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Dettaglio seduta n.272 del 04/12/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.01 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Larizza e Robotti.


Argomento: Variazioni di bilancio

b) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2007


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale, in data 27 novembre 2007, ha trasmesso, in ottemperanza all'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001 n. 8 deliberazioni del 29 ottobre 2007; gli allegati, come sempre, sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Costituzione nuovo Gruppo consiliare "Partito democratico"


PRESIDENTE

Desidero comunicare che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, nella seduta tenutasi ieri, ha deliberato di prendere atto che dalla data del 30 novembre, è costituito il Gruppo del "Partito Democratico", composto di n. 22 Consiglieri e di prendere atto altresì che Presidente del Gruppo è stato nominato il Consigliere Muliere e Vicepresidente il Consigliere Lepri.
Dalla stessa data, cessano le attività i Gruppi "Democratici di Sinistra" (composto di n. 13 Consiglieri) e "La Margherita" (composto di n.
9 Consiglieri).


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Congedi del Consigliere Giovine


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 53, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio regionale, comunico che il Consigliere Giovine non ha partecipato per sette giornate di sedute consiliari senza una sua comunicazione di congedo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Siccome alcuni colleghi chiedono spiegazioni relativamente a quest'ultima comunicazione, rammento che, ai sensi dell'articolo 53 del Regolamento interno del Consiglio regionale, i nomi dei Consiglieri che non partecipano per oltre 5 sedute consecutive del Consiglio senza essere in congedo sono comunicati dal Presidente del Consiglio in Assemblea. Il Presidente, nel caso di reiterate assenze non giustificate, può richiedere all'Assemblea che i nomi degli assenti siano pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 865: "Situazione negli stabilimenti della Tubor Spa", presentato dai Consiglieri Travaglini Bizjak, Turigliatto, Ricca, Reschigna, Barassi, Muliere, Clement, Cattaneo Boeti.


PRESIDENTE

Desidero ancora comunicare che è stato presentato un ordine del giorno sulla situazione negli stabilimenti della Tubor S.p.A., primo firmatario Aldo Reschigna. Se non vi sono osservazioni, come da prassi, lo consideriamo iscritto in calce all'o.d.g. Procederemo ad un eventuale esame e votazione, chiaramente previo accordo e previa inversione del nostro o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Segnalazione da parte del Consigliere Pichetto Fratin in merito al presunto mancato adempimento ad opera della Giunta regionale relativamente al disposto dell'ordine del giorno n. 821 inerente a "Sospensione del rilascio delle autorizzazioni per l'apertura e l'ampliamento di strutture sanitarie e socio-sanitarie"

Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Richiesta da parte del Consigliere Deambrogio di una particolare attenzione del Consiglio regionale relativamente al tema delle vittime degli incidenti sul lavoro


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente. In premessa a tutto, mi unisco nel sollecitare il Consiglio regionale sull'ordine del giorno che ha come primo firmatario il collega Reschigna.
Personalmente intervengo solo per segnalare come probabilmente sia sfuggito al sottoscritto, nella lettura del Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, un eventuale adempimento.
Il Consiglio regionale, nella seduta del 24 ottobre u.s., aveva approvato un ordine del giorno relativo alla sospensione del rilascio di un'autorizzazione per l'apertura e l'ampliamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie. Con quell'ordine del giorno, il Consiglio regionale impegnava la Giunta a adottare ogni provvedimento necessario affinché fosse ripreso l'esame delle domande presentate successivamente all'entrata in vigore della D.G.R. del 2006, che era sospeso da più di un anno.
A tutt'oggi, salvo che la Giunta sia intervenuta negli ultimi giorni o colpevolmente da parte del richiedente (il sottoscritto) non vi sia stata corretta lettura dei Bollettini Ufficiali, vi è l'inadempienza della Giunta regionale.
Vorrei che rimanesse a verbale l'inadempienza della Giunta regionale ma nel contempo chiedo al Presidente del Consiglio regionale di provvedere a norma di Statuto, invitando la Giunta regionale a adempiere la volontà del Consiglio.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'atto d'indirizzo politico da lei richiamato collega Pichetto, ovviamente verificheremo e, nel caso in cui non vi sia stato relativo adempimento, sarà nostra cura inviare una richiesta di chiarimento alla Giunta regionale per capire come e quando intende procedere, visto che l'atto d'indirizzo è stato approvato insieme al Piano socio-sanitario e quindi chiaramente il Consiglio ne attende l'attuazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
Non voglio approfittare della formula sull'ordine dei lavori, ma in qualche modo voglio far seguito a quanto il Consigliere Moriconi, in una delle scorse sedute (forse l'ultima), aveva segnalato rispetto ad una serie di morti bianche sul lavoro, che purtroppo passano un po' in second'ordine quasi fossero diventate una sorta di normalità. Invece l'attenzione, anche la nostra, deve essere altissima su questo tema.
Ancora questa mattina sui giornali leggiamo della scomparsa di un operaio morto a San Mauro in un cantiere; i compagni hanno cercato di salvarlo addirittura scavando con le mani. Questa ulteriore vittima aveva 54 anni ed era padre di tre ragazzi.
Anche se con questo mio intervento non risolvo nulla, intendo in qualche modo richiamare l'attenzione dell'Aula su questo tema, così scottante. Davvero non deve passare come un tema tra gli altri e l'assuefazione che in qualche modo anche noi, magari senza rendercene conto, abbiamo rispetto a queste questioni è un'assuefazione cui noi vogliamo invece opporre un limite e una resistenza.
Vogliamo ricordare questo operaio morto sul nostro territorio per incitare tutte le istituzioni, compresa la nostra, a fare il possibile in questo campo.



PRESIDENTE

Abbiamo registrato anche la sua richiesta, collega Deambrogio. Se sarà formalizzata in un atto di indirizzo, questo atto potrà essere posto all'attenzione, all'esame e alla votazione del Consiglio regionale.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame disegno di legge n. 344 inerente a "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 344, di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Prima di procedere alle dichiarazioni di voto, procederei, in forma irrituale, se siamo d'accordo, con la votazione di un ulteriore emendamento, il n. 74, così come convenuto in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
Emendamento rubricato n. 74) presentato dai Consiglieri: Muliere, Ricca Turigliatto, Chieppa, Dutto, Spinosa, Lupi, Rossi, Scanderebech, Comella Burzi e Nicotra.
Dopo l'articolo 14 è inserito il seguente: Art. 14 bis (Disposizioni finali) "L'applicazione del Fondo di cui all'art. 12 riguarda gli eventi verificatisi a decorrere dal 1° gennaio 2007".
Se non ci sono osservazioni, lo do per accolto all'unanimità dall'Aula.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Procediamo con le dichiarazioni di voto sul disegno di legge n. 344.
Gli ordini del giorno, come da prassi, li mettiamo in votazione dopo le dichiarazioni di voto. Prego i colleghi Presidenti dei Gruppi di verificare se c'è la possibilità di trovare un consenso sugli ordini del giorno, anche tramite una sospensione dei lavori del Consiglio, per fare un lavoro più efficace, essendo 13 documenti.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori.
Le chiedo di far distribuire il pacchetto degli ordini del giorno, così li abbiamo tutti. Sono assolutamente d'accordo sul fatto di disputare un incontro con l'Assessore, magari durante le dichiarazioni di voto o subito dopo, per valutare gli ordini del giorno che possono essere accolti o no.



PRESIDENTE

Prego di distribuire il plico degli ordini del giorno.
Nel frattempo, anche in ragione dell'assenza di alcuni Gruppi consiliari, inizierei con le dichiarazioni di voto.
Prego i Presidenti dei Gruppi di valutare l'opportunità di trovare, a latere del Consiglio o con una sospensione formale dello stesso, le ragioni per esaminare gli ordini del giorno.
La parola al Consigliere Rossi, per le dichiarazioni di voto.



ROSSI Oreste

Presidente, sembra difficile intervenire, dopo tanti giorni di Commissione, prima, e di Aula, poi, su questo testo.
Siamo finalmente giunti alla conclusione. Devo affermare che l'Assessore è passato da un atteggiamento di totale chiusura, anche nelle sue dichiarazioni formali fatte in Aula, ad un atteggiamento più collaborativo, tant'è che il testo emendato, rispetto a quello presentato in forma originaria, è cambiato in modo sostanziale.
In particolare, voglio ricordare alcuni emendamenti che ci hanno visto coinvolti in modo pesante, perché erano emendamenti tecnici, anche politici, emendamenti in cui crediamo in modo totale e serio.
In particolare, la questione più grave, per noi, era quella relativa alle finalità della presente legge.
La finalità, nel testo originario, era quella di contrastare i sentimenti di insicurezza della popolazione. Evidentemente, una dicitura di questo tipo comportava il fatto che la legge fosse emanata non per tutelare il cittadino dal punto di vista della sicurezza, o per migliorare la sicurezza in Piemonte, ma per contrastare la paura dei cittadini, quasi a dire che si doveva spiegare al cittadino che non serviva aver paura, che non doveva sentirsi insicuro a casa sua, o nella sua regione.
Questo è un controsenso.
Dopo lunghe trattative, se così possiamo chiamarle, si è raggiunto un accordo che ha cambiato completamente la finalità della legge, e cioè contrastare i fenomeni che comportano sentimenti di insicurezza nella popolazione, che è una cosa completamente diversa rispetto al testo originario.
A questo punto, emaniamo una legge tesa a contrastare ciò che comporta i sentimenti di insicurezza, quindi - anche se non lo si è voluto dire in questo punto, ma lo si riporta in altri articoli - la microcriminalità e tutti quegli episodi di piccole illegalità diffuse, che avvengono ogni girono e ogni notte sul nostro territorio.
Questo è uno dei punti che abbiamo ritenuto, in assoluto, più interessanti.
Dopodiché, anche all'articolo 2 è stata fatta una modifica importante.
Mentre nel testo originario le azioni che erano finanziate erano quelle legate a soggetti operanti nel campo sociale, qui si fa di nuovo una distinzione: si parla di soggetti pubblici e di soggetti privati operanti nel campo sociale o dell'associazionismo.
Anche questo è diverso, perché il soggetto pubblico può anche promuovere - cosa fondamentale, secondo la nostra interpretazione della sicurezza - interventi non legati al campo del sociale. Ad esempio utilizzare meglio le forze di polizia municipale o di polizia provinciale laddove sia operativa, oppure utilizzare sistemi di videocontrollo.
Siamo, poi, riusciti ad inserire un emendamento importante, perch diamo una valenza anche alla polizia municipale, tant'è che alla Conferenza regionale sulla sicurezza parteciperanno anche i comandanti delle polizie municipali dei Comuni capoluogo di Provincia del Piemonte.
Un altro punto che ci interessa sottolineare è la modifica dell'articolo 12 ("Disposizioni finanziarie") dove si lasciava la libertà di utilizzare tre su cinque milioni di euro per le consulenze.
Con un accordo e un emendamento presentato dalla Giunta dall'Assessore, si è ottenuto che le consulenze non superino il valore del 10%. Quindi, 300 mila euro rispetto ai tre milioni stanziati al comma 1 dell'articolo 12.
Un altro accordo importante che è stato raggiunto riguarda il fatto che anche i casi riguardanti le vittime del terrorismo, accaduti nell'arco dell'anno, quindi non solo da quando partirà la legge, siano ricompresi in questo testo di legge; emendamento votato questa mattina, ma con l'accordo di tutti i Capigruppo.
Si è ottenuto, infine, un particolare occhio di riguardo alla tutela degli anziani.
Devo dire, pertanto, che questo testo di legge è stato modificato in modo nettamente positivo rispetto a quello originario: ricordo l'inserimento della parola "criminalità" all'articolo 5.
Rimane, comunque, un testo di legge ancora un po' troppo legato al mondo del sociale.
Il voto della Lega Nord sarà contrario, sia per l'esiguità dei fondi sia perché è un testo ancora troppo morbido rispetto a quello che avremmo voluto.
sicuramente un testo molto migliorato rispetto alla versione originaria, e di questo va dato atto anche all'Assessore, che ha saputo trattare, dopo un atteggiamento di iniziale chiusura, anche con chi rappresenta l'altro 50% della Regione Piemonte, cioè le forze di opposizione che siedono in questi banchi.
un testo di legge che non sarà l'ottimale, per quanto riguarda il Gruppo della Lega Nord, ma che sicuramente può dare risultati positivi al Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Voglio esprimere la soddisfazione dello SDI per la conclusione del confronto su questo disegno di legge e per l'approvazione che, mi auguro seguirà fra poco.
E per un apprezzamento ai contenuti del testo che anche la dichiarazione che mi ha appena preceduto di un Presidente di un Gruppo dell'opposizione, che pure esprimerà un voto negativo, ma che di fatto ne ha apprezzato le modalità con le quali la proposta è stata costruita e il risultato cui si perviene, conferma.
Voglio esprimere, quindi, anche un apprezzamento nei confronti dell'Assessore Caracciolo per la pazienza e per la costanza con cui ha assicurato l'approdo al voto finale di questo disegno di legge.
Non sono mancate le pressioni, Assessore, da una parte e dall'altra dall'opposizione, ma anche dalla maggioranza su un tema delicato e molto sensibile in questi tempi.
Devo dire che lei ha saputo mantenere con fermezza e con vero spirito riformista la discussione sui contenuti del disegno di legge nell'alveo delle competenze regionali, respingendo sia la visione anche strumentale di chi vorrebbe trasformare i sindaci in sceriffi, addentrandosi in un ambito di competenze che appartengono allo Stato, sia quelle di chi ideologicamente pensa che parlare di sicurezza sia venir meno ai principi della sinistra e sembra considerare fasce deboli solo quelle di chi è coinvolto nel compimento di certi reati e non quelle della popolazione che li subisce.
Credo che da questo punto di vista ci siano state dichiarazioni nelle quali mi riconosco in gran parte, dichiara Saraceno sui mezzi d'informazione che hanno sottolineato la necessità di sollevare il velo d'ipocrisia con il quale, a volte, si affrontano temi come questi.
Così come mi è sembrato di cogliere anche resistenze, in parte della struttura regionale interessata, ad un'apertura culturale circa il ruolo e le possibilità d'intervento della Regione in materia di sicurezza.
Pure in questo quadro difficile, siamo al voto finale su un testo che farà di questa legge una buona legge della nostra Regione; una legge che affronta la materia con un approccio integrato sia rispetto alle varie competenze regionali e nella ricerca di un raccordo forte e coordinato al suo interno, sia per il raccordo con i Patti locali per la sicurezza integrata con il territorio.
Una legge che pone grand'attenzione agli interventi di prevenzione del disagio sociale e dei fenomeni d'illegalità e criminalità. È una legge che mantiene in capo al Consiglio l'approvazione delle linee programmatiche d'intervento e la definizione delle azioni prioritarie da attivare.
Una legge che pone attenzione alle vittime dei reati e a chi è deceduto nell'espletamento del servizio e per i civili periti a causa di atti terroristici. Una legge che pone in campo anche azioni utili a dare risposte non solo all'esigenza di rafforzare, per quanto di competenza, il contrasto alla criminalità reale, ma anche quel senso di insicurezza percepito dai cittadini, che non può essere ignorato e che deve parimenti trovare risposte, senza ipocrisie, come dicevo prima.
Anche perché l'assenza di risposte in questo campo porta a conseguenze anche imprevedibili, spinge a quei sentimenti di ricerca della difesa personale da parte dei cittadini, che può portare anche a dei fenomeni assolutamente non accettabili.
dalla cronaca di qualche giorno fa, di domenica o di sabato scorso l'esempio di quel cittadino torinese anziano, di 74 anni, che ha armato la propria mano e ha sparato tre colpi di pistola animato da un sentimento di paura rispetto a quello che poteva essere un'insicurezza da lui fortemente percepita e alla quale bisogna dare assolutamente risposta.
Devo dire che, nel quadro della discussione per l'approvazione di questi contenuti della legge, mi pare di dover sottolineare come si sia trovato l'accordo e l'assenso per stanziare risorse anche per il completamento delle strutture destinate ad accogliere le forze dell'ordine in particolare i carabinieri, che consente quindi di dare una risposta a realtà da tempo in difficoltà e, quindi, di mettere a disposizione delle forze dell'ordine strutture adeguate ai compiti che devono svolgere.
Vado alla conclusione di questa dichiarazione di voto, sottolineando ancora, Assessore Caracciolo, come questa sia la quinta legge che lei porta all'approvazione dell'Aula in questo primo scorcio di legislatura, dopo quella della gran distribuzione, della moratoria sulla gran distribuzione e sulla programmazione della distribuzione commerciale, sugli esercizi pubblici e sulle fiere.
Credo che questo sia un aspetto assolutamente positivo. Mi sia permesso di fare un riferimento anche a quanto è stato scritto nei giorni scorsi su qualche quotidiano di informazione. Abbiamo letto del giudizio di qualche collega che le rimprovera di apparire poco, di non essere appariscente.
Devo dire, Assessore, che forse le persone che hanno espresso questi giudizi appariranno di più, ma non è detto che questo sia produttivo per il consenso che questa coalizione potrà raccogliere.
Mentre sono certo che lei, lavorando con vero impegno riformista a portare un mattone dopo l'altro alla realizzazione del programma di questa coalizione, di quel programma che ci siamo dati e che è stato premiato dagli elettori, sta facendo un buon servizio al Piemonte e alla maggioranza che sostiene questa Giunta.
Quindi, anche per queste ragioni, lo SDI esprimerà un convinto voto di consenso a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Il Consigliere Segretario Ghiglia chiede di intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Noi non riteniamo questa una buona legge. Lo abbiamo ripetuto in tutti i modi. Il collega Vignale, il collega Botta e il sottoscritto hanno cercato di migliorarla con una serie di emendamenti, alcuni dei quali in parte recepiti dalla Giunta.
Nonostante non riteniamo sia una buona legge, crediamo che in un momento così delicato per quanto riguarda non la percezione di insicurezza ma per quanto riguarda l'insicurezza reale che vivono i nostri concittadini nei quartieri soprattutto delle grandi città - ma non solo, anche nei piccoli paesi - ancorché con fenomeni di criminalità molto diversificati non sarebbe responsabile da parte nostra votare contro un testo di legge che, seppure insoddisfacente, quantomeno per alcune sue parti potrebbe sempre che, come spesso succede, non vanifichiate anche le pochissime cose mediamente buone che fate - risolvere ed affrontare in maniera anche concreta il tema della sicurezza dei cittadini e di una maggiore necessità di città e paesi più vivibili.
Il Gruppo di Alleanza Nazionale ha deciso di astenersi su questo disegno di legge della Giunta. Ci asteniamo, Assessore Caracciolo, e questo noi lo consideriamo, per quanto ci riguarda, una grossa apertura di credito. Speriamo di non rimanere delusi.
Noi vorremmo e chiederemmo, magari, se lei nella replica ci darà qualche rassicurazione che i fondi di questa legge dalle mille facce e dai mille interventi possibili e potenziali - l'abbiamo detto più volte: una legge estremamente generalista, estremamente onnicomprensiva, che va dalla sicurezza ai luoghi di lavoro, alla sicurezza e agli ambienti domestici alle telecamere piuttosto che alla targhetta sopra la porta - siano spesi per quella che tutti sappiamo essere la vera sicurezza reclamata dai cittadini: più prevenzione, più controlli, più strumenti ai corpi di polizia municipale, maggiori dotazioni a quella che potrebbe e dovrebbe essere, a nostro avviso, la quinta forza di polizia non per importanza, ma sicuramente per l'uomo.
Per noi la sicurezza è un concetto semplice. La sicurezza vera è quella che ci consente di uscire di casa senza avere paura che cali la sera. Per noi la sicurezza è quella per la quale donne e bambini minori, ma anche anziani e persone normali siano liberi, a qualunque ora e in qualsiasi via della propria città, di poter circolare. Questa, cari colleghi della sinistra, è per noi la sicurezza.
Voi avete cercato, da questo punto di vista, irresponsabilmente, di annacquare questa legge, di riempirla di contenuti che non le sono propri.
Vedete, cercare di finanziare, come abbiamo detto ripetutamente in queste settimane in Aula, con questa legge persino i mediatori culturali, o cercare di fare educazione civica o educazione costituzionale con i fondi di questa legge, non servirà ad aumentare la sicurezza dei nostri cittadini.
Quello che temiamo, Assessore Caracciolo, è che l'estrema sinistra le faccia passare la legge, perché pure la Presidente Bresso si è dovuta impuntare. Era in imbarazzo dopo due anni che non rifinanziava la legge sulla sicurezza, voluta dal centrodestra; era in tremendo imbarazzo perch le grida di dolore drammatico che vengono anche dai quartieri torinesi l'hanno messa con le spalle al muro. Quindi, persino la Presidente Bresso è stata costretta, in qualche modo, suo malgrado, ad affrontare il tema della sicurezza.
Però poi, per dare il contentino ai comunisti della sua Giunta scusate, della sua maggioranza - che ogni tanto fanno un po' i birichini ma poi lei li redarguisce - e allora cambiano spesso idea, sulla caccia e su tante altre cose - comunque, per dare loro un contentino ha detto: "Cari compagni, io la legge sulla sicurezza sono costretta a farla, non me ne frega del resto per nulla della sicurezza (tant'è che per due anni nonostante la situazione drammatica di Torino, non è stata rifinanziata la vecchia legge), ma, visto che l'opinione pubblica e i media mi costringono a fare una legge, voi, cari compagni comunisti della sinistra più intensa fate una cosa: metteteci dentro di tutto".
Voi avete messo dentro questa legge - ve lo ricordo, perché vorrei che un giorno vi vergognaste o, almeno nel vostro privato, ci faceste una risata grottesca sopra, perché il tema è serio e voi lo state ridicolizzando con le vostre posizioni e con i vostri inserimenti - la sicurezza viaria! In teoria, questa legge potrebbe andare a finanziare i cartelloni sull'autostrada. Avete messo la sicurezza nei luoghi di lavoro, anzich investire soldi per comprare una macchina ai vigili urbani. Con questa legge potreste investire i soldi per comprare le targhette che si attaccano al muro dove si ricorda di mettere il casco durante i lavori manuali. Avete messo in questa legge i contributi, eventuali, per i mediatori culturali.
Tutte competenze che atterrebbero ad altre leggi della Regione Piemonte (ricordo la legge sull'istruzione) e a tutte le altre leggi statali e regionali che già esistono.
Quindi, qual è stata la vostra operazione? L'opinione pubblica e i media ci costringono a fare una legge, facciamo una brutta legge mettiamoci dentro tutto ciò che attiene vagamente al termine sicurezza. Le battute le abbiamo fatte anche le settimane passate.
Perché lo avete fatto? Perché fondamentalmente voi siete degli irresponsabili. Il vostro buonismo ecumenico vi porta a misconoscere una realtà. Voi andate in giro per le strade e chiudete gli occhi. Per voi i delinquenti evidentemente sono compagni che sbagliano, cioè sono persone talmente disperate che questa società di cattivi costringe a sbagliare. Non sono dei delinquenti che magari facevano già i delinquenti nei loro paesi oppure che vengono in questo paese a guadagnare, anziché 850 euro al mese tremila spacciando. Per voi tutti i delinquenti sono compagni che sbagliano. Quindi voi non avete la necessità di assicurare più sicurezza a quei compagni che invece subiscono i torti, gli abusi e i crimini dei compagni che sbagliano. Voi preferite proteggere i compagni che sbagliano.
Il compagno clandestino che sbaglia è un povero migrante anche se viene qua a fare la prostituta o lo spacciatore; il delinquente che occupa i centri sociali sbaglia perché, poverino, ha una casa sua, ma è meglio occupare la casa del Comune che starsene a casa sua e magari trovarsi un lavoro ecc.
Per voi, tutti questi soggetti cosiddetti "deboli", che poi invece vanno a impedire la vita del cittadino normale, sono compagni che sbagliano, quindi avete voluto questa legge onnicomprensiva e generalista che sarà di fatto vanificata.
Perché alla fine ci asteniamo e non votiamo? Per senso di responsabilità e perché metà dei fondi quest'anno sono finalizzati a sostenere il "Patto per Torino". Due milioni e mezzo di euro andranno al "Patto per Torino", anche se Torino urla quotidianamente le sue necessità di sicurezza.
Presidente, vi siete accorti che tre giorni fa, a Parco Stura, hanno mandato la polizia a cavallo? Hanno dovuto mandare il settimo cavalleggeri contro gli spacciatori, perché non riescono neanche più ad andarci a piedi.
Ce ne rendiamo conto di cosa sta succedendo in questa città? Allora noi che, invece, siamo sensibili alle grida di dolore dei nostri concittadini ci asterremo su questa legge. Anche se è una brutta legge, chiediamo All'Assessore Caracciolo di vigilare. Qualcosa è stato fatto grazie anche agli emendamenti di Alleanza Nazionale. Intanto, dal punto di vista filosofico, la percezione di insicurezza...



(Scampanellìo del Presidente)



GHIGLIA Agostino

Presidente, sono sulle dichiarazioni di voto, ho diritto a dieci minuti...
Mi scusi, non sapevo che me ne spettassero cinque. Concludo e mi rifaccio poi con gli ordini del giorno.
In ogni caso, il nostro è un voto di astensione.



PRESIDENTE

Vi ricordo che per le dichiarazioni di voto, il nostro Regolamento, ai sensi dell'articolo 61, comma 3, prevede cinque minuti per ogni intervento.
Vista l'importanza dell'argomento in discussione non sono stato eccessivamente fiscale, ma vi invito, se possibile, ad attenervi ai tempi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Siamo giunti, finalmente, alla conclusione dell'iter di questa sofferta legge.
Devo sinceramente riconoscere all'Assessore di aver fatto il possibile puntando a quello che, in politica, dovrebbe essere sempre l'obiettivo ovvero il raggiungimento del "possibile", sicuramente non dell'impossibile.
Perché dico questo? Ho più volte sottolineato che le aspettative della popolazione, ma oggettivamente anche di molti autorevoli colleghi, erano diverse. Bene ha fatto, quindi, l'Assessore a ricollocare il problema nelle giuste dimensioni. Perché non è superfluo ricordare che le competenze dell'Ente Regione non sono assolutamente simili a quelle del livello parlamentare nazionale. È da qui che noi dobbiamo partire, non per giustificare, tra virgolette, l'operato e il significato più profondo della legge stessa, ma per comprenderlo e mettere da parte quelle aspettative per alcuni versi velleitarie che, purtroppo, da una legge di questo tipo, non si sarebbero mai potute avere senza confliggere con quelle che sono le reali competenze.
Detto questo, abbiamo ascoltato prima alcuni interventi dell'opposizione, che, nel fare un'apertura di credito, hanno anche riconosciuto lo sforzo compiuto per segnare, con questa legge, un significativo cambiamento culturale. Perché quel buonismo di cui la sinistra (o il centrosinistra) sino a ieri è stata accusata, effettivamente oggi dà segnali di un reale e concreto cambiamento.
Si è sempre confusa, forse eccessivamente, forse strumentalmente, forse ideologicamente, la repressione con una necessaria, inevitabile ineludibile ed indiscutibile azione di garanzia nei confronti di tutti quegli elementi necessari per ripristinare, mantenere, tutelare e garantire l'ordine pubblico. Allora, ben venga un cambiamento in tal senso. E ritengo che in questa legge si possa leggere chiaramente, per cui mi complimento sinceramente con l'Assessore, perché so che ha dovuto mediare, e lo ha fatto al rialzo e non al ribasso.
Alcune misure concrete sono state adottate dalla maggioranza di quest'Aula e anche se non sono piaciute ad alcuni colleghi, hanno potuto riflettere la volontà di una larga maggioranza trasversale, che non deve essere vista in opposizione o in contrasto verso coloro che hanno ritenuto di difendere legittimamente fino in fondo le loro posizioni; semplicemente dimostra che un cambiamento è già in atto, e ci auguriamo che un cambiamento ancora più forte e più decisivo possa avvenire per il futuro.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi; ne ha facoltà.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Nell'accingermi ad esprimere su questa legge la dichiarazione di voto del Gruppo di cui faccio parte, voglio innanzitutto riconoscere il lavoro che è stato svolto dalla Giunta, dall'Assessore Caracciolo e da tutta la Commissione, oltre che dall'Aula. Nel corso del dibattito, sono stati accolti alcuni emendamenti proposti dalla minoranza, a testimonianza che nel lavoro di Aula si cerca qualsiasi suggerimento migliorativo di un testo di legge, nell'interesse dei cittadini della nostra Regione.
una legge importante oltre che attesa, perché riconosce che la sicurezza è un bene, e lo è per tutti. Non soltanto è un diritto di tutti pretendere sicurezza, ma è compito di tutti lavorare per la sicurezza.
La sicurezza è composta da diversi elementi. È costituita innanzitutto, da attività di prevenzione. Nel testo che ci accingiamo ad approvare, vi sono numerose parti dedicate agli aspetti di prevenzioni.
Purtroppo, nel corso del dibattito, sono stati, forse, i meno considerati ma sono quelli che hanno lo sguardo più lontano, hanno le lenti che consentono di vedere al domani e al dopodomani, e non soltanto all'oggi. Ma la sicurezza è fatta, altresì, di dissuasione, e questa legge contiene interventi mirati alla dissuasione dalla criminalità e dalla microcriminalità.
La sicurezza è fatta anche di repressione: giustamente, questa legge riconosce che l'aspetto della repressione non rientra fra i compiti della Regione, poiché l'ordine pubblico, come abbiamo più volte sottolineato, è una mansione specifica dello Stato, che si è attribuito e si mantiene anche dopo la recente riforma costituzionale.
Questa è una legge completa, nel senso che assegna alla Regione i compiti della Regione; riconosce allo Stato i compiti dello Stato attribuisce agli Enti locali, nell'ambito delle politiche per la sicurezza quella giusta autonomia - che è sempre accompagnata da responsabilità - che viene individuata nell'articolo 9.
Credo che uno dei punti centrali di questa legge sia quello relativo ai Patti locali per la sicurezza integrata. Saranno gli amministratori dei territori, quindi, insieme con i Prefetti e con quanti operano nel territorio in tema di sicurezza, a definire quali sono i bisogni di sicurezza dei cittadini di quel territorio e non soltanto quali che sono gli spazi a cui deve essere dedicata attenzione alla sicurezza. Dovranno determinare quali sono i bisogni delle persone, delle donne, degli uomini dei minori, degli anziani e, perché no, dei commercianti che operano in quel territorio; quali sono i bisogni di sicurezza che quel territorio esprime. E su quei bisogni di sicurezza, si dovranno elaborare delle politiche integrate, che vedono la convergenza e la collaborazione di diversi soggetti pubblici e privati.
Come dicevo prima, la sicurezza è un diritto di tutti, è un compito di tutti, è un dovere di tutti garantire la sicurezza. È una legge che attribuisce al Consiglio e alla Giunta, all'articolo 5, di cui abbiamo parlato poco, una grande responsabilità.
Approfitto della presenza in Aula non soltanto della Giunta, ma anche della Presidente della Giunta, per esprimere un forte apprezzamento per il secondo comma dell'articolo 5. Quando si dice che gli interventi regionali di cui alla presente legge, si coordinano con gli altri interventi che la Regione svolge in materia di propria competenza, significa che i cinque milioni della legge, se bene utilizzati dalla Giunta e dagli amministratori locali attraverso lo strumento dei Patti locali per la sicurezza integrata ne attiveranno molti altri. Si lavorerà in termini di sistema. Allora le risorse destinate ai servizi sociali, le risorse destinate alla riqualificazione urbana, alle politiche abitative, potranno essere indirizzate e fare sistema con le risorse per la sicurezza e attivare molte più risorse di quelle che soltanto questa legge mette in campo.
stato un po' deriso, se posso dire, con benevolenza, con simpatia, ma così è stato nel corso della discussione in Aula, l'articolo 4, quello che riguarda l'attenzione alle vittime. Ritengo, invece, che proprio l'articolo 4 fa del Piemonte una Regione europea, fa di questa legge una legge che ben si inserisce nel contesto della legislazione europea e che risponde alle raccomandazioni del Comitato dei Ministri degli Stati membri sull'assistenza alle vittime.
L'Unione Europea ci dice che l'assistenza alle vittime è fatta dalla promozione di misure speciali di sostegno. Per esempio, attraverso organismi della sanità, della sicurezza sociale, dell'alloggiamento dell'educazione e dell'impiego: queste sono le raccomandazioni del Comitato dei Ministri degli Stati membri in Europa, questo è quello che noi ritroviamo all'articolo 4 della legge. Siamo orgogliosi di avere una legge che ci colloca esattamente nella filosofia e nella pratica delle azioni dell'Unione Europea.
Concludo con la dichiarazione di voto a favore della legge e con la raccomandazione che la sicurezza è sicurezza delle persone, che la sicurezza si ottiene anche attraverso le politiche di prevenzione e attraverso la sperimentazione di progetti che abbiano la regia regionale ma che siano concordati con gli Enti locali per fare del Piemonte, ancora una volta, una Regione pilota che sa reagire in modo adeguato ai problemi di insicurezza e di microcriminalità dei nostri territori, ma sa anche costruire una popolazione di cittadini e di cittadine che contribuiscono a dare sicurezza al territorio in cui vivono.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Nell'esprimere il voto contrario del nostro Gruppo alla legge desidero, molto sinteticamente, motivarlo.
Una legge che deve toccare, questo certamente non è esente, tre aspetti evocati anche in alcuni interventi susseguiti questa mattina: le competenze, i contenuti e il finanziamento per raggiungere i contenuti.
Svolgo da prima il tema delle competenze, perché è quello che più mi rende perplesso. Magari c'è qualcuno che considera seriamente il rapporto di competenze tra le Regioni - escluso questa - Stato centrale, Unione Europea, Enti sottordinati, come un rapporto fisso e immutabile perch rappresentativo, correttamente, dell'esigenza dei tempi (io non sono fra questi). D'altronde numerose sono state, sono e saranno le discussioni che vedranno le Regioni - spero anche questa - discutere con il Governo centrale su problemi gestiti nell'ambito delle competenze concorrenti delle competenze sulle cui materie, sulle cui decisioni, evidentemente esistono pensieri diversi.
Sono tra coloro che ritengono indispensabile che le Regioni abbiano non soltanto questa, una maggiore delega proprio perché rappresentano collettività o macrocollettività disomogenee all'interno del nostro stesso Paese. Rappresentando delle disomogeneità, non è facilmente possibile centralizzare le competenze in un'unica situazione.
Perché sottolineo quest'aspetto? Perché ho la netta convinzione che la più volte ribadita assenza di competenza - che c'è, ma questa è un'assemblea legislativa e ci tornerò - serva non tanto per ribadire dei limiti - che ci sono - ma per trovare un comodo alibi per rifiutare l'argomento secondo cui, e non è cosa nuova, la maggioranza che in questo momento governa ha opinioni del tutto diverse.
Rimuovere livelli di competenze, se si riconoscesse che la collettività che ci esprime ne ha utilità, è compito di un'assemblea legislativa sovrana, se uno ritiene di farne parte. È evidente che i pensieri non sono in questa direzione, totalmente conformi. C'è chi afferma che i Consigli devono rimanere con un ruolo di consulenza, la codecisione allunga troppo i tempi, non è più possibile. Chi è l'autore, anzi l'autrice, di questo pensiero? La nostra Presidente.
evidente che rispetto a questo pensiero, per chi sostiene, come me la necessità, anzi, l'indispensabilità della sovranità e del ruolo dell'Aula in un momento in cui a me sembra che la regione Piemonte, come territorio, non stia giocando per la Champions League, ha evidentemente esigenze del tutto diverse, da chi è portatore di un pensiero che considero erroneo, oltre che illegittimo.
Le leggi dicono, oggi, delle cose diverse da quanto qui affermato, ma che capisco bene, cioè ritenere più utile decidere, nell'ambito del proprio ufficio, che confrontarsi, oserei dire; al massimo, avere dei consigli già codecidere, è eccessivo - rispetto a chi ritiene che quest'Aula debba rimanere, soprattutto sovrana. Questo sta per le competenze. Quando le competenze non ci sono, ma ci sono i problemi - e non mi rivolgo a lei con segno di critica personale, ma di critica costruttiva - le competenze, una Regione, se le va a prendere.
I piemontesi - che non sono coloro che sono nati qui, ma sono coloro, a maggior ragione, che qui sono venuti e hanno deciso di rimanere, quindi sono piemontesi per scelta e non piemontesi per nascita - un tempo venivano chiamati bugia nen (non credo di aver bisogno di tradurlo per nessuno).
Bugia nen erano i Granatieri di Sardegna e si chiamavano così perch gli altri gli sparavano addosso e questi, non avendo paura, non si muovevano. Adesso bugia nen sono coloro che noi autorizziamo - ripeto autorizziamo - con quest'assoluta ipocrisia di leggi-non leggi, in cui non c'è scritto niente e, nel non esserci scritto niente, nel dubbio, non le finanziamo. Quando in una legge non ci sono contenuti, se si prende e si strizza, non rimane niente. Nel dubbio rimanesse qualcosa, gli euro disponibili sono nulla, perché 2,5 milioni sono già indirizzati, nel Patto di sicurezza, verso il Sindaco di questa città dove noi stiamo operando.
Legge vuota, legge inutile, nel dubbio non finanziata: perché? Perch non siamo competenti. Questo, Assessore Caracciolo, gentili Consiglieri della maggioranza, spiegatelo ai vostri concittadini. Noi lo faremmo, non in senso di politica contro. Sappiamo che, anche al vostro interno, c'è chi ritiene che oggi la sicurezza sia uno dei problemi, alcuni ritengono il principale percepito, forse eccessivamente, ma certamente con grandissimi elementi di concretezza.
Certamente questa è una legge inutile, De Robilant avrebbe detto "quando si deve fare una legge inutile, piuttosto non la si faccia". Non è mai morto nessuno per una legge inutile non fatta. Invece, i danni fatti da leggi inutili possono essere lungamente perseguiti, perché poi qualcuno ci si richiama. Quindi, legge inutile, non finanziata e senza soldi! Quando un'Aula ritiene di dover risolvere un problema, le competenze se le prende, così come una Regione che vive la propria sovranità come un bene patrimoniale da assolvere. A meno che si voglia avere - cosa che non mi riguarda - un ruolo di consulenza (spererei almeno ben pagato, come lo sono la maggior parte dei consulenti, in questo momento, in questa Regione) in cui la codecisione allunga i tempi.
Personalmente, non voglio la codecisione. Voglio che quest'Aula torni ad avere la sovranità delle proprie decisioni, che ha sempre avuto, e non sarà questo lieve intervallo, che dura ancora due anni e quattro mesi, ad interromperne tale sovranità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Grazie Presidente Abbiamo espresso un parere positivo su questa legge in Commissione ed è stato espresso anche negli interventi compiuti dal Consigliere Bossutto e da me (oltre a quelli di altri Gruppi, vicino al nostro). Crediamo che il concetto di sicurezza integrata sia un fatto positivo, come insieme di azioni che possono essere integrate fra i diversi soggetti che lo compongono.
Abbiamo dato un parere positivo sul coordinamento delle politiche regionali e locali. Abbiamo ritenuto, anche noi ovviamente, utile e fondamentale l'aiuto alle vittime di reati di vario tipo che si sono manifestati. Abbiamo pensato, a differenza di altri interventi di oggi, che sia utile e giusta - questo è un problema di base - un'attenzione ai problemi sociali e alle politiche di inclusione, che sono contenuti in questa legge. In particolare, sulla mediazione di conflitti e sul principio di legalità.
Non conoscevamo i retroscena, su cui il Consigliere Ghiglia ci ha edotti precedentemente, di una sorta di accordo sottobanco fra la Presidente e noi "comunistacci" che non volevano la legge, ma siamo stati costretti a passarla mediante non so quali incontri, promesse e minacce.
Continuiamo a ritenere che la sicurezza sia, ovviamente, un problema reale e fondamentale. Tocca la vita quotidiana, tocca le nostre città, in quartieri, in particolare, ceti e classi sociali subordinati in una fase che non è certamente contingente e che si aggrava continuamente, di frammentazione sociale o di disintegrazione sociale, che ci pare si stia vivendo.
una legge che, giustamente, tocca il tema della prevenzione, che mi pare non possa essere ritenuto secondario, e tocca il problema dell'educazione dei mediatori culturali. Crediamo sia profondamente preoccupante che una parte consistente di questo Paese (non mi riferisco solo alla Sicilia o alla Campania o alla Calabria) ritenga normale pagare il pizzo per avere un negozio, ritenga normale dover contrattare un posto al mercato per una bancarella.
Crediamo altresì preoccupante che una parte che una parte consistente di giovani - si tratta di dati e constatazioni di ogni giorno - veda nel criminale, mafioso o meno, una sorta di eroe; che alcune associazioni criminali di gran peso siano le uniche a cui ci si può rivolgere in molti settori per ottenere un posto di lavoro, per avere piaceri o altro.
Siamo convinti, al contrario di altri, che il concetto di sicurezza sia un concetto largo e ampio. C'è una sicurezza primaria, quella di avere un lavoro, di non avere incertezze per il futuro, di avere la convinzione che anche una malattia non produca un crollo delle condizioni materiali e delle prospettive di vita (accade nei Paesi più avanzati, nella logica comune del nostro) e che la scuola possa dare speranze, che vi sia la concezione che il futuro possa essere migliore, non necessariamente peggiore del passato e di oggi.
Siamo molto preoccupati che sempre di più la realtà si avvicini a un'immagine, quella per cui c'è la paura di entrare in alcuni quartieri o di passare in alcune strade. Sono le cose che vedevamo da ragazzini al cinema, ma riferite ad altri Paesi, che ci parevano appartenere ad una cultura, ad una concezione della vita completamente differente.
Noi siamo convinti che le questioni materiali, le questioni sociali e la disintegrazione di alcuni elementi culturali di fondo (la fabbrica, per esempio, è stato uno di questi, così come il movimento operaio è stato un elemento connettivo profondo) stiano, invece, scomparendo.
Infine, l'Assessore sa che voteremo questa legge. Pensiamo, a differenza di altri, che alcuni cambiamenti introdotti con gli emendamenti siano stati certamente positivi e il nostro Gruppo li ha votati; pensiamo che altri non siano stati positivi e abbiano portato a un impoverimento di questa legge ed anche a un cambiamento del suo spirito.
Assessore, non si tratta del problema della costituzionalità. Siamo convinti che siamo perfettamente nel campo della costituzionalità e non tocchiamo certamente questo tema, ma riteniamo che lo spirito e il modo con i quali questa legge è nata e le speranze che l'hanno accompagnata in alcuni di noi, siano stati parzialmente contraddetti da alcuni atti.
Il più importante, naturalmente, lo sapete, è una diversa concezione rispetto ad altri Consiglieri, non tanto sul fatto che la sicurezza sia un fatto fondamentale per tutti, perché lo sappiamo, quanto sul ruolo della stessa polizia locale che, ci pare, all'interno di questa, rischi di essere modificato rispetto al suo spirito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Ritorno a quello che avevo già affermato quindici o venti giorni fa quando discutevamo di questa proposta di legge, e riparto da quello che avevo già detto allora.
Nel giugno di un anno e mezzo fa, a pochi mesi dall'insediamento del Governo Prodi, la Presidente Bresso, insieme al Sindaco Chiamparino e al Presidente della Provincia Saitta, scrisse una lettera al Presidente Prodi per chiedere maggiori risorse, senza le quali sarebbe stato difficile arginare i contrasti e i disagi sociali, e per dare maggiore sicurezza dei cittadini piemontesi.
Bene, da allora, noi non abbiamo visto niente. Quindi, l'azione politica che prima pensavo volesse essere... Il mio pensiero è quello. Noi non possiamo pretendere che la Regione e quindi l'Assessore Caracciolo si sostituisca al Ministro dell'Interno e non vogliamo nemmeno che la Presidente Bresso diventi come quel Sindaco che ha messo i cartelli di divieto.
Però, non possiamo nemmeno accettare di essere così "emarginati" da parte del Governo centrale nel non riconoscerci quelle risorse che ci spettano di diritto, indipendentemente dalla legge che ha proposto l'Assessore Caracciolo, il quale dice che questa legge è una legge di intenti, di principi per cui non vi aspettate grandi cose...



(Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, mi spiego meglio.
Quindi, dicevo che l'Assessore Caracciolo dice che questa è una legge di intenti, di principi, però non vi aspettate che noi possiamo fare i vigilantes, che possiamo organizzare l'ordine pubblico, la sicurezza arrivare lì col manganello, fare questo e quest'altro, perché questo non ci compete come Statuto e quindi, come deleghe, questa è competenza del Ministero.
La Presidente Bresso scrive a Roma, insieme al Sindaco Chiamparino e al Presidente della Provincia Saitta, chiedendo maggiori risorse, ed è giusto.
Noi tutti qui in quest'Aula, Chiamparino compreso, abbiamo sollecitato maggiori poteri, abbiamo chiesto che siano delegati maggiori poteri ai Sindaci e ai Presidenti delle Regioni per ciò che concerne la sicurezza e l'ordine pubblico.
Ci sono dei provvedimenti, a livello nazionale (decreti e disegni di legge), che vanno nella direzione di dare maggiori poteri ai Prefetti maggiori poteri alle forze dell'ordine - ritorno a quella lettera, ecco perché parto da quella lettera - ma se non ci sono le risorse, come facciamo ad attrezzare i nostri poliziotti, i nostri carabinieri, i quali non hanno le macchine, non hanno le pistole adeguate, non hanno gli strumenti adeguati per contrastare la microcriminalità? Oggi vediamo, partendo dai ragazzini a scuola, che tutti sono attrezzati con i telefonini, con i computerini, con internet, quindi l'informatica e tutti i mezzi e gli strumenti ad essa collegati sono fondamentali per contrastare la microcriminalità, la prostituzione, per ridurre le stragi del sabato sera, che sono una conseguenza di quello che succede a livello territoriale, cioè il fatto di abusare di tutto e di più.
Ne approfitto anche per dire che noi abbiamo avanzato delle proposte di legge. Abbiamo proposto ed esistono in Commissione (o qui in Consiglio regionale) delle proposte di legge sia sulla riduzione della prostituzione selvaggia sia sulla limitazione delle stragi del sabato sera. Ma tutto questo giace in Commissione solo perché è stato presentato da Scanderebech o da Guida o da Burzi, in un momento in cui vediamo che, a livello nazionale, tutti vogliono intervenire con le parole, ma nei fatti non ci sono le risorse né ci sono le azioni che vanno nel principio di sussidiarietà, quindi che vanno laddove il problema nasce.
Davanti questo fenomeno, rispetto a questa legge una collega dice che risolve i problemi, l'Assessore dice che non serve a niente, la Presidente non riceve le risorse da Roma: è uno scenario che ci lascia un po' perplessi. Di conseguenza, perché votiamo no? Votiamo no perché abbiamo presentato delle proposte alternative e abbiamo avanzato diversi suggerimenti propositivi che vanno nella direzione degli ultimi scioperi che sono stati fatti a Roma e a Milano dai sindacati di polizia.
Avevamo proposto un emendamento tramite il quale vi era la possibilità di dare maggiori risorse alle forze dell'ordine con un accordo nazionale insieme al Ministero dell'Interno. Potevamo fare una cosa importantissima sia sotto l'aspetto dell'immagine sia sotto l'aspetto della sostanza sia sotto l'aspetto di ridare fiducia e dignità a questa istituzione, ma ci è stato negato anche quello. E questo è uno dei motivi per cui noi dell'UDC votiamo no.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Valloggia.



VALLOGGIA Graziella

Nel novembre 2006 ho partecipato, con le Consigliere Cotto e Pozzi, al convegno sulla sicurezza urbana che si è svolto a Saragozza in Spagna. Alla fine dei lavori della conferenza, si è votato un documento sottoscritto da 800 delegati provenienti da 241 città riferenti a 40 nazioni e non solo europee.
Il Manifesto di Saragozza sulla sicurezza si articola in 12 punti; tra questi, vorrei citarne uno che ritengo particolarmente importante e significativo nel contesto di quanto stiamo discutendo, ed è il punto 2.
Consci delle sfide particolarmente preoccupanti poste dalla criminalità sotto ogni sua forma al mantenimento degli equilibri sociali, giuridici culturali e politici, i partecipanti auspicano l'attuazione di politiche globali, integrate ed efficaci, non semplicemente destinate a combattere gli effetti della criminalità, ma anche le sue cause profonde, quali le esclusioni sociali, le discriminazioni in materia di diritti e le disuguaglianze economiche.
I 12 punti del manifesto sono stato poi presentati come proposta di ordine del giorno a questo Consiglio regionale (prima sottoscrittrice Mariangela Cotto e, a seguire, tutte le Consigliere che rappresentano sia la maggioranza che la minoranza in questo contesto), che termina dicendo: "Impegna la Giunta regionale a tenere conto, nella sua complessa attività di governo, dei principi sopraccitati".
Vorrei altresì richiamare le dichiarazioni che ho letto sul giornale (un giornale locale) rilasciate dal dottor Mulas, Questore della Provincia di Novara, durante un intervento sul tema della sicurezza, nel corso di un convegno che si è svolto in questa città. Dice il questore: "Per conoscere le dinamiche socio-politiche di una comunità e ottenere la collaborazione della cittadinanza verso la costruzione di un'intelligence collettiva che va sotto il nome di sicurezza partecipata è fondamentale la sensibilità degli agenti sul fronte della prevenzione dei reati, poiché non è sufficiente la repressione ad hoc: per centrare questo obiettivo è necessario che le forze dell'ordine instaurino un nuovo rapporto con la società, coinvolgendo nella lotta alla criminalità anche gli Enti locali cui sono delegati gran parte dei compiti di gestione della sicurezza".
Inoltre, ritengo interessanti le dichiarazioni che il Presidente del Comitato per le Case Popolari della mia città ha rilasciato a un giornale locale proprio sul tema. Dice il Presidente delle Case Popolari: "La nostra società è cambiata e ci sono molti stranieri che abitano nelle case popolari: sono i nostri vicini di casa e noi vorremmo convivere serenamente davvero insieme a loro". Volevo solo aggiungerlo perché ritengo interessante sentire che cosa ne pensano effettivamente i cittadini e coloro che in questo senso si sono organizzati.
Il Presidente del Comitato proseguiva dicendo: "Se non facciamo qualcosa del genere, il rione si divide in due: italiani e stranieri. Noi questo non lo vogliamo. Vogliamo vivere in pace con tutti, superando le eventuali barriere del razzismo. Le case popolari sono considerate come zone disastrate e a delinquere, ma non è così. La nostra paura, però, è che si cominci in futuro a delinquere, visto che controlli non ce ne sono.
Vicino a noi c'è una Stazione della Polizia Stradale, ma se succede qualcosa loro dicono che dobbiamo telefonare ai Carabinieri o alla Polizia Municipale e che non è un loro compito intervenire poiché loro in quella sede hanno solo gli uffici. Se succede qualcosa, noi non ci sentiamo abbastanza tutelati: chiediamo alle amministrazioni, alle istituzioni che ci diano una mano per risolvere le problematiche e creare degli spazi per i ragazzi e per gli anziani. Oggi non c'è nulla, è tutto da costruire".
Penso che la legge che ci accingiamo ad approvare, comunque nell'ambito delle competenze che la nostra Costituzione attribuisce alla Regione, abbia recepito ed applicato i principi contenuti nel Manifesto di Saragozza sulla sicurezza, che ho sottoscritto convintamente, e risponda alle istanze espresse dalle istituzioni che sul territorio si occupano e si preoccupano dell'ordine pubblico; credo che risponda altresì alle aspettative degli stessi cittadini, che nel caso citato, a mio avviso, hanno reso una testimonianza esemplare di come si definisce la sicurezza in un paese che è e vuole continuare ad essere civile e democratico.
Il nostro voto sarà, quindi, positivo. Grazie, per l'attenzione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del corso di Diritto Amministrativo della Facoltà di Agraria di Grugliasco


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del corso di Diritto Amministrativo della Facoltà di Agraria di Grugliasco, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Siete capitati, nel corso della seduta, nel momento in cui si svolgono le dichiarazioni di voto sulla legge in materia di sicurezza.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame disegno di legge n. 344 inerente a "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata" (seguito)


PRESIDENTE

Colleghi, prima di procedere a votare il disegno di legge n. 344 abbiamo 13 atti di indirizzo, tra mozioni e ordini del giorno.
Se non ci sono osservazioni in senso contrario, onde favorire una definizione più celere della votazione degli ordini del giorno, proporrei una breve sospensione della seduta, per valutare con i Capigruppo se vi sono delle condizioni per costruire il consenso attorno ad alcuni documenti, senza render troppo gravosi i lavori dell'Assemblea.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.52 riprende alle ore 12.25)



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, terminiamo i lavori odierni. La sospensione continua per il protrarsi della Conferenza dei Capigruppo e, naturalmente, i lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 14.30.
Saluto i nostri ospiti, mi scuso, ma fa parte di quello che pu succedere in Consiglio regionale quando si cerca di trovare una sintesi fra molti ordini del giorno.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.25)



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