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Dettaglio seduta n.274 del 11/12/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 15.00 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 16.06 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.30)



GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 16.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Auddino, Giovine e Lepri.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

b) Designazione Vicepresidente Vicario (decisione U.d.P. del 10 dicembre 2007)


PRESIDENTE

Comunico inoltre che, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del Regolamento, la Vicepresidente Mariangela Cotto sostituirà il Presidente in caso d'impedimento temporaneo a far data dal 10 dicembre 2007 al 10 luglio 2008.


Argomento: Bilanci preventivi

c) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2007


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale, in data 30 novembre 2007, ha trasmesso, in ottemperanza all'articolo 24 della legge n. 7/2001, (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte) n. 8 deliberazioni del 5 novembre e in data 6 dicembre n. 8 deliberazioni del 19 novembre. Gli atti sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

d) Distribuzione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 18, 26, 27 e 28 settembre 2007, che saranno posti in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Sicurezza sul lavoro - Commemorazioni

Commemorazione in ricordo degli operai deceduti in seguito ad incidente sul lavoro presso la ThyssenKrupp (iscrizione all'o.d.g. della proposta di legge n. 502 "Fondo regionale di solidarietà per le vittime degli incidenti sul lavoro")


PRESIDENTE

Colleghi, vi prego un attimo d'attenzione.
Come tutti sapete, fin dal primo momento, alla notizia dell'incidente dello stabilimento alla ThyssenKrupp, mercoledì 5 dicembre scorso, è emersa chiara la dimensione di quanto tragico fosse quest'incidente del lavoro uno dei più gravi tra quelli verificatisi nella nostra Regione. Sono stati dieci gli operai coinvolti, quattro sono deceduti: Antonio Schiavone Roberto Scola, Angelo Laurino e Bruno Santino. Tre giovani lavoratori rimangono ricoverati in gravissime condizioni, sono: Giuseppe De Masi Rosario Rodinò e Rocco Marzio.
Quella verificatasi a Torino è una vera e propria strage, purtroppo è l'ennesima tra le tante tragedie che toccano il mondo del lavoro.
Il Consiglio regionale del Piemonte ha immediatamente espresso il cordoglio alle famiglie delle vittime, ha aderito al lutto cittadino di ieri partecipando con delegazione ampia e rappresentativa di quasi tutte le forze politiche al corteo indetto da organizzazioni sindacali per la sicurezza in luoghi di lavoro e nel pomeriggio, con altrettanta partecipazione, alla messa di suffragio celebrata dal Cardinale di Torino Severino Poletto.
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio, nella seduta di ieri, ha aderito alle iniziative di solidarietà per le famiglie delle vittime e domani, in sede di Conferenza di Capigruppo, avanzerà formalmente ulteriori proposte ai Presidenti dei Gruppi consiliari per un intervento concreto di solidarietà da parte di tutti noi; vi propongo pertanto un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Colleghi, vi comunico, inoltre, che i Presidenti dei Gruppi consiliari riunitisi in una Conferenza dei Presidenti dei Gruppi questa mattina, dopo i tentativi di rinnovare i Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti, hanno deciso di sottoscrivere e presentare in data odierna un progetto di legge di prima solidarietà per le vittime degli incidenti sul lavoro.
Si è ritenuto unanimemente di mantenere il momento della discussione su quest'evento drammatico e su tutti gli eventi drammatici che toccano il mondo del lavoro - purtroppo - al Consiglio regionale straordinario, che già era stato richiesto mesi fa dal Presidente Ricca e calendarizzato due settimane fa per la seduta di Consiglio di martedì 18 dicembre. Pertanto si è ritenuto di mantenere la data già fissata per lo svolgimento di questo dibattito.
Si è ritenuto altresì di dover affrontare complessivamente la questione, perlomeno per la parte di competenza legislativa di questo Consiglio regionale, in sede di Commissione permanente, affrontando compiutamente e con riflessione adeguata il tema del lavoro e, per quanto di nostra competenza, della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ciò nonostante si è ritenuto di anticipare una parte di quello che potrebbe essere il contenuto di una disciplina legislativa nuova, avanzando una proposta di legge che anticipi l'entrata in vigore di un particolare aspetto della nuova materia, in particolare di intervenire con forme di solidarietà da far entrare in vigore immediatamente.
Quindi vi propongo di iscrivere all'o.d.g. del Consiglio la proposta di legge n. 502: "Istituzione di fondo di solidarietà per le vittime degli incidenti sul lavoro", con l'intesa che si tratta di un intervento che non va a sostituire compiutamente l'intervento che dovremo fare in materia, ma è una prima anticipazione, ferma restando l'istanza che solleciter formalmente al Presidente della Commissione competente di intervenire sulla materia. Intendo dire che solleciterò non perché ce ne sia la necessità, ma per dare conto al Presidente della Commissione delle risultanze dei lavori nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.
Pertanto, se non ci sono controindicazioni, considero accolta la richiesta d'iscrizione del punto all'o.d.g.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, ho avanzato solo una proposta d'iscrizione del punto all'o.d.g.
Se non ci sono indicazioni, do per accolta la richiesta d'iscrizione.



(L' Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Prima di darle la parola, Presidente Scanderebech, terrei a comunicare ai colleghi che i funerali delle quattro vittime dell'incendio della ThyssenKrupp si terranno giovedì 13, alle ore 11.00, nel Duomo di Torino conseguentemente vengono sconvocate la seduta ordinaria della V Commissione, prevista alle ore 10.30, e la seduta ordinaria della VI Commissione, prevista alle ore 11.30. Rimane unicamente convocata la seduta congiunta della II e V Commissione, in cui erano calendarizzate delle audizioni per le ore 09.30 di giovedì 13 dicembre 2007. Ribadisco, quindi che nella mattina sono sconvocate le sedute ordinarie della V e VI Commissione, rispettivamente previste per le ore 10.30 e 11.30. Sempre nella mattinata, le uniche sedute che si effettueranno saranno quelle della II e V Commissione, che si terranno in forma congiunta, che procederanno alle audizioni dalle ore 09.30 presumibilmente fino alle ore 10.30. In ogni caso, dovranno terminare in tempo utile per dare la possibilità, a coloro che lo desiderano, di recarsi ai funerali.
La VI Commissione si terrà regolarmente alle ore 14.00 di giovedì 13 dicembre 2007.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Richiesta d'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 871 "Emergenza sanitaria - grandi ustioni" presentato dai Consiglieri Scanderebech, Botta Casoni, Monteggia, Rossi e Vignale


PRESIDENTE

Poiché abbiamo iscritto all'o.d.g. la proposta di legge n. 502 proporrei di procedere all'esame di questo punto, sempre che non vi siano indicazioni in senso contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Non so se la dottoressa Garabello glielo ha fatto presente, ma volevo ricordare che ho presentato un ordine del giorno avente per oggetto "Emergenza sanitaria-grandi ustioni", che non c'entra nulla con la sicurezza sul lavoro e con quanto dovranno stabilire e legalizzare i Magistrati, e nemmeno con quanto diremo nei prossimi giorni per quanto concerne la sicurezza sul lavoro.
Tuttavia, ci sono state delle comunicazioni da parte di esponenti appartenenti al mondo della sanità e si sono verificati degli episodi che sono sotto gli occhi di tutti. E poiché c'è stata un'emergenza, ed è presente l'Assessore, è giusto che se ne parli in modo tranquillo e serafico.



PRESIDENTE

La sua, quindi, è una richiesta di iscrizione di un nuovo punto all'o.d.g.?



SCANDEREBECH Deodato

Sì, da trattare subito dopo, perché correlato al disastro accaduto.



PRESIDENTE

Procederei con il seguente ordine: innanzitutto, potremmo procedere con la prima parte della richiesta del Consigliere Scanderebech, relativa all'iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno da lui presentato. Come da prassi, se non vi sono interventi in senso contrario, la richiesta viene accolta.



(L' Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Tale ordine del giorno risulta pertanto iscritto all'o.d.g..
Procederemo successivamente a verificarne la modalità di discussione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di legge n. 502 "Fondo di solidarietà per le vittime degli incidenti sul lavoro"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 502.
La parola al Consigliere Larizza, che interviene in qualità di relatore; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco, relatore

Grazie, Presidente.
Il provvedimento da lei richiamato che è oggi in discussione, "Fondo di solidarietà per le vittime degli incidenti sul lavoro", non sarà purtroppo sufficiente per affrontare la complessa tematica che in questi giorni è stata drammaticamente richiamata alla nostra attenzione. Tuttavia, ritengo che si tratti di un provvedimento importante, sia per il contenuto che per la tempestività e l'urgenza con la quale oggi decidiamo.
Chiunque abbia avuto modo di partecipare alla manifestazione tenutasi ieri, avrà sicuramente avvertito la richiesta di non essere abbandonati, n dimenticati, pervenuta dai lavoratori che hanno visto morire i propri compagni. È dunque una richiesta di attenzione più costante rivolta anche alle istituzioni.
Così com'è stato anticipato dal Presidente, avremo modo di entrare nel merito di questi temi nella seduta straordinaria del 18 dicembre; questi temi sono stati affrontati, di volta in volta, per provvedimenti legislativi a livello nazionale, ma anche in questa sede.



(Brusìo in aula)



LARIZZA Rocco

Non chiedo il silenzio assoluto, ma poiché si tratta di un tema delicato, che ognuno di noi vive in un certo modo, diventa anche difficile esprimere dei concetti chiari.
Vorrei ribadire che non siamo un Paese nel quale mancano le leggi anche se, se sul piano legislativo, come avremo modo di fare anche in Regione con il provvedimento attualmente in discussione, tutto si pu perfezionare. Come ripeto, però, torneremo sull'argomento nella seduta di martedì prossimo.
La materia che abbiamo di fronte è molto complessa, perché tocca le radici del sentire comune, di una comunità, tocca il nostro modo di intendere, anche da un punto di vista culturale, il lavoro e il suo valore soprattutto, se mi consentite, il lavoro operaio, vista la drammaticità della situazione. Noi oggi affrontiamo solo un aspetto di questo problema.
La proposta di legge in oggetto risponde ad uno spirito che ha sempre contraddistinto, come recita la relazione, "la politica di solidarietà della Regione Piemonte", già richiamata con l'approvazione della legge regionale del 22 agosto 1979, n. 46, con la quale si era prevista l'istituzione del Fondo di solidarietà Roberto Crescenzio, Emanuele Jurilli e Carmine Civitate.
Questi aspetti ci richiamano alla mente momenti davvero tragici per la nostra comunità. Ma come abbiamo saputo fare in passato, credo che anche di fronte a queste problematiche saremo in grado di muoverci.
In tal senso, dopo averne espresso all'articolo 1 le finalità s'istituisce il Fondo regionale di solidarietà per le vittime degli incidenti sul lavoro, finalizzato ad erogare contributi a favore dei familiari delle persone decedute a seguito di incidenti avvenuti, appunto per ragioni di lavoro. Un Regolamento della Giunta regionale, adottato previo parere della competente Commissione consiliare - avremo quindi modo di tornarci - dovrà stabilire i destinatari, i criteri, le modalità e i termini per l'erogazione di tali contributi.
Come dicevo prima, il progetto di legge s'inserisce nel quadro delle iniziative legislative volte ad attuare e promuovere misure per la tutela la sicurezza nei luoghi di lavoro quale esercizio della funzione legislativa - una funzione concorrente con quella dello Stato-Regioni "tutela e sicurezza del lavoro, tutela della salute" - e vuole non dimenticare tutte le tragiche morti bianche che si sono verificate nel nostro territorio piemontese, anche quelle di qualche giorno prima di questo tragico evento.
L'articolo 2, dopo aver istituito il Fondo, prevede che i contributi possano interessare tutti gli incidenti che si sono verificati già nel 2007. Sempre con questo spirito è dettata la norma d'urgenza di entrata in vigore della legge.
L'articolo 3, relativo alla norma finanziaria, prevede lo stanziamento di un milione di euro nello stato di previsione della spesa di bilancio regionale.
Se mi consente, Presidente, vorrei fare ancora qualche breve considerazione.
Quanto è avvenuto in questi giorni segnala che anche nella moderna Torino - l'ho già detto in altre sedi, ma voglio ribadirlo anche in quest'occasione - la "questione operaia" non ha ancora trovato una soluzione. Noi stiamo parlando di uno stabilimento, proprietà di una multinazionale tedesca, che non ha solo una storia gloriosa di produzioni come sappiamo. È l'ultimo pezzo della siderurgia torinese, che ha rappresentato nella storia di Torino un tassello importante per il ciclo produttivo della FIAT. Quest'azienda - che si chiamava molti anni fa "Ferriere FIAT" - è un'azienda i cui confini arrivavano a pochi passi da piazza Statuto.
Quindi, un'azienda inserita nel cuore di Torino, non solo della Torino delle periferie; ed è un'azienda della quale si discuteva alla fine degli anni '60 circa l'inquinamento nei quartieri, perché si erano trovate tracce di silicio nei polmoni dei bambini. Quindi, si produceva a contatto non solo con i lavoratori, dei quali non ve n'è uno di quelli che hanno lavorato in quell'azienda che non sia uscito con i polmoni intasati di silicio.
Quella della salute e della tutela della sicurezza dei lavoratori è una storia antica, che ha conosciuto momenti di lotta importanti da parte dei lavoratori. Forse negli ultimi tempi ci si è dedicati ad altri aspetti senza valutare quanto era importante affrontare anche questo problema, che è un problema che riguarda quei lavoratori, ma riguarda l'intera comunità come ci ricorda sempre la Costituzione repubblicana.
Quest'incidente ha causato una strage di operai; è stato ricordato sono quattro morti e ci sono ancora tre feriti negli ospedali, le cui condizioni restano disperate.
È uno stabilimento che era in via di smantellamento, ma siccome l'unica cosa che conta è la produzione, si è deciso probabilmente di fare produrre al massimo, aumentando anche i turni. Ma siccome i turni non bastavano e i lavoratori non riuscivano a coprire tutto, si è deciso di andare anche oltre lo straordinario.
Per immaginare come la storia delle condizioni di vita della gente cambia quando noi prendiamo qualche provvedimento in qualche istituzione bisogna sapere che alla fine degli anni '60 si sono conquistate le 40 ore si potevano fare al massimo otto ore di straordinario la settimana e in un giorno non si potevano superare le due ore di straordinario. C'è gente che quattro delle otto ore previste le faceva in un giorno solo. Se noi lavoriamo quattro ore in più in un ambiente come questo, ci sentiamo stanchi.
Vorrei che immaginassimo che cosa vuol dire lavorare in un'acciaieria dopo otto ore, altre quattro ore e per di più di notte. Se ci pensiamo forse ci viene in mente che qualcosa in più bisogna fare, che non c'è solo la competitività, che non c'è solo la produttività; e anche quello che hanno recuperato in termini di produzione, adesso non lo possono più recuperare, perché mi auguro che quello stabilimento non riprenda oggi il lavoro se non c'è sicurezza. E dato che questo stabilimento deve essere chiuso, forse è meglio anticipare, facendoci carico delle condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie.
Su queste cose credo che avremo modo di tornare ulteriormente e penso che ce ne sia un po' per tutti. Qualcuno ha scritto sui giornali che bisogna fare una svolta, ma questa svolta deve riguardare le organizzazioni sindacali in primo luogo, le forze politiche e le istituzioni, e possibilmente anche gli organi di informazione, che in questi giorni hanno dato sicuramente molti argomenti. Vorrei che non ci dimenticassimo neanche successivamente, perché ho visto giornali anche importanti, e non solamente quelli moderati, spesso relegare nelle pagine interne i morti sul lavoro.
Spero che questo non si debba più ripetere.



PRESIDENTE

La parola alla correlatrice, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela, relatrice

Scriveva Lalla Romano che le parole, per essere veramente importanti devono essere poche. Non voglio aggiungere molte parole a quelle pronunciate, con puntualità e tempestività, dal Presidente del Consiglio e dal collega Larizza. La Regione Piemonte da sempre, con iniziative di solidarietà, ha cercato di non lasciare soli i familiari delle persone che sono decedute a seguito gli incidenti avvenuti per ragioni di lavoro.
Questo è lo spirito anche di questo progetto di legge, che, com'è già stato detto, affronta solo l'aspetto di istituire un fondo di solidarietà per tutte le tragiche morti bianche nei vari settori produttivi. Martedì prossimo ci sarà l'occasione per discutere in modo più approfondito sulla sicurezza sul posto di lavoro. È da parecchio tempo che il collega Ricca chiede la discussione di quest'argomento in Consiglio. Parleremo delle competenze dello Stato e della legge n. 626, che impone controlli e che dice chi deve fare che cosa. Chiederemo maggiori dati all'Ispettorato del Lavoro, all'INAIL, agli SPreSAL. Sui giornali abbiamo letto della carenza di organico, che è un discorso che si ripete; magari in quell'occasione possiamo trovare la forza delle idee per venire incontro a questa costante carenza di organico e vedere come la Regione, se ci crede, può fare la sua parte come ha già fatto in passato per altre occasioni. Presidente, mi fermerei qui.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Anch'io brevissimamente, perché come il Consiglio ha deciso che interverremo la settimana prossima sulle questioni di merito relative al tema della sicurezza sul lavoro con comunicazione dei due Assessori competenti. Volevo solo comunicare al Consiglio che noi ieri abbiamo istituito un fondo per intervenire immediatamente sulla vicenda dei quattro operai morti della Thyssen, e che ovviamente provvederemo a predisporre il regolamento attuativo, in modo che questa legge possa diventare rapidamente operativa. Però volevo solo comunicare che siamo già in grado di intervenire subito con un fondo di emergenza, in modo da avere il tempo di seguire l'iter che la legge ha previsto, che richiede un regolamento attuativo e anche una messa a bilancio delle risorse nel prossimo bilancio per il quale inizia l'iter di discussione la settimana prossima.
Per il resto, interverremo la settimana prossima e nel dibattito generale.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Credo che quella di oggi sia, una volta tanto, una pagina sicuramente positiva da parte del Consiglio Regionale per la risposta puntuale, veloce e di fronte all'emergenza sicurezza sul lavoro, così drammaticamente evidenziata dall'incidente alle Acciaierie Thyssen.
Il Consiglio è riuscito a dare oggi una risposta collegiale e globale da parte di tutti con questo progetto di legge, che è il risultato di una riflessione di insieme fatta stamani da tutti i Gruppi consiliari, cui credo davvero fra pochi minuti riusciremo a dare anche una concretezza di approvazione legislativa.
Pertanto, siamo riusciti a dare un'iniziale risposta all'emergenza che soprattutto ha toccato e toccherà le famiglie dei lavoratori rimasti purtroppo colpiti tragicamente nei giorni scorsi. È un dovere che dovevamo svolgere e che credo abbiamo compiuto bene, ma non dobbiamo fermarci qua.
Il problema della sicurezza sul lavoro impone al Consiglio regionale proprio per le funzioni legislative concorrenti che abbiamo come Regione nei riguardi dello Stato, un impegno sul fronte dei controlli. Si è detto giustamente che sarà necessaria una maggiore disponibilità di ispettori INAIL da parte dello Stato. Però, credo che, come Regione insieme ai tecnici e agli ispettori dello SPRESAL, dobbiamo dimostrare più impegno e più serietà da parte dell'ASL e della Regione nei controlli sui posti di lavoro.
Possiamo dividerci, come è già successo e magari capiterà ancora, sulle politiche economiche, del lavoro e sulle politiche industriali, per sull'incolumità del posto di lavoro credo che davvero non ci debbano essere differenziazioni e divisioni. Quindi, da questo punto di vista, credo che si sia fatto un iniziale buon lavoro e mi auguro che celermente si prosegua nei prossimi giorni dando una dimostrazione di efficienza, ma anche di affetto e solidarietà vera del Consiglio regionale verso i cittadini del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Credo che il provvedimento che stiamo per votare rispecchi i valori di civiltà e di sensibilità della nostra Regione e che sia una risposta importante che diamo, come Istituzione, ad un'esigenza di solidarietà che deve essere manifestata con immediatezza.
Voglio ricordare che in Piemonte, ogni anno, si verificano decine di morti sul luogo di lavoro. L'anno scorso erano 109, in maggioranza passate sotto silenzio, salvo qualche notizia sui giornali locali. Credo che noi dovremmo muoverci, come stiamo facendo, sul piano della solidarietà, ma anche verificare se sia possibile fare qualcosa di più dal punto di vista della normativa, che già esiste e che è una tra le più avanzate nel nostro Paese, come ricordava l'intervento del Consigliere Larizza.
Soprattutto, dovremmo fare di più per mettere a disposizione le risorse, per fare in modo che i controlli siano più efficaci, continuativi e pretendere che, una volta espletato quanto spetta alla Regione, anche lo Stato e gli altri Enti facciano la loro parte. Dovremmo affrontare questi aspetti all'interno della discussione del disegno di legge che ha preparato l'Assessore Migliasso in materia di lavoro e di sicurezza.
Mi chiedo se non sia opportuno, come già è stato proposto questa mattina, pensare di stralciare gli articoli che parlano di sicurezza per farne un provvedimento dedicato e pensare ad una corsia preferenziale per la sua discussione, in modo tale da arrivare in tempi rapidi a definire un punto fermo anche in materia di sicurezza sul lavoro.
C'è sicuramente una questione operaia, richiamata anche dal Consigliere Larizza, ma c'è anche la questione dei tanti lavoratori alle dipendenze di piccoli imprenditori senza supporti sindacali, con tutele ridotte e sottoposti a pressioni notevoli. Dovremmo affrontare anche questo problema ma lo faremo probabilmente il prossimo martedì - in termini più complessi e cercare di capire come, anche attraverso la nostra azione, si possano sollecitare gli enti preposti perché si riduca il fenomeno e come possa essere risolto il problema della sostanziale impunità per i responsabili delle morti sul lavoro.
Fatte queste riflessioni, do piena adesione al provvedimento che è stato presentato e mi auguro che si possa lavorare sul piano della normativa e delle risorse da stanziare per garantire veri interventi di prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro, già a partire dalla discussione che affronteremo martedì prossimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Naturalmente, anche il nostro Gruppo ha aderito prontamente a questa richiesta e aveva già segnalato, la scorsa settimana, al Consigliere Botta che questo era un altro tema da abbinare, già quando avevamo licenziato il testo sulla sicurezza, in accordo con il collega Robotti che aveva sollevato questo problema.
Mi unisco a tutte le parole che sono state dette, ma voglio fare un'ulteriore riflessione rivolta alla Presidente Bresso. Questo è un fondo di solidarietà, tutti stanno compiendo dei gesti più o meno simbolici ed è giusto che anche la Regione faccia qualcosa di concreto per cercare di aiutare le famiglie. Però, ritengo che nella legge che andremo a discutere più avanti possa essere interessante pensare che le ASL possano svolgere un ruolo più incisivo nei controlli e in quello che viene denunciato come una sorta di esiguo controllo nei servizi di sicurezza delle aziende. Sappiamo che le competenze sono diverse, sappiamo anche che la sanità è già gravata da costi non indifferenti. Credo che aumentare il numero degli ispettori di coloro che devono effettuare i controlli nelle società, forse, in futuro, ci aiuterà anziché a rimpinguare i fondi, magari, ad evitare un possibile incidente o se l'incidente deve succedere almeno ad avere dei mezzi adeguati di protezione relativamente al tipo di incidente che si sviluppa.
Probabilmente, in questo caso, abbiamo sentito parlare di estintori non verificati, ma io penso che non sia dipeso dall'estintore il fatto che è accaduto. Sappiamo benissimo che si è trattato di un incidente nel quale gli estintori, anche se funzionanti, potevano fare ben poco. Magari, in altre situazioni, un estintore che non funziona potrebbe determinare guai altrettanto gravi.
Allora, non bisogna permettere che le aziende sottovalutino i requisiti di sicurezza. Quindi, va bene approvare oggi nell'emozione e nell'urgenza questo provvedimento, che prende atto e dà un aiuto alle famiglie dei caduti, ma non pensiamo con questo di aver risolto il problema. Secondo me così come nella medicina e nella sanità in generale, la prevenzione è preliminare alla cura. In ambito regionale, la prevenzione la possono fare i servizi di controllo delle ASL in materia di lavoro.
Quindi, chiederei che l'Assessore alla sanità tendesse a dare più risorse e servizi prevenzione alle ASL e forse, in futuro, dovremo piangere meno morti per cause di lavoro e, magari, richiamerei anche una più attenta responsabilità dei titolari di aziende che operano nella Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Credo che, quando su vicende come queste c'è unanimismo così trasversale, non sia mai una cosa positiva. È sicuramente positivo che insieme si prendano provvedimenti in favore di chi ha una perdita gravissima e incolmabile per cause di lavoro e di servizio, ma le logiche che ci guidano nell'affrontare tali questioni e la cultura che ci contraddistingue nell'affrontarle, per quanto riguarda noi di sinistra e credo larga parte dello schieramento politico, sono proprio diverse.
Noi pensiamo che questo meccanismo di accumulazione di capitalistica sempre più avanzata e sempre più fuori controllo, sia la vera causa degli incidenti sul lavoro, che la ricerca spasmodica di profitti sempre maggiori contragga sia la spesa per la sicurezza sia la spesa per i salari costringa i lavoratori a turni massacranti; riduca quindi la possibilità di avere un atteggiamento vigile e di sicurezza anche nel proprio comportamento nell'ambito dell'attività lavorativa che svolgono nelle aziende e quindi produca, alla fine, l'incremento del numero di incidenti e di morti sul lavoro.
Credo che sia giusto dire in quest'Aula solenne queste parole affermare con chiarezza che una causa c'è e che questa causa è il meccanismo di accumulazione capitalistica che contraddistingue questa fase del mondo e della storia, che ha nell'ipersfruttamento dei lavoratori il proprio tratto distintivo.
Pensiamo che questo provvedimento sia giusto, e ovviamente voteremo a favore, ma pensiamo anche che sia stato pensato in modo sbagliato. Noi riteniamo che le persone che vivono e che subiscono questi drammi debbano essere aiutati perché i meccanismi d'ascensione sociale, d'elevazione sociale che hanno sempre contraddistinto - quanto meno negli ultimi 50 anni della vita e della storia di questo Paese - la classe operaia di questo nostro grande Paese, possano in qualche modo essere ancora ristabiliti.
Noi oggi sappiamo che se un ragazzo è figlio di un lavoratore salariato in una grande fabbrica del nord, quasi sicuramente continuerà a fare il lavoro che faceva il padre; anzi, se non peggio, perché è possibile che finisca per fare un lavoro precario, discontinuo, sottopagato. Così come sappiamo che chi è figlio di un commercialista, di un medico, di un avvocato, quasi sicuramente farà il professionista, svolgerà un'attività professionalmente molto elevata.
So che questo è un dibattito che spesso raccoglie attenzione anche da molti dei nostri amici e compagni del Partito Democratico; so che è un tema che stiamo affrontando e che l'assessore Pentenero sta affrontando nel disegno di legge sul diritto allo studio; so che la Presidente Bresso più volte tende a sottolineare e a spingerci ad affrontare questo tema nel modo giusto, quindi investendo risorse nel sostegno all'istruzione, alla ricerca, all'innovazione, per coinvolgere i nostri ragazzi in un percorso di accrescimento della loro cultura e delle loro possibilità sociali, così come anche l'Assessore Bairati.
So che questo tipo di cultura doveva contraddistinguere anche questo provvedimento; se dovevamo fare un provvedimento oggi, questo doveva riguardare per i figli dei deceduti e delle decedute per cause di lavoro o di servizio, per questi ragazzi e queste ragazze la possibilità di potere arrivare fino ai massimi livelli di istruzione possibile offerti dal sistema scolastico primario, secondario e universitario del nostro Paese per permettere loro un riscatto sociale che molto probabilmente non avranno, perché si troveranno in condizioni economiche, sociali e familiari che non gli permetteranno di arrivare sino ai massimi livelli di istruzione. Almeno a queste ragazze e a questi ragazzi noi dovremmo garantire e permettere la possibilità di arrivare sino a quei livelli di istruzione.
Come Gruppo dei Comunisti Italiani, il 16 marzo 2006 avevamo presentato una proposta di legge (numerata m. 257). che prevedeva proprio la possibilità di applicare questo tipo di atteggiamento nei confronti delle famiglie che subivano il dramma della perdita di un proprio caro o di una propria cara per cause di lavoro o di servizio.
Presidente, noi voteremo questo provvedimento d'oggi, però glielo ripetiamo: riteniamo che sia stato pensato nel modo sbagliato e che soprattutto non ci distingua da un pantano entro cui tutti s'infilano, di un pietismo dovuto principalmente all'attenzione mass-mediatica. Infatti sugli altri 900 o 1000 morti l'anno, mai nessuno si alza da questi banchi per sostenere che bisogna assumere un provvedimento! Mai si è fatto un dibattito! Mai ci si è posti il problema di affrontare tale questione in modo organico! Per lungo tempo, l'unico uomo politico che ha posto con forza questo tema è stato il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano! E così ha fatto la sinistra, in silenzio, spesso isolata o non ascoltata dalla grande stampa nazionale e locale! Si tratta di temi di cui si pu anche non discutere o non ragionare.
Spero che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane si possa aprire un dibattito, a partire dal Consiglio regionale del 18 p.v. chiesto dal collega Ricca e da altri colleghi, e che materialmente, praticamente si voglia affrontare con forza e con coraggio questi argomenti, senza provvedimenti che io ritengo pietistici e spesso inutili come quello che ci accingiamo ad approvare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Intervengo anch'io brevemente per dire che credo che questo provvedimento non si possa che definire indiscutibile. Ricordo che avevo sollevato il problema quando si era discussa la legge che prevedeva un analogo provvedimento per i soldati morti in missione per l'esercito italiano. Credo che bene si faccia a prendere oggi questa decisione, però non posso fare a meno anch'io - come chi mi ha preceduto di rilevare alcuni punti che non possono non essere sollevati in questo momento.
Con questa legge, noi rispondiamo in parte a quanto è stato dichiarato dai familiari, che ci hanno chiesto di non essere abbandonati. Quindi noi prendiamo coscientemente parte a questa loro domanda, però credo che si debba anche dare una risposta a tutti coloro che corrono il rischio di dovere passare attraverso la stessa prova dolorosa che hanno passato gli operai che sono morti, e non solo loro. Bisogna, infatti, ricordare che lo scorso anno i morti sul lavoro in Italia sono stati più di 1.300 quest'anno siamo già a 830 morti e il Piemonte è una delle regioni che ha uno dei primati più dolorosi.
Io credo che su questo provvedimento si sarà l'unanimità. Tuttavia anch'io come il collega Robotti penso che, se approfondiremo il discorso le diversità su questi temi emergeranno inevitabilmente.
Personalmente, non riesco a non pensare che queste morti siano figlie anche della precarietà di questa visione neoliberista che pervade gran parte della nostra società. Credo di essere in buona compagnia se cito Epifani che, a gennaio di quest'anno, parlando di morti sul lavoro, diceva che le morti sul lavoro sono colpa delle esternalizzazioni, di appalti senza garanzie, di lavoro grigio o nero dei migranti, e che per una larga parte delle imprese la competitività si gioca sui costi e sulla mancanza dei diritti.
Credo dunque che su questi temi dovremmo riflettere sempre, non solo quando siamo presi dal dolore e dalla commozione per i morti che ci sono stati.
Giustamente, il Consigliere Larizza ricordava i problemi del silicio che intasava in lavoratori. Io credo che dovremmo ancora imparare la lezione da questi esempi, nel senso che oggi siamo molto bravi ad individuare i problemi passati, ma molto meno bravi nel guardare il presente.
Non voglio fare strumentalizzazioni, però dobbiamo ricordarcelo. Sui dubbi, le perplessità e le critiche che vengono dalle nanopatologie, ad esempio prodotte dalle nanomolecole, stiamo tutti zitti o perlomeno siamo molto meno interessati. Ripeto: siamo molto bravi a vedere quello che è accaduto quando ormai è storicizzato e molto meno bravi, invece, a vedere quello che noi stiamo facendo.
Infine, un'ultima cosa. Credo che il grido di non essere abbandonati probabilmente, ce lo hanno anche rivolto in silenzio tutte le famiglie di quelli che sono morti negli anni precedenti. So che le leggi non possono essere retroattive, so tutto quello che mi vorrete rispondere, però io continuo a pensare che i figli che ricordava il Consigliere Robotti, i parenti, le mogli, le conviventi e i conviventi di tutti quelli che sono morti sul lavoro negli anni precedenti, in questo momento si sentono in qualche modo un po' più abbandonati.
Non so se ho la soluzione, magari no, ma credo che noi, come Consiglio regionale, dovremmo per lo meno porci questo problema e per lo meno provare a ragionarci sopra; altrimenti, davvero, secondo la mia sensibilità, non abbandoniamo qualcuno, giustamente, invece tanti altri li abbandoniamo ingiustamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

In consecutivi interventi del pomeriggio sono state richiamate le competenze e gli impegni programmatici del Servizio Sanitario regionale, ne parleremo in maniera più diffusa nel corso del Consiglio tematico dedicato.
Vorrei solo svolgere una breve comunicazione rispetto ad elementi che sono stati anche comunicati nei giorni scorsi non ad opera dell'Amministrazione regionale, ma attraverso informazioni date dai referenti dei diversi settori. I servizi di prevenzione che sono contenuti nella loro descrizione e negli obiettivi assegnati nel capitolo 3 del Piano Socio Sanitario regionale si articolano per funzioni d'ispezione e controllo, informazione e formazione, intorno ad alcune tematiche che riguardano la sicurezza dell'alimentazione, che, quindi, passa attraverso tutti gli aspetti di controllo sulla filiera alimentare, attraverso servizi di controllo sulle caratteristiche della qualità ambientale realizzati in collaborazione con ARPA e attraverso servizi volti alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Anch'esse sono funzioni in parte condivise con il sistema regionale ARPA.
In ordine all'insieme delle funzioni che il capitolo e le strutture della prevenzione devono assicurare ricordo ai Consiglieri regionali che obiettivo del Piano è di praticare nel triennio il raggiungimento del 5 della spesa sanitaria regionale in direzione degli obiettivi di prevenzione.
Ricordo anche che le politiche di prevenzione e le metodiche d'intervento non sono strutturate secondo modelli organizzativi di particolare complessità, né adozione di tecnologie di particolare raffinatezza. L'attività della prevenzione è strutturata attraverso l'attivazione delle equipe professionali, della loro relazione, in modo particolare, con la Magistratura e gli altri organi ispettivi; quindi trattasi di attività da svolgersi prevalentemente con una coerente dotazione di personale dedicato, nonché attraverso una collaborazione che per i profili d'analisi più di tipo scientifico si avvale delle dotazioni invece, di ARPA.
In questo quadro, dove diventa rilevante la componente professionale umana, gli investimenti riguardano sostanzialmente l'adeguamento degli organici dei servizi. In questa direzione negli ultimi mesi due sono stati gli elementi di intervento. Uno è un tema di carattere generale, che monitoreremo attraverso l'applicazione delle aziende, quanto andrà in direzione della prevenzione, secondo i nostri obiettivi di priorità, e riguarda il trasferimento dalla condizione di precarietà del personale, ad oggi, in tutti i comparti, incaricato con contratti a termine verso la stabilizzazione in pianta organica. Si tratta di incarichi a tempo determinato, collaborazioni a progetto e borse studio che abbiano almeno 24 ore di impiego settimanali, che potranno, con concorsi riservati, tradursi in dotazioni di organico.
Il secondo, in particolare per la Città di Torino, riguarda il trasferimento di risorse che nell'arco di due tranche successive sono state strutturate intorno ad un ammontare complessivo di due milioni di euro.
Ricordo che l'attività di prevenzione nella Città di Torino, per convenzione pluriennale, è realizzata, ancorché le ASL fossero quattro e diventeranno due, attraverso l'attività dell'unico Dipartimento di prevenzione dell'ASL 1, la quale assicura il monitoraggio e la vigilanza di scala cittadina per conto delle altre aziende sanitarie. È con quest'ASL che la Magistratura svolge anche la propria parte di attività ispettiva chiedendo la collaborazione tecnico-professionale di queste figure collaborazione che è stata immediatamente coinvolta nel caso in specie ed è ancora attiva nell'istruttoria in corso.
Su quest'organizzazione dell'unico Dipartimento di prevenzione torinese è stata anche realizzata un'attività di accompagnamento sui modelli organizzativi realizzata in collaborazione con l'Università di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, avrei preferito che questo provvedimento passasse solo dopo il suo intervento, gli interventi dei due colleghi, chiamiamoli relatori di maggioranza e minoranza, e l'intervento della Presidente.
Ahimè, la volontà è stata un'altra e, anche se con dispiacere, voglio intervenire, in quanto dopo le dichiarazioni del collega Robotti si apre anche una questione politica: io e i colleghi del mio Gruppo non ce la sentiamo di essere accusati di votare oggi un provvedimento inutile.
Non solo, il collega Robotti ha accusato la sua maggioranza, perché ha parlato a tutti i livelli governativi, regionale e nazionale, di non aver voluto affrontare gli argomenti relativi alle morti per lavoro, ha definito inutile il provvedimento che andremo ad affrontare.
Ricordo al consulente Luca Robotti - uso il termine caro alla Presidente Bresso, la quale ha deciso di definire consulenti i Consiglieri quindi uso lo stesso termine che usa la Presidente del collega Robotti che fa parte di questa maggioranza, che ha avuto due anni e mezzo di tempo per fare approvare un eventuale provvedimento meno inutile o più utile, ma non lo ha fatto, delle due l'una: o è colpa sua o della sua maggioranza che non lo ha ascoltato. Se è colpa sua, non doveva dire le cose che ha detto se è colpa della sua maggioranza che non lo ha ascoltato, esca da quella maggioranza e faccia il freelance, esca da quella maggioranza.
Ora parliamo di cose serie, molto serie: da uno studio dell'Eurispes gli incidenti sul lavoro hanno comportato nel periodo 2003-2007 più decessi che nella terribile guerra in atto in Iraq, dove sono morti 3.520 militari mentre in Italia (dal 2003 al 2006) - i dati aggiornati, purtroppo, sono questi - sono 5.252 coloro che sono morti sul lavoro. A questi, Presidente dovremmo aggiungere, non essendo ricompresi, coloro che sono morti, sempre per lavoro, alla guida del loro automezzo per recarsi sul luogo di lavoro.
Così, il dato salirebbe e sarebbe ancora più drastico e drammatico.
Un incidente sul lavoro ogni 15 lavoratori, nel periodo 2003-2006, in Italia; un morto ogni 8.100 lavoratori. Ogni anno, questo disastro comporta per la società, oltre al danno terribile per le famiglie e le vittime, cui vanno aggiunti, i feriti, coloro che rimangono menomati in modo gravissimo e coloro - ahimè - che rimangono diversamente abili, un costo di 50 miliardi di euro. L'età media di chi perde la vita sul lavoro è di 37 anni signor Presidente.
Credo che occorra intervenire con le imprese in modo serio, anzich vessarle fiscalmente e burocraticamente; occorre fare un patto per la sicurezza; si devono intensificare i controlli; si deve eliminare il meccanismo di appalti e subappalti. Nei subappalti spesso si risparmia troppo sulla sicurezza e sul costo dei lavoratori, spesso scegliendo maestranze non preparate e precarie.
Questi sono gli argomenti di cui, forse, se oggi si fosse scelto di aprire un dibattito, si doveva parlare. Ma lo faremo sicuramente nel Consiglio - tardivo - convocato per il 18 dicembre. In quell'occasione scenderemo nel dettaglio, però oggi, visto che anche altri sono intervenuti prima, qualche parola su quest'argomento mi sono sentito di spenderla perché le morti di quei lavoratori - tante, troppe - pesano in ugual misura su ciascuno di noi e ne siamo tutti un pochino responsabili.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Effettivamente si era deciso di non intervenire, ma visto che numerosi sono stati gli interventi, ritengo di dover esprimere brevemente quello che è il mio pensiero su questa problematica.
Penso che l'accumulazione capitalistica, così come qualcuno ha voluto richiamare, c'entri ben poco sul problema delle morti bianche. Ci sono Paesi con uno sviluppo e con un livello occupazionale superiore al nostro che potremmo definire sicuramente molto più capitalisti (o capitalistici) dell'Italia, dove le cose funzionano perfettamente, perché c'é una diversa cultura della legalità.
La questione, allora, non può riguardare il livello capitalistico o di accumulazione di un determinato Paese, ma l'applicazione e la capacità di rispettare le norme e le leggi vigenti, che in Italia ci sono e sono ottime.
Purtroppo, sono tantissime le segnalazioni che ho ricevuto in via anonima. Per quello che è il target del partito che rappresento, spesso giungono segnalazioni di illiceità. Un esempio per tutti: sono tantissimi gli operai che lasciano intendere che il giorno prima delle ispezioni, chi ne ha la responsabilità, la capacità e il potere organizzativo avvisa che l'indomani ci sarà l'ispezione, affinché si provveda a mettere a posto tutto ciò che è possibile, per non incorrere in guai.
Già questo, se fosse vero, sarebbe gravissimo. Ma l'intelligenza di chi mi ascolta non può che cogliere e comprendere, ma di più non posso dire. Io faccio politica, dovrebbero essere altri a svolgere funzioni di indagine in tal senso.
Però è questo il tessuto diffuso di illegalità che regola questo sistema e questi ambienti. Ed è per questo che le regole non vengono rispettate. È per questo che, ovviamente, non rispettando le regole s'incorre continuamente in incidenti.
Come qualcuno ha richiamato, uno dei settori più colpiti dal dramma delle morti bianche è quello dell'edilizia.
Se veramente si volesse far qualcosa nel settore edile, come il collega che mi ha preceduto ha, in un certo senso, accennato, si dovrebbe rendere responsabile l'impresa appaltatrice principale. Poi ci potrebbero essere decine di imprese subappaltatrici, ma dovrebbe essere sempre il primo che riceve l'appalto a detenerne la responsabilità.
E la legge n. 626? Pur essendo un'ottima legge, quante sono le aziende nelle quali manca la nomina del responsabile per la sicurezza? E qualora la nomina per il responsabile della sicurezza ci sia, nel caso di un disastro ha un'assicurazione che possa coprire i danni che si sono venuti a determinare, magari per una sua inadempienza? Questi soni i nodi cruciali. Ma vi è anche una domanda che nasce spontanea: i sindacati che ieri sono stati aggrediti e fischiati nella manifestazione, cosa fanno rispetto a quello che dovrebbero effettivamente fare? Tante sono le inadempienze, alcune di carattere più generale, altre di carattere specificatamente penale. Ed è per questo che io ritengo che la prossima settimana si debba affrontare in modo più approfondito l'argomento, per cogliere tutti gli elementi necessari e individuare i correttivi ormai necessari e indifferibili. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Credo che sia stato opportuno aver deciso, anche in tempi non sospetti di convocare un Consiglio regionale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Limiterò quindi il mio intervento al tema che abbiamo oggi in discussione.
Concordo in larga misura con l'introduzione del collega Robotti. Anzi vorrei dire qualcosa in più. Questo è anche il motivo per il quale ci sentiamo così coinvolti su tale vicenda.
Credo che la stragrande maggioranza degli infortuni sul lavoro soprattutto quelli mortali, evidenzi ancora oggi - nel 2007 e non nel 1900 un profondo segno di classe: a morire non sono le professioni lautamente retribuite o quelli che, all'interno di questa società, sono riusciti a trovare un'alta collocazione. Spesso e volentieri sono gli ultimi, quelli che per condizioni sociali ed economiche stanno in fondo alla nostra società.
Proprio per questo, ritengo che ci sia un segno di classe pesante.
Credo che il provvedimento che andremo ad approvare non sia certamente inutile. È una materia molto delicata e complessa e avevamo l'esigenza - lo ribadisco - di dare una risposta immediata ai problemi che abbiamo di fronte.
Troppe volte la politica è accusata di essere distante da quelli che sono i problemi reali; talvolta si rischia di discutere e di fare molte parole, ma di non realizzare nulla.
Noi abbiamo inteso, con questo provvedimento - e credo che sia un sentimento comune di quest'Aula - dare un segnale di estrema attenzione a questo problema, dare un segnale di solidarietà umana alle famiglie di quanti sono stati colpiti, non solo da questo evento, ma da eventi simili.
È del tutto evidente che però la solidarietà umana a rispetto alle problematiche di questo tipo non esaurisce la funzione. Noi siamo chiamati a fare scelte dal punto di vista politico e diventerà estremamente importante che quella legge organica sulle problematiche del lavoro, che non è la legge sulla sicurezza, ma è la legge sul mondo del lavoro nel suo complesso, sul mercato e su come si entra nel lavoro, su come si definiscono i rapporti, venga adottata nei tempi più brevi possibili e per essa venga costruita una corsia preferenziale.
Credo che però il provvedimento che andiamo ad approvare oggi ci dia anche la possibilità di continuare a discutere di queste tematiche. Il fatto di aver delegato la Giunta a presentare un regolamento che dovrà ritornare in Commissione mi sembra un elemento importante. Direi, che per alcuni versi, può anche essere limitativo, perché su alcune questioni probabilmente sono necessari approfondimenti ulteriori.
Quindi, se uno dei problemi sollevati dal Consigliere Robotti, che condivido, è quello dell'elevazione sociale dei familiari delle persone colpite da questi lutti, ad esempio mi chiedo - senza mettere nulla in discussione - perché non proviamo a costruire, visto che ormai dovremmo arrivare in Aula la prossima settimana o comunque nei prossimi giorni, e ad introdurre una norma specifica nella legge sul diritto allo studio che vada a favorire questo tipo di situazione? Sicuramente dovremmo approfondire tutta questa vicenda su altre tematiche.
Credo che il provvedimento che licenziamo oggi sia un provvedimento importante, perché manda un segnale di grand'attenzione da parte di quest'istituzione a questi problemi, che andrà supportato da discussioni approfondite che questa mattina sono state by-passate dalla Conferenza dei Capigruppo, che ha ritenuto opportuno presentare un testo molto semplice che però non impedisce una discussione futura su questa partita, ma soprattutto dovremmo impegnarci seriamente nell'approvare la legge organica sul lavoro, adottando tutti gli strumenti i più elevati possibili che sono nelle nostre competenze per tentare di diminuire questa piaga presente tutti giorni nella nostra regione e nel nostro paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Comella; ne ha facoltà.



COMELLA Piergiorgio

Grazie, Presidente.
Sono convinto che senza dubbio rispetto agli incidenti sul lavoro e comunque, alla questione della sicurezza sul lavoro, la questione prevenzione sia l'elemento di fondo: la questione prevenzione significa norme, significa controlli e significa rigore sui controlli.
Il dato culturale mi pare che emerga in modo assoluto in tutta questa materia.
Penso che la discussione affrontata qui non esaurisca minimamente il tema. Sono altresì convinto che avremo la possibilità di ampliarlo molto meglio la settimana prossima con il Consiglio dedicato esclusivamente a quest'argomento, e poi nella fase successiva che il collega Clement, prima di me, già evidenziava, che è il disegno di legge sul lavoro.
Penso altresì - e pure in questo non sfuggo alle sottolineature che faceva il collega Robotti prima - che siamo davanti ad una serie di complicazioni intorno a questo problema; complicazioni che riguardano le tipologie degli incidenti sul lavoro, ad esempio, che rappresentano un ventaglio molto ampio.
Non sottovaluto neppure quello che può voler dire la trasformazione in dato finanziario per quanto riguarda l'intervento pubblico sugli incidenti sul lavoro.
E tuttavia, pur facendo queste doverose distinzioni e sollevando anche una serie di perplessità, sono convinto che sia giusto dare questa risposta che noi ci accingiamo oggi a deliberare. Dico questo per almeno due ragioni di fondo, ma la prima questione è la tempestività della risposta.
Mi pare che oggi la politica sia sul banco degli accusati anche per l'incapacità di riuscire a dare risposte nei tempi in cui gli eventi succedono e che richiedono per l'appunto risposte.
Noi siamo stati coinvolti in una tragedia immane che ha assunto un connotato di carattere nazionale, nonostante che il Piemonte sia abituato ad una perdita di vite umane sul lavoro che oscilla tra le 100 e le 130 unità all'anno, e quindi rappresenti, rispetto a quello che è il dato nazionale, una misura più che proporzionale se comparata alle altre regioni.
Tuttavia, il caso che è successo alla ThyssenKrupp richiede per l'appunto questa tempestività, e noi facciamo bene a trasformare questa esigenza in un dispositivo che comunque faccia registrare che la politica c'è ed è attenta.
La seconda ragione, secondo me, ha una valenza anche maggiore. Noi abbiamo già deciso per la costituzione di impegni e di fondi di restituzione ad una serie di cittadini che si sono trovati a soccombere rispetto ad eventi delinquenziali di mafia oppure eversivi di terrorismo in sostanza, a riconoscere l'alto valore civile di chi perde la vita di fronte ad eventi tanto distruttivi della società civile.
A me pare che con l'atto che ci accingiamo a compiere oggi si solleva per la prima volta la questione del lavoro allo stesso livello di dignità.
In altri termini, chi soccombe per il lavoro deve in qualche modo avere un alto riconoscimento rispetto all'evento che l'ha determinato e, di converso, rispetto al discredito che deve competere ai soggetti di impresa che se ne sono resi responsabili.
Dopodiché, la convinzione finale è che quest'atto che qui ora dobbiamo essere in grado di deliberare avrà bisogno di fasi successive di regolamentazione nello specifico, ma soprattutto di momenti di discussione e di approfondimento decisamente più ampi e diversi rispetto a quello che siamo in grado di fare oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve, perché i colleghi che mi hanno preceduto credo che in alcuni settori hanno già sviscerato quello che era il sentimento comune cioè la necessità di prendere parte a questo grave problema degli incidenti sul lavoro.
Devo dire onestamente che non mi trovo d'accordo con il collega che sostiene che questa è una legge inutile: non si può dire che sia completa non si può dire che abbracci tutte le reali necessità, ma certamente non è inutile, perché è un segnale di solidarietà e di un segnale anche che dovrebbe servire a qualcuno per tacitare dei rimorsi di coscienza che certamente non siamo noi che dovremo tacitare, ma sono altri che probabilmente non impongono.
Credo però che si debba fare un ragionamento un po' più vasto, perch l'immediatezza di un provvedimento che si spiega perché qualche capofamiglia e qualche persona sul lavoro è rimasta uccisa vittima del lavoro non è sufficiente per dire che la Regione Piemonte e le istituzioni sono attente a questo problema.
Se è vero che in alcuni casi i sindacati, le aziende produttrici, le industrie e - lasciatemelo dire - forse in alcuni casi anche la velleità e quindi la negligenza di chi lavorava o lavora in certe condizioni per motivi vari che non sto qua ad elencare possono essere la causa di questi decessi, a me pare che, se assumiamo un provvedimento, questo vada assunto in modo un po' più completo di quanto telegraficamente - mi rendo conto anche a causa dell'urgenza che abbiamo evidenziato sin da questa mattina è elencato in questi 4 articoli.
Innanzitutto, il problema dei decessi. Se la Regione deve assumere un provvedimento, stanziare dei fondi e pensare che qualcuno ha bisogno della nostra solidarietà, con tutto il rispetto, il massimo rispetto per chi è deceduto, mi pare ci siano anche situazioni in cui c'è gente che è rimasta menomata, paralizzata, sempre per incidenti sul lavoro, e che non ha visto un riconoscimento da parte degli organi assicurativi, previdenziali tale da consentirgli di continuare o a mantenere la famiglia che manteneva con l'ordinario lavoro o a proseguire nella sua attività.
Ritengo che sia del tutto riduttivo parlare solo di decessi, per cui vorrei proporre di prevedere all'articolo 2, oltre ai decessi, il problema dei condizionamenti permanenti che hanno impedito e impediranno purtroppo, perché succedono anche queste cose - a molti lavoratori di proseguire nella loro attività e quindi nel mantenimento della loro famiglia.
Inoltre, per non creare discriminazioni e distorsioni, creando una disuguaglianza che da domani mattina verrebbe sicuramente evidenziata sia dagli organi di stampa sia da chi è preposto al controllo di queste leggi vorrei che questa maggioranza, dal momento che dimostra e vuole dimostrare una sensibilità e una solidarietà nei confronti dei familiari delle vittime o di coloro che sono rimasti colpiti, non faccia decorrere il ricorso a questo fondo dal 1° gennaio 2007. Se è una solidarietà e una dimostrazione d'impegno che la maggioranza fa e se è vero che questo proseguirà nelle prossime settimane sia nello sviluppo di una legge articolata sia nella previsione di un fondo per il 2008, ritengo che sarebbe più giusto - quanto meno a livello di maggioranza - prevedere la data d'inizio di questa legislatura, in modo da evitare di escludere chi, ad esempio, è rimasto vittima di un incidente sul lavoro il 31 gennaio 2006.
Mi sembra che questo non sia corretto, che sia discriminante e che dal punto di vista di una maggioranza istituzionale non lo si debba fare.
Quindi proporrei di modificare anche la data dell'applicazione del fondo, partendo almeno dall'inizio di questa legislatura. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Io penso che si stia un po' allargando il tema. Sicuramente tutti noi abbiamo condiviso la proposta di legge, ad iniziativa del Presidente perché la solidarietà, in un momento così delicato e così drammatico, è una cosa fondamentale, che deve unirci tutti e non dividerci. Sotto l'aspetto politico, sotto l'aspetto delle responsabilità non è qui che oggi dobbiamo dividerci e confrontarci.
Per ciò che riguarda invece l'aspetto tecnico - collega Manolino - ne abbiamo parlato, forse non eri presente: si vedrà dopo come deve essere normato, se deve essere cambiato, se dobbiamo legiferare in modo diverso da quello che viene fatto oggi con questa proposta di legge. E ne parleremo ripeto - in modo tranquillo.
Oggi era importante dare un segnale da parte delle istituzioni, perch queste persone che oggi sono sull'onda della disgrazia e anche sull'onda della medianicità, fra qualche mese, fra qualche anno, come tutte le cose che sono capitate e capiteranno - ahimè - saranno dimenticate da tutti.
Invece noi abbiamo il compito di fare in modo che questa disgrazia non venga dimenticata e sulla base di questa esperienza dobbiamo cercare di aiutare, di migliorare la qualità della vita e soprattutto la qualità del lavoro e della sicurezza. Ma questi - ripeto - sono temi di cui parleremo dopo, per quello che sono le nostre competenze. Si sta muovendo il Governo ne parleremo anche noi; oggi - ripeto - era importante dare un messaggio di solidarietà.
Insieme a questo messaggio di solidarietà, forse, sarebbe stato importante parlare, non dico di responsabilità politiche o pubbliche, ma del fatto di verificare se la macchina pubblica ha funzionato o no per evitare altre vittime, sapendo che la vita è sacra. Il presupposto da cui partire è che la vita è sacra, sia per le persone che sono cascate in questo disastro sia per quelle che sono riusciti a sopravvivere ad un disastro. La vita è uguale per tutti, sia per le cosiddette morti bianche sia per coloro che muoiono in casa. Infatti, le grandi ustioni sono più ricorrenti nelle quattro mura domestiche che non in uno scontro stradale: è chiaro che l'evento diventa ancora più grave se queste morti avvengono sul posto di lavoro.
Lo diceva anche il cardinale Poletto ieri, durante la cerimonia alla quale ho assistito anch'io silenziosamente, come il Presidente e l'Assessore che ho qui davanti a me. Invece - Presidente - non me la sono sentita di venire, ieri mattina, alla sfilata, perché ho capito che in giro c'è una brutta atmosfera nei confronti di chiunque e di tutti, in modo particolare nei confronti della politica: mi sembrava giusto che vi partecipassero gli operai e tutti quelli che gravitano intorno al mondo del lavoro.
E' stato un segno importantissimo (per chi è riuscito ad andarci); io ripeto - non me la sono sentita, perché non capivo se era un modo come un altro per farsi sentire strumentalizzato o per strumentalizzare; invece davanti ad una cerimonia solenne come quella a cui tutti siamo stati invitati dal cardinale Poletto, ho sentito il dovere di partecipare. E ho partecipato con dedizione e con grande interesse.
Ho ascoltato dunque le parole del cardinale, il quale - c'è anche il titolo sulla stampa - ha detto, per ben due volte "Impossibile accettare che si possa morire sul posto di lavoro". Però, non dobbiamo nemmeno accettare che per inefficienze, per mancanza di responsabilità politiche amministrative, sociali si possa morire anche fuori dal posto di lavoro dopo che si è scampati sul posto di lavoro.
A questo proposito, oggi ho presentato un ordine del giorno, con cui chiedo che si faccia luce, che si parli di che cosa è successo dopo la strage. Abbiamo ascoltato tutti; abbiamo letto tutti delle cose sui giornali; io mi sono recato, in silenzio e senza guardie del corpo, al CTO e mi sono documentato.
Oggi, dopo questo atto così importante e così nobile, se riteniamo opportuno parlare di quello che è successo dopo l'incendio, io ho presentato un ordine del giorno. Se riusciamo a parlare, se siete d'accordo, ne parliamo; se non riusciamo a parlarne, se non siete d'accordo, rimandiamo tutto anche a dopo, però - ripeto - penso che oggi questo atto di solidarietà sia un atto dovuto, soprattutto dopo che i vertici dell'azienda non si sono fatti sentire nemmeno con un telegramma nemmeno con una telefonata ai familiari delle vittime. E' una cosa vergognosa! Quindi ha fatto bene lei, Presidente, a promuovere questa iniziativa perché una volta tanto anche noi ci dobbiamo erigere nella nobiltà di un'istituzione come la nostra. Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Intervengo pochi secondi per dire che mi riconosco nelle parole del collega Larizza e in molte di quelle che sono state pronunciate oggi.
L'iniziativa che stiamo per approvare è importante e, naturalmente, è una risposta immediata a ciò che è successo. Martedì prossimo discuteremo mi auguro - in modo più approfondito questo tema. Avevamo già previsto di farlo: lo faremo alla luce di quanto è successo e di quanto sta ancora succedendo in questi giorni. Però, Presidente, propongo che il provvedimento venga assunto così com'è stato proposto: in seguito, avremo il tempo di meditare, di modificarlo (se sarà necessario) e di migliorarlo.
Sarebbe stato sbagliato dare soltanto una risposta verbale con i nostri discorsi senza assumere un provvedimento: tale è quello che stiamo assumendo. Sarà poco, ma è unna risposta. Le parole, in certi casi, non servono; anzi, fanno male. Credo che cominciamo a discutere nel merito, a valutare cosa è giusto o sbagliato, a cambiare una cosa o l'altra rischiamo di non approvare questo provvedimento.
Quindi, la prego, Presidente, di mettere in votazione questa proposta così com'è. Ripeto: avremo il tempo (lo dico ai colleghi che hanno fatto delle giuste osservazioni) di valutare i suggerimenti e le indicazioni all'interno del regolamento applicativo di questa norma che dovremo esaminare successivamente quando discuteremo del disegno di legge che la Giunta ha proposto sulle questioni del lavoro.



PRESIDENTE

È iscritto a parlare il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Anche noi siamo d'accordo su questo provvedimento, infatti, l'abbiamo sottoscritto come tutti quanti gli altri Consiglieri regionali. Eravamo anche d'accordo che in Aula non ci fosse il rosario delle dichiarazioni.
Spero che la mia sia l'ultima, perché così era stato concordato e convenuto, anche se poi si è fatto diversamente.
Riteniamo che il provvedimento vada approvato così com'è e soprattutto riteniamo che, al di là di tutto, abbia il merito che sia il Consigliere Larizza che il Presidente Comella hanno già messo in evidenza, cioè quello di riportare concretamente al centro della nostra attenzione il tema della sicurezza del lavoro e in particolare delle tante, troppe persone che sul lavoro, invece di trovare la vita e le ragioni per vivere, trovano la morte, così com'era scritto su uno degli striscioni della triste manifestazione di ieri.
Mi piacerebbe che quando conveniamo delle cose, poi le rispettassimo diversamente, nessuno di noi crederà più a ciò che conviene con gli altri.
E' una questione di rispetto delle nostre istituzioni e anche delle decisioni che assumiamo in certi momenti e su provvedimenti di questa gravità e portata.



PRESIDENTE

Non ho più iscritti a parlare. Sono state fatte varie considerazioni e spunti su questa legge, sicuramente razionali e meritevoli di ulteriori sviluppi. Pregherei i Gruppi consiliari, di non procedere nel presentare emendamenti a questa iniziativa legislativa, anche perché si tratta di una normativa che abbiamo convenuto venga recepita nella legge che è all'esame della VII Commissione in tema di lavoro. A quel punto, dettando una normativa che è destinata ad assolvere questo compito, si potrà intervenire e disciplinare in modo puntuale e, mi rendo conto anche più meritato aspetti relativi a questa proposta di legge.
ARTICOLO 1 A questo punto procederei all'esame dell'articolato, iniziando con l'articolo 1.
Non ci sono richieste di intervento né emendamenti presentati quindi procediamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 43 Consiglieri La legge è approvata.
Grazie, colleghi.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura - ARPEA (Articolo 1, legge regionale. 16/2002 e articolo 9, Statuto dell'Ente) Collegio dei revisori - Nomina di tre membri effettivi, di cui uno con funzioni di Presidente, e di un membro supplente (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 152-47810 dell'11 dicembre 2007)


PRESIDENTE

Come sapete, nella Conferenza dei Capigruppo è stata sollecitata la nomina dell'Agenzia Regionale Piemontese per l'erogazione dell'agricoltura europea. Si tratta di nominare tre membri effettivi nel collegio dei revisori, di cui uno come Presidente, più un membro supplente.
Prego di procedere alla distribuzione dell'elenco dei nominativi.
Colleghi, prima di procedere alla votazione, vi chiedo se vi sono delle candidature. Poiché uno dei membri effettivi deve essere espresso dalle minoranze consiliari, è necessario che prima di procedere alla votazione venga indicata l'assunzione di un candidato da parte delle minoranze. Una candidatura che ci dia la garanzia delle espressioni delle minoranze.
La votazione dei tre membri effettivi avviene con voto limitato a due.
Prego i colleghi di minoranza di indicare il nome del membro di loro competenza non nella riga del Presidente, ma nella riga sottostante, perch il Presidente è espressione della componente di maggioranza.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Per la minoranza indichiamo il dottor Cesario.
Chiedo solo una conferma come secondo nominativo, non come Presidente.



PRESIDENTE

Perfetto, è corretto: il candidato della minoranza è il Consigliere Cesario.
Chiedo se ci sono indicazioni da parte della maggioranza.
Vi chiedo scusa, colleghi, si tratta di nominare tre componenti effettivi, di cui uno con funzioni di Presidente, e un Consigliere supplente.
La minoranza esprime uno dei tre membri effettivi, che non ha la funzione di Presidente; la maggioranza deve esprimere due membri effettivi di cui uno con funzioni di Presidente, e un membro supplente; allora vi chiedevo di avere indicazioni, se si riteneva di esternarle, circa i due membri effettivi da parte della maggioranza, compresa la specificazione di quale di questi con funzioni di Presidente, e del membro supplente.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Travaglini; ne ha facoltà.



TRAVAGLINI Marco

Grazie, Presidente.
Per la maggioranza i candidati sono: Moratto, con funzioni di Presidente; Caracciolo, quale effettivo; Sibille, come supplente.



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Nicotra e Reschigna.
Prego il Consigliere Segretario Chieppa di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Chieppa effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri Segretari di procedere allo spoglio, che avverrà in Sala A, in maniera tale da non turbare l'andamento dei lavori.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Volevo solo comunicare, in merito all'istituzione del Fondo di solidarietà, che ho votato tutti gli articoli, ma nell'ultima votazione devo aver espresso il voto al limite di tempo, per cui non è risultato.
Vorrei solo che rimanesse a verbale che ero favorevole.



PRESIDENTE

Bene, mettiamo a verbale che il Consigliere Nicotra partecipa alla votazione finale del disegno di legge n. 502 e dichiara il suo voto favorevole.


Argomento: Emigrazione

Proposta di deliberazione n. 268 "L.r. 1/1987 (Interventi regionali in materia di movimenti migratori) e successive modificazioni. Art. 3 Programma attuativo 2007"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 268, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 268.
Indìco la votazione palese sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Interventi fondiari - Opere idrauliche ed acquedotti

Sull'ordine dei lavori (in particolare sulla richiesta d'iscrizione all'o.d.g. della deliberazione n. 290 "Programma triennale degli interventi per il miglioramento delle infrastrutture irrigue e per la razionalizzazione dei sistemi irrigui e le opere infrastrutturali")


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La PDCR n. 290 è stata iscritta per molte sedute all'o.d.g. del Consiglio, e oggi, pur avendo un o.d.g. più ristretto, non c'é.
Ricordo all'Assemblea che nel mese di settembre - precisamente in data 17 settembre - la III Commissione votò le indicazioni per la redazione del programma triennale degli interventi per il miglioramento delle infrastrutture irrigue e per la razionalizzazione dei sistemi irrigui e le opere infrastrutturali.
Il Consiglio non ha mai approvato gli indirizzi per la relazione del Piano triennale votato in Commissione; Piano triennale che riguarda il 2007 2009.
Essendo a scadenza dell'anno - mi riferisco alla proposta di deliberazione n. 290 - sarebbe quanto mai urgente (lo farà presente il Presidente Casoni anche in sede di Conferenza dei Capigruppo, ma lo annunciamo già in Aula), essendo stato anche votato, se non ricordo male all'unanimità, ricordarci di iscriverlo all'o.d.g. e di portarlo al voto magari nel Consiglio della settimana prossima, ovviamente dopo le discussioni relativamente al Consiglio straordinario. Perché altrimenti senza le indicazioni che il Consiglio deve esprimere, diventa un programma triennale impossibile da realizzare.



PRESIDENTE

Sempre sullo stesso punto, ha chiesto la parola il Consigliere Bellion ne ha facoltà.



BELLION Marco

Vedo che è presente anche l'Assessore, quindi se sbaglio mi potrà correggere.
Visti i tempi che questa delibera ha soggiaciuto nei nostri banchi peraltro, ringrazio il collega per la sollecitazione - e le imminenti scadenze temporali (ricordo che da quel programma deriveranno i bandi quindi la possibilità di dare continuità alle politiche di irrigazione della nostra Regione), sarebbe bene che questo provvedimento potesse essere iscritto già oggi all'o.d.g.
Credo che la richiesta potesse essere fatta...



PRESIDENTE

Era la proposta che mi accingevo a fare.



BELLION Marco

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ovviamente, poiché non siamo in apertura di seduta e quindi deroghiamo al Regolamento, posso procedere in tal senso solo se non ci sono espressioni in senso contrario.
Il Consigliere Vignale ha chiesto di esaminare tale provvedimento non in questa seduta, ma in quelle successive; il Consigliere Bellion ha ripreso l'istanza, chiedendo che venga possibilmente trattato nella seduta odierna. Si tratta di una deliberazione ampiamente condivisa in Commissione: mi riferisco alla proposta di deliberazione n. 290, avente ad oggetto "Indicazione per la redazione del programma triennale degli interventi per il miglioramento delle infrastrutture irrigue".
Se non vi sono indicazioni in senso contrario, potremmo darla per iscritta; altrimenti non procediamo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Io non so se ho indicazioni in senso contrario e probabilmente lei potrebbe rispondermi: "Dovrebbe saperlo lei".
Certo, però siccome l'o.d.g. è fissato, se mi si concede del tempo posso, con il mio Gruppo, verificare se ci sono indicazioni al riguardo. A caldo, non essendo un jukebox, non ho indicazioni e quindi preferirei trattare qualunque punto dell'o.d.g. che abbiamo concordato.



PRESIDENTE

Mi pare che un altro punto all'o.d.g. ampiamente condiviso, perlomeno dalle risultanze dei lavori della Commissione, sia la proposta di legge n.
465 "Norme per l'esposizione delle bandiere delle minoranze linguistiche storiche presenti sul territorio della Regione Piemonte".
Sono stati presentati due emendamenti, anche in questo caso ampiamente oggetto di condivisione.
Se non vi sono indicazioni in senso contrario, passiamo al punto 5) all'o.d.g.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame proposta di legge n. 465 "Norme per l'esposizione delle bandiere delle minoranze linguistiche-storiche presenti sul territorio della Regione Piemonte".


PRESIDENTE

Procediamo all'esame della proposta di legge n. 465, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Con il consenso dei relatori, Consiglieri Travaglini e Novero, diamo per letta la relazione, il cui testo recita: "L'art. 6 della Costituzione della Repubblica italiana recita: "La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche'. La legge 482/99 "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche" recita all'articolo 1 "...che la Repubblica ...promuove la valorizzazione delle lingue e delle culture..." tutelate dalla legge stessa.
Considerato che la Corte Costituzionale con la sentenza 189 dell'anno 1987 (Presidente Antonio La Pergola, relatore Renato dell'Andro) non solo dichiarava costituzionalmente parzialmente illegittimi gli articoli 1 e 3 della legge 24 giugno 1929, n. 1085, che vietavano l'esposizione delle bandiere estere in assenza di autorizzazione delle autorità locali ma considerava al punto 6: "né è il caso di insistere sulle gravi anomalie che la norma penale in discussione genera. Mancando il fatto tipico (l'esposizione in pubblico di bandiere estere) d'ogni significatività ed offensività, prescindendo esso anche da ogni valutazione relativa alle finalità oggettive relativa al caso di specie (l'adesione alla Resistenza al ricordo di coloro che diedero la vita per la realizzazione dell'unità morale e politica dell'Italia, da parte di minoranze etniche, configurata come illecito penalmente sanzionato) - omissis - e che nell'ambito territoriale della Regione Piemonte sono presenti tre minoranze linguistiche storiche riconosciute da detta legge 482/99 e più precisamente le minoranze franco-provenzale, occitana, walser che hanno nel tempo informalmente adottato propri simboli identificativi e che in particolare: la minoranza occitana ha adottato quale simbolo identificativo la bandiera occitana (di colore rosso con bordi gialli, a braccia uguale avente tre palline sulla parte terminale di ognuna delle quattro braccia ed una stella in alto a destra) che è ormai riconosciuta nelle valli italiane di parlata e cultura occitana come simbolo rappresentante tale cultura la minoranza franco-provenzale ha adottato quale simbolo identificativo una bandiera dai colori bianco e rosso (ovvero quelli dei Savoia che per circa 900 anni hanno riunito sotto la propria autorità gran parte dell'area culturale franco-provenzale) con simbolo il cosiddetto "rosone" (forma stellare a sei petali con corona circolare di altri sei petali), nato dalla fusione della croce e del cerchio la minoranza walser ha adottato quale simbolo identificativo un rettangolo diviso verticalmente in due aree uguali, bianca a sinistra rossa a destra, con dodici stelle disposte in circolo, nell'area di sinistra cinque stelle rosse, nell'area di destra cinque stelle bianche, a cavallo delle due aree due stelle per metà bianche e per metà rosse" Osservato inoltre che lo Statuto della Regione Piemonte (articolo 7 comma 4) recita: "La Regione tutela e promuove l'originale patrimonio linguistico della comunità piemontese, nonché quello delle minoranze occitana, franco-provenzale e walser" mentre all'articolo 1, 4° comma recita altresì: "La bandiera, il gonfalone e lo stemma della Regione Piemonte sono disciplinati con legge regionale" nulla disponendo in riferimento ai simboli culturali delle minoranze linguistiche storiche sopra citate e che nulla viene riportato nelle leggi della Regione Piemonte circa l'esposizione su edifici pubblici di bandiere e/o altri simboli delle minoranze occitana, franco-provenzale e walser.
Ritenendo indispensabile ed opportuno favorire tutte le iniziative che possono tutelare e promuovere l'originale patrimonio linguistico presente sul territorio piemontese, come recitato all'articolo 7, comma 4 prima citato, con la presente proposta di legge s'intende superare il vuoto normativo esistente per cui l'esposizione dei segni identitari delle minoranze non trovano adeguata tutela e promozione come invece è già avvenuto a livello legislativo in alcune Regioni italiane ove sono presenti minoranze linguistiche storiche tutelate agli effetti della legge 482/99 "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche".
Viene depositata la presente proposta di legge composta da un solo articolo.
Confidando che la presente proposta sostenuta da 66 deliberazioni di Consigli Comunali della Regione Piemonte (delle quali si allegano le relative copie conformi) trovi favorevole esito si deposita con la presente detta proposta da sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale del Piemonte precisando che i Consigli degli enti proponenti hanno designato con proprie deliberazioni cinque loro rappresentanti per illustrare la proposta alla competente Commissione nelle persone: Giacomo Lombardo, Sindaco del Comune di Ostana (CN) Adriano Sgarbanti, Sindaco del Comune di Usseaux (TO) Maurilio Paseri, Sindaco del Comune di Melle (CN) Marco Rey, Assessore del Comune di Giaglione (CN) Filippo Cigala Fulgosi, Vice-Sindaco del Comune di Ornavasso (VB) E che il sottoscritto Giacomo Lombardo, Sindaco del Comune di Ostana è stato designato dai Comuni proponenti al deposito presso la Regione Piemonte della presente iniziativa legislativa".
Non essendovi richieste d'intervento sulla in sede di discussione generale procediamo all'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Travaglini, Novero Bizjak, Ferraris: all'articolo 1 è aggiunta la seguente rubrica: "Bandiere delle comunità di riferimento dei gruppi linguistici della Regione Piemonte".
Non essendoci interventi, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

La precedente delibera o legge l'abbiamo iscritta?



PRESIDENTE

No.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Travaglini, Novero Bizjak, Ferraris: dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente: "Articolo 1 bis (Uso delle bandiere) 1. Sono fatte valse le disposizioni normative statali sull'uso della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione Europea" Non essendoci interventi, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Non essendoci interventi né dichiarazioni di voto, indìco la votazione nominale sulla proposta di legge n. 465.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 2) all'o.d.g. che reca: "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti.
Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura - ARPEA (Articolo 1, legge regionale. 16/2002 e articolo 9, Statuto dell'Ente) Collegio dei revisori - Nomina di tre membri effettivi, di cui uno con funzioni di Presidente, e di un membro supplente Proclamo nominati, in seno al Collegio dei revisori dell'Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura - ARPEA, quali membri effettivi i signori: Moratto Marco (Presidente), Caracciolo Francesco Antonio e Cesario Gennaro, quest'ultimo designato dalle minoranze, ai sensi del combinato disposto dell'articolo 9, comma 7, della l.r. 39/1995 e dell'articolo 72 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e quale membro supplente la signora Sibille Fiorenza.


Argomento: Interventi fondiari - Opere idrauliche ed acquedotti

Iscrizione all'o.d.g. ed esame proposta di deliberazione n. 290 "Indicazione per la redazione del programma triennale degli interventi per il miglioramento delle infrastrutture irrigue per la razionalizzazione dei sistemi irrigui e per la realizzazione delle opere infrastrutturali strategiche di accompagnamento al Programma nazionale degli interventi nel settore idrico. Legge regionale 9 agosto 1999 n. 2, articoli 54 e 55" (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 154-47814 dell'11 dicembre 2007)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Qual era il numero legale che avremmo in questo momento?



PRESIDENTE

Il numero legale è 31.



BURZI Angelo

Se per i colleghi va bene, per quanto ci riguarda non abbiamo obiezioni, ancorché non iscritto all'o.d.g. che si discuta, secondo la proposta che lei ci ha fatto, la deliberazione n. 290, su cui chiederei soltanto, se noi in Commissione ci siamo astenuti. Ho solo bisogno che mi venga confermato il voto di Commissione.
Chiederei, stante l'ora, che se su questo la maggioranza convenisse una volta discussa e votata la deliberazione n. 290, ponessimo termine ai nostri lavori odierni.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'esito del voto in Commissione della proposta di deliberazione 290, il Gruppo di Forza Italia risulta essere stato presente ma non avere partecipato al voto.
Se tutti i Gruppi consiliari sono d'accordo, propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 290.



(L'Assemblea, all'unanimità acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 290.
Non essendoci interventi, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 290, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.45)



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