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Dettaglio seduta n.267 del 21/11/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 15.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.39)



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

aperta la seduta straordinaria, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito alle "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Ferraris, Larizza, Laus Moriconi, Motta, Ricca, Ronzani, Rutallo e Spinosa.



PRESIDENTE

Ci sono 12 Consiglieri in congedo.
Pertanto, il numero legale è 26.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Segnalazione da parte del Consigliere Muliere della mancanza del numero legale per deliberare che non ha consentito lo svolgimento dei lavori della I Commissione in data odierna

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta da parte del Consigliere Lepri di un'informativa della Giunta regionale in merito a "Acquisto dell'Ospedale Umberto I"


PRESIDENTE

Colleghi, diventa difficile procedere in questo modo. Non sono riuscito nemmeno a leggere i nomi dei colleghi in congedo. Vi pregherei di accomodarvi nei banchi.
Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori il Consigliere Muliere ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Intervengo anche in Aula, dopo averlo fatto nella Conferenza dei Capigruppo, per sottolineare negativamente il fatto che questa mattina è mancato il numero legale in I Commissione. Poiché dovevamo discutere dell'assestamento e, dopo averlo licenziato, permettere che fosse affrontato nelle altre Commissioni, non lo abbiamo potuto fare nella Commissione di competenza, quella del bilancio, perché, come maggioranza non siamo stati in grado di garantire il numero legale e di iniziare i lavori.
Questo fatto negativo è un problema d'organizzazione della maggioranza perché, come Gruppi maggiori, ci rendiamo conto anche delle difficoltà dei Gruppi minori di garantire ogni giorno la presenza. Si tratta di valutare come maggioranza, un'organizzazione interna in modo tale da garantire, ogni qualvolta sia indispensabile, il numero legale in Commissione e naturalmente, questo è sottointeso - in Consiglio.
Abbiamo discusso di questo anche nella Conferenza di Capigruppo.
Insieme con i Capigruppo di minoranza abbiamo trovato un'intesa sul calendario dei nostri lavori, che ci auguriamo possa portare all'approvazione dell'assestamento entro il 30/11/2007, che è la scadenza per l'approvazione dell'assestamento di bilancio.
Questo, invece, è un fatto positivo. I Capigruppo di maggioranza e di minoranza hanno trovato quest'intesa, e questo è un fatto positivo.
Pertanto, ringrazio la disponibilità dei Capigruppo di minoranza. Proprio per questo, credo che nei prossimi giorni il Consiglio e le Commissioni potranno lavorare per affrontare le scadenze del Consiglio e anche affrontare discussioni importanti all'interno delle Commissioni.
Volevo sottolinearlo anche in Aula, perché mi sembrava opportuno e anche giusto.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Intervengo per ricordare all'Ufficio di Presidenza, in modo particolare al Presidente, che non era presente quando sono intervenuto, che ieri avevo chiesto una comunicazione della Giunta rispetto alle vicende legate alla Finanziaria in discussione in Parlamento.
Mi riferisco all'atteso finanziamento da parte del Parlamento attraverso la legge finanziaria, per contribuire all'acquisto dell'Umberto I, così come annunciato attraverso i mezzi di stampa dalla Presidente e dal Ministro Turco.
Non so se oggi la Giunta è in grado di fare questa comunicazione; ad ogni modo, continuo a sollecitarla e sarà il Presidente a valutare il rapporto con la Giunta. Naturalmente, non sfugge al Presidente l'urgenza della questione che sto sottoponendo alla discussione.



PRESIDENTE

Consigliere Lepri, ho già avuto modo di porre la questione alla Presidente Bresso. Sarà mia cura far sì che questo possa avvenire nel corso della seduta odierna. Quindi, appena la Presidente sarà in sala, sottoporr la questione, sollecitando un intervento in proposito.
Chiaramente abbiamo un Consiglio aperto su un tema specifico, quindi penso che tale questione si possa tranquillamente affrontare al termine della discussione o, comunque, in apertura del prossimo Consiglio. La questione è ovviamente d'interesse ed è estremamente urgente, perché il piano di lavoro della legge finanziaria 2008 del Governo è all'esame del Parlamento nazionale.
Il quesito del Consigliere Lepri necessita sicuramente di una risposta con estrema sollecitudine.
Se non vi sono altri interventi sull'ordine dei lavori, passiamo all'oggetto della nostra seduta di Consiglio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Liste e tempi d'attesa della sanità piemontese con particolare riferimento ai dati disaggregati ASL per ASL e ASO per ASO comparati con l'anno 2006 e l'anno 2004", richiesta dei Consiglieri Ghiglia, Burzi, Cavallera, Cotto Pedrale, Pichetto, Nastri, Ferrero, Boniperti, Nicotra, Scanderebech, Botta e Casoni


PRESIDENTE

Il Consiglio è convocato oggi in seduta straordinaria, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto, per trattare il seguente punto: "Liste e tempi d'attesa della sanità piemontese con particolare riferimento ai dati disaggregati ASL per ASL E ASO per ASO comparati con l'anno 2006 e l'anno 2004", su richiesta dei Consiglieri Ghiglia, Burzi, Cavallera, Cotto Pedrale, Pichetto, Nastri, Ferrero, Boniperti, Nicotra, Scanderebech, Botta e Casoni.
La parola all'Assessore Artesio per le comunicazioni della Giunta regionale in merito.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

La materia all'ordine del giorno di questo Consiglio ha una regolamentazione che vorrei brevemente ripercorrere, anche perch ripercorrendola registriamo gli atti deliberativi assunti da quest'amministrazione regionale.
La normativa complessiva nasce con la definizione dei livelli essenziali d'assistenza. Ovviamente, nasce dal punto di vista formale giuridico perché, invece, viveva e vive nella necessità di salute espressa dai cittadini e del livello di soddisfazione espresso dal sistema. Nasce con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 29 novembre 2001 e definisce i livelli essenziali d'assistenza, successivamente ritradotti nell'accordo Stato-Regioni del 14 febbraio 2002.
In modo particolare, l'accordo del 14 febbraio 2002 è propedeutico all'emanazione del DPCM del 16 aprile 2002, che per la prima volta, in modo dichiarato ed esplicito, definisce le linee guida e i criteri di priorità per l'accesso alle prestazioni diagnostiche terapeutiche e sui tempi massimi d'attesa.
Questo DPCM viene successivamente ripreso dall'accordo Stato-Regioni dell'11 luglio 2002. Quindi la normativa nazionale in materia è definita dal 2002. La Regione Piemonte adotta la normativa nazionale il 28 luglio del 2003, che è il primo elemento di riferimento dal punto di vista normativo su questa stessa materia.
Dal 2003 al 2006 la normativa della Regione Piemonte resta inalterata fino alla definizione dell'intesa Stato-Regioni del 28 marzo 2006, che vara un Piano nazionale di contenimento dei tempi d'attesa 2006/2008.
Il Piano nazionale di contenimento dei tempi d'attesa è recepito dalla Regione Piemonte attraverso una deliberazione d'indirizzi applicativi dell'intesa nazionale del 3 luglio 2006. Quindi, questa diventa la normativa di riferimento.
In relazione alla materia in esame oggi e alle informazioni richieste dai Consiglieri, vorrei fare riferimento alle singole condizioni in cui si trovano i pazienti al momento della richiesta d'accesso a visita specialistica ed esame diagnostico, individuando alcune categorie per le quali il percorso delle linee guida prima richiamato non si applica venendo trattato in protocolli specifici che si chiamano "specifici percorsi diagnostico-terapeutici".
In modo particolare, i percorsi diagnostico-terapeutici riguardano due aree, l'area oncologica, per la quale la DGR relativa definisce due modalità di presa in carico, il Centro d'accoglienza ai servizi e il Gruppo interdisciplinare delle cure, che prevedono l'accesso al primo esame diagnostico in relazione ad un sospetto di natura oncologica nell'arco di sette giorni.
La seconda tipologia, sulla quale esiste un protocollo particolare riguarda l'attività ambulatoriale di recupero e di rieducazione funzionale sulla quale è stata emanata una delibera di Giunta regionale specifica che determina i comportamenti in ordine a diverse tipologie rappresentate sulla condizione del paziente. Su questa materia non viene applicata la categoria della prestazione urgente, ma la categoria della prima visita fisiatrica a causa di evento traumatico in stabilizzazione o in caso di disabilità classificata 2-4, il cui accesso è definito, nel primo caso, in sette giorni dalla prescrizione e, nel secondo, in dieci giorni dalla prescrizione.
L'altra categoria, che si riferisce al recupero e alla rieducazione funzionale in attività ambulatoriale, riguarda la disabilità 5 e 6 oppure la condizione di stabilizzazione o di mantenimento funzionale in caso di cronicità. In queste sottospecie, l'accesso alla prima visita deve avvenire entro 30 o 40 giorni, se parliamo di disabilità 5 e 6.
Infine, ci sono le condizioni di controllo periodico che devono avvenire entro i 180 giorni dalla richiesta. Escluse, quindi, queste due fattispecie, l'esame relativamente alle liste d'attesa prende in considerazione le prestazioni ambulatoriali, suddivise in visite specialistiche e in prestazioni di diagnostica, e, infine, le prestazioni di ricovero programmato.
Per individuare quali sono le categorie delle quali stiamo parlando, si fa riferimento alla previsione contenuta nell'atto della deliberazione regionale che classifica le diverse categorie di priorità e di classe.
Vorrei quindi brevemente leggere il riferimento a queste categorie, perch è utile a definire, quando si fa riferimento alla lista d'attesa, di che cosa stiamo parlando.
Per quello che riguarda le condizioni di accertamento per le prestazioni ambulatoriali, le classi di priorità vengono definite dalla deliberazione regionale in quattro categorie, le quali sono indicate nella prescrizione del medico di medicina generale.
Queste categorie si distinguono nella seguente classifica: classe "U" definita urgente, è la prestazione relativa ad una malattia in fase acuta o in riacutizzazione per la quale il prescrittore valuta che la mancata esecuzione nell'arco di 48 ore possa comportare un peggioramento del quadro clinico. Su questo tipo di prestazioni classificate dal medico di medicina generale con la "U" la prestazione deve effettuarsi, e si effettua, entro 48 ore dalla richiesta.
Codice di classe "B": significa breve, riguarda la prestazione relativa ad una malattia in fase acuta o in riacutizzazione per la quale il prescrittore valuta che la mancata esecuzione nel breve periodo possa comportare un peggioramento del quadro clinico. Questa prestazione deve effettuarsi entro 15 giorni dalla richiesta ed è quanto, attraverso l'erogazione del sistema, avviene.
Le altre due classi sono indicate rispettivamente con la lettera "D" e con la lettera "P". La lettera "D" significa differibile e la lettera "P" significa programmabile.
La classe "D" (differibile) riguarda la prestazione la cui esecuzione non influenza in breve in modo significativo la prognosi. In questi casi le visite specialistiche devono effettuarsi entro 30 giorni, gli accertamenti diagnostici e strumentali entro 60.
Invece, la classe "P" (programmabile) riguarda prenotazioni la cui esecuzione non contempla la tempestività; queste visite, piuttosto che accertamenti diagnostici, devono essere realizzate entro 180 giorni.
Quando noi esaminiamo i tempi d'attesa delle visite specialistiche piuttosto che delle prestazioni diagnostiche stiamo parlando esclusivamente della classe "B", cioè delle prestazioni differibili, in quanto quelle urgenti e brevi sono garantite nel tempo previsto.
Facendo riferimento a questa tipologia, il sistema di rilevazione che è stato adottato dalla Regione Piemonte contempla un elenco di visite specialistiche e di prestazioni di diagnostica, nonché di prestazioni di ricovero, che, nell'arco degli anni considerati, dal 2004 al 2007, è stato strutturato secondo questo elenco. Nel 2004, le visite specialistiche contemplavano 17 categorie, che ora sono state allargate a 22; le prestazioni di diagnostica venivano registrare per 20 categorie, che ora sono ampliate a 103; le prestazioni di ricovero prevedevano otto categorie che oggi sono ampliate a 21.
Voglio solo sottolineare che gli esami comuni di laboratorio (l'elettrocardiogramma, l'RX al torace) sono ad accesso diretto, quindi non sono compresi nella rilevazione che qui abbiamo contemplato.
In ordine all'andamento delle liste d'attesa così rilevate si è chiesto, per quanto mi è stato dato di capire dalla richiesta avanzata alla Conferenza dei Capigruppo di giovedì, poi riferitami venerdì mattina, di conoscere l'andamento in ordine agli ultimi due anni.
Per realizzare una comunicazione sensata per l'impostazione con la quale vorrei realizzare questa breve comunicazione ed, evidentemente, non ponendo esaminare le 157.680 voci che sui tre anni compongono l'insieme delle prestazioni di diagnostica, ho provato ad esaminare su due mesi tipo settembre 2004 e settembre 2007 - i tempi massimi delle prestazioni sia sulle visite specialistiche, che su quelle della diagnostica.
Un primo elemento che vorrei sottolineare è il seguente: innanzitutto esiste un esame riferito ai volumi delle prestazioni.
Nell'arco di questi due anni, il volume delle prestazioni è passato per la Cardiologia, da 225.000 a 250.000; quello della Dermatologia da 185.000 a 189.000; quello dell'Endocrinologia da 93.000 a 110.000; quello dell'Ostetricia da 15.000 a 21.770; quello dell'Oculistica da 369.000 a 399.000; quello dell'Otorino si è mantenuto stabile, con flessioni da 201.000 a 186.000; così come, per gli esami diagnostici, abbiamo un andamento in crescita della TAC al torace da 25.000 a 35.000; da 16.000 a 26.000 per l'esame diagnostico all'encefalo; da 7.000 a 8.000 per quello della colonna; da 78.000 a 158.000 per l'ecocardiografia; da 94.000 a 117.000 per l'ecodoppler; da 119.000 a 121.000 per le mammografie.
Vorrei sottolineare che sto parlando non di prenotazioni, ma di volume delle prestazioni. Ciò significa, evidentemente, che un maggior afflusso di pazienti ai servizi ha prodotto una capacità di risposta del sistema in aumento.
Veniamo all'esame, in base alle classificazioni che qui ho fatto, delle liste d'attesa suddivise per Aziende Sanitarie.
L'andamento delle liste d'attesa suddivise per Aziende Sanitarie secondo le categorie che ho assunto sono classificate per Aziende. Posso scorrere, perché non è possibile fare altrimenti su un'evidenza di dati che solo negli ultimi due mesi produce questo tipo di report: in Cardiologia si rileva una condizione di non adeguatezza alla previsione (ovvero di trenta giorni) che, in modo progressivo, in alcuni contesti, manifesta delle linee di miglioramento che non sono però, evidentemente, ancora la soddisfazione secondo le normative di carattere nazionale.
Nei casi del 2004, in Cardiologia: ASL 3, siamo passati da 178 giorni di lista d'attesa a 150; ASL 5, da 60 giorni a 48; ASL 8, da 87 giorni a 56; ASL 9, da 63 giorni a 55.
Sto leggendo solo i dati non allineati, e non quelli che rispettano le prescrizioni.
ASL 11, siamo passati da 74 giorni a 62; ASL 14, da 33 giorni a 15 (siamo entrati nei parametri); ASL 18, da 78 giorni a 40; ASL 19, da 81 giorni a 47. ASO 7, da 35 giorni a 19 (siamo entrati nei parametri); ASO 8 da 90 giorni a 59 (non siamo entrati nei parametri, ma abbiamo ridotto l'andamento).
Chirurgia Generale: siamo passati da 53 giorni, nella condizione dell'ASL 5 del 2004, ad una situazione in peggioramento. ASL 7, siamo passati da una situazione di 30 giorni (che era il limite massimo) ad una riduzione di 29. ASL 16, abbiamo mantenuto un fuori quota, che era di 37 giorni, sui 37 giorni.
Nelle altre condizioni, tutte allineate, abbiamo migliorato anche nei tempi che erano sotto il livello di riferimento nazionale (ad esempio nell'ASL 4 siamo passati da una situazione di cinque giorni a due giorni).
Visite dermatologiche: le condizioni fuori quota sono pochissime. Su quelle fuori quota prendiamo in considerazione l'ASL 7: siamo passati da un tempo d'attesa nel 2004 di 156 ad un tempo d'attesa di 70 (permaniamo fuori quota, ma abbiamo ridotto il periodo). ASL 8, da tempo d'attesa di 42 giorni (eravamo fuori quota), siamo passati a 38 (restiamo fuori quota, ma riduciamo il tempo d'attesa); ASL 11, eravamo fuori quota con 32 giorni siamo scesi a 25. ASL 12, eravamo fuori quota con 63 giorni, siamo scesi a 56. Invece, nell'ASL 14 eravamo fuori quota con 31 giorni e abbiamo peggiorato la situazione, arrivando a 34. ASL 17, eravamo in quota con 21 giorni, si è peggiorata la situazione, arrivando a 32. ASL 18, eravamo fuori quota con 49 giorni e abbiamo migliorato la situazione, arrivando a 37.
La condizione di Neurologia - proseguo per ogni singola disciplina di quelle a maggior diffusione - è una di quelle che ha maggiori caratteristiche di criticità. In quasi tutte le Aziende Sanitarie ci sono degli andamenti fuori quota, che, in alcuni casi, si mantengono stabili, in altri prevedono delle riduzioni.
In sintesi, per non incombere sul Consiglio, perché queste analisi potrebbero essere lette pagina per pagina esclusivamente sullo stile di comparazione adottato, un mese a caso, settembre 2004, con un mese a caso settembre 2007...



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Non ha nessun senso, ma non ha senso produrre materiali che relativamente a due mesi, sono così.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Sono i suoi dati!



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Anche i vostri...



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Ma se li ha dati lei!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Il tema è di grand'attualità e d'assoluto interesse. L'Assessore sta fornendo un'informazione molto precisa e puntuale, con numerosi dati.
Quindi è necessario, oltre all'attenzione, un certo silenzio. Invito pertanto, chi ha la necessità di parlare - gli spazi all'esterno dell'aula sono ampi e confortevoli - di accomodarsi fuori.
Prego, Assessore.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Volendo fare una sintesi (sempre sul confronto tra settembre 2004 e settembre 2007) e tenendo la barra sul fatto che sono aumentati i volumi d'attività, così come ho fatto riferimento prima, abbiamo: in Cardiologia 13 ASL che migliorano le loro performance, mentre 15 le peggiorano in Dermatologia abbiamo 14 ASL che migliorano la loro performance, 2 che la mantengono, 11 che la peggiorano in Endocrinologia abbiamo 10 ASL che migliorano la loro performance, due che la mantengono, 12 che la peggiorano in Neurologia abbiamo 12 ASL che migliorano i loro risultati, tre che li mantengono, 12 che li peggiorano in Ostetricia 11 ASL li migliorano, 3 li mantengono, 12 li peggiorano in Oculistica 13 li migliorano, una li mantiene, 12 li peggiorano in Ortopedia 15 li migliorano, 13 li peggiorano in Otorinolaringoiatria abbiamo la criticità maggiore, perché il peggioramento è più rilevante, mentre solo nove migliorano i propri risultati in Pneumologia 11 li migliorano, quattro si mantengono stazionarie e le restanti peggiorano il tempo d'attesa.
Sugli esami di diagnostica, invece, abbiamo una situazione che è più differenziata a seconda degli esami di diagnostica, ma che vede mediamente una dimensione da 10 a 13 in miglioramento.
Questi sono i dati, organizzati ovviamente secondo un criterio discrezionale, della classifica d'accesso alle prestazioni di classe "D" in un quadro d'aumento dell'accesso.
Vorrei adesso fare riferimento al senso che può avere la rilevazione di questi dati per come, nel corso dei mesi e degli anni, si è fatto, in ordine alla loro leggibilità.
Quando è stato chiesto di produrre qui i dati degli ultimi tre anni disaggregati per ASL e organizzati per disciplina, visite ed esame diagnostico, ho portato i dati degli ultimi due mesi, che sono questi.
Se avessi dovuto produrre i dati del triennio, avrei dovuto produrre 157.600 tabulati per le visite e gli esami e 1.800 per i ricoveri.
del tutto evidente che un'analisi di merito sui trend non può essere fatta su questa rilevazione, in primo luogo perché non sarebbe interpretabile; in secondo luogo, perché non è attendibile, nel senso che esaminare un mese di un anno con un mese dei due anni successivi sottopone la rilevazione a criteri di mutabilità nel tempo non organizzati su un determinante oggettivo, ma su un elemento di casualità - l'assenza del medico, l'interruzione d'attività della macchina che ha aumentato la lista d'attesa, che quindi in quel mese risulta più rilevante - che non rende comprensibile l'andamento delle prestazioni.
Per questa ragione, dal 2007 la comunicazione regionale non è organizzata su presidi, ma nell'ambito del Torinese è organizzata sul sistema del SovraCup, con il quale concludo la comunicazione.
Il sistema del SovraCup, oltre ad avere la caratteristica di non registrare la prestazione su un singolo presidio ma sul sistema, introduce esattamente agli occhi del paziente l'accesso al sistema e non al singolo presidio.
Che cosa significa l'accesso al sistema? Per accesso al sistema s'intende che le diverse Aziende sanitarie (le ASO) e le strutture convenzionate che le ASL hanno portato con sé nel sistema (non ancora tutte) mettono in comunicazione le agende. La messa in comunicazione delle agende consente al cittadino, al momento della richiesta della prestazione di potere ricevere, attraverso lo sportello decentrato della propria ASL piuttosto che attraverso il numero verde d'accesso, l'opzione tra il tempo d'attesa nella propria azienda di riferimento, ovvero il tempo minimo d'attesa nell'insieme del sistema delle prenotazioni.
Il che evidentemente consente un'opzione sull'affrontare una maggiore fatica per raggiungere il presidio che offre minori tempi d'attesa eventualmente rinunciare alla visita dal professionista dal quale s'intende accedere, in cambio di una riduzione del tempo d'attesa stesso.
Come ha funzionato da novembre 2006 il SovraCup di Torino? Il SovraCup di Torino effettua 1.500 prenotazioni al giorno su un complesso di 850 tipi di prestazione, mettendo in comune 2.500 agende tra visita e accesso diagnostico. Le prestazione più prenotate sono la visita oculistica, la visita cardiologia, la mammografia, la radiologia ossea e l'ecografia.
Le prestazioni - lo abbiamo già detto ripetutamente - riguardano tutte le categorie "D".
In sei mesi d'attività, il call center, quindi coloro che si sono rivolti al telefono anziché al rapporto con il personale dell'ASL, ha risposto a 200 mila chiamate.
Laddove fosse necessaria una preparazione specifica, quale dieta o assunzione di farmaci, o vengano raccomandati comportamenti particolari prima di sottoporsi all'accertamento, viene inviato un fax contenente le istruzioni allo sportello dell'Azienda sanitaria di residenza del cittadino, il quale, presentandosi allo sportello con gli estremi, pu ritirare le indicazioni del caso.
Con questa modalità del SovraCup, i tempi minimi di prenotazione delle prestazioni che vengono monitorate sono inferiori a quelli previsti dalle indicazioni regionali, che discendono da quelle nazionali.
Quindi, con la modalità del SovraCup si è riportato, per la città di Torino e per la popolazione che fa riferimento alle Aziende Sanitarie Ospedaliere, il livello della risposta entro le previsioni normative.
C'è un'eccezione, che riguarda i test allergologici; i test allergologici non sono ricondotti nei tempi massimali a causa della relativa complessità dell'esecuzione e a causa della mancanza di strutture eroganti. In ogni caso - lo abbiamo già detto all'inizio - le urgenze (cioè il codice "U") vengono soddisfatte.
Se vogliamo andare ad esaminare la differenza sulle diverse prenotazioni con il SovraCup di priorità "D" nelle visite specialistiche possiamo rilevare che la neurochirurgia, che era una delle complicazioni citate nella lettura dei tabulati precedenti, si è ridotta da 120 a 101, a 96, a 90, fino a rientrare nello schema nazionale dall'aprile 2007 attraverso l'adozione del SovraCup.
La gastroenterologia è arrivata a stare nei livelli dei 27 giorni partendo da una dimensione originaria di 50 giorni; l'allergologia - di cui dicevo prima - che aveva la criticità dei 69 giorni ha un andamento fluttuante: nell'aprile 2007 è ancora 61, ma nel luglio 2007 è a 27.
Se proviamo a considerare la tomografia computerizzata del torace siamo a quattro giorni; la tomografia computerizzata del rene, siamo a quattro giorni; la tomografia computerizzata dell'addome inferiore da 22 siamo a quattro giorni; l'ecografia della mammella monolaterale da 10 giorni siamo a cinque giorni. Per quanto riguarda la condizione della risonanza magnetica della colonna, da 69 siamo a 18 giorni; la condizione della risonanza magnetica della colonna con e senza contrasto da 69 siamo a 20 la risonanza magnetica nucleare dell'addome inferiore da 23 siamo ad otto l'elettrotomografia semplice da 30 siamo a 14; l'esame clinico della funzionalità vestibolare da 25 siamo a quattro; l'esame audiometrico da 25 siamo a 14.
Quindi, come si vede, quello del SovraCup è un esito che nell'elemento di debolezza dello spostamento del paziente ha prodotto nella riduzione dei tempi d'attesa risultati significativi.
Siamo ora nella situazione di estendere l'attività del SovraCup al resto della provincia di Torino. Da oggi è già attiva l'estensione a Ciriè le altre Aziende sanitarie regionali hanno mandato dall'Amministrazione regionale di procedere all'adozione del Cup sovrazonale nel corso del 2008.
E questo fa riferimento agli obiettivi dei piani di rientro.
Sperando di aver reso intelligibile la comunicazione, ringrazio per l'attenzione.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore per l'ampio e puntuale intervento. Vi sono una serie di richieste di intervento che sto puntualmente annotando per poi rispettarne l'ordine e tentare di alternarle fra maggioranza e opposizione.
C'è stata una richiesta all'Assessore di ricevere, se possibile, la copia della relazione. Se ho ben compreso, si tratta di una serie di appunti e non di una relazione vera e propria. Quindi, con i tempi tecnici potremmo fornire copia dell'intervento dell'Assessore per i colleghi che faranno richiesta.
Il Consigliere Scanderebech ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

L'Assessore Artesio, come al solito, è brava, ma anche molto prolissa.
Non si è capito molto di quanto ha detto, anche perché ha citato centomila numeri. Giustamente, per carità. Chiedo solo se può darci la relazione il più presto possibile e se è possibile, in seguito, fare cinque o dieci minuti di sospensione per leggerla. Ripeto, dateci il tempo utile per leggerla ed essere poi in grado di rispondere.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, la ringrazio per la richiesta. Forse, non ero stato sufficientemente chiaro nel mio precedente intervento. Ho chiesto all'Assessore se fosse disponibile la sua relazione. L'Assessore ha assicurato che ha solo una serie di appunti, vista la complessità e anche il tempo necessario. Per cui, una relazione scritta non è disponibile.
Appena possibile, da parte degli uffici sarà fornita, a tutti i Capigruppo che ne faranno richiesta, una copia dell'intervento dell'Assessore Artesio. Quindi, una pausa per leggere un documento, che al momento non c'è, mi sembra non necessaria.
Il Consigliere Segretario Ghiglia chiede di intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Prendo atto, innanzitutto, che l'Assessore non ha portato nulla di scritto ed è ovvio che è molto facile buttare numeri in libertà, senza razionalizzarli, in maniera scombinata, disordinata, irrazionale, per cercare di dimostrare l'indimostrabile.
Cara Assessore Artesio, si vede che ha lavorato tutta la notte.
Infatti, la sua relazione, per quanto assolutamente ridondante...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Ghiglia, è stata una mia affermazione, non vorrei interpretare il pensiero dell'Assessore. Anzi, me ne scuso con l'Assessore.



GHIGLIA Agostino

L'Assessore ha detto, fuori microfono, di aver lavorato tutta la notte.
Noi la invitiamo a riposare di più, così almeno farà meglio il suo lavoro e, soprattutto, renderà un po' più organiche e verosimili le sue risposte.
Vede, Assessore, buttare i dati in un bussolotto o andare, puerilmente, a leggerci le ultime prestazioni più favorevoli e le poche che sono migliorate, sinceramente, ci fa cadere le braccia e non solo quelle, ma essendo nell'Aula aulica di un'Assemblea legislativa non possiamo aggiungere altro.
Ci sono diversi fatti, Assessore, che lei non riesce a spiegare. Il primo riguarda i tempi che, cara Assessore Artesio, sono aumentati. Glieli leggo perché noi abbiamo avuto il tempo e la costanza di fare quello che i suoi uffici e i suoi consulenti o i consulenti pagati dalla Giunta non sono riusciti a fare perché non lo sanno fare.
Se voi non avete il controllo sulle liste d'attesa, e lei ci viene a citare i 157.000 tabulati, è perché non avete neanche organizzato un'informatizzazione del servizio sanitario regionale degna di questo nome anche soltanto con dei grafici che ne indicassero la tendenza. Quindi anche questo è colpa vostra.
Con riferimento all'anno 2006, leggo i dati: ASL 1, più 21 giorni nel 2007, fra tutti i tempi medi delle prestazioni diagnostiche; ASL 2, più 33 giorni; ASL 3, più 9 giorni; ASL 4, più 19 giorni; potrei continuare Assessore, sono tutti così. La vostra sanità è un massacro di Forte Apache! Soprattutto, non cerchi, come ha cercato di fare, puerilmente colpevolmente e fraudolentemente, su un quotidiano, questa mattina, di venirci a menare per il naso con le sue sigle (le U, le P, le D, la classe A della Mercedes) e tutte quelle "farlocche" che lei potrà andare a raccontare ad una platea indifferenziata, ma che non cambiano la sostanza.
Ci mancherebbe altro che non foste in grado di fronteggiare le emergenze! Però, noi paghiamo il servizio sanitario regionale e nazionale per avere il servizio, tutti i giorni, non per aspettare quattro mesi lavorativi per una mammografia al Sant'Anna, ex ospedale dell'eccellenza piemontese! Assessore Artesio, paghiamo il servizio perché un bambino cardiopatico nell'ospedale dell'eccellenza piemontese abbia la sua visita, non per sentirci sostenere che sui dati del SovraCup torinese, che lei non ha portato scritti, c'è stato un miglioramento. Dimostri con i dati, non con una relazione tanto lunga quanto inutile, quanto esondante e quanto fasulla rispetto ai tempi d'attesa che voi ci avete fornito e che sono riportati su internet.
Ci spieghi anche come mai sul sito del suo Assessorato mancano i dati peggiori. Mentre, stranamente, perché vi siete sbagliati, li avete riportati sul sito delle Molinette. Vede, Assessore Artesio, a me fa un po' rabbia quando lei afferma che Alleanza Nazionale ha preso in considerazione solo i tempi massimi, quelli riferibili alle situazioni meno gravi.
Allora, le leggo dei titoli, Assessore, perché non vorrei che la fatica sui 157.000 tabulati, che lei dice nessuno ha potuto studiare perché sono troppi, l'avesse obnubilata. Non so se abbiamo scelto i più eclatanti, so che abbiamo scelto endocrinologia, gastroenterologia, ostetricia e ginecologia, cardiologia, ortopedia, oculistica e neurologia, per quanto riguarda le visite.
Quindi, Assessore, non abbiamo chiesto il sezionamento delle antennine dei marziani. Abbiamo chiesto e abbiamo preso i dati, che lei dovrà smentire dato per dato, dal 2006 al 2007, ASL per ASL e ASO per ASO - la documentazione è disponibile sui nostri siti internet - di queste visite e prestazioni diagnostiche che le vado a spiegare: Ecografia addome ecocardiografia, mammografia e TAC al capo, questi sono solo alcuni esempi ma ne abbiamo tante, tante altre.
Non ci ha spiegato come mai troppe ASO non forniscono i dati sulle prestazioni. Non sarà mica, Assessore, per migliorare la performance? Perché per migliorare la performance ci vogliono le cure non le omissioni.
Se lo ricordi! Quando lei cita - anche qui, in maniera maldestra - il fatto che sono aumentate le richieste, le posso dire: complimenti, è anche aumentata la spesa! Oltretutto, avete appena approvato un Piano Socio Sanitario in cui dite che taglierete 1.000 posti letto, che accorperete i reparti e che quindi oggettivamente, diminuirete le prestazioni. Assessore Artesio, vede, questo non significa nulla.
Se lei ci dice "è aumentato l'afflusso, ma non siamo stati in grado di fare meglio", noi vi diremo "è un difetto d'organizzazione, si riparte".
Ma visto che c'è una professoressa, che credo si chiami Presidente Bresso che nel suo programma andava dicendo che in sei mesi avrebbe tagliato tutte le liste d'attesa, sono passati due anni e mezzo e i tempi medi calcolati confrontabili, sono aumentati di circa il 30%. Lei può giocare con le lettere finché vuole, ma queste sono i fatti! Vorrei portarle, in un giorno di ordinaria follia, delle persone che scrivono per le mancate prestazioni della sua sanità (che forse lei non conosce perché ha della gente che le sta intorno che forse qualcosa capisce, ma preferisce cambiare le carte in tavola). Non ci siamo con i dati che ha fornito! Lei, non a caso - Assessore Artesio, ma questa è una vecchia tattica furbesca, anche abbastanza evidente - viene qua, ci fa delle discettazioni professorali - infatti, non dimentica di aver fatto anche quel lavoro - ci mette qualche numero diverso, un po' qui, un po' là, poi ci dice ci sono quattro, cinque, P, U, A, D,C, E, quasi che noi dovessimo essere contenti perché un malato terminale, magari, avrà una visita oncologica entro sette giorni. Ma noi non siamo contenti. Un malato deve avere una visita normale.
Voi non dovete fronteggiare l'emergenza, lei non è il 118, lei è l'Assessore alla sanità, lei deve affrontare le nostre esigenze ordinarie e queste sono peggiorate tutte, Assessore, lo ha detto anche lei, ASL per ASL. Quello che ha citato sembrava un bollettino di guerra! Ci diceva prima in 11, i casi sono migliorati, ma in 14 sono peggiorati; in 10 i casi sono migliorati, ma in 12 sono peggiorati: cosa ci sta venendo a dire? C'è il fallimento totale della vostra politica sanitaria e cercate semplicemente di mistificarlo buttando - voi sì - dei numeri a caso e, soprattutto Assessore Artesio, non avendo il coraggio di scriverli.
Inizi ad avere il coraggio di scrivere qualcosa, Assessore, non venga a parlarci un po' del lago, un po' del mare, un po' di una clinica, un po' di un ospedale, un po' di Cuorgnè, un po' di SovraCup! Venga con dati omogenei a dimostrare ai piemontesi che aspettano quattro mesi per una mammografia cito il caso più eclatante - che voi siete riusciti a diminuire qualcosa.
Voi avete soltanto peggiorato enormemente i tempi d'attesa delle prestazioni e i servizi ai cittadini piemontesi, e vi apprestate a farlo ulteriormente con i tagli draconiani che farete dei posti letto semplicemente con il fine di diminuire una spesa che vi sta sfuggendo di mano e che avete tentato, nei primi anni, di imputare ad altri ma anche su questo, giorno dopo giorno, i numeri vi sbugiardano!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Chieppa, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Rubo pochi minuti al Consiglio partendo da un'affermazione: se qualcuno ha in mente di trasformare la seduta di Consiglio regionale in un vero e proprio processo all'Assessore regionale alla sanità e alla Giunta, lo dico con grande pacatezza, noi non ci stiamo. Noi riteniamo che si debba discutere.
Non abbiamo sentito proposte, abbiamo sentito le solite urla, dette a bassa voce, le solite affermazioni scomposte cui Ghiglia ci ha abituato da decenni in questo territorio. Non abbiamo sentito proposte, non abbiamo sentito una posizione. Sarebbe difficile averla, Ghiglia, una posizione visto che i tuoi camerati hanno governato dieci anni...
Lo so che ti fa arrabbiare, ma i tuoi camerati hanno governato dieci anni non la Regione...



(Commenti fori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, per cortesia, lei ha avuto tutto il tempo a disposizione con le modalità all'interno di un dibattito, non interrompa il Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Devo aver colto nel segno, questo è il segnale.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



CHIEPPA Vincenzo

PRESIDENTE



CHIEPPA Vincenzo

Ci fa piacere che lei rimanga, ma la prego di non usare certi termini quando un Consigliere sta intervenendo.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



CHIEPPA Vincenzo

Ho avuto la conferma che Alleanza Nazionale, oltre ad aver organizzato questo siparietto odierno, non ha proposte per incidere su un problema. Un problema che esiste e che nessuno di noi intende nascondere, non l'ha fatto neanche l'Assessore. Se foste state attenti, avreste colto gli elementi di forza, ma l'Assessore ha posto anche delle questioni di azione per tentare di risolvere un problema. Questo non è stato l'approccio - lo devo ripetere, perché gli schiamazzi di Ghiglia rischiano di far perdere qualche passaggio - ma è ovvio che...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Chieppa, ma al momento non ci sono stati schiamazzi in aula, altrimenti l'Ufficio di Presidenza sarebbe intervenuto.



CHIEPPA Vincenzo

Parlavo di quelli di prima, di qualche minuto fa...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Consiglieri, poiché penso sia importante ascoltare prima l'intervento del Consigliere Ghiglia e adesso quello del Consigliere Chieppa, vi prego di..



CHIEPPA Vincenzo

Ero solo all'inizio, so che vi dà fastidio, mi rendo conto.
Dicevo, Alleanza Nazionale non ha proposte perché, se ne avesse avute nei dieci anni in cui i camerata di Ghiglia hanno governato e gestito l'Assessorato alla sanità non solo con una politica pervasiva all'interno dello stesso sistema sanitario regionale, con una politica di occupazione militare dei posti che contano all'interno del Servizio Sanitario Regionale, avrebbe risolto il problema. Partivo da questo dato storico, non vi arrabbiate. La verità, molte volte, è scomoda.
L'Assessore ha posto alcune questioni su cui vorrei ragionare con pacatezza. L'avvenuto aumento delle prestazioni, possiamo ricordarlo qui, è che in sanità, per quello che riguarda le prestazioni sanitarie, ad un crescere dell'offerta, corrisponde una contestuale crescita della domanda.
Sempre. È una crescita, quella di richieste di prestazioni sanitarie, che non ha un fine, è teoricamente infinita.
Come si risponde a questo? L'Assessore ha messo in campo alcune questioni, alcune delle quali si stanno realizzando, come ad esempio il SovraCup, almeno da un punto di vista organizzativo. Credo, come parte politica, di doverne aggiungere altre che sono un po' le proposte che noi Comunisti Italiani pensiamo anche sul piano nazionale, perché è un tema che attiene ad una politica nazionale sulla sanità.
Pongo una questione. Qualcuno crede che, sui livelli e le possibilità d'intervento, il Servizio Sanitario Regionale non abbia inciso pesantemente in questi ultimi anni, indipendente dall'orientamento dei Governi nazionali. Il blocco che io ritengo assolutamente deleterio della possibilità, anche solo di riempire le piante organiche delle lavoratrici e dei lavoratori del Servizio Sanitario.
un problema vero, questo, che ha inciso anche profondamente sulla capacità di dare una risposta.
Perché facevo un richiamo al decennio nefasto per la nostra Regione? Perché forse non incide pesantemente sulla possibilità di produrre i servizi sanitari - io dico quelli pubblici, ma io sono un settario notoriamente - l'assoluta mancanza d'investimenti in potenziamento tecnologico delle strutture sanitarie regionali, che abbiamo registrato nei dieci anni di gestione cameratesca della sanità regionale? Abbiamo avuto dieci anni d'assoluta carenza negli investimenti per il rinnovamento tecnologico! Oggi ci troviamo, ci siamo trovati da due anni a questa parte, a scontare anche un grave deficit, da questo punto di vista.
Guardate che non è il gioco della responsabilità, per cui è sempre colpa di quelli che sono venuti prima. Non è questo; mi pare che si voglia affrontare realisticamente il problema.
Questa Giunta e l'Assessore, ma tutto il governo regionale, il Consiglio, non hanno messo in campo un gran piano d'investimenti, da questo punto di vista, di modernizzazione e umanizzazione delle strutture sanitarie? Se è stato messo in campo questo grande sforzo anche economico, è perché nei dieci anni precedenti non si era fatto nulla. Non lo dico in termini provocatori: questa è la realtà.
Io un po' mi sarei vergognato, collega Ghiglia, a dire le cose che hai detto e ad organizzare una giornata come questa, ma ognuno ha i sentimenti che riesce ad avere.
Ultima questione: ho parlato dei tagli del personale, della necessità di potenziamento delle strutture, che in qualche modo si sono messe in campo con tentativi anche forti.
Vi è, però, un tema più grande che sta nella cultura sanitaria, che noi stiamo tentando faticosamente di ricostruire. Guardate, a differenza di quello che avete fatto voi, che pagavate a piè di lista le prestazioni effettuate soprattutto da qualcuno dei vostri amici - lo dico non in senso economico, quindi nessuno si offenda - della sanità privata, noi stiamo tentando...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Collega Ghiglia, per cortesia! Mi scusi, Assessore, se lei ha necessità di intervenire, la Giunta lo può fare in qualsiasi momento, ma la prego, se vuole intervenire, lo pu fare dopo.
Collega Ghiglia, per cortesia! Prego, Consigliere Chieppa, la invito a proseguire nel suo intervento.



CHIEPPA Vincenzo

Stavo concludendo. Dicevo che, a differenza di quello che è stato fatto nel decennio nero, per la Regione Piemonte, noi stiamo tentando di fare anche una rivoluzione culturale, che è difficilissima. Parlo del tema dell'appropriatezza delle prestazioni, che tenta di contrastare un certo consumismo sanitario.
Faccio un esempio concreto? Secondo voi è sempre appropriato il ricorso alle risonanze magnetiche nucleari? Oppure qualche struttura privata, nel decennio precedente - non capisco davvero il tentativo di processo all'Assessore Artesio né, tanto meno, a questa Giunta - ha aperto otto centri a Torino? Questo è un esempio concreto! sempre appropriato il ricorso alle risonanze magnetiche nucleari? No e non lo dico io, lo dicono le ricerche scientifiche, lo dicono...
(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, siete tutti iscritti a parlare. Presidente Robotti, abbia pazienza, il collega Chieppa non ha bisogno di sostegno; è apprezzabile, ma se la cava da solo. Prego Consigliere Chieppa.



CHIEPPA Vincenzo

Ultima questione, e concludo, ringraziando per l'attenzione: sono ancora presenti - e lo dico da operatore sanitario, quindi posso anche permettermi di dirlo - sacche limitate, ma ci sono, di scarsa utilizzazione delle risorse umane e tecnologiche.
Una delle proposte che abbiamo avanzato è quella di permettere, anzi tendere, in qualche modo imporre, quando ve n'è la necessità, l'apertura dei servizi sanitari pubblici sulle 12 ore.
una banalità? No, è un tentativo vero di dare una risposta.
Tento di avanzare delle proposte migliorative, oltre a dare il sostegno a quanto l'Assessorato e la Giunta hanno fatto, uscendo un po' fuori dal tentativo demagogico che è stato attuato con l'intervento precedente.
un problema che esiste: possiamo ribadire quello delle liste d'attesa, possiamo ribadire la nostra determinazione affinché si proceda sulla strada tracciata in questi primi due anni di governo regionale, e si mettano in campo politiche che affianchino le azioni già compiute.
evidente che oggi non ci si è trovati qui per parlare delle liste d'attesa e delle difficoltà che molti cittadini vivono, sul territorio regionale, rispetto all'accesso al servizio sanitario regionale. Oggi ci si è trovati per fare propaganda, vetrina, e istruire un vero e proprio processo al quale non ci stiamo e aggiungiamo: vergogna, vergogna, vergogna per chi ha organizzato quest'incontro e per chi pensa di utilizzare le Istituzioni in questo modo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chieppa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Assessore, a parte il fatto che lei è una persona che può anche risultare simpatica e disponibile al dialogo, lei non pu venire in Aula a "menarci per il naso".
Capisco che quando si tratta di questioni di vita o di morte, una persona ha diritto a fare le analisi in tempi rapidi, andando al pronto soccorso. Lei, però, non può dire che non ci sono quasi problemi sulle liste d'attesa, perché oltre a sopportare le lamentele dei cittadini, che le liste d'attesa le subiscono, le sopportiamo anche noi, quando ci rivolgiamo alle strutture pubbliche o private convenzionate.
Lei non può venire a dirci che si sta risolvendo il problema, perch non si sta risolvendo per niente. Lo diceva poco fa il collega di Alleanza Nazionale, è riportato nel dossier presentato dal suo Gruppo, ed anche noi siamo coscienti della presenza delle liste d'attesa. Non solo, le abbiamo segnalate più volte. Gliele ricordo: 200 giorni per la mammografia al Sant'Anna, 5 mesi per l'ecocardiografia a Bra, 149 giorni per la colonscopia all'ASL 8, 8 mesi per una visita specialistica per i pazienti malati di artrite dermatoide.
Le ho riportato i dati che le abbiamo consegnato nel luglio 2007: non può dire che sono tempi d'attesa accettabili, Assessore. Lei deve intervenire per ridurre le liste d'attesa. Non può venire qua a dirci che il problema non esiste. Lei deve essere onesta: venire qua e dire che il problema c'è, e cerchiamo di risolverlo insieme.
Noi, come Lega Nord, una proposta l'abbiamo avanzata e lei è stata addirittura disponibile a inserire nel Piano Sanitario una parte di quella proposta.
La nostra proposta era, ed è, quella di utilizzare i medici di base con un accordo con le loro organizzazioni e le loro rappresentanze affinché seguano loro, totalmente, il paziente, da quando va a chiedere che visita fare alla prenotazione della visita, fino al pagamento del ticket e fino al ricevimento dell'esito delle analisi, perché il paziente si sceglie il medico di fiducia. Se è di fiducia, giustamente, può e deve essere utilizzato anche per abbattere le liste d'attesa e per non far fare le code agli sportelli, Assessore.
Se il medico fa tutto, il paziente non fa tre code, ma trova tutto presso il suo medico, magari impiega meno tempo che andare all'ospedale o in un centro convenzionato. Dato che la maggior parte delle persone che eseguono esami diagnostici sono anziani, è un vantaggio per tutti fargli fare meno code possibili, perdere meno tempo possibile, fare meno fatica possibile e affrontare liste d'attesa le più corte possibili.
Certamente non possiamo pretendere che i medici di base si carichino di personale e strumentazione per eseguire tutti questi servizi aggiuntivi in modo gratuito. Sta a lei, che oggi amministra la sanità in Piemonte e per conto della Presidente Bresso e della sua Giunta, trattare con le associazioni di categoria di rappresentanza dei medici, per arrivare, non dico immediatamente, ma in un tempo congruo e il più breve possibile, ad un accordo di questo tipo. Noi ci crediamo, ma sta a lei poterlo realizzare.
Assessore, le facciamo una proposta operativa possibile, che in parte lei ha recepito e inserito nel Piano Sanitario. Le chiediamo di portare avanti questa proposta. Non la critichiamo e basta, ma le diciamo di provare a far qualcosa per migliorare la situazione.
D'altra parte, dobbiamo essere realisti. Il problema delle liste d'attesa c'è ed è pesante, ma le ricordo i ritardi: per esempio, per avere la PET, la macchina per individuare le cellule tumorali all'interno di un corpo anche in piccole quantità, importantissima per la prevenzione, che ad Alessandria ancora non c'è.
Nonostante impegni su impegni, presi per anni - addirittura, l'ultimo anno della Giunta Ghigo era stato preso per la prima volta l'impegno, poi nel primo anno della vostra Giunta e ancora nel secondo - ad oggi, la PET ad Alessandria non c'è. C'è a Novara e a Torino, a Cuneo ce ne sono tre, ma ad Alessandria, ad oggi, non c'è. La dottoressa Flecchia qualche mese fa ha dichiarato che non ha i soldi per acquisirla.
Assessore, su questo deve darci delle risposte.
Perché avete preso impegni formali in Aula e le risposte non le avete date? Perché, Assessore, una persona di Alessandria deve venire a Torino in un centro privato convenzionato e sopportare code e liste d'attesa per fare un esame con la PET? Perché? Perché ad Alessandria, per potere accedere ad una casa di riposo post convenzionata con il sistema sanitario (sa meglio di me che per una collaborazione sanitaria di assistenza bisogna aspettare fino a 14 mesi in lista d'attesa) i vecchietti di Alessandria devono aspettare 14 mesi? È un dato ufficiale che ci hanno fornito i vostri rappresentanti in Alessandria non più tardi di lunedì scorso, qualche giorno fa. Ci vogliono 14 mesi di lista d'attesa per andare in un posto convenzionato in una casa di riposo.
Lo sa perché? Perché avete tagliato pesantemente i posti convenzionati con le case di riposo dell'Alessandrino.
inutile che si mette le mani nei capelli! Assessore, o lei rinnega quello che hanno dichiarato i funzionari lunedì pomeriggio in Alessandria oppure decidiamo: o dice che è vero o che non è vero. Non sono solamente io che ho ascoltato queste cose! Assessore, dare dei servizi ai cittadini significa farli stare meglio e fargli perdere meno tempo.
Lei non può negare il fatto che anche nei centri di cura convenzionata si facciano liste d'attesa. Glielo porto io l'esempio: se una persona ha bisogno di fare una visita presso un centro convenzionato di Torino, il tempo d'attesa è di tre settimane. Se poi occorre fare fisioterapia per la riabilitazione, occorre circa un mese per poterla fare. Assessore, un mese e mezzo, addirittura sette settimane, per una persona che ha un problema da fisioterapia, per potere iniziare la cura, ci sembra tantissimo! Assessore, le faccio nuovamente la proposta: perché quando firmiamo le convenzioni con centri privati che danno servizi per conto e nome della Regione Piemonte, non pretendiamo che rispettino dei tempi previsti massimi nelle liste d'attesa? Sono privati? Chiedono la convenzione? È il pubblico che paga? Devono rispettare tempi certi. Se vuole le posso pure segnalare qual è il centro di laboratorio analisi, così lei può fare una verifica o una telefonata.
Assessore, questa non è una critica nei suoi confronti, è pretendere che chi fa una convenzione rispetti determinati tempi e che li rispetti veramente. Metta qualcuno a telefonare, non a nome della Regione, ma come se fosse un paziente che chiede una prenotazione per verificare quali sono i tempi. Se non li rispettano, intervenga e sospenda la convenzione. La dia ad un altro centro, ce ne sono tanti centri che hanno voglia di lavorare e sono disponibili a lavorare: diamogli la possibilità di farlo.
A chi non rispetta le regole togliamo le convenzioni, diamole a chi le regole le rispetta, sempre se queste regole sono state date, Assessore, ci mancherebbe altro. Certo che se non sono state date, non si può neanche chiedere il rispetto delle stesse.
Al collega Chieppa ricordo che, purtroppo, la precedente Amministrazione di centrodestra, nella cui maggioranza c'era anche la Lega non ha lottizzato la sanità e tanto meno ha lottizzato i direttori generali, tant'è che diversi direttori generali del Piemonte hanno fatto campagna elettorale per il centrosinistra. Le dirò di più: capisco che lei ha memoria corta, ma, addirittura, uno dei tre direttori capo della struttura regionale, proprio uno dei tre vertici della sanità piemontese ha fatto campagna ed è diventato Assessore alla sanità - oggi non più, per motivi di salute, poverino, ci mancherebbe! - della Giunta di centrosinistra! Quindi, collega Chieppa, rispedisco al mittente la sua denuncia, perch venire a dire che abbiamo lottizzato, quando lei sa benissimo che chi è diventato Assessore alla sanità - della sua coalizione - era uno dei tre vertici della sanità piemontese, e accusarci di avere lottizzato è da vergognarsi! Guardi a casa sua, dopo le nomine dei direttori generali quello che hanno scritto i giornali: "La sanità lottizzata"! Collega Chieppa, quotidiani piemontesi certo non vicini al nostro partito, ma al vostro, hanno scritto un elenco dei direttori, con nome cognome e partito di appartenenza! Ahimè, del mio partito non ce n'era neanche uno - questo glielo posso assicurare nel modo più assoluto - ma c'erano del vostro partito, dei vostri e del suo, del mio no di sicuro! Quindi, noi non abbiamo lottizzato niente, voi probabilmente sì, ma non lo dico io, lo hanno detto i giornali e i fatti, perché i fatti sono quelli che contano.
Quindi, rinvio al mittente quello che lei ha detto sulla lottizzazione della sanità, perché, se qualcuno ha lottizzato la sanità, noi ce ne chiamiamo fuori! Se lei ha prove che noi abbiamo lottizzato la sanità, le tiri fuori! Noi che l'avete fatto voi sì, è sufficiente leggere quello che hanno scritto i giornali o andare a vedere chi ha ricoperto la carica di Assessore alla sanità fino a quando, per motivi, purtroppo, brutti, ha dovuto smettere, altrimenti, oggi, sarebbe ancora Assessore alla sanità.
Quindi, la lottizzazione, se lo ricordi bene, l'avete fatta voi, non di certo noi!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Signor Presidente, penso che oggi l'Assessore Artesio sia venuta qua per affrontare un dibattito non d'occasione - proverò a dire anche in che modo - sostanzialmente, cercando di smontare, fin dall'inizio delle sue argomentazioni, una seduta che, oggi, anche in una parte del dibattito che ho ascoltato, sembra in qualche modo piegarsi all'occasione, alla polemica politica, quella che, magari, si disegna sui giornali. Tante volte ci capita di osservare polemiche tra Consiglieri e tra Consiglieri e Assessori.
Credo che convertire questa polemica, che è nata sui giornali, in occasione di dibattiti come quello di oggi - lo dico anche a lei Presidente, e ai colleghi Presidenti dei Gruppi - dovrebbe farci riflettere su come noi, molto probabilmente, organizziamo anche i lavori di quest'Aula. Non vorrei che le polemiche che di giorno in giorno si dipanano sui giornali diventassero soggetto dettante della nostra agenda politica.
Mi pare che l'Assessore Artesio abbia cercato di impostare l'odierno dibattito non considerandolo come un dibattito d'occasione, tanto meno di polemica politica, perché, vedete, colleghi, tutto si può dire, ma liquidare una relazione come quella dell'Assessore Artesio come una sorta di accozzaglia di dati, con punti di vista non meglio organizzati e disomogenei tra di loro, semplicemente "vomitati" in aula, secondo me significa, banalmente, agire in cattiva fede.
Perché diciamo così? Si può contestare un metodo. Secondo me il metodo è stato molto chiaro. L'Assessore Artesio ha detto anche che, in qualche modo, ha esercitato un qualche livello di discrezionalità, per affrontare una messe di dati e indicatori che, a seconda di come possono essere organizzati o guardati, possono dare anche risultati molto diversi, tanto più se si decide, di volta in volta, magari, di analizzare puntualmente questa o quella situazione.
Oggi, l'Assessore Artesio ha cercato di darci un'idea di sistema offrendoci una serie d'indicatori. Tutti noi sappiamo che gli indicatori sulle liste d'attesa sono importanti, perché ci restituiscono anche un'idea di sanità e di soddisfazione di alcuni bisogni, che, però, rispetto al sistema sanitario nel suo complesso, andrebbero analizzati con estrema attenzione. Se semplicemente prendessimo quest'indicatore per dire, come ha fatto il collega Ghiglia, che la nostra sanità è un fallimento credo ci sbaglieremmo tutti di grosso, neppure io lo direi mai verso una parte avversa che decidesse su questo di fondare il fallimento totale.
D'altro canto, semplicemente comparando la situazione piemontese a quella di altre Regioni italiane, credo che dichiarare lo stato d'emergenza della nostra sanità sia semplicemente sbagliato. Non dico che il problema non esista, d'altro canto, anche l'Assessore Artesio, da questo punto di vista, non è stata assolutamente reticente; dire che l'Assessore Artesio è stata reticente, da questo punto di vista, significa semplicemente negare quello che lei ha detto.
una situazione che, in qualche modo, non è emergenziale rispetto al resto del nostro Paese e alle altre Regioni, era sufficiente ascoltare la relazione nel momento in cui ha recuperato un insieme di misure che, in questi anni, hanno coinvolti diversi schieramenti.
Noi, oggi, governando, abbiamo il dovere di fare alcune cose, ma relativamente a questo tema, si sono cimentati in molti, fin dall'inizio degli anni 2000, passando per il 2003, cercando di costruire sostanzialmente, un sistema binario, che, a seconda dei livelli di urgenza doveva dare delle risposte e che, oggi, disegna un sistema piemontese che secondo me, continua ad essere migliore rispetto ad altri, che, invece prevedono per moltissime prestazioni che, alla fine, semplicemente, le persone se le paghino.
Quale secondo elemento, penso che l'Assessore Artesio abbia dimostrato che il sistema complessivamente è controllato, il sistema controlla ed è in grado di fornire tutta una serie di dati. Mi sembra che l'Assessore Artesio abbia delineato un doppio livello, di cui uno sostanzialmente, afferisce alle aziende in quanto tali, su cui, azienda per azienda, ha puntualmente rilevato gli elementi di punta positivi e gli elementi negativi.
Quindi, da questo punto di vista, si è dimostrata anche un'estrema trasparenza, perché non occorre alcun trionfalismo e, allo stesso tempo, si deve delineare la situazione per quella che è, anche a fronte dell'aumento dell'afflusso ai servizi. Si tratta di un sistema regionale complessivo che sta nascendo intorno a quest'idea di SovraCup, che si sta sperimentando positivamente a Torino e che si vuole espandere a livello provinciale tendenzialmente dovrebbe essere l'elemento relativamente al quale tutta la Regione prova a riorganizzare complessivamente il sistema. Quindi, è un sistema che, in qualche modo, controlla, è trasparente ed è in grado di dire quello che sta succedendo, disegnando trend e non nascondendo assolutamente nulla.
Ecco, d'altro canto, come anche l'Assessore e altri colleghi hanno detto, se si guarda il problema delle liste d'attesa da un punto di vista piuttosto che da un altro, possono cambiare moltissime valutazioni.
possibile verificare la motivazione per cui, per esempio, un ospedale pubblico, magari torinese, ha tempi d'attesa più significativi e più lunghi: molto probabilmente, al suo interno si privilegiano i trattamenti rispetto ai pazienti interni e c'è una difficoltà più alta e grande verso i pazienti che arrivano da fuori. Allora, qui, nasce il problema o l'opportunità di un corretto funzionamento, come credo in alcuni casi funzioni la rete anche di strutture non pubbliche, che, però, in una logica complementare - sottolineo "complementare" - devono assicurare il servizio a tutti i cittadini che, in qualche modo, ne fanno richiesta.
D'altro canto, anche il SovraCup, che pure sta funzionando bene, ha bisogno di un'implementazione a regime anche nelle strutture private affinché si riesca a far interagire la rete col sistema e, allo stesso tempo, disporre di un elemento di controllo sul privato. Perché è del tutto evidente che, con un SovraCup che funziona in quel modo, si può esercitare una sorta di controllo pubblico anche sulle prenotazioni, assicurando, nel contempo, il ruolo del privato.
All'inizio del mio intervento ho parlato di liste d'attesa come di un indicatore anche imperfetto - lo ribadisco - su cui si riflette pesantemente la dinamica dell'offerta. Lo precisava poc'anzi anche il Consigliere Chieppa, e da questo punto di vista non posso che concordare.
Credo che sotto questo profilo si possano delineare alcune linee di intervento (ne cito tre, ma potrebbero esservene altre) per affrontare i problemi che ancora esistono. È dunque una strategia su tre pilastri.
In primo luogo, si avverte l'esigenza di adeguare l'offerta, sapendo che, comunque, quest'offerta chiama altra domanda.
Il secondo elemento è agire per ottimizzare il sistema: i SovraCup che l'Assessorato e la Giunta hanno appunto messo in piedi rappresentano un buon esempio; lo dimostrano i dati di accesso, ma anche i tempi delle telefonate si stanno facendo sempre più brevi. È un elemento di razionalizzazione e di ottimizzazione del sistema, che dobbiamo espandere perché funziona.
Il terzo pilastro è il governo della domanda: è del tutto evidente che in Piemonte siamo dei grandi "consumatori" di prestazioni sanitarie.
Pertanto, come già veniva ricordato nell'intervento del collega Chieppa ridurre l'uso improprio della diagnostica e, più in generale, delle prestazioni non utili è un obiettivo che già l'Assessore Valpreda si era posto nella sua attività. Ovviamente, non è un elemento facile, perch "dare colpi in testa" alla domanda non è mai semplice. Comunque, per quanto non sia facile, si sta già facendo. Ricordo, infatti, che in ogni ASL esiste una Commissione di controllo sull'appropriatezza. E lo stesso Piano Sanitario, da questo punto di vista, ribadisce aspetti interessanti.
Quindi senza trionfalismi, ma nemmeno dipingendo una situazione non veritiera, credo che il nostro dovere sia quello di andare avanti soprattutto su questi ultimi aspetti che ho provato ad illustrare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Deambrogio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio a cittadini torinesi in visita a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Informo i Consiglieri regionali che stanno assistendo ai nostri lavori i cittadini torinesi in visita a Palazzo Lascaris, conformemente al programma "Porte aperte a Palazzo Lascaris".
Li informo che è in corso una seduta straordinaria del Consiglio regionale sul tema "Liste e tempi d'attesa della sanità piemontese".
Dopo una dettagliata relazione dell'Assessore Artesio, stanno intervenendo i Consiglieri regionali.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Liste e tempi d'attesa della sanità piemontese con particolare riferimento ai dati disaggregati ASL per ASL e ASO per ASO comparati con l'anno 2006 e l'anno 2004", richiesta dei Consiglieri Ghiglia, Burzi, Cavallera, Cotto Pedrale, Pichetto, Nastri, Ferrero, Boniperti, Nicotra, Scanderebech Botta, Casoni (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera: ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Abbiamo visto sui muri del Piemonte dei manifesti - certamente affissi da forze di centrosinistra - che vantavano, nei confronti dei cittadini l'approvazione del Piano Socio Sanitario Regionale.
Colleghi, i Piani sono un "faremo", non sono un "abbiamo fatto", su cui si potrebbe menare vanto e sottoporre i risultati ai cittadini.
Ovviamente, oltre a farlo presente in questa sede, lo ribadiremo ovunque. Sarebbe stato meglio, a questo punto, se dal 2005 ad oggi avessimo migliorato le liste d'attesa e avessimo affisso un bel manifesto riportante l'eventuale tabella sintetica cui aspiriamo (e che pensiamo di avere al più presto), con la scritta: "Le liste d'attesa stanno migliorando in questa direzione". Mi sembra, però, che non ci si trovi in queste condizioni.
Ovviamente, le colpe si attribuiscono al solito Ghigo, ai soliti predecessori, al continuo disavanzo...
Il Governo non si può più citare, perché adesso c'è Prodi; allo stesso modo, il Ministro alla sanità è Livia Turco, quindi sono messi un po' in ombra o citati solo per ragioni positive.
Ritengo, comunque, che da parte della Commissione sanità si debba organizzare, così come abbiamo fatto relativamente all'andamento della spesa, un monitoraggio su tabellina.
Qui, grazie all'informatica, abbiamo mandato vagoni di miliardi al CSI e a tutti coloro che in questi anni - è tutta roba vostra, non è che si pesca nel campo dove facciamo politica noi! - avrebbero dovuto organizzare dei sistemi sofisticatissimi affinché, schiacciando il famoso bottone, si potessero ottenere tutti i dati. Mi sembra che non siamo in queste condizioni. Ritengo che l'Assessore (o l'Assessorato) sia soffocato dalla carta e ci siano grosse difficoltà. Ma non è tanto per dire a noi a che punto siamo o per giocare al rimpiattino sulle liste effettive. Questa situazione è grave per la programmazione ed è grave per la valutazione; a meno che i dati ci siano ma non vengano messi in luce. Ma, qualora ci fossero difficoltà ad ottenere i dati, avrei delle grosse preoccupazioni anche in ordine alla programmazione e suddivisione delle risorse. È una questione che senz'altro dovrà essere approfondita.
A mio giudizio, si dovrebbe trovare un modus vivendi, all'interno della Commissione sanità, per vedere - noi, che siamo i rappresentanti del popolo in senso lato, senza aggettivi, costituzionalmente, e quindi abbiamo il potere e il dovere di sindacato ispettivo - come stanno le cose e come vengono spesi i soldi dei cittadini per quanto riguarda la sanità.
Non posso non riagganciarmi ad un accenno del Consigliere Rossi, anche sulla base di un documento che c'è stato consegnato ad Alessandria - era presente anche il Consigliere Muliere - dove è stata convocata una riunione tra la Provincia, quindi la Vicepresidenza della Provincia d'Alessandria la dottoressa Morando, le ASL e una serie d'organismi anche rappresentativi degli operatori sanitari (il verbale si riferisce solo alle parti pubbliche che erano presenti). In questa riunione, per l'ennesima volta, viene rivangata la stasi che vi è nel processo di parificazione d'omogeneizzazione della contribuzione regionale per quanto riguarda le RSA e le assimilate.
Qui la situazione non è da meno: non pensiamo che a valle delle cure ospedaliere o in queste necessità di ricovero assistito in case protette non ci siano liste d'attesa. I numeri che ci hanno fornito sono preoccupanti, soprattutto se uniti ad una serie di distorsioni che mi hanno ulteriormente impensierito. Per esempio, da un punto di vista contabile, i ricoveri sono quasi tutti di media intensità.
Basta andare nelle nostre case di riposo, nelle strutture che hanno le denominazioni più varie (alcune sono pubbliche, come quelle del Comune d'Alessandria, altre sono IPAB, per esempio la Borsalino, altre sono nei paesi intorno, altre realizzate direttamente dalle ASL, come quella di Solero), per rendersi conto che le persone che troviamo sono gravemente impedite nello svolgere quelle che sono le normali attività quotidiane della vita. Io che non sono un esperto le classificherei indubbiamente in un livello d'alta intensità. Voi sapere cosa vuol dire in termini di minuti d'assistenza, di personale e quant'altro.
Le cifre ci sono, se avevamo fatto la legge regionale n. 1 e se si era arrivati alla delibera n. 17 dell'anno 2005 un motivo c'era. Attenzione quel risultato - se mi ricordo bene e qualcuno mi può correggere se sbaglio era stato raggiunto perché si erano fatti dei tavoli di concertazione con gli operatori del settore ed erano tutti disponibili a trovare un percorso graduale.
Nessuno, allora, sarebbe venuto a dire "da domani vogliamo andare a posto". Però, colleghi Consiglieri, siamo arrivati alle soglie del 2008 e il problema non solo non è risolto, ma è un problema veramente preoccupante.
Abbiamo fatto due conti, mentre parlavano, su un totale di 1.500 convenzioni esistenti nelle tre ASL (20, 21 e 22). Facendo una differenza ridotta al minimo di 10 euro il giorno, risultano 15.000 euro il giorno che, moltiplicati per 365, diventano 5.475.000 euro da dividere al 50 secondo le regole LEA, tocca 2.750.000 euro al settore sanitario. Ne parlo perché è il discorso della sanità che deve essere rivisto.
La parte assistenziale, ovviamente, dà delle contribuzioni che, poi, i Consorzi socio-assistenziali cercano di dividere. Però, indubbiamente all'origine ci sarà stato un comportamento discutibile delle vecchie ASL che andavano, forse, ad elemosinare troppo il quantum giornaliero per fare le convenzioni.
In origine - parlo di cinque o dieci anni fa - hanno fatto delle invenzioni nelle quote, inventando anche la quota alberghiera, la quota sanitaria, la quota assistenziale. Però, oggi che vige l'indicazione dei LEA, dove c'è una ripartizione del 50% per i casi riconosciuti, valutati e autorizzati, bisogna, assolutamente...
Parlo già di convenzioni. Se poi vado a vedere le liste d'attesa, vi assicuro che solo nel Consorzio socio-assistenziale d'Alessandria, che si chiama CISSACA, ci sono ben 400 persone in lista d'attesa. Ricordatevi anche che se si tengono a boccheggiare queste strutture, non illudiamoci della continuità assistenziale. Perché, da un lato, sarebbe una giusta opzione per ridurre le presenze ospedaliere ma, dall'altro, se il meccanismo non si tiene oliato e normalmente remunerato, alla fine vanno i NAS che guardano quali sono i doveri.
Come standard è uguale dappertutto, sia a Torino che ad Alessandria devono dare certe prestazioni, ma diamogli almeno la stessa retribuzione visto che sono strutture che dovrebbero incidere fortemente sulla continuità assistenziale e contribuire a ridurre le presenze ospedaliere.
Quindi, occorre assolutamente trovare dei correttivi. Altrimenti, la prossima volta che parliamo di liste d'attesa senza correttivi, ci troveremo in una situazione ancora più aggravata.
Pertanto, respingiamo le osservazioni del collega Chieppa sul fatto di venire qua solo per fare scandalismo, perché non è così. Noi facciamo delle proposte ben precise. All'Assessore assicuro che ho messo sotto i riflettori un caso particolare, ma che credo abbia delle implicazioni di carattere generale.
Concludo dicendo questo: non è che voi dovete mandare periodicamente a Roma i dati sulle liste d'attesa! Visto che ci sono dei documenti in Assessorato, potete fotocopiarli e mandarceli. Almeno, quando Berta filava il Ministero della Sanità chiedeva periodicamente documentazioni sulle liste d'attesa. Quindi, quei dati sono ufficiali e se vanno bene per Roma potete mandarli anche a noi in Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallaro; ne ha facoltà.



CAVALLARO Sergio

Grazie, Presidente.
Il mio vuole essere un intervento, soprattutto, propositivo, perché è bene dare delle indicazioni. Se queste riunioni devono servire a qualcosa devono fornire delle prescrizioni, in maniera tale che il servizio n'abbia un beneficio. Siccome le liste d'attesa sono un problema generalizzato, le cause le conosciamo tutte.
Per esempio, il fatto che le prestazioni, che è in grado di garantire una determinata ASL, sono insufficienti, per cui è necessario aumentare il numero d'ore che vengono destinate a questo tipo di prestazioni.
Un'altra causa è la cattiva organizzazione. Vedasi lo scorso utilizzo del SovraCup, che è un ottimo escamotage per vedere di bypassare le grosse problematicità che danno le liste d'attesa.
C'è anche un uso inappropriato delle prescrizione sanitarie. Questo è uno dei problemi più gravi, che devono essere affrontati con una nuova cultura del fare medicina. Quindi, c'è un grosso lavoro alle spalle da fare.
Un'altra modalità, su cui dobbiamo applicarci moltissimo, è quella che riguarda la programmazione delle attività. Tutti i servizi, tutte le varie ASL devono avere un alto tasso di produzione di servizi, in modo che non si verifichino delle disuguaglianze per le quali la gente si vede costretta a spostarsi da un'ASL all'altra.
Soprattutto, bisogna evitare che ci siano settori di punta con specialisti particolarmente bravi, in grado di attrarre i pazienti e che in altre zone ci siano dei servizi sottoutilizzati.
L'Assessore ha ricordato molto bene la Conferenza Stato-Regioni del 2002, in cui era stato stabilito che, per affrontare il problema delle liste d'attesa, bisognava anche fare ricorso alla libera professione intramoenia, dando un punteggio di merito ai vari Direttori delle Aziende Sanitarie proprio su questo tema specifico.
Ora, la libera professione intramoenia può sembrare un assurdo, ma è forse una delle carte vincenti per risolvere il problema delle liste d'attesa perché, oltre ad essere quello di poter scegliere il proprio medico curante un diritto per il cittadino, deve essere anche una facoltà non dettata dall'urgenza delle liste d'attesa. Paradossalmente, la libera professione intramoenia è in grado di ridurre queste liste d'attesa.
Per esempio, il decreto Bersani stabilisce che i medici che svolgono la libera professione intramoenia sono quelli che possono fare carriera. Lo stesso criterio deve essere adottato anche per i medici che, poi, non diventeranno primari, ma cui viene affidata qualche struttura semplice.
Anche perché questo incentiva la possibilità di svolgere la libera professione intramoenia nel modo corretto, anche perché, fino ad ora, non è stata svolta come si deve.
La libera professione intramoenia deve essere effettuata dopo che il professionista ha svolto un certo tipo di lavoro in qualità di dipendente.
Una volta stabiliti questi livelli di produzione, deve aderire ad un progetto di libera professione aziendale, in maniera da smaltire il lavoro che viene accumulato. Solo a queste condizioni, si può accedere ad una libera professione intramoenia pura, come si è soliti concepire, con un volume di attività concordato, con una tariffa concordata e con le prenotazioni fatte dal Cup.
A questo livello, può essere accettata la libera professione intramoenia e può servire per ridurre le liste d'attesa. Ricordo solamente, che anche l'utilizzo dei piccoli ospedali dedicati alla libera professione intramoenia può essere un'arma valida per la riconversione dei piccoli ospedali cui faccio sempre riferimento.



PRESIDENTE

Informo l'Aula che si sono scongedati i Consiglieri Pozzi e Bossuto. Di conseguenza, il numero legale è 27.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Prima di tutto, volevo evidenziare quanto sia importante il dibattito che stiamo affrontando, quanto sia significativo che il Gruppo di Alleanza Nazionale abbia chiesto un Consiglio straordinario - unitamente a tutte le forze di minoranza - e quanto sia sufficientemente sconfortante fare un dibattito di questo tipo, su un argomento di quest'importanza, in un'aula praticamente vuota. Evidentemente, la sanità interessava soltanto quando c'erano da fare i comitati contro il centrodestra, oggi è un fatto che pu passare in secondo piano.
anche importante quanto, temporalmente, il dibattito si svolge. Si svolge al giro di boa dei due anni e mezzo della Giunta Bresso. Una Giunta che aveva sostanziato una parte dell'esito favorevole della sua campagna elettorale, proprio con le promesse sulla sanità. Una sanità che, l'abbiamo sentito ripetere ancora oggi, era allo sfascio e che questa Giunta avrebbe rivitalizzato, avrebbe rilanciato, avrebbe rinverdito.
Purtroppo, i fatti - lo vedremo anche nel corso del mio intervento anche se è già stato illustrato in tutti gli interventi dell'opposizione fin qui occorsi - non stanno in questo modo. Sbaglieremmo - e sbagliereste soprattutto voi - se pensate di fare il gioco di chi sta dalla parte dell'Assessore alla Sanità di oggi, e che ci sia qualcuno che sta dall'altra parte, contro la sanità di oggi, nostalgico di quella di ieri.
un gioco che non ci porta da nessuna parte. La sanità, lo sa meglio di chiunque altro l'Assessore che la gestisce in questo momento, è un pianeta complesso e difficile, che si rapporta con decine di migliaia di cittadini tutti i giorni, in cui, quando si prendono delle posizioni pubbliche bisogna avere la forza di sostenerle.
Quando, qualche giorno fa, abbiamo fatto la conferenza stampa di apertura della campagna sulle liste d'attesa, questa è andata trasmessa in tutti i canali televisivi locali: da RAI 3, alle televisioni locali. Con la notizia della campagna, sono passate anche le dichiarazioni dell'Assessore in cui si negava la rispondenza dei dati; si diceva che, in realtà, le lista d'attesa non erano così d'attesa come qualcuno, cioè Alleanza Nazionale, indicava.
Sono in Consiglio regionale da sette anni, non tutti i giorni i cittadini mi telefonano a casa per dirmi cosa ne pensano delle trasmissioni televisive che riguardano il Consiglio regionale o la politica regionale ma quella sera, dopo l'edizione del Tg3, sono stato subissato di telefonate di cittadini casalesi che mi dicevano: "Cosa dicono della sanità piemontese? Come fanno a sostenere che le cosa vanno bene? Ma come è possibile che una settimana fa sono stato in ospedale per prenotare un esame e mi hanno detto di ritornare dopo 60 giorni?". Attenzione attenzione, attenzione a dire "tutto va bene, signora la marchesa", perch le cose non sono così. Se voi sostenete ciò, perderete il contatto con la realtà che è molto diversa da quella che dicono i vostri dati che sono dati interpretabili. Perlomeno interpretabili.
Devo anche dire - fino ad ora abbiamo parlato con cognizione di causa mettendo in campo dati e contro dati, soprattutto riferiti alla provincia di Torino, alla città di Torino - che la situazione di difficoltà si estende anche alla provincia piemontese. Prenderò in esame una valutazione dei tempi d'attesa, delle liste d'attesa, della provincia d'Alessandria per le visite e le prestazioni specialistiche, relative il mese di settembre.
Dati dei siti delle varie ASL.
Una situazione, caro Assessore, che non è molto distante e differibile da quella torinese. Una situazione che presenta poche luci e molte ombre.
Quando, ad esempio, all'ASL di Casale Monferrato ci sono 43 giorni d'attesa per le visite cardiologiche, quando, per una visita odontostomatologica, a Novi, aspettiamo 50 giorni e ad Acqui 150 giorni - ripeto, 150 giorni penso di citare dei dati che, al di là che lo dica un Consigliere di centrodestra (i dati sono del sito regionale, non sono dati costruiti da noi), penso di dire una cosa su cui una Giunta e una maggioranza che non viva fuori della realtà, dovrebbe iniziare ad interrogarsi, a chiedersi cosa c'è che non funziona. Non m'interessa se questi 150 giorni sono dovuti all'eredità di questo o di quello. Ripeto, l'ho detto all'inizio dell'intervento, siamo al trentesimo mese di gestione della sanità da parte della Giunta Bresso.
Voglio continuare a riportare dei dati. Visite ortopediche: Novi 44 giorni d'attesa, Ovada 45 giorni d'attesa. Le visite di riabilitazione post evento acuto. Non cito solo il negativo. Per esempio, sulle visite di riabilitazione post evento acuto, abbiamo un'ottima situazione provinciale: da 1 a 6 giorni d'attesa. È un bene che noi riconosciamo. Evidentemente il meccanismo funziona.
Mi spaventa, invece, quando leggo l'inizio del trattamento riabilitativo. Faccio una visita oggi, dopo un post evento acuto, devo fare la riabilitazione e a Tortona mi dicono di ritornare dopo 106 giorni. A Novi tra 270 giorni, ripeto, 270 giorni. A Ovada - miglioriamo - 180 giorni.
Stiamo dicendo delle cose non vere? Stiamo citando dei dati sbagliati? Sono situazioni su cui dobbiamo intervenire? Oppure no? Ci vuole una riflessione del Consiglio regionale su un tema importante come questo? Oppure dobbiamo andare in televisione a assicurare che tutto va bene e farci deridere, oltre che a far arrabbiare i cittadini pimentasi che purtroppo, qualche volta, questi esami li vanno a fare e si sentono dire dal personale delle strutture sanitarie che non possono fare altro che prenotarli dopo questi termini? Potremmo andare avanti.
L'ecocardiografia: 61 giorni a Casale, 56 ad Acqui, 100 giorni a Novi e 63 ad Ovada.
So che tra i colleghi ci sono anche dei medici; ma possiamo in una Provincia significativa o non significativa di questo Piemonte aspettare con una media di più di 70 giorni? Anche se ci fosse il SovraCup provinciale, non sarebbe la panacea di tutti i mali, perché quando uno fa 100 e l'altro fa 63, la media è 70. Per un ecocardiogramma noi aspettiamo 70 giorni, oppure dobbiamo pensare che magari a Biella o a Cuneo o non so dove possono fare un po' prima.
Questo quadro, anche il quadro provinciale, è un quadro sconfortante se paragonato, ad esempio, con i tempi d'attesa della Regione Lombardia, dove il sistema sanitario regionale ha raggiunto risultati eccellenti confermati anche da sondaggi fra i cittadini. È clamoroso quello dei pensionati della CGIL dell'anno scorso, che indicavano il sistema lombardo come un sistema di assoluta eccellenza.
Io continuo però...



PRESIDENTE

La scorsa legislatura, quando ancora non presiedevo, intervenendo per un problema fisiologico dell'Assessore Giampiero Leo, lo invitai ad uscire perché dovevo parlare del suo principale.
Per l'Assessore Artesio non so a chi potrei rivolgermi; in altri tempi avrei saputo molto chiaramente a chi rivolgermi, ma in questi momenti c'è qualche problema.
Penso che come allora non ci sia alcun problema. Confido nell'equilibrio e nella cavalleria dei colleghi che stanno intervenendo o che dovranno intervenire.



BOTTA Marco

Se si tratta di un problema fisico contingente aspetto volentieri anche perché l'interlocutore per noi è l'Assessore.
Se invece si tratta di una conferenza stampa, Presidente, sospendiamo cinque minuti. In un minuto concludo, però ho continuato.



PRESIDENTE

una conferenza stampa molto riservata. L'Assessore sta arrivando.
Consigliere Botta, le faccio recuperare il tempo, però non le manca l'esperienza per continuare senza dover interrompere la seduta.
L'Assessore è arrivata.



BOTTA Marco

Concludo, Assessore, dicendo che il quadro provinciale è un quadro sconfortante, ad esempio se paragonato con i tempi d'attesa della Regione Lombardia, dove il sistema sanitario regionale, sfruttando in maniera ottimale anche l'efficienza gestionale delle strutture pubbliche e le sinergie con quelle private, ha raggiunto livelli eccellenti, confermati anche da sondaggi tra i cittadini. Clamoroso è il sondaggio di qualche anno fa condotto dagli scritti della CGIL pensionati, che promuoveva a pieni voti il sistema sanitario lombardo.
Sarebbe quindi opportuno, Assessore, verificare i tempi d'attesa anche delle principali prestazioni chirurgiche nel servizio sanitario piemontese quali la cataratta e la protesi d'anca, veri indicatori dell'efficienza gestionale delle strutture sanitarie, che purtroppo non vengono pubblicati nel sito ufficiale della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente. È un'Aula non solo distratta, ma mi sembra indifferente rispetto al ragionamento che stiamo facendo, e ogni tanto mi chiedo che cosa succederebbe se non esistessero i giornali e le televisioni: molti di questi Consigli regionali non sarebbero fatti, perch l'obiettivo è quello di mandare all'esterno le considerazioni e il dibattito, in fondo, non interessa a nessuno. E anche la fatica che l'Assessore Artesio opportunamente ha affrontato, in qualche modo cade nel vuoto.
Noi siamo grati invece all'Assessore, perché ha fatto, come sempre con precisione, una buona relazione, che ha spiegato al Consiglio quali sono le classi di priorità.
Capisco che il centrodestra abbia una certa allergia alla programmazione e l'abbiamo visto: dieci anni di assenza di piano. Ma il fatto che l'Assessore abbia spiegato che cittadini piemontesi che hanno bisogno di una visita urgente dal 1997 al 1999...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Burzi)



BOETI Antonino

Perché è così aggressivo? Lei non si permetta di parlare così con me.
Perché Ghiglia può dire quello che vuole e io non posso dire quello che penso? Io sono offeso da quello che dice il Consigliere Burzi!



PRESIDENTE

Presidente Burzi, se vuole intervenire, la prego di farlo prenotando l'intervento.



BOETI Antonino

Stavo dicendo che mi sembra che il centrodestra abbia un po' di allergia alla programmazione e che quindi bene ha fatto l'Assessore a spiegare come stanno le cose e che nelle liste d'attesa non c'è un danneggiamento della salute dei piemontesi, che se hanno un'emergenza possono avere la risposta che aspettano.
Questo delle liste d'attesa è un problema vecchio. Oggi in Inghilterra e l'ho già detto un'altra volta - occorrono quattro anni per una protesi d'anca e una protesi di ginocchio. L'Inghilterra ha fatto una convenzione con la Francia e con la Germania per mandare i suoi pazienti ad operare in queste due nazioni, perché gli ortopedici inglesi non riescono a soddisfare le richieste.
Ricordo anche le dichiarazioni del Ministro Storace negli ultimi quattro mesi di Ministero, quando disse che avrebbe risolto il problema delle liste d'attesa, in questo spalleggiato dal Presidente Berlusconi, ma non siamo riusciti a vedere come in qualche modo potesse essere risolto.
un obiettivo comunque difficile da raggiungere. Il nostro è un sistema sanitario eccellente per quanto riguarda le emergenze, il pronto soccorso, il 118, l'elisoccorso. Chi ha bisogno di una prestazione urgente ha una corsia preferenziale.
Diverso - e questo, Assessore, dobbiamo riconoscerlo - è il ragionamento per quanto riguarda invece l'elezione. Dobbiamo cercare di capire se questo pomeriggio serve a qualcosa, anche se continuo ad avere dei dubbi.
Aveva ragione il collega Chieppa quando diceva che l'aumento dell'offerta fa aumentare la domanda. L'Assessore ha dimostrato che avevamo aumentato ulteriormente le prestazioni, ma che questo non è stato sufficiente a soddisfare completamente le esigenze dei cittadini.
E c'è anche il gran capitolo dell'appropriatezza, e anche in questo sono d'accordo con il collega Chieppa: c'è un eccesso di diagnostica in assenza di linee adeguate.
Il mercoledì mattina, non avendo riunioni di Commissione, passo la mattinata in sala operatoria e nell'intervallo visito qualche paziente. Ho visto un ragazzo, che ha una tendinopatia di un calcagno, che ha fatto due risonanze magnetiche nell'arco di tre mesi. Qualche volta si aspetta che sia l'esame a fare la diagnosi e qualche volta che sia l'esame a disporre la terapia.
Così come sono necessarie delle linee guida per quanto riguarda la diagnosi di gonartrosi; l'artrosi del ginocchio, così come l'artrosi in generale, non ha bisogno di TAC né di risonanza magnetica. Ci sono pazienti che, a 80 anni, fanno la risonanza magnetica al ginocchio, quando sarebbe stata più che sufficiente una radiografia per dare una risposta.
Anche se, come ha detto l'Assessore, siamo abituati a studiare, e io ho studiato le liste d'attesa di questa regione, in questo momento, in Piemonte non c'è attesa per quanto riguarda la TAC né per quanto riguarda la risonanza magnetica.
L'altro problema è determinato dall'insufficiente numero di specialisti. Anche questo è un vecchio problema: ci sono pochi endocrinologi - il collega Ghiglia lo diceva - e, effettivamente, se guardiamo le liste d'attesa, l'attesa per l'endocrinologia, in tutta la regione, è piuttosto importante, perché ci sono pochi specialisti in questa materia.
Ci sono pochi specialisti anche in ortopedia; in Piemonte e Valle d'Aosta, ogni anno, si specializzano sette ortopedici. Non bastano nemmeno a coprire il turnover del CTO, pertanto non ci sono specialisti nei poliambulatorii, che possono dare una risposta alle esigenze dei cittadini.
C'è ancora, per quanto riguarda le questioni chirurgiche, un inadeguato utilizzo delle sale operatorie. Questo è l'unico Paese del mondo nel quale le sale operatorie funzionano solo di mattino e alle 14 interrompono la loro attività. Uno sperpero del patrimonio tecnologico che è nelle nostre sale operatorie e che, se utilizzato, perlomeno fino ad una certa ora del giorno, come in tutti i paesi del mondo (fino alle 18 o alle 19), potrebbe abbattere completamente le liste d'attesa per la chirurgia.
Il Consigliere Cavallera diceva che si potrebbero utilizzare nella libera professione, per esempio, gli specialisti che potrebbero visitare od operare di pomeriggio. Questo ragionamento, in questo momento, è difficile da fare, ma prima o poi dovrà essere avviato.
Credo, al di là della questione con il Presidente Burzi, che quest'argomento sia importante e che nelle questioni che ha posto l'opposizione un po' di verità ci sia, avendo letto le liste d'attesa.
Per esempio, la cardiologia dell'ASL 6 ha un'attesa che non è compatibile (125 giorni a Caselle, 121 a Ciriè, 111 a Lanzo), così come l'oculistica nell'ASL 7, oppure in provincia di Biella, o come le gastroscopie o le colonscopie.
Ci sono problemi in alcuni settori e in alcune ASL. In gran parte però, del nostro territorio, quello che diceva l'Assessore Artesio corrisponde al vero: c'è un'attesa che rientra nei limiti, c'è un'attesa accettabile e ci sono risposte adeguate alle esigenze dei cittadini.
Credo che, ogni tanto, le Aziende debbano fare il lavoro che abbiamo fatto noi; non sono convinto che lo facciano sempre, Assessore. Dovrebbero cercare di capire se nel loro territorio ci sono attese o meno, rispetto ad alcuni settori.
Noi abbiamo centri convenzionati, dove paga la Regione, che, non noi ma il governo della Regione precedente ha convenzionato, in molti casi opportunamente.
Deve essere finito il tempo in cui le strutture private fanno quello che vogliono e dovrebbero incominciare a fare quello che noi chiediamo loro di fare.
Faccio un esempio: se in un'ASL c'è bisogno di oculistica, potremmo chiedere alle strutture convenzionate di quel territorio di garantirci delle visite oculistiche, piuttosto che degli esami di laboratorio.
I nostri ospedali sono in grado di sostenere tutti gli esami di laboratorio, infatti, facciamo 17 milioni d'esami e solo quattro milioni vengono garantiti dagli ambulatori convenzionati.
La strada del Cup è assolutamente positiva; l'abbiamo sostenuto e abbiamo scritto nel Piano Socio Sanitario che le strutture private convenzionate devono essere inserite nel Cup metropolitano e poi in quello provinciale, quando ci sarà.
Se guardiamo meglio le liste d'attesa, è vero che magari c'è attesa nelle strutture ospedaliere, alle quali i cittadini si rivolgono preferenzialmente, ma è anche vero che nei poliambulatorii, a 200 metri, la risposta alla domanda c'è. È che nessuno lo sa, è che nessuno lo dice a quel paziente, che resta quindi con la sensazione che sia un discorso generalizzato, quello dell'attesa alla sua domanda di salute.
Quando questo si verificherà, saremo in grado di dare risposte più pronte.
Lo stesso ragionamento va fatto per il Cup chirurgico, che in questo momento non esiste. Se c'è un ospedale che ha una maggiore lista d'attesa per una protesi, ci deve essere la risposta della struttura privata o anche di quella convenzionata, che magari ha minori tempi d'attesa, rispetto a quella domanda.
Governiamo la Regione da due anni e mezzo; non abbiamo nessuna difficoltà a riconoscere che in qualche ASL e in qualche settore, per qualche specialità, qualche problema l'abbiamo, ma naturalmente siamo disponibili a lavorare.
Quando saranno passati dieci anni di governo regionale del centrosinistra, potremo fare anche noi meglio i nostri conti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Sarà interessante prendere il verbale d'alcuni interventi dei colleghi, perché andando in un poliambulatorio, dove si effettua la gran parte delle prestazioni, alcune delle quali non vengono effettuate, anche se si dichiara questo, nel Cup o in provincia faremo leggere le parole del collega Boeti, il quale tranquillizza i cittadini che attendono una prestazione.
Allora potremo dire: non vi preoccupate, perché fra sette anni e mezzo quando saranno dieci anni di governo del centrosinistra - e ciò non avverrà, fortunatamente, per volontà dei cittadini - i problemi saranno risolti.
Al di là di questo - battute rispetto alle cose dette dai colleghi se ne potrebbero fare tante, io ne dico una soltanto - se, per riprendere la terminologia usata dal collega Chieppa, che, come il solito arriva denuncia e scappa, la sanità fosse stata lottizzata in modo così cameratesco, forse avrebbe funzionato molto meglio.
Il dato drammatico è che i due terzi di chi gestisce la sanità piemontese oggi era ed è rappresentato da persone che sono state utilizzate in forza al centrosinistra prima e totalmente in forza al centrosinistra adesso. Questo è il dato. Se, poi, il collega crede, posso fargli anche dei nomi e cognomi di iscritti pubblicamente al suo partito, che gestivano la sanità piemontese nell'era Ghigo, senza mai vergognarsi di questo.
Non so se questo sia un dato esclusivamente di capacità; se lo è l'avvisiamo che almeno la capacità il centrodestra la teneva in considerazione, al di là delle appartenenze politiche. Ma non credo sia sempre questo.
Ricordiamo anche che questo è un Consiglio regionale, unico credo in Italia, in cui la Presidente ha inviato una lettera ai Capigruppo, di cui ovviamente abbiamo copia, chiedendo loro di segnalare direttori generali sanitari-amministrativi, in vista delle nomine.
Stiamo parlando di questa sanità. È molto grave quanto è avvenuto oggi da parte dell'Assessore, al di là della buona o cattiva educazione di allontanarsi quando un collega sta parlando, ma questo sta alle volontà di ognuno. Io non lo farei, anche se mi chiamassero i giornalisti oppure chiederei ad un collega di fare un'interruzione, perché devo parlare con la stampa. Non l'ho mai fatto nei casi in cui ho governato...



(Commenti dell'Assessore Artesio e dei Consiglieri di maggioranza)



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale, il fatto è stato ampiamente illustrato quindi continui pure il suo intervento.



VIGNALE Gian Luca

Il fatto gravissimo è non certo quest'aspetto, che per me rimane, ma un altro: quello di non aver consegnato nulla.
Noi le chiediamo almeno una cosa; saranno appunti anche scritti a mano ma ci dia almeno le copie degli appunti dove vi sono scritte le ASL. Su tot ASL, dieci sono migliorate, due sono stabili, dodici hanno peggiorato perché leggere esclusivamente quel dato, che è quantitativo e generale, pu servire ad un cittadino per capire qual è stato il taglio drastico delle liste d'attesa avvenuto in questi due anni e mezzo. Sarebbe sufficiente semplicemente quello, magari segnalandolo anche alla stampa, per far capire come funzionano le liste d'attesa in Piemonte.
Alleanza Nazionale, che è all'opposizione, che non governa, che non ha una struttura che può fare questo lavoro, ha avuto il merito di segnalare un sistema che non funziona e una promessa non mantenuta. Vogliamo ricordare ai colleghi anche del centrosinistra, oggi non molto attenti - e chi interviene fa la difesa d'ufficio nei confronti dell'Assessore - che il primo punto del capitolo "Salute e cura della persona" del Piano Socio Sanitario era abbattere "drasticamente" i tempi d'attesa con efficaci servizi di prenotazione delle prestazioni.
Quando si mettono gli avverbi, alcuni avverbi in particolare, non è che si dice, come nella pagina precedente del Piano, di cassare in cinque anni i ticket. Abbattere "drasticamente" i tempi d'attesa significa che, entro un anno al massimo, si avrà una diminuzione sostanziale dei tempi che un cittadino aspetta per avere una prestazione sanitaria.
Questa è stata una cosa estremamente cavalcata in campagna elettorale: dai partiti, dai sindacati vicini ai partiti del centrosinistra, dal Tribunale del Malato e da tutti quelli che potevano fare qualcosa. Per passato quel momento e arrivata questa Giunta, si sono un po' scordati di incalzare la Giunta rispetto a questi temi. Allora, correttamente, lo fa Alleanza Nazionale, che ha avuto un merito: presentare un documento dove sono scritti dei dati.
Lei, Assessore, potrà anche contestare il fatto che i dati non sono corretti, che le valutazioni che Alleanza nazionale ha fatto sono discrezionali. Tutto quello che crede, ma noi abbiamo scommesso nero su bianco su quelli che sono dei dati e avremmo auspicato che lei, oggi, fosse venuta in Consiglio per dire che quei dati erano falsi, presentandone altri veri - perché desunti dalle tabelle pubblicate sul sito.
Assessore, i dati sono assolutamente veritieri. Se non basta, è sufficiente prendere un elenco di quelli pubblicati sul sito leggendoli tutti, in modo tale che non facciamo discrezionalità, a caso, su qualunque tipologia sanitaria individuata, per comprendere qual è la situazione.
Facciamo un po' di esempi. Ciriè 113, Caselle 94, Poliambulatorio di Venaria 56, Pianezza 51, Lanzo 91. Indagini e Ricerche Mediche, soggetto privato, uno; Poliambulatorio Villa Iris, soggetto privato, uno. Qual è l'attesa minima che l'Assessorato dichiara? È uno.
Per quanto riguarda l'ASL di Collegno, i dati sono i seguenti: Susa 37 Avigliana 51, Collegno 16, Grugliasco 29, Condove 189, Rivoli 21, Orbassano 29, Giaveno 62. Attenzione: Poliambulatorio di Alpignano, soggetto privato uno; Centro Diagnostico di Rivoli, soggetto privato, uno, Cellini 20 attesa minima, uno.
ASL di Moncalieri: Carignano 36, Carmagnola 3, Chieri 28, Santena 27 Moncalieri 26, Nichelino 15, Diagnostico Cernaia quattro, tempo minimo d'attesa tre. E così di seguito sull'oculistica, sulla cardiologia, sulla mammografia, sull'ecografia all'addome, su tutte le tipologie che volete.
I tempi d'attesa che l'Assessorato non ha consegnato, ma oggi recitato sono dati da un fatto, che noi riteniamo ovviamente positivo, e su cui qualche collega dovrebbe fare qualche riflessione rispetto al rapporto con il privato: se non vi fossero le molte e utili convenzioni che la precedente Giunta ha stipulato con il privato convenzionato, i tempi d'attesa sarebbero infinitamente superiori, perché se prendiamo alcune ASL in cui non c'è un soggetto privato, vediamo come i tempi aumentano in maniera notevole.
Dopodiché se uno prende queste liste, capisce come in alcune ASL sarebbe importante accreditare un soggetto privato, perché i tempi d'attesa sono altissimi. In altre situazioni - concordo in questo con parte dell'intervento del collega Boeti - al privato possiamo far fare altro perché quando i tempi d'attesa del privato sono pari a quelli del pubblico teniamoci il pubblico, perché va spiegato ai cittadini che quando scelgono in un soggetto privato per loro è lo stesso, perché non spendono nulla, è la Regione che paga.
Vogliamo ragionare di cose concrete? Per farlo, oltre a prendere i dati, bisognerebbe fare quello che abbiamo fatto noi, cioè presentarli.
Così li attendiamo e in Commissione li chiederemo. È possibile che quaranta minuti di relazione dell'Assessore non possano essere sintetizzati con dieci o venti fogli, quelli che servono per dare un documento al Consiglio o alla Commissione in cui si dice: l'analisi dei tempi è questa? Se dal 1997 al 2007 sono 157 mila righe (non è così difficile, ci accontentiamo anche degli ultimi due anni) vogliamo fare un ragionamento? Dopodich rimane - lo dico al Presidente - la richiesta su quella sintesi relativamente alle singole ASL.
Le proposte non solo le abbiamo, ma le abbiamo anche avanzate nella discussione del Piano Socio Sanitario, e riguardano ovviamente...



(Scampanellìo del Presidente)



VIGNALE Gian Luca

Mi conceda due minuti, anche perché non c'è una gran fila in attesa.



PRESIDENTE

Volevo solo anticiparle che stava scadendo il suo tempo.



VIGNALE Gian Luca

Noi facciamo una proposta, ma non è una proposta irrealizzabile, è una cosa che può aver luogo nelle prossime settimane.
L'Assessore sa, anche se non l'ha mai detto in sede di Commissione, che è stato firmato un protocollo di intesa con i sindacati per sanare, cioè per non rendere più precari ma stabilizzare duemila dipendenti della sanità con un concorsino interno.
Ditelo anche alla Presidente Bresso: quando il concorsino era sta fatto dalla precedente Giunta era una vergogna. Ricordo a qualche collega, oggi molto impegnato a sponsorizzare alcuni inserimenti lavorativi, che qualche anno fa diceva "Vergogna! Vergogna!", e oggi non sta facendo lo stesso.
Allora, Assessore, abbiamo già letto i PRR, da cui, come denunceremo nei prossimi giorni, si evince una cosa eclatante, e cioè che voi investirete su uffici tecnici, su amministrativi, su una voce anomala che è l'altro personale, ma non investirete sui medici e sugli infermieri. Allora ci spiegate come fate ad aprire di pomeriggio le liste d'attesa? Ci spiegate come fate a ridurre le liste d'attesa se non assumete personale medico o infermieristico, OTA o tutti quelli che servono a far funzionare gli ospedali e i poliambulatorii, e invece assumerete moltissimi amministrativi perché sindacalizzati? Guardate che è una fortuna che, essendosi votato per le elezioni delle RSU in questi giorni, abbiamo anche le liste di chi si è candidato. Guarda caso, vediamo che gran parte degli stabilizzati saranno proprio quelli che si sono candidati non certo nell'UGL sanità, ma nelle liste di sindacati un po' più vicini a questa maggioranza. Sono quelli che hanno premuto perch si svolgesse questo concorsino interno prima tanto vituperato.
Ecco il primo impegno che avete: più medici, più infermieri. Se così sarà saremo a posto, vorrà dire che sarete andati nella direzione giusta per ridurre le liste d'attesa, per le sale operatorie, per dare più servizi. Se assumerete molto negli uffici tecnici, informatici e amministrativi, confermerete il carattere clientelare con cui avete gestito per decenni questa sanità anche nel momento - questa è una nostra corresponsabilità - in cui governavamo la Regione Piemonte, per cui non se ne viene in qualche modo a capo.
C'è una differenza: sulla sanità - e lo sapete bene - avete vinto le elezioni con promesse che non riuscite a mantenere. Su questo v'incalzeremo settimanalmente, perché una volta avete preso in giro i cittadini. Tentate ancora di prenderli in giro con dichiarazioni di rito assolutamente incomprensibili.
Il collega Chieppa, secondo me, se fra venticinque anni sarà in Consiglio regionale, continuerà a ripetere quanto il suo partito dice da dieci ("il privato è un demonio", "i vostri camerati hanno gestito la sanità") non rendendosene conto, ma concludo, ringrazio e chiedo scusa per avere ecceduto nel tempo.
Un altro aspetto che Alleanza Nazionale curerà nelle prossime settimane riguarderà gli accreditamenti. Guarda caso, ci sono alcuni accreditamenti realizzati da questa Giunta, in modo assolutamente importante, che riguardano alcuni settori in cui la sanità pubblica è quasi estranea, che però, hanno padrini, non virtuali, proprio all'interno delle società private - lo si vede eleggendo il CNA.



(Scampanellìo del Presidente)



VIGNALE Gian Luca

Anche questo sarà un appuntamento che proporrà Alleanza Nazionale per smascherare un altro fantomatico idioma, la pulizia della sinistra rispetto al rapporto con il privato.
Il rapporto con il privato ce l'avete eccome, anche quel privato che in molti casi, in modo trasparente ha sostenuto il centrosinistra.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Signor Presidente, siamo alla fine della discussione, spero ancora insieme al collega Deodato, di dire qualcosa di interessante relativamente a questo dibattito, che, certamente, non è stato inutile, anche se - come purtroppo, spesso succede, credo sia inevitabile - non ha mancato di evidenziare spunti polemici, sicuramente anche un po' fuori dalle righe perché la polemica politica può starci, ma il rispetto non deve mai venire meno. Al di là della questione metodologica, voglio considerare alcune questioni.
In primo luogo, è molto importante che la Regione Piemonte si sia dotata di obiettivi. Senza fare polemica, così come altri colleghi, voglio ricordare che il centrodestra non si è dato questi obiettivi; da un anno il Governo di centrosinistra ha obiettivi da raggiungere in riferimento ai tempi massimi che devono essere assicurati. Questo è un impegno che ha voluto subito il Governo di centrosinistra, che l'Amministrazione regionale ha fatto suo. Naturalmente, questo è un obiettivo e come tale deve essere perseguito, ma la definizione di obiettivi precisi in termini di tempi massimi è un riferimento importante a cui dobbiamo sicuramente attenerci.
In secondo luogo, a differenza della lettura sintetica fatta da molti colleghi di centrodestra - penso sia sufficiente sfogliare tutte le prestazioni indicate, che un po' tutti abbiamo provato a guardare - la grandissima parte delle prestazioni oggetto del nostro dibattito sono caratterizzate da tempi inferiori rispetto a quelli massimi definiti con delibera di Giunta. Vado a naso, non avendo fatto il conto, ma, certamente almeno i due terzi delle prestazioni vedono in tutta la Regione Piemonte ogni Azienda Sanitaria Locale garantire almeno un tempo inferiore rispetto a quello massimo che è stato indicato.
Certamente non è facile pensare ad un anziano che, magari, percorre 30 chilometri in una stessa Azienda Sanitaria Locale per usufruire di una prestazione, ma si può dire con convinzione, dati alla mano, che la grandissima parte delle prestazioni di cui oggi si discute è assicurata nei tempi massimi già stabiliti dalla deliberazione della Regione. Tuttavia evidentemente, non tutto è positivo, non facciamo difficoltà ad ammetterlo.
In modo particolare, Assessore, le segnalo, al di là delle cifre che sono facilmente intuibili, l'importanza di aggredire le liste d'attesa più critiche - ce ne sono moltissime, è inutile ricordarle - con un'attenzione selettiva. Occorre colpire in modo chiaro e determinato quelle prestazioni che con assoluta evidenza appaiono insostenibili e inaccettabili. Ad esempio, per quanto riguarda l'Oculistica, non è possibile che in tutta l'ASL di Chivasso, nei sei punti in cui viene assicurata la prestazione oculistica, il tempo minimo sia di 124 giorni. Questa prestazione deve essere oggetto di un monitoraggio e di un intervento specifico da parte dell'Assessorato.
Suggeriamo di individuare - è facilissimo, non serve uno scienziato di economia sanitaria - i tempi, che sono tutti segnati, e di affrontare queste situazioni con assoluta determinazione, affinché non si verifichino le situazioni che riscontriamo in alcune ASL dove il tempo minimo è tre volte quello che la Regione si è dato. Voglio ricordare che sono situazioni marginali e minoritarie, ma vanno affrontare con determinazione.
anche inspiegabile e inaccettabile - naturalmente non attribuisco la colpa all'Assessore, che è arrivata da pochi mesi - che in una stessa Azienda Sanitaria Locale ci siano prestazioni così diverse in termini di tempi d'attesa. Ricordo il caso dell'ASL di Novi Ligure per quanto riguarda, in particolare, la prestazione relativa all'ecocardiografia: nell'ambulatorio ospedaliero ci sono 100 giorni d'attesa, mentre in uno studio sempre privato, nella stessa città di Novi Ligure, c'è un giorno d'attesa.
Questi dati sono assolutamente inspiegabili e inaccettabili soprattutto, Assessore, non è possibile, a meno che non ci sia un accordo per cui quella prestazione la si affida totalmente, così come mi pare di leggere tra le righe, ad una struttura accreditata, che l'ospedale garantisca, tra virgolette, tempi d'attesa di cento giorni e una struttura accreditata un giorno. Quindi, certamente, dobbiamo attaccare quelle situazioni più inspiegabili e inaccettabili.
L'altro tema sul quale voglio soffermarmi, che è già stato ricordato dal collega Boeti, concerne i Centri unificati di prenotazione. Finora abbiamo quello torinese, che mi risulta funzioni piuttosto bene, ma c'è ancora un grave limite che va superato nella nostra città. Mi riferisco al fatto che a tutt'oggi è possibile prenotare sia attraverso il SovraCup sia nei Centri di prenotazione presso le Aziende Sanitarie Locali.
Se non mi sbaglio - sarei volentieri disponibile a dire di avere sbagliato, ma temo di no - è ancora possibile per il cittadino prenotare chiamando il Centro unificato di prenotazione e, poi, recarsi presso l'Azienda del suo territorio per prenotarsi presso lo specialista del territorio. Quindi, magari, si prenota in un'altra ASL, o ASO, ma, poi, si prenota anche nella propria ASL di appartenenza, perché si teme di dovere aspettare troppo. A seguito di questo comportamento - i casi sono tutt'altro che pochi - accade che gli specialisti, talvolta, attendano inutilmente il paziente che non si presenta perché ha già utilizzato la prestazione da un'altra parte.
Occorre fare in modo che il SovraCup sia pienamente integrato con tutti gli altri sistemi di prenotazione di Azienda o, comunque, che questi comunichino tra di loro per far sì che la stessa persona non possa avere due o più prenotazioni in posti diversi.
Di deve poi accelerare il meccanismo dei SovraCup a livello provinciale, relativamente al quale, magari, ci sarà modo di ottenere una comunicazione da parte dell'Assessore. Sappiamo informalmente che ci sono modalità diverse attraverso cui si sta sviluppando questa rete dei SovraCup; noi, in particolare, le raccomandiamo di fare in modo che dove c'è un know-how questo venga riprodotto evitando duplicazioni o maggiori spese per programmi di sviluppo di centri unificati, che, peraltro, come ho ricordato, abbiamo già avviato nella città capoluogo di regione.
Voglio ricordare l'importanza all'interno della rete complessiva dell'offerta del privato accreditato. Sono d'accordo con quanti questo riconoscimento lo affermano, naturalmente, all'interno di un quadro complessivo di programmazione, con tetti precisi di produzione, anche questo è lavoro non facile. So che, per quanto riguarda la diagnostica e le case di cura, sono stati conclusi accordi con i titolari dei diversi organismi di rappresentanza dei gestori accreditati, li ritengo molto positivi, però occorre ulteriormente farli ricadere all'interno della programmazione territoriale aziendale. Questo è un altro compito che ha bisogno di una regia regionale, che, ad oggi, non certo per colpa dell'Assessore, tuttavia, è carente.
C'è poi l'esigenza di affrontare anche il tema della gestione del personale direttamente dipendente delle Aziende Sanitarie Locali. Io non seguo la provocazione del collega Vignale, secondo il quale assumeremo solo raccomandati tra i precari. Certamente è importante ciò che lui ha detto: dovremo assumere, in modo particolare, operatori della sanità. Di operatori amministrativi ne abbiamo già moltissimi in esubero, come abbiamo già detto. Se dunque è quella la preoccupazione, certamente la condivido. Ma non ne condivido altre.
Assumere le persone giuste nei posti in cui c'è evidente carenza è un compito che deve essere svolto dalla programmazione. Occorre, dunque, che i Direttori generali, se non lo hanno ancora fatto, indichino chiaramente nella programmazione quelle carenze di personale che sono evidentemente rappresentante dalle carenze di offerta, che si riflettono conseguentemente nei tempi d'attesa.
Da questo punto di vista, so che l'Assessore è già fortemente impegnata per favorire una mobilità interaziendale, affinché laddove ci sono tempi d'attesa molto lunghi, questi possano essere contrastati con un'intelligente azione di mobilità del personale. Avrei ancora alcune considerazioni.
Faccia in modo, Assessore - so che su questo aspetto è assolutamente consenziente - che ci sia una particolare attenzione verso i tempi d'attesa di quelle prestazioni socio-sanitarie che oggi non sono state ricordate sebbene le stiano particolarmente a cuore, e che non sono state nemmeno oggetto di intervento dei colleghi, che adesso sono un po' distratti ma che so condividere il mio pensiero.
Ritengo che questo sia il problema più evidente che oggi abbiamo di fronte: la carenza di offerta per quanto riguarda le strutture residenziali per disabili, le strutture semiresidenziali diurne per disabili e per anziani, gli interventi per le tossicodipendenze, i consultori familiari che sono in grandissima difficoltà. Queste sono le attese che non sono state riportate in questo dibattito, ma che voglio segnalare come assolutamente inaccettabili.
Vorrei inoltre sollecitare l'Assessorato a prestare maggior attenzione così come hanno richiesto più colleghi, all'appropriatezza. Ripropongo e riformulo l'esigenza già rappresentata in altri dibattiti di lavorare, a livello di programmazione regionale, sui cosiddetti "protocolli terapeutici". Non è possibile che ogni Azienda Sanitaria, ogni Dipartimento o addirittura ogni medico si "costruisca" ciò che è appropriato. Abbiamo protocolli terapeutici, così come abbiamo criteri di appropriatezza nella letteratura e nella pratica mondiale, europea ed italiana: acquisiamoli e facciamo in modo che diventino patrimonio comune.
Un ultimo suggerimento, Assessore: di fronte a questo tema così delicato e così passibile di strumentalizzazione, credo che sia utile, come programmazione sanitaria, dotarci di osservatori esterni, terzi ed indipendenti, che siano in grado, attraverso un "occhio terzo", di effettuare le opportune verifiche; non è possibile, infatti, che chi offre sia anche chiamato a controllare. Ritengo importante, soprattutto sui tempi d'attesa e su molti altri aspetti - lo prevede anche il Piano Socio Sanitario - affidarsi ad osservatori esterni, siano associazioni di consumatori, società di revisione o professionisti nel campo dell'audit capaci di fornire autorevoli osservatori a cui affidarci.
Il dibattito sui tempi d'attesa è stato comprensibilmente alimentato da desideri di posizionamento politico e magari anche di polemica politica. Ma sarebbe stato assai più improbabile, per una forza politica di opposizione fare la parte legittima che ha fatto, se avessimo avuto oggi un osservatore indipendente capace di dire come stanno effettivamente le cose.



PRESIDENTE

L'ultimo intervento, ma non meno importante, è quello del Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Vedo che è rientrato il compagno Vincenzo Chieppa, che ha sollecitato questa parte di Consiglio regionale ad essere propositivi.
Colleghi, compito dell'opposizione è vigilare e, tramite gli atti ispettivi, controllare ed essere anche propositivi dal punto di vista politico, ci mancherebbe.
Però, il primo obiettivo di un Consigliere regionale è quello di controllare la trasparenza, affinché l'azione amministrativa sia la più trasparente ed efficace possibile.
Sotto questo profilo, collega e compagno Chieppa, fornirò a titolo informativo alcuni numeri (sperando, poi, di giocarli al lotto e far vincere qualche povero disgraziato di Torino, affinché riesca a pagarsi le visite mediche private).
A Torino esistono 241.849 numeri fissi - mi rivolgo al collega Chieppa perché ci ha sollecitato, ma è ovvio che sto parlando all'Assessore alla sanità, Artesio - cioè apparecchiature o linee fisse.
Ad oggi, in Torino città ci sono 704.477 cittadini che hanno diritto al voto (parliamo di soggetti dai 18 anni in su). Ne aggiungiamo all'incirca 160.000 dai 18 anni in giù, e arriviamo ad avere una popolazione equivalente a circa 850.000-860.000 (il dato ovviamente oscilla, a seconda dei nuovi nati e dei defunti).
Su questi 860.000 torinese circa, abbiamo circa 370.000 famiglie.
Dunque, se 241.000 sono i numeri fissi, vuol dire che 120.000 famiglie non dispongono di una linea telefonica fissa. È chiaro a tutti questo discorso? Voi mi chiederete cosa c'entrano questi dati: ve lo spiego.
Proprio perché devo fare un'azione ispettiva, collega Chieppa, compongo a viva voce il seguente numero verde: 840705007.



(Il Consigliere Scanderebech compone il numero verde richiamato con il proprio telefono cellulare)



SCANDEREBECH Deodato

Lo sentite il messaggio?



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, non so se è previsto l'ausilio di apparati tecnologici nell'intervento. Lo voglio equiparare al silenzio.



SCANDEREBECH Deodato

Sta dicendo che questo numero non è agibile da un telefono portatile.
Altro che servizio! Questo è un disservizio, Assessore Artesio! 120.000 famiglie torinesi - il collega Robotti mi sta guardando come per dire: "Ma che cosa sta dicendo?" - le cosiddette fasce deboli, quelle più disgraziate, che non possono neanche permettersi una linea fissa a casa, non possono telefonare al numero verde. È una vergogna per tutti noi! una vergogna, collega Vincenzo! È una vergogna! Altro che la Giunta Ghigo! Il mio collega può testimoniare che feci fare un comunicato stampa dove dissero che non eravamo d'accordo. Ma ritorniamo a noi.
Come se non bastasse, ho provato a fare il numero fisso delle Molinette (come vede, collega Chieppa, ho fatto tutte le indagini ispettive!): 011/6332220.
Sapete cosa dice per una visita specialistica appropriata? Innanzitutto vi fa aspettare quattro minuti, pagando; di nuovo andiamo a colpire queste benedette fasce deboli, voi che siete per il sociale, per la solidarietà voi che vi riempite sempre la bocca di questa terminologia, ma poi all'atto pratico andate sempre a colpire le fasce deboli. È qui che dovreste fare una guerra, è su questo che dovreste cercare di battere i pugni, perché non si può sempre battere i pugni per difendere questioni partitiche e mai per difendere questioni di interesse sociale delle fasce più deboli, che tutti noi avremmo il compito di difendere.
Quando componete il numero fisso delle Molinette, vi fa aspettare circa quattro minuti. Vi do il numero, provate. Componete 011/63322220, poi sentirete "per eventuali visite mediche specialistiche rivolgetevi al numero verde del SovraCup", quello di cui parlavo prima, che non è raggiungibile da un cellulare.
Il numero è 011/6332220, quello fisso delle Molinette per la prenotazione, mentre il numero verde è 840705007, e risponde che non è accessibile e che bisogna chiamare da un numero fisso.
Questa è la vera disgrazia e il vero disservizio. Ha ragione il collega Ghiglia a prendersela e io devo fare attenzione a non prendermela più di tanto. Chiedo ancora scusa ai colleghi seduti alla mia destra, perch l'altra sera mi sono fatto prendere un po' troppo dall'entusiasmo; però, a volte la politica ci porta anche a questo.
Dicevo che questo è il vero disservizio. Poi andiamo a vedere che cosa succede con le prenotazioni.
Io batto sempre sul fatto che, pur con tutti i miliardi di cui disponiamo e con gli uffici di comunicazione, facciamo le cose sempre...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chieppa)



SCANDEREBECH Deodato

Questo vale per tutto, collega Chieppa, però adesso stiamo parlando delle liste d'attesa e la Regione Piemonte istituisce un numero verde, fa un progetto e una campagna elettorale tre anni e mezzo fa, poi scivola sulla buccia di banana dando un disservizio ai cittadini torinesi.Questo è gravissimo. È gravissimo per tutti noi, quindi un Assessore così importante e così autorevole come lei, che ha uno staff di luminari della scienza e di luminari informatici, dovrebbe provvedere. Tenete presente ancora una cosa: tra qualche mese, quando la dottoressa Bertini sarà arrivata a darci il sistema VoId, questo sistema lo dovremmo utilizzare tutti noi, quindi se vogliamo prenotare una visita, non possiamo farlo, perché il sistema VoId prevede che sia un sistema digitale e che passi dai numeri di cellulari.
L'Ufficio di Presidenza ci fornirà i cellulari per fare le telefonate e anche i portatili da cui fare le telefonate, quindi anche noi non possiamo telefonare. Ma lasciamo perdere quello che succede a noi, e parliamo invece delle persone alle quali vogliamo che si dia un servizio ottimale.
Assessore, non ho presentato un'interrogazione su questo; lei è una persona seria, come tutti noi qui dentro che cerchiamo di fare al meglio il nostro dovere, però per un'Amministrazione questa scivolata su una buccia di banana è grave.
Mi dispiace che ancora una volta colpiamo i cittadini e le fasce deboli. E questo si manifesta anche da tutte quelle lettere che arrivano alla rubrica "Specchio dei tempi". Ne leggo una per tutte, apparsa in data 8 novembre. È la lettera di una signora, la quale "per aver protestato sulle colonne di Specchio dei tempi contro un'insostenibile lista d'attesa della sanità pubblica, padre madre e una bambino di sei anni in preda a crisi di mal di testa si sono visti cancellare la visita neurologica per la figlia. Con quella lettera sul giornale avete messo in cattiva luce il nostro reparto - ha comunicato la segretaria del reparto neurologico che doveva sottoporre la bambina a controllo. Appuntamento cancellato!".
Questo accade al centro cefalee del Regina Margherita e sotto accusa è la responsabile, dottoressa Rosaura Pagliero, che su richiesta dei genitori di Giulia aveva fissato per la bambina una visita privata intramoenia il 22 ottobre scorso: "Visita a pagamento in ospedale" - precisano Maria Grazia e Alberto Raccesco - "perché se avessimo aspettato la normale lista d'attesa Giulia sarebbe passata il 31 gennaio 2008".
Tralascio tutte le altre lettere che sono arrivate.



PRESIDENTE

Nel rimanente tempo che ha a disposizione, la invito a non citare nomi e cognomi di persone. Lei sa che non è possibile in un intervento. La ringrazio.



SCANDEREBECH Deodato

Ma io sto leggendo La Stampa. Non so chi siano queste persone, sto leggendo l'articolo del giornale, quindi non sto citando nomi di mia iniziativa.
Questa è una delle tante note significative in cui la madre protesta e la dottoressa le risponde: "Se volete che la bambina abbia la visita dovete venire qui e farla in modalità intramoenia, ossia a pagamento".
Ma ve ne sono anche altri di casi simili, come quello significativo di un povero vecchio che percepisce una pensione di 200 euro al mese, al quale è stato detto di aspettare 90 giorni. Dato che aveva dei problemi seri, gli è stato detto: "Se vuoi fare la visita entro una settimana, vieni qui a pagamento". Quindi, collega Chieppa, queste cose succedevano prima e succedono adesso, ma il fatto che succedono adesso e che una forza politica importante come la vostra lasci fare questo, è grave. Voi avete vinto le elezioni, dicendo che avreste migliorato questo servizio, che avreste ottimizzato i servizi sanitari, invece li state peggiorando. E come se non bastasse, quest'immigrazione selvaggia aumenta ancora di più...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, ha superato di tre minuti il tempo a sua disposizione.



SCANDEREBECH Deodato

Prendiamo il caso di un'associazione che si occupa d'assistenza sanitaria per stranieri senza permesso di soggiorno.
Leggo testualmente. "Una signorina gentilissima mi risponde al primo squillo dicendo: 'Per la visita specialistica può venire oggi. Se è troppo presto, le prenoto la prossima settimana'. Lodevolissimo, ma con una nota d'invidia". Questa telefonata è stata fatta dal mio ufficio. Assessore prenda in mano questo problema. Poi c'è il problema della pillola, il problema abortivo. Siamo a 3.600 casi all'anno, quindi ha ragione il collega che dice che dobbiamo intervenire sui consultori. Abbiamo 3.500 aborti all'anno al Sant'Anna!



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, do la parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Ringrazio i Consiglieri che sono intervenuti in questo dibattito quelli che l'hanno proposto e, in modo particolare, quelli che mi hanno permesso di imparare alcune cose.
La prima cosa è che gli oggetti della convocazione del Consiglio regionale non vanno interpretati letteralmente. Sono stata convocata venerdì mattina sulla base del punto "Liste e tempi d'attesa della sanità piemontese, con particolare riferimento ai dati disaggregati ASL per ASL e ASO per ASO comparati con l'anno 2006 e l'anno 2004". Letteralmente, non dovevo preoccuparmi...



(Commenti in aula)



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

La prego, Presidente, di consentire anche a me di svolgere la relazione.
Come dicevo, non dovevo considerare letteralmente i 157.680 dati, ma dovevo - banalmente - prendere i nostri dati e contestarli. Sicuramente, ho sbagliato a impiegare troppe ore e sicuramente in questo modo sarei arrivata più lucida.
Intervengo soltanto per alcuni chiarimenti letterali, perché se con i miei numeri ho creato una macedonia, sicuramente con altre affermazioni altri hanno creato un minestrone.
Comincio dalla prima questione. Io non ho detto che sono aumentate le domande: ho detto che sono aumentate le domande ed è aumentato il volume delle prestazioni. Volume delle prestazioni vuol dire servizio sanitario che ha erogato più prestazioni, non più cittadini che aspettano più a lungo. Possono anche aspettare più a lungo, ma il volume delle prestazioni è aumentato.
Seconda questione. Le "vacue letterine", che derivano da un determinato protocollo che anche questa Regione ha adottato, sono questioni che fanno sostanziali differenze. Auguro a chi ritiene vacue quelle letterine di non trovare mai, nella propria prescrizione medica, una letterina che ratifichi la questione d'urgenza, perché in quel caso la differenza tra "U" e "D" risulterebbe poco vacua e sarebbe molto lieto che la "U" gli permetta di fare una visita entro 48 ore, anche se la "D" obbliga qualcun altro ad aspettare di più.
Terza questione. I Consiglieri hanno sottolineato - sono dati oggettivi...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, per cortesia!



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

I Consiglieri hanno sottolineato che occorrono...



(Proteste vibrate del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Assessore Artesio, mi scusi...



PRESIDENTE

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma come si permette!



(Proteste in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Consigliere Robotti, per cortesia! La seduta è sospesa.



(Proteste in aula)



(La seduta, sospesa alle ore 18.36 riprende alle ore 18.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.



(Proteste in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, vi prego di prendere posto e di ascoltare. In apertura, dopo la relazione e l'introduzione dell'Assessore Artesio, è già stata chiesta la copia scritta dell'intervento con tutti i dati forniti.
Rispetto all'interpretazione dell'Assessore, non sta a me interpretarne il pensiero. Se lo ritiene, lo preciserà in ripresa dell'intervento. Presumo non ci fosse alcuna intenzione...
Chiederemo il resoconto anche della replica dell'Assessore, per chi ne farà richiesta.. Prego l'Assessore Artesio di continuare il suo intervento e i colleghi di prendere posto. Grazie.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Continuo l'intervento, partendo dalla declinazione delle categorie nonché dei percorsi diagnostico-terapeutici riservati, che sono state definiti "puerili, difensivi, fraudolenti e vacue letterine".
Poiché continuo a dire che, purtroppo, chi si trova in una determinata prescrizione o in un percorso diagnostico vede sulla propria pelle la differenza, auguro a tutti di non dover ricorrere ad una condizione di urgenza o ad un percorso diagnostico differenziato.
Abbiate pazienza, ma non sono né vacue né fraudolente. Sono scelte di programmazione di un sistema, che cercano di dare priorità e di tutelare condizioni di maggiore debolezza, che io ritengo di rivendicare non a questa Amministrazione, ma a quella che l'ha preceduta (che già l'aveva adottata), a questa che la conferma e a livello nazionale.
Quindi - ripeto - non sono né vacue né puerili né fraudolente.
La terza questione. Ci sono stati esempi di fondato superamento dei livelli ed esempi di non fondato superamento dei livelli, dove però il tempo era giudicato eccessivo e inopportuno.
Credo dunque che ci si debba mettere d'accordo. Se si dice che tre settimane per attendere la fisioterapia sono troppe, può essere soggettivamente fondato; ma i tempi programmati sono 30-40 giorni. Quindi non si usa il tempo di 21 come esempio di sforamento. Se si dice - anche da parte dei Consiglieri che intervenivano mentre tentavo di raggiungere il bagno - che l'ecocardiogramma richiede 45-56 giorni, ed è troppo, si pu sottolineare un'insofferenza o una preoccupazione della persona che aspetta, ma non che si sono sforati i tempi, se questi sono 60.
Se si ritiene che quella tabella debba essere, ancora di più, stressata in basso, perché anche i livelli giudicati limite devono essere abbassati questa è una questione corretta. Diversamente, utilizzare quegli esempi è stato improprio, perché casomai hanno dimostrato che si stava nei limiti.
Altra questione. Il numero non raggiungibile da apparecchio cellulare.
Altri hanno provato; io ho provato: non ho un cellulare più potente. Il cellulare, a quest'ora, risponde: "Non è attivo". Infatti, il numero verde è attivo da lunedì a venerdì, dalle ore 8.30 alle 16.30.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'ho fatto cinque minuti fa...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, abbia pazienza! Faccia finire la replica dell'Assessore. Prego.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

L'ho fatto cinque minuti fa da questo cellulare, mentre lei parlava.
Non è sempre possibile che si possa dire qualunque cosa senza sopportare il contraddittorio, tranne che per l'Assessore che deve essere contraddetta anche quando sostanzia le proprie dichiarazioni con dati di fatto.
Su questo, credo che abbiano ragione i Consiglieri che hanno detto che la situazione - come, peraltro, ho riconosciuto anch'io - a macchia di leopardo è una situazione che protrae nel tempo delle disuguaglianze sull'accesso ai servizi, che bisogna accelerare l'impostazione del SovraCup, che bisogna introdurre delle situazioni di altro accreditamento laddove la risposta pubblica non fosse sufficiente.
Assumo il fatto che, da questo momento in avanti, in virtù di questa discussione, i dati che vengono registrati sul sito della Regione Piemonte non devono essere allineati sul minimo e sul massimo, ma restituire una dimensione dei livelli medi o delle situazioni deficitarie.
Devo dire che, quando si usa, tutti sono più colti di me in questa stanza. Quindi, sanno benissimo che minimo e massimo sono superlativi assoluti. È ovvio che quando usiamo il minimo, mettiamo il più basso; se il più basso era uno, si è scritto uno. Con ciò, senza voler essere fraudolenti.
Si ritiene che un'informazione corretta debba usare il valore medio? Assumo questo tipo d'indicazione, ma vorrei potere obiettare, se è lecito ad accuse che introducono una malizia o un dolo quando, semplicemente, si usa quello che si dichiara di usare: il superlativo assoluto.
In ultimo, sono d'accordo sul fatto che la vigilanza sui comportamenti nell'andamento delle liste d'attesa debbano essere quelli monitorati anche da soggetti esterni; in modo particolare, penso alle rappresentanze organizzate delle utenze. Mi pare una buona e corretta osservazione, cui cercherò di organizzare un seguito ope rativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Artesio.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, dopo la relazione dell'Assessore Artesio, non sono previsti altri interventi.
Lei ha a disposizione interpellanze, interrogazioni e altri strumenti consentiti dal Regolamento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.47)



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