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Dettaglio seduta n.31 del 18/10/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.07 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.57)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione Franco Fortugno


PRESIDENTE

Cari colleghi, in apertura dei nostri lavori sento il bisogno, anche sollecitato da molti colleghi, di esprimere il primo pensiero di questa seduta a Franco Fortugno, Vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, quindi un nostro collega, barbaramente ucciso per mano della mafia. Alla moglie Maria Grazia, ai figli Anna e Giuseppe e a tutta la famiglia ho già espresso il nostro sentimento di piena e sincera solidarietà.
Domenica 16 ottobre, a Locri, alle cinque di sera, in pieno centro cittadino, mentre si svolgevano le operazioni di voto per le primarie dell'Unione, un uomo è arrivato a viso coperto, ha sparato e ammazzato Fortugno, ed è stato inghiottito dal nulla correndo via.
La vicenda ci fa cadere in una sorta di black out della democrazia.
Nulla appare determinato dal caso: si sceglie un momento di vita democratica, come sono le elezioni, anche quelle primarie, al di là delle valutazioni di merito di ciascuno, per compiere un atto di questo tipo. Si è voluto colpire in quel momento un rappresentante delle Istituzioni, per dimostrare che una parte del territorio nazionale è fuori controllo sottratto alle responsabilità degli amministratori, fuori dalle prerogative dei poteri e dalle garanzie dello Stato. La sfida è diretta innanzitutto alla politica e alle Istituzioni. Chiunque, in qualsiasi momento, pu essere colpito e annientato.
Simbolicamente, i colpi delle armi risuonano come rintocchi di morte per la normalità, la sicurezza, la stessa vita democratica e civile delle Istituzioni italiane.
Ieri si è tenuto in Calabria un Consiglio regionale straordinario, in cui è intervenuto il Ministro dell'Interno, l'on. Beppe Pisanu, che con la sua autorevole presenza ha ribadito la volontà dello Stato di presenziare un pezzo importante del suo territorio. Nello stesso momento, ieri ero a Roma, alla Presidenza dei Consigli regionali, lo stupore e lo sconcerto era palpabile e unanime. La Conferenza di tutti i Presidenti dei Consigli regionali, a nome del suo Presidente, Alessandro Tesini ha espresso la viva partecipazione dei Consigli regionali e anch'io, a nome del Consiglio del Piemonte, ho manifestato il mio dolore, nel giorno che definisco essere di lutto per la democrazia.
Infine, sempre nella giornata di ieri, durante la seduta di insediamento del Comitato per l'Affermazione dei Valori della Resistenza, i membri del Comitato hanno voluto esprimere parole di sdegno per l'accaduto e di preoccupazione, a seguito degli atti di violenza che hanno minacciato il senso delle Istituzioni. Ricordo, fra l'altro, che gli atti di violenza e intimidazione si stanno ripetendo; anche altri Consiglieri di quella Regione sono stati minacciati in questi giorni.
Vi propongo, pertanto, un minuto di silenzio, per ricordare il nostro collega e soprattutto per affermare il nostro senso di difesa, fiducia e forza nelle Istituzioni. Grazie.



(L'Aula, in piedi osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

*****


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Bertetto.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Assegnazione delle funzioni regionali all'Assessore Migliasso (Welfare lavoro, emigrazione, migrazione, volontariato, cooperazione sociale programmazione socio-sanitaria, di concerto con l'Assessore alla sanità concertazione con l'Assessore alle politiche territoriali, in merito alle politiche sociali per la casa)


PRESIDENTE

Con decreto n. 95, del 17 ottobre 2005, la Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso, ha precisato le funzioni attribuite all'Assessore Teresa Angela Migliasso, così come segue: Welfare, lavoro emigrazione, migrazione, volontariato, cooperazione sociale, programmazione socio-sanitaria, di concerto con l'Assessore alla sanità; concertazione con l'Assessore alle politiche territoriali, in merito alle politiche sociali per la casa.
Con lo stesso decreto il Presidente della Giunta regionale ha precisato di stabilire che permangono in capo alla Presidente le funzioni relative a: politiche istituzionali, relazioni internazionali, coordinamento delle politiche comunitarie, cooperazioni internazionali e politiche per la pace comunicazione, coordinamento e indirizzo degli Enti strumentali, delle Agenzie e delle Società partecipate, coordinamento Olimpiadi, coordinamento interassessorile delle politiche del volontariato.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne - Informazione

Interrogazione n. 223, del Consigliere Ghigo, inerente a "Agenzia di informazione Piemonte Press"; interrogazione n. 224, dei Consiglieri Rossi Allasia, Dutto e Monteggia, inerente a "Piemonte Press"


PRESIDENTE

Procediamo al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze".
La parola alla Presidente Mercedes Bresso, per la risposta alle interrogazioni nn. 223 e 224.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Entrambe le interrogazioni si riferiscono all'Agenzia "Piemonte Press", che non è ovviamente un'Agenzia intesa nel senso di esternalizzazione delle attività, ma che ha l'obiettivo di coprire l'intero spettro dei sistemi di comunicazione. Non solo, quindi, i rapporti con la stampa, ma anche tutte le attività multimediali di comunicazione della Regione.
Voglio ricordare che la legge del 7 giugno 2000 n. 150, che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni, e che è stata recepita in modo diverso da 15 Regioni e da 2 Province autonome, non è mai stata recepita dalla Regione Piemonte.
Intendiamo assumere questa legge, che è una legge nazionale, come perno della riorganizzazione del nostro settore informativo.
A mio avviso, la sua non applicazione ha generato nel corso degli anni confusioni e commistioni fra le funzioni dell'informazione e quelle della comunicazione, in modo non coerente con il dettato della legge n. 150.
È quindi nostra intenzione tendere a una maggiore integrazione e condivisione tra queste funzioni, senza, però, generare conflitti di interesse o, se volete, commistione tra informazione e comunicazione in campo istituzionale e tra informazione e pubbliche relazioni, che sono cosa diversa.
Il nostro impegno è quello di armonizzare le funzioni di informazione e comunicazione, valorizzando sia le professionalità giornalistiche di chi attualmente è già giornalista, e quindi, essendo giornalista, versa i contributi all'INPGI, sia valorizzando il messaggio pubblicitario.
La seconda interrogazione dei Consiglieri Allasia, Dutto e Monteggia parla sempre e solo di comunicazione e mai di informazione.
In effetti, questi Consiglieri hanno ragione, perché registrano ciò che è avvenuto nel corso dei dieci anni passati: essenzialmente comunicazione più che informazione.
Il nostro obiettivo è quello di arricchire di più forti motivazioni i giornalisti che attualmente prestano servizio presso il Settore Stampa della Giunta regionale, affiancandone l'attività con importanti esperienze esterne e anche con giovani collaboratori che possano crescere, ma che possano farlo all'interno di un gruppo redazionale esperto.
Quindi, questo è il fine che ci proponiamo attraverso la costituzione dell'agenzia di informazione multimediale "Piemonte Informa", che diventa c'è una domanda specifica di alcuni Consiglieri - parte costitutiva, quindi componente della Direzione Comunicazione Istituzionale ed interfaccia dei settori interni a tale Direzione, tra cui, in primis, il Settore Comunicazione Istituzionale.
Quindi, "Piemonte Informa" diventa il segmento informativo all'interno della Direzione Comunicazione Istituzionale ed interfaccia del Settore Comunicazione Istituzionale.
Per quanto riguarda i numeri, nella precedente Giunta l'Ufficio Stampa era composto da 2 dirigenti, 5 addetti stampa, 4 amministrativi, 3 collaboratori coordinati continuativi.
Inoltre presso i 12 Assessorati c'erano 12 comunicatori più il portavoce del Presidente. Complessivamente 27 persone.
Oggi è inalterato il numero dei componenti dell'ufficio stampa e sono stati anche confermati i contratti Co.Co.Pro. (collaboratori a progetto) della precedente Giunta. Cinque addetti sono stati assunti nell'ambito degli uffici di comunicazione e lavorano all'interno di questa struttura.
Abbiamo deciso di non assegnare ad ognuno degli Assessori, ma gli Assessori li hanno assunti - essendo così la legge - e li hanno destinati ad una struttura comune di comunicazione. E' stato assunto il portavoce del Presidente.
Per affrontare l'emergenza Olimpiadi sono stati stipulati contratti con 3 addetti a progetto a tempo pieno e due a part-time. E' stato confermato un giornalista componente dell'Ufficio Comunicazione dell'Assessorato alla montagna della precedente Giunta.
Complessivamente sono 24 persone a tempo pieno e 2 a part-time, contro i 27. Molti hanno avuto l'impressione che ci fosse stato un aumento semplicemente gli addetti alla comunicazione sono stati raggruppati e lavorano tutti in questa struttura.
Per quanto riguarda i costi riferisco brevemente le cifre complessive che riguardano l'intero costo aziendale e non il semplice stipendio delle persone.
Per quanto riguarda il portavoce del Presidente Ghigo erano 136.897 euro all'anno; il mio portavoce ha un costo per l'Amministrazione di 74.172 euro. L'importo complessivo dei contratti con i 12 addetti dell'Ufficio Comunicazione della Giunta Ghigo era di 639.174 euro; l'importo complessivo dei 5 addetti degli Uffici Comunicazione più i 3 Co.Co.Pro. confermati, più i 5 nuovi di cui 2 a part-time è di 470.200 euro.
Quindi, possiamo affermare che nel 2004 sono stati spesi complessivamente 767.081 euro, mentre i contratti da noi stipulati su base annua, ammontano a 544.172 euro, con un risparmio di 233 mila euro, ai quali vanno aggiunti quelli che risparmieremo con il minore utilizzo di uffici stampa esterni. Proprio perché gli addetti alla comunicazione non erano uffici stampa richiedevano poi il continuo utilizzo per iniziative varie di uffici stampa esterni.
I nuovi Co.Co.Pro. assunti per l'emergenza Olimpiadi, che dopo le Olimpiadi andranno a scadere, sono stati selezionati sulla base delle disponibilità curriculari già avanzate negli anni della precedente Amministrazione. Sono stati sentiti ex-stagisti dell'Ufficio Stampa e presi in esame i curricula pervenuti negli ultimi mesi alla Direzione Comunicazione Istituzionale e all'Ufficio Stampa. Prioritaria nella selezione è stata la richiesta della conoscenza della lingua inglese per ovvie ragioni, essendo addetti in particolare alle Olimpiadi, quindi ad attività che richiedono la conoscenza delle lingue.
Nel processo riorganizzativo in atto tutti i giornalisti addetti stampa faranno parte dell'Ufficio Stampa e cureranno tutta l'informazione istituzionale degli Assessorati e della Giunta.
Questa operazione permetterà, oltre alla riqualificazione professionale dei nostri addetti, anche un considerevole risparmio derivante dalla progressiva diminuzione degli uffici stampa esterni, abitualmente usati dai vari Assessorati.
Alcuni dati parziali su contratti con uffici stampa esterni stipulati negli scorsi anni, dico parziali perché non siamo riusciti a reperirli tutti: Direzione promozione attività culturali, 115 mila euro, Direzione ai beni culturali 221 mila euro, Settore Comunicazione 199 mila euro.
Ricordo che non sono presenti in queste cifre gli importi di diversi contratti stipulati per consulenze giornalistiche su progetti specifici da diverse Direzioni regionali, per esempio nel Settore sanità.
Ogni Assessore avrà dunque un proprio giornalista addetto dedicato, il quale tuttavia non lavorerà solo per l'Assessore, ma contemporaneamente si dedicherà anche a settori specifici, quali la redazione internet, la comunicazione dell'emergenza, l'archivio fotografico, l'applicazione delle nuove tecnologie della comunicazione, la rassegna stampa, i video comunicati. Secondo le necessità e i bisogni del mondo dell'informazione si attuerà altresì una dilatazione dell'orario di lavoro per avere la garanzia della presenza continua.
Nel settore dell'informazione verrà recepita la legge n. 150/2000 nel corso della riorganizzazione. Quindi, per quanto riguarda gli inquadramenti contrattuali, si farà riferimento all'esperienza di Regioni come la Lombardia e l'Emilia Romagna che hanno già recepito la legge.
Al di là delle varie iniziative che saranno intraprese la Giunta regionale intende l'azione della costituenda Agenzia, intesa come una struttura interna e non esterna, come uno strumento istituzionale, per dare al mondo dell'informazione il massimo di informazione sulle attività dell'Amministrazione con modalità tecnologiche innovative.
Sostanzialmente creare un'agenzia di informazione multimediale vuol dire approntare uno strumento istituzionale per dare al mondo dei media un'informazione a tutto campo e consentire al giornalista di ottenere notizie certe sul media preferito al momento giusto, garantendo l'acquisizione della notizia con il minimo dispendio di tempo, di risorse e garantendone la qualità.
Quindi, la Giunta regionale non intende in nessun modo invadere il terreno proprio degli editori; è un'informazione fornita a tutti i giornalisti, secondo i diversi strumenti multimediali ed ognuno utilizzerà quelli che preferisce.
In ultimo vi sono le informazioni internazionali. Dopo questi primi mesi emerge con forza la necessità di strutturare il sistema dell'informazione affinché sia potenziata la comunicazione verso l'esterno del territorio regionale, verso le altre Regioni italiane e anche, ma soprattutto, verso l'estero. Questo per accompagnare adeguatamente il processo di internazionalizzazione del sistema economico e dell'innovazione piemontese e lo sviluppo del settore turistico.
Questo comporta la necessità di formare adeguatamente i nostri addetti giornalistici, perché acquisiscano una specifica conoscenza dei mezzi di informazione esteri, specializzandosi nei principali settori (cultura turismo, eccellenze artigiane ed enogastronomiche, innovazione, ecc.) senza dimenticare l'accrescimento specifico dei profili professionali interessati.
Ho già citato il miglioramento della conoscenza delle lingue straniere e un progetto di scambi tra gli addetti stampa del nostro ente con analoghe strutture pubbliche di paesi europei ed extraeuropei, utilizzando al meglio anche alcuni strumenti specifici che erano stati già predisposti durante la Giunta Ghigo: mi riferisco, in particolare, all'ottimo progetto denominato "Pressway" che molti di voi conoscono, che ha contattato circa 1.200 giornalisti esteri con iniziative varie, anche attraverso una newsletter specifica.
In conclusione - mi scuso se mi sono dilungata, ma il tema dell'informazione richiedeva un'informativa completa che, naturalmente potrò fornirvi anche in forma scritta - la razionalizzazione e la modernizzazione dell'esistente, sia nel rapporto tra economia di scala e occupazione, sia nel rapporto efficienza/efficacia del messaggio informativo-comunicazionale, dovrebbe essere valutata positivamente soprattutto da chi, dal modello di stile privato e della devoluzione istituzionale, trae fondamento teorico per valorizzare l'autonomia regionale e locale.
Il nostro progetto di riforma credo che vada nella direzione di migliorare il rapporto tra il nostro Ente e i cittadini attraverso i giornalisti, non ponendo al centro dell'universo regionale la Presidenza come persona, ma spiegando, in maniera chiara, ciò che fa la Regione all'interno della dialettica politica tra maggioranza e opposizione.
Quindi, un'Agenzia che internalizza il lavoro di informazione, che professionalizza gli addetti e che lascia in eredità alle future Amministrazioni conoscenze, strumenti e processi organizzativi di assoluta trasparenza e di utilità a cui attingere per governare al meglio anche in futuro.



PRESIDENTE

Siccome su materia affine è stata presentata anche l'interrogazione n.
252 dei Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale, se non vi sono controindicazioni proporrei che la Presidente della Giunta regionale rispondesse anche a questa, in maniera tale da avere una visione completa.


Argomento: Informazione

Interrogazione n. 252 dei Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Supporto alle emittenti televisive locali piemontesi PAN e Piemonte Press"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 252, inerente a "Supporto alle emittenti televisive locali piemontesi, PAN e Piemonte Press".
Risponde la Presidente della Giunta regionale, Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione riguardava il supporto alle emittenti televisive locali e l'Agenzia Piemonte Press, sulla quale credo di aver già risposto.
Mi limiterei, pertanto, alla prima parte.
Il nostro programma di Governo considera il sistema della comunicazione un settore importante per la diversificazione produttiva ed essenziale per costruire una nuova cittadinanza europea, fondata su pilastri solidi, fatti di trasparenza e pluralismo, e che eviti il depauperamento del patrimonio di conoscenza tecnica e culturale del nostro territorio.
Per contrastare una tendenza pericolosa all'impoverimento del sistema dell'informazione e della comunicazione locale, è necessaria un'azione di sistema Regione-Enti locali per difendere e rilanciare innanzitutto i grandi operatori, attirando produzioni, costruendo una filiera che sappia utilizzare e sviluppare le nuove tecnologie, in particolare il digitale terrestre.
In quest'ottica, intendiamo avviare la redazione di una legge di sistema che aggiorni i contenuti della legge n. 52/90 sulla base delle norme in vigore e di promuovere iniziative di qualificazione e di valorizzazione dei mezzi di comunicazione stampata e radiotelevisiva, che sappiano applicare le opportunità offerte dall'evoluzione tecnologica come, appunto, il digitale terrestre.
Convengo con gli interroganti sulla necessità di favorire la convergenza dei sistemi tecnologici informativi verso la televisione interattiva e combattere il digital-divide nelle fasce deboli dei cittadini o nelle aree geograficamente decentrate. Su questo, come sapete, esiste una specifica attività, finanziata anche con il DOCUP, per consentire la ricezione a banda larga in tutte le Province piemontesi.
Riconosco, altresì, che le emittenti televisive piemontesi patiscono le loro ridotte dimensioni e le difficoltà di mercato. Tuttavia, ricordo che l'articolo 5 del Decreto Legislativo n. 177 del 31 luglio 2005, avviato quindi, durante il nostro Governo - è il Testo Unico della radio televisione, che rafforza una precedente disposizione della cosiddetta "legge Mammì" - stabilisce che le Amministrazioni Pubbliche, gli Enti pubblici anche economici, le società a prevalente partecipazione pubblica e le aziende ed istituti di credito, non possono, né direttamente n indirettamente, essere titolare di titoli abilitativi per lo svolgimento delle attività di operatori di rete o di fornitori di contenuti.
Il Decreto citato, ovviamente, ci obbliga a rivedere sia l'atteggiamento, sia la progettualità specifica verso l'impegno nel settore televisivo in generale, e verso il digitale terrestre in particolare.
Stiamo quindi studiando e valutando attentamente l'opportunità e le modalità di interventi che ci consentano di supportare le emittenti televisive piemontesi nell'attuale situazione di crisi, valutando anche come il progetto PAN può essere riprogettato in base alla nuova legislazione che pone paletti anche più rigidi.
Siamo tuttavia coscienti della necessità di questo supporto intervento ma lo dobbiamo rimodulare, tenendo anche conto della nuova legislazione che, come ho detto, è più rigida e stringente.



PRESIDENTE

In merito alla risposta fornita della Presidente della Giunta regionale ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Naturalmente non mi dichiaro soddisfatto della risposta che è stata fornita. Cercherò, pertanto, di argomentare i motivi di questa mia insoddisfazione.
La Presidente ha sostenuto che questa Agenzia verrà costituita. C'è da chiedersi, quindi, come e attraverso quali atti, soprattutto nel rapporto con Consiglio, questa Agenzia verrà costituita. Perché se prevede un cambio di pianta organica, deve necessariamente essere realizzata attraverso una modifica della legge n. 51 (quella relativa al personale) oppure attraverso una delibera, che comunque dovrà essere sottoposta al Consiglio regionale così come previsto dalla legge.
Al di là della volontà, assolutamente legittima, da parte della nuova Amministrazione, di organizzare l'informazione o la comunicazione torneremo sull'argomento, perché mi sembra che la Presidente abbia particolarmente sottolineato un diverso approccio culturale che si identifica, in modo schematico, in una differenza abbastanza netta tra il concetto di comunicazione e il concetto di informazione. Come ho già ribadito, però, torneremo successivamente sull'argomento.
Vorrei invece sottolineare, solo per chiarezza di informazione, e non per comunicazione - perché in alcune parti della sua risposta, Presidente lei ha comunicato ma non ha informato - quanto è stato rappresentato relativamente ai costi, in merito al fatto che la Giunta abbia prodotto un risparmio, non dal punto di vista del numero degli addetti, perché a qualcuno non sarà sfuggito che il numero degli addetti è rimasto pressoch invariato (tra 28 e 27 vi è poca differenza; basta aspettare qualche mese e qualche altro addetto verrà inserito), ma sulla questione del costo complessivo. Dichiarare che c'é un risparmio di 200.000 euro mi ha fatto rivivere un po' la famigerata storia che costituisce la prima "macchia" della sua Amministrazione - naturalmente mi auguro che non ce ne siano altre - relativamente alla questione della auto, quanto avete sbandierato ai quattro venti di voler fare un gran cambiamento e poi, in realtà, avete preso le stesse macchine, adottando addirittura una gara che avevamo, di fatto, istruito noi.
Quando si sostiene che si risparmiano 200.000 euro, bisogna che questo risparmio sia provato nell'ambito dei costi complessivi.
Personalmente ritengo che se lei, facendo una scelta che di fondo potrei condividere, cerca di accorpare la comunicazione - o l'informazione termine utilizzato dalla Presidente, contraddicendosi nei fatti - con la costituenda Agenzia Piemonte Press si riducono, di fatto, gli addetti stampa, i comunicatori, i portaborse (chiamateli come volete) che ogni singola segreteria di Assessorato aveva. La Presidente ha fatto una comunicazione del tipo: "c'erano 12 portavoce, li ho ridotti a cinque e li ho accorpati nell'ufficio di informazione che si chiamerà Piemonte Press".
Ma nello stesso tempo bisognerebbe che la Presidente dicesse i cinque posti che sono meno dei 12 comunicatori che avevamo noi - come sono stati sostituiti, o non sostituiti, nelle singole segreterie degli Assessori, che nel frattempo sono diventate 14 (lo dico senza polemica). Si può togliere un addetto che aveva solo la funzione di comunicare, e sostituirlo con un altro che ha la funzione di seguire politicamente e maggiormente l'azione dell'Assessore all'interno della struttura regionale. Girano voci di pseudocommissariamento di alcuni assessorati, con task force specifiche di persone che, dall'esterno, affiancano l'Assessore nell'ambito della segreteria.
Le cifre che la Presidente ha dichiarato dovrebbero essere paragonate ad un costo complessivo. Dichiarare un risparmio di 200 mila euro, è comunicare, non informare. Al di là delle buone intenzioni e al di là di voler cambiare l'approccio della comunicazione attraverso un'agenzia, il giudizio definitivo su come verrà organizzata lo rimandiamo al momento in cui l'atto costitutivo dell'agenzia verrà assunto dalla Giunta e il Consiglio ne dovrà prendere atto e discutere.
Rimane il fatto che, come ormai la Presidente ci ha abituato (ed è questo il tema di fondo della comunicazione) la Presidente comunica, ma non informa. Mi auguro che l'agenzia serva a cambiare l'approccio che fino ad oggi voi avete avuto sull'informazione, che invece è comunicazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

L'idea di costituire l'Agenzia la leggiamo in un modo completamente diverso da come la legge la Presidente. La Presidente è partita con una proposta assolutamente innovativa, che poteva anche essere interessante, ma se si pensava di ottenere un risparmio, si è andati invece incontro ad una nuova spesa. La Presidente ha voluto una Giunta composta da Assessori totalmente esterni - quindi proposta innovativa - peccato che 14 Assessori anziché 12, costituissero già un costo aggiuntivo, ma non solo. 14 Assessori esterni significa 14 stipendi in più, rispetto a quello che un Consigliere regionale avrebbe fatto risparmiare.
La Presidente ha creato una realtà di Giunta che dipende totalmente dalla Presidente stessa. Oltre a costare molto di più un Assessore esterno rispetto ad uno scelto tra i Consiglieri (quindi con la carica di Consigliere regionale) l'Assessore esterno non ricopre la carica di Consigliere: la Presidente ha imposto all'Assessore di dimettersi dalla carica di Consigliere. Ciò significa che l'Assessore è interamente in mano alla Presidente.
Nel momento in cui la Presidente dovesse decidere di ritirare una delega ad un suo Assessore, lo stesso "va a casa", non fa più parte del Consiglio. Di fatto, l'Assessore diventa totalmente suo dipendente. Ma non si è accontentata.
Forse perché dagli uffici degli assessorati uscivano cose che non piacevano alla Presidente, la stessa ha pensato di costituire un'agenzia anzi, un gruppo di lavoro, di giornalisti, assunti nella massima parte con contratti part-time, con contratti comunque precari (proprio quei contratti precari che la Presidente accusa il Governo di aver creato).
La Presidente, in realtà, ha assunto lavoratori precari (di nuovo in controtendenza rispetto a quello che ha sempre dichiarato). Precari cosa vuol dire? Che anche loro sono appesi ad un filo. Lavoratori senza un contratto di lavoro, a tempo indeterminato: dipende dalla volontà o meno della Presidente di rinnovare il loro contratto. Appesi ad un filo, sono quei giornalisti che si occuperanno, in particolare, del periodo olimpico.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, le chiedo scusa.
Consiglieri, il Consigliere Rossi sta cercando di parlare a tutti i Consiglieri. Coloro che non sono interessati, possono accomodarsi fuori dall'aula. Prego di fare silenzio.



ROSSI Oreste

Giornalisti precari, giornalisti che potranno perdere il posto di lavoro in qualunque momento. Giornalisti non dipendenti diretti della struttura Regione, quindi non facenti parte degli "uffici di comunicazione della direzione comunicazione e relazioni esterne della Regione", quindi non assunti a tempo indeterminato. Giornalisti che faranno quello che la Presidente dirà loro di fare perché appesi ad un filo come attività lavorativa, perché scelti direttamente dalla Presidente. Gli Assessori allora, dovranno far passare l'informazione attraverso la struttura che la Presidente ha scelto e la Presidente gestisce. Assessori esterni che se perdono la delega tornano a casa, a svolgere il loro lavoro (non il Consigliere), hanno finito con la politica di questo Consiglio. Assessori che per comunicare all'esterno devono passare da una struttura che la Presidente ha creato e inventato.
Questo è grave, non ci interessa se la Presidente, realizzando quella struttura, risparmia 100 mila euro (che sul bilancio della Regione fa ridere): bastava prendere un consulente in meno. Mi è stato detto addirittura, che è stato nominato un consulente inglese per l'Assessorato al Turismo: così abbiamo il giornalista che parla bene inglese e che parlerà inglese con il consulente. Bastava assumere qualche consulente in meno, 100 mila euro si risparmiavano comunque, senza alcun problema. Un consulente in meno, 100 mila euro in meno, ma la Presidente non controllava quello che fanno, scelgono, decidono e adesso comunicano i suoi Assessori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Non sono assolutamente soddisfatto della risposta della Presidente, in particolare pongo l'attenzione sulla nostra interrogazione rivolta al sostegno alle emittenti televisive locali piemontesi e al digital design in tema di digitale terrestre.
Ricordo che a fine 2003 la Regione Piemonte ha ricevuto il premio come Regione più avanzata in tema di digitale terrestre. La Regione Piemonte aveva presentato il primo progetto in Italia di interattività, anche se minima, quando nessuna Regione lo aveva ancora fatto. Adesso siamo al diciottesimo posto, a livello nazionale, per iniziative di questo genere.
Altre regioni come la Lombardia, l'Emilia Romagna e la Toscana - quindi non solo regioni di centrodestra, ma anche quelle di centrosinistra verificata la presenza di una legge nazionale che andava in quella direzione (visto che tra qualche anno tutte le Regioni andranno in quella direzione), si sono mosse per far sì che anche la Regione stimolasse iniziative che sul territorio creassero strutture, posti di lavoro e iniziative in tema di digitale.
Per il progetto PAN è stato predisposto un bando regolare. In una prima fase era emerso un dubbio sulla tempistica del bando, era stato prorogato su richiesta dell'allora Consigliere Placido che su questo tema importante aveva segnalato tempi brevi. Il bando era stato ampliato, si pensava che partecipasse solo un gruppo, invece c'è stato un accordo tra quasi tutte le emittenti locali piemontesi.
Il bando stabiliva di creare una network che avesse il compito di comunicare in interazione con la Giunta regionale, che informasse i cittadini piemontesi dell'attività della Regione Piemonte. Noi lo facciamo attraverso molti altri metodi, per esempio affissando megamanifesti sui muri, non si capisce perché questo sistema non venga ancora sostenuto, al di là dei compiti specifici assegnati. Sappiamo che in regione Piemonte le televisioni private, a differenza di molte altre regioni, direi di quasi tutte le altre regioni italiane hanno una parcellizzazione eccessiva, cioè non ci sono grandi emittenti televisive locali come avviene, ad esempio, in Lombardia, in Puglia o in altre Regioni, dove operano televisioni locali forti che, da sole, riescono a difendersi bene in un mercato sempre più difficile.
Questa iniziativa aveva anche l'obiettivo di fare in modo che queste televisioni iniziassero ad interagire tra loro, a fare qualcosa insieme e a presentare progetti, ad esempio, al Ministero, sulla base di leggi nazionali. Prima di giungere a questo accordo per partecipare tutti insieme al bando, so che ci sono stati mesi e mesi di discussione. Alla fine si era raggiunta un'intesa su una cifra, tutto sommato poco rilevante, che poteva lanciare un segnale a questo settore. Ora sappiamo che questo progetto è bloccato ed è in attesa di non si sa bene quali iniziative regionali.
Le televisioni private piemontesi, intanto, tornano ad operare ognuna per proprio conto; ognuna non pensa più a fare sinergia con altre; ognuna penserà - tra virgolette - a morire pian piano da sola, senza che la Regione se ne accorga ed intervenga, sapendo che la sinergia tra di loro potrebbe ovviare a tanti problemi e difficoltà che oggi vivono.
Sono assolutamente insoddisfatto della risposta. Devo notare che la Regione, con queste dichiarazioni, lascia al proprio destino le emittenti locali piemontesi che, invece, avevano seguito con tanto interesse questo progetto.


Argomento: Caccia

Interrogazione n. 72 dei Consiglieri Cavallera, Burzi, inerente a "Calendario venatorio per la stagione 2005-2006"


CASONI William

interrogazione n. 106 del Consigliere Rutallo inerente a "Mancata inclusione di tortora e colombaccio tra le specie cacciabili in apertura anticipata di stagione"



CASONI William

interrogazione n. 103 dei Consiglieri Botta, Casoni, Ghiglia, Boniperti Vignale, inerente a "Specie cacciabili nel calendario della fase di pre apertura"



PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interrogazioni nn. 72, 106 e 103, sulle quali risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della flora e della fauna

Grazie, Presidente.
Tutte e tre le interrogazioni vertono su questioni inerenti il calendario venatorio e, in particolare, la non anticipazione per la migratoria per la tortora e il colombaccio. Sono diverse nei contenuti, ma di fatto, tutte e tre hanno al centro la tematica relativa alla modalità con cui si vara il calendario venatorio e, in particolare, la richiesta di chiarimenti sull'esclusione, tra le specie previste come anticipazione della tortora e del colombaccio.
La legge regionale 70/1996 prevede, all'articolo 44, I comma: "Ai fini dell'esercizio venatorio è consentito abbattere esemplari della fauna selvatica appartenenti alle seguenti specie, esclusivamente nei periodi indicati" ed indica, come periodo, dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, specificando tutta una serie di specie, in particolare, la cesena il tordo bottaccio, il tordo sassello, il germano reale, il colombaccio, la cornacchia nera, la cornacchia grigia e la gazza.
Il comma 5 recita: "La Giunta regionale, sentito l'INFS, può, per determinate specie, in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali, modificare i periodi dell'esercizio venatorio compresi tra il 1° settembre e il 31 gennaio, e comunque nel rispetto dei limiti dell'arco temporale massimo indicati nel comma 1".
L'anticipazione dell'apertura del prelievo venatorio delle suddette specie è, pertanto, un'eventualità che la Giunta regionale deve valutare di anno in anno, in relazione alle diverse situazioni ambientali e territoriali. Nel caso dell'apertura anticipata ai corvidi al 1° settembre le valutazioni sono state effettuate in base ai danni causati da queste specie alle colture agricole, nei mesi di agosto e settembre dell'ultimo biennio, per quelle realtà territoriali - le Province di Cuneo, Asti e Alessandria - che hanno richiesto l'apertura anticipata, in particolare la Provincia di Alessandria (e anche quella di Torino).
Evidenziati, pertanto, i danni attribuiti a queste specie, come risulta dai grafici riassuntivi (se qualcuno è interessato li ho qui con me) in tali ambiti e in tali periodi si è ritenuto opportuno, stante il favorevole parere dell'Istituto Nazionale Fauna Selvatica, di consentire l'apertura della cacca in anticipo, rispetto a quanto è previsto al comma 1 per queste specie.
Nel caso delle altre specie richieste, quindi colombaccio e tortora non sono stati riscontrati danni attribuibili a queste specie nel biennio precedente; pertanto si è mantenuta l'apertura così come previsto dalla norma, senza concedere deroghe.
Si ribadisce che le valutazioni in merito ai periodi di apertura e chiusura del prelievo venatorio alle singole specie, per ciascuna annata venatoria, vengono effettuate nel rispetto di quanto previsto dalla citata legge n. 70, all'artico 44.



(Il Presidente richiama i Consiglieri al silenzio in aula)



TARICCO Giacomino

In merito alla procedura utilizzata non era necessario, perché non previsto né da norme né da regolamenti, consultare le associazioni venatorie, in quanto la norma prevede che venga acquisito il parere della Commissione regionale, ma poi è la Giunta che, valutati i dati numerici in possesso degli Uffici rilevati tutti gli ani, dovrà prendere una decisione.
Questo è quello che è successo, sulla base di una valutazione legata ai dati dei danni e, quindi, alla necessità di anticipare, per queste specie il calendario venatorio.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Non sono soddisfatto della risposta, soprattutto per aver trovato la conferma di un atteggiamento arbitrario della Giunta regionale in questa vicenda.
Indubbiamente, l'ultima parola spetta alla Giunta regionale, ma sappiamo che quando si parla di materie con un profondo contenuto di ordine tecnico e settoriale, con la necessità di approfondimenti scientifici, i pareri contano molto, oltre che la prassi e la sintesi individuate, dopo l'approvazione della legge 70. Faccio presente che si tratta della legge più restrittiva che esista nel nostro Paese. Una Regione, come il Piemonte nella quale mai nessuno ha pensato di proporre deroghe; semmai sono altre Regioni "rosse" nelle quali si discute, in Consiglio regionale, se andare o non andare alle deroghe.
Invece improvvisamente, forse per dare un "contentino" a qualche sostenitore elettorale, la Giunta regionale, a fronte di cinque specie tradizionalmente anticipate (oltre i tre corvidi anche la tortora e il colombaccio), ha concesso ai cacciatori di appostarsi anticipatamente tre settimane prima, per abbattere le cornacchie nere e grigie. L'Assessore dal punto di vista formale, ha cercato di "salvarsi", di trovare una scusa una motivazione. Ma parliamoci chiaro: vi era statonel un dibattito approfondito in quest'Aula eed anche in sede di Cconsulta regionale della caccia nella quale c'era stato un "do ut es": per cui sappiamo che non essendo possibile per i proprietari dei terreni, (a meno che non siano cacciatori nel periodo consentito) sparare alle cornacchie nere e alle cornacchie grigie, salvo piani di abbattimento impostati dalle Province., A quel punto, il cacciatore, che andava per esercitare una sua attività (ammessa e fortemente regolamentata in certi periodi) ebbene, mentre andava adsi appostavarsi per la tortora e il colombaccio .del colombaccio abbatteva anche la cornacchia nera e la cornacchia grigia. che certamente Specie certamente non sono specie ambite, il cui abbattimento ma semmai è un'attività a difesa delle coltivazioni agricole.
Dunque, Quindi, l'Assessore, la Consulta regionale della caccia, aveva dato parere favorevole a per tutte le cinque specie.; n Non mi risulta che sia stata riconvocata. Torno a ripetere: la Giunta può fare quello che vuole.; maF finché non vengono impugnati, gli atti, hanno una presunzione di legittimità., mMa non è questo il punto. Dobbiamo capire su quale strada ci stiamo in qualche modo incamminando,. Tra l'altro, perché poi abbiamo anche è stato presentato un altro ordine del giorno in Consiglioinerente alla che riguarda la tipica fauna alpina, sulla quale prenotiamo fin d'ora l'intervento in aula, con documenti integrativi o alternativi.
Occorre prestare molta attenzione sulla materia.cui, ovviamente, ci presentiamo già per discutere e abbiamo anche presentato dei documenti integrativi o alternativi. È chiaro che dobbiamo stare molto attenti su questa materia. Chiedo alla Giunta, al Presidente, all'Assessore competente e anche ai Gruppi della maggioranza, nonché al è vero che il correlatore della modifica della legge regionale n. 70, cCapogruppo DS, Muliere: la legge verrà abiurata? vuole abiurare la modifica della legge regionale 70? Ma aAbbiamo cambiato linea? Noi dDopo due anni di discussioni approdate ad durate due anni, avevamo trovato degli ulteriori e più avanzati equilibri alcuni episodi che sono portati avanti all'interno della Giunta in modo poco trasparente, solo per dare un contentino a qualcuno, , irritano non tanto . Non è tanto per quei quattro sparuti cacciatori - che ormai sono ridridotti ad un numero veramente esiguo, che si abbassa ulteriormente per coloro che praticano basso.Questi peraltro esercitano la caccia, la migratoria anticipata - , sono un numero veramente limitato, a mio avviso irritano ma anche chi all'interno del Consiglio ha sempre portato avanti da qualunque banco sia fosse seduto, una linea del di confronto, diella convergenza, perdi trovare delle soluzioni che in qualche modo salvino la primaria esigenza di tutela dell'ambiente e quelle della caccia, con un esercizio ultra regolamentato come quello della cacciaquello previsto in Piemonte.
Queste Lle motivazioni per cui non posso dichiararmi soddisfatto della risposta dell'Assessore..



PRESIDENTE

Ha chiesto al parola il Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Anche noi ci riteniamo insoddisfatti dalla risposta dell'Assessore per.
Le motivazioni sono assolutamente simili a quelle espresse dal collega Cavallera. È chiaro che rRispetto al primo calendario deciso dalla, alla prima decisione della Consulta regionale della caccia, l'Assessore, avrebbe dovutonel spiegarci il motivo dell'inclusione di come mai questa prima decisione, queste due specie cacciabili, èerano addivenuto incluse, si è advenuto ad una motivazione diversa. Molto spesso, quando csi parla e ci si riempie la i parliamo e ci riempiamo la bocca con parole qualidella parola "partecipazione" "condivisione di decisione" ecc. ., ma la presa di posizione della Giunta è stata fatta senza risentire le associazioni venatorie, senza riunire nuovamente la Consulta.
Questo è un fatto che crea un precedente, ema probabilmente si spiega soltanto con la volontà di dare corso ad una cambiale elettorale , rispetto anche ad una fattispecie abbastanza limitata e secondaria, che che non valeva la pena evidentemente di compiere. in questo modo. Bisognerebbe anche parlare della situazione degli ATC del Cuneese in cui la fine della caccia è fissata al 18 dicembre, ad eccezione di :della lepre, del coniglio selvatico e della minilepre: e questa decisione che appare abbastanza cervellotica.
Assessore, per carità, sappiamo che è nel potere della Giunta di fare quantoello che ritiene opportuno, e, probabilmente secondo il vostro intendimento è più giusto, ma su questa vicenda permettetemi di dire che avete "toppato", infrangendo. Avete toppato perché avete rotto una consuetudine anche di condivisione con un mondo venatorio che devo dire in Piemonte è sufficientemente comprensivo delle, capisce le esigenze magari di settorie della nostra società che non amano questo sport. Ma, e soprattutto, la questa mancanza di trasparenza nel mutare rispetto a una decisione già assunta e mutata che crea un precedente non opportuno sul tema della caccia, per la quale, in Piemonte, bello soprattutto in una Regione su un tema come la caccia, si è cercato sempre di trovare condivisione, e la modifica alla legge 70 lo dimostra di tenere in conto le esigenze dei cacciatori, ma anche deldi quelli del mondo ambientalistico del mondo che invece sulla caccia, anche legittimamente, esprime delle perplessità.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 76 del Consigliere Rutallo inerente a "Liquidazione da parte di Finpiemonte delle somme previste per il risarcimento dei danni causarti dalla siccità nel periodo maggio-agosto 2003"


BOTTA Marco

interpellanza n. 88 del Consigliere Cavallera inerente a "Indennizzi per danni siccità 2003"



BOTTA Marco

interrogazione n. 97 dei Consiglieri Vignale, Boniperti, Botta e Casoni inerente a "Imminente rischio siccità per le colture piemontesi"



BOTTA Marco

interrogazione n. 67 del Consigliere Rossi inerente a "Mancato risarcimento siccità 2003"



PRESIDENTE

Se nessun'altro interrogante intende replicare, procediamo nelle risposte.
L'Assessore Taricco risponde all'interrogazione n. 76 delL Consigliere Rutallo inerente a "Liquidazione da parte di Finpiemonte delle somme previste per il risarcimento dei danni causati dalla siccità nel periodo maggio 2003".
Abbiniamo la risposta all'interpellanza n. 88 del Consigliere Cavallera inerente a "Indennizzi per danni siccità 2003" e all'interrogazione n. 97 del Consigliere Vignale e altri sullo stesso tema e interrogazione n. 67 presentato dal Gruppo della Lega Nord. Essendo interrogazioni sullo stesso tema, le consideriamo con un'unica risposta.
La parola all'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Queste interpellanze e interrogazioni, vertono sulla vicenda relativa alla liquidazione da parte di FinpiemonteINPIEMONTE dei danni causati dalla siccità 2002/2003.
Sulla questa vicenda anticipo do subito la conclusione e poi ricostruiròsco il percorso.
IIeri mattina si è definitivamente sbloccata la vicenda e FinpiemonteFINPIEMONTE a partire da oggida questa mattina ha ripreso e concluderà il pagamentoeto delle somme che erano state previste.
La situazione è stata complicatissima da risolvere,: perché è stata una corsa a ostacoli veramente complessa. e complicata. La FinpiemonteINPIEMONTE aveva avviato il risarcimento deipagamento di questi danni da siccità nei mesi scorsi, ma nel. Nel mese di maggio c'era statoera intervenuto un blocco dei finanziamenti in quanto le somme liquidate a gennaio dalla direzione Direzione territorio rurale non , erano state non quietanzate dalla Rragioneria; e la situazione era praticamente rimasta bloccata fino alla fine di giugno/ inizio di luglio.
A fine giugno, dunque, un nuovo era stato fatto il mandato che aveva sostanzialmente avviato i pagamenti. Tre giorni dopo l'avvio dei pagamenti era arrivata una comunicazione da parte del ministero delle finanze, che rifacendosi alla finanziaria nazionale del 2004 aveva sospeso i pagamenti perché, in realtà, quel tipo di pagamenti veniva attivato grazie a un mutuo "Cassa Depositi e Prestiti" e, in base alla normativa sulla Finanziaria 2004, questo non era possibile. Pertanto, era stato sospeso.
Dopo il periodo di sospensione estiva, il fatto è stato oggetto di ripetuti ragionamenti con il Ministero dell'Agricoltura e, tramite questo con il Ministero delle Finanze, per arrivare ad uno sblocco della situazione che sembrava non avere soluzione.
La settimana scorsa è stata trovata una soluzione attraverso una convenzione, che è stata predisposta e dovrebbe essere firmata in queste ore tra il Ministero delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti. Ci è stato informalmente comunicato che con questa firma la situazione si sbloccherà, pertanto ieri abbiamo allertato Finpiemonte, in modo che questione di ore - vada in porto il pagamento dei danni da siccità.
Con queste risorse dovremmo riuscire a colmare il 25% dei danni complessivi, quindi non arriviamo a coprire quel 37% che, nella Conferenza Regione-Autonomie locali, era stato indicato come l'orizzonte possibile.
Non avendo compreso l'articolo nel bilancio, valuteremo nelle prossime settimane gli strumenti da intraprendere, stante il fatto che, se dovessimo coprire finanziariamente questo intervento, sarebbero necessari 10 milioni di euro di risorse liquide dell'Assessorato, quindi si sta facendo una valutazione sull'opportunità di utilizzare i 10 milioni di euro per un intervento di questa natura.
Per quel che riguarda il primo 25%, questa settimana dovrebbero partire i pagamenti per tutte le aziende agricole, portando, quindi, una perequazione territoriale, perché purtroppo avevamo avviato i pagamenti sulla base degli elenchi pervenuti a macchia di leopardo, ma, poi, era intervenuto il blocco del Ministero delle Finanze.
Nelle prossime ore, dunque, dovremmo riuscire a sanare questo tipo di situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Mi dichiaro soddisfatto della risposta, perché, al di là dei contenuti sui quali poi, nei limiti del tempo, farò qualche breve considerazione riconosco l'impegno personale dell'Assessore che, ovviamente, è un impegno in salita. A mio avviso, infatti, è giusto che ci siano, da parte dei verificatori contabili di tutte le operazioni, dei controlli rigorosi, per a volte, quando si parla di agricoltura, ci sono eccessive velleità di controllo. Ma questa è una mia convinzione personale.
Devo dire che farei un'integrazione: dobbiamo dare atto al Ministro Alemanno che il Parlamento ha approvato la legge 71, che ha inventato - se mi è consentito il termine - il meccanismo dell'anticipazione finanziaria tramite la Cassa Depositi e Prestiti e proprio adesso, formalmente, con la convenzione, la questione va in porto.
Ritengo che, quando c'è una legge, questa debba essere applicata senza ulteriori ammennicoli, però purtroppo ci sono una serie di velleità burocratiche che devono essere assolte. Ben venga, pertanto, la convenzione.
Mi faccio, però, portatore della grave difficoltà che vive l'agricoltura di pianura, che era stata colpita dalla siccità del 2003 soprattutto nel centro-sud del Piemonte. Sicuramente la copertura del 20 25% dei danni viene apprezzata; può darsi che ci sia un'integrazione per arrivare al 25% anche laddove era stato previsto il 20 o il 22%. Al di là di questo, però, gli interventi sono insufficienti.
Credo sia un impegno di tutto il Consiglio, oltre che della Giunta quello di fare uno sforzo aggiuntivo. L'Assessore diceva: "Dobbiamo indirizzare in quell'ambito tutte le risorse dell'agricoltura, o non si devono cercare delle risorse di tipo complessivo?". Io credo che tutto debba essere rappresentato in Parlamento, anche tramite i Gruppi parlamentari, perché sappiamo che vi è un nuovo regime di compensazione delle calamità in agricoltura attraverso l'assicurazione obbligatoria.
Proprio perché c'è un nuovo sistema, credo che si debba chiudere onorevolmente il periodo pregresso; sappiamo anche che l'Unione Europea non consente più di due, massimo tre anni per poter intervenire a indennizzare i danni, altrimenti li considera aiuti di Stato ingiustificati e ingiustificabili. Quindi, il tempo è ristretto. Delle due l'una: o facciamo uno sforzo, noi, in sede di bilancio del 2006, oppure domandiamo tutti insieme e facciamo anche un'azione di lobbing verso tutti i parlamentari piemontesi.



PRESIDENTE

Scusi, collega Cavallera, prego tutti i Consiglieri di consentire al collega Cavallera di portare a termine la propria replica, oppure di allontanarsi dall'Aula, perché in queste situazioni per nessuno è facile parlare, tanto meno ascoltare. Grazie.



CAVALLERA Ugo

Presidente, si vede che l'agricoltura interessa a pochi. Questa non è una battuta, ma non vorrei che fosse un'amara constatazione.
Dicevo che occorre programmare un ulteriore intervento. Come ha ricordato l'Assessore, si parlava di un 37, massimo 40%, quindi una seconda rata che consente almeno di compensare determinati costi sostenuti nella campagna del 2003. Il 2003 è stata un'annata veramente sciagurata, che ha esposto in banca le aziende agricole, soprattutto quelle di pianura o di collina, che versano in situazioni veramente critiche.
Dobbiamo considerare, questa, come una priorità, un impegno, e io prenoto sin d'ora il nostro Gruppo a sostegno di qualsiasi azione che l'Assessore desidererà intraprendere in qualunque sede, sotto questo profilo, ma dobbiamo considerarlo un fatto di equità. Poi, ben venga il sistema dell'assicurazione obbligatoria, che avrà le sue criticità, ma senz'altro è più tempestivo e presenta una maggiore possibilità di essere equo.
Assessore, concludo ricordandole che nella Finanziaria del 2005 avevamo previsto la possibilità di ricorrere ad un'anticipazione, fino ad un massimo di 10 milioni di euro. So che l'anticipazione è sempre una scommessa; credo che si possa valutare, anche in subordine, questa strada perché tutto sommato abbiamo visto che la legge 71 ha stanziato circa 100 milioni di euro per compensare le calamità pregresse, quindi si potrebbe tentare anche questa strada.
So che, sotto questo profilo, i settori finanziari regionali non sono molto disponibili ad ascoltare; veda lei tutte le possibilità che le sono date, noi saremo senz'altro ad appoggiare iniziative in questo senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rutallo.



RUTALLO Bruno

Grazie, Presidente. Ho appreso con soddisfazione la ripresa dei pagamenti che ha annunciato l'Assessore e lo ringrazio per la fattiva collaborazione e l'interessamento per portare a termine questa iniziativa.
Il grave danno che ha procurato la siccità in tutto il Piemonte interessando tutto il territorio e tutte le coltivazioni, è stato rilevato con percentuali di perdite della produzione del 40, 50%, pertanto, partendo da questo presupposto, mi auguro che si riveda l'attuale posizione e si vada oltre il 25%.
In un momento molto difficile, come quello dell'agricoltura in questo momento, è veramente importante poter corrispondere un contributo più adeguato a questo settore.
Mi auguro che l'Assessore riesca ad attivarsi per procurare le rimanenti somme per arrivare al 40%, come è stato annunciato. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

È chiaro che sono soddisfatto del fatto che, finalmente, ripartono i pagamenti per gli agricoltori. È chiaro però, d'altronde, che pare veramente poco riuscire a dare solo il 25% del danno subito, anche perch come sappiamo tutti - il momento che vive l'agricoltura piemontese è di crisi a causa dei tagli negli interventi da parte dell'Europa. Per dirne una, la produzione saccarifera non verrà più finanziata negli anni futuri quindi la coltivazione di barbabietola da zucchero ne risentirà le conseguenze.
L'invito all'Assessore - che tra l'altro è competente nel settore dell'agricoltura - è dunque di trovare delle soluzioni non in contrasto con le norme europee per aiutare le aziende agricole, specie quelle formate da giovani lavoratori agricoli, che rappresentano il futuro della nostra agricoltura. In particolare, l'invito è a valutare la possibilità di inserire nella finanziaria regionale - che immagino sarà fatta dopo la finanziaria dello Stato, quindi nei primi mesi del 2006 - degli appositi capitoli che aiutino le aziende agricole del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Nell'interrogazione presentata ponevamo all'Assessore due quesiti: quando sarebbero avvenuti i pagamenti e se non si riteneva opportuno concertare un sistema differente.
Credo che anche l'Assessore - nella risposta ne ha già dato atto convenga che, ancorché siamo soddisfatti che si stiano sbloccando i fondi per il 2003, parlando di imprese private, è ovvio che se il pubblico interviene nei confronti di un'impresa privata a due anni e mezzo dal danno causato, dobbiamo sperare che l'impresa danneggiata abbia avuto risorse tali per rimanere in piedi senza il contributo per danni dell'Ente pubblico (alternativamente non ce l'avrebbe fatta).
Se siamo soddisfatti relativamente al primo punto presentato, crediamo che si debbano individuare delle vie alternative per la risoluzione del secondo punto: l'indennizzo relativamente ai danni, che può riguardare la siccità, così come può riguardare altri problemi.
Sarebbe importante individuare delle misure (assicurazione obbligatoria o altro) che consentano un indennizzo rispetto ai danni equo, anche perch poi, per merito di alcune Amministrazioni provinciali, abbiamo avuto delle situazioni differenti, cioè Enti che hanno anticipato una parte dei danni prima e la Regione poi andrà a finanziare gli Enti stessi. Adesso è il caso della siccità, ma questo secondo noi deve riguardare tutto quello che è il pacchetto dell'indennizzo all'agricoltura, per fare in modo che poi non ci siano, anche relativamente ai danni subiti, delle differenze (per un danno da cinghiale si aspetta sei mesi, per la siccità si attende due anni o altre cose ancora). Comprendendo anche, con la firma della convenzione quali saranno le possibilità per gli anni a venire, perché se vi è un principio che sancisce il fatto che non si possono concedere indennizzi col mutuo, allora anche nella programmazione di bilancio, ancorché si voglia seguire la via dell'incentivazione o dell'obbligatorietà assicurativa bisogna prevedere dei fondi che siano all'interno del bilancio e non l'accensione di mutui, perché sappiamo i tempi che un'accensione del mutuo comporta e anche i vincoli che lo Stato centrale pone.
Unitamente alle valutazioni fatte dagli altri colleghi e dagli Assessori, credo che vi sia un punto di incontro: tutti, al di là dei Gruppi di appartenenza, concordiamo sul fatto che se un indennizzo deve essere dato, deve essere concesso anche in tempo equo. Allora credo che vi sarà una discussione anche all'interno della Commissione per individuare una modalità unica (magari su misure differenti, perché anche il bilancio poi ha capitoli differenti) per gli indennizzi, prevedendo un'omogeneità nella possibilità di indennizzare le imprese agricole danneggiate.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 66 del Consigliere Robotti inerente a "Crisi alla ditta Fratelli Meriggio di Dogliani (CN)"


PRESIDENTE

Procediamo ora ad esaminare l'interpellanza n. 66, presentata dal Consigliere Robotti.
La parola all'Assessore Migliasso per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Voglio dire al Consigliere Robotti, che in qualche modo è già informato dei fatti, che la normativa vigente ammette ai benefici dell'utilizzo della CIGS e della mobilità indennizzata solo le imprese commerciali con più di 200 dipendenti.
Tuttavia il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in deroga alla normativa vigente, con decreti interministeriali emanati di anno in anno, ammette all'utilizzo degli ammortizzatori sociali citati anche le aziende da 50 a 199 dipendenti.
Per l'anno 2005 il decreto interministeriale è il n. 36663 del 28/07/2005.
Pertanto, i lavoratori della Fratelli Meriggio, qualora l'azienda non avesse più di 50 dipendenti, sarebbero purtroppo esclusi dall'applicazione di questa normativa.
Per quanto attiene alla possibilità che i lavoratori possano percepire come è loro diritto peraltro, i salari pregressi, la sola strada perseguibile dai lavoratori è che gli stessi intraprendano un'azione legale anche attraverso le OO.SS.
Per quanto concerne la possibilità che i lavoratori possano trovare una nuova occupazione, come sarebbe giusto, si segnala che l'iscrizione nelle liste della mobilità giuridica costituisce un elemento che può favorire la loro ricollocazione sul mercato del lavoro, le cui competenze - come è noto sono state demandate alle Amministrazioni provinciali. Peraltro, proprio per questi processi di ricollocazione derivanti da crisi aziendali, da processi di mobilità, da rischi di licenziamento, sono state trasferite attraverso delibere assunte dalla Giunta regionale sulle ultime due annualità del Fondo Sociale Europeo, cospicue risorse proprio sulla misura che interessa o potrebbe interessare i lavoratori in questione, cioè la misura A2, oltre che la misura A1, quella che riguarda l'implementazione di risorse umane e tecniche da parte dei Centri per l'impiego, che sono poi gli uffici che effettivamente provvedono a questi processi di ricollocazione.
Si segnala che il mercato del lavoro cuneese, dai dati in possesso dall'Osservatorio del Mercato sul Lavoro, dimostra ancora degli elementi di dinamicità che, si ha ragione di ritenere, consentirebbero ai lavoratori di trovare in tempi ragionevoli una ricollocazione.
Mi rendo conto che le statistiche, di per sé, sono sicuramente un utile strumento col quale guardare la realtà e prenderne coscienza, ma da sole non consentono quello che credo dovrebbe essere l'obiettivo di una società più organizzata, più strutturata, in grado di avere una politica industriale e una ricollocazione durante processi di crisi come questo, non è in grado di rispondere più di tanto. Penso che verrà sicuramente fatto tutto ciò che è competenza della Regione, attraverso la sua strumentazione e competenza delle varie Province, compresa la Provincia di Cuneo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Signor Presidente, intanto chiedo di avere il testo scritto della risposta.
Procedo ad una sollecitazione e ad un invito: mi rendo conto che la legge nazionale impone dei livelli sui quali non possiamo chiedere deroghe però, chiedo all'Assessore e a tutti noi di tenere conto della realtà industriale piemontese, che, spesso, vede piccole e piccolissime aziende in grave crisi, che non ce la fanno a mantenere i livelli occupazionali detenuti tra la metà degli anni Novanta e l'inizio dell'anno 2000. Dobbiamo rispondere a questa crisi con nuovi strumenti, che, piuttosto, siano inventati direttamente dal nostro Ente. Quantomeno, dobbiamo farci carico di porre nella Conferenza Stato-Regioni il problema delle piccole e piccolissime aziende artigiane, industriali, commerciali e agricole, che oggi, non riescono a mantenere i livelli occupazionali e, spesso, sono costrette a ricorrere a forme di licenziamento.
Non è un tema che riguarda esclusivamente la Provincia di Cuneo, bensì riguarda anche la Provincia di Asti, larga parte della Provincia di Torino la Provincia di Novara e tutta la zona del Distretto dei laghi.
Dobbiamo individuare forme che, in qualche modo, rispondano alle necessità di sostegno economico e di diritti per questi lavoratori. Mi rendo conto della necessità di stringare le risposte, fornendole anche in termini un po' burocratici, però, dobbiamo porre la questione in termini politici e individuare, anche insieme alla minoranza, una soluzione che risponda alle necessità degli imprenditori, ma, soprattutto, dei lavoratori che si trovano senza occupazione.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 156 dei Consiglieri Bossuto, Barassi, Dalmasso, Moriconi Turigliatto, Clement, Deambrogio, Chieppa e Robotti inerente a "Variante strutturale del Piano regolatore di Borgaro Torinese"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 156, presentata dai Consiglieri Bossuto Barassi, Dalmasso, Moriconi, Turigliatto, Clement, Deambrogio, Chieppa e Robotti.
Risponde l'Assessore Conti.



CONTI Sergio, Assessore alle politiche territoriali

L'interpellanza riguarda aree diverse comprese tra i Comuni di Borgaro Torinese, Settimo e Torino, la cui destinazione è fondamentale per l'assetto del settore settentrionale dell'area metropolitana torinese, che da decenni, come sappiamo, è oggetto di numerose discussioni e proposte.
Negli ultimi anni, su iniziativa degli Enti locali interessati e con la garanzia di finanziamenti statali ed europei, sono state approvate previsioni, nel PRUSST 2001 e nel programma Urban II, che prevedono, a fronte di determinati quantitativi edificatori, la dismissione alla proprietà pubblica di un ingente quantitativo di aree che consente la realizzazione della cosiddetta "Tangenziale Verde" (o "corona verde" o "corona delle delizie"): un parco di interconnessione tra i parchi urbani e regionali. I quantitativi di aree da cedere e le soglie di edificazione sono stati oggetto di lunghe discussioni tra i Comuni di Borgaro Torinese Settimo e Torino, la Provincia e la Regione, per giungere alla stipulazione di un Protocollo d'intesa con l'obiettivo condiviso e concertato di ammettere la trasformazione delle arre attraverso meccanismi che garantiscano "una valida tutela paesistica dell'area". La bozza condivisa del Protocollo è stata sottoscritta da tutti gli enti sopra elencati, ma fino ad ora, non è stata formalizzata nella stesura ufficiale perché la Regione decise di sospendere l'adesione all'accordo per poter valutare liberamente e senza condizionamenti la coerenza con cui le varianti dei Piani Regolatori avrebbero attuato gli obiettivi del Protocollo.
Valutazioni che la Regione ha avuto modo di effettuare sulla Variante n. 5 del Piano Regolatore Generale di Borgaro Torinese, adottata con deliberazione consiliare n. 9 dell'11 gennaio 2004, e restituita al Comune per controdeduzioni, con osservazioni inerenti anche a molti degli aspetti sollevati nell'interpellanza.
Date queste premesse, vorrei fornire alcune sintetiche risposte premettendo che non sono di per sé esaustive e sufficienti in quanto il processo è attualmente in itinere.
I rischi di speculazione edilizia sono stati evidentemente valutati collegialmente tra tutti i Comuni proponenti e gli Enti, Regione e Provincia di Torino, preposti alla pianificazione e tutela del territorio che hanno concordato sulla proposta e sulle condizioni a cui attuarla.
L'Assessorato regionale condivide le perplessità segnalate nell'interpellanza sulla particolare forma di perequazione utilizzata nella Variante e ha formulato numerose osservazioni sulla Variante n. 5 del Piano Regolatore Generale di Borgaro Torinese, sia al fine di verificare la sostenibilità ambientale delle previsioni, sia relativamente alla legittimità del complesso meccanismo di perequazione proposto, che prevede al di fuori dell'ambito Borsetto aree prive di capacità edificatoria propria, ma edificabili in ragione delle potenzialità volumetriche trasferite da altre aree cedute per servizi. Anche la tutela della Tangenziale Verde e il rispetto della sua integrità sono state oggetto di attenzione da parte della Regione che condivide la logica perequativa per acquisire il dominio di aree, necessario a creare l'interconnessione tra parchi urbani e regionali e realizzare una efficace tutela ambientale e paesistica nel settore nord della conurbazione torinese. Alcuni nuovi interventi residenziali e produttivi, limitrofi alla Borgata Villaretto e inseriti nella Variante n. 5 di Borgaro Torinese, non sono stati ritenuti coerenti con questo obiettivo: si tratta di aree che ricadrebbero all'interno della Tangenziale Verde e che la Regione, rinviando lo strumento in controdeduzioni, ha chiesto di stralciare.
Infine, per quanto riguarda la richiesta di tutela delle aree interessate dalla Tangenziale Verde si assicura che la Giunta regionale e l'Assessorato utilizzeranno tutti gli strumenti utili a disposizione per la tutela delle aree in questione, riservandosi di scegliere quelli più appropriati al raggiungimento degli obiettivi.
Vorrei ancora aggiungere che, complessivamente, ma questa è una cosa che si sa, un milione settecento mila metri quadrati di area verde sono stati portati a casa da parte dell'ente pubblico con questa operazione e in parte sono già stati riattivati per parco. Si stanno facendo le controdeduzioni. Mercoledì scorso c'è stato un incontro tra i funzionari della Regione e i tecnici di Borgaro Torinese, c'erano anche dei politici per ripartire con l'istruzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Ringraziamo l'Assessore Conti per la risposta fornitaci. Abbiamo ascoltato con grande interesse, in quanto relativamente a quest'area vi è una storia molto complessa che ha avuto inizio nel 1956 e ha visto interi Consigli comunali discutere e agitarsi, con conseguenze anche nefaste per dei sindaci e per delle maggioranze.
Nel 1956 l'area era in proprietà della UST S.p.a., la quale ha subìto delle vicende economiche e finanziarie piuttosto strane fino ad avere un assetto tutto diverso. La proprietà ormai è in capo alla Cooperativa Antonelliana e ad alcune società che fanno capo alla famiglia Ligresti. Su quell'area da sempre si è tentato di difendere il valore agricolo. Il Consigliere Cavallera nel suo intervento ha parlato di agricoltura.
Agricoltura quale valenza, quale produzione delicata da conservare e da ampliare in un settore della nostra Torino, quello nord, che è molto inquinato. E' un settore che ha grosse difficoltà di resistenza ai fattori di inquinamento e che vedeva nell'area Borsetto un'area, anche dal punto di vista ecologico, di salvaguardia e di sicurezza: un polmone verde vero e proprio.
Quindi, ogni movimento su quell'area non può che stimolare l'attenzione dei Consiglieri di questa Regione un po' più sensibili a queste tematiche specialmente quando si parla di milioni di metri quadrati, i quali per lungo tempo sono stati oggetto di un tentativo di esproprio da parte degli enti pubblici, onde destinarli, mantenendone la qualità di uso agricolo, a parco verde.
Pare che quella scelta sia stata un po' rivista negli ultimi tempi, dal 1990 in avanti, quando si è arrivati a stipulare una convenzione con la Regione, che prevedeva l'assetto oggi descritto dall'Assessore; quindi cessione di alcune aree da parte della società Ligresti Antonelliana l'area Borsetto al servizio pubblico, con alcune modifiche di altre aree che verrebbero destinate ad attività produttive e residenziali.
L'impatto non è da poco, perché si tratta di 271 mila metri quadri di aree destinate a residenza. Sottraendo dai quasi 4 milioni di metri quadri la tangenziale verde, sottraendo l'attività legata a Urban e sottraendo tutte le varie destinazioni previste, rimarrebbero circa 271 mila metri quadri che, se nulla fosse, rimarrebbero all'agricoltura. Questo succede perché con la variante che si è proposta e l'accordo che si va a stipulare questi 271 mila metri quadri diventerebbero residenza, creando a Borgaro un incremento di abitanti che si aggira - se tutto va per il verso giusto sui 3500 abitanti in più rispetto ad una popolazione di 13 mila abitanti.
Quindi, è un impatto forte ed un aumento più che forte dei residenti, con tutto quello che ciò comporta.
A far da capolino e da grande regia di questa azione è il progetto Urban. Urban 2 riguarda di solito fondi strutturali che hanno come scopo quello di riqualificare degli ambienti urbani degradati sia economicamente sia a livello urbanistico; però, questo progetto Urban sembra quasi andare nella direzione opposta. Sembra addirittura che diventi uno strumento sovraordinato di pianificazione urbanistica, perché di questo si tratta che va a sovrapporsi al coordinamento territoriale di cui la Provincia ancora attende l'approvazione della Regione e che darà un'impronta produttiva ad un'area che probabilmente non ne avrebbe bisogno.
Urban arriva un po' come un sasso in uno stagno, dando la stura all'operazione che discutiamo oggi. Quindi, l'eliminazione dell'area agricola, la difesa della tangenziale verde e del parco verde, ma anche l'inserimento di attività produttive e residenziali.
Questo ha creato in noi un piccolo sussulto, perché chi conosce i progetti europei rimane stupito di fronte alla forza con cui Urban si è imposto; tra l'altro, una forza anche poco partecipata, perché un altro dato di questi progetti di solito è che nascono da una condivisione e da un consenso dei residenti, quindi popolare, che apre una grande partecipazione. Questa ci pare sia mancata nell'ottica di un riequilibrio territoriale che Urban ripropone e sottolinea.
Non si capisce bene di che tipo di riequilibrio si tratti, se non quello della riscoperta di aree produttive, di attività nuove, tecnologiche che si devono insediare nel territorio. Occorre inoltre considerare il fatto che rendere edificabili quelle aree crea un valore dei terreni agricoli (5 euro al metro quadro) che portano a 150 euro al metro quadro con una possibile speculazione che si aggira intorno ai 50 milioni di euro.
Quindi, è davvero una grossa partita e ringraziamo l'Assessore per la possibilità che ci offre di discuterne ancora.



PRESIDENTE

Faccio presente che, ai sensi del regolamento, può replicare un solo interrogante tra i Consiglieri che hanno presentato l'interrogazione, per per prassi si è sempre consentito a rappresentanti di vari gruppi, che avessero presentato la stessa interrogazione, di replicare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Intervengo molto rapidamente. Oltre a quanto detto in modo esauriente dal Consigliere Bossuto, c'è una raccomandazione che mi sentirei di fare anche un po' sollecitata dalla risposta dell'Assessore.
Nel definire le caratteristiche della qualità del Parco, raccomando un po' di attenzione in più, perché anche nella nostra Regione - ma non solo qui - sotto la dicitura "Parco" passano spesso operazioni che di salvaguardia del verde e di tutela dell'ambiente hanno proprio poco.
Francamente su queste aree, in particolare, un po' di preoccupazione in passato l'abbiamo avuta; quindi, pur sentendomi più rassicurato dalla risposta, suggerirei di non abbassare la guardia su questo tema.



PRESIDENTE

Dichiaro esaurita la fase del sindacato ispettivo.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno "Emendamento quote rosa" a firma delle Consigliere Pozzi, Spinosa, Barassi, Motta, Cotto, Valloggia e Bresso


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g. inerente a "Comunicazioni della Giunta regionale".
Erano state annunciate due comunicazioni da parte della Giunta regionale, quindi procederei ad una comunicazione in orario mattutino e rinvierei l'altra, vista l'ora, nella seduta pomeridiana.
Devo, tra l'altro, dare conto che è stata presentata la richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno inerente a "Emendamento quote rosa" a firma delle Consigliere Pozzi, Spinosa, Barassi, Motta, Cotto Valloggia e Bresso.
Se non vi sono indicazioni contrarie, diamo l'argomento come iscritto all'o.d.g.



(L'Aula, all'unanimità acconsente all'iscrizione)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo

Ci è stata informalmente chiesta la possibilità di posticipare la discussione del primo punto all'o.d.g. relativo alla discussione sulle comunicazioni Bresso, e noi informalmente abbiamo accettato questo spostamento.
Mi sembra che iniziare il dibattito sul tema della sanità alle ore 12,45, considerata l'attenzione che questo tema merita, sia, perlomeno dal nostro punto di vista, un modo per ridurlo e limitarlo.
Mi permetto di proporre di riprendere, dopo la pausa pranzo, con il dibattito sulla sanità e, successivamente, con le comunicazioni della Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, intervengo solo su due questioni. E' inutile ripetere quanto detto dal collega Ghigo, perché concordo con quanto da lui richiesto, cioè sospendere la discussione, permetterci di andare a pranzo e riprendere in orario alle ore 14,30.
Inoltre, volevo solo segnalare una questione che dovrebbe essere risolta. Purtroppo non si riesce ad avere dagli uffici competenti, che riportano gli interventi in aula, i testi degli interventi in tempi accettabili.
Lei pensi che l'intervento della Presidente Bresso svolto in Consiglio regionale martedì scorso, l'abbiamo richiesto sia verbalmente sia per iscritto addirittura giovedì, e ad oggi non è ancora disponibile.
Lei capisce che un intervento importante come quello della Presidente della Giunta regionale su una comunicazione in aula non sia disponibile ai Consiglieri regionali e ai Capigruppo a otto giorni di distanza, è alquanto disdicevole. La Camera e il Senato - capisco che sono enti più grandi danno a disposizione dopo 5 minuti gli interventi in bozza non corretta e pubblicano gli interventi il giorno dopo in forma definitiva.
Non chiedo quello, ma almeno che dopo 48 ore sia possibile avere la bozza non corretta degli interventi più importanti: credo che sia legittimo chiederlo da parte dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, senz'altro interverremo, ma sono sicuro che gli uffici hanno già predisposto quanto da lei richiesto. In ogni caso interveniamo immediatamente affinché le sia data la risposta nel modo più sollecito possibile.
E' chiaro che gli uffici di Camera e Senato hanno un'efficacia di risposta diversa, ma è anche vero che il dispendio di uomini, di risorse e di mezzi, e quindi di costo per la collettività, è incomparabile rispetto alla struttura che noi mettiamo in campo che, come sapete, è invece decisamente esigua (quantitativamente, ma non qualitativamente). Proporrei quindi, di accogliere la richiesta avanzata dal Presidente Ghigo, che mi pare estremamente ragionevole.
Se non vi sono osservazioni in merito, potremmo rinviare le comunicazioni della Giunta regionale all'apertura della seduta pomeridiana.



(Brusìo in aula)


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame proposta di deliberazione n. 16 "Modifica delle declaratorie della Direzione Affari Istituzionali e processo di delega"


PRESIDENTE

Se non vi è nulla in contrario, passerei alla proposta di deliberazione n. 16, "Modifica delle declaratorie della Direzione Affari Istituzionali e processo di delega" di cui al punto 4) all'o.d.g. Ritengo che sia un argomento che può essere utilmente trattato in questa fase della seduta.
La parola all'Assessore Borioli



BORIOLI Daniele, Assessore al personale e sua organizzazione

Credo di poter essere molto sintetico, trattandosi, in questo caso, di una deliberazione che scaturisce, come ho già avuto modo di spiegare in I Commissione, come diretta conseguenza, da una legge che è stata approvata da questo Consiglio regionale, che ha comportato la soppressione, nella sostanza, delle sezioni territoriali dei CO.RE.CO. di Torino, Novara Alessandria e Cuneo. A conseguenza di quella legge, è scaturita l'esigenza di ridefinire, attraverso la declaratoria, i compiti della Direzione alla quale le sezioni di controllo afferivano - ovvero la Direzione Affari istituzionali e processo di delega - e, di conseguenza, anche del Settore che nell'ambito di quella Direzione è inquadrato, quello delle Autonomie Locali, che andrebbe, in questo modo, nella sua declaratoria, ad arricchire le funzioni di una parte significativa del personale precedentemente occupato presso le sezioni di controllo di Torino, Cuneo, Alessandria e Novara, funzioni particolarmente dedicate al sostegno delle iniziative dei Comuni - in modo particolare dei piccoli Comuni - nella formazione di esperienze di gestione associata dei servizi, che, come sapete, è uno dei temi più rilevanti nella ridefinizione dell'architettura istituzionale di questa Regione, che è contraddistinta, in modo particolare, da una significativa frammentazione delle Autonomie Locali, in special modo delle istituzioni comunali.
Questo tipo di provvedimento, che, per l'appunto, non è altro che l'approvazione, da parte del Consiglio, della modifica di questa declaratoria della Direzione e dei Settori, consentirà, oltretutto, di valorizzare, in maniera significativa, sul territorio, quelle stesse professionalità che fin qui hanno operato nell'ambito delle sezioni di controllo, senza, oltretutto, costringerle al disagio di una collocazione anche logisticamente differente nell'ambito della struttura organizzativa dell'Ente.
È un provvedimento che scaturisce da un adempimento già formalmente adottato con legge da quest'Aula consiliare e intercetta due esigenze: la prima è quella di fornire un supporto maggiore di assistenza ai Comuni nel processo di associazione nella gestione di taluni servi; la seconda consente di riprofessionalizzare in loco una parte significativa del personale che fin qui era attivo presso le funzioni che ora non esistono più, perché, con volontà di legge, l'Amministrazione regionale ha deciso di sopprimerle in quanto tali.
In termini di illustrazione credo di non aver nulla da aggiungere.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

È chiaro che questa è la conseguenza della legge regionale approvata se non erro, a giugno o ai primi di luglio.
Approfitto delle affermazioni dell'Assessore per sottolineare l'importanza di questa presenza sul territorio, per sostenere ed indirizzare l'azione dei Comuni soprattutto in ordine all'associazionismo dei Comuni stessi. È una partita essenziale per poter assicurare ai cittadini di tutto il territorio regionale un'omogeneità dei servizi, vista anche la debolezza delle Amministrazioni più piccole e le difficoltà che ovviamente ci sono dal punto di vista operativo a far fronte a tutte le esigenze.
Ma qui il discorso si farebbe anche più ampio, perché sappiamo che ci sono anche delle aggregazione forzose - vedasi in campo dei rifiuti oppure di ambiti territoriali per la gestione dei servizi. Laddove la convergenza è volontaria, vi sono, talvolta, delle difficoltà e delle perplessità da parte delle Amministrazioni comunali.
Il mantenere sul territorio la presenza di queste persone, che hanno indubbiamente una professionalità notevole nel rapporto con i Comuni perché verificavano gli atti delle Amministrazioni comunali e degli altri Enti locali, ma soprattutto avevano facilità di rapporto proprio con gli addetti dei lavori dei Comuni, penso che sia un fatto molto importante.
Sottolineo, quindi, la convergenza su questa proposta, ma anche l'auspicio che le parole dell'Assessore si traducano in fatti, eventualmente non solo salvaguardando ciò che già esiste, ma addirittura rendendo equipotenziali queste presenze anche qualificate dal punto di vista dell'eventuale ulteriore professionalità che si può immaginare anche in un prossimo futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Noi comprendiamo, ovviamente, la motivazione della delibera, che è susseguente all'abrogazione delle sezioni del CO.RE.CO., che ha votato il Consiglio.
Ci domandiamo, o, meglio, lo domandiamo all'Assessore, ai colleghi ma anche al Presidente del Consiglio e all'Ufficio di Presidenza, una precisazione: lunedì mattina, in sede di VIII Commissione, saranno in discussione le due proposte di legge, una presentata dal Gruppo della Margherita e da altri, il cui primo firmatario è il Consigliere Bizjakj, e una dal Gruppo di Alleanza Nazionale, relativamente al servizio di consulenza gratuita per i Comuni.
Ovviamente, relativamente alla proposta di deliberazione in oggetto non stiamo parlando della stessa cosa. Ma è ovvio che è una sorta di anticipazione non normata. Noi diciamo che i dipendenti che erano presso le Sezioni del CO.RE.CO. non saranno più nelle stesse - perché vengono sorprese - ma, di fatto, saranno presso la Direzione regionale Affari Istituzionali, con compiti differenti.
Visto che andiamo a specificare anche i compiti, e considerato che abbiamo due proposte di legge in discussione, ponendo in votazione questa proposta di deliberazione, mi sembra che si vada ad anticipare o a dar meno valore alle proposte di legge che andremo a discutere in VIII Commissione.
Pertanto, non esprimo una contrarietà nel merito della proposta di delibera, ma mi domando - lo domando ovviamente alla Giunta ma anche all'Ufficio di Presidenza e al Presidente della VIII Commissione - se non avrebbe più senso unire la discussione della proposta di deliberazione che, teoricamente, non compete all'VIII Commissione, ma alla I perch riguarda soltanto il personale - che ha una stretta connessione e una stretta competenza con i due PDL che discuteremo lunedì mattina.
Questa è la domanda che rivolgo. Non è una contrarietà, ma una valutazione di metodo, non di merito, rispetto al provvedimento che stiamo discutendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Grazie Presidente.
Per una certa parte consideriamo la proposta di deliberazione sottoposta al nostro esame, come un atto dovuto. E' il seguito della legge che il Consiglio ha approvato nel mese di luglio in cui si certificava come risultava allo stato di fatto, l'abolizione dei Comitati Regionali di Controllo. Da questo punto di vista, nulla da eccepire.
Sul passaggio successivo, mi permetto di sottolineare qualche aspetto e di ricevere qualche risposta da parte della Giunta.
Avevamo previsto nella legge di abolizione dei CO.RE.CO. anche l'obbligo, entro sei mesi dall'approvazione, di definire delle modalità con cui la Regione esercita un rapporto di consulenza con i Comuni piemontesi non più previsto attraverso i Comitati Regionali di Controllo. Alla luce non tanto delle proposte di legge presentate dai Consiglieri de La Margherita e di Alleanza Nazionale, ma alla luce del contenuto di quella legge approvata dal Consiglio regionale, è del tutto evidente che in questa sede dobbiamo avere una sorta di "garanzia" attraverso la quale, nel momento in cui si da applicazione a quella legge, quindi si istituisce una forma di collaborazione e di consulenza con i comuni piemontesi non più prevista dal CO.RE.CO., queste professionalità e questo personale venga addirittura valorizzato nelle nuove funzioni che il Consiglio regionale prevede di esercitare in rapporto ai Comuni.
Questo è un po' il senso della seconda parte della deliberazione. Oggi dobbiamo essere nelle condizioni di dire che questo è un atto dovuto per una parte, ma che per altra parte il personale, nel momento in cui il Consiglio regionale darà applicazione, nelle forme che riterrà più opportune, alla proposta di legge approvata nel luglio scorso, dovrà essere "riutilizzato", valorizzato ecc, per l'esercizio di nuove funzioni che pensiamo di attribuire nei rapporti con i comuni. In presenza di rassicurazioni da parte della Giunta regionale e alla luce dei provvedimenti che verranno assunti in sede di VIII Commissione, nulla osta l'approvazione da parte del nostro Gruppo del provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non entro nel merito dell'atto specifico perché il Consigliere Cavallera ha esaurientemente riepilogato, nell'interesse dell'Aula, il comportamento di voto del nostro Gruppo. Voglio invece ricordare, un po' a me stesso ma anche all'Aula, come questo sia un passaggio. L'Assessore Borioli certamente ricorderà che, nell'ambito delle due sessioni di Commissione in cui il provvedimento è stato oggetto di discussione, noi abbiamo considerato questo passaggio come uno stralcio, un'eccezione utile e condivisa nella modalità e nel merito, rispetto ad un più ampio quadro che attendiamo senza ansie, ma con attenzione e sollecitudine - di revisione dell'intera struttura organizzativa dell'Ente. Viene bene ricordarlo oggi in modo che i passaggi successivi saranno anche di sollecito qualora l'Assessore - che so essere sensibile al tema - non fosse nelle condizioni di poterci proporre un quadro più ampio.
La revisione della legge n. 51 è stata invocata, pur non essendo specificatamente prevista come argomento, nei commenti ad un'interrogazione a cui ha risposto la Presidente Bresso. Quando la Presidente Bresso parla di agenzia per la comunicazione, sia essa condivisibile o meno, (il merito lo verificheremo quando il provvedimento arriverà all'esame della Commissione consiliare del Consiglio), vuol dire che sta evidenziando un'esigenza, da lei sentita in maniera legittima, magari anche condivisibile, di revisione, di riadattamento della legge.
La legge n. 51, è una legge fondamentale per l'Ente ed essendo una legge che tocca il destino delle persone, tocca sensibilità acutissime interessi trasversali: il mondo del sindacato, il mondo del destino di coloro che attorno all'Ente vedono non soltanto un fatto politico, che è il nostro lavoro, ma anche l'esercizio della loro funzione - separando poi i destini tra ruolo della Giunta e ruolo del Consiglio - con tutte le complicazioni che questo tema può sopportare (so che la Presidenza del Consiglio è particolarmente sensibile al tema).
Auspico, nell'approvare il provvedimento (certamente questo sarà il voto che il Gruppo esprimerà sul provvedimento specifico) che l'Assessore voglia tener conto delle richieste e portarci, quanto prima, nelle sedi e nei modi che riterrà opportuno, un esame completo del riordino di quella che è una dei pilastri delle leggi della Regione Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Per dichiarare l'accordo del nostro Gruppo sul provvedimento presentato dalla Giunta ed esaminato in Commissione. Un provvedimento, come hanno ricordato i Consiglieri che mi hanno preceduto, figlio della decisione di sopprimere i CO.RE.CO. come hanno ricordato il Consigliere Bizjak e il Consigliere Burzi. Tuttavia, vorrei richiamare l'attenzione dei Consiglieri su un problema che ha evidenziato il Consigliere Burzi e che personalmente condivido.
Questo è un provvedimento dovuto, necessario, chiamiamolo stralcio (anche se forse è una parola grossa) ma è un provvedimento che nasce all'interno di quella decisione di cui parlavo prima. Penso anch'io che dovremmo metterci al lavoro per definire, nel più breve tempo possibile, la riforma della legge n. 51. Non possiamo assolutamente procedere a spizzichi e bocconi, adottare provvedimenti che si giustificano in quanto tali, ma che mancano di quel quadro di riferimento generale che è dato solo dalla riforma della legge n. 51. Sono d'accordo per sollecitare un atto in questa direzione.
La scorsa legislatura è passata senza che avessimo la capacità, la volontà - lasciamo stare le ragioni per le quali non si è fatta la riforma senza che si sia messo mano alla riforma delle legge n. 51. Vorrei che questa legislatura fosse quella nella quale, giustamente, affronteremo organicamente la riforma.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Abbiamo votato favorevolmente alla soppressione dei CO.RE.CO.; voteremo favorevolmente, l'abbiamo fatto in Commissione, su questo provvedimento dovuto e parziale. Tuttavia emerge la necessità, ricordata da altri, di una riforma complessiva. Crediamo si debba tenere fede a quell'impegno assunto quando sono stati cancellati i CO.RE.CO., cioè avere entro 180 giorni un organismo, per quanto agile, esile e strutturato sul territorio, che dia sostegno ai comuni, in particolari a quelli maggiormente piccoli. Era una proposta che i Gruppi di minoranza avevano avanzato con un certa polemica sia in Commissione sia in Consiglio.
La domanda che rivolgo all'Assessore è: quanto personale i singoli CO.RE.CO. ancora contano (credo poco, ormai è un personale molto esile).
Quanto personale sarebbe occupato in questa prima questione, cioè questa struttura di gestione associata per la gestione di servizi, che deve essere realizzata nelle singole aree, e quanto potrebbe essere utilizzato e valorizzato in quella seconda struttura, di cui si incomincerà a parlare lunedì in VIII Commissione consiliare. Si tratta di una sorta di organismo gratuito di consulenza per i Comuni, in particolare per quelli più piccoli.
Questo primo atto, che credo verrà votato da tutti, tiene fede alla prima parte di un impegno assunto collettivamente. Mi auguro che si riesca anche in breve tempo, a tener fede alla seconda parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Assessore, forse non sono stato molto attento quando lei è intervenuto le vorrei chiedere, per esserne sicuro al momento della votazione del nostro Gruppo, se il personale, attualmente occupato al CO.RE.CO., sarà ancora impiegato e non verrà spostato. Ci risulta, infatti, che ci sia stata una lettera del Dirigente di settore che ha chiesto la mobilità a questo personale.
Vorremmo avere delle certezze. Non discutiamo nel merito, ci interessa sapere il modo con cui sarà impiegato il personale; ci auguriamo che mantenga la sede avuta sinora, senza essere spostati.
Se il personale non verrà spostato, voteremo la deliberazione altrimenti è necessario capire come intendete procedere.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore al personale e alla sua organizzazione

Le considerazioni svolte dai Consiglieri su questa delibera richiedono tre livelli di risposta.
Primo punto. Una parte della delibera è - tra virgolette - un atto conseguente all'approvazione, da parte del Consiglio, della legge che ha soppresso le sezioni di controllo. In questo senso, prego i Consiglieri di considerare che nell'adozione di questa delibera c'è, in termini contingenti, l'esigenza di dare, attraverso questo atto, sistemazione formale. C'è l'esigenza di dare certezza alle strutture organizzative che di conseguenza, devono essere ridefinite, alla luce del fatto che nell'ambito della Direzione Affari istituzionali e Processo di delega non vi siano più compiti da svolgere, e che invece, nell'ambito del settore Autonomie locali, occorre integrare le funzioni sin qui svolte con l'arricchimento previsto della declaratoria del settore che definisce: "Attività di supporto al processo associativo fra Enti locali, svolto anche a livello decentrato; cura i procedimenti per l'erogazione di finanziamenti per la gestione associata di funzione ai servizi comunali".
Attraverso questo provvedimento, si vuole dare certezza di prospettiva professionale e di collocazione fissa a una parte di quel personale che operava presso le sezioni di controllo, non avendo più una funzione da svolgere nell'impianto organizzativo dell'ente. C'è l'esigenza, quindi, di dare risposte a dei lavoratori che si sono visti sottrarre, pur legittimamente, la loro funzione per una decisione che il Consiglio, nella sua potestà e su proposta dell'Assessore Deorsola, ha adottato qualche tempo fa.
Questo il primo elemento: una risposta di riorganizzazione, conseguente ad un provvedimento già adottato.
E' evidente che la nuova funzione - e in questo mi ricollego alle osservazioni svolte, in modi diversi ma uguali nella sostanza, dai colleghi Vignale e Bizjak - molto specifica, non è unicamente la consulenza agli Enti locali, ma un supporto al processo associativo e la cura dei procedimenti per l'erogazione dei finanziamenti. Supporto e consulenza generale definiti in maniera piuttosto puntuale, tant'è vero che sono stati oggetto di alcuni dei provvedimenti in corso di esame in una Commissione di cui non mi sono occupato direttamente, ma ne sono informato, come componente della Giunta.
E' evidente che soltanto una parte del personale, precedentemente allocato presso le sezioni di controllo, troverà propria collocazione nell'ambito del settore Autonomie locali, pur così rimpinguato di funzioni.
La rimanente parte potrà essere valorizzata quando il provvedimento, che oggi adottiamo, produrrà i suoi effetti organizzativi sulle strutture territoriali, cui verrà attribuito quell'implemento di funzioni che arriveranno attraverso i processi legislativi attualmente in corso d'esame.
In questa fase contingente, posso garantire che quella parte di personale rimarrà allocato territorialmente, sulla base delle esigenze determinate dagli organi dirigenti (materia di dettaglio su cui non interviene la Giunta). L'indirizzo è che il personale rimanga collocato territorialmente dov'era: in parte - se l'Aula licenzia oggi la declaratoria che definisce funzioni che diventano immediatamente operative al settore Autonomie locali; la parte restante, fino a quando non andranno a regime altri provvedimenti che consentono di rimpinguare quella funzione in senso più generale, rimarrà comunque a Novara, Cuneo Alessandria, Torino, dov'era precedentemente collocata, magari disponendosi provvisoriamente presso altri servizi regionali. Ribadisco che non perderanno l'elemento di territorialità: elemento importante per la vita delle persone.
Tema più generale, evocato dal Consigliere Burzi e ripreso dal collega Ronzani, la legge 51/1997. Su quest'elemento portante dell'attività dell'Ente, sappiamo tutti che un'eventuale revisione non è competenza della sola Giunta, e non solo perché trattandosi di una legge deve tornare in Aula, ma perché contempla la struttura organizzativa della Regione Piemonte, sia nelle parti che afferiscono più direttamente all'attività dell'Esecutivo, sia in quelle che fanno riferimento al Consiglio. Ritengo utile che fin dall'avvio di un processo di revisione e di riforma, che sicuramente potrebbe segnare una svolta significativa per la vita amministrativa dell'Ente, l'esame parta su due gambe solidamente costituite: le competenze specifiche della Giunta e la potestà del Consiglio, che ha il compito di legiferare in materia.
Per quanto mi compete come Assessore al personale, ritengo dunque utile lo schema di ragionamento avanzato dal Consigliere Burzi, ripreso poi dal Consigliere Ronzani. In questo senso sarebbe buona cosa, visto che il tema di cui invece mi devo occupare direttamente, il riordino delle Ddirezioni in cui si articolano i ruoli della Giunta, è un tema che va a intaccare in maniera significativa sull'impianto organizzativo governato dalla 51/97.
Per quanto mi riguarda, manifesto in Aula, per quelle che sono le mie competenze, la disponibilità a lavorare inquadrato in questo senso all'interno di un meccanismo che consenta di partire da subito in un rapporto con il Consiglio al fine di che consenta di darci anche delle tempistiche certe.
"TLe tempistiche certe" non significa necessariamente vogliono dire che si condividerea all'unanimità ogni singolo punto, ma ma che si partirea con lo spirito giustoquesto spirito per cercare di fare la riformare delvelocemente la legge 51/97 in fretta e per contestualizzare anche la riforma di una parte consistente, che invece mi riguarda in maniera più direttamente, ovvero che è quella delle Ddirezioni afferenti il ruolo della Giunta.
Ovviamente, ferma restando il fatto che sSu questo piano credo che alla Giunta competa di formularela formulazione di proposte, dentro questo percorso, una proposta, per quanto riguarda la sua parte, che diventerannoi materia di discussione: perché altrimenti discutere senza partire da qualche proposta è difficile.
Io personalmente credo di poter dire Esprimo tale disponibilità a nome della GiuntaGiunta regionale;, esprimo questa disponibilità, il Consiglio ha degli propri strumenti ordinari su cui lavorare, ma e di cui è padrone credo che si possano anche valutare attraverso qualieventuali strumenti straordinari, al fine di determinare funzioni di raccordo stretto tra il Consiglio e le sue articolazioni consiliari e il compito che deve svolgere la GiuntaGiunta regionale.
(su questo io sono disponibile a lavorare) FattFinitao questa lunga "predica", alla fine per le ragioni espressequeste ragioni e in questo contesto, credo sia utile, oggi, e lo chiedo al Consiglio, di licenziare questo un provvedimento che appunto riguarda il destino di alcune persone, che aspettano di capire che cosa faranno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Borioli.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto ne ha la facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Credo vi sianoRilevo due aspetti differenti sui quali il nostro Gruppo consiliare e il Consiglio hanno ragionato. È un po' il limite che noi riteniamo abbia questaaddebitiamo alla proposta della Giunta regionale: esattamente a quello. Avere inquadrato un l'aspetto che certamente che è quello relativo al personale, senza considerare che congiuntamente all'aspetto del personale anche relativamente ai corretti richiami che ladella delibera correttamente fa, ve n'è uno relativo all'Aassessorato dell'assessore Deorsola.
Se dal un punto di vista relativo al personale, apprezziamo le garanzie relativamente relative al mantenimento in loco dei dipendenti, non rileviamo chepossiamo non considerare l'atto, come un atto che in qualche modo anticipa il progetto di legge di ridefinizione, quelli che saranno le proposte di legge e allo stesso tempo non rispetta compiutamente il termine di sei mesi, presupposto che ladella legge 8 - aveva, cioè quella che la Giunta portasse entro sei mesi. Per per carità, sei mesi non sono trascorsi,i...
un progetto di legge di redifinizione, perché lLa replica dell'aAssessore, è corretta, ma ci sono due questioni da definire compiutamente:. lLa prima è relativa alle deleghe:, è ovvio che il personale che andrà a svolgeràe attività di supporter al processo associativo fra enti locali, svolto anche a livello decentrato, uno dei procedimenti per i finanziamenti ecc. andrà svilupperà anchea fare certamente un ruolo di consulenza alle amministrazioni locali, che noi vediamo in modo assolutamente favorevole.
Noi però abbiamo contestato la decisione del Consiglio Riteniamo per che così come il consiglio ha deciso in modo da noi contestato di abolire i CO.RE.CO. senza contestualmente definire un servizio di consulenza; a proceda a piccoli passi, prima si aboliscono i CO.RE.CO senza dare una risposta, adesso diamo una risposta che riguarda esclusivamente il personale che operava negli ora aboliti CO.RE.CO., che peraltro aspetta lae da questo punto di vista dando certezza di nuove determinazioni. Maa chi sapeva di operare per i CO.RE.CO, sapendo che sono stati aboliti, aspetta nuove determinazioni ma il nodo cruciale qual èè un altro,; l'assessore diceva: "nNooi individuiamo le deleghe saranno poi i dirigenti (correttamente) che diranno ai dipendenti le cose dacosa fare".
Se da un punto diIl punto vista il normativo è corretto. Manca un pezzo: che (la norma sul personale) che è quello relativamente alla norma sui servizi da erogare, perché il consulente cosa dice di fare? Quello che certamente individuiamo come deleghe, ma ; manca la sostanza, manca una proposta, un provvedimento di legge, e una legge della Regione che dica: quei dipendenti che operavano all'interno dei CO.RE.CO. opereranno all'interno dei servizi di consulenza per svolgere un certo tipo questo tipo di servizi. che è Ddefinizione, e che è provvedimento che dovranno confrontare in sede di Commissione e portarela all'approvazione del Consiglio.
Per concludere, noi esprimeremo un voto di astensione, non perché non siamo favorevoli al provvedimento in sé, relativo al personale o relativo allea competenzea dell'Assessore Borioli, perché crediamoma perch riteniamo che vi sia un processo non compito. E che non si sia fatto un processo di compiuto, non lo credevamo nemmeno quando non abbiamo partecipato al voto, sul provvedimento diche ci siamo espressi contrariamente alla soppressione dei CO.RE.CO.: ritenevamo infatti perch ritenevamo che si fosse fatto attuato solo metà della parte che doveva farea carico della la Regione; manca il compimento , riteniamo anche in questo caso, che non si compia ildel procedimento legislativo che la Regione avrebbe dovuto compiere, ancora di più quandotanto più che da lunedì saremo in Commissione a discutere delle stesse competenze.
Il voto non è negativo perché riguarda itratta di dipendenti che hanno anche necessità di certezze lavorative (questo lo comprendiamo); credo per che un'assemblea un'Assemblea legislativa non possa soltanto ragionare soltanto per avere dellesu delle garanzie, ma lo debba fare in un quadro normativo compiuto.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri consiglieri a parlarerichieste di altri interventi, passiamo alla votazione.
Metto in votazione la deliberazione n. 16 "modifiche del declaratore della direzione affari e istituzionali e processo di delega"



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla deliberazione n. 16, il cui testo, a mani dei Consiglieri, - emendato - verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzi chiedendole di specificare il a che titolo richiede di intervenire.
titolo del suo intervento.



POZZI Paola

Quella deiSull'ordine dei lavori. Presidente, chiederei se fosse possibile verificare la possibilità di mettere subito in votazione l'o.d.gl'ordine del giorno presentato da tutte le Consigliere regionali di maggioranza e di opposizione; perché questo si accelererebbe l'ordine dei lavori e la conduzione dei medesimi.



PRESIDENTE

Ai sensi del regolamentoRegolamento, chiedo se ci sono Consiglieri che desiderano intervenire in senso contrario alla mozione d'ordine.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

In realtà èE' un intervento anomalo e, me lo conceda:, nel senso che io non sono contrario all'inversione in sé , do anche atto che vi possa essere un'urgenza. Chiedo solo cheMa, visto che dopo l'intervento del Consigliere Ghigo, avevamo preso un'accordo dicendoaccordato di votare il: votiamo il provvedimento n. 16 e poi di chiudere la iamo la seduta, si chiuda.
Poi dDi per se sé non sono contrario all'inversione, ma mi sembra che provare a mettere iinserire provvedimenti, che noi sosterremo e suilla quale quali esprimeremo parere favorevole in chiusura di dichiudendo un po' la dscussione, vada anche a ledere l'importanza del provvedimento stesso.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Vignale, spero di rappresentare le esigenze di tutta l'Aula,: che non è interesse di nessuno fare delle forza ture. Se i colleghi acconsentono, possiamo rimanere intesi che (vistao anche l'osservazione del Consigliere Vignale) di mettereiamo in votazione l'ordine del giorno a cui faceva riferimento la Consigliera Pozzi prima degli altri ordini del giorno - inserendolo al punto 6 bis dell'o.d.g.
posto che mi pare ci sia sul tema mi pare ci sia un'intesa parimente unitaria.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



PRESIDENTE

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