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Dettaglio seduta n.32 del 18/10/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 14.36 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(Alle ore 15.16 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Bertetto e Clement.


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione all'o.d.g. ordine del giorno n. 130 "Referendum per divieto del commercio d'armi" presentato dai Consiglieri Moriconi, Deambrogio Dalmasso, Valloggia, Robotti, Turigliatto, Pizzale, Motta, Bizjak, Laus Rostagno, Rabino, Cattaneo, Barassi, Larizza, Travaglini


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Intervengo per chiedere all'Aula l'iscrizione di un ordine del giorno relativo al sostegno di un referendum che si dovrebbe tenere il 23 ottobre in Brasile. La sollecitazione arriva dai movimenti non violenti, in quanto questo referendum dovrebbe esprimersi sul divieto di vendita delle armi in quel Paese. Quel Paese è funestato da un notevole numero di incidenti rilevanti e da un numero elevato di omicidi, a causa della facilità di acquisire le armi, della semplicità di avere le armi a disposizione anche per ragazzi giovani (conosciamo il fenomeno dei bambini). Visto che il referendum si terrà il 23 ottobre, oggi è l'ultimo giorno utile per l'iscrizione del documento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Moriconi. Se da parte dei colleghi non ci sono osservazioni in senso contrario, considero l'ordine del giorno n. 130 iscritto nel calendario dei nostri lavori come punto 10 bis).



(L'Aula, tacitamente, acconsente)


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni della Presidente della Giunta regionale, Bresso, in merito alle sue dichiarazioni apparse su "La Stampa" il 12 ottobre 2005


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni della Giunta regionale".
Ha chiesto la parola la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Mi è stato chiesto di fare una comunicazione rispetto a un titolo di giornale e a dichiarazioni che mi sono state attribuite ma che non ho fatto. Il titolo era "Il tempo perso in Consiglio" oppure "Il Consiglio così è una perdita di tempo" e riportava uno sfogo personale avvenuto con un mio collaboratore.
Vorrei ricordare che i titoli non li fa il giornalista che scrive l'articolo, tantomeno la persona che ne è oggetto e quindi confermo che non era mia intenzione - come peraltro ho detto immediatamente il giorno dopo offendere né il Consiglio regionale né i singoli Gruppi né i singoli Consiglieri.
Il mio era uno sfogo che derivava anche da una situazione che - credo tutti in qualche modo soffriamo se facciamo parte di un'assemblea rappresentativa, e cioè una modalità di lavoro e di rapporti tra maggioranza e opposizione che possono generare frustrazione. Per questa ragione può succedere che, nel parlare non con la stampa ma con i propri collaboratori, ci si lasci andare a considerazioni che poi, trasferite su un titolo di giornale e interpretate, possono offendere qualcuno.
Se così è stato, naturalmente me ne scuso.
Nel ribadire che nel caso specifico non si è trattato di una dichiarazione, vorrei comunque ricordare che la libertà di opinione esiste pur sempre anche per il Presidente.
Quello però di cui vorrei discutere è che credo dovremmo ragionare insieme per studiare il funzionamento delle assemblee di tutta Europa e di tutto il mondo, per individuare i sistemi nei quali l'efficacia del funzionamento è assicurata da regole condivise.
Credo che le nostre regole abbiano bisogno di una rivisitazione e che questo sia un pensiero condiviso, oggi come in passato, da maggioranza e opposizione. Ovviamente il discorso riguarda il Consiglio e quindi, in questo caso, la mia è una mozione come Consigliere, ma anche come capo di un esecutivo che al Consiglio propone provvedimenti. Ci è stato chiesto di lavorare intensamente su molte questioni, non solo dalla maggioranza, ma dall'opposizione e ciò implica capacità di operare senza rendere impossibile l'attività politica di tutti noi, in particolare di coloro che essendo Consiglieri, hanno un problema di rapporto col territorio.
Per garantire un più stabile rapporto con il Consiglio sarebbe utile una comunicazione migliore fra Consiglio e Giunta, che non significa nominare un Assessore in più - che mai vorrei, altrimenti il collega Rossi mi accuserebbe di voler aggiungere un altro schiavo alla mia collana - ma incaricare uno degli Assessori già insediati dei rapporti col Consiglio.
Sapete che in alcune Regioni (faccio l'esempio di Lombardia e Calabria) sono state nominati dei Sottosegretari alla Presidenza della Giunta, che hanno in particolare proprio funzioni di questo tipo, tra cui i rapporti con il Consiglio.
In questo caso, riterrei più opportuno invece incaricare un Assessore se la cosa è di interesse del Consiglio, ragionerò anche su chi incaricare.
Questo per rendere più fluido il rapporto Giunta-Consiglio, assicurare una permanenza di relazioni e garantire continuità e semplicità di interlocuzione.
Secondo me - e mi scuso se la proposta è un po' anglosassone, però io la faccio lo stesso, fermo restando che il capo dell'opposizione è libero di non accettarla - potrebbe essere utile, proprio per valutare insieme le questioni principali della relazione Giunta-Consiglio e dei lavori della nostra assemblea, un momento per una tazza di the o di caffè (pi all'italiana) settimanale col capo dell'opposizione che ci consenta, in via informale e del tutto senza di nuovo pregiudicare i rapporti formali fra Giunta e Consiglio, di rivisitare e definire alcune regole del gioco.
Queste sono alcune considerazioni. Ribadisco che il tema del buon funzionamento del Consiglio è un tema reale, che riguarda tutti, non solo la Giunta, ma anche i Consiglieri, e che l'efficienza di funzionamento non è solo interesse della maggioranza. Questo l'ho sempre pensato. Ho passato in quest'aula nove anni da Consigliere di opposizione, quindi conosco bene i problemi e le frustrazioni dei Consiglieri di opposizione, conosco anche quelle dei Consiglieri di maggioranza, che sono uguali e contrarie, perch spesso, mentre i Consiglieri di opposizione parlano, quelli di maggioranza devono tacere ed ascoltare, e credo che molti di voi abbiano vissuto entrambe le situazioni. Penso che sia interesse di tutti trovare delle regole condivise che consentano di lavorare bene. Naturalmente questo non toglie in alcun modo il diritto-dovere dell'opposizione di opporsi e di farlo anche con strumenti che, a volte, siano forti. Rispetto all'immagine complessiva che diamo di noi stessi, sarebbe opportuno che nei nostri rapporti ci fossero un po' più di regole del gioco e un po' più di fair play anglosassone. Se questi ragionamenti sono condivisi, credo che si possa definire un insieme di regole che non siano lesive dei diritti dell'opposizione. Non credo che infinite sedute, frustranti per tutti coloro che partecipano e che, in genere, non danno una visibilità esterna di grande rilievo né alla maggioranza, né all'opposizione, siano il modo migliore per far funzionare bene un'Assemblea. Questa è la mia convinzione.
Come vi ho detto, ho fatto parte di questa Assemblea in anni in cui il nostro Capogruppo ci ricordava che l'Assemblea era anche nostra e il dovere di garantire il numero legale era anche dell'opposizione. Pertanto, se non ci comportavamo in tal senso, venivamo richiamati duramente. Ho fatto parte del Parlamento europeo, dove le regole sono rigorosissime e si svolgono dibattiti in cui si è obbligati a stare dentro tempi molto contenuti, che vengono rispettati.
Ho sempre apprezzato - questo consentitemelo, fa parte delle opinioni che ognuno ha diritto di avere - le istituzioni, che funzionano bene, in modo ordinato, con regole condivise. Questa, sia pure espressa in modo personale con un collaboratore e non alla stampa, è un'opinione che credo di poter esternare al Consiglio e credo meriti un ragionamento collettivo circa l'efficacia della nostra azione e la capacità di trasmissione verso l'esterno.
Secondo la mia esperienza, le assemblee che si protraggono all'infinito senza tempi in qualche regolamentati non permettono a nessuno di venire a sentirci. E' chiaro che, ad esempio, i ragazzi che sono entrati in questo momento, se potessero conoscere l'ora in cui si discute un tema di loro interesse, potrebbero essere presenti. Questa modalità faciliterebbe la nostra comunicazione e solleciterebbe l'interesse del pubblico ai nostri lavori.Ho partecipato ad una riunione del Parlamento della British Columbia, a cui era presente anche il Presidente Ghigo, e ho verificato come la possibilità di definire il momento in cui alcune cose avvengano sia un vantaggio per coloro che vogliono ascoltare. Questo fa parte delle mie convinzioni. Ovviamente, il compito di decidere come funziona il Consiglio non è della Giunta, caso mai la Giunta può avere un diritto-dovere di impulso, ma il compito è del Consiglio, al quale suggerisco pertanto di ragionarci seriamente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "Fattori " di Torino


PRESIDENTE

Colgo l'occasione per salutare gli allievi della Scuola elementare "Fattori" di Torino, che sono venuti a farci visita; ovviamente, a noi fa molto piacere averli ospiti.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni della Presidente della Giunta regionale, Bresso, in merito alle sue dichiarazioni apparse su "La Stampa" il 12 ottobre 2005 (seguito)


PRESIDENTE

Prima di aprire il dibattito sulle comunicazioni della Presidente Bresso, come da conversazione intercorsa con i Presidenti dei Gruppi parlamentari, proporrei la seguente regolamentazione dei nostri lavori. La proposta dell'Ufficio di Presidenza è di assegnare a ogni Gruppo un tempo complessivo per gli interventi pari al numero dei Consiglieri moltiplicato due minuti per Consigliere.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Prendo atto della mia "violenza" sul finale dell'intervento del collega Ghiglia, è vero, per onestà intellettuale.
Per quanto concerne i Gruppi composti da uno o due Consiglieri, la proposta è di assegnare un tempo minimo di cinque minuti a Gruppo.
La parola al Consigliere Casoni sull'ordine dei lavori.



CASONI William

Senza voler illimitatamente diluire i tempi, che non è assolutamente nostro interesse, chiedo di ammettere la possibilità per i Consiglieri che vogliono intervenire di svolgere un intervento perlomeno di cinque minuti.
Non credo che tutti abbiano interesse o voglia di intervenire. Pertanto, un tempo di due minuti a Consigliere vorrebbe dire, se, per esempio, non intervenissero i Consiglieri della maggioranza, che relegheremo questa discussione a 40-35 minuti. Ritengo che cinque minuti sia un termine che possa essere concesso senza paura di sforare o fare dibattiti infiniti, o situazioni diverse.
Credo che concedere cinque minuti sia un compromesso che tutti potremmo tranquillamente accettare, anche proprio per ribadire quel ruolo del Consiglio che, viceversa, in quelle dichiarazioni non ci è parso di cogliere. Dire: "Quelle dichiarazioni non erano la mia volontà" e, poi, lei trasmette che ogni Consigliere può parlare due minuti quando, invece, ne può parlare dieci, ci sembra che comprima ulteriormente il ruolo di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, quella che ho avanzato è, chiaramente, una proposta tesa a consentire a questo Consiglio di affrontare compiutamente il dibattito su questa comunicazione, sulla comunicazione che seguirà e su altre; ovviamente, non costituisce un precedente, perché è una regolamentazione una tantum da affrontare. Del resto abbiamo anche ipotizzato in Conferenza dei Capigruppo di regolamentare in via di prassi o, se lo ritengono i Consiglieri, con modifiche regolamentari il nostro Regolamento interno, in modo da introdurre una sorta di question time. Se però, il Gruppo da lei rappresentato è talmente ostile a questa proposta chiaramente, cerchiamo una soluzione che sia condivisa da tutti i Gruppi perché non è intenzione di nessuno andare a strozzare il tempo del dibattito. Ci pareva, sentiti tutti i Presidenti dei Gruppi, una proposta di buon senso, se però, c'è l'assoluta indisponibilità, ovviamente, non si procede a colpi di voto su questa vicenda.



(Commenti del Consigliere Casoni fuori microfono)



(Il Presidente Gariglio si consulta con l'Ufficio di Presidenza)



PRESIDENTE

Preso atto delle osservazioni del Presidente Casoni proponiamo di regolamentare il dibattito dando la disponibilità di cinque minuti a ciascun Consigliere, così come da Regolamento, però, invitando i singoli Gruppi - questo è un invito, chiaramente, non perentorio - a regolamentarsi sulla base della somma di tempo che era stata precedentemente individuata in modo da consentire i nostri lavori di svolgersi proficuamente nell'ambito della seduta pomeridiana.
La parola al Consigliere Manolino sulle comunicazioni della Presidente della Giunta regionale, Bresso.



MANOLINO Giuliano

Voglio svolgere alcune considerazioni, non tanto rispetto a ciò che è successo, o meglio riguardo al titolo del giornale che, come sappiamo, è il frutto di una sintesi originale da parte dei giornalisti o della redazione quanto rispetto all'intervento odierno della Presidente Bresso, il quale mi ha lasciato un po' perplesso.
Mi pare che la motivazione per la quale siamo qua a discutere fosse relativa ad uno sfogo - così era stato denominato - mentre oggi, ciò che si vuole sottolineare è un segno di non continuità. Mi pare che la Presidente abbia detto che in quest'Aula, in questa Istituzione, abbiamo bisogno di una rivisitazione delle regole o dei modi operativi, naturalmente adducendo tutte le giuste logiche per cui se si conoscono i tempi, si sa quando si discutono determinati argomenti, il pubblico può assistere, e via di questo passo.
La verità è un'altra: la verità di fondo è che si pensa che queste regole debbano essere riviste, che questo modus operandi, che in 35 anni di Regione Piemonte ha avuto una valenza tale per cui ha garantito una democraticità, oggi deve essere cambiato.
I tempi sono una cosa aleatoria, quindi, se parliamo di tempi, abbiamo tutti ragione; sulle regole, però, non dei tempi, ma delle modalità, mi trovo in netto contrasto - e non credo di essere il solo - con la Presidente Bresso quando dice: "Dobbiamo cambiare delle regole".
Non credo che il problema sia quello di cambiare le regole; credo che il problema sia quello di cambiare l'atteggiamento.
Ritengo che questo cosiddetto sfogo di alcuni giorni fa non sia altro che il frutto di un'abitudine - lo dico più forte - di un DNA abituale di comportamento in campo politico. Ricordo che in quest'Aula, nel luglio del 2003, abbiamo vissuto un momento brutto, perché la Presidente Bresso, come Presidente della Provincia, è arrivata al punto di minacciare, con una lettera di un legale, il Presidente Ghigo, è venuta in Consiglio e "ricattando" la maggioranza ha obbligato ad avere l'approvazione di un documento provinciale in cambio di un altro documento che era l'assestamento di bilancio.
Questo è il sintomo di un'arroganza politica e di una volontà non casuale; non è dovuto ad uno sfogo, perché noi abbiamo svolto una discussione. Questo vuol dire che c'è una volontà, o perlomeno una caratteristica della Presidente, che è quella di dire: "Qui si dovrebbe poter avere mano libera, lavorare più tranquillamente e operare molto più tempestivamente".
In poche parole, per il Presidente della Giunta e la Giunta stessa poter fare quello che ritengono di fare, senza perdersi in tanti meandri emendamenti o discussioni. Se questa è una novità che si vuole inventare dopo 35 anni di operatività, sarebbe meglio che la Presidente Bresso pensasse non di cambiare le regole, ma di adeguarsi un pochino di più alle regole esistenti. Quando il Presidente Ghigo, oggi Consigliere di Forza Italia, era accusato addirittura di essere troppo bipartisan, troppo diplomatico e mediatore, voleva dire - comprendendolo a lunga distanza che era veramente un Presidente istituzionale che voleva rappresentare tutta la Regione Piemonte, tutti i cittadini della Regione Piemonte.
Credo, quindi, che se la Presidente Bresso volesse fare - lo dico nel suo interesse, ma è ovviamente un pensiero mio - questo tipo di rotazione a 180 gradi, avrebbe l'apprezzamento di tutti i piemontesi, di destra o di sinistra, avrebbe un'immagine molto meno demagogica, molto meno chiacchierata, molto meno da annuncio giornalistico. La sua immagine istituzionale diventerebbe una garanzia per tutti i cittadini, nel pensare che la Presidente li vuole ascoltare e rispettare.
Detto questo - e concludo - ritento che il rispetto passi attraverso il rispetto del Consiglio regionale, perché se è vero che tutti i Consiglieri di maggioranza o di minoranza, rappresentano veramente tutto il territorio e tutte le province, cara Presidente, lo dico davvero, il rispetto di un Consiglio, e anche di tempi forse più lunghi di quelli che possono essere nella logica, può diventare, per la Presidente, sicuramente un maggiore rispetto di tutti e per il Consiglio la vera valenza di sovranità. Vorrei che la Presidente non dimenticasse mai che il Consiglio è sovrano e non la Giunta regionale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Mentre assistevo alla discussione sui due o cinque minuti da dedicare ad ogni intervento, mi veniva da sorridere pensando che la seduta era convocata per le 14.30 ed è iniziata alle 15.40. Questo succede tutte le volte, al mattino e al pomeriggio, quindi se riuscissimo a rispettare i tempi delle convocazioni, riusciremmo a parlare serenamente di quanto necessita.
la seconda volta che, direttamente o indirettamente, ricevo le scuse della Presidente Bresso: la prima volta, come cattolica; la seconda volta oggi - come Consigliere regionale, anche se abbiamo letto sul comunicato stampa e poi sentito qui, in Consiglio, che la Presidente Bresso ha avuto la necessità di uno sfogo con un suo collaboratore. Sfogo che penso sia avvenuto in pubblico, perché non credo che il collaboratore abbia riferito al giornalista quanto è stato detto.
Di conseguenza, vorrei richiamare alla responsabilità del ruolo. Spesso tutti noi avremmo voglia di sfogarci, ma la responsabilità del ruolo impone delle regole, che tutti devono rispettare. È chiaro che esiste la libertà di opinione e quest'Aula l'ha sempre favorita; penso che, da 35 anni a questa parte, nessuno voglia imbavagliare il dissenso. Dissenso significa mettere in discussione, non condividere, ed è compito dei Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, far presente questo.
Dichiaro che non possiamo accettare una doppia morale: la morale di chi, quando è all'opposizione, si comporta in un modo e la morale di chi quando governa, si comporta in un altro.
La Presidente Bresso ha ricordato i tempi in cui era Consigliere regionale. Ieri, proprio in quest'Aula - lo possono testimoniare i colleghi Placido, Costa, Cattaneo - si è tanto sentito parlare di memoria (era riunito il Comitato per la Resistenza). Tra l'altro, è stato detto: "La libertà e la memoria vanno continuamente messe al mondo". E allora, proprio per aiutare la memoria, mi sono documentata e ricordo che nella scorsa legislatura, la VII, ci sono state 538 sedute di Consiglio regionale mattino e pomeriggio (cinque anni sono 270 settimane). Tra gli interventi abbiamo registrato: 862 interventi di Pino Chiezzi; 669 di Mario Contu; 523 di Rocco Papandrea; Moriconi - che sembra stia sempre in silenzio - 536 volte; Tapparo 611 volte.
Per quanto riguarda il Gruppo DS, ricordo Pietro Marcenaro (511 volte superando il Capogruppo di allora, Giuliana Manica (520 volte); Placido (365 volte); Ronzani (360 volte), e sono tutti interventi di dieci minuti.
Tuttavia, ringraziamo di questi interventi, perché sono stati importanti. Ed ancora, la Consigliera Marisa Suino (268 volte); Lido Riba che era Vicepresidente del Consiglio (237 volte); Rocco Muliebre, che allora interveniva sulle materie che seguiva in Commissione (219 volte).
Tralascio altri Consiglieri, come Riggio, perché non voglio dilungarmi.
La sottoscritta, pur essendo Assessore - e gli Assessori chiaramente in Consiglio parlano meno - è intervenuta ben 121 volte, dal 1 ottobre 2002 al 16 dicembre 2003, per fare approvare il disegno di legge della Giunta l'attuale legge n. 17/2004. Sono stati necessari 15 mesi di tempo per approvare la legge sull'assistenza.



(Interruzione del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, per cortesia, lasci terminare la Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Non c'è problema, Presidente, le chiedo solo 2 minuti in più, che mi cede per solidarietà...



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, per cortesia, abbiamo appena convenuto contrariamente alla proposta presentata dall'Ufficio di Presidenza, di non distribuire un tempo a Gruppi consiliari, ma di attribuire a tutti i Consiglieri la facoltà di intervenire per 5 minuti.
Tra l'altro, lei, per un mio errore, ha già usufruito dei 2 minuti perché ho tardato a far partire lo start, cosa di cui si sono accorti tutti i Consiglieri. Per cui la prego di concludere: i numeri da lei esposti sono significativi, però concluda.



COTTO Mariangela

Mi tolga l'interruzione del Consigliere Ronzani; altre volte lei ha già fatto l'eccezione...



PRESIDENTE

Collega Cotto, per cortesia, si avvii alla conclusione.



COTTO Mariangela

Se devo concludere, ho bisogno ancora di 2 minuti. Poi sarà il collega Leo ad intervenire sui buoni-scuola.
Ho citato la VII legislatura, ma vorrei citare anche la VI legislatura per l'originalità degli interventi. Nel 1999 il collega Pasquale Cavaliere chiese: "Quanto tempo posso disporre per argomentare circa le risposta della Giunta?". Allora non c'era il limite dei 5 minuti e il Presidente rispose: "Una decina di minuti." Il Consigliere Cavaliere disse: "Va bene Presidente, chiedo di poter disporre di questo mio tempo, rispondendo nell'unico modo a cui si può rispondere." Il Consigliere Cavaliere, in piedi, rimase in silenzio per 10 minuti; lo stesso fece il Consigliere Chiezzi ed anche l'allora Consigliere Saitta, oggi Presidente della Provincia.
Tralascio "Alice nel paese delle meraviglie" e tutte le letture nelle varie Commissioni.
Concludo: non accettiamo sfoghi pericolosi - lo dico alla Presidente Bresso - che fanno solo perdere del tempo.
Prima di proporre un nuovo regolamento al Presidente, propongo alcune regole per un corretto rapporto tra Giunta e Consiglio. Innanzitutto rispettare le indicazioni del Consiglio. Noi abbiamo visto che ad un ordine del giorno presentato dal Consigliere Lepri sul volontariato, si è data risposta solo questa mattina con il decreto della delega al volontariato.



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, abbia pazienza: sono 7 minuti e mezza che parla...



COTTO Mariangela

Io la pazienza ce l'ho, Presidente, ma lei non ne deve abusare, perch io ero qui alle 14,30...



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, non ne sto abusando, sto esercitando - penso legittimamente - quelle che sono le mie prerogative, quindi la prego di concludere.



COTTO Mariangela

Mi avvio alla conclusione, anche se questo può dare fastidio.
Dicevo che la Giunta deve adeguarsi all'indicazione del Consiglio e che un ordine del giorno approvato a luglio non deve vedere il decreto il 17 ottobre.
Gli Assessori devono essere presenti in Consiglio e devono lavorare, ne hanno tutto il tempo.
Ci sono tante proposte di legge presentate dai Consiglieri di minoranza e di maggioranza che stanno aspettando il ddl della Giunta.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, abbiamo condiviso una modalità di gestione dei lavori ed è antipatico per tutti dover continuamente richiamare i colleghi.
Capisco la passione del dibattito, ma vi prego ciascuno di regolamentarsi perché è veramente spiacevole dover richiamare Consiglieri autorevoli quando è stata condivisa una proposta che non era la proposta originaria avanzata dall'Ufficio di Presidenza.
Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Sarò velocissima, anche perché sono ligia al fatto che la collega Cotto ha preso una parte dei miei minuti, e in questo senso vorrei fare solo qualche considerazione molto veloce. Sono abbastanza sorpresa dall'atteggiamento della Presidente Bresso che cambia con una certa frequenza, nel senso che quando interloquisce con i giornalisti, e quindi si appresta a fare comunicazione sui giornali, ha un certo tipo di atteggiamento, cosa che non pare essere quando in Consiglio - generalmente per chiedere scusa - poi parla con i Consiglieri.
Oggi abbiamo visto una Presidente Bresso molto disponibile, molto aperta ad interloquire con il Consiglio. Peccato che questa sua modalità e questo suo atteggiamento generalmente è in Consiglio, ma mai sui giornali ai quali presta sempre un grandissimo interesse.
Voglio solo rilevare una questione legata al momento nel quale ci troviamo. Questo non è uno sfizio dell'opposizione, che oggi ha chiesto alla Presidente Bresso una comunicazione in Consiglio relativamente a quanto accaduto, che è noto a tutti. Ricordo la modalità attraverso la quale questa riunione di Consiglio è stata convocata e l'ordine del giorno è stato fissato: un disagio totale e completo di tutti i Consiglieri di questo Consiglio regionale, in capo ai quali c'è - e di questo lo ringrazio il Presidente del Consiglio, relativamente alle dichiarazioni che sempre più spesso compaiono sui giornali e che danno l'impressione che questo Consiglio venga considerato alla stregua del nulla.
Riteniamo che la riunione di Consiglio debba essere un momento in cui lo stesso nella sua totalità spiega alla Giunta l'interesse e l'importanza che riveste. Chiede quindi al Presidente del Consiglio di continuare nel lavoro che sta portando avanti egregiamente, di chiedere alla Giunta il rispetto delle istituzioni, il rispetto delle persone e del lavoro che tutti quanti generalmente in orario cerchiamo di fare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Ferrero.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Premetto che sarebbe opportuno cambiare il sistema di prenotazione degli interventi, dando la precedenza - se possibile - ai Capigruppo, senza nulla togliere ai colleghi: penso che questo sia un da risolvere in ogni caso, ritornando al vecchio metodo.
Ritornando a quanto è stato detto dalla Presidente Bresso, ricordo che come Consigliere sono stato eletto direttamente dalla volontà popolare con delle preferenze e sono stato mandato in quest'aula consiliare per svolgere il ruolo di controllo, il ruolo di ispezione, di proposizione, di presentazione di proposte di legge, di interrogazioni, interpellanze mozioni e quant'altro. Proprio per questo, proprio per il ruolo che sono stato chiamato a svolgere, mi sono sentito un po' umiliato dalle dichiarazioni della Presidente Bresso.
Ritengo che in un momento così delicato questi atteggiamenti e questi sfoghi siano estremamente deleterei. Tra l'altro, bisognerebbe chiedere un'audizione al giornalista Tropeano, per comprendere se le dichiarazioni apparse sui quotidiani siano realmente uno sfogo o un qualcosa di diverso..
Il fatto è che tutti noi eletti, appartenenti a questa Assemblea consiliare, ci siamo sentiti offesi, più che sotto l'aspetto personale sotto l'aspetto istituzionale.
Perché dico questo? In momenti così delicati, in cui si pone l'accento sulla democrazia e la volontà popolare (anche dalle ultime vicende nazionali, come la legge elettorale, che personalmente non accetto), io non accetto quell'atto della Presidente Bresso, unitamente a quanto da lei espresso oggi, secondo il quale si dichiara di voler andare a prendere un tè (o un caffè) con il capo dall'opposizione. Con tutto il rispetto per il Presidente Ghigo, da questa parte non c'è nessun capo. Da questa parte ci sono dei Consiglieri regionali e dei Capigruppo che svolgono quotidianamente il loro lavoro con impegno, dedizione e con rispetto nei confronti della Presidente di quest'Assemblea e della Giunta regionale.
Pertanto, con lo stesso rispetto con cui viene svolto questo lavoro, mi auguro che la Presidente Bresso tenga presente quanto da me esposto e mostri lo stesso rispetto nei confronti di tutti i Consiglieri regionali di questa Assemblea.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

L'opposizione (ma non solo l'opposizione) ha ritenuto di chiedere alla Presidente Bresso spiegazioni sull'accaduto. Queste spiegazioni sono state rese. Fare il processo alle intenzioni non mi sembra sia legittimo da parte di nessuno.
La Presidente Bresso avrà il suo carattere. La Presidente Bresso è la Presidente, con delle prerogative a cui penso non intenda rinunciare.
E allora, noi Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, cosa dobbiamo fare? Cosa dobbiamo pensare? Io non mi sento - e a questo punto parlo sia a nome del mio Gruppo, che a titolo personale - minimante leso nella dignità di Consigliere, né mi spaventa in alcun modo l'atteggiamento supposto di arroganza di chicchessia, perché ritengo che sia la Giunta, sia la Presidente, debbano comunque passare dalle "Forche caudine" rappresentate dal Consiglio regionale.
Qualsiasi argomentazione al riguardo mi sembra, quindi, estremamente pretestuosa.
Così come ritengo che non ci sia da scandalizzarsi di fronte all'espressione di un'esigenza - che da parte dalla Presidente e poi potrà essere condivisa o meno dagli altri, maggioranza o minoranza che sia Consiglieri singoli o collettivi - di rivisitazione del Regolamento. Non è assolutamente scandaloso esprimere un concetto del genere.
Dobbiamo, invece, considerare un ulteriore elemento: sicuramente il ruolo della maggioranza è distinto da quello dell'opposizione. Quando si è in maggioranza, si è legittimati ad assumere un atteggiamento diverso da quando si è all'opposizione: non c'è da scandalizzarsi di questo. Quello dell'opposizione, soprattutto in una democrazia bipolare, è un ruolo ben preciso, ovvero fare un' opposizione costruttiva, così come quello della maggioranza è assumersi delle responsabilità. Sono quindi ruoli distinti.
Quello che voglio dire - l'avevo già accennato durante la Commissione per il Regolamento, ma colgo l'occasione per ripeterlo in presenza della Presidente - è che dobbiamo invece fare una seria riflessione su un altro punto. Noi non possiamo lamentarci dell'atteggiamento del centrodestra al Governo, che cambia le regole in corso d'opera, e poi assumere le stesse iniziative, anche se in un ambito molto più come può essere quella della rivisitazione parziale del Regolamento - a livello regionale.
Affinché questa rivisitazione possa essere al di sopra di ogni sospetto e non vada a toccare i legittimi interessi delle due parti in causa, che sono ben distinte (non possiamo pensare ad interessi comuni: la maggioranza svolge un ruolo e l'opposizione ne svolge un altro), è importante trovare una condivisione che sia super partes, in tempi non sospetti, individuando regole che possano andare bene per tutti e che possano ripartire dalla prossima legislatura. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Inizio questo mio intervento dicendo alla Presidente Bresso che noi riconosciamo in lei la Presidente della Regione. L'abbiamo detto sin dal primo giorno, però abbiamo un altro Presidente, che per noi è il Presidente del Consiglio, che è colui che tutela e deve tutelare l'immagine di noi Consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione.
Credo che le dichiarazioni che ha reso, anzi lo sfogo.. Sono d'accordo con il collega Buquicchio sul fatto che non si debba fare un processo alle intenzioni, però i comportamenti fanno o meno assumere determinate posizioni a dei Consiglieri, a dei Capigruppo, a delle persone.
Tutti noi, nei nostri rapporti umani, nutriamo delle simpatie o delle antipatie, ma cerchiamo di metterle da parte, se riscontriamo serietà nell'interlocutore che abbiamo di fronte, e se l'interlocutore che abbiamo di fronte non smentisce, dopo qualche ora, o prima di qualche ora, quello che è stato detto in una riunione allargata.
Quel giorno, noi eravamo reduci da una riunione dei Capigruppo che penso sia stata opportunamente convocata dal Presidente del Consiglio anche per chiarire ognuno le proprie posizioni, quelli che dovevano essere i comportamenti e le abitudini.
Il fatto che sul giornale del giorno dopo abbiamo visto questa dichiarazione... Ripeto, quello era uno sfogo e quindi non penso che quello possa essere totalmente il pensiero della Presidente, perché, se così fosse, è chiaro che in quelle dichiarazioni esprimeva il più ampio disprezzo per quello che è il ruolo del Consiglio regionale e di tutti i Consiglieri regionali, sia di maggioranza che di opposizione.
Però la proposta formulata oggi, cioè quella di andare a bere un caffè con il capo dell'opposizione, fuori da questo Consiglio, dimostra, ancora di più di quella dichiarazione, un ulteriore disprezzo del ruolo di tutti e 63 Consiglieri che sono qua dentro (o 62, quanti siamo). Cosa vuol dire? Che si decidono le cose in una riunione esterna a questo Consiglio regionale? Noi riconosciamo di essere un'opposizione compatta, dove però esistono delle differenti sensibilità. Queste differenti sensibilità sono differenti partiti politici, che trovano sempre un momento di coesione nelle posizioni da assumere.
Però pretendiamo che le decisioni che devono essere assunte. le informazioni che ci devono essere fornite, le proposizioni di quello che intende fare la Giunta, gli Assessori e la Presidente della Giunta, vadano fatte in quest'Aula, prima che ai giornali e all'opinione pubblica. E' la ventesima volta che apprendiamo dai quotidiani di importanti decisioni assunte dalla Giunta regionale (lasciamo perdere quello sullo sfogo della Presidente). Dagli organi di stampa abbiamo appreso la posizione della Presidente sul tema dei rapporti tra mondo cattolico e mondo protestante abbiamo appreso delle sue prese di posizione sul mondo della sanità,; sulla riorganizzazione del sistema sanitario,; sulla riorganizzazione di alcuni servizi, senza che nelle Commissioni competenti o in Aula si sia mai discusso una volta di questi temi. Per conoscere il parere della Presidente e della Giunta, dobbiamo comprare "La Stampa", "Il Giornale" o La "la Repubblica". La domanda è: cosa veniamo a fare in Aula? Qual è il ruolo di tutti noi, Consiglieri eletti dai cittadini con decine di migliaia di voti? Cosa dobbiamo rappresentare? Cosa dobbiamo riportare a chi ci ha eletto? Chi dobbiamo rappresentare? Pur Rrespingendo pienamente le considerazioni della Presidente riconfermo un atteggiamento leale. Si discuta in aula,: la Presidente ci esponga i suoi problemi., ma lLa prossima volta che verremo a sapere dai giornali di un provvedimento che doveva essere portato in Aula, faremo opposizione di concetto. Se emergono problemi, lo voglio sapere apprendere in Aula e non dai giornali.
Magari iIl nostro atteggiamento potrà esseresarà più costruttivo e più morbido, magari potremmo fare in modo che il Consiglio lavori un po' meglio, ma non ci venga chiesto di mettere mano ad un Regolamento che, come è già stato detto, sono 35 anni cche regola la Regione Piemonte da 35 anni.
Non capisco perché dovremmo modificare un Regolamento nel momento in cui i comportamenti, sino ad oggi, ne hanno smentito il contenuto.
Avessimo unaSe la Presidente che in Aula ci dicesse "intendovoglio fare questo", "voglio intendo fare quello", "le mie intenzioni sono queste e quest'altre" potremmo anche avere un orecchio attento, ma poiché la Presidente fa dichiarazioni sui giornali prendendo le sueassumendo proprie decisioni e spiazzando tutti, non deleghiamo nulla al di fuori dell'Aula.



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri che hanno già prenotato l'intervento, - che hanno il lede verde lampeggiante -, di non schiacciare premere il tasto quando viene data loro la parola perché il procedimento èamo in automatico.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Cercherò di contenere in pochi minuti il mio intervento, anche per risparmiare tempo e per dare un contributo allo svolgimento dei degli odierni lavori dell'assemblea. di oggi.
La Presidente Bresso nelle sue comunicazioni ha spiegato e giustificato le circostanze in cui è avvenuto questo un "incidente di percorso". Non ha fatto piacere a nessuno, né ai Consiglieri di opposizione né a quelli di maggioranza, leggere il giorno dopo quello chequanto i giornali hanno scritto.
Penso che l'occasione che ci è stata data oggi, a partire dalla comunicazione della Presidente, debba essere colta come un'opportunità di discussione interessante sui rapporti tra Presidenza, Giunta e Consiglio.
Non ho esperienza diella precedentie legislaturae di Consiglio regionale (ma di ho qualche esperienza di Consigli comunali e provinciali: (certamente, sono assemblee che hanno unadi valenza diversa dalla nostra) ma credo che rispetto relativamente al contingentamento dei tempi, alle politiche di maggioranza e di opposizione e all'ostruzionismo, nessuno di noi, per la responsabilità che ha qui di rappresentare forze politiche nessuno possa "chiamarsi fuori". Questo vale per Comuni e per ProvinceAmministrazioni governate sia dal centrodestra che sia dal centrosinistra.
Non credo che la discussione di oggi debba essere incentrata sui processi alla Presidente oppure sulle modalità con cui viene fatta l'opposizione. Credo invece che la nostra attenzione vada concentrata sul rafforzamento delle prerogative che di ciascuno di noi: ha sia esso nel ruolo diil Presidente della Regione, di rappresentati della Giunta o di Consiglieri di maggioranza e di opposizione.
Pensiamo, ma questo è anche insito nel DNA e nella storia culturale rappresentata dealla nostra forza politica, e nelle storie culturali che sono rappresentate nella nostra forza politica, che vada valorizzato il ruolo delle assemblee rappresentative, a maggior ragione dopo l'introduzione dell'elezione diretta dei Sindaci, dei Presidenti di Provincia e dei Presidenti di Regione. Ritengo che dDa questo punto di vista, ritengo importante il ruolo dell'opposizione, - così come quello della maggioranza -:, sia un ruolo importante su cui non vanno verificate date non devono essere offerte concessioni, ma deve essere riconosciutoil riconoscimento di un ruolo preciso. all'opposizione.
Parallelamente, Ccosì come si riconosce un il ruolo politico preciso e definito dell'opposizione, bisogna che sioccorre garantire garantisca l'iter dei provvedimenti, per arrivare non in tempi biblici alla discussione degli atti più importanti che il Consiglio dovrà affrontare nei prossimi mesi non in tempi biblici. Credo quindi che la definizione e la costruzione delle regole sia undebba essere lavoro comune.
E' vero, il Regolamento che c'è un datoè consolidato; di Regolamento come già detto,veniva spiegato prima, che ha una trentina d'anni; tuttavia penso ritengo che alcuni elementi debbano essere posti neloggetto di dibattito. Quando la La frase della Presidente Bresso prima diceva: "Prenderò un caffè con il capo dell'opposizione una volta alla settimana o ogni quindici giorni", noi lao interpretiamo come un gesto di concordia istituzionale, ma ci permettiamo di fare un passo in più:. iIl tema del rapporto tra Giunta, maggioranza e opposizione va approfondito,; poi valuteremo sul piano regolamentare che tipo di ragionamento fare.
Voglio ricordare, per esempio, che in Parlamento giaceciono una serie di proposte avanzate dal centrosinistra che tendevano a miravanore, in questa legislatura, a riconoscere i diritti dell'opposizione. Queste proposte, per semplificare, vanno sotto la dizione di "Statuto dell'opposizione". Non credo sia un tabù affrontare in questa sede - lo dico questa volta come rappresentante della maggioranza - un tema così complesso come questo.
Annuncio che il Gruppo de "La Margherita" sta lavorando sulla questione. Nelle prossime settimane saremo sicuramente in grado di avanzare una proposta organica . Mi paresu un tema non preconcetto, che va affrontato in modo non pregiudiziale, ma è una questione che poniamoda sottoporre e sottoponiamo alla discussione dell'intero Consiglio intero..
Mi pare una modalità e un aspetto su cuiUn lavorare comune insieme di riscrittura, di analisi e di valutazione delle regole con cuialla base del sta funzionamento delndo il Consiglio regionale.
E' una proposta che ci permettiamo di fare come Gruppo di maggioranza.
A noi pare che possa essere sottoposta, e lo faremo, alla valutazione di tutti i Gruppi a partire da adesso fino alle prossime settimane. Ci pare una modalità e un passo in avanti concreto per cogliere appieno l'opportunità che ci è stata data, a partire dal dibattito e dalle comunicazioni fatte dalla Presidente oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Ho ascoltato con attenzione le parole della Presidente Bresso: ben diverso il suo intervento rispetto a quello che aveva dichiarato con unal comunicato, riportato poi con minorinferiore enfasi rispetto a quello che aveva generato l'equivoco dalsu "lLa Stampa". D'altronde è più facile attaccare le opposizioni che dare spazio a quello chequanto le stesse opposizioni dicono., mMa non è un problema.
Il comunicato della Presidente Bresso mi aveva soddisfatto, quello che ha dettoquanto detto in Aula oggi un po' meno. Prendiamo atto che il suo sia è stato uno sfogo (può succedere a tutti) in un momento di nervosismo.
Proprio per questo consiglio alla Presidente di attaccare meno le minoranze e far sì che le minoranze stesse vengano informate a tempo debito -, prima dei giornalisti - , degli atti più importanti che la Giunta intende intraprendere o ha appena intrapreso.
Una proposta emersa da un Consigliere di minoranza in sede di Conferenza dei Capigruppo era quella di accedere - almeno i Capigruppo di minoranza - con pass, tramite il sistema interno - Intranet -, alle delibere appena vengono assunte dalla Giunta. In questo modo, un Consigliere regionale o un Capogruppo può venire a conoscenza, prima dei giornali, delle decisioni assunte dalla Giunta.
Ricordo che i Consiglieri regionali sono eletti dai piemontesi ed è giusto che siano informati prima per primi di quantoquello che sta avvenendo in Regione Piemonte per opera della Giunta che la amministra la Regione Piemonte.
.
Altra questione. Sarebbe importante, Presidente, affidare una delega ai rapporti con i Consiglieri, non solo dell'opposizione, ma anche di maggioranza, al suo Vicepresidente Susta, che potrebbe essere una la persona ideale, visto che con lui abbiamo lavorato molto bene. "Ddare mandato", perché lei sa bene che non può nominare un nuovo Assessore avendone già nominati quattordici (di più non si può)., però può dare la delega a un Assessore. Personalmente consiglierei, visto che con lui abbiamo lavorato molto bene, di RitengoRiterrei opportuno che un Assessore abbia una delega ai rapporti tra la Giunta e il Consiglio, e anche con il Presidente del Consiglio che, d'altronde, è il nostro più autorevole rappresentante.
Un grazie lo In tal senso, voglio rivolgere un ringraziamento al Presidente del Consiglio, Gariglio, perché che ha recepito le istanze dei Capigruppo. L'ultima Conferenza dei Capigruppo, tenutasi, visto che si è svolta a porte chiuse, è stata una riunione estremamente seria, dove ogni Capogruppo ha detto quello che realmente pensava, al di fuori dello schema politico pubblico. Devo dire che Gariglio, come nostro Presidente, si è dimostrato sopra le parti, tant'è che anche lui ha fatto un comunicato di difesa del Consiglio regionale nel suo insieme.
Un consiglio che mi permetto di dare, e che ho dato, alla Conferenza dei Capigruppo, al Presidente Gariglio, ma lo do anche a lei, Presidente, e alla sua Giunta, è di cercare di evitare, se si vuole che il Consiglio lavori nel modo più proficuo possibile, di mescolare insieme provvedimenti che hanno unadalla valenza politica importante per alcuni Gruppi. Questi Gruppi, utilizzando quello che permette di fare il Regolamento, cioè ostruzionismo, potrebbero bloccare i lavori del Consiglio e impedire di affrontare altri provvedimenti che sono, in parte o totalmente, condivisi.
Non dico che bisogna essere d'accordo su tutto, ma alcuni provvedimenti importanti e indifferibili per la Regione Piemonte, dove magari uno, due o tre Gruppi possono presentare un numero di emendamenti accettabile - due o cinque emendamenti - risolvibili nell'arco di qualche ora senza ricorrere all'ostruzionismo, si possono tranquillamente inserire all'o.d.g.. Questi provvedimenti si discutono e poi è chiaro che la maggioranza voterà a favore, magari con un pronunciamento contrario dell'opposizione o di una sua parte, ma sapendo che quel provvedimento, utile per il Piemonte passa.sarà approvato.
Nel momento in cui si inserisce nello stesso o.d.g. un provvedimento importante per il Piemonte, insieme ad un altro altrettanto importante provvedimento che si vorrebbeda discutere nella stessa giornata, quando sapendo che vi è una posizione politica assolutamente contraria e di opposizione da parte di qualche Gruppo, si sa già che difficilmente si arriverà a discuterlo.
Invito, quindi, a dividere i lavori del Consiglio: se c'è un provvedimento urgente ed importante su cui si può lavorare, lo si calendarizza prima; se ci sono dei provvedimenti su cui si sa che ci sarà ostruzionismo, un ostruzionismo annunciato che impediràsce, per più giorni di arrivare all'approvazione, si prevedaono Consigli straordinari, anche per due o tre giorni consecutivi, in modo che, giustamente, la maggioranza faccia il possibile per approvare un provvedimento in cui crede, ma facendo anche giustamente, in modo che l'opposizione, o parte di essa possa fare il suo ostruzionismo, in termini di Regolamento.
Ho già accennato, a seguito del suo intervento precedente, che, come Gruppo della Lega Nord, siamo disponibili a lavorare su ad una modifica del Regolamento, perché siamo comunque coscienti che questo Regolamento quello attuale impedisce allad una maggioranza di governare come meglio crede, ma dall'altra parte, siamo anche coscienti che abbiamo subito, per anni, un ostruzionismo duro - lo ricordava la collega Cotto - da parte di chi oggi è maggioranza ed allora era all'opposizione.
La proposta del Gruppo della Lega Nord è semplice: cominciamo a lavorare ad una revisione del Regolamento che possa andare bene a chi oggi è maggioranza e magari domani sarà all'opposizione -, e possa andare bene a chi oggi è all'opposizione e domani magari sarà maggioranza -, ma che entri in vigore, giustamente, al primo Consiglio utile della prossima legislatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dal masso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Mercoledì scorso è stata una giornata abbastanza complessa: continui incontri, riunioni, dichiarazioni...
ecc.
Le parole della Presidente Presso, come da dichiarazioni personali, non dette non ufficiali,mente e modificate parzialmente nei titoli, com'è inevitabile e come qualunque giornale fa, hanno avuto un peso estremamente forte, con un titolo a tutta pagina su "La Stampa", con richiamo in prima pagina nazionale, sia pure in un Consiglio che aveva approvato tutti i punti all'o.d.g., e che dopo lunghissimo tempo aveva cominciato a sciogliere una parte delle centinaia di interrogazioni e interpellanze che giacciono e che attendono di essere evase.
Queste parole sono state corrette da un comunicato stampa della Presidenza emesso poche ore dopo.; sono state corrette da una dichiarazione che la Presidenza ha fatto.
Credo anch'io che dobbiamo ringraziare il Presidente Gariglio per l'impegno mantenuto mercoledì scorso e la correttezza che ha dimostrato verso tutto i Gruppi di maggioranza e di minoranza, ma è chiaro che la situazione abbia posto due questioni che pensiamo ambedue altrettanto importanti.
La prima riguarda il rapporto fra Consiglio e Giunta, di cui stiamo discutendo tutti da lungo tempo,. fFra legislativo e esecutivo, per elevare un po' più in alto la questione. Sapete che la posizione della nostra forza politica, per la storia che abbiamo, certamente comune ad altre forze politiche presenti qui, è sempre stata per dare il massimo peso alle assemblee elettive e agli Enti locali. Quando ancora non si parlava di federalismo noi eravamo per un deciso decentramento dei poteri centrali ai Comuni e alle Province, ma anche ad altri organismi che stavano emergendo.
Oggi la realtà è certamente differente. Gli ultimi anni, gli anni '80 ma, in particolare, gli anni '90, con il crollo dei grandi partiti di massa, hanno messo in luce un grande bisognola massiccia necessità, anche tra la popolazione, di scelte e di decisioni. Le leggi elettorali, a cui siamo stati contrari, come tutti quanti sapete, hanno sempre più spostato il potere sugli Esecutivi, a qualunque livello: Governo, Presidenza della Regione, Presidenza di Provincia, Sindaci.
Si è modificata la comunicazione politica, modificando anche una la storia di questo nostro Paese. Se qualcuno legge "il Il Manifesto" in quest'Aula, vedrà che Rossanna Rossanda, che oggi ha 81 anni, ha scritto un articolo estremamente bello, forse rimpiangendo una politica di altri tempi, ma denotando come sia profondamente cambiato il concetto di partecipazione cui la sinistra è stata profondamente legata per lungo tempo: partecipazione di massa, partecipazione di assemblee, forme collettive di partecipazione, che proponevano anche dunque una differente democrazia differente. .
Quanto è avvenuto domenica è un fatto di grande importanza: le 4 milioni e 300 mila persone che hanno partecipato alle Primarie rappresentano un atto, secondo noi, di grandissima importanza. È chiaro che se si tratta di una la partecipazione differente, anche rispetto a quella in cui i partiti-guida esprimevano grande organizzazione di massa, grande volontà e attenzione ai bisogni e le istanze che provenivano dalla base.
dico tutto i partiti Guida, compreso quello di cui ha fatto lei bisogni, istanze che provenivano dalla base.
Accanto a questo, però, eEsiste un secondo problema: il problema di un rapporto diverso tra maggioranza e minoranza, qui come da altre parti.
Ringrazio la Consigliera Cotto per i dati che ci ha fornito; evitano un lavoro che avremmo forse fatto, che è sarebbe bene fare periodicamente.
Per quanto riguarda la rRicerca di regole condivise, di un Regolamento in cui il Consiglio sia più agile., lL'essere più agile non vuol diresignifica che la maggioranza fa quello che vuole, assolutamente, ma che c'è una discussione politica maggiore; significa: vuol dire che si discutere sulle grandi scelte evitando schermaglie;, che si discutere sui grandi orizzonti che questa Regione, come questo Paese, devono avere davanti a sé.
Noi siamo per questo; siamoaffinché perché la Commissione per il Regolamento affronti questo il problema seriamente. Siamo contrari ai colpi di mano, ad atteggiamenti di questo tipo, ma vorremmo che ci fosse una discussione collettiva.
Il Consigliere Rossi ha prima proposto alcuni temi su cui si potrebbe cominciare a ragionare per far diventare il Consiglio altra cosa. Fra questi temi c'è - lo ha detto la Consigliera Cotto:, su questo non le faccio i complimenti... neanche a lei - il rispetto degli orari: se il Consiglio deve cominciareè convocato ad una certa ora, dovrebbe cominciare iniziare a quell'ora. È una responsabilità nostra, che ci assumiamo e per la quale chiediamo scusa collettivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Vorrei fare due considerazioni relative alla giornata di Consiglio che ha scatenato "il caso", ricordando - perché ancora nessuno l'ha fatto - che in quella giornata il Consiglio discusse tutti i punti all'o.d.g., e che anche oggi, con ben due delibere importanti di modifiche di Statuto all'o.d.g. abbiamo tutti la disponibilità di discuterle (come già dimostrato in Commissione). Non mi risulta che giacciano in Commissione - a proposito, appunto, del rapporto Consiglio-Esecutivo, provvedimenti o progetti di legge della Giunta che stanno soffrendo percorsi ostruzionistici o che non vengono approfonditi o discussi. Per esempio, sul disegno di legge per quanto concerne l'acquisizione dei terreni della FIAT abbiamo concentrato le consultazioni, richieste non solo dall'opposizione ma anche dalla maggioranza, il giorno di giovedì u.s., in cui abbiamo immediatamente dato la disponibilità a riprendere la discussione in Commissione congiunta, prima e settima, il giorno seguente.
Credo che le considerazioni rivolte al Consiglio, espresse sia pure in un momento particolare, non fossero assolutamente meritate, in quanto questo Consiglio (lo dico con una certa esperienza) ha dimostrato in questi primi mesi di attività di esercitare le proprie funzioni in maniera particolarmente corretta.
Veniamo invece a ciò che la Presidente Bresso, propone: la "questione di caffè". A tal merito avendo lei parlato di "savoir faire", di "fair play" anglosassone, mi viene in mente un aneddoto contenuto negli atti della Camera dei Comuni inglese - non è una cosa che mi sono inventato chiunque potrà andarla a verificare - nella quale il Primo Ministro Churcill viene ad un certo punto aggredito da una parlamentare laburista la quale rivolgendosi al Primo Ministro dice: "Signor Primo Ministro, se io fossi sua moglie le metterei il veleno nel caffè". Il Primo Ministro Churcill la guardò bene e le disse: "Guardi, se lei fosse mia moglie lo berrei subito". Al di là delle storie relative "ai caffè", mi permetto di dire che noi a priori non precludiamo l'opportunità dell'identificazione di un Assessore con la delega ai rapporti con il Consiglio. Credo obiettivamente, che sia una strada percorribile e utile. Il Presidente della Giunta è generalmente molto soverchiato da impegni istituzionali, di conseguenza un Assessore delegato può avere più agilità ad interloquire come qualcuno di voi ha detto, non solo con l'opposizione ma anche con la maggioranza. Ho notato, infatti, che il problema del rapporto Giunta Consiglio, non è esclusivamente nei confronti dell'opposizione, ma anche anzi maggiormente, nei confronti della maggioranza. Lo abbiamo potuto verificare nelle discussioni in Commissione, constatando che alcuni provvedimenti assunti dalla Giunta erano sicuramente non concordati con noi, ma neanche con la maggioranza.
Questo è un dato di fatto che si percepisce in modo palpabile. Quindi se la Presidente Bresso identificherà un Assessore come suo rappresentante o gli assegnerà la delega per i rapporti con il Consiglio regionale, sarà sicuramente motivo di miglioramento dei rapporti tra esecutivo e Consiglio (maggioranza e opposizione).
Per quanto riguarda il Regolamento - alcuni colleghi già si sono espressi - ritengo che la discussione debba essere messa in itinere, per affrontare adeguatamente l'argomento e valutare gli elementi sui quali si può eventualmente trovare un accordo. Anch'io ritengo che questo lavoro lo dobbiamo fare con senso di responsabilità per coloro che verranno dopo di noi, per la prossima legislatura, ed è assolutamente importante che questo risultato si raggiunga: credo sia impegno specifico di tutti.
Prendo atto che, almeno dalle parole che la Presidente Bresso oggi ha pronunciato in quest'Aula, sembra esserci un cambio di atteggiamento nei confronti dell'Assemblea; attendo chiaramente che questo cambiamento di atteggiamento si esplichi in azioni concrete che invece - ahimè - non ritengo di aver ancora constatato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha la facoltà.



MULIERE Rocco

Ho molto apprezzato molto il tono dell'intervento della Presidente Bresso, per le cose che ha detto al di là delle dichiarazioni rilasciate al quotidiano "LA STAMPA"r. Al di là di questo, cCredo che quanto accaduto che ci dia l'opportunità, oggi, di discutere una questione importante, che più volte abbiamo affrontatoa in Commissione e in Consiglio.
La prima questione è quella di quella di trovare un equilibrio tra il Consiglio regionale e la Giunta. È una Questo rapporto è una qquestione difficile., Non è la prima volta volta e non sarà l'ultima che ci troviamo ad affrontare questa questione. È sempre stato difficile trovare un giusto equilibrio tra il lavoro del Consiglio regionale e il lavoro della Giunta.
La Giunta ha dei tempi precisi, particolari, alcune volte stretti. I tempi del Consiglio regionale sono hanno maglie molto più larghei.
Credo che noi dovremmo riflettere su questo, credo che tTrovare un equilibrio giusto nel rapporto tra il lavoro della Giunta e il lavoro del Consiglio sia è una cosa estremamente utile, ma su questo, non possiamo soltanto limitarci ad ininvocarne lae questa necessità, , dobbiamo lavorarci. È compito anche nostro, come Consiglio.. NNon può essere soltanto compito soltanto della Giunta.
Naturalmente dDetto questo, ci deve essere rispetto reciproco ma questo loda costruiamo costruire giorno per giorno. Il compito dell'assemblea legislativa è un compito ben preciso. La Giunta è consapevole che ha bisogno del Consiglio per mandare avantiportare a termine i provvedimenti e sa che è qui in quest'Aula che noi legiferiamo. Il lavoro della Giunta è complementare al lavoro del Consiglio regionale. Trovare un. Questo equilibrio va trovato ed è un l'impegno sul quale noi dovremmmo riflettere.
IlQuesto dibattito di oggi ci dàa anche l'occasione per dire che forse, non tutto non funziona come dovrebbe all'interno del Consiglio regionale.
Siamo soddisfatti, per esempio, di come funzionano le Commissioni Consiliari? Abbiamo otto Commissioni consiliari con tempi lunghi nel lavoro di approfondimento e dei provvedimenti. Otto Commissioni sono troppe e, non lo diciamo da adesso. lo abbiamo detto anche prima. Dobbiamo riflettere anche su come si lavora qui in Consiglio. Siamo sicuri che il nostro metodo di lavoro sia moderno e giusto nei tempi, rispetto alle esigenze che ha ladella nostra società? Io non credo. Siamo troppo elefantiaci nel nostro lavoro,, abbiamo tempi troppo lunghi. da questo punto di vista, dDobbiamo riflettere.
Noi nella scorsa legislatura, a proposito di doppia morale (non vedo la Consigliera Cotto), l'opposizione L'opposizione della scorsa legislatura oggi maggioranza, ha lavorato con voi, per elaborare il nuovo Statuto della Regione Piemonte, e a proposito di doppia morale, (non vedo la Consigliera Cotto), volevo precisare che io appartengo ad un gruppo Gruppo che nella scorsa legislatura, quando era all'opposizione, ha presentato una proposta di modifica del regolamentoRegolamento,. lLo abbiamo fatto quando eravamo all'opposizione, e adesso, come proprio perché lo abbiamo fatto allora diciamoribadiamo, che quest'Aula ha bisogno di un nuovo regolamentoRegolamento. Credo che dobbiamo ritrovare lo spirito che ci ha portati ad approvare insieme il nuovo Statuto della Regione Piemonte.
Noi vogliamo elaborare il nuovo Regolamento di quest'Aula insieme all'opposizione, non contro l'opposizione, perché vogliamo garantire anche i diritti, come ha detto il Consigliere Bizjak, dell'opposizione. Per questo abbiamo bisogno di riflettere e lavorare insieme, di trovare uno spirito capace di valorizzare ulteriormente il lavoro del Consiglio regionale, perché non credo che possiamo farci l'appunto a come eravamo o a come siamo. Sì, possiamo farlo, perché quante volte noi dell'opposizione allora, abbiamo sollecitato la Giunta a informare il Consiglio regionale dopo aver letto sul giornale che cosa voleva fare la Giunta? Insomma, è storia vecchia, ecco perché credo che abbiamo bisogno di questo.
Termino l'intervento dicendo che la Presidente Bresso - mi scusi Presidente - oggi ha posto una questione, come anche nell'ultima riunione dei Capigruppo in quel Consiglio: troviamo il modo con il quale dialogare con l'opposizione per affrontare in Consiglio alcune questioni politiche che decidiamo insieme. Lo ha posto l'altra volta, lo ha posto oggi, spero che questo invito venga accolto dall'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

Oggi, ho l'impressione, forse, di avere male interpretato le parole del Presidente. Intanto, mi sembra che non abbia presentato le scuse a questo Consiglio e, più che altro, ai Consiglieri, ma abbia dato dei consigli a questo Consiglio, dando quasi un po' dei frustrati a tutti i Consiglieri perché ha detto che il Consigliere, di maggioranza e di minoranza, si sente frustrato.
Secondo me, oggi, lei ha aumentato le distanze tra la Giunta e i Consiglieri, non so quelli di maggioranza, ma con quelli di minoranza certamente sì. La frustrazione di cui lei ha parlato penso che da oggi probabilmente, possa pesare di più sulla sua maggioranza e sui suoi Consiglieri, che, secondo me, si sono già sentiti sminuiti dalle sue precedenti dichiarazioni. Che sia stato o no uno sfogo, comunque, queste dichiarazioni ci sono state e, come tutti noi sappiamo, rimangono agli atti: sono state scritte dai giornalisti e lei ha ammesso di averle fatte quello che uno pensa dice, al di là del fatto che sia stato lo sfogo di un momento o meno.
Probabilmente, oggi, i suoi Consiglieri e quelli di minoranza hanno avuto la conferma di contare, secondo me, poco o nulla.
Relativamente alle regole poste dal Regolamento del Consiglio, che lei vorrà cambiare sicuramente, mi rivolgo ai Consiglieri di maggioranza, che hanno sempre lavorato con questo tipo di Regolamento: quale sarà la vostra garanzia di libera espressione quando sarete imbavagliati dal Regolamento che sarà dettato dalla Presidente a sua immagine e somiglianza? Questo forse, voi non lo avete calcolato! La Presidente - persona forte - ha parlato di anglosassone, quindi probabilmente, si sente come la signora Tatcher ai tempi della sua legislatura.
Mi batterò in sede di Giunta per il Regolamento per garantire la libera espressione di tutti i Consiglieri e perché la minoranza, alla fine, possa esercitare la sua funzione di controllo e quello che c'è sempre stato anche nella precedente legislatura.
Siamo disponibili a degli aggiustamenti, per carità, ci mancherebbe altro! Non vogliamo essere così beceri da non capire che un Regolamento pu essere cambiato, che le regole possono essere cambiate.
Il Consigliere Buquicchio prima ha parlato dei Regolamenti che si cambiano in corsa, però, ha detto anche che c'è una maggioranza e un'opposizione, che ognuno ha la sua funzione. Evidentemente, anche lì c'è stata una funzione di maggioranza e opposizione.
Voi potete fare tutto quello che volete, ma state attenti a non cambiare le regole che, poi, si possono ritorcere contro, perché un Consiglio deve avere sempre una sua funzione di controllo, specialmente per la minoranza.
Mi rivolgo ora al Presidente del Consiglio: non si faccia mettere nell'angolo da richieste che la porteranno, magari, a non poter più controllare la sua funzione di garante superpartes di questo Consiglio. Noi teniamo molto alla sua figura e vogliamo che lei sia il garante di questo Consiglio.
In ultimo, in quanto è inutile continuare a marciare su questa vicenda vedremo un po' il proseguo di questo Consiglio, vorrei dare un consiglio alla Presidente.
Presidente Bresso, al di là dei caffè, che è una battuta facile, con il "capo", tra virgolette, dell'opposizione, perché qui non ci sono capi dell'opposizione, venga più spesso in Aula con la maggioranza dei suoi Assessori, non lei, magari i suoi Assessori, per ascoltare i sessantatre Consiglieri, che, così, magari, potranno essere meno frustrati, avendo di fronte degli interlocutori e non un costante assenteismo, magari, meno da parte sua, ma molto spesso si verifica da parte dei suoi Assessori. Anche oggi posso contare quattro Assessori quando sono quattordici.
Un'attenzione maggiore verso questo Consiglio da parte della Giunta potrebbe essere un viatico in più, una spinta in più, anche per i sessantatre Consiglieri a sentirsi meno frustrati e partecipare maggiormente a questo consesso, che mi sembra abbastanza importante per il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nastri.



NASTRI Gaetano

Signor Presidente, mi ricollego alle ultime parole del collega Monteggia, visto che fino a pochi mesi fa eravamo entrambi Assessori della seconda Città del Piemonte (Novara). Lì, come centrodestra, eravamo e siamo tuttora in maggioranza. La prima forma di rispetto di questa Giunta di centrodestra consiste nel rispettare i Consiglieri con la presenza degli Assessori.
Questa dovrebbe essere la prima regola fondamentale per la democrazia: la presenza degli Assessori e, soprattutto, anche l'educazione da parte della Presidente Bresso quando un Consigliere, anche di minoranza, fa un umile intervento.
Il Consiglio regionale del Piemonte, al pari di ogni Assemblea eletta dal popolo italiano, secondo i principi e le regole di democrazia rappresenta non solo la volontà dei cittadini, ma il popolo stesso e, di riflesso, anche lo Stato, che, spesso, in quest'Aula viene dimenticato.
La funzione degli eletti è, prioritariamente, quella di rappresentare con delle azioni normative quello che è il bene del popolo e di controllare la trasparenza e la liceità degli atti amministrativi e legislativi che incideranno, poi, sul popolo stesso; popolo, quello italiano, che vede garantito costituzionalmente il diritto di scegliere liberamente chi lo rappresenta eleggendolo liberamente e democraticamente.
Può non piacere, può essere considerato faticoso il dover quotidianamente dialogare con il popolo attraverso i suoi rappresentanti eletti, ma non è soltanto doveroso per un Presidente della Regione, è anche indice di educazione morale. Quando un Presidente dichiara pubblicamente di considerare una perdita di tempo assistere ai lavori del proprio Consiglio non solo dispregia le istituzioni, lo Stato, il popolo e la democrazia stessa. Con queste affermazioni di spregio dimostra la reale natura che spesso, Presidente, la contraddistingue.
Qualcuno qui si è dimenticato anche la polemica, nata sempre da lei Presidente, nei confronti della RAI, questa natura che non riesce a prescindere dai suoi primordiali istinti di caratterismo staliniano perché, vede, Presidente, quando si è in minoranza...



(La Presidente della Giunta regionale Bresso, abbandona l'Aula consiliare)



NASTRI Gaetano

Mi dispiace averla offesa, Presidente. Comunque, è questione anche di educazione ascoltare, Presidente! Quando si è in minoranza, quando si svolge comunque il proprio ruolo il proprio ruolo è quello anche di ascoltare, Presidente.



(Commenti fuori microfono)



NASTRI Gaetano

Io l'aspetto.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega Monteggia, per cortesia, ha già parlato, non ha il diritto alla parola.



NASTRI Gaetano

Presidente, se vuole, per educazione, aspetto che la Presidente Bresso rientri, senza nessun problema.



PRESIDENTE

Prego i colleghi di moderare i toni.
Consigliere Nastri, la prego di terminare l'intervento.



NASTRI Gaetano

Presidente, è una questione di educazione. Comunque, termino il mio intervento.
Sicuramente, la Presidente Bresso chiederà poi le scuse...



(Commenti in Aula)



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, per cortesia!



NASTRI Gaetano

Volevo terminare il mio intervento dicendo che sarebbe opportuno da parte della Presidente Bresso mettere delle regole. La prima regola è quella di avere rispetto del ruolo dei Consiglieri con la presenza in Aula anche degli Assessori. Vedo spesso la presenza di alcuni Assessori per cinque minuti, tre minuti, un minuto, poi non li vedi più per tutto il Consiglio. Questo sarebbe il primo rispetto, quello di ascoltare anche questa umile minoranza che ogni tanto cerca di fare il proprio ruolo sempre con la piena sintonia di tutti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Sarò brevissimo. Faccio notare ai colleghi che il miglior modo per cambiare le regole è creare ed alimentare gli incidenti. Non so fino a che punto serva al Consiglio regionale avvitarci su una discussione che è tutta proiettata alla possibilità, ormai neanche tanto irreale, di modificare anche in modo pesante le regole di funzionamento della nostra Assemblea.
Probabilmente, non si cambieranno in questa legislatura, ma nella prossima sta di fatto che noi comunisti pensiamo che queste siano regole che garantiscono tutti: chi è in maggioranza e anche chi è all'opposizione.
Esse servono soprattutto a far sì che questo Consiglio, nella ricerca costante di un equilibrio necessario tra maggioranza e opposizione, possa funzionare e garantire il governo di questa regione.
Il livello esecutivo - è vero - deve saper ascoltare, deve sapersi rapportare con il livello legislativo, deve saper trovare un punto di equilibrio con grande capacità di sintesi del dibattito, del confronto che viene svolto in Consiglio.
Credo che, al di là degli incidenti che sono accaduti, sia opportuno riflettere sulla necessità che le regole che ci siamo dati, che si sono dati altri prima di noi, non vengano modificate radicalmente. In quel caso sì, saremmo di fronte alla possibilità di una limitazione e di una riduzione del potere, delle funzioni, della capacità di indirizzare le politiche dell'esecutivo e della Presidente, o del Presidente, che ricordo a tutti - viene eletto direttamente attraverso il nostro dibattito e attraverso il confronto che avviene in quest'Aula.
Lo dico con molta umiltà: non sono affascinato dai caffè, che siano conditi all'acqua di colonia, come propone la Presidente Bresso, o che siano caffè alla "Pisciotta", così come immagina il Presidente Ghigo.
Credo che ognuno debba svolgere il proprio ruolo; chi fa l'opposizione deve fare sino in fondo l'opposizione, anche con elementi di radicalità anche a volte attraverso lo strumento dell'ostruzionismo, necessario quando è ritenuto opportuno. Chi fa maggioranza deve saper trovare con l'opposizione un punto di equilibrio, perché questa Regione possa andare avanti, perché questo è l'obiettivo che noi sempre e comunque dobbiamo porci, sia come maggioranza sia come opposizione.
Ho ragionato rapidamente con il collega e compagno Chieppa: noi, oggi non siamo disponibili a sederci a un tavolo per iniziare qualsiasi forma di ragionamento sulla modifica del Regolamento. Crediamo che questo Regolamento sia lo strumento funzionale a questo Consiglio e che debba essere la maturità, la consapevolezza, la capacità di guardare oltre le appartenenze di ognuno di noi, a far sì che questa Regione possa funzionare e continuare a far progredire il nostro grande e importante territorio.



PRESIDENTE

Invito tutti i colleghi Consiglieri a continuare nel cercare di avere un atteggiamento quanto mai rispettoso di tutte le parti in causa, nei loro interventi.
La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, anch'io ho apprezzato i toni della comunicazione della Presidente Bresso oggi in Consiglio, alla quale voglio dare atto anche dell'immediatezza con la quale ha chiarito l'articolo giornalistico che ha scatenato la serie di reazioni, assolutamente legittime, rispetto ai contenuti che si sono letti in quel momento. Ma tornerò su questo aspetto.
Vorrei prima richiamare la visione del ruolo dell'Assemblea elettiva che lo SDI ha ed ha voluto affermare fin dal primo intervento, in quest'Aula, nel maggio scorso. Leggo dall'intervento di allora: "in questi anni abbiamo assistito, a partire dal Parlamento nazionale, a una non sempre sotterranea svalutazione del ruolo delle Assemblee elettive, ad un'azione qualunquistica che vede nelle procedure democratiche e nel necessario confronto tra maggioranza e opposizione soltanto un teatrino della politica - sono parole non mie, le ho prese a prestito da un Presidente del Consiglio - e un impedimento al fare.
una cultura che ci è estranea e che deve essere estranea a questa maggioranza. La Giunta e la sua Presidente hanno il dovere di esaltare il ruolo di questo Consiglio, che ci auguriamo non sarà considerato un male necessario, un passaggio obbligato e poco gradito per approvare proposte della Giunta e raccogliere un consenso incondizionato della maggioranza ma, viceversa, è luogo deputato ad approfondire senza pregiudizi, con serenità e passione i grandi temi dello sviluppo del Piemonte." Non abbiamo cambiato opinione rispetto a questa questione. Richiamo però, la necessità per il Consiglio di dimostrare capacità di lavoro e di elaborazione, tempestività di proposta, con tempi compatibili con le esigenze decisionali dell'esecutivo.
Non veniamo meno a questa visione, ma riteniamo che le dichiarazioni della Presidente - non abbiamo modo di ritenere diversamente da quanto lei ha detto - siano l'espressione, non di una volontà che contrasta con quanto appena richiamato, ma di uno stato d'animo momentaneo. Non sono, cioè l'espressione di una cultura che guarda con fastidio al ruolo delle Assemblee elettive. Dico Assemblee elettive, perché, se un Sindaco o un Presidente godono dell'investitura popolare, è fuori discussione che ci accada anche fra i Consiglieri regionali.
Ritengo che alimentare scientemente un'azione qualunquistica di delegittimazione delle procedure democratiche e del ruolo delle Assemblee elettive, significherebbe alimentare automaticamente nell'opinione pubblica anche la delegittimazione degli altri organi rappresentativi e democratici.
La democrazia, proprio per il suo carattere, ha degli oneri che comportano anche la necessità di dedicare tempo utile al confronto con le opposizioni, per far maturare le decisioni, che devono maturare e scaturire dal confronto in quest'Aula, nel modo migliore possibile, perch diversamente non si chiamerebbe democrazia.
Rafforzare quindi il ruolo del Consiglio ...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Ricca. Prego i colleghi Consiglieri che non sono intenzionati ad ascoltare di accomodarsi fuori dall'Aula, perché il Consigliere Ricca sta svolgendo il proprio intervento ed è sistematicamente disturbato.



RICCA Luigi Sergio

La ringrazio, Presidente, forse, a questo punto, era meglio parlare solo due minuti ciascuno, accorciando i tempi, visto che sono corti quelli dell'attenzione.
Dicevo che è interesse dell'esecutivo rafforzare il ruolo del Consiglio, perché un clima più disteso non può che consentire un proficuo e celere percorso al dibattito e all'approvazione degli atti di governo della Giunta.
Concludo dicendo che si può partire da questo chiarimento per affrontare i temi che la Presidente ha posto nel suo intervento, e che molti Gruppi hanno già posto in passato, compreso il mio.
La necessità di una revisione del Regolamento del Consiglio: una questione che attiene anche all'equilibrio dei rapporti tra esecutivo e Consiglio, che deve tener conto dei diritti delle opposizioni, perché è il ruolo che possiamo alternativamente ricoprire. Sottolineo, da questo punto di vista, la disponibilità al dialogo che è stata dimostrata dalla Presidente. Prendo il riferimento al caffè non come un rapporto privilegiato da stabilire con un Gruppo, piuttosto che un altro, ma come un segnale di ricerca di concordia, di chiarimento e di collaborazione che è aperto certamente alle opposizioni, ma anche a un confronto più immediato e coeso con tutti i Gruppi consiliari.
Ritengo di dover sottolineare positivamente la previsione di un incarico all'Assessore per i rapporti con il Consiglio, per assicurare quella maggiore comunicazione di cui tutti sentiamo la necessità e dico anche che rispetto al Regolamento mi auguro che questo possa essere il banco di prova sul quale confrontare uno stile diverso dei rapporti tra maggioranza e opposizione.
Quanto all'entrata in vigore di un nuovo ipotetico Regolamento, che mi auguro possa essere discusso presto e presto possa trovare la luce, penso che non si debba partire dal concetto che dato che è stata fatta una certa opposizione per cinque anni, è bene fare questo esercizio anche per altri cinque, ma che possa essere approvato e messo in applicazione fin da subito.
Concludo l'intervento ribadendo che contano certamente le regole, ma è indispensabile l'uso di un senso di responsabilità istituzionale, che deve essere - e credo sia - patrimonio di tutti, Esecutivo e Consiglio, Gruppi di maggioranza e Gruppi di opposizione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ricca.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Costa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Sarò più breve rispetto ai tempi concessi, anche per consentire eventualmente, ad altri Consiglieri del mio Gruppo di prendere ulteriormente la parola.
Prendo atto delle precisazioni della Presidente in ordine a quello che era apparso sui quotidiani nei giorni scorsi. È importante che ci sia stata una puntualizzazione e che sia stato evidenziato come quello che era apparso nel titolo non fosse corrispondente a quello che era stato evidenziato, sia pur informalmente, da parte della Presidente nei suoi rapporti con il Consiglio. Questo ci dà lo spunto per la seguente riflessione.
importante, anche in queste fasi inaugurali, in questi primi mesi di Consiglio regionale, cercare di fare un'analisi di metodo, un'analisi di rapporti, un'analisi su quelle che sono le attività, le prerogative e i metodi di lavoro in Consiglio regionale.
A mio giudizio, sono due i profili sui quali la nostra riflessione deve porsi: da un lato, il rapporto tra maggioranza e opposizione e, dall'altro il rapporto tra il Consiglio regionale e la Giunta. Quest'ultimo in particolar modo oggi che la Giunta regionale è composta quasi totalmente da Assessori esterni, che non fanno parte del Consiglio regionale, e che, in alcune circostanze (non tutti, assolutamente) hanno la tentazione di sfuggire all'Aula consiliare e svolgere la loro attività amministrativa anche laddove dovrebbero, forse, confrontarsi in modo maggiore con l'istituzione del Consiglio regionale.
Questo è importante. E' la prima volta che nel nostro Consiglio ci troviamo ad avere a che fare con una Giunta composta nella quasi totalità da tecnici, ovvero Assessori esterni, salvo la Presidente.
Sta molto alla sensibilità degli Assessori cercare di creare questo rapporto, questo filo conduttore, questa continuità di rapporti con il Consiglio regionale.
possibile che la figura di un Assessore a ciò delegato possa servire però, secondo me, spetta molto alla sensibilità, alla coscienza e soprattutto, alla sensibilità politica dei singoli Assessori essere capaci di interfacciarsi con i Consiglieri, di essere capaci di rappresentare la loro attività completamente e continuamente alle Commissioni competenti e anche in Consiglio regionale.
Devo dire che, con molti Assessori, anche personalmente, per ciò che riguarda il territorio che rappresento, ho avuto rapporti stretti e proficui, capacità anche di risolvere una serie di situazioni.
Quindi, sarebbe opportuno che questa attività si consolidasse nei rapporti con tutto il Consiglio.
Per quanto concerne i rapporti fra maggioranza e opposizione, rilevo che abbiamo un Regolamento vigente, a cui, con una certa lealtà, si è ancorato il lavoro e l'attività in Aula dell'opposizione. È un'attività che molto spesso ha utilizzato tecniche e strumenti regolamentari, tante volte anche di forzatura, che sono consentiti dal Regolamento, ma sempre con una certa lealtà, sempre cercando di evidenziare alcuni punti specifici irrinunciabili attraverso i quali riuscire a trovare una convergenza con la maggioranza. Mai fino ad oggi la minoranza ha fatto ostruzionismo per condizionare atti di Giunta. Questa è una cosa molto importante: ha utilizzato lo strumento del Regolamento per condizionare i lavori del Consiglio! La minoranza non ha mai cercato di fare la stessa cosa con gli atti di Giunta. È un aspetto importante, perché c'è stata una "non invasione di campo" da parte di quello che è la minoranza del Consiglio nei rapporti con l'Esecutivo, anche alla luce di atti di Giunta che ci sono parsi autentiche forzature.
Quando si parla di efficacia dell'azione amministrativa da parte della Presidente Bresso dobbiamo pensare che l'efficacia dell'azione amministrativa non è soltanto da identificarsi nel produrre atti amministrativi, nel produrre leggi. Ma l'efficacia dell'azione amministrativa è anche il produrre una riflessione, il produrre delle analisi, il produrre delle discussioni che portino, poi, in modo compiuto a dei risultati.
Il nostro non è un "leggificio", ne abbiamo forse troppe di leggi. La discussione è utile e questo concetto di efficacia va portato nei suoi confini più logici e più corretti.
Infine, per quanto concerne l'Ufficio di Presidenza, il Presidente Gariglio ha dato dimostrazione di essere al di sopra delle parti, di consentire, e tante volte anche di tutelare, il Consiglio regionale.
Io penso che su questa strada, anche per analisi di accorgimenti e valutazioni in ordine a sfumature regolamentari, che oggi possono apparire più critiche, ci si possa affidare allo strumento legislativo, ma su proposta dell'Ufficio di Presidenza, non sicuramente della Giunta regionale.
Concludo semplicemente affermando che non mi scandalizzo delle parole della Presidente. Mi preoccupo, però, in taluni casi, di alcuni atti e di alcune forzature della Giunta, una Giunta che, troppo spesso, ha ritenuto di voler spezzare ad ogni costo i legami con il precedente Esecutivo, in alcuni casi, magari, in materia di sanità o in materia di proposte di legge che erano approdate in Aula (penso, per esempio, a quella sui lavori pubblici, che invece vengono smentite quasi totalmente). Un appesantimento in alcuni casi, di iter burocratici istruiti già dalla precedente Amministrazione.
In questo, forse, i rapporti tra la Giunta e il Consiglio vanno migliorati: più così che attraverso the o caffè.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Costa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Avevo chiesto la parola un po' di tempo fa, ma al di là di questo credo che sia opportuno riportare la discussione all'ordine del giorno reale.
Al di là dell'intervento del collega Robotti, gli ultimi interventi hanno discettato di Regolamento del Consiglio, rapporto tra maggioranza e opposizione, che non è il tema della comunicazione. Il tema della comunicazione è: la Presidente della Regione, che ha gravemente mancato di rispetto nei confronti del Consiglio, oggi ha provato a scusarsi o comunque, a dare una propria interpretazione sul fatto accaduto.
Anche se la Presidente non ascolta, e ritiene opportuno uscire qualora uno esprima una propria opinione... Presidente, se lei chiede che sia legittimo esprimere un'opinione, credo che non sia più lesiva l'opinione che dà lei della stalinista, può anche non esserlo, rispetto al fatto che lei dica una falsità uguale, cioè che il Consiglio non ha prodotto in un giorno in cui ha votato tutti gli ordini del giorno.
Se lei non è stalinista, lei e il collega Nastri avete detto due falsità pari: il collega Nastri non è uscito, lei sì. È quello il punto su cui è necessario riflettere, relativamente al rispetto del Consiglio perché non è questione di Regolamento. Anche di Regolamento si può parlare anche se condivido quanto diceva il Presidente del Gruppo di Alleanza Nazionale e anche, per esempio, il collega Robotti. Ad oggi di Regolamento non si parla, perché ciò che deve venire prima dal Regolamento formale è il Regolamento informale. E' il rispetto informale del Consiglio che oggi manca all'interno di quest'Aula. Il Consiglio - deve essere chiaro ai membri della Giunta - non è il dazio da pagare all'attività di Governo della Regione Piemonte. Il Consiglio è l'organismo che legifera e che delibera gran parte dei provvedimenti che la Giunta o il Consiglio stesso propongono al medesimo.
Non credo sia utile o serva un Assessore con delega ai rapporti con il Consiglio. Credo che non sia utile o che possa servire - a chi sto dicendo tutto questo non lo so neppure io, però almeno rimarrà a verbale Non credo sia utile un Assessore con delega ai rapporti con il Consiglio: esiste già l'Ufficio di Presidenza del Consiglio preposto a svolgere questo compito. In modo provocatorio, do un consiglio al Presidente della Giunta: sarebbe bene individuare qualcuno fra i Consiglieri che operi da consulente alla Giunta.
Bene diceva, non so se il Consigliere Robotti o il Consigliere Muliere che gli atti alla fine, comunque, passano in Aula; ma fino a quando non vi sarà un rispetto formale e informale nei confronti del Consiglio, questo comportamento accentuerà - in particolare modo lo sottolineeranno i partiti dell'opposizione, ma in modo ancor più particolare il Gruppo di Alleanza Nazionale - il non accettare il modo di agire da parte della Giunta regionale, con i mezzi che riterrà.
Faccio un esempio. In merito a: "rispetto del Consiglio, funzionamento delle Commissioni e attività del Consiglio stesso" rilevo che delle diverse decine di disegni di legge presentati dalla Giunta regionale, solo cinque sono andati all'esame della Commissione. Ci sarà qualche Assessore che sollecita i Presidenti, e qualche Presidente contattato per fare questo tipo di attività? Se i disegni di legge non vanno in Commissione, non possiamo chiederci come una legge fondamentale come quella della FIAT è discussa il giovedì il venerdì procediamo alle audizioni e il martedì successivo occorre votarla perché di estrema urgenza. Stiamo discutendo un atto fondamentale per la Regione Piemonte; la Giunta non faccia gravare sul seguire dal Consiglio sui propri ritardi.
La legge sulla ricerca viene annunciata ai giornali a giugno e votata in Giunta il 9 agosto: non si forzino i lavori del Consiglio dicendo che è una legge necessaria, che; il Consiglio produce e discute, che perché il Consiglio deve approvare le leggi della Giunta.
Quello che manca a questa Giunta, o il vizio di questa Giunta che "nasce dal "manico" (a mio modo di vedere, ma posso sbagliare, come tale è ancorae una mia un'opinione), è che per anni è stata abituata a governare all'interno di Enti locali e non in, che non sono assemblee legislative, e che tutti gli atti sono all' interni allao delle GiuntGiunta regionale. e deliberano tutti gli atti. Una volta votati gli atti di bilancio, del Consiglio se ne fasi fa solo uso solo per interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno.
Quest'Aula èE' una cosa diversa, ma credo che, - mi permetto di dirlo chee, credo molti Assessori questo non l'abbiamo abbiano ancora compreso (anche se è chiaro a l'hanno compreso molti Consiglieri di maggioranza).
Ascoltate di piùmaggiormente i Consiglieri di maggioranza - che non avete all'interno della Giunta - che potrebbero essere i vostri migliori consulenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Anch'io, come altri Consiglieri che mi hanno preceduto, sostengo che il problema emerso l'altra settimana ha dato modo, oggi, di affrontare una discussione che è andata oltre il caso specifico e ci permette di ragionare sui problemi che sempre investono le Assemblee legislative, ovvero i rapporti tra la Giunta e il Consiglio. Tra gli elementi da tenere in considerazione nel valutare il problema di come stabilire, di comee guidare i rapporti tra Giunta e Consiglio, dobbiamo tenere presente che sistemi elettorali maggioritari e presidenzialisti, inevitabilmente, rafforzano il potere della Giunta rispetto all'assemblea legislativa.
Questo, per contro, impone alla Giunta un atteggiamento molto più responsabile in quanto si tratta di gestire, in maniera serena, un il delicato passaggio delicato di contemperare i rapporti diversi tra legislativo e Giunta.
Si è fatto cenno anche alle regole. Tutti siete a conoscenza che nella passata legislatura ero tra coloro che si sono opposti fortemente al cambiamento del Regolamento. Questi primi mesi di legislatura mi hanno convinto che le mie idee di allora non erano sbagliate, continuo a rimanere della stessa idea. Episodi recenti, come il passaggio della legge elettorale alla Camera, mi confermano che quando si parla di regolea e deli Rregolamento occorre prestare molta attenzione. Mi permetto di ricordare che il nostro Consiglio, numericamente, è molto più piccolo delle assemblee legislative nazionali. Mi permetto ancora di ricordare che nella passata legislatura ci sono state lunghe discussioni, - non ho sentito se la Consigliera Cotto ha citato il Consigliere Contu, - che hanno permesso di portare alla luce molti problemi nei provvedimenti che esaminavamo. Noi siamo stati eletti, rappresentiamo pareri e posizioni diverse nella della società ed è quindi anche logico che nelle assemblee legislative, posizioni diversi trovino modo di esprimersi.
Ho sentito la Presidente citare assemblee legislative straniere, ma a me sembra di ricordare che nel film e nel libro "Fahrenheit 911" molto spesso viene visto quasi con sopportazione il fatto che in America si chieda ad un deputato di leggere, di conoscere una legge. nelle assemblee deputate. La Presidente non pensava certamente a quel modello, ma quando si imbocca una strada non si sa quale sia la fine o il risultato che si ottiene.
Tutti verifichiamo l'allontanamento dei cittadini dalle istituzioni, ma nelle riflessioni che faremo - su questo argomento in un modo o nell'altro torneremo - dovremo anche ragionare quanto incidono i sistemi maggioritari e presidenzialisti su tale allontanamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Dalla stessa fonte da cui erano partite le accuse nei confronti del Consiglio, avevo letto le scuse della Presidente Bresso e mi ero già sentito meglio. Avevo preso atto che la Presidente Bresso si era scusata.
Secondo me questo era un fatto importante, se non eclatante, perché si prendeva finalmente atto della non infallibilità della Presidente Bresso.
Temevamo di vederla girare in Panda bianca blindata, a dispensare ramanzine urbi et orbi ai Consiglieri regionali. Il fatto che la Presidente Bresso si fosse scusata, mi ha fatto particolarmente piacere. La Presidente si era resa conto che era necessariodella necessità di un dialogo con il Consiglio regionale, che era indispensabile parlare ed era indispensabile ascoltare.
Non so se ci si debba ascoltare prendendo un caffè, se ci si debba confrontare in Aula o se si debba democraticamente avere un colloquio anche istituzionale, con i Capigruppo, tutti, compresi quelli della minoranza.
Gli interessi del Piemonte e dei piemontesi, devono sempre venire sempre prima. Lo abbiamo detto per tanti anni, rispetto alla dialettica politica, alle diatribe fra i partiti, agli eccessi di personalità, magari troppo spiccata, da parte di qualcuno.
Non faccio battute sullo stalinismo, non c'è nulla di cui offendersi perché poi, Presidente Bresso, nella sua maggioranza - lo dico con leggerezza - ci sono almeno due partiti - e magari qualche Assessore che non lo ammette - che hanno nell'album dei ricordi un po' di foto di bandiere, di falce, di martelli, e anche un po' di foto dello zio con il baffone. Ma non c'è niente di male! E' un po' di amarcord! Prendo atto che la Presidente Bresso lo considera un insulto, ma questo è un problema dei Consiglieri Robotti, Clement ed altri, non certo mio.
Personalmente condivido: sono d'accordo con lei, Presidente Bresso, anch'io lo considererei un insulto, però - vivaddio - nessuno mi ha mai dato dello "stalinista", quindi questo rischio non lo corro e quindi non mi sento insultato.



(Il Presidente richiama i Consiglieri al silenzio in Aula)



GHIGLIA Agostino

Prescindo dalle battute e affronto un tema serio anche se lei Presidente Bresso, è stata molto abile - glielo devo riconoscere - a spostare i termini della discussione. Oggi doveva essere - scusate se lo dico male e non si offenda - "il processo Bresso", invece lei è stata abile. Con la battuta del caffè, si è guadagnata le "ANSA", ha un po' scompaginato il campo e ha abilmente trasferito il terreno della discussione dal "processo Bresso" (c'è anche quello di Saddam Hussein che oggi avrebbe comunque avuto più rilievo) al caffè con l'opposizione e soprattutto, al discorso sulle regole, più o meno condiviso, sulla modifica del Regolamento.
Le diamo atto di questa abilità, anche se non credo sia oggi il momento di discutere di regole condivise, perché oggi ci si limita - come hanno anche detto i Consiglieri Casoni e Vignale prima di me - ad apprendere dai giornali la maggior parte delle questioni rilevanti che accadono in Piemonte, le decisioni degli Assessori e i loro punti di vista, mai dibattiti in questo Consiglio.
Questa mattina, ad esempio, l'Assessore Valpreda dice: "Guardate che i vaccini fatti ai bambini fanno ingrassare solo le case farmaceutiche".
Autorevoli studiosi dicono l'opposto. Visto che sono personalmente preoccupato per l'influenza aviaria, vorrei sapere se si tratta di una voce o se ci sono fondamenti scientifici.
Su questi temi, Presidente Bresso, occorre non allarmare l'opinione pubblica, ma neanche limitarsi alla politica degli annunci. Questi sono gli argomenti veri e seri da discutere in un...



GHIGLIA Agostino

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Siamo pronti.



GHIGLIA Agostino

Sì, Presidente, siete pronti, però io l'ho letto questa mattina e nella sua comunicazione l'Assessore Valpreda parlerà di altro.
Ora, smettiamola con le politiche degli annunci e cominciate a portare in Commissione qualcuno dei fantasmagorici provvedimenti che ogni tanto leggiamo sui giornali. Non ci sono. Le vostre idee meravigliose - vorrei dire le più meravigliose - che riempiono pagine dei giornali, non ci sono mai.
Per avere regole condivise occorre un tipo di comportamento che faccia dire alla minoranza: "Abbiamo a che fare con una maggioranza seria, con degli Assessori seri e non soltanto con dei venditori di propaganda". Su questo vi stiamo aspettando in Commissione: sono sei mesi che aspettiamo ma le proposte vere non sono ancora arrivate, salvo quelle relative all'accordo FIAT, che affronteremo. Per la giornata di giovedì sono previste consultazioni e poi venerdì vedremo come agire: se possiamo votiamo martedì; se non possiamo, votiamo il martedì dopo; se non possiamo voteremo quando avremo quelle garanzie che più volte abbiamo chiesto a tutela del lavoro e dei lavoratori piemontesi: diversamente, se fosse per noi, se ne potrebbe anche fare nulla.
Queste le questioni vere che devono interessare un Consiglio regionale.
Concludo col dire - anche se un collega che mi ha preceduto ha preso sei minuti e 17 secondi di tempo per palare ed io, che sono per le regole condivise, sono per condividere anche i tempi di cui inopinatamente si appropria la maggioranza - che mi sembra molto intelligente la proposta del Capogruppo Rossi: mettiamo mano al Regolamento, facciamolo prescindere dalle passioni dell'oggi e studiamolo, approfondiamolo (non ci vorranno due giorni o due mesi) e lo facciamo decorrere dal primo giorno utile della prossima legislatura.
Mi sembra una proposta molto intelligente e molto produttiva, per cui invito la Presidente Bresso, ma soprattutto il Presidente del Consiglio, a valutarne l'importanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ero preparato ad intervenire alle 16.00, poi il dentista ha scompaginato, non solo i tempi dell'intervento, ma anche la modalità, per cui mi scuso per non aver assistito agli interventi precedenti che immagino, siano stati ricchi di spunto.
Cercando di risparmiare sul tempo, mi soffermo solo su alcuni aspetti.
Intanto ringrazio la Presidente Bresso per la dichiarazione svolta in esordio. La ringrazio perché credo che il suo sfogo, che è stato un po' l'origine dell'odierno dibattito, possa essere utile a tutti, e non escludo neppure la Presidente. Non ci siamo sentiti offesi - perlomeno non da parte mia. Forse, secondo il mio parere, il titolo dell'articolo che ha originato l'incontro di oggi poteva non essere opportuno o non politicamente utile.
Ma diceva il vero.
Nell'Aula di oggi non mi pare che ci siano voti da prendere; qualora ci fossero, le stesse cose potremmo...



(Commenti del Consigliere Scanderebech fuori microfono)



BURZI Angelo

Vedrai che servono... Vedrai che servono; altrimenti tu diventeresti totalmente inutile. Vedrai che servono, abbi pazienza, vedrai che servono.
Non ti preoccupare che servono, oppure, preoccupati. (Ovviamente, i secondi che il Consigliere Scanderebech mi ha inutilmente preso, mi verranno riaccreditati).
L'articolo diceva una cosa vera: se si volessero trarre delle conclusioni, credo che questo Consiglio non sia così efficace quanto potrebbe essere.
Un Consiglio efficace richiede che le parti, che in questa fase hanno diritto - e, secondo me, anche dovere - di proposta, facciano, di conseguenza, tesoro delle constatazioni che fanno. Il Consiglio regionale non è così efficace quanto sarebbe utile al Governo e ai piemontesi.
Personalmente lo ritengo vero. Prescindo dall'opportunità politica dell'averlo dichiarato, perché non è mia competenza. E poi, per carità, se la signora Bresso e la parte che lei rappresenta perdesse voti, ci aiuterebbe nella riconsegna del Governo alla nostra parte (ancora non mi rendo bene conto di come si sia fatto a perdere; ma questo fa parte di altro seminario da svolgere eventualmente in altra sede).
Si vuole un Consiglio forte? Si vuole un Consiglio utile? Allora si tratta di trasformare, non uno sfogo, ma le parole in azioni. Ci sono almeno tre direzioni in cui andare ed è - ripeto - competenza della Giunta in primis, e della maggioranza, andarvici. Il Regolamento è già stato citato, ma credo che nessuno possa immaginare di porre mano ad un tema che è almeno dieci anni che non riusciamo a discutere, semplicemente per volontà. Sarebbe utile a tutti, certamente anche alla minoranza di oggi (che sarà, mi auguro, la maggioranza di domani), porsi nelle condizioni di comprendere le esigenze della minoranza, affinché un percorso di avvicinamento ad un Regolamento, per sua natura condiviso, diventi praticabile.
Possiamo anche essere consulenti di tale percorso, ma questo comporta da parte della maggioranza e di chi più ne trarrebbe in questo momento utilità, muoversi in questa direzione.
Esiste una legge elettorale che la scorsa maggioranza non seppe, non volle o non riuscì, pur avendone la facoltà, esprimere. È un'area tuttora da risolvere: quale miglior momento di quello attuale, dato che si parla di leggi elettorali? Possiamo raccontarci che ieri sono avvenute le Primarie, ma non mi sembrerebbe la sede idonea, perché quelle di ieri non sono state, pur nell'ambito di un successo, le Primarie del centrosinistra: altra cosa sono le Primarie. Come pure non mi è difficile dire che noi, sostenitori del maggioritario e dell'uninominale, le Primarie avremmo dovuto farle almeno a partire da dieci anni fa. Ovviamente nell'ambito dell'inadempienza in sede tecnica, perché in sede politica potremmo entrambi partire da un piano di inadempienza sostanziale. In caso contrario, come dice il Consigliere Scanderebech, dovremmo porci il problema, in Toscana, come a Roma o da altre parti, di come rapportare una classe politica dirigente rispetto alla democrazia, e alla gente, che ci suggerirà le scelte che noi quindi saremmo legittimati a fare. È un problema di tutti, non solo di coloro che oggi sostengono il proporzionale modificato - si fa per dire -, legge che personalmente considero ai margini dell'inaccettabilità politica; come pure coloro che hanno sostenuto l'uninominale nel scorso decennio, praticando mai una componente essenziale dell'uninominale che sono, appunto, le Primarie.
Legge elettorale. È uno stimolo, un'occasione: chi vorrà, potrà. Terzo punto: i controlli. Qualunque minoranza deve, secondo il mio parere, essere incentivata nell'area dei controlli. Non conosco maggioranza regionale che si sia, in tal senso, attivata. Non mi pare nemmeno che la fase attuale, al momento, ne dia sintomi. Però, certamente, un governo forte richiede un Consiglio forte: un Consiglio che non interagisca né interferisca, ma controlli.
In tal senso, credo che siautile nell'utilità di una minoranza consapevole che vuole non interferire, ma controllare.
Se si lavorasse sul regolamento Regolamento, eventualmente su una legge elettorale e sui controlli, allora non sarebbe stato unolo sfogo non sarebbe stato inutile, portando allama sarebbe stata la presa di coscienza di un problema che è oggettivo: , una parziale inefficacia del Consiglio, a cuisulla quale credo che tutti noi, nei ruoli di oggi e nella speranza dei ruoli di domani, potremmo interagire.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha la facoltà.



GIOVINE Michele

Io iInizio meravigliandomi, invece, dello stupore diche molti hanno avuto per essere venuti a conoscenza del fatto che la Presidente Bresso è andata a prendere un caffè con l'onorevole Ghigo. Mi meraviglio perché, qualcuno è cascato in questa...



(iInterruzioni fuori microfono del Consigliere Ronzani)



GIOVINE Michele

Il Consigliere Ronzani può non essere a conoscenza del fatto che su internet Internet è possibile vedere interamente le sedute, compreso. Anche con l'audio:, quindi, come ho potuto sentire l'intervento dell'onorevole Bresso, ho potuto sentire altri interventi.
Peraltro, la cosa non mi stupisce ne né mi meraviglia; questa cosa, anzi tutto sommato lo ritengo un fatto positivo che la Presidente Bresso sia disponibile ad una serie di colloqui. Personalmente, la Presidente è libera di prendere thé e caffè con chicchessia, anzi. Ho invece provato grande stupore per le dichiarazioni che la Presidente Bresso in questa occasione ha dichiarato agli organi di stampa, - ma non è che l'ultimosono che le ultime di una lunga serie - di dichiarazioni, che, a voler essere gentili sono perlomeno sopra le righe.
Io, a differenza di molti colleghi, ho un grande rispetto per gli avversari e soprattutto per le persone che considero intelligenti. La Presidente Bresso, nel mio immaginario politico-umano, è sicuramente fra le persone che nel mio immaginario politico - umano è una fra le persone intelligenti:. Non non credo che la Presidente abbia agito in tutti questi mesi senza un fine o una strategia particolare. Credo che abbia segua una strategia ben precisa, a lei molto chiara: non è così per noi, e, al. A noi non è chiara e al sottoscritto, riconosco che è altrettantoessere altrettanto oscura. È indubbio però, che tutte queste le provocazioni tutti questi i contrasti con il Consiglio hanno delle finalità:, mi piacerebbe scoprirloe e poterveloe comunicare.
altrettanto curioso il discorso di del Consigliere Muliere su alcuni aspetti del funzionamento del Consiglio, soprattutto quando parla soprattutto di riduzione delle del numero delle Commissioni. , perché mMi pare, infatti, (e la cosa curiosa è questa), che nell'ultima riunione della Giunta per il Regolamento ci sia stata fatta una forzatura nell'ultima Giunta per il regolamento, per portare ad un aumento le Commissioni Consiliariconsiliari, e, m. Mi spiace, tra che l'altro, non vedere gli amici della Margherita, non abbiano dire nulla da dire al riguardo;, anzi mi pareva l'amico più interessato a questa questione, sarà curioso vedere come si svolgerà questa partita.
Per quanto riguarda il restoSugli altri punti in questione, mi allineo alla quasi totalità degli interventi dei colleghi di minoranza;, ma comunque in particolare, ho apprezzato tantissimo i colleghi del Presidente Buquicchio e il Presidente Moriconi della maggioranza.
Tempo fa avevo anche lanciato delle propostsuggerito die, aumentare la produttività del Consiglio: proposta che erano state rigettatea, bollatea come assolutamente impraticabilei. È veroConcordo con il collega quando Burzi quando dice che c'èparla di un' efficacia non congrua del Consiglio.
Ma la colpa - e questo m mii dispiace dirlo, - è colpa sia della maggioranza che sia dell'a opposizione. Il regolamento Regolamento è uno strumento, ma fatto. Fatto il regolamento Regolamento si trova sicuramente di volta in volta, la possibilità di fare ostruzionismo. Tutto sommato, non trovo rilevo laquesta non volontà (Ghiglia l'ha anche detto ), questa politica degli annunci, poi di non viene ttramutare in leggita in leggi provvedimenti e in delibere, la politica degli annunci: effettive.
Credo che l'ostruzionismo che è stato fattoattuato finon'ora, penso sia sia tutto sommato, abbastanza fisiologico, non ha bloccato le questioni sulle quali occorre dare. In realtà non vengono prodotte queste questioni su cui bisogna andare a dare delle risposte per i cittadini. Credo che se si parla e si fa parlare, l'efficacia non congrua del Consiglio, possa risolversi. Occorre assumersene la responsabilità sia da parte al riguardo credo che sia assolutamente colpa del Consiglio stesso, perché la colpa è sia della maggioranza de sia delldell'opposizione, compresa la mia parte pro- quota.
Concludo con facendo anche una proposta: propongo che (visto che quando l'ho detto e a questo punto lo dico ufficialmente in Consiglio affinch venga verbalizzato,a e poi spero che gli amici ddella Stampa stampa possano riportare la notizia) vengano istituite convocate le Commissioni anche il venerdì pomeriggi - credo o, spero che per tutti non sia una fatica eccessiva, - e nell'arco del mese, aumentare il numero dei Consigli: ovvero, non è detto che ci debba essere il doppio Consiglio settimanale, ma nessuno ci dice che dobbiamo fare solamente quattro Consigli al mese.



PRESIDENTE

La prego Consigliere Giovine di rispettare i tempi. Siamo stati estremamente rigidi e abbiamo convenuto..



GIOVINE Michele

Mi permetta di concludere. Volevo ringraziare il Presidente Gariglio, per le risposte puntuali e pronte, devo dire di mia soddisfazione, che ha avuto anche suinei confronti dei miedia riguardo questa faccenda, (non posso dire altrettanto non altrettanto in altre situazioni). Vorrei ringraziare la Presidente Bresso per la sua presenza; e mi farebbe piacere gioire della sua presenza in Aula, nei giorni di Consiglio, - compatibilmente con i suoi impegni. perché evidentemente Ll'Aula è, infatti, il postola sede in cui più facilmente è possibile potere con essa confrontarsi, per capire qual' è l'azione politica della Giunta.



PRESIDENTE

Se non ci sono più iscritti a parlare passiamo ad altri punti all'o.d.g.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 17: "Approvazione di modifiche ed integrazione allo Statuto di Finpiemonte S.p.A."


PRESIDENTE

all'esame dell'ordine del giorno.
Mi pare di aver percepito l'orientamento comune di tutti i gruppi Gruppi di rinviare alla prossima seduta le comunicazioni in materia sanitaria, di cui è presente in Aula dell'Assessore l'Assessore Valpreda.
Procediamo quindi all'esame del al punto 5 all'o.d.g.:rdine del giorno "Pproposta di deliberazione n. 17: ", aApprovazione di modifiche ed integrazione allo Statuto di Finpiemonte S.p.A."



INPIEMONTE S.P.A.

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Sia questo provvedimento che il successivo fanno riferimento alle modifiche del diritto societario, che hanno comportato modifiche statutarie di molte società, direttamente o indirettamente partecipate. Entrambi i provvedimenti risalgono alla vecchia legislatura e sono stati da noi riadottati per proporli al Consiglio. Si tratta di modifiche tecniche legate appunto all'adeguamento al diritto societario. Non mi pare ci siano modifiche di rilievo rispetto alle questioni essenziali del ruolo che Finpiemonte svolge, ma che si tratti unicamente di adeguamenti statutari.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Tenuto conto dell'ora, intervengo solo per sottolineare che questi adeguamenti tengono conto dell'evoluzione del diritto societario, e quindi sono atti conseguenti che ricalcano anche proposte già formulate nella precedente legislatura.
Per cui, per coerenza, avendo trovato nella verifica di Commissione rispondenza a quelli che erano i presupposti che condividevamo, voteremo queste deliberazioni. Quindi, il mio intervento è valido per entrambe le proposte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Mi interessa il tema delle partecipate, quindi mi rivolgo anche all'Assessore competente. Mentre sui due provvedimenti in oggetto credo che voteremo a favore, e l'avevamo già dichiarato in Commissione, mi interessa sottolineare l'esigenza che il mondo delle partecipate in senso lato - dove per partecipate intendo la presenza delle Regioni a vario titolo, siano essi consorzi, enti strumentali o partecipate in via diretta e indiretta come Finpiemonte - venga sottoposto ad una verifica. Ed avremmo bisogno di sapere con quale tipo di approccio la Giunta intende usare questi strumenti.
Ciascuno di essi è figlio di una legge o di più leggi o di modifiche di leggi, è figlio di una storia che, pur se recente, per molti versi oggi non è più attuale. Cito l'esempio più specifico di Finpiemonte. Chi ha studiato la legge fondante di Finpiemonte, e quindi il rapporto tra pubblico e privato nel Piemonte degli anni '70, certamente aveva di fronte una Regione del tutto diversa da quella odierna.
Il capitale di Finpiemonte - ed esprimo un'opinione credo largamente condivisa - è palesemente inadeguato alle utilità che il principale strumento finanziario dell'ente si dovrebbe proporre; il ruolo dei privati previsto all'interno di Finpiemonte è molto spesso più autoreferenziale che portatore dei contributi di capitale e di know-how che un privato dovrebbe avere, chiunque esso sia.
Quindi, c'è materia per proporre.
Credo sarebbe utile - ed è una richiesta da parte nostra - che quanto prima nelle sedi competenti, in I Commissione, con dei disegni di legge o quant'altro, la Giunta ci dica sui principali enti strumentali della Regione in quale direzione intende andare, perché può anche darsi che ogni tanto le strade possono non essere divise.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente Bresso per una breve replica.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Brevissima replica. Sono d'accordo che sarebbe opportuno un confronto prima in Commissione e poi, se necessario, ovviamente anche in Aula sulle principali partecipate.
Sull'insieme delle partecipate alcune linee già le troverete nel DPEF in termini molto generali, in particolare su quelle particolarmente strategiche, come Finpiemonte, che oggi non è probabilmente strumento adeguato alla strategicità che invece credo abbia anche per gli anni futuri. Vale la pena quindi fare un confronto approfondito sulla specifica partecipata e non solo generico sulla politica delle partecipate.
Quindi, quando la Commissione sarà disponibile, volentieri lo sar anche io.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi né dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione della proposta di deliberazione n. 17.
Indìco la votazione palese sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 18 "Approvazione di modifiche ed integrazioni allo Statuto di I.P.L.A."


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g. che reca: Esame proposta di deliberazione n. 18 "Approvazione di modifiche ed integrazioni allo Statuto di I.P.L.A." Non essendoci interventi, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sulla deliberazione, il cui testo - emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Esame ordine del giorno n. 128 "Emendamento quote rosa" presentato dalle Consigliere Pozzi, Spinosa, Valloggia, Barassi, Cotto, Motta, Bresso e Ferrero


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 6 bis all'o.d.g. che reca: Esame ordine del giorno n. 128 "Emendamento quote rosa" presentato dalle Consigliere Pozzi, Spinosa, Valloggia, Barassi, Cotto, Motta, Bresso e Ferrero La parola alla Consigliera Pozzi.



POZZI Paola

Credo che questo ordine del giorno, che è stato sottoscritto da tutte le Consigliere regionali, non abbia neppure bisogno di una lunga illustrazione. Lo abbiamo voluto scarno ed essenziale perché riteniamo che quel poco che è stato scritto in questo ordine del giorno sia già ampiamente sufficiente per spiegare il disagio nostro - e auspichiamo di tutto il Consiglio - rispetto a quanto si è verificato nel nostro Parlamento. L'auspicio è che il Senato possa correggere l'errore commesso alla Camera. L'invito è che i partiti valorizzino il ruolo delle donne e credo che sarebbe pleonastico motivare questo invito. Non credo ci sia bisogno di motivarlo.
Invitiamo tutti i Consiglieri a votare questo ordine del giorno. Mi permetto soltanto di dissentire dall'oggetto così come è stato indicato "Emendamento quote rosa". Preferisco parlare di giusta collocazione e giusto riconoscimento delle candidature femminili e non di quote rosa, per se questa è l'espressione che viene utilizzata comunemente, la accettiamo solo per farci meglio comprendere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Vorrei proporre alle proponenti una variazione che però non ho scritto.
Nell'ordine del giorno è scritto: "che il Senato corregga l'errore commesso alla Camera".
Personalmente, andare a valutare se 600 o 350 parlamentari abbiano commesso un errore o meno nella loro libertà di coscienza e di voto, non me la sento.
Volevo quindi chiedere se fosse possibile, più asetticamente, anzich "auspica di correggere l'errore commesso alla Camera", dire "auspica di correggere il voto espresso alla Camera".
Dico questo, perché non credo che possiamo andare a sindacare se si sia trattato di un errore o di un voto. In tal caso voterei a favore.



PRESIDENTE

Mi pare che dai cenni di assenso possiamo considerare emendato l'ordine del giorno secondo la proposta del Consigliere Ghiglia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Non dormo da dieci giorni per la questione elettorale. Detto questo, mi rivolgo alle mie colleghe qui presenti: sono favorevole a questo ordine del giorno, per carità, per solidarietà, però, è discriminante.
Attenzione, questo ordine del giorno evidenzia la possibilità di poter competere, di poter correre, che è la cosa più bella che esista al mondo.
Voi, che volete essere alla pari, che volete migliorarvi, che, in qualche modo, volete considerarvi alla pari, dovete correre per raggiungerci. Qui in Regione Piemonte avete un esempio pratico: la prima Presidente donna in Italia (che aumenterà quei "333 primati") che ha corso e ha vinto una competizione.
Quindi, anche voi, se volete essere rispettate, come noi rispettiamo la Presidente Bresso, imparate a correre. Penso che questo sarà oggetto di discussione e di competizione nei prossimi mesi, fermo restando che voter il vostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Scusi, Presidente, ma dopo l'intervento del Consigliere Scanderebech non posso non intervenire.
In primo luogo, il Gruppo consiliare di Forza Italia, non ne ho visti altri, a ridosso del voto alla Camera della legge elettorale, ha sottoscritto un comunicato scampa in cui ha pubblicamente espresso quanto pensava di questa legge elettorale, vale a dire che è un errore il fatto che non si dia la possibilità di competere. Il Gruppo dell'UDC non lo ha fatto, quindi, a noi fa molto piacere se lei ritiene di controfirmare questo comunicato stampa.
Dopodiché, proprio per questo motivo, sono assolutamente convinta che si debba competere. Molte di noi, compresa la sottoscritta, hanno dimostrato che competendo, probabilmente, si vince, Noi vorremmo poter competere, ma questo non è possibile, perché il Parlamento ha scelto di porre in essere una legge in cui le liste sono bloccate.
Se così è, purtroppo, anche la sottoscritta e le colleghe presenti in quest'Aula nelle scorse Legislature sanno che non ha mai accettato il discorso delle quote rosa, perché l'ha sempre visto come una diminutio.
In questo momento, in cui la scelta è questa, non si può che chiedere anche soltanto una tantum su questa tornata elettorale: una parità di accesso nei posti che contano e nella possibilità di essere elette.
Dopodiché, gareggiamo pure, perché non abbiamo assolutamente paura di voi.



PRESIDENTE

Chiedo scusa ai Consiglieri, prima di procedere nei tanti interventi richiesti, come indicazione sull'ordine dei nostri lavori, d'intesa con i proponenti, gli ordini del giorno n. 41, di cui al punto 9) all'o.d.g., e l'ordine del giorno n. 99, di cui al punto 10) all'o.d.g., vengono rinviati alla prossima seduta del Consiglio regionale, sentiti i primi firmatari.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, ho sempre tenuto una posizione molto critica sul fatto di inserire quote obbligatorie, in questo caso si parla di donne, ma si può parlare di altre quote obbligatorie, che alcuni vorrebbero inserire in leggi elettorali, per un semplice motivo: credo che le persone debbano valere per quello che sono. Le donne fanno politica nei partiti, le donne sappiano all'interno dei partiti (sono numerose negli organismi dirigenti dei partiti, sia nelle assemblee locali, che nelle assemblee regionali, che nelle assemblee nazionali) valere i loro diritti. Non si capisce perché una donna deve essere messa obbligatoriamente in lista tramite una "riserva indiana" (tra virgolette), perché è donna, non perché politicamente è giusto che vada in lista, perché ha dimostrato nel partito, nella società perché ha dei voti, perché ha dei valori, di avere le qualità per meritare di essere messa in lista.
Quindi, chiedere una riserva per le donne nelle liste ritengo sia umiliante per le donne. Le donne che valgono hanno dimostrato di sapersi vendere bene o hanno dimostrato di avere posizioni importanti - ovviamente vendere bene dal punto di vista politico!



(Commenti in Aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, è un discorso serio.



ROSSI Oreste

Tanto per dirne una, per non fare l'esempio della Presidente Mercedes Bresso, che è donna e ha battuto un uomo, quindi, non mi pare che si debba andare molto lontano, parlo della Senatrice Boldi. La Lega ha due senatori in Piemonte: un uomo e una donna. La Lega aveva due Sindaci di Capoluogo di Provincia: uno, Francesca Calvo, che, ahimè, è mancata, ed è stata sostituita da una donna di sinistra (DS) - anch'essa donna - perché ha saputo farsi candidare, ha saputo vincere le elezioni; l'altro è un uomo che è attualmente il Sindaco di Novara. Quindi, non si riesce a capire quale sia questo problema delle donne che non vengono messe nelle liste. Ma quando andiamo a vedere le liste, quante volte vediamo - purtroppo! - le poche donne in lista non essere votate neanche dalle donne? Perché se le donne, alcuni dicono il 52%, ma saranno il 51-51,5% della forza elettorale sono anche normalmente meno degli uomini in lista, come mai non vengono votate dalle stesse donne? Vuol dire che il messaggio di informazione che viene dato al corpo elettorale dalle stesse donne che fanno politica non raggiunge l'obiettivo.
Allora, sono d'accordo a iniziative per sensibilizzare le forze politiche, per sensibilizzare gli elettori, per dire che è giusto che le donne siano più presenti in politica. Convinciamo delle donne a entrare in politica, perché anche nei partiti e negli organismi direttivi ci si va normalmente, eccetto qualche forza politica, se si viene votati. Per essere votati è necessario che gli iscritti si trovino e decidano chi inserire nel direttivo provinciale, nel direttivo di sezione, nel direttivo cittadino nel direttivo di circoscrizione, nel direttivo regionale; nominano anche i segretari cittadino provinciale e regionale di ogni partito.
Se ci fossero le donne in numero sufficiente iscritte ai partiti, non si capisce perché non ci potrebbe essere una segretaria donna dei DS o della Lega o di Forza Italia o di Alleanza Nazionale, dov'è il problema? Il problema è che poche donne in proporzione agli uomini fanno politica, che poche donne partecipano alla politica all'interno dei partiti, quindi essendo poi in minor numero, sono meno nei direttivi, sono meno negli organismi dirigenti, sono meno nelle liste. Nonostante siano meno nelle liste, torno a picchiare dove il dente duole, non riescono sempre ad essere tutte elette, mentre, invece, la logica vorrebbe che, se donna vota donna le poche donne presenti nelle liste dovrebbero essere tutte nelle istituzioni. Così non è! Ribaltiamo il problema: non facciamo le riserve indiane delle donne perché, altrimenti, vi chiedo: come mai non ci sono diversamente abili nel nostro Consiglio regionale? Non è giusto che nel nostro Consiglio regionale sieda anche un rappresentante dei diversamente abili? Perché non dobbiamo fare la quota riservata nelle liste ai diversamente abili, che hanno problemi diversi dai nostri, che sentono in modo diverso? Allora, facciamo le quote riservate ai diversamente abili, così siamo democratici. Facciamo quote per tutti e facciamo delle "fette" di popolazione, che, giustamente devono essere rappresentate in Consiglio regionale.
E' ovvio, è giusto, è corretto, perché loro non riescono ad arrivare a determinati livelli, perché, comunque, sono poco presenti nel mondo politico. La logica è questa.
Concludo, Presidente.



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, tutti hanno la possibilità di esprimere la propria opinione chiedendo la parola. Chi ha interesse a parlare, si prenoti.
Consigliere Rossi, la prego di andare alla conclusione.



ROSSI Oreste

Sono dieci i minuti a disposizione per la discussione generale: o è cambiato il Regolamento? Sono intervenuto per 5 minuti e 40 secondi. Non è che oggi abbia fatto molti interventi ostruzionistici: mi sembra di essere stato nei tempi e credo di essere ancora nei tempi.
Torno alla questione: non sono contrario all'ordine del giorno perch non sono d'accordo a che le donne siano nelle istituzioni, pertanto procederò ad un voto di astensione: non voto contro e non voto a favore.
Avrei però preferito che le donne della politica che siedono all'interno di questo Consiglio avessero fatto un lavoro più coordinato, avessero presentato un ordine del giorno completo, che trattava l'argomento "informazione al corpo elettorale", che trattava l'argomento "donne nel mondo della politica", che invitava ad avere un occhio di riguardo nei confronti del mondo femminile, affinché le donne in politica potessero essere sempre di più.
No, semplicemente la richiesta di creare per loro una riserva indiana ad hoc. Questo non è bello, perché il documento doveva essere diverso e l'avremmo anche votato, in quanto rispetto a questo argomento siamo molto sensibili.
Come ho già detto, la Lega Nord ha presentato delle donne che sono state elette a tutti i livelli (parlo del Piemonte, non esco neanche dal Piemonte).
Pertanto, non esiste il problema "donne in politica"; esiste il problema "poche donne che fanno politica", ed è ben diverso da quello che voi sostenete.
Non solo: indicare che nelle nomine di secondo livello - già il termine "secondo livello" è una cosa terribile - si tenga in particolare occhio di riguardo la donna, è proprio brutto. Nelle nomine di secondo livello abbiamo un occhio di riguardo nei confronti delle donne! Opportuna considerazione! Innanzitutto, ci sono le nomine di secondo livello fatte dal Consiglio regionale, che sono a scrutinio segreto; quindi noi invitiamo i colleghi ad avere un particolare occhio di riguardo, nello scrutinio segreto, per le donne, perché sapete che per le nomine è sufficiente presentare domanda: basta avere i requisiti e si è iscritti nell'elenco. Poi, qui, a scrutinio segreto, scegliamo il nome di chi nominare, quindi è un invito fatto per un voto a scrutinio segreto.
Per le nomine, invece, che fa direttamente la Giunta, beh, avete il Presidente della Giunta che ha già scelto delle donne in Giunta! Credo possa sicuramente, come donna, scegliere delle donne, come - ripeto - ha fatto per la Giunta, anche per le nomine di rilievo: non di secondo livello, ma di rilievo.
Sono perfettamente d'accordo su questo, ma la Presidente deve valutare la capacità e la qualità delle persone che sceglie correttamente, e non sceglierle perché sono donne.
E allora, donne, datevi da fare! Fate sì che delle donne valide e che hanno voglia di fare presentino domanda per queste nomine, presentino domanda e possano essere scelte non nelle nomine di secondo livello, ma in quelle di primo livello, che credo siano più consone alle persone capaci di lavorare e che vogliono far politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Senza voler ulteriormente mettere altro sale su questo argomento (penso il Consigliere Rossi abbia già fatto un lavoro accurato), penso che effettivamente vi sia un problema di partecipazione delle donne in politica. Sono in politica da quando avevo 18 anni, ho fatto liste in ogni circostanza, in ogni ordine e grado degli Enti, e so che c'è una difficoltà enorme a trovare donne che abbiano voglia di impegnarsi in politica.
Ricordo, peraltro, che nel 1993 vi era una quota rosa, la cosiddetta "quota rosa", già per le elezioni comunali (non ricordo per le provinciali ma sicuramente per le elezioni comunali), che è stata poi eliminata, mi pare dalla maggioranza del centrosinistra, per l'insufficienza e l'inefficacia che questa norma portava.
Tendenzialmente sarei molto perplesso a votare un ordine del giorno di questo tipo, perché non mi piace trattare le donne come una riserva indiana. Nella fattispecie, però, lo intendo votare...
Presidente, gradirei un po' di attenzione da parte dei colleghi, visto che credo di dire qualcosa che può avere qualche utilità...
Nella fattispecie - dicevo - lo voterò, perché le liste bloccate creano un vulnus rispetto all'attività democratica ed è indubbio che, nel momento in cui le liste bloccate vengono predisposte dalle segreterie centrali dei partiti, anche se non nella proporzione che era stata proposta alla Camera ma in una proporzione che comunque si avvicini, è importante ritenere e considerare una presenza femminile.
Diversamente, è vero quanto sostiene il Presidente Rossi: spesso e volentieri le donne candidate, tranne lodevolissime eccezioni - perch ricordiamo che le donne che fanno politica sono spesso e volentieri più brave degli uomini - non vengono votate. Nella fattispecie, però, come dice la collega Ferrero, non possono isolarsi, perché la norma lo vieta, essendo previste solamente liste bloccate.
Ho fatto una proposta - prego il Presidente Gariglio di leggerla - di modificare leggermente l'ordine del giorno, per due motivazioni: una, che precede peraltro l'emendamento del collega Ghiglia (più o meno le parole che ha usato il collega Ghiglia sono quelle che avevo precedentemente usato nell'emendamento), l'altra che chiede - mi sembra di andare nell'ottica del buonsenso - di cancellare le parole da "esprime" fino a "dibattito", cioè "esprime sconcerto sull'esito della votazione e sul metodo con cui il tema è stato affrontato nel corso del dibattito", non tanto per come il tema è stato affrontato, ma perché ritengo dubbio che un'Assemblea parlamentare seppur regionale, possa fare una valutazione esprimendo addirittura sconcerto sull'esito della votazione di un'altra Camera nazionale.
Se queste due modifiche verranno accolte - mi pare che su una ci sia già stata la volontà - il mio voto sarà assolutamente a favore.
Concludo auspicando, ovviamente, una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica del Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Il tema in discussione si presta facilmente - alcuni degli interventi lo hanno in parte motivato - ad un giudizio goliardico (qualche battuta l'abbiamo fatta anche noi, fortunatamente a microfoni spenti) o al velleitarismo. Voterò molto volentieri questo ordine del giorno con l'emendamento che ha proposto il collega Ghiglia, ma sappiamo benissimo, se non ci raccontiamo delle favole, che è puramente velleitario. Uno dei tanti ordini del giorno che rimarranno senza seguito.
Pur criticando - l'abbiamo fatto, lo ricordava utilmente la collega Ferrero - una legge (quella che è stata votata), che io considero ai limiti dell'inaccettabilità politica - per la mancanza della preferenza, sia ben chiaro, non certo per la metodologia proporzionale, che è una delle grandi modalità su cui le democrazie occidentali da tempo si confrontano - il Senato questo non lo farà. Infatti, escludo che i tacchini, all'avvicinarsi del Thanksgiving - che, se non ricordo male, è il terzo giovedì di novembre lo vedano come una festa. A tutti si può chiedere un parere su quella festa, ma non ai tacchini, e nemmeno a noi, perché quando prima auspicavo una legge elettorale, per scherzo si diceva che se proponessimo - noi votandola per noi - noi proporremmo (se potessimo) una legge che considera gli uscenti inamovibili - guardate che, se avremo la possibilità, lo faremo, nel 2005 o nel 2006 - e i subentranti sottoponibili a ogni turpitudine primaria, proporzionale e quant'altro. L'importante è che gli uscenti - uomini o donne, indifferentemente - trovino una loro protezione.
Allora, da un lato c'è il volere dei partiti, e nei fatti mi pare che l'unico partito che ha scelto nel tempo di avere una rappresentanza politica, una propria dirigenza parlamentare più rappresentativa della collettività sia il Gruppo di Rifondazione Comunista. Questa è, nei fatti una scelta, che a me pare anche vincente, in senso politico; non esprimo se sia giusta o sbagliata: è una scelta che credo abbia delle capacità di convincimento forte, rispetto a una collettività che è fatta così.
I partiti decideranno quello che vorranno e sarà opportuno decidere. A noi rimane una chance: vogliamo fare una legge che ripristini in Regione le preferenze? Questo lo pongo come condizione pregiudiziale per discutere, in modo che la gente possa scegliere nell'ambito delle proposte, e obblighi in fase transitoria, per la prima volta, che ci siano gli eletti, e non le liste, rappresentative di genere: la firmo, ci lavoro e la voto.
Successivamente, una volta che questa collettività sia rappresentativa della collettività piemontese che noi rappresentiamo, che consenta alla gente di qualunque parte politica di scegliersi i propri esponenti indipendentemente dalla tutela dei partiti, che io non riconosco né qui n a Roma, questa sì, sarà una legge, ma facciamola all'inizio. Quando ci avvicineremo alla scadenza, ciascuno di noi penserà - giusto o sbagliato che sia - al futuro, e questa legge non la faremo mai più.
Se volete farla, e qualcuno la proponesse, la seconda firma la metto io, ma prima voglio le preferenze. Se la gente non può scegliere, non è democrazia: è altra cosa e mi interessa poco.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Ha chiesto la parola la Consigliere Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Intervengo molto brevemente, perché mi riconosco perfettamente negli interventi delle colleghe Pozzi e Ferrero. Ringrazio la collega che ha proposto l'ordine del giorno che è stato votato da tutte le Consigliere perché di questi argomenti in Consiglio se ne parla sempre poco.
Vorrei affettuosamente ricordare due cose al Consigliere Rossi. Il collega è in Consiglio regionale dall'anno 2000. Noi abbiamo lavorato molto come donne e nel 1996 il Consiglio regionale ha votato una legge che istituiva la Consulta delle elette, proprio per dare alle donne la forza e il coraggio di partecipare alla vita politica, in quanto vediamo le donne molto impegnate nel volontariato e nell'associazionismo, ma molto meno nella politica.
Con l'istituzione della Consulta delle elette, che ha lavorato molto su tutto il territorio piemontese, abbiamo ottenuto qualche risultato nei vari enti locali. Questo è stato riconosciuto. Quindi, il Piemonte è andato avanti.
Con questa legge si rischia - non solo in Piemonte - di fare un passo indietro, e bene lo ha spiegato la Consigliera Caterina Ferrero.
Alle altre argomentazioni, alcune un po' serie e altre un po' meno, del collega Rossi, vorrei rispondere come sovente risponde un saggio del mio paese. Chiedo il permesso al Presidente di esprimerlo in piemontese traducendo subito dopo in italiano. So di fare un favore allo stesso collega Rossi, perché la Lega Nord ha favorito dei corsi in lingua piemontese, quindi lui mi capirà. Di fronte a certe argomentazioni il saggio del mio paese dice: "Se certi ròbi n'ti capisi nen da su,l è inutil che t'le spiega". Lo dico con molto affetto. Se certe cose non si capiscono da soli, è inutile....



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Interverrò anch'io brevemente, perché penso che abbia ragione la collega Cotto nella sua definizione.
In questo caso specifico mi pare si tratti, al momento, di una legge che, prevedendo liste bloccate, dovrebbe garantire anche il principio costituzionale. Secondo me ci sono anche degli elementi costituzionali: se sono liste bloccate, devono garantire un'equa rappresentanza fra uomini e donne, se si vuole rispettare il dettato della Costituzione.
Credo, inoltre, che non serva spiegare quale sia la condizione femminile in Italia e in gran parte del mondo ancora oggi e, quindi, il fatto che le politiche attive servano a sostenere una situazione oggettivamente difficile. Certo, non servono ai soggetti forti; sono utili però, per incentivare la presenza delle donne in politica e contribuiscono a dare una concreta spinta verso un riequilibrio della rappresentanza che oramai, nel nostro Paese, è urgente ed indispensabile.
Se guardiamo le composizioni dei Governi e dei Parlamenti nei Paesi dove la legislazione sulla condizione femminile è molto più arretrata vediamo che la presenza femminile è molto più forte.
Da ultimo, poiché è pervenuta una sollecitazione da parte del Consigliere Burzi sulla legge elettorale, credo anch'io che effettivamente, dovremmo ragionarci.
Le Regioni si sono viste attribuire questo potere e sarebbe importante attuarlo, ovviamente discutendo di tutto.
Io sono stata tra coloro che erano favorevoli alla riduzione delle preferenze ad una sola. Non c'è dubbio, però, che dal punto di vista della rappresentanza femminile sia stato un danno. Ritengo quindi - lo dico personalmente, ma naturalmente bisognerà discuterne - che sia un tema sul quale sarebbe utile un confronto.
vero che la preferenza unica ha creato molti problemi per i soggetti giovani, per l'emergere delle donne e, più in generale, di tutte le categorie a minor potere economico. È una questione su cui, in tutta laicità, si può discutere, così come credo sia opportuno discutere della legge elettorale.



PRESIDENTE

A questo punto, siamo alla fase delle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Intervengo, non per dichiarazione di voto. Voglio svolgere una puntualizzazione: credo che la Presidente Bresso abbia parlato a titolo di Consigliera, perché la legge elettorale è competenza specifica del Consiglio, perciò lei...



(Commenti fuori microfono)



GHIGO Enzo

Poiché non mi sembra che la modifica della legge elettorale faccia parte del programma con cui la Presidente Bresso si è presentata agli elettori piemontesi, al di là dei caffè, che, probabilmente, la Presidente Bresso prenderà con il Consigliere Burzi per parlare di legge elettorale e di partecipate, volevo ribadire che questa è materia pertinente di quest'Aula. La ringrazio come Consigliera del contributo che ha voluto fornirci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Vedendo questo ordine del giorno, innanzitutto, pongo un quesito, che ritengo opportuno da parte di tutti chiarire, visto che siamo una Assemblea legislativa di una certa rilevanza: se, eventualmente, queste quote rosa fossero anche approvate - non voglio entrare nel merito se sia giusto o sbagliato - sono legittimamente costituzionali? Se la memoria non mi tradisce, mi sembra che le quote erano già state inserite nel 1995 in occasione delle elezioni regionali e amministrative.
Credo che quella decisione sia stata poi cassata, perché non costituzionale.
Prima di avviare discorsi impegnativi e tormentati, perché attraversano in maniera trasversale tutte le forze politiche, sarebbe opportuno capire se un provvedimento di questo tipo sia legittimo da un punto di vista costituzionale e, quindi, non revocabile.
Colgo l'occasione per accennare velocissimamente un argomento che è stato toccato: auspico che, se i caffè si devono prendere, si prendano tutti insieme e non in maniera bilaterale.
In secondo luogo, diversamente dall'amico Burzi, non sono assolutamente d'accordo a toccare l'attuale legge elettorale di questo Consiglio regionale. Invito ad una profonda riflessione, soprattutto chi è all'opposizione e in minoranza, affinché si ponga attenzione prima di toccare questo argomento, perché si sa come si parte, ma non si sa mai come si finisce. Non vorrei che ci trovassimo, in special modo noi dell'opposizione, con una legge elettorale come quella della Regione Toscana.



PRESIDENTE

Il Consigliere Giovine ha presentato all'Ufficio di Presidenza due emendamenti (uno dei quali è riassorbito dalla proposta avanzata dal Consigliere Ghiglia e accolto dai proponenti): 1) Si propone la sostituzione delle parole "correggere l'errore commesso" con le parole "correggere il voto espresso alla Camera" ed è così riformulato l'ordine del giorno.
La seconda proposta di emendamento: 2) Si propone la soppressione delle parole "esprime sconcerto sull'esito delle votazioni e sul metodo con cui il tema è stato affrontato nel corso del dibattito" non è proponibile, in quanto non c'è disponibilità dei proponenti ad accogliere tale emendamento. Il Consigliere non può fare altro che proporre un altro ordine del giorno o chiedere la votazione per parti separate.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine, ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

E' sufficiente eliminare il cosiddetto "sconcerto sull'esito della votazione". Ritengo che un'assemblea parlamentare regionale non pu giudicare, entrare nel merito di un'assemblea parlamentare nazionale.
Parlare di "sconcerto" è mancanza di rispetto del Parlamento....



PRESIDENTE

C'è già indisponibilità su questo punto da parte del proponente per cui, Consigliere Giovine, deve fare la sua dichiarazione di voto perch l'emendamento, ripeto, non può essere accolto.



GIOVINE Michele

Un conto è parlare del metodo, e sono disposto a mantenerlo, ma parlare di "sconcerto di votazione" chiedo che venga...



(Commenti dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di non interloquire fuori dai microfoni.



GIOVINE Michele

Ne prendo atto. In questo caso non posso far altro che, per coerenza con quanto dichiarato prima, votare contro.
Non ho sconcerto per quanto votano al Parlamento, ho pieno rispetto dell'attuale Parlamento italiano, ho pieno rispetto della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Non ho sconcerto per quello che dicono, per quanto dichiarano e quanto votano i Senatori e i Deputati della mia nazione. Mi spiace che non siano gradite le mie osservazioni e prendo atto di questa chiusura. Mi spiace che questo ordine del giorno, come ha ricordato il Consigliere Burzi, non produrrà alcun effetto. Avrei voluto votarlo a favore, pazienza, sarà l'unico Consigliere che voterà contro.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione....



PEDRALE Luca

Il documento è costituzionalmente legittimo?



PRESIDENTE

Consigliere Pedrale, prendo atto della domanda. L'ordine del giorno vale come atto di indirizzo nei confronti del Parlamento; poi sarà il Parlamento a doversi far carico delle valutazioni in merito alla costituzionalità dello stesso.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno - come emendato - il cui testo recita: "Il Consiglio regionale constatato l'esito della votazione avvenuta alla Camera sull'emendamento relativo alle quote di presenza femminile nelle liste elettorali esprime sconcerto sull'esito della votazione e sul metodo con cui il tema è stato affrontato nel corso del dibattito auspica che il Senato sappia correggere il voto espresso alla Camera invita i partiti a valorizzare il ruolo delle donne sia nella composizione delle liste sia nella campagna elettorale si aspetta che nelle nomine di secondo livello la Regione Piemonte tenga in opportuna considerazione le pari opportunità uomo-donna".
Il Consiglio approva.
Su richiesta dei firmatari la trattazione della mozione n. 90 di cui al punto 7) all'o.d.g. è rinviata alla prossima seduta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Esame mozione n. 90: "Sostegno all'Associazione Telefono Amico", presentato dai Consiglieri Lepri, Spinosa, Vignale, Botta, Cattaneo, Bertetto Chieppa, Muliere, Bizjak, Buquicchio, Cotto, Deambrogio, Ghigo, Laus, Leo Monteggia, Motta, Pizzale, Rabino e Rostagno (Rinvio)


PRESIDENTE

La trattazione della mozione n. 90 "Sostegno all'Associazione Telefono Amico", di cui al punto 7) all'o.d.g., è differita ad altra seduta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 111 "Bonifiche da amianto nell'area di Casale Monferrato" presentato dai Consiglieri Deambrogio, Barassi, Dalmasso Bossuto, Clement, Comella e Moriconi esame ordine del giorno n. 118 "Bonifica dall'amianto dell'area di Casale Monferrato" presentato dai Consiglieri Rutallo, Rostagno, Rabino, Cattaneo Bizjak, Lepri, Laus, Rossi e Motta (tale ordine del giorno è rinviato in Commissione ai sensi dell'articolo 93 del Regolamento)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g.. Ordine del giorno n. 111 "Bonifiche da amianto nell'area di Casale Monferrato" e ordine del giorno n. 118 "Bonifica dall'amianto dell'area di Casale Monferrato" La parola al Consigliere Deambrogio per l'illustrazione.



DEAMBROGIO Alberto

Approfitto delle residue capacità di resistenza e di attenzione per svolgere una breve illustrazione dell'ordine del giorno che i colleghi hanno sottomano e che possono, quindi, analizzare nello specifico.
E' un ordine del giorno che potrei definire omnibus, nel senso che tenta di accomunare molti problemi e di risolverli. Si tratta di problemi collegati alla situazione dell'area di Casale Monferrato colpita, come molti colleghi sanno, dal problema e dalla tragedia dell'amianto.
Ancora una volta, in quest'Aula si discute di questo problema, che è l'esito definitivo di un atteggiamento assolutamente irresponsabile e criminale di un'azienda che, quando già si sapeva che di amianto si poteva morire, ha continuato, per tanti anni, la produzione in quell'area. I dati li potete leggere.
L'ordine del giorno è stato scritto e sottoscritto, oltre che da me e da altri colleghi, dall'intera comunità casalese. È il frutto di un lavoro svolto sia dalle organizzazioni sindacali sia dal Comitato Vertenza Amianto sia dalle Amministrazioni comunali e provinciali. Sono richieste forti e collettive che vengono indirizzate sia alla Regione sia allo Stato attraverso la Regione, soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti.
un problema di rifinanziamento di leggi nazionali. Si richiede di finanziare maggiormente nella prossima Finanziaria regionale. È la necessità di avere un coordinamento più stretto tra gli Assessorati che si occupano della questione (l'Assessorato all'Ambiente e alla Sanità) e di costituire un tavolo di confronto sull'amianto, a livello regionale, che coinvolga i soggetti istituzionali e le realtà associative locali.
la necessità di avere, attraverso la Regione, una partecipazione alle azioni legali, partite dal territorio casalese, che tendono ad avere, dalla famiglia Schmidheiny (che per anni ha causato disastri ed ha ancona attività economiche e finanziarie in giro per il mondo), il giusto coinvolgimento, sul terreno, del riconoscimento biologico e ambientale.
La parte finale del documento è collegata alle attività di ricerca biologica, clinica e delle cure palliative. Anche in questo caso, occorre incrementare il lavoro, tenendo conto di una rete regionale e nazionale.
Non è giusto e non è utile sprecare risorse; non è giusto e non è utile avere una ricerca e un'attività clinica e biologica inefficace. Occorre creare una rete, perché le persone si aspettano risorse chiare.
In ultimo, visto che il Comune di Casale Monferrato si appresta a sostituire parecchie coperture di cemento e di amianto dalla possibilità di un'estensione di massa, oltre che alla sperimentazione di coperture a pannelli solari, ci potrebbe essere - e sono sicuro che ci sarà - un impegno della Regione in tal senso. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Mi dispiace che questa discussione avvenga in coda al Consiglio, in modo frettoloso e nella disattenzione più generale. L'amianto e la deamiantizzazione, cioè l'uscita reale e completa dall'utilizzo di questo materiale, sono temi che interessano tutti i cittadini e dovrebbe interessare anche tutti i Consiglieri regionali.
Peraltro, non possiamo dimenticare - come sicuramente sanno i casalesi l'impegno che la Regione ha sempre assunto nei confronti di questo problema, fin da passate legislature.
Mi ricordo che quando ero Assessore - c'era anche la Presidente Bresso in Giunta c'era l'Assessore Ferraris Paolo, di Casale Monferrato, che rimase vittima proprio di questa patologia. In quell'epoca avevamo iniziato, finanziando con fondi della Regione, questi interventi.
Naturalmente, la narrativa dell'ordine del giorno è precisa: si fa riferimento al piano triennale dell'ambiente, ad altri fondi e a tutti gli interventi. Purtroppo, in questi anni abbiamo registrato molti ritardi.
Indubbiamente è stato più facile mettere a disposizione i fondi, che comunque dovevano essere distolti da altre destinazioni, che vederli spendere, da parte delle Amministrazioni locali. Mi rendo conto che bonificare l'amianto in tutte le sue varianti di utilizzazione come a Casale - coperture, polverino ed altri utilizzi di tipo civile, industriale e commerciale - non è facile. In molti casi, addirittura si sono dovuti mettere a punto metodiche che fanno testo a livello nazionale.
Indubbiamente, il piano di intervento a Casale e nell'area casalese è il più significativo che va avanti a livello nazionale.
L'ordine del giorno chiede ulteriori risorse per completare i programmi già approvati da questo Consiglio, attraverso il piano triennale dell'ambiente (il piano specifico di Casale).
Potremmo ricordare anche la situazione di Balangero, per le problematiche simili, l'Acna di Cengio, l'ex Enichem di Pieve Vergonte sul Lago Maggiore e, ultimamente, anche la bonifica di Ecolibarna.
Mi rammarico di non essere stato presente al sopralluogo della Commissione a Casale, forse sarebbe stato il caso di predisporre un documento con la partecipazione di tutti, ma non è il caso di fare sottilizzazioni, quando si è d'accordo sulle tematiche e sui contenuti dell'ordine del giorno stesso.
Ho delle questioni da porre: le avrei posto alla Presidente Bresso o all'Assessore Valpreda se fossero stati presenti, ma c'è l'Assessore De Ruggiero, quindi la Giunta è rappresentata.
Le problematiche della ricerca, su cui si sono mobilitate molte parti di questo Consiglio - anche nella precedente legislatura - riguardano il rafforzamento della struttura dell'ASL predisposta al settore che approva i piani di lavoro, per quanto riguarda la rimozione delle coperture. Sono centinaia e centinaia, forse anche migliaia, gli interventi previsti secondo le regole. Sappiamo che altre autorità, con il loro braccio operativo (ad esempio i NAS) pretendono che si rispettino a puntino tutte le procedure.
A questo punto, delle due l'una: o si fa recedere quei soggetti che accettano procedure più semplificate che Regione, Provincia e Comune avevano ipotizzato, attraverso una certificazione di massa, trattandosi di operazioni ripetitive; oppure, se si devono fare le procedure caso per caso, occorre assolutamente rafforzare, con personale aggiuntivo (che l'ASL non ha, quindi devono arrivare autorizzazioni alle assunzioni anche temporanee), le risorse.
L'altro punto riguarda una forte mobilitazione della Regione, com'è chiesto nell'ordine del giorno, per quanto riguarda la vertenza giudiziaria.
Si era sempre detto: "Avviamo la bonifica e poi andiamo avanti con queste procedure". Credo che la Regione - non sono presenti l'Assessore al legale e la Presidente, ma glielo riferirete - debba avere la forza economica e giuridica, cioè la consistenza del proprio ufficio legale, per dare un grosso impulso a questa citazione, nelle sedi appropriate, dei responsabili - presunti o reali, da individuare o già individuati - perch si abbia una condanna, che è una condanna che non è tanto per ragioni venali, perché ci si rende conto tutti, che oramai coloro che non ci sono più, certamente non possono essere compensati da un risarcimento più o meno cospicuo. Ritengo che sia un assoluto dovere civico arrivare a questa pronuncia di questo risarcimento che, ovviamente, sarà anche venale, sarà anche finanziario- pecuniario ma sarà soprattutto un riconoscimento di ordine morale e anche un'azione che potrà essere educativa e interessante e che possa precorrere i tempi per quelle realtà mondiali nelle quali purtroppo le lavorazioni dell'amianto sono ancora in corso.
Io ringrazio la presentazione dell'ordine del giorno e mi rammarico che non si sia potuto farlo a livello di Commissione, non è un problema però i contenuti sono positivi, con queste sottolineature noi voteremo il documento.



PRESIDENTE

Sicuramente sarà un tema di cui avremo occasione di occuparcene ancora più volte nel corso dei nostri lavori, quindi, discuterne anche in sede di Commissione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Vedrò di essere assolutamente breve, anche perché i colleghi che mi hanno preceduto, hanno detto cose che assolutamente condivido. Volevo solo dire che sono firmatario dell'ordine del giorno del collega Rutallo e ovviamente, il voto sarà favorevole, però ho letto anche l'ordine del giorno del collega Deambrogio sul quale nulla osta, gli chiederei solo un chiarimento sul suo ultimo punto. Lei parla di messa a punto sviluppo di progetto per l'installazione su larga scala di pannelli solari in sostituzione delle coperture abitative in cemento-amianto e direi di toglierlo quel pezzo. Sarebbe meglio su larga scala di pannelli solari.
Anche perché tutta la zona del casalese può essere interessata all'energia alternativa, non solo chi ha ancora sulla casa pannelli di amianto ma dovrebbe essere estesa a chiunque indifferentemente. Non vedo perché deve essere limitato a chi ha ancora coperture con pannelli di amianto.
Sarebbe positivo che chiunque possa avere la possibilità di utilizzare l'energia alternativa non inquinante.
Il problema dell'amianto, è un problema reale. A Casale si muore e si muore di questa malattia. Non solo a Casale ma in tutte le zone limitrofe.
Inviterei a riflettere sul problema che non è relativo soltanto per chi deve rimuovere i pannelli di amianto, ma anche per chi questi pannelli li ha già rimossi e li ha accumulati in cortile. Purtroppo l'attuale normativa prevede il contributo solo (scade la domanda in questi giorni) per chi deve togliere i pannelli ancora sui tetti. Chi invece i pannelli li ha tolti e li ha accumulati in giardino o li ha accumulati in un appezzamento di terra, purtroppo non ha diritto a ricevere il contributo.
Questo non è logico perché comunque sia, è un accumulo di amianto che ci troviamo a dover gestire. Se rimane lì, con il vento e la pioggia si danneggia e si rompe, inoltre i bambini ci giocano vicino e questo è un danno ancora più grave. Bisognerebbe arrivare alla conclusione di dire che il contributo deve essere finalizzato allo smaltimento di qualunque accumulo di amianto. Questo è un invito in più che faccio alla Giunta cercare di inserire qualunque accumulo di amianto, non limitatamente a quello presente sui tetti delle abitazioni e delle fabbriche.



PRESIDENTE

Mi permetto di ricordare che stiamo parlando di due ordini del giorno con un'attenzione molto trasversale condivisa al problema. Mi permetto di sottolineare che se il Consiglio riuscisse a esprimere un atto di indirizzo univoco e non duplice, avrebbe chiaramente maggior forza. Ma questo chiaramente è riservato alla facoltà dei proponenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rutallo; ne ha la facoltà.



RUTALLO Bruno

Il problema della diffusione dell'amianto, è una questione di grande rilevanza in quanto è un materiale altamente cancerogeno per inalazione e l'esposizione, anche a poche fibre di asbesto, persistendo all'interno dei polmoni, può provocare a distanza di decenni, cancro e gravi malattie respiratorie.
Purtroppo allo stato attuale il tasso di mortalità collegato alle malattie causate da questo materiale è in aumento, e perciò diventa sempre più necessario intervenire nei siti contaminati da amianto, con attività di bonifica finalizzate ad evitare esposizioni indebite dei lavoratori e della popolazione residente, nonché con attività di ricerca sul mesotelioma e garantendo sostegno, anche economico, alle persone colpite dalla malattia.
Nella Provincia di Alessandria, la città di Casale Monferrato, sede per oltre ottant'anni dell'attività delle industrie di "ex Eternit", è purtroppo divenuta un caso riconosciuto a livello nazionale delle conseguenze dell'inquinamento da amianto ed è stata riconosciuta dal Governo Nazionale, come area critica per il problema dell'amianto e successivamente, con la legge 426/1998, area di "bonifica di interesse nazionale". Il 26 Settembre 2005 la Commissione Consiliare Sanità e gli Assessori, si sono recati a Casale Monferrato, per svolgere un sopralluogo agli stabilimenti di "ex Eternit" e presso l'area "ex Piemontese" per incontrare gli amministratori comunali e i rappresentanti dell' ARPA dell'ASL 21 e CERMES (centro di ricerca clinica sul mesotelioma). Il sopralluogo ha evidenziato che per quanto riguarda la bonifica della ex Eternit è stata conclusa la prima fase ed è in corso la seconda (rimozione delle coperture, delle controsoffittature e tamponamenti laterali) e - dei circa 61 mila mq di manufatti in cemento e amianto - ne rimangono ancora da rimuovere 20 mila.
Per quanto riguarda il cementificio Piemontese - area di proprietà comunale destinata ad edilizia pubblica e privata - il Comune ha intenzione di continuare a verificare la presenza di eternit su tutta la superficie e provvedere alla legge necessaria per le bonifiche. Tutti gli edifici pubblici di Casale Monferrato sono stati bonificati, ma ci sono ancora un milione di mq di territorio coperti da eternit, in particolare i cortili delle case che contengono polverino. Considerato che l'attuale svolgimento delle opere di bonifica dei siti contaminati, richiede ulteriore impegno e tempi lunghi di realizzazione per addivenire alla completa deamiantizzazione e vista l'urgente necessità di affrontare la nuova fase di bonifica dei siti privati di cui alla legge n. 426/98, si chiede con il presente ordine del giorno, la nomina da parte della Regione di un coordinatore straordinario dei settori Sanità e Ambiente in grado di dirigere le azioni della Regione, delle ASL e degli enti locali. Per realizzare compiutamente la bonifica è opportuno inoltre procedere all'adeguamento delle strutture degli organici tecnico - amministrativi delle strutture istituzionali con diretta competenza sulla problematica.
Contestualmente occorre chiedere al Governo nazionale, la costituzione di un fondo nazionale per le vittime dell'amianto e per i familiari dei lavoratori esposti, nonché i tanti cittadini che, pur non avendo mai lavorato nel settore, sono stati colpiti dal cosiddetto "inquinamento ambientale". Si chiedono inoltre ulteriori fondi per continuare l'opera di bonifica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Sarò molto breve. Questo è un problema che apparentemente sembra circoscritto a Casale Monferrato ma che invece, coinvolge tutta Torino e Provincia. Questo problema è stato nascosto fino ad oggi: tutto il settore industria gode di coperture di questo tipo, infatti 15 anni fa quando furono emanate le leggi restrittive che stabilivano la rimozione di tutto l'eternit, non è stata prevista la preventiva individuazione dell'amianto nelle sostanze fonoassorbenti. Per esempio, noi non lo sappiamo, ma all'interno della struttura che abbiamo sulla nostra testa, in questo intonaco fonoassorbente, c'è dell'amianto.
Quindi, il fenomeno non è solo circoscritto all'eternit o ai tetti adiacenti la località di Casale Monferrato, ma riguarda tutti i settori dell'industria (soprattutto i vecchi capannoni) che hanno l'eternit incapsulato con delle sostanze resinose o a base cloro-caucciù. Queste resine ,peraltro, resistono alle intemperie per 5-7 anni, quindi, tutte le coperture di Torino e provincia hanno questo problema dell'amianto.
Pertanto, non solo è dannosa l'aria che respiriamo, che contiene un'alta percentuale di ossido di carbonio (vedi il provvedimento delle targhe alterne), ma io invito l'Assessore che mi sta ascoltando a fare un monitoraggio, una ricerca, non restrittiva, per individuare i problemi e trovarne le soluzioni.
Ha detto bene il collega Cavallera: il piano di lavoro per la rimozione e lo smaltimento è troppo restrittivo. Per cui imprese normali non possono eseguire lo smaltimento di questo eternit e le ASL non favoriscono certo questi procedimenti.
Sarebbe dunque importante riparlare in Commissione di questo argomento molto delicato per la nostra Provincia.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola



PRESIDENTE

Faccio una breve sintesi ed esprimo anche io il rammarico di discutere di questi problemi in coda ad un Consiglio lungo. Su questi temi tanti di noi sono cresciuti nella loro coscienza dei problemi legati al rapporto tra scienza e salute e alle condizioni di vita non solo dei lavoratori, ma è un problema dell'intero Paese.
Chi ha operato ed ha scelto di essere operatore di prevenzione in campo sanitario ha molto imparato da questa vicenda, che tra l'altro non è conclusa in termini di vite umane e di problemi. Quindi, un po' di rammarico per una discussione così contratta.
Esprimo la più grande attenzione della Giunta ed anche una grande attenzione ad un livello di coordinamento stretto - come richiesto dalle popolazioni e dalle autorità locali - tra i vari Assessorati, recependo anche quello che nel breve dibattito è emerso, cioè le necessità sanitarie da rafforzare, problema ovviamente anche economico e di risorse economiche per supportare i problemi di raccolta.
Quindi, rassicuro sul più stretto coordinamento fra gli Assessorati competenti per seguire attentamente questa vicenda.
Desidero solo ricordare che uno dei problemi è la raccolta del rifiuto contenente amianto, e su questo si sta operando perché è chiaro che non si può lasciare ai cittadini casalesi e non solo dell'area casalese, oltre al grande lutto e alla situazione grave, anche il problema economico dello smaltimento, della corretta raccolta e del corretto smaltimento. Quindi, mi sembra piccolissima cosa in termini di risarcimento.
Proprio perché credo che sia utile non bloccare la discussione chiedevo al Consigliere Rutallo, visto che nel suo punto finale di impegno per il quale io non sono in grado di prendere nessun impegno in questa sede - parla di un coordinatore straordinario, che può essere tematica di un certo interesse ed una sollecitazione importante, se non fosse utile ed opportuno portare in votazione l'ordine del giorno n. 111.
Invece se il Consigliere Rutallo lo ritiene, può mettere a disposizione della Commissione il suo ordine del giorno, perché può essere un modo utile per continuare la discussione in particolare sui due punti che non erano citati, vale a dire il coordinatore straordinario - che può essere una logica da discutere e anche da accettare - e la costituzione di un fondo nazionale per le vittime. Credo che possa anche essere un metodo per chiudere oggi un voto in questa sede, ma nello stesso tempo non chiudere il dibattito, cosa peraltro non possibile perché saremo costretti a confrontarci altre volte su questo tema.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Rutallo per la disponibilità ad accogliere il suggerimento dell'Assessore De Ruggiero, quindi a rinviare in Commissione l'ordine del giorno n. 118 per gli opportuni approfondimenti, applicando quanto disposto dall'articolo 93 del Regolamento con l'assegnazione alla Commissione competente per materia per un supplemento di verifica.
Passiamo quindi alla votazione dell'ordine del giorno n. 111 inerente a "Bonifiche da amianto nell'area di Casale Monferrato".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno, il cui testo recita: Il Consiglio regionale premesso che: la Città di Casale Monferrato e la zona circostante hanno subito e subiscono gravissimi danni ambientali, sociali e sanitari correlati alla presenza, sotto varie forme, della fibra d'amianto il recente sopralluogo a Casale Monferrato delle Commissioni permanenti IV e V ha dato a molti consiglieri la possibilità di comprendere i problemi e le difficoltà collegate alla gigantesca opera di bonifica del territorio che riguarda non solo l'ex stabilimento Eternit, ma anche il territorio più in generale con l'esigenza di rimuovere coperture di edifici privati nonché eliminare la presenza diffusissima del cosiddetto "polverino" i finanziamenti richiesti in sede nazionale per la bonifica dal Piano originario della Regione Piemonte con deliberazione del Consiglio Regionale n. 349 - 19073 dell'11ottobre 1996 su indicazione della DGR n. 64 - 13494 del 4 novembre 1996 ammontavano a 41.213.260,55 euro il PTTA 1994-96 (legge sanatoria 137/1997) è stato finanziato per un ammontare pari 14.719.021,62 euro e che la Legge 426/1998 (Bonifiche di interesse nazionale) ha assicurato un finanziamento pari a 11.671.925,92 euro in base a questi ultimi dati il delta non finanziato rispetto alle previsioni fatte nel 1996 risulta essere pari a 14.822.313 euro, come si può riscontrare dalla tabella prodotta dal Comune di Casale Monferrato: secondo i censimenti effettuati dall'Arpa (1995 e 2000) risultano presenti sul territorio circa un milione di metri quadrati di manufatti in cemento amianto collegati a strutture di privati cittadini su tale metratura è in corso un bando per la prima tranche di co finanziamento, come previsto dal recente Decreto interministeriale del 29 novembre 2004 (30 euro al metro quadro) le risorse disponibili attualmente per far fronte a questa intera bonifica sono insufficienti ( su circa 30 milioni di euro stimabili si dispone solo di 6.684.912,38 euro).
premesso ulteriormente che: un ordine del giorno congiunto dei Consigli del Comune di Casale Monferrato e della Provincia di Alessandria riunitisi in data 20 giugno 2005 reca nel dispositivo finale, tra le altre, la richiesta di attivazione da parte della Regione Piemonte di "un comitato interassessorile aperto anche alle associazioni finalizzato a ottimizzare gli interventi regionali in materia di amianto", nonché l'impegno a sostenere in tutte le sedi la ricerca biologica e clinica in materia di patologie tumorali collegate all'amianto il Comitato Vertenza Amianto sta provvedendo attraverso l'Associazione Familiari Vittime Amianto e la Camera del Lavoro di Casale Monferrato. ad una raccolta di adesioni e documentazioni occorrenti a presentare un maxi esposto alla Procura della Repubblica di Casale e Torino, nonché ad inoltrare una prima tranche di richiesta danni nei confronti della multinazionale ex Eternit collegata alla famiglia Schmidheiny con DGC n. 215 del 3 maggio 2004 il Comune di Casale Monferrato ha supportato l'azione legale intrapresa dal Comitato Vertenza Amianto al fine di tutelare gli interessi delle Parti Lese (ex lavoratori Eternit), dei familiari/eredi delle vittime dell'amianto di Casale e Cavagnolo, nonch dell'Amministrazione medesima.
Considerato che le operazioni di bonifica con la sostituzione delle coperture in cemento amianto dalle abitazioni nella città di Casale Monferrato e sul territorio circostante potrebbero ricollegarsi virtuosamente a ad un ampio progetto di installazione di pannelli capaci di utilizzare energia rinnovabile (solare).
Tutto ciò premesso e considerato impegna il Presidente del Consiglio e la Giunta a richiedere al Governo nazionale, in fase di definizione della Legge finanziaria 2006, un impegno concreto affinché esso si disponga a rifinanziare congruamente la legge 426 1998 a prevedere, in fase di definizione della Legge finanziaria regionale 2006 e della programmazione pluriennale, una particolare attenzione al finanziamento sui capitoli relativi alle bonifiche da amianto a costituire un livello di coordinamento stretto tra gli assessorati competenti in materia di amianto, individuando forme o procedure che possano accelerare l'iter delle bonifiche in corso e in programmazione data la straordinaria gravità della situazione in cui versa il territorio casalese a costituire un tavolo di confronto regionale sull'amianto che coinvolga sia soggetti istituzionali, sia le realtà associative locali a costituire la partecipazione, attraverso gli uffici legali regionali e il coordinamento con il Comune di Casale Monferrato, le OO. SS. e il Comitato Vertenza Amianto, alle azioni volte al riconoscimento del danno biologico ed ambientale inflitto dalla multinazionale Eternit all'intera collettività casalese a sviluppare e coordinare le attività di ricerca clinica e biologica nonché quelle dedicate alle cure palliative attivando tutte le sinergie possibili con i centri esistenti in campo regionale e nazionale, in modo da creare una rete efficace, efficiente, in grado di produrre risultati realmente controllabili e applicabili alle patologie amianto correlate a prevedere attraverso la normativa esistente e attraverso possibili nuove norme, a partire dalla revisione del Piano Energetico Ambientale regionale la messa a punto e lo sviluppo di un progetto per l'installazione su larga scala di pannelli solari in sostituzione delle coperture abitative in cemento amianto.
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 130 "Referendum per divieto del commercio d'armi" presentato dai Consiglieri Moriconi, Deambrogio, Dalmasso Valloggia, Robotti, Turigliatto, Pizzale, Motta, Bizjak, Laus, Rostagno Rabino, Cattaneo, Barassi, Larizza, Travaglini (Rinvio ad altra seduta)


PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 130 avente per oggetto "Referendum per il divieto del commercio di armi" su richiesta del proponente viene rinviato ad altra seduta.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.19)



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