Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.337 del 17/06/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.00 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(Alle ore 10.30 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Buquicchio, Reschigna Robotti e Spinosa.


Argomento:

b) Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, il giorno 10 giugno 2008, i processi verbali delle adunanze consiliari del 7 e 8 maggio 2008, i quali s'intendono approvati.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Caracciolo


PRESIDENTE

Comunico la contemporanea assenza della Presidente Bresso e del Vice Presidente Peveraro, nella seduta consiliare del 17 giugno 2008. Pertanto si ricorda che, ai soli fini dello svolgimento dei lavori della seduta del Consiglio, le funzioni della Giunta devono intendersi assegnate all'Assessore più anziano d'età fra i presenti, in conformità al Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 39 del 17 luglio 2007 e al Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 46 del 3 agosto 2007.



PRESIDENTE

Colleghi, era mia intenzione proporre l'iscrizione all'o.d.g. e l'esame della proposta di deliberazione n. 366, relativa a "Dimissioni del signor Ghiglia dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione con il signor Antonio D'Ambrosio", però, non essendo ancora stato raggiunto il quorum richiesto dei 42 voti, mi riservo di procedere in tal senso più avanti nel corso della seduta. Procediamo ora con lo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1982 del Consigliere Leo, inerente a "Metodo abortivo attraverso RU486" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", comunico che sarà data risposta scritta da parte dell'Assessore competente all'interrogazione n. 1982 del Consigliere Leo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 2125 del Consigliere Cavallera, inerente a "Sistema regionale dell'emergenza-urgenza sanitaria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2125, presentata dal Consigliere Cavallera.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il sistema regionale dell'emergenza-urgenza sanitaria prende le mosse fin dalla deliberazione - in termini di riorganizzazione, ovviamente, non nei termini d'attività - del 2 dicembre 2002 e ancora di più affonda le radici all'interno dell'articolo 8 della legge di Piano 1997-1999, che a tutt'oggi costituisce ancora un indirizzo di riferimento per la programmazione dei Servizi per l'Emergenza a livello sovrazonale.
Da allora la necessità di dare corso a strumenti attuativi che raccontassero e adeguassero meglio gli indirizzi normativi alla realtà che, nel frattempo, si è evoluta, ha introdotto la necessità da parte dell'Amministrazione regionale di normare nuovamente la qualità e l'organizzazione dei servizi. Il provvedimento, nel ribadire la funzione interdisciplinare dei Dipartimenti d'Emergenza e d'Accettazione come asse portante dell'organizzazione del soccorso, ne aggiorna il modello organizzativo, prevedendo l'individuazione di un organico medico dedicato all'Emergenza-Urgenza, inquadrato nella specifica disciplina che, nel frattempo, il decreto ministeriale 30 gennaio 1998 aveva previsto quale Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza.
Altro elemento innovativo riguarda la scelta dell'area funzionale sovrazonale come riferimento per le scelte di programmazione sanitaria.
In questo più ampio contesto, "gli organici dedicati e specifici per l'emergenza ospedaliera devono divenire una vera e propria rete di risorse professionali che, secondo le caratteristiche del territorio e dei presidi che vi insistono, sia messa in grado di spalmare le proprie competenze sull'intero scenario delle strutture dedicate all'emergenza; dai centri d'eccellenza (DEA zonali e sovrazonali), caratterizzati da elevati livelli tecnologici e competenze d'alto livello, deve svilupparsi una funzione vasta di Pronto Soccorso in grado di soddisfare le esigenze funzionali dei presidi non sede di DEA e dei punti di primo intervento".
Va rilevato che la deliberazione regionale si è inserita in un processo culturale-organizzativo, che aveva portato negli anni precedenti all'assunzione del modello delle Strutture di "Medicine d'Urgenza" ed alla istituzione di Strutture Complesse di Medicina Generale e indirizzo d'Urgenza o di Strutture Complesse di Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza, in genere derivate dalla trasformazione di Strutture Complesse di Medicina Interna; tale processo, che già utilizzava le aperture del precedente Piano sanitario, ad oggi ha istituito 15 Medicine d'Urgenza.
Il documento di riorganizzazione del sistema attualmente adottato si pone quale obiettivo il completamento su tutto il territorio regionale della rete integrata dell'Emergenza Ospedaliera con organici dedicati.
Ulteriore elemento innovativo deve considerarsi la costruzione di percorsi di continuità assistenziale sul territorio regionale che prevedano l'integrazione tra le componenti territoriali e ospedaliere, nonché il superamento di quei fenomeni che generano l'incremento d'utilizzo del sistema d'emergenza per situazioni cliniche che potrebbero trovare risposte più appropriate in sedi diverse e con modalità d'erogazione diversa. Il documento auspica in questo senso una serie di azioni di riorganizzazione al fine di garantire un più appropriato contenuto utilizzo dei sistemi d'emergenza sanitaria, con il superamento delle "rigidità organizzative" e l'elaborazione di modelli a maggiore flessibilità, con ulteriore sviluppo delle integrazioni multiprofessionali sanitarie, assistenziali e sociali.
Gli obiettivi di tale riorganizzazione sono rappresentati dalla riduzione degli accessi evitabili, dallo snellimento della fase intraospedaliera (cioè rendono condivisibili dati e conoscenze già a disposizione del medico di medicina generale e dell'infermiere di famiglia nonché sviluppano modelli integrati di gestione anche della fase intraospedaliera) e dalla prevenzione dei "rientri a breve termine", ovvero del rientro a breve periodo dopo la presenza in pronto soccorso, il che evidentemente, dimostra non essere attivo un principio di continuità assistenziale, limite che vorremmo con i modelli organizzativi superare.
Alcune delle soluzioni rientrano nei compiti dei Gruppi delle Cure Primarie e delle Case della Salute, che prevedono, come è noto ai Consiglieri risposte articolate e interdisciplinari, che possano dialogare con il mondo dell'emergenza territoriale e ospedaliera, pur restando distinte e separate. Sempre in questa ottica è risultata indispensabile una revisione delle attribuzioni e delle competenze dei Medici di Guardia Medica; occorre riorganizzare le chiamate su base provinciale, mantenendo capillare il servizio nell'ambito delle cure primarie, al fine di un'utile integrazione con i servizi di urgenza. Vengono inoltre poste le basi per realizzare nel breve e medio periodo la rete integrata di emergenza attraverso un Coordinamento regionale dei DEA (a valenza scientifico-organizzativa) l'avvio di un processo sistematico di informatizzazione di tutti i DEA regionali per la condivisione delle informazioni necessarie, il dialogo per la condivisione di protocolli comuni con l'emergenza territoriale 118.
Il documento propone una visione del DEA che, anche in considerazione della nuova configurazione delle aziende, dovrà intendersi non come Dipartimento esclusivamente mono-ospedaliero, bensì orizzontale diffuso sul territorio dell'ASL, con strutture complesse e semplici di medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza di più presidi della stessa Azienda gli organici dei Pronto Soccorso e dei punti di primo intervento in cui insiste il DEA dovranno far parte, di norma, dell'organico della medicina e della chirurgia d'accettazione e d'urgenza del DEA di riferimento. Solo in questo modo sarà possibile dar vita a funzioni diffuse di medicina e chirurgia d'urgenza e garantire omogeneità di comportamenti diagnostico terapeutici.
Altro aspetto innovativo risulta la previsione di sviluppo della rete delle patologie complesse, anche attraverso il potenziamento del sistema "Tempore" e quello del trasporto secondario urgente, coordinato dal 118.
Per quanto concerne la richiesta di ricorrere al metodo della concertazione nella fase di predisposizione del documento, con riferimento al contenuto organizzativo e programmatico, l'Amministrazione ha espletato questa procedura di confronto nelle fasi precedenti all'approvazione della legge regionale n. 18, che aveva dettato norme per la programmazione socio sanitaria e aveva espressamente individuato l'organizzazione di funzioni in ambito sovrazonale. Ricordo ancora che il documento della riorganizzazione della emergenza-urgenza è frutto dell'attività di un gruppo tecnico di professionisti rappresentativi delle discipline coinvolte nei percorsi che ho precedentemente richiamato e si ritiene, pertanto, che il lavoro di validazione dal punto di vista di modalità di competenza e di organizzazione sia stato realizzato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
La risposta dell'Assessore è stata ampia, ma ovviamente si è limitata a ribadire quelli che sono i punti di vista - senz'altro condivisi dell'Assessore - di ordine tecnico-organizzativo che provengono dai gruppi che presiedono ad alcuni cambiamenti che sono in corso all'interno della struttura sanitaria ospedaliera e territoriale della nostra Regione.
Credo che occorra senz'altro valutare e scegliere a priori i modelli organizzativi. Non dimentichiamo, però, che comunque "tutto cammina sulle gambe delle persone" - come si dice - per cui è necessario mostrare una certa attenzione nei confronti degli operatori che possono subire o partecipare in modo convinto ad una riorganizzazione. Ovviamente propenderei per questa seconda ipotesi.
Nel momento in cui si passa da un modello organizzativo ad un altro, ad esempio, non è ben chiaro nella risposta se si continuerà ancora ad avvalersi dei medici di medicina generale in regime convenzionale o se invece, si pensa di assumere tutti alle dipendenze del nuovo Dipartimento articolato in primariati nelle varie Province. Sono due modelli che assicurano entrambi l'intervento in caso d'emergenza, ma che prevedono, in un caso, un coinvolgimento di natura libero-professionale, e, nell'altro caso, una dipendenza diretta.Ci sono i pro e i contro; ci sono gli accordi nazionali e le impugnative al TAR o al Giudice del lavoro. In qualche modo ho riscontrato, con una certa sorpresa, difficoltà nei rapporti, diciamo così, oppure una concertazione un po' attenuata. L'Assessore dice: "Abbiamo concertato prima di mandare avanti il Piano Socio Sanitario". In questo caso, potremmo considerarla una concertazione una tantum piuttosto che un metodo che, tutto sommato, era stato anche dichiarato dall'Amministrazione all'atto dell'insediamento.
Credo che sia ancora tutto da verificare quello che anche il predecessore dell'Assessore Artesio aveva più volte sottolineato, in altre parole la volontà di prendere in carico il soggetto bisognoso d'attenzione di cure, di diagnosi e di terapie e guidarlo nel mare magnum di quelle che sono le risposte sanitarie che riguardano sia la rete dei medici di base sia gli accertamenti diagnostici della specialistica di base, sia i ricoveri, quando non è possibile fare diversamente.
stato affermato, in linea teorica, che cercheremo di ridurre gli accessi e di svolgere un'opera di prevenzione per i rientri nel momento in cui uno è stato dimesso: chiunque di noi sottoscriverebbe un'azione del genere. Tuttavia, al di là del nominalismo dei gruppi di cure primarie e delle case della salute, vorremmo domandare - ci aspettiamo, dunque, una risposta ancora più ampia in momenti successivi - come le presenze di questi gruppi di cure primarie e delle case della salute siano diffuse effettivamente su tutto il territorio. All'inizio dell'azione dell'Amministrazione Bresso, naturalmente con i rispettivi Assessori alla sanità e all'assistenza, mi sembra che sia stata presa un po' come un fiore all'occhiello, un'azione portata avanti qua e là quando le Amministrazioni anche locali sono più disponibili e corrispondenti anche da un lato della colorazione politica. Ma se quello dei gruppi delle cure primarie e delle case della salute è un modello, deve essere verificato in tutto il Piemonte. Adesso attiveremo anche altre azioni di sindacato ispettivo e di verifica sul territorio per vedere il grado di attuazione di questa riforma.
Credo che sia facile affermare che vogliamo intraprendere e ricorrere a modelli organizzativi di tipo diverso, ma ciò che è stato tanto strombazzato vorremmo vederlo attuato in pratica. Perché ovviamente non siamo contrari a riforme migliorative, ma vorremmo anche constatarle e toccarle con mano. Quindi è chiaro che, se da un lato do atto all'Assessore della risposta da un punto di vista "a domanda rispondo e fornisco informazioni", dall'altro mantengo un'insoddisfazione derivante dal fatto che non sappiamo esattamente qual è il grado di attuazione sul territorio nel nuovo modello organizzativo che l'Assessore ha qui ribadito, dopo essere stato inserito nel Piano Socio Sanitario Regionale.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2131 della Consigliera Cotto, inerente a "Caso di mobbing all'Ospedale Sant'Anna"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 2131, presentata dalla Consigliera Cotto.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interpellanza fa riferimento ad un episodio descritto negli articoli di cronaca di un quotidiano cittadino, in cui si presume che si sia verificato un caso di mobbing ai danni di un'anestesista rientrata dalla maternità da parte del primario di anestesia e rianimazione. Ovviamente per quanto riguarda i contenuti della mia risposta, ho dovuto acquisire gli elementi noti all'Azienda Ospedaliera Sant'Anna di Torino, la quale ha fornito una relazione che ripercorre le fasi inerenti al procedimento di valutazione e precisa che il procedimento di valutazione si rivolge unicamente all'attività svolta dalla dipendente e che eventuali assenze (maternità) non hanno influenzato in alcun modo l'esito della valutazione stessa. Quindi la connessione rispetto al congedo di maternità e la qualità della valutazione è da intendersi non sussistente.
La Struttura Complessa Organizzazione e Sviluppo Risorse Umane ha acquisito agli atti la scheda di valutazione relativa all'attività professionale ai sensi dell'articolo 25 del CCNL 3 novembre 2005 e dal vigente Regolamento Aziendale sull'affidamento valutazione e revoca degli incarichi dirigenziali per il periodo dal 20/10/2004 al 20/11/2005.
In data 25 ottobre 2007 la predetta scheda di valutazione è stata redatta a cura del diretto responsabile (valutatore di prima istanza) e sottoscritta per presa visione dalla dipendente senza alcun'indicazione di eventuali osservazioni, per la successiva presentazione come proposta al Collegio Tecnico che deciderà nel pieno rispetto dei principi che regolamentano il procedimento di valutazione.
L'Azienda ha proceduto alla richiesta di acquisizione di idonea relazione da parte del Responsabile dell'ASL TO2 - Ospedale Torino Nord Emergenza San Giovanni Bosco, ai fini di fornire al Collegio Tecnico, quale organismo nominato dal Direttore Generale, ogni elemento utile per procedere alla verifica.
In data 17 marzo 2008 l'ASL TO2 - Ospedale Torino Nord - Emergenza San Giovanni Bosco ha inviato le schede di valutazione individuale obiettivi riferite agli anni 2002 e 2003, precisando che non risultano agli atti schede relative agli anni 2000, 2001 e 2004 in quanto l'anestesista nell'anno 2001 è stata assente dal servizio per maternità, periodo non oggetto di valutazione e non incidente sull'esito della medesima, mentre per gli altri due anni il Direttore della SC ha ritenuto opportuno non valutarla in quanto l'attività professionale ha avuto inizio a fine anno 2000 ed è cessata nel mese di ottobre 2004. Allo stato attuale, il procedimento di valutazione non è ancora concluso, in quanto il relativo Collegio Tecnico deve fissare la data per la seduta. Dall'esame della documentazione agli atti relativi all'anestesista non sono emersi elementi che possano indurre ad ipotizzare un caso di mobbing.
Si precisa infine che, relativamente a quanto riportato dagli organi di stampa, non risulta agli atti alcun'istanza di mobilità presso altri Ospedali da parte dell'anestesista.



PRESIDENTE

Interviene, per replica, la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Ringrazio l'Assessore per la risposta.
Prima ho sentito un commento da parte di un collega, che diceva: "Ma come, adesso un caso di mobbing diventa oggetto di un'interrogazione?".
Certo, e lo diventerà sempre di più se il caso di mobbing avviene nei confronti di donne che rientrano dalla maternità.
Noi da sempre sosteniamo che vogliamo tutelare la maternità e quindi non possiamo lasciar passare sotto silenzio episodi che sono riportati a caratteri cubitali dalla stampa locale.
Mi auguro che le relazioni corrispondano al vero. Il fatto non sussiste. Aspettiamo le valutazioni del Comitato Tecnico e valuteremo noi se intervenire ancora su questa vicenda.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2216 del Consigliere Ricca, inerente a "In merito al servizio mensa degli Ospedali di Ivrea e Castellamonte"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione n. 2216, presentata dal Consigliere Ricca.
La parola all'Assessore Artesio per la risposta.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si precisa quanto segue.
L'ex ASL 9 di Ivrea nel novembre 2004 aveva indetto una gara per la somministrazione dei pasti ai degenti degli Ospedali dell'ASL (Ivrea Castellamonte, Cuorgnè). Tale servizio era iniziato nel dicembre 2005.
Nel maggio 2006, quando l'attuale Direzione Generale assumeva la responsabilità dell'Azienda, quello dei pasti ospedalieri è stato uno dei primi problemi posti ed affrontati.
Il servizio non era soddisfacente perché i pasti confezionati e porzionati nei vassoi personalizzati a Vercelli arrivavano a Ivrea e a Castellamonte in carrelli che avrebbero dovuto conservare le caratteristiche di qualità e di temperatura.
Tali carrelli (poi oggetto del contenzioso) non sono risultati efficienti e nel tempo è risultata anche difficile la manutenzione perch la stessa ditta costruttrice non li aveva più in commercio.
Da subito l'attuale Direzione Generale ha avviato confronti per trovare una soluzione ai problemi. Problemi di difficile soluzione per vari motivi il principale di trovarsi a gestire un servizio appaltato con un capitolato che aveva molti lati deboli, quali: la distanza dal centro di cottura, la tipologia della distribuzione, la tipologia dei carrelli (che sono la causa principale del disservizio), ma che l'appaltatore sosteneva voluti espressamente dalla stazione appaltante.
Certamente la soluzione più semplice poteva essere, a prima vista quella di una risoluzione del contratto (contratto quinquennale 2005-2010).
Ma la soluzione poneva delle problematiche: l'avvio di un contenzioso visto che l'appalto espletato non ci garantiva un successo e che in caso di soccombenza avrebbe determinato per l'ASL costi di risarcimento elevati l'impossibilità di avere immediatamente un fornitore alternativo.
La Direzione Generale ha pertanto percorso due strade: la prima di convincere il fornitore a rescissione consensuale del contratto, la seconda di trovare una soluzione ponte nell'effettuazione del servizio che ci aiutasse a transitare verso una nuova gara d'appalto.
Al fine di trovare una metodologia che garantisse una qualità accettabile d'accordo con la Direzione Sanitaria ospedaliera si sono provate varie alternative sia utilizzando carrelli diversi sia verificando sul posto diverse tipologie inerenti il confezionamento e la distribuzione dei vassoi.
Dopo vari tentativi, verso la fine del 2007 si è trovata una soluzione che, pur non essendo quella voluta né tanto meno quella definitiva sembrava, in base ai riscontri con la Direzione Sanitaria ospedaliera tamponare le maggiori carenze riscontrate e permettere una transizione verso il nuovo appalto non appena risolto il contratto con l'appaltatore.
Circa un mese fa, dopo vari incontri, si è riusciti a convincere l'appaltatore ad una risoluzione consensuale, il cui atto è in corso di sottoscrizione.
Inoltre si sta predisponendo una nuova gara d'appalto dopo aver individuato la metodologia del servizio. Il nuovo appalto dovrebbe attivarsi nell'autunno p.v.
Attualmente pervengono ancora alcune lamentele e si cerca di ovviare agli inconvenienti segnalati.
Si precisa inoltre che la Direzione Generale ha più volte effettuato sopralluoghi con la Direzione Sanitaria ospedaliera per rendersi conto della situazione anche verificando i pasti somministrati attraverso le opinioni dei pazienti stessi.
In conclusione, ci si è trovati di fronte ad una situazione molto complessa, che comunque è sempre stata seguita con attenzione, cercando di ottenere il migliore risultato possibile in una situazione alcune volte molto difficile, date le oggettività sopra riportate.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Artesio per la puntuale e dettagliata risposta che fotografa bene la situazione sulla quale ho cercato di documentarmi dopo moltissime sollecitazioni pervenute da molti utenti dei due ospedali in particolare Ivrea e Castellamonte, (da Cuorgnè non ho ricevuto segnalazioni, ma prevedo che la situazione sia esattamente la stessa).
L'Assessore ha posto l'accento sulla questione centrale, quella del capitolato d'appalto nella precedente gara che, evidentemente, era carente.
Quei carrelli avevano caratteristiche che potevano garantire il mantenimento del pasto nel raggio di trasferimento di 20-30 chilometri al massimo, da Vercelli, Ivrea, Cuorgnè e Castellamonte arriviamo a 70 chilometri, quindi è bene evidente che ci sono una serie di anomalie che non sono state considerate.
Mi soddisfa il fatto che la Direzione generale, che credo abbia affrontato con grande impegno la questione, sia riuscita a giungere alla soluzione del contratto e che, dalla fine di quest'anno, si possa sperare in una situazione migliore per gli utenti degli ospedali dell'ex ASL n. 9.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 2128 dei Consiglieri Vignale, Boniperti, Botta, Casoni e Ghiglia, inerente a "Costituzione di parte civile"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2128, sulla quale risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Anche quest'interrogazione fa riferimento alla sperimentazione RU486 presso l'ospedale Sant'Anna. La sperimentazione direttamente monitorata dall'azienda, anche attraverso appositi accertamenti come visite di monitoraggio effettuati dalla direzione sanitaria, è stata oggetto di periodici interventi di controllo da parte di tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte per accertarne la conformità al protocollo.
proprio in conseguenza di tali attività che la sperimentazione medesima è stata sospesa a settembre 2006. Dei rilievi penali che risulterebbero mossi a carico di alcuni medici dell'azienda ospedaliera l'Assessore ha, esclusivamente, notizie di carattere giornalistico, così come l'azienda stessa non ha ricevuto alcuna comunicazione in proposito.
Tecnicamente il termine iniziale per la costituzione di parte civile atteso il suo carattere accessorio, è dato dall'inizio dell'azione penale esercitata ai sensi dell'articolo 405 del codice di procedura penale con la richiesta di rinvio a giudizio o di uno dei riti alternativi al procedimento ordinario. Nel caso in oggetto, sempre restando alle notizie giornalistiche, non risulterebbe ancora formulata l'imputazione secondo le modalità di rito essendo stato meramente notificato agli indagati l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Considerato che, in ragione della decisione medesima, possono prospettarsi soluzioni diverse, non sarebbe ancora ipotizzabile, al momento, la prospettata costituzione di parte civile, comunque possibile sino alla dichiarazione di apertura del dibattimento la cui opportunità dovrà essere valutata dalla Giunta regionale in relazione, negli eventuali successivi sviluppi procedimentali all'esito delle verifiche tecnico-contabili cui sopra si è fatto cenno. Sul punto potrà essere, a quel momento, più precisa la competente avvocatura regionale destinataria delle comunicazioni in ordine al procedimento giudiziario.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Da un punto di vista tecnico, lo dice il Codice di Procedura Penale che ha richiamato l'Assessore, non possiamo dirci insoddisfatti delle modalità che, fino ad oggi, l'Assessorato ha seguito. Ci dichiariamo insoddisfatti da un punto di vista e politico e delle verifiche, nel senso che, non soltanto gli organi di stampa hanno evidenziato il fatto che la procedura di sperimentazione sia stata violata proprio in merito alla dimissione delle donne prima di quanto previsto di tutto il percorso di cura previsto dalla RU486. Vi sono dichiarazioni di molte donne che hanno anche avanzato un esposto alla Procura della Repubblica - ma questo avrà un procedimento se l'avrà, di natura penale - che non riguarda direttamente la Regione Piemonte, o potrà riguardare la Regione Piemonte che farà, come ha detto l'Assessore, delle verifiche anche di carattere tecnico contabile, quindi non soltanto relativamente al rispetto o meno del protocollo nel momento in cui si aprirà, se si aprirà, un procedimento penale.
Vi è un altro aspetto che noi intendiamo sottolineare, meglio due aspetti. La Regione può fare un'indagine conoscitiva interna perché possono esserci delle violazioni delle modalità con cui si cura un paziente, alle quali non sempre corrisponde un eventuale reato, un eventuale illecito di carattere penale. Questo vale anche per verifiche tecnico-contabili. Se la Giunta volesse, dà mandato alla Direzione generale di verificare quando le pazienti che hanno seguito la sperimentazione sono entrate all'interno dell'ospedale, quando sono uscite e, altresì, verificare se la Regione ha corrisposto all'ospedale Sant'Anna i rimborsi per i ricoveri delle stesse.
Devo ricordare che affidarsi - salvo i casi di manifesto illecito soltanto alla Magistratura per quelle che possono essere delle prassi o delle metodologie che non sono seguite all'interno della nostra Regione, ci pare riduttivo. In qualche modo, si demanda l'attività di verifica e l'attività di controllo alla Magistratura e non agli uffici di controllo che sono previsti all'interno delle ASL e, come ha anche ricordato all'interno del Piano Socio Sanitario. Sotto questo punto di vista siamo insoddisfatti. Chiediamo soltanto all'Assessore, senza che si debba produrre un'ulteriore interrogazione, di poter informare, anche solo la Commissione non necessariamente il Consiglio, sull'andamento dell'azione penale che la Magistratura ha intrapreso. Ha fatto le indagini preliminari ovviamente può anche decidere per un'archiviazione del caso, così come pu decidere per un rinvio a giudizio. Da questo punto di vista, crediamo che si debbano attuare quelle forme di controllo che sono utili in questo caso e in molti altri casi. Ricordiamo quanto è avvenuto in Regione Lombardia in questi giorni. È ovvio che se i controlli interni dell'ASL riescono a precedere le verifiche della Magistratura, s'individua un sistema che funziona meglio. Come dicevo, i controlli di carattere penale spettano solo alla Magistratura. Vi è tutta una serie di controlli che, invece, competono agli organi regionali. Non vale solo per la sanità, ma vale per gli aspetti relativi al lavoro, vale per tutta una serie di altre attività che la Regione svolge e sulla quale ha anche compito di verifica. Noi ci auguriamo che questo non sia demandato ai Tribunali della Repubblica, che hanno un compito assolutamente doveroso e di verifica, ma che la Regione non soltanto avochi a sé, ma oltre ad evocare a sé - perché è un compito proprio - faccia anche un'analisi e dei controlli come da competenze che alle Regioni stesse sono date.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione n. 2198 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale, inerente a "Trasferimento del Laboratorio di Analisi dell'Ospedale di Ovada" (Risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 1956 Chieppa e Robotti, inerente a "Servizio ambulanze dell'ASO S. Anna-Regina Margherita" (Risposta scritta)

Argomento: Prevenzione infortuni

Interpellanza n. 2082 dei Consiglieri Robotti e Chieppa, inerente a "Nuovo incidente sul lavoro" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che sarà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni e interpellanze: interrogazione n. 2198 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale inerente a "Trasferimento del Laboratorio di Analisi dell'Ospedale di Ovada" interpellanza n. 1956 Chieppa e Robotti inerente a "Servizio ambulanze dell'ASO S. Anna-Regina Margherita" interpellanza n. 2082 dei Consiglieri Robotti e Chieppa inerente a "Nuovo incidente sul lavoro".


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2045 del Consigliere Cavallera, inerente a "Costo del carburante per le aziende agricole"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2045, presentata dal Consigliere Cavallera.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, l'interrogazione 2045, a firma del Consigliere Cavallera, chiede se non si ritenga opportuno pensare ad interventi strutturali che consentano di produrre nelle aziende agricole calore in forma centralizzata, con lo scopo di distribuirlo alle altre aziende utenti, così da realizzare economie di scala, come quelle del teleriscaldamento, che portino ad una sorta di autosufficienza delle aziende in campo energetico.
Rispetto a questa domanda, a seguito di una serie di valutazioni sull'andamento del costo dell'energia, quindi della minore incidenza anche dei benefici che le aziende agricole hanno sui carburanti agevolati, posso confermare che è di assoluto interesse del mio Assessorato e della Regione sostenere la realizzazione di impianti, per quanto possibile, in forma centralizzata. Esistono produzioni agricole che possono essere orientate in questa direzione e, tra l'altro, anche la misura oggetto del prossimo collegato agricolo alla finanziaria, che discuteremo, che sostiene la realizzazione di impianti a biogas, segue esattamente quest'indirizzo; lo stesso PSR prevede tutta una serie di interventi realizzabili, sia biogas sia altre forme di produzioni energetiche incentivate, sia sulla "misura 121" sia sulla "misura 311". Quindi il tema percorre esattamente questa direzione.
La verifica della fattibilità di distribuzione, sia di energia sia di calore in forma centralizzata, potrà essere sicuramente uno degli interventi che nella stesura del regolamento, soprattutto per quanto concerne il biogas, prenderemo in considerazione.
Quindi, rassicuro il Consigliere che quel tipo di prospettiva sarà verificata con gli uffici. Allo stato dell'arte, nessuna delle misure messe in campo è arrivata al regolamento attuativo, per cui non sono possibili verifiche pratiche. Sarà sicuramente mia cura, nella predisposizione del regolamento, che avverrà dopo l'approvazione delle norme, spero, oggi pomeriggio, verificare la possibilità di utilizzo di simili forme di distribuzione, che sicuramente razionalizzano l'uso dell'energia e del calore, riducendo gli sprechi naturali che normalmente avvengono in questo tipo di produzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, è chiaro che tutti i comparti produttivi, compresa l'agricoltura, risentono dell'alto prezzo del petrolio e anche del gas quindi devono correre ai ripari. La prima misura, abbastanza generalizzata consiste nell'adozione di sistemi produttivi razionali. Quindi, si tratta di rivolgersi ad un risparmio energetico, che va visto in senso lato compreso anche, ad esempio, tutto il comparto irriguo, che è un settore che può realizzare, da un lato, una disponibilità d'acqua per maggiore superficie coltivata e, dall'altro, un risparmio in termini di quantità di acqua per ettaro, a seconda delle varie coltivazioni, con tecniche più moderne.
chiaro che l'agricoltura contiene elementi di sostenibilità energetica rispetto ai quali, in questo periodo, si discute molto, dal biogas, nel caso degli allevamenti, alle biomasse o alle produzioni per il bioetanolo. Ovviamente, alcune di queste produzioni, se non hanno una sponda industriale, non sono chiaramente utilizzabili; altre, invece possono avere anche delle dimensioni di utilizzo inferiore, quindi l'approccio deve cambiare. Può cambiare con provvedimenti come quello che discuteremo dopo; può anche essere, in qualche modo, considerato nei provvedimenti energetici globali della Giunta; può essere inserito anche nel PSR.
Diciamo che in questa direzione ci sono degli elementi, prendo atto della risposta, valuteremo, nel corso del tempo, l'efficacia di questi interventi, che, ovviamente, dipendono dalla volontà politica della Giunta e dell'Assessorato, individuando anche un'adeguata divulgazione da un punto di vista tecnico, magari con la creazione di filiere esecutive locali, che in qualche modo, facilitano quelle aziende agricole che vogliono orientarsi in questa direzione, per una sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica, dell'approvvigionamento energetico.
Indubbiamente, i costi dell'energia incideranno sempre più sul prodotto da vendere. Sappiamo quanto, purtroppo, in questo momento, sia molto ondeggiante la valutazione dei prezzi agricoli che, da un lato, magari schizzano alle stelle - vedi i cereali - e, dall'altro, per produzioni di qualità, come quelle piemontesi, ma non solo, italiane, come ad esempio il latte, magari, determinano una scarsa remunerazione. Lo stesso può dirsi anche per la frutta, gli ortaggi e così via. Quindi, nelle varie stagioni quando occorrono le serre, per esempio, nel campo orticolo o floricolo, si può senz'altro pensare ad approvvigionamenti energetici molto più economici.
Ringraziando l'Assessore per la risposta, vedremo nel prosieguo l'evolversi della situazione.


Argomento: Zootecnia

Interrogazione n. 2111 del Consigliere Cavallera, inerente a "Interventi a sostegno del settore cunicolo"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2111 del Consigliere Cavallera, cui risponde nuovamente l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interrogazione urgente del Consigliere Cavallera mira ad evidenziare un problema in questo momento rilevante per il comparto cunicolo. Peraltro oggi i comparti della zootecnia da carne (suinicolo, avicolo, bovini da carne) stanno attraversando una fase di seria difficoltà economica.
Per quanto riguarda il comparto cunicolo, sul quale il Piemonte ha una quota di produzione in campo nazionale assolutamente significativa, la riduzione enorme del prezzo in questo ultimo periodo degli animali vivi ha oggettivamente messo in seria difficoltà le aziende del settore.
L'interrogazione mira a chiedere quali provvedimenti s'intendono adottare, se non si ritenga di intervenire con la messa in campo del sistema dell'etichettatura volontaria, come peraltro avviene in altri comparti della zootecnia da carne, e se non sia opportuno dare vita ad un progetto promozionale che sostenga il consumo di carne piemontese.
Sul tema la risposta è abbastanza semplice. Effettivamente, le perdite che le aziende stanno subendo in questo momento sono assolutamente significative. Ai sensi della normativa nazionale, che prevede un fondo di intervento per le crisi di mercato, abbiamo fatto delle richieste al Governo. Il 19 giugno, giorno in cui vedremo il Ministro, avremo qualche indicazione in merito per la dichiarazione dello stato di crisi del comparto cunicolo, che ci permetterebbe, da una parte, di attivare per le aziende quei provvedimenti di intervento urgente previsti dalla norma dall'altra di poter intervenire sia con una campagna di promozione straordinaria, sia di sperare di avere l'autorizzazione legislativa, da parte nazionale, di poter intervenire con sistemi tipo l'etichettatura volontaria, che per il momento per il settore avicunicolo non è prevista per legge.
Sicuramente nell'incontro del 19 giugno farò presente la richiesta di attivare la procedura dell'etichettatura volontaria per la carne cunicola come peraltro abbiamo già richiesto in quasi tutte le altre produzioni devo dire, allo stato dell'arte, con scarsa disponibilità del Governo nel venirci incontro anche per i limiti comunitari della normativa in questo campo.
Ritengo veramente che dovremmo intensificare gli sforzi e le alleanze con le altre Regioni per cercare di ottenere questo tipo di riconoscimento che credo sia oggettivamente, al di là degli interventi temporanei, l'unico strumento che permetterebbe di risollevare le sorti e di garantire una prospettiva alle nostre imprese nel campo della zootecnia da carne.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Taricco.
Prego, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

L'attenzione per quanto riguarda il settore cunicolo non è per me nuova. Provengo dalla Provincia di Alessandria, dove vi era un utilizzo delle pelli di coniglio, soprattutto dalla fabbrica Borsalino, per la produzione dei peltri. Nulla andava perso, dalla carne di coniglio per l'alimentazione alle pelli per la fabbricazione dei cappelli, tant'è che ancora oggi esiste una sala riunioni di una circoscrizione di Alessandria che si chiama la "taglieria del pelo", poiché era stata progettata dall'architetto Cardella con una luce naturale assicurata nella varie condizioni di tempo, perché gli esperti dovevano valutare il materiale primario che arrivava per essere avviato alla produzione.
Tornando ai giorni nostri e alla zootecnia, il settore sta subendo dei rovesci. Questa situazione rischia di far chiudere, prima o poi, molti allevamenti o di metterli in fortissima difficoltà.
Dobbiamo constatare, non solo perché in Irlanda hanno votato "male", da un certo punto di vista, ma proprio perché l'Unione Europea avrebbe dovuto assicurare la stabilizzazione del mercato e di determinati prezzi sul mercato, che la globalizzazione dell'economia provoca alti e bassi notevoli, con variazioni molto rilevanti, a volte difficilmente spiegabili anche dal punto di vista della legge della domanda e dell'offerta.
Se è vero che siamo in un'economia globalizzata, se è vero che ci sono questi andamenti sinusoidali dei prezzi, è chiaro che l'Unione Europea deve affrontare questa situazione dando maggiore flessibilità ai Governi. Sotto questo profilo, mi sembra che il Ministro Zaia non abbia bisogno di sensibilizzazioni. Auspico che, anche su pressione degli Assessori - ma l'Assessore Taricco l'ha già detto - che avranno un incontro su questi temi con il Ministro, ci si sforzi per andare in questa direzione.
chiaro che non si può sostenere all'infinito le produzioni agricolo zootecniche a carico dell'erario comunitario, ma è pur vero che produzioni come quelle agricolo-zootecniche sono esposte a condizioni spesso imponderabili ed imprevedibili. Pensiamo a tutto il comparto agricolo all'andamento climatico, a tutte le epizozie, alle malattie, alla mucca pazza: chiaramente occorre avere uno strumento flessibile ma, come dice anche il proverbio, "aiutati che il ciel t'aiuta". La strategia della produzione di qualità per garantire tutta la filiera appare sempre più come una risposta possibile.
In Piemonte si è fatto scuola sotto questo profilo, pensiamo al COALVI per quanto riguarda il bovino di razza piemontese, quindi bisognerebbe estendere tale strategia con la strumentazione giuridica che ci è consentita.
Faccio sempre il tifo per norme di legge tipicamente piemontesi, magari al limite dell'impugnativa da parte del Governo, ma credo che si debbano fare sperimentazioni in questa direzione. Domandiamo norme nazionali, ma cerchiamo anche di mettere in cantiere qualcosa di regionale. Vorrà dire che se ci collocheremo nel territorio di confine, questo sarà uno stimolo per il livello nazionale per approntare norme adeguate che ci consentano di operare.
Credo che se non faremo così l'agricoltura e la zootecnia italiana rischieranno davvero grosso, perché basta andare - ho avuto recentemente la fortuna di andare in Sudamerica - in certe realtà per constatare che il territorio, la dimensione, le razze bovine, la disponibilità di foraggio o di alimentazione più economica che dalle nostre parti, nonché la manodopera a buon mercato danno altrove notevoli vantaggi competitivi: avremmo già perso in partenza. Solo costruendo delle nicchie o "nicchioni", o comunque della qualità riconosciuta su vasta scala anche nelle produzioni di massa perché nessuno vieta che le produzioni di massa siano di qualità, quindi nel solco della grande tradizione agricola e agroalimentare italiana, pu darsi che si possa recuperare un valore aggiunto per la produzione agricola e zootecnica di base.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 1987 dei Consiglieri Botta, Casoni, Ghiglia, Boniperti e Vignale, inerente a "Dati PM10 rilevati dalle centraline stabilmente installate in territorio piemontese" (Risposta scritta)

Argomento: Calamità naturali

Interrogazione n. 1742 del Consigliere Cavallera, inerente a "Danni per piogge in Alessandria e dintorni" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che sarà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni: interrogazione n. 1987 dei Consiglieri Botta, Casoni, Ghiglia, Boniperti e Vignale, inerente a "Dati PM10 rilevati dalle centraline stabilmente installate in territorio piemontese" interrogazione n. 1742 del Consigliere Cavallera, inerente a "Danni per piogge in Alessandria e dintorni" (Risposta scritta)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Burzi, di chiarimenti in merito all'articolo intitolato "Rivoluzione ospedali", pubblicato sul quotidiano La Stampa del 17 giugno 2008

Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Richiesta, da parte del Consigliere Ricca, di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 1026 dei Consiglieri Ricca, Leo e Motta, inerente a "Conferimento del sigillo della Regione Piemonte ad Ernesto Olivero (Sermig)"

Argomento: Spesa socio - assistenziale

Richiesta, da parte del Consigliere Chieppa, di iscrivere all'o.d.g. e di esaminare l'ordine del giorno n. 1027 dei Consiglieri Chieppa, Moriconi Valloggia, Cavallaro, Boeti, Deambrogio, Barassi e Clement, inerente a "No a tagli spesa sanitaria"

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Richiesta, da parte della Consigliera Pozzi, di iscrivere all'o.d.g. e di esaminare l'ordine del giorno n. 1022 dei Consiglieri Pozzi, Motta Muliere, Valloggia, Buquicchio, Ricca, Rostagno, Pace, Rutallo, Spinosa Rabino e Cotto, inerente a "Mantenimento delle risorse previste dalla finanziaria 2008 per il contrasto alla violenza sulle donne e per il sostegno ad iniziative a favore della tutela dell'infanzia"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Mi spiace che in questo momento non sia presente la collega Artesio, ma non è rilevante, anche perché il tema è più ampio.
Oggi, su un noto quotidiano torinese, l'unico (quindi non cito il nome perché non vorrei farne pubblicità, ma essendo l'unico non è di difficile individuazione), vi è un'ampia dissertazione su una nuova puntata di uno dei giochi che più sembra appassionare la Giunta: il monopoli.
Leggiamo di una nuova puntata della Città della Salute: anche il titolo, "La Città della Salute atto terzo", lascia intendere che il serial funziona, per cui ci saranno, immagino, altre puntate. Siccome ci sono ospedali che si abbattono, altri che si spostano, si parla di Via Cherasco forse il giornalista non ha capito bene, prima si confondeva con Grugliasco mentre adesso si parla di Via Cherasco, lo dico bene: spererei che su questo tema (non sul merito delle soluzioni, ma sulle modalità) persino i colleghi della maggioranza possano condividerne almeno l'approccio, perch noi riteniamo che ci debba essere anche una Commissione consiliare. Volendo rinunciare, dato il clima autunnale, a chiedere la convocazione di un Consiglio straordinario - spero che sia apprezzato questo aspetto, perch ci metterei non più di un quarto d'ora a raccogliere 15 firme! - modalità che reputo inutilmente violenta, credo si tratti (ormai ho perso ogni speranza!) di far riflettere la Giunta sul fatto che alcune comunicazioni a mio avviso quasi tutte - di particolare importanza dovrebbero in primis o comunque in contemporanea, trovare la loro sede naturale nelle aule consiliari, sia di Commissione sia di Consiglio, come oggi. Visto che questa tendenza mi pare assolutamente non attecchire nell'ambito della Giunta...
In più, trovo divertente che su un'altra pagina dello stesso noto quotidiano torinese (essendo sempre l'unico, è lo stesso di prima), la Presidente, in un altro momento (non so se ieri o oggi), ha detto: "Basta con questa politica degli annunci". Credo che alludesse ai fondi dell'alluvione, perché avendo semplicemente un bilancio di 12 miliardi di euro, in pratica sono totalmente inutili, come presto dimostreremo con la nostra consueta gentilezza in Commissione e in Aula, non appena la Giunta presenterà l'assestamento. Perché non possiamo fare anche questo: noi possiamo criticare un documento che, eventualmente, la Giunta presenta, ma non è previsto dallo Statuto che sia l'opposizione a presentare le leggi di variazione finanziaria, ma se ne può parlare. Vedrà che troveremo all'interno dei 12 miliardi di euro dell'attuale bilancio della Regione Piemonte (parlo solo di quelli utilizzabili), qualche cosa per l'alluvione oltre alle politiche degli annunci. Nei ritagli di tempo, e attendendo l'assestamento, chiediamo - ci sarà una lettera firmata da alcuni colleghi dell'opposizione, ma non siamo per nulla contrari a firme collettive - che venerdì prossimo, in sede di IV Commissione l'Assessore Artesio e/o l'Assessore Peveraro, perché qui non si capisce se si parla di sanità o di mattoni, non so quale sia la spinta prevalente che alla fine deve trovare un'unica...



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

L'Assessore Bairati è già stato sistemato prima! Lui il meglio lo ha già dato nei tre anni precedenti, quindi di questi argomenti non se ne occupa più. Abbiamo anche cercato di parlare in questa sede del perché non se ne occupa l'Assessore Bairati, ma che problemi sono? Un tempo uno si sedeva qui, adesso si siede qua, fa altre cose, ma l'importante è che siano fatte tutte nell'utilità del collettivo.
Stabilita appunto l'utilità del collettivo, noi chiediamo, con una certa urgenza, che nella prossima sessione di IV Commissione, l'Assessore Artesio o l'Assessore Peveraro o tutti e due o la Presidente Bresso o chiunque la Giunta su questo tema di minor importanza intenda relazionare dica qualcosa anche ai Consiglieri. Suggerire che lo si faccia in un certo tempo, perché già il clima è uggioso, per cui induce alcuni alla malinconia, altri al cattivo umore, e si sa che dal cattivo umore non vengono mai dei frutti molto positivi.



PRESIDENTE

Grazie, Consiglieri Burzi, anche per aver ricordato un termine che non sentivo da anni: "collettivo". Naturalmente la Giunta è presente e nel merito non mancherà.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Chiederei al Consiglio la cortesia di iscrivere all'ordine dei lavori consiliari un ordine del giorno che ho presentato in cui si chiede il riconoscimento del Sigillo della Regione a Ernesto Olivero e al Sermig. Ho raccolto anche l'adesione dei Consiglieri Leo e Motta, che lo hanno sottoscritto. Non pretendo, naturalmente, che sia trattato oggi, ma se altri colleghi lo vorranno sottoscrivere, potremmo comunque iscriverlo all'o.d.g. e valutare quando riusciremo ad esaminarlo in aula. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Ero silenzioso e pensieroso, ma in parte anche contento di una piccola "retromarcia", secondo quanto emerge dai giornali. Non me ne voglia il collega Burzi, ma in merito alla questione della Città della Salute tutti sanno quanto mi stia a cuore l'abbattimento degli ospedali di Torino.
Quindi, quanto prima - come ripeto, non me ne vogliano i miei colleghi - è giusto quanto chiedeva il Consigliere Burzi, affinché ci sia più chiarezza sulla vicenda. Da parte mia, ritengo che sia stato fatto un piccolo passettino: prima si parlava di demolire e ricostruire alloggi di lusso adesso invece si parla di demolire e ricostruire edifici a scopo sanitario.
Questo è già un passettino in avanti. Vorremmo però capire questo "gioco dell'oca", più che del "monopoli". Detto questo, lascio a lei ogni forma di interpretazione, ma soprattutto chiedo ai miei colleghi di non dare ulteriori passaggi, perché in questo Consiglio stiamo giocando come la Nazionale e nessuno di noi è Van Basten! Lasciamo che le cose siano fatte in una certa armonia, solidarietà e soprattutto con gioco di squadra.
Grazie.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
I sottoscrittori di questo ordine del giorno, che si provvede a depositare - chiedo la firma di altri Consiglieri che ancora non lo hanno sottoscritto - ne chiedono l'iscrizione, la discussione e l'approvazione nella seduta odierna, perché riguarda una questione che riteniamo importantissima: nella fattispecie, fa riferimento alla proposta dell'attuale Ministro dell'Economia, Tremonti, che prevede una drastica riduzione degli investimenti nazionali per la spesa sanitaria.
Nello specifico, parliamo di una riduzione, sul piano nazionale, di cinque miliardi di euro in tre anni. Questo è quanto annuncia il Governo nazionale: cinque miliardi di euro, da qui al 2011. Sulla nostra Regione questo taglio dovrebbe pesare per circa 75 milioni di euro nel 2009, 150 nel 2010 e 225 nel 2011.
Presidente, qui è a rischio la tenuta complessiva o, meglio, la qualità dei servizi che noi eroghiamo ai cittadini piemontesi rispetto al servizio sanitario regionale.
Riteniamo che sia una cosa gravissima e crediamo che debba essere segnalata immediatamente. È necessario che il Consiglio regionale prenda una posizione nettamente contraria a questa ipotesi, anche perché è ora di finirla. Lo dico ai rappresentanti del centrodestra: è ora di finirla con gli slogan! Hanno cominciato a governare: io ho i brividi nel ripensare ai pochi provvedimenti che sono riusciti a mettere in campo in queste poche settimane. Povero Paese, che dovrà subirli per cinque anni! Questo è non simbolicamente, ma anche simbolicamente, uno degli atti che questo Governo propone, mettendo a rischio l'universalità delle cure del servizio sanitario nazionale sul piano nazionale, appunto, e regionale nel nostro territorio.
In Piemonte vogliono tagliare centinaia di milioni di euro sulle spese sanitarie. Questo i cittadini del Piemonte devono saperlo, perché tra quello che ci raccontano Burzi e gli altri Gruppi del centrodestra con la propaganda che sanno fare benissimo e quello che poi vanno proponendo al Governo, ebbene, c'è uno iato enorme, c'è un salto in negativo che i cittadini piemontesi devono cominciare a conoscere.
Noi siamo fermamente avversi a tagliare la spesa sociale e la spesa sanitaria. Crediamo che, di fronte a queste cose, il Consiglio regionale debba pronunciarsi tempestivamente, perché nelle prossime ore ci sarà un ulteriore incontro sul piano nazionale e sarà confermata la volontà di taglio selvaggio dei fondi al servizio sanitario nazionale e regionale della nostra Regione, quindi chiediamo che il documento sia iscritto e votato nella seduta di oggi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chieppa. Naturalmente, per poterlo iscrivere, la prego di depositare preventivamente l'ordine del giorno alla Presidenza.
La Consigliera Pozzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente. Anch'io volevo segnalare che un ordine del giorno è stato presentato martedì scorso - prima firmataria la sottoscritta, ma molti altri colleghi lo hanno firmato - relativamente alla richiesta al Parlamento che siano ripristinati i 20 milioni di euro destinati al contrasto alla violenza sulle donne e che sono stati invece tolti per finanziare le risorse per la riduzione dell'ICI. Non esprimo commenti sulla riduzione dell'ICI. Sono molto preoccupata per questo taglio.
Mi rivolgo anche alla collega Cotto, che purtroppo martedì scorso non era in Aula, pregandola di prendere visione di questo documento e valutare come intende comportarsi.
Ad ogni modo, chiedo l'iscrizione di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori in modo un po' improprio, ma l'appropriatezza dell'utilizzo dell'ordine dei lavori credo me lo consenta, tanto sarò brevissimo.
Io non posso sapere se l'ordine del giorno proposto dal collega Chieppa verrà o meno iscritto e discusso nella giornata di oggi. Il collega ha citato dei dati che credo profondamente errati, ma non importa, non voglio entrare in un tema che sarà eventualmente oggetto della discussione dell'ordine del giorno, però non penso che il collega se li sia inventati.
Se così non è, cioè se ha chiesto una valutazione all'Assessorato relativamente alla penalizzazione che la nostra Regione avrebbe dagli ipotetici tagli alla sanità nazionale, vorremmo averli anche noi prima della discussione dell'ordine del giorno, altrimenti ha scritto dei numeri come io posso scrivere 500 milioni o 50 euro.


Argomento:

Iscrizione nuovi punti all'o.d.g.:

Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Ordine del giorno n. 1026 dei Consiglieri Ricca, Leo e Motta, inerente a "Conferimento del Sigillo della Regione Piemonte ad Ernesto Olivero (Sermig)"

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Ordine del giorno n. 1022 dei Consiglieri Pozzi, Motta, Muliere, Valloggia Buquicchio, Ricca, Rostagno, Pace, Rutallo, Spinosa, Rabino e Cotto inerente a "Mantenimento delle risorse previste dalla finanziaria 2008 per il contrasto alla violenza sulle donne e per il sostegno ad iniziative a favore della tutela dell'infanzia"

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Ordine del giorno n. 1027 dei Consiglieri Chieppa, Moriconi, Valloggia Cavallaro, Boeti, Deambrogio, Barassi e Clement, inerente a "No a tagli spesa sanitaria"


PRESIDENTE

In base all'articolo 51, comma 5, del Regolamento, ci sono le firme e le presenze necessarie per poter iscrivere l'ordine del giorno n. 1026 che ha presentato il Consigliere Ricca, l'ordine del giorno n. 1022 presentato della Consigliera Pozzi e l'ordine del giorno n. 1027 che il collega Chieppa ha illustrato in precedenza ("No a tagli spesa sanitaria").
Se l'Aula acconsente, questi tre ordini del giorno sono iscritti all'o.d.g. Grazie.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Iscrizione all'o.d.g. ed esame proposta di deliberazione della Presidenza del Consiglio n. 366, inerente a "Dimissioni del signor Agostino Ghiglia dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione con il signor Antonio D'Ambrosio, in base all'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968 n. 108"


(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 173-27480 del 17 giugno 2008)



PRESIDENTE

Adesso vi è la richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g., in base all'articolo 51, comma 5, del Regolamento. Si tratta della proposta di deliberazione della Presidenza del Consiglio n. 366, relativa a "Dimissioni del signor Agostino Ghiglia dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione con il signor Antonio D'Ambrosio, in base all'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108".
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g.
Il Consiglio approva.
Trattiamo immediatamente la proposta di deliberazione n. 366 testé iscritta all'o.d.g.
Interviene il collega Dutto in qualità di Presidente della Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità, che ha pertanto la parola.



DUTTO Claudio

Il giorno 16 giugno 2008, presso la sede del Consiglio regionale in via Alfieri n. 15, si è riunita la Giunta per le elezioni, le ineleggibilità le incompatibilità e l'insindacabilità. Il terzo punto dell'o.d.g.
riguardava il Consigliere Agostino Ghiglia.
Il Presidente del Consiglio regionale, in data 13 giugno 2008, aveva trasmesso alla Giunta per le elezioni la lettera con la quale il Consigliere Agostino Ghiglia rassegnava le proprie dimissioni dalla carica di Consigliere regionale a seguito della contestazione del Consiglio regionale nella seduta del 27 maggio 2008.
L'articolo 36, secondo comma, dello Statuto prevede che la Giunta per le elezioni riferisca al Consiglio regionale sulle operazioni elettorali e sui titoli di ammissione.
Ai sensi dell'articolo 16 della legge n. 108/1968, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista di circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto.
Il Consigliere Agostino Ghiglia era stato eletto nella quota proporzionale e nella lista Alleanza Nazionale nella circoscrizione elettorale di Torino. Dal verbale dell'ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Torino, nella lista avente il contrassegno Alleanza Nazionale, all'ultimo eletto segue immediatamente il signor Antonio D'Ambrosio e occorre quindi proporre al Consiglio regionale di procedere alla surroga.
La Giunta per le elezioni, all'unanimità, propone al Consiglio regionale la surroga del Consigliere Agostino Ghiglia con il signor Antonio D'Ambrosio.



PRESIDENTE

Consiglieri, l'Ufficio di Presidenza ha ricevuto una lettera del Consigliere Ghiglia, che vi leggo: "Al Presidente del Consiglio regionale, Avvocato Davide Gariglio.
Caro Presidente, la presente per rassegnare le mie dimissioni dal Consiglio regionale del Piemonte a seguito della contestazione della Giunta per le elezioni nella seduta del 14 maggio uscente semestre e nel Consiglio regionale nella seduta del 27 maggio uscente semestre.
Desidero, altresì, ringraziarla per la correttezza con cui lei ha gestito le sue funzioni sia nella direzione dell'Ufficio di Presidenza, che nella conduzione dell'Aula e per la grande disponibilità e amicizia dimostrata nei miei confronti.
Vorrei, infine, ringraziare tutti i colleghi per l'arricchente esperienza che, anche grazie a loro, ho avuto la fortuna di vivere in questi anni.
Con grande cordialità, Agostino Ghiglia".
Al collega Ghiglia, auguri di buon lavoro nella nuova veste di parlamentare della Repubblica.
Dopo l'intervento del collega Dutto per la Giunta delle elezioni e la lettera del Consigliere Ghiglia, il Consiglio unanime prende atto della situazione.
Indìco la votazione palese della proposta di presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Ghiglia.



(Il Consiglio regionale unanime, prende atto)



PRESIDENTE

Indìco ora la votazione palese della proposta di prendere atto che al Consigliere Agostino Ghiglia subentra, ai sensi della normativa vigente dettagliatamente richiamata dal Presidente Dutto, il signor Antonio D'Ambrosio della Lista Alleanza Nazionale nella circoscrizione elettorale di Torino, candidato con il maggior numero di preferenze di tale lista.



PRESIDENTE

In base all'esito della votazione, è proclamato eletto Consigliere il Signor Antonio D'Ambrosio, che è invitato a prendere posto in Aula qualora si trovasse nelle vicinanze.



(Il Consigliere D'Ambrosio prende posto in aula)



PRESIDENTE

Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del neo-eletto Consigliere Antonio D'Ambrosio, l'articolo 17 della legge n. 108 del 1968 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme stabilite dal suo Regolamento interno". A tal fine l'articolo 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Boschi e foreste

Inversione o.d.g. ed esame testo unificato del disegno di legge n. 469 e della proposta di legge n. 458, inerente a "Norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi e di valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale"


PRESIDENTE

Mi era stata segnalata l'eventualità di invertire l'o.d.g. per trattare il Testo unificato del disegno di legge n. 469 e della proposta di legge n.
458, "Norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi e di valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale".
Naturalmente, l'inversione deve essere richiesta. Se non è richiesta, non può avvenire autonomamente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente e grazie anche della cortesia che mi ha riservato nel darmi la possibilità di richiedere l'inversione.
Ne abbiamo parlato in una delle ultime Conferenze dei Capigruppo. Si tratta di un provvedimento che raccoglie una proposta della Giunta e una del Consiglio. Raccoglie, in modo trasversale con il Consigliere Rutallo anche tutto il parere della Commissione che è stato unanime. Noi richiederemmo la trattazione immediata perché ci permetterebbe, sotto il profilo pratico, di avere, entro l'autunno, che è la stagione principale per la materia che trattiamo, la nuova legge direttamente operativa e soprattutto, di dare la possibilità, agli uffici della Regione, di porre in essere entro la fine dell'anno il Regolamento attuativo che la legge prevede.
Richiedo formalmente al Consiglio la disponibilità ad accogliere questa richiesta di inversione all'o.d.g.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, in base al nostro Regolamento, possiamo passare a trattare il punto che riguarda il Testo unificato del disegno di legge n.
469 e della proposta di legge n. 458.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Pertanto, esaminiamo il Testo unificato del disegno di legge n. 469 e della proposta di legge n. 458, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto, relatore

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito dei contenuti del testo, do atto del fatto che si è trovata un'ampia condivisione da una parte nel testo redatto dalla Giunta e, dall'altra, nel testo che abbiamo redatto insieme con il Consigliere Rutallo.
Sostanzialmente, parliamo di una materia che sarebbe un errore sottovalutare per due ragioni. Una è una ragione diretta. Il tartufo rappresenta un bene prezioso per il territorio. Sono molte le aziende legate a questo prodotto della natura e, in particolare, perché non soltanto la commercializzazione, ma anche tutta la lavorazione, soprattutto tutto il settore della ristorazione, vive costantemente a contatto con la realtà di questo fungo ipogeo che nasce nel basso Piemonte e principalmente, nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria. È conosciuto anche con il nome Tuber Magnatum Pico o tartufo bianco di Alba.
In realtà la norma è più ampia, tratta del tartufo inteso sia come tartufo bianco che come tartufo nero, e questo credo sia una grande novità di cui si deve dare atto.
Parlare del tartufo nero vuol dire crearci la possibilità di un settore della nostra economia rurale, della nostra economia turistica ed enogastronomia che altre Regioni d'Italia, come la Toscana, le Marche e l'Umbria, hanno sviluppato maggiormente prima di noi nel corso degli anni.
Introdurre una norma sul tartufo nero vuol dire anche darci la possibilità di avere un prodotto su cui fare investimenti di commercializzazione, ma anche di ristorazione importante, con una garanzia anche per futuro.
La differenza sostanziale tra il tartufo bianco e il tartufo nero è che mentre il tartufo bianco non è coltivabile, il tartufo nero lo è e questo ci dà la possibilità di fare investimenti per garantirci la produzione per il futuro.
Parlavo dell'importanza di effetti benefici diretti, che l'Assessore Sibille ha subito colto - e che ringrazio per l'ampia disponibilità - e anche di una possibilità di risvolti indiretti. Il tartufo, insieme con i grandi vini piemontesi, è sicuramente, nell'immaginario collettivo mondiale, uno dei marchi registrati più significativi. Uno di quei marchi che i turisti hanno dimostrato di saper apprezzare e che costituiscono un enorme richiamo per tutto il comparto turistico che, come peraltro è stato comunicato ufficialmente dall'Osservatorio regionale sul turismo, ha ancora riscontrato benefici effetti e, quindi, dati positivi per tutto il 2007.
Questa è una norma molto concreta, che affronta e risolve alcune tematiche molto importanti e delicate. La prima di queste tematiche è quella della salvaguardia del tartufo bianco. Il tartufo bianco di Alba, o Tuber Magnatum Pico, è presente in tutto il sud della nostra regione, ma è un prodotto a rischio per quanto riguarda le prospettive future, innanzi tutto perché il tartufo, essendo un fungo, predilige le aree boschive. Le aree boschive sono state eliminate in molti territori collinari per lasciare il posto a colture maggiormente remunerative. Tipico è il caso della vite, quindi i vigneti che si sostituiscono ai boschi evidentemente fanno venir meno l'habitat naturale di questo prodotto.
Insieme a questo, un trattamento, quindi una coltivazione intensiva delle nostre campagne, con l'automatico e necessario utilizzo di prodotti chimici per l'agricoltura, nel corso degli anni ha ulteriormente ridotto la spontanea e naturale nascita e, quindi, produzione del tartufo nel territorio piemontese.
Le ultime stagioni sono state difficili. La stagione attuale, con tutte le piogge e con tutti i danni, segnala comunque per l'agricoltura dei miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda le necessarie risorse idriche per garantire l'habitat naturale del tartufo, e fa auspicare una raccolta positiva. Ciò non toglie che, se si guarda il diagramma della produzione sul territorio piemontese, è un diagramma che ogni anno registra un calo rispetto all'anno precedente. Questo è un problema evidentemente molto grave, di cui le Istituzioni devono farsi carico, ma questa legge affronta tale particolare problema, dal momento che si prevede la necessità, non solo nel titolo della legge, ma anche nei contenuti più specifici, di tutelare e di valorizzare il patrimonio tarfufigeno piemontese nell'accezione più ampia del termine, comprensiva anche della tutela delle tartufaie.
Tutela delle tartufaie significa investire, cosa che attualmente è già fatta dalla Regione, ma magari in maniera meno coordinata e meno programmata. Investire risorse nella tutela delle tartufaie, investire risorse anche nell'informazione e nell'educazione degli addetti al mondo dei tartufi. Bastano piccoli accorgimenti pratici per preservare e garantire una tartufaia, che è un po' la "casa" del tartufo, e che pu garantire che questo prodotto, là dove è nato un anno, può prosperare anche negli anni successivi ma soltanto se, naturalmente, si ha una cura fondamentale per il suo habitat.
Oltre a questo aspetto, detta legge crea un equilibrio. Non so se qui in Consiglio lo sanno tutti, ma il mondo dei cercatori di tartufi si divide tra liberi cercatori di tartufi, coloro i quali conducono una ricerca individuale, e consorzi di cercatori di tartufi. In passato c'è sempre stata una sorta di "dialettica" tra queste due realtà, ma questa nuova legge garantisce al suo interno un equilibrio di rapporti, per cui la Regione si rapporta in modo equilibrato, senza favorire gli uni a danno degli altri, ma garantendo una parità di trattamento. Tra l'altro, come la Commissione ben sa - è agli atti dei suoi lavori e delle audizioni - gli addetti ai lavori hanno dimostrato di apprezzare questo testo.
Inoltre, si prevede un alleggerimento burocratico. Pensate che oggi i cercatori di tartufi, che pagano annualmente, com'è giusto che sia, una sorta di autorizzazione alla ricerca del tartufo, devono poi recarsi presso il capoluogo di Provincia per vidimare un tesserino. Questa vidimazione è stata eliminata, è sufficiente tenere la ricevuta del versamento effettuato. È una piccola cosa, ma fortemente significativa, come la durata del tesserino, e la non necessità di sottoporsi agli esami se non nel momento iniziale della ricerca. Ciò significa che se qualsiasi cittadino vuole iniziare a raccogliere tartufi, dovrà sottoporsi ad esami rigidi e rigorosi, che dovranno attestare la sua preparazione per conoscere questo mondo e, soprattutto, per preservare l'habitat naturale di questo prodotto.
stata mantenuta - è stata oggetto di discussione - l'indennità per le piante da tartufo e per la conservazione del patrimonio tartufigeno, ma se è stata mantenuta, dall'altra parte c'è stato un irrigidimento, che è stato garantito dagli uffici, dei controlli, per cui questa norma, che magari in passato si poteva sottoporre a qualche dilatazione e distorsione, in questo modo potrà dare maggiori garanzie di un'applicazione concreta.
Questo è sostanzialmente il testo nel suo complesso. Abbiamo anche introdotto - e concludo - una norma - ringrazio la collega Barassi che l'ha introdotta nel corso dei lavori della Commissione - sulla tutela animale.
L'abbiamo ritenuta un simbolo di grande civiltà, per cui tutte le sovvenzioni erogate dalla Regione ai cercatori e agli addestratori degli animali saranno sotto la condizione del rispetto di tutte le norme vigenti per la tutela del benessere animale. Credo che sia una novità di colore, ma anche di sostanza per una nuova legge più al passo con i tempi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cirio, anche perché dalla sua relazione si evince la conoscenza della materia e la passione con la quale l'ha trattata.
Se non ci sono interventi di carattere generale, passiamo all'esame dell'articolato.
Ricordo che il numero legale è 30.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Cirio, Casoni Pedrale: All'articolo 6, al comma 1, viene eliminata la parola "naturali".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 18.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Sibille; ne ha facoltà.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Intervengo solo per dire che, insieme alla relazione svolta precedentemente dal Consigliere Cirio, che, ovviamente, è esaustiva di tutti gli aspetti, c'è una particolarità che, in qualche modo, caratterizza questo testo: la valorizzazione del territorio. Con questa legge, insieme ad uno snellimento della procedura e ad un aspetto di carattere più generale riguardo ad un settore particolarmente importante dell'economia piemontese, andiamo anche nella direzione della salvaguardia ambientale di territori che vanno assolutamente protetti e tutelati, perché garantiscano questo prodotto così fondamentale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.



GUIDA Franco

Signor Presidente, come vede, molti degli interventi provengono dalle stesse aree, a dimostrazione del grande interesse su questo tema.
Ringrazio il Consigliere Cirio, il Consigliere Rutallo, la Commissione e l'Assessore Sibille, che hanno trovato un punto di incontro, come dimostrato nell'attività della Commissione e anche nell'esito della votazione: il tartufo, veramente, ha unito espressioni politiche e culturali diverse.
Sottolineando questo fatto, voglio anche ricordare la tutela nei confronti dei consumatori, ora maggiormente tutelati da una norma che, in qualche modo, chiarisce la figura del cercatore di tartufi, delineando chi sono, che cosa possono fare, come e dove possono raccogliere i tartufi nonché le sanzioni per eventuali irregolarità.
Insomma, da una parte questa pratica è stata regolamentata in modo esatto e doveroso, dall'altra anche noi, che siamo semplicemente dei consumatori - generalmente invitati, quasi mai acquirenti -, dobbiamo essere contenti, perché comunque la Regione interviene sia per la tutela del territorio e della ricerca dei tartufi, sia per garantire maggiormente i consumatori, che, non soltanto in Piemonte, sono moltissimi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rabino per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



RABINO Mariano

Anch'io voglio esprimere l'apprezzamento per questo provvedimento di legge, naturalmente senza ripetere i buoni argomenti dei relatori e di chi è intervenuto poc'anzi prima di me. Vorrei sottolineare davvero l'importanza di aver accolto le indicazioni delle associazioni di ricerca e di raccolta, soprattutto per quanto concerne l'articolo 7 e l'emendamento sulla possibilità di consentire la ricerca e la raccolta anche durante le ore notturne. Credo che, da questo punto di vista, come su tanti altri versanti, ci sia stata la giusta disponibilità, la capacità di ascolto e di attenzione delle associazioni di categoria.
Naturalmente, rivolgo un plauso alla spinta propulsiva della Giunta regionale, per l'iniziativa trasversale che ha riunito i migliori contributi della maggioranza e della minoranza presenti in questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, il fatto che sia una legge condivisa non è solo verificato dal fatto che la Commissione l'ha licenziata all'unanimità perché, per la prima volta nella legislatura, la legge è stata votata nel tempo di una sigaretta - mi sono allontanato, ammalato di tabagismo, e quando sono tornato era già stata votata.
Questa legge, certamente, ha molte positività, alcune delle quali sono già state ricordate dai colleghi, tra cui, come sottolineammo in Commissione, certamente, quella di promuovere il tartufo bianco, che è il fiore all'occhiello della nostra Regione, non solo in ambito nazionale, ma anche internazionale. In qualche modo, interviene anche relativamente alla promozione e - come si dice all'articolo 3 - commercializzazione e lavorazione anche del tartufo nero, che, comunque, è un altro prodotto che non soltanto consente una promozione del nostro territorio - negli anni sono andate sempre più aumentando le fiere tartuficole, soprattutto legate alla raccolta e commercio del tartufo sia bianco che nero - ma anche per avvicinarci a quelle regioni - penso ad alcune regioni del Centro Italia che hanno saputo fare della raccolta, ma soprattutto della promozione lavorazione e commercializzazione, del tartufo nero uno strumento di attrazione turistica, di potenziamento delle strutture anche ricettive e della ristorazione.
Crediamo sia una buona legge anche per alcuni aspetti che ricordavano altri colleghi, ad esempio la possibilità della raccolta durante le ore notturne, che prima non era consentita, che, invece, per tradizione, di fatto, avviene all'interno della nostra Regione.
Certamente, occorrerà una valutazione, anche in futuro, rispetto alle ricadute positive della legge relativamente ad alcuni aspetti, per esempio quelli sanzionatori, perché rispetto ad ogni nuova legge è opportuno verificare la congruenza delle sanzioni previste.
Avevamo una perplessità - fortunatamente la discussione della legge è stata veloce - riguardo alla sanzione non tanto della raccolta di tartufo non maturo o avariato, ma rispetto alla ricerca, perché diventa difficile sanzionare qualcuno per la ricerca di tartufi non maturi o avariati, nel senso che sembra quasi essere un processo alle intenzioni, ma, in una sorta di verifica dell'intero corpo legislativo, eventualmente, vi sarà la possibilità di apportare alcune modifiche.
Comunque, il voto di Alleanza Nazionale, per le cose dette in Aula, ma soprattutto per il percorso e le considerazioni fatte in Commissione, anche per alcuni emendamenti che abbiamo apportato, per esempio quello che ricordavo sull'articolo 3, è certamente positivo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento per dichiarazione di voto poniamo in votazione l'intero testo di legge. Ricordo che il numero legale è 31.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Inversione o.d.g. ed esame disegno di legge n. 542, inerente a "Norme per il comparto agricolo"


PRESIDENTE

Procediamo ora all'esame del disegno di legge n. 542, "Norme per il comparto agricolo", di cui al punto 5) all'o.d.g., licenziato a maggioranza dalla III Commissione in data 9 giugno 2008 (prendendo atto di trattare il punto 4) all'o.d.g, inerente a "Nomine", nel pomeriggio).
Relatrice è la Consigliera Motta, che ha pertanto la parola.



MOTTA Angela, relatrice

Grazie, Presidente.
Darei per letta la relazione, vista l'ora, il cui testo recita: "Il presente intervento normativo si pone l'obiettivo di disciplinare alcuni programmi di finanziamento volti all'incentivazione, alla realizzazione ed al miglioramento di determinati interventi agricoli anche legati a specifiche misure del Piano di Sviluppo Rurale in linea con le disposizioni comunitarie di riferimento. Si provvede, altresì, alla modifica di alcune parti di leggi regionali vigenti al fine di prevederne una disciplina più consona ed adeguata ad esigenze funzionali ed operative.
Si procede, di seguito, alla illustrazione dei singoli articoli precisando che in essi è anche contenuta la definizione degli aspetti tecnico-finanziari come previsto dall' art. 27 della l.r. 7/2001.
Art. 1. (Programma di incentivazione alla realizzazione di impianti volti al miglioramento dell'ambiente ed al risparmio energetico nella attività di produzione agricola nonché alla produzione e all'utilizzazione di energia da fonti rinnovabili) La Regione Piemonte ha recepito, con il regolamento regionale 9/R del 18 ottobre 2002, le disposizioni in materia di nitrati di origine agricola (direttiva 91/676/CEE e d.lgs 152/1999, così come modificato dal d.lgs 152/2006 s.m.i.). Nel 2007, in coerenza con la tempistica stabilita dalla direttiva comunitaria, ed in seguito ad una specifica procedura d'infrazione comunitaria nei confronti dell'Italia, sono stati emanati i regolamenti regionali 10/R del 29 ottobre 2007 recante: 'Disciplina generale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e delle acque reflue e programma di azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, e 2/R del 28 dicembre 2007, recante: 'Designazione di ulteriori zone vulnerabili da nitrati di origine agricola ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. (Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61)'.
L'ampliamento delle zone vulnerabili e le nuove norme in materia di utilizzo agronomico hanno determinato un aumento significativo del numero di aziende agricole coinvolte dalle nuove disposizioni regionali. Il citato regolamento 10/R/2007 ha inoltre dato avvio alla fase di adeguamento delle aziende alle nuove norme, prevedendo che lo stesso adeguamento si concluda entro il 31 dicembre 2008.
Il rispetto dei nuovi limiti in materia di carico azotato di origine zootecnica e di strutture di stoccaggio degli effluenti rende necessari nuovi investimenti da parte delle aziende agricole.
Si ritiene quindi opportuno contribuire alla realizzazione degli investimenti individuando una tipologia specifica di intervento affiancato a quelli già previsti per il sostegno alla produzione di energia rinnovabile, ed in particolare da processi di digestione anaerobica da biogas. La produzione di energia da biogas può infatti essere vantaggiosamente associata a forme di trattamento e valorizzazione degli effluenti zootecnici.
I sostegni relativi alla produzione di energia rinnovabile rendono in molti casi sostenibili gli onerosi investimenti per la realizzazione degli impianti. Le aziende interessate a tali investimenti possono reperire i capitali attraverso il sistema bancario dovendo però sostenere costi significativi per la presentazione di garanzie che potrebbero, talora pregiudicare gli investimenti stessi.
Il disegno di legge è quindi finalizzato a rendere disponibili dei contributi in conto capitale nella misura massima del costo sostenuto per l'ottenimento delle garanzie per prestiti di durata massima quindicennale.
Art. 2. (Modifiche della l.r. 37/2006) La modifica proposta si rende necessaria, in quanto la dizione della l.r. 37/2006 art. 4 comma 1 lett. a), parrebbe affidare alla Regione la definizione dei criteri per il riconoscimento delle Associazioni a livello nazionale.
Non è possibile operare a tale livello.
La formulazione proposta consente di individuare le Organizzazioni in possesso dei requisiti idonei alla partecipazione al Comitato consultivo regionale pesca.
Art. 3. (Modifiche della l.r. 11/2001) Modifica art. 3, comma 3: la modifica è volta a portare la periodicità della relazione di attività del consorzio da semestrale ad annuale, per allineare la relazione all'esecutività dei programmi di attività del consorzio che sono anch'essi annuali, così come sono annuali anche la redazione del bilancio e la rendicontazione di dettaglio sull'attività svolta.
La relazione del primo semestre di ogni annualità, tra l'altro, rischia di essere poco significativa in quanto influenzata dalla tempistica di caricamento dei dati sul Sistema Informativo del consorzio. Infine, è anche venuta meno l'originaria situazione di emergenza smaltimento (che aveva dato origine alla stessa legge attualmente oggetto di modificazione), che poteva giustificare uno stringente monitoraggio sull'attività del consorzio.
Modifica art. 5, comma 3: la modifica è finalizzata a consentire l'accesso ai fondi statali per la copertura dei premi assicurativi per le misure conformi al Piano Assicurativo Nazionale.
La norma fondamentale che regola l'accesso alle risorse del Fondo di Solidarietà Nazionale è il D.Lgs n. 102 del 29 Marzo 2004 recante 'Interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole, a norma dell' articolo 1, comma 2, lettera i) della legge 7 marzo 2003, n. 38'.
L'articolo 9 dello stesso, prescrive anche i vincoli a cui il Piano Assicurativo Nazionale si deve attenere per lo sviluppo di polizze in campo zootecnico: il comma 1 dell'articolo prescrive che 'gli aventi diritto non abbiano beneficiato di analoghi indennizzi previsti da altra normativa vigente.'.
La modifica proposta ha lo scopo di specificare che l'intervento economico regionale non è concorrente a quello statale, ma è ad integrazione di quest'ultimo.
Si introduce inoltre (lettere b) e c) del comma 3) una distinzione tra il contributo regionale destinato alle misure assicurative conformi al Piano Assicurativo Nazionale ed il contributo destinato ad ulteriori garanzie assicurative ad integrazione di quelle offerte nel Piano Assicurativo nazionale.
La predetta distinzione deriva dall'applicazione del principio della trasparenza amministrativa in quanto le 'ulteriori garanzie assicurative' (lettera C del comma) non hanno accesso ai fondi statali.
Viene inoltre aggiornato il riferimento agli orientamenti comunitari per gli aiuti di stato in vigore.
Art. 4 (Modifiche della l.r. 29/2002) Considerando gli attuali rapporti tra la Regione Piemonte e l'Istituto per il marketing dei prodotti agroalimentari del Piemonte (Istituto) e nella prospettiva di rendere possibile per la Regione Piemonte attribuire direttamente all'Istituto incarichi relativi a iniziative promozionali campagne pubblicitarie, ricerche di mercato ecc., è ipotizzabile la configurazione dell'Istituto quale società in House, ovvero come un ente su cui la Regione ha un controllo analogo a quello che ha sui propri servizi (si tratta di una modalità operativa che la Regione ha già adottato recentemente con la legge 17/2007 per Finpiemonte S.p.A.).
I n ragione del 'controllo analogo', l'ente (c.d. in house) non pu ritenersi terzo rispetto all'amministrazione controllante ma deve considerarsi come uno dei servizi propri dell'amministrazione stessa.
Con il presente emendamento si stabilisce quindi: che siano abrogati gli articoli o i commi che non fanno riferimento alla trasformazione dell'Istituto in società in House all'art. 2 (Costituzione dell'Istituto) che l'Istituto è una società a capitale interamente pubblico, a prevalente partecipazione regionale, che opera a favore della Regione e degli altri enti costituenti o partecipanti e che la Regione Piemonte può acquisire l'intero capitale sociale dell'Istituto.
Si definisce inoltre la forma societaria dell'Istituto che è quella di consorzio o altra forma societaria all'art. 3, (Finanziamenti) comma tre bis, che i rapporti tra l'Istituto e i soci per lo svolgimento di attività affidate al medesimo, sono regolate da apposite convenzioni che ne definiscono finalità e regole di gestione e controllo. Le convenzioni che disciplinano i rapporti con la Regione sono stipulate in conformità allo schema di contratto tipo approvato dalla Giunta regionale.
all'art. 3, (Finanziamenti) comma tre ter che l'Istituto per lo svolgimento della propria attività, in attuazione degli indirizzi regionali, può partecipare al capitale di imprese pubbliche, orientate alla promozione dei prodotti agroalimentari piemontesi di qualità Art. 5. (Aiuti di avviamento di Consorzi per la promozione valorizzazione e commercializzazione delle produzioni agricole di qualità del Piemonte) Con questo intervento la Regione vuole fornire un incentivo alla formazione di Consorzi per la promozione, valorizzazione e commercializzazione delle produzioni agricole di qualità piemontesi.
Si tratta di un aiuto finanziario decrescente finalizzato a facilitare lo start-up dei nuovi Consorzi, mettendo a loro disposizione del personale tecnico di elevata professionalità per attuare programmi di assistenza tecnica finalizzati alla valorizzazione e commercializzazione delle produzioni.
Con tale finanziamento si offre pertanto la possibilità ai nuovi Consorzi di essere sostenuti nell'avvio della loro attività tecnico economica e commerciale.
Con tale azione la Regione Piemonte si propone di offrire un concreto sostegno alla nascita ed al consolidamento di Consorzi che potranno offrire ai produttori agricoli di aree più o meno vaste del Piemonte, un valido sbocco di mercato ai loro prodotti agricoli, anche contraddistinti da marchi di qualità, di cui sia garantita innanzitutto la salubrità e peculiari caratteristiche organolettiche.
Art. 6. (Programma di finanziamento di pratiche giacenti delle Misure A e P del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 del Piemonte) Sul Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 del Piemonte (in applicazione del Reg. Ce 1257/99), per il finanziamento di pratiche di Misura A e P (contributi per la realizzazione di interventi di miglioramento delle aziende agricole) nel periodo 2000-2006 sono stati erogati in totale, per tutto il Piemonte, circa 180 milioni di euro.
Occorre considerare che è stato possibile ottenere uno stanziamento totale di tale rilievo per il fatto che la Regione di propria iniziativa con uno sforzo notevole, ha inserito nella Misura A cospicui fondi aggiuntivi (36 milioni di euro a titolo di 'Aiuti di stato regionali aggiuntivi, secondo la terminologia comunitaria) oltre a quelli che era tenuta a stanziare come propria quota di cofinanziamento (circa 23 milioni di euro).
Ai sensi della L.R. 17/99 'Riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, alimentazione, sviluppo rurale caccia e pesca' la gestione della Misura A è conferita alle Province.
Dopo l'emanazione da parte dalla Regione Piemonte di un primo bando di presentazione domande, le risorse sopra indicate per la gestione della Misura A sono state ripartite alle Province con DGR. N. 26-2852 del 23.04.2001.
Successivamente, con DGR n. 83-5619 del 19.03.2002 la Regione ha autorizzato le Province ad utilizzare con propri bandi di apertura domande la parte di risorse ancora disponibili.
Tale Deliberazione stabilisce che nei bandi emanati le Province indichino l'ammontare delle risorse disponibili e prevedano la compilazione di una graduatoria nel caso le domande presentate siano in numero superiore a quelle che possono essere finanziate con le risorse stesse.
A seguito della autorizzazione di cui alla DGR n. 83-5619 del 19.03.2002 le Province nel biennio 2002-2004 hanno emanato propri bandi di presentazione domande.
Successivamente, constatato che le domande prevedevano una richiesta di contributo complessivamente superiore alle disponibilità finanziarie, hanno formato delle graduatorie, comunicando ai richiedenti non collocati in posizione utile in graduatoria che le loro domande, pur ammissibili tecnicamente, non avevano garanzie di poter essere finanziate e che avrebbero potuto essere ammesse al finanziamento solamente qualora altre domande collocate prima in graduatoria fossero decadute o fossero state ridimensionate, determinando così risparmi di risorse.
La Regione Piemonte nel 2005, sulla base del continuo monitoraggio effettuato sulla gestione del Piano di Sviluppo Rurale, pur non avendo alcun obbligo in tale senso, al fine di venire incontro alle esigenze delle aziende agricole, ha compiuto un ulteriore considerevole sforzo economico aderendo alla cosiddetta 'manovra di overbooking' attuata a livello nazionale dal Ministero Politiche Agricole e Forestali.
Tale manovra consente di approvare domande anche oltre la quota di spettanza dei fondi comunitari prenotando la riassegnazione di tali fondi comunitari non utilizzati da altri Stati Membri.
stato in tale modo possibile riaprire le graduatorie provinciali e ammettere al finanziamento una cospicua quota aggiuntiva di domande giacenti sulla Misura A, ma un certo numero di domande è rimasto comunque escluso, comprese parecchie decine di domande di aziende agricole che avevano nel frattempo realizzato gli investimenti per i quali era stato richiesto il contributo.
Tale domande non hanno poi potuto essere ammesse a transitare sul Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, in quanto prive delle caratteristiche richieste dal Regolamento CE 1320/2006 (cosiddetto 'Regolamento di transizione').
Appare quindi opportuno adottare una apposita norma di legge regionale attraverso la quale si dia la possibilità alle aziende agricole sopra indicate di avere un aiuto (in forma di "regime de minimis", l'unica forma ammessa in tale caso dalla normativa comunitaria), vista l'impossibilità di ammetterle a godere delle agevolazioni del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013.
Art. 7. (Programma di aiuti alle aziende agricole per la realizzazione di interventi di diversificazione) Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 del Piemonte definitivamente approvato dalla Giunta Regionale con D.G.R. n.. 44-7485 del 19 novembre 2007 ed approvato dalla Commissione Europea con la Decisione n.
C (2007) 5944 del 28 novembre 2007, prevede tra le altre, una Misura (la n.
311 ) avente come finalità la concessione alle aziende agricole di contributi per la diversificazione delle fonti di reddito attraverso lo sviluppo di attività alternative, quali l'agriturismo, la produzione di energia da fonti rinnovabili e l'attività didattica.
Per l'attuazione di tale Misura la Commissione Europea richiede però la zonizzazione del territorio, fatta sulla base di parametri statistici della popolazione secondo una modalità imposta (in modo uniforme per tutta la Comunità Europea) dalla stessa Commissione, senza che la Regione possa esercitare alcuna discrezionalità di scelta.
Attuando tale zonizzazione risulta esclusa dalla applicazione della Misura 311 l'intera area non montana della Provincia di Torino, oltre ai capoluoghi delle altre Province .
Appare quindi opportuno adottare una apposita norma di legge regionale attraverso la quale si diano le stesse agevolazioni della Misura 311 anche alle zone escluse dal Programma di Sviluppo Rurale.
Art. 8. (Deroga dei termini per i programmi annuali di attuazione 2008 di cui alla l.r. 20/1999) In considerazione del fatto che il disegno di legge n. 453 ("Istituzione e disciplina dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità") non è ancora stato approvato e che comunque la sua operatività non sarebbe comunque immediata in termini di ricaduta sul territorio interessato, si ritiene opportuno dare seguito ai finanziamenti previsti dalla l.r. n. 20/1999 agli articoli 4 e 5 attraverso i Piani triennali e i relativi Programmi annuali.
Nel 2007 entrambi i distretti dei vini non si sono attivati nei tempi e modi stabiliti dalla l.r. n. 20/1999 a presentare i nuovi Piani triennali la cui scadenza d'approvazione da parte del Consiglio di distretto è fissata al 30 giugno del terzo anno d'attività dei Piani triennali (e cioè era al 30 giugno 2007).
però da tenere conto che attivare in questo momento i distretti dei vini con la presentazione da parte loro dei Piani triennali, il cui iter per l'approvazione definitiva si prospetta essere di almeno quattro-cinque mesi, vanificherebbe, di fatto, la volontà di portare avanti per l'anno 2008 i finanziamenti di cui ai Programmi annuali.
Per l'anno 2008 si rende quindi necessario, anche al fine di rispettare quanto contenuto nello spirito della l.r. n. 20/1999, andare in deroga a quanto previsto all'articolo 4, dando la possibilità ai distretti dei vini di predisporre un Programma annuale di durata di mesi dodici a partire dal 1 giugno 2008 utilizzando gli stessi criteri del Piano di distretto 2005 2007.
Conseguentemente anche i termini temporali, di cui all'art. 5 della l.r. n. 20/1999, di presentazione ed approvazione di tali Programmi annuali devono essere armonizzati per consentire un corretto svolgimento procedurale del Programma stesso".
Era comunque importante incardinare questa legge regionale, che si pone l'obiettivo di disciplinare alcuni programmi di finanziamento volti all'incentivazione, alla realizzazione e al miglioramento di determinati interventi agricoli anche legati a specifiche misure del programma di sviluppo rurale, in linea con le disposizioni comunitarie di riferimento.
Si provvede, altresì, alla modifica di alcune parti di leggi regionali vigenti, al fine di prevederne una disciplina più consona ed adeguata alle esigenze funzionali ed operative.
Considerata l'importanza di questi interventi disciplinati dal presente provvedimento, ne raccomandiamo una rapida approvazione da parte dell'Aula consiliare.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Poiché è stato presentato un emendamento sulla norma finanziaria comunico che è convocata per le ore 14.30 la I Com missione.
A questo punto, possiamo considerare conclusi i lavori della mattinata.
Informo i presenti in Aula che nel cortile del Consiglio regionale è in esposizione - i Dirigenti della Lancia sono a vostra disposizione - la nuova Lancia Delta. Per chi ne fosse interessato, rimarrà esposta in cortile per tutto il pomeriggio.
Ricordo che alle ore 14.30 è convocata la I Commissione in Sala A mentre la seduta pomeridiana del Consiglio è convocata per le ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.56)



< torna indietro