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Dettaglio seduta n.325 del 13/05/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 15.03 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri, Cattaneo e Chieppa.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto di parlare il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Signor Presidente, voglio riallacciarmi a quanto detto questa mattina durante la dichiarazione di voto. Ho chiesto se era possibile avere una copia corretta della legge finanziaria testé approvata, con tutti gli articoli che effettivamente la compongono, visto il dibattito un po' tortuoso che ha portato all'approvazione.
Credo che il Consigliere che si appresta a discutere il bilancio, per parlare di quanto sta avvenendo, debba avere uno strumento veritiero. La prego, Presidente, è importante e, secondo me, propedeutico a tutto il discorso che faremo nelle prossime ore.



PRESIDENTE

Collega Guida, abbiamo già preso atto della sua richiesta, stiamo provvedendo, ovviamente il lavoro non era così immediato, però contiamo di fornirgliela quam celerrime.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, lei si ricorderà senz'altro che abbiamo chiesto all'Assessore Peveraro di fornire copia di documentazione. L'Assessore ha detto che sarebbe stata pronta per ieri, se non sbaglio, e non l'avevamo chiesta oggi per ieri, l'abbiamo chiesta giorni fa per i giorni successivi.
Da parte nostra, sono valutazioni importanti e, potendo compromettere la comprensione dello svolgersi dei fatti amministrativi e gestionali all'interno delle aree finanziarie, noi avremmo piacere di avere questa documentazione, l'Assessore faccia una sforzo.
Chiederei anche al Presidente di esprimere un giudizio su questa vicenda e di unire la sua sollecitazione alla nostra. Qui, ovviamente, ci sono ruoli ben precisi, al di là delle persone che sono tutte stimatissime e impegnatissime nello svolgere il loro compito, però, per proseguire nei nostri lavori, abbiamo chiesto della documentazione, che non arriva, cosa dobbiamo fare? Parliamo di ruoli nostri, noi siamo all'opposizione chiediamo della documentazione, la Giunta non ce la fornisce, il Presidente, in qualche modo, si interessi per farcela avere.



PRESIDENTE

Collega Cavallera, in questi casi mi faccio sempre carico di raccogliere le istanze dei Consiglieri.
Il Vicepresidente Peveraro ha appena confermato che nel corso della giornata ci fornirà il materiale, quindi, vista la serietà del nostro interlocutore, confido che questo impegno verrà assolutamente mantenuto.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Nel merito - in modo che tutti i colleghi siano informati - c'è stata una riunione informale tra maggioranza e minoranza, nella quale abbiamo ascoltato le riflessioni della maggioranza; poi, abbiamo chiesto alcuni minuti affinché i Gruppi di opposizione potessero confrontarsi.
Ci dispiace che l'impostazione che, in questo momento, la maggioranza sta dando al tema sia giudicata da tutti i Gruppi di opposizione, pur con diversi accenti, insoddisfacente e la riassumo affinché nessuno si ponga delle domande. Peraltro, apprezziamo che passettin passettino la maggioranza si avvii nella direzione che noi riteniamo utile non a noi, ma ad una maggiore sobrietà del bilancio, quindi al Piemonte, essendo arrivati a 85 milioni. Francamente, non perché la cifra sia esigua, perché sono pur sempre 170 miliardi delle vecchie lire, ma speravamo, dopo la discussione che pur ha toccato temi molto eterogenei, avesse non soltanto informato anche coloro che non lo erano del tutto, ma convinto la maggior parte delle persone che lo spazio per una maggiore sobrietà sul punto di equilibrio del bilancio potesse essere maggiore. Onde non ci siano dubbi, visto che la richiesta da parte dei Gruppi di opposizione era di 500, dico anche cosa ci saremmo aspettati. Ci aspettavamo che qualcuno dicesse 250, poi, visto che nelle parole del Vicepresidente gli spazi per un successivo controllo, in termini di monitoraggio degli impegni da verificarsi sull'assestamento erano già stati dichiarati, li avremmo volentieri presi in carico e, visto che l'assestamento si fa sulla base del consuntivo, che è già stato approvato dalla Giunta, sulla base dei residui approvati il 31 marzo sarebbe anche stato un impegno che avremmo preso a breve.
Riteniamo che 85 sia una cifra non insoddisfacente per l'opposizione ma insoddisfacente per il Piemonte, quindi chiediamo che inizi la discussione generale sul bilancio. Nell'ambito della discussione generale argomenteremo degli emendamenti, cercando di convincere l'Aula che l'impostazione di maggiore sobrietà, su cui, ormai, da alcuni mesi facciamo leva, possa essere la più convincente per tutti. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Signor Presidente, non posso che confermare quanto appena detto dal collega Burzi e dire anche che abbiamo dato disponibilità a iniziare la discussione generale, quindi a non procedere alle inversioni che già erano state presentate, però il termine è questa sera. Vale a dire che se entro questa sera arriveranno altre proposte, noi volentieri ci presteremo ad ascoltarle.
Come ha già detto il collega Burzi, per noi la proposta di 85 milioni è assolutamente insoddisfacente. Quindi, oggi, quale segnale di correttezza facciamo la discussione generale, domani vedremo cosa fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, con rammarico abbiamo preso atto, dopo l'approvazione della legge finanziaria, che la Giunta non ha alcuna intenzione di andare incontro, se non in minima parte, alle richieste delle minoranze. Entriamo pure nel merito del bilancio, impiegheremo il tempo che sarà necessario ad approvarlo, ma lo analizzeremo con molta attenzione punto per punto e argomento per argomento.



PRESIDENTE

Collega Guida, lei è già intervenuto sull'ordine dei lavori.
La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Volevo ringraziare lei e gli Uffici avendo ricevuto copia, ovviamente provvisoria, di quanto richiesto, insomma, è il lavoro che si può fare dopo alcune ore soltanto dall'approvazione. Siccome non voglio apparire un privilegiato, avendo fatto richiesta solo per me, credo che ogni Capogruppo, o comunque ogni Gruppo, dovrebbe averne una copia, almeno chi la chiede.



PRESIDENTE

Collega Guida, le comuni origini fanno sì che ci sia un particolare clima, faremo sì che tutti quanti, a richiesta, ne vengano forniti.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 505 inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008" e "Bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2008 2010"


PRESIDENTE

Colleghi, procediamo con l'esame del disegno di legge n. 505: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale 2008 2010".
La parola al relatore, Consigliere Stefano Lepri.



LEPRI Stefano, relatore

Cari colleghi, introduco la relazione al bilancio, ricordando le cifre generali della manovra. Il Bilancio di previsione 2008 pareggia entrate e spese a circa 18 miliardi di euro.
In modo più preciso, 18.064.001.856,29 in termini di competenza 22.371.441.996,06 in termini di cassa. Al netto dei conti d'ordine e delle partite di giro, che ammontano a circa 6 miliardi, possiamo sintetizzare la manovra dicendo che si assesta intorno ai 10 miliardi di previsione di spesa corrente e a 1,8 miliardi di spese di investimento, per un totale di 11, 8 miliardi.
Per far fronte in modo particolare alla differenza tra gli investimenti e le entrate previste sono previsti nuovi mutui e prestiti obbligazionari quindi un incremento dell'indebitamento per un miliardo e 700 milioni circa.
Vogliamo ricordare come gli ammortamenti per i mutui e le obbligazioni siano tutti coperti, nonostante vi siano delle anticipazioni che lo stesso collega Burzi ha testé ricordato rispetto all'entità prevedibile dell'indebitamento, in riferimento a considerazioni che però farò in seguito.
L'avanzo del 2007 ammonta a 208 milioni di euro, che viene utilizzato a parziale copertura del fondo di riserva per spese derivanti da economie su fondi statali vincolati e a copertura del fondo spese investimento derivanti da economie su fondi statali vincolati.
Dei circa 10 miliardi di euro stanziati di spesa corrente, 8 - sempre per arrotondamento - sono riferibili alle spese sanitarie. Quindi, in sostanza, 4/5 della spesa corrente della nostra regione sono attribuibili sono stanziati per spese di ordine sanitario e socio-sanitario.
In particolare, guardando le entrate, sempre commentando le voci in via generale, registriamo come siano previsti 8,8 miliardi di euro di entrate per tributi propri e quote di tributi statali; 1,4 miliardi di euro di trasferimenti dall'Unione Europea e dallo Stato; 1,7 miliardi per accensione di mutui e obbligazioni, per un totale previsto di entrate di 11, 9 miliardi circa, cui si aggiungono 160 milioni di Fondi europei per energia e competitività, 180 milioni per la formazione professionale, 140 milioni circa per l'agricoltura.
La sanità è finanziata in modo prevalente attraverso il Fondo nazionale; in più è finanziata con l'addizionale IRPEF (circa 300 milioni) con il bollo auto (460 milioni), accise, benzina ed altri.
Quanto ai crediti, la posizione - almeno al momento dell'approvazione in Commissione - registrava oltre un miliardo e 100 milioni di crediti verso lo Stato relativi all'IRAP (860 milioni), il disavanzo sanitario del 2004 (274 milioni) e la quota addizionale IRPEF.
Registriamo, in questo dibattito - naturalmente quest'introduzione avrà un seguito sul tema - la difficoltà al recupero di questi crediti, anche se in questi ultimi sei mesi c'è stata sicuramente una diminuzione dei crediti verso lo Stato, che confidiamo possa continuare anche con il nuovo Governo.
E' evidente come la posizione creditoria incida sullo stock dell'indebitamento; una delle ragioni dell'aumento della posizione debitoria che prima ricordavo - quest'anno, si accenderanno mutui e obbligazioni per circa 1,7 miliardi - è certamente attribuibile anche all'esposizione creditoria che può vantare l'Amministrazione regionale.
Confidiamo anche - e naturalmente sarà oggetto di discussione, sono stati presentati ordini del giorno in proposito - in modifiche del sistema di finanziamento regionale attraverso quello che viene chiamato "federalismo fiscale".
Gli investimenti previsti sono circa - come ho già detto prima - 1,8 miliardi di euro. Le voci più significative: il patrimonio della Regione la programmazione negoziata, l'ambiente, la viabilità, l'assetto idrogeologico, lo sviluppo delle piccole e medie imprese e la sanità, che quest'anno vede un incremento significativo degli importi stanziati in voce "spesa di investimento" per circa 220 milioni.
Tuttavia, è ragionevole ritenere - e qui manca il collega Burzi, ma ci sono altri colleghi che potranno riferirglielo - che, come negli anni passati, non tutto lo stanziato - almeno per quanto riguarda la voce degli investimenti - sarà effettivamente impegnato. Ciò è coerente con l'impegno che abbiamo assunto per rispettare anche il prossimo anno il Patto di Stabilità, che deve attestarsi su quanto impegnato nel corso del 2007, cioè all'incirca 3 miliardi di euro più la piccola cifra di inflazione che viene riconosciuta per restare nel Patto di Stabilità.
Noi stanziamo, mettendo insieme spesa corrente e investimenti, circa 3,8 miliardi di euro, ma vedendo le prassi degli anni precedenti abbiamo motivo di ritenere che, nonostante le previsioni, la coerenza tra previsioni ed effettiva capacità di governo, non tutto ciò che è stanziato sarà impegnato, cioè vi sarà una fisiologica percentuale, ragionevolmente intorno al 5% di spesa corrente che non sarà impegnato e un 30-40% di spesa per investimento ragionevolmente non impegnata. Tra l'altro, questa scelta di politica di bilancio è ragionevole.
Prima il collega Burzi faceva appello ad una maggiore sobrietà. Non di imprudenza si tratta nello stanziare spese di investimento in misura superiore all'effettivo impegno; è una scelta di buon'amministrazione quella di prevedere stanziamenti, in modo particolare per gli investimenti in misura superiore agli effettivi impegni, perché ciò può consentire nel corso dell'anno di individuare quelle scelte di investimento che registrano lo stato di avanzamento nella progettazione più avanzato che quindi possono essere cantierati.
Questa politica di bilancio - ripeto - ci pare ragionevole. E' fisiologico che non tutto ciò che è stanziato in bilancio di previsione possa essere impegnato e quindi, con questa logica, c'impegniamo sicuramente - e lo faremo - a rispettare anche quest'anno il Patto di Stabilità.
Quanto all'indebitamento, ho già ricordato che l'incremento dell'indebitamento previsto ammonta all'incirca a 1,7 miliardi, che si aggiungeranno ragionevolmente allo stock di 3,6 miliardi. Quindi è verosimile ritenere che nel corso del 2009 si potrà raggiungere confidiamo - una riduzione del volume dei crediti, ma, se restasse intatto il livello di crediti che prima ho ricordato, dovremmo raggiungere una cifra di indebitamento intorno ai 5 miliardi di euro.
Il commento è evidentemente necessario. Se le entrate correnti coprono le spese correnti, includendo anche gli interessi passivi e la quota degli ammortamenti e quindi corrispondono alle entrate correnti, c'è stabilità anche se aumenta il livello di indebitamento. Lo ricordo in modo particolare ai relatori che hanno opposto osservazioni alla proposta della Giunta.
evidente che il prossimo anno saremo chiamati, in forza del maggiore investimento e del maggiore indebitamento, ad accertare delle quote di ammortamento più significative di quelle che registreremo quest'anno, ma dal punto di vista dell'equilibrio complessivo finanziario e gestionale riteniamo che questo bilancio sia in equilibrio, in modo particolare in riferimento all'inevitabile differenza tra gli impegni e lo stanziato.
Quanto alla spesa corrente, vogliamo ricordare che, diversamente da quello che certa propaganda intende rappresentare, la spesa al netto di quella sanitaria in questi ultimi anni - invero anche negli anni precedenti all'Amministrazione di centrosinistra - viaggia sostanzialmente al tasso di inflazione.
Ciò che cresce molto più del tasso di inflazione è la spesa sanitaria spesa che purtroppo cresce a ritmi superiori al tasso di inflazione non solo nella nostra Regione, ma un po' in tutta Italia.
Naturalmente, non siamo esenti da una forte attenzione rappresentata in più occasioni in quest'Aula verso il contenimento della spesa sanitaria.
Ricordo fra tutte le scelte di accorpamento delle Aziende sanitarie locali i piani di recupero e di rientro, altre misure come ad esempio l'accentramento delle centrali di progettazione con SCR; certamente non è questione secondaria e sarà sicuramente impegno della nostra Giunta lavorare per tenere sempre sotto controllo la spesa corrente che, in questa sede, viene prevista in via previsionale.
Le questioni cruciali - vado verso la conclusione - che nel corso dei prossimi anni troveranno attenzione riguardano la gestione della tesoreria e della liquidità. Ho già ricordato l'impegno, che non dipende solo dalla Regione, di ridurre l'esposizione creditizia e i disinvestimenti mobiliari (e questo credo sia un impegno da affrontare con più determinazione, in modo particolare per liberare risorse per gli investimenti in sanità); lo sviluppo di centrali d'acquisto e di progettazione (ho citato SCR per tutte). In generale, l'impegno per incrementare gli investimenti.
Mi rivolgo al collega Burzi, in particolare, che su questa vicenda tornerà anche con una certa a lui riconosciuta vis polemica: è difficile poter mettere insieme i suoi due argomenti. Lei non può al contempo rappresentarci la difficoltà a fare molti investimenti o, in altri termini la nostra propensione a spendere troppo di spesa corrente rispetto al volume degli investimenti e, al contempo, dirci che siamo troppo indebitati.
C'è una terza sola strada per mettere insieme queste due attese, cioè quella di aumentare il livello di autofinanziamento, ovvero di ridurre le spese correnti.
So che su quest'ultimo tema, la sensibilità, almeno sulla carta, è maggiore di quella che poi nei fatti anche la minoranza è in grado effettivamente di rappresentare.
Sicuramente saremo attenti - e l'ho già ricordato - ad aumentare il livello di autofinanziamento, in modo particolare attraverso le dismissioni patrimoniali. Questa mi pare una strategia importante che andrà seguita e che noi riteniamo meritevole di sollecitazioni, poiché ritengo che il centrodestra, la minoranza ci rappresenterà questa attesa. In altri termini, possiamo fare più investimenti anche attraverso dismissioni di ordine patrimoniale.
Concludo, ricordando i titoli più importanti delle spese che sono finanziate con questa manovra. Ricordo che quest'anno è contenuta la copertura per la manovra relativa all'addizionale IRPEF che - come noto prevede l'ampliamento dei beneficiari per la riduzione dell'addizionale IRPEF; quindi, i redditi da 11 mila a 15 mila euro non avranno più l'incremento di addizionale IRPEF che era stata prevista, per cui pagheranno lo 0,9% di addizionale IRPEF. E' dunque prevista la copertura per il minor gettito.
Così come sono previste le risorse per altre manovre di gran rilievo ad esempio la copertura delle risorse per aiutare ed assistere i lavoratori in condizioni di precarietà che hanno perso il reddito da lavoro per cause legate al venire meno del proprio posto di lavoro. E' prevista anche la copertura dell'altra manovra importante realizzata alla fine dello scorso anno, cioè l'estensione del numero di beneficiari dell'esenzione dal pagamento del ticket sui farmaci.
Tutte queste manovre e tutte queste leggi, che - ricordo - sono per titoli, sono le più importanti, e lo ricordo in modo particolare non tanto per i colleghi Consiglieri, quanto per chi ci ascolta e di altri.
Ricordo una cinquantina di titoli sulle leggi più importanti, che anche quest'anno saranno finanziate, se il bilancio sarà approvato: "Contributi integrativi per la realizzazione del POR (Progetti Europei 2007-2013)" "Contributi per la formazione professionale"; "Contributi per l'avvio del piano di sviluppo rurale"; "Fondo regionale trasporti Province e Comuni" la nuova legge per il diritto allo studio, il fondo servizi sociali, il fondo ai Comuni per il sostegno alla locazione, il fondo per la gestione associata e la fusione dei Comuni; l'erogazione alle ASL e alle ASO per le spese correnti; l'integrazione per coprire i livelli essenziali di assistenza; la copertura delle risorse per il funzionamento dell'Arpa; la copertura - e questo è molto importante ed è un'altra novità - della legge sul diritto allo studio e la libera scelta educativa; la copertura del servizio di trasporto ferroviario regionale e locale; la copertura del fondo regionale per i trasporti pubblici locali; gli investimenti in materia rotabile; il fondo per la crisi dei settori industriali; i contributi ad enti culturali, alle associazioni sportive; il nuovo palazzo della Regione; la copertura delle procedure informatiche e software; i contributi per le opere idrauliche; la messa in sicurezza delle aree inquinate; il fondo per la montagna; il fondo per la collina; il programma "10 mila alloggi"; il fondo per l'artigianato; il fondo per il commercio; i bandi per l'edilizia agevolata; la legge sui piccoli Comuni (altra legge che abbiamo approvato e che è finanziata).
Voglio ricordare, in modo particolare, che tutte le leggi contenute nell'allegato A) sono finanziate, anche quelle approvate nel corso del 2007. Nello specifico, ricordo tra tutte la nuova legge sul diritto allo studio e la legge sulla sicurezza.
Questo mi pare, in sintesi, il quadro proposto dalla Giunta, sostenuto dalla maggioranza e che portiamo da oggi alla discussione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Lepri.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Credo che il collega Lepri, in qualche modo, abbia cercato di "riverniciare" l'edificio del bilancio, rimettendolo un po' a nuovo da un punto di vista estetico. Sappiamo benissimo, però, che vi sono tutta una serie di criticità già emerse in sede di discussione della legge finanziaria.
Visto che tutti i salmi finiscono in "gloria", e dal punto di vista finanziario il "gloria" è il pagamento, abbiamo visto che, a livello di operatività e di flussi di cassa emergono grandissime difficoltà, tant' che siamo stati scavalcati persino dalla maggioranza, non so se a destra o a sinistra, nel dire che occorre costituire un fondo per sostenere le imprese che ricaverebbero un danno economico da una simile situazione, che non è solamente momentanea, ma consolidata, direi quasi incancrenita.
Per cui, sotto questo profilo, abbiamo un'ulteriore dimostrazione che sarebbe stata necessaria una svolta; svolta che l'Amministrazione regionale non ha potuto intraprendere, anche se sono convinto - ho avuto modo anche di constatarlo nelle discussione in sede di Commissione - che forse lo avrebbe voluto lo stesso Assessore.
Ma una maggioranza che è maggioranza in Regione, ma non lo è più a livello nazionale e che comunque (è emerso anche qui) su alcune scelte di fondo la pensa in modo diverso... Ma lo dico in assoluta trasparenza perché qui non si va alla ricerca del cavillo; ci sono delle scelte che alla fine emergono.
Mentre interveniva il collega Lepri leggevo i macro dati relativi alle spese. Si rileva che gli interventi in campo economico dal 2007 al 2008 passano da 1 miliardo e 60 a 1 miliardo e 133; gli interventi di tutela e valorizzazione del territorio da 1 e 237 scendono a 1 e 76. I servizi alla persona da 8 miliardi e 700 scendono a 8 miliardi e 400. Noi sappiamo che comunque i fondi sanitari comunque hanno un livello che è assicurato anche nei trasferimenti; ciò significa che gli altri interventi finanziati con fondi regionali ovviamente segnano il passo.
Non dico che sia aprioristicamente da buttare un'impostazione del genere, però, oggettivamente, si rileva un intervento dal punto di vista economico - auguriamoci l'efficacia di questi interventi collegati anche ai Fondi Europei, sia agricoli che in campo industriale e produttivo - ma, per quanto riguarda gli interventi sul territorio e i servizi sociali, dobbiamo segnare il passo.
Questa criticità è emersa anche da alcuni accenti che abbiamo sentito da colleghi della maggioranza. Se analizziamo con un certo criterio i tanti dati che ci sono nel bilancio, troviamo le risposte che ci attendiamo.
Possiamo affermare senza temere smentite che quella svolta era, è e sarà sempre più necessaria, proprio perché il quadro delle risorse è quello che è. Naturalmente non è consigliabile continuare in una strada di incremento dell'indebitamento, perché poi possiamo ricorrere a tutti gli artifizi che vogliamo - contenere le rate di ammortamento in piani di restituzione ventennali o trentennali, piani che prevedono in questi e nei prossimi anni una cifra contenuta di esborso - ma comunque verrà il momento in cui il finanziamento dovrà essere rimborsato e graverà su qualche generazione e comunque sui cittadini piemontesi.
Sotto questo profilo, non intendo riaprire in questa sede la discussione, ma prenotare quantomeno un approfondimento da effettuare nelle sedi opportune, perché è giusto, in previsione anche di una prossima campagna elettorale sia amministrativa che regionale, che i cittadini piemontesi conoscano non solo l'ammontare del debito, che è in crescita, ma sappiano anche che a cinque, dieci, quindici o venti anni avranno da pagare una serie di oneri.
Se tutto questo si traducesse in investimenti assolutamente indispensabili, a loro volta forieri di un rilancio dello sviluppo, volto a ricollocare la nostra Regione all'interno del concerto delle maggiori regioni europee impegnate verso lo sviluppo, allora potremmo ancora esprimere un giudizio complessivamente positivo. Però, sotto questo profilo, anche per una serie di difficoltà interne alla maggioranza possiamo dire che tante iniziative in qualche modo segnano il passo.
Adesso, addirittura, emergono valutazioni diverse in ordine a determinati elementi. Prendiamo, ad esempio, le infrastrutture: sappiamo che vi è un'area del PD che ha un atteggiamento confrontabile, e comunque di impegno, di un fronte piuttosto che di un altro, nel realizzare determinate opere; mentre ci sono aree nella maggioranza che non vogliono queste infrastrutture, o comunque puntano ad uno sviluppo sostanzialmente alternativo.
Visto che in questa sede, complessivamente, non è possibile raggiungere l'obiettivo, auspichiamo che una serie di emendamenti o di ridefinizione di priorità possono migliorare, se non cambiare, il bilancio.
In ultimo, farei ancora un ragionamento in ordine al Patto di stabilità. A mio avviso, dovremmo chiedere all'Assessore Peveraro - in un rapporto corretto tra Giunta e Consiglio - un documento allegato, una dimostrazione preventiva e scritta da allegare al bilancio, visto che la legge n. 7 comunque non prevede nulla di particolare. È stato anche annunciato, da parte del nostro Gruppo, che verrà il momento di presentare una proposta di modifica della legge n. 7. Nel frattempo, però, credo che sia un nostro diritto sapere come ci si comporterà. Qualcosa è giù stato detto, ma per adesso abbiamo il bloccato il 10% per ogni capitolo.
Naturalmente, il collega Lepri si è messo a vento, dicendo: "Storicamente abbiamo un - 5% sulle spese correnti e un 30% o 40% sul Titolo II degli Investimenti". Certamente. In termini consuntivi andremo a verificarlo.
Però - permettetemi - credo che interessi anche a voi. Io vorrei sapere, effettivamente, dove e come la Giunta regionale, come organo collegiale, la Presidente, come responsabile della sintesi politica e amministrativa, l'Assessore al bilancio, come responsabile anche del rispetto del Patto di stabilità, daranno indicazioni (o le hanno già date io mi auguro). Queste indicazioni devono diventare un allegato, un comma un punto della delibera di approvazione del bilancio. Credo sia assolutamente necessario in un rapporto trasparente e corretto.
Concludo dicendo che non è, a mio avviso, accettabile, per quanto riguarda il patto di stabilità, che si dica "fidatevi di noi, a consuntivo dimostreremo che l'avremo rispettato". Certamente, io posso tarare l'acceleratore per non superare una determinata velocità, ma rischio di commettere dei guai. Magari in un settore ho bisogno di impegnare tutto, in un altro posso segnare il passo un po' di più.
Queste sono scelte discrezionali che compete alla Giunta di attuare, ma la cui discrezionalità risiede in questo Consiglio, in termini almeno di indicazioni, di indirizzi e di criteri che devono essere definiti.
Sotto questo profilo ritengo non completo il bilancio che ci è sottoposto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Mi riallaccio ad una parte dell'intervento del Consiglio Lepri. Un intervento, come sempre, fatto in punta di piedi, circoscritto e preciso.
Tuttavia, mi dispiace doverlo contestare su una riflessione che ha fatto, quando diceva che c'è il pareggio sulle spese correnti, sugli interessi passivi, sugli ammortamenti, quindi che c'è stabilità e che l'indebitamento, invece, avverrà solo per le spese in conto capitale. Non credo che possa essere una grande soddisfazione essere giunti a questa conclusione. Non vediamo, invece, una grande spinta propulsiva sul piano degli investimenti come, soprattutto, una vera volontà di contenimento delle spese correnti. La gente, l'opinione pubblica vuole soprattutto questo, in questa fase storica che la Regione Piemonte, ma anche la Nazione italiana, sta attraversando. Ne ha dato un esempio lo stesso Governo recependo un'indicazione nella scorsa legislatura, quella di un contenimento della spesa per la gestione dell'esecutivo...



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri che non sono interessati di accomodarsi fuori dall'aula.



PEDRALE Luca

Riprendendo il discorso.
Ci saremmo aspettati, in questo bilancio, un segnale forte come c'è stato in questi giorni a livello nazionale. Una riduzione sulle spese per il mantenimento delle istituzioni, così come a livello nazionale ci sono stati meno ministri e meno sottosegretari.
Ci saremmo aspettati un qualche segnale in terra piemontese. Spesso viene ricordata la sobrietà della sabauda ma, in questo caso, non l'abbiamo vista. Si poteva dare il segnale della riduzione di almeno un Assessorato visto che, per voci e opinioni che arrivano dagli stessi banchi della maggioranza, alcuni Assessori o alcune deleghe di alcuni assessorati vengono ritenuti di scarso peso e di scarso ruolo. Si poteva dare un segnale accorpando alcune deleghe assessorili, almeno ridurre o eliminare un assessorato esterno.
Mi ricollego a questo perché voi, purtroppo, siete stati i campioni della spesa pubblica per il mantenimento della macchina regionale avendo voluto, la Presidente Bresso, tutti assessorati esterni, quindi raddoppiando le spese che, annualmente, questa Regione e i cittadini piemontesi devono pagare per un vezzo che, ancora oggi, non abbiamo completamente capito. Nel passato abbiamo utilizzato la figura dell'Assessore esterno solo in determinate occasioni, soprattutto nel campo della sanità dove c'era bisogno, in determinati momenti, di una figura più tecnica, per il resto abbiamo sempre cercato un collegamento diretto fra il corpo elettorale e l'esecutivo.
Questo ha sicuramente garantito maggiore rappresentanza e democrazia presente in quest'aula, quindi anche più collegamento verso il territorio più vicinanza ai veri problemi della gente e, contemporaneamente, anche un minore dispendio di risorse.
Con voi si è ribaltata, purtroppo, la situazione, pazienza i primi anni, ma pensavamo che quest'anno, proprio perché l'opinione pubblica nazionale, il momento storico nazionale impone a tutti un forte senso di responsabilità, quindi anche una riduzione e un contenimento delle spese un segnale significativo poteva essere dato in questa direzione.
Purtroppo, non c'è stato nessun segnale particolare nella riduzione della grande macchina di comunicazione, che sono le spese di comunicazione collegate alla Presidenza della Giunta regionale. 25 milioni di euro sono veramente molte le risorse e potevano essere magari ridimensionate, spese meglio. Magari una parte di queste, poi ci torneremo nella discussione dell'articolato dell'allegato del bilancio, ad esempio, potevano essere utilizzate per finanziare maggiormente le liste di attesa per gli anziani non autosufficienti. È un problema che persiste in questa regione. Gli abbiamo dato una prima risposta, seppure parziale, esattamente un anno fa con una delibera del Consiglio regionale che poi è stata ripresa dalla Giunta regionale, una delibera chiamiamola bipartisan perché portata avanti sia da una parte che dall'altra di questi banchi, di quest'aula, ma questo non c'è stato.
grave anche la presenza di emendamenti da parte dell'opposizione che invece, andavano in questa direzione. Avevamo chiesto di riservare una quota del 50% dei futuri posti letto per anziani non autosufficienti, da riservare alle strutture pubbliche, ma questa proposta è stata bocciata.
Come anche avevamo chiesto un contributo da parte del bilancio regionale alle spese di gestione delle strutture residenziali pubbliche per i costi di gestione. Anche questo emendamento è stato respinto.
Chiedevamo, quindi, da un lato, di contenere la spese e, dall'altro, di qualificarla meglio verso le istanze che vengono dal territorio e dalla comunità piemontese. Al momento nulla è stato fatto, speriamo che nelle prossime ore il buon senso prevalga.
Avevamo chiesto una riduzione di 500 milioni della spesa del bilancio regionale, al momento l'offerta di 85 milioni ci sembra troppo poco irriguardosa verso le nostre richieste, ma soprattutto, al momento attuale dove l'opinione pubblica vuole un contenimento della spesa pubblica, vuole sobrietà, vuole una riduzione dei prelievi fiscali, vuole una buona amministrazione.
Noi, come dicevo in apertura di intervento, in passato, come piemontesi, forse avevamo dato dei buoni esempi, oggi non mi pare che siamo degni di questa tradizione.
Come anche la qualificazione della spesa del bilancio regionale. Ci saremmo aspettati di vederla anche nell'indirizzare, nel togliere risorse da settori non strategici, non fondamentali, di dirottarli, a favore, ad esempio, della legge regionale sulla sicurezza.
Una legge che noi dell'opposizione abbiamo salvato. All'inizio della legislatura voi volevate sopprimerla: noi l'abbiamo salvata e l'abbiamo anche migliorata nel corso della discussione e dell'approfondimento dei vari articoli avvenuti alcuni mesi fa.
A questo punto, verrebbe facile parlare della sanità, perché, specie in alcune province del Piemonte, ci sono ancora ferite recenti e pesanti, che sia nella legge finanziaria che all'interno delle pieghe del bilancio non trovano risposte adeguate.
Vi erano, vi sono e temo che vi saranno ancora, in particolare, due emergenze: per quanto riguarda un'ospedalità territoriale insufficiente e inadeguata, specie in alcune province periferiche, sono state chiuse piccole strutture ospedaliere, ma al loro posto non è sorto nulla, c'è il deserto, perché sono stati chiusi i punti di primo soccorso e i centri di riabilitazione. Noi pensavamo, anche in base all'approvazione della cornice del bilancio socio-sanitario, che ci sarebbero state date risposte precise.
Invece, sono state date risposte tardive sulla Città della salute di Torino e nessuna risposta per le altre zone del Piemonte.
Gli ospedali di comunità, tra l'altro, sono strutture che costano poco e sono già state brillantemente realizzate nella passata legislatura dalla Giunta regionale di centrodestra in alcune realtà, così come anche in regioni amministrate dalla sinistra. Ebbene noi ci saremmo aspettati che proprio in questo momento, dove è necessario ridurre e qualificare la spesa la si qualificasse puntando, appunto, su investimenti di scarso onere, ma di grande efficacia sul territorio, rispetto a queste strutture non particolare costose, che consentono, da un lato, di decongestionare i grandi ospedali di Torino e di Novara e, dall'altra, contemporaneamente di rispondere alle esigenze dei cittadini.
Questo non è avvenuto, speriamo - temo sarà una speranza vana - venga in qualche maniera, significativamente dato un qualche segnale in queste ultime ore, o giorni, di discussione del bilancio.
Concludo rivolgendomi al caro amico Assessore Peveraro: lei in questo bilancio aveva la grande occasione, non solo di ridurre le spese, ma di aumentare le entrate, senza aggiungere un euro in più di tassa o di tributi, con la manutenzione corretta dei corsi d'acqua, utilizzando una deliberazione della Giunta regionale Ghigo, che impone a chi pulisce correttamente i fiumi di pagare un onere. Quindi, questi introiti sarebbero andati alla Regione Piemonte, che avrebbe potuto reinvestirli sul territorio, riducendo la spesa.
Il Piano regionale di pulizia dei fiumi, preciso al metro cubo rispetto agli inerti da portare via Comune per Comune, è fermo da tre anni, nulla è stato fatto.



PRESIDENTE

Collega Pedrale, il tempo a sua disposizione è scaduto, per cortesia la prego di concludere. Grazie.



PEDRALE Luca

Questa era un'occasione. Speriamo che almeno il prossimo bilancio preveda queste entrate, perché vorrebbe dire che, probabilmente, si è iniziato anche a pulire correttamente i corsi d'acqua del Piemonte riducendo così i rischi di alluvione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare, in qualità di Consigliera, la Vicepresidente Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Signor Presidente, speravo veramente che il bilancio di previsione 2008 potesse rispondere ad una necessità che più volte è stata riportata in questo dibattito - lo ricordava anche prima il collega Pedrale - quella nei confronti degli anziani non autosufficienti.
Quando il relatore Consigliere Lepri faceva osservare un dato, peraltro conosciuto, cioè che i quattro quinti del bilancio della spesa corrente sono destinati alla sanità, io pensavo a tutte quelle famiglie che in casa hanno un anziano non autosufficiente. Questi un po' vengono mandati presso la sanità e un po' presso i servizi sociali, senza ottenere una risposta per quanto riguarda l'assegno di cura, che, proprio per la limitatezza dei fondi destinati al sociale, vengono per lo più concessi a quei cittadini non autosufficienti che hanno l'assegno di accompagnamento, che viene concesso solo quando non si è proprio in grado di compiere gli atti quotidiani della vita. Però, abbiamo tanti invalidi al 100% in difficoltà che non sono autosufficienti - l'invalidità al 100% già lo dimostra - che non hanno l'assegno di cura e i familiari, anche per un po' di sollievo non possono farli ricoverare in case di riposo a causa della lista di attesa - ultimamente, abbiamo letto sui giornali che sono 6 mila gli anziani in lista di attesa.
Vorrei proprio rivolgere un appello, chiedendo scusa al collega Ronzani se mi rivolgo alla sua persona, però, era proprio partita anche da lei quando era in minoranza, la proposta di quel grande progetto che, nel 2004 ci ha visti iniziare un percorso con 30 milioni di euro.
Allora, rispetto a questo bilancio, vediamo cosa è possibile destinare per dare una risposta agli anziani non autosufficienti, perché una Giunta di sinistra non può rimanere insensibile di fronte a questo problema.
Questo è il bilancio 2008, poi avete ancora il 2009 ed è veramente un peccato peggiorare l'eredità ricevuta - questo è il discorso.
Per quanto riguarda le case di riposo che rischiano di chiudere qualcuna ha già chiuso in questo periodo - case di riposo comunali, IPAB case di riposo pubbliche, ieri, abbiamo visto da voi respingere un articolo alla finanziaria che chiedeva di potere dare qualche finanziamento a quelle in difficoltà, per venire loro incontro sui costi di gestione, esattamente come aveva proposto la Giunta - noi avevamo anche approvato per il discorso della maternità - un milione di euro, perché noi sappiamo benissimo quanto costi di più per il pubblico intervenire in questo settore. Però, senza entrare nel merito, è stato respinto. Non si chiedevano soldi in più, ma i soldi in più già stanziati per le politiche sociali potevano essere indirizzati, per il tramite del consorzio e il socio-assistenziale, a quelle case di riposo che avevano dei bilanci che presentavano queste difficoltà, altrimenti rischiamo di fare morire il patrimonio dato dalle nostre case di riposo pubbliche, di cui ci vantiamo tutti, che non hanno altre Regioni e che noi tutti abbiamo il dovere di conservare.
Mi auguro veramente che il collega Ronzani, il collega Lepri e tutti coloro che sappiamo essere sensibili relativamente al sociale, veramente vogliano cercare di dare una risposta, perché aumenta l'età e non si pu continuare a non rispondere oppure rispondere per 500 convenzioni quando in lista di attesa ce ne sono 6 mila! È una crudeltà! È crudele e terribile recarsi in una casa di riposo per verificare la disponibilità e sentirsi rispondere che il posto ci sarà quando il Signore ne chiamerà qualcuno di quelli che hanno la convenzione, cioè aspettare che qualcuno muoia per risolvere un problema.
Tante persone hanno risolto il problema degli anziani non autosufficienti con le cosiddette "badanti". Io ricordo che con finanziamenti dell'Unione Europea avevamo iniziato dei corsi di formazione per queste persone che arrivano in Piemonte, alle quali affidiamo i familiari, che non conoscono la nostra lingua, le nostre abitudini, la nostra cultura e, a volte, nemmeno le nozioni elementari dell'igiene quotidiana.
Abbiamo visto che la formazione nulla ha fatto in questo settore, se non quei corsi già iniziati in passato - questo, veramente, è grave! Io vorrei che il bilancio potesse dare una risposta per completare il discorso rispetto agli anziani non autosufficienti.
Noi abbiamo sempre detto che gli anziani devono stare a casa loro, ma siccome non tutti hanno una famiglia che li possa accudire e prendersi cura di loro, per fortuna, ci sono queste case di riposo, però occorre farle funzionare sempre al meglio e per far questo occorrono dei contributi.
Dal 2002 non ci sono stati più erogati contributi e finanziamenti per le case di riposo, per la manutenzione e per la messa in sicurezza.
L'ultimo bando l'abbiamo visto in questi giorni ed è una determina di 20 mila euro per gli arredi, che pure sono importanti e servono, però serve tantissimo riuscire a mantenere il patrimonio di case di riposo.
Vorremmo sapere qualcosa in più anche sulle case della salute. Le case di riposo hanno parametri ben precisi sia per quanto riguarda i servizi alla persona, la gestione e la struttura.
Sulle case della salute non sappiamo nulla, non sappiamo se sono servizi aggiuntivi e quali possono essere definite casa della salute. È il vecchio distretto così com'è, che cambia solo contenitore? Quindi, è importante sapere qualcosa di più.
Non parlo degli asili nido, perché mi auguro che la collega Pozzi intervenga su questo argomento, anche perché siamo al terzo anno del vostro bilancio e se le risposte aspettate a darle al quinto anno, questo crea sicuramente dei problemi.
Vorrei ancora dire una cosa sull'integrazione per quanto riguarda gli immigrati e sono sicura che anche i colleghi della Lega sono d'accordo quando si parla di ripristinare la scuola delle mamme, di quelle mamme che sono qui regolari e che vogliono studiare la nostra lingua e la nostra cultura per non essere inferiori ai loro figli che vanno a scuola o ai loro mariti che, andando a lavorare, imparano la lingua. Loro così continuano ad essere segregate.
E' un appello che rivolgo alla maggioranza: dimostrate di essere credibili, non per quello che dite, perché è facile dire delle cose, ma per quello che riuscite a fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente per avermi dato l'opportunità di intervenire anche sul bilancio. E francamente ne sono particolarmente onorato, proprio per l'attenzione che ho sempre dato al territorio piemontese e, in particolare al territorio della Provincia "Granda". Questo bilancio nel merito si occupa soltanto della consueta ordinarietà degli interventi, ma è normale che vi sia questa ordinarietà di interventi amministrativi, benché gli stessi siano puntuali, perché si riferiscono al quadro normativo vigente.
l'ordinarietà di un bilancio che oserei definire quasi monotono rispetto alle scelte fatte certamente in rapporto allo status quotidiano.
Purtroppo non vi è stata non soltanto in questa legislatura - ma ovviamente mi riferisco in particolare a questa - alcuna innovazione, cosa che mi sarei aspettato non certo dall'Assessore al bilancio quanto dai suoi colleghi di Giunta che avrebbero dovuto innovare all'interno dei propri Assessorati i capitoli relativi alle spese con proposte più puntuali ed idonee a rispondere alle reali esigenze del territorio piemontese. Sono esigenze anche dell'Italia in generale e che l'elettorato italiano ha manifestato durante le ultime elezioni politiche.
Basterebbe viverlo, basterebbe parlare con i cittadini per comprendere che le loro priorità sono cambiate e la politica dovrebbe comprendere molto prima le priorità di un cittadino e di un territorio, importando le innovazioni. Ecco che richiamo la parola innovazione nei vari Assessorati e nelle scelte che ogni Assessorato va a fare, indicando poi all'Assessore al bilancio una disponibilità nel trovare la quadratura complessiva.
Non per niente l'Assessore al bilancio ha posto la sua attenzione raccogliendo le richieste che dagli Assessorati sono pervenute, ma sono richieste che non hanno ridefinito nei singoli settori le priorità strategiche di un Piemonte più innovativo e più attento alle reali problematiche che localmente venivano espresse.
Prendiamo ad esempio le leggi vigenti. Sono vigenti perché sono in atto da molto tempo, ma siamo sicuri che anche su questo non ci sarebbe la necessità di una semplificazione legislativa? E troppe leggi hanno prodotto troppa burocrazia a chi le leggi le deve e le ha dovute utilizzare.
Questi meccanismi farraginosi non portano assolutamente ad uno snellimento delle procedure, ad una ridefinizione delle priorità, ad un'attenzione maggiore rispetto al territorio e a strutture interne alla Pubblica Amministrazione più snelle.
Ho apprezzato le parole del Ministro Brunetta, perché, francamente ricorda: "Le leggi ci sono, basta utilizzarle". Se viene accertato - e troverà lui in che modo accertare ciò - che un funzionario è un fannullone non vedo perché debba continuare a rimanere nella Pubblica Amministrazione.
O vogliamo dirci che tutti i funzionari delle Regioni e della Regione Piemonte sono funzionari tutti d'ottimo livello? Vi sono funzionari d'ottimo livello ed altri meno, vi sono Consiglierei che hanno esperienza politica più di altri e quindi credo che vi sia la necessità, proprio perché si è al comando della Pubblica Amministrazione avendo vinto le elezioni, di fare leva anche attraverso questi meccanismi di responsabilizzare per avere una valutazione più puntuale dei Direttori dei vari settori.
Questo si deve fare con coraggio nel raggiungimento di obiettivi chiesti non dalla politica, ma dal territorio attraverso i cittadini affinché vi sia finalmente un colpo di coda, unendo all'azione complessiva della Pubblica Amministrazione un'attenzione maggiore anche verso il settore delle infrastrutture. Molte volte, Assessore, per colpa di lacci e lacciuoli che lei conosce molto bene, si rischia di conoscere quanto vale oggi un'opera se si vuole realizzare, ma quando davvero si posa la prima pietra, quei soldi non sono più sufficienti.
Allora c'è qualcosa che non va, qualcosa che dobbiamo migliorare. Mi aspettavo quindi una semplificazione legislativa nel suo complesso l'attenzione di una Commissione preposta ed attenta a queste tematiche e che mettesse nelle condizioni gli Assessori ad un confronto tra Commissione, componenti della Commissione e Giunta di snellimento della burocrazia, che attanaglia ogni singolo cittadino e, se andiamo a vedere anche le imprese, chiudendole in una morsa dalla quale difficilmente poi riusciranno ad uscire in tempi rapidi.
Quindi, di fatto, occorre rivedere, oltre che le priorità, anche le spese, perché sono spese storiche vincolate a leggi ormai obsolete. Ma anziché proporre una delegificazione, che cosa facciamo? Continuiamo a convocare Commissioni, che approvano leggi. Perché non andiamo a verificare, invece, nel quadro normativo complessivo, dove si può togliere e come le spese storiche possano essere ridefinite in un ambito differente? Abbiamo il coraggio di spiegare ai cittadini che la politica si fa in modo alto, in modo nobile; si fa non "vivacchiando" nelle Commissioni, senza pensare, forse, ai risultati rispetto all'applicazione di un'ipotetica legge, che, se non è vista rispetto al futuro prossimo, non può che cagionare danni. In Commissione, invece, si pensa che quella legge pu portare un beneficio nell'immediatezza. Ma anche quella legge, magari, poco dopo diventa obsoleta; bisogna variare i capitoli, diminuirli, spostarli.
Garantiamo quella serietà istituzionale di cui siamo tutti capaci - credo se entriamo nel merito delle questioni. Un colpo di coda in questo Consilio me lo sarei aspettato dalla Giunta: proprio da loro, dai nostri colleghi Assessori, che hanno il dovere istituzionale ed amministrativo di dare concretezza nelle loro azioni di Governo, offrendo soprattutto quell'attenzione al territorio piemontese, che si sarebbe aspettato qualcosa di più da questo bilancio. Prendere dei numeri e spostarli qui e là per accontentare un Assessore piuttosto che un altro, francamente è cosa di poco conto.
Perché oggi un cittadino dovrebbe prestare attenzione al bilancio della Regione Piemonte? Sono in pochi quelli attenti; quelli che, poi, andranno a chiedere i finanziamenti perché storicamente conoscono dove andarli a prendere. Ma sono sempre quelli, e magari sono meno.
Ma se avessimo indirizzato più puntualmente il bilancio, magari potevano essere di più, perché lì ne servivano di più.
Siamo andati a vedere dove non ne servono? O se quelle leggi devono rimanere ancora in piedi o meno? Visto che abbiamo perso quest'occasione, sarebbe opportuno fare una riflessione rispetto al bilancio e alla legge finanziaria del prossimo anno: muoviamoci verso un'innovazione della Pubblica Amministrazione dedicando un'attenzione puntuale all'applicazione delle leggi sul nostro territorio e ridefiniamo le priorità di un'Amministrazione regionale che nel suo complesso, giudico non positivamente, perché ha scelto una mera applicazione delle norme attuali e i rispettivi finanziamenti conseguenti.
Storicamente ha preso e ha dato, e lo continua a fare. Ma l'innovazione è uguale a zero. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Egregi colleghi, la discussione sulla legge di bilancio può essere affrontata partendo da tanti punti di vista. Secondo le ritualità più note e più consolidate, con una minoranza tutta impegnata ad evidenziare come all'interno della politica di bilancio e delle leggi di bilancio manchino risorse adeguate per questo o per quell'altro intervento, per quell'iniziativa e per quella politica, e con una maggioranza che normalmente tende a fare quadrato sulle scelte, a difesa dell'impostazione e della coerenza di un documento.
Quest'anno la discussione sulla legge di bilancio ci offre anche uno scenario nuovo e diverso, almeno nei comportamenti della minoranza. Oltre all'evidenziazione di tutta una serie di mancanze e di lacune, di scarsa attenzione nei confronti di tematiche ritenute importanti per il Piemonte l'elemento che si è cercato di evidenziare con molta forza e molta intensità è un richiamo ad una politica di rigore, che si traduce anche in una serie di proposte e di emendamenti presentati tesi a ridurre complessivamente la spesa corrente e di investimento di 500 milioni di euro.
A volte è molto difficile riuscire a tenere, nel confronto vero che si è sviluppato in Commissione e all'interno di quest'Aula oggi, la sufficiente coerenza; per cui, di fronte ad un obiettivo dichiarato di voler caratterizzare, come scelta qualificante e importante, quella di una riduzione della spesa contenuta all'interno di questo bilancio, già i primi interventi in questo Consiglio regionale, ma anche gli emendamenti che abbiamo avuto modo in parte di vedere anticipati nella discussione che ci ha impegnati attorno alla legge finanziaria, portavano come conseguenza non tanto un risparmio della spesa, ma una richiesta di maggiori risorse in capo ad una serie di interventi di politiche.
Credo, invece, che la discussione sul bilancio dovrebbe caratterizzarsi soprattutto su un punto: a mio avviso, la politica di bilancio rappresenta per una Amministrazione il punto di equilibro tra due esigenze fondamentali, ossia il livello di pressione fiscale che intende esercitare sulla comunità piemontese per garantire le entrate e per finanziare politiche, e l'intensità qualitativa e quantitativa degli investimenti e del sostegno alla spesa sui servizi, che voglio raggiungere con il bilancio. Se questa è, e deve essere, la preoccupazione maggiore per l'Amministrazione regionale e per questa maggioranza, è evidente che occorre fare delle scelte, costruire delle politiche e rinunciare ad alcune scelte in nome della moderazione, per quanto riguarda l'intervento sulla politica delle entrate.
Qui sta il primo punto essenziale. Con questa politica di bilancio abbiamo sostenuto una scelta da parte dell'Amministrazione e della Giunta regionale tesa non solo a non alzare la pressione fiscale, ma anzi a ridurla.
La legge di bilancio ha visto due anticipazioni sul finire dell'anno scorso: una legata all'eliminazione della sovraddizionale IRPEF dello 0.5 per redditi fino a 15.000 euro, l'altra legata all'elevazione della fascia di esenzione sull'applicazione del ticket fino a 36.000 euro.
Questo, dal nostro punto di vista, è un segnale importante sotto questo aspetto.
Il secondo elemento che voglio mettere in evidenza è che nella ricerca di un punto di equilibrio, questo bilancio ci consegna anche una situazione che noi non vogliamo considerare esaltante, ma difficile rispetto alla situazione patrimoniale ed economica della nostra Regione, come difficili sono le situazioni di tutte le Amministrazione regionali.
Come non essere preoccupati della sempre maggior rigidità che il bilancio ci offre nel potere operare scelte! Come non essere preoccupati rispetto alla percentuale sulla spesa corrente che oggi riguarda la spesa sanitaria! Come non essere preoccupati anche rispetto ad un incremento del livello di indebitamento della Regione! Ma come, anche, non riconoscere che il livello di indebitamento della Regione tende a crescere all'interno dell'amministrazione regionale, guarda caso, in modo parallelo rispetto ad un altro tema molte volte sottovalutato nei nostri ragionamenti e nelle nostre riflessioni! Negli anni passati la politica di investimento veniva sostenuta perché questa è la struttura del bilancio della Regione, sia ben chiaro cercando di utilizzare trasferimenti statali finalizzati per alcuni obiettivi e per alcune spese che, invece, venivano utilizzati per il finanziamento di altre politiche all'interno della Regione Piemonte.
La crescita e l'incremento dei fondi da reimpostare, che è solo l'elemento più preoccupante, visto anche in prospettiva delle politiche di bilancio della Regione Piemonte, nasce da questo tipo di logica, da questo tipo di politica, da questo tipo di scelta. Ecco perché fino a qualche anno fa il livello dell'indebitamento della Regione non cresceva rispetto ai livelli di crescita di questi ultimi anni.
Ma quando non si vuole - come non è possibile continuare a fare utilizzare fondi nazionali per alcune politiche e utilizzarli, invece, per altre scelte di investimento, questo significa, sostanzialmente e inevitabilmente, riportare su un piano di equilibrio, per alcuni aspetti "di correttezza", nella gestione e nell'utilizzo delle risorse. Se si vuole, nello stesso momento, sostenere una politica di investimenti oggi necessaria e indispensabile all'interno della nostra Regione, questo richiede, anche con oculatezza, che cresca anche il livello dell'indebitamento regionale altrimenti la scelta, sempre in funzione di un punto di equilibrio, è quella di non investire, non sostenere politiche sulla ricerca, non sostenere politiche sulla casa, non sostenere politiche sull'infrastrutturazione del Piemonte, non sostenere politiche che guardano lo sviluppo dell'edilizia sanitaria, non sostenere politiche in ambito sociale. Questo è il punto di equilibrio.
La seconda riflessione. Nei nostri e nei vostri ragionamenti, vengono evidenziati - con molta intensità molte volte e il dibattito sulla legge finanziaria è stato pieno di elementi di questo tipo - considerazioni del tipo "la Regione Piemonte non desta maggior attenzione rispetto a tematiche come quello sulla sicurezza. Occorre destinare maggiori risorse a sostegno della legge sulla sicurezza, " ma se andiamo ad analizzare i documenti di bilancio ci accorgiamo che gli stanziamenti contenuti all'interno della legge regionale sulla sicurezza approvata l'anno scorso in Consiglio regionale - la cui dotazione finanziaria è stata incrementata in sede di dibattito in Consiglio regionale anche su sollecitazione condivisa da parte dei Gruppi consiliari di maggioranza e di minoranza - era di cinque milioni di euro. Oggi vede, nel bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2008 stanziamenti maggiori rispetto a quello che la legge regionale sulla sicurezza prevedeva.
Se vogliamo affrontare la discussione sul bilancio anche guardando ad un approfondimento e non fermarsi alla crosta dei titoli, probabilmente ci accorgeremo che c'è quest'attenzione, che ci sono delle scelte che trovano concretezza all'interno della destinazione e della locazione delle risorse.
Un'ultima considerazione che volevo fare la voglio riservare ad un intervento della Consigliera Cotto (che mi spiace non sia in Aula).
Consigliera Cotto, noi rivendichiamo come scelta qualificante concretamente qualificante all'interno di questo bilancio e, più in generale, anche del bilancio dell'esercizio 2007 della Regione, il fatto che, a fronte di maggiori difficoltà nel raggiungere e nel conquistare un punto di equilibrio sul bilancio, non abbiamo abbassato la spesa per la politica sociale.
Quegli obiettivi rispetto ai quali tanto criticavamo la precedente amministrazione regionale, li abbiamo raggiunti destinando risorse per ridurre le liste di attesa nell'accesso alle strutture protette, per incrementare il numero di posti letto in struttura protetta all'interno della Regione. Erano risorse previste nel bilancio del 2007, sono risorse confermate all'interno del bilancio 2008.
Questo bilancio crea anche in noi la necessaria attenzione e la necessaria preoccupazione, ma è la preoccupazione che il Vicepresidente Peveraro ha espresso durante le sedute di I Commissione e anche all'interno di quest'aula. Non possiamo non considerare, in termini di problematicità le condizioni di sfondo entro il quale questo bilancio trova una sua collocazione.
Questo richiederà attenzione durante la fase di gestione perché siano salvaguardate le risorse da destinare alle scelte più forti e più qualificanti e perché sia ricondotto, alla fine dell'anno, il livello di indebitamento della Regione necessario per il sostegno di una politica di indebitamento a livelli quantitativi compatibili con il futuro della nostra amministrazione.



SPINOSA MARIACRISTINA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente, della possibilità di intervenire in quest'interessante dibattito in merito a quello che, senza dubbio, è il documento politico e programmatico, non solo finanziario, più importante e più rilevante per individuare le strategie e le azioni che la Giunta regionale intende porre in essere per la nostra Regione e per il nostro Piemonte.
Solo alcune considerazioni. Difficile è nel tempo di dieci minuti fare una descrizione complessiva. Gli argomenti da trattare sarebbero molti, ne pensavo alcuni ma l'intervento del Consigliere Reschigna sollecita altre riflessioni. Forse è anche giusto che le riflessioni e gli interventi vengano modulati a seconda della direzione che prende il dibattito consiliare e non siano discorsi preordinati e prestampati per cui difficilmente potrebbero essere di qualche aiuto o di qualche stimolo.
Credo, invece, nella necessità che anche la minoranza compia all'interno di questo dibattito un lavoro che possa essere utile. Un lavoro che non credo debba scendere nel merito specifico di questo o di quella previsione, ma che debba lasciare alla maggioranza e trasmettere ai cittadini piemontesi che sono all'ascolto dei nostri lavori, una riflessione perlomeno affinché si dica che qualcuno lo avevo detto, che si dica che certi problemi, certe problematiche e certe riflessioni, qualcuno all'interno del Consiglio regionale le aveva fatte.
Dando una visione di insieme riteniamo, come è già stato detto da altri colleghi, che la situazione del Paese non sia facile. Questo si evince non solo dalla lettura dei quotidiani o dalle informazioni che riceviamo, ma dalla quotidianità che ciascuno di noi vive.
Noi viviamo situazioni maggiormente favorevoli rispetto ad altre Regioni d'Italia, ma la situazione complessiva, in special modo della finanza pubblica, dei trasferimenti, è veramente grave e al limite del collasso. Nessuno può chiedere, nessuno potrebbe chiedere, di fare i miracoli. Nessuno potrebbe chiedere di realizzare ciò che non è realizzabile.
Noi crediamo, invece, che si possa chiedere quello che segnaliamo.
Pensiamo che in questi momenti, in questa generale situazione di difficoltà economica complessiva, si debba usare il termine sobrietà. O meglio, si debba individuare all'interno del bilancio regionale una sobrietà complessiva, che poi è la sobrietà che chiediamo alle nostre famiglie.
Credo che, nelle tante famiglie piemontesi, si stiano facendo i ragionamenti, si facciano i conti per affrontare la quotidianità, per affrontare le spese di tutti i giorni. Noi non affrontiamo una situazione diversa che è quella di una famiglia piemontese. Una famiglia piemontese ha le sue entrate, ha i suoi costi. In un ambito più complesso, in un ambito diverso, abbiamo la stessa situazione. Abbiamo il dovere, quel dovere auspicato anche dalle nostre leggi costituzionali, di comportarci da buon padre di famiglia.
Un buon padre di famiglia è quello che quando le entrate scarseggiano il primo ragionamento lo fa sui tagli ai costi superflui. Lo fa nell'individuare ciò che è superfluo, da ciò che è essenziale, non lo fa ragionando come diceva il Consigliere Reschigna (di cui apprezzo il ragionamento complessivo, ma non condivido l'impostazione). Non si pu pensare che l'unica soluzione ai problemi di finanza, ai problemi di reperimento di risorse, sia quella dell'indebitamento. Non ha senso, non è un principio che possiamo accettare, non è un principio che possiamo rispettare.
L'indebitamento è un qualcosa che, già nella sua matrice etimologica ha qualcosa di negativo, ha qualcosa che sa tanto di trasferire su generazioni che oggi non si possono lamentare (che, poi, è la generazione dei nostri figli) le scelte della nostra generazione, delle nostre amministrazioni.
Quando ci si trova di fronte ad un bilancio così difficile, di difficile quadratura, evidentemente, in primo luogo, si sceglie di tagliare le spese, individuando quelle superflue, che davvero sono tante all'interno della macchina regionale. Forse, anche noi, come attività di Gruppi consiliari, o la Giunta, con i vari Assessorati, potremmo dare questo principale buon esempio di taglio dei costi superflui.
Se associamo l'inesistenza totale di una politica di sobrietà alla mancanza di investimenti, ecco che, davvero, non sappiamo cosa di buono si possa trovare all'interno di questo bilancio, se non, magari, la buona volontà e l'impegno del Vicepresidente e degli Uffici nel realizzare questo documento politico e programmatico, perché non ci sono concreti esempi e prove che, rispetto a questa volontà, come diceva bene la Vicepresidente Cotto, di fronte a queste belle parole e intendimenti, poi, in pratica, si riesca a realizzare quanto si voleva.
Nel complesso, rispetto a quello che noi individuiamo (la mancanza di tagli, i pochi investimenti, il non rispetto del Patto di stabilità), le spiegazioni, come cercava di fare il collega Lepri per quanto riguarda il Patto di stabilità, dicendo che verrà rispettato a consuntivo e non a preventivo, lasciano davvero poco il segno. Quello che noi denotiamo - lo dicono i numeri e non, evidentemente, le considerazioni o le opinioni politiche - è che il Patto di stabilità, imposto, peraltro, legittimamente e opportunamente dal Governo centrale per impedire l'aumento dell'indebitamento, non viene rispettato da questo bilancio.
Inoltre, in conclusione del mio intervento, mi preme toccare ancora una tematica, che ieri è stata oggetto anche di dibattito e che questo articolato, evidentemente, non risolve, riguardante il problema della liquidità da parte della Regione, affinché possa pagare i debiti contratti nella propria attività di diritto pubblico e di diritto privato condotta nell'ambito del territorio piemontese. I ritardi dei pagamenti non sono dovuti all'approvazione, prima o dopo, del bilancio, ma sono una congenita problematica che si registrava già ai tempi della Giunta Ghigo, che è stata aggravata, davvero in modo esponenziale, con l'avvento - Vicepresidente della vostra Giunta, che, evidentemente, sarà incolpevole, perché se non si hanno i soldi non si può pagare. Però, non è una risposta che noi possiamo dare a tutte quelle aziende che vivono sul territorio piemontese e che oggi, si trovano ad attendere dalla Regione il pagamento di contributi fatture e spese, che - ripeto - non sono esclusivamente imputabili ad un ritardo dovuto ai tempi o ai lavori della politica.
Allora, noi crediamo che l'idea - peraltro pervenuta dai banchi della maggioranza e non da questi banchi - di ragionare sull'istituzione di un fondo o sulla creazione di uno strumento che possa permettere alla Regione di disporre di liquidità per pagare le spese del territorio, dei contratti posti in essere, dei lavori realizzati e delle iniziative concordate sul territorio possa essere un'idea buona e intelligente, che davvero possa salvare nel concreto quelle che sono le annualità di molte delle nostre aziende.
Non dimentichiamo un aspetto: questo si può fare nel bilancio, ma anche trovando degli accordi con le banche, in maniera che queste ultime si pongano come strumento di aiuto e sostegno alla Regione, all'istituzione e al mondo dell'impresa e non soltanto, come spesso purtroppo avviene, come soggetti finalizzati a creare l'opportunità per un ulteriore guadagno nel ritardo dell'erogazione di fondi tanto nazionali quanto regionali od europei.
Questo è un po' il ragionamento che noi poniamo. Noi crediamo che questi problemi di cassa e di liquidità davvero siano gravi, che possano essere risolti con la collaborazione di tutto il Consiglio regionale e non soltanto di una sua parte. Rispetto a questo si trova ampia disponibilità.
un problema che già esisteva con la Giunta Ghigo, che ancora oggi esiste e che, purtroppo, si è ulteriormente amplificato e dilatato nei tempi.
Oggi, molte aziende, in questo clima di recessione e difficoltà, rischiano davvero la quotidianità dei loro bilanci a causa di ritardi, rispetto ai quali, magari, in alcuni casi, la Regione è incolpevole. Noi diventiamo colpevoli se non verifichiamo ogni possibilità circa i percorsi alternativi che esistono - che possiamo insieme a tutti individuare e contribuire alla risoluzione del problema. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Signor Presidente, prima ho ascoltato l'intervento del collega Reschigna, che ha svolto un ragionamento. Sostanzialmente, diceva che l'aumento dell'indebitamento cui sono costretti avviene perché, nel contempo, si aumentano le risposte ai bisogni della Regione. Partirei proprio da questo, dal tema dell'indebitamento di questa Regione.
Caro Vicepresidente, il primo marzo 2002 - questo è un dato importante che vorrei venisse ascoltato - l'indebitamento di questa Regione era di 458 milioni di euro e quando Ghigo ha passato la "palla" alla Presidente Bresso era di 2 milioni di euro. Come sappiamo, ad oggi, prima dell'approvazione di questa legge finanziaria e di questo bilancio, l'indebitamento è 3,2 miliardi di euro e in questa legge finanziaria è previsto un altro miliardo e 724 milioni di indebitamento, in totale 5 milioni. Facciamo degli esempi che so essere sempre istruttivi e facili da comprendere, che, però, vorrei qualcuno confutasse, il Vicepresidente o la Presidente Bresso.
Se il Presidente Ghigo ha amministrato questa Regione dal 1995 al 2005 avendo ricevuto il governo di questa Regione con 500 milioni di euro di debito e avendolo lasciato, dopo due legislature, con due miliardi di debito - quindi, in dieci anni, un miliardo e mezzo di debito consolidato a carico della Regione, da lasciare ai posteri, quindi alla Presidente Bresso, la Presidente Bresso ha il brillante risultato di averlo assunto a 2 milioni e, in soli 3 anni, di averlo portato a 5. Quindi, l'indebitamento prodotto ammonta a più del doppio di quello fatto dal Presidente Ghigo in 10 anni.
Ben venga, se l'indebitamento è finalizzato alle infrastrutture, alla costruzione di case, ponti, ferrovie, ospedali, insomma, se i soldi sono spesi per il territorio e concretamente per la realizzazione di opere a vantaggio dei cittadini piemontesi; invece, vediamo che aumenta la spesa corrente, gli investimenti che sono previsti non vedono mai la luce e non si capisce se in questi fondi siano contemplati o meno. Per esempio, è da anni che sentiamo parlare di Città della salute, rispetto alla quale non vediamo risorse stanziate; non vediamo risorse stanziate sull'ospedale di Novara; non vediamo risorse stanziate laddove i cittadini piemontesi se le aspettano, mentre vediamo che, com'era successo in uno splendido bando emanato dall'Assessore Manica, diamo 600.000 euro ad un Comune di 80 abitanti per la ricerca sul lupo di montagna.
Come volete che rispondano i cittadini e gli elettori cuneesi che hanno problemi nel settore agricolo - lo sa bene l'Assessore Taricco - ma anche nel settore dei suini, nel grano, nella meccanizzazione e nei supporti moderni alla stessa, se destiniamo (non lo ha fatto l'Assessore Taricco) 600.000 euro per finanziare un progetto per la ricerca sul lupo di montagna? Così si costruisce il debito di questa Regione. Ho posto quell'esempio perché era il più eclatante, ma c'erano centinaia di progetti finanziati con delle finalità assurde! L'anno prossimo chiederemo i resoconti di questi progetti: verificheremo quanto sono costati e che cosa hanno prodotto in termini di risultati per il territorio, e di utilità sociale o economica. Credo che il risultato sarà nullo, perché ad oggi mi risulta che molti di questi progetti debbano ancora da partire.
Iniziamo a dare degli esempi. Posso capire che ci sia la prospettiva di aumentare l'indebitamento, che viene ascritto in finanziaria. Però, a lato si dia anche una dimostrazione dei contenimenti della spesa.
Faccio un ulteriore esempio: si è insediato da pochi giorni il Governo Berlusconi, che ha tagliato i Ministeri e i Sottosegretari del 50%; ha ridotto, cioè, una spesa pubblica amministrativa del 50%.
Lei, Presidente Bresso, quando si è insediata in questa Regione, dove vigevano 12 Assessori tutti Consiglieri, ha avuto la brillante idea di aumentarli di 2 (attualmente sono 14) e di estenarlizzarli, cosicch quell'indebitamento di 5 miliardi di euro è sempre più importante. Non era meglio lasciare il numero degli Assessori a 12 e obbligarli, com'era loro diritto, a rappresentare la Giunta, senza far subentrate i primi dei non eletti? Perché questa scelta? Perché queste situazioni? È stata comunque una scelta di tre anni fa. Ma oggi ci saremmo aspettati - lo ha sottolineato bene il collega Cirio - come in una situazione familiare che non funziona bene e che vede aumentare il suo debito, di trovare delle soluzioni che facciano quadrare questo bilancio, e non una situazione in cui si fa finta di niente e si scrivere a bilancio che entro la fine di quest'anno ci sarà un altro miliardo e 700 milioni di euro di ulteriore indebitamento, che lasceremo a chi verrà dopo probabilmente, se si andrà avanti di questo passo! Quando terminerà la legislatura della Presidente Bresso, la nostra Regione avrà un debito di circa 7 miliardi. È facile fare i debiti sulle spalle degli altri! È facile tentare di trasferire oggi i debiti su chi governerà domani! Ci saremmo aspettati una politica di rigore su questi temi, ma non ne vediamo assolutamente traccia nelle situazioni che richiamavo prima; si auspicava che l'Amministrazione pubblica si impegnasse a tagliare i capitoli della Presidente, i capitoli delle consulenze, i capitoli delle spese generali, che sono dei segnali che il Governo Berlusconi ha dato. Non è che nominando la metà dei Ministri o dei Sottosegretari si risolve il problema dell'economia nazionale, ma almeno questo Governo ha voluto dare l'impressione di capire che il Paese sta vivendo un momento difficile e che se si è chiamati a fare dei sacrifici, è bene che li facciano tutti.
Non vediamo affrontare queste situazioni. Anzi, sentiamo un intervento come quello del collega Reschigna, che peraltro ho apprezzato, perché è anche utile sentire dei colleghi della maggioranza che interloquiscono, in cui si dice sostanzialmente che si aumenta l'indebitamento, perché comunque bisogna dare delle risposte. Io ho anche risposto: "Diteci a cosa serve questo indebitamento; parliamone". Diteci che l'anno prossimo questo indebitamento servirà, ad esempio, per costruire l'ospedale di Novara, per costruire una ferrovia o quant'altro. Insomma "targate" dei progetti e offrite le garanzie che quell'anno quei soldi saranno spesi in quella direzione. Tutti sappiamo che è facile dire "faremo", così come si era detto per la Città della salute nel primo intervento della Presidente all'atto dell'insediamento. Se non erro, siamo allo stesso punto di allora se non più indietro, nel senso che allora c'era un sito individuato, oggi ce ne sono tre, e non si capisce ancora bene la situazione. Almeno, in allora, quando si era detto "lo faremo", il sito previsto era quello del Lingotto, per cui c'era un progetto su quell'area. Adesso si parla di Collegno, Grugliasco e Lingotto.
Questo per dirvi che la finanziaria si sta sviluppando come si sono sviluppati questi primi tre anni di Governo Bresso. Sostanzialmente, è un disastro su tutta la linea e credo che i piemontesi si siano espressi.
Stiamo aumentando l'indebitamento; non stiamo realizzando le infrastrutture; c'é pressapochismo, come abbiamo detto prima. Abbiamo una legge finanziaria che è partita con 10 articoli ed è approdata a 36 (ma si era dilatata fino a 42!). Insomma, "dilettanti allo sbaraglio", chi più ne ha, più ne metta. Andiamo avanti e creiamo debiti.
In caso contrario, dateci delle risposte ai quesiti che abbiamo posto.
Diteci dove intendete tagliare la spesa e quali infrastrutture realizzerete nel 2008.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Colleghi, sicuramente l'inizio di questa discussione sul bilancio 2008 fa intravedere un percorso comunque lungo e pieno di perigli. Del resto caro Vicepresidente della Giunta, penso che tra poco organizzeremo una premiazione, essendoci piazzati al posto d'onore come ritardatari nell'approvazione della legge finanziaria. Peccato che la Regione Calabria le abbia rovinato la torta! Però possiamo giocarci ancora il bilancio per raggiungere il ruolo leader a livello italiano. Questo a dimostrazione di un andamento dei nostri lavori che fa ben sperare anche per il futuro anche perché, evidentemente, non appena sarà terminata quest'opera relativa al bilancio, dovremo iniziare ad esaminare l'assestamento, se i tempi fossero quelli normali.
Ma al di là di questi record, che ci rendono tutti molto fieri, e che testimoniano la salute della nostra Amministrazione regionale, volendo cercare di dare un significato a questo interveto, non solo teso ad occupare i dieci minuti di spettanza di ogni singolo Consigliere, mi interrogherò, come faceva il collega Reschigna, su che cosa serva un documento di bilancio e quali risposte un documento di bilancio dovrebbe dare.
Sicuramente, il bilancio dovrebbe rappresentare lo specchio delle richieste, delle esigenze e delle aspettative del Piemonte. Allora, la domanda immediatamente successiva è la seguente: questo bilancio risponde a tale richiesta? Cioè, questo bilancio è un documento che dà risposte alle esigenze del Piemonte? Al di là del momento prettamente contabile, che pure ha la sua importanza ma che esamineremo successivamente, questo bilancio risponde alle domande del Piemonte? E quali sono le domande che il Piemonte rivolge al ceto politico dirigente della Regione, la più alta istituzione presente su questo territorio? Per trovare delle risposte basterebbe capire, individuare e valutare come hanno votato i piemontesi e per che cosa hanno votato i piemontesi alle ultime elezioni politiche e capire se, all'interno del nostro bilancio, vi sono le risposte che i piemontesi hanno lanciato all'interno dell'ultima competizione elettorale.
La prima domanda forte che i piemontesi fanno a livello nazionale alle ultime elezioni politiche, ma evidentemente è una risposta anche con delle ricadute di tipo locale regionale, è relativa alla tematica della sicurezza.
Il collega Reschigna l'ha evocata e voglio dire che evidentemente se andiamo a scorrere il nostro bilancio, su questa tematica sicuramente sono allocate delle risorse, ma queste risorse sono, a nostro avviso assolutamente insufficienti.
Non dimentichiamo che la legge sulla sicurezza dopo essere stata inattiva per oltre due anni, in quanto la Giunta Bresso non ha voluto rifinanziare quella attuata e costruita dal centrodestra, ma abbiamo dovuto aspettare quasi due anni e mezzo della nuova legislatura per avere una nuova legge, è stata approvata nello scorso autunno con una dotazione di circa 5 milioni di euro, di cui 2,5 sono andati per il progetto sicurezza di Torino, mentre gli altri 2,5 si sono volatilizzati.
Quindi, la grande legge sulla sicurezza voluta dal centrosinistra e che il centrodestra in qualche modo ha migliorato o cercato di migliorare e comunque non ci siamo assolutamente sottratti al confronto, anzi abbiamo dato tutti i suggerimenti per migliorarla, nel 2007 non ha avuto alcun effetto sulle province del Piemonte che non fossero quella di Torino.
Ciascuno di voi e di noi che cosa si aspetterebbe? Che nel 2008 le risorse sulla sicurezza fossero la riconferma delle risorse del 2007 quindi 5 milioni di euro, più l'integrazione dei 2,5 milioni di euro risparmiati, non utilizzati del 2007.
Purtroppo questo non succede e allora abbiamo facoltà piena e legittima di dire che sulla sicurezza per l'anno 2008 noi vogliamo e pretendiamo che si faccia di più, non molto di più, non una cosa straordinaria, ma che almeno si pareggino quelle risorse che dovevano essere previste per l'anno 2007-2008 e che invece per 2 milioni e mezzo sono andate perse. Per cui ad esempio sul tema della sicurezza questo bilancio è carente.
E cosa dire poi sugli aiuti allo sviluppo alle imprese? Anche qui, cari amici componenti della Giunta regionale e cara maggioranza, il Piemonte cui ci riferiamo, il Piemonte che tutti i giorni frequentiamo, è un Piemonte in difficoltà.
Ebbene, quali sono le politiche a sostegno dell'artigianato, del commercio e della piccola e media industria che questa Regione mette in campo? Politiche scarse con risorse altrettanto scarse, perché la gran parte di queste risorse va a colmare quel buco incolmabile, che è fatto dalla sanità, che abbiamo appreso oggi essere un'idrovora che assorbe oltre l'85% del bilancio della Regione Piemonte come parte corrente e che, tra l'altro, sui territori - gestita come viene gestita secondo i dettami di questa Giunta - sta creando sconquassi e divisioni territoriali come mai il Piemonte aveva assistito.
Eppure le risorse se non fossero indirizzate verso tematiche di sprechi ce ne sarebbero a sufficienza; pensate all'anno scorso a quella ignobile e dico ignobile per non dire di peggio - deliberazione che dava 50 milioni di euro sullo sviluppo turistico suddivisi a Comuni e comunelli in base ad una griglia di partecipazione assolutamente ridicola.
Di fronte a queste cose abbiamo la necessità di ripensare ad uno snellimento di questo bilancio; di fronte a queste cose chiediamo maggiore attenzione per uno snellimento burocratico e legislativo.
Non si può pensare che mentre il Piemonte e l'Italia intera chiedono meno burocrazia, più possibilità di lavoro senza essere coertati da leggi e leggine, continuiamo a vedere come in realtà queste cose non succedono.
Porto un esempio semplicissimo: oggi c'è la rivolta di gran parte degli agriturismi della nostra Regione, un'attività di grande rilievo che negli ultimi anni ha assunto un significato anche economico importante agriturismi che molti dei quali proprio per ospitarsi la clientela più esigente si è dotata di piccole piscine - perché la clientela straniera vuole anche questo tipo di servizi.
Ebbene, una legislazione regionale assolutamente fuori dai tempi pretende che per usufruire di quelle piscine i clienti stranieri - tenete conto che gli agriturismi hanno un massimo di due stanze e quindi un massimo di 4-6 ospiti - devono essere accompagnati da un bagnino professionale. Quindi, un piccolo agriturismo con 2-3 camere a disposizione ed una piscina messa a disposizione dei clienti, dovrebbe dotarsi per funzionare di un bagnino professionale, neanche il proprietario con il titolo di bagnino, ma una persona terza che svolga quella attività presso quell'agriturismo.
Queste sono le cose che bloccano lo sviluppo; tanti esempi di una burocrazia su cui non riusciamo neanche ad intervenire.
Poi questo bilancio non ci piace neanche dal punto di vista finanziario. Il Consigliere Reschigna ha detto che molto è stato fatto con i ticket e l'IRPEF. Noi riteniamo che sia un bilancio pesante dal punto di vista delle entrate in un momento in cui abbiamo bisogno di liberare energie economiche con una tassazione sempre più leggera.
Questa era l'occasione, se questa maggioranza fosse una maggioranza che guarda allo sviluppo del Piemonte, per mettere in campo altri elementi per rendere più leggero il discorso delle entrate, e quindi della tassazione.
Certo non è con l'uso dell'indebitamento che diamo sviluppo alla nostra comunità, un indebitamento ormai forsennato ed altissimo che avrà delle ripercussioni molto pesanti sulle generazioni future e su cui non si può e non si deve indulgere. Sono finiti quei tempi ed è necessario ritornare ad un tempo di sobrietà, di attenzione alle spese non perché le risorse non ci siano o non siano sufficienti, ma perché le risorse ampie che abbiamo siano spese in maniera adeguata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, io ho ascoltato con molta attenzione, come faccio sempre in occasione di queste discussioni sul bilancio, l'intervento di alcuni colleghi e vorrei tentare di fare alcune considerazioni.
La prima. Credo che per capire le questioni che stiamo discutendo quest'oggi dovremmo tenere conto di alcuni dati del contesto nel quale elaboriamo la politica di bilancio, rispetto ai quali è importante che vi sia almeno una presa d'atto comune.
Il primo dato di contesto è rappresentato dai vincoli del patto di stabilità. Noi abbiamo potuto spendere nel 2007 le risorse che abbiamo speso nel 2005, meno 3,5%. Quindi una politica di bilancio formata al massimo di rigore che ha comportato una riduzione della politica di spesa.
Il 2007 più 2,5% al tasso di inflazione, il prossimo anno faremo un bilancio che prevede, se non ricordo male, che potremmo spendere più 2,4%.
Questa cosa la dico perché non so se il nuovo Governo rivedrà il patto di stabilità e allenterà quei vincoli, non lo so, può essere. Anzi, da un certo punto di vista, lo auspico, visto che tutti insieme contestiamo il fatto che le Regioni sono, dal punto di vista delle politiche di bilancio in una condizione di sofferenza.
Ritengo più utilmente che sarebbe necessario, stante l'attuale situazione, avere il coraggio di fare - e non è soltanto una responsabilità del Governo, ma del Parlamento - la riforma federalista dello Stato italiano. È un banco di prova per Governo e minoranza, credo che sia questo un terreno sul quale sfidare il Governo come forze di opposizione.
Ricordo soltanto che in questi giorni il "Sole 24 ore" ha pubblicato dei dati che sono molto interessanti. Ci ha ricordato che se dovessimo adottare un certo modello federalista, che prevede una compartecipazione all'IVA da parte delle Regioni, il Piemonte avrebbe, d'amblèe, 8 miliardi di gettito in più. Vorrei capire, e lo dico sommessamente, in che modo rendiamo compatibile questo modello di entrate con l'esigenza di garantire una politica di coesione nazionale. Problema non secondario per un Governo quale che sia il Governo, anche per il vostro Governo. Constato che una riforma federalista, da questo punto di vista - vedremo quali sono i modelli che vengono adottati dal Parlamento - un problema di risorse lo risolverebbe a questa Regione. Ripeto, 8 miliardi di euro in più.
Abbiamo discusso di trasferimenti pubblici, ma è evidente che siamo di fronte ad un ordine di grandezza che consentirebbe a questa Regione una grande manovra sul piano delle politiche di investimento.
Secondo dato di contesto. I fondi da reimpostare. Questione che deve affrontare qualsiasi maggioranza, ed è questione che condiziona qualsiasi politica di bilancio. Non posso rimuovere la questione e dire che non esiste. Non comporta, per esempio, un aumento dell'indebitamento: 150 milioni l'anno scorso, 150 quest'anno. In due anni sono 600 miliardi di vecchie lire che noi impegniamo, 2007 e 2008, per onorare impegni assunti.
Trasferimenti statali utilizzati per fare altre cose, impegni che vanno onorati, lo strumento per farlo è impegnare nel bilancio quelle risorse per fare ciò che non si è fatto con le risorse trasferite.
Una Regione che ha queste rigidità, cosa fa? Quale che sia la maggioranza che la governa, se ci fosse Burzi farebbe la stessa cosa: ricorre all'indebitamento. Per fare che cosa? Per fare quelle cose che abbiamo insieme concordato e per le quali lo Stato ha trasferito delle risorse specifiche.
Ultimo dato di contesto. I crediti verso lo Stato. Faccio un passo indietro. Ricordo che quando parliamo di fondi da reimpostare, l'ordine di grandezza sono un miliardo e mezzo, due miliardi. Per i crediti parliamo di due miliardi, il 20% del bilancio regionale. Questa è una Regione che vanta verso lo Stato crediti che equivalgono al 20% del nostro bilancio. Il Consigliere Lepri ci ha ricordato che il bilancio è al netto dei 12 miliardi, ma due sono crediti verso lo Stato.
Domando ai Consiglieri: questa cosa, che esiste da tempo e che non hanno risolto né Tremonti e neanche Padoa Schioppa (e che mi auguro risolvi il Governo di adesso) è destinata a pesare sul bilancio di qualsiasi Regione? Io credo che sia un dato ineludibile per qualsiasi politica di bilancio. Patto di stabilità, vincoli rigidi, fondi da reimpostare, non possiamo far finta che non esistano.
Questioni attinenti alla politica dei crediti verso lo Stato che ricordo ancora al Consigliere Rossi, è vero che questa Regione onora i debiti, ma questa Regione, indipendentemente dal coloro politico, può fare solo due cose: o fa come lo Stato e non paga, oppure cerca di indebitarsi per tentare di onorare e pagare i debiti, o trasferire risorse alle famiglie, alle imprese, ecc. Partirei di qui, Consiglieri. Se non partiamo di qui il contesto diventa più complicato ed è difficile capire la ratio che sta dietro alla politica di bilancio.
Seconda considerazione, e mi avvio alla conclusione. Noi potevamo aumentare l'IRAP, è una facoltà delle Regioni, di un punto, ma non l'abbiamo fatto. 500 milioni di euro, era un punto di IRAP. Avremo ridotto l'indebitamento, ma ci avreste crocifissi, giustamente, perché, in una fase nella quale noi dobbiamo incoraggiare le politiche di sviluppo e in una fase nella quale vi è un problema, per molte imprese, è del tutto evidente che se uso la leva fiscale, utilizzando l'IRAP e aumentando l'IRAP, pongo un problema per tante imprese. Pongo un problema di competitività per tante imprese che possono vincere la sfida non soltanto se intervengo sui costi ma anche se faccio politiche di innovazione che noi facciamo con questo bilancio. È evidente che se avessimo aumentato l'IRAP, avrei dato un colpo ad una parte di sistema economico della nostra regione.
Potevamo non ridurre l'addizionale IRPEF fino a 15 mila euro Consigliere Botta, ma l'abbiamo ridotta.
Il Consigliere Botta ha fatto bene ad invitarci a ridurre le tasse, ma mi permetta sommessamente di ricordarle che stiamo riducendo una tassa che il suo Governo aveva introdotto. L'addizionale IRPEF non l'ho invitata io ma la Giunta che lei ha sostenuto per una legislatura, e l'ha utilizzata non per ripianare i conti della sanità, ma per fare altre cose.
Dobbiamo fare un discorso di verità da questo punto di vista. Potevamo quindi, non ridurre l'addizionale IRPEF, potevamo non abolirla, potevamo non abolire i ticket, ma qui c'è un ragionamento che faccio ai Consiglieri della minoranza che può anche non essere condiviso. C'era un problema di equità e di restituire, attraverso questi interventi, maggiori capacità di iniziativa alle famiglie e ai singoli. Non possiamo alzarci al mattino e rimproverare i Governi che c'erano prima che non si arriva a fine mese e poi contestare un provvedimento che costa alla Regione, più o meno, 70 milioni di euro, che ha anche un significato, parziale, ma limitato.
Restituire potere d'acquisto alle persone. Questo è l'altro problema che abbiamo. So molto bene che questa cosa non risolve il problema, ma lo risolve per le competenze nostre, per la parte che ci riguarda. Mi auguro che il Governo, invece, utilizzi una parte del tesoretto per fare un intervento più coraggioso. Personalmente non credo alla questione riguardante la detassazione degli straordinari, penso ad un intervento diverso che aumenti complessivamente il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Noi non abbiamo fatto questo, abbiano ripianato i conti della sanità, sono due anni che noi mettiamo cash, risorse con le quali ripianare i conti della sanità, non abbiamo scelto di far finta di niente, di far pagare a chi viene dopo.
Abbiamo dei vincoli che riguardano la politica nazionale, ma sui conti della sanità mi sia consentito di fare una riflessione. La politica di questa amministrazione, mi sembra di capire, che abbia, da una parte l'obiettivo di tenere i conti sotto controllo, ma di farlo non soltanto attraverso una politica che ripiana i conti, ma attraverso interventi che evolvono e vogliono riorganizzare il sistema sanitario. Ne individuo due l'abbiano detto prima: l'accorpamento delle direzioni sanitarie, il fatto che diamo vita ad una società con la quale vorremo realizzare una politica di modernizzazione della sanità e vi dico - parlo a titolo personale - che per la prima volta, vedo un qualche segnale di inversione di tendenza. Il collega Leardi lo sa, otto giorni fa, a Biella, abbiamo inaugurato un reparto di neuropsichiatria, che era chiuso da 25 anni e non c'era verso di farlo riaprire. Una sanità che sarà anche il volto dell'implementazione dei servizi è una sanità positiva.



(Scampanellìo del Presidente)



RONZANI Wilmer

Ho terminato, Presidente.
Questa politica di bilancio ha tutti i limiti che io ricordavo, è una politica di bilancio che reclama una politica federalista, ma è caratterizzata anche dallo sviluppo e dall'equità sociale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, intanto, apprezzo che la discussione di oggi non sia soltanto, anche se ne ha una componente, di ritualità e che intervengano oltre ai Consiglieri dell'opposizione, anche altri colleghi, alludo all'intervento del Consigliere Reschigna e a quello svolto ora dal collega Ronzani, che consentono, pur nella difficoltà, di entrare nel merito.
So già che non starò nei 10 minuti, perché tanti sono gli stimoli.
Parto dall'ultimo - il collega Ronzani, ormai, lo sento da 7-8 anni, ha una modalità standard...



(Commenti fuori microfono)



BURZI Angelo

No, io ascolto sempre con attenzione.
Il suo commento fuori microfono l'ho fatto molte volte, ma, in genere non sui suoi interventi.
Il collega Ronzani ha una modalità di passione crescente e mescola dopo 8 anni, non so neanche quanto in buona fede e quanto in termini di professionalità - elementi eterogenei. Faccio degli esempi, ipotizzando che l'intervento del collega Ronzani - oggi credo che sia il 13 - invece che in aula, si svolga in I Commissione e che si stia dibattendo - diciamo a novembre e non a settembre - su come impostare il prossimo bilancio, che non è una modalità impossibile.
Mi chiedo chi impedisce ad una qualunque maggioranza - o chi ha impedito - di discutere prima gli obiettivi con cui si vuole costruire, in questo caso, una legge importante come quella di bilancio, ma può valere per altre leggi. Darsi le condizioni al contorno di un percorso non è un obbligo, sono rarissime le maggioranze politiche che lo fanno, ma, in teoria, non sarebbe impossibile, anzi, potrebbe servire a ridurre il tasso della contestazione.
Ho sentito dire che le leggi di bilancio, essendo appunto leggi prodotte da amministratori, quali siamo noi - il livello qualitativo lo lasciamo volentieri definire ad altri - si pongono degli obiettivi e nessuna legge credo possa facilmente risolvere tutti gli obiettivi che una maggioranza si pone.
Esemplifico: siamo sicuri - noi certamente la pensiamo in maniera opposta - che il livello di indebitamento - qui non faccio polemica, perch credo non ci sia nessuno da convincere, la stampa è poca e l'attenzione verso l'esterno è ancora meno, quindi la polemica la riserviamo ad altre sedi - sia quello giusto, ove per giusto sia quello che vogliamo? La nostra risposta è netta: no.
Se riprendo un elemento del discorso del Consigliere Reschigna, credo sia consentito dire che il livello di indebitamento elevato, che, a nostro avviso, noi abbiamo troppo elevato, è noto e già nelle relazioni sia di Fitch che di Standard &Poor's dell'anno scorso si giudicava con preoccupazione quello che sta succedendo relativamente alla legge che qui ci apprestiamo ad esaminare, che non è altro che conseguenza dei fatti precedenti - quindi largamente condivisa.
Noi lo giudichiamo un elemento di pericolo, che, ineludibilmente, caro collega Reschigna, si tradurrà in tasse future, perché il livello di pressione fiscale che oggi abbiamo in questo paese deriva fondamentalmente da tante componenti, ma certamente dal fatto che l'indebitamento del sistema paese è molto maggiore di quello degli altri paesi.
Quindi, pur togliendo il regime di tassazione e altre cose che do per scontate, formalizzare debiti oggi che verranno pagati domani o dopodomani non è altro, come avevamo detto in altri momenti e lo confermiamo, che una scelta politica criticabile, perché lavorate oggi creando debiti sulle generazioni future, ma questa è una valutazione politica.
I 5 miliardi di debiti tendenziali indicati nella relazione del Consigliere Lepri, rappresentano un numero giusto? A nostro avviso no quindi noi vogliamo ridurlo e vogliamo sapere se questa maggioranza è intenzionata o meno a ridurlo.
Qui potrebbero risponderci di no. È giusto, perché con questi 5 miliardi abbiamo questo programma - di che cosa? Non di investimenti.
Non è una critica particolarmente orientata al centrosinistra, ma questo bilancio non lo si può definire di investimenti quando la relazione del Consigliere Lepri non fa altro che riflettere, tranne che in un caso, i dati esistenti, tra l'altro, ormai, di proprietà comune, si parla di 8 miliardi di spesa corrente della sanità - ci torniamo - di 1,7 di spesa corrente - del resto - e di 1,8 (circa 2) di investimenti.
Allora, noi stiamo facendo debiti, anzi, li abbiamo già fatti, in maniera molto onerosa, che verranno pagati domani e dopodomani, non per una politica di investimenti, se non giochiamo a convincere qualcuno che qui non è convincibile.
Per quanto concerne le regole del Patto di stabilità, è esattamente quello che dice il Consigliere Ronzani, ma lei sa bene, Presidente, come sanno tutti i colleghi - se ancora non lo sanno vuol dire che proprio hanno seguito poco il dibattito di questi giorni, che inizia oggi, ma che abbiamo già ripreso parecchie volte - che, anche quest'anno, per rispettare la forma e la legge del Patto di stabilità, che lo controlla sul consuntivo per forza di cose, qualunque bilancio questa Regione approverà - prima o poi lo approveremo - ad un certo punto, dovranno essere bloccati gli impegni - se devo fare una previsione, intorno ad ottobre o novembre.
Allora, in primo luogo, pretenderei che il blocco degli impegni non venisse deciso da una pur eccellente direzione, ma dalla politica, cioè che non fosse una scelta casuale, ma fosse, appunto, una scelta, perché, se non la facciamo noi oggi, avverrà casualmente domani, nel momento in cui il mercurio del termometro si avvicinerà ineludibilmente al tasso di tenuta cioè al limite massimo, e qualcuno dovrà alzare la paletta rossa. Se questa verrà alzata un pochino in ritardo, come è già avvenuto l'anno scorso, non soltanto si dovranno bloccare gli impegni, ma occorrerà anche fare marcia indietro su impegni già presi per rientrare sotto.
Consigliere Ronzani, le sembra questa una scelta di priorità che una maggioranza qualunque deve fare o semplicemente è un affidarsi, in qualche modo, ad un destino? Mi pare sia palesemente la seconda possibilità.
In secondo luogo, di questa spesa della sanità, di cui parliamo come se fosse un'altra cosa - sono 8 dei 12 miliardi - chi ne deve parlare e quando? Il fatto che questi 8 miliardi siano circa un miliardo in più rispetto all'inizio del vostro mandato è giusto? Non è giusto? Giusto o sbagliato in teoria, è compatibile? Perché vi rifiutate nei fatti - non nelle scelte - di misurare i servizi? I piemontesi sono aumentati a dismisura? Stiamo fornendo servizi a piemontesi che sono arrivati qui? Abbiamo costruito cose nuove? Questo miliardo in più è una scelta conseguente alle vostre politiche o, come mi sembra - qui non sto cercando di convincere nessuno - è avvenuto il semplice smottamento verso il basso di un numero, che era 7 miliardi all'inizio della vostra Giunta, che era 6 quando voi pesantemente ci criticavate - in parte, avevate anche ragione, a mio sommesso avviso - che diventerà 8,5? Quando ne parliamo? E chi? È giusto che l'investimento previsto sia il 2% di questi 8 miliardi? Questa maggioranza lo sostiene come giusto? Ritorno sul Consigliere Reschigna, prima che si addormenti in maniera definitiva o rifletta sulla mie parole in maniera più consistente.



(Commenti fuori microfono)



BURZI Angelo

Lo so, ma dopo averlo insultato tanto, se dico che si addormenta, il Consigliere Reschigna quasi quasi è contento.



(Commenti fuori microfono)



BURZI Angelo

Esatto, il Consigliere Reschigna, che mi conosce, sa che io critico soltanto le persone che stimo, con le altre non parlo o non parlo più.
Veleggia in mezzo ai vostri discorsi anche una componente che vorrei togliere.
Guardate che la politica di reimpostazione dei fondi statali è stata concordata in questa Giunta con un esimio consulente - che questa Giunta farebbe bene ad utilizzare - che è stato Sottosegretario del Governo precedente, il prof. Zarda.
Perché lo utilizzavamo? Perché era piemontese. E tra l'altro era anche competente. Quindi, era uno della parte avversa, ne capiva in materia, a mio sommesso avviso, e l'abbiamo concordata con lui che l'ha sempre trovata una delle modalità, che può essere anche criticabile. Se voi parlate con cinque esperti di contabilità, vi danno probabilmente cinque o sei risposte diverse sul problema.
Oggi siamo al 13 maggio, ricorrenza della Madonna di Fatima. Ci volete convincere di avere ragione? È un tentativo interessante, ma temo destinato all'insuccesso. O volete trovare un punto di equilibrio che consenta ad entrambe le parti di uscire da quest'aula ?n tempi onorevoli.
Io non ci tengo che iniziamo la classifica con la Calabria, non avrei nessun orgoglio particolare in materia. Però non è dicendo che questo è il migliore dei bilanci possibili, perché non lo è, che voi uscirete da questa querelle.
Sul resto man mano avremo tempo per discuterne.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lupi.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Non ho evidentemente né le conoscenze né tanto meno le competenze tecniche nel campo amministrativo del bilancio che hanno caratterizzato gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto.
Nonostante questo partecipo con atteggiamento positivo a questo dibattito, perché come ha sottolineato intelligentemente il Presidente Burzi nel suo intervento, al di là della parziale strumentalità delle modalità con cui si sta svolgendo questo dibattito, sono comunque emersi degli elementi interessanti.
In particolare, ho apprezzato, se non altro per la loro struttura logico-sintattica ed argomentativa, gli interventi dei colleghi Reschigna e Ronzani, che hanno portato elementi di stimolo al dibattito. Anche se, alla fine di tutte queste enunciazioni, quello che da parte della maggioranza si è cercato di dimostrare è la presenza di una intrinseca contraddizione all'interno delle posizioni della minoranza, in quanto da una parte la minoranza affermerebbe "spendiamo meno", dall'altra "spendiamo meglio".
Come se questi due enunciati fossero legati da un indissolubile contrasto dicotomico che non permetterebbe il loro superamento.
Invece la realtà più semplice è che spendere meno e spendere meglio sono due concetti che possono essere coniugati, nemmeno senza troppa difficoltà. Ed è questa la posizione che da vari giorni i gruppi di opposizione, i gruppi della minoranza hanno cercato di sostenere argomentando, in maniera molto decisa ma nello stesso tempo molto precisa che queste due posizioni possono essere collegate tra loro e rappresentare le basi di una seria politica di bilancio.
Vorrei fare un esempio tratto dalla vita di tutti i giorni. Ho un po' di difficoltà a frequentare i centri commerciali, però qualche volta sono costretto a farlo. E quando frequento un centro commerciale sono spesso impressionato dalle enormi code nella zona dei finanziamenti e mi diverto ad osservare certi comportamenti, immaginando determinate situazioni economiche. Sono portato con cattiveria - lo ammetto - ad ironizzare magari su "bamboccioni" sia nella loro versione single sia accoppiata, oppure altre categorie di persone, che magari per acquistare lo "Fighter Super Dolby Surround" si mettono in coda per il finanziamento. È facile ironizzare su questo atteggiamento mentale di chi a volte per spese sicuramente non assolutamente necessarie ricorre all'indebitamento con tutto quello che questo comporta.
Se noi ovviamente "mutatis mutandis" trasportassimo questa situazione della vita comune all'Amministrazione regionale, vedremmo come questo atteggiamento mentale di ricorrere sempre e comunque all'indebitamento anche quando l'indebitamento non è assolutamente necessario, perché un conto è quando una persona single o una famiglia s'indebita per il mutuo della prima casa oppure si indebita per garantire ai propri figli una educazione qualitativamente superiore a quella che ha avuto, ma quando vediamo che invece le scelte sia a livello di vita privata sia a livello di politica amministrativa si orientano a scelte di indebitamento rivolte ad investimenti la cui assoluta necessità è perlomeno dubbia, vediamo che il futuro della nostra società comincia ad essere colpito da una situazione di sotterranea illogicità.
Questo è il ragionamento che ci porta a sostenere la necessità di quella che è stata definita con un termine molto preciso: sobrietà nelle scelte di bilancio. Questo per quanto riguarda la prima parte della nostra posizione, cioè l'invito a spendere meno. Ma lo spendere meno è anche connesso, e questo legame è indissolubile, con lo spendere meglio.
Da questo punto di vista come forza politica ambientalista (come WWWFF) non possiamo che sottolineare la necessità, nell'ambito dello spendere meglio, di andare ad avere un'attenzione maggiore sui temi dell'ambiente. E proprio sui temi dell'ambiente ho colto una sollecitazione particolarmente interessante emersa nella discussione della seduta mattutina, quando il Vicepresidente Guida ha presentato l'ordine del giorno che faceva riferimento alle problematiche legate all'inquinamento atmosferico.
L'Assessore, che so peraltro molto attento alle questioni ambientali ha cercato in qualche modo di liquidare la questione affermando che si tratta di una situazione che lui ha definito ordinaria. In realtà i livelli d'inquinamento, in generale nella nostra regione, ma in particolare dell'area metropolitana urbana torinese, non hanno proprio nulla d'ordinario. Come non ha nulla d'ordinario il fatto che il capoluogo della nostra regione sia stato classificato come la città più inquinata d'Italia.
Contemporaneamente al dibattito di questa mattina abbiamo visto sui mezzi d'informazione una polemica assolutamente condivisibile da parte di GTT nei confronti della Regione, perché le politiche ambientali sviluppate in ambito regionale sono assolutamente insufficienti. E riporto quello che oggi era affermato sui giornali: "I vecchi autobus GTT potrebbero essere sostituiti se la Regione sbloccasse...".
E faceva riferimento alle caratteristiche di questi mezzi assolutamente sorpassati, alcuni dei quali in servizio da oltre venti anni e che costituiscono delle autentiche bombe ad inquinamento differito. Anche in questo caso il bilancio regionale ha dei forti limiti. Il non prevedere dei finanziamenti adeguati, che permettano il superamento di questa situazione in tempi almeno medio/lunghi, è sicuramente un limite di questo bilancio questo fa parte, ovviamente, non dello spendere meno, ma dello spendere meglio. Nello stesso tempo, ci riporta alla gravità di una situazione ambientale che, come dicevo precedentemente, non ha niente d'ordinario, ma continua ad essere assolutamente straordinario nella sua gravità.
Il fatto che nella nostra città già a febbraio il numero dei superamenti per alcuni inquinanti superi il limite previsto dalla legge, è evidentemente, un elemento che d'ordinario non ha assolutamente nulla. E proprio per la sua straordinarietà, richiederebbe un'attenzione, come disponibilità e impegno a livello del bilancio economico, ben maggiore.
Eppure i nostri mezzi di trasporto pubblico cittadino continuano a viaggiare con gran difficoltà, emettendo inquinanti visibili addirittura a vista; ultimamente li vediamo spesso arenati in mezzo alle strade cittadine, perché non riescono neppure ad andare avanti. Addirittura - è un'affermazione di GTT - il 15% o 20% dei mezzi che escono per servizio rimane bloccato ogni giorno. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Cercherò di parlare nell'interesse comune e soprattutto non entrerò nel merito di quello che è il documento programmatico, perché non mi sembra n la giornata né il momento per discuterne, dal momento che ci addentreremo nell'argomento nei prossimi giorni.
Ciò che mi preme sottolineare, però, è che in un momento così delicato definito dal collega Cirio come "situazione al limite del collasso", alcuni autorevoli colleghi, come Ronzani e Reschigna, hanno evidenziato la grande importanza del documento programmatico per lo sviluppo e per l'occupazione.
In modo particolare, per quanto riguarda le politiche sociali da parte di Reschigna, e per ciò che riguarda il potere di acquisto da parte di Ronzani, è stato detto che la Regione non ha competenza in merito. In quest'Aula, quindi, si sente di tutto, ma soprattutto si percepisce sulla pelle la sensazione che non si può andare avanti senza un minimo di programmazione del Consiglio regionale e senza un dialogo tra le principali forze politiche che lo rappresentano. Ciascuno di noi va a ruota libera dice ciò che pensa, ha una sua formazione mentale, ha le sue esperienze.
Le mie esperienze personali sono sempre le ultime, quelle che vivo.
Cosa ho vissuto in questi ultimi giorni, al contrario di quello che sento qui, nel bene e nel male? Ho vissuto una situazione di malessere totale da parte dei cittadini piemontesi che non accettano più i politici, la politica e tutto quello che ne deriva. Non possiamo stare qui inerti amorfi, se così si può dire, di fronte una richiesta che proviene dal territorio. Il territorio vuole che cominciamo a dialogare nell'interesse della gente, per cercare di risolvere i problemi e per venire incontro alla gente. Qual è l'ultima esperienza che mi ha visto protagonista in questi giorni? Presidente, lei che ci onora della sua presenza, rappresenta i colori dell'arcobaleno, che, come ha visto, si sono sbiaditi strada facendo per poi sparire e ricomparire in questa Regione: sono il sintomo di una democrazia, perché ci devono essere le forze politiche. È quando non ci sono più che diventa veramente un problema, perché si crea un vulnus nella democrazia.
Ma ritorniamo alla mia ultima esperienza di queste ore. Assessore Peveraro, nonché Vicepresidente di questa Regione, per fortuna non siamo ai primi posti per quanto riguarda l'assenteismo dei dipendenti regionali: questo è già un gran risultato, colleghi, perché ieri sera alla trasmissione "Porta a porta" avete visto che altre Regioni come il Lazio il Trentino Alto Adige e la Valle d'Aosta sono ai primi tre posti per l'assenteismo dei dipendenti regionali. Quindi un complimento va a coloro che dal 1972 in poi hanno tenuto alto il vessillo della Regione Piemonte.
Ma ritorniamo alla mia esperienza di venerdì sera, Assessore Peveraro.
Lei ha bloccato questi benedetti mandati e la gente, effettivamente, ha dei grossi problemi sul territorio.
Venerdì pomeriggio, districandomi un po' qua e un po' là, ho ricevuto circa 35 famiglie (su 50 appuntamenti!). Ho ascoltato con attenzione le loro problematiche per ore, posto che per me si configura come arricchimento morale della mia arte del pensiero, che è quella che ci dovrebbe permettere di dialogare e che non dovrebbe mai mancare in politica. La maggior parte di queste persone mi ha confidato le loro disgrazie sociali. Altro che politiche sociali, collega Reschigna! Queste 35 persone - potrei farvi i nomi, ma non sarebbe corretto denunciano che non arrivano alla terza settimana, ma questa è una cosa ormai scontata. Emergono dei problema sociali: un terzo della popolazione è influenzata dal disagio sociale, in modo particolare dal problema della droga. Molte donne hanno i figli a carico e magari sono state anche abbandonate dal marito per problemi sociali ed economici.
Per fortuna non rientriamo in quella graduatoria che citavo prima relativa all'assenteismo dei dipendenti regionali, ma certamente vinciamo la bandiera del primo posto per i divorziati, specialmente di soggetti deboli. Non esiste più quella solidarietà sociale e familiare che permette di condurre una vita sana e attiva sotto l'aspetto familiare.
Come ho detto, Torino è al primo posto per quanto riguarda i divorzi.
Automaticamente, molte donne, anziane e non, sono abbandonate a se stesse con a carico un figlio magari tossicodipendente. Questo è uno dei problemi fondamentali, che va ad aggiungersi alla crisi occupazionale. Se vi ricordate, io in modo particolare sono stato uno di quelli più battaglieri in Consiglio nel votare quando emergeva un problema occupazionale e, in qualche modo, quando la FIAT aveva bisogno del nostro supporto morale economico e istituzionale. Non abbiamo saputo niente e anche in questo bilancio non si sente dire niente, ho letto qualche cosa di particolare che c'è l'incubatore, il progetto universitario, ma non solo sulla Città della Salute, ma anche su questi progetti strategici che devono dare delle risposte a quel problema sociale che noi tutti viviamo - c'è chi ascolta e cerca di fare qualcosa - ma soprattutto ai cittadini che vivono sulla propria pelle, non abbiamo saputo nulla.
La Regione non può permettersi di giocare ad una partita di poker sapendo che, invece, i nostri cittadini ci chiedono di fare, di reagire a questo malessere sociale. Noi abbiamo il compito di reagire, ma possiamo solo reagire se quest'aula è compatta, se quest'aula dialoga, se quest'aula riesce a dare delle risposte concrete. Oggi non mi sento né contento n soddisfatto del lavoro che stiamo compiendo in quest'aula, avrei preferito che la Presidente Bresso andasse in giro, che l'Assessore Oliva andasse in mezzo alla gente disperata dalla Falchera a Mirafiori sud, dalla Vallette a Mirafiori nord in cerca di un dialogo, di un conforto sociale.
Ci sono tanti anziani abbandonati, la cultura potrebbe fare un bel progetto per farsi sentire, una volta al mese, da tutti quegli anziani abbandonati che non hanno dialogo.
Tra le tante storie che ho sentito, mi ha colpito quella di una famiglia che non accende il frigo quando accende la televisione, che quando accende la televisione, non accende la luce perché deve risparmiare, perch a fine mese non riesce a pagare tutte le bollette. La realtà di Torino è una realtà fuori dalla logica che noi viviamo sulla nostra pelle. Un conto è sentirle dire, un altro è viverle. Venerdì sera non ne potevo più e quando sono arrivato a casa, guardando la mia famiglia, ho pensato che siamo fortunati, ma non basta dire che siamo fortunati, dobbiamo fare qualcosa per questo malessere sociale, per questa povertà che c'è nella città di Torino, nella prima cintura.
Il Consiglio, anche sul potere d'acquisto, non può esimersi dal non pianificare e progettare delle linee programmatiche che almeno sotto l'aspetto del controllo possono dare dei risultati nell'interesse dei nostri cittadini.
Dialoghiamo, Assessore Peveraro, è l'unico modo che ci porta al bene comune e, soprattutto, al bene dei nostri cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Abbiamo iniziato la discussione sul bilancio della Regione Piemonte. Un bilancio che, come avevo già detto relativamente alla finanziaria, non ci piace. Finanziaria e bilancio si assomigliano molto nel senso che dall'allegato A alla finanziaria, all'allegato A al bilancio, si tratta di fondi che sono messi o tolti su vari capitoli di spesa o UPB sul bilancio sulle leggi, riportando il numero della legge, sulla finanziaria. Ma poco cambia, sono sempre movimenti di denari in più o in meno su leggi e/o leggasi, UPB.
Quello che noi contestiamo è il fatto che troppi soldi sono ancora messi a disposizione, per quanto ci riguarda, per gli extracomunitari, per gli zingari e per la comunicazione della Presidente Bresso. Quello che a noi piace poco è quello che la Regione non ha fatto per dotarsi di infrastrutture adeguate. Al di fuori di quello che dichiara abitualmente la Presidente Bresso quando va agli incontri, parlo di Alta Capacità ferroviaria, per intenderci Torino-Lione e collegamento con Milano, (quello è stato fatto, ma dal vecchio Governo e dalla vecchia Giunta che gestiva la Regione). Per quanto riguarda la Torino-Lione è tutto in alto mare, proprio perché una parte consistente della maggioranza, indispensabile alla Presidente Bresso per continuare a governare il Piemonte, è assolutamente contraria alla realizzazione dell'opera. Non solo, proprio quella parte politica, estrema sinistra, ha scaldato le popolazioni locali portandole a fare manifestazioni contro il Governo, allora era Prodi, prima ancora il Governo Berlusconi, adesso addirittura contro il governo Bresso. Tant'è che in alcune realtà si è arrivati ad acquistare a piccoli lotti il terreno appositamente per rendere difficili eventuali atti di espropri.
Tuttavia, la Presidente Bresso non perde occasione per continuare a dire che lei vuole realizzare l'opera nonostante poi, in realtà, tale opera sia praticamente ferma, ma si muove creando un qualcosa denominato Limonte l'accordo famoso Piemonte-Liguria sulla gestione del retroporto ligure dei porti liguri e, anche lì, fa il suo scivolone, ma fa sempre finta di niente. Ricordo che quando il precedente Presidente del Consiglio Prodi era andato in Liguria dietro specifica domanda, parliamo di pochi mesi fa, sul terzo valico - quello che permetterebbe il transito delle merci dai porti liguri intasati, in particolare dal porto di Genova, verso il resto d'Italia passando per l'alessandrino e dando la possibilità al porto di Genova e Savona di utilizzare il retroterra ligure che viene in Piemonte attraversate le montagne, come depositi o luoghi di lavorazioni delle merci, o semi lavorazione - Prodi aveva detto che quella non era una priorità del suo governo. Ahimè la Bresso, nonostante continui ad attaccare il centrodestra, nei fatti, va a legarsi ai progetti che ci sono sul territorio, ad esempio quello di Alessandria, per creare un hub nazionale ferroviario presso il vecchio scalo ferroviario di Alessandria, con un progetto da 90 milioni di euro nato dopo che la città di Alessandria è governata dal centrodestra.
Non solo. Nelle merci le Ferrovie dello Stato cambiano rotta e puntano allo sviluppo dei sistemi portuali e alla realizzazione del network funzionale all'incremento del trasporto su rotaia, anche grazie ad accordi con i più importanti operatori italiani e stranieri. Punto cardine della nuova strategia i porti e l'hub di Alessandria per una superficie di 500 mila metri quadrati, progetto da 90 milioni di euro per il quale a Genova Palazzo San Giorgio, è stato firmato da Ferrovie dello Stato, Regione Piemonte e Regione Liguria, Province di Alessandria, Genova e Savona Comune di Alessandria e Comune di Genova, Autorità portuali di Genova e di Savona, fondazione SLALA, Confindustria Liguria e Piemonte un protocollo di intesa per la realizzazione e la gestione di quest'immensa area di scalo ferroviario.
Nell'area dello scalo ferroviario sorgerà un grande hub nazionale con funzione di centro intermodale e retroporto collegato alle attività del sistema portuale, in particolare modo con Genova e Savona. Avrà funzione di terminal per il trasporto combinato verso le direttrici europee e il trasporto unità intermodale marittime, di terminalizzazione dei traffici di origine e destinazione portuale in regime doganale, con l'obbligo di trasferimento, via ferrovia, dei contenitori da o per il porto, di piattaforma dedicata al servizio di logistica e integrate in connessione con i porti.
I firmatari del protocollo sono impegnati a promuovere la costituzione di un tavolo di lavoro che, entro ottobre, dovrà definire il programma di sviluppo dello scalo alessandrino, riguarderà il piano di riutilizzo delle aree retroportuale con relativi collegamenti stradali; il layout dello scalo con le dotazioni strutturali e infrastrutturali necessarie e i costi di realizzazione. I principali aspetti economici e funzionali, il modello gestionale di diversa articolazione operativa dell'hub, quello organizzativo, per l'ottimizzazione delle capacità integrate nel sistema porto-linea ferroviaria-hub.
Tutto questo è avvenuto dopo il cambio dell'amministrazione comunale di Alessandria, perché la vecchia amministrazione comunale di Alessandria voleva creare una realtà, in misura estremamente ridotta, presso una frazione del Comune di Alessandria, lontano dalle ferrovie, danneggiando una parte di territorio agricolo immensa, tra l'altro, mal servita anche dalle strade.
Questa è un'altra grand'opera che si potrà realizzare in futuro, ma ahimè, fino a poco fa - ad Alessandria ha stravinto il centrodestra solo un anno fa - non se ne parlava.
Passiamo al famoso Limonte, che vuole le merci cinesi: "Il piccolo e ancora sconosciuto Limonte inizia piacere alla grande Cina, per lo meno ai suoi operatori logistici, alla ricerca di approdi alternativi ai grandi porti del nord Europa, in via di saturazione. È novità interessante, la macroregione, finalmente, sembra affascinare gli operatori del Far East non solo per quelle 2 mila miglia di vantaggio sui rivali del nord. Le compagnie di shipping e le autorità portuali cinesi sembrano guardare con interesse all'integrazione tra porti e interporti e alle soluzioni tecnologiche di cui intendono dotarsi.
con queste sensazioni, trascritte in alcuni memorandum, che ha fatto rientro domenica sera una delegazione pubblico-privata guidata dalla Regione Piemonte (ne facevano parte la Regione Liguria, la Fondazione SLALA, il sistema degli interporti, Finpiemonte, Siti e il Centro estero per l'internazionalizzazione del Piemonte), pretesto ufficiale per l'ammissione alla partecipazione a China Transpo, fiera di settore che si è svolta il 24-26 aprile a Pechino, alla quale ha fatto seguito una lunga serie di incontri e sopralluoghi ai porti di Shanghai e Tianjin, due dei principali scali cinesi".
Poi, aggiungiamo il Sole 24Ore: "Sviluppo del Piemonte solo con le grandi opere: la Torino-Lione, la Genova-Novara con il Terzo Valico. Poi altre grandi opere definite di fascia A: il passante, Corso Marche, la tangenziale est a Torino, il nodo di Novara, la Pedemontana e il collegamento con Malpensa.
All'indomani del voto, l'invito che arriva dall'Osservatorio Territoriale Infrastrutture nord-ovest (OTI), promosso dalle associazioni industriali di Torino, Milano e Genova, è perentorio: occorre concentrarsi sulle infrastrutture strategiche da realizzare senza nessuna dilazione".
Tutte queste cose che ho detto in pochissimo tempo giustificano interventi pesanti, che avrebbero dovuto esserci, ma non ci sono, sul bilancio della Regione Piemonte, perché opere di questo tipo (il collegamento Piemonte-Liguria con il resto d'Europa, i porti, l'entroterra l'hub ferroviario, il trasporto merci gomma su rotaia e camion, la Pedemontana, il nodo Novara e tutto il resto) richiedono investimenti ciclopici e, in particolare, richiedono un accordo all'interno della maggioranza che guida la Regione Piemonte, che non c'è.
Noi vorremmo anche capire quanto la Regione effettivamente vuole investire e quanto crede veramente in questi progetti che potrebbero rilanciare il Piemonte.
Oggi, c'è un Governo nazionale che sicuramente vuole realizzare le grandi opere. Da questa parte, la Presidente Bresso, la sua Giunta e la sua maggioranza sono unite e vogliono realizzare queste opere o continuano a vendere, come hanno fatto fino ad oggi, del fumo, sapendo che non hanno una maggioranza coesa e compatta su questo tipo di interventi, iniziando proprio dalla TAV Torino-Lione? Questa è la domanda che pongo in questa fase di discussione di bilancio, che ritengo importantissima, proprio perché si gioca negli anni a venire (2-3-4 anni) il futuro del Piemonte e di una buona parte della Padania.



PRESIDENTE

La parola a al Consigliere Vignale



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, oggi, dopo un po' di giornate trascorse a discutere sulla legge finanziaria - più sui fronzoli che non sull'impianto complessivo - finalmente, siamo riusciti a fare tornare in aula almeno l'attenzione su una discussione che per noi è particolarmente importante perché, dicendo una banalità, crediamo che la legge finanziaria e il bilancio regionale, in qualche modo, dimostrino la capacità di governo di una Regione, anche le modalità e le priorità.
Ho ascoltato gli interventi di molti colleghi - ovviamente, quasi ognuno di noi è condannato, se in maggioranza, a parlare bene del bilancio e, se all'opposizione, a parlarne male - credo occorra unire le considerazioni svolte, che in molti casi sono anche condivisibili, con i numeri scritti all'interno del bilancio, rispetto al quale potremmo parlare molto. Faccio alcuni esempi: abbiamo problemi di ritardo nei pagamenti e ancora quest'anno abbiamo necessità - è quello che ci chiede la Giunta - di procedere ad un'autorizzazione per un altro miliardo e 700 milioni di euro per chiudere il bilancio.
Non a sufficienza - su questo proverò a incentrare un po' di più il mio intervento - abbiamo fatto alcune valutazioni e, certamente, ad oggi, non abbiamo avuto risposte, anche avendole poste in modo sufficientemente chiaro, relativamente a quello che è il bilancio della sanità, per due motivi: innanzitutto, per la quantità economica che questo sub bilancio rappresenta - 8 miliardi di euro - e, soprattutto, per il fatto che è il più grande strumento di politiche sociali in mano alla Regione. Quindi, non è soltanto una gran voce di spesa, ma è anche una voce di spesa in grado di dare servizi alla popolazione.
Relativamente a questa, abbiamo fatto alcune valutazioni, che erano le valutazioni fondanti che facemmo sul Piano Socio Sanitario, con la seguente asserzione. Noi abbiamo una crescita tendenziale - c'era anche scritto sul Piano Socio Sanitario prima che fosse cancellato, non modificato - che è quella delle altre Regioni italiane, che va dal 3 al 5% di crescita annua della spesa sulla sanità. Questo significa che tendenzialmente il nostro bilancio cresce da 250 a 400 milioni di euro - devo dire che noi ci avviciniamo più al 5% che non al 3% - e abbiamo un trasferimento dallo Stato che si avvicina intorno ai 100 milioni di euro, per cui solo nella sanità, a trasferimenti e a servizi invariati, abbiamo un deficit annuo di 150-200 milioni di euro, che è una delle voci che, ogni anno, pesa nel far sì che si debba necessariamente ricorrere all'indebitamento per arrivare alla chiusura del nostro bilancio.
Dalla lettura dei due documenti di bilancio - il bilancio annuale e anche il bilancio pluriennale - noi vediamo che quest'anno saranno stanziati 8 miliardi e 200 milioni di euro, sostanzialmente, sulle politiche della sanità, che saranno ridotti a 7 milioni e 900 mila euro nel 2009 e a 7 milioni e 900 mila euro nel 2010.
Ora, può anche darsi che, come a volte si dice, il bilancio triennale non conti nulla.
Presidente, abbia pazienza, ho difficoltà a sentirmi, non pretendo che i colleghi mi ascoltino.



(Scampanellìo del Presidente)



VIGNALE Gian Luca

Grazie.
Si prevede un taglio intorno ai 250 milioni di euro sul bilancio della sanità per il 2009 e il 2010. A questo taglio, però, si accompagnerà un aumento delle spese che dovremmo spendere in sanità, tanto nel 2009 quanto nel 2010.
Quindi, poniamo che avremo un aumento di 250 milioni di euro nel 2009 per 100 milioni coperto dallo Stato, noi arriveremmo ad una cifra complessiva che sarà intorno agli 8 miliardi e mezzo e una copertura di 7 miliardi e 900 milioni. Questa cifra nell'anno a venire aumenterà per arrivare intorno agli 8 miliardi e 700 milioni e avremo sempre una copertura di 7 miliardi e 900 milioni.
Perché insisto su questo tema, un po', come d'accordo, non toccato dagli altri colleghi del Gruppo? Perché su questo ci sta tutta la politica sanitaria del centrosinistra all'interno del governo della Regione in questa legislatura.
Per riassumerla il centrosinistra in campagna elettorale, e poi avendo vinto le elezioni, disse: "il centrodestra ha governato male la sanità perché ha sprecato moltissime e ha fatto molte regalie ai suoi amici della sanità privata. Quindi, noi razionalizzeremo la sanità, spenderemo meglio ed erogheremo migliori prestazioni".
Il dato di oggi è che la sanità è continuata a crescere dal 3 al 5 come cresceva negli anni passati, il dato che i colleghi, soprattutto della sinistra, cercano sempre di dimenticare è che il ricorso alle strutture private è aumentato rispetto al periodo della Giunta Ghigo.
Però oggi - e lo dico come dato di politica sociale - noi votiamo un documento, il triennale che prevede un serissimo taglio sulle politiche della sanità tanto per il 2009 quanto per il 2010.
Noi possiamo votare tutto quello che crediamo, o meglio possiamo accompagnare le parole che pronunciamo in aula in merito al bilancio, come se queste fossero la Giunta che vorremmo e il bilancio che vorremmo, e non è il bilancio che c'è, ma il bilancio fortunatamente è fatto da numeri ed essendo fatto da numeri in qualche modo è inconfutabile. I numeri sono quelli che sono oggettivi; l'interpretazione è soggettiva, ma i numeri sono oggettivi e non hanno possibilità di interpretazione differente.
Mi avvio alla conclusione visto che il tempo che è a noi dato. Anch'io credo che sarebbe estremamente importante focalizzare un bilancio di un ente rispetto alla giustizia sociale. Lo dico, perché il collega Ronzani prima citava alcuni provvedimenti che sono stati provvedimenti, se non totalmente condivisi, che certamente non ci hanno visti contrari. Ad esempio, la riduzione dei ticket piuttosto che la riduzione dell'addizionale, ancorch per un numero limitato di cittadini piemontesi, non è certamente da avversare.
Dobbiamo solo comprendere rispetto al costo che questo ha avuto, molto piccolo, nel senso che la riduzione del ticket - ricordo che l'ammontare complessivo delle entrate da ticket non supera i 500 mila euro, quindi se lo cancellassimo domani, sarebbe quella la cifra che perderemmo.
Anche sull'addizionale Irpef abbiamo avuto un costo, ma certamente non è un costo così importante. Mi domando però se a fronte di questo - e lo domando anche a voi - siamo certi che i cittadini piemontesi a fronte di queste, non chiedono altre politiche di giustizia sociale, cioè non soltanto città più sicure, ma servizi più vicini, evitare che i servizi di assistenza ai cittadini non c'impieghino mesi per risolvere un problema all'anziano che hanno all'interno della loro casa. Perché uno può dire quello che crede, ma un altro dato oggettivo è che è aumentato il numero di anziani non autosufficienti in liste d'attesa all'interno della nostra Regione.
Credo che queste sono e saranno le riflessioni che, utilizzando alcuni emendamenti qualificanti che presenteremo sul bilancio, andranno in qualche modo sviscerate in quella che è una lettura del bilancio che, come dicevo non può essere dato solo dalle pie intenzioni, ma deve essere anche confrontato sui numeri che su questo bilancio, se li abbiamo letti possiamo leggere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Nell'affrontare la discussione su questo bilancio ci siamo imposti come precedenti l'analisi dello scenario su cui stiamo operando. E nello scenario su cui stiamo operando ci sono perlomeno due enormi problemi.
Primo problema: il debito di questa Regione sta crescendo e sta crescendo ad un ritmo insostenibile.
Ricordo infatti che la somma dei deficit accumulati dalla Regione Piemonte dal giorno della sua fondazione al 2005, anno dell'ultima Giunta Ghigo, era di due miliardi di euro.
Ora ad appena tre anni di distanza, siamo a 3 miliardi e mezzo di euro in crescita, in continuo aumento; dunque, con la prospettiva nell'arco di questa legislatura, come minimo, di raddoppiare il debito accumulato dalla Regione.
Quindi, in cinque anni di governo Bresso saranno creati debiti pari a quelli creati nei precedenti 30 anni di vita regionale.
Questo è un primo scenario che, come dicevo, è estremamente preoccupante. Il secondo scenario. Il bilancio che viene presentato sfora dai patti di stabilità fra Governo centrale e Regione di ben 800 milioni di euro.
Abbiamo segnalato e discusso più volte su quest'argomento, chiedendo che venisse modificato il bilancio in modo da rientrare nei patti di stabilità, quindi di prevedere una spesa congrua a quanto il patto di stabilità con il Governo centrale c'imponeva.
Ci viene risposto: noi impostiamo un bilancio che sfora il patto di stabilità, però rispetteremo comunque il patto di stabilità, in quanto il patto di stabilità riguarda non le spese previste, ma le spese impegnate cioè quanto verrà speso veramente.
Qui potremmo subito fare un'osservazione direi piuttosto vaga, ma che sottolinea come la Giunta non sa programmarsi, nel senso che oggi prevede di spendere 800 milioni di euro in più di quanto sa di poter spendere, ben conscia di questo, perché non è in grado di programmare esattamente quello che effettivamente verrà speso e quello che verrà risparmiato rispetto a quanto viene stanziato oggi.
Ma faccio un ragionamento più fine: si dice che a pensar male si fa peccato, ma tante volte s'indovina. A mio avviso, questi 800 milioni di euro sono una furbata della Giunta che si crea un margine di manovra. Lo dico in questo senso: oggi dovremmo approvare un bilancio che prevede una spesa gonfiata rispetto a quella che possiamo fare per il patto di stabilità e che comunque la Giunta ha in testa di fare. Dove è gonfiata noi Consiglieri non lo sappiamo.
A questo punto la Giunta avrà la possibilità di fare la seguente manovra: di spendere interamente i capitoli e le UPB su cui ha intenzione di spendere tutti i soldi, e di non spenderli su altri capitoli (o su altre UPB) su cui intende fare economia, facendo però sfuggire, con questo meccanismo, il controllo della spesa dal Consiglio regionale e riservandolo completamente nelle proprie mani.
Su quest'argomento abbiamo chiesto un drastico taglio del bilancio di 500 milioni di euro, avanzando delle proposte abbastanza specifiche su dove, a giudizio della minoranza, i tagli avrebbero potuto e dovuto essere fatti.
Nella trattativa aperta con la Giunta, la contro-offerta è inizialmente stata ridicola - peraltro continua ad esserlo - perché a fronte di una riduzione di spesa di 500 milioni di euro richiesta dalla minoranza stata proposta una riduzione di 50 milioni di euro, ovvero di un decimo della somma che noi chiedevamo (sempre a fronte degli 800 milioni di sforamento del Patto di stabilità).
Con questa differenza - da 1 a 10 - dell'importo in discussione, capite che diventa difficile trovare un accordo o una mediazione. Pertanto, sulla richiesta di riduzione della spesa complessiva avanzata, come ripeto, da tutte le opposizione, noi resteremo fermi e continueremo ad insistere.
Accanto a ciò, ci sono altre richieste di intervento che, sebbene siano di importo assai più limitato, sono per noi decisamente significative perché riguardano capitoli che noi contestiamo pesantemente.
Mi riferisco, in primo luogo, alle spese di comunicazione della Giunta sia della Presidenza che degli Assessorati: si è discusso a lungo sul fatto che fossero di 25.000 euro piuttosto che 15.000 e che all'interno delle spese di comunicazione ci fossero altri interventi, o cose di questo genere. In ogni caso, sono somme esagerate se andiamo a vedere le ristrettezze di bilancio che abbiamo finora.
Strettamente collegate alle spese di comunicazione, ci sono le consulenze. Il Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte elenca gli incarichi di consulenza dal 1 gennaio 2007 al 30 settembre 2007. Ho provato a sfogliarlo - vi risparmio la lettura - e rilevo che all'interno ci sono delle cose scandalose. E scandaloso è senz'altro il totale di tutte queste consulenze, perché sono pure esagerazioni. Quindi possibilità di tagli ce ne sono, sia sui costi delle comunicazioni, sia in ordine alle consulenze.
Dopodiché, gli altri tagli che chiediamo in modo specifico riguardano una politica che sta portando avanti il centrosinistra, che, a nostro avviso, è sbagliatissima: mi riferisco ai contributi a favore degli zingari e degli extracomunitari. In questo senso, si continua a creare l'illusione che l'emigrare in Italia e, nel caso specifico, in Piemonte, costituisca un affare.
Questa gente viene qui convinta che può vivere alle spalle nostre, alle spalle degli altri, senza dover lavorare, ma vivendo tranquillamente di espedienti.
Si creano dei problemi e delle tensioni sociali enormi: si sono già verificati degli incidenti e si sta diffondendo una microcriminalità dilagante (è "micro" nel senso del tipo di reato che viene commesso, ma è "macro" se andiamo a vedere i numeri di reati commessi!).
Continuando a garantire assistenza e ad investire fondi in questo modo questo fenomeno anziché venire arginato, viene incrementato, perch offriamo a queste persone l'illusione che questo sia il "Paese di cuccagna", cosa che non è.
Anche su questi punti avevamo già presentato degli emendamenti durante l'approvazione della legge finanziaria, ma sono stati tutti respinti. Li ripresenteremo e continueremo a discuterne. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Credo che si preferisca un clima disteso piuttosto che un clima teso Assessore Peveraro! Il bilancio, ovviamente, è un momento molto importante, per cui ci sarebbe molto da dire. Ma avendo richiesto la parola in molti, è logico naturale e sensato che ciascuno intervenga sul settore o sull'argomento che ritiene più significativo.
Personalmente, rischiando magari di essere considerato prevedibile (o coerente, a seconda del punto di vista), interverrò sul futuro della nostra Regione, in particolare relativamente al settore culturale e educativo del mondo giovanile.
A tal proposito, mi chiedo se i colleghi più sensibili su questi fronti abbiano letto su La Stampa di oggi - pagina di Torino, Specchio dei tempi la lettera di Fredo Olivero.
Come tutti sanno, specie chi vive a Torino, Fredo Olivero è sempre stato schierato prima col Sindaco Castellani, poi col Sindaco Chiamparino e prima ancora col Sindaco Novelli. Oggi scrive: "I tagli del Comune sono un incentivo per il bullismo. Ho visto che il Comune di Torino ha deciso che per maggior sicurezza della città, è bene che 20.000 ragazzi senza alternative passino a casa o in strada la loro estate ragazzi".
mia abitudine - non so se sia giusto o sbagliato, ma mi diverto così non citare mai fonti della nostra parte, ma fonti sopra le parti, come La voce del popolo, oppure Fedro Olivero, uomo dichiaratamente di sinistra.
Prosegue la lettera: "...nel bilancio risparmiando forse addirittura 100.000 euro. Così spenderemo gli stessi soldi, o molto di più, per assicurare ai cittadini la cosiddetta sicurezza, con gli straordinari di Vigili, Polizia e Carabinieri, che gireranno insieme, interforze - inutile ma bello a dirsi - per le strade, mentre i nostri adolescenti e ragazzi, il futuro della città, passeranno un'intera estate nel pieno ozio a casa o ad organizzarsi il tempo libero per un nuovo bullismo devastante. Vi sembra una città solidale? O siamo di fronte ad una miopia culturale e a dei passi indietro sulle politiche sociali veramente preoccupanti".
Ripeto, l'avesse detto qualcuno della nostra parte politica, ma questo è un articolo di Fedro Olivero. Conoscendo la sensibilità della Consigliera Pozzi quando sentirà che Estate Ragazzi verrà sacrificata, avrà un brivido.
Alcune delle proposte che noi avanziamo vanno proprio in questa direzione. Chiederò che quei 100.000 euro - certo compete al Comune - in qualche modo, vengano salvati, vengano recuperati per salvare Estate Ragazzi.
A questo si aggiunge, sul fronte dei giovani, la crisi del progetto giovani. Molti Comuni della provincia hanno cancellato le politiche per i giovani, prima di tutte la provincia di Torino, anche questa con una certa maggioranza politica; cancellato il progetto giovani, politiche per la gioventù che vengono, man mano, dismesse da amministrazioni varie.
Sul ruolo della cultura Gabriele Ferraris, uomo notoriamente antiberlusconiano, ha lanciato un allarme dicendo: "fra dieci anni ci troveremo a spendere, per recuperi sociali, per la psichiatria, per l'ordine pubblico e per le carceri, dieci volte quello che non spendiamo oggi per la cultura, per la prevenzione e per le politiche giovanili".
In tutta Italia siamo di fronte ad un'emergenza educativa e le Giunte di sinistra della Regione Piemonte e, peggio ancora, della Provincia e del Comune, non rispondono certo in maniera particolarmente sensibile, a differenza di anni passati.
Avanzo dei suggerimenti, per esempio, per la gioventù. Sempre in senso positivo e non provocatorio: uno all'Assessore Oliva. La legge giovani è ferma da tre anni, proviamo a portarla avanti, è bloccata da tre anni.
Responsabilità comune, lavoro comune, come vedete sto facendo proposte, ma non sarebbe male tirare fuori la legge giovani ferma da tre anni in Commissione. La Consigliera Pozzi, di cui conosco veramente la serietà, il rigore e la capacità, dice che non è arrivata neanche in Commissione allora, Assessore Oliva, è ancora peggio! Vorremmo che questo progetto venisse presentato in Commissione, anzi, l'ho chiesto alla Presidente Pozzi e lo ribadisco ufficialmente: per favore, portateci questa documentazione.
So che l'interlocuzione non manca, anzi, sono molto soddisfatto dell'interlocuzione, credo sia utile per tutti.
Approfitto per chiedere all'Assessore di rilanciare un coordinamento regionale sulle politiche giovanili per aiutare e sollecitare le realtà più deboli, così come propongo che il nuovo Ministro della gioventù prenda contatto con il Forum nazionale della gioventù.
Gabriele Ferraris prosegue ancora dicendo: "Bisogna avere il coraggio di andare avanti, la Regione Piemonte, negli anni scorsi, ha fatto molto".
Sempre per avanzare proposte in positivo, propongo che la Regione rilanci con fondazioni, enti locali e il Governo. L'altro giorno abbiamo contattato il Ministro Bondi il quale ha promesso che verrà presto a Torino, che prima incontrerà gli Assessori Alfieri, Oliva e altri membri, come me, del Comitato 2011, credo che non vadano perse le occasioni e che il dialogo vada cercato con qualunque governo.
Rispetto alle politiche giovanili l'ex Ministra Melandri quando è venuta a Torino ha dimostrato di non sapere nulla sulla storia delle politiche giovanili della Città di Torino perché ha detto "abbiamo inventato la prima consulta giovanile d'Italia". L'assessore Peveraro lo ricorderà perché era un giovane del Partito Liberale, ma la consulta giovanile, che la Ministra Melandri pensava di aver inventato nel 2000 l'avevano inventata nel 1978. Forse sarebbe bene che i Ministri si documentassero un po' e che il neo Ministro Meloni non faccia altre gaffe equivalenti. Spieghiamolo, stabiliamo rapporti e ponti.
Lancio un appello anche all'Assessore Bairati. Sollecito risposte attenzioni, in conseguenza a quello che lei ha detto in Commissione.
Al Consigliere Robotti. Ho citato prima la proposta di salvare Estate Ragazzi che la Città di Torino vuole chiudere. Noi presentiamo un emendamento di 100.000 euro per salvare Estate Ragazzi. A me spiace che il dialogo sia basato su scomuniche reciproche, che quando presentiamo emendamenti siano considerati marchette. È vero che una certa sinistra ha un atteggiamento curioso - quello del Ministero della Verità di Orwell -: i nostri interventi sono sempre ostruzionismo, i vostri battaglie per la democrazia e il pluralismo; i nostri contributi sono clientela, i vostri un'attenzione sensibile al territorio.
Per non parlare della storia, della dialettica, che la sinistra ha sviluppato con una creatività impressionante. Ricordo quando, parlavano di "astensionismo attivo", era a suon di sprangate; quando parlavano di persuasione democratica, vi lascio intendere come l'attuavano.
Ristabiliamo un dialogo in cui ci si ascolti. Come avete sentito non c'è stata alcuna critica, solo proposte. Anzi, mi metto a disposizione del governo per dare una mano ulteriore alla Regione Piemonte. Ascoltateci, il Consigliere Casoni, il Consigliere Cavallera e altri Consiglieri di così gran buon senso hanno avanzato proposte e ragionamenti, ascoltateci altrimenti, diciamolo, l'auto-ostruzionismo che vi fate e peggiore e deleterio dell'ostruzionismo che abbiamo voluto realizzare noi.
Prendo atto che vi sono Capigruppo come il Consigliere Clement che stanno facendo ogni sforzo. Il gran merito alla saggezza di una certa storia lo dimostra, dovremmo fare dei passi avanti.
Oggi ho avanzato solo proposte positive: Estate Ragazzi e le politiche giovanili. Veniamoci incontro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Dopo l'intervento del Consigliere Leo non è facile prendere la parola.
Il Consigliere ha citato alcune letture di giornali e ho sentito una vocina provenire dall'opposizione dire: "leggi troppo". Questo era il riferimento al bell'intervento del Consigliere Leo che è servito a dimostrare come il clima sia troppo sereno. Non vorrei che dietro a questa serenità ci fosse la rassegnazione, che è una cosa che non ci dovrebbe essere nella politica attiva.
Vorrei mettere in luce due questioni. Riprendere un attimo il discorso della sicurezza e poi un breve passaggio sulle infrastrutture.
Alcuni mesi fa, quando abbiamo approvato la legge sulla sicurezza abbiamo chiesto che fosse inserito un articolo che prevedesse, attraverso una legge, l'intervento in via sussidiaria della Regione Piemonte a favore delle città più importanti del Piemonte, nella fattispecie Torino relativamente al contributo regionale per l'acquisto di mezzi e strutture delle Forze dell'Ordine. Ci è stato risposto che questo non era possibile.
Oggi, anche io leggo che al Comune di Torino è stata presentata un'interrogazione per sapere che fine hanno fatto le 48 auto che lo stesso Comune ha acquistato per la Polizia di Stato, con un contributo di 1 milione e 40 mila euro, frutto di un accordo tra il Ministro dell'interno il Comune di Torino e la Regione Piemonte.
Allora non era vero che non è possibile; probabilmente, non sappiamo che, attraverso lo strumento dell'accordo di programma, o comunque dell'accordo, interveniamo laddove sarebbe stato molto più logico, in via programmatoria, intervenire attraverso una legge.
Ci tenevo ad evidenziare questo, perché siamo ancora in tempo ad agire sul fronte della sicurezza, sul quale noi abbiamo puntato l'indice e rispetto al quale c'è anche un nodo da risolvere. Mi chiedo perché non si possa dare una risposta concreta ad un'esigenza che è vera, sentita e reale, aumentando nel bilancio di previsione, come è stato chiesto dalle opposizioni, lo stanziamento per la legge sulla sicurezza e, in modo particolare, aggiungendo anche questo tipo di intervento, che, di fatto già facciamo.
La seconda questione concerne le infrastrutture. Noi parliamo di bilancio, ma questa è l'occasione giusta anche per fare un attimo il punto sulla situazione delle principali infrastrutture in Piemonte, anche alla luce della nomina del nuovo Governo, del nuovo Ministro Matteoli e dei nuovi sottosegretatari.
Per quanto riguarda il Ministro, mi sembra sia da accogliere positivamente l'approccio instaurato nei confronti della TAV. Il Ministro relativamente alla TAV, ha dimostrato sensibilità e quanto prima vorrà incontrare Virano e le autorità regionali.
Assessore Peveraro, non possiamo dimenticare che il Piemonte è una delle più importanti regioni europee, non soltanto italiane, avendo 4,2 milioni di abitanti, 1 milione e 800 mila occupati, il 7% del PIL nazionale, il 12% dell'export, l'8% dell'import italiano. Tuttavia, negli ultimi anni - ci riferiamo alle infrastrutture - alla crescente pressione posta sulla rete infrastrutturale non hanno corrisposto adeguati investimenti e nuove opere; la carenza di fondi è aggravata da iter procedurali complessi, che spesso ritardano di anni l'inizio delle opere programmatiche. In più, il sistema logistico piemontese si trova oggi in una situazione di grave inefficienza e, in molti punti strategici, di sostanziale collasso, compromettendo così le potenzialità di sviluppo della regione.
Ora è stato nominato un sottosegretario ai trasporti - torinese ed esperto di logistica - forse è il caso che l'Assessore competente apra immediatamente un tavolo di discussione con questo nuovo sottosegretario.
Secondo me, discutendo del bilancio, che è il momento di discussione più importante nell'ambito del dibattito politico del Consiglio regionale sarebbe del tutto sbagliato non confrontarci sul Corridoio 5, che dovrebbe assicurare i flussi ovest-est, garantendo penetrazione nei paesi dell'est europeo, e anche sul Corridoio Genova-Rotterdam, di cui si è ricominciato a parlare da qualche mese. Quest'ultimo, attraverso la portualità ligure dovrebbe connettere quello che, alcuni mesi fa, l'INU (Istituto Nazionale Urbanistica) chiamava l'arco latino con gli sbocchi del nord Europa, della cosiddetta - come la chiamano gli urbanisti, il professor Barbieri in modo particolare - banana blu, garantendo l'afflusso verso il nord delle merci provenienti soprattutto da oriente.
Cari amici, se parliamo di bilancio, non possiamo non ricordarci che per quanto riguarda la realizzazione delle infrastrutture di trasporto che dovranno sostenere queste due direttrici di cui ho parlato si registra qualche modesto avanzamento. La linea ad Alta Capacità Torino-Milano, in esercizio da Torino a Novara, fatica a essere completata e pochi giorni fa sono stati evidenziati alcuni problemi di carattere tecnico, che ritarderanno ulteriormente l'apertura del tratto verso Milano, che avrebbe dovuto terminare entro la fine del 2009. Ma di fronte a questi nuovi problemi c'è il rischio che ritardi di un anno ancora. Ad ovest, il tratto Torino-Lione, di cui abbiamo parlato prima, che è il più difficile, il più costoso e anche il più contestato, non ha raggiunto una vera e propria fase operativa, anzi, abbiamo fatto passi indietro. Rimangono problemi tecnici da risolvere e non sappiamo quando troveranno soluzione.
Per quanto riguarda il trasporto aereo, l'aeroporto di Torino, lo sapete bene, registra un trend positivo, ma noi vorremmo sapere dall'Assessore competente quali iniziative si intendono avviare durante il 2008 sui cosiddetti aeroporti minori. Nella fattispecie mi riferisco all'aeroporto di Cuneo Levaldigi, oltre che a quello di Biella Cerrione.
Noi sappiamo che c'è un problema di contributi alternativi - se non sbaglio sono stati previsti dalla legge finanziaria del 2006 -. Si tratta dei 3 milioni di euro che sono stati erogati nel 2007 per l'aeroporto di Biella e che quest'anno dovrebbero essere erogati all'aeroporto di Cuneo.
Ritengo giusto che la Giunta si esprima su questo, essendo competenze di diretta responsabilità della Presidente. Vorremmo sapere se sarà esaudita questa richiesta che deriva dalla legge finanziaria 2006. Ci teniamo perché, presso l'aeroporto di Cuneo Levaldigi, è in atto un'azione di sviluppo limitata ma positiva, e se venisse a mancare questo necessario contributo, che è relativo ad un aumento di capitale cui si provvederà nei prossimi mesi, probabilmente, quell'aeroporto avrà delle difficoltà.
Termino ricordando che, in questi giorni, a Roma si è tenuta la conferenza dei servizi per il rinnovo del parere favorevole sui progetti definitivi dell'Asti-Cuneo e, in modo particolare, del tratto più difficile dell'Asti-Cuneo, quello che da Alba va a Cherasco. Purtroppo, la conferenza dei servizi, che sarà riconvocata per questo autunno, ha dato un parere sospensivo. Mi chiedo se nel 2008 sia possibile che i progetti già approvati siano nuovamente messi in discussione. Quindi mi rivolgo alla Giunta, che più volte ha definito l'Asti-Cuneo una questione risolta. Mi ricordo che, di fronte ad alcune interrogazioni dei Consiglieri cuneesi, il Presidente e l'Assessore, a seguito degli incontri con il Ministro dei trasporti e, soprattutto, con il Ministro Di Pietro, avevano detto che la questione Asti-Cuneo era chiusa, sanata e definita. Invece, oggi scopriamo che la conferenza dei servizi ha sospeso la validazione dei progetti nel tratto che prima ho detto; quindi si configura un nuovo ritardo.
Credo che la Regione, anche attraverso una forte azione politica, che deve fiancheggiare l'azione finanziaria con l'approvazione del bilancio possa dare veramente un contributo allo sviluppo dei trasporti in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Signor Presidente, spendo due parole propedeutiche per spiegare il mio intervento. Io mi sforzo sempre al massimo per svolgere interventi che abbiano una loro logica, tentando di raggiungere un qualche obiettivo.
Quando non seguo questa logica, normalmente non intervengo e, comunque quando intervengo, non guardo mai l'orologio.
Oggi mi trovo a dover svolgere un intervento sul disegno di legge n.
505, licenziato dalla I Commissione in data 28/4/2008 cui era stata assegnato in data 11/12/2007.
Io vi ho ascoltato tutti, non tutti con grande attenzione perché ogni tanto mi perdevo onestamente. Cosa volete che aggiunga, cosa posso dire per convincervi ad andare avanti ed arrivare alla votazione? E' chiaro che un bilancio viene predisposto dalla maggioranza che, se è saggia, ascolta la minoranza, si parlano tra loro e poi a quel punto si vota. La settimana scorsa ho persino scomodato la guerra del 1915-1918 per dire quanto fossero assurdi gli scontri senza logica.
Pertanto, il mio intervento sarà questo: se per caso qualcuno non l'ha letto, vi leggo con calma il disegno di legge n. 505 presentato dalla Giunta regionale in data 11/12/2007 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2008-2010" assegnato all'esame in sede referente I Commissione permanente e in sede consuntiva alle Commissioni permanenti II, III, IV, V, VI, VII e VIII e postolimpica in data 11/12/2007.
stata licenziata dalla I Commissione in data 28/4/2008 a maggioranza dei Consiglieri presenti. È relatore il Consigliere Lepri. Siamo nel corso della VIII legislatura della Regione Piemonte.
"Relazione al disegno di legge regionale n. 505.
Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2008-2010.
Il disegno di legge in oggetto è stato esaminato in Commissione congiuntamente con il disegno di legge relativo alla Legge finanziaria per l'anno 2008, secondo il disposto dell'articolo 8 della legge di contabilità regionale.
Entrambi i testi sono stati oggetto di consultazione con i soggetti, enti ed associazioni interessati.
L'approfondimento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 e del bilancio pluriennale per gli anni 2008-2010 è stato effettuato attraverso l'analisi, per materia, nelle Commissioni competenti al fine dell'espressione del parere consultivo.
Il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2008 presentato dalla Giunta regionale è stato modificato da note di variazione che hanno interessato, in particolare, le seguenti materie: economia montana e foreste, trasporti, sanità, istruzione ed edilizia scolastica.
Il totale generale delle entrate e quello delle spese per l'anno finanziario 2008 approvato in Commissione è pari rispettivamente a euro 18.064.001.856,29 in termini di competenza e di euro 22.371.441.996,06 in termini di cassa.
Il provvedimento (...) di cui euro 4.267.462,73 relativi a mutui autorizzati ma non contratti negli anni precedenti".
La I Commissione ha concluso i lavori lunedì 28 aprile c.a. con il licenziamento a maggioranza del provvedimento rimettendolo, con urgenza all'Aula per la sua approvazione.
Questa è la relazione che diligentemente il collega Lepri ha scritto.
Non ho niente da eccepire.
Il disegno di legge poi si articola in questo modo: "Articolo 1 (Stato di previsione dell'entrata) 1. Il totale generale delle entrate di cui all'allegato A è approvato in euro 18.064.001.856,29 in termini di competenza e in euro 22.371.441.996,06 in termini di cassa.
2. Sono autorizzati, secondo le leggi in vigore, l'accertamento e la riscossione dei tributi istituiti dalla Regione ed il versamento alla cassa della Regione delle somme e dei proventi dovuti nell'anno finanziario 2008.
Articolo 2 (Stato di previsione della spesa) 1. Il totale generale delle spese di cui all'allegato A è approvato in euro 18.064.001.856,29 in termini di competenza ed in euro 22.371.441.996,06 in termini di cassa.
2. E' autorizzata l'assunzione di impegni di spesa entro i limiti degli stanziamenti di competenza dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 2008.
3. E' autorizzato il pagamento delle spese entro i limiti degli stanziamenti di cassa dello stato di previsione della spesa per l'anno 2008".
Mentre stavo leggendo mi era venuta voglia di invertire qualche articolo e di cambiare qualche parola e sono sicuro che nessuno se ne sarebbe accorto.
Ma di questo non mi offendo certo, perché sarebbe veramente uno spreco di risorse se i colleghi usassero la loro intelligenza per seguire questa mia lettura.
A me succedeva a volte a scuola di fare così, annoiavo il professore e una volta mi ha dato un 4 in italiano.
Ero arrivato alla lettura dell'articolo 2. L'articolo 3 riguarda l'indebitamento e non è nemmeno tanto importante.
Mentre l'articolo 4 (Quadro generale riassuntivo) ha un solo comma, che recita: "1. E' approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio per l'anno finanziario 2008 con i prospetti di cui all'articolo 17 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) (Allegato A)".
Non è molto chiaro, ma tant'è.
Io qui interrompo, così mi faccio bello davanti alla maggioranza perch risparmio qualche secondo; è un segno di pace e di fratellanza.
Vi invito a leggere gli altri articoli che non ho avuto il tempo di esporvi perché il tempo è tiranno. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti, che interviene sull'ordine dei lavori.



BONIPERTI Roberto

Presidente, avevo richiesto prima se si poteva abbassare l'aria condizionata: ci stiamo massacrando; di questo passo, faremo una richiesta danni alla Regione e metteremo il bilancio ancora più in crisi! Non si può lavorare con un'aria condizionata così alta.



PRESIDENTE

Abbiamo già provveduto a riferire la questione.
In sede di discussione generale sul disegno di legge n. 505 ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Intervenire a conclusione di una giornata simile, che ci pare ancora oggi un po' di dialogo e poco costruttiva, serve, come prima denunciava il collega Novero, più che altro ad occupare il tempo, piuttosto che ad aggiungere qualche elemento in più rispetto alle molte considerazioni che oggi sono state fatte e che hanno permesso a questo Consiglio, conclusa la fase di discussione rispetto alla legge finanziaria, di iniziare un percorso di discussione rispetto al bilancio di previsione.
La legge finanziaria - l'abbiamo sottolineato a più riprese nelle scorse sedute di questo Consiglio - presentava, quest'anno più che mai, una collezione di articoli che poco avevano a che fare con quanto la legge prevede che debba comprendere una legge finanziaria, una sorta di scelta di reimpianto e di reimpostazione di modifiche di leggi, di individuazione di nuove società, di previsioni di spese che avrebbero trovato sicuramente una miglior collocazione in un percorso legislativo differenziato e più approfondito. Ma, tant'é, questa è stata l'impostazione scelta da questa Giunta che, forse, con l'appuntamento della legge finanziaria e del bilancio, ha voluto recuperare in un'unica proposta una serie di tempi che probabilmente, si sarebbero allungati in una discussione di questo Consiglio per ciascuno dei temi. In ogni caso, questa prima parte della discussione si è conclusa.
Assessore Peveraro, oggi iniziamo una discussione su un tema evocato anche nell'ambito della discussione della legge finanziaria, che riguarda un pochino più da vicino una serie di considerazioni che noi, fin dall'inizio della discussione del bilancio in Commissione e poi dall'inizio dei lavori qui in Aula, abbiamo cercato di rimarcare, di denunciare, di sottolineare e di portare all'attenzione di questo Consiglio nella sua totalità, e non soltanto più delle rappresentanze politiche che nella Commissione consiliare hanno ovviamente tutta una serie di loro componenti delegati a questa discussione.
Quest'anno il Piemonte è la penultima Regione a chiudere la sessione di bilancio. Noi non riteniamo che questa situazione debba essere addebitata all'impostazione del lavoro che questa opposizione ha ritenuto di fare in questo Consiglio; semmai crediamo che sia la conseguenza di un atteggiamento un po' particolare che in questa discussione la maggioranza ha ritenuto di tenere in sede di Consiglio.
Dal nostro punto di vista, l'esigenza di ragionare con molta serenità con la Giunta prima e adesso in Aula consiliare con la maggioranza rispetto ad una questione importante che noi abbiamo posto nel corso di questa discussione - vale a dire dare ai piemontesi una lettura di questo documento di bilancio più veritiera rispetto a quelle che saranno le effettive attività che questa Regione, quando sarà in grado di dotarsi di un bilancio, potrà porre in essere nel prosieguo di questo anno di gestione di bilancio - la ritenevamo (e continuiamo a ritenerla ancora oggi) un metodo assolutamente utile per questo Ente, come in passato forse non si è fatto, di impostare, in tempi di magra, come si è detto spesso anche in appuntamenti elettorali, un discorso serio su un'impostazione di cifre, di numeri e di scelte all'interno di un bilancio.
Oggi ci troviamo a concludere, di fatto, questa giornata senza una grande apertura rispetto alle considerazioni che abbiamo posto e ci stupisce un po' questa disponibilità a voler affrontare seriamente questo tema. I numeri non li abbiamo ovviamente inventati noi. Le cifre riportate ancora oggi dai miei colleghi, che evidenziano il pericolo di sforamento del Patto di stabilità - anzi, quasi la certezza - e l'attitudine di questa Regione a spendere con difficoltà le risorse impegnate (addirittura ad impegnare le risorse stanziate), dovrebbero esortare questo Consiglio ad avere una capacità più seria e più forte che affrontare un argomento così serio dal nostro punto di vista. Anche perché non è che ci siano stati degli elementi che ci abbiano convinto del contrario. La Giunta stessa, sia in fase di discussione in Commissione ma anche all'interno della dialettica tra maggioranza e opposizione, fuori e dentro quest'Aula, in questi giorni di fatto ha ammesso che il problema che noi abbiamo sollevato nel corso di questa discussione esiste.
Il problema è che le cifre che noi abbiamo evidenziato - la proposta di riequilibrio di questo documento di bilancio che noi abbiamo presentato e che questa Giunta è disponibile a prendere in considerazione - sono molto distanti. Il problema, quindi, non è tanto, a questo punto della discussione, stabilire se questa opposizione evidenzia dei problemi fondati o meno. Questa maggioranza e questa Giunta, cercando perlomeno di presentare delle proposte rispetto ad una richiesta che abbiamo avanzato ha sancito, di fatto, con il suo comportamento, l'esistenza di questo problema.
Una volta superato questo primo passaggio, quello di ammettere che un problema esiste ed è anche abbastanza consistente, riteniamo che si debba dedicare tutto il tempo possibile a questa maggioranza e a questa opposizione per comprendere su quali elementi questo Consiglio possa arrivare ad una soluzione utile alla buona conclusione della discussione di questo bilancio.
Il fatto di dedicare tempo e impegno a questa discussione, avanzando anche delle proposte dal nostro punto di vista serie ed importanti, a partire dalla legge finanziaria, non vuole avere una veste o un'impostazione strumentale, ma una forte volontà di poter far sì che questo Consiglio possa avere il tempo - ci auguriamo il più veloce possibile - di trovare una modalità attraverso la quale poter creare le condizioni perché si possa andare al voto.
Diceva bene un collega prima quando sosteneva che bisogna fare un ragionamento di razionalizzazione dello stanziamento, ma anche di qualità dell'impegno. Non abbiamo alcuna remora nel dire che questa opposizione ha la volontà di poter dare delle indicazioni e degli indirizzi, perché, dal nostro punto di vista, ci sono alcuni aspetti sui quali questa opposizione ritiene di impegnarsi nel fare una proposta di indirizzo di risorse. Sono valutazioni che attengono ad una visione sicuramente diversa che abbiamo delle politiche dell'impegno che questa Regione deve porre in essere rispetto alle scelte che avete fatto voi.
Abbiamo iniziato la discussione del bilancio chiedendo alla Presidente un momento di verifica programmatica, il fatto che la verifica programmatica sia un po' passata nell'anonimato e nel disinteresse di questa maggioranza e di questa Giunta come richiesta, ovviamente ci porta oggi, in occasione del bilancio, a fare una verifica più puntuale sulle cifre e sulle risorse che sono state poste in essere proprio per rimarcare una sorta di perplessità che all'epoca avevamo sulla discussione posta in essere dalla Presidente Bresso dove pareva voler convincere il Consiglio che molte cose erano state fatte. Dall'altro canto, noi avevamo l'esigenza come è stata fatta in quel senso a parole e oggi lo vorremo fare con le cifre, per spiegare che forse non tutto è così semplice da realizzare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Fare una finanziaria, lo sappiamo tutti, è sempre difficile. Era difficile per il centrodestra, lo è per il centrosinistra.
Ci saremmo aspettati tutti una serie di interventi che, da un lato potessero dare un po' di sviluppo all'economia, quindi un trascinamento verso la produttività, dall'altro una sensibilità nei confronti delle fasce più deboli. Su tutte queste cose, ci va sicuramente anche un occhio al territorio che verifichi cosa viene fatto a Torino, nella provincia "granda", nell'alessandrino, in ognuno delle altre province. Lì si verifica qual è la volontà vera di un Ente, qual è la volontà dei propri amministratori, qual è il potere di chi, all'interno della Giunta, conta.
Ho cercato di seguire i pochi interventi dei Consiglieri di maggioranza. Ho sentito il Consigliere Ronzani, sempre preciso e puntuale che sollecitava il Governo a utilizzare il tesoretto. Ma c'è questo tesoretto? Sembrerebbe che il tesoretto non ci sia, allora bisogna vedere come tenere sotto controllo questi conti, così come diceva il Consigliere Ronzani.
Il Consigliere ha ribadito di riorganizzare il sistema sanitario, ma cosa vuol dire riorganizzazione? Vuole dire riorganizzarlo in un sistema evolutivo, quindi l'edificazione di nuovi nosocomi altamente specializzati? Vuol dire riorganizzarlo utilizzando le strutture attuali? Vuol dire aumentare il numero delle persone che seguono le persone più anziane o le persone che hanno bisogno di cure a casa propria? Queste sono le tante domande cui piacerebbe tutti avere la soddisfazione di una risposta. Piacerebbe capire come utilizziamo i fondi a disposizione del sistema sanitario. All'inizio della legislatura, in Commissione, sentivo accusare pesantemente il collega D'Ambrosio di avere sforato, di avere fatto il buco, ma il buco c'è anche adesso, ed è più grosso di prima.
Il problema qual è? Che in un bilancio come quello regionale, dove il sistema sanitario rappresenta la cifra più grossa, non si riesca a mettere una pezza, non si riesca a limitarlo. C'è da capire come e cosa si vuole fare.
Prima ho sentito tanti numeri, specialmente sul sistema sanitario e sul resto del bilancio della Regione che hanno già portato a 3,2 miliardi di indebitamento. Ce ne sarà un altro miliardo e 700 in questa finanziaria, in questo bilancio, e arriveremo a fine anno con 5 miliardi di indebitamento.
A questo aggiungiamo che andiamo a svendere il patrimonio delle nostre ASL, il patrimonio di tanti lasciti di persone e di cittadini legati alla propria terra che hanno lasciato a noi amministratori, sperando nei giovani del futuro, le proprie proprietà per migliorare la cura all'interno degli ospedali, e noi andiamo a venderli per pagare gli errori, per pagare i buchi che sono stati fatti, per pagare una sanità che non funziona.
Lasciamo perdere la questione ospedali perché non andremo oltre, anche se mi piacerebbe capire e mi piacerebbe invitare tutti i colleghi della maggioranza e della minoranza a vedere cosa succederebbe a Novara se vendessimo tutto il patrimonio dell'ospedale: cambierebbe completamente la fisionomia, la città e tutta la provincia. Sono scelte che ogni amministrazione fa e, purtroppo, i cittadini ne pagheranno le conseguenze.
Passo ad un altro problema che a Novara è molto caro. La stazione in linea. E' stato bocciato un emendamento alla legge finanziaria proposto dal sottoscritto per coinvolgere la Regione Piemonte, per vedere una buona volontà per la costruzione di una stazione in linea. Mi è stato detto che ci sono tanti accordi, che si sono firmate montagne di carte, ma non si risolve il problema. Il dato di fatto è che Rete Ferroviaria Italiana ha stralciato dai propri investimenti sia l'interconnessione sia la stazione in linea per la città di Novara. La Regione dov'è? Quale azioni ha fatto nei confronti del Governo e di Rete Ferroviaria Italiana che ha, come proprio amministratore delegato, un esponente del centrosinistra? Perch nulla è stato fatto? Vogliamo, per l'ennesima volta, lasciare che la vicina Lombardia ci bagni il naso? Che all'Expo 2015 saremo tagliati fuori da questa Regione? Forse, siamo distanti, non riusciamo a capire il motivo però, rispetto a tutto questo nessuno ci è stato vicino.
Nella vicina regione Lombardia alcune Province hanno già stretto accordi - noi di queste cose assolutamente non abbiamo udito nulla all'interno della nostra Giunta regionale - per individuare un paniere a prezzi calmierati, per stare vicini a quelle fasce deboli che ho citato precedentemente, che, per campare, non possono aspettare lo sviluppo e il ritorno di una certa marcia dell'economia e che, come dicevano prima il collega Leo - mi dispiace sia ora assente - e il collega Scanderebech, non riescono ad arrivare a fine mese.
Forse sarebbe stato bene che anche all'interno di una legge finanziaria e di un bilancio ci fosse stato uno stanziamento, magari non pesante, che avesse permesso di intravedere la volontà di questa Regione di essere vicini anche alle fasce deboli.
Pane, carne, latte, frutta e verdura sono generi di prima necessità. Si sarebbe potuto dare un segnale chiaro, mettendo qualche soldino, per fare qualcosa di buono nei confronti di queste persone, per lo più anziane, che veramente, faticano arrivare a fine mese.
Infine, vorrei chiudere con altre due questioni, di cui una generale sulle politiche giovanili. Anche su questo sarebbe...



(Scampanellìo del Presidente)



BONIPERTI Roberto

Chiudo, prima sono stato interrotto, almeno mi lasci il minuto che i colleghi mi hanno preso.
Per quanto riguarda le politiche giovanili, vorrei vedere qualche intervento concreto per i giovani che vogliono mettere su famiglia.
Poi, visto che, purtroppo, non ho altro tempo a disposizione, vorrei citare una piccola chicca novarese: questa Regione ha stanziato i soldi per la progettazione del ponte sul Ticino, peccato che facciamo solo progetti e di fatti non ne facciamo mai. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leardi.



LEARDI Lorenzo

Signor Presidente, non mi sottrarrò alla discussione, nonostante il contesto sicuramente difficile. Hanno già parlato tutti, sono già state espresse varie problematiche, però, come ho già detto, non intendo assolutamente...



PRESIDENTE

Volevo soltanto avvisare che, al termine, dopo aver chiuso la discussione generale, ci sarà la Conferenza dei Capigruppo.



LEARDI Lorenzo

I Capigruppo non ci sono.



PRESIDENTE

Immediatamente, subito dopo.



LEARDI Lorenzo

Non c'è il nostro Capogruppo.



PRESIDENTE

Ci sarà la riunione dei Capigruppo.



(Commenti fuori microfono)



LEARDI Lorenzo

Non intendo essere nominato sul campo, per tanti motivi, non ultimo, il fatto che sono neo Consigliere.
L'approvazione della legge finanziaria, come già sollevato dal Consigliere Burzi, sicuramente, ha mostrato la necessità di un adeguamento di questo strumento, che rimane importante. Avendolo vissuto sulla mia pelle, sono convinto che snellire questa prima fase possa essere una soluzione fondamentale, che possa garantire sia le minoranze che la maggioranza, pertanto debba essere condivisa in tempi brevi da questo Consiglio regionale.
Noi abbiamo già detto che ci impegneremo in tal senso, partendo, per da un assunto politico, che ritengo fondamentale: quest'anno, il Piemonte si trova solo con la Regione Calabria a dover ancora votare il bilancio.
Noi, effettivamente, non gioiamo di questo fatto, anzi, ci rammarichiamo.
In questi giorni, abbiamo assistito ad una totale condivisione del centrodestra in ordine all'azione politica che abbiamo condotto in aula al centrodestra unirei anche l'UDC, che si è dimostrato leale rispetto alla linea politica che abbiamo portato avanti. In realtà, abbiamo visto anche una certa differenziazione, che si è manifestata in qualche ordine del giorno, tra la maggioranza e l'esecutivo, che ha provocato anche fastidio quasi epidermico, all'Assessore al bilancio.
In tutta onestà, non possiamo che dire di aver fatto, secondo noi, il nostro dovere, nel rispetto del Consiglio e del mandato che gli elettori ci hanno voluto attribuire, però, siamo delusi dalle proposte che ci sono state fatte dalla maggioranza, perché, sostanzialmente, non tengono conto di alcuni punti che per noi sono vitali e fondamentali: meno spese - in specie, oserei riferirmi alle spese discrezionali - meno consulenze contenimento della spesa corrente; interventi a favore dei piccoli Comuni come quelli che sono stati illustrati, ad esempio, dal Consigliere Guida più attenzione per la sicurezza.
Noi ci troviamo in una fase storica, in cui abbiamo letto sui giornali (Corriere della sera e La Stampa), poco tempo fa, che 7 italiani su 10...



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, c'è ancora l'intervento del collega Leardi, vi prego di prestare un attimo di attenzione, dopodiché, terminato l'intervento, nel tempo utile potremo procedere alla votazione degli emendamenti e all'approvazione di tutti gli adempimenti successivi, per vi prego di consentire il termine dell'intervento del collega Leardi.
Grazie.



LEARDI Lorenzo

Per quanto riguarda la sicurezza, proprio pochi giorni fa, un sondaggio pubblicato dal Corriere della sera e da La Stampa indicava come priorità per gli italiani la sicurezza: 7 italiani su 10 dicono che è il vero problema. Il sondaggio pubblicato dice che il problema si sta aggravando in determinate regioni, una fra tutte in Piemonte.
Noi siamo convinti che una maggiore spesa per la sicurezza rappresenti in qualche modo la volontà di difendere i piemontesi e la nostra gente.
per questo che, a partire da lunedì, al Consiglio comunale di Biella ci sarà una grande battaglia politica, perché, a fronte della volontà del Sindaco Barazzotto di inserire nuove telecamere nel centro, proprio per fare in modo che la sicurezza possa essere garantita a tutti i cittadini la sua stessa maggioranza ha già detto in una conferenza stampa che non voterà assolutamente questo tipo di variazione di bilancio, che prevede solamente 200 mila euro.
Allora, chiediamo alla Giunta di contenere la spesa. Guardate, non sono qui per mercanteggiare. Noi abbiamo detto 500 milioni, qualcuno mi ha detto che prima la proposta della maggioranza era di 24 milioni - io non ero in Consiglio regionale, probabilmente mi sbaglio, Presidente - dopodich siamo arrivati a 85 milioni.
Per noi questo è un problema serio, su cui si può discutere, ma le divergenze che ci sono attualmente tra maggioranza e opposizione sono effettivamente enormi.
Anche per quanto riguarda le infrastrutture, non siamo assolutamente soddisfatti dell'apertura della maggioranza. Noi riteniamo che in questo contesto regionale il problema delle infrastrutture sia assolutamente prioritario, se è vero, come è vero, che - non questa minoranza, non il Gruppo del PDL - l'Osservatorio territoriale e infrastrutturale del nord ovest, promosso dalle associazioni industriali torinesi, dice espressamente che occorre concentrarsi, senza alcuna dilazione, sulle infrastrutture strategiche da realizzare.
Fondamentali per il Piemonte e per il nord-ovest sono le opere legate ai grandi corridoi europei delle reti, il Corridoio 5 e il Corridoio 24, e una chiara determinazione politica per la realizzazione delle opere, che consenta ai soggetti interessati e alle comunità locali di approfondire aspetti tecnici e territoriali. Anche qui, noi avevamo proposto degli emendamenti atti a rimpinguare, se volete, determinati capitoli: questi emendamenti non sono stati assolutamente presi in considerazione.
Chiediamo quindi una riduzione delle spese istituzionali, come è stato fatto a livello nazionale. Uno dei primi impegni che il Governo Berlusconi ha onorato è stato proprio quello: meno Ministri e meno Sottosegretari.
Vuol dire meno spese e meno oneri per il contribuente. E interventi a favore dei Comuni, investimenti per i trasporti e soprattutto anche per la mia terra che a livello di trasporti si trova in una situazione alquanto difficile.
Siamo preoccupati per l'indebitamento della Regione, non penso che questa maggioranza stia facendo una politica di investimenti. Siamo aperti al dialogo nella convinzione però che le nostre argomentazioni siano assolutamente serie ed importanti e rispetto alle quali, come ho detto un'opposizione responsabile intende dialogare con la maggioranza, ma rispetto al quale non possono venire meno i principi politici che in questo momento abbiamo messo in campo con la nostra azione politica.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale sulla legge di bilancio.
La replica del Vicepresidente della Giunta regionale si terrà alla ripresa dei lavori.
Era mia intenzione convocare una seduta della Conferenza dei Capigruppo per ragionare sui lavori, ma vista l'assenza di parecchi la seduta della Conferenza dei Capigruppo sarà convocata nel corso della seduta d'Aula domani mattina.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,55)



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