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Dettaglio seduta n.265 del 20/11/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Gariglio, Moriconi e Spinosa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La copia di tali progetti di legge è depositata presso la Segreteria del Settore Assemblea Regionale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

c) Modifiche di coordinamento ex art. 83 Regolamento interno Consiglio regionale


PRESIDENTE

Comunico che con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 166/2007 del 15 novembre 2007 sono state apportate modifiche di coordinamento alla DCR n. 137-40212 del 24 ottobre 2007 "Piano socio sanitario 2007-2010".



PRESIDENTE

A seguito di emendamento approvato in corso di dibattito consiliare che prevedeva l'eliminazione della tabella n. 15 all'interno della deliberazione succitata, per mero errore materiale la tabella non è stata eliminata dal corpo del testo e non si è provveduto quindi a sopprimere nell'ambito del paragrafo 5.5, lettera b), una frase che contiene un riferimento esplicito a tale tabella.
Si rende pertanto necessario, ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento consiliare, procedere alla seguente modifica di coordinamento così come di seguito indicata: al paragrafo 5.5 (Revisione della rete ospedaliera piemontese), lettera b) (Identificazione del fabbisogno) sopprimere la seguente espressione: "La previsione di distribuzione di posti letto nelle ASR (e complessivamente negli ambiti territoriali delle ASL) contenuta nella successiva tabella 15 costituisce l'indicazione del numero massimo di posti letto prevista nella vigenza del piano. Le modificazioni che si renderanno necessarie saranno oggetto di specifici provvedimenti regionali coerentemente alle indicazioni sopradescritte".
(Copia della deliberazione citata è depositata presso la segreteria del Settore Assemblea regionale)


Argomento: Variazioni di bilancio

d) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2007


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale in data 14 novembre 2007 ha trasmesso in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n. 10 deliberazioni del 27 settembre 2007 e n. 8 deliberazioni del 15 ottobre 2007. (Allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula).


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Lepri relativamente a "Manovra finanziaria del Governo - Ordine Mauriziano e sua proprietà - risorse per acquistare proprietà Umberto I"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente. Voglio segnalare all'Aula e chiedere di ottenere in giornata, se il Presidente lo vorrà, una comunicazione da parte della Giunta, relativamente a indiscrezioni che, come tali, non sono ancora fondate, ma preoccupano, relativamente alla manovra finanziaria che il Governo e il Parlamento si apprestano a varare.
In particolare, relativamente ad una questione sulla quale il Consiglio regionale si è espresso più volte, anche con un ordine del giorno, votato nell'adunanza del 26 aprile 2006, relativamente all'Ordine Mauriziano e alle sue proprietà.
Per farla breve, la Presidente Bresso qualche mese fa annunciò un incontro con il Ministro Turco, dal quale emergeva - lo abbiamo saputo attraverso le comunicazioni stampa - la volontà e la disponibilità del Governo a prevedere, nella legge finanziaria in discussione in questi giorni, risorse per acquistare, da parte dello Stato, la proprietà dell'Ospedale Umberto I, così da favorire l'opera di rientro e di pagamento dei purtroppo numerosi debiti maturati dalla Fondazione Mauriziano.
Le indiscrezioni - dicevo - portano a temere che questo impegno confermato in un'altra occasione pubblica da parte del Ministro Turco qui a Torino, possa venire disatteso o solo in piccola parte osservato.
Chiedo con preoccupazione - che credo appartenga anche agli altri colleghi della maggioranza e a buona parte dell'opposizione - di avere informazioni urgenti - e l'urgenza naturalmente è motivata dal fatto che si sta discutendo proprio in queste ore, in Parlamento, la legge finanziaria rispetto ai contenuti della questione in oggetto.
Ricordo, a margine, che nella legge finanziaria sono state stanziate risorse per coprire deficit maturati in altre regioni (penso alla Liguria al Lazio o ad altre Regioni del Sud), quindi ci sono atti e misure sollecitate dai Presidenti di altre Regioni affinché i deficit maturati in quelle Regioni siano coperti almeno in parte.
Mi aspetto, anche perché l'ordine del giorno prima citato espressamente lo ricorda, un'azione da parte della Giunta regionale nei confronti del Governo nazionale, affinché quest'attesa, cioè la copertura dell'acquisto dell'Umberto I, sia totalmente prevista nella legge finanziaria in discussione in questi giorni in Parlamento.
Chiedo, pertanto, urgentemente una comunicazione da parte della Giunta sulle azioni che la stessa intende fare in queste ore e ha fatto finora relativamente a questo punto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri; appena arriveranno notizie da parte della Giunta, la terremo informata.
La parola al Consigliere Deambrogio.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente. Nella giornata odierna continueremo la discussione sul disegno di legge relativo alle politiche regionali in materia di sicurezza.
Come Consiglio regionale, qualche mese fa abbiamo votato all'unanimità un'altra legge, che io considero molto importante (penso che tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione la ritengano tale); una legge che riguardava il contrasto alle mafie e la possibilità di intervenire per sottrarre e ridare allo spazio pubblico e ad un'economia pulita beni che sono stati di proprietà di soggetti mafiosi.
Abbiamo votato all'unanimità quella legge, abbiamo anche incassato il plauso pubblico; la politica in qualche modo ha dato anche una buona prova di sé.
Il grosso problema è che, oggi, quella legge è inapplicabile, perch manca il Regolamento e, da quel che mi consta, il tempo ultimo per poterlo approvare, quindi per dare operatività alla legge, è il 18 dicembre.
Mi rivolgo a lei, Presidente, e ai colleghi di Giunta che sono qui presenti: credo che occorra mettere mano, davvero velocemente, a quel Regolamento, altrimenti la legge non si potrà applicare e noi finiremmo dopo aver dato una buona prova, qualche mese fa, col dare una pessima prova, oggi.
Ci sono soggetti, anche sociali, che sono molto interessati a che questa legge diventi operativa, sono molto interessanti a trasformare quei beni in beni di utilità pubblica, per metterli a disposizione di un'economia trasparente. Senza quel Regolamento, questo non è possibile.
Il tempo a disposizione è molto stretto; ritengo che abbiamo davvero tutti il dovere di mettere mano a quel Regolamento e approvarlo in tempi utili, quindi prima del 18 dicembre. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega. La parola alla Consigliera Pozzi.



POZZI Paola

Mi associo a quanto detto dal collega Deambrogio. Ad onor del vero analogo appello era stato rivolto, nella scorsa seduta di Consiglio, dal Consigliere Leo, quindi è un reperita iuvant.
Noi speriamo davvero che una legge approvata all'unanimità abbia l'attenzione che merita da parte della Giunta, sia per l'argomento sia perché è stata approvata da tutto il Consiglio.
Confermo, dunque, quanto è stato chiesto dai colleghi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pozzi.
Non ci sono altre richieste d'intervento, pertanto passiamo al punto successivo all'o.d.g.


Argomento:

Risposta scritta a interrogazioni

Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 1234 dei Consiglieri Robotti e Chieppa, inerente a "Disservizi raccordo A4-A26" (Risposta scritta)

Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 1248 dei Consiglieri Chieppa e Robotti inerente a "Interramento linea ferroviaria Torino-Pinerolo, tratto comune di Nichelino" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Con il consegno degli interroganti, comunico che verrà data risposta scritta alle interpellanze n. 1234 e n. 1248.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1554 dei Consiglieri Cotto e Leo, inerente a "Istituzione dell'Osservatorio Provinciale per la sicurezza stradale nel settore dell'autotrasporto"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1554, dei Consiglieri Cotto e Leo.
La parola all'Assessore Borioli, per la risposta.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Sull'interpellanza firmata dalla Consigliera Cotto e dal Consigliere Leo, volevo brevissimamente dire che questo Osservatorio è stato istituito per iniziativa della Prefettura di Torino, iniziativa alla quale abbiamo dato adesione.
Tale iniziativa non prevede costi di funzionamento a carico della Regione Piemonte. Non so francamente se ne preveda a carico della Prefettura per l'espletamento delle pratiche di verbalizzazione necessarie a far funzionare l'Osservatorio, ma certamente non comporta costi a carico della Regione, che è uno dei soggetti partecipanti, insieme alle associazione di categoria degli autotrasporti, la Provincia, le forze di polizia stradale e tutta un'altra serie di organismi che la Prefettura ha ritenuto di collegare insieme nell'istituzione di questo Osservatorio.
Ripeto, certamente per la Regione l'attività dell'Osservatorio non comporta alcun costo.
La Regione partecipa con un proprio rappresentante. Di tanto in tanto le riunioni vengono convocate. Per quanto riguarda l'istituzione di analoghi strumenti su altri territori provinciali, essendo questa un'iniziativa partita e coordinata dalla Prefettura di Torino, ovviamente si tratterà di verificare se le altre Prefetture riterranno di dotarsi di strumenti analoghi e eventualmente di chiedere, per l'attivazione di analoghi strumenti, la partecipazione della Regione.
Per quanto ci riguarda, in questo momento mi risulta che ci sia qualche analoga iniziativa, peraltro, coordinata dall'amministrazione provinciale nell'Alessandrino. Non ho notizie di altre iniziative di questo genere.
Naturalmente, se queste iniziative dovessero essere promosse dalle altre Prefetture o dalle amministrazioni locali, le valuteremo di volta in volta per considerare l'opportunità di partecipare in quanto Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Non sono riuscita a capire se questo Osservatorio cui partecipa la Regione Piemonte serve o non serve. Sarebbe interessante capire questo e magari chiedo al Presidente se posso ritenere non evasa l'interpellanza perché una risposta non l'ho avuta.
Sappiamo che partecipa un rappresentante ogni tanto se e quando viene convocato. In genere, un Osservatorio non si nega a nessuno. È un po' come per un ordine del giorno. È già positivo che non costi nulla alla Regione anche se magari costa, perché il rappresentante che ne fa parte, magari se è un dipendente, non è al suo posto di lavoro.
Chiederei, Assessore, se possibile, di avere un minimo d'informazione sull'attività dell'Osservatorio di Torino promosso dalla Prefettura, per capire se consigliarlo alle Province o alle altre Prefetture. Noi da sempre parliamo di scambio di buone prassi. È un compito della Regione quella di coordinare queste attività.
Pertanto, se è possibile, Presidente, chiederei alla cortesia dell'Assessore di tenere in sospeso l'interpellanza e di procedere ad una miniverifica presso la Prefettura di Torino, per capire se quest'Osservatorio dà dei risultati, serve a qualcosa e deve essere imitato dalle altre Prefetture o Province.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Naturalmente sono disponibile a dar conto delle verifiche dei risultati. Chiedo però alla Consigliera Cotto di considerare che l'adesione della Regione Piemonte all'Osservatorio è stata deliberata il 21 maggio. Da questo punto di vista, credo che per avere un riscontro sulla funzionalità dello stesso si debba aspettare qualche mese, perché adesso è troppo prematuro capire se effettivamente l'Osservatorio funziona.
Faccio solo un'integrazione d'informazione. L'istituzione dell'Osservatorio da parte della Prefettura deriva, a sua volta dall'accoglimento da parte della Prefettura di una serie d'indirizzi determinati dal governo, per il rafforzamento dei sistemi di vigilanza e di verifica rispetto alla corretta applicazione delle regole del trasporto soprattutto, per ciò che riguarda la trasparenza nei contratti di lavoro.
Lei sa che è uno dei temi su cui si gioca la concorrenza nell'ambito, per esempio, dell'autotrasporto. Credo che nel giro qualche mese, forse già a consuntivo di questo primo semestre d'attività, potremo avere dalla Prefettura i primi riscontri e restituire al Consiglio le informazioni.
Chiedo soltanto d'avere ancora un paio di mesi di tempo, perché fra l'attivazione e l'istituzione effettiva immagino che, per ora, ci sia ancora poco da verificare.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate

Risposta scritta ad interrogazione n. 1736 inerente a "Finanziamenti europei per la realizzazione del nuovo centro del design" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Con il consenso del Consigliere Pichetto Fratin, viene data risposta scritta all'interrogazione n. 1736, da lui stesso presentata, inerente a "Finanziamenti europei per la realizzazione del nuovo centro del design" Scusate, colleghi. Noi ci troviamo questa mattina nella difficoltà, in assenza di molti degli interpellanti, di procedere con il sindacato ispettivo. Siccome vorrei evitare, almeno in questa seduta, come da Regolamento, di mandare a risposta scritta un numero notevole di interrogazioni ed interpellanze, penso che alla prossima Conferenza dei Capigruppo bisognerà affrontare il problema.
Quindi, nei limiti del possibile, verificando la presenza degli Assessori e degli interpellanti, chiedo un attimo di cortesia per capire a quali interrogazioni ed interpellanze è possibile rispondere.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1493 dei Consiglieri Cotto, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Possibili esuberi presso lo stabilimento Patelec di Cerrina"


PRESIDENTE

Essendo presente l'Assessore Migliasso, esaminiamo l'interrogazione n.
1493.
La parola all'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Siccome la materia è la medesima, sarei disponibile, qualora fossero presenti gli interroganti, a fornire una risposta anche all'interrogazione n. 1491.



PRESIDENTE

All'interrogazione n. 1491 verrà fornita risposta scritta.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Per quanto riguarda l'interrogazione n. 1493, presentata dai Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, la vicenda che ha coinvolto i lavoratori della Patelec Cordoni e Cavi di Cerrina ha le sue origini nei primi mesi del 2005.
Allora la società faceva parte del gruppo Comital Saiag di Cornelio Valetto. La crisi del gruppo era già evidente e pertanto fu presa la decisione di cessare l'attività della produzione di cordoni e cavi con la conseguente chiusura dello stabilimento di Cerrina.
Per gestire il problema occupazionale e, quindi, avendo attenzione all'impatto sul territorio, l'Assessorato al lavoro della Regione, la Provincia di Alessandria, l'azienda e le organizzazioni sindacali avevano sottoscritto un accordo con il quale non solo l'azienda si impegnava a richiedere la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per 24 mesi, a decorrere dal 2 maggio 2005, ma definiva altresì gli interventi per favorire la ricollocazione dei 130 lavoratori coinvolti dalla cessione dell'attività.
Nell'autunno del 2006 il gruppo Comital Saiag è precipitato in stato pre-fallimentare. Il fallimento è stato evitato dall'ingresso nella compagine societaria di Management &Capitali che, unitamente al preesistente socio di minoranza Efibanca, provvedeva alla ricapitalizzazione della società per un importo di 65 milioni di euro.
Gli sviluppi della crisi della Comital Saiag e, in particolare, della Patelec, e gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto in modo particolare i 55 lavoratori che, al termine della CIGS, non erano ancora stati ricollocati, sono stati oggetto di una costante attenzione e di ripetuti interventi della Regione Piemonte, al fine del raggiungimento della miglior soluzione.
La sottoscritta, insieme al Vicepresidente Peveraro e unitamente all'Assessore al lavoro della Provincia di Alessandria Priora, hanno ripetutamente incontrato i vertici di Comital Saiag per evidenziare la necessità che al termine della Cassa Integrazione Straordinaria concessa dal Ministero del lavoro venisse richiesta la Cassa Integrazione in deroga alla normativa vigente che viene autorizzata dalla Regione Piemonte al fine di completare la ricollocazione dei lavoratori.
L'azienda aveva negato la propria disponibilità e aveva proceduto al licenziamento dei 55 lavoratori ancora in forza.
In seguito al licenziamento dei dipendenti, la sottoscritta e il Vicepresidente hanno aderito alla richiesta pervenuta dalle organizzazioni sindacali unitamente alla Provincia di Alessandria e hanno ribadito all'Amministratore delegato di Comital Saiag l'indispensabilità di un ripensamento sulla decisione assunta.
A questo fine è stato promosso un incontro che si è svolto per ragioni organizzative presso la sede del Consiglio regionale lo scorso 29 maggio.
Pur esprimendo comprensioni per le ragioni e gli argomenti esposti dall'impresa (compresa la messa in liquidazione della Patelec), sono state rappresentate in modo determinato, unitamente all'Assessore al lavoro della Provincia di Alessandria presente all'incontro, le motivazioni per la richiesta di un ulteriore periodo di Cassa Integrazione.
Dopo l'assenso della società, in data 4 giugno, presso l'Assessorato al lavoro della Regione, è stato sottoscritto un accordo nel quale si è detto che l'azienda avrebbe revocato i licenziamenti e richiesto l'intervento della Cassa in deroga a far data dal 1 maggio 2007 e fino al 30/10/2007.
Si segnala che dei 55 lavoratori potenzialmente interessati, 20 hanno preferito accettare l'incentivo all'esodo pieno concordato fra azienda e organizzazioni sindacali e la conseguente mobilità anziché un incentivo ridotto e la possibilità di fruizione della Cassa Integrazione in deroga e delle azioni di ricollocazione che la Provincia di Alessandria ha predisposto per i soli lavoratori Patelec con uno stanziamento di risorse pari a 100.000 euro.
L'utilizzo della Cassa Integrazione in deroga e successivamente la mobilità, consentirà inoltre a una parte dei 35 lavoratori di maturare i requisiti utili per l'accesso ad un trattamento pensionistico.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Migliasso.
Penso che i colleghi che hanno presentato l'interrogazione si ritengano soddisfatti.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1491 del Consigliere Cavallera, inerente a "Crisi occupazionale Patelec Cordoni e Cavi" (Risposta scritta)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1684 dei Consiglieri Boniperti, Casoni, Botta, Ghiglia e Vignale, inerente a "Grave disagio per cittadini di Mercurago (NO)" (Risposta scritta)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1521 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Interruzione del servizio di telefonia fissa nel Comune di Giamole (AL)" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che, con il consenso degli interroganti, è stata concordata risposta scritta alle interrogazioni n. 1491, 1684 e 1521.


Argomento: Immigrazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1682 della Consigliera Cotto inerente a "Inserimento abitativo degli stranieri"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1682 presentata dalla Consigliera Cotto.
Risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore all'immigrazione

Considerando con la dovuta attenzione le problematiche evidenziate rileviamo come il Piano Regionale Integrato dell'Immigrazione, triennio 2007-2009 (delibera di Giunta del 5 luglio 2007 di proposta al Consiglio) sia uno strumento di programmazione ad approccio integrato, teso a valorizzare i collegamenti tra politiche settoriali rivolte alle medesime categorie di destinatari, tenendo conto degli effetti reciproci di tali politiche. Questo Piano fornisce un quadro generale di obiettivi strategici di valore pluriennale che devono essere recepiti dalla programmazione territoriale, incardinandosi anche in un quadro di programmazione unitaria e integrata prevista dai Piani di zona.
La Regione intende raggiungere gli obiettivi individuati nel Piano attraverso la promozione e il coordinamento diretto di iniziative ritenute di prevalente interesse regionale, la realizzazione di altre iniziative afferenti al Piano medesimo attraverso il concorso delle Province quali enti che, per dimensione territoriale e per funzioni conferite dalla legge 1/2004, nonché dalla legge 41/1998 e dalla legge 44/2000, meglio rispondono alle esigenze di programmazione locale. Le risorse finanziarie per la realizzazione del suddetto Piano regionale sono stabilite annualmente insieme alle priorità annuali con deliberazione della Giunta regionale e derivano dalle risorse regionali afferenti alla legge regionale 64/89 "Interventi a favore degli immigrati extracomunitari residenti in Piemonte", e da una quota del Fondo nazionale per le politiche sociali attribuito alla Regione Piemonte.
Le Province, sulla base delle indicazioni contenute nel Piano, tra cui al punto 7) Favorire l'inserimento abitativo degli stranieri, e delle esigenze del territorio, predispongono un proprio Piano di immigrazione e finanziano i relativi progetti con i fondi loro assegnati dalla Regione.
Per l'attuazione degli interventi settoriali della legge 64/89 possono essere anche utilizzate le risorse disponibili nei rispettivi capitoli di bilancio degli Assessorati competenti nelle rispettive materie, così come stabilito dall'articolo 22 della legge regionale citata. Non ho fornito una risposta precisa sulla questione abitativa perché non riguarda tanto la sottoscritta, cui compete, piuttosto, un lavoro di coordinamento e di presa in carico totale del problema. La risorsa abitativa - una delle prime risorse fondamentali - è materia dell'Assessore Conti.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ringrazio l'Assessore per questo anticipo di risposta. Spero che il Piano regionale integrato dell'immigrazione triennio 2007-2009 venga discusso al più presto in Aula (un'interpellanza di luglio fa riferimento al Piano che dovrebbe anche essere all'odg, ma non c'è). Mi stupisco che la Giunta non insista per dare priorità al Piano. Mi rivolgo ai Consiglieri della maggioranza per ricordare loro che siamo a novembre 2007, il Piano regionale integrato dell'immigrazione riguarda il 2007-2009 e mi stupisce che non sia neanche all'o.d.g. e che debba essere un esponente della minoranza a ricordare alla maggioranza l'importanza delle politiche per l'integrazione.
Quando succede qualcosa, qualche evento, siamo tutti pronti a dichiarare solidarietà, a sottolineare che bisogna attuare politiche di integrazione, ma poi il Piano giace e non si sa quando verrà discusso in Aula. Mi riservo di intervenire durante la discussione del Piano per approfondire quanto l'Assessore ha oggi dichiarato.



PRESIDENTE

Come informazione. La Giunta aveva dato disponibilità più volte, ma c'era una posizione dialettica da parte di un Gruppo presente in Consiglio.


Argomento: Immigrazione - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1683 della Consigliera Cotto inerente a "Azioni di prevenzione all'aborto tra le donne straniere"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1683, sulla quale risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore all'emigrazione

Considerando, con tutta l'attenzione necessaria, le problematiche evidenziate, rileviamo come iniziative per favorire l'informazione e il sostegno alle donne straniere in gravidanza, possano ben essere comprese e realizzate nell'ambito degli interventi previsti nel Piano regionale integrato dell'immigrazione triennio 2007-2009 (quello che citavo prima).
In particolare al punto 8) laddove si dice: "promuovere la salute delle cittadine e dei cittadini stranieri" e laddove si dichiara "nei confronti di tutti gli stranieri ancorché non iscrivibili al servizio sanitario regionale, sono assicurati programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva" e laddove si sostiene che: "la gravidanza, la nascita e la cura dei figli dovranno essere tutelati da parte dei servizi sanitari a ciò preposti, in particolare nell'ambito degli interventi informativi destinati alle persone straniere che consentono una maggiore conoscenza della struttura e delle opportunità offerte dal sistema sanitario, possono trovare collocazione e progetti che favoriscono un'efficace azione di prevenzione all'aborto". Il resto è esattamente quello che ho detto prima, quindi non mi ripeto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Anche su questo punto mi riservo di approfondire l'argomento quando discuteremo il Piano regionale integrato dell'immigrazione, triennio 2007 2009.
Queste due interpellanze possono essere considerate di sollecito per una rapida discussione del Piano.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1622 del Consigliere Scanderebech, inerente a "Città della salute" (Risposta scritta)

Argomento: Contratti ed appalti - Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 1071 dei Consiglieri Casoni, Boniperti, Botta, Ghiglia Vignale, inerente a "Applicazione L.R. 1/2000: espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica" (Risposta scritta)

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1696 del Consigliere Ricca, inerente a "Copertura del servizio di telefonia mobile nella Comunità montana Valle Sacra" (Risposta scritta)

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione n. 1699 del Consigliere Ricca, inerente a "Programmazione eventi Torino 2008 - World Design Capital e XXIII Congresso Mondiale degli Architetti Uia" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che con il consenso degli interroganti verrà data risposta scritta all'interrogazioni e interpellanze n. 1622, 1071, 1696 e 1699.



PRESIDENTE

Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori, ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non conosco la procedura, ma vorrei conoscere anch'io la risposta all'interrogazione n. 1699 del Consigliere Ricca cui verrà data risposta scritta. Chiedo se è possibile avere una copia dell'interrogazione.



PRESIDENTE

Le verrà data una copia, Consigliere Burzi.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione n. 1473 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta Vignale inerente a "Concorso interno per la copertura di 70 posti di categoria D per il ruolo della Giunta regionale" Interrogazione n. 1558 del Consigliere Ricca inerente a "Situazione dipendenti Giunta regionale in attesa di inserimento nella categoria D"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda una progressione verticale dalla categoria C alla categoria D del 2003.
La progressione dalla categoria C alla categoria D per il ruolo della Giunta, che è oggetto dell'interrogazione, è stata attivata sulla base di una accordo decentrato con le organizzazioni sindacali siglato il 2 dicembre 2003 e recepito dalla delibera della Giunta regionale n. 411219 del 3 dicembre 2003.
Il requisito di partecipazione richiesto consisteva nell'essere dipendenti di ruolo della Giunta, rivestente la categoria C ed in possesso di un'anzianità di 13 anni di servizio nella stessa categoria.
Sempre con riferimento a quell'accordo e sulla base dei posti liberi nella dotazione organica, specificatamente l'accordo stesso prevedeva solo ed esclusivamente due fasi.
Una prima fase con l'assunzione di 70 vincitori ed una seconda fase con l'assunzione di 30 candidati idonei. Al fine di consentire le medesime opportunità sia agli altri dipendenti che non avevano potuto partecipare perché in assenza del requisito richiesto e principalmente dei 13 anni di anzianità, sia ai candidati delle precedenti progressioni, che ovviamente possono partecipare, nel piano occupazionale 2007-2009 è stato specificatamente previsto un nuovo percorso di progressioni di carriera che non riguarderanno solo il passaggio dalla categoria C alla categoria D ma anche dalla categoria B alla categoria C e il passaggio dalla categoria A, con relativa soppressione della categoria A, alla categoria B.
Il nuovo requisito di ammissione, che è diverso dal precedente - che come abbiamo ricordato prevedeva un'anzianità piuttosto importante nella categoria precedente, in particolare di 13 anni - prevede che l'anzianità per partecipare a questa progressione di carriera sia di 5 anni alla data del 30 giugno 2007.
Anche qui come nel precedente accordo, si è specificatamente previsto il numero di dipendenti che possono accedere a questa progressione, che ovviamente è legato anche alle disponibilità nella dotazione organica e di un assetto complessivo, che ha una sua coerenza.
Infatti sono previste in questo accordo tre fasi; una prima fase peraltro è in corso, perché è già stato emanato il bando per la partecipazione e il concorso si terrà nei primi giorni del 2008, come concordato, e procederà il 15% dell'utenza in possesso dei requisiti.
Sostanzialmente questo 15% ci permette di coprire i posti attualmente disponibili in dotazione organica liberi della categoria D.
Un secondo utilizzo della stessa graduatoria per un ulteriore 10 legato ad una seconda fase in cui si procederà - se necessario - ad una variazione della dotazione organica per ampliare il numero dei posti in categoria D per poter permettere l'accesso di tutti i dipendenti.
In modo tale si arriverà ad un complessivo 25% dell'utenza che parteciperà alla progressione.
Una terza fase in cui l'Amministrazione ha specificatamente indicato la disponibilità ad utilizzare nell'arco di vigenza del piano di occupazione e quindi 2007-2009, e ovviamente in relazione ai posti disponibili nella dotazione organica, una ulteriore quota del 5% degli idonei, in modo tale da arrivare complessivamente ad una progressione di carriera che riguarderà sostanzialmente il 30% di coloro che parteciperanno alla progressione e saranno ritenuti idonei.
una percentuale sostanzialmente analoga a quella prevista nell'allora precedente progressione di carriera del 2003.
Il fatto che non si sia proceduto all'utilizzo di quella graduatoria di idonei è legato specificatamente al fatto che l'accordo prevedeva che il numero degli idonei che potevano accedere a questa progressione era indicato nell'accordo stesso.
Abbiamo altresì previsto - mi rendo conto che forse non è ritenuto adeguato dai partecipanti, ma certamente è un segnale - una disponibilità di 5 punti per tenere conto dell'anzianità nell'ambito della nuova graduatoria.
Questo ovviamente dovrebbe permettere un posizionamento più adeguato alle persone con una maggiore anzianità. Non garantisce ovviamente una collocazione e una posizione da passaggio di categoria, ma certamente contribuisce a collocarli in una posizione migliore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Grazie, Assessore, la spiegazione è abbastanza dettagliata però visto che c'è anche un supporto scritto, chiedo che ci sia consegnato.
Volevo chiedere una cosa all'Assessore Peveraro.
vero che l'accordo del 2003 prevedeva un numero predefinito, ma quello che mi chiedo è: non ci si poteva limitare semplicemente a procrastinare la vita di quella graduatoria per andare a coprire anche il 30% delle posizioni rimanenti anziché andare a fare un'altra selezione? Se questo era possibile, perché l'avete fatto? Nel senso che mi sembra sinceramente incomprensibile che rispetto ad una graduatoria di idonei per la stessa progressione fatta nel 2003, si debba fare un'altra graduatoria di progressione per la stessa categoria nel 2007-2008, andando in qualche modo a vanificare le aspettative e gli sforzi di chi aveva partecipato a quella selezione, e facendogliela rifare. Se erano idonei allora, sono idonei adesso, a meno che non siano invecchiati e andati in pensione. Se sono invecchiati e sono andati in pensione automaticamente decadono.
Perché occorre fare una nuova selezione e non si poteva semplicemente attingere a quella graduatoria? Mi sarebbe sembrata una doverosa garanzia nei confronti di quei lavoratori che avevano già superato un concorso di idoneità, rispetto alla progressione che avrebbero dovuto ricoprire.
Io di accordi sindacali non capisco assolutamente nulla, perché non ho mai avuto modo di fare un accordo sindacale, e viste le nuove intemperie del sistema politico, non mi succederà mai di dovere fare un accordo sindacale, perché non governando più da nessuna parte l'estrema destra per i prossimi 50 anni, non sarò più protagonista di alcun accordo sindacale.
Detto questo, vorrei capire perché questi sindacati devono essere così cattivelli nei confronti chi era già idoneo, e dirvi "fate una nuova selezione", anziché dirvi "riaprite la selezione vecchia".
Oppure - sicuramente non è così - ci sono altri motivi inconfessabili per cui fate una nuova selezione di stampo puramente stalinistico e partitico? Lei a questa domanda retorica mi risponderebbe di no, per gliela faccio lo stesso, perché conoscendovi bene e da tanti anni, sono certo che il sospetto più malevolo sia anche quello più giusto, ancorch inconfessato. Visto che non parliamo di concorsi per Dirigenti, mi chiedo perché, molto più semplicemente, non abbiate tenuto buona la vecchia selezione.
Quindi, chiedo se si può avere risposta a questa domanda, ritenendo comunque la risposta soddisfacente da un punto di vista formale, ma sbagliata dal punto di vista della sostanza. Soprattutto, non sono n diritti soggettivi, né diritti acquisiti, ma si tratta di qualche interesse legittimo e qualche legittima attesa da parte di tanti lavoratori di potere arrivare, dopo tanti anni di anzianità, ad una progressione di carriera stante il fatto che avevano superato una selezione di idoneità, che andava in qualche modo tenuta in considerazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Non nutro i sospetti del collega Ghiglia rispetto alle motivazioni che hanno portato a un nuovo concorso. Però, devo convenire che il fatto che non si sia utilizzata la graduatoria degli idonei di un concorso regolarmente espletato lascia qualche interrogativo. Quindi, le perplessità che il Consigliere Ghiglia ha sollevato sono anche le mie e per questo ho presentato la mia interrogazione.
La risposta dell'Assessore ci dice che è stato previsto un percorso che, attraverso un riconoscimento di cinque punti per la valorizzazione dell'anzianità di servizio delle persone interessate, dovrebbe consentire loro di approdare alla graduatoria senza la sicurezza del raggiungimento dell'obiettivo, ma sicuramente con un riconoscimento almeno parziale della loro storia.
Personalmente, avrei preferito una soluzione che vedesse il completamento dell'utilizzo della graduatoria già in vigore e l'individuazione di un percorso nuovo, con un nuovo concorso ed una nuova graduatoria, per le figure professionali che, nel frattempo, avessero maturato anzianità ed aspettativa di un passaggio dalla categoria C alla categoria D.
Sono queste le motivazioni che hanno portato a sollevare la questione che, oggettivamente, ci ha lasciato un po' perplessi.
Infine, mi auguro che, con il percorso individuato dal Vicepresidente nella sua risposta, si possa dare soddisfazione alle legittime aspettative dei lavoratori del nostro Ente.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro per un'integrazione.



PEVERARO Paolo, Assessore al personale e sua organizzazione

Se mi è permesso, solo due secondi per cercare di dare una risposta al Consigliere Ghiglia. L'accordo che è stato siglato ha tenuto conto anche di una valutazione che, sinceramente, mi sento di condividere e, ovviamente ho condiviso, tant'è vero che ho firmato l'accordo.
Dobbiamo partire dalla considerazione che la progressione del 2003 prevedeva per l'accesso tredici anni di anzianità nella categoria C.
Quindi, voleva dire che all'interno della macchina regionale poteva esserci anche un'anzianità maggiore. Quel periodo così lungo di anzianità per la progressione in carriera è stato, a mio avviso, un'impostazione che non avrei condiviso in allora.
evidente che dobbiamo dare delle prospettive, anche ai giovani ed ai più meritevoli, di poter crescere. Se noi avessimo utilizzato quella progressione, voleva dire che avremmo esaurito completamente la graduatoria, perché quelli che erano ancora idonei nella graduatoria erano in numero pari ai posti disponibili, con persone stimabilissime apprezzabilissime con un anzianità minima, a quel punto, di diciassette anni nella categoria precedente.
Ci è sembrato, con una condivisione che è anche mia, di riconoscere certamente anche all'anzianità un quid che permetta di posizionarsi in modo adeguato e, nello stesso tempo, di dare la concreta possibilità anche ai più giovani di potere ambire ad una progressione e ad una crescita professionale. Quindi, questa è l'unica ragione.
evidente - lo dico non perché non è accaduto, quindi mi è facile dirlo - che se la precedente selezione fosse stata fatta sulla base di un'anzianità di cinque anni, certamente si poteva procedere su quella stessa graduatoria.



PRESIDENTE

L'integrazione del Vicepresidente Peveraro non sarebbe prevista, ma c'è la prassi di permettere eccezionalmente, su particolari argomenti un'integrazione da parte del rappresentante della Giunta.


Argomento: Università

Interrogazione n. 1313 del Consigliere Guida, inerente a "Iniziativa della Compagnia di San Paolo per un nuovo Ateneo in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1313, sulla quale risponde l'Assessore Bairati.



BAIRATI Andrea, Assessore all'università

L'interrogazione del Consigliere Guida si riferisce all'iniziativa della Compagnia di San Paolo che ha presentato, a suo tempo, un progetto di istituzione di un Ateneo privato nel Piemonte, con indirizzo giuridico economico-finanziario.
L'esito di questa richiesta, che la Compagnia di San Paolo ha presentato al Ministro Mussi, è da considerarsi nullo, nel senso che il Ministero non ha respinto la domanda, ma non l'ha esaminata in quanto come sapete - la Finanziaria 2007 conteneva una norma che sospendeva l'autorizzazione alla costituzione di nuovi Atenei, fossero essi di natura pubblica o privata.
Questo per mettere ordine in una materia che, negli anni scorsi, aveva portato al proliferare di numerose nuove sedi, molte delle quali, giudicate oggi di dubbia necessità e soprattutto di modesta qualità.
Quindi, l'esito della domanda della Compagnia è, di fatto, nulla. Il Ministro Mussi ha risposto al Presidente della Compagnia di San Paolo dicendo: "In questo momento, la richiesta non è esaminabile, ai sensi della norma corrente inserita in Finanziaria". Comunque, l'iniziativa della Compagnia resta tuttora in piedi in termini di progettazione dell'offerta culturale, in attesa che il Ministero tolga il blocco alla costituzione di nuovi Atenei.
L'iniziativa della Compagnia di San Paolo riguarda la costituzione di un Ateneo completamente privato da collocarsi, almeno nell'ipotesi originaria, nella sede attuale del Collegio Carlo Alberto di Moncalieri. Il dimensionamento del progetto era di un piccolo Ateneo rivolto a circa 200 studenti, con titoli di studio inizialmente previsti per la Laurea magistrale nel campo del diritto, della finanza e del diritto. Si trattava di corsi di giurisprudenza a tutti gli effetti e di un nuovo ordinamento accademico che sta a cavallo tra gli attuali studi in giurisprudenza e in economia e finanza.
Questo, per rispondere ad una domanda crescente di esperti che combinino le competenze giurisprudenziali con quelle economico-finanziarie.
Come sapete - sui giornali si è discusso moltissimo di questa iniziativa - due erano gli elementi di valutazioni critica da parte del sistema degli atenei piemontesi, in particolare dell'Università di Torino come ateneo maggiormente coinvolto dall'istituzione di un ateneo parzialmente concorrente.
Primo è che, effettivamente, l'ateneo privato fosse privato anche dal punto di vista del reperimento delle risorse professionali ed accademiche.
Cioè, che, come previsto dalla legge attuale di istituzione di nuovi atenei, il personale in forza alla nascente università della Compagnia di San Paolo - denominata Collegio Universitario internazionale di Torino fosse un corpo docente unicamente in forza all'ateneo privato, che quindi non fossero accettate forme di distacco dall'ateneo torinese verso l'università di natura privata.
Secondo, che la tipologia di offerta avesse una natura, per quanto possibile, non sovrapponibile a quella dell'ateneo torinese.
Terzo, che, per quanto possibile, l'offerta di studi fosse inserita in un contesto fortemente internazionale e, da questo punto di vista, la proposta della Compagnia di San Paolo - ho qui un sunto brevissimo del progetto - fosse inserita, ripeto, in un contesto di rete e di relazioni con università internazionali forte, tali da garantire non semplicemente un trasferimento tra un ateneo e l'altro, ma dando all'iniziativa della Compagnia di San Paolo un forte potere attrattivo verso l'esterno.
Il Comitato promotore è tuttora in piedi ed è presieduto dall'attuale Presidente della Compagnia, l'avvocato Franco Grande Stevens; ne fanno parte anche una serie di personalità, professori di livello assolutamente internazionale. Ne cito due a tutti noi noti: il prof. Gustavo Zagrebelski e il prof. Amartya Sen, che è un importante economista.
Credo che l'attuale livello d'elaborazione sia in fase finale di progettazione e, non appena la norma prevedrà di ripristinare la possibile istituzione di Atenei privati, a quanto ci consta, la Compagna di San Paolo ripresenterà il proprio progetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Quando ho presentato l'interrogazione ho voluto esprimere un certo timore per il sistema universitario piemontese che, attraversato da problematiche di strutture e anche di carattere finanziario, si trova a confrontarsi con una proposta assolutamente di qualità, ma che ovviamente dovrebbe comportare non la perdita di risorse pubbliche, quanto piuttosto una concorrenza con le risorse che pervengono dal sistema delle Fondazioni bancarie.
Io non ho nulla contro l'iniziativa della Compagnia di San Paolo, che sicuramente ha una sua validità dal punto di vista didattico ed educativo nonché una portata internazionale visto il richiamo a Torino di studenti stranieri: sono tutti elementi che non possono che essere positivi per Torino e il Piemonte.
Io mi preoccupo del fatto che la Compagnia di San Paolo, una volta realizzata quest'iniziativa, non sia più vicina al mondo universitario piemontese con quei contributi che l'Ente eroga periodicamente. Quello che chiedo alla Regione, nella fattispecie a lei che è l'Assessore all'Università, è di verificare quando questa domanda verrà ripresenta quando verranno superati i limiti posti dalla Finanziaria dell'anno scorso che tipo di atteggiamento avrà la Fondazione Compagnia di San Paolo nei confronti del resto del sistema universitario piemontese. Tra l'altro, lei sa che c'è anche un'altra possibile richiesta di sede universitaria, se non come sede piemontese come rete del sistema delle università cattoliche.
Quindi, tutto questo da un lato può arricchire il sistema universitario piemontese, ma dall'altro, vista la fragile base finanziaria dell'università, temo che possa generare svantaggi più che benefici.
Pertanto, quello che io posso fare oggi è invitare lei e la Giunta a guardare con attenzione a questi temi, ad essere protagonisti (ma d'altronde lo siete per legge, perché fate parte del Comitato universitario piemontese).
Lei sa bene che molte scelte fatte in passato, come quella delle rete universitaria provinciale (ad esempio quella che riguarda la Provincia di Cuneo o la Provincia di Alessandria), spesso portano via risorse che potrebbero essere destinate ad altre attività. Mi riferisco alla spesa che ad esempio, in Provincia di Cuneo sostengono gli Ente locali e anche le Fondazioni bancarie per il mantenimento delle sedi distaccate del Politecnico a Mondovì piuttosto che dell'Università a Cuneo.
La mia è una preoccupazione relativa alle risorse finanziarie, non certamente una posizione negativa di fronte alla qualità degli studi universitari che possono arricchire il Piemonte.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Risposta scritta ad interrogazioni

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Linee elettriche

Interrogazione n. 1364 dei Consiglieri Clement, Cirio e Lepri, inerente a "Piano ristrutturazione Enel 2007 - Soppressione zone di Alba e Pinerolo" (Risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Linee elettriche

Interrogazione n. 1368 dei Consiglieri Rabino e Bellion, inerente a "Riorganizzazione della rete di distribuzione di Enel distribuzione" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Poiché i colleghi concordano nel ricevere la risposta scritta ringrazio e chiedo all'Assessore di consegnare ai funzionari le relative copie delle interrogazioni n. 1364 e n. 1368.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1519 della Consigliera Cotto, inerente a "Tariffe postali ridotte per la spedizione del bollettino postale"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 1519, presentata dalla Consigliera Cotto.
La parola all'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Per quanto riguarda quest'interpellanza, alla Giunta si richiede di intervenire presso Poste Italiane, affinché vengano applicate tariffe agevolate per la spedizione senza indirizzo di bollettini parrocchiali anche per le realtà che contano un numero inferiore a 5.000 abitanti.
Di norma, se si tratta di testate regolarmente registrate presso il Tribunale, possono venire applicate tariffe agevolate per spedizioni in abbonamento postale, tout court.
Come pure esistono formule agevolate - così ci segnalano dalla Direzione delle Poste - nel caso di riconoscimento di istituzioni no profit.
La Regione Piemonte, tenuto conto della segnalazione pervenuta, ha trasmesso a Poste Italiane tale richiesta, invitando nel frattempo l'Azienda ad una valutazione in merito alla possibilità di agevolare la spedizione senza indirizzo dei bollettini parrocchiali, oltre che di altre spedizioni fatte per iniziative no profit, applicando, ove possibile, delle tariffe agevolate.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Le agevolazioni per la spedizione dei bollettini parrocchiali - noi sappiamo che nei nostri piccoli Paesi la Parrocchia si confonde con la comunità - sono conosciute; però, sono in aumento, mi è stato segnalato da diversi parroci, ai quali io ho detto che avrei appunto interpellato l'esecutivo per capire se era intenzione della Giunta, che spende molto nella comunicazione, dare un contributo affinché tutti i cittadini - noi sappiamo che il Bollettino Parrocchiale è il giornale più letto nei nostri piccoli Comuni - possano continuare a usufruire di questo servizio.
Assessore, spedirò la sua risposta, che mi consegnerà per iscritto, a tutti coloro mi hanno sollecitato l'intervento, che però mi sembra un po' debole. Se può, la prego di allegare anche la lettera che ha inviato alle Poste, in modo da capire se il suo intervento è stato solo verbale, en passant, mentre parlava d'altro, o se invece da parte sua c'è stato un impegno. E io credo che verso i tanti parroci, i tanti consigli parrocchiali, le tante persone abituate ad avere un servizio che viene aumentato nell'importo degli abbonamenti sia doveroso da parte della Giunta.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Interrogazione n. 1689 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, inerente a "Mancanza personale Poste Italiane a Casale Monferrato"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1689, presentata dai Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale.
La parola all'Assessore Sibille per la risposta.



SIBILLE Bruna, Assessore regionale

La responsabilità della gestione del personale e dell'organizzazione del servizio fa capo unicamente alle competenti strutture aziendali di Poste S.p.A.
Il disservizio segnalato dai Consiglieri regionali parrebbe riconducibile a difficoltà organizzative dell'azienda in merito alla tempestività nella sostituzione di personale assente a vario titolo.
Nel corso di un incontro avuto con i responsabili delle Poste area nord ovest il giorno 23 ottobre 2007 presso le sedi dell'azienda di Torino, si è provveduto a segnalare tali anomalie nel servizio, richiedendo nel frattempo una maggiore attenzione da parte dell'azienda affinché tali inconvenienti non vengano a ripetersi e che possibili disservizi di carattere imprevisto non abbiano a perdurare, limitando di conseguenza il disagio della popolazione residente.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 1714 dei Consiglieri Chieppa, Buquicchio, Spinosa Clement, Turigliatto, Dalmasso, Bossuto, Barassi e Deambrogio, inerente a "Infiltrazioni mafiose in appalti su opere pubbliche in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1714, presentata dai Consiglieri Chieppa, Buquicchio, Spinosa, Clement, Turigliatto, Dalmasso Bossuto, Barassi e Deambrogio.
La parola all'Assessore Sibille per la risposta.



SIBILLE Bruna, Assessore alle opere pubbliche

L'Osservatorio regionale dei Lavori Pubblici, quale anche articolazione regionale dell'Osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture operante nell'ambito dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, così come ridefinita dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 "Codice dei Contratti Pubblici di lavori, servizi e forniture", sin dal 2000 raccoglie le informazioni inerenti il ciclo di realizzazione dei lavori pubblici così come richiesto dall'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici istituita dall'ex legge 109/94.
Tra gli obiettivi dell'Osservatorio vi è quello di essere strumento di trasparenza per gli appalti pubblici, attivando a tal proposito iniziative quali pubblicazioni di rapporti informativi, pubblicazione di tutti i bandi di gara in via telematica sul sito regionale, pubblicazione delle programmazioni dei lavori pubblici predisposte da tutte le amministrazioni piemontesi e relativa pubblicazione sul sito regionale, pubblicazione dei dati più significativi sul sito regionale.
Oltre alle su citate attività, sono stati avviati rapporti con gli organismi istituzionali competenti, finalizzati alla messa a disposizione delle banche dati inerenti il ciclo degli appalti realizzati sul territorio piemontese al fine di consentire una sempre maggiore ed incisiva azione degli stessi; tra questi organismi vi sono le Prefetture e gli organi di controllo quali la DIA.
In attuazione del dettato della legge 285/00, promulgata per la realizzazione dell'evento olimpico di Torino 2006 e in ottemperanza al protocollo d'intesa sottoscritto dalla Regione Piemonte con la Prefettura di Torino e con le altre Amministrazioni coinvolte dall'evento l'Osservatorio ha svolto il ruolo di raccolta e veicolazione delle informazioni inerente le opere olimpiche comprensive dei dati sensibili necessari per le attività di controllo degli organi preposti quali la DIA.
Ed è proprio in questo senso e in questa collaborazione continua che si caratterizza il lavoro dei nostri uffici sia a livello tecnico sia in un rapporto di tipo politico.
La Regione Piemonte, tramite l'Osservatorio dei Lavori Pubblici, ha realizzato un'infrastruttura informatica che consente di acquisire dati informativi comprendenti l'intero ciclo realizzativi di un'opera pubblica dalla fase della programmazione fino al collaudo definitivo e, nel frattempo, ne consente la fruizione a tutti gli organismi pubblici e/o privati interessati ad acquisirli per i loro fini istituzionali.
In particolare, per i lavori realizzati in occasione dell'evento olimpico, è stata sviluppata un'apposita procedura denominata "SOLO" (Sistema Osservatorio Lavori Olimpici), gestita internamente dall'Osservatorio dei Lavori Pubblici, che ha permesso agli utenti interessati, firmatari del Protocollo d'intesa, di usufruire di tutte le informazioni necessarie, comprensive talora anche di dati sensibili per specifiche esigenze della Prefettura; queste informazioni, prodotte e comunicate dalle imprese aggiudicatarie degli appalti, sono state strutturate nel modello SOLO, al fine di perseguire la prevenzione di attività di infiltrazione mafiosa e nel frattempo garantire la trasparenza dei procedimenti legati all'espletamento dei lavori olimpici.
La procedura sviluppata è ora riutilizzabile per altri eventi, qualora i soggetti coinvolti alle attività di indagine e vigilanza lo richiedessero, quali ad esempio alta capacità e grandi infrastrutture.
Quindi l'esperienza che è maturata in questo specifico settore, per quanto riguarda le questione delle Olimpiadi, è facilmente trasportabile e la procedure è totalmente agibile.
La Giunta regionale ha recentemente approvato il disegno di "Legge generale in materia di lavori pubblici", che ha lo scopo di incentivare la sicurezza del lavoro nei cantieri, di semplificare e snellire le procedure negli appalti pubblici, al fine di garantire una più rapida conclusione delle opere e di assicurare il rispetto dei principi di trasparenza economicità, efficacia, tempestività e correttezza nelle fasi di affidamento ed esecuzione di opere e lavori pubblici e conseguentemente non ultimo, il perseguimento dei principi di legalità e correttezza, nonch regolarità contributiva ai diversi livelli.
Al fine di garantire tali principi, il disegno di legge rafforza ulteriormente il ruolo dell'Osservatorio regionale dei Lavori Pubblici, che per sua natura si pone come strumento di supporto tecnico e gestionale individuandolo quale unica struttura regionale di riferimento per l'acquisizione dei dati, ora in ossequio del dettato del Codice Appalti relativi a lavori, servizi e forniture, attraverso anche la stipula di protocolli d'intesa con soggetti istituzionali interessati.
comunque intenzione dell'Amministrazione regionale proseguire nello sviluppo di tutte le attività più idonee, volte a contrastare le infiltrazioni malavitose nel settore degli appalti pubblici, nonch perseguire la lotta all'evasione contributiva e al lavoro nero, al fine non ultimo della sicurezza dei lavoratori e della reale concorrenza, cosa necessaria per lo sviluppo sano dell'imprenditoria piemontese e del buon esito dell'azione pubblica, oltre che dei risultati in termini di opere pubbliche realizzate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Noi abbiamo presentato quest'interpellanza cogliendo anche un elemento comparso sui media qualche mese fa, che ricordava un allarme lanciato dall'autorità giudiziaria proprio sul nostro territorio riguardante possibili infiltrazioni delle organizzazioni malavitose nell'ambito dei più grandi interventi di lavori pubblici.
A me pare che il tema sia importante, non perché posto da noi (numerosi Consiglieri firmatari dell'interpellanza che fanno riferimento a diversi Gruppi consiliari), ma perché non dobbiamo incorrere nell'errore - e l'Assessore non lo ha fatto, quindi la ringrazio dichiarandomi soddisfatto della risposta - di considerare un po' in maniera iconografica le organizzazioni malavitose. Non stiamo parlando di personaggi con la coppola e la lupara a tracolla, perché generalmente si pensa a quello (sui media si vedono alcune cose che mi lasciano un po' perplesso: potentissimi capi di cosche e organizzazioni che vivono in tuguri, dentro a un pozzo... È una mia perplessità e colgo l'occasione per esprimerla).
Io, invece, ritengo sia così come le principali organizzazioni antimafia - parlo di quelle istituzionali e di quelle internazionali ormai da tempo denunciano: un momento storico di infiltrazione forte da parte dei capitali di origine malavitosa e mafiosa.
Da questo punto di vista, mi pare che le questioni e i tentativi che la Regione - lei, Assessore - ha posto in capo, siano tentativi assolutamente encomiabili.
ovvio che una questione di questo genere deve essere affrontata con un'azione di sistema. La Regione fa quanto è di propria competenza l'Autorità giudiziaria fa o dovrebbe - diciamo così - compiere azioni di propria competenza, ma, anche per quello che riguarda la vigilanza concreta e diretta, lei aveva fatto un esplicito riferimento - e la ringrazio - allo stato dei cantieri di lavoro. Ritengo di dover aggiungere la mia voce alla sua, sollecitando maggiori e puntuali controlli all'interno dei cantieri di lavoro.
Quelle organizzazioni, quegli imprenditori mafiosi che si nascondono dietro a una facciata di rispettabilità, sono certamente tra coloro che vivono i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, sistematicamente.
Questo, purtroppo, possiamo dirlo: accade ancora, anche nel nostro territorio, e lo dicono le Organizzazioni Sindacali, non lo invento io.
Pertanto, è necessaria un'azione di contrasto, poiché le organizzazioni malavitose sono davvero un cancro per il nostro Paese e danneggiano, così come ricordava lei, anche quella parte di imprenditori onesti che vorrebbero lavorare liberamente.
Un'ultima questione: credo che la Regione debba avviare una discussione anche con il Governo nazionale, per quello che riguarda le modalità di concessione degli appalti sui lavori pubblici.
Abbiamo ormai compreso tutti, come istituzioni, che il livello nel quale avviene il maggior inquinamento da parte di imprese mafiose è quello del subappalto.
Mi rendo conto che è una questione difficile da affrontare, che si sarebbe già dovuta risolvere, ma che continua a sembrare una banalità.
Ritengo che la Regione debba agire con forza anche nei confronti del Governo nazionale, perché il tema del subappalto e dell'inquinamento mafioso di imprese che traggono i loro capitali da attività mafiose deve essere contrastato con gran decisione.
Per ciò che attiene al lavoro che sta compiendo la Giunta, a lei Assessore, che ha questa delega specifica, ribadisco la nostra soddisfazione per la risposta che ci ha dato stamattina.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chieppa. Con quest'intervento abbiamo concluso il punto all'o.d.g. riguardante la parte delle interrogazioni e interpellanze quanto mai proficuo.
Ringrazio i colleghi e gli Assessori, perché, tra risposte scritte e orali, ne abbiamo trattate 22.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi delle scuole elementari "Don Milani" e "Giacomo Matteotti" di Vinovo


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti delle scuole elementari "Don Milani" e "Giacomo Matteotti" di Vinovo, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Abbiamo finito di trattare il punto 2) all'o.d.g., la discussione su interpellanze e interrogazioni, con le quali i singoli Consiglieri o i Gruppi pongono quesiti agli Assessori e attendono risposte.
Adesso passeremo al proseguimento del dibattito sulla legge sulla sicurezza.


Argomento: Nomine

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla proposta del Consigliere Placido di procedere con l'esame del punto "Nomine"


PRESIDENTE

Prima di passare al punto 3) all'o.d.g., informo che, nel pomeriggio se i Capigruppo hanno concordato, in quanto in un caso c'è il problema dell'apparentamento, si potrebbero svolgere tre nomine relative al Collegio dei Revisori dell'Agenzia Regionale Piemonte per le Erogazioni in Agricoltura (ALPEA), dell'Azienda Speciale della Camera di Commercio di Cuneo, Centro estero Alpi del Mare, e della Fondazione per le Biotecnologie, Consiglio di Amministrazione.



BOTTA Marco

Cos'è l'apparentamento?



PRESIDENTE

L'apparentamento è l'indicazione, da parte dell'opposizione, del membro spettante rispetto al Regolamento, quando ci sono almeno tre nomine da effettuare.
Pertanto, se non ci sono problemi, queste nomine le svolgeremo alla ripresa dei lavori del pomeriggio, prima di proseguire con il dibattito sulla legge.
Attendo informazioni in materia.
Rispetto ai congedi indicati questa mattina, informo che i colleghi Robotti, Pizzale, Buquicchio e Bellion sono presenti, pertanto il numero legale è 31.
Passiamo al punto 3) all'o.d.g.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame disegno di legge n. 344, inerente "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 344, di cui al punto 3) all'o.d.g. p con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 7 Siamo al dibattito generale sull'articolo 7.
Se non ci sono interventi, passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Novero, Rossi e Dutto: Al comma 1, sostituire le parole "la Conferenza regionale sulla sicurezza integrata composta dal Presidente della Regione che la presiede dell'Assessore regionale delegato alla materia, dai Presidenti delle province o Assessori da loro delegati, dai Sindaci dei comuni capoluoghi di provincia o Assessori da loro delegati, e da un rappresentante designato rispettivamente dall'ANCI, UNCEM, Lega delle Autonomie Locali, ANPCI" con le parole "la Conferenza permanente Regione - Autonomie locali".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Bossuto, Clement e Dalmasso: "Art. 7 comma 1 dopo le parole "Sindaci dei comuni capoluoghi di provincia o Assessori da loro delegati" aggiungere " dal presidente dell'assemblea dei presidenti di circoscrizione della città capoluogo".
La parola al Consigliere Clement, per l'illustrazione.



CLEMENT Gian Piero

Con quest'emendamento, chiediamo di aggiungere agli altri soggetti che saranno rappresentati in questa Commissione il Presidente dell'Assemblea dei Presidenti delle Circoscrizioni delle città capoluogo.
Ne avevamo anche parlato con l'Assessore. Mi sembra che l'Assessore avesse sostanzialmente accolto questa proposta, quindi chiediamo all'Aula di accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Esprimo parere favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31, sul quale l'Assessore Caracciolo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 10 bis), presentato dal Consigliere Rossi: Al comma 1 dopo le parole "dai Sindaci dei comuni capoluogo di provincia" inserire le parole "accompagnati dai Comandanti del Corpo di Polizia municipale".
La parola all'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Esprimo parere favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi per dichiarazione di voto.



ROSSI Oreste

Ringrazio l'Assessore per aver accettato quest'emendamento, anche se leggermente modificato, perché riteniamo fondamentale l'utilizzo dei corpi della polizia municipale in una legge regionale che si occupa proprio di sicurezza, quindi tenere conto e in considerazione i comandanti dei corpi della polizia municipale.
Non si potevano tenere presenti tutti contemporaneamente, ma almeno nei Comuni capoluogo di Provincia, secondo noi, è assolutamente positivo, e non potrà che portare giovamento all'applicazione della legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10 bis, sul quale l'Assessore Caracciolo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero articolo 7.
Non essendoci richieste di dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'articolo n. 7, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Rossi, Novero e Dutto: Al comma 1 sostituire le parole "Conferenza regionale sulla sicurezza integrata" con le parole "Conferenza permanente Regione - Autonomie locali".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Non ci sono interventi dell'Assessore sull'articolo 8, né dichiarazioni di voto.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 In sede di discussione generale sull'articolo 9 ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'articolo 9 è oggettivamente il cuore di questa legge regionale e ha alcuni aspetti che non sono da noi condivisi perché, come dicevamo, questa è una legge che ha nel proprio articolato alcuni punti, come gli articoli 7 e 8 appena votati, che se si fossero trovati in un'altra legge potevano, in qualche modo, anche essere approvati. Sostanzialmente, sono articoli che normano i rapporti con le amministrazioni locali e le forze di Pubblica Sicurezza e con il Consiglio.
Vi sono ovviamente altre parti, così come l'articolo 1 e l'articolo 9 che sono, invece, da noi non sottoscrivibili, perché prevedono tutta una serie di interventi che, secondo noi, non vanno a migliorare la situazione della sicurezza all'interno della nostra regione.
Il nostro Gruppo ha presentato alcuni emendamenti in merito, che poi illustreremo. Certamente ve ne sono alcuni che sono, in qualche modo fondamentali per il miglioramento dell'articolo stesso. Uno è relativo all'indicazione della previsione di almeno tre tipologie tra quelle indicate al comma 3.
Considerato che non si farà un bando, come prevedeva la precedente legge, ma un patto locale per la sicurezza integrata; patti che, in qualche modo, vengono fatti a discrezionalità della Giunta regionale, che certamente, tiene conto di quelle che sono le differenti realtà, ci auguriamo che voglia dare priorità alle località con maggiori problematicità rispetto all'insicurezza e alla criminalità diffusa.
Crediamo invece che possa esserci discrezionalità rispetto ad aree in cui l'omogeneità politica è simile a quella della Giunta, per cui è importante prevedere che fra le misure indicate ve ne siano alcune tra quelle che noi abbiamo indicato.
Tuttavia, perché crediamo che l'articolo non risponda a quelle che sono le reali necessità della nostra Regione? Perché, di fatto, è un po' il riassunto degli articoli precedenti, ma non fornisce risposte concrete a quelle che, fino a che erano finalità e obiettivi, potevano essere indicazioni generali. Quando diventano, invece, modalità di azione all'interno dei patti, si sarebbe dovuto estrinsecare meglio qual era la volontà reale da parte della Giunta.
Così come quando si dice "...gli interventi volti a realizzare patti locali per la sicurezza integrata riguardano, in particolare..." le azioni sottoelencate, fra cui le politiche di sicurezza e di genere, di tutela dell'infanzia e degli anziani, il principio è assolutamente condivisibile.
Bisognerà capire in che modo si garantisce maggior sicurezza a questa parte della popolazione.
Abbiamo visto all'articolo 4 come la lettera g) del comma 3, cioè l'assistenza e l'aiuto alle vittime dei reati, sia assolutamente aleatoria demandata agli enti locali e ai servizi sociali.
Certamente, crediamo che lo sviluppo dell'attività di mediazione e di prevenzione dei conflitti sociali e culturali non sia una modalità con cui si combatte la delinquenza diffusa.
Dovremo comprendere, perché non è ancora chiaro, come si arriverà al rafforzamento della vigilanza e della presenza sul territorio degli operatori addetti alla prevenzione sociale e alla sicurezza.
Abbiamo già detto e contestato in merito a "...operatori addetti alla prevenzione sociale". Noi crediamo che una legge sulla sicurezza debba operare per rafforzare la presenza sul territorio di operatori addetti alla sicurezza, al fine di assicurare l'intervento tempestivo dei servizi di competenza agli enti locali.
Di per sé questo punto, così come quello precedente - cioè la tutela delle piccole e medie imprese artigianali - potrebbe, nei principi, anche essere condiviso. Ma, di nuovo, è una legge che indica degli obiettivi che si vogliono raggiungere senza dare alcuna risposta concreta su come quegli obiettivi verranno raggiunti. Per carità, rimanderemo ad un'attuazione vaglieremo quelli che saranno i patti locali che verranno eseguiti.
Il timore concreto è che vi saranno degli interventi che serviranno soltanto per giustificare il fatto che si è votato una legge e non si è finanziata la legge precedente.
Dubitiamo del fatto che questi interventi siano utili per garantire una maggiore sicurezza all'interno dei nostri quartieri.
Così come la lettera a) è uno dei punti più importanti del comma 3 ossia la riqualificazione e la rivitalizzazione urbanistica di parti del territorio con interventi finalizzati alla dissuasione delle manifestazioni di microcriminalità diffusa.
Bisogna capire che cosa si intende relativamente alle finanze che sono state impegnate all'interno di questa legge. Perché coi fondi impegnati, si comprende bene che non si può arrivare alla riqualificazione o rivitalizzazione urbana, se non con altri interventi che sono già in atto (o che la Regione può mettere in atto, come gli accordi di programma o quant'altro).
In merito agli interventi finalizzati alla dissuasione delle manifestazioni di microcriminalità diffusa, abbiamo più volte contestato l'utilizzo del termine "microcriminalità", e invitiamo a non utilizzarlo perché la criminalità non credo che possa essere distinta fra "micro" e "macro". Anche in questo caso, il fine può essere certamente concordato, ma non si comprende come si realizzerà.
Va detto - si voterà fra i primi commi - che per noi è assolutamente importante l'approvazione dell'emendamento che abbiamo presentato (se non erro è l'emendamento rubricato al n. 71 o sub emendamento n. 71), che garantisce la dotazione di impianti tecnologici in esercizi pubblici artigianali e commerciali.
Per fare un distinguo anche sulle modalità di scrittura di una norma dire, come fa l'emendamento, che la Regione interviene con dotazione di impianti tecnologici per rendere più sicuri gli esercizi pubblici artigianali e commerciali, è una misura concreta con cui si garantisce sicurezza.
Dire, invece, come si fa in tutto l'articolo 9, che si garantiscono accordi di partnerariato, interventi volti alla realizzazione di patti locali per la sicurezza integrata o tutte le lettere previste dal comma 3 che sono buoni intenti, sui quali non si ha un minimo di esplicitazione di come tali buoni intenti verranno attuati (neanche negli articoli che in qualche modo già li esplicitano), dimostra come ci troviamo di fronte ad una norma che non risponde a quelle che sono le esigenze reali in ambito di sicurezza.
Vedremo, ovviamente, nel corso della discussione, quali saranno le modalità di voto della maggioranza. E rispetto a queste modalità ci comporteremo sul resto della legge. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
L'articolo 9 è un po' la summa ideologica di quello che abbiamo detto e di quello che avete fatto male nei precedenti articoli.
Questo articolo 9, anche per la sua lunghezza, dà quasi la sensazione che, non essendovi bastato tutto quello che a nostro avviso di sbagliato avevate scritto nelle pagine precedenti, abbiate voluto fare una sorta di articolo omnibus, che è un po'... non vorrei dire "la sintesi del male" perché ho già detto più volte che questa legge non è dannosa, ma è inutile.
Ma sicuramente è la sintesi di tutte le cose sbagliate, inutili e distorcenti rispetto al fine che ci si pone che questa legge ha. Tant'é che negli emendamenti che abbiamo presentato a questa legge abbiamo cercato di cancellare le parti più inutili e meno confacenti ad una legge che, almeno nel titolo, si dovrebbe occupare di sicurezza; ad esempio il punto e), o meglio, la cancellazione del punto e).
Assessore Caracciolo, vorrei ricordare che lei non sta riscrivendo il Codice Penale o il codice di Procedura Penale. Lo dico perché se scrive: "la predisposizione di strumenti che rendano praticabili le sanzioni alternative alla pena detentiva...", le ricordo che non spetta a lei fare questi strumenti, non spetta a lei crearli (su questo scriveremo al Commissario di Governo). Non è la Regione che predispone gli strumenti utili all'espletamento delle sanzioni alternative alla pena detentiva, è una classica competenza dello Stato.
"Quali lavori socialmente utili": la Regione Piemonte predispone i lavori socialmente utili? Semmai, è una competenza dei Comuni. L'articolo dice che è un certo tipo di iniziativa che si potrebbe realizzare attraverso Comuni, enti e soggetti di vario genere. Il problema è Assessore, che i lavori socialmente utili non c'entrano nulla con la sicurezza dei cittadini, sono una sanzione alternativa alla pena detentiva ma non c'entrano nulla con la sicurezza.
A parte tutto, se lei mi mette, Assessore: "il finanziamento dei mediatori culturali" io le dico è sbagliato, dal mio punto di vista, ma abbiamo una funzione preventiva educativa, ancorché neanche questa dovrebbe essere finalità della legge, sulla società. Ho la presunzione che siano tanti i mediatori culturali, riesco, in qualche modo, a facilitare l'accesso educativo e la realizzazione educativa, ad esempio, dei bambini stranieri, allora posso credere, in questo modo, di avere una società in cui viene aumentata anche la sicurezza perché avrò meno ragazzi per le strade. Banalizzo. Ma, addirittura "predisporre di strumenti che rendano praticabili le sanzioni alternative alla pena", Assessore Caracciolo abbiate pazienza, ma con la sicurezza non c'entra nulla.
Voi dite: "lavori socialmente utili o comunque attività riparatorie nei confronti della collettività nell'ambito di misure alternative alla detenzione", non mi voglio dilungare, ma questo non c'entra niente con la legge. Sarà un manifesto pietista, buonistico in salsa PD, farà molto "vogliamoci bene", ma con la sicurezza non c'entra nulla.
Punto h). Anche qui. Avete voluto dare un colpo al cerchio e un altro alla botte. Un colpo ai comunisti, con la sicurezza sul lavoro, e un colpo alle donne, con la sicurezza di genere. Assessore Caracciolo perché ci deve essere una sicurezza di genere? Perché? Perché devo avere la sicurezza delle donne e degli uomini e non la sicurezza di tutti. Cosa significa? In termini sostanziali vorrei che lei mi spiegasse, e ci spiegasse, cosa significa una politica di sicurezza di genere. Significa che i City Angels sovvenzionati dal Comune di Torino, devono assumere, nelle loro file obbligatoriamente, lottatrici del ring del fango perché, in questo modo riescono meglio a prevenire i reati? O significa, semplicemente, che questo, come noi temiamo, è un modo per annacquare la legge? Non esiste una sicurezza di genere! Se ho una città sicura, sono sicuro io, è sicura la mia bambina è sicura mia moglie, è sicura mia mamma. Il criminale non distingue. Se la sicurezza è di genere, Assessore Caracciolo significa che fornite tutte le donne, dai 18 ai 70 anni, di una pistola. Io le rispondo: bravo, Assessore Caracciolo! Questo aumenta la sicurezza di genere perché le donne che corrono un rischio sparano al loro aggressore ed è giusto. Allora lei mi dica che la politica della sicurezza di genere serve per comprare le pistole alle donne, ed è l'unico motivo per cui potrei avvallare una sicurezza di genere. Posto che io, che sono un vecchio adiposo di 42 anni, se mi scontro con una tribù di clandestini difficilmente riesco ad avere la meglio e forse, a quel punto, la pistola servirebbe anche a me. Mia figlia non la può usare perché non sa neanche usare la forchetta, figuriamoci la pistola (e anche la sapesse usare, non gliela darei).
Questa sicurezza di genere cos'è? Questa sicurezza di genere, Assessore Caracciolo, è una ruffianata nei confronti delle signore della sinistra che hanno l'ossessione ... se le signore del centrodestra sono ossessionate è un problema loro, sarà un'ossessione collettiva - di "sto genere". Il genere va bene per tutte le cose, va bene per la parità dei diritti, va bene per l'accesso a tutto. Le donne devono avere le stesse possibilità, ma la sicurezza è l'unica cosa che non è genere. Guardi Assessore, o mi violentano o mi ammazzano, ma se mi devono rapinare non cambia nulla in termini sostanziali. Non cambia nulla! Allora questo serve soltanto, anche qui, a distogliere quei quattro soldi che metterete, finanziando di tutto un po' e potremo andare avanti a lungo.
Abbiamo presentato, come al solito, qualche emendamento migliorativo soppressivo di alcuni punti - non è che dobbiamo intervenire su tutti perché mi sembrano più che chiari - per cercare di migliorare la legge.
Vorremo chiedere, visto la nostra volontà non ostruzionistica che, ogni tanto, se abbiamo ancora voglia, pensassimo anche a ciò che scriviamo.
Questa è una legge della Regione Piemonte non è un ordine del giorno che sappiamo, molto spesso, la fine che farà. Quello che c'è scritto in questa legge ci impegnerà per gli anni futuri. Cerchiamo di scrivere anche qualcosa di sensato che faccia sì che quei pochi soldi che metteremo in materia di sicurezza servano, veramente, a quello e non alle marchette elettorali di qualcuno. Proviamoci!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo perché, come è naturale che sia, sono tra i pochi che ha vissuto questa legge anche in Commissione quindi, insieme alla Consigliera Cotto, conosco un po' la genesi.
L'articolo 9, come ricorderà la Consigliera, non c'era. Quando c'è stata presenta la legge, e fino al termine della sua discussione l'articolo 9, così come formulato, non era previsto dalla normativa.
stato introdotto con il solito colpo di teatro. Per fortuna che è stato introdotto perché, pur con tutte le limitazioni poste bene in evidenza dai Consiglieri che mi hanno preceduto, almeno è previsto qualcosa di leggermente più concreto rispetto al nulla che questa legge sarebbe stata senza l'introduzione dell'articolo 9 e di altri articoli, come l'articolo 11 dovuto, già in Commissione, al lavoro della minoranza.
Immaginatevi, Consiglieri, cosa sarebbe stata questa legge, cosiddetta sulla sicurezza, che sostituisce una legge sulla sicurezza che già c'è, che ha avuto gli esiti che tutti ricordate: più di 300 domande, più di 120 progetti finanziati, quasi 5 milioni di euro dati per finanziari questi progetti. Cosa sarebbe stata questa legge se avessimo tolto quello che è stato definito, giustamente, il cuore della norma: l'articolo 9. Sarebbe stato un sonoro nulla.
E benché questo articolo 9 contenga tutta una serie di previsioni...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, diventa oggettivamente complicato ascoltare e penso che faccia fatica anche il collega che sta provando ad argomentare. Si percepisce un brusio fastidiosissimo.



BOTTA Marco

Dicevo che, benché l'articolo 9 contenga al suo interno tutta una serie di misure tese a renderlo meno sgradevole alla sinistra radicale, ricordo perfettamente come è stato accolto in Commissione. E' stato accolto con grande ritrosia da una parte della maggioranza che si accorgeva che questo articolo, introdotto nelle ultime riunioni utili di Commissione e che non faceva parte dell'articolato di partenza (quindi probabilmente non faceva parte neanche degli accordi di maggioranza), introduceva alcuni concetti che riprendevano quasi in maniera pedissequa quelli della legge fatta dal centrodestra.
E qui l'imbarazzo politico della maggioranza in Commissione è stato forte.
Ecco perché dico che su questo articolo 9 bisogna fare un ragionamento suddividendolo in due parti. Una è la parte che è stata introdotta proprio per rendere giustificato e votabile l'articolo 9 della sinistra radicale ovvero quella che hanno già messo in rilievo i colleghi nei loro passaggi ad esempio, la lettera e) o la lettera f), laddove si parla di "sanzioni alternative alla pena detentiva", "sviluppo dell'attività di mediazione" e di "politica di sicurezza di genere".
Ormai, la sinistra ha sostituito alla lotta di classe la lotta di genere. Dobbiamo forse farcene una ragione, ma oltre queste cose ci sono degli elementi che ci lasciano meno perplessi.
Vengono inoltre richiamati "gli interventi volti alla riqualificazione e rivitalizzazione urbanistica, con interventi finalizzati alla dissuasione delle manifestazioni di criminalità diffusa", concetto - questo - che era ampiamente previsto già nella legge del 2004, ma non si è voluto accettare un emendamento da noi presentato che riproponeva a livello urbanistico quella formula che avrebbe dato maggiori possibilità di intervento.
Su questo passaggio si è aperta veramente la conflittualità del centrosinistra: si osa parlare di "tutela delle piccole e medie imprese artigianali, commerciali e turistiche a rischio di criminalità". In proposito, c'è stata una levata di scudi, che non so se porterà l'estrema sinistra a condividerlo o a non votarlo, esprimendo tutte le osservazioni che già furono espresse in Commissione.
Io dico, invece, che almeno questi due passaggi sono il minimo. E con la nostra azione emendativa riteniamo di potere introdurre nuovi e più concreti concetti per caricare di contenuti reali e forti questa normativa.
Infine, c'è la novità dei "patti locali per la sicurezza".
Rubo questa fine di intervento per parlare di tale aspetto. Questa è una grande diversità rispetto alla legge precedente, che emanava un bando a cui evidentemente rispondevano i soggetti che avevano la titolarità per farlo (Comuni, associazioni); veniva stilata una graduatoria sulla base di un punteggio dato dalla Commissione che sovrintendeva tutti i progetti e in base a questa graduatoria, i progetti venivano finanziati.
A questa procedura oggi se ne sostituisce un'altra, che è quella del patto, cioè la Regione scende a valle, scende a contatto con le Province con i Comuni e con chi è titolare della possibilità di promuovere il patto e media, si incontra.
Per carità, capisco la motivazione politica, però qualche perplessità la devo esprimere. Visto che si tratta di un patto non legato ad un elemento oggettivo, cioè ad un punteggio o ad una valutazione tecnica di un progetto, ma di un patto politico tra un Comune, una Provincia, un territorio una comunità montana o collinare e la Regione, non vorrei - lo dico qui e lo dico prima, come diceva un noto collega - che ci fosse poi un elenco dei "buoni" e un elenco di "cattivi"; un elenco di Comuni con cui i patti si fanno, perché magari c'è comunanza politica e partitica, e un altro elenco di Comuni o di soggetti con cui i patti non si fanno, perch questa comunanza non c'è.
Questo è un rischio che, a mio avviso, corriamo con questa nuova procedura.
Richiamo quindi l'Assessore Caracciolo, di cui conosco e posso testimoniare la buona fede, ad essere attento su questo patto, a non fare distinzioni sulla base dei territori che promuovono progetti per la sicurezza (distinzioni di tipo politico o partitico). Tanto le grandi città, tanto le grandi aree metropolitane quanto le comunità rurali, le nostre comunità collinari, i nostri piccoli paesi - magari federati o uniti dalle Unioni di Comuni - hanno il diritto di fare i patti per la sicurezza.
Soprattutto - ripeto - chiedo che non ci siano discriminazioni rispetto all'appartenenza a questa o a quella Amministrazione, altrimenti questo non sarebbe un patto, ma sarebbe, in realtà, una sorta di do ut des che evidentemente, svilirebbe anche il senso di questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Questo è uno degli articoli che sicuramente vediamo peggio, perch riteniamo che sia assolutamente in contrasto con quella che deve essere una legge sulla sicurezza.
Perché dico questo? Perché di fatto, Assessore - e potrà dirlo nel suo intervento prima delle dichiarazioni di voto - va riscritto il comma 1, che era stato scritto quando all'articolo 2 "Definizioni" c'era questa frase per definire i soggetti pubblici privati.
L'articolo è stata successivamente modificato con degli emendamenti concordati e quindi sono cambiati i soggetti. Attualmente, all'articolo 9 i soggetti sono ancora quelli vecchi. Ripeto: credo che il comma 1 dell'articolo 9 vada riscritto, in linea con l'articolo 2 "Definizioni".
Passiamo al comma 3, lettera a), in cui si parla di "riqualificazione e rivitalizzazione urbanistica di parti del territorio con interventi finalizzati alla dissuasione delle manifestazioni di microcriminalità diffusa". Noi, invece, chiediamo di sostituirlo con un emendamento, che mi auguro possa avere il suo parere favorevole: "investimenti per accrescere la vivibilità di aree degradate, in particolare quelle urbane o dove è più alto il rischio per la sicurezza dei cittadini".
Qual è la differenza? Che noi leghiamo la parola sicurezza ai cittadini. Quindi, il nostro principio fondante per la legge sulla sicurezza è sicurezza dei cittadini, investimenti per migliorare la vivibilità nelle aree degradate ci va bene, in particolare quelle urbane ma deve essere secondo noi legato ad uno scopo non quello di migliorare le condizioni di vita di chi delinque, ma al fine di migliorare la sicurezza di quei cittadini che in quelle zone vivono.
Ciò significa che dare quartieri migliori a chi vive in un determinato territorio può essere utile per diminuire i rischi per i cittadini. Quindi si garantiscono e si aumentano le condizioni di sicurezza, ma per i cittadini che, per noi, sono il soggetto primario e fondamentale di una legge sulla sicurezza regionale.
Alla lettera b): "il rafforzamento della prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio". Innanzitutto, la prevenzione sociale nelle aree è impossibile. Cosa vuol dire "prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio"? Al limite possiamo dire: "rafforzamento della prevenzione sociale per i soggetti a rischio, residenti nelle aree", ma fare prevenzione sociale nei confronti delle aree, sicuramente, non è possibile.
Continuo a leggere la lettera b): "con particolare attenzione al controllo dei processi che favoriscono l'esposizione ad attività criminose". Al limite potrebbe essere "con repressione dei processi che favoriscono attività criminose" perché controllare i "processi che favoriscono l'esposizione ad attività criminose" comporterebbe il fatto di conoscere questi processi. Se sappiamo qual è il processo che crea l'attività criminosa, dobbiamo perseguirlo ed eliminare quel processo.
Per esempio, se sappiamo che c'è una rete che distribuisce droga a dei giovani che, così facendo, incassano dei soldi con i quali possono drogarsi o divertirsi, noi dobbiamo intervenire per reprimere la rete di spacciatori che porta ai giovani la droga da distribuire. Non dobbiamo controllarlo il processo, dobbiamo eliminarlo e contrastarlo, ma non di certo il controllo del processo. Questa ci pare una cosa assolutamente pleonastica.
Sulla lettera c) siamo assolutamente d'accordo, ci mancherebbe altro: "la tutela delle piccole e medie imprese". Quindi, i cittadini, le imprese le associazioni di categoria e così via.
Siamo alla lettera d): "il rafforzamento della vigilanza e della presenza sul territorio degli operatori addetti alla prevenzione sociale e alla sicurezza", sono persone diverse perché chi si occupa di sicurezza sono le Forze dell'ordine e poi la Polizia municipale che, per quanta ci riguarda, in una legge regionale dovrebbero essere il cardine dell'operazione.
Per quanto riguarda gli "addetti alla prevenzione sociale" con la legge sulla sicurezza c'entrano pochissimo. C'entrano con una legge sulla solidarietà, sul sociale, sull'assistenza, ma sicuramente non con la legge sulla sicurezza. Noi chiediamo poi di aggiungere almeno per quanto riguarda gli addetti alla sicurezza di avere un occhio di riguardo per i servizi relativamente ai piccoli Comuni di pianura, collina e montagna. Perch questo? molto semplice, Assessore, se parliamo di Comuni grossi, sopra ai 5.000 abitanti - penso a Comuni come Serravalle, Arquata, poi quelli più grossi avranno ancora meno problemi - sappiamo che questi hanno dei corpi di Polizia municipale che possono essere finanziati, aiutati ed utilizzati per contrastare la lotta alla microcriminalità, alla criminalità e al disagio.
Mentre, i piccoli Comuni, sotto i 5.000 abitanti, hanno dei problemi enormi perché non hanno i fondi per avere a disposizione un corpo di Polizia municipale. Nella mia Provincia, in Provincia di Cuneo, in altre Province di Asti e anche nel Torinese vi sono Comuni dove di fatto chi fa il vigile, fa anche il cantoniere ed apre e chiude la porta del Cimitero con una sola persona alle dipendenze. Come possiamo pensare che quel Comune possa fare dei turni con quel pezzo di vigile che ha perché non fa solo il vigile, ma fa anche altro. È impossibile! Allora, dobbiamo avere un occhio di riguardo per quelle realtà. Cercare di far sì che le piccole realtà si consorzino, magari con realtà più grandi vicine, per usufruire, con qualche uomo in più a disposizione, di un servizio di Polizia municipale locale, territoriale funzionale. È evidente che con un uomo a un terzo di servizio o a mezzo servizio è impossibile fare attività di prevenzione, controllo del territorio e sicurezza.
La stessa cosa vale per i piccoli Comuni di collina e montagna. Per i Comuni di montagna ancora di più perché sono abitati, spesso e volentieri da persone anziane, facili vittime e prede di chi vuole truffare, rubare e fare danni. Sono Comuni dove, durante la giornata, i pochi giovani che ci sono si allontanano per andare a lavorare nelle Città e quindi Comuni a bassa densità abitativa. In più, sono Comuni che essendo piccoli non hanno un corpo di Polizia municipale.
Quindi, Comuni di montagna, di collina e comunque i piccoli Comuni secondo noi, hanno diritto ad avere un occhio di riguardo proprio perch non hanno, come i Comuni più grossi, la possibilità di avere a disposizione gli operatori di Polizia municipale.
Ancora un passaggio, alla lettera f): "lo sviluppo dell'attività di mediazione e di prevenzione dei conflitti sociali e culturali". Noi chiediamo anche qui di sostituire queste parole, perché siamo in un ambito di legge sui servizi sociali e sull'assistenza, e di inserire la possibilità di dotare di impianti tecnologici i Comuni e coloro che fanno programmi di sicurezza integrata e possono essere luoghi, esercizi e così via (la via, il parco, il posto di interesse pubblico e di pubblica utilità). Quindi, chiediamo con un emendamento di migliorare il testo.
Mi è sfuggito, alla lettera e): "la predisposizione di strumenti che rendano praticabili le sanzioni alternative alla pena detentiva, quali i lavori socialmente utili o comunque attività riparatorie nei confronti della collettività nell'ambito di misure alternative alla detenzione".
Anche questa è una competenza che non è della Regione perché non siamo noi Regione a poter decidere sanzioni alternative per persone che sono condannate.
Se pensiamo di poterci sostituire allo Stato e al Giudice scegliendo pene alternative alla pena detentiva, sapendo che in carcere, in Italia, è difficile finirci, quindi pensiamo di poterci sostituire all'organizzazione dello Stato, alla Magistratura ordinaria e dare non più pene detentive, ma pene diverse quali i lavori socialmente utili a persone che sono in carcere lo vede molto, molto difficile.
Al limite possiamo prenderci il carico di cercare lavori socialmente utili per chi esce dal carcere una volta scontata la pena o per chi ha la possibilità di uscire dal carcere per alcune ore durante la giornata e poi magari rientrarci alla sera. Questo sì, ma pensare di rendere praticabili sanzioni alternative alla detenzione, ci pare, assolutamente, un compito non della Regione e assolutamente in contrasto con le leggi nazionali.
Siamo d'accordo con la lettera g) che riguarda: "l'assistenza e l'aiuto alle vittime dei reati". Noi addirittura come Gruppo della Lega Nord siamo presentatori di un progetto di legge che chiede di istituire il difensore delle vittime dei reati. Per cui, su questo punto siamo assolutamente d'accordo.
Nel prossimo intervento vada avanti sugli altri punti.



PRESIDENTE

Un'informazione riguardo alla ripresa dei lavori del pomeriggio.
Chiudiamo i lavori della mattina con l'intervento della collega Pozzi sul dibattito generale all'articolo 9. Nel pomeriggio, alle 14.30, riprenderemo i lavori con le nomine indicate prima e, se possibile, anche altre dove vi è la condivisione da parte dei Capigruppo di maggioranza e opposizione.


Argomento: Nomine

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle richieste dei Consiglieri Casoni e Scanderebech di chiarimenti in merito al punto "Nomine"


PRESIDENTE

Il Consigliere Casoni ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CASONI William

Presidente, le chiedo se ci può far avere l'elenco per sapere quali sono le nomine in quota anche alla minoranza.
Vorremmo sapere se si ha l'intenzione di mettere in votazione nomine che riguardino anche quote della minoranza, perché non abbiamo avuto incontri al riguardo e quindi vorremmo conoscere di che tipo di nomine si tratta. Grazie.



PRESIDENTE

Le tre indicate questa mattina le arrivano già in copia con i nominativi; sulle altre arriverà l'elenco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Immagino che lei abbia letto, sentito e ascoltato cosa sta succedendo a livello nazionale. Poiché di riflesso noi siamo collegati coi nostri Gruppi parlamentari e quindi coi nostri partiti a livello nazionale, faccio presente a tutti i colleghi (di destra e di sinistra) che la situazione politica attuale è cambiata.
Non possiamo non fare un'analisi politica di quello che è successo in questi giorni a livello nazionale e quindi, di riflesso, anche a livello regionale perché noi tutti siamo collegati coi Gruppi parlamentari, nonch coi nostri partiti regionali e nazionali.
chiaro che lo scenario politico, non essendoci più la Casa delle Libertà, è mutato. Sappiamo anche di "traslochi" avvenuti in queste ultime ore; per carità, ogni Consigliere regionale può traslocare da un ufficio all'altro in base alle direttive del singolo partito, però impegni istituzionali come quello del Vicepresidente del Consiglio...



(Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

Sappiamo di traslochi di autorevoli personaggi del Consiglio regionale (tipo il Vicepresidente del Consiglio regionale).
un compito che spetta ai singoli partiti - per carità - però, visto che lo scenario politico è mutato, facciamo attenzione.
Io l'avevo già anticipato. Ricordate che la scorsa settimana avevo detto: "Succederà qualcosa nei prossimi giorni"? Voi mi guardavate e non mi prendevate sul serio, ma io l'avevo già anticipato.
Adesso, visto e considerato che lo scenario è cambiato, non è che ognuno può fare quello che vuole o essere il mandante o il capo dell'opposizione...



(Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

Della maggioranza siete voi, per carità, ma per quanto riguarda l'opposizione, non essendoci più la Casa delle Libertà, è mutato lo scenario.
Collega Muliere, ti faccio i miei migliori auguri per la nomina di Capogruppo del partito più importante di questo Consiglio, però ti prego di prendere atto di quello che sto dicendo, ma soprattutto di fare attenzione perché dobbiamo cercare di essere più al corrente delle situazioni che accadono, in particolare quando ci sono nomine che riguardano il Consiglio regionale, dove noi tutti siamo attori e protagonisti.
Siccome questo non è un problema del singolo partito, ma è un problema politico che ci sta coinvolgendo tutti, in quanto - come vedete - si sta in qualche modo rivoluzionando il sistema politico, come tale, teniamolo presente nelle prossime ore.
Di conseguenza, per quanto riguarda queste nomine fateci sapere di che cosa parliamo.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Scanderebech. Recepisco subito la sua preziosa indicazione, per cui, alla ripresa dei lavori, effettueremo solo le nomine sulle tre indicate questa mattina, dove su una ci dovrebbe essere un apparentamento concordato riguardo all'ARTEA e sulle altre due un adempimento per necessità tecnico-burocratiche, che riguardano solo la maggioranza. Le altre si effettueranno quando ci sarà ampia condivisione e discussione.
Chiudiamo i lavori con l'ultimo intervento sul dibattito generale (articolo 9) della Consigliera Pozzi.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame disegno di legge n. 344, inerente a "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 344, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Sempre sull'articolo 9, ha chiesto la parola la Consigliera Pozzi.



POZZI Paola

Grazie, Presidente. Intervengo più che altro per il verbale, perché in questo, come in ogni dibattito in Aula, sono legittime tutte le posizioni tutte le osservazioni e anche tutte le argomentazioni che vengono portate a sostegno delle proprie ragioni.
Tengo a precisare che quella della sicurezza di genere non è purtroppo una moda e, di fronte a chi dice che non esiste un problema di sicurezza di genere, ricordo che negli ultimi 12 mesi il numero delle donne vittime di violenza ammonta a 1.150.000; nel 2006 sono avvenuti 74.000 stupri, nel 69 dei casi l'abusante è il partner e nel 75,6% dei casi la violenza è avvenuta ad opera di persone conosciute e note e il più delle volte tra le mura domestiche.
Il tema di questa legge è soltanto la sicurezza dei luoghi o è anche la sicurezza delle persone? E la sicurezza della persona va garantita ovunque queste persone si trovino, quindi anche se si trovano tre la mura domestiche.
La sicurezza del minore che viene picchiato dal padre che tutte le sere ritorna ubriaco, la vogliamo garantire attraverso un'opera dei servizi sociali o attraverso che cosa? Le telecamere in casa? In che modo possiamo pensare di intervenire per garan tire la sicurezza dei cittadini e delle cittadine? Mi sembra importante nel dibattito su questo articolo, avendo sentito dire che non esiste sicurezza di genere e che per garantirla noi dovremmo fornire a ogni donna un revolver, sapere se, in questi 69,7% dei casi in cui l'abusante è il partner, noi vorremmo avere il 69,7% di omicidi, perch se per difendersi devono usare il revolver, l'equazione porta a un risultato che credo non faccia piacere a nessuno.
possibile che le politiche integrate, che riguardano vari aspetti possano avere anche un po' di attenzione per un particolare tipo di violenza che viene denominata "di genere" solo perché, purtroppo, spesso colpisce un genere dei due, cioè quello femminile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pozzi.
Il dibattito generale sull'articolo 9, con l'intervento della collega è terminato.
Per quanto riguarda le nomine, alla ripresa dei lavori effettueremo le nomine che riguardano, per semplicità, la maggioranza. Le altre, appena ci sarà la condivisione, si faranno, ma non certo nella seduta di oggi.
Seguiranno l'esame degli emendamenti e le dichiarazioni di voto sull'articolo 9. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termina alle ore 13.04)



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