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Dettaglio seduta n.280 del 21/12/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.02 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Buquicchio, Bossuto Cattaneo, Giovine, Moriconi, Placido, Pozzi, Travaglini e Valloggia.
Per ragioni relative all'Ufficio di Presidenza, sono in missione e pertanto si ritengono in congedo i Consiglieri Rutallo, Cavallera e Botta.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame testo unificato del disegno di legge n. 346 inerente a "Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa", e della proposta di legge n. 385, inerente a "Diritto allo studio e all'apprendimento per l'intero arco della vita" - Presentazione ed esame ordini del giorno n. 875 e n. 888 collegati


PRESIDENTE

L'esame del testo unificato del disegno di legge n. 346 e della proposta di legge n. 385 di cui al punto 3) all'o.d.g., avendo esaurito la discussione generale nella seduta di ieri con la replica dell'Assessore Pentenero, prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 Sull'articolo 1, ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Commento l'articolo 1.
La Regione Piemonte, riconoscendo al sistema nazionale d'istruzione e formazione professionale il compito di garantire i livelli essenziali di prestazione in base alle leggi vigenti in materia, promuove un sistema di azioni che offre la possibilità a tutti gli allievi di raggiungere il successo scolastico e formativo.
La Regione, ferme restando le competenze già attribuite ai Comuni e alle Province nel rispetto della normativa costituzionale e secondo il principio di sussidiarietà, promuove interventi volti a rimuovere gli ostacoli che si frappongono al pieno godimento del diritto allo studio fin dalla scuola dell'infanzia.
La programmazione degli interventi per garantire il diritto allo studio e la libera scelta educativa avviene previa consultazione degli Enti locali piemontesi e delle istituzioni scolastiche autonome, statali e paritarie e delle agenzie formative accreditate (quindi viene evidenziato il discorso della libertà di educazione e delle agenzie formative accreditate della parità).
Lo sostenevo già ieri: come si può pensare che vi sia una parità, se questa non è sostanziale, non è data dalla sostanza, non è data dal contributo economico? Anche l'analisi marxista dimostrava che la parità si ha quando le condizioni economiche sono uguali, sono fruibili, sono fattibili. Non ci potrebbe essere parità se un giornale venisse offerto gratuitamente e un altro no, se del pane in un forno venisse offerto gratuitamente e in un altro a caro prezzo, non ci sarebbe parità in alcun modo.
Credo che - sono contento che sia presente la Presidente Bresso avendo approvato il principio di libertà di educazione, abbiamo un accanimento nel non riconoscerlo sostanzialmente. Ho ricordato ieri come la legge Berlinguer già si era pronunciata su questo, e allora perché adesso bloccare una legge così importante e non dare pieno riconoscimento alla libertà di educazione? Non dico neanche pieno riconoscimento, ma anche soltanto parziale, perché il principio è passato.
Capisco se non fosse passato il principio; se non fosse passato il principio, il principio non c'era e allora rimaneva una questione ideologica, com'è stato ricordato ieri. Ma adesso il principio è passato e allora perché evitare di fare una legge sostanzialmente paritaria equilibrata soltanto per una questione di lana caprina, quando sappiamo che i fondi sono comunque quelli? Avendo scelto la doppia graduatoria o la doppia graduatoria scelta (non aveste scelto la doppia graduatoria, con le mie leggi i fondi venivano recuperati), sono dunque canali non comunicanti, quindi i soldi destinati alla scuola non statale e paritaria sono comunque quelli prestabiliti.
Allora l'idea di voler penalizzare i cittadini tra i 25 e i 30 mila euro di reddito - noi proponiamo di arrivare a 40-50 mila euro - vuol dire non aver compreso come siano mutate le condizioni economiche e quali siano le difficoltà reali.
Quando la Giunta propone l'esenzione del ticket al di sotto dei 35 mila euro di reddito, evidentemente fa un ragionamento e dice: "Beh, il ticket a 35 mila euro è una cosa ragionevole". E allora perché pensare che l'ISEE debba essere a 25 mila euro? Potrei capire - non condividere, ma capire - se mi si assicurasse che questi soldi vengono risparmiati e vanno su altri comparti, ma questi soldi non vengono risparmiati. Avendo voi deciso la doppia graduatoria - e lì c'è un esperto di conti bravissimo come Wilmer Ronzani - i fondi di un comparto non possono essere recuperati sull'altro, e questo è del tutto evidente dalla legge, dalle percentuali stabilite, dalla doppia graduatoria. Mentre Wilmer carissimo, la mia legge prevedeva un'unica graduatoria e avevamo concordato con voi che tutto quello che non veniva speso sarebbe stato riversato sul diritto allo studio. Con la doppia graduatoria, con le percentuali rigide che avete voluto e che, per certi versi, sono una salvaguardia per tutti e oggi sono una salvaguardia per la scuola non statale, non recuperate un euro.
Oltretutto, mi si dice: "Potrebbero andare in più alla FISM". Ma pensate quale discrasia si creerebbe: una realtà su cui abbiamo bilanciato 7 milioni di euro tutti d'accordo, di colpo se ne trovano 10-11 (perch sono comunque in quel capitolo, non so se avete visto bene la legge). Si creerebbe una discrasia continua, e l'anno dopo cosa dovremmo fare? Ci avete detto: "Facciamo la verifica ad aprile". Ma se per un anno diamo 11 milioni di euro in più alla FISM, allora ad aprile, facendo la verifica dovremmo pensare a un provvedimento a fisarmonica. Ovverosia: quest'anno diamo alla FISM dei soldi in più - che non fanno mai male, ma creerebbero uno scompenso nella programmazione delle scuole - per poi ridurli, con un provvedimento a fisarmonica. Ecco, questo mi sembra assolutamente insensato.
Infine, oggi, per come è aumentato il costo della vita, pensate veramente che con l'ISEE a 30 mila euro uno sia ricco? Ma davvero, allora, c'è uno stacco - e mi riferisco soprattutto ai colleghi più sensibili della sinistra - col Paese reale. Bisognerebbe che andaste a spiegare che siete contrari a portarlo a 30.000 euro, perché a 30.000 euro si è ricchi.
La gente, però, ride quando sente sostenere che a 30.000 euro si è ricchi! Già sono arrabbiati, giustamente o ingiustamente - secondo me abbastanza ingiustamente - con il mondo politico! Dicono: "Per voi, a 30.000 euro siamo ricchi, mentre voi, con 100.000 euro, avete dei privilegi!".
Capisco ogni resistenza sul fatto di dare più soldi alla scuola cattolica e meno soldi alla scuola statale, ma questo principio l'abbiamo superato. Ormai è acclarato quello che vogliamo, da una parte e dall'altra ormai il punto di discussione è che voi sostenete che con l'indice ISEE a 30.000 euro si è ricchi e noi sosteniamo che non si è ricchi.
Cosa pensate che valuti la gente? Noi sosteniamo semplicemente questo.
Dopodiché, se dobbiamo votare favorevolmente un ordine del giorno che impegna una verifica per aprile e se, come sostengono alcuni tecnici, 14 milioni di euro non sono sufficienti all'ISEE a 30.000 euro, lo faremo. Non dico neanche che, se sono insufficienti, come sarebbe logico, aumenteremo i 14 milioni di euro.
Pertanto, se sono sufficienti, siamo pronti ad abbassare il valore dell'indice ISEE; se sono insufficienti, non chiediamo di alzarlo, per cui quello che è stato concordato, che avete attribuito alla scuola non statale, rimane invariato.
Oltretutto, se trovassimo adesso un accordo ragionevole, non saremmo sul Piano triennale, al finimondo! Sapete, colleghi, Presidenti di Commissioni, ecc., cosa succederà quando discuteremo il Piano triennale? Il finimondo, perché in quell'occasione solleveremo tutta la questione. Poiché il Piano triennale deve essere presentato entro marzo - il primo anno entro aprile - fra poco in pieno bilancio, ci sarà il finimondo! Infine, l'avviso di non finanziare il buono scuola.
Ma pensate davvero che possa esserci qualche democratico o qualche cattolico nella Margherita - cari amici cattolici - che possa reggere questo? Ma sarebbe il disastro per voi, non per noi! Ho preso atto che molti giornali cattolici, fino a poco tempo fa scrivevano: "Leo è di Forza Italia, ma è un bravo cattolico". Adesso scrivono: "Leo è cattolico e meno male che è del centrodestra, perché il centrosinistra non tutela più queste realtà"! Grazie, e riprenderò l'argomento.



PRESIDENTE

Non ho dubbi su questo, collega Leo.
La parola al Consigliere Rossi, sull'ordine dei lavori.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Il mio intervento è sull'ordine dei lavori: prima che si entri nel vivo della discussione, chiedo di valutare la possibilità di un'inversione dell'o.d.g. e approvare la proposta di deliberazione n.
271, inerente a "Conferimento del Sigillo della Regione Piemonte".
Come lei sa, Presidente, è un argomento che passerebbe in tempi rapidissimi, sul quale c'era l'accordo di tutti i Gruppi. Daremmo, così utilità ai nostri lavori, visto l'atteggiamento della maggioranza, che ci obbligherà a rimanere qui per tutta la giornata.
Ieri mattina lei non c'era Presiedente, ma io ho ribadito all'Assessore competente che doveva fornirci delle risposte. Non c'è stata data alcuna risposta in merito alle nostre richieste, anzi, l'Assessore ha parlato per 22 minuti spiegando ancora una volta la legge sul buono scuola (l'avevano già spiegata i colleghi Muliere e Leo).
Noi abbiamo rivolto delle richieste precise alla maggioranza e la risposta è stata quella di spiegarci, per la terza volta, la legge! chiaro che, in questo tipo di rapporto che la maggioranza ha voluto instaurare con una parte dell'opposizione, non c'è dialogo, perché noi abbiamo fatto delle richieste, voi non avete nemmeno risposto e ci avete rispiegato la legge.
Questo significa porte chiuse. Porte chiuse di lì, porte chiuse di qua pertanto la giornata, presumibilmente, passerà tra divertenti interventi e divertenti scaramucce tra maggioranza e minoranza.
Voglio ribadire che la Lega Nord è una forza politica e ha diritto ad essere ascoltata tanto quanto le altre forze politiche, pertanto le dichiarazioni di ieri del collega Muliere, il quale ha detto di aver chiuso l'accordo con l'opposizione, ci lasciano di stucco, perché le ribadisco Presidente - e voglio che rimanga agli atti - che la Lega Nord non ha chiuso alcun accordo con la maggioranza, su questa legge, né con il collega Muliere. Mi faccia la cortesia, collega Muliere, se così è, di dire con chi ha trattato della Lega Nord; non certo con me, non con il collega Dutto, il collega Novero è a casa ammalato, pertanto ci dica con chi ha trattato della Lega Nord. Diversamente, non vada a dire, in Aula, di aver chiuso l'accordo con la minoranza, perché con la Lega Nord non ha chiuso niente.
La Lega Nord, dall'altro ieri, chiede di essere ascoltata su quest'argomento; la risposta è stata un intervento di spiegazione della legge, ieri sera, da parte dell'Assessore competente, di 22 minuti. Secondo noi queste non sono risposte, anzi, sono prese per i "fondelli"! Concludo ribadendo la richiesta di inversione all'o.d.g., per esaminare il punto riguardante il Sigillo della Regione Piemonte. Sappiamo che è urgente e sarebbe un provvedimento che passerebbe in pochissimo tempo.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, purtroppo non possiamo procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 271, riguardante il Sigillo della Regione Piemonte. Le sono grato per questa sollecitazione, perché è un provvedimento che anch'io auspicherei venisse votato e licenziato prima della fine dell'anno, ma non ci sono le condizioni numeriche per farlo.
La deliberazione sul Sigillo, infatti, prevede la presenza e il voto favorevole di 50 Consiglieri, mentre, ad oggi, abbiamo 35 firme apposte sulle presenze. È previsto un quorum molto elevato, per garantire un gran concorso di volontà su questo tema.
Ovviamente, il collega Rossi solleva una questione politica delicata: merita procedere, così come abbiamo iniziato, per tutta la seduta, fino al pomeriggio inoltrato, o è opportuno fare un momento di approfondimento tra maggioranza e minoranza, per decidere in merito? Pongo la questione e vorrei avere indicazioni, anche informalmente, nel corso della seduta. Se i colleghi lo ritengono, potremmo fare, forse più produttivamente, una Conferenza dei Capigruppo per valutare in materia.
Se non ci sono indicazioni in questo senso, vedo i Presidenti dei Gruppi in altro affaccendati, procediamo secondo la scaletta, quindi passiamo all'esame dell'articolato del disegno di legge n. 346. Non mi pare, però, sia molto produttivo.
Procediamo, pertanto, all'esame dell'articolato del testo unificato sul diritto allo studio.
Sull'articolo 1, ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Molto brevemente, perché credo non serva continuare ad entrare nel merito di questa vicenda. Ritengo, però, che alcune questioni, rispetto all'intervento del Consigliere Leo, vadano chiarite, altrimenti rischiamo di non capirci.
Il primo dato: sia che si parli di 25.000 euro sia che si parli di 30.000 euro, non si tratta di reddito, ma dell'Indicatore della Situazione Economia Equivalente.
Pertanto, per una famiglia composta da tre persone, con un reddito di 25 o di 30.000 euro, l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente si abbassa significativamente a quasi la metà.
Lo stesso discorso vale in progressione, perché il coefficiente di equivalenza per una famiglia di tre persone, con ambedue i genitori che lavorano, è 2,24.
Inoltre, non riteniamo che con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente a 25 o a 30 mila euro si sia ricchi. Lo ripeto: non riteniamo che a 25 o a 30 mila euro di Indicatore della Situazione Economica Equivalente si è ricchi; noi diciamo semplicemente che se si superano quelle soglie, probabilmente non si ha bisogno di un sostegno da parte del pubblico per mandare i figli a scuola, che mi sembra una cosa sostanzialmente diversa.
Terza questione, collega Leo e non me ne voglia: io l'ho sempre considerata un galantuomo e continuo a considerarla tale. Però lei nel suo intervento ha prefigurato un ordine del giorno, dicendo che su questo si è disposti ad impegnarsi.
Iniziamo ad onorare gli impegni presi e formalizzati nella VI Commissione l'altra settimana; una volta onorati quegli impegni, potremmo anche ragionare su altri impegni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente, apprezzo il suo tentativo di mediazione d'altronde, sta svolgendo bene il suo lavoro, che è quello di garantire l'attività dell'Aula. Attività che oggi sarà di nuovo bloccata, perché io non ho alcuna intenzione di tornare indietro su una posizione che, come gruppo della Lega Nord, abbiamo preso, perché è una posizione di giustizia di democrazia, di uguaglianza e di libertà.
Ieri l'ho spiegato chiaramente: per noi è inaccettabile che ci possano essere delle forze politiche che considerano giusto discriminare delle famiglie che fanno delle scelte educative libere e democratiche, scegliendo di mandare i propri figli in una scuola privata autorizzata, anzich pubblica.
Ogni ragazzo che va a frequentare una scuola privata porta un risparmio per la scuola pubblica, perché per un certo numero di ragazzi che vanno in una scuola pubblica si deve pagare un insegnante, si devono pagare delle aule in più. Si devono pagare dei servizi che, se questi ragazzi andassero in una scuola privata, sarebbero pagati dalla famiglia che manda il ragazzo in una scuola privata.
Noi addirittura in questo caso non stiamo dicendo che diamo con questi contributi la parità scolastica e la libertà di scelta educativa, cioè la possibilità di scegliere a pari condizioni se mandare un figlio in una scuola pubblica o privata. Stiamo dicendo che chi sceglie di mandare un figlio alla scuola privata anziché pubblica, confessionale o meno, abbia diritto ad un qualche contributo; contributi miserrimi, perché parliamo dell'ordine di 1.400 euro all'anno, non stiamo parlando di cifre folli.
Parliamo di una cifra che copre in minima parte il costo per la famiglia di mandare un figlio nella scuola privata, confessionale o meno.
Voi invece addirittura volete porre un reddito limite ISEE ridicolo cioè praticamente volete togliere la possibilità alle famiglie di presentare la domanda. E vi spiego perché, cari colleghi: perché un reddito lordo ISEE di 25.000 euro per una famiglia che abbia una casa è equivalente allo stipendio di una famiglia con due operai che lavorano. Poi non parliamo di una famiglia che ha anche un altro figlio che lavora e che non va a scuola; sono tre redditi con una casa di proprietà, quindi si supera il limite senza alcun dubbio e non si ha diritto al contributo.
Allora dov'è questa minima e parziale libera scelta educativa che con questa legge cerchiamo di dare? Non c'è! Diciamo le cose come stanno perché noi non veniamo qua a farci prendere per i fondelli da voi, cari colleghi.
Voi avete posto un limite bassissimo apposta, perché non ci saranno domande sufficienti a coprire le disponibilità di 14 milioni di euro destinati alla scuola. Non ci saranno, quindi avanzeranno dei soldi, ma voi questi soldi non li potrete spostare quest'anno. Quindi, sicuramente cosa potrete fare il prossimo anno? Dato che sono avanzati i soldi su questa legge, potrete dire che non la rifinanziamo per la parte delle scuole private e semplicemente non rimettiamo i soldi. Ma con un comportamento come il vostro, porterete alla crisi ulteriori scuole private che hanno già sopportato in questi anni difficoltà terribili, che non riescono ad andare avanti e che con questo contributo potrebbero avere una boccata di ossigeno e continuare a lavorare.
Voi questo non lo volete, perché il vostro obiettivo - ed è purtroppo l'obiettivo anche di una parte del Partito Democratico, non solo dell'estrema sinistra e della sinistra "sinistra" - è quello di chiudere le scuole private, perché a voi dà fastidio che vi siano nelle scuole private le scuole cattoliche, perché voi non volete che i giovani vadano nelle scuole cattoliche. Voi volete sradicare la nostra tradizione cristiana e cattolica. Voi la volete sradicare, perché bisogna rovinare e bisogna distruggere le famiglie e l'educazione cattolica, perché per voi è un danno. Questo è il motivo. Diciamo le cose come sono.
Anche perché se non fosse così, mi dovreste spiegare come mai, visto che il reddito di 25 mila è troppo, invece per l'esenzione del ticket per gli ultrasettantenni l'indicatore ISEE è 36 mila euro di reddito, quindi 70 milioni delle vecchie lire.



(Proteste del Consigliere Clement)



ROSSI Oreste

Sono 70 milioni, quindi chi guadagna fino a 70 milioni - parlo per l'esenzione ticket - non paga il ticket e per loro va bene. Se invece una famiglia desidera mandare un figlio alla scuola privata, no. Il reddito ISEE non è molto diverso, soprattutto se si ha una casa di proprietà e dei beni.
Le ricordo, collega Clement, che bisogna allegare i depositi bancari l'eventuale possesso di BOT, dei quali il 20% rientra nel conteggio del reddito, cosa che invece nel reddito familiare non viene cumulato, mentre nel reddito ISEE viene cumulato. È vero che poi ci sono degli sgravi da calcolare, ma bisogna aggiungere il 20% dei depositi bancari, dei BOT e del valore della casa. In quel caso non si ha diritto non a non pagare la scuola privata, ma non si ha diritto neanche a ricevere il contributo sulle rette pagate per frequentare la scuola privata.
Quindi, voi state cercando di fare una legge truffa, una legge dove mettete 14 milioni di euro per la scuola privata e ve la siete venduta dicendo "guardate come siamo bravi: mettiamo tutti questi soldi per voi e per salvare la scuola privata in Piemonte". D'altra parte, mettete dei limiti che impediscono a chi va nella scuola privata di poter chiedere il contributo, perché quei soldi non saranno chiesti, quei soldi avanzeranno e spenderete quindi 6-7 milioni di euro su 14 e l'anno prossimo non rifinanzierete la legge perché avrete un avanzo - questa è la realtà - e tenterete di raggiungere il vostro obiettivo: far chiudere la scuola privata, perché per voi esiste solo la scuola pubblica e l'obbligo per le famiglie di mandare i figli nelle scuole pubbliche.
Quello a voi interessa, cari colleghi. Ma dovete dirle queste cose, e il vostro collega Robotti l'ha detto chiaramente in una riunione, accusando i rappresentanti delle scuole private di essere dei mendicanti! Questa è la realtà e l'avete anche detto. Quindi, non venite a nascondervi in aula, non venite a dire che date 14 milioni di euro alla scuola privata, perché è falso; quei 14 milioni di euro non li darete con un tetto di 25 mila euro ISEE.
E vi dirò una cosa in più: non potete neanche nascondervi nel dire "se avanziamo i soldi, verranno distribuiti alla scuola pubblica", perché non è così. Infatti, avete messo in legge chiaramente la dizione che le graduatorie sono separate, quindi se avanzate dei soldi o dei fondi da destinare alla scuola privata, questi non possono essere fatti slittare ed assegnati alla scuola pubblica. Quindi, rimangono lì, costituiranno un avanzo e vi permetteranno l'anno dopo di non rifinanziare quella legge, ma non li potrete usare nell'anno in corso per la scuola pubblica.
Non solo: se noi alziamo il reddito ISEE e lo portiamo a 35 mila, cosa minimamente corretta - anzi, l'ideale sarebbe 36 mila, che assomiglia a quello per l'esenzione del ticket per gli ultrasettantenni - non è che se ci sono tante domande di redditi bassi, ricevono meno e il risultato viene spalmato su tutti. No. La graduatoria prevede rigidamente che l'assegnazione dei fondi vada in ordine di reddito. Se ci sono tante famiglie sotto i 25 mila euro di ISEE da coprire i 14 milioni di euro a disposizione, chi è sopra i 25 mila di reddito non prenderà niente, li prenderanno al di sotto. Se ci saranno tante domande intorno a 20 o 22 mila euro, chi è sopra non prenderà niente. Prenderà a condizione che non ci siano le domande sufficienti a coprire quel fondo.
Se i redditi fino a 25 mila euro coprono sette milioni di euro di finanziamento, li prenderanno quelli che ne hanno un reddito ISEE di 26 mila euro e oltre. Per voi non riesco a capire che differenza faccia. I redditi bassi, comunque sia, se noi alziamo il tetto ISEE, il contributo lo prendono lo stesso; al limite potremo finanziarie più famiglie, visto che i soldi a disposizione ci sono.
Se voi non lo volete fare è solo per una questione ideologica, perch sapete benissimo che quei 14 milioni di euro non potrebbero essere spesi con quel reddito ISEE.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Colleghi, buon 2009. Se continuerete così, con 38 articoli, sono moderatamente sicuro che a fine dicembre 2008 saremmo ancora in quest'aula a parlare di questo argomento. Inizio ad augurarvi buon 2009, saremmo probabilmente senza Prodi - staremo tutti meglio - forse anche senza Chiamparino, il mondo sarà migliore e la vita di tutti potrà progredire in maniera più gioiosa, più utile, più ricca e più feconda.
Questo lo dico perché, Consiglieri, state sprecando una grande occasione. Avevate fatto una legge che, tutto sommato, con il contributo sostanziale di Alleanza Nazionale e Forza Italia, non sarebbe stata del tutto da buttare. La cosa che non possiamo accettare è che voi, la sinistra radicale, i comunisti, stiate ricattando la Giunta Bresso, stiate ricattando l'Assessore Pentenero perché, nel momento in cui si fa una legge che sembra essere di apertura, in realtà, si ammazza la scuola libera imponendo delle limitazioni al reddito ISEE che, di fatto, vanno a vanificare completamente la possibilità di accesso alla scuola libera.
Allora, Consiglieri, tutto si può fare, tutto si può chiedere, tranne che noi subiamo il ricatto vergognoso e disgustoso dei Comunisti contro il basilare principio di libertà che è quello di scegliere la scuola, che è quello, da parte dei genitori, di chiedere di scegliere per i loro figli un'impostazione culturale, che è quello di essere liberi di crescere come si vuole. Voi che, ovviamente, siete cresciuti a pane e martello capite solo quello.
Infatti si vede come state riducendo questo Paese e questa città. Non riuscite ad accettare e a aderire a normali principi di libertà, perché a voi spaventa la parola. Se uno è libero non può essere comunista e non vi vota più. Se uno è libero di scegliere, libero di lavorare, libero di intraprendere, libero di andare a scuola dove vuole, non è più comunista.
Quindi voi, e anche i vostri posti, sono a rischio. Voi fate una difesa di bottega, in realtà.
Secondo ricatto, sempre dei comunisti. Presidente Gariglio, ma voi cattolici come fate a farvi ricattare così? Un giorno me lo spiegherete. Io sono arrabbiato con i comunisti culturalmente, ma sono più arrabbiato con certi cattolici. Vorrei usare un termini forte, ma non lo uso per adesso lo dirò nei prossimi giorni. Siamo sotto Natale, siamo tutti più buoni persino i comunisti hanno il diritto di essere maltrattati un po' meno.
Quelli che mi fanno veramente arrabbiare non sono tanto i comunisti che sono comunisti, è già detto tutto, sta tutto nel termine. Quelli che mi fanno arrabbiare sono i cattolici, ma i cattolici di carta stagnola, i cattolici con la spada di latta, i cattolici che si fregiano e vanno nelle parrocchie a mendicare voti, ma che poi sui principi e sui valori scappano e lasciano campo libero agli oltranzisti, a quelli che vogliono sopprimere la scuola libera, i cattolici a corrente alternata: dammi il voto, ma ti svendo il principio. Questi non li sopporto.
Un cattolico dovrebbe reagire, dovrebbe dire: amici comunisti - perch voi cattolici chiamate gli alleati amici, fin dai tempi della Democrazia Cristiana - abbiamo fatto una buona legge, vi chiediamo un principio di equità, ossia vi chiediamo di non renderla, di fatto, inapplicata.
Innalziamo il reddito ISEE di una cifra tale che possa consentire alla gran parte delle famiglie che ne hanno fruito in passato e che potrebbero usufruirne in futuro la possibilità, attraverso questo innalzamento, di scegliersi la scuola che vogliono e la facciamo finita lì. Nessuno chiede che venga raddoppiato il reddito di riferimento, si chiede un aggiustamento verso l'alto per non vanificare la legge ricordando a tutti che tutti noi paghiamo per la scuola pubblica, con le nostre tasse e ricordando che anche quelli che potrebbero accedere al contributo, pagano con le loro tasse la scuola pubblica e ricordando che questa legge, doverosamente stanzia tantissimi soldi per la scuola pubblica, per le scuole di tutti.
Allora è chiaro che il vostro è un bieco, ripeto bieco, accanimento ideologico, illiberale, nei confronti di chi vorrebbe scegliere e che voi non volete far scegliere. Questo ricatto è inaccettabile e fa il paio, caro Presidente Gariglio, con quello che è capitato, sempre grazie ai cattolici trinca e branca, quelli bun peis, quelli per cui i valori hanno un peso relativo. Non certo al comune di Torino, dove la FISM - Federazione delle Scuole Materne - che raggruppa scuole cattoliche ed ebraiche, si è vista decurtare il contributo di 300 mila euro. Noi abbiamo chiesto: perché? Perché è un fatto politico, perché anche lì i comunisti hanno detto: tagliare. Visto che poi vi fate brutalizzare sulla TAV, visto che vi fate brutalizzare sulla caccia, visto che siete in ginocchio davanti alla Bresso per tutte le cose importante, su cosa tagliate? Sulla libertà scolastica di cui alla Presidente non gliene può fregare il resto di nulla. Vi rifate lì.
La vostra frustrazione di non contare niente in questa maggioranza si riflette sulla libertà altrui.
Nel Comune di Torino la questione è stata particolare odiosa perché, se il Comune di Torino avesse una ridondanza di asili nido e scuole materne uno direbbe "va bene, c'è una ridondanza". In realtà, copriamo un quarto dei posti disponibili. Nonostante questo, sono stati tolti i contributi alla FISM dove tante famiglie sono costrette ad andare perché voi comunisti, anche a Torino, il servizio non lo fornite. Quindi, i bambini devono stare a casa, le mamme e i papà non possono lavorare e i nonni sono costretti a fare giorno e notte i baby sitter perché i genitori non hanno i soldi. Solo voi non ve ne accorgete perché voi ne guadagnate fin troppi! Questa è la realtà. Voi ne guadagnate fin troppi! Consigliere Larizza anche lei. Voi blaterate delle povertà altrui perché le create le povertà altrui.



(Commenti del Consigliere Larizza)



GHIGLIA Agostino

Che, come sai, non prende il gettone. Venga a guardare la mia dichiarazione dei redditi, compagno Larizza, ma soprattutto faccia vedere la sua ai suoi elettori così si rendono conto...



(Commenti del Consigliere Larizza)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi.
Collega Larizza, le darò la parola quando il Consigliere Ghiglia avrà terminato il suo intervento.



GHIGLIA Agostino

Natale, ma non interviene perché non sa cosa dire e poi si risparmia l'ennesima figuraccia. Quindi, Presidente, lasci pure che stia zitto.
Volevo concludere dicendo, colleghi, troviamo una mediazione, troviamo una sintesi del buon senso; facciamo, fate - perché magari io non ne sono capace - un tavolo dei volenterosi; facciamo che questa buona legge diventi una buona legge, ma soprattutto una legge applicabile; evitiamo che diventi una legge di parte perché noi non la possiamo accettare e, di conseguenza non possiamo farla passare.
Non è una questione di ricatto, ma sapete come dicono i vecchi adagi "a bandito, bandito risponde". Se ci costringete al ricatto, ci costringete alla resistenza!


Argomento:

Iscrizione nuovo punto all'o.d.g.:

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 887, inerente a "Interventi umanitari per profughi ONU a Torino", presentato dai Consiglieri Chieppa, Spinosa, Robotti, Dalmasso Barassi, Clement e Cavallaro (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, in qualità di Consigliere, il Consigliere Segretario Chieppa, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Presidente, chiedo l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
887, che riguarda un'emergenza umanitaria nella nostra città: parlo dei circa 100 profughi dell'ONU provenienti da paesi africani, che si trovano in una condizione assolutamente disumana nella nostra città. Quindi, vorrei che venisse iscritto all'o.d.g. per poi valutare se è possibile trovare un attimo per votarlo in giornata o in serata. Tanto staremo qui per lungo tempo.
Si tratta di dare una risposta immediata sul piano umanitario.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno non è stato ancora consegnato a questa Presidenza ma nel momento in cui verrà consegnato, come da prassi, se non ci sono obiezioni, lo iscriviamo. Ovviamente, tutti gli ordini vengono inseriti in calce, per passare alla votazione dobbiamo procedere a un'inversione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Visto il periodo, credo che sia giusto dare assistenza a queste persone. Sono d'accordo con il collega Chieppa, chiedo che venga immediatamente posto in discussione e votazione l'ordine del giorno in questione.



PRESIDENTE

Bene, iscriviamo l'ordine del giorno n 887 all'o.d.g., se non ci sono indicazioni in senso contrario.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Colleghi, il Consigliere Rossi ha avanzato un'altra richiesta: procedere a un'inversione all'o.d.g. e ad un'immediata discussione e votazione dell'ordine del giorno n. 887.
Ha chiesto di intervenire i Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Presidente, credo che ci siano alcune cose su cui dovremmo evitare di utilizzare la lotta. Se poi evitiamo anche di ridere, visto che parliamo di persone, seppur di pelle scura, e che per qualcuno hanno meno diritti di altri...



PRESIDENTE

Colleghi, non ci si riesce a sentire.



CHIEPPA Vincenzo

Purtroppo, su questi profughi dell'ONU c'è stato qualche giorno fa un intervento...



PRESIDENTE

Consigliere Chieppa, le chiedo scusa, ma lei ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori. Il Consigliere Rossi ha chiesto di fare un'inversione. Lei ha chiesto di intervenire in senso contrario.



CHIEPPA Vincenzo

Infatti, intervengo in senso contrario. Presidente, gli altri sghignazzano e lei richiama me, abbia pazienza. Sto cercando di arrivare rapidamente alla conclusione.
Chiedo che alla conclusione della discussione e della votazione su questo progetto di legge in corso, si possa votare immediatamente quest'ordine del giorno. La richiesta del Consigliere Rossi è da respingere perché strumentale a far saltare la discussione che è in corso.
Ricordo a tutti, Presidente, che vi è stato un intervento della rappresentante dell'ONU nel nostro Paese, pochissimi giorni fa, che ha ricordato che il rispetto dello status di rifugiati è un obbligo per tutti i Paesi che fanno parte del consesso internazionale. Nel nostro Paese ci sono 100 rifugiati senza riscaldamento, senza servizi igienici, abusivi e abbandonati da tutti.
Lo chiedo accoratamente.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione sulla richiesta del Consigliere Rossi che propone un'inversione all'o.d.g., sospendere la trattazione della legge sul diritto allo studio e passare alla discussione e votazione dell'ordine del giorno n. 887 del Consigliere Chieppa inerente a "Interventi umanitari per profughi ONU a Torino". Lo stesso proponente si è espresso in senso contrario.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punto all'o.d.g. presentata dal Consigliere Rossi.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non è un'accusa, perché non faccio il Questore; rilevo soltanto che a "uomini fermi" e avendo già votato, secondo me, i 25 seduti (e non essendo riuscita a votare la Consigliera Pozzi, che è arrivata adesso), siamo magicamente passati da 25 a 27. Non so chi abbia votato, ma mi sembra strano il risultato, osservando proprio i movimenti fisici all'interno dell'aula.
Dopodiché, non faccio il Questore né faccio parte dell'Ufficio di Presidenza, ma lo rilevo come...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

No, no, la Consigliera Pozzi non ha votato.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Non ho detto questo. Ho detto: "Tant'è che è arrivata dopo".



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, anche a me la situazione lascia dei dubbi. Quindi se i colleghi hanno la cortesia di accomodarsi nei banchi, ripetiamo la votazione, anche se ho ragione di ritenere che qualcosa sia sfuggito al controllo.
Ripetiamo la votazione per appello nominale, anche se ovviamente...



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se adesso con la collega Pozzi risultano in 27 è peggio! Lo dico prima.



PRESIDENTE

No, i Consiglieri possono essere usciti.



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se il numero è uguale a prima, con Paola Pozzi presente, diventa peggio!



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, i Consiglieri possono entrare ed uscire durante le votazioni.
Per maggior sicurezza, vorrei comunque disporre la ripetizione della votazione.
Indìco la votazione nominale sulla richiesta di inversione di punto all'o.d.g. presentata dal Consigliere Rossi.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame testo unificato del disegno di legge n. 346 inerente a "Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa", e della proposta di legge n. 385 inerente a "Diritto allo studio e all'apprendimento per l'intero arco della vita" - Presentazione ed esame ordini del giorno n. 875 e n. 888 collegati (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sull'articolo 1 del testo unificato sul diritto allo studio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Presidente, la ringrazio.
Vorrei intanto evidenziare un clima e un tono negli interventi che sinceramente, mi sembra agghiacciante, quasi da "caccia delle streghe".
L'intervento del collega Ghiglia fa rabbrividire, con questo attacco così forsennato contro i comunisti, come se avessero il 51% dei voti dell'elettorato di questo Paese e potessero governare i processi reali.
Magari - io dico - però non è così.
Mi sembra che l'allarmismo del "pericolo rosso" denunciato dal collega Ghiglia sia del tutto ingiustificato; così come mi sembrano ingiustificate le parole del collega Rossi. Ricordo allo stesso, che ci accusa di essere estremisti, intolleranti, illiberali e quant'altro, che solo qualche settimana fa alcuni suoi colleghi di partito in Lombardia portavano a pascolare i maiali sulle aree urbane su cui si doveva costruire una moschea. Rammento al Consigliere Rossi, ma anche ai colleghi presenti in Aula, che ieri sera, ad Aula chiusa, quando si stava allontanando, era quasi alle scale, mi disse: "Voi volete impiccare le suore in piazza!". Io gli risposi: "Noi, al massimo, facciamo attraversare la strada alle suore" lui ha ribattuto: "Peccato, perché io vi impiccherei volentieri in piazza".
Se questo è il clima e il tono del nostro confronto, diamoci una calmata. Perché un conto è discutere di questioni regolamentari o di procedure della nostra attività e della nostra convivenza democratica in quest'aula, altro conto è discutere di politica su come noi interpretiamo l'applicazione di questa legge o su come vorremmo che questa legge fosse applicata. Altro conto ancora è gettare accuse infamanti o usare un linguaggio truculento, che peraltro non serve per la campagna elettorale poiché qui non ci sono le folle che ci ascoltano, ma sviliscono il clima del confronto democratico tra noi.
Io non accetto la provocazione e faccio finta di nulla. Per oggettivamente, mi sembra che si stiano usando dei toni troppo apocalittici.



ROBOTTI Luca

LEO Giampiero (fuori microfono)



ROBOTTI Luca

A me hai detto che ero mieloso solo perché ero gentile!



ROBOTTI Luca

Sì, nel senso che c'è una via di mezzo.
Tra i tuoi interventi così ecumenici e i "cingoli" di Ghiglia, c'è una via di mezzo! Ma veniamo agli aspetti concreti, perché sul tema del reddito e dell'ISEE dobbiamo essere molto chiari, perché non si possono raccontare frottole. La gente deve capire bene: l'ISEE è un calcolo che si fa mettendo insieme l'indice della situazione economica con l'indice della situazione patrimoniale, dividendo questa somma per un coefficiente che varia a seconda del numero di componenti del nucleo familiare. Lo dico affinch resti a verbale e chiunque potrà leggere queste cose e capire meglio.
Poniamo un esempio concreto: prendiamo gli stipendi lordi di una famiglia di due insegnanti (non prendo gli operai come riferimento), ovvero una famiglia di media borghesia, di ceto impiegatizio o di ceto medio.
Parliamo di circa 27 mila euro lordi a testa, per un totale di 54 mila euro. Quello è l'indice della situazione reddituale di quella famiglia.
Immaginiamo che questa famiglia abbia un'abitazione, che, mediamente può aver pagato 190 o 200 mila euro. Ma poiché si tiene conto del valore catastale, ipotizziamo che sia di circa 85 mila euro. Mettiamo anche che questa famiglia, visto che nessuno di noi nasce con i soldi in dote, abbia acceso un mutuo per l'acquisto dell'abitazione e rimangano ancora da pagare 30 mila euro.
Dunque, agli 85 mila euro di valore catastale della casa devono essere sottratti 30 mila di mutuo ancora da pagare, e arriviamo ad un valore di 55 mila euro. Vi è, poi, la franchigia per il calcolo dell'indice della situazione patrimoniale sulle abitazioni, che è di 51 mila euro. Quindi 55 mila euro meno 51 mila euro di franchigia, arriviamo ad un valore di 4 mila euro come patrimonio immobiliare di quella famiglia.
Poniamo anche che questa famiglia abbia dei risparmi in banca, come tutte le nostre famiglie, ad esempio di 20 mila euro. Anche in questo caso la legge prevede una franchigia di 15 mila euro. Quindi 20 mila euro di risparmi meno 15 mila euro di franchigia otteniamo 5.000 euro: questa è la cifra che deve essere conteggiata per il calcolo dell'indice della situazione patrimoniale. Riassumendo, abbiamo 4 mila euro di valore immobiliare per calcolo dell'indice della situazione patrimoniale, 5 mila euro sui risparmi, per un totale di 9.000 euro. La legge prevede che di quella cifra va preso solo il 20%: pertanto, come indice di situazione patrimoniale quella famiglia avrà 1.800 euro.
Ciò significa che dobbiamo tener conto di quei 54 mila euro lordi di reddito dei nostri due insegnanti a cui sommiamo i 1.800 euro risultati dal calcolo della situazione patrimoniale, per un totale di 55 mila e 800 euro.
Prendiamo la situazione tipica e classica delle famiglie italiane ovvero un unico figlio minore.
La legge ci dice che l'indice per una famiglia di tre componenti con figlio minore è di 2,44. Dividendo 55.800 euro per 2,44 il risultato è circa 23.000 euro. Questo vuol dire che una famiglia, con un reddito lordo di 54.000 euro, un figlio a carico, una casa di proprietà con un mutuo su cui sta pagando le rate e con una piccola cifra di risparmio bancario, ha un reddito ISEE di 24.910 euro.
Allora noi dobbiamo smetterla di raccontare delle palle (scusate se uso questo termine). Dobbiamo dire la verità: 25.000 euro ISEE oggi copre circa l'85% delle famiglie di questa regione, perché coloro che hanno redditi più alti sono una minoranza. La stragrande maggioranza delle famiglie piemontesi, ovvero l'85%, ha redditi lordi annui inferiori ai 25.000 euro ISEE, che ricordo essere almeno più di 60.000 euro lordi di imponibile IRPEF. Altrimenti non ci capiamo più e rischiamo di confondere le idee alle nostre donne e ai nostri uomini, alle nostre famiglie che devono affrontare ogni giorni le difficoltà del vivere.
Infine, un'ultima battuta, e finisco. Qui non stiamo parlando del sistema di welfare o di garanzie pubbliche che la nostra Costituzione prevede: ci stiamo riferendo ad un sostegno che lo Stato, attraverso le Regioni, quindi su un diritto di autonomia di ogni singola Regione, decide di elargire a un sistema di istruzione privato, paritario, ma sottolineo privato. Ricordo anche che la nostra Costituzione prevede che il sistema scolastico paritario non debba avere oneri per lo Stato (lo scrive a caratteri cubitali).
Noi andiamo in deroga a questa norma costituzionale perché, attraverso la riforma Berlinguer, il sistema scolastico è stato parificato, è stato reso paritario. Benissimo. Questo però non vuol dire che si debba tenere un canale di privilegio in cui si riducono i principi di eguaglianza e di equità di tutti i nostri cittadini di fronte alle norme e alle leggi che le nostre istituzioni fanno per questa specifica tipologia di aziende private perché ricordo che le scuole paritarie sono comunque e sempre aziende private che ricevono un sostegno o un finanziamento pubblico.
Credo che noi dobbiamo essere onesti sino in fondo, dire le cose come stanno ed evitare - colleghi, lo ripeto - di usare toni apocalittici, che non aiutano il confronto e il libero dibattito in quest'Aula, che intorbidano le acque, che accelerano i processi di divisione tra di noi tra maggioranza e minoranza. Noi dobbiamo dimostrare maturità consapevolezza, volontà di affrontare questo tema in modo pragmatico per trovare una soluzione. Così non lo stiamo facendo.
La sinistra, che io rappresento con altri colleghi, ha fatto grandi sforzi di disponibilità per venire incontro alle esigenze dell'area moderata di questo Consiglio e per affrontare questo tema delle scuole paritarie in modo concreto, laico, con un'apertura nei confronti di questa esigenza.
Non si può andare oltre un certo livello, bisogna sapere che c'è un punto di equilibrio e che questo punto di equilibrio va rispettato. Va rispettato da tutti, nella consapevolezza che l'equilibrio serve per garantire la democrazia e il pluralismo in questa nostra regione e in questo nostro Consiglio.
In altro modo, si tenderebbe ad umiliare e a ridurre gli spazi democratici politici per alcune forze e per alcune componenti di questo Consiglio e a costruire di nuovo una legge che favorirebbe i redditi più alti ed escluderebbe le persone più povere: questo è quello che è accaduto con l'applicazione della legge Leo.
Allora chiedo a tutti di avere un grande senso di responsabilità. Senso di responsabilità che i Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, la Sinistra Democratica e i Verdi hanno dimostrato in questa fase, accettando un confronto su questa legge che ha portato i risultati della VI Commissione e sostenendo fortemente il punto di mediazione più alto che ha permesso di chiudere i lavori in VI Commissione.
Proprio in questa direzione, facciamo un ultimo sforzo, fate un ultimo sforzo, così come lo abbiamo fatto noi, per portare a compimento questo nostro lavoro. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "D. Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Colgo l'occasione per salutare gli allievi della Scuola Media Statale "Dante Alighieri" di Torino, classe III P, in visita al Consiglio regionale. Benvenuti, speriamo che la visita sia di vostro gradimento.
Siete intervenuti in Aula nel mezzo della discussione dell'articolo 1 della legge sul diritto alla studio. Si tratta di una legge che prevede degli aiuti per le famiglie che hanno figli che frequentano la scuola (frequenza scolastica, trasporto, libri), quindi sicuramente toccherà voi e le vostre famiglie nei prossimi anni.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame testo unificato del disegno di legge n. 346 inerente a "Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa" e della proposta di legge n. 385 inerente a "Diritto allo studio e all'apprendimento per l'intero arco della vita" - Presentazione ed esame ordini del giorno n. 875 e n. 888 collegati (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sull'articolo 1 del testo unificato sul diritto allo studio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Ho ascoltato finora questo scontro fra le due parti sul concetto di povertà. Si potrebbe concludere che tutto è relativo e che vanno bene tutte le opinioni, ma nel produrre il testo di questo provvedimento c'è stato un grande sforzo da parte di tutte le componenti di questo Consiglio.
Ha detto bene il collega Robotti prima: loro hanno fatto notevoli passi avanti nell'accettare questa impostazione, che valorizza la scuola pubblica, ma riconosce e valorizza la scuola privata.
Ricordiamoci che la scuola pubblica generale in Italia è venuta con la riforma Gentile. È vero che Giovanni Gentile venne sconfessato dal fascismo e quindi allontanato dal potere, ma comunque la sua riforma dell'epoca fascista è stato l'elemento unificante del Paese, un elemento che - se permettete - ha consentito di avere un bel livello di scuola (fino ad alcuni anni fa, fino ad alcune riforme fa).
Il concetto dello scontro in questo momento è quello su qual è il livello di povertà per intervenire economicamente. Il livello di povertà per intervenire economicamente significa qual è l'ISEE sulla quale assestarsi.
Ognuno ha fornito i propri dati, i propri numeri, ma su una cosa secondo me, bisogna fare la prima considerazione, ed è la seguente.
Attualmente il percorso delle scuole di un certo tipo, di un certo settore (scuole private, scuole cattoliche) è utilizzato non solo per scelta ideale, ideologica o fideistica, ma anche per avere una serie di servizi che altrimenti la scuola totalmente pubblica non è ancora - ahimè - in grado di dare. Dico questo perché la rigidità burocratica dello Stato non permette ancora quei modelli di flessibilità che dovrebbe avere una scuola d'avanguardia.
Ieri ho detto in che cosa si è risolta la famosa autonomia scolastica concessa negli ultimi anni. Pertanto proprio le famiglie meno agiate sono quelle poste nella condizione di dover fare la scelta della scuola privata in qualche modo per sopperire anche a un ruolo "parcheggio", al fine di riuscire a rendere compatibili i loro orari di lavoro con gli orari scolastici dei propri figli.
Questo è un fenomeno che sta diventando molto diffuso, sta diventando di massa, perché lo scopo che abbiamo tutti - questo unisce destra e sinistra - è quello di raggiungere obiettivi di massima occupazione, di arrivare all'emancipazione.
Ricordo che il modello dei nostri orari scolastici, commerciali ecc., è ancora il modello delle società rurali, che vedevano la donna ancorata al ruolo della casalinga, della massaia, di chi accudiva i figli e la famiglia.
Questo modello, che tutti noi tendiamo a superare, proprio per raggiungere una condizione di maggiore benessere, di emancipazione, viene a scontrarsi con l'organizzazione pubblica delle scuole. Pensate che ogni scuola stabilisce il calendario delle vacanze e le famiglie che hanno due o tre figli devono affrontare diversi problemi organizzativi.
Sono delle situazioni che dobbiamo avere il coraggio di leggere.
Rispetto ai dati che ha portato precedentemente il collega Robotti, io ho la tabella dell'indice ISEE sotto mano. In una realtà come Torino, non so se si trova un appartamento che costi meno di 150.000 euro, per una famiglia di tre persone. Ricordo che con 30.000 euro lordi di imponibile lo stipendio di un operaio - e un appartamento del valore di 170.000 euro si è al limite, cioè 24.647 euro di indice ISEE.
Se non è una condizione di difficoltà economica avere uno stipendio, il cui lordo di 30.000 euro equivale a un netto di 1500 euro al mese, dovendo mantenere la famiglia e il figlio che va a scuola! Se non è difficoltà economica questa, qual è la condizione di difficoltà economica? Inoltre, abbiamo anche la fascia dell'esclusione sociale, da curare con altri metodi.
Pertanto, se la mettiamo sui valori assoluti di indice ISEE, non ne usciamo più.
Ritengo che il percorso possa essere, da una parte, quello di alzare i tetti e, dall'altra, i meccanismi di bando gradueranno e gradueranno in base alle risorse. Non credo nemmeno che l'85% delle famiglie sia in queste condizioni, perché allora lo stanziamento che è stato previsto nel disegno di legge è uno stanziamento che non ha alcuna correlazione con la realtà.
Dovremmo, come minimo, replicare all'importo che è stato stanziato nella norma finanziaria. Dico come minimo, quindi, piuttosto che andare a discutere - e mi rivolgo alla Giunta, alla maggioranza - se 14 milioni di euro sono tanti o pochi, forniamo un meccanismo dove si possa far scorrere la graduatoria.
Un'Amministrazione deve avere anche il coraggio di dire: nell'elenco siamo arrivati a 14 milioni di euro perché abbiamo stanziato questo importo. Abbiamo stanziato 20 milioni di euro; rimangono esclusi 300 o 30.000, perché hanno i redditi superiori. Se il prossimo anno, chi governerà vorrà stanziare maggiori fondi, bene; se chi governerà non stanzierà maggiori fondi, rimarrà sempre una fascia di esclusi, che saranno quelli con un reddito - per capirci - di 20.000 euro (quasi una pensione minima, 750-800 euro al mese di stipendio).
Se quella famiglia che ha 800 euro al mese di stipendio ha la sfortuna in questo caso, di avere un appartamento, è fuori indice ISEE. Questo è il limite che consegniamo alla Giunta regionale per l'applicazione. Mi sembra veramente fuori da ogni logica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Credo sia doveroso - lo dico al collega Robotti, ma anche a tutti gli altri colleghi (cito il Consigliere Robotti perch chiedeva uno sforzo di verità) - fare una considerazione.
Probabilmente, i colleghi che non sono stati presenti in VI Commissione non hanno avuto modo di leggere attentamente la legge. In questi giorni dalla giornata di ieri fino ad oggi, si è discusso molto della soglia ISEE quasi come se fosse legata, in modo esclusivo, alle famiglie che intendono mandare il proprio figlio in una scuola paritaria.
I benefici della legge, quelli non relativi alle borse di studio all'eccellenza e al merito, ma alle spese che si sostengono frequentando una scuola, sono quelli citati all'articolo 12, comma 1, lettera a) e b).
La lettera a) prevede l'iscrizione e la frequenza, la lettera b) prevede i libri di testo, le attività integrative previste dai Piani dell'Offerta Formativa e i trasporti.
Questi benefici, che non possono essere cumulabili, perché chi partecipa alla graduatoria della lettera a), cioè gli assegni di studio non può partecipare alla graduatoria relativa ai libri o ai trasporti, sono legati - lo sottolineo nuovamente - così come dice l'articolo 35, al comma 9, alle famiglie che hanno un reddito ISEE non superiore ai 25.000 euro.
Non stiamo parlando, nella volontà che abbiamo manifestato in più occasioni, solo di alzare i redditi ISEE delle famiglie che mandano i loro figli nelle scuole paritarie - percentuale minoritaria significativa perché è una battaglia di libertà, ma minoritaria - ma stiamo parlando anche di quella percentuale assolutamente maggioritaria che manda i propri figli all'interno delle scuole pubbliche e che potrà ottenere, ai sensi della legge, così come oggi è scritta, un beneficio per le dotazioni librarie o il trasporto.
Quindi, stiamo parlando di uno e dell'altro, perché se continuiamo a dire che il tetto ISEE vuole essere innalzato per favorire le famiglie ricche che vogliono mandare i loro figli in una scuola paritaria, diciamo una cosa parzialmente vera. Dobbiamo dire, cioè, che il reddito ISEE limitato a 25.000 euro, è anche legato a quelle famiglie ricche - poi discuteremo dell'oggettività relativamente alla ricchezza - che, mandando il loro figlio in una scuola pubblica, avrebbero grande vantaggio economico, e non solo, ad avere un contributo sulle dotazioni librarie o sui trasporti.
Pensate ai trasporti e a quanto possa incidere, soprattutto sulla scelta di una scuola media superiore, la spesa legata ai trasporti per una famiglia che, in merito a questo, fa anche una valutazione di carattere economico.
E allora, questo è il punto fondamentale su cui ragionare, altrimenti facciamo un ragionamento che, oltre a essere parziale, è anche non corretto, è un ragionamento che dice un pezzo di verità e dimentica l'altra. Dimentica, in teoria, quella parte che interessa molto il nostro Gruppo consiliare, la tutela delle famiglie che mandano i figli nelle scuole paritarie, cioè le famiglie che vogliono scegliere liberamente, che dovrebbe interessare maggiormente il centrosinistra.
La discussione verte soltanto su quello che riteniamo essere una famiglia ricca o non ricca, non su scuole paritarie o scuole pubbliche. 25 mila euro ISEE, come dicevo, sono legati ai benefici della legge; tutti anche quelli che dovranno ottenere i 400 euro così come indicato all'articolo 35. 200 euro per la scuola primaria, 300 per la scuola secondaria e 500 per la scuola secondaria di secondo grado, per coloro che frequentano le scuole pubbliche. Stiamo parlando anche di questa cosa.
Il Consigliere Pichetto già ricordava esempi che potremmo continuare a fare partendo da alcuni dati che non sono di valutazione politica, ma dati reali. Oggi sappiamo che la media delle famiglie piemontesi tendenzialmente, a seconda delle province piemontesi, ha da 1,2 e 1,4 figli. Ciò significa che la maggioranza delle famiglie piemontesi ha un figlio, quindi chi conosce le tabelle ISEE sa quanto questo sia importante.
Un nucleo famigliare è composto da tre persone o, in molti casi, sapendo quante sono le famiglie monogenitoriali, da due persone. Abbiamo fatto molte simulazioni partendo dalle famiglie composte da marito, moglie e figlio. Non abbiamo fatto alcun caso relativamente a coloro i quali vivono con la madre o con il padre.
Se prendiamo in considerazione una famiglia composta da tre componenti ci rendiamo conto che, vivendo in alcune aree della nostra regione, nei capoluoghi di provincia, in alcune aree del Piemonte - penso a tutto il Piemonte orientale - in cui il costo delle locazioni ma, soprattutto, il costo degli acquisti e dei valori degli immobili è assolutamente elevato non stiamo parlando di famiglie ricche, ma neanche di famiglie di un ceto medio-alto. Stiamo parlando di ceti medi, o di ceti popolari i quali o hanno avuto la fortuna di avere una casa lasciata magari in eredità dai loro genitori con gli sforzi di una vita, oppure se la sono comprata investendo in rischi e investendo in lavoro per pagarsi un mutuo.
I colleghi che conoscono ISEE sanno che questo offre uno sconto sull'ISEE assolutamente basso. Per famiglie composte da tre persone con genitori che lavorano, che accumulano un budget famigliare lordo, cioè uno stipendio lordo annuo che si aggira intorno ai 45 mila euro e possiedono una casa di proprietà che vale 80 mila euro - più 51 di franchigia, quindi 131 mila euro - per la realtà cittadina di Torino una casa di 130 mila è tutto fuorché una casa di lusso. Anche per altre realtà, come Novara, è tutto fuorché una casa di lusso, così come per tutte le città del Piemonte.
Sfido chiunque a definire ricco un nucleo familiare che vive in una casa da 130 mila per valore catastale e ha redditi per 45 mila euro. Stiamo parlando di un nucleo familiare che, una volta, sarebbe stato definito di ceto medio o medio-basso.
Se facciamo il conto sul netto dello stipendio di queste famiglie capiamo bene che avrebbero un grande vantaggio nel scegliere e nell'avere un sostegno economico tanto che vadano alla scuola paritaria, quanto alla scuola statale.
Ripeto, e concludo, se non innalziamo il tetto ISEE, significa che una famiglia che vive a Novara e che ha un reddito assolutamente normale, per nulla medio alto o anche soltanto medio, non potrà beneficiare, per esempio, del buono da 500 euro per i libri se manda i figli in una scuola media superiore.
La cosa che non riesco a comprendere è come mai - al di là delle divisioni se la legge è del centrosinistra oppure no, se è un testo unificato, perché ognuno recita la sua parte, non ci interessa - visto che emerge una condivisione sostanziale sul testo unificato, non si raggiunga un piano attuativo.
Faccio un'ultima considerazione. Avessimo una graduatoria unica comprenderei i timori dei colleghi della sinistra, che potrebbero dire "molte famiglie rischiano di erodere gran parte di quello che stanziamo per le scuole paritarie", ma ricordo che abbiamo fatto una legge blindata. Come ricorda la norma finanziaria, il 40% del 65% dello stanziamento totale è quello che andrà a finanziare gli articoli per l'assegno di studio e per le scuole convenzionate. Quella è la cifra. Non viene eroso un euro per coloro i quali mandano i figli nella scuola pubblica.
Si è fatta una scelta di grande nettezza che, magari, non condividiamo perché avremmo preferito la graduatoria unica, che comprendiamo perch sappiamo quale sono state le posizioni da cui partivamo, ma bisogna, a questo punto, essere davvero pragmatici.
possibile che blocchiamo una legge perché fa una valutazione ideologica sull8% delle famiglie piemontesi e dimentichiamo quel 92% che mandano i figli in una scuola pubblica e non potranno accedere ai benefici dell'articolo 12? Mi sembra, oggettivamente, una cattiva scelta, che non trova alcun riscontro anche in valutazioni ideologiche. Una scelta che non comprendiamo, una scelta che non possiamo condividere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Poiché stiamo parlando di reddito ISEE e ci sono stati parecchi interventi sull'argomento, mi sono premunito del sistema di calcolo di questo reddito, tanto per mettere al corrente i Consiglieri in modo da avere un'idea esatta di cosa stiamo trattando.
Il reddito ISEE ha questa composizione. È dato dalla somma dei redditi famigliari risultanti dalla dichiarazione dei redditi, quindi sono redditi lordi.
Faccio un piccolo esempio. Uno stipendio di 800/850 euro netti al mese corrisponde ad un reddito lordo annuo di 15-16 mila euro. Dopodiché, si aggiungono tutti i redditi che possono far capo alla famiglia con un'anomalia per quanto riguarda le attività finanziarie: per le attività finanziarie non viene conteggiato il reddito reale, ma un reddito figurativo. Reddito figurativo che si determina applicando il tasso di rendimento medio annuo dei titoli decennali del Tesoro al complesso del patrimonio mobiliare. Il fatto è che nel patrimonio mobiliare conteggiamo ad esempio, i depositi e i conti correnti bancari che hanno dei redditi ridicoli, immensamente inferiori a quelli dei titoli decennali del Tesoro.
Chi sono azioni o quote che possono anche avere un reddito esattamente pari a zero, perché molte azioni non danno dividendi. Altrettanto dicasi per quote in società varie. E ci sono comunque molti altri strumenti finanziari il cui reddito è estremamente aleatorio e potrebbe essere uguale a zero o essere minimo. Su tutti questi redditi, anche se non esistenti viene invece conteggiato questo reddito figurativo, per cui se una famiglia ha un certo patrimonio, a prescindere se questo patrimonio mobiliare dia reddito o non lo dia, viene conteggiato questo reddito figurativo.
Poi c'è la questione della casa, cioè del patrimonio immobiliare. Se uno è proprietario dell'alloggio in cui abita o di altre case, viene conteggiato nuovamente in un modo molto discutibile. Perché si parte dal valore che viene determinato ai fini del calcolo dell'ICI, quindi redditi catastali rivalutati secondo indici di rivalutazione diversi.
Su questo valore valido per l'ICI viene applicato un reddito figurativo altissimo che non ha nessun senso, cioè quello del 20%; il che significa e adesso passo a fare un esempio - che se una famiglia ha un alloggio che vale 200 mila euro (ma sappiamo che un alloggio in centro di Torino vale molto di più, così come a Cuneo o in qualsiasi altra città) gli viene già conteggiato un reddito di 40 mila euro. Se poi questa famiglia ha dei fondi, delle azioni o altre cose, su questo verrà conteggiato un reddito che potrà essere del 7-8%. A questo punto, il reddito di lavoro, per non superare il limite ISEE che abbiamo fissato, deve essere minimo.
Facciamo l'ipotesi di una famiglia con genitori e figlio. La somma di tutti i redditi calcolati nei modi che ho detto viene divisa per 2,04.



DUTTO Claudio

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



DUTTO Claudio

2,24.



DUTTO Claudio

Ho sotto mano le tabelle.



DUTTO Claudio

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



DUTTO Claudio

Due genitori e un figlio è 2,24.



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Robotti. Lei non può interrompere.



DUTTO Claudio

Queste sono le tabelle ufficiali, non le ho scritte io.
25 mila euro significa un reddito familiare di 50 mila euro; 40 mila sono per l'alloggio, se questi hanno un alloggio. Quindi, restano 10 mila euro di stipendio, che è una cosa ridicola. Qualsiasi famiglia con due persone che lavorano e un alloggio viene esclusa automaticamente dal limite di 25 mila euro che noi fissiamo.
Quindi, escludiamo la maggior parte dei cittadini piemontesi, non i ricchi, ma il ceto medio, anzi medio-basso.
Quindi, ripeto - e torniamo al discorso iniziale - il limite di 25 mila euro è ridicolo. Chi ha meno di 25 mila euro non manda i figli in una scuola privata, perché non ce la fa e non ce la fa nemmeno con il buono scuola che possiamo dargli noi. È solo chi ha più di 25 mila euro di reddito ISEE che può decidere e può permettersi di valutare se mandare i figli in una scuola privata.
Quindi, la legge così com'è impostata è una legge che non troverà applicazione, cioè una legge che dà un principio, ma poi a livello finanziario pone dei limiti tali per cui non potrà essere applicata. Perch chi ha meno di 25 mila euro di reddito ISEE non è in grado di mandare i figli in una scuola privata; è solo che può deciderlo. E noi escludiamo i contributi a chi veramente potrebbe decidere se mandare i figli in una scuola privata o in una scuola pubblica.
un'assurdità. Noi restiamo fermamente decisi a non lasciare approvare una legge che è una presa in giro per i cittadini, perché dà dei principi ma poi a livello applicativo di questi principi pone dei limiti per cui la legge resterebbe inapplicabile. I fondi stanziati dalla Regione nei suoi bilanci a favore di questa legge e di questo capitolo resterebbero con questi limiti di reddito inutilizzabili, e la cosa è assurda.
Pertanto, proponiamo di alzare decisamente questo limite o addirittura di eliminarlo completamente, in modo che la Regione decida il finanziamento annuale per questo scopo, e il finanziamento verrebbe consumato completamente in base alla graduatoria, favorendo prima chi ha i redditi più bassi e poi man mano chi ha maggiore reddito.
Questa resta la nostra posizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

Le mie sono due osservazioni estremamente brevi che non entrano nel merito delle cose che sono state dette. Il Consigliere Clement è intervenuto e naturalmente la posizione del nostro Gruppo è quella.
Torno a ricordare, in particolare dopo il virilissimo intervento del Consigliere Ghiglia, che la minoranza nella destra, o come dir si voglia continua a rilevare una nostra contraddizione. Veniamo accusati su ogni provvedimento, su ogni legge, su ogni nostro atteggiamento di avere rinunciato ai nostri principi - che il Consigliere Burzi ricorda ogni volta, e gli piacciono tanto, perché a lui le posizioni nette e chiare piacciono enormemente - e di avere sostanzialmente calato le braghe su tutto per amore di qualche sedia e di qualche poltrona, tra l'altro neanche tanto numerose né qui né al Governo nazionale, dove abbiamo un Ministro solo. Abbiamo un Ministro a livello nazionale che si chiama Ferrero Paolo.
In tutte le sue affermazioni, comunicati stampa e altre cose di questo tipo, la destra continua a dire che la maggioranza, a livello nazionale, le leggi finanziarie e anche la maggioranza a livello locale sono condotte per il guinzaglio da questa sinistra comunista, atea, anticlericale massimalista, reazionaria, conservatrice ecc... Credo che sia una contraddizione che vorrei venisse chiarita prima o poi.
Continuo a credere che le nostre posizioni siano molto chiare, che siamo all'interno di una maggioranza, che ci comportiamo lealmente all'interno di questa, che molte delle nostre opzioni, speranze ecc...
siano state sacrificate notevolmente anche a livello nazionale. Questa è una posizione che ho espresso più volte.
Una piccola nota a margine all'amore del Consigliere Pichetto Fratin per la legge Gentile. È stata una legge che è durata molti anni, ha avuto grandi meriti, Gentile era una persona di grande cultura, è stato un filosofo di grande importanza e, al di là delle scelte politiche pagate anche con la vita, credo che avesse una connotazione profondamente classista, tipica dell'epoca, tra cui la tripartizione della scuola in licei, scuole tecniche e scuole professionali, adatte a tre classe sociali completamente differenti, e anche alla formazione di tre personalità completamente diverse ovvero la classe dirigente, un ceto intermedio e i lavoratori manuali.
Si tratta di una legge, evidentemente, datata e criticabilissima anche allora, vorrei ricordare gli scritti sulla scuola di grandi personaggi che non cito, assolutamente. Mi ero scritto, ieri, una lunga citazione di Gramsci sulle scuole private, dal quotidiano Avanti! del 1917, che non vi ho letto per ragioni di tempo, ma credo che la connotazione di quella riforma fosse quella. Errore successivo non essere riusciti a costituire una riforma di sistema e complessiva che abbia dato alla scuola valore e dignità.
Ultima questione, sempre senza entrare nel merito, ho partecipato a tutte le riunioni di VI Commissione in cui il Consigliere Vignale e il Consigliere Leo - impegnatissimo in conversazioni telefoniche, ma lo saluto ugualmente - dissero al termine di quegli incontri che, sostanzialmente, il quadro della legge era anche per loro soddisfacente, che vi erano alcuni punti certamente discutibili e che il loro atteggiamento in una Commissione era stato costruttivo, ringraziarono gli altri Gruppi e la Presidente Pozzi e terminarono dicendo che, molto probabilmente, anche loro avrebbero votato questa legge.
La cosa gettò il nostro Gruppo in uno sconforto profondissimo che fu espresso verbalmente dal Consigliere Bossuto. Sono un po' ingenuo, credo ancora a Babbo Natale alla mia età, ma vorrei riuscire a comprendere quali motivazioni se non un rilancio - un po' come avviene quando si gioca a poker oppure come quando si fanno le trattative per un alloggio dove dopo alcune offerte e dopo un tira e molla si arriva ad una cifra media con conseguente stretta di mano - cosa è capitato sostanzialmente tanto da determinare ora una situazione di Aula completamente diversa ed a produrre un allungamento enorme dei tempi di discussione su questa legge, tanto che la Lega Nord per bocca del Consigliere Dutto, che sempre molto mite anche per motivi di luogo - noi siamo tradizionalmente miti - dice questa legge non passerà mai, il Consigliere Ghiglia dice a Natale 2008 saremo ancora qui e buon 2009.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Prima di fare qualche considerazione, soprattutto, rispetto agli interventi del collega Pichetto e del collega Vignale, anche chiarificatori di una serie di questioni che non erano ancora emerse nel dibattito di questo Consiglio, vorrei intervenire rispetto all'intervento che mi ha preceduto.
Non potete dire a noi "evitate di soffiare sul fuoco" quando voi chiaramente, in Consiglio regionale, ieri, avete detto: "Questo è un provvedimento che non condividiamo, ma votiamo per spirito di coalizione".
Io e molti altri colleghi in questo Consiglio cogliamo in modo chiaro evidente e anche imbarazzante - immagino - dal vostro punto di vista questa vostra posizione, che è una posizione politica dubbia, dal nostro punto di vista, rispetto alla grandi battaglie che ci sono state nella scorsa Legislatura, mi pare che oggi la vostra posizione sia non di una nostra errata interpretazione, ma di una vostra chiara indicazione, ieri, oggi e penso in futuro rispetto a questo provvedimento, testuali parole: "non condividiamo questo testo, ma lo votiamo".
Quindi, non è tanto un nostro esercizio interpretativo, ma è semplicemente l'aver sentito in modo molto chiaro, limpido e sincero anche da parte vostra il vostro sentire rispetto a questo progetto di legge.
Vorrei tornare un momento sulle considerazioni che sono state fatte negli interventi precedenti. Effettivamente, al di là delle considerazioni che sono state fatte in questo Consiglio di chi è più o meno povero tra i 40, i 30 o i 50.000 euro, la casa o non la casa, un componente o due componenti, i figli e quant'altro, veramente rilevo in questo Consiglio un'assoluta e totale indifferenza rispetto ad una serie di dati che, al di là di come li leggiamo, abbiamo tutti sotto gli occhi e che ci danno come indicazione che il reddito ISEE, che è stato individuato come soglia massima per un certo tipo di interventi, è un reddito che, sinceramente esclude dal panorama della possibilità di poter accedere ad alcuni benefici di questa legge una quantità di famiglie consistente non dei ricchi, ma di tutta una serie di famiglie che hanno serie di caratteristiche tali da rappresentare una famiglia media o medio-bassa piemontese che ha un reddito familiare e di mantenimento del proprio nucleo familiare che è tutt'altro che quello che il collega Robotti dei colleghi della sinistra oggi evidenziano in questo Consiglio.
In più, stiamo facendo un altro grande errore, vale a dire quello di considerare questa soglia di reddito ISEE come una soglia massima, pensando che si riferisca solo al buono scuola, ma non è così. Lo ricordava prima il collega Vignale, che sono tutta una serie di benefici previsti su alcune famiglie che vanno alla scuola pubblica che, in un contesto come questo vedono una totale esclusione: si tratta di spese di viaggio, di libri e di tutta una serie di esigenze che una famiglia normale e quelle che rientrano nel reddito ISEE superiore (25, 26 o 27) insomma, mi sembra che tutto sommato rappresenti una famiglia abbastanza normale è tutt'altro che ricca.
Noi, con questo tipo di impostazione tendiamo ad escludere non soltanto da quella realtà che è da alcuni malvoluta, che è quella delle scuole paritarie alle quali alcune famiglie per la libera scelta educativa decidono o non decidono, ma tutta una serie di interventi legati alla scuola pubblica. Questo lo voglio sottolineare di nuovo rispetto alle considerazioni che ha fatto prima il collega Vignale perch effettivamente, è un grosso problema che poi anche voi cari colleghi del Gruppo di Rifondazione Comunista e quant'altro dovrete andare a spiegare a queste famiglie.
Il collega Pichetto fa un altro tipo di ragionamento che, secondo me potrebbe risolvere questa impasse di stabilire in questo Consiglio chi è più o meno ricco in un contesto familiare che nulla ci azzecca con il ricco, vale a dire stabiliamo un reddito ISEE superiore, dopodiché tanto sappiamo che il tutto è legato alla cifra che viene stanziata. Perché, se aumentiamo o diminuiamo questo benedetto reddito, non è che la cifra che viene individuata da destinare al "buono scuola" cambia.
Allora, cerchiamo di fare un ragionamento più di buon senso rispetto all'ISEE, un ragionamento che permette ad altre famiglie che scelgono la scuola pubblica di poter accedere ad una serie di altri servizi da cui invece, verrebbero esclusi. Dopodiché, ci confronteremo delle finanziarie che seguiranno sulla quantità di risorse da mettere a disposizione sull'impianto legislativo complessivo e, di conseguenza, anche su quello legato al contributo alle scuole paritarie.
Mi pare che le percentuali che vengono impostate sui vari interventi dimostrino che la scuola pubblica è una scuola sulla quale tutto questo Consiglio ha interesse a che ci possano essere degli interventi maggiori ma ciò non toglie che questi interventi devono corrispondere ad un numero di famiglie che posseggono delle caratteristiche più consone alle effettive esigenze.
Nei minuti che rimangono a mia disposizione per l'intervento, mi permetto di risottolineare due aspetti. Primo: facciamo attenzione che con questo blocco rispetto alla disponibilità di ragionare sul reddito ISEE stiamo compromettendo l'utilizzo di alcuni strumenti che questa legge prevede sulle scuole pubbliche. Secondo: andiamo a immaginare uno scorrimento rispetto agli aventi diritto che è legato alla quantità di risorse inserite e non ad un limite così stringente di un reddito ISEE che sta dimostrando nei fatti e nei commenti dei colleghi ieri e oggi in questo Consiglio che è ad un livello ancora assolutamente inaccettabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Non entro negli aspetti ideologici e politici perché già i colleghi sia di destra sia di sinistra sia di centro, hanno fatto i distinguo. I colleghi Leo e Ghiglia hanno in qualche modo delineato l'andamento politico del centrodestra.
Personalmente entrerei un po' di più invece nella realtà pratica dei numeri, perché sono un ingegnere e vorrei dare una mano al Consigliere Robotti, una mano al mio amico Leo e una mano a tutti noi affinché possiamo trascorrere un Natale sereno - non dico felice - e possibilmente farlo trascorrere anche a tutti coloro che hanno bisogno di usufruire del diritto allo studio, indipendentemente dall'appartenenza politica.
Ritornando all'aspetto pratico, prima stavo facendo due conti. Per non dire delle fesserie ed essere sicuro di cosa rappresenta, ho chiesto anche ai miei colleghi che cos'è di preciso il reddito ISEE e quindi quei famosi 25.000 euro sui quali oggi stiamo cercando di trovare un accordo bipartisan. Non so se questa parola piaccia a Robotti; diciamo che, più che un accordo bipartisan, io cercherei di arrivare a un accordo che vada nell'interesse di tutta la collettività e quindi non nell'interesse politico di questo lato o dell'altro, ma nell'interesse sociale e nell'interesse del diritto allo studio. Un accordo che, per quanto riguarda l'indirizzo scolastico, vada nella direzione di poter scegliere liberamente, soprattutto in una società evoluta come la nostra.
Premetto che alle scuole pubbliche vanno a finire qualcosa come 90 milioni di euro da parte della Regione Piemonte, oltre a tutti quelli che arrivano dallo Stato, mentre alle scuole cattoliche e private è destinato un trattamento inferiore. Mi meraviglio e mi chiedo come mai La Margherita non si muova, non faccia qualcosa per arrivare a tutelare, ma soprattutto a far rispettare di più quello che è il diritto all'uguaglianza, il diritto allo studio e alla libera scelta.
Ritornando ai numeri, la linea di povertà relativa - dati ISTAT, Il Sole 24 Ore - è di 970,34 euro (stipendio mensile), per due componenti. Se si aggiunge un terzo componente, la linea di povertà relativa è di 1.290,55 euro. Se invece consideriamo una famiglia media con due figli, la linea di povertà relativa è di 1.581,75 euro mensili.
Questo cosa vuol dire, colleghi? Che se in una famiglia con due figli uno dei componenti guadagna meno di 1.581 euro mensili, l'ISTAT li classifica come poveri. Facendo due conti, una famiglia con un reddito di 1.600 euro mensili con una casa di due vani e cucina, arriva forse a 25.000 euro di reddito ISEE. Ciò significa che forse, con il limite di 25.000 euro ISEE, non prendiamo nemmeno quelle che vengono catalogate come famiglie povere. Questo mi preoccupa.
Mi rivolgo alla componente dell'ex La Margherita, il nuovo Partito Democratico, che ha scopiazzato il peggio del partito di Forza Italia nella bandiera e quindi ha un po' scolorito quella forza cattolica che la margherita, così bella, con i suoi colori bianco e rosa... Lasciamo perdere, ne parleremo un'altra volta.
Consigliere Lepri, Presidente Gariglio, a me preoccupa il fatto che il tetto ISEE che stiamo considerando è di 25.000 euro: non comprende nemmeno la fascia delle famiglie definite povere dall'ISTAT.
Io non so quali sono stati gli accordi in Commissione, so che la Consigliera Pozzi ha lavorato benissimo, che i colleghi Leo e Vignale hanno fatto un lavoro eccezionale e che anche il collega Robotti ha apportato un riguardevole contributo. In Commissione si è fatto un lavoro eccezionale ma la mia preoccupazione oggi è: i 25.000 euro di tetto ISEE coprono le fasce di cittadini che oggi, dai dati ISTAT, rappresentano i poveri nella nostra regione? Io dico di no, a meno che voi non me lo dimostriate con i numeri.
Io ho questi numeri: se una famiglia con due figli ha un alloggio supera quel reddito, pur guadagnando solo 1600 euro nette al mese.
Presidente, mi appello a lei, come Presidente di questa Assemblea: il mio intento è di favorire sempre di più le fasce deboli - diciamo cercare di migliorare le condizioni sociali, perché oggi parlare di favorire le fasce deboli o medie sarebbe già troppo - e immagino sia anche il suo intento e quello di tutti noi.
Intendiamo permettere, cioè, ai figli che vivono in condizioni disagiate, essendo nella fascia della povertà (non parliamo della povertà grigia o della povertà bianca, ma della povertà ISTAT), di poter accedere liberamente al sistema scolastico.
A questo punto, faccio appello a tutti i colleghi: quelli dell'ex Margherita, del nuovo PD, di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani, Verdi e Moderati. Faccio appello anche al Capogruppo del partito più importante, chiedendo di analizzare bene se è possibile fare una valutazione legislativa, assumere un ordine del giorno, un accordo tecnico affinché le fasce deboli non siano penalizzate nella scelta del libero diritto allo studio, previsto anche dalla Costituzione.
Grazie a tutti. Mi auguro di andare in questa direzione, per trascorrere un sereno Natale e farlo trascorrere anche agli altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. È indubbiamente una discussione importante, perch oltre a essere un tema molto dibattuto da una forte dialettica, non solo all'interno del Consiglio regionale, tende a dare soluzione, a riorganizzare la competenza della Regione e degli Enti locali in generale rispetto al diritto allo studio, all'offerta formativa e al superamento degli ostacoli che si frappongono al raggiungimento del diritto allo studio e alla formazione che ciascun soggetto ha, per tutela costituzionale.
Dal dibattito emergono le posizioni delle varie parti politiche, che sono anche la stratificazione di punti di vista politici, culturali e storici; a volte, non tanto dalla nostra parte, quanto da altre parti, ci sono anche dei pregiudizi che possono e devono essere superati.
Ieri, ad esempio, ho sentito qualificare in modo non corretto le scuole di parità e, soprattutto, è stato dato un giudizio ingeneroso del ruolo che storicamente hanno svolto le scuole, ad esempio, del mondo cattolico per quanto riguarda l'elevazione delle condizioni di vita di determinati strati sociali, soprattutto in certi momenti storici, svolgendo un'opera di supplenza.
Oggi le condizioni sono completamente cambiate e ritengo occorra considerare, in questo campo, come in tanti altri campi, il ruolo fondamentale dello Stato, che deve organizzare i servizi per tutta la collettività.
Questi servizi, poi, dovranno essere resi, in termini di sussidiarietà da quei soggetti accreditati e riconosciuti, che sono assoggettati alle leggi, ai principi generali e agli indirizzi che competono allo Stato e che sono definiti e articolati, per quanto di competenza, anche dalla Regione.
Sotto questo profilo, ritengo occorra superare, se vi è, qualche tensione, dirimere qualche punto o sciogliere qualche nodo.
Non bisogna pensare a vinti o vincitori; occorre fare un grosso sforzo per superare le posizioni di parte e fornire una soluzione, che peraltro è attesa dal sistema formativo e scolastico. Diversamente, sarebbe un rinunciare al nostro ruolo di legislatori, che è postulato anche da normative specifiche anche statali.
Ritengo si debba sempre tenere conto dell'assoluta necessità di riforme e di miglioramento del sistema scolastico.
Non occorre ricorrere alle statistiche o ai confronti con gli altri sistemi europei per mettere in risalto che non siamo certo noi a guidare la classifica, anzi spesso siamo indicati in posizione arretrata. Questo, a mio avviso, dipende anche dal non voler aprire, in termini di sussidiarietà, a tutto quello che è la ricchezza e la spinta propulsiva che può venire dai vari mondi culturali, che sarebbero in grado di esprimere anche in questa situazione di vera e propria emergenza formativa...



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Scusi, collega Cavallera. Diventa difficile evitare ai colleghi di parlare, però se lo potessero fare a bassa voce, aiuterebbero me, e chi lo desidera, a cercare almeno di capire. Grazie.



CAVALLERA Ugo

Riprendendo il filo del ragionamento, quando si parla di scuola, di formazione, dobbiamo sempre operare tenendo conto delle condizioni generali del sistema scolastico e formativo, sul quale si sono dispiegate proposte e azioni riformatrici da parte di vari Governi - ricordo solamente gli ultimi due o tre Governi - con azioni di sospensione di riforme che, a mio avviso erano necessarie, con l'unico risultato di creare una situazione di profonda incertezza, se non una situazione caotica.
Pensiamo alla riforma Moratti e all'accentuazione che era stata data al percorso della formazione professionale; un'attività che, a mio avviso, non è adeguatamente monitorata e considerata in questo Consiglio. Tutt'al più la si valuta per gli aspetti finanziari: un grosso pacchetto che "portiamo a casa" dai fondi europei e che distribuiamo, assegniamo, con le procedure previste dall'Europa, alle varie agenzie formative.
La Giunta regionale ha accentuato, in modo condivisibile, l'importanza della ricerca e della formazione universitaria; non dobbiamo dimenticare che, a quei livelli si giunge dopo aver percorso i vari livelli precedenti della scuola primaria e secondaria, oppure il percorso della formazione.
Ebbene, quanto più rafforziamo la parte iniziale del sistema formativo tanto più raggiungeremo anche gli obiettivi a livello universitario.
Non vorrei che si ripetessero ancora nella Repubblica attuale, che è fondata sul lavoro e che è attenta alla socialità e anche a creare pari opportunità da un punto di vista sociale per l'accesso ai più alti gradi della istruzione, però una legge come quella di cui stiamo discutendo in parte concorre senz'altro non dico a curare, ma ad intervenire affinch queste condizioni negative vengano superate.
Il nostro Gruppo è fortemente impegnato per trovare un percorso che ci porti al termine dell'esame di questo disegno di legge attraverso il collega Leo, che ha seguito tutta la problematica fin dall'inizio. Quindi mi auguro che veramente si possa trovare un percorso che consenta il più unanimemente possibile di dare una risposta ai temi che il testo unificato si è posto come obiettivo da raggiungere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Credo che la commedia degli equivoci o del "vorrei ma non posso" continua anche oggi. Siamo nuovamente fermi solo sul primo articolo di questo provvedimento che, come ho detto nell'intervento di ieri, poteva avere una conclusione più efficace ed indolore o molto più coerente secondo i punto di vista. Perché se non piaceva, se c'era uno scoglio ideologico onestà e trasparenza politica dovevano imporre ad alcune forze politiche qui presenti di votare contro sin dall'inizio sia in Commissione sia in Aula.
Questo non sta venendo fuori e, da osservatore esterno, mi permetto di dire che non credo che le forze politiche della sinistra radicale otterranno un buon risultato politico, tra l'altro, proprio a favore dei propri stessi elettori, quelli più ideologizzati, che albergano ancora dalle loro parti.
Perché il loro atteggiamento non è compreso, a mio avviso, dal loro elettorato come in generale dall'opinione pubblica, perché una cosa o è condivisa, e quindi si entra nel merito, altrimenti non si può dire che non la condividiamo, non la capiamo, ma la votiamo lo stesso. Allora emerge quel tratto molto italiano: non capisco ma mi adeguo pur di salvare la poltrona, pur di salvare certi equilibri, che - è evidente - sono ormai logori e consumati sia in Piemonte che a Roma. Non so se ci avvicineremo anche qui ad uno show down, ma certamente credo che il nodo fondamentale emergerà definitivamente, perché da questi banchi e dagli interventi fatti da altri colleghi sono state avanzate alcune ipotesi migliorative.
L'I.S.E.E. - questo acronimo molte volte citato oggi, che indica il tenore di vita del nucleo familiare - deve essere calibrato ed interpretato nella realtà economica del Piemonte. Non siamo in una Regione del Mezzogiorno dove i consumi e i prezzi dei beni di consumo vitali, ma anche i prezzi del mercato immobiliare sono decisamente molto più bassi; forse questi parametri in una regione del Mezzogiorno potrebbero andare bene e potrebbero raccogliere un'ampia fascia della popolazione, ma in Piemonte sicuramente no. Le associazioni delle scuole paritarie hanno fatto un rilievo scientifico e hanno calcolato che oltre il 70% delle famiglie piemontesi non potrà beneficiare o avere l'opportunità di questa scelta importante di libertà educativa e di libertà formativa. Ed è un pregiudizio grave che pesa sulla popolazione piemontese: il 70% delle famiglie e di cittadini tagliati fuori da una possibilità di crescita culturale formativa e anche di crescita civile. Proprio in questo periodo tutti, dal Ministro dell'Istruzione al Presidente della Repubblica, riflettono a voce alta sul fatto che la scuola italiana non riesce più ad educare come un tempo, che non c'è più la meritocrazia e che forse sono stati commessi tanti errori. È probabilmente perché questi errori sono stati anche fatti al di là di una concezione culturale che ha dominato in Italia per tanti anni e che forse solo oggi viene messa in discussione, cioè di un eccessivo appiattimento e di una denigrazione del merito della scuola, come anche in altri campi della società civile. Forse questo appiattimento e declino della scuola in senso lato è avvenuto anche per la scarsa libertà e possibilità di scelta che caratterizza l'Italia e anche la nostra Regione.
ora di rimediare a questa situazione, ma si rimedia in maniera un po' anomala, perché prima si voleva abrogare completamente questa legge, poi si volevano ridurre fortemente gli stanziamenti per dare un segnale appena simbolico del mantenimento della libertà e del diritto allo studio.
Poi si è ritornati indietro precipitosamente e allora a questo punto mentre ci siamo, facciamo le cose per bene e mettiamo un limite di ISEE almeno oltre i 30 mila euro, perché va verso una realistica fotografia delle condizioni economiche e del tenore di vita delle famiglie piemontesi.
In più, abbiamo anche aperto alla possibilità di modulare il buono scuola oltre la soglia dei 25 mila euro. Quindi, non impedire alle famiglie di partecipare a questa opportunità, ma ridurre l'erogazione del buono oltre la soglia dei 25 mila euro.
Vorremmo, da questo punto di vista, avere delle risposte precise da parte della maggioranza. L'Assessore si sta adoperando, sappiamo del travaglio interno alla maggioranza, ma è ora di dare delle risposte le più possibili precise. Oppure - e questa è un'altra opportunità - eliminiamo il limite di reddito e facciamo in base allo stanziamento, uno stanziamento ad esaurimento. Si parta ovviamente dai redditi più bassi, dalle famiglie meno abbienti e si procede sino al limite delle risorse. Se rimangono risorse queste possono essere utilizzate anche dalle famiglie oltre la fatidica soglia dei 25 mila euro. Se il tentativo - adesso sono in corso contatti e riunioni - produrrà un risultato, dovrà però essere un risultato chiaro facendo conoscere in campo, perché bisogna - lo diciamo soprattutto ai settori più moderati dell'attuale maggioranza - uscire da questa situazione di ambiguità, che permane in questa maggioranza, soprattutto su temi fondamentali come quello del diritto allo studio, ma anche su altri che dovranno essere affrontati con l'anno nuovo. Il nostro intento sarà quindi, di cercare di far accogliere dalla maggioranza le nostre proposte di "uscita strategica", per risolvere questa situazione di stallo e di difficoltà interne. Sul fronte più squisitamente politico, intendiamo capire, invece, se è una maggioranza di estrema sinistra, se è una maggioranza di sinistra, di centrosinistra o se è una maggioranza arcobaleno. Perché i piemontesi hanno bisogno di risposte chiare. Vogliono capire chi hanno votato e se il loro voto è stato, in qualche modo, tradito o meno.



PRESIDENTE

Non vi sono più richieste di intervento sul dibattito generale dell'articolo 1.
Potremmo quindi procedere all'esame dei relativi emendamenti oppure, se vi sono indicazioni da parte dell'Aula di un'eventuale riunione, procedere in tal senso. Non vedo, però, segnali di riflessione. Se i colleghi sono d'accordo, dopo il dibattito generale e prima di passare all'esame degli emendamenti, sospenderei la seduta. Attendo segnali o per una riunione di Capigruppo oppure per due riunioni distinte dei Capigruppo di maggioranza e di opposizione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.
I Capigruppo sono convocati in Sala A. Gli altri colleghi sono pregati di attendere, perché la seduta è solo sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.55 riprende alle ore 15.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito nuovamente i Capigruppo in Sala A. Ritengo che nel giro di un quarto d'ora o venti minuti saremmo nelle condizioni di riaprire la seduta.
Pregherei dunque i Consiglieri di rimanere nel Palazzo, perché penso che vi sia la possibilità di procedere fruttuosamente con i nostri lavori.
Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.19 riprende alle ore 15.28)



GARIGLIO DAVIDE


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di procedere nella seduta odierna con l'esame del disegno di legge n. 346. Sono stati riformulati alcuni emendamenti che potrebbero agevolarci nel compiere i nostri lavori velocemente.
La Conferenza dei Capigruppo ha determinato di convocare sedute di Consiglio per il 27 e, prudenzialmente, mi permetterei di suggerire, per il 28 per esaminare i provvedimenti relativi all'IRPEF.
Come sapete, nella giornata del 27 dicembre è già convocata la VI Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Lo ha già fatto, ma le chiederei un chiarimento ulteriore: il Consiglio è convocato limitatamente ed esclusivamente alla questione IRPEF?



PRESIDENTE

La risposta è sì, a meno che, nella giornata di oggi, non si termini il diritto allo studio, perché in quel caso dovremmo trascinarlo.
L'indicazione è di una convocazione sul tema IRPEF.
Se siete d'accordo, potremmo convocare per il 27 dicembre alle ore 11 la VI Commissione e alle ore 14 il Consiglio, oppure preferite anticipare la VI Commissione? Ripeto, il Consiglio è convocato il 27 e il 28 dicembre.
Il 27 è convocata per le ore 11 la VI Commissione e il Consiglio può essere convocato al termine della VI Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Mi pare di capire che l'oggetto di discussione in VI Commissione non sia una questione che possa portare a discutere tutto il giorno e che si possa arrivare, nel giro di poco tempo, ad approvare quello che, avendo sentito anche la minoranza, si può fare in poco tempo.
Per non perdere tempo, sarebbe utile convocare la VI Commissione alle 9.30, il Consiglio alle 10.30 e convocare il Consiglio anche per il 28 dicembre. Se la discussione in Consiglio terminerà il 27, bene, altrimenti siamo già convocati per il 28 dicembre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Volevo dire alla Consigliera Pozzi, Presidente della Commissione, e al Consigliere Muliere che, come membro della VI Commissione e portavoce di Forza Italia, siamo disponibile a qualunque ora voi vogliate convocare la Commissione.



PRESIDENTE

Se non ci sono indicazioni in senso contrario, chiediamo alla Consigliera Pozzi di anticipare la VI Commissione alle 9.30. Il Consiglio sarà convocato alle ore 10.30 nella giornata del 27 solo al mattino, mentre il 28 per l'intera giornata.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame testo unificato del disegno di legge n. 346 inerente a "Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa", e della proposta di legge n. 385 inerente a "Diritto allo studio e all'apprendimento per l'intero arco della vita" - Presentazione ed esame ordini del giorno n. 875 e n. 888 collegati (seguito)


PRESIDENTE

Consiglieri, è stato predisposto dai tecnici l'emendamento su cui abbiamo convenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo. L'emendamento è stato depositato presso la dottoressa Bertini. Coloro che volessero sottoscriverlo sono pregati di accomodarsi presso l'Ufficio Aula.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Completavo solo per la parte specifica dell'emendamento che noi vorremmo che venisse sottoscritto da tutti i Consiglieri delle opposizioni evidentemente quelli che sono presenti, perché quelli assenti avranno una certa difficoltà a sottoscriverlo.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 1, 2, 3 e 4 sono ritirati dal proponente e conservati agli atti.
Non essendoci richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Svolgo un intervento di carattere generale sul testo dell'articolo comprendendo anche gli altri punti che desidero sollevare e su cui desidero avere risposta formale in aula dall'Assessore.
Questa legge non ci piace per una serie di motivi. Il principale è quello della carenza, se così si può dire, di fondi che finiranno alle famiglie, perché è stato posto un tetto ISEE che per noi è troppo basso.
Abbiamo trattato e lavorato con gli altri colleghi e si è raggiunto un accordo di massima accettabile, ma sicuramente non buono, perché partiamo da una legge precedente che poneva, come reddito ISEE, 38 mila euro, mentre arriviamo ad una legge che depone, comunque, con una decurtazione sul massimo che si può ottenere di 29 mila euro. Certamente la legge non ci piace, ma è migliorata rispetto a quella che è arrivata in Aula, anche se continua a rimanere lontana, per quanto ci riguarda, dalla libertà scolastica e dal diritto allo studio.
Per noi "libera scelta educativa" e "diritto allo studio" significa che ognuno può scegliere quale scuola far frequentare al proprio figlio, e le condizioni devono essere paritarie.
Non è giusto che chi sceglie di mandare il figlio ad una scuola privata debba pagare di tasca propria il servizio, mentre se lo manda ad una scuola pubblica abbia il servizio in senso totalmente gratuito.
L'altra questione che abbiamo sollevato è la seguente: riteniamo che non sia corretto porre dei limiti - anche in questo caso, 25 mila euro di reddito ISEE - a quelli studenti meritevoli che, proprio perché hanno un percorso formativo di alto livello qualitativo, hanno diritto, sempre in base alla legge, ad un premio, che, come recita l'articolo, è legato a viaggi studio o a corsi di lingue.
Non ci sembra corretto, se vogliamo rilanciare i cosiddetti "cervelli" o gli studenti meritevoli, che questo premio sia comunque legato ad un reddito.
Se un ragazzo è bravo, studia, ha un ottimo risultato scolastico e rientra tra coloro che hanno diritto al premio, non ci pare corretto non riconoscerglielo solo perché la sua famiglia supera i 25 mila euro di reddito ISEE (in questo caso, rimarrebbero 25 mila euro, quindi neanche verrebbero paragonati all'altro provvedimento, che, invece, abbiamo modificato).
A nostro avviso, se un ragazzo è meritevole, non ha "colpa" perché il papà o la mamma hanno un lavoro che rende "x". Se il ragazzo è meritevole il viaggio premio se lo porta a casa lo stesso, indipendentemente dai soldi che guadagna il papà. Anche Perché chi ci garantisce che quel papà il viaggio glielo paga solo perché ha i soldi? Magari non vuole spenderli, per cui i suoi compagni di scuola, che hanno un papà magari meno ricco del suo si fanno il viaggio, mentre lui sta a casa: il risultato scolastico, per è stato perfettamente identico.
Non ci sembra corretto. Perché quando si premia un bambino, non dobbiamo fare discriminazioni. In questo caso, invece, si fanno fra ragazzi che hanno raggiunto lo stesso livello, perché uno può fare il viaggio l'altro no.
La terza (ma non ultima) considerazione, è sicuramente la più importante, perché è legata ai diritti dei ragazzi disabili. A tal riguardo, chiedo una particolare attenzione anche ai colleghi della sinistra, perché è uno dei temi che proprio la sinistra afferma di portare avanti.
Oggi assistiamo in Piemonte a delle differenze di trattamento inaccettabili nei confronti di ragazzi ugualmente disabili.
Non posso accettare che all'interno della Regione Piemonte - glielo dicevo prima, Assessore, ma glielo ribadisco - vi siano scuole con ragazzi disabili (parliamo di ragazzi con disabilità al 100% e con diritto all'accompagnamento) che non sono in grado di svolgere le loro normali azioni di vita quotidiana, che fino a 16 hanno diritto, visto l'obbligo scolastico, all'assistente in classe che li accompagni in bagno e che li aiuti, ma che dopo i 16 anni - si accingono a frequentare il terzo anno scolastico - gli viene tolta tale assistenza. In alcune scuole, infatti l'assistenza viene eliminata, mentre in altre, perché sono stati siglati accordi con le Province che ricevono soldi dalla Regione a tal fine l'assistenza continua fino al termine del ciclo di studi, quindi fino a 18 o 19 anni, magari anche fino ai 20 se rimangono bocciati.
Tutto ciò è inaccettabile, perché mi dovete spiegare che differenza c'è tra il ragazzo che abita ad Alessandria e frequenta la scuola "x" (di cui non faccio il nome), dove fino a 16 anni gli viene garantita l'assistenza dopo no, e il ragazzo che, invece, frequenta una scuola di Torino, dove l'assistenza gli viene garantita fino a 18, 19 o 20 anni. Perché, nel primo caso, quel ragazzo deve essere poi supportato dalla mamma, dal papà o dai fratelli per avere assistenza oppure deve smette di andare a scuola se nessuno può seguirlo per motivi di lavoro o per altre questioni, mentre un altro ragazzo con le stesse caratteristiche e con le stesse gravi disabilità che frequenta un'altra scuola che ha stipulato un accordo con la Provincia ha diritto all'assistenza? Questo, per noi, è inaccettabile. La Regione non può tacere su una situazione di questo tipo: deve intervenire.
Come intervenire ce lo dovrà dire chi governa. Secondo noi, sarebbe stato opportuno inserire nella legge delle regole più ferree per le Province, per obbligarle a stipulare questi accordi e, in caso contrario (ovvero qualora questi accordi non fossero siglati), togliere delle provvidenze a queste Province non "corrette".
Poiché l'Assessore sostiene che è molto difficile risolvere il problema, chiedo allo stesso di votare un ordine del giorno che stiamo predisponendo e che presenteremo (qualunque collega potrà sottoscriverlo) con cui gli si chiede di aprire, su questo argomento, un tavolo con gli Assessori competenti delle Province del Piemonte e con il Provveditore agli studi, in modo da trovare una formulazione di accordo che possa andare bene per tutti, affinché in Piemonte non ci siano differenze di trattamento e di assistenza tra un ragazzo disabile che frequenta una scuola di Alessandria e uno che frequenta una scuola di Torino, di Asti o di Cuneo. Perché con le stesse disabilità e con le stesse caratteristiche, in Piemonte devono avere garantiti esattamente gli stessi diritti, specie per seguire un percorso formativo e di studi che si è scelto di seguire.
Chiedo all'Assessore, almeno su questo argomento, di esprimere un voto favorevole sull'ordine del giorno e di attivarsi affinché siano risolti tali problemi, che noi riteniamo assai gravi per il territorio e per i ragazzi in primis.
Vi è, poi, un'altra serie di questioni secondarie, anche se non meno importanti. Come Lega Nord, non riteniamo positivo questo fiorire di interpreti e di mediatori culturali per i ragazzi stranieri. Noi crediamo che al ragazzo straniero debba essere insegnata la lingua italiana: non serve, allora, il mediatore culturale, ma l'interprete.
Riteniamo che al ragazzo straniero debba essere insegnata la nostra cultura e il nostro modo di vivere, non quello del loro Paese d'origine. Se vogliono imparare o mantenere la cultura del loro Paese d'origine frequentino, eventualmente, corsi esterni alle scuole. Ma non ci sembra il caso di assumere dei mediatori culturali che vadano nelle scuole ad insegnare la cultura dei loro Paesi d'origine.
Noi crediamo che sia giusto insegnare la nostra cultura, il nostro mondo, la nostra lingua e così via, prima di insegnare loro quella che è la cultura del loro Paese d'origine che, al limite, possono apprenderla dai genitori, a casa.
Queste sono le poche considerazioni che ho voluto sollevare. Ce ne sarebbero altre, ma non intendo insistere, vista l'ora, perché ritengo che comunque, alla fine, è giusto che questa legge venga approvata.
Si è trovato un accordo sicuramente sofferto da entrambe le parti, non solo da una parte della sinistra, ma anche da diversi rappresentanti del centrodestra, compreso il sottoscritto, che avrebbe preferito continuare a fare una battaglia su questo testo che non condividiamo in massima parte.
Però, a volte, per il bene del territorio, meglio poco che niente.
Si può anche arrivare ad un accordo che qualcosa sul territorio dà, non come vorremmo noi, ma comunque qualcosa dà lo stesso.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli emendamenti all'articolo 2.
L'emendamento n. 5 presentato dal Gruppo della Lega Nord viene mantenuto?



ROSSI Oreste

No, sono ritirati tutti gli emendamenti, come da accordo raggiunto in Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Perfetto. Tutti gli emendamenti del Gruppo della Lega Nord vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
La parola all'Assessore Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
In riferimento alle richieste rivolte dal Presidente, volevo specificare quanto segue.
Partirei dalla questione legata agli alunni disabili o con esigenze educative speciali.
All'articolo 15 della legge sono previsti una serie di interventi e di sostegni che la Regione intende attuare nei confronti degli alunni disabili, tenendo in considerazione che, per ognuno di essi, deve essere predisposto un progetto individuale teso all'integrazione all'interno del mondo della scuola. Certamente, non può tenere solo in considerazione l'integrazione all'interno del mondo della scuola, ma l'integrazione nel contesto sociale della sua complessità.
La Regione svolge in tal senso delle azioni che sono di supporto rispetto alle competenze attribuite dal 112 ai Comuni e alle Province (ai Comuni per quanto attiene la scuola dell'obbligo, alle Province per quanto attiene le scuole superiori).
Ricordo peraltro che esiste la legge 104 che favorisce e incentiva i Comuni e le Province all'integrazione scolastica e all'integrazione sociale alle quali tutti gli Enti locali devono attenersi. Tra l'altro, a livello territoriale, ci sono Comuni che hanno previsto il decentramento di alcune funzioni legate all'inserimento scolastico ai Consorzi socio-assistenziali ma ci sono realtà dove questo non è stato previsto.
La Regione con questa legge - lo voglio ribadire in modo chiaro e forte prevede una serie di azioni di sostegno a favore dell'inserimento scolastico degli alunni con disabilità. Laddove le Province e i Comuni, per quello che attengono le proprie competenze, non svolgono la propria funzione la Regione non può sostituirsi alle competenze comunali e provinciali, ma può sensibilizzarle e lavorare con essi.
Devo dire che i rapporti con le Province e con i Comuni in tale senso sono rapporti stretti e di confronto che sistematicamente avvengono. Sarà mia cura farmi carico della situazione che è stata evidenziata dal Consigliere e sensibilizzare il territorio per capire cosa sta succedendo.
In merito all'articolo 10, che riguarda la valorizzazione delle eccellenze e del merito, abbiamo inteso - ed è specificato meglio alla norma transitoria - dividere in due parti la valorizzazione delle eccellenze e del merito, intendendo delle eccellenze laddove c'è un riconoscimento davvero di un'eccellenza specifica e identificandolo con il 100 e lode all'esame di Stato che sappiamo, da una ricerca che è stata fatta dalla Direzione regionale dell'ufficio scolastico, essere intorno allo 0,6% della nostra popolazione scolastica e intendiamo riconoscere attraverso dei provvedimenti che siano di ordine culturale, il merito di questi ragazzi.
Mentre, in un articolo successivo, è stato specificato che la Regione intende identificare anche delle risorse economiche individuando una soglia reddituale per il merito e non per l'eccellenza. Credo che la norma transitoria possa chiarire davvero quanto da lei richiesto ed espresso.
In merito poi alle questioni legate all'integrazione degli alunni stranieri, c'è un articolo che tratta in specifico questa questione e che crediamo su questo non possa essere il frutto di un ragionamento e di una discussione avvenuta in Commissione che ha previsto questo tipo di intervento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
Il Consigliere Ghiglia e il Consigliere Scanderebech non sono riusciti a votare per un disguido tecnico.



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Prendiamo atto che il Consigliere Ghiglia è il Consigliere Scanderebech dichiarano di aver partecipato alla votazione, esprimendo voto favorevole.
ARTICOLO 3 Sono stati presentati gli emendamenti 18, 19 e 20 del Gruppo della Lega Nord che vengono ritirati. Quindi, se non ci sono richieste di intervento passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 stato presentato l'emendamento 21 del Gruppo della Lega Nord che si intende ritirato.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 7. Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Sull'articolo 10 è stato presentato l'emendamento n. 8 del Gruppo della Lega Nord, che s'intende ritirato e gli emendamenti n. 30 e n. 31 del Gruppo di Alleanza Nazionale che s'intendono ritirati.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 32, presentato dai Consiglieri: Vignale, Casoni Botta, Boniperti e Ghiglia: Art. 14 comma 4 Sostituire "Per particolari situazioni, nel caso di mancata convenzione con il Comune o qualora sia necessario al fine di mantenere il servizio in zone disagiate" con "Per particolari situazioni e per mantenere il servizio in zone disagiate".
La parola all'Assessore Pentenero per esprimere il parere della Giunta regionale.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Esprimiamo parere favorevole sull'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32, sul quale l'Assessore Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Chiedo di mettere in votazione l'articolo 14.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 14, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 33) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti e Ghiglia: articolo 15, comma 3 bis [Nuovo comma]. "La Regione per garantire un sostegno alle famiglie in cui è presente un allievo disabile certificato prevede adeguate risorse economiche i cui criteri per assegnarli verranno individuati con il Piano triennale di cui all'articolo 27".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33, sul quale l'Assessore Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 15, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Siamo fortemente contrari a quest'articolo. Avremmo presentato emendamenti cercando di modificarlo, ma per il buon andamento dei lavori dell'Aula ritiriamo gli emendamenti rubricati n. 9), 10), 11) e 12), ma il voto sarà convintamente contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Solo per comunicare che tutti gli emendamenti del nostro Gruppo sono ritirati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Grazie. Solo perché resti a verbale di questa giornata triste che stiamo per concludere, credo che tra qualche minuto voteremo tutti una legge importante, su cui un Gruppo di opposizione un istante fa si è espresso contro un articolo fondamentale che riguarda il sostegno alla mediazione culturale agli allievi non italiani per le nostre scuole pubbliche e paritarie. Questo per dire che l'unanimismo che tra breve andrà a palesarsi è finto ed è sostenuto solo da un unico interesse: quello di fare bella figura con gli aspetti più retrivi di un neoclericalismo insopportabile. Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Segretario Ghiglia chiede di intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Io invece volevo dire che il nostro gruppo è stato convintamente a favore perché riteniamo che contro l'immigrazione cattiva, cioè quella fatta di delinquenti, di clandestini, di irregolari e di persone che non si vogliono integrare, occorre che questa società si sforzi di migliorare le condizioni di vita dell'immigrazione buona, quella che viene in Italia per integrarsi, per lavorare, quella che ci aiuterà a crescere una società di nuovi italiani e non di stranieri in Italia. Quindi, da questo punto di vista siamo assolutamente favorevoli.
La questione sarà poi - e lo vedremo, ma probabilmente non sarà neanche un compito nostro - garantire che la mediazione culturale venga svolta con metodologie adatte, con persone preparate e non come avviene spesso oggi nei nostri Comuni, con personale non adeguato, non culturalmente preparato e non sempre all'altezza dei compiti che dovrebbe svolgere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Ferrero, Leo e Cotto: dopo il comma 1, dell'articolo 19, è aggiunto il seguente.
"1 bis. In attuazione di quanto previsto al comma 1 agli studenti residenti nelle suddette zone è attribuito un assegno di studio pari al prezzo dei trasporti ove fruibili, o della permanenza nei luoghi di frequenza delle scuole secondarie".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 44) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pentenero: dopo il terzo comma aggiungere il seguente comma 3 bis "La Regione eroga altresì assegni di studio in favore degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, residenti in comuni montani classificati ad alta marginalità ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 2 luglio 1999 n. 16 (Testo unico delle leggi sulla montagna), a parziale compensazione delle spese effettivamente sostenute per il soggiorno nei luoghi di frequenza".
Al quarto comma dopo la parola "collinari"aggiungere: "le modalità di erogazione degli interventi e degli assegni nonché la situazione ISEE per accedervi".
La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Abbiamo proposto l''emendamento perché vogliamo cogliere quanto ci è stato segnalato dell'UNCEM in merito all'opportunità di ribadire anche all'interno della legge la possibilità di prevedere degli assegni di studio in favore degli alunni delle scuole secondarie, a parziale compensazione delle spese effettivamente sostenute per il soggiorno nei luoghi di permanenza. È necessario anche aggiungere che le modalità di erogazione e gli interventi saranno valutati in base alla situazione reddituale ISEE.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'articolo. 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 L'emendamento n. 35 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'articolo. 22.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 L'emendamento rubricato n. 13 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 25.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione palese sull'articolo 26.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Indìco la votazione palese sull'articolo 27.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Indìco la votazione palese sull'articolo 28.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 Indìco la votazione palese sull'articolo 29.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Indìco la votazione palese sull'articolo 30.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo 31.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo 33.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 Indìco la votazione palese sull'articolo 34.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 35 Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Leo, Lepri, Pozzi e Vignale: "Entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge e nelle more dell'approvazione del piano triennale di cui all'articolo 27, per l'anno scolastico 2007/2008 la Giunta regionale predispone gli atti per l'attuazione dell'articolo 12, secondo le seguenti specificazioni: a) per l'assegno di studio di cui all'articolo 12, comma 1, lettera a) l'importo massimo è definito in euro 900,00 per la scuola primaria, euro 1.200,00 per la scuola secondaria di primo grado ed euro 1.600,00 per la scuola secondaria di secondo grado b) per l'assegno di studio di cui all'articolo 12, comma 1, lettera b) l'importo massimo è definito in euro 200,00 per la scuola primaria, euro 300,00 per la scuola secondaria di primo grado ed euro 500,00 per la scuola secondaria di secondo grado e per i corsi di formazione professionale organizzati da agenzie formative accreditate ai sensi della legislazione vigente e finalizzati all'assolvimento dell'obbligo formativo 9bis) Gli assegni di cui al comma 9 sono erogati fino alla misura del cento per cento ai richiedenti con indicatore ISEE inferiore o uguale a euro 24.000, fino alla misura del settantacinque per cento ai richiedenti con indicatore ISEE superiore a euro 24.000 e fino a euro 26.000 nonch fino alla misura del cinquanta per cento ai richiedenti con indicatore ISEE superiore a euro 26.000 e fino a euro 29.000".
Gli emendamenti n. 36, 37, 38 del Gruppo di Alleanza Nazionale sono ritirati e conservati agli atti.
Gli emendamenti n. 22 della Gruppo della Lega Nord è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Gli emendamenti n. 39 e 40 del Gruppo di Alleanza Nazionale sono ritirati e conservati agli atti.
Gli emendamenti n. 17, 16, 15, 14, 28, 23 del Gruppo della Lega Nord sono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
L'emendamento n. 41 del Gruppo di Alleanza Nazionale è ritirato dai proponenti e conservati agli atti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti per dichiarazione di voto sull'emendamento rubricato n. 43; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

La mia indicazione di voto è contraria all'emendamento. Abbiamo già espresso durante la Conferenza dei Capigruppo informale la nostra contrarietà. Riteniamo grave che la maggioranza abbia scelto un terreno di mediazione di questo tipo con il centrodestra.
evidente anche dalle prime firme di questo emendamento che ci sia un asse - che definisco del male, ridendo, ovviamente, ma neanche troppo - in Consiglio tra i rappresentanti dell'area clericale che rispondono a logiche che non sono istituzionali, ma di ingerenza esterna rispetto al nostro libero e plurale dibattito. Riteniamo che sia un errore garantire redditi alti, troppo alti, redditi che superano un imponibile IRPEF, o possono superare un imponibile IRPEF, di oltre 70-80 mila euro l'anno; di poter accedere a contributi per il sostegno delle rette scolastiche, mentre le famiglie che mandano i figli nelle suole pubbliche non potranno accedere.
Riteniamo che sia stato sbagliato non accettare la mediazione ultima con cui si era usciti dalla VI Commissione e che impegnava tutti maggioranza e minoranza, a non cambiar le carte in tavole. Mentre la minoranza, in primo luogo non rispettando i patti presi, e una parte della maggioranza, ovviamente correndo dietro all'esposizione mediatica e extraistituzionale della minoranza, hanno stralciato, hanno abbandonato hanno umiliato.
Non intendiamo accettare una mediazione che porta, sostanzialmente questa legge, per la parte che riguarda il sostegno alla libera scelta educativa, ai livelli della vecchia legge Leo in cui, sostanzialmente tutti i redditi potevano accedere al finanziamento e al sostegno dei costi delle rette scolastiche, e dove, sostanzialmente, veniva negato un principio di eguaglianza che, per quanto ci riguarda, si basa su un gradino di progressività. Non può esserci eguaglianza senza rispettare, in primo luogo, quelli che hanno meno. In questo modo noi togliamo risorse a chi ha meno, per distribuirne a chi ne ha di più. Un errore grave, che va a sostenere i ceti che sono di riferimento non del centrosinistra in larghissima misura, ma di riferimento del centrodestra, e che va a rispondere a logiche, ripeto, clericali che contraddistinguono una parte di questa nostra maggioranza.
La maggioranza da oggi ha più difficoltà a lavorare insieme, questo è evidente. La spaccatura che si crea non potrà rientrare nel giro di qualche minuto o di qualche ora, è una spaccatura su cui dovremo fermarci a riflettere.
Soprattutto, dovremo anche evidenziare, e io lo faccio con questo mio intervento, che dovremmo misurare il grado di questo accordo bipartisan che c'è tra una parte della nostra maggioranza e la minoranza. Vediamo movimenti di truppe nazionalmente e localmente, anche nell'ambito del Consiglio regionale. Vediamo che emerge un dialogo che sta andando al di là della decenza politica, che punta ad estromettere la sinistra dal dibattito e dalla possibilità di pesare negli Enti locali e nel Governo nazionale.
Noi non ci stiamo a questa logica, noi siamo in maggioranza, vogliamo restarci e vogliamo contare in questa maggioranza. È per questa ragione che non ci pieghiamo a queste logiche per cui si vorrebbe, in qualche modo ridurre ad un totale monolitismo le posizioni dell'intera maggioranza.
Voteremo contro e lo faremo coerentemente. Esporremo anche all'esterno le ragioni per cui noi abbiamo votato contro, denunciando questo accordo bipartisan, questo legame profondo che c'è tra una parte della nostra maggioranza e una larghissima parte della minoranza. Riteniamo che sia un errore che non vada più compiuto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Ho sottolineato con forza, nell'intervento di ieri e nella discussione generale, come i socialisti siano sempre stati molto perplessi sulla questione dei cosiddetti buoni scuola. Motivati, ideologicamente, come questione di libertà con il diritto di scelta delle famiglie.
Cionondimeno, nel momento in cui si era giunti ad un'intesa sul testo della legge che stanzia risorse assolutamente ingenti a favore della pubblica statale e ne tutela la salvaguardia e la sua centralità, visto che l'emendamento che stiamo discutendo non sposta assolutamente un centesimo per le risorse destinate in più a favore dell'una o a deperimento dell'altro grado di scuola, e che introduce anche un principio di gradualità rispetto all'utilizzo delle risorse regionali, noi esprimeremo un voto favorevole.
Riteniamo che il piano triennale consentirà di verificare la prima applicazione della legge, e di introdurre eventuali correzioni valutando l'effettivo impiego delle risorse. Sollecitiamo con forza la Giunta a chiedere un controllo puntuale di tutte le dichiarazioni che saranno presentate a corredo delle domande, per verificare che non vi sia un utilizzo non consono alle reali situazioni patrimoniali e reddituali dei richiedenti.
Voteremo a favore di questa proposta, perché è quella che consente di sbloccare la discussione su questa legge, di approvarla oggi e di mettere la Giunta nelle condizioni di erogare il bando entro gennaio e consentire alle famiglie piemontesi di poter utilizzare le ingenti risorse che sono destinate alla scuola pubblica statale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, sono soddisfatto del fatto che si è riusciti a ragionare e a trovare una mediazione su una questione che stava a cuore sia a colleghi di centrodestra che di centrosinistra. Far morire la scuola privata perché così sarebbe stato - ponendo dei limiti di reddito che avrebbero comportato la non spesa dei fondi stanziati a favore dell'istruzione scolastica privata (perché i limiti di reddito erano troppo bassi), sarebbe stato un errore.
La mediazione che ci ha visti impegnati per molto tempo, anche con posizione rigide e dure, ha dato i suoi frutti, grazie al fatto che vi sono persone che ragionano un po' in tutte le componenti politiche (così come vi sono persone che non lo fanno).
Alla fine, la mediazione è accettabile. Certo non è pienamente soddisfacente. È una via di mezzo al ribasso, però dà vita ad una legge che, effettivamente, può dare impulso all'insegnamento, all'educazione alla libera scelta educativa e dà una mano, anche se debole, alle famiglie che fanno delle scelte diverse rispetto al mandare i figli alla scuola privata.
Ha dimostrato che il Consiglio quando vuole, discutendo anche animatamente - bisogna dirlo - può trovare accordi onorevoli per tutti.
Il fatto che qualche Gruppo o qualche Consigliere non voti un emendamento, per quanto mi riguarda non è assolutamente scandaloso, perch ogni Consigliere è libero, all'interno del Consiglio regionale, di votare come ritiene opportuno, secondo le sue ideologie, i suoi programmi e le sue convinzioni. Non c'è niente di male se una parte del centrosinistra non ha sottoscritto e non voterà questo emendamento. Sono fatti loro.
Succede anche con emendamenti presentati dal centrodestra, che non tutti i colleghi del centrodestra votano e sostengono perché sono diversi.
Ciascuno è libero di fare le proprie scelte.
Per quanto mi riguarda, devo dire al collega Robotti che ha un pochino ha esagerato, perché i dati che ha fornito stamattina, ovvero che l'85 delle famiglie piemontesi sarebbero rientrate nel tetto ISEE dei 25.000 euro, non sono corretti. Perché nel suo conto non ha tenuto in considerazione le famiglie che hanno dei figli in età scolare. Noi dobbiamo tenere conto solo delle famiglie che hanno dei ragazzi da mandare a scuola perché sono quelli i destinatari della legge. Se si emana una legge sulla libertà scolastica o sulla libera scelta educativa, è mirata esclusivamente a chi ha dei ragazzi che frequentano le scuole o hanno intenzione di frequentarle.



ROSSI Oreste

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



ROSSI Oreste

Ma non sai neanche di cosa parli!



PRESIDENTE

Per cortesia! Per cortesia, Consigliere Robotti!



PRESIDENTE

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non sai neanche di cosa parli!



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Robotti! Non è ammissibile il suo comportamento!



PRESIDENTE

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



PRESIDENTE

Mi butti fuori! ROSSI Oreste



PRESIDENTE

chiaro che in una legge dedicata agli anziani, ad esempio, non si possono ricomprendere i ventenni. Per cui, è evidente che una legge che prevede il diritto allo studio e all'istruzione nel livello formativo scolare, è chiaramente indicata alle famiglie che hanno dei ragazzi in età scolare.
Pertanto, correggo il collega perché è esattamente l'opposto di quello che ha detto lui: l'85% delle famiglie che hanno figli in età scolare essendo proprietari di una casa, avrebbe probabilmente superato quel tetto ISEE e, quindi, non avrebbe potuto partecipare alla divisione di quel "bonus" legato all'istruzione e alla libera scelta educativa.
Le cose vanno dette come stanno e questi sono gli atti ufficiali ovviamente relativamente alla categoria di chi ha ragazzi in età scolare.
Voteremo, pertanto, l'emendamento concordato, così come voteremo l'articolo cui si riferisce tale emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Esaurisco velocemente la dichiarazione di voto a favore dell'emendamento, ove qualcuno avesse dei dubbi, visto che abbiamo fatto una certa fatica, se non altro, a raccogliere le firme di tutti i colleghi del centrodestra, più alcuni graditissimi ospiti momentanei nell'ambito del centrosinistra.
Ciò detto, cercherò di raccontare, anche se sarà inutile (ma abbiamo una certa testardaggine), una versione diversa a una componente apocrifa che non capisco se si stava autoespellendo, poi si autoreintegra, perch alcuni colleghi hanno la capacità di giocare sia nel ruolo di "giocatori" che di "arbitri", a seconda dei momenti. Ma, tanto, non cambia niente.
A titolo personale, mi riferisco ai commenti rispetto al mio operato ma anche di molti altri colleghi del centrodestra: non che in questa fase consideriamo "clericale" un insulto, però definire Burzi "clericale", credo che ci voglia una certa fatica a renderlo sostenibile. Ma, nell'ambito di chi vuole, non si capisce bene se per autoconvincersi o per convincere terzi (credo che qui non ci sia nessuno da convincere), non ho mai pensato di prendere voti di preferenza qua dentro. E comunque, qualora uno lo pensasse, dovrebbe cercare di utilizzare, cosa cui siamo disponibili anche da subito, il voto segreto.
Vi è, poi, un secondo passaggio. Risultano stupefacenti, collega Robotti - mi rivolgo a te, dal momento che hai provocato tu l'intervento ma vale un po' per tutti - alcuni comportamenti (mi pare che l'ultima volta sia capitato su una legge che considero strategica e che mi pare riguardasse i funghi, anche se non conosco il tema dei funghi più di quanto non conosca il tema del diritto allo studio), per cui, se su una legge proposta da un eminente membro della maggioranza si verifica un consenso questa è una prova di democrazia, di intelligenza, di adesione: finalmente è una prova che anche questi rifiuti prevalentemente clericali del centrodestra riescono a aderire a delle posizioni oltre che moralmente superiori, anche qualitativamente eccellenti se proposti da una parte.
Quando le stesse identiche persone hanno opinioni diverse, si parla di pressioni, di ricatti, di patti subcutanei, di sottogoverno demo-pluto giudaico-massonico e quant'altro! Manca solo Berlusconi, che, purtroppo non essendo più al Governo, impedisce a tutta una serie di difficoltà espressive, di trovare un riferimento. Ma basta aspettare un anno, collega Robotti, e torneremo da capo. E di nuovo avrei qualcuno con cui prendertela per evitare di pensare. Perché pensare richiede una fatica improba. Ma noi ti aiuteremo, perché noi siamo tolleranti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Ieri, durante la discussione generale su questa legge, molti sono stati gli interventi che hanno messo in evidenza come questa legge investa ingenti risorse sulla scuola sull'istruzione sul diritto all'apprendimento allo studio di migliaia e migliaia di studenti di questa Regione.
Questa legge è arrivata in Aula dopo che in Commissione si era a lungo esaminato il testo, si era raggiunto e si era votato un emendamento che definiva le risorse da destinarsi all'assegno di studio per le scuole statali e per le scuole paritarie, anche se non è così esplicitamente detto.
Non ritengo che l'accordo che si è raggiunto oggi pomeriggio e che porterà - auspichiamo tutti noi - all'approvazione di questa legge sventa questi contenuti che ieri da più parti sono stati evidenziati e sottolineati. Intanto, non si ritorna indietro rispetto all'ISEE, credo per sottolineare questa profonda diversità rispetto alla situazione precedente e ricordo ancora esistente, non sia una cosa da poco.
Questo emendamento non aumenta di un centesimo di euro le risorse, che sono state destinate dall'emendamento votato in Commissione, per gli studenti delle scuole paritarie. È un emendamento che consentirà a questa legge di essere approvata in tempo utile perché a gennaio vengano banditi i bandi per entrambe le graduatorie. Questo non era nella legge precedente ripeto, ancora esistente nella quale invece il bando sarebbe stato rivolto di fatto esclusivamente agli studenti delle scuole paritarie.
Questo emendamento che è stato lo strumento di politica che consentirà a gennaio a migliaia di famiglie di poter concorrere ai bandi, che consentirà alle scuole di ricevere le risorse e che consentirà tutto ci che questa legge prevede per la scuola pubblica in questa regione, non credo, dicevo, che questo emendamento che ci consentirà di raggiungere questi risultati sia una svendita.
Credo che sia il frutto di una scelta. È meglio fare il possibile o non fare? noi abbiamo scelto di fare il possibile, già sogniamo la responsabilità di questa scelta perché riteniamo che lavorare per il bene della collettività sia a volte anche dover rinunciare a qualche cosa s rinunciabile. Qui non c'è nulla che abbia cambiato la sostanza di questa legge. Ripeto, c'è l'ISEE, non c'è un centesimo in più, non c'è nulla di sostanzialmente diverso rispetto a quanto era stato votato da tutta la maggioranza in Commissione a seguito del lavoro che tutti insieme soprattutto da parte della Giunta e della maggioranza, ma tutti insieme in Commissione abbiamo condotto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Riteniamo che l'emendamento presentato sia positivo non soltanto perch riprende non tanto quanto andavamo dicendo o richiedendo, ma alcune valutazioni che avevamo fatto. In particolare, era importante ampliare i soggetti che potevano beneficiare delle previdenze in quell'articolo 12 tanto per le famiglie che sceglievano di mandare i propri figli ad una scuola paritaria quanto per le famiglie che manderanno i figli in una scuola pubblica e potranno beneficiare dei contributi previsti dalle legge per le dotazioni librarie o per le spese di trasporto.
Crediamo altresì sia positivo perché si introduce una progressività reddituale. Una forza come la nostra che attenta alle questioni sociali e ai ceti medio-bassi della popolazione che significo al collega Robotti oggi, ma per darti che non registra Alleanza Nazionale, ma tutti i maggiori studi di ricerca. I ceti medio-alti vuotano fino al 70% per il centrosinistra e la maggioranza dell'elettorato di centrodestra oggi ha un reddito inferiore alla maggioranza dei redditi degli elettori del centro sinistra. Lo dico tanto perché uno sappia quali sono le valutazioni che fa quando scriva una cosa relativamente a quello che vorrebbe che fosse o quello che era una situazione elettorale che non c'è più.
Al di là di quello, noi pensiamo ai cittadini piemontesi e proprio pensando ai cittadini piemontesi credo che invece questo emendamento, così come la legge (perché abbiamo sempre detto che per noi la legge che non casualmente è un testo unificato di due proposte è una buona legge che dovrà trovare una buona applicazione - questo è un emendamento che dà una buona applicazione - è positiva perché rispecchia le differenti sensibilità.
Il collega Turigliatto, in più di un'occasione, in Commissione ha ricordato che questa legge scontentava tutti quindi, verosimilmente, era una buona legge perché rifletteva sensibilità differenti che sono quelle dei cittadini che ci hanno chiesto di rappresentarli all'interno di questo Parlamento.
Credo che questo emendamento sia centrale per dare una buona applicazione a una buona legge. Ognuno di noi avrebbe voluto avere una norma finale migliore perché le sensibilità erano differenti, ma sicuramente è fondamentale che questa scelta di ampliare la platea con una progressività reddituale, con una tutela dei ceti sociali più bassi sia inserita perché dà giustizia sociale e garanzia di accesso all'istruzione ad una platea maggiore delle famiglie piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Penso che ci ritroviamo di nuovo sull'equivoco della libertà di scelta che nessuno tra questi banchi nega. La libertà, quella vera, riteniamo anche noi che sia fondamentale e che debba sempre essere assoluta, ma non deve avere oneri per lo Stato. Continuo a ribadire questo concetto molto elementare per cui il pubblico fornisce dei criteri con cui il cittadino può istruirsi e formare il proprio bagaglio culturale. Quella è l'offerta che pubblico fa, il resto, chi lo vuole, è anche giusto che se lo paghi.
Sinceramente, in epoche come queste - il Consigliere Vignale dovrebbe saperlo più di tutti - come diceva il collega ormai "giustamente" l'elettorato proletario si rivolge più ad Alleanza Nazionale che a Rifondazione (i miei dati sono un po' diversi, ma può essere). Però, il collega Vignale dovrebbe sapere a maggior ragione che, in questi anni, la forbice di povertà è aumentata a dismisura, basta leggere i giornali o andare per le strade per vedere qual è lo stato di povertà della nostra società. Non è soltanto demagogia, ma un dato reale.
Allora, di fronte a un quadro di quel tipo, approvare un emendamento di questo genere credo sia un ulteriore insulto a chi è povero realmente, a chi fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, come si diceva una volta, così come il fatto che si continui a perseverare su quella strada ingiusta di dare a chi ha già. Questo è uno scenario che, oggi, rivediamo.
Noi crediamo che questa strada sia assolutamente impercorribile.
Credo che non sia un problema di maggioranze separate o minoranze, ma un fattore culturale massiccio che è ormai trasversale e a volte ci porta a chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Quindi, non entro in merito alla discussione fatta dal collega Robotti, non la pongo su quel piano, ma ritengo sia un problema culturale grosso di cui non mi stupisco nel momento in cui l'impero del male è un po' ovunque, come diceva il collega Robotti.
Quando, come diceva qualcuno, lo stesso illuminismo è messo in crisi non è più da riconoscere ed è considerato l'aberrazione umana, credo che questa impostazione di Sua Santità entri a piene braccia in quest'Aula e colga in questo abbraccio molti di noi, purtroppo.
Cito ancora una battuta di un ragazzo di quartiere, di quelli che probabilmente, voterà il Consigliere Vignale, ma non credo, che diceva: "Porca miseria, tenete duro anche se state crepando un po' sui soldi dati ai privati, perché quando vado alla mia scuola, che è il 'Birago', mi pare di entrare in un riformatorio giovanile. Poi, guardo altre scuole, gestite da confraternite di salesiani, e vedo il lusso e la bellezza". Avalliamo questo sistema, seppur in piccole misure. Non ne sono assolutamente contento. Però, facciamo almeno in modo che in queste scuole, che noi oggi tuteliamo con grande afflato, ci fossero più controlli. Mi piacerebbe che la legge fosse applicata anche lì e che si guardassero i contratti di chi insegna in queste scuole parificate, si guardasse la retta di queste scuole e si distinguesse anche tra rette e rette, tra chi manda i figli in scuole nobili perché fa questa scelta e chi magari anche in quel campo non fa una scelta di questo tipo. Non ci è concesso, siamo caduti in questo "badilone" culturale, ne prendiamo atto e naturalmente esprimiamo il nostro voto contrario a questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida per dichiarazione di voto.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Noi ieri abbiamo espresso lusinghieri apprezzamenti per la proposta di legge che stiamo discutendo. La riteniamo un'ottima legge perché la Regione dà delle risposte concrete ai problemi del sistema della scuola piemontese e avevamo anche affermato che sarebbe stato un peccato dividersi sulla questione del buono scuola. Buono scuola che noi abbiamo ritenuto una "cosa buona e giusta", quando è stato approvato dalla precedente Amministrazione.
Questo emendamento, secondo noi, rende graduale il contributo che viene dato alle famiglie e rende anche meno ideologico il voto su questa vicenda relativamente alla legge in generale.
Però volevo precisare una cosa: è stato sostenuto che l'opposizione non aveva mantenuto la parola data in Commissione. Vorrei ricordare che il nostro gruppo, a poche ore dal via libera in Commissione, aveva inviato un comunicato nel quale si annunciava che l'UDC si riservava di decidere il suo voto finale, perché non riteneva congruo il limite di 25 mila euro fissato nella proposta ed auspicava il suo aumento almeno a 28-30 mila euro. Cioè ritenevamo che durante la discussione in Consiglio fosse possibile raggiungere un accordo.
Ho apprezzato molto le parole della Presidente Pozzi, mi sembrano dei concetti condivisibili. Con il buonsenso si è riusciti a dare al Piemonte una buona legge, che non può essere condizionata soltanto dalla vicenda del buono scuola.
Sicuramente questa è una delle cose che secondo noi è importante, ma vorrei che fossero messi in evidenza tutti gli altri interventi e gli obiettivi che la legge si è prefissa. Abbiamo firmato questo emendamento con convinzione; ci fa molto piacere perché raggiungiamo un risultato, ma guardatelo per quello che è ed evitiamo di dire per chi votano le famiglie che saranno avvantaggiate. Io sono sicuro che l'unico voto certo è sempre e soltanto il proprio.



PRESIDENTE

Il Consigliere Segretario Ghiglia chiede di intervenire per dichiarazione di voto in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Ho molto rispetto dell'intelligenza e delle capacità del collega Bossuto. Peraltro sono contento perché oggi ha perso due voti e ne ha guadagnati due il collega Vignale, nel senso che anche il ragazzo della Barriera di Milano che l'ha fermato stamattina - io sono nato e cresciuto in Barriera di Milano e non ho mai votato sinistra - prima di tutto non voterà più lei, collega Bossuto, e in secondo luogo voterà il collega Vignale perché passa la legge. Quindi, un risultato potremmo averlo raggiunto.
Tornando ad una considerazione seria, bisogna essere...



(Interruzione del Consigliere Robotti)



GHIGLIA Agostino

Collega Robotti, io ci torno tutti i giorni e visto che lei è di Asti... Ci ho vissuto fino a sei anni fa e ci ho sempre vissuto bene e tranquillamente, senza che i suoi amici qualche anno fa e più pericolosi di quelli di adesso mi abbiano mai importunato. Detto questo, credo che per occorra fare ancora una puntualizzazione in un minuto.
Non è che questa legge provochi un maggiore aggravio alle casse dello Stato o all'erario pubblico. Perché, collega Bossuto, se noi fossimo in un sistema come quello americano, dove ad esempio si può detrarre o dedurre dal reddito le spese, e quindi chi decide di optare per una scelta alternativa - non voglio insegnare niente a nessuno, ma lo dico visto che la sua è una posizione ideologica mentre la nostra opposizione oggettiva chi decide di mandare il figlio nella scuola non pubblica, prende i suoi soldi li destina esclusivamente ad una scuola non pubblica e non paga due volte.
In Italia tutti, poveri e ricchi, pagano, anche per la scuola pubblica e quindi se vogliono fare la scelta della scuola libera pagano due volte.
Ecco perché noi la riteniamo invece questa nostra impostazione un'impostazione non ideologica ma di grande equilibrio. Perché con la scelta che qualcuno di voi vorrebbe fare, anche il povero paga due volte; o non potrà mai scegliere la scuola pubblica perché non avrà mai i soldi per poterlo fare e sarà costretto anche il ragazzo della Barriera di Milano a scegliere la scuola pubblica, perché se non lo fa, a questo punto paga due volte.
Questo va chiarito bene; noi non aiutiamo i ricchi, noi diamo la possibilità di scegliere questa legge ed è molto diverso. Quando in Italia ci sarà un sistema che consentirà di detrarre tutte le spese, comprese quelle della scuola, avrà ragione lei perché a quel punto non ci sarà più bisogno di nessun buono scuola. Fino a quando non sarà così, senza una legge come questa, senza emendamenti come questi, lei avrebbe impedito ancora una volta solo ai poveri di poter studiare in una scuola non pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere per dichiarazione di voto.



MULIERE Rocco

Per quanto riguarda il merito di quest'emendamento, condivido pienamente le considerazioni che ha fatto la collega Pozzi, che è entrata nel merito e ha detto una cosa importante. Quest'emendamento non stravolge il senso della legge, è un contributo che noi diamo per cercare di arrivare, come stiamo facendo, alla conclusione della discussione di questa legge e soprattutto noi c'eravamo posti un obiettivo: quello di arrivare all'approvazione della legge entro la fine dell'anno per emanare il bando il 15 gennaio.
Questo è un messaggio che noi diamo a tutte le famiglie piemontesi come abbiamo detto nel dibattito generale, alle famiglie che iscriveranno i propri figli alle scuole paritarie soprattutto alle famiglie che manderanno i propri figli alla scuola statale. Perché non dimentichiamo che i soldi che vengono destinati, a differenza della precedente legge ... la situazione che vorrei mettere in evidenza perché forse non l'abbiamo fatto troppo, è che i soldi che venivano destinati alla scuola statale e alla scuola paritaria per un certo periodo di tempo sono stati allo stesso livello. E l'ingiustizia era questa: come l'iniquità della precedente legge era evidente.
Quindi, noi con questa legge superiamo quella disparità enorme della vecchia legge che attribuiva le stesse risorse. E dall'altro superiamo con questa legge l'iniquità di distribuzione delle risorse che venivano date attraverso il bando sulla legge 10.
Vorrei aprire una parentesi e mi dispiace che non ci sia il collega Leo. No, il collega Leo sta parlando con il cardinale, infatti oggi ha consumato il telefono per parlare con il cardinale, ma qui siamo in Consiglio regionale e abbiamo un altro ruolo. Stavo dicendo che superiamo quell'ingiustizia e quell'iniquità. In più voglio dire che se vogliamo sostenere le famiglie e lo stiamo facendo, è una questione, ma per salvare le scuole paritarie - e ricordo benissimo il dibattito emerso quando abbiamo discusso la legge n. 10, la motivazione fondamentale era questa: dobbiamo approvare questa legge, in questo modo, perché in questo modo salviamo le scuole paritarie. Non è successo. Purtroppo, devo dire che molte scuole paritarie hanno chiuso, nonostante la legge n. 10. Guardate che alcune di queste scuole - guardo alla mia esperienza personale, alla mia Provincia - nonostante la legge n. 10, hanno chiuso; quelle scuole svolgevano un importante ruolo sociale, ma hanno chiuso.
L'obiettivo che si era posto la legge approvata dal centrodestra non era il vero obiettivo.
L'obiettivo vero di quella legge era sostenere, noi diciamo in modo sbagliato e iniquo, le famiglie che iscrivevano i propri figli alla scuola paritaria. L'obiettivo che vi eravate posti, di fatto, è stato fallimentare. Noi correggiamo profondamente, con questa legge quell'iniquità.
Detto ciò, voglio affrontare in questi pochi secondi anche una questione politica. Il Consigliere Robotti ha sollevato una questione e io non voglio sfuggire dalla questione che ha sollevato il Consigliere Robotti. Abbiamo fatto, come maggioranza, un grande sforzo prima nell'elaborare e nel confrontarci in Commissione e abbiamo sottoposto la maggioranza ad una prova difficile e importante. Quando ci sarà il voto sull'emendamento, la maggioranza darà un voto differenziato, ma l'aspetto importante è che, sulla norma transitoria e sulla legge, ci sia un voto unanime e compatto della maggioranza. In ogni caso, abbiamo messo a dura prova la tenuta di questa maggioranza.
Sono convinto, poiché abbiamo agito con trasparenza e non ci sono prove di trasversalità o prove di nuove maggioranze (non ci sono e non ci sono mai state), che nelle prossime settimane, con il lavoro che faremo come maggioranza, di confermare la solidità e la coesione della maggioranza.
Credo che questo sia importante nonostante il voto differenziato che emergerà sull'emendamento, che non sottovaluto assolutamente.
Ritengo che lo sforzo che stiamo facendo sia importante. Detto ci sono convinto che nel lavoro che ci aspetta dalle prossime settimane, anzi dai prossimi giorni, sul provvedimento che discuteremo la prossima settimana (un provvedimento estremamente importante) la maggioranza sarà in grado di mantenere una coesione, come abbiamo saputo mantenere in questi due anni e mezzo di legislatura.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 35, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Indìco la votazione palese sull'articolo 36.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 37 Gli emendamenti rubricati n. 24, 25, 26, 27 del Gruppo della Lega Nord sono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 37.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Indìco la votazione palese sull'articolo 38.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto sull'intero testo il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Una breve dichiarazione di voto. Noi siamo largamente soddisfatti per il risultato che abbiamo ottenuto rispetto ad importanti e innovativi provvedimenti, così come diceva la Consigliera Pozzi, sui temi della scuola pubblica, dalla lotta all'abbandono scolastico, al sostegno degli studenti in carcere, ai mediatori culturali per gli studenti extracomunitari e il mantenimento di questi a scuola, al sostegno delle scuole in aree disagiate periferiche e così via.
Siamo altrettanto insoddisfatti perché, sulla parte che riguarda il sostegno alla libera scelta educativa, questa legge, purtroppo, non si discosta quasi per nulla dalla vecchia impostazione della legge n. 10 dalla legge Leo.
Questo perché nei mesi che sono trascorsi da quando abbiamo iniziato questo lungo lavoro di discussione e d'analisi del provvedimento in Commissione, si sono raggiunti sempre più avanzati punti di compromesso io dico in termini negativi, dal mio punto di vista - con le forze del centrodestra che hanno snaturato, svilito e umiliato il valore che questa legge aveva anche da un punto di vista dell'introduzione di meccanismi di equilibrio, di giustizia e di trasparenza relativamente al sostegno delle famiglie e degli studenti che scelgono la scuola paritaria piuttosto che la scuola pubblica e laica. Questo è potuto accadere perché, nel corso di queste lunghe ed interminabili discussioni in VI Commissione, si è reso palese ed evidente che una parte di questa maggioranza - una parte importante del vecchio Gruppo della Margherita, in particolare l'ex Capogruppo Stefano Lepri - ha agevolato e contribuito a creare un asse politico vero e reale con il Consigliere Leo di Forza Italia e, in parte con il Consigliere Rossi della Lega Nord, per strutturare ciò che poi si è palesato in queste ultime ore in quest'Aula consiliare.
Semplicemente, si è scelto di non fare i conti con la maggioranza che ha vinto le elezioni regionali del 2005, ma di costruire una nuova maggioranza ad hoc, appositamente per approvare questa legge, rispondendo nuovamente, non a logiche politiche del confronto dialettico e democratico di quest'aula, ma a logiche che arrivano dall'esterno, dalle associazioni delle scuole paritarie, dalle associazioni delle scuole cattoliche, dallo stesso Vescovo, che ha convocato, in queste settimane, gran parte dei colleghi seduti in questi banchi, che sono stati "chiamati a corte" per ricevere ordini da eseguire, poi, in quest'Aula.
inutile che stiamo qua a fare gli ipocriti, perché questo è ciò che è accaduto, e le orecchie per sentire i boatos della politica le abbiamo tutti. A noi queste notizie arrivano. Sono stati convocati dal Vescovo anche colleghi che pensavo, sinceramente, con la ragione e con il cuore a sinistra: invece si sono recati dal Vescovo per prendere ordini.



(Commenti in aula)



ROBOTTI Luca

Saranno anche conversioni, però quando uno è stato tanto cattivo in gioventù, è difficile che possa andare in Paradiso, anche se viene ricevuto dal Vescovo.
Vorrei dunque dire, a questo collega, di non sentirsi con la coscienza a posto, perché andrà comunque all'inferno! Noi abbiamo la necessità di essere molto sinceri e leali tra noi, cosa che non è accaduta in questa vicenda, perché non c'è mai stata sincerità o lealtà tra i banchi della maggioranza.
Molti colleghi davano per certi una serie di passaggi e la tenuta di questa maggioranza, quando già stavano lavorando per minare l'unità di questa maggioranza, quando già sapevano che l'accordo sarebbe stato costruito con Giampiero Leo, Gianluca Vignale e Oreste Rossi. Questa è la realtà.
Non è un colpo di mano di oggi, di qualche ora o di qualche minuto fa ma è un lavorio continuo che dura da mesi e che, come ripeto, ha un regista che sta al di fuori di questo Palazzo, che sta al di fuori della legittimità democratica e istituzionale, e che ci permette di stare qua in quest'aula a rappresentare i piemontesi.
Ridete pure, colleghi. Avete ragione a ridere, perché oggi voi vincete una battaglia. Ma vincere le battaglie non vuol dire vincere la guerra: questo è un dato che dovete assumere in modo pacifico.
In secondo luogo, d'ora in avanti tutto sarà giù complicato, e lo dico ai miei colleghi di maggioranza, ma anche alla Presidente della Commissione cultura, che, nell'ultima fase, ha agevolato, anzi caldeggiato, l'accordo che ha portato all'ingloriosa e ingiustificata scelta di mediare nel modo in cui abbiamo mediato, pur col nostro voto contrario, nella giornata di oggi.
Noi veniamo additati come quelli che rompono le scatole, che disturbano, che sono incontrollabili, quelli che non danno sufficiente sostegno alle maggioranze e agli Esecutivi dove si governa insieme. Guarda caso, sia nel Governo nazionale sia localmente, siamo i più fedeli e pronti sostenitori anche della nostra Presidente di Giunta; molto più fedeli e molto più leali di tanti altri colleghi di maggioranza, anche su vicende delicate come la TAV, dove non abbiamo mai fatto mancare il nostro senso di responsabilità. Lo voglio evidenziare con forza in quest'Aula, perch mentre noi abbiamo sempre dimostrato coerenza, lealtà, disponibilità e soprattutto, coesione totale al programma di Governo, su questa vicenda molti colleghi di maggioranza non stanno dimostrando la stessa lealtà e coerenza che è necessaria per tenere unita una coalizione che deve governare questa Regione. Questo è il dato reale, accidenti! Mentre noi - sinistra - rispondiamo all'elettorato che vive in difficoltà e qua dentro siamo leali e coerenti nei confronti della maggioranza, molti colleghi, per priorità personali o per preferenze (e non per i voti), umiliano questa maggioranza e vanno a cercare le alleanze verso il centrodestra.
Mi rivolgo a tutti, anche ai banchi della Presidenza del Consiglio: sì anche guardando i banchi della Presidenza del Consiglio.
Noi siamo leali, mentre altri non lo sono stati, non lo sono oggi e ritengo che non lo saranno domani.
Dobbiamo verificare, da un punto di vista politico e programmatico, la nostra capacità di stare uniti: se ci saranno ancora le condizioni per finire insieme questo nostro cammino verso il 2010 andremo avanti; ma se tali condizioni non sussisteranno più, è bene dircelo fino in fondo.
Ciò che è accaduto oggi credo che non possa più ripetersi. Perché se accadrà, è evidente che questa maggioranza, per quanto ci riguarda, andrà a sbriciolarsi.
Noi voteremo a favore della legge perché abbiamo lavorato molto per costruirla, soprattutto relativamente all'aspetto della scuola pubblica, e perché riteniamo importante sbloccare quelle risorse che andranno interamente a sostenere il diritto allo studio e la lotta all'abbandono scolastico.
Lasciatemi, però, fare un'ultima considerazione. Noi oggi rispondiamo ad un grido di tante donne e di tanti uomini che lavorano nella scuola pubblica, di tanti studenti che vivono in scuole sempre più disagiate, dove non ci sono soldi per fare le fotocopie o per accendere i termosifoni, dove c'è difficoltà a comprare le attrezzature necessarie per i laboratori.
Oggi rispondiamo con una legge che, in parte, va a dare...



PRESIDENTE

Consigliere Robotti, il tempo a sua disposizione era di cinque minuti.
Non l'ho interrotta perché stava parlando di me e mi pareva irriguardoso poiché sembrava una censura. Però ora la prego di concludere.



ROBOTTI Luca

Mi abbatta a colpi di carabina, Presidente! Chieda a Burzi!



PRESIDENTE

Ne sono sprovvisto, purtroppo.



ROBOTTI Luca

Gliela procuro! A casa ho un po' di armi, quindi posso procurargliele! Presidente Bresso, non rispondiamo ad una linea di coerenza che ci avrebbe obbligato ad abrogare la norma e la forma, la sostanza che faceva parte della legge n. 10, la cosiddetta "legge Leo".
In campagna elettorale avevamo detto che avremmo cancellato la legge n.
10 e la sua sostanza. Oggi, purtroppo, non lo facciamo e di questo credo che dovremo risponderne.



PRESIDENTE

Ho una serie di richieste d'intervento per dichiarazioni di voto. Vi ricordo che le dichiarazioni di voto prevedono interventi di cinque minuti e devono essere fatte da un Consigliere per ciascun Gruppo consiliare.
Poiché da alcuni Gruppi sono pervenute più richieste di intervento, vi pregherei di segnalarmi chi porterà la voce del Gruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che la norma che stiamo votando, che, come abbiamo ricordato in più occasioni, è il testo unificato di due proposte di legge, sia sostanzialmente una buona legge, perché mantiene la libertà di scelta educativa che la precedente Giunta regionale aveva introdotto, intervenendo in quello che era un principio che veniva a mancare, quello, appunto, della libera scelta.
stato ricordato in più occasioni come la legge n. 10 nacque come legge di sostegno a tutto il sistema della scuola pubblica e privata e poi per scelte avvenute all'interno di questo Consiglio regionale si è fatta solo la scelta, su richiesta dell'allora centrosinistra, di votare la parte relativa alla libera scelta educativa.
Allora, un punto fondamentale è quello che riguarda, certamente, una minoranza delle famiglie piemontesi, ma anche una scelta di cultura e libertà che noi crediamo sia doveroso mantenere. È difficile, lo dico anche ai colleghi del centrosinistra, della sinistra e della sinistra radicale che quando si ottengono dei principi di libertà è difficile cancellarli.
Questo vale all'interno del Parlamento regionale, così come all'interno del Parlamento nazionale. È molto più facile osteggiarli quando ci si trova a vestire i panni dell'opposizione, ma in realtà sono provvedimenti che riscuotono un largo consenso. Non si creda, perché si fa un errore marchiano, che le associazioni, che legittimamente hanno rappresentato le loro istanze, siano i rappresentanti di tutti coloro i quali frequentano scuole paritarie.
La frequentazione delle scuole paritarie dipende da dinamiche che, in alcuni casi, sono legate ad una volontà che concerne un aspetto religioso ma in moltissimi casi sono legate a dinamiche di presenza decennale o anche secolare su un territorio, capacità degli insegnanti che vi lavorano, buona capacità di insegnamento e di apprendimento per gli studenti che le frequentano.
Ricordiamoci che - noi crediamo che questo sia anche un aspetto distintivo importante - chi ha voluto fare la distinzione (il centrodestra tutela le scuole paritarie, il centrosinistra tutela delle scuole pubbliche) ha fatto una distinzione che, dal punto di vista della comunicazione, può essere semplice, ma non corrisponde a verità.
Crediamo che questa sia una buona legge perché prevede provvidenze significative in ciò che riguarda le difficoltà di una famiglia nelle dotazioni librarie, nelle spese per i trasporti, nei piani formativi, nella formazione professionale delle agenzie accreditate. Quindi, è una legge di sistema che non rinuncia a principi di libertà e investe su tutto il sistema della scuola. Tutela, peraltro, le scuole minori.
Vi è un impegno, che credo voteremo con il prossimo ordine del giorno a razionalizzare gli investimenti sulla scuola, così come accadrà sull'edilizia sanitaria. Nella finanziaria del prossimo anno potremo verificare quante risorse vi saranno in edilizia sanitaria, la quale oggi non aveva una norma a sé, ma era regolamentata dalla più vasta legge n. 18.
Credo che questo sia un passaggio importante che, come dicevo in altre occasioni, non casualmente deriva da un buon lavoro svolto dalla Commissione e da un lavoro che è stato svolto a più mani da un confronto nato fra la Giunta, il centrodestra e il centrosinistra. Dopodiché, ognuno può intendere come crede il rapporto fra maggioranza e opposizione.
Certo, lo diceva oggi il collega Burzi, non ci possono essere momenti in cui la collaborazione fra maggioranza e opposizione è positiva e altre in cui la collaborazione è negativa. Andava benissimo che si lavorasse insieme sulla legge sull'internazionalizzazione, sulla legge sulla ricerca ma non va più bene che si lavori insieme per la legge sull'istruzione.
Badate, lo dico anche al collega Robotti e ai colleghi della sinistra credo che questo sia un problema che non è da sottolineare nei confronti del centrodestra che cercherebbe negli appigli o delle apertura all'interno di esponenti della maggioranza imbeccati da chissà quale potere esterno al Consiglio. Credo che questo sia un problema che riguarda eminentemente questa maggioranza, composta da schieramenti profondamente differenti fra loro per quanto concerne la visione della società, e che quindi su alcuni aspetti - non è questo certo il primo - hanno gran difficoltà a trovarsi tra di loro.
Ovviamente, non possiamo che essere lieti nel ritrovare nel disegno di legge i principi fondativi della legge del centrodestra e nell'aver garantito un aumento dei redditi ISEE perché crediamo fossero idee positive e, ovviamente, esercitiamo il nostro ruolo anche con gli strumenti che questo Consiglio regionale dà e che ricordo sono gli stessi strumenti di cui ha beneficiato per dieci anni il centrosinistra quando faceva l'opposizione.
Oggi, facevamo una battuta con un collega: a parti invertite, avremmo chiuso a 35.000, altrimenti non si trattava. Quindi, è bene ricordarsi quella che è stata la storia di questo Consiglio, tanto che si sia in minoranza, quanto che prima sia stato in maggioranza o in minoranza nel sottolineare comunque - ed è l'aspetto che a noi preme di più - che, dal prossimo anno, le famiglie della nostra Regione avranno una nuova legge sulla scuola che riguarderà all'edilizia, la frequentazione delle scuole e la formazione professionale.
Noi crediamo che questo sia il dato più importante. Forse, avremmo preferito una legge leggermente migliore su alcuni temi, ma noi riteniamo che dall'opposizione non potevamo ottenere di più e siamo convinti che stiamo votando una buona legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Non posso non ricordare come si era arrivati alla votazione della precedente legge n. 10. I tempi sono cambiati, erano altri tempi.
Soprattutto, non posso dimenticare come si era arrivati alla votazione della legge n. 10 e neanche - so che qualcuno l'ha già fatto - posso dimenticare Mario Contu, che era seduto a fianco a me, che su quella legge si era speso molto.
Mi ricordo le manifestazioni degli studenti. Personalmente, ho sempre pensato che una volta che la legge fosse stata approvata, come molte volte succede, sarebbe subentrato lo scoramento e le proteste sarebbero diventate solo più dei malumori sussurrati, non per questo però le persone non vedono le ingiustizie laddove ci sono.
Quando avevamo votato la legge n. 10 - naturalmente, io ed altri colleghi avevamo votato contro - pensavamo che, con il cambiamento di maggioranza in Regione, la legge sarebbe stata superata. Credo che il concetto espresso dal Consigliere Vignale, ovvero che è difficile cambiare le leggi quando queste rappresentano dei contenuti di libertà, sia un'affermazione profondamente errata.
Noi avevamo costruito tutta la battaglia sulla legge n. 10 sul principio. Siamo convinti che ci sia la libera scelta educativa, che le famiglie possono scegliere come educare i propri figli, ma siamo altrettanto convinti che questa scelta non vada sostenuta con soldi pubblici. Allora facevamo l'esempio, che credo valga tuttora, che c'è la libera scelta di muoversi in taxi, piuttosto che in tram o in pullman, ma non per questo lo Stato deve garantire un contributo per chi va in taxi.
Credo che quest'esempio valga tuttora anche per una parte della legge.
Sono convinto che, come ha detto il Consigliere Robotti, questa legge è più ampia rispetto alla legge n. 10, ma è il principio su cui si basa che non riesco a condividere. Noi avremmo anche dei problemi a parlare con chi ci ha sostenuto, non credo che tutti siano totalmente soddisfatti della mediazione raggiunta.
Ciononostante, come ho detto in precedenza, voterò questa legge ma non posso fare a meno di notare che questo è un segno di una distanza che c'è tra due parti che compongono la maggioranza. Vi è una parte della maggioranza che condivide, comunque, un'idea non liberista. Questa è una legge non liberista, è una legge che non stimola, non aiuta, non tutela un'idea sociale della società, ma si basa su un'idea non liberista, per cui la libera iniziativa viene, addirittura, incentivata con soldi pubblici.
In definitiva, il problema più grosso che pone è proprio un problema di principi. I principi che contiene questa legge non li condividiamo ciononostante la voteremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Mi sia consentito, prima di tutto, di esprimere solidarietà alla Consigliera Pozzi e al Consigliere Lepri. Non è un fatto formale, ma un fatto sostanziale, sono stati, ahimè, destinatari di accuse che considero francamente un po' gratuite e infondate. In quest'Aula, in questi giorni non ci sono stati assi privilegiati. C'è stato un confronto politico alla luce del sole che il nostro Gruppo, insieme ai Gruppi di maggioranza, ha condotto con la ferma determinazione di approvare in aula un provvedimento che servisse al Piemonte. Se oggi mi chiedete chi vince dopo questa discussione, non ho dubbi a dichiarare che vince il Piemonte e vince lo sforzo con il quale, caro Consigliere Robotti, il centrosinistra e il Consiglio regionale danno alla nostra regione una nuova legislazione sul diritto allo studio.
Con questa legge, Consiglieri della maggioranza, destiniamo alla scuola piemontese 111 milioni di euro. Siccome spesso in aula noi ci raccontiamo sulle sfide che il Piemonte è chiamato a vincere e tutti consideriamo decisivo dotare il Piemonte di un sistema formativo più avanzato, questa legge, secondo me e secondo il Partito Democratico, è uno strumento che ci consente di dare al Piemonte un sistema scolastico più moderno e più avanzato. È un grave errore ridurre la legge e la discussione al tema delle scuole paritarie, è un grave errore non vedere che abbiamo, invece, messo mano ad una riforma della legislazione che dà al Piemonte una nuova legge sul diritto allo studio.
Consiglieri, è vero, in questa legge affrontiamo anche la questione delle scuole paritarie. L'affrontiamo, mi sia consentito di dirlo molto francamente, innovando radicalmente la precedente legislazione e introducendo principi di equità e di giustizia. È un errore sottovalutare e non vedere. Ma come tutte le leggi, questa è una legge impegnativa e seria è stato giusto cercare in aula un punto di compromesso possibile.
L'importante, Consiglieri della maggioranza, è che i punti di compromesso possibili vengano raggiunti, così come sono stati raggiunti in aula alla luce del sole. Per questo voteremo a favore del provvedimento.
Voteremo con convinzione a favore del provvedimento. Oggi abbiamo reso un servizio alla Regione perché avremmo una legge più avanzata, più giusta che si occupa del diritto allo studio e non soltanto nelle scuole paritarie. Avremo una legge che dà più risorse per qualificare la scuola pubblica piemontese, per renderla più moderna. Se penso a mio figlio, penso che oggi ho fatto un lavoro positivo perché domani potremmo, tutti insieme valorizzare questo provvedimento. Possono esserci, naturalmente, riserve ma è singolare. È singolare perdere di vista il fatto che oggi abbiamo approvato un provvedimento che cambia radicalmente la politica scolastica piemontese e afferma, attraverso un principio giusto, una nuova legge di sistema per la scuola piemontese. Non vedere questo è un errore.
Del resto il Consigliere Robotti è stato molto critico nei confronti del provvedimento, ha concluso dicendo che voterà a favore, mi sarei stupito francamente del contrario. Mi sarei stupito del fatto che una legittima divergenza su una questione non secondaria avesse determinato alla fine, un voto negativo su un provvedimento che, invece, ha ben altra portata, ben altro significato. Da qui il voto a favore anche dei Comunisti Italiani che io leggo così, come un apprezzamento verso un lavoro che ha fatto l'Assessore, la Giunta, la minoranza, la maggioranza.
Noi ci siamo posti un obiettivo, Presidente e Consiglieri, all'inizio della legislatura: dare al Piemonte una nuova legge sul diritto allo studio, superare la legge sui buoni scuola e farlo nel segno di una riforma che desse al Piemonte una legge più moderna e più avanzata. Il centrodestra apprezza alcune parti di questa legge? Perché dovrei essere colpito negativamente? Perché? Non è una prova di debolezza del centrosinistra questa, è semmai una prova di forza. Per questo il nostro è un voto convinto e un voto a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Sarò molto semplice e molto rapido perché ho portato via parecchio tempo alla discussione.
Mi dispiace, e lo dico sinceramente, per le legittime distinzioni della maggioranza, legittime perché sono basate su questioni di principio. Quando sento i Consiglieri Bossuto, Moriconi e altri Consiglieri dire che non condividono un certo principio, dimostrano un'assoluta coerenza.
Voglio dire una cosa che non è pleonastica. Hanno ragione i Consiglieri Ronzani e Pozzi oggi non è un momento di sconfitta per il Piemonte, ma un giorno di vittoria.. Il Consigliere Turigliatto, che mi conosce bene, e chi c'era nella passata legislatura sa che, con alcune differenze sui parametri, è la legge che io avrei voluto fare nella passata legislatura d'accordo con il centrosinistra. Ha detto molto bene il Consigliere Moriconi: sono cambiati i tempi, allora era un po' impossibile. Ma non dobbiamo dolerci di questo se i tempi sono cambiati e hanno portato una gran legge. Lo hanno detto molto correttamente i Consiglieri della Commissione, la Presidente e altri, noi non abbiamo lavorato, solo su un argomento, ma su tutta la legge. Vorrei ricordare che questo è un testo unificato, Consiglieri, un testo su cui abbiamo lavorato tanto prima con le associazioni. Avessimo voluto fare una battaglia parziale, avremo presentato degli emendamenti sull'argomento.
Ho molto apprezzato, mi sento nello spirito della segretaria provinciale Caterina Ferrero che, al congresso di Forza Italia ha lanciato questa proposta di dialogo.
La differenza - capisco che ognuno reciti una parte - non è fra chi sostiene la scuola pubblica statale e chi sostiene quella privata. Oggi dopo la riforma Berlinguer, c'è un unico sistema della scuola pubblica statale e non statale. Non è vero che a noi non sta a cuore la scuola statale, perché abbiamo votato emendamenti in tal senso. Sarebbe assurdo il contrario.
un vecchio dibattito che si trascina ormai da decenni e che ha avuto nella Costituente diversi momenti di raffronto; oggi abbiamo raggiunto un confronto alto. Mi dispiace se il mio lavoro in Commissione è stato percepito come ridotto a quel passaggio lì, perché non è vero. Io ho a cuore tutta la legge, così come il collega Vignale, e abbiamo lavorato seriamente. Mi scuso anche se per il mio desiderio di arrivare ad un voto unitario - lo dico ufficialmente a tutti i colleghi - qualche volta ho dato l'impressione di una disponibilità maggiore di quella che potevo permettermi. Se l'avessimo condivisa unanimemente - ha ragione il collega Robotti, perché io sono ecumenico - sarei stato felice. Capisco e rispetto la posizione della sinistra radicale, che ha fatto quelle battaglie di principio diverse. Per fortuna o purtroppo non lo so abbiamo alcune posizioni fra virgolette ideologiche e culturali che sono diverse. Ciò non toglie che raggiungere una sintesi alta nell'interesse del Piemonte sia positivo. Penso che di questa legge possiamo essere tutti soddisfatti non al 50%, ma al 90%.
Certo noi avremmo voluto un po' più di coraggio e apertura sulla libertà di educazione, perché il concetto di libertà, come sosteneva il collega Vignale, dovrebbe essere pieno. Riteniamo che sia un atto di giustizia per le famiglie della scuola non statale, perché pagando la retta, non sarebbero stati uguali a quelle statali, che praticamente non la pagano. Era, quindi, un atto perequativo. Perfino Don Milani sosteneva già questa tesi rispetto alla scuola non statale.
Siamo comunque soddisfatti del complesso della legge, dell'aiuto alla disabilità, della programmazione, della conferenza regionale.
una buona legge e, per un gioco di bandierine, dovremmo boicottarla e non approvarla? Rimando a quanto avevo detto in apertura: questo non lo considero un momento infelice, come hanno affermato diversi colleghi della sinistra radicale Nutro gran rispetto per la sinistra radicale che ha fatto la sua battaglia contro l'emendamento Leo - Lepri - Vignale fino in fondo. In merito a quanto sosteneva il collega Ronzani, quando la legge funzionerà e sarà attuata, sarà ricordato come momento positivo per il Piemonte.
Ha ragione il Consigliere Moriconi quando afferma che il principio del buono scuola è stato riconosciuto, ma nel contempo abbiamo aggiunto tanti altri aspetti. Aggiungere a favore di tutti e non togliere a nessuno non lo considero mai un male!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Quando sono stato eletto due anni e mezzo fa, i miei colleghi che mi hanno aiutato durante la campagna elettorale mi hanno detto: "Mi raccomando il buono scuola!", non nel senso di riproporlo, ma nel senso di dire "cerca di essere in prima linea nel fare quello che desideriamo tanto che succeda".
Il buono scuola, al di là dell'ammontare economico che metteva in gioco, evocava il principio per cui la Regione Piemonte si occupava, in modo particolare con una legge, della scuola paritaria e solo di quella.
Come ho già detto, non sono contento al cento per cento di questa legge. Se lo fossi, dubiterei della sua bontà. Il nostro Paese è pieno di leggi che stabiliscono ottimi principi, ma che hanno applicazioni talvolta discutibili, altre volte catastrofiche o persino rovinose.
Credo che questa legge, poiché fotografa la realtà di quello che siamo e riusciamo a produrre, sia positiva e offra una risposta al mondo della scuola, che non sarà quella che ciascuno, nel suo posticino, si aspetta di ottenere, ma andrà vista nel quadro di insieme di quella che è la scuola piemontese di oggi.
Questo è il motivo per cui, essendo laico e non essendo stato consultato o convocato a corta dal Cardinale - sono un po' geloso per la verità, mi dà un po' fastidio - credo che sia una legge da votare tranquillamente.
Non credo, tra l'altro, che l'emendamento di questa mattina l'abbia particolarmente sminuita, perché nell'impalcatura di questa legge, che è radicalmente diversa dalla cosiddetta "legge Leo", il centrosinistra nel suo complesso si può tranquillamente riconoscere. Mi spiace moltissimo invece, che quest'ultima cosa sia stata vissuta quasi come un'umiliazione come "la cosa in più" che proprio non si può sopportare.
Sono convinto che dipenda dal fatto che sono troppi giorni che siamo qua dentro, per cui emerge anche una componente di stanchezza personale.
Non so se siamo più orgogliosi noi o voi per ciò che siamo riusciti a costruire, nel compromesso che abbiamo raggiunto. In ogni caso, credo che saremo comunque molto orgogliosi dal 27 dicembre, perché dobbiamo lasciar sbollire tutta la questione.
Spero, ovviamente per questioni puramente di parte, che voi sarete un po' meno orgogliosi di noi, per dire che abbiamo vinto. Ma confido soprattutto, che la maggioranza si faccia carico del problema che una sua parte segnalava, che non può essere liquidato come manifestazione estemporanea, ma come segno di un disagio, che dovremo affrontare possibilmente in modo efficace ed incisivo per ricercare la massima coesione per quanto riguarda le altre grandi ed importanti tematiche che andremo ad esaminare nei prossimi due anni e mezzo.
Per quanto riguarda il buono scuola, ora c'è una legge che si chiama "diritto allo studio e libera scelta educativa", che è ben diversa dalla legge sul buono scuola, non soltanto per il nome, ma anche per il suo contenuto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Anche sotto l'aspetto politico, legislativo e istituzionale, ringrazio di cuore, per la professionalità e l'intelligenza politica che hanno dimostrato, tutti i colleghi che hanno portato avanti in Commissione questa legge, in un confronto politico e democratico di alto livello.
Ringrazio altresì il collega Guida e tutti coloro che sono stati già nominati come artefici. Noi abbiamo giocato un po' in silenzio, ma comunque nell'interesse dei cittadini e della comunità tutta.
Oggi, finalmente, ho ascoltato un intervento di altissimo livello e degno di quest'Aula da parte del collega Ronzani; un discorso che mi ha entusiasmato, perché sebbene richiami ciò che dovremmo sempre fare in quest'aula, fino ad oggi è stato fatto poco. Oggi, invece, questo Governo regionale è finalmente libero da quelle forze estremiste che, fino ad ora lo hanno tenuto prigioniero. Lei, Presidente Bresso, da oggi è veramente libera e degna - non che prima non lo fosse, ma da oggi lo è maggiormente di questa maggioranza, che oggi ha dato un segnale politico forte. Oggi ha vinto la politica; ha vinto chi governa.
Come diceva il collega Ronzani, questa legge va nell'interesse della collettività, a discapito di quelli che sono gli interessi partitici e ideologici. Quella di oggi è una vittoria di chi governa, ma anche noi abbiamo contribuito a questo risultato. I colleghi Leo, Vignale, Guida e tutti coloro che hanno seguito i lavori della Commissione hanno cooperato in tal senso. Noi politicamente, oggi, siamo qui a partecipare a questa vittoria che va nella direzione dell'equità, della giustizia, della libertà e dell'ammodernamento nel senso di sistema scolastico non nel senso della società.
Quindi, caro collega Robotti anche lei ha contribuito con la sua contrapposizione. L'unica cosa che, secondo me, contrasta in tutto quello che ha detto è il fatto che alla fine lei dice voler votare a favore perch è una contraddizione. Le battaglie si fanno fino in fondo. Se questo provvedimento voleva essere colorato dal punto di vista ideologico, lei oggi aveva l'impegno morale se non crede a questa legge piuttosto che bandire degli aggettivi ai colleghi Pozzi e Lepri, ai quali anch'io naturalmente, insieme al collega Guida prestiamo la nostra solidarietà.
Oggi, siamo veramente contenti di aver portato a casa, tutti noi e quindi non la politica alla Grillo, non la politica di quelli che cercano di ideologizzarla e se anche i miei colleghi alla mia destra che, oggi finalmente sono usciti da quella gabbia prigioniera di questi estremismi riformisti, ma estremismi non riformisti. Allora, io dico facciamo la stessa cosa sull'alta velocità e laddove ci sono gli interessi della comunità e dello sviluppo e dell'occupazione nel nostro territorio.
Quando parliamo di fasce deboli e viviamo eventi drammatici come gli ultimi tempi dobbiamo anche renderci conto delle azioni politiche che nel momento in cui andrebbero a quantificarsi e trasformarsi in azioni concrete come quella di oggi, sono mancate negli ultimi tempi. Naturalmente, sto parlando di sviluppo, occupazione e lavoro.
Anche su questo tema, colleghi di centrodestra, dobbiamo distinguerci dobbiamo essere interventisti perché voi governate e avete il diritto di intervenire, abbiamo tutti il dovere di costruire un miglior futuro per questo nostro territorio. Ripeto, oggi ha vinto la libertà, ha vinto la democrazia, ha vinto la giustizia ed equità sociale. Questi sono temi che appartengono tutti e come tali rappresentano la vittoria della politica.
Noi dell'UDC non abbiamo bisogno di preferenze. Però, Consigliere Robotti sono anch'io un po' geloso su quello che è successo. Se è vero quello che è successo, pazienza. Purché i cittadini usufruiscano concretamente di qualcosa dal punto di vista del miglioramento della vita.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Non so se riuscirò a dire tutto ciò che mi preme in cinque minuti.
Avrei piacere, lo faccio chiedendolo in maniera amicale, soprattutto ai colleghi della minoranza, se è possibile far riferimento a questa sinistra chiamandola sinistra, chiamandola arcobaleno. Non ho mai definito Giampiero Leo di Forza Italia clericale o Scanderebech dell'UDC parrocchiale. C'è la sinistra, non c'è una sinistra radicale. Siamo la sinistra, siamo l'arcobaleno. Lasciamo perdere questi aggettivi.
Seconda questione. Credo che la legge che andiamo a votare oggi sia una buona legge. Una legge che presenta alcune criticità, ma su queste torner dopo. Una legge che segna una profonda inversione di tendenza della nostra Regione, marcata, significativa, che si concretizza in grandi risorse. In seguito, andremo a verificare rispetto alla leggi delle varie Regioni e a misurarle non in maniera assoluta perché non ha molto senso, ma in maniera pro capite.
Sicuramente, le risorse che mettiamo in campo oggi sono particolarmente significative ed hanno un segno - lo dico molto tranquillamente, se per voi va bene, non mi scandalizza più di tanto - radicalmente diverso dal segno che avevano in passato.
Ci siamo trovati nel 2005, quando abbiamo iniziato quest'avventura con l'ultimo bilancio dell'amministrazione Ghigo, che stanziava per la scuola nella nostra Regione 43 milioni di euro, dei quali 25 erano destinati alle scuole paritarie e la rimanenza destinata alla scuola statale pubblica con delle percentuali che erano del 58% sulle paritarie e 42% alla scuola pubblica.
Una questione che gridava scandalo non per i sacri principi o per il sacro fuoco, ma per i numeri. Anche su questo ci tornerò dopo. Quanti sono i ragazzi che vanno a scuola, in Piemonte? Sono 500.000 i ragazzi che frequentano le scuole paritarie? Voi che conoscete bene questo numero avete la possibilità di fare i conti.
Ci siamo trovati quel bilancio delle 2005, definito come il bilancio tecnico nel quale però i 18 milioni del buono scuola c'erano tutti, non mancava un euro. Invece, per il resto, che doveva essere speso con la legge 49 per il sostegno alla scuola statale, c'erano se non ricordo male poco più di 7 o 8 milioni. Però, tecnicamente il conto era venuto fuori così quindi, era giusto che fosse così.
Oggi, questa legge stanzia 81 milioni, più 30 milioni per l'edilizia.
Degli 81 milioni, 21 vanno al sistema delle paritarie, pare al 26%, e 60 milioni, pari al 74% alla scuola statale. Credo di essere abituato in tutte le cose a fare le mie valutazioni per capire se sto andando avanti o indietro nella direzione di marcia che ho intrapreso.
Credo che la direzione di marcia che abbiamo intrapreso con questa legge vada assolutamente in una direzione e che sia, assolutamente, una direzione positiva. Rimango sempre un po' sconcertato - non me ne vogliano i colleghi Ronzani e Scanderebech - quando si usa l'aggettivo o il sostantivo moderno. Sarà perché sono vecchio e superato, come dice sempre l'amico Ghiglia, però non capisco cosa vuol dire moderno. Lo dico sinceramente. Posso capire quando si definisce una pittura o un'architettura, ma sul sistema delle scuole non capisco cosa voglia dire moderno.
Capisco che questa legge va a stanziare risorse significative per sostenere il sistema scuola che i Comuni con grandi fatiche sostengono.
Penso alle mense, ai trasporti, ai prescuola e postscuola, all'assistenza e all'integrazione per i disabili (questo è un altro pezzo molto significativo dove s'interviene in maniera forte); penso agli interventi forti ed eccezionali che riusciremo a mettere in campo, se riusciremo a spendere bene queste risorse per l'integrazione, per l'inclusione dei ragazzi stranieri, che ormai sta diventando una componente sempre più importante del nostro paese; penso anche all'attenzione particolare e specifica a situazioni molto particolari (le carceri, gli ospedali, le scuole di montagna o di località disagevoli).
Credo che per questo sia una buona legge. Ci sono delle criticità.
Sicuramente, l'aspetto della conferma o comunque di non aver cambiato in maniera significativa i contributi che vanno alle famiglie che mandano i propri figli alla scuola paritaria è per noi una criticità.
Però, se permettete ci siamo approcciati a questo ragionamento, a questo confronto, in maniera molto laica. Tutti i giorni, più volte al giorno "ci fracassate le palle" con il fatto che siamo noi quelli ideologici, quelli vecchi, quelli che si ergono a difesa dei singoli interessi particolare. La discussione di questi giorni su quante persone è avvenuta, quante famiglie andiamo ad interessare. È così importante questa componente o veramente ci sono delle questioni ideologiche e di principio? Concludo dicendo che oggi non credo che abbia vinto nessuno in particolare, ma credo che ci sia una buona legge, però se oggi qualcuno ha ricattato, ha posto delle questioni particolari e specifiche legate ad ideologie o magari altri bassi interessi non è sicuramente questa sinistra.
Collega Scanderebech, credo che lei prima di intervenire abbia fumato qualcosa per additare a questa sinistra dei ricatti su questa partita.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto per dichiarazione di voto.
ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Come abbiamo già annunciato nei precedenti interventi, la Lega concordava sullo spirito della legge, sulle questioni ideologiche di questa legge.
Ci trovavamo invece profondamente in disaccordo su quelli che erano i limiti di reddito fissati dalla proposta di legge originale, che avrebbero tagliato fuori una grossa fascia di popolazione dalla possibilità di ottenere i contributi.
Ci siamo battuti per modificare questi limiti di reddito e abbiamo accolto la disponibilità della maggioranza di trattare.
Sinceramente avremmo voluto vedere questi limiti alzati molto di più di quello che è stato poi concesso dalla maggioranza con l'emendamento votato all'unanimità, ma diciamo che a livello di trattativa accogliamo favorevolmente questa disponibilità e, come già votato a favore dell'emendamento, voteremo ora a favore dell'intero testo di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca per dichiarazione di voto.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere brevissimo, sottolineando come la legge - condivido quanto già espresso da altri colleghi - sia innovativa, introduca cambiamenti rilevanti rispetto al passato, sia più avanzata, più equa.
Il riconoscimento di queste specificità le ha illustrate in modo puntuale il collega Clement, presentando i dati della ripartizione dei fondi tra quella che era la situazione precedente e quella che si prospetta con la nuova legge.
Il collega Leo ha riconosciuto, sia nell'intervento generale di ieri sia nella dichiarazione di voto di oggi, che in questa legge ci sono proprio questi elementi di novità che non è riuscito ad introdurre lui quando, da Assessore, ha portato avanti la legge n. 10.
Vorrei dirgli inoltre che la ragione del non aver raggiunto lui questi risultati non è quella dei tempi diversi o dei tempi cambiati.
Non ci sono stati grandi cambiamenti in cinque anni. La diversità sta in un diverso approccio, in una diversa mentalità, in una diversa visione del sistema dell'istruzione, che per il centrodestra puntava soltanto a dare risposte in un senso, mentre oggi, con un approccio diverso al sistema dell'istruzione che da sempre divide e distingue la destra e la sinistra, i riformatori dai conservatori, si è costretti, anche da parte del centrodestra, a dire che questa è una buona legge, perché abbiamo spostato in avanti la frontiera che tutela la centralità della scuola pubblica statale.
Ed è per questo che voteremo a favore di questa legge, sottolineando le ingenti risorse che sono messe a disposizione, quei 60 milioni per il sistema pubblico che consentiranno a tante famiglie del Piemonte di superare disparità di reddito, di status, di ambiente familiare e sociale assicurando ai loro figli pari opportunità di accesso alla scuola pubblica.
un passo importante, perché noi riteniamo quello dell'istruzione il primo essenziale diritto di cittadinanza, la chiave per allargare la libertà e dare dignità al futuro dei nostri figli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi per dichiarazione di voto in dissenso dal proprio Gruppo; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intanto è l'unica motivazione tecnica per intervenire, e quindi mi asterrò. Poi lo farei volentieri, perché quello che ha detto prima il collega Ronzani ha del vero, secondo me; non che rappresenti la verità perché questa non ce l'ha nessuno, però ha del vero. Poi non si coniuga in maniera semplicissima con le tante voci anche solo in termini di dichiarazione finale che attorno a questa legge si sono succedute.
Visto che ci ritroveremo il 27 e non c'è nessuno che ha vinto e nessuno che ha perso, ma è una ruota che continua a girare e alcuni temi si riproporranno, continuo a considerare, per esempio, ma lo dicevo già quando governavamo noi, che ci sono troppo poche risorse dedicate ad un mondo importante come quello della scuola e della conoscenza.
Serve poco ricordare ad alcuni colleghi, per esempio ad un serissimo collega che stimo come il collega Clement, che alcune riduzioni di fondi nei bilanci precedenti hanno trovato delle cause non banali in un tipo di opposizione molto dura che c'è stata nel corso della legislatura precedente. La nostra non so come possa essere valutata, ma certamente anche in questi giorni non ha avuto nessuna componente ostruzionistica. Lo prova il fatto che la legge è arrivata qui, ne è uscita o ne sta per uscire con un voto finale.
Se si paragonano questi tempi con i tempi che all'epoca furono necessari, credo che qualche considerazione potrebbe essere fatta.
Quindi, credo che il tema dei fondi da dedicare alla conoscenza di cui la scuola è una componente è, a mio avviso, uno dei temi centrali di carenza sistemica di questa Regione. Su questo ci torneremo a partire da giovedì, quando in maniera improvvida qualcuno toglie delle risorse rispetto alle entrate, perché discuteremo di un sistema che inizialmente riduce le entrate, in maniera secondo me non equa. Ma ne discuteremo il giorno 27.
Il secondo punto evidente da oggi - e vorrei tranquillizzare coloro che evidentemente non l'hanno ancora capito - è che si può dissentire (parlo della maggioranza e noi l'abbiamo fatto tante volte) e non succede nulla in questa legislatura, cioè non cadono i Governi, non si perdono i posti di Assessore, le maggioranze rimangono e c'è addirittura il rischio che si facciano delle cose.
Quando sarà passata parte della tensione di cui francamente, anche visto da fuori, non comprendiamo tutti gli effetti che si sono manifestati non succederà niente. Continuerà ad esserci il governo della Presidente Bresso, gli Assessori rimarranno quelli che sono, le maggioranza rimane quella che è e si sarà discusso di qualcosa.
Non intendiamo su questo tema, non su maggioranze diverse, ma perch dovremmo costruire maggioranze diverse avendo, in questo momento, il 54 dei consensi? Per Berlusconi sono il 61%, tendenti a salire, ma sul 54% ci siamo. Spiegatelo al Consigliere Robotti. Si è mai visto qualcuno che cerca di perdere i consensi che ha già? Va benissimo così.
Invece ci interessa - e molto - discutere di cose. Non intendiamo cambiare maggioranze; non intendiamo sostituire gli Assessori, che splendidamente lavorano nel nostro interesse politico. Lì sì che troviamo i voti, non nelle preferenze. Lì li troviamo ogni giorno, quindi che si lavori di più e più spesso; vorremmo che venisse comunicato! Intendiamo discutere di cose: alcune le ha citate il collega Scanderebech, come le infrastrutture, altre le stanno riprendendo i giornali. Stanno già emergendo, cari colleghi, le critiche sul PSSR: non le stiamo facendo noi, ma coloro che attorno a questo tema operano; le stanno facendo ambienti notoriamente non distanti dal centrosinistra, che voi qui rappresentate.
Noi intendiamo riprendere queste tematiche, ma non per dividervi: come si fa a dividere qualcosa che non esiste, collega Ronzani? Questo ormai è un dato acquisito. A noi interessa affrontare i problemi in questa legislatura, che, tranne il caso (che peraltro auspichiamo, ma non possiamo pretendere!) in cui la Presidente Bresso si dimetta, andrà alla sua naturale fine. Poi, per carità, se la Presidente Bresso dice che si dimette, offro champagne per tutti, e lo metto per iscritto!



BURZI Angelo

ROBOTTI Luca (fuori microfono)



BURZI Angelo

Ti diciamo l'annata!



BURZI Angelo

Non ti preoccupare. Posso anche impegnarmi sulle annate, purché ci sia la pre-condizione.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Perché mi vuole mandare via?



BURZI Angelo

Perché così governiamo noi, Presidente! Abbiamo questo motivo politico molto semplice. Lei si dimette e noi pensiamo di vincere. Vorrei che questo pensiero fosse molto trasparente, non sotterraneo: è molto superficiale molto dichiarato e continueremo a pensarla così.
Invece sui temi concreti intendiamo...



(Brusìo in aula)



BURZI Angelo

Non è successo niente, neanche nella discussione di oggi: nessun cambio di maggioranza, nessun crollo di legislatura, niente; una legge.
Abbiamo opinioni diverse sulla legge. Ma anche sulla quantità: 111 milioni mi sembrano pochi, con quella destinazione, rispetto ad altri che in molti casi, a mio giudizio, indirizziamo inutilmente. Probabilmente noi indirizzeremmo meglio.
Ero già critico - il collega Leo lo sa - rispetto alla legge precedente, che, caro collega Moriconi, non è neoliberista. Non ci sono i neoliberisti. Capisco che ti occupi di veterinaria, ma non esistono in natura. E non esistendo in natura, non possono esprimersi.
Io sono un liberale e mi piacerebbe anche essere liberista; non sono clericale e non ce ne sono tanti qui che possono dire di essere liberali e liberisti. Se facessimo uno scrutinio a voto segreto non verrebbero fuori grandi numeri! Auguro buon Natale a tutti. Guardate che il 27 per noi non è un appuntamento formale. Buona parte delle cose che abbiamo discusso qui, io intendo simmetricamente...



(Commenti del Consigliere Clement fuori microfono)



BURZI Angelo

In Commissione, collega Clement. L'ho detto fuori, continuo a pensarlo e, quindi, lo ridirò anche in questa sede.
Buono Natale a tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Procediamo all'esame degli ordini del giorno collegati.
In merito all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Vignale, la Giunta regionale intende esprimersi?



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Esprimo parere favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 875, inerente a "Finanziamento degli interventi in materia di edilizia scolastica" presentato dai Consiglieri Vignale, Dutto, Leo, Pozzi, Ricca, Cotto Clement, Spinosa, Turigliatto, Buquicchio, Robotti, Botta, Motta, Bellion Pace, Bossuto, Scanderebech, Auddino, Guida e Ghiglia, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che gli interventi di edilizia scolastica sono finanziati attraverso il fondo indistinto destinato alla copertura finanziaria della globalità degli interventi pubblici previsti dalla legge regionale 21 marzo 1984, n. 18 (Legge generale in materia di opere e lavori pubblici) considerato che in data 13 dicembre 2007 è stato licenziato il testo unificato recante norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa, il quale contempla una disciplina specifica di finanziamento degli interventi di edilizia scolastica ritenuto opportuno identificare un canale unico e specifico di finanziamento, evitando al contempo duplicazioni di copertura impegna la Giunta regionale a prevedere, nella fase di approvazione della legge finanziaria regionale 2008, la decurtazione del finanziamento del fondo indistinto di cui alla legge regionale 18/1984 per la quota parte destinata alla copertura finanziaria degli interventi di edilizia scolastica e ad incrementare di pari importo il finanziamento della nuova legge in materia di diritto allo studio, nella quota parte relativa all'edilizia scolastica".
Il Consiglio approva.
In merito all'ordine del giorno n. 888, il cui primo firmatario è il Consigliere Rossi, la Giunta regionale intende esprimersi?



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Esprimo parere favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 888, inerente a "Diritto allo studio degli studenti disabili", presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto, Leo, Ferrero, Guida, Ricca, Burzi e Scanderebech, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: in diverse direzioni didattiche del Piemonte non vengono sottoscritti accordi con le Province competenti al fine di garantire i servizi di assistenza personale agli studenti disabili totali a seguito dei mancati accordi, questi giovani, dopo i 16 anni, o vengono assistiti in classe dai genitori o parenti o sono costretti a lasciare la scuola considerato che in tal modo si negano i diritti all'istruzione e alla continuità scolastica di questi studenti tenuto conto che in base all'articolo 14 della legge 104 del 1992 i disabili possono adempiere all'obbligo scolastico sino a 18 anni. C'è poi una sentenza della Corte Costituzionale, la n. 215/1987, che sancisce il diritto allo studio e all'appoggio e supporto necessario per i disabili che vogliono frequentare le scuole superiori impegna la Giunta regionale a convocare un tavolo con gli Assessori provinciali competenti e i Provveditori agli Studi al fine di individuare un accordo, valido per tutti gli istituti scolastici, che garantisca l'assistenza al disabile non solo sino al compimento del sedicesimo anno d'età ma sino al termine del percorso di studio, evitando così le attuali disparità di trattamento".
Il Consiglio approva.
Procediamo alla votazione finale dell'intero testo di legge, che avverrà per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 38 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Volevo solo dire una cosa velocissima, per cui perderò meno di un minuto.
Una volta dicevano che i comunisti mangiavano i bambini. Adesso non si dice né si pensa più. Oggi si dice che "ingoiano i rospi". Il Gruppo della Lega Nord, visto che è Natale, ha pensato bene di regalare un bellissimo "rospo" ai colleghi, uno per tutti. Offriamo la cena al collega Luca Robotti! Grazie Presidente, buon Natale!



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Consigliere Rossi, lei ha approfittato del nostro Regolamento, anche se accogliamo simpaticamente l'augurio! Vi prego di non lasciare l'aula perché è stata richiesta, dai colleghi del Gruppo Comunisti Italiani, in apertura di seduta, un'inversione punti all'o.d.g., chiedendo di porre in discussione un ordine del giorno sui profughi del Darfur. Pertanto, formalizzerò questa richiesta con una votazione. Vi prego, quindi, di non allontanarvi.


Argomento:

Iscrizione nuovo punto all'o.d.g


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La mia è una richiesta analoga: nel Consiglio abbiamo iscritto all'o.d.g., anche se non è presente...



PRESIDENTE

L'ordine del giorno relativo al San Giovanni antica sede.



PRESIDENTE

VIGNALE Gian luca



PRESIDENTE

Perfetto, chiederei che venisse votato. Magari il 27 dicembre, subito dopo o subito prima la votazione del disegno di legge n. 504.
Per noi è indifferente, anche oggi andrebbe bene. Come si crede.
Oggi mi sembrerebbe un po' difficile, ma il 27...



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, suggerirei il 27.
La Presidenza, grazie alla memoria degli Uffici, si farà carico di iscriverlo all'o.d.g., visto che la convocazione è già partita. Lo iscriviamo e lo poniamo in votazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

E tutti i collegati, perché sul punto ci sono vari ordini del giorno collegati, quindi prima del 27 dicembre dobbiamo raccoglierli tutti insieme.


Argomento: Questioni internazionali

Inversione argomenti all'o.d.g ed esame ordine del giorno n. 887, inerente a "Interventi umanitario per profughi ONU a Torino", presentato dai Consiglieri Chieppa, Spinosa, Robotti, Dalmasso, Barassi, Clement e Cavallaro.


PRESIDENTE

stata richiesta, da parte del Gruppo dei Comunisti Italiani, la discussione dell'ordine del giorno n. 887, inerente a "Interventi umanitario per profughi ONU a Torino", presentato dai Consiglieri Chieppa Spinosa, Robotti, Dalmasso, Barassi, Clement e Cavallaro.
Qualora approvata la richiesta d'inversione all'o.d.g., l'ordine del giorno n. 887 risulterebbe al punto 2) bis all'o.d.g.
Vi ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punto all'o.d.g.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Non essendo nelle condizioni di procedere, la Presidenza si impegna a riproporre all'attenzione del Consiglio anche questo punto nella seduta del 27 dicembre.
Grazie a tutti. Auguro buon Natale a tutti voi e alle vostre famiglie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.10)



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