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Dettaglio seduta n.288 del 22/01/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


SPINOSA MARIACRISTINA



(Alle ore 14.29 la Consigliera Segretaria Spinosa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 15.01 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bossuto, Cattaneo, Dalmasso Ferraris, Laus, Moriconi e Turigliatto.



PRESIDENTE

Essendoci sette congedi, il numero legale è 29.


Argomento: Associazioni intercomunali

Ordine del giorno n. 921 dei Consiglieri Cotto, Reschigna, Robotti Barassi, Buquicchio, Burzi, Clement, Comella, Ghiglia, Giovine, Guida Manolino, Motta, Muliere, Nicotra, Placido, Ricca, Spinosa, Travaglini Turigliatto, Valloggia, Vignale inerente a "Forme associative di Comuni" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

In apertura di seduta è stato presentato l'ordine del giorno n. 921 presumo a prima firma dei Consiglieri Cotto e Reschigna, avente ad oggetto "Forme associative di Comuni".
Se non ci sono controindicazioni, lo diamo per iscritto all'o.d.g.



(Il Consiglio, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proseguimento esame proposta di legge n. 480 inerente a "Modifiche alla legge regionale 3 agosto 2004, n. 21 (Rapporti tra il Consiglio regionale e i Consiglieri cessati dal mandato)"


PRESIDENTE

L'esame della proposta di legge n. 480, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
L'articolo 1 è stato già approvato nella seduta antimeridiana.
ARTICOLO 2 La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Signor Presidente, questa mattina, essendo assente, non ho partecipato alla prima parte della discussione, ma ho idee abbastanza chiare sulla proposta di legge n. 480, con la quale mi sembra si tenti di far passare per concetto minimale un aspetto più consistente e grande. Addirittura avevo visto scritto in un testo iniziale che gli ex Consiglieri potevano assistere dalla tribuna agli atti del Consiglio. C'era un testo probabilmente precedente a questo, che nella relazione riportava quanto ho appena riferito o, comunque, noi lo abbiamo letto da qualche parte qualcuno aveva fatto una proposta.
Ci mancherebbe che gli ex Consiglieri, che in altre Regioni sono onorati e rispettati, non potessero assistere alle sedute come può fare un qualunque cittadino che arriva in Consiglio, consegna i documenti in portineria, si siede in tribuna e assiste legittimamente al Consiglio regionale.
Allora, relativamente al ruolo dobbiamo anche intenderci sulla dignità che vogliamo attribuirgli e decidere se vogliamo solo mettere una foglia di fico per risparmiare 16 mila euro in due anni e mezzo, quando, magari spendiamo dieci milioni per una sede a Bruxelles, o se, invece, diamo dignità a duecento ex Consiglieri regionali - io qui voglio dargliela - che in tre anni a questo Consiglio regionale sono costati la bellezza di 16 mila euro in viaggi.
Mi sembra che qui, forse, ci sia qualcuno che specula anche su questi aspetti, forse per dire che si tenta di risparmiare, sapendo benissimo che non è vero, per coprire altri atti relativamente ai quali spendiamo consistenti risorse. Tra l'altro, il centrodestra annovera un numero esiguo di questi duecento ex Consiglieri regionali, perché, quale maggioranza abbiamo amministrato a partire dal 1995, mentre prima eravamo parte della minoranza. Quindi, non lo dico per spirito di parte, però, nelle altre Regioni vi posso garantire che la dignità di un ex Consigliere è rispettata molto più che non qui in Piemonte.
Ho già detto che se gli uffici notano delle anomalie in determinate spese hanno la potestà di contestarle, ma se in due anni e mezzo duecento ex Consiglieri hanno speso 16 mila euro - adesso non so quanto faccia 16 mila diviso 200 - sono cifre veramente ridicole che, probabilmente spendiamo in una seduta consiliare straordinaria o durante un'audizione.
Occorre anche avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome.
Questa mattina ho sentito Consiglieri, anche della sinistra, dire che un ex Consigliere, quando ha finito il proprio mandato, è nessuno, è fatto fuori!



(Commenti in aula)



(Scampanellìo del Presidente)



CASONI William

Allora, chiediamo che Wilmer Ronzani rinunci ai diritti parlamentari che ha acquisito in due anni, va bene. Se si è coerenti, chi ha fatto il parlamentare rinunci alle stesse prerogative, perché a toccare questi tasti ci si fa male, come si dice in gergo.
Relativamente a questi aspetti, nei giorni scorsi, abbiamo sentito anche interventi del Capogruppo Muliere; pertanto, se vogliamo iniziare a riformare questa Regione, anziché avere gli Assessori esterni scegliamoli interni.
Capisco la Presidente Bresso che ha nominato gli Assessori esterni, tra l'altro non è che sia contro di lei, ma non vorrei che per 16 mila euro si pongano divieti a dignitosissimi ex Consiglieri, che in due anni e mezzo hanno speso otto euro a testa, in termini di costi del Consiglio regionale e, oggi, pur non avendo loro speculato, si fa una legge per vietare loro di spendere quegli otto euro. Sarei d'accordo se gli uffici ci avessero detto di porre attenzione su questo, perché si specula e ci sono spese enormi che potremmo spendere intelligentemente per altro . Invece non è così, perch questi numeri - 80 - sono a bilancio, non importa, voglio dire.
Mi sembra che, oggi, il gettone d'ogni Consigliere per un'audizione esterna ammonti a 180-190 euro, quindi se l'ex Consigliere in tre anni spende 80 euro vuol dire che l'anno ci costa 20 euro. Vogliamo lasciargli la dignità come ruolo, perché non è lì il problema della spesa pubblica regionale? È questo il problema che, invece, noi portiamo in Aula? Per carità, poi, l'80% di questi appartiene al centrosinistra, perché i nostri ex Consiglieri sono in numero più limitato. Prima ho incontrato al ristorante il vostro ex collega Riba, che è rimasto stupefatto di questa iniziativa.
Ai primi della classe, attenzione, io l'ho già detto: presenteremo immediatamente una proposta di legge per fare gli Assessori interni. Poi vedremo cosa avrete da dire. Voi, che adesso difendete questi soldi, la appoggerete, perché proponiamo di risparmiare dei soldi, e non 16 mila euro, ma qualcosa come 20 milioni d'euro. Lo diciamo appunto perché chi solleva certi problemi, poi si deve prendere la responsabilità di portarli avanti. Noi siamo d'accordo, nel senso che potremmo arrivare ad un voto largamente positivo, se c'è questo interesse al riguardo.
Già ad inizio legislatura, avevamo detto che quello era un costo che incide veramente sul bilancio della Regione e del Consiglio. La Presidente Bresso ha fatto quella scelta, voi la avallerete, anzi chiederò la firma a soggetti come Boeti e il Capogruppo Muliere, che già hanno dimostrato d'essere sensibili al risparmio di fondi regionali per non gravare sui cittadini. E, ribadisco, non parliamo di 16 mila euro, ma di milioni d'euro da risparmiare: vedremo come poi ci si atteggerà rispetto a queste cose.
Termino qui il mio intervento, perché questa mattina ero assente, ma poi mi hanno informato di questa proposta di legge che vede come relatore il collega Placido, il quale sa bene che i problemi si risolvono anche in altro modo e che forse è bene non innestare delle cose che servono come foglie di fico.
Certo, si può dire: "Abbiamo vietato ai cattivissimi ex Consiglieri regionali di spendere 80 euro a testa in tre anni". Per carità, queste cose le si possono fare. Tuttavia, riteniamo che in questa Regione si possono risparmiare molti più soldi andando invece a verificare le controllate andando a calcolare le spese che si fanno, andando a vedere le consulenze andando a valutare tanti interventi. Lì sì che c'è da risparmiare qualche milione d'euro facilmente.
Probabilmente, con le consulenze che ha stipulato l'Assessore Manica avremmo pagato trent'anni di ex Consiglieri - grosso modo, ho fatto dei calcoli veloci - e si tratta di duecento persone.
Rispetto a questi problemi, vorremmo che qualcuno ci desse una risposta quando sostiene che invece è giusto fare così, perché se l'Assessore Manica affidasse una consulenza in meno...
Ho finito e credo di essere stato abbastanza chiaro.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
Prima di passare alla votazione finale, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Alla luce degli ultimi interventi che si sono succeduti su questo articolo, in particolar modo alcuni che hanno contraddistinto la fase finale della riunione di stamattina, se questo non crea disturbo all'Aula, noi opposizione avremmo bisogno di tre minuti di confronto.



PRESIDENTE

Colleghi, è stata richiesta una sospensione da parte del Consigliere Burzi. Se non vi sono indicazioni in senso contrario, la seduta è sospesa e riprenderà fra 10 minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.48 riprende alle ore 16.08)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente. Annuncio che noi - non so se interverranno anche i colleghi - su questo disegno di legge ci asterremo, perché ho già spiegato prima che, se veramente vogliamo andare a fondo in questa materia, sapremo anche noi indicare delle strade concrete e realistiche, a partire dai poteri del Consiglio e della Giunta regionale, dalle consulenze, dagli Assessori esterni, dalle partecipate ecc.
Vi è un'infinità di situazioni sulle quali veramente le cifre di cui stiamo parlando adesso, che riguardano questo disegno di legge, non sono delle mance, non sono il centesimo che ormai non dà più di resto nessuno quando si compera la frutta.
Nel contempo, vogliamo guardare in faccia senza vergognarci i nostri ex colleghi, che hanno dimostrato - di questo gliene voglio dare atto - di avere una prerogativa che non hanno assolutamente sfruttato: sono stati dignitosissimi, nessuno ha speculato su questa cosa e gli uffici avevano tutto il potere di vietare eventuali anomalie. Ripeto, poiché, secondo me c'è la politica, c'è la nostra dignità personale, c'è la dignità che va riconosciuta ai nostri ex colleghi...



PRESIDENTE

Per cortesia, Consiglieri, vi prego un attimo di attenzione.
Gentili Consiglieri, gentili Assessori, vi pregherei, cortesemente, di consentire al Consigliere Casoni di portare a compimento il suo intervento.



CASONI William

Anziché interpretare questa come una "punizione", voglio dare atto agli ex Consiglieri regionali - chiedo che venga messo a verbale - di essere stati tra le persone, tra i consulenti, tra tutti coloro che lavorano e che lavorano nel pubblico, le più oneste di questi anni in Consiglio regionale.
Ripeto, basta fare i calcoli, se ho qualcosa da dire la dico in faccia, se ci sono state delle anomalie, si segnalino le anomalie, ma non si può fare di tutta l'erba un fascio.
La nostra astensione è dovuta a questo e, contemporaneamente all'astensione, preannuncio già i nostri provvedimenti restrittivi che prima ho preannunciato. Lavoreremo da subito per avanzare una proposta di modifica della composizione della Giunta, delle attribuzioni della Giunta.
Gli Assessori esterni costano cento volte di più di uno fra i duecento ex Consiglieri regionali per tre anni, in un mese. Vogliamo risparmiare? Iniziamo dai consulenti di ogni Assessore.
Mi rivolgo ai Consiglieri che hanno dimostrato determinazione in queste azioni, che hanno detto che bisogna risparmiare. Per esempio, Presidente Bresso, rescinda il contratto e affitti i locali di Bruxelles, risparmiamo dieci milioni di euro anziché farle...



(Commenti della Presidente Bresso)



CASONI William

Togliere 16 mila euro a duecento ex Consiglieri regionali che hanno speso 80 euro in tre anni! Io darei loro una medaglia, altro che una legge contro! Hanno dimostrato di essere più onesti di tanta gente che, in questa Regione, opera ogni giorno.
Parliamoci chiaro, voglio continuare a guardare in faccia con lealtà e rispetto i nostri ex colleghi. Il nostro Gruppo, ma anche gli altri Gruppi con i quali abbiamo concordato la posizione, si asterrà dal voto di questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Non voglio ripetere quello che ho detto questa mattina che, in parte, è stato ripreso dal Consigliere Casoni. Sono un po' preoccupato per la mancanza di rispetto e solidarietà nei confronti dei Consiglieri che ci hanno preceduti, ai quali va tutta la solidarietà perché hanno tenuto alto il nome e l'impegno di una Regione che, fino ad oggi, che sia stata governata dal centrodestra o dal centrosinistra, ha dimostrato sempre una grande coerenza e un grande spirito istituzionale. Se questo è avvenuto fino ad oggi, lo dobbiamo a tutti i colleghi che fino ad oggi hanno tenuto alto l'immagine dell'istituzione Piemonte.
Un'altra preoccupazione è che oggi i cittadini non hanno più fiducia nella politica. Se voi pensate, con questo atto ipocrita, di riconquistare un minimo di immagine e di credibilità da parte dei cittadini, state percorrendo la strada sbagliata. Questo è quello che mi preoccupa, il resto, l'aspetto economico, va e viene nella vita.
Il Vicepresidente Placido ha fatto riferimento al Revisore dei Conti ma l'Ufficio di Presidenza può valutare, di volta in volta, l'importanza della missione. Quello che mi preoccupa oggi è la delegittimazione della politica. Noi siamo stati eletti dal popolo, eletti con la preferenza abbiamo instaurato un rapporto ombelicale, un rapporto di pancia con l'elettorato, non possiamo permetterci, dopo tutto quello che sta succedendo, di non dare risposte concrete.
Ieri sera, per esempio, ho sentito nel programma Porta a Porta che la Regione Piemonte non è tra quelle in cui la sanità funziona al meglio. A me ha fatto un po' arrabbiare. Ci sono rimasto male, indipendentemente dal fatto se oggi governa il centrosinistra o se ieri ha governato il centrodestra. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che noi dobbiamo essere primi nell'efficienza, nel dare risposte concrete ai cittadini. Oggi che cosa si sta evidenziando? Che non diamo risposte concrete, importanti per i nostri cittadini e votiamo delle fesserie contro nostri colleghi che hanno raccolto preferenze quando abbiamo dodici Assessori - non ho niente contro le singole persone - che non sono stati votati dai cittadini e oggi strumentalizzano questa situazione. Questo è grave. Stiamo delegittimando il potere politico e istituzionale di questa Assemblea.
Voterò contro, mi dispiace per i colleghi, ognuno voterà secondo la propria coscienza. Chiedo scusa ai Consiglieri che hanno firmato questo provvedimento, ma non me la sento di mancare di solidarietà a tutti quei colleghi che sono stati la bandiera della Regione e alle persone che hanno tenuto alta l'immagine del Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Durante il mio intervento sull'articolo 1 avevo fatto notare come questo provvedimento, seppure fatto nel tentativo di ridurre le cosiddette spese della politica, otteneva risultati ridicoli e risibili. Già allora avevo fatto notare come, invece, avremmo dovuto iniziare da costi ben più pesanti, quali la riduzione del numero degli Assessori ma, soprattutto, la riduzione del numero degli Assessori esterni. Cosa su cui intendiamo presentare un ordine del giorno, una proposta in questo senso.
Alla luce di quanto detto non daremo un voto contrario perché, in ogni caso, va nel senso di riduzione delle spese, cosa che non ci vede contrari ma ci asterremo perché è un provvedimento ridicolo. Se volevamo tagliare le spese, c'erano ben altri costi, ben altri argomenti su cui tagliare, che non mettere i puntini sulle "i" agli ex Consiglieri, dove non risulta abbiano fatto spese non congrue. Basta verificare il totale delle spese di questi anni per vedere come gli ex Consiglieri siano stati estremamente cauti nell'utilizzare le possibilità che avevano.
Questo provvedimento è sicuramente inutile e semplicemente demagogico.
Ci asterremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Cotto, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Aspettavo la dichiarazione del Capogruppo che è già stata compresa dalle altre dichiarazioni. Sono autorizzata dal mio Capogruppo a fare la dichiarazione non per il Gruppo, ma in dissenso dall'orientamento del Gruppo, che ha deciso di astenersi.
Io invece voterò a favore di queste modifiche alla legge regionale n.
21, perché erano state proposte ed approvate in Ufficio di Presidenza dal collega Pichetto e dal collega Ghiglia.
Voterò a favore e non ho capito perché abbiamo votato a favore per l'articolo 1 e per l'articolo 2 e adesso votiamo contro.
facile l'ipocrisia e concordo con chi dice che non dobbiamo avere paura di chi sta facendo una campagna contro la classe politica. Io non ho paura, come non ho avuto paura quando, da sola, ho votato contro quel disegno di legge che permetteva ai gruppi DS e Margherita di mantenere gli stessi finanziamenti.
Come allora ho votato contro, in quanto andava contro la mia coscienza oggi voto a favore di questa legge, perché a favore si è espresso l'Ufficio di Presidenza, a favore si è espressa la Commissione e stamattina sono stati votati gli articoli 1 e 2. La gente del mio paese non riuscirebbe a comprendere perché abbiamo oggi ridotto al 50% l'indennità del Difensore Civico che qui non aveva voce.
Siamo invece contrari a continuare a mantenere i privilegi a chi non svolge più il ruolo di Consigliere regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Credo che ogni discorso vada calato nel momento in cui avviene, non tanto sul testo della legge che, come ha detto la collega Cotto, va in una direzione che tutto sommato potrebbe anche essere condivisibile.
Non è condivisibile, tant'è che è anche il motivo per cui si è collaborato quando c'era spazio per collaborare in Ufficio di Presidenza ma va calato nel momento in cui questo avviene. Oggi esprimo un'opinione che non vale niente più che un'opinione, il tempo che impiego a dirla ed il tempo che questa opinione impiega ad entrare - e mi auguro permanga - nelle orecchie di chi ascolta. Oggi è inadeguato, demagogico ed ipocrita.
Lo motivo con un esempio e l'ha fatto anche stamattina il collega Scanderebech alludendo ad un aspetto; io non ho difficoltà a citare un aneddoto, che immagino abbia colpito anche i colleghi e colpirà, perché è un'altra delle modalità che ci inducono ad essere come classe, come struttura e come appartenenti a questo mestiere sempre più distante dai cittadini che, secondo le leggi, si esprimono.
Sul discorso delle nomine avvenute in Campania, credo che tutti abbiano per ragioni diverse molta attenzione. C'è chi è interessato non superficialmente ai temi della giustizia, chi è interessato ai temi della politica, perché da questo, ma non solo, sta nascendo una crisi.
Non credo che sia questa l'origine, comunque è l'episodio che in qualche modo connota una criticità che un partito appartenente all'attuale maggioranza ha tratto come conclusione per considerare l'esperimento di maggioranza chiuso.
Chi ha avuto modo di leggere i giornali su questo argomento - ed alludo ai giornali principali, quindi agli editoriali sul Corriere della Sera e su La Stampa per citarne due tra i principali - avrà visto che è in oggetto di contestazione non la trasparenza e l'efficacia delle nomine che la politica ha fatto, che a mio avviso è invece tema che dovrebbe richiedere un larghissimo intervento da parte di tutti coloro che a questo dovere (non diritto) contribuiscono, ma bensì il fatto stesso. Al punto che addirittura il Presidente della Regione Lazio Marrazzo, se i giornali riportano correttamente - e quindi il Presidente mi scuserà se la notizia che riferisco non fosse vera - dice: "Hanno ragione. Noi Presidenti dobbiamo fare un passo indietro rispetto a questa cosa".
E mi verrebbe da dire, se il clima dell'Aula non lo escludesse: siccome il dovere di procedere alle nomine di competenza è appunto un dovere, mi immagino che cosa farà come suggerimento il Presidente della Regione Lazio.
Probabilmente metterà in un'urna i nomi dei candidati che, secondo qualche procedura, arriveranno e poi li farà estrarre a sorte.
Perché se la politica si sottrae all'esercizio dei propri doveri, non diritti, è cosa grave.
all'interno di ciò che invece viene totalmente a mancare la ricerca di trasparenza delle nomine, la ricerca di efficacia delle nomine stesse il costo della politica.
Mi unisco anche io - e non è la prima volta - nel dire che il costo della politica che è, in qualche modo, uno dei comuni denominatori dell'attività legislativa, non sta qui di casa. Non sto dicendo che non stia anche qui, ma certamente non sta qui.
Credo che la categoria di mestieranti della politica, cui mi onoro di appartenere, oggi debba avere ben chiaro che è messa in discussione (e meno male). Rifiutiamo di discutere anche in Aula l'unica altra categoria che non è mai messa in discussione, che è quella Magistratura.
Ogni tanto se ne parlucchia, ma in genere nei bar e nelle buvette dove hanno maggiore frequentazione rispetto a noi, ma pur essendo un organo legislatore ci rifiutiamo, perché questo riguarda, essendo che non ne parliamo - quindi per conseguenza è come se ci rifiutassimo di parlare una componente indispensabile all'equilibrio di uno Stato sano, e il nostro non lo è, alla competitività di uno Stato sano, e il nostro non lo è più.
Proprio per questa inadeguatezza, se non altro del momento, e perch non è sugli ex Consiglieri che si parte da un processo di efficienza che se ho ben sentito dai colleghi , vale meno di quanto oggi abbiamo impiegato qui per discuterlo, che sono fortemente tentato di votare contro, ma per condivisione di buona parte dei colleghi di minoranza, mi asterrò.



PRESIDENTE

Il Consigliere Guida ha chiesto la parola. La dichiarazione di voto è già stata svolta, quindi può intervenire se interviene in dissenso dal Gruppo.



GUIDA Franco

Intervengo perché prima il Consigliere Scanderebech mi ha indicato e si chiedeva cosa avrei fatto io. Quindi, credo che sia giusto dare una risposta.
Io voterò esattamente come lui, e precisamente contro. Il perché lo sa anche il Vicepresidente...



PRESIDENTE

Consigliere Guida, lei non può intervenire in sede di dichiarazione di voto, avendo già fatto il suo Gruppo la dichiarazione.



GUIDA Franco

Presidente, si tratta di rispondere all'inciso che ha fatto prima il Consigliere Scanderebech. Tante volte lei è flessibile, lo sia per pochi secondi! Il Vicepresidente Placido sa che gode della mia simpatia e della mia stima e io lo considero una persona con cui si può parlare; però credo che lui, come tanti colleghi, sappia benissimo che questo provvedimento ha una valenza d'immagine politica; io però devo anche dare il segnale della politica che si difende, almeno la politica che, per ciò che mi riguarda o che riguarda molti di voi, dovrebbe risolvere i problemi e le questioni.
Credo che il riconoscimento agli ex Consiglieri regionali fosse, più che un diritto, una concessione; una concessione che, probabilmente avrebbe dovuto essere utilizzata con molta attenzione e parsimonia.
Nella norma avrebbe dovuto essere prevista una sorta di autorizzazione al viaggio, piuttosto che la cancellazione del viaggio che era stato autorizzato senza chiedere il perché.
Eppure, qui, ci sono molti Consiglieri che hanno fatto bene il proprio mestiere - probabilmente quasi tutti -, che hanno portato il nome del Piemonte in alto, non soltanto quando facevano i Consiglieri e gli Assessori, ma anche dopo. Sono intervenuto anche per dare una notizia, che forse il Presidente conosce, e cioè che un ex Assessore della Regione Piemonte oggi è il Presidente della Commissione di garanzia della Regione Lombardia, per rendere l'esempio di quante risorse umane e professionali ci sono nella storia del Consiglio regionale. Mi riferisco all'avvocato Paganelli.
Rimarco questo a testimonianza che in quelle concessioni c'è anche il riconoscimento di una storia politica di tutto rispetto, che qualche volta abbiamo anche bisogno di mettere in evidenza.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sulla proposta di legge n. 480.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato Sì 36 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame proposta di legge n. 206 di iniziativa dei Comuni di Valmala Sampeyre, Bellino, Rossana e Dronero, inerente a "Modifica alla l.g. 32/1982 sulle norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale" - (Ordine del giorno n. 727 di non passaggio agli articoli, ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di legge n. 206 e del collegato ordine del giorno n. 727, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera Barassi.



BARASSI Paola, relatrice

Grazie, Presidente. Molto velocemente, l'ordine del giorno firmato da diversi componenti della V Commissione, chiede il non passaggio all'esame degli articoli della proposta di legge n. 206, presentata dai Comuni di Valmala, Sampeyre, Bellino, Rossana e Dronero.
L'ordine del giorno nasce in seguito alla presentazione di un'altra proposta di legge, già votata nel corso del 2007, legata alla tutela e alla valorizzazione dei funghi epigei. Poiché la proposta di iniziativa degli Enti locali chiedeva delle modifiche alla legge n. 32, legata allo stesso argomento (raccolta e valorizzazione dei funghi epigei), la proposta è di non passare all'esame degli articoli, essendo essi già ricompresi nella legge che abbiamo votato precedentemente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Per cogliere l'occasione, non tanto per contestare una proposta della collega, che ovviamente proceduralmente è da votare, ma per far presente all'Assessore, che ovviamente, come noi, è un lettore della Rassegna Stampa, che le Comunità montane - per adesso ci sono ancora nella configurazione che conosciamo - si attendono i finanziamenti, così come fino adesso hanno avuto.
Infatti, avevano un gettito proveniente dai tesserini, che era direttamente articolato in loco, mentre adesso la questione ha una dimensione regionale. È chiaro che prima c'era un legame diretto "contribuzione-territorio", mentre adesso occorre trovare una modalità, che viene rimessa alla Giunta, all'Assessorato.
Intervengo solo per ribadire quello che ovviamente ciascuno di noi ha appreso sul proprio territorio, essendo stato senz'altro sensibilizzato.
Potremmo parlare di questo in occasione del bilancio. Probabilmente l'Assessore ci ha già pensato, comunque ritengo importante non perdere quelle risorse che, per legge, erano indirizzate al miglioramento dell'ambiente nel quale si svolge la raccolta dei funghi, per quanto possibile circoscriverlo o determinarlo. Era un ambiente abbandonato, o comunque poco coltivato, che, se non dispone di risorse particolari difficilmente farà rilevare interventi attivi da parte delle Comunità locali. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Ritengo che il Consiglio regionale abbia approvato una buona legge di riforma, relativamente alla raccolta dei funghi, soprattutto sul punto della semplificazione e dell'estensione della validità del tesserino su tutto l'ambito regionale.
In Commissione ambiente ci sarà presto un appuntamento sulla definizione del minimo, che è l'aspetto che interessa maggiormente.
Mi pare non ci sia alcuna ipotesi di modifica del fatto che la Comunità montana o il Comune delegati a dare il tesserino, a fronte del pagamento ricevano il pagamento stesso.
Mi auguro che, per certi versi, l'estensione regionale porti ad una maggiore fruizione ed attenzione su questo punto, che qualche risorsa pu darla a chi si attiva. Promuoveremo una discussione in Commissione sulla parte minima e sulla distribuzione degli introiti, ma credo che la strada debba essere quella.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 727 di non passaggio agli articoli, il cui testo recita: "Vista la proposta di legge relativa a: 'Modifica alla l.r. 2/11/82, n. 32 sulle norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale', presentata dai Comuni di Valmala, Sampeyre, Bellino, Rossana e Dronero il 27 ottobre 1983 e riassegnata con il n. 206 alla V Commissione il 10 gennaio 2006, ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 (Iniziativa popolare e degli Enti locali e referendum abrogativo e consultivo) Considerato che tale proposta di legge è finalizzata a modificare alcune disposizioni relative alla raccolta dei funghi, come chiaramente illustrato nella relazione, attraverso la modifica degli articoli 20 e 22 della legge regionale 2 novembre 1982, n. 32 (Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale) Vista la proposta di legge n. 254, 'Tutela dei funghi epigei spontanei' licenziata con esito favorevole dalla V Commissione il 21 giugno 2007, che introduce nell'ordinamento regionale una nuova disciplina in materia di funghi epigei spontanei Considerato che la citata proposta di legge n. 254, oltre a proporre una nuova disciplina, incide sulla l.r. 32/1982, in particolare togliendo il riferimento ai funghi nell'articolo 20 della l.r. 32/1982, e abrogando l'articolo 22 Considerato che, ai sensi dell'articolo 8, comma 5, della citata legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4, la proposta di iniziativa degli Enti locali deve essere portata all'esame del Consiglio nel testo redatto dai proponenti, e che, quindi, non può confluire in un testo unificato Considerato che la proposta di legge 206 è stata licenziata con voto negativo dalla V Commissione, il 31 maggio 2007 Considerato che l'approvazione della proposta di legge n. 254, 'Tutela dei funghi epigei spontanei', supera il contenuto della proposta di legge n.
206 Si propone al Consiglio regionale Il non passaggio agli articoli, ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento della proposta di legge n. 206, 'Modifica alla l.r. 2/11/82, n. 32, sulle norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale', presentata dai Comuni di Valmala, Sampeyre, Bellino, Rossana e Dronero, in quanto il contenuto della proposta è superato dalla proposta di legge n. 254 approvata dalla V Commissione, il 21 giugno 2007".
Il Consiglio approva.
Comunico che procederemo alla distribuzione del testo corretto della relazione relativa alla proposta di legge regionale n. 480 - ora legge regionale - in materia di ex Consiglieri.
Nel testo precedentemente distribuito, come avevano rilevato alcuni Consiglieri, la relazione non era nella formulazione corretta. Si è provveduto a correggerla e si procede, quindi, alla distribuzione del nuovo testo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

In assenza dell'Assessore ai trasporti, che porge le sue scuse ma oggi pomeriggio, per impegni governativi che lo hanno portato a Roma, non pu essere presente, non siamo delle condizioni di procedere all'esame del punto 6) all'o.d.g., disegno di legge n. 386, "Norme e indirizzi per l'integrazione dei sistemi di trasporto e lo sviluppo della logistica regionale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Intervengo sull'ordine dei lavori. Posto che il prossimo punto all'o.d.g., che riguarda la proposta di deliberazione n. 294, "Approvazione del Piano regionale integrato dell'immigrazione", presenta dei problemi e sono stati presentati parecchi emendamenti, volevo chiedere un'inversione dei punti all'o.d.g. per trattare prima quei temi sui quali emerge un accordo complessivo, che potremmo approvare nella giornata odierna. Faccio presente, ad esempio, che l'ordine del giorno di solidarietà al Papa sta diventando vecchio e rischia di essere superato, per cui sarebbe opportuno trattarlo.
In apertura di seduta, il collega Rostagno aveva chiesto di trattare l'ordine del giorno sulla chiusura degli sportelli della Banca d'Italia.
Anche questo è un altro punto che, se lasciato in un cassetto, rischia di essere superato. Non so se ci sono altri argomenti urgenti, ma la mia proposta è di trattare prima tutti questi temi, facendo slittare a fine seduta il Piano integrato dell'immigrazione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Dutto ha formalizzato la proposta di soprassedere all'esame del punto 7) all'o.d.g. Se tale proposta venisse approvata passeremo all'esame del punto 8) e successivi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
La questione che ha sollevato il Consigliere Dutto, relativa alla difficoltà di approvare il Piano integrato dell'immigrazione, è stata sollevata più volte anche durante la Conferenza dei Capigruppo.
Questo provvedimento lo abbiamo approvato tutti gli anni, anche quando l'attuale minoranza era maggioranza e la Lega Nord faceva parte della maggioranza.
un programma annuale sulla base di una legge tuttora in vigore. Sono sorpreso del fatto che ci debba essere per forza, da parte di un Gruppo consiliare, un'opposizione così forte su un provvedimento di questo tipo.
Si potrebbe anche cambiare qualche termine all'interno della deliberazione: naturalmente se ne può discutere.
Però non è che possiamo continuare a rinviare sine die la discussione e l'approvazione di questo provvedimento.



MULIERE Rocco

DUTTO Claudio (fuori microfono)



MULIERE Rocco

la prima volta.



MULIERE Rocco

la prima volta in Aula, ma vorrei ricordare al collega Dutto che il Consigliere Rossi - che oggi non è presente - aveva posto più volte la questione durante la Conferenza dei Capigruppo e più volte avevo ribadito che non capivo il perché il Gruppo della Lega Nord avesse approvato questo provvedimento quando era in maggioranza, mentre adesso non ci permette di farlo.
Se si tratta di cambiare qualche espressione che può apparire fuorviante dall'obiettivo che vogliamo ottenere attraverso questo Piano annuale, discutiamone pure, perché non credo che richieda molto tempo.
Ricordo che gli scorsi anni approvavamo questa delibera forse senza neanche una discussione. Adesso, sinceramente, mi sembra un po' strano che non si riesca ad arrivare nemmeno alla discussione e quindi all'approvazione.
Discutiamo del merito.



PRESIDENTE

stata avanzata una proposta di inversione punti all'o.d.g.
Consigliere Muliere, intendo il suo intervento in senso contrario?



MULIERE Rocco

Vediamo se riusciamo a trovare un'intesa su questo, al di là del fatto di essere contrari o meno. Se c'è la disponibilità a discutere degli altri due provvedimenti...



PRESIDENTE

Certamente, e il non passaggio all'esame di cui al punto in oggetto.
Ciò implica la successione dei punti all'o.d.g., a meno che nel corso di seduta non venga formalizzata una richiesta di inversione.



MULIERE Rocco

Presidente, per come la vedo io, possiamo discutere degli altri due provvedimenti, ma iniziare comunque la discussione sul punto 7) già oggi perché credo che sia utile.
Anche perché riguarda il triennio 2007-2009, e il 2008 è già passato perché non abbiamo potuto discuterlo. Sinceramente, non troverei corretto approvare il piano triennale magari a metà 2008, quando lo stesso scade nel 2009.
Pertanto, Presidente, esaminiamo pure il disegno di legge n. 147 "Soppressione del Comitato regionale per le opere pubbliche" e la proposta di deliberazione n. 321, "Disposizioni transitorie in materia di revisione dei dimensionamenti delle Autonomie scolastiche statali per l'anno scolastico 2008/2009", se è possibile, ma poi discutiamo del punto 7) e vediamo se troviamo un'intesa sul merito per cambiare dei termini. Mi pare che anche l'Assessore fosse disponibile a discutere nel merito di alcune questioni sollevate dal Gruppo della Lega Nord.



PRESIDENTE

Possiamo considerare accolta tale proposta o devo procedere alla votazione?



(Commenti del Consigliere Dutto)



PRESIDENTE

Come da intese espresse negli interventi dei colleghi Dutto e Muliere procediamo con l'esame degli altri punti all'o.d.g., per trattare, nel corso della seduta, l'esame della proposta di deliberazione n. 294, di cui al punto 7) all'o.d.g.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 321, inerente a "Disposizioni transitorie in materia di revisione dei dimensionamenti delle Autonomie scolastiche statali per l'anno scolastico 2008/2009"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 321, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Ha chiesto di parlare l'Assessore Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Come voi sapete, ai sensi dell'articolo 138 del decreto legislativo 1 marzo 1998, n. 112, la Regione è chiamata alla programmazione sul Piano regionale, ovviamente, nei limiti di quelle che sono le disponibilità delle risorse umane e finanziarie, della rete scolastica e dell'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale.
La programmazione della rete scolastica avviene non solo attraverso l'identificazione di una serie di criteri stabiliti dalla Regione e applicati dalle Province nella determinazione dei Piani provinciali, ma anche con la determinazione di un Tavolo di lavoro che prevede la partecipazione, oltre che degli Assessori provinciali all'Istruzione dell'Ufficio scolastico regionale, dell'ANCI, dell'UNCEM, delle rappresentanze sindacali e delle rappresentanze del mondo della scuola (ANP, ANDIS, ASAPI).
Questo Tavolo ha esaminato e valutato le proposte e i piani pervenuti dalle Province; le richieste di revisione delle Autonomie scolastiche toccano in modo particolare la Provincia di Torino e quella del Verbano Cusio Ossola.
Per quello che riguarda la Provincia di Torino, le richieste attengono alle Autonomie scolastiche che hanno sede nel Comune di Rivoli e in modo particolare l'Autonomia scolastica del Primo Circolo, che prevede l'aggregazione della Scuola d'infanzia "Villarbasse" e della Scuola primaria "Principi di Piemonte" di Villarbasse stessa, che attualmente fanno parte dell'Autonomia scolastica del Quinto Circolo.
E' previsto un ulteriore dimensionamento sull'Autonomia scolastica del Secondo Circolo, mediante l'accorpamento con l'Autonomia scolastica "Scuola media "Levi", che diventa quindi Autonomia - Istituto Comprensivo.
Per quanto concerne l'Autotomia - Quinto Circolo Didattico, le scuole di questa Autonomia saranno così accorpate: la scuola "A. Sabin" di Rivoli la Scuola media "Vittorino da Feltre" di Rivoli, la scuola "Collodi" di Rosta, la Scuola "Infanzia J. Piaget" di Rivoli, e la "Scuola Infanzia Rosta" di Rosta saranno accorpate alla "Scuola Media Matteotti" di Rivoli che conseguentemente diventa Istituto Comprensivo.
Si richiede altresì che l'accorpamento di due sedi in Torino, cioè l'accorpamento dell'Autonomia Scuola media "Pola" con l'Autonomia - Circolo Didattico Padre Gemelli, che diventa un nuovo Istituto Comprensivo.
Allo stesso modo, si avrà un Istituto comprensivo in Comune di Vinovo dove si chiede l'accorpamento dell'Autonomia scolastica "Direzione Didattica" con l'Autonomia scolastica Scuola media "Gioanetti".
Di conseguenza, per quello che riguarda la Provincia di Torino, le Autonomie scolastiche che si rendono disponibili sono quattro.
Altra richiesta arriva dalla Provincia di Verbania dove si richiede l'aggregazione dell'Istituto professionale "Galletti" di Domodossola con l'Istituto tecnico "Marconi" di Domodossola, che, quindi, diventa Autonomia Istituto di istruzione superiore.
Conseguentemente alla richiesta illustrata, , nella provincia di Verbania si rende libera un'Autonomia.
Questo è il Piano di dimensionamento proposto dalle Province; le richieste attengono a due Province, quella di Torino e quella di Verbania per un totale di cinque Autonomie scolastiche che si rendono libere sul Piano regionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione 321, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Opere pubbliche

Esame disegno di legge n. 147 inerente a "Soppressione del Comitato regionale per le opere pubbliche"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 147, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Boeti.



BOETI Antonino, relatore

Illustre Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge che oggi l'Aula è chiamata ad esaminare si inserisce nell'ambito del processo di semplificazione normativa ed amministrativa che la Regione ha avviato, fin dal 2005, con l'abrogazione delle disposizioni inerenti ai Comitati regionali di controllo, con l'emanazione della prima legge regionale di semplificazione, nonché con la soppressione di alcuni osservatori regionali. In tale solco si colloca il presente disegno normativo volto a sopprimere il Comitato regionale per le opere pubbliche (CROP), in modo da assicurare una maggiore funzionalità ed efficienza dei servizi e delle procedure amministrative, con conseguente contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica.
Il provvedimento, rubricato con il numero 147, è stato assegnato all'esame in sede referente della II Commissione consiliare già l'11 ottobre 2005. Si sono svolte le dovute consultazioni con gli enti e le associazioni interessate alla materia e il testo è stato licenziato nella seduta del 12 dicembre 2007.
Il disegno di legge, di cui si chiede all'Aula sollecita approvazione risulta ora composto da otto articoli.
L'articolo 1, nel modificare l'articolo 18 della legge regionale 21 marzo 1984, n. 18 - questo è un punto importante - sostituisce l'attività di consulenza svolta dal CROP con l'istituzione di una struttura, interna all'organizzazione regionale e da individuarsi con successivo provvedimento della Giunta regionale, a cui sarà affidata una funzione consultiva in merito ai progetti di opere e lavori di competenza regionale o finanziati dalla Regione e a quelli di particolare interesse regionale secondo l'individuazione compiuta dalla Regione stessa in piani e programmi d'intervento. L'attribuzione delle funzioni attualmente svolte dal CROP ad una struttura tecnica, incardinata nell'organizzazione regionale contribuirà a superare la frammentazione delle procedere e conseguentemente, a ridurre il numero delle fasi procedimentali e dei soggetti che intervengono nel procedimento.
Le disposizioni di cui agli articoli 2-5, in coerenza con la suddetta modifica apportata alla legge regionale n. 18/1984, provvedono anche ad intervenire su altre norme regionali in cui è richiamato il CROP procedendo alla loro sostituzione, nei casi in cui il parere venga attribuito alla nuova struttura regionale, ovvero alla loro soppressione laddove si ritenga non necessaria e superata l'attività consultiva disciplinata dalle stesse norme.
Naturalmente, ci auguriamo che la Giunta regionale in termini rapidi provveda ad individuare gli uffici che dovranno in qualche modo sostituire la funzione finora svolta dal CROP, perché ai ritardi che con il CROP funzionante si sono determinati non si sostituiscano i ritardi determinati dall'Ufficio della Giunta.
Faccio un paio di considerazioni sul disegno di legge che abbiamo sollecitato e che, naturalmente, voteremo. Pensiamo che la Giunta abbia fatto bene a portare questo disegno di legge in aula. Viviamo in un Paese costruito sulla carta e sui procedimenti amministrativi e questi non hanno mai impedito, laddove si è verificato, collusione e corruzione. Pensiamo che un Paese che ha regole semplici e procedure rapide sia un Paese nel quale i cittadini si possono identificare. Un'ultima ricerca dell'IRES indica quanto la classe politica, in questo momento, sia lontana dai cittadini. Certamente i cittadini non sono tecnici, ma oggi il CROP esprime un parere soprattutto rispetto ai progetti che le nostre ASL prospettano di presentare in tempi rapidi.
Ricordo che l'Assessore Bairati una volta disse che la capacità di spesa della nostra Regione, rispetto alle aziende ospedaliere, è di 50 milioni di euro l'anno. Noi abbiamo approvato un piano di investimenti nel campo sanitario di quasi quattro miliardi di euro, ma se le procedure continueranno ad avere la stessa lentezza che hanno avuto fino ad ora, per spendere quei soldi ci impiegheremo un centinaio di anni. Sono convinto che il CROP abbia rappresentato un freno in questi anni alla capacità di spesa delle nostre aziende.
Credo che questo disegno di legge, non appena sarà approvato contribuisca a realizzare una Regione disponibile ed amica dei cittadini.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sulla proposta di deliberazione n.
321.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Abbiamo sentito la relazione del Consigliere Boeti: deve essere una costante degli ex Sindaci di Rivoli essere refrattari ai controlli. Le stesse filippiche contro i CORECO e i comitati di controllo si ripetono da parte di soggetti che siedono, democraticamente, sulla poltrona autorevole di Sindaco di Rivoli.
Al di là della battuta, trattiamo una materia complessa che, peraltro la Regione, fin da tempo immemorabile, cioè dal 1984, aveva già regolato con la legge n. 18 realizzando un notevole decentramento di funzioni e responsabilizzazione verso i soggetti attuatori delle infrastrutture. Mi ricordo - chiunque di noi abbia fatto l'amministratore comunale o provinciale lo ricorda - una serie di opere stradali piuttosto che scolastiche che venivano approvate, se non c'erano altri consensi da acquisire, dall'amministrazione.
Non credo che si debba dividere la realtà degli operatori - siano essi amministratori o tecnici - in onesti o disonesti. So che l'Assessore guarda tutti i sette colori dell'arcobaleno, quindi per l'Assessore non tutti i gatti sono bigi, ma ci sono varie realtà.
In sostanza, cosa voglio dire? Voglio dire che esiste anche un problema di qualità del progetto, esiste un problema di corretta applicazione dei prezzi e di soluzioni tecniche. Possiamo anche affidare la risoluzione del problema alla fase precedente, a quella nella quale un professionista - sia esso dipendente o acquisito dall'esterno - redige un progetto per cui forte della sua preparazione scolastica e della sua preparazione professionale, forte della sua esperienza, trova le migliori soluzioni tecniche. Qui parliamo di opere pubbliche.
Per una serie di interventi semplici, da un punto di vista delle soluzioni progettuali - per esempio per quanto riguarda le strade - è da molto tempo che gli Enti se li approvano per loro conto, salvo il fatto che, a suo tempo, c'era un limite di valore che poi è stato eliminato.
In ipotesi, esiste una questione che riguarda la tipologia...



(Commenti del Consigliere Buquicchio)



CAVALLERA Ugo

Lo so che non interessa a nessuno. I controlli, Consigliere Buquicchio danno fastidio, i Consiglieri non sono interessati, tuttavia insisto.
Credo che, in ipotesi, come si prevede nella norma, ci si possa anche affidare ad una valutazione interna alla struttura, come è prevista.
A beneficio del comunicato stampa non si va a vedere che adesso tutto deve passare dal CROP, perché non è così, solamente alcune tipologie di opere attualmente passavano dal CROP. Adesso, anziché passare dal CROP qualora necessarie, passeranno dal tecnico specialista interno. Rendiamo conto che l'organo tecnico collegiale, a fronte di opere di una certa complessità, era anche il soggetto che avrebbe dovuto dare - parlo in teoria, la norma ha un valore astratto, di carattere generale, bisogna vedere se veniva attuata così o non così - aveva la possibilità, la collegialità tecnica di censurare, di criticare, di domandare, di approfondire un progetto presentato da un professionista di un certo tipo interno o esterno alle varie amministrazioni - che realizzava l'opera.
Ora ci avvarremmo dei nostri bravissimi tecnici i quali, a livello monocratico - magari il tecnico con trent'anni di esperienza o quello appena assunto - dovranno verificare se il progetto corrisponde al prezzario regionale. Questa è stata una battaglia fatta a suo tempo, non si dimentichi che, a suo tempo, nella nostra regione, vigevano sette o otto prezziari: il Comune di Torino applicava il suo, un altro applicava quello della Camera di Commercio, un altro ancora quello della Camera di Commercio di Milano ecc. Oggi possiamo dire di avere un prezziario unico. Ma non è sufficiente.
Come dicevo, c'è l'evoluzione tecnologica, c'è un rapporto da tenere con il mondo accademico perché si parla di opere e di infrastrutture che hanno una valenza non solo sotto il profilo riduttivo della procedura tecnico-amministrativa, ma anche una loro validità da un punto di vista della soluzione che si adotta.
Pensiamo al rifacimento del ponte della Cittadella di Alessandria. Il Comune di Alessandria decide di rifare il famoso ponte della Cittadella sono curioso di seguire la delibera della Giunta e, prudentemente l'Assessore propone l'emendamento dicendo "la Giunta farà la delibera sentita la Commissione". Voglio capire qual è il sistema nel quale ci stiamo orientando.
Questa discussione è già stata affrontata in Consiglio e in Commissione parecchie volte. Si era trovata una soluzione che aveva spazzato tutta la massa dei lavoretti ma, nei casi in cui vi erano delle specificità e delle particolarità, la Giunta, in sede di attribuzione del finanziamento come adesso, dava il passaggio al CROP anziché, come qui viene previsto, alla struttura competente, che poi potrebbe essere il servizio decentrato Opere Pubbliche (il famoso Genio Civile) che sappiamo essere efficientissimi e bravissimi, ma oberati da altre cose.
Ho voluto fare un flash, non voglio andare oltre n nell'approfondimento né nella contesa punto per punto, parola per parola.
Se emergeva una questione di efficienza e di accelerazione, questa la si poteva raggiungere in modo diverso. Ritengo incauto questo provvedimento senza aver rivisto la legge n. 51, cioè riorganizzato la Regione. Perch qui si dice che la Giunta riorganizzerà le strutture.
Se ci siano risorse di personale decentrate sul territorio, nel senso che avvicino la decisione al progetto e non lo faccio comunque transitare per Torino, potrebbe anche essere. Ma, allora, se la struttura è sempre la stessa, cadiamo dalla padella alla brace, a meno che il problema non fosse un nome e un cognome. Ma allora sarebbe stato sufficiente cambiare il nome e il cognome: se a qualcuno dava fastidio, lo si poteva anche sostituire.
Non vado oltre, ma manifesto ancora la convinzione che sarebbe stato meglio inserire questa modifica all'interno della revisione della legge regionale sui lavori pubblici o quant'altro, visto che adesso il quadro nazionale è un po' mutato. Perché esigenze di revisione della normativa regionale comunque ci sono.
In un quadro di definizione degli organici, in un quadro di revisione della normativa sulle opere pubbliche, ci poteva stare una rivisitazione complessiva di tutte le procedure di ordine tecnico-amministrativo.
Diversamente, continuiamo a procedere a spizzichi e a bocconi. Mi auguro che si arrivi veramente alla soluzione di tutti i mali, ma ne dubito.
Senz'altro, fra un po', saremo di nuovo qui a discuterne, a meno che non se ne debba poi parlare in merito ad interventi di altre realtà che esulano da quelle amministrative, ma che prima sono state anche evocate nella relazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Con piacere scopro che molte delle argomentazioni che mi vedono assai scettico sulla votazione dell'attuale disegno di legge n. 147 sono state ampiamente espresse dal collega Cavallera.
Ritengo che ci siano degli organismi che sicuramente rallentano burocraticamente le scelte e quindi l'azione politica sul territorio a favore dei cittadini. Credo, però, che un sistema di controlli debba essere sempre preventivato; e prima di poterlo abolire, ritengo che si debbano prevedere delle soluzioni alternative.
Colgo l'occasione per ricordare che il mio voto era stato forse l'unico contrario all'abolizione del CORECO. Personalmente lo ripristinerei domani sebbene all'epoca il CORECO. avesse delle difficoltà operative e presentasse delle incongruenze.
Poteva accadere, ad esempio, che un CORECO della Provincia di Cuneo su un atto amministrativo identico emettesse un parere e quindi una procedura difforme da un atto amministrativo assolutamente analogo della Provincia di Asti.
Con l'abolizione del CORECO di fatto è stata totalmente abbandonata a se stessa l'azione amministrativa nei Comuni. In particolare tutte, le minoranza (di qualunque colore politico siano) non hanno più alcun tipo di riferimento, di appoggio o giudice di primo livello a cui potersi appellare quando ritengono che vi sia qualcosa che non va nell'azione dei Sindaci che, di fatto, sono sempre più quasi "principi dittatori" nei Comuni perché le maggioranze, salvo che non implodano per questioni di affari inferni, di fatto non hanno mai contrastato l'azione dei Sindaci, che spesso e volentieri, vengono automaticamente rieletti (è un effetto che gli inglesi hanno studiato più di noi, perché avevano già previsto a suo tempo il doppio mandato). Meno male che tuttora esistono e resistono i doppi mandati: fra tutte le cose che questo Governo ha fatto, perlomeno non ha abolito il doppio mandato anche per i piccoli Comuni, permettendo così un ricambio non solo generazionale, ma anche amministrativo nelle realtà più piccole.
Annullare il CORECO è stato un danno. Mi rendo conto che esisteva una riforma costituzionale che ci imponeva una scelta in quella direzione, ma vorrei ricordare all'Assessore Deorsola che avevo avuto modo già all'epoca di esprimere i miei forti dubbi in tal senso.
Ho potuto verificare che non tutte le Regioni si sono comportate come abbiamo fatto noi. Noi siamo sempre più realisti del re, più sabaudi dei Savoia.
Molte Regioni non lo hanno abolito, altre hanno previsto organismi di altra natura. Noi, invece, abbiamo preferito l'abolizione totale.
Allo stesso modo ci stiamo comportando nei confronti del CROP. Spero che questo abbia almeno la capacità di semplificare la procedura amministrativa.
Tuttavia, quando vedo che, parimenti, è previsto un altro organo interno alla struttura regionale (se ho bene capito) che in qualche modo assorba almeno alcune delle funzioni del CROP, mi chiedo che senso abbia tutto ciò. Nella relazione del collega Boeti mi è sembrato di cogliere chiaramente che questo fosse uno dei passaggi in cui si cerca di abolire alcuni meccanismi procedurali, per ridurre anche i costi della politica.
Ritengo comunque che il gettone del CROP fosse quasi risibile, soprattutto rispetto ad altri emolumenti di altre strutture regionali su cui avremo modo di confrontarci nelle prossime settimane: a titolo di esempio, vi ricordo Eurofidi, tanto per essere chiari, ma ce ne sono altre ancora più scandalose.
Non penso che questa struttura interna non avrà costi di gestione semmai saranno ripartiti diversamente. Mi auguro che la velocità dello strumento procedurale possa consentire di arrivare più celermente all'esecuzione delle opere pubbliche, che, giustamente, l'organo politico avrà il diritto-dovere di realizzare.
Temo, però, che l'assenza di controlli possa poi generare una sorta di "mostro". Perché il non controllo assoluto porterà poi a quello che accade anche in altri Paesi; ma non dobbiamo neanche andare troppo lontano o fuori Italia per vedere quello che a volte capita in assenza di controllo, ossia un'irresponsabilità totale nella gestione dei soldi pubblici.
Adesso siamo in sede di discussione generale, quindi non voglio premettere quello che sarà il voto finale, ma non posso che sottolineare il mio pieno e assoluto turbamento per questo disegno di legge, che probabilmente, quest'Aula si appresterà a votare.
Non voglio rubare altro tempo, perché sono curioso di sentire il parere degli altri colleghi, che, probabilmente, hanno avuto modo di potersi confrontare più di me col CROP e di amministrare i soldi pubblici. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Non frequento come Consigliere regionale la II Commissione, che è la Commissione competente in materia. Non casualmente, come in altri casi, il nostro Gruppo si è riservato in Aula il giudizio finale sul voto augurandosi - non soltanto in sede formale, ma anche in sede sostanziale che quest'aula non sempre voglia rinunciare a fare quello per cui è nata ossia discutere di leggi, utilizzando il lavoro molto spesso utile svolto dalle Commissioni, e dare al Piemonte nuove leggi o nuove disposizioni.
Perché questo è il compito di quest'Aula, qualunque siano le interpretazioni che alcune persone recentemente tendono a dare.
Quando ero Assessore al patrimonio, ho avuto la fortuna di presiedere una delle due sezioni del CROP. Non so se attualmente la struttura operativa sia cambiata, ma il CROP si divide in due sottocommissioni: una normalmente presieduta dall'Assessore cha ha la delega al patrimonio e l'altra normalmente presieduta dall'Assessore che ha la delega ai lavori pubblici. Parlo, evidentemente, soltanto per la parte che mi è consentita e che deriva da un'esperienza personale.
Trassi la convinzione che fosse una struttura fortemente competente, in genere fatta da funzionari della Regione, di livelli diversi, ma che davvero aiutavano la gestione dei problemi che, per legge, venivano sottoposti a questa Commissione.
Non ho mai avuto la sensazione di rallentamenti, ma di un modo efficace, certamente tenuto conto delle risorse temporali e tecnologiche messe a disposizione, di effettuare una delle componenti che il ruolo della Regione dovrebbe assolvere (molto spesso di rinuncia): quello del controllo. Un controllo di natura sostanziale, se fossimo in azienda direi assimilabile a un controllo di gestione, a un auditing interno, non a un controllo che attenga ad aspetti formali, burocratici, che molto spesso si rivelano onerosi, inutili, riguardanti unicamente la forma del controllo rinunciando alla sostanza.
Non so se sia così, starò attento anch'io all'articolato, non avendolo potuto seguire direttamente in Commissione, e quindi alla funzione di controllo e di supporto alle attività di Giunta e di Consiglio che il COP quando nacque, doveva esercitare.
In questo, mi sembra di potermi associare all'intervento del collega Cavallera, il quale ha parlato per esperienza diretta, ancorché in base alle deleghe ricevute, avendolo presieduto lungamente come Assessore ai lavori pubblici, credo da quando la Regione nacque ed anche recentemente quando, con le lacrime agli occhi, ha dovuto rinunciarvi, ma tornerà (torneremo)! Mi sembra che l'esperienza sia stata utile e positiva; non certo quella di un organismo nato per finalità pretestuose, perché i temi trattati sono sostanziali, utili, quindi, a discernere i meriti e ad aiutare, se in termini di gestione delle deleghe, gli Assessori competenti, se in termini di conoscenza, i colleghi Consiglieri, non importa quale sia la componente politica che li esprime, in termini legislativi.
Tra l'altro, soprattutto per la parte relativa ai lavori pubblici sulla sanità forse il tema è un po' spinoso, perché attiene anche a visioni ideologiche - un tempo si usava dire: per asfaltare una strada o per fare dei lavori, servono dei tecnici competenti, più che un approccio di modello politico di riferimento, anche se questa stessa crisi si presta a delle controdeduzioni.
Quindi, temendo che l'abolizione di organismi sottintenda delle fasi inutilmente demagogiche, perché di soldi se ne risparmiano pochi, senza implementare le fasi di controllo che, per loro natura, devono essere delegate a strutture almeno formalmente terze rispetto a chi prende le decisioni, invito tutti coloro che parteciperanno alla discussione ben prima della discussione dell'articolato e poi del voto finale, a riflettere su quanto stiamo facendo.
Per fare un ultimo esempio: io fui tra coloro che erano favorevoli sbagliando - all'abolizione dei CORECO, poiché li vedevo unicamente con un'accezione di modello, pensando che fosse ancora una struttura di controllo figlia di un meccanismo centrale. Sono federalista da prima che Bossi sapesse esattamente cos'era il federalismo - capita, perché il federalismo è nato prima di Bossi, circa un centinaio di anni prima, almeno e ho sbagliato, perché oggi, in questa Regione, dopo l'abolizione dei CORECO...
Mi rivolgo all'Assessore Deorsola: tra l'altro, è ancora Assessore? Dopo, magari, quando avremo finito di trattare questo argomento, potrebbe essere interessante parlare dell'UDEUR: cosa fa questo sconosciuto? Ma non confondiamo i temi! L'oggi Assessore Deorsola, all'epoca certamente Consigliere regionale non ricordo in quale posizione d'Aula, ma con uguale competenza - era abbastanza contrario. Oggi manca ai cittadini piemontesi la funzione di controllo, talora scomoda, ma certamente incisiva, che il CORECO ha per lungo tempo esercitato nei confronti delle delibere e degli atti dei Consigli comunali.
Quando si abroga o si ipotizza di riformare un istituto di consulenza e controllo, com'è, almeno nei dettati istitutivi, il CROP, spero e mi auguro che ci sia e ci sia stata molta riflessione - la sede è quella giusta - per migliorare la fase di controllo.
Ripeto: nulla di burocratico, nulla di fiscale, nulla di inquisitivo ma supporto di chi deve prendere le decisioni, se devono essere decisioni di governo, a maggior ragione se sono decisioni di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. In questa legislatura, il Consiglio regionale ha provveduto a sopprimere alcuni organismi, pochi, per la verità, rispetto ai molti di competenza del Consiglio e della Giunta, inutili o quasi inutili esistenti. Parallelamente, sono state costituite molte altre società o strutture che hanno compiti simili o che hanno un costo per la struttura regionale.
Su questa soppressione vale la pena fare una valutazione riguardante gli organi di controllo degli Enti pubblici, ma soprattutto chi si è sostituito agli Enti prima esistenti. Alcuni colleghi facevano l'esempio dei CORECO. Noi abbiamo vissuto momenti differenti: da quelli in cui il CORECO controllava tutti gli atti a quelli in cui i CORECO controllavano perlomeno i bilanci degli Enti.
Ricordo che i CORECO offrivano anche una consulenza, non soltanto agli Amministratori locali, ma anche ai Consiglieri. Fino a che sono esistiti cioè, tutti gli Statuti dei Consigli comunali e dei Consigli provinciali prevedevano che, se un terzo dei Consiglieri avanzava un quesito ai CORECO questi erano tenuti ad esaminare gli atti e a rispondere ai medesimi.
Era un organo da interpellare nel caso si fossero riscontrate illegittimità, formali o meno, da parte dell'Amministrazione.
Oggi che non esistono più, a fronte di una paventata illegittimità di un Ente locale, anche coloro i quali, come i Consiglieri di opposizione, ma non solo, esercitano un ruolo di controllo, quindi i Consiglieri tutti hanno due vie: quella del TAR e quella della Magistratura ordinaria. Certo possono scrivere al Difensore Civico, il quale si può esprimere; in moltissimi casi, si esprime contro gli atti delle Giunte, ma ha un valore assolutamente informale e non ha alcun valore di tipo legale. Quindi capisco che gli Amministratori locali, soprattutto quelli comunali o provinciali, auspicherebbero minori controlli relativamente ai loro atti.
Devo dire che è una valutazione trasversale che fanno coloro i quali governano, senza alcuna differenza tra un Sindaco di centrodestra o di centrosinistra. Tendenzialmente, entrambi chiedono quello che viene definito uno snellimento delle figure di garanzia. Spesso, in Parlamento coloro che scrivono le norme riguardanti le Autonomie locali sono stati Sindaci o Presidenti di Province; difficilmente le norme sono scritte da coloro che sono stati Consiglieri di opposizione. Nella maggioranza dei casi, la legislazione è andata verso forme di maggiore tutela delle Amministrazioni locali, per arrivare alla legge Bassanini, che introducendo la figura del Segretario Generale, non più in qualità di dipendente del Ministero dell'Interno, che gli dava una qualche autorevolezza e anche autonomia nei confronti dell'Amministrazione comunale o provinciale, diventava a tutti gli effetti un dipendente della struttura provinciale, pertanto questa forma di autonomia è venuta sempre meno.
Noi assistiamo, soprattutto nei piccoli Comuni, a forme di non rispetto della normativa quotidiana. Secondo noi, accade, come abbiamo denunciato anche all'interno di questo ente e di uno di questi aspetti ne abbiamo discusso ancora questa mattina. Quando si richiede un intervento da parte dell'Avvocatura, questa, o il Direttore interpellato, è abilissima nell'individuare le motivazioni che giustificano una scelta la cui valutazione, in alcuni casi, è molto più di carattere politico che non basata sul reale rispetto delle norme regionali.
Ora arriviamo al CROP, dopo aver svolto questa premessa che lo inquadra in una visione, in questi ultimi dieci anni, molto cara all'ex Ministro Bassanini e ai Democratici di sinistra, anche, secondo me, con la seguente giustificazione: governando molti Enti locali hanno demandato quello che era il potere, se non altro di controllo degli enti sovracomunali, ai Sindaci piuttosto che ai Presidenti provinciali.
In questo caso, si andrebbe verso l'abolizione di un organismo di controllo che, convengo, può non essere snellissimo, ma può, in alcuni casi, essere un momento di blocco nei confronti dei lavori pubblici che si intendono attuare, ma la situazione in cui ci troviamo è differente rispetto, per esempio, all'abolizione dei CORECO - non quella da noi fatta ma quella precedente. In quel caso è stato abolito il potere di controllo da parte di un organismo sovraordinato - punto - per cui le Amministrazioni comunali, o provinciali, una volta che avevano votato il loro bilancio non erano più tenute a presentarlo per il controllo, cioè ad avere l'autorizzazione che quel bilancio fosse scritto seguendo i crismi della legge.
In realtà, oggi, sopprimiamo un Comitato mantenendo esattamente le stesse funzioni, per portarle all'interno della struttura regionale. Questo avrebbe un significato se ci trovassimo di fronte ad una struttura regionale potenziata e se la legge indicasse tempi precisi entro i quali la struttura regionale deve rispondere alle Amministrazioni comunali.
Se non facciamo questo, come non avviene all'interno della legge, noi aboliamo un nome, cioè il CROP, ma manteniamo assolutamente invariata quella che è una procedura. Quindi, per le Amministrazioni comunali non cambierà assolutamente nulla, vi sarà solo un'attività discrezionale maggiore. Questo è un problema che la Regione ha in moltissimi dei suoi uffici.
Per questo sosteniamo - per la verità non è stato fatto da alcuna altra Giunta con più forza, come dalla Giunta Ghigo - che in molti aspetti sia fondamentale decentrare questi aspetti autorizzativi e quant'altro alle Province. Infatti, in molti casi - vi posso fare esempi di decine di uffici regionali - essendo sotto organico e avendo un numero di pratiche assolutamente maggiore rispetto alle loro possibilità, accade che per i piani regolatori, le cave, le torbiere, le attività estrattive - e così via per decine di uffici regionali - uno incroci le dita. Cioè, a fronte di risposte alle osservazioni su un piano regolatore del Comune Tizio o del Comune Caio, nonostante arrivino nello stesso giorno e abbiano lo stesso grado di complessità, non è detto che entro 120 giorni entrambe ricevano risposta. Un Comune può riceverla nell'arco di 50 giorni, se ha un buon santo in paradiso che suggerisce al direttore di controdedurre in tempi rapidi, mentre un altro Comune, magari piccolo e con poche conoscenze all'interno della Giunta regionale, può attendere qualche anno, così come avviene in molti casi, perché la Giunta regionale, anche fatte le controdeduzioni in osservanza alle osservazioni della Giunta stessa approvi il proprio piano.
Credo che ci siano anche dei casi che superano i sei-sette anni per l'approvazione di un Piano regolatore, a volte i tempi sono più ristretti (tre-quattro), come accade per la Provincia di Novara.
Questo per dire che riteniamo condivisibile il principio; abbiamo molte più perplessità - poi vedremo come muoverci in sede della discussione rispetto al provvedimento, perché, in realtà, non muta assolutamente nulla: prima si inviava il provvedimento al CROP, ora si cambia l'indirizzo del destinatario e si attenderà allo stesso modo incrociando le dita.
Non è abrogando un nome che si risolvono i problemi; certamente questa legge non dà indicazione rispetto alla soluzione di problemi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Signor Presidente, mentre i colleghi intervenivano mi è ritornata alla mente tutta una serie di riflessioni e valutazioni svolte già nella precedente legislatura rispetto al ruolo di questo Comitato, alla bontà delle funzioni che ha sempre svolto, alla possibilità di ulteriormente aiutare, nell'ambito della definizione delle norme legate soprattutto alla parte delle opere pubbliche, una serie di strumenti, compresa la revisione del Comitato Regionale Opere Pubbliche, che potesse in un certo senso agevolare una serie di processi che, in alcuni casi, erano stati più lunghi rispetto alle aspettative.
L'impostazione che lei, Assessore, dà oggi a questa procedura e a questo percorso, sostanzialmente, esprime la scelta netta di individuare come già diceva il collega Vignale, la procedura, rispetto all'approvazione di alcuni progetti legati a opere di finanziamento regionale, attraverso un processo o un percorso di autorizzazione interna.
Nella realtà, dal nostro punto di vista, si intendeva rivedere la funzione del CROP attraverso una semplificazione del numero dei suoi componenti, una maggiore flessibilità nell'individuazione delle professionalità da inserire all'interno di questo organismo, ma di consulenza esterna alla Giunta, in modo tale che potesse essere una valutazione in più da mettere a disposizione della Giunta, oltre ovviamente, alla professionalità delle strutture, che su determinati tipi di progetti poteva avere un senso portare avanti.
Quindi, al di là della bontà o meno di quello che noi avevamo in mente ci stupisce un po' che con questo provvedimento non si cerchi di fare uno sforzo, intanto per quanto riguarda la selezione del tipo di progetti anche se finanziati dalla Regione, che, teoricamente, dovrebbero avere un percorso di valutazione un pochino più consistente. Secondo la nostra interpretazione, sostanzialmente, si internalizza l'attuale situazione quindi non si effettua una scrematura delle effettive esigenze che riguardano l'approfondimento di questi progetti.
Dal nostro punto di vista, non ci soddisfa l'impianto, cioè aver messo un po' da parte l'opportunità di individuare questo come uno strumento sicuramente più legato alla Giunta, alla consulenza tecnica su alcuni grandi progetti, senza aver immaginato un'apertura all'esterno, come il Consigliere Burzi evidenziava, di terzietà rispetto all'iter tecnico che generalmente, le strutture svolgono.
Rispetto a questo nuovo impianto, ovviamente, riteniamo che l'impostazione che si dà non soddisfi i problemi che hanno determinato una lunga disquisizione e dibattito rispetto alle funzioni del Comitato Regionale Opere Pubbliche. Ci saremmo aspettati da parte della Giunta che ci fosse un'internalizzazione delle procedure, un passo in più rispetto alla semplificazione attesa.
Ci saremmo aspettati una semplificazione rispetto al tipo di progetti al numero di progetti, alla tipologia di progetti che dovrebbero essere soggetti ad una valutazione, anche di consulenza esterna, insieme a quella delle strutture, più che ad individuare all'interno della struttura un processo che, in effetti, non è molto diverso rispetto a quanto avvenuto fino adesso.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Sibille per la replica.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

Le sollecitazioni emerse da diversi Consiglieri rispetto alla necessità di avere delle forme di controllo contrasta con un aspetto che è assolutamente da tener presente. In questi anni si è fatto un lavoro molto grande di diffusione del prezziario regionale, rispetto al quale una delle sollecitazioni diceva: "C'è un problema di omogeneità rispetto ai lavori pubblici". Il lavoro effettuato in questi anni di adeguare il nostro prezziario ad una serie di prezziari che sono stati creati a livello provinciale, ha determinato una condivisione. Il compito di un'amministrazione regionale è anche quello di lavorare, da una parte nella direzione della semplificazione e, dall'altro, nella direzione della velocizzazione. Il fatto che vi sia una struttura regionale interna, con uffici decentrati sui territori, dà la possibilità, attraverso i nostri uffici decentrati, di dare risposte in tempi, quando è necessario, molto veloci e anche molto agili nell'ambito dei compito che ha un'amministrazione pubblica e che ha un'amministrazione regionale rispetto alle altre amministrazioni.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Se vogliamo dare un valore reale al Comitato, al di là della soppressione o quant'altro, se vogliamo dare una risposta concreta rispetto ai tempi di attesa delle singole amministrazioni, credo che valga la pena inserire i tempi massimi. Cioè: entro tot giorni. Non so dire quanto sono oggi i tempi con cui risponde il CROP, credo che questo dipenda dalla complessità dei progetti presentati e quant'altro. Credo che se si ritiene come diceva l'Assessore, che vi sia un vantaggio con questa velocizzazione dei tempi, sia corretto inserirlo all'interno della legge. Faccio un'altra riflessione solo perché ho dimenticato di farla precedentemente. Rileviamo come si crei, in realtà, più burocrazia. I futuri uffici delle opere pubbliche non andranno a sostituire il CROP. Con questa legge noi demandiamo i singoli direttori, di ogni singola area, alla sostituzione di quelle che erano le competenze del CROP. Infatti, nelle modifiche che facciamo alla legge, per quanto riguarda la forestazione piuttosto che le attività di opere elettriche, o le attività del servizio geologico o quant'altro, mentre prima veniva inviato il progetto ad un unico soggetto che si incaricava di fare le singole valutazioni, se un progetto ha più interventi - come spesso accade, di carattere geologico, forestale, di opere elettriche o quant'altro - si dovrà attendere la risposta dei singoli uffici, che possono anche essere date con tempi differenti. Inserire una tempistica massima, innanzitutto, è utile per gli uffici. Non so dire quale sia, va bene qualunque termine, ovviamente non 700 giorni, ma una tempistica che può essere quella con cui il CROP darà risposta e che pu essere ridotta se è vero, come diceva l'Assessore, che abbiamo la possibilità, con gli uffici decentrati, di dare risposte in tempi minori.
Inseriamola, magari, in un capo unico, in modo tale che non si debba inserire in tutti i singoli articoli una tempistica massima che dia certezza, innanzitutto, agli uffici e, ancor di più, a coloro i quali presentano il progetto che, magari, dopo 40 giorni, hanno la risposta del geologico, ma che devono attendere 120 per avere la risposta dalle opere pubbliche, o viceversa. Questa potrebbe essere un'indicazione che garantisce quella celerità e semplificazione che la legge oggi si propone ma che, secondo noi, nel dettato normativo, non ha. Pertanto, scriveremo un emendamento che vada in tal senso.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Rutallo: al comma 2 dell'articolo 18 della l.r. 18/1984, come sostituito dall'articolo 1 del disegno di legge, dopo le parole "con provvedimento della Giunta regionale" sono inserite le seguenti: "sentita la competente Commissione consiliare,".
La parola al Consigliere Rutallo per l'illustrazione dell'emendamento.



RUTALLO Bruno

Il comma 2 dell'articolo 1 prevede che i progetti di opere pubbliche di competenza regionale o finanziati dalla Regione, qualora ciò sia richiesto nei relativi programmi e in quelli di particolare interesse regionale siano sottoposti al parere della struttura tecnica regionale individuata con il provvedimento della Giunta.
Quest'emendamento aggiunge, dopo le parole "Giunta regionale", le parole "sentita la competente Commissione consiliare", in modo che oltre al parere della struttura tecnica vi sia anche il parere della competente Commissione consiliare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

A me pare abbastanza esplicito nell'emendamento testé annunciato ed esplicato dal Consigliere Rutallo che qualcuno, finalmente, si pone il problema del ruolo del Consiglio che il CROP a suo tempo, non casualmente con legge regionale auspicò di proporre e di istituire.
Nel testo dell'articolo 1 suddiviso per commi l'azione del CROP è sostituita da strutture di nomina di Giunta e mi sembra che lo spirito - mi correggerà il Consigliere Rutallo se lo interpreto male - sia non quello di diluire i tempi, ma di consentire a quest'Aula, pur nella sessione di una Commissione competente, quel ruolo di controllo che si può fare solo previa conoscenza, cui credo l'Aula non debba rinunciare.
Sarei interessato su questo tema, oltre che sull'emendamento, prima di sentire il parere della Giunta che evidentemente non potrà che essere contrario, di sentire i pareri di colleghi della maggioranza che al mondo dei controlli in materia pubblica - e alludo a coloro che normalmente stazionano nelle prime due file alla mia destra - in altri momenti c'erano parsi ragionevolmente più attenti di quanto siano in questo pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

Esprimo parere favorevole sull'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1, sul quale l'Assessore Sibille, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2), presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni e Botta: articolo 1 comma 1 Comma 6 (nuovo comma) "6. Gli atti amministrativi di approvazione dei progetti avverranno entro e non oltre 60 giorni dalla data di presentazione degli stessi".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Come annunciato, l'emendamento prevede che i tempi di autorizzazione non possano superare i 60 giorni dalla data di presentazione dei progetti.
Non so se sia un tempo congruo, perché sinceramente non so quali siano i tempi di risposta oggi del Comitato regionale per le opere pubbliche.
L'abbiamo inserito all'articolo 1, come comma 6 e non all'interno dei singoli articoli, perché si enuncia un principio, cioè che gli atti amministrativi di approvazione dei progetti avverranno entro e non oltre 60 giorni dalla data di presentazione degli stessi. E questo, ripeto, dà certezza non soltanto ai presentatori, ma anche una certa garanzia di tempistiche omogenee rispetto ai diversi soggetti, perché mentre prima vi era un comitato che, in modo univoco, rispondeva per tutte le materie fossero esse geologiche o relative ad opere di impiantistica elettrica e quant'altro. Adesso i progetti si devono presentare in direzioni differenti. Può accadere che si presenti in un'unica direzione, pu accadere che accada in più direzioni, per cui anche relativamente ai presentatori e alle stesse strutture si deve dare, secondo noi un'indicazione di efficienza nell'individuare un tempo massimo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

Devo dire che, rispetto alla questione dei tempi, in carenza di un'indicazione all'interno della legge avevamo due punti di riferimento: la legge n. 241 che risponde come cornice generale rispetto ai rapporti tra istituzioni, altrimenti avevamo ipotizzato nella delibera della Giunta di stabilire dei tempi di risposta.
Quindi, possiamo accettare favorevolmente l'introduzione di una tempistica.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2, sul quale l'Assessore Sibille, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva ARTICOLO 4 La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. È solo un formalismo, però è importante, perché chi legge la correzione della norma può essere tratto in inganno. Il comma 1 dell'articolo 4 dice: "Al primo comma dell'articolo 15 della l.r. 23/1984 le parole: 'Il Presidente della Giunta regionale, sentito il Comitato regionale per le opere pubbliche', sono sostituite dalle seguenti: 'il responsabile della struttura regionale competente in materia".
Pertanto, bisognerebbe leggere: "Il Presidente della Giunta regionale sentito il responsabile della struttura regionale competente in materia" altrimenti cassiamo la competenza del Presidente della Giunta e la diamo al responsabile della struttura regionale competente. Quindi, o togliamo "il Presidente della Giunta regionale, sentito", oppure aggiungiamo "il Presidente della Giunta regionale, sentito", nella sostituzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

Lasciamo la forma originaria, poiché si tratta di un passaggio di attribuzione al responsabile della struttura regionale competente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. È solo una questione tecnica, rispetto all'entrata in vigore: "La presente legge entra in vigore quarantacinque giorni dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione e comunque non prima dell'adozione dell'atto deliberativo della Giunta regionale", che è un atto di salvaguardia di buonsenso.
Mi domando se si può dire che la presente legge entra in vigore soltanto dopo l'adozione, senza dare una tempistica, oppure se è necessario indicare una tempistica, per la pubblicazione sul BUR.
Ovviamente, nessuno esclude che nei 45 giorni la Giunta regionale faccia questo. Qualora non dovesse accadere, però, avremmo un ritardo nella pubblicazione della legge, perché manca l'adozione dell'atto deliberativo della Giunta regionale.
Non so se è possibile non dare un'indicazione, visto che è una deroga e non viene pubblicata sul prossimo Bollettino. Lo domando.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

La legge entra in vigore nei 45 giorni dopo la pubblicazione. Il problema è che, se nel frattempo la Giunta non assume una delibera, sarebbe impossibile garantire, nel periodo di interregno, una struttura di supporto, e allora la legge entra in vigore.
In realtà, c'è il problema che ha efficacia soltanto dopo l'approvazione della delibera. Questo è un modo con il quale s'intende accelerare i tempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Mi scuserà l'Assessore Sibille, ma l'obiezione metodologica - non mi pare niente di merito - che ha fatto il collega Vignale è assolutamente ineccepibile. Se lei dicesse: "La presente legge entra in vigore 45, o 37 giorni e mezzo, dopo l'adozione della delibera", è un tempo certo, previo che la Giunta faccia la delibera. Poiché lei ha detto: "Con ogni probabilità, la Giunta farà", le chiedo: le sembra un atto legislativo "con ogni probabilità"? Fate quello che volete - mi sembra che stiate procedendo celermente - ma, ammettendo che il suo compagno di banco, che se non sbaglio momentaneamente attiene all'UDEUR, facesse crollare, con sé, tutta la Giunta - Dio volesse! - e noi fossimo inadempienti su questa delibera questi simpatici fogli di carta che valore avrebbero? Nessuno, perché lei qui scrive che la legge entra in vigore dopo l'adozione della delibera.
Allora, un minimo di ordine logico: fate la delibera e poi dite che la legge entra in vigore dopo la delibera, e prendete tutto il tempo necessario per un'ampia e democratica discussione che coinvolgerà la base le primarie e quant'altro, il PD e tutto ciò che volete. Dopo, entra in vigore, così anche il cittadino capisce quando entra in vigore la legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

Il nostro non era intendimento altro, se non quello accelerativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Non so quale struttura di Giunta operativa intenda riflettere in tal senso, né mi interessa al momento.
Ho l'impressione, però, che, al momento, le strutture della Giunta siano attinenti, se non ci sono stati dei sommovimenti negli ultimi giorni che mi siano sfuggiti, alla legge 51, che riguarda l'organizzazione del personale. Non so se, per delibera di Giunta, anche questa sia stata abrogata. Qualora questo non sia successo, la legge 51 prevede che le variazioni di struttura della Giunta vedano un passaggio consiliare. Non casualmente, la delibera che la Giunta regionale ha assunto, se non sbaglio alcuni mesi fa, è ferma nella Commissione competente - la I - in attesa della revisione della legge competente.
Mi domando, pertanto, su quale riorganizzazione del personale o indicazione la Giunta intende...



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

pura curiosità. Adesso vedrà che l'Assessore alla semplificazione le fornirà le risposte giuste. Mi sembra quel compagno di banco che avevo io che quando gli chiedevano dov'era l'Eritrea, rispondeva "in Sudafrica". Lui lo citava.
Stia attenta ai compagni di strada, Assessore Sibille!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Sibille; ne ha facoltà.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

La struttura regionale di cui si parla nell'articolo 1 è una struttura tecnica che va individuata, ma che esiste già. Sono i nostri uffici regionali.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

BURZI Angelo (fuori microfono)



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

In quale settore?



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

Non è neanche detto che sia... cioè è il settore delle opere pubbliche che oggi esiste, con il supporto e il collegamento dei Geni Civili, e svolge già tutta una serie di lavori e di valutazioni sui vari procedimenti.
Quindi non rilevo la problematica che lei solleva.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'articolo 8.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
Non essendovi richieste di intervento per dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Inversione all'o.d.g. ed esame disegno di legge n. 510 inerente a "Modifica l.r. 14/2007 'Giornata della memoria ed impegno in ricordo delle vittime delle mafie'"


PRESIDENTE

Se non vi sono indicazioni in senso contrario, propongo di effettuare un'inversione all'o.d.g. per esaminare il disegno di legge n. 510 "Modifiche alla legge regionale 18 giugno 2007, n. 14 (Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della 'Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie')" licenziato all'unanimità dalla VI Commissione nella seduta antimeridiana di oggi, ed iscritto all'o.d.g. all'inizio della seduta antimeridiana all'unanimità.
un disegno di legge composto da un solo articolo (è una norma correttiva della legge n. 14).
Ci sono interventi in senso contrario all'inversione dei punti all'o.d.g.? Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non ero presente alla seduta di Commissione. Peraltro, come già annunciato, non abbiamo contrarietà rispetto alla modifica. Anzi, avevamo annunciato, quando votammo la legge, che il fondo rotativo sarebbe stato, a nostro giudizio, di difficile introduzione.
Detto ciò, alcuni colleghi della minoranza, come il Consigliere Boniperti e altri, hanno riferito - essendo più di uno, non credo che ci abbiano detto cose scorrette - che si lasciava tempo ai colleghi fino a giovedì per un riesame o quant'altro della Commissione e sarebbe stato iscritto all'o.d.g. del Consiglio di martedì prossimo.



VIGNALE Gian Luca

POZZI Paola (fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Non è così!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di intervenire solo perché ero presente in Commissione per la minoranza, mentre il collega Boniperti è arrivato un po' in ritardo.
Noi abbiamo approvato la modifica alla legge, così com'era stata annunciata dall'Assessore Deorsola in una precedente riunione, con l'assenso dei colleghi Leo e Vignale, ossia i referenti per i due Gruppi in Commissione.
In Commissione è stata consegnata copia del Regolamento e abbiamo chiesto di poterlo approvare nella riunione di giovedì prossimo. Sono quindi, due cose diverse.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

La collega Cotto ha riferito in maniera perfetta.
La legge è stata approvata all'unanimità in Commissione, con la disponibilità ad iscriverla oggi e l'impegno di discutere giovedì, in sede di VI Commissione, il Regolamento attuativo.
Lo dico per ulteriore informazione, anche se la Consigliera Cotto era stata già sufficientemente precisa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Avrei soltanto due piccole osservazioni da rilevare.
Noi voteremo il provvedimento, anche se ci spiace non essere stati presenti in Commissione, ma questa mattina la convocazione era in concomitanza con un'altra iniziativa alla medesima ora. Pertanto, non abbiamo potuto partecipare.
Queste convocazioni le riteniamo necessarie, ma purtroppo, quando esulano dagli orari canonici, talvolta comportano altri impegni assunti per altre iniziative prese dalla stessa Regione, in questo caso dall'Assessorato alla cultura (stamattina alla stessa ora era prevista un'iniziativa in campo culturale).
Ci tenevo a precisare che ero assente per quel motivo.
Siamo comunque favorevoli al provvedimento e lo voteremo senz'altro ancorché presentato da un Assessore il cui partito non sappiamo se sia in maggioranza, fuori maggioranza o a metà maggioranza. A noi va bene lo stesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vorrei solo comprendere come procederemo: noi non abbiamo alcuna contrarietà a votare il provvedimento, perché, come ho già precisato avevamo presentato una proposta simile quando avevamo votato la legge.
Credo però che, votato questo disegno di legge (a tutti gli effetti), e raggiunto il record della legislatura, quello cioè di aver approvato in un pomeriggio cinque provvedimenti di legge, ci si può fermare qui.
Al di là delle contrarietà nel merito, crediamo che un tema quale il Piano triennale sull'immigrazione non possa essere affrontato oggi e che vi siano - non dico priorità - alcuni ordini del giorno iscritti questa mattina, o in precedenza, che hanno una loro temporaneità, nel senso che se si vuole votare, ovviamente, ognuno si esprimerà come crede, ma l'ordine del giorno relativamente alla solidarietà al Papa, piuttosto che quello della sperimentazione sugli embrioni - soprattutto il primo - se lo votiamo tra un mese non ha più alcuna validità.
Poi, non esagererei con il record delle cinque proposte di legge approvate dal Consiglio regionale; ci sembra abbondantemente eccessivo ricordando che lo scorso anno il Consiglio ne ha votate 28, siamo partiti con i più ampi auspici.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, ho proposto l'inversione perché consideravo questa normativa condivisa anche nella sostanza da parte di tutta l'Aula. Quindi in tal senso mi sono permesso per cercare di togliere questioni spinose cioè evitare di affrontare questioni che avrebbero paralizzato i nostri lavori.
Per quanto riguarda la deliberazione di cui lei parlava, l'approvazione del Piano regionale integrato dell'immigrazione, il numero di emendamenti presentati fa presupporre che non ci siano le condizioni per arrivare oggi ad un esame.
Rispetto a questo provvedimento, si potrebbe chiedere alla Giunta regionale di illustrarlo, per poi rinviare la discussione e l'esame degli emendamenti, dando così tempo di valutare un approfondimento che ci consenta di non affrontare un'interminabile serie di votazioni sugli emendamenti; per favorire il lavoro mi pare sia ancora utile ancora un approfondimento.
Pertanto, se non ci sono dichiarazioni in senso contrario, do per approvata l'inversione all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 510.
La parola alla relatrice, Consigliera Pozzi.



POZZI Paola, relatrice

Sarò brevissima, Presidente.
Si tratta di una modifica che rende più agevole l'applicazione di questa legge nella parte in cui destina delle risorse per la ristrutturazione, la messa a norma e la manutenzione di beni confiscati alle mafie e assegnati ai Comuni.
La precedente formulazione istituiva un fondo di rotazione la cui dotazione esigua e la cui macchinosità di applicazione avrebbe, di fatto reso questa legge non applicabile.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo per dichiarazione di voto.



LEO Giampiero

Sono a favore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 34 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Immigrazione

Esame proposta di deliberazione n. 294, inerente a "Approvazione Piano regionale integrato dell'immigrazione. Triennio 2007-2009"


PRESIDENTE

Colleghi, come da precedente intervento, propongo di procedere con l'esame della proposta di deliberazione n. 294, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Su questo punto, se condividiamo, propongo di limitarci ad ascoltare la relazione dell'Assessore Migliasso; in ragione del numero degli emendamenti rinvierei la discussione generale e l'esame degli emendamenti.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore all'immigrazione

Grazie, Presidente.
Credo saranno sufficienti una decina di minuti per illustrare i punti salienti di questo programma regionale per l'integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri, con una premessa molto rapida.
La messa a punto di un Piano regionale è prevista, innanzitutto, dal Regolamento di attuazione del testo unico sull'immigrazione, precisamente dall'articolo 59 del DPR 31 agosto 1999, n. 394; dall'articolo 3 della legge regionale 8 novembre 1989, n. 64, che riguarda appunto interventi regionali a favore degli immigrati extracomunitari residenti in Piemonte.
Questo terzo Piano fa seguito al Programma triennale degli interventi in materia di immigrazione extracomunitaria per gli anni 2001-2003 e all'altro per gli anni 2004-2006.
Il testo che viene presentato è stato discusso e ampiamente concordato con le Province, con il contributo fondamentale delle Direzioni regionali competenti, precisamente della sanità, dell'istruzione e formazione professionale, delle pari opportunità, della cultura e delle politiche giovanili, delle politiche territoriali e del settore affari internazionali e comunitari. Sono state, inoltre, organizzati - in collaborazione molto attiva e molto soddisfacente con le Province - otto incontri di concertazione sul territorio che hanno coinvolto i diversi soggetti del pubblico e del privato sociale che operano sui temi alla nostra attenzione.
Questo testo è stato approvato nella Conferenza Regioni-Autonomie locali il 15 giugno 2007, dalla Consulta per l'immigrazione il 9 maggio 2007, dalla Giunta regionale il 5 luglio 2007 e licenziato per l'Aula consiliare, dalla Commissione competente, l'11 ottobre dell'anno scorso.
un provvedimento che ha una certa urgenza perché, come recita il testo - triennio 2007-2009 - siamo all'inizio del 2008 e noi siamo stati costretti in assenza di un piano per il 2007 a fare la ripartizione dei fondi alle Province secondo i criteri stabiliti dal Piano 2004-2006.
I principi ispiratori e le finalità generali del Piano regionale integrato per l'immigrazione si ritrovano in questo documento programmatico, che è ispirato dalla consapevolezza - che credo sia ormai comune a tutti noi e a tutte noi - che l'immigrazione non sia più un'emergenza e richieda, invece, decisive politiche di accoglienza, di inserimento sociale e di integrazione.
L'idea di fondo è che le risposte ai diversi bisogni delle persone straniere vadano incardinate nelle politiche ordinarie dei diversi assessorati regionali, delle diverse direzioni e dei diversi enti. Si ritiene, però, ancora necessario adottare misure per così dire dedicate ai cittadini e alle cittadine straniere mirate non a favorire, ma a mettere a parità di condizione coloro che sono stranieri, con l'obiettivo di più lungo periodo di rispondere ai diversi bisogni attraverso servizi generali destinati alla totalità della popolazione.
Il Piano triennale si pone in un'ottica di superamento della frammentazione delle numerose iniziative e il passaggio da un'ottica puramente emergenziale ad una programmazione più strutturata e di lungo periodo che, peraltro, si coglieva già nel Piano triennale precedente, più adeguata a rispondere alle esigenze della popolazione ormai stabile sul territorio.
Vuole favorire un approccio multisettoriale, quindi degli interventi attraverso un coordinamento tra le politiche sociali e sanitarie dell'istruzione e della cultura, abitative e della formazione del lavoro e delle pari opportunità, e le politiche di cooperazione allo sviluppo e di formazione nei Paesi di origine. Si configura come supporto ed orientamento dei diversi strumenti della programmazione regionale e vuole costituire un riferimento per la definizione degli obiettivi e delle strategie degli enti locali competenti in materia.
Le Province concorrono alla predisposizione e alla realizzazione del Piano regionale integrato dell'immigrazione.
Alcune osservazioni sul sistema di governance e sulla programmazione regionale.
La Regione, attraverso il metodo e gli strumenti della programmazione individua gli obiettivi, seleziona le priorità, indica le scelte e definisce le risorse secondo il principio della responsabilità politica amministrativa e nel rispetto del principio di sussidiarietà; valorizza e coordina in una prospettiva unitaria l'azione dei soggetti pubblici e privati. La Regione, secondo quanto previsto dal proprio Statuto ispirandosi al principio di sussidiarietà, pone a fondamento della propria attività di programmazione la collaborazione con le Province, in conformità alle vigenti norme regionali in materia di delega agli Enti locali, e nel rispetto delle rispettive normative di settore.
La Regione intende raggiungere gli obiettivi individuati nel presente Piano con due metodologie: la prima è quello di costruire le politiche attraverso la promozione e il coordinamento diretto di iniziative ritenute di prevalente interesse regionale, la seconda procede attraverso la collaborazione delle Province quali enti che, per dimensione territoriale e per funzioni conferite dalla legge regionale n. 1 del 2004, nonché dalla legge n. 41/98 e dalla legge regionale n. 44/2000, rispondono meglio alle esigenze di programmazione locale.
Quindi, in attuazione degli indirizzi di questo Piano, la Giunta regionale adotta attualmente e annualmente gli atti volti a definire le priorità di intervento e le risorse destinate a soddisfare queste priorità di intervento.
La programmazione provinciale per l'integrazione delle cittadine e dei cittadini stranieri è estremamente importante. Infatti, le Province nell'ambito della previsione della legislazione nazionale e regionale nonché degli atti di programmazione indirizzo e coordinamento regionale concorrono anch'esse alla programmazione del sistema integrato degli interventi ai servizi sociali per l'integrazione delle cittadini e dei cittadini stranieri, quali enti intermedi e soggetti di programmazione decentrata delle politiche regionali e di coordinamento del territorio attraverso il concorso alla elaborazione del Piano mediante proposte coordinate a livello provinciale, cui è, pertanto, demandato, nell'ambito degli obiettivi, stabiliti a livello regionale, la programmazione locale delle priorità di intervento, la realizzazione di altri interventi a livello provinciale per la promozione e l'integrazione, il coordinamento e il supporto degli interventi territoriali, anche in accordo con gli altri soggetti pubblici o privati che operano nel settore.
Le Province, sulla base delle risorse assegnate e delle priorità stabilite dalla Regione per quell'anno, predisporranno un proprio Piano provinciale annuale o triennale attraverso la concertazione con gli Enti locali, i consigli territoriali per l'immigrazione e tutti gli altri soggetti interessati. Le modalità di collaborazione con le Province saranno stabilite con un protocollo di intesa che verrà approvato da una DGR previa approvazione della conferenza Regione-Autonomie locali.
Gli obiettivi, le azioni e gli interventi sono ciascuno partitamente illustrati nel Piano (a questo punto della serata, mi sembra inutile richiamare). Vorrei soltanto dire alcune questioni sulle risorse finanziarie.
Le risorse finanziare per la realizzazione del programma regionale saranno stabilite annualmente insieme alle priorità annuali mediante una delibera di Giunta regionale. Queste risorse derivano, come sapete, da una quota del fondo nazionale per le politiche sociali attribuite alla Regione Piemonte, in secondo luogo dalle risorse regionali che riguardano la legge n. 64/89, che è quella che governa gli interventi a favore degli immigrati extracomunitari residenti in Piemonte.
Inoltre, potranno essere utilizzate anche risorse disponibili nei rispettivi capitoli di bilancio degli assessorati competenti nelle rispettive materie, anzi, ci auguriamo che questo avvenga in modo utile costruttivo e coordinato e che potranno essere utilizzati eventuali contributi comunitari, o di altra fonte internazionale, per esempio alcune attività previste dal Fondo Sociale Europeo, nonché di altri contributi o finanziamenti pubblici e privati.
Come vedete, ho mantenuto l'impegno ad essere sintetica.



PRESIDENTE

Non procediamo, quindi, come convenuto alla discussione e alla votazione dei numerosi emendamenti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Iscrizione all'o.d.g. ed esame proposta di deliberazione n. 335 inerente a "Spostamento dei Comuni di Venaria, Pianezza, Druento, S. Gillio, La Cassa e Rivoletto dall'ambito territoriale dell'Azienda Sanitaria Locale TO 4 all'ambito territoriale dell'Azienda Sanitaria Locale TO 4" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 335 e di esaminarla immediatamente.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 335.
La parola all'Assessore Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Il contenuto di questa proposta di deliberazione è stato prima in Consiglio, rispetto all'intenzione, e successivamente in Commissione consiliare, rispetto al contenuto dell'atto deliberativo, oggetto di due passaggi.
Nel corso della discussione sul Piano Socio Sanitario, i commenti e le osservazioni pervenute, in modo particolare da questo ambito territoriale segnalavano già una valutazione da parte dei livelli istituzionali dei Comuni qui rappresentati, nonché degli organi di gestione delle funzioni socio-assistenziali, segnalavano l'opportunità per principi di continuità assistenziale di trasferire l'appartenenza di questo distretto all'accorpamento allora della Rivoli-Collegno, attuale Torino 3 individuata dal Piano Socio Sanitario, con la ASL 6-7-9.
Quando ne discutemmo in coincidenza con il Piano Socio Sanitario regionale non avevamo acquisito in maniera formale il parere della Conferenza dei Sindaci.
Pertanto, pur non rilevando l'Aula obiezioni di merito, sottolineava l'opportunità di metodo di acquisire il parere espresso della Conferenza dei Sindaci, assegnando alla Giunta la responsabilità di procedere in tal senso entro l'anno 2007.
Il percorso è stato compiuto. I due Direttori generali, rispettivamente quello cedente e quello accogliente, hanno preso atto del parere delle Conferenze dei Sindaci, le quali si sono reciprocamente espresse in direzione di un'accoglienza favorevole di quanto richiesto dalle amministrazioni.
Perciò ci troviamo con questo atto a formalizzare un percorso che già l'Aula aveva individuato nel mese di ottobre 2007, secondo la sensibilità territoriale e l'opportunità di funzionamento dei servizi sanitari e di quelli socio-assistenziali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Ringrazio l'Assessore per la relazione. Proprio solo per conoscenza mi interessava sapere se nell'assemblea dei sindaci c'è stato qualche sindaco dissenziente o vi è stata unanimità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Non mi risultano espressioni di dissenso. Devo dire che i verbali riportano l'esito dell'opinione espressa, non gli elementi dei singoli interventi, ma non mi risultano situazioni di esplicita manifestazione di dissenso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale per dichiarazione di voto.



PEDRALE Luca

Coerentemente con quanto già espresso in Commissione sanità, esprimiamo parere favorevole su questo passaggio dei Comuni nella nuova ASL.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Intervengo per dichiarazione di voto. Non essendo pregiudizialmente contrario alla proposta di deliberazione n. 335, voterò in realtà un'astensione, perché temo che questo possa dare il via ad una sorta di emulazione a livello regionale il cui sviluppo potrebbe essere anche un po' inquietante. Se tutti i Comuni incominciano a spostarsi o a richiedere spostamenti a seconda di esigenze più o meno locali, si rischia anche di andare a modificare fortemente quello che è momento di sintesi che avviene in politica sanitaria anche qui in Consiglio regionale, ma non solo. Si va di fatto, ad ingenerare una tendenza che potrebbe essere anche estremamente positiva, ma rischia di diventare alquanto problematica per la gestione stessa delle politiche in materia sanitaria, come forse anche l'Assessore potrà aver immaginato, ma penso che anche qualche collega in Commissione potrà avere evidenziato questi dubbi.
Non sono in modo assolutamente pregiudiziale contrario, però non posso che registrare con l'astensione i dubbi che spero rimangano circoscritti a questa discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Rapidamente per dichiarazione di voto e anche per ringraziare l'Assessore Artesio che entro i due mesi ha rispettato l'impegno che aveva preso con l'Aula durante il dibattito che ha riguardato l'approvazione del Piano Socio Sanitario, e anche per ringraziare i Consiglieri di opposizione che hanno consentito che questa proposta di deliberazione fosse discussa in Aula.
Era importante in qualche modo concluderla in tempo utile, perché entro la fine di gennaio dovranno votare le assemblee i nuovi presidenti di assemblee così vaste, ed era opportuno che a Venaria e a questi Comuni fosse data l'opportunità di partecipare alla votazione, così come consentito a tutti gli altri Comuni.
un provvedimento che va incontro ad un'antica richiesta da parte delle amministrazioni comunali, che permette di dare risposta all'indicazione del Piano, cioè quella di mettere insieme i consorzi con i distretti socio-sanitari.
A me pare che questo sia un buon provvedimento che maggioranza ed opposizione assieme hanno deciso di votare e che risponde alle aspettative dei Comuni.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 335, il chi testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Associazioni intercomunali

Inversione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 921 dei Consiglieri Reschigna, Cotto, Placido, Guida, Spinosa, Travaglini, Muliere, Ghiglia Ricca, Burzi, Motta, Vignale, Dutto, Turigliatto, Buquicchio, Clement Valloggia e Comella, inerente a "Forme associative di Comuni"


PRESIDENTE

Propongo di effettuare un'inversione all'o.d.g. e di procedere all'esame e all'approvazione dell'ordine del giorno n. 921, avente come primi firmatari i Consiglieri Reschigna e Cotto e sottoscritto da tutti i Gruppi consiliari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

C'era anche l'ordine del giorno sul Pontefice.



PRESIDENTE

Mi pare che ci siano le condizioni per rinviarlo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Sull'ordine dei lavori. Lei ha ricordato che l'attuale ordine del giorno che sta per essere messo in votazione è stato firmato da tutti Gruppi. Volevo solo dire che, nel caso non ci fosse la mia firma, lo sottoscrivo e vengo presso la Presidenza per apporvi la mia firma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Non esprimo contrarietà a che si vada al voto, ma questa mattina, se non ricordo male, sono stati iscritti due ordini del giorno: uno relativo alla solidarietà al Papa, l'altro relativo ai consorzi.
Stiamo discutendo di questo?



PRESIDENTE

Sì, siamo all'ordine del giorno n. 921 sui consorzi, a prima firma Reschigna.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto l'ordine del giorno n. 921.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 921, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la Regione Piemonte è caratterizzata da un'articolazione amministrativa comunale molto ampia, che si riassume in 1206 Comuni, dei quali la percentuale con popolazione inferiore o pari a 1000 abitanti è circa l'85 dei Comuni piemontesi la legislazione regionale è orientata all'incentivazione della gestione associata tra Enti locali di servizi e funzioni, tendenza, questa, ribadita ed accentuata dalla legge regionale 20 giugno 2007, n. 15 (Misure di sostegno a favore dei piccoli Comuni del Piemonte) la normativa regionale che disciplina specifici settori quali, tra gli altri, quelli relativi alla gestione dei servizi socio-sanitari e del demanio idrico, prevede la gestione associata quale modello ottimale la Regione Piemonte incentiva annualmente le forme associate tra Comuni attraverso appositi stanziamenti di bilancio e che negli ultimi anni l'erogazione di contributi ha privilegiato forme associative sempre più ampie per la qualità e la quantità delle funzioni affidate il comma 28 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008) stabilisce che a partire dal 1 aprile 2008 è consentita l'adesione ad un'unica forma associativa per ciascuna di quelle previste dagli articoli 31, 32 e 33 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali), fatte salve le disposizioni di legge in materia di organizzazione e gestione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti l'obiettivo di una razionalizzazione e raffor zamento delle forme associative è certamente condivisibile perché in grado di acquisire efficacia ed efficienza nell'azione amministrativa considerato che l'applicazione del citato comma 28 dell'arti colo 2 della Legge Finanziaria 2008 determina condizioni di assoluta impraticabilità, sia per i tempi ristretti di attuazione e sia in quanto cancella un processo di associazionismo forte acquisito nella legislazione regionale Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ad intervenire in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni ed Autonomie locali affinché il termine del 31 marzo 2008 sia prorogato al 31 dicembre 2008 e a richiedere che dall'ambito di applicazione del comma 28 dell'articolo 2 siano escluse le forme associative (consorzi e servizi socio-assistenziali, gestione del demanio idrico e navigazione interna e quant'altro), previste da leggi regionali di settore." Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.50)



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