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Dettaglio seduta n.292 del 05/02/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 15.04 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Dalmasso e Robotti.



PRESIDENTE

Colleghi - non l'ho fatto in apertura di seduta antimeridiana e me ne scuso - volevo comunicare che ho espresso alla Presidente Bresso i sentimenti di solidarietà del Consiglio e la partecipazione di tutti i colleghi al lutto che l'ha colpita con la morte della mamma. La Presidente Bresso ha ricevuto attestati di solidarietà anche direttamente dai vari Consiglieri.
Oggi, non potrà essere presente, perché impegnata al Comitato delle Regioni presso il Parlamento Europeo, ma mi ha incaricato di esprimere i sentimenti di ringraziamento verso il Consiglio per la vicinanza che tutti i colleghi le hanno manifestato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento discussione congiunta ordini del giorno n. 165, inerente a "Attualità della Legge 194/1978", presentato dai Consiglieri Robotti Barassi, Dalmasso, Muliere, Motta Rostagno, Laus, Turigliatto, Moriconi Valloggia, Chieppa, Spinosa, Deambrogio, Ronzani, Ferraris, Placido Auddino, Pozzi, Clement, Travaglini, Cavallaro, Bellion, Bossuto, Bertetto e Boeti n. 730, inerente a "RU486, importazione e diffusione sul territorio nazionale", presentato dai Consiglieri Chieppa, Robotti, Moriconi, Barassi Clement, Spinosa e Dalmasso n. 901, inerente a "Attualizzazione dell'applicazione Legge 194" presentato dai Consiglieri Leo, Nastri e Cotto n. 933, inerente a "In merito alla legge 194/78", presentato dal Consigliere Ricca, Valloggia e Turigliatto n. 934, inerente a "Misure per sostenere la maternità responsabile" presentato dai Consiglieri Leo, Scanderebech, Botta, Nastri, Burzi, Rossi Ghiglia, Vignale, Cavallera, Picchetto Fratin, Dutto, Novero, Cotto Ferrero, Guida, Monteggia e Boniperti n. 936, inerente a "Piena applicazione della legge 22 maggio 1978, n. 194", presentato dai Consiglieri Cattaneo, Muliere, Bizjak, Pace, Pozzi Bellion, Auddino, Rostagno, Manolino, Lepri, Boeti, Travaglini, Reschigna e Ferraris mozione n. 937, inerente a "Mozione diritto alla vita", presentata dai Consiglieri Boniperti, Casoni, Botta, Ghiglia e Vignale


PRESIDENTE

Procediamo all'esame degli ordini del giorno di cui al punto 3) all'o.d.g.
In particolare, eravamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 936.
La votazione non era valida, quindi siamo tenuti a ripeterla.
Il numero legale è 29. È stato richiesto l'appello nominale.
Scusate, ci sono delle difficoltà tecniche a far partire la votazione.
Speriamo di riuscire a gestire il guasto tecnico, altrimenti procederemo alla chiamata per appello dei singoli Consiglieri.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 936.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 Consiglieri hanno votato Sì 22 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
Dichiaro la votazione non valida per mancanza del numero legale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, non esasperiamo la situazione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.40 riprende alle ore 16.11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il numero legale è 31.
La votazione precedente non era valida e, se non ci sono elementi di novità, siamo tenuti a riproporre la votazione.
Per cortesia, colleghi vi prego di avere un attimo d'ordine e prego anche i commessi di attivarsi in questo senso. Grazie.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, ci sono momenti in cui occorre anteporre il rispetto e la responsabilità nei confronti delle istituzioni e, in questo caso dell'Istituzione che noi rappresentiamo. Innanzitutto, ci rammarichiamo di questa presa di posizione assunta da parte di alcuni Gruppi del centrodestra e di alcuni Gruppi del centrosinistra, perché si possono non condividere, anche in modo aspro, le posizioni espresse da altri Gruppi consiliari.
Credo che il metodo di fare mancare il numero legale non sia un modo giusto e responsabile per esprimersi in quest'Aula. Quindi, non solo non condividiamo, ma prendiamo le distanze da questa modalità di espressione.
Non è nostro costume fare mancare il numero legale, non lo abbiamo fatto mancare in precedenza e non lo faremo mancare in futuro. Quando non saremo d'accordo su questioni che sono avanzate in quest'Aula lo esprimeremo in modo chiaro con l'astensione o con il voto contrario.
Quindi, prendiamo le distanze da questo metodo e, allo stesso tempo proprio perché siamo responsabili nei confronti del lavoro del Consiglio ritiriamo il nostro ordine del giorno, il n. 936, permettendo a questo Consiglio di andare oltre e di continuare il lavoro sull'o.d.g. previsto in Consiglio regionale.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Consigliere Muliere, prendo atto che l'ordine del giorno n. 936 è ritirato dal Gruppo del Partito Democratico.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di parlare il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Non è l'esito che avremmo auspicato, però, una volta di più, desidero darle atto, collega Muliere, di un gran senso di responsabilità e delle istituzioni.
Certo, la soluzione non schizofrenica - lo ripeto, tanto oggi il discorso è chiuso - avrebbe voluto che votassimo due ordini del giorno pressoché identici - noi dicevamo che era bianco e nero e voi che era nero e bianco - ma le complicanze all'interno della sinistra sono tali che non lo permettono; ne prendiamo atto, senza aggiungere alcuna polemica.
La soluzione, come l'altra volta, quando abbiamo votato qualcosa di utile, prevede di andare avanti e votare quello che è utile per il Consiglio.
Desidero esprimere - lo faccio di cuore e gratuitamente - un apprezzamento per la serietà e la dedizione con cui l'Assessore Artesio si dedica - non è la sola - con equilibrio alla sua materia. Quindi, auspico che il Consiglio, comunque, faccia tesoro di quanto detto.
Noi non abbiamo votato, ma gli ordini del giorno del PD, che non ha voluto votare quello delle associazioni, e il nostro contenevano elementi di suggerimento e di valutazione che la Giunta, con libertà e con la saggezza dell'Assessore Artesio, poteva anche cogliere, perché in questi ordini del giorno vi sono elementi comuni estremamente positivi, che potrebbero essere uno strumento di suggerimento al Consiglio.
Ho terminato, voglio ringraziare il Consigliere Muliere per avere aiutato lo svolgimento dei lavori - lo dico sinceramente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, dal momento in cui è pervenuta questa nuova direttiva da parte della maggioranza di questo Governo, viene spontaneo chiedere all'Assessore Artesio una precisazione per quello che ha detto in Aula, perché quanto avvenuto dimostra che ci sono posizioni politiche un po' contrastanti, che, in qualche modo, necessitano di chiarezza, che solo lei può fare come Assessore alla sanità.
Quindi, fare affermazioni del tutto gratuite relativamente ad un mio intervento, senza rispondere in modo serio e concreto a quello che è successo oggi, ci lascia un po' perplessi.
L'atto proveniente dal collega Muliere, quindi dalla maggioranza di questa maggioranza, dimostra che c'è buon senso, ma anche che ci sono dei problemi, che devono essere affrontati. La legge n. 194 deve essere attuata nel modo migliore e, soprattutto, noi dobbiamo dare, così come è successo oggi qui, Assessore....



PRESIDENTE

Per cortesia!



SCANDEREBECH Deodato

Quanto verificatosi oggi qui può avvenire nelle sale operatorie e nei luoghi laddove è in discussione il diritto alla vita di un neonato. Quindi per evitare equivoci...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, qual è la sua proposta? Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Dare delle direttive precise ai direttori delle ASL, degli ospedali...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, non me ne voglia, ma è un intervento sull'ordine dei lavori, poi andiamo sugli altri ordini del giorno.
Il Consigliere Segretario Ghiglia chiede di intervenire sull'ordine dei lavori in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, non mi associo ai ringraziamenti. Cioè, non è che ci dissociamo dai ringraziamenti velenosi dell'amabile collega Leo nei confronti del Capogruppo del PD, però, vedete, il problema, secondo noi, è un altro: oggi non c'è una maggioranza politica in questo Consiglio regionale!



(Commenti fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

C'è?



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



GHIGLIA Agostino

Non c'è, perché il partito di maggioranza...



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, il suo intervento è sull'ordine dei lavori.



GHIGLIA Agostino

Faccio come ha fatto il collega Leo, che ha ringraziato.



PRESIDENTE

No, infatti è stato richiamato.



GHIGLIA Agostino

Posso parlare tre minuti, come ha fatto il collega Leo, facendo finta anch'io di dire una cosa attinente o io sono l'unico, perché piccolo e nero, che, come al solito, lei vuole molestare. Me lo dica, mi molesta, io farò resistenza ghandiana. Mi faccia solo completare il ragionamento.



PRESIDENTE

Comunque, collega Ghiglia, non lo farei mai, rimetterei questo compito ai membri dell'Ufficio di Presidenza diversi da lei, in particolare, ci sono alcuni che lo farebbero volentieri.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Stavo dicendo che i colleghi possono ululare da curva sud fin che vogliono, ma, oggi, il partito di maggioranza relativa è stato costretto dalla sinistra estrema a ritirare l'ordine del giorno. Colleghi, il dato politico è questo! Fate tutti i boati che volete, è questo! Si alza uno che ha il coraggio di dire di no? Il numero legale sul vostro ordine del giorno non c'era questa mattina, non c'era oggi e non ci sarebbe stato questa sera! Quindi, oggi, qui, su questo tema, come su tanti altri, la maggioranza politica non c'è, ma non c'è anche perché chi manca? Manca il gran manovratore - la Presidente Bresso - che nei momenti politici importanti scappa sempre da un'altra parte, perché non si assume mai le responsabilità politiche sui temi che vanno a frizionare nella sua maggioranza.
Ora queste furbizie, Presidente e colleghi, le piccole furbizie di piccolo cabotaggio della Presidente Bresso, guardate che vengono notate.
Non si può fuggire all'infinito, perché, prima o poi, scappa scappa e qualcuno ti acchiappa! Non so se vi piace la rima, fatevela piacere, perché guardate che non si continua in eterno a fuggire dai problemi.
Secondo noi, oggi, si tratta dell'ennesima prova che qui non c'è una maggioranza ed è un enorme schiaffo politico al Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Esaminiamo la mozione n. 937, inerente a "Mozione diritto alla vita" presentata dai Consiglieri Boniperti, Casoni, Botta, Ghiglia e Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Il mio Gruppo è favorevole: quando si parla di diritto alla vita, penso che sia doveroso, indipendentemente dal colore politico di questa mozione.
Ribadisco ancora il concetto che stavo cercando di esprimere prima e insisto nel chiedere all'Assessore Artesio di riflettere sulle sue affermazioni di questa mattina. Lo chiedo in modo pacato, perché sono sempre tranquillo e non mi guasto la vita. Ma un'affermazione del genere...
Presidente, non chiederò niente all'Ufficio di Presidenza o a lei.
Però, in modo amichevole, domando all'Assessore di rivedere le affermazioni che questa mattina ha rivolto al sottoscritto.
Sono un sostenitore convinto del diritto alla vita, indipendentemente dall'appartenenza politica e ideologica, perché è di proprietà della collettività e non della singola persona.
Assessore Artesio, so che con il collega Leo si trova a suo agio purtroppo io sono di estrazione sociale diversa, quindi... Non posso cambiare: sono abbastanza trasparente, a volte forse un po' troppo ingenuo dal punto di vista politico, però dico quello che penso, soprattutto nelle cose in cui credo di più, perché fanno parte della mia tradizione, della mia storia, della mia cultura, e le difendo con tutta la forza e con tutto il sostegno politico.
Ritengo che oggi, in Regione Piemonte, non sia ben chiaro come deve essere applicata la legge 194, e non mi stancherò mai di dirlo. Ci vogliono, dunque, delle direttive chiare.
Oggi abbiamo avuto l'ennesima prova in Consiglio, indipendentemente dal fatto che l'estrema sinistra, il centro o il centrosinistra sia stato protagonista della giornata. A me non interessa. A me preme che lei assuma dei chiari provvedimenti, perché è un suo compito dare delle indicazioni chiare ai nostri ospedali e a tutte le nostre strutture che s'interessano della legge 194. Ne cito una per tutti: i consultori. Oggi, nei consultori (lo avevo già accennato nella scorsa seduta) sono presenti un ginecologo e un pediatra, ma manca quella figura che sostiene moralmente la donna. Ci sono dei soggetti professionali idonei, ma non a completamento dell'applicazione della legge 194, soprattutto negli articoli 2 e 6.
Anche all'interno delle nostre strutture sanitarie l'articolo 6 della legge 194 non viene applicato in modo coerente, così come si evince proprio in questi giorni da alcune osservazioni scientifiche di autorevoli Comitati, che hanno deciso che dalla 22° settimana in poi ogni intervento terapeutico dovrà essere ben valutato dal punto di vista scientifico, ma soprattutto ci dovrà essere l'obbligo di rianimare il nascituro, perché da quel momento in poi è una vita umana e, come tale, deve essere quindi rispettata.
Lei è libera di fare ciò che ritiene opportuno, Assessore. Non sto dicendo che lei deve obbligare i responsabili della sanità piemontese ad intervenire in un certo modo. Ma almeno si esprima, così potremo dare delle valutazioni politiche, in modo tale che io non sia costretto a fare delle analogie con quello che ho detto o che pensavo di fare questa mattina.
Non voglio offendere nessuno; voglio solo che la legge 194 in Regione Piemonte sia applicata in modo trasparente e coerente con lo spirito, ma soprattutto che il nascituro al di sopra delle 22 settimane sia rianimato senza accanimento terapeutico, perché è giusto che venga rispettato il diritto della persona: è una persona e come tale ha il diritto di essere salvaguardata e di poter vivere; è un diritto che appartiene alla singola persona e al Padreterno, che ce l'ha dato come il dono più bello della nostra vita. Grazie.



PRESIDENTE

Non vi sono ulteriori richieste di intervento.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 937, il cui testo recita: "Premesso che sono trascorsi trent'anni dall'entrata in vigore della legge 22 maggio 1978, n. 194, recante «Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza il dato temporale costituisce occasione per un bilancio sull'attuazione della predetta normativa nella relazione inviata nel mese di ottobre 2007 al Parlamento sull'attuazione della legge n. 194, il Ministro della salute ha presentato i dati preliminari per l'anno 2006 e i dati definitivi relativi all'anno 2005 sulla base dei dati disponibili, il valore assoluto di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) per il 2006 è risultato pari a 130.033 interventi, con un decremento del 2,1 per cento rispetto al 2005 (132.790 casi di IVG) e del 44,6 per cento rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all'IVG (234.801 casi) anche la stima dell'aborto clandestino per il 2005, non dissimile da quello degli ultimi anni, permette di ipotizzare una persistenza residuale dell'aborto clandestino intorno alle 20.000 unità prevalentemente (90 per cento) concentrato al sud come si legge nella relazione del Ministro della salute, «...La serie storica dei dati rilevati nel tempo dimostra che le IVG, dopo un massimo osservato a distanza di pochi anni dall'approvazione della legge, si sono ridotte in modo costante, anno dopo anno; considerando sia gli aborti notificati che quelli ancora clandestini, si può calcolare che al 2005 si registra una riduzione del 60 per cento rispetto al valore stimato prima dell'approvazione della legge 194/78 ed al valore massimo osservato nel 1982-83 ...
maggiore diffusione (o un più corretto uso) di metodi per la procreazione responsabile onde evitare il ricorso all'aborto, dall'altro - negli ultimi anni - risulta sempre basso il ricorso ai consultori familiari, indicando ciò una reale difficoltà della donna a farvi ricorso, sia per la non adeguata integrazione tra questo servizio e quelli presso cui viene effettuata l'IVG, sia - soprattutto al Sud - per la scarsa presenza del servizio sul territorio, per l'incompletezza della équipe consultoriale per il limitato numero di ore delle figure professionali che dovrebbero occuparsi di questo problema il professor Giovanni Berlinguer, che fu uno dei relatori alla Camera della legge, aveva scritto pochi giorni dopo l'entrata in vigore della legge che «... essa si propone (...): di azzerare gli aborti terapeutici di ridurre gli aborti spontanei; di assistere quelli clandestini. Si propone, inoltre, di favorire la procreazione cosciente, di aiutare la maternità, di tutelare la vita umana dal suo inizio il doveroso bilancio dell'effettivo conseguimento di tali scopi, alla stregua dei dati del Ministro della salute, è da considerarsi ancora oggettivamente fallimentare dal momento che: 1) ancora oggi il rapporto di abortività (numero delle IVG per ogni 1.000 nati vivi), sebbene con un decremento del 3,0 per cento rispetto al 2005 e del 38,3 per cento rispetto al 1982, è risultato pari a 234,7 per 1.000 nati vivi; 2) tutto ci conferma che la pratica abortiva è diffusa capillarmente e che proprio per questo non è riconducibile in modo esclusivo, e nemmeno prevalente, a situazioni eccezionali o a difficoltà insuperabili le attuali possibilità scientifiche e tecnologiche consentono di mantenere in vita bambini che nascono alla 23esima, 22esima e, addirittura 20esima settimana di gestazione è mancata del tutto nell'operatività della legge la fase della dissuasione, che pure era prevista allorché la gestante si rivolge al consultorio o ad una struttura socio-sanitaria, ovvero al proprio medico di fiducia. A tale proposito è sufficiente constatare che nel 1995 il 74,6 per cento degli aborti è stato effettuato dietro mera certificazione del medico di fiducia o del servizio ostetrico-ginecologico, il che vuol dire che la fase della «dissuasione» è pressoché inesistente essendo coincisa con il rilascio dell'attestazione di gravidanza, necessaria per sottoporsi all'intervento sull'andamento del fenomeno in Italia si deve tener conto di quanto le donne di nazionalità estera influiscano, in modo sempre più consistente sull'incidenza dell'IVG. Nel 2005, infatti, 37.973 interventi (29,6 per cento del totale) sono stati effettuati da donne con cittadinanza estera generalmente residenti o domiciliate nel nostro Paese. Si tratta di un fenomeno in continuo aumento (9.850 nel 1996, 11.978 nel 1997, 13.904 nel 1998, 18.915 nel 1999, Gruppo Consiliare Alleanza Nazionale 21.477 nel 2000, 25.316 nel 2001, 29.703 nel 2002, 33.097 nel 2003, 36.731 nel 2004 e 37.973 nel 2005) legato principalmente all'aumentata presenza sul territorio nazionale delle donne straniere, in seguito ai ben noti fenomeni migratori. Ciò, soprattutto in alcune regioni, può far risultare un maggior ricorso all'IVG in conseguenza della più alta presenza di immigrate in tali territori quanto sopra significa che il nostro Paese non è in alcun modo in grado di offrire alle gravidanze delle donne straniere «aiuto» diverso dall'aborto il Consiglio Regionale Impegna la Presidente della Giunta regionale a sottoporre nel territorio regionale a rigorosa verifica le modalità di esercizio da parte dei soggetti interessati (medici e operatori dei consultori) della fase della dissuasione dell'aborto, di cui all'articolo 4 della legge 194/78 ad adottare i provvedimenti necessari affinché la dissuasione non coincida con generiche esortazioni, ma si traduca nella concreta indicazione delle alternative all'aborto, con particolare riguardo alla risoluzione delle difficoltà delle gestanti a promuovere presso il Governo misure che abbassino a 150 giorni la scadenza temporale entro la quale praticare l'aborto cosiddetto terapeutico senza divieti. Una soglia che si deve essere pronti ad abbassare ulteriormente nel momento in cui le scoperte scientifiche dovessero permettere di farlo a promuovere presso il Ministro della Salute l'emanazione di una circolare che, tenuto conto del parere dei più insigni neonatologi, Gruppo Consiliare Alleanza Nazionale stabilisca un nuovo limite massimo dell'interruzione volontaria di gravidanza a scopi cosiddetti terapeutici in considerazione delle possibilità di vita autonoma extrauterina del feto al di sotto dell'attuale limite (fissato al 180° giorno di gestazione)".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato Sì 14 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Burzi di una comunicazione della Giunta regionale in merito alla questione del ventilato boicottaggio della XXI edizione della Fiera del Libro a causa della designazione d'Israele quale nazione ospite


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Stamattina, in apertura di seduta, come lei ricorderà, alcuni colleghi avevano sollecitato l'attenzione sua e di altri Consiglieri in merito al "Salone del libro", per il quale immagino siano stati presentati ordini del giorno e tutto ciò ad esso connesso, che fa spettacolo.
Mi domandavo (siccome non so come rispondermi lo domandavo a lei) se per caso l'Assessore Oliva, sentendosi in qualche modo coinvolto con queste vicende, anche solo marginalmente e certamente pro tempore, si sia sentito non dico in dovere (perché "dovere" è un termine eccessivo, sa tanto di destra!), ma di esercitare il suo diritto a dirci qualcosa su questo tema essendo l'Assessore competente in materia? Qualora ciò non fosse successo, non è che qualcuno dei colleghi, come noi usavamo fare, gli ha detto: "Guarda che stanno occupandosi di te; forse sarebbe bene che dicessi qualcosa, perché altrimenti gli altri si seccano se proprio non diciamo niente, visto che la vicenda non è totalmente inventata".
La domanda, quindi, è la seguente: l'Assessore Oliva si è fatto sentire? No. Qualche collega si è attivato nella sua direzione? No.
In assenza di tutto ciò, capitava addirittura che qualche Capogruppo della maggioranza (in senso numerico, perché che non sia più una maggioranza politica soltanto il compagno Ghiglia se ne accorge, ed è sempre un filino in ritardo su alcuni temi; ma ha detto, pur tardivamente una gran verità) segnalasse a qualche Assessore renitente: "Guarda che è bene che tu risponda".
Qualora a tutte queste domande corrispondessero dei "no", sappia che noi potremmo anche seccarci. Non sappiamo ancora come, ma troveremo certamente il modo di esprimere una seccatura che non ha nulla di personale, ma ha molto di politico, viste le polemiche attorno a ciò che sta succedendo nell'ambito del Comune, della Regione e della Provincia.
Noti che noi siamo opposizione e il nostro compito è quello di chiedere e controllare ciò che il Governo fa, non certo di suggerire né tanto meno di fare. Però se noi poniamo delle domande e nessuno ci risponde, ci sembra che i nostri diritti di base siano lesi. E questo, Presidente, non credo che possa consentirlo.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, per quanto concerne le osservazioni che lei ha posto, la Giunta regionale mi ha testé comunicato che l'Assessore Oliva in questo momento è in Turchia, quindi si trova nell'impossibilità di rispondere.
Penso, tuttavia, che le questioni poste, anche attraverso gli ordini del giorno presentati che ho provveduto a riscrivere in apertura della seduta antipomeridiana, non possano non essere affrontati dal Consiglio, il quale può bene discutere esercitando la sua funzione di indirizzo, anche in assenza dell'Assessore e dando indicazioni agli uffici della Giunta in una materia che tra l'altro, ha assunto un rilievo che travalica i confini di questa regione.
Infatti, sentendo prima i proponenti dei due ordini del giorno, è stata mia cura ipotizzare un'ipotesi di lavoro per la seduta antipomeridiana che consenta, in ogni caso, di arrivare ad esaminare i punti e, se possibile ad esprimere un chiaro orientamento del Consiglio in materia.
Quanto alla posizione personale della Presidenza del Consiglio rispetto alla questione sollecitata a latere con un atto formale da alcuni Consiglieri, ho già provveduto, a mezzo comunicati, ad esprimere un giudizio che ritengo di buon senso sulle polemiche sorte. Tuttavia, sarà mia cura, in termini formali, rispondere ai Consiglieri che mi hanno posto la questione, ossia di conoscere la posizione personale del Presidente del Consiglio sulla questione oggetto delle polemiche.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Centri intermodali

Esame disegno di legge n. 336, inerente a "Norme ed indirizzi per l'integrazione dei sistemi di trasporto e lo sviluppo della logistica regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 336, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Auddino.



AUDDINO Angelo, relatore

Consentitemi una premessa sul disegno di legge n. 336.
Negli ultimi anni e, in modo più marcato negli ultimi periodi della nostra vita economica, la logistica ha assunto un ruolo molto rilevante nella società e nell'economia, soprattutto nei Paesi più avanzati e più sviluppati come il nostro.
La logistica costituisce una branca importante dell'economia della produzione del trasporto, in quanto è una materia che si occupa dell'ordine e dell'organizzazione di tutti questi settori. La logistica segue, in modo intelligente, la nascita, lo sviluppo, la collocazione del prodotto fino al consumatore finale. Diremmo che segue la filiera di ogni prodotto e costituisce un insieme complesso di attività.
Pensiamo, per esempio, che a quest'ora nei supermercati si trovano latticini freschi quando solo questa mattina il latte si trovava ancora nella stalla dei produttori. È una materia complessa e la Regione Piemonte non può lasciare al caso lo sviluppo e la crescita di questo settore.
necessario che la Regione si doti di un quadro normativo di riferimento e fornisca degli indirizzi in una materia così importante della vita economica e sociale. Il disegno di legge n. 336, "Norme ed indirizzi per l'integrazione dei sistemi di trasporto e lo sviluppo di una logistica regionale", si muove in questo contesto.
Il decreto legge è stato presentato dall'Assessore Borioli il 5 ottobre 2006 al Consiglio e alla Commissione, successivamente è stato assegnato alla II Commissione e, in questa sede, è stato discusso, dibattuto e votato. Si sono effettuate le consultazioni che non sono state formali, è stato arricchito di un contributo fornito dai rappresentanti delle varie categorie e del mondo economico e sociale. A questo proposito, devo dire che tutta la Commissione si è impegnata, fondamentale è stato anche il ruolo del Presidente Rutallo e di tutti i Consiglieri che fanno parte della II Commissione.
Attualmente la materia, come i Consiglieri sapranno, a livello regionale, è regolata dalla legge n. 11/80, avente per oggetto "Provvedimenti a favore della realizzazione infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio fra i sistemi di trasporto".
Questa legge, voglio ricordare, ha dato dei buoni risultati. Pensiamo soltanto alla realizzazione del SITO di Orbassano, al CAT di Torino, tanto per citare alcuni esempi più vicino a noi.
Oggi la Regione, con questo disegno di legge, con la nuova legge che va ad approvare, ha l'ambizione di andare oltre alla realizzazione di infrastrutture. Vuole concorrere alla crescita socio-economica del territorio attraverso la programmazione di interventi volti a favorire l'integrazione di sistemi di trasporto e lo sviluppo di una logistica regionale. In sede di Commissione, Consiglieri, si è voluto inserire nella legge la precisazione che uno sviluppo socio-economico debba avvenire nel rispetto dei sistemi ambientali. Lo sviluppo non governato di questo settore potrebbe anche provocare distorsioni ambientali notevoli, e questo la legge lo vuole evitare.
La legge vuole far sì che gli interventi regionali, a favore della logistica e del settore, debbano privilegiare quelle attività che creano sul nostro territorio, in Piemonte, forme di lavoro qualificato e stabile.
Anche in questo caso si vuole dare un contributo a risolvere un problema attuale, come quello della precarietà del lavoro. Si vuole favorire il cosiddetto sviluppo sostenibile e, contemporaneamente, la buona occupazione. La legge riconosce il carattere strategico e prioritario alle infrastrutture di trasporto, alle piattaforme logistiche, alle infrastrutture regionali. Allo stesso tempo, vuole tener conto che la nostra regione ospita reti di comunicazioni, infrastrutture intermodali di rilevanza nazionale ed europea. La legge vuole valorizzare i settori della logistica, ma vuole anche grande attenzione, in particolare, al trasporto su ferro, cercando di disincentivare il trasporto su gomma.
Questo è un grande tema alla ribalta in molte discussioni che facciamo in Consiglio. Intende, quindi, evitare l'inquinamento atmosferico per la crescita smisurata del trasporto su gomma, sulla rete stradale ed autostradale del Piemonte. Ancora, si vuole togliere l'opportunità per incentivare la mobilità ecosostenibile nella nostra regione, incentivare i mezzi e gli esercizi a basso impatto ambientale. Attraverso questa legge la Regione vuole individuare un piano regionale della logistica che sarà successivamente portato avanti e sviluppato dall'Assessorato e dal Consiglio, la legge vuole definire operazioni strategiche tenendo conto della posizione, altrettanto importante e strategica, della nostra regione nella realtà del Nord Italia e dell'intera Unione Europea.
Il Piemonte può essere visto come regione marginale, ma può essere visto anche come cerniera per l'Unione Europea, perché si tratta anche degli indirizzi e delle politiche che noi facciamo, anche in questo settore, per cercare di risolvere la marginalità della nostra regione.
Noi vogliamo guardare con questa legge al futuro anche in una regione in cui si intersecheranno il Corridoio 5 e il Corridoio 24, le famose direttrici est-ovest, nord-sud nelle pianificazioni dei trasporti delle grandi reti dei trasporti dell'Unione Europea.
Quindi, il Piemonte è interessato in modo importante dai futuri grandi sviluppi nella circolazione delle merci e delle persone.
Noi guardiamo al futuro, che sarà anche l'occasione per superare - lo voglio ripetere - una posizione di marginalità e far diventare il Piemonte una cerniera tra l'Europa, l'Italia e il bacino del Mediterraneo. In questo ambito, signori Consiglieri, si colloca e si valorizza il Nodo logistico di Novara, che è l'incrocio del Corridoio 5 e del Corridoio 24; si inquadrano il Polo logistico di Alessandria, che è il vero retroporto di Genova, e il Polo logistico di Orbassano, che è legato alla Gronda nord di Torino e alla realizzazione di Corso Marche, ma, indipendentemente da quello che avverrà anche con l'attuazione della grande velocità (TAV), oggi, costituisce un grande nodo importante per il Piemonte, per tutta l'area del Nord Italia e direi anche europeo.
Poi ci sono altri Poli minori più distanti da Torino, come quello di Domodossola - lo dico per il collega...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



AUDDINO Angelo

Di minore grandezza.



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi.



AUDDINO Angelo

Chiedo scusa al collega Reschigna, intendevo dire di minore entità geografica, non di importanza, perché nella descrizione non sempre si pu precisare tutto.
Infine, la Regione viene chiamata a partecipare allo sviluppo e alla formazione della logistica piemontese attraverso la società SLALA, che vuole privilegiare il sistema ligure-piemontese nella logistica e nei trasporti, e la Finpiemonte Partecipazioni, nata da Finpiemonte S.p.A.
Quindi, si tratta di strumenti che consentono di partecipare direttamente come Regione all'attuazione del programma nella logistica, affinché la Regione stessa non sia spettatrice, non subisca, ma sia compartecipe nello sviluppo.
Colleghi Consiglieri - vado alla conclusione - importante è la norma che abroga, anche da un punto di vista normativo, sette leggi regionali che, di fatto, vengono superate o assorbite dalla nuova legge. L'impegno di spesa è di 13 milioni di euro complessivi per gli interventi riguardanti lo sviluppo che si intende portare avanti nel prossimo biennio.
Voglio ancora ringraziare il Presidente, l'Assessore, tutti i Gruppi consiliari che hanno lavorato in Commissione in modo importante e decisivo.
Questa, sicuramente, non è una legge cosiddetta di bandiera, di un Gruppo politico; mi auguro sia una legge di tutto il Piemonte, nell'interesse dei Piemontesi, in attesa anche di una pianificazione territoriale che potrà avvenire nel breve e medio termine. Comunque, già oggi questa legge costituisce un punto di riferimento per un settore così importante come ho detto in premessa.
Vi ringrazio per la vostra attenzione.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, come sempre, amo affrontare gli argomenti relativi alle proposte di legge o ai disegni di legge direttamente in Aula, proprio perché credo sia bene parlarne nel consesso più consono al Consiglio regionale: in primis, la Commissione e, in secondo luogo, l'Aula, ma è in quest'ultimo che le leggi, di fatto, vengono approvate in modo definitivo.
Dopo aver assistito questa mattina all'ennesima rottura di una maggioranza instabile e traballante, che ha portato ad una pessima figura politica di coloro che qui siedono, specie di una parte politica, ma non ha dato una bella immagine dell'intero Consiglio, si poteva, forse, trattare con più disponibilità; magari si sarebbe anche potuti arrivare ad un documento finale congiunto.
Bene, adesso ci risiamo. Questo disegno di legge, recante "Norme ed indirizzi per l'integrazione dei sistemi di trasporto e lo sviluppo della logistica regionale", dice chiaramente che la Regione Piemonte vuole intervenire relativamente ai nodi fondamentali del trasporto regionale interregionale e internazionale. Addirittura, si parla di infrastrutture intermodali a rilevanza sovraregionale; si parla di iniziative comuni anche di livello sovraregionale, di grandi infrastrutture di interesse nazionale ed europeo, per la costruzione di nuovi scenari di riferimento per l'area del Nord-Ovest d'Italia; del potenziamento del trasporto merci su rotaia al fine di diminuire il congestionamento stradale.
All'articolo 4 si parla in un'ottica di iniziative a scala sovraregionale favorite dalle condizioni geografiche quali, ad esempio, la vicinanza del sistema portuale ligure, si prevede la partecipazione della Regione ad enti od organismi preposti allo studio ed alla promozione delle infrastrutture indispensabili per la realizzazione di un sistema logistico interregionale. Si individua nella società Finpiemonte Partecipazioni costituita dalla scissione societaria Finpiemonte S.p.A., l'unico soggetto preposto all'attuazione della programmazione regionale nel settore logistico.
Bene, cari colleghi, in questi pochi punti che ho stralciato dalla relazione introduttiva al disegno di legge si evince chiaramente che questo disegno di legge è stato scritto da una Giunta inchiodata da un Consiglio regionale in cui la maggioranza si oppone alla famosa TAV e al famoso Terzo Valico.
Allora, la Giunta cosa ha pensato di fare? Un disegno di legge sulla programmazione del trasporto e lo sviluppo della logistica regionale, dove si parla di rapporti sovraregionali, in particolare con la Liguria e il porto ligure, quindi, leggasi Terzo Valico, di trasporto merci su rotaia favorendo il trasporto su rotaia - lo avete scritto. Si parla poi di asse europeo e internazionale, sempre trasporto su rotaia, non c'è dubbio che si parli della TAV, solo per bypassare quei Gruppi che, per mantenere le poltrone all'interno di questo Consiglio, fomentano i cittadini con manifestazioni anti-TAV e anti-Terzo Valico, impedendo, di fatto, la realizzazione di queste opere.
Con questo disegno di legge, di fatto, si esautora il Consiglio, rimane solo "sentita la Commissione", in modo che la Commissione non possa procedere a bloccare, e si dà mandato a Finpiemonte di intervenire quale soggetto unico per la realizzazione del tutto.
Quindi, vuol dire che i cari colleghi di Rifondazione Comunista Comunisti Italiani e Verdi, di fatto, sono stati messi in un angolo dicendogli: "Cari ragazzi, voi andate sul territorio a fomentare i cittadini, dite che siete contro la TAV, dite che siete contro il Terzo Valico, dite che siete contro le grandi opere che non sono da fare, per poi, votate questo documento, che esautora il potere decisionale del Consiglio regionale".
Se voi oggi voterete questo documento, sappiate che avrete le mani legate e sarete obbligati - perché la competenza sarà esclusiva di Finpiemonte - a realizzare quelle opere che voi avete promesso ai vostri elettori che non avreste mai lasciato realizzare e che ancora oggi ribadite alle masse da voi sobillate.
Cari colleghi della sinistra estrema, vi invito a votare contro questo provvedimento, perché, dopo, una volta votato, voi non potrete più bloccare la TAV, non potrete più bloccare il Terzo Valico.
Quindi, se siete coerenti, se siete onesti, se volete rispettare la parola che avete dato ai vostri elettori, se volete essere corretti di fronte a coloro che, addirittura, avete inviato di fronte alla Magistratura, facendogli fare manifestazioni anche violente, lo ribadisco mi ricordo che il caro collega Robotti era uno degli arieti da sfondamento questo disegno di legge non lo potete votare, perché nel momento in cui voi votate per questo disegno di legge, sappiate che votate a favore in modo definitivo della TAV e del Terzo Valico.
Io ne sono contento, perché sono a favore del trasporto su rotaia anziché su camion; sono assolutamente convinto della bontà della realizzazione di queste famose linee di raccordo con il Porto di Genova con la Francia, con il Corridoio 5.
Attenzione, sto solo dicendo quanto voi dovreste fare, perché voi non potete continuare a fare il Giano bifronte con due facce, una che si rivolge alla povera gente, per farla scendere in piazza con promesse elettorali, pre-elettorali e post-elettorali, e un'altra che vi porta a votare un documento (un disegno di legge) che vi esautora in modo totale dalle scelte future su questi argomenti.
Quindi, cari colleghi, se siete coerenti, questo disegno di legge voi non lo potete votare, però, nel momento in cui deciderete di votarlo, mi raccomando, abbiate almeno la coscienza e la coerenza di non sobillare le masse contro la realizzazione delle grandi opere, perché sareste doppiamente falsi. Questo per quanto riguarda il vostro comportamento, che mi auguro, almeno oggi, possa essere corretto.
Mi auguro che questo documento lo abbiate letto, perché così è: voi date mandato in bianco a Finpiemonte e alla Giunta, né le Commissioni né il Consiglio avranno alcun potere di interferire.
Per quanto ci riguarda...



(Commento del Consigliere Casoni)



ROSSI Oreste

E a SLALA, tra l'altro, per quanto riguarda il Terzo Valico e il Porto di Genova.
Per quanto ci riguarda, il Gruppo della Lega Nord, poi interverrà il collega Claudio Dutto - immagino in dichiarazione di voto - che si occupa dei trasporti, è chiaramente, non dico favorevole al documento, favorevole alla costruzione della TAV e alla costruzione del Terzo Valico, ci mancherebbe. Sono stati il Governo di centrodestra, con Berlusconi, e il Governo regionale di centrodestra, con Ghigo, ad avviare le procedure per realizzare queste grandi opere fondamentali per il Piemonte, opere che si sono arenate da quando Mercedes Bresso ha vinto, perché, pur essendosi dichiarata a favore, è rimasta bloccata dalla parte più sinistra della sua maggioranza, che in Consiglio bloccava le opere e sobillava i cittadini nelle vallate e nelle realtà territoriali, come nell'Alessandrino.
Questo documento, di fatto, dà plenipotenziarietà alla Giunta e, poi, a Finpiemonte per la realizzazione di queste opere. Sappiate, colleghi dell'estrema sinistra, che è l'ultima vostra occasione per fare quello che avete promesso ai vostri elettori, cioè bloccare la TAV e il Terzo Valico.
Mettetevi una mano sulla coscienza, fate una scelta, ma, dopo, fatemi la cortesia, se scegliete di votare questo disegno di legge, di non andate più a prendere in giro i cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, finalmente, abbiamo la possibilità di discutere un provvedimento più organico che regola la materia inerente alle infrastrutture della logistica e, in modo particolare, l'interazione tra le infrastrutture dei trasporti e quelle della logistica.
Era una sollecitazione che noi abbiamo sollevato nella discussione dei bilanci degli anni precedenti, soprattutto quando si parlava del bilancio dei trasporti e anche quando in questa sede abbiamo discusso della trasformazione di SLALA da società a fondazione. È chiaro che se avessimo solamente uno strumento, non inserendolo in un quadro organico di programmazione, di pianificazione e di procedure, veramente, ci troveremmo in una situazione molto scoordinata, che, poi, tutto sommato, per certi versi, è anche riconducibile alle scelte compiute in varie sedi.
Indubbiamente incidono le scelte dell'Unione Europea, del mondo economico e delle imprese, anche dei grandi gruppi che operano nei settori dei trasporti e della logistica. Indubbiamente incidono le scelte degli enti territoriali, a iniziare dalle Regioni, e in modo particolare le Regioni del cosiddetto "triangolo industriale" di buona memoria, che sono solidalmente interessate all'incrocio dei vari corridoi.
chiaro che i richiami fatti prima devono, in qualche modo, avere una qualche risposta. Anch'io sono curioso rispetto all'atteggiamento dei Gruppi della maggioranza, ma, soprattutto, occorrono parole precise e aggiornate da parte dell'Assessore, non rifugiandosi dietro al fatto che siamo in sede vacante per quanto riguarda il Governo. Momentaneamente è vacante la sedia della Presidente, ma la Giunta è bene in carica e non credo voglia autocollocarsi in cassa integrazione. Ci mancherebbe ancora proprio in questa fase deve dimostrare se è in grado di individuare chiaramente la direzione e le azioni che intende porre in essere sollecitando un Governo, che, comunque, è in carica per disbrigare gli affari urgenti, tra cui vi sono senz'altro le decisioni in ordine ai corridoi infrastrutturali, in modo particolare il collegamento con la Francia, come ben tutti sanno. È un argomento pesante, che, ovviamente potrà turbare gli equilibri della Giunta regionale del Piemonte, ma è giusto fare il punto della situazione e che ciascuno si esprima.
Personalmente, nella Provincia da cui provengo e nella quale sono stato eletto, per quanto riguarda la logistica e l'incrocio anche dei corridoi infrastrutturali, abbiamo visto realizzato molto, ma abbiamo visto anche molta retorica. Noi sappiamo che non si possono realizzare infrastrutture logistiche ovunque; occorre avere la capacità di individuare delle priorità e, comunque, realizzare dei potenziamenti e degli sviluppi sotto il profilo tecnologico, anche per poter costituire punti di richiamo per il sistema produttivo.
Noi sappiamo che, una volta prodotti i vari beni di consumo, ci si rivolge ai sistemi logistici per l'immagazzinamento e lo smistamento sui mercati nazionali, internazionali, europei ed extraeuropei; lo stesso avviene per quanto riguarda anche i semilavorati e le altre materie che servono nei processi produttivi. Però, dobbiamo stare attenti che il nostro territorio sia solamente appetibile per un'occupazione molto vasta, perch la logistica, se non adeguatamente qualificata, potrebbe diventare anche un insediamento a scarsa intensità di manodopera e, quindi, grande occupazione di territorio. Per esempio, rispetto al Polo tortonese, ho vissuto la vicenda di Rivalta Scrivia: solo dopo decenni si stanno consolidando realtà caratterizzate da un valore aggiunto delle lavorazioni veramente significativo e idoneo a produrre effetti.
Ovviamente, occorre guardare ai grandi corridoi infrastrutturali e come sta avvenendo adesso con le più recenti intese, anche ai nodi ferroviari importanti e ai sistemi di smistamento. Mi riferisco ad Orbassano, così come anche allo scalo merci di Alessandria. Si tratta di infrastrutture che sono costate centinaia e centinaia di miliardi di vecchie lire o centinaia di milioni di euro, se non un miliardo di euro che hanno decine di binari appaiati per lo smistamento automatico e la predisposizione dei vari treni merci, secondo le varie articolazioni, con aree circostanti che sono disponibili per le lavorazioni, i famosi district park o altre attività. Invochiamo quindi una grande cautela per quanto riguarda l'individuazione di nuove aree. Giustamente, il disegno di legge alla fine, prevede che si comincino a valorizzare i punti che già sono compromessi in senso buono, cioè quelli interessati dalle esistenze. Sotto questo profilo, ovviamente, andremo ad analizzare nella discussione di merito i vari articoli.
Due parole in merito alla questione di SLALA. Ovviamente la sigla dice tanto e dice poco: era nata come una società alessandrina, poi ha subito una forte mutazione genetica e oggi è una società dell'arco nord-ovest. Per dribblare o per bypassare le ultime normative, è stata trasformata in una fondazione, che, come voi sapete, ha 24 componenti nel Consiglio di Amministrazione, elevabili per cooptazione a 40.
A questo punto, come avevo già fatto presente non so se in questa o in altre sedi (ovviamente intervengo anche nei banchi del Consiglio provinciale di Alessandria), sarebbe opportuno mettersi d'accordo: se serve una Conferenza dei Servizi per mettere insieme i vari Enti (Province e Regioni) di Piemonte, Liguria e Lombardia, ben venga un tavolo ampio perché servono anche i momenti di concertazione. E noi sappiamo quanto sia importante, visti i poteri che hanno le Regioni, un corretto rapporto tra le Regioni confinanti, tanto più vista la nostra ubicazione sul corridoio est-ovest e nord-sud, che poi, come sappiamo, interessa Novara e Alessandria in modo particolare. Bisogna cercare di riempire di contenuti la sigla di SLALA.
stato risolto il problema degli emolumenti, sottolineando che gli amministratori di SLALA rinunciano agli stessi, salvo forse i rimborsi (ma non è quello il problema).
Mi ero domandato, inoltre, come mai SLALA si poteva riunire anche a Roma e qualcuno mi ha risposto che il Presidente, il dottor Palenzona talvolta ha difficoltà ad essere presente nel nord-ovest e allora le riunioni si possono fare anche in sede centrale. Diciamo che va tutto bene se sono chiarite - e io chiedo in una parola aggiuntiva all'Assessore in tal senso - le finalità effettive che si vogliono attribuire a questa fondazione (perché la società nel frattempo è diventata fondazione), in modo che possiamo capire bene cosa andiamo a votare.
Concludo dicendo che abbiamo presentato una serie di emendamenti. Dico subito che sono emendamenti di specificazione, di precisazione e di approfondimento, che abbiamo in qualche modo dedotto o definito dialogando anche con qualche Comune che localmente è interessato alla logistica.
Comunque, emendamento per emendamento, sentiremo sia la nostra illustrazione, ma soprattutto il parere dell'Assessore.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, ho sentito venire anche dai banchi dell'opposizione parole di sfida ad intervenire per chiarificare la nostra posizione su questa legge.
L'Assessore sa che abbiamo lavorato molto, come sinistra, per questo provvedimento, perché sul tema della logistica (entrerò dopo nello specifico) crediamo che vadano fatti dei ragionamenti complessivi, che non sono neppure tutti racchiudibili nel testo che oggi ci apprestiamo a valutare e poi a votare.
Vorrei subito rispondere alle osservazioni che venivano dai banchi dell'opposizione, in modo particolare dal Consigliere Rossi. Noi crediamo che in questa legge siano ribadite alcune esigenze di collegamento internazionale o intraregionale che non solo non smentiamo ora, ma che non abbiamo mai smentito. Sfido chiunque a ricercare dichiarazioni provenienti da esponenti del mio partito, e, più in generale, dalla sinistra, che dicessero che i collegamenti internazionali, anche quelli più incriminati (penso al collegamento verso la Francia, ma anche, per passare all'ambito nazionale, al collegamento verso la Liguria) non dovessero o non potessero essere perseguiti.
Cosa diversa è pensare che questi collegamenti possano avere un'interpretazione univoca dal punto di vista della tecnologia dell'ingegneristica e dell'approccio più tecnico in generale, quindi con un progetto, tanto per stare alla famigerata Val di Susa, che preveda un buco in galleria di 53 chilometri. Su questo non solo abbiamo avuto una posizione di un certo tipo, ma l'abbiamo mantenuta nel tempo e - mi spiace collega Rossi - la manteniamo anche oggi. Per noi, quel collegamento con un simile approccio sarebbe sbagliato, per la modalità con cui viene realizzato. Su questo credo di essere stato abbastanza chiaro e, in qualche modo, anche attinente a quelle che sono sempre state le posizioni chiare anche in passato.
Su questo testo di legge abbiamo lavorato non poco durante l'iter di costruzione, perché pensiamo che parlare di logistica in Piemonte (come in altre Regioni) significhi mettere mano ad un processo che ha persino degli aspetti di incontrollabilità.
Di logistica oramai si parla un po' dappertutto: non c'è un amministratore comunale in questa Regione che non abbia a disposizione un piccolo appezzamento di terreno nel proprio Comune che non ambisca a dire: "Lì ci facciamo un pezzo di logistica".
Noi pensiamo che questo approccio sia sbagliato, e che occorra riorientare la cultura politica e tecnica che affronta questo tipo di problemi. Potremmo dilungarci a lungo per descrivere ciò che, in generale può generare un approccio smodato o comunque non critico alla logistica.
Noi abbiamo sempre sostenuto - e continuiamo a farlo - che è giusto valorizzare il più possibile le "reti corte". Ho di fronte a me, oltre all'Assessore Borioli, anche l'Assessore all'agricoltura Taricco: lo stiamo facendo un po' in tutti i settori, perché dobbiamo capire, in un mondo che è sempre più in difficoltà per l'uso dell'energia e del territorio, come governare questi fenomeni internazionali e mondiali, che non si possono semplicemente bloccare con un "alto là" gridato in mezzo alla piazza, ma che vanno affrontati proprio per capire come ridirezionare il più possibile la costruzione, la progettazione delle merci e l'utilizzo del territorio su una dimensione che definiamo, appunto, della "rete corta".
Noi pensiamo che oggi sia assolutamente necessario avere questo approccio per poter salvaguardare non solo il nostro territorio piemontese ma proviamo a fare un ragionamento un pochino più ambizioso - ma anche tutto il nostro Paese, e tutto il Nord Italia che, dal punto di vista delle infrastrutture, sta scoppiando.
Se qualcuno di voi ha avuto la possibilità di stare in Veneto, avrà certamente rilevato che la disoccupazione si aggira all'1.7%, ma c'è un inquinamento pazzesco, con strade ovunque: non si vive più.
Noi abbiamo approcciato questa legge sapendo che intanto abbiamo quello come orizzonte generale, cioè un tema che può essere anche un problema che va governato e che va molto probabilmente confinato dentro le cose possibili, sapendo che dobbiamo sviluppare tutta la partita delle reti cosiddette, corte.
Ci siamo avvicinati a questo disegno di legge sapendo, appunto, che si tratta di un primo passo e che riguarda ciò che è possibile, intanto, fare oggi. Lo dico perché noi ci siamo molto battuti affinché, alla fine dell'articolato della legge e collegato all'articolo 8, ci fosse l'allegato A. Questo testo esercita su quelle aree, come vedete, a fare quello che dicevo prima, un primo confinamento. Perché questo? Perché crediamo che la logistica, esattamente per le ragioni che dicevo prima, abbia bisogno di essere inserita, dal punto di vista della sua organizzazione strategica all'interno di una visione, anche questa strategica, della nostra regione che attiene ad un lavoro che si sta facendo e che, in parte, sta arrivando alle consultazioni, quindi alle mani della Commissione, penso ad esempio alla legge di governo del territorio.
Ma penso, in modo particolare, lo dico perché l'Assessore Borioli è sicuramente interessato a questo, ad un piano per la logistica, al piano paesistico, fino a scendere più minutamente sui territori, per vedere le dinamiche del cosiddetto sviluppo territoriale - a me non piace molto questa parola, ma ci siamo capiti - sapendo che, tutti questi elementi, non sono elementi accessori, cioè che noi possiamo mettere a latere e quindi, a partire da questa legge, semplicemente camminare diritti.
Stiamo facendo un primo passo, a cui noi abbiamo insistito, affinch fossero dati dei limiti precisi, sapendo che tutto quello che viene dopo ha bisogno di essere non solo discusso, ma inserito all'interno di una visione strategica su cui non solo il mio Gruppo, ma credo tutta la sinistra, avrà interesse a lavorarci sopra. Si gioca attraverso quella visione strategica fatta di più piani e di più provvedimenti. Il futuro di questa regione, il volto di questa regione, la possibilità di poter salvaguardare anche aree di questa regione che non possono e non devono essere semplicemente luogo di attraversamento, perché il rischio è questo.
Il rischio è che intorno al mito della logistica ci siano, come è noto dei territori che anche Aldo Bonomi ha descritto come territori di attraversamento. Qualcuno dice:" Ci sono interi territori di questa regione che hanno quella vocazione". Io ci andrei piano. Non voglio una regione semplicemente attraversata o semplicemente invasa da piattaforme logistiche, come zeppa di capannoni che dovremmo pensare ad abbattere. No.
Voglio un'altra cosa, voglio che si possa programmare, che ci siano delle aree di questa regione che, in qualche modo, abbiano, con la logistica delle relazioni, ma che abbiano delle relazioni razionali, collegamenti razionali che non uccidono un territorio. Penso, per esempio, a tutta la partita CIM di Novara, ma io che arrivo dalla zona di Alessandria, penso alla zona di Alessandria. Un progetto che, in qualche modo, abbia una sua razionalità, sia leggibile e non porti, semplicemente, a pensare a questa regione come regione di conquista e di attraversamento.
Come vedete, se qualcuno voleva che dalla sinistra venisse qualche voce per far capire come questa parte del Consiglio considerava la legge, credo di aver dato qualche spunto. Forse non è esaustivo, ma credo di essere stato abbastanza chiaro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Non vorrei che questo dibattito sulla logistica diventasse un dibattito totalmente alessandrino. Fino ad ora i Consiglieri che si sono alternati manca solo il Consigliere Rutallo - provengono da quella zona. A parte la battuta, è evidente che la logistica è un tema che riguarda la Provincia di Alessandria, quindi è anche giusto che i Consiglieri regionali di quel territorio ne siano particolarmente attenti.
Diceva bene il Consigliere Deambrogio quando affermava che, in ogni angolo del Piemonte, una chiacchierata nei Consigli comunali, una piantina nelle Giunte comunali, un pensiero da parte dei Sindaci sulla logistica c'è stato, c'è e, forse, ci sarà. Tutto sommato una norma, una legge che dia un'impostazione, seppure generale, al problema può avere una qualche utilità.
Ciò detto, noi riteniamo che il tema della logistica sia importante per la nostra regione, che sia legato strettamente allo sviluppo di una regione che, come ci dicono gli studi del professor Bonomi e del professor De Rita ha bisogno di respirare. Una regione che per tanti anni è stata chiusa anche dal punto di vista naturale e che oggi deve creare quelle condizioni per respirare, per interagire, con i territori che gli sono vicini. Il dibattito con la logistica si sovrappone, si interpone, si articola, si arricchisce con il dibattito, con le infrastrutture. Non si può pensare di parlare di logistica, senza parlare di quelle importanti infrastrutture che rendono la logistica un fatto essenziale,un fatto importante, un fatto di sviluppo del nostro territorio. Bene hanno fatto i Consiglieri che hanno ricordato l'importanza del Terzo Valico, ad esempio, per tutta la logistica relativa al territorio alessandrino. Se andiamo a prendere gli allegati alla legge, l'allegato A in particolare, vediamo che l'Interporto di Rivalta Scrivia, Alessandria Smistamento, Alessandria PLA non avrebbero grande significato se non ci fosse la previsione fondata e reale di un ulteriore valico che si fa strada come opera strategica per il nostro Paese.
Certo, forse, Assessore, per quest'opera bisognerà aspettare il nuovo Governo, un Governo che dia maggiore influsso, che creda di più alle infrastrutture, alle necessità di infrastrutture del nostro Paese. Possiamo fare lo stesso discorso per la TAV, per le altre grandi opere infrastrutturali che andranno ad impattare positivamente sulla nostra regione e per le quali, purtroppo, abbiamo perso qualche anno. Tant'è, di anni in Italia ne abbiamo persi tanti, su tanti temi, ma adesso è ora di riprendere questo percorso. Adesso andremo ad esaminare nella legge i singoli articoli, andremmo a vedere come essa si dipana.
Un altro punto che mi interessa sottolineare, ma che verrà poi sviluppato dai Consiglieri che mi seguiranno, è anche la questione del rapporto tra Finpiemonte e SLALA. Questa è una questione centrale. Noi riteniamo che il ruolo di Finpiemonte debba essere significativo, ma abbiamo qualche dubbio e qualche remora a comprendere l'integrazione l'articolazione del rapporto tra Finpiemonte e SLALA. Non vorremo che il rapporto tra queste due entità - entrambe molto importanti, una con un compito più generale, l'altra nata con un compito estremamente specifico e un po' bloccata anche dai problemi che prima riferivamo sull'infrastrutturazione nel suo complesso - diventasse un rapporto poco chiaro, un rapporto che tolga importanza a Finpiemonte.
Essendo una controllata regionale di così grande significato, avremmo preferito giocasse un ruolo, anche sulla logistica, di maggior peso. Certo questo è un Piano generale sulla logistica, Assessore. Era necessario per fare un po' di chiarezza e per superare i troppi o i tanti localismi, ma non per questo ritengo che quello segnalato un po' dalla legge possa essere il Piano definitivo della logistica piemontese, sono grandi linee di orizzonti, grandi momenti.
Noi riteniamo che a latere di questa logistica che possiamo definire maggiore, che per contenuto, quantità e qualità delle scelte sarà la logistica su cui giocheremo le sfide che dobbiamo accettare - mi riferisco alla sfida di Malpensa, a quella del Terzo Valico e del Corridoio 5 insomma, tutto quello che è il grande movimento infrastrutturale e logistico di questa regione - possano esserci gli spazi anche per una logistica minore, non legata al localismo dei mille Comuni, con le mille piattaforme logistiche. Parlo della logistica di quelle aree che per storia industriale, competenza di servizi e per posizionamento geografico, che ha ancora un significato, possono anche aspirare ad avere un loro ruolo.
Assessore, lei conosce benissimo l'esperienza che Casale Monferrato sta portando avanti anche in questo campo. Questa può essere presa a titolo di esempio di una logistica minore, ma può essere una logistica a servizio del territorio, del tessuto industriale e del tessuto logistico.
Lei sa che a Casale ha sede una delle aziende di logistica nazionali più significative, che, tra l'altro, sta proprio cercando di aumentare la propria capacità logistica stabilendo il centro direzionale della logistica sul nostro territorio comunale. Quindi, non ritengo debba essere vessata o messa da parte rispetto ad una progettualità che in questo momento noi conveniamo debba essere a maglie larghe e vedere i grandi temi. Occorre però tenere presenti gli sforzi, quelli seri, quelli che hanno attinenze importanti con il territorio, non campati in aria, di quei territori, di quei Comuni, di quei gruppi industriali che alla logistica credono da molti anni, e che quindi vanno aiutati a crescere.
Questa è sicuramente una legge quadro, che però andrà ad impattare anche su aspetti economici, occupazionali e di crescita del territorio, sui quali non possiamo essere superficiali o leggeri chiudendo possibilità di sviluppo che, in questo momento così delicato anche per il nostro sviluppo economico, sono assai importanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Noi abbiamo solo un rincrescimento attorno a questo disegno di legge che consideriamo importante, che deriva dall'eccessivo tempo trascorso da quando il provvedimento è stato licenziato dalla II Commissione consiliare il 21 giugno 2007, ad oggi, quando questo provvedimento avvia il suo iter all'interno del Consiglio regionale.
Questo è un provvedimento che consideriamo importante per lo sviluppo economico e infrastrutturale del Piemonte.
Vorrei da subito esprimere una considerazione rispetto ad alcune osservazioni espresse da parte dei Gruppi consiliari della minoranza circa l'attesa del comportamento della maggioranza attorno a questo disegno di legge, che è stato licenziato dalla Commissione consiliare con il pieno sostegno della maggioranza e, come ha avuto modo di esprimere il Consigliere Deambrogio, avrà un proprio percorso all'interno del Consiglio regionale di forte e convinto sostegno da parte della maggioranza.
Vorrei esprimere le motivazioni per cui noi consideriamo importante questo provvedimento. In primo luogo, consideriamo la logistica e l'infrastrutturazione ferroviaria elementi essenziali per lo sviluppo dei sistemi territoriali piemontesi.
Guardate, il Piemonte, negli anni scorsi, è stato anche attraversato da una visione molto limitata e riduttiva della logistica. Molte parti del territorio lo hanno affrontato in modo autarchico, spontaneo, prive di qualunque logica di programmazione; altre parti del territorio, ancora oggi, immaginano la logistica come una serie di magazzini e depositi all'interno dei quali vengono stoccate delle merci.
La logistica, oggi, è uno degli elementi capaci di poter sostenere lo sviluppo economico del Piemonte.
In secondo luogo, in Piemonte e in Italia noi abbiamo un gap di arretratezza su questo tema. I paesi sviluppati dell'Europa occidentale hanno affrontato la logistica in modo compiuto anni fa. Oggi, noi abbiamo possibilità di crescita sotto questo settore, ma questa crescita non è illimitata, né sotto il profilo qualitativo, né sotto il profilo quantitativo. Quindi, si tratta di capire come viene governato questo elemento all'interno della realtà piemontese.
In terzo luogo - tale elemento è già stato espresso sia nell'intervento del Consigliere Deambrogio che del Consigliere Botta poc'anzi - negli anni passati, se noi leggevamo le previsioni urbanistiche contenute all'interno di molti Piani regolatori, emergeva con molta chiarezza un fatto: per quanto riguarda, in allora, l'elemento considerato capace di pilotare e sviluppare l'economia del Piemonte, la realizzazione di nuove opportunità insediative e nuove aree industriali, ogni Comune cercava di giocarsi la sua piccola battaglia collocando la propria bandierina, i Piani regolatori del Piemonte erano pieni di aree industriali di più o meno rilevante entità ed estensione.
Questo non ha portato ad un corretto utilizzo del territorio e certamente, non ha evitato sprechi nell'utilizzo di questa risorsa, ma nemmeno è stato capace di garantire un adeguato utilizzo di questa opportunità insediativa in un momento di trasformazione dell'economia industriale piemontese.
Oggi, quanto avvenuto nel passato per quanto riguarda le aree industriali rischiamo di viverlo. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da questo elemento, da una sorta di spontaneismo insediativo per quanto riguarda la logistica. Oggi non c'è Comune che non immagini che nel proprio territorio non debba essere previsto un proprio insediamento di logistica non c'è Comune che non immagini di non dover essere coinvolto da questi processi.
Se questo è il quadro di riferimento, credo che il disegno di legge risponda a queste esigenze in modo compiuto, innanzitutto, riportando una parola che, non dimentichiamolo, negli ultimi dieci anni, nelle due precedenti legislature regionali, è stata dimenticata nell'attività legislativa della Regione Piemonte: mi riferisco alla parola "programmazione". Oggi risponde ad una logica di programmazione affrontare la logistica così come concepito all'interno di questo disegno di legge.
Risponde ad una logica di programmazione evitare che ciascuno pensi di mettere la propria bandierina su questo terreno e di costituire autonomamente l'unico e autonomo soggetto gestore, non rendendosi conto come attorno alle tematiche della logistica, oggi, se sfruttate e colte in tutte le proprie potenzialità, giochiamo, oltre al sistema della ricerca gran parte delle opportunità di sviluppo della nostra Regione.
Torno brevemente all'allegato A dell'articolo 8, che considero importante per una ragione molto semplice. In attesa del Piano regionale della logistica, il cui iter noi sollecitiamo, come Gruppo consiliare, in questo Consiglio regionale, vengono individuati sei siti, ma, al di là della collocazione geografica nelle diverse Province, questi siti sono tutti sulla croce che disegna la nostra Regione, quella rappresentata dai due grandi assi di infrastrutturazione, che, comunque la mettiamo interesseranno e coinvolgeranno la nostra Regione: Torino-Lione con la prosecuzione verso Kiev; Genova-Rotterdam, con i collegamenti tra il porto di Genova, e i porti liguri più in generale, e Rotterdam con i bacini industriali dell'Europa settentrionale.
Allora, collocare i poli insediativi della logistica sui grandi assi di infrastrutturazione del Piemonte significa collocare in una logica di programmazione gli investimenti e le risorse, perché questi non siano solamente ambiti o itinerari di attraversamento della nostra Regione, ma diventino i motori e i poli di un nuovo sviluppo insediativo nella nostra Regione.
Torno brevemente a una considerazione. Ho interrotto amichevolmente l'amico e collega Auddino durante la sua relazione, che, peraltro, è stata molto completa nell'illustrazione di questo importante provvedimento laddove ha definito minore il polo insediativo "Domo 2" di Beura-Cardezza.
Attenzione, per anni il dibattito ha attraversato la Regione Piemonte la Regione Lombardia e l'Italia, che sembrava infinito: il nuovo traforo alpino doveva essere il Lötschberg, quindi il Sempione, oppure il Gottardo.
Nella realtà, al di là di tutte le previsioni, che, poi, hanno previsto entrambi i punti di traforo sotto le Alpi, oggi il Lötschberg è una realtà e il Gottardo, se va bene, potrà diventare una realtà non prima del 2018 2020.
Noi vi diamo un dato: certamente, il Lötschberg-Sempione non potrà mai raggiungere le potenzialità di merci trasportate che il Gottardo già oggi come in futuro, è in grado di garantire, ma, mentre il Gottardo da 10 anni a questa parte ha flussi e quantità di merci stabili, il Lötschberg Sempione, nel corso degli ultimi cinque-sei anni, ha raddoppiato la percentuale di merci che lo attraversano.
Questo è avvenuto perché stanno cambiando gli orientamenti del mercato mondiale. Mentre prima Rotterdam era il grande porto dell'Europa, quando la direttrice era orientata verso l'Oceano Atlantico e gli Stati Uniti d'America, oggi i grandi mercati mondiali guardano all'Asia e i porti liguri sono l'elemento di fondo, capaci di mettere in collegamento l'Europa occidentale - non l'Italia - con i mercati asiatici.
Questo riapre nuovi scenari di sviluppo che interessano la nostra Regione, che devono essere affrontati secondo la logica contenuta all'interno di questo disegno di legge, non dappertutto. Secondo una logica di programmazione, occorre fare in modo che la logistica possa rappresentare un elemento essenziale e di sostegno dello sviluppo economico della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Questo disegno di legge, a mio avviso, ha una doppia faccia: è completamente condivisibile nella sua prima parte, per quanto riguarda le finalità e la programmazione, ma esprimo forti riserve per quanto riguarda l'attuazione, soprattutto nella parte in cui, di fatto, delega la Finpiemonte a realizzare i programmi della Regione.
Iniziamo dalla prima parte, quella che giudico positiva. Sicuramente la Regione Piemonte ha grosse necessità di nuove infrastrutture, essendo a livello strutturale e di infrastrutture sottodotata. Occorre realizzare i grossi assi ferroviari che sono sicuramente due; si parla tanto della Torino-Lione ed è assolutamente indispensabile la realizzazione di questa asta ferroviaria come completamento del famoso Corridoio 5, cioè un corridoio est-ovest, ma, contemporaneamente, è necessaria anche una grossa infrastrutturazione per quanto riguarda il collegamento nord-sud, che sviluppandosi dal Porto di Genova, va verso la Svizzera.
Effettivamente, la programmazione regionale prende in considerazione questi due assi principali e, addirittura, la maggior parte degli interporti e degli smistamenti, giustamente, viene fissata sull'asse nord sud, quello in questo momento più sviluppato, che ha più traffico.
Sicuramente, oltre agli assi infrastrutturali, parliamo di ferrovie della quadruplicazione del collegamento est-ovest e della realizzazione del terzo valico; in questo caso arriveremo, addirittura, ad avere sei binari considerando tutte le linee, tra vecchie e nuove, che da Genova salgono verso il Piemonte.
Accanto a questi assi infrastrutturali, ha una notevole importanza la realizzazione dei cosiddetti interporti e dei centri di smistamento, cioè quei parchi ove le merci possono essere caricate e scaricate dai treni passare dal trasporto su gomma a quello ferroviario, o viceversa, ed essere smistate nelle vecchie direzioni.
Questo, sicuramente, è un punto che, a livello infrastrutturale, vede il Piemonte deficitario, anche se si deve ammettere che, ad esempio, il sito di Orbassano (SITO è anche la società che lo gestisce) è stato fino ad oggi sottoutilizzato e rischiava, addirittura, nella realizzazione dell'Alta Velocità Torino-Lione, di non essere collocato direttamente su questo asse (la correzione è già stata apportata nel vecchio progetto e anche quello nuovo che verrà redatto lo terrà presente).
Comunque, questo interporto, fino ad oggi, è stato sottoutilizzato purtroppo, perché il mancato utilizzo o la carenza di questo tipo di infrastrutture ha fatto sì che per le imprese piemontesi fosse molto più comodo, semplice e anche economico scegliere il trasporto su gomma mediante i tir, a discapito del trasporto ferroviario, che, invece sappiamo essere molto meno inquinante, con un consumo di energia decisamente inferiore e, comunque, molto più conveniente anche a livello di manodopera impiegata.
Quindi, una correzione rispetto ai trasporti, che faccia passare le merci oggi trasportate sui camion al vettore ferroviario, è indispensabile e, proprio per favorirla, la realizzazione di queste nuove strutture logistiche è indispensabile. Quindi, siamo estremamente favorevoli a che vengano costruite, gestite e fatte funzionare nel migliore dei modi.
Come dicevo, siamo decisamente favorevoli rispetto ai primi articoli che dettano i principi e le finalità di questo disegno di legge. Invece abbiamo grosse riserve per quanto riguarda la parte attuativa di questi principi e finalità, in quanto affidare a Finpiemonte Partecipazioni l'attuazione dei programmi regionali non ci sembra logico. I programmi regionali devono essere realizzati sotto il controllo diretto della Regione e del nostro Assessorato, non capiamo perché si debba delegare ad una società esterna, sia pure controllata dalla Regione, questa fase importantissima.
Finpiemonte, sicuramente, ha finalità molto interessanti e utili, dovrà contribuire alla realizzazione di queste opere, ma non riteniamo logico che la Regione esternalizzi verso questa società la realizzazione completa di queste infrastrutture. Ci sembra un po' una delega alla cieca, perché, alla fine, sarà il Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte a decidere cosa e come fare e non più questo Consiglio, non più l'Amministrazione regionale.
Quindi, su questa parte esprimiamo forti riserve. Mentre eravamo decisamente favorevoli alla prima parte di questo disegno di legge, per cui condividiamo le finalità, la programmazione e lo sviluppo che questo provvedimento si dà.
Sono stati presentati degli emendamenti, che discuteremo, nella speranza che questo disegno di legge possa essere corretto evitando queste storture.
Vedremo in sede di votazione dei singoli articoli quale posizione prendere, fermo restando tutto quello che ho detto finora.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dutto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Come SDI attribuiamo grande rilevanza a questo disegno di legge.
Esprimiamo l'apprezzamento per il lavoro che è stato svolto dall'Assessore ma anche per il lavoro di coordinamento e di concertazione che ha portato alla definizione di un testo che la maggioranza ha ampiamente condiviso (ma mi pare che abbia trovato, al di là di alcune critiche, elementi di consenso anche da parte delle opposizioni).
Noi abbiamo sempre assegnato alle infrastrutture e ai sistemi di trasporto con relativa logistica evoluta (reti telematiche, energetiche e di servizi efficienti e sostenibili) il ruolo di pre-condizione occorrente allo sviluppo economico, imprescindibili per supportare e incrementare le attività delle città e delle realtà produttive e consolidarne i fattori di competitività.
Questi aspetti sono ancora più importanti nel mondo globalizzato laddove è più forte la competizione tra città e territori, per aggiudicarsi funzioni nella parte più significativa delle reti di scambio che determinano la polarizzazione delle funzioni di comando.
Torino e il Piemonte, per la loro storia e per la loro posizione geografica, sono sicuramente un crocevia europeo, come è già stato ricordato. Ma, per alcuni aspetti, sono ancora troppo "periferia" dell'Europa. Quindi l'incremento del traffico delle merci e delle persone in tutti i Paesi dell'Unione Europea è al centro di grandi progetti di investimento nel sistema infrastrutturale dei trasporti dei vari Piani europei, volti a realizzare una rete di collegamenti fondamentali in quegli scenari di collegamento tra il nord e il sud, l'est e l'ovest dell'Europa già richiamati negli interventi che mi hanno preceduto.
importante che questo avvenga anche per la nostra Regione. Il disegno di legge in esame pone le condizioni perché questo avvenga in uno scenario di programmazione - è già stato ricordato ampiamente - e noi condividiamo i criteri a cui si ispira la programmazione regionale individuata nell'articolo 2 della legge. Anche perché quando fa riferimento alla potenzialità territoriale, alle sinergie con i territori contermini, alla valorizzazione e alla promozione dei territori, si pensa ad una progettazione che non consideri le opere come interventi di carattere settoriale, ma le vede inserite in un discorso di programmazione territoriale dei progetti più ampia, che facilitano anche la condivisione da parte delle popolazioni nella realizzazione di queste infrastrutture.
Assegniamo grande importanza anche alla seconda parte dell'articolo 2 al comma 2, dove si individuano gli interventi attraverso i quali la Regione intende dare corpo alla programmazione regionale, e quindi il ricorso alle intese e agli accordi di programma, la partecipazione ad associazioni e società, le iniziative di concerto con altri Enti, altre Amministrazioni e altri soggetti anche gestori e realizzatori di centri logistici ed infrastrutture di trasporto e di telecomunicazione.
Condividendo questo aspetto, vorremmo, però, che si presti massima attenzione alla trasparenza con la quale questi soggetti vengono selezionati e al rapporto tra il pubblico e il privato. Certamente, questo presuppone la ricerca, il ricorso e il concorso di risorse private utili ed indispensabili alla realizzazione di tante opere, ma riteniamo che si debba porre attenzione agli aspetti poligestionali di tali interventi per fare in modo che non venga remunerato giustamente soltanto la parte di capitale privato investito, ma anche le finalità e gli obiettivi pubblici che l'intervento si prefigge.
In questo quadro diventa importante anche l'articolo 8, laddove si parla di disposizioni transitorie, che fa riferimento all'allegato A ed elenca i sei interventi sui quali prioritariamente si sperimenterà la programmazione regionale.
Volevo sollecitare anche l'Assessore a pensare di non ritenere esaurito l'intervento della Giunta regionale con l'attuazione - pure importante e rilevantissima - dei sei punti che sono richiamati, ma di dare corso anche alla definizione del Piano Regionale della Logistica, perché in questo contesto più ampio si potranno dare delle risposte e avere un quadro di programmazione più complessiva degli interessi di livello più limitato rispetto a quelli già citati ed ad altri di uguale rilevanza che ancora non sono stati toccati.
Per questi aspetti, noi ribadiamo un giudizio estremamente positivo sul disegno di legge e ci auguriamo che possa essere approvato oggi con un ampio consenso da parte di quest'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.
Vi anticipo che al termine del dibattito generale faremo il punto della situazione rispetto all'articolato, agli emendamenti e ad altro.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Vorrei esprimere un apprezzamento per l'intendimento di questo disegno di legge n. 336, perché è logico che una materia così complessa come lo sviluppo della logistica regionale necessiti, ad un certo punto, di un po' di ordine, specialmente in questi anni di forte evoluzione come hanno ricordato molti colleghi, con forti aspettative locali, a partire dal più piccolo Comune alla più grande città della nostra Regione, dal più piccolo aeroporto alle più grandi stazioni, a tutti coloro che presuppongono che possa essere costruita una piattaforma logistica al loro interno.
Questo, però, non vuol dire che io ritenga che lo sviluppo di queste coordinate sia corretto. È giusta l'impostazione di dire "facciamo un punto sulla logistica regionale", ma vediamo come svilupparla.
Innanzitutto, non fossilizziamoci su Piani troppo complessi, che, ora che vengono realizzati, è finita la loro ecodinamica, per cui si riducono a non essere più attuali rispetto al Piano. Le dico questo perché quando ricoprivo il ruolo di Assessore ai trasporti (parliamo del 1997) era stato approvato un Piano e mi sono reso conto che, nel tentare di prepararne uno nuovo, si veniva regolarmente sorpassati dal corso degli eventi; quindi ciò che poi si scriveva nelle pianificazioni, non poteva più essere attuato perché il tempo trascorso era importante.
Quindi occorre snellire il più possibile, decidere dove devono essere collocati i poli logistici della Regione, fare in modo che possano essere attivati nel modo più efficace e più veloce possibile e, nel contempo tenerli sotto lo stretto controllo regionale.
Arrivo ai punti della legge che, secondo me, vanno corretti. Se non ci intenderemo su questi punti, il nostro partito potrebbe assumere una posizione fortemente contraria, mentre, invece, con un ragionamento condiviso, si può giungere ad un accordo.
Uno dei punti qualificanti è l'allegato A. Nell'allegato vedo rappresentate le realtà esistenti, quelle in via di potenziamento. Ad esempio, sono anni che si tenta lo sviluppo di Domo 2, conosco bene la materia. Vedo un documento un po' strabico, nel senso che ci si dimentica di una parte importante della nostra regione, quella rappresentata dal Piemonte sud occidentale. In tutto l'articolato, si parla di SLALA, si parla di allegato A, ma delle Province di Asti e di Cuneo non c'è alcuna indicazione. In Provincia di Cuneo si è costituito un comitato per la creazione del polo logistico cuneese che non è segnalato, che ha visto anche la partecipazione attiva dell'Assessorato nella sua realizzazione e che dovrebbe essere inserito tra i punti da sviluppare. La regione Piemonte non è solo Torino, Novara e Alessandria, ma in Piemonte c'è anche un quarto polo che potremmo identificare, così come nei quadranti regionali, nel Piemonte sud occidentale. Spiace che non ci sia nessun riferimento a questa area nel disegno di legge.
Arrivo ai punti più critici. Anch'io condivido, come ha detto il Consigliere Dutto, la pianificazione, le finalità, la programmazione regionale e lo sviluppo del sistema logistico regionale, invece qui abbiamo diverse accezione. Sono anche favorevole di delegare a Finpiemonte Partecipazione lo sviluppo, non sono contrario all'attuazione, tuttavia rivolgo una domanda: abbiamo appena costituito una società di committenza regionale che si dovrebbe occupare, così come c'è scritto nelle sue finalità, di infrastrutture soprattutto di sanità - adesso non ricordo le diciture esatte - ma sicuramente l'attuazione della logistica è una delle componenti del SCR.
Perché dobbiamo affidarla a Finpiemonte Partecipazioni quando abbiamo individuato la società SCR, la società di committenza regionale, che sempre dietro l'indirizzo della Giunta regionale attua le realizzazioni che la Giunta regionale elenca? Corriamo il rischio di fare un grande polpettone continuiamo a costituire società senza capirne lo scopo. Se SCR non ha questa competenza, perché abbiamo costituito una società di committenza regionale che, tra l'altro, si sta attrezzando proprio per avere conoscenze sui piani trasportistici, logistici, di assegnazione delle gare, di individuazione delle gare, di tutto quello che può essere chiamato attuazione di un piano, come viene chiamato qui, di sistema logistico interregionale? Presenterò un emendamento che, in luogo della Finpiemonte Partecipazione, individui la SCR come la società di riferimento per questa delega attuativa, chiamiamola così, del piano, quello che l'Assessore chiama lo sviluppo integrato del sistema logistico interregionale l'attuazione di quello che il Piano regionale individuerà dopo il passaggio in Consiglio regionale.
Un altro punto che, secondo me, non c'entra nella questione è. SCR piuttosto che Finpiemonte Partecipazione, sarà libera di deciderlo a seconda di chi sarà individuato come referente attuativo del Piano, ma non capisco cosa c'entri SLALA che, nella legge, individuiamo come "organismo promotore dello sviluppo del sistema logistico ligure-piemontese". Noi deleghiamo, di fatto, per legge a questa Società, indipendentemente da quello che decideranno o Finpiemonte Partecipazione o SCR, la realizzazione di queste opere. Mi sembra una forzatura. Non so se sia legittimo, da un punto di vista costituzionale, scrivere in una legge di delegare una società - è vero, la Regione Piemonte ha una quota, ma risulta compartecipata ad altri soggetti pubblici e privati, che hanno un qualche interesse nello sviluppare alcune iniziative piuttosto che altre - quale unico organismo promotore dello sviluppo del sistema logistico ligure piemontese.
Sono d'accordo se, per esempio, SCR o Finpiemonte Partecipazioni, sullo sviluppo logistico di Alessandria, esprimessero parere favorevole per affidarlo a SLALA, così come se dovesse nascere a Cuneo lo affidassimo alla Camera di Commercio di Cuneo, cioè a soggetti che meglio conoscono le attività territoriali. Inserirlo all'interno di una legge non mi sembra opportuno e potrebbe mettere anche a rischio la legittimazione giuridica della legge stessa.
Questa cosa dovrebbe mettere più in imbarazzo, come ha detto bene il Consigliere Rossi, coloro che sono contrari alle opere. Invece io ho detto che sono d'accordissimo sul delegare a soggetti - Finpiemonte Partecipazione ritengo di no, suggerisco SCR - l'attuazione del Piano. Alla luce dell'esperienza gestionale, sappiamo che quando all'interno della Regione si gestisce anche l'attuazione, ci sono freni, frenetti, freni a mano tirati, che stentano ad inserirsi. D'accordissimo sul dare a soggetti esterni.
Si sappia che, chiariti questi due aspetti, il voto di Alleanza Nazionale sulla legge sarà sicuramente favorevole.
Ho segnalato due aspetti su cui l'Assessore può ragionare, che mi sembrano utili e che non tolgono potestà a nessuno. Avete costituito SCR affidate l'attuazione ad SCR, volete far lavorare SLALA sulla logistica alessandrino-genovese? Benissimo: SCR incarichi SLALA di lavorare sulla logistica alessandrino-genovese, ma non deleghiamogli tutta la logistica del sud Piemonte, perché ritengo che non sia opportuno.
Aspetto una controreplica dell'Assessore quando discuteremo e passeremo all'articolato. Ritengo opportuno meditare su questi due punti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Conterei di non usare più di dieci minuti. Vorrei esprimere alcune precisazioni, che sono scaturite dall'ultimo intervento del collega Casoni su questo nostro presunto imbarazzo. Mi pare che il collega Deambrogio abbia già rimarcato bene come tale imbarazzo sia assente, ma evidentemente mi tocca ribadirlo.
Il problema grosso che abbiamo in quest'Aula è che ogni volta che si parla di opere, pensiamo sempre alle grandi opere. C'è un virus evidentemente, che è quello di collegare e di avere una gran voglia di anelare molto alle grandi opere, alle grandi infrastrutture. Probabilmente è una moda di questi anni, è un tarlo nella mente che rosicchia il nostro cervello nel nome della modernità, dello slancio a tutti i costi.
Mi sarei aspettato che il dialogo e l'accenno alle infrastrutture fosse anche oggetto di discussione il giorno in cui è emersa la grande e vergognosa notizia dello scandalo dei cementi. In questo Consiglio discutiamo sempre un po' di tutto; abbiamo perso ore a discutere dei temi già triti e ritriti, che già in altre sedi discutono. Ritengo che quello su cui abbiamo discusso era un bell'argomento.
Abbiamo scoperto che una delle più grandi ditte produttrici di cemento ha falsato le quantità di cemento messo negli impasti, abbiamo scoperto che molte opere sono fragili al passaggio dei fruitori. Ecco, una notizia come questa, in qualsiasi altro Paese del mondo, avrebbe allarmato tutti, ma qui è passata come acqua fresca.
Credo che, finché non si chiarisce in questo Paese tutto l'intreccio tra alcune imprese costruttrici e alcuni settori della politica e dell'economia, parlare di grandi opere sia difficile e complicato. Penso sia necessario un po' più di timore e di umiltà, perché ogni volta che si parla si sa che purtroppo, inevitabilmente, pare che il nostro destino voglia confrontarci con atti di quel tipo.
Per questo non si critica questa legge, perché questa legge - come dicevano bene prima il Consigliere Deambrogio e il Consigliere Reschigna parla di programmazione, che non è soltanto appartenenza a modelli di un certo tipo (politici o culturali). La programmazione dovrebbe essere alla base di tutti i modelli amministrativi, perché permette davvero di ragionare sui collegamenti, di fare un piano operativo, di valutare i pro e i contro e le vere necessità per poi operare e agire.
Attenzione, perché agire non vuol dire soltanto fare i grandi collegamenti con tunnel da 53 chilometri, più 10, più 20, più 30, ma pu voler dire anche soltanto valutarne l'esistenza e saperlo sfruttare bene. A questo proposito, ben venga l'allegato, perché si parla di sito. Faccio un esempio molto minimale: abbiamo una realtà come il sito di Torino, dalle parti di corso Orbassano, che ha attuato dei programmi e dei progetti interessanti, tra cui anche la distribuzione ecologica in città.
Si tratta di un modo intelligente di distribuire le merci, per evitare l'ingorgo quotidiano delle nostre strade e delle piazze utilizzando il sito come punto di riferimento; realizzando dei processi di scambio e di aiuto a quelli che una volta erano chiamati piccoli trasportatori, quindi ai padroncini, per i quali è difficile a volte districarsi tra le vie cittadine; per migliorare e programmare la distribuzione e anche per favorire il lavoro di queste persone, spesso reso difficile e impossibile dal traffico che - loro, per primi - patiscono non solo come causa di inquinamento, ma anche come passività, nel senso che subiscono l'inquinamento e la viabilità impazzita.
Questa legge tra i suoi punti cita l'aiuto a percorsi di questo tipo.
Mi pare che ne parli all'articolo 3, lettera a) dove, tra l'altro, si parla dello studio del flusso delle merci e diverse modalità di trasporto; poi ancora, viene ripescato all'articolo 7, lettera f) "il sostegno allo sviluppo di iniziative di logistica per la distribuzione urbana delle merci".
Questi sono punti che mi piacerebbe che evidenziassimo un po' di più perché ci porterebbe un po' più terra terra, un po' di più alle nostre vere possibilità di osservazione del territorio, senza fare l'errore di metterci il cappello da Napoleone in testa e puntare verso grandi opere che, spesso e volentieri, rimangono come dei monumenti a testimonianza di una civiltà che non sempre può, purtroppo, definirsi tale.
Quindi, si spera che la programmazione potrebbe evitare anche un altro problema, di cui abbiamo discusso poco in quest'Aula. Tempo fa, abbiamo visto come uno sciopero dei trasportatori abbia letteralmente paralizzato un modo di vivere, la sicurezza e forse, a volte, ci ha messi di fronte ad un consumismo eccessivo e aperto gli occhi da questo punto di vista.
Il sistema attuale - non lo nega nessuno - è incentrato sul trasporto su gomme. Però, quando si parla di modificare questa abitudine passando ad altri tipi di trasporto, forse, occorrerebbe mettere le basi perché questo avvenga e non soltanto fare enunciazioni, ma lavorare perché finalmente dalla gomma si passi ad altri tipi di trasporto. Quindi, è necessario programmare questo passaggio, che va favorito e aiutato, per poi poter parlare di un trasporto ecologico più adatto ai tempi che dovremmo vivere.
Dico dovremmo perché non sempre questo è possibile farlo, perlomeno, con serenità.
Questo, ancora una volta, mi fa storcere il naso di fronte ad alcuni contenuti della legge. Poi, starà alla Giunta che, nell'essere illuminata ci auguriamo saprà sfruttare bene questa legge e darà vita ad un Piano che tenga conto di alcune cose fondamentali. Non vorrei andare sempre indietro nel tempo, ma circa 100-200 anni fa le cosiddette grandi opere erano decise da poche persone.
Senza andare troppo indietro nel tempo, mi viene in mente la riforma di Carlo Alberto, in cui un re con la matita tracciava a tavolino come collegare, per esempio, il Piemonte con la Lombardia, un altro re diceva "no, con la Lombardia non si collega, passate dalla Svizzera", un altro re diceva "dalla Svizzera va bene" e alla fine magari si univa il tutto con la Francia. Però, si trattava di poche persone, di gruppi ristretti di potere che decidevano per tutti. Quindi, c'era il monarca con i suoi stretti ministri - Carlo Alberto fu famoso per questo - che tracciava le rette di collegamento in base ad alleanze politiche strategiche e quant'altro.
Spero che i pochi punti che potevano essere un po' sibillini siano gestiti dalla Giunta - questa e speriamo anche le future - in modo il più possibile trasparente, che eviti di riportarci a quei climi passati in cui poche persone, a volte colpite da visioni strategiche, altre volte soltanto da visioni megalomani di memoria storica, di lustro e potere di dinastie decidevano tutto per tutti.
Nell'articolo 6 si individuano alcune scorciatoie per accelerare oggi, si parla sempre di rallentamento dei lavori pubblici - l'attuazione di queste opere; spero che queste non diventino un modo per aggirare la volontà della gente, ma che usino il sistema della trasparenza dell'accordo, della discussione e del confronto con la cittadinanza in modo che anche quei pochi punti deboli che, probabilmente, questa legge ha - ma su quella base e, per carità, su motivazioni più che condivisibili diventino un punto di forza.
Questo lo si può fare tramite un piano susseguente che tenga conto della volontà delle persone, della programmazione, del dialogo, del confronto e non torni ad un sistema monarchico, che speriamo lasciato per sempre alle spalle, malgrado i voli pindarici che ci fanno sognare grandi opere, infrastrutture sempre e ovunque, anche laddove poi si scopre che non ce n'era bisogno e che il cemento non garantiva la beltà di queste opere o perlomeno il loro utilizzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rutallo.



RUTALLO Bruno

Signor Presidente, il disegno di legge che stiamo esaminando rappresenta un'importante opportunità per la nostra Regione, in un'ottica di miglioramento del nostro sistema infrastrutturale e logistico, al fine di rendere maggiormente competitivo il territorio regionale.
Sul versante dell'efficienza logistica, infatti, il nostro Paese risulta in ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Mentre nell'Unione Europea i costi di trasporto e logistica pesano sulla produzione industriale per il 16%, in Italia il loro peso è del 20,5%. Riuscire ad abbassare questa incidenza ai livelli europei vorrebbe dire recuperare competitività per circa 40 miliardi di euro.
La struttura relazionale del continente europeo mostra un chiaro squilibrio tra l'Europa atlantica dei Paesi del nord e l'Europa mediterranea. Tutti i maggiori porti settentrionali mediterranei (Barcellona, Marsiglia, Genova, Venezia e Trieste) hanno un traffico molto inferiore (30-60 milioni di tonnellate/anno) a tutti i maggiori porti del Nord (Rotterdam, Anversa, Amburgo e Amsterdam), che totalizzano da 100 a 300 milioni di tonnellate/anno. Questi ultimi dominano il mercato dei traffici intercontinentali, sostengono le più dinamiche economie dei rispettivi Paesi, si appoggiano a sistemi infrastrutturali europei più estesi ed evoluti, garantiscono la massima accessibilità al mercato europeo. Possiedono un vantaggio competitivo storico e lo sfruttano aumentando la loro supremazia con un crescente dominio sullo sviluppo della logistica, cioè sulla capacità di determinare le modalità di arrivo e di circolazione delle merci nel continente.
La facciata mediterranea dell'Europa soffre, invece, dei mali opposti: gode di minori relazioni intercontinentali, possiede porti più distanti dal cuore denso europeo, possiede economie generalmente meno dinamiche.
La realizzazione di piattaforme logistiche nel nostro territorio capaci di intercettare il flusso delle merci sui grandi assi dello sviluppo europeo (il Corridoio 5 Lisbona-Kiev e la rete transeuropea Ten 24 Genova Rotterdam-Anversa), significherebbe sottrarre il Nord-Ovest dal rischio di subalternità rispetto alla centralità europea e gli consentirebbe di svolgere un ruolo di interfaccia nei confronti della sponda meridionale del Mediterraneo.
Se il Piemonte saprà diventare un hub logistico posto all'incrocio tra il Corridoio 5 e il Ten 24, allora potrà avere una grande capacità di attrattiva di nuovi investimenti e di nuove imprese, garantendo un futuro al porto di Genova, che oggi non riesce a sfruttare appieno le enormi potenzialità che derivano dalla sua posizione geografica.
Concludo ricordando che nel programma di governo regionale dell'Unione troviamo scritto che "il livello di congestione e le relative conseguenze in termini di costi e di inefficienza di tutto il sistema logistico richiede un forte impegno per la modernizzazione delle reti e il potenziamento delle 'porte' che collegano il Piemonte alle altre Regioni e all'Europa: verso la Svizzera, verso la Lombardia e l'Est europeo, verso la Pianura Padana, verso la Liguria e verso la Francia. Fondamentali per l'efficienza delle 'reti' sono lo spostamento di traffico merci dalla gomma al ferro e l'adeguamento delle strutture intermodali per lo scambio tra gomma e rotaia, fra mezzi di lunga percorrenza e mezzi di distribuzione sub regionali e locali".
Dalla soluzione di queste criticità dipende il futuro del Piemonte: restare un territorio terminale e periferico rispetto all'Europa, oppure diventare un importante corridoio infrastrutturale all'interno di una grande macroregione integrata e competitiva, che andrà da Barcellona a Trieste.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Svolgo alcune brevi annotazioni, anche perché molto è già stato detto.
Come quasi sempre, le leggi si prestano ad interpretazioni diverse e dal mio punto di vista, alcuni aspetti sono già stati sottolineati. Non nego che in questa legge alcuni potrebbero leggere un indirizzo verso l'espansione di sistemi come l'Alta Velocità, come, in verità, molti interventi hanno sottolineato, ma per me tale indirizzo è più contenuto negli interventi svolti che non nella legge vera e propria.
Condivido quanto detto dal Consigliere Deambrogio: parlare di intermodalità e di comunicazioni, anche internazionali, non significa necessariamente parlare di Alta Velocità. È chiaro che questo è un punto aperto e - non lo nascondiamo - quando la Giunta presenterà il Piano dei trasporti sarà uno dei punti sui quali noi tutti saremo chiamati a discutere.
Un punto che, invece, mi sembra chiaro è quello, come sottolineato dal Consigliere Deambrogio, della programmazione e dell'analisi prima della realizzazione di strutture logistiche, per evitare, come si è detto, la proliferazione indiscriminata di strutture logistiche (ogni Paese e ogni territorio pretende la propria struttura logistica).
Voglio ancora svolgere due considerazioni su quanto si è detto relativamente ai trasporti e al trasferimento delle merci dalla gomma al ferro, perché, oggi, su questo punto è stata fatta parecchia confusione. Il problema del trasferimento dalla gomma al ferro non riguarda semplicemente la possibilità di costruire o meno la ferrovia, la possibilità di fare correre o meno un treno. Purtroppo, il sistema dei trasporti è strettamente connaturato con l'industria produttiva e con la distribuzione. Qualcuno ha ricordato le merci alimentari, che costituiscono almeno il 40% dei trasporti, se non di più, e per l'attuale sistema di produzione e vendita ben difficilmente sono trasferibili dalla gomma al ferro. Chi dice queste cose ipotizza, anche in questo caso, una seconda vita, che adesso è di moda.
sufficiente osservare quello che avviene in tutto il mondo, perch fino a quando i supermercati venderanno nell'arco dell'intero anno i pomodori, tanto per fare un esempio, o qualsiasi altro prodotto che volete voi, vi renderete conto come sia veramente utopico ipotizzare che il supermercato chiami direttamente il produttore - come avviene - che confeziona il prodotto che deve essere venduto per metterlo sul treno e spostarlo per la vendita nel supermercato. O tutti noi la smettiamo di comprare i pomodori anche d'inverno, altrimenti sfido chiunque a trasferire gli alimenti dalla gomma al ferro. Anche in questo caso, questi sono dati internazionali, se vogliamo guardare la realtà; se, invece, vogliamo una seconda o anche una terza vita possiamo continuare a sognare.
L'altro punto che tengo a sottolineare è la visione del "basta fare".
Anche oggi ho sentito molte analisi che si basano sul concetto che basta realizzare le opere affinché queste, poi, funzionino. È sufficiente fare un giro il Piemonte, senza andare tanto lontano, e contare i capannoni vuoti che sono stati costruiti con questa logica, che dovrebbero essere tutti pieni. Tutti i Comuni li hanno costruiti con la logica del "basta fare" basta andare a vedere cosa succede, poi ognuno trarrà le proprie conclusioni.
Quando anche si parla dell'importanza della logistica indipendentemente dalle strutture verso cui si deve rivolgere, penso alla FIAT, che era importante in Europa quando non c'era la TAV. Non credo che il declino della FIAT sia stato determinato dalla mancata realizzazione della TAV, però, probabilmente, sono solo io ad avere questi pensieri.
Sempre con la logica del "basta fare", noi non ragioniamo mai sul fatto che siamo comunque inseriti in una società europea nella quale tutte le Regioni ragionano esattamente come noi: se noi proponiamo un'opera, anche le altre sono autorizzate a realizzarla.
E quanto si fa l'esempio della Svizzera, ci si dimentica che non è un Paese dell'Unione Europea, quindi può sfruttare le proprie leggi, e soprattutto che è una nazione di passaggio, per cui può fortemente approfittare di questa sua posizione.
Io non sono contrario all'Unione Europea, ma bisogna valutare la situazione in cui viviamo. In Piemonte - e, più in generale, in Italia siamo comunque in competizione con le altre Regioni. Non possiamo pensare che se realizziamo un'opera saremo per forza al di sopra degli altri.
La logistica si inserisce nel sistema territoriale e produttivo, per cui sono convinto che sia giusto pensare ad un'ipotesi di lavoro e di economia futura, per noi, per i nostri figli e per i nostri nipoti. Per modestamente, penso anche che lavoriamo sempre per parti stagne, per cui oggi fantastichiamo sulla logistica, domani magari fantasticheremo sul turismo, senza renderci conto che tanti aspetti entrano in competizione fra loro. Se riempiamo il territorio di capannoni di cemento, ad esempio, non so quanto turismo si potrà promuovere. Immaginiamo le Langhe, terra d'origine della mia famiglia: la zona turistica è ben rappresentata dai molteplici capannoni industriali edificati per una bella visione di sviluppo.
Concludo ribadendo che nessuno è contrario a ragionare sull'economia presente e futura (la logistica rientra in un concetto di economia). Credo però, che oltre alla necessità di una considerazione globale sulle cose che stiamo facendo e su come si inseriscono nelle nostre scelte complessive occorra qualche ragionamento in più sui problemi ambientali, di risorse, di consumi e di inquinamento, che vada al di là delle parole di sviluppo sostenibile con scelte più complesse. Perché questi problemi, prima o poi ci presenteranno il conto, anche se in questo momento magari li ignoriamo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Moriconi.
Non ci sono altre richieste d'intervento sul dibattito generale.
previsto un intervento di replica da parte dell'Assessore Borioli, al termine del quale o chiudiamo i lavori con la discussione generale oppure procediamo con l'esame dell'articolato.
La parola all'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti e alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Cercherò di non portar via molto tempo all'Aula, ma ci tenevo a sottolineare l'utilità di questo dibattito, del quale ringrazio tutte le forze consiliari, in particolare i colleghi che sono intervenuti, perché mi consente di raccogliere degli spunti che saranno senz'altro utili, a valle di quella che mi auguro sarà poi l'approvazione della legge e, quindi l'azione dell'Esecutivo.
Vorrei intanto sottolineare alcuni elementi che mi paiono importanti.
In primo luogo, questo disegno di legge - o questa legge, quando lo diventerà - è certamente finalizzato allo sviluppo socio-economico del Piemonte che, attraverso i documenti di Piano e poi i documenti attuativi mi auguro sapremo orientare verso la crescita di attività ad alto contenuto di valore aggiunto e ad alta intensità nella loro capacità di creare buona e stabile occupazione. Questo è sicuramente uno degli obiettivi cardine che la legge si pone.
Tuttavia, è anche una legge - molti lo hanno sottolineato nei loro interventi - per i territori, perché contestualmente alle potenzialità che sono annesse oggi alle dinamiche di sviluppo in questo importante settore assume la consapevolezza della complessità dei problemi che lo sviluppo di questo settore comporta in termini di ricaduta sul territorio, quanto alla necessità di non produrre su questo fronte una pletora dispersiva e anche dannosa per l'equilibrio dei nostri sistemi territoriali, ma di concentrare, con una capacità selettiva che credo sia propria della responsabilità politica, interventi all'interno di quei contesti che presentano, evidentemente, vocazioni, attività già in atto e potenzialità di sviluppo in grado di essere ricondotte a sistemi di gestione che siano rispettose del territorio e che, casomai, attraverso l'introduzione di sistemi di efficienza, di razionalizzazione e di riequilibrio modale nel sistema del trasporto delle merci, consentano alle dinamiche di sviluppo che il nostro territorio può intercettare anche in campo logistico, di guardare a performance di sostenibilità che, a mio avviso, è importante che vengano disciplinate attraverso regole.
Questa è una legge per il territorio perché introduce in questo campo che ad oggi non ha regole, alcune regole. È ovvio che le regole, com'è capitato oggi, possono essere oggetto di approfondimento e di discussione e trovano sempre, come succede in qualunque assise legislativa, punti di sintesi in un compromesso tra le diverse sensibilità ed accezioni. Ma intanto oggi, con queste legge, produciamo un'idea di sviluppo e delle regole per governarla, in un processo armonico e compatibile con il territorio.
Questo è un aspetto che ritengo molto importante e ringrazio il Consiglio per averla rimarcata, così come ringrazio quegli interventi che hanno sollevato questioni critiche sulle quali tornerò.
Un altro punto che vorrei rimarcare è il fatto che questa legge non sia esattamente, come ha detto il Presidente Rossi, la firma di una delega in bianco alla Giunta.
Questa è una legge che reintroduce in questo campo il principio di programmazione e attribuisce grande ruolo al Consiglio. L'articolo 3 di questa legge istituisce normativamente una cosa che non esisteva: il Piano regionale della logistica (l'articolo 3 recita: "La programmazione regionale di cui all'articolo 2 è svolta attraverso l'elaborazione del Piano regionale della logistica e del documento attuativo degli interventi e delle priorità"). E il Piano regionale della logistica che oggi viene inquadrato normativamente come strumento della programmazione in questo campo con una novità (un salto di qualità di produzione normativa che prima non c'era) è approvato dal Consiglio regionale. Quindi mi permetto di dire che questa è una legge che, in realtà, introduce un principio di programmazione e attribuisce alla massima assise regionale il ruolo di svolgere questa programmazione, ovviamente su proposta della Giunta (perch sono sempre gli Esecutivi che propongono gli strumenti di Piano).
Ribadisco, quindi, che ho preso molto sul serio le osservazioni che muoveva il Presidente Rossi, ma credo che oggi, con questa legge, siamo all'avvio di un percorso che ovviamente dovrà trovare ulteriore sviluppo negli strumenti di Piano.
Per queste ragioni - non vorrei tediarvi per molto - vorrei ancora rimarcare alcuni aspetti. Alcune annotazioni critiche sono state già svolte e sono stati presentati, da parte di alcuni Gruppi di minoranza, degli emendamenti.
Ho ascoltato con molta attenzione le rilevazioni critiche e credo che alcune di esse potranno trovare se non delle risposte, quantomeno delle spiegazioni in alcune precisazioni rispetto al testo, alla ratio e alla finalità di questa legge in questa mia breve replica. Vorrei rimarcare un punto di metodo e di merito, non secondario.
Non voglio sottacere né voglio sottrarmi - l'ho già fatto in altre occasioni di fronte al Consiglio, qualche volta anche con un dibattito vivace - al tema che riguarda la discussione sulle grandi infrastrutture che devono connettere il Piemonte ai sistemi europei. Sono note le mie posizioni in questo senso. Poiché mi è stato chiesto, anticipo al Consiglio è notizie di qualche ora fa - che il 13 febbraio dovrebbe riunirsi un tavolo politico a Palazzo Chigi, che costituisce lo strumento intorno al quale si è trovata larga condivisione tra il Governo nazionale e gli Enti territoriali per decidere gli ulteriori passi. Non chiedetemi che cosa emergerà da quell'incontro a Palazzo Chigi perché non lo so, lo sapremo dopo che si sarà svolto ma, poiché mi è stata chiesta un'informazione anche su questo punto, la voglio dare al Consiglio giacché l'ho avuta mentre la discussione era in corso. A quel tavolo noi ci siederemo svolgendo il compito che ci siamo assunti istituzionalmente, anche di fronte all'assemblea elettiva della Regione Piemonte.
Detto ciò, voglio ricordare che, pur non disconoscendo e non sottacendo l'importanza di quel dibattito, questa legge non ha il compito di normare e definire i temi delle grandi infrastrutturazioni di questo Paese, né ha soltanto il compito di definire il quadro degli interventi infrastrutturali collegati alla logistica.
Vorrei che questo provvedimento non si interpretasse come un provvedimento in cui, certamente, si parla anche delle infrastrutture di completamento che riguardano la valorizzazione, il potenziamento e l'utilizzo delle infrastrutture a strutture intermodali destinate alla logistica, perché questa legge non ha soltanto il compito di definire il quadro di azione infrastrutturale. Anzi, le infrastrutture richiamate in questo provvedimento sono quelle strettamente connesse e annesse al servizio delle piattaforme logistiche. Non sono le infrastrutture di servizio generale ai sistemi della mobilità, che seguiranno altre logiche e altri strumenti di programmazione, di cui avremo occasione di parlare quando parleremo più propriamente di quegli strumenti di programmazione.
Vorrei che fosse chiaro di cosa stiamo parlando. Un tema che ritengo molto rilevante, in cui si fa cenno alle questioni infrastrutturali, perch non si possono avere aree logistiche che non siano connesse, sul fronte intermodale, sia con le strutture ferroviarie sia con le strutture stradali. Parliamo di quelle infrastrutture. C'è un grande tema che, forse è stato un po' sottaciuto nel dibattito - ne ha fatto cenno il Consigliere Moriconi nel suo ultimo intervento. Vorrei ricordare che il tema della logistica non è soltanto il tema del trasferimento su un raggio medio lungo: è il tema, per esempio, della city logistica, il tema degli spostamenti delle merci a raggio breve che non può essere fatto con i treni ma che, comunque, deve essere oggetto di sistemi di razionalizzazione per quello che riguarda l'adduzione delle merci e i sistemi urbani.
Questa è una legge che guarda non soltanto ai temi infrastrutturali, ma ad una riorganizzazione e ad un'efficientizzazione del campo della logistica che, naturalmente, dà attenzione agli obiettivi di sviluppo, ma anche ad obiettivi performanti sotto il profilo della qualità della vita dei cittadini.
Naturalmente, molte delle questioni avanzate, e che guardo con molto rispetto, richiederebbero forse, e in questo dibattito ce n'è stata occasione, alcuni chiarimenti.
Il Consigliere Casoni faceva riferimento, ad esempio, al tema dei soggetti in capo ai quali viene affidata quella che, nella legge, viene definita l'attuazione. Sul punto vorrei essere preciso. L'individuazione di Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. - che discende da una riorganizzazione del nostro sistema collegato alla nostra finanziaria, che è Finpiemonte non riguarda l'individuazione in Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. della stazione appaltante per la realizzazione delle infrastrutture di completamento, ma riguarda, in primo luogo, la riorganizzazione del sistema delle partecipazioni dei nostri strumenti che oggi operano accanto della logistica.
Voi sapete che abbiamo alcuni casi, come CIM di Novara, in cui la Regione partecipa alle società che operano nel campo della logistica, miste pubbliche private, attraverso Finpiemonte (fino a poco tempo fa Finpiemonte, oggi Finpiemonte Partecipazioni S.p.A). Abbiamo realtà come SITO, che deve fare le stesse cose, nelle quali la Regione partecipa direttamente. Abbiamo altre realtà in cui le società devono ancora essere costituite, e andranno costituite, ma dobbiamo individuare il soggetto sulle cui gambe mettiamo le partnership, la validazione delle verifiche dei piani industriali, ossia quegli strumenti sulle cui gambe calare il nostro compito di dare attuazione agli obiettivi della logistica, nell'ambito dei settori di intervento in cui il mix con il privato è pressoché inevitabile.
Non è una cosa che ci stiamo inventando adesso, ma è come stanno funzionando le strutture, ad oggi, attive nel campo della logistica, sul nostro territorio regionale: sono tutte strutture miste pubblico-privato.
Questa è la ragione per cui nell'articolo si richiama Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.
La seconda questione riguarda il fatto che in tutti i campi di attività che si svilupperanno da questo settore - si tratterà di mettere in gioco nuove iniziative - noi avremmo bisogno di avere in Finpiemonte Partecipazioni, che abbiamo apposta investito di quella funzione e non solo nel campo della logistica, quel soggetto in grado di sviluppare una strategia di collegamenti con i soggetti pubblici e privati che operano su questo mercato, ovviamente a partire dagli indirizzi che deriveranno dal piano regionale, dal documento attuativo e dalle deliberazioni di indirizzi della Giunta.
Naturalmente si tratta, sulla base della valutazione della congruità dei piani industriali e degli obiettivi che, di volta in volta, si riveleranno coerentemente agli indirizzi della programmazione regionale, di individuare, se del caso, sulla base della sussistenza dei presupposti industriali recenti, anche quelle quote di partecipazione di capitale fondamentali per far procedere concretamente iniziative che sono, comunque legate anche ad elementi fondamentali di carattere economico produttivo senza cui non ci sarebbero né ricadute occupazionali né tutte le cose che abbiamo detto prima.
In questo senso, il ruolo di SCR è un ruolo diverso. SCR è la società di committenza a cui noi abbiamo affidato il compito, tra gli altri, di occuparsi dello sviluppo dell'infrastrutturazione pubblica, di nostra competenza, parte della quale potrà anche essere realizzata attraverso gli strumenti del project financing. Qui parliamo di Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. come soggetto attuatore e non come stazione appaltante. La quale stazione appaltante potrà essere, di volta in volta, a seconda dello specifico campo di intervento, anche se si tratta di fare una piccola infrastruttura di collegamento, magari il Comune o la Provincia in capo alla quale si affiderà la realizzazione dell'intervento. Lo dico per precisare qual è la natura e la ratio della legge.
Per quanto riguarda SLALA, vorrei essere molto chiaro. SLALA non è il soggetto che ha il compito di intervenire in termini di capitale e di intervento in avventure di carattere imprenditoriale, siano esse pubbliche siano esse private. SLALA è un contenitore che oggi raccoglie una parte molto significativa di enti territoriali, prevalentemente enti territoriali. Gli unici soggetti di diritto privato che ne fanno parte l'ho già ricordato in occasione di dibattito, sono la Fondazione di una Cassa di Risparmio, che è un soggetto di diritto privato, ma con una natura di grande interesse per le politiche pubbliche. Energie e Territorio, che è una società della Provincia di Alessandria, è interamente partecipata dalla Provincia di Alessandria, quindi è un soggetto di diritto privato, ma ad intera partecipazione pubblica, e poi una grandissima platea di enti territoriali liguri e alessandrini. Non soltanto all'ultima riunione quando si è dato vita alla fondazione, è arrivata l'adesione anche della Camera di Commercio di Cuneo, che ha deciso di aderire a SLALA.
SLALA è un soggetto che ha il compito di legare insieme una pattuglia di enti territoriali che si trovano a cavallo tra due versanti regionali e di collegarli in un disegno di sviluppo che, alla fine, componga attraverso le aspirazioni e le ambizioni di enti di livello di governo diverso situati e sul versante ligure e sul versante piemontese, per ora essenzialmente alessandrino (le politiche di SLALA riguardano quei territori che aderiscono a SLALA); il compito di ricondurre a sintesi i disegni che Finpiemonte Partecipazioni e tutti i soggetti indicati dalla legge hanno il compito, se del caso, se ritenuti congrui rispetto alla nostra idea di sviluppo, di tradurre in realtà.
La legge non istituisce SLALA, ma riconosce a SLALA quella funzione senza la quale noi dovremmo smantellare tutto quel processo di costruzione e di alleanza territoriale tra istituzioni locali liguri e piemontesi che si è svolto in questi anni.
Infine, ultima questione. Qualcuno ha osservato, giustamente - l'ha fatto il Consigliere Casoni e prima ancora il Consigliere Ricca - che noi abbiamo voluto fare un'azione di rispetto e di chiarezza nei confronti del territorio e anche nei confronti del Consiglio.
L'allegato A, che è stato richiamato in più interventi - l'ha fatto il Consigliere Deambrogio e molti altri - ha esattamente lo scopo che vado a spiegare.
Oggi, cominciamo a dire che questa legge opera nei confronti di quelle realtà che, in qualche modo, o esistono ed hanno insediato i soggetti societari, strutture operative che già operano in quel campo e che vanno accompagnate - visto che ci sono, che stanno operando e che sono strategicamente rilevanti per la loro collocazione - a performance di sviluppo alle quali credo che la Regione Piemonte non possa dare il suo concorso. Oppure di realtà che riguardano quelle aree su cui la programmazione territoriale, frutto della concentrazione tra i livelli regionali e i livelli locali, ha già individuato in termine di programmazione territoriale e urbanistica delle aree di sviluppo, che sono così prossime e strettamente connesse alle aree di smistamento ferroviario ad una serie di nodi infrastrutturali e intermodali già compromessi e già esistenti, senza anticipare ciò che sarà la programmazione e il Piano della logistica deciso in quest'Aula.
Nel comporre questo quadro generale del Piemonte, intanto cominciamo ad operare, perché ci sono aspettative di imprese, di lavoratori e di sviluppo che sono già in atto su aree che già funzionano per quella vocazione, e circoscriviamo l'azione di questa legge intanto in quel campo, sapendo che anche questa è un'informazione che do al Consiglio - nelle prossime settimane, penso entro la fine di questo mese o l'inizio del mese di marzo dovrei essere in grado di produrre, prima alla Giunta per rilasciarlo al dibattito del Consiglio, il Piano della logistica, sapendo che questa è una mappatura che, probabilmente, va completata e meglio definita, anche qui questa è la mia personale opinione - stando molto attenti però a non fare esplodere una proliferazione indefinita.
Su questo non c'è dubbio, Consigliere Casoni, che il tema del quadrante sud-occidentale del territorio piemontese è uno dei temi che, però, era particolarmente complicato da identificare già qui, in uno strumento allegato che chirurgicamente definiva un insieme di aree, perché nemmeno il livello territoriale cuneese ha oggi ancora con precisione definito dove collocare l'area di sviluppo logistico. Credo che bisognerebbe avere rispetto, anche in questo senso, del territorio. Avremo, in poche settimane, modo di discutere del Piano e anche di approfondire con gli enti territoriali cuneesi questi aspetti. Nell'iter di approvazione del Piano potremo discutere di tutte le questioni che sono state anche qui richiamate.
Mi pare, ribadendo il mio personale ringraziamento a tutti quelli che sono intervenuti in Consiglio, che fosse però doveroso da parte mia riprendere alcuni concetti che, naturalmente, non hanno il senso di respingere o sottovalutare molte delle osservazioni che sono state fatte ma di precisare qual è la ratio di questo provvedimento che mi auguro possa uscire da quest'Aula con un'approvazione il più possibile rapida perch come qualcuno ha già ricordato, questo provvedimento sta qui ormai da tempo immemorabile, ma anche con il consenso più largo possibile e certamente con un orientamento che, ferme restando le critiche e la libertà di ciascuno di esprimersi anche al contrario, rilasci la sensazione che questo è un provvedimento che tutto il Piemonte nelle sue articolazioni politiche ritiene importante per mettere ordine e favorire lo sviluppo.



PRESIDENTE

A questo punto, terminato il dibattito generale e dopo la replica dell'Assessore Borioli, dovremmo passare all'articolo 1, sul quale c'è un emendamento del Consigliere Cavallera, che non è presente. Considerando che sono le 18.45, che è martedì grasso e che domani sono le Ceneri - il collega Leo non sente, perché è preso in altre faccende - penso che potremmo chiudere il Consiglio.



PRESIDENTE

Il Consigliere Muliere ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Penso che almeno mezz'ora possiamo ancora lavorare. Abbiamo finito la discussione generale, ci sono un paio di articoli che non creano problemi.
Quindi, secondo me potremmo anche iniziare.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Casoni, vorrei chiarire che la mia comunicazione si basava su quanto percepito dalle numerose segnalazioni arrivate dai colleghi sia di opposizione che di maggioranza.
La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Presidente, intervengo solo per supportare la richiesta. Non volevo intervenire, però oggi abbiamo perso sei ore di lavoro non per colpa nostra. Adesso, chiedere che si venga a fare venti minuti in più di lavoro quando tutti abbiamo degli impegni... Allora, alle tre si iniziava, alle tre c'era il numero legale, alle tre approvavate gli ordini del giorno che dovevate approvare. Questo intervento non lo volevo fare, ma se sono tirato per la giacca li faccio. Quindi, gli accordi erano questi: si chiude adesso. La prossima volta, organizzatevi meglio e in un giorno potremmo essere più produttivi. L'organizzarvi non è parte della minoranza, ma della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Nemmeno io volevo fare questo intervento, però, caro collega Casoni...
Il Consigliere Ghiglia mi guarda, ma lui nella scorsa legislatura era impegnato in Parlamento. Insomma, chi c'era nella scorsa legislatura era costretto al martedì a stare qui fino alle otto, perché era giusto lavorare fino alle otto e non abbiamo mai iniziato in orario. Iniziavamo in ritardo come purtroppo è consuetudine. Però, alle otto terminavamo i lavori di questo Consiglio.
In questa legislatura - come dire, per essere compiacenti - abbiamo sempre terminato i nostri lavori intorno alle 19. Non chiedo di stare qui fino alle otto, ma almeno alle 19.15 o 19.30 e chi parla deve fare un po' di strada per tornare a casa, come il collega Casoni, del resto. Quindi stiamo qua fino alle 19.15 e poi andiamo a casa. Facciamo due o tre articoli che sono quelli che non creano tanto...



(Commenti in aula)



MULIERE Rocco

Va beh, va!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Sono un po' stupita, rispetto a questa organizzazione diversa che si vuole dare ai lavori, ma spiego il perché: siamo stati informati da alcuni colleghi che ci tenevano a seguire, anche perché sono tra i primi firmatari degli emendamenti che sono stati presentati - che non sono due o tre, ma una ventina - che l'ordine dei lavori sarebbe stato sostanzialmente quello che c'è stato comunicato.
Sinceramente, non so quale sia stato l'esito della valutazione, ma dal momento che ci sono venti emendamenti, che il collega Muliere immagina di chiudere all'orario che ha detto, non penso che ci siano le condizioni per chiudere questa cosa. Allora, possiamo tranquillamente stare qui a interpretare il contenuto degli emendamenti sapendo che dei colleghi l'ordine del giorno era questo - hanno ritenuto, per impegni, di dover andare via. Immagino che i firmatari, sapendo che si andava avanti, non avrebbero ovviamente scelto di andare via dal Consiglio.
Quindi, visto che non parliamo di Consiglieri poco presenti in quest'aula, chiederei la cortesia dell'Aula di poter permettere a questi Consiglieri, sapendo che l'organizzazione dei lavori era questa, di poter partecipare alla discussione di questa legge.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.50)



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