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Dettaglio seduta n.285 del 15/01/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 15.01 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso e Cattaneo.



PRESIDENTE

Comunico che sono state richieste delle comunicazioni della Giunta regionale sul tema "Crisi rifiuti in Campania e implicazioni sul territorio piemontese".


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Inversione all'o.d.g. ed esame proposta di deliberazione n. 337 inerente a "Deliberazione del Consiglio regionale n. 125 - 15133 del 17 aprile 2007 'Istituzione di una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 31, lettera a) dello Statuto (Commissione Mauriziano)'. Proroga termini"


PRESIDENTE

Proporrei di procedere ad un'inversione all'o.d.g. per trattare il punto 5) all'o.d.g., inerente a "Proposta di deliberazione n. 337 'Deliberazione del Consiglio regionale n. 125 - 15133 del 17 aprile 2007 'Istituzione di una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 31, lettera a) dello Statuto (Commissione Mauriziano)'. Proroga termini".
Non essendoci dichiarazioni in senso contrario, diamo per approvata l'inversione.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'inversione all'o.d.g. )



PRESIDENTE

Passiamo dunque al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 337, inerente a "Deliberazione del Consiglio regionale n. 125 - 15133 del 17 aprile 2007 'Istituzione di una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 31 lettera a) dello Statuto (Commissione Mauriziano)'. Proroga termini".
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

I lavori della Commissione d'indagine sul Mauriziano terminano venerdì 18 gennaio. Poiché l'attività della Commissione è ancora a metà dei suoi compiti, abbiamo ritenuto unanimemente di richiedere alla Presidenza del Consiglio e al Consiglio stesso la proroga di ulteriori sei mesi per il completamento della nostra vita di Commissione. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi in senso contrario, indìco la votazione palese della proposta di deliberazione n. 337, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Inversione all'o.d.g. e discussione congiunta ordine del giorno n. 894 del Consigliere Scanderebech, inerente a "Emergenza rifiuti Regione Campania" e mozione n. 897 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale, inerente a "Emergenza rifiuti in Campania"


PRESIDENTE

stata avanzata informalmente da alcuni Presidenti dei Gruppi, ci nonostante ritengo vada tenuta presente, la richiesta di un'inversione all'o.d.g. e procedere da subito sulla discussione sul tema rifiuti con la seguente votazione degli ordini del giorno di cui al punto 10) all'o.d.g.
Nel frattempo sono stati presentati altri ordini del giorno sullo stesso tema. Quindi, se non ci sono indicazioni in senso contrario procedo con l'inversione.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

stata richiesta una comunicazione della Giunta regionale.
La parola all'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
chiaro che, considerato il numero degli iscritti a parlare, cercher di contenere il tempo, ma il tema è importante.
Ringrazio il Consiglio che dà quest'opportunità di riferire e di esaminare la questione, che ha anche delle ricadute sulla nostra gestione.
Mi permetta, Presidente, in primo luogo di fare pervenire anche da quest'Aula un segnale di solidarietà al Presidente Soru, Presidente della Giunta della Regione Sardegna, perché credo che ci sia stata purtroppo una degenerazione del dissenso politico. Abbiamo visto tutti la televisione quindi mi pare che ci sia stata una notte di manifestazioni legate alla residenza privata, ed è cosa che non è nella normalità del dissenso politico.
Fornisco qualche elemento di conoscenza e poi di considerazione. Non c'è dubbio che in questo momento in Campania, in alcuni punti di più, in altri di meno, c'è una situazione d'emergenza che ha anche una sua ricaduta economica per via dell'immagine cattiva che diamo di tutto il Paese, quindi è una ricaduta economica per tutto il Paese, è un problema anche nazionale.
un problema d'emergenza sociale, perché ad oggi sono diverse migliaia i ragazzi che non frequentano la scuola, in altre parole c'è un'interruzione della disponibilità di servizio scolastico. C'è un rischio d'emergenza sanitaria. Spero che sia davvero un indicatore positivo il fatto che le ultime 24 ore sono state le uniche in cui sono state più le quantità di rifiuti rimosse dalle strade di quelle rimesse in strada. Dico questo se vogliamo trovare in questa vicenda almeno qualche indicatore positivo.
Noi (le Regioni, l'Unione delle Province e l'ANCI, l'Associazione Nazionale Comuni Italiani) siamo stati convocati, mercoledì scorso, presso Palazzo Chigi. C'è stata prospettata questa situazione d'emergenza nazionale, c'è stato un appello del Presidente Prodi insieme al Ministro dell'Interno, al Ministro dell'Ambiente, al Ministro della Difesa, ad un Sottosegretario alla Sanità affinché ci sia un aiuto ad affrontare questa emergenza nazionale, ribadendo che il commissariamento sarebbe rimasto per altri quattro mesi, di non sostituzione delle altre Regioni alle responsabilità della Campania, ma di un aiuto che, in questo momento risulta contingibile, come suol dirsi, ed urgente.
Tutti i partecipanti al tavolo hanno fornito, sostanzialmente, la stessa risposta: è un'emergenza nazionale alla quale non si può che rispondere positivamente. Dopo aver dato questa disponibilità, hanno tutti sottolineato - chi più, chi meno - le difficoltà pratiche nei propri territori; difficoltà non solo d'ordine politico, ma talvolta anche d'ordine tecnico, dovuto alla coerenza tra il rifiuto da trattare e gli impianti di cui si dispone. Anche questi, ovviamente, sono aspetti tecnici delicati.
Dalle Province, dai Comuni e dalle Regioni è comunque pervenuta una risposta positiva alla richiesta d'aiuto su base volontaria per risolvere un problema d'emergenza nazionale.
Dopo quell'incontro (il giorno dopo), su incarico della Presidente avevo messo in preallarme - sapendo, peraltro, di che cosa si andava a parlare a Palazzo Chigi - le Province e le ATO; in quella riunione (nell'ottobre del 2006 emerse la disponibilità di Asti) ho detto sostanzialmente due cose: innanzitutto che vi è la disponibilità della Regione a derogare (il termine corretto è questo), come in altre occasioni e come regolarmente avviene, un "muro di cinta" intorno al Piemonte, che dovrebbe evitare il traffico di rifiuti solidi urbani.
Poiché la gestione e lo smaltimento dei rifiuti solidi e urbani di natura domestica è una responsabilità regionale, ogni volta che si verifica un transito di rifiuti da una Regione all'altra - cosa assolutamente legittima - la responsabilità è espressa a livello regionale.
In quella riunione è emersa la disponibilità della città di Torino e della Provincia di Cuneo. Pertanto, compito della Regione sarà di mettere in contatto il Commissario di Governo con la Provincia di Cuneo, in questo caso, e con la città di Torino, cosa che, ovviamente, è stata fatta.
Nella stessa giornata - tutto avviene in tempo reale, com'è giusto che sia in caso di emergenza -il Commissario delegato da Napoli ha inviato una lettera al Presidente della Provincia di Cuneo e al Sindaco di Torino per entrare nel dettaglio degli aspetti contrattuali (non ci sono solo aspetti pratici e organizzativi, ma anche contrattuali). Ricordo che, da un punto di vista strettamente contrattuale, il valore, se facciamo riferimento all'esperienza dell'ottobre del 2006 ad Asti, è di gran lunga superiore alla "normale" tariffazione per tonnellata (lo dico solo per esprimere un altro elemento di conoscenza).
In Provincia di Cuneo, la Giunta si è riunita e ha espresso un parere negativo. L'ATO di Torino si riunisce stasera: al Sindaco Chiamparino, alla Regione Piemonte, alla Provincia di Torino e alle Associazioni di ambito conferma la propria disponibilità ad accogliere i rifiuti della Regione Campania, come pure l'ACEM di Magliano Alpi, riunitosi ieri sera, che dichiara la propria disponibilità a ricevere i rifiuti, perché tale conferimento non arrecherebbe alcun danno per la gestione dell'impianto.
Sia AMIAT che ACEM, da un punto di vista strettamente tecnico, si dichiarano disponibili a ricevere quest'ordine di grandezza.
Tale ordine di grandezza, che si aggira intorno alle 5.000 tonnellate è stato convenuto tra le Regioni affinché ci si suddivida, più o meno equamente, lo sforzo organizzativo e una disponibilità in tal senso. Nasce quindi, a tutti gli effetti, da una concertazione tre le Regioni. Non ha un valore tecnico, quindi, ma ci sembrava assolutamente non opportuno che una Regione garantisse delle quantità e altre ne garantissero altre.
Del resto, nella stessa riunione è stato definito che erano già più vicine come prima trance di collaborazione con la Regione Campania, dei viaggi verso la Sardegna (con le conseguenze e le difficoltà che abbiamo visto), dei viaggi verso la Sicilia, dei viaggi verso il Molise, dei viaggi verso la Toscana e, da oggi, anche dei viaggi verso l'Emilia Romagna.
Una collaborazione delle Regioni si sta, dunque, esprimendo, anche se tutto ciò doveva avvenire con una certa gradualità. Questi primi giorni di Piano stanno effettivamente funzionando e hanno consentito, almeno oggi uno smaltimento maggiore del conferimento.
Oggi, di fatto, siamo qui con un'indisponibilità delle Province che alla luce della situazione che rimane difficile, perché persiste l'emergenza nazionale, mi spinge ancor più a continuare in questo lavoro di ricerca di disponibilità. Perché siamo convinti che sia giusto rispondere positivamente ad una situazione di emergenza. Sono consapevole del fatto che la situazione di emergenza dura da ben 14 anni, ma in questo momento si esprime fortemente con un disagio delle popolazioni più deboli, come sempre.
Perché conviene a tutti, anche alla Regione Piemonte ("conviene" non è un termine antipatico, potrei dire che è utile a tutti), essere all'interno di un sistema di collaborazione solidale tra le Regioni, perché è importante, a nostro avviso, che anche in queste vicende si manifesti un senso di responsabilità e un senso dello Stato.
Qualcuno sostiene che si corre il rischio di essere eccessivamente "buonisti". Ed essere "buonisti" oggi, nel linguaggio normale, significa rischiare di essere fessi, per quella che è la dizione. Tuttavia, continuo a preferire un mondo di buonisti ad un mondo di egoisti. Continuo a pensare che sia meglio un mondo di buonisti rispetto ad un mondo di eccessi di egoismo.
ovvio, però, che quest'emergenza c'impone delle riflessioni sul sistema piemontese, che andrò molto velocemente a delineare.
La situazione piemontese è inconfrontabile con la situazione campana.
Noi stiamo parlando, in ogni caso, di impianti di smaltimento, ovvero del primo ciclo integrato di rifiuti, di un tentativo di lavorare a 360 gradi sui rifiuti.
In secondo luogo, parliamo di impianti di smaltimento autorizzati o controllati. Anche la terminologia lo dice bene: da un canto, sentiamo parlare in Campania di "sversatoi", ossia di sversamento in una buca mentre noi parliamo sempre e solo di conferimenti ad un'azienda che ha il dovere di controllare e di monitorare. La situazione, quindi, è davvero difficile da confrontare.
inconfrontabile anche il livello di quantità di rifiuto prodotto. Da due anni - dobbiamo sottolinearlo - non superiamo i 2 milioni e 300.000 tonnellate di rifiuto prodotto. È un risultato importante, frutto delle potenzialità attuali, anche se lo sottolineo senza ascriverci particolari medaglie. Significa che, evidentemente, il sistema è solido e riesce ad affrontare un punto quasi mai affrontato, che è la riduzione dei rifiuti o il mantenimento della quantità complessiva.
Dalle stime dei Comuni campione che abbiamo nel 2007 (su base media regionale), siamo arrivati ad un livello di raccolta differenziata del 45 è il dato medio che emerge dai punti di eccellenza del Novarese e dalle punte di non eccellenza del Vercellese. Questo per dire che, anche in realtà molto simili e molto confrontabile, esistono livelli di differenza che vanno dal 60% al 23%, quindi organi di grandezza notevoli in termini di quantità.
Raccolta differenziata, recupero di materiale: 45%. Vale a dire quasi un milione di tonnellate di quei due milione e mezzo prodotte. La raccolta differenziata è quella che ci salva, altrimenti ogni anno noi avremmo bisogno di una "buca" utile per un milione di tonnellate. Questo, al di là dell'aspetto ecologicamente corretto della raccolta differenziata significa anche che non dobbiamo avere buche a disposizione o impianti di incenerimento, che ovviamente abbiamo anche in regione Piemonte.
Proprio questa situazione c'invita a vedere con molta attenzione la nostra situazione.
C'è un esempio emblematico: molti si chiedono perché il Veneto e la Lombardia sono le regioni più avanti nelle percentuali della raccolta differenziata. Questo è il frutto del fatto che verso la metà degli anni '93 o '94 (non vorrei sbagliarmi come periodo di tempo) ci fu una grave emergenza in quelle regioni e i rifiuti veneti e lombardi furono dirottati in particolare, verso l'Emilia Romagna. Questo per ragioni di emergenza. Il Veneto e la Lombardia sono usciti dalla situazione di emergenza anche giocando sulla raccolta differenziata. Queste due regioni che hanno iniziato prima di noi - da noi nel 2000 si è iniziato ad "investire" in raccolta differenziata - oggi hanno dei livelli superiori ai nostri di percentuale, quindi di recupero. Ma, in questo caso, c'interessa un po' più brutalmente la percentuale di chili e di tonnellate che vengono sottratte allo smaltimento indifferenziato. Anche in quel caso con un costo economico altissimo per le regioni e con un beneficio, invece, economico per le regioni che ricevevano i rifiuti (questo appare chiaro).
Non voglio negare le preoccupazioni di molti Presidenti, non solo di quello della Provincia di Torino, ma anche della Provincia di Novara, della Provincia di Biella, della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, meno dell'Alessandrino, meno del Vercellese, meno del Cuneese dove ancora c'è una quantità di disponibilità che riesce a traguardare gli anni più vicini.



PRESIDENTE

Invece non c'è il dubbio che, in alcune situazioni, c'è un rapporto molto stretto fra disponibilità, possibilità di ampliamenti, inizio d'impiantistica di termovalizzazione e, dall'altra parte, produzione di rifiuti, impegni sulla raccolta differenziata, impegni sulla riduzione.
vero che la Provincia di Torino, di Novara, in particolare la Provincia di Asti, hanno una situazione che non è molto tranquilla dal punto di vista degli anni che abbiamo davanti. La vera scommessa, lo sappiamo bene, per la provincia di Torino è la partenza, stimata nel 2011, del termovalorizzatore: 421 mila tonnellate da smaltire. Per la provincia di Novara e di Asti significa essere inserite in un sistema più ampio di sei province che riescono a mettere in eredità le proprie dotazioni, quindi evitando che ognuna debba seguire i propri rifiuti.
C'è un punto che mi preoccupa particolarmente, più ancora dei metri cubi a disposizione in regione Piemonte, che è: se ogni Regione se la cava per fatti propri, che mi pare sia un'opzione molto gettonata, il passo successivo sarà: ogni Provincia si pianga i suoi rifiuti. Il che vuol dire che: la provincia di Cuneo fa un accordo con il cementificio Buzzi di Robilant per un ordine di grandezza tale che può usare combustibile da rifiuto, ripeto, combustibile quindi è fuori dalla partita dei rifiuti, ma si dice: sia ben chiaro che possono entrare chili di combustibile prodotto a Cuneo.
Se Vercelli dice: ho un vecchio inceneritore, è necessario fare un restyling del vecchio inceneritore, probabilmente è una scelta oltre che aziendale anche giusta, ma non un chilo di rifiuto che viene da fuori Vercelli entri nel nuovo termovalorizzatore.
Se, ancora, l'impianto di Biella-Cavaglià, che è un impianto che ha la sua tecnologia - peraltro una tecnologia particolarmente stimata e accreditata - ha delle sue difficoltà a trovare una discarica post impianto, vale a dire materiale quasi inerte (inerte non si può dire perché inerte è altra cosa dal punto di vista terminologico, ma certamente privo di capacità di impatto ambientale), ma si dice: devono entrarci solo rifiuti di Biella. Con questi ragionamenti, o si dice così per principio ma poi saremo costretti a fare mille e un accordo continuo fra le diverse province, oppure non se ne fa nulla.
Proprio domani ho un incontro con le sei Province - non con Cuneo e Torino - affinché si metta insieme il ciclo integrato dei rifiuti.
Altrimenti Asti dovrà trovare, domani mattina, con molta fatica, un posto di discarica e molti impianti si troveranno ad avere delle disponibilità che non saranno in grado di onorare.
Questa è la nostra situazione.
Bisogna anche dire che il livello di solidarietà si è sempre espresso.
Faccio un altro esempio emblematico. Quando ha chiuso l'impianto dell'organico di Borgaro - che adesso ha ripreso la sua attività - i rifiuti organici della provincia di Torino sono andati a Ravenna, nel ferrarese, in particolare nella Romagna. Il che vuol dire che, come sempre incidenti di percorso ce ne possono essere e un sistema solidale di Regioni è in grado di supportare i momenti di emergenza.
Non voglio eludere un punto delicato. Non c'è alcun dubbio che la Campania, in quanto tale, oggi, con il problema rifiuti, non ci sta aiutando. Non ci sta aiutando perché è certo più facile esprimere una disponibilità a fronte di un piano chiaro e definito di uscita dalla situazione di emergenza. Io, che me ne occupo, seppure da un altro punto di osservazione, non sono in grado di definirlo.
Sarebbe più facile anche per la nostra opinione pubblica, per i nostri cittadini se noi avessimo chiaro qual è la tempistica, le procedure, le cadenze, per uscire dall'emergenza. Sarebbe più facile intervenire, sarebbe più facile manifestare una disponibilità se ci fossero segnali anche politici di impegno a rimettere a disposizione dei cittadini campani - non è un compito mio, lo dico perché avendo ascoltato molto uno dei punti è anche questo - maggiori disponibilità. La domanda è: tutte le Regione sono disposte ad aiutare la Regione Campania.
Il punto di domanda è: la Regione Campania è disposta ad aiutare la Regione Campania? Questo lo dico scherzosamente, perché è il nocciolo del problema, seppur detto in forma più o meno scherzosa.
Pertanto, nonostante tutto, sono convinto, la Giunta è convinta che sia necessario cercare ancora una condivisione alla ricerca di disponibilità sperando che si sia più aiutati in questa ricerca dal clima generale dall'attenzione generale, da un senso di responsabilità che credo sia necessario esprimere in questa occasione, cercando anche forme di collaborazione non legate allo stretto momento emergenziale.
Ci sono delle capacità, delle professionalità, ci possono essere delle stipule di gemellaggi con alcune situazioni campane, affinché si possano assumere forme di collaborazione.
Termino sottolineando questo come livello di conoscenza del Consiglio regionale del Piemonte: stiamo parlando, ovviamente, di rifiuti solidi urbani prodotti dalle nostre case; i rifiuti che vengono prodotti - dico una banalità - non sono solo quelli.
vero che esiste una forza centrifuga che spinge i rifiuti solidi urbani di provenienza domestica dalla Campania verso altre regioni. Da sempre, invece, i rifiuti di natura tossico-nociva - mi auguro legalmente molte volte illegalmente - vanno in senso contrario, cioè vanno verso la Campania, dove evidentemente i margini di illegalità, è inutile negarlo sono più facili, le maglie dei controlli sono più labili.
Voglio ricordare che nella Commissione d'inchiesta sui rifiuti e sul traffico dei rifiuti, uno dei punti particolarmente trattati sono stati i rifiuti dell'ACNA di Cengio. Che fine hanno fatto i rifiuti dell'ACNA di Cengio inviati verso la Campania? Si è riusciti a ricostruire un percorso legale, chiaro e trasparente per 800 mila tonnellate di rifiuti tossico nocivi provenienti, in questo caso specifico, dall'ACNA di Cengio? Si fa fatica a ricostruire qualcosa che è tre volte tanto, cioè due milioni e 400 mila tonnellate, in una situazione certamente di illegalità e di mancanza di controllo, di cui si sono perse le tracce, inviate in Campania. Questo è quello che dice la Commissione e lo voglio sottolineare perché mi sembra giusto precisare, anche solo per scandagliare il nostro problema, che stiamo parlando di rifiuti urbani delle nostre abitazioni. Il mondo dell'illegalità è più vasto e riguarda, in grandissima parte, i rifiuti tossico-nocivi che, per la verità, hanno un tragitto inverso a quello che oggi ci viene richiesto di far condurre dai rifiuti campani.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore De Ruggiero.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola "Sangone" di Nichelino


PRESIDENTE

Prima di aprire il dibattito sull'intervento e sulle dichiarazioni dell'Assessore De Ruggiero, desidero salutare i docenti e gli studenti della quinta elementare della scuola "Sangone" di Nichelino, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Siete arrivati in Consiglio nel mezzo di una discussione che attiene al tema dei rifiuti, e quindi la possibilità o meno di accogliere, all'interno del Piemonte, rifiuti che arrivano da altre regioni d'Italia.
L'Assessore De Ruggiero è intervenuto illustrando la posizione della Giunta regionale. Seguiranno gli interventi dei vari Consiglieri. Speriamo che la visita sia di vostro gradimento e sia soprattutto utile per la vostra formazione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Inversione all'o.d.g. e discussione congiunta ordine del giorno n. 894 del Consigliere Scanderebech, inerente a "Emergenza rifiuti Regione Campania" e mozione n. 897 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale, inerente a "Emergenza rifiuti in Campania" (seguito)


PRESIDENTE

Apriamo, dunque, il dibattito sulle dichiarazioni della Giunta regionale.
Il primo iscritto a parlare è il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Intervengo in una situazione in cui sono molto note le posizioni delle varie parti politiche, dicendo subito che la nostra posizione è contraria all'accoglienza dei rifiuti della Campania, ma è una contrarietà ragionata e cercherò di argomentarla.
La prima argomentazione può sembrare banale. Vi è un'emergenza, poniamo che vi sia un'emergenza di tipo alluvionale: voi andreste a raccogliere il fango, magari in una vasta area, con una paletta? Sarebbe come prendere in giro coloro che si vogliono soccorrere e ci si prenderebbe in giro da soli.
Dobbiamo sapere e dobbiamo avere la contezza che ci sono sei milioni di tonnellate di rifiuti accatastati. Le famose ecoballe sono rifiuti non utilizzabili per essere inceneriti, a meno che non vengano nuovamente trattati, con tutte le conseguenze del caso, sia di fattibilità sia di costi.
Il Presidente Prodi, il quale dice che dura perché fa, se veramente vuol fare dia disposizioni precise al Commissario di dire agli italiani visto che sono tutti interessati alla soluzione del problema, e soprattutto ai campani e ai napoletani, la verità.
Non sono solo le 150 mila tonnellate presenti sulle strade; ci sono sei milioni di tonnellate di rifiuti accatastati negli impianti di produzione delle ecoballe e non solo, di cui bisogna decidere cosa farne.
Perché periodicamente il sistema va in crisi? Io l'ho vissuta per parecchio tempo, ho avuto anche l'avventura di essere il capofila degli Assessori all'ambiente per dieci anni, dal 1995 al 2005, quindi la situazione la conosco a menadito.
Non si è voluto mai andare a fondo, su questa vicenda che è anche sporca, nel senso che ci sono delle inchieste, delle questioni che devono essere chiarite.
Ritengo che gli Assessori regionali che vogliono aiutare la Regione Campania dovrebbero essere i primi a chiedere un quadro chiaro. Qui invece, ci attardiamo a discutere se la soluzione migliore sia la raccolta differenziata, piuttosto che gli impianti di trattamento, piuttosto che gli impianti d'incenerimento. Ci attardiamo dicendo: "Ma se spingiamo la raccolta differenziata al massimo non serve più l'impianto di trattamento è sufficiente l'incenerimento", "Sì, ma se la Provincia è piccola e fa la raccolta differenziata spinta, come nel Comune di Alessandria, forse c'è maggiore bisogno dell'inceneritore, perché solo per Alessandria è sovradimensionato".
Sì, però i rifiuti secchi li abbiamo ad Asti, ad Alessandria, li abbiamo dappertutto. Quindi, cerchiamo di uscire dai pregiudizi, cerchiamo di non andare più dietro a coloro che seminano la sfiducia, perché oggi viviamo una realtà diversa dal passato.
Nella nostra realtà si possono realizzare impianti con emissioni controllate, con emissioni veramente compatibili, qualora rispettassero i parametri nazionali ed europei compatibili con l'ambiente.
Personalmente, sarei il primo a dire, in un quadro di sistemazione finale, di percorso complessivo che va a risolvere il problema, magari nel tempo e negli anni, di dar loro una mano per farli uscire dal fango! Noi siamo stati alluvionati e sono venuti ad aiutarci, però tutto è stato inserito in un quadro che aveva un obiettivo ben preciso. Mi volete spiegare dove si arriva, in questo caso? Hanno detto che in 48 ore...
Inciampano da soli, si fanno ostruzionismo da soli! Hanno capito che il problema era di trasparenza, di dire cioè com'è la situazione e dove si vuole arrivare. Ma, avete sentito dire qualcosa? Cosa vogliono fare? L'unica cosa che abbiamo sentito dire è che i rifiuti li faremo partire di notte e non diremo a nessuno dove sono destinati. Così, quando arrivano mettiamo in agitazione tutta l'Italia. È così che si governa? Secondo me no. La cura migliore per combattere le emergenze è vedere le cose come sono, in tutta la loro gravità e affrontando i rimedi.
La situazione è rimediabile in Campania? Certo, è rimediabile. Per per la miseria, mi devono spiegare come mai questi camion stanno lì, per settimane, pieni di rifiuti! Se nasco un'altra volta, vado a fare l'autotrasportatore di rifiuti in Campania. A un certo punto, credo che qualcuno li pagherà.
Ma, di chi sono questi rifiuti? Dov'è questa criminalità? Alla fine, se è intrecciata, vuol dire che è nelle cose di tutti i giorni. Allora, è una situazione inaccettabile! Badate: non è che mi trovo a migliaia di chilometri da Torino e lancio anatemi moralistici; lo dico proprio in Aula! Questi sono i ragionamenti che noi dobbiamo fare tra di noi, intanto per vaccinarci ed evitare che le cose che succedono da altre parti non abbiano a succedere qui da noi. Per fortuna, il punto di partenza è diverso. Comunque, ci sono delle avvisaglie e l'emergenza è sempre dietro l'angolo.
Personalmente, ho molta fiducia nel dottor De Gennaro. Avevo molta fiducia anche nel dottor Bertolaso, ma inopinatamente l'hanno sollevato dall'incarico. Mentre, non ho alcuna fiducia nel Ministro dell'ambiente.
Abbiate pazienza, probabilmente, sarò uno che ha dei pregiudizi!



(Commenti in aula)



CAVALLERA Ugo

L'ho conosciuto anche come Ministro dell'agricoltura. Quindi, parlo sempre a ragion veduta.
Cerco di riprendere i fili del discorso, per evitare di voler trattare di tutto e non concludere sulle questioni concrete.
Assessore, prima di dare una risposta, vediamo di sollecitare... Il problema non sono le 100.000 tonnellate di rifiuti! Perché, se volessero veramente, stoccarle provvisoriamente lì, troverebbero il modo.
Insomma, non mi vengano a dire che nel territorio della Campania non c'è la possibilità di stoccare provvisoriamente 100.000 tonnellate di rifiuti. Lo so che si aggiungono ai sei milioni ecc. e quindi, la situazione...
Però, per favore, se volete aiutare la Campania, fate un interregionale e fatevi spiegare, effettivamente, cosa vogliono fare e poi venite a dircelo. Quando ci avrete detto quello che vogliono fare e che...
Perché, umanamente, bisognerebbe avere la bacchetta magica! Il Ministro Pecoraro Sscanio, entro due mesi, vuole mandare a casa coloro che non attivano nel loro Comune la raccolta differenziata. E lui, allora?! Proprio lui, che ci ha mandati di fronte a tutto il mondo in una situazione che facciamo una figura da cioccolatai! Lui cosa dovrebbe fare? Scomparire! Perché non si dimette? Per una volta, in coerenza, potrebbe dire: non è colpa mia, però prendo la responsabilità politica e mi dimetto. Insomma, per concludere, dare un'adesione oggi, in un quadro nebulosissimo, significa soltanto voler aiutare, ancora una volta, la politica del pannicello caldo. È quello di cui gli abitanti di Napoli e della Campania non hanno assolutamente bisogno.
Facciamoci capofila, come Piemonte, di una strategia di aiuto e di supporto anche amministrativo. Non a caso, nell'ordine del giorno ho parlato anche di un Comitato per le emergenze (a volte, si fa nelle grandi emergenze).
Quindi, bisogna disincagliare la situazione e fare in modo che, nel breve tempo, si sappia cosa si farà sugli inceneritori. Non voglio sentire più nessuno che dica che gli inceneritori non servono. Lo so che qualcuno lo dice ancora. A questo punto, chi lo dice, deve spiegare qual è l'alternativa. Però, con i costi! Per concludere, invito i colleghi a votare il nostro ordine del giorno, valido come tanti altri.
Infine, Presidente, mi consenta di esprimere non solo la solidarietà al Presidente Soru, ma anche al popolo della Campania, soprattutto per quella parte incolpevole, che sta subendo, a causa di una mala amministrazione una vicenda pesantissima che darà danni di tipo economico e sociale.



PRESIDENTE

La parola alle Consigliere Travaglini.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Anch'io vorrei iniziare il mio intervento con un atto di solidarietà nei confronti del Presidente della Sardegna, che ha dimostrato coraggio nell'affrontare questa che è - credo che nessuno possa disconoscerlo un'emergenza nazionale, una vera e propria catastrofe ambientale con conseguenze gravissime di immagine e di sicurezza sotto il profilo di igiene pubblica e della salute dei cittadini.
Credo che nei confronti dei cittadini ci debba essere innanzitutto la nostra piena solidarietà attiva, anche con le scelte che siamo chiamati a compiere e che proponiamo. Un modo per essere solidali è anche quello di essere coerenti, per quanto ci compete, nel costruire una politica ambientale che abbia il profilo che già prima l'Assessore De Ruggiero tracciava.
In questo caso, propongo anche a questo Consiglio una riflessione pacata, così come è avvenuto in Commissione, nei giorni scorsi, dove ne abbiamo discusso animatamente. Quindi, al di là delle opinioni, credo non sia fuori luogo e non sia esagerato fare riferimento a un senso di pubblica responsabilità, che ognuno di noi deve avere, nel cercare di dare la risposta più idonea ad una richiesta di intervento che è finalizzata a cercare una via di uscita, pur parziale, ad una situazione di emergenza.
Vedete, ci possono essere tante sensibilità, diversi punti di vista opinioni e giudizi anche opposti; ci possono essere tutte le preoccupazioni del caso, tutte legittime e più o meno fondate. Però, voglio credere che non ci sia da parte di nessuno un calcolo opportunistico, nessuna speculazione politica e dei giudizi anche duri sulla situazione dei rifiuti da smaltire a Napoli e in Campania.
Questo è un problema che ha radici lontane - come ricordava anche l'Assessore - che esiste da più di un decennio, che mette sotto accusa un'intera classe politica e amministrativa non solo riferibile al centrosinistra, anche se nel centrosinistra, che ha la responsabilità di Governo nella Città di Napoli e nella Regione Campania, nessuno può e nessuno vuole tacere le pesanti responsabilità.
Siamo di fronte ad una vicenda dove però - come dicevo - ci sono delle responsabilità più ampie che non possiamo far finta, mettendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi, di non vedere.
Oggi, al netto di ogni polemica, siamo chiamati ad affrontare una situazione emergenziale veramente grave. Credo sia doveroso cercare ogni mezzo utile per farvi fronte. È evidente: bisogna verificare l'effettiva capacità di rispondere alla richiesta d'aiuto, senza incorrere nel rischio di creare un'emergenza rifiuti anche in Piemonte.
Però, non mi sembra questo il caso - lo diceva prima l'Assessore - ma anche dai fatti e dalle cose che conosciamo non mi sembra che siamo in questa situazione.
Se ho capito bene, ci sono le condizioni tecniche per poter ospitare quella parte di rifiuti che ci è chiesto di poter ospitare.
Posso capire le preoccupazioni espresse a caldo da molte Province, che hanno palesato un orientamento negativo alla richiesta di smaltire la quota parte di rifiuti che toccherebbe a noi. Se non sbaglio, è un orientamento motivato per lo più da ragioni tecniche, da difficoltà oggettive - si dice e da un primo esame sulla effettiva possibilità di fare fronte alla richiesta.
Ciò nonostante, se è vero che il sistema della gestione dei rifiuti in Piemonte è un esempio virtuoso, che sta registrando risultati positivi, ed è in linea con un'azione efficace di riduzione e di recupero del materiale concertata e condivisa con le Province, che, di fatto, hanno la titolarità credo ci sia lo spazio e la necessità di fare ogni sforzo possibile per non sottrarsi dal partecipare ad un'azione responsabile, creando ogni possibilità utile a far fronte a questo impegno.
La produzione annua dei rifiuti in Piemonte è per lo più stazionaria da due anni e mezzo a questa parte e si attesta sui 2 milioni e 300 mila tonnellate, 1 milione e 300 mila di rifiuto indifferenziato e, all'incirca 1 milione di tonnellate di materiale proveniente dalla raccolta differenziata. La crescita di quest'ultima, come già ricordava l'Assessore De Ruggiero, ci ha consentito di raggiungere con un anno d'anticipo la quota stabilita da normative nazionali, il cui obiettivo è del 45% entro la fine di quest'anno.
veritiera questa situazione? Se è così, allora, la richiesta di accogliere una parte dei rifiuti della Campania, pari a 5 mila tonnellate che è più o meno lo 8,2% del totale dei nostri rifiuti, non solo non dovrebbe, rivestendo una condizione d'eccezionalità, mettere in crisi il nostro sistema, ma potrebbe essere assorbita dal nostro sistema, senza farci impensierire oltre misura, innescando un meccanismo, come qualcuno paventa, ma, francamente, non credo che sia così, d'ingovernabilità del sistema.
In fondo, si tratta del corrispettivo di rifiuti urbani pari alla produzione di più o meno mezza giornata di rifiuti dei piemontesi su base annua. Davvero non è possibile chiedere alle Province, a chi ha la responsabilità degli enti gestori e degli impianti di smaltimento dei rifiuti solidi urbani di compiere ulteriori verifiche tecniche e individuare i modi più idonei per dare una risposta celere e positiva? Credo che sia possibile, sia utile e, in fondo, anche necessario.
giusto e sacrosanto chiedere garanzie, affinché questa situazione venga a cessare, con un intervento straordinario e di radicale efficacia da parte dello Stato e dell'intera collettività amministrativa campana e non solo, perché quella situazione è presente in molte regioni del sud, se non con quelle punte di drammaticità che oggi in Campania si evidenziano.
Ciò che oggi rappresenta nei fatti un'emergenza non può indurre passata la fase più acuta - lo diceva prima anche il Consigliere Cavallera e su questo esprimo condivisione - ad una nuova puntata del lassismo e dell'irresponsabile rinvio cui abbiamo assistito in questi anni.
Tuttavia, noi oggi siamo chiamati a fare la nostra parte e sarebbe un errore grave non prestare la dovuta attenzione a questa richiesta d'aiuto.
Se fosse dichiarata un'emergenza sanitaria e scattasse una sorta di precettazione e d'obbligo, forse, la coscienza di molti sarebbe alleviata di un peso davanti all'opinione pubblica. Francamente, è più semplice dire di sì se si è obbligati, ob torto collo o volenti o nolenti, come si dice piuttosto che farsi carico del problema e assumere una responsabilità di codecisione.
Nonostante le differenze d'impostazione politica della classe dirigente piemontese - tutti noi ovunque collocati - credo ci possano essere le condizioni per un'assunzione piena di responsabilità politica e amministrativa, di responsabilità pubblica, almeno questo è ciò che mi auguro. Davvero è una questione di responsabilità.
Prima di concludere il mio intervento, voglio ricordare un episodio di carattere autobiografico: nel gennaio di diciassette anni fa, ero Segretario provinciale del Partito Comunista Italiano, mi capitò di non essere candidato dal mio partito perché sostenevo la posizione d'ammodernamento e rilancio del forno d'incenerimento nella mia Provincia.
Per fortuna, nonostante le vicissitudini personali, che non mi hanno impedito di fare la mia battaglia politica, quella scelta che impedì la mia candidatura non passò e, oggi, noi abbiamo una possibilità in più di registrare, se non la completa autonomia nella gestione dei rifiuti, anche il processo finale, che credo sia giustamente e correttamente individuabile nella termovalorizzazione.
Se vogliamo essere coerenti con l'impostazione che prima ho richiamato che riguarda molto anche il Piemonte e l'istantanea che abbiamo davanti agli occhi - la raccolta differenziata cresce bene e vi è anche da parte del sistema complessivo la capacità di assorbire una produzione di rifiuti che, tra l'altro, negli ultimi anni, è in calo, il che significa che c'è qualche meccanismo virtuoso, che va dagli imballaggi, che diminuiscono, a buone pratiche di considerazione dell'importanza ambientale - occorre essere estremamente franchi e aprire un ragionamento serio, che io reputo anche scientificamente severo, sulla necessità, che io auspico, di fare presto e bene una politica che chiuda il ciclo dei rifiuti anche in Piemonte. Mi riferisco alla costruzione in termini rapidi dei termovalorizzatori laddove sono necessari. Credo in una politica riformista e una politica ambientale da questo non può prescindere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, sinceramente sono un po' imbarazzato nell'intervenire in questo dibattito, perché ho l'impressione che si sia passati dal tema delle "ecoballe" al tema delle "ecopalle".



(Commenti del Consigliere Robotti)



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Robotti, avrà modo di intervenire a suo tempo.



GHIGLIA Agostino

Il Consigliere Robotti le cose non le capisce, né facili né difficili quindi non l'ho detta per lui.
Voglio solo motivare quello che ho detto. Credo profondamente che oggi noi ci troviamo di fronte alle ecoballe, nel senso che il Partito Democratico piemontese e torinese ha montato su questo tema una enorme ed ennesima guerra interna, che forse con i rifiuti c'entra poco. Anzi, con i rifiuti non c'entra assolutamente nulla.
per questo che l'Assessore De Ruggiero, così come l'Assessore Mangone, ieri sono stati i propugnatori delle ecoballe, cioè di quelle fandonie che stanno spacciando sul problema dei rifiuti, perché in realtà c'è una guerra tra il sindaco Chiamparino e il resto del PD, che gli sta facendo pagare il suo mancato sostegno all'attuale coordinatore regionale del Partito Democratico. Ciò, tramite il Presidente della Provincia Saitta che viene usato come killer! Perché dico questo? Intanto, Presidente, capiamo di cosa stiamo parlando, giusto per sgombrare il campo da ogni sospetto. Lo dice uno che afferma che non dobbiamo prendere nemmeno 5 grammi di "munnezza" campana per trasformarla in "rumenta" piemontese. Dalla "munnezza" di Pulcinella alla "rumenta" di Gianduja. Noi non la vogliamo! Neanche 5 grammi.
Detto questo, Presidente Gariglio, stiamo parlando di 5 mila tonnellate.
Questa mattina, un quotidiano di estrema sinistra che si chiama "la Repubblica" - lo cito perché ho visto che c'era la collega di "la Repubblica" - ha fatto...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi: prego anche coloro che sono nell'emiciclo di consentire lo svolgimento del dibattito.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, non sono troppo nervoso, colleghi: cerco semplicemente di garantire a tutti la possibilità di parlare con un minimo di tranquillità.



GHIGLIA Agostino

Collega Robotti, dopo, lei potrà richiedere le dimissioni del Ministro Pecorano Scanio; quindi fatelo preparare perché si sta già emozionando tutto da solo! Dopo si sfogherà! Però non l'ha scritto sull'ordine del giorno, quindi aspettiamo l'ordine del giorno del Consigliere Robotti per le dimissioni del Ministro Pecoraro Scanio e noi lo voteremo. L'ha detto più volte in tutte le televisioni, salvo ovviamente non farlo. Ma questo è Robotti! Un po' di cabaret ci vuole anche nei discorsi seri.
Quello che volevo dire è questo. Il giornale "la Repubblica" stamattina dice: "Ecco le vere cifre dei rifiuti campani: 300 mila tonnellate, più i sei milioni stoccati".
Quindi, colleghi, stiamo parlando di 5.000 tonnellate, cioè la produzione di tre giorni di rifiuti dei napoletani. Dei "napuli"! Ma essendo l'emergenza vigente da più o meno un mese, ciò significa che questa "rumenta" è già aumentata di altri 45 mila tonnellate. E mi volete dire che il problema piemontese non è tutto politico tra le due anime del Partito Democratico contro il sindaco Chiamparino? Per 5.000 tonnellate di cacca, rispetto a 345 mila tonnellate di "monnezza" in enormi cumuli che devastano la città di Napoli? Ma chi volete pigliare per la giacca? Ma pigliatevi queste 5.000 mila tonnellate! Mangiatevele! Qui non c'entra niente né il discorso della solidarietà né il discorso di aiutare Napoli, perché se volete aiutare Napoli, pigliatevi 50 mila tonnellate! Con 5.000 mila tonnellate non aiutate Napoli, perché la discarica di Basse di Stura - se ne conferirete 2.000 - chiuderà un giorno prima. E mi volete dire che con un giorno di conferimento nella discarica di Basse di Stura, voi siete solidali con i napoletani? Guardate: o tutti - e metto sempre me stesso per primo - stiamo avendo una visione che è ormai soltanto politica, che non c'entra più niente con l'oggetto del tema, oppure stiamo veramente assistendo, anche sulla pelle dei napoletani, ad una squallida lotta di potere interno al PD torinese che poi è l'unico vero motivo.
Persino il Presidente Saitta - dal libro "Anche le formiche hanno la tosse" - oggi urla contro il Sindaco Chiamparino, dicendo: "Non li voglio! Non li voglio!". Duemila tonnellate! Perché non le vuole? Io non ne voglio neanche cinque grammi, per una questione di principio politico: non dobbiamo coprire le inefficienze vergognose del centrosinistra campano che da 15 anni non fa scavare un buco in quella regione. Ecco perché non ne voglio nemmeno cinque grammi.
Ma se fosse per la sostanza del tema, non esiste - se io fossi in maggioranza e dovessi dare solidarietà al Sindaco Jervolino e al Presidente Bassolino - che non piglio 2.000 tonnellate e metto in campo l'ATO, il segretario regionale... Il Sindaco dice "le prendo, le prendo!". E l'assessore Mangone - che è l'ecopallista del Comune di Torino - dice: "Io ho il cuore grande". Per 2.000 tonnellate? Se hai il cuore grande ne prendi 20 mila, 30 mila o 50 mila, perché è con questo che aiuti i napoletani e non li pigli in giro due volte! Nel momento in cui porto a Torino 2.000 tonnellate, cari colleghi, ho pulito una strada! E allora? Di cosa state discutendo? Cosa ci viene a dire l'Assessore De Ruggiero, che ha parlato per 45 minuti del nulla? Le vorrei inoltre ricordare un'altra cosa, e mi dispiace che non ci sia la gran colpevole, la Presidente Bresso. Assessore De Ruggiero, sa cosa ha detto la Presidente Bresso, con una faccia tosta da fare impallidire (per lei è già rossa e non può impallidire)? Sabato, la Presidente Bresso ha avuto il coraggio di attaccare l'immobilismo della politica: "14 anni di immobilismo della politica, di destra e di sinistra!". Proprio lei, che per nove anni da Presidente della Provincia, con la competenza diretta sulla scelta del sito del termovalorizzatore, non l'ha scelto, nominando una Commissione Bobbio che intanto c'era costata 200 mila euro, tanto per non sbagliarci, perché un po' di consulenze non si negano a nessuno.
Lei attacca l'immobilismo della politica! La Bresso! Proprio lei che in nove anni non ha scelto il sito. Ma non vi vergognate? Perché se oggi l'ATO può dire "i vostri rifiuti non li prendiamo" - che lei, Assessore, troppo prontamente avrebbe accettato - è solo perché in questa Provincia non c'è un termovalorizzatore. Se ci fosse stato nei tempi giusti, noi non avremmo problemi non a prenderne 2.000, ma forse neanche 20 mila. E la colpa è della Presidente Bresso, che non ha scelto! Questa è la verità, colleghi! Ma è la cronaca! Spettava o no alla Provincia scegliere il sito per il termovalorizzatore? Sì.
La Presidente Bresso è stata per nove anni Presidente della Provincia? Sì. Ha scelto la Presidente Bresso il sito? No.
Ecco perché oggi ci troviamo nell'emergenza rifiuti in provincia di Torino, con discariche sature come quella di Basse di Stura. E tutti sappiamo che non vengono chiuse per carità di patria. Ricordo le parole di un ex comunista, che faceva il verde, che adesso fa il democratico e che si chiama Vernetti. Sono andato a prendere l'articolo di quando faceva l'Assessore verde al Comune di Torino, in cui diceva: "Nel 1999" - non è un film! - "la discarica di Basse di Stura chiuderà!". Nove anni fa! Spiegateci dunque qual è il tema di cui state dibattendo con il Presidente Saitta e con il Sindaco Chiamparino.
Il tema, purtroppo, è tutto politico, perché a fronte di 300 mila tonnellate che stanno soffocando i napoletani; di fronte alla disponibilità fra tutte le Regioni ad accoglierne appena 63 mila, cioè un quinto; di fronte alla disponibilità della Regione Piemonte di accogliere all'incirca un ventesimo della produzione di un mese fa, voi ci state molestando da mesi.
Mettete d'accordo il Presidente Saitta, altrimenti commissariate l'ATO.
Si fa in fretta! Siete convinti di avere ragione? Commissariate l'ATO e togliete al Presidente Saitta il bastone del comando: impedite alle formiche di continuare a tossire.
Quanto meno, avrete fatto un po' di chiarezza e avrete finito questa guerra invereconda che prende in giro, prima di tutto, i napoletani che patiscono questa situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Noi condividiamo l'appello del Presidente Prodi e della Presidente Bresso alla solidarietà. Lo condividiamo perché sappiamo essere forti le responsabilità degli amministratori campani del centrosinistra, ma lo condividiamo soprattutto perché abbiamo a cuore la salute e la dignità dei cittadini campani.
E perché crediamo anche, ma questo è meno importante, che occorra anche garantire una dignità internazionale al nostro Paese che, di fronte a questa tragedia, sta perdendo la sua credibilità.
Non saremo noi a nascondere sotto terra le responsabilità degli amministratori campani di centrosinistra. Non mi riferisco solamente, ad esempio, ai buchi di cui parlava prima il collega Ghiglia, che non sono stati fatti, o ai termovalorizzatori che ancora meno sono stati fatti in Campania. Penso semplicemente alla raccolta differenziata, cioè al servizio più semplice che un po' tutti, in tutta Italia, siamo riusciti più o meno a fare e che nel Napoletano e nella Campania ancora raggiunge percentuali miserrime.
Tuttavia, quest'atto di solidarietà, quest'atto di fratellanza che ci sentiamo convintamente di sostenere va gestito con responsabilità, con attenzione e con lungimiranza.
Poiché si parla di solidarietà, cito due frasi che nel mondo del volontariato vengono sovente ricordate (mi rivolgo anche all'Assessore De Ruggiero, che adesso non vedo presente, ma che spero mi ascolti dai microfoni esterni all'Aula): si usa dire che non si è solidali se si opera da solitari, e che non basta fare del bene, ma bisogna farlo bene.
Continuando ad usare delle metafore, credo che non si possa promettere di fare l'elemosina se non si hanno i quattrini in tasca e che non si possa promettere di far volontariato se non si ha tempo libero.
Nel concreto, dobbiamo valutare con responsabilità laddove quest'esercizio di solidarietà può essere concretamente praticato.
Entrando nel merito, mi riferisco, in modo particolare, alle questioni torinesi, sulle quali, evidentemente, si è sviluppato questo confronto e per certi versi, questo scontro all'interno del centrosinistra e del Partito Democratico.
Ha ragione il collega Agostino Ghiglia - vorrei ricordarlo anche ai Consiglieri del centrodestra - a voler ricostruire la vicenda della città di Torino e della sua Provincia, perché è andata esattamente così, e non ho alcun timore a richiamare quelle vicende, su cui tornerò.
Ma arriviamo all'oggi, al fatto che noi, tra la fine del 2009 e l'inizio del 2011 - data che vedrà finalmente (così ci auguriamo) l'avvio del termovalorizzatore - corriamo il rischio di non sapere dove collocare i rifiuti della Provincia di Torino. A tal riguardo, vorrei personalmente rappresentare tutta la mia stima nei confronti del Presidente Saitta - lo faccio convintamente, al di là dell'amicizia che mi lega a lui - che in questi tre anni ha recuperato una situazione davvero difficile sul piano della gestione dei rifiuti. Noi dovremo ampliare sei discariche e aprirne una nuova. Abbiamo ottenuto a fatica questa disponibilità, con un impegno molto chiaro che l'Assessore Massaglia ha voluto ricordare anche in un'intervista: l'impegno è di non prendere una briciola di rifiuto al di fuori delle ATO a cui quelle discariche fanno riferimento.
Dunque, il problema è semplicemente quello della praticabilità e della tenuta politica di un impegno e di un patto siglato con quelle popolazioni che avranno l'ampliamento delle discariche. Per cui temiamo, nella misura in cui ci possa essere una disponibilità coerente col principio di solidarietà, che possa saltare quel patto così difficile che è stato siglato dalla Provincia di Torino. Ricordo, comunque, che le titolari della gestione del ciclo dei rifiuti sono proprio le Province d'Italia.
Veniamo alle responsabilità. Abbiamo già sottolineato la condanna forte che abbiamo voluto esprimere nel nostro ordine del giorno nei confronti degli Amministratori campani. Tuttavia, proprio perché si parla anche del Piemonte, non posso fare a meno di ricordare le inadempienze dell'Amministrazione regionale guidata dal Presidente Ghigo.
Ieri, durante la trasmissione "Porta a porta" - lo vorrei ricordare agli ex Assessori prima intervenuti, ai Capigruppo e a tutti coloro che hanno contribuito, in quegli anni, al cattivo governo della politica dei rifiuti - è emerso che in Piemonte, certo per tante ragioni, ma anche per il Governo del centrodestra, abbiamo due inceneritori, mentre in Lombardia ci sono 13 termovalorizzatori e due inceneritori.
Vogliamo fare un'analisi di coscienza delle responsabilità complessive posto che non c'è stato solo il centrosinistra a governare in questi anni il Piemonte? A Torino per tanti anni - Chiamparino ha rimediato - siamo stati senza una decisione chiara su dove costruire il termovalorizzatore.
La Provincia ha perso tempo: cito per putti la Commissione Bobbio, che ha individuato tre siti che, dopo l'effettivo approfondimento, sono stati tutti esclusi dagli Amministratori. Ricordo, addirittura, che ad un certo punto la Provincia propose che fosse TRM, cioè la società che deve gestire il termovalorizzatore, a proporre alla Provincia (che ha la responsabilità politica) una sua collocazione.
Pensiamo anche alle difficoltà per trovare dei siti in cui aprire nuove discariche: per tutti, ricordo la vicenda di Vinovo, il cui sito, prima contestato, è stato poi ritirato.
Nell'avviarmi alla conclusione, cito l'intervento della Presidente Bresso apparso su La Stampa di domenica: concordo con lei quando sostiene che nel nome di paure quasi sempre infondate e della difesa di interessi personalistici e localistici, i Gruppi politici, associazioni varie e persino la Chiesa, hanno cercato sempre di rinviare o di trasferire la questione per non doversene occupare.
Voglio aggiungere, almeno in questo caso, che forse la responsabilità non è stata solo dei partiti, ma anche delle Amministrazioni e delle Giunte, a meno che gli Assessori siano indicati dai partiti, ma solo quando non funzionano.
Veniamo al dispositivo. Credo sia una buona sintesi quella che il nostro Gruppo intende proporre all'approvazione di quest'Aula.
Sostanzialmente, sono cinque i punti che s'intende sottolineare.
Anzitutto vogliamo impegnare la Giunta a continuare la ricerca di dialogo con le Province, per ottenere la disponibilità a farsi carico, sul territorio piemontese, di quest'emergenza. Quindi la riaffermazione dell'impegno al dialogo per accettare i rifiuti campani.
In secondo luogo, si prende contemporaneamente atto del fatto che sono le Province le titolari dello smaltimento dei rifiuti, e quindi sono le Province a dover esprimere la praticabilità tecnica e la valutazione delle condizioni politiche che possano consentire questo nostro orientamento positivo.
In terzo luogo, noi impegniamo il Governo affinché non si limiti all'ennesima chiamata, ma possa finalmente, una volta superato questo periodo di emergenza, convocare un Tavolo delle Regioni e delle Province, e individuare, insieme a loro, al di là degli impegni inderogabili che il Governo deve assumere, quelle soluzioni che consentano di uscire definitivamente dall'emergenza.
Abbiamo inserito un quarto punto molto significativo: questa solidarietà non può essere semplicemente risolta con l'ennesima chiamata a "prendere un po' di monnezza".
Nelle competenze della Regione Piemonte - penso alla gestione tecnicamente straordinaria della discarica di Basse di Stura, penso anche alla buona competenza che abbiamo creato nel campo della raccolta differenziata - possiamo offrire alla Regione Campania quel know how e quelle competenze organizzative di cui verosimilmente quella Regione necessita.
In ultimo, ricordiamo, in coerenza con tutto ciò che abbiamo detto l'impegno della Regione ad accelerare la realizzazione di quel Piano dei rifiuti con un percorso complessivo che parta dal recupero del materiale alla raccolta differenziata, allo smaltimento, per passare urgentemente alla termovalorizzazione, affinché la Regione Piemonte e le nostre Province possano avere, oltre a quest'emergenza, un ulteriore sprone per il raggiungimento dei nostri obiettivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Non vi nascondo, colleghi, la mia difficoltà, proprio sotto l'aspetto della coscienza, a dover affermare, con tutta la forza della ragione, il "no" all'accoglimento dei rifiuti dalla Regione Campania.
Ammetto che le immagini che ho visto ieri sera durante la trasmissione "Porta a porta" mi hanno colpito sotto l'aspetto sentimentale e di solidarietà, intesa come aiuto nei confronti di coloro che sono in difficoltà, ovvero dei più deboli.
Qui, però, stiamo parlando di un'altra forma di solidarietà, ossia quella di accettare la responsabilità delle azioni di qualcun altro.
Davanti a questo problema - siccome faccio politica e sono stato eletto dai cittadini piemontesi - ho il compito e l'obbligo di difendere sia sotto l'aspetto etico e morale, sia sotto l'aspetto politico, sia sotto l'aspetto economico e sociale i cittadini piemontesi prima e poi, adoperando quel principio di solidarietà, andare in soccorso dei più deboli con azioni pratiche. È bene capire in che direzione si deve andare con azioni di solidarietà.
Faccio un esempio per tutti. Se una persona commette un omicidio devo essere solidale con chi ha ammazzato o con chi viene ammazzato? Devo essere solidale con chi ha subito il danno, non con chi ha commesso il danno.Dobbiamo capire se dobbiamo essere solidali dal punto di vista politico o se dobbiamo essere solidali nei confronti di quella dignità, di quell'immagine, di quella disgrazia che oggi i cittadini napoletani stanno vivendo sulla propria pelle.
Distinguerei il problema in tre principi fondamentali: quello etico morale, quello politico e quello economico-sociale.
Etico e morale. Tutti noi cerchiamo di adottare il principio di solidarietà, lo ha detto in termini collaborativi l'Assessore De Ruggiero quando ha parlato di rapporto di collaborazione solidale, di buonismo, di evitare ogni forma di egoismo, ma qui, Consiglieri, stiamo parlando di un comportamento etico e morale che da parte degli amministratori locali e regionali della Regione Campania non c'è stato, per cui non possiamo essere solidali. Bisogna rimuovere questo primo ostacolo che è il Sindaco di Napoli e il Presidente della Regione. Va rimosso questo ostacolo.
Capisco l'Assessore De Ruggiero, al suo posto avrei sollevato le stesse problematiche, quando ha parlato di pesanti responsabilità, di rimettere nelle mani dei campani...lì si è un po' inciampato, penso volesse dire di rimettere il mandato di coloro per agevolare un'azione politica difficile dell'Assessore De Ruggiero, difficile della Presidente Bresso indipendentemente dalle dichiarazioni devastanti che ha letto prima il collega e che rimando al mittente. Quella è una politica adoperata da una parte della sua maggioranza, cioè quello di anteporre gli interessi partitici agli interessi dei cittadini. Non ci venga a dire - fino ad oggi questi interessi non abbiamo potuto nemmeno esercitarli - perché rimando al mittente tutto quello che ha detto.
Ritorniamo al problema etico e morale a cui facevo riferimento prima.
Se fosse successa una cosa del genere in Piemonte, oggi qualcuno sarebbe in galera, alle Vallette. Qui c'è il diritto alla legalità, qui c'è la cultura di difendere i diritti dei cittadini, cosa che non c'è nella politica nella mala politica, che ha gestito la Regione Campania. Va rimosso questo ostacolo, e voi dovete essere i proponenti, voi che governate dovete aiutare l'Assessore De Ruggiero e la Presidente Bresso a votare un ordine del giorno affinché venga rimosso prima questo ostacolo per adoperare il principio di solidarietà e mettere in condizioni sia l'Assessore che la Presidente di poter intervenire con la massima trasparenza.
5000 mila tonnellate...10000 tonnellate... 20000 tonnellate... Ho assistito ieri sera alla trasmissione "Porta a Porta" quindi parlo per quello che ho sentito e per quello che ho visto: sembra che sulle strade di Napoli ci siano circa 300 mila tonnellate di spazzatura. Sembra che ci voglia minimo 60 giorni per rimuovere quella spazzatura. Qui c'è il rischio colera. Sono sensibile davanti a queste responsabilità, bisogna intervenire, ma va rimosso l'ostacolo, quello etico e quello morale. Qui nessuno di noi sarebbe ancora su quella sedia, nessuno, indipendentemente dall'appartenenza politica.
Grazie a Dio stiamo adoperando una politica che, qualche volta ci divide qualche volta ci unisce, ma è una politica sana, che va nella direzione di migliorare la qualità di vita dei nostri cittadini, cosa che non è stata fatta in Regione Campania. Come facciamo ad essere solidali con questa gente, non possiamo, non dobbiamo. Questo è il primo aspetto.
Emerge un aspetto politico. Tutto oggi hanno parlato della gestione della politica dei rifiuti a Torino. Intanto ringrazio l'Assessore De Ruggiero quando ha detto che la politica dei rifiuti è una politica che ci appartiene, è il Consiglio che deve decidere. La legge regionale del 24 ottobre 2002 delega alle ATO l'esercizio pratico di gestire i rifiuti.
Noi oggi, l'ha detto anche il Consigliere Lepri, dobbiamo convivere con quel patto che abbiamo fatto con i cittadini sul territorio per accettare le otto discariche e i relativi loro ampliamenti, perché siamo in stato di emergenza (parlo di Torino e Provincia). Non voglio sapere di chi sono le responsabilità, non voglio sapere se sono della Bresso, se sono della gestione Ghigo, dell'attuale gestione della Provincia, ma sta di fatto che noi abbiamo otto discariche e, dal prossimo anno, se non ci saranno le autorizzazioni a fare gli ampliamenti, entreremo in stato di emergenza. Noi abbiamo fatto un patto con i nostri cittadini per accogliere quelle discariche, con tutti i problemi ambientali che ne derivano, i contrasti ideologici e politici sul territorio che abbiamo, in qualche modo legittimato costruendo le discariche per cui adesso dovremmo chiedere autorizzazioni e permessi ai cittadini per fare gli ampliamenti, invece oggi, dobbiamo ancora dire, simbolicamente, ai nostri cittadini: prendiamo i rifiuti della Campania. Politicamente e socialmente non va bene. Non è un atto che va nella direzione di migliorare i problemi in regione Piemonte.
Per chiudere abbiamo un aspetto economico-sociale. Ai nostri cittadini abbiamo sempre chiesto di fare dei sacrifici: abbiamo chiesto il sacrificio di fare le discariche, abbiamo chiesto il sacrificio di tenere aperta la discarica di Ala di Stura, abbiamo chiesto dei sacrifici con la TARSU.
Malgrado abbiamo i coefficienti normali, inferiori a quelli del Comune di Napoli - sono andato a scaricarmeli personalmente sia quelli di Torino sia quelli di Napoli - oggi paghiamo...parlo di me che ho un nucleo familiare composto da una moglie, una figlia e un gatto, pago la bellezza di 651 Euro.
Il prossimo anno per mantenere lo smaltimento rifiuti, per mantenere le strade pulite a Torino, per continuare il 45% dello smaltimento differenziato, per avere ancora in piedi quelle discariche, per poter ancora produrre l'energia che produce Ala di Stura equivalente e pari all'illuminazione di 150 famiglie, dobbiamo aumentare la TARSU, si prevede dal 15 al 20%. Non patisco per quelle 650 euro all'anno che devo pagare, ma mettetevi nei panni di una famiglia qualsiasi. Anche sotto l'aspetto economico, noi chiediamo sempre dei sacrifici ai nostri cittadini e oggi abbiamo ancora il coraggio di dire: prendiamo la spazzatura dalla Campania il prossimo anno pagherete ancora di più, senza dare un segnale etico e morale per rimuovere la monnezza e affari sporchi e, soprattutto, la mala politica.
Prima rimuoviamo questi presupposti e poi interveniamo anche con tutte le forze necessarie perché i napoletani, a cui va la solidarietà di tutti indipendentemente dall'appartenenza politica, hanno bisogno urgentemente che si intervenga. Non c'è un piano, come ha detto l'Assessore De Ruggiero che dia la possibilità...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech la prego di concludere.



SCANDEREBECH Deodato

La Regione Campania deve fare il primo passo. Se farà qualcosa, noi interverremo di conseguenza.
Pertanto, cari colleghi, siamo in una situazione delicata, una situazione per cui è necessario che il vostro voto sull'ordine del giorno che chiede le dimissioni di Bassolino e del Sindaco del Comune di Napoli...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, la prego di concludere. Grazie.



SCANDEREBECH Deodato

Diversamente, l'Italia tutta avrà dei gravi problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente. Ritengo che questa vicenda, che è stata anche costruita ad arte da una certa informazione e da una certa comunicazione di stampa, sia emblematica per l'incapacità della classe politica di questo Paese di affrontare le emergenze, anche per responsabilità gravi, sulle quali verrò in seguito, con la dovuta razionalità e il dovuto senso dello Stato, con quel pragmatismo che ha sempre distinto il nostro popolo nell'affrontare i guai che gli sono capitati nella storia, risolvendoli.
Nei giorni scorsi mi sono recato a Napoli (sono stato mandato dal mio partito per seguire i lavori del nostro gruppo dirigente regionale) e ho visto una città in movimento, dove anche i volontari girano la città a raccogliere i rifiuti. Ho visto i cittadini del centro di Napoli e delle zone periferiche ripulire i propri pezzi di strada, costruire i mucchi d'immondizia nel miglior modo e più ordinato possibile, ho visto una città che non si è per nulla rassegnata. Molto diversa da quell'immagine che la stampa nazionale e i mezzi di comunicazione televisivi ci hanno fornito: quella di una città che si disinteressa, che brucia i rifiuti, che è in mano alla camorra.
Noi abbiamo l'immagine di una città piegata - questo è vero, va sottolineato con forza - dall'incapacità della propria classe politica di affrontare concretamente questa tematica. Per questa ragione, posso concretamente sostenere la necessità che arrivino i rifiuti campani in Piemonte, io dico anche più delle 5.000 tonnellate che sono previste.
Il nostro partito, sul piano nazionale e sul piano regionale, ha coerentemente chiesto le dimissioni del Presidente della Regione e di tutti i responsabili delle società che hanno la competenza per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ha chiesto un generale rinnovamento del quadro politico campano. Crediamo, infatti, che le responsabilità più grandi non siano delle persone che hanno quotidianamente i rifiuti sotto casa, ma siano di chi non ha voluto risolvere politicamente il problema dei rifiuti in questi lunghi 14 anni.
Provo a dire alcune cose molto semplici: la prima è che non sono disponibile ad accettare che le forze dell'attuale opposizione regionale nazionale e anche campana organizzino, in Campania, una mobilitazione che aggredisce le Forze dell'Ordine, i Vigili del Fuoco, che suscita l'indignazione anche sul piano europeo ed internazionale e contemporaneamente e contestualmente, organizzino, in Sardegna, una protesta contro l'arrivo delle navi e, nelle regioni dove è previsto l'arrivo dei rifiuti, organizzino i manipoli che vanno ad aspettare i camion o le navi! Non si può accettare questa logica per cui c'è la lotta dura l'opposizione contro l'apertura delle discariche campane, contro la Giunta campana - e su questo sapete come la pensiamo, anche noi siamo perché la Giunta campana si dimetta - e contestualmente si criticano e si violentano anche da un punto di vista verbale, oltre che fisico, quelle Amministrazioni che decidono di far arrivare sui propri territori una parte dei rifiuti di quella regione e di quella città.
Così come non è accettabile - lo dico in modo molto franco ai nostri amici del Partito Democratico - che di fronte ad un'emergenza creata da amministratori dell'Unione, in modo particolare del Partito Democratico altri amministratori, sul piano territoriale, si sottraggano dal senso di responsabilità e dal senso dello Stato, dicendo che i rifiuti non li vogliono.
Sostengo che quest'atteggiamento è anche strumentale, perché - come hanno sottolineato altri colleghi - 5.000 tonnellate sono lo 0,2% dei rifiuti che annualmente vengono raccolti a Torino.
Vogliamo dire, allora, che la posizione del Presidente Saitta odora un po' troppo di campagna elettorale, di pre-campagna elettorale per le elezioni provinciali dell'anno prossimo? Io lo dico, perché credo sia giusto non avere ipocrisie e dire le cose come stanno.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Ma cosa ha fatto il tuo Assessore in Giunta?



ROBOTTI Luca

Rispondo subito, collega Vignale: il nostro partito ha sostenuto il processo d'individuazione del sito del Gerbido per la costruzione dell'inceneritore, ha sostenuto la necessità di costruire il termovalorizzatore, mentre il tuo partito, Gianluca Vignale, ha organizzato le manifestazioni dei cittadini al Gerbido contro l'inceneritore e quando il tuo Sindaco di Chivasso doveva ricevere sul proprio territorio l'inceneritore, ha fatto ricorso e si è mobilitato contro quell'impianto.
Così chiariamo anche gli aspetti e le posizioni dei vari soggetti che si ergono a paladini delle tecnologie dello smaltimento attraverso la termovalorizzazione.
Noi pensiamo che una termovalorizzazione fatta con il controllo pubblico, fatta su rifiuti che siano raccolti in modo differenziato, fatta quindi, con l'assoluta certezza che si bruciano rifiuti solidi urbani, sia una tecnologia che si può utilizzare. Lo abbiamo detto, lo abbiamo ribadito e lo ribadiamo anche in questa fase.
Non siamo disponibili ad accettare, però, che attraverso la logica emergenziale ci sia la rincorsa e la ricerca delle scorciatoie per la costruzione degli impianti, per la costruzione di nuovi impianti, per l'individuazione di nuovi siti su cui costruire impianti o stoccare le ceneri che verranno prodotte da questi impianti.
Quindi, sosteniamo con forza le posizioni della Presidente della Giunta e dell'Assessore De Ruggiero. Riteniamo che siano posizioni di coraggio, di gran senso dello Stato e di gran coerenza con la nostra capacità di avere una visione che va un po' oltre i confini della nostra regione.
Se vogliamo essere una grande Regione europea, che insegna anche ad altri territori di questo nostro continente come si amministra, dobbiamo assumerci sino in fondo le responsabilità di un territorio che vuole insegnare ad altri come amministrare e come reggere, da un punto di vista strutturale, le fila del governo.
Proprio per questa ragione, dobbiamo cercare di dire esattamente come stanno le cose. Questa regione non è in emergenza e non sarà in emergenza perché Basse di Stura non è assolutamente arrivata alla fine della propria possibilità di accogliere i rifiuti, perché abbiamo due impianti di termovalorizzazione, abbiamo un impianto importante di pretrattamento a Cavaglià, abbiamo una regione che raggiunge i livelli di raccolta differenziata che poche altre regioni, italiane ed europee, raggiungono.
Abbiamo, inoltre, territori comunali che raggiungono livelli di raccolta differenziata che superano il 70% dei rifiuti raccolti. Siamo una regione all'avanguardia, da un punto di vista tecnologico, al punto tale che anche i gas prodotti dai rifiuti di Basse di Stura vengono riutilizzati per produrre energia e teleriscaldamento. Siamo una regione che pu esportare know how e tecnologia in altri territori, può dire ad altri come organizzare la raccolta, il trattamento, lo smaltimento e la valorizzazione del rifiuto.
Quindi, abbiamo tutti gli strumenti e le possibilità e - aggiungo soprattutto la volontà di ricevere questi rifiuti. Rifiuti che - ricordo stanno impedendo ai nostri ragazzi di poter andare a scuola, alle nostre famiglie, ai nostri concittadini campani di poter vivere liberamente la propria vita, perché sono assediati dai rifiuti presenti in strada. Solo in questi giorni sono state liberate le città di Benevento e Caserta, va ci sono ancora intere zone del Napoletano sommerse materialmente dai rifiuti.
Pensiamo che sia necessario, e non rimandabile, aprire un ragionamento vero anche sulla cultura politica e sul modo di fare politica. Se è vero com'è vero, che oggi, in una società di comunicazione di massa come quella che stiamo vivendo, è necessario fare delle sceneggiate, per mettersi in mostra, per fare un po' di propaganda o di comunicazione, il dibattito se è propaganda o comunicazione lo facciamo in un'altra occasione. Dico che c'è un tempo per fare la propaganda e poi c'è un tempo in cui le coscienze devono tranquillizzarsi e, insieme, trovare delle soluzioni.
Bene, alla fine di questa giornata, spero che in questo Consiglio - è un appello che faccio a tutti - si riesca tutti insieme a trovare una soluzione condivisa e comune per ricevere questi rifiuti e per aiutare le donne e gli uomini della Campania, ma soprattutto per dare un segno di una civiltà e di un progresso di cui la nostra Regione è da sempre baluardo e con cui sempre si caratterizza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Ho sentito interventi molto accalorati di colleghi che dicono: bisogna essere solidali, la colpa non è dei cittadini, l'emergenza rifiuti è un'emergenza... Emergenza quando, colleghi? Noi parliamo di emergenza quando c'è un terremoto, parliamo di emergenza quando succede, com'è successo in Piemonte nel 1994, 1996 e 2000, che una Regione viene colpita dall'alluvione, da una bomba, parliamo di emergenza quando succede un incidente, come quello che è successo alla ThyssenKrupp. Quelle sono emergenze! Magari, in parte, sono prevedibili, però accadono.
Quattordici anni di problemi sullo smaltimento dei rifiuti non possiamo chiamarli emergenza. Possiamo chiamarli un pozzo senza fondo - mi dispiace che nessuno l'abbia detto - pagato con i soldi degli italiani e non dei cittadini campani, perché sapete bene che quando una Regione va in emergenza i fondi che sono utilizzati sono dello Stato. Quindi, noi paghiamo quell'emergenza, noi abbiamo pagato qualcosa come 4.000 miliardi delle vecchie lire alla Campania per non risolvere il problema. Collega Robotti, questa non è emergenza! Questa è truffa ai danni dello Stato.
Vi dirò di più. È vero che il pattume puzza ed è pericoloso per la salute, ma voi vi siete chiesti come mai l'emergenza è di nuovo esplosa con così tanta violenza non ad agosto, non a luglio, non a settembre, ma tra dicembre e gennaio? Come mai? Non sarà mica perché fa un po' più freddo in questo periodo e allora i rifiuti sono un po' meno pericolosi e qualcuno ha calcolato che fosse il momento buono. Voi direte, ma che c'entra? C'entra c'entra! Lo sapete quando scadeva il commissariamento straordinario della Campania? Il 31 dicembre 2007. Lo sapete che, se non c'era questo casino il Senato della Repubblica avrebbe già votato la relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, il cui relatore, il Senatore Barbieri Roberto ha ottenuto voto favorevole il 13 giugno 2007? Cosa diceva, fra le tante cose, questa relazione approvata dal Senato della Repubblica, il 13 giugno 2007? Diceva che: "Il 31 dicembre 2007 scadrà il termine dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti della Regione Campania" - mi ascolti Presidente, perché questo discorso è molto interessante e nessuno l'ha sollevato finora - "verrà così a scadenza la relativa gestione commissariale ed appare inopportuno che a quella data si faccia luogo ad ulteriori proroghe. Si tratta di un passaggio molto delicato al quale le Amministrazioni locali dovranno essere istituzionalmente accompagnate verso l'ordinaria Amministrazione. Appare quindi essenziale individuare sin d'ora gli strumenti per garantire un'ordinata transazione verso il Regime ordinario". In seguito, spiega tutto quello che stava succedendo in Campania.
La questione fondamentale è che la relazione approvata dal Senato diceva che non era opportuno prolungare o rinnovare il commissariamento del ciclo dei rifiuti per la Campania. Quando? Il 31 dicembre 2007. Colleghi cosa succede il 31 dicembre 2007? Siamo di nuovo in piena emergenza rifiuti. Inverno, scadenza del commissariamento. Il Senato che vota la relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta bicamerale sul ciclo dei rifiuti che dice non rinnoviamo il commissariamento. Il disastro voluto che obbligherà a prorogare il commissariamento. A questo punto truffa anche a danno di noi piemontesi, come di tutti gli altri italiani! Comunque, questa è una truffa voluta! Questa è la prima parte.
Adesso capiamo perché siamo andati di nuovo in emergenza! Allarme emergenza sanitaria e così via! Guardate il caso, proprio in questo momento! Non solo, vi dirò di più. Voi sapete che il buon Bassolino è stato Commissario straordinario per le emergenze dei rifiuti. Anzi, nel 1993 è stato Sindaco di Napoli; nel 1999, 2000, 2001 e forse anche 2002 è stato Commissario. Vi dirò una cosa divertente, perché a me piace dire le cose come sono, così accontento i colleghi che poi raccontano e parlano di solidarietà. Vi riporto alcuni esempi: il Commissario Rastrelli, nel 1998 percepiva 16.600 euro di compenso all'anno; il Commissario Losco ne percepiva 106.000; il Commissario Bassolino, il primo anno, ne percepiva 250.000, il secondo anno percepiva 698.000 euro, il terzo anno 1.130.000 euro, il quarto anno 1.140.000 euro. Però, non ha risolto il problema rifiuti della Campania. Non solo, diventa Governatore della Campania! Per diventare Governatore della Campania, dopo aver fatto il Sindaco di Napoli e il Commissario straordinario dei rifiuti con il successo che tutti conosciamo (non ha risolto il problema), ha preso i voti! Quindi, la maggioranza dei cittadini della Campania l'ha votato e da noi si dice "Chi è causa del suo mal, pianga se stesso"! Personalmente, una mano sulla coscienza me la metto, per quella parte di napoletani che Bassolino non l'hanno votato.
Però, chiedo che queste persone (Bassolino, Iervolino e altri) abbiano almeno il coraggio di dimettersi. A quel punto, siamo anche disponibili a spartirci la monnezza napoletana. Ma, a quelle condizioni: chi ha sbagliato prima, paga e restituisce il maltolto. Perché, percepire queste cifre e non risolvere il problema, significa prenderci per i fondelli. Vi ricordo ancora che queste cifre le abbiamo pagate noi, perché quando si è in emergenza paga allo Stato, non paga la Campania.
Voglio ancora era dire una cosa. Se ne parlo male io di questa gente mi dite: sei leghista, brutto e cattivo! Non voglio parlarne io, faccio parlare il Sindaco di Salerno, che non è di certo nordico, Vincenzo De Luca, che era nei DS ed oggi è nel PD. Cosa dice il Sindaco di Salerno? Dice: "Cosa non ha funzionato? L'assoluta incapacità dell'amministrazione regionale. Un'amministrazione pulcinellesca e cialtrona, che ha saputo solo produrre tanta propaganda". Questo lo dice il Sindaco di Salerno, che non è leghista.
Vi dirò ancora un'altra cosa divertente, perché dobbiamo sapere che cosa è stato fatto dei nostri soldi dalla Campania. Lo dirò con le parole di Catenacci (Commissario straordinario 2004-2006) che, interrogato in un'audizione dalla Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, dice: "2300 unità assunte, anche per risolvere il problema della raccolta differenziata. Catenacci, precisa: l'operazione risaliva al 1999-2000 piena era Bassolino, si trattava di lavoratori cosiddetti socialmente utili o disoccupati di altro tipo - di cui alcuni avevano una certa fedina penale i quali sono poi stati assunti a tempo determinato per poi passare inopinatamente ad un rapporto di lavoro a tempo indeterminato a causa di una delibera firmata dal subcommissario nell'estate 2008. I lavoratori" ascoltate colleghi, perché adesso prendiamo i loro rifiuti, ma dobbiamo capire dove sono finiti i nostri soldi per cercare di risolvere i loro problemi, poi siamo anche sulle solidali quando qualcuno va in galera! "sono stati suddivisi o come si dice spalmati in 18 consorzi, che molto spesso sono nati per comodità di qualcuno, per trovare posto a personaggi trombati in precedenti incarichi politici". Questa è la relazione del Commissario, di fronte alla Commissione di inchiesta sui rifiuti bicamerale.
Dopodiché, voglio capire come fate voi a venire qui a dire che dobbiamo essere solidali nei confronti di questi personaggi. Noi possiamo essere solidali nei confronti di quella parte di cittadini napoletani e campani che non avevano votato Bassolino. Bassolino e soci vadano a casa.
Pretendiamo che la Magistratura, magari, apra un'inchiesta per capire che fine abbiano fatto e come sono stati utilizzati i 4.000 miliardi di lire che abbiamo dato alla Campania per gestire l'emergenza rifiuti.
Vogliamo capire come hanno potuto assumere 2.300 lavoratori per fare la raccolta differenziata, che non è mai stata fatta: 4,4% di raccolta differenziata contro il 44% della Lombardia.
Vogliamo sapere che fine hanno fatto i mille mezzi comprati con i nostri soldi per la raccolta differenziata, che mai, mai e mai sono stati utilizzati.
Non ho finito, mi rivolgo anche alla signora Bresso, che sta prendendo la brezza alle Maldive mentre vuol mandare la "monnezza" a noi. Diciamo la verità, lei prende la brezza e a noi manda la "monnezza", perché lei parla dalle Maldive, non è qui! Chiudo, Presidente, continuerò dopo - come si è permessa, senza convocare i suoi Presidenti di Provincia, i suoi Presidenti dei Consorzi di smaltimento rifiuti - parliamo del Piemonte - prima di decidere per gli altri? Cosa pensa di essere, l'"imperatrice del Piemonte", di essere ancora in sabauda memoria "regina" di questa Regione? Lei doveva riunire i Presidenti delle Province, vedere se c'era la disponibilità prima di parlare per riempire le pagine dei giornali, cara collega!



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Sentirli, discutere, parlare e, poi, eventualmente, formulare delle proposte! Lei ha fatto due volte una brutta figura, una prima volta quando si è occupata di competenze non sue e una seconda volta in merito all'intervista rilasciata ieri dal Presidente della Provincia Saitta a Telesubalpina, che ha detto di aver trovato, lasciata dalla precedente Presidente della Provincia di Torino - la Bresso - una situazione disastrosa, che ha dovuto risolvere aumentando le tasse ai cittadini della Provincia di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Signor Presidente, il punto di vista della Sinistra Arcobaleno oggi è consegnato all'ordine del giorno che, in qualche modo, discuteremo alla fine di questa seduta e che meglio di me illustreranno altri colleghi dopo.
Prima di passare ad alcune considerazioni che potranno sembrare eccentriche rispetto al dibattito odierno, anch'io voglio esprimere la piena solidarietà al Presidente della Regione Sardegna, Soru, a tutta la popolazione campana, in particolare a quella napoletana e, last but not least, al Ministro Pecoraro Scanio, che, in questi giorni, è stato fatto oggetto di forsennati attacchi.
Dico questo perché guardando al dibattito di queste giornate, in modo particolare su tutti i media, quasi nessuno escluso, sembra davvero di vedere il mondo al rovescio. È del tutto evidente che la cosiddetta emergenza, su cui tornerò dopo, oggi, in Regione Campania esiste ed è palese perché non sono state rispettate le regole.
Ora, in modo particolare dopo la nomina del neocommissario De Gennaro sta andando avanti in modo strisciante, ma pericoloso, l'idea che vale la pena continuare a non rispettare le regole per risolvere l'emergenza.
Come si vede, il mondo è un po' al contrario. Lo dico perché i passi da fare da qui in avanti saranno decisivi e, per quanto riguarda la forza politica che rappresento, il rispetto delle regole è decisivo per far fare un salto di qualità culturale su questo tema e per uscire dalla cosiddetta emergenza.
Rimaniamo all'emergenza, perché, a volte, ci sono elementi non calcolati in un Paese, che, però, possono cambiare la cultura politica di un Paese. Centra qualcosa con i rifiuti? Non lo so, secondo me con questa partita centra e centra con il clima complessivo che questo Paese si trova a vivere: emergenza rifiuti, emergenza immigrazione, emergenza sicurezza molte sono le emergenze e io ho paura.
Quando ci si trova in queste condizioni, quando è l'emergenza a dettare i tempi, i ritmi, le modalità delle scelte, la sinistra sicuramente ha tutto da perdere. Dico di più: è la politica in questo Paese che rischia di essere seppellita sotto questa volontà di ridurre ad uno le scelte, ad un supertecnico. Tra l'altro, Assessore De Ruggiero, noi ne sappiamo qualcosa dice niente il nome del Generale Carlo Jean?



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, vi prego di prestare un attimo di attenzione o di silenzio, nessuno è obbligato a rimanere qui dentro. Grazie.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Quindi, all'interno dell'emergenza la sinistra rischia di subire e di non gestire, ma è la politica che, molto probabilmente, rischia di essere seppellita. Qualcuno con poteri speciali, che sta sopra tutto, in modo particolare sopra la legge, può determinare le situazioni che, invece, la politica non riesce più ad affrontare.
Delegificazione, quindi bando alle ciance e avanti, perché questa è l'emergenza, signori! Da questo punto di vista, penso che ne vedremo delle belle, colleghe e colleghi. Penso che si prepari una vera e propria offensiva nelle prossime settimane, appunto sull'onda dell'emergenza, che riguarderà non solo questa partita, ma molte altre. Penso che nelle prossime settimane rischiamo di vedere seppellita sotto l'idea dell'emergenza la più alta cultura ambientalista di questo Paese. L'ha detto Giorgio Nebbia - io ci credo penso che sia così - uno dei più alti esponenti dell'ambientalismo scientifico in questo Paese. Nebbia ha detto che rischiamo di vedere l'ambientalismo seppellito sotto l'emergenza; d'altro canto, rischiamo di vedere seppellite - so che non interessa a molti questo - sotto l'emergenza lotte di comunità che in questi anni hanno creato anche un certo tipo di civiltà in questo Paese, quale l'idea di partecipazione democratica alle scelte. Non dico che si debba condividere tutte le lotte di comunità, ma guardate, è curioso: se cominciate ad incrociare tutte le infrazioni europee che abbiamo in campo ambientale con una cartina d'Italia laddove esistono lotte di comunità in campo ambientale, vedrete che la sovrapposizione è quasi automatica. Questo, forse, vuol dire qualcosa.
Appunto, nelle prossime settimane temo che avremo una spinta fortissima in questo senso, mi aspetto una rottura degli indugi in campo trasportistico; mi aspetto, per esempio, che sulla TAV si dica: "Bando alle ciance, è ora di decidere, cosa centra l'Osservatorio, cosa centrano le comunità?". Mi aspetto che anche dal punto di vista dei rifiuti ci siano delle spinte molto pericolose, di cui parlerò dopo.
Penso che la sinistra, ma in modo particolare la politica espressa dal centrosinistra e dall'Unione, per uscire da questa condizione e anche per ragionare sulla situazione piemontese di fronte alla quale ci troviamo debba davvero pensare di andare oltre l'arroccamento.
Ho sentito una serie di prese di posizione, alcune sul filo del rasoio.
Equilibri tentati? No, occorre uscire dall'arroccamento. Penso che per ricostruire una cultura degna di questo nome in campo di rifiuti si debba ricominciare dall'idea che il rifiuto è un problema dal punto di vista delle merci. Il rifiuto è innanzitutto una merce, bisogna tornare a parlare di questo, del consumo, della forma, della qualità, del modello sociale che noi abbiamo di fronte.
Se non faremo questo, saremo alla coda di chi ha voluto e vuole l'emergenza oggi e sapremo parlare semplicemente il linguaggio del cosiddetto incenerimento-termovalorizzazione. Badate, parla uno che pensa che la cosiddetta termovalorizzazione, o incenerimento, sia molto dannosa ma non è questo il tema. Oggi rischiamo un arretramento e un'inversione dei fattori pericolosissima da questo punto di vista.
Tra l'altro, nell'ultima finanziaria - penso giustamente - questo Governo ha abolito i cosiddetti CIPS 6, che sono stati definiti dal noto bolscevico, Onorevole Tabacci, parlamentare dell'UDC, una truffa legalizzata. Però, dopo questo stop si è data la possibilità di avere tre mesi di deroga da questo punto di vista e temo che nelle prossime settimane di fronte all'ufficio dell'Onorevole Ministro Bersani ci sarà la fila per avere questa deroga. Per fare in fretta, dunque; per questa corsa all'incenerimento.
Badate che - non lo dico da un punto di vista ideologico, ma da un punto di vista delle normative europee - non si può citare l'Europa in continuazione, nel senso di dire "l'Europa ci dice...", "l'Europa comanda...", "i parametri europei...".
Da questo punto di vista, l'Europa dice cose molto chiare. Tra l'altro anche dal punto di vista delle deroghe che si vogliono concedere al Commissario De Gennaro spero che l'Europa ci salvi. Ma stiamo a quello che dice l'Europa da un punto di vista strettamente gerarchico, con le famose tre "R": riduzione, riciclo, riutilizzo, e in fondo - ma solo in fondo discarica e incenerimento. In Europa non si è mai parlato di termovalorizzazione. Ha cittadinanza in Italia l'idea che i rifiuti siano una fonte rinnovabile per produrre energia.
Se questo è vero - mi rivolgo anche a lei, Assessore - penso che i margini per una ricostruzione culturale cui noi Amministratori e voi come Giunta possiamo e potete contribuire per andare su questa filiera delle tre "R" così gerarchicamente stabilita ci sono anche in Piemonte. Ha ragione il Consigliere Robotti nel dire che qui in Piemonte alcune cose sono state fatte. Ma - vivaddio - i margini ci sono ancora e sono grandi: penso, per esempio, a quello che si può fare di più in Provincia di Vercelli, a Biella, dappertutto. Penso davvero che se non vogliamo essere sommersi dai rifiuti come Napoli, dobbiamo riprendere questo cimento culturale. Uscire da qui, oggi, con quest'impegno, sarebbe un grosso passo avanti che, dal mio punto di vista, rappresenterebbe un valore aggiunto ad una giornata come questa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Bisogna dare atto che oggi il Consiglio regionale sta discutendo seriamente del problema.
Il punto da cui vorrei partire, è proprio l'atteggiamento della Presidente della nostra Regione, che decide, sancisce editti, manda fax dalle Maldive dicendo che la Provincia di Cuneo, piuttosto che altre Province, accetteranno i rifiuti, e che la politica è immobilista. No, la politica è qua e sta lavorando in quest'Aula. Tutti i Gruppi si sono preparati e l'Assessore ha svolto la sua relazioni.
Ho sentito, negli interventi precedenti, tanti richiami più o meno forti (fortissimi da parte nostra, meno forti da altri Gruppi) sul fatto che i cittadini oggi sono abbastanza lontani dalla politica. Ma che cosa chiedono alla politica i cittadini? I cittadini sostengono che siete lontani dai problemi e non avete capacità decisionale; non avete alcuna responsabilità in tutto quello che succede e non c'é mai un colpevole.
acclarato - lo sostengono tutti - che l'Amministrazione regionale campana non ha ben operato e che lo stesso Presidente è stato per nove anni Commissario straordinario dei rifiuti percependo, lo ricordo ancora, 1 milione e 160.000 euro l'anno, mentre Rastrelli lo faceva con 16.000 (lo stesso ufficio): tra 16.000 euro a 1 milione e 130.000 all'anno a Bassolino, forse c'é un po' di differenza. Adesso, non giustifichiamo queste cose! Andavano benissimo anche un milione e mezzo di euro, se fossero stati risolti i problemi in Campania, o se la stessa Regione in questi anni avesse fatto dei progressi, se avesse ben generato.
D'altro canto, questa non deve sembrare una nostra azione contro i napoletani. Io condivido il fatto che occorre aiutare i cittadini campani ma per aiutarli bisognerebbe far capire a tutti gli altri italiani che chi ha sbagliato deve pagare. Ci deve essere un'azione di responsabilità.
Caro Assessore, le posso garantire che non solo questa Regione, ma molte altre (lo ha ribadito il Presidente Galan per il Veneto, ma sono convinto che lo potrebbe sostenere anche il Presidente Formigoni per la Lombardia) pensano che se qualcuno pagherà, queste Regioni si siederanno ad un tavolo e non lasceranno i cittadini napoletani incolpevoli nel disagio in cui sono oggi.
Però non si può tollerare che chi guadagnava 1 milione e 160.000 euro all'anno continui impunemente a governare la politica dei rifiuti e della Regione, con tutto quello che è successo.
E ci chiediamo come mai i cittadini sono lontani dalla politica? Ragazzi miei, in un'azienda privata, se qualcuno sfora di 10.000 o 15.000 euro il budget attuale, viene cacciato via! Se uno ha cinque obiettivi e ne raggiunge tre, viene cacciato via! Perché in politica, dove ci sono delle responsabilità, come in questo caso, non si individuano i responsabili? Io non le chiedo del Sindaco di Napoli, perché credo che la responsabilità veramente maggiore sia di chi è stato Sindaco di Napoli, sia di chi è stato Commissario straordinario per nove anni, sia di chi è da anni Presidente della Regione Campania, che ha competenza in questo settore.
Guardate che per noi non è facile portare qua questo problema: sono convinto che i cittadini di centrosinistra e di sinistra dicono: "Sollevate quelle persone e risolvete il problema". Assessore, lei dovrebbe tentare di fare una proposta in questo senso: intanto, avrebbe l'unanimità della Regione Piemonte. Se invece vorrà andare avanti a difendere persone indifendibili...
Se non si troverà una soluzione, noi attaccheremo i manifesti: i cittadini devono sapere quanto guadagnava Bassolino! Lo devono sapere anche nelle altre città, oltre che in Campania.
Anche i nostri cittadini stanno tentando di risolvere i problemi perché non si può morire nella spazzatura. Meno male che ci sono dei cittadini napoletani responsabili che stanno tentando di non aggravare ulteriormente il problema.
Ma questa non è una giustificazione. Quei cittadini, collega Robotti sanno che Bassolino guadagnava 1 milione e 160.000 euro all'anno come Commissario dei rifiuti? Perché io glielo farei sapere e chiederei loro se ritengono che abbia ben operato in questo settore.



(Commenti del Consigliere Robotti fuori microfono)



CASONI William

I tuoi, quelli dei Comunisti Italiani. Perché le responsabilità poi ci devono essere.
Tu stesso hai auspicato una risoluzione comune di questo Consiglio.
Se continuiamo a girare attorno a questo nodo senza un'espressione forte, cosa può fare un Consiglio regionale? Non possiamo essere noi a commissariare la Regione Campania, però possiamo presentare un ordine del giorno chiedendo che il Governo commissari la Regione Campania, e dichiarando che la Regione Piemonte si renderà disponibile ad aiutare, per la propria quota parte, questa Regione.
Senza questi atti, forse farete passare una posizione. Ma con la Presidente Bresso vorremo poi discutere cosa fare e come gestire il secondo inceneritore a Torino, e tutte le altre proposte che devono essere fatte sul territorio. Perché stimolerà anche noi.
Io non me la sento, come italiano - il nostro partito si chiama Alleanza Nazionale - di lasciare i napoletani in difficoltà. Però i napoletani, come tutti gli italiani, chiedono che il prezzo sia pagato da chi ha sbagliato.
Non voglio farla troppo lunga, perché credo per la Giunta regionale del Piemonte e per molte altre Regioni il nodo da risolvere sia questa emergenza.
Un'altra cosa importante che nessuno ricorda è che il Presidente Rastrelli - che ha governato per due anni - aveva presentato un piano con quattro inceneritori e sette posizionamenti di smaltimento sul territorio campano: è rimasto inattuato, lui non ha avuto tempo, dopo un anno è subentrata la nuova amministrazione. Per lo meno guadagnava 16.000 euro all'anno, ha presentato un piano che chi di euro ne ha guadagnati un milione e 100 non ha attuato.
Queste sono cose importanti, semplici, che arrivano al cuore dei cittadini di tutta Italia, indipendentemente dal partito al quale appartengono. Si poteva dire: "Signori, abbiamo esaminato la situazione c'è stato un commissario, De Gennaro ha mezzi poteri, perché nemmeno la forza pubblica può usarla". Nessuno crede più nei commissari, al di là delle persone - io conosco e apprezzo De Gennaro - perché non hanno poteri e vengono mandati lì solo per tentare di risolvere un'emergenza, che il giorno dopo si ripresenterebbe nuovamente.
I rifiuti da smaltire sono quelli, lo ha detto bene prima il Consigliere Cavallera, ma come affrontiamo il problema dei sei milioni di tonnellate di ecoballe? Come lo risolviamo, se non ci attrezziamo, a livello nazionale e a livello regionale, con una politica seria per risolvere questi problemi? Concludendo vorrei rivolgermi al Consigliere Deambrogio che ha detto facendomi sorridere, che con questa situazione si corre il rischio di seppellire l'ambientalismo, cioè l'ambientalismo sarà sommerso dall'emergenza. Ma è il contrario: se noi avessimo fatto più opere pubbliche, più inceneritori, oggi avremmo un ambiente più pulito e non avremmo i rifiuti per strada a Napoli, non avremmo questa emergenza, non avremmo fatto una brutta figura mondiale, non avremmo i costi che oggi sosteniamo per smaltire questi rifiuti. Finiamola di dire queste cose: sono meglio i rifiuti per strada che non fare delle opere pubbliche? Perché a Venezia può essere costruito un inceneritore ad un chilometro dalla città e non si può fare lo stesso a Napoli, dove se ne doveva realizzare ben quattro con il piano del Commissario? mancata la volontà politica di attuare un piano che oggi non ci avrebbe lasciato in questa situazione. L'Assessore prenda coraggio, dica quello che tanti in Aula hanno detto a mezze parole, cioè che c'è una grave colpa delle amministrazioni locali. Se c'è una grave colpa delle amministrazioni locali qualcuno paghi il prezzo e sono sicuro che il problema sarà velocemente risolto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Valloggia; ne ha facoltà.



VALLOGGIA Graziella

Grazie, Presidente.
In primo luogo voglio testimoniare la stima e la considerazione personale alla Presidente Bresso per come ha rappresentato la nostra Regione, manifestando tempestiva solidarietà alla popolazione campana dichiarando la disponibilità a smaltire parte dei rifiuti e soccorrendo così quegli stessi cittadini da una situazione insana, doverosa, ingiusta e intollerabile per qualsiasi Paese che si dica civile.
La gravissima emergenza dei rifiuti in Campania è un problema che riguarda tutti, nessuno escluso, senza distinzioni geografiche o appartenenze politiche. Lo sappiamo bene proprio alle nostre latitudini visto che abbiamo contribuito a trasformare il Sud della penisola nella pattumiera dell'Europa. Ciò è ampiamente dimostrato dalle inchieste giudiziarie, alcune ancora in corso, che hanno portato alla luce i grandi affari dello smaltimento rifiuti, spesso nocivi, controllato dalle organizzazioni criminali in sinergia con quegli stessi imprenditori che sentono lo smaltimento delle scorie prodotte dalle loro attività, come un costo non necessario, da evitare, per ottimizzare i profitti.
Nessuna altra terra nel mondo occidentale ha avuto un carico maggiore di rifiuti tossici e non tossici gettati illegalmente. Già nella relazione al Parlamento, fatta nella 2002 dal Ministro dell'Interno, si parlava chiaramente di un passaggio dalla raccolta dei rifiuti a un patto imprenditoriale con la criminalità organizzata finalizzata al controllo totale sull'intero ciclo.
Nel 2003 la procura di Napoli e quella di Santa Maria Capua Vetere hanno scoperto che in 40 giorni oltre 6.500 tonnellate di rifiuti dalla Lombardia sono giunti in un paese vicino a Caserta.
Sempre nella zona Napoli Caserta, nei pressi di Villaricca, i carabinieri individuarono un terreno rurale dove erano state seppellite le carte utilizzate per la pulizia delle mammelle delle mucche provenienti dagli allevamenti veneti, lombardi ed emiliani.
A Grazzanise sono stati individuati i depositi della terra di spiazzamento delle strade, raccolte nelle pattumiere delle turbine milanesi.
Nell'operazione denominata "Madre Terra", coordinata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere si sono rinvenuti i toner delle stampanti d'ufficio provenienti dalla Toscana dalla Lombardia e sversati di notte in discariche abusive. Le terre erano cariche di cromo esavalente.
L'operazione Cassiopea del 2003 dimostrò che ogni settimana partivano dal Nord al Sud 40 tir ricolmi di rifiuti e, secondo le ricostruzioni fatte dagli stessi inquirenti, venivano sversati, seppelliti, interrati in discariche, alcune abusive, zinco, scatole di vernice, fanghi di depuratori, plastiche varie, arsenico, prodotti delle acciaierie e piombo.
Questi sono solo alcuni esempi di ciò che nel tempo è emerso, ma ci consentono di ben comprendere quali sono i timori delle persone che vivono in quelle terre. Esse sono in allerta ogni qualvolta si dispone la riapertura di una discarica, spesso costruita senza rispettare le norme.
Temono che possono arrivare da ogni parte rifiuti tossici e non, spacciati per ordinari. La sola idea di realizzare un termovalorizzatore è identificata come una fornace perenne per bruciare i rifiuti di mezza Italia. L'immagine di una discarica, di una voragine, di una cava disegnano sempre più sinonimi concreti e visibili di pericolosità mortale per chi ci vive intorno. Difatti, l'Istituto Superiore della Sanità ha segnalato che la mortalità per cancro in Campania è aumentata, negli ultimi anni, del 21%.
Questa è la realtà che ci rende, a mio avviso, corresponsabili e che impone una riflessione più attenta e meno opportunistica. Nessuno pu trarre vantaggio dal disimpegno, tanto meno se è politicamente impegnato.
Certo, non si possono escludere le responsabilità di quelle istituzioni che, in prima istanza, avrebbero dovuto provvedere e che sono state incapaci di assumere con determinazione le azioni necessarie per fronteggiare una situazione che dura ormai da anni. Come del resto le tante altre emergenze delle nostre regioni meridionali. Anche solo l'incapacità di contrastare azioni criminose è, di per se stessa, un atto criminoso.
Contrariamente, va sottolineato, nella stessa Campania, laddove si è intervenuti in maniera appropriata, che si è realizzata una raccolta differenziata consolidata intorno al 60%.
L'indegno spettacolo dei rifiuti che sommergono le strade e le piazze ha così fatto il giro del pianeta, ma la spazzatura che chiude le scuole e costringe gli studenti a casa non è stato il peggio offerto al mondo attraverso i media. Il nostro Paese uscirà da questa esperienza con una pessima reputazione, anche per l'ingiustificato e clamoroso rifiuto ad aiutare la Regione Campania venuto da più parti.
La disinteressata solidarietà, di cui è capace il nostro popolo, che proprio al Nord si traduce in una ricchissima e proficua tradizione di associazionismo e del volontariato, verrebbe così smentita.
Credo che, nel limite delle singole possibilità, ogni Regione d'Italia ha il dovere morale e civile di contribuire a dare dignità al nostro Paese.
Per questo condivido la presa di posizione - dignitosissima e anche coraggiosa, visto quello che è successo Soru - della nostra Presidente Mercedes Bresso che consente, comunque, al Piemonte, una diversità di cui io vado fiera. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Nastri; ne ha facoltà.



NASTRI Gaetano

Grazie, Presidente. Voglio chiarire un aspetto con il collega Travaglini, e me ne scuso in anticipo.
Nel suo intervento, il collega parla di eccezionalità; vede, non si pu parlare di eccezionalità, per un motivo molto semplice, perché la vera domanda è: cosa è stato fatto in 14 anni di "monnezza" nella regione Campania? Non si può parlare oggi d'emergenza, non si può definire solidarietà perché l'emergenza rifiuti compirà, proprio a febbraio, 14 anni.
Quattordici anni lunghissimi, durante i quali la camorra - bisogna usare i termini giusti - ha avuto tanti interessi, ma soprattutto tanti quattrini.
Soprattutto, sono stati gettati all'aria milioni di euro da una classe politica che è stata completamente assente.
Diventa difficile, pertanto, giustificare e parlare di solidarietà.
Siamo nell'assurdo, perché tante persone si sono arricchite sulla pelle dei cittadini, ai quali va chiaramente anche la mia gran solidarietà soprattutto in questo momento che stanno vivendo un periodo non felice e grossi disagi.
Ci sono persone che si sono arricchite, e soprattutto che non hanno risolto alcun tipo di problema. Pertanto, dimostrare solidarietà oggi smaltendo rifiuti provenienti dalla Campania, equivarrebbe unicamente a rendersi complici della malapolitica che, in questi anni, ha portato avanti il problema, quindi saremmo identici a coloro che fino ad oggi hanno amministrato la Campania.
Non ci si può nemmeno nascondere dietro l'immagine dell'Italia, dietro l'immagine del Paese. Questo è un banale pretesto per non voler vedere un fallimento, che era annunciato da molto tempo (parliamo di 14 anni).
Accogliere i rifiuti della Campania servirebbe a poco; andrebbe ad alimentare l'emergenza, senza però risolverla. Soprattutto, i piemontesi non capirebbero, a prescindere dalla quantità di rifiuti che arrivano.
Il Piemonte li ha accolti in passato, e questo non possiamo dimenticarlo. Li ha accolti in passato e li ha accolti in più occasioni, ma dopo 14 anni gli amministratori di quella regione non hanno fatto nulla per risolvere il problema.
ora che il governo Prodi si assuma la vera responsabilità di far dimettere tutti quegli amministratori - compreso lui - che non sono riusciti a risolvere il problema.
Inoltre, Assessore De Ruggiero, sarebbe difficile da giustificare con le altre Regioni d'Italia, come il Piemonte possa accettare di reperire i rifiuti. Ecco perché la Giunta regionale non può andare contro l'opinione dei piemontesi e questo è il motivo per cui le Province - ed è questa la vera sconfitta della Regione Piemonte - non hanno aderito alle richieste dell'Assessore De Ruggiero. Assessore De Ruggiero, lei ha parlato molto della politica che è stata fatta a livello regionale. Non dimentichiamo ripeto - che la Regione Piemonte, fino a oggi, non ha sviluppato alcuna politica locale, non ha dato il via ad alcun progetto, e neanche alla pura discussione - e mi risulta che siano trascorsi due anni e mezzo - sui termovalorizzatori.
Quindi, prima di offrirsi e di ospitare i rifiuti di un'altra regione cerchiamo di evitare che alcune città - ho sentito prima parlare di Torino possano ricadere nello stesso problema.
Lei ha citato, nel suo intervento, quanto si sta verificando nella provincia di Novara. La provincia di Novara ha seguito un proprio percorso indipendentemente dalle politiche regionali, e i Sindaci, quindi le Amministrazioni, sono stati particolarmente virtuosi con la raccolta differenziata, che - l'ha detto lei - raggiunge il 62%. La prima città italiana, per la raccolta differenziata, è la città di Novara, che raggiunge il 68% di tale raccolta.
Questo è sicuramente un obiettivo importante, che si erano prefissati questa città e questa provincia, grazie anche all'impegno degli amministratori comunali.
Cosa bisognerebbe fare, allora? Bisognerebbe fare quanto è stato fatto nella nostra provincia, quindi opere di sensibilizzazione, confronti diretti con i cittadini, per mantenere costante quella percentuale.
Un elemento importante è il forte senso di responsabilità degli amministratori, e questo sicuramente è stato l'elemento vincente.
Un modello che bisognerebbe esportare in altre zone, in questo caso in Campania, dove sono convinto che, fin da ora, i consorzi di bacino potrebbero rendersi disponibili per creare un confronto e un supporto anche tecnico.
Nel 1997 ero Consigliere comunale della mia città e ricordo che nel programma del centrosinistra era prevista la raccolta differenziata. Devo dire che fu un insuccesso, mentre il percorso costruito dalle Amministrazioni di centrodestra ha portato Novara ad essere la prima città d'Italia nella raccolta differenziata.
Diventa, quindi, inevitabile effettuare una comparazione tra la politica che è stata portata avanti fino ad oggi dal centrodestra e la politica che è stata portata avanti dal centrosinistra, però i fatti di Novara ci fanno capire che bisogna essere bravi a programmare, per essere efficienti.
Quello che preoccupa, invece, è come ci si sia arrivati: non sicuramente grazie all'appoggio della Regione. Ricordo un incontro che i Sindaci della nostra provincia hanno avuto con l'Assessore De Ruggiero qualche mese fa. Ricordo le sue risposte, che sono state addirittura evasive e inconcludenti, spazientando i Sindaci che cercavano quelle rassicurazioni che non sono mai arrivate.
Questo è sicuramente il momento in cui lei, Assessore, deve iniziare un percorso per arrivare, anche in tempi brevi, soprattutto a livello di Commissione, a parlare di quello che oggi non rappresenta un'emergenza, che è propria della Regione Campania, grazie non alla politica regionale, ma ripeto - alla vivacità e all'impegno di alcuni Sindaci.
Le Province hanno detto "no" alla "monnezza" proveniente dalla Campania e, di fronte a tali "no", diventa difficile conferire 5000 tonnellate di immondizia al nostro territorio. Sarebbe, soprattutto, una sberla nei confronti dei cittadini piemontesi che quotidianamente s'impegnano Assessore, questo lei ha dimenticato di dirlo - nel separare la carta dall'umido, il vetro dalla plastica e il legno dai metalli.
Quindi, per arrivare ad avere una raccolta differenziata di questo tipo, ci vuole impegno, pazienza, tanto tempo e, soprattutto, un gran senso di responsabilità.
Pertanto, rimane difficile giustificare il perché, anche di fronte ai dati forniti dal collega Rossi - dell'incapacità degli amministratori regionali della Campania, ma soprattutto di coloro che c'erano precedentemente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente. Se posso cominciare con un'immagine un po' forte vorrei richiamare le parole di un grande cantautore che non c'è più: Fabrizio De André, il quale, nelle sue canzoni, diceva che "dal letame nascono i fiori".
Parafrasandolo, per i rifiuti non ci vuole molto a pensare che la Campania, se continua così, sarà presto ricoperta di tanti fiori.
L'Assessore ha parlato di aiuto e non di solidarietà e ha fatto bene perché l'aiuto non si nega se si è in grado di darlo, la solidarietà valore che non rifiutiamo, potrebbe essere oggi malintesa come una vicinanza ad una classe politica fallimentare. E quando parlo di questa parlo non soltanto di chi oggi governa la Campania, ma penso a tutta la classe politica che in questi anni si è avvicendata al governo della Regione e del Comune di Napoli senza aver saputo dare una risposta ad una situazione così grave.
Aiuto sì quindi, solidarietà no, se intesa in quel modo. Ieri sera in una trasmissione televisiva ho sentito in diretta molte telefonate di cittadini comuni. Non c'è stato un rifiuto a dare un aiuto e ad accettare rifiuti dalla Campania, ma questa volta lo vogliono accompagnato da un segnale, un segnale di responsabilità che corregga gli atteggiamenti di sconsideratezza generalizzata della classe politica campana.
Ci sono vicende che diventano dei simboli e questa è una di quelle anche se la quantità dei rifiuti che dovremmo accogliere è minima rispetto alla quantità in gioco nella nostra Regione.
Su questa vicenda un quotidiano si è posto la domanda se non si debba parlare per Napoli di fallimento della democrazia e ha fatto un paragone rispetto ad un'altra emergenza, quella del terremoto. La nostra Regione non ha negato né solidarietà né aiuto in quell'occasione. Una catastrofe esogena che è un evento non prevedibile e non contrastabile.
Oggi si tratta di una catastrofe endogena, prodotta dal fallimento della democrazia locale di destra e di sinistra, che ha alimentato una cultura dell'emergenza per avere più risorse disponibili.
Una gestione delle risorse ingenti utilizzata per costruire consenso piuttosto che gestire in modo efficiente i servizi.
E altrettante risorse si sono avute anche in quella Regione da parte dell'Unione Europea, e si è aperta una competizione per l'uso delle risorse che ha prevalso sull'efficacia del loro utilizzo, così che oggi il capoluogo campano pesa come un macigno sul resto della Regione.
Aiuto quindi accompagnato da momenti di responsabilità, da assunzione di responsabilità che dovrebbero portare a fare un passo indietro a chi nella politica locale, ha fatto dell'emergenza dei rifiuti uno strumento di intermediazione clientelare.
Già è stato ricordato come in altre Regioni del nostro Paese si siano realizzati, dal '94 ad oggi, 13 termovalorizzatori. In Campania non è stato costruito un impianto, ma è stata istituita una Commissione, con costi elevatissimi, che ha studiato come affrontare la questione.
Quindi, c'è stata anche la scelta di una ricerca ideologica del consenso di tutti. Da questo punto di vista, non possiamo non fare un riferimento anche al Ministro dell'Ambiente, Pecoraro Scanio, che oggi dice sì a tre termovalorizzatori e al piano del Governo, quando poco tempo fa anche nella nostra Regione, parlando di questi impianti ha detto che erano superati e che bisognava andare verso piccoli impianti e l'utilizzo della pirolisi.
Su questo tema ho fatto anche un'interrogazione al nostro Assessore all'ambiente, su cui attendo risposta per capire se davvero le tecnologie che stiamo cercando di utilizzare in Piemonte sono oggi superate, se ce ne sono altre, o se questo non faccia parte di quella cultura che vuole sempre spostare in avanti le frontiere dell'innovazione e della tecnologia per non dare mai una risposta puntuale alle situazioni di emergenza che si creano in ogni realtà e che potrebbero crearsi anche nella nostra Regione.
Così quelle politiche hanno fatto sì che si sia trasformata la possibilità di avere forti investimenti nell'impiantistica in spese correnti, e quindi ha trasformato una spesa di investimento in una spesa corrente, utilizzando i fondi non per lo sviluppo, ma per quell'atteggiamento di carattere clientelare, di cui dicevo prima, di ricerca del consenso.
Ma se per le politiche europee possiamo dire che non ci sono state conseguenze dirette, se non quella del mancato sviluppo, oggi vi è la salute in ballo.
Quindi, davanti a questo problema, che non è soltanto un problema di ordine pubblico, come a volte è stato fatto apparire, non possiamo non accogliere anche una richiesta di aiuto che viene dallo Stato e rispetto alle quale, se ci sono le condizioni per dare una risposta positiva, non possiamo tirarci indietro.
stato richiamato il senso dello Stato da parte di tutti, quel senso dello Stato che non è stato dimostrato per primo da chi aveva la responsabilità di gestire quei problemi. Però oggi non possiamo non prendere in considerazione le motivazioni che le Province piemontesi, in particolare quella torinese, hanno messo sul tavolo, che sono motivazioni forti, che non vanno rifiutate a priori e con le quali bisogna trovare un punto di incontro.
Bisogna capire se il piano di smaltimento dei rifiuti e le capacità dei bacini di smaltimento delle nostre Province, in sistemi calibrati, in Torino, per arrivare al 2011 all'apertura dell'inceneritore del Gerbido consentono di dare una risposta anche minimale, come quella che è stata richiesta.
Ma soprattutto, al di là degli aspetti tecnici, che pure vanno considerati, credo sia da considerare un altro aspetto più importante, cioè che è in gioco il rapporto di fiducia con i cittadini, e che basta poco per fare in modo che quella gran disponibilità che questi hanno dimostrato nel raggiungere i lusinghieri risultati sulla raccolta differenziata nella nostra provincia e nella nostra regione, possa invece subire una battuta di arresto.
Questo è venuto fuori in modo chiaro anche dalle prese di posizione dei cittadini. Ricordo soltanto una signora anziana ieri sera che diceva: "Io faccio 18 scalini ogni giorno per portare alla raccolta differenziata i sacchi che mi sono richiesti. Se non ci sarà un'inversione di tendenza rispetto a quanto succede da altre parti, se quest'assunzione di responsabilità non viene generalizzata, smetterò di fare la raccolta differenziata".
questo rapporto di fiducia con i cittadini che dobbiamo evitare di rompere, in particolare quando chiediamo a realtà come quelle del nostro territorio, come Buriasco, di riaprire la discarica, di ampliarla e di ospitare la parte di rifiuti non coperta da Basse di Stura dal 2009 al 2011 all'apertura del nuovo termovalorizzatore.
Quindi, dovremo continuare a potenziare anche nella nostra regione quella combinazione di raccolta differenziata spinta con l'incenerimento la valorizzazione energetica del rifiuto per quella parte di rifiuto di cui non si può fare a meno di pensare ad uno smaltimento diverso dall'incenerimento e dalla valorizzazione energetica.
Concludo affermando che giudichiamo in modo molto positivo l'intervento del Governo, che deve trovare concreta attuazione. Ci pare che apra un percorso nuovo nell'affrontare quest'emergenza, ma credo anche che da questo punto di vista sia estremamente importante sottolineare che non si vuole aprire comunque una cambiale in bianco né da parte del Governo né da parte di nessun altro, e che ci deve essere la garanzia che si apra veramente un percorso nuovo sul cui compimento si deve vigilare fino in fondo. Anche perché il problema della Campania non si riduce nello smaltimento di quei rifiuti che oggi sono sulle strade, ma dovrà essere affrontato anche nei prossimi mesi, forse nei prossimi due-tre anni, fino alla realizzazione di un ciclo completo di raccolta e di smaltimento che possa evitare le emergenze di oggi e la cui realizzazione richiede certamente tempi tecnici per la concretizzazione.
Non è senza importanza l'identità di coloro che si ritroveranno a sedere intorno al tavolo dove dovranno essere prese le decisioni necessarie per fare uscire definitivamente la Campania da questa situazione.
Mi paiono emblematiche le parole che ho trovato scritte ieri su un quotidiano, che sottolineava come pare difficile oggi poter pensare che una mentalità gestionale forgiata da un metodo di governo rilevatosi strutturalmente fallimentare per l'economia e per la vita dei campani possa, nei tempi imposti, rinnovarsi dalle fondamenta.
molto più probabile che protagonisti nuovi siano in grado di meglio orientarsi su una strada che, nuova nelle forme e nei contenuti, potrà probabilmente meglio interpretare i segnali provenienti da chi in Campania vuole ancora vivere con dignità e senza vergognarsene.
per questo, e per dare un aiuto a questa speranza, che diciamo sì alla richiesta di accogliere quei rifiuti, perché da questa situazione nasca veramente un percorso nuovo per la storia di quella Regione e anche per l'immagine del nostro Paese.



PRESIDENTE

Colleghi, desidero comunicarvi che tra gli iscritti a parlare ho ancora sei persone dei Gruppi di maggioranza e sei colleghi dei Gruppi di opposizione, ma sono stati annunciati altri interventi. Ad oggi, risultano presentati 8 ordini del giorno, ragione per cui è evidente che, a meno che i colleghi, negli interventi che seguiranno, non riducano drasticamente il loro tempo, non si riuscirà a completare la discussione con la votazione degli ordini del giorno nella seduta odierna.
Chiederei gentilmente ai Presidenti dei Gruppi di valutare l'opportunità di individuare una ulteriore data per la prosecuzione del dibattito e la votazione degli ordini del giorno; se avviene in via informale, bene, altrimenti siamo costretti, prima della chiusura della seduta, a convocare una Conferenza dei Capigruppo in via breve per stabilire il giorno e l'ora per la votazione degli ordini del giorno.
Grazie Ha chiesto di parlare il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Signor Presidente, a differenza di qualche collega che mi ha preceduto che ha iniziato il suo intervento offrendo la solidarietà al Presidente Soru, ritengo che la nostra solidarietà vada, innanzitutto, alle Forze dell'Ordine e ai Vigili del Fuoco che, molto spesso, in queste settimane hanno dovuto lavorare in ambienti con una tensione molto alta.
Nei vari interventi che hanno preceduto il mio devo dire che tutti noi abbiamo dato tanti numeri. Abbiamo ricordato che in Campania si producono oltre 5 mila tonnellate di rifiuti al giorno; che la quantità di rifiuti sversati nelle strade è superiore alle 100 mila tonnellate - quindi soltanto per smaltire la quantità presente oggi in strada, al di là di quella che si crea ogni giorno, occorrerebbero circa 60 giorni - che le ecoballe presenti nel territorio campano ammontano a 5 milioni di tonnellate, il che equivale al funzionamento costante di un inceneritore, o termovalorizzatore, per 15 anni.
I dati che emergono riguardano le 1.260 discariche abusive presenti sul territorio campano e le prime iniziative che si possono assumere per la creazione delle discariche, la cui individuazione sembra già essere avvenuta, che non si creano dal mattino alla sera, come qualcuno potrebbe pensare, ma richiedono mesi di lavoro. Occorrono dai 2 ai 4 mesi per creare l'agibilità ad una discarica; non parliamo poi degli inceneritori, per la cui costruzione, come tutti sappiamo, occorrono alcuni anni.
Già solo questi dati mostrano la drammaticità della situazione, ma, a mio avviso, quello più drammatico e grave, che riguarda due quartieri di Napoli, non è ancora uscito da questo dibattito, forse perché viene sottovalutato ed è poco conosciuto, mi riferisco ai cosiddetti quartieri spagnoli e al quartiere di Scampìa.
Amici e colleghi, pensate che in questi quartieri, che sono molto popolari - i quartieri spagnoli sono il cuore, anche caratteristico, della Napoli vecchia, mentre Scampìa è un quartiere noto alle cronache quotidiane per l'alto tasso di criminalità presente - non c'è un sacco di spazzatura per la strada, che sono perfettamente pulite, come se fossimo a Torino o ad Alessandria. Questo è determinato non dai cittadini che volontariamente ripuliscono il quartiere, ma dalla presenza camorrista, che è così forte da assicurare il trasporto e lo smaltimento - non si sa dove, evidentemente della spazzatura, rendendo questi due quartieri come una enclave pulita e vivibile all'interno del disastro napolotano. Questo non lo porto come dato positivo, bensì come dato drammatico di uno stato dentro lo stato, che certo non può essere battuto con 5 camion del Genio militare, 3 ruspe e 18 uomini che lavorano per rimuovere i rifiuti dal centro città. Le dimensioni del dramma napoletano fanno sì che anch'io non sia più disposto a chiamarla "emergenza", come abbiamo già detto nel lungo dibattito svolto in Commissione giovedì scorso, ed è quanto emerso anche oggi. L'emergenza è altro, l'emergenza è l'alluvione, il terremoto o le eruzioni vulcaniche non si chiama dramma quello che dura da 14 anni e che si ripete ciclicamente ogni 6 mesi, ogni anno.
Di fronte a queste cifre, è chiaro che le 5 mila tonnellate che dovremmo accollarci non significano niente, sono un ago in un pagliaio.
Evidentemente, rimane la questione di principio, che è già stata sollevata prima di me da altri colleghi, del senso della responsabilità e della solidarietà, che sono due momenti che non possono che procedere unitamente.
Guardate, l'ho già detto e lo ripeto, come amministratori e come rappresentanti anche di partiti nazionali, non possiamo non essere solidali con altri italiani che si trovano in un momento di difficoltà, ma, proprio in quanto amministratori e rappresentanti di partiti nazionali, non possiamo non essere legati strettamente ad un senso di responsabilità; la responsabilità di chi ha avuto la possibilità di incidere su questa tragedia che si è consumata nell'arco di almeno un quindicennio e che ha fatto poco, ha condotto un'azione insufficiente, ha dato risultati negativi.
Non dico che il Presidente Bassolino, il Sindaco Iervolino o il Ministro dell'ambiente attuale o passato avessero dovuto anche in questa occasione presentarsi alla pubblica opinione - almeno - con il gesto di una lettera di dimissioni, ma almeno con il gesto, dicendo: "Guardate, qui ci sono le mie dimissioni, nel momento in cui sarà finita questa emergenza, le renderò attive; adesso non è opportuno perché esiste uno stato di difficoltà generale che non può vedere le Istituzioni prive di guida".
Certo, sarebbe stato un gesto che avrebbe assunto un valore pratico e simbolico molto forte e significativo, che, probabilmente, avrebbe contribuito a far assumere atteggiamenti diversi a tante Regioni e a tante Province, che, invece, oggi, a mio avviso, anche giustamente, stanno esprimendo contrarietà.
Il dramma di questa emergenza, che non è emergenza, perché la costante periodicità non può più chiamarsi emergenza, costituisce un dramma per tutta la nostra comunità nazionale.
Non pensiate che il danno di immagine, il costo di immagine colpisca soltanto l'area campana o soltanto Napoli.
Non pensiate che il dramma delle disdette turistiche per la Pasqua, per il weekend del 25 aprile colpiscano soltanto il distretto turistico napoletano o campano, perché il grande turismo internazionale (americano sudorientale ed europeo) poca differenza fa tra la Campania e l'Italia.
L'immagine che viene compromessa - ed è stata compromessa in questa settimana - è l'immagine del nostro Paese nel suo complesso.
Da una parte c'è la volontà di dirsi ancora orgogliosamente italiani dall'altra, di fronte a spettacoli come quello che ha offerto la Campania e Italia nel suo complesso, c'è anche un po' la vergogna di dirsi italiani.
inaccettabile, infine, anche il ragionamento, che ho sentito provenire da qualche intervento, sulle cosiddette responsabilità del nord, come se fosse responsabilità del nord se in Campania sono andati a finire, molto spesso illegalmente e in maniera illecita, rifiuti prodotti da aziende settentrionali. Non è così! Chiunque conosca, anche solo superficialmente, la legislazione sul ritiro e sullo smaltimento dei rifiuti industriali sa benissimo che il titolare dell'impresa è responsabile con chi svolge il trasporto e lo smaltimento fino all'ottenimento del certificato di avvenuto smaltimento.
Per cui, è chiaro che non può esserci responsabilità diretta dell'industriale del nord che affida i propri rifiuti industriali ad aziende che, sicuramente, gli fanno avere il certificato di avvenuto smaltimento e quindi la sostanziale malleva dalla responsabilità. Aziende quelle sì, che potrebbero poi smaltire in maniera truffaldina.
Però, non chiamiamo in causa, per darci degli alibi di cattiva coscienza, l'industria del nord che sicuramente su questo fenomeno non ha responsabilità diretta.



PRESIDENTE

La Consigliera Segretaria Spinosa chiede di intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



SPINOSA Mariacristina

Grazie, Presidente.
Sull'emergenza rifiuti in Campania è continuata, nei giorni scorsi un'assurda aggressione e campagna di disinformazione contro i Verdi. Mi fa piacere che ci siano stati, anche da parte del centrodestra, interventi in cui le colpe sembrano non essere state tutte addebitate al Ministro Pecoraro Scanio.
Noi, in quanto Verdi, abbiamo detto fin dall'inizio che il piano rifiuti campano andava cambiato, in quanto dava un unico appalto a una sola azienda che avrebbe quindi determinato il fallimento. Ed è quello che è accaduto. Solo per informazione, perché forse è il momento giusto per ristabilire un po' di verità, vorrei soltanto dirvi - non molti lo sanno che i Verdi sono parte civile contro la società che doveva far funzionare lo smaltimento dei rifiuti in Campania e che invece ha provocato il crack.
Ritornando all'emergenza rifiuti, la Campania ci mostra in questi giorni cittadini, città e amministrazioni in ginocchio. Di fronte a tale situazione di estrema gravità, anche con notevoli rischi sanitari per i cittadini, ogni strumentalizzazione, ogni demagogia è superflua, non serve.
Serve obbligatoriamente risolvere il problema dei rifiuti ammucchiati in strada, serve rimuovere i blocchi stradali, serve ritornare alla normalità.
Retorica e polemica non fanno altro che aumentare la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della politica. I cittadini dalle istituzioni e dalla politica, si aspettano risposte a questi problemi, risposte concrete e capaci di risolvere in modo reale e permanente questa situazione che mette in crisi, da molti anni, la Regione Campania, amministrata prima dal centrodestra e ora dal centrosinistra.
Questa situazione di emergenza e di commissariamento è diventata per i cittadini la normalità. Quindi, le preoccupazioni che gli stessi cittadini mostrano, sono preoccupazioni legittime, perché forse da troppi anni convivono con le discariche abusive e illegali che hanno avvelenato il territorio, ma anche il rapporto di fiducia tra loro e le istituzioni.
Allora, serve ridare credibilità alle istituzioni, a una politica capace di dare risposte concrete e positive. Serve riportare una legalità poiché bisogna uscire dalla fase di emergenza che dura da troppi anni.
Continuare ad urlare che servono inceneritori e tante discariche pu sembrare la soluzione più rapida, ma in realtà non è così.
Il ciclo di rifiuti comincia dal produrre meno rifiuti, dalla differenziazione e dal compostaggio e dovrebbe finire, secondo normativa con il recupero energetico di quel che resta dei rifiuti. Ma se prevenzione, differenziazione e compostaggio funzionano quest'ultimo anello, naturalmente, riduce la sua funzione. In altre Regioni, in altre Province, Assessori di cultura ambientalista hanno avviato seri piani regionali e provinciali con cicli integrati sui rifiuti, che oggi sono additati come soluzione ed esempio anche per le Province campane.
Politiche gestionali che raggiungono risultati ambiziosi sono basate sul pieno e convinto coinvolgimento dei cittadini che, impegnati, spesso superano di gran lunga gli stessi obiettivi fissati anche dalla normativa.
Ritorno alla nostra Regione e alle nostre Province. Stando a quanto previsto dal provvedimento nazionale, nella nostra Regione dovrebbero essere smaltite 5.000 tonnellate di rifiuti. Da una prima richiesta di disponibilità, nessuna Provincia ha dato un segnale positivo di accoglimento a fronte di una richiesta straordinaria che, nell'ambito del federalismo, si richiama alla sussidiarietà.
In una Regione come la nostra, con una capacità residua delle discariche autorizzate in esercizio (dato al 31 dicembre 2006) pari a 3.598.912 metri cubi e una quantità di rifiuti smaltiti in discarica nell'anno 2006, pari a 1.374.920 tonnellate, discutere sulla necessità o meno di accogliere 5.000 tonnellate è davvero da emergenzialità politica ed amministrativa. Volevo anche ricordare che gli obiettivi di raccolta differenziata previsti per il 2012 dalla normativa è pari al 65%. Quindi anche noi, abbiamo ancora molto da lavorare.
La gestione integrata dei rifiuti è una grande scommessa culturale e sociale, non solo economica e ambientale. La prevenzione nei cicli di lavorazione, la non produzione di rifiuti, la diffusione della vendita dello sfuso di alcuni prodotti, la diffusione della cultura del riuso e del riciclo, la consapevolezza dei cicli di vita dei materiali, ma anche del loro tempo di decomposizione naturale, non deve essere contrabbandata con il fatto che il termovalorizzatore o, meglio, gli inceneritori, siano la sola, l'unica giusta risposta.



PRESIDENTE

Colleghi, l'ipotesi che nel corso di consultazione formale con i Presidenti dei Gruppi mi sento di formulare è quella di convocare una seduta straordinaria di Consiglio regionale per la giornata di giovedì 17 per procedere all'eventuale completamento del dibattito nel caso non riuscissimo a terminare nella giornata odierna, e alla successiva votazione degli ordini del giorno. Ovviamente, nella convocazione saranno riportati gli ordini del giorno il cui numero di registrazione è presente ad oggi, ma saranno votati tutti gli ordini del giorno collegati nel frattempo presentati alla Presidenza.
Se non vi sono indicazioni in senso diverso, la Presidenza procederà a convocare il Consiglio regionale per la giornata di giovedì mattina.
Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Vorrei fare qualche breve considerazione, anche se molti argomenti affrontati in questo pomeriggio di interessante e approfondita discussione sono già stati trattati, valutati e approfonditi negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto.
Partirei proprio dall'intervento dell'Assessore, perché rispetto alle posizioni che qualche giorno fa mi era capitato di leggere sulla rassegna stampa che molto tempestivamente gli uffici la mattina ci mettono a disposizione, avevo letto un articolo della Presidente Bresso su un giornale (diciamo non dei nostri quotidiani) dove, sostanzialmente rispetto all'emergenza Campania, lei individuava una sorta di percorso da tenere in considerazione, di grande capacità di alcune Regioni, compresa la Regione Piemonte, e quindi compresa la Regione da lei governata e il territorio da lei in precedenza governato (perché altri colleghi hanno ricordato che la Presidente Bresso, prima di essere Presidente della Regione, ha ricoperto il ruolo di Presidente della Provincia più importante della nostra Regione, che è la metà di questo Piemonte). In questo articolo, sostanzialmente, la Presidente Bresso sosteneva che il problema della Campania era un problema di incapacità di gestire le situazioni, di essere decisionisti; parlava dei tempi di programmazione e di scelte che in quella Regione non sono state compiute, mentre altre Regioni molto più attive e molto più capaci, rispetto a questa situazione, hanno saputo fare.
Ovviamente, lei si riferiva all'esempio della Regione Piemonte e, in particolare, all'attività che l'aveva coinvolta non tanto nella fase in cui lei è stata ed è Presidente della Regione, ma nella fase in cui è stata Presidente della Provincia.
Rispetto ad una tendenza della Presidente di questa Giunta a voler sempre insegnare molto agli altri e a volere sempre far capire quanto di qua si è più bravi rispetto ad altre parti, mi sarei aspettata dall'Assessore una relazione decisamente diversa e - lo dico ai colleghi della maggioranza - mi sarei aspettata dalla maggioranza, perlomeno da quella più significativa (mi riferisco all'ordine del giorno presentato dal Partito Democratico), un'articolazione dei problemi, delle richieste e delle valutazioni delle soluzione molto più pesanti e forte di Governo.
Sono state profondamente delusa, perché l'Assessore, oggi, in apertura di questo dibattito, ha sostanzialmente ribadito una posizione nota arcinota e assolutamente debole per una Regione come il Piemonte, perch sostanzialmente, dice: "Dobbiamo essere solidali; dobbiamo aiutare chi potrebbe in futuro aiutarci, qualora ne avessimo bisogno. In effetti ci sono dei problemi su questo territorio, ma noi stiamo cercando di risolverli. Quindi, cari amici, cerchiamo di assecondare un invito che il Governo nazionale ci fa rispetto ad un'emergenza e ad una situazione dove bisogna essere parte integrante della soluzione".
una posizione molto debole, Assessore. Perché se la nostra Presidente, con la Giunta, veramente vuole essere la "condottiera" delle grandi soluzioni e delle grandi posizioni di Governo non solo su questo territorio, ma anche a livello nazionale, mi sarei aspettata - lo dico forse con un po' di presunzione - che l'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Forza Italia, grazie all'elaborazione e al lavoro compiuto dal collega Cavallera, contenesse molti elementi rispetto alle cose che noi proponiamo all'interno dei vostri documenti e delle vostre relazioni.
Nel momento in cui le Regioni, ancora una volta, offrono la propria disponibilità ad essere solidali e a venire in aiuto nei confronti di una soluzione tragica come quella che vediamo ancora oggi in Regione Campania mi sarei aspettata, nel contenuto delle vostre posizioni e delle vostre richieste al Governo Prodi, un'articolazione delle cose da chiedere e da argomentare a livello nazionale per giustificare l'ennesima posizione di solidarietà di questa Regioni nei confronti di una situazione che era nota e arcinota nel nostro Paese da ben 14 anni. Questo non è avvenuto.
Nel momento in cui le Regioni di Italia offrono la disponibilità a risolvere il problema, non lo fanno soltanto nel senso di dire: "Scarichiamo le decisioni importanti rispetto a responsabilità politiche" che, tra l'altro, politicamente vi coinvolgono a tutti i livelli. Citerei alcuni passaggi delle considerazioni che, come Gruppo, abbiamo cercato di portare alla discussione di questo Consiglio, di richieste forti da porre al Governo nazionale per poter veramente giustificare tali interventi anche nei confronti dei nostri cittadini che non sono in una situazione di accettabile gestione dei rifiuti del nostro territorio, in termini di costi, in termini di situazione territoriale degli impianti, della mancanza di incenerimento, del fatto che le discariche nella nostra Provincia per esempio stanno chiudendo. Noi abbiamo evidenziato dei passaggi ben concreti da proporre a livello nazionale per far sì che tutti insieme si possa veramente costringere questa Regione ad assumere delle decisioni forti anche alla luce del fatto, come ricordava qualche collega prima, che si è di fronte, dopo 14 anni, ad una ennesima proroga di un ennesimo commissariamento di una figura assolutamente rispettabile, la cui nomina lasciatemelo dire, mi ha un po' sorpresa. Perché è la stessa persona che qualche anno prima consideravate un delinquente, perché per i fatti di Genova aveva assunto tutta una serie di posizioni che magari, oggi potrebbero anche essere necessarie e utili per governare l'emergenza che dobbiamo governare. Ma questo fa parte un po' della stranezza dalla politica e del gioco delle parti, per cui in certi contesti persone come De Gennaro sono considerate dei delinquenti, in altri magari la capacità decisionale di certe persone può invece riscoprirsi decisamente utile.
Assessore, sono abbastanza delusa e allibita dalla poca corrispondenza delle intenzioni ai fatti. Alla maggioranza dico un'altra cosa: l'ordine del giorno è un'assoluta e palese accettazione del fatto che un ruolo che la vostra Presidente vi chiede di assumere, non sarà assolutamente tale.
Dopo che dite "siamo bravi", "dobbiamo decidere", "dobbiamo dare l'esempio", alla fine dite: "Abbiamo dato la disponibilità, ma prenderemo atto, al termine di questo percorso, delle indicazioni che perverranno dalle Province". Scusate, ma oggi mi sembra di aver partecipato ad una discussione assolutamente inutile e assolutamente debole quando una Regione dice di volere fare delle cose e poi, in Consiglio, sostanzia una posizione di assoluta arrendevolezza e incapacità di gestire delle situazioni.
Guardate che questo è già stato colto dalle dichiarazioni dell'Assessore qualche giorno fa quando, tornato da Roma dove era andato a dire che c'era la disponibilità, sui giornali dichiarava: "Noi facciamo solo da intermediari, poi lo Stato si metterà direttamente in contatto con le aziende", neanche con le Province.
Al di là delle cose importanti che sono state dette sulla situazione del nostro territorio, quello che ci imbarazza molto è la grande incapacità che la Presidente, ancora una volta, sta dimostrando in questo contesto.
Noi ci saremmo aspettati che il Consiglio, oggi, discutesse quali condizioni accettabili, importanti e serie la Regione poteva porre per contribuire veramente ad una proposta seria per la soluzione dei problemi in Campania.
Oggi, invece, è semplicemente il giochino del "diciamo di sì", "diciamo di no" che non ci entusiasma assolutamente. Ci saremmo aspettati una discussione un po' più seria e, magari, Assessore, qualche valutazione in più rispetto a quello che abbiamo già appreso.
Da parte di altre Regioni risulterebbe che la monnezza che abbiamo già preso l'altra volta, la Regione Campania non ce l'abbia ancora pagata: non ci hanno detto se ci hanno pagato quella precedente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Barassi; ne ha facoltà.



BARASSI Paola

Volevo iniziare il mio intervento ribadendo la solidarietà al Presidente della Regione Sardegna, Soru, che è stato minacciato in questi giorni, molto pesantemente, per aver dato la disponibilità a ritirare parte dei rifiuti che, attualmente, stanno sulle strade della Campania, di Napoli in particolare.
Volevo, altresì, ribadire la solidarietà al Ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, che è stato accusato in modo strumentale e ingiustificato perché, attraverso l'accusa a Pecoraro Scanio, vengono anche accusati tutti gli ambientalisti e tutti coloro che hanno sempre pensato, e continuano a pensare, che il problema della gestione rifiuti non possa essere risolto attraverso i grandi impianti.
Volevo rimarcare, ulteriormente, la solidarietà che diamo a tutte le cittadine e i cittadini della Campania, in particolare di Napoli e di alcune zone tra le più periferiche, povere e degradate di quella regione che, in questi giorni, stanno vivendo una situazione estremamente pesante e drammatica.
Situazione drammatica dal punto di vista del disastro ambientale, ma una situazione drammatica anche da un punto di vista igienico sanitario, e una situazione che mette le persone nell'impossibilità di svolgere una vita in una quotidianità normale e di civile convivenza. I bambini non possono andare a scuola in alcune zone, assistiamo a blocchi che non sempre sono fatti da cittadini e da cittadine preoccupati per la loro salute, ma che vengono spesso strumentalizzati e fomentati da qualcuno che ha anche degli interessi particolari nel rendere sempre più pesante la situazione e il clima che si sta vivendo in Campania.
Dentro a questo ragionamento mi interessava dire, e noi come Sinistra l'Arcobaleno abbiamo presentato un ordine del giorno in cui facciamo una serie di valutazioni, che la situazione che si è verificata in questi giorni nel Napoletano - e che peraltro si era già verificata in altri momenti; infatti, proprio un anno fa eravamo qui a discutere di prendere alcuni rifiuti della Campania per dare una mano, una solidarietà a quei territori - è una situazione che, secondo noi, si è determinata per precise ragioni.
Su quel territorio si è pensato, ormai da 14 anni almeno, ad una politica dei rifiuti basata esclusivamente su soluzioni tecnologiche e impiantistiche, e non su una gestione integrata del ciclo dei rifiuti, che partisse dalla riduzione importante dei rifiuti prodotti, ad una raccolta differenziata, porta a porta (l'unica in grado di dare risultati reali e concreti); raccolta differenziata finalizzata, soprattutto, al compostaggio e al riutilizzo e riciclo del materiale raccolto in modo differenziato.
Riduzione dei rifiuti e raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio e compostaggio sono gli unici strumenti che ci possono permettere, davvero di eliminare i rifiuti dai territori e di avere un ritorno economico ed energetico reale per il riutilizzo delle materie raccolte.
Questo, secondo me, è un altro elemento importante che deve essere tenuto in considerazione. Non possiamo pensare ai rifiuti soltanto isolati come un problema a se stante, ma il ciclo dei rifiuti e la produzione dei rifiuti dobbiamo inserirle all'interno di un ragionamento più complessivo.
Un ragionamento dal punto di vista delle risorse energetiche e dal punto di vista dell'uso delle materie prime. Noi, spesso, troppo spesso, ragioniamo e parliamo di emergenza ambientale legata anche al fatto che la terra è una e dobbiamo saper usare con coscienza e con raziocinio le risorse che la terra ci mette a disposizione, ma poi non riusciamo o non vogliamo legare questo pezzo di ragionamento con le scelte politiche che andiamo ad attuare nei momenti successivi.
Ovviamente, facendo un'analisi sulla situazione che si è creata a Napoli, non possiamo non denunciare e dimenticare anche le responsabilità politiche e amministrative delle istituzioni da una parte e degli stessi commissari nominati, che in 14 anni non sono riusciti a risolvere il problema.
Il commissariamento, peraltro, dovrebbe essere preso con le pinze e occorrerebbe trovare il modo per porgli fine il più presto possibile per ritornare, anche nella gestione della politica dei rifiuti, ad una situazione di normalità, di trasparenza e di partecipazione con la popolazione. Non dimenticare e denunciare dunque le responsabilità politiche e amministrative di chi non si è assunto le responsabilità che pur aveva in quella Regione.
Non dobbiamo dimenticare, anche il fatto che, in quella stessa Regione ci sono state, e continuano ad esserci, delle gravi ingerenze da parte della camorra che, ovviamente, ha gestito in modo illegale e criminale il territorio, aprendo discariche abusive ovunque. C'è stata anche un'elencazione di una serie di illeciti ormai provati e verificati evidenziata dalla Consigliera Valloggia precedentemente, in cui anche il Nord, anche la nostra regione, anche i nostri settori produttivi, hanno delle responsabilità non indifferenti. Buona parte dei rifiuti smaltiti in modo illegale e sversati nelle discariche in Campania, provengono dalle regioni del Nord, provengono dagli impianti produttivi del Nord.
Detto questo, noi de la Sinistra-l'Arcobaleno riteniamo, in questo momento, doveroso e indispensabile che tutte le Regioni, a partire dal Governo, intervengano per eliminare i rifiuti dalle strade della Campania garantendo così da una parte la salute dei cittadini e dall'altra il ritorno ad una normale quotidianità per i cittadini stessi. Dando la possibilità, come ricordavo prima, di ricreare un clima di normale convivenza, per impostare una seria politica e per gestire in modo partecipato e trasparente il ciclo dei rifiuti.
Non possiamo quindi che condividere le scelte che ha fatto l'amministrazione regionale dando la disponibilità al Governo per il ricevimento sul nostro territorio di una piccola parte dei rifiuti campani in segno di solidarietà con le popolazioni. Non possiamo che condividere la scelta operata dall'amministrazione regionale, quindi chiediamo che le altre istituzioni, le Province e gli ATO, che possono e che sicuramente possono avere la disponibilità per ricevere queste 5.000 tonnellate, si predispongano a compiere questo atto di solidarietà, ricordando che l'Assessore regionale ha dato la disponibilità a ricevere in Piemonte 5.000 tonnellate di rifiuti, che rappresentano lo 0,2% dei rifiuti che il Piemonte produce in un anno.
Quindi, basterebbe incrementare dello 0,2% la raccolta differenziata per risolvere il problema delle 5.000 tonnellate e sappiamo benissimo che i margini per incrementare la raccolta differenziata non dello 0,2, ma ben di più ci sono tutti se pensiamo a Province come Vercelli, che arrivano a malapena al 20% di raccolta differenziata. Questo anche in deroga a tutte le normative nazionali che già prevedono il 35% da qualche anno e il 45 entro il 2008.
Detto questo, chiediamo anche che accanto a questa disponibilità la Giunta regionale, la Presidente e l'Assessore competente intervengano e facciano pressioni e chiedano anche delle verifiche affinché il Governo e le istituzioni locali campane predispongano da subito un piano di gestione rifiuti che, partendo dalla riduzione e dalla raccolta porta a porta finalizzata al riciclaggio, permetta di dare realmente una risposta concreta alla situazione che in Campania si è verificata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il Vicepresidente anche perché questo invito è assolutamente gradito. Non so quanto potrà farmi sognare e spero almeno di potervi dare qualche spunto di riflessione.
La situazione che si è venuta a creare in Campania è una situazione davvero incresciosa e terribile, non solo per il sistema campano ma per tutta l'Italia e, di conseguenza, anche per la Regione Piemonte.
In questo momento sto elaborando un ordine del giorno con alcuni colleghi che cercherà di dare almeno una risposta tecnica a questo problema, ma non voglio anticiparlo, visto che ci sarà una seduta giovedì prossimo e avremo ampiamente modo di poterlo esaminare, spero con il contributo propositivo di tutti.
La posizione che il sottoscritto e il Gruppo tiene in questa delicata circostanza è alquanto singolare e, se vogliamo, anche in controtendenza rispetto a quanto è stato qui finora enucleato dai vari colleghi Consiglieri e da vari Gruppi.
Sinceramente non ci interessa molto quali siano le responsabilità civili o penali degli amministratori campani, e non mi interessa nemmeno molto di quali saranno gli esiti delle indagini della Magistratura.
A me interessa molto invece qual è l'immagine che l'Italia sta dando in questo momento in giro per il mondo, perché in questa Italia insiste anche la Regione che, in minimissima parte, e sicuramente indegna, ho l'onore di poter dire che contribuisco ad amministrare, ed è il Piemonte.
In questi anni il Piemonte ha investito tantissimo in immagine; non è il caso che citi le Olimpiadi, così come le Regge Sabaude o il Guggenheim di Vercelli; non devo citarvi le "n" volte in cui la Reggia di Venaria è stata inaugurata da quest'Amministrazione regionale.
Stiamo puntando molto sull'immagine, sul turismo e quindi sulla cultura.
Come ho annunciato in Commissione, sono molto preoccupato per questa immagine negativa che l'Italia e quindi anche il Piemonte sta avendo a livello internazionale.
Sono preoccupato anche per la situazione sanitaria che si sta creando in Campania per i cittadini campani, ma credo che la maggior parte dei danni che è stata inflitta alla salute dei cittadini campani in questi anni sia da addebitarsi più che altro a 15 anni di preesistente malgoverno anche filocamorristico e di gestione estremamente dubbia dei rifiuti; non dei solidi urbani ma dei rifiuti industriali che a volte arrivavano dalle regioni più industrializzate del Paese.
Non credo che se il sito di Pianura fosse in questo momento riaperto ricordiamoci che, oltre al sito di Pianura, ci sono anche altri siti che vengono meno citati dai media, come il sito della Taverna dei Re e di Giuliano... Ho scoperto stamattina che esistono 39 siti di stoccaggio solamente sul territorio di Giuliano in Campania fra termovalorizzatori rifiuti, discariche, compostaggio. Addirittura pare che sul solo Comune di Giuliano in Campania siano stoccati quattro milioni e mezzo di ecoballe delle sei milioni di ecoballe totali della Campania.
Quindi, evidentemente Pianura è uno degli esempi più focalizzati perch la stampa e i media ci hanno focalizzato Pianura, anche grazie al merito dei cittadini che protestano. Credo che il più delle volte la protesta sia stata comunque pacifica e, se esasperata, è stata esasperata perch evidentemente la situazione è esasperata.
un problema che riguarda la totalità della Regione Campania, anche se c'è qualche Sindaco della suddetta Regione che ogni tanto si tira fuori e cerca di fare il primo della classe. Non credo che ci sia da essere meritevoli di alcunché e di nessuna medaglia in questa situazione. Credo che bisogna risolvere il problema.
Non so sinceramente se la proposta dell'Assessore e della Presidente Bresso sia una proposta che va in quella direzione. Voglio crederlo e voglio comunque sperare che si esca il più velocemente possibile da questa situazione.
Se ci sarà - devo riconoscere che non ho letto completamente tutti gli ordini del giorno ma alcuni li trovo un po' farraginosi - alla fine un voto, sicuramente voterò a favore, affinché questi rifiuti possano essere smaltiti in fretta e tolti al più presto dal territorio campano e da Napoli, perché in quel momento non è solo Napoli e la Campania, ma è l'Italia intera.
Io sono preoccupato perché l'immagine di Napoli e della Campania è anche l'immagine che il Piemonte sta dando in giro. Quindi, i danni economici, turistici e culturali che sono riversati sul territorio campano sono riversati anche sul territorio piemontese.
Non pensate che chi deve vendere in questo momento i prodotti enogastronomici piemontesi abbia tutta questa facilità con l'immagine negativa che l'Italia sta dando di sé fuori.
Non parlo di solidarietà perché sicuramente alcuni colleghi hanno parlato più ampiamente e sicuramente più dottamente di me.
Quindi, è indubbio che la solidarietà va data e non voglio aggiungere di più di quello che è già stato detto.
Ho notato però scarsi interventi sulla responsabilità che abbiamo noi sugli investimenti che sono stati già fatti sul territorio piemontese e torinese e sulle aspettative che questi hanno generato negli operatori economici, nei cittadini e nei turisti di tutto il pianeta.
Abbiamo il dovere, Assessore, di dare una risposta a questi cittadini.
Io le chiedo però tre rassicurazioni di cui due sono vincolanti per un voto favorevole, per un positivo accoglimento dell'impostazione che adesso ha dato la Giunta. Sono le seguenti; la prima è che non ci sia un danno tecnico al sistema dei rifiuti piemontesi, ovvero che siamo in grado come Regione Piemonte e come sistema rifiuti Piemonte ad accogliere senza grandi sconvolgimenti questi rifiuti e che quindi non si crei poi un problema successivo.
Se il problema Napoli dobbiamo spostarlo a Torino o a Basse di Stura tanto vale che il problema rimanga a Napoli, perché non mi sembra una cosa né intelligente né saggia.
La seconda richiesta è che una volta individuati i siti di stoccaggio poiché questi rifiuti che vengono da Napoli verranno pagati. In Umbria ci dicono che non sempre è così. Però, mi auguro che questa volta i soldi arrivino veramente.
Si è parlato - dico la verità, l'ho letto sui giornali - di circa 240 euro a tonnellata. Spero che questi soldi in più vengano utilizzati per aiuti economici-fiscali ai cittadini che, con i propri siti di stoccaggio avranno l'onere di ospitare questi rifiuti. Se non altro, perché bisogna dare un segnale ai cittadini che il pubblico...
minimo il segnale, se vogliamo, perché il cittadino, sicuramente, non vuole avere soldi o defiscalizzazioni (magari, sulla TARSU), ma preferirebbe non avere i rifiuti. Però, se bisogna fare un sacrificio, è giusto premiarlo in qualche modo. Mi consenta Assessore, è inutile avere dei soldi in più per aprire nuovi centri di costo, perché non sarebbe una cosa molto intelligente e nemmeno furba.
La terza non è una richiesta vincolante, ma un monito e non è trattabile perché non farò diversamente: sarà l'ultima volta che voterò un provvedimento di questa natura. Mi auguro che la Campania, gli amministratori campani, il Commissario, lo Stato e il Governo, Prodi e Napolitano riescano a risolvere il problema, perché è inutile che continuiamo a rinviare di sei mesi in sei mesi, di anno in anno questa problematica.
Sono sicuro che voi vi darete da fare affinché questa problematica venga risolta e mi rendo conto che non è in vostro potere più di tanto. Mi sembrerebbe assai stupido e anche offensivo nei confronti dei cittadini piemontesi continuare ad andare a risolvere i problemi degli altri, quando gli altri non pensano a risolverli a casa propria.
Quindi, mi rendo conto che può essere, forse, poco importante e interessante per questa maggioranza e per questa Giunta, ma non sono disposto a votare ancora né nell'arco del 2008 né, tanto meno, nel 2009 un provvedimento analogo ed affrontare una situazione anomala come questa perché sarebbe indecoroso, vergognoso e offensivo nei confronti di tutti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Comunico che, chiaramente, a seguito della convocazione del Consiglio per giovedì nella seduta antimeridiana, le Commissioni V e VI, che normalmente si riuniscono nella mattinata di giovedì, purtroppo, sono da ritenersi convocate.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

La nostra risposta all'appello del Governo in aiuto della Campania non può prescindere dal buon senso e dal rispetto che questa amministrazione deve ai cittadini che rappresenta. Per quanto mi riguarda, nell'affrontare la questione, il buon senso suggerisce di ragionare anche in termini di sostenibilità oltre che di solidarietà. Non è condannabile chi voglia verificare se esistano le condizioni per accogliere i rifiuti provenienti dal sud.
Condannabile è chi si arrocca sulle proprie posizioni, qualunque esse siano, e si rende indisponibile all'ascolto. Non si tratta di decidere se prendersi in casa o meno il parente scomodo allestendo un letto di fortuna in salotto, ma di capire, oggi, se in Piemonte il salotto dove allestire quel lettino c'è oppure no. Magari valeva la pena di capirlo prima che si innestasse il tiro alla fune tra enti, amministrazioni locali, governo e territorio, con il relativo scambio di accuse a cui stiamo assistendo in questi giorni e che certo non aiuta a trasmettere serenità e a fare chiarezza presso l'opinione pubblica.
Se la politica per prima si fa cogliere dall'isteria, se rinunciamo a fare gioco di squadra coltivando un clima di invettiva nelle istituzioni e ci preoccupiamo dell'immagine dell'Italia nel mondo, mentre va in pezzi l'immagine dell'Italia nell'Italia, non vedo come potremmo essere credibili nel chiedere, un domani, ragionevolezza ai cittadini.
Oggi, l'ATO rifiuti di Torino comunicherà se, a suo giudizio, esistano le condizioni per aiutare la Campania ad affrontare l'emergenza, come già fatto in passato. Spero ancora che una soluzione si trovi e che si possa mantenere la promessa fatta al Governo. Alla Giunta chiedo di fare quanto è nelle sue possibilità per sostenere il lavoro di verifica dell'ATO e continuare il dialogo con le Province.
Chiedo anche che la Giunta rivolga un'istanza al Governo affinché la partecipazione delle Regioni al piano di emergenza rifiuti passi attraverso un ragionamento complessivo di sostenibilità, per non trovarci più nelle condizioni di scegliere il male minore tra un odioso rifiuto e un difficile assenso.
Chiedo, inoltre, alla Regione di assumere una posizione di esplicita condanna nei confronti di quelle amministrazioni pubbliche coinvolte nella crisi, perché non passi il messaggio che l'inadeguatezza politica vada accettata con la stessa fatalistica rassegnazione con cui si assiste a certe calamità naturali. Almeno questo ai nostri cittadini lo dobbiamo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Laus, anche per la sintesi.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Credo di essere l'ultimo di questa lunga discussione.



PRESIDENTE

il penultimo.



MORICONI Enrico

Comunque, siamo ormai alla fine di questa lunga discussione su questa vicenda. Dirò subito che, poco prima che uscisse l'ipotesi di accogliere in Piemonte parte dei rifiuti del Napoletano, a chi mi ha chiesto a livello individuale che cosa avrei fatto, ho subito risposto che per quanto mi riguardava ero più che disponibile a verificare l'ipotesi di accogliere parte dei rifiuti di Napoli per gestirli nella Regione Piemonte.
Condivido pienamente gli interventi che hanno svolto i Consiglieri che mi hanno preceduto, in particolare quello del Consigliere Deambrogio e della Consigliera Barassi. Quindi, non ripeterò le loro argomentazioni, ma vorrei fare alcune sottolineature - a questo punto, anche solo per il verbale - relative ai problemi che si sono sollevati in relazione a questa discussione.
Innanzitutto, credo che ci sia anche un problema semantico o linguistico. Ho sentito parlare molto in termini di rifiuti, immondizia anche declinata in dialetto sia meridionale che piemontese. Credo che per ristabilire un po' di verità sulla discussione che stiamo facendo oggi visto che questa è un'Assemblea legislativa, si potrebbe incominciare ad usare il termine con il quale gli ambientalisti definiscono questi prodotti. Noi proponiamo l'utilizzo del termine materiale post-consumo.
Se ben ricordo le statistiche, circa il 60% di quelli che qui sono stati chiamati rifiuti sono prodotti che vengono acquistati e che hanno una vita nelle nostre mani di circa 2 mesi. Quindi, sono prodotti che compriamo, utilizziamo e immediatamente consideriamo dei rifiuti o dell'immondizia per utilizzare un termine molto brutto.
Dico anche, per restare sul problema linguistico, che non ho mai approvato il termine ecoballe, che è già stato utilizzato, nel senso che il termine di ecologia non è affatto inerente ai rifiuti, perch sostanzialmente sono rifiuti imballati. La mania, che sovente si ha, di utilizzare terminologie più spicce e che colpiscono di più, sovente fuorviante. Su questo vorrei che tutti riflettessimo.
L'altro discorso che volevo introdurre, condividendo molto di quanto è stato sin qui detto, riguarda il rapporto tra l'incenerimento e gli altri utilizzi del materiale di post-consumo.
In questi giorni abbiamo spesso sentito parlare dei problemi derivanti della diossina, relativi all'area del napoletano. Non so quanti sappiano che la diossina è un prodotto di sintesi, che nasce laddove si generano dei processi di combustione. Invece, anche in Commissione, ho sentito esponenti dell'opposizione fare riferimento alle diossine come se i semplici rifiuti depositati in discarica ne dessero origine. Così non è: come ho detto, la diossina si genera laddove ci sono dei processi di combustione, dai motori dell'automobile alla combustione della legna. È sbagliato, quindi preoccuparsi della diossina nel caso dei rifiuti: semmai, si genera diossina per l'abitudine che si ha di dare fuoco ai rifiuti. Solo in questo caso si genera diossina.
A questo proposito, vorrei ricordare a tutti coloro che sono favorevoli all'inceneritore, che questi impianti non hanno mai risolto il problema delle diossine e delle micropolveri. Chi ha qualche memoria, ricorderà che quando abbiamo parlato dell'incidente della ThyssenKrupp io avevo già sollevato il problema delle micropolveri, proprio perché siamo molto bravi a vedere i problemi dopo che si sono sviluppati, ma accettiamo con difficoltà il confronto mentre li stiamo vivendo. Da ambientalista condivido quanto ha detto il collega Deambrogio, perché viviamo questa vicenda come un pericolo. L'Assessore sa che ci sono state già molte prese di posizione da parte dei movimenti e delle Associazioni ambientaliste: noi contestiamo il fatto che la soluzione dei problemi della gestione dei materiali di post-consumo punti esclusivamente sull'utilizzo dell'incenerimento. Innanzitutto per un problema di inquinamento ambientale, ma anche per un problema pratico che vorrei rapidamente ricordare a tutti. Secondo i dati riportati dai giornali che pure difendono la loro costruzione, del materiale che noi introduciamo in un inceneritore mediamente ne torna indietro, sottoforma di cenere, dal 20% al 30% (il 20 lo sostiene la stessa La Stampa, noi sosteniamo che la percentuale si aggiri attorno al 30%, perché bisogna considerare i filtri e i materiali di consumo).
Non è vero, quindi, che l'inceneritore risolve il problema dei rifiuti semmai trasforma il materiale in fumi pericolosi e in ceneri altrettanto pericolose, perché richiedono una discarica di materiali tossici-nocivi. Se in Campania non si riesce a costruire una discarica di materiali normali viene da chiedersi come riusciremmo mai a fare una discarica di materiali tossico-nociva. Questo è un ulteriore problema che lascio volentieri a coloro che propongono con facilità la realizzazione dell'inceneritore di Acerra Se facessimo una buona (e non buonissima) raccolta differenziata, così come propone, ad esempio, Viale, che è una persona che si sta impegnando da anni sul tema di rifiuti, potremmo raggiungere una percentuale del 65%-70 di raccolta differenziata. Dunque, rimarrebbe da depositare in discarica esattamente quel 30% che ci danno indietro gli inceneritori. Sapendo che nell'inceneritore il gioco del rendimento economico è tutto legato ai Chip 6, come ha ricordato il collega Deambrogio, credo che il modo migliore per far sparire i rifiuti, tra virgolette, sia la raccolta differenziata.
Un'ultima considerazione: a chi parla di guadagno energetico nell'utilizzo degli inceneritori, vorrei ricordare che i dati che abbiamo noi - magari leggeremo i libri sbagliati, avremo amicizie sbagliate eccetera eccetera - evidenziano che il recupero energetico che si ottiene dall'utilizzo dei materiali tramite il riciclo e il successivo riutilizzo è più conveniente rispetto al loro incenerimento.
In definitiva, mi associo a quanti sono intervenuti prima di me: siamo d'accordo con l'Assessore in quest'opera di aiuto alla Regione Campania. E a coloro che prima ci chiedevano di chiarire la nostra posizione precisiamo che continueremo nella nostra opera di persuasione sull'inutilità di costruire gli inceneritori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Al termine di una giornata complicata e fitta come dibattito risparmierò all'aula qualche minuto del tempo che ho a disposizione, posto che, essendo il mio un intervento di chiusura, molte cose sono già state dette. Potrei riassumerle dicendo che mi ritrovo negli interventi dei colleghi Barassi, Deambrogio, Moriconi e Valloggia, ma sarebbe troppo comodo e persino troppo facile, per cui eviterò di farlo.
Dirò, semmai, che mi aggancio a questi ultimi interventi per ribadire pochissimi aspetti, forse più dal punto di vista sociale, per lanciare l'allarme su un'immagine che in questi giorni ha caratterizzato il nostro Paese nei telegiornali non solo nazionali ma anche esteri, come una poltiglia. Qualche tempo fa - lo avevamo già denunciato da questi banchi un ente di statistica nazionale aveva descritto l'Italia come un "Paese poltiglia" dal punto di vista sociale. Quindi, oltre all'immondizia per strada, che si configura come "poltiglia", si riscontra anche un "atteggiamento poltiglia" di questo Paese, perché la solidarietà, il livello di comunità e di collettività si è azzerato e ormai si tende a chiudersi nel proprio piccolo orticello, senza riuscire a guardare oltre al proprio naso.
Lo spettacolo è stato brutto. Parto certamente con l'esprimere la piena solidarietà al Presidente della Regione Sardegna, ma anche ai Sindaci, come quello di Imola, che hanno provato a dare ospitalità ai rifiuti della Campania e si sono trovati spesso assediati, circondati o disturbati nel loro operare da manifestazioni molto strumentali e poco popolari.
Spesso sono state manifestazioni sobillate probabilmente da qualcuno e talvolta, com'è avvenuto in Sardegna, al di là delle strumentalizzazioni danno il quadro di una nazione che non è più in grado di sopperire davvero a delle situazioni di emergenza.
"Emergenza" è senz'altro una brutta parola, perché di fronte all'emergenza ci si trova anche schiacciati nel ricatto di dover fare. E spesso, nel dover fare, i diritti e il territorio navigano nel nulla e tutto diventa più fragile.
I nostri diritti, le nostre possibilità di azione, le nostre speranze di una vita migliore s'infrangono davanti all'emergenza. Emergenza che qualcuno, comunque, ha creato e ha portato davanti ai nostri occhi. È anche vero, però, che di fronte a questi casi, al di là di quello che di brutto l'emergenza si porta sempre dietro - basti pensare all'emergenza acqua, la siccità, i rifiuti, la sicurezza e quant'altro - non possiamo chiudere gli occhi, né turarci le orecchie; semmai tapparci un po' il naso, se si passa di fronte a quei cumuli di immondizia, ma il resto dei nostri sensi deve essere ben vigile e attento ad un dramma che esiste.
Ho citato prima la collega Valloggia, perché ha fornito un dato che sfugge a molti nostri concittadini: molti dei rifiuti che il sud si trova a dover gestire, provengono dal nord. Molte situazioni di criticità che il sud deve affrontare derivano anche dall'incapacità di molte classi politiche che amministrano quei territori. Però condividono anche quelle responsabilità che il mondo del privato - che prima il collega Casoni vantava come un mondo che non permetteva sprechi né incapacità di gestioni amministrative e politiche - in realtà ha creato sotto gli occhi di tutti nella disattenzione generale, ad esempio, come diceva prima la Consigliera Valloggia, consentendo a molti rifiuti del nord di essere stoccati al sud.
Quindi lo scandalo a volte è nello scandalo. E se proprio dobbiamo chiedere la testa di qualcuno, forse dobbiamo guardare anche alle meccaniche e alle dinamiche che hanno caratterizzato questi giorni a Napoli.
Ho trovato molto scandaloso - peccato che non siamo nel Consiglio regionale della Campania, perché altrimenti sarebbe da rimarcare ancora di più - che mentre in periferia si annegava nei rifiuti, i quartieri bene di Napoli erano ripuliti. Ho trovato molto scandaloso che nei quartieri bene si camminasse in strade linde, mentre laddove risiede in "popolo", tanto per usare un vecchio termine mai démodé, le strade non erano così pulite.
Mi ha stupito che sia siano trovati degli ambiti di stoccaggio speciali segrete per quei quartieri, mentre, per altri, lo stoccaggio erano le strade, il cielo aperto, vicino alle abitazioni, vicino alle scuole, di fronte agli ospedali. Mi ha stupito vedere che a immondizia si gettava altra immondizia, quindi incuranti, ormai presi da un ritmo, da un sistema sociale, quello che ha descritto bene il Consigliere Moriconi, che caratterizza quasi tutti. Così, malgrado tutto, si continuava a produrre immondizia. Perché siamo in un modello che, malgrado le delocalizzazioni industriali, porta ad un consumismo esasperato, l'uso e getta più volte denunciato. L'uso e getta crea, sicuramente, cumuli di materiale non più utilizzabile per scelta che, sicuramente, può trovare una sua soluzione, un suo ciclo finale in impianti che portano a degna fine questo sistema lontano da tutti o, per lo meno, lontano dagli occhi di tutti, che sono gli impianti di incenerimento, che di termovalorizzazione hanno ben poco.
Il circuito è chiuso: si produce, non si sa bene chi compra, ma si produce, si getta via tutto, si brucia tutto, peccato che si dimenticano due cose fondamentali che hanno riportato un po' tutti: il pianeta non ha risorse infinite, quindi bruciare vuole dire eliminare dalla circolazione dei beni materiali. Secondo, nulla si crea e nulla si distrugge. Noi ci illudiamo di aver disintegrato delle cose, magari in una nuvola inesistente e vaporosa, spaziale, invece abbiamo creato altre sostanza che, da qualche parte, devono essere andate (non mi risulta sia stato ancora inventato il disintegratore molecolare). Quelle sostanze, quindi, rimangono sottoforma di diossina che è usata ancora peggio nei roghi delle immondizia a Napoli rimangono nei filtri che da qualche parte vanno e in fanghi che da qualche parte vanno.
Il mondo dei rifiuti ha due grosse attenzioni: una criminale che purtroppo, si manifesta ben oltre - abbiamo già le Ecomafie - che gestisce in molte località clandestine, ma riconosciute da tutti, i rifiuti tossici ma anche in business un po' particolari in cui si dà troppa affidabilità a tecnici con la valigetta che presentano dei prodotti e diventano i prodotti affari che sono alla portata di ogni amministratore. Le soluzioni semplici a volte, nascondono ben altro, occorrerebbe, finalmente, guardare al programma rifiuti con un'ottica che vada oltre all'affare, che vada oltre a soluzioni immediate, ma poco lungimiranti e che, finalmente, inizino a trattare l'argomento a tutto spiano. Magari si parli anche di affari, ma nel riciclo, di affari nella raccolta differenziata, adesso non c'è ancora un mercato, ma se si spinge quel tema, se si spinge quel settore, il mercato si farà, almeno accontentiamo anche quei settori che guardano al mercato come unico regolatore delle dinamiche sociali. Lo si fa come? Come si è tentato di fare a Torino, anche se i primi tempi AMIAT stringeva e non era molto soddisfatta perché era in perdita, però la raccolta differenziata a Torino si è avviata, grazie anche a qualche politico che ci ha scommesso.
Un po' meno gli ecocentri. Gli ecocentri sono un'altra di quelle soluzioni possibili rimaste lettera morta, una per ogni quartiere di Torino, ma non se n'è fatto nulla perché, spesso e volentieri, non sono stati considerati un bel affare; a volte alcuni cittadini, forse un po' male informati, li hanno visti come immondezzai, ma tali non erano. Occorre avere il coraggio di guardare oltre, occorre avere il coraggio di fare un quadro generale, un bilancio generale dell'essere quotidiano, di ciò che produciamo, di ciò che dobbiamo smaltire, di ciò che è utile alla nostra vita, alla nostra salute alla nostra economia, anche alla nostra collettività, ed uscire, forse prima o poi, da questo Paese davvero spappolato che non riconosce più alcuna comunità come luogo di aggregazione e solidarietà.
Per questo è apprezzabile il tentativo che la Regione Piemonte fa di dare una risposta di stampo solidale, sapendo che i problemi rimangono, che ci sono delle re sponsabilità politiche serie in Campania che vanno affrontate sotto tutti i punti di vista e vanno anche risolte, una volta per tutte.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione per oggi.
Rammento a tutti che il Consiglio è convocato giovedì 17 gennaio alle ore 10,00 per continuare la discussione e la votazione degli ordini del giorno collegati.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.29)



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