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Dettaglio seduta n.334 del 03/06/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


SPINOSA MARIACRISTINA



(Alle ore 14.30 la Consigliera Segretaria Spinosa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.30 il Presidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Bresso, Clement, Gariglio Laus, Robotti e Vignale.


Argomento: Commemorazioni

b) Commemorazione vittime della frana di Villar Pellice


PRESIDENTE

Come sapete, si stanno svolgendo in questo momento i funerali delle vittime della frana di Villar Pellice, dove sono tragicamente scomparsi Erika Poet, Annik Rivoira, Carlo Rivoira e Marius Vasile.
La Regione Piemonte è presente come delegazione ufficiale, con il Presidente del Consiglio, Gariglio, e con la Presidente della Giunta Mercedes Bresso e alcuni colleghi che rappresentano tutto il Consiglio regionale.
Penso che sia condiviso, al di là delle parole e al di là della cerimonia che si svolge in valle, ricordare le vittime dell'alluvione che ha colpito la nostra regione con un minuto di raccoglimento.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Volevo solo sapere qual è il numero legale.



PRESIDENTE

Il numero legale è 29.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazione della Giunta regionale relativamente agli eventi alluvionali del 29 e del 30 maggio 2008 (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito relativo alle Comunicazioni della Giunta regionale sugli eventi alluvionali iniziato stamani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Novero per avermi concesso l'opportunità di intervenire in quest'istante per dire tra l'altro poche cose.
La prima, è ringraziare l'Assessore Sibille, perché so che in queste giornate è stata presente sull'intero territorio piemontese ed ha presidiato le zone maggiormente colpite, rendendosi conto non solo a livello istituzionale, ma a livello personale delle tragedie che si possono vivere in momenti come quelli accaduti poche ore fa.
È proprio per questa ragione che do testimonianza di un buon raccordo svolto dall'Assessore Sibille per quanto ha potuto fare nei rapporti a volte difficili tra le strutture operative sul territorio. Credo Assessore, che lei si sia resa conto che a volte vi sono questioni che richiamano la competenza delle strutture che operano sul territorio e competenze che il cittadino difficilmente riesce a comprendere nel momento di un dramma come questo, cioè quando di un territorio tocca occuparsi la Protezione Civile e pochi metri più in là non tocca più alla Protezione Civile, ma tocca le squadre dell'ABI. Questo a volte può provocare incomprensioni, che richiamo a livello istituzionale rispetto al Comune di Marmora e di Canosio, che fino a venerdì sera non sono stati raggiunti assolutamente da nessuno.
Proprio per queste situazioni di difficoltà, vogliamo anche dire francamente di rapporti interpersonali, che a me peraltro poco interessano ma sono rapporti di collegamento e di fare un qualcosa nel merito perch davvero qualcuno se ne occupi, altrimenti il rischio è di avere situazioni analoghe in momenti differenti, che ci auguriamo non capitino più, per sappiamo che questa situazione, di fatto, si è verificata. Era necessario presidiare il ponte Marmora, perché era il ponte di collegamento rispetto alla parte alta della vallata e che permetteva l'accesso sia ad Acceglio zona ovviamente colpita, sia ad altri Comuni dove i residenti, avendo il ponte Marmora presidiato, avevano la possibilità di avere i collegamenti con la valle.
L'unica questione che volevo porre - e mi avvio alla conclusione - è quella di andare ad oliare questi meccanismi a seguito di quest'esperienza e a smussare gli angoli laddove l'Assessore si sia resa conto personalmente sia necessario fare, al fine - anche se ci auguriamo non succeda più d'essere pronti, sempre migliorandosi dal punto di vista professionale e di raggiungere una certa sicurezza da dare ai cittadini nel fare le cose con strutture operative che, all'unisono, sul territorio si muovono nel raggiungimento dell'obiettivo della tutela del territorio stesso e del ripristino dei danni subiti, data l'emergenza della situazione, ma soprattutto della tranquillità da parte dei cittadini di non vedersi abbandonati dalle Istituzioni e dalle strutture che operano sul territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Mi spiace che il collega Novero parlerà dopo di me, ma l'alternanza comporta che io intervenga prima.
Parole ne sono già state dette molte e non credo che il mio intervento sarà molto innovativo. Anche se l'ha già fatto il collega Clement naturalmente c'è l'espressione del massimo cordoglio alla famiglie delle vittime di questa sciagura. Una sciagura che, a quanto pare, è nei tempi nel senso che ormai periodicamente si ripresenta alla nostra attenzione.
Diceva il collega Clement che tempo fa qualcuno gli aveva detto che ogni 500 anni avviene una sciagura di questo tipo, ma i tempi, a quanto pare, non danno ragione a questa profezia, perché ormai siamo abituati ciclicamente, ogni quattro-cinque anni, ad assistere ad eventi alluvionali disastrosi che interessano gran parte del nostro territorio, specialmente la pianura, ma soprattutto le valli alpine.
Chiedersi perché non è cosa da poco ed intervenire su questo dato non è cosa da poco. Crediamo che, al di là di quello che ha detto la Presidente Bresso, che condividiamo, occorra da ora in avanti, come già è stato fatto negli anni scorsi, soprattutto dare un'accelerata a questo modo di vedere le cose, avere sempre in mente questa visione, ossia che ormai per vari motivi bisogna abituarsi a pensare che periodicamente assisteremo ad episodi di questo tipo.
Non voglio portare sfortuna, ma sono le cronache a dircelo (1994, 2000 2008). Alcune azioni si adeguano, nel senso che nell'emergenza alcune azioni trovano la quotidianità e su questo poi lavorano. Forse dovremmo immaginare anche noi, purtroppo, di abituarci un minimo all'idea che questi temporali cosiddetti stagionali ingrossano notevolmente i fiumi e i torrenti, che poi comportano i disastri di cui sopra. Disastri che forse in alcuni casi potevano essere evitabili.
Perché dico questo? Perché concepire quotidianamente questa problematica vuol dire anche concepire diversamente il territorio. Ossia quando si parla di territorio avere bene presenti, ogni qualvolta si dà una licenza edilizia, ogni qualvolta si mette del cemento su questo territorio sapere che quel cemento è impermeabile e sapere che nel momento in cui si pone, uno dei punti cui fare riferimento è proprio il dissesto idrico e geologico che ormai il nostro territorio subisce, anche forse a causa di un eccesso di incremento di cemento negli anni scorsi, che fa sì che, ormai ogni evento alluvionale o di pioggia battente provochi disastri, rispetto ai quali siamo abituati a vedere le conseguenze. Questo non vuol dire che la colpa sia imputabile soltanto a quello, però, sicuramente, la cura del territorio è uno degli atti di prevenzione più efficaci per prevenire i disastri legati ad eventi di questo tipo, che non riusciamo a prevedere tanto meno siamo attrezzati per compiere danze della pioggia in senso inverso, affinché si evitino gli eventi stessi.
Sicuramente, occorre invitare i Comuni, anzi, obbligarli, a considerare il territorio come risorsa unica, da proteggere, non solo a nome di una natura, così, evocata quasi come un dio. Parliamo di una tutela dell'ambiente, che, in qualche modo, permetta di prevenire questi episodi e ridurre al massimo i danni, che, temo, purtroppo, la cementificazione facilita. Un altro aspetto sicuramente importante riguarda la prevenzione favorendo quelle realtà territoriali che sono pronte ad agire in tal senso.
Anch'io mi unisco ai ringraziamenti. Non ho vissuto minuto per minuto quello che stava accadendo, ma ero aggiornato dai miei genitori che vivono in alta Val Chisone, avendo così una sorte di telecronaca diretta di quello che avveniva, che mi ha riportato alla mente l'anno 2000, in cui rimasi isolato per una settimana in quella valle.
Credo che nella tragedia si possa apprezzare l'impegno di quelle comunità, dei Sindaci, delle Giunte, dei Consiglieri e dei cittadini che davvero, hanno dato l'anima per fare fronte a quell'emergenza e risolvere problemi più grandi di loro, con, ancora una volta, anima e corpo, sangue e sudore, anche rischiando in proprio, per mettere mano e, almeno, evitare il peggio.
A questi Sindaci e a queste Amministrazioni è rivolta tutta la nostra solidarietà, ma credo che alla solidarietà verbale occorra affiancare una solidarietà fattiva, facendo in modo, nel momento in cui interverremo su quei territori, di non rallentare troppo burocraticamente gli interventi tentando di ascoltare, come sempre si fa, e, ancora più in queste occasioni, aiutando fattivamente per mettere mano a danni che, già come cifra, ci appaiono elevati, ma lo sono ancora di più nella concretezza.
Trecento milioni di euro sono tanti, ma sul territorio assumono una forma ancora diversa, perché, al di là del puro dato economico, si devono verificare materialmente i danni comportati dall'alluvione. Quindi risolvere quei problemi vale ben più di 300 milioni di euro, perch davvero, vuol dire riassestare un territorio. Essere al loro fianco vuol dire anche quello, vuol dire essere pronti ad intervenire, aiutarli a trovare i fondi e sostenerli, anche burocraticamente, in questa difficile operazione.
Questo non toglie la necessità della vigilanza, affinché si evitino spiacevoli equivoci che si verificano ogni volta all'indomani di grandi eventi alluvionali. Pertanto, è bene verificare le modalità di spesa di questi soldi, che le opere siano adeguate, che nessuno abbia preso un po' di più rispetto a quello di sua spettanza e che nessuno si sia infilato accuratamente nel mucchio - può capitare - nel tentativo di percepire anche quello che non è dovuto - mi riferisco ai Sindaci, anche se speriamo che questo non sia avvenuto. Magari, contando i danni privati, è bene essere attenti e vigilare proprio per la bontà degli interventi, perché nulla possa inficiare le opere di ripristino dei territori stessi.
Naturalmente, è interessante anche verificare - è un invito - la consistenza delle opere già fatte. Uscendo da una lunga fase alluvionale quella del 2000 è stata più micidiale, ma mi hanno detto che per intensità questa è molto simile - è bene verificare se le opere realizzate nel 2000 la Presidente già ci ha un po' rassicurati - sono state o meno efficaci. Mi risulta che, in alcuni punti del territorio, quei massi che sono stati posti per fare argine sono venuti via con una facilità estrema. Pu capitare, sarà stato un caso, sarà stata la forza delle acque o, in realtà quest'evento poteva essere evitato? Verificare vuole anche dire non vanificare le azioni, avendo sempre sotto gli occhi quello che davvero avviene, aiutando quelle comunità, ma anche verificando, nei confronti di tutte le comunità, che i lavori fatti sono sempre efficaci, efficienti e adeguati.
Esprimo il sostegno a tutti quei Consiglieri comunali che singolarmente, in questi anni, hanno lottato per la difesa del loro territorio. Come dicevo prima, la difesa del territorio non avviene soltanto nel nome di un vago ideale, che è quello ambientale, che non è neanche tanto vago, perché l'azione stessa ha sempre un fine.
Mi viene in mente la collina morenica della zona di Pianezza. Chi si presta a difendere quella collina non agisce solo in nome della bellezza naturale del luogo, ma sa bene che costruire al di sotto, in caso di eventi alluvionali, comporterebbe danni non indifferenti e chi ricopre la carica di Sindaco deve curarsi che alcuni Consiglieri, comunque, si attivano in tal senso. Quindi, occorre sostenerli, aiutarli, fargli ancora una volta da argine, perché si devono svolgere operazioni utili e importanti per la collettività e non soltanto per soggetti singoli.
Per quanto riguarda l'incidente istituzionale, mi dispiace, collega Pedrale, non l'ho vista così tanto, anzi, questo è un argomento che abbiamo toccato spesso e volentieri. Allo stesso modo, sono certo che anche la Presidente in più occasioni abbia sostenuto la pericolosità di quei rifiuti a Saluggia, mi pare lo abbia ancora ribadito recentemente nell'ambito di una manifestazione sull'energia. Lì non è un problema, poi si può discutere se è bene dragare o meno i letti dei fiumi. Io sono dell'idea che sia bene tenerli puliti, prestando attenzione al territorio, senza fare buchi ulteriori, che, magari, possono comportare ulteriori conseguenze, di cui poi, potremo discutere. Sicuramente, a Saluggia c'è un problema di tipo nucleare dovuto a quel deposito, che è lì da tempo e rispetto al quale non si trova una soluzione; perlomeno, nessuna delle istituzioni maggiori sembra orientata a individuare una soluzione che metta al riparo non solo dal rischio alluvionale, ma anche dalla contaminazione delle falde acquifere sottostanti, che mi risulta siano già state vagamente intaccate "vagamente" è un termine ironico - da questi rifiuti nucleari.
Occorre una visione complessiva del fenomeno, che non può essere limitata al momento in cui scatta l'emergenza, ai piani legati a quell'emergenza oppure al PAI, che, seppur importante, è limitato, se è l'unico strumento. Tutti devono avere sempre ben chiaro che questa è la situazione in cui ci troviamo e che ogni operazione deve essere legata ad una scelta costruttiva, in particolare quelle di incremento nelle valli delle superfici cementificate.



(Scampanellìo del Presidente)



BOSSUTO Iuri

Mi unisco al ringraziamento che qualche altro ha già fatto prima all'Assessore Caracciolo. Non mi risulta che...



(Commenti del Consigliere Chieppa)



BOSSUTO Iuri

Chiedo scusa, collega Chieppa, indicavo qui, poi ti ho visto là, sei ovunque, non riesco più...



(Commenti del Consigliere Chieppa)



BOSSUTO Iuri

Il Consigliere Chieppa lo ha già fatto prima, mi unisco ai suoi ringraziamenti. La Protezione Civile, grazie ad un buon coordinamento, ha dato buona prova di sé. Anche l'Assessore ha lavorato bene, pertanto lo ringraziamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Signor Presidente, mi unisco all'enorme cordoglio per le vittime di quest'alluvione, che, senz'altro, è la parte più tragica degli eventi di queste giornate.
Ho apprezzato l'intervento della Presidente della Regione, che è stato molto ampio, direi quasi esaustivo, circa le problematiche odierne, ma che sono da anni sul tappeto e che dovremo affrontare tutte le volte in cui si verificherà un evento simile, che sicuramente si ripeterà nei prossimi anni, anche se non sappiamo quando.
È doveroso ringraziare il Governo nazionale e il Governo regionale perché entrambi hanno dimostrato sensibilità e si sono mossi con una tempistica che, secondo me, deve essere notata e apprezzata.
Dell'ampio intervento della Presidente, sfrondando in modo molto deciso, ricordo tre punti nodali: primo, l'accenno alla pulizia delle nostre montagne; secondo, il problema del disalveo o meno dei nostri fiumi e, terzo, il problema della rilocalizzazione. Mi è venuta in mente l'alluvione del 2000 quando abitavo ancora in pianura, a Ciriè, lungo la Stura, dov'è ubicata dal 1600 la casa della mia famiglia, e dei gentili Carabinieri hanno bussato alla porta pregandoci di andare via. Tutte le borgate della zona sono state evacuate, comprese alcune signore di 80 e più anni! Pur avendo dei parenti che mi avrebbero offerto alloggio, sono andato a dormire nella scuola elementare della frazione vicina: praticamente c'era tutta la borgata accampata nelle aule.
Sapete perché c'è stata quest'evacuazione? In primo luogo - ripeter esattamente i tre punti ricavati dalla relazione della Presidente Bresso a Viù degli alberi si erano posizionati di traverso nel fiume, frenando altri alberi e formando, a loro volta, una diga, che aveva rallentato l'acqua, generando una sorta di lago. La Protezione Civile non aveva la minima idea di quando e se la diga sarebbe saltata; in ogni caso, se fosse accaduto, la nostra frazione, a valle, ne sarebbe stata travolta.
Ma sarebbe stata portata via anche per altre ragioni. Innanzitutto, il dissennato disalveo della zona, dovuto alla presenza di numerose cave che avevano scavato senza alcun criterio, aveva creato un canale dove l'acqua non riusciva più ad allargarsi. Quando ero ragazzino - parlo degli anni Cinquanta - andavo a giocare nell'acqua del torrente, che arrivava fino a lambire quasi casa mia. Anche negli anni Cinquanta pioveva, ma l'acqua si allargava nei prati e nei boschi, arrivando ad una larghezza di circa due chilometri in quel punto; per quanto piovesse, non riusciva a far danni perché era acqua limacciosa quella che scendeva.
Oggi, invece, l'acqua non trova uno sfogo e batte contro gli argini.
Hanno rifatto tre volte gli argini! L'argine della mia vecchia casa di Ciriè è stato rifatto tre volte: prima in cemento, poi in pietre, poi in altro ancora; eppure sono sempre stati portati via, perché non è possibile che il torrente, con un simile dislivello simile e con una curva obbligata regga, se l'acqua non si allarga. Se si allargasse, infatti, l'acqua rallenterebbe e diventerebbe limacciosa.
Terzo problema: negli anni Sessanta, in pieno alveo del torrente qualcuno aveva pensato di erigere una bella fabbrica (mi riferisco a quel tipo che voleva farci mangiare le polpette al petrolio! Non mi ricordo più che come si chiamava, so che poi è andato in Sardegna; dal petrolio intendeva ricavare gustosissime polpette!). Questo petroliere è fallito e ha venduto tutto all'Agip. Questo stabilimento, che dagli anni Sessanta era ubicato dove nelle vecchie carte c'era il braccio principale del torrente è stato costruito, catastalmente parlando, sull'acqua. È tuttora lì: sono anni che si parla di rilocalizzarlo, ma non se n'è mai fatto niente.
Come vedete, quel piccolo episodio, da cui ero partito raccontandovelo racchiudeva in sé un insieme di fattori: innanzitutto, le montagne non possono essere abbandonate a se stesse e non curate. Una montagna non curata diventa "impermeabilizzata" e crea situazione ingovernabili. In secondo luogo, un disalveo senza criterio è assolutamente dannoso.
Attenzione, però, perché a scuola m'insegnavano che ogni eccezione conferma la regola. L'eccezione a quanto dicevo poc'anzi - ovvero che il disalveo dissennato provoca danni - è il mancato disalveo quando invece le condizioni lo richiedono, tipo dove abito io adesso. Nel nostro paese la montagna cade continuamente, tutti gli anni: l'alveo dei rigagnoli (perch poi non sono neanche torrenti, anche se in questi giorni lo erano diventati!) è pieno di pietre, oltre al normale livello, cadute durante l'anno. Mentre il disalveo che citavo io nella bassa asta dello Stura è stato dannosissimo e pericolosissimo, in montagna, al contrario, sarebbe pericoloso non eliminare le pietre dove cadono, perché si creerebbero altri pericoli. Badate che non è una contraddizione dire che a valle bisogna togliere le pietre, mentre a Ciriè, ad esempio, bisogna lasciarle affinch il letto del fiume si alzi, perché sono condizioni diverse.
Non possiamo non tener conto di questa diversità e, conseguentemente non applicare norme a seconda dei casi.
In merito alla rilocalizzazione - lo già ha già accennato la Presidente Bresso, ma lo farò anche io - vorrei ricordare che siamo tutti politici legati a qualche partito: creiamo una lobby trasversale dei Consiglieri della Regione Piemonte, presso i nostri partiti, affinché la legge n. 35 venda applicata. Altrimenti quel denaro verrebbe perso! Non so se questa mattina è stato precisato (forse sono io che non l'ho sentito): mentre il comma 5 prevede che il 50% dei bolli siano destinati a questo scopo, il comma successivo precisa che, se non vengono utilizzate quelle cifre, vanno nel bilancio generale dello Stato.
Appoggiamo tutti la Presidente Bresso e la Regione Piemonte - destra sinistra e centro - affinché queste cifre ci vengano assegnate dallo Stato perché altrimenti, superate l'agitazione di questi giorni e ripristinati i ponti senza rimuovere le vere cause (non sarà possibile rimuoverle tutte ma almeno attiviamoci per quanto sarà possibile fare), avremo fallito completamente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris; ne ha facoltà.



FERRARIS Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi associo anch'io, oltre che al cordoglio per le vittime, a quanto è già stato detto sul fatto che ci sia stata, effettivamente, un'operosità e una capacità di intervento che ha funzionato.
Sarò molto breve - vado per titoli - perché molte cose sono già state dette.
Com'è emerso dalla relazione della Presidente, il Piemonte vive una situazione complessa e difficile, e non è possibile mettere tutto in sicurezza.
Ho chiesto di intervenire semplicemente perché questa mattina ho sentito che veniva imputata, come causa di questi ricorrenti fenomeni non solo alluvionali, quest'ipotetico disboscamento selvaggio del Piemonte. Chi ha fatto tale affermazione, non so da dove l'abbia desunta; anche sui giornali si diceva che avevano tagliato un bosco. Chi vive in montagna sa che il problema vero non è quello del rimboschimento, perché non ce n'è bisogno. Tutti gli anni, secondo le statistiche, i boschi aumentano, ma non grazie ai rimboschimenti, ma semplicemente perché il bosco invade le zone che non sono più coltivate.
Abbiamo, dunque, un problema di manutenzione dei boschi; manutenzione vuol dire anche tagli, fatti però nel modo corretto. Siamo pieni di boschi che hanno sostanzialmente esaurito il ciclo vitale delle piante, per cui non svolgono più alcuna funzione; non hanno neanche quasi più radicamento per cui alla minima occasione queste piante vengono giù e finiscono nei torrenti.
Abbiamo un suolo che non ha più capacità di penetrazione sia perché è completamente coperto sia a causa della mancata presenza di attività in montagna, perché non si fanno più le regimazioni delle acque a partire dall'alto, dai pascoli, dove forse converrebbe, anziché far pagare ai margari l'alpeggio, proporre delle convenzioni per la realizzazione di opere di regimazione e di manutenzione.
In passato, questo tipo di manutenzione avveniva in modo naturale, come avveniva quella dei muri: quando uno passava e vedeva la pietra sporgere la metteva a posto. Oggi tutto questo non c'è più e gravita sull'ente pubblico.
Ci sono due grossi problemi che hanno dei costi rilevanti: il monitoraggio e la manutenzione ordinaria.
Io ho avuto l'esperienza nel mio territorio di un danno enorme: una frana che ha bloccato per più di un mese la strada statale. Risalendo all'origine della frana, un signore che abitava lì vicino ha detto: "Sì, ma era qualche mese che in questo ruscello era venuto giù un grosso pietrone che lo bloccava, e ciò ha fatto saltare fuori l'acqua". Una roba che due persone avrebbero risolto in mezz'ora ha creato un danno di alcuni miliardi. E questo non è l'unico caso, perché questi danni nascono spesso da situazioni del genere.
Al riguardo, credo che ci sia sicuramente il problema dei fondi nazionali per l'emergenza, su cui so che la Giunta regionale si è mossa bene e tempestivamente; so che si stanno facendo sopralluoghi e censimenti per avere una dimensione chiara dei danni e di che cosa bisogna fare, di quali sono le opere più urgenti. Peraltro, l'esperienza del Tanaro (1994) ad esempio, è stata, tutto sommato, positiva, perché le opere sono state realizzate generalmente bene, hanno tenuto, vi sono state delle piogge successive con portata ancora più ampia e da questo punto di vista non ci sono stati problemi.
Un problema fondamentale è quello dei fondi per la manutenzione. La Presidente giustamente diceva: "Paradossalmente le cifre più grosse che abbiamo sulla manutenzione sono i fondi di ritorno delle tariffe dell'ATO alle Comunità montane". Questo è vero, però qui ci sono grosse disparità territoriali, nel senso che, pur avendo ad esempio la Provincia di Cuneo stabilito l'8% sulle tariffe, anziché il 3% iniziale che adesso è diventato 5% come la Provincia di Torino, vi sono Comunità montane di alcune Province (Torino, ma anche Asti, dove c'è solo una Comunità montana) che hanno un ritorno consistente sulle cifre di cui parlava stamattina la Presidente. Ci sono altri territori dove ci sono molte Comunità montane e la somma delle tariffe dovuta al numero degli utenti e alle bollette che pagano è inferiore, dove le cifre di ritorno sono inferiori.
Ritegno che, al di sopra di una certa soglia (mettiamo il 5%, che è già stato raggiunto anche dalla Provincia di Torino), un eventuale, possibile forse anche opportuno aumento servirebbe per un riequilibrio a livello regionale e non più a livello di ATO provinciale. Questo darebbe una certa equità a una possibilità di interventi.
Penso che le Comunità montane, di cui dobbiamo andare a definire anche le competenze e le funzioni, siano quelle che meglio possono fare un monitoraggio annuale sui corsi d'acqua, su tutto quello che, dal punto di vista idrogeologico, ma non solo, c'è sul nostro territorio.
Per finire, condivido l'apprezzamento che è stato espresso verso l'opera dei tanti Amministratori che hanno lavorato. Questo deve anche servirci un po' a riflettere, quando a volte parliamo dei piccoli Comuni e finiamo per accomunare gli Amministratori dei Comuni e delle Comunità montane ai costi della politica, alla "casta". Effettivamente, in queste realtà ci si rende conto che quello degli Amministratori è un impegno di volontariato, di cui soprattutto nelle situazioni di emergenza c'è bisogno.
E nelle situazioni di emergenza si vede anche che la gente c'è, è disponibile, fa il suo lavoro, conosce il territorio e dà una mano a risolvere i problemi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio ringraziare il servizio di Protezione Civile della Provincia di Cuneo, che ha attuato degli interventi altamente professionali e immediati. Se ci sono stati danni ingenti, ma non ci sono state vittime, a differenza delle precedenti alluvioni, molto probabilmente si deve per gran parte agli interventi della Protezione Civile, che ha provveduto a chiudere immediatamente i ponti e le strade a rischio, presenziando tutto il territorio ove era in corso il fenomeno.
Ovviamente allargo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato affinché questo fenomeno venisse in qualche modo ridimensionato, affinché le popolazioni, anche quelle evacuate, potessero rientrare e tutto potesse tornare al più presto alla normalità. Restano però i danni, che sono ingenti. Mi sembra che, per la sola Provincia di Cuneo, le prime quantificazioni siano attorno ai 200 milioni di euro. Molto probabilmente si tratta di quantificazioni per difetto, in quanto occorre ancora procedere alla mappatura completa di tutti i disastri che si sono verificati.
A questo punto, si torna a un discorso che abbiamo fatto mille volte quello della prevenzione. Cosa possiamo intendere per prevenzione? Qui oserei dividere immediatamente il territorio in due parti: l'alta montagna e i fondovalle e la pianura.
Cosa sta avvenendo in montagna? La montagna ormai si è spopolata, ci sono vastissime zone montane praticamente abbandonate, non più coltivate. E allora cosa succede? Cresce una vegetazione irregolare e, sotto gli effetti di piogge incessanti o fenomeni temporaleschi, l'acqua scorre immediatamente a valle. Di cosa ci sarebbe bisogno? Ci sarebbe bisogno di quell'opera che un tempo facevano i montanari, coloro che abitavano le montagne, cioè lo scavo delle cosiddette bialere, di quei piccoli rii, di quei microbacini che poi servivano all'irrigazione e, più in generale, la coltivazione di un maggior numero di terreni. Erano tutte opere che servivano a trattenere in montagna l'acqua, perché l'acqua entrava in queste bialere, in questi rii, riempiva i piccoli bacini, quindi diventava un polmone. Dove i terreni erano coltivati, l'acqua non scorreva sul terreno come succede oggi (sull'erba bagnata l'acqua va giù), ma si infiltrava, bagnava quel terreno e non scendeva a valle.
Quindi sono d'accordissimo con quanto ha appena detto il collega Ferraris: ai pochi montanari che abbiamo ancora, ai pochi allevatori che portano al pascolo le mucche non solo non bisognerebbe far pagare l'affitto dei terreni, ma a mio avviso dovremmo pagarli, cioè dovremmo dare una forma di contributo al reddito a chi si impegna a vivere in montagna in cambio dell'effettuazione di tutto quel tipo di opere che ho detto, che si pu allargare anche alla manutenzione ordinaria dei sentieri e delle piccole stradine che collegano le varie località sulle nostre montagne.
Ci sarebbe bisogno di questo tipo di intervento sul territorio. Capisco che è difficile, ma si può fare; si può pensare di dare delle integrazioni al reddito a chi sceglie di vivere in montagna, impegnandosi, per contro, a svolgere questo servizio, che è essenziale.
Diversi invece sono i problemi a valle, perché se è vero quello che diceva il Consigliere Novero che, fino a pochi anni fa, vi era un sistema di cave che aveva scavato senza criterio, causando danni enormi soprattutto crollo di ponti, oggi mi risulta che vige, di fatto, un divieto assoluto di prelevare anche solo una palata di sabbia o di ghiaia dai fiumi. Questo fa sì che molti alvei siano pieni dei cosiddetti isoloni cioè cumuli di pietra e sabbia, che fanno sì che l'acqua che scende a valle tende ad incanalarsi non al centro dell'alveo, ma sulle due sponde che poi fa crollare e trascina. Non dico che questa sia una questione complessiva ovunque, ma sicuramente in molti posti è così.
Vi sono problemi che, apparentemente, possono essere in contrasto l'uno con l'altro, c'è bisogno di una mappatura completa - che so essere in corso ma è sbagliato dare delle regole generali. Quello che può essere giusto per un punto, può essere sbagliato per un altro. Alla base di tutto bisogna dare la possibilità all'acqua di scendere a valle, possibilmente non in modo rovinoso, magari cercando di rallentarla, per cui creare alvei delle giuste dimensioni a livello di spazio, ma anche delle giuste profondità.
Non è possibile solo operare con interventi spondali, non possiamo fare le sponde più alte del piano di campagna, deve essere il fiume più basso.
Questo è un principio che non può essere eluso.
Proprio in Provincia di Cuneo abbiamo avuto delle prove di quanto sto dicendo. Savigliano è stata allagata. A Savigliano ci sono due torrenti: il Maira e il Mellea. Sul Maira è stato fatto un intervento - contestatissimo dagli ambientalisti, dai Verdi e dalle sinistre in generale - che si è rivelato efficace. Il Maira non è esondato, non ha provocato danni.
Sul Mellea questo intervento non è stato fatto, forse era in programma (il torrente era più piccolo, per cui sembrava meno pericoloso), e il Mellea è esondato a Savigliano ed è esondato a Cavallerleone, dove l'acqua ha raggiunto il mezzo metro proprio davanti al Comune, invadendo tutto il centro storico.
C'è bisogno di una progettazione accurata, senza fare di tutta l'erba un fascio, cioè valutando zona per zona. C'è bisogno di creare alvei sufficientemente liberi in modo che siano in grado di supportare questo genere di piene che, ormai, come abbiamo visto, si verificano con una regolarità non dico annuale, ma da quando sono in Regione mi sembra che ogni due o tre anni, da una parte o dall'altra del Piemonte, c'è un'alluvione che provoca danni. Va fatto un intervento generalizzato.
Ripeto, al primo punto ci sarebbe da fare un intervento che non è costituito da opere, ma sulle persone, dare la possibilità al maggior numero possibili di cittadini di continuare a vivere in montagna in modo che si occupino della montagna. Questa mi sembra la cosa più importante. A valle qualche lavoro è stato fatto, ma bisogna completare l'opera.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
È un dibattito che avrebbe potuto concludersi questa mattina con la relazione della Presidente tanto è stata chiara ed esauriente. Un dibattito che, mi sembra, non interessi più tanto l'Aula ma, essendoci scritti, per onore di firma, facciamo qualche considerazione.
Mi rivolgo soprattutto all'Assessore Sibille che, oltre ad essere un bravo Assessore, è una donna che sa anche ascoltare, quindi provo a parlare soprattutto con lei. Il ringraziamento è stato espresso da tutti e non lo ripeto.
A proposito dalla Protezione Civile e dei volontari. Ieri sera Assessore Sibille, ero in Valle di Susa a celebrare il 2 giugno. C'era la banda musicale e io avrei dovuto fare un intervento nell'intervallo. Ad un certo punto, prima di iniziare l'inno nazionale, un musicista si alza, esce dal salone, rientra con un berretto da vigile e alza il gonfalone: in quel momento faceva il vigile. Finito l'inno nazionale, si è tolto il berretto ed è ritornato a sedersi continuando a suonare con la banda musicale. Credo che questa sia una caratteristica straordinaria di questo territorio e di questa regione - lo dico da calabrese - che non ha uguali anche in molte regioni d'Italia. È un grande esempio di generosità, di disponibilità e di attenzione al territorio nel quale questi cittadini vivono.
La Presidente Bresso e il Presidente Saitta hanno svolto bene in questa occasione il loro lavoro. Lo hanno fatto anche con una presenza costante vicino alle popolazioni colpite. La Presidente Bresso è stata ricevuta in Valle di Susa, un territorio che, come tutti sappiamo, per la questione dell'Alta Velocità è, in qualche modo, ostile a Regione e Provincia. A detta degli amministratori è stato, finalmente un bell'incontro e una bella riunione.
Quello di cui si sono lamentati gli amministratori è stata l'assenza del Magistrato del Po e la lentezza dell'ANAS. La Valle di Susa è stata colpita in maniera particolare con decine di milioni di euro di danni nel comune di Bussoleno. Come certamente l'Assessore saprà, la statale n. 25 è stata interrotta perché l'ANAS, da tempo, deve realizzare il progetto di un ponte - grazie a Dio, sembra esserci finalmente un progetto approvato e finanziato - che il Sindaco nella notte tra giovedì e venerdì ha deciso autonomamente di far saltare per evitare che il tappo determinato dal piccolo ponte stesso provocasse l'allagamento di Bussoleno.
Il sottoscritto e l'Assessore Borioli hanno promesso al Sindaco, dopo aver parlato con i rappresentanti dell'ANAS che, finalmente, questo lavoro si farà. Un progetto che permette anche di eliminare due curve mortali dove ogni anno si verificano 25-30 morti. Un progetto importante che salverà la vita a qualcuno e che consentirà anche un recupero ambientale importante.
Non solo Bussoleno, penso anche a Novalesa, dove è stata interrotta la strada per l'Abbazia: i monaci sono rimasti senza luce, ma la Provincia è prontamente intervenuta. Solo a Novalesa ci sono cinque milioni di danni.
A Venaus, forse il Comune più colpito, pietre e fango sono precipitati sull'abitato, il Sindaco diceva che sono necessari sette milioni di euro per mettere in sicurezza quel Paese.
Oggi vi è il rischio frane. Come l'Assessore saprà certamente, una frana importante sovrasta il Comune di Sant'Antonino. Noi non diciamo che c'è stata incuria da parte del governo regionale precedente. Il Presidente della Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia, Ferrentino, ha detto che sono stati distribuiti in questi anni 30 milioni di euro da parte del governo regionale precedente. Non abbiamo l'abitudine, come ha fatto il Consigliere Pedrale, di strumentalizzare i disastri per fini politici.
Riconosciamo il buon lavoro svolto dalla precedente amministrazione, nella fattispecie dall'Assessore Ferrero che, nel governo regionale precedente aveva questa responsabilità.
Occorre, quindi, definire per la Valle di Susa, un grande progetto di messa in sicurezza anche delle case che sono sui fiumi. Penso a Bussoleno che è attraversata dal fiume, quindi, inevitabilmente, quando si verificano piene come questa con tre settimane continuative di pioggia, corre il rischio di andare sott'acqua.
È anche necessaria una semplificazione delle procedure. Ho letto su La Stampa una cosa che non conoscevo, che i Comuni sono costretti a mettere in vendita il materiale che viene dragato, senza che ci sia nessuno disposto a comprarlo. Una delle tante sciocchezze di questo Paese che insegue cose che non sono realizzabili. Nel Piano che presentiamo, l'Assessore ha risposto che si occuperà di questo problema e che, in qualche modo, verrà eliminato.
E dato che piove sempre sul bagnato, è caduto anche un elicottero nel lago piccolo di Avigliana con un problema probabilmente di inquinamento ambientale rilevante, di cui credo la Regione in qualche modo si dovrà occupare, perché non penso che il Comune di Avigliana abbia le risorse necessarie per occuparsi di questo problema.
Resta ancora il grande progetto per mettere in sicurezza la Dora nelle zone di laminazione, per evitare che il Comune di Torino ne sia coinvolto.
Credo che questo debba essere fatto anche se riguarda il territorio della città nella quale abito, ma quando ci sono grandi alluvioni deve essere messo in sicurezza.
Ci sono fenomeni alluvionali frequenti, la questione ambientale e del territorio. Non sappiamo se fanno parte dell'agenda del nuovo Governo. Il Ministro Matteoli - ha ragione il collega Chieppa - ha alzato bandiera bianca e ha detto: "Non abbiamo i soldi per fare nessun tipo di intervento".
Credo che se magari i due miliardi e mezzo utilizzati per togliere l'ICI (180 euro a famiglia) fossero stati utilizzati per questo probabilmente l'intervento del Governo sarebbe stato apprezzato soprattutto dai cittadini che vivono nelle comunità montane.
Il Consigliere Novero diceva della sensibilità del Governo; un intervento iniziale speriamo di cinque milioni di euro che basta forse a pagare qualche decina di pale meccaniche che sono intervenute fra giovedì venerdì e sabato. Speriamo naturalmente che il Governo faccia davvero la sua parte.
Questo è insomma un paese che insegue il populismo e la demagogia quando invece andrebbero progettate e messe in cantiere grandi opere di riqualificazione del territorio.
Speriamo davvero che questo possa essere uno degli obiettivi del nuovo Governo e non soltanto scelte populistiche e demagogiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Verrebbe voglia di rispondere in particolare all'ultima parte dell'intervento del collega Boeti, ma devo dire che se prendiamo questa strada di rinfacciarci quello che poteva essere fatto e non è stato fatto i soldi dell'ICI che si potevano usare per fare qualcosa, non ci fermiamo più. Il centrodestra ha iniziato a governare un mese fa.
Sarebbe facile dire: "Cosa avete fatto nei due disastrosi anni di Governo per intervenire sulla tutela del suolo?".
Sarebbe troppo facile chiedere che cosa avete fatto con i famosi tesoretti ottenuti dalla spremitura oltre ogni limite degli italiani.
Queste cose bisognerebbe pensarle prima di dare del populista e dello strumentale agli altri, avendo avuto responsabilità di Governo, tra l'altro finite fortunatamente ieri, senza che nessuna opera di prevenzione, che pure avrebbe potuto essere di grande utilità, sia stata messa in campo.
Quindi, se vogliamo evitare queste scivolate - queste sì populiste e propagandistiche - che non ci portano da nessuna parte, evitiamo di rinfacciarci le piccole cose e cerchiamo di parlare di cose concrete.
Quello che dobbiamo dire, oltre naturalmente il ricordo commosso di queste nuove vittime - che non vorremmo mai più avere. Assessore, quante volte l'abbiamo detto; l'abbiamo detto nel 1994 e l'abbiamo detto nel 2000.
Non vorremmo mai più fare delle sedute di Consiglio regionale, ricordando delle vittime per eventi alluvionali.
Come sicuramente d'altra parte il ringraziamento forte va tutte le forze dell'ordine, alle forze della Protezione Civile che, ancora una volta, hanno dimostrato che, in questo paese, qualcosa funziona, e quando si fanno le cose giuste, si programma in maniera giusta, ci sono gli uomini addestrati e ci sono i mezzi, poi il meccanismo funziona. E quindi quella che è una delle diverse peculiarità positive del Piemonte, anche in questa occasione ha risposto.
Ma al di là di queste questioni, dobbiamo interrogarci perché, dopo il 1994 e dopo il 2000, noi siamo ancora oggi qui a parlare di vittime, di danni ingentissimi, di smottamenti, di straripamenti e di esondazioni perché questo è il centro del problema.
Sapendo bene che affrontare l'emergenza che ci troviamo di fronte non è un problema di poco conto, non è un problema che si risolve in settimane mesi ed anni. Qui ci vogliono forse decenni di impegno costante.
Non so se sia vera la cosa che dice il Ministero dell'Ambiente, cioè che l'86% dei Comuni italiani ricade in aree ad alto rischio idrogeologico.
Non so se sia vero che il Ministero dell'Ambiente nel 2003 aveva stimato circa in cinque miliardi di euro l'impegno per intervenire su queste questioni. Non so se sia vero che abbiamo speso circa 345 milioni di euro sulla questione e che quindi per arrivare ai cinque miliardi, mancano ancora quattro miliardi e 700 milioni di euro. Non so se sia vero che abbiamo speso 80-85 milioni di euro per pagare i danni per interventi urgenti in conseguenza dei sinistri relativi ai danni sul territorio.
Ma pensando che le cifre non siano tanto distanti da quelle, anzi purtroppo potrebbero essere in crescita, perché dal 2003 ad oggi sono passati cinque anni e forse anche con il tasso di inflazione dovremmo metterci anche un 15% in più rispetto a queste cifre già enormi, dobbiamo pensare tutti insieme come fare con un grande piano pluriennale. Io non sono di tradizione sovietica, cui invece altri colleghi si richiamano, ma i piani pluriennali dovrebbero essere utilizzati, altrimenti questa giornata è una grande giornata, ognuno dice le sue, io posso attaccare l'Assessore Sibille, qualcun altro può attaccare il Governo insediato da 15 giorni, ma poi non risolviamo niente. Invece ci vuole uno sforzo corale per cercare di mettere in campo una programmazione pluriennale che intervenga sui momenti più critici; una programmazione che non può essere soltanto di tipo regionale, non solo richiamandoci quindi ad una programmazione nazionale perché dobbiamo anche lavorare insieme come Regioni.
Non è possibile che la Regione Valle d'Aosta faccia quello che ritiene giusto sulla questione della difesa del suolo e poi faccia ricadere sulle zone confinanti con essa i problemi.
Non è possibile che, anche in questo caso, l'acqua che arrivava dalla Valle d'Aosta arrivava ai 100 chilometri all'ora perché in quella regione hanno adottato certe difese spondali e certi tipi di interventi e noi non riusciamo poi a seguire questo tipo di arrivo.
Devo dire che non sono pessimista, nel senso che ritengo che in questi anni una maggiore sensibilità sia sorta tra tutti, tra la politica, tra la popolazione, e lo dicono anche i molti comitati che sono sorti e continuano a mantenere alto il livello dell'attenzione.
Parlo da una zona che è stata colpita due volte pesantissimamente.
Questa volta ritengo, anche per i lavori di prima fase che sono stati fatti, che la Provincia di Alessandria vanta alcuni fatti specifici, ma non c'è paragone. Facciamo gli scongiuri, ma non c'è paragone rispetto al passato. Perché? Perché i primi interventi, quelli della prima fase, sono quasi stati tutti completati.
Però, Assessore, la mia riflessione va su un fatto. Certo, oggi dobbiamo parlare del Torinese, dobbiamo parlare del Cuneese, ma dobbiamo parlare anche degli interventi di seconda fase, perché proprio questa vicenda - come qualcuno già diceva - ci fa capire che queste emergenze non si aprono più una volta ogni 500 anni ma neanche una volta ogni 100 anni ma probabilmente ogni dieci anni, viste le condizioni atmosferiche a cui andiamo incontro.
Sugli interventi di seconda fase cosa facciamo? Sulle famose questioni delle aree di laminazione, cosa facciamo? Ma non soltanto quelle relative alla Provincia di Alessandria. Capisco che a monte di Alessandria sia più difficile, perché sono zone molto urbanizzate, ma mi chiedo: la questione della piana di Ivrea come viene risolta? Riusciamo a trovare degli sfoghi per questo grande fiume e per i suoi affluenti, in maniera tale che non tutto venga riversato a valle? Abbiamo il coraggio di seguire il discorso delle aree di laminazione, possibilmente dentro gli argini maestri collaborando con i privati? Quella dell'attuale Ministro Matteoli può essere una dichiarazione di impotenza, ma noi, purtroppo, dobbiamo anche renderci conto della realtà in quanto è difficile, sia per lo Stato nazionale sia per le Regioni reperire le enormi risorse che occorrerebbero per certi interventi.
Allora, anche qui, serve la collaborazione con i privati e lavorare alle opere di seconda fase. Certo, sono importanti le aree di laminazione come anche, per quanto riguarda il nostro territorio, l'apertura delle campate del ponte di Trino, l'idrografia minore, che è quella che oggi ha fatto soffrire, seppure parzialmente, le nostre aree, e lo scolmatore di Morano, anche se è una questione dibattuta. Poi, senza timore, devo riprendere le considerazioni del collega e amico Pedrale.
Tutto serve, nulla è risolutivo, nessuno ha la bacchetta magica per mettere tutto a posto, però, sicuramente, il discorso dell'eccesso di ghiaia nei fiumi - noi che viviamo sui fiumi lo vediamo - è uno degli aspetti su cui si deve riflettere, fosse anche per tappare la bocca a chi nell'opinione pubblica soltanto quello richiede e soltanto quello crede sia la panacea per ogni male. Non sarà solo quello, ma una percentuale per far diminuire i rischi l'avrà anche questo, e mi riferisco alle aree di laminazione.
Si prendano in esame anche gli ingenti danni - non è ora presente l'Assessore all'agricoltura - che l'agricoltura piemontese ha sofferto a causa di questa vicenda. Ci sono i danni alle persone, su cui, purtroppo non si può intervenire; poi, ci sono i danni alle unità immobiliari, ma Assessore, sono tanti i danni che ha subito l'agricoltura, interi raccolti sono andati distrutti e intere famiglie, forse, dovranno rinunciare a svolgere l'attività agricola, perché non hanno la possibilità di sopravvivere per un anno senza raccogliere nulla. Anche di questo si deve parlare, come, ad esempio, di tutta questa sponda destra del fiume Po.
Ricordo Gabiano e la zona della Piagera, che anche questa volta è stata pesantemente colpita, così come la zona di Casale, dove si è verificato un problema per quanto riguarda l'idrografia minore, inerente alla pulizia dei fossi.
Non possiamo perdere di vista la manutenzione ordinaria, che sembra la cosa più minuta, ma fossi mal puliti hanno creato a Casale, nella zona di San Giorgio, milioni di euro di danni, 700 mila euro a una sola azienda collocata a San Giorgio Monferrato. Quindi, una "stupidata", quale l'erba alta nei fossi, che non sono stati puliti, e l'accumulo di acque, ecco che hanno determinato la tragedia dell'esondazione.
È necessario, da una parte, provvedere alla grande programmazione pluriennale, su molti anni e, dall'altra, intervenire sulle emergenze, in particolare quella agricola, Assessore, che ha colpito tanti agricoltori che, naturalmente, richiedono di essere assistiti in questo momento difficile.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e insegnanti dell'Istituto comprensivo "Mario Soldati" di Orta San Giulio


PRESIDENTE

Informo i colleghi che stanno assistendo allo svolgimento dei nostri lavori gli allievi delle Scuole medie II e III dell'Istituto comprensivo "Mario Soldati" di Orta San Giulio, accompagnati dal Sindaco Stefano Cusimato.
Saluto loro, il Sindaco e gli accompagnatori. Stiamo svolgendo una serie di interventi, dopo la comunicazione di questa mattina della Presidente della Regione, Mercedes Bresso, sull'alluvione che ha interessato la nostra regione.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazione della Giunta regionale relativamente agli eventi alluvionali del 29 e del 30 maggio 2008 (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, mi unisco anch'io alle condoglianze, già espresse da più voci, per la sofferenza che stanno vivendo alcune famiglie della Val Pellice duramente colpite dall'alluvione, anche se sappiamo bene che le nostre parole non possono certo diminuire tale sofferenza.
Sapete che io abito in quella zona, pertanto ricordo bene gli eventi alluvionali che si sono succeduti, fin dal primo del 1977, che hanno già causato otto morti, tra i quali è stato coinvolto anche un mio amico, il cui corpo non è mai stato ritrovato. Abbiamo vissuto alluvioni successive quella del 2000, ma sono tutti fatti che conosciamo. Ricordo anche che lo stadio del ghiaccio di Torre Pellice è stato distrutto per ben due volte dall'alluvione, la prima volta, appunto, nel 1977.
Ho apprezzato la relazione della Presidente Bresso questa mattina e mi limiterò solo ad alcune considerazioni generali, in quanto, nel particolare, la Presidente Bresso si è già espressa e condivido quanto ha detto; voglio però svolgere alcune considerazioni che, in questo momento e in questa sede, ritengo fondate.
Innanzitutto, di fronte a questi eventi, quali le alluvioni, si dovrebbe riscoprire l'impossibilità per l'uomo di fare tutto quello che vuole o pensa. L'uomo moderno è figlio della tecnologia e pensa di poter gestire e governare qualsiasi evento naturale; così non è, le alluvioni ce lo ricordano periodicamente. Non per questo si deve ricavare una sensazione di impotenza, però, dovremmo imparare a fare quello che possiamo e dobbiamo fare.
Come ha ricordato la Presidente Bresso in un passaggio forse breve, che non è stato interamente colto da tutta l'Aula, l'idraulica è una scienza per di più è una scienza complessa, che, tante volte, va contro quello che normalmente si può pensare. Secondo me, le parole della Presidente Bresso non sono state ascoltate molto, perché non credo che tra di noi ci siano tecnici idraulici e ho sentito parlare diffusamente di idraulica e modalità di gestione dei fiumi.
Per il ruolo che ci contraddistingue, piuttosto che gli ingegneri idraulici, dovremmo cercare di fare i politici, lasciando lavorare i tecnici per quello che sanno fare, senza intralciarli o dettando loro direttive politiche, e traendo degli insegnamenti dai fatti che abbiamo vissuto.
Ho sentito parlare di Saluggia e del pericolo derivante dal deposito di scorie nucleari, che, lo ricordo, è il più grande in Italia, ed è situato sulle rive di un fiume.
Allora, invece di prospettare soluzioni per la gestione dei corsi d'acqua vicino alle scorie di Saluggia, pensiamo che, pur non essendo ancora riusciti a gestire le scorie prodotte in pochi mesi di attività nucleare, c'è già chi, in Italia, vorrebbe ricostruire le centrali nucleari. Perché non riflettiamo un attimo su questo punto? Noi, invece, ci lanciamo nel fare gli ingegneri idraulici, così ho sentito parlare di sponde dei fiumi che saltano e di materassi alluvionali.
Ho sentito termini che, sinceramente, quando occasionalmente parlo con ingegneri idraulici non sento mai utilizzare. Evidentemente, sbaglieranno gli ingegneri idraulici, perché abbiamo sicuramente ragione noi! Credo di dovere specificare che si tratta di un'ironia, perché non sono sicuro che venga capita.
Tra quanto dobbiamo e possiamo fare, occorre ricordarsi tutti insieme che l'antropizzazione peggiora sicuramente le conseguenze delle piogge e alluvioni.
Quando e perché dovremmo ricordarcene? Semplicemente perché spetta al Consiglio regionale, ad esempio, affrontare il problema della legge sull'urbanistica. Quindi, quando, prima o poi, affronteremo la discussione della nuova legge sull'urbanistica regionale, occorrerà tenere presente questo concetto, perché il nostro impegno deve essere rivolto alla produzione di leggi.
Allora, da un punto di vista legislativo, noi possiamo dar vita ad una legge che riesca ad intervenire nel campo dell'antropizzazione, cercando di preservare, comunque, l'ambiente naturale per quello che si può ancora fare, visto il livello di antropizzazione dei nostri terreni.
Vi è un altro punto da ricordare, che in parte è già stato sollevato: noi stiamo vivendo una fase di cambiamento climatico. Questo aspetto ormai, è stato accettato universalmente. Sappiamo tutti che la questione dei gas climalteranti e dell'effetto serra non ha avuto, come tutte le ricerche ambientali, vita facile: dapprima è stata negata, ma adesso anche il Presidente Bush si è convinto che il problema del cambiamento climatico esiste.
Questa è un'altra di quelle situazioni che noi, come legislatori possiamo affrontare. Certo l'effetto serra e il problema dei gas climalteranti non dipende solo dal Piemonte. Noi siamo una Regione più o meno grande, ma comunque solo una Regione in un contesto internazionale.
Tuttavia, le scelte internazionali, le scelte globali, le scelte collettive e razionali sono anche influenzate da quello che possiamo fare noi in Piemonte. Pertanto, nell'affrontare qualsiasi tipo di legge, dovremmo ricordarcene e valutare l'effetto che tali scelte possono provocare sulle emissioni.
Chi è aprioristicamente favorevole alle "colate di cemento", dovrebbe ricordare che per ogni tonnellata di cemento se ne creano tre di CO2.
Nel complesso, quindi, non posso che richiamarmi ad uno dei principi che ho già espresso: occorre prestare più attenzione a quanto dicono i tecnici che non a cercare delle soluzioni politiche per quanto riguarda la gestione del territorio e dei fiumi, e affrontare con una visione globale la prossima legge sull'urbanistica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Moriconi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Moltissime cose sono già state dette; in particolare, il collega Moriconi credo che abbia segnalato molti aspetti che, tra l'altro, ci competono direttamente e che vedranno impegnato questo Consiglio nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
A fronte di questo quadro, volevo semplicemente ripartire da una questione emersa nel corso del dibattito, interloquendo con quanto ha dichiarato nel suo intervento il Consigliere Pedrale.
Su come si trattano i fiumi a seguito dei cosiddetti "eventi calamitosi", che poi tanto calamitosi e naturali non sono, esiste una letteratura e un'esperienza che in questo Paese ha perlomeno la mia età (io ho 42 anni): nel 1966, come ricorderete, ci fu la grande e grave alluvione dell'Arno a Firenze. Da allora, iniziò, diciamo così, uno studio tecnicamente molto valido che è sempre stato confermato anche da studi successivi. Le cose che vennero dette a quel tempo, sono valide anche oggi.
Inviterei tutti i colleghi a leggere quanto ha scritto uno studioso del livello di Giuliano Cannata, parole definitive da questo punto di vista incontestabili. Il problema, però, è sempre la politica: noi, come amministratori che afferiscono ad un territorio, abbiamo un ruolo da svolgere.
Si è detto che bisogna tornare a scavare nei fiumi, sebbene i tecnici affermino il contrario: dobbiamo metterci d'accordo.
Chi ha il dovere di lavorare sul territorio, penso che abbia anche il dovere di creare quelle situazioni che anche con che le popolazioni costruiscono una cultura differente del territorio e dei fiumi. Non si tratta semplicemente di lisciare il pelo a questo o a quel movimento locale, che, sull'onda dell'emozione, chiede magari di scavare di più.
Sarebbe decisamente negativo, e so che è stato fatto, anche se personalmente non mi interessa.
Sebbene non sia molto di moda, penso che occorra costruire territorialmente un'idea di come si convive con un territorio molto danneggiato, che rischia di subire danni ulteriori e sempre più grandi nei prossimi anni. Dovremo avere questo tipo di impegno; impegno che finora non è stato molto garantito, sebbene altrove sia riconosciuto. Io pongo sempre degli esempi che riguardano altri Paesi europei, perché evidenziano che certi obiettivi sono raggiungibili.
Ci sono Paesi europei come la Francia e l'Austria che addirittura sono arrivati a dismettere interi tratti di argine; hanno semplicemente introiettato in via definitiva, arrivando ad una costruzione territoriale che coinvolge, evidentemente, tutti gli attori possibili.
In Italia, pensiamo, ad esempio, al peso che hanno avuto e continuano ad avere gli agricoltori, con la possibilità di costruire e di coltivare sostanzialmente in alveo da tantissimo tempo. Bisognerà pure arrivare ad un punto in cui ci si siede intorno ad un tavolo e si comincia anche con queste categorie a prospettare percorsi differenti.
Se in Francia e in Austria si dismettono interi argini e si lascia che il fiume divaghi e segua quello che è stato da tempo un percorso costretto artificialmente, non capisco perché non si possa fare anche nel nostro Paese.
Certo, occorre ricostruire un percorso che è stato sostanzialmente negletto per tantissimo tempo.
Mi soffermerei, per un attimo, sul fatto che nel nostro Paese si parla di riorganizzare complessivamente i livelli istituzionali, di federalismo di federalismo fiscale al Nord.
Abbiamo una cosa su cui riflettere, e mi rivolgo a tutti i colleghi: l'asta del Po - che significa sistemi territoriali, sistemi antropici - da tantissimo tempo non riesce ad essere considerata come un sistema territoriale complessivo, su cui esercitare un governo del territorio che tenga insieme tutti gli attori e che magari li veda non confliggere fra di loro, perché la storia ha dimostrato che cos'era prima il Magistrato per il Po (ora AIPO), questa povera autorità di bacino che non riesce ad affermarsi come Governo di tutta l'asta fluviale.
Riflettere su questi aspetti ci aiuterebbero, forse, a fare i conti fino in fondo anche con le debolezze e con le difficoltà del nostro territorio. Nel momento in cui oggi ci disponiamo a ripensare al nostro territorio a fronte di queste difficoltà, proviamo a pensare anche a questo.
Mi rivolgo all'Assessore Sibille, che so essere molto attenta al territorio, perché ha avuto modo di stare sul territorio e capire quanto è difficile poter ragionare su come occorre mettere in sicurezza il territorio, tenendo insieme l'intero territorio. Assessore, lei ha avuto modo di capire drasticamente come alcuni Comuni all'interno di una Provincia non riuscivano a mettersi d'accordo con altri, che magari stavano a valle dei Comuni che ho citato prima. Questo è oggi il nodo con cui ci scontriamo, ossia l'incapacità di ragionare su un sistema territoriale in quanto tale. È del tutto evidente che se non si recuperano questi elementi di ragionamento complessivo, varrà sempre questo o quel campanilismo questo o quell'egoismo, e a farne le spese saranno non solo quei cittadini che si vedono costantemente minacciati in un proprio pezzo di territorio ma tutti noi, perché quello che abbiamo sempre continuato a dire da questi banchi - e cioè che la prevenzione è meglio di un intervento chiesto magari a gran voce sull'escavazione o sul ripristino di difese che sono inutili oggi non è un'idea vincente. E quando parlo di "prevenzione", intendo esattamente quello che ho detto prima.
In conclusione, abbiamo di fronte questo compito: noi ce lo assumiamo sapendo di andare anche contro corrente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille per una precisazione.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo

Il dibattito è stato molto articolato. Ho preso nota di tutte le sollecitazioni. C'è un'unica precisazione e una rettifica che è doveroso fare.
In qualche intervento si è segnalato di problematiche tra il corpo degli Anticendi Boschivi e la Protezione Civile. Sono a segnalare che, per la prima volta, e meritoriamente, le due realtà hanno fortemente collaborato e, finalmente, si sta avviando un processo di unificazione delle due realtà di protezione civile. Singole e minuscole questioni non vanno sicuramente ad interferire su un lavoro grandissimo che è stato fatto dalla Protezione Civile nel suo complesso e dai volontari dell'Anticendi Boschivi nello specifico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Cosa vuole dire, Assessore Sibille, per la prima volta? La mia è una domanda pleonastica, perché se l'Assessore dice per la prima volta finalmente, la Protezione Civile e l'Anticendi Boschivi hanno collaborato insieme - forse ho sentito male la sua precisazione - vuole dire che le altre volte no? Sono molto interessato a sapere, negli ultimi tre anni, da quando è Assessore, quali sono le altre volte in cui non hanno collaborato.
Non ho fretta, abbiamo ancora venti mesi, se vuole, per convivere.
Visto che lei è uno degli Assessori competenti che ha esordito nel suo intervento dicendo di aver preso buona nota, gradirei che avesse preso buona nota di una serie di osservazioni emerse negli ultimi due interventi della sua maggioranza. Glieli sottolineo perché, ove lei non avesse preso buona nota, vuol dire che noi provvederemo a ricordarglielo.
Il Consigliere Moriconi ha fatto un intervento che ho sentito in quest'Aula un sacco di volte. Lei magari no, ma io sì. Do atto al Consigliere Moriconi, come al Consigliere Deambrogio - che ho sentito di meno, ma che ho già sentito - che, con una notevole coerenza, continuano a dire - peraltro inascoltati fuori, ma il tema è irrilevante - una serie di cose di cui non capisco che cosa pensi la Giunta, se la Giunta ha un pensiero su questo argomento.
Sarei altrettanto interessato a comprendere, ma non è lei che, in questo caso, deve rispondere su cosa ne pensa il Partito Democratico.
Tre argomenti. Uno storico. La faccio breve e semplice. Mentre facciamo il ripristino dell'energia nucleare - dice il Consigliere Moriconi, poi se vuole glielo faccio ripetere perché lo dice molto meglio di me - e ci occupiamo di ingegneria idraulica per Saluggia, siamo proprio sicuri che questa sia la soluzione invece che ripropone il modello nucleare? Questo è quanto dice il Consigliere Moriconi, che è notoriamente un antinuclearista.
Io sono, notoriamente, un nuclearista.
Possiamo sapere, se e ove ce l'abbia, quale sia il pensiero di questa Giunta, su questo piccolo problema che ha riempito le pagine di quasi tutti i giornali? Alcuni di noi sono interessati all'aspetto energetico sotteso a questo tema. Non è mica detto, magari, pensi un po', che il pensiero del Consigliere Moriconi sia totalmente in sintonia con quello della maggioranza.
Secondo tema: la gestione delle pulizie del fondo dei fiumi e dei torrenti d'acqua, su cui alcuni hanno opinioni diverse, molto diverse estremamente diverse. Anche qui possiamo, senza fretta, visto che abbiamo stabilito stamattina che si tratta dell'emergenza degli ultimi giorni ahimè, la cosa drammatica è che ci sono state delle vittime umane, oltre che dei danni - sapere qual è l'opinione della sua Giunta sul tema? In subordine, possiamo conoscere l'opinione del Partito Democratico su questo tema? Vorrei sapere se, anche questa volta, è diversa da quella della sinistra radicale.
Continuo a sentire qui opinioni, ma se leggo i vostri documenti, a cui probabilmente sono l'unico che presta un certa attenzione.Io ho ancora in testa che la politica sia fatta di documenti, documenti che testimoniano i valori di un partito, per i quali ci si iscrive, attorno ai quali si fa un'alleanza di governo, possibilmente si media tra l'area nazionale e l'area locale. Non riesco a capire, perché i problemi in Regione Piemonte da quando attengono all'urbanistica, ex legge Astengo.
Vorrei che qui si discutesse della legge Astengo, tra le prime file e tra alcuni colleghi del Partito Democratico. Voi pensate che ne discuterete? Faccio un pronostico: mai! Perché voi sull'urbanistica potete fare un ordine del giorno con la data, la firma e i numeri della maggioranza, ma se ci mettete un contenuto forse neanche sul tema urbanistica siete d'accordo.
Sull'energia nucleare avete riempito i giornali di mezzo Piemonte sul tema "uniamoci per l'energia", e sull'energia nucleare - c'è anche il problema di Saluggia - cosa pensa di fare questa Giunta nei prossimi venti mesi e cosa pensano di fare i partiti che, si fa per dire, ci governano? Non è tutta responsabilità sua, Assessore Sibille, c'è una parte che la riguarda, altrimenti la trasformiamo in interpellanza. Visto che questa volta Protezione Civile e Antincendi Boschivi sono andati d'accordo, posso sapere l'elenco delle situazioni in cui non sono andati d'accordo e perché? Chi è che non se n'è occupato?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alla difesa del suolo

Come è noto, in passato, c'erano state una serie di difficoltà di coabitazione delle due realtà che, viceversa, attraverso un percorso che è andato avanti in questi tre anni, ha iniziato a vedere, mano a mano, delle collaborazioni, e in questa specifica alluvione è stata segnalato anche da Bertolaso come elemento positivo di collaborazione tra squadre AIB e le squadre di Protezione Civile.
Poiché era stato rilevato da un Consigliere che c'erano stati singoli episodi di non funzionamento, mi permettevo di segnalare che, invece, la questione complessivamente è nulla di più, nulla di meno. Probabilmente sono stata fraintesa, oppure non mi sono espressa bene.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione n. 1675 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale, inerente a "Insediamento di aziende nelle aree di Mirafiori"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 1675.
Risponde l'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore all'industria

L'interrogazione fa riferimento - più volte ne abbiamo discusso sia in Aula che in Commissione - all'iter di insediamento delle aziende sulle cosiddette aree TNE di Mirafiori.
Salto i preliminari sull'accordo, che conosciamo, comunque sono riportati nella risposta. Preciso ulteriormente e puntualizzo che i tempi complessivi dettati nell'accordo tra acquisizione e caratterizzazione bonifiche e insediamento sono sostanzialmente quelli rispettati.
Lo stato attuale è il seguente. È stato bandita la gara per la realizzazione del Centro Universitario del Politecnico di Torino, il cui primo lotto dovrà essere occupato da attività su disegno industriale mentre il secondo lotto sarà quello che consentirà un primo trasferimento del pezzo di Ingegneria dell'auto, che oggi è collocata nel primo spicchio del Lingotto.
Per quanto riguarda l'oggetto specifico, come sapete la TNE, cioè la società proprietaria delle aree pubbliche, qualche mese fa ha aperto una manifestazione di interesse delle aziende che intendessero insediarsi nelle aree di Mirafiori stesso, manifestazione di interesse che era corredata anche da una serie di richieste relative ai fabbisogni di spazi e alla caratterizzazione delle aziende che intendessero manifestare il proprio interesse a collocarsi.
Dopo questa manifestazione, ad oggi le aziende che hanno risposto positivamente con gli elementi di caratterizzazione che hanno consentito una prima selezione, sono 51; con una domanda di superfici che, grosso modo, sono più del doppio rispetto a quella disponibile. Sulla base di tali manifestazioni e sulla caratterizzazione delle destinazioni delle aree TNE è stato definito un master plan che terrà conto delle trasformazioni che indurranno gli investimenti previsti nell'area e delle esigenze di completamento infrastrutturale del polo nei tre lotti (A-B-C), che sono i lotti di acquisizione delle aree pubbliche.
Attualmente sono in corso le bonifiche dei siti interessati. La conclusione delle attività di bonifica è prevista per l'estate 2008; è prevista anche intorno all'estate o al più tardi nel mese di settembre la pubblicazione del bando di gara che è la seconda fase, che sarà quella che prelude materialmente all'assegnazione, alle aziende che si presenteranno al bando, dei lotti delle aree a cui l'interrogazione fa riferimento.
I preliminari particolari tecnici dell'accordo sono scritti nella risposta scritti. Grazie.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1810 del Consigliere Ricca, inerente a "Vendita Olivetti"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1810, cui risponde l'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore all'industria

Devo fare una piccola precisazione, perché l'interrogazione è intercorsa tra due atti che hanno rilievo rispetto all'oggetto stesso, che sono la presentazione dei due piani industriali del gruppo Telecom Olivetti, che, rispetto alla materia su cui mi chiede risposta il Consigliere Ricca, presentano qualche elemento di discontinuità, peraltro positiva, rispetto alle prospettive industriali nel Canavese, ma di cui dobbiamo tenere conto.
L'interrogazione fa riferimento ad alcune notizie stampa che abbiamo letto e che in qualche modo mettevano qualche allarme sulla situazione economico-finanziaria dell'Olivetti S.p.A. e che, in qualche modo, ne adombravano la possibilità di scorporo e di cessione come ramo d'azienda del gruppo Telecom.
L'interrogazione fa poi riferimento ai dati oggettivi circa i livelli occupazionali nel Canavese e interrogava la Giunta circa la necessità di interloquire con il gruppo Telecom e con Olivetti S.p.A., cosa che è successa non più tardi di due settimane fa.
Ho incontrato il nuovo Presidente di Olivetti S.p.A., il dottor Mauro Nanni, e ho avuto modo di fare una chiacchierata, anche se sintetica, con il Presidente Galateri del Gruppo Telecom.
Si conferma il fatto che sono tuttora in corso le trattative e la discussione tra l'azienda e le organizzazioni sindacali che si erano già incontrate nel mese di aprile e, come dicevo all'inizio della mia risposta fanno riferimento a questo punto alla nuova prospettiva del piano industriale presentata dall'Olivetti S.p.A.
Nel colloquio che ho avuto con l'ingegner Nanni è stato esplicitato e in qualche modo, reso formale nero su bianco che il gruppo Telecom intende assumersi degli impegni anche molto importanti di investimento sull'Olivetti S.p.A., come braccio operativo del gruppo per realizzare nuovi servizi e prodotti nel campo della information tecnology dedicato alla piccola e media impresa italiana. Quindi, Olivetti S.p.A. dovrebbe diventare la società del gruppo che si dà questa missione come core business.
A corollario dell'incontro l'Olivetti ha inoltre confermato la disponibilità ad entrare come Olivetti nel polo innovativo che abbiamo deliberato sulla information tecnology nel Canavese.
Quindi, questi mi paiono due segnali di discontinuità rispetto ad alcune preoccupazioni che giustamente manifestava il Consigliere Ricca.
A questo punto, nelle prossime settimane dovremmo rendere operativo il polo; l'Olivetti sarà seduta al tavolo e questa sarà anche l'occasione per fare il punto in maniera più sistematica sugli andamenti industriali della società. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Non solo la risposta dell'Assessore mi soddisfa dal punto di vista di una certa puntualità sulla risposta, ma anche per i contenuti.
Apprendo con favore le intenzioni di Telecom di investire ancora sulla Olivetti e di utilizzare questa azienda per una nuova progettualità e rivolta alle piccole e medie imprese e anche dell'opportunità che con il polo dell'innovazione viene offerta.
Mi erano giunte proprio in questi giorni però alcune notizie, che sono assolutamente informali, relative al fatto che un accordo siglato con Kodak per la produzione di stampanti non sia andato a buon fine.
Quindi, mi auguro che queste notizie, da un lato, se saranno fondate non producano effetti distorsivi rispetto alle prospettive annunciate dall'Assessore e, dall'altro, che perlomeno, se non sono fondate, a maggior ragione possa proseguire il piano di investimenti che era stato previsto.
Lei dice che c'è un nuovo piano industriale aggiornato che dà prospettive migliori rispetto alle prime. Mi auguro che le preoccupazioni mie e del sindacato siano superate o si dimostrino superate nel tempo.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 1867 dei Consiglieri Ghiglia, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Finanziamento per il ricollocamento dell'impianto di free-style situato a Sauze d'Oulx" (risposta scritta)

Argomento: Calamità naturali

Interrogazione n. 1790 dei Consiglieri Cirio e Guida, inerente a "Danno atmosferico nel cinese" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 1867 dei Consiglieri Ghiglia, Boniperti, Botta e Vignale, inerente a "Finanziamento per il ricollocamento del free-style a Sauce d'Oulx" e all'interrogazione n. 1790 del Consigliere Cirio.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione n. 1952 dei Consiglieri Rossi, Dutto e Novero, inerente a "Esclusione della meccanizzazione dal P.S.R. 2007-2013"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1952, cui risponde l'Assessore Taricco che ha pertanto facoltà di intervenire.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Nell'interrogazione n. 1952, a firma dei Consiglieri Rossi, Dutto e Novero, si chiede se corrisponde al vero la notizia circa l'esclusione della meccanizzazione dal Piano di Sviluppo Rurale (PSR) e sostanzialmente, quali siano le motivazioni e le scelte che la Regione intende portare avanti, stante il fatto che in tutte le premesse è lamentata la necessità di un sostegno per l'ammodernamento delle aziende agricole in Piemonte.
Per quanto riguarda la risposta, non è vero che il PSR abbia mai avuto questa volontà, tanto meno è vero che, in pratica, abbia escluso le macchine agricole dalla finanziabilità. È vero che vi è l'esclusione delle trattrici agricole - dei trattori, per intenderci - che non sono finanziabili, ad esclusione dell'acquisto in forma collettiva delle stesse o per gli insediamenti giovani, per i quali, invece, è prevista questa possibilità. Tutte le altre forme di meccanizzazione avvengono compatibilmente con la normativa complessiva sul PSR e le norme comunitarie sugli aiuti di Stato, che restringono molto la possibilità di investimenti cosiddetti di sostituzione. Ovvero, danno la possibilità di intervenire a sostegno di investimenti esclusivamente quando questi creino tre condizioni: in primo luogo, un'oggettiva innovazione tecnologica o nel campo della sicurezza; in secondo luogo, la riconversione di produzioni aziendali; in terzo luogo, un aumento di competitività dell'azienda di almeno il 25%. Quindi, tutti gli investimenti identificabili come investimenti di sostituzione - cioè, avevo un trattore vecchio e ne compro uno nuovo - devono fare i conti con questo riferimento contenuto nella normativa complessiva sugli aiuti di stato dell'Unione Europea.
All'interno di questo quadro, che, peraltro, vale per tutti i PSR e le normative di tutte le Regioni d'Italia, è prevista la possibilità di intervenire sulle forme di meccanizzazione e nella legge finanziaria regionale che abbiamo licenziato nei giorni scorsi è previsto un ulteriore programma di investimento sulla meccanizzazione che stanzia 12 milioni di euro in tre anni, che svilupperanno oltre 200 milioni di euro di investimenti in meccanizzazione, per i quali, in questi giorni, si sta predisponendo il percorso di applicazione. Abbiamo già siglato la convenzione con le banche ed è stata approvata la deliberazione di attuazione, pertanto la determinazione operativa sarà emanata nell'arco di qualche giorno. Questi sono i termini ai quali ricondurre la risposta.
Per quanto riguarda le trattrici agricole, nei giorni scorsi, abbiamo consegnato anche agli organi di informazione la tabella che dimostra il maggior carico di cavalli vapore per ettaro della regione Piemonte rispetto a tutte le regioni avanzate d'Italia. Quindi, la motivazione della decisione è ricondotta al fatto che già abbiamo, tra virgolette, un "eccesso" di trattrici agricole per ettaro rispetto a tutte le altre regioni del nord Italia. È necessario non tanto acquistare altre macchine ma fare in modo che la potenza motore che esiste sia meglio gestita affinché si riducano anche i costi complessivi di carico per ettaro perché, alla fine, tra ammortamento, manutenzione ordinaria e gestione questi costi incidono sui redditi delle nostre imprese.
Se il Consigliere desidera, posso fornire copia della documentazione che abbiamo già dato a tutti coloro che l'hanno richiesta, in modo da evidenziare e documentare quanto da me pronunciato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Va bene, mi interessa avere quella documentazione. Prendo nota della risposta dell'Assessore e mi dichiaro soddisfatto.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione n. 1172 dei Consiglieri Cavallera, Cotto, Pedrale e Ferrero inerente a "Andamento dei pagamenti unici per gli aiuti previsti dalla PAC"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1172.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, l'interrogazione mira a conoscere quale sia l'impatto in Piemonte del sistema del pagamento unico, introdotto nel 2005 per le risorse provenienti dalla Politica Agricola Comunitaria e se non si ritenga opportuno individuare possibili rimedi alle anomalie e irregolarità rilevate a livello regionale.
Molto semplicemente, è chiaro che il nuovo sistema che prevede l'effettuazione dei pagamenti da parte dell'Organismo Pagatore Regionale (OPR), in sostituzione degli Enti che prima erano abilitati al pagamento secondo le modalità determinate dall'Unione Europea per i propri pagamenti ha inizialmente introdotto alcune lentezze negli stessi pagamenti. In realtà, la questione della lentezza nei pagamenti stessi, rispetto al precedente funzionamento, non è tanto dovuta al cambiamento del soggetto che eroga i pagamenti quanto al fatto che, in virtù dei maggiori controlli richiesti dall'Unione Europea affinché si potessero effettuare detti pagamenti, l'Unione Europea ci ha imposto di ridurre enormemente la flessibilità dei controlli sulle aziende. Sostanzialmente, rispetto a tutta una serie di anomalie, imperfezioni o inesattezze nella presentazione delle domande, che prima erano, tra virgolette, "tollerate" dall'Unione Europea la stessa, con le nuove disposizioni, ha ritenuto di sancire che diventassero, se non corrette, vincolo insormontabile per poter effettuare i pagamenti.
Qui sorge un piccolo problema, in quanto tutto il nostro sistema gestionale precedente, basato in parte sull'Ente Risi e in parte sull'AGEA nazionale, aveva un procedimento più snello proprio perché ignorava dette anomalie o imperfezioni. L'avere introdotto delle barriere all'erogazione di finanziamenti in presenza di documentazioni imperfette ha, di fatto bloccato i pagamenti stessi.
Per questo motivo, nella primavera di quest'anno, è stato riorganizzato il funzionamento dell'Organismo Pagatore Regionale, divenuto Agenzia Regionale Piemontese per le Erogazioni in Agricoltura (ARPEA); è stata fortemente implementata la struttura di controllo, per permettere l'adeguamento alla normativa comunitaria, e si sta avviando la fase di perfezionamento del funzionamento dello stesso ente, per l'adeguamento agli standard richiesti dall'Unione Europea.
Credo che il lavoro che si sta svolgendo possa portarci in tempi brevi a ricomporre quel quadro di funzionalità che avevamo in passato, con la differenza che allora una serie di imperfezioni e inesattezze erano tollerate. Ora stiamo tentando di costruire un quadro di funzionalità perché le imperfezioni e le inesattezze sono, di fatto, superate, nel senso che non ci saranno più, essendo questo il livello di funzionalità che ora esige l'Unione Europea.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera.



COTTO Mariangela

Prima di presentare questa interpellanza, insieme ai colleghi Cavallera, Ferrero e Pedrale, abbiamo molto discusso e approfondito la questione perché troppe persone si sono lamentate di questi ritardi. Da quando si parla di snellimento di procedure e dell'eliminazione di parte della burocrazia, ci troviamo, esattamente al contrario, ad avere un rallentamento. Questo, chiaramente, è inaccettabile. Quando poi ci viene detto che tale situazione deriva dall'Unione Europea, allora ci sentiamo ancora di più a disagio, perché sentiamo l'Unione Europea molto distante anche se abbiamo appena premiato tanti ragazzi, vincitori del concorso "Diventiamo cittadini europei".
Noi chiediamo all'Assessore di fare la "voce grossa": non gli chiediamo di battere i pugni, perché non siamo violenti, però non possiamo nemmeno accettare di parlare di snellimento e di sburocratizzazione e poi tornare indietro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cotto.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 2070 dei Consiglieri Cotto e Cirio, inerente a "Aumento della presenza di nutrie nel canale di San Marzano"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2070.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
L'interrogazione presentata dai Consiglieri Cotto e Cirio tende a richiedere, alla luce di un proliferare delle nutrie nel canale di San Marzano (come peraltro in moltissimi canali di tutto il Piemonte), se non si intenda intervenire per monitorare e avviare interventi di risanamento diciamo così, di detti contesti ambientali per la presenza di nutrie.
Non sto a spiegare quanto la questione nutrie stia diventando pesante per tutte le realtà dei canali. Provenendo dal Sud America, è un animale che si è ben ambientato nei nostri territori, soprattutto in quelli umidi e sta creando danni enormi negli argini e nei canali stessi.
La normativa regionale prevede che il controllo su detta specie trattandosi di animale non autoctono, sia da attuarsi tramite le Province.
Sappiamo che parecchie Province hanno avviato dei programmi di contenimento e di deradicazione, notificati all'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica, per poter intervenire pesantemente in questo senso. Da parte regionale c'è la condivisione sul fatto che questa strategia debba essere attuata e quindi sarà sicuramente nostra cura verificare concretamente gli interventi che le Province hanno messo in atto, ma sicuramente la strada è di rafforzare l'attività di controllo, come peraltro mi risulta le Province stiano facendo su tutti i territori sostanzialmente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Taricco.
Ha chiesto la parola la Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera.



COTTO Mariangela

Interverrò io perché il collega Cirio in questo momento è occupato.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Se posso, Presidente, volevo aggiungere un ultimo particolare.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Mi risulta che nel 2007 siano state già attuate azioni di contenimento: sostanzialmente, dopo questa segnalazione, sono stati abbattuti 99 esemplari in Provincia di Asti e 70 in Provincia di Cuneo.



COTTO Mariangela

Abbattuti con i piani delle Province, Assessore?



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Sì, delle Province.



COTTO Mariangela

Probabilmente non tutti sanno cosa sono le nutrie: per qualcuno è un grosso topo, per altri, invece, un parente del castoro, perlomeno per chi vuole ingentilire e far pensare ad altro.
Questi animali recano molti danni, e non solo all'agricoltura. Anche se sono stati gli agricoltori che hanno i terreni confinanti col rio San Marzano, che parte dal Cuneese per arrivare nell'Astigiano, a lamentare questa situazione. Ecco il motivo della firma congiunta.
Questi animali che vivono lungo i corsi d'acqua creano anche grossi problemi agli argini, e lo denunciamo proprio in questo momento, quando si parla di danni da alluvione.
Abbiamo speso molti soldi per fare e rifare gli argini e ora, se non ci preoccupiamo dei danni che questi animali arrecano... Lo dico con la speranza di essere ascoltata, perché non vorremmo portare qui in Consiglio come avevamo fatto per i cinghiali qualche legislatura fa, delle nutrie per richiamare l'attenzione.



(Commenti in aula)



COTTO Mariangela

Era un pupazzo di peluche.
Richiamerei veramente la sua attenzione, Assessore, con una circolare a tutte le Province, dal momento che emerge una sorta di preoccupazione per una Provincia iniziare ad attuare il piano di abbattimento, tant'è che solo Torino e Asti, da quello che abbiamo sentito, lo hanno fatto. Va visto come un discorso di equilibrio della natura.
Vogliamo richiamare l'attenzione non solo dell'Assessore all'agricoltura, ma anche quella dell'Assessore ai lavori pubblici, perch è inutile costruire argini se poi le nutrie li distruggono. Chiederei anche da parte dell'Assessore ai lavori pubblici un monitoraggio di questo fenomeno, proprio per non doverne riparlare troppo presto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto.


Argomento: Comunita' montane

Interrogazione n. 2166 del Consigliere Ricca, inerente a "Mancati contributi alla Comunità Montana Val Chiusella"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2166 del Consigliere Ricca.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
L'interrogazione chiede come mai vi sia stato un ritardo nell'erogazione dei contributi regionali spettanti per l'anno 2006 relativamente alla Comunità Montana Val Chiusella, e come mai vi sia stato un ritardo nella presentazione della documentazione. Chiede, inoltre, se non vi sia stata disparità tra la Comunità stessa e altri territori nella quantificazione dei contributi.
Per quanto riguarda il secondo tema, dico subito che assolutamente non è così, anche perché i contributi non sono stabiliti in termini di valutazione di opportunità e di congruità da parte di funzionari, ma sono stabiliti sulla base delle risorse disponibili e i meccanismi di calcolo hanno un applicativo informatico che utilizza gli stessi algoritmi e parametri per tutto il territorio. Pertanto, non è assolutamente possibile che vi siano state valutazioni di tipo soggettivo o di ponderazioni diverse dei danni nei vari territori.
Per quanto concerne il discorso del ritardo, la circolare n. 289 e un disposto di recepimento di legge del 2005, stabiliva che non potessero essere liquidati importi inferiori a 12 euro, perché sostanzialmente il costo della pratica superava di gran lunga quella del vantaggio alle aziende. Inoltre, quando vi sono importi di così bassa entità, viene da dubitare sull'entità dell'azienda stessa, perché se un contributo è inferiore a 12 euro, vuol proprio dire che stiamo parlando di inezie di riferimento sostanzialmente.
Negli elenchi che per normativa regionale devono essere trasmessi dalle Comunità o dalle Province stesse all'organismo pagatore, moltissimi di questi contributi avevano entità inferiore ai 12 euro, per cui tutta la procedura ha dovuto essere rinviata indietro chiedendo alla Comunità montana di adeguarsi alla normativa di riferimento e di riformulare gli elenchi a pagamento seguendo i dettami della normativa. La questione ha comportato, purtroppo, un ritardo nella procedura.
Ci risulta che dovrebbe essere stato perfezionato e inviato, da poco tempo, l'elenco rivisto secondo tali parametri dalla Comunità montana.
Purtroppo si è perso parecchio tempo nella documentazione che è andata e venuta perché non era rispondente ai dettami di legge.
Allo stato dell'arte, la questione sembra superata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Ringrazio l'Assessore Taricco per la puntualità con la quale ha risposto all'interrogazione.
Interrogazione che ho voluto presentare a fronte di accese riunioni che ci sono state in Comunità montana e Val Chiusella e discussioni che hanno avuto ampio risalto sulla stampa locale, ma anche all'interno della Comunità montana. In effetti, pare che i disguidi cui l'Assessore ha fatto riferimento derivino anche da qualche disattenzione che i funzionari forse, hanno avuto e che non sono da imputare alla Regione. Peraltro l'Assessore ha fatto riferimento alla circolare del 2002 per la liquidazione degli importi inferiori ai 12 euro.
La parte che mi interessava di più, emersa anche in quelle discussioni era quella di esempi che erano stati portati di contributi di importo sostanzialmente diverso, in modo anche significativo, ad aziende che sarebbero stati valutate a parità di condizioni e valutate con criteri diversi. L'Assessore mi dice che c'è una procedura che evita questo percorso che pensavo fosse dovuto ad una maglia ampia e flessibile all'interno dei quali i funzionari potessero esprimere valutazioni, anche di carattere discrezionale o, magari, ad indicazioni non ricevute in modo puntuale da parte delle aziende per la formulazione delle domande nelle istanze. Ne prendo atto e credo che, da questo punto di vista, anche con la Comunità montana, si potrà fare chiarezza con gli interessati.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso lo svolgimento del sindacato ispettivo.


Argomento: Opere pubbliche

Ordine del giorno n. 1015 del Consigliere Rutallo, inerente a "Richiesta di stanziamento straordinario per la realizzazione di opere di protezione del Torrente Scrivia" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Il Consigliere Rutallo ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



RUTALLO Bruno

Volevo chiedere l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 1015: è una richiesta di stanziamento straordinario per la realizzazione di opere di protezione del torrente Scrivia, dove c'è la captazione di diversi acquedotti. Se l'Aula ritiene anche di discuterlo, ringrazio anticipatamente.



PRESIDENTE

Se non ci sono obiezioni, in base all'art. 51, comma 5 del Regolamento è presente il numero previsto di Consiglieri per poterlo iscrivere.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ringrazio i colleghi e diamo per iscritto l'ordine del giorno. Sarà compito della Conferenza dei Capigruppo determinare la data in cui discutere questo documento.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Casoni di una comunicazione della Giunta regionale relativamente alle procedure di rimborso del pagamento del bollo auto per i proprietari di vetture euro 0 ed euro 1 esentati


PRESIDENTE

Il punto 4) all'o.d.g., "Nomine", verrà trattato in un'altra seduta del Consiglio.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, avevo chiesto che il Vicepresidente Peveraro o chi per lui venisse a informarci circa le procedure di rimborso dei bolli auto pagati dai proprietari di auto euro 0 o euro 1, riscossi "abusivamente" dalla Regione durante la vigenza della legge che li esentava. Bolli auto che l'ACI ha fatto pagare a seguito di una circolare che era stata improvvisamente inviata all'ACI da parte della Regione e che diceva di esigere il pagamento del bollo per le auto euro 0 ed euro 1, pur essendo in vigore una legge che li esentava e che è stata superata solo dalla recente pubblicazione della nuova Legge finanziaria cosa che è avvenuta circa sette-otto giorni fa.
Poiché all'incirca 5.000 automobilisti piemontesi hanno pagato il bollo, anzi sono stati costretti a pagare il bollo, pur in vigenza di una legge che li esentava, il Vicepresidente si era preso l'impegno a rimborsare, in qualche modo, l'importo del bollo. Oggi avrebbe dovuto dirci quali sono le modalità operative attraverso le quali chi ha pagato questo bollo se lo veda rimborsare nelle forme più appropriate.
È già da due o tre Consigli e da quando esaminavamo la Legge Finanziaria che torno su questo argomento, perché non si può risolvere la questione in bilancio dicendo "sì, sì, rimborseremo; è stato messo a verbale", poi si sta zitti e non si dice niente.
Se deve essere rimborsato, il Vicepresidente ci dica, ad esempio: "Basta presentare la ricevuta del bollo pagato"; "Basta chiedere all'ACI una dichiarazione che il bollo è stato pagato"; insomma, indichi una modalità operativa attraverso cui queste 5.000 persone, proprietarie di auto euro 0 ed euro 1 che hanno pagato il bollo, possono avere il rimborso.
Peraltro, mi risulta che sia stata inviata alla Presidenza del Consiglio, da parte di Confartigianato, Confcommercio ed altri, una lettera che chiede - appunto - lumi su questo rimborso. Quindi, non si tratta di una persona; si tratta di 5.000 persone, perlopiù poco abbienti, che sono state costrette a pagare il bollo e che ora attendono fiduciose di sapere come gli sarà rimborsato.
Questo volevo sapere: se il rappresentante della Giunta ci sa dare queste informazioni o quando il Vicepresidente Peveraro ce le darà, visto che ce le doveva dare oggi, e oggi non compare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Casoni.
Senza voler togliere la parola alla Giunta, la Presidenza del Consiglio si è preoccupata di verificare. Rispetto al quesito posto già nello scorso Consiglio dal collega Casoni l'Assessore Peveraro risponderà in I Commissione, in quanto al momento non è presente; c'era questa mattina, ma non è stato possibile farlo perché si sono trattate le comunicazioni della Presidente Bresso.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Proseguimento esame disegno di legge n. 307, inerente a "Tutela e valorizzazione del paesaggio"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 307 di cui al punto 5) all'o.d.g.
Dopo la relazione della Consigliera Barassi, passiamo al dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Questo provvedimento è stato licenziato in Commissione con il parere di maggioranza della Commissione. Oggi non sono presenti i Consiglieri che hanno attivamente lavorato. Mi riferisco al Consigliere Cavallera, al Consigliere Vignale e ad altri che hanno attivamente lavorato su questo testo di legge. Volevo dire di svolgere oggi solo la discussione generale.
Ho visto che gli emendamenti adesso sono stati presentati per lo più dalla Presidente della Commissione. Allora, magari, chiedo di procedere nell'esame anche in loro presenza, se sono stati presentati emendamenti e quanti, chi sono i firmatari, per poterci così adeguare al ragionamento sui valori.
Questo era più un intervento sull'ordine dei lavori che sul merito.
Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Casoni.
Mentre sono in distribuzione gli emendamenti, attendo indicazioni anche da parte dei colleghi della maggioranza.
Ci sono pochissimi articoli, nove in tutto, comprese le norme finanziarie. C'è un emendamento all'articolo 1 firmato dai colleghi Barassi, Reschigna e Rutallo. Poi, sull'articolo 2 c'è un altro emendamento, sempre presentato da parte dai colleghi Rutallo, Barassi e Reschigna. Sull'articolo 9 è stato presentato un emendamento dalla collega Barassi. Quindi, in tutto, ci sono tre emendamenti sui nove articoli. Poi ce n'è uno sul titolo, ma, in tutto, sui nove articoli sono stati presentati quattro emendamenti.
La parola al Consigliere Burzi sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Durante l'intervento del collega Casoni sono stati distribuiti gli emendamenti cui la Presidenza faceva adesso cenno.
Anche io troverei utile quanto detto, visto che gli emendamenti, se non sbaglio, provengono tutti dalla maggioranza o da componenti della maggioranza e, in questo momento, non vedo emendamenti presentati da parte da gruppi di opposizione.
Il disegno di legge della Giunta è stato lasciato un anno fa (aprile 2007) e, peraltro, come si è detto - non uso questo ultimo come motivazione ostativa, ma come commento operativo - è evidente che oggi i colleghi, o alcuni dei colleghi - li ha già citati il collega Casoni, quindi non li citerò nuovamente - che si occupano prevalentemente delle attività della II e V Commissione, per motivi peraltro imprevisti e imprevedibili da tutti sono momentaneamente assenti.
Per non far ulteriormente perdere tempo all'Aula, troverei costruttivo e utile se la Presidente della Commissione e gli emendatori, a compendio e all'interno della discussione generale, che non ricordo se sia già stata svolta o se si stia iniziando - immagino stia iniziando - ci dicessero qual è la ratio degli emendamenti che una parte della maggioranza o la maggioranza presenta rispetto ad un provvedimento proprio, onde consentire anche ai componenti dell'opposizione di svolgere le proprie valutazioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Barassi.



BARASSI Paola

Signor Presidente, volevo solo evidenziare la ratio di questi emendamenti, nel senso che il disegno di legge parlava di tutela e valorizzazione del paesaggio. Siccome c'è il codice dei beni culturali e ambientali, che assume a livello nazionale tutta la partita riguardante la tutela del paesaggio, demandando alla Regione soltanto la partita relativa alla valorizzazione, gli emendamenti sono semplicemente di carattere tecnico, di raccordo con la normativa nazionale. Potrete verificare che gli emendamenti all'articolo 1, all'articolo 2 e sul titolo, semplicemente propongono di eliminare la parola "tutela" dall'articolato. Quindi, è solo un discorso di raccordo. C'è poi un emendamento legato alla norma finanziaria, anche perché questo disegno di legge è stato licenziato dalla Commissione nel 2007. Essendo intervenuti l'assestamento di bilancio e il bilancio appena votato, è stato necessario intervenire con un aggiustamento in diminuzione dei fondi.
Volevo anche ricordare che la discussione relativamente a questo disegno di legge non è avvenuta in V Commissione, ma nella II, che è presieduta dal Consigliere Rutallo e non dalla sottoscritta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi, sempre sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Ripropongo la considerazione di prima, cambio solo l'ordine degli addendi.
Se su un disegno di legge della Giunta, come c'è scritto qui rilasciato dalla II Commissione il 18 aprile 2007 - tra l'altro, credo sia anche uno dei principali motivi, oltre che l'estrema affezione e il divertimento che l'Assessore Conti prova a stare con noi il più possibile che ritengo essere la ragione principale, ma atteniamoci al fatto professionale - ci sono questi emendamenti, nella lettura della principale proponente, la collega Barassi, nonché Presidente emerita della Commissione quella che è, non mi ricordo quale sia, ma è irrilevante - perché la Giunta non li fa propri? C'è una ragione?



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

No, allora lo faccia, così avrei evitato di chiedere come mai un disegno di legge della Giunta viene emendato un anno dopo da una componente autorevolissima.
Siccome non mi fido più di questa maggioranza, non so come lo devo dire, voglio capire con chi ho a che fare! Quindi, la Giunta è d'accordo!? Diteci delle cose o dobbiamo scavare per ottenere, non dico la verità, ma una parvenza di opinione!



PRESIDENTE

È evidente. Poi, per carità, è nella facoltà dei presentatori degli emendamenti mantenerli o ritirarli. Quando si arriverà alla trattazione degli emendamenti, la Giunta darà il proprio parere, accogliendoli o respingendoli, com'è nell'ordinario svolgimento dei lavori dell'Aula.
Rispetto al quesito che i Consiglieri Casoni e Burzi hanno posto sull'opportunità o meno di iniziare con la discussione dell'articolato avendo svolto la relazione la Presidente Barassi e non essendoci richieste particolari sul dibattito generale, chiedo se ci sono interventi da parte dei colleghi della maggioranza.
Hanno chiesto di intervenire i colleghi Reschigna e Botta.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Signor Presidente, sinceramente, noi non ravvediamo una ragione per cui questo disegno di legge non possa essere affrontato nel suo articolato nella seduta odierna. Già la collega Barassi, la settimana scorsa, nella sua relazione metteva in evidenza l'ampio lasso temporale intercorso tra il momento in cui è stato licenziato da parte della II Commissione e l'avvio della discussione in Aula.
Ora, con tutto il rispetto dovuto ai fatti che hanno coinvolto l'intera comunità piemontese in questi giorni, non capisco perché tale rispetto lo si debba evidenziare nel momento in cui si decide di non affrontare l'esame di un disegno di legge e non nella trattazione del sindacato ispettivo.



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Reschigna.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Siamo sull'ordine dei lavori. Lei voleva intervenire sul dibattito generale?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ancora non c'erano state richieste sul dibattito generale, se mi fa la richiesta interverrà sul dibattito generale. Siamo sull'ordine dei lavori dobbiamo decidere se proseguire il dibattito o meno.
La parola al Consigliere Ricca sull'ordine dei lavori.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, avevo inteso che la discussione fosse aperta, mi riservo di intervenire come dichiarazione di voto se non sull'articolato singolo.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Ricca.
Dichiaro aperta la discussione sul dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Voglio svolgere solo alcune considerazioni, non avendo frequentato, per mia colpa, la II Commissione e avendo dato una rapida lettura al testo di questa legge, che riguarda una problematica importante, quella del paesaggio, che, tra l'altro, con avvedutezza e anche senso di premonizione i legislatori statutari hanno inserito come riferimento anche nello Statuto della Regione Piemonte. Ben venga, quindi, un'attenzione verso un elemento che sempre più fa parte del dibattito politico e sociale all'interno della nostra comunità.
Sgombriamo il campo da qualsiasi volontà di banalizzare un progetto normativo che riguarda un bene così importante come il paesaggio.
Proprio nei giorni scorsi ho assistito ad un acceso dibattito tra Sindaci di Comunità collinari (o comunque di Comuni rurali) che si interrogavano sulla necessità o meno della costruzione di capannoni all'interno del proprio territorio, alcuni argomentando sul fatto che laddove si vuole uno sviluppo anche di tipo artigianale o di piccola e media impresa, la costruzione di questi manufatti può risultare utile altri facendo leva sulla questione del paesaggio, per cui la deturpazione di quel paesaggio collinare o di pianura, dove tanti sforzi dal punto di vista dell'implementazione turistica si stavano facendo, costituiva comunque un vulnus.
Tutto ciò a conferma che la sensibilità sulla questione del paesaggio c'è anche ai livelli di base delle nostre istituzioni.
Del resto, in quasi tutte le Province del Piemonte esistono degli osservatori sul paesaggio, a volte filiazioni delle Province, a volte nati proprio spontaneamente perché ormai tanti architetti sono "architetti del paesaggio" e quindi, evidentemente, l'attenzione è mirata su questo tema.
Ben venga, quindi, un'attenzione e una sensibilità che prende poi la forma e la forza di un provvedimento della Giunta regionale. Quello che mi lascia un po' perplesso e che, a mio avviso, andrà rivisto scorrendo l'articolato, è, da una parte, l'attenzione a non frapporre ulteriori impedimenti di tipo burocratico alla libera attività dei privati e delle istituzioni, perché costituirebbe un altro appesantimento alla libera costituzione delle cose, che già sappiamo essere molto articolata arzigogolata e difficile. Dall'altro, mi lascia un po' perplesso il fatto che in una legge di nove articoli - dicesi nove - noi riusciamo a costituire (lo rivedremo, magari, nell'articolato singolarmente) una Commissione per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico e un Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio.
Una Giunta regionale che aveva, nel suo programma di mandato, lo sfoltimento delle sovrastrutture, delle Commissioni in generale e di tutte quei fattori che potevano appesantire l'azione esecutiva e legislativa, in un provvedimento singolo e su un tema importante come quello del paesaggio riesce a costituire due nuove sovrastrutture, l'Osservatorio e la Commissione, riconoscendo, in particolare alla Commissione, dei compiti significativi perché dei pareri obbligatori, sia pure non vincolanti, su una serie di progettualità che possono essere messe in campo dalle istituzioni o dai privati, è sicuramente significativo.
Poco m'interessa che venga precisato che l'essere parte della Commissione e magari, in futuro, dell'Osservatorio sia a titolo gratuito perché da un certo punto di vista mi fa preoccupare ancora di più.
Sappiamo che molto spesso gli osservatori o le commissioni - ne abbiamo costituite tante - ricevono i compensi, peraltro ridicoli, della famosa legge n. 34 (ne parlavamo poche settimane fa con il Consigliere Travaglini forse in VIII Commissione).
Sarebbe dunque opportuno rivedere la questione dei compensi, perch essendo pressoché gratuite, tanti partecipanti e tanti componenti non si presentano neanche più alle sedute. Il rischio è che non si riescano nemmeno più a fornire i pareri quando questi sono obbligatori, bloccando le attività meritorie, magari fatte dai privati e dalle istituzioni.
È sicuramente positiva l'attenzione rivolta ad un tema importante come il paesaggio. Mi astengo persino dal fare la battuta che il Piemonte ha problemi più importanti, perché tutto è importante, anche questa sensibilità nei confronti del paesaggio. Ogni maggioranza e ogni Giunta poi, ha le sue priorità: questa ha posto tra le sue priorità magari non la revisione della legge n. 56, come diceva il Consigliere Burzi, ma la legge sul paesaggio. È un fatto sul quale potremo dibattere, ma non faccio neanche questo tipo di polemica.
Certo è che un'attenzione particolare su una legge di nove articoli che contiene la formalizzazione di un Osservatorio e di una Commissione regionale (come ho detto nella mia introduzione, questi osservatori magari a livello provinciale già esistono), mi sembra che non vadano nella direzione della semplificazione e della facilitazione di una burocrazia meno pesante, ma siano elementi che ci facciano andare in senso sostanzialmente opposto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Coi colleghi Rutallo e Barassi abbiamo presentato una serie di emendamenti. Credo che il più appropriato, anche per intervenire nel dibattito generale sulle considerazioni che faceva il Consigliere Botta sia quello relativamente al titolo, dal quale vogliamo eliminare la parola "tutela", e lasciare che questa legge si occupi della valorizzazione del paesaggio. Il titolo, infatti, sarebbe stato fuorviante, poiché non è una legge che deve tutelare e nemmeno deve porre vincoli. Sarà poi la discussione sul Piano Paesaggistico Regionale, che personalmente mi auguro possa incominciare entro quest'anno, a dover definire, invece, il sistema della tutela sui beni paesaggistici e sui valori del paesaggio regionale in modo appropriato.
Questa non è una legge che pone vincoli o difficoltà procedurali quindi non appesantisce sostanzialmente l'intervento dei privati né dei soggetti pubblici. Ma allora a che cosa può servire una legge di questo tipo? A tal riguardo, mi viene in mente un'esperienza personale che ho vissuto due anni fa, nell'estate del 2006, quando ho trascorso cinque giorni di ferie in Toscana. In quei giorni, nella una cronaca de la Repubblica della Toscana leggevo di un dibattito aperto. Credo che sia notorio a tutti come all'interno della Regione Toscana, che normalmente è da tutti considerata importante sotto il profilo dei beni e dei valori paesaggistici, il tema di pesanti interventi infrastrutturali all'interno di quella Regione, e di una progressiva slabbratura e consumo del suolo sta riportando in evidenza con grande forza anche all'interno di quella Regione la problematica della valorizzazione del paesaggio.
In uno di questi articoli c'era l'intervento del Preside della Facoltà di Architettura di Firenze, il quale, al termine di un lungo ragionamento arrivava sostanzialmente in sintesi a questa conclusione: perché il paesaggio possa essere tutelato e valorizzato non sono sufficienti buone leggi di governo del territorio. Non sono neanche sufficienti buoni Piani Regionali Paesaggistici.
Occorre oggi ritornare a quella che, in sintesi, veniva definita il sistema delle buone pratiche, cioè sostanzialmente ritornare a riconoscere e a valorizzare, attraverso il sostegno pubblico e attraverso la diffusione, buone pratiche di intervento sul paesaggio, perché questo faccia cultura diffusa.
In sintesi se c'è un senso, un obiettivo o un significato a questa legge, io lo trovo in questo elemento: la Regione si pone come obiettivo quello del sostegno economico a quei progetti che rappresentano o possono rappresentare buone pratiche di intervento sul sistema del paesaggio all'interno della nostra Regione, perché questo non sia solamente un intervento economico finalizzato a se stesso, ma perché ciò, rendendolo diffuso e rendendolo anche riconoscibile, possa accrescere la cultura. La cultura fatta dai professionisti, la cultura fatta dagli imprenditori privati, la cultura fatta dagli amministratori locali, la cultura da parte delle persone che, con i loro comportamenti e con le loro azioni concrete possono essere i protagonisti di buone pratiche di intervento sul paesaggio, oppure di cattive pratiche perfettamente a posto sotto il profilo delle normative e perfettamente corrispondenti sotto il profilo dei bisogni di una comunità locale o di una comunità regionale.
Il senso lo trovo in questa considerazione che vi ho voluto rappresentare e credo che sia un valore profondo. Fare una legge che abbia un obiettivo tra i tanti, ma certamente dal mio punto di vista uno degli obiettivi più riconoscibili all'interno della stessa, è quello della Regione che interviene per sostenere economicamente e finanziariamente i buoni interventi sul paesaggio e perché ciò si traduca in buone pratiche diffuse all'interno della comunità regionale.



CHIEPPA VINCENZO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Intervengo per esprimere apprezzamento da parte del mio Gruppo consiliare ai contenuti di questa legge, che offre un contributo importante e segna un impegno culturale significativo della Regione per la valorizzazione del paesaggio. Credo che da questo punto di vista siano opportune le correzioni che sono state apportate anche per quanto riguarda il titolo della legge. Della tutela è bene che se ne occupi o la legge sul governo del territorio, e sicuramente questa se ne occuperà, o anche la legge sul piano paesaggistico che richiamava il collega Reschigna.
È importante però che ci impegniamo nella tutela del paesaggio, che è una questione di interesse della collettività e può costituire anche un'occasione di sviluppo socio-economico. Quindi, rispondere alle richieste di qualità del paesaggio diventa in tal senso un impegno, un diritto e anche una responsabilità di ognuno. Con questa legge la Regione vuole assumersi la sua responsabilità e rispondere come richiamato dall'articolo 1 ai principi della convenzione europea del paesaggio e quindi promuovere l'adozione, anche a livello locale, di progetti paesaggistici compatibili con lo sviluppo sostenibile, capaci di conciliare i bisogni sociali, le attività economiche e la protezione dell'ambiente. Credo sia importante anche sostenere la promozione, ma soprattutto il finanziamento dei progetti di recupero ambientale del paesaggio, anche perché le caratteristiche di ogni luogo richiedono differenti tipi di azioni, che vanno dalla più rigorosa conservazione alla salvaguardia, alla riqualificazione e alla gestione fino a prevedere la progettazione di nuovi paesaggi contemporanei di qualità. La legge va in questo senso e penso che lo consenta.
Vedo negli emendamenti presentati una riduzione delle risorse disponibili di tipo significativo e mi auguro che queste risorse siano impiegate soprattutto, oltre che nella promozione di attività di formazione e di educazione alla conoscenza e alle trasformazioni del paesaggio, al finanziamento di veri progetti di recupero paesaggistico e non soltanto la produzione di studi sul paesaggio. Sono importante gli studi, ma credo che le risorse dovranno essere prioritariamente indirizzate al finanziamento dei progetti di recupero, quindi ad attuare interventi concreti sul territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che le valutazioni generali che faceva il collega Reschigna di per sé possano anche essere accolte, nel senso che i buoni propositi o le buone pratiche su quella che viene definita la tutela del paesaggio possono trovarci favorevoli.
L'aspetto è da un punto di vista normativo, riguarda com'è stata formulata la legge, e poi entreremo nel merito degli articoli. Però diventa difficile poter anche emendare quella che riteniamo risulti essere una legge malscritta rispetto agli obiettivi che si pone.
Pertanto, faremo alcune considerazioni proprio sull'articolato, facendo nostre alcune considerazioni che altri colleghi facevano su altri provvedimenti di legge.
Intanto vi è un aspetto che non è chiaro, cioè quanto questa legge di valorizzazione del paesaggio incida relativamente alla legge sull'urbanistica oggi esistente o alla futura legge sull'urbanistica incida direttamente o indirettamente, cioè direttamente rispetto alle possibilità che la legge individua o indirettamente, cioè rispetto alle possibilità economiche che la legge mette in atto.
Credo che su questo andrebbero fatte anche delle priorità. È una legge che stanzia una cifra assolutamente considerevole di risorse.
Come sempre le risorse possono essere bene impegnate o male impegnate e credo che oggi questa Regione abbia delle emergenze su cui si deve intervenire.
Non voglio parlare di quelle alluvionali, perché sono emergenze sulle emergenze, ma parlo delle emergenze fisiologiche, non emergenze occasionali o assolutamente imprevedibili, sulle quali si dovrebbe intervenire mentre non si interviene o da un punto di vista normativo o da un punto di vista degli stanziamenti economici.
Penso ad esempio alla legge che è in discussione in V Commissione sull'amianto, che credo avrebbe dovuto avere - e avrà quando verrà in Aula da un punto di vista delle priorità non soltanto normative, ma anche degli stanziamenti economici, un valore che - mi consentano i colleghi visto che tutela la salute delle persone, io ritengo essere prioritario rispetto ad una legge sulla valorizzazione del paesaggio. Uno però non esclude l'altro, perché una legge regionale non esclude un'altra legge regionale, se si tratta di buoni propositi. Però la legge dice che la Giunta verifichi l'incidenza diretta ed indiretta sul paesaggio delle attività di governo. Dopodiché predispone strumenti di pianificazione del paesaggio, secondo le indicazioni contenute nella normativa in materia di governo del territorio.
Vi sono alcuni casi in cui crediamo che potranno sorgere dei problemi relativamente alla legge esistente sull'urbanistica o alla futura legge sull'urbanistica. Cioè non pensare di inserire una sull'altra, da un punto vista normativo, crediamo che sia un errore. Faccio un esempio banalissimo: se un'area che è definita in fascia c) dal nostro PAI regionale e quindi sulla quale i Comuni possono decidere se costruire o non costruire potrebbe in qualche modo essere vincolata, qualora si ritenga di valorizzare il paesaggio piemontese, da un vincolo paesaggistico. Questo non è scritto, ma non è scritto il contrario e non è neanche previsto il contrario.
Se non viene scritto, non serve a niente. È evidente. Se in un'area di elevatissimo interesse paesaggistico, che non ha alcun problema di carattere geologico o quant'altro relativamente alla possibilità di vicinanza ad un alveo o quant'altro, io amministratore posso legittimamente, scegliere di trasformarla in un'area edificabile - sia essa industriale, abitativa o quello che sia - è ovvio che o questa legge, come in questo caso, non serve a nulla, oppure, se serve, vincola la legge sull'urbanistica. Se non la vincola, come appare in più parti della legge è una legge che serve solo a stanziare delle risorse per i migliori progetti di valorizzazione del paesaggio, che però hanno alcuni aspetti un po' anomali dal punto di vista normativo.
L'articolo 3 dice: "La Giunta regionale, entro 120 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sentita la Commissione per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico di cui all'articolo 6, individua i criteri e le modalità per la presentazione, da parte delle Province.dei progetti per la qualità paesaggistica".
L'articolo 6 prevede che il parere della Commissione sia obbligatorio e vincolante sul premio di qualità paesaggistica di cui all'articolo 7, cioè più 20% rispetto al 60% previsto. Ancora. Questa legge non pone al centro le amministrazioni locali. È anomalo che vi siano delle situazioni in cui mettere in parità il pubblico e il privato desti scandalo e ve ne siano altre, come queste, in cui mettere in assoluta parità pubblico e privato per aspetti che, invece, secondo noi, riguarderebbero il pubblico, cioè quelli della salvaguardia e valorizzazione del paesaggio, lo possa fare il pubblico e il privato anche oltre i limiti di legge.
I progetti li possono presentare certamente le Province e i Comuni delle Comunità montane, ma anche altre forme di associazionismo comunale e altri soggetti pubblici. Questo rientra ancora nei canoni.
L'articolo 5, comma 2, dice che possono fruire dei finanziamenti i soggetti pubblici e privati "che, sebbene non tenuti per legge, ricorrono volontariamente al concorso di deroghe di progettazione nella realizzazione degli interventi".
Per trarre delle conclusioni unitamente a quello che già diceva il Consigliere Botta relativamente alla Commissione per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico, all'Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio - che sono costi aggiuntivi per la Regione - noi crediamo che potrebbero essere compiti che potrebbero svolgere gli uffici già esistenti.
Lo vuole fare l'Ambiente? Lo faccia l'Ambiente. Lo vuole fare l'Urbanistica? Lo faccia l'Urbanistica.
Non crediamo che si debbano creare due nuove strutture, una che, fra le altre cose, individua il premio per la qualità paesaggistica, tra l'altro con indicazioni della composizione della Commissione che sono, in alcune parti, istituzionali cioè l'Assessore regionale, il responsabile della struttura regionale competente in materia e cinque esperti in materia designati dalla Giunta regionale, sul curriculum attestante la qualificata pluriennale e documentata esperienza scientifica e professionale.
Se la legge viene approvata così com'è, è assolutamente verosimile che un certo numero di esperti, ancorché qualificati, ma che non rappresentano soggetti pubblici, abbiano un peso all'interno della Commissione sui progetti di qualità e sul fatto che altri soggetti privati possono presentare, al di fuori di quanto previsto da legge, progetti sui quali essere fruitori di contributi in cui c'è un po' troppo privato che, secondo me, rischierebbe di avere qualche commistione, ma in modo trasparente, non necessariamente violando la legge.
Mi sembra che, a differenza di tutte le leggi che noi approviamo, ci siano troppi soggetti non pubblici. Se quei cinque esponenti fossero stati uno rappresentate dell'UPI, uno rappresentante dell'UNCEM, un altro rappresentante dell'ANCI, era anzitutto una legge normale come molte altre e, in secondo luogo, veniva rappresentata l'istituzione pubblica nella sua poliedricità e nelle sue differenti forme associative.
Così ci sembra che vi siano, all'interno della legge, una serie di anomalie sulle quali entreremo nell'articolato. Nonostante, lo sottolineiamo, che il proponimento della norma sia positivo, crediamo che la scrittura della stessa non vada incontro alle parole che, per esempio diceva il Consigliere Reschigna.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Mi ricollego all'ultima frase dell'intervento del Consigliere Vignale che non so quanto e in che misura sia stato oggetto di attenzione non formale, ma sostanziale, da parte dell'Assessore competente, l'Assessore Conti, e dei colleghi.
Non frequento la II Commissione, ed ero distratto rispetto a questa legge la volta scorsa perché, purtroppo, essendo già all'o.d.g., abbiamo svolto temi purtroppo di prevalente tensione politica che hanno contraddistinto la sessione scorsa e oggi perché, purtroppo, il tema principale, ahimè, svolto piuttosto stancamente nel pomeriggio, era e rimane connesso attorno all'emergenza e al dramma creatosi dalla vittime di cui sopra e che farà sì che alcuni nostri colleghi oggi siano assenti.
Ero distratto anche oggi ma poi - il diavolo fa le pentole, ma raramente i coperchi - mi ha risvegliato il Consigliere Reschigna. È un po' di tempo che tutte le volte che il Consigliere Reschigna parla - sempre con grande rispetto quando presiede la sua Commissione, sempre con grande rispetto, perché ne conosco l'esperienza, sia come membro del Partito Democratico che come Sindaco - io pongo più attenzione.
Se fossimo nell'ambito della VI Commissione, direi timeo danaos et dona ferentes, temo i greci anche quando portano doni. Che cosa dice il Consigliere Reschigna? Cambiamo il titolo di un disegno di legge della Giunta, togliamo "tutela " e lasciamo valorizzazione. Qui c'è stata una conversione! Verbania, Torino ha preso un fulmine in testa e, come Saulo, è diventato San Paolo. Non ci credo.
Allora mi sono interessato perché in quest'Aula, quando ancora il Consigliere Reschigna non c'era, se qualcuno dei Consiglieri avesse detto una cosa del genere, l'analoga della Presidente Barassi, non la Presidente Barassi che è una persona civile, sarebbe saltata alla giugulare di chiunque del centrodestra avesse mai fatto un'asserzione di questo tipo a me! Cerco di imitare male, ma voi cercare di immaginarlo nello spazio temporale. Togliete la tutela per valorizzare? Ma cosa volete fare cementificare tutto? Non so se il Presidente Chieppa, che è anche un autorevolissimo membro dell'ex partito dei Comunisti italiani, mi sta seguendo non tanto nel suo ruolo di Presidente del Consiglio, ma nel suo ruolo politico.
Allora, mi sono messo ad ascoltare, perché, per quanto riguarda la "valorizzazione del paesaggio", se uno dovesse votare per alzata di mano professor Conti, tutti votano, ma questa è una legge, così sono andato a leggere il testo.
Cosa dice la legge? La legge - prima di esprimerci al peggio di quanto siamo capaci, perché, ogni tanto, siamo anche capaci di dare il peggio di noi stessi, Presidente Chieppa! - nella prima versione votata propone 12 milioni di euro - non ho voglia di discutere degli emendamenti oggi perché, poi, c'è stata una riduzione - per ogni anno, cioè 24 miliardi delle vecchie lire.
Mi limito a chiedere alla maggioranza che ce lo propone, come ha detto il collega Vignale, se è proprio sicura che queste siano le priorità della Regione Piemonte oggi. La discussione avviene oggi non certo per colpa della Giunta, perché la sua proposta risale al 2006, poi la Commissione lo libera nel 2007 e la democrazia dei nostri lavori ce lo fa discutere il 3 giugno 2008.
Trattandosi di 12 milioni di euro, poi emendati, deriva la domanda dell'ala dura del prossimo partito del PDL. Il collega chiede se siete così sicuri, perché a lui non sembra, come anche al sottoscritto, che queste siano le priorità. Questo è quanto mi è parso di capire dicesse.
Dico di più: non lo sembra neanche a voi, cari colleghi della maggioranza, perché voi avete appena finito di farci discutere, facendo ogni forma di ostruzionismo possibile a voi stessi, una legge finanziaria che, quando ci è stata proposta, constava di 43 articoli e - collega Reschigna - questo articolo non c'era! Mi vengono in mente delle domande, ma, siccome sono stufo di farmi domande da solo e ho due neuroni, anche un po' stanchi, chiedo alla maggioranza di rispondermi rispetto all'ambito della legge finanziaria, che si è autoemendata, come direbbe l'Assessore Peveraro, che, come al solito fortunatamente, è assente. Starà facendo qualche altro nuovo "buco" al bilancio della nostra Regione e non vorrei disturbarlo, perché questo ci aiuta dal punto di vista politico, pertanto vorrei che continuasse a lavorare.
Questa maggioranza si è autoproposta 39 articoli e questo non lo ha messo, è perché si è distratta? Non era prioritario? Lo ha dimenticato? Ci sarà un motivo. Io assumo che tanto prioritario non fosse e aspetto che qualcuno me lo controdeduca, perché, se non era prioritario non più tardi di un mese fa, quando abbiamo lungamente discusso di legge finanziaria, non capisco perché diventi prioritario adesso.
Poi, dice il collega Vignale - qui esprime un giudizio un po' duro anche se gli indizi gli darebbero ragione - che è proprio scritta male e adesso vi aiuto a comprendere i motivi.
Nell'articolo 2 - non so se arriveremo al terzo, perché suggerirei il ritiro del testo, per riportarlo in Commissione e buttarlo via, ma, qualora vogliate procedere nella discussione, possiamo farlo - si dice che la Giunta si occupa, entro il 31 marzo di ogni anno, di determinate cose sulla base di risorse disponibili.
Ora, il 31 marzo 2008 è ineludibilmente trascorso, vi rimane il 31 marzo 2009, ma credo non sfugga a nessuno che, sicuramente, il 31 marzo 2010 saremo in campagna elettorale e nel marzo 2009 - vi do un'informazione che penso alcuni di voi dovrebbero avere - vi sarà la campagna elettorale per lo svolgimento delle elezioni in sei delle otto Province. Sono un abolizionista delle province, per me sarebbero tutte da abolire, comprese le sei che andranno al voto. Lo dico perché, siccome le vinceremo tutte, è più chiaro. È facile abolire qualcosa, ma, siccome le vinceremo tutte, lo dico anche in funzione di ciò, compresa quella di Torino, non vorrei che qualcuno si fosse distratto.
Il 31 marzo 2008 è passato, vi rimane il 31 marzo 2009. Cosa dovrebbe succedere nell'ambito di queste risorse? Che una struttura democratica, di cui all'articolo 6, suggerita ed eletta dalla Giunta - l'ha citata prima il collega Vignale - con decreto del Presidente della Giunta, cioè la Bresso sentita la Bresso, che parla con la Bresso, che, quando ha voglia, lo dice anche a noi - questo è quanto esprime l'articolo 6 - nomina l'Assessore regionale - mi dispiace per lei, ma ha lo spazio per salvarsi, perché pu delegare qualcuno con funzioni di Presidente - cinque esperti in materia e un responsabile della struttura regionale, che, essendo stato nominato dalla suddetta Giunta, si assume, almeno fino a quella data, abbia una certa fiducia da parte della Giunta stessa.
Quindi, siamo di fronte ad un organo politico, ove "politico", sia ben chiaro, è per me un termine con valenza positiva, è un aggettivo nobile.
Pertanto, una struttura politica definisce delle premialità su una serie di progetti presentati praticamente una volta in campagna elettorale.
Il 31 marzo di quest'anno è già passato, vedremo se e in quali condizioni arriveremo al 31 marzo dell'anno prossimo Questa, eversore Reschigna - che è eversore di suo, poi diventa golpista quando qualcuno seduto al posto suo gli consente dello spazio rispetto a tesi fantasiose che assume nel caso specifico - sarebbe la valorizzazione dal paesaggio? Per adesso mi fermo qui in termini di discussione generale. Delle due l'una: qualcuno ci convince che c'è qualcosa di serio oppure ci toccherà di nuovo insistere affinché, articolo per articolo, dapprima, il Partito Democratico e, poi, la Sinistra Arcobaleno rifletta su quello che sta facendo, in quanto, non so come dirlo, non ci sembra una cosa tanto seria né come tutela e valorizzazione, ma ancora meno come valorizzazione del paesaggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Signor Presidente, anche io volevo porre alcune domande all'Assessore Conti, che sono già state sfiorate sia dall'intervento del Consigliere Vignale che da quelli di altri colleghi.
Stiamo discutendo una nuova legge urbanistica e qui abbiamo un disegno di legge che, sicuramente, interferisce con gli strumenti urbanistici e allo stesso tempo, non c'è alcun ordine regolamentare di priorità, che secondo me, genererà enorme confusione - la chiamo "confusione" per non dire altro. Mi metto nei panni di chi ha redatto i piani urbanistici o i piani regolatori delle città: cosa farà, andrà a costruire il piano paesaggistico, magari prezzolato da qualcuno a presentare il progetto di valorizzazione? Allora, la soluzione è molto semplice. Come abbiamo detto, noi siamo favorevoli alle finalità di questa legge, cioè se tutto si ferma all'articolo 1. Visto che si sta lavorando alla legge sull'urbanistica, mi chiedo perché questa non la si possa inserire all'interno della legge dell'urbanistica, visto che tocca esattamente alcune competenze similari che possono far sorgere problemi. Secondo noi, danno adito a speculazioni professionali - chiamiamole così, non illecite, ma comunque speculazioni professionali - nei confronti, magari, di chi segue i vari piani paesaggistici o urbanistici, creando degli organismi dei quali non vediamo assolutamente la necessità.
Lo chiederemo poi alla Presidente Bresso se le sue parole di semplificazione della macchina, di velocità nelle decisioni, di minori costi della politica si vedono raffigurati in questo disegno di legge.
È già stato detto da altri. Noi crediamo che ci siano assolutamente sufficienti competenze all'interno degli Assessorati per valutare o vedere quelle che possono essere proposte che arrivano in questo senso.
Ripeto: se fossero inserite in uno strumento urbanistico, eviteremmo di avere due leggi, delle quali una è un grande strumento, perch indubbiamente la revisione della legge urbanistica è la legge quadro, la legge ponte, la legge che deve regolamentare tutto il settore.
Se invece preferiamo estrapolare tutte le differenziazioni che si vanno ad innestare e creare delle alchimie per cui non si capisce esattamente se poi un piano regolatore approvato confligga e in quale modo con questa legge, a seconda dei piani che verranno approvati quell'anno entro il 31 marzo...
È per questo che io chiedo: preservandone le finalità, perché non inserirlo organicamente nella legge urbanistica, in modo che ci sia una legge chiara e si capisce a quali valorizzazioni ambientali si deve attenere il piano regolatore? Quindi, sarà fatto automaticamente su questo livello.
Non si mettono in moto Commissioni, organismi e quant'altro. Gli uffici regionali come fanno? Valuteranno la proposta urbanistica del Comune quindi saranno in grado di vedere, suggerire modifiche o quant'altro, ma andare a creare ulteriori Commissioni ed osservatori su questo tema dedicando anche delle risorse importanti, lo vediamo veramente in questo momento come una cosa inutile e non vediamo come si possa innestare in un processo decisionale, al di là delle linee politiche che l'Assessore sappiamo ha sulla revisione della legge urbanistica che, in parte condividiamo.
Vorremmo uno strumento - anche lei l'ha detto più volte - che fosse più agile, più chiaro e più semplice del precedente e probabilmente anche più rapido nelle decisioni. Questa era una delle finalità.
Qui invece andiamo ad inserire un ulteriore ingranaggio in un motore già complicato, al quale andiamo ad aggiungere degli ingranaggi, quindi con più possibilità di rompere i meccanismi, con più possibilità di interrompere il flusso delle decisioni, creando nuove personalità che si occupano di decidere quali debbano essere le valorizzazioni del paesaggio piemontese. Anche questa decisione di mettere addirittura in ipotetica minoranza l'Assessore e la Presidente della Giunta, costituendo un organismo di sette persone, composto dal Presidente della Giunta dall'Assessore e da cinque professionisti scelti dalla Giunta, potrebbe essere che se questi cinque professionisti scelti dalla Giunta hanno un parere diverso da quello dell'Assessore e della Presidente, danno un parere diverso. È logico, poi sappiamo bene che gli strumenti della politica possono anche essere quelli di dire che non è opportuno che un nominato in un organismo si rivolti contro chi l'ha nominato, contro chi l'ha scelto.
Però anche questa è una cosa anomala.
Noi riterremmo che a sceglierlo sarebbe bene che lo facesse il Direttore della Direzione Ambiente della Regione Piemonte o strutture dedicate dell'Assessorato all'Ambiente di questa Regione; struttura miste ambiente-urbanistica. Abbiamo eccellenti professionisti che si occupano di ambiente e di urbanistica. Che bisogno c'è di prendere cinque professionisti esterni e dedicarli a questa individuazione? Voglio far presente la necessità che vedrei molto bene depurare la legge da tutti questi aspetti (Commissione, Osservatorio e quant'altro) mantenendo pure le competenze, però all'interno della nuova legge, così fatta con tutte le normative con le quali i Comuni devono presentare gli strumenti urbanistici comunali che, in una volta sola, dovranno attenersi ad una legge che dà già delle prescrizioni.
E le valutazioni, se queste saranno difformi, le daranno gli uffici come sempre è avvenuto; possibilmente con dei tempi più rapidi di quelli che sono stati dati fino ad oggi. Questo sarebbe l'obiettivo e quello che i Comuni chiedono.
Credo che faremmo anche un favore all'ambiente se permettessimo di interagire più velocemente questi sistemi, creando una legislazione più semplice, che sia chiara per tutti i sindaci e per tutti gli operatori del settore, che sia chiara per tutti i soggetti che in questa materia lavorano.
E - lo ripeto - credo che con questa legge invece faremmo guadagnare molti più soldi ai cosiddetti consulenti che fanno i piani per i Comuni e si proporranno di farlo anche in accordo adesso per quelle disposizioni che questa legge detterebbe. Con il risultato che paghiamo una Commissione paghiamo un Osservatorio, questi saranno assunti dai Comuni pagati con laute parcelle per attenersi a quest'altra legge e presentare il piano.
Comunque ci sarà una legge di strumento urbanistico che detterà altre cose e che probabilmente non si capisce come possa essere collegata a questa.
Allora mi sembrerebbe una cosa intelligente semplificare. Vogliamo semplificare, si è parlato di testi unici, di situazioni di facile lettura per tutti e per gli amministratori di semplificazione dei tempi delle procedure. Quale migliore occasione questa; parliamo di "tutela e valorizzazione del paesaggio", poi emendato in solo "valorizzazione del paesaggio". Perché non può essere inserito all'interno della nuova legge urbanistica diventa davvero difficile capirlo.
Va da sé che lo strumento urbanistico è quello che autorizza insediamenti che vanno contro il territorio, qualora non siano conformi ai dettati di prescrizione; quindi, è attraverso lo strumento urbanistico che si valorizza il territorio, il controllo dello strumento urbanistico.
L'Assessore farebbe veramente un buon servizio se le finalità giuste di questa legge fossero inserite all'interno della nuova legge urbanistica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alla pianificazione territoriale

Mi è stato chiesto di intervenire, ma penso che sia nella logica delle cose che quattro considerazioni le faccia. E le farei incentrando su due punti che sono emersi e su cui credo valga la pena di ruotare attorno per cogliere magari degli altri: il primo sollevato dal Consigliere Burzi e il secondo dal Consigliere Casoni.
Il Consigliere Burzi ha posto giustamente, secondo me, l'accento su una questione temporale. C'è una evidente discrasia, nel senso che la Giunta ha deliberato questo testo nel 2006, siamo usciti dalla Commissione nel marzo 2007 e siamo arrivati a giugno del 2008. Sono i tempi della politica e questo, secondo me, può spiegare anche alcune considerazioni che sono emerse adesso.
Qual è e qual era l'obiettivo di questo disegno di legge? Pensavo fosse una cosa molto più stemperata di quanto non possa emergere adesso. Voleva fare da sfondo all'introduzione, a pieno titolo - cosa che non è ancora successa in Piemonte - della dimensione paesaggistica nell'azione regionale. Vorrei ricordare che rimaniamo, fondamentalmente, l'unica Regione in Italia ad non essersi ancora dotata di un piano paesaggistico.
Cercando di avvicinarci, in qualche modo, alla legislazione europea alla Francia in primo luogo, la legge aveva un obiettivo chiaro, molto semplice, di sensibilizzazione. Iniziare una sensibilizzazione all'interno di un percorso che doveva portarci alla nuova legge urbanistica, al Piano paesaggistico, al nuovo Piano territoriale. Sensibilizzazione, in qualche modo, di formazione.
Non credo, Consigliere Casoni (questo dà anche alcune risposte relativamente ad un percorso e a delle proprietà che il Consigliere sollevava inizialmente) che i contenuti di questo provvedimento possano essere recepiti dalla legislazione urbanistica. Gli obiettivi sono diversi.
La legislazione urbanistica che, come tutti sappiamo, dovremmo iniziare a discutere in Commissione fra pochissimi giorni, ha degli obiettivi espliciti, quello di essere una legge molto più semplice, sburocraticizzata rispetto alla legge n. 56 vigente (che è stata una buona legge) e quello di avvicinare i Comuni all'istituzione regionale (le conferenze di copianificazione partite con la legge n. 1 del 2007 mi sembra siano state un buon successo).
Una legge urbanistica che si riduce come numero di articoli non potrà funzionare se non avrà alcune gambe, una delle quali sarà inequivocabilmente, il Piano paesaggistico, il quale dovrebbe dettare regole molto nette e precise di tutela del paesaggio. Tutela perché, a quel punto, il Piano paesaggistico sarà costruito, contestualmente, al Ministero dei Beni Culturali (abbiamo anche sottoscritto un accordo in tal senso).
È un testo che vuole, fondamentalmente, suggerire agli Enti locali e ad altri soggetti di creare dei progetti per riqualificare il paesaggio, ed è cosa diversa rispetto ai vincoli e alle norme di tipo paesaggistico che possono essere, in qualche modo, recepite dalla legge e rinviate successivamente, al Piano paesaggistico stesso.
Quello che viene qui suggerito è, fondamentalmente, un premio qualità agli Enti locali che, di fronte a molte esemplificazioni di scempio territoriale, inaugurano delle strategie e delle politiche per correggere quanto è stato precedentemente realizzato.
Istituisce una Commissione semplicissima, che ha lo scopo - poi possiamo discutere sul ruolo politico e meno politico, sulla composizione su chi nomina la Commissione - e l'obiettivo di individuare quali sono quei progetti che ha senso finanziare per andare verso il processo di riqualificazione. Un Osservatorio come ve ne sono in tante altre regioni europee. Un Osservatorio che dia sintesi a tutti gli osservatori, ma cui anche per un altro motivo, dopo tre anni di vita all'interno di queste strutture, credo molto.
In quasi tutte le Regioni d'Europa esiste un osservatorio che riassume in qualche modo, competenze di soggetti diversi. Nel paesaggio c'è la competenza urbanistica, la competenza culturale e la competenza economica.
Un'ultima considerazione. Quando noi lanciamo dei concorsi di idee per la valorizzazione, ovvero per il recupero della riqualificazione paesaggistica, cosa abbiamo in mente? Abbiamo anche in mente riqualificazione economica. È inutile che parliamo di candidatura UNESCO delle Langhe, del Roero e del Monferrato, cosa su cui stiamo lavorando senza prefigurare, per questa stessa area, dei progetti che vadano a correggere dei guasti che sono stati prodotti.
Parliamo delle leggi sabaude, ma le leggi sabaude non sono delle isole dei beni con nulla attorno. Hanno un senso, le leggi sabaude, nel momento in cui sono collocate all'interno di un contesto che è visibile osservabile e riproducibile all'interno del nostro immaginario e dei nostri sogni. In altre parole, una scenografia con attori e non soltanto con spettatori.
È chiaro che la legge urbanistica la faremo, ma questa aveva un obiettivo diverso e ha tuttora un obiettivo diverso che, io credo, debba accompagnarsi, comunque, alla legge urbanistica perché non è contro di essa, non fa a pugni, non è alternativa, non può essere in qualche modo assorbita. La legge urbanistica non può indicare la strada per realizzare dei progetti di riqualificazione. La legge urbanistica dirà: ci sono delle aree all'interno della quale possiamo intervenire, in un certo modo. Per esempio sono d'accordo che si può fare, sostanzialmente, tutto, o quasi, il problema è come si fa.
Non è una legge che vuole porre dei vincoli, perché vuole riqualificare quello che c'è. Alcuni vincoli saranno posti, inequivocabilmente, dal Piano paesaggistico il quale metterà dei vincoli, detterà delle norme, detterà delle suggestioni per delle buone pratiche per.
Vorrei scollegare questi due momenti che non sono antitetici, non mi sembra nemmeno coerente il fatto di rinviare alla legge urbanistica. La legge urbanistica non può recepire un atto che vuole semplicemente puntare a riqualificare alcuni paesaggi del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Con l'intervento dell'Assessore Conti possiamo considerare conclusa la fase di discussione generale sul disegno di legge.
Procediamo con l'esame del relativo articolato.
ARTICOLO 1 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Utilizzo l'occasione dettata dall'articolo 1, "Principi e finalità" per riprendere alcune considerazioni. Il titolo dell'articolo lo consente anche alla luce di quanto ha appena detto, e ringrazio per l'intervento l'Assessore Conti.
Non contesto, non ne ho la competenza, il rigetto da parte dell'Assessore di volere comprendere questa tematica all'interno della più ampia tematica della revisione della legge urbanistica. Neanche contesto non avendone sin qui motivo - non lo estenderei a tutti i colleghi della Giunta di cui lei fa parte, ma nel caso suo faccio con assoluta tranquillità una convinta eccezione - la buona fede di quanto sta dicendo.
Contesto, tuttavia, o le chiedo di contestualizzare quanto dice nella giornata del 3 giugno 2008. È evidente che le cose hanno valore, come ho cercato di dire nell'intervento precedente, in funzione anche - non solo ma anche - del tempo in cui le cose avvengono.
Insisto. Lei, Assessore, ci propone un disegno di legge - poi soggetto ad emendamenti da parte della maggioranza che la sostiene - con le finalità che ci ha un attimo ricordato, che sono fondamentalmente di adempimenti anche agli elementi della Costituzione europea e ha delle equità di azione di attenzione al mondo del paesaggio, rispetto al contesto più complesso delle Regioni italiane. Questo è l'articolo 1. In seguito, in qualche misura, si riprende il tema al momento della creazione dell'Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio, perché credo non le sfugga che l'operatività della legge sia interamente legata ai finanziamenti che vengono assegnati, secondo regolamenti emettendi, e al premio erogato secondo i criteri definiti da una Commissione costituenda, nell'ambito di quanto già detto nell'intervento precedente, che è fortemente contraddittorio, almeno da una lettura anche superficiale, rispetto alle finalità che la ispiravano.
Insisto nella mia richiesta, Assessore, soprattutto nei confronti dei colleghi della maggioranza. Noi, probabilmente, se si prosegue così stancamente, come sembrerebbe oggi, alle ore 18.22, lo valuteremo, ma converrebbe, se uno non avesse rispetto per l'istituzione cui appartiene che questa legge passasse, perché, come maggioranza, vi esponete a sentirvi dire quanto ora vi anticipo. Noi siamo stati una giornata in VII Commissione - se mi sbaglio mi correggerete - a discutere di un regolamento applicativo, di cui veniva richiesto parere alla Commissione, perché doveva erogare dei fondi per i parenti delle vittime degli incidenti sul lavoro.
Il regolamento, dopo una discussione molto costruttiva, con pochi toni polemici, è stato, poi, liberato, quindi immagino che la Giunta su ci delibererà.
Uno dei punti che ha visto un po' di tensione riguardava l'importo assegnato da parte dei proponenti al suddetto regolamento, che era, lo sottolineo, di un milione di euro, anzi, alcuni di coloro che quel giorno partecipavano alla riunione si sono detti scandalizzati - con la "s" minuscola - che fosse proposto dal regolamento che la sua Giunta ci presentava.
Cosa diceva la Giunta? Se ci fossero più aventi diritto rispetto a quelli che hanno capienza, questi li vediamo dopo.
Queste cose, se passa questa legge, fosse una delle penultime cose che faccio, le pubblico su La Stampa, se me le pubblica, o su qualunque altro quotidiano - parlo delle vittime degli incidenti sul lavoro.
In secondo luogo, non vorrei ricordarvi le polemiche che anche in quest'Aula abbiamo fatto sui finanziamenti, in senso lato, in merito alla normativa sulla sicurezza.
State attenti che, in questo momento, prima degli emendamenti, ci proponete un testo di legge che finanzia codesta cosa, che ha indizi di fortissima clientelarità. Non discuto, sono un garantista, però, ci sono degli indizi in una legge che per tre quarti degli articoli - deve avere pazienza, Assessore - non tutela il paesaggio, ma crea dei progetti, decide chi li deve decidere, a chi devono andare i soldi - questo è l'oggetto di questa legge, tanto è vero che non avete osato nemmeno metterli nella legge finanziaria emendata.
Mi pare che i finanziamenti sulla legge della sicurezza sin qui deliberati siano, se non ricordo male, quattro o cinque milioni di euro.
Qui stiamo discutendo, prima degli emendamenti, se ci arriviamo, di 12 milioni di euro. Anche questo lo ripubblichiamo, perché qualcuno deve porsi qualche accenno di responsabilità sul tema.
Se siamo in vena di beneficenza, visto che, se non sbaglio, la Presidente Bresso è momentaneamente all'interno del Partito Democratico che è il partito di maggioranza della maggioranza di quest'Aula - se leggo bene i giornali, non ho altre fonti, perché, qui, apparentemente, di politica pare sia impossibile parlare, anche se, poi, ci si arriva - e dagli ultimi articoli pare sia nella stessa corrente o area del Sindaco Chiamparino, allora dateli al Sindaco Chiamparino, così, magari, risolve alcuni obbrobri, in mancanza della deliberazione e dell'osservatorio. Io sono anche torinese: sistemiamo Piazza Valdo Fusi, che a detta di tutti coloro che se ne occupano è un obbrobrio all'interno di un paesaggio urbano. Non è un paesaggio extraurbano, ma sempre obbrobrio è, non occorre la Commissione, è chiaro a tutti, è sufficiente passare qui di fianco.
Perché il 3 giugno volete farvi del male a tutti i costi con questa proposta, su cui credo noi non faremo ostruzionismo, sembrandomi un atto di forte masochismo che questa maggioranza vuole fare a se stessa? Pensateci.
Credo che il primo istinto di un buon cattolico sia quello di dire ai colleghi che sbagliano che si stanno ledendo. Poi, sono anche liberale e ritengo che se uno vuole farsi del male da solo debba avere il diritto di farlo, però non si venga a dire che non lo avevamo detto.
Assessore, purtroppo, questa è una legge che viene discussa due anni dopo essere stata proposta. La colpa non è sua, ma è un fatto su cui palesemente la sua Giunta e la sua maggioranza non hanno posto tutta la priorità che avrebbero potuto, dovuto e saputo - non so dire quale participio passato sia meglio usare. Che, oggi, noi si debba discutere dell'utilizzo di 12 milioni di euro ex ante emendamento - poi vediamo se arriviamo agli emendamenti, se e quando sarà l'emendamento - francamente mi sembra un atto di forte masochismo politico, ma, se volete farvi del male, non sarò certo io, dopo questi due interventi, a cercare di impedirvelo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Signor Presidente, prima svolgerò due dichiarazioni circa la difficoltà nel comprendere il testo dell'articolato, in particolare l'articolo 1 comma 2; successivamente, svolgerò alcune considerazioni di tipo più generale, che non possono non esserci, poiché l'articolo 1 evidenzia i principi e le finalità.
Ho difficoltà nella comprensione del comma 2, ove si legge: "Per le finalità di cui al comma 1 la Regione promuove e attua politiche volte alla tutela, alla valorizzazione e alla pianificazione del paesaggio. Verifica inoltre l'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio delle attività di governo; la Giunta regionale, in sede di adozione dei provvedimenti riconosce e dichiara espressamente di avere svolto la verifica di incidenza". Credo occorra un po' capire. Intanto, per attività di governo quali si intendono? Quelle dei Comuni, del Governo nazionale o della Regione stessa? Poi, nella parte finale del comma, la Giunta regionale, invece, quasi si mette dalla parte di chi comunque l'incidenza l'ha ottenuta, perch "riconosce e dichiara espressamente di avere svolto la verifica di incidenza". Qui occorrerebbe un po' capire quali sono le attività di governo che devono essere verificate, se tutte o quali.
A questo punto, qualora questa legge davvero proseguisse, visto che i progetti che vengono presentati devono ispirarsi ad una verifica delle attività di governo - anche in questo caso si intuisce della Giunta regionale - sulla capacità della valorizzazione del paesaggio, sarebbe assolutamente necessario che nella Commissione per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico, di cui all'articolo 6, vi fosse la presenza anche del Consiglio regionale e non soltanto della Giunta, affinché dare un giudizio "terzo" di valutazione sui progetti. Altresì, occorrerebbe inevitabilmente, un passaggio, anche solo consultivo, in II Commissione dei progetti ritenuti finanziabili e ammissibili dalla Commissione per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico. Dico questo perché l'incidenza dello stanziamento - precedentemente, nel testo era di 12 milioni, poi successivamente è stato ridotto - è comunque di significativa importanza.
Proprio oggi parlavamo di tematiche legate al territorio e di difesa dell'ambiente. Sono risorse che, evidentemente, devono essere utilizzate davvero bene, nel massimo della trasparenza e del coinvolgimento del Consiglio regionale e della II Commissione. Quindi sarebbe utile capire meglio, da un lato, il significato del comma 2, perché come altri colleghi hanno precisato, il testo dell'articolato sembra un po' tormentato e non di facilissima comprensione.
Inoltre, sarebbe opportuna una riflessione di tipo più generale, perch già da questo articolo 1 si intuisce una sovrapposizione sull'attività amministrativa dei vari Enti locali che esistono sul territorio, per il timore che questo degeneri, evidentemente, in una situazione di confusione confusione che potrebbe poi aumentare se l'osservatorio regionale per la qualità del paesaggio davvero svolgesse questa attività. Perché, a quel punto, penso e temo che molti strumenti urbanistici e paesaggistici comunali o provinciali verrebbero, in qualche maniera, frenati o comunque bloccati e sottoposti all'azione dell'osservatorio regionale; pertanto l'iter burocratico di questi strumenti urbanistici e paesaggistici, che già di per sé è piuttosto lungo e complesso, sarebbe ulteriormente allungato.
Sarebbe dunque auspicabile un chiarimento delle competenze e dell'area su cui questa legge dovrebbe incidere ai sensi del comma 2, dell'articolo 1.
A tal proposito, resto in attesa di lumi da parte dell'Assessore Conti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Inizierò con una breve battuta rispetto al paesaggio, che però non vuole essere tale: non so se il TG3 (è colpa mia se non l'ho seguito) abbia reso con adeguata pienezza e con la dovuta documentazione il bellissimo paesaggio che si è visto ieri in Piazza San Carlo, al concerto organizzato dal Consiglio regionale per il 2 giugno.
Colgo l'occasione - non l'ho fatto sulle comunicazioni perché sembrava voler aprire un dibattito - per fare i complimenti alla Presidenza del Consiglio (mi rivolgo ai tre membri attualmente presenti, ossia il Vicepresidente Placido e i Consiglieri Segretari) per l'organizzazione, e a tutto il personale che ha lavorato così tanto.
Faccio i complimenti anche ai Consiglieri del PDC e ai Consiglieri dei Verdi, perché è stata un'iniziativa molto bella, così come lo sono state la Consulta europea e il premio qui in Aula. Ci tenevo a dirlo, perché sono state piacevoli. Fra l'altro, anche le musiche sono state splendide dall'Inno di Mameli all'Inno alla gioia; musiche che noi apprezziamo molto e che sono state applaudite da una popolazione "normale" (lo dico in senso buono, cioè che apprezza queste cose).
Di citazione in citazione, vorrei domandare se l'Assessore Conti, con la sua grande cultura, o se i colleghi di letture speciali, come il collega Turigliatto, abbiano sentito parlare di Bruce Sterling. Mi rendo conto che per molti la citazione può dire effettivamente poco, ma ha scritto una serie di libri sull'evoluzione del paesaggio, facendo anche una simulazione di Torino da qui al 2056 molto interessante, esprimendo una serie di considerazioni effettivamente stimolanti.
Rispetto alla legge, non vi è dubbio che la questione del paesaggio sia uno degli aspetti di gran lunga più importanti per la nostra civiltà perché abbiamo "saccheggiato" la terra.
Chi, come il sottoscritto, viene dalle Regioni del Sud, saprà descrivere cosa ha comportato il saccheggio e la devastazione di territori bellissimi. E non è che in Liguria sia andata molto meglio, o in certe zone del Piemonte (faccio riferimento all'articolo di Gabriele Ferraris, quando aveva attaccato la Presidente Bresso e il Presidente Saitta su questo sollecitando delle risposte), perché effettivamente la bruttura e l'arroganza della speculazione, la tristezza della sconcezza sono veramente cose che deprimono una civiltà. Credo, quindi, che questo discorso sia così importante da dover essere affrontato con la maggior coesione possibile e con la dovuta attenzione da parte del Consiglio regionale.
Da questo punto di vista, avanzo un'osservazione sulla Commissione: sinceramente, rispetto alle sensibilità, credo che sia un po' anomala.
Ho avuto la fortuna di difendere le Consulte in Consiglio regionale quando ero in Giunta, quindi posso farlo anche adesso. Perché se c'è una cosa che trovo imbarazzante, è il fatto di cambiare parere cambiando posto a sedere. Per non fare nomi, ma solo cognomi, quando ho incontrato l'Avvocato Galasso, che da ipergarantista è diventato ipergiustizionista da iperdestra a centrosinistra... È stata una cosa un po' stravagante.
Per anni Galasso ce l'ha contata - io non la penso così - che la cosa peggiore era essere di sinistra e con Di Pietro. Voi direte che sono abituato alle conversioni: certo, ma vorrei che passassero attraverso il pentimento, una sorta di percorso. Così è troppo facile. Mentre riconosco al collega Buquicchio una straordinaria coerenza in tutte le posizioni che ha preso, sempre.
Ci sono colleghi come Turigliatto che hanno combattuto sempre certe battaglie, e lo riconosco.



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

Anzi, mi fa un po' sorridere, perché se lui fosse stato un po' più prudente prima nel non fare troppo prediche, avrebbe avuto meno difficoltà adesso. Pensate se io un domani arringassi contro la religione o contro l'ostensione della Sindone! Qualche risata e qualche sogghigno lo sortirebbe. Invece sono felice dell'ostensione della Sindone, sono stato Vicepresidente del Comitato...



(Commenti del Consigliere Deambrogio)



LEO Giampiero

Se poi questo coincide con la mia linea politica, magari qualche sospetto in più...
Come dicevo, noi ci siamo battuti sulla Commissione.
In merito all'articolo 6, relativamente ai cinque esperti designati dalla Giunta, mi sembra che sia un potere non dico autocratico, ma neppure che se la canta e se la suona. Se non c'è il Consiglio che ha una autorevolezza su questo... Anche su cose meno delicate di questa.
Ho apprezzato molto, per esempio, che nel Comitato per il 2011 sia stato rappresentato il Consiglio. E devo dire - l'ho già ribadito in altre occasioni - che è stato vitale. Se non ci fosse stato il collega Ricca e il sottoscritto, avremmo assistito, nel Comitato 2011, a cose lesive del Consiglio regionale e della democrazia: per esempio, si era deciso di non tenere in nessun conto gli organismi democratici del mondo giovanile (Consulta, Senato degli studenti, Consulta studentesca) e di affidare, per scelta di esperti della Giunta, ad un paio di associazioni - che ho già citato e non ho timore a citare - tutta la gestione del mondo giovanile.
Certo, ci hanno detto: "C'eravate voi del Consiglio e ce l'avete fatto notare, altrimenti noi non ci avremmo pensato".
L'ho sostenuto quando ero in maggioranza ero felice quando c'era una presenza del Consiglio nei vari organi, e lo sostengo anche adesso.
L'ha detto bene il collega Pedrale: una Commissione che deve controllare e verificare se fatta dall'Assessore, che è giusto che ci sia non solo come titolo, ma come persona.
Quindi, siamo d'accordissimo e contenti anche dell'Assessore Conti come persona. Però cinque esperti nominati dalla Giunta non vorrei che fosse come è capitato tante volte, ad esempio nelle ultime nomine della Giunta regionale in maniera non certo molto rispettosa e molto democratica, ma possibilmente con nomine di persone quanto meno molto sensibili ai richiami del potere. Così com'è avvenuto - l'ho già detto altre volte - per il professor Bertinetti (altra persona molto coerente), che per anni aveva urlato: "Mai connivenze con la politica! Ma cosa sono questi Presidi di facoltà che parlano con Leo? Con la politica non si deve parlare, che poi dialogano e fanno anche convegni. Noi siamo alieni a questo. Datemi una Presidenza!". E si è preso subito una bella Presidenza del circuito regionale dello Stabile.
Capirete che qualche sospetto e qualche perplessità di fronte a queste cose le abbiamo.
La nostra Commissione, grazie anche a tutti i colleghi e alla Presidente, è una Commissione che lavora sempre con molto equilibrio. Credo che una rappresentanza del Consiglio o qualche altra forma di verifica sia indispensabile.
Se non rimaniamo bloccati su questo, chiederei che passasse lo Statuto della Film Commission che è fermo da tanto. Però se rimaniamo bloccati su questo, capisco che non si può fare.
Se non rimanessimo bloccati, chiedo che venga fatto, altrimenti non ha importanza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Noi siamo piuttosto preoccupati del contenuto di questo disegno di legge e le spiego perché.
Innanzitutto, siamo assolutamente favorevoli alla valorizzazione del paesaggio; quello che ci spaventa è il fatto di andare a costituire ulteriore burocrazia ed andare a creare una macchina che potrebbe diventare di impedimento alle attività del territorio. Penso ai piani regolatori dei Comuni, che già oggi per essere approvati a volte impiegano anni, perché la Commissione regionale di verifica è in ritardo mostruoso. Quante volte anche a voi, come a me, si sono rivolti i Sindaci disperati perché le varianti dei piani regolatori stanno ferme anni in Regione, vengono chieste modifiche a volte anche insignificanti, tornano in Regione, devono di nuovo essere pubblicate, tornano in Regione e così via.
Ora, pensare di accavallare a tutti questi adempimenti burocratici anche una Commissione apposita che si occupa della tutela e valorizzazione del progetto ( Commissione per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico) e un altro Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio, veramente ci spaventa.
Noi non vorremmo creare una mostruosità burocratica che impedirà, di fatto, l'approvazione di qualunque variante o di qualunque piano regolatore a livello di Regione Piemonte. In questo modo, ai tempi biblici che già ha oggi la Commissione competente regionale per controllare e dare pareri sui piani regolatori delle Amministrazioni dei Comuni, andiamo ad accavallare anche il lavoro di questo nuovo organismo che si va a creare.
Tra l'altro, in che modo può collaborare o lavorare con la competente già esistente Commissione? E' un controllo pre o post sui piani regolatori? Interviene su richiesta o interviene su tutte le varianti e su tutte le proposte? Un'azienda chiede di insediarsi in un territorio; questa Commissione e questo osservatorio intervengono e controllano? È una cosa veramente pericolosa, perché rischia di bloccare qualunque attività sul territorio della Regione Piemonte.
Dall'altra parte, invece siamo assolutamente favorevoli a valorizzare il paesaggio, perché riteniamo che negli anni passati si siano autorizzate da parte degli enti locali delle schifezze inenarrabili.
Penso alle colline del Monferrato rovinate da capannoni con tetti in eternit; penso a fabbriche costruite in mezzo alle case e in mezzo alle colline; penso a brutture architettoniche costruite in mezzo alle città che non centravano assolutamente nulla con quel paesaggio che poteva essere urbano, quel paesaggio che poteva essere di campagna o di collina o di montagna.
Penso al progetto che è stato presentato per costruire sotto Serralunga di Crea, dove c'è il Sacro Monte, tra l'altro patrimonio tutelato dall'Unesco, una centrale che dovrebbe funzionare a biomasse con una ciminiera di 90 metri.
Per fortuna, la Provincia ha già dato un parere contrario, ma è chiaro che una mostruosità del genere, costruita in un'area addirittura tutelata dall'Unesco, con vigneti di qualità, e addirittura stanno impiantando anche parecchi ettari di coltivazione ad oliva, perché si è scoperto che l'oliva lì può crescere, è una cosa orribile. Ma come riusciamo ad interfacciare questo nuovo organismo, che deve controllare tutti i progetti? Addirittura stabiliamo che all'articolo 1, comma 2, "la Giunta verifica inoltre l'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio delle attività di Governo. La Giunta regionale in sede di adozione dei provvedimenti riconosce e dichiara espressamente di aver svolto la verifica di incidenza".
Quindi, vuol dire che per ogni progetto, intervento, modifica o variante la Giunta deve riconoscere e dichiarare il risvolto di incidenza paesaggistica. Non so se rendo l'idea di che cosa significa come impegno di uffici, funzionari e strutture che dovranno lavorare su 1.200 Comuni del Piemonte.
Rischiamo veramente di bloccare completamente l'attività della Regione.
Piuttosto sarebbe necessario, secondo noi, intervenire con un implemento delle competenze, dei controlli e delle verifiche sulle Commissioni già esistenti.
Perché già oggi, come Regione, controlliamo le varianti importanti dei piani regolatori, le modifiche e i nuovi piani regolatori. Quindi, se all'interno di quella Commissione che si occupa di questo, che è a livello regionale, dovessimo inserire il ramo che si occupa della valutazione paesaggistica, allora sì che potrebbe avere un senso, perché si darebbe un occhio di riguardo alla tutela e valorizzazione del paesaggio, ma lo farebbe l'organo già componente al controllo dei piani regolatori dei progetti e delle varianti importanti. Perché creare una struttura burocratica ex novo ci spaventa e ci spaventa proprio dal punto di vista del riuscire a farlo, perché veramente diventerebbe un elefante.
E poi come - la legge non lo dice - si andrebbe ad interfacciare con l'esistente Commissione che fa le verifiche per conto della Regione? Questa è un'altra domanda che rivolgo all'Assessore.
Quindi, credo che si debba valutare molto bene questo testo prima di approvarlo, perché la nostra paura è che si vada a creare qualcosa di non operativo, che rimane sulla carta e serve come specchietto per le allodole e basta, oppure un organismo che dà finanziamenti a pioggia per progetti realizzati da Comunità, Comuni, Province e così via ma che, in realtà, non interviene in modo efficace su quello che dovrebbe essere il suo scopo principale, cioè la vera valorizzazione del paesaggio, quindi evitare che ecomostri, chiamiamoli così, vengano costruiti a spasso per il nostro Piemonte.
Credo che sarebbe meglio intervenire con nuove competenze, magari con forze nuove nei confronti di quell'organismo esistente regionale che fa tutte le verifiche di legittimità dei piani regolatori dei Comuni e delle varianti.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento sul dibattito generale.
Passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Reschigna, Barassi e Rutallo: All'articolo 1, comma 2, le parole "promuove ed attua politiche volte alla tutela, alla valorizzazione e alla pianificazione del paesaggio." sono sostituite dalle seguenti: "promuove ed attua politiche volte alla valorizzazione, alla pianificazione ed alla riqualificazione del paesaggio nonché concorre alla sua tutela".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale, ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Intervengo sul merito dell'articolo, che rispecchia quanto previsto dall'emendamento.
L'articolo 2 prevede che "la tutela e la valorizzazione del paesaggio a tutti i livelli di governo, si attuano attraverso. strumenti di pianificazione del paesaggio secondo le indicazioni contenute nella normativa in materia di governo del territorio". Questo, in qualche modo può stare bene anche se, in realtà, non abbiamo ancora un piano del paesaggio, quindi una normativa in materia del governo del territorio o rimane il PRG, altrimenti non si capisce cosa altro possa essere.
In realtà i punti d), c), d), ed e) intervengono in aspetti che secondo noi, molto poco hanno a che fare con l'utilità di una legge, ma anche la praticità di una legge. Questa non è una legge che promuove la contrarietà a politiche, piuttosto che il sostenere alcuni aspetti di carattere culturale, anche. Questa legge interviene da un punto di vista certamente culturale ma, soprattutto, normativo. Non si scrive più valorizzazione senza la tutela e viceversa, quindi diventano difficili da comprendere, ma non importa (non importa nel senso che non abbiamo votato).
Si parla di "attività di comunicazione e di sensibilizzazione della società civile e degli operatori pubblici e privati al valore del paesaggio", ma non credo si debba convincere qualcuno del valore del paesaggio. In ogni caso, se anche così fosse, non crediamo che questo sia un aspetto importante.
Così come "la promozione di attività di formazione e di educazione nel settore della conoscenza e delle trasformazioni del paesaggio"; così come ancora meno o al pari delle altre, "l'elaborazione di studi, analisi e ricerche per l'individuazione, la conoscenza e la valutazione dei paesaggi e per la predisposizione di atti di indirizzo e di recepimento della normativa nazionale comunitaria" e, ancora, "l'incentivazione alla ricerca della qualità nel progetto di paesaggio attraverso il ricorso al concorso di idee e di progettazione".
Il vero timore - dico timore perché sono in un'aula consiliare - è che in realtà questa legge sottenda alla volontà di fare lavorare un buon numero di professionisti che, secondo me, stanno attendendo l'approvazione della legge perché, incidentalmente, la stessa legge, prevede, nei criteri che i soggetti che vogliono presentare un progetto per la qualità paesaggistica previsti da strumenti di pianificazione paesaggistico territoriale, abbiano valenza paesaggistica, o dalla strumentazione urbanistica un intervento di qualificazione paesaggistica.
Tutti i Comuni che hanno solo un piano regolatore - l'unica cosa che la legge gli chiede - per accedere ai contributi che la Regione prevede, e sono ingenti, dovranno dotarsi di un mini piano paesaggistico o di uno strumento legato al piano regolatore che abbia anche un aspetto di valenza paesaggistico o pianificazione paesaggistica. Cosa significa? Significa che a legge approvata - perché è la legge del mercato, ma anche chi del mercato ha conoscenze prima di altri - si andrà a proporre ad amministrazioni comunali qualcosa del genere: "Guarda che entro il 31 gennaio del prossimo anno, se vuoi ottenere i contributi" - quattro milioni di euro che la Regione ha previsto - "dovrai avere, oltre al Piano regolatore, anche un piccolo studio paesaggistico della tua amministrazione".
Ovviamente vi sarà un buon numero di Comuni che, in qualche modo, si attiveranno in tal senso. Non è nemmeno casuale che nelle Province governate dal centrosinistra siano generati gli osservatori del paesaggio.
Alcuni diranno che si tratta di maggiore sensibilità culturale, ma credo che, alla sensibilità culturale - che dal punto di vista della tutela paesaggistica è assolutamente trasversale - si unisca, come in questo caso anche un aspetto che è molto più pratico, quello dell'ottenimento di qualche denaro.
Allora, se già i soldi stanziati, 12 o quattro che siano, sono assolutamente non prioritari, crediamo che per le finalità della legge possa essere utile la predisposizione di strumenti di pianificazione del paesaggio, secondo le indicazioni contenute nella normativa in materia di "governo del territorio", partendo sempre dalla considerazione che è una legge che non approviamo e sulla quale votiamo contro.
Si può anche accettare la previsione della promozione e del finanziamento di progetti per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della qualità paesaggistica nell'ambito dei principi e delle finalità dell'articolo 1, che si attuano attraverso la predisposizione di questi due strumenti. Crediamo che la comunicazione-sensibilizzazione al tema del paesaggio della società civile, i corsi di formazione ed educazione nel settore della conoscenza del paesaggio, l'elaborazione di studi, analisi, ricerche e l'incentivazione alla ricerca di qualità del progetto serviranno ad altrettanti soggetti, cioè ad altri soggetti ancora per percepire denaro da parte della Regione Piemonte. Questo non sarà denaro utile a migliorare alcune parti della regione stessa, ma servirà a qualche professionista, che si occupa di formazione, comunicazione predisposizione di piani, studi e quant'altro, per incassare qualche risorsa da parte della Regione. Tale comportamento è anche legittimato perché noi stiamo votando una legge che prevede che, nell'ambito dei principi e delle finalità, i soldi vengano stanziati anche con queste modalità.
Allora, l'emendamento che abbiamo presentato prevede che, al comma 1 le lettere b), c), d) ed e) vengano cassate, dimostrando che, pur nella contrarietà di una legge, ci sono modalità differenti, perché, intanto, c'è la possibilità di migliorarla. Se volete, è anche un po' la "prova del nove", nel senso che, se l'emendamento viene accolto, in qualche modo, si dice che noi, prioritariamente, vogliamo tutelare il paesaggio piemontese e investire soldi - tanti o pochi, ognuno farà le sue considerazioni. Se manteniamo tutta questa serie di inutilità o, meglio, di strumenti utili a qualche professionista o società di formazione ad ottenere qualche risorsa della Regione, allora, si avvalorano non i dubbi, ma le nostre certezze.
Così, non soltanto avremo una valutazione negativa della legge, ma anche la certezza che, in primo luogo, non è una legge ponte, che si poteva fare come quella sull'urbanistica, che rimandava ad un piano del paesaggio.
In realtà, questa non è una legge ponte, non è un piano del paesaggio è una legge che stanzia quattro milioni di euro per amministrazioni pubbliche, professionisti, soggetti privati, anche al di fuori della legge che ne potranno beneficiare, da qui ad un anno. Sarà la prima grande consultazione amministrativa, dopo quella politica e prima delle elezioni regionali, per poter fare beneficiare questi quattro milioni di euro nella stragrande maggioranza, non tanto ai progetti, ma a coloro i quali i progetti li hanno redatti, a coloro i quali hanno redatto i piani paesaggistici dei Comuni, a coloro i quali hanno redatto gli studi, sempre per i Comuni. Quindi, servirà ad alcune categorie ad utilizzare le risorse della Regione, ma non al paesaggio. Tutto questo non sarà positivo per la Regione Piemonte, ma per il 740 o l'Unico di qualche professionista.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi sull'articolo 2, indìco la votazione. Ci sono due emendamenti...



(Commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Mi scusi, abbiamo due emendamenti, il Consigliere Vignale ha illustrato il secondo di due emendamenti.



(Commenti del Consigliere Burzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Passiamo ora all'emendamento n. 3, che è il primo.
Ricordo che il numero legale è sempre 30.
Emendamento rubricato n. 3 presentato dai Consiglieri Reschigna, Barassi e Rutallo: All'articolo 2, comma 1, le parole "la tutela e la valorizzazione del paesaggio a tutti i livelli di governo si attuano attraverso;" sono sostituite dalle seguenti: "la valorizzazione del paesaggio a tutti i livelli di governo si attua attraverso".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3, sul quale L'Assessore Conti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 5 presentato dai Consiglieri Vignale, Botta e Casoni: Art. 2 cassare al comma 1 le lettere: b), c), d), e).
La parola al Consigliere Burzi per dichiarazione di voto.



BURZI Angelo

Intervengo solo per dichiarazione di voto dicendo che noi voteremo a favore dell'emendamento presentato dai colleghi del Gruppo di AN verso il Popolo della Libertà.
Altresì, spero che i pochi che hanno ascoltato la motivazione addotta dal principale estensore, il collega Vignale, facciano qualche riflessione perché, se ho ben colto, dopo questa votazione, i nostri lavori si interromperanno e non credo faccia bene a chi, invece, ha svolto un durissimo percorso per arrivare alla formazione del Partito Democratico.
Lungi da me dar consigli, abbiamo dei problemi che sono, se non di più altrettanto grandi e, come ho detto più volte, invidio il percorso che ha portato alla formazione del PD, compresi tutti i problemi che ne sono derivati, perché, a mio avviso, il percorso è stato corretto. Ugualmente ho stima per coloro che della sinistra - spero che qualcuno mi senta, ho detto "sinistra" adesso, anche se non mi degnano dell'attenzione che più volte mi hanno richiesto - sono sostenitori di temi legittimi, ancorch molto distanti dal mio pensiero.
Spero che questa pausa induca i membri della maggioranza a riflettere l'Assessore Conti, ormai, lo vedo succube di una malattia, da cui spero si riabbia prima della naturale fine della Giunta, da cui pare non riesca a redimersi da solo, però posso capire - perché davvero state facendo una cosa che, francamente, è sciocca. Lo ha detto il collega Vignale: questo disegno di legge, rispetto al quale, fortunatamente, siamo solo all'articolo 2, non esprime una serie di cose che sono state elencate anche al di là delle parole e della volontà dell'Assessore, che, al momento, non ci destano alcuna perplessità.
Il dubbio dell'eccesso di clientelismo sotteso verrà reso ancora più evidente all'articolo 6, quando la Commissione che dovrà deliberare udite, udite - si riunisce e delibera anche a maggioranza. Questo potrebbe voler dire - così dice l'articolo - che non c'è l'Assessore, perché oso immaginare e spero di capire che l'Assessore abbia problemi più urgenti nell'interesse del Piemonte, rispetto a quanto la Presidenza di questa Commissione lo obbligherà. Ci sarà, forse, una persona da lui designata che ne svolgerebbe le funzioni di Presidente. Ma quand'anche non ci fosse basterebbe che ci fossero quattro dei membri dei cinque nominati dalla Giunta per averne la validità.
Ritengo che sia sufficiente questo articolo per connotare le contraddizioni di trent'anni della sinistra multiforme espressa in quest'Aula.
Credo che ci debba essere un attimo di riflessione, che ci rendiamo conto non volete avere. Però pensateci, perché davvero qui si tratta di masochismo duro! Ciò detto, noi votiamo molto volentieri rispetto alla formulazione dell'emendamento suggerito dal collega Vignale, che tenta, ci sembra di capire, nella grande disattenzione della maggioranza, di migliorare qualcosa che non è migliorabile.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
La parola all'Assessore Conti, per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento rubricato al n. 5, presentato dal collega Vignale.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Questo premio non prevede il finanziamento aprioristico dei professionisti che...



(Commenti del Consigliere Burzi)



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

Prevede il finanziamento di quelle opere una volta che sono presentate.
Comunque, relativamente ai punti b), c), d) ed e), inviterei chi non lo ha mai fatto, a sfogliare la Convenzione Europea del Paesaggio, ratificata anche dal Governo italiano alcuni anni or sono.
Nell'ambito delle politiche paesaggistiche, la formazione non è separabile dalla sensibilizzazione, dal recupero e dal finanziamento di progetti di recupero. Non sono cose contraddittorie, né una modalità per dare coerenza superiore ad un testo che, così come viene illustrato, non è coerente.
Pertanto, il parere della Giunta è negativo, ovviamente.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5, sul quale l'Assessore Conti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 6 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Vi ricordo che domani è convocata la Conferenza dei Capigruppo alle ore 14.30 in Sala dei Morando.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.17)



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