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Dettaglio seduta n.308 del 29/04/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


SPINOSA MARIACRISTINA



(Alle ore 15.00 la Consigliera Segretaria Spinosa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.39)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Botta, Cavallera Deambrogio.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Tre anni di attività - Programma politico della Giunta regionale 2005-2008"


PRESIDENTE

Prima di procedere alla discussione sul punto 2) all'o.d.g., inerente al disegno di legge n. 513, "Legge Finanziaria per l'anno 2008", sono previste delle comunicazioni da parte della Presidente della Giunta regionale. Prego, pertanto, i Consiglieri di accomodarsi fra i banchi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Vorrei solo sapere come organizzare i nostri lavori: adesso interviene la Presidente, poi immagino - anzi, opino - che si aprirà un dibattito sulle sue comunicazioni. Come sarà regolamentato?



PRESIDENTE

Poiché si tratta di comunicazioni di valore politico che erano già state preventivate e richieste, ai sensi del Regolamento ciascun intervento sarà di dieci minuti.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Come ho precisato la volta scorsa, farei una sintesi, fermo restando naturalmente, che è disponibile, qualora i Consiglieri lo desiderino, un testo più consistente, che potrà essere oggetto di una successiva consegna posto che richiede ancora un minimo di messa a punto e di verifica.
Mi è stato richiesto di fare, molto rapidamente, il punto di questi tre anni di legislatura, nel contesto della discussione sul bilancio, e di fare alcune precisazioni in merito allo "stato di salute" della maggioranza.
Pertanto, a questi due temi cercherò di attenermi.
Intanto, dal punto di vista normativo, cioè dei provvedimenti legislativi, mi pare che si possa affermare che il programma, nel suo complesso, sia stato portato a termine dalla Giunta o, in molti casi, sia in via di realizzazione (d'altronde, è normale che alcuni provvedimenti giacciano ancora in Consiglio o siano in corso di discussione nell'ambito della Giunta).
Ovviamente, restano da trasformare in atti concreti alcune leggi più recenti che abbiamo approvato: è un compito molto importante, poiché non si tratta solo di "creare" delle leggi, ma anche di produrre gli effetti che da queste leggi si riflettono sulla vita quotidiana dei cittadini. Abbiamo iniziato a fare ovviamente anche questo, ma mi soffermerò successivamente.
All'atto dell'insediamento avevamo individuato, alla base del nostro programma, due grandi principi: creare una Regione più competitiva e contribuire ad aumentare la coesione sociale del nostro territorio; un Piemonte più dinamico e solidale.
In entrambi i casi, ritengo di poter affermare che siamo sulla buona strada: da un lato, i provvedimenti per migliorare la competitività sono sotto gli occhi di tutti, a partire dalla legge sulla ricerca, che ha cominciato a produrre importanti risultati in termini di miglioramento non solo quantitativo delle risorse, ma anche qualitativo delle modalità con cui la ricerca è finanziata nella nostra Regione, mantenendo rapporti estremamente significativi con le principali istituzioni di ricerca nel nostro territorio, con il conseguimento di finanziamenti importanti da parte del Governo, dell'Unione Europea e di altre istituzioni.
In secondo luogo, ricordo le azioni per attirare ingegni e capitali gli sforzi per dare un assetto più efficiente alla nostra rete di trasporti materiali e immateriali, gli accordi con FIAT e Telecom (con Pirelli più recentemente), la forte spinta al sistema delle Università e del Politecnico, che stanno facendo del nostro sistema universitario il vero perno non solo della crescita della ricerca, ma anche di molte attività innovanti, attraverso gli incubatori, i centri di ricerca che s'insediano dentro il Politecnico e che s'insedieranno dentro l'università man mano che riusciremo a completare, anche per l'Università, il processo di rinnovamento strutturale.
Va ricordato, altresì, il restauro della Reggia di Venaria, che è stato completato, e di cui è stata avviata la promozione in modo consistente: tutto questo sta dando un concreto contributo alla crescita del turismo nella nostra Regione. Recentemente, dopo la chiesa, il restauro dei giardini, l'apertura della Reggia e la mostra sui Savoia, con la mostra sul Compasso d'oro sono state pre-inaugurate le Scuderie Reali, che rappresentano lo spazio fondamentale per le future grandi mostre. Tutto ci contribuisce ad accrescere l'attenzione sul nostro territorio.
Vanno rammentate, altresì, anche le mostre fuori del territorio piemontese. Ricordo, come esempio di politica di decentramento di attività di elevato livello culturale, lo straordinario successo ottenuto della prima mostra in collaborazione con la Fondazione Guggenheim a Vercelli che, come sapete, è un programma triennale di cui è stata presentata pochi giorni fa la seconda mostra. Piani per il turismo, dunque, per la logistica, la mobilità, l'agricoltura e l'ambiente.
Per quanto concerne i Fondi europei, rappresentano un risultato rilevante, perché ammontano ad oltre due miliardi il FESR e il Fondo Sociale e oltre un miliardo con la quota di nostro cofinanziamento dei fondi FAS (i Fondi per il Piano di Sviluppo Rurale). Sono risorse importanti, da cui ci aspettiamo molto nei prossimi anni.
Ricordo, ancora, i bandi che abbiamo appena lanciato per sostenere il consumo delle energie rinnovabili, per favorire, da una parte, la produzione di energia da fonti rinnovabili e, dall'altra parte, per sollecitare la crescita del nostro sistema produttivo in questo campo sostenendo, contemporaneamente, la domanda e l'offerta. In tal senso vogliamo raccogliere la sfida del XXI secolo sulle energie rinnovabili.
Come sapete, stiamo promuovendo, attraverso gli Stati Generali dell'Energia che si terranno a maggio, una mobilitazione nel nostro territorio, che ha l'obiettivo di sostenere, in una fase ciclica difficile la nostra economia.
I Fondi europei, oltre a quest'aspetto che li contraddistingue - in Europa siamo la Regione che investe di più nelle energie rinnovabili hanno una forte caratterizzazione rispetto all'innovazione e alla ricerca in particolare per il sistema delle piccole e medie imprese della nostra Regione, che hanno un forte bisogno di essere sostenute nel loro processo di sviluppo, per la riqualificazione territoriale attraverso i bandi e i Piani Territoriali (PTI) che consentono al territorio di progettare in modo integrato le politiche per il proprio sviluppo.
Abbiamo fatto molto per portare in Piemonte risorse umane di qualità attraendole attraverso i sistemi della ricerca e dell'innovazione di cui dicevo, e capitali.
I dati confermano che, non solo grazie alla ripresa dell'auto - nella quale sicuramente abbiamo svolto un ruolo nelle prime fasi, in cui sembrava difficile e impossibile che il Piemonte potesse partecipare a questo rilancio - il Piemonte ha riacquisito quel dinamismo che sembrava aver perso nel corso della prima parte di questo decennio. Il merito ovviamente, non è solo nostro, ma presumiamo di aver fatto quanto dovevamo per aiutare i piemontesi a fare quello che sanno fare bene, cioè produrre e lavorare.
In Piemonte continua, anche oggi, la congiuntura favorevole. La crescita della produzione industriale è continua, anche se con qualche segnale di preoccupazione che dipende, ovviamente, dalla congiuntura internazionale. È diminuita fortemente la disoccupazione, sono aumentati gli occupati. Siamo in prossimità di raggiungere il tasso di occupazione che l'Unione Europea, attraverso la strategia di Lisbona, indica come obiettivo anche nel campo dell'occupazione femminile. Siamo la terza o quarta regione italiana come tasso complessivo di attività.
Siamo convinti che la forte spinta sulla politica dell'energia rinnovabile sia anche uno strumento per operare in modo anticiclico sostenendo il nostro sistema produttivo, nel momento in cui la crisi internazionale richiede una particolare attenzione al sostegno della capacità produttiva del nostro territorio.
Abbiamo operato molto sul sistema dei trasporti, sul sistema delle comunicazioni materiali e immateriali (cerco di procedere rapidamente altrimenti prendo troppo tempo, ma la sintesi è a vostra disposizione) sulla banda larga, sull'alta formazione, sulle internazionalizzazioni (su cui si stanno ottenendo risultati molto lusinghieri) sulla mobilità internazionale, sulla semplificazione amministrativa.
In questi anni abbiamo costruito un sistema efficiente e competitivo ma con un occhio particolare alla qualità dell'ambiente e del territorio.
stato avviato il Piano paesaggistico, abbiamo già fatto approvare una prima legge di semplificazione urbanistica. Come sapete, la legge urbanistica è in fase di discussione in Consiglio regionale.
Il nostro bilancio è, tuttavia, caratterizzato, come sanno bene i Consiglieri, sia per le competenze strutturali della Regione sia per nostra scelta, da un fortissimo impegno sulla spesa sociale. La stragrande maggioranza del bilancio della Regione è concentrato sulla sanità, le politiche per l'assistenza, le politiche per il lavoro e le politiche per i trasporti. Come sapete, nel nostro Paese il trasporto pubblico dipende essenzialmente da una politica di sostegno pubblico, quindi da una politica a carattere fortemente sociale.
Malgrado l'importanza che queste funzioni hanno sul nostro bilancio che rende difficile incrementarne la dotazione, non abbiamo dimenticato la tutela delle fasce più deboli. Abbiamo approvato il Piano casa per diecimila alloggi nei prossimi anni, ma anche il programma per l'housing sociale per rispondere a quella categoria più grigia di esigenza di disponibilità di alloggi ad affitto moderato e a possibilità di riscatto.
Abbiamo approvato il Piano sanitario e ridotto progressivamente i ticket sanitari, oltre che annullarli sui farmaci generici (oggi il livello di esenzione è stato portato ad oltre 36 mila euro di reddito annuo).
stata diminuita l'addizionale Irpef per i redditi medio-bassi per una prima tranche, ed è stato fatto l'accordo con le Organizzazioni Sindacali per ridurla ulteriormente nel corso del prossimo anno, con il prossimo bilancio. Sono stati attuati interventi importanti per gli anziani non autosufficienti con un accordo per coprire una quota maggiore della quota sanitaria, per un numero maggiore di anziani e con l'incremento dei fondi ai Comuni per la copertura della quota assistenziale. Sono state stanziate molte risorse per gli asili nido pubblici e privati.
Oggi, come potrete meglio vedere dalla sintesi più ampia, stiamo lavorando per arrivare all'obiettivo di Lisbona. Con il Piano in corso, già approvato e con i finanziamenti già attribuiti ai Comuni raggiungeremo venti posti per cento bambini, l'obiettivo che l'Europa si dà, considerato adeguato alla domanda, ed è il 33%, circa un terzo. Noi contiamo di raggiungere, prima della fine del mandato, il 25% di posti e di avvicinarci all'obiettivo di Lisbona anche attraverso il convenzionamento di strutture private, cioè il finanziamento ai Comuni per il convenzionamento di strutture private consentendo, quindi, di raggiungere la percentuale necessaria. Ciò è molto importante perché, ovviamente, a fronte di un tasso di attività femminile crescente, è necessario fornire servizi sia per i bambini sia per gli anziani, perché sono i due canali fondamentali per aiutare le famiglia e le donne.
Abbiamo fatto interventi per i lavoratori in difficoltà perché, come sapete, il processo di riconversione industriale continua ancora nel nostro territorio, quindi va accompagnato.
Abbiamo, come ricordate, oltre al Piano sanitario, varato un Piano imponente di edilizia sanitaria di cui si sta avviando la realizzazione alcune cose, più piccole sono già iniziate, ad esempio l'ospedale della Valle Belbo e una serie di Case della Salute. Si sono chiusi gli accordi per Novara, per Alessandria è in corso di firma. Si è già chiuso un preaccordo per il nuovo ospedale di Vercelli. Abbiamo definito la soluzione e stiamo costruendo i meccanismi di finanziamento per l'Ospedale di Moncalieri, ma potrei andare avanti.
Sulla Città della Salute di Novara è stato siglato l'accordo perch possa partire il bando in tempi brevi. Per quanto riguarda la Città della Salute dell'area torinese, si è definita la localizzazione e si stanno costruendo gli Accordi di programma per partire.
Utilizzare bene la leva della spesa sanitaria per l'edilizia sanitaria ma utilizzare bene anche la leva della spesa complessiva della sanità, pu servire, in questa fase, a sostenere in modo significativo la domanda.
Come dicevo, molte cose sono state fatte. Essendomi stato richiesto di parlare nello specifico, voglio affrontare il tema delle infrastrutture.
Oltre alla definizione della nuova struttura che ci consentirà l'intervento SCR, sia nel campo dell'edilizia sanitaria - un intervento più efficiente più rapido, di maggiore qualità - sia nel campo infrastrutturale, sia nel campo delle gare pubbliche, sono stati avviati moltissimi investimenti.
Potrete leggere un elenco di gran rilevanza, che non sono in grado di citare oggi.
Tuttavia volevo richiamare l'importante intervento la cui autorizzazione è contenuta in bilancio. Mi riferisco all'accordo con ANAS per una società congiunta concessionaria, che consentirà di affrontare alcune tra le più annose questioni del nostro territorio e di portarle a soluzione - penso al collegamento fra Biella, all'autostrada Torino-Milano e alla Gravellona Toce - quindi la realizzazione e il completamento di quel tratto della Pedemontana. Penso alla Tangenziale est da Corso Marche a Torino, agli interventi nell'Alessandrino, ad importanti interventi in altre parti del territorio. Anche questo è uno strumento molto importante insieme al completamento della Asti-Cuneo, che, ormai, è in dirittura d'arrivo, e inoltre vi è la decisione sul completamento del tunnel del Tenda, già in attesa della ratifica parlamentare.
Credo che sull'insieme delle grandi questioni infrastrutturali, oltre a molte di quelle più piccole di queste questioni, sia stata avviata la realizzazione o la progettazione sia tecnica sia finanziaria che ci consentirà, entro la fine del mandato, di farle concretamente partire.
Per quanto riguarda un tema che abbiamo discusso molte volte in questo Consiglio, quello dell'Alta Velocità, come sapete, il completamente della tratta Torino-Milano tra Novara e Milano è partito e dovrebbe completarsi nell'arco di poco tempo. Se anche il nuovo Governo confermerà il mandato dell'Osservatorio, credo che il lavoro dell'Osservatorio potrà, a tempi brevi, completarsi con una definizione delle strategie che comprenda nodo di Torino, tracciato o anche ipotesi di tracciati in Valle di Susa tra cui scegliere e definizione complessiva del progetto di sviluppo.
Credo che si possa ragionevolmente chiedere alla maggioranza degli abitanti della Valle di Susa di accettare la realizzazione dell'opera che a mio avviso, alla fine, migliorerà e non peggiorerà le condizioni di vivibilità della Valle, se si riuscirà a costruire un vero progetto che parta dalle ipotesi di sviluppo e inserisca la nuova infrastruttura nel progetto di sviluppo della valle.
Credo che chiunque in maniera onesta e non affetta da pregiudizi attraversi aree che non hanno un sistema infrastrutturale soddisfacente si renda conto di quanto ormai conti, in un sistema come il nostro, avere la disponibilità di importanti collegamenti infrastrutturali.
Recentemente, pochi giorni fa, ho percorso la strada che dalla Francia porta al Colle della Maddalena e poi in Piemonte. È evidente che lì ci sono situazioni di estrema difficoltà, lo sappiamo tutti, a realizzare infrastrutture, però è chiaro cosa significa essere in una situazione di impasse infrastrutturale, cioè di un blocco complessivo di quella parte della Francia che è impressionante nella sua desertificazione. Credo che questo sia un tema molto importante.
Volevo fare una brevissima riflessione. Sapete che stiamo lavorando molto insieme alla Liguria. È stata avviata, con le Regioni della vicina Francia (Paca e Rhône-Alpes) e poi con la Valle d'Aosta e la Liguria un'Euroregione che, appena sarà stato regolamentato il Gruppo europeo di cooperazione territoriale che si strutturerà anche secondo regole europee potrà essere titolare di progetti europei importanti in vari campi. Abbiamo puntato molto su un rapporto solido con la Liguria.
L'Assessore Borioli è reduce da una missione congiunta in Cina sul tema della logistica. Credo che chiunque abbia presente cosa sta avvenendo nel mondo del trasporto internazionale si possa rendere conto di quanto il nostro Piano della logistica e gli interventi che si stanno sviluppando comprese le progettazioni, perché sono più d'una, delle strutture retroportuali di Genova, siano fondamentali per il nostro futuro.
Oggi, la domanda di spazi per la logistica è imponente e rappresenta un altro di quegli elementi che si realizzano completamente in senso anticiclico e che ci possono permettere una forte spinta di sviluppo.
Insomma, moltissime altre cose si potrebbero dire, ma molte le conoscete anche voi, perché siete stati qui in qui questi tre anni, quindi non mi pare il caso di andare troppo in là.
Infine, volevo dire qualcosa sulla maggioranza e sul suo stato di salute. Non c'è dubbio che quando si subisce una sconfitta alle elezioni politiche, e in più con gli elementi di divisione che sono avvenuti a livello nazionale nella maggioranza di centrosinistra, ci sono problemi che non vanno sottovalutati.
Nessuno è contento di perdere le elezioni, quindi nessuno di noi è contento. Tuttavia, abbiamo fatto un patto di legislatura con i nostri elettori, lo abbiamo siglato con le forze che sostengono la maggioranza: è un patto solido, non è stato messo in discussione dopo la sconfitta elettorale da nessun Gruppo della maggioranza che governa questa Regione.
Questa è una cosa che voglio dire perché è stata chiesta.
Così stanno le cose, in democrazia si vince e si perde, le elezioni si vincono e si perdono, fa parte delle regole della democrazia. Ogni elezione ha la sua storia: lo abbiamo visto anche adesso nelle recenti elezioni amministrative, i cui ballottaggi sono finiti ieri.
Noi pretendiamo una sola cosa: abbiamo diritto a essere giudicati alla fine del nostro mandato dagli elettori per quello che abbiamo fatto e per quello che avremmo fatto di qui alla fine del mandato. Siamo convinti di aver finora rispettato puntualmente il patto sottoscritto con gli elettori e il nostro programma. Anche nei prossimi due anni questa maggioranza sarà in grado di completare la realizzazione del proprio percorso programmatico che presenteremo ai nostri elettori.
Solo dai nostri elettori accetteremo di essere giudicati, n accetteremo di certo di essere giudicati in base ad altre elezioni, altre alleanze e altri programmi, ma in base alla nostra alleanza e alla nostra capacità di realizzare il nostro programma.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e agli insegnanti dell'Istituto Liceo classico "J. L. Lagrange" di Vercelli


PRESIDENTE

Desidero salutare e dare il benvenuto agli allievi dell'Istituto Liceo classico "J. L. Lagrange" di Vercelli in visita al Consiglio regionale.
Spero che la visita sia di vostro gradimento. Avete appena assistito alle comunicazioni della Presidente della Giunta regionale sullo stato di attuazione del programma. Interverranno ora i Presidenti dei Gruppi consiliari e i Consiglieri regionale, conseguentemente si aprirà un dibattito sulle comunicazioni che avete appena udito.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Tre anni di attività - Programma politico della Giunta regionale 2005-2008" (seguito)


PRESIDENTE

Sulle comunicazione della Presidente Bresso, ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

In primo luogo, ringrazio la Presidente per la sua comunicazione.
Dividerei il mio intervento in tre parti. Intanto, una prima parte sulla forma della comunicazione, che non è componente sostanziale, ma, in questo caso, almeno per le mie orecchie, ha avuto un'importanza.
Un intervento morbido, un intervento - per lo meno così le mie orecchie lo hanno sentito - minimalista, del tutto asincrono rispetto al personaggio che abbiamo imparato a conoscere in Consiglio - si fa per dire, visto che lei non ama molto frequentare quest'Aula - ma di cui abbiamo letto molto sui giornali in questi anni, quindi l'esatto opposto del decisionismo dell'uso dell'indicativo presente, dell'assertivismo, della positività che è stata sinora la chiave di lettura, a mio avviso, di buona parte dei suoi interventi pubblici e d'Aula.
Nell'averlo sentito, lei ha molto velocemente fatto un bilancio di ci che è successo in questi tre anni.
Lascio volentieri ai Gruppi, che almeno numericamente fanno parte della sua maggioranza, di valutarne la soddisfazione; non è cosa che ci competa fa parte della diagnosi, non definitiva, ma certamente non laterale di quanto è successo negli ultimi turni elettorali.
Noi siamo soddisfatti della diagnosi che gli elettori hanno dato. Ci fa piacere che gli esiti elettorali anche in questa Regione ci hanno dato ragione. Noi avevamo cercato di preconizzarli in termini di sondaggi che lei a suo tempo definì falsi e tendenziosi e che, in effetti, lo erano perché erano molto più prudenti di quanto gli elettori, che molto spesso sono più avanti di noi e più attenti di noi, avessero deciso.
Quindi, su ciò che è successo non ho nulla da dire, perché mi sembra che la diagnosi emessa nei giorni scorsi sia più che sufficiente a noi, ma a me parrebbe che anche i Gruppi e ai partiti che fanno parte della sua maggioranza dovrebbero fare le loro riflessioni, se e quando queste dovranno essere svolte.
Su un passaggio però mi fermo, perché vede, Presidente, ciò che lei ha fatto è un elenco che lei esporrà, ma è anche funzione di ciò che lei disse. Lei fece un discorso programmatico il 16 maggio 2005 in questa sede che è disponibile credo anche sui suoi siti, ma certamente nel dubbio lo è sul nostro. Quindi preghiamo di leggerlo, perché crediamo che la trasparenza sia garantita dalla disponibilità delle informazioni e dalla voglia di coloro che a queste informazioni vogliono avere accesso. Bisogna fare la fatica di leggerle e di comprenderle, altrimenti la partecipazione diventa una forma amorfa della democrazia.
Abbiamo puntualmente elencato, riportando il documento che lei pronunciò qui il 16 maggio 2005, elencando anche per pagina le parti che a noi non sembrano essere state svolte, in modo che coloro che sono interessati possano farsene un'informazione e, se ritengono, una ragione. E questo fa parte di ieri.
Poi credo, ancorché lei l'abbia già definito come passaggio nell'intervento finale, che rimanga il piccolo ma non modesto passaggio di ciò che succederà nei prossimi 23 mesi. L'elenco, a nostro avviso soggettivo, dei temi di cui questa Regione avrebbe bisogno è lungo; non lo faccio in maniera completa, altrimenti non soltanto non riesco a rimanere nell'ambito dei dieci minuti che il Regolamento mi assegna, ma mi limito a tre temi: le infrastrutture, il mondo del federalismo e il mondo della coesione sociale. Sono tre dei tanti punti che lei ha, non soltanto nei suoi interventi d'Aula, ma soprattutto nei suoi interventi pubblici toccato.
Il nostro giudizio sulla carenza infrastrutturale di questa Regione rimane estremamente critico; non credo che serva ulteriormente, e in ogni modo non oggi, toccare la TAV, che è solo la punta emergente e drammatica ma non unica delle carenze infrastrutturali della Regione.
Credo lei sappia bene - come sanno bene i colleghi che fanno parte della maggioranza - come sul tema delle infrastrutture, siano esse materiali e immateriali, siano esse svolte interamente con il denaro pubblico (poco) e con il coinvolgimento del denaro privato - impossibile nel senso di trovare una sintesi all'interno del pensiero politico dei Gruppi che fanno parte di questa maggioranza - riteniamo che il debito infrastrutturale di questa Regione nei confronti delle altre Regioni e della competizione con le Regioni europee sia alto.
Riteniamo che due ulteriori anni d'inattività o d'impossibilità di agire - e di cui lei non è colpevole in senso personale, è colpevole non traendone delle conclusioni dell'impossibilità del fare - non siano facilmente accettabili. Quindi, è compito nostro sollecitarne l'attenzione.
Questa è una Regione che ha un debito infrastrutturale. Noi chiediamo in sede politica, e lo richiederemo in maniera più argomentata quando da domani si parlerà di Finanziaria e di bilancio sui vari punti che connotano questo debito, se e come il suo governo intende fare qualcosa.
Tra l'altro, trovo anche antiestetico che metà della sua Giunta oggi sia assente. Antiestetico non è una cosa grave, è un problema che riguarda la sua Giunta e non noi, però trovo antiestetica un'assenza in un momento in cui si apre il bilancio e la Finanziaria e, in qualche modo, vi è un bilancio politico di tre anni e, in qualche modo, si dovrebbe essere presenti, perché è più facile essere presenti a tagliare i nastri che partecipare ad una sconfitta. La metà della Giunta è assente, ma è un problema che, non riguardandoci, glielo giriamo per competenza.
Quindi, sulle infrastrutture riteniamo che ci sia un debito, che non soltanto non è più parte dei suoi programmi, ma temo non sia più in grado delle sue possibilità non personali o delle sue volontà, ma della maggioranza che la contraddistingue.
Questo è un debito di cui lei si deve fare carico responsabilmente attribuendosi che cosa pensa di poter fare, non in campagna elettorale nell'aprile 2010, ma nei prossimi 21 mesi.
Federalismo. Lei ha più volte, in un momento iniziale di questa legislatura, richiamato il tema, e noi lo abbiamo anche apprezzato perch il cavalcare temi altrui lo troviamo politicamente un atto di coraggio che trova degli spazi. Oggi sarebbe ingeneroso parlare di Limonte e di altre cose. Certo che il tema del federalismo in senso lato e del federalismo fiscale in senso specifico è tema di oggi e tema cui le Regioni - non soltanto questa Regione, ma le Regioni - non credo abbiano interesse a sottrarsi. È tema su cui attendiamo dal suo governo e dalla sua maggioranza se e in quale misura intendiate porre proposte, che troverebbero orecchie attente nell'interesse complessivo della Regione.
Le è ben chiaro che, rispetto alle tematiche iniziali - e il Presidente Reschigna le potrebbe essere testimone, perché ci fu un momento di criticità legato al tema del federalismo che poi la VIII Commissione non poté risolvere, e neppure altre ne avevano la competenza - il tema è esattamente là da dove partì.
Oggi è più urgente, noi riteniamo di sottolineare il tema del federalismo come evidenza di una Regione di essere competitiva e tramite l'attenzione alla leva fiscale, che è il motivo per cui queste Aule nacquero, perché le Aule parlamentari, quelle che oggi hanno eletto i loro Presidenti a Roma sono nate essenzialmente per i cittadini da delle esigenze inique in termini di pedaggi, che è il nonno del fisco di oggi rispetto ai maggior enti di allora.
Noi non siamo né i valvassori né i valvassini, ma il mondo del fisco.
La leva fiscale, la leva del federalismo, che poi può essere declinata in mille modi, è certamente un tema estremamente attuale della politica e come credo, anche delle esigenze di competizione della Regione, in questo caso della Regione Piemonte, nei riguardi di altre Regioni non soltanto italiane.
La coesione sociale.
Io la declino in termini di sicurezza, che non è certamente l'unica modalità con cui questo tema sia declinabile. Certo è che il tema della sicurezza come elemento fondante dei diritti di ciascun individuo, quindi della nostra collettività, e i diritti di cui questa collettività si sente privata, dalla Valle d'Aosta fino a Sciacca, è tema che non è stato sufficientemente sviluppato o sufficientemente declinato, né in chiave politica né in chiave di proposte né in chiave di bilancio né in chiave di finanziarie.
Adesso attendiamo con una certa curiosità di comprendere se tutto sarà risolto semplicemente decapitando l'Assessore Caracciolo, che è una modalità non particolarmente inconsueta nell'ambito delle Giunte e delle maggioranze non soltanto di centrosinistra e centrodestra. Noi siamo qui pazienti, siccome abbiamo l'atteggiamento delle tricoteuse, anzi. Certo che il tema della sicurezza è tema che oggi appare a tutti stranamente non più un tema percepito, ma un tema sentito.
Ci piace per una volta dire che noi lo dicevamo già l'altro ieri e forse anche il giorno prima dell'altro ieri e forse già anche il giorno prima altro ieri. Ricominceremo da domani in chiave di Finanziaria e in chiave di bilancio, perché riteniamo che l'attuale bilancio, nonostante sia ricco di buchi creati dal non qui trascurabilmente presente Vicepresidente nonché Assessore, possa permettersi gli investimenti necessari non per risolvere, ma per dare ai nostri cittadini di questa Provincia e di questa Regione la sensazione che la sicurezza non sia più un fatto percepito, ma sia un problema. Come per tutti i problemi, non si deve aprire un tavolo ma si deve risolvere. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Credo che il risultato elettorale abbia espresso un esito negativo per il centrosinistra in Piemonte e che alcune conseguenze siano, in qualche modo, ricadute anche sulla Giunta regionale. A dire questo non siamo stati noi, ma sono stati, innanzitutto, gli esponenti del centrosinistra e i responsabili del Partito Democratico.
D'altronde, che la Giunta sia un po' appesantita e che ci sia qualcosa che non va, può essere addirittura un fatto naturale dopo tre anni di attività amministrativa. Ma dalla stessa relazione della Presidente - ha fatto bene il collega Burzi a definirla "minimale" - emerge che questa Giunta ha difficoltà persino a fare le cose ordinarie, non quelle straordinarie! A noi interessa poco che l'Assessore Borioli sia andato in Cina nell'ambito di Limonte, a parlare di logistica, quando leggendo la rassegna stampa di oggi emerge che sei utenti su dieci sono delusi dal trasporto ferroviario locale.
Per sapere cosa pensano i cittadini sull'attività della Pubblica Amministrazione, nella fattispecie quella regionale, basta ricordare quanto ci è stato detto durante la recente campagna elettorale, girando per i Comuni, piccoli e grandi, nel mio caso della Provincia di Cuneo, ma credo un po' ovunque: emerge che molti cittadini sono stati lasciati soli su diversi fronti. Ne cito alcuni, solo per confermare che c'è qualcosa che non va, anche se non spetta a me, ovviamente, dire in che modo si deve risolvere il problema. Io posso evidenziare la questione, ma spetta ad altri questa responsabilità.
Parliamo, ad esempio, del Piano di Sviluppo Rurale: credo che non sia facile giustificare il motivo per cui siamo in ritardo di un anno e mezzo su un Piano denominato "2007-2011". Posto che siamo nel 2008, i bandi sono appena stati approvati e dispiegheranno la loro effettiva funzionalità soltanto nei prossimi mesi. A tal riguardo, emerge che la Regione non avrebbe difeso in modo doveroso alcune prerogative dell'agricoltura piemontese, come ad esempio il modo di spendere i tanti soldi del Piano di Sviluppo Rurale.
Ho partecipato ad un'assemblea a Montà d'Alba dove 600 contadini, viste le loro disponibilità, hanno convenuto in una grande delusione perché non hanno la possibilità, attraverso il Piano di Sviluppo, di riqualificare le proprie aziende se non in determinati settori che sono lontani dalle loro caratteristiche e dalla loro storia. Basta ricordare, ad esempio, che il Piano piemontese non prevede la riqualificazione delle macchine agricole per gli agricoltori sopra i quarant'anni. Quasi che tutti gli altri debbano essere abbandonati al loro destino! Noi abbiamo chiesto che il Piano contenesse anche la possibilità di un punteggio specifico per coloro che utilizzano le macchine agricole e che le vogliono riqualificare nell'ambito della sicurezza e non soltanto dell'attività produttiva.
Sembrano piccole cose, ma è su questi temi che emerge il disagio dei cittadini.
Non parliamo poi della sicurezza: durante il dibattito in Aula abbiamo evidenziato alcuni aspetti, uno dei quali era proprio la dotazione finanziaria. Voi avete previsto cinque milioni di euro per tre anni, ogni anno. Nel 2008, però, metà di quei soldi spettano alla Città di Torino. A nostro avviso sarebbe stata necessaria una maggior dotazione finanziaria perché proprio sulla sicurezza abbiamo competenze limitate dal punto di vista dell'efficacia immediata. Ma proprio attraverso quella legge si poteva fare forse di più: avevamo chiesto, ad esempio, con un emendamento presentato dal sottoscritto che poi è stato respinto, che in alcuni casi la Regione potesse anche sostituirsi, secondo il principio di sussidiarietà al Ministero dell'Interno nell'acquisto di mezzi, di strutture e di apparecchiature, quantomeno con una sorta di anticipazione. Ci è stato detto che non è nostro compito. Ma qual è il compito della Regione, alla fine, se non quello di cercare di coprire i "buchi" dello Stato? Anche in merito alla questione della TAV, di cui certamente si parlerà noi chiediamo una risposta certa ed immediata. La Regione chiuda la partita, se veramente ci tiene. Evitiamo di proseguire con queste riunioni e con questo Osservatorio, che sicuramente avrà dato dei risultati positivi, ma è venuto il momento di chiudere la partita. Sarebbe un segnale forte che, evidentemente, faticate a dare per le contraddizioni che ci sono nella maggioranza, che non dobbiamo nascondere, perché esistono e sicuramente non potranno essere superate dal voto elettorale, che anzi le hanno evidenziate ancora di più.
Presidente, basta continuare a parlare di innovazione e di ricerca, il totem dietro il quale è stata costruita la Giunta che lei presiede. Ma se non riusciamo a fare le cose più semplici, a risolvere i problemi più ordinari, come possiamo parlare ancora di innovazione e di ricerca? Quanti sono stati i posti di lavoro realizzati in Piemonte con l'innovazione e la ricerca? Vorrei proprio sapere quali sono stati i risultati ottenuti dalla legge che anche noi approvammo appena insediato il Consiglio regionale.
Dopo tre anni, sarebbe anche il caso di avere un monitoraggio o un report: cos'è successo con l'innovazione e la ricerca? Su questi aspetti bisognerebbe dare delle risposte agli elettori.
Presidente, ho la sensazione che per la Giunta sia necessario, in modo assoluto, un rimpasto o un rinvigorimento, se non nelle persone, almeno nelle deleghe. Credo che molti Consiglieri abbiano sottovalutato il fatto che alcune settimane fa un minirimpasto di deleghe - e non di persone - ci sia stato: mi riferisco all'Assessorato alla edilizia sanitaria e all'Assessorato all'industria. Come mai ci sono stati queste scambi? Perch non si è aperto un dibattito approfondito su questo tema? Forse c'è qualcosa che non va. Forse alcuni Assessori tra loro non si parlano. Forse c'è della incomunicabilità. O forse c'è qualcosa di più, che non traspare dai dibattiti di Commissione o di Consiglio.
Credo, dunque, che la Giunta sia stanca e appesantita da tante promesse, ma anche da divisioni che sono nascoste in modo professionale soprattutto da parte sua, che sicuramente è una persona con esperienza e capacità politica, ma anche da una maggioranza che fatica a starle dietro e che fatica a condividere le scelte (o le non scelte) della Giunta.
Credo che nei prossimi giorni, in merito al bilancio, parleremo anche di cose concrete. Sono tra coloro che ritiene che il bilancio debba essere approvato dopo un ampio dibattito e un confronto su molti temi, come l'Assessore saprà.
Ma anche il rapporto fra Giunta e Consiglio non può essere riportato ogni volta alla trattativa nell'ambito del bilancio di previsione. Non pu essere sempre e soltanto un confronto su aperture e su mediazioni.
Il confronto deve essere continuo nel tempo e le ricordo, Assessore Peveraro - mi rivolgo a lei, posto che qualche impegno su questo tema se lo era preso - che quando alcuni Consiglieri di maggioranza o di apposizione lavorando ai fianchi questo o quell'Assessore, cercano di arrivare alla conclusione di un accordo di programma piuttosto che di ottenere un obiettivo specifico, e poi questo viene non soltanto ritardato, ma addirittura annullato o sospeso, credo che questi rapporti siano difficili da recuperare. Non chiediamo mica la luna! Ho la sensazione che, molte volte, voi vogliate promettere la luna scordandovi delle cose più concrete, delle pietre che ci sono in terra, che sono quelle che poi mettono alla prova la Giunta ogni giorno su fatti quotidiani.
Bisognerebbe che voi tornaste con i piedi per terra. Una Giunta che torna con i piedi per terra per affrontare i problemi del Piemonte, forse farebbe bene non soltanto alla sua maggioranza, ma all'intera comunità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Anch'io giudico l'intervento sostenuto dalla Presidente assolutamente minimale. Capisco il suo stato d'animo, dopo questi risultati elettorali: prima del 13 e 14 aprile, ieri anche di Roma, ma soprattutto dopo gli attacchi che in questa regione sono venuti da settori del suo stesso partito, non ultimo dal Segretario regionale del suo partito che l'ha aspramente criticata. La Presidente ha tentato di replicare alle critiche adducendo alcune motivazioni, facendo in modo di far capire che la Regione non era corresponsabile del risultato elettorale in Piemonte. Per il Segretario regionale del Partito Democratico una quota di responsabilità era anche da addebitare alla Regione Piemonte e alla sua conduzione.
Questa è una dialettica che lasceremo che si sviluppi tranquillamente all'interno del Partito Democratico, ma credo che nemmeno i Consiglieri della sinistra antagonista siano molto contenti. Io sono quanto di più distante possa esistere da loro, ma ritengo abbiano avuto un trattamento, a partire dal livello nazionale ma anche a livello locale, non adeguato ai rapporti che si tenta di riallacciare in sede di elezioni comunali o provinciali.
Una mia lettura, per esempio, del risultato di Roma è che la sinistra i cosiddetti partiti di sinistra, abbiano votato tranquillamente il candidato alla Provincia, ma non abbiano votato volutamente il candidato Rutelli per il Comune di Roma, per lanciare anche un segnale: chi ha orecchie per sentire, intenda. Questi sessantamila voti disgiunti di Roma da qualche parte arrivano, non credo che siano da ricercare nell'ambito di un elettorato emozionato, che magari dice "do un voto da una parte e ne do un altro dall'altra", quanto piuttosto rappresentino un risultato politico.
La Presidente ha svolto una relazione, su questi temi non ha voluto giustamente toccare prospettive forti sui prossimi due anni. L'hanno già detto nostri colleghi prima: c'è una serie di situazioni da affrontare corriamo anche il rischio di ripeterci, ma sono questioni veramente importanti. L'ha detto prima anche il Consigliere Guida: forse la politica non sa ascoltare quello che i cittadini richiedono sul loro territorio nelle loro motivazioni.
Parto anch'io dal Piano di Sviluppo Rurale. Ho passato molte ore del mio tempo, negli ultimi due anni, a incontrare in provincia di Cuneo associazioni, contadini, gente che ha aziende agricole che si chiedevano come mai il Piano di Sviluppo Rurale nelle altre regioni è decollato mentre qui non sono nemmeno partiti i bandi che, bontà vostra, sono stati fatti la settimana scorsa, quindi lamentiamo un ritardo di circa un anno rispetto alle Regioni dove si stanno erogando soldi e contributi. In un'economia agricola che è in declino, queste cose demotivano notevolmente gli operatori. Sembra che ci sia una volontà politica di procurare loro dei danni, non tanto di aiutarli.
Come mai queste cose non sono state fatte per tempo, visto che è un'opportunità? Ci sono dei fondi dell'Unione Europea? Perché non ci attiviamo subito? In due settimane si facevano le misurazioni delle aspettative del settore agricolo, per esempio rispetto al Piano di Sviluppo Rurale. Qualcuno le ha fatte? Non mi risulta. Si lamentava anche un'assenza di discussione, si lamentava un'assenza di contatto.
Ha detto prima il Consigliere Guida: "Come si fa a dire che non si pu sostituire un automezzo agricolo se si hanno più di quarant'anni?".
Sappiamo bene che in Piemonte molti agricoltori hanno più di quarant'anni ma allora devono utilizzare mezzi pericolosi o inadeguati? Non hanno la possibilità di sostituirli e non lo fanno.
Come pensate che possa essere recepita dal mondo produttivo agricolo del Piemonte una proposta di questo genere? Molti reagiscono con una "incazzatura", scusate il termine; altri, che non sono interessati, con una risata, dicendo "questi non conoscono il sistema in funzione, meno male che ci hanno impiegato due anni per tirare giù il bando".
Contro l'interesse politico della mia parte, la Presidente sa che circa un mese e mezzo fa si è svolta a Savigliano la Fiera della meccanizzazione agricola. Alcuni sono venuti da me dicendo di voler bloccare la Fiera e di voler contestare l'Assessore, ma ho risposto che non era quello il modo di fare; ho detto loro che non dovevano bloccare la Fiera, che non dovevano impedirne l'inaugurazione, ma che dovevano parlare con l'Assessore e stimolarlo ad emanare il bando del PSR. Meno male, perché dopo qualche giorno, forse perché all'Assessore sono fischiate le orecchie, è uscito il bando, che non si capisce bene come è stato fatto.
Riporto un altro segnale forte, e parlo di indagini pubbliche, quindi di sondaggi che non abbiamo fatto noi, ma che sono fatti regolarmente sulla percezione della qualità del servizio del trasporto pubblico locale. Oggi abbiamo sei cittadini su dieci che sono scontenti del servizio del trasporto pubblico locale ferroviario. Ebbene, tre anni fa erano tre su dieci. Voi, in tre anni, avete raddoppiato. Si tratta di sondaggi fatti dallo stesso organismo e probabilmente con gli stessi soggetti.
Qualcosa non funziona. So che l'amministratore delegato del gruppo FS l'ingegner Moretti, che non è della mia parte politica, è una persona valida, ma l'interagire della Regione con le Ferrovie e l'interlocuzione dell'ingegner Moretti non è stata efficace per far sì che alcuni dei soliti problemi (la pulizia, i ritardi, la sistemazione ecc.) fossero risolti, n mi pare che siano tentate delle azioni eclatanti per tentare di ridurli.
Non parliamo poi dei trasporti su gomma. Oggi chi è venuto a Torino ha visto le file dei pullman. Per la prima volta, mi risulta che c'è stato uno sciopero pubblico contro la Regione da parte dei proprietari delle aziende che gestiscono il trasporto pubblico locale. C'era qualcosa come cinque/seicento pullman a Torino, molti non sono stati fatti entrare in città. Anche questo è un disagio. Come mai in questa Regione non si fa in modo di recuperare il gap con le Regioni vicine? In Lombardia queste aziende hanno un corrispettivo che è più alto di quello della Regione Piemonte. Nel ricordare che il corrispettivo non è adeguato lo dico anche contro il mio Presidente di Provincia.
Il Presidente Costa a Cuneo ha voluto indire una gara insistendo nel farla con queste risorse. Tutti paventavano che si sarebbero fatte le gare che sarebbero arrivati gli inglesi, gli svizzeri e da tutt'Italia, ma sapete quanti si sono presentati? Zero, non si è presentato nessuno. Questo vuol dire che, a quel corrispettivo, nessuno pensa di guadagnare nemmeno un centesimo. Sappiamo che ci sono delle aziende che partecipano a gare anche con leggeri disavanzi passivi pur di introdursi in un mercato, ma neppure questo è avvenuto. Non c'è stato nessuno che sia stato disponibile a perderci qualcosa pur di partecipare alla gara sul trasporto pubblico a Cuneo, in modo da tirar su negli anni i corrispettivi. Evidentemente, c'è qualcosa da rivedere in questo sistema, altrimenti è inutile indire le gare e mettere in concorrenza le aziende, è inutile che parliamo di rendere il servizio più efficace e di risparmiare fondi pubblici, se i corrispettivi che si prendono non sono adeguati.
Avrei molto da dire, ma il tempo è limitato. Tuttavia le suggerisco Presidente, in questi due anni, di agire smarcandosi dal PD. Lei prima ha concluso dicendo: "Tra due anni renderemo conto ai nostri elettori". Guardi che questo ragionamento forse lo hanno fatto anche Prodi e Veltroni prima di passare la palla a Rutelli. Ripeto, le consiglio di smarcarsi dal PD.
Vedo che vincono quei soggetti che, come il vostro candidato Sindaco di Vicenza, pur appartenendo al PD, lo hanno mollato, come ha spiegato ieri in televisione. Ha detto di sì al Dal Molin, ha parlato con l'UDC e così ha vinto le elezioni. Io lo ammiro, è coraggioso, ma è uno dei fondatori del PD. Lo ritengo un politico coraggioso e intelligente, che ha capito che, se si fosse presentato secondo il canone classico, avrebbe perso.
Allora, Presidente, faccia la TAV, faccia le infrastrutture, dia risposte al sistema degli imprenditori agricoli, dialoghi di più con le persone semplici e vedrà che forse riuscirà a recuperare qualche "zero virgola".
Se, invece, volete andare avanti così, a noi non dispiace.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, oggi sono rimasto deluso dal discorso della Presidente Bresso, in quanto non ho sentito una parola su un tema che, a mio avviso, doveva essere fondamentale e che la stessa Presidente Bresso, a livello di interviste, si vanta di portare avanti, quello del federalismo del federalismo fiscale e delle competenze che questa Regione dovrebbe chiedere, ma che finora non ha mai domandato.
Riassumo...



(Commenti fuori microfono della Presidente Bresso)



DUTTO Claudio

Lo chiede nelle interviste e pubblicamente...



(Commenti fuori microfono della Presidente Bresso)



DUTTO Claudio

Sì, però, in Aula e in Commissione, a livello di lavori, continuiamo ad essere al punto zero.
Riassumo la questione: noi abbiamo presentato una proposta simile a quella avanzata dalla Lombardia e dal Veneto, che per lo meno chiedevamo di discutere. Sono state presentate ulteriori proposte da altri Gruppi e da altri Consiglieri, una proposta è pervenuta anche da parte della Giunta però, tutte queste proposte giacciono in Commissione.
Per la precisione, la discussione è iniziata a livello di pura programmazione dei lavori, dopo per lo meno due anni in cui le proposte giacevano in Commissione senza essere prese in considerazione. Proprio durante lo svolgimento dei lavori di questa Commissione che doveva programmare i lavori sono stati svolti interventi da parte di Consiglieri rappresentanti l'estrema sinistra in questa Regione pesantemente contrari alla discussione di quei punti all'ordine del giorno. Quindi, si è realizzata una profonda spaccatura tra le fila della maggioranza sul tema del federalismo fiscale e delle competenze.
Prendendo atto di quanto verificatosi, proprio il sottoscritto è intervenuto dichiarando l'appoggio su questo argomento all'iniziativa della maggioranza e alla nostra iniziativa, chiedendo di proseguire sui lavori affrontando le diverse proposte avanzate, discutendole nel particolare, per giungere ad una proposta definitiva da presentare al Governo o al Parlamento. Relativamente a questo abbiamo anche una proposta nuova, nel senso che sino ad oggi sono stati approvati ordini del giorno e le proposte in discussione sono proposte di deliberazione, diciamo di indirizzo alla Giunta per una deliberazione. Attualmente, è nostra opinione che, come iniziativa regionale, sarebbe più forte la presentazione di una proposta di legge al Parlamento, che, di fatto, abbiamo già redatto e siamo pronti a presentare.
Potendo seguire diverse procedure, il problema non è tanto quello di carattere burocratico; quello che conta è il raggiungimento dell'obiettivo ma fino a quando non iniziamo seriamente la discussione e proseguiamo i lavori su questi punti, in modo da arrivare ad una proposta condivisa, sono convinto che non riusciremo mai ad arrivare ad una proposta condivisa all'unanimità, ma condivisa da una grossa maggioranza, che può anche essere diversa dall'attuale maggioranza che governa la Regione.
Se non andiamo avanti in questo senso, continueremo ad essere al punto zero. Quindi, cara Presidente, se si limita a fare annunci sul giornale ci fa piacere, ma il lavoro da fare è un altro, mi riferisco a quanto sto dicendo, dobbiamo arrivare ad una proposta concreta.
Faccio presente che su questo argomento, ormai, siamo stati battuti sul tempo, ma anche sui contenuti, dalle altre Regioni, perché la Lombardia, il Veneto e altre Regioni sono molto più avanti di noi, hanno già presentato queste proposte chiedendo competenze, ripartizione di fondi e compartecipazione al gettito dello Stato su cui noi ancora dobbiamo discutere. Quindi, per quanto riguarda il federalismo e la sua attuazione siamo quanto mai in ritardo.
Tale ritardo non riguarda solo questo settore, ma anche molti altri.
Cominciamo, ad esempio, da quello dei trasporti: penso di essere uno dei pochi Consiglieri regionali che viaggia regolarmente in treno - mi allaccio a quanto ha espresso il Consigliere Casoni - e se pochi anni fa c'erano tre viaggiatori su dieci scontenti del servizio, oggi sono saliti a sei. Mi stupisco che siano solo sei, perché, effettivamente, c'è stato un peggioramento del servizio tangibile sia a livello di puntualità, sia a livello di pulizia delle carrozze e sia a livello di contenimento di quegli atti di microvandalismo, che, ormai, imperano.
Mi spiego con degli esempi: i treni su cui viaggiamo hanno tutti i vetri rigati e scritti, così come i sedili che riportano scritte con pennarello e altre cose, i posacenere e i poggiabraccia sono stati divelti le porte spaccate, le poltrone tagliate, ma non sono treni così vecchi perché sono entrati in servizio quattro-cinque anni fa. Sono treni che la precedente Giunta aveva cofinanziato per migliorare il servizio, eppure versano in queste condizioni direi deprimenti.
Sicuramente, Trenitalia ha delle grosse colpe per quanto riguarda la manutenzione e per quanto riguarda la pulizia e gli interventi, ma sicuramente c'è una componente di maleducazione e di vandalismo che dovrebbe richiedere un qualcosa di più, cioè più controlli e magari interventi di Polizia o semplicemente delle telecamere o altre cose, in modo che chi pratica questi atti venga in qualche modo perseguito. E questo riguarda lo stato dei treni.
C'è da dire una cosa: proprio il primo anno in cui si è insediata questa Giunta di centrosinistra c'è stato un deciso taglio dei servizi ferroviari. Mi sembra che siano stati eliminati 150 relazioni, 150 corse di treno, di cui la maggior parte proprio in provincia di Cuneo (mi pare ben 35).
Qualche linea secondaria come la Cuneo-Mondovì o la Cuneo-Saluzzo ha visto dimezzare il numero di corse, ma anche linee di una certa importanza come la Cuneo-Torino hanno visto ridursi decisamente il numero delle corse quindi il servizio in generale.
Dicevo prima dei treni entrati in servizio quattro-cinque anni fa con i contributi della precedente Giunta. Da quando c'è questa Giunta, non mi risulta che sia stato più finanziato l'acquisto di un solo nuovo treno da parte da Trenitalia: difatti, sono sempre gli stessi che continuano a girare.
Questo per quanto riguarda il servizio ferroviario, ma abbiamo oggi visto il problema del servizio automobilistico, del servizio di autobus: le aziende non riescono più a sopportare i costi e il contributo che la Regione eroga non è più sufficiente.
La cosa più preoccupante è quanto è successo in Provincia di Cuneo dove è stata bandita una gara per il servizio pubblico di autobus, che è andata completamente deserta.
Si temeva che arrivassero aziende da fuori, da Torino, dalla Lombardia o addirittura dall'estero, invece non è arrivato nessuno; a quella gara e a quelle condizioni non hanno partecipato nemmeno le aziende cuneesi. È un segnale gravissimo, per cui su questo settore mi sembra che veramente non ci siamo.
Mi spiace che il tempo sia terminato perché volevo affrontare ancora diversi altri settori. Vedrò nel corso della discussione sul bilancio di farlo, ma è chiaro che emerge già solo da questi due punti un mio giudizio completamente negativo su questi tre anni di governo di centrosinistra.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo presentato tante interrogazioni proprio sul programma non realizzato della Giunta Bresso.
Solo l'altro giorno ci facevamo ancora consegnare risposte scritte. E sarebbe molto interessante riprendere questo programma come abbiamo fatto noi, presso il nostro Gruppo, dove lo abbiamo letto punto per punto partendo proprio dal bel titolo: "Un Piemonte aperto, tollerante innovativo". È il titolo del programma della legislatura presentato in Consiglio regionale il 16 maggio 2005.
Consiglio proprio ai Consiglieri di maggioranza di andare a leggere tutti i punti, perché tante volte non c'è la cultura della verifica, si va nei ricordi, poi un territorio tira da una parte e un Consigliere tira dall'altra e si va avanti in ordine sparso.
Erano 54 pagine e noi abbiamo provato a iniziare a fare un discorso partendo, ad esempio, della pagina 10 ed introdurre il Garante per l'infanzia. La promessa non è stata mantenuta. Ci sono due proposte di legge già licenziate dalla Commissione, una presentata dalla Consigliera Pozzi, Garante per l'infanzia, promessa non mantenuta e contenuta alla pagina 10 del programma; l'altra proposta di legge è a mia firma e abbiamo anche l'impressione che si sia cambiata un po' l'idea sul Garante per l'infanzia.
Asili nido. Altro argomento molto caro alla maggioranza e alla Presidente Bresso. È stato emesso un unico bando nel luglio 2007 e dopo otto mesi è uscita una graduatoria e vedo che il Consigliere Lepri ha anche seguito bene.
Però non c'era neanche un euro stanziato e dobbiamo aspettare il 2008 per finanziare solo una parte dei progetti idonei.
La Presidente ha parlato dell'obiettivo di Lisbona (33%) e dice che adesso raggiungiamo il 20%. Lo raggiungeremo quando saranno finanziati questi progetti.
Ricordo quando ho lasciato l'Assessorato che eravamo arrivati al 14 15%, dove avevamo già il Comune di Torino che vantava un 20% perché era all'avanguardia e la Provincia di Cuneo che era sull'8%. La media nazionale comunque era del 6%, quindi il Piemonte era molto avanti.
Quando abbiamo visto il programma, noi donne abbiamo veramente tirato un respiro di sollievo e abbiamo detto: "Ecco, questa Giunta di sinistra saprà fare meglio di quello che abbiamo fatto noi". E invece siamo fermi.
Adesso la Presidente ci dice che arriveremo a fine mandato ad un 25 facendo convenzioni con delle strutture private. La Presidente mi dice che a fine 2010 arriveremo a quota 33.
Mi permetto di avere qualche dubbio; me lo auguro, perché chiaramente è importante questo.
Giustamente la Presidente Bresso ha detto: "Noi dobbiamo arrivare all'obiettivo di Lisbona perché questo è veramente un modo efficace per aiutare le donne che lavorano: più servizi per l'infanzia e più servizi per gli anziani, specialmente quelli non autosufficienti".
Noi sappiamo benissimo che l'assistenza in genere in famiglia è a carico della donna, però se guardiamo al discorso dei non autosufficienti (pagina 18), vediamo che non sono stati stanziati fondi speciali rispetto a quelli già in bilancio e quelli che c'erano sono stati anche distribuiti con forte ritardo.
Noi abbiamo le liste d'attesa per le strutture per anziani che si allungano. Recentemente abbiamo tutti letto di seimila persone in lista d'attesa e devo fare notare, e lo faccio notare in particolare ai componenti della Commissione sanità e politiche sociali, che dal 2002 non è più stato emesso un bando per la messa a norma e la ristrutturazione delle case per anziani.
Questo è grave, perché dobbiamo andare verso l'accreditamento di queste strutture, abbiamo tante case di riposo pubbliche, comunali (ex IPAB) che hanno bisogno di bandi per potersi adeguare ai criteri che una sempre maggior tutela degli anziani e una miglior qualità richiedono.
C'era anche la volontà di garantire un sostegno diretto alle famiglie con persone non autosufficienti (pagina 18), però la legge sulla famiglia è lettera morta (forse un po' meno rispetto al Garante dell'infanzia), non so se per problemi interni alla maggioranza o per altri contrasti. Ricordo i problemi che c'erano in passato quando anche noi volevamo far approvare una legge sulla famiglia.
Aprire una scuola per le scienze di governo per la futura classe dirigente (pagina 10): non vi è alcuna traccia di questa scuola. La Giunta ha fatto incetta di dirigenti dalla Provincia di Torino e da altri Comuni (qualcuno dice che sono tutti di sinistra!), frustrando le risorse interne.
Pare che sia arrivato, addirittura, un dirigente dalla Provincia di Olbia.
Defiscalizzare le imprese che operano in territori svantaggiati (pagina 14): nessuna riduzione fiscale - IRAP o altro - è stata attuata nei confronti di alcun tipo di impresa.
Lo scorso agosto il Vicepresidente Peveraro aveva promesso l'esenzione IRAP alle nuove imprese che aumentassero l'occupazione, ma neppure questa misura è stata inserita nella proposta di legge finanziaria, a meno che non vi sia un ulteriore emendamento che esamineremo in questi giorni.
Un altro impegno prevedeva il drastico abbattimento delle liste di attesa, con un'efficace sistema di prenotazione (pagina 18): non vi è alcuna evidenza di riduzione, anche solo minima, delle liste di attesa. Il sistema di prenotazione centralizzato non è ancora stato attivato per tutto il Piemonte, ma solo per le ASL di Torino.
Sempre a pagina 18 - pagina veramente sfortunata! - si parla di rilanciare il ruolo dei consultori, ma non mi risulta che sia stato fatto.
Passiamo a pagina 21. Si intende creare un'autorità di coordinamento degli investimenti tra Enti locali e fondazioni bancarie: nessuna autorità è stata definita. In compenso, nella Compagnia di San Paolo i posti li ha occupati la maggioranza. Però questa autorità, scaturita dalla necessità di un coordinamento degli investimenti tra Enti locali e fondazioni bancarie non risulta abbia avuto un seguito.
Si parla, inoltre, di promuovere la creazione di sistemi turistici locali previsti dalla legge n. 135/2001, attuare un piano di formazione e aggiornamento della rete turistica degli operatori regionali (pagina 26).
Avrei ancora tanti punti su cui discutere. Eventualmente, lascer questi appunti, frutto di un lavoro di gruppo, ai colleghi che devono ancora intervenire. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Vorrei fare anch'io qualche valutazione rispetto all'intervento della Presidente Bresso, partendo proprio dalle considerazioni che ha svolto nella parte finale del suo intervento, che mi sembrano molto significative perché esprimono, a mio giudizio, la lettura alla insoddisfazione sicuramente da parte dell'opposizione, e non ho ancora ben capito se anche da parte della maggioranza.
La Presidente, al termine del suo intervento, sostanzialmente diceva: "La Giunta, la mia maggioranza ed io abbiamo semplicemente interesse a farci giudicare dai piemontesi che ci hanno votato". Anzi, per la verità ha detto "dai nostri elettori", facendo un'ulteriore scelta rispetto ai soggetti dai quali riterrà di avere una risposta positiva o meno rispetto al suo operato.
Però, sostanzialmente, diceva: "La sottoscritta, la mia maggioranza e la mia Giunta hanno fondamentalmente interesse ad avere, a fine mandato, un giudizio da parte dei nostri elettori".
Se volessi esprimere un giudizio molto individuale e personale relativamente ai quesiti che alcuni colleghi dell'opposizione hanno posto alla Presidente e a questa maggioranza, circa le motivazioni di un intervento così basso, in termini di toni, rispetto a quelli che generalmente eravamo abituati a sentire in quest'Aula, la risposta che mi sono data io è che, stante l'assoluta legittimità dell'immaginare che comunque un giudizio finale lo debbano esprimere gli elettori - perch questo impegno lo avete preso con loro - ritengo che questo sia anche un atteggiamento legato ad un punto di vista che si ha rispetto a questo Consiglio e alla sua possibilità di discutere di temi e di approfondire questioni che noi oggi leggiamo più come un fastidio per questa Giunta e per questa maggioranza piuttosto che come un'occasione per approfondire magari, tutta una serie di argomenti che noi riteniamo importanti.
Siamo a metà legislatura e mi rendo conto che discutere oggi dello stato dell'arte della vostra attività in Consiglio regionale alla vigilia di elezioni che, sia dal punto di vista nazionale che locale, sono andate decisamente male, potrebbe rappresentare per voi una difficoltà. Tuttavia se non ci fossero state le elezioni, sarebbe stato un dovere di questa opposizione - che l'ha fatto - e una disponibilità di questa maggioranza e di questa Giunta - che lo fa in modo molto infastidito - stabilire, a tre anni dal Governo di questa Regione, un momento in cui poter fare il punto della situazione.
La nostra, quindi, non è stata una richiesta strumentale. Lo avremmo richiesto anche se non ci fossero state le elezioni politiche e amministrative, perché riteniamo che sia importante, a metà legislatura fare il punto della situazione.
Il tipo di intervento della Presidente e il fatto che la Giunta sia sostanzialmente assente e impegnata sul territorio mi inducono a pensare che la vostra parte politica abbia sostanzialmente inteso questo momento come una sorta di "contentino" da dare a questa opposizione, per far sì che il bilancio si potesse iniziare a discutere in Aula.
Ne prendiamo atto, ma è ovvio che, per quanto ci riguarda, siamo totalmente insoddisfatti rispetto a questa impostazione. Dal mio punto di vista, esprime un segnale ancora più forte di debolezza rispetto a quello che noi immaginavamo avesse la parte politica che volete rappresentare.
Rispetto ad un programma per il quale ci si è candidati a governare e si è vinto, non ci sarebbe nulla di male, ad un certo punto, non soltanto da parte dell'opposizione ma anche da parte della maggioranza, non dico criticare, ma magari puntualizzare una serie di priorità vostre che magari, fino adesso sono state fatte in parte o non si sono fatte, che si dovrebbero fare e che, invece, come non ci pare, in questo dibattito ci saranno.
Detto ciò, voglio anche fare qualche considerazione rispetto al merito delle cose dette. Un'altra cosa che ci saremmo aspettati da questo intervento, a meno che non sia contenuto nelle pagine che la Presidente ci ha invitato a leggere per i fatti nostri qualora ce ne darà la possibilità è che fosse un po' più "numerico".
Quando si governa e si vuole, in buonissima fede, dare delle risposte ad una Regione, che ha tante Province, con tanti problemi e con tante emergenze, nel momento in cui si fa il punto si deve partire dalle emergenze, capire che se c'erano delle soluzioni nelle proposte, ma dopo tre anni bisogna iniziare a dare dei numeri che dimostrino che, tutto o in parte, queste risposte, sono state date.
Noi ci saremmo aspettati dei dati, degli elementi che giustificassero l'impostazione molto general generica che è stata data all'intervento della Presidente. Vedete, si è parlato di sviluppo, di lavoro, di emergenza economica, ma la lettura che io do, anche molto sommessamente, è che in questa regione non ha risolto lei i problemi del tasso di disoccupazione.
Grazie al sistema economico piemontese, nonostante il vostro governo, a livello nazionale e a livello regionale, e nonostante i paletti che sono stati messi in questi anni a questo sistema economico, nonostante voi il Piemonte si è tirato su le maniche e ha, dove ha potuto, cercato di risolvere una serie di problemi. Grazie alle esportazioni, purtroppo, e non grazie alla produzione interna.
Quando mi si dice o sento dire "abbiamo fatto una grande attività" rispetto al problema FIAT e leggo ieri su Il Sole 24 Ore che FIAT, rispetto alla produzione Grande Punto - tema sul quale avete approvato una legge che diceva che FIAT si doveva prendere una serie di impegni dopo che noi spendevamo un po' di soldi a comprare i terreni di Mirafiori - dice "per tre settimane fermiamo la Grande Punto, deve arrivare un nuovo prodotto poi vedremo", mi sarei aspettata oggi che la Presidente, o qualcuno di voi dichiarasse: "Quella legge l'abbiamo fatta, abbiamo speso tanti soldi, il problema Grande Punto è sotto controllo, ci sono delle risposte, riteniamo di aver fatto bene". Il silenzio totale e l'utilizzo di quell'elemento per dire abbiamo risolto il problema FIAT, è assolutamente inconsistente.
C'è una riflessione che dobbiamo sicuramente fare: non l'abbiamo risolto noi il problema FIAT. FIAT ha fatto le sue scelte - più o meno dolorose - e si è risolta i suoi problemi, nonostante noi. Questo vorrei che fosse, dal mio punto di vista, abbastanza chiaro. Si è parlato di un altro importante provvedimento: la legge sulla ricerca. Non vorrei dire delle cose fastidiose, ma vi ricordo che questo è un progetto che questa Giunta ha sviluppato in un'ottica di continuità rispetto al già fatto. Si è parlato di Piano di Sviluppo Rurale e i miei colleghi hanno evidenziato i problemi, si è parlato di Patto per lo Sviluppo (anzi, non se ne è parlato ne parlano i giornali). Il Patto per lo Sviluppo, tanto sbandierato, adesso è diventato oggetto di grandissima contestazione da parte di tutte le categorie economiche che hanno firmato il Patto per lo Sviluppo. Non riesco, in questo momento, a capire, se non ho degli elementi, quali sono gli aspetti positivi della vostra azione.
Sanità. Ne abbiamo discusso tantissimo in Commissione. Le liste di attesa vorrei sapere dove si sono ridotte. La spesa sanitaria vorrei sapere dove si è ridotta. Avete fatto un Piano Sanitario che ha fatto arrabbiare tutto il territorio. Vorrei veramente conoscere...



(Scampanellìo del Presidente)



FERRERO Caterina

Ho finito il mio intervento, tanto ci sono dei Consiglieri del Gruppo che non sono presenti.



PRESIDENTE

Lo so, Consigliera Ferrero, ho usato un margine di tolleranza con tutti i Consiglieri, lo stesso margine lo uso con lei.



FERRERO Caterina

Penso che qualche minuto me li possa concedere, anche perché ho finito e poi se non mi fa perdere il filo, magari evito di perdere altro tempo.



PRESIDENTE

Non l'ho fatta perdere il filo, ma l'ho richiamata all'undicesimo minuto.



FERRERO Caterina

Sulla questione della sanità vorrei delle risposte in questo senso. Lo so che avete fatto il Piano Socio Sanitario, l'abbiamo visto tutti, noi non l'abbiamo approvato e voi lo avete votato. Il problema sono le conseguenze positive che il Piano dovrebbe avere per questa regione. Gli elettori non votano solo per quello che ha fatto Prodi, ma votano anche per la situazione del nostro territorio. Visto che sta per finire il tempo, mi limito ad un'ultima considerazione: affettuoso sostegno all'Assessore Caracciolo. Sinceramente, dopo tutto il "casino" che avete combinato in questi anni e dopo le grandissime contraddizioni che vi siete creati all'interno della maggioranza, prendervela con l'Assessore Caracciolo, che è persona per bene, che ha subito la vostra legge di blocco sulla grande distribuzione che gli avete fatto fare con tempi tali da permettere alla grande distribuzione...



PRESIDENTE

Consigliera Ferrero, la prego di chiudere.



FERRERO Caterina

Di fare settecentomila metri quadri, prima del blocco della grande distribuzione è un modo, dal mio punto di vista, di affrontare le vostre crisi abbastanza discutibile. Sono temi da affrontare qui e voi invece discutete sui giornali. Complimenti!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Chiedevo, Presidente, se da parte sua e da parte dei colleghi Presidenti dei Gruppi non ci fosse un minimo di riflessione che, qualora non ci sia, non voglio sollecitare.
Sono le 17.20, questo dibattito è iniziato alle 15.30 ad occhio e croce. A noi sembra, ma non vorremo prevaricare dal nostro punto di vista che i temi che abbiamo portato all'o.d.g. che poi sono stati svolti in comunicazione dal Presidente, non siano temi di modestissimo potenzialmente interesse. Avvertiamo, il che non è una critica ma una fotografia, un assoluto disinteresse da parte della Giunta: amen! Da parte della maggioranza che, probabilmente, non me ne voglia, sta, con una certa fatica, elaborando - così stavo per dire - il lutto, sta pensando. Poiché i temi non ci sembrano pretestuosi e la discussione svolta in questa modalità, in assenza di contraddittorio, non ci sembra particolarmente utile, credo che una qualche modalità bisogna che il Consiglio se lo dia.
Non ho fatto il conto di quanti colleghi di opposizione devono ancora parlare ma, occhio e croce, sono ancora sei. Mi domando solo se è questo il modo in cui il Consiglio intende discutere dei temi che abbiamo posto e soprattutto, di iniziare il dibattito nella maniera più costruttiva possibile sulle legge che questa mattina il Consigliere Lepri ha incardinato facendo la relazione introduttiva. Propongo una riflessione.
Dopodiché, se questa è una modalità che la maggioranza ritiene opportuna noi ci adeguiamo molto volentieri.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, siccome interviene dopo la mia interruzione di un intervento di un Consigliere che ha sforato i termini, non so se questo intervento lo devo considerare anche un appunto a questo fatto per quanto riguarda la disattenzione lamentata. Condivido la sua riflessione, perch la disattenzione non aiuta la comprensione, quindi la soluzione dei problemi.
Per quanto riguarda l'utilizzo dei tempi, ho cercato di richiamare tutti i colleghi dopo 40 secondi o un minuto di sforamento, a iniziare dal Consigliere Burzi, che è stato il primo ad intervenire; lo stesso atteggiamento l'ho mantenuto con tutti i Consiglieri e nessuno finora si è lamentato. Comunque, il rispetto dei tempi sarà garantito per ogni Consigliere, ma, oltre ad un certo margine, non è più possibile tollerare uno sforamento dei termini, fermo restando che tutti i colleghi che lo vogliono hanno diritto ad intervenire.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Signor Presidente, onestamente, dalla relazione della Presidente Bresso aspettavamo una maggiore attenzione sull'argomento che ritengo essere il più importante, anche solo per l'incidenza che ha sul bilancio regionale che è quello della sanità. Tra l'altro, la battaglia frontale della campagna elettorale era stata svolta sulla sanità, quindi questa era la sfida principale su cui doveva cimentarsi l'esecutivo di centrosinistra che ha vinto nelle scorse elezioni regionali.
Purtroppo, credo sia sufficiente leggere le cronache dei quotidiani e settimanali piemontesi, che peraltro sono molto benevoli verso il centrosinistra, quindi emerge solo una minima parte della situazione esistente e del disagio dei cittadini piemontesi alle prese con i servizi sanitari della nostra Regione, per comprendere il profondo disagio, le difficoltà o, addirittura, l'ormai palese contestazione da parte dei sindacati e di moltissimi operatori che lavorano all'interno delle ASL territoriali e delle aziende ospedaliere piemontesi.
Il Piano Socio Sanitario approvato nei mesi scorsi, come temevamo, era ed è rimasto una cornice vuota al cui interno i problemi, purtroppo, sono sempre gli stessi. Comunque, è ormai evidente che per quanto riguarda il livello qualitativo complessivo della sanità piemontese che, quando governavamo noi, era stata ritenuta da indicatori terzi e neutrali una buona sanità, di buon livello, purtroppo, si è drammaticamente abbassato.
Nel programma elettorale e negli enunciati nelle prime sedute era stato detto dalla Presidente Bresso che i poliambulatori avrebbero funzionato anche il sabato e nei giorni semifestivi per abbattere le liste di attesa.
Novità questa ultima che noi avevamo giudicato positiva, se si fosse realizzata, e sommessamente ci eravamo permessi di dire che sarebbe stato difficile da organizzare, ma che noi avremmo offerto la nostra totale collaborazione, perché abbattere le liste di attesa sui servizi specialistici è una delle prime istanze che i cittadini chiedono alla Regione Piemonte.
Ebbene, questo non è avvenuto, si è trattato di uno dei tanti spot e annunci fatti con un grande clamore mediatico, ma nulla si è concretamente avverato.
Per mesi in Commissione sanità, ma anche in Aula, abbiamo discusso sull'efficacia degli accorpamenti di numerose ASL territoriali e se questo avrebbe determinato davvero un risparmio sui conti della sanità piemontese o piuttosto avrebbe creato dei problemi agli utenti di queste ASL.
Ormai è evidente che non vi è stato alcun risparmio, l'indice di spesa di queste ASL continua a crescere e incominciano ad affiorare problemi da parte degli utenti, alle prese, a volte, con maxi ASL, in cui i servizi sono molto dispersi sul territorio, senza un vero e proprio coordinamento realisticamente vicino alle esigenze dei cittadini. Penso alla maxi ASL che ha unito Chivasso, Ciriè e Ivrea, dove gli stessi sindaci di questa maxi ASL, a volte, hanno difficoltà nell'interloquire con il Direttore generale perché potete comprendere come un'ASL che consti di 120 Comuni sia inevitabilmente difficile da gestire, però, i problemi si accumulano e le sofferenze delle persone non possono essere ignorate.
Relativamente alla sanità, nel passato, sono state spese tante parole.
La realtà è che noi, pur tra ombre e luci, riuscivamo a garantire un sistema complessivo di funzionamento della sanità piemontese, che era ritenuto, come ho detto poc'anzi, di buon livello e di buona qualità.
Adesso, addirittura, esponenti della sanità della stessa sinistra, come alcuni autorevoli primari dell'Ospedale Molinette, denunciano gravi situazioni di disservizio all'interno dei grandi presidi ospedalieri, così come denunciano la continua e mancata risoluzione del problema del personale paramedico, in particolare quello infermieristico.
In più di un'occasione avevamo detto che questa era una delle emergenze su cui ci si doveva confrontare, avevamo anche dato la nostra disponibilità, che, però, è stata respinta. Il finale della triste favola è che mancano infermieri professionali su tutto il territorio piemontese e l'idea di aprire scuole per infermieri professionali decentrate a livello di ogni ASL, in collaborazione con l'Università, non è stata presa in considerazione.
Dalla sanità all'assistenza il passaggio è inevitabile: l'emergenza continua, però, in questa legge finanziaria e nel bilancio che ci apprestiamo a discutere e a votare troviamo una clamorosa lacuna su cui cercheremo, come opposizione, di porvi un qualche rimedio. In riferimento al drammatico problema degli anziani non autosufficienti, le liste di attesa continuano ad essere corpose, circa seimila anziani attendono di essere inseriti all'interno dei presidi residenziali pubblici o accreditati.
Relativamente a questo argomento, sicuramente, ci aspettavamo, vista anche l'estrazione politica di questo esecutivo, molta più attenzione.
Invece, ahimè, abbiamo constatato velleitari tentativi di modellare federalismi in salsa piemontese o ligure, con invenzioni simpatiche, da un punto di vista linguistico, come il Limonte, che, poi, concretamente, non hanno prodotto nulla di efficace sul territorio e nessuna sinergia tra queste due Regioni. È mancato il coraggio di affrontare con decisione il problema del federalismo fiscale. C'è ancora tempo, speriamo che almeno su questo argomento, pur nelle distinte posizioni, si possa aprire un dibattito.
Per quanto riguarda alcune tematiche più di carattere torinese, ma che ormai, hanno una rilevanza un po' su tutto il Piemonte, quali quelle dell'automotive e della FIAT, sull'area Mirafiori, dopo tante discussioni e tanti annunci, non si è ancora insediata un'azienda, ancora non vi è stato un insediamento produttivo vero e proprio. Lentamente, in maniera graduale ma costante, il Piemonte rischia sempre più di perdere il patrimonio storico nel campo motoristico. Anche il fallimento di alcuni marchi famosi come Bertone, testimoniano un declino che, magari, in qualche maniera, è occultato dagli organi di informazione, ma nei fatti avviene. Lo conoscono i lavoratori e gli operai che perdono i posti di lavoro a Torino e nella cintura, cui non basteranno e non sono bastate le promesse che anche questo esecutivo ha fatto e che, forse, i risultati elettorali di questi giorni sono stati la risposta più evidente di questo disagio che stanno patendo le classi popolari, le classi lavoratrici, che sempre più lasciano i "recinti elettorali della sinistra" e giustamente cercano altre direzioni.
Inoltre, il problema di evitare che l'intero Piemonte, o gran parte di esso, sia nuovamente a rischio alluvionale, è stato completamente ignorato.
La precedente Giunta regionale aveva redatto un'ottima delibera con l'allora Assessore Ferrero; era stato fatto anche un corretto piano di disalveo per tutti i principali corsi d'acqua del Piemonte, con un'indicazione precisa dei metri cubi di disalveo da portare via.
Questo Piano, che fu addirittura autorizzato dall'Agenzia Interregionale del Po, è rimasto lettera morta e migliaia di cittadini piemontesi - mi avvio alla conclusione, Presidente, sia pure nell'indifferenza di quest'Aula - rimangono a rischio di alluvione, perch si è formato in questi anni un accumulo di inerti in eccesso che nessuno fino ad oggi, ha pensato di eliminare. Sono passati tre anni dalla norma e dalla pianificazione territoriale che la Regione Piemonte aveva attivato: si trattava semplicemente di eseguirla e di applicare gli strumenti normativi e la pianificazione territoriale prevista.
Questo argomento, che, ahimè, viene spesso dimenticato nei mesi estivi per cui quando le disgrazie avvengono è troppo tardi! - è stato più volte richiamato: mi auguro che almeno in quest'occasione la Presidente e il suo Assessore competente facciano davvero qualcosa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione gli interventi della minoranza, oltre che naturalmente, l'interessante relazione della Presidente. Sebbene i colleghi della minoranza abbiano giudicato "minimale" l'intervento della Presidente condivido sia il tono che la precisione con la quale la stessa ha relazionato all'Aula, perché ha esposto ciò che abbiamo fatto in questi due anni e mezzo. Del resto, è ciò che era stato richiesto alla Presidente di comunicare all'Aula: questo è stato fatto.
Dopodiché, ho cercato di interpretare il motivo per cui la minoranza avesse richiesto una relazione di quel tipo dopo il risultato elettorale e giustamente, noi abbiamo ribadito la convinzione di rendere tale comunicazione all'interno del dibattito inerente alla legge finanziaria e al bilancio, perché era giusto così. E perché quando si discute di bilancio, in particolare del bilancio di previsione, è senz'altro corretto a due anni e mezzo, fare una relazione sullo stato di attuazione del programma.
Detto questo, nessuno di noi sostiene che il risultato elettorale sia stato frutto di un destino cinico e baro; gli elettori lanciano dei messaggi molto chiari: lo hanno fatto con le elezioni politiche, così come lo hanno fatto ieri con le elezioni comunali a Roma. Noi del centrosinistra abbiamo il dovere di riflettere e di interpretare il messaggio che viene dato dagli elettori.
Ma sarebbe un errore, da parte vostra, dare una lettura sbagliata del risultato di queste ultime elezioni. Mi riferisco, ad esempio all'automatismo del risultato delle elezioni politiche con il lavoro che si sta svolgendo in Piemonte, come in altre Regioni. Sarebbe una lettura sbagliata, sia pure comoda.
Credo che ci siano delle ragioni politiche generali. Del resto, il risultato della Lega o della sinistra radicale è un dato generale, non legato ad una situazione particolare. Questa è l'interpretazione corretta che dobbiamo dare. Collegarlo con un automatismo sbagliato alla situazione di questa o di altre Regioni, credo che porterebbe anche le forze che oggi hanno avuto un largo consenso nel Paese a letture sbagliate.
Credo comunque che sia giusto riflettere sul dato del Piemonte, sul risultato della PDL, della Lega, sul nostro. Siamo chiamati ad una riflessione.
Vorrei ricollegarmi alle considerazioni che ha fatto la Presidente nella sua introduzione: ciò che è stato realizzato, in particolare nell'ultimo anno di attività, ossia nel 2007, credo sia stato particolarmente proficuo per il lavoro della Giunta e del Consiglio regionale. Ci tengo a sottolineare, come ha fatto la Presidente, quello che abbiamo approvato lo scorso anno, a cominciare dalla semplificazione urbanistica, seguita dal Piano Regionale Socio Sanitario, dal Piano di Edilizia Sanitario, dal Piano Casa, dalla legge sul diritto allo studio dalla legge sull'apprendistato, dalla legge sul Piano di Tutela delle Acque, dalla legge sulla sicurezza, dalla legge che ha costituito la Società di Committenza Regionale, dal riordino della Finpiemonte, dalla legge sui piccoli Comuni. Secondo voi, devono essere banalizzate? Io credo di no. Sono leggi importanti per il Piemonte, che guardano al suo futuro.
Noi non siamo degli sciocchi, per cui sappiamo di avere delle criticità nell'applicazione del nostro programma, così come ci avete sottolineato. Ma siccome non sottovalutiamo ciò che ricordava la collega Cotto, come Partito Democratico abbiamo lavorato, così come ha fatto la Giunta, per fare un esame di quello che è stato realizzato in questi due anni. E se andassimo a leggere quello che abbiamo fatto, ci accorgeremmo che questa maggioranza ha realizzato molto, anche rispetto al programma iniziale.
Francamente non ho compreso i tagli che avete proposto - ma ne discuteremo nei prossimi giorni - rispetto al diritto allo studio, rispetto al Piano Case, rispetto agli accordi di programma. Sono questioni e risorse economiche che abbiamo messo in campo con gli strumenti che abbiamo approvato lo scorso anno.
Vi sono altre grandi questioni che sono state anche oggetto della campagna elettorale, come la sicurezza e il federalismo.
La nostra Presidente più di un anno fa aveva richiamato all'attenzione la questione del federalismo e, da questo punto di vista, credo che si debba accelerare. La Presidente, insieme a questa maggioranza, si è confrontata su un tema delicato e difficile, che a questo punto dobbiamo concretizzare con un documento che dobbiamo portare all'attenzione dell'Aula.
In merito alla sicurezza, abbiamo approvato una legge estremamente moderna da questo punto di vista; abbiamo investito risorse importanti: parliamo di 15 milioni di euro da investire, se non ricordo male, in tre anni. Sicuramente, da qui al termine della nostra legislatura, troveremo altre risorse da investire in questa direzione.
Vorrei però ricordare all'Aula la legge che avevate approvato voi, con nove anni di ritardo e su sollecitazione dell'allora minoranza (ora maggioranza); una legge estremamente povera nell'articolato e povera anche nelle risorse e che avete utilizzato soltanto nell'ultima parte della vostra legislatura. Così come delle altre questioni.
Perché non avete approvato il Piano di edilizia sanitaria? Perché non avete approvato il Piano regionale Socio Sanitario, che adesso sottovalutate perché dite che è un piano regionale? Noi adesso raccogliamo la sfida rispetto al Piano regionale Socio Sanitario; noi adesso cominciamo ad attuare quello che abbiamo delineato con l'approvazione del Piano regionale Socio Sanitario. È quello che dovremmo attuare adesso dopo che abbiamo deciso quali saranno le risorse da investire nel Piano di edilizia sanitaria.
Abbiamo bisogno di un po' di tempo; abbiamo due anni di fronte a noi e cercheremo di essere coerenti con quello che abbiamo deciso nello scorso anno, ma siccome il tempo corre, mi preme sollevare un'altra questione.
Certo, le infrastrutture. Voi avete governato cinque anni il Paese, adesso non ci sono più giustificazioni per nessuno, né per voi che adesso siete chiamati a governare il Paese e, certo, anche per noi che siamo all'opposizione.
Il quadro che ci è stato consegnato dagli elettori il 13 e il 14 aprile è un quadro che non lascia più giustificazioni, un quadro all'interno del Parlamento rispetto al quale voi, che avete la responsabilità di governare rispetto a certi grandi problemi come quello delle infrastrutture, dovrete dare delle risposte precise e naturalmente saremmo chiamati al confronto anche su questo tema in Consiglio.
Detto ciò, credo che siccome non sottovalutiamo mai, anche perch abbiamo un profondo rispetto dei segnali e del giudizio che danno gli elettori, siamo chiamati in questi due anni che ci separano dalla fine della legislatura a continuare in coerenza con quello che abbiamo fatto e anche perché dobbiamo concretizzare delle questioni molto importanti: la legge sul lavoro, la nuova legge urbanistica, la legge sul personale e così via. E così faremo, ma quello che credo che questo segnale degli elettori ci consegna, ci richiede uno scatto ed una forte reazione come centrosinistra e, in particolar modo, come partito di maggioranza relativa.
Abbiamo un dovere, abbiamo un compito importante: terminare il lavoro che abbiamo iniziato rispetto al programma di legislatura e dare delle risposte ai bisogni, alle incertezze e anche alle paure dei nostri cittadini piemontesi.
un compito impegnativo; noi siamo chiamati a dare queste risposte abbiamo colto il segnale e, in coerenza, vogliamo continuare questo lavoro con una forte reazione da parte nostra e anche da parte della Giunta rispetto ai segnali che ci sono stati dati dagli elettori il 13 e 14 aprile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Il collega Muliere ha dato un taglio a questo dibattito che per oggi è inusuale. Prima era talmente inusuale questo rigore, che nonostante cercassi di ascoltare i colleghi, ogni tanto mi sono distratto e mentre mi distraevo ho provato ad esercitarmi a guardarmi attorno e a dare quasi un voto ai colleghi che ascoltavano. Darei un dieci e mezzo più al collega Dalmasso, poi dopo veniva la collega Ferrero e la collega Pozzi.
Poi la gran parte degli altri chiacchierava, qualcuno stava zitto e secondo me ascoltava.
Adesso non posso elencare tutti, però la gran parte chiacchierava e mi è venuto in mente quando ho iniziato, dopo le riunioni in Consiglio comunale, ad andare in un'Aula tipo questa ma più piccola, quella della Provincia di Torino. Era il 1999 e fu allora che conobbi la Presidente Bresso.
E più o meno l'attenzione era come quella di quest'Aula nei vari interventi.
C'erano tre personaggi che, quando parlavano loro, chi era fuori nel cosiddetto transatlantico rientrava o chi era distratto ascoltava. Ricordo il mio amico che mi faceva da consigliere che diceva "entruma", perché era segnato a parlare Elio Marchiaro. Quando parlava Marchiaro si entrava in un religioso silenzio e ascoltavamo. Quel mio amico che mi suggeriva mi diceva che avremmo capito le idee di colui che avrebbe parlato.
Ce n'era un altro dall'altra parte, un grande per me, Dondona. Dondona vecchio liberale, quello scritto con caratteri grossi, ma vecchio non di età - era anche di una certa età - ma di quei liberali un po' sul monarchico, faceva i suoi interventi nel silenzio totale, religioso ed assoluto, perché diceva delle cose importanti.
Poi c'era la Presidente Bresso che, quando parlava, pensavamo "ades capiuma lon cas fa", perché la Presidente Bresso aveva una grande dote secondo lui, ma anche secondo me: diceva le cose chiare, cazziava maggioranza e minoranza con la stessa imparzialità - devo dire che li cazziava più di noi, altrimenti si arrabbiavano - e quando noi stavamo litigando, litigando e litigando, interveniva e si capiva dove saremmo arrivati.
Capisco che siamo un'assemblea legislativa, che è tutto cambiato. Ci vediamo di rado perché il suo compito è diverso, quella era un'assemblea amministrativa. Però è per questo che il suo intervento, che condividevo l'ho considerato minimalista, ma probabilmente perché per lei andava bene così e doveva fare quello. Non è stato tanto minimalista il Consigliere Muliere, ma è chiaro che non difficilmente avrebbe potuto fare quegli interventi chiari che faceva con noi in Provincia. È proprio per quello che, secondo me, come intervento - mi permetta - non mi entusiasma: ha elencato il programma, le cose fatte, cosa ritiene probabilmente farà nei prossimi due anni. Pertanto, se fosse un tema, il voto sarebbe sei più o sei meno, non certo un'insufficienza, ma non certo un'eccellenza.
Qui, dopo tre anni di governo non è possibile, con tutto l'ottimismo che non ci sia stato qualcosa nel programma che non è sia stato realizzato bene; non è possibile dopo tre anni, dopo le realtà mutate. Anche se uno ritiene di non sbagliare mai e di fare tutto perfetto, anche se il programma fosse stato perfetto, cosa su cui noi non siamo d'accordo, in tre anni la realtà cambia e non è possibile che non ci sia niente di nuovo sotto il sole, per cui "anduma avant".
Il messaggio era questo: "Noi siamo andati avanti realizzando il nostro programma e riteniamo di poterlo realizzare". Però mi chiedo: ci sarà bene qualcosa di mutato in questi tre anni. Quindi, non credo che tutti funzioni.
Sulla sanità - mi dispiace, perché probabilmente dirò delle cose già dette - non sto lì a giudicare sulla carta se quello che abbiamo fatto noi e quello che ha fatto la Giunta sia positivo o negativo sulla carta. Io vado purtroppo periodicamente, quando mi tocca, all'ospedale e ho visto un degrado. Tutti i segnali che arrivano dalla zona dell'ASL accorpata Ciriè Chivasso-Ivrea mi dicono che quello che pensavo e che avevo sommessamente detto - e mi era stato risposto che non era vero e che non sarebbe stato così - si sta realizzando.
Attenzione, voi forse siete stati troppo veloci, forse dovevate andare più piano. L'ASL è stata accorpata, nei fatti, già prima che passasse la legge, perché aveva già iniziato ad operare come ASL unica. Se tale accorpamento avesse avuto un effetto positivo, si sarebbe detto: bravi. Il problema è che questo accorpamento ha portato a quello che è stato più volte denunciato, e io non lo denuncio perché con il ragionamento sono arrivato a concludere che sia così, ma perché l'ho visto nei fatti. Non mi sono mai rivolto, per principio, ad un laboratorio privato e non mi sono mai recato presso una struttura privata, ma adesso inizio aver voglia di andare nelle strutture private. È brutto, perché non tutti i nostri concittadini possono rivolgersi ai privati per farsi curare bene. Allora o sbaglio io e la mia sensazione di degrado è sbagliata, oppure c'è qualcosa che non funziona.
Il discorso delle infrastrutture. Nel primo dopoguerra, dalle parti tra il Ciriecese e il Canavese mi dicono - non sono un esperto in materia - che c'è stato un fiorire di aziende dello stampaggio e che quello fu il secondo polo europeo del settore. Ma i camion non riescono a passare, non hanno le strade per passare e le aziende, ogni tanto, si fermano delle ore perch manca la corrente elettrica. Siamo nel 2008, manca la corrente elettrica e mancano le strade, allora c'è qualcosa che non funziona. Ma qualcuno lo dice? Due domeniche fa ero ad un convegno in un piccolo Comune di montagna molto vivace - partecipavano anche dei francesi - e io ironizzavo con la persona che mi aveva invitato a casa sul fatto che fosse fuori legge, come lo sono io, perché "viscuma 'l putagè" (sapete che è fuori legge) e il rappresentante della Regione che era lì con me, ma che era dalla parte della maggioranza, mi ha detto in modo sommesso e sottovoce: "Novero, sai com'è la situazione, sai che dovevamo dare un contentino e sai che tanto quella legge non verrà applicata".
Parlando giorni fa di un'altra questione che dovrebbe passare in Aula e che non anticipo, la stessa persona mi disse: "La maggioranza è favorevole la minoranza anche, ma non sappiamo se passa". Non vado oltre, magari chi potrebbe non farla passare, tanto di cappello perché ha le idee chiare e va avanti per la sua strada. Io sono preoccupato, spero di sbagliarmi, ma non lo so, vediamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Credo che sia opportuno partire dall'intervento della Presidente Bresso.
Ho apprezzato particolarmente il suo intervento perché ha messo in fila le cose che sono state fatte in questi anni senza usare toni trionfalistici, ma valorizzando, nella giusta dimensione, le cose che sono state fatte. Non sto a ripeterle. Le ha ripetute, per molti versi, anche con accentuazioni in positivo, il Capogruppo del Partito Democratico. Credo che questi due interventi, che hanno messo in fila i punti dei programmi che sono stati realizzati in questi anni, siano totalmente condivisibili.
Sicuramente, sarebbe stupido non interrogarsi sulle criticità e sul risultato elettorale, anche se credo sia estremamente opportuno, e su questo credo che abbiamo avuto esempi negli ultimi giorni, fare chiarezza.
Quando si ragiona di elezioni politiche nazionali c'è un risultato; quando si ragiona di altri tipi di elezioni possono esserci altri risultati. Il risultato politico a livello nazionale pone degli interroga a tutti figuriamoci se non dobbiamo interrogarci noi che siamo spariti.
Tuttavia, i risultati si misurano a seconda delle elezioni che si va a fare. Uno degli esempi più convincenti è quanto è successo ieri a Roma dove tra due candidati dello stesso partito, impegnati in un ballottaggio uno esce vincente e un altro perdente sugli stessi elettori che votano nello stesso momento. Le valutazioni sono diverse su livello di elezioni che si va ad attuare e sul candidato.
Detto ciò, ci sono sicuramente delle criticità nel programma che si sta portando avanti. Criticità che cercheremo di superare nei due anni che ci rimangono, criticità che, per molti versi, hanno avuto una loro impostazione. Penso, per esempio, alle questioni della sanità. Penso che sicuramente, il Piano Socio Sanitario non è la panacea di tutti i mali, ma lo strumento che ci permette di programmare iniziative in campo sanitario e che ci permetterà di apportare quei correttivi dove vanno apportati.
Su altre vicende credo che sarà opportuno riflettere, e lo dico senza voler creare nessun livello di contrapposizione. Sicuramente, senza voler nemmeno fare degli appunti particolari all'Assessore Borioli, la questione dei trasporti locali, soprattutto su ferro, è una situazione molto critica e molto delicata. Non credo che sia il caso di creare delle contrapposizioni tra la TAV e questo tema, ma sicuramente un'azione più incisiva su questo versante andrà portata avanti. Credo che, anche su questo versante, ci siano già dei segnali che ci indicano la direzione.
Credo che ci siano delle questioni legate ai diritti. Qualcuno, anche se solo legate a competenze regionali, già le sollevava. Credo che dobbiamo riprendere i ragionamenti, per esempio, sul Garante dell'infanzia e sul Garante dei detenuti. Credo che siano due elementi che non hanno costi particolari, ma che possono qualificare, nel senso dei diritti, l'azione di questa amministrazione.
Analogamente, credo che dovremmo accelerare sicuramente i tempi sulla legge quadro delle problematiche del lavoro, perché si tratta di una legge particolarmente urgente e particolarmente necessaria. Credo possa essere un segnale di forte attenzione rispetto a questo mondo, sicuramente a quello delle imprese, ma anche rispetto al mondo di chi tutti i giorni lavora e si guadagna da vivere con il sudore della fronte.
Detto questo, ho apprezzato l'intervento della Presidente soprattutto quando, alla fine, ha fatto una valutazione di questa maggioranza, che ha riconfermato in toto, che spero trovi riconferma per il prossimo mandato elettorale.
I segnali arrivati da queste elezioni sono incontrovertibili. Questa maggioranza può lavorare e può, in occasione delle elezioni, giocare la sua partita, se rimane una maggioranza al cui interno, pur con sensibilità e con accenti anche molto diversi, c'è una coesione forte, altrimenti non c'è partita, è inutile ed è ormai chiaro a tutti. I sondaggi non hanno mai dato segnali diversi da quelli che, alla fine, sono risultati definitivi, anzi per alcuni versi, hanno sottostimato la vittoria del centrodestra.
Un altro esempio significativo è dato da Orbassano. Ho letto sui giornali odierni che la collega Caterina Ferrero esultava e ne aveva ben donde da esultare, perché siamo riusciti a perdere per quasi il 20% in una cittadina dove fino a sei mesi fa nessuno avrebbe scommesso niente: è stata un'impresa perdere ad Orbassano! Questo credo sia il segnale più eloquente per riconfermare questa maggioranza a tutti i livelli, per cercare anche di ricomporre una maggioranza o almeno un'unità d'azione più forte a livello nazionale, per rimettere in piedi i brandelli dell'Unione che ci ha portati a governare nel 2006.
Dovremo ragionare su alcune questioni, che sicuramente dovranno essere approfondite, ma non si può continuare ad alimentare un tale clima. Non dico che la sicurezza sia solo la questione di un clima o di una sensazione, di una differenza tra sicurezza reale e sicurezza percepita, ci sono sicuramente problemi oggettivi molto profondi, però, non si pu nemmeno dire che tutti i voti andati alla Lega siano legati a motivi di questo tipo o per lo meno sia così reale. Nella realtà delle vallate del Pinerolese dove vivo ci sono Comuni di media montagna dove la Lega va oltre il 20-25%. Ma lì che problemi di sicurezza hanno? Gli stranieri li vedono in televisione, nelle foto, se sono gli stranieri che creano i problemi della sicurezza. Gli zingari ogni tanto passano, ma fanno parte del folklore del paese, come lo sono sempre stati, eppure la Lega arriva al 25%.
Allora, sicuramente, ci sono problemi di sicurezza, che devono essere affrontati, ma non si deve arrivare a dare corpo a quelle paure che nascono e che, solitamente, si cercano di risolvere individuando un colpevole qualcuno con cui prendersela, per poter dire, dopo averlo individuato, che i problemi sono compiutamente superati.
Credo che nei due anni che mancano alla fine di questa legislatura dovremo continuare a lavorare con la coesione mantenuta in questi tre anni tentare di capire meglio le ragioni, come già ho detto, di criticità rispetto ad una serie di posizioni che abbiamo assunto, ma, soprattutto continuare a lavorare per difendere parti qualificanti del nostro programma. Ad esempio, dovremmo anche misurarci con le questioni del federalismo, rispetto alle quali credo la Regione debba farsi parte attiva.
Noi abbiamo sempre avuto e continuiamo ad avere delle criticità rispetto a questo sistema, ma alcune questioni dobbiamo cominciare a porle.
Non è possibile buttare via milioni e milioni all'anno perché siamo in credito nei confronti dello Stato centrale di oltre 2 miliardi.
In quale modo vogliamo praticare il federalismo? Togliendo ai Comuni l'ICI, che è un piccolo pezzo, magari ingiusto, di federalismo? Applichiamo il federalismo togliendo il bollo auto alle Regioni? Pu anche andare bene togliere il bollo, ma questo è il federalismo che vuole la Lega? Questo deve essere un elemento di sprone forte nei confronti del Governo, perché queste vicende, in qualche modo, devono essere assolutamente affrontate.



PRESIDENTE

Prima dell'intervento della Presidente Bresso, sono ancora iscritti a parlare il Consigliere Lupi e il Consigliere Leo, quindi possiamo considerare chiusa la richiesta di iscrizione.
La parola al Consigliere Lupi.



LUPI Maurizio

Signor Presidente, mi consentirà, così come i colleghi Consiglieri presenti in Aula, una serie di considerazioni e di flash del tutto asistematici, essenzialmente volti a intrattenere questa attenta platea per una decina di minuti.
Innanzitutto, partirei da una considerazione generale di carattere elettorale: è senza dubbio vero che neanche la migliore delle Presidenti possibili avrebbe potuto determinare un ribaltamento del risultato elettorale relativo alle elezioni politiche. Nemmeno la migliore delle Presidenti possibili avrebbe potuto, in qualche modo, riequilibrare quello che potremmo definire il danno del peggior Governo della Repubblica, così come classificato non tanto dall'opposizione quanto da misuratori di apprezzamento dell'operato.
Partiamo dalla considerazione secondo cui penso si debba concordare con quanto diceva la Presidente sui diversi livelli. È senz'altro vero che un recupero dei danni provocati dal Governo nazionale, in ogni caso, in Piemonte sarebbe stato impossibile ed è anche vero quello che diceva rispetto ad una sorta di autonomia nell'analisi dei risultati elettorali di un test di tipo politico, rispetto, invece, ad un risultato di tipo amministrativo o regionale.
Giustamente diceva la Presidente che l'amministrazione verrà in qualche modo giudicata nella propria tornata elettorale, cioè quella regionale del 2010. In quella sede gli elettori potranno esprimere una valutazione complessiva sull'operato dell'intera legislatura. Ovviamente, la Presidente ha sottolineato essenzialmente gli aspetti positivi dell'azione della maggioranza, ma una serie di aspetti negativi e critici in questi anni sono in qualche modo affiorati. Partirei da una considerazione su una parziale innovazione istituzionale, cioè l'introduzione dei quattordici Assessori esterni. E la mia personale valutazione - e lo dice uno che in quel momento valutava quella decisione in termini di principio positivamente - va nel senso che andare a definire una divisione netta tra area esecutiva e area legislativa poteva essere in allora valutata come un'innovazione positiva.
In realtà, penso che quell'innovazione dovrebbe essere ripensata o parzialmente ripensata. In questi tre anni, al di là della valutazione sulla positività o negatività dell'azione della Giunta e della maggioranza sicuramente quello che è apparso è che, con questa innovazione dei quattordici Assessori totalmente esterni, si è andato sempre più delineando un crescente scollamento tra Giunta e Consiglio regionale. E credo che uno dei problemi che probabilmente questa maggioranza dovrebbe affrontare con maggiore attenzione sia proprio quello di questa distanza; tra Giunta e Consiglio regionale c'è oggi una distanza siderale.
La stessa assenza fisica della Giunta nell'Aula consiliare assume quasi una figura di distacco anche di tipo relazionale nei confronti del Consiglio; dico questo senza voler accusare la Giunta di essere colpevole di questa situazione. In realtà, è una situazione che probabilmente per colpe reciproche si è andata delineando in questi primi tre anni e il risultato finale di questa evoluzione istituzionale è che potremmo in qualche modo andare a paragonare, da una parte, la Giunta e, dall'altra, il Consiglio regionale quasi a due monadi di leibniziana memoria che vagano nell'iperspazio e non si incontrano mai.
La situazione paradossale, dal punto di vista istituzionale, è questa situazione di completo distacco tra Giunta e Consiglio regionale.
Se volessimo fare un paragone più pubblicitario e più diretto, potremmo paragonare Giunta e Consiglio regionale a due particelle di sodio in "Acqua Lete", anche loro destinate a cercarsi e a mai ritrovarsi.
Questa difficoltà di rapporti, che ho cercato di andare a definire porta poi a dei problemi di carattere istituzionale e relazionale, nel senso che i tempi della politica, che già di per sé sono infiniti ed eterni, proprio per questi problemi di carattere eminentemente relazionale vengono portati all'esasperazione. Per cui le battaglie si fanno non tanto sul confronto delle idee, ma si fanno sul confronto della capacità di reggere la fatica: si punta tutto sullo sfinimento reciproco, non tanto sulla capacità di convincere o di portare a delle innovazioni a livello di idee e di proposte, quanto semplicemente su un confronto di trincea e di posizione, in cui uno rimane fermo per giorni e giorni come farà probabilmente questo Consiglio nei prossimi giorni. Ed inizia questa lunga guerra di posizione, del tutto insensata e del tutto illogica, che non porta a niente e che finisce per tradire quelle che sono invece le aspettative della nostra popolazione.
Quindi, invito ad una rivisitazione, almeno parziale, dell'innovazione dei 14 Assessori tutti esterni; probabilmente, se almeno una parte degli Assessori fossero anche Consiglieri regionali, questo distacco sarebbe stato nel tempo meno evidente.
Come Gruppo ambientalista vogliamo sottolineare alcuni aspetti che, dal punto di vista programmatico, anche se forse parzialmente, non erano stati inseriti in maniera esplicita nel programma di governo della coalizione vincente.
Mi riferisco innanzitutto al tema della caccia che, pur non essendo uno dei temi prioritari della discussione politica piemontese, è un tema che essendoci ormai inoltrati nel ventunesimo secolo, dovrebbe in qualche modo essere affrontato da questo Consiglio regionale.
Non è più possibile, dopo un'evoluzione millenaria che ha visto l'uomo essere raccoglitore e cacciatore, riuscire a capire che, giunti in pieno ventunesimo secolo, pur non essendo questa la questione fondamentale a cui dobbiamo provvedere, sarebbe bene che la politica regionale in qualche modo affrontasse il tema dell'abolizione della caccia.
Sempre sull'ambiente, dobbiamo riscontrare alcuni dati negativi che ci sono stati recentemente sottolineati da parte delle stesse rilevazioni fatte da Legambiente.
In questo la maggioranza ha dato pochi segnali fortemente ambientalisti, nel senso che il fatto stesso che Torino sia la città più inquinata d'Italia, in qualche modo è legato ad una parziale incapacità di andare a determinare delle misure rigorose di limitazione del traffico veicolare urbano e di andare a prendere delle decisioni anche impopolari ma che comunque darebbero il segno di una personalità di una maggioranza anche in campo ambientalista.
Sui temi dell'ambiente spesso c'è stata molta incertezza, si è cercato di mediare, non si è avuto spesso il coraggio di andare a prendere decisioni che avrebbero potuto essere anche parzialmente impopolari, ma sarebbero state utili per il miglioramento della situazione ambientale delle nostre aree metropolitane e urbane.
Sicuramente, dal punto di vista ambientale è più positivo il discorso sull'investimento e sulle energie rinnovabili. In questo dobbiamo dare atto che la Regione si è mossa con molta attenzione, con una capacità anche di visione prospettica rispetto al futuro, ma sicuramente sarebbe importante che anche su altre questioni ambientali a cui ho fatto riferimento precedentemente, e cioè la questione dell'inquinamento in particolare delle aree metropolitane e della caccia, la maggioranza dimostrasse di avere maggiore personalità. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri, anche perché vengo dal Comitato 2011 a cui oggi il collega Ricca non ha potuto partecipare, essendo sempre presente, a differenza di altri membri della maggioranza. Invece il collega Ricca c'è sempre e oggi non ha potuto venire ovviamente a causa di questo dibattito ma dirò perché mi sembra significativo parlare delle Celebrazioni per il 2011 Innanzitutto, desidero fare una richiesta al Presidente Placido. Visto che abbiamo iscritto all'o.d.g. con moltissime firme l'ordine del giorno sull'Iran, chiederei se lo si potesse votare e approvare.
Quindi, chiedo al Presidente Placido di verificare se i Capigruppo sono disposti a votarlo.
Dico alla Presidente Bresso che ho proposto di votare questo ordine del giorno unitario sull'Iran e per non avere sospetti - siccome il collega Moriconi mi ha detto che sicuramente me l'avrà dato qualche centrale tollerante - dico che me l'ha dato il Comitato per la laicità dello Stato (lo dico per tranquillizzare il collega Moriconi) questo documento unitario contro il fondamentalismo in Iran. Chiedo semplicemente di votarlo - visto che è stato depositato - proprio perché Torino ospiterà una grande assemblea su questo tema.
Per quanto concerne l'analisi elettorale, vi è stato un evidente spostamento generalizzato da sinistra verso destra.
Non concordo con il collega Clement sul fatto che fosse ampiamente prevedibile o che fosse tutto scritto, anche perché le mie frequentazioni con gli ambienti di sinistra, talvolta considerate improprie dai colleghi mi avevano fatto sentire, specie negli ambienti veltroniani, un non malcelato ottimismo sul fatto che si giungesse quasi alla parità (potete verificarlo chiedendo ai vostri alleati, o ex alleati, dei vertici veltroniani).



(Commenti del Consigliere Clement fuori microfono)



LEO Giampiero

LEO Giampiero



LEO Giampiero

Infatti non è una bugia, collega Clement. Potrei citare, fra le fonti l'Onorevole Lucà, che non è mai stato con noi, per la verità! L'Onorevole Lucà, anche se si effigia del termine "cattolico" era uno di quelli che facevano i cristiani per il socialismo, perché non gli bastava il cristianesimo. E, per non sbagliarsi, è sempre stato nelle liste blindate, dove non si prendevano botte (non ha mai fatto l'eroe l'Onorevole Lucà). È sempre rientrato in liste comuniste blindate, dove non si prendevano "botte" e non si rischiava (parlo dei tempi dell'università).
Potete chiedere agli amici Girola, Damosse, eccetera. Per avere informazioni in tal senso (mi rivolgo al collega Lepri, ma anche all'Assessore Peveraro, con cui ho condiviso le stesse democratiche battaglie per la libertà in università), chiedete pure liberamente.
In realtà, c'era qualche rappresentante dell'attuale partito dell'Assessore Peveraro che mi strappava la spilla del Tibet, ma si è pentito. Chiedete al Vicepresidente Placido per sapere chi è!



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

Un ex Segretario o Sottosegretario!



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

Ma noi siamo per il pentimento, purché sia operativo e fattivo.



(Commenti in aula)



LEO Giampiero

Per fortuna, il collega Moriconi ed io abbiamo un amico in Comune, che è l'Architetto Sartorio, ovviamente di sinistra, che ha fatto tutti questi filmati e ha registrato, per esempio, le simpatiche battute del collega Viale (partito radicale) che è intervenuto in un'assemblea, dicendo "Diciamolo chiaramente: nel '68 vedevamo tutte le spranghe uscire dalle nostre giacche". Io le spranghe le ho viste solo in testa, non le portavo sotto la giacca. Avevo un crocifisso, piccolo e di legno, che non faceva alcun danno! Quindi ben vengano i pentimenti, purché siano fatti dicendo la verità come sosteneva il collega Clement.
C'è stata una disaffezione del voto cattolico: nei confronti PD a nostro giudizio, il voto si è spostato dalla sinistra radicale al PD in parte, poi dal PD verso l'UDC e verso il centro o verso Italia dei Valori e Lega. L'UDC ha perso voti, a vantaggio di Forza Italia, che a sua volta ne ha persi insieme ad AN, a vantaggio delle formazioni site alla destra dei PDL. Quindi è un fatto anche sociologico, per cui bisognerebbe fare un'analisi approfondita.
Ciò che mi preoccupa è la disaffezione verso la democrazia: Grillo non è la cura. È un po' come bere whisky per non sentire il mal di testa! Grillo non è la cura alla democrazia. Per questo motivo voglio complimentarmi con il Consiglio regionale - prego il Vicepresidente Placido, che ne è stato l'artefice principale, di comunicarlo anche al Presidente Gariglio - per la bella manifestazione del 25 aprile. È stata una bella risposta, non scontata, anche se non condivisa da tutta la sinistra.
La mia proposta è molto semplice: maggior dialogo tra Giunta e Consiglio regionale.
Ci sono diversi colleghi di grande valore della maggioranza che hanno più volte palesato, in via privata e non solo, il disagio di un dialogo fra Giunta e Consiglio.
Se vogliamo recuperare credibilità democratica, forza e spazio, questo dialogo deve essere incrementato.
Le potenzialità, le ricchezze e le valenze che ci sono in Consiglio devono essere maggiormente sfruttate, a cominciare da quelle della maggioranza, ovviamente.
Il secondo discorso - mi rivolgo al Vicepresidente Peveraro, che su questo è assolutamente convinto, affinché se ne faccia portavoce - riguarda il dialogo con la minoranza. Se suggerisse alla Presidente Bresso un atteggiamento più dialogico, ne verrebbe del bene per tutti.
A questo proposito, cito l'esempio della Biennale della Democrazia, che si terrà in Piemonte a partire da Torino. Nelle sue premesse, la Biennale della Democrazia parla di democrazia deliberativa e partecipativa, ossia senza pregiudiziali: si dibatta per deliberare e non, a priori, per schieramenti di maggioranza e minoranza.
Sulla base della relazione del professor Zagrebelsky, chiederei che si facesse una riflessione sulla democrazia deliberativa. Rilancio dunque l'invito al dialogo, che per me è sempre un fattore importante, e alla democrazia deliberativa partecipativa.
Ancora un piccolo accenno, non polemico, rivolto ai colleghi che mi hanno nominato nel Comitato 2011, che ringrazio: avendo deciso, per esempio, che ci deve essere una posizione bipartisan nella Biennale per la Democrazia, non si può stabilire che la posizione bipartisan sia rappresentata da Giorgis e da Marcenaro. Chi fa la destra e chi la sinistra?



(Commenti del Consigliere Ricca fuori microfono)



LEO Giampiero

Per avere un po' di pluralismo, e per non scandalizzare il collega Ricca, ho chiesto di far entrare anche qualcuno di noi nel Comitato, magari colleghi che scrivono libri interessanti come Dalmasso. Anche con tutta la mia buona volontà, non si può dire: "Abbiamo pensato ad una cosa democratica equanime"; Bobbio come garante del Comitato scientifico Marcenaro e Giorgis...come componenti , e poi?.....
questo il messaggio che voglio dare alla sinistra, pensando a quelle componenti più dialogiche che io non considero definitivamente del centrosinistra, ma preziose per il dialogo: meno autoreferenzialità e meno arroganza.
Già quando avevate vinto, fra virgolette, le elezioni, il Paese era diviso al 50%-50%, e vi eravate presi il 101%. Adesso non è più neanche al 50% e 50%, colleghi: iniziare a prendere atto di questo, sarebbe positivo.
Concludo ribadendo che sono per il dialogo e per approvare cose più positive possibile, ma ad una condizione: che le forze del Consiglio tutte - nelle pluralità, nelle capacità e nelle potenzialità, siano coinvolte. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Sono riuscito a tornare in tempo per dire qualcosa.
I colleghi mi hanno detto che oggi la Presidente Bresso, più che altro si è lodata e, di solito, "chi si loda si imbroda", ahimè, specie in un momento in cui si è sotto tensione.
L'approvazione del bilancio e della Finanziaria sono, di fatto, i due atti importanti per la vita della Regione e del Piemonte. Presentarsi con una relazione di "quanto sono bella e brava e come sono stata capace ad amministrare questa Regione" è il metodo migliore per sentirsi dire che forse, non è proprio così.
Probabilmente la Presidente Bresso non si è accorta che i piemontesi non si sono accorti di quanto sia stata brava; probabilmente la Presidente Bresso non si è accorta che la TAV ha ancora da venire; probabilmente la Presidente Bresso non si è accorta che il famoso Terzo Valico che dovrebbe "salvare" i porti di Genova e, in parte, di Savona collegandoli con la Provincia di Alessandria, con il centro intermodale di scambio, con Milano e così via, non ci sono ancora.
Voglio solamente ricordare alla Presidente Bresso - ho proprio tutti gli atti scritti che sono estremamente interessanti - quanto, invece, non sia stata corretta nei suoi rapporti, addirittura non solo con i Consiglieri di minoranza ma, addirittura, con le organizzazioni sindacali e con i medici del 118.
Ad esempio, è bene che i Consiglieri sappiano che la Regione ha deciso in modo unilaterale, di cambiare i contratti, andando addirittura contro l'accordo collettivo nazionale e ai medici che prestavano servizio per il 118. Infatti, è stato deciso un riassetto che ha portato alla creazione di un dipartimento interaziendale per l'emergenza sanitaria territoriale e regionale 118 con otto nuove primariati e un capo dipartimento con costi aggiuntivi di almeno 180 mila euro annui per ognuna di queste figure e, in un'ottica di riduzione di primariati, di riduzione dei costi e di contenimento delle spese, a noi pare alquanto strano. Probabilmente la nomina di questi nuovi primariati può essere magari di una qualche utilità politica.
Queste sono scelte adottate ultimamente e unilateralmente dalla Regione ed hanno portato ad avere personale medico con contratti diversi. Infatti dal 1° marzo circa 45-50 medici da convenzionati sono diventati dipendenti creando, all'interno del sistema, due figure ben distinte sul piano contrattuale che sta creando non pochi problemi organizzativi a incominciare dalla reperibilità.
Di fronte a circa 22 testimoni medici a Cuneo, durante un'assemblea, il dottor Bono ha rilasciato delle dichiarazioni incredibili. Il dottor Bono è il neocapo del dipartimento 118 e attivo consulente assieme al dottor Enrichens della Regione. Il dottor Bono, durante quell'assemblea, ha dichiarato: "Il trasferimento all'ASO in provincia di Alessandria dall'ASL è avvenuto per togliere la gestione del 118 all'Avv. Zanetta (direttore generale dell'ASL) - "tra l'altro ottima persona - "e al dottor Palenzona (responsabile dell'ASL 118) che ne facevano un uso per fini personali".
Questo è il pensiero del dottor Bono, neocapo del dipartimento 118.
Pare quasi che questa scelta, almeno per il caso di Alessandria, sia stata dettata esclusivamente per motivi politici e/o personali (alla faccia dei piemontesi che pagano).
La creazione del dipartimento ha comportato la scelta di centralizzare la farmacia di tutta la Regione a Rivoli. Se da un lato crea il problema di una distribuzione razionale e regolare in base alle necessità delle singole postazioni, dall'altro la qualità dei materiali è decisamente scaduta e nelle postazioni si stanno accatastando quantità eccessive di materiale che certamente non saranno mai utilizzati.
Non si vuole entrare nel merito della programmazione sanitaria regionale, ma è chiara materia di concertazione. Il licenziamento unilaterale - ripeto, unilaterale, signori di sinistra - dei medici, la stipulazione di contratti modificati unilateralmente e modificati dai dirigenti del dipartimento per un uso e consumo dei medici a loro piacimento con gravi danni economici e organizzativi per il lavoro dei singoli, ha creato una situazione di tensione con organizzazioni sindacali molto importanti. Inoltre le comunicazioni, che sono un atto dovuto e nei tempi dovuti a ogni singolo lavoratore, non sono state date in tempi utili.
L'improvvisazione di quanto è successo risiede nel fatto che, senza il buon senso dei medici, se questi, che hanno un contratto a tempo indeterminato, avessero protestato non firmando i nuovi contratti decisi unilateralmente, il servizio 118 sarebbe rimasto privo di medici sulle ambulanze e nei pronto soccorso.
Tra l'altro, gli stessi medici hanno intrapreso la via legale e le aziende interessate sono state citate in giudizio al Tribunale del lavoro di Alessandria; il 30 aprile 2008 vi sarà l'udienza nella quale è stata convocata anche la Regione.
stato inoltrato un ricorso al TAR contro la determina n. 30 del 23/10/2008, che trasferisce le convenzioni da ASL e ASO; tra l'altro trattasi di un atto proprio di un dirigente regionale e non contemplato in alcuna delibera dalla Giunta regionale.
In più, aggiungiamo che sono stati sostituiti i monitor defibrillatori sulle ambulanze medicalizzate (parlo di Alessandria perché i dati che ho in mano si riferiscono ad Alessandria) e, contemporaneamente, è comparso un comunicato sull'utilizzo dell'apparecchio, a firma del responsabile di postazione, sentito il responsabile di Centrale, che enuncia: "È stata rilevata una differenza nello spinotto di aggancio delle piastre adesivo al cavo di scarica rispetto a quello in uso sul muletto del CO 118. Onde evitare sorprese si mantiene il vecchio HP sul MSA, come riserva, per una due settimane (salvo contrordini)". Tradotto: in caso di soccorso ad un paziente in arresto cardiaco, non si sa se le piastre adesive (nuova fornitura della nuova farmacia) funzioneranno, quindi è meglio tenere anche il vecchio apparecchio, così si utilizza quello.
A questo punto, mi rivolgo alla Presidente e all'Assessore Artesio - è l'Assessore che ha portato avanti questa iniziativa - per dire che il 118 rischia, di fatto, il caso. Diversi medici se ne sono andati, altri se ne andranno, ma il nuovo sistema introdotto è più costoso di quello precedente.
Aggiungo ulteriori informazioni. Il 14 aprile 2008 le organizzazioni sindacali hanno incontrato l'Assessore in Regione, alle 8 del mattino, dopo tre mesi di silenzio, su richiesta delle stesse organizzazioni. In tale sede le organizzazioni sindacali hanno ribadito la contrarietà alla politica sanitaria regionale territoriale e ospedaliera. Dopo tre anni di tavoli non si è ancora concluso nulla e, quello che la Regione ha concluso l'ha fatto con scelte unilaterali. Inoltre, il riassetto di emergenza territoriale ospedaliero, approvato con delibera n. 48 nella giornata del 14 stesso, è stato dichiarato inviso da tutte le categorie sindacali.
A proposito della delibera, le organizzazioni sindacali hanno mosso alcune osservazioni tecniche all'Assessore, tipo che alcuni pronto soccorso potrebbero essere coperti non bene in reperibilità. L'Assessore ha replicato che tale dettaglio non gli era noto e che, comunque, non era tenuto a sapere tutto. Adesso, in Provincia di Alessandria, si trovano con pronto soccorso scoperti e sono costretti a predisporre dei contratti extra budget per i medici 118 a 45 euro lordi l'ora, aggiuntivi dei costi di trasferta che sono sicuramente più onerosi per le aziende rispetto alla precedente organizzazione del lavoro.
Questi sono i fatti come vengono relazionati dalle organizzazioni sindacali. La cosa più divertente nel difetto in cui si trova la Regione è che non è che la Regione questa scelta l'ha fatta in modo unilaterale perché le era permesso da norme di legge nazionali o regionali, ma l'ha assunta perché ha fatto finta di non conoscere le norme di legge.
In merito alla programmazione regionale sanitaria per l'emergenza sanitaria 118, l'accordo collettivo nazionale, che voi di sinistra dovreste conoscere molto bene, della medicina generale al capitolo V, articolo 94 comma 5 recita quanto segue: "Le Regioni definiscono le modalità di partecipazione dei medici dell'emergenza alla programmazione del servizio anche mediante incontri periodici tra i medici preposti, i responsabili delle centrali operative e i dirigenti regionali preposti".
L'accordo integrativo della medicina generale per il 118 della Regione Piemonte, invece, all'articolo 5 (campo di applicazione e descrizione delle attività) nella parte dedicata alla fase di preparazione recita: "I medici dell'emergenza partecipano alla programmazione del servizio, mediante incontri periodici, di norma trimestrali, tra i medici dell'emergenza, il Coordinamento delle Centrali operativi e i funzionari regionali preposti. I medici dell'emergenza di cui sopra, in numero massimo di tre, saranno individuati dalle organizzazioni sindacali firmatarie del presente accordo in base al criterio della consistenza associativa tra coloro che siano titolari di incarico a tempo indeterminato in servizio di emergenza al 118 da almeno cinque anni nella Regione Piemonte".
Quindi, è ben chiaro che i medici del 118 devono partecipare alla programmazione del servizio. La Regione, invece, ha prodotto documenti di programmazione trasformati in deliberazioni senza mai rispettare gli accordi sottoscritti con le Organizzazione Sindacali.
Questo è semplicemente un caso che interessa il Piemonte, relativamente al quale le ho dimostrato che lei non ha certo fatto felici le Organizzazioni Sindacali, che notoriamente sono vicine a voi per quanto riguarda almeno il 118 - ed è tutto scritto - anzi, ha compiuto un abuso di potere molto grave che, magari, qualche ente preposto potrà anche cambiare.



PRESIDENTE

L'intervento del Consigliere Rossi era l'ultimo.
La parola, per la replica, alla Presidente della Giunta regionale Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

In realtà, non si tratta di una replica ma di un'integrazione, in quanto prima, a causa di una distrazione, ho saltato un tema di cui peraltro, mi ero occupata per tutta la mattina e che avrei dovuto avere presente, non ineriva con il bilancio, ma potrebbe riguardare i bilanci futuri. Ovviamente, non ha senso che risponda a tutta una serie di questioni di dettaglio su cui si potrà tornare anche nell'ambito della discussione sul bilancio o in altre occasioni.
Per quanto concerne la relazione minimalista, ho voluto avere pietà di voi, però, la prossima volta, se desiderate, stabilite un giorno, potrei leggervi il documento a mie mani, che consta di 124 pagine, in modo che non possiate dire che è minimalista. Tale relazione potremmo anche farla circolare, farò un po' di copie per diffonderla.
Se il tema è che mi sono limitata, molti di coloro che sono intervenuti hanno ricordato quanto abbiamo fatto, che io non avevo citato. Non volevo fare un elenco esaustivo, ma inquadrare le questioni generali; dopodich per carità, ho già detto che gli elettori sono sovrani e il corpo elettorale della Regione Piemonte alle elezioni per il rinnovo del Presidente e del Consiglio regionale del Piemonte potrà valutare.
Invece, volevo svolgere una breve integrazione relativamente a due questioni che sono state sollevate e che sono importanti per il futuro della regione non solo come istituzione, ma anche per i cittadini piemontesi. Una prima questione, la cui deliberazione, come sapete, è stata adottata dalla Giunta, che io, effettivamente, avevo ricordato nella nota sintetica, ma poi avevo dimenticato di citare, è quella relativa alle maggiori competenze, ai sensi della Costituzione, da chiedere come Regione.
Su tale deliberazione, che si trova in Commissione, occorre imprimere una accelerazione, anche perché ritengo si debbano sempre andare a vedere i buoni propositi dei Governi, perché se non li realizzano nel primo anno non vi provvedono più.
Mi auguro che nel primo anno il futuro Governo provvederà anche ad accogliere le istanze o comunque a trattare con le Regioni che hanno chiesto nuove e maggiori competenze e vorrei che in queste Regioni fosse compresa la Regione Piemonte, quindi chiederò al Presidente della Commissione, dopo aver provveduto a votare il bilancio, di riprendere l'argomento.
La seconda questione riguarda il federalismo fiscale, che, purtroppo non posso ottriare. Oggi, in Conferenza dei Presidenti, abbiamo iniziato una valutazione, anche in rapporto a quanto si è detto in campagna elettorale, soprattutto dalla Lega Nord, ma in generale dalla coalizione di centrodestra. Lì ho avuto modo di esporre la posizione da cui ritengo dovremmo partire ed ora volevo riferirne anche al Consiglio, avendo trascurato di farlo prima, perché nella legislatura precedente eravamo partiti da una legge delega attribuita al Governo, che aveva un certo impianto, all'interno del quale noi avevamo fatto una proposta, essendo compito di un'organizzazione sindacale come è la Conferenza dei Presidenti.
Oggi le proposte sembrano essere molto diverse, quindi, secondo me anche la nostra posizione deve cambiare. Ho proposto di partire da alcuni principi che, però, ritengo importanti. Per quanto riguarda il primo, se parliamo di federalismo fiscale dobbiamo avere un riferimento. So che esiste una proposta della Regione Lombardia, che, dal punto di vista dei totali, non andrebbe neanche male, però è una proposta che non si aggancia ad alcuna realtà esistente.
Credo sarebbe opportuno partire dalla Regione a Statuto speciale meno speciale che ci sia, vale a dire il Friuli Venezia Giulia, che ha un certo livello di IRPEF, di IVA; poi, ovviamente, l'IRAP, le accise e altro che abbiamo anche noi.
Questa formula consente di avere un riferimento, perché nella logica in cui, praticamente, la Costituzione, se applicata, trasferisce alle Regioni a Statuto ordinario le stesse competenze delle Regioni a Statuto speciale non c'è ragione per cui ci siano differenze così forti di risorse loro attribuite. Dico "praticamente" perché se considerate l'accordo siglato con il Governo precedente, con il Ministro Fioroni, sul passaggio dell'istruzione questo significa il trasferimento di circa 100 mila dipendenti dell'istruzione in Piemonte.
Si sta discutendo se dobbiamo essere noi a pagare gli stipendi oppure no. Secondo me, se abbiamo dei dipendenti, è molto più sensato e pratico che gli stipendi vengano pagati da parte nostra, ivi compreso il condurre le trattative, sia pure attraverso un accordo nazionale, per i contratti e tutto quanto ne deriva. Solo contando questi significa che alla Regione Piemonte occorrono, mal contati, circa quattro miliardi in più di entrate.
Allora, il Friuli Venezia Giulia mi sembra costituire una base su cui si può ragionare, tenuto conto che noi, come credo anche le Regioni a Statuto speciale, perché, anche qui, non c'è ragione che non lo facciamo dovremmo farci carico della quota del fondo di perequazione. Da quella cifra si deduce la quota di perequazione che, molto matematicamente, in modo molto semplice, viene calcolata facendo la media delle entrate delle Regioni: chi sta sopra la media versa al fondo di perequazione, chi sta sotto riceve proporzionalmente entrambi dal fondo di perequazione. Questo modello è molto semplice e lineare, poi su quello si possono fare i calcoli e si può valutare se ci si sta o no, cosa significhi per lo Stato, che certo deve dimagrire.
del tutto evidente che se si vuole pagare il servizio del debito e realizzare il federalismo fiscale occorre che avvenga la riduzione drastica del personale dei Ministeri o il suo trasferimento alle Regioni. Questo è avvenuto quando la Regione Piemonte ha trasferito competenza alle Province che ha passato anche una quota, quel po' che c'era, relativamente al personale per gestirlo (ad esempio, in Provincia di Torino abbiamo ricevuto due o tre persone provenienti dalla Regione Piemonte per la gestione delle politiche sul lavoro).
Questo è un modello che in grande deve essere realizzato anche dallo Stato. Una delle ragioni per cui il federalismo sembra costare è anche che non diminuisce mai nulla e aumentano le Regioni o le Province o i Comuni allora è evidente che, a quel punto, costa troppo.
Questo modello secondo me è chiaro, semplice e lineare. Ricordo che nella perequazione occorre anche calcolare, almeno per le quote di investimento, il fatto che, come sapete, in Italia esistono Regioni che nella politica di coesione europea fanno parte dell'ex obiettivo 1 ed ex obiettivo 2. Oggi il Presidente della Regione Sicilia neo eletto ha dichiarato ai giornali che la Sicilia riceve 25 miliardi di fondi europei solo di fondi europei, poi ci sono i fondi FAS. Questi sono fondi di perequazione, perché, come sapete, i fondi europei provengono dall'Italia sono imposte italiane che poi vengono redistribuite attraverso politiche comunitarie, però sono politiche fatte apposta per la redistribuzione, cioè per consentire alle aree a minore ricchezza di sviluppare la propria economia. Quindi, quei fondi fanno parte a pieno titolo dei fondi da considerare nelle politiche perequative, sono politiche perequative a pieno titolo finanziate con fondi italiani.
Questo tema non può essere dimenticato. Ricordo che le Regioni a Statuto speciale del Sud sono ricchissime, hanno una quantità di risorse pro capite enorme, perché hanno i fondi europei di riequilibrio. Invece, ci sono Regioni, come il Molise, sempre del Sud e sempre piuttosto povere che, per ragioni statistiche, essendo scattate al di là della soglia dell'ex obiettivo 1, invece, hanno meno risorse. Quindi, anche in questo caso, si tratta di perequare tenendo conto delle risorse reali che ogni Regione ha.
Volevo dirvi il mio pensiero, perché anche da questo punto di vista secondo me, occorre un ragionamento che sia semplice, lineare e completo che metta in evidenza quali sono le risorse su cui ognuno deve potere contare e in base a quali criteri si realizza il federalismo fiscale.
Ho fatto, e la ripeterò appena si costituirà il Governo, una proposta naturalmente, come dicevamo oggi, intendiamo sentire cosa ci dirà il nuovo Governo. Però occorre che si parta da una proposta.
Ritengo necessaria una proposta che parta da questi principi, cioè veramente all'insegna della perequazione, perché non tutti sono uguali neanche al Sud e neanche al Nord, e che parta da un livello che eviti anche queste guerre che avvengono a Nord o a Sud fra Regioni a Statuto speciale e Regioni a Statuto ordinario, per mettere un po' d'ordine in un sistema di finanziamento complessivo del nostro Stato, che in questo periodo è confuso perché ci sono state moltissime riforme e invece non si è mai posto mano al riordino fiscale. È un tema scritto nella Costituzione, ma non si è riusciti ad attuarlo; non c'è riuscito il secondo Governo Berlusconi e non c'è riuscito il secondo Governo Prodi.
Mi auguro, e lo auguro per il bene di questo Paese, che ci riesca il terzo Governo Berlusconi, affinché un principio scritto in Costituzione possa realizzarsi.
Dato che parliamo di bilancio e i bilanci sono difficili in questo periodo per tutti, a tutti i livelli, fino allo Stato, e credo anche per altri Paesi, quindi vale per tutti, mi pare che potrebbe essere opportuno che anche il Consiglio regionale del Piemonte si pronunciasse su questo tema, cioè dicesse come ritiene si debba, a partire da che cosa, da quali basi si può ragionare in termini di federalismo fiscale.
Non l'abbiamo mai fatto in questi tre anni e siccome da parte dell'opposizione se ne parla continuamente, sarei curiosa di capire cosa intendete. La mia proposta è chiarissima, vi posso dettagliare in termini finanziari che cosa significa, e vi posso dire che so benissimo che poi una quota di quello che eventualmente sarà residuo dovrà andare in perequazione e ho anche un modello perequativo che, peraltro, sono riuscita ad illustrare alla Conferenza dei Presidenti ed è stato accettato.
Prima si partiva da un modello perequativo demenziale, in cui tutti sembravamo perequati e non si capiva che cosa si doveva mettere, visto che tutti erano perequati. Invece siamo riusciti ad avere un modello chiaro e comprensibile.
A me farebbe piacere una volta, sometime, sapere qual è il vostro modello, perché non l'ho ancora capito. Ho sentito in questa campagna elettorale parlare continuamente di federalismo. Non parliamone oggi perch è tardi, però una volta vogliamo capire qual è la vostra posizione. Io sono molto lieta di sapere qual è la vostra posizione, anche perché, se fosse migliore della mia, sarei naturalmente disponibile a sostenerla in sede di Conferenza dei Presidenti. Grazie.



PRESIDENTE

Con l'ultimo intervento della Presidente Bresso si conclude il dibattito generale sulla comunicazione della Giunta regionale.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 981, inerente a "Preoccupazione per il mancato rispetto dei diritti civili in Iran"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'ordine del giorno n 981, dei Consiglieri Leo Spinosa, Guida, Novero, Valloggia, Bizjak, Dutto, Gariglio, Pizzale Monteggia, Boniperti, Ronzani, Ricca, Rabino, Dalmasso, Cattaneo, Auddino Muliere, Rostagno, Larizza, Barassi, Lupi, Rutallo, Ferrero, Casoni Bossuto, Chieppa, Pace, Moriconi, Cotto, Boeti, Ferraris, Motta, Reschigna e Pedrale, inerente a "Preoccupazione per il mancato rispetto dei diritti civili in Iran", iscritto stamani all'o.d.g. Mi pare che fosse ampiamente condiviso: "Il Consiglio regionale premesso che in Iran esistono chiare e documentate dimostrazioni di gravi e ripetute violazioni dei diritti umani ritenuto che una società moderna e civile non può tollerare fatti simili a quelli che quotidianamente si verificano in Iran, quali lapidazioni impiccagioni di massa, torture, mutilazioni, accecamenti, pesanti limitazioni della libertà personale e oltraggi alla dignità delle donne e alla espressione della propria sessualità esprime forte preoccupazione per la situazione in cui versa oggi l'Iran impegna la Giunta regionale ad intervenire nei confronti del Governo e del Parlamento affinché, pur nel più ampio rispetto per le tradizioni, le consuetudini ed il credo religioso della popolazione iraniana, esprimano pubblicamente e autorevolmente la loro forte preoccupazione per le gravissime violazioni dei diritti civili perpetrate giornalmente da compagini repressive istituzionali nei confronti della popolazione civile in Iran.
Se non ci sono obiezioni, lo diamo per approvato.



(L'Assemblea, tacitamente ed unanimemente, acconsente)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'ordine dei lavori, c'erano delle indicazioni distinte. Da una parte di chiudere i lavori dopo la fine degli interventi sulla comunicazione della Presidente Bresso, dall'altra l'opportunità di iniziare l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 503.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intervengo per aiutare. Adesso al momento, non che la replica della Presidente non lo meriti perché ha detto una serie di cose interessanti, ma anch'io colgo l'occasione per dire che per buona parte dei temi che la Presidente ha toccato nella replica ci sarà spazio successivamente.
Per quanto mi riguarda e per quanto io abbia capito di oggi, abbiamo fatto un dibattito interessante sulle comunicazioni della Presidente.
Domani mattina alle ore 10.30, per quanto ci riguarda iniziamo la discussione generale sulla Finanziaria.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste d'intervento sull'ordine dei lavori.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.56)



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