Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.317 del 05/05/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 20.36 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 21.00)



(La seduta ha inizio alle ore 21.00)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Chieppa, Laus, Manolino, Robotti Turigliatto, Clement, Placido, Rutallo, Leo e Cavallaro.
I Consiglieri in congedo sono 10, quindi il numero legale è 27.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Informativa sulla decorrenza delle dimissioni di un Consigliere regionale


PRESIDENTE

Comunico inoltre che gli Uffici del Consiglio regionale hanno proceduto ad una verifica giurisprudenziale, anche a seguito della dotta perorazione effettuata dal collega Cirio. Da ultimo, citiamo una pronuncia giurisprudenziale di particolare pertinenza, del TAR del Piemonte, Sezione II, che ha pronunciato la sentenza n. 372 del 1995, la cui massima recita che "in conformità alla prassi seguita dal Parlamento nazionale, e in difetto di norme specifiche al riguardo, deve ritenersi che dalla presa d'atto ad opera del Consiglio regionale abbiano effetto le dimissioni rassegnate dal Consigliere regionale".
Questo ci preme comunicare per chiarezza, anche se la questione è stata poi superata nei fatti, con gli adempimenti della Giunta per le elezioni.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 503 inerente a "Legge finanziaria per l'anno finanziario 2008"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 503, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Procediamo con l'esame dell'articolato e degli emendamenti all'allegato A dell'articolo 1.
Emendamento rubricato n. 76 presentato dal Consigliere Rossi: Art.1 Allegato "A". Legge regionale n. 3 del 1973 è incrementata nello stanziamento per l'anno 2008 di 1.000.000 d'euro, l'UPB da 09011 è diminuita di pari importo.
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento riguarda l'UBP relativa ad una legge che finanzia ed eroga contributi agli enti pubblici locali per la costruzione e la gestione degli asili nido. Come ben sapete, uno dei problemi della popolazione piemontese è la carenza di nascite dovuta ad una seria di fattori, di tipologia della nostra vita, che si può comunque riassumere anche in grossi problemi per le donne, soprattutto per le donne che lavorano, nel riuscire ad accudire i loro figli; il risultato è che la donna che lavora - cosa ormai estremamente comune - sceglie di non avere figli, pensando di non riuscire ad allevarli.
Quindi, strutture come gli asili nido rappresentano un elemento d'estrema utilità per le nostre donne e hanno tutti i diritti e le opportunità di essere favoriti, aiutati e incrementati, cosa che oggi non succede. Difatti, per quanto riguarda gli asili nido, ci sono delle lunghe liste d'attesa, ed essere in lista d'attesa vuol dire che, proprio nel periodo in cui ci sarebbe la necessità di usufruire dell'asilo nido, non si può fare, perché non esistono i posti.
Quindi, questo capitolo, a nostro avviso, dovrebbe essere incrementato in particolare, invece, dall'allegato A) alla legge finanziaria vediamo che, addirittura, lo stanziamento previsto è di zero euro. Ripeto: zero euro. Quindi, si tratta di una politica che va completamente contro quegli annunci e quelle intenzioni del centrosinistra e della Giunta di aiutare le donne e di aiutare i cittadini piemontesi.
A questo punto, noi abbiamo presentato più emendamenti, proponendo delle cifre diverse, per lo più simboliche, in quanto non potrebbero sicuramente risolvere i problemi, ma per lo meno, dotando questa legge di un finanziamento minimo, si potrebbe consentire di operare.
Il primo emendamento che abbiamo presentato e che stiamo valutando è se non erro - di un milione d'euro; ce ne saranno altri d'entità maggiore che riguarderanno gli anni futuri. Infatti, questo stanziamento riguarda l'anno in corso, il 2008, ma anche il 2009 e il 2010.
Sulla base di quest'allegato tali strutture non sarebbero finanziate per cui per tre anni non ci sarebbe assolutamente alcun finanziamento a favore degli asili nido, cosa che noi riteniamo sbagliata e ingiusta.
Pertanto, con quest'emendamento è proposto un primo finanziamento di un milione d'euro per l'anno in corso e, con i successivi emendamenti, un finanziamento di un milione e mezzo per l'anno prossimo e di due milioni per il 2010.
Speriamo che la Giunta ci ascolti e voglia intervenire. Questo andrebbe semplicemente nella direzione di tutte le promesse elettorali che sono state fatte dal centrosinistra, che si è sempre detto attento a questi problemi, mentre in realtà, con questo bilancio, se ne dimentica completamente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

arrivato il Vicepresidente! Fa piacere vederla, Vicepresidente perché è faccia simpatica, è sempre meglio che parlare ai banchi vuoti! Stiamo parlando di un argomento - e mi rivolgo agli amici della Sinistra Arcobaleno - che sentiamo spesso citare; prima abbiamo parlato delle politiche sociali, degli aiuti al mondo femminile, per andare incontro alla gestione e alla costruzione di Asili Nido nei comuni in cui vi è la necessità.



(Commenti in aula)



CASONI William

Non è questo: sono temi sui quali abbiamo visto...
Però, caro Boeti, in passato, poiché questo è un tema regionale, il capitolo riguardante gli asili nido non è mai stato a zero. Oggi, invece, è a zero.
Pertanto, domandatevi come mai qualcuno ha deciso di non votare da quella parte e ha votato da altre parti. Perché molti argomenti, come li abbiamo scritti negli emendamenti, li abbiamo anche fatti sapere ai cittadini e la gente opportunamente ha fatto le scelte che più le sono sembrate giuste.
In pratica, ci stiamo riappropriando, come è successo a Roma, di temi che per tradizione erano vostri. Se voi non prestate attenzione alle politiche sociali, non v'interessano più gli aiuti alla locazione, gli aiuti alle giovani coppie per la prima casa, non v'interessano più gli asili nido, e lasciate i capitoli a zero, come potete pensare che un elettorato vi segua e continui a votarvi? Noi, che nell'ambito del centrodestra forse siamo la componente più "sociale", ci sostituiamo ben volentieri. Da sempre, nell'alleanza del centrodestra, la nostra vocazione è stata quella di fare più attenzione al "sociale", a quelli che sono gli strati più deboli della popolazione.
Continuiamo volentieri ad esercitare questo ruolo e notiamo, dalla vostra parte, una mancanza di ruolo.
Ci sono segnali che possono essere dati in innumerevoli modi, però di certo questo è un assist. Se questo bilancio esce con alcuni capitoli a zero, noi non faremo altro che stampare i comunicati stampa, distribuirli alle persone interessate, far vedere qual è l'interesse di questa Regione per certe categorie e per certe azioni. Contemporaneamente, faremo vedere altre azioni che danno milioni di euro per cose che indubbiamente i cittadini non riterranno di grand'utilità per l'economia del Piemonte, per aiutare a vivere meglio, per arrivare alla terza o alla quarta settimana per avere degli aiuti.
Faremo notare che altri rivoli di soldi sono spesi per stampare libri che nessuno legge, per aprire centri di tipografia, per comprare qualche sede a Bruxelles. Tutte le mattine, i cittadini ci chiedono: "Perché non comprate una sede nuova, perché non spendete dei soldi aprendo una tipografia?". Non ci chiedono di costruire asili nido, di dare più case alle giovani coppie! Noi, che continuiamo a stare in mezzo alla gente, queste cose le sentiamo e cerchiamo di tradurle in emendamenti.
Sono sicuro che questo emendamento, come gli altri, sarà sdegnosamente respinto; il capitolo rimarrà a zero e voi potrete presentarvi e dire che la sensibilità di questa Giunta su questo capitolo, su questa legge, è pari a zero euro.
Sono scelte legittime, politiche; noi siamo contenti di cercare di modificare il bilancio in questa direzione, anche se sappiamo che respingerete questi emendamenti e lascerete a zero questo capitolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. La legge del 1973, che norma le modalità di gestione e realizzazione degli asili nido, dimostra come già nel 1973 esistesse il problema dei posti all'interno degli asili nido comunali altrimenti non sarebbe stata emanata una legge che, non solo istituiva criteri e modalità per la realizzazione degli asili, ma stanziava un miliardo di lire per il loro potenziamento.
Nell'arco di più di vent'anni la problematica è di anno in anno aumentata, non coinvolgendo soltanto più i capoluogo di Provincia o i centri maggiori della nostra regione, ma gran parte dei Comuni medi e medio grandi, e avendo, solo nella Città di Torino, delle lista d'attesa che superano le 4.000 unità, nonostante più di 3.000 posti all'interno degli asili nido non siano posti comunali, ma siano rappresentati da un'offerta che il privato sociale e non, dà alle famiglie.
La finanziaria del 2007 ha stanziato 14 milioni di euro per la realizzare di nuovi Asili Nido nei confronti di Enti locali ed associazioni, non intervenendo però in alcun modo sulla riduzione della retta.
Pertanto, abbiamo due problemi che sarebbero da affrontare e che questa Giunta non ha affrontato. Il primo è la quantità, cioè aumentare e potenziare il numero di asili nido comunali, stanziando delle risorse per la gestione dei medesimi, perché per un'Amministrazione comunale non è un enorme problema la costruzione in termini di edificio e nemmeno il pagamento del rateo di un eventuale mutuo che si realizza per la costruzione dell'asilo, ma la gestione dell'asilo stesso. Tant'è che in molti comuni le famiglie pagane rette che vanno dal 70 al 90% della copertura totale della spesa, e si tratta di nuclei familiari che superano i 30 mila euro di reddito annuo. Quindi, non certo fasce sociali abbienti ma fasce sociali medie che, se vogliono mandare un figlio all'asilo, devono spendere una cifra ingente.
Questi due problemi, tanto quello della quantità, quanto quello della riduzione dei costi delle rette, non sono stati affrontati. Se, sulla quantità, la legge finanziaria del 2007 è intervenuta con 14 milioni di euro nel triennio 2007-2008-2009, non è stato investito neppure un euro per la riduzione del costo della retta.
Pertanto, oggi, la famiglia che, avendo per esempio un figlio solo, non riesce a trovare posto per il medesimo all'interno degli asili nido comunali (avendo un solo figlio con i genitori che lavorano non si riesce ad accedere ad un asilo nido comunale), è costretta a ricorrere alla baby sitter oppure ad usare sempre di più - lo confermano i dati che anche la Giunga regionale ci ha presentato - asili nido privati che, fortunatamente esistono (perché comunque offrono un servizio), ma hanno un costo superiore ai 500 euro mensili per famiglia.
Crediamo che quest'emendamento, che dà un'indicazione di carattere quantitativo e non qualitativo - perché quello dovrebbe stare sul piano triennale che presenta la Giunta, quindi è una competenza che avrà il Consiglio nel momento in cui il nuovo Piano sarà presentato - ha la finalità di aumentare i posti degli asili nido, non soltanto comunali ma anche privati, ma anche quello di ridurre i costi, estremamente gravosi per le famiglie, degli asili nido stessi.
Il nostro Gruppo presenterà nei giorni successivi un emendamento che inserisce una sorta di "bonus bebè", similarmente a quello della legislazione francese, che dispone di 30 interventi di sostegno per le famiglie con figli da zero a sei anni (cioè prima della scolarità dell'obbligo), affinché si possano creare misure economiche di sostegno alle famiglie che consentano non soltanto di poter mandare i figli agli asili nido, ma anche di fare scelte di maternità e di paternità sostenute da una normativa nazionale ove esista, o regionale come nel caso nostro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Credo che la discussione di questi emendamenti consenta, comunque, di approfondire le tematiche che hanno la massima importanza. Di fronte a queste esigenze sociali, ritengo che si possano ipotizzare varie forme di risposta, che possono essere o direttamente attuate da parte del settore pubblico, oppure ricercate sulla base di quel principio di sussidiarietà che a volte coinvolge i corpi sociali o i corpi intermedi, oppure, nel caso particolare, l'insieme delle famiglie che si organizzano per affrontare situazioni comunque importanti per consentire ai componenti delle famiglie stesse di continuare l'attività lavorativa.
Negli anni abbiamo visto varie soluzioni, come l'asilo nido classico, i cosiddetti "micronidi" o comunque delle risposta più flessibili che erano viste a livello di fabbricato o di insediamento decentrato.
L'emendamento del collega Rossi credo che sia stato presentato globalmente sulla legge n. 3. Ma sappiamo che, a fronte degli stanziamenti per UPB, all'interno dell'UPB si vanno ad invidiare i vari capitoli, che possono prevedere interventi di spesa corrente, interventi di investimenti (cioè relativi al Titolo II), contribuzioni a fondo perduto o contribuzioni in conto interessi (oppure in conto capitale se si va sul Titolo II). A fronte di questi emendamenti, sarebbe dunque opportuno aprire delle brevi discussioni o interlocuzioni con i rappresentati della Giunta competenti nelle varie materie, e non ricevere una risposta pregiudizialmente negativa, come se questi emendamenti dovessero essere annoverati tra quelli "di disturbo". Si potrebbe auspicare (ovviamente non da parte nostra, ma da parte dei nostri interlocutori di Giunta) un esame dettagliato degli emendamenti stessi e magari una controproposta articolata, proprio perché a quel punto si potrebbe vedere, da parte nostra, una disponibilità o una volontà di affrontare un problema piuttosto che un altro.
Noi del Popolo delle libertà, provenendo dall'esperienza di Forza Italia, abbiamo sempre avuto una particolare attenzione a quelle che sono le tematiche sociali. Richiamo le azioni della Giunta Ghigo e dell'Assessore Cotto, che aveva operato per parecchio tempo in questo campo e devo dire che non si può pensare che non ci siano più necessità finanziaria. Bene si è fatto, dunque, ad avanzare una proposta di incremento finanziario, ferma restando - lo ribadisco - una pluralità di risposte e una disponibilità ad articolare le risposte stesse in capitoli mirati alle esigenze che l'Assessorato, nel suo complesso e nel suo dettaglio, conosce meglio di noi.
Indubbiamente, come diceva il collega Casoni, conosciamo la sollecitazione sociale, cioè la spinta che viene dal basso, proprio per avere una dotazione di servizi sparsa su tutto il territorio. Non sarebbe il caso, come diceva il collega Boeti, di lasciare il Governo a risolvere un problema che potrebbe essere risolto dalla Giunta regionale piemontese.
Un simile scambio di favori non è auspicabile; anzi, mi auguro che la Giunta regionale risolva tutti i problemi, affinché il Governo possa occuparsi solamente dei grandi affari di Stato. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Presidente, è ovvio che questo sia uno dei temi sul quale troppo stesso ci si sofferma, nella discussione di bilancio di previsione in questa legislatura. Non è la prima volta, infatti, che i Gruppi dell'opposizione cercano di richiamare l'attenzione su questa materia. Quasi sempre, su questo tema, l'opposizione ha svolto attività emendativa; molto spesso ha anche cercato di portare questa maggioranza ad individuare maggiori risorse.
Questa volta lo stanziamento previsto nell'allegato A, essendo pari a zero, ci porta ovviamente a sollevare il problema in modo più forte, più consistente e più determinato.
La questione degli asili nido e del sostegno alle famiglie è ovviamente un problema che noi che siamo in questa sede di Consiglio recepiamo magari meno, sebbene molti colleghi abbiano avuto in precedenza esperienze amministrative locali; alcuni sono stati Sindaci di Comuni di una certa rilevanza, per cui questo tema, se in un contesto come quello consiliare sembra abbastanza lontano, penso che possa essere stato, all'epoca della loro esperienza, un argomento molto sentito, relativamente al quale i cittadini chiedevano delle risposte alle amministrazioni locali per permettere ovviamente un incentivo alle varie famiglie a poter svolgere la propria attività. Le famiglie di queste generazioni sono famiglie dove generalmente, entrambi i genitori lavorano, dove i tempi sono complessi quindi l'esigenza non soltanto del privato di fornire questo servizio che ovviamente, ha un costo diverso rispetto a quello che può essere il servizio pubblico, ci pone di fronte ad una questione importante.
La stessa campagna elettorale che si è conclusa da poco, ha dibattuto molto sulla modalità attraverso la quale permettere alle famiglie di avere un reddito di sostentamento più corposo e che permettesse di risolvere il problema della famosa quarta o terza settimana del mese. Abbiamo sempre sostenuto, e continuiamo a sostenere che, al di là del ragionamento legato a salari, stipendi e quant'altro, sia anche possibile dare un aiuto alle famiglie attraverso una serie di servizi che si mettono a disposizione.
ovvio che questo tema, come tanti altri legati al trasporto, alle scuole e quant'altro, sono temi sui quali immaginavamo che la sensibilità della maggioranza e della Giunta potesse essere un po' più forte.
L'attività, che condividiamo, di emendamenti presentati dal Consigliere Rossi, tende a riaprire questo argomento in modo forte nell'ambito della discussione della finanziaria, proprio per evidenziare quanto questa maggioranza e questa Giunta, in questo specifico contesto di legge finanziaria, abbia fatto delle scelte discutibili.
Abbiamo intenzione di sollecitare questo tema, anche nella fase più puntuale che è quella della discussione della manovra di bilancio, e riteniamo che su questo tema la Giunta dovrebbe fare una riflessione in più proprio per andare nell'ottica di quell'insieme di misure che sono poste in essere nei confronti dei cittadini piemontesi, che possono permettere loro di poter meglio gestire la propria situazione famigliare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
Il mio vuole essere un intervento a sostegno della necessità di procedere con una valutazione di questo emendamento, per quello che realmente significa.
Purtroppo dietro a tre sterili frasi, o tre righe su un foglio, a volte non si riesce a comunicare davvero le intenzioni profonde o le motivazioni politiche e programmatiche che stanno alla base di una richiesta di questo tipo. Una richiesta profondamente sentita, credo non solo dai banchi del centrodestra, ma anche dalle esigenze sociali e di quotidianità che hanno le nostre famiglie piemontesi.
Credo che alla politica spetti un compito fondamentale, che è quello di occuparsi di chi non può badare a se stesso da solo. Alla politica spetta la necessità di difendere i soggetti realmente deboli della nostra società.
Quando parliamo di debolezza intendiamo quelle persone che, non per colpa loro, quindi non per una responsabilità imputabile ad una loro condotta o ad una loro scelta di vita, ma per una situazione relativa al loro status incolpevole, sono i soggetti ai quali la politica deve pensare. Sono i soggetti nei confronti dei quali a noi, che siamo impegnati nel dibattito politico, ci viene imposto, dalla nostra coscienza, di pensare e di provvedere.
Parliamo di società e di deboli quando parliamo di bambini e di anziani. Crediamo che queste dovrebbero essere sempre le priorità da attribuire nel momento in cui si fanno delle scelte. È evidente, noi lo abbiamo richiesto anche all'interno della nostra proposta, di attribuire alla finanziaria e al bilancio regionale del Piemonte, un maggior rigore.
evidente che, in questo periodo, in questi momenti in cui le risorse sono poche, in cui le risorse vengono a mancare, si debbano fare delle scelte.
evidente che quando si fanno delle scelte, si sceglie di andare in una determinata direzione, quindi c'è chi, successivamente ad una scelta, verrà beneficiato e chi piuttosto penalizzato.
evidente, altrettanto, che spetta alla maggioranza scegliere e che noi possiamo, in questa fase, in questa sede, entrando nel merito della questione, soltanto proporre e sensibilizzare.
Sensibilizzare su una materia su cui credo siano tutti sensibilizzati.
La condizione di famiglia è, bene o male, diffusa; la condizione della necessità di provvedere all'educazione dei figli, è una situazione diffusa.
La necessità di conciliare le esigenze lavorative, che oggi non sono più le esigenze lavorative di uno solo dei coniugi, ma della famiglia, intesa nella sua interezza, con l'impossibilità di staccare un membro della famiglia per curare l'esistenza della famiglia stessa.
Nelle nostre campagne si diceva che una madre di famiglia poteva allevare sette-otto figli; oggi, sette-otto figli adulti non riescono a badare, molto spesso, alla madre anziana. Questo è un detto vero che evidenzia e denuncia una realtà che tutti noi viviamo quotidianamente.
Crediamo che scegliere di lasciare a zero un capitolo, scegliere di non prevedere neanche un minimo di investimento, sia una scelta legittima, ma ha due grandi punti di debolezza. Un punto di debolezza concreto, pratico operativo: non destinando risorse, non ci saranno risorse da investire, non ci saranno risorse da spendere e non si potranno fare investimenti concreti sugli asili.
Dall'altra parte, noi crediamo anche che sia un vulnus complessivo che questo provvedimento finanziario ha in sé. Un vulnus anche da non sottovalutare. Non è possibile non considerare che il primo dovere di un'amministrazione - sia essa comunale, regionale, o il Governo dello Stato è quello di pensare a chi non può pensare da solo a sé stesso.
Noi crediamo che quest'emendamento possa essere un piccolo segnale che va in questa direzione e chiediamo, dal momento che va a toccare sensibilità comuni, possa essere accolto da tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cirio, anche per la pacatezza con cui ha esposto le sue ragioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Cercherà anch'io di parlare in modo pacato affinché possa guadagnarmi il suo preziosismo complimento, visto che lei è sempre così avaro nei miei confronti, ma è sempre così attento nella mia condotta. Cercherò di venire incontro, in modo tale da recuperare ed emendare il mio comportamento pregresso.
Tuttavia, vedo che solo per il fatto che io prendo la parola, questo eccita gli animi dei banchi della maggioranza, il che non so se giudicarlo come un onore, oppure un demerito.
Provo ad entrare nel merito, nonostante sia un argomento ampiamente disquisito e sviscerato dai Consiglieri.
Riparto dal ragionamento, dal discorso che ha così bene sviluppato il Consigliere Cirio. È vero che lasciare un capitolo a zero è un bruto segnale per quello stanziamento che, invece, con l'aumentare della cifra si potrebbe andare a coprire, cercando di dare fondi ai servizi utili ed evidentemente all'UPB di riferimento.
So benissimo che, una volta fatte tutte le opportune verifiche di cassa, è possibile andare a modificare quello stanziamento con una variazione di bilancio, e quindi aumentarne il valore che attualmente è pari a zero.
però anche vero che, oggigiorno, se un soggetto si trova ad affrontare una circostanza che, dal punto di vista sociale, necessita di finanziamenti regionali, tali finanziamenti, direttamente ed indirettamente (evidentemente tramite altri enti erogatori) potrebbero derivare dall'UPB in questione. Naturalmente ciò potrebbe modificare, in corso d'opera l'agire umano di molti cittadini piemontesi che sono interessati a questa circostanza.
Tra l'altro, la somma proposta dal collega Rossi è abbastanza esigua e neanche particolarmente importante in un bilancio regionale di diversi milioni di euro; però è un segnale. È un segnale che è giusto che i cittadini piemontesi abbiano; è un segnale che a noi costerebbe ben poco; è un segnale che forse costa più il tempo per discuterlo che per votarlo in sé e per sé. Infatti, sarebbe molto bello se, in questo momento, ci fosse un collega che, dai banchi della maggioranza, prendesse la parola per dire che è favorevole a votare quest'emendamento, affinché si possa approvarlo e discutere degli emendamenti successivi.
Credo che l'ardore con cui i colleghi di minoranza stanno sostenendo questo emendamento - seppur pacato, tipo quello del collega Cirio - sia motivato dal fatto che, vivendo tra i cittadini, si sa quanto i cittadini abbiano a cuore il finanziamento del tema in questione.
Penso che anche molti colleghi di maggioranza siano sensibili alla materia; credo che l'abbiano vissuta a più riprese, non solo come politici ma anche come cittadini e immagino che, in cuor loro, sarebbero ben disposti a votarlo, e non solo perché è tema sociale.
Prima ho sentito un collega autorevole della minoranza che diceva di essere uno dei rappresentanti più di spicco dell'anima sociale dell'attuale opposizione. Ebbene, se c'è una corrente sociale, mi voglio iscrivere a questa corrente sociale che si occupa di anziani, di fasce deboli e quindi evidentemente anche di bambini e di famiglie.
Quando si parla del tema dell'UPB in oggetto, credo che non esistano steccati logici o bandiere di partito che tengano; pertanto, ritengo che un aumento simbolico dello stanziamento come quello richiesto dal collega Rossi della Lega Nord debba trovare accoglimento.
Giustamente, la collega Ferrero ha suggerito un'ulteriore riunione di Giunta per rivedere la scelta politica in questione. Grazie, Presidente grazie, colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente. Vedo, fortunatamente, che anche l'Assessore al bilancio dimostra interesse per gli interventi. Mi spiace, invece, vedere i colleghi della parte più a sinistra, quelli più vicini alle tematiche sociali, un po' troppo tranquilli su un emendamento simile. È un peccato! Sembra che il Gruppo più vicino alle questioni sociali sia diventato il nostro.
davvero un peccato vedere che un milione di euro di finanziamento sugli asili nido non sia un argomento caldeggiato anche dalla vostra parte: sembra veramente una stranezza. Purtroppo, forse mi devo abituare a vedere queste stranezze nell'Assemblea regionale. Ci sono delle questioni politiche che vanno oltre la vita quotidiana, oltre il fatto che fuori da quest'Aula tanta gente lavora, fatica, cerca di adattarsi e di far crescere come può una famiglia, compiendo anche dei sacrifici. Ed è demoralizzante vedere come stanno realmente le cose.
Prima di arrivare qui, si crede che tutti i colleghi, tutte le persone che non la pensano come te abbiano però idee valide e ideologie che portano avanti nella vita. Poi, invece, arrivando qui, ti accorgi che la politica passa sopra a tutto, e ciò è veramente demoralizzante. Si passano le ore si parla di tanti argomenti interessanti, di tanti argomenti magari meno interessanti, però ci si stacca completamente dai reali bisogni di chi vive fuori da questo palazzo.
Un milione di euro. Se facciamo i conti del bilancio regionale o comunque di quanti soldi vengono stanziati per attività delle quali si potrebbe fare tranquillamente fare a meno, resta l'amaro in bocca. Resta l'amaro in bocca, perché nel 1973, proprio da questo Consiglio regionale uscì la legge di istituzione degli asili nido; la legge fu modificata nel 1975 e, purtroppo, nel 2008 non siamo in grado di finanziarla.
veramente impressionante: lasciatemelo dire. Vorrei vedere cosa direbbero la gente e i vostri elettori di un atteggiamento simile. È un peccato. Mi piacerebbe sentire - sicuramente non per far perdere cinque minuti - cosa ne pensate.
Cosa ne pensate voi di questa cosa? Vedo che qualche collega fa qualche sorrisetto...



(Commenti in aula)



BONIPERTI Roberto

Mi scusi, Presidente, ma il Vicepresidente mi importuna e non mi fa proseguire con l'intervento.



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Boniperti! Presidente, non è colpa mia! Riprenda il Vicepresidente! Vicepresidente, invece di importunare chi interviene, accolga i nostri emendamenti, almeno quelli che sono più vicini alle esigenze della gente che sta male.
Mi appello a lei, Vicepresidente, che fa finta di non sentire, anche se sono convinto che senta tutto. Ad ogni modo, ha accanto il collega Borioli che è una persona molto attenta - spero anche a questi temi - e quindi lo invito ad aiutarci affinché almeno su questo emendamento ci sia il parere favorevole della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

Grazie, Presidente. Mi sembra che su questo argomento molto sia stato detto. Gli interventi sono stati pacati, ma, nella sostanza, si parte un po' da lontano per arrivare al problema di quello che non viene stanziato dalla Giunta, rispetto agli asili nido.
Abbiamo presentato questo emendamento per far capire alla Giunta e nella sua espressione di Assessore al bilancio, al Vicepresidente Peveraro che spesso constatiamo, attraverso i telegiornali e le varie inchieste come una famiglia media faccia fatica ad arrivare alla fine del mese.
Ipotizziamo una famiglia in cui entrambi i genitori sono lavoratori dipendenti, dove si riesce a raggranellare uno stipendio di 1.200-1.300 euro al mese, per cui complessivamente si arriva a 2.500 euro al mese. Ci sono anche altre situazioni in cui si guadagna molto meno e ci sono maggiori difficoltà a raggiungere questa cifra, per cui non ci si pu permettere di mandare il proprio figlio all'asilo nido privato.
Sappiamo benissimo quanto costano gli asili nido privati (ci sono asili nido che costano anche 400, 500 euro al mese), pertanto le donne che lavorano e non possono chiedere ai loro genitori, quindi i nonni, di tenere i bambini, hanno grandissime difficoltà.
Pertanto, abbiamo presentato l'emendamento che chiede di stanziare questo milione di euro, anche per sostenere la famiglia, le persone che non arrivano alla fine del mese.
Sapete che, per quanto riguarda gli asili nido, i Comuni cercano di fare del loro meglio, ma poiché non hanno risorse sostanziali - i loro bilanci hanno grossi problemi - occorre che un ente superiore come la Regione intervenga per supportare le carenze naturali.
Pur avendo dei grossi problemi, quasi tutti i Comuni prevedono degli stanziamenti in bilancio per gli asili nido.
Parliamo spesso di incremento delle nascite e di "bonus bebè" per sostenere chi crede nella famiglia, ma probabilmente non si crede così tanto nella famiglia, se poi non si danno queste attenzioni. Oggi, le coppie che si sposano riflettono molto prima di fare un figlio, perch hanno grossi problemi economici. Se, poi, devono pensare anche di portarli in un asilo nido e spendere altri soldi, oltre l'affitto e tutto quello che ne conviene, ben difficilmente decidono di avere un figlio.
Questo è quello che si traduce nel discorso del sostegno alla famiglia ed è quello che bisognerebbe fare: dare, oltre alle normali assistenze quindi il "bonus bebè", ecc., anche un sostegno relativo agli asili nido.
Vorremmo che questo emendamento fosse accolto dalla maggioranza dell'Amministrazione regionale, perché donando altre risorse al sostegno della famiglia daremmo un valore aggiunto all'Amministrazione di una Regione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente. La politica a favore dell'infanzia dovrebbe essere uno dei punti cardine della politica dell'Amministrazione regionale soprattutto alla luce dello scarso incremento demografico che questa regione ha evidenziato negli ultimi anni.
un problema che riguarda tutta l'Italia, ma in particolare le regioni settentrionali, in particolare il Nord-Ovest, quindi il Piemonte, la Valle d'Aosta e la Liguria.
Probabilmente questo fatto è dovuto alla maggiore vocazione industriale e produttiva di quest'area territoriale dell'Italia e della nostra regione.
Faccio questa riflessione perché è indubbio che gran parte della popolazione, in particolare quella femminile, è fortunatamente impegnata più o meno stabilmente, all'interno del settore produttivo, industriale o terziario, quindi non è obbligata a stare a casa ad occuparsi dei bambini più piccoli.
Questa funzione assistenziale viene svolta, in altre regioni italiane in altre zone del territorio nazionale, proprio perché la forte disoccupazione femminile e la scarsa rete industriale produttiva fanno sì che gran parte della popolazione femminile rimanga nelle proprie abitazioni e quindi possa assistere i bambini più piccoli.
Da questo punto di vista, siamo in una situazione favorevole, per questo non deve essere un elemento punitivo per chi vuole formare una famiglia e magari avere più di un figlio.
Dobbiamo promuovere una politica di sviluppo delle famiglie; la vicina Francia ci dà esempi molto chiari ed evidenti, che non vanno solo nella direzione dell'assistenza ai bambini negli asili nido, nelle scuole materne ed elementari, ma che danno un aiuto molto forte alle famiglie anche attraverso una politica fiscale basata sul quoziente familiare.
Purtroppo, siamo ancora lontani da questo obiettivo; speriamo che il gran discutere sul federalismo, a livello nazionale e regionale possa rispondere anche a questa esigenza. Oltre un federalismo e un decentramento dei tributi, cioè, che ci sia anche una diversa articolazione nel far pagare i tributi a livello centrale e periferico alle famiglie, puntando ad un quoziente familiare che agevoli chi ha dei figli.
Tutto ciò dovrebbe indurre ad una maggiore attenzione in termini di risorse da stanziare per gli asili nido, cosa che non compare sugli allegati del bilancio.
Questo è davvero un peccato, data la situazione particolare del Piemonte. Un tempo si diceva che gli asili nido hanno un senso solo nelle grandi città, quindi solo a Torino o nella cintura torinese; oggi, vi posso confermare che è un'esigenza diffusa anche nei centri minori, dove in passato la nonna assisteva i bambini piccoli, mentre oggi magari deve badare al proprio coniuge - a volte è il contrario, ma solitamente è la parte femminile che assiste il coniuge anziano - quindi ci sono difficoltà a seguire anche i bambini più piccoli da parte di chi è ormai è nonno o nonna. Sarebbe opportuno, quindi, aiutare questa politica di assistenza e di rafforzamento della rete degli asili nido; così come sarebbe necessario rafforzare un'iniziativa avviata già dalla Giunta regionale di centrodestra, che prevedeva la presenza di asili nido aziendali. Questa politica, avviata appunto durante la passata legislatura, è stata purtroppo abbandonata.
Con tanti autorevoli esponenti nella maggioranza di centrosinistra, che si rifanno ai valori cattolici e ai valori della famiglia, mi stupisce che non sia stata dedicata la giusta e adeguata attenzione a questo tema. Mi appello, dunque, allo stesso Presidente del Consiglio regionale, che è sicuramente cattolico, a riflettere sulla necessità di un adeguato stanziamento a favore della politica delle famiglie, in questo caso per gli asili nido.



PRESIDENTE

Collega Pedrale, laicamente, decideremo affinché le sue parole non cadano nel vuoto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Ho sentito con grande attenzione le parole dei colleghi della minoranza. Naturalmente ci appelliamo alla sensibilità loro e alla nostra in primo luogo per rispondere a questa attesa, che condividiamo.
Tuttavia, negli interventi di chi mi ha preceduto è mancata un'attenzione che non abbiamo invece mancato di osservare nel bilancio quella di inserire l'anno scorso in legge finanziaria, quest'anno in bilancio, risorse superiori a quelle che abbiamo ereditato, per la costruzione e la ridestinazione (quindi manutenzione straordinaria e nuove destinazioni) di strutture da destinare ai servizi per la prima infanzia.
Non è vero ciò che è stato riportato dai colleghi, e cioè che non ci sarebbe una lira per gli asili nido e per altri servizi per la prima infanzia. Tutt'altro: dallo scorso anno è stato stanziato un fondo dedicato ai servizi per la prima infanzia, e lo ricorderete perché lo avete anche votato, trattandosi di un articolo della finanziaria del 2007. Quest'anno è stata riportata analoga cifra nel bilancio in discussione in questi giorni.
A tali cifre vanno aggiunte le risorse che il Governo ci ha trasferito e ci trasferirà in misura superiore nel 2008 per questa finalità.
Resta evidentemente aperta la questione relativa alla gestione, che naturalmente, non è secondaria, ma, com'è ben noto, è difficile poter gestire prima che si diffonda una rete di servizi e quindi i luoghi in cui questi servizi possono essere realizzati. Tuttavia, tale questione non ci è sfuggita, anzi è ben presente alla nostra attenzione. Verosimilmente non in questo bilancio, ma certamente nel corso dei prossimi due anni, credo che troveremo una convergenza per dedicare risorse anche alla gestione dei servizi per la prima infanzia; gestione che, ad oggi, è esclusivamente attribuita alla titolarità dei Comuni e, soprattutto, alla spese in capo direttamente alle famiglie.
un tema che certamente non trascuriamo. Tuttavia, in questo momento il nostro parere - lo preciserà anche chi mi seguirà - è negativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Tre anni fa, quando abbiamo cominciamo a governare la Regione l'eredità che ci lasciava il centrodestra era di 15 posti in struttura.
Entro quest'anno saranno 25; entro la fine della legislatura ci siamo impegnati a portarli a 30, così come indicato dall'Unione Europea (15% di bambini, naturalmente).
Sembra che il nuovo Governo, con l'eliminazione dell'ICI, sottrarrà risorse importanti ai Comuni. Non è ancora stato detto come pensa di destinare le risorse che sottrarrà con l'ICI ai Comuni. Il Comune di Rivoli (sono quasi tutte prime case, non è Sestriere!) incassava dall'ICI circa 20 milioni di euro, ossia 40 miliardi delle vecchie lire. È una cifra consistente, per cui ci chiediamo come potremmo sopperire a queste risorse (gli asili nido verranno chiusi!). Il Governo ritiene che i Comuni si occupino soprattutto di concerti e di feste per la strada, più che di cose serie e di rapporto diretto, faticoso e continuo con i cittadini.
Noi ci aspettiamo - faccio anch'io un po' di ovazione, come ha fatto il collega Cirio - che il nuovo Governo destini delle risorse ingenti a questo grande obiettivo. Chi, più di un Governo di centrodestra, può aiutare e sostenere la famiglia? In questo modo, mentre la Regione costruisce le strutture, auspichiamo che con i soldi del Governo si possano naturalmente mantenere tali strutture, con quella che viene definita "spesa corrente".
Ci aspettiamo, naturalmente, che il nuovo Governo lanci un grande investimento - anche l'altra sera a Report è stato ricordato - per l'edilizia residenziale pubblica.
Non vedo l'Assessore Conti, ma sono sicuro che il Presidente Berlusconi si occuperà di questo grande problema. Potrebbe lottizzare in monolocali qualcuna delle sue ville, ma non sarebbe sufficiente a dare una risposta al grande bisogno di case che c'è in questo Paese.
Ci aspettiamo anche che ci difenda dai delinquenti, anche quelli italiani, come quei cinque di Verona che hanno ucciso quel povero ragazzo perché non gli ha offerto una sigaretta, nella civilissima Verona, dove c'è un Sindaco straordinario che ritiene che i delinquenti appartengano tutti ad un'altra generazione e, soprattutto, ad un altro Paese.
Presidente voglio essere anche io ecumenico (poiché non c'é il collega Leo, qualcuno deve svolgere questo ruolo in sua assenza!): ci aspettiamo che il nuovo Governo faccia grandi cose, e, tra queste, che dia un po' di soldi ai Comuni per mantenere gli asili nido.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola al Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Io, come al solito, devo essere sollecitato, perché diversamente non mi appassiono al tema. Ripeto, quindi, ciò che ho detto due o tre ore fa poiché l'intervento del collega Boeti ne è la dimostrazione. La violenza e i contrasti sociali sono la causa della mancanza di democrazia che si è registrata in questi ultimi tempi.
Giustamente qualcuno faceva appello al collega Leo: emerge un problema di contrasto sociale. Cominciamo a leggere sui giornali che ricompaiono di nuovo le Brigate Rosse.
Voi capite quanto sia brutto e difficile fare demagogia politica quando c'è un disagio sociale.
Il fatto che un mese fa, per mancanza di democrazia, sia stata spazzata via una forza politica di primaria importanza, indipendentemente se di destra o di sinistra, che promuoveva valori, ideali e principi, e che difendeva i diritti dei lavoratori, è una mancanza di democrazia, lo ripeto. Facciamo attenzione a certe affermazioni, caro collega Boeti perché anche a Torino, purtroppo, ci sono delle situazioni di asili nido occupati da personaggi ignoti. Se volete posso fornirvi l'elenco: parliamo di 150 immobili di proprietà del Comune! Assessore Peveraro, confido nella sua onestà intellettuale. Questi problemi sociali non sono, dunque, né di destra né di sinistra, ma appartengono a tutti.
Sono sparsi per la città, occupati dai centri sociali e da extracomunitari: sono quasi 150!



(Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

Non sono asili nido, sono enti appartenenti al Comune, che oggi sono occupati, sistematicamente, da extracomunitari o dai centri sociali.
Questo è un problema sociale che non riguarda Verona, ma riguarda Torino, riguarda tutti. Non entro nel merito di quanti sono oggi gli alunni extracomunitari che stanno portando avanti la nostra dignità e che costituiscono circa il 45% degli aventi diritto agli asili nido a Torino.
un tema che affronteremo in un altro momento.
Il problema degli asili nido è un problema sociale, che riguarda tutti non è un problema di centrodestra o centrosinistra. Il problema sulla sicurezza lo affronteremo con calma, abbiamo una legge. Oggi abbiamo letto sui giornali che i vigili chiedono maggiori risorse e, soprattutto maggiori strumenti per andare sulle strade. Questo problema dobbiamo affrontarlo, e non si può affrontare in un momento in cui non c'è serenità e confronto.
Lo ripeto per l'ennesima volta, faccio appello al buon senso del Presidente, non da cattolico, c'è un impegno sociale e, soprattutto istituzionale che tutti noi dobbiamo portare avanti. L'impegno è quello della mediazione, del confronto sociale ma, soprattutto, è quello di arrivare ad una definizione, di portare avanti gli interessi del bene comune, così come stiamo portando avanti questa assemblea. Ma né da parte vostra né da porte nostra c'è questo intento.
Questa è la realtà, voi siete in maggioranza e avete responsabilità superiori alle nostre.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'emendamento.
Consigliere Burzi, è suo diritto richiedere il parere della Giunta.
Parere non dovuto, come lei sa, ma chiaramente può essere utile specie per i Consiglieri dell'opposizione.
La parola all'Assessore Peveraro per il parere della Giunta.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Parere contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Se vuole possiamo presentare una pregiudiziale sul Regolamento: un Consigliere parla a favore e uno contro.
Ciò detto, che è una modalità innovativa, mentre noi voteremo a favore dell'emendamento, alle 22.09 di sera, inviterei non i Consiglieri di minoranza, o opposizione che dir si voglia, ma i Consiglieri di maggioranza, se hanno avuto modo, di seguire gli interventi che si sono succeduti in dibattito generale, sull'articolo 1, di cui stiamo discutendo il terzo emendamento, a seguire il mio ragionamento.
Ho ascoltato tutti i numerosi interventi in sede di dibattito generale ne cito due perché sono un po' gli architrave, o quelli che riteniamo essere i punti solidi della nostra argomentazione. Ci spiace non siano stati oggetto non di approvazione - ci mancherebbe, non è un diritto dell'opposizione pretendere l'ok - ma di attenzione.
Mi riferisco all'intervento del Consigliere Vignale che ripeterà - se e quando ne avrà voglia - perché uno qualunque dei temi prossimi gli consentirebbe, nell'ambito della sua esposizione, di riprendere un tema che, a mio avviso, è importante. Mi riferisco a quando il Consigliere ha detto - in maniera molto più brillante di quanto stia facendo io - che l'allegato A, collegato all'articolo 1, è ricco di tutte le leggi - dal '62 ad oggi, siano esse finanziate o no - che, oltre ad essere poco trasparenti o poco leggibili, ma questo ha fatto parte delle premesse dell'intervento del Consigliere Vignale, presentava anche una serie di caratteristiche. A dire del Consigliere Vignale erano tre le caratteristiche: una certa continuità, diciamo sciatta, rispetto agli esercizi precedenti; una serie di leggi, non molte, approvate anche in questa legislatura che, sempre a suo avviso, non riportavano finanziamenti adeguati; alcune leggi abrogate o non più in uso, che invece lo riportavano.
Un allegato che, a suo avviso, oltre che criticabile in alcuni punti nel merito, rilevava anche un certo pressappochismo, una certa carenza nella sostanza dell'esposizione.
Un intervento che a me è sembrato fortemente costruttivo, anche perch era collegato, subito dopo, ad una seconda parte che è stata ripresa da altri, quando si è detto che l'allegato lo si può riprendere - come è stato fatto anche in altre occasioni, non soltanto in questa legislatura - in coda al dibattito. È l'allegato che, in qualche modo, tiene conto, oltre che dell'impostazione che la Giunta ha voluto dare alla finanziaria, e poi al bilancio, anche del dibattito. Talora è successo, può darsi che succeda questa volta, che venga modificato. Inserirlo in coda al dibattito è una modalità, anche operativa, che non favorisce né l'una né l'altra parte soltanto una modalità operativa.
Il Presidente Gariglio ne ha suggerita un'altra, ma non c'è stato su questo tema, mi consentirà il Presidente, un ampio dibattito, e si è scelta la strada che si è scelta. Poiché l'Aula è sovrana, suggerirei che un po' di mediazione non farebbe male a nessuno.
Il secondo intervento è quello che ha fatto il Consigliere Cavallera.
Il Consigliere Cavallera è un po' testardo, come tutti i mandrogni. Io sono un mandrogno, quindi è un elemento di autocritica che faccio a me stesso, è uno dei tanti difetti che ho, alcuni li ho anche doppi, altri li ho ordinati, adesso mi arriveranno, così completo la raccolta di figurine (sulla testardaggine, intendevo).
Il Consigliere insiste molto sul tema del Patto della stabilità e da lì ne deriva una serie di conseguenze che sono, per esempio, anche l'indispensabilità di quella che noi chiamiamo efficienza, qualcuno pu chiamare tagli. Questo sembra assolutamente condivisibile da tutti, ma questa condivisibilità non porta, al momento, ad alcuna conseguenza.
Mi fermo volentieri, noi voteremo a favore, il resto lo sentirete, se e quando ne avrete voglia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo, ovviamente, per dichiarazione di voto.
Sono rimasto rapito dalla bellezza del discorso del precedente oratore sono curioso di saper come andrà a finire, anche perché è brutto rimanere così, a mezz'aria senza conoscere l'esito dell'ampio ragionamento.
Mi viene in mente, per motivare la dichiarazione di voto che ovviamente sarà a favore, anche perché l'intervento che ho fatto precedentemente lo lasciava desumere alquanto facilmente, un articolo che ho letto ieri pomeriggio sulla situazione in Inghilterra, legata agli ultimi risultati elettorali, con la schiacciante vittoria dei conservatori sul Labour, il Partito Democratico inglese.
Al di là di questo fenomeno elettorale - che se volete possiamo anche sviscerare in altri momenti - che mi lasciava abbastanza poco stupefatto quello che mi colpiva particolarmente è che nell'articolo emergeva che l'Inghilterra è un paese a natalità attiva, ovvero, un Paese in forte crescita. In totale controtendenza rispetto al resto d'Europa.
Diceva poi l'articolo che, insieme all'Inghilterra, un altro paese che ha la natalità attiva è la Germania, anche se in misura inferiore a quella inglese. Naturalmente, mi sono chiesto il perché.
Io non so quali siano le motivazioni, se profonde o legate al fatto che hanno tenuto una loro moneta, una loro divisa nazionale; non so quali siano, però sicuramente alcune delle motivazioni vanno ricercate nelle politiche scelte da questi due Paesi (in particolare dall'Inghilterra) a favore dei nuovi nati, quindi della natalità, e di conseguenza, della maternità.
Nella fattispecie, l'emendamento che il proponente, collega Rossi della Lega Nord, ha esposto chiede l'incremento di un capitolo che va a interessare proprio questa sfera. Gli asili nido fanno parte del processo per aiutare le giovani coppie (o meno giovani) ad avere figli. È indubbio che, se noi aiutiamo le coppie presenti o future a far nascere il figlio ma non le aiutiamo a mantenerlo successivamente, si dà un aiuto molto limitato, che poi non è sufficiente - e questo è un dato scontato - perch qualcuno possa essere più invogliato a...
Credo che esista una mentalità diversa da portare a livello nazionale non solo regionale; se tutti gli Enti locali ritengono che la denatalità sia un problema, debbono dare il loro contributo e, a maggior ragione, lo devono dare gli enti parlamentari come le Regioni. Peraltro, se l'emendamento dovesse essere approvato, ciò sposterebbe di poco il bilancio e le proporzioni di quello che è stato previsto da questa maggioranza.
Concludendo, esprimo un voto assolutamente a favore. Ritengo che non siano sufficienti le recriminazioni su quello che ci ha lasciato la precedente Giunta: a mio parere, noi siamo tenuti a fare sempre meglio e di più. Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 76.
presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato Sì 9 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 77 presentato dal Consigliere Rossi: art.1 Allegato "A". Legge regionale n. 3 del 1973 è incrementata nello stanziamento per l'anno 2009 di 1.500.000 di euro, l'UPB da 09011 è diminuita di pari importo.
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Finora abbiamo sempre discusso sulla finanziaria dell'anno corrente (il 2008), senza però pensare che questa finanziaria all'Allegato A, contempla le previsioni di tre anni (2008, 2009, 2010).
Quindi, pur prendendo atto che l'emendamento relativo al finanziamento della legge n. 3/1973 per l'anno in corso è stato bocciato, proponiamo anzi, avevamo già proposto - un emendamento analogo per il 2009. Per la precisione, per il 2009, l'emendamento prevede la somma di 1.500.000 euro anziché di un milione di euro, come avevamo previsto per il 2008.
Faccio presente che si tratta di cifre simboliche e che quello che vogliamo evidenziare è che su questa legge lo stanziamento della Giunta è esattamente pari a zero. Fra l'altro, l'intervento dei colleghi precedenti assicurava che la Giunta aveva tenuto in conto questo settore e che ci sarebbero stati dei finanziamenti (immagino su altri capitoli che non ho ancora trovato). Pertanto, inviterei i colleghi a darmi maggiori delucidazioni in merito, e non solamente indicazioni così generalizzate.
Il nostro emendamento potrebbe apparire un duplicato di quello test bocciato, ma non dobbiamo mai rinunciare alle nostre speranze. Può darsi che quest'anno le finanze della Regione siano così strette da non permettere l'inserimento che avevamo chiesto per il 2008, mentre per il 2009 qualche previsione di maggiore incasso, qualche previsione di maggiori economie su altri settori potrebbero permettere questi interventi.
Pertanto, come ho già detto, per il 2009 riproponiamo l'emendamento analogo, addirittura aumentato.
Effettivamente, questa legge prevede contributi agli Enti locali per la realizzazione di asili; sarebbe una mia curiosità sapere se ci sono Comuni o altri Enti che hanno fatto delle richieste in questo senso, richieste che naturalmente non potrebbero essere soddisfatte sulla base del bilancio presentato dalla Giunta. Ma, seppure queste richieste sino a oggi non ci sono, potrebbero essere presentate in futuro, cioè se oggi non ci sono richieste per costruire nuovi asili, le richieste potrebbero arrivare magari nei prossimi mesi.
quindi quanto mai opportuno prevedere per l'anno prossimo uno stanziamento, magari minimo, ma che potrebbe dare un senso alla presentazione di eventuali richieste; poi, sulla base delle richieste presentate, si potrebbe modificare e correggere, magari in aumento, o comunque, considerando i tempi tecnici di progettazione e costruzione di un fabbricato, si potrebbe arrivare ad un maggiore stanziamento nel 2010, cosa che abbiamo previsto presentando un analogo emendamento anche per quell'anno.
Sul merito, si è già parlato prima, così come sul problema delle nascite. Oltretutto, vedo che il tempo a mia disposizione è scaduto, per cui non resta che invitare la Giunta, ancora una volta, ad accogliere la nostra proposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Vediamo come si sviluppa l'interlocuzione, poi decideranno con il tempo e nei modi dovuti.
Come si sospettava, non ci sono state delle aperture da parte del Vicepresidente, che ha costantemente espresso parere negativo, con una certa convinzione e soddisfazione. Credo dunque che, per questa sera almeno fino a quando dovremo stare qui, cioè a mezzanotte, continuerà a fare altrettanto, e allora noi tentiamo, essendo ostinati e fiduciosi in un suo ravvedimento, di ricordare che questa è una materia importante, che intendiamo sottolineare proprio per il suo valore strategico, per i segnali che si vogliono dare in questo settore, per farci sentire più vicini a quelle persone che hanno bisogno di questi servizi, che la Regione dovrebbe offrire.
Stiamo facendo un gioco delle parti, perché probabilmente in quest'Aula non c'è una capacità di mediazione, che sarebbe utile trovare in queste occasioni.
Di sedute come questa i Consigli regionali di tutta Italia sono pieni questo accadeva anche nelle passate legislature, ma prima o poi c'erano dei momenti di sintesi in cui qualcuno si prendeva la briga di vedere quali erano le posizioni di partenza, ognuno raccontava quello che si aspettava dal bilancio e, se possibile, si trovava una sintesi. Se non era possibile si andava avanti e si cercava una sintesi successiva.
Constatiamo che quello che avevamo previsto la scorsa settimana si è regolarmente avverato. Mercoledì sera avevamo chiesto di non convocare Consigli per i giorni di venerdì, sabato e domenica, perché sapevamo che in quei giorni non saremmo arrivati a discutere nemmeno un articolo della legge finanziaria. Si è voluto fare il muro contro muro. Noi avevamo proposto di iniziare lunedì con la discussione dell'articolo 1, e cosa abbiamo fatto oggi? Siamo partiti dall'articolo 1, quindi qual è stato il risultato di aver forzato...



(Commenti in aula)



CASONI William

Io l'avevo detto: occorre qualcuno che si occupi di trovare una sintesi, ma pare che in quest'Aula non ci sia nessuno che tenti di farlo.
C'è una maggioranza che deve fare la maggioranza, c'è una Giunta che deve fare la Giunta e c'è un'opposizione che deve fare l'opposizione.
L'abbiamo detto anche oggi in conferenza stampa: noi non riteniamo di essere più bravi degli altri Consiglieri di opposizione che appartengono ai nostri partiti nel resto d'Italia, anzi sono convinto che in altre parti d'Italia ci sono Consiglieri più bravi di noi, che però hanno trovato delle sintesi (abbiamo l'abitudine, tra Gruppi regionali, di parlare tra di noi quindi sappiamo che tutto il mondo è paese!), pur dopo tre o quattro giorni di tira e molla; ad un certo punto, il Presidente, il Vicepresidente o l'Assessore al bilancio hanno tentato di fare un'operazione, magari sono andati avanti ancora qualche giorno a litigare, però alla fine, col voto logicamente negativo dell'opposizione e col voto favorevole delle Giunte di quelle Regioni, il bilancio è stato approvato.
Qui, invece, la capacità di sintesi, di riassunto, di tentare di portare a compimento i provvedimenti non c'è; continuiamo a parlare due lingue totalmente diverse e non c'è alcun tentativo di mediazione. A noi va bene così, a noi va bene andare avanti così, fino a quando qualcuno ci darà qualche segnale diverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Il collega Lepri ha parlato di quanto è previsto nel bilancio 2008. Noi vogliamo portarci avanti nel lavoro e abbiamo analizzato - lo hanno fatto i colleghi della Lega Nord - il bilancio triennale, anche rispetto ai fondi prenotabili nel 2009 e nel 2010.
Il nostro desiderio è di mettere a fuoco, su tutti gli argomenti quelli che sono gli interventi necessari e sicuramente richiesti.
Indubbiamente, la tematica della famiglia consente di spaziare su vari argomenti, dal problema della casa a quello dei bilanci dei Comuni, dei servizi, degli asili nido, ecc.
Credo che, tutto sommato, ci si debba domandare, dal punto di vista tecnico del bilancio, se sia giusto che permangano delle leggi regionali che magari sono mantenute solamente perché ci sono dei residui, mentre a lato vanno avanti degli interventi basati magari su assegnazioni dirette da parte dello Stato, oppure su previsioni dirette delle singole leggi finanziarie e annuali.
So che l'Assessore Deorsola è attento alla semplificazione, però credo che non serva solo andare a tagliare i rami secchi quando la legge non è più in uso; a volte si può anche intervenire dando delle direttive precise agli uffici, agli Assessorati, ai vari settori, in modo da avere poche leggi che spazino in campi molto omogenei e consentano a tutti di capire di cosa stiamo parlando.
chiaro che avere l'allegato A che prevede la finanziabilità e il finanziamento previsto nei tre anni sulle varie leggi regionali, ha senso se quelle leggi sono esaustive. Giustamente il collega Vignale, ma anche altri colleghi, dice che mancano i titoli delle leggi, che ci sono titoli muti dove c'è solo il numero e l'anno di riferimento della legge e non la descrizione della stessa. Se, poi, per capire una determinata finalità bisogna andare a cercarla nelle varie postazioni di bilancio, domandiamoci se ha senso un Allegato A di quel tipo.
Badate che siamo noi che abbiamo emanato la legge di contabilità regionale e noi possiamo anche cambiarla. Al di là della discussione del contendere su un emendamento o su un altro, ritengo che ci si possa anche domandare, visto che ne abbiamo il tempo, se questo sia un approccio corretto o se non sia il caso di introdurre delle modificazioni.
Pertanto, intervengo prendendo atto delle parole del collega Lepri però ribadisco la necessità di finalizzare uno stanziamento specifico anche per il 2009, così come precedentemente illustrato dal collega Dutto.
Colgo l'occasione per suggerire a coloro che sono preposti alle semplificazioni o alla gestione dei fatti finanziari, di valutare se non sia il caso di proporre delle semplificazioni, degli accorpamenti nell'esposizione delle varie questioni. Ho avuto modo di discutere il bilancio della Provincia di Alessandria, dove, avendo strutturato il bilancio anche per programmi, il programma in modo complessivo va a enucleare tutte le finalità convergenti, per cui consente di valutare complessivamente la situazione esistente.
Comunque, avremo modo di continuare successivamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Potremmo dare l'impressione di voler discutere ancora della legge regionale n. 3 del 1973 - ne stiamo effettivamente parlando - che riteniamo debba essere incrementata per l'anno 2009 di un milione e mezzo di euro, a differenza del milione di euro che abbiamo precedentemente richiesto a questa Giunta.
Gli interventi che si sono susseguiti si sono soffermati sul nuovo Governo e sul taglio dell'ICI, che chiaramente potrebbe avere delle ripercussioni negative su quei Comuni che provvederanno ad eliminare quella tassa.
Dobbiamo però tener conto del fatto che non è che riducendo una voce in un bilancio, sia pure importante come quella dell'ICI, un Governo possa non cercare di sostituirla attraverso altre forme di finanziamento ai Comuni.
Sappiamo tutti, infatti, che il taglio dell'ICI comporterebbe per i Comuni come giustamente sosteneva il collega Boeti, una riduzione degli introiti che potrebbe gravare su un bilancio magari già deficitario. In questi anni di fatto, i Comuni cosiddetti "meno bravi" hanno dovuto recuperare delle risorse attraverso qualcosa di vessatorio verso l'utente, facendo ricorso ad un aumento di multe, di autovelox o di altre forme di finanziamento.
Questo discorso, però, non riguarderà il Comune, ma questo Governo, che dovrà, attraverso altre forme di finanziamento, recuperare quelle risorse che verranno tolte attraverso l'ICI.
Il sottoscritto - come, del resto, tutti gli altri componenti del centrodestra - ritiene che questo Governo sia in grado di recuperare tali entrate attraverso altre forme che non debbano andare ad insistere sul contribuente: sarebbe assurdo tagliare l'ICI per poi applicare altre tasse che gravino sul cittadino.
Pertanto, questo recupero - ovvero questi soldi che verranno ridati dal Governo ai Comuni - potrà contribuire ad incrementare quello che è il discorso dell'assistenza al cittadino. Ritengo che una quota importante delle risorse di un Comune, in questo caso piemontese, debba essere proprio spesa nel discorso del sociale, che, negli ultimi anni, dopo tante promesse dell'ultimo Governo, non ha ricevuto quell'adeguata attenzione che invece avrebbe meritato, contrariamente agli anni precedenti, quando i Comuni, sia pure di centrosinistra, hanno investito nel sociale. Questo Governo invece non ha rivolto la stessa attenzione al sociale (forse gli amministratori locali hanno più a cuore le sorti del cittadino rispetto al Governo centrale).
Questo è un problema che dovremo sicuramente risolvere: se il Governo centrale non darà delle risposte, noi saremo i primi a denunciarlo, perch il discorso che questa sera stiamo portando avanti vuole proprio incrementare lo stanziamento a livello sociale, nella fattispecie degli asili lido.
Mi auguro, quindi, che per il 2008 e per il 2009 questi stanziamenti vengano presi in considerazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Non vorrei prenderla troppo da lontano, perché vengo da un dibattito dove ho portato i saluti del Consigliere Lepri agli amici Calgaro e Borgione. In effetti, il fatto che siamo bloccati qui...



(Brusìo in aula)



LEO Giampiero

stato un interessante dibattito; in particolare, mi sono gustato l'intervento di Bruno Langhi, anche perché - mi spiace ripeterlo, perch sembra una provocazione, invece non lo è assolutamente - ha fatto un'analisi di come Vanoni e Fanfani avessero capito gli sviluppi della società italiana. Bruno Langhi - come ripeto, non vorrei dirlo perch volevo fare un intervento di apprezzamento per lo stanziamento finora fatto sugli asili nido - ha detto "mentre la sinistra non aveva capito niente" la sinistra statalista, come al solito, invece Fanfani e Vanoni... Sono parole di Bruno Langhi, non mie.



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

Sono sicuro che avresti dato un contributo vivace e interessante al dibattito, che verteva sul Nord, aperto dal libro di Giuseppe Berta. Una delle questioni che poneva riguardava proprio il discorso della natalità, e ribadiva il fatto che se una società vuole essere vitale, deve investire sulla natalità e, quindi, su tutte le strutture per la natalità.
Da questo punto di vista, sicuramente il discorso degli asili nido - e non posso che confermare che abbiate avuto attenzione su questo tema - è comunque prioritario e vitale.
Forse bisogna pensare a nuove forme possibili di gestione e di partecipazione, secondo un principio che abbiamo ripetuto tante volte, che è quello della sussidiarietà: aiutare la società civile a dare queste risposte (si è portato l'esempio delle convenzioni per le scuole materne).
In Gran Bretagna, ad esempio, probabilmente la sconfitta dei laburisti non è del tutto meritata. Del resto, mi permetto di dire che sovente si hanno sconfitte e vittorie immeritate, nel senso che, non essendo necessario...
L'elettorato ha sempre ragione ed è sovrano, per cui non si può dire che sia sciocco quando vota come non ci piace, e intelligente quando vota in senso a noi favorevole, perché sarebbe troppo comodo. Per indubbiamente, i meccanismi sono complessi. Quello del welfare è una questione molto delicata, perché mira a rispondere a questa necessità specie a quelle relative alla natalità da sostenere e da appoggiare.
Da questo punto di vista è molto interessante; anche se a me non dispiace l'idea tradizionale della famiglia, non possiamo neanche immaginare - lo dico con dispiacere - che quella degli anni Cinquanta fosse la realtà ideale. In realtà, per le donne c'erano molte meno libertà, vi era una minore consapevolezza...



LEO Giampiero

DEAMBROGIO Alberto (fuori microfono)



LEO Giampiero

Vedi che il '68 ha fatto bene?



LEO Giampiero

Il '68 ha fatto bene finché è stato unitario. Quando, poi, l'estrema sinistra l'ha preso in mano, è finita. Purtroppo è così. Il '68 ha dato uno stimolo unitario preziosissimo, perché ha battuto baronie e convenzioni, ha svecchiato. È un peccato che poi sia stato preso in mano...



LEO Giampiero

DEAMBROGIO Alberto (fuori microfono)



LEO Giampiero

Da noi?



LEO Giampiero

Non dico da voi. Tu sicuramente sei un non violento, ne do assolutamente atto. Ho partecipato a dibattiti con ben altri colleghi, come Dalmasso, e non solo con Silvio Viale; ma sai cosa diceva Silvio Viale? L'avevo già raccontato, ma forse non avevi sentito.
Eravamo al cinema. A quei tempi vedevamo tutti la spranga spuntare dalla giacca. Io la spranga l'ho vista solo spuntarmi sulla testa: non avevo nessuna spranga sotto la giacca. Quando Silvio Viale dice che era normale che tutti avessero le spranghe sotto la giacca, non dice una cosa né bella né giusta.
Credo che il pentimento sia una grande cosa. A volte diffido di alcuni pentimenti, ma se si pentisse un po' Silvio Viale, facesse un po' autocritica!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Le motivazioni da addurre alla base della richiesta di stanziamento a favore di questa tipologia di interventi sono le medesime visto che parliamo del medesimo emendamento, se non prospettato negli anni a venire.
Non vorrei ripetere le considerazioni, ma non vorrei usare i minuti a mia disposizione per divagare o per parlare di argomenti che non attengono al merito dell'emendamento. Tuttavia ritengo che un minimo di considerazione sul discorso dell'ICI debba essere fatto. Non credo che si possa, a priori, sempre condannare qualsiasi istanza, qualsiasi proposta venga avanzata, qualsiasi provvedimento venga prospettato.
Siamo tutti consapevoli che il bene primario per l'individuo è la casa.
Nel momento in cui, concretamente, che sia di destra o di sinistra, si pone l'obiettivo di detassare il bene primario di tutte le persone, credo che sarebbe opportuno attendere di capire le modalità concrete con cui si vuole detassare questo tipo di intervento e poi fare le relative valutazioni. Non ci rimettono solo i Comuni governati dal centrosinistra se viene eliminata l'ICI, ovviamente ci rimettono tutti i Comuni italiani. Evidentemente saranno previste delle misure o dei correttivi che permetteranno ai Comuni di andare avanti, indipendentemente dall'entrata dell'ICI che oggi sappiamo tutti essere una delle entrate maggiormente significative, o forse la più significativa o, ancor di più, quella su cui quadra il bilancio degli Enti comunali.
Ciò non toglie che l'operazione complessiva di eliminare l'ICI non si possa associare con la chiusura degli asili, la trovo veramente una forzatura e per certi versi anche inopportuna. Si chiudono gli asili se chi deve mettere i soldi e chi deve finanziari questi tipi di intervento, non li finanzia, ma non si chiudono gli asili perché il Governo vuole eliminare l'ICI. Si chiudono gli asili perché, a vari livelli dell'amministrazione nazionale, oppure dell'amministrazione periferica, ci si dimentica della necessità di questa tipologia di interventi e, magari, si continua qualsiasi colore abbia la parte che governa, a sperperare, si continua ad avere spese inutili, si continua a tenere in piedi dei carrozzoni che non servono a nulla dimenticando e perdendo di vista le nostre priorità.
Le nostre priorità, che sono quelle di chi fa politica, sono quelle di occuparsi dei deboli. I deboli sono i bambini, le famiglie che non hanno le risorse per potersi permettere una tata. Noi queste cose le sentiamo, credo che le sentano tutti nell'opinione pubblica, credo che le sentano tutti coloro i quali vivono in una società, non credo sia solo l'area metropolitana. Credo che questo sia un problema generalizzato da tutti.
necessario avere risorse per intervenire, è necessario avere risorse per abbattere le rette degli asili che, molto spesso, sono improponibili per una famiglia. Queste sono cose vere, indipendentemente dal contesto di una discussione come questa. Per chi parla viene anche difficile esporre concetti in cui crede, perché vengono presi come una sorta di strumentalizzazione complessiva. Da chi vi parla non c'è questa volontà c'è la volontà di esprimere concetti in cui crede e obiettivi e prospettive che, io credo, l'amministrazione regionale debba prendere su di se.
Per questa ragione, quest'emendamento viene presentato all'attenzione dell'Aula con l'auspicio - difficile, visto che non lo si è previsto per il 2008 - che venga fatto per il 2009. Che comunque venga accolto un principio: che la previsione zero è una previsione che vincola, impedisce gli interventi, ma è una previsione che vincola un aspetto morale, se vogliamo, del bilancio. Un bilancio che, paradossalmente, non pensa alle persone più deboli, alle persone a cui noi dovremmo dedicare gran parte delle nostre attenzioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Peveraro per il parere della Giunta



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Parere contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Un collega della maggioranza si è avvicinato ai nostri banchi e ci ha chiesto il perché della nostra rigidità nei nostri emendamenti e della nostra posizione.
A me sembra paradossale questa domanda. Stanziate zero, più che una presa di posizione così rigida, da parte vostra, sulla politica della famiglia, in particolare per gli asili nido! Resa ancora più drammatica dal non aver stanziato neanche un euro su questa importante UPB del bilancio in questo caso 2009.
Noi chiediamo un segnale di apertura, anche da queste cose che, secondo me, sono importanti per la nostra espressione e la nostra maggioranza, dove la politica della famiglia è per noi particolarmente importante. Non banalmente prima ho fatto un richiamo ad alcuni settori della maggioranza che si richiamano ai valori della famiglia, ai valori dell'educazione, alla vita, all'insegnamento. Speravamo di vedere un approccio, almeno una proposta mediana. Noi abbiamo chiesto uno stanziamento di un milione e 500 mila euro, anche uno stanziamento inferiore, e ci saremmo aspettati una qualche apertura da questo punto di vista.
Invece vediamo che il pompiere Peveraro non fa più il pompiere. Il Consigliere Laus, già seduto sulla sedia dell'Assessore, non ha intenzione di svolgere una qualche mediazione, essendo ritenuta persona fra le più ragionevoli e moderate della maggioranza di centrosinistra. Resta il fatto che, anche stasera, neanche su questi aspetti così importanti che possono qualificare l'attività e la politica della Giunta regionale, notiamo un'apertura.
Tra l'altro è in contraddizione non solo con i settori più moderati, i settori cattolici della maggioranza di centrosinistra, ma anche verso quei settori della maggioranza di sinistra che più, ad esempio, sono attenti ai problemi degli extracomunitari. Quello che ha detto il Consigliere Scanderebech è vero: in molte città, in molti paesi del Piemonte, gli asili nido sono utilizzati anche, forse soprattutto, dalle famiglie degli extracomunitari e dei comunitari di recente acquisizione. Questa sì che è una politica corretta di integrazione sociale nei confronti di etnie diverse da quelle italiane o europee, perché chi è extracomunitario, ha regolarizzato la propria posizione, manda i propri figli negli asili nido ha un adeguato reddito e un lavoro regolare e può pagare delle rette, ha tutti i diritti di far parte del sistema educativo piemontese e quindi di potere utilizzare queste strutture. Per cui c'è davvero un controsenso nel totale silenzio da parte della maggioranza di centrosinistra, di chi appunto, ha particolarmente a cuore questi argomenti - nel non aver voluto stanziare un euro su questo comunque importante capitolo di bilancio.
Pertanto, come per il precedente emendamento, esprimiamo la dichiarazione di voto a favore e rinnoviamo l'invito ai settori più moderati della maggioranza di centrosinistra a dare un minimo segnale di disponibilità sui nostri emendamenti.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 77.
presenti 39 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato Sì 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 78 presentato dal Consigliere Rossi: art. 1. Allegato "A". La Legge regionale 15 gennaio 1973, n. 3 "Criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili-nido comunali costruiti e gestiti con il concorso dello Stato di cui alla Legge 6 dicembre 1971, n. 1044 e con quello della Regione" è incrementata nello stanziamento per l'anno 2010 di 2.000.000 di euro. L'UPB DA09011 è diminuita di pari importo.
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

L'emendamento rubricato n. 78 potrebbe anche essere considerato già illustrato dai precedenti interventi. A questo punto, vorrei fare una proposta alla maggioranza: se noi andiamo a ridiscutere questo emendamento penso che superiamo il tempo previsto, arriviamo al termine della serata con la votazione e poi andiamo a casa. Io proporrei - vorrei che il Presidente mi ascoltasse, perché in pratica sto facendo un intervento sull'ordine dei lavori - di votare subito l'emendamento n. 78, rinunciando però ad andare avanti e considerando chiusa la seduta serale.
Direi che il lavoro è stato proficuo e possiamo riprendere domani con nuovi emendamenti.



(Commenti in aula)



DUTTO Claudio

No, sono in auto. Se fossi venuto in treno, mi sarei esposto al rischio di dover tornare a Cuneo con l'ultimo treno, e voi avreste approvato il bilancio. Quindi, sono venuto in auto.



(Commenti in aula)



DUTTO Claudio

E allora continuiamo con l'esposizione di questo emendamento.
L'emendamento prevede due milioni di euro; riguarda l'anno 2010; le considerazioni possono essere simili a quelle che abbiamo già fatto prima.
Dobbiamo purtroppo prendere atto che per il 2008 e il 2009 c'è un'assenza assoluta di stanziamenti; potremmo perlomeno augurarci che, a lungo termine, arrivando al 2010, la Giunta abbia intenzione di prevedere uno stanziamento, magari un pochettino più alto.
Difatti, noi proponiamo due milioni di euro, anziché il milione che avevamo proposto per l'anno in corso, in modo da riuscire a finanziare qualche domanda che potrebbe nel frattempo arrivare dagli enti pubblici locali, dai Comuni. Le motivazioni sono quelle già più volte evidenziate.
C'è l'assoluta necessità di aumentare il numero di posti disponibili negli asili nido, per eliminare le liste d'attesa e le numerose richieste che oggi non possono venire accontentate. Così facendo si offre la possibilità alle nostre famiglie, che altrimenti non possono permetterselo di avere un figlio senza grosse preoccupazioni su quello che succederà dopo, con una certa sicurezza e una certa garanzia alle spalle di avere assistenza da parte della società per fare questo importante passo e sperando così di incrementare...



(Commenti della Presidente Bresso)



DUTTO Claudio

Non capisco cosa... Io sono serio: è qua attorno che c'è qualcosa che non è serio! Ciò - come dicevo - in modo da poter offrire questa possibilità a molte famiglie che oggi sono nella situazione di non potersi permettere la nascita di un figlio. Pertanto, ribadiamo che ci sembra più che ragionevole rifinanziare questo capitolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Devo dire che, nei vostri confronti, sono meno generoso di quello che è stato il collega Chiezzi con me, perché io vi sto citando il libro di Berta che - ripeto - trovo interessantissimo; non so, però, se sia a voi gradito e ritenuto interessante come quello che il collega Chiezzi ha letto a me.
Dovete sapere che, durante il dibattito sul "buono scuola", il Consigliere Chiezzi ha fatto una cosa egregia: mi ha letto tutta la dottrina sociale cattolica; ogni tanto sbagliava qualche termine. Si è portato il catechismo, ecc., e me lo ha letto: vi ricordate? Secondo lui c'era un legame con il buono scuola e diceva che "poiché la legge sulla parità scolastica deriva - diceva Chiezzi - da questa aberrante dottrina cattolica, io devo citarvi le radici del male".
Quindi ci ha fatto - cosa che a me ha confortato molto - quella lettura.



LEO Giampiero

LAUS Mauro (fuori microfono)



LEO Giampiero

Che ci leggi, Leo?



LEO Giampiero

Berta!



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

Beh, anche il buono scuola era quello! E poiché parliamo degli asili nido, si parla della natalità.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono)

Questo è il bilancio!



LEO Giampiero

Mentre il Consigliere Chiezzi parlava del sesso degli angeli quando si parlava del buono scuola, io invece parlo di natalità che - caro Presidente Peveraro - è un pochino (non tanto) più pertinente di quello che diceva lui: glielo garantisco! Un pochino! Se lui parlava di alta teologia sul buono scuola, parlando di asili nido posso parlare di natalità, che mi pare molto più pertinente.
Infatti, dice questo: è a Torino, la città che per un po' sembra trasformarsi in un'immensa fabbrica, un moloc produttivo capace di assorbire un numero inusitato di lavoratori. Per cogliere il ritmo cui corre l'espansione di Torino, la città che Gramsci aveva esaltato come la concezione del paradigma fordista, dove la composizione demografica agglutinata attorno ai poli del lavoro del capitale razionale, sono sufficienti rispetto alla natalità i dati dei due censimenti del 1951 e del 1961. In quei dieci anni, gli abitanti salgono da 719.000 a un milione e 25 mila. Il peso relativo della città capoluogo sulla provincia sale dal 50,2 al 56, 2%.
Ma Torino, come Milano, non ha ancora esaurito il suo potere d'attrazione; la città tocca il massimo nel 1975, quando supera di poco quota 1.200.000 abitanti. Dall'anno seguente, incomincia il deflusso, che in 25 anni, anche a causa di mancate politiche per la natalità - e gli asili nido fanno parte della mancata politica per la natalità, anche se ripeto apprezzo molto gli sforzi che sono stati fatti - la porterà a gravitare intorno alla soglia di 900 mila abitanti.
Vale la pena soffermarsi un momento sugli indicatori caratterizzanti la popolazione torinese. Per esempio, l'indice di vecchiaia nel 1951 è pari a 64; scende a 61 dieci anni più tardi e raggiunge il minimo nel 1971, con il valore di 52. Quindi è una società vitale e dinamica.
Poi, l'indice di invecchiamento nella società si impenna: 73 nel 1981 145 nel 1991, 196 nel 2001.
Un po' migliori, ma non diversi nella sostanza, i valori che si riferiscono al suo territorio provinciale.
Per quanto riguarda le dimensioni dei nuclei familiari dei residenti la tendenza, nell'arco dei 50 anni compresi tra il 1951 e il 2001, è quella di un calo quasi costante. Nel 1951 il numero medio dei componenti per famiglia in provincia di Torino è di 2,98; nel 1961 scende a 2,88.
Per dieci anni, il decremento si arresta. Insomma, tutto questo per dimostrare quanto dicevo prima: le politiche per la famiglia e la natalità sono assolutamente indispensabili nella nostra Europa e nel nostro, ahimè vecchio, Piemonte.
Credo che questa emergenza, insieme all'emergenza educativa che il Santo Padre ha appena ricordato al convegno dell'Azione Cattolica come una delle grandi emergenze, abbia una forte ragione, ma non basata sulla nostalgia della famiglia ancestrale, bensì sul fatto che una società moderna deve poter garantire l'educazione dei figli in maniera dinamica, in maniera che non sia sacrificata la figura della donna, che non sia marginalizzata, da un punto di vista sociale, in maniera estremamente avanzata.
Non a caso, alcune società del nord Europa, che per prime hanno toccato questa tragedia, stanno cercando di porre dei correttivi. Da questo punto di vista - mi rivolgo all'Assessore Peveraro - penso che ogni euro speso per gli asili nido sia fondamentale per la ripresa e lo sviluppo della nostra società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monteggia.



MONTEGGIA Stefano

La proposta avanzata dal Consigliere Dutto mi sembra una proposta di buon senso, ma poiché probabilmente non riusciamo a trovare una sintesi e un'intesa, proseguiremo nel nostro intento.
Passando al 2010, vediamo che - stiamo sempre parlando della legge regionale n. 3, del 1973 - lo stanziamento previsto per tale anno viene incrementato a due milioni di euro. Quindi, facendo il conto, andiamo a quattro milioni e mezzo di euro. Quei quattro milioni e mezzo di euro che in tre anni non ci sembra siano stati stanziati.
Rispetto a quello che si diceva prima, chiaramente si voleva portare al discorso di un incremento di questa spesa, affinché le famiglie possano ancora usufruire di uno stanziamento che possa portare...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere.



MONTEGGIA Stefano

Io non la obbligo assolutamente ad ascoltare, se vuole può anche uscire, non è che sia necessario, ci mancherebbe altro! Non le sto dicendo che deve stare qui ad ascoltarmi, Presidente! Capisco benissimo che la Presidente si possa innervosire; avevamo fatto una proposta decente, che forse per voi è diventata una proposta indecente non so, però mi sembra che...



(Commenti della Presidente Bresso)



MONTEGGIA Stefano

Guardi, io non sono andato a vedere il Torino perché sono milanista quindi del Torino proprio non me ne poteva importare di meno! Per questo motivo, vogliamo proseguire sul discorso...



(Brusìo in aula)



MONTEGGIA Stefano

Presidente, capisco che sia poco importante, ma stia tranquillo che non le chiederò minuti in più, ci mancherebbe altro! Siamo già soddisfatti di quel tempo che sta passando con inutili nervosismi...
Comunque, parlando sempre di incremento delle nascite, che non pu avvenire o che avviene in parte, proprio a causa delle difficoltà delle famiglie, vorremmo far presente che il centrosinistra non ha molto a cuore il discorso della famiglia, non solo per il discorso degli stanziamenti che non vengono messi a bilancio, ma proprio per un discorso generale di disfacimento della famiglia.
Faccio un piccolo esempio: quando si vanno a stanziare dei soldi, come è successo la volta scorsa, per il Gay Pride, ma non si stanziano soldi per gli asili nido. Ci sentiamo anche un po' imbarazzati per questo fatto; un fatto che non fa sicuramente onore ad alcune forze politiche che fanno capo al Partito Democratico, dove esiste una componente forte della Margherita che non ha assolutamente condiviso quella decisione.
questo che voglio dire: da parte del Partito Democratico c'è una componente fortemente cattolica, ma non porta ...



(Commenti in aula)



MONTEGGIA Stefano

Stasera mi fa anche piacere, Presidente, perché magari sbagliando qualche parola, però vedo che ottengo un po' di attenzione, anche perch diventa difficile parlare con la Presidente che si agita, con gli altri che magari fanno delle battute, quindi si perde il filo logico della situazione e del discorso.
La prossima volta che interverrò, Presidente, qualunque cosa io possa dire e qualunque cosa non piaccia alla maggioranza, desidererei che non ci fossero tutti questi brusii e interventi...



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monteggia. Per quanto possibile, cerco di mantenere il silenzio in Aula, non sempre però...



MONTEGGIA Stefano

Presidente, se tutte le volte che uno parla viene interrotto, diventa difficile riuscire a tenere un filo logico, seppure capisco che questo argomento crei nervosismo all'interno della maggioranza.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'emendamento in questione perché credo che parlare di natalità e bambini, e di conseguenza di asili nido, non sia mai tempo perso e non se ne parli mai a sufficienza. Questo, soprattutto in una nazione e in particolare, in una regione in cui si è in forte decrescita rispetto alle nascite. Se dovessimo togliere dal computo generale l'incremento che arriva dai nuovi nati delle famiglie straniere, avremmo addirittura un forte deficit di natalità, ogni anno.
Fra tutte le regioni italiane, il Piemonte è sicuramente quella che più di tutte subisce - dico subisce, perché secondo me è un fenomeno negativo questo fenomeno.
In particolare, il Piemonte è una regione - posso dire che ho fatto delle ricerche in tal senso - che si avvierà nei prossimi anni ad avere un rapporto quasi di uno a due di pensionati, e di conseguenza non ci saranno nuovi nati...
Vedo che l'Assessore Peveraro ride sornione: si figuri io! Io sono estremamente felice, da un certo punto di vista, che ci sia un'ipotetica base elettorale che cresce. Però, dal punto di vista dell'amministratore o del politico, sono anche preoccupato del fatto che, tutto sommato, se non c'è un ricambio generazionale, è difficile immaginare come possono essere pagate queste pensioni.
indubbio che le politiche che possono contribuire ad incrementare le nascite sono quelle relative alla famiglia, che sono assolutamente le più disparate. Ho trovato molto interessanti alcune proposte che provenivano dal centrosinistra, dal programma della Presidente Bresso.
Crediamo che la proposta in oggetto, firmata in calce dai colleghi della Lega Nord, se non erro, vada proprio in quella direzione. Riteniamo che la proposta di aumentare, nell'anno 2010 (anno di fine legislatura), lo stanziamento in oggetto non possa che trovare il favore della maggioranza.
I numeri citati prima dal collega Boeti, ovvero il 15% di posti asilo per bambino al 2005, attualmente cresciuti al 20% o al 25%, con la previsione di chiudere al 30%, è sicuramente una elencazione in percentuale positiva. Credo, però, che si possa fare qualcosina in più.
Se si riuscirà ad arrivare al 30%, plauso a quest'Amministrazione e a questa maggioranza, che è riuscita a raggiungere questa percentuale.
anche vero che ci sono delle realtà - Torino, purtroppo, è centrale in questa problematica - che hanno maggiori sofferenze rispetto ad altre.
In un momento dove le tensioni sociali su Torino città non mancano credo che un segnale possa arrivare proprio da questo Consiglio regionale nel senso di offrire simbolicamente un momento di respiro perlomeno alle tante famiglie che nei prossimi anni potranno e vorranno avere un bambino.
Chiediamo dunque a questa maggioranza di sostenere (o comunque di formulare una controproposta) lo stanziamento per il 2010, e di non rimanere inerte di fronte ad una proposta che non ci sembra assolutamente peregrina. Grazie, Presidente e colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Avvicinandosi il termine della seduta, non volevo lasciare al collega Leo il monopolio degli interventi. Naturalmente lui ha volato alto; io invece, vorrei svolgere qualche considerazione in ordine proprio alle possibilità di intervenire per aiutare le famiglie che hanno necessità di accudire o comunque di far crescere nella più giovane età i loro figli mantenendo il lavoro.
In questi anni si sono susseguite una serie di modifiche legislative che, se correttamente attuate, potrebbero già andare in questa direzione.
A fronte di un intervento strutturato, credo che si possano pensare anche altre soluzioni; si guardi, ad esempio, la rilevanza ai fini delle deduzioni o detrazioni - non sono un esperto fiscale - delle spese che si sostengono per le rette nelle strutture degli asili nido. Naturalmente l'auspicio è che si possa fornire un servizio direttamente alle famiglie che ne hanno necessità; un ulteriore auspicio è che vi siano delle risorse anche flessibili in termini di sussidiarietà. In extremis, però, laddove non ci potessero essere delle risposte immediate, si garantisca almeno un sollievo dal punto di vista fiscale in termini d'applicazione del quoziente familiare, che prima è già stato richiamato da qualche collega, oppure applicando una deduzione dal reddito o dalle tasse da pagare del controvalore di questi pagamenti, che non rappresentano una discrezionalità, ma una necessità.
Un'altra considerazione che volevo fare riguarda la suddivisione sul territorio di questi servizi. Noi sappiamo - qualche collega lo ha precisato - che nelle grandi città, magari a Torino e cintura, vi possono essere situazioni d'emergenza, per cui molte volte hanno maggior incidenza e maggior possibilità di essere recepito dalle istituzioni e di avere risposte.
Sappiamo anche - in questi giorni abbiamo avuto modo di parlarne anche con rappresentanti provenienti da vallate o da Comunità montane - che in determinate località, dove magari si addensano o si profilano possibilità di svolgere determinate attività, magari con la localizzazione di nuovi nuclei familiari, l'assenza di strutture di questo tipo può, a livello embrionale, pregiudicare determinati disegni di sviluppo in certe realtà decentrate. Occorre, quindi, da un lato fronteggiare un'emergenza acuta dall'altro uno strumento o una possibilità d'intervento per completare quel minimo di servizi che consentano di andare ad abitare (o di rimanere ad abitare) in determinate località magari decentrate.
Questi sono senz'altro gli strumenti di una politica di riequilibrio non solo sociale ma anche territoriale. Ben venga, quindi, un ragionamento di tipo complessivo e magari non dico una provocatoria proposta di un emendamento come quello rubricato n. 78, che riguarda il 2010, ma almeno una "punzecchiatura" o una sollecitazione, perché a mio avviso consente di fare il punto su una determinata problematica - chi ha orecchie per intendere, mi auguro vorrà intendere - e darà, se non in questo momento magari anche in epoche successive (mi auguro ravvicinate), le adeguate risposte.
Noi, comunque, saremo attenti a tutte queste proposte, perché ancorch i nostri interventi sono talvolta inframmezzati da qualche battuta che serve a tenere viva l'attenzione in sedute come queste, non devono essere sottovalutate le ragioni profonde che ci inducono a sostenere determinate questioni, come quella di cui adesso stiamo discutendo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Sono molto perplessa rispetto alla modalità che si sta seguendo di approccio a queste proposte emendative che stiamo sostenendo, rispetto a tutta una serie di questioni che mi paiono tutt'altro che ostruzionistiche.
Sinceramente, non riesco a comprendere la posizione di questa Giunta e di questa maggioranza, che, su tutta una serie di questioni che da questa mattina cerchiamo molto sommessamente di porre, ha come unico atteggiamento non soltanto quello della chiusura totale, ma anche di una sorta di convinzione che sia un'azione del tutto strumentale e poco credibile come sostanza dei ragionamenti.
Questa mattina abbiamo sollevato una questione molto generale, che penso si porrà anche nella discussione di domani e che, nel corso della discussione della finanziaria, cercheremo di ribadire rispetto ad un'impostazione della manovra di bilancio che dovrebbe andare nell'ottica di un ridimensionamento degli stanziamenti per rispettare delle regole e delle leggi che esistono e che, tra l'altro, a livello nazionale, si fanno rispettare anche con grande insistenza e difficoltà nei confronti delle amministrazioni comunali.
Abbiamo cercato, visto che su questo ragionamento nulla la Giunta oggi ha voluto dire, di fare una serie di valutazioni nel merito rispetto agli articoli della finanziaria. Nell'ambito dell'articolo 1 della finanziaria si sta ragionando rispetto alle modalità di finanziamento di una serie di leggi. Tra l'altro la Lega Nord, con il Consigliere Rossi, propone, negli emendamenti che si sono succeduti nella giornata di oggi, una tempistica di stanziamento rispetto alle varie risorse, per esempio sulla legge n. 3 del '73 che, addirittura, non ha soltanto una finalità nell'anno del quale si sta cercando di discutere il bilancio di previsione, quindi il 2008, ma addirittura, proprio in un'ottica complessiva di difficoltà nell'individuazione di risorse su questo tipo di legge, avanza un'ipotesi di stanziamento rispetto al bilancio pluriennale.
Sinceramente non condivido, non riesco a comprendere quale strumentalità questa maggioranza e questa Giunta intravedano rispetto alle questioni che noi oggi cerchiamo di porre. Il tema degli asili nido, lo abbiamo ampiamente argomentato nelle considerazioni degli emendamenti precedenti, è un tema sul quale intendiamo discutere, intendiamo fare delle proposte, intendiamo sollecitare questa maggioranza e questa Giunta ad essere più attenta e a fare sì che si trovino delle risorse. È molto semplice tutte le volte affermare che non ci sono delle risorse perché è colpa di qualche ente superiore o inferiore.
Penso che ogni livello istituzionale debba fare il proprio dovere se le leggi sono state approvate e votate da questo Consiglio o si abrogano oppure, essendo esistenti, hanno manifestato una necessità e sollecitato un'esigenza che il Consiglio ha voluto approvare. Per avere dignità, queste leggi devono poter avere una certa continuità.
Diversamente, si dice al vostro collega Deorsola di preparare un altro splendido disegno di legge che va ad abrogare una serie di leggi e inizia a fare l'elenco di quelle che devono essere abrogate. Il fatto di decidere non si sa bene rispetto a quale criterio, di finanziare o meno, sia sull'annuale sia sul pluriennale, una legge come quella, che solleva un tema così importante, ci sembra una disattenzione, non sappiamo se colposa o dolosa, su un tema che invece noi riteniamo molto importante.
Chiediamo l'espressione di un voto anche sull'emendamento n. 78.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ritengo che ogni tanto, forse, occorre interloquire, altrimenti diventa una noia nella farsa che, per fortuna, almeno per oggi, si sta per concludere tra non meno di mezz'ora.
Ho sentito più volte ripetere da diversi colleghi dell'opposizione argomentazioni che vorrebbero dimostrare che nulla di strumentale c'è nella loro azione. Consentitemi di fare alcune considerazioni.
Già ieri sera abbiamo sentito dal telegiornale che l'opposizione almeno sembrava così, aveva deciso di interrompere quella fase ostruzionistica che si concretizzava nella richiesta di iscrizioni all'ordine del giorno per arrivare, finalmente, ad una discussione costruttiva nel merito.
Se affrontare nel merito, in modo costruttivo, significa presentare 150 160 emendamenti su 28-29 articoli che la legge finanziaria prevede, a me sembra veramente una farsa nella farsa. Abbiate l'onestà intellettuale di dire: sì, stiamo facendo ostruzionismo. Voi state facendo ostruzionismo. Se state facendo ostruzionismo c'è da chiedersi, ma non tra noi (non ci sono giornalisti, quindi ce lo possiamo dire francamente in faccia, perché poi il discorso dei giornalisti è un altro, il discorso delle considerazioni degli elettori è un altro ancora), per quale motivo state facendo ostruzionismo.
In democrazia, con i numeri, si vincono le elezioni e quella che viene eletta per governare, normalmente, è la maggioranza. La minoranza indirettamente, viene eletta come minoranza, quindi diventa opposizione, ma mentre il ruolo della maggioranza è ben preciso, ed è un diritto dovere quello di governare, nessuno ha sancito, da nessuna parte, che l'opposizione debba, a tutti costi, svolgere un ruolo ostruzionistico d'opposizione. Non c'è scritto da nessuna parte. Tanto è vero che vi sono provvedimenti e leggi che si riescono a concretizzare e a votare in modo bipartisan.
La legge finanziaria, invece, è una cosa che compete alla maggioranza ed è la maggioranza che deve poterlo fare. Se dopo infiniti incontri di Commissione, se dopo infinite ore d'aula, si capisce che la maggioranza non è disponibile ad addivenire a richieste che, qualora fossero realmente erogate nell'ambito del merito, sarebbero concretizzabile in uno, due, tre quattro, cinque, dieci emendamenti, ma non 160, allora se ne prende atto.
Non si può continuare all'infinito questa manfrina, perché non porta assolutamente da nessuna parte.
Sono sempre stato, e voi la sapete bene, nei momenti di muro contro muro, quello che ha assunto posizioni moderate o di mediazione a tutti i costi, comunque mi è sempre piaciuto il dialogo e il confronto, ma in questo caso non c'è confronto, amici miei. In questi casi c'è da prendere atto che la maggioranza deve assumersi una responsabilità e deve andare fino in fondo. Il vostro ruolo non è quello di portare all'infinito, in decine di sedute, serali, notturne, diurne o pomeridiane questa manfrina.
Di manfrina si tratta e di farsa si tratta, che non piace a nessuno. Non piace ai nostri elettori, ma non piace neanche ai vostri elettori, non facciamo niente d'utile.
Se, alla fine, il vostro obiettivo è di ottenere delle briciole ritengo che non sia neanche dignitoso, da parte vostra, fare tutto questo per ottenere delle briciole. Se quelle briciole la maggioranza ha deciso di non darvele, prendetene atto!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Le considerazioni che il Consigliere Buquicchio faceva precedentemente sono parzialmente condivisibili sul piano di un corretto rapporto tra maggioranza e opposizione. Non lo sono quando ipotizzano un rapporto tra maggioranza e minoranza a livello di Consiglio regionale che taluni vorrebbero similare a quello che oggi avviene dopo le ultime riforme, a livello di Consigli comunali e Consigli provinciali, dove abbiamo un certo numero di persone che si riuniscono e che, in realtà, non hanno alcun potere decisionale su quello che gli organi locali vanno a definire rispetto alle politiche comunali e provinciali.
Non so, dal punto di vista della democrazia, se il modello dei Consigli comunali e dei Consigli provinciale sia ideale dal punto di vista del compimento dei valori democratici rispetto ad una realtà, come quella del Consiglio regionale, dove i singoli Consiglieri contano ancora qualcosa e dove possono illudersi di avere un ruolo attivo sulle decisioni che l'Ente locale che rappresentano va a determinare.
Io semplicemente rifletto su questa duplice situazione, sulla frustrazione di chi vive il ruolo di Consigliere, sia di maggioranza, sia di minoranza, nei Consigli comunali o nei Consigli provinciali, dove non hai alcun ruolo decisionale, dove non puoi praticamente influire in nessun modo sulle decisioni che la Giunta ti paracaduta sulla testa, a differenza fortunatamente - del nostro consesso, dove invece il singolo Consigliere regionale può ancora avere un'influenza sul processo decisionale.
Che questo sia un bene o un male, probabilmente, può dare adito ad un ampio dibattito; certo, il pretendere che determinate dinamiche, approvate negli ultimi anni, a partire da una serie di riforme, e che sono diventate prassi comuni in quegli enti, vengano applicate anche in un'assemblea legislativa come questa significa limitare il ruolo e la specificità dell'ente regionale.
Credo che nei processi d'alternanza che hanno visto governare questa Regione da Giunte di centrodestra o di centrosinistra, la possibilità per l'opposizione di giocare un ruolo che non sia esclusivamente di puro controllo, ma che possa avere una qualche influenza sulle decisioni che vengono assunte sia, tutto sommato, positivo. Questo potere d'influenza nello scorso decennio, è stato ampiamente utilizzato dai Consiglieri che hanno rappresentato le forze di centrosinistra in questa Regione. Se facciamo un'analisi attenta dei dieci anni della Giunta Ghigo, possiamo rilevare che quella Giunta, in dieci anni, ha sicuramente concesso - in termini politici - almeno il triplo di quello che ha concesso questa Giunta all'opposizione. Ha dato il triplo, ricevendo addirittura il triplo come ostruzionismo in sede d'Aula.
Quindi, questi due dati portano ad un risultato complessivo di uno a nove il rapporto tra pressione ostruzionistica e concessioni all'opposizione rispetto alla situazione che si era determinata nei dieci anni precedenti. È vero: questo non vuol dire niente, in termini di cambiamento e d'innovazione rispetto ad una nuova maggioranza; resta il fatto che questi precedenti storici sono un dato di fatto comprovato.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente. Forse l'euforia elettorale ha dato alla testa a qualche collega Consigliere. Mi ha davvero sorpreso sentire le parole del collega Buquicchio che, fino a qualche settimana fa, era noto per essere persona moderata, molto ragionevole e molto rispettosa delle competenze e delle prerogative del Consiglio regionale e dei suoi colleghi. Mi ha davvero sorpreso sentirgli dire che stiamo facendo manfrine. Ma quali manfrine? Chiediamo un potenziamento della rete degli asili nido; chiediamo gli asili nido nelle aziende ospedaliere; chiediamo che vengano rafforzati quei valori della famiglia e quei valori cristiani (per chi ci crede). E queste sono manfrine? Un po' più d'attenzione e di rispetto, invece, al ruolo che l'opposizione ha il dovere di svolgere e deve fare.
Noi abbiamo chiesto una riduzione delle spese del bilancio della Regione Piemonte; tra l'altro, una riduzione di spese mirata, in base alla capacità degli impegni di spesa dimostrati negli anni passati.
Al collega e amico Buquicchio diciamo che noi vogliamo meno spese per sprechi inutili, meno feste, meno festival di dubbio valore, più soldi per la polizia municipale, più soldi per i vigili urbani della Città di Torino che sono stati aggrediti l'altra sera in piazza Vittorio e non hanno potuto difendersi: hanno dovuto prendere, per l'ennesima volta, delle botte perché non hanno i manganelli, non hanno gli estensori, non hanno quel minimo di strumenti per difendersi da una violenza che si sta ormai sviluppando in questa città e in questa regione e a cui anche questa Giunta regionale non fa nulla per opporsi.
Meno sprechi, meno consulenze, cari amici, cari colleghi! Queste non sono manfrine, ma assunzioni di responsabilità, perché - e, tra l'altro, il risultato elettorale nazionale ve lo dovrebbe insegnare - questo è quello che vuole il vero popolo, non i raccomandati, non i lacchè di corte.
questo che vuole la gente italiana, la gente del Piemonte! Queste sono le risorse! Vuole una spesa pubblica mirata, più realistica verso le esigenze vere della gente che sono, in questo momento, quelle della sanità e della sicurezza.
Pertanto, respingiamo al mittente l'accusa di esserci persi in manfrine e chiediamo più rispetto e più attenzione verso il nostro ruolo, che è solo iniziato. È solo iniziato e sarà ancora più incisivo e determinato nelle prossime ore e nei prossimi giorni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Confido sempre nella buona sorte, anche in se quest'ultima campagna elettorale la buona sorte non c'è stata, sebbene io mi sia prodigato più di quanto ho fatto in quest'Aula, tra famiglia eccetera. Non tutti hanno potuto capire. Non vorrei che anche voi faceste lo stesso errore che hanno fatto certi elettori: pensateci bene.
Non tutti hanno potuto capire cosa sono i valori, cos'è la famiglia cosa sono le istituzioni, cos'è l'unità nazionale, cos'è una forza politica come la vostra che, di colpo, è stata spazzata via. Quindi, pensateci bene perché - ripeto - siamo qui per portare avanti, assieme, un progetto che riguarda il nostro territorio, le nostre famiglie, le famiglie di tutti i cittadini piemontesi. Non commettiamo quindi lo stesso errore che è stato fatto prima della campagna elettorale, ma soprattutto non facciamo lo stesso errore che molti cittadini hanno fatto, andando a votare quello che hanno votato, ossia la contrapposizione politica.
Vedo il mio amico Andrea, che giustamente è eccitato dal risultato politico che è riuscito ad ottenere. Forse anche lui ancora non si capacita e si chiede: "Ma cosa è successo?".
Da un po' di giorni cerco di fare analisi, studiando numeri e contronumeri: non c'è niente da fare! La gente vota contro qualcuno, non vota per l'interesse di qualcuno. E quindi questo ci deve far preoccupare perché se noi continuiamo a non ascoltare quanto si dice a sinistra e a non pensare a quello che è sulla destra, finisce che facciamo gli interessi dei grilli parlanti. Io nel mio partito ne ho qualcuno: è entrato, è uscito però Grillo è ancora lì e lui si è sistemato. Quindi, non vorrei che così facendo, continuassimo a promuovere la politica dei grilli parlanti, e non quella del dialogo.
Anche io - Presidente, lo ripeto - ho fatto per otto-nove mesi l'Assessore all'agricoltura. Ero "sparato" a lavorare notte e giorno; ho fatto di tutto, non parlavo, non dialogavo con i sindacati, non dialogavo con la Coldiretti, non dialogavo con la Confagricoltura. Qual è stato il risultato? Che Ghigo mi ha fatto fuori!



(Risate in aula)



SCANDEREBECH Deodato

Allora, pensiamoci bene, ragazzi! Voi avete avuto la vostra disgrazia io ho avuto la mia. Cerchiamo di dialogare! Assessore Peveraro, confido nella sua intelligenza. Cerchiamo di collaborare e costruire moderatamente, non alla Scanderebech di cinque anni fa. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Intervengo volentieri perché l'intervento del collega Buquicchio, che ho sentito per televisione, ma che ho ascoltato con molta attenzione, non solo non mi ha irritato, ma mi ha colpito per la sua sincerità. Conseguentemente, ritengo meriti una risposta utile e non necessariamente altrettanto sincera.
Il Consigliere Buquicchio, nella notte che ci separa, se vuole e se avrà tempo, potrà riflettere su alcuni punti: per esempio sul fatto che il centrosinistra, come capita a una componente, non c'è niente di drammatico (a noi è capitato un paio di volte, nella mia esperienza politica), il 12 e 13 aprile ha perso le elezioni o, se volete, noi le abbiamo vinte (credo sia più corretto dire che il centrosinistra ha perso, ma è una questione di interpretazione).
Il Consigliere Buquicchio - dicevo - è qui con noi da tre anni e vive in questa città e in questa regione, pertanto nessuna conseguenza ha avuto l'esito di quanto è successo, ma non la conseguenza che la Presidente Bresso ha, con la sua solita intelligenza, ritenuto noi chiedessimo, cioè le sue dimissioni.
Come direbbe il Consigliere Ricca, qui nessuno per legittimi interessi personali - non vorrei essere frainteso - vorrebbe come prima cosa che la Presidente si dimettesse, ma credo che nessuno, se le parole del collega Buquicchio hanno il tasso di sincerità che io ho colto - altrimenti me ne dorrei - possa ritenere che l'avere il centrosinistra legittimamente combattuto su tutto il territorio nazionale e su posizioni molto diversificate, tra quelle che sono rappresentate tra alcuni componenti qui eletti nelle prime file e quelle che oggi appartengono al PD, non possa non avere, non debba non avere - perché le cose che possono, debbono - delle conseguenze che non sono dimissioni, ma chiarimenti. Sono legittime richieste da parte dell'opposizione che hanno trovato (esprimo un'opinione che non sarà condivisa) snobistico distacco.
Di che cosa volete che parliamo? La Regione è altra cosa rispetto al territorio nazionale, ma le maggioranze qui, quando si è partiti, erano le stesse che il Governo Prodi ha interpretato! Il Governo Prodi ha avuto l'esito che ha avuto; noi abbiamo delle opinioni su questo triennio e riteniamo che queste opinioni non abbiano avuto l'attenzione che doverosamente una forza di governo dovrebbe e deve dare, quando le risposte che sta proponendo al territorio nazionale non trovano riscontro.
Vedete, e alludo ai colleghi che rappresentano le prime file, ci sono due modi per interpretare l'esito del Governo Prodi: qualcuno dà la responsabilità dell'esito al Partito Democratico, e conosco parecchi colleghi dei rappresentanti delle prime file che lo fanno; altri, più in linea con il mio modo di pensare, si chiedono dove abbiano sbagliato.
Quest'ultima parte ("dove abbiamo sbagliato?") richiede un'umiltà di approccio che io non vedo, neanche nel momento in cui parlo. Non sono mica preoccupato per Angelo Burzi! Dovrebbe essere molto preoccupata la Giunta perché il problema del governare questa Regione non è un problema di Angelo Burzi né dei colleghi che sono qui. È un problema della maggioranza, che ha il diritto-dovere di farlo, e dell'esecutivo che la rappresenta e deve portare avanti la sua azione. Primo passaggio.
Secondo passaggio: non sfuggirà neanche al collega Buquicchio che recentemente sono passate di mano delle deleghe non secondarie all'interno della Giunta. Senza citare, come ha fatto con gran passione il collega Lupi, che le ha già risposto - ho sentito anche l'intervento del collega Lupi - le esperienze precedenti, le esperienze non sono l'unico modo di interpretare la realtà, ma a qualcosa servirà bene la storia di ciò che è successo! Quando passano deleghe così importanti, come è successo, e all'attenzione che l'Aula richiede, che noi abbiamo sollecitato domandando "che cosa è successo?", di nuovo c'è stata la stessa snobistica risposta del tipo "sono fatti nostri, di che cosa volete occuparvi?", eh beh, questo irrita, visto che la domanda non è irrilevante! Noi non abbiamo chiesto se e come un Assessore abbia cambiato macchina o sarto; abbiamo chiesto a che titolo dell'edilizia sanitaria (3,8 miliardi di lire), della cui legge si è discusso lungamente, perch quest'opposizione ostruzionistica ne ha non solo consentito la discussione ma ha anche agevolato l'approvazione, non se ne occupa più Tizio ma se ne occupa Caio.
Fatti nostri!



(Scampanellio del Presidente)



BURZI Angelo

Il Presidente Gariglio ritiene che io stia facendo un intervento inutile e quindi, quando avremo tempo, se volete...



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

Lei intanto incominci a pensare a queste cose, poi legga la Repubblica di oggi. Io non leggo i giornali, come sa chi mi conosce bene, ma la vostra Presidente ha detto: "Con quella decisione, credo si sia capito qual è il nostro impegno. Per l'opposizione, da quel momento" - cito testualmente "ogni ora che passa diventava un vantaggio per me".
Credo che la Presidente si sia sbagliata e glielo stiamo dimostrando ma quella frase non l'ha detta il capo dell'opposizione, l'ha detta la sua Presidente questa mattina. Leggete i giornali e poi ponetevi le domande! Adesso, stanotte, pensi e poi domani mattina...



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi. Mi spiace che abbia interpretato come una mia valutazione negativa il suo intervento; non lo ritengo assolutamente inutile, ma penso sia dovere di chi presiede l'Assemblea far rispettare il Regolamento, a prescindere dal nome, dal volto e dal luogo della persona che sta parlando. Quindi, mi atterrò rigorosamente al Regolamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Presidente, proseguo da dove ha interrotto il collega Burzi, perch l'intervento del collega Buquicchio merita una riflessione. Io lo apprezzo perché è bene che ognuno dica quello che pensa e lo dica con chiarezza prima ho stimolato qualcuno a interloquire e devo dire che l'intervento più interessante che ho sentito da quei banchi e da questi oggi è stato quello del collega Buquicchio. Anche quando si fanno delle critiche si dà modo di arrivare a momenti di chiarimento come questo. Se noi avessimo passato le ultime due ore a discutere di questo, forse sarebbe stato più utile.
Questa sera ho fatto un intervento simile; ho chiesto se c'era qualcuno che si poneva in qualche modo, offrendo una possibilità di dialogo. L'ha fatto il collega Buquicchio venti minuti fa, il quale dal suo punto di vista ha posto delle situazioni.
Come diceva il collega Burzi, però, si cerca il rispetto, si cerca ascolto e interlocuzione, ad esempio ieri pomeriggio - non ero presente, ma mi è stato raccontato - c'è stata un'interruzione e oggi leggiamo sui giornali: "L'opposizione ha capito, non poteva più fare niente, adesso è nostra mano...".
Sono dimostrazioni che tendono a colpevolizzare l'opposizione che aveva tenuto ferma tre giorni...



(Commenti in aula)



CASONI William

sui giornali! Allora, vi aspettate che noi, caro Vicepresidente, vi diciamo che presentiamo dieci emendamenti, li discutiamo e il bilancio passa? Ripeto: parlate con i colleghi delle altre Regioni; chiedete loro come ha fatto il Presidente della Regione Campania, Lazio, Marche e Umbria ad approvare il bilancio. Interloquite, come hanno fatto loro, con le opposizioni.
Come ho avuto modo di ripetere oggi, noi non siamo più bravi o più duri dei nostri colleghi. Semplicemente ci troviamo di fronte una Giunta quest'anno in modo particolare, perché prima la situazione era diversa che non ascolta ragioni e che vuole far passare un bilancio solo ed esclusivamente come vuole lei, e una maggioranza che, su questo, la sta seguendo.
Finché noi non troveremo interlocuzione, andremo avanti così. Sta a voi capire se è più opportuno andare avanti in questo modo o avere un'interlocuzione con la minoranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boniperti; ne ha facoltà.



BONIPERTI Roberto

Presidente, visto che ormai tutti si sono alzati e la mezzanotte ormai è passata, rinuncio all'intervento.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Innanzitutto vorrei far notare alla Presidenza, anche se sono certo che se ne sia già accorta, che ormai è passata la mezzanotte. E siccome non voglio privarmi del diritto di intervenire anche per dichiarazione di voto penso che anche gli altri colleghi vorranno intervenire successivamente ritengo che non sia possibile, evidentemente, porre in votazione l'emendamento in oggetto.



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, lei chiede di intervenire per dichiarazione di voto?



GIOVINE Michele

No, no, sull'ordine dei lavori: intendevo chiederle di rinviare a domani la votazione.
Inoltre, volevo fare una piccola precisazione, perché nel riassumere gli eventi...



PRESIDENTE

Collega Giovine, abbia pazienza, lei ha fatto una richiesta di intervento sull'ordine dei lavori.



GIOVINE Michele

Se mi concede trenta secondi, esplicherò meglio la richiesta. Volevo integrare quanto hanno appena detto i colleghi Burzi e Scanderebech.



PRESIDENTE

Il suo è un intervento sull'ordine dei lavori.



GIOVINE Michele

Se mi concede la possibilità di intervenire, alla fine capirà la motivazione; le sarà chiarissima.
Non è vero che non vi sono stati degli sviluppi anche politici perché...



PRESIDENTE

Collega Giovine, per cortesia! Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori.
Ci sono altre richieste di intervento sull'emendamento n. 78? La parola all'Assessore Peveraro, per esprimere il parere della Giunta regionale.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

La Giunta regionale esprime parere negativo.



PRESIDENTE

Accogliendo la richiesta del Consigliere Giovine, le dichiarazioni di voto sull'emendamento n. 78 verranno effettuate nella giornata di domani.
Grazie a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 00.03)



< torna indietro