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Dettaglio seduta n.295 del 19/02/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


SPINOSA MARIACRISTINA



(Alle ore 10.01 la Consigliera Segretaria Spinosa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.34)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri, Dalmasso, Moriconi, Pizzale e Valloggia.


Argomento:

b) Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti i processi verbali delle adunanze consiliari del 28/09/2007 e 2-3-4-5-8-9-10-16 e 17/10/2007.
Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1676 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale, inerente a "Licenziamenti alla Cabind di Chiusa San Michele"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1676, presentata dai Consiglieri Ghiglia Casoni, Botta, Boniperti e Vignale.
La parola all'Assessore Migliasso, per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente. In ordine alla risposta, naturalmente, non per volontà della sottoscritta né ovviamente delle parti interroganti, questa è aggiornata ad una data un po' lontana nel tempo, poiché l'interrogazione è stata presentata nell'ottobre 2007.
Comunque, riferisco per quanto è di mia conoscenza.
Il giorno 24 luglio 2007, presso la Direzione Formazione Professionale è stato sottoscritto il verbale di esame congiunto sulla domanda di concessione della CIGS per crisi aziendale che Cabind S.p.A. avrebbe presentato al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, per l'unità produttiva di Chiusa San Michele.
Le parti hanno concordato sul ricorso alla CIGS per 12 mesi, a decorrere dal 3/9/2007.
L'intervento riguarda un numero medio di 40 lavoratori sospesi a zero ore; alcune punte di utilizzo della CIGS potranno riguardare l'intero organico aziendale pari a 111 lavoratori.
L'azienda ha predisposto un piano di gestione del personale in esubero che non prevede soluzioni traumatiche, ma l'attivazione di strumenti quali: blocco del turn-over, tranne che per particolari figure professionali, la cui assunzione dovesse rendersi necessaria in ragione delle esigenze tecniche organizzative e produttive aziendali dimissioni incentivate eventuali trasformazioni di rapporti di lavoro da full-time a part-time su richiesta dell'interessato, purché compatibili con le esigenze dell'organizzazione del lavoro collocazione in mobilità dei lavoratori in possesso dei requisiti per accedere alla pensione di anzianità e/o vecchiaia, nel corso o al termine del periodo di mobilità e/o che non si opporranno al licenziamento.
L'azienda, inoltre, si è resa disponibile ad associare alle iniziative di cui sopra, l'intervento di una società di outplacement finalizzato alla ricollocazione.
L'azienda ha dichiarato che le misure adottate dovrebbero essere sufficienti a consentire il rientro dei restanti lavoratori entro il termine della CIGS (3 settembre 2008). Sono previsti incontri periodici di verifica sull'efficacia degli strumenti adottati e sull'andamento della situazione aziendale, di cui, man mano che avrò notizia, se i Consiglieri interroganti lo richiedono, potrò essere più precisa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia, per la replica.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore e aspetto la copia della risposta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1702 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale, inerente a "Chiusura della Danfoss di Trofarello"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1702, del Consigliere Ghiglia e altri.
La parola all'Assessore Migliasso, per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente. Per quanto riguarda questa interrogazione, voglio comunicare che la Danfoss, il 25 settembre 2007, aveva formalizzato, con un documento ufficiale, la decisione di cessare l'attività produttiva svolta nello stabilimento di Trofarello, che aveva già annunciato informalmente nel mese di luglio.
Il termostato per refrigerazione che si produce a Trofarello era ritenuto ormai un oggetto a bassissima redditività e, pertanto, la proprietà danese della Danfoss era determinata a spostare tutta la linea di produzione in uno stabilimento del gruppo, già operante presso la Repubblica Slovacca, al fine di migliorare la redditività e garantire il futuro globale dell'azienda.
La sottoscritta e l'Assessore Bairati avevano convocato i vertici danesi della Società, per avviare un confronto per esperire tutte le possibilità che consentissero alla Regione Piemonte, senza violare le regole dell'UE sugli aiuti di Stato, di intervenire per favorire la permanenza dell'Azienda a Trofarello.
Questo incontro, in effetti, è avvenuto, ma la decisione aziendale nonostante avessimo chiesto una pausa di riflessione, che in qualche modo è durata alcuni giorni, è stata tuttavia irrevocabile.
Pertanto, il confronto è proseguito, di intesa con le Organizzazioni Sindacali, su un tavolo tecnico per massimizzare l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, al fine di attenuare l'impatto sociale derivante dalla chiusura dello stabilimento.
Con la mediazione dell'Assessorato al lavoro, il 22 novembre 2007 è stato sottoscritto presso il Ministero del Lavoro - tenete presente che questa è una plurilocalizzata, quindi se ne occupa il Ministero del Lavoro un accordo che prevede il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività, della durata di 24 mesi, con decorrenza dal 3/12/2007, per 76 lavoratori.
La Società ha predisposto un piano di gestione del personale in esubero che prevede: la ricollocazione immediata di 6 lavoratori presso la ditta Procemsa Farmaceutici di Nichelino e ulteriori 6 con specifiche professionalità presso altre aziende del territorio.
Come sempre, iniziative di outplacement per tutti i rimanenti lavoratori, per i quali è comunque prevista una ricollocazione entro il primo anno di cassa integrazione straordinaria per 18 persone, mentre per tutti gli altri si ritiene che, anche attraverso i corsi di formazione e riqualificazione professionale finalizzati al reimpiego attivati dalla Provincia di Torino, possano esserci concrete possibilità di ricollocazione sul mercato del lavoro entro il secondo anno, ovvero entro il termine di scadenza dei 24 mesi di cassa integrazione straordinaria, secondo quanto siglato al Ministero nell'accordo cui facevo cenno prima.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1550 dei Consiglieri Pace, Ferraris, Larizza e Muliere inerente a "Piano industriale Michelin"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione n. 1550, presentata dai Consiglieri Pace, Ferraris, Larizza e Muliere.
La parola all'Assessore Migliasso, per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

A seguito dell'interessamento formale della sottoscritta e del Vicepresidente Peveraro, a nome anche delle altre Istituzioni locali nonch delle OO.SS. e delle RSU aziendali, il 27/06/2007 presso il Ministero dello Sviluppo Economico è stata trattata la questione Michelin.
Alla riunione, presieduta dal Sottosegretario di Stato, On. Alfonso Gianni, ha partecipato, per la Regione Piemonte, l'Assessore Bairati.
Ad apertura della riunione, le Istituzioni locali e le OO.SS. hanno manifestato la loro preoccupazione circa il futuro del Gruppo Michelin Italia e l'effettivo mantenimento dei quattro siti produttivi localizzati in Piemonte.
In particolare, le OO.SS. hanno sottolineato il fatto che senza precise garanzie in tema di investimenti e di volumi produttivi, il Gruppo non potrà realizzare il recupero di efficienza e di competitività che è necessario e, soprattutto, non potrà garantire il mantenimento in tutti i quattro siti della produzione di pneumatici.
Il Presidente della Michelin Italia, Dr. Pouget, ha dichiarato che è precisa volontà del Gruppo Michelin mantenere e consolidare la propria presenza in Italia, sia in termini di produzione che di quote di mercato.
Il Gruppo Michelin intende preservare inoltre intende preservare tutti i quattro siti produttivi italiani, dei quali intende elevare l'efficienza e la produttività anche attraverso una maggiore sinergia fra di essi. La politica aziendale, ha aggiunto Pouget, è finalizzata a vincere la sfida della competitività e a fare in modo ciascun sito produttivo raggiunga i livelli di efficienza e produttività necessari per consolidare la propria missione produttiva, anche nella concreta eventualità di possibili aumenti dei volumi produttivi, ad oggi stimata attorno al 10% per i prossimi 5 anni, con l'impegno a prevedere incrementi produttivi a partire dagli stabilimenti con maggiori difficoltà.
Michelin intende agire nell'immediato per ridurre i costi di produzione, a cominciare da quelli energetici e per mettere in efficienza gli impianti attraverso un piano di investimenti che, per il 2007 ammonterebbero a circa 30 milioni di euro.
Michelin, come è nella propria tradizione, è pronta a discutere con le OO.SS. e con le Istituzioni locali in ogni e qualsiasi conseguenza tali processi possano comportare ricercando soluzioni positive e condivise.
Le OO.SS. in quell'occasione, prendendo atto delle dichiarazioni fatte e degli impegni assunti dall'Azienda, hanno dichiarato la volontà di procedere a una verifica puntuale, sito per sito, delle proposte dell'Azienda, con l'esplicito obiettivo di consolidare ciascun sito; hanno inoltre richiesto periodici incontri di verifica dell'andamento degli stabilimenti sotto il profilo economico, produttivo e occupazionale a livello delle segretarie nazionali e hanno richiesto alle Istituzioni e al Governo la disponibilità a riconvocare, su richiesta delle parti e ove ne fosse necessario, il tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Il Ministero, manifestando apprezzamento per l'esito dell'incontro che consente la ripresa del confronto fra le parti, ha dato la propria disponibilità in tal senso ed ovviamente anche la Regione Piemonte per ci che è di propria competenza.



PRESIDENTE

Assessore, il Consigliere Pace ha chiesto di acquisire la sua risposta in forma scritta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1617 dei Consiglieri Cotto e Leo, inerente a "Anziani non autosufficienti - Indagine della Provincia di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1617, presentata dai Consiglieri Cotto e Leo.
La parola all'Assessore Migliasso, per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al welfare

In riferimento all'indagine avviata dalla Provincia di Torino, relativa alle condizioni degli anziani non autosufficienti e delle famiglie che se ne fanno carico e sull'opportunità di estendere tale rilevazione a tutto il territorio regionale, si fa presente che questo Assessorato, nell'ambito della convenzione con l'Università degli Studi di Torino, ha dato un contributo per la realizzazione di un dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Scienze dell'Educazione e della Formazione, dal titolo "Divenire anziani - Anziani in divenire". Tale dottorato, della durata triennale, ha svolto uno studio sul processo di invecchiamento in Europa e in Italia, approfondendo in particolare le tematiche relative alla salute dell'anziano, le condizioni familiari, le risposte dei servizi fra domiciliarità e residenzialità.
La seconda parte dello studio è interamente dedicata alla situazione della nostra regione. Tenendo conto dei numerosi dati quantitativi e qualitativi già disponibili, al fine di non richiedere per l'ennesima volta le stesse informazioni, si è provveduto a realizzare un questionario orientato a delineare un'immagine della condizione anziana, prendendo in considerazione risorse e limiti del singolo e della comunità in cui è inserito e tale questionario è stato proposto a tutti i Direttori degli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali.
La prima sezione si articola in un gruppo di 27 domande che intendono individuare le problematiche maggiormente rilevate nella terza e quarta età sia dagli anziani stessi che dalle loro famiglie, i bisogni emergenti e le richieste fatte dalla popolazione anziana appartenente a questa fascia di età. La seconda sezione del questionario si articola in domande molto complesse che richiedono di evidenziare gli interventi rivolti agli anziani nella Regione Piemonte, delineandone le finalità, gli obiettivi e le possibilità di miglioramento sia degli interventi di domiciliarità che di residenzialità.
Inoltre, per ogni intervento vengono tracciate le linee progettuali e ideali che stanno alla base di ogni opportunità proposta alla persona anziana (ad esempio, badante o contributo alla famiglia).
I risultati della ricerca di dottorato, vista anche l'elevatissima percentuale di risposte ottenute dagli Enti gestori, si presenta, quindi come una base e una fonte di dati utili e significativi per conoscere e approfondire la condizione e il bisogno dell'anziano in Piemonte, in una visione globale, sia rispetto all'anziano ancora attivo e in buona salute sia rispetto all'anziano non autosufficiente, nonché una panoramica di tutti i servizi forniti dagli Enti gestori delle funzioni socio assistenziali.
Non ho ben capito, quando si parla, nell'interrogazione, di proporre un'analoga iniziativa in Regione, se ci si riferisce ai dipendenti della Regione oppure agli altri Enti locali. Ricordo che la possibilità di avere una serie di dati utili ad approfondire e sostenere la situazione della non autosufficienza in Piemonte, in effetti, è stata fatta e darà risultati interessanti.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera per la replica.



COTTO Mariangela

L'interrogazione, secondo noi, è chiara: abbiamo scritto se non si ritiene opportuno attivare un'iniziativa analoga anche in Regione e negli Enti locali. Vista l'iniziativa della Provincia di Torino di distribuire con la busta paga, un questionario anonimo, è stato facile per me e per il Consigliere Leo dire: "Perché la stessa iniziativa non viene proposta anche ai dipendenti della Regione e magari invitare le altre Province a fare come la Provincia di Torino, in modo da poter lavorare insieme su un problema che riguarda gli anziani non autosufficienti?".
un vero problema per la Regione e per le famiglie; un problema difficile da risolvere, lo sa bene l'Assessore, come lo sa la sottoscritta che in passato ha ricoperto quella carica.
Credo che costi veramente poco predisporre un questionario, come ha fatto la Provincia di Torino, farlo circolare per avere notizie dirette.
Chi lavora con noi e vive il problema di un anziano non autosufficiente in casa o nella sua famiglia allargata, senz'altro sa proporre soluzioni che possono aiutare, non dico risolvere il problema, ma perlomeno attenuare il disagio.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione n. 1595 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Adeguamento economico e normativo del riordino generale della pensionistica di guerra"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1595, dei Consiglieri Botta, Casoni Boniperti, Ghiglia e Vignale.
La parola all'Assessore Migliasso, per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al welfare

La Regione è consapevole dell'importanza della questione, considerato che persone che hanno sacrificato la propria integrità fisica e psichica per compiere il proprio dovere di soldati, godono oggi di un trattamento pensionistico di modesta entità.
La Regione è altresì consapevole dei tempi a volte eccessivamente lunghi con cui gli organi preposti, competenti sotto il profilo amministrativo, concludono l'iter dei relativi procedimenti, con il rischio, non meramente teorico, ma molto pratico, che tale conclusione giunga quando la persona avente diritto sia ormai deceduta.
Tuttavia, è altrettanto noto che, ai sensi dell'articolo 117, comma 2 lettera o), della Costituzione la materia della previdenza sociale è competenza esclusiva dello Stato: questo comporta che lo Stato è competente sia ad emanare norme di rango legislativo sia a regolamentare la materia in questione, con provvedimenti di rango secondario.
La Regione, però, può farsi carico di sensibilizzare i competenti organi dello Stato, affinché venga data una risposta concreta, sollecita e positiva alle istanze provenienti da persone che meritano l'ampia riconoscenza del nostro Paese.
Pertanto, provvederemo sicuramente a farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta, per la replica.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore. È noto a tutti che la Regione non ha una diretta competenza in materia; tuttavia, mi sembra che l'Assessore abbia colto lo spirito dell'interrogazione, nei limiti e nelle possibilità che abbiamo, come Regione, di sensibilizzare e di porre un'attenzione particolare a questa tematica.
Come ricordava l'Assessore, questa categoria di persone non merita di vedere i propri diritti determinati in tempi lunghissimi; non merita, a volte, di non riuscire neanche ad avere quei diritti riconosciuti in virt di una burocrazia che, molto spesso, ha tempi elefantiaci.
Se l'Assessore ci farà avere conoscenza, non dico atto, dell'intervento che vorrà fare presso i competenti Ministeri, sarebbe per noi cosa gradita.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1596 del Consigliere Robotti, inerente a "Casa di riposo Comune di Bianzè" (Risposta scritta)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1653 del Consigliere Robotti, inerente a: "RSA Provincia di Vercelli" (Risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1753 del Consigliere Robotti e Chieppa, inerente a "Chiusura della Cobra Containera" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che con il consenso degli interroganti verrà data risposta scritta alle interrogazioni n. 1596 e 1653, del Consigliere Robotti, e all'interrogazione n. 1753, dei Consiglieri Robotti e Chieppa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1764 del Consigliere Ricca, inerente a "Cessione servizi Vodafone a Comdata"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1764, del Consigliere Ricca.
La parola all'Assessore Migliasso, per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Il giorno 27 settembre 2007 si è tenuto, presso la Regione Piemonte, un incontro con l'Amministratore Delegato di Vodafone Italia, Pietro Guindani.
L'incontro, a cui erano presenti la sottoscritta, il Vicepresidente Peveraro, l'Assessore alle attività produttive della Provincia di Torino De Santis, l'Assessore al lavoro della Provincia di Torino Condello e il Sindaco di Ivrea Grijuela, era stato convocato dalle Istituzioni in relazione alle fortissime preoccupazioni fra i dipendenti Vodafone Italia a seguito delle notizie relative alla cessione di alcune attività aziendali a Comdata.
L'Amministratore Delegato di Vodafone Italia, Pietro Guindani ha illustrato alle Istituzioni il piano industriale dell'azienda.
Vodafone Italia ha riferito che i livelli occupazionali nel Canavese non dovevano mutare. Comdata acquisirebbe esclusivamente i processi amministrativi a supporto della gestione del cliente e l'attività di gestione del credito del customer care, nell'ambito di un accordo industriale strategico di lungo termine e orientato allo sviluppo delle persone.
Vodafone ha garantito che tutti i 283 dipendenti della sede di Ivrea interessati dalla gestione con Comdata delle suddette attività, manterranno stabili condizioni ovvero il contratto delle telecomunicazioni e i trattamenti economici e normativi attuali.
L'azienda ha anche ribadito la piena disponibilità al dialogo per arrivare ad un accordo, come sempre si auspica in questi casi, con le Organizzazioni Sindacali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore Migliasso per questa risposta. Sottolineo, però, un aspetto: l'Assessore, nella sua risposta, ha utilizzato il condizionale perché fotografava una situazione all'inizio di settembre. La mia interrogazione è dell'agosto scorso e posso dire con sollievo che quel condizionale è da cancellare e sono da confermare le previsioni che erano indicate nella risposta dell'Assessore, datata settembre.
Questo per sottolineare come, fortunatamente, la questione Comdata si è risolta, almeno per il momento, in termini positivi con il mantenimento dei livelli occupazionali, con il mantenimento delle condizioni retributive anche se questo ha fatto nascere, probabilmente, all'interno della stessa Comdata, dei problemi di equiparazione tra chi aveva un tipo di contratto perché assunto direttamente da Comdata, e chi è pervenuto dall'acquisizione Vodafone. Quindi, quel problema si é risolto, almeno per ora positivamente.
Devo dire e sottolineare che ho potuto stare tranquillo nell'immediato rispetto al futuro di quelle 180 persone, grazie alle telefonate dei responsabili di Comdata e di Vodafone locali, mentre apprendo solo oggi la risposta da parte della Giunta.
Questo non è un rimprovero che rivolgo all'Assessore Migliasso, perch evidentemente la risposta era già pronta da tempo, ma credo sia necessario organizzare i lavori del Consiglio in modo che le risposte, soprattutto quando sono pronte, possano essere date in modo puntuale all'Assemblea.
Colgo l'occasione per sottolineare un altro aspetto e vorrei che l'Assessore lo tenesse in considerazione. Nei mesi successivi all'accordo sono sorte una serie di perplessità, anche rispetto al mantenimento di Vodafone a Ivrea, legate alla qualità delle strutture che sono messe a disposizione e dei rapporto con Pirelli Re, quindi chiedo all'Assessore di non venir meno alla vigilanza rispetto alla situazione che chiamerebbe in causa non soltanto 180 dipendenti della Comdata, ma, in questo caso, più di qualche migliaio di impiegati nel Call Center Vodafone di Ivrea.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interpellanza n. 1773 del Consigliere Burzi, inerente a "Circolare del 03/09/2007 'linee di indirizzo in materia di incarichi esterni (di studio ricerca e consulenza) e di collaborazioni coordinate e continuative'"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1773, del Consigliere Burzi.
La parola all'Assessore Migliasso, per la risposta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente. L'interpellanza pone tre quesiti: le motivazioni per cui non è stata attivata la procedura comparativa pubblica di selezione a quali esigenze di eccezionalità, richiamata dal punto 4 della circolare del 03/09/2007, corrispondono gli incarichi assegnati quali sono i criteri utilizzati nelle verifiche di ricerca di professionalità interna che hanno escluso il riscontro di professionalità adeguate all'incarico assegnato con D.D. n. 326 del 17/09/2007.
Nel procedimento amministrativo in questione è stato rispettato il disposto della circolare del 03/09/2007, in quanto la procedura comparativa pubblica di selezione si riferisce alle collaborazioni occasionali o coordinate e continuative di alta professionalità, mentre, nel caso specifico, si tratta di consulenza con un professionista iscritto all'albo dei ragionieri, rientrando quindi in una tipologia giuridica diversa.
Questo si desume dalla lettura della relazione conclusiva in tema di attività di controllo sulle consulenze della Corte dei Conti, allegata alla circolare di cui è caso ed a cui è stato fatto esplicito rimando. La circolare limitata alle collaborazioni, distinguendola dalle consulenze, la necessità di procedura comparativa pubblica di selezione.
Le esigenze di eccezionalità sono date dal fatto che, nei prossimi mesi la risposta è del 22/10/2007 - occorrerà definire i rapporti con le Province per la completa attuazione dell'articolo 5, comma 4, della legge regionale 1/2004, riguardo al trasferimento di funzioni da tali amministrazioni agli enti gestori dei servizi socio assistenziali.
Come qualcuno in quest'Aula sa, la cosa comporta la necessità di affrontare problematiche complesse concernenti normative in materia di bilancio e contabilità pubblica, anche con una riferimento a periodi pregressi, senza poter escludere a priori la possibilità di un contenzioso sulla questione.
Inoltre, occorre uno studio assai complicato sulle problematiche finanziarie connaturate ai cambiamenti relativi alla natura giuridica delle IPAB, da trasformare in Aziende Pubbliche alla Persona, così come previsto in una bozza di disegno di legge regionale.
Infine, occorre una consulenza riguardo agli aspetti stabili e fiscali attinenti alla definizione del fondo regionale per la gestione del sistema integrato, della quota capitaria e dei livelli essenziali in attuazione del redigendo Piano sociale.
I criteri utilizzati nella verifica di ricerca di professionalità interna sono quelli comuni a tutte le direzioni regionali e cioè nota inviata a tutti direttori regionali, con richiesta di divulgazione a tutto il personale assegnato di segnalare eventuali disponibilità, previa od indicazione dettagliata delle conoscenze specifiche necessarie al lavoro da fare (cosa che è stata fatta con nota protocollo n. 7126/30 del 24/07/2007).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Ringrazio l'Assessore Migliasso per la risposta, che poi leggerò con attenzione perché c'è un documento scritto. Sollecito, però, l'attenzione non tanto e non solo dell'Assessore non competente, perché tutto mi sarei aspettato, tranne che a questa interrogazione rispondesse l'Assessore Migliasso, che peraltro ho già ringraziato. Cercherei di comprendere...
Se il momento non è quello favorevole, troveremo un altro modo per attirare l'attenzione su quello che diceva questa interpellanza.
L'interpellanza poneva l'attenzione su un tema che è stato oggetto di riunioni, e anche di qualche polemica, tra i Consiglieri e i Sindacati, tra i quali evidentemente c'erano e ci sono punti di vista diversi, rispetto all'uso delle consulenze.
In questo caso, non ci si accapigliava sulla quantità delle consulenze (tema che riprenderemo quanto prima), ma sulla modalità. Questo perché, in parte - a nostro avviso - accogliendo quanto da noi veniva sollecitato, la Giunta tardivamente (ma, come si dice, meglio tardi che mai) fa una circolare in cui dice a se stessa, e quindi alle Direzioni: "Ragazzi quando date le consulenze, cercate di farlo almeno rispettando la forma".
Questo è l'oggetto della circolare del 3/9/2007.
Noi leggiamo la circolare e constatiamo - cosa non originale - che, in un certo numero di casi, questa è la procedura normale, richiamata anche dalla collega Migliasso nel caso specifico, per cui prima si cerca "in casa" se ci sono le competenze disponibili, rispetto al tema che la Direzione e il Settore si pongono.
Vorrei che a nessuno sfuggisse che, se non si vuole trovare qualcosa la funzione pubblica (e non soltanto quella regionale) è abilissima nel non trovare ciò che ha sotto gli occhi. Ma poi entreremo nel merito.
Tornando alla circolare, si dice: "Facciamolo in maniera sistemica onde dare una risposta alle critiche che non ci vengono soltanto da quei 'cattivoni' dell'opposizione, che lo fanno per mestiere, ma anche dalla nostra parte", perché il Sindacato - ripeto - almeno all'epoca, era totalmente schierato con il centrosinistra.
Noi, qui, abbiamo citato un paio di casi, ad uno dei quali l'Assessore Migliasso ha risposto.
Tra l'altro, Presidente, oggi stiamo innovando il Regolamento, perch si dà la risposta alle interpellanze per parti separate! L'Assessore Migliasso, dunque, che ringrazio nuovamente, perché almeno ad una parte ha risposto con dovizia di dettagli, ci risponde in merito ad un caso, mentre noi chiedevamo, neanche tanto sommessamente: "Se vi date la disposizione per cui i consulenti sono individuati rispetto a certe procedure, perché questa procedura che vi siete dati, seppur tardivamente non la rispettate?".
Questo era e rimane l'argomento, che ripresenteremo in un'altra interpellanza, perché ci sembra che le cattive abitudini non siano finite né nella sostanza né nella forma.
Nel merito, Assessore Migliasso, per il neoragioniere Martinotti, di nuova esperienza - capisco che questa Giunta sia attenta ad aiutare i giovani che iniziano la loro collaborazione con il settore pubblico sostenere che quella sia l'unica risposta possibile all'interno di questa Regione, su un tema di natura ragionieristica, è offensivo per tutti coloro che nel corso di questi anni, non soltanto con l'Amministrazione di centrodestra, su questi temi si sono baloccati. Inoltre, se la memoria non mi inganna, il neoragioniere Martinotti qualche altro incarico, da questa simpatica Giunta, lo ha ricevuto. Credo che l'Assessore Artesio, che è sempre molto precisa e preparata, pur non avendoglieli conferiti originariamente, ma avendoglieli confermati, possa dare, qualora servissero, le informazioni mancanti.
Diversamente, le diamo noi, ma gabellare a quest'Aula l'eccezionalità del problema, l'univocità specifica professionale del suddetto neoragioniere e il fatto che soltanto lui lo potesse risolvere, è una cosa divertente, ma si sa che il Partito Democratico è il partito della novità.
E noi, a queste novità entusiasmanti, ci adeguiamo.
Torno a dire, Presidente, che questa risposta non è arrivata dalla parte competente. Pur riconoscendo la serietà dell'Assessore Migliasso, e ringraziandola per averci risposto, leggeremo la risposta per parti separate e riproporremo le parti alle quali non è stata data risposta perché siamo testardi.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, prendiamo atto delle sue precisazioni. Avremo cura quando sarà ripresentata l'interrogazione, di far sì che abbia un corso privilegiato.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1974 dei Consiglieri Rossi, Dutto, Novero e Scanderebech inerente a "Chiusura del San Giovanni Antica Sede" (Risposta scritta)

Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione n. 1789 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale, inerente a "Spettacolo Luxuria" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che con il consneso degli interroganti verrà data risposta scritta alle interrogazioni n. 1974 e n. 1789.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Chiedo se è possibile avere risposta all'interrogazione n. 1829 iscritta all'o.d.g. da molte settimane, alla quale non è mai stata data risposta.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione n. 1829 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Boniperti, Botta e Ghiglia, inerente a "ASL 7 - Ricerca famiglie per affido pazienti psichiatrici tramite annuncio su giornale commerciale Secondamano"


PRESIDENTE

Passiamo, quindi, all'interrogazione n. 1829, alla quale risponde l'Assessore Artesio.
Prego, Assessore.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Effettivamente, pur essendo presente alle precedenti sedute del Consiglio regionale, non ho avuto la possibilità di rispondere a questa interrogazione, alla quale peraltro alcune risposte sono giunte per via pubblica, che non è quella istituzionale. Ribadisco, pertanto, in questo contesto istituzionale le osservazioni che in altri contesti abbiamo già svolto.
L'interrogazione dei Consiglieri non mette in discussione il ruolo delle esperienze di inserimento eterofamiliare di pazienti psichiatrici che ha dato buona prova di sé in moltissime situazioni, ma critica una delle modalità di reclutamento messe in atto dal Dipartimento di Salute Mentale dell'ASL 7 (ora ex ASL 7), cioè l'uso di un giornale commerciale per reperire famiglie disponibili a partecipare al progetto.
Occorre sottolineare che questo mezzo è stato utilizzato anche in passato, come risulta dalle esperienze e dalle letterature prodotte sulle esperienze, anche al fine di utilizzare uno strumento che è di grande volano, dal punto di vista della comunicazione, dopo avere già utilizzato quello dei contatti con le associazioni, con le chiese, annunci ed altri tipi di materiali informativi a produzione diretta dei servizi sanitari.
altrettanto parte del procedimento il fatto di prevedere un rimborso spese alle famiglie ospitanti, che non solo è previsto, ma è giudicato necessario. Ricordo che i rimborsi spese sono normalmente praticati in tutte le esperienze di affido. L'entità del rimborso si situa, al momento nelle diverse esperienze e nei diversi centri che praticano l'affidamento eterofamiliare, tra i 1000 e i 1200 euro mensili complessivi.
Nel caso specifico dell'ASL 7, il rimborso si colloca a livello più basso di 750 euro mensili, cui si aggiunge un contributo del paziente di 250 euro mensili.
Il rimborso viene praticato, oltre che come elemento materiale e di sostegno alle necessità della persona che entra nella famiglia, anche come elemento contrattuale tra il Dipartimento di Salute Mentale e la famiglia ospitante, affinché questa si senta ulteriormente, nel modo formale sostenuta da un rapporto economico e impegnata rispetto al compito assunto.
Il contributo che il paziente eroga direttamente ha anche un valore educativo, perché gli assegna la titolarità dell'accoglienza che lo riguarda e, dall'altro lato, gli assegna anche una certa possibilità di negoziazione.
Ricordo che le due premesse sono solo l'introduzione all'esperienza dell'affidamento eterofamiliare, che, per essere efficace, deve fondarsi su una buona qualità della famiglia candidata, che viene indagata attraverso l'attività istruttoria del Dipartimento di Salute Mentale, il quale pratica una accurata selezione tramite ripetuti colloqui, visite a domicilio e supporti formativi alla famiglia ospitante.
Peraltro, nel momento in cui si avviano le campagne promozionali, negli annunci pubblicitari e nel materiale che viene distribuito, è esplicitamente riferito che si tratta di un rimborso spese volto a compensare l'impegno e il consumo di risorse della famiglia che accoglie non è un sostegno economico finalizzato alle cure e all'assistenza, ma la famiglia che accoglie fornisce un supporto anche riabilitativo di volontariato no professional.
La cura e l'assistenza della persona, infatti, non possono essere delegate all'esperienza dell'accoglienza domiciliare, ma restano in carico al Dipartimento di Salute Mentale attraverso l'attività dei Centri di Salute Mentale, dei suoi operatori e, laddove fosse necessario, del Servizio per l'Emergenza Psichiatrica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, per la replica.



VIGNALE Gian Luca

Presidente, mi dichiaro soddisfatto rispetto alla risposta dei punti 2) e 3), le cui domande riguardano l'entità del contributo - si chiede se si ritiene corretto che l'eventuale contributo da assegnare alle famiglie affidatarie appaia una sorta di incoraggiamento all'affido - ma non relativamente al punto 1).
Occorre ricordare, non tanto ai colleghi, ma ai fini del verbale, il motivo per cui è stata presentata questa interrogazione. Alcuni mesi fa credo fosse il mese di ottobre - è stata pubblicata su Secondamano una delle classiche manchette commerciali (anche se non hanno un costo, di fatto sono commerciali), che recitava: "ASL 7 - Ricerca famiglie affidatarie, minimo 1000 euro mensili per rimborso spese".
ovvio che lì dentro ci sta quello che dice l'Assessore, ma è altrettanto ovvio che, rispetto a quello strumento di promozione, anche se magari è utilizzato in altri contesti - questo non lo so - per aspetti così delicati, si sia replicato un errore, che non è giustificabile.
Da questo punto di vista, l'Assessore non ha dato una risposta al primo punto, in cui si domandava se secondo la Giunta l'ASL 7 aveva operato correttamente (l'Assessore ha detto che non si è operato correttamente sugli organi di stampa, ma non questa mattina in Aula), ma soprattutto in che modo la Giunta abbia ritenuto opportuno intervenire.
Chiedo soltanto all'Assessore, senza per questo rimandare la questione qualora la Giunta o il Direttore Generale o chi per esso abbia inteso intervenire, quali atti ha prodotto. Se ve ne sono, ne chiediamo copia altrimenti vorrà dire che non ha fatto alcun tipo di intervento.
Faccio un esempio: in questo periodo - l'Assessore lo sa bene - la Regione Piemonte ha stanziato una cifra importante per il Comune di Torino che sta portando avanti una politica di promozione dell'affido familiare.
Devo dire che sta facendo questo in modo corretto, all'interno di più iniziative (negli spettacoli teatrali, con molte altre associazioni e quant'altro), ma la promozione dell'affido, sia nei manifesti promozionali sia nelle modalità con le quali viene invitata tale ricerca, è un problema.
Attualmente abbiamo centinaia di bambini nelle comunità alloggio e, per i motivi che conosciamo, incontriamo difficoltà nell'applicare l'affido familiare. Quella mi sembra la promozione corretta da utilizzare per l'affido.
Credo semplicemente che quando un soggetto sbaglia, come è evidente in questo caso, la Giunta lo debba formalmente riprendere come ritiene; non so chi ritenga più opportuno farlo, se il Direttore Generale o l'Assessore, ma è opportuno farlo.
Credo anche che, da parte del Direttore Generale, vi fosse una non conoscenza rispetto a questa modalità, ma sono aspetti che ho desunto dalle telefonate intercorse con i giornalisti, come con me anche con l'Assessore perché, in un primo momento, il Direttore Generale, in assoluta buonafede aveva smentito la pubblicazione. Poi, ovviamente, di fronte alla copia cartacea e alla pubblicazione in Internet della documentazione, non ha potuto smentire.
In conclusione, se vi è una documentazione relativamente alla volontà di intervento della Giunta regionale per stigmatizzare questo atto, ne chiediamo copia; se non c'è, diamo per scontato che non sia stata fatta.
Grazie.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Interrogazione n. 2090 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale, inerente a "Assenza della Presidente della Giunta nella seduta consiliare del 5/02/2008"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2090, presentata dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale.
La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso, per la risposta.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Sostanzialmente, nell'interrogazione si chiede in quale attività fossi impegnata e quando questi impegni fossero stati fissati. Avendo un'agenda elettronica, sono in grado di rispondere: l'impegno era la sessione plenaria...
Non so chi deve ascoltare, aspetto un attimo.



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

L'impegno era la sessione plenaria del Comitato delle Regioni, che è calendarizzata di anno in anno - quindi era nota dall'inizio del 2007 - ed è stata inserita nella mia agenda, a fronte dell'arrivo della convocazione ufficiale, in data 9 gennaio. Come ho detto, l'agenda è elettronica pertanto il giorno dell'inserimento è scritto nell'agenda stessa.
Ovviamente, non sempre si è obbligati a partecipare alle sessioni plenarie del Comitato delle Regioni, ma si trattava della sessione in cui a metà mandato, si rinnovano tutte le cariche. Io sono membro dell'Ufficio di Presidenza e Presidente del Gruppo Socialista, quindi venivo rinnovata sia come membro dell'Ufficio di Presidenza sia come Presidente del Gruppo Socialista, pertanto non potevo non essere presente.
Credo che la questione sia chiarissima. Peraltro, faccio notare che sono arrivata a concludere il dibattito, non so se quel giorno o la settimana successiva, però ho espresso con chiarezza la mia posizione anche a dimostrazione del fatto che non sfuggo al problema.



PRESIDENTE

Il Consigliere Segretario Ghiglia chiede di intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Ringrazio la Presidente Bresso per aver risposto la ringrazio soprattutto per la puntualità della risposta medesima.
Devo fare una sola annotazione: non ho alcun dubbio su quanto lei ha detto - ed è giusto che lei sia andata dove doveva andare - però il problema diventa politico, nella misura in cui viene un Assessore a rappresentare la Giunta, per fissare le date dei Consigli.
In un Consiglio straordinario, chiesto dalle evidenti implicazioni politiche, a mio modesto avviso doveva essere buona cura dell'Assessore delegato dire: "Tenete presente" - se lo ha fatto me ne scuso - "che quel giorno non c'è la Presidente", perché, essendo una questione politica, il rappresentante politico della Giunta è il Presidente e, se non è presente è la Giunta presente ai Capigruppo che deve dire eventualmente di spostare il dibattito, nel giorno in cui sarà presente la Presidente.
Questo eviterebbe un sacco di polemiche e dietrologie.
Mi risulta che la Presidente, quando ha da dire qualcosa, non si schermisca, pertanto, essendo capitato due volte su due questioni anche politiche, se l'Assessore delegato alla Conferenza dei Capigruppo avesse maggiore attenzione, potremmo risolvere un po' più di polemiche. È evidente che, dal nostro punto di vista, veniamo qui, affrontiamo le discussioni politiche, ma magari poi si proroga di tre settimane perché non c'è la Presidente della Giunta, che era in congedo politico. Se ci fosse stata avremmo concluso più in fretta.
Solo questo. Credo che la puntualità della sua risposta, comunque, sia importante.



PRESIDENTE

La Presidente Bresso desidera dare un'ulteriore risposta? Prego.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Questo come comunicazione, nel senso che sul tema specifico ho risposto e ritengo che la cosa fosse chiara.
Sul tema delle presenze è ovvio che l'Assessore che ha la delega risponde anche politicamente della questione. Concorda con me la posizione da tenere, quindi non esiste discrepanza fra la posizione dell'Assessore quella della Giunta e quella del Presidente.
Comunque, concorderò con l'Assessore di precisare l'eventuale mia assenza. Naturalmente, qualsiasi questione in Consiglio ha carattere politico - mi pare evidente - pertanto, quando si ritiene così importante la presenza della Presidente, chiedo anche all'opposizione di farlo sapere in modo che anche l'Assessore faccia la verifica puntuale, perché - come sapete - le agende cambiano in continuazione. In questo caso, lo sapevo da molto tempo, ma a volte le convocazioni arrivano mezza giornata prima (Roma non è precisa come Bruxelles), quindi il fatto di sapere se su un determinato punto si ritiene indispensabile la mia presenza consente anche a me di programmare meglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ghiglia che chiede di intervenire in qualità di Consigliere, per un supplemento di replica; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Non si preoccupi, molto presto Roma sarà più precisa! A parte questo, è una richiesta che facciamo quanto meno per i Consigli straordinari, che, ovviamente, hanno una valenza politica particolare.
Comunque, la differenza è che lei vota, Presidente, mentre gli altri no, e il voto in politica, forse ancora per qualche tempo, ha un valore.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1839 della Consigliera Ferrero, inerente a "Trasferimento uffici di Findomestic Banza Spa da Torino a Milano" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che con il consenso degli interroganti verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 1839, della Consigliera Ferrero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla disponibilità degli Assessori Bairati e Migliasso a svolgere una comunicazione relativamente a "Thyssenkrupp"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.
Ricordo che era stata richiesta una comunicazione, in ordine alla situazione ThyssenKrupp. Gli Assessori Migliasso e Bairati sono disponibili a renderla, dopo gli interventi sull'ordine dei lavori.
Prego, Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Stamattina, quando ho visto la Presidente Bresso mi aspettavo un intervento relativo a quanto sta succedendo nella sanità piemontese, perché tutti i quotidiani - La Stampa ha dedicato una pagina intera, sulla cronaca di Torino - hanno parlato delle inchieste che proseguiranno su una serie di medici importanti, anche primari, di un ospedale di Torino, quindi di dipendenti della Regione Piemonte.
Ma i fatti più gravi, Presidente, sono legati alle dichiarazioni del dottor Viale, che - da quanto dicono i giornali - pare indagato per una serie di reati, compreso il fatto di non aver indicato - e lo dico con le parole del giornale, perché non voglio sembrare di parte - "i permessi per le pazienti che uscivano, nella cartella delle dimissioni".
Viale dice che è vero che non lo ha fatto, ma addirittura dichiara, ed è virgolettato, Presidente: "posso chiamare a testimoniare i colleghi dei sette ospedali in cui ho lavorato: nessuno indica i permessi, neppure qui al Sant'Anna".
Il giornalista continua dicendo: "La Procura lo chiama falso" e Viale risponde, sempre virgolettato: "Allora vorrei sapere quante cartelle cliniche sono fuori legge, quanti pazienti hanno goduto di permessi mai indicati". Continua l'articolista: "Però la Regione ha pagato ricoveri che lei ha trasformato in Day Hospital. Falso anche questo?". "Il Day Hospital costa metà del ricovero ordinario; avendo fatto due Day Hospital anziché un ricovero, dov'è la truffa? È solo un errore di procedura".
Presidente, chiedo, pertanto: può un dipendente della Regione fare dichiarazioni di questo tipo sui giornali? Può la Regione non intervenire con un controllo severissimo, in tutti gli ospedali del Piemonte, per sapere se è vero che abitualmente non si rispettano le norme di legge negli ospedali piemontesi? Inoltre: un dipendente - o più di uno, addirittura quattro - che, a questo punto, è ufficialmente indagato, può continuare a rimanere al suo posto, o deve essere sospeso? Sa, Presidente, è bene pensare bene, ma se io resto al mio posto e ho tutti i documenti in mano, ho tutti i numeri di telefono in mano, so chi sono le persone e magari c'è un processo a mio carico, posso anche prendere il telefono di qualche amico (non il mio perché magari è clonato), cercare le pazienti e dire: "Signora guardi, dica questo e dica quello". O sbaglio? Quindi, Presidente, le chiedo...



PRESIDENTE

Consigliere, le chiedo scusa, ma il suo è un intervento sull'ordine dei lavori. La prego di attenersi all'oggetto.



ROSSI Oreste

una cosa così grave, Presidente, per cui non penso sia un problema anche se richiede più di due minuti. È molto grave questo fatto - credo che lei sia d'accordo con me - perché o i giornalisti di tutti i giornali dichiarano il falso, o questi fatti sono ufficiali. Se sono fatti ufficiali, le dico che se questo fosse successo con il Governo Ghigo, i suoi colleghi avrebbero occupato l'Aula in attesa di risposta.
Questo glielo assicuro! Lei non c'era, ma glielo assicuro.
Io le sto chiedendo questo con molta cortesia, magari utilizzando due minuti in più, ma interverrò una volta in meno sull'emendamento, non si preoccupi, perché è un fatto di una certa gravità, che si gioca sulla pelle delle donne, sulla salute delle donne.
Pare addirittura, da quanto c'è scritto su La Stampa, non sul bollettino di qualche Sindacato, che questo dottor Viale diceva alle donne che potevano tornare a casa a fare tranquillamente la loro vita, tant'è che una donna, danzatrice professionista, è andata a danzare ed ha perso il feto, abortendo senza aver preso neanche la seconda pillola.
Qui stiamo giocando sulla pelle delle donne, Presidente! Un minuto in più o in meno non credo che conti; conta quello che ha intenzione di fare la Regione adesso - domani è tardi - su quanto è stato dichiarato e riportato sui giornali, perché io non ci sto a farmi prendere in giro.
Se sui quotidiani viene dichiarato che abitualmente si applica l'illegalità nella stesura delle cartelle e dei fogli, allora la Regione interviene e sospende chi fa dei falsi o delle false certificazioni, oppure interviene sui giornalisti che scrivono il falso, però virgolettato (tutti da Il Giornale a La Stampa), caro Presidente. E su questo vogliamo delle risposte.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, non voglio assolutamente sottovalutare l'importanza delle questioni che lei solleva. Tuttavia, mi tocca cercare di far rispettare il Regolamento e, compatibilmente ai vincoli che questo comporta, farò sì che questioni così rilevanti possano trovare, nell'ambito dell'economia dei lavori, delle modalità e dei percorsi regolamentari per essere affrontate, discusse e possibilmente oggetto di definizione.
Ho chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Intervengo per richiamare l'impegno che in questa sede aveva preso l'Assessore di impartire disposizioni alle ASL, affinch nelle Assemblee dei Sindaci venissero approvati dei Regolamenti per permettere ai Comuni di avere una rappresentatività proporzionata al loro peso demografico. Questo di fatto non sta avvenendo, se non all'acqua di rose (se mi è consentito dire così).
Voglio far presente e soprattutto chiedere al Presidente e all'Assessore attraverso quale percorso si intende attuare questo impegno emerso nell'ambito del dibattito sul Piano sanitario e che noi abbiamo consentito, convenendo che arrivasse ad una conclusione.
Naturalmente è opportuno avere dei sistemi speditivi per quanto riguarda il conteggio del numero legale e della presenza dei Sindaci, ma al momento di decidere credo che sia giusto che un Comune abbia un peso decisionale proporzionale alla sua rilevanza.



PRESIDENTE

Quindi, collega Cavallera - solo per comprendere, perché poi mi è difficile sintetizzare - lei chiede una comunicazione dell'Assessore in questo senso.



CAVALLERA Ugo

Esatto, Presidente. Chiudo l'argomento evidenziando come questa mattina sono rimasto colpito dalla lettura de Il Giornale quando l'Assessore Artesio, in materia di RU486, dottor Viale, ecc., ha dichiarato che la Regione comunque non si costituirà parte civile in un ipotetico procedimento.
Secondo me, è una dichiarazione senz'altro temeraria. A questo punto chiedo a lei, al Presidente della Giunta e all'Assessore di avere copia del verbale di Giunta, per capire in base a quale ragionamento la Giunta, a fronte di una tale situazione, ha deciso di non costituirsi parte civile visto che facciamo parte di organi collegiali e non siamo investiti di poteri monocratici in una materia così delicata.



PRESIDENTE

Il Consigliere Segretario Ghiglia chiede di intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Anche noi chiediamo una comunicazione sulla questione della RU486, per due ragioni. Intanto perché abbiamo letto (siamo un po' increduli) che l'Assessore avrebbe deciso - non so se possa farlo - che la Regione non intende costituirsi parte civile. Sarebbe un precedente molto grave e molto brutto e credo che l'Assessore debba chiarire i motivi.
Poi c'è anche un altro aspetto relativo a questa vicenda, che per attiene alla sfera politica. Su questa vicenda avevo presentato un esposto alla Procura della Repubblica, a cui avevo allegato le risposte anche di chi aveva preceduto l'Assessore Artesio, in cui si dichiarava per iscritto che al Sant'Anna era tutto regolare e che la sperimentazione procedeva in modo normale. Avevo anche allegato le affermazioni, ad esempio, del Ministro della Salute uscente, che in un'ANSA aveva dichiarato appunto che la sperimentazione era regolare.
Allora, non vorrei che questa fuga in avanti dell'Assessore Artesio che dichiara - non so se d'accordo con la Presidente - di non volersi costituire parte civile serva a coprire. Ecco, noi non siamo disponibili a coperture politiche.
Visto che l'Assessore dichiara, fa e disfa prima di riferirci Presidente, noi vorremmo che ci informasse su cosa è stato deciso di fare e che ci comunicasse qualcosa. Non è normale che di una struttura intera non di un singolo, collega Rossi - venga richiesto il processo per truffa non è normale nel momento in cui ci sono state più denunce e svariate interrogazioni in questo Consiglio regionale, dove ci si tranquillizzava sulla situazione.



PRESIDENTE

Questa dunque è la sua richiesta. L'Assessore mi ha espresso la disponibilità a fornire una comunicazione in materia, però ci sono già altre comunicazioni calendarizzate prima. Avevamo convenuto di ricevere delle comunicazioni sulla questione Thyssen, dopodiché l'Assessore interverrà sulla questione in oggetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Non aggiungo nulla a quanto detto dai colleghi voglio solo ricordare un aspetto relativamente alla non volontà di...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale, ma se chiede la comunicazione su questo l'Assessore mi ha dato la disponibilità a renderla.



VIGNALE Gian Luca

Chiarisco solo un aspetto, così l'Assessore - non solo l'Assessore, ma anche la Giunta - ne tiene conto nella comunicazione.
Ricordo che pochi mesi fa la Giunta ha deciso di costituirsi parte civile nelle azioni legali dei cosiddetti furbetti del buono scuola. Non entro nel merito delle parti relative agli aspetti drammatici che riguardano quanto è avvenuto, ma ne faccio una valutazione di carattere politico sull'opportunità, da parte della Regione Piemonte, di tutelare la propria a immagine di fronte a una tentata truffa evidente, nel senso che se viene richiesta una diaria per un ricovero e il ricoverato è a casa, è ovvio che il procedimento non può che essere per tentata truffa, ed è altrettanto evidente che ci sono dei presupposti.
Ebbene, sarebbe singolare che ci si costituisca parte civile per i furbetti del buono scuola e si eviti di costituirsi parte civile nei confronti di una struttura che in modo evidente ha causato una truffa nei confronti della Regione Piemonte.
Questo è importante tanto nell'una quanto nell'altra fattispecie. Tanto nella costituzione, in un caso, quanto nell'eventuale non volersi costituire, nell'altro, vi è una chiara volontà politica che fa comprendere come non vi sia l'intenzione di tutelare l'Ente in caso sia lesa la sua onorabilità, ma si valuta a seconda se una battaglia è promossa da...



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, il tempo a sua disposizione è scaduto.



VIGNALE Gian Luca

Io sono uguale agli altri: sforo come gli altri.
Ad ogni modo, credo di essere stato chiaro e attenderemo le comunicazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Chiedo, a nome dei colleghi del centrodestra, di sospendere il Consiglio e fare una riunione di tutti i Capigruppo, per decidere quale impostazione dobbiamo seguire nei confronti di questo medico, che ha dichiarato sulla stampa che ci sono medici che dimettono donne in gravidanza senza che a queste venga prescritto cosa devono fare, ma soprattutto, lasciando il ricovero aperto in ospedale.
un fatto molto, molto grave. Non vogliamo mettere in difficoltà l'Assessore perché non è colpa dell'Assessore se...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, la sua richiesta di sospensione può essere esaminata. Noi, intanto, dobbiamo ancora sentire ciò che l'Assessore intende comunicare al Consiglio, dopodiché possiamo fare le valutazioni necessarie.



SCANDEREBECH Deodato

Non fateci fare sempre la parte dei killer, noi vogliamo collaborare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Rubo un secondo soltanto, ricollegandomi all'intervento del Consigliere Cavallera, per ricordare all'Assessore Artesio che, nell'incontro che svolgemmo qualche mese fa con il Sindaco di Alessandria ,in Ufficio di Presidenza, ci fu un impegno, di fronte a tutti i Consiglieri regionali del territorio e al Sindaco di Alessandria, di intervenire sui meccanismi che regolano le votazioni all'interno dell'Assemblea dei Sindaci.
Dal momento che il 25 febbraio si avvicina e dal momento che l'Assessore ha espresso pubblicamente la sua volontà di arrivare, in quella data, alla definizione della sede unica dell'ASL di Alessandria, varrebbe la pena che si lavorasse anche per trovare un meccanismo di votazione che tenga presente l'importanza dei singoli centri, in maniera tale che non si arrivi all'assurdo di considerare un Comune di 200 abitanti uguale ad un Comune che esprime 90 mila abitanti.
un fatto di giustizia che va assolutamente regolamentato possibilmente prima del 25 febbraio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione della Giunta regionale relativamente a "Prospettive per i 160 dipendenti della ThyssenKrupp e sui progetti di deindustrializzazione dell'area" - Interpellanze nn. 1465 e 1970 e interrogazione n. 1476 assorbite dal dibattito


PRESIDENTE

Procediamo con la prima comunicazione richiesta, relativa alla vicenda ThyssenKrupp.
Rendono brevi comunicazioni al Consiglio l'Assessore Migliasso e, a seguire, l'Assessore Bairati.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Vorrei fare una fotografia della situazione occupazionale prima dell'evento luttuoso che ha colpito i sette lavoratori dell'azienda ThyssenKrupp e poi una brevissima descrizione della situazione ad oggi.
Al 27 luglio 2007 la situazione occupazionale dello stabilimento di Torino era questa: 322 lavoratori di cui 53 impiegati quadri e 269 operai.
A seguito dell'accordo sottoscritto lo stesso mese, il 25 luglio 2007 presso il Ministero dello Sviluppo Economico, la ThyssenKrupp attivò una procedura di mobilità per cento lavoratori in data 27 luglio 2007.
I motivi per i quali l'azienda dichiarava la situazione di eccedenza erano legati al processo che avrebbe portato alla chiusura dello stabilimento di Torino.
Il 2 agosto 2007 veniva sottoscritto, in sede sindacale, un accordo con le quali le parti convenivano che l'azienda avrebbe attuato un massimo di 100 licenziamenti - 90 operai e 10 impiegati quadri - in possesso dei requisiti per accedere nel corso, o al termine del periodo di mobilità alla pensione di anzianità o di vecchiaia, oppure che esprimessero la loro intenzione di non opporsi al licenziamento. I licenziamenti sarebbero avvenuti con la gradualità richiesta dalle esigenze tecnico organizzative e fino al 31 dicembre 2008.
A dicembre 2007 è successo quello che ha sconvolto la città. La situazione al 14 febbraio 2008 è la seguente (sono notizie che abbiamo assunto presso l'AMMA): risultano ancora in forza 125 lavoratori, al netto dei pensionabili, di cui 20 lavorano con l'autorizzazione della Procura per smontare gli impianti. Le uscite, sono state realizzate attraverso la collocazione in mobilità di 41 lavoratori - dati Assessorati al Lavoro che li ha inseriti in lista di mobilità. Gli altri o hanno dato le dimissioni, o hanno accettato la ricollocazione presso lo stabilimento di Terni o presso la sede di Milano. I lavoratori attualmente in forza stanno percependo regolarmente la retribuzione.
La settimana scorsa c'è stato un incontro a livello nazionale con le Organizzazioni Sindacali e si è convenuto che fra il 25 e il 29 febbraio prossimo venturo, si terrà presso il Ministero dello Sviluppo Economico un incontro per sancire la chiusura definitiva del sito di Torino, la riconferma degli impegni assunti dall'Azienda nell'accordo di luglio e l'attivazione della cassa integrazione per cessazione di attività. È anche probabile che, proprio in queste ore, magari si sia già stabilito il giorno di convocazione perché nostri dirigenti contattavano oggi il Ministero per fissare la data.
Per quello che riguarda la ricollocazione. L'azienda ha confermato che tutti i lavoratori possono richiedere di essere ricollocati a Terni o a Milano, l'AMMA assicura l'impegno già espresso dal Presidente Carbonato alla massima ricollocazione presso le aziende associate. Tutti i profili dei lavoratori sono comunque nella banca dati di Unimpiego dell'Unione Industriale di Torino.
Al momento, venti lavoratori - direttamente senza transitare dalla mobilità - sono stati assunti dalla Neumayer azienda siderurgica. In Alenia, si stanno svolgendo i colloqui per le assunzioni di 10/15 lavoratori. C'è, comunque, un certo ottimismo sul raggiungimento della totale ricollocazione perché questi lavoratori, come tutti ben sanno, hanno buone professionalità, sono abituati a lavorare a ciclo continuo che comunque, consentiva loro di percepire retribuzione mediamente più elevate rispetto a quelle correnti.
Circa 70/80 lavoratori potrebbero chiedere di permanere in CIGS per tutta la durata della stessa e poi andare in mobilità o per scelta personale o perché accederanno alla fine del percorso ad un trattamento pensionistico.
Questa era l'informazione dal punto di vista occupazionale che mi pare possa utilmente integrare le considerazioni e le informazioni che adesso darà l'Assessore Bairati per consentire una discussione, qualora questo dovesse avvenire, complessiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore all'industria e energia

Grazie, Presidente. Le informazioni fornite dall'Assessore Migliasso sugli assetti occupazionali è derivante da una serie di scelte di politica industriale del gruppo, che è bene ricostruire per avere, come è stato richiesto, un quadro informativo complessivo della situazione, sia dal punto di vista delle politiche industriali, delle politiche di area, sia dal punto di vista degli assetti occupazionali.
La ricostruzione parte con la presentazione, nel giugno dello scorso anno, da parte della ThyssenKrupp Acciai Speciali, del piano industriale in cui, sostanzialmente, si introducevano due elementi di caratterizzazione del piano di ristrutturazione. L'introduzione di forti elementi di verticalizzazione e specializzazione del gruppo, in particolare - anche se non voglio entrare nel tecnicismo - alcune lavorazioni che riguardano gli acciai inossidabili e speciali, basati su due poli: uno era lo stabilimento di Terni e l'altro era il centro servizi dell'azienda, situato in un piccolo Comune che si chiama Ceriano Laghetto, in provincia di Milano.
Lo stesso piano, presentato prima in Confindustria a Roma e poi al Ministero competente, prevedeva la chiusura dello stabilimento di Torino dove allora - lo dico per completezza d'informazione rispetto alla comunicazione precedente - erano occupati 320 addetti complessivi, di cui 270 operai e 50 impiegati.
In una serie abbastanza serrata di incontri, alla fine del mese di luglio 2007, si raggiungeva un accordo presso il Ministero dello sviluppo economico (qui allegato), in cui i diversi portatori di interessi istituzionali e l'azienda concordavano su una serie di azioni, che ricordo qui di seguito.
Innanzitutto, l'accompagnamento verso la pensione secondo le modalità previste dagli accordi aziendali; la possibilità di scelta per i dipendenti dello stabilimento torinese di trasferimento presso l'azienda sita a Terni o presso il centro servizi milanese; l'impegno degli enti locali sul favorire le opportunità di reimpiego, anche attraverso l'utilizzo di strumenti esterni come l'outplacement, convenendo un regime di specifici incentivi in accordo tra le parti (azienda e organizzazioni sindacali) e un quadro di incentivazione per i dipendenti che avessero scelto di risolvere il rapporto di lavoro con l'azienda.
In particolare, gli enti locali piemontesi (Regione, Comune di Torino e Provincia di Torino) si impegnavano su tre versanti: un piano di rioccupazione e reimpiego, che è stato descritto dalla collega Migliasso azioni di riqualificazione e adeguamento professionale dal punto di vista formativo; un piano di azioni, più che un piano di reindustrializzazione e ricollocazione di attività produttive, nell'area dello stabilimento, con un impegno articolato su un arco complessivo di 15 mesi, all'interno del quale avrebbero dovuto essere anche avviate le prime attività di caratterizzazione perché, come è noto a tutti e facilmente comprensibile l'area ha presumibilmente fortissimi problemi di bonifica ambientale.
In questo caso, purtroppo, le date sono importanti da ricordare: siamo nel luglio del 2007. Quindi, le azioni di progressivo smantellamento delle dotazioni tecnologiche dell'impianto previste per la chiusura si sarebbero articolate su un arco di tempo di 15 mesi. In quell'accordo, per quanto si riferisce agli interventi di reindustrializzazione dell'area, l'azienda si impegnava a cedere il sito preferenzialmente per nuovi insediamenti di carattere produttivo, strettamente finalizzati al reimpiego di quei lavoratori che non avessero aderito alle condizioni dell'accordo che ricordavo poc'anzi.
Mentre il Governo, nella persona del Ministro delle attività produttive, si impegnava a favorire gli insediamenti di nuove attività produttive nell'ambito di un piano di reindustrializzazione dell'area condiviso dalle istituzioni locali e dalle organizzazioni sindacali.
Rispetto a questo punto farò un inciso finale, perché è di questi ultimi giorni, ma è piuttosto importante.
Gli iter e gli effetti occupazionali sono stati ricordati dalla collega Migliasso.
Per quanto riguardava la situazione urbanistica del sito, si evidenziava che l'area Thyssen è localizzata in una zona urbana a forte elemento di trasformazione e anche a forte elemento di mutamento di insediamenti residenziali, con tutta una serie di conseguenze, dal punto di vista delle potenzialità di ricollocazione delle aree produttive facilmente comprensibili.
Pertanto, è bene ricordare che in quell'area il Piano regolatore della Città di Torino prevede usi produttivi relativi all'artigianato di servizio, alle attività informatiche di telecomunicazione e quindi terziario avanzato, alle attività di ricerca anche a carattere innovativo finalizzate alla produzione e alla fornitura di servizi tecnici e informatici, purché fisicamente e funzionalmente connessi con attività produttive insediate. Quindi, l'area anche dal punto di vista della possibile rilocalizzazione di attività ha una certa caratterizzazione.
Le Direzioni competenti - sto parlando della Direzione delle Attività produttive e della Direzione Formazione e lavoro - hanno costantemente seguito l'applicazione dell'accordo rispetto al quale è evidente che drammatici avvenimenti del mese di dicembre hanno ovviamente introdotto una cesura forte rispetto alla sua applicazione.
A questo riguardo, sono importanti due comunicazioni (una l'ha già data la collega Migliasso). L'azienda, in data 13 febbraio, scriveva al Ministro Bersani e, per conoscenza, agli Enti locali competenti, per un incontro da tenersi presso il Ministero - come si diceva probabilmente la data sarà fissata in queste ore sulle nostre agende - per sollecitare una verifica dell'accordo del luglio del 2007. Parlo della comunicazione, che allego ai Consiglieri, e anche alla luce della situazione determinatasi a seguito dei tragici incidenti occorsi nello stabilimento di Torino.
Il secondo è un fatto istituzionalmente rilevante. La nostra rappresentanza d'Italia presso l'Unione Europea sollecitava la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri competenti a fornire all'Unione dando il termine - anche di questo vi allego la comunicazione formale del primo Consigliere - di un mese a partire da febbraio, le informazioni non solo circa gli andamenti dell'accordo, ma anche la condizione e lo stato fisico degli stabilimenti dell'acciaierie ThyssenKrupp e le misure che le autorità governative intendevano adottare per porre rimedio a eventi tragici come quelli accaduti a dicembre.
Facevo riferimento a un punto che l'Amministrazione regionale sta seguendo con le Direzioni competenti: il Ministro Bersani ha convocato una riunione recentemente a Roma, in cui il Ministero ha confermato la disponibilità di risorse per aree, oggetto di bonifiche industriali destinate a reindusrializzazione e rilocalizzazione di attività produttive.
Sostanzialmente, si tratta di risorse che il Governo intende mettere a disposizione per la conservazione di attività produttive in siti attualmente oggetto di bonifica.
Tali siti hanno due caratteristiche: alcuni sono siti di interesse nazionale - ovviamente, un caso esemplificativo è l'ACNA - altri sono siti di interesse più locale.
La verifica e il lavoro, che sta facendo l'Amministrazione regionale è capire se ci sono le condizioni tecnico-giuridico-amministrative perché il sito della Thyssen possa essere inserito nel Piano che il Ministero intende presentare ed approvare, e quindi godere delle risorse che il Governo intende mettere a disposizione di un'iniziativa di questo genere.
Sarà nostra cura informare il Consiglio, dopo la riunione che si terrà con l'azienda e il Ministero, dell'evoluzione del Piano di reindustrializzazione per le aree oggetto di bonifica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bairati.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "Papa Giovanni XXIII" di Pianezza


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "Papa Giovanni XXIII" di Pianezza, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Avete assistito alle due comunicazioni date dagli Assessori Migliasso e Bairati, in merito alla situazione occupazionale e ai destini imprenditoriali della ThyssenKrupp di Torino, stabilimento dove - come sapete - a fine anno si sono verificati dei tragici fatti che ne hanno ulteriormente aggravato la situazione produttiva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione della Giunta regionale relativamente a "Prospettive per i 160 dipendenti della ThyssenKrupp e sui progetti di deindustrializzazione dell'area" - Interpellanze n. 1465 e 1970 e interrogazione n. 1476 assorbite dal dibattito (seguito)


PRESIDENTE

Sulle comunicazione testé rese, ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, ringrazio gli Assessori Migliasso e Bairati per la puntuale comunicazione.
Abbiamo chiesto questa informativa per tenere alta l'attenzione sulla vicenda della ThyssenKrupp, oggi simbolo dei problemi della sicurezza sul lavoro. Sono problemi che restano, perché, dall'inizio del 2008 ad oggi più di 120 persone hanno perso la vita sul posto di lavoro.
Ritengo che questa situazione non cambierà solo eleggendo un dipendente della ThyssenKrupp al Parlamento; ci vuole ben altro per affrontare seriamente, e non in modo demagogico, la questione operaia e la sicurezza sul lavoro.
I simboli corrono il rischio di restare simboli che si agitano per gli interessi di chi li ha in mano e non per le questioni che rappresentano.
Ho chiesto questa comunicazione sulla ThyssenKrupp, perché la ThyssenKrupp è il simbolo del lavoro che non c'è e che non dà più certezze per il futuro, per quegli operai e quei dipendenti che sono stati richiamati dalle comunicazioni dei due Assessori; alla ThyssenKrupp, come alla Bertone e in tante altre aziende in cui il lavoro non c'è o è a rischio.
Abbiamo letto le dichiarazioni del Sindaco Chiamparino, circa l'intenzione di ripetere alla Thyssen il modello Mirafiori. Abbiamo preso atto delle perplessità, condivise, della Presidente Bresso rispetto a questa operazione e credo che qualche elemento in più lo avremo dopo l'incontro al Ministero che è stato richiamato ed evocato dai due interventi della Giunta.
Vorrei sollecitare a non abbassare la guardia sul tema del lavoro; la risposta degli Assessori conferma che l'azione della Regione non è soltanto di routinario adempimento dei propri compiti, ma è quella di cercare ogni strada per assicurare, in futuro, il lavoro a chi oggi non ce l'ha.
Concedetemi ancora un minuto per dire che l'unico lavoratore della ThyssenKrupp che un futuro ce l'ha assicurato, è certamente quel Boccuzzi.
Allora, buon augurio a lui! Al Parlamento avrà certamente il tempo di riflettere sul proprio ruolo nella vicenda, sollecitare e proporre provvedimenti legislativi per garantire sicurezza e il lavoro per gli altri.
Magari si consulterà anche con altri giovani di elezione "veltroniana" nel futuro Parlamento, giovani che sono "figli di"; forse si incontrerà anche con Colaninno, manca il figlio di De Benedetti, e potrebbe cercare di capire come in tempi rapidissimi siano riusciti a disintegrare una realtà industriale italiana e mondiale come l'Olivetti, che quest'anno compirebbe 100 anni dalla sua fondazione.
Noi cercheremo di continuare a dare voce alle speranze e alle attese di chi il lavoro non ce l'ha, ce l'ha a rischio o lo ha perso e lo attende con ansia, alla ThyssenKrupp, alla Bertone e in tutti gli altri luoghi in cui il lavoro è a rischio.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni degli Assessori Migliasso e Bairati non vi sono altri colleghi che desiderano intervenire.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Comunicazione dell'Assessore Artesio relativamente a "Notizie stampa circa protocollo di applicazione della pillola abortiva RU486"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio, per le comunicazioni relative alle vicende riportate dagli organi di stampa.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Non intervengo assolutamente nel merito della questione che riguarda i comportamenti di applicazione del protocollo della sperimentazione n quelli del futuro protocollo derivante dall'importazione del farmaco.
Laddove venisse richiesto, sarà la Presidenza del Consiglio a definire quando se ne discuterà.
Introduco soltanto due precisazioni, in ordine alle osservazioni svolte sullo stato del procedimento e sul comportamento dell'Assessore.
Innanzitutto, lo stato del procedimento. Da quello che a me risulta non sono stati definiti, ad oggi, rinvii a giudizio in ordine alle professionalità mediche impegnate nella sperimentazione. È stata depositata la conclusione del fascicolo istruttorio, peraltro non in nostro possesso.
Quindi, nel momento in cui l'intervista è stata realizzata (ieri sera alle ore 20), le osservazioni riguardavano quanto riportato dagli organi di informazione; pertanto, non potevano che vedere da parte dell'Amministrazione regionale e della sottoscritta, in prima persona, una posizione che era così sintetizzabile: si prenderà atto, nel momento in cui saranno ufficiali le contestazioni - e peraltro i procedimenti conseguenti che oggi non ci è dato di conoscere - di quale sia stata l'irregolarità, se di tipo procedurale, se di omissione, se ha comportato o meno danni di carattere economico.
Alla seconda domanda, e cioè se la Regione si è costituita parte civile, la mia risposta è stata: "No".
Alla domanda: "Vi riunirete per costituirvi?", ho risposto: "No, in ragione del fatto che gli elementi a nostra conoscenza non possono ancora determinare una decisione".
Per quanto scarsa sia la mia esperienza del Consiglio regionale, non è così indifferente e banale quella in altri livelli istituzionali da non consentirmi di sapere che non è l'Assessore che determina o meno la costituzione di parte civile, ma è determinazione che assume l'organo collegiale, una volta acquisiti i procedimenti, non la loro traduzione giornalistica, attraverso la valutazione di eventuali danni prodotti a livello istituzionale.
Quindi, di questo rispondo. Così come ritengo sia evidente che a chiunque, compreso il dott. Viale, accada di vedersi applicate, in una situazione di diritto quale è ancora il nostro Paese, tutte le misure di tutela fino all'ultimo grado di procedimento, a tutte le persone - per carità, non faccio riferimenti specifici - vengono riservate nel momento in cui viene loro contestato un reato.
Quindi, quanto richiesto dai colleghi, in ordine ad un'autonoma decisione dell'Assessore che impegnerebbe la Giunta, non solo è infondata ma non sarebbe nemmeno praticabile. E, per quanto risulti ai Consiglieri inadeguata o insufficiente nelle capacità, non sono così impreparata da non conoscere il ruolo che si può esercitare in queste situazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, si interviene sulle comunicazioni o sull'ordine dei lavori?



PRESIDENTE

Avete chiesto delle comunicazioni, pertanto non ritengo opportuno aprire un dibattito, li considererei interventi sulle comunicazioni.



ROSSI Oreste

Perfetto! Assessore, non ha risposto alla mia domanda principale. Io le ho sollevato una obiezione ben più grave, che riguarda le dichiarazioni del dottor Viale virgolettate, circa il fatto che non vengono indicati i permessi nella cartella delle dimissioni non solo da parte sua, ma quando dichiara: "Posso chiamare a testimoniare i colleghi dei sette ospedali in cui ho lavorato: nessuno indica i permessi, neppure qui al Sant'Anna".
Assessore, non ho rivolto accuse nei suoi confronti, perché immagino che lei non lo potesse sapere, come non lo poteva sapere il sottoscritto le ho chiesto cosa intende fare! Non l'ho insultata, le ho chiesto cosa intende fare! Se è vero, occorre intervenire. Se non è vero, occorre smentire. Lei non ha risposto: "Faremo un'indagine, farò dei controlli facciamo una Commissione d'inchiesta, vado a vedere, verifico". Non ha risposto a niente, Assessore! Quindi, per quanto mi riguarda, non mi ha risposto e il fatto grave è questo, se è vero che nei nostri ospedali in Piemonte non vengono segnalati fatti come le dimissioni e i permessi (temporanee dimissioni o permessi per non stare in ospedale) nei ruolini.
Questo è già un atto illegale. Non so se il fatto di non segnalare che la persona non è in ospedale, se a questa dovesse succedere qualcosa, sia regolare o meno, perché se la persona "X" risulta essere in ospedale quando, in realtà, è a danzare in teatro c'è qualcosa che non funziona. Non solo, se questo comporta anche una spesa per la Regione, c'è anche il dolo.
chiaro che se la Regione paga il giorno di ricovero per la persona che non è in ospedale c'è anche il dolo.
Qui, innanzitutto, si dichiara l'autoaccusa che lui effettivamente non lo segnalava, ma dichiara che non veniva fatto e non viene fatto né al Sant'Anna né in sette altri ospedali! Quindi, Assessore, lei mi doveva rispondere: "Non ne sapevo niente faremo i controlli", invece non mi ha risposto!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, in riferimento alle ultime parole espresse dal collega Rossi, abbiamo discusso in Commissione se le ASL siano o meno direttamente dipendenti dalla Regione e, addirittura, si sta discutendo se svolgere o meno le audizioni dei Direttori generali in riferimento alla loro autonomia e a quale grado questa appartenga.
chiaro che le dichiarazioni dei dirigenti - ovviamente, i primari e gli aiuti sono dirigenti del Servizio Sanitario Regionale - interessano la responsabilità politica della Giunta regionale e dell'Assessore, anche se ovviamente, le parole dette dal collega Rossi sono chiarissime e presuppongono una ulteriore messa a punto da parte dell'Assessore.
Invece, per quanto riguarda la questione della costituzione di parte civile, ne prendo atto. Anch'io credo si debba esaminare caso per caso.
Personalmente, ho sempre pensato che non ci si possa costituire in modo automatico e acritico, a fronte di ogni procedimento. Forse mi aveva sorpreso il reportage giornalistico che tralasciava il ragionamento che ci ha fatto qui l'Assessore, che, in sostanza, dice di non avere le carte cioè dice di avere lo stato degli atti, ma che non ci sono i presupposti per una decisione definitiva da parte della Giunta, anche perché - non so si aspetta l'eventuale rinvio a giudizio.
Sotto questo profilo, Assessore, è diversa la questione. Altra cosa è assicurare che in questo caso, comunque, non ci si costituisce.
Il titolo poteva essere anche frainteso e anche un po' il testo.
Ovviamente, i giornalisti fanno il loro mestiere e non a caso, a volte, i comunicati vengono fatti per iscritto proprio per essere più precisi e non essere fraintesi in materie delicate come quelle che lei tratta quotidianamente.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Grazie, colleghi. Resta inteso che le questioni sollevate dai colleghi che hanno assolutamente rilevanza, alle quali non è stata data una risposta di merito, potranno essere oggetto di ulteriore approfondimento nella Conferenza dei Capigruppo di domani, perché dovranno essere trattate e occorrerà individuare in tale sede, come è avvenuto per la comunicazione sulla ThyssenKrupp, i tempi, i modi e le forme.
Desidero informare che le comunicazioni rese sulla ThyssenKrupp fanno sì che siano state ottemperate le risposte alle interrogazioni n. 1465 1467 e 1970, che, pertanto, sono considerate risposte evase.
La parola al Consigliere Rossi, sull'ordine dei lavori.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, devo farle un piccolo richiamo, ovviamente in modo amichevole.
Dati i rapporti che intercorrono tra lei e i Gruppi consiliari presenti in Consiglio, mi aspettavo, questa mattina, un suo atto di solidarietà nei confronti della Lega Nord.
Le ricordo alcuni (tre) semplici fatti occorsi negli ultimi giorni, che hanno visto come obiettivo di atti intimidatori al movimento della Lega Nord.
Comincio da domenica mattina, quando un gruppo di anarchici e giovani dei Centri Sociali ha assaltato persone, anche anziane, che stavano prendendo il pullman, organizzato dalla Lega Nord, a Torino, per andare a manifestare a Malpensa. Sono dovute intervenire le Forze dell'Ordine, tre agenti sono rimasti feriti e uno si è rotto un dito.
Domenica notte sono state scritte sui muri frasi ingiuriose e di minaccia nei confronti della Lega Nord.
Ieri pomeriggio, verso le ore 17.00, addirittura, due giovani incappucciati, più un terzo giovane che è rimasto fuori, sono entrati nella sede della Lega Nord di San Salvario, hanno lanciato addosso ad un anziano volontario ed a suo amico presente una latta contenente sostanze oleose per poi allontanarsi. Questo, ripeto, in pieno giorno.
Credo che tre atti di questo tipo, verificatisi in due giorni e mezzo meritino due parole di solidarietà, affinché questi fatti non succedano più.
chiaro che per un po' si sopporta, ma, quando i limiti di sopportazione vengono superati, si reagisce e si potrebbe arrivare ad un periodo spiacevole, specie in campagna elettorale. Presidente mi aspettavo due parole di solidarietà nei confronti del movimento della Lega Nord, come è successo altre volte nei confronti di colleghi di altri Gruppi (mi riferisco al collega Roberto Placido).



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, mi dispiace, purtroppo non ero informato sui fatti riportati dai quotidiani di oggi, perché questa mattina ero impegnato in attività istituzionali e, a causa di motivi di salute, non sono al corrente dei fatti accaduti la settimana passata.
Mi dispiace non averlo fatto spontaneamente, ma ho mancato soltanto per una disinformazione. Esprimo profondo dispiacere per quanto è avvenuto; è un fatto che considero assolutamente grave.
Ovviamente, abbiamo sempre avuto, in Consiglio - e riteniamo che questo principio debba essere applicato su tutto il territorio nazionale e, a maggior ragione, sul nostro territorio - il rispetto di tutte le posizioni politiche e la tolleranza di tutti coloro che vogliono esprimere posizioni politiche, qualsiasi esse siano.
Quello che è successo nei confronti dei militanti della Lega Nord e delle strutture utilizzate dal suo partito, è una cosa assolutamente fuori da ogni logica del vivere civile e denota un'intolleranza becera soprattutto una grande stupidità da parte di coloro hanno agito.
Ritengo, pertanto, di poter esprimere, non solo la mia personale solidarietà, ma la solidarietà di tutti i colleghi al movimento politico della Lega Nord e ai militanti che sono stati oggetto di questi attacchi.
Sarà compito di tutti noi, che abbiamo la responsabilità istituzionale di vigilare affinché atti simili non si compiano in una campagna elettorale che ci auguriamo possa avvenire anche con una franca dialettica, ma nel rispetto delle persone, delle posizioni e soprattutto della sicurezza di ciascuno.
In questa città c'è una grande tradizione di tolleranza e democrazia e penso sia interesse di tutti, in questo Consiglio, che il clima non peggiori, anzi che si mantenga in Piemonte la tradizione di civiltà che ha portato anche a confronti molto forti, in certe fasi della storia di questa Regione, ma sempre nel rispetto dell'Istituzione, delle regole e delle controparti politiche.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Discussione congiunta sugli ordini del giorno n. 889 dei Consiglieri Rostagno, Ferraris, Guida, Motta, Rabino, Dutto, Rossi, Bizjak e Comella inerente a "Riforma organizzativa della rete territoriale approvata dal Consiglio superiore della Banca d'Italia", e n. 731 dei Consiglieri Rossi Dutto e Novero, inerente a "Chiusura sedi della Banca d'Italia"


PRESIDENTE

Procediamo con la discussione congiunta degli ordini del giorno n. 889 e 731, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Si tratta di ordini del giorno inerenti alla riorganizzazione della rete territoriale della Banca d'Italia.
I primi firmatari desiderano illustrarli? La parola al Consigliere Ristagno, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 889.



ROSTAGNO Elio

Con una nota del settembre 2007, la Banca d'Italia ha comunicato che intende ridurre il numero delle sedi sull'intero suolo nazionale. Devo dire onestamente che dalle notizie di stampa che abbiamo avuto tutti modo di leggere, il concetto di suolo nazionale è molto articolato, perché le chiusure si concentrano in alcune aree in modo particolare, mentre in altre toccano appena le realtà esistenti.
Per quanto riguarda la nostra regione, ci troveremmo a perdere la sede di Cuneo, dove rimarrebbe soltanto la funzione di vigilanza, con tre persone, essendo presenti sul territorio ben 13 istituti bancari con sede sul posto (otto Banche di Credito Cooperativo, quattro Casse di Risparmio e una banca privata). Rimarrebbe questa funzione, dipendendo per direttamente da Torino. Verrebbero chiuse le sedi di Asti, di Alessandria e Vercelli, mentre rimarrebbe in essere Novara.
Un taglio drastico, che ci tocca sotto diversi aspetti.
Sicuramente i primi ad essere interessati sono i dipendenti; si parla di una novantina di dipendenti, dei quali quasi un terzo nella città di Cuneo, gli altri nelle altre sedi. È ovvio, queste persone non perderebbero il posto di lavoro, ma sarebbero assoggettate a trasferimenti o a condizioni di prepensionamento e quant'altro, che sicuramente sono di difficile accettazione.
Inoltre, per quanto riguarda i cittadini - e questo ci tocca in modo ancora più particolare, perché se il numero dei dipendenti può essere limitato, il servizio si rivolge all'universalità dei cittadini verrebbero meno alcuni servizi, dal cambio di banconote alle funzioni legate alla trasparenza e alla vigilanza.
Ho già parlato della sorveglianza sugli enti presenti sul territorio.
Pertanto, qualsiasi cittadino in possesso di una banconota difettosa e dovesse richiederne il cambio, dovrebbe richiederlo a Torino e non più nella propria Provincia di residenza.
A parte questo fatto, che non è così diffuso, quello che è importante è che i servizi di tesoreria sviluppati sul territorio e in una regione con un'infinità di Comuni come la nostra, di Comunità montane e di altri enti pubblici che si avvalgono dei servizi di tesoreria della Banca d'Italia avrebbero un rapporto meno diretto con l'utenza, essendo concentrati su Torino.
Inoltre, occorre far presente che anche il rapporto per le banche con la sede della Banca d'Italia riveste un'utilità significativa, che verrebbe meno.
Considerate tutte queste problematiche, si chiede di sensibilizzare il Consiglio Superiore della Banca d'Italia affinché possa provvedere a riconsiderare il piano in oggetto, per quanto riguarda il Piemonte, al fine di garantire un maggior numero di filiali rispetto a quelle previste oppure, in subordine, ad utilizzare la trasformazione delle più importanti filiali e succursali.
Questo comporterebbe comunque un risparmio, perché abbiamo tutti presenti le sedi della Banca d'Italia sparse sul territorio nazionale: sono tendenzialmente legate a un periodo storico superato ed hanno una rilevanza, dal punto di vista dei costi di mantenimento, molto significativa.
Se questo aspetto di rappresentanza e della presenza dello Stato sul territorio venisse ridimensionato, trasformando le sedi in succursali quindi non utilizzando più le sedi attuali, ma uffici qualsiasi nell'ambito delle strutture destinate alla Pubblica Amministrazione, si manterrebbe cosa importantissima - il servizio sul territorio e la possibilità occupazionale per coloro che oggi operano in queste sedi.
Mi auguro che il Consiglio intenda accettare questa proposta, quindi voti favorevolmente l'ordine del giorno che ho presentato insieme con altri colleghi delle varie Province interessate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 731.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Gli ordini del giorno che abbiamo presentato sono molto simili, pertanto possiamo anche arrivare alla stesura di un unico documento.
Ritengo che per tutti noi sia importante scongiurare, almeno in parte la nefasta ipotesi di chiusura di una serie di filiali della Banca d'Italia nel territorio piemontese, anche perché il Piemonte risulta essere tra le regioni più penalizzate. Infatti, si chiude il 50% delle strutture della Banca d'Italia e siamo, insieme all'Emilia Romagna, le due regioni più penalizzate.
Voglio ricordare che in Sicilia, su nove filiali, ne chiudono solo due (Enna e Siracusa), in Calabria ne vengono mantenute tre su tre esistenti in Puglia se ne chiude solo una, mentre in Campania viene chiusa solo la filiale di Benevento.
Occorre parlare anche della parte tecnica, perché dobbiamo capire che scelte sta facendo Banca d'Italia a livello nazionale e che ricadute possono esserci sul nostro territorio.
Innanzitutto, il 28 settembre 2007 il Consiglio Superiore della Banca d'Italia ha approvato il piano di riorganizzazione dell'Istituto presentato dal Direttorio. Tale progetto prevede la chiusura di 33 filiali e la rimodulazione di un numero variabile, da 30 a 40, di altre filiali.
Tale ultima rimodulazione è chiaramente un'ipotesi di ulteriore intervento di chiusura nel tempo. Tale intervento è ritenuto necessario per una serie di criteri sicuramente "fumosi", in base a cui le filiali avrebbero operatività minimale o media. Questo non risulta dai dati della maggior parte delle filiali che, invece, si intende chiudere.
Tra l'altro, bisogna ricordare quali sono i servizi che le filiali della Banca d'Italia forniscono gratuitamente all'utenza (e ribadisco gratuitamente): incassi e pagamenti per conto dello Stato (servizio di Tesoreria Provinciale dello Stato); Centrale dei Rischi, quindi la possibilità di accedere ai dati della Centrale riguardanti prestiti bancari concessi e informazioni circa eventuali crediti in "sofferenza"; Centrale di Allarme Interbancaria, quindi possibilità di accedere ai dati riguardanti gli assegni non pagati, smarriti o sottratti, nonché carte di credito o di debito bloccate per indebito utilizzo, smarrite o rubate controllo sull'andamento della circolazione monetaria; pagamento di vaglia cambiari emessi per rimborsi IRPEF e altre imposte; raccolta di esposti avverso gli operatori bancari, quindi, punto fondamentale per il cittadino contribuente, se ha problemi nei confronti del suo istituto bancario di riferimento, può essere tutelato, su richiesta, con esposto, proprio dalla Banca d'Italia. Tra l'altro, non dimentichiamo che fino al 2012 è l'unico istituto di credito che può ancora rimborsare le vecchie lire, sia banconote che monete.
Ci sono, poi, altri compiti che svolgono le filiali della Banca d'Italia: la fornitura di denaro contante e spendibile alle banche locali e il ritiro delle banconote logore; il monitoraggio dell'economia provinciale; la vigilanza creditizia delle banca e degli altri intermediari finanziari operanti nelle Province di competenza per i profili di stabilità del sistema; sempre a tutela del risparmiatore, la vigilanza con verifica sulla trasparenza delle condizioni nei contratti tra banca e clientela.
Cosa vuol dire? Vuol dire che le filiali della Banca d'Italia possono fare da garanti gratuitamente, senza alcun onere per il contribuente, quando il contribuente ritiene di essere danneggiato da eventuali contratti poco chiari. Quindi la vigilanza è indispensabile sul territorio, specie oggi che gli sportelli bancari si sono moltiplicati, che siamo aperti a banche estere e che siamo aperti anche a banche di dubbia solidità.
Appare quindi evidente che la chiusura delle filiali provinciali della Banca d'Italia determinerebbe gravi disagi all'utenza. Ad esempio, pensiamo a una banca che abbia sede in Alessandria: se dovesse chiudere la filiale della Banca d'Italia, per approvvigionarsi di contante, dovrebbe andare in un'altra filiale autorizzata, in questo caso a Torino. Cosa succederebbe? Che dovrebbe scegliere degli operatori per effettuare questo trasferimento significherebbe che dovrebbero esserci trasferimenti di denaro per percorrenze autostradali o stradali anche molto lunghe (da Torino ad Alessandria). Ora, trasferire da Alessandria ad Alessandria dei soldi ha un rischio, trasferire da Torino ad Alessandria camion carichi di denaro comporta sicuramente un altro rischio.
I servizi che oggi vengono dati gratuitamente, specie in tutela dell'utenza, potranno in futuro essere erogati da altri enti. Chiaramente se verranno erogati da altri enti che oggi non ci sono, questi potranno solo essere enti a pagamento, oppure l'utente, da Alessandria o da Cuneo dovrà andare a Torino per avere l'assistenza che gli verrebbe negata.
La legge sul risparmio, all'articolo 29, prevede, tra l'altro, un ruolo centrale della Banca d'Italia nell'istituzione e nella gestione delle procedure extragiudiziali per la risoluzione delle controversie tra gli intermediari finanziari e i loro clienti. Quindi tutela del cliente con patrocinio gratuito della Banca d'Italia nelle controversie con l'intermediario finanziario. Anche questo è un servizio che non ci sarà più.
Il 9 agosto scorso, la Banca d'Italia ha sottoposto all'attenzione delle comunità finanziarie un documento di consultazione, preludio all'emanazione di una normativa che consenta lo sviluppo di un sistema di conciliazione delle controversie tra banche e clienti alternativo al canale giudiziario tradizionale. Quindi altro grande servizio, perché si tratterebbe di costituire un collegio arbitrale a cui le parti conferiscono autorità per dirimere le loro controversie (un pochino quello che oggi è il compito del CORECOM nelle controversie degli operatori di telefonia con l'utente, che è un servizio gratuito).
La Banca d'Italia assume su di sé una grande responsabilità.
Considerata la previsione che i costituendi organismi decidenti saranno composti da cinque membri, tre saranno espressione della Banca d'Italia che ne assumerà la Presidenza, i restanti due posti saranno uno per l'ABI e l'altro per un rappresentante delle associazioni dei consumatori. In sostanza, l'Autorità di vigilanza intende assumere una posizione di organismo decisorio sulle sorti del contenzioso in atto fra banche e clienti: una novità che sarebbe epocale per i nostri cittadini.
La Banca d'Italia, che attualmente dispone di una capillare struttura territoriale, può svolgere con efficacia tale gestione, in quanto la sua attuale collocazione garantisce un'agevole fruibilità del servizio da parte dell'utenza.
Lo stesso documento evidenzia che, al fine di fronteggiare un elevato numero potenziale di ricorsi, oltre che per favorire la prossimità geografica del sistema ai clienti, è rimessa alla Banca d'Italia la definizione di un'eventuale articolazione territoriale degli organi decidenti, in modo da garantire un'adeguata distribuzione sul territorio nazionale.
Non ultimo per importanza - anzi - è il problema dell'utilizzo del personale dipendente delle filiali e dei Nuclei Operativi dei Carabinieri legati all'attività delle filiali. Anche in questo caso trasferimenti prepensionamenti, mancanza di assunzione di nuove persone. Tutto l'insieme provocherebbe gravi danni sul nostro territorio.
Tuttavia - mi dia ragione, Presidente - il problema principale non è rappresentato dai 50-100 dipendenti, tra l'altro professionalmente capaci e che possono essere ricollocati in altre banche, ma il problema vero è l'assistenza all'utente, che verrebbe a mancare nel momento in cui dovessero chiudere queste filiali, perché l'utente non avrà più il Garante in caso di controversie con l'operatore finanziario o con la banca sui contratti o sui maltrattamenti che potrebbe subire. Oggi ce l'ha ed è completamente gratuita. Se chiudono queste sedi, lo stesso servizio lo potrà avere solo recandosi a Torino, e le assicuro che non sarebbe più un servizio, ma un disservizio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Ci troviamo di fronte ad una questione che pu essere vista circoscrivendo l'attenzione solo all'ambiente della Banca d'Italia oppure, più in generale, può essere iscritta in quelle che sono le questioni della presenza dell'organizzazione dello Stato, ancorché con enti autonomi e amministrazioni autonome, sul territorio nazionale. E allora è chiaro che alcune considerazioni che sono state svolte prima dai colleghi che io non voglio assolutamente ripetere, sono perfettamente legittime e devono comunque essere portate avanti da parte della nostra Giunta regionale e della Presidente della Regione nei confronti degli alti livelli decisionali.
chiaro che vi è una fortissima autonomia della Banca d'Italia, così come vi è un sistema finanziario e anche governativo a cui fare riferimento per avere delle indicazioni che possano in qualche modo far riesaminare la questione. Che poi, in ultima analisi, è il riesame che stiamo chiedendo di una decisione che spoglierebbe il Piemonte di presenze importanti, in una regione - è già stato detto - molto vasta dal punto di vista territoriale con tantissimi Comuni.
Credo che si potrebbero ipotizzare - lo facciamo anche noi come Regione delle aree sovrazonali, per esempio i famosi quadranti, dove avere almeno in termini di accessibilità, una presenza della filiale della Banca d'Italia.
stata posta anche - giustamente - la questione della vigilanza non solo sugli istituti di credito, ma anche sugli intermediari finanziari.
L'intermediazione finanziaria è un'attività che ha visto la proliferazione di tantissimi soggetti, e in molti casi si sono determinate situazioni che hanno destato e destano ancora un profondo allarme, talvolta proprio per la proliferazione stessa o la disinvoltura nell'operare. Ovviamente, tutto ci si inserisce in una globalizzazione del mercato finanziario, che ha fatto già una serie anche di "morti e feriti" in termini di risultati diversi diametralmente opposti rispetto a quelle che erano le promesse o le premesse di determinati investimenti conseguenti a raccolte effettuate da questi intermediari finanziari. Quindi, semmai bisogna rafforzare la vigilanza.
Indubbiamente, bisogna cambiare la concezione che potevamo avere una volta della Banca d'Italia, però nessuno di noi è contrario ad un'assoluta modernizzazione e riarticolazione degli strumenti e anche delle presenze.
In ogni caso, credo che una ritirata completa sul territorio regionale non possa avere assolutamente il nostro consenso. Semmai, se a livello dello Stato si deve intervenire per rivedere e alleggerire determinati apparati, è proprio negli apparati centrali ministeriali che ciò deve avvenire, non certo per la presenza dello Stato sul territorio, soprattutto per quelle attività delicatissime, come quelle finanziarie che, invece, a mio avviso, richiederebbero una ristrutturazione, ma non una scomparsa di determinate presenze.
Pur svolgendo il nostro dibattito nella disattenzione generale l'approvazione del documento farebbe sì che le figure più rappresentative della nostra Regione, quindi il Presidente della Giunta e il Presidente del Consiglio, si facciano carico di tentare un approccio in questa materia.
Personalmente - l'ho fatto in modo improprio - ho avuto occasione di parlarne con il dottor Palenzona, Vicedirettore di Unicredit. Occorre rendersi conto che ci troviamo in delle condizioni che, magari per quanto riguarda il rapporto tra vigilante e vigilato, possono essere viste in modo completamente diverso, ma come rappresentanti di un territorio abbiamo il dovere di esaminare.
indubbio che la tecnocrazia e l'efficientismo non mancheranno nella nuova gestione del Governatore della Banca d'Italia, Draghi, e del suo direttorio, ma tutto deve trovare il giusto equilibrio.
Non siamo disattenti, interessiamoci di queste problematiche, perch troppe volte nel nostro territorio, per disattenzione o per l'innato senso dello Stato che hanno i piemontesi, o che si dice che abbiano, si assecondano certe operazioni - qualcuno faceva il facile confronto tra il Piemonte e la Sicilia o altre Regioni - mentre da altre parti situazioni analoghe vengono affrontate in modo diverso.
Si toglie la filiale di Alessandria, ma, fino a prova contraria, la Cassa di Risparmio di Alessandria c'è ancora. Non c'è più la Cassa di Risparmio di Tortona, però a Tortona - è notizia di oggi - si sta costituendo la Banca di Credito Cooperativo, tanto per segnalare la vivacità finanziaria di un territorio.
La filiale della Banca d'Italia non esisterà più? Deve essere ridimensionata? Cambiamo sede, modernizziamoci, riduciamo il personale introduciamo la telematica, l'informatica e tutto quello che volete, ma non è possibile che il Piemonte sia sempre la regione da cui iniziare ad abolire qualche pezzo della presenza dello Stato sul territorio! Questo fatto deve richiamare la nostra attenzione! Dobbiamo approfondire le questioni e la Regione deve avere un ruolo determinante, per evitare che sul nostro territorio, con facilità, vengano portate avanti operazioni che magari da altre parti non avvengono in questo modo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



PRESIDENTE

Ricordo che la chiusura dei nostri lavori era fissata alle ore 13, per avere la possibilità di iniziare puntualmente, alle 14, la Commissione Consultiva per le Nomine.
Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Non aggiungo nulla alle considerazioni dei Consiglieri che sono intervenuti. Ho firmato l'ordine del giorno, quindi ne condivido totalmente le istanze.
Voglio solo ricordare che in data 16 gennaio 2007, più di un anno fa ho presentato un'interrogazione sull'argomento, chiedendo alla Giunta un intervento presso la Banca d'Italia, o presso il Governo, per sapere cosa stava accadendo.
Non vorrei che fosse troppo tardi, pertanto esorto una risposta - ma ho già visto che la Presidente ha chiesto di intervenire - per sapere cosa è stato fatto e cosa si può ancora fare.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Ritengo che non si possano mantenere in piedi strutture che non hanno più significato economico e funzionale.
Qualcuno prima ricordava la vivacità di banche locali che stanno nascendo, ma la Banca d'Italia non fa sportello, fa tesoreria e, sempre di più, una tesoreria viaggia su base informatica. Queste sono le probabili ragioni di una ristrutturazione che non può non avvenire, perché la Finanziaria pone anche a carico della Banca d'Italia la necessità di ridurre i costi di gestione da tanti punti di vista, compresi quelli della remunerazione del personale a tutti i livelli.
Sono disponibile a fare una verifica rispetto alla questione che sollecitavano il Consigliere Cavallera ed altri, cioè che la ristrutturazione non sia punitiva nei confronti del Piemonte, che non si chiudano banche solo in Piemonte e, magari a seguito di pressioni, non in altre parti d'Italia.
sicuramente un dovere della Banca d'Italia operare una razionalizzazione, in base alle funzioni effettive che deve svolgere e all'evoluzione tecnologica, purché sia fatta in modo equanime in tutto il Paese.
In questi termini sono disponibile ad interessarmene e a riferire sul risultato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Avendo presentato l'interrogazione, voglio esprimermi sulla soddisfazione o meno della risposta della Presidente, che considero un po' tardiva.
Mi sembra di capire che alla Presidente - coerentemente con quello che pensa, perché ha sempre detto di essere favorevole alla razionalizzazione del sistema pubblico e che, al di là degli uffici, devono essere preservati i servizi - interessa poco che chiudano alcune sedi della Banca d'Italia se la razionalizzazione mantiene inalterati i servizi.
Non posso che considerarmi insoddisfatto, perché ritengo che il Piemonte, se continuerà su questa strada, perderà sempre di più il proprio peso, la propria autorevolezza e la propria importanza, anche nell'ambito dei servizi territoriali.
Spesso vogliamo essere i primi della classe, ma finiremo con l'essere considerati gli ultimi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 731, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha annunciato, nel corso di una riunione con il sindacato del personale dell'istituto, l'intenzione di chiudere ben 75 delle attuali 99 filiali questa ipotesi ha destato una reazione estremamente negativa da parte dei sindacati interni, e di conseguenza ora la ristrutturazione sembrerebbe limitata alla chiusura di 20-30 sedi in tutta Italia considerato che da una nota del sindacato, al momento, nell'elenco delle filiali che potrebbero essere assoggettate a chiusura risultano esserci le sedi nei capoluoghi di provincia di Alessandria, Asti, Novara e Vercelli in Piemonte la Banca d'Italia è presente con sei filiali, nelle Province "storiche" (Torino, Alessandria, Asti, Cuneo, Novara e Vercelli), che garantiscono anche il servizio per le nuove Province, rispettivamente del Verbano-Cusio-Ossola e di Biella ritenuto che il Piemonte risulta già penalizzato, dal momento che le nuove Province non hanno ottenuto l'istituzione della rispettiva filiale, per cui sarebbe inopportuno procedere a chiusure di sedi provinciali in questa Regione le sedi periferiche della Banca d'Italia possono contare su personale di elevata professionalità, e rappresentano il tramite più immediato dell'istituto con gli enti pubblici, il sistema bancario e il tessuto economico locale tutto ciò premesso impegna la Presidente e la Giunta regionale a verificare presso il Governo il piano di ristrutturazione presentato dalla Banca d'Italia, e in particolare delle misure relative alla chiusura delle sedi periferiche ad attivarsi, presso tutte le sedi, circa la salvaguardia delle filiali della Banca d'Italia presenti sul territorio piemontese".
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 889, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la riforma organizzativa della rete territoriale approvata dal Consiglio Superiore della Banca d'Italia, che prevede per il Piemonte soluzioni particolarmente penalizzanti al confronto di altre regioni e precisamente, la chiusura delle filiali di Alessandria, Asti e Vercelli e la riduzione alla semplice funzione di unità di vigilanza, gerarchicamente dipendente dalla sede del capoluogo regionale, per la filiale di Cuneo considerato il frazionamento territoriale della nostra Regione, le difficoltà di collegamento per molte aree con Torino e Novara, uniche sedi che rimarrebbero aperte, l'utilità dei servizi di tesoreria e l'importanza delle attività di sorveglianza e di vigilanza, anche in relazione all'elevato numero di sportelli bancari ed, in particolare, alla presenza di enti quali casse di risparmio, banche di credito ed istituti privati rilevato il disagio che subirebbero i dipendenti delle filiali piemontesi in conseguenza del processo di riorganizzazione invita il Consiglio Superiore della Banca d'Italia a riconsiderare il piano in oggetto per quanto riguarda la Regione Piemonte, al fine di garantire il mantenimento di un maggior numero di filiali rispetto a quanto previsto oppure, in subordine, ad ipotizzare la trasformazione delle più importanti filiali in succursali".
Il Consiglio approva.
Ricordo che la Commissione Consulti va per le Nomine era convocata alle ore 14. Alla luce del proseguimento dei lavori, propongo di spostarne la convocazione alle ore 14.15.
La seduta pomeridiana del Consiglio regionale è convocata alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.06)



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