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Dettaglio seduta n.278 del 20/12/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


SPINOSA MARIACRISTINA



(Alle ore 10.09 la Consigliere Segretaria Spinosa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.40)



GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 10.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Barassi, Cattaneo, Chieppa Giovine, Laus, Moriconi, Pace, Rabino, Ronzani, Rostagno e Valloggia.
Pertanto, il numero legale in questo momento è 26.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

b) Convocazioni sedute di Consiglio


PRESIDENTE

Comunico che il Consiglio regionale è convocato, salvo sconvoca che interverrà nella giornata d'oggi, per venerdì, 21 dicembre, alle ore 10, in seduta unica, con soluzione di continuità, con lo stesso o.d.g. della seduta d'oggi.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ad articolo apparso su "La Stampa" in merito alle presenze/assenze dei Consiglieri in aula


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Ho chiesto di intervenire, perché volevo ricordare ai colleghi che è il secondo anno che il quotidiano La Stampa pubblica la lista delle presenze dei Consiglieri, individuando i "buoni" e i "cattivi".
Secondo me è un costume quanto mai sbagliato, e soprattutto di cattivo gusto. Non possiamo impedire, a qualsiasi giornalista, di esercitare il suo mestiere nel modo che ritiene più opportuno, però quest'Ufficio di Presidenza può, se non altro, evitare di fornire dei dati che consentitemi di dirlo - sono quanto meno inesatti.
Presidente, i dati sono inesatti per due ordini di motivi.
Uno: è assurdo fare una classifica in base ai Gruppi, perché è ovvio che i Gruppi che hanno un monorappresentante sono penalizzati in termini di presenze. E' inutile sostenere che il PD è sempre presente, perché ci sarà sempre qualcuno del PD presente, a differenza del Gruppo dell'Italia dei Valori che ha una monorappresentanza, così come tanti altri Gruppi. Quindi è veramente assurdo accettare una cosa di questo genere! E non devo essere io a ribellarmi. Dovrebbe essere il PD, per primo, o Forza Italia o altri Gruppi maggiori a farlo. Quindi è già sconveniente che lo faccia io, questo discorso! In secondo luogo, posso garantire che, scottato dall'analisi che era stata riportata l'anno scorso riguardante le presenze del sottoscritto quest'anno ho tenuto fedelmente un registro. E i dati riportati sono inesatti, perché ritengo che l'errore stia nel considerare non le presenze ma il numero dei congedi. Se, ad esempio, io mi metto in congedo perch Luigi mi chiede di farlo per avviare la seduta, ma dopo mezz'ora arrivo quel congedo non esiste più.
Quindi, per cortesia, provvedete a rettificare questi dati, che sono inesatti, oltre al fatto che una pubblicazione di questo tipo è proprio di cattivo gusto.
Io proporrei che fosse firmata da tutti i Consiglieri una lettera di protesta al quotidiano La Stampa e al giornalista che si pregia di firmare questi begli articoli, affinché questi episodi non si verifichino più.
Qui non siamo a scuola o all'asilo infantile, dove è necessaria la presenza! Un Consigliere che è assente sta comunque svolgendo la sua attività e il suo mandato elettivo nel modo che ritiene più opportuno. Non è necessario che sia qui presente, se i lavori dell'Aula non sono comunque compromessi dalla sua assenza.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, se mi ascolta un attimo le rispondo immediatamente, perché questa è una questione che abbiamo trattato, come Ufficio di Presidenza, in modo puntuale prima di fornire i dati. E lo abbiamo fatto espressamente, perché l'anno scorso era già sorto un problema.
Una settimana fa, come Ufficio di Presidenza, abbiamo registrato la richiesta di un giornalista di avere questi dati; come Ufficio di Presidenza, abbiamo ritenuto di fornire i dati non ad un singolo giornalista, ma nel corso della Conferenza stampa, in modo asettico, di fronte a tutti. Quindi abbiamo scelto di comunicarli ufficialmente e, nello stesso momento, a tutti i Consiglieri.
Le presenze sono state date e chieste per persona. Le persone sono suddivise in Gruppi; i dati però - ripeto - sono stati forniti per persona.
E' stato fatto riferimento alle presenze in termini di sedute e in termini di giornate.
Per evitare problemi con i Gruppi, in particolare dell'opposizione (perché, come sapete, quest'anno è stato anche segnato da sedute di Consiglio caratterizzate da ostruzionismo), io ho chiesto ai colleghi di minoranza - alla Vicepresidente Cotto e al collega Ghiglia - e al Vicepresidente Placido di fare anche la verifica sulla modalità di comunicarli. Con il loro ausilio, abbiamo specificato che vi erano state sedute di ostruzionismo, e questo aveva determinato l'assenza di Consiglieri, perché presenziavano a rotazione. Non abbiamo fatto nessuna valutazione dell'assenza dei Consiglieri, perché è chiaro che l'assenza pu essere determinata o da malattia (come un caso attualmente in Consiglio) o da altre ipotesi.
Invece, la questione della correttezza che lei solleva è assolutamente rilevante. Quando si apre la seduta e un Consigliere, che è in congedo arriva, firma la presenza, si siede in aula e inserisce il badge, diventa automaticamente presente. Penso, ad esempio, al Consigliere Rostagno, che ha iniziato questa seduta in congedo; dopo 5 minuti, è entrato, ha firmato e si è registrato come presente: in questo caso, risulta presente per tutta la seduta, ai fini della statistica, ovviamente. Se invece fosse sbagliato il computo delle sue presenze effettive, ovviamente sarà mia cura procedere ad un'immediata rettifica (questo sì). Mi pare strano, perché gli Uffici sono stati scrupolosi; inoltre, essendoci anche una rilevazione informatica della presenza, che corrisponde all'inserimento del badge, mi pare difficile che possa avvenire. Però, con la dott.ssa Bertini e con la dott.ssa Garabello verificheremo immediatamente.
La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, lei ha sottolineato come i dati siano stati dati in Conferenza stampa, su richiesta peraltro di qualche giornalista. Su tale questione, io vorrei solo sottolineare che sarebbe stato opportuno che i dati li avessero avuti anche i Capigruppo (perlomeno) o anche i Consiglieri, visto che li interessavano direttamente, magari non il giorno dopo la Conferenza stampa, ma il giorno prima o il giorno stesso: quindi che ne avessimo avuto comunicazione nell'immediato. L'altra questione è che chiedo formalmente di avere questo elenco dettagliato, con l'indicazione delle presenze, perché, personalmente, non ho la sensazione di essere stato assente 18 sedute. Potrei anche sbagliarmi, potrebbe essere una sensazione sbagliata, ma chiedo se è possibile avere l'elenco, con le date e le sedute: sarebbe opportuno. Non entro nel merito della discussione che ha sollevato il collega Buquicchio, perché potrebbero esserci persone sempre presenti, che vengono, firmano, si allontanano dall'Aula, vanno in giro eccetera. Ma queste sono valutazioni che vanno al di là dell'aspetto contingente che stiamo esaminando.



PRESIDENTE

Consigliere Ricca, ovviamente ne convengo: il fatto di essere presenti non implica di per sé di avere un ruolo positivo; il fatto di essere assenti non implica di per sé una disaffezione nell'interesse del funzionamento dei lavori dell'Aula. Invece, rispetto ai dati, non abbiamo provveduto a fornirli in forma cartacea per un semplice motivo: come i colleghi sanno, perché lo abbiamo comunicato e abbiamo fatto anche il training, i dati sono ogni giorno visibili, per ogni Consigliere, sul sito Internet, alla voce "Portale del Consigliere". Ogni Consigliere è in grado di visualizzare le proprie presenze e quelle di tutti i colleghi. Tuttavia se si ritiene, possiamo procedere ad una distribuzione in forma cartacea delle presenze.
Prego, Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

L'ignoranza è mia: non conoscevo questa possibilità d'accesso, non sono mai andato a vedere e controllare. La verificherò subito.



PRESIDENTE

il "Portale del Consigliere". Aprendo Intranet del Consiglio regionale è la prima voce che compare in alto a sinistra.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Mi permetto di riprendere l'intervento del Consigliere Ricca, ritengo che il metodo migliore potrebbe essere proprio quello che citava il Consigliere. Dichiaro anch'io la mia ignoranza, non sapevo si potesse controllare sul Portale. Sono abbastanza attento alla tecnologia, anche se inizialmente ero un po' conservatore da questo punto di vista. Sarebbe interessante, magari, fornire i dati, sarebbe interessante avere una copia tutti quanti noi, per poterci ritrovare. Personalmente, pensavo di essere stato assente per tre volte, ma, a volte, la percezione che abbiamo è sbagliata rispetto alla realtà.
anche vero che come si danno le cartacce ai giornalisti, le potremmo dare anche ai Consiglieri i quali, come a scuola, se le guardano verificano le loro assenze e, magari, danno una giustificazione. Sarebbe un percorso più corretto, meno mediatico e più diretto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Segretario Ghiglia chiede di intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Ovviamente non devo fare una difesa d'ufficio, capisco e comprendo le motivazioni di alcuni Consiglieri, soprattutto quelli che fanno parte dei Gruppi più piccoli.
evidente che la loro attività politica, oggettivamente, li può portare rispetto all'enorme quantità di sedute del Consiglio regionale e delle Commissioni, a non essere sempre presenti. Questo è un dato di fatto. I Gruppi maggiori hanno più possibilità di essere presenti o di delegare.
Tuttavia, un sistema rispetto ai dati individuato nel corso degli anni, è quello delle presenze personali.
Le presenze, peraltro le assenze, possono anche essere giustificate. Le assenze possono essere giustificate e i Consiglieri possono mettersi in congedo. Ci sono delle motivazioni per cui un Consigliere pu legittimamente dire: "non partecipo alla seduta, quindi...". Detto ci vorrei solo ricordare per amore di verità - non è polemica - che il sottoscritto l'anno scorso si era lamentato perché avendo il mio Gruppo come altri Gruppi della minoranza, passato addirittura delle nottate in Consiglio rispetto ad un ostruzionismo - non mi ricordo neanche su cosa - e facendo, di conseguenza, i turni, avevamo avuto un numero di presenze basso rispetto al numero dei Consigli regionali. Quest'anno è stato affrontato e risolto il problema elencando tutte le sedute in cui c'era stato, da parte della minoranza, un atteggiamento di filibustering nei confronti della Giunta e, di conseguenza, si giustificava in qualche modo la diminuzione delle presenze.
Ritengo indispensabile fare una puntualizzazione rispetto al "Portale del Consigliere".
Diversi mesi fa con più comunicazioni cartacee e anche informatiche, i funzionari della Regione hanno consegnato delle tesserine personali. Su mia richiesta, proprio per una questione di trasparenza, sul Portale personale di ogni Consigliere è possibile accedere non soltanto, giorno per giorno e mese per mese alla schermata delle proprie presenze, delle proprie autocertificazioni e delle proprie missioni ma, addirittura, questi dati sono stati inseriti sin dall'inizio della legislatura. Pur comprendendo che ognuno di noi ha molte incombenze, molti impegni (facciamo politica, quindi è già tanto quando riusciamo a fare un comunicato o leggere la cronaca di un giornale, non possiamo occuparci di tutto) l'unica cosa che, in coscienza, mi sento di dover puntualizzare, non voglio usare il termine respingere, è che l'informazione, rispetto alla possibilità del Consigliere di accedere alle proprie presenze, è stata ampia. La disponibilità degli uffici è stata amplissima. Non ricordo se abbiamo dedicato addirittura tre giornate per la consegna della tessera personale ad ogni Consigliere.
Ricordo che tale tessera serve anche per la firma digitale che, come sapete, vale quanto un documento, quindi ha un'importanza sostanziale.
Faccio anche una battuta a me stesso: se l'aveste perduta, mi raccomando di denunciarla perché si tratta di un fatto delicato e non solo tecnico.
Da questo punto di vista, l'ordinaria diligenza di tutti noi avrebbe potuto consentirci di controllare le nostre presenze ed, eventualmente, di precisare se ci fossero state - anche se è difficile che capita - delle discrasie, degli errori da parte degli Uffici rispetto a quello che si era visto.



PRESIDENTE

Grazie per la precisione con cui ha puntualizzato anche il meccanismo di comunicazione del "Portale del Consigliere".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Mi riallaccio all'intervento che ha fatto sul merito il Consigliere Buquicchio non perché ammetta particolare importanza all'articolo uscito oggi su un foglio edito in Piemonte, quanto per il fatto che, e così sembrerebbe dai Consiglieri che hanno letto quest'articolo, non sia rappresentativo della realtà che viviamo.
Se questa tesi fosse condivisa, bisognerebbe aiutare gli organi di stampa dando loro gli elementi e gli accessi per giudicare, come è di un loro diritto - tenderei a dire loro dovere - il nostro operato, ma sulla base di qualche elemento un po' più sofisticato di quanto, apparentemente se mi viene riferito correttamente, l'articolo cita.
Se un articolo del genere fosse stato scritto sulla base di un'attività di natura sportiva, probabilmente il cronista in oggetto sarebbe stato licenziato perché i tifosi della squadra, gli avrebbero detto che nulla capiva dell'argomento.
Non è sulla base dell'altezza dei giocatori, del peso o di elementi comunque, considerati non sufficienti a giudicarne la prestazione, che si giudica il singolo giocatore ne, tanto meno, l'intera squadra.
Mi parrebbe un'estrema superficialità di cui risponde chi scrive, della redazione che ne accetta l'articolo e, perché no, entro centri limiti anche dell'editore. Ma questo è un problema loro, che non ci riguarda.
Quello che credo sia per noi inaccettabile è che le nostre prestazioni molto spesso anche critiche e criticabile, non sono qui a sottolineare che abbiamo delle prestazioni talmente eccellenti che dovrebbero farci degli elogi - vengano giudicate sulla base di parametri del tutto inadeguati.
Invito l'Ufficio di Presidenza e i Consiglieri Capigruppo tutti a trovare facilmente un impegno collettivo per, ove la trasparenza e l'accesso alle nostre attività non fosse sufficiente, contribuire ad incrementarlo e a renderlo disponibile nell'interesse di tutti i cittadini visto che utilizziamo denaro pubblico.
Tuttavia, pretendiamo, peraltro, che la valutazione sul nostro lavoro sia fatta con parametri qualitativi, un filino più sofisticati di chi, se dovesse giudicare una partita di calcio, direbbe il peso dei giocatori l'altezza dei giocatori e la nuance del colore delle maglie, perché questo ripeto, per qualunque quotidiano sportivo, verrebbe giudicato inaccettabile.
Comprendiamo che l'attenzione alla politica non certo soltanto per responsabilità di chi la esercita, ma anche e molto per responsabilità di coloro che di ciò si occupano...
Perché se è vero, come alcuni quotidiani scrivono, che circa il 40% dei nostri allievi - per me non è affatto fonte di stupore - non sa affatto i motivi per cui la terra ruota attorno al sole (leggo questo sull'autorevole Foglio di cui si trattava prima), credo che la responsabilità non sia solamente dei bimbi, ma risalendo la catena un momento di riflessione credo ci debba essere sulle famiglie, sulle scuole e su chi considera la promozione come un diritto e non lo studio come un dovere. Ma il discorso si farebbe lungo.
Penso che l'Istituzione se vuole mantenere un minimo di dignità e di attaccamento alla propria immagine, che non è quella dei Consiglieri che qui lavorano, ma è quella di tutti coloro che ci hanno lavorato dal 1960 fino ad oggi, mi auguro con performance migliori delle nostre, debba lamentarsi di chi ne dà una visione non critica - perché le critiche hanno sempre fatto bene - ma, assolutamente, inidonea.
Quest'aula non funziona non per il colore delle pareti o per la dimensione delle poltrone, che è quanto viene detto oggi per parallelo dall'articolo, ma forse delle ragioni un po' più complesse, che noi dobbiamo rendere accessibili dando la possibilità, non certo l'obbligo, ai cittadini che ne sono interessati di valutarci e pretendendo dai media che scrivano cose un po' più aderenti alla realtà di quello che a molti di noi sembra invece essere accaduto.
Questa è una richiesta che lei voglia considerare formalmente arrivata all'ufficio di Presidenza. Mi auguro che sulla modalità tutti i colleghi Capigruppo si trovino e potremmo concertare un piccolo documento comune in cui, nel fare l'augurio ai Direttori dei nostri media (a tutti, nessuno escluso), si pretenda da loro una valutazione magari più critica, ma più aderente al nostro lavoro.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, sentirò i prossimi interventi e poi puntualizzer alcune cose rispetto alle questioni da lei sollevate.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "G. Gozzano" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare "G. Gozzano" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza e un buon Natale a voi e alle vostre famiglie.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ad articolo apparso su "La Stampa" in merito alle presenze/assenze dei Consiglieri in aula


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Credo che, di fronte alla questione che si riferisce all'informazione che viene data sull'impegno di ciascuno di noi nei lavori consiliari, si debba chiedere all'Ufficio di Presidenza di comunicare, complessivamente il nostro impegno.
Nella circostanza ci si riferisce agli aspetti formali, che ci siano o meno. Mi sembra che sarebbe più logico comunicare all'esterno che questo Consiglio non riesce mai ad iniziare all'orario in cui è convocato e spesso sono necessari più rinvii per iniziare la seduta.
A questo punto, la questione consterebbe agli inviati speciali presso il Consiglio e se fossero presenti nella tribuna a loro riservata potrebbero rendersene conto. Considerato che essi basano la loro informazione sui dati forniti dall'Ufficio di Presidenza, credo che sarebbe interessante una statistica che indicasse, Presidente, quante sessioni consiliari sono iniziate all'orario previsto.
Questo sarebbe un dato interessante soprattutto per gli stacanovisti della presenza che garantiscono la loro presenza non solo nel corso della seduta, ma anche all'inizio della seduta stessa.
Un'altra considerazione importante che faccio, che sarebbe da comunicare all'esterno qualora non si sapesse, riguarda il fatto che oltre alle sedute consiliari ci sono anche le sedute di Commissione. Un Consigliere regionale viene in Consiglio a raccogliere i frutti del proprio lavoro - se così vogliamo dire - di quanto ha fatto in Commissione.
Infatti, le basi delle leggi o delle deliberazioni sono poste nel dibattito di Commissione.
Non sarebbe sbagliato trovare una modalità di rilevazione della gran quantità di sedute di Commissione che si svolgono. Infatti, abbiamo otto Commissioni (mattino e pomeriggio) poi c'è la Commissione speciale per le nomine, la Commissione per il Regolamento e la Giunta per le elezioni.
Quindi, credo che non si debba ipotizzare una presenza mediamente settimanale al Consiglio e poi succede che qualche disattento Consigliere non era presente alla Commissione. Non parlo tanto per me stesso, ma mi metto nei panni di un cittadino che vuole davvero capire cosa sta succedendo in Consiglio.
C'è poi il discorso della qualità del nostro lavoro che, ovviamente, è già stata trattata e sulla quale non voglio intervenire. Per un'informazione più completa che faccia sapere quante sedute iniziano puntualmente, quante volte è mancato il numero legale, quante sedute di Commissione ci sono state ed eventualmente chi è stato o meno presente credo che possa dare una panoramica completa del lavoro del peones Consigliere regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Volevo - lo dico scherzosamente - fare preoccupare il Consigliere Massimo Pace. Quando ero in Comune, anche allora c'era il problema dell'assenteismo (poi dirò una cosa sulle mie presenze).
Per questo, chiedemmo di rendere pubblico il numero delle presenze.
Risultò che il massimo l'avevamo Gaiotti ed io; il minimo l'aveva l'onorevole Martinat, che ci querelò per la diffamazione a mezzo stampa. In realtà era una pura comunicazione del Comune.
Il suo ragionamento era questo: può succedere che io sia poco presente ma che abbia molti interventi politici ed alcuni Consiglieri di maggioranza stanno solo ad alzare la mano.
Questa querela arrivò davanti al Magistrato. Sapete cosa successe? Caro Consigliere Pace, il Magistrato mi convocò per sapere per quale motivo andavo sempre in Consiglio. Quale losco interesse c'era perché un democristiano andava sempre in Consiglio? Non è una barzelletta! Fu l'avvocato Majorino a convincere Martinat a ritirare la querela dicendogli che avevamo incontrato un Magistrato scatenato, ma se ne avessimo trovato uno che ragionava...
Quindi, Gaiotti ed io fummo inquisiti perché eravamo troppo presenti.
Il Magistrato volle saper perché andavamo a tutte le Commissioni e a tutti i Consigli. Prendemmo come difensore Dal Piaz, che ci costò lo stipendio di cinque anni da Consigliere, solo per spiegare che i Consiglieri sono eletti per andare in Consiglio.
Per cui, adesso non capita più. Da allora, cerco di non essere più il primo come presenze. Cerco di restare nella media perché viviamo in un mondo strampalato.
Presidente Gariglio, la ringrazio per tutto quello che ha fatto e credo che sarebbe giusto che ci desse il cartaceo delle presenze. Per esempio vorrei dimostrare che, personalmente, ho fatto otto assenze di fila perch ero in India dal Dalai Lama, proprio quando avete fatto tutti quei Consigli (mattino, pomeriggio e sera). Otto assenze potrebbero essere fatte in due mesi, ma da una lettura più attenta...
Poi se, in una statistica, si volessero guardare gli interventi fatti in Consiglio, questa potrebbe essere una statistica ponderata. Quando sostenevo gli esami con il professor Golzio alla Facoltà di Giurisprudenza (30 e lode in Statistica), ci spiegava diffusamente come si fanno le statistiche...
Ho detto questo anche per alleggerire, comunque ci aiuterebbe a spiegare i dati e a leggerli.
Ringrazio il collega Ghiglia e il Presidente Gariglio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Leo. Colleghi, tengo a precisare, rispetto alle presenze, in ragione del fatto che molte volte, durante le sedute del Consiglio, ci sono sedute alla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, a Roma, pertanto il sottoscritto, ovviamente, è in congedo, ma ai fini del computo delle presenze, le mie presenze a Roma risultano assenze qui.
Dopodiché, colgo l'osservazione del Consigliere Burzi, ribadita dai Consiglieri Cavallera e Leo: abbiamo on line, sul sito del Consiglio, che è accessibile per chiunque, la possibilità di leggere l'attività d'ogni singolo Consigliere. Pertanto, se vogliamo possiamo anche promuovere un'azione sui giornali, per far capire qual è la produttività dei singoli Consiglieri.
Affronterò la questione nell'Ufficio di Presidenza e la porterò ai Presidenti dei Gruppi, perché non vorrei che questa decisione provocasse altri urti e suscettibilità.
Se i Presidenti dei Gruppi lo decideranno e si faranno carico di spiegare a ciascun Gruppo tale decisione, automaticamente adempiremo in questo senso e la dott.ssa Garabello avrà cura di portare questo punto alla prima seduta all'o.d.g.
Il Consigliere Segretario Ghiglia chiede di intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Sono un appassionato del tema e farò, al termine del mio intervento, due proposte concrete. Presidente Gariglio, gliele riformulerò in Ufficio di Presidenza, in modo che possa portarle all'attenzione di tutti: se siamo tutti d'accordo, va bene così; se non siamo d'accordo, non andrà bene così.
Intanto, propongo di devolvere i soldi delle multe che la Presidente Bresso ha incassato in quest'anno e mezzo, relativamente ai ritardi in Aula dei suoi Consiglieri e dei suoi Assessori, i quali hanno impedito il regolare svolgimento delle riunioni di Consiglio, facendo saltare decine di volte il numero legale, come risarcimento ai Consiglieri che si sono sentiti toccati dalle non esaustive informazioni che sono state date in Conferenza stampa.
Chiederò, poi, formalmente, con un'interrogazione, di conoscere l'entità delle multe, ma soprattutto, Presidente, se c'è l'elusione e l'evasione anche rispetto alla maggioranza, cioè se qualcuno non paga e non ha pagato.
Detto questo, Presidente - e sicuramente sarebbero migliaia e migliaia di euro, si potrebbe anche passare un bel Natale, con queste multe rispetto ad un risarcimento - avrei una proposta.
I colleghi che sono intervenuti sono i colleghi più presenti, lo dico come premessa: più presenti e più attenti; più intelligenti non lo dico perché sono tutti intelligenti, comunque persone che fanno molto bene il loro lavoro di Consigliere regionale, che lavorano con passione politica sul territorio.
Lo dico anche a me stesso, Presidente, perché ci tengo molto: quando abbiamo creato il "Portale del Consigliere", ho chiesto che fosse pubblico.
Sapete cosa significa questo? Lo voglio dire a tutti, perché sia chiaro: se questo è pubblico, giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese, ci saranno le presenze in Aula, le presenze nelle Commissioni e le "p.a"., che non significa pubblica amministrazione, ma presenza autocertificata, che molto spesso sostituisce, pur maturando gettone e talvolta rimborso, la presenza in Consiglio o in Commissione. Allora, va benissimo, colleghi: avevo chiesto che fosse reso pubblico, mi sono stati posti dei motivi di privacy, che capisco, ma è sufficiente che tutti decidiamo di superarli e non ci sarà più alcuna discussione. A questo aggiungiamo - e la pongo come proposta, Presidente, poi la riformulerò in Ufficio di Presidenza - che venga computato ogni volta - è una questione di sistema, non penso che sia complicato - il numero di interventi in Aula dei Consiglieri, poi ci potrebbero anche essere le interrogazioni e le proposte di legge, ma mi rendo conto che su questo la maggioranza ne presenta meno quindi rischia di diventare un dato falsato.
Ci sono molti modi di organizzarci; l'attività si vede da tanti punti questo potrebbe essere un altro, ma secondo me colleghi basterebbe il primo, perché è un fatto che non può essere ogni anno opinabile.
Avete ragione: anche il metodo di quest'anno presenta grossi elementi di opinabilità e interpretabilità. Se noi lo pubblicizziamo, è tutto sicuro, è tutto certo, è tutto monito, chi vuole - il privato cittadino accede e sa quello che facciamo.
Secondo me sarebbe un grande atto di trasparenza, ma se non siamo d'accordo, non lo facciamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente. Voglio portare la mia esperienza: poiché l'anno scorso - il Presidente ricorderà - furono resi pubblici gli elenchi delle presenze dei Consiglieri e poi, a livello locale, ovviamente qualcuno utilizzò quell'elenco per fare un po' di propaganda, un po' di demagogia elettorale; io feci un approfondimento personale richiedendo alla Segreteria del Consiglio tutti gli interventi che sono stati fatti in Aula nel 2006. Scoprii - il Presidente lo sa - che non sempre presenza vuol dire intervento. Quindi, c'erano dei Consiglieri che erano stati meno presenti ma che avevano fatto più interventi di quelli che erano stati maggiormente presenti. Questo a dimostrazione che evidentemente è tutto relativo: non si può registrare soltanto in modo statistico. La presenza non sempre corrisponde ad interesse, ad approfondimento. Ogni presenza e ogni intervento, ogni assenza e ogni silenzio hanno spesso delle giustificazioni che non possono essere spiegate alla fine, quando si danno i numeri con le statistiche.
Io, poi, feci di più: chiesi anche le presenze degli Assessori, perch gli Assessori fanno politica, quindi sono portatori della notizia sul territorio oppure sottolineano o evidenziano questo o quel caso. Scoprii che molti Assessori erano assenti; certamente avranno avuto le loro giustificazioni, come le hanno spesso dei Consiglieri.
Molti Consiglieri non hanno poi un compito istituzionale, come il Capogruppo o il Presidente di una Commissione; sono semplici Consiglieri semplici "peones" - come si direbbe alla Camera dei Deputati - ma svolgono un ruolo importantissimo di collegamento con il loro collegio, il territorio, e il Consiglio.
Pertanto, direi di guardare tale questione con questa appendice e queste spiegazioni; forse possono aiutare a rendere meno caustiche le discussioni sulle presenze che vengono date.



PRESIDENTE

Abbiamo sviscerato la questione. Come ho già detto, sarà mia cura affrontare questa problematica in seno al prossimo Ufficio di Presidenza.
Il Consigliere Ghiglia, che peraltro ha sollevato interessanti osservazioni, essendo anche la persona che, su delega dell'Ufficio di Presidenza, segue l'aspetto informatico, ci potrà garantire l'immediata attivazione della messa on line di tutti i dati. Pertanto, ipotizzeremo varie soluzioni e le porteremo all'attenzione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, affinché siano gli stessi a decidere quali tipi di informazione devono essere costantemente date. Il modo migliore ritengo sia quello di metterle on line, visibili, ogni giorno dell'anno. Prima, per di prendere delle decisioni, valuteremo in sede di Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, vorrei che, a conclusione di questa lunga discussione, non emerga la necessità di rivedere tecnicamente un problema ma emerga con forza un elemento, ossia che il Consigliere regionale non pu essere valutato in base al numero delle presenze. È chiaro? Questo deve emergere con forza, perché, a quel punto, vediamo se i più presenti in Consiglio sono intervenuti attivamente, offrendo un contributo legislativo di discussione maggiore rispetto a chi ha partecipato, magari alla metà di quelle riunioni. Potrei chiedere questa verifica.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, su tale questione è già intervenuto.



BUQUICCHIO Andrea

Dobbiamo evitare, Presidente, che emerga l'elemento che faccia intendere che in questo sistema è più importante fare il peones che alza la mano, rispetto a colui che offre un intervento concreto, nel bene e nel male, alla discussione. Questo è ciò che voglio che emerga con forza. Il numero di presenze non mi interessa assolutamente.
Quando ero in sala operatoria, in qualità di primo operatore, rispetto al terzo operatore, facevo un terzo delle ore di presenza.



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, il messaggio lo ha già comunicato e lo abbiamo recepito, quindi la pregherei di concludere.



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Stiamo lavorando anche in questo modo.
Perché non è possibile vedere articoli indecenti di questo genere senza che destino il disgusto di tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Presidente, non avrei voluto intervenire, posto che è già da un'ora che ne stiamo discutendo, per cui credo che il tempo che abbiamo a disposizione oggi sia da dedicare ad altro. Però ritengo anch'io, come è stato già ribadito, che la qualità del lavoro di un Consigliere regionale non si misuri solo con la presenza, ed essendo io fra i più presenti, sono il primo a dirlo.
Credo, però, che la qualità del lavoro non si misuri nemmeno dal numero degli interventi, perché anche questa è una questione del tutto opinabile così come ritengo che non si possa automaticamente associare il numero delle presenze al fatto che si voti senza espressione critica, oppure associare direttamente il fatto che i Consiglieri più presenti siano quelli che intervengono di meno o che danno il minore contributo, in termini costruttivi, alle attività di questo Consiglio.
Pertanto, se è giusto non accettare il concetto che la classifica della qualità del lavoro venga stilata sulla base del numero delle presenze d'altro canto non è nemmeno corretto che il numero delle presenza sembri classificare al contrario la qualità del lavoro svolto dai Consiglieri in questa Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi;ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

La questione che solleva così scalpore è legata a dati diffusi dall'Ufficio di Presidenza. Il problema è che l'Ufficio di Presidenza prima di diffondere un dato sterile come il numero delle presenza, doveva abbinare a questo anche altri coefficienti che potessero essere valutati come, ad esempio, il numero degli atti di sindacato ispettivo presentati dai Gruppi, il numero delle proposte di legge presentate dai Gruppi, il numero degli interventi fatti dai vari Consiglieri. Questo sarebbe stato un dato complessivo.
Fornire un dato solo relativo alle presenze - e chi parla è uno che comunque si trova nelle parte alta della classifica delle presenze - ci pare alquanto sterile, e può portare a giudizi o a pregiudizi non piacevoli nei confronti di alcuni Consiglieri.
Io ritengo, però, che neanche la proposta del collega Ghiglia sia accettabile, nel senso che se noi andiamo a rendere pubblico anche il numero di presenze fatte fuori sede ma regolarmente registrabili come presenze, anche in quel caso forniremmo un dato sterile, perché il Consigliere "X", anziché venire in Consiglio, potrebbe organizzare degli incontri istituzionali sul territorio. Anche in quel caso, non sarebbe molto corretto valutare solo quel tipo di intervento, perché allora dovremmo anche precisare chi viene in Consiglio e in più va anche sul territorio: infatti, a mio giudizio, sarebbe ancora più qualificante partecipare al Consiglio o alla Commissione e, al termine delle sedute partecipare agli incontri istituzionali. In quel caso di presenze ne avrebbe due: ma gliene segniamo due o tre? A questo punto, però, facciamo come il gatto che si morde la coda, perché uno va a trovare il Sindaco, poi viene in Commissione, poi ha un incontro la sera, per esempio, per il problema degli ex alluvionati o quant'altro: gli segniamo tre presenze allora, e non solo la presenza unica istituzionale che vale come gettone di cui una pagata e due no, indicando che un gettone è pagato e due no.
A questo punto, verrebbe fuori veramente un grosso casino, Presidente.
Sarebbe bene ragionare sulla questione e vedere che tipo di indicatori fornire.
Gli indicatori potrebbero essere complessivi per Gruppo o per Consigliere, ma dovrebbero tener conto di due o tre o quattro valori - non certo uno unico - che il cittadino interessato può valutare mettendoli insieme.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, presteremo attenzione alle sue osservazioni.
Mi spiace che sia nata questa polemica in Consiglio a seguito di questi dati. Ribadisco che sono stati espressamente richiesti almeno dieci giorni prima della conferenza stampa. L'Ufficio di Presidenza ha ritenuto di non erogarli prima a singoli giornali, ma di fornirli contestualmente a tutti in sede di conferenza stampa.
Preciso, comunque, che ci sono stati richiesti espressamente i dati numerici delle presenze, che abbiamo fornito a interlocutori che conoscono perfettamente sia le regole del Consiglio che i meccanismi dei congedi.
Quindi volevano espressamente quei dati e noi non siamo in grado di influenzare...
L'anno scorso, sullo stesso tema, era nata una polemica perché la consegna dei dati non rendeva giustizia al rapporto giornate-presenze (che sono due dati diversi) e del dato delle minoranze. Entrambi questi dati sono stati integrati nell'erogazione di quelli forniti quest'anno, che hanno avuto attenzione alle singole giornate e alle singole presenze, e hanno dato conto delle giornate di ostruzionismo dove i colleghi dell'opposizione erano necessariamente non presenti, ma per una determinata scelta politica di turnazione.
Però, se si ritiene, sono assolutamente disponibile - a titolo personale, e non solo come Ufficio di Presidenza - ad erogare on-line tutti i dati relativi ad ogni attività dei Consiglieri. Ovviamente questa vicenda siamo tutte persone che comprendono la realtà di questo Consiglio - pu creare controindicazioni. Quindi, se i Presidenti dei Gruppi consentiranno e daranno indicazioni in tal senso, noi non abbiamo nessuna difficoltà a rendere accessibili on-line dati che sono già gestibili on-line al singolo Consigliere. È la cosa più semplice di questo mondo dal punto di vista informatico, si tratta di fare una scelta politica.
Anch'io sono d'accordo - ha ragione il Presidente Buquicchio - sul fatto che un Consigliere si valuta non solo per le presenze ma per le leggi che firma, per gli interventi che fa in Commissione, per i ruoli che ricopre.
I meri interventi non sono un indicatore, perché è chiaro che il ruolo dei Consiglieri di maggioranza impone loro necessariamente di intervenire di meno. Risulterebbe difficile inserire delle legende sugli schemi precisando che il singolo Consigliere non interviene perché è di maggioranza e quindi non può...
Ovviamente sono aspetti che andrebbero interpretati, però sono convinto che più dati forniamo, più trasparente è la comprensione dell'attività del Consigliere (naturalmente se qualcuno vuole leggere in senso strumentale o di parte o in maniera faziosa questi dati, non abbiamo nessuna modalità con cui intervenire).
Cercheremo senz'altro di procedere in questo senso, anche perché gli uffici hanno già fatto un lavoro di informatizzazione molto puntuale quindi si tratta solo di determinarne il target dei possibili fruitori.
Grazie.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame testo unificato del disegno di legge n. 346 "Norme sull'istruzione il diritto allo studio e la libera scelta educativa", e della proposta di legge n. 385 "Diritto allo studio e l'apprendimento per l'intero arco della vita" (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del punto 3) all'o.d.g Nella seduta pomeridiana di ieri abbiamo iniziato il provvedimento con le relazioni di maggioranza e di minoranza.
Apriamo la discussione generale. Ieri si era prenotato il Consigliere Vignale. Se mantiene l'interesse ad intervenire, ne ha facoltà.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo assistito non soltanto alle relazioni, ma è stato anche dedicato del tempo a quello che venne fatto nelle legislature precedenti.
Se ogni Consigliere facesse questo di tipo di speculazione sarebbe molto semplice sia da parte del centrodestra sia da parte del centrosinistra rilevare come vi siano delle enormi differenziazioni fra quelle che sono state le leggi in vigore e quello che è il testo unificato oggi presentato.
Potremmo anche dire che le maggiori differenziazioni vi sono state tra i colleghi del centrosinistra, i quali in gran parte erano favorevoli all'abolizione del buono scuola ancora nelle leggi presentate nell'aprile 2006, mentre oggi hanno sottoscritto uno dei due disegni di legge che fa parte del testo unificato.
Credo che quanto sia accaduto nella settima legislatura abbia poca rilevanza, visto che stiamo discutendo un nuovo provvedimento di legge, se non per un aspetto che, leggendolo ovviamente dai banchi del centrodestra crediamo sia determinante.
Riteniamo fondamentale un sostegno al mondo della scuola e non casualmente la proposta di legge a prima firma del collega Leo e di molti altri che fa parte del testo unificato, questo prevede. Credo che la precedente legislatura abbia voluto soprattutto sancire un principio, cioè quello della libera scelta educativa che dovrebbe essere un aspetto sancito dallo Stato nazionale, al quale invece hanno surrogato diverse Regioni italiane.
Ma più che parlare degli aspetti che ci distinguono, credo sia importante fare una valutazione sul testo di legge oggi in discussione.
un testo di legge che riteniamo particolarmente importante, perch interviene su tutto il mondo della scuola, ma soprattutto su alcuni principi che riteniamo fondamentali, cioè il mantenimento della libera scelta educativa, il sostegno alle famiglie per ciò che riguarda la dotazione libraria e il trasporto. Per quanto riguarda la tutela delle scuole in aree disagiate è un importante intervento che ci auguriamo - e abbiamo presentato un ordine del giorno al riguardo - sarà accresciuto in termini monetari relativamente all'edilizia scolastica.
Sappiamo quanto oggi l'edilizia scolastica sia un problema importante per la nostra Regione, in particolar modo per quelle aree non urbane che hanno visto una grande crescita negli ultimi anni e che hanno difficoltà con i loro bilanci, essendo in molti casi Comuni medio piccoli, ad affrontare interventi di ampliamento delle loro scuole.
Credo che sia importante sottolineare come questo Consiglio regionale e in qualche modo l'ha detto anche il Presidente Gariglio nella conferenza stampa facendo una valutazione più complessiva mentre quella che faccio è personale - abbia prodotto gran parte delle migliori leggi quando c'è stata una condivisione del percorso normativo e quando c'è stata la volontà di discutere su un tema senza partire da steccati ideologici, dai quali non ci si è voluti muovere.
Abbiamo votato leggi importanti a larga maggioranza, ad esempio sulla ricerca, sulla internazionalizzazione ed altre. Ci siamo divisi su alcune leggi importanti, entrando però nel merito della discussione, come la legge sul commercio, la legge sulla Fiat, cioè non opponendo una volontà di blocco alla discussione del testo di legge.
Credo che questo sia l'aspetto più importante che proviene dal lavoro svolto in VI Commissione.
Noi saremo impegnati ad un lavoro di riforma del Regolamento consiliare.
Visto che è un aspetto condiviso da tutte le proposte oggi esistenti e anche dalla valutazione che alcuni colleghi hanno fatto e considerando che il futuro Regolamento entrerà in vigore dalla nona legislatura, credo che la metodologia con cui si è operato per portare in aula questo testo di legge sia la più appropriata stante il Regolamento regionale che regola i lavori di questo Consiglio.
Crediamo - lo diciamo da minoranza e lo diremo anche quando saremo in maggioranza - che un confronto con il parlamento regionale da parte della Giunta ed un confronto tra maggioranza ed opposizione sia in molti casi positivo, perché rispecchia parti di società che hanno voluto farsi rappresentare dagli esponenti che oggi siedono in Consiglio regionale.
Quando una legge è scritta a più mani e non soltanto dalla maggioranza ma scaturisce da un accordo fra maggioranza ed opposizione, significa che non si fa una legge riferita solo al proprio elettorato, ma si fa una legge che tiene conto di quella che è tutta la società piemontese e delle attese che ha nei confronti della politica.
Quindi, credo che questo sia un buon testo di legge per le motivazioni che dicevo prima, ma anche perché se si confronta il testo di legge presentato dalla Giunta con il testo di legge presentato dai partiti del centrodestra si vede che hanno molte similitudini.
Certo, hanno anche alcune parti differenti ed una di queste è quella che ci ha tenuti per più tempo in Commissione, cioè quella legata alla volontà che sia il Consiglio regionale a portare avanti l'attuazione della legge, quindi il piano triennale, ma se i colleghi hanno voglia di leggere il testo di legge presentato dal centrodestra vedranno che diceva esattamente questo.
Non perché il centrodestra si trova all'opposizione ha chiesto che il piano attuativo venga realizzato dal Consiglio, perché questo esisteva nella precedente legge n. 10, perché questo è stato scritto nella proposta n. 385 come partiti del centrodestra, perché è una cosa che riteniamo essere opportuna.
Sicuramente alcune parti devono essere migliorate e ve ne sono in particolar modo tre. Le dico in ordine di importanza decrescente. Non crediamo che le eccellenze debbano essere legate al reddito, e parlo delle eccellenze e non delle borse di studio, non degli assegni di frequenza perché se un ragazzo ha la media del 10 o la votazione di 100 con lode, non crediamo che ci debba sempre una distinzione nel premiare il lavoro da lui ha svolto e il merito che quindi ha conseguito, tanto che sia figlio di una famiglia di un ceto polare quanto che sia figlio di famiglia abbiente. E' invece giusto inserire queste modalità nelle borse di studio, negli assegni di frequenza.
Tuttavia, anche relativamente a questo, dobbiamo fare attenzione, ed è il punto centrale sul quale noi crediamo si debba modificare la legge. Mi riferisco alla soglia ISEE. Se si prendono i parametri (che ha formulato l'Assessorato e che sono parametri oggettivi), ci si rende conto che con gli attuali 25 mila euro, oggi, un nucleo familiare che, nella grande maggioranza è costituito da tre componenti - perché questo ci dice la statistica sulle famiglie piemontesi - quindi da un padre, una madre e un figlio, sarebbe fortemente penalizzato. Infatti, faccio un esempio, una famiglia che ha una casa del valore di 100 mila euro e guadagna poco più di 40.000 euro (cioè sotto i 45.000 euro) non rientrerebbe nei parametri ISEE.
Stiamo parlando di una famiglia che ha la fortuna di avere un'abitazione o perché le è stata lasciata dai genitori o perché con sacrificio sta pagando il mutuo contratto; però, se i due componenti di questo nucleo familiare guadagnano 42.000 euro, non hanno diritto ad accedere agli assegni di frequenza e nemmeno alle provvidenze relative alle dotazioni librarie e al trasporto.
Si è ingenerata una valutazione non corretta, cioè che la soglia legata ai 25.000 euro sia soprattutto legata alle famiglie che intendono mandare il proprio figlio all'interno di una scuola paritaria. Al di là del fatto che - ma questa è una valutazione concettuale che noi diamo - che la libertà di scelta educativa non può aver prezzo, perché la libertà non pu avere un prezzo, noi crediamo che una buona legge sia quella emanata dalla Regione Lombardia, che non pone limiti ai sussidi erogati dalla regione scaglionandoli a seconda del reddito percepito dalle singole famiglie.
A parte questa valutazione di principio, rispetto alla quale comprendiamo ci possa essere una non contrarietà, invitiamo i colleghi della maggioranza a ragionare relativamente ad un tetto, che non solo blocca la possibilità di ottenere delle provvidenze da parte della regione provvidenze non assistenziali, bensì di sostegno alla scolarità per quanto riguarda le scuole paritarie - ma blocca anche le provvidenze alle famiglie relativamente a dotazioni librario o spese di trasporto.
Siamo certi che escludere totalmente quello che è il ceto medio o anche, in certi casi, il ceto medio-basso (perché magari ha solo la fortuna di avere avuto casa in eredità dai genitori) sia un dato corretto? Facendo delle simulazioni sull'ISEE, si comprende bene che se famiglia ha un'abitazione di proprietà, con un reddito, per due familiari che lavorano assolutamente basso (40-45.000 euro lordi) - non li si può certo definire come un nucleo familiare ricco - è esclusa da queste provvidenze.
Noi crediamo che questo sia il nodo della legge, perché è vero che all'interno di una legge vanno mantenute le peculiarità normative, ma è altrettanto vero che se questi principi normativi non possono trovare una declinazione nella possibilità di ottenere i sussidi che la Regione Piemonte eroga, viene meno e si svuota il principio stesso della legge.
Concludo rammentando che stiamo parlando di benefici per coloro i quali frequentano tanto la scuola paritaria quanto la scuola statale.
Svolgo un'ultima considerazione, chiedendo scusa al Presidente e ai colleghi per il tempo che ho sforato e che non utilizzerò in altri interventi . Non si provi a fare una distinzione - ovviamente ognuno pu fare quello che vuole, ma non corrisponde a verità - dicendo che il centrodestra o - visto che parlo a suo nome - Alleanza Nazionale sarebbe il partito delle scuole e della famiglie paritarie e contro la scuola pubblica. Il nostro è un partito che pone fortemente attenzione alla scuola pubblica, ma altresì intende dare libertà di scelta educativa alle famiglie, quindi consentire loro di mandare i figli anche alle scuole paritarie, che - lo ricordo - dopo la legge Berlinguer, fanno parte del sistema scolastico nazionale.
Questa è una riflessione che va fatta. I colleghi, ovviamente, potranno dire ciò che credono rispetto alle distinzioni, ma nella proposta di legge a firma dei Consiglieri Leo, Vignale, Guida e tutti i firmatari, è presente un forte intervento a favore dei soggetti - ricordiamo che noi non diamo contributi alle scuole, ma alle famiglie - che frequentano la scuola pubblica, perché noi ci crediamo fortemente e crediamo che vadano tutelate le famiglie nella scelta della scolarità dei loro figli.



PRESIDENTE

Per garantire l'alternanza, do la parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Intervengo sull'onda emotiva del dibattito che si è già aperto ieri con la relazione di minoranza del Consigliere Leo. Chiedo dunque scusa al Consigliere Vignale se riprenderò, non tanto il suo ultimo intervento, che come sempre è molto preciso, ma se entrerò un po' di più nel merito di un'idea, di una proposta, di una differenza di vedute su un argomento che ha impegnato molto questa ma, ancor più - ce lo dicono gli atti - la scorsa legislatura.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio agli alunni ed insegnanti dell'Istituto "B. Vittone" di Chieri


PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Bossuto: mi richiamano all'ordine.
Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "B.Vittone" di Chieri in visita a Palazzo Lascaris.
Siete capitati nel corso del dibattito generale della nuova legge sul diritto allo studio. Vi auguro buona permanenza e auguro Buon Natale alle vostre famiglie.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame testo unificato del disegno di legge n. 346 "Norme sull'istruzione il diritto allo studio e la libera scelta educativa", e della proposta di legge n. 385 "Diritto allo studio e l'apprendimento per l'intero arco della vita" (seguito)


PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Bossuto. Prego.



BOSSUTO Iuri

Mi unisco anch'io ai saluti agli allievi della scuola; tra l'altro, il tema è più che attinente.
Come dicevo, questa legge è stata dibattuta molto, è stata oggetto di interventi da parte di Consiglieri già in Commissione, ha avuto un iter abbastanza complesso, di confronto. E' una legge che porta anche questo onore, cioè di aver avuto una forte discussione. Io credo che discutere sia sempre positivo; quando un testo legislativo, quando una proposta nasce nel confronto è sempre una buona cosa, vuol dire che è frutto di quel confronto; vuol dire che è una scelta illuminata, ponderata, che raccoglie le varie opinioni, le mette assieme e tende a farne un pacchetto che poi va ad una votazione; in caso di approvazione, sicuramente dà risposta a molte realtà.
Quel pacchetto, però, naturalmente, qualche differenza se la porterà dietro sempre, perché un tema come questo - come la storia e addirittura la cronaca politica di questi anni dimostra - evidenzia che ci sono visioni differenti, ci sono opinioni differenti. C'è una visione della scuola della cultura, della formazione che è differente a seconda del punto di vista da cui la si guarda: da destra, da sinistra, da sotto, da sopra, da studente, familiare, da docente, insegnante o preside, quindi anche in una scala di valori diversi presenti in base alla posizione gerarchica.
In tutto ci sta la parola libertà, questa famosa parola: libertà di scelta, libertà di apprendimento. Bisogna capire sempre, e sempre ci troviamo a dover comprendere questo dato e questo vocabolo: libertà. Cosa significa? A cosa può essere legata la libertà? E di cosa si parla quando si parla di libertà? Studiare, imparare, crescere è fondamentale per la libertà dei cittadini in futuro. Quando un cittadino, un ragazzo, un giovane cresce si trova davanti ad un mondo che deve saper affrontare: più è pieno di ricchezza quel bagaglio culturale e più è preparato ad affrontare quel mondo. Quel bagaglio è importante, ed è importante, nel momento in cui lo si forma, è importante la sede in cui lo si forma, ed è importante anche il metodo e la critica in cui nasce quel bagaglio. Un bagaglio fatto solo di nozionismo o di scelte di parte, è un bagaglio limitato che metterà quel futuro cittadino di fronte ad una situazione falsata, non vera, non reale. Alcuni potranno dare risposte sempre e solo parziali.
La storia del nostro Paese, come quella di tanti altri Paesi, è fatta di un ricco dibattito in questo senso che non parte solo dall'Illuminismo ma, addirittura, ha qualche accentuazione prima. Le scuole Valdesi hanno cercato di dare una risposta a quella che era la scuola di censo. In passato la scuola era riservata a pochi, per non dire a nessuno; in qualche modo era affidata alla buona volontà di qualche sindaco, ma sempre legata ad educatori che si rivolgevano, più che altro, alle famiglie più abbienti.
Ecco che, in quel momento, è vero, la scuola confessionale di una realtà che esprimeva una critica al sistema, riuscì a portare la scuola a livelli più alti, a livelli più capillari, in qualche modo più omogenea e più orientata anche alle famiglie meno abbienti.
Poi è arrivato l'Illuminismo con tutta la corsa al sapere, quindi la formazione quale elemento importante nella crescita del cittadino, quale momento importante per affrontare la realtà e per difendere i propri diritti. I diritti assoluti, quelli reali, quelli che fanno di un cittadino un cittadino vero e proprio e non un suddito. Questo è stato un percorso continuo. In seguito siamo passati in mezzo al fascismo, in mezzo alla scuola confessionale, alla discussione sull'ora di religione o meno nelle scuole.
La difesa della libertà di insegnamento ha dato i suoi frutti specialmente in quegli anni in cui la contestazione, forse, ha preso più piede, in cui le scuole hanno saputo dare più formazione, anche poliedrica: non soltanto insegnanti rossi, ma anche insegnanti neri, insegnanti bianchi che, in un clima pluralista, in un clima di pluralità di idee, di opinioni hanno fornito dati critici con cui leggere la realtà, interpretarla e formarsi quel bagaglio culturale che non può essere solo tecnico, non pu essere solo come si avvita qualcosa, o come si mette insieme un cavo elettrico - seppure importante - ma anche di esistenza, di essenza della vita e di percorsi culturali pieni nel completamento di questa parola.
Dico questo non tanto per essere noioso più del solito, ma perché credo che stiamo affrontando un momento culturale che sembra portarci un po' indietro. Credo che il difetto di quella legge nota come "legge sui buona scuola" - che dovrebbe essere abrogata da questa - sia quello che non ha fatto i conti con i percorsi storici, ma ha fatto i conti con le difficoltà in cui la scuola pubblica versa.
Lo hanno già detto molti Consiglieri di maggioranza, ma anche qualcuno di minoranza. Oggi la scuola pubblica, dopo un percorso di arricchimento delle sue funzioni molto variegato e molto ricco, vive un momento di crisi forte. Non possiamo dirlo solo noi, ma lo dicono i dati, lo dicono le difficoltà con cui gli insegnanti portano a termine le loro giornate difficoltà di mezzi, difficoltà, a volte, anche di vocazione. Laddove la scuola funzione, è proprio grazie alle vocazioni degli insegnanti che danno l'anima e la passione per sopperire alle carenze strutturali che la scuola ha. Carenze quasi sempre economiche, di impossibilità di seguire bene le cose, di riuscirle a farle nel modo migliore proprio perché, a volte, non ci sono i mezzi e, quando si riesce, è grazie a quegli insegnanti che ci mettono del loro e ce la fanno.
A confortare questo dato credo ci siano anche gli abbandoni. La scuola italiana vede molti abbandoni, vede molte problematicità sociali, vede una carenza di recupero di quei ragazzi che non trovano nella scuola un loro mondo, un loro universo, un loro modo di espressione. Scuola che spesso abbandonano per frequentare corsi professionali - tipo parrucchiera motociclisti o quant'altro - che non sempre appagano appieno quello che è poi il loro futuro. Alcune volte, a seconda di come vengono espletati, si riesce a riaccendere interesse nell'apprendere, a volte purtroppo no perché ancora una vota si è affidati a persone. Purtroppo, relativamente.
Bene che a persone vengano affidate altre persone, persone giovani da formare, ma è anche grave quando abbiamo solo persone, non abbiamo un sistema, non abbiamo un modello che, in qualche modo, copra le lacune, in qualche modo aiuti quelle persone ad operare.
Anche sulla crisi universitaria emergono dei dati. Siamo il Paese con meno laureati, siamo il Paese con meno dottori, nel vero senso della parola, e quelli che escono spesso sono pieni di nozioni e poco d'altro.
Questo massiccio quadro ci dice, sempre di più, che il nostro dovere è quello di investire nella scuola pubblica, quella non confessionale, quella scuola che, in qualche modo, offre il concetto di tolleranza, di confronto di plurietnia, diremo oggi, di pluralità di vedute, di opinioni, di conoscenza. Un modello di sviluppo offre in quello un percorso e non offre solo dei pacchetti preconfezionati in cui pensare, in cui aggirarsi senza accedere a nient'altro.
Non parlo solo di scuole confessionali, di religione, ma anche se ci fosse una scuola che portasse il mio simbolo di Partito la guarderei con qualche diffidenza. Siamo in un momento in cui le intolleranze aumentate siamo in un momento in cui le guerre sante divampano, quindi insegnare, al contrario, come si può intendere l'altro, come si può comprendere la cultura dell'altro e portarla avanti e creare una cultura comune, credo sia importante.
Quello è il percorso che va utilizzato. Non dico questo solo perch nelle scuole parificate torinesi la stragrande maggioranza è scuola confessionale - dalle materne fino alle medie inferiori, fino alle medie superiori - lo dico perché, gran parte che interessano questa discussione sono scuole confessionali di una confessione e non di altre. Non abbiamo ancora visto l'apertura di scuole islamiche o di altra natura.
Lo dico perché c'è anche un dettato della Costituzione. È vero che la legge Berlinguer ha aperto quell'autostrada famosa che noi stiamo percorrendo più o meno allegramente e con un po' di incoscienza, ma è anche vero che la libertà di scelta educativa deve essere garantita, e io sono per la libertà, ma, come dice il dettato costituzionale, senza oneri per lo Stato. Io Stato offre il modo per apprendere, offre il modo per conoscere offre il modo per affrontare il futuro e io devo essere in grado di farlo.
Spesso, purtroppo, non lo faccio perché mancano le risorse e, in qualche modo, se voglio fare altri percorsi, me li sostengo e li porto avanti.
Questa legge mette mano a quella non condivisa legge sui buoni scuola di cui abbiamo discusso ieri, che entra in merito anche al pubblico: finalmente dà anche al pubblico dei fondi, la possibilità di portare avanti delle opere. Riconosce un aiuto alle scuole parificate.
Credo che sarebbe più onesto dire, a quel punto, diamo i soldi direttamente alle scuole piuttosto che arrivarci tramite le famiglie perché questa forma di assistenzialismo celato è, pur sempre, quella roba lì. Un qualcosa che porta ancora sicuramente una parte della sua normativa del suo articolato che io personalmente faccio fatica a condividere. Faccio fatica a condividere anche in eredità alle grandi battaglie fatte nella scorsa legislatura. Ho un sunto degli interventi del Consigliere Contu della battaglia che fece insieme ai Consiglieri Moriconi, Papandrea e Chiezzi. Una battaglia motivata, non ostruzionistica (basta leggere i verbali) in cui si rivolgeva all'Assessore in modo chiaro, anche offrendo delle possibilità di convergenza. Credo che le pagine di questo libro, che è a disposizione di chiunque lo voglia, parli in sintesi di quello che è avvenuto, di un percorso di confronto ideale, nostro, mentale, non ostruzionistico, su un argomento che andrebbe dibattuto continuamente. È un argomento che porta molto in sé.
Il Consigliere Contu diceva: "l'istruzione porta semi che fanno crescere piante anche sulle pietre", tra le tante righe che ho letto questa è la frase che più mi ha colpito. L'istruzione alla cultura fa crescere, fa germogliare, va accudita e favorita bene, e non soltanto farne un modo di sopravvivenza per il pubblico e di assistenza per il privato.
Questo è un po' il pensiero che in 11 minuti ho tentato di illustrare.
Naturalmente per un senso di responsabilità verso la maggioranza non negherò il mio voto alla legge e agli articoli. Il mio voto di assenso è dovuto ad un senso di responsabilità, non certo ad una condivisione ideale che non mi ritrova in molte sue parti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Come d'uso, il Gruppo della Lega Nord non ha utilizzato la Commissione per fare interventi fiume o per bloccare i lavori, ma sceglie l'ambiente che ci pare più consono, quello dell'aula, per avanzare, quando chiaramente non vengono tenute in considerazione, le sue proposte e/o le sue richieste.
Cosa che abbiamo fatto, in particolare, sul Piano Sanitario, cosa che facciamo su altri provvedimenti come quello passato dalla Commissione con il voto contrario della Lega, ma su cui la Lega non ha fatto ostruzionismo mentre lo farà in Aula sul Piano triennale sull'immigrazione, come abbiamo intenzione di fare su questo provvedimento perché non ci soddisfa assolutamente.
Non sto parlando di ostruzionismo, ma di una serie di emendamenti di merito, che richiederanno parecchi giorni di lavoro perché sono emendamenti estremamente, per noi, importanti e anche perché - devo dirvi la verità dopo l'incontro con i rappresentanti delle associazioni di coloro che gestiscono le scuole private siamo venuti a conoscenza del fatto che questa legge a loro assolutamente non piace.
Non piace perché prevede un tetto ISEE - lo dico in modo molto semplice troppo basso, che taglierebbe fuori troppe famiglie dalla possibilità di prendere dei contributi economici perché decidono, nella libertà scolastica che deve essere garantita, di scegliere una scuola non pubblica.
Addirittura, queste associazioni hanno dichiarato di essere persino disponibili a rinunciare all'approvazione di questa legge. D'altronde, lei sa bene che una legge della Regione Piemonte c'è sulla parità scolastica.
Se questa legge dovesse rimanere così com'è, noi crediamo che non passi.
La Giunta, se la legge non dovesse passare, potrà applicare tranquillamente, quella esistente fatta dal precedente Governo di centrodestra che ci è parsa un'ottima legge, con qualche punto magari ancora da modificare, sicuramente, ma una legge migliore di questa.
Per cui, non accampate scuse sul fatto che non ci sarebbe una legge sulla parità scolastica perché la legge c'è. Se questa legge la volete modificare in meglio, almeno su alcuni dei punti che vi chiediamo, ci potrà essere anche un nostro voto di astensione, favorevole. Lo vedremo, a seconda di quello che accetterete.
Se voi terrete chiuse le porte o ci considererete come ci avete considerato fino ad oggi sulla discussione di questa legge... A me non è arrivata una parola dalla maggioranza per chiederci: "siete d'accordo, cosa ne pensate, vi piace, non vi piace, avete dei problemi". Nulla ci avete chiesto e nulla vi abbiamo detto perché la nostra linea comportamentale è quella di dire le cose nel luogo più consono, che è quello dell'Aula.
Quindi, se accettate alcune cose, benissimo, in questo caso, trattiamo valutiamo, discutiamo ed eventualmente approviamo. In caso contrario, io non ho problemi perché sono a casa anche tra Natale e Capodanno, per cui possiamo passare parte delle festività insieme, senza alcun tipo di problema.
Certo che accettare che questo testo passi così com'è, un testo che riteniamo quasi inutile ai fini della parità effettiva scolastica, non ci interessa. Questo è un intervento generale, quindi si può dire di tutto e di più, un po' di minestrone.
Vorrei anche capire perché i compagni del cosiddetto centrosinistra...
Mi spiace per il Gruppo della Margherita perché si è fusa in un PDI che, purtroppo, gli ha tolto una grossa fetta di identità e di libertà tant'è che oggi la Margherita non esprime più un Capogruppo all'interno del Consiglio regionale e di questo mene dispiace.
Dicevo, vorrei capire perché la sinistra accetta nella sanità la parità? Nella sanità la parità è corretta! Infatti, abbiamo raccolto l'ospedale Valdese, che è di fatto un ospedale confessionale; abbiamo raccolto il Cottolengo, che è di fatto un ospedale confessionale finanziamo tranquillamente l'ospedale delle Suore Domenicane, che di fatto è un ospedale confessionale perché in ogni angolo abbiamo un crocefisso e un presepio; convenzioniamo, tranquillamente, centri privati pagati dalla Regione.
Quindi, il cittadino piemontese può andare in un centro convenzionato privato, che sia gestito della chiesa cattolica e valdese, dagli ortodossi ed eventualmente, semmai e quando ci sarà musulmana oppure privato a confessionale, lui fa le cure che ritiene di fare, esattamente, allo stesso costo e alle stesse condizioni, anzi spesso e volentieri con una lista d'attesa più corta per poter fare l'esame, allo stesso prezzo e allo stesso costo. Questa è la libera scelta di sanità.
Il cittadino piemontese va nel centro privato e ottiene gli stessi servizi del centro pubblico con lo stesso costo, con lo stesso tipo di ricetta, con lo stesso tipo di servizio e prestazione. Benissimo, siamo d'accordo e ne siamo felici.
Però, voglio capire qual è la regola che mette nella testa del centrosinistra che, invece, con la scuola questo non si può fare? Forse, la scuola e l'istruzione sono meno importanti della sanità? Noi riteniamo di no.
Noi non capiamo perché la famiglia che decide di scegliere un'istruzione confessionale cattolica, un'istruzione confessionale valdese un'istruzione aconfessionale privata debba avere diversi diritti e debba pagare di tasca i servizi che gli vengono dati e che, invece, riceverebbe in maniera completamente gratuita andando nella scuola pubblica.
D'altronde, se ci sono delle famiglie che scelgono la scuola privata e la pagano, vorrà dire che la scuola pubblica risparmia. Perché se ics bambini anziché andare alla scuola pubblica, vanno alla scuola privata, la scuola pubblica dovrà spendere di meno perché avrà bisogno di meno aule meno insegnanti, meno bidelli, meno imprese di pulizia e meno interventi di ristrutturazioni perché serviranno meno edifici pubblici.
Dall'altra parte, ci sarà una struttura privata che dovrà esistere dovrà dare dei posti di lavoro, trovare degli insegnanti e far lavorare delle imprese di pulizia e così via. Quindi, non si perdono posti di lavoro, non si perdono soldi perché se non li metto nella scuola pubblica li metto nella scuola privata. La logica vorrebbe che il cittadino potesse scegliere di andare nella scuola pubblica e non pagare oppure nella privata e non pagare oppure pagare quella parte che spetta di contribuzione (libri o altro).
A quel punto, cosa fa la Regione o l'Ente? Interviene sulle famiglie più deboli, alle quali paga, giustamente, per esempio, l'abbonamento al mezzo pubblico, i libri oppure gli dà un contributo economico. Perfetto aiutiamo le famiglie più deboli. Ma, la libertà di scelta, quella bella parola di cui si riempie la bocca la sinistra, dov'è? Libertà significa che mio figlio lo mando alla scuola che preferisco che sia pubblica o privata, confessionale o aconfessionale. Tanto non rubo dei soldi allo Stato se faccio una scelta rispetto all'altra perché lo Stato deve mantenere la scuola pubblica. Se tolgo dei soggetti, spenderà di meno, spenderà dall'altra parte.
Lo stesso discorso della sanità, identico. Invece, no! Voi non solo non volete neanche sentir parlare di parità scolastica dando la scelta libera ma addirittura volete porre dei limiti inconcepibili al reddito di chi fa la scelta.
Quindi, volete negare non il pagamento del costo della scuola privata perché questo per voi non esiste. Ma, addirittura, volete negare l'integrazione, il contributo che coprirebbe solo una minima parte di quello che il privato pagherebbe se andasse ad una scuola privata.
Su questi punti siamo lontani anni luce. Non venite a raccontarci che parlate di libertà e della libera scelta educativa. Non venite a dirci che siete democratici. Voi volete che i nostri ragazzi vadano obbligatoriamente alla scuola pubblica e siano lì indottrinati. Non volete l'esistenza della scuola privata confessionale o aconfessionale che sia. Ditelo questo, è la realtà! Per noi, invece, dovrebbe esistere la piena libertà di scelta educativa. Cioè la possibilità di mandare il proprio figlio dove si vuole e che abbia gli stessi diritti della famiglia che sceglie la scuola pubblica.
Partendo da questo principio vi ho dimostrato come siamo lontani anni luce.
Noi siamo per la parità scolastica e per la libera scelta educativa.
Voi siete per l'indottrinamento della scuola pubblica. È una cosa completamente diversa. Poi, capitolo per capitolo, scenderemo negli argomenti e nel dettaglio perché cose da dire ce ne sono veramente tante.
Faccio un esempio semplicissimo: voi parlate anche, per l'aiuto al disabile, del pieno accesso agli interventi previsti della legge. Cosa vuol dire il pieno accesso agli interventi previsti dalla legge? Vuol dire che noi gli dobbiamo garantire l'assistenza nella scuola fino a 16 anni.
Colleghi, su questo, non siamo d'accordo perché non si può abbandonare un allievo disabile quando ha 16 anni. Dobbiamo accompagnarlo finché il suo percorso scolastico formativo arriva alla fine e, se quel ragazzo ha scelto una scuola che richiede 5 anni di studi, ma lui ne impiega 6, perché resta bocciato un anno, noi lo dobbiamo accompagnare finché ha 19 o 20 anni.
Non possiamo togliergli l'assistenza a 16 anni, cari colleghi, cosa che avviene tranquillamente in Piemonte. Posso portare l'esempio - ma ne parleremo meglio dopo - di una scuola di Alessandria, che ha una serie di allievi gravemente disabili, che necessitano di assistenza continuativa perché non sono in grado di compiere le normali azioni quotidiane (ad esempio devono essere accompagnati in bagno), ai quali, raggiunti i 16 anni di età, è stata tolta l'assistenza e, pertanto, questi ragazzi devono recarsi a scuola con la mamma, che sta seduta al loro fianco e li aiuta nei loro bisogni.
Secondo voi, questo è giusto? La legge dice così, e noi non possiamo essere d'accordo.
Vi chiediamo, quindi, di modificare questo capitolo, affinché il ragazzo disabile sia garantito da una legge dello Stato - che viene negata in Piemonte - e venga assistito finché ha terminato il percorso formativo che ha scelto, e non fino ai 16 anni.
Presidente, avremo tempo di parlare dopo, ho già utilizzato 16 minuti quindi mi fermo, ma riprenderemo l'argomento parlando articolo per articolo. Mi permetto solo di rivolgerle un invito: vista la mole di emendamenti - oltre i 29 della Lega Nord ne sono arrivati una ventina di Alleanza Nazionale - sarebbe bene riunirci per capire quello che la maggioranza intende recepire oppure respingere, in modo da regolarci sui tempi di lavoro e magari convocare il Consiglio anche per sabato e domenica prossimi.



PRESIDENTE

Stanno continuando ad arrivare emendamenti, faremo appunto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Robotti; ne ha facoltà. È l'ultimo intervento, poi sospenderemo la seduta, che riprenderà alle ore 15.00.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente, e grazie colleghi. Ritengo che la discussione che faremo nelle prossime ore, sugli articoli di questa legge, sarà interessante.
Al di là delle affermazioni sulla natura del nostro posizionamento culturale, ideologico, e anche del nostro approccio pratico nell'affrontare queste tematiche, che sono anche di sostegno ai nostri sistemi scolastici e formativi, sui singoli articoli potremo mettere bene in evidenza la differenza di fondo esistente nell'affrontare queste questioni e nel risolvere queste problematiche dal punto di vista dell'orientamento in un'ottica di centrosinistra rispetto a quello di centrodestra.
Riteniamo che la centralità resti assolutamente dentro al sistema scolastico pubblico, quello universale, quello laico, accessibile a tutte e a tutti. È quello che permette ai nostri bambini di crescere e di diventare adulti all'interno di un sistema scolastico che garantisce la possibilità di arrivare ai massimi livelli di istruzione, senza differenze di censo sociali o altre discriminazioni.
Questa è la grande scommessa che ha rivoluzionato il nostro Paese, che lo ha trasformato, da paese agricolo, quasi feudale, in un grande paese moderno, quasi competitivo sul piano internazionale, che dà garanzie alle nuove generazioni affinché queste possano diventare classe dirigente affinché possano accedere ai livelli del potere e della direzione complessiva del nostro Paese, pur arrivando da classi sociali non abbienti.
Credo che non faccia bene a nessuno avvitarci su una discussione di differenziazione tra sistema scolastico pubblico e sistema scolastico paritario.
C'è una legge dello Stato? Solitamente siamo rispettosi delle leggi dello Stato. Riteniamo che, se uno Stato adotta una legge, questa deve essere rispettata da tutti, indipendentemente dalle convinzioni personali.
Non accettiamo, però, di essere presi in giro. Lo dico in modo molto chiaro: non vogliamo accettare l'idea per cui questa discussione verta esclusivamente sul tema del sistema scolastico paritario. No, non è così! Questa discussione, oggi, grazie al lavoro e allo sforzo che ha fatto il centrosinistra, in questi lunghi mesi di elaborazione della legge, verte esclusivamente sulla possibilità che noi concediamo ai nostri ragazzi, per cui mettiamo il sistema scolastico regionale nelle condizioni di avere più possibilità.
per questa ragione che nella legge si parla di lotta all'abbandono scolastico, riferito in modo specifico alle aree metropolitane e ai quartieri più periferici. Parliamo di sostegno all'istruzione dei ragazzi che sono in carcere, parliamo di individuazione di risorse per gli strumenti di mediazione culturale per i giovani studenti extracomunitari parliamo di strumenti utili a tenere i nostri ragazzi a scuola attraverso il sostegno di borse di studio specifiche alle famiglie meno abbienti.
Per la prima volta, smettiamo di fare demagogia e propaganda, come è stato fatto in molti anni precedenti, e in modo compiuto, complessivo e articolato forniamo al sistema scolastico piemontese una serie di strumenti che potranno utilizzare gli insegnanti, i dirigenti scolastici, le famiglie, per garantire in modo vero e universale il diritto allo studio ai giovani piemontesi.
Questa è la vera scommessa della legge in esame.
Come facciamo tutto questo? Non lo facciamo con l'aria fritta, con le parole e le enunciazioni; lo facciamo stanziando i fondi, che sono la cosa fondamentale, che negli anni precedenti era venuta a mancare.
Il rapporto lo conosciamo tutti: 80% di risorse per la scuola paritaria e 20% di risorse per la scuola pubblica. Questo era lo stanziamento in tutti i bilanci delle Giunte Ghigo, relativamente al diritto allo studio.
Adesso abbiamo più dell'80% delle risorse destinate alla scuola pubblica. Esiste ancora il fondo destinato alle scuole paritarie, ma anche questo fondo non viene più elargito in modo libero dai controlli, così come era accaduto negli anni passati, quando chiunque poteva accedere indipendentemente dalla propria situazione economica.
La Magistratura sta mettendo in luce, ancora in questi giorni, coloro che hanno beneficiato di questi finanziamenti senza averne diritto.
Noi, invece, introduciamo in modo certo, assoluto, l'ISEE, quindi l'obbligo di certificare il proprio reddito per poter accedere al finanziamento.
Per farla breve - poi interverremo sui singoli articoli - stanziamo molti milioni di euro per la scuola pubblica, che rimane al centro dell'interesse complessivo che questa Amministrazione e questa maggioranza hanno nell'affrontare il tema dell'istruzione e dell'accesso all'istruzione per tutti.
Garantiamo maggiore trasparenza ed equità, maggiore giustizia nell'attribuzione e nella ridistribuzione dei fondi destinati alla scuola paritaria e, soprattutto, forniamo strumenti veri, concreti, per le scuole e gli insegnanti, per avviare una grande campagna di mobilizzazione, una vera e propria vertenza per tenere i nostri ragazzi nel sistema scolastico pubblico.
Questa è la vera sfida: un Piemonte che sia sempre più all'altezza di competere, a livello internazionale, con i giovani degli altri Paesi che hanno sistemi scolastici pubblici, che offrono sempre più maggiori conoscenze e capacità competitiva alle loro generazioni.
una sfida che pensiamo di avere vinto come sinistra, perché riteniamo che questa legge sia stata fortemente ancorata ad una serie di valori di sensibilità di cui siamo portatori, e la sosterremo fino in fondo respingendo - e lo dico già con questo intervento - le provocazioni che potranno arrivare dai banchi delle minoranze.
Questa non è una legge di tutto il Consiglio regionale, ma è una legge voluta dal centrosinistra. Essa cancella una legge iniqua, ingiusta sbagliata, voluta dal centrodestra nella passata amministrazione e rilancia fortemente il tema dei diritti e della universalità dei diritti, che passano attraverso il sistema scolastico pubblico.



PRESIDENTE

Grazie, colleghi. Questo era l'ultimo intervento prima della sospensione.
Prima di chiudere la seduta, comunico che è stato reso noto l'orario dei funerali del signor Franco Raselli, un'altra vittima sul lavoro nell'ambito dell'incidente verificatosi nella fornace di Valenza. I funerali si terranno a Valenza, nella giornata di domani, 21 dicembre, alle ore 10.00, nel Duomo Santa Maria Maggiore.
La seduta pomeridiana è convocata per le ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.34)



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