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Dettaglio seduta n.328 del 15/05/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


COTTO MARIANGELA



(Alle ore 14.30 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PLACIDO



PLACIDO ENRICO

(Alle ore 15.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Gariglio, Moriconi e Valloggia.
Appena ci sarà un numero adeguato di colleghi, non tanto per un problema formale, ma per un problema sostanziale, ci saranno alcune comunicazioni di servizio quanto mai utili per il prosieguo dei lavori, sia odierni sia dei prossimi giorni.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Monteggia relativamente alle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Novara sulla manifestazione del 150° Anniversario dell'Unita d'Italia


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, per segnalare un fatto che è successo nella mia città Novara. L'Assessore Oliva, invece di partecipare ad un convegno al Castello, ha fatto una conferenza stampa di partito, dichiarando: "Un chiarimento con il Sindaco, oppure escluderemo Novara".
Purtroppo l'Assessore Oliva non c'è, e il mio non sarà sicuramente un intervento ostruzionistico, ma è per far capire come questa Giunta e questa Presidente decidano di dare una lezione, in seguito a dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Novara, non al Sindaco, ma alla città.
Il Sindaco ha sostenuto: "Le sei righe riportate dal giornalista, che non posso contestare, sono state estrapolate dalla mia risposta. Ho detto che si sta facendo l'errore di far passare il messaggio della celebrazione dell'Unità d'Italia come celebrazione del centralismo, ma non mi sembra che questo sia propedeutico al fatto che non si vogliono fare le celebrazioni dell'Unità d'Italia, anzi il Consiglio comunale di Novara ha votato una mozione all'unanimità dove si dice che si costituisce un Comitato e a questo Comitato noi vogliamo partecipare e vogliamo celebrare l'Unità d'Italia".
Non vedo perché la Presidente della Giunta e l'Assessore Oliva abbiano dovuto sollevare tutto questo polverone, per cui non voglio interrompere i nostri lavori, visto che abbiamo fatto un accordo, però è un accordo che vorrei discutere, dopo queste dichiarazioni, perché non si può penalizzare una città con delle dichiarazioni che sono fuori della portata di tutti.
L'Assessore Oliva ha detto: "Oggi non parteciperò al convegno al Castello di Novara, perché avrei dovuto illustrare le iniziative legate ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Sono disponibile a coinvolgere nuovamente il Castello se il Sindaco Giordano acconsentirà ad apporre sui suoi muri la targa che richiama l'importante anniversario".
Se vuole, Assessore, possiamo anche mettere una sua fotografia, per qui si discute una cosa che non ha senso e che non c'entra nulla con la città di Novara. Fra l'altro, il Consiglio comunale è sovrano e il Consiglio comunale ha votato una mozione che parla proprio dell'Unità d'Italia. La città di Novara ha detto di voler partecipare al Comitato sull'Unità d'Italia, ma l'Assessore Oliva chiede un chiarimento, oppure escluderà Novara.
Un chiarimento di cosa? Non ci deve essere alcun chiarimento Presidente, ci deve essere solo la presenza dell'Assessore Oliva, pertanto le chiedo che martedì prossimo l'Assessore sia convocato, visto che non è mai presente, e ci racconti qualcosa su questo fatto. Mi sembra un episodio spiacevole, perché se non fossero state fatte dichiarazioni sui giornali ma ci si fosse parlati per telefono, magari ci sarebbe stato un chiarimento. Inoltre.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, ma sull'ordine dei lavori sono due minuti.



MONTEGGIA Stefano

Presidente, è una questione importante, perché si dice: "Noi possiamo vogliamo e facciamo, e quindi escludiamo una città.



PRESIDENTE

Ho capito perfettamente l'intenzione.



MONTEGGIA Stefano

Le chiedo, poiché la Presidente Bresso, attraverso i giornali, ha fatto sapere che avrebbe convocato il Sindaco di Novara, che questo Consiglio convochi l'Assessore Oliva e la Presidente, affinché c'illuminino su questo caso. Mi sembra molto importante. Se lei, Presidente, mi dà un conforto sul fatto che martedì prossimo si possa fare questo, sto tranquillo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monteggia. La Presidenza del Consiglio non ha la facoltà di convocare un Assessore; approfitto, per venire incontro a quanto lei diceva, poiché c'è un numero sufficiente di Consiglieri e in particolare di Presidenti dei Gruppi, per comunicare che domani, alla chiusura dei lavori, avrà luogo la Conferenza dei Capigruppo per definire il calendario della prossima settimana. All'interno della Conferenza dei Capigruppo, una delle questioni da decidere è l'eventuale comunicazione della Giunta regionale, attraverso l'Assessore Oliva o la Presidente Bresso, rispetto al problema "Fondi e iniziative per il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia nelle varie città del Piemonte".
Penso che così, Consigliere Monteggia, possa essere condiviso.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Mi associo alla richiesta del collega Monteggia. Le preannuncio la richiesta di un intervento dell'Assessore Oliva, perché vogliamo capire se l'Assessore può decidere se dare o non dare soldi ad una comunità, in questo caso al Comune di Novara, in base alle dichiarazioni del Sindaco.
Il Sindaco ha solo detto che vuole parlare in tutti i sensi dell'Unità d'Italia, del buono e del meno buono che sicuramente c'è stato, e non si capisce come possa un Assessore annunciare sui giornali che il finanziamento sarà revocato.
Credo che non si possano fare i processi alle intenzioni, tanto meno negare ad un Sindaco di esprimere quello che pensa e non credo che l'Assessore sia il proprietario dei fondi che la Regione Piemonte, in collaborazione con lo Stato italiano - perché sono fondi misti, regionali e statali - assegna alle comunità del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Paolo

Presidente, non sarei intervenuto, ma non è pensabile ascoltare solamente le voci di una parte, che, tra l'altro, sono voci un po' distorte.
Ero presente alla conferenza stampa dell'Assessore Oliva e l'Assessore non ha detto certamente le cose che sono state riportate dai colleghi.
Pertanto, ritengo opportuno che martedì prossimo l'Assessore ci riferisca.
Grazie.


Argomento: Questioni internazionali

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale relativamente alla notizia del ferimento del Caporalmaggiore Andrea Tomasello


PRESIDENTE

Colleghi, approfitto per un'informazione che probabilmente alcuni di voi avranno già avuto modo di conoscere.
V'informo che è stato ferito un militare italiano in Afghanistan. Un ordigno è stato fatto esplodere stamani al passaggio di una pattuglia militare italiana vicino a Kabul; due militari sono rimasti contusi e due feriti in modo più grave, anche se non in pericolo di vita.
Il militare ferito si chiama Andrea Tomasello ed è il Primo Caporalmaggiore del Secondo Reggimento Alpini di Cuneo. È stato sottoposto ad intervento chirurgico all'ospedale militare da campo francese di Kabul.
Al Caporalmaggiore Andrea Tomasello vanno gli auguri per una rapida guarigione da parte di tutto il Consiglio regionale.
Approfitto ancora, colleghi, per darvi un'informazione che riguarda tutti i Consiglieri regionali di tutte e otto le province: domani vi sarà consegnata una comunicazione ufficiale, attraverso una lettera, per informarvi che mercoledì 21, alle ore 11.30, in tutti i capoluoghi di provincia - naturalmente a Torino si effettuerà in Consiglio regionale presso le sedi Ascom, tranne che a Verbania, dove si terrà in Prefettura ci sarà una conferenza stampa indetta dal Consiglio regionale Piemonte e dalle Ascom provinciali, in occasione del 60° anniversario della Costituzione.
Per tale occasione, il Consiglio regionale del Piemonte, il Comitato di resistenza e costituzione e l'Ascom organizzano una mostra dei primi 54 articoli della Costituzione, quelli relativi ai principi fondamentali nelle boutique e nei negozi delle principali vie commerciali dei capoluoghi di provincia (oltre ad Alba, Chivasso e Settimo).
Sarà in ogni modo fornita una comunicazione ufficiale attraverso una lettera.
L'opportunità è che i Consiglieri regionali siano presenti, nei propri capoluoghi, o nelle altre città previste, a queste conferenze stampa, alle quali saranno invitati, oltre alle autorità locali, anche gli organi d'informazione Ribadisco, in ogni caso, che vi sarà data comunicazione ufficiale domani.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Proseguimento disegno di legge n. 505, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale 2008-2010"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 505, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale 2008 2010", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Terminato il dibattito generale, prima di procedere all'esame dell'articolato, era prevista una replica dell'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Avevamo interrotto il dibattito generale e mi ero riservato, alla ripresa dei lavori, di svolgere alcune considerazioni, che ovviamente non riguardano il bilancio di previsione 2008 nei termini di carattere generale, perché già l'intervento del Relatore - il Consigliere Lepri - è stato più che approfondito sul tema. Cercherò, invece, di concentrarmi su quelle che sono state le due o tre questioni più significative che sono state portate all'attenzione dell'Aula in particolare dai Consiglieri di minoranza nei loro interventi, che, peraltro si possono riassumere sostanzialmente in due filoni: il primo riguarda la questione del Patto di stabilità e, conseguentemente, lo sviluppo nei prossimi mesi, del bilancio di previsione; il secondo, la situazione finanziaria della nostra Regione sia in termini di cassa sia in termini di prospettiva, nell'attesa che il federalismo fiscale possa prendere corpo e realizzarsi nel nostro ordinamento.
In merito alla questione del Patto di stabilità è stato sottolineato come peraltro già discusso e approfondito in diverse riunioni di Commissione, come questo bilancio, in particolare per quanto riguarda la partita relativa al Titolo II, ossia alle spese in conto capitale, non rispetti, al momento, il Patto di stabilità.
Mi permetto di dire che questa, anche dal punto di vista formale, è un'impostazione errata. Perché, in realtà, per quanto riguarda i vincoli del Patto di stabilità per la Regione, la legge prevede una norma specifica diversa rispetto a quella che è l'impostazione degli Enti locali.
Infatti, la Regione, per quanto riguarda la competenza, parla delle spese che sono impegnate. L'impegno può essere verificato esclusivamente a consuntivo, per cui soltanto in quella sede, ossia al 31/12/2008, saremo in grado di verificare il rispetto o meno del patto di stabilità.
Ciò non significa, ovviamente, che l'Amministrazione regionale non debba prestare la massima attenzione e cura al raggiungimento dell'obiettivo. L'obiettivo, peraltro, è stato già raggiunto nel 2007, con condizioni analoghe a quelle previste nel Patto di stabilità nel 2008 ovviamente con i parametri aggiornati.
Sulla questione, effettivamente, è bene sottolineare che il Patto di stabilità prevede dei limiti sul fronte della competenza ma anche sul fronte della cassa. Se dovessi dire qual è la mia maggiore preoccupazione direi che sta proprio nel rispetto del Patto di stabilità sul fronte della cassa, più ancora della competenza. Perché il fronte della cassa è un vincolo rigido: vorrei solo ricordare che il Patto di stabilità per il 2008 prevede che i movimenti di cassa, sia per la partita in conto capitale che per la partita in conto corrente, debbano essere quelli del 2007 più il 2,5%. Quindi è un vincolo molto rigido che, peraltro, discende dal Patto di stabilità definito nella finanziaria 2007, che prevedeva, per il 2007, un riferimento ai saldi del 2005 meno l'1.8%.
Ho voluto tornare a quel riferimento perché credo che nel momento in cui noi facciamo le nostre considerazioni sia sul fronte della competenza sia sul fronte della cassa, dobbiamo anche considerare che il punto di riferimento per il Patto di stabilità è l'anno 2005, che certamente per la Regione Piemonte ha rappresentato un anno elettorale e, conseguentemente non di piena attività, contenendo, quindi, in modo consistente (cercher anche di dimostrare come) gli importi impegnati, ma anche sui movimenti di cassa, che hanno risentito, ovviamente, della pausa e della sosta legata alle elezioni del 2005.
Avere già quel riferimento, è certamente un elemento che, in qualche modo, contiene quella che è la possibilità della Amministrazione regionale sia per quanto riguarda la competenza che per la cassa.
Peraltro, come ho già ricordato, nel 2007 abbiamo pienamente rispettato il vincolo e ovviamente l'obiettivo dell'Amministrazione regionale è quello di rispettare in pieno il Patto di stabilità definito anche per il 2008.
È stato richiesto di conoscere quali sono gli strumenti che l'Amministrazione regionale intende mettere in corso per contenere e monitorare la situazione degli impegni del bilancio nel corso dell'anno per il raggiungimento dell'obiettivo di cui sopra dicevo.
Il primo elemento o strumento che pensiamo di adottare proprio per raggiungere l'obiettivo che ci siamo posti è quello di fare una valutazione analitica del trend storico di quelli che sono stati gli stanziamenti all'inizio dell'anno e gli impegni che l'Amministrazione negli anni ha consuntivato.
Da questo punto di vista, rilevo che i trend storici sostanzialmente dimostrano, sia per la partita di spesa corrente che per la partita d'investimento, una certa omogeneità negli anni. Infatti, se andiamo ad esaminare il trend storico - segnalo peraltro, anche se è ovviamente noto a tutti i Consiglieri, che nell'ambito del Patto di stabilità non sono considerati gli importi relativi alla sanità, sia per quanto riguarda la spesa corrente che per quanto riguarda la spesa d'investimento e, quindi ovviamente, le valutazioni che sto facendo prescindono dall'ammontare destinato al complesso sanitario - emerge che sul fronte della spesa corrente vi è un'altissima percentuale media d'impegno rispetto alla competenza, che sta a significare, almeno nella valutazione personale, che si cerca, nell'ambito della spesa corrente, di stanziare quelle che effettivamente sono le necessità della struttura.
Se, ad esempio, parliamo di saldi complessivi, sostanzialmente si va dal 92.50% del 2003 al 93.99% del 2007. Questo dimostra che, per quanto riguarda la spesa corrente, l'amministrazione stanzia quelle che effettivamente sono le necessità. Tanto è vero che, in termini assoluti nella media degli ultimi cinque anni, l'impegno rispetto allo stanziamento è pari al 92.99%. Il bilancio del 2008, da questo punto di vista, è allineato con il trend storico.
Sulla spesa corrente credo che sia interessante e opportuno anche rilevare un altro punto di una certa importanza. Se andiamo a determinare l'ammontare complessivo della spesa corrente del 2003, al netto della sanità (il ragionamento è fatto al netto della sanità), e lo confrontiamo con la spesa corrente che abbiamo stanziato nel bilancio del 2008, vedremo che, l'aumento in termini assoluti, è del 9%.
Possiamo dire che, negli ultimi cinque anni, l'aumento della spesa corrente è stato del 9%. Ovvero, possiamo tranquillamente dire che, in termini attuali, vi è stato un decremento della spesa corrente in relazione al fatto che, il tasso d'inflazione negli ultimi cinque anni, è certamente superiore al 9%. Soprattutto, possiamo considerare che la spesa corrente in termini assoluti, è complessivamente diminuita se aggiungiamo a questo il fatto che, per esempio, vi sono alcune componenti della spesa corrente che hanno avuto, in questi anni, certamente uno sviluppo, certamente una crescita, superiore al tasso d'inflazione, comunque al 9%. Per esempio, il costo del personale è aumentato del 12% nei cinque anni esaminati; gli interessi sono aumentati in modo decisamente superiore al 9 dell'incremento medio; la sola spesa del trasporto pubblico locale è passata da uno stanziamento che raggiungeva i 250 milioni d'euro annuo al 31.12.2003, a 346 milioni d'euro che sarà l'ammontare stanziato nei bilancio del 2008.
Se andiamo ad esaminare questi incrementi di spesa corrente vediamo che, con percentuale decisamente superiore al 9%, possiamo tranquillamente dire che, su tutta una serie consistente di voci anche significative, c'è stato un discreto contenimento della spesa. Posso tranquillamente ribadire che l'amministrazione regionale è interessata ed intenzionata a continuare in questo percorso.
Per rientrare nell'ambito del patto di stabilità è evidente che il margine di recupero sulla spesa corrente, come ho cercato di dimostrare, è certamente modesto ancorché noi intenderemo, comunque, impostare il programma operativo dei prossimi mesi sulla base dei dati consuntivi del trend storico.
Più interessante è invece l'esame della partita relativa al conto capitale. In particolare perché la stessa natura dell'attività dell'investimento richiede la possibilità di avere un ventaglio d'opportunità e possibilità su cui avviare e attivare il percorso per arrivare all'impegno che, necessariamente, non sempre si può completare nel corso dell'anno. Ribadisco, questo è chiaramente dimostrato dall'esame del trend storico. Se andiamo ad esaminare il 2003 vediamo, in termini di importi, di valori assoluti, che sono circa un miliardo e mezzo, quindi non molto distanti dal miliardo e 700 milioni che abbiamo stanziato nel nostro bilancio 2008. Nel 2003, a fronte di uno stanziamento di 1 miliardo e 493 milioni a fine anno, è stato impegnato il 67.44%. Se ripercorriamo i cinque anni vediamo che, sostanzialmente, la media è molto simile. Negli anni successivi si è impegnato qualcosa di più, ma la media annuale, sulla base del trend storico di cinque anni, è pari al 73.58% (è evidente che c'è il margine di un quarto della quota iscritta nel Titolo II perché non sia impegnato).
Credo che sia una cosa fisiologica ed è anche la ragione per cui, in parte, ho contestato la proposta che l'opposizione aveva fatto di tagli consistenti come erano stati prospettati proprio perché, quell'obiettivo di 500-600 milioni di euro, è l'obiettivo che l'amministrazione regionale ha perché quello ci consentirà il rispetto del patto di stabilità. Ovviamente l'amministrazione ha la necessità di fare una valutazione e fare delle successive valutazioni nel corso dell'anno per arrivare al miglior conseguimento dell'obiettivo che ci siamo proposti.
È evidente che, da questo punto di vista, nella fase di assestamento avremmo la possibilità di avere un secondo momento di riflessione rispetto a quello che sarà l'obiettivo. Non sarà, lo voglio dire non per mettere le mani avanti ma perché ne sono assolutamente convinto, certo quella la sede conclusiva rispetto alla prospettiva di fine anno, ma sarà un elemento di avanzamento che ci potrà portare ad un successivo e ulteriore affinamento dei saldi di bilancio.
Un'altra considerazione - poi chiuderei sulla questione patto di stabilità - è legata agli impegni presi fino ad oggi. E' evidente che la quota di impegno sul Titolo II, ad oggi, è una quota modesta, non si pu fare una mensilizzazione; secondo me è scorretto immaginare ad una mensilizzazione sul Titolo II proprio perché, nella quota di investimenti l'impegno non può..



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri per cortesia è oggettivamente complicato anche per un intervento che non sarà entusiasmante nel senso dell'argomento trattato ma alcuni Consiglieri hanno la necessità di ascoltare e capire.



PEVERARO Paolo, Assessore bilancio e finanze

Non stento a credere che sia entusiasmante. È un'esercitazione didattica la mia, la continuo, come si dice, per il verbale.
Anche sui livelli di impegno, a mio avviso, non vi è nulla di sorprendente nel rilevare che, ad oggi, sostanzialmente gli impegni sono poco più di 100 milioni.
Potremo verificare ben presto, non appena sarà approvato il bilancio che riusciremo ad alzare in modo molto consistente il livello degli impegni e raggiungere un equilibrio fra ciò che è stanziato e ciò che è impegnato ed impegnabile rispetto all'obiettivo del patto di stabilità.
Passiamo alla questione relativa alla situazione finanziaria. Credo che intanto abbia detto molto bene il relatore Lepri quando ha fatto una valutazione che non può non essere fatta nel momento in cui si parla di un bilancio e si parla di una situazione di equilibrio. Ovvero la dimostrazione dell'equilibrio vi è nel momento in cui le entrate coprono tutta la spesa corrente oltre a quelle che riguardano gli oneri a servizio del debito, gli oneri finanziari e le quote di capitale di rimborso del debito. E noi siamo ovviamente in quella situazione.
Questa situazione di equilibrio, peraltro anche attestata da due reti che evidenziano una situazione di AA- della Regione Piemonte, è certamente un rating che dimostra la solidità finanziaria e patrimoniale della nostra regione senza possibilità di discussione.
Non sto a ricordare situazioni diverse, ma le più importanti e solide istituzioni finanziarie hanno un rating equivalente al nostro, e da questo punto di vista lo dico anche per non ingenerare, non certo fra i Consiglieri ma fra i cittadini, dubbi e perplessità circa la solidità del nostro bilancio.
Certamente è però un bilancio che risente della situazione contingente che nel tempo, almeno dal punto di vista finanziario, è andata deteriorandosi. Voglio ripercorrere, segnalare e anche puntualizzare su alcune questioni specifiche relativamente a questo tema, per memoria, anche se questo tipo di ragionamento lo abbiamo fatto più di una volta.
La necessità di coprire il titolo secondo con l'acquisizione di mutui è una necessità che, nelle tempo, è andata rendendosi sempre più impellente e necessaria, in considerazione di una semplice valutazione, che mentre negli anni passati la parte di entrata copriva in modo anche consistente una quota del titolo secondo, oltre ovviamente a tutto il titolo primo, nel tempo e negli ultimi anni questa quota è venuta sempre più riducendosi.
Quali sono le ragioni per cui si è ridotta nel tempo le vorrei brevemente ricordare. La prima e credo più significativa, almeno dal 2002 in avanti, è quella legata all'impostazione che l'Amministrazione precedente alla nostra aveva dato nell'allocazione dell'addizionale aggiuntiva IRPEF. Ovvero quell'addizionale che fu nel 2002 determinata a copertura della sanità, in realtà andava a coprire spesa corrente ed evidentemente generava un disavanzo sulla sanità che non teneva conto di questa quota di copertura. Nel momento in cui si è attribuita questa quota di addizionale alla sanità, certamente si è riusciti a contenere il disavanzo della sanità, ma si è ridotta una parte della spesa corrente che era coperta con quelle entrate, avendo ovviamente delle forti difficoltà a contenere quella spesa che ormai era entrata nella normale gestione dell'Amministrazione regionale.
Questo ovviamente ha generato la necessità di utilizzare altre risorse per coprire questa parte di spesa corrente.
La seconda è certamente la difficoltà nel recupero dei nostri crediti dallo Stato, che ha influito ed influisce tuttora su un andamento corretto e coerente dei flussi di cassa.
L'ho già ribadito e lo risottolineo. Certamente verso la fine del 2007 le cose sono migliorate, tant'è vero che da 3 miliardi e 200 milioni di euro di crediti nei confronti dello Stato, siamo arrivati a poco meno di 2 miliardi. Però certamente siamo ancora creditori nei confronti dello Stato di 2 miliardi di euro di vecchie imposte. Se potessimo disporre di quelle risorse è evidente che la situazione finanziaria della Regione migliorerebbe notevolmente.
Sono convinto che questa situazione nei rapporti Stato e Regione e anche fra Stato e Regioni - perché è abbastanza generalizzabile migliorerà.
Quando parliamo di federalismo fiscale, a mio avviso, il primo intervento che sarebbe necessario fare, ed obiettivamente sarebbe anche un intervento relativamente semplice, sarebbe quello di consentire alle Regioni di incassare direttamente i propri tributi.
Nel momento in cui fosse possibile questa manovra, ovviamente non avremmo più crediti verso lo Stato e potremmo gestire sicuramente meglio le nostre posizioni finanziarie. E' evidente che, fino a quando non saremo nelle condizioni di potere disporre delle risorse nell'anno in cui si generano, perdureranno problemi di cassa.
Un terzo tema che ha indotto ed induce ad una tensione finanziaria è la questione relativa ai fondi da reimpostare. Nel momento in cui quelle risorse che erano destinate per attività sono state utilizzate nella copertura delle spese della Regione, è evidente che si genera un problema nel momento in cui questo volume di risorse diminuisce e nel momento in cui le iniziative, che avevano trovato a suo tempo lo specifico finanziamento sono messe in atto e devono essere finanziate con mezzi freschi.
Queste questioni specifiche generano indubbiamente una situazione che deve essere monitorata con l'attenzione con la quale, io credo l'Amministrazione regionale sta lavorando.
È stato ricordato anche come il peso finanziario si ripercuoterà anche nel futuro sulle spalle dei nostri figli e sui figli dei nostri figli.
Voglio ricordare che se ciò succede per la copertura di investimenti, è una cosa normale.
Certo devo dire che è più preoccupante pensare che i nostri figli vadano a pagare interessi su mutui accesi per coprire della spesa corrente com'è stato fatto per esempio nel 2002 quando è stato acceso un finanziamento di 500 milioni di euro (1000 miliardi di vecchie lire) per coprire il buco della sanità, ovvero, i miei figli pagheranno lo stipendio degli anni 2002-2001-2000 dei medici che lavoravano alle Molinette piuttosto che al Sant'Anna.
Quando relativamente a certe affermazioni, mi permetto di dire un po' semplicistiche, si va rapidi, forse, occorrerebbe riflettere anche su ci che è stato nel passato.
In conclusione, senza toccare temi polemici, voglio procedere ad una precisazione rispetto all'intervento del Consigliere Boniperti - mi dispiace non sia presente in aula - che, a mio avviso, si è permesso di dire una serie di cose non vere e anche abbastanza gravi in merito alla questione legata all'ospedale di Novara. Ha alimentato una polemica sostanzialmente inesistente, di cui, per dire la verità, non conosco e non capisco neanche le ragioni, legata al fatto che in questo bilancio non vi sarebbero i finanziamenti per l'ospedale di Novara.
Credo che il Consiglio conosca quanto, invece, questa amministrazione ha fatto per accelerare il processo per la realizzazione dell'ospedale di Novara; altresì ha anche elaborato un piano finanziario, che sostanzialmente, prevede tre modalità per il finanziamento dell'ospedale.
Una prima modalità è conseguente alla dismissione del patrimonio immobiliare dell'ASL di Novara. Peraltro, ricordo che proprio il processo di dismissione l'Amministrazione regionale non lo porta avanti da sola, ma in stretta collaborazione con l'Amministrazione comunale di Novara ovviamente, l'obiettivo consiste nel dismettere ciò che non serve più, al fine di finanziare una nuova struttura. Credo sia un'impostazione molto serena e pulita.
Rispetto alla seconda modalità, ci saranno risorse importanti dell'Amministrazione regionale: risorse dirette e risorse rinvenienti anche dagli accordi di programma. In particolare, sempre per sottolineare il fatto che vi sono già risorse disponibili, voglio ricordare i 33 milioni dell'accordo di programma firmato nell'aprile scorso. Poi vi sarà una quota di canoni a carico dell'ASL, ma del sistema regionale, ovviamente, che rappresenteranno una quota residuale dell'investimento complessivo che voglio ricordarlo, è di 360 milioni di euro.
Quanto detto voleva essere solo una puntualizzazione, anche per lasciare a verbale una smentita categorica di certe affermazioni, che non ho capito da dove prendessero spunto.
Non ho altro da aggiungere, ovviamente, nell'ambito della discussione del bilancio, quindi dell'articolato della legge di bilancio, mi permetter di intervenire nuovamente. Ringrazio tutti i Consiglieri che nelle 31 Commissioni di merito, nelle 24 riunioni di I Commissione e nelle 20 sedute di Consiglio regionale hanno partecipato alla costruzione di questo bilancio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Peveraro.
La parola al Consigliere Cavallera, che interviene sull'ordine dei lavori.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, durante l'intervento l'Assessore ha fatto riferimento ad una tabella di confronto 2003-2008; è un dato interessante che non è presente, mentre tutti gli altri dati sono comunque rinvenibili nel bilancio.
Chiedo se, eventualmente, quella tabella di confronto fosse accessibile e ci possa essere consegnata, pertanto ringrazieremmo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera, il suo intervento è a dimostrazione del fatto che qualche collega ascoltava con attenzione, fatto di cui ero convinto.
Colleghi, facendo seguito a quanto concordato nell'assemblea dei Capigruppo e dei vari incontri svolti, mi è parso di capire che si è definito un approfondimento.
La parola al Consigliere Burzi, che interviene sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Sarebbe utile avere un minuto di sospensione, non abbiamo nemmeno l'esigenza di lasciare l'aula.



PRESIDENTE

Esageriamo, il Consiglio è sospeso per cinque minuti, i lavori riprenderanno alle ore 16.25.



(La seduta, sospesa alle ore 16.20 riprende alle ore 16.23)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Varie

Richiesta di chiarimenti da parte del Consigliere Scanderebech in merito alle dichiarazioni del Consigliere Lepri pubblicate sull'inserto Torino Cronaca del quotidiano La Stampa del 15 maggio 2008

Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Richiesta di chiarimenti da parte del Consigliere Casoni in merito alla lettera del CSI ai soci ACI sul pagamento bollo auto


PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori. Ringrazio i colleghi dell'opposizione per la sospensione di soli 3 minuti.
La parola al Consigliere Burzi, che interviene sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Signor Presidente, come lei avrà constatato, è stato anche uno dei primi a convincersene, abbiamo impostato una tattica del rigore, che tenderemmo a declinare in maniera sistemica da adesso in avanti.
Come suggerimento, se i colleghi consentono, in parte era già stato oggetto di discussione anche in sede di riunione dei Capigruppo, noi riterremmo opportuno occupare questa parte della sessione pomeridiana secondo una delle due alternative che avevamo. Preferiremmo occuparci subito di sanità, rinviando i commenti che riguardano la replica, o l'intervento molto ricco dell'Assessore Peveraro, alla fase di discussione di bilancio o alla fase di dichiarazione di voto, solo per un timore temporale, null'altro. Se adesso discutiamo sulla replica, o presentazione come la si vuole definire, da parte del Presidente Peveraro, temiamo che non rimanga eccessivamente spazio per l'area della sanità o che, in qualche modo, si sforino i tempi che ci siamo dati.
Ci piacerebbe partire dalla sanità, abbiamo anche ipotizzato con l'Assessore una modalità, quella tipo discussione generale, in cui i colleghi liberamente possano intervenire sul tema della sanità e degli 8 miliardi, occhio e croce, che la caratterizzano nell'ambito del bilancio che stiamo discutendo.
Non abbiamo definito un limite di tempo, a questo voglia provvedere l'Ufficio di Presidenza, al quale ci atterremo. Quando ci date 40 minuti per intervento sappiate che siamo soddisfatti, ma possiamo accontentarci anche di meno. Siamo sicuri che l'Assessore prenderà buona nota di quanto diremo e già questa sera, per le parti che riterrà opportuno, o eventualmente domani (c'è ancora una sessione), qualora la sua agenda lo consenta, potrà comunicare, se lo vorrà, in termini di controdeduzioni repliche o qualunque altra cosa l'Assessore ci vorrà dire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Voglio evidenziare che l'ordine dei lavori si pu anche modificare rispetto a quelli che sono stati gli accordi.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, non aiuti il Consigliere Scanderebech, perch non ne ha bisogno!



SCANDEREBECH Deodato

Presidente - ripeto - per quanto riguarda l'ordine dei lavori, pu cambiare nella forma e non nel contenuto, nella sostanza, perché io sono una persona che rispetta sempre gli impegni e soprattutto che fa quello che dice, per questo "la prendo sempre in quel posto", però va bene, non è un problema, andrò avanti sempre.



PRESIDENTE

Non è il caso di approfondire.



SCANDEREBECH Deodato

Vuol dire che il Signore, quando mi riceverà, capirà chi è buono, chi è cattivo, chi è giusto e chi è falso.
Vorrei che l'Assessore Peveraro mi guardasse solo per un attimo, perch vedo anche il collega Clement: io questa notte, all'una, quando ho comprato il giornale avevo già la luna storta, a causa delle leggi elettorali europee, vogliono togliere la preferenza, oggi si riuniranno i grandi big nazionali, ecc., ecc.
Poi, come se non bastasse, ho aperto La Stampa e ho visto il collega Lepri, che è venuto anche bene! Oggi la politica si fa mediaticamente, si fa con tutti i mezzi possibili e immaginabili, per cui non ce l'ho con il collega Lepri né con il collega Leo, perché ognuno adopera i mezzi che può.
Ieri, però, abbiamo fatto una riunione dei Capigruppo e abbiamo stabilito un certo metodo della procedura. Questo metodo - ahimè - leggendo i giornali, non è stato rispettato, ma non solo, non è stato rispettato nemmeno il contenuto.
Altro che marchette! Qualcuno ci accusava di fare marchette: io non ho paura quando le marchette vanno nel territorio, a disposizione di tutti i cittadini. Qui si individua anche la zona! Altro che marchette! Quindi, a parte la scorrettezza istituzionale causata da questo comunicato stampa - ripeto, non ce l'ho con il collega Lepri, perché ormai siamo diventati tutti mediatici, siamo succubi della comunicazione gradirei un incontro con l'Assessore Peveraro e il Capogruppo Clement per stabilire quali sono le modalità rispetto ai miei emendamenti, perché dopo questo articolo non so più cosa fare.
Ditemi cosa devo fare adesso, perché non lo so più. Non mi era mai capitato, in 13 anni e mezzo, di non sapere come muovermi dopo aver fatto un accordo nell'interesse di tutti e del territorio.
Mi sembra fuori luogo, dopo tanti mesi che stiamo qui a "menarcela"! Fermo restando.



PRESIDENTE

Collega Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Non ho nessun problema nel merito, chiunque si voglia prendere il merito di questi emendamenti non me ne importa niente! Ditemi solo come mi devo comportare formalmente. Sono a vostra disposizione.
Non ce l'ho - ripeto - né col collega Lepri né col collega Leo, per una cosa del genere mi mette in difficoltà e non so come procedere.
Mi dica lei, Presidente.



PRESIDENTE

Intanto la invito a terminare, perché ha superato ampiamente i due minuti a disposizione. La ringrazio Consigliere Scanderebech.
La parola al Consigliere Clement, sull'ordine dei lavori. Vi prego di non aprire un dibattito.



CLEMENT Gian Piero

Assolutamente nulla da eccepire sulla dichiarazione del collega Scanderebech, però ha fatto riferimento alla mia persona e non vorrei avvalorare la tesi che io, all'una di notte, giro per Torino insieme a Scanderebech! Non ho capito bene il riferimento alla mia persona, ma smentisco quella voce.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Presidente, anch'io sull'ordine dei lavori, e sarò velocissimo, perch non è nostra intenzione perdere tempo. Segnalo un fatto a mio avviso molto grave, sul quale chiedo già da ora di non discutere durante questa sessione, per rispettare i tempi che ci siamo dati.
A legge finanziaria non ancora approvata né pubblicata sul Bollettino Ufficiale, mi giunge la fotocopia di un fax mandato dal CSI ai soci ACI di Novara, che dice: "Il Presidente della Regione si è impegnato a non applicare più la seconda parte della legge regionale che prevede l'esenzione per i veicoli non istallati o collaudati - impianto GPL - dopo il 24 novembre 2006. Resta invariata l'esenzione quinquennale per i veicoli Euro 2, 3 e 4. Pertanto" - è questo il punto - "non saranno più inseriti in archivio le esenzioni e si provvederà alla cancellazione di quelle registrate".
Questa circolare è datata 9 aprile 2008, quindi vogliamo sapere se c'è una lettera della Presidente della Regione al CSI che dice quanto ho letto altrimenti vuol dire che il Direttore del CSI ha fatto un atto illegale e sarà denunciato alla Procura della Repubblica, perché ha mandato una circolare chiedendo all'ACI di applicare il bollo, quando non c'è ancora la disposizione di legge vigente.
La lettera dice: "Il Presidente della Regione", quindi voglio sapere se c'è una lettera della Presidente della Regione che scrive al CSI per dire di mandare questa circolare; se non c'è questa lettera, evidentemente la responsabilità sta nella parte cosiddetta tecnico-amministrativa.
Uno dei due commette un atto illegale, dal punto di vista della legislazione, un illecito amministrativo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere, intanto possiamo avere copia di quanto lei citava? La parola all'Assessore Peveraro, nel merito delle richieste del Consigliere Casoni.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Non nel merito, perché vengo a sapere adesso di questo fatto.
Escluderei una lettera della Presidente Bresso, anche in relazione al fatto che obiettivamente non credo fosse così al corrente di quella modifica che abbiamo introdotto nella legge finanziaria, peraltro approvata martedì mattina. Quindi tenderei ad escluderlo.
Il fatto, però, è abbastanza delicato e sarà mia cura fare tutti gli accertamenti nel più breve tempo possibile, per essere nelle condizioni martedì prossimo, di riferire in Aula.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Peveraro. Quindi, dopo il problema relativo al centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, martedì ci sarà anche un intervento della Giunta sulle esenzioni.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Per fatto personale, riferito al collega Clement. Volevo precisare collega, poiché non ho niente di cui aver paura.



PRESIDENTE

Ha le prove che vi siete trovati in oratorio.



SCANDEREBECH Deodato

Sì, a Torino a controllare il traffico e la situazione di altre vicende sociali del territorio. Ripeto: ho citato te come collega, in quanto eri presente ieri, insieme agli altri, nei nostri dialoghi per cercare di arrivare ad un accordo. Questo per rispetto: ho chiesto solo aiuto alla tua professionalità e a quella del Vicepresidente Peveraro, che, tra l'altro stimo.
Sto chiedendo quali modalità seguire per cercare di evitare problemi.
Non voglio creare problemi, però ditemi cosa devo fare perché dopo questo articolo non so cosa devo fare.
Non mi era mai successa una cosa del genere! È vero che nella vita pu succedere di tutto, però ditemi cosa devo fare.
Ho citato il collega Clement perché ieri, c'è stata una riunione dove abbiamo creato un quadro politico tramite il quale andare avanti. Niente di più.
Ditemi se è cambiato qualcosa e quindi cosa devo fare!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Confermo che non è cambiato nulla rispetto a ieri, anzi invito il collega Scanderebech a un incontro solo per chiarire se vi sono delle questioni che devono essere chiarite.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Peveraro.
Prima dell'interruzione richiesta dall'opposizione, stavo entrando nel merito di come procedere coi lavori. La proposta che avanzo è di aprire il dibattito sull'articolo 1, che comprende l'allegato che riguarda tutti gli argomenti, i problemi e i settori. Si potrebbe partire con gli interventi dei colleghi sulla parte sanitaria, vista la presenza dell'Assessore competente.
La mia richiesta è di limitare un intervento per Gruppo, o due nei Gruppi più numerosi. Insomma, mi affido alla vostra considerazione sulle opportunità o meno di intervenire (più che altro sulla necessità di doverlo fare).
Terminati questi interventi, l'Assessore competente risponderà per la parte sanitaria, al termine della quale si ripartirà con l'articolo 1.
Dopo l'intervento dell'Assessore Peveraro, è evidente che nel prosieguo del dibattito sui vari articoli si potrà entrare nel merito dei singoli argomenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Se l'Ufficio di Presidenza e soprattutto tutti i colleghi ne convenissero, accetterei volentieri un'autolimitazione degli interventi dei Consiglieri a cinque minuti, senza voler definire il numero degli interventi. Motivo la ragione di tale richiesta. siccome chi ha discusso di questo tema nell'unica Commissione IV che l'ha liberata (credo che il Presidente Rostagno sappia che questo fatto è avvenuto non certo per una forzatura della minoranza, ma è avvenuto) qui abbiamo parlato d'altro, per cui anche nella relazione il Vicepresidente alla sanità brillava per l'assenza. Credo che concedere ai Consiglieri che, eventualmente, volessero parlarne (sia di minoranza che di maggioranza, perché immagino che vi possa essere anche qualche intervento di maggioranza), un'autolimitazione a cinque minuti, non lo ritengo francamente eccessivo, data l'importanza del tema.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Burzi, perché con maggior sinteticità ha anticipato ciò che avrei proposto per il dibattito.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Proseguimento esame disegno di legge n. 505, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale 2008-2010" (seguito)


PRESIDENTE

Restiamo con cinque minuti di tempo per ciascun Consigliere che riterrà necessario intervenire sulla parte sanitaria, relativamente al disegno di legge n. 505.
Passiamo all'esame del relativo articolato. É aperta la discussione generale sull'articolo 1.
ARTICOLO 1 Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Innanzitutto saluto l'Assessore Peveraro, soprannominato "Yoghi" per il suo aspetto bonario: oggi è stato veramente buono! Non posso che cominciare da una serie di questioni che, in parte, ci lasciano con l'amaro in bocca. Ad esempio, il fatto di aver letto sui giornali che la Regione Piemonte è una delle Regioni del nord in cui la sanità costa di più; parliamo di circa 1.800 euro all'anno per ogni piemontese. A noi questo crea qualche problema, perché quando lo denunciavamo, veniva negato, mentre oggi è ufficializzato.
Perché costa di più? Perché oltre ad avere una struttura ospedaliera (dal punto di vista degli edifici) vecchia, emerge una carenza di strumentazioni adeguate. Questo porta, specie coloro che vivono nelle Province più periferiche (penso ad Alessandria o a Novara), a fare "nomadismo sanitario" in Liguria, in Lombardia o in altre realtà, con l'aggravio di spese pesanti per la sanità piemontese che, in termini di spostamento di malati, è in negativo: in pratica, sono più coloro che vanno fuori dal Piemonte a farsi curare, rispetto a coloro che vengono in Piemonte per ricevere cure.
Volete un altro esempio del perché costa cara? Pensate alle consulenze: noi spendiamo centinaia di miliardi delle vecchie lire ogni anno in consulenze.
Per porre un ulteriore esempio, si pensi al costo di 700.000 euro (sebbene non sia esagerato) per una consulenza affidata all'AReSS, che è un braccio operativo dell'Assessorato alla Sanità.
Pensiamo ancora al fatto di offrire sanità completamente gratuità non solo agli extracomunitari che risiedono e lavorano sul nostro territorio ma addirittura ai clandestini.
Pensiamo alle politiche di contrasto con persone nominate addirittura dal Governo oppure da strutture governative vicino al centrosinistra, com'è successo con la Dottoressa D'Innocenzo. L'ex manager D'Innocenzo è stata definita su La Repubblica praticamente una incapace.
È ovvio che questioni di questo tipo costano, perché se è una incapace vuol dire che avrà fatto delle operazioni negative per la sanità piemontese: saranno costate queste operazioni negative? Evidentemente qualcuno dovrà rimediare, cioè i cittadini piemontesi che pagheranno di più.
Ma anche in merito alla ricerca, sempre su La Repubblica si legge: "Errori in corsia. Ogni giorno tre segnalazioni in Piemonte", anche qui ovviamente, sulla pelle dei malati.
Andiamo poi a parlare di questioni tecnologiche, citando, anche in questo caso, degli esempi: la PET ad Alessandria, tre PET a Torino, la PET a Cuneo, la PET a Novara. Ad Alessandria sono tre anni che questa Giunta si impegna a fare la PET.
"PET" non è una parolaccia, ma una macchina tecnologicamente avanzata che serve moltissimo nell'individuazione, ad esempio, delle cellule tumorali.
Promesse su promesse per tre anni: ad oggi, Alessandria, capoluogo di Provincia con ASO, non ha la PET.
Non solo. Ad Alessandria c'era un robottino in convenzione; anche in questo caso, "robottino" non è una parolaccia, ma uno strumento altamente tecnologico che veniva utilizzato dall'equipe del dottor Spinoglio per fare operazioni di altissimo livello. La convenzione è scaduta e l'ASO di Alessandria ha deciso di non rinnovarla, per cui l'ospedale di Alessandria non gode più neanche di questa innovazione tecnologica, che peraltro stava funzionando garantendo ottimi risultati. L'abbiamo persa! Andrà probabilmente in un altro ospedale, in un'altra ASL (pare Novara). Alessandria l'ha persa.
Non solo. Alessandria, grazie al centrosinistra, alla Regione e ai Sindaci di centrosinistra, perderà anche - probabilmente già nella prossima riunione dei Sindaci - la sede dell'ASL unica: sarà l'unica Provincia in Italia a non avere la sede dell'ASL unica in Provincia. A Cuneo, che ha pochi abitanti in più rispetto ad Alessandria, di ASL ne sono state mantenute due. Alessandria ha dovuto prenderne una, che avrà sede a Casale.
Chissà perché la città di Alessandria da un anno è guidata dal centrodestra, mentre la città di Casale, guarda caso, è guidata dal centrosinistra. Voi direte che è sempre un caso: ma certo! Qual è il metodo che avete usato per fare questa scelta? Quello di dare un peso pari a uno al Sindaco di Alessandria, che rappresenta 93.000 abitanti, e un peso pari a uno al Sindaco di Mongiardino Ligure che rappresenta 444 abitanti. Secondo voi è un caso? Ma certo, anche quello è un caso! Non ci sono dubbi.
Però, mettendo insieme questi casi, Alessandria probabilmente perderà la sede dell'ASL unica: è stata una scelta vostra.
Ma andiamo ancora avanti. Doveva essere firmato il protocollo d'intesa per costruire il nuovo nosocomio di Alessandria, altamente tecnologico, con una struttura nuova. Finalmente è prevista anche nel Piano Sanitario.
Benissimo.
La firma era prevista in data 26 marzo. È arrivata una lettera al Sindaco di Alessandria da parte dell'Assessore Artesio che ha spostato a data da destinarsi la firma del protocollo d'intesa. Vuol dire che la Giunta regionale ha fatto una scelta unilaterale di non sottoscrivere, per il momento, il protocollo d'intesa ASO, ASL, Provincia di Alessandria Comune di Alessandria e Regione Piemonte, per il nuovo ospedale di Alessandria. Questo perché? Secondo noi anche lì per una ritorsione: poich qui si faceva opposizione ed ostruzionismo, è stata fatta una scelta di non andare avanti con gli accordi addirittura previsti e stabiliti dal Piano Sanitario Regionale.
Parlando con la Presidente Bresso qualche giorno fa, nell'ufficio del Presidente Gariglio, sembra che l'ospedale sia aperto, perché la Bresso si è impegnata - e mi auguro che l'Assessore Artesio possa confermarlo - a convocare, appena approvato il bilancio, la riunione con il Sindaco, la Provincia, l'ASO e l'ASL per sottoscrivere il protocollo per il nuovo ospedale.
Mi auguro che sia così, Assessore, perché altrimenti sarebbe veramente una posizione che non potremmo ulteriormente accettare.
Ci togliete la tecnologia, non volete firmare il protocollo d'intesa non ci date strumentazione adeguata, a questo punto ci togliete anche la sede dell'ASL: veramente sembra una ritorsione proprio sconveniente fatta su Alessandria. Ma è una ritorsione che non vi porterà a niente di buono perché sinceramente non so come potrete spiegare questo tipo di posizioni a coloro che ad Alessandria vivono, risiedono e, purtroppo, devono anche cercare di farsi curare. Ed è meglio se si curano ad Alessandria anzich andarsene o Milano, a Genova o a Pavia, perché se no costerebbe ancora di più alla nostra sanità.



PRESIDENTE

Consiglieri, vi faccio l'invito di stare nell'ambito dei cinque minuti come concordato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Le argomentazioni che ha indicato il Consigliere Rossi potrebbero essere sintetizzate nel mandato che, probabilmente, la Giunta regionale, in modo aperto o sottobanco, ha dato alla Direzione dell'ASO di ridimensionare. Le elezioni c'entrano e non c'entrano, c'entra la strategia sanitaria complessiva regionale di ridimensionare l'operatività dell'ospedale di Alessandria.
Invece di premiare l'impegno, la professionalità, l'inventiva e naturalmente, anche le innovazioni - quante volte abbiamo sentito parlare che bisogna avere degli ospedali di rilievo nazionale che siano collocati nella gamma alta - mortifichiamo i progetti che sono stati avviati.
Addirittura, andiamo a disdire i contratti che avevamo fatto per quanto riguarda il robot chirurgico. Questo è il dato di fatto. Abbiamo una triade dell'ASO di Alessandria che sembra lavori non per sviluppare, ma per comprimere.
Tra l'altro chiedo se è stato detto a tutte le ASO di non superare come produzione, nei prossimi tre anni, il budget attuale. Questa è una domanda che poi avrà uno sviluppo con un'interpellanza e con un accesso ai dati perché è chiaro che esiste, come io sospetto, una strategia di compressione e di contenimento di quella ASO. Guardo caso, nella triade di amministrazione i soggetti vengono dall'esterno in modo tale che l'operazione, forse, è più facile. Non è che ad Alessandria improvvisamente ci siano persone di serie B, c'è il buono e il cattivo, il capace e l'incapace, come da tutte le altre parti. Il fatto che ci sia o non ci sia una sede universitaria, rileva fino ad un certo punto.
Non si dimentichi l'Assessore - la invito ad andare a vedere le tavole di fondazione delle Università del Piemonte orientale e qui potrebbe fare anche da testimone il Consigliere Cattaneo - che l'Università del Piemonte orientale è nata con un'Università tripolare, con un'articolazione che prevede dei punti dove ci sono le sedi delle facoltà e un impegno, una suddivisione, in tutto il territorio di competenza.
Non sono uno che, tendenzialmente, pensa male, ma sembra ci siano dei complotti, continuano a prometterci la PET. Siamo arrivati nel 2005 con questa configurazione, prima c'era nella maggioranza l'Assessore Valpreda adesso c'è l'Assessore Artesio, cambiano i suonatori, ma la musica è sempre quella: si è deciso che l'ospedale di Alessandria non deve essere dotata di quella strumentazione. Ci hanno risposto che non ci sono soldi, pensavo che una provincia che ha dato i natali ad importanti personaggi che hanno dei ruoli centrali sia nella sanità che anche nei Gruppi di maggioranza a livello regionale - sarà che vedo delle necessità che non sono di attualità si attivassero. Andremo a chiedere alla popolazione, credo sia arrivato il momento di andare con dei gazebo, con delle raccolte firme. Ultimamente ho constatato che la gente, in questo modo, viene maggiormente coinvolta ed è molto interessata. Mi attendo, dall'applicazione di questo bilancio, di utilizzare i fondi disponibili per colmare le carenze che ci sono.
Tralascio la questione sull'ospedale Borsalino da completare, c'era da scegliere se il rinnovo della TAC di Alessandria doveva essere a 64 o 32 strati, alcuni hanno rilevato, non sono un tecnico, che anche in questa scelta emerge una qualche valutazione discutibile.
Smentite le nostre critiche con un operato, non più con delle parole del tipo vedremo, faremo, vi diremo, ne abbiamo parlato, programmeremo facciamo dei fatti. È quello che gli alessandrini si aspettano.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Ho letto questa mattina La Stampa e qualche altro quotidiano, ma in particolare La Stampa, nelle pagine di Cuneo, le pagine che danno informazioni sulla mia provincia, ho trovato una foto che ritrae la Presidente Bresso con i finanziatori dell'ospedale di Verduno, Alba-Bra.
La fotografia mi ha fatto assolutamente piacere, non soffro di invida ma ciò dimostra la tendenza della comunicazione che vi è in Piemonte soprattutto in materia di sanità. Anche perché lei ben sa, Assessore, che l'ospedale di Verduno parte da molto lontano e che i meriti della realizzazione dell'ospedale non furono solo dell'allora maggioranza di centrodestra, ma anche per merito di alcuni Consiglieri regionali maggiormente interessati per area che diedero il loro supporto affinché si trovassero le risorse e le soluzioni più opportuno al fine di "mandare in pensione" i due nosocomi di Alba e Bra.
Più in generale, mi aspettavo dal suo insediamento ad Assessore regionale alla sanità una presenza più innovativa e puntuale rispettivamente alla sanità riferita alle ASL e alle ASO. I suoi uffici controllano i bilanci che le ASL e le ASO inviano rispetto agli obiettivi che sono stati dati ai direttori generali, qualora si accertasse che gli stessi sono stati raggiunti, di fatto, quasi d'ufficio vengono riconfermati. Mi aspettavo un passaggio in più, cioè di entrare nel merito di ogni singolo bilancio e non solo di verificare che tutto fosse in ordine. Mettere in ordine si fa in fretta per alcune ASL che hanno pareggiato il proprio bilancio proponendo, a volte, dei tagli che le consiglierei, Assessore, di verificare e di entrare nel merito di ogni singolo bilancio dell'ASL. A me preoccupa se in un bilancio di un'ASL qualsiasi del Piemonte il taglio fosse fatto sugli ausili. L'Assessore sa quanto siano importanti gli ausili per le persone ammalate, qualora non li potessero ottenere. Quanto sia importante la disponibilità finanziaria dell'ASL che, a fronte di un'eventuale riduzione, pur di pareggiare il bilancio, non permettesse loro di avere quegli apparecchi, quei tipo di materiale sanitario e medico che potrebbe essere utile per farli sentire ancora parte integrante della società.
Quindi una valutazione sui direttori generali che non è stata, a mio avviso, puntuale, ma una valutazione che, anziché entrare nel merito valutare quindi il loro operato attraverso la costruzione e la proposizione del bilancio, è stato dato quasi tutto per scontato pur di vivere tranquillamente questo periodo rispetto ai problemi che la sanità ha nel suo complesso e di cui l'Assessore se n'è fatta carico.
Molte volte - e negli anni passati è anche stata colpa nostra - alle numerose inaugurazioni e tagli di nastri internamente alle ASL e alle ASO ho sentito parlare i Direttori generali dell'assistenza domiciliare come fiore all'occhiello di ogni ASL.
So che lei, Assessore, ha provveduto a potenziare dal punto di vista economico la questione, e quindi a dare anche indicazioni ai Direttori generali perché finalmente entrino nel merito, però bisogna controllare che lo facciano seriamente.
Forse lo sa anche lei - io lo so per ragioni personali - che l'assistenza domiciliare non funziona nella maniera più assoluta innanzitutto perché il personale non è assolutamente specializzato, non è sufficiente e quindi non garantisce una presenza costante, puntuale e professionale sul territorio.
Quindi, se vogliamo potenziare l'assistenza domiciliare - che tra l'altro permetterebbe alla sanità nel suo complesso di risparmiare qualche soldo e di investirlo dove serve - bisognerebbe che proprio i Direttori generali, anziché essere premiati in modo ordinario, fossero premiati in modo straordinario se effettivamente fanno qualcosa di concreto e puntuale.
Mi aspetto da lei uno sforzo in più, che ha fatto, ma nel merito lo vorrei vedere concretizzato con dei controlli più approfonditi e più appropriati. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Il mio intervento verte su un ragionamento che voglio fare all'Assessore Artesio per rendere in futuro più misurabili i risultati che la sanità ottiene, per introdurre magari ulteriori elementi di penalizzazione o di premio. Questi elementi si stanno ponendo un po' in tutta la Pubblica Amministrazione e di certo la sanità rientra a pieno diritto in questa categoria. Quindi, vi è il fatto per lo meno di tentare di qualificare meglio il personale, i risultati attesi, le situazioni e quant'altro.
Proprio per accompagnare la nostra richiesta faremo un ordine del giorno che stimola l'Assessore ad andare in questa direzione, vale a dire: introduciamo ancora criteri - e lei ne ha la facoltà - che siano più stringenti in base ai risultati, agli obiettivi e alle situazioni.
Introduciamo magari qualche altro meccanismo di premialità o di penalizzazione; facciamo però - e qui il ruolo è centrale - l'auditing ad una azienda esterna.
Di fatto, sappiamo che ci sono autocoperture all'interno delle strutture, anche se è un brutto termine. Poi, visto che è nel diritto di farlo, lo scelga la Giunta regionale, anzi io suggerirei di sceglierla ai massimi livelli, in modo che sia insindacabile ed inopinabile che coloro che saranno scelti lo fanno già per la FIAT, per le banche o per altre situazioni.
Bisogna logicamente dare dei parametri, ma poi sono loro a misurare e a verificare se i costi aziendali sono appropriati. Questo, di fatto costituirà uno stimolo ai Direttori delle ASL, ai sanitari ed agli amministrativi a lavorare al meglio, perché sanno che alla fine ci sarà qualcuno che andrà ad analizzare esattamente e ne farà una relazione pubblica all'Assessore, che poi l'Assessore logicamente dovrebbe farci avere.
Se vogliamo veramente aiutare la sanità, da un lato, a contenere costi inutili e, dall'altro, ad incentivare altri servizi, è necessario individuare i costi inutili e dove sono i servizi necessari.
È importante, ad esempio, che ci sia sempre un'apertura presso gli interventi urgenti. Di fatto, le ASL dovrebbero avere sempre le sale operatorie libere per gli interventi più urgenti. Magari in questo caso si tratterebbe di esternalizzare qualche servizio minore, ma queste sono opzioni che so che l'Assessore sta già valutando e che potrebbero aiutare il settore.
Così come si sta apprestando a fare anche il neo Ministro della Pubblica Istruzione, anche l'Assessore potrebbe nel settore sanitario - che comprende 8 dei 12 miliardi del bilancio regionale - far sì che all'interno di questo bilancio ci sia qualcuno di esterno - che individuate voi - di altissimo livello che certifichi i costi, i servizi, i risultati attesi e quant'altro in base ai parametri che saranno dati.
Se non introdurremo questo, sono convinto che laddove ci sono dei costi inutili, nessuno li metterà in evidenza, se non saranno scoperti uno ad uno dall'Assessore o da qualche blitz negli ospedali.
Quindi, è molto difficile perché abbiamo visto quali sinergie si sono formate nella spesa farmaceutica dove è stato necessario prendere provvedimenti, ma sicuramente si poteva arrivare anche prima, se qualcuno ce lo avesse suggerito. Faccio anche un'autocritica rispetto alle Giunte precedenti, perché non si è attuata questa forma di controllo.
Concludo dicendo che presenteremo un ordine del giorno in questa direzione e mi farebbe piacere sentire nella replica il parere dell'Assessore. Noi gradiremmo che fosse accettato, in modo che tutti ci sentiamo più tranquilli e più tutelati e magari ci mettiamo anche le spalle al coperto da eventuali ulteriori critiche o considerazioni negative.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Caramella; ne ha facoltà.



CARAMELLA Luca Giuseppe

Intervengo perché ovviamente il tema della sanità è indissolubilmente legato al tema dei risparmi. Proprio per questo motivo mi è d'obbligo ricordare che sul nostro territorio, non tanto sulla città di Novara dove sono previsti importantissimi interventi per i quali auspico si proceda al più presto, ma certamente nella provincia di Novara vi sono delle situazioni che, a mio avviso, devono essere affrontate al più presto.
Infatti, si determinerebbero sicuramente dei risparmi e altrettanto sicuramente anche dei vantaggi e dei guadagni dal punto di vista del servizio e dal punto di vista anche dell'immagine della sanità della nostra regione.
Mi riferisco nello specifico ad Arona, la mia città, dove la Regione Piemonte, già nella precedente legislatura, si è impegnata all'acquisto di una struttura, denominata Casa Bocchetta. Questo è uno dei nodi che affliggono la nostra città - non si rivolgono accuse a questa amministrazione o alla precedente, è solo una questione di dati di fatto perché l'ospedale di Arona, negli ultimi anni, ha subìto un impoverimento determinato da ovvi motivi, quale la necessità di accorpare determinati servizi sull'ospedale di Borgomanero piuttosto che su quello di Arona.
A seguito della scelta di mantenere questa struttura e, in qualche modo, farla funzionare, però, si decise di acquistare la famosa Casa Bocchetta, perché, da una parte, era necessario mettere a norma determinati reparti che non lo erano e, dall'altra, vi era la necessità di ampliare alcune situazioni. Nello specifico mi riferisco, per esempio, al servizio di oculistica dell'ospedale di Arona, che è ottimo, funziona molto bene ed è uno di quei servizi che, peraltro, alla sanità rende dal punto di vista lo dico brutalmente, mi sia concesso il termine - economico, nel senso che è uno di quei servizi sotto molto punti di vista rapidi.
Arona ha avuto la fortuna di avere anche un ottimo primario, che ha costruito una equipe che funziona molto bene, ma, in questo momento, è penalizzata e necessita di guadagnare spazi e, soprattutto, certezze per quanto riguarda il personale, in quanto molte delle figure professionali che lavorano in questo settore sono ancora "precarie", tra virgolette, e non hanno la garanzia di poter proseguire il lavoro con questa equipe che si è formata. Dall'altra parte, vi è la necessità di avere spazi, perch lavorano in condizioni assolutamente ridotte, nonostante il grande potenziale e anche i grandi risultati che stanno ottenendo. Occorre un maggior numero di camere per ospitare tutti coloro che si muovono anche da altre Regioni. Questo è un tema particolarmente importante, essendo moltissime le richieste provenienti da altre unità sanitarie, che permettono alla nostra ASL 13 di avere, finalmente, una controtendenza per questo settore che, lo ribadisco, se vogliamo, è di nicchia, ma sicuramente molto importante. Le richieste provengono non soltanto dalla vicina Lombardia - dal nostro punto di vista, questo è molto importante - ma anche da altre regioni più lontane, ma la risposta che può offrire questo reparto, ovviamente, è limitata dagli spazi, dal personale e, quindi, dalla gestione dei servizi offerti, che non possono assorbire tutte le richieste.
Per quanto riguarda Casa Bocchetta, l'ASL 13 sta pagando mensilmente l'affitto di un ponteggio, che è stato montato a protezione di una struttura che, ormai, è al collasso e sta per crollare da sola. Ovviamente non si tratta di cifre importantissime rispetto ad un bilancio così grande come quello della sanità, ma sono comunque soldi mal spesi per tenere montato un ponteggio, che, di fatto, ad oggi, sappiamo servire solo per coprire una bruttura e proteggersi da qualche pericolo.
Se si trovasse la strada per intervenire, non soltanto si otterrebbe un risultato importante per la sanità, ma si darebbe avvio ad un discorso di controtendenza rispetto a quanto oggi sta ancora accadendo nella nostra Regione, come vediamo costantemente.



(Scampanellìo del Presidente)



CARAMELLA Luca Giuseppe

Ho quasi completato, Presidente.
Abbiamo la fortuna, o la sfortuna, di essere molto vicini alla Lombardia e questo permette a moltissimi nostri concittadini di recarsi presso questa regione, dove, ovviamente, in modo molto sicuro, la sanità sotto molti punti di vista, è meglio gestita e offre risultati maggiori.
Chiedo attenzione per questo, che è un intervento che, sicuramente oggi può rappresentare un costo, ma che domani darà grandi risultati anche dal punto di vista della migliore gestione delle risorse e del risparmio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Signor Presidente, l'intervento cercherà in estrema sintesi di toccare alcuni argomenti che si collegano al settore più in generale della sanità ma anche alle incidenze e rilevanze di tipo finanziario sul bilancio della Regione.
Una delle sfide di questa maggioranza e della Giunta regionale era costituita, all'inizio della legislatura, ma ancora nei mesi scorsi, dalla politica di difesa dell'accorpamento delle ASL in alcune aree del Piemonte giustificandole in un sicuro risparmio, costituito dalla sicura contrazione dei costi e delle spese.
Ebbene, ancora non riusciamo concretamente a vedere sulle UPB di bilancio questo effettivo risparmio che dovrebbe essere generato dall'accorpamento di alcune ASL territoriali.
Se per quanto riguarda l'accorpamento circa le ASL metropolitane sicuramente, forse è già possibile verificarlo, ci possono essere dei risparmi, contrazioni di spesa e sinergie positive, relativamente alle ASL territoriali continuiamo ad avere forti perplessità e non riusciamo a vedere concretamente degli oggettivi e grossi risparmi.
La mobilità del personale amministrativo è ancora abbastanza virtuale solo sulla carta e teorica, forse l'unico risparmio è stato costituito dalla riduzione dell'indennità dei direttori generali, molti di questi peraltro, erano già dirigenti della Regione Piemonte, quindi complessivamente, l'importo del risparmio è piuttosto limitato.
Probabilmente, finché non ci sarà una norma, speriamo supportata da novità a livello nazionale, che preveda di imporre nel settore pubblico la mobilità obbligatoria, credo che la previsione di risparmi di spesa sulla mobilità volontaria del personale pubblico, in particolare nel campo della sanità, sia piuttosto temeraria o velleitaria. Quindi, la politica dei risparmi, secondo me, dovrebbe essere portata avanti maggiormente su questioni concrete, che effettivamente si ha la sicurezza di ottenere e di raggiungere quale obiettivo.
All'interno delle varie ASL piemontesi vi è una situazione di criticità storica che si interseca con la politica sanitaria di risparmio che riguarda la politica delle collaborazioni e delle consulenze a livello di aziende sanitarie locali o di aziende ospedaliere. Allora, come forse già in altre occasioni ho suggerito, indico la necessità di un coordinamento regionale in capo all'Assessorato alla sanità dei revisori dei conti delle diverse ASL, perché non è possibile che alcune consulenze siano ritenute necessarie solo in alcune ASL e aziende ospedaliere. Così ci si trova nella situazione imbarazzante nella quale alcune ASL, virtuosamente, cercano un contenimento delle consulenze e dell'utilizzo di questa fattispecie di collaborazione professionale, mentre in altre ASL si continua a procedere su determinati binari. Occorre individuare un coordinamento regionale in capo all'Assessorato alla sanità affinché ci sia un parametro di giudizio uguale anche in questo settore, perché sicuramente incide sui bilanci delle aziende e, quindi, di riflesso, su quello della Regione, in maniera piuttosto rilevante.
Siamo perplessi di fronte all'operatività della medicina di emergenza in quanto la creazione di questa nuova branca di sanità di emergenza territoriale rischia di dare vita in ogni ASL a nuove strutture complesse quindi a nuovi oneri a carico della sanità. Per cui, prima di una concreta applicazione, sarebbe opportuna un'attenta e profonda riflessione anche a livello di Commissione sanità.
Viceversa, volevo fare un'apertura di credito all'Assessore Artesio magari mi sentirà ugualmente - sull'ospedale di comunità, di cui non abbiamo ancora avuto traccia evidente all'interno del bilancio della Regione: sarebbe comunque una traccia evidente, soprattutto nel termine delle entrate.
La possibilità di risparmiare introiti, quindi di avere una riduzione delle spese, è uno strumento programmatorio di politica sanitaria territoriale che mi auguro l'Assessore porti avanti nei prossimi mesi proprio perché è uno strumento già utilizzato da altre Regioni, che coniuga servizi sanitari diffusi sul territorio, una diagnostica presente sul territorio e, nel contempo, una riduzione dei costi ospedalieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Sviluppare un ragionamento sui temi della sanità in cinque minuti non è certo semplice; ci proveremo, anche perché l'abbiamo fatto in più occasioni in sede di Commissione, perché è corretto - come le opposizioni hanno chiesto - impegnare una parte del dibattito sul bilancio visto che è sulla quadratura dei conti della sanità, o meglio, è su un buon utilizzo delle risorse in sanità che si giostrano le risorse libere della nostra Regione.
Proverò ad articolare il ragionamento su alcuni aspetti legati alle promesse del centrosinistra, non soltanto in campagna elettorale (è anche ciò che il centrosinistra ha scritto nel proprio programma di governo e ha presentato al Consiglio).
Sostanzialmente, la necessità di un Piano Socio Sanitario che avrebbe portato una riduzione delle spese o - come si diceva in campagna elettorale degli sprechi che il centrodestra faceva, per armonizzare la spesa sanitaria, ma sostanzialmente andandola a ridurre (questa è l'indicazione che avete dato in sede di campagna elettorale ed è l'indicazione che l'Assessore e la Giunta hanno inteso dare anche nel Piano triennale).
Vedremo, infatti, una riduzione delle spese in sanità, nell'anno 2009 2010, di circa 250 milioni di euro, perché il Piano Socio Sanitario è applicato.
Voi potreste andare a garantire i risparmi, almeno i primi, quelli che l'Assessore Valpreda presentò durante una riunione della IV Commissione attraverso una riduzione degli stipendi dei direttori, una riduzione rispetto ai dipendenti, rispetto ai beni e servizi utilizzando delle piattaforme di acquisto più ampie. Dimostreremo che tutto ciò è stato assolutamente vanificato, cioè non rispettato, relativamente ai dati di bilancio che abbiamo, tanto quelli di spesa quanto quelli che la Giunta ha impegnato.
Molto spesso, quando analizziamo il bilancio della sanità, abbiamo la cattiva abitudine di andare a guardare l'ultima riga, quella del deficit (difficilmente il bilancio è in attivo), per cui andiamo a vedere se fa 614, com'è stato nel 2005, - 55 come nel 2006 o - 100 come nel 2007. In realtà la voce che a noi, Consiglieri regionali, interessa sono le risorse allocate. Sappiamo che nel 2005 sono stati stanziati 7 miliardi e 400 milioni, nel 2006 sono stati stanziati 7 miliardi e 600 milioni, nel 2007 ancora, 7 miliardi e 967 milioni. Infine, nel 2008, 8 miliardi e 300 milioni. Pertanto, abbiamo un trend di spesa in continua crescita, perch questo è l'andamento della sanità in tutte le Regioni italiane, tant'è che quando voi scrivete il Piano prima di emendarlo scrivete che il trend di crescita della spesa sanitaria, visto l'invecchiamento della popolazione e le maggiori richieste di medicalizzazione e quant'altro, va dal 3 al 5 ogni anno.
Allora, posto che il bilancio triennale, che da qui a pochi giorni andremo a votare, ha un senso, dovete spiegare non a noi, ma ai cittadini piemontesi, come farete a sostenere la spesa sanitaria negli anni 2009 2010, a fronte di una spesa che cresce e di un impegno economico che si va riducendo.
La risposta sarà semplice come è stata semplice la gestione a vista della sanità: il prossimo anno contraddirete quello che è stato il bilancio triennale presentato quest'anno e la spesa sarà in aumento.
Rispetto alle razionalizzazioni, dal 1 gennaio 2007, ancorché non sotto forma di ASL uniche vere e proprie, ma sotto forma di gestione commissariale, a tutti gli effetti le ASL hanno un unico Direttore Generale e formalizzano dei Piani di riqualificazione assistenziale a rientro economico insieme. Quindi, danno vita a una gestione unitaria delle singole ASL.
Il dato economico non certo sul personale, sul quale potremmo dire qualcosa, e non certo sulle strutture o su quelle che sono le spese fisse ma sui beni e servizi, non va riducendosi di 40 milioni, come dimostra la tabella presentata dall'Assessore Valpreda, ma va aumentando di 80 milioni di euro.
La Giunta regionale - dico appositamente la Giunta regionale perché su questo c'è stata una lunga discussione in sede di Commissione sanità durante la discussione del Piano Socio Sanitario - ci dovrebbe dire se intende o meno utilizzare SCR o comunque modalità di accorpamento degli acquisti, perché a oggi non avete fatto neppure una gara on line. La vicina Valle d'Aosta che ha iniziato a farle, per esempio, su alcune tipologie di farmaco che comprava a 24 euro le acquista a 5 euro, per cui non appena la gara che abbiamo richiesto sarà formalmente disponibile, cercheremo di comprendere perché non utilizzate delle procedure che potremmo utilizzare avendo formato anche uno strumento che dovrebbe avere una divisione che si occupa unicamente di questo.
L'altro grande punto, posto che attendiamo da anni ormai risposte su come riuscirete a ridurre le spese mantenendo inalterati i servizi, anche se sappiamo che molti servizi sono già stati tagliati e altri accorpati, è quello relativo all'edilizia sanitaria, perché il Vicepresidente si scandalizza rispetto alle dichiarazioni del collega Boniperti. Per la verità noi in Commissione un Piano di dismissione relativo anche all'ospedale di Novara, unitamente al Piano più volte annunciato, ancora non l'abbiamo visto; l'abbiamo letto dai giornali, l'abbiamo anche visto pubblicato sul sito Internet, ma non l'abbiamo visto ancora in Commissione.
Dovremmo capire, posto che la delibera di edilizia sanitaria che ha votato questo Consiglio non sia carta straccia e gli ospedali che più volte ha annunciato la Presidente Bresso, soprattutto in campagna elettorale, non siano come li abbiamo definiti "ospedali di carta", dove andrete a reperire i 3 miliardi di euro, che sono la cifra mancante fra la delibera votata, i soldi reperiti e quelli che arriveranno negli anni successivi dagli accordi di programma con lo Stato.
In ultimo, e concludo .



PRESIDENTE

La ringrazio Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Ho concluso.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere, non volevo assolutamente censurarla: termini pure il ragionamento.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Come dicevo, in ultimo - e concludo - vorremmo che l'Assessore ci desse, in Aula o in Commissione - certo, questo è un momento che crediamo importante, e non casualmente in finanziaria abbiamo presentato appositamente degli emendamenti - delle indicazioni per capire se esiste una soluzione: quella presentata da Alleanza Nazionale poteva anche essere sbagliata.
Il nostro Gruppo, in sede di finanziaria, ha presentato tre emendamenti che univano l'aumento dei salari a infermieri, medici, OOSS e OTA al comparto sanità, legato alle ore che facevano di straordinario non retribuito, di indennità, di reperibilità turno e quant'altro. Come ripeto può essere che la soluzione non sia quella. Credo che non si possa misconoscere che esiste un problema di personale, sia in termini di razionalizzazione che di mancanza di personale (noi crediamo che lo siano entrambi, ma soprattutto la prima). Vorremmo però capire se in merito a questo la Giunta, nel suo complesso, e l'Assessore hanno un'ipotesi di soluzione oppure attendono, come facciamo noi, essendo all'opposizione, di leggere dai giornali o di verificare, stando all'interno degli ospedali, se si vuole trovare una soluzione per il problema annoso del personale, che non è una difesa corporativa di coloro che lavorano all'interno della sanità regionale, che sarebbe già di per sé una difesa legittima; è una difesa loro, ma prima di tutto dei cittadini piemontesi, che, se avessero del personale meglio retribuito, presente negli ospedali e nei poliambulatori e quant'altro, godrebbero avrebbero anche di servizi più efficiente.
Ringrazio i Consiglieri e l'Ufficio di Presidenza per la pazienza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Io credo che non tutti i piemontesi sappiano esattamente quanti soldi spende la Regione per la sanità: una cifra straordinaria, incredibile.
Potremmo dire che gran parte del bilancio della Regione è impegnato sulla sanità. Eppure fatichiamo a comunicarlo ai concittadini. Per quale motivo? Credo che oggi sia importante comunicare e governare, più che asfaltare. Credo che sia doveroso, secondo me, che la Regione, attraverso i suoi organi di informazione, faccia, nei prossimi giorni, dei comunicati in cui spiega esattamente quanto spendiamo per la sanità.
Di comunicati se ne fanno tanti, di convegni anche, di comunicazioni istituzionale fin troppe. Però perché non cerchiamo di spiegare che gran parte del bilancio è destinato alla sanità? In questi giorni, durante alcuni incontri - l'ultimo ieri sera - ho trovato amici e concittadini che si stupivano di questo fatto. Addirittura, Assessore, alcuni ritengono che la sanità sia pagata ancora dallo Stato! Non sanno che si tratta del bilancio regionale, che la gestione è regionalizzata.
A mio avviso, quindi, persiste ancora un deficit di comunicazione in tal senso e varrebbe la pena sottolinearlo, perché forse coinvolgendo e corresponsabilizzando i nostri cittadini su questo, si spiegherebbe il motivo per cui facciamo tanta fatica nel migliorare una sanità che è difficile da migliorare, perché ha già raggiunto dei livelli di qualità in Piemonte decisamente alti, come sono stati più volte indicati dagli organi di informazione. Si ricorderà Il Sole 24ore dell'anno scorso che nell'indicare i principali ospedali italiani, nei primi dieci ne ha citati quattro o cinque piemontesi. Questo la dice lunga, anche sul fatto che probabilmente il processo gestionale della sanità, che ovviamente non è soltanto quello di questi due o tre anni, ma anche quello della precedente Amministrazione, ha dato dei buoni frutti.
Credo, però, che sia anche doveroso, mentre parliamo di questo sottolineare che in Piemonte si fa molta difficoltà a razionalizzare la rete ospedaliera. Quello che è avvenuto in altre Regioni italiane qui fatica ad essere accettato. Il caso della Toscana, che viene più volte ricordato, della chiusura di medi e piccoli ospedali qui da noi non è apprezzato; anzi, facciamo fatica - chiunque sia al Governo - ad accettare la chiusura di un reparto: il caso di Ceva oggi e di Gattinara ieri sono esempi emblematici che la dicono lunga sulla difficoltà che ha l'Amministrazione regionale a razionalizzare anche nell'ambito di aree molto piccole (il caso di Ceva e Mondovi è un esempio tipico). A pochissimi chilometri l'uno dall'altro esistono due ospedali con dei doppioni (mi riferisco, ad esempio, alla Ginecologia e Ostetricia, che è il caso tipico).
Noi abbiamo difficoltà a far comprendere ai nostri elettori e ai nostri amministrati che questa è veramente una partita complicata. Allora dobbiamo stare attenti, perché se la utilizziamo come clava durante le campagne elettorali, possiamo anche, usando le parole giuste, come "migliorare" o "diminuire i tempi e le liste di attesa", colpire nel segno dal punto di vista elettorale. Poi, però, non riusciamo a colpire nel segno nei fatti tanto è vero che non credo che oggi vi sia una grande differenza tra la gestione della sanità dell'ex Assessore D'Ambrosio, la sua o quella di Valpreda. Guardi che ai cittadini non interessa molto chi è l'Assessore o il Presidente della Giunta. Siamo noi che cerchiamo, attraverso le campagne elettorali anche un po' demagogiche, di spiegare quali sono le differenze.
Tra l'altro, colgo l'occasione del dibattito sul bilancio (e, nella fattispecie, in riferimento alla sanità), per portare l'esempio che lei ben conosce dell'ospedale di Alba e Bra. Proprio ieri si è tenuto un convegno ad Alba intitolato "L'ospedale del terzo millennio", consuetudine di alcuni anni che ha come obiettivo quello di mettere a confronto gestioni ospedaliere italiane e internazionali sui temi di cui parliamo sempre: qualità delle prestazioni, appropriatezza delle stesse, cosa conviene fare tecnologie, strumenti innovativi nella gestione dei servizi dei singoli ospedali.
Mi ha fatto piacere che oggi su La Stampa ci sia un articolo in cui la Presidente Bresso dice: "Bravi per l'ospedale di Verduno". Mi fa piacere perché rappresenta una rettifica delle precedenti affermazioni della stessa Bresso. Perché quando diventò Presidente della Regione Piemonte contestò la nascita di quel nuovo ospedale, perché era avvenuta fuori dalla cosiddetta "programmazione". Oggi, evidentemente, vi è stata una conversione (anche politica). Guardate che non sto dicendo che è soltanto una conversione che in qualche modo, avviene nell'ambito di un dibattito, per cui è emotiva.
Credo, piuttosto, che sia la considerazione che vi sono delle località, dei Comuni e dei luoghi che hanno fatto una scelta lungimirante molto difficile. Io ero Sindaco di Bra e le posso assicurare che perdere l'ospedale sotto casa, che garantiva comunque le prestazioni ordinarie che un ospedale di Provincia può dare, non è un aspetto che si accetta facilmente.
Però, a mio avviso, è l'esempio che, in qualche modo, attraverso una rinnovata comunicazione della gestione sanitaria piemontese, si possono educare meglio i cittadini. Pensi che il suo predecessore, appena insediato, inviò una lettera al Direttore della ASL per dire che quell'ospedale non andava fatto. La cerchi quella lettera, perché c'è. Non è stata resa pubblica, ma io ne ho una copia. Quella lettera diceva che siccome quell'ospedale era nato fuori dalla programmazione, non andava fatto. Invece, alla fine, quell'ospedale fuori dalla programmazione è l'unico che in qualche modo cerca di segnare la differenza fra un passato che prevedeva di avere ospedali ovunque e un futuro che, evidentemente, ci obbliga a fare delle scelte di razionalizzazione concreta e non solamente nelle parole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Nella nota introduttiva il Vicepresidente Peveraro ha smentito quanto io avevo detto precedentemente, cioè che non c'erano i fondi per l'ospedale. Effettivamente, i fondi per l'ospedale di Novara non ci sono perché la Giunta ha firmato un protocollo di intesa che nulla ha a che vedere con l'accordo di programma.
Solo con l'accordo di programma c'è la possibilità di avere l'erogazione materiale dei fondi. L'accordo di programma non è stato firmato e sicuramente non passerà molto prima che possa esser firmato quindi i 33 milioni di euro non sono disponibili.
Mi spiace per la polemica emersa ma, effettivamente, non c'è la volontà della Giunta a finanziare l'ospedale di Novara. Per finanziare l'ospedale di Novara si utilizzano 33 milioni di euro di cui, una buona parte, erano stati inseriti nella finanziaria 2002 dalla Giunta Ghigo.
L'Assessore avrebbe detto che c'è un accordo con il Sindaco di Novara per la dismissione, ma la dismissione di che cosa? Le aziende dell'ospedale non sono nel Comune di Novara, ce n'è forse una piccola parte, ma una su 23 o 24 aziende, le altre sono in tutte in altri Comuni della provincia per i quali non mi sembra che nessun Sindaco abbia dato disponibilità a firmare un accordo per la vendita dei beni - ancorché non di loro proprietà, ma nel loro territorio - per la realizzazione dell'ospedale.
La volontà di questa Giunta di realizzare l'ospedale di Novara dovrebbe essere quella di stanziare qualche soldo e non di vendere il patrimonio agricolo dell'ospedale per realizzarlo. La volontà poteva essere quella come è stato detto in un colloquio amichevole, di accantonare 20-25 milioni di euro all'anno, per sei anni, su un capitolo prima che l'ospedale di Novara venisse realizzato. A quel punto ci sarebbe stato il gruzzolo, il cash flow per fare un'operazione finanziaria, un leasing finanziaria. In 6 anni, con 25 milioni di euro all'anno, si sarebbero accantonati i 150 milioni di euro che, aggiunti ai 33 che la Giunta Ghigo aveva inserito con la finanziaria, a quel punto ci sarebbe stato effettivamente oltre il 50 di disponibilità immediata e si sarebbe potuto realizzare l'ospedale accendendo un leasing finanziario.
A questo punto si sarebbe potuto cedere l'attuale nosocomio di Novara che vale almeno 50 milioni di euro, si sarebbe acceso un leasing finanziario, molto limitato, salvando la vera struttura della provincia di Novara che è la parte rappresentata dalle aziende agricole dell'ospedale che non sono solo nella città come qualcuno pensa, ma sono dislocate su tutta la provincia, partendo dal confine con la Provincia di Vercelli per arrivare al confine con la Provincia di Milano. Questo sarebbe stata un'operazione importante per salvare un nosocomio importante come quello di Novara che, ricordo sempre, è la frontiera, diciamo in un termine un po' crudo, con la vicina e più forte Lombardia.
Questo è quanto si dovrebbe fare per l'ospedale di Novara. Svendere il patrimonio che le famiglie novaresi hanno lasciato per curare i cittadini di Novara non serve a niente, si fa solo un danno e forse non si riuscirà mai a realizzare l'ospedale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

È evidente, come si è detto prima, che cinque minuti per intervento sono un limite scadente, ma siccome ce li siamo dati noi, una volta tanto cerchiamo di andare d'accordo almeno con noi stessi.Togliamo ogni elemento di polemica non perché non ce ne sarebbe utilità, ma non è questa la sede.
Parto dall'inizio, come lo stesso Assessore se ne sarà resa conto in questa fase di approvazione del bilancio regionale che per l'Assessore è il primo, non c'è stata particolare attenzione sulla parte più importante, se non altro quantitativamente, del bilancio stesso. Le ragioni sono tante credo che sia un errore anche dell'opposizione che, comunque, ha altre modalità per porre attenzione soprattutto alla polemica, qualora questo fosse l'obiettivo, ma credo che sia un errore anche da parte della maggioranza. Lo cito non certo per cercare elementi di frizione, ma per dire una cosa ovvia. Stamattina il tema della sanità è stato uno dei temi importanti, perché un tema centrale del rapporto fra amministrazione centrale e amministrazione regionale. L'Onorevole Morgando, sono certo senza alcuni istinto polemico, ha detto che la spesa sanitaria è fuori controllo. Ma non parlava solamente di quella della Regione Piemonte allargava il concetto e lo generalizzava.
Non credo sia accettabile che lo sia, non credo che sia utile e soprattutto, non credo sia elemento irrimediabile. Provo a partire dall'inizio della sua amministrazione, quando lei sottoscrisse - se dovessi esprimermi in un gergo che non amo dovrei dire portò a casa - il Piano Socio Sanitario che non aveva iniziato. Noi formalizzammo una serie di impegni, politicamente accettabili (tanto è vero che almeno due di questi vennero accettati) molto trasparenti e che, come lei ben sa, fino ad ora non sono stati eseguiti.
Ma non è questo che mi permetto di sottoporre a critica, alludo alla misurazione dei servizi, alludo alla codefinizione, se possibile, degli obiettivi da dare ai direttori generali, alludo al tema - ancora più importante per quello che io penso debba essere un'attitudine - del controllo della spesa non fiscale, non formale, ma sostanziale, che noi definivamo come la ricerca, ma che credo sia già stato oggetto anche di altri interventi. Io la chiamavo della certificazione dei bilanci delle aziende, lo si può definire in molti modi.
Su questi tre punti - due dei quali vennero anche approvati su suo parere positivo, mentre sul terzo c'era, almeno nelle dichiarazioni volontà positiva - non molto è stato fatto. Di questo me ne dolgo non per il non rispetto formale di un impegno, non posso che darle atto di un impegno personale molto alto nell'ambito dell'assessorato difficile che lei presiede. Se vuole una battuta a noi va benissimo - l'ho già detto scherzando fuori da quest'Aula - come state lavorando adesso. Non vorremmo cambiare nulla perché squadra che vince non si tocca, abbiamo già dovuto subentrare al Governo Prodi Prodi a Roma, che, egoisticamente, avremmo preferito continuasse a lavorare per noi; purtroppo, adesso dovremo fare qualcosa anche da soli.
Rimaniamo nell'ambito della spesa: 8 miliardi di euro sono una "cifrona"; lo erano già all'inizio di questa legislatura, quando erano solo 7, e lo erano quando c'era ancora l'Assessore D'Ambrosio ed erano solo 6.
I periodi sono stati improntati da diversi livelli di polemica, ma temo che il tema dominante rimanga lo stesso: l'assenza di un controllo della spesa, secondo noi l'assenza di un controllo gestionale della spesa, e la mancata sottoposizione, nell'ambito di una spesa controllata, delle scelte.
A nostro avviso, soltanto operando delle scelte si può dare priorità ad un modello di sanità piuttosto che ad un altro, premiare le aree e le amministrazioni che denotano particolare rispondenza alle politiche o particolare efficienza e, perché no, punire - il termine non mi sembra affatto inadeguato - amministrazioni che siano comprovatamente e continuativamente inefficaci e inefficienti.
Questo lo si può declinare non soltanto in termini di management delle aziende, ma anche dell'amministrazione delle politiche. Soltanto definendo con chiarezza le politiche - non in termini generici, come, a nostro avviso, è declinato sul Piano Socio Sanitario, pur abbondantissimo di parole, ma declinate all'interno di obiettivi, che, anno dopo anno, vengono assegnati alle singole aziende - è possibile svolgere un controllo da parte dell'amministrazione ed essere discusse e dialetticamente contestate, ove questo fosse utile, da parte dell'opposizione. In questa sorta di dialettica, che, se gestita correttamente, non può che portare ad un miglioramento complessivo, probabilmente, non riusciremmo a porre sotto controllo una spesa che è incomprimibile, ma semplicemente ad indirizzarla meglio. Faccio un esempio, supponendo che lei, oggi, subentrasse all'Assessore alla sanità o, se vuole, questo discorso può essere fatto nei miei confronti: se lei parte con 8 miliardi, di cui lei sa bene che circa il 95-96%, forse il 97%, comunque, una larghissima parte, è spesa corrente con tutti i limiti che ha il tipo di spesa corrente che lei gestisce mentre gli investimenti sono una piccola parte, credo che sarebbe facile convenire, se fossimo al bar o, ancora meglio, in una trattoria sull'eccessività della spesa corrente e dei pochi investimenti. Forse potremmo discutere con quale modalità indirizzare le eventuali efficienze che si producessero e, probabilmente, lì ci divideremmo, perché non è detto che entrambi si abbia la stessa visione della sanità del domani. Su un punto - al caffè - certamente converremmo: un organismo che abbia dentro di sé prodromi di ricerca di efficienza e, ove non li abbia, questi positivi batteri gli venissero innestati di forza da parte della politica, che è il committente di questi gestori, buon Dio, dirci che l'1%, o il 2%, di efficienza sia margine ottenibile - non devo ricordare a nessuno di noi viviamo a Torino, che questa era l'efficienza di base di qualunque trattativa d'acquisto, quando c'era la FIAT e quando c'erano i fornitori parlo di un millennio fa, perché adesso non c'è più la FIAT e non ci sono più neanche i fornitori, rimangono gli azionisti - è richiedibile.
Dopodiché, rispetto a questo 1-2% di efficienza - sto parlando proprio di livelli elementari di gestione aziendale - nessuno penserebbe di risparmiarlo, ma di investirlo e, probabilmente, di nuovo, discuteremmo in quale logica di investimenti.
Concludo: è evidente che occorre misurare in maniera trasparente e semplice il livello dei servizi azienda per azienda, dare alla management delle aziende obiettivi percepiti e percepibili in questa direzione fornire interventi di certificazione dei bilanci, che non di per se stessi garantirebbero il risultato, ma certamente costituirebbero un eccellente limite - un po' come è successo per la patente a punti, che, dopo la sua introduzione, perfino gli italiani, per un po', hanno rispettato un pochino le regole, poi, come al solito, hanno capito che le regole sono fatte per essere scritte e non per essere rispettate e tutto è tornato come prima.
È solo in queste direzioni che si può andare per una sanità più efficace, per chi ne abbia diritto, poi possiamo discutere sul tipo di sanità che, probabilmente, è molto diverso. Certo, non andando in questa direzione si continua ad avere un cotale bilancio, chiunque lo gestisca, e non si creda che chi parla ipotizzi una gestione o gestioni precedenti particolarmente illuminate e illuminanti che, oggi, siano seguite da una particolarmente oscurantista o contraria. A mio avviso, siamo sempre a livelli che ruotano attorno al 5, 5/6, 4/5, peccato che, invece, agiamo nei confronti di un contesto che meriterebbe amplissimi voti e, soprattutto potrebbe essere uno dei motori dello sviluppo di questa regione.
È a questo che la richiamo, al rispetto non formale degli impegni in quanto tale - perché no, ogni tanto rispettare gli impegni dati non farebbe male, anche nella sua Giunta. Soprattutto, rispettando gli impegni verrebbero fuori gli elementi per tutti noi, soprattutto per la sua maggioranza, per procedere utilmente nei mesi che ancora permettono questa legislatura.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Signor Presidente, a mio avviso, come hanno già fatto molti colleghi, è interessante, anzi, è assolutamente necessario partire da alcuni dati.
Per quanto riguarda il primo dato, su cui, a mio avviso, dobbiamo fare una riflessione profonda, ricordo che circa l'85% della spesa corrente di questa Regione viene allocata sulla sanità.
Il secondo dato concerne l'ISTAT, che indica la Regione Piemonte tra le Regioni che, pro capite, spendono maggiormente in sanità.
Il terzo dato si riferisce alle sanità di eccellenza, che non vede la Regione Piemonte al primo posto, pur avendo un dato di spesa piuttosto significativo.
Quindi, dalla scaletta di questi tre dati emerge una prima considerazione: evidentemente, la nostra Regione, che pur investe moltissimo in sanità, non riesce ad ottenere quei risultati di eccellenza che una spesa molto forte dovrebbe anche pensare di poter conseguire.
A questo dato occorre aggiungerne un altro: nel rapporto tra sanità pubblica e sanità privata, la nostra regione non si colloca ai primi posti cioè la nostra percentuale di allocazione di risorse verso la sanità privata è sicuramente inferiore rispetto ad alcune regioni leader in campo sanitario, penso alla Lombardia, ma anche all'Emilia Romagna e alla Toscana. Questa è un'altra riflessione che deve essere introdotta nella riflessione generale per dire che in Regione Piemonte non esiste, oggi, me nemmeno come tradizione, uno spostamento di risorse eccessivo, pesante e superiore, per lo meno rispetto ad una media delle regioni più avanzate dalla sanità pubblica alla sanità privata.
All'interno di questa realtà, che è incontrovertibile, per la quale la nostra regione alloca moltissime risorse di spesa corrente sulla sanità non siamo al top dell'eccellenza sanitaria, in quanto, rispetto all'incidenza della sanità privata sulla sanità pubblica, il rapporto è basso; occorre comprendere dove si vuole andare.
Mi sembra che il progetto relativo a questo quinquennio di gestione della sanità regionale, che era volto a diminuire il peso, in termini di risorse, della sanità, stia subendo qualche momento di stasi, nel senso che la spesa sanitaria continua a crescere. A mio avviso, occorre domandarsi se tale spesa cresce perché è una spesa incomprimibile, perché aumentano le esigenze sanitarie della nostra popolazione o perché quelle sacche di spreco, inefficienza e incapacità di riduzione dei costi non si riescono a toccare. Soprattutto, è una domanda che deve porsi la maggioranza che all'inizio di questa legislatura, aveva fatto di questo tipo di obiettivo cioè il mantenimento della spesa sanitaria e la diminuzione nella stessa in virtù di una migliore allocazione di risorse e di maggiori indici d'efficienza, che a mio avviso non sono stati raggiunti.
Il Piano Sanitario Regionale, rispetto a questa situazione che sinteticamente ho cercato di descrivere, come si pone? Quali risultati sta raggiungendo? Certo, mi si potrà dire che il piano sanitario è stato approvato da pochi mesi e non si può, sulla scorta di questi pochi mesi d'applicazione già dare dei giudizi, ed è un ragionamento che fila e che ci sta.
Ma è anche vero che le tendenzialità di un piano sanitario e dei suoi risultati, già si colgono in questi primi sei mesi. Vediamo che, ad esempio, rispetto alla riorganizzazione del sistema delle ASL, il tanto decantato risparmio di 70-80 milioni di euro stenta, Assessore, a farsi largo. Questo è un primo dato su cui bisognerà pur riflettere.
Abbiamo sconvolto il sistema sanitario di questa regione e l'organizzazione sanitaria di questa regione a livello territoriale - e non voglio qui ritornare sulle vicende della mia provincia, che sono già state descritte dai colleghi in maniera perfetta - soprattutto sull'idea di arrivare ad un risparmio per portare sui servizi le risorse risparmiate in virtù di una diversa organizzazione. Poi vediamo sicuramente dopo quattro cinque mesi di applicazione che questa nuova organizzazione tipo non sta dando quei frutti, anzi le spese di tipo organizzativo stanno sostanzialmente salendo.
Tutto ciò fa sì che la sanità, se non si riesce a trovare una ricetta di contenimento dei costi, diventi sempre più il buco nero, l'idrovora di questa regione, a tutto discapito delle politiche sociali, economiche e di sviluppo che questa regione assolutamente necessita.



PRESIDENTE

Questo era l'ultimo intervento previsto prima dell'intervento dell'Assessore.
Ne approfitto per organizzare i lavori anche di domani mattina. È stato richiesto da parte del Presidente Burzi, indipendentemente dalla durata dei lavori del Consiglio, di effettuare una sospensione, essendo una seduta unica quella di domani dalle ore 10 - naturalmente se si parte alle ore 10 è più facile che si finisca prima - alle ore 13 per consentire all'opposizione di svolgere una Conferenza stampa nella sala dei Presidenti.
Siccome ritengo che possa essere di interesse anche della maggioranza se non ci sono problemi, domani ci sarà una sospensione dei lavori alle ore 13 affinché si possa svolgere la Conferenza stampa preannunciata dall'opposizione, che naturalmente, se la maggioranza lo riterrà opportuno potrà esternare agli organi di informazione.
Ne approfitto, vista la particolare attenzione, per ricomunicare che domani, alla fine dei lavori, conferenze stampa o meno, ci sarà una riunione della Conferenza dei Presidenti per programmare i lavori della prossima settimana.
La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione sanitaria

Ringrazio vivamente i colleghi del Consiglio per l'attenzione che hanno inteso dedicare alla parte del bilancio della sanità, nell'ambito della discussione sul bilancio, e anche per la qualità delle osservazioni che sono state qui proposte.
Mi permetto di fare anch'io una riflessione di carattere generale, come in buona parte è stato negli interventi dei colleghi, con qualche puntuale riferimento a questioni precise, partendo da questa osservazione: è del tutto evidente che l'esercizio della funzione di opposizione in questo Consiglio consente legittimamente ai Consiglieri, da un lato, di segnalare l'andamento della situazione economica, stigmatizzandolo in ordine ad una presunta incapacità di controllare la spesa o di avere una spesa sanitaria fuori controllo in Piemonte come in altre parti d'Italia e, dall'altro lato, però rimarcare il rischio che la qualità dei servizi e delle prestazioni possa essere in riduzione o in aggravamento, causa la volontà dell'Amministrazione regionale di contenimento della spesa.
È del tutto ovvio che questa doppia modalità di valutazione è possibile dalla parte dell'opposizione; dalla parte del governo e al governo viene chiesto di riuscire a controllare la spesa, facendo una buona qualità della spesa stessa, e quindi talvolta tentando delle imprese, che non voglio definire impossibili fino alla fine del mandato, ma difficili a metà mandato sicuramente sì.
Quali sono gli elementi sui quali mi sembra che possiamo svolgere insieme due riflessioni, e l'insieme credo possa travalicare la partecipazione a culture politiche differenti, ma a far convenire su elementi di giudizio comuni? Una prima questione riguarda l'assunzione e la condivisione di dati oggettivi che, in quanto tali, anche se non raccolgono tutta la realtà però ne raccontano una parte difficilmente contestabile, che è l'andamento della domanda di salute e le forme in cui questa domanda di salute si esprime in maniera appropriata e in maniera inappropriata, come il cambiamento della domanda di salute, dato da determinanti oggettive che non possiamo ignorare e che vanno dall'andamento demografico a quello economico.
Credo che almeno due questioni ci possano trovare su un fronte comune dal punto di vista della cultura di un governo, indipendentemente dal segno di questo governo. Da un lato, la corretta interpretazione e il più possibile ravvicinato adeguamento delle risposte ai cambiamenti sociali, ai quali non dovremmo assistere, ma rispetto ai quali dovremmo essere partecipi e di orientamento, e quindi fare emergere che cosa significa anche in termini di organizzazione di servizi e di prestazioni un invecchiamento della popolazione ed una cronicità delle patologie.
Dall'altro lato, essere altrettanto attenti nel comprendere come quello che nella sanità è sicuramente sviluppo ed innovazione, non vuol dire soltanto ricerca, ma vuol dire anche comprensione di spazio di attività produttiva e, in un cambiamento della domanda di sanità, possa essere una risposta adeguata - penso a tutto il tema della residenzialità nella terza età - ma non possiamo permetterci sia una risposta impropria.
Quindi, ragionando di taluni temi - penso a quello delle liste d'attesa se bene fa l'opposizione a stigmatizzare i risultati non ancora sufficienti, dall'altro insieme potremmo porci la questione di come si governa l'impostazione e la formazione dell'offerta. Un'offerta che tende ad essere fortemente induttiva di una domanda e una domanda, quindi, che rischia di essere inappropriata. Tema che penso possa essere di comune cultura.
L'altro elemento, che è quello di come insieme possiamo comprendere l'andamento del sistema sanitario oggi, riguarda una riflessione che qui è tornata ripetutamente in ordine al modo con il quale, essendo contemporanei sul cambiamento della domanda sanitaria, contemporaneamente però siamo capaci di adeguarci a quelle operazioni di allineamento della spesa che permettano una spesa giusta, ma non una spesa fuori controllo o una spesa inappropriata.
Per merito non di chi parla sicuramente, e nemmeno forse di questa determinata fase, l'andamento del sistema sanitario regionale ha caratteristiche sulle quali le operazioni di contenimento della spesa hanno livelli di complessità maggiori che in tutti gli altri contesti regionali.
Credo che anche questo possa essere serenamente valutazione condivisa dalle parti politiche diverse.
Non si tratta di una questione anomala, in ordine a determinati tipi di relazione (pubblico-privato), o in ordine a determinati segmenti di servizi e di prestazioni (la farmaceutica), o in ordine a particolari segmenti di organizzazione del sistema dei servizi, anche se il tema evocato dal Consigliere Guida mi trova particolarmente convinta e consenziente rispetto al fatto che realtà territoriali, connotate anche da modelli di dispersione territoriale, rendono più complesse azioni di organizzazione per livelli di complessità degli ospedali, quindi rendono anche più difficili le operazioni di contenimento della spesa in quella direzione.
La complessità anche del governo della spesa in questa Regione è data dal fatto che le voci che intenderemmo ridurre sono assolutamente intime e strutturali al modello di funzionamento del sistema sanitario e hanno a che vedere con un'anomalia di indicatori e di standard in ordine alle dotazioni organiche, in modo particolare ad alcuni profili delle dotazioni organiche (cito gli amministrativi, per fare un riferimento noto a tutti). Dicevo hanno a che vedere con aspetti come quelli della dotazione del personale e la dispersione della rete dei servizi e delle prestazioni, che difficilmente sono governabili attraverso delle azioni che siano tranchant in ordine ad un determinato segmento o ad una determinata area di interventi.
È davvero un lavoro tutto dal di dentro quello che deve essere compiuto, e questo lavoro tutto dall'interno, che ragiona su modelli organizzativi e su sistemi di acquisti di beni e servizi, è certamente un lavoro - non lo dico come excusatio preventiva - che necessita di tempi di processo che probabilmente non sono quelli medi.
Su questo, credo che onestamente e coerentemente, anno per anno, questa Amministrazione sia chiamata all'appello e all'esame, rispetto a quanto si sta avvicinando all'obiettivo di un contenimento della spesa rispetto alle ambizioni attese e dichiarate, ma altrettanto onestamente devo riferire in questa Assemblea, come ho fatto in altre Commissioni, di come alcune operazioni di carattere strutturale sono operazioni che abbisognano di tempi medi e di tempi medio-lunghi.
Piacerebbe essere valutati sulla tendenza con la quale si mettono in atto questi processi. Difficile, sicuramente impietosi, se l'esercizio si valuta su dati di carattere aritmetico e matematico, che in un breve periodo potrebbero non risultare adeguati alle aspettative. Faccio riferimento a tutta la gestione delle politiche del personale e dei modelli organizzativi.
Poiché questi sono elementi di processo e sono elementi strutturali, e su questo credo potremmo discutere, anche l'idea di governarli attraverso un "mantra" salvifico, che solo riesce ad introdurre la ricetta migliore nei tempi brevi, per ottenere il risultato, è anche questa un'illusione che - comprendo - può sempre perseguita nel dibattito politico sul bilancio di questa serata, con suggerimenti ad adottare alcune tecniche ed innovazioni, ma non necessariamente, se non per la retorica dell'esercizio dell'Aula, possiamo assumere come una soluzione che, in modo pervicace, la maggioranza vuole ignorare e lasciare inascoltata.
Cosa intendo dire? Che molte delle cose qui dette, da quella dell'auditing, a quella della supervisione della revisione dei bilanci, ad una serie di altre questioni che rispondono a strumenti squisitamente di natura tecnica, sono per se stessi, e solo in quanto tali, strumenti capaci di intervenire in quella revisione di carattere strutturale di medio periodo, cui ho fatto cenno prima.
Non si è pregiudizialmente contrari ad adottare anche questi elementi di valutazione, di supervisione e di accompagnamento. Con l'Assessore Peveraro, in particolare, su alcune questioni, anche avvalendoci dell'esperienza degli advisor, che nel rapporto con il Ministero dell'Economia hanno condotto supervisioni ai Piani di rientro, si stanno mettendo a punto alcune ipotesi di collaborazione che ragionino su nodi critici - uno, cui ho fatto riferimento prima, è certamente quello degli standard sulle dotazioni organiche - o che ragionino rispetto ad alcune condizioni territoriali critiche.
Vorrei ricordare che non è solo l'osservazione che permette di trovare la domanda giusta. Noi, credo, in questo momento, se vogliamo trovare una modalità di governare l'andamento della spesa nelle Aziende Sanitarie e se un problema vogliamo attribuirci, è quello forse di non essere ancora stati capaci di porre tutte le domande giuste alle Aziende, per riuscire a interpretare più correttamente gli andamenti dei loro costi economici. Noi abbiamo dato alle Aziende delle indicazioni che reputo giuste; non ne è stata fatta menzione, e lo trovo un po' ingeneroso, ma in questi ultimi mesi le Aziende hanno ricevuto gli obiettivi dettagliati per come sono derivati dal Piano Socio Sanitario. Su questi obiettivi dettagliati Aziende e apicali saranno chiamati a corrispondere rispetto al loro comportamento e al grado con il quale raggiungono il risultato, e questo è un primo aspetto della relazione, un primo modo di controllo di gestione dell'andamento della politica sanitaria regionale.
L'altro modo è di osservare l'organizzazione delle diverse voci di spesa, sapendo porre le domande giuste, perché la questione è andare oltre la definizione di un obiettivo di contenimento, ma quello di interpretare la ragione delle difformità, di capitolo in capitolo, da situazione territoriale a situazione territoriale, cioè fare quell'azione di benchmarking che molto spesso viene qui richiamata.
Può farlo un unico soggetto dall'esterno, con la logica della terzietà capace di osservare e di leggere? Non credo; è uno degli elementi, non è il solo. Come non credo che l'analisi di qualità possa essere affidata ad un'analisi che usa esclusivamente le competenze ragionieristiche di valutazione. La valutazione di un sistema è cosa ben più complessa che non l'osservazione dei suoi conti, e fare riferimento alla valutazione di un sistema significa anche introdurre un punto di vista che è il punto di vista dell'attore cittadino, utilizzatore. Questo, sì, ci vede in ritardo perché il Piano Socio Sanitario aveva previsto moltissimi luoghi di coinvolgimento della popolazione, da quello della costruzione dei Piani locali delle dipendenze a quello della Consulta del forum sulla salute mentale, a quello del coinvolgimento del punto di vista degli utenti anche sui tempi e sulle liste di attesa, che ancora non abbiamo strutturato adeguatamente e che è compito nostro strutturare nel breve periodo, perch non è solo questione di controllo di gestione, ma è anche questione, da un lato, di democrazia, e, dall'altro, di consapevolezza, rispetto al fatto che la salute è un bene comune, come ricordava prima il Consigliere Guida.
Questi sono gli elementi di condivisione, che, nella disponibilità di essere interpellate e sollecitata in sedi più rilassate di quella di un Consiglio regionale che deve approvare un bilancio, mi rendo disponibile ad approfondire e confrontare, anche se possono essere discussioni scomode (sono discussioni molto scomode).
Credo che, per altri versi, il dibattito in questo Consiglio abbia usato anche un po' i toni della acuzie della dialettica politica e quindi su quelli intervengo in maniera reattiva.
Credo che siano state dette alcune cose imprecise, altre volutamente e retoricamente costruite e provo a smontare le imprecisioni e la retorica che non corrisponde ai fatti.
Due questioni, prima di tutto: stiamo dando, in particolare in alcuni contesti territoriali, un'indicazione di compressione, per cui si intende comprimere anziché sviluppare? Direi di no.
Stiamo dando ad alcuni ambiti territoriali l'indicazione di lavorare in una logica di rete; pertanto, prima di aumentare la produzione in una finta illusione di concorrenza e di competizione tra Aziende, si provi a costruire la condivisione tra Aziende.
Questo è sicuramente uno degli elementi di indirizzo del PRR; un elemento di indirizzo che crediamo di saggezza economica, perché, come abbiamo detto più volte, riprodurre in ogni luogo tutte le prestazioni non solo non è possibile sul piano della tenuta economica, ma molto spesso è inappropriato sulla qualità e sull'efficienza della risposta. Casomai, una logica di questo tipo va nella direzione del favore verso le Aziende Sanitarie Ospedaliere e quindi smentirebbe le preoccupazioni sin qui espresse, ad esempio, dal Consigliere Cavallera, il quale, peraltro dovrebbe sapere che l'unica ipotesi autorizzata all'interno del PRR è esattamente quella dell'aumento dell'attività dell'Azienda Ospedaliera di Alessandria, anche in ordine al completamento dell'attività del Borsalino.
Troverei curioso, quindi, che quest'eccezione diventi una colpa o una responsabilità.
Vorrei inoltre ricordare che la sottolineata, attesa e richiamata dotazione tecnologica del PET è uno degli interventi e delle azioni di finanziamento previste nel capitolo in conto capitale iscritto a doppia voce come bilancio dell'Assessore Peveraro e dell'Assessore Artesio all'interno di questo disegno di bilancio.
Così come vorrei rammentare - lo faccio ad abundantiam, perché già i giornali ne hanno parlato - che l'operazione relativamente alla ristrutturazione di Casa Bocchetta di Arona è già oggetto di un impegno nei confronti del Direttore dell'Azienda Sanitaria di Novara, il quale ci sta facendo pervenire lo studio in ordine ai tempi di attuazione dal progetto esecutivo, alla cantierizzazione dell'opera e ai tempi di realizzazione affinché si possa, sui diversi anni, spalmare gli investimenti.
Non voglio certamente sfuggire al fatto che una delle questioni che ho richiamato come strutturale - mi riferisco all'acquisto dei beni e dei servizi - veda parti dell'Amministrazione regionale impegnate a darmi risposte anche con l'organizzazione di nuove funzioni come SCR.
Annuncio in questa sede che in questi giorni l'Amministrazione assumerà un atto deliberativo, realizzato attraverso la collaborazione degli uffici dei Provveditorati e degli Economi, con il quale si definiscono, per diverse tipologie di acquisto, le diverse stazioni di committenza, in un'attenta valutazione di quali possono essere i beni che, per la loro diffusione e la neutralità del loro genere, possono essere acquistati su vasta scala, attraverso un'unica centrale di committenza, e quelli che necessitano di livelli intermedi piuttosto che di livelli esclusivamente aziendali, anche sulla base di una necessità che in sanità è più forte che in qualunque altro luogo e può essere foriera di deviazioni: è quella per cui l'utilizzatore finale deve riconoscere il prodotto che viene utilizzato, pena un elemento di insicurezza nell'esercizio della professione e trasferito, come in sicurezza, nei confronti dei destinatari finali e del paziente; quindi il tema delle dotazioni tecnologiche dell'organizzazione degli acquisti e delle dotazioni organiche. Quando ne ho parlato, ho fatto riferimento, in modo particolare, allo standard anomalo, ma non posso negare gli elementi di difficoltà che ci caratterizzano in ordine a quei profili professionali che sono più vicini alla relazione di cura, ossia i profili infermieristici.
Non è un problema solo piemontese, ma di tutte le Regioni. Il Piemonte forse, è più arretrato di altre Regioni nell'assumere una chiara capacità di riconoscere la responsabilità di chi organizza i servizi infermieristici e, quindi, di definire modelli organizzativi di questa funzione in capo a responsabilità precise.
Siamo pronti ad indicare negli atti aziendali di fine giugno l'istituzione del servizio di Dirigenza infermieristica, che ci sembra un primo elemento di individuazione di una responsabilità e di un'innovazione anche per la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi.
Inoltre, non disconoscendo il valore economico delle proposte che il Gruppo di Alleanza Nazionale aveva addotto alla Finanziaria, e riconoscendo che il tema del salario è tutt'altro che indifferente rispetto alle condizioni di lavoro e a quel tipo di lavoro, l'indicazione delle trattative aziendali per individuare particolari condizioni di esposizione e particolari carichi di lavoro e, con ciò, premiare quella particolare disponibilità, è modalità che oggi abbiamo chiesto ai Direttori delle Aziende di assumere. Non è una risposta generale diffusa, così come non è una modalità organizzata di assumere il problema: me ne rendo conto, perch è un elemento ancora di parzialità, ma è un passaggio in direzione di un tema che riteniamo sia assolutamente centrale e rispetto al quale anche il lavoro della Commissione presumo potrà darci altri contributi.



SPINOSA MARIACRISTINA



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questa non vuole essere una replica, perché so che non sono previste.
Intendevo chiedere un impegno non solo all'Assessore, ma anche al Presidente di Commissione.
Credo che la discussione sia stata utile, non soltanto in merito al bilancio, ma perché dopo l'approvazione del Piano Socio Sanitario l'Aula ha dedicato una sessione a discutere di questo.
Ritengo, inoltre, che alcune indicazioni fornite dall'Assessore siano condivisibili - cioè il fatto che un Piano, come qualsiasi problema, lo si risolva con tempistiche medie - ma credo, altresì, che, nell'arrivare alla risoluzione di problematiche o comunque ad una revisione anche di carattere organizzativo, volte comunque ad introdurre le modifiche che il Piano prevede o nuove politiche, queste si possano fare con una gradualità che deve essere tale. Pongo alcuni piccoli esempi.
È ovvio che nessuno pensa che dal prossimo anno - anche se tecnicamente sarebbe possibile, ma diventerebbe difficile rispetto alle esigenze di tutti - tutta la sanità piemontese potrà andare ad asta informatica, perch conosciamo quelle che sono le necessità ospedaliere e quant'altro.
Crediamo, però, che dei progetti pilota su questo si possano fare. Così come crediamo che relativamente all'aspetto del personale ben vengano gli atti di giugno, che ovviamente valuteremo, sui quali varrà anche la pena fare una valutazione conoscitiva in sede di Commissione, ancorché sia un aspetto legato alla Giunta rispetto alle dirigenze infermieristiche. Credo che, anche in questo caso, prendere delle iniziative (di nuovo sperimentali) per vedere l'inizio di politiche che si vanno ad attuare all'interno della Regione, sia auspicabile, perché se c'é una gradualità deve essere tale.
Io non credo che una gradualità si attui come una macchina che si attrezza per arrivare a regime e, nel momento in cui arriva a regime, dal giorno successivo attua in modo completo in tutte le ASL, le ASO e i poliambulatori piemontesi le nuove modalità.
Per concludere, poiché il dibattito è stato lungo e la relazione ricca crediamo che, come peraltro il nostro Gruppo ha già chiesto in sede di Commissione ma crediamo sia opportuno farlo in Aula, che sarebbe utile terminata la sessione di bilancio, dedicare magari una o due sedute di Commissione per una verifica del Piano (ovviamente sulle cinque linee principali) ad un anno dalla sua approvazione.
Potremmo farlo dopo la pausa estiva o quando il Presidente lo riterrà opportuno.
Noi riteniamo che fare ogni tanto una verifica di quanto è stato attuato rispetto del Piano sia, in qualche modo, interessante, altrimenti il rischio concreto è che, in termini di sanità, ci si occupi delle emergenze, ossia dei casi citati dai giornali; peraltro, tanto l'Assessore quanto i Consiglieri possono anche farne a meno, perché rappresentano le punte di iceberg che vengono a galla, oppure di numeri.
Sono entrambi importanti, ma, né in un caso né nell'altro, sono le modalità con cui ripensare o provare a dare indicazioni sulla riorganizzazione della sanità piemontese.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, possiamo partire dall'articolo 1 con l'emendamento di tipo tecnico.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 109 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Peveraro: "Gli importi indicati all'articolo 1 sono così modificati: previsioni di competenza euro 18.060.751.856,29 previsione di cassa euro 22.368.191.996,06".
La parola all'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Si tratta di un emendamento tecnico. Nel passaggio fra la Commissione e l'Aula gli importi indicati all'articolo 1 avevano già riflesso le variazioni di bilancio che erano già state contabilizzate e affrontate nella sede di dibattito consiliare.
L'emendamento n. 109 modifica i totali sia per la previsione di competenza che per la previsione di cassa, poi sull'articolo 2 vengono modificati per riallinearli. È un emendamento meramente tecnico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Per quanto riguarda gli emendamenti tecnici non abbiamo nulla da rilevare. Tuttavia dobbiamo cogliere l'occasione per dire all'Assessore che noi lavoreremmo meglio se conoscessimo tutto il quadro della manovra.
Ricordo che deve ancora essere presentato qualche emendamento dispositivo per la riduzione degli stanziamenti, secondo la manovra che ha anticipato verbalmente questa mattina. Ritengo che si potrebbe domani mattina, o quanto prima, confrontarci in modo da avere l'insieme delle notizie altrimenti sugli emendamenti tecnici non abbiamo niente da dire.
Lavorerebbe meglio la Giunta e lavoreremmo meglio anche noi avendo il quadro delle carte. Farei questa proposta.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Credo anch'io che sarebbe più opportuno, anche in relazione al fatto che ho la necessità di fare nuovamente un punto della situazione con la minoranza per l'emendamento non tecnico, ma per gli emendamenti che devono essere formati.
Questo lo faremo domani mattina o adesso. Preferirei, se fosse possibile, confrontarci adesso con la minoranza in modo tale che mettiamo a punto quell'emendamento, dopodiché domani mattina si può lavorare in orario e proseguire con gli emendamenti. Se fosse possibile io sospenderei adesso per un incontro.



PRESIDENTE

Se nessuno eccepisce la questione, possiamo chiudere la seduta di questa sera. Domani mattina il Consiglio regionale avrà inizio alle ore 10.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.32)



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