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Dettaglio seduta n.284 del 15/01/08 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COTTO



(Alle ore 10.01 la Vicepresidente Cotto comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Boeti, Dalmasso, Ferraris Gariglio, Moriconi, Pizzale e Robotti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

c) Impugnazione del Governo verso legge regionale 6 novembre 2007, n. 21 "Norme in materia di uso di sostanze psicotrope su bambini e adolescenti"


PRESIDENTE

Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha proposto ricorso notificato il 7 gennaio 2008, nei confronti della Regione Piemonte, in persona del Presidente della Giunta pro tempore, per la dichiarazione dell'illegittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge regionale 6 novembre 2007, n. 21 "Norme in materia di uso di sostanze psicotrope su bambini e adolescenti", violazione agli articoli 2, 32, e 117, secondo comma, lettera m) e terzo comma, della Costituzione. Copia del ricorso è disponibile presso la Segreteria del Consiglio regionale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero sull'ordine dei lavori.



FERRERO Caterina

Grazie. Intervengo semplicemente per invitare la Presidente del Consiglio a chiedere alla Giunta se fosse possibile, nella giornata di oggi, magari prima di iniziare le discussioni previste all'o.d.g., fare una comunicazione urgente rispetto ai fatti accaduti al Sant'Anna, in particolare il caso di meningite che abbiamo letto sui giornali.



PRESIDENTE

Provvederemo senz'altro.


Argomento: Distributori carburante

Interpellanza n. 1713 del Consigliere Cavallera, inerente a "Disciplina del settore distribuzione carburanti" Interrogazione n. 1722 del Consigliere Ricca, inerente a "Disciplina del mercato dei carburanti"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Svolgimento interrogazioni e interpellanze" esaminiamo congiuntamente l'interpellanza n. 1713 e l'interrogazione n. 1722, entrambe inerenti alla disciplina del mercato dei carburanti.
La parola all'Assessore Caracciolo per la risposta.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore al commercio e fiere

Grazie, Presidente. Questa è una risposta a due interpellanze che sono quasi uguali e che riguardano la disciplina del settore distribuzione carburanti.
La Commissione Europea ha rilevato con proprio parere motivato, dopo una prima fase d'approfondimento congiunto e di contraddittorio con le Autorità Italiane, il contrasto con il principio di libertà di stabilimento e d'esercizio d'impresa, sancito dall'articolo 43 del Trattato, della normativa statale e regionale.
I rilievi si riferiscono, sostanzialmente, alla fissazione delle distanze tra impianti, alla determinazione di superfici minime, all'obbligo di dotarsi d'attività commerciali integrative alla vendita di carburanti alla limitazione degli orari d'apertura ed al modo d'autocertificazione per la presentazione delle domande.
Il termine fissato per l'adeguamento delle normative statali e regionali è il 29 ottobre 2007.
Si deve tenere conto del fatto che il Governo ha già, in quanto competente in materia di concorrenza, parzialmente adeguato la propria normativa ai rilievi della Commissione Europea, eliminando il vincolo delle distanze con il DDL n. 2272 AC, attualmente all'esame del Senato. Le Regioni, dal conto loro, dovranno adeguare la propria normativa e programmazione territoriale con riferimento ed in adeguamento ai rilievi della Commissione Europea.
Per l'adozione di tali provvedimenti, la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, con determinazione del 18 settembre 2007, ha approvato la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico, del quale fa parte anche il rappresentante della Regione Piemonte nell'ambito della Commissione al fine di elaborare un documento recante indirizzi comuni delle Regioni con risposta al parere motivato della Commissione dell'Unione Europea.
In data 11 ottobre 2007 la Conferenza ha approvato il Documento d'Indirizzi comuni delle Regioni in risposta al parere motivato della Commissione dell'Unione Europea sulla gestione degli impianti di distribuzione di carburanti con cui le Regioni ribadiscono che la legislazione regionale è stata informata da sempre ai principi della tutela della concorrenza; e sottolineano altresì che ulteriori passi avanti in tal senso saranno intrapresi dalle Regioni sulla base dei principi della normativa nazionale che è in corso di definizione in sede parlamentare.
Per quanto riguarda invece gli aspetti di propria esclusiva competenza sollevati dalla Commissione Europea, le Regioni hanno concordato sui seguenti indirizzi comuni da rappresentare in sede comunitaria e che saranno di riferimento per le singole discipline regionali: 1) Restrizioni relative agli orari d'apertura (punto 2.3.4. parere motivato) In merito al rilievo formulato, le Regioni adottano gli orari dei distributori di carburanti evitando restrizioni che possano influire su elementi concorrenziali. Quale standard di servizio, le Regioni si accordano per la determinazione di un orario omogeneo minimo da garantire su tutto il territorio regionale nazionale, lasciando l'ulteriore modulazione alle programmazioni regionali.
2) Obbligo di superficie minima (punto 2.3.2. parere motivato) Fermo restando il rispetto delle norme relative alla sicurezza stradale antincendio e alla tutela dell'ambiente e del territorio, non saranno stabilite superfici minime commerciali, ma saranno valutate delle superfici correlate alle necessità di sosta e di rifornimento dell'impianto e della clientela, nonché alle attività accessorie dell'impianto di distribuzione carburanti nell'ambito dell'area di pertinenza dello stesso, tenuto conto del miglioramento della qualità del servizio.
3) Obbligo di attività commerciali integrative (punto 2.3.2. parere motivato) In relazione a quanto sottolineato dalla Commissione, le Regioni non provvederanno a predeterminare tipologie di impianti con la presenza obbligatoria di attività integrative e si punterà comunque all'elevazione degli standard qualitativi della rete.
4) Autonomia energetica degli impianti Le Regioni s'impegnano a promuovere la diffusione di impianti di distribuzione dei carburanti che siano autosufficienti dal punto di vista energetico e che utilizzino fonti energetiche alternative rinnovabili (fotovoltaico, conversione, eccetera).
5) Autocertificazione. Si sottolinea che la normativa regionale sarà orientata a che i cittadini di altri Stati membri non residenti in Italia possano provare la propria competente secondo le modalità vigenti nello Stato di residenza.
6) Apertura di nuovi impianti subordinata alla chiusura preliminare di un certo numero di impianti. La norma censurata è presente solo in un numero minoritario di legislazioni regionali, attualmente in corso di revisione.
Si segnala pertanto che, allo scadere della programmazione in essere o all'atto dell'approvazione delle nuove regole in materia di regolamentazione della rete distributiva dei carburanti, tali previsioni verranno a cessare.
Ritenendo però che ci siano margini di discussione su alcuni dei rilievi fatti da Bruxelles, è stato chiesto con nota del Presidente della CINSEDO, Errani, del 31 luglio ultimo scorso, indirizzata al Ministro Onorevole Bersani, un incontro tra i rappresentanti del gruppo regionale ristretto (nel quale c'è il rappresentante della Regione Piemonte) e quelli del Ministero con i rappresentanti della Commissione europea.
In quell'occasione le Regioni vorranno fare rilevare l'importanza della programmazione territoriale in relazione agli aspetti urbanistici ambientali, paesaggistici e della sicurezza e prevenzione.
Ritengo infine utile rammentare che la competenza della Conferenza Stato-Regioni è relativa a materie di competenza dell'esecutivo e non a quelle del Consiglio regionale, quale quella in questione, in quanto è esclusiva della Regione dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore Caracciolo per la puntuale esaustiva, ampia e dettagliata risposta a quest'interrogazione; so che lui l'aveva pronta da tempo, ma a causa della calendarizzazione d'altri punti non è stato possibile porla in discussione.
Avevo presentato quest'interrogazione perché ero stato colpito da una serie d'articoli comparsi su La Stampa nazionale che, in relazione alle polemiche sui costi elevati del carburante in Italia, addossavano alle Regioni responsabilità circa la mancata diffusione dei distributori presso la gran distribuzione commerciale.
La risposta testé data conferma che non è una competenza diretta delle Regioni, è una competenza dello Stato; le Regioni hanno adeguato e definito questo documento d'indirizzo a livello nazionale, di cui prendo atto.
Quindi, mi ritengo soddisfatto della risposta fornita dall'Assessore. Credo che abbia fugato dei dubbi anche rispetto alle responsabilità che si volevano addossare alle Regioni circa la mancata pratica di azioni legislative che consentissero una piena concorrenza tra gli impianti di distribuzione dei carburanti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Signor Presidente, visto che un'interrogazione su questo tema è stata presentata anche dal collega Cavallera, che in questo momento non è presente, intervengo solo per chiedere la cortesia all'Assessore di avere per iscritto la risposta in modo da poterla consegnare al collega.



PRESIDENTE

Senz'altro, grazie.
Proseguiamo con le interrogazioni.
Consigliera Ferrero, le anticipo che l'Assessore fornirà l'informazione da lei richiesta all'inizio della seduta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1448 del Consigliere Toselli, inerente a "Creazione struttura autonoma di pneumologia presso l'ASO Santa Croce di Cuneo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1448, presentata dal Consigliere Toselli.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interrogazione presentata dal Consigliere Toselli interroga in ordine alla capacità dell'Azienda Ospedaliera Santa Croce di Cuneo rispetto all'attività del day hospital pneumologico, in cui sono trattati circa 400 pazienti l'anno.
La preoccupazione espressa dal Consigliere è che la capacità di iniziativa del day hospital possa non avere continuità, in aggiunta al fatto che l'Associazione ALCASE, che si occupa delle persone malate dell'informazione e della sensibilizzazione sulla malattia, non trovi più ospitalità nei locali dell'Azienda sanitaria.
In ordine alle preoccupazioni espresse, che non rilevano dal punto di vista delle comunicazioni ufficiali che intercorrono tra l'Azienda sanitarie e l'Amministrazione regionale, si è quindi provveduto a interpellare direttamente la Direzione generale, la quale ci fornisce la seguente risposta: "Attualmente, l'Azienda Sanitaria Ospedaliera è in grado di offrire ai pazienti affetti da tumore del polmone strutture adeguate alla loro cura, sia dal punto di vista organizzativo, sia dal punto di vista tecnico-professionale".
Quest'affermazione non è semplicemente descrittiva delle capacità della struttura ospedaliera e a cura di chi quella struttura ospedaliera dirige e fa vivere professionalmente, ma è stato attestato anche da una Commissione indipendente di esperti, che è stata interpellata dall'Azienda Ospedaliera in proposito.
Quindi, l'Azienda, da un lato, è accreditata da quest'ulteriore verifica di carattere scientifico, ma questo non esonera l'Azienda dal dovere mantenere l'impegno per assicurare le risorse necessarie allo sviluppo dell'attività di diagnosi e cura del tumore del polmone, come prevede di fare in continuità nei prossimi tre anni, anche attraverso il proprio programma di sviluppo aziendale.
Quindi, sulla continuità e sulla qualità, dai dati qui riferiti, mi sentirei di rassicurare il Consigliere.
Invece, per quanto riguarda l'Associazione alla quale è stata data ospitalità fintanto che le esigenze operative dell'ospedale lo hanno consentito, attualmente non sussistono le condizioni logistiche per riservare in modo esclusivo la destinazione di spazi ospedalieri. Peraltro questa comunicazione e questo accordo erano intercorsi direttamente tra la struttura sanitaria e l'Associazione, la quale, evidentemente, ne era informata e consapevole, in ragione del fatto che non è così ordinario che le strutture ospedaliere riservino spazi fissi per l'attività dell'associazione, ma piuttosto le riservano nel senso di piccoli punti di appoggio quando l'attività viene svolta all'interno delle corsie ospedaliere, ma non in quanto sede permanente di associazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, Assessore per avermi rassicurato in merito all'opportunità da parte dell'ASO di offrire l'adeguata struttura tecnico-organizzativa affinché il day hospital oncologico possa essere posto all'attenzione delle professionalità di cui il Santa Croce oggi dispone.
Assessore, mi rivolgerò direttamente al Direttore generale, perch credo possa aver preparato una strategia e degli obiettivi anche rispetto a singole questioni, quale ad esempio questa, chiedendogli se intenderà o meno fare in modo che il day hospital oncologico diventi una struttura autonoma.
Credo che vi sia sempre più la necessità di guardare con attenzione ai pazienti terminali, che possono godere ancora di pochi mesi di vita e che hanno comunque tutto il diritto che abbiamo noi di vivere la quotidianità.
Porrò questa domanda al Direttore generale e provvederò a farle avere la risposta, affinché Ella, come Assessore della Regione, possa fare le sue valutazioni nel merito. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "A. Cruto" di Piossasco


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola media "A. Cruto" di Piossasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
State assistendo a quello che noi chiamiamo "sindacato ispettivo": i Consiglieri rivolgono interrogazioni ed interpellanze su materie di interesse e gli Assessori rispondono.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 1950 della Consigliera Ferrero, inerente a "Service di oculistica dell'Ospedale Valdese"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1950 della Consigliera Ferrero, cui risponde l'Assessore Artesio, che ha pertanto facoltà di intervenire.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Ricostruisco, con un percorso abbastanza lungo e di tipo amministrativo, la questione relativa ai service complessivamente e in modo particolare ai service di oculistica, cominciando dalla L.R. n. 11/2004.
Tale legge, inquadrando complessivamente il tema dei presidi ospedalieri della rete degli Istituti Ospedalieri Valdesi, disponeva in capo alle Aziende sanitarie competenti per territorio, quindi in capo alla ASL 1, il subentro a partire dal 1° luglio 2004 in tutti i contratti in essere presso il presidio ospedaliero Valdese, ivi compresi i contratti di lavoro autonomo e di prestazione d'opera, nonché la prosecuzione delle forme di gestione sperimentale delle attività in corso all'entrata in vigore della legge stessa e la successiva prosecuzione delle forme sperimentali, di cui all'articolo 9 del decreto 502, vale a dire le sperimentazioni gestionali.
La sperimentazione gestionale stabilisce che le Regioni autorizzino programmi di sperimentazione aventi ad oggetto nuovi modelli di gestione che prevedano forme di collaborazione tra la sanità e soggetti privati anche attraverso la costituzione di società miste a capitale pubblico e privato, indicando i criteri cui le Regioni devono attenersi per dare l'autorizzazione.
In questo contesto, l'ASL 1, al termine del 2004 (il 23 novembre 2004) deliberava di presentare alla Regione Piemonte richiesta di autorizzazione per una sperimentazione gestionale, contemplando in questa il ricorso ai cosiddetti service, tramite il rinnovo dei contratti preesistenti, che sarebbero stati in scadenza all'inizio dell'anno successivo, cioè il 31 gennaio 2005. I contratti riguardavano ginecologia, chirurgia orale senologia e oculistica.
L'Assessorato regionale. con nota successiva, a febbraio 2005 dichiarava che i service non rientrano nella fattispecie della sperimentazione gestionale richiamata e nella stessa nota venivano stabilite due fasi cui attenersi: un periodo transitorio in cui l'ASL avrebbe dovuto subentrare in tutti i contratti e proseguire nelle forme di gestione delle attività in atto ed una seconda fase di organizzazione a regime, con riferimento alle specialità previste dal Piano Socio Sanitario Regionale e dalla rete ospedaliera, in cui l'ASL 1 avrebbe potuto gestire all'interno della rete ospedaliera provinciale - quelle attività, anche in modo non tradizionale, attraverso una specifica autorizzazione.
In conclusione, all'inizio del 2005, l'Assessorato regionale alla sanità dichiarava di autorizzare la prosecuzione delle forme in essere senza definire il limite temporale di questa prosecuzione chiamata "periodo transitorio", in quanto il periodo transitorio avrebbe dovuto trovare coincidenza con l'avvio del nuovo Piano Socio Sanitario.
Pertanto non appariva la necessità di adottare specifici provvedimenti di autorizzazione da parte della Regione, se non all'interno del nuovo disegno della rete ospedaliera metropolitana.
Con successiva delibera del luglio 2005, veniva istituito un Gruppo di lavoro finalizzato ad indirizzare l'attività dell'Ospedale Evangelico Valdese e con l'obiettivo di verificare l'eventuale autorizzabilità, ai sensi della sperimentazione gestionale.
Tale Gruppo di lavoro concludeva il suo mandato con un rapporto proponendo la costituzione di una Fondazione che coinvolgesse non solo la Tavola Valdese, ma altri soggetti privati, con particolare riferimento alle grandi fondazioni bancarie.
Nella delibera del 28 maggio 2007 si approvava il protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte e la Tavola Valdese. Avevamo quindi due modalità parallele: nel maggio 2007 l'approvazione del protocollo di collaborazione e nel luglio precedente avevano lavorato i Gruppi di lavoro.
L'Amministrazione regionale valutava non opportuna la soluzione del Gruppo di lavoro, cioè quella della Fondazione, in quanto l'Ospedale Valdese nel suo sviluppo veniva ritenuto meglio garantito dalla gestione diretta di un'azienda territoriale.
Pertanto, l'ASL 1, riconfermata nella sua competenza territoriale attivava un processo di integrazione del service nel quadro normativo pubblicistico che regge le Aziende sanitarie, in particolare, indicendo un avviso pubblico per l'affidamento delle attività che erano in scadenza.
L'avviso pubblico è stato approvato con delibera dell'ASL del 28 settembre 2007 per affidare con procedura negoziata, attraverso la fornitura in service, dal 01/01/2009 al 31/12/2012, le prestazioni sanitarie di oculistica da effettuarsi presso l'Ospedale Valdese.
Oggetto dell'appalto è lo svolgimento di specifiche attività sanitarie descritte nel capitolato, ricomprese nella disciplina di oculistica secondo quantità da concordarsi annualmente. È inoltre previsto che il service utilizzi proprie attrezzature e strumentazioni specifiche garantendone la completa funzionalità senza oneri aggiuntivi a carico dell'ASL.
L'ASL, nel bandire la gara in oggetto, che permette la prosecuzione dell'attività, ha dovuto anche considerare la necessità che l'eventuale assorbimento di tale produzione presso l'ospedale Oftalmico avrebbe richiesto l'acquisizione di nuovo personale, sia medico, sia chirurgico sia di anestesia, sia di tipo infermieristico, con nuovi oneri a carico dell'ospedale Oftalmico.
Va infine rilevato che il personale operativo dovrebbe essere ulteriormente incrementato da altre unità di personale per l'esecuzione delle circa 50.000 prestazioni diagnostiche ambulatoriali svolte attualmente dal service presso gli ambulatori valdesi per utenti non sottoposti a successivo ricovero. Gli utenti che accedono alle cure ambulatoriali e non sono successivamente ricoverati sono circa un quarto dell'attività del service.
Infine, l'articolo 3 del capitolato speciale recita: "Qualora la Regione Piemonte, nell'ambito delle sue competenze, modifichi o revochi il quadro autorizzativo o l'accreditamento provvisorio o definitivo al presidio valdese, venendo ad incidere sull'attività di una o più discipline, il contratto dovrà intendersi automaticamente risolto senza indennizzo o risarcimento alcuno a favore dell'appaltatore".
Riassumendo, la questione dei service - prassi già adottata nella gestione Valdese prima del trasferimento della rete degli ospedali Valdesi alla sanità pubblica - è stata proseguita in regime autorizzativo (ancorch non di sperimentazione gestionale) fino alla definizione del giudizio sull'esito del gruppo di lavoro istituito.
Poiché il giudizio sull'esito del gruppo di lavoro riteneva di non procedere ad una sperimentazione gestionale denominata "fondazione", ma di procedere con la gestione diretta da parte dell'ASL 1, l'ASL 1 si attivava per normalizzare le procedure del service attraverso l'indizione di una gara di evidenza pubblica, che riteneva opportuno proseguire l'attività oculistica presso il Valdese anziché trasferirla all'Oftalmico, per le ragioni di implementazione necessaria all'Oftalmico di personale prima dette. Le relazioni economico-professionali rispetto ai titolari dei service riguardano sia la dotazione di risorse umane, sia la dotazione di patrimonio tecnologico. Una diversa organizzazione del sistema derivante dall'applicazione del Piano Sanitario non comporta, per l'eventuale rescissione di contratto, oneri all'Amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Artesio.
Ha chiesto la parola la Consigliere Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Ovviamente, la risposta dell'Assessore Artesio, che ringrazio, è molto articolata e complessa, per cui chiederei cortesemente di poterne avere copia per un ulteriore approfondimento.
La puntualizzazione sul percorso attraverso il quale la Regione e l'Azienda Sanitaria 1 hanno ritenuto di addivenire all'utilizzo comunque del Service non più attraverso la sperimentazione ma attraverso la scelta della gara (quindi mediante la gestione sostanzialmente diretta attraverso il Service), è un chiarimento in più che oggi l'Assessore fornisce rispetto ad una serie di elementi che, ovviamente, non erano a mia conoscenza e che quindi soddisfano la giustificazione attraverso la quale, sostanzialmente avevamo sollevato la questione. Non c'è ancora il parere sulla sperimentazione e voi, di fatto, la attivate in un modo che non ci sembra molto chiaro.
Rimane, invece, una sorta di insoddisfazione rispetto alla seconda parte del suo intervento, probabilmente legato ad una serie di informazioni giustamente recuperate dalla ASL 1, connesse alla lettura del bando, che non ci soddisfano dal punto di vista dei conti reali.
L'ospedale Oftalmico, in ogni caso, dispone di tutta una serie di strutture, di personale e quant'altro già disponibili, che tra l'altro venivano già utilizzati per svolgere un'attività che, sostanzialmente veniva prorogata (non era una nuova attività). Pertanto, già in questa fase, era evidente l'utilizzazione di strutture interne più che di disponibilità che questo soggetto privato metteva a disposizione.
Premesso che, per quanto ci riguarda, l'utilizzo dello strumento della sperimentazione o dei Service esterni è una modalità assolutamente legittima e logica nel caso in cui ritrovi, nell'ambito del contesto della struttura sanitaria, un'economicità legata alla scelta (quindi un'analisi dei costi-benefici positiva per il sistema pubblico), riteniamo che gli elementi che l'Assessore ha messo a nostra disposizione rispetto alle valutazioni che sono contenute nell'ambito del bando - che prevede una parte consistente di risorse che verrebbero incamerate da questo servizio al soggetto al quale verrà assegnata questa funzione, in modo sproporzionato, dal nostro punto di vista, rispetto a quanto effettivamente la Parte Pubblica mette a disposizione per permettere di svolgere questa funzione - ci inducono a ritenerci insoddisfatti rispetto alla seconda parte della sua risposta, che, dal nostro punto di vista, necessiterebbe se fosse possibile, di ulteriori elementi di valutazione tecnico-economica magari attraverso una successiva attività di sindacato ispettivo. Grazie.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze

Argomento: Cooperazione

Interrogazione n. 1118 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Cooperazione internazionale, applicazione articoli 9 e 10 della l.r. n. 67 del 17 maggio 1995" (Risposta scritta)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1785 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Norme per il primo soccorso" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta, da parte degli Assessori competenti, alle interrogazioni n. 1118 e 1785 dei Consiglieri Chieppa e Robotti.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 937 dei Consiglieri Ferrero e Burzi, inerente a "Applicazione del D.L. 223/2006 in materia di trasporti pubblici"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 937, presentata dai Consiglieri Ferrero e Burzi.
Risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Per quanto riguarda l'interpellanza che ha per oggetto prevalentemente il tema dei meccanismi di affidamento e di gestione dei servizi pubblici in modo particolare, per quanto riguarda il sottoscritto, applicati al campo dei trasporti, farei una brevissima premessa, per ricordare alcuni elementi che, tra l'altro, credo siano a conoscenza di tutti i Consiglieri compresi gli interroganti.
Nel campo dei trasporti, la normativa è stata, nel corso di questi anni, soggetta ad evoluzioni talvolta contraddittorie e sempre piuttosto complessa, infarcita di continui meccanismi di proroga rispetto agli stessi dispositivi che, in qualche misura, in questo campo, furono determinati, a suo tempo, dal decreto n. 422. Decreto che introdusse, nell'ambito del sistema dei trasporti pubblici, i principi della concorrenza dell'affidamento dei servizi a mezzo gara, ecc.
Questa complessa produzione normativa, ancora nel corso dell'ultimo anno, in modo particolare negli ultimi mesi, abbinata alla discussione sulle poste finanziarie previste nell'ambito della legge finanziaria approvata di recente dal Parlamento, ha comportato l'apertura di una ridiscussione sui principi e sulle regole che, a fronte delle dotazioni finanziarie necessarie allo svolgimento dei servizi, dovrebbero presiedere l'intero sistema.
A questo proposito ricordo che noi, anche sulla scorta della legislazione regionale - che è ancora quella che fa riferimento alla legge n. 1 del 2000 presente in materia - abbiamo adottato e consolidato nell'ambito del piano regionale triennale prodotto e approvato dalla Giunta recepiti i pareri previsti e nell'ambito della conferenza Regione autonomie locali e nell'ambito della Commissione regionale competete - un meccanismo fortemente incardinato sul recepimento degli indirizzi della ratio contenuta nell'ambito, peraltro, di quello che è passato alla vulgata come decreto Burlando. Decreto che prevede l'affidamento dei servizi pubblici attraverso le modalità e le procedure della concorrenza sul mercato delle offerte.
Il sistema complessivo del trasporto pubblico locale è, per quanto riguarda la gomma e come credo sia noto a tutti i Consiglieri, fortemente incardinato sulle competenze delegate al sistema degli Enti locali: i Comuni o le cosiddette conurbazioni per l'urbano, le Province per l'extraurbano con una peculiarità dell'area metropolitana su cui agisce l'Agenzia, soggetto consortile costituito dai Comuni, dalla Provincia di Torino e dalla Regione Piemonte.
Ovviamente, stiamo cercando di arrivare alla definizione dei nuovi contratti di servizio attraverso l'applicazione delle procedure di gara sulla cui impostazione ci stiamo muovendo con il sostanziale assenso di tutte le Comunità locali.
Qui c'è soltanto da tener conto di alcune eccezioni che sono quelle realtà - cito, ad esempio, il Comune di Alessandria e non ricordo quali altri comuni - che alcuni anni or sono si avvalsero del cosiddetto lodo Buttiglione che reintrodusse la possibilità dell'affidamento in house.
chiaro che quelle situazioni su cui sussistono contratti che hanno vigore...per esempio mi pare che il Comune di Alessandria abbia un contratto con l'Azienda di servizio di trasporto che vale fino al 2009: è chiaro che lì bisognerà attendere la conclusione del contratto per procedere con le nuove modalità di affidamento.
Questa è la direttrice che noi intendiamo perseguire e sui credo peraltro, siamo anche pronti, non soltanto noi, ma il sistema degli Enti locali, a partire. Stiamo sottoscrivendo con gli Enti locali, e abbiamo sottoscritto con tutti, gli accordi di programma con cui si recepivano gli indirizzi del nostro programma triennale e si circostanziavano, da parte degli Enti locali, con programmi di servizio precisi: tre anni più tre anni. Adesso dovremmo semplicemente integrare la previsione finanziaria quella licenziata lo scorso anno, con le nuove disponibilità messe in campo dalla finanziaria che incrementa, questo è un dato positivo, le risorse destinate al trasporto pubblico su gomma. Una volta fatto questo adeguamento, nell'arco dei primi mesi di quest'anno gli Enti locali possono partire con le procedure di affidamento dei servizi a mezzo gara.
Più complicata è la questione per quanto riguarda il ferro. Per quanto riguarda il ferro, la normativa a livello nazionale ha introdotto un lasso di proroga più lungo rispetto all'affidamento dei servizi a mezzo gara. La partita sull'affidamento dei servizi ferroviari è anche un po' più complessa per quanto riguarda la gestione. Ovviamente, la natura dei servizi è differente per quanto riguarda, in modo particolare, l'area di Torino.
Come il Consiglio sa, sul trasporto ferroviario, accanto ad un quadro di servizi ancora prevalentemente gestito dalla società Trenitalia convivono anche due linee concesse gestite da GTT. Società rispetto alla quale ancora deve essere perfezionata la separazione tra la gestione della rete e la gestione del servizio, che è uno dei presupposti fondamentali per l'affidamento dei servizi a mezzo gara.
Questo quadro di complicazioni - analogo a quello che succede un po' in tutte le Regioni d'Italia - fa sì che sul ferroviario, probabilmente occorrerà qualche tempo in più per portare il sistema alla completa gestione attraverso meccanismi e principi che furono i principi ispiratori del decreto Burlando e che la normativa, in qualche modo, tende a riprendere.
Per quanto mi è dato sapere anche le recenti discussioni intorno al tema dell'affidamento dei servizi pubblici in genere, per quanto riguarda in modo particolare il campo dei trasporti, reintroducono alcune specifiche condizioni in cui, da parte delle istituzioni pubbliche, titolari della responsabilità e della competenza del servizio, vi è la possibilità di ricorrere ai cosiddetti affidamenti in house, ponendo a questa tipologia dei paletti molto precisi e circoscrivendo le casistiche a limitatissime questioni che stanno nella dimostrazione e nell'impossibilità di ricorrere alle procedure di affidamento a mezzo gara.
La valutazione che la Giunta fa è che il sistema deve essere portato a gestire complessivamente il sistema dei trasporti attraverso le procedure previste, che sono quelle della competizione sul mercato delle offerte fermo restando tutte le garanzie che vanno date perché si presidia un campo che riguarda il diritto universale dei cittadini alla mobilità. È ovvio che vanno messi paletti precisi. Così come le tutele che abbiamo previsto vanno pensate nei confronti dei lavoratori, delle imprese che oggi gestiscono il trasporto e che devono avere le sufficienti garanzie rispetto al fatto che, nel caso di subentro di altre imprese nella gestione degli stessi servizi, vengano garantiti i livelli occupazionali e tutti gli istituti contrattuali previsti della normativa e dai contratti generali di lavoro.
Questo è un po' il quadro su cui ci stiamo muovendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

L'argomento che ho cercato di affrontare, e di cui ringrazio per la risposta, contiene una serie di elementi generali che attengono a molti argomenti legati al rapporto privato-pubblico rispetto ad una serie di servizi pubblici che il sistema offre alla collettività e agli utenti.
Nell'interrogazione si parla di trasporto pubblico, si parlerà più tardi di rifiuti, ma si potrebbe parlare di acqua, di energia e di tutta una serie di servizi sui quali, nonostante una legislazione esistente, a livello nazionale, regionale e quant'altro evidenzi la possibilità per il sistema pubblico di far sì che alcuni servizi vengano forniti attraverso una selezione per bandi di soggetti privati che possono mettere a disposizione capitale e professionalità poi, nella realtà pratica nonostante le possibilità, il sistema, generalmente, a tutte i livelli, ha privilegiato l'in house. Non succede soltanto per i trasporti, più tardi vedremo che, per esempio, anche sui rifiuti, nonostante la legge prevedesse che la raccolta dei rifiuti potesse essere gestita attraverso varie forme quindi l'in house, la gara d'appalto e quant'altro. Sostanzialmente, posso dire che in provincia di Torino, ma immagino che i colleghi possano dimostrare su tutto il territorio piemontese, così come a Torino, i consorzi generalmente hanno utilizzato la formula in house.
L'argomento, dunque, è di tutta rilevanza ed è all'o.d.g. delle scelte forti che il pubblico deve fare, anche nell'ottica della crescita e della competitività di un esistente pubblico che ha bisogno di essere messo in concorrenza.
Noi, essendo Amministratori ed essendo presenti nelle Istituzioni, ci rendiamo conto che, anche nel momento in cui si fa la scelta di utilizzare un sistema di selezione dell'operatore attraverso il mercato, non possiamo fare tabula rasa dell'esistente. Proprio per questo, il pubblico deve valutare e maturare al suo interno una serie di scelte su come riorganizzare e rivalutare il privato-pubblico, che ha bisogno di una serie di sistemi che possono permettergli di essere competitivo.
In questo caso, l'in house dovrebbe essere il più possibile limitato per permettere a queste aziende di concorrere sul mercato.
Per quanto ci riguarda, condividiamo l'impostazione di poter operare come Regione Piemonte, per indirizzare il territorio verso una scelta di selezione, attraverso gare e non attraverso una selezione diretta.
Ci permettiamo di mantenere la nostra insoddisfazione rispetto al fatto che, nonostante le parole, bisognerebbe cercare di fare emergere qualche fatto.
Temi ce ne sono tanti; stamattina affrontiamo quello del trasporto pubblico, ma - come ho detto - ce ne sono molti. Al di là dell'impostazione, delle parole, dei buoni intenti che, in questo caso, mi sento di condividere, Assessore, sarebbe il caso di cominciare a dare dei segnali forti su tutti i servizi pubblici, da parte di un Ente come la Regione Piemonte che, ovviamente, ha gli strumenti per poterlo fare.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 1597 del Consigliere Robotti, inerente a "Tangenziale sud ovest di Asti" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interpellanza n. 1597 del Consigliere Robotti.


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 1168 del Consigliere Cavallera, inerente a "Efficienza del trasporto ferroviario sulla tratta Acqui-Ovada-Genova"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1168, del Consigliere Cavallera.
La parola all'Assessore Borioli, per la risposta.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Rispetto all'interpellanza in oggetto, ho predisposto un testo scritto nel quale c'è una piccola nota informativa, che aggiungerei alla fine, in quanto spesso, tra il tempo in cui viene presentata l'interpellanza e il tempo della risposta in Aula - e qualche volta tra la predisposizione della risposta scritta e l'arrivo in Aula - subentrano delle novità.
Con l'interpellanza presentata, il Consigliere Cavallera solleva un tema molto rilevante sulle tratte ferroviarie che sono state individuate ma che potrebbe essere esteso ai molteplici problemi che il sistema del trasporto ferroviario ha in diversi punti del Piemonte, e non solo.
Il tema del trasporto ferroviario regionale è una grande questione nazionale, di cui purtroppo le cronache non sempre commendevoli ci danno riscontro con una certa assiduità.
In modo particolare, per quanto riguarda il collegamento Acqui Terme Ovada-Genova, va precisato che si tratta - e questo rende un po' più complicato l'intervento, in termini di competenza - di una linea di competenza della Regione Liguria, in quanto è una linea che fu affidata, ai tempi del riparto delle competenze tra le diverse Regioni, per quanto riguarda il trasporto ferroviario regionale e interregionale, alle competenze della Regione Liguria.
Questo rende un po' più complesso intervenire, non potendo disporre degli strumenti contrattuali che riguardano l'applicazione delle penali, le sanzioni, ecc., a fronte dei disservizi.
Tuttavia, abbiamo cercato di affrontare questo tema ascoltando anche le segnalazioni che ci arrivano dai comitati dei pendolari, ma in team con la Regione Liguria.
Dopo una fase di istruttoria tecnica, sviluppatasi nei primi mesi dello scorso anno, siamo arrivati a definire, insieme alla Regione Liguria, un protocollo di intesa che riguarda complessivamente un coordinamento di tutte le direttrici di collegamento, quindi non soltanto di questa linea ma tutte le direttrici di collegamento che legano la Regione Liguria e il Piemonte, quale che sia la competenza specifica diretta dal punto di vista istituzionale.
Abbiamo posto alcuni problemi che riguardano la nostra interlocuzione non soltanto con il gestore del trasporto, cioè Trenitalia, ma anche con il gestore della rete del RFI, che hanno consentito di mettere a programmazione alcuni interventi significativi di investimento che si svilupperanno nei prossimi mesi e anni, soprattutto per quanto riguarda la soppressione di alcuni passaggi a livello, la cui presenza interferisce con lo svolgimento di un corretto e non congestionato sistema di accessibilità e di mobilità nel rapporto tra ferrovie e strada.
Abbiamo cercato, soprattutto, di inquadrare quello che è un tema particolarmente sensibile per quella linea, che è la coesistenza con il trasporto ferroviario delle persone.
La linea di cui parla il Consigliere Cavallera nella sua interpellanza non è una linea interessata da grandi collegamenti; non è - per capirci la linea dei Giovi attraverso la quale passano anche i grandi collegamenti nord-sud del Paese. È una linea essenzialmente dedicata al trasporto regionale e sovraregionale delle persone e sempre più al trasporto delle merci, perché è una linea che connette al sistema ferroviario che serve il porto di Genova, in modo particolare il terminal di Voltri.
Il primo problema, dal punto di vista tecnico, che si tratta di affrontare è quello di armonizzare il trasporto delle persone con il trasporto delle merci, considerato che molto spesso i guai che intervengono su questa linea sono prodotti da quella interferenza, in modo particolare da treni merci che viaggiano con carichi che non sono trainati da macchine che hanno una potenza adeguata, si bloccano in mezzo ai binari e provocano turbative su tutto il sistema del trasporto delle persone.
Questa, per quanto mi riguarda - da molto tempo sostengo l'esigenza dell'ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie - è una dimostrazione ulteriore di quanto una nuova rete ad alta capacità sia fondamentale proprio perché il trasporto delle merci e il trasporto delle persone è difficilmente compatibile.
Su questo tema, abbiamo ottenuto dal gestore un quadro di armonizzazione che tende a spingere il trasporto delle merci in fasce orarie in cui siano meno incidenti i treni per i pendolari, e devo dire che questa coesistenza continua ad essere molto difficile e talvolta produce disagi piuttosto consistenti.
Oltre a queste problematiche, individuate puntualmente nell'interpellanza, si è aggiunto, contestualmente all'avvio del nuovo orario di dicembre 2007, un parziale ridimensionamento dell'abilitazione della linea.
Questo, per quanto riguarda le competenze e le responsabilità di RFI che ha intercluso, a partire da una certa fascia oraria, la possibilità di svolgimento dei convogli del collegamento tra Acqui e Nizza e il collegamento tra Acqui e Genova. Questo ha provocato le giuste e comprensibili lamentele, in modo particolare, dei pendolari e della realtà locale.
Naturalmente, l'interruzione del servizio ferroviario presupponeva e comportava l'introduzione di autobus sostitutivi che però non soddisfano lo stesso livello di servizio. Ciò che siamo riusciti ad ottenere - su questo ci sono state iniziative anche dello stesso Consigliere Cavallera e degli amministratori locali - è il ripristino dal 7 gennaio del collegamento su Genova, ma non di quello su Nizza.
Tra l'altro, l'abbiamo fatto sostenendo un piccolo onere finanziario che consenta di tenere abilitata la rete, su Nizza i dati numerici degli utenti interessati sono molto più bassi. Si tratterà di valutare per il prossimo esercizio come e a quali condizioni riproporre un servizio ferroviario anche il fronte di una manifesta esigenza in termini numerici di utenza che, per quelli che sono i numeri di cui disponevamo, avrebbe effettivamente reso poco economicamente significativo l'intervento.
Su Genova che però, da quel punto di vista, anche per le valenze termali e turistiche della cittadina per cui il collegamento con Genova ha una rilevanza maggiore, dal 7 gennaio è stato reintrodotto il servizio che per un breve periodo di tempo (un po' meno di un mese) era stato interrotto per la decisione di RFI.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Ringrazio l'Assessore per l'ampia risposta che non si è limitata solamente alle domande specifiche, ma ha inquadrato la risposta in quelle che sono le problematiche generali della linea che da Acqui va a Genova.
Colgo l'occasione per dire all'Assessore Borioli e tramite lui anche alla Presidente Bresso che dobbiamo cercare, a mio avviso, se veramente crediamo in un rapporto Piemonte-Liguria, che non sia solo mediatico per trattare alcuni temi che dovrebbe questo rapporto che abbiamo attivato portare a dei miglioramenti anche riguardanti le cose di tutti i giorni.
Sappiamo quanti sono i liguri che vengono ad Acqui per andare alla stazione termale nel corso dell'anno in modo, ovviamente, articolato.
Quindi, in questo caso le ferrovie non possono fare un discorso che fanno sul singolo treno dei pendolari: ho tanti viaggiatori o non li ho, allora propongo la soppressione del treno o della fermata.
Per quanto riguarda l'accesso ad Acqui stazione turistica, è chiaro che devo creare delle opportunità. Le opportunità sono basate su una serie di treni, sia al trasporto regionale e quindi, presumo che ci siano anche dei treni direttamente delle ferrovie dello Stato. Non so qual è la linea di confine fra i treni del trasporto pubblico regionale e quelli diretti, non credo ci siano degli intercity, però so che le ferrovie hanno anche dei diretti. Quindi, forse, sarebbe proprio necessario realizzare un protocollo d'intesa, a mio avviso, questa è la proposta, tra la Regione, le ferrovie che sono un grosso soggetto che condiziona i flussi turistici, e la Regione Liguria.
Non dimentichiamo che noi andiamo in Liguria come piemontesi, i liguri per fortuna vengono in Piemonte attratti dall'ambiente collinare, dal paesaggio, dall'enogastronomia e da varie attività tra cui anche quelle venatorie (andare nei boschi alla ricerca dei funghi, di praticare la pesca e di andare a fare le cure termali).
Quindi, se dobbiamo portare avanti questo fidanzamento con la Regione Liguria, vanno bene le grandi cose, non cito il terzo valico perch rispetto ai problemi dell'Acqui-Ovada-Genova siamo su piani completamente diversi. Naturalmente, la Regione Piemonte avrà gli strumenti per imporre miglioramenti strutturali (so che c'erano problemi nelle gallerie e situazioni franose). Bisogna non essere strabici quindi, guardiamo anche verso Nizza perché è chiaro che dall'Astigiano ad Acqui ...
A parte che il Sindaco di Acqui vuole fare la macroregione del vino andando da Casale ad Acqui e ad Alba facendo perno ad Asti, questo è pacifico. Naturalmente, di fronte al vino buono non poniamo problemi di confine e non solo perché adesso presiede la Vicepresidente Cotto.
Tornando al treno, vediamo se riusciamo a stabilizzare nel tempo, visto che poi ci si mette qualche risorsa, un'accessibilità Piemonte-Liguria con un accordo con le ferrovie che per una volta danno una mano, oltre a far protestare i pendolari, sui programmi turistici della nostra Regione dove il trasporto ferroviario può essere molto importante.


Argomento: Trasporti su gomma

Interpellanza n. 1720 del Consigliere Cavallera, inerente a "Trasporto pubblico locale su strada"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 1720, sulla quale risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Questa interpellanza, in modo particolare, che ha data 13 agosto 2007 risente un po' degli effetti dello scorrere del tempo. Il succo delle questioni che pone il Consigliere Cavallera in quest'interpellanza riguarda l'adeguamento degli stanziamenti finanziari destinati al trasporto pubblico locale.
Ovviamente, quest'interpellanza si riferisce per quando è stata formulata ad una problematica che manifestava le sue criticità già nel corso del 2007. Molto brevemente, ricollegandomi ad una parte delle cose che dicevo prima rispondendo all'interpellanza della Consigliera Ferrero mi limito a dire questo: in effetti, il sistema del trasporto pubblico locale su gomma, ma anche quello ferroviario, anzi se vogliamo quello ferroviario ancora di più perché a differenza del trasporto pubblico su gomma non ha neppure trovato, in questo momento, cenni di risposte adeguate nell'ambito della legge finanziaria di recente approvata, mentre il trasporto pubblico su gomma, per lo meno un pacchetto di risorse significative l'ha trovato nella sua formulazione definitiva.
Indubbiamente il tema è molto rilevante. Ho già avuto modo di dire in alcune circostanze che l'aumento del costo di produzione dei servizi determinato da più fattori (il costo dell'energia per la trazione, gli incrementi dei costi determinatesi nel corso degli anni per i giusti adeguamenti contrattuali dei lavoratori che operano nel campo delle imprese) insomma, complessivamente, l'incremento dei valore attraverso cui le aziende arrivano a fornire ai cittadini i servizi di trasporto pubblico su gomma, siano esse aziende pubbliche o private, richiedevano e richiedono, indubbiamente, un adeguamento di risorse.
La partita del 2007, pur con qualche difficoltà, si è conclusa. Per quanto riguarda il 2008, contiamo di avere nel più breve tempo possibile contezza del riparto esatto delle risorse aggiuntive che la legge finanziaria ha, in questo caso, opportunamente predisposto; risorse aggiuntive che saranno in parte determinate dalla compartecipazione delle Regioni all'accisa sul gasolio, dalla quale eravamo esclusi fino a quest'ultima finanziaria.
Le Regioni comparteciperanno all'accisa sul gasolio, che rimane tal quale essa è in questo momento. Per un'ulteriore quota parte di compartecipazione alla stessa accisa, sempre le Regioni accederanno alla pompa, in ragione e in funzione degli effetti distributivi che si determineranno nell'ambito del territorio regionale.
In sostanza, l'incremento di risorse è determinato dal combinato disposto di due commi: il primo stabilisce una compartecipazione di carattere generale che poi viene assunta dal Governo e ripartita tra le Regioni; un'altra quota parte di compartecipazione invece si determina andando a misurare all'esercizio qual è l'entità complessiva del volume di gasolio erogato alle pompe di ciascun sistema regionale (ulteriore quota che le Regioni introiteranno).
Su quella base, le stime che stiamo facendo dovrebbero determinare in Piemonte un incremento di risorse disponibili per il trasporto pubblico su gomma di qualche decina di milioni di euro.
Avuta contezza del riparto e quindi di quanto ci competerà complessivamente tra il secondo e il quarto comma dell'articolo 10 della legge finanziaria (se non ricordo male), quanto ci arriverà in termini di risorse lo dovremo ripartire in integrazione alle poste che erano previste nel programma triennale per distribuirlo agli Enti locali, effettuando anche un minimo di perequazione particolarmente premiale per il sistema del trasporto extraurbano.
Il sistema del trasporto extraurbano è quello che, in raffronto ai corrispettivi delle altre Regioni, è più in sofferenza: presenta un delta di circa 0,20 centesimi in meno che la Regione Piemonte eroga storicamente al sistema delle imprese che svolgono il trasporto su gomma extraurbano rispetto a quello che viene erogato, ad esempio, in Regione Lombardia. Sul trasporto urbano abbiamo un piccolissimo delta di 0,04 centesimi, quindi molto più contenuto.
Le stime che abbiamo fatto dovrebbero consentirci, con quelle risorse di ripianare questo gap e quindi di portare il sistema delle imprese a condizioni accettabili, certo non quelle di particolare prosperità per prevedere chissà quali incrementi di sviluppo quantitativo dei servizi però sicuramente, nel quadro di servizi attualmente erogati, con un po' di razionalizzazione e puntando sulla qualità, possiamo avere le risorse necessarie per ottenere qualche obiettivo di miglioramento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. Indubbiamente in questa materia il tempo fa cambiare gli scenari; comunque credo che, soprattutto per la parte conclusiva dell'intervento dell'Assessore, ci si possa dare appuntamento in sede di bilancio, perché mi auguro che in quella sede l'Assessore possa venire con i dubbi fugati e con delle indicazioni in ordine alle cifre disponibili.
A proposito della perequazione, penso che debba essere un po' la parola d'ordine da seguire, perché non si deve verificare una penalizzazione del Piemonte a livello interregionale - come adesso veniva detto, nel confronto con le altre Regioni noi abbiamo circa 0,20 centesimi in meno - ma lo stesso discorso vale all'interno della Regione stessa.
Nel momento in cui si andranno a fare delle gare, bisognerà agire sulla base di capitolati, bozze di contratti di servizio, ipotesi e anche sulla base di valori a base d'asta. In quella sede - lo si diceva già in Commissione qualche tempo fa - non si potranno fare le nozze con i fichi secchi: le riforme si fanno razionalizzando da un lato, ma anche mettendo qualche risorsa.
chiaro che, nel corso dell'anno, non si farà nessuna gara e si punterà all'anno prossimo, oppure diciamo che si farà adesso, ma ovviamente con decorrenza l'anno prossimo. Sicuramente questa è una fase delicata perché è di riequilibrio interregionale, di riequilibrio superregionale e di definizione di capitolati di gara che possano consentire delle offerte dignitose.
Diversamente, in questi giorni si parlava di una fusione tra la GTT e l'ATM di Milano. Al riguardo penso che, se veramente crediamo in una funzione calmieratrice del mercato e anche di miglioramento qualitativo sia meglio mettere le imprese che fanno i trasporti in condizione di agire in modo veramente onorevole e in maniera tale da avere la giusta remunerazione, piuttosto che puntare a nuove forme di neostatalismo municipale che, alla fine, distorcono solo il mercato e non danno nessuna garanzia né sul contenimento dei prezzi né sul miglioramento della qualità.
Grazie.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento a:

Argomento: Personale del servizio sanitario

Mancato inserimento sulla "Rassegna stampa" di un articolo riportante parere Direttore generale dell'ASO di Alessandria in contrasto con la Conferenza dei Sindaci

Argomento: Statuto - Regolamento

Svolgimento sessione Commissione Regolamento


PRESIDENTE

Il Consigliere Cavallera chiede la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Volevo segnalare un fatto un po' curioso, che potrebbe riguardare in parte l'Assessore Artesio, anche se ovviamente l'Assessorato ha delle notizie dirette che provengono dal territorio (mi auguro).
Leggendo la rassegna stampa della Giunta, che è accessibile tempestivamente al mattino e viene stampata o visionata a livello di Gruppo, si è visto che c'è un articolo sul Direttore generale dell'ASO di Alessandria, il quale confuta i pareri negativi espressi ieri nella Conferenza dei Sindaci. Però, guarda caso - ho sfogliato tutta la rassegna stampa della Giunta - l'articolo che riporta il resoconto dell'Assemblea dei Sindaci non c'è.
Probabilmente è un articolo che disturba la Giunta regionale, non so se l'estensore della Rassegna Stampa abbia avuto qualche indicazione. Se invece è un infortunio, è veramente singolare.
Raramente i giornali locali riportano prese di posizione dell'opposizione, in questo caso particolare di alcuni Sindaci che la pensano in un certo modo come Sindaci, però di fatto criticano la Giunta regionale.
Ho sfogliato la rassegna stampa della Giunta e ho trovato l'articoletto con la risposta del Direttore generale, ma non "l'articolone " dove si sostiene che l'Ospedale accusa la dirigenza; di quest'articolo, Presidente non c'è traccia. Adesso mi riserverò di guardare la rassegna stampa del Consiglio per vedere se qui le direttive che sono state date agli estensori...



(Il Consigliere Deambrogio mostra al Consigliere Cavallera l'articolo)



CAVALLERA Ugo

In Consiglio?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Deambrogio)



CAVALLERA Ugo

In Consiglio, ovviamente, siamo più ecumenici. Grazie.
Questo quanto ritenevo dover assolutamente segnalare, perché credo che una corretta informazione sia un diritto, giacché si realizzano costose "Rassegna stampa", e un dovere per chi le redige.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cavallera, segnalazione registrata.
La parola al Consigliere Burzi sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Signor Presidente, intervengo sempre sull'ordine dei lavori. Mi scuso con l'Assessore Artesio che si è resa disponibile alla comunicazione, che subito dopo, ascolteremo con attenzione, che, in qualche modo, immagino concluderà la mattinata dei nostri lavori, perché mi pare che alle ore 12.30 sia prevista una riunione informale dei Capigruppo, in modo che alla ripresa dei lavori si continui o si inizi sul nostro ordine del giorno.
Ci tenevo a portare alla sua conoscenza, a quella dell'Ufficio di Presidenza, ma, soprattutto, dei colleghi, alcuni elementi che in parte, in altre riunioni, ho già sottolineato; visto che oggi siamo quasi tutti qui potrebbe essere utile sottolinearli nuovamente.
Intanto, c'è una buona notizia, ieri si è svolta una sessione della Commissione Regolamento, che ha iniziato - lo ricordo, non per i colleghi i non molti che c'erano, ma per gli altri - ad esaminare nel merito gli articoli delle proposte al momento già presenti in Commissione, peraltro senza esprimere alcuna valutazione. Si è soltanto svolta una discussione introduttiva di natura generale: il primo e il secondo articolo di quelli previsti nel parallelo tra l'attuale versione di Regolamento vigente e quella futuribile, se e quando il Consiglio deciderà di darsene una.
L'articolo 2 tratta tra i suoi punti i diritti e i doveri dei Consiglieri relativamente all'accesso agli atti, specificando gli enti a cui questi Consiglieri possano avere accesso; c'è stato un dibattito anche interessante su questa parte. In qualche modo, riprendendo delle conclusioni già del Regolamento esistente, si è riconfermata, in fase di discussione, una delega all'Ufficio di Presidenza per presiedere, qualora questo dovesse verificarsi, eventuali inadempienze in termini di accesso agli atti, sia esso sancito o sancendo. Sia la proposta oggi presente che il Regolamento attuale prevedono - mi correggerà la dottoressa Garabello che, entro 10 giorni dall'inadempienza, l'Ufficio di Presidenza provveda.
Si è svolto anche un dibattito, che riassumo, sempre per - si fa per dire - cultura generale, sul fatto delle deleghe - diciamo così - date all'Ufficio di Presidenza in termini di azione successiva, in senso lato sanzionatorio, perché ove queste sanzioni non siano poi commisurate da un reale potere rischiano di essere vox clamantis in deserto. Lì c'è stato un duro e pesante contributo del compagno Chieppa, che ha intelligentemente io ho condiviso - suggerito di toccare gli inadempienti in una delle aree più sensibili, cioè nella parte economica, immaginando un sistema anche piuttosto complesso.
Non voglio togliere al collega Chieppa l'onore di riprendere al momento opportuno una delle poche cose intelligenti che ha avuto modo di dire in questi primi due anni e sei mesi della sua, peraltro inutile, permanenza nella nostra Aula.
Tutta questa premessa per dire che casca come il pecorino sulla carbonara, o il più normale parmigiano sugli spaghetti, un piccolo fatto che ho già ricordato, ma che qui riepilogo. Tutti i Capigruppo di opposizione...



(Scampanellìo del Presidente)



BURZI Angelo

Non si preoccupi, l'importante è che senta lei, gli altri vedrà che sentiranno al momento opportuno.
Tutti i Capigruppo di opposizione, in data 22 giugno 2007, presentarono un'interpellanza che aveva per oggetto: "Incarichi esterni alle attività di promozione turistica", che, a nostro avviso, pur nell'eleganza che ha contraddistinto fino ad oggi i Gruppi di opposizione, ci è sembrata una critica non superficiale alle attività dell'attuale Assessore Manica.
Questa interpellanza al momento non ha ricevuto risposta da parte della destinataria, che è la Presidente Bresso - 22 giugno 2007.
Successivamente, a partire dal 27 giugno dello stesso anno e in fasi successive, che, adesso, per la precisione le ricorderò - solo un attimo perché le carte si accumulano in maniera pressoché inutile oltre che inutilizzabile - in data 20 settembre, 31 ottobre e 5 dicembre abbiamo provveduto indirizzando all'Assessorato, ovviamente, per conoscenza, alla Presidente della Giunta e anche all'Ufficio di Presidenza, solleciti rispetto a quella che noi riteniamo un'inadempienza sostanziale - tradotto in italiano, specifico: reticenza - rispetto ad una richiesta legittima, a nostro avviso, ci mancherebbe, nei confronti dell'ATR di Asti, non essendoci stati dati gli atti nella forma e nella misura richiesti dal nostro Gruppo.
Ora, da questo si evincono due aspetti. Nell'attesa che arrivi un Regolamento nuovo, non sarebbe male rispettare quello che c'è. Oggi sottolineo solo i fatti perché l'assenza della Presidente, per motivi istituzionali, m'impedisce di proseguire nella discussione, ma lo sottolineo, perché la prossima sessione del Consiglio, come avevo già detto, e l'alzheimer non mi ha ancora sufficientemente leso, da qui ripartiamo. Lo dirò nella riunione dei Capigruppo di domani. Stiamo procedendo a verificare le sedi esterne al Consiglio - leggasi: organi sub ufficiali - che presiedano all'esercizio dei diritti, affinché questo diritto, che a nostro avviso non è stato rispettato, possa venire tutelato e sanzionato. Però, in primis, ritengo che una casa o un'Aula con una sua sovranità e una sua legittimità, che io rispetto profondamente, dovrebbe risolvere i propri problemi all'interno senza cercare all'esterno aiuti che, in questo caso, considero inutili, soprattutto se la casa sa risolvere in se stessa i problemi che, a nostro avviso, esistono.
Grazie per l'attenzione, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, di quest'argomento parleremo ancora quando sarà presente anche la Presidente della Giunta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "I. Vian" di Torino


PRESIDENTE

Intanto, saluto i ragazzi della Scuola media "I. Vian" di Torino che sono venuti a visitare Palazzo Lascaris.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente al decesso per meningite di Martina Zuppardo presso l'ospedale Regina Margherita di Torino, avvenuto il 14 gennaio 2007


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio per le richieste comunicazioni della Giunta regionale in merito alla caso di una bambina di tre anni morta ieri mattina per meningite all'ospedale Regina Margherita.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Articolerò questa comunicazione secondo due profili. Il primo riguarda le informazioni accessibili allo stato attuale sulla vicenda dolorosa e tragica che ha portato al decesso della piccola Martina Zuppardo, mentre il secondo profilo riguarda le informazioni in ordine alle misure di profilassi rispetto ai casi di meningite.
Per quanto riguarda la cronaca, la piccola è giunta al pronto soccorso dell'Ospedale Regina Margherita domenica 13 gennaio intorno alle ore 17.55 i sintomi manifestati erano quelli di una sintomatologia febbrile molto alta, la faringe arrossata, segni di infiammazione alle vie aeree e nessun segno di carattere neurologico che potesse lasciare intendere, oltre ad una condizione di infiammazione, l'eventuale persistenza di situazioni di maggiore rischio e pericolo. In questa situazione sono stati eseguiti gli esami per la valutazione dell'infezione ed è stata tenuta in osservazione dopo aver ricevuto la somministrazione di una terapia antifebbrile.
L'esame obiettivo, intorno alle ore 21, non modificava il quadro clinico precedente, quindi non c'erano sintomi di particolare rilevanza e la temperatura era scesa a circa 37 gradi.
Veniva quindi inviata a casa con l'indicazione di una terapia antifebbrile. Dopo due ore circa i genitori telefonavano al pronto soccorso, avendo rilevato la comparsa di lesioni cutanee di tipo emorragico, primo sintomo questo di una situazione anomala. Veniva quindi detto loro di tornare immediatamente al pronto soccorso, dove la bambina arrivava dopo le ore 23, presentando quindi a questo punto un quadro clinico di sepsi meningococcica.
Il medico di rianimazione ne disponeva il ricovero in terapia intensiva e purtroppo, nonostante la terapia che veniva applicata secondo i protocolli della sepsi, la piccola decedeva alle ore 4 del mattino.
Ovviamente, come già noto dagli organi d'informazione, oltre dagli esiti rilevabili nella cartella clinica, che sono quelli che ho qui riferito, è in corso un'indagine da parte della Magistratura, che ha acquisito i dati della cartella clinica, e che ovviamente acquisirà anche gli esiti dell'autopsia che è stata praticata nella giornata di lunedì.
Allo stato attuale, pur nella drammaticità dell'episodio, che è da tutti comprensibile, non risultano condizioni di inadempienza o di inosservanza dei protocolli terapeutici in ordine ai sintomi rilevabili, n la modalità di gestione del caso è stata in alcun modo condizionata da questioni di carattere logistico.
Per quello che riguarda invece l'aspetto relativo al timore che si diffonde ragionevolmente nella popolazione in ordine a questi casi, vale a dire al timore di epidemia di meningite, la situazione nella quale noi ci troviamo oggi è la seguente. Come già diffuso in altri comunicati da parte della Commissione nazionale vaccini del Ministero della Salute e da parte dei servizi sanitari della Regione Piemonte, la situazione nella quale noi ci troviamo è la diversa origine delle forme di meningite, diversa origine secondo i ceppi rispetto alla quale esistono profilassi di carattere vaccinale; viceversa, non esistono situazioni di tutela preventiva attraverso campagne di vaccinazione.
In modo particolare il meningococco di tipo B non è prevenibile da vaccino, mentre il meningococco di tipo C è contrastabile attraverso una terapia di vaccino, che viene però praticata in particolari condizioni di rilevanza dei dati statistici di affezione.
Nel nostro paese e, più specificamente, nella nostra regione, questi sono dati che non fanno rilevare, né da parte della Commissione nazionale né da parte dei servizi sanitari regionali, un'esposizione al rischio nei confronti della nostra popolazione.
In modo più particolare, i dati della Regione Piemonte sono così articolabili: noi abbiamo avuto dal 2003 al 2008 una situazione decrescente dei casi di meningite. Siamo passati dai 23 casi nel 2003 e 2004 a 11 casi del 2007, di cui uno solo di infezione da sierogruppo C.
Ovviamente il caso del 2008, sul quale si attendono gli esiti dell'autopsia, ci dirà a quale tipo di affezione si fa riferimento.
In questa condizione non è prevista un'iniziativa di tipo vaccinale mentre sono previsti e sono state messe in atto, nelle ore del tardo pomeriggio di ieri, delle iniziative di profilassi volte alla tutela delle persone che sono venute in contatto con la piccola. Quindi, in modo particolare, i familiari, i vicini di casa e le persone, personale sanitario e pazienti, affluite al pronto soccorso del Regina Margherita nelle stesse ore in cui la bimba è stata trattenuta e seguita.
Questa profilassi si è verificata nelle ore della giornata di ieri. Non è previsto, ma in questo caso non è necessaria, alcuna iniziativa di disinfestazione ambientale, in quanto non è prevista nel caso dell'affezione di tipo C, e in modo ancor più particolare perché la piccola non aveva frequentato istituzioni scolastiche nel periodo precedente.
Quindi, la situazione nella quale ci troviamo oggi in ordine alla preoccupazione generale e alla possibile prevenzione rispetto all'affezione di tipo C è una situazione valutata dal Ministero della Salute e da parte della Regione Piemonte come una condizione di non esposizione al rischio per i livelli decrescenti di cui ho detto e per i protocolli di comportamento previsti dal Ministero della Salute.
In questo caso non si prevede di sottoporre a vaccinazione né le popolazioni delle zone in cui si verificano i casi, né particolari target di popolazione, salvo quelli che si rechino all'estero e in determinati paesi.
Ovviamente, la preoccupazione che abbiamo come i livelli istituzionali di rassicurazione della popolazione fondata sull'evidenza scientifica nulla toglie alla drammaticità del singolo caso, che non muta l'andamento statistico, ma è profondamente doloroso per la situazione individuale familiare e anche per la nostra comunità.
Dal punto di vista della gestione ospedaliera della situazione, come ho detto in premessa, non si rilevano allo stato attuale imperizie di carattere tecnico-professionale né condizionamenti di carattere organizzativo che possano avere impedito una corretta valutazione della situazione che, come ho detto, è diventata sintomatica soltanto alla comparsa delle eruzioni cutanee.
Ovviamente, tutto il percorso di assistenza è all'analisi della Magistratura competente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Vorrei la sua attenzione. La prego intanto di tenere conto che chiedo che gli atti del nostro dibattito vengano trasferiti alla Procura della Repubblica, per le due cose in particolare che andrò a dire.
Guardi, Assessore, non ce l'ho con lei, ci mancherebbe, e non ce l'ho con nessuno. Essendo neopapà di un bambino piccolo, questa cosa mi ha fatto raggelare il sangue e, a dire la verità, mi è venuto da piangere quando ho visto questa situazione. Quindi, non è che vogliamo o voglia io soprattutto affrontarla in maniera strumentale, anzi esattamente il contrario.
Proprio perché è esattamente il contrario, proprio perché questo è un dramma di dimensioni enormi per la famiglia, per quello che è successo e per tutti noi, dobbiamo, Assessore - glielo chiedo e l'ho già chiesto ieri tramite i mezzi stampa - veramente andare assolutamente fino in fondo. Non dubito che lei lo farà, ma non dobbiamo permettere che nessuno cerchi di coprire, e glielo dico per quello che vado a dire adesso.
Sono stato informato alle ore 14.30 di ieri - e i tempi hanno la loro importanza - di questa morte tragica. Ho fatto un comunicato stampa assolutamente generico, in cui ho detto "chiederemo le comunicazioni dell'Assessore ", perché non sapevo ancora che si trattasse di quel tipo di meningite (sepsi meningococco).
Faccio il comunicato stampa: tralascio una parte che non mi piace e vengo ai fatti.
Mi risulta che la nota della Direzione sanitaria con cui veniva palesata questa drammatica notizia sia stata inviata dopo le ore 17.30 quindi tre ore dopo l'invio del mio comunicato stampa. Perché lo dico? Perché qualcuno mi deve spiegare - Assessore, lei dovrebbe farselo spiegare dai responsabili del Regina Margherita-Sant'Anna - come mai per tredici ore e mezza la morte per meningite di una bambina in un ospedale torinese è stata tenuta coperta e occultata - ribadisco coperta e occultata - dalla Direzione sanitaria sicuramente, dalla Direzione generale non lo so, ma lo dovranno scoprire i Magistrati.
Questo è il primo motivo per cui chiedo l'invio degli atti alla Procura della Repubblica.
Secondo elemento, Assessore: sono sicuro che sia stato fatto di tutto per affrontare quest'emergenza e per evitare che ci potessero essere altre cose. Però mi sarei aspettato che oggi lei ci venisse a dire, quando la bambina non è stata ricoverata, se c'erano posti disponibili al pronto soccorso del Regina Margherita o nei reparti, in grado di consentire il ricovero della bambina e non il suo invio al domicilio per seguire una terapia antipiretica.
Sarà la Magistratura a stabilire se da esami del sangue fatti alle ore 18 non risultasse assolutamente nulla, mentre la bambina moriva sei o sette ore dopo. Questo non è compito mio, perché non sono un medico né uno scienziato. Non lo so, ma spero che lo accerterete presto (qualcun altro lo accerterà per voi).
Voglio sapere quanti letti occupati c'erano; voglio sapere se c'erano dei posti liberi. Questo ci doveva essere detto oggi. Perché al di là delle questioni organizzative - ovviamente non era una questione organizzativa se c'erano dei posti liberi, la bambina poteva essere ricoverata; in caso contrario, la bambina poteva essere solo mandata a casa.
Ma se non c'erano i posti - uso il condizionale perché non voglio strumentalizzare la situazione - ci sono delle responsabilità.
Terzo elemento: il problema, Assessore, è un altro e non è sua la responsabilità. Però in quell'ospedale molti sapevano della situazione di emergenza in cui si trovava soprattutto il pronto soccorso del Regina Margherita.
Ho qui una lettera del 16 gennaio 2006, firmata da tutti i pediatri che lavorano al pronto soccorso, avente ad oggetto "Organizzazione delle modalità di accettazione e di emergenza dell'OIRM Torino".
Il testo recita: "Negli ultimi anni è stato rilevato un incremento costante e assai rilevante del numero di accessi - salto - un aumento parallelo del disagio per il particolare tipo di utenza, costretta, così, a lunghe attese; un'obiettiva difficoltà, da parte del personale medico nel gestire in modo appropriato le numerose patologie a diverso livello di complessità che si sono trovate ad affrontare (ad esempio la carenza dei posti letto). Studi epidemiologici condotti in tutto il mondo occidentale indicano che la tendenza del fenomeno sopraesposto è in progressivo ed inesorabile aumento. Di fronte a tale mutato scenario, sembra indispensabile predisporre delle risoluzioni idonee a governare il fenomeno nel lungo periodo, senza limitarsi ad aggiustamenti di corto respiro e di sicura ed inefficacia nel medio e lungo termine. Tali risposte dovrebbero contemperare da un lato l'esigenza di appropriatezza degli strumenti impiegati rispetto alla gravità delle patologie osservate - lo ripeto: l'esigenza di appropriatezza degli strumenti impiegati rispetto alla gravità delle patologie osservate, che, evidentemente, a giudizio di tutti i medici del Pronto Soccorso, non ricorreva tra le condizioni di ricovero e dall'altro l'obiettivo della soddisfazione dei bisogni di cui all'utenza.
Inoltre - 16 gennaio 2006, lettera all'Assessore alla sanità, Dottor Mario Valpreda - l'attuale modus operandi sottrae risorse umane, materiali ed economiche ai compiti istituzionali di un'Azienda ad alta specializzazione materna ed infantile che consisterebbero nella gestione di problemi ad alta complessità non altrimenti risolvibili in altre strutture".
16 gennaio 2006: mi risulta che da quella data non ci sia stato nessun incontro, da parte dell'Assessore alla sanità - non è colpa sua - né del Direttore generale, per far fronte a questa richiesta.
Questi medici, con tutto il garbo di chi lavora alla struttura e che deve pure pensare al proprio futuro, segnalavano, il 16 gennaio 20006 - due anni fa - una situazione che definire "critica" è usare un eufemismo.
Perché, di fatto, denunciano l'inappropriatezza e l'inadeguatezza del servizio.
Nessuno li ha ascoltati. È per questo che chiedo - terzo motivo - che il nostro dibattito venga trasferito alla Procura della Repubblica, perch su questo, secondo me (non ne dubito), se non si vuole coprire nessuno qualche responsabile talvolta bisogna trovarlo.
L'ultima cosa che dico Assessore è che noi abbiamo presentato due ordini del giorno di cui discuteremo dopo.
Nel primo si chiede la vaccinazione gratuita obbligatoria sulla meningite (la sua risposta l'ho sentita) su tutto il territorio piemontese da zero a 18 anni. Sappiamo che non è risolutiva.
Ci sono altri tipi di vaccini che avevamo richiesto e che erano stati bocciati dalla maggioranza addirittura in Commissione, ma dopo semmai il collega Vignale entrerà più nel dettaglio. Crediamo però che di fronte a quelli che in Italia sono segnali ripetuti di aumenti della casistica un'attività da parte nostra sarebbe opportuna.
Nel secondo ordine del giorno, Assessore, chiediamo una Commissione d'inchiesta sulla gestione dal 2005 ad oggi del Sant'Anna e del Regina Margherita, due strutture che tutti i giorni finiscono su tutti i mezzi di informazione per le loro carenze strutturali, organizzative e lavorative.
Non lo diciamo noi, ma i giornali.
Forse sarebbe meglio anche che anche qui qualcuno cominci ad accorgersi che al Regina Margherita e al Sant'Anna le cose non vanno assolutamente come dovrebbero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliere Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Ringrazio altresì l'Assessore per aver tempestivamente dato oggi la disponibilità ad una comunicazione in merito ad una notizia che ovviamente, ha colto tutti con una particolare attenzione (anche perch generalmente quando sono coinvolti dei bambini (anche se comunque trattasi di vite umane, nel caso in cui non siano bambini) c'è comunque una predisposizione all'attenzione e alla sensibilità da parte di tutti più forte.
Il collega Ghiglia ha avuto modo, nelle considerazioni che ha fatto, di portare alla riflessione sua e di questo Consiglio una serie di elementi che, ancora una volta, evidenziano una notevole difficoltà della struttura Sant'Anna-Regina Margherita. Purtroppo, in molte occasioni, in questi mesi sono emersi elementi che danno a tutti la sensazione che la preoccupazione rispetto alla capacità di questa struttura di poter dare delle risposte a tutta una serie di difficoltà che vengono poste, probabilmente, è reale.
Io mi permetterei di fare una riflessione.
ovvio che quello che definirà la Magistratura, l'autopsia, l'indagine interna che l'Assessore ha attivato rispetto all'applicazione delle procedure avrà un iter che ci permetterà di avere delle risposte sulle quali noi chiederemmo di poter essere informati; però, il dato che anch'io ribadisco emerge dalle poche informazioni che abbiamo alla luce di quello che ha detto e delle cose che abbiamo letto questa mattina. Emerge comunque, un dato fondamentale e importante - che, purtroppo, non è soltanto legato al Regina Margherita e al Sant'Anna - e che è sostanzialmente, la gestione dell'emergenza dei pronto soccorso e di tutto questo impianto che, nell'ambito del sistema sanitario delle strutture ospedaliere che abbiamo in Piemonte, è in grossa difficoltà. Probabilmente i giornali non riprendono le difficoltà che emergono, quotidianamente, in tutti i pronto soccorso della regione. Mi viene in mente, per esempio, di quanto sui giornali locali si legge e si è letto relativamente all'ospedale di Moncalieri. Io abito in un'area dove insistono altri ospedali come quello di Ciriè, o di Chivasso: anche in quelle strutture, il problema fondamentale è legato alla gestione dell'emergenza.
Assessore, non avete più alibi. Il Piano sanitario è stato approvato dal Consiglio, dalla maggioranza; sono stati presi degli impegni forti rispetto alla riduzione delle liste di attesa, all'appropriatezza, ecc.
tutta una serie di belle parole, anche condivisibili, che in questo momento non ci danno ancora la speranza e la sicurezza che, effettivamente, ci possano essere degli orizzonti positivi rispetto alla soluzione dei problemi.
Anche noi condividiamo la richiesta del Consigliere Ghiglia, qualora la mantenga, di approfittare dell'occasione per fare un'indagine sicuramente puntuale, ma noi vorremmo avere la disponibilità in Commissione di affrontare il problema in modo molto più ampio rispetto a tutto il sistema della gestione dell'emergenza, della situazione dei pronto soccorsi nell'ambito della nostra regione. Sono due momenti distinti e due modalità di accertamento, ovviamente diverse.
La nostra è più una richiesta - visto l'evento e gli eventi precedenti di utilizzare, purtroppo, ancora una volta, un'emergenza per fare un'attività di approfondimento e di valutazione più ampia in senso generale all'interno degli organismi nei quali siamo presenti. Siamo Consiglieri regionali di opposizione e abbiamo anche una funzione di controllo: gli strumenti sono necessariamente quelli delle Commissioni e del Consiglio.
Assessore, la inviterei a dare la disponibilità ad affrontare il tema in senso più generale, perché, purtroppo, questo è uno dei tanti casi che abbiamo letto in questi anni sui quotidiani. Tutte le volte, la procedura è la solita: si chiede una comunicazione, si cerca di approfondire il caso puntuale, si prendono degli impegni, ma penso che sia arrivato il momento su questo tema (poi ce ne sono tanti altri), di avere un quadro complessivo della situazione, attraverso il quale fare delle riflessioni, senza dire è colpa mia, colpa tua, anni prima, anni dopo.
un'esigenza - che il Consiglio, mi auguro, condivida - di avere una situazione complessiva su cui fare e compiere delle scelte, anche alla luce di proposte che la Giunta, di fatto, ha già evidenziato all'interno del Piano socio sanitario, ma che ritengo sia utile iniziare a verificare se compatibili con i tempi e con le speranze di non dover più leggere queste notizie sui giornali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Innanzitutto chiedo l'iscrizione dei due ordini del giorno che abbiamo presentato e che ha illustrato il Consigliere Ghiglia. Al termine del mio intervento, invito la Presidenza a verificare la possibilità dell'iscrizione, ovviamente con il consenso dell'Aula.
Il Consigliere Ghiglia ha fatto una valutazione corretta e puntuale su quanto accaduto. Questa ha un'importante rilevanza, tant'è che il nostro Gruppo consiliare, correttamente, ha chiesto che gli atti, i verbali di questi interventi vengano trasmessi alla Magistratura della Repubblica.
Il mio intervento non intende individuare responsabilità che possono avere anche un risvolto di carattere penale, ma intende sottolineare responsabilità oggettive che emergono, ma che hanno una responsabilità e un risvolto unicamente politico. Il nostro Gruppo consiliare, molti mesi fa più di un anno fa, presentò due ordini del giorno per garantire la vaccinazione gratuita o, perlomeno, la compartecipazione alla vaccinazione relativamente a questo tipo di patologia.
Va ricordato - e i Consiglieri della IV Commissione lo ricordano - che il Ministero della Sanità, da quando la Regione ha competenza di programmazione sanitaria esclusiva, non può più indicare le vaccinazioni obbligatorie, ma indica alle Regioni quelle che sono le vaccinazioni consigliate. Quella relativamente alla meningite (ovviamente non quella di tipo B per la quale non c'è vaccino) è una delle vaccinazioni consigliate dal Ministero della Sanità, che viene applicata in tutte le Regioni con una minima partecipazione economica da parte delle famiglie.
Nella nostra Regione, per scelta dell'Assessore Valpreda, si fece la scelta di far pesare il carico delle tre vaccinazioni che servono per essere coperti (per quello che possono fare i vaccini) a totale carico delle famiglie. Spesa attuale, intorno ai 150 euro.
Va detto che l'ordine del giorno fu presentato, fu discusso in sede di IV Commissione e fu respinto dal centrosinistra, anche perché l'Assessore Valpreda diede un'indicazione che non era quello che l'ordine del giorno chiedeva, dicendo "Siamo contro le vaccinazioni di massa". Nessuno chiedeva che la Regione provvedesse alla vaccinazione di massa; noi chiedevamo che come avviene in tutte le altre Regioni d'Italia, la vaccinazione prevedesse una compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie e non fosse a totale carico delle famiglie.
La scelta che le famiglie vanno a fare, è, inevitabilmente di carattere censuaria. Le famiglie che possono permettersi di spendere 150 euro vaccinano i propri figli; quelle che non si possono permettere tale spesa peraltro non indifferente, non vaccinano i propri figli.
L'ordine del giorno venne respinto dalla Commissione sanità; è iscritto da tempo immemore ai lavori del Consiglio regionale e non è mai stato votato in Aula. Pensate a cosa comporta questo, in una situazione come quella che sta accadendo? ovvio che nessuno chiede un ricorso massiccio alle vaccinazioni quando queste non sono utili. Noi non crediamo che si debba spingere verso un intervento farmacologico laddove non serve, ma comprendiamo che vi sono alcune patologie - come questa - che non hanno mai avuto momenti di stasi all'interno della nostra regione, ma che ogni anno hanno registrato dei casi (pensiamo a quelli avvenuti in una scuola a Nichelino due anni fa). I focolai si sviluppano ogni anno, all'interno della nostra regione. Pensate alla situazione che accade oggi e che accade da alcuni mesi, con quello che sta succedendo nel trevigiano, per le famiglie piemontesi, alcune delle quali vorranno ricorrere alla vaccinazione. , Alcune vi ricorreranno facendo dei sacrifici economici, perché - ripeto - l'importo non è irrilevante, non è un ticket, è una cifra cospicua; altre, verosimilmente nei mesi precedenti, avendo voluto vaccinare i loro figli, non l'hanno fatto, per una valutazione che non è di libera scelta rispetto alle vaccinazioni da fare ai figli, ma è una scelta di carattere meramente economico.
Allora, io dico all'Assessore e lo dico ai colleghi, soprattutto ai colleghi Presidenti dei Gruppi: l'ordine del giorno respinto dalla Commissione può essere votato in modo favorevole dall'Aula.
Noi siamo disponibili ad accettare delle eventuali modifiche, se si ritiene opportuno farle, relativamente a un ordine del giorno che - ripeto non chiedeva la vaccinazione di massa, ma chiedeva quanto accade in tutte le altre Regioni: che la vaccinazione sia o gratuita o - se si vuole non dico scoraggiare, ma non incentivare la vaccinazione, anche laddove si ritiene non sia necessaria - almeno consentirla alle famiglie, con una compartecipazione che non sia elevata, qual è quella attuale. Che sia un contributo normale, come la vaccinazione per il morbillo, per la varicella cioè per malattie che non hanno una complessità quale quella che si è manifestata in questi giorni. Malattia che ha portato, purtroppo, al decesso di una bambina, per modalità che non rientrano solo nell'aspetto legato alla vaccinazione, ma per le modalità che spiegava il collega Ghiglia, e sulle quali bisogna indagare, perché bisogna valutare se vi sono delle responsabilità oggettive oppure se non ve ne siano.
La morte di un bambino comporta certamente, da sempre, più che la morte di un adulto, un particolare pathos e fa anche più notizia. Bisogna, per fare attenzione a non sottovalutare, come troppo spesso è stato fatto quello che è un problema relativamente a una malattia che, quando si manifesta in modo fulminante o in modo grave, o quando è difficile valutare i sintomi che si manifestano (perché possono apparire sintomi di un'influenza e non quelli di una malattia molto più grave), può portare anche al decesso della persona che contrae questa patologia.
Invito - ripeto - l'Assessore, i colleghi, i Presidenti dei Gruppi visto che poi spetta a loro la calendarizzazione del Consiglio, a provare a riesaminare l'ordine del giorno da noi presentato, peraltro sottoscritto da tutte e tre le associazioni che rappresentano i genitori italiani (non sottoscritto ovviamente in calce, ma con una richiesta), per fare una valutazione che non sia ideologica. Quella che venne fatta a noi tale è parsa: una contrarietà alla vaccinazione comunque sia, senza lasciare la scelta libera alle famiglie rispetto ad una decisione che sta soltanto alle famiglie, non certo all'Assessorato alla sanità, sul poter o meno vaccinare i propri figli.
Ripeto: attenzione! Questo accade, è lecito e su questo vi è una compartecipazione del pubblico rispetto ad alcune malattie comuni fra i bambini che non hanno conseguenze mortali; anzi, sono malattie assolutamente comuni, per cui non si comprende perché ci siano due pesi e due misure. Ma soprattutto non si comprende perché per una patologia così grave ci si fermi con una valutazione che - ripeto - secondo me è di carattere ideologico, contro la vaccinazione in termini generali, e che poi porta inevitabilmente a dei casi. Badate, quello della morte non è il caso peggiore, ma è opportuno offrire alle famiglie una garanzia, per quanto la scienza medica possa fare, di maggior tutela della salute dei loro figli.
Noi chiediamo questo. Non diciamo che con la vaccinazione risolviamo tutti i problemi. Noi siamo perché vi sia libertà di scelta da parte delle famiglie e che questa liberta di scelta non sia esercitata solo da chi se lo può permettere, ma anche da chi non se lo può permettere. Deve essere una scelta consapevole, che deve poter essere esercitata anche nella nostra regione, visto che viene esercitata in tutte le altre regioni e considerato che è una vaccinazione consigliata dal Ministero della sanità, da questo Ministero della sanità, da Livia Turco, non da reazionari Ministri del centrodestra.
Nella direttiva dello scorso anno, fra le vaccinazioni consigliate, vi era anche quella relativa alla meningite. L'ordine del giorno votato, anche se con voto contrario in Commissione, può essere ancora votato da quest'Aula.
Noi siamo - ripeto - disponibili anche a delle modifiche, augurandoci però, che l'ordine del giorno venga accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. È chiaro che, di fronte ad una vicenda quale questa, e tenuto conto anche della tempestiva comunicazione da parte dell'Assessore, non entro nel merito della vicenda: non ho ovviamente le capacità di valutazione.
Devo però svolgere il nostro ruolo di stimolo, di verifica, di sindacato ispettivo e soprattutto di programmazione.
Qualche mese fa, ho partecipato ad una visita al pronto soccorso dell'ospedale Regina Margherita con la collega Cotto. L'impressione che abbiamo tratto non era totalmente confortante.
Grande impegno da parte degli operatori; grande stima del livello professionale. Personalmente, ho avuto anche una vicenda che riguardava una mia piccolissima congiunta nella fase neonatale; quindi, conosco l'impegno e la determinazione dei reparti di rianimazione, di pronto soccorso soprattutto negli ospedali infantili, dove gli operatori hanno veramente una marcia in più, nel senso che dimostrano una motivazione personale forse superiore a quella che si riscontra, in generale, in un servizio al prossimo qual è quello della sanità.
Però, è chiaro che le questioni strutturali e le scelte amministrative possono incidere anche sull'effettiva disponibilità di un servizio rispetto al quale, a mio avviso, per quanto riguarda i bambini, che sono il nostro futuro, i cordoni della borsa devono essere allargati.
Forse la nostra generazione deve essere un po' più attenta alle esigenze dei giovani. Molto del disagio che viene messo in risalto da parte delle nuove leve giovanili durante la crescita deriva anche dalla consapevolezza che vi possono anche delle resistenze, in termini di indisponibilità, da parte delle generazioni precedenti. Ovviamente, occorre grande attenzione per quanto riguarda i bambini e le esigenze scolastiche sanitarie e assistenziali.
So che l'Assessore sotto questo profilo è senz'altro sensibile, ne abbiamo discusso anche Commissione. Però, credo che vi siano state delle scelte che forse condizionano la disponibilità di posti, perché non c'è solo il pronto soccorso, ma deve esserci anche la possibilità di avere delle degenze.
Io non sono un esperto, non ho specializzazioni in Direzione sanitaria però, l'impressione è che vi fosse una certa compressione. L'abbiamo anche detto durante il dibattito del Piano. In particolare, si è detto che il Piano consentirà una rivisitazione ecc...
Tenete anche conto che ai pronti soccorsi - lo sapete benissimo - degli ospedali infantili accedono la generalità degli extracomunitari perch moltissimi non sono registrati negli elenchi dell'assistenza. Quindi quando il bambino ha qualcosa dove vanno? Vanno al pronto soccorso.
Mi risulta che vi sia una quasi totale indisponibilità da parte dei pediatri di libera scelta, in determinate aree - forse, conosco delle aree che sono sfortunate - ad andare presso il domicilio del piccolo paziente che, comunque, è iscritto nell'elenco degli assistiti (mi riferisco alla scelta che ogni genitore deve fare per rivolgersi a questo o quell'altro pediatra).
Ne risulta che il pronto soccorso pediatrico è l'unico punto di riferimento che c'è. Sì, si può cercare di invertire l'organizzazione, si può cercare di fare una prevenzione di tipo diverso o di avere sul territorio dei pediatri di libera scelta maggiormente reperibili e attivabili. Non parliamo di un anziano con l'asma bronchiale che può avere un eccesso di tosse, ad un bambino può succedere di tutto perché è molto più vulnerabile quell'età che non altre.
Colgo l'occasione, per esprimere questa comunicazione, per il resto sono in attesa delle specificazioni finali da parte dell'Assessore, quando conoscerà i risultati dell'esame della documentazione.
Ho grande stima dei professionisti che operano negli ospedali infantili. Però, rivediamo le scelte che altri a nome nostro hanno compiuto, forse, un po' troppo con criteri ragionieristici e vediamo se non sia il caso di avere, soprattutto nei periodi dell'anno in cui maggiormente mettono in rilievo accesso ripetuto per influenze e rischi di diffusione di altre epidemie...
L'impressione è che lì, forse, qualcosa che non quadra, sotto il profilo dell'accessibilità e della possibilità di stazionare a livello di degenza, a mio avviso, forse, qualche elemento critico senz'altro - questa è una mia impressione - credo ci sia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
I colleghi che mi hanno preceduto e anche l'Assessore nella sua comunicazione hanno teso a sottolineare la drammaticità dell'evento del giorno scorso. Anch'io voglio sottolineare la drammaticità di questo evento che, dal punto di vista umano, ha toccato tutti.
Proprio perché faccio questo e su questo sono davvero d'accordo con tutti, vorrei subito dire che, a fronte di casi come questo, bisognerebbe tentare davvero di fare tutti gli sforzi possibili per non cedere alla sottile tentazione, ma ahimè sempre presente, di cedere ad alcuni elementi che tendono alla strumentalizzazione politica.
Lo dico perché nei vari interventi, in particolare nell'intervento del Consigliere Ghiglia ho visto questa sottile tentazione dilagare e prendere forma. Ribadisco che, di fronte al dramma, la politica dovrebbe fare il suo dovere naturalmente, ma tentare di non cedere a questa sottile tentazione.
L'Assessore Artesio, stamattina ci ha portato un quadro completo inoltre, a partire dalle informazioni, ha cercato di ricostruire gli eventi della scorsa giornata rimandando, come è giusto rimandare, le eventuali responsabilità in capo al medico che ha seguito questo caso ed all'attività della Magistratura.
Credo che questo sia un approccio condivisibile, che ci restituisce gli elementi di valutazione che abbiamo, su cui noi possiamo fare le nostre considerazioni. A fronte di questo quadro che c'è stato restituito, ho sentito stamattina alcune considerazioni che, francamente, faccio fatica a condividere. Quella del il Consigliere Ghiglia che ha chiesto venissero assegnate alla richiesta... diciamo, per sottoporre il dibattito di oggi al lavoro della Magistratura.
Parto dalla prima: un deficit che ci sarebbe stato da parte dell'azienda nella comunicazione pubblica. A me risulta, tra l'altro, da un punto di vista formale, che non ci sia nemmeno questo obbligo, ma lasciamo perdere.
Consigliere Ghiglia, credo che un conto sia preparare un comunicato stampa -lo facciamo tutti, l'ho fatto anch'io moltissime volte e l'ha fatto lei in quel caso - su un caso come questo molto grave, altro conto è un pezzo di comunicazione pubblica che un'azienda, come quella in questione ha dovuto dare per ricostruire un contesto complessivo e per non finire per cedere semplicemente a una smania comunicativa.
Ricordo che, da questo punto di vista, penso sia giusto fare così.
Nelle ore successive all'accaduto sono intervenuti i NAS ed è stata fatta l'autopsia. Insomma, credo che sia giusto da parte di un'azienda pubblica ricostruire al meglio le condizioni di quadro generale su come le cose sono andate.
Secondo elemento: il Consigliere Ghiglia ci invita a riflettere sulla questione relativa ai posti letto supposti mancanti quel giorno, ma non lo sa il Consigliere Ghiglia, molto probabilmente non lo so neanche io in questo momento, sentiremo l'Assessore se vorrà replicare. Quello che io so però, è che lì in quel momento c'è stata una decisione in scienza e coscienza da parte di un medico - che, da questo punto di vista, sarà anche sottoposto ad accertamenti da parte della Magistratura - di dimettere una giovane paziente.
Nel momento in cui da parte di quel medico fosse stato ritenuto utile un ricovero, penso che il sistema sanitario e ospedaliero regionale, oggi sarebbe stato comunque in grado se non in quella struttura, in altra struttura di ricoverare quella paziente.
Quello che voglio sottolineare è che lì c'è stata una scelta, che sarà sottoposta ad un'analisi ulteriore della Magistratura, e che il sistema dal punto di vista organizzativo, sarebbe sicuramente stato in grado di rispondere in caso di bisogno ricovero.
Terzo ed ultimo elemento, che è stato qui richiamato, è un light motive non di questa mattina (ricordo gli interventi accorati del Consigliere Vignale; più volte ne avevamo discusso anche con l'Assessore Valpreda presente in quest'Aula) riguarda la presunta necessità di andare ad una vaccinazione di massa in questa Regione.
Credo che l'Assessore Artesio abbia presentato dei dati statistico scientifici rispetto all'andamento della patologia o meglio delle varie tipologie di patologie che, questa mattina, trattiamo. Abbiamo potuto vedere da quei dati, che credo siano inconfutabili perché sono dati pubblici, statistici e scientifici, che c'è un andamento di un certo tipo che è in calo; ma, a fronte di questo, questa mattina la richiesta viene ulteriormente reiterata. Viene reiterata qui, questa mattina, ma per la verità siamo anche un po' in preda ad una psicosi pubblica da questo punto di vista: i casi nel Veneto... Insomma, l'opinione pubblica spinge molto affinché ci sia un'operazione tesa ad una vaccinazione di massa.
Da questo punto di vista, non posso che ribadire una posizione che in qualche modo avevamo già espresso in quest'Aula mesi fa, e cioè che su questo terreno bisogna stare molto attenti alla validità riconosciuta scientificamente di quello che noi andiamo a fare, nel momento in cui decidessimo di andare ad una vaccinazione di massa.
Ma dico qualche cosa di più, sapendo che a livello nazionale sarà in corso, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, una revisione del Piano nazionale di vaccinazione. Lì, molto probabilmente, c'è terreno e modo per capire se questo tipo di vaccinazioni è utile, non solo e non tanto qui in Piemonte, ma più generalmente nel nostro Paese, e ci sarà tempo e modo esattamente in quella sede per adattare le politiche che noi qui regionalmente ci apprestiamo a fare ad un contesto nazionale che prova a fare un ragionamento complessivo, spero non viziato da una pressione data anche dall'opinione pubblica.
Quindi, ribadendo che i trend sono quelli indicati dall'Assessore e che dal mio punto di vista bisogna stare molto attenti a non cedere - come dicevo prima - alle psicosi collettive, io credo che sia utile fare un ragionamento a bocce ferme all'interno di una ristrutturazione di questo tipo di tema e di problema in sede nazionale, così come avverrà esattamente nelle prossime settimane.



PRESIDENTE

Grazie. La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Vicepresidente. La morte di una bambina di quell'età è una tragedia tremenda e chi ha figli si rende conto in maniera forse più forte di quanto dolore in questo momento investa la famiglia di questa bambina e di quanto il Consiglio regionale debba essere vicino alla famiglia, ai suoi genitori.
Ogni giorno, negli ospedali, capita che situazioni di difficoltà di diagnosi possano esporre i pazienti - oggi è toccato a questa bambina - a qualche pericolo. Ciò a dimostrazione del fatto che quello dei medici è un mestiere particolarmente difficile, che soprattutto in Pronto Soccorso si opera in condizioni che non sempre i sintomi presentati dal paziente possono orientare in maniera corretta la diagnosi. In un periodo in cui la sindrome influenzale colpisce migliaia di piemontesi, può capitare che la febbre e la sintomatologia lamentata possa essere ascritta ad una patologia diversa da quello che poi, invece, si può verificare. I medici sono soli a decidere, in Pronto Soccorso, e, qualche volta - appunto - è complicato poter, in maniera corretta, inquadrare la malattia. Io credo che di questo caso si occuperà la Procura della Repubblica, senza che sia necessaria la sollecitazione del Consiglio regionale; quando si verificano situazioni di questo tipo, è normale che la Procura si occupi di verificare se ci sono state responsabilità da parte dei medici. Le sollecitazioni sono inutili ed anche un po' strumentali: non ci stanno con un caso ed una tragedia come quella della morte di una bambina. Diverso è il ragionamento rispetto alle vaccinazioni. Io non ho ascoltato - ero in ospedale - l'intervento svolto dall'Assessore. Ricordo i dati forniti a suo tempo dall'Assessore Valpreda quando abbiamo discusso - forse solo in Commissione, non in Aula - l'ordine del giorno presentato da Alleanza Nazionale. Presumo che siano uguali.
L'infezione da meningococco non è particolarmente grave nella nostra Regione; si è verificata in maniera drammatica in un'altra regione d'Italia (nel Veneto), dove è stato deciso di vaccinare tutti i soggetti entro una certa età, cioè quell'età in cui si poteva contrarre l'inflazione.
Sono d'accordo con quanto diceva D'Ambrosio: un caso solo, in questo momento, non è sufficiente per giustificare una vaccinazione di massa. Mi pare che da 4 anni non ci siano decessi dovuti all'infezione da meningocco la stessa vaccinazione non garantisce tutti i ceppi della malattia: si possono verificare - appunto - casi di sepsi nella quale tutti e tre i ceppi interessati possono infettare, colpire il paziente. In questo momento c'è una discussione nel nostro Paese rispetto all'opportunità, a distanza di tanti anni, delle vaccinazioni. Ci sono regioni - mi pare - che hanno ipotizzato di non praticare più, per alcune malattie, la vaccinazione di massa. Anticipo - per quando poi faremo questa discussione - che io ho delle perplessità su un'ipotesi di questo tipo, che credo che sia opportuno continuare con la vaccinazione. Ma questo ci consentirà comunque di riaprire la discussione su tale argomento. Discutendo della vaccinazione in generale, io credo che sarà opportuno anche ridiscutere dell'ordine del giorno che Alleanza Nazionale ha presentato, confrontarsi con gli epidemiologici di questa regione, che conoscono il loro mestiere, e cercare di capire, nell'interesse dei pazienti e soprattutto dei bambini, che cosa è opportuno fare.



PRESIDENTE

Grazie. La parola al Consigliere Ricca. Dovrebbe essere l'ultimo intervento; poi, l'eventuale replica dell'Assessore.



RICCA Luigi Sergio

Grazie. Di sicuro, un caso come questo colpisce emotivamente, solleva giusti interrogativi e grandi preoccupazioni. Credo, però, che sia necessario evitare facili strumentalizzazioni.
Oggi possiamo dire che se ieri non ci fosse stato questo rinvio a casa e ci fosse stato un ricovero, probabilmente si sarebbe sciolto ogni dubbio rispetto a quella che è una sintomatologia che, così come è stata descritta mi ha spiegato quell'ottimo pediatra che è il collega Caracciolo - non avrebbe comunque potuto far pensare di trovarsi di fronte ad una malattia che ha un andamento clinico fulminante, che conduce in pochissimo tempo ad esito mortale e che, in termine tecnico, si chiama "sepsi meningococcica.".
Spesso questo percorso - mi evidenziava lui - proprio per la sua rapidità non consente la localizzazione del meningococco alle meningi, per cui non ci sono neanche i segni tipici della meningite, il cui picco importante è quello della rigidità locale.
Nella sepsi meningococcica tutto diventa chiaro con la comparsa di manifestazioni emorragiche sulla cute. L'organo leso è sempre il surrene,per cui si manifesta una sintomatologia di shock circolatorio e di collasso, con esito fulminante al 99,9%, assolutamente negativo sempre, con esito mortale.
Quindi, se il quadro fosse questo, forse noi ci troviamo a dibattere di una vicenda che non poteva avere esito diverso, ma che certamente avrebbe evitato tutta una serie di interrogativi e di dubbi se avesse trovato un momento di ricovero al Pronto Soccorso, quando c'è stato il caso.
Per quanto riguarda il discorso delle vaccinazioni, io mi trovo perfettamente in sintonia con le osservazioni svolte dal collega Boeti e quindi, se si ritornerà sull'argomento, sarà nostra cura anche cercare di entrare nelle valutazioni rispetto al merito del problema che è stato posto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Concludo l'ascolto di questo nostra discussione con due preoccupazioni che sono anche due impegni.
La prima: che a questa famiglia si possa restituire, se non la serenità, che è impossibile, la serena convinzione che sia stato fatto tutto il possibile, che non sussistono responsabilità né in capo alla tempestiva con la quale ci si rivolge al Pronto Soccorso né in capo alla forma di assistenza prestata.
Perché quest'Aula, che come moltissime Assemblee elettive registra una percentuale significativa di professionisti sanitari, ha sottolineato che purtroppo, i casi di sepsi meningococcica sono inarrestabili laddove le evidenze non permettano un intervento tempestivo. Quindi, che il percorso di questo caso possa, nella sua drammaticità e nel dolore provocato, almeno consentire ai familiari e in generale alla nostra opinione pubblica di sentirsi, da un lato, garantiti dall'assistenza sanitaria fornita e dall'altro, assumere un aspetto che è quello del limite dell'intervento medico sanitario a fronte di condizioni di patologie che ancora sussistono.
L'invincibilità dell'intervento terapeutico nella quale riponiamo molte speranze non è, nello stato attuale della scienza, dato assoluto.
La seconda preoccupazione riguarda la rappresentazione all'esterno di un modo di comportarsi dell'Amministrazione regionale che sia contemporaneamente scientifico e sensibile. Scientifico perché scegliere con o fuori dalle piattaforme nazionali, di attivare campagne vaccinali non può che avvenire sulla base di una ferma, suffragata da dati, validata da opinioni, considerazione dei dati della realtà, ma sensibile, perch l'Amministrazione regionale in politica sanitaria non sta producendo tomi di epidemiologia, sta gestendo il sistema sanitario, per gestire il quale si deve essere certi e convincenti nell'esprimere i dati, ma anche valutare opportunità in ordine alle sensibilità locali, alla necessità e all'utilità delle iniziative che si promuovono.
Quindi, mentre continuiamo a dire - ed è la realtà - che siamo in una condizione di non esposizione al rischio, non siamo insensibili, e per questo siamo in permanente collegamento con il Ministero della sanità e con la Commissione nazionale vaccini, al livello di preoccupazione che in modo particolare i genitori di bambini minori rappresentano.
Quindi, da questo punto di vista, sono per dire che è questione che non iscriviamo nel novero dei casi, ma che continuiamo a monitorare con questa contemporanea attenzione scientifica e sensibilità umana e politica.
In ordine alla terza preoccupazione - non posso governarla da sola come esecutivo, posso solo consegnarla all'Assemblea elettiva - questa questione, come credo le altre questioni che l'hanno preceduta, possa consentire al Consiglio regionale un dibattito sereno su modelli organizzativi opportuni, appropriati e sostenibili e non un dibattito segnato da una comprensibile, ragionevole e corretta emozione o, peggio ancora, segnato dalla tentazione di individuare un caso specifico come paradigma del funzionamento di un modello organizzativo.
Non ho nulla in contrario a trovare le sedi, anche istruttorie, di ragionamento sul funzionamento dei servizi di emergenza e urgenza del nostro sistema sanitario, anche alla luce dell'obbligo, che stiamo assolvendo, di redigere delle linee guida. Spero di poterlo fare, e sono sicura che così accadrà, con un'interlocuzione con i Consiglieri seriamente e onestamente volta a fornire i migliori livelli di garanzia compatibili anche se avviamo questa discussione in un clima fortemente segnato da una comprensibile emozione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Mozione n. 907 "Vaccinazione gratuita contro la meningite sull'intero territorio regionale" presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta Boniperti, Vignale (iscrizione all'o.d.g.) Mozione n. 908 "Richiesta Commissioni d'indagine e di inchiesta" presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti, Vignale (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Associazioni intercomunali

Ordine del giorno n. 902 "Adesione dei Comuni a più forme associative Art. 2, comma 28, legge finanziaria 2008" presentato dai Consiglieri Cotto Leo, Toselli, Nastri, Dalmasso, Guida (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale - Resistenza

Ordine del giorno n. 909 "Salvaguardia Istituti Storici per la Resistenza del Piemonte" presentato dai Consiglieri Robotti, Chieppa, Barassi Deambrogio, Spinosa, Clement, Bossuto, Moriconi, Cirio, Placido Travaglini, Giovine, Pozzi, Ricca, Boeti, Nicotra, Ronzani, Rabino, Leo Reschigna, Buquicchio, Bizjak, Larizza, Muliere, Ferraris, Pace, Motta Cotto, Dutto, Valloggia, Auddino, Lepri, Turigliatto, Cavallaro, Ferrero Rossi, Rutallo, Guida, Bellion (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Prima della chiusura dei lavori, volevo sottoporre all'Aula l'iscrizione dei due ordini del giorno (n. 907 e n. 908), così come richiesto e già illustrato dai Consiglieri di Alleanza Nazionale, e altre due richieste di iscrizione di ordini del giorno: uno, il n. 909, avente per oggetto la "Salvaguardia Istituti storici per la Resistenza del Piemonte", con primo firmatario il Consigliere Robotti e tante altre firme l'altro, il n. 902, vertente sullo stesso argomento, avente per oggetto: "Adesione dei Comuni a più forme associative", firmato dalla sottoscritta e riportante altre firme.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, stiamo parlando di altri ordini del giorno.
Gli ordini del giorno sui rifiuti saranno oggetto di iscrizione durante il dibattito del pomeriggio.
Se l'Aula acconsente, do per iscritti questi quattro ordini del giorno.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Comunico che la prevista Conferenza dei Capigruppo delle ore 12.30 ovviamente, è stata annullata; i lavori riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 14.30, come da convocazione, oppure, se l'Aula mi fornisce un'altra indicazione, alle ore 15.00.
I lavori riprenderanno alle ore 15.00, così come suggeritomi dall'Aula.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.14)



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