nomino scrutatori il Consigliere Caramella e la Consigliera Barassi.
Prego la Consigliere Segretaria Spinosa di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Spinosa effettua l'appello nominale)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione è terminata. Prego di procedere con lo spoglio delle schede.
In attesa dell'esito della votazione, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 11.50.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.46 riprende alle ore 11.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proclamo eletto Consigliere Segretario il Consigliere Marco Botta, che ha preso il maggior numero di voti, e l'invito ad accomodarsi nei banchi riservati all'Ufficio di Presidenza.


Argomento: Nomine

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Muliere di rinviare ad una successiva seduta di Consiglio regionale l'esame del punto 5) all'o.d.g. inerente a "Nomine"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del punto 5) all'o.d.g., recante "Nomine".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, a nome della maggioranza, volevo chiederle se era possibile rinviare alla seduta di martedì questo punto all'o.d.g., avendo ancora la necessità di affrontare alcune questioni, che non abbiamo potuto verificare. La ringrazio.



PRESIDENTE

Consigliere Muliere, prendiamo atto di questa richiesta. Faccio presente che ci sono due schede, la n. 8 e la n. 9, che attengono ad enti (il CORESA e il Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte) le cui nomine sono solo di competenza della minoranza, che erano già state in qualche modo oggetto di rinvio. C'è la possibilità di procedere? Anche il Consigliere Burzi chiede un rinvio sul punto. Quindi, a seguito delle richieste avanzate dal Consigliere Muliere e dal Consigliere Burzi, l'esame del punto inerente a "Nomine" è rinviato alla successiva seduta.


Argomento: Montagna

Esame disegno di legge n. 541 inerente a "Disposizioni modificative della legge regionale 2 luglio 1999, n. 16 (Testo unico delle leggi sulla montagna) - (preavviso ai sensi dell'articolo 51, comma 4 del Regolamento)" (Rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del punto 6) all'o.d.g., essendo stato licenziato questa mattina dalla Commissione congiunta (III e VIII) il testo in merito al disegno di legge n. 541, "Disposizioni modificative della legge regionale 2 luglio 1999, n. 16 (Testo unico delle leggi sulla montagna)", già oggetto dell'o.d.g., essendone stato dato preavviso scritto, ai sensi dell'articolo 51, comma 4, del Regolamento interno.
La parola al relatore, Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco, relatore

Signor Presidente, quando fu presentata la legge finanziaria dello scorso anno, non esitammo ad esprimere con chiarezza la nostra netta contrarietà ad un taglio indiscriminato delle Comunità montane. Proponemmo invece, in alternativa, una riorganizzazione del territorio più organica e soprattutto, condivisa con gli Enti.
All'epoca, non ritenevamo utile agire su una materia così delicata in modo frettoloso e confusionario, facendo leva sulla richiesta di risparmiare sui costi della politica, partendo, guarda caso, dal fondo come anche qualche collega dell'opposizione ha acutamente e giustamente ricordato, sul tema dei costi della politica. Le Comunità montane non sono com'è noto, per chi le conosce, un costo della politica, tant'è che è utile ricordare qualche elemento.
Lo scorso anno le Comunità montane, a fronte di un trasferimento statale di circa 190 milioni di euro, attivano una finanza complessiva, su base nazionale, di oltre due miliardi di euro, di cui solo il 42% va in spesa corrente, a fronte del 57,8% in spese di investimento. È una performance decisamente maggiore rispetto a quella dei Comuni, che vedono il 59% di spesa corrente, e a quella della stesse Province che registrano il 54%.
Dobbiamo anche ricordare che in quel 42% di spesa corrente delle Comunità montane rientrano molte gestioni associate che, in buona sostanza sono i servizi erogati ai cittadini. Questa è la realtà.
Insieme, centrosinistra e centrodestra, ci trovammo concordi nel contestare il criterio con il quale si voleva tagliare e ridurre le Comunità montane, avvertivamo l'assurdità di volere affidare la riorganizzazione del territorio montano ad una sorta di algoritmo che incrociando altimetrie e numero dei comuni confondeva, in modo grossolano montuosità con montanità. Insieme, chiedemmo - ottenendolo al prezzo di una fiera battaglia - il diritto delle Regioni a misurarsi sulla materia rivendicando la nostra potestà legislativa che doveva - tutti d'accordo dal Presidente delle Comunità montane - portare ad un'effettiva e radicale riorganizzazione di compiti, funzioni, governance, dimensioni territoriali riducendo, in questo modo, la spesa corrente delle Comunità medesime senza mettere a pregiudizio gli investimenti sul territorio.
Ho voluto ricordarlo in apertura di questa relazione perché già allora ma ancora oggi, si respira nell'aria una certa voglia di recitare il de profundis per questi enti e, fatto ancora più grave, per le stesse politiche specifiche della montagna, quasi che si potesse negare, facendo finta che non esiste, l'articolo 44 della Costituzione che sancisce invece, la necessità e il dovere di politiche attive nei confronti dei territori montani, quasi che - come accadde qualche decennio fa quando quel "matto" voleva abbattere il Turchino perché così circolava l'aria e si toglieva la nebbia in Valle Padana - piallando le montagne sul piano istituzionale, si possa risolvere alla radice il problema della governance e della particolarità.
Ecco perché è necessario e giusto che oggi si affronti il tema della riforma.
Il disegno di legge n. 541, che oggi siamo chiamati ad affrontare, pone il tema di un riordino complessivo, al fine di raggiungere l'obiettivo di risparmio tenendo conto di tre principi fondamentali: la riduzione del numero complessivo delle Comunità montane, la riduzione del numero complessivo dei componenti degli organi rappresentativi delle Comunità montane medesime e la riduzione delle indennità spettanti ai componenti degli organi delle Comunità montane.
L'effettivo conseguimento delle riduzioni di spesa sarà accertato dalla Presidenza del Consiglio, sentite le Regioni interessate, sulla base delle leggi regionali che, come noi, anche altre Regioni stanno in queste ore promulgando, e delle relative relazioni tecnico finanziarie.
In virtù del comma 20 della norma, l'applicazione degli automatismi prima menzionati è ora riservata all'ipotesi in cui le Regioni non legiferino nel termine assegnato. Voglio ricordare che se noi non dovessimo, entro il 30 giugno, riformare il sistema Comunità montane scatterebbero automaticamente le norme della vecchia finanziaria che portavano ad una riduzione di 17 Comuni montani, ma anche la cancellazione dei titoli di montanità, in questo caso, per quasi 300 Comuni, con un problema di disparità e di condizioni difficilmente sostenibili, oltre a indebolire, complessivamente, la nostra Regione - la nostra, ma anche altre realtà - nei confronti di una ragionamento sul piano nazionale. Se non siamo capaci di fare fino in fondo il nostro mestiere, è difficile pensare che si possa imporre anche a livelli centrali un'attenzione, un rispetto per la montagna e una prospettiva legislativa di riforma adeguata al bisogno.
Con questo disegno di legge ci poniamo l'idea di concorrere agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica in ottemperanza a quanto citato nella finanziaria del 2008. Sotto il profilo del riordino territoriale tra gli strumenti astrattamente a disposizione, il disegno di legge opera per una scelta di procedere ad un numero consistente di aggregazioni delle Comunità montane. Scelta, comunque, frutto di una concertazione molto articolata e non facile certamente, che ha coinvolto in particolare le Province e le Comunità montane attualmente esistenti.
Sotto il profilo del rafforzamento del ruolo delle funzioni degli enti montani, il disegno di legge consolida il ruolo di gestore associato delle funzioni dei servizi comunali, già proprie alle Comunità montane. Ruolo fondamentale in funzione di una più vasta ed efficace erogazione dei servizi a favore delle popolazioni montane, anche, lo voglio sottolineare in considerazione del fatto che circa metà dei Comuni attualmente in Comunità montana hanno una soglia demografica inferiore ai 500 abitanti. Il consolidamento di tale ruolo si aggiunge alla nuova finalità di promozione e mantenimento dei servizi essenziale, assegnati agli enti montani all'articolo 1 del disegno di legge in questione.
Per ciò che riguarda l'incremento e il potenziamento delle funzioni delle Comunità montane, il disegno di legge ha scelto un percorso il più possibile concertato e rispettoso delle autonomie e delle competenze degli altri livelli di governo. Un percorso, questo, destinato a concludersi dopo l'entrata in vigore della legge, proprio per dare il massimo spazio alla concertazione e verificare le funzioni effettivamente attribuibili alla luce dei principi di sussidiarietà e di adeguatezza.
Il progetto di legge nel testo emendato durante l'esame in sede referente e licenziato a maggioranza dalle Commissioni consiliari congiunte consta, di fatto, di 41 articoli. Alcuni di questi sono molti importanti in particolare l'articolo 2, come emendato in Commissione, che disciplina specificatamente il riordino territoriale delle Comunità montane individuando, sulla base di principi stabiliti dalla legge finanziaria per il 2008, nel numero massimo di 23 le zone omogenee.
E' riconosciuto alle Comunità montane il ruolo di agenzie dello sviluppo del territorio montano all'articolo 5, nonché la titolarità di funzioni proprie in materia di artigianato artistico e tipico, energia patrimonio forestale, produzioni tipiche, turismo e usi civici. È, inoltre demandata ad una successiva legge regionale l'individuazione delle funzioni e dei servizi comunali da esercitare obbligatoriamente in forma associata a livello di Comunità montana.
Tra le novità principali, va segnalata l'introduzione dell'Assemblea dei Sindaci, chiamata ad esprimere parere obbligatorio e vincolante, in ordine alla gestione in forma associata delle funzioni e dei servizi comunali. Viene, inoltre, rimodulata la composizione dell'organo rappresentativo della Comunità montana in modo da consentire, per quanto possibile, la rappresentanza di tutti i Comuni facente parte quel territorio omogeneo.
Nell'ottica della razionalizzazione degli apparati istituzionali delle Comunità montane, il disegno di legge introduce un nuovo sistema elettorale che prevede l'elezione diretta del Presidente da parte dei Consigli e dei Comuni facenti parte della Comunità montane. Un cambiamento non insignificante, se pensiamo che oggi le Comunità montane sono più la somma delle singole municipalità - due esponenti di maggioranza e uno di opposizione - che un'idea di governo, anche nei suoi meccanismi elettivi di un'intera comunità, come oggi si propone. Il dettaglio sarà demandato ad un successivo regolamento regionale.
In armonia con il principio di riduzione delle indennità spettanti ai componenti degli organi delle Comunità montane, è stabilito che le indennità dei componenti l'organo esecutivo sono rapportate a quelle degli amministratori dei Comuni con popolazione fra i 5.000 e 10.000 abitanti indipendentemente dalla popolazione montana complessiva dell'Ente.
E' demandata, successivamente, ad un atto della Giunta regionale la determinazione del numero e dei caratteri delle fasce in cui sono classificati i Comuni, nonché l'individuazione dei Comuni da sottoporre a classificazione. Tutto il Capo terzo, invece, reca le disposizioni transitorie di prima attuazione, che sono molto importanti. Di particolare rilievo è il fatto che si preveda il riordino delle funzioni amministrative conferite agli Enti locali, nelle materie individuate al comma 2 dell'articolo 9, che è inserito nella presente legge all'articolo 5, al fine di conseguire una più efficace allocazione delle competenze ed evitare la sovrapposizione dei livelli istituzionali, in ossequio ai principi di differenziazione, sussidiarietà e adeguatezza, individuando contestualmente le funzioni dei servizi comunali da gestire obbligatoriamente in forma associata anche a livello della Comunità montana.
Nell'ambito di questo riordino, la Regione provvederà in particolare alla revisione della normativa di settore, al fine di individuare le funzioni proprie da attribuire alle Comunità montane e di consentirne l'effettivo esercizio. Cito, ad esempio, le materie legate al turismo, ma soprattutto la legge di riforma del sistema forestale, che sono proprio le questioni che dovranno incardinarsi nelle materie di competenza delle Comunità montane. Così come sugli usi civici è del tutto evidente la necessità di una riforma complessiva, perché non sono soltanto patrimonio o problema dei territori montani, ma - come sapete - gravano sulla realtà di tutte le tipologie di Comuni piemontesi e italiani.
Entro 12 mesi dall'entrata in vigore di questa legge, la Giunta regionale, con proprio Regolamento, definirà le modalità e i termini per l'elezione dell'organismo delle Comunità montane, individuerà i termini e le modalità per la comunicazione da parte dei Comuni per l'insediamento dei rispettivi Consigli, definendone le relative modalità di notifica e di pubblicità. Oltretutto, vi sono le norme con cui si abrogherà una serie di aspetti.
In conclusione, voglio sottolineare l'importanza di questo provvedimento, perché il Piemonte storicamente è sempre stato un po' l'artefice, se vogliamo, dalla Carta di Chivasso del 1943 ai giorni nostri di politiche intelligenti e innovative sui territori montani. Cito la Carta di Chivasso non a caso, perché è l'esempio forse più alto di federalismo alpino che in questo Paese sia mai stato pensato da una classe dirigente che aveva, pure in quegli anni difficili, il pensiero lungo di immaginare un futuro. E se oggi noi la leggessimo - forse è utile per noi rileggerla troveremmo molti spunti e molte questioni che non sono ancora state del tutto risolte nell'ordinamento legislativo nazionale e regionale del nostro Paese.
Per questo motivo, anche coerentemente con tutta questa storia, che ha rappresentato per i piemontesi una fortissima responsabilità pubblica costruire oggi una politica pubblica e una riforma legislativa sulle Comunità montane è più che un atto dovuto. Credo che sia un principio fondamentale che porta a noi, a questa classe dirigente, a questa Assemblea legislativa un supplemento di responsabilità, a cui - ne sono convinto sapremo dare una risposta positiva.



PRESIDENTE

Colleghi, mi pare che non ci siano le condizioni per aprire la discussione generale. So che alcuni Consiglieri sono ancora impegnati nell'esame di alcune proposte emendative, per cui potremmo organizzarci in maniera tale da sospendere qui i lavori e rinviare la discussione generale all'apertura della seduta pomeridiana.
Tra l'altro, dalla Giunta regionale è stato presentato l'emendamento n.
1, che introduce la norma finanziaria, il che rende necessaria una seduta della I Commissione per esaminarlo. Di conseguenza, sentito il Presidente Ronzani, propongo che la seduta della I Commissione si tenga oggi alle ore 14.30 presso la Sala Morando. Il Consiglio è conseguentemente convocato alle ore 15.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non ho, ovviamente, alcuna obiezione sull'organizzazione dei lavori come lei l'ha proposta, a maggior ragione per quanto attiene la convocazione della I Commissione sulla norma finanziaria che aggiunge o emenda una parte del testo che si sta discutendo.
Se i colleghi credono, si può benissimo rinviare l'inizio della discussione generale dopo la relazione sin qui ascoltata, ma poiché c'è ancora un'ora di tempo, forse qualche intervento lo si potrebbe fare. Non voglio però forzare a lavorare a tutti i costi.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, sono assolutamente disponibile a utilizzare questo tempo. Avevo percepito dai Consiglieri impegnati nell'esame degli ultimi emendamenti la volontà di essere partecipi alla discussione generale.
Potremmo però cogliere, se i colleghi sono d'accordo, l'opportunità per affrontare l'esame di due punti all'o.d.g. che sono stati sollecitati in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi. In particolare, faccio riferimento (vista la presenza dell'Assessore Migliasso) al disegno di legge n. 517 "Modifiche alla legge regionale 29 agosto 1994, n. 38 (Valorizzazione e promozione del volontariato)", un provvedimento che è ampiamente condiviso e alla proposta di legge n. 519, "Modifiche alla legge regionale 22 gennaio 1976, n. 7 (Attività della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana)" anch'essa oggetto di appelli bipartisan affinché fosse trattata nel corso della seduta odierna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Naturalmente disponibilità a proseguire sul dibattito generale. Tuttavia, siccome alcuni Consiglieri sono riuniti in una sala per esaminare degli emendamenti sulla legge che stiamo discutendo potremmo cogliere l'occasione, come ha detto lei, per affrontare i due provvedimenti che ha citato, che credo siano ampiamente condivisi. Siccome anche ieri nella Conferenza dei Capigruppo c'era intesa per affrontare queste due questioni, credo che sia opportuno e anche un'occasione per trattarli in questa "pausa", in attesa che i colleghi finiscano il lavoro nella sala adiacente per poi tornare in Aula e avere un testo "pulito", in modo tale che si possa affrontare una discussione più lineare su una legge così importante come quella del riordino delle Comunità montane.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 517, inerente a "Modifiche alla legge regionale 29 agosto 1994, n. 38 (Valorizzazione e promozione del volontariato)"


PRESIDENTE

Va bene. Allora propongo di procedere col disegno di legge n. 517, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer, relatore

Presidente e colleghi, la legge per la valorizzazione e promozione del volontariato ha previsto l'istituzione del registro regionale delle organizzazioni che si occupano di volontariato.
Come i colleghi che si sono occupati più frequentemente di questa questione sanno, l'iscrizione è aperta alle organizzazioni che operano nelle aree di intervento previste della legge.
Il provvedimento prevede la formazione e l'aggiornamento di volontari le convenzioni che la Regione, gli Enti locali e gli Enti pubblici possono stipulare con le organizzazioni che rappresentano il volontariato iscritte nel registro, e istituisce il Consiglio regionale del volontariato, a cui sono attribuite una serie di funzioni di promozione e di attuazione di iniziative di studio e di ricerca, di promozione della conferenza regionale del volontariato e di formulazione di pareri e proposte circa l'attuazione della legge.
Le Regione Piemonte ha quindi dato vita a un organismo composto in massima parte da rappresentanti delle organizzazioni di volontariato e in parte delle istituzioni, che si pone come punto di promozione, studio sostegno e rappresentanza del mondo del volontariato.
Il decreto ministeriale dell'8 ottobre 1997, applicativo dell'articolo 15 della legge n. 266/91, prevede tra l'altro che il Comitato di gestione del fondo speciale per il volontariato sia composto anche da quattro rappresentanti di organizzazioni di volontariato maggiormente presenti nel territorio regionale, nominati secondo le disposizioni regionali. Sulla base di questo dispositivo di questa norma, la Regione Piemonte all'articolo 13 della legge regionale sul volontariato, prevede che la nomina spetti al Presidente del Consiglio regionale escludendo inoltre la possibilità di rielezione.
Con il presente disegno di legge si intende invece modificare questo punto della legge nella parte che riguarda le modalità di nomina dei rappresentanti delle organizzazioni di volontariato, di competenza della Regione, in seno al Comitato di gestione del fondo speciale per il volontariato, e di conseguenza le competenze del Consiglio regionale del volontariato, prendendo atto del ruolo che lo stesso ha assunto e prevedendo quindi un suo maggiore peso nel procedimento di nomina.
A tale scopo il disegno di legge in esame propone, all'articolo 11 della legge n. 38, che tratta in ordine all'istituzione del Consiglio regionale del volontariato, propone una modifica della norma in maniera che spetti al Consiglio stesso l'individuazione delle organizzazioni iscritte nel registro regionale da proporre al Presidente del Consiglio regionale per la nomina di quattro componenti del Comitato di gestione del fondo speciale.
Infine, il provvedimento prevede l'inserimento, dopo il comma 4 dell'articolo 13, di un comma aggiuntivo che prevede che il Presidente della Giunta regionale rappresenti la Regione nel Comitato di gestione. Si tratta di modifiche che erano già state richieste dal Consiglio regionale del volontariato nel corso della prima Giornata regionale del volontariato svoltasi il 30 settembre scorso, alla quale presero parte, insieme all'Assessore, autorevoli esponenti delle forze politiche sia regionali sia nazionali.
La Giunta regionale ha altresì ravvisato l'esigenza di omogeneizzare la durata del mandato dei rappresentanti del volontariato del Comitato di gestione a quella degli altri componenti, eliminando l'attuale esclusione di rielezione, conferendo pari trattamento e quindi dignità a tutti i membri e consentendo anche ai rappresentanti del volontariato, qualora rinominati, di svolgere la propria funzione con la stessa conoscenza ed esperienza di altri componenti rinominati per più mandati.
Infine, si è reso necessario stabilire l'incompatibilità dei rappresentanti del volontariato che ricoprono cariche negli organi direttivi dei Centri di servizio previsti all'articolo 15 della legge 266/91. Infatti, essendo compito del Comitato di gestione istituire i Centri di servizio e svolgere nei loro confronti attività di controllo qualora nel Comitato fossero nominati componenti con cariche direttive nei Centri di servizio si verrebbe a creare un conflitto di interessi tra controllore e controllato.
Questo è quanto stabiliamo con le proposte di modifica al nostro esame.
La IV Commissione ha quindi ritenuto di dover procedere alle modifiche della legge in modo che le nomine future possano avvenire sulla base della nuova normativa.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale sul disegno di legge n. 517.
Ha chiesto di intervenire, in qualità di Consigliera, la Vicepresidente Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Questa proposta di modifica alla legge nasce dal Consiglio regionale del volontariato. È condivisa, però prima della discussione, sento l'esigenza di chiedere all'Assessore delucidazioni su di un punto.
Ne parlavamo prima con la collega Ferrero, che fa parte del Consiglio regionale del volontariato. Se ben ricordo, un argomento di cui abbiamo discusso molto in Commissione era l'esigenza di modificare questa legge anche per dare la possibilità ai componenti del Comitato di gestione espressi dal volontariato di poter essere rinnovati ancora per due anni proprio per dare maggior potere al volontariato. Mentre i componenti designati dalle Fondazioni e da altri potevano essere ancora nominati quelli dell'Associazione di volontariato, si limitavano solamente a due anni.
Però non vedo nella modifica della legge questo punto (non so se mi è sfuggito o meno) rispetto alle discussioni che abbiamo fatto anche in Commissione, dove abbiamo sottolineato quest'importanza. Forse per il ritardo del Consiglio regionale nell'indicare i nominativi, finiva che poi il mandato durava un anno e mezzo, e quindi vanificava.
Così come non ricordo di aver discusso in Commissione la parte secondo cui tali componenti non possono ricoprire cariche anche negli organi direttivi dei Centri di servizio. Anche questa è una novità per me.
Avrei quindi l'esigenza di avere delle delucidazioni da parte dell'Assessore, altrimenti dalla Presidente della Commissione, e controllare il testo che abbiamo licenziato in Commissione, perché magari la mia esigenza di chiarimenti su questi due punti può essere imputabile ad un'assenza mia o della Consigliera Ferrero. Tuttavia, non mi sembra che ne avessimo discusso. Non ricordo che i componenti dei direttivi dei Centri di servizio non potessero essere nominati nel Comitato di gestione del volontariato. Tant'è che attualmente abbiamo dei dirigenti dei Centri di servizio che fanno parte del Comitato di gestione.
L'altro aspetto molto importante su cui vorrei avere chiarimenti è come mai non c'è più la norma del rinnovo oltre i due anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Migliasso; ne ha facoltà.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla cooperazione sociale

Il Consigliere Ronzani, come relatore, ha riferito su un testo che è quello che avevamo presentato in Commissione, che non è stato assolutamente modificato ed è quello che oggi è alla nostra attenzione.
Per quel che riguarda la specifica cui faceva riferimento la Vicepresidente Cotto, e cioè la possibilità per i membri espressi dal volontariato di poter essere rinnovati una o più volte alla stregua degli altri, questo non è esplicitamente detto, ma siccome si è cancellata dalla legge la norma che lo vietava, vige il regime che è valido per tutti gli atri. Possono quindi essere rinnovati una o più volte.
La modifica è al comma terzo dell'articolo 13, che è sostituito da quello presentato. Quindi c'è la modifica dell'articolo 1, che recita "individuazione delle organizzazioni di volontariato iscritte nel registro regionale del volontariato da proporre al Presidente del Consiglio per la nomina prevista dall'articolo 13, comma 3, di quattro componenti del Comitato di gestione del fondo speciale per il volontariato di cui all'articolo 15 della l. 266/1991".
Non sono certissima se fosse in quest'articolo oppure nel comma 3 dell'articolo 13, in cui si prevedeva esplicitamente che non potessero essere rinnovati i quattro rappresentanti del volontariato all'interno del Comitato di gestione.
Per quel che riguarda la norma di incompatibilità, credo che il relatore Ronzani possa testimoniare che così è il testo che noi abbiamo mandato e che non è stato assolutamente modificato in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Vicepresidente Cotto, come lei sa, il testo che è stato da me illustrato è il testo che è stato licenziato dalla Commissione di merito.
Non potrebbe, del resto, essere altrimenti, nel senso che soltanto un errore madornale avrebbe potuto determinare una situazione nella quale il testo che è esaminato dall'Aula sia difforme da quello approvato dalla IV Commissione.
Questo, naturalmente, nulla toglie alle considerazioni che la collega Cotto ha fatto sul merito del provvedimento, ma, come relatore del provvedimento, ci tengo a ribadire che il testo al nostro esame è esattamente quello sul quale ha svolto la sua discussione la Commissione di merito, che è stato approvato e licenziato per l'esame dell'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera.
Era già intervenuta in discussione generale, pertanto il suo lo consideriamo come un supplemento di intervento, a seguito dei chiarimenti ottenuti.



COTTO Mariangela

Il primo intervento era una richiesta di chiarimento. Infatti, non ho assolutamente mai pensato che si potesse presentare in malafede un testo diverso; anzi, va ricordato che, probabilmente, potevo anche essere io stata assente.
Se noi lavoriamo male, sappiamo che gli uffici lavorano bene, quindi non ci è passato per l'anticamera del cervello che potesse essere diversamente. Però, ricordavamo molto bene la discussione che c'era stata proprio per permettere più di un mandato ai rappresentati del volontariato nel Comitato di gestione, e vorremmo avere la certezza - a questo punto, lo domandiamo agli uffici - prima di passare alla votazione della legge, e capire bene qual è la parte che andiamo a cancellare, che permette di poter rinnovare per più di due anni i componenti del volontariato nel Comitato di gestione.
Penso che gli Uffici possano velocemente controllare questo aspetto proprio per tranquillizzare i Consiglieri regionali, perché sarebbe antipatico tornare sull'argomento.
Per quanto riguarda l'incompatibilità - anche qui siamo noi che non ce lo ricordiamo - presenteremo un emendamento chiedendo di sopprimere le seguenti parole: "Tali componenti non possono ricoprire cariche negli organi direttivi dei Centri di servizio previsti dall'articolo 15 della l.
n. 266/1991", non comprendendo se si tratta di una proposta ad personam o perché si sia sentita l'esigenza di scrivere qualcosa che non esiste per altri.
Allora, su questo vorremmo aprire la discussione, per avere la certezza che non ci confondiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Migliasso; ne ha facoltà.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla cooperazione sociale

Consigliera Cotto, sono in grado di dirle che, la norma cui lei fa riferimento, cioè l'impossibilità di essere nominati per più di un mandato era contenuta nell'articolo 13, al comma 3. Nel momento in cui è espunta dal testo, che è così modificato rispetto all'impossibilità di essere rinonominati, è evidente che vale per i membri, che rappresentano il Consiglio Regionale del Volontariato, lo stesso regime degli altri membri del CO.GE.



(Commenti della Vicepresidente Cotto)



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla cooperazione sociale

Era quello.
Invece, per ciò che riguarda la questione che lei vorrebbe espungere cioè, se non ho capito male, relativa alle parole "Tali componenti non possono ricoprire cariche negli organi direttivi dei Centri di servizio previsti dall'articolo 15 della l. n. 266/1991", ci è sembrato utile inserirla, anche perché anch'essa è stata materia di discussione all'interno del Consiglio Regionale del volontariato, essendo compito del Comitato di gestione istituire i Centri di servizio e svolgere delle attività di controllo. Quindi, si creerebbe una sorta di conflitto di interessi tra controllore e controllato, qualora nel Comitato fossero nominati componenti con cariche direttive nei Centri di servizio naturalmente, possono fare parte dei Centri di servizio, ma non con cariche direttive.
Questa precisazione serve per non incorrere nella posizione di controllore e controllato, svolgendo cariche direttive all'interno del Centri di servizio per il volontariato, ai quali il COGE dà soldi e, di fatto, istituisce e svolge attività di controllo nei loro confronti.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ronzani ha chiesto un supplemento di intervento; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Credo che l'Assessore abbia già dato una risposta alle preoccupazioni espresse dalla Consigliera Cotto, che avevo cercato di riassumere, come capita in questi casi, un po' in fretta nella relazione introduttiva.
La questione che pone la collega Cotto è risolta esattamente con la modifica del comma 3 dell'articolo 13, perché, intervenendo con questa modifica, eliminiamo la norma che escludeva la possibilità di rielezione dei membri del Comitato, quindi prevediamo la possibilità che questi possano essere naturalmente rinominati. Questo è quanto.
Mi sembra un chiarimento dovuto, che credo fughi in parte o totalmente le preoccupazioni espresse dalla Vicepresidente Cotto. La modifica, per l'appunto, al comma 3 dell'articolo 13 prevede esattamente questo: abolendo la norma che escludeva la possibilità di rielezione, si consente, in verità, la possibilità di nomina o di rinomina. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Migliasso; ne ha facoltà.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla cooperazione sociale

Scusate, voglio dare un supplemento di informazione, a maggiore tranquillità della Consigliera Cotto e di tutto il Consiglio.
La norma rispetto a questa questione di conflitto di interessi tra controllore e controllato, tra l'altro, è presente nel regolamento presentato e votato dal Consiglio regionale del volontariato. Quindi, nel regolamento del Consiglio regionale del volontariato è presente una norma in cui è scritta espressamente l'incompatibilità tra l'appartenenza al COGE e l'appartenenza ad una carica direttiva nel Centro di servizio del volontariato.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, consideriamo chiusa la discussione generale e passiamo all'esame dell'articolato, per la precisione dell'unico articolo, su cui è stato presentato un emendamento a prima firma della Consigliera Cotto, che prego di distribuire.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Cotto, Ferrero Leardi e Caramella: Art. 1 al comma 1 le parole: "Tali componenti non possono ricoprire cariche negli organi direttivi dei Centri di servizio previsti all'articolo 15 della l. 266/1991" sono soppresse.
La parola all'Assessore Migliasso per il parere della Giunta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore alla cooperazione sociale

Il parere è contrario per le ragioni che ho spiegato prima.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Volevamo esprimere parere favorevole sull'articolo e far rilevare che il voto del nostro Gruppo è stato decisivo per l'approvazione, perché non avevate il numero legale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Pedrale ha ragione, tuttavia vorrei fa rilevare che Consiglieri - sia di opposizione che di maggioranza - non sono assenti, ma impegnati in un lavoro nella sala a fianco dell'emiciclo per risolvere alcuni nodi critici della legge sulle Comunità montane che, come sapete, è in corso di definizione.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 34 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Resistenza

Esame proposta di legge n. 519, inerente a "Modifiche alla legge regionale 22 gennaio 1976, n. 7 (Attività della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di legge n. 519, di cui al punto 19) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Dutto per la relazione.



DUTTO Claudio, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo recita: "L'articolo 2, comma 28, della legge finanziaria per il 2008 prevede che ogni amministrazione comunale possa far parte di una sola forma associativa per ciascuna di quelle previste dagli articoli 31,32, e 33 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali). La stessa disposizione tuttavia stabilisce due eccezioni: la prima riguarda le disposizioni di legge in materia di organizzazione e gestione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti, la seconda attiene all'adesione ai consorzi istituiti o resi obbligatori da leggi nazionali e regionali.
I Comuni devono quindi necessariamente adeguarsi a quanto disposto e cioè scegliere a quale consorzio continuare ad aderire e recedere da tutti gli altri.
Il termine, fissato inizialmente al 31 marzo, è stato prorogato dal decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito nella legge 28 febbraio 2008, n. 31, al 30 settembre 2008.
Gli Istituti storici per la Resistenza di Asti, di Alessandria, Cuneo e di Novara rivestono la forma giuridica del consorzio ai sensi dell'articolo 31 del decreto legislativo 267/2000 (testo unico degli enti locali) e rientrano pertanto nell'ambito di applicazione della citata disposizione della legge finanziaria.
Gli Istituti sopra richiamati, dunque, rientrando nella previsione della legge finanziaria, corrono il rischio, nel caso in cui si assumano una nuova veste giuridica, per non ricadere nella disposizione della legge finanziaria, che alcuni dei soggetti, soprattutto i comuni più grandi facenti parte attualmente del consorzi decidano di non aderire al nuovo soggetto giuridico o di aderirvi in misura economica inferiore rispetto a quanto avviene ora, mettendo così a repentaglio la sopravvivenza stessa degli Istituti e delle loro attività. Gli altri Istituti storici, non avendo forma giuridica di consorzio, non incontrano tali problematiche.
La stessa legge finanziaria sembrerebbe suggerire, per aggirare il divieto di adesione multipla, l'intervento della legge regionale che istituisca o renda obbligatorio il consorzio.
Il Consiglio regionale, con l'ordine del giorno n. 909, approvato dall'assemblea regionale il 15 gennaio 2008, dal titolo 'Salvaguardia Istituti Storici per la Resistenza del Piemonte', e l'ordine del giorno n.
921, approvato dall'assemblea il 22 dello stesso mese, dal titolo 'Forme associative fra gli Enti locali', si è posto quindi quale obiettivo la salvaguardia di alcuni Istituti storici per la Resistenza del Piemonte.
Nel merito la proposta di legge, qui di seguito illustrata, intende dare corso all'ordine del giorno, modificando la legge regionale 22 gennaio 1976, n. 7 (Attività della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana).
Nell'anno in cui si celebra il sessantesimo anniversario dell'approvazione della Costituzione, si è ritenuto di intervenire sulla legge regionale con la quale la Regione, proponendosi di continuare e perfezionare nel tempo il programma di manifestazioni realizzate in occasione della ricorrenza del trentesimo avversario della Lotta di Liberazione e del 25° Anniversario della Costituzione Repubblicana, e muovendo ora dalla imminente ricorrenza del 30° dell'istituzione della Repubblica democratica italiana, attua, promuove e sostiene attività dirette a diffondere e valorizzare, rimeditandolo nella sua operante attualità, il patrimonio storico, culturale e politico della Resistenza antifascista e in Italia e nel mondo cui le popolazioni piemontesi hanno dato un alto contributo e sul quale sono fondati i principi della Carta Costituzionale.
In tal senso, dopo l'articolo 2, relativo alle iniziative culturali e di promozione dei valori della Resistenza e dell'antifascismo, si propone di inserire l'articolo 2 bis, riguardante gli Istituti storici per la Resistenza delle Piemonte e Archivio nazionale cinematografico della Resistenza.
Tale articolo prevede che gli Istituti storici della Resistenza e l'archivio nazionale cinematografico della Resistenza operanti sul territorio della Regione Piemonte siano dotati di personalità giuridica autonomia gestionale e patrimoniale e svolgano funzioni di studio, raccolta di materiale, di svolgimento di un ruolo di formazione ed educazione etico civile, promozioni di ricerche ed adempimento di ogni altra funzione demandata da leggi regionali. L'articolo qualifica giuridicamente, come consorzi obbligatori, ai sensi dell'articolo 31 del decreto legislativo 267/2000, gli Istituti storici della Resistenza di Asti, Alessandria, Cuneo e Novara con le Province, i Comuni e le Comunità montane territorialmente interessati e hanno personalità giuridica, autonomia patrimoniale gestionale.
Si prevede, poi, che i soggetti pubblici, le Associazioni e le Fondazioni che perseguono obiettivi culturali sociali compatibili con le attività individuate possono entrare a far parte del Consorzio con le modalità stabilite nello statuto del consorzio stesso".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dutto.
Passiamo all'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Grazie, Consiglieri.



PRESIDENTE

Ricordo che il Consiglio è convocato alle ore 15. Ricordo, altresì, che alle ore 14.30 è convocata la I Commissione in Sala Morando per esaminare nella norma finanziaria, l'emendamento alla legge sulla montagna.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.45)



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