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Dettaglio seduta n.297 del 26/02/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.05 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri, Dalmasso, Lepri, Placido, Rabino Reschigna, Ricca e Travaglini.


Argomento:

b) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 17, 22 23, 24 ottobre 2007. Verranno posti in approvazione la prossima seduta consiliare.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1634 dei Consiglieri Cavallera, Ferrero e Cotto, inerente a "Realizzazione del nuovo impianto produttivo di etanolo da cereali nel Comune di Zinasco (PV)"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 1634.
La parola all'Assessore Taricco per la risposta.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente. L'interrogazione presentata dai Consiglieri Cavallera, Ferrero e Cotto, relativamente alla situazione dell'areale bieticolo-saccarifero, intorno allo stabilimento di Casei Gerola, tende a conoscere le intenzioni manifestate - è chiaro che l'interrogazione è del luglio 2007 - da Italia Zuccheri nell'incontro svoltosi il 3 luglio 2007, e le motivazioni per cui la Regione Piemonte, a detta del Consigliere Cavallera, non si è mobilitata per realizzare in Piemonte lo stabilimento di riconversione dello stabilimento bieticolo-saccarifico di Casei Gerola tende a sapere se la localizzazione dell'impianto nel Comune di Zinasco fosse definitiva o se ci fosse la possibilità di ragionare su un impianto nel Tortonese, e quale fosse il contenuto dell'accordo di filiera che era stato annunciato, a suo tempo, da Italia Zuccheri.
Lascerò al Consigliere Cavallera, se è interessato, una relazione più dettagliata sui fatti che allora si sono svolti, ma, nella sostanza, ad oggi, la situazione è la seguente: Italia Zuccheri ha annunciato, come sostenuto dal Consigliere stesso, l'intenzione di realizzare il nuovo impianto a Zinasco e di qui riconvertire l'ex impianto di Casei Gerola.
A seguito di quella dichiarazione di intenzione, c'è stato un incontro (il 3 luglio) tra la Regione Piemonte, la Regione Lombardia e la dirigenza di Italia Zuccheri, cui è seguito un percorso per arrivare ad un accordo produttivo, di conferimento di prodotto, da parte dell'areale produttivo sia piemontese che lombardo.
Italia Zuccheri ha al momento siglato un accordo soltanto con la parte produttiva lombarda. La motivazione - dicono le dirigenze di Italia Zuccheri - è che ci sarebbe stato, nei giorni seguenti, il primo incontro un incontro in quei di Pavia, dove le rappresentanze agricole piemontesi avrebbero manifestato il disinteresse rispetto ad un accordo da sottoscriversi anche dalla parte piemontese. Abbiamo chiesto al Ministero di non autorizzare l'accordo siglato tra Italia Zuccheri e la Regione Lombardia e siamo, allo stato dell'arte, rimaniamo in attesa di capire quale sarà il futuro di questo accordo. Nelle settimane seguenti è stato annunciato che nel Tortonese verrà realizzato un ulteriore impianto pertanto la situazione attuale è la seguente: pare confermato che Italia Zuccheri voglia procedere a realizzare un impianto a Zinasco; sembra in realizzazione un ulteriore impianto nel Tortonese e, per quel che riguarda l'accordo nazionale relativo all'impianto di Zinasco, al momento non è ancora stato sottoscritto dal Ministero, quindi siamo in attesa di capire quali potranno essere gli sviluppi futuri.
chiaro che, non essendo stato firmato fino a questo momento probabilmente riprenderemo a parlarne tra qualche mese, concluse le vicende elettorali.
Questo è sommariamente lo stato dell'arte. Se serve, posso far avere una copia della dettagliata documentazione che, ovviamente, essendo l'interrogazione del luglio dell'anno scorso, è un po' datata nei contenuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera, per la replica.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Indubbiamente, lo scenario nel frattempo è cambiato, ma non sono cambiati i termini di fondo della questione, perch noi siamo preoccupati - e quando dico "noi" non uso certamente il plurale maiestatis, ma intendo coloro che sono amministratori o rappresentanti dell'ambito alessandrino, della Provincia di Alessandria (e non solo perché la zona bieticola saccarifera andava oltre, nell'Astigiano, nel Cuneese e, in parte, anche nel Torinese) - per una certa disinvoltura di Italia Zuccheri, che si mantiene su una linea, a mio avviso, di esclusivo interesse aziendale, piuttosto che mettersi al servizio di un territorio che è quello bieticolo-saccarifero, che è stato ed è interessato da una riconversione e che dovrebbe avere dei benefici complessivi, sia che si parli di Lombardia sia che si parli di Emilia sia che si parli di Piemonte.
Mi sembra difficile far entrare questo concetto nelle strategie aziendali di Italia Zuccheri. Non si capisce bene quale ruolo abbiano i partecipanti alle quote di Italia Zuccheri, o da chi prendano gli indirizzi strategici. Sappiamo che alcuni si lamentano, ma, di fatto, sembrerebbero imparentati con coloro che prendono le decisioni.
Indubbiamente, quando nelle aziende ci si trova di fronte ad un azionista, con nome e cognome, è sempre meglio di quando ci si trova di fronte a sistemi imprenditoriali in cui si vedono solo delle sigle e difficilmente si riesce a personalizzarle, al di là dei responsabili degli organi societari o consortili.
Venendo al sodo, utilizzare le produzioni per l'etanolo può essere una soluzione. A questo punto, c'è la produzione energetica, che potrebbe essere un vantaggio per un territorio o per un settore.
Abbiamo presentato anche un'altra interpellanza, rispetto ad una questione di eccessivo costo dell'energia per il settore agricolo. Vediamo se riusciamo a fare una triangolazione; utilizziamo le coltivazioni per produrre etanolo e vediamo se possiamo avere delle forniture energetiche in senso lato, perché sappiamo che, una volta che abbiamo l'energia, la possiamo trasformare e mettere a disposizione del settore agricolo a prezzi scontati, anche sotto il profilo di energia elettrica.
Quindi, è un approccio che deve essere maggiormente di tipo complessivo e non solamente settoriale, peggio ancora se campanilistico, visto che abbiamo delle risorse a disposizione della cosiddetta "OCM Zucchero", per cui risolviamo il problema e, guarda caso, Italia Zuccheri fa un ulteriore business.
Vediamo come riusciamo a descrivere l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dall'Unione Europea per una riconversione, avendo ridotto la produzione di zucchero in Italia. Vediamo se riusciamo a metterla a disposizione del territorio, se riusciamo a produrre energia da fonti rinnovabili e se questa energia possiamo finalizzarla, con metodi e sistemi tutti da definire, maggiormente verso il settore agricolo e, in subordine verso il settore pubblico; due settori che pagano profumatamente l'energia e che, da questo punto di vista, hanno dei grossi problemi.
Prendo nota di quanto leggerò nell'appunto che mi ha fornito l'Assessore Taricco. Lui ha detto che seguirà la questione. Credo che sotto questo profilo, il Piemonte e la Lombardia debbano lavorare a fianco perché sono state penalizzate entrambe dalla decisione di Italia Zuccheri in favore del Veneto, quindi ritengo che debbano uscire insieme da questa impasse.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 1695 dei Consiglieri Toselli e Leo, inerente a "Richiesta di stato di calamità nazionale per gli agricoltori del Cuneese a seguito di tromba d'aria"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Non ascolto la risposta dell'Assessore non per mancanza di rispetto nei suoi confronti, ma perché mi auguro che arrivi - virtualmente - una tromba d'aria adesso affinché se ne possa discutere nella mattinata stessa.
Discutere di una tromba d'aria verificatasi tempo fa diversi mesi dopo credo che sia poco importante, sia per i colleghi che per il risultato che all'epoca non era neanche stato ottenuto, nel senso che non si era valutata positivamente la possibilità di ottenere lo stato di calamità. Di conseguenza, non faccio perdere tempo neanche adesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Toselli. La risposta viene quindi accolta in forma scritta.
Faccio presente che, rispetto agli standard antecedenti, questa legislatura ha altissimi tassi di risposta che in passato non c'erano.
Ovviamente sarebbe stata mia intenzione sperimentare già in questa legislatura il question time per dare risposte in tempi celeri a questioni come quella che lei ha posto. Purtroppo, fra tutte le parti politiche non c'è stato il consenso indispensabile per realizzarla. Me ne dolgo, perch ci sono alcuni temi su cui sarebbe opportuno avere le risposte tempestivamente.



TOSELLI Francesco

Rispetto alle sue comunicazioni, governando la Regione nella prossima legislatura, noi proseguiremo rispetto ai buoni propositi che ci ha presentato stamani. Grazie.



PRESIDENTE

Chiunque governi, penso che sia interesse dell'Istituzione avere le risposte nei tempi più brevi possibili.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza n. 2009 del Consigliere Cavallera, inerente a "Definizione del prezzo del latte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 2009, cui risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interpellanza n. 2009, presentata dal Consigliere Cavallera, chiede se non si ritenga opportuno che, per la campagna 2008-2009, abbia inizio un percorso di riconoscimento della qualità del latte piemontese, con l'adeguata considerazione anche degli impegni onerosi posti a carico degli allevatori sia dalla nuova politica comunitaria sia dai diversi regolamenti europei riguardanti l'ambiente e lo sviluppo rurale.
Al riguardo, vi sono due considerazioni di fondo da fare. In primo luogo, quella che abbiamo concluso è forse stata l'annata con più grosse oscillazioni e complessità relativamente al mercato del latte a livello mondiale, che ha scaricato su un paese come il nostro - che purtroppo ha una capacità di autoapprovigionamento intorno al 65-70% e che quindi è acquirente netto di latte per le proprie produzioni - una serie di tensioni e di problemi in modo rilevante.
La seconda questione è che la filiera produttiva del latte vede un'enorme fragilità della propria produzione complessivamente. Dalle analisi fatte recentemente, sulla composizione del prezzo del latte al consumo, il valore della materia prima arriva sostanzialmente intorno al 20 25% del valore globale delle produzioni messe in vendita ai consumatori.
Questo avviene in generale e in particolare in Piemonte, che purtroppo, per sua la struttura della sua filiera produttiva, ha una percentuale di produzione organizzata (trasformazione in cooperativa o filiere strette sul territorio) molto inferiore a quella presente in altri territori limitrofi (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto).
Le osservazioni fatte dal Consigliere Cavallera sono assolutamente accoglibili, nel senso che è sicuramente interesse nostro e interesse della filiera procedere su una strada di qualificazione e di promozione verso i consumatori delle qualità peculiari della nostra filiera produttiva.
Peraltro, in queste settimane è in partenza un progetto di valorizzazione del prodotto piemontese gestito da tutta la filiera produttiva, quindi vi è assolutamente la necessità convinzione addi andare in quella direzione.
Credo che, per poter mettere in campo una vera e propria strategia di valorizzazione delle nostre produzioni, sia fondamentale recuperare una maggiore stabilità di comparto e di settore.
Quest'annata abbiamo avuto a maggio la definizione di un prezzo di 328,5 euro per ogni 1.000 litri; prezzo che è stato di nuovo rivisto a settembre e ancora all'inizio di quest'anno. Purtroppo in questo momento i prezzi sui mercati sono di nuovo crollati, quindi sicuramente avremo nuovamente una fase difficilissima di ricomposizione del tavolo di settore per fissare il prezzo. Partiamo da prezzi, sulla media degli anni passati molto alti, anche se non sono alti per i costi produttivi che le aziende devono sopportare. Di conseguenza, vi è la necessità delle aziende di veder riconosciuto un prezzo che in questo momento il mercato non riconosce, per cui la situazione è molto complessa.
In definitiva, raccolgo le sollecitazioni contenute nell'interpellanza del Consigliere Cavallera. Sicuramente lo sforzo che l'Assessorato continuerà a mettere in campo andrà esattamente in quellanella direzione indicata: sostenere con accordi di valorizzazione di filiera la ricaduta che poi ha e avrà sul prezzo recuperato alla stalla dalle aziende, in modo da poter fronteggiare le nuove sfide che l'Unione Europea e il mercato stanno ponendo in capo alle nostre aziende agricole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo

Abbiamo visto che i produttori hanno dovuto scendere in piazza o in strada prima picchettando i maggiori stabilimenti produttivi della provincia di Torino e delle zone interessate, poi addirittura manifestando qui a Torino per poter definire un accordo, anche se momentaneo transitorio, rispetto alla campagna che si chiude a marzo.
Peraltro abbiamo letto sui giornali che, per quanto riguarda le comunicazioni che erano state fatte, almeno a livello di massa probabilmente gli addetti ai lavori sapevano e prevedevano un'articolazione ancora interna, nel senso che i piccoli produttori prendono di meno e i maggiori di più. Ebbene, questo a noi interessa molto proprio per i risvolti di difesa di un comparto; ovviamente interessa molto di più i destinatari dei provvedimenti stessi.
Mi sembra che l'articolo di giornale che dava conto di questo in qualche modo portava la sorpresa di qualche addetto ai lavori. Io sono sorpreso della sorpresa, perché se determinate persone siedono ai tavoli e rimangono sorprese delle cose che firmano, mi domando se nel sistema ci sia qualcosa che non funziona: o si scambiano le carte dopo averle firmate oppure non si leggono bene quando si firmano.
Ma al di là della facile ironia, l'Assessore ha comunque richiamato una questione strutturale importante: dobbiamo rafforzare la produzione delle nostre aziende zootecniche da latte. Probabilmente, abbiamo dimensioni troppo piccole e questo aspetto forse impone un intervento - se possibile di riorientamento del Piano di Sviluppo Rurale.
Se la competizione con le altre Regioni, in modo particolare con la Lombardia, è già in difficoltà in partenza, ecco, allora, un elemento su cui intervenire da un punto di vista quantitativo: in Piemonte siamo campioni di qualità, ma abbiamo un problema di dimensione non raggiunta.
Cerchiamo, sotto questo profilo, di essere precisi e di intervenire.
Per quanto riguarda le azioni di promozione, sono interessato a vedere tutta la filiera aderente ad un programma di promozione sul mercato ovviamente nazionale, ma penso anche nei momenti di comunicazione e fieristici.
Credo che questo aggancio debba essere mantenuto e, in qualche modo gli allevatori debbano essere coinvolti facendo firmare loro degli impegni.
Naturalmente, sappiamo che gli impegni, come tutti i protocolli d'intesa non presuppongono alcuna sanzione se non vengono attuati; tuttavia rappresentano comunque già un grosso passo in avanti, perché vedere la parte industriale che si chiude e si stringe eccessivamente nelle spalle non facendosi carico, per 365 giorni all'anno, delle esigenze propriamente deboli (per questa miriade di produttori) della produzione di base a livello di latte, vuol dire guardare eccessivamente ed esclusivamente al proprio tornaconto aziendale. E noi sappiamo che in agricoltura e in zootecnia la qualità si può ottenere solo se esiste un minimo di stabilità: ciò implica, dalla parte agricola, assicurare la garanzia della fornitura al trasformatore, e, dalla parte industriale, riconoscere la garanzia di un minimo di redditività.
Potrà sembrare eccessivamente remissivo, ma il metodo di guardare quello che succede in Lombardia, a mio giudizio è l'unico aggancio reale che abbiamo per poter difendere i nostri produttori e raggiungere determinati risultati.
Sotto questo profilo, quindi, sarò attento - incoraggio in tal senso l'Assessore - alle ulteriori mosse, perché ovviamente sappiamo che dal 1 aprile - non perché è l'onomastico del sottoscritto - la campagna di produzione ricomincia da capo e le notizie che emergono sull'andamento del mercato internazionale non sono certo confortanti. Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1959 del Consigliere Pichetto Fratin, inerente a "Situazione dell'azienda Tubor S.p.A."


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1959, presentata dal Consigliere Pichetto Fratin.
Risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
L'interpellanza in oggetto chiedeva quali iniziative siano state adottate o si intendano adottare per la soluzione della situazione della Tubor e per garantire ai lavoratori un futuro occupazionale, e se non si ritiene opportuna la partecipazione degli Assessori regionali competenti al Tavolo di crisi.
Questa vicenda particolarmente drammatica è stata seguita fin dal suo nascere dal Vicepresidente Peveraro e dalla sottoscritta, che hanno partecipato in più occasioni ai Tavoli istituzionali convocati in loco e presso la Regione Piemonte, allo scopo - in attesa delle decisioni del Tribunale - di esaminare tutti i possibili scenari conseguenti a tale decisione e ad adottare, di conseguenza, quelle soluzioni opportune che consentissero di non lasciare i lavoratori senza un sostegno al reddito.
Intervenuto il fallimento, dichiarato dal Tribunale di Verbania il 14 dicembre 2007, il 19 dello stesso mese, presso l'Assessorato al lavoro, è stato sottoscritto il verbale di esame congiunto sulla richiesta di CIGS che il curatore fallimentare, dottor Marone, ha inoltrato al Ministero del Lavoro. Pertanto, i lavoratori stanno attualmente usufruendo della cassa integrazione straordinaria, che terminerà il 13 dicembre 2008.
Alla scadenza, tale ammortizzatore sociale potrà essere eventualmente prorogato di ulteriori sei mesi.
Da notizie assunte direttamente al Ministero del Lavoro, il decreto di autorizzazione della cassa è alla firma del Ministro Damiano. Poiché la risposta era del 6 febbraio di quest'anno, è possibile che in questi giorni il decreto sia stato addirittura firmato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin, per la replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Ringrazio l'Assessore per la risposta inerente la parte di sua competenza. Certamente, essendo l'interrogazione rivolta alla Giunta regionale e al Presidente della Giunta regionale, sarebbe stato opportuno certo non imputo la colpa all'Assessore Migliasso - ricevere una risposta completa, anche con la parte relativa alle attività produttive e alla fase di trattative - che non so a che punto siano, ma mi risultano comunque avviate - tra lo stesso curatore e le imprese interessate a rilevare l'azienda, con la cautela di occuparsi dell'azienda e non solo del marchio.
Certamente c'è un interesse di ordine speculativo e finanziario sul marchio, ma ciò che è più rilevante per la nostra economia, invece, è l'azienda e il mantenimento, il più possibile, dei livelli occupazionali a seguito di una gestione diversa con un piano industriale.
Mi auguro, ovviamente, che la decisione del Ministero sia favorevole ma in questi casi credo che non vi siano molti dubbi: è una delle previsioni espresse di legge.
Spero che l'Assessore Peveraro, a cui compete la parte industriale proceda, al di là della risposta in Aula, al completamento dell'interrogazione nell'azione di accompagnamento per la collocazione dell'azienda fallita.


Argomento: Musei

Interpellanza n. 1830 dei Consiglieri Motta, Cotto, Cavallera e Muliere inerente a "Finanziamento degli Ecomusei" Interpellanza n. 1831 dei Consiglieri Cattaneo, Lepri, Bizjak, Motta e Rostagno, inerente a "Finanziamento degli Ecomusei"


PRESIDENTE

Esaminiamo le interpellanza n. 1830 e n. 1831, inerenti a "Finanziamento degli Ecomusei".
Risponde ad entrambe l'Assessore Oliva.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

Le interrogazioni in oggetto si riferiscono ai finanziamenti degli Ecomusei, che nel bilancio 2007 sono stati fortemente ridimensionati, ma per un motivo tecnico e non politico.
Gli Ecomusei, tradizionalmente, venivano finanziati con una parte in bilancio e una parte significativa nell'assestamento di bilancio. Lo scorso anno, le cose non sono state possibili sull'assestamento; da qui, una difficoltà di cui abbiamo parlato qualche giorno fa in sede di V Commissione, dove si è stabilito di portare sul bilancio 2008 un finanziamento di tre milioni e mezzo, che garantisce agli Ecomusei esistenti la possibilità di rimanere in piedi e di affidare un minimo di attività gestionale, da un lato, e didattica dall'altro.
Contemporaneamente, siccome il problema degli Ecomusei è un problema di riflessione su quelle che sono le diverse caratteristiche degli uni e degli altri, la diversa capacità degli uni e degli altri di attingere a risorse proprie e di rispondere in pieno a quello che è lo spirito dell'Ecomuseo cioè di essere non semplicemente un'esposizione, ma di abbinare ad un'esposizione una riscoperta e la rivalorizzazione di antiche attività e di antichi mestieri, è stato immaginato che ci sarà una riunione di Commissione interamente dedicata al tema. Nella stessa sede porteremo un'analisi e uno studio che gli Uffici hanno affidato per valutare le varie differenze tra un Ecomuseo e l'altro.
Appena questo studio sarà ultimato e sarà pronto, lo comunicheremo alla Presidente della V Commissione per calendarizzare l'incontro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Paolo

Ringrazio l'Assessore per le delucidazioni. Apprendo solo ora che se ne è parlato in V Commissione; mi spiace, ma non ne ero al corrente.
Propongo però che insieme alla V Commissione venga convocata anche la VI Commissione. Il discorso degli Ecomusei è un discorso certamente di ambiente, ma soprattutto di cultura. E quindi auspico che insieme si possa portare avanti questo discorso. La Regione ha investito sugli Ecomusei e sono nati dei nuovi Ecomusei. Penso che il discorso di approfondimento riguardi questo problema, cioè il fatto di vedere quelli che fanno attività e che sono attivi ed altri che, invece, sono praticamente riconosciuti ma solo sulla carta e non operano.
Quindi, è necessario avere un'attenzione per quelli che svolgono dei programmi e li hanno svolti; quindi, ritengo che sia importante e anche abbastanza urgente procedere in questo senso in Commissione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Oliva per un supplemento di risposta.



OLIVA Gianni, Assessore alla cultura

Volevo solo precisare al Consigliere Cattaneo che la discussione nella V Commissione è stata fatta nell'ambito dell'esame del bilancio.
D'accordissimo sul fatto che la riunione sul tema degli Ecomusei si svolga congiuntamente fra V e VI Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'Assessore con una riserva che è quella che dalla volontà dell'Assessore si debba passare alla presentazione, da parte del suo collega di Giunta Peveraro, della variazione dell'emendamento e della variazione di bilancio per potere stanziare i fondi che erano stati stralciati per ragioni di mantenimento degli equilibri delle spese correnti.
Per il resto, ovviamente ci riserviamo poi in Commissione di svolgere altre considerazioni.


Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione n. 1573 dei Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Contributi connessi al Comune di Savigliano per la realizzazione di interventi editoriali. Volume 'Storia di Savigliano 1870 2000'" (Risposta scritta)

Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione n. 1687 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Riqualificazione della Cittadella di Alessandria sull'esempio del Castello Aragonese di Taranto" (Risposta scritta)

Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione n. 1847 dei Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Festivalstoria 2007 a Savigliano e Saluzzo. Linciaggio di Israele" (Risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 1853 dei Consiglieri Chieppa e Robotti, inerente a "Cadam s.r.l., 67 dipendenti a rischio licenziamento" (Risposta scritta)

Argomento: Informazione

Interrogazione n. 1856 della Consigliera Ferrero, inerente a "Difficoltà di ricezione segnale RAI nelle Valli Orco e Soana" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 1573, n.
1687 e n. 1847 del Consigliere Casoni ed altri.
Così pure verrà data risposta scritta all'interpellanza n. 1853 dei Consiglieri Chieppa e Robotti.
Verrà altresì data risposta scritta all'interrogazione n. 1856 della Consigliera Ferrero.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 1867 dei Consiglieri Ghiglia, Boniperti, Botta, Casoni e Vignale, inerente a "Finanziamenti per il ricollocamento dell'impianto di freestyle situata a Sauze d'Oulx" (Rinvio)


PRESIDENTE

Comunico che, in assenza degli interroganti, la risposta é rinviata alla prossima seduta consiliare.


Argomento: Innovazione tecnologica

Interrogazione n. 1873 del Consigliere Pichetto Fratin, inerente a "Parco tecnologico finanziato da imprese cinesi"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1873, cui risponde l'Assessore Bairati che ha pertanto facoltà di intervenire.



BAIRATI Andrea, Assessore alle politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione

L'interrogazione faceva riferimento ad un accordo tra Confindustria nazionale e una provincia cinese, per la precisione la provincia cinese di Jiangsu, accordo in cui le Regioni Lombardia, Veneto, Marche, Lazio Campania e Puglia venivano indicate come possibili sedi di nuovi parchi tecnologici da localizzare nella provincia cinese di cui citavo il nome con risorse finanziarie di fonte cinese. L'interrogazione chiedeva risposta alla Giunta su quali erano le motivazioni che avevano portato Confindustria ad escludere il Piemonte dal parco dei possibili beneficiari. La risposta e anche la verifica hanno una motivazione precisa, perché in realtà la provincia in oggetto dello Jiangsu ogni anno svolge una serie di tour nelle regioni europee con iniziative mirate a valutare le risorse economiche e le possibili partnership commerciali ed industriali europee. La ragione per cui l'anno scorso il Piemonte non era annoverato nell'accordo tra i possibili partner commerciali era che l'anno precedente, anche con la nostra partecipazione, la Confindustria aveva scelto il Piemonte come unica Regione interlocutrice nella provincia dello Jiangsu.
Quindi, nel 2007 lo stesso tipo di percorso che la provincia cinese intraprende ogni anno si è riproposto nei confronti di Regioni diverse che non erano state coinvolte nella precedente visita della delegazione cinese.
Peraltro, a quella serie di incontri istituzionali ha fatto seguito una serie di interlocuzioni e di accordi con prospettive di collaborazioni commerciali e industriali che sono tuttora in fase di sviluppo da parte della associazioni industriali piemontesi.
Quindi, non c'era nessuna conventio ad excludendum, ma semplicemente il Piemonte era stata Regione principe dell'intesa l'anno precedente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Ringrazio l'Assessore, ma la questione non era tanto sulla forma e sulle modalità dell'itinerario o degli incontri, piuttosto sul fatto che Confindustria dichiarava al giornale Sole 24 Ore - quindi sia la fonte che l'organo appartengono alla stessa parrocchia - che era avviata una trattativa di internazionalizzazione del territorio, quindi di investimento da parte di una provincia cinese nel nostro Paese e in particolare, sul Piemonte.
Da qui è nata la curiosità di dire: se parliamo di parchi tecnologici in positivo e in negativo - perché per potere fare delle esperienze bisogna farle completamente - questa Regione ha una storia e, quindi, ha un'esperienza. Come mai proprio Confindustria viene ad escluderla? Se, invece - prendo atto della sua risposta - la questione è stata una salsa tra itinerari turistici, incontri e valutazioni economiche, spero che nei contenuti il Presidente Montezemolo, fino ad aprile o a giugno, si ricordi che è anche Presidente della più grande azienda italiana, nonch piemontese, e presenti ai suoi partner cinesi anche l'opportunità che la terra piemontese può dare, proprio per le esperienze che ha avuto in passato.


Argomento: Università

Interrogazione n. 1922 del Consigliere Nastri, inerente a "Programma di governo 2005/2010 - Valorizzazione del 'Piemonte Orientale' come Ateneo di frontiera" (risposta scritta)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1784 del Consigliere Ferraris, inerente a "Assenza di segnale e di collegamento per la telefonia mobile nelle zone alte di molte valli piemontesi" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta da parte dell'Assessore Bairati alle interrogazioni n. 1922 e n. 1784.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "Lidia Poet" di Pinerolo (Torino)


PRESIDENTE

Saluto gli allievi della Scuola Media "Lidia Poet" di Pinerolo in visita al Consiglio regionale.
Benvenuti, state assistendo alla fase iniziale del Consiglio, gli Assessori stanno rispondendo alle interrogazioni che i Consiglieri hanno loro inviato. In questa fase i singoli Consiglieri che hanno posto l'interrogazione ottengono la risposta da parte degli Assessori via via interessati.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1511 del Consigliere Cavallera, inerente a "Sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 1511, presentata dal Consigliere Cavallera.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interpellanza presentata è sicuramente molto complessa, in quanto i quesiti che sono stati posti fanno riferimento esplicitamente alla programmazione dell'Amministrazione regionale in ordine alla sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, quindi la mia risposta dovrà essere necessariamente articolata. Spero che il dibattito che ha preceduto questa risposta all'interno del Consiglio regionale tematico dedicato possa già in parte avere risolto alcune delle questioni.
Il Settore regionale coordina e indirizza l'attività dei Servizi di Prevenzione e di Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (SPreSaL) che fanno riferimento ai Dipartimenti di prevenzione presenti in ciascuna Azienda Sanitaria Locale piemontese. Inoltre, è stato avviato un modello sperimentale per la gestione dell'attività di supporto tecnico svolta dall'ARPA in materia di igiene industriale e di verifiche impiantistiche.
Come si ricorderà, il legislatore ha distinto le funzioni di ispezione e di controllo tra quelle assegnate agli SPreSAL e quelle riferite all'ARPA.
Ricordando che l'attività di vigilanza è una funzione direttamente attribuita al Dipartimento di Prevenzione delle ASL dalla legge n.
833/1978. Il sopra citato Settore regionale è stato promotore negli ultimi anni di iniziative di prevenzione, in elenco i progetti per la sicurezza in edilizia e nelle strutture sanitarie di comparto (agricoltura, gomma produzioni galvaniche, legno) finalizzati ad agire per obiettivi, definendo priorità di intervento in base all'entità dei rischi e alla realizzabilità degli interventi di mitigazione del rischio.
La verifica delle condizioni di sicurezza degli edifici e degli spazi pubblici coinvolge diversi soggetti della Pubblica Amministrazione; in particolare, la sicurezza dei lavoratori che operano presso gli edifici e gli spazi pubblici è affidata ai datori di lavoro. La corretta attuazione degli adempimenti di legge viene verificata dagli SPreSAL che operano secondo criteri e priorità di intervento definiti in piani di programma annuale.
La sicurezza degli edifici e spazi pubblici, invece, è affidata al proprietario gestore delle singole realtà e viene verificata negli aspetti sanitari dai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica delle Aziende Sanitarie Locali che operano con piani programmatici nei quali sono previste anche attività di igiene edilizia ed urbana.
Relativamente agli impianti soggetti a specifica certificazione, gli impianti elettrici di nuova installazione devono essere conformi alla legge n. 46/1990. Per quanto riguarda gli impianti elettrici realizzati nei luoghi di lavoro, la verifica di conformità alla normativa esistente rientra nelle competenze SPreSAL, il quale si avvale per gli approfondimenti tecnici del supporto della Struttura Verifiche Impiantistiche di ARPA Piemonte, di cui ho parlato in premessa.
Inoltre, il DPR 2001 n. 462 obbliga tutti i datori di lavoro a denunciare all'ISPESL e all'ARPA tutti i nuovi impianti elettrici di messa a terra, dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione.
In Piemonte la denuncia avviene attraverso l'invio della dichiarazione di conformità e dell'apposito modulo integrativo per la trasmissione della dichiarazione di conformità alla struttura ARPA.
Le verifiche periodiche degli impianti elettrici previste dal DPR citato sono effettuate su richiesta dei datori di lavoro da parte di organismi abilitati dal Ministero delle Attività Produttive sulla base della normativa tecnica europea o, in alternativa, sono verificate da ASL/ARPA. Nel corso delle attività di vigilanza ordinaria (quindi, quelle non finalizzate espressamente a richiesta o a missione di verifica periodica di impianti elettrici, ma ispezione ordinaria e controllo di iniziativa) gli SPreSAL delle ASL provvedono a verificare la corretta esecuzione delle verifiche periodiche.
Relativamente agli impianti elettrici installati nelle zone con pericolo di esplosione, la messa in esercizio di questi impianti pu avvenire solo dopo la verifica di conformità effettuata dall'installatore con il contestuale rilascio al datore di lavoro della dichiarazione di conformità, che, entro 30 giorni, deve essere inviata all'ARPA competente.
L'omologazione è effettuata dall'ARPA mediante una prima verifica sulla conformità. Durante l'esercizio degli impianti il datore di lavoro è tenuto ad effettuare la regolare manutenzione ed è tenuto a richiedere verifica degli stessi ogni due anni.
Per quanto concerne il riscaldamento, sia quello centralizzato condominiale sia quello autonomo, le leggi vigenti assegnano al Comune le seguenti funzioni amministrative: procedere al controllo del progetto dell'impianto termico presentato e sottoscritto dal progettista, verifica in corso d'opera che l'impianto sia realizzato a quanto autorizzato, ovvero entro un massimo di cinque anni dalla data di fine lavoro; rilasciare su richiesta del proprietario o del locatario la certificazione energetica dell'intero immobile o della singola unità immobiliare; procedere al controllo delle emissioni in atmosfera.
Alla Provincia competono le seguenti incombenze: procedere ad effettuare i controlli necessari e verificare l'osservanza delle norme relative al rendimento di combustione; procedere ad aggiornare e mantenere l'inventario delle fonti di emissione in atmosfera; provvedere al rilascio dell'abilitazione alla conduzione degli impianti termici, istituendo appositi corsi di aggiornamento; procedere al controllo sul rendimento energetico, coordinandolo con il controllo delle emissioni atmosferiche.
Alla Regione compete elaborare programmi di informazione in materia energetica e di formazione degli operatori; emanare le linee guida per la diffusione e l'attuazione delle fonti rinnovabili, per la progettazione tecnica degli impianti e per la certificazione energetica negli edifici (quindi un'attività promozionale di indirizzo e di orientamento) promuovere le fonti rinnovabili, l'uso razionale dell'energia e il risparmio energetico.
L'ARPA svolge, in convenzione con le Province e nell'ambito del progetto "Calore Pulito e Sicuro", l'attività di controllo delle emissioni atmosferiche degli impianti termici. Inoltre, in occasione del sopralluogo verifica lo stato di sicurezza dell'impianto ai sensi della legge 46/90.
Per quanto concerne i rischi derivanti da impianti ed attività di particolare pericolosità il D.Lgs. 334/99 ha normato in dettaglio gli obblighi dei gestori degli impianti, obbligando i medesimi a redigere specifici rapporti di sicurezza. Nello svolgimento dei propri compiti istituzionali ARPA Piemonte collabora con il Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco alle attività istruttorie e provvede alle verifiche ispettive relative ai Sistemi di gestione delle Sicurezze su incarico della Regione Piemonte secondo un programma articolato su base pluriennale.
Nel complesso quadro normativo che interessa le tematiche oggetto dell'interpellanza n. 1511/07, l'Amministrazione regionale opera attraverso le strutture locali dell'ASL e dell'ARPA. Ulteriore strumento per il contenimento dei rischi esistenti è costituito da una puntuale informazione sugli stessi e sulle modalità di prevenzione attraverso "buone prassi operative". A tale scopo è stato creato uno specifico sito internet regionale ("Sicuri di essere Sicuri"), attraverso il quale vengono messe gratuitamente a disposizione di ogni cittadino tutte le informazioni e le norme in merito agli argomenti trattati.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Chiedo una copia perché la risposta era molto complessa.
Mi sembra siano stati toccati tutti gli aspetti del problema, che vede tante competenze. Competenze suddivise, in questi anni, tra Comune Provincia e Regione e vari enti strumentali della Regione stessa, quindi l'ARPA piuttosto che le ASL.
Proprio la risposta conferma due miei convincimenti. Da una lato la necessità assoluta di fare un'opera di comunicazione perché la normativa non è solo italiana, ma anche europea. Di conseguenza il recepimento in Italia, la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche fanno si che i rischi aumentino proporzionatamente alla messa a disposizione di dispositivi di maggiore sicurezza. Quanto più è complesso il meccanismo, se così posso dire, tanto maggiore potrebbe essere la sicurezza, tanto più approfondita deve essere la conoscenza della tecnologia, altrimenti possono esserci delle conseguenze anche pericolose.
L'altro mio convincimento è questo. Occorre assolutamente un coordinamento unico da parte della Regione di tutta la materia. Se andiamo a vedere sia che si parli di industria a rischio che fanno capo all'Assessorato all'ambiente, sia che si parli di energia, quindi dell'Assessorato all'energia, sia che si parli di prevenzione dal lato igienico per gli edifici civili, dal lato SpreSal per quanto riguarda gli ambienti di lavoro, c'è sempre una potestà normativa regionale e una competenza diretta o indiretta della Regione, magari da esercitare tramite i Comuni.
Pensiamo all'importanza del regolamento edilizio della Regione e di tutti gli accertamenti che devono fare le commissioni edilizie e i tecnici quando fanno i sopralluoghi finali prima di dare l'agibilità. Alla ThyssenKrupp qualcosa non ha funzionato, altrimenti non doveva stare in esercizio un impianto con rischi di quel tipo. A volte i Comuni si chiamano fuori, ma fuori non sono. Per l'agibilità finale, anche se supportata da pareri tecnici di vari enti che l'Assessore ha citato, c'è sempre qualcuno che, alla fine, è responsabile nel fare una sintesi e nel lasciare autorizzazioni.
Colgo l'occasione per richiamare la necessità di un intervento incisivo. Non metto in dubbio la volontà dell'Assessore e della Giunta di svolgere un'opera di prevenzione più efficace, ma attenzione, questa si svolge anche attraverso una rivisitazione dal lato normativo, una semplificazione, una responsabilizzazione, un coordinamento di tutte quelle materie che l'Assessore ha citato e che riguardano anche situazioni miste.
Dove finisce la competenza dello SPreSal, inizia quella del SISP (non so se si chiami ancora così). Poi c'è il discorso delle emissioni in atmosfera e degli impianti di riscaldamento. Gli impianti elettrici, questi sconosciuti! A volte non gli si dà importanza e non lo dico in qualità di elettrotecnico, ma perché conosco la pericolosità di quegli impianti che molte volte, nelle mura domestiche, sono causa di incidenti tanto quanto nei luoghi di lavoro. Un'attenzione che noi manterremo e ringrazio l'Assessore per la risposta.
Ritengo che la Regione, dal lato normativo del coordinamento, dovrebbe intervenire in modo un po' più incisivo. Mi auguro che l'attenzione che l'Assessore ha annunciato sulla prevenzione possa orientarci più incisivamente in questa direzione.



PRESIDENTE

Era stata richiesta dai Consiglieri Burzi, Casoni e altri una comunicazione da parte della Presidente della Giunta in merito all'assetto e ridistribuzione delle deleghe in seno alla Giunta regionale.


Argomento: Viabilità

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Cavallera di una comunicazione della Giunta regionale relativamente all'informazione pubblicitaria pubblicata sul settimanale L'Ancora del 24 febbraio 2008 in merito a "La variante di Strevi"


PRESIDENTE

Il Consigliere Cavallera ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Intervengo perché sfogliando un noto giornale di Acqui - L'Ancora - ho visto una pagina di informazione pubblicitaria raffigurante il Presidente della Provincia di Alessandria, l'Assessore regionale Borioli e i due loghi della Provincia e della Regione. Pensavo venisse pubblicizzato che improvvisamente, la circonvallazione di Strevi, nottetempo, fosse stata completata. Allora, anche se siamo in campagna elettorale, si giustificava avvisare i cittadini che, contrariamente alle previsione, i lavori erano finiti.
Invece l'articolo recita: "Siamo al giro di boa, realizzato il 53 delle opere previste. Al 31 gennaio 2008 risultano completati tutti gli scavi di bonifica". Credo che questo sia grave. Il nostro Gruppo aveva richiamato per tempo l'attenzione del Consiglio, dell'Ufficio di Presidenza e della Giunta. Mi risulta che il Presidente del Consiglio avesse scritto qualora la Giunta fosse un po' arrugginita su questo tema, richiamando l'attenzione di tutti, che bisogna attenersi ad un periodo nel quale si possono fare pubblicazioni, escono bandi per quanto riguarda l'energia, il PSR, piuttosto che il DOCUP ecc. Domando: la Giunta regionale è esentata dal rispetto delle leggi, cioè è legibus absoluta, oppure sottostà alle leggi della Repubblica? Mi rivolgo agli esponenti del PD che vogliono fare della trasparenza e dell'assoluta...



PRESIDENTE

Consigliere Cavallera, ha esposto il problema, il tempo è scaduto. La prego di chiudere l'intervento.



CAVALLERA Ugo

A buon intenditore mi auguro poche parole.
Credo che occorra un intervento immediato, perlomeno di censura da parte del Presidente del Consiglio e di giustificazione da parte della Presidente. Credo che queste non siano delle notizie fondamentali, la vita in Provincia di Alessandria sarebbe andate avanti lo stesso anche se non fossero comparse le effigi, ben auguranti, di due esponenti del centrosinistra provinciale.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Modifiche delle deleghe assessorili"


PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta, per alcune comunicazioni.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Rispetto al tema sollevato dal Consigliere Cavallera, verificherò. La cosa più probabile è che questo fosse precedente allo scattare della campagna elettorale, perché - come è noto - le pagine sui giornali si prenotano con grande anticipo, pertanto faremo le verifiche necessarie e risponderemo.
Per quanto riguarda la comunicazione richiesta, in realtà non c'è molto da comunicare, nel senso che questa riorganizzazione è collegata a una valutazione fatta sulla base dell'esperienza di questi mesi e delle competenze particolari dell'Assessore Peveraro, che aveva ricevuto le deleghe in toto, in seguito alle dimissioni del Vicepresidente Susta.
All'inizio del suo incarico, abbiamo valutato insieme che vi fossero alcune sovrapposizioni di delega, per cui abbiamo spostato la parte della valorizzazione del patrimonio immobiliare delle Aziende Sanitarie e della realizzazione dei programmi di edilizia sanitaria sulle competenze dell'Assessore Peveraro, il quale aveva già la delega del patrimonio e quindi disponeva della struttura appropriata.
Inoltre, abbiamo conferito le attività relative all'industria e all'energia, che sono tipicamente legate all'innovazione e alle nuove politiche energetiche, soprattutto nella nostra scelta programmatica all'Assessore Bairati, che aveva già questa competenza e, pertanto gestisce anche queste attività.
Di questo si tratta. L'Assessore De Ruggiero continua ad occuparsi di tutti gli aspetti riguardanti i procedimenti autorizzativi relativi all'energia e al risparmio energetico, che sono politiche consumer oriented, legate alle politiche ambientali e di sostenibilità ambientale.
Sono modifiche molto marginali, che consentono, però, una razionalizzazione delle attività.
Pensare che vi sia stata l'intenzione di creare super Assessorati o mini Assessorati mi sembra sbagliato, in quanto il cambio delle competenze è assolutamente coerente con le caratteristiche delle deleghe che entrambi gli Assessori avevano in precedenza.
Inoltre, mi sembra assolutamente non squilibrante né da una parte n dall'altra. Grazie.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni della Presidente Bresso, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Ho atteso un attimo prima di decidere di intervenire, perché ammetto la mia sorpresa di fronte alla densità delle valutazioni, alla corposità delle motivazioni e all'ampiezza delle spiegazioni.
Poiché la Presidente ha scelto la logica della minimizzazione, la valutazione politica che facciamo in questo momento, a caldo, dato anche il momento in cui avviene il dibattito (buona parte dell'attenzione di tutti non solo dell'Aula, è più che comprensibilmente volta in altre direzioni e ad altre date), si limita a fare una considerazione.
Gradiremmo ricevere, senza alcuna fretta - tanto fino al 13 e 14 aprile molti di noi hanno altro da fare - perché, come ho detto, l'intervento è piuttosto corposo, pertanto la scrittura dello stesso potrebbe comportare un certo tempo, il testo della comunicazione.
Dai banchi di quella che oggi si muove come maggioranza, c'è una certa tendenza, che io comprendo; gli animali hanno degli istinti, pertanto dobbiamo imparare da loro la capacità di mimetizzarsi nell'ambito del territorio in cui operano. Alcuni, i più sciocchi - mi pare siano gli struzzi - infilano la testa sotto terra e, non vedendo nulla all'esterno si illudono - ahimè - di non essere visti.
Mi scuso, inoltre, con il Vicepresidente Peveraro per aver criticato due settimane fa, l'assenza di valutazioni del suo intervento: rispetto all'intervento odierno della Presidente Bresso è quasi un trattato di politica! Dicevo che dal 14 aprile questi modesti aggiustamenti, queste piccole riorganizzazioni (un portacenere qua, la penna forse è meglio metterla un po' più a sinistra, i fogli, buon Dio, è bene che siano messi in risma di fronte agli uffici, in modo che si possa lavorare) avranno delle conseguenze.
Faccio un pronostico: se e quando queste conseguenze si manifestassero penso che queste capiteranno persino alla maggioranza, e allora mi permetterò di citare, tra le fonti di queste modestissime variazioni, i minimi aggiustamenti di deleghe riorganizzative - sia ben chiaro, senza che questo crei alcuna tensione all'interno né all'esterno - che vi saranno.
Voglio inoltre ricordare quanto l'ipocrisia, di cui la Presidente spesse volte si vanta di non avere, rispetto ad alcuni tratti fondanti di alcune componenti religiose, caratteristiche della nostra terra, una caratteristica invece meno ipocrita, classica dei protestanti e, perché no nell'ambito dei protestanti e dei Valdesi, le ricorderò che, anche nell'ambito di quella logica, alcuni aspetti che io attribuisco oggi all'ipocrisia e all'elusione, a mio avviso sono peccato.
Ma per oggi sono assolutamente contento così; sono molto soddisfatto e faccio i complimenti a tutti gli Assessori che, avendo riassestato ciascuno la propria lavagnetta e il proprio banchetto, sono certo continueranno a lavorare con indefessa pazienza nell'utile - ahimè - non della Regione Piemonte, ma certamente del nostro.
Di questo li ringrazio, perché noi siamo grati dei doni, da qualunque parte essi arrivino.
Continuate così! Ci servirebbero ancora due mesi di attività, cercate di resistere, in modo che si possa finalmente sostituirvi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Ovviamente condivido tutto quello che il collega Burzi ha detto.
Voglio precisare una questione: poiché la Presidente non è informata in ordine a quella pubblicazione pubblicitaria della Regione, presenter un'interpellanza urgente, in modo da avere risposta nella prossima seduta...



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ho detto che avremmo risposto...



CAVALLERA Ugo

I tempi stringono, Presidente. A questo punto, chiedo - non so se esiste - una pubblicazione riequilibratrice, in cui possa comparire, sempre a spese della Regione, il parere dell'opposizione, cioè una pagina che dica: la Giunta regionale ha detto una cosa, le forze di opposizione ne diranno un'altra.
Chiederò al Presidente del Consiglio, visto che non ci sono sanzioni un atto formale, che potrebbe essere quello di dire: "È stato a causa di ritardi nelle pubblicazioni, siamo andati a finire nel periodo di par condicio, riequilibriamo la condicio".
Presenterò un'interpellanza in modo da avere risposta nella prossima seduta.



PRESIDENTE

Consigliere Cavallera, la questione è stata posta in Aula. Sarà mia cura formalizzare anche alla Giunta regionale la richiesta di chiarimenti che lei ha testé riformulato.
Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Se la cortesia della Presidenza e dei colleghi lo consentono, i Consiglieri di opposizione avrebbero bisogno di tre minuti di interruzione per organizzare i loro lavori di oggi.



PRESIDENTE

La sospensione è disposta.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 11.48 riprende alle ore 12.10)


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Nomine

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta, da parte del Consigliere Burzi, di chiarimenti in merito alla mancata nomina dei componenti della Commissione di Garanzia


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Ci scusiamo se l'interruzione è durata un po' più dei tre minuti previsti, ma gli argomenti di cui l'opposizione ha dovuto prendere atto sono molti e si sintetizzano su una sensazione, assolutamente diffusa in tutti i membri della minoranza, di una di nuovo rinnovata difficoltà di colloquio, che in questo caso non si esplica solo con la Giunta, con la quale peraltro permane e si aggrava, ma anche in qualche modo con la maggioranza, e di questo in qualche modo ci dispiaciamo di più perché in questi tre anni problemi di colloquio con la maggioranza non mi pare ce ne siano stati in maniera significativa.
Senza necessariamente usare dei toni che non ci sembrano utili rileviamo la gravità della cosa e partiamo dal sottoporre all'attenzione dell'Aula un primo problema, che è quello di un'inadempienza statutaria che ci colpisce particolarmente: la costituzione della Commissione di Garanzia.
Si tratta di un organo importante del nostro Statuto, un organo su cui l'interpretazione dei legislatori di allora era chiara e precisa, e molti di coloro che parteciparono alla stesura di quella che è la principale legge della nostra Istituzione non possono non ricordarlo. Comunque, per coloro che invece non vi parteciparono, mi permetto di sottolineare come questo organo - in qualche misura, il nome stesso lo definisce - avesse appunto lo scopo, una volta costituito, di garantire tutti noi nell'esercizio del nostro lavoro, che la lettera e la sostanza dello Statuto fossero sistematicamente rispettati.
palese l'incapacità - non uso volutamente altri termini - da parte di quest'Aula. Evidentemente onori e oneri non possono essere ripartiti diversamente, perché la maggioranza ha il diritto-dovere di governare mentre noi abbiamo il diritto-dovere di controllare l'opera del governo opponendoci.
Dicevo, l'incapacità dell'Aula - che non si ripartisce equamente fra tutti i Consiglieri, ma evidentemente trova, a nostro avviso, delle responsabilità più significative nell'ambito dei Gruppi dell'attuale maggioranza - è arrivata al terzo anno compiuto. Ci sembra ormai non più attendibile e quindi chiediamo urgentemente che l'Aula oggi, adesso proceda alla costituzione di questa Commissione.
Aggiungo anche, facendo parte della Commissione per il Regolamento - e non sono l'unico collega presente nella Commissione per il Regolamento che più volte, parlando dei temi del Regolamento, ci siamo detti che alcuni punti dell'attuale Statuto forse potrebbero, dovrebbero, non è da escludere debbano essere ritoccati. Ciò non perché non si creda alla validità dello Statuto, ma perché è possibile che, toccando il Regolamento - qualora questo sia l'obiettivo che, una volta posto, si riesca a raggiungere - sia necessario o utile o ritenuto vantaggioso da tutti i Gruppi consiliari adeguare lo Statuto.
Noi, come Gruppi di opposizione, invochiamo adesso la formazione di questo organo, perché ci sembra che da parte nostra non sia più attendibile oltre il terzo anno l'inadempienza di quest'Aula; inadempienza di cui, come minoranza, non vogliamo più farci carico.
Io sono tra coloro che ritengono che proprio questo istituto, una volta adempiuto, sia un organismo probabilmente da ritoccare, perché la complessità della sua struttura e la lunghezza di vita dello stesso sono temi su cui con alcuni colleghi, non soltanto dell'opposizione, credo si debba riflettere.
Preannuncio che, qualora questa riflessione trovasse una maggioranza che mi auguro possa essere all'unanimità dei Consiglieri, noi saremo favorevoli a un ritocco dello Statuto, anche veloce, anche immediato, onde migliorare la formazione dell'organo di cui critichiamo l'inadempienza, non essendo ancora stato costituito, per renderlo ancor più funzionale al motivo per cui è nato.
Mi scuso della lunghezza dell'intervento. La sostanza della richiesta è che noi invitiamo l'Aula a procedere adesso alla costituzione della Commissione di Garanzia.
Ricordo che le candidature sono state aperte all'inizio della legislatura; per motivi di varia natura, due volte sono state riaperte le richieste di istanze. Ci sembra davvero, per quanto ci riguarda, che tollerare ancora l'inadempienza dia delle responsabilità politiche ai Gruppi di opposizione. E queste responsabilità politiche i Gruppi di opposizione non le vogliono sostenere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Sono particolarmente colpito dal fatto che si chieda che l'Aula nomini nella giornata di oggi la Commissione di Garanzia prevista dal nostro Statuto.
Concordo con il Consigliere Burzi: effettivamente la nomina della Commissione di Garanzia giace da troppo tempo nei cassetti dei nostri lavori.
Bisogna rendere noto a tutta l'Aula che la Commissione di Garanzia come previsto dallo Statuto, è composta da sette membri rappresentanti di diverse categorie: un Magistrato, due Docenti universitari, due ex Consiglieri e due Avvocati.
Questi membri durano in carica sei anni: siamo di fronte alla prima anomalia, perché una Commissione di Garanzia innanzitutto dovrebbe garantire le forze di minoranza e durando sei anni, mentre la legislatura ne dura cinque, non si capisce bene quale minoranza debba garantire.
Io, come altri, ho approvato questo Statuto. Forse, in questo caso, lo abbiamo approvato non riflettendo bene su quello che si stava facendo.
Quindi, se si dovesse decidere di modificare lo Statuto per riportare nei termini adeguati i compiti, i tempi e i modi per nominare questa Commissione di Garanzia, noi diamo la nostra disponibilità.
E siccome pensavamo e pensiamo ancora che la Commissione di Garanzia debba tutelare, in particolare, le forze di minoranza, avevamo avanzato una proposta in sede di Conferenza dei Capigruppo e l'abbiamo ribadita altresì, nella Giunta per il Regolamento: noi riteniamo che alla minoranza debbano essere riconosciuti quattro membri su sette e il Presidente della Commissione di Garanzia (quindi quattro membri, di cui il Presidente, alla minoranza e tre membri alla maggioranza).
Poiché la Commissione di Garanzia deve essere approvata con una maggioranza qualificata, si tratta di trovare un'intesa, ma non sui numeri perché ho già precisato - è a verbale - che avevamo avanzato la proposta di riconoscere quattro membri alla minoranza, tra cui il Presidente. Si tratta, piuttosto, di trovare un'intesa su come rappresentare le diverse categorie all'interno della Commissione di Garanzia. Da parte nostra, c'è la piena disponibilità: ragioniamo su questo.
Ma il nodo fondamentale - vorrei che fosse chiaro - è quello che ho ricordato poc'anzi: chi ricopre il ruolo di Presidente e chi detiene la maggioranza all'interno della Commissione di Garanzia. Su questo c'è stata la piena disponibilità; anzi, è stata la maggioranza ad aver avanzato questa proposta alla minoranza.
Se poi il problema è come incrociare le diverse rappresentanze all'interno della Commissione di Garanzia, discutiamone; siamo qui per questo. Se riusciamo a farlo entro oggi - mi sembra difficile - discutiamo di questo.
L'argomento non era all'ordine del giorno, per cui la richiesta di chiudere la questione entro oggi mi lascia quantomeno perplesso. In ogni caso, caro Presidente, siamo qui per confrontarci, all'interno del Consiglio, anche su tale questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

La ringrazio, Presidente.
interessante la questione che è stata sollevata dal collega Capogruppo Burzi sulla Commissione di Garanzia, perché le cose sono veramente strane, permettetemi di usare questo termine. Perché la Commissione di Garanzia, che doveva essere costituita circa tre anni fa, ad oggi è ancora in itinere, non solo perché la maggioranza ha preso tempo per decidere quanti membri, il Presidente condiviso, tre membri e tre membri il Presidente di minoranza e così via, ma perché dopo una riapertura che c'è stata anche dei termini (da troppo tempo era ferma questa Commissione di Garanzia, quindi era giusto, eventualmente, implementare coloro che possano avere titolo per farne parte), ancora adesso non riceviamo risposte dalla maggioranza.
Pur sapendo benissimo quali erano i nomi della minoranza (che non sono cambiati), la maggioranza torna a porre delle condizioni o perlomeno delle perplessità su questi nomi: ce lo doveva dire eventualmente prima della riapertura dei termini, tanto per cominciare, e non sicuramente dopo. Ci significa che questa maggioranza non vuole che si arrivi all'istituzione della Commissione di Garanzia. Perché se avesse voluto formare questa Commissione di Garanzia, lo avrebbe fatto tre anni fa, due anni fa, un anno fa oppure oggi, senza continuare a rinviare sine die con motivazioni alquanto inutili. Nel momento in cui i nomi si conoscono, perlomeno di quota minoranza, e si ricontestano dopo tre anni, sa di beffa! Sa di volontà di non voler istituire la Commissione di Garanzia! Presidente, essendo lei il rappresentante di tutte le forze politiche che siedono in questi banchi - già ieri gliel'ho accennato - la invito a prendere per le redini i vari Gruppi, in particolare i Gruppi che rappresentano la maggioranza, e a metterli d'accordo affinché chiariscano una volta per tutte, se questa Commissione la vogliono fare, e allora si faccia e si voti, oppure no, e allora non perdiamo tempo e non diciamo neanche alle persone in attesa che la Commissione di Garanzia si può fare!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Ricordo di aver iniziato a discutere di questo problema due o tre mesi dopo l'inizio di questa legislatura. Abbiamo accompagnato le richieste che si erano presentate, perché pareva che ci fosse stato un bando prematuro che si era chiuso senza che fosse chiaro il quadro regionale delle varie materie attraverso le quali scegliere i candidati della Commissione di Garanzia.
Per questo motivo, è stato riaperto un bando e si è richiuso ormai da parecchie settimane. Ad oggi, quindi, credo che il primo adempimento di quest'Aula debba essere questo. Non vedo perché non si possa procedere con queste nomine; come ripeto, è un provvedimento che interessa pienamente il Consiglio; è un provvedimento di garanzia di tutti i Consiglieri, ma anche del Presidente del Consiglio, che ha a cuore la vita dell'istituzione.
Credo che la Commissione di Garanzia lo possa maggiormente tutelare, tra virgolette, nei passaggi più difficoltosi.
Non siamo disponibili, quindi, ad accettare che questa nomina venga rinviata consecutivamente. Piuttosto blocchiamo i lavori per mezza giornata, affinché si trovino le soluzioni o le intese che si devono trovare, ma il primo atto che questo Consiglio deve approvare riguarda sicuramente la Commissione di Garanzia.
Credo che sia doveroso per tutti coloro che hanno presentato le candidature e per tutti coloro che giornalmente chiedono notizie di questa fantomatica Commissione, tanto sbandierata sui giornali (all'epoca ci sono stati svariati articoli su chi ne doveva far parte, chi la doveva presiedere e quant'altro), di cui, ad oltre metà legislatura, il Consiglio non si è ancora dotato.
L'invito è dunque questo, e non si pensi che questo problema possa essere bypassato. Come hanno detto bene i colleghi Burzi e Rossi, per noi è un problema dirimente: o si fa questo, oppure per noi non si fa altro, nel senso che ogni altro argomento che venga posto all'o.d.g. non sarà da noi condiviso, perché riteniamo che questa sia la priorità da affrontare in questo momento.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni, desidero puntualizzare che il Presidente del Consiglio, come lei ha richiamato, è espressamente convinto della necessità di addivenire, nel modo più celere possibile, alla costituzione della Commissione di Garanzia. Mi sono fatto personalmente carico, anche in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, di sollecitare più e più volte affinché si trovasse un'intesa in tal senso, e i ritardi sono addebitabili anche alla richiesta pervenuta per due volte successive da Gruppi di maggioranza e da Gruppi di opposizione, di riaprire i bandi per consentire che il numero delle candidature fosse maggiore di quanto era originariamente.
Questo ha portato alla situazione attuale di stallo, perché non vi è ancora un accordo non sui numeri - come ricordava il Consigliere Muliere né sulla figura del Presidente, quanto sull'individuazione delle categorie in cui maggioranza ed opposizione dovrebbero attingere i rispettivi rappresentanti.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Credo che si possa trovare un'intesa nel giro di pochissimi minuti. Si tratta di verificare su quale base, perché se una persona esterna al Consiglio decidesse di ascoltare i nostri interventi sulla Commissione di Garanzia, potrebbero dire: qual è il problema, visto che la minoranza avrà la maggioranza della Commissione e anche il Presidente? Questa è stata la proposta.
Qual è il problema? Il problema è che bisogna incrociare e fare in modo che le rappresentanze come delineate dallo Statuto siano rappresentative di tutto il Consiglio. E siccome ci sono alcune rappresentanze, come gli avvocati, i docenti universitari, gli ex Consiglieri (due per ogni categoria più un magistrato), noi avevamo fatto questo ragionamento: per le rappresentanze che hanno una doppia presenza, una di queste può essere rappresentata dalla minoranza e una dalla maggioranza, e l'unica che ha un solo rappresentante va alla minoranza.
Credo che questa potesse essere una soluzione. Non va bene nemmeno questa? Allora diventa un po' difficile procedere.
Qualcuno prima ha avanzato i nominativi; forse bisognava avere un poco di prudenza. Non è così.
In ogni caso, mi pare quanto meno discutibile il fatto che oggi dobbiamo bloccare i lavori e non si fa altro se non la Commissione di Garanzia.
Ma se si ritiene che questa ormai debba essere fatta, per noi va bene e abbiamo avanzato una proposta che è quella che ho ricordato in questo momento.
Se non va bene nemmeno questa, fate un'altra proposta, una proposta alternativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
In Consiglio, ogni qualvolta si deve discutere di nomine e di incarichi, c'è sempre qualche problema.
Però stranamente quando problemi riguardano enti e società dove si gestisce il potere politico ed economico, la quadra arriva sempre più o meno velocemente.
Voglio portare un esempio.
Quando si doveva discutere degli incarichi della famosa Finpiemonte questo Consiglio e questa maggioranza, essendo determinata a portarli a casa, è stata per due giorni ininterrottamente in quest'aula, finché non si è trovata una soluzione.
A mio modesto avviso, mi sembra che una Commissione di Garanzia del Consiglio regionale dovrebbe essere veramente di sprono a tutti per istituirla immediatamente.
Invece che cosa è successo? Prima c'è stato un problema sulla riapertura dei termini. Ma i termini sono stati riaperti per ben due volte.
Se il problema è quello sollevato dal Presidente del Gruppo del PD dice (visto che ci sono due ex Consiglieri di questa parte politica, il provvedimento delle nomine non si può approvare), a che pro sono stati riaperti i termini due volte? Sono stati riaperti per superare quel problema, ma se il problema rimane sempre quello, era inutile riaprire i termini.
Era quello il problema: tre anni di ritardo per nominare questa Commissione, importante, delicatissima, istituzionale.
In Piemonte sono bastati due giorni di seduta consecutiva, non si è dovuto muovere nessuno di qua. Perché evidentemente interessava molto di più.
Se c'è veramente la volontà di risolvere questa, che ritengo veramente una Commissione importante dal punto di vista istituzionale e politico soprattutto adesso che andiamo incontro alle elezioni, ci fermiamo un momento, come tanto si dovrà fare prima o poi. Troviamo la soluzione ed eleggiamo la nostra Commissione di Garanzia.
Se così non sarà, vuol dire che sono problemi che vanno al di là delle dichiarazioni che vengono fatte.
Voglio ricordare che dalla Presidente Bresso al Consigliere Muliere, e ne potrei citare tanti altri, molti hanno concordato da non so quanti mesi per esempio, anche sulla figura dell'eventuale Presidente, che è il professor Aldo Olivieri, che penso molti di voi conoscono: un partigiano una grande figura e ben voluto da tutti. Stranamente sono tre anni che aspettiamo.
Figuriamoci se non fosse ben voluto da tutti! Lo avremmo fatto nel corso del prossimo mandato.
Già nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, proprio per sollecitare questo problema, avevamo invitato il Presidente ad inserire al punto 1) all'o.d.g. le "Nomine". Invece è stato messo di nuovo al punto 10) all'o.d.g.
Non c'è la volontà di risolvere questo problema. Questo è un dato di fatto; se poi da un minuto in avanti questa volontà cambia, come ci auguriamo, noi siamo pronti. Fatecelo sapere.



PRESIDENTE

Sospenderei qui la seduta mattutina del Consiglio e pregherei i Presidenti dei Gruppi di recarsi in sala A.
Riterrei necessario un incontro con i Presidenti dei Gruppi consiliari per valutare le modalità con cui proseguire i nostri lavori nella seduta pomeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.36)



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