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Dettaglio seduta n.264 del 15/11/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 15.00 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ho ricevuto una richiesta - a cui tenderei dare risposta affermativa di sospendere brevemente la seduta del Consiglio per dare modo, ai Consiglieri dei Gruppi di maggioranza, di fare il punto sugli emendamenti predisposti sul disegno di legge in materia di sicurezza.



(La seduta sospesa alle ore 15.36 riprende alle ore 15.49)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Bellion, Ronzani, Dalmasso Rutallo, Lepri, Cavallaro e Moriconi.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Iscrizione ed esame proposta di deliberazione n. 317: "Approvazione riparto delle risorse finanziarie disponibili sul capitolo 17631 relativo a interventi regionali di soccorso a favore di progetti di emergenza e solidarietà internazionale" (legge regionale 4/1982) (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 140 - 43582 del 15 novembre)


PRESIDENTE

Consiglieri, propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 317 "Approvazione del riparto delle risorse finanziarie disponibili sul capitolo 17631 relativi ad interventi regionali di soccorso a favore di progetti di emergenza, solidarietà internazionale".
Si tratta della deliberazione approvata all'unanimità dal Comitato di solidarietà del Consiglio regionale. Se non ci sono osservazioni la consideriamo iscritta.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Se non ci sono controindicazioni, la metto subito in votazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio, unanime, approva.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame disegno di legge n. 344 "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 344 "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata" di cui al punto 3) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Vedo un po' di fermento in aula, ma è funzionale anche per una sintesi sugli emendamenti e sulle questioni che rimangono aperte sul disegno di legge. Penso sia utile anche continuare i lavori di interlocuzione fra le parti per trovare una soluzione condivisa. Prego di procedere alla distribuzione degli emendamenti sul disegno di legge n. 344.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'articolo 5.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Questo articolo inizialmente non lo condividevamo perché non riportava il termine "criminalità" che, per fortuna, adesso, a seguito di trattative svolte nei giorni scorsi, riporterà. Finalmente, quindi, abbiamo un articolo che inserisce, nelle priorità, negli indirizzi per la disposizione integrata di sicurezza, anche la criminalità che, di fatto, è l'oggetto cardine di una legge che dovrebbe trattare di sicurezza.
Si parla di sicurezza quando si fanno interventi volti a migliorare le condizioni in cui si trovano i cittadini che hanno paura di subire dei reati, quindi cercando di far diminuire i reati, cercando di far diminuire gli interventi criminali, cercando di far intervenire e diminuire gli interventi illegali.
Finalmente, scriviamo il termine "criminalità" che è l'oggetto fondamentale della legge. Sin dall'inizio doveva essere l'oggetto fondamentale della legge, lo sarà finalmente...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Rossi,Consigliere Scanderebech, Consigliere Casoni Consigliere Muliere, Vicepresidente Peveraro, per cortesia, vi pregherei di consentire la discussione del provvedimento. Grazie.



ROSSI Oreste

L'altro problema che emerge su questo articolo è su cui l'Assessore non ci ha dato un parere positivo è il comma B. Dove si tratta delle pratiche di mediazione dei conflitti sociali e di riduzione del danno riconducibile alle competenze istituzionali della polizia locale. È come istituzionalizzare in una legge che la polizia locale ha competenze istituzionali legate a pratiche di mediazione dei conflitti sociali e riduzione del danno. Anzitutto, non si spiega assolutamente di quale danno si parli, ma, neanche, di cosa voglia dire "pratiche di mediazione dei conflitti sociali".
Vuol dire che dovremo usare i corpi di polizia urbana, già ridotti come unità e con grossi problemi di mezzi, per sedare le risse allo stadio? Sono conflitti sociali.
Li dovremo utilizzare per derimere liti di condominio o per difendere i ragazzi dagli spacciatori di droga quando escono da scuola o per individuare spacciatori di droga, ladri o farabutti vari che si aggirano? Oppure li dobbiamo utilizzare quando, a seguito di un furto, un cittadino non riuscendo a mettersi in contatto con polizia o carabinieri perché le poche pattuglie sono già impegnate, si rivolge al corpo di polizia urbana? Oppure...ce lo spieghi lei Assessore per cosa dovremo utilizzare la polizia municipale.
Chiediamo che questo comma sia cassato e si sostituito, invece, con "misure di potenziamento della polizia locale" che può significare il permettere ai Comuni, con un aiuto economico, di aumentare l'organico ove non possibile (perché non rientrano nei parametri di legge), significa potenziare almeno le strumentazioni e le attrezzature che la polizia locale ha. Comunque,sentire le esigenze del territorio, in particolare per interventi di microcriminalità a livello urbano: furti, scippi, borseggi e così via.
Crediamo che utilizzare i vigili urbani per fare i parcheggiatori o per fare multe per eccesso di velocità, o a coloro che passano con il rosso e così via, sia un po' troppo riduttivo. Vorremmo utilizzare i corpi di polizia locale anche nella prevenzione della criminalità, e così via. Anche perché, come l'Assessore sa molto bene, i Prefetti rilasciano autorizzazioni e compiti di pubblica sicurezza a molti agenti che operano all'interno delle polizie municipali. È fondamentale per noi che siano potenziati questi compiti, rispetto ad altri compiti che riteniamo importanti, ci mancherebbe altro, ma sicuramente secondari.
Nel comma C si parla "dell'educazione alla convivenza e alla coesione sociale nel rispetto del principio di legalità". Queste non sono competenze di una legge sulla sicurezza, sono competenze proprie di una legge che si occupa di servizi sociali, di assistenza, di pubblica istruzione. Se devo insegnare il principio di legalità, cosa c'è di meglio che insegnarlo nelle scuole frequentate da bambini italiani, extracomunitari o comunitari non italiani. C'è la scuola, ma ci sono anche gli oratori, le strutture per le 150 ore per chi ha bisogno di una qualifica professionale, i corsi di formazione professionale, ci sono gli assistenti sociali. Ci sono una serie di soggetti che possono e devono intervenire.
Certo, non ha alcuna ragione d'essere questo comma all'interno della legge sulla sicurezza.
Va benissimo la parte riguardante gli interventi di assistenza e aiuto alle vittime dei reati, ma se ne è parlato all'articolo 4. Dopodiché ci risiamo, perché al comma 2, lettera a), si riparla di prevenzione contrasto, riduzione delle cause del disagio, emarginazione sociale promozione di politica di inclusione sociale. Ci risiamo. Non sono le competenze della legge sulla sicurezza, sono competenze della legge che si occupa del sociale, ma non hanno nulla a che vedere con la sicurezza. Al limite, questioni di questo tipo si potrebbero includere nel Piano triennale di interventi per gli extracomunitari che, tra l'altro, è uscito dalla Commissione poche settimane fa. Lì ci starebbe bene, ma non certo in una legge sulla sicurezza.
Per quanto riguarda la lettera c) del comma 2, "riqualificazione urbana e politiche abitative", mi deve spiegare, Assessore, che cavolo c'entrano con la legge sulla sicurezza. C'è la legge sulla casa, ci sono le ATC che hanno competenze di politica abitative, ma la politica abitativa e la riqualificazione urbana non c'entrano niente con una legge sulla sicurezza.
La riqualificazione urbana non c'entra niente con una legge sulla sicurezza, perché la riqualificazione urbana si fa con i piani urbani, con i piani regolatori di cui si occupano i Comuni e la Regione, nei casi più importanti, dà il nulla osta.
La sicurezza è infrastruttuaria e viaria. Assessore, lei mi viene a dire che in una legge sulla sicurezza dobbiamo trattare di sicurezza infrastrutturale e viaria. Allora parliamo della Torino-Piacenza e dei cantieri, della gente che muore negli incidenti in quei cantieri. Parliamo della Torino-Milano che è un disastro? Parliamo della TAV che non riuscite a realizzare? Parliamo del Terzo Valico che non avete più in calendario dopo che Prodi è andato a Genova e ha detto che non è una priorità del Governo? Qui voi mettete questioni che nulla c'entrano con la sicurezza. A parlare di sicurezza infrastrutturale viaria deve venire l'Assessore Borioli, ma di certo l'Assessore che si occupa di una legge sulla sicurezza.
Per quanto riguarda la "sicurezza e valorizzazione dei beni ambientali", abbiamo l'Assessore Oliva che si occupa della cultura, come c'è l'Assessore che si occupa dell'ambiente, ma non possiamo di certo parlare di sicurezza e valorizzazione dei beni ambientali in una legge sulla sicurezza. Diverso sarebbe se si proponesse l'installazioni di telecamere per i videocontrolli all'interno dei parchi a rischio. Se installiamo un sistema di telecamere al Valentino, evitiamo che quattro o cinque donne all'anno vengano violentate. Questo è un ottimo obiettivo, ma qui si parla di valorizzazione dei beni ambientali, che non è competenza di una legge sulla sicurezza.
Per quanto riguarda la sicurezza e la regolarità del lavoro e sul lavoro, avete negato ancora oggi, alla Conferenza dei capigruppo, il Consiglio straordinario richiesto dal collega Ricca sulla sicurezza del lavoro. Voi, la maggioranza, negate il Consiglio straordinario al collega Ricca sulla sicurezza in luoghi di lavoro e su tutti gli infortuni che ci sono! Oggi pomeriggio, alla riunione dei Capigruppo, avete negato il Consiglio straordinario richiesto, nei termini regolamentari, dal collega Ricca! Avete veramente due facce: dite una cosa e ne fate un'altra. Inserite questioni che nulla c'entrano all'interno della legge sulla sicurezza, come la protezione civile. Che cosa c'entra la protezione civile con la sicurezza intesa come sicurezza dei cittadini? Per la protezione civile, si può parlare di sicurezza in caso di emergenza, per esempio un'esondazione un terremoto, un intervento eccezionale, e in questi casi la protezione civile interviene. Ma non mi risulta che la protezione civile interviene per arrestare criminali, tossici, spacciatori o violentatori di donne in giro per le strade. Sono altre le competenze e sono altri gli ambiti in cui si deve parlare di protezione civile, non di certo in una legge sulla sicurezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie Presidente.
Iniziamo ad entrare nel merito della legge. Abbiamo affrontato con i primi due articoli le finalità e gli indirizzi, adesso qui invece parliamo di priorità. Mi rivolgo anche all'Assessore, perché voglio che siano tutti ben consapevoli della legge che stiamo discutendo.
Quando un articolo tratta di "Priorità e indirizzi per il sistema integrato di sicurezza", immaginiamo il seguito e la declinazione di questa dicitura. L'Assessore Caracciolo lo dovrebbe sapere bene, perché è da anni in questa Regione.
Facciamo l'esempio del turismo. Quando si riconosce la priorità di interventi a favore di Comuni sotto i cinquemila abitanti, le altre domande non sono considerate, rientrano solo quelle relative ai Comuni sotto i cinquemila abitanti. Tuttavia, a meno che ci sia una dotazione finanziaria enorme, non è possibile soddisfarle tutte le domande.
Siano cinque, siano sei, siano anche sette milioni di euro probabilmente non si riuscirà a soddisfare tutte le esigenze di sicurezza che la nostra Regione esprimerà, ma tra le priorità l'unica corretta è quella relativa agli "interventi di assistenza e aiuto alle vittime dei reati", ci mancherebbe altro. Devono avere tutto l'aiuto possibile da una legge regionale sulla sicurezza.
Chiedo all'Assessore cosa c'entra "l'educazione alla convivenza ed alla coesione sociale, nel rispetto dei principi di legalità" come priorità rispetto ad una segnalazione di intervento concreto di sicurezza su un Comune. Allora, quest'articolo è meglio cassarlo e dire che la Regione valuta sulla base dei patti con le amministrazioni e delle richieste.
Se un Comune presenta un progetto, o un territorio presenta un progetto che prevede corsi di formazione, gente da mandare nelle scuole e mediatori sociali sul territorio a tentare di dissuadere coloro che delinquono ma non fa nulla di concreto, per esempio non attiva telecamere, non finanzia un'infrastruttura necessaria e non attiva attraverso la polizia locale gli strumenti adatti, questo progetto non può avere la priorità rispetto ad una altro progetto che invece propone le cose che dicevo: i soldi sono pochi e bisogna andare sulle priorità.
Tra l'altro, c'è la declinazione del punto 2 dell'articolo 5, "gli interventi regionali di cui alla presente legge si coordinano con gli altri interventi, che la Regione svolge in materie di propria competenza". Allora è giusto attivare gli altri settori. Come diceva bene prima anche il collega Rossi, se è un problema di educazione e di cultura, abbiamo un Assessore competente in questa materia. È suo compito dare degli indirizzi affinché si attui una determinata politica educativa in questo settore.
La sicurezza infrastrutturale e viaria: si chieda all'Assessore ai trasporti di privilegiare finanziamenti che prevedano interventi che possano essere messi in relazione con la sicurezza delle persone.
Per quanto riguarda la sicurezza e regolarità del lavoro e sul lavoro anche in questo caso abbiamo un Assessore al lavoro che è pienamente competente in quella materia. Tra l'altro, so che il Consigliere Ricca ha anche chiesto che su questo tema della sicurezza sul lavoro...



(Commenti in aula)



CASONI William

Cioè, ma cosa c'entra con la sicurezza? Questa non è la legge sulla sicurezza del lavoro; sicuramente dovremo fare e discutere una legge sulla sicurezza del lavoro, ma infilare in una legge sulla sicurezza anche la sicurezza e regolarità del lavoro e sul lavoro, Assessore, ci rifletta un attimo: vuol dire che lei, con questa legge, si dovrà occupare della sicurezza e regolarità del lavoro e sul lavoro (praticamente gli incidenti sul lavoro, per esempio). Ma non credo che questo rientri nella competenza di una legge regionale sulla sicurezza, per come e per quanto ne stiamo parlando da giorni.
Insomma, Assessore, io credo che questo articolo, se non ci fosse, le complicherebbe meno la vita. Perché lei dovrebbe dare delle priorità assurde e declinare degli interventi in settori nei quali non ha la competenza o non avrà i soldi per poterlo fare? Tra l'altro, se lei dovesse occuparsi di lavoro o di educazione scolastica o di quant'altro, i suoi 5 milioni sparirebbero in tre quarti d'ora, perché - voglio dirlo - non riuscirebbe a fare nemmeno una di queste cose né in una provincia e forse nemmeno in un comune di tutta la nostra regione.
Allora, Assessore, non è meglio ragionare sulla dotazione finanziaria che lei avrà a disposizione? Questo sì, magari in accordo con gli Enti locali, quindi con le proposte che i Comuni faranno, che però credo poco c'entreranno con la sicurezza e regolarità del lavoro, poco c'entreranno con la sicurezza infrastrutturale e viaria, poco c'entreranno con la riqualificazione urbana e le politiche abitative o con la cosiddetta emarginazione sociale e promozione di politiche di inclusione sociale.
Presumo molto di più che le chiederanno strumenti per illuminare delle zone buie, per presidiare dei territori, per fornire più dotazione ai Vigili Urbani del loro Comune, per permettere di fare accordi di videosorveglianza diffusi sul territorio, per permettere di fare accordi con polizie di carattere privato per presidiare punti che loro non siano in grado di presidiare con l'organico dei Vigili Urbani che hanno a disposizione. Poi ci potranno essere sicuramente delle differenze, qualche Sindaco magari chiederà qualche cosa in più, qualche cosa in meno, ma quello che è sbagliato è inserire come priorità di indirizzi questa sfilza di cose molte delle quali non c'entrano niente.
L'unica cosa da salvare è il punto d) e sugli altri piuttosto riservarsi di decidere. Lei, ricevute le domande e con gli indirizzi della legge, riservi almeno ai suoi uffici la possibilità di decidere loro, senza dover rispettare una legge che gli dice: "Secondo voi è più importante quello, però la priorità della legge regionale è dare soldi di natura preventiva di contenimento dell'ampiezza della gravità dei fenomeni di illegalità diffusa e allora finanziamo decine di convegni che parlino di questo tema".
Non penso che sia questa la volontà di qualcuno che voglia veramente aiutare i cittadini piemontesi ad avere maggiore sicurezza quando escono la sera, quando vanno in certe zone, all'interno delle loro abitazioni se magari sono isolate rispetto a spacciatori e a persone che delinquono abitualmente. Altrimenti, come diceva bene qualcuno, questa è la legge che comprende tutto e comprende tutti.
A me viene da ridere, scorrendo questo articolo - solo in questo articolo, Assessore, se lei legge - pensare che ci occupiamo di: protezione civile, sicurezza del lavoro e sul lavoro, sicurezza e valorizzazione dei beni ambientali, sicurezza infrastrutturale e viaria (di competenza dell'Assessorato ai trasporti), riqualificazione urbana e politiche abitative, polizia amministrativa locale (l'unica che in effetti c'entra), prevenzione, contrasto e riduzione delle cause del disagio dell'emarginazione sociale e promozione politiche di inclusione sociale.
Stiamo parlando di tutto, tranne che della sicurezza. Stiamo parlando di tutto, tranne che degli interventi che si devono fare. Quindi la richiesta che le rivolgo relativamente a questo articolo è: rifletta se è il caso nemmeno di modificarlo, ma di cassarlo. In fondo, la legge sta in piedi benissimo senza l'articolo 5, non tocca e non sposta niente se non nel senso che le ho detto io in questo intervento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Vorrei chiarire una cosa, perché o non è stata letta bene la legge oppure lo si fa apposta.
Il comma 2 dell'articolo 5 dice esattamente: "Gli interventi regionali di cui alla presente legge - quindi tutti gli interventi regionali compresi in questa legge - si coordinano con gli altri interventi che la Regione svolge in materie di propria competenza". In particolare, la protezione civile non la faccio io, è una materia della Regione; la Polizia Amministrativa è una materia della Regione; la riqualificazione e le politiche abitative non le faccio io con la sicurezza, ma esiste già questa materia di competenza della Regione, che va per i fatti suoi; la prevenzione, contrasto e riduzione delle cause del disagio dell'emarginazione per creare promozione di politiche di inclusione sociale, è una materia di competenza regionale (c'è la Migliasso col suo Assessorato); la sicurezza infrastrutturale e viaria è di competenza dell'Assessorato di Borioli. Queste sono materie che esistono già, io non posso cancellarle.
Le azioni, gli interventi che la legge sulla sicurezza fa si possono coordinare e creare sinergie finalizzate alla risoluzione dei problemi.
Quindi lei non mi può dire: "Cancella qua, cancella lì", perché è come se io dicessi: "Regione, cancella tutti gli Assessorati che hai e non ne parliamo più". Non è così.
Dopodiché, spiegato ciò, aggiungo che queste sono azioni prioritarie nel senso che la Regione privilegia questi interventi, e alla lettera a) cosa dice? Parla delle azioni integrate di natura preventiva di contenimento dell'ampiezza della gravità dei fenomeni di illegalità abbiamo accolto l'emendamento che ci ha presentato la Lega - e di criminalità diffusa. Quindi queste sono azioni integrate di natura preventiva.
Lei mi parla di tossic park o altri luoghi dove si verificano azioni illegali, criminose o si spaccia droga: noi dobbiamo agire sistemando l'illuminazione, le panchine e far sì che i vigili effettuino dei controlli.
Queste sono azioni preventive, non mando un poliziotto ad arrestarli perché continueranno a fare le stesse cose. Noi agiamo a livello di causa e a livello di prevenzione: questa è la nostra funzione.
Le pratiche di mediazione dei conflitti sociali e di riduzione del danno sono riconducibili alle competenze istituzionali della polizia locale. La mediazione dei conflitti sociali non è una balla, perché tutti questi conflitti sono all'origine della non integrazione di tante persone nel nostro tessuto sociale.
Ci lamentiamo tanto che i vigili non fanno altro che dare multe dalla mattina alla sera, ma anziché fare questo, potrebbero andare a verificare le varie situazioni, trovando la maniera come farlo, e cercare di mediare di convincere per risolvere i problemi prima di arrivare a far pagare le multe.
L'educazione alla convivenza e alla coesione sociale è un principio di civiltà, accettato in tutto il mondo, ma non so dove sia possibile realizzarlo, se manca la capacità di convivere tra la gente, ed è per questo che la convivenza è un motivo centrale di questa legge.
Naturalmente privilegiamo gli interventi esistenti, l'abbiamo già fatto nell'articolo 4. Questa è l'essenza di questo articolo ed io penso che sia fondamentale per questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Assessore, ho scoperto una cosa rileggendo questa legge e questo articolo 5. Me n'ero già accorto, ma finalmente ho capito che cosa finanzia la sua legge, perché per alcuni giorni non ci ho perso il sonno ma mi sono interrogato. Dicevo che non era possibile che l'Assessore Caracciolo, che è persona seria, finanzi veramente una legge così irrilevante, superficiale generica.
Quindi, stavo pensando: cos'è che mira a finanziare questa legge? Alla fine l'ho scoperto, e in effetti è nobile da parte sua l'intento. Lei vuole finanziare la Costituzione e i principi costituzionali! Quindi, la legge sulla sicurezza della Regione Piemonte, colleghi, finanzia la Costituzione della Repubblica Italiana.
Capisco che la Costituzione della Repubblica Italiana ormai sia poco letta, che l'educazione civica nelle scuole non sia proprio la materia di riferimento, però sinceramente leggere che tra le priorità e gli indirizzi per il sistema integrato sicurezza c'è "l'educazione alla convivenza e alla coesione sociale nel rispetto dei principi di legalità", questo si chiama Costituzione della Repubblica Italiana. Tutta la prima parte.
Assessore Caracciolo, lei con una legge sulla sicurezza finanzia la propaganda della Costituzione Italiana? Va bene, nel senso che è giusto, ad esempio, per quegli immigrati che vengono a vivere in Italia - noi lo diciamo da sempre - in modo che ci sia il rispetto per le nostre tradizioni, il rispetto per le nostre leggi, la condivisione dei nostri principi costituzionali. È giusto, ma allora perché queste cose non le fa l'Assessore Pentenero, visto che è competenza sua? L'istruzione è materia di competenza dell'Assessore Pentenero l'educazione alla Costituzione è preoccupazione dell'Assessore Pentenero non dell'Assessore Caracciolo. Ma cosa c'entra questo punto in una legge sulla sicurezza? Capisco che voi nel termine sicurezza vogliate mettere tutto per non mettere nulla, è una tattica legislativa. E non vorrei usare una parola grossa, quasi come se questa fosse veramente una legge, perché questa non è una legge. Questo è un casino, l'abbiamo detto in tutte le salse, è una marmellata acida dove mettete frutta e verdura, torsoli di mela e cocci di bottiglia, e, come Maga Magò, girate nel pentolone, poi arriva Gennarino che assaggia e dice "fa schifo, ma tanto non serve". Capisco! Sarebbe, qualora fosse una legge, la tecnica legislativa più vecchia del mondo quella di mettere tutto; è la legge classica del Gattopardo "tutto cambi, perché nulla cambi; metto tutto per non fare nulla".
Questa è la logica a cui si impronta la legge, perché se in una legge sulla sicurezza voi mettete tra le priorità "l'educazione e la promozione dei principi costituzionali", è evidente, Assessore Caracciolo, che non troverete i soldi per la ristrutturazione delle caserme, è logico che non troverete i soldi per le telecamere, è ovvio che non darete i contributi per le macchine della polizia municipale, è ovvio che non troverete i soldi per i manganelli di Buquicchio.
Noi ovviamente sui manganelli di Buquicchio siamo favorevoli, sono anni che proponiamo più manganelli per tutti alle forze di polizia municipale.
Figuratevi se noi votiamo contro i manganelli di Buquicchio! Siamo anche disposti a dire che è stata un'idea sua! Siamo anche disposti a dire che non è stata un'idea nostra già nella passata legislatura, pur di votare i manganelli di Buquicchio per la polizia municipale! Modestamente: signori si nasce, comunisti si diventa! Però, Assessore, se invece siamo costretti ad andare sulle priorità di indirizzo per educare alla convivenza, alla legalità e poi, ovviamente, sul divieto delle discriminazioni sessuali, razziali eccetera, è chiaro che posso mettere a questo punto anche la sicurezza sui luoghi domestici. Se vi prendessi sul serio, se il mio partito vi prendesse sul serio, sarebbe costretto a dire: aggiungiamo all'articolo 5, "Priorità ed indirizzi", un punto d) al comma 1, in cui fra le priorità fissiamo la sicurezza dei luoghi domestici. In maniera tale che potremo, ad esempio, finanziare una bella targhetta da mettere nelle cucine in cui si avverte la casalinga che giocando con il Bimby, rischia di lasciarci un pollice, ovvero si mette una targhetta nella stanza dei bambini, avvertendoli che se giocano con il martello e se lo danno in testa si fanno male, oppure costringerli a mettere un casco.
Se noi volessimo seguire l'impronta di serietà della vostra legge, è chiaro che ci starebbero dentro anche queste cose.
Invece non vogliamo andarvi dietro ed è per questo che tentiamo disperatamente di renderla, se non una legge seria - perché è impossibile andrebbe presa, strappata, triturata, dispersa al vento e riscritta completamente - cerchiamo perlomeno di presentare degli emendamenti migliorativi.
C'è l'educazione ai principi costituzionali, ma - attenzione, questo è importante! - noi facciamo anche la guardia contro i graffitari; noi ci mettiamo al posto dell'Assessore Piacione alla cultura a fare la guardia ai monumenti, perché nel punto e) del comma 2 è scritto che c'è la sicurezza e la valorizzazione dei beni ambientali. Cioè non solo la sicurezza della Reggia di Venaria, ma la valorizzazione della Reggia di Venaria.
Voi in questa legge andate finanziare i volantini dell'Assessore Oliva perché se mettete le parole "la valorizzazione dei beni ambientali", andate anche a finanziare i volantini di promozione della Reggia di Venaria.
Collega Buquicchio, che ci azzecca questa legge con la sicurezza ? Cosa c'entra? Sicurezza e regolarità del lavoro - questa poi! - è un classico incedere da radicali: "sicurezza e regolarità del lavoro e sul lavoro". Vi siete dimenticati "per il lavoro", perché sarebbe stato meglio. Pure la sicurezza sui luoghi di lavoro? Ma allora, veramente, di cosa stiamo parlando, posto che la sicurezza sui luoghi di lavoro è normata, anche penalmente, da almeno un centinaio di leggi? Capisco che sia la marchetta ai Comunisti, "Va bene, qualcosa dobbiamo metterci pure noi. In una legge che ci fa schifo, mettiamoci 'lavoro'", perché la parola "lavoro" fa molto sinistra secondo voi! Poi, con tutti i posti di lavoro che fate perdere non è proprio così, ma comunque... ci mettiamo la marchetta "lavoro" e via i comunisti sono accontentati, butuma un tacon!" Però, Assessore, non è più una legge sulla sicurezza, perché conclude - mi piacerebbe poter dire dulcis in fundo, se non ci fossero ancora un sacco di amenità; e dico "amenità", Presidente Gariglio, per rispetto all'Aula e alla Presidenza perché non voglio che lei mi sgridi e mi metta nell'angolo col cappello dell'asino girato di schiena - con la sicurezza infrastrutturale viaria: quindi finanziate l'Anas? I cantonieri? Attenzione, collega Robotti, perché indirettamente questa legge potrebbe andare a pagare le "guardie armate" che menano i manifestanti di Venaus! Non vorrai mica che l'Assessore Caracciolo, con questi soldi, vada a menare i manifestanti di Venaus? Dio ci scampi da una cosa del genere perché i manganelli di Buquicchio sì, ma usati bene e laddove serve, non certo nei confronti di chi manifesta democraticamente le proprie idee ancorché opposte alle nostre.
La sicurezza infrastrutturale viaria non rientra in una legge sulla sicurezza, Assessore Caracciolo. Non c'entra un tubo con la sicurezza! Anzi, non c'entra una putrella, visto che parliamo di sicurezza infrastrutturale viaria! Nel recuperare gli ultimi secondi, ribadisco che questa legge è più inutile che dannosa. Ripensateci finché siete in tempo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Vorrei rifarmi alla relazione che l'altro giorno l'Assessore Carasciolo ha letto in aula. E visto che siamo all'articolo 5, andiamo a leggere uno dei principali periodi di quella relazione, laddove recita "tale omogeneità di principi...".
Premesso che questa legge è basata sui principi e sui sentimenti, mi chiedo a cosa servano, allora, 5 milioni di euro. Perché se si fonda sui principi e sui sentimenti, abbiamo già i principi costituzionali e i sentimenti che ispirano ognuno di noi per natura. Proprio ieri sera, alla trasmissione "Porta a porta" si diceva che i sentimenti non vanno registrati con apposite leggi o con decreti, ma sono nel DNA di ciascuno di noi sin dalla nascita. Non capisco, quindi, cosa c'entri questo disegno di legge con i propositi, i sentimenti e gli intenti.
Assessore Caracciolo, due milioni e mezzo di euro, su un totale di 5 sono già stati promessi al Sindaco di Torino per il Patto della sicurezza per la città di Torino. Però noi li diamo così, al buio. Nella sua relazione si dice ancora: "Noi ci siamo impegnati a corrispondere la somma di 2 milioni e 500 mila euro non appena entrerà in vigore la legge sulla sicurezza integrata che oggi è in discussione nel nostro Consiglio attraverso un Patto con il Comune di Torino che prevede nuovi impianti di telecamere - mi auguro che non siano quelli repressivi per allargare la zona ZTL - e varie iniziative contro il disordine fisico e sociale della città". Lei deve precisare quali sono queste iniziative, perché noi diamo due milioni e mezzo: li diamo al buio? Se c'é un protocollo d'intesa, lei ce lo deve fornire. Colleghi, questa è una legge che finanzia...



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza (fuori microfono)

In Internet c'è.



SCANDEREBECH Deodato

No no, io non conosco internet, non so navigare ancora! Stiamo parlando di una legge che finanzia per il 50% il Patto di sicurezza stipulato qualche mese fa con il Ministro dell'interno (per la verità non so chi c'era in quella circostanza) e non sappiamo che cosa abbiamo pattuito? E lei vorrebbe che noi votassimo questa legge? Colleghi di Alleanza Nazionale o di Forza Italia, vogliamo veramente votare una simile legge? Vogliamo veramente votare una legge dove su 5 milioni di euro...? Lei pensa sul serio che se non mi fornisce subito, o prima possibile, questo documento o questo protocollo d'intesa...? Non so neanche come chiamarlo perché non c'é scritto.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza (fuori microfono)

Patto.



SCANDEREBECH Deodato

Definiamolo come vogliamo.
Come faccio, senza quel documento, a votare una legge del genere, dove l'unico vero obiettivo é quello di finanziare, con due milioni e mezzo, il Patto sulla sicurezza a Torino? Perché con gli altri due milioni e mezzo come ha precisato il collega Ghiglia, andiamo a finanziare volantini; un volantinaggio di pubblicità e di sponsorizzazioni.
Ci fornisce questo documento? Presidente, dobbiamo sospendere e avere subito questo documento.
Colleghi della maggioranza, abbiate pazienza, ma non possiamo andare avanti a votare per singoli articoli una proposta di legge così importante, in un momento così delicato, dove il problema della sicurezza è un'emergenza, non è questione di sentimenti. È un problema di sicurezza pratico, reale e concreto. Assessore, ci fornisca subito questo documento così lo leggiamo.
Ho di fronte a me il Capogruppo di Alleanza Nazionale: non capisco come voi, che siete più forti del Gruppo dell'UDC, possiate accettare una simile conseguenza.
Non possiamo andare avanti con questo metodo. Lei ci deve portare questo documento, perché è l'unico sul quale ci possiamo confrontare e da cui si evince come vengono finalizzati due milioni e mezzo di euro. Per ci che riguarda l'intelaiatura della legge, qui non c'é niente. Non c'é una finalità, né un progetto. Abbiamo messo qualcosa su un progetto integrato col Ministero, ma penso che boccerà l'emendamento che abbiamo proposto cosa che in altre Regioni, invece, è stato fatto. Però aspettiamo, andiamo con ordine.
Presidente, abbiamo bisogno di questo documento. Come facciamo a votare una legge del genere, dove la metà dei soldi - visto che già sono solo due milioni e mezzo - è destinata ad un "Patto per la sicurezza di Torino" stipulato col Comune di Torino e con tutti gli altri organi? Noi sappiamo solo questo, nient'altro. Lei non ha riferito niente!



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza (fuori microfono)

Glielo chieda a sua figlia, che è Consigliera!



SCANDEREBECH Deodato

Ma cosa c'entra! Vede che risposte? Cosa c'entra? Mia figlia deve fare la sua strada, io la mia. Lasciamo che i giovani facciano la propria strada.
Questa è una risposta interessante, che fa capire quanto siamo considerati: "Lo chieda ai Consiglieri comunali"; i Consiglieri regionali non hanno diritto ad un cazzo! Assessore...



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Scanderebech! La richiamo al rispetto dei termini consoni all'aula!



SCANDEREBECH Deodato

un modo di dire in politichese! Assessore, ma stiamo scherzando? Lei mi dice: "Lo chieda a sua figlia"! Ma non si può! Stiamo parlando di due milioni e mezzo di euro, su 5 milioni! É tutta la legge! Collega Burzi, non esiste una cosa del genere. Se poi gli altri colleghi...
una cosa assurda, Presidente. È una cosa assurda! Occorre mettere "la palla al centro" e fermarsi un attimo! Assessore ci faccia pervenire subito il documento, ci dia la serata per leggercelo, e proseguiremo l'esame della delibera nei prossimi giorni. Abbiamo bisogno del documento; senza, non posso sapere cosa sarà dei 2 milioni e mezzo, che finalità seguiranno! E i miei colleghi, sono al corrente? Se qualcuno dei miei colleghi di centrodestra ne è in possesso, ce lo fornisca - facciamo una fotocopia.
Nel momento in cui stiamo votando una legge che prevede un finanziamento esattamente doppio, per me, Consigliere regionale che vive a Torino, non avere il documento su cui viene definito il punto in questione è inammissibile.



(Commenti fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Però dobbiamo leggerlo! Scusi, Assessore, parlando con più calma. I colleghi della maggioranza votano una legge che stanzia che 2 milioni e mezzo di euro per il "Patto sulla sicurezza di Torino" senza che nessuno abbia letto cosa prevede? Non l'abbiamo letto nemmeno sui giornali, questa volta: non sappiamo nulla.
Collega Robotti, ne sai qualcosa? Si tratta del 50% di quanto stanzia la legge! Visto che non avete accettato i nostri emendamenti, volete darci la possibilità di documentarci, di essere consapevoli di quanto stiamo votando, o volete solo arrivare all'approvazione per poter dire di aver varato la legge sulla sicurezza, punto e basta? É un traguardo, è una vittoria istituzionale? Lascio a voi; io aspetto. E gradirei anche che i colleghi dell'opposizione si pronunciassero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 5, come abbiamo fatto notare in altri casi, in qualche modo indica le difformità della legge nei singoli interventi. Leggo le prime righe dell'articolo 5, "gli interventi regionali privilegiano azioni integrate di natura preventiva di contenimento dell'ampiezza e della gravità dei fenomeni d'illegalità e di criminalità diffusa" -: sostanzialmente, si tratta di valutazione condivisibile. Come ribadito in molti altri casi, sono poi le azioni concrete previste a generare perplessità Anche alla lettera c) del comma 1, dell'articolo 5, la parte che individua come prioritaria "l'educazione alla convivenza e alla coesione sociale, nel rispetto del principio di legalità" è una pia intenzione, sulla quale credo vi sia condivisione unanime. Si tratta di aspetti che si potrebbero anche non scrivere; è come dire, nel Codice della strada, che evitando velocità eccessive il rischio di causare incidenti è minore.
Questa la visione di Alleanza Nazionale relativamente ad una legge sulla sicurezza, rispetto a quelli che saranno gli interventi che la Regione Piemonte deve attuare nel "Patto sulla sicurezza", di cui all'articolo 9.
Certamente, come già altri colleghi hanno fatto rilevare, il comma 2, è un po' anomalo. É pur vero che "gli interventi regionali di cui alla presente legge, si coordinano con altri interventi che la Regione Piemonte svolge in materie di propria competenza, in particolare..." - ricordandone alcuni - "la riduzione delle cause del disagio e dell'emarginazione sociale", "promozioni di politiche d'inclusione sociale" soprattutto "riqualificazione urbana e politiche abitative". In particolar modo noi crediamo che si sarebbe dovuto puntare maggiormente, come nella precedente legge, sull'aspetto della riqualificazione urbana di città o comuni.
Laddove esistono situazioni di grande degrado, si riscontra maggior frequenza di fenomeni delinquenziali, ma soprattutto di persone che compiono reati, anche non necessariamente nel quartiere in cui vivono.
L'anomalia, rispetto ai punti sulla sicurezza viaria, sui beni ambientali, sulla sicurezza sul lavoro e sulla protezione civile, anche se sotto forma di collegamento e coordinamento con altre leggi regionali, è che si tratta nuovamente di una modalità che poco ha a che fare con una legge sulla sicurezza. É ovvio che la Regione "coordina i propri atti legislativi" non occorre scriverlo; è come se dicessimo che "la Regione in merito a politiche sulla viabilità le coordina relativamente alle leggi regionali sulle infrastrutture, sull'edilizia e quant'altro". É normale: la Regione funziona o dovrebbe funzionare non certo per compartimenti stagni politiche sulla sicurezza si possono ottenere anche con Piani di potenziamento delle opere pubbliche se, per esempio, riguardano il potenziamento dell'illuminazione piuttosto che tutti quegli interventi a garanzia di maggior sicurezza, dal più piccolo dei Comuni alla più grande delle città piemontesi.
Solitamente, invece, non vengono indicate, per cui riteniamo abbia poco senso citare alcuni di questi aspetti, come quelli sulla "sicurezza e regolarità del lavoro e sul lavoro" particolarmente significativi, ma che nulla hanno a che fare con un dettato normativo che in realtà prevede nelle "finalità" e nel suo titolo, il "creare politiche integrate per garantire maggiore sicurezza ai cittadini piemontesi".
Per questo motivo riteniamo che l'articolo 5, fra tutti quelli esaminati unitamente all'articolo 2, sia il meno peggio. La lettera a) del comma 1 dell'articolo 5 è certamente fra le più condivisibili; dopodich come ribadito in altre occasioni, le "finalità" sono estremamente differenti rispetto gli obiettivi o le priorità indicati nei punti che ho citato.
Se gli interventi reali e concreti della regione previsti all'articolo 9, fossero seri e di sostanza, si potrebbe anche votare una legge con articoli molto meno importanti.
Lo ricordava, se non ricordo male, il Consigliere Muliere. Se si legge la legge n. 6 del 2003 relativamente alla finalità o ad altri passaggi, vi sono differenze non particolarmente significative rispetto a questa differenze che invece si manifestano rispetto alle azioni concrete che la Regione va a fare, o andrà a fare, con la vecchia o con questa legge.
La valutazione che si dà deve essere necessariamente organica, non su un singolo articolo, ma sulla legge in tutto il suo articolato. Pertanto anche su questo articolo, in particolar modo al comma 2 dove si indicano le politiche con cui ci si vuole coordinare, o all'articolo 1, laddove, per esempio, indica come priorità l'educazione alla convivenza o alla coesione sociale - collegando questo a ciò che recita oggi l'articolo 9 - non pu che esprimere una valutazione positiva relativamente all'articolo in oggetto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Sull'articolo 5 del disegno di legge sono di opinione profondamente diversa dagli interventi che mi hanno preceduto. Ritengo sia anche emblematico il testo dell'articolo di un approccio integrato che fa dell'integrazione degli interventi il punto di forza della legge.
L'articolo 5 deve essere letto bene perché non può certamente invadere competenze e responsabilità che sono a livello nazionale sul piano della repressione e del crimine. Ma deve muoversi sul piano della prevenzione che individua con puntualità le azioni di prevenzione, gli interventi regionali che vengono privilegiati in materia di prevenzione e di integrazione agli interventi per la sicurezza più in generale compiuti anche da altri attori.
Al comma 2 si individua come gli interventi regionali previsti dalla legge, si coordinano con gli altri interventi che la Regione già mette in campo per le materie di propria competenza. Quindi, a maggior ragione, un approccio e una visione integrata che utilizza le risorse non soltanto di questa legge, ma anche le risorse che la stessa Regione mette in campo sugli altri settori per quanto riguarda la riqualificazione urbana l'infrastruttura ferroviaria, la valorizzazione dei beni ambientali, la sicurezza e la regolarità del lavoro sul lavoro, la protezione civile, la polizia amministrativa che non viaggiano più a comparti stagni, ma vengono affrontati nei loro interventi con quella visione integrata di cui dicevo prima.
Non capisco le polemiche riguardanti il Patto per Torino, siglato da Provincia, Regione e Comune di Torino. Anche questo Patto si inserisce perfettamente nella finalità della legge che l'articolo 9 prevede di intervenire per i patti locali e per la sicurezza integrata. In questo ambito, va valutato l'impegno della Regione nei confronti di Torino dell'area metropolitana torinese e delle risorse consistenti che dovranno essere messe in campo.
Non credo che se si ha davvero a cuore il problema della sicurezza, si possa, in qualche modo, mettere in discussione anche il Patto per Torino e per l'area metropolitana siglato a livello nazionale con il Ministero degli Interni.
Piena condivisione dello spirito dell'articolo 5 che, come dico, fa proprio dell'integrazione, dei vari interventi delle politiche regionali il suo punto di forza.



PRESIDENTE

Procediamo alla discussione dei singoli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Novero, Rossi e Dutto:.
Al comma 1, lettera a) dopo la parola "diffusa" aggiungere le parole "e di criminalità".
La parola all'Assessore Caracciolo per il parere della Giunta.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Secondo noi l'emendamento è meglio riformulato in questo modo: "di illegalità e di criminalità diffusa".
Noi parliamo di criminalità diffusa, cioè di microcriminalità diffusa con azioni integrate di natura preventiva, non andiamo sicuramente a toccare la criminalità organizzata come la Mafia, la N'drangheta, perch non fa parte dei nostri compiti. Noi accettiamo l'emendamento riformulato nel seguente modo: "per i fenomeni di illegalità e di criminalità diffusa".



PRESIDENTE

L'Assessore propone di accogliere una riformulazione dell'emendamento in cui al termine del punto a) dopo la parola "di illegalità", vengono aggiunte le parole "e di criminalità".
Il Consigliere Rossi, accetta la riformulazione dell'emendamento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Caracciolo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 5 presentato dai Consiglieri Novero, Rossi e Dutto.
Al comma 1 sostituire il punto d) con il punto b) dove si leggerà "il potenziamento della polizia locale: contributi ed orientamenti sulla microcriminalità e sui fenomeni di degrado urbano sui reati di tipo predatorio (furti, scippi e borseggi)".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Ne ho già accennato nella discussione generale dell'articolo.
Crediamo che dare in capo alle competenze della polizia locale "le pratiche di mediazione dei conflitti sociali, di riduzione del danno riconducibile alla polizia locale" sia veramente riduttivo per le forze di polizia locale. Occuparsi solo di quelle questioni ci pare quasi inutile.
Lo fanno lo stesso, ma in una legge sulla sicurezza, occuparsi dei conflitti sociali e riduzione del danno è competenza di più interventi congiunti. Crediamo che la polizia locale debba avere precisi compiti, in particolare quegli agenti che hanno competenze di Pubblica Sicurezza loro riconosciute dai Prefetti. Hanno tutte le possibilità di fare interventi di contrasto alla criminalità, alla microcriminalità, scippi, rapine e così via.
Mi permetta, Assessore, di non essere d'accordo con quello che lei ha detto pochi minuti fa, cioè credere che non sia possibile che la polizia locale possa contrastare la vera criminalità.
Le posso dire che, in accordo con le forze dell'ordine, la polizia locale di Serravalle Scrivia, di Arquata Scrivia e di Novi Ligure (parlo di due Comuni guidati dal centrosinistra, Novi Ligure e Serravalle Scrivia, e uno guidato dal centrodestra, Arquata) è riuscita, di fatto, a debellare totalmente la piaga del racket della prostituzione, se non per pochissimi casi ancora visibili lungo le strade della zona detta Pardellotta tristemente nota, addirittura, per una serie di omicidi e massacri di prostitute che cercavano di sfuggire al racket stesso. Le dico che l'operazione congiunta di questi corpi di polizia municipale ha portato a egregi risultati, arrecando un vero danno alla criminalità organizzata e al racket della prostituzione.
un esempio della nostra Regione e della mia Provincia, dove c'è stato un forte contrasto, riuscito, di lotta al racket e alla criminalità organizzata. Quindi, che adesso lei mi venga a dire che non è possibile...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Caracciolo)



ROSSI Oreste

Capirà che siamo già con pensieri diversi, ma se le porto l'esempio che è possibile, lei mi deve spiegare perché non è possibile. Mi dica perch non è possibile e le spiego perché è possibile. Le porto gli esempi di Comuni di sinistra che l'hanno fatto. Lei mi spieghi perché non è possibile e quali sono i motivi per cui le dicono che è possibile contrastare la criminalità e al racket utilizzando le forze di polizia locale.
Le dirò di più. Il vigile (chiamiamolo così, anche se è più bello il termine di agente di polizia municipale) ha un grosso vantaggio rispetto al carabiniere o al poliziotto: vive sul territorio. Il vigile di Alessandria lavora ad Alessandria perché, come lei sa, i vigili hanno competenza territoriale; al limite, possono essere prestati ai Comuni vicini con accordi fra i corpi di polizia municipale, ma normalmente il vigile rimane nel suo territorio di appartenenza.
Quindi, che vantaggio ha? Ha il vantaggio che il territorio lo conosce conosce i personaggi e i bar che hanno dei problemi, vede strani andirivieni da portoni, locali e in certe zone. Quindi, può diventare sempre in accordo con le forze dei carabinieri e della polizia, il perno su cui ruota il contrasto alla criminalità organizzata, perché conosce il territorio localmente, molto meglio della polizia e dei carabinieri proprio perché opera in un'area estremamente ristretta.
Assessore, la invito veramente ad accettare il nostro emendamento perché, pur essendo in linea con la legge, dice che la polizia locale deve avere altri compiti. Deve essere potenziata, deve ricevere contributi per intervenire sulla microcriminalità e sui fenomeni di degrado urbano. Questo andrebbe nel senso delle richieste del singolo cittadino sui reati di tipo probatorio quali il furto, lo scippo e il borseggio.
Questo è un problema sentito in tutte le città del Piemonte, ma soprattutto a Torino, Cuneo, e Asti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Molto velocemente per dire che sull'emendamento che reca la firma del collega Rossi siamo a favore, e poi per chiedere un attimo di attenzione sul fatto che il precedente emendamento è passato con 28 voti a favore, di cui dieci dell'opposizione.
Allora, vorrei capire con chi stiamo parlando. L'Assessore che ci rappresenta è stato sfiduciato dalla maggioranza? C'è qualcuno che pensa che i partiti di lotta e di governo possano coesistere pagando un unico biglietto? Errore, la lotta va in una direzione, scelga il collega Chieppa se verso nord o verso sud. Il Governo va in una direzione opposta, chiedo al collega Chieppa se verso nord o verso sud. Ma è sicuro che con un unico biglietto non si può andare gratis da tutte e due le parti.
successo in un secondo, nell'assoluto disinteresse di questa simpatica Aula, simpatica perché patisce assieme le sofferenze dell'Assessore Caracciolo attorno a questa legge. Io che, invece, ho un pessimo carattere, ne traggo subito delle conseguenze politiche. Quindi voglio sapere: l'Assessore di chi è? A chi risponde? A quale maggioranza? Se la risposta non arriva, non ho fretta, nessuna fretta.
Su una legge che il collega Ricca, al di là dell'interesse o meno di conoscere il documento che ci lega in convenzione tra Provincia, Comune e Regione, che comunque è forse a tutti noto, sia cortese, Presidente. Il semplice fatto che un Capogruppo di un partito lo chiede, credo sia un motivo sufficiente.
Il collega Chieppa ha scoperto l'esistenza del problema del nord due giorni fa, e non si vergogna, il collega Chieppa, perché è coerente.
Invece, se il collega Ricca lo chiede, glielo si dia, perché è un atto dovuto ad un Capogruppo. Stiamo parlando di una legge inutile, in cui due milioni e mezzo devono andare a Chiamparino. Se la Presidente Bresso ha dei problemi a dare due milioni e mezzo a Chiamparino cambi lavoro, perché vuol dire che non è in grado, ma però adesso mi fermerei su un altro piccolo aneddoto.
Non ci sto ad andare avanti su una legge, dove la Giunta dice che è favorevole e la sua maggioranza non la vota. Senza i dieci voti dell'opposizione, il precedente emendamento non sarebbe passato. Se fossimo due legislature fa, saremmo a discutere della sfiducia nei riguardi dell'Assessore Caracciolo (non me ne voglia, è solo un fatto politico).
Voglio capire, Chieppa. I partiti di lotta e di governo gratis, noi non te li consentiamo. Lo potete fare voi che vi divertite perché ti è molto utile, perché i sondaggi ti autorizzano, però così non va bene! Quindi, trovatevi, fermatevi, andate a Venaria, andate dove volete e poi diteci qual è la maggioranza con la quale ci confrontiamo e su quale argomento, in modo che possiamo convenire, emendare o opporci.
Spero di essere stato chiaro e di non dover ricorrere a delle sciocche inversioni all'ordine del giorno per obbligarvi a rispondere a quelle che sono legittime domande.
Credo che dovreste porvele voi, ma siccome non ve le ponete, cerchiamo di aiutarvi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Credo che non sia il Consigliere Burzi a spiegare come i singoli partiti debbano comportarsi, perché in quest'Aula rappresentiamo tutti quanti un pezzo di Piemonte e facciamo ciò che crediamo più opportuno e quello che riteniamo più giusto, Questo è il primo aspetto.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, riteniamo che quella persona seduta tra i banchi della Giunta, il nostro Assessore Caracciolo, sia un galantuomo, una persona onesta, capace, coerente e soprattutto leale con la propria maggioranza. Una persona che ha lavorato per fare una legge giusta e di altissimo profilo. Legge che si sta stiracchiando da tutte le parti con il solito gioco che il Regolamento del Consiglio permette, che attiva percorsi consociativi, che ritengo immorali, per cambiare e snaturare.
Noi garantiremo la lealtà all'Assessore Caracciolo e alla Giunta come sempre, ma soprattutto a Giovanni Caracciolo, che è una persona - ripeto onesta, un galantuomo.
Però non ci piegheremo a logiche, per cui si cerchi di stravolgere il senso alto del testo predisposto sulla sicurezza dall'Assessore Caracciolo e dai suoi uffici. Coerentemente, con un passo lento, come tutto è lento in quest'Aula, andremo avanti nell'approvazione di questa legge, garantiremo i voti per approvare questa legge, ma non parteciperemo con i nostri voti allo snaturamento e al cambiamento di rotta sulla legge stessa.
Dico con grande coerenza ai nostri colleghi di minoranza che siamo partito di lotta e di governo non da oggi, ma da quanto è nata la nostra democrazia! Siamo partiti di lotta e di governo perché abbiamo aspirazione a governare e laddove è possibile governiamo, ma al tempo stesso siamo legati alla nostra gente, ai nostri valori, alle sensibilità di cui siamo portatori. Non sarete di certo voi, colleghi, che ci farete smettere per un istante di rappresentare questa storia e questa parte importante di società del nostro paese.
Infine, il biglietto conquistato in quest'Aula non ce lo da il Consigliere Burzi, ma ce lo danno gli elettori, quindi non rispondo a Burzi, ma rispondo ai miei elettori!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Volevo sottolineare che qui nessuno l'ha accusato la persona dell'Assessore Caracciolo.
Qui si sta parlando di un documento e il documento non è un percorso consociativista; non si sta parlando se nel documento programmatico o in una legge c'è una convergenza su temi così importanti come la sicurezza e l'ordine pubblico.
questo quello che ci differenzia: noi vediamo l'obiettivo, vediamo soprattutto il bene comune della collettività e dei cittadini prima del bene proprio partitico ed ideologico.
questa differenza che ci distingue, ed è una fortuna che ci sia.
Per me l'Assessore Caracciolo è un amico di vecchia data, almeno io mi permetto di considerarlo tale, poi non so se lui mi consideri altrettanto.
Questo non è un problema umano della persona che rappresenta l'Assessorato. Stiamo parlando di una proposta di legge e, nel momento in cui questa proposta di legge deve in qualche modo intervenire su dei risultati disastrosi che abbiamo sul territorio della Regione Piemonte, un tema così importante come la sicurezza appartiene a tutti e non indistintamente a percorsi consociativisti che stiamo intraprendendo.
Vuole che questo percorso, anche se lei lo definisce consociativista sia un percorso che vada nella direzione di ridurre questi dati disastrosi? Altrimenti per quale motivo stiamo qui? Solo per fare demagogia? Quindi, condivido pienamente la posizione del collega Burzi, così come condivido la posizione dei colleghi di Alleanza Nazionale e degli stessi colleghi della Lega Nord che hanno espresso molto bene i principi di questa legge, ed altrettanto hanno espresso non solo il desiderio politico, ma la concretezza e la volontà di dare un minimo di contributo per cercare di migliorare questo disegno di legge.
Allora, collega Robotti, qui non dobbiamo confrontarci sulle rispettive idee partitiche, bensì dobbiamo confrontarci sulla realtà, sui risultati e sulle decisioni che vengono assunte da quest'Aula, e che su un tema così importante come la sicurezza dei cittadini devono essere condivise.
La sicurezza dei cittadini non è un tema né di centrodestra né di centrosinistra; è qualcosa che appartiene a tutti e che abbiamo tutti sulla pelle nel momento in cui la sicurezza è un'emergenza. Non come dice l'Assessore Caracciolo, che sostiene che l'obiettivo di questa legge è quello di contrastare i sentimenti di insicurezza della popolazione.
Ma stiamo scherzando? I sentimenti? Stiamo vivendo il momento più delicato ed importante della storia della Repubblica, stiamo vivendo un momento in cui vengono inquisiti i figli dei poliziotti che vanno a fare gli squadristi negli stadi! È la notizia di ieri sera.
Questo che cosa vuol dire? Che c'è un contrasto sociale, che ci sono dei problemi sul territorio e noi, come Consiglieri regionali e come Aula consiliare, dobbiamo dare delle risposte. Altro che demagogia! Altro che contrasti sociali! Bisogna dare risposte, non percezione di sentimenti.
Noi vogliamo dare queste risposte anche solo con cinque milioni.
Lasciamo stare i due milioni e mezzo e spero che ci sia questo protocollo d'intesa nella direzione di incidere sul territorio.
Gli altri due milioni e mezzo vogliamo sapere come spenderli, ma più che volerlo sapere vogliamo che siano spesi nel miglior modo possibile per migliorare questa situazione disastrosa. Quattro delle nostre Province sono al primo posto per ciò che riguarda scippi, rapine e furti. Questo è un dato di fatto, non è una percezione, non è un sentimento.
Quindi, davanti a questa realtà dobbiamo dare un colpo di reni tutti assieme, perché penso che anche lei, collega Robotti, come Consigliere regionale abbia il dovere di dare delle risposte.
La sua Provincia, quella di Asti, per ciò che riguarda furti in casa, è esattamente al terzo posto su 103 Province in Italia. Dovremmo vergognarci! Altro che percezione di sentimenti! Noi quindi dobbiamo dare delle risposte e qui lo diciamo per cercare di contribuire a migliorare questa situazione, non per peggiorarla; e veniamo anche accusati di fare ostruzionismo senza dare un segnale forte di concretezza.
Rinvio al collega Robotti le sue affermazioni di percorsi consociativi noi non siamo consociativi ma siamo costruttivi, e vogliamo essere costruttivi per migliorare una situazione che pesa negativamente su tutti.
Non siamo qui per giocare, non siamo qui per fare demagogia, ma per contribuire ad un disegno di legge. Ci sono i finanziamenti, quindi cerchiamo di utilizzarli nel miglior modo possibile.
Assessore Caracciolo, faccia l'interesse dei cittadini piemontesi, non gli interessi di una forza di maggioranza che in un momento fa opposizione e un momento dopo fa maggioranza! Questo distinguo deve finire in questa maggioranza! È ora di smetterla con questi distinguo, bisogna avere coraggio, bisogna dare delle risposte alla gente, perché il qualunquismo alla Grillo andrà avanti fino a quando provvedimenti come questi andranno in porto. Se invece faremo dei provvedimenti seri e capaci di dare delle risposte serie, anche il qualunquismo alla Grillo potrebbe essere eliminato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Vorrei intervenire relativamente ad un punto che mi sta particolarmente a cuore e che non posso fare finta di non avere ascoltato.
Ritengo che in qualsiasi consesso elettivo, nulla vieti di raggiungere accordi per votare provvedimenti finalizzati al governo di ciò che si sta governando - che può essere una città, una Provincia o addirittura una Regione o addirittura l'intera nazione - tra forze che non appartengono essenzialmente alla coalizione che rappresenta in quel momento la maggioranza.
Quindi, da una parte ritengo che gridare allo scandalo quando si vengono a stabilire maggioranze variabili - chiamiamole così - o maggioranze diverse da quelle che appartengono in modo più stretto alla maggioranza di governo su provvedimenti particolari, evidentemente e diffusamente molto sentiti, non sia assolutamente scandaloso. D'altra parte, ritengo che ci debba essere la piena libertà di astenersi o votare contro anche da parte di forze che appartengono in quel momento alla maggioranza su un emendamento, su un articolo o addirittura anche su una legge.
Le considerazioni da farsi sono altre: se si ritiene di non condividere più la politica di una maggioranza e ci si sente forza minoritaria, ci si deve assumere la responsabilità di uscire dalla maggioranza ed eventualmente di creare le condizioni per andare tutti a casa.
Questa è serietà. Se esco io, caro Robotti, non cambia assolutamente nulla, perché un numero o un voto non determina e non scombina assolutamente niente.
La situazione è ben diversa, e allora toglietevi dalla testa di poter paralizzare azioni di governo senza che si possa ricorrere, in modo saggio e coraggioso, a coloro che volenterosamente porgono un ausilio.
Toglietevi dalla testa che riuscirete a paralizzare questa maggioranza su provvedimenti sostenuti dalla larga maggioranza del paese e a larga maggioranza democratica! Non siete voi che potete determinare la rottura e la fine della capacità di governo della maggioranza.
Non siete voi! E su determinati provvedimenti ben venga, caro Consigliere Burzi, il supporto da parte di forze che condividono, nel merito, quei provvedimenti. Quindi, da una parte, non è scandaloso che si possa attuare un'azione di questo tipo; dall'altra, collega Burzi occorrerebbe non invocare - anche questo sarebbe paralizzante - la mancanza di una maggioranza in termini politici gravi se questo riguarda solo un determinato provvedimento o, ancor peggio, un unico emendamento.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Riprendendo il discorso del Consigliere Robotti, anche da parte del mio Gruppo, naturalmente, è pieno il sostegno all'Assessore Caracciolo, alla legge che lo stasso ha redatto.
Mi è sfuggito qualche passaggio dell'interevento precedente: non sono riuscito a capire se indirizzato alla minoranza o alla maggioranza; a volte, a quest'ora, un po' di confusione può albergare in qualche Consigliere. La stanchezza può portare anche a questo.
Se ritengo grave l'eventualità di maggioranze geometriche, ritengo si tratti di un momento di confusione; è altrettanto giusto, per condividere l'impianto di una legge che non parla demagogicamente di mitragliatori automatici o d'interventi repressivi puri, che la Regione non potrebbe attuare.
Personalmente, non riesco più a capire il senso del nostro dibattito si continua a parlare di "aria fritta". La Regione ha alcune competenze e non altre; quelle che la minoranza continua a invocare sono delegate ad altri settori, ad altri Enti dello Stato, ad altri luoghi.
Riteniamo dunque che l'impronta data dall'Assessore Caracciolo abbia prodotto una legge che, in primo luogo, vada nella direzione di quanto pu fare la Regione, e in secondo luogo, in una visione che per fortuna è alternativa a quella della minoranza. Meno male! Il "sentimento d'insicurezza" può essere anche indotto: ricordiamocelo a volte cresce su un'induzione spesso creata ad arte, per portare avanti alcune tematiche e non altre.
Al contrario, si può rilevare che tale sentimento, a volte indotto unito ad una situazione di degrado su cui occorre intervenire, si pu diminuire se non annullare, anche solo con la prevenzione e non solo con i mitragliatori automatici.
Riteniamo il disegno di legge illuminato, in epoca di oscurantismo vediamo quell'illuminismo dimenticato da decenni. L'astenersi sull'emendamento concertato, che non condividiamo,perché snatura il disegno di legge, credo nulla implichi e non tolga la fiducia ad un lavoro che riteniamo più che pulito e ben fatto.



PRESIDENTE

iscritto a parlare il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Ieri mattina ero a "Videogruppo" con quel grande galantuomo e persona molto preparata quale è il Consigliere Ferraris. Personalmente, sostenevo che ormai le divaricazioni con la sinistra radicale sono significative e impediscono non soltanto un senso di governo unitario, ma anche di pensare alle riforme necessarie per salvare il Paese.
Tra l'altro, non so se abbiate mai sentito parlare di un certo Franco Pizzetti, Garante della privacy e, a suo tempo, consigliere di Prodi: con lui sostenevo che a mio parere il governo va male ed egli mi ha risposto: "No, va molto peggio di quanto pensate, perché il rapporto con la sinistra radicale è contro natura per dei riformisti, e sulle emergenze del Paese sarà sempre più evidente".
Ritengo che l'interevento del Consigliere Buquicchio, con cui mi complimento ancora una volta, abbia evidenziato queste cose; penso che quest'alleanza, questo sistema continueranno almeno per un po': penso che continui a far male. La sinistra riformista - o Partito democratico - è intrappolata; le altre parti del centrosinistra devono cercare affannosamente di riequilibrare. Fino ad un certo punto il Paese non ne patirà, ma andando oltre sarà intollerabile. Per ora, a patire sono i più deboli, le donne e gli anziani, le vittime di una violenza sempre maggiore.
Il Consigliere Ferraris ha difeso la maggioranza e la Giunta regionale con un aplomb e un garbo cui va dato merito. Ma, cari colleghi, occorre prenderne atto: decidere se le ragioni della coalizione, di un'alleanza sempre più stiracchiata prevalgono sul bene del Paese, specie su vicende così dirimenti.
Grazie a chi è uscito fuori dal coro, cantando con voce alta e coraggiosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere segretario Chieppa, in qualità di Consigliere.
Ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Ruberò non più di due minuti ai lavori del Consiglio.
A me pare, pur non dovendo in alcun modo giustificare l'espressione di voto, che vi siano due filosofie ormai chiare, sul tema della sicurezza.
Noi abbiamo pienamente condiviso, e condividiamo, l'impostazione che la Giunta regionale, quindi il governo della Regione, ha proposto impostazione molto ampia, ribadita proprio dall'articolo 5, che stiamo esaminando: la volontà di affrontare il tema della sicurezza su un ventaglio di argomenti, e non sui "trita e ritrita" strumentali che provengono dai banchi della destra.
Ovviamente, quando - pur legittimamente - vi sono settori della maggioranza che ritengono di modificare in parte il provvedimento - vedi l'emendamento precedente - e di inserire un'azione di contrasto della criminalità diffusa, riteniamo che si tratti di palese contraddizione con l'impianto generale del disegno di legge, così come ci arriva dal governo regionale. E quindi abbiamo ritenuto di non votare l'emendamento.
Voglio ricordare al collega Burzi, che il sottoscritto si è accorto della "vicenda Mauruziano" nel 1985, divenuto dipendente dell'ospedale vivendo giorno per giorno la vera operazione di killeraggio che il collega e i suoi amici, componenti dell'allora Giunta regionale, hanno condotto ai danni di quell'ospedale, provocandone il crak cui abbiamo assistito successivamente e l'enorme situazione di disagio che si è venuta a creare.
Non lo sostengo solo io: sono stati depositati documenti puntuali e concreti alla Commissione d'indagine del Consiglio regionale sul Mauriziano, che rappresentano un atto d'accusa schiacciante.
Collega Burzi: non citi il Mauriziano, abbia almeno questo residuo elemento di dignità politica. Trovi altri argomenti, viste le enormi e schiaccianti responsabilità che gravano su atti da egli stesso compiuti.
Personalizzo: lui e i suoi amici componenti le Giunte precedenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Nell'ultimo interevento si è parlato di "contrasto della criminalità diffusa"; vorrei precisare che non c'è alcun contrasto nell'emendamento che parla di "azioni integrate di natura pre-ven-ti-va, di contenimento dell'ampiezza e della gravità dei fenomeni di illegalità e di criminalità diffusa". Noi agiamo in via preventiva per contenere questi fenomeni; noi non contrastiamo, né arrestiamo. Semplicemente, promuoviamo azioni di natura preventiva. Questo era nel merito dell'articolo.
Poi non devo essere io a dire se appoggiare o meno un articolo: c' libertà di voto. Se i problemi fossero stati diversi, non avrei accettato io l'emendamento. Penso, comunque, che la politica - con questo non voglio insegnare agli altri! - sia anche gioco di squadra: se si vuole vincere bisogna stare attenti agli autogol. Bisogna cercare di fare goal e vincere le partite.
Questa è la mia opinione, ma ognuno è libero di votare. Anzi, vi ringrazio per gli apprezzamenti personali. In merito all'emendamento sui Vigili ovvero sul fatto che possano o meno contrastare la criminalità, ricordo che la legge quadro n. 65 del 1986, all'articolo 5 precisa che un operatore di Polizia Urbana se ha la qualifica di Agente di Pubblica Sicurezza pu essere impegnato in alcune operazioni sul proprio territorio, sotto il comando dell'autorità di Polizia (Prefetto o Questore), ma limitatamente a questo. Nella fattispecie, nel Patto per Torino sono spiegate queste cose.
Non solo, ma i Vigili Urbani di Torino partecipano nelle pattuglie miste assieme a quelle della Polizia e dei Carabinieri, ma in questo contesto.
Dopodiché, non hanno alcuna competenza istituzionale, a meno che non si trovino in flagranza di reato; in questo caso, possono anche arrestare il soggetto per contrastare la criminalità. Se si volesse arrivare dove pensa la destra, ovvero a concedere questi poteri o quasi, basterebbe emanare una legge di coordinamento tra gli articoli 118 e 117 della Costituzione.
Dopodiché, si studierebbero "forme di coordinamento" tra le due situazioni.
Oggi come oggi i Vigili li vediamo nelle loro competenze ordinarie, che sono quelle di polizia urbana e di salvaguardia regolamenti comunali e leggi. E non in questi contesti, se non quando hanno la qualifica di Agenti di pubblica sicurezza e sotto il coordinamento dell'autorità di pubblica sicurezza. La criminalità e la prostituzione non sono reati di competenza dei Vigili Urbani, ma della Magistratura e delle Polizie di Stato. Questo è il punto.
Il nostro compito è agire creando sicurezza integrata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Prima di dare delle risposte al compagno Vincenzo Chieppa, ho ascoltato attentamente ancora una volta l'Assessore Caracciolo dire delle grosse fesserie. Proprio adesso ha detto una cosa irreale, ovvero che i Vigili Urbani non possono intervenire per limitare il fenomeno selvaggio della prostituzione, della sicurezza e dell'ordine pubblico, aspetto che non avevo ancora nemmeno preso in esame.
Guardi, Assessore Caracciolo., ci sono dei Comuni... dov'è l'Assessore?



(Commenti in aula fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Guadagno tempo e vado avanti sulle dichiarazioni del compagno Vincenzo Chieppa. Poi, Presidente, mi concederà ancora qualche minuto per la questione sollevata dall'Assessore Caracciolo.
Compagno Vincenzo Chieppa...



PRESIDENTE

La prego, però, di moderarsi nelle affermazioni.



SCANDEREBECH Deodato

Quando siamo arrivati in quest'aula nel 1995 - rientro anch'io fra i cosiddetti "amici di Burzi" - c'erano più Consiglieri regionali inquisiti e sotto inchiesta che non in libertà definitiva, per non dire provvisoria.
Quindi, amico e compagno Chieppa, non devi venire a farci una lezione morale per quanto concerne le pendenze ancora in corso sulla sanità e soprattutto sulla legalità. Il collega Burzi avrà modo di risponderti in modo adeguato, ma intervengo io visto che rientro fra i suoi "amici". Sappi che i suoi amici si sono ritrovati in quest'aula con un Assessore inquisito e con dei Capigruppo inquisiti: se non erro, 12 Consiglieri regionali erano sotto la mannaia della Magistratura. È chiaro? Abbiamo avuto anche noi i nostri problemi, ci mancherebbe! Non siamo mica i più puri o le persone più oneste del mondo? Però il sottoscritto ha sempre cercato di dare il massimo della propria onestà intellettuale un modello di vita.
Come ripeto - non aggiungo altro, visto che è arrivato l'Assessore Caracciolo - non venite a farci lezioni di morale, perché quando sono arrivato in quest'aula 12 appartenenti alla vostra coalizione erano sotto inchiesta. Poi, di questi, alcuni sono stati rinviati a giudizio, ma non entro nel merito.
Non venite a farci questioni di morale, come se la legalità fosse soltanto un problema di sinistra o di destra: riguarda tutti.



SCANDEREBECH Deodato

CHIEPPA Vincenzo (fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Io non ho parlato di inchiesta, ho parlato di....



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Chieppa, avrà modo di rispondere a tempo debito.



SCANDEREBECH Deodato

Ha voluto solo evidenziare un aspetto di rilevanza politica. È un dato storico che non dovete dimenticare.
Non venite, quindi, a farci questioni morali sulla legalità, perch tali questioni le rinviamo direttamente al mittente! Per quanto riguarda il lavoro svolto in modo particolare dall'allora Assessore Burzi, sarà lui a rispondere in modo adeguato.
Assessore Caracciolo, veniamo alle sue ultime dichiarazioni.
La riduzione della prostituzione selvaggia in altri Comuni importanti anche governati dal centrosinistra, come Bologna per esempio, dove avete un Sindaco modello, che ha rappresentato la struttura sociale e sindacale italiana, anche la città di Bologna ha preso dei provvedimenti chiari netti, espliciti ed incisivi per ridurre il fenomeno della microcriminalità, migliorare l'ordine pubblico e soprattutto ridurre il fenomeno della prostituzione selvaggia e dell'immigrazione. E noi, come Regione Piemonte, non possiamo fare niente? Smettiamola con questo ritornello! Basta! Cambiamo registro, non può ogni volta ripetere che non possiamo fare nulla, quando altri fanno e agiscono. Ultimamente, da decreto, sembra che siano stati affidati agli Enti locali maggiori poteri basta poco, adoperando la polizia locale, facendo le multe a chi va dietro la prostituzione, a chi blocca le autostrade, a chi blocca gli ingressi principali delle strade. Già quello è un deterrente, è un metodo per ridurre la prostituzione selvaggia.
Non stiamo dicendo che si deve sparare, ma un maggior controllo nei luoghi dove viene svolto l'atto di prostituzione selvaggia. Basta poco: prevenire, essere presenti e ridurre i crimini. Non diteci che non si pu intervenire, diamo una formazione adeguata ai nostri vigili urbani facciamoli intervenire sulle strade, non teniamoli solo e soltanto dietro ad una scrivania. Forniamoli dei mezzi necessari. Noi vogliamo quello vogliamo ridurre...



PRESIDENTE

Per cortesia, è terminato il tempo a sua disposizione.



SCANDEREBECH Deodato

Spero di essere stato chiaro, Assessore Caracciolo, la mia non è una richiesta demagogia, non sono richieste fantapolitiche, sono richieste che se applicate nel modo giusto, forse, potremmo ridurre il fenomeno della microdelinquenza...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Robotti)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Robotti Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Siamo a favore dell'emendamento presentato dal Consigliere Rossi.
Poiché non vorrei che tutto questo tempo andasse sprecato, riprendo alcune considerazioni, la prima delle quali dovrebbe anche interessare il Presidente. Trovo utilissimo che si allarghi la discussione, nell'ambito del rispetto del tempo, anche ad altri argomenti. Per esempio, il Mauriziano.
Consigliere Chieppa, può darsi che l'alzhaimher - si sa, essendo una malattia, è autonoma, decide chi colpire e quando e non sempre colpisce i più anziani, non si sa, dipende, bisogna avere fortuna, e molta, e far conto su una sanità efficiente - le abbia fatto dimenticare che la Commissione di indagine che, in questo momento, la vede tra i suoi partecipanti, è stata richiesta da noi e - mi permetto di dire, con un certo ruolo e con tutta la modestia che questo comporta - da me.
Peraltro, non mi sembra che la sua maggioranza vi presti particolare attenzione - finora, ma vedrà che ci sarà - se non come conseguenza di una richiesta che noi abbiamo avanzato. È così? Prendo atto del fatto che lei fosse presente. Intanto, visto che lei fa parte dall'85 del Mauriziano, vuol dire che quando parleremo di sindacato pubblico del comparto sanità del Mauriziano, ci diranno, qualora consultati, cose di cui lei certamente, come certo attento osservatore dell'attività della CGIL, sarà a conoscenza.
Se vuole, le porto i documenti che la CGIL ha scritto sul sindacato del comparto Mauriziano. Anzi, siccome le voglio bene, le suggerisco di leggere ciò che la CGIL ha scritto sul comparto sanità del Mauriziano. Ciò che ha scritto non il Consigliere Burzi - noi di Forza Italia scriviamo poco e leggiamo ancora meno - ma la CGIL, sulla Commissione del Mauriziano: vedrà che, andando avanti, avrà modo di divertirsi. Si fidi. La consideri una promessa.
Torno al Consigliere Robotti che dice cose interessanti ma, credo forse ho sentito male - erronee. Quando il Consigliere Robotti parla di consociativismo, a meno che usi un vocabolario...



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri non interessati al dibattito, di accomodarsi fuori dall'aula.



BURZI Angelo

Per essere consociativi si richiedono due condizioni, nel caso specifico assenti: che qualcuno richieda qualcosa, meglio se in maniera non trasparente, e che l'oggetto della richiesta risponda "sì", meglio se in maniera riservata.
Nel caso specifico, parlo per il mio Gruppo, che considera questa legge totalmente inutile - non abbiamo presentato neanche un emendamento - su che cosa ci saremmo accordati? Sul non affondare questa Giunta perché abbiamo grande rispetto personale per l'Assessore Caracciolo? Può essere.
Probabilmente il Consigliere Robotti dovrebbe frequentare un corso o utilizzare un vocabolario diverso perché "consociativo" attiene ad altro tema. Se vuole gli fornisco dei consulenti della sua area, non della mia che probabilmente qualche corso veloce... Cosa? Non ho capito? "Massoni?", non ho problema...



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Robotti, eviti di interrompere i Consiglieri.



BURZI Angelo

Adoro essere interrotto, soprattutto dai Consiglieri. Se vuole, chiedo un Consiglio aperto o un Consiglio straordinario sulla massoneria: io, di sicuro, non ho problemi. Io.
Se il Consigliere Robotti vuole parteciparvi lo invito assolutamente. Se non ci fosse stata la massoneria lui lavorerebbe ancora in miniera, forse.
Oltre al vocabolario d'italiano - anche se gli sfugge il termine consociativo - gli suggerisco di leggere l'intervento prtecedente altrimenti si irrita - o di consultare Chiezzi o qualche suo consulente che gli spieghi che cosa significa. Gli sfugge, per esempio, che la Massoneria ha fatto in modo che questo simpatico giocattolo che si chiama Italia ci sia. Poi, può anche non piacere. Tra l'altro, gli sfugge anche che non ci si iscrive, si viene scelti.
Assicuro che il problema non si porrebbe, o non si sarebbe posto, o non si porrà.
Nel prossimo emendamento completerò il tema.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5, sul quale l'Assessore Caracciolo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 37 presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Ghiglia, Boniperti: Articolo 5, comma 1: cassare l'intera lettera c).
La parola al Consigliere Botta per l'illustrazione.



BOTTA Marco

Mi pare che la richiesta contenuta nell'emendamento sia stata già fatta e ripetuta nella discussione generale, quindi è conseguente ad una posizione assunta in maniera molto chiara dal nostro Gruppo.
La lettera c) riguarda "l'educazione alla convivenza e alla coesione sociale, nel rispetto del principio di legalità".
Chiediamo che la lettera c) venga eliminata dal comma 1. Riteniamo che la legge non verrebbe sminuita da questa eliminazione, ma che, al contrario riassumerebbe con maggior vigore il senso di un provvedimento sulla sicurezza. Sinceramente, crediamo che questo tipo di concetto, questo tipo di principio, che pur potrebbe avere una sua parziale validità se non ripetuto in maniera quasi maniacale, si già contenuto in tante altre parti della legge - nei "Principi generali", per esempio. Battere sul chiodo dell'educazione alla convivenza, alla coesione sociale, ci pare ripetitivo in maniera eccessiva.
Per questo motivo, con grande tranquillità e sulla base di quanto già detto da tanti colleghi nei loro interventi, riteniamo che possa essere assunta quest'eliminazione come un fatto di semplificazione della normativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo per dichiarare che siamo a favore dell'emendamento presentato dal collega Vignale e per completare il dibattito sull'emendamento di prima. Perché? Può darsi che ad alcuni colleghi fosse sfuggito, ma mi permetto di ricordarlo.
Se in occasione dell'emendamento, che ha suscitato un minimo di mia attenzione, noi semplicemente non avessimo votato, perché mi sembra un comportamento normale da parte dei Gruppi di opposizione attendere che la maggioranza garantisca almeno il numero legale, ebbene, quell'emendamento non sarebbe passato. Se non fosse passato, ci sarebbe stata un'interruzione di discussione per mancanza di numero legale e saremmo tutti in viaggio, a questo punto, verso le nostre dimore Alcuni fortunati che vivono a Torino (nel senso di vicinanza, non certo per altre ragioni) e altri, che invece hanno la fortuna di vivere in Province più ridenti, piacevoli e meglio governate di quanto non lo sia la Provincia di Torino, sarebbero in viaggio per la propria casa.
Questo è un tema che a noi sembra di importanza rilevante, ma prendiamo atto che al collega Robotti invece non pare. Ci permettiamo di segnalare che, qualora succedesse ancora che su un emendamento la maggioranza non avesse i numeri, temo di dover dire che questa legge, e lo farò con grande piacere, anche perché la considero inutile - non dannosa, ma inutile - avrà qualche difficoltà in più nell'essere approvata di quante già non ne abbia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37, sul quale l'Assessore Caracciolo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Novero, Rossi Dutto: Art. 5, al comma 2, lettera a) eliminare le parole: "e promozione di politiche di inclusione sociale;" La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

Ci risiamo su questa posizione strana, che vuole far sì che la legge sulla sicurezza sia, di fatto, una legge sui servizi sociali. Su questa lettera del comma 2 chiediamo almeno di togliere, al comma a), "promozione di politiche di inclusione sociale", perché sono politiche di competenza di un altro tipo di Assessorato.
Tra l'altro, è vero, l'Assessore ricorda il comma 2: "Gli interventi regionali di cui alla presente legge si coordinano con altri interventi che la Regione svolge in materie di propria competenza". Segue l'elenco di questo tipo di interventi, però, se si devono coordinare con quegli interventi, deve esserci un accordo legislativo fra le due strutture che si parlano e si coordinano. Però l'Assessore mi deve spiegare cosa cavolo c'entra il discorso della promozione delle politiche della sicurezza quindi la sicurezza del cittadino, e il doversi andare a coordinare con una serie di questioni che riguardano altri settori, ma l'inclusione sociale non c'entra assolutamente niente.
La legge sulla sicurezza deve garantire la sicurezza al cittadino, deve difendere il cittadino, deve intervenire sulle questioni relative alla sicurezza del cittadino. L'approvazione del progetto di inclusione sociale compete ad altri, spetta a chi si occupa dei servizi sociali e dell'istruzione. Nel momento in cui lei, Assessore, al comma 2 dice che gli interventi di cui alla presente legge si coordinano, vuol dire che devono essere interventi congiunti. Si presume, come diceva prima il collega Casoni, che se sono interventi congiunti, ci potrebbe anche essere un finanziamento congiunto, ma i soldi non ci sono.
Se abbiamo a disposizione, in tutta la regione, cinque milioni di euro da distribuire, due e mezzo si danno esclusivamente a Torino, gli altri due milioni e mezzo sono suddivisi tra i rimanenti quattro milioni di abitanti della Regione Piemonte. Lei si rende conto che se vuole andare a coordinare, quindi a condividere politiche di inclusione sociale, riduzione delle cause del disagio, l'emarginazione sociale, la polizia amministrativa locale, le politiche abitative, la riqualificazione urbana, la sicurezza dei beni ambientali, la sicurezza del lavoro e sul lavoro, la protezione civile, con tutti questi coordinamenti e piani di lavoro comune distribuisce soltanto delle noccioline, dei centesimi di euro, non degli euro, perché non ci sono i fondi a disposizione.
Allora, stiamo con i piedi per terra, togliamo tutta questa parte che serve a poco in una legge sulla sicurezza. Diciamo, al limite, che l'Assessorato competente si raccorderà con gli altri Assessorati nel momento in cui ci saranno dei progetti che possono proseguire su strade parallele. È più facile.
Non lo si vuole fare? Rendiamolo più snello. Chiediamo che dall'articolo 5, cooma 2, si tolga almeno una piccola parte, quella relativa alla "promozione di politiche di inclusione sociale", che è assolutamente di non sua competenza e neanche di competenza di un coordinamento congiunto su una legge sulla sicurezza.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori in particolare sul conteggio del numero legale presente in aula


PRESIDENTE

Il Consigliere Casoni ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



CASONI William

Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente.
Da una verifica veloce che abbiamo fatto prima sulla votazione precedente, risulta che è chiaro che il numero legale comunicato all'inizio di seduta era di 29. Abbiamo votato cinque volte con il numero legale pari a 29, quindi non è possibile, per Regolamento, che una persona che ha firmato il registro delle presenze nella seduta pomeridiana si metta in congedo nella stessa seduta. Il numero legale era 29, prima ci sono stati 28 voti, quindi noi non siamo qui per farci prendere in giro.
Su queste cose bisogne essere chiari, questo non è un tentativo per ostacolare, ma non siamo nemmeno disposti a farci prendere in giro. È tutto il pomeriggio che votiamo con il numero legale a 29, ma poi improvvisamente, quando i voti favorevoli sono 28, ci viene detto il numero legale è 28. Questo giochino a noi non piace molto.
Per correttezza, forse converrebbe che chiudessimo ora questa seduta perché adesso nessuno ci convincerà che comunque...
Potete trovare tutte gli escamotage, vedo che siete tutti riuniti forse per trovare la giustificazione del numero legale. Abbiamo fatto un controllo semplice, quello dei congedi e delle firme. Risulta che il numero legale è 29, a meno che non spuntino nuovi fogli, ma sarebbe opportuno che non spuntassero. Quindi, la votazione di prima non è legittima, c'è un'interruzione di mezz'ora e valuti lei se non sia il caso di chiudere questa seduta.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la gestione dei congedi e del numero legale, è tutto fatto in perfetta trasparenza e in dipendenza dagli organi politici e dagli uffici burocratici dell'ente, che hanno sempre operato con le stesse regole. Nulla è stato modificato rispetto alle prassi che sono consolidate.
Evidentemente non c'è stato alcun vulnus, perché abbiamo otto congedi e attualmente il numero legale è 28. All'inizio di seduta è stato dichiarato un numero legale più alto, che peraltro è sempre stato raggiunto.
Evidentemente è successo che si sono aggiunte nel corso della seduta dichiarazioni di congedo di persone che non erano in congedo ad inizio seduta, ma che non erano mai state presenti, fra persone che non hanno fermato la presenza, che erano assenti dall'aula e che nel corso della seduta hanno mandato delle dichiarazioni di congedo.
Evidentemente è quello che è avvenuto. Verificheremo quello che è successo nei dettagli e cercheremo anche di istruire una procedura più rigorosa nel monitorare tempestivamente quello che succede nel corso della seduta per controllare le fluttuazioni del numero legale.
Collega Botta, è stato fatto tutto nella massima trasparenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non metto in dubbio che sia trasparente, ma ricordo cosa dice il nostro Regolamento, che dovrebbe regolare i lavori dell'Aula.
L'articolo 48 ("Comunicazioni all'inizio della seduta") recita: "Il Presidente, dopo l'approvazione del processo verbale, comunica i nominativi dei Consiglieri in congedo ai sensi dell'articolo 53".
L'articolo 53 recita: "Il Consigliere che abbia comunicato alla Presidenza l'impossibilità a partecipare ad una seduta del Consiglio, per ragioni di salute o altri motivi personali, o per cause dipendenti dal proprio ufficio di componente la Giunta, o per assolvere ad incarichi affidatigli dal Consiglio, dalla Giunta o dalle Commissioni, viene considerato in congedo, salvo diversa, motivata determinazione dell'Ufficio di Presidenza da comunicarsi all'interessato. (...) L'elenco dei Consiglieri in congedo è affisso nell'Aula".
Ciò sta a significare - e non è interpretabile, perché è italiano - che i congedi vengono inviati al Presidente alle ore 14.29 al massimo, ma prima dell'inizio della seduta, perché il Presidente ne dà comunicazione all'inizio della seduta.
Ciò significa che non ci si può mettere in congedo durante la seduta si può fare l'opposto, cioè se un Consigliere era in congedo e per i motivi più vari riesce a partecipare al Consiglio, ritira il congedo e firma la presenza. Ma non può certamente avvenire l'opposto.
Pertanto, se il numero legale era 29, non può diminuire, al limite pu crescere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, le do un consiglio: riunite l'Ufficio di Presidenza ed evitiamo figuracce da parte di tutti, perché penso che dopo la lettura del Regolamento da parte del collega Vignale ci siano pochi dubbi e molte certezze.



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza prende atto delle osservazioni e delle contestazioni mosse. Gli uffici mi comunicano che si è proceduto in questa situazione come da prassi. Sarà mia cura predisporre, con la collaborazione dei membri dell'Ufficio di Presidenza e con i Consiglieri Questori una verifica delle modalità di raccolta e di gestione dei congedi nel corso di sedute, onde evitare che questi problemi possano succedere o, comunque, per regolamentare al meglio la vicenda.
Faccio notare e ribadisco che ci siamo comportati nel corso di seduta esattamente come si è sempre proceduto nella gestione dei congedi. I funzionari e i collaboratori sono gli stessi; quindi, nulla è stato innovato rispetto alle procedure e alle prassi acquisite nella gestione del Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Lei è anche laureato in giurisprudenza, oltre a fare il Presidente del Consiglio. Come prassi, se fossimo in un'aula di tribunale, un giudice spiegherebbe che quando c'è la norma, la prassi vale meno di niente.
Quindi, visto che noi abbiamo una norma chiara, che dice che i congedi vengono comunicati in apertura di seduta, il che significa che devono essere trasmessi - salvo che il Presidente non sia un veggente - prima dell'inizio della seduta, ciò significa che non possono essere (perch questo non è scritto) consegnati durante la seduta.
Il congedo è uno strumento che, in qualche modo, è verificabile, nel senso che o si è malati o si è in missione. Non è che quel giorno un Consigliere aveva delle cose da fare e decide, ad un certo punto, di andare via o di non partecipare alla seduta e fa arrivare un congedo.
Peraltro, i documenti presenti sono quasi tutti scritti a biro e non sono trasmissioni di fax, e non mi interessa rivedere cosa è successo l'altra volta, quando la Presidente Bresso ha inviato un congedo che in realtà era stato firmato dal vice Capogruppo Travaglini perché mancava il numero legale, ed eravamo ad inizio di seduta.
Non c'è una comunicazione che sia precedente l'inizio della seduta di qualcuno degli otto che l'ufficio ha ritirato e non doveva ritirare, perch la seduta era già iniziata. Pertanto, Presidente, faccia quello che crede: o sospende il Consiglio trenta minuti o farà un'eccezione regolamentare.
Noi abbiamo ragione.
C'è solo un aspetto che però non è accettabile, anche se il Presidente immagino non stia a sentire, perché dialoga con il collega Reschigna: il Regolamento va rispettato, e non c'è soluzione diversa. Il numero legale è 28 e l'accettazione di un congedo durante la seduta non è possibile.



PRESIDENTE

Esimi colleghi, verificheremo le procedura. Ribadisco che in questo caso ci siamo comportati, il sottoscritto e gli uffici, come da prassi.
Prego il Consigliere Vignale di porre attenzione al fatto che l'estratto del verbale comunica: "Il Presidente ha dato lettura ad inizio seduta del congedo dei Consiglieri Bresso, Bellion, Cavallaro, Dalmasso Lepri, Moriconi, Ronzani e Rutallo".
Quindi, ad inizio seduta ho dato lettura di otto congedi, che sono sempre rimasti tali, perché nessuno di questi otto colleghi si è scongedato, il numero legale doveveva essere inteso come 28. Se è stato dichiarato 29 si tratta di dichiarazione erronea: infatti, da verbale, le dichiarazioni da me rese sono di 8 congedi.
Il Consigliere Placido, aveva inviato il congedo, ma successivamente ha sottoscritto la presenza in aula, pertanto non è stato letto il relativo congedo. Dunque, il Consigliere Placido non è mai stato considerato in congedo nel corso della seduta d'aula, anche se il foglio connesso, per scrupolo degli Uffici, è nella cartellina apposita.
Concludendo, il numero legale sin dall'inizio della seduta è 28; se èstato comunicato, erroneamente 29, si è trattato di un'inesattezza.
La parola al Consigliere Casoni sull'ordine dei lavori.



CASONI William

Do atto al Presidente del Consiglio della buona fede nel mediare le condizioni che membri segretari, funzionari e quanti altri, gli sottopongono quando scoppiano certe richieste. Nonostante la fiducia, ci permetta però un minimo dubbio. Andiamo avanti: sono convinto che non sia così ed anche lei, non avendolo verificato personalmente, non può sapere se il numero legale era 28 o 29. Per parte nostra, siamo sicuri di aver visto un "29" scritto su un foglio dai funzionari; nello stesso tempo, ho visto di persona il congedo del Consigliere Placido, che poi... sparisce.
Anche i Consiglieri devono seguire un'etica professionale: se firmano la presenza, devono ritirare il foglio di congedo.
La predo dunque, Presidente, di regolamentare meglio, prendendo qualche minuto, ad inizio seduta, quali sono i Consiglieri in congedo: quanto lei dice fa testo. Se il Presidente del Consiglio dice "29", diamo per scontato che "29" sia, non pretendiamo che vi sia un foglio appeso in aula come prevede il Regolamento. Oppure provvediamovi, così chiunque, senza disturbarvi, può verificare i congedi. Potrebbe essere buona prassi che uno dei funzionari avesse sempre a disposizione a richiesta di ogni Consigliere, in qualunque momento - come se fosse appeso - l'elenco dei congedi e del conseguente numero legale.
Attenzione a non farci cerscere la sensazione che possano esservi delle manipolazioni; nel caso in oggetto, come le ho già detto, non le addebito alcuna colpa, Presidente; però un comportamento deglil Uffici chiaro limpido, trasparente, lo pretendiamo.



PRESIDENTE

Consigliere Casoni la ringrazio di avermi dato atto della buona fede ritengo però non corretto imputare o dubitare della buona fede dei funzionari degli Uffici, che hanno svolto la loro funzione nel corso degli anni, sotto gestioni differenti. Sulla buona fede e sulla professionalità dell'operato penso non sia lecito dubitare; è chiaro che, lavorando, si pu sempre sbagliare.
Per quanto riguarda la sua proposta, Consigliere Casoni, è immmediatamente praticabile: la dottoressa Bertini, come responsabile del Settore Processo legislativo, è in ogni momento il referente della tenuta del registro dei congedi. Ogni collega può, in ogni momento, iniziando dai Consiglieri Questori, verificare. Anche il congedo del Consigliere Placido non è "sparito", tant'è vero che è ancora presente nella cartellina, com'è giusto, anche se non è mai stato computato come congedo, avendo il collega Placido firmato la presenza ad inizio della seduta, ma tra i Consiglieri presenti in aula - contribuendo ad innalzare il numero legale, peraltro non a vantaggio della maggioranza.
Poichè il congedo è stato presentato, io non l'ho mai letto, non è mai stato dichiarato né computato.
Chiederò di verificare nel verbale stenografico se nelle mie dichiarazioni ho comunicato il numero "29" - anche se non ricordo di averlo detto.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame disegno di legge n. 344 "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata" (seguito)


PRESIDENTE

Sull'emendamento rubricato n. 6 sono già intervenuti i Consiglieri Rossi, Casoni, Scanderebech.
Non essendoci altre richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6, sul quale l'Assessore Caracciolo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Novero, Rossi Dutto: Art. 5, al comma 2, lettera a) eliminare le parole: "e politiche abitative".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Con questo emendamento chiediamo di cancellare dalla proposta di legge in oggetto le parole "politiche abitative".
Il ragionamento è simile a quello relativo al precedente emendamento nel senso che non vediamo in questo contesto cosa possano c'entrare le politiche abitative con la competenza regionale in materia di sicurezza. Le politiche abitative possono avere la loro importanza, ma non vediamo nessun collegamento con questa legge, nel senso che sicuramente non è modificando i Piani Regolatori o costruendo nuove case popolari o qualsiasi altro intervento di natura urbanistica che si può migliorare la sicurezza.
La sicurezza si può migliorare in altri modi, come abbiamo più volte ripetuto. A nostro avviso, però, le politiche abitative in questo articolo non hanno motivo di esistere. Pertanto, ne chiediamo la cancellazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Nell'ambito dell'emendamento presentato dal collega Rossi, su cui è testé intervenuto il collega Dutto, anch'io cercherò, nel dichiararmi evidentemente favorevole, di far riflettere nuovamente non tanto l'Assessore, che immagino su questa materia abbia già avuto molto tempo sia in Commissione che in Aula, ma soprattutto la maggioranza, su temi che riteniamo di importanza oggettiva e non necessariamente, se non in alcuni casi, a forte contenuto ideologico.
Il suo testo di legge, Assessore, definisce principi per molti versi condivisibili, ma molto leggeri ed effimeri rispetto a quella che noi riteniamo essere una vera e propria emergenza. Ed è proprio questo essere effimeri o vuoti nel giudizio sintetico e politico il motivo per cui noi siamo contro la legge, e lo dico con tranquillità. Vorrei anche che il collega Capogruppo Robotti fosse tranquillo: se sono intercorsi accordi consociativi, lei si consideri assolutamente autorizzato a non rispettarne alcuno. Anzi, se volete fare una riunione di Giunta sull'argomento o se la maggioranza vuole confrontarsi su questo tema, non si senta assolutamente inibita, perché non ne trarremmo alcuna conclusione negativa. Se sugli accordi che finora hanno connotato consociativamente la discussione di questa legge, secondo la tesi legittima ma ahimè non vera del collega Robotti, si dovesse... mutato il clima, perché il clima, Presidente, è mutato: se qualcuno non vuole capire perché è sordo, è un problema della sanità; se ne occuperà l'Assessore Artesio quando, al momento opportuno si occuperà anche dei meno udenti, oltre che dei poco vedenti e degli ancor meno capienti (nel senso di comprendonio, non capienti nel senso di contenuto).
Ciò detto, noi ci dichiariamo a favore di questo emendamento. Vi rammento, Assessore e colleghi della maggioranza, che su questa legge all'interno dei gruppi di opposizione si è svolto, in maniera ordinata, un dibattito che più o meno viene rappresentato in Aula. Ci sono componenti (colleghi e amici di AN o della Lega Nord) che ritengono che il tema sia talmente importante che, pur non condividendo nulla della legge, cercano di migliorarla. Tentativo che riteniamo, pur comprensibile, vano, perché le cose non migliorabili si contestano complessivamente. Ma comprendiamo.
Noi la riteniamo talmente vuota che non ce ne occupiamo proprio, se non per contestare alcune valenze politiche.
Se noi la condividessimo, non pensa che troverebbe in noi dei validissimi interlocutori nell'aiutarla ad ottenere più risorse per una legge che, oltre ad essere vuota e quindi inutile (non dannosa ma inutile), è anche pochissimo finanziata? È stato detto in tutti i modi che dei 5 milioni di euro, due e mezzo, nell'ambito della convenzione che è stata più volte citata, denominata Patto per la sicurezza, andranno al Comune di Torino.
La rimanenza per quest'anno dovrà essere divisa (credo) tra "n" mila utenze che vedono altre deleghe concorrenti nell'ambito della stessa finalità, come le finalità abitative, come correttamente ha detto il collega Dutto.
Prima si è parlato di Protezione Civile, poi di formazione, di attenzione agli aspetti di mediazione culturale; tutti temi non totalmente disinteressanti, ma certamente a nostro avviso né prioritari per una legge che ha come titolo "La sicurezza". Nulla questio che se il numero legale è 28, ci si comporta da 28; se è 29, da 29.
Mi sia consentito un commento: è solo giovedì e la sicurezza, secondo molti osservatori politici (non soltanto locali), è uno dei temi principali (perlomeno così è stato percepito, che sia ben chiaro. Non c'è nulla di vero, ma è solo percepito dai cittadini che, si sa, molte volte hanno delle idee confuse e quindi bisogna anche aiutarli quando le loro percezioni sono erronee come in questo caso), e siete in 28 o 29, con una maggioranza di 39. Non lo ritengo il segno di una ferrea determinazione a risolvere il problema né sostanziale sulla legge, né politico in termini di presenza.
Ciò nondimeno, se questa è la modalità che la maggioranza si dà, non saremo certamente noi a contrastarla.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo, per esprimere il parere della Giunta regionale.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Il parere è contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Caracciolo a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Non essendovi ulteriori emendamenti sull'articolo 5, procediamo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Presidente, la dichiarazione di voto è per sostanziare, da parte del nostro Gruppo, un voto negativo, che trova la sua ragione anche nella scarsa attenzione che su questo articolo è stata data all'azione emendativa non solo del Gruppo di Alleanza Nazionale, ma di tutta la minoranza consiliare.
Giustamente, è stato affermato che questo articolo è uno dei punti cardine della legge. E il fatto di non aver accolto alcun emendamento sostanziale all'articolo stesso, ci porta, nostro malgrado, ad esprimere un parere negativo. Nell'articolo c'è anche qualche indicazione che può essere interessante, in particolare quella relativa alla lettera a) e alla lettera d) del comma 1, ma il fatto di non aver voluto, o potuto, perché chiusi in un percorso che risulta quasi obbligato, modificare, in particolare, il comma 2 dell'articolo 5 che è stato più oggetto di contestazioni sempre di merito, è stato oggetto di emendamenti sempre di merito; il fatto di non aver voluto raccogliere la volontà dell'opposizione di migliorare questo articolo sfrondandolo, rendendolo più leggero, più semplice, più agile, ma mantenendo un appesantimento e una possibilità di fraintendimento in particolare collocato in alcuni punti del comma 1 e in tutto il comma 2 non può che indurci a mantenere la nostra posizione.
Una posizione critica che, come per l'articolo 5, vale per gli altri articoli della legge che non è critica a livello aprioristico, non è critica a livello ideologico anche se, come abbiamo detto molte volte questa legge non ci soddisfa proprio dalla sua partenza concettuale proprio dal fatto di essere una legge targata politicamente in maniera pesante e che cerca di far dimenticare quanto di buono era stato fatto nel passato con altre leggi su ugual oggetto.
Ci auguriamo che, negli articoli successivi, quelli più significativi a partire da alcuni passaggi dell'articolo 6, ma anche negli articoli che esamineremo nelle prossime settimane - l'articolo 9 in particolare l'articolo 11 e l'articolo 12 sulle disposizioni finanziarie - si possa trovare nella Giunta e nella maggioranza una maggiore attenzione rispetto ad un testo che noi riteniamo di non condividere come impostazione generale, ma sul quale ci stiamo molto impegnando come opposizione per almeno, emendarlo e dare un senso al testo sulla sicurezza che non può per noi trasformarsi nell'ennesima occasione mancata.
Il rischio, cari colleghi, è che se non ci fosse stata la volontà emendativa dell'opposizione, se questa volontà emendativa non fosse stata parzialmente raccolta in Commissione - speriamo che venga accolta in maggiore misura in aula, adesso abbiamo parlato di articoli alcuni più di principi, altri, proprio a partire dall'articolo 5, iniziano ad essere più di concretezza della legge - se questa volontà emendativa non venisse raccolta, il rischio sarebbe di perdere un'occasione, di mantenere il Piemonte in uno stato di sudditanza, di impreparazione rispetto ad un tema importante come la sicurezza.
Non dimentichiamo mai, Consiglieri, non dimentichiamo Assessore Caracciolo che per due anni la Regione non ha potuto esprimere una politica sulla sicurezza. Ribadisco il voto negativo del mio Gruppo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5), nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 58) presentato dai Consiglieri Guida Scanderebech: Dopo l'art. 5, inserire l'art. 5 bis: "La Regione sostiene l'acquisto di mezzi e attrezzature per i servizi delle forze dell'ordine attraverso appositi accordi di programma con il Ministero dell'interno. A tal fine provvede con idoneo stanziamento all'art. 12".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Di questo emendamento ne avevamo discusso e parlato nell'incontro di lunedì con l'Assessore Caracciolo alla presenza del Presidente Reschigna.
Si era convenuto, si era arrivati ad una decisione non del tutto positiva c'erano delle speranze. Evidentemente, l'Assessore Caracciolo si è dovuto confrontare, ancora una volta, con le frange estremiste all'interno della sua maggioranza, quindi anche per questo emendamento mi sembra non ci sia speranza che venga accettato. "La speranza è l'ultima a morire", mi auguro che l'Assessore rifletta bene su questo.
Possiamo aggiungere: "la Regione può sostenere l'acquisto di mezzi e attrezzature per i servizi delle forze dell'ordine attraverso appositi accordi di programma con il Ministero dell'Interno". A tal fine provvede con idoneo impegno politico, senza finanziamento, per non toccare l'articolo 12.
D'altronde la stessa cosa è stata fatta in queste ultime ore al Senato nella Finanziaria dove è stato votato - sia dell'opposizione che dalla maggioranza - un emendamento analogo. È un fatto politico, ma un fatto politico che non distingue e non colora di rosso, di bianco o di verde un emendamento del genere.
Questo emendamento diventerebbe ancora più significativo formulato in questo modo, forse non accettate che sia messo al voto con esito positivo forse perché l'abbiamo proposto noi. È questo l'errore, Consiglieri di maggioranza. L'errore sta in questo, visto che, a livello nazionale, lo stesso emendamento, Assessore Caracciolo, è stato votato all'unanimità.
Io le offro ancora questa possibilità per trovare una convergenza e dare un significato concreto al disegno di legge, però ripeto, questo è un messaggio forte che noi dobbiamo dare nel momento in cui le forze di polizia, dopo gli ultimi eventi, sono un po' in difficoltà, sotto tutti i punti di vista. Dal momento in cui uno Stato di diritto non è garantito dalle forze dell'ordine per mancanza di servizi, per mancanza di attrezzi per mancanza di strumenti, diventa difficile sopperire a quei contrasti sociali che oggi stanno diventando lo scenario internazionale di quello che sta succedendo in Italia. In tutto il mondo passano quelle immagine devastanti di un assalto allo Stato, di un assalto terroristico compiuto alle caserme, compiuto da quei squadristi nei confronti della democrazia nei confronti delle nostre Forze dell'ordine.
Assessore Caracciolo, diamo un segnale forte. È un momento particolare e delicato; è un momento in cui le nostre forze dell'ordine hanno bisogno del nostro sostegno sotto l'aspetto istituzionale, e noi non possiamo negarglielo perché all'interno della sua maggioranza c'è qualcuno che, per interessi politici e partitici, le vieta di approvare questo emendamento.
grave questa cosa! Non so se lei se ne è accorto, non so se i miei colleghi di destra e di sinistra se ne sono accorti, ma oggi c'è stato un momento in cui sono stato male perché me la sono presa molto. Non so chi me lo fa fare, onestamente.
A me oggi è venuto il mal di pancia, perché su questi temi così delicati ascoltando e vedendo questi scenari e avendo ricevuto telefonate da conoscenti che in questi momenti si trovano in giro per il mondo, mi sono sentito male, non per me personalmente, ma per il futuro dei nostri figli e, soprattutto, per la sicurezza dei nostri anziani e delle nostre donne.
Nono possiamo essere inermi di fronte ad un simile scenario, Assessore Caracciolo, dia un colpo di coda! Zittisca questi terroristi che non vogliono che emendamenti come questi siano accettati nell'interesse comune della collettività.



(Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

PRESIDENTE



SCANDEREBECH Deodato

Per cortesia, Consigliere Scanderebech, il suo tempo è scaduto. Le tolgo la parola.



(Accese proteste del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Per cortesia , Consigliere Scanderebech, moderi i termini.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.43 riprende alle ore 18.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, vi prego di procedere moderando, se possibile, i termini.
Prego i colleghi di non costringermi a ulteriori sospensioni della seduta.
La parola all'Assessore Caracciolo per esprimere il parere della Giunta regionale sull'emendamento.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58, sul quale l'Assessore Caracciolo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 6 aperta la discussione generale sull'articolo 6.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, non è mia abitudine offendere, però se vogliamo ascoltare la registrazione e sentire il punto in cui dico "terroristi", mi sono fermato un attimo e volevo aggiungere altri aggettivi. Subito dopo per sono stato interrotto dai banchi della maggioranza, giustamente, ma così non mi hanno dato il tempo di precisare meglio, perché stavo dicendo (penso sia tutto registrato) che chi va contro questa decisione non fa altro che favorire quella forma di terrorismo di cui dicevo prima.
Con questo, non volevo esprimermi...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, se volete la parola potete intervenire dopo che ha parlato il Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Se con le mie parole ho dato adito ad una forma di risentimento, vi chiedo scusa, ma non era quella l'indicazione che volevo dare. Stavo dicendo di forme estremiste e stavo per aggiungere ancora qualcosa, poi dalle prime file ho sentito qualcosa e mi sono fermato per rispondere ai Democratici di sinistra. Non l'avrei detto e non l'avrei fatto. Non è stato uno scivolone. Volevo solo aggiungere altre due parole, ma non è stato possibile.
Per quanto riguarda l'articolo in questione, attendiamo che ci sia una discussione più concreta. Mi dispiace, Assessore Caracciolo, che lei non abbia dato la disponibilità ad accettare un emendamento che è stato oggetto di discussione e di valutazione a livello nazionale, votato anche da un Governo che lei rappresenta a livello locale. Mi sembra un controsenso. Poi lei mi dice che è incostituzionale, che non si può fare, che è impossibile adottarlo, ma mi deve dare anche la dimostrazione per iscritto e mi deve dire che cosa contrasta un emendamento del genere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'articolo e anche per illustrare gli emendamenti presentati. L'articolo 6 è un articolo tecnico che individua la struttura regionale di coordinamento. Potrebbe stare in una legge seria sulla sicurezza così come in una legge che noi riteniamo non meno seria, ma meno incidente su quelle che sono le dinamiche reali di prevenzione dei fenomeni di insicurezza.
Ci teniamo soltanto - lo dico all'Assessore, ma anche ai colleghi - a fare un passaggio.
Il comma 3 dice: "La struttura può avvalersi di collaboratori tecnico operativi ed esperti esterni all'ente qualora le professionalità necessarie non possano essere attinte dai ruoli regionali".
Credo che sia una sensibilità che non è solo di Alleanza Nazionale, ma anche di altri partiti, o almeno così dovrebbe essere secondo le dichiarazioni che spesso fanno i partiti a vario titolo aderenti o derivanti dal mondo della sinistra. In più di un'occasione il nostro partito ha fatto riferimento a come sia importante valorizzare - e l'ha fatto anche la Corte dei Conti - le professionalità interne all'Ente.
Vi è un po' un'anomalia: non abbiamo presentato un emendamento, ma ci teniamo che rimanga a verbale. L'anomalia del comma 3 è che s'inverte il ragionamento corretto, cioè non si dice che la struttura si avvarrà di collaboratori, di professionalità presenti all'interno dei dipendenti regionali e qualora ciò non fosse, che potrà avvalersi di collaboratori esterni. Non si tratta soltanto di un principio saggio di utilizzo del personale presente, ma è anche un'indicazione della Corte Costituzionale relativamente all'utilizzo personale all'interno degli Enti. La Corte Costituzionale dice che i collaboratori e i consulenti si possono prendere qualora nell'Ente non siano previste le professionalità necessarie.
Qui si rovescia il ragionamento, quindi si dice che la struttura potrà avvalersi di collaboratori tecnico-operativi e di esperti esterni all'Ente qualora le professionalità necessari non possono essere attinte nei ruoli regionali. È vero che alla fine dice la stessa cosa, ma come principio è un po' anomalo, nel senso che dovrebbe essere rovesciato. Avrebbe molto più senso - se può essere accolto, possiamo formulare in tempi rapidi un emendamento - che dire che la struttura può avvalersi delle professionalità necessarie interne all'Ente e che, qualora tali professionalità non siano presenti, potrà avvalersi di collaboratori tecnico-operativi ed esperti esterni all'Ente.
Detto ciò e rimandando all'Assessore la scelta, si ritiene di voler invertire il ragionamento, ma il risultato non cambia; come dice la proprietà commutativa, scambiando i fattori, il risultato non cambia, ma il principio sì.
Comunichiamo anche che ritiriamo l'emendamento n. 40, in quanto è stato accettato l'emendamento n. 39, così come ci è stato comunicato in una delle riunioni formali che abbiamo tenuto martedì pomeriggio.
un principio per noi sacrosanto e che riguarda chiunque governi.
Visto che la scelta dei collaboratori, siano essi dipendenti della Regione Piemonte o siano essi esterni alla Regione Piemonte, è una scelta che fa la Giunta regionale con atto deliberativo della stessa - quindi c'è un criterio di individuazione ad personam di fiducia o di individuazione di professionalità, ma con un atto di Giunta - crediamo sia doveroso che una nuova Giunta possa avvalersi dello stesso principio.
Abbiamo tenuto i tre mesi oltre la fine della legislatura, perch crediamo altresì opportuno che non ci sia una vacatio, cioè che nel periodo in cui decade ai sensi di legge una Giunta regionale e in cui non è ancora stata formalmente insediata una nuova Giunta, non ci sia un periodo in cui l'Ente, di fatto, non disponga della struttura regionale di coordinamento tecnico di cui all'articolo 6.
Questo è quanto relativamente all'articolo e anche agli emendamenti.
Ritenendo che inserire l'emendamento 39 sia positivo, rinvio all'Assessore o ai colleghi il ragionamento che abbiamo fatto rispetto al comma 3 o perlomeno, lo facciamo sotto forma di augurio, di auspicio e di indicazione.
Ci auguriamo che la Giunta, quando vorrà individuare la struttura regionale di coordinamento tecnico, prima di tutto badi alle esperienze presenti all'interno dell'Ente e, qualora queste non fossero presenti individui soggetti esterni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 59) presentato dai Consiglieri Guida Scanderebech: L'articolo 6 del presente ddl è completamente sostituito dal seguente: "1. E' istituito l'Osservatorio regionale per la sicurezza dei cittadini quale organo di coordinamento al fine di prevedere una serie di interventi integrati volti a garantire una maggiore sicurezza sul territorio piemontese.
2. Fanno parte dell'Osservatorio, di cui al comma 1: il Capo della Magistratura il Prefetto il Questore il Sindaco del Comune di Torino il Presidente della Provincia il Presidente della Regione Piemonte un rappresentante per ogni singola Forza dell'Ordine un rappresentante territoriale dei cittadini un rappresentante delle singole categorie economiche e sociali 3. L'Osservatorio ha sede presso la Presidenza della Giunta regionale e collabora con il Comitato tecnico scientifico e la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali, istituita ai sensi della legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti Locali).
4. L'Osservatorio: si riunisce ogni sei mesi al fine di elaborare i dati e gli elementi rilevanti per indirizzare ogni possibile intervento volto a garantire la sicurezza dei cittadini individua sistematicamente i fenomeni di criminalità avvenuti al fine di evidenziare in maniera analitica le diverse fattispecie criminose ed illegali fornisce costante supporto tecnico e consulenza nei confronti degli Enti locali, degli Enti pubblici, delle associazioni e delle organizzazioni operanti in materia di sicurezza".
La parola al Consigliere Scanderebech per l'illustrazione.



SCANDEREBECH Deodato

Assessore Caracciolo, lei un paio di ore fa ha elencato le mancanze che ci sono state nel non aver esercitato il potere che doveva avere l'Osservatorio sulla sicurezza.
Noi con questo emendamento, a parte alcune modifiche che potevano essere fatte, volevamo cercare di avviare proprio quell'osservatorio che nella passata legge non aveva funzionato. Lei stesso ha detto che non ha funzionato e che sono state spese male le risorse.
Però, come lei vede, oggi esiste il Comitato provinciale ordine e sicurezza, che risale esattamente alla legge n. 121 del 1981, che è secondo lei l'unico organo ad aver funzionato. Secondo me non è così, o perlomeno è l'unico tavolo che continua a riunirsi.
Poi c'è il famoso Comitato di sicurezza firmato da Castellani con il Ministro dell'Interno nel 1998, e che prevedeva proprio quell'osservatorio che oggi ho proposto con l'emendamento.
Malgrado ciò, questo osservatorio non è stato mai riunito e costituito.
Subito dopo abbiamo il Patto per la sicurezza della Città di Torino e il famoso protocollo su cui abbiamo chiesto la documentazione.
Mi chiedo, dal momento in cui ci sono tutti questi famosi tavoli, se non sia il caso che in uno di questi tavoli - non so in quale, ma lo decida lei - ci sia la partecipazione anche degli esponenti che in qualche modo hanno un contatto diretto con il territorio e con i cittadini.
Difatti, in quest'emendamento ad un certo punto chiediamo un rappresentante territoriale dei cittadini e un rappresentante delle singole categorie economiche e sociali. Qualcuno potrebbe dire che ci siamo già noi politici che rappresentiamo i cittadini e il territorio. Però siamo in un momento in cui si sta andando nella direzione della formazione delle ronde e ieri sera nella trasmissione "Porta a porta" un sondaggio ha evidenziato che il 55% della popolazione vuole le ronde. A questo conduce l'insofferenza, il contrasto sociale, l'insicurezza, i problemi presenti sul territorio.
Di fronte ad una simile realtà, perché a questi Tavoli non possiamo coinvolgere direttamente i cittadini, attraverso loro rappresentanti? Ultimamente, per contrastare la criminalità - quanto dovrebbe fare lo Stato sono nate le cosiddette "ronde" e, come se non bastasse, alcuni Comitati di quartiere hanno sfilato per le strade di Torino.
Si tratta di un "buco nero" della politica in generale, delle istituzioni. Se riuscissimo, Assessore, ad inserire la partecipazione diretta dei cittadini, non so se tramite Presidenti o Consiglieri di circoscrizione, Comitati di quartiere, ammesso che questi siano legittimati, o quant'altro, le istanze potrebbero essere recepite direttamente. Diversamente, dalla democrazia passiamo all'anarchia.
L'abbiamo ravvisato ieri sera in "Porta a Porta", - non sono fesserie di mia invenzione - un sondaggio rileva che il 55% della popolazione italiana è favorevole alle "ronde". Ma stiamo scherzando? É la morte della democrazia: sta allo Stato difendere i cittadini, e la legalità dev'essere rispettata tramite le istituzioni e le Forze dell'Ordine. L'emendamento prevede il coinvolgimento dei cittadini: potrebbe essere, questo, un metodo per farli partecipi ed evitare quanto sta accadendo.
La questione riguarda tutti, indipendentemente dagli aggettivi espressi erroneamente dal sottoscritto.
Davanti ad un simile quotidiano scenario vogliamo muoverci in qualche modo, Assessore? Una possibilità sarebbe permettere la partecipazione dei cittadini ad uno dei Tavoli istituiti; non certo a quello Provinciale dell'ordine e della sicurezza, cui non potrebbero partecipare perché non previsto dalla legge n. 121/1881. (Legge troppo vecchia e che, a mio parere, non ha funzionato: diversamente, la situazione sarebbe migliorata e non peggiorata giorno dopo giorno.) Possiamo dunque, promuovere il coinvolgimento dei cittadini laddove vengono assunte decisioni, anche per monitorare il territorio tramite persone che lo vivono quotidianamente?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

L'Osservatorio regionale per la sicurezza, nell'impianto della nostra legge, non prevede quanto richiesto dal Consigliere Scanderebech. Il collega parlava di "democrazia", "cittadini", "gente", e propone di inserire nell'organismo prospettato il Capo della Magistratura, il Prefetto, il Questore, il Sindaco... Semmai si possono "invitare" le istituzioni ad un incontro, non si possono inserire d'ufficio: non è possibile.
Per quanto riguarda l'organizzazione prevista dall'articolo 6, la sede del confronto, della valutazione, delle verifiche, di tutti i problemi concernenti la sicurezza, è la Conferenza regionale sulla sicurezza integrata.
L'emendamento, dunque, non è recepito.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese dell'emendamento rubricato n. 59, sul quale l'Assessore Caracciolo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 27 bis) (Sostituisce l'emendamento rubricato n.
27) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Caracciolo: Il comma 1 dell'art. 6 è sostituito dal seguente: "1. Presso il Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale è istituita una Struttura di coordinamento tecnico di cui, sentita la competente commissione consiliare, con successivo provvedimento, vengono individuate la composizione e l'organizzazione, tenendo conto delle specifiche professionalità necessarie per l'esercizio delle funzioni ad essa attribuite, in conformità alla normativa regionale in materia di organizzazione degli uffici".
La parola all'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Si tratta di un emendamento tecnico; s'introduce presso il Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale il Settore di Polizia locale e di sicurezza - che già fanno capo al Gabinetto stesso.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese dell'emendamento rubricato 27 bis), presentato dall'Assessore Caracciolo.
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 39 è stato riformulato dal Consigliere Vignale come emendamento 39 bis), ve ne do lettura: Emendamento rubricato n. 39 bis) (Sostituisce l'emendamento rubricato n.
39) presentato dal Consigliere Vignale: Art. 6, il comma 3 è sostituito dal seguente: "3. La struttura, qualora necessiti di professionalità che non possono essere attinte nei ruoli regionali, può avvalersi di collaboratori tecnico operativi e di esperti esterni all'ente i cui contratti non possono avere durata superiore ai tre mesi successivi allo scadere della legislatura".
La Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese dell'emendamento 39) bis, sul quale l'Assessore Caracciolo, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Novero, Rossi Dutto.
Al comma 2 sostituire le parole "della Conferenza regionale sulla sicurezza integrata di cui all'articolo 7 e si raccorda con gli organismi di concertazione e consultazione tra la Regione ed il sistema delle autonomie locali." Con le parole: "Conferenza permanente Regione - Autonomie locali".
Emendamento rubricato n. 40) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia, Buquicchio: Art. 6 (Struttura regionale di coordinamento tecnico) aggiungere, dopo il punto d) del comma 4, nuovo comma 5: "5. I collaboratori e i consulenti di cui al precedente comma 3 e i componenti della struttura di coordinamento tecnico dureranno in carica 3 anni".
Gli emendamenti rubricati n. 8 e n. 40 sono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Indìco la votazione palese dell'articolo 6, come emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 60). Presentato dai Consiglieri Guida Scanderebech: Dopo l'articolo 6, così come modificato dal precedente emendamento, è da aggiungersi il seguente articolo 6 bis: "1. Il Comitato tecnico-scientifico è istituito con decreto del Presidente della Giunta ed è composto da: Presidente della Giunta o suo delegato, che lo presiede quatto esperti che svolgono o abbiano svolto funzioni specifiche in materia di assistenza e politiche sociali, di Polizia locale e di sicurezza, di attività investigativa, giudiziaria e di Polizia giudiziaria scelti dal Presidente della Giunta, secondo i criteri da stabilire con atto deliberativo della Giunta regionale tali componenti durano in carica 5 anni".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.15)



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