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Dettaglio seduta n.263 del 15/11/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.01 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Bresso, Buquicchio, Cattaneo Moriconi, Ronzani.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sull'ordine dei lavori - Questione pregiudiziale: il Consigliere GHIGLIA preannuncia richiesta Consiglio regionale straordinario relativamente a "Liste d'attesa negli ospedali" da calendarizzare quanto prima in sede di Conferenza dei Presidenti dei Capigruppo


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Vorrei sollevare una questione pregiudiziale. Dico subito che ritengo indispensabile la presenza dell'Assessore Artesio perché non amiamo che ci si dia dei bugiardi a mezzo stampa, soprattutto quando si ha torto marcio rispetto ai dati dei tempi delle prestazioni sanitarie.
Non lo permettiamo a nessuno. Se l'Assessore Artesio è ignorante, nel senso che ignora i dati - Presidente lei conosce il latino meglio di me essendo Avvocato - se l'Assessore Artesio è ignorante - dicevo - ignorante ignorante, nel senso che ignora i dati reali della struttura che dovrebbe conoscere, non si deve permettere di affermare che noi giochiamo con i numeri.
I numeri che abbiamo denunciato ieri in un pesante dossier, che c'è costato due mesi di lavoro, sono numeri non estrapolati, ma presi dal sito ufficiale della Regione Piemonte e dal sito delle Molinette di Torino rispetto a tutte - e sottolineo tutte - le prestazioni diagnostiche e rispetto a tutte - e sottolineo tutte - le visite specialistiche.
Allora, giusto per capirci, Presidente, io chiedo un chiarimento questa mattina, perché se non c'è un chiarimento immediato, questa mattina si farà quello che si può, cioè molto poco.
Anticipo che chiederò alla cortesia dei colleghi della minoranza di aiutarci a raccogliere le firme per la convocazione di un Consiglio regionale straordinario, sui tempi d'attesa della sanità piemontese disaggregati ASL per ASL e ASO per ASO e comparati con gli anni 2006 e 2004. Così, andiamo a piangere, non a ridere, perché c'è da piangere! Lo facciamo perché è ora di finirla di giocare, ma lo diciamo noi, con i numeri. Perché noi sicuramente non giochiamo con i numeri; evidentemente l'Assessore Artesio, che noi siamo stati così signori da non includere nel "casino" drammatico della sanità piemontese, dandole atto che è qui da pochi mesi, vuole giocare sicuramente con la salute dei cittadini.
Pertanto, pongo tale questione, che per noi è insuperabile. Se l'Assessore Artesio ha delle buone ragioni - e non le ha - venga e ce le spieghi, come noi le abbiamo spiegate con numeri ufficiali, nonostante la manipolazione - e denuncio anche questo - del sito della Regione Piemonte che omette - colleghi v'invito ad andare a vedere il sito della Regione Piemonte e il sito delle Molinette - un sacco di strutture e un sacco di dati di prestazioni diagnostiche, guarda caso non certo quelle positive.
Prima di dire che noi giochiamo, fate attenzione a non giocare voi perché noi non giochiamo, noi facciamo le cose molto sul serio e comincia ad essersene accorta anche l'Assessore Artesio.
Quindi, Presidente, lascio alla sua intelligente valutazione un'opinione rispetto al prosieguo dei lavori.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, ho ascoltato con attenzione il suo intervento.
Sicuramente si tratta di una questione di cui merita discutere anche nella sede del Consiglio regionale.
Nella giornata odierna mi pare difficilmente proponibile, perch l'Assessore Artesio, con molta attenzione alle riunioni del Consiglio regionale, quando non è presente lo comunica e oggi ci ha comunicato di essere impossibilitata a partecipare alla seduta del Consiglio regionale in quanto si trova a Roma. Quindi si è messa in congedo.
Possiamo provare a verificare il suo orario di rientro; se fosse compatibile, posso immaginare di concordare con l'Assessore la possibilità di spostare la discussione, con un'eventuale comunicazione sul punto, nel pomeriggio.
In questo momento, però, ho la comunicazione dell'Assessore, che si trova a Roma, peraltro non avendo impegni che la legavano in Consiglio regionale, quindi proveremo a verificare se è possibile trovare una modalità per assolvere, da un lato, la richiesta e, dall'altro, procedere con i lavori.



(Il Consigliere Ghiglia chiede la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, lei ha già parlato sull'ordine dei lavori, però mi rendo conto che è meglio affrontare un problema, piuttosto che soffermarci su questioni regolamentari. Pertanto, ha la parola.



GHIGLIA Agostino

Presidente, non voglio approfittare della sua benevolenza; solo 20 secondi, per evitare ulteriori interventi sugli emendamenti alla legge sulla sicurezza. Poiché l'Assessore non c'è, presenteremo una richiesta di Consiglio straordinario; le chiedo, a questo punto, di fissare, a metà giornata o nell'intervallo, un quarto d'ora di Conferenza dei Capigruppo per calendarizzarla quanto prima.
Questo è il modo con cui, secondo noi, potremmo procedere sui lavori.
Se ci si dice che l'Assessore non c'è e che il problema verrà affrontato un'altra volta, chiaramente non ci basta rispetto all'offesa che c'è stata fatta.



PRESIDENTE

Collega Ghiglia, la Conferenza dei Capigruppo è convocata, se non erro per le ore 14.20. Era già stata convocata, per cui se la richiesta arriva in mattinata, la prenderemo in esame sicuramente per quell'ora.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame disegno di legge n. 344: "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 344, di cui al punto 3) all'o.d.g.
ARTICOLO 4 Ricordo che abbiamo votato gli articoli, fino al numero 3, e che dobbiamo procedere a partire dall'articolo 4.
Apro, dunque, la discussione su tale articolo.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Svolgo una valutazione preventiva a quella dell'articolo 4, facendo presente, visti anche gli emendamenti presentati su quest'articolo, ma soprattutto sugli articoli a seguire, che siamo esattamente allo stesso punto di martedì sera.
Non che questo ci turbi, nel senso che l'attività d'Aula e legislativa può andare avanti con i canoni dovuti, cioè con la discussione degli emendamenti presentati, perché questo non soltanto è previsto dal Regolamento, ma è un dovere e un diritto dei Gruppi. Ovviamente, queste sono solo valutazioni che fanno i singoli Gruppi consiliari.
Detto ciò, l'articolo 4, in quello che definivamo un dettato normativo un po' schizofrenico, ovvero labile, molto poco diretto a ridurre i fenomeni di criminalità dell'articolo 1 con un articolo di contrasto alla criminalità relativamente all'articolo 2, va a modificare, rispetto alla normativa vigente non attuata, quella che era la Fondazione delle vittime dei reati. Su questo diremo poi, perché abbiamo presentato un emendamento in merito.
Va sottolineato, però, come l'articolo intervenga di nuovo in termini di percorso assistenziale; questo, in qualche modo, è corretto comprenderlo, perché ci troviamo di fronte al titolo "Assistenza ed aiuto alle vittime dei reati". Però, quando si dice che "gli Enti locali e i Consorzi promuovono informazione sugli strumenti di tutela garantiti dall'ordinamento, assistenza psicologica, cure e aiuto delle vittime, con particolare riferimento alle persone anziane, soggetti con handicap, minori d'età, vittime di violenza e reati gravi, di violenze e reati anche sessuali e di discriminazione razziale, assistenza all'accesso ai servizio sociali e territoriali per ridurre il danno subito" e basta, noi facciamo due valutazioni, che sono non certo positive.
La prima. In qualche modo, si prevede che vi sia un intervento dei servizi sociali rispetto a coloro i quali hanno subito una violenza, un abuso o quanto è indicato nella legge, individuando gli enti locali e i consorzi dei servizi sociali, e non tenendo conto dei limiti che i consorzi e i servizi sociali oggi hanno nel fare l'ordinaria amministrazione. Non si definisce neppure chi indichiamo come vittima dei reati, ma si lascia una definizione assolutamente ampia, per cui possono essere tutti, cioè pu essere la persona che ha subito una forte aggressione, come nei casi purtroppo degli ultimi giorni, ma può anche essere la persona che ha subìto un reato altrettanto importante, ma meno grave da un punto di vista dell'impatto immediato, come può essere quello dell'essere stato borseggiato in un mercato rionale o su un mezzo pubblico.
L'altro aspetto è l'assoluta genericità dell'articolo, che non rimanda a definizioni successive, se non all'indicazione del comma 2, in cui si dice che "gli interventi d'assistenza e aiuto alle vittime di reati sono promossi in coerenza con l'articolo 17 della legge 26 marzo 2001, numero 128". Si tratta di una legge già in vigore, quindi era inevitabile che ci accadesse, ma non interviene laddove esiste tutta una serie di reati anche gravi che hanno a che fare con la genericità del reato stesso o con particolari azioni o particolari attività di tipo criminoso.
Pertanto, crediamo che l'articolo, così come è formulato, sia più un principio che si vuole affermare che non un dato oggettivo che troverà compimento reale una volta che la legge verrà approvata. Certamente, i servizi sociali, così come gli enti locali, stante le risorse che oggi vengono destinate, non potranno per fare accedere tutte queste persone perché sono sostanzialmente la totalità dei soggetti che subiscono un reato. Inoltre, si dicono alcune cose di una genericità incredibile, cioè che gli enti locali come i consorzi e i servizi garantiscono informazione sugli strumenti di tutela garantite dall'ordinamento (questo va benissimo).
Questo potrebbe essere compreso, se ci trovassimo di fronte ad una legge che parla, come quella che abbiamo già discusso e votato in quest'aula, di criminalità organizzata, per cui esiste tutta una serie di normative nazionali che garantiscono la possibilità di tutelarsi nei confronti dell'usura e quant'altro. E' ovvio che gli strumenti garantiti dall'ordinamento sono oggi assolutamente nulli relativamente all'assistenza e all'aiuto alle vittime dei reati, se parliamo di delinquenza diffusa e di reati diffusi. Cioè, se uno viene rapinato all'interno della propria abitazione o all'interno della propria città, bisogna capire quali informazioni daremo relativamente agli strumenti di tutela che l'ordinamento giudiziario del nostro Stato o della nostra Regione ha.
Capiamo, ovviamente, il significato dell'assistenza psicologica; molte meno comprendiamo - non perché non lo si comprenda, ma il come lo si farà la cura e l'aiuto delle vittime, con particolare riferimento alle persone anziane, ai portatori di handicap, ai minori d'età, vittime di violenze e reati gravi, di violenze e atti di tipo sessuale, discriminazioni razziali.
Cioè, c'è un numero di persone che potenzialmente potrebbero essere interessate dell'articolo 4; è un numero così elevato che non avranno mai alcun tipo di aiuto e di assistenza da parte dei soggetti individuati, cioè gli enti locali o i consorzi dei servizi sociali, se non con alcuni degli strumenti oggi già esistenti: "SOS anziani", "SOS donna", questi telefoni o sportelli di informazione e sostegno, che non devono essere creati con una legge regionale. Il rischio qual è? Il rischio è che gran parte dei fondi che oggi noi destiniamo, che sono già pochissimi, vadano a pagare attività già presenti, già promosse dagli enti locali: con quale beneficio diretto poi, non lo sappiamo.
Sappiamo certamente che non vanno a ridurre in alcun modo la presenza di reati, ma possono fare attività di tipo formativo o informativo, come ha fatto l'Amministrazione comunale, come fanno altri soggetti, informando gli anziani relativamente ai rischi che si corrono nell'aprire la porta a soggetti che si manifestano come operatori di qualche Azienda municipalizzata.
Queste sono dunque le perplessità; poi indicheremo anche le modalità con cui invece riteniamo di modificare l'articolo 4. Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento generale sull'articolo 4 passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia: Art. 4 (Assistenza ed aiuto alle vittime dei reati): eliminare l'intero capitolo e sostituirlo con: Art. 4 (Istituzione della Fondazione piemontese per le vittime dei reati) 1. La Regione è autorizzata, quale Ente fondatore, a istituire la "Fondazione piemontese per le vittime dei reati", di seguito denominata Fondazione.
2. La partecipazione della Regione è subordinata alle seguenti condizioni: a) la Fondazione consegna il riconoscimento della personalità giuridica b) lo statuto preveda la possibilità che alla Fondazione partecipino successivamente gli Enti locali ed altri soggetti pubblici o privati c) la Fondazione persegua, senza fini di lucro, le finalità di cui al comma 4.
3. Ogni due anni la Giunta regionale, ai fini di una verifica del perseguimento delle finalità di cui al comma 4, sottopone al Consiglio regionale una valutazione complessiva dell'attività svolta dalla Fondazione.
4. La Fondazione interviene a favore delle vittime dei reati, compresi gli appartenenti alle forze di polizia nazionali e alla polizia locale, qualora da delitti commessi nel territorio regionale ovvero nei confronti di cittadini ivi residenti derivi un danno gravissimo alla persona. La Fondazione interviene su richiesta del Sindaco del Comune in cui è avvenuto il fatto ovvero del Comune di residenza della vittima stessa. L'intervento della Fondazione è volto a limitare, nell'immediatezza del fatto o in un periodo congruamente breve, le più rilevanti situazioni di disagio personale o sociale della vittima o dei suoi famigliari conseguenti al reato stesso. La Fondazione non può comunque intervenire nei casi in cui la vittima risulti con evidenza compartecipe del comportamento criminoso e richiederà la ripetizione delle somme versate o delle spese sostenute qualora tale evenienza sia accertata successivamente. A tal fine la Fondazione può richiedere informazioni alle amministrazioni pubbliche interessate.
5. Il Presidente della Giunta è autorizzato a compiere gli atti necessari al fine di perfezionare la partecipazione della Regione Piemonte alla Fondazione di cui al comma 1.
6. I diritti inerenti alla qualità di fondatore della Regione sono esercitati dal Presidente della Giunta ovvero dall'Assessore competente per materia appositamente delegato.
7. La Giunta regionale provvede alla nomina dei rappresentanti della Regione negli organi della Fondazione, secondo quanto stabilito dallo statuto della stessa.
8. La Regione può, inoltre, attribuire annualmente alla Fondazione un contributo per le spese di funzionamento e per lo svolgimento delle relative attività. L'importo del contributo è determinato nell'ambito delle disponibilità annualmente autorizzate dalla legge di bilancio.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, come dicevo nell'intervento, noi crediamo che quanto presente nella precedente legge non sia mai stato attuato da questa Giunta non rispettosa del dettato legislativo che il Consiglio aveva dato alla stessa - l'istituzione della Fondazione piemontese per le Vittime dei Reati ma invece, agisse nel modo migliore relativamente alle modalità di intervento, intanto perché poteva partecipare.
Poi, che si chiami Fondazione - perché questo sembra essere il punto in discussione - o che si chiami associazione "x", è assolutamente lo stesso.
Vi sono alcuni aspetti importanti, in primo luogo la possibilità di partecipazione pubblica e privata all'associazione stessa. Dopodiché, la Fondazione interveniva - e interviene, dice il nostro emendamento - a favore delle vittime dei reati, compresi gli appartenenti alle forze di Polizia nazionale e Polizia locale - anche se in qualche modo questo concetto è stato ripreso in un articolo successivo da me presentato - in caso di delitti commessi nel territorio regionale, ovvero per i cittadini ivi residenti, vittime di un danno gravissimo alla persona.
È ovvio che quest'indicazione era certamente più restrittiva, ma assolutamente più seria, perché andava a circoscrivere il numero di persone verso le quali s'intendeva intervenire, non tanto perché non si ritenesse che tutte le persone vittime di un reato abbiano diritto ad un'assistenza ma perché se si fa una legge e si ritiene che questa debba anche essere seria, si deve in qualche modo circoscrivere l'intervento.
La Fondazione interviene su richiesta del Sindaco: in questo caso, si dava una potestà ai pubblici amministratori, soprattutto nelle amministrazioni con un numero di abitanti più piccolo (non certo quello dei grandi centri urbani, che sono la gran parte del nostro territorio). Anche nei grandi centri il Sindaco, comunque, poteva farsi portavoce delle necessità oggettive. Preciso: il Sindaco del Comune in cui è avvenuto il fatto, ovvero il Comune di residenza della vittima stessa.
L'intervento della Fondazione è volto a limitare, nell'immediatezza del fatto o in un periodo congruamente breve, le più rilevanti situazioni di disagio personale o sociale della vittima e dei suoi familiari conseguenti al reato.
La Fondazione, comunque, può intervenire nei casi in cui la vittima risulti con evidenza compartecipe del comportamento criminoso e chiederà la restituzione delle somme versate e delle spese sostenute, qualora tale evenienza sia accertata successivamente.
Questo aspetto (intervenire al fine di limitare nell'immediatezza le più rilevanti situazioni di disagio personale o sociale della vittima o dei suoi familiari) andava a individuare quelle che erano le finalità della Fondazione stessa e non si limitava a fornire valutazioni generiche, come nel caso dell'assistenza psicologica, della cura e aiuto alle vittime, con particolare riferimento alle persone anziane, ecc. Prevedeva inoltre una formula di autotutela, perché può accadere che, in qualche modo nell'immediatezza, un'amministrazione intervenga a favore di un soggetto ma che poi questo intervento si riveli non corretto per motivazioni che la Magistratura può successivamente individuare: a quel punto, si richiedeva la restituzione dell'eventuale aiuto sostenuto.
Noi crediamo che questo articolo, al di là delle valutazioni che ognuno può fare, fosse più serio ed è per questo che chiediamo di emendare l'intero comma 4 con il principio di reinserimento della Fondazione, perch non soltanto crea un'istituzione che ha una responsabilità giuridica, ma soprattutto che ha precisi indirizzi su cui intervenire.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Mi spiace di essere stato assente nella discussione generale dell'articolo 4, ma cercherò di rifarmi con gli interventi su tutti gli emendamenti.
È evidente quello che diceva prima il collega Vignale: questo nostro emendamento cerca, ancora una volta, disperatamente di far sì che questa legge diventi una legge seria, perché questa non lo è.
Questa è una legge generalista, è una marmellata legislativa con troppi frutti, anche poco freschi, che non ha una funzione vera.
Noi vorremmo che questa legge avesse la funzione di individuare strumenti, mezzi e metodi per aumentare la sicurezza dei nostri concittadini e fronteggiare quelli che, farisaicamente, avete definito i sentimenti generati dagli episodi di criminalità.
Senza i nostri emendamenti, osavate addirittura parlare di sentimenti di insicurezza. Questa legge, generalista e ipocrita, deve essere corretta in qualche modo, perché il fatto stesso di dare assistenza e aiuto alle vittime dei reati è una cosa che fa tanto sinistra buonista, esperta in carità pelose, ma sicuramente non c'entra nulla con la sicurezza.
Con i soldi che metterete a bilancio, avete la pretesa di attivare servizi che consistono, ad esempio, nell'informazione sugli strumenti di tutela garantiti dall'ordinamento. Sinceramente, vorrei che l'Assessore Caracciolo mi spiegasse cosa significa, perché in italiano non si capisce.
Non si capisce, nel senso che: cosa sono gli strumenti di tutela (rispetto a che), garantiti dall'ordinamento (quale)? Bisognerebbe quanto meno, ogni tanto, mettere un soggetto, un complemento.
Capisco che ogni volta che voi mettete un soggetto andate in difficoltà perché vi costringiamo a parlare di cose serie, di sicurezza e non di tutto un po', però sinceramente il punto a) del comma 1 è una cosa.È come se io dicessi "supercazzola". Cos'è la supercazzola? Supercazzola è tutto e niente. È una supercazzola e non è il punto di un comma di una legge sulla sicurezza.
L'assistenza psicologica. È vero che abbiamo un Assessore alla sanità che ignora i dati sulle liste di attesa e che dovrebbe - lei - preoccuparsi dell'assistenza psicologica, ma poi abbiamo anche un altro Assessore all'assistenza, che forse dovrebbe occuparsi, con le sue leggi dell'assistenza psicologica. E voi mettete in questa legge l'assistenza psicologica, la cura e l'aiuto alle vittime, con particolare riferimento alle persone anziane, ai soggetti con handicap, ai minori di età, alle vittime di violenza e di reati gravi, di violenza di reati di tipo sessuale e di discriminazione razziale.
Oltretutto, fate anche una grave discriminazione nei confronti di tutti gli altri tipi di violenza privata e di violenza nei confronti delle persone. Perché? A voi piace tanto usare i termini discriminazione razziale e reati di tipo sessuale, ma non so perché gli altri reati, ad esempio quello subito da chi è stato sfregiato in Piazza Vittorio alle 8.30 del mattino, non rientra in questa casistica. Sicuramente è per voi meno grave di altre questioni, che ritenete più importanti da tutelare.
Pertanto, il nostro emendamento - finalizzato all'istituzione di una Fondazione piemontese per le vittime dei reati - è bloccato, cioè individua una categoria precisa, perché vuole cercare di dare un contributo di serietà ad una legge che di serietà ne ha veramente poca. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo, per esprimere il parere della Giunta regionale.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Quando si era aperta la polemica perché non avevamo dato seguito alla vostra legge n. 6 del 2004, una delle cause era (ed è) dovuta al fatto che era prevista nella legge (se non erro all'articolo 4) la Fondazione per l'assistenza e l'aiuto. Però non avete mai messo mano alla sua realizzazione. Mai.
La Fondazione che quella legge prevedeva, che lei enfatizza come "momento cruciale", l'avete inserita e lasciata lì. Così come l'Osservatorio regionale: doveva essere il deus ex machina che avrebbe dovuto risolvere tutto. Ma non è mai stato attuato. Tutto era stato affidato ad un Comitato tecnico-scientifico, composto da sei persone titolari lautamente pagate, con cifre che forse superavano l'importo dei bandi.
E adesso lei mi viene a parlare della Fondazione? Intanto abbiamo appurato che, proprio come struttura, non era stata creata. A nostro giudizio, la Fondazione, per come era stata prospettata, rappresentava un altro strumento burocratico di lungaggini, con Consigli d'Amministrazione Presidenti, gettoni e quant'altro.
Abbiamo quindi voluto affrontare il problema dell'assistenza e dell'aiuto alle vittime dei reati con quest'articolo, che lei giudica general-generico. Avevo anche premesso, la volta scorsa, che non intendevo assolutamente fare una sorta di "elenco della spesa". Infatti, è coniato in modo tale che se si vuole realizzare, concede la facoltà ai Sindaci e agli Enti locali di darne un contenuto. Quando nel testo si legge che la Regione promuove e sostiene: "sostenere" non significa scrivere un bigliettino, ma verificare le esigenze, con interventi di assistenza e aiuto alle vittime dei reati. E gli Enti locali, tra i quali credo che rientrino i Comuni coi vari Sindaci, i Consorzi e quant'altro, possono realizzarli mediante l'attivazione di servizi. Teniamo conto che esistono tutele a carico dello Stato, riferite a questa materia, che consistono nell'affrontare le spese di giudizio, di processo, di pensione e di assistenza in quel senso. Poi c'é quest'altro insieme di interventi previsti alla lettera b), come l'assistenza psicologica per coloro che hanno subito reati gravi. Non solo si va oltre, cioè si garantisce anche la cura e l'aiuto.
Bisogna vedere in queste due parole che cosa dare per riempirlo di contenuti, se la ricolleghiamo prima che la Regione promuove e sostiene quindi promuove e sostiene anche l'aiuto e la cura.
Insomma, noi abbiamo ritenuto di affrontare, all'interno dei compiti della Regione, le problematiche riguardanti le vittime dei reati con questo tipo di intervento che, a mio avviso, comprende una gamma a 360 gradi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'Assessore probabilmente lo ha dimenticato, o ha avuto un lapsus temporale. Ricordo che la legge è stata approvata nel marzo del 2004, è stata finanziata e si è costituito il Comitato. Per cui, i primi passi necessari sono stati compiuti. Tutto il resto che avanzava... l'Assessore lo sa bene, per precisa scelta della Presidente, che, appena è arrivata, ha liquidato il Comitato e si è ben guardata dal fondare la Fondazione.
Ma al di là di questa doverosa precisazione, ovviamente nelle leggi si può scrivere ciò che si vuole, fare le riflessioni o i sogni che si crede e decidere anche di vivere in un'altra realtà. Questo è lecito: se lo si fa in Internet, lo si può fare anche nella vita reale (così almeno non ci si rovina gli occhi!).
Io non so se l'Assessore ha pensato a calare l'articolo 4 nella realtà: significa che tutti i soggetti potranno accedervi, salvo le persone di sesso maschile, dai 19 ai 55 o 60 anni (perché poi non so che cosa s'intenda col termine "anziani"), salvo questa "banda" di emarginati. Se un trentacinquenne è vittima di un reato, non vi può accedere. Tutti gli altri lo potranno fare o almeno avranno una via preferenziale, perché c'é un particolare riferimento. Quindi gran parte dei cittadini che subiscono reati sono titolati, ai sensi dall'articolo 4 della legge regionale, a recarsi presso un servizio sociale o un'amministrazione comunale per chiedere quanto detto nei punti a), b) e c). Badate che se questa legge inutile verrà approvata, noi promuoveremo quest'aspetto e a tutti i cittadini che subiranno uno scippo al mercato o un borseggio sul tram andremo a dire: "Andate dai servizi sociali, perché vi seguiranno, vi daranno sostegno psicologico, aiuto e cura. Vi diranno quali sono le vostre prerogative". E noi siamo certi, conoscendo l'efficienza dei servizi sociali, soprattutto del Comune di Torino o di gran parte delle nostre Province e Consorzi (che oggi non prendono in carico se non, per esempio nella mia realtà, le situazioni gravi, cioè gli abusi, oppure si attende otto mesi un assegno di disoccupazione), che da domani, mettendo voi dei soldi (perché il sostegno, al di là della promozione, significa soldi) metterete un tot di persone che saranno lì ad aspettare i cittadini vittime di reati per garantire loro assistenza psicologica, cura e aiuto. Noi ne siamo assolutamente certi. Ma visto che non viviamo nel mondo parallelo di internet ma in questo e ci confrontiamo quotidianamente con la realtà sappiamo che è una presa in giro; è una cosa che non verrà mai realizzata perché non si potrà mai realizzare.
Allora è un'indicazione di principio, se vi accontentate di quella.
peraltro, lo fate in gran parte degli altri articoli della legge. Avete la necessità, così com'è stato per il Piano, di dire: "Abbiamo fatto la legge sulla sicurezza". Che poi questa legge non cambi nulla, pare non interessarvi affatto. Perché se uno legge l'articolo 4, potrebbe dire: "Sarebbe stato meglio non scriverlo". Se dal 3 passavamo al 5, la legge sulla sicurezza la facciamo ugualmente, ma non lo scriviamo.
Non si rimanda neppure ad un regolamento di Giunta per individuare quelle che sono le situazioni di particolare gravità, coloro i quali hanno priorità in modo tale che un operatore possa dire: "Lei è vittima di un reato". Tutti coloro che sono vittime di qualunque reato, anche quello che si definisce erroneamente minore, sono vittime di reati.
Quindi, si può dire: "Ci dispiace, ma lei come molti altri non ha diritto, perché noi assistiamo solo persone che hanno avuto reati particolarmente gravi, che sono stati vittime di reati particolarmente dannosi per la persona o per i nuclei familiari".
Questo non lo scrivete e quindi siamo certi che non avverrà quanto è scritto all'articolo 4; dopo di che si può anche votare che Natale si festeggia il 25 aprile, si può votare quello che si vuole e decidere nella vita quello che si vuole, però si deve avere il coraggio di riconoscere anche davanti ai cittadini che l'hanno eletto, che questo è un articolo inutile e dannoso.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Novero ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Intervengo per ribadire che sottoscriviamo tutto quello che ha detto il collega Presidente.
Vorrei solo fare una considerazione per motivare il nostro voto; ho provato a fare in questi giorni un esercizio interessante, cioè ad immedesimarmi e a cercare di pensare come pensano i colleghi della maggioranza e, in particolare, quelli della sinistra più radicale.
Ragionando come loro ed analizzando la legge, posso dire che se non ho una strada ma solo una mulattiera per raggiungere il pronto soccorso e chiedo che venga fatta una strada percorribile dalle automobili, non è un intervento sulla sanità.
È ovvio che se non ho un ospedale in montagna, dove ci sono solo i sentieri e non è raggiungibile, non serve come sanità. Se esiste, bisogna fare delle strade e le comunicazioni; è un problema che abbiamo, ma sono interventi sulla strada. Quindi, certe cose dette in quest'aula, possono andare bene o meno e potremmo anche votarle, ma non sulla legge sulla sicurezza. Mettere una strada nella legge sulla sanità, secondo me confonde le idee sul vero obiettivo.
Quindi, distinguiamo gli obiettivi; questa è una legge sulla sicurezza passerà così, ma secondo noi non va bene, perché non contiene il vero oggetto che dovrebbe contenere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Condivido pienamente le considerazioni fatte dal collega Vignale quindi i servizi sociali saranno il punto di riferimento non solo dei poveri disgraziati, ma anche di coloro che hanno bisogno di più sicurezza e di ordine pubblico.
Però questa è la scelta di questa Giunta; mi faceva notare il collega Guida che il Presidente della Regione Lombardia ha assunto un altro atteggiamento sulla legge sulla sicurezza.
Vedremo la fine che farà il nostro emendamento che propone di usufruire di una minima parte delle risorse esistenti per incrementare e favorire tramite un accordo di programma, i mezzi messi a disposizione dalle forze dell'ordine.
A parte questo, approfitto della parola presa per evidenziare quello che sta succedendo in questi giorni e quello che c'è scritto oggi sui giornali per ciò che riguarda la sanità. Mi rivolgo in questo caso al collega Chieppa, il quale era stato un promotore anche molto preciso quando si era svolto in aula il Consiglio aperto sulla Città della Salute. Cosa c'è su "Repubblica" e su "la Stampa"? C'è sempre il famoso discorso della Città della Salute.
Avete letto i giornali oggi? Il Rettore Pellizzetti dice: "No alla Città della Salute, facciamo un nuovo ospedale!".
Qui aveva detto un'altra cosa e aveva firmato un altro documento. C'è il progetto di massima in Commissione, quindi vogliamo incominciare a parlare nelle sedi preposte di questo problema che interessa tutta la comunità e la collettività piemontese? Ogni giorno leggiamo dai giornali delle dichiarazioni. Ieri l'Assessore diceva "Andiamo avanti sulla Città della salute", ma del progetto che giace in IV Commissione - e mi rivolgo alla coppia vincente Robotti-Chieppa cosa ne facciamo? Incominciano a parlare di questa questione o dobbiamo solo leggere le notizie sulla stampa? Mi ricordo che nel discorso sulla Città della Salute nel Consiglio aperto, lei, collega Chieppa, aveva precisato e sottolineato la necessità di cominciare ad analizzare le 320 pagine che giacciono in Commissione, ma noi siamo sempre esclusi da questo dibattito politico che rappresenta noi e tutta la comunità.
Abbiamo tempo per parlare nei prossimi interventi di sanità, però oggi non c'è né l'Assessore né la Presidente né il Vicepresidente.
Stiamo facendo un dibattito così importante sulla legge sulla sicurezza e abbiamo l'Assessore Caracciolo, l'Assessore Migliasso e l'Assessore promosso all'agricoltura che spende un sacco di soldi per fare un salone del vino.
Se si deve fare così per essere promossi, va anche bene, vorrà dire che ogni Assessore avrà il suo salone.
Collega Chieppa, vorrei una risposta da lei su questo tema ed un chiarimento. Ma non lo chiedo solo al Consigliere Chieppa, lo chiedo a tutti i colleghi seduti alla mia destra: vogliamo incominciare ad essere più seri su questo tema? Vogliamo incominciare a parlarne in Commissione e non leggere solo e soltanto sulla carta?



(Battibecco in aula)



PRESIDENTE

Presidente Scanderebech, la invito a concludere.



SCANDEREBECH Deodato

Chi ha detto pagliaccio? Parlare della Città della Salute è essere pagliacci? Se io sono pagliaccio.



PRESIDENTE

Presidente Scanderebech, concluda. Colleghi, v'invito a termini più civili! Concluda!



SCANDEREBECH Deodato

Visto che sono un pagliaccio, continuerò a parlare sempre della Città della Salute.



PRESIDENTE

Lei ha già espresso in modo compiuto quello che è il suo pensiero.



SCANDEREBECH Deodato

Ieri sera sono andato alle Molinette e c'erano 13 barelle fuori posto e fuori luogo. Di questo ne parleremo.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, è finito il tempo regolamentare. Nella libertà della dichiarazione di voto, prego i colleghi di esprimere le proprie opinioni nei tempi regolamentari e con un linguaggio consono al luogo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "Dante Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola media Dante Alighieri di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Vorrei ricordare che alle ore 12 è prevista, secondo quanto convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, la commemorazione dell'onorevole Rinaldo Bontempi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Posso intervenire sull'ordine dei lavori o devo aspettare la fine della votazione?



PRESIDENTE

Siamo in fase di dichiarazione di voto sull'emendamento rubricato n.
38.
Quindi, può intervenire sull'ordine dei lavori dopo la votazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Voterò contro l'emendamento, come espresso dall'Assessore.
Colgo l'occasione per fare un invito. Per due mandati, ho fatto parte del Comitato delle Regioni dell'Unione europea. In questa sede, erano previsti tre minuti di tempo per ogni intervento. Superati i tre minuti e dieci secondi, il Presidente, se riteneva che la prosecuzione dell'intervento non fosse consona ai lavori, interrompeva l'audio. Quindi succedeva che chi continuava a parlare veniva sentito solo dal vicino di banco.
Forse, quando si prolungano eccessivamente gli interventi, anche in dichiarazione di voto (in questo caso, i cinque minuti canonici sono stati superati di oltre due minuti), sarebbe bene spegnere l'audio e non invitare soltanto a terminare l'intervento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Nell'ambito delle dichiarazioni di voto, il nostro Gruppo voterà favorevolmente l'emendamento che è stato finora esplicato. Siccome per dire questo ho utilizzato sette secondi, impiegherò - non so quanto utilmente i restanti minuti ricollegandomi a quello che diceva il Consigliere Ricca.
Il dibattito sulla legge della sicurezza, che sta svolgendosi qui ormai da due giorni e mezzo è caratterizzato, a mio soggettivissimo avviso, da un assoluto disinteresse apparente della maggioranza. Non me ne voglia la maggioranza. Però, capita spesso che una maggioranza, che già fatica ad essere presente nell'ambito di un tema che sa essere controverso, non intervenga. Ed è liberissima di farlo! Sappia solo che quest'assenza di interventi, visto che non stiamo cercando di allungare i tempi anzi, mi sembra che la cooperazione nei tempi sia, almeno da questo punto di vista, condivisibile da tutti, non viene apprezzata. Perché non viene apprezzata? Perché mi dà la sensazione che è un'altra delle leggi che si vogliono portare a casa, indipendentemente dal valore che a questa legge viene attribuito.
Il nostro giudizio è nettissimo: scatola vuota, inutile! Questo l'ho già detto e lo ripeterò anche in altre sedi più utili di questa, dove non c'è nessuno da convincere.
In questo secondo passaggio, parlo alla maggioranza e non alla Giunta.
Mi sembra di poter dire che codesta maggioranza abbia una certa attenzione a ciò che si scrive sui giornali. Certamente, non è una caratteristica unicamente di questa maggioranza. Quanti esecutivi abbiamo visto, anche e non solo di centrosinistra, più attenti all'immagine che alla sostanza delle cose? Quindi, è una critica, ma c'è anche una componente di autocritica.
Certo è che, leggere i giornali di oggi. E non sono partito dall'articolo di Specchio dei Tempi rispetto al quale, probabilmente, in questo momento l'Assessore Artesio sta cercando di capire cosa sta succedendo al Pronto soccorso di Chivasso, e neanche dal Sant'Anna e dalla polemica sui feti. Però, ha ragione il collega Scanderebech: è grave che qualcuno - secondo me, che sia ben chiaro - dica "pagliacci".
Quando il Rettore dell'Università di Torino scrive, con gran rispetto per l'Ateneo e per quella Regione, delle cose sul noto quotidiano torinese immaginando che per una volta dica la verità, cosa che non so perch nessuno qui ne viene a parlare - e che questa Giunta sulla Città della salute non dica niente, lo trova offensivo.
La Giunta, che è assente perché sta aspettando che l'Assessore Caracciolo finisca la sua via crucis, sappia che non è detto che finisca stasera la via crucis perché solo quella di natura cattolica ha un numero di stazioni fissate, qui vige ancora - piaccia o non piaccia ai colleghi di maggioranza - una sovranità dell'Aula.
Presidente, quando l'Aula si sente offesa dall'assenza di interlocuzione - e io mi sento offeso - e dal fatto che nessuno venga a dire delle cose in quest'Aula su un tema così importante, la legge del contrappasso è ineludibile.
Terza questione. Il Presidente Ricca che dava dei consigli operativi su cui potrei anche convenire, che ha fatto anche il Presidente della Provincia, sappia che se al suo posto ci fosse stato, in questi due anni e mezzo, il Presidente Picchioni, la Presidente Bresso ogni tanto avrebbe dovuto esibire i documenti per arrivare in quest'aula e per avere da quest'Aula il rispetto dovuto. Quindi, attenzione a invocare delle regole à la carte, piuttosto scriviamole le regole.
Sulla questione delle regole a propria immagine e somiglianza, noi abbiamo degli esperti, anche a Roma. Il Presidente Berlusconi - mi è stato detto, leggendo i quotidiani - sul fare delle norme ad personam, ha scritto dei seminari che sono letti anche all'estero. Noi ci accontentiamo di quelli praticati qui.
Non pensi codesta maggioranza di governare per sempre e non pensi nonostante i costi dell'Alzheimer - sto citando solo i giornali di oggi e nessuno dice niente - che la memoria ci passi perché non ci passa! Quindi, ricominciamo dal voto dell'emendamento e vediamo se avete i numeri. Ricordate che se una maggioranza vuole fare politica coerentemente credo che debba aiutare se stessa, ogni tanto, comprendendo anche che qualche errorino qua e là anche codesta maggioranza lo sta facendo.



PRESIDENTE

Non ci sono più richieste per dichiarazione di voto.
Ritengo che il meccanismo di funzionamento dell'Aula debba essere, così come da Regolamento, oggetto di discussione nella specifica Commissione dandosi delle regole che poi l'Aula deve rispettare.
In merito al togliere la parola, l'Aula è talmente piccola che bisogna sempre valutare se togliere la parola è la soluzione migliore rispetto a quella di trovarsi poi in una discussione allargata, ancorché non a microfoni accesi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38.
Il Consiglio non approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Clement ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Non rubo molto tempo all'Aula, ma vorrei fare notare che, in queste settimane, sta partendo una discussione nella Giunta per il Regolamento che vede tutti i Gruppi concordi nell'affrontare i nodi presenti nel Regolamento.
Vedo, altresì, che oggi, ma già nella giornata di martedì, la discussione sulla legge della sicurezza sta procedendo non in maniera così celere, ma con un confronto aperto, con interventi, approvazioni e bocciatura di emendamenti. Chiedo sicuramente rispetto dei tempi - sul punto sono già intervenuti altri Consiglieri - ma anche il rispetto del Regolamento. Non ha senso pensare di modificare il Regolamento - che dà ampie possibilità di parlare in qualsiasi momento, su qualsiasi cosa - e poi intervenire per dichiarazione di voto, senza neanche dire se votiamo a favore, contro, ma solo per sostenere, individuare un argomento del tutto legittimo, la Città della Salute, ma che non ci azzecca assolutamente nulla con l'argomento trattato. Per il rispetto istituzionale di quest'aula, per il rispetto del nostro Regolamento e del nostro Statuto, il Presidente dovrebbe avere il coraggio di dire: "Consigliere Scanderebech, sta parlando di cose che con la legge sulla sicurezza, con l'emendamento, non ci azzeccano nulla". Chieda di intervenire sull'ordine dei lavori, quando ci sono le comunicazioni, e abbia facoltà di farlo, ma almeno un minimo di decenza rispetto a queste cose! Mi chiedo a cosa serve la modifica del Regolamento!



PRESIDENTE

Consigliere Clement, ovviamente il lavoro che abbiamo avviato con la Giunta del Regolamento confido possa portare a dei risultati. È chiaro che questo non risolve il problema nell'immediato. In passato, i Presidenti che si sono succeduti, compresi i Vicepresidenti e l'Ufficio di Presidenza che si sono alternati a presiedere l'Aula, hanno ritenuto impossibile sindacare l'oggetto dell'intervento, rimettendolo alla discrezionalità politica del singolo Consigliere. Tant'è che alcuni Consiglieri, anche politicamente autorevoli, hanno utilizzato il loro tempo in modo, a volte, assai curioso.
Ovviamente sarebbe opportuno, per rispetto dei lavori istituzionali, che ciò non avvenisse, che ci si rimettesse tutti quanti al rispetto dell'oggetto della discussione. Soprattutto in sede di dichiarazione di voto, sarebbe opportuno che chi interviene a questo titolo, chiudesse il suo intervento dicendo se vota a favore, in senso contrario o si astiene sull'argomento che sta trattando. L'auspicio è che questo succeda. Il potere concepito per farlo, fino ad ora non è mai stato usato, se si decide di dare un'interpretazione, anche in seno alla Giunta del Regolamento maggiormente rigida a decorrere dall'immediato, l'Ufficio di Presidenza si adeguerà. Diventa altresì difficile togliere la parola ad un Consigliere lo si può fare, ma se un Consigliere continua ad aggrapparsi al microfono o ricorriamo al sistema degli uscieri, che non abbiamo (gli uscieri come utilizzo repressivo, così come fa la Camera) oppure anche la limitazione dell'aula, in un contesto piccolo come questo, non ci consente di risolvere il problema.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Presidente, mi riallaccio a quanto ha detto poco fa il Vicepresidente Picchetto Fratin presiedendo l'Assemblea. Noi chiediamo che venga convocata la Commissione sanità quanto prima, con l'ordine del giorno la questione sollevata.
Il Consigliere Scanderebech forse non si è espresso bene, anche se io l'ho capito perfettamente. Emerge anche una questione di comunicazione sulla vicenda Città della salute e credo che la Commissione, appositamente convocata sull'argomento, possa essere un contributo ad un confronto aperto anche nelle sedi più opportune. Ieri, non dimentichiamo, sulla questione Pronto Soccorso delle Molinette l'Assessore Regionale alla sanità ha risposto: "Ne parleremo quando faremo la Città della Salute".



PRESIDENTE

Mi scusi Consigliere Guida, ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, ma qual è la sua richiesta?



GUIDA Franco

Di convocare la Commissione sanità su quest'argomento.



PRESIDENTE

Ricordo che alle 14,20 ci sarà la Conferenza dei Capigruppo che dovrà calendarizzare i lavori, prego anche il vostro Gruppo consiliare di riproporre la richiesta. Comunque terrò presente, con gli Uffici, della richiesta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Sono stato superato da quanto ha detto il Consigliere Clement. Avevo chiesto di intervenire durante l'intervento del Consigliere Scanderebech perché volevo semplicemente ricordare che l'oggetto del tema era la legge n. 344 articolo 4, emendamento allo stesso.
Credo anch'io che, nello spirito in cui tutti i Gruppi chiedono che al Regolamento si metta mano, sarebbe opportuno che gli interventi che devono avere un tema, venissero svolti sul tema stesso.
È un lavoro lungo, e credo che almeno dal prossimo Regolamento debbano essere normati in modo preciso e i tempi e l'oggetto del tema. C'era una dichiarazione di voto su un tema specifico, si è parlato di un altro tema per quanto importante di cui il Consiglio medesimo aveva discusso precedentemente, di cui è giusto che si parli in Commissione come altri Consiglieri hanno chiesto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Volevo intervenire per fatto personale. Ho lasciato parlare il Consigliere Guida e il Consigliere Dalmasso per correttezza perché sono una persona molta corretta nei confronti dei colleghi.
Volevo dire al Consigliere Clement che, all'inizio dei miei cinque minuti di intervento, avevo detto di essere favorevole e di condividere pienamente quello che era stato espresso dal Consigliere Vignale (questo per sgombrare ogni equivoco).
Poi ho detto: "Approfitto di questi cinque minuti per parlare di quello che sta succedendo oggi, di quello che si legge sui principali quotidiani torinesi". È mio diritto e dovere, indipendentemente dalle questioni regolamentari. Se io non posso parlare come Consigliere regionale di un tema così importante che è anche oggetto di eventuali scontri sociali..



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Scanderebech.lei ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, e sta invocando un fatto personale, ma se invoca un fatto personale la prego di dimostrare in cosa consentirebbe il fatto personale. All'Ufficio di Presidenza, ai sensi del Regolamento, compete dichiarare se esiste oppure no il fatto personale.



SCANDEREBECH Deodato

Il Consigliere Clement mi ha accusato di non essere stato sufficientemente chiaro nella risposta all'emendamento presentato dal Gruppo di Alleanza Nazionale. Ripeto al Consigliere Clement che ho espresso immediatamente la mia volontà di voto, all'inizio del mio intervento dopodiché sono stato interrotto con un aggettivo che squalifica la persona che lo ha espresso (ossia pagliaccio).
Il fatto che questo signore mi abbia dato del pagliaccio, mi gratifica.
Mi gratifica essere considerato un pagliaccio se vengo in aula a parlare di un problema così delicato, della sanità, della Città della Salute, delle liste di attesa, delle barelle che giacciono oggi presso i Pronto Soccorsi.
Dobbiamo evidenziare che, un problema del genere, può causare anche un minimo di disagio sociale. Disagio sociale vuol dire contrasti sociale sicurezza, ordine pubblico. È chiaro? Non fatemi la morale di quello che devo dire e di quello che devo fare. È chiaro? Secondo. Voi vi sottraete ad un tema così importante, quando ne abbiamo parlato tutti. I vostri colleghi hanno detto che dobbiamo andare in Commissione, il Presidente è testimone, è scritto a verbale, e poi leggiamo tutti i giorni sui giornali e vediamo dai media che l'Assessore esprime la sua posizione politica, senza venire in Commissione, senza venire in aula.
Non ci sto a questo metodo di fare politica.
Anche il Consigliere Lepri ha espresso in Aula un nuovo modello della Città della salute e allora..



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, le chiedo scusa, abbiamo dei ragazzi che ci stanno ascoltando, quindi invito tutti i Consiglieri a moderare i toni, a rispettare le istituzioni in cui operiamo..
Per cortesia Consigliere Scanderebech.
Per cortesia, Consigliere Robotti, chieda la parola e le sarà data.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere, ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Sempre sull'ordine dei lavori. Così preciso ai Consiglieri, in termini regolamentari, su cosa intendo intervenire.
Da adesso in avanti ci impegniamo a dichiarare con chiarezza se votiamo a favore, contro o "x". È giusto che i Consiglieri sappiano, su ogni votazione, se c'è vittoria, vittoria fuori casa, o pareggio: il Regolamento lo impone.
Vorrei solo dire ai colleghi che questo loro rigorismo sui tempi è l'unica cosa che gli interessa, visto che di sicurezza non parlano perch fanno un po' come Fonzie del telefilm "Happy Days". Alla sinistra radicale certe parole proprio non escono dalla bocca, e una di queste è "sicurezza".
Non so se ricorderà quando lei era giovane, Presidente, che Fonzie non riusciva a dire "ho sbagliato"; ecco, per la sinistra radicale è lo stesso col termine "sicurezza": non riescono proprio.
Allora faccio solo osservare a questi colleghi, che hanno la dislessia sulla sicurezza, che il loro intervento - importante, perché noi ci impegniamo sicuramente d'ora in avanti a dire "1", "2 "o "X" alla fine dei nostri interventi per dichiarazione di voto - e il loro richiamo, per il momento, ha causato un ritardo nella prosecuzione dei lavori del Consiglio regionale di una ventina di minuti rispetto ai 2 minuti e 32 secondi per cui aveva sforato il collega Scanderebech, il quale peraltro era stato interrotto attorno a 1 minuto.
Quindi, se vogliamo continuare con queste interessantissime schermaglie procedurali e regolamentari, che mi sembra necessiterebbero di una sede più adatta, siamo ovviamente disponibili nei prossimi 20 minuti: dipende da voi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Avendo poca esperienza di questo Consiglio regionale, ma avendo vissuto - ahimè - cinque anni in maggioranza (dal 2000 al 2005), inviterei i colleghi che sono intervenuti con tale veemenza sia sui contenuti degli interventi di alcuni Consiglieri sia sui tempi leggermente sforati, di andarsi a fare una cultura. Noi abbiamo, come uffici, tutti gli interventi fatti dal 2000 al 2005 dei colleghi Chiezzi Contu e dell'amico Moriconi: andate a leggervi questi interventi prima di parlare, perché altrimenti commettiamo degli errori gravissimi.
Noi, caro Presidente - lo dico anche a lei, che è novello, o forse ormai non più, perché il callo se l'è fatto - abbiamo letto insieme dei libri, abbiamo condiviso dei libri che non c'entravano niente con gli argomenti di cui si trattava. Durante la discussione del buono scuola abbiamo letto un libro meraviglioso, perché poi i colleghi sapevano anche scegliere in biblioteca con ragione e con interesse.
Veramente: non ergiamoci a giudici rispetto a comportamenti che, a turno, le maggioranze devono sopportare. Lo dico e lo ripeto dall'inizio di questa legislatura: la politica in questo Consiglio è anche e soprattutto pazienza. Bisogna pazientemente stare seduti su quelle sedie, far maturare le cose e ottenere risultati, perché poi risultati ne abbiamo ottenuti noi quando stavamo in maggioranza, li ottenete voi stando in maggioranza, con la pazienza di stare a sentire le argomentazioni, anche quelle che potrebbero sembrare fuori tema, ma che rappresentano un momento del dibattito politico che matura.
Quindi, in maniera assolutamente cortese e disponibile nei confronti dei colleghi di maggioranza, dico: non ergetevi a giudici, perché non avete neanche il titolo per essere giudici di comportamenti che, fino all'altro ieri, avete mantenuto, non voi personalmente, ma i vostri rappresentanti in quest'Aula, per anni e anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Ero indeciso se intervenire o meno, però siccome qui si parla del fatto che in Commissione.
Quando la collega Cotto diceva "attenzione ai pianisti", ha risvegliato l'istinto di qualcuno che ha allungato la mano e schiacciato il bottone. Ha schiacciato il bottone di un collega che era presente nei dintorni dell'Aula. Sicuramente avrebbe votato in quel modo, sicuramente non ha cambiato l'esito della votazione e io sicuramente non sarei intervenuto, ma poi mi è venuto il dubbio che, se l'avessi fatto io, magari mi avrebbero assalito.
Adesso vorrei dirvi: ragazzi, usiamo il buonsenso. La cosa migliore sarebbe scrivere nel Regolamento: "Bisogna essere seri e avere buonsenso".
Una regola così, però, chi la applica? Chi decide se non viene applicata? Voglio semplicemente dire questo: non esacerbiamo i toni: conta la verità.
Dopo l'intervento del collega Dalmasso, avevo l'intenzione di stare zitto perché l'ho trovato un intervento corretto; poi non so, forse è stato un revival dell'esacerbazione: usiamo il buonsenso, ecco.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Ho Io sono per chiudere questo intermezzo - chiamiamolo così - anche se voglio ribadire che il mio intervento non era assolutamente finalizzato n ad un'accelerazione né ad un rallentamento rispetto ai lavori, ma era unicamente legato al rispetto verso quest'Aula e verso il Regolamento.
Se permettete, vi porto via un paio di minuti, anche per sdrammatizzare un po' su questa vicenda.
C'era una volta un vecchio parroco di campagna che aveva una "fissa": la confessione. Tutte le volte che faceva una predica, finiva inevitabilmente per parlare della confessione, sempre, dovunque e comunque.
Qualche parrocchiano, stufo di sentire, tutte le domeniche e tutte le messe, questa solfa, si rivolse al Vescovo. Il Vescovo mandò a chiamare il parroco: "Si, è vero, la confessione è un sacramento importante, però non può diventare l'unico elemento col quale lei si rapporta ai suoi fedeli in tutte le occasioni. Cerchi di attenersi a quello che è il tema della domenica, secondo il calendario ecclesiastico e quelle che sono le ricorrenze e le feste che si celebrano in quel giorno lì".
La domenica seguente casualmente cadeva la festa di San Giuseppe, e allora il parroco iniziò la sua predica: "Carissimi parrocchiani, oggi celebriamo la festa di San Giuseppe e quindi rifletteremo sulla figura di San Giuseppe. San Giuseppe, come sapete, era un falegname. I confessionali sono di legno, li fanno i falegnami e quindi oggi vi parlerò della confessione...".
Grazie, colleghi, per la pazienza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Clement. Peraltro c'è un altro illustre esempio in materia, che è quello che ha formato il diritto parlamentare. Catone, detto il censore, come sapete, concludeva tutti i suoi interventi in Senato con un appello ai Senatori e al Popolo romano affinché Cartagine fosse distrutta. Ed è proprio il caso preso ad esempio dagli studiosi del diritto parlamentare per ritenere non sindacabile il contenuto delle dichiarazioni che vengono rese all'interno degli spazi riservati al singolo parlamentare che interviene in assemblea.
Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Signor Presidente, vorrei chiedere al collega Consigliere se pu ripetere la storiella, perché ho riscontrato molta disattenzione nell'Aula e personalmente non ho capito che cosa volesse dire. Se, per favore, riesce a darmi l'opportunità di apprendere al meglio le sue considerazioni, che peraltro, vedendo l'Aula sorniona, ho capito essere di piacevole importanza nella riunione della seduta antimeridiana del Consiglio, mi chiedo se non sia il caso, proprio per rendere edotti nel merito anche i colleghi che come me, erano un po' distratti, se si può cortesemente riascoltare la storiella. Magari me ne viene in mente qualcuna che posso raccontare successivamente ed essere di aiuto sempre per i nostri lavori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Toselli. Non me ne voglia, ma per economicità dei lavori consiliari, mi riservo di io stesso interprete e latore della parabola raccontata dal collega Clement.
Colleghi, chiudendo la serie degli interventi sull'ordine dei lavori prima di procedere all'esame dell'emendamento n. 28, afferente all'articolo 4, propongo di procedere, come convenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo, al momento di commemorazione del collega Rinaldo Bontempi.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere on. Rinaldo Bontempi


PRESIDENTE

Colleghi, il 14 agosto è scomparso Rinaldo Bontempi. Aveva 63 anni.
La Presidenza del Consiglio e della Giunta regionale hanno espresso alla famiglia un commosso cordoglio, a nome delle rispettive Istituzioni.
Una folta rappresentanza istituzionale, con la presenza del gonfalone della Regione, ha partecipato ai funerali che si sono svolti il 17 agosto a Porte di Pinerolo, dove Bontempi era nato nel 1944.
Esponente appassionato della sinistra piemontese, è stato Consigliere regionale dal 1975 al 1989.
È stato Capogruppo del PCI dal 1976 e Assessore al commercio e all'artigianato dal 1983.
Eletto al Parlamento europeo nel 1989, riconfermato nel 1994, ha ricoperto importanti ruoli: Vicepresidente della Commissione per le Libertà Pubbliche e gli Affari Interni e componente della Commissione Affari Sociali Occupazione e lavoro.
Partendo dalla più che decennale esperienza nella Regione Piemonte nell'incarico a Strasburgo si è fortemente impegnato per assicurare un rapporto stretto e intenso fra la realtà piemontese e il Parlamento europeo. Risale a quella stagione la nascita del Centro di Iniziativa per l'Europa del Piemonte (CIE Piemonte), di cui è stato per molti anni l'animatore e, da ultimo, Presidente onorario.
Il Consiglio regionale e la Consulta Europea, in particolare, hanno potuto contare, in quegli anni, sul suo appassionato contributo al dibattito e allo sforzo per il consolidamento dei valori e degli ideali dell'Unione Europea.
Nel 2000 è stato nominato, in rappresentanza della Provincia di Torino nel Comitato organizzatore delle Olimpiadi Invernali, il TOROC, di cui è divenuto Vicepresidente.
Attento alle complesse relazioni del progetto olimpico, alla valorizzazione e salvaguardia della montagna e della sua cultura e identità, si fa promotore, in quegli anni, di iniziative e strategie per dare visibilità e ricadute positive, sul territorio piemontese, alle Olimpiadi invernali.
Soltanto due anni fa una nuova sfida, ancora una volta per tenere insieme l'esperienza regionale e nazionale e la sempre più ricca esperienza internazionale. Bontempi fonda una nuova realtà: l'Istituto Euromediterraneo del Nord ovest - Paralleli, e ne diviene Presidente. Una sfida che si dimostra fin da subito vincente.
Purtroppo sarà anche la sua ultima sfida.
Rivolgo alla famiglia, agli amici e a coloro che hanno condiviso con lui ideali e progetti politici, le condoglianze mie personali e del Consiglio regionale del Piemonte.
La famiglia è stata invitata, ma, per motivi personali e di lavoro, non può essere presente. La signora Bontempi mi ha mandato una missiva, in cui si dice: "Sono spiacente di non poter intervenire al momento di ricordo che avete deciso di dedicare a mio marito Rinaldo. Desidero comunque ringraziare, anche a nome dei miei figli, Lei e i Consiglieri regionali tutti. Cordiali saluti." La signora si scusa e ci comunica la sua vicinanza e l'apprezzamento per questo gesto.
Propongo un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Chiedo al Consigliere Muliere di ricordarci brevemente la figura del collega Bontempi, avendo condiviso con lui tante battaglie politiche. Penso sia giusto che sia lui a ricordare brevemente la sua figura politica in quest'Aula. Grazie.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Vorrei ringraziarla a nome del mio Gruppo e ringraziare gli altri Presidenti di Gruppo che, nella Conferenza dei Capigruppo, hanno deciso di ricordare in questo modo la figura di Rinaldo Bontempi.
Una figura cara alla sinistra, ma io credo cara alle Istituzioni perché, come lei ha ricordato, è stato Consigliere regionale per tanti anni, forse uno dei costituenti di questa Regione insieme a tante altre figure politiche.
È proprio in Consiglio regionale che Rinaldo Bontempi ha costruito la sua figura politica, dopo altre battaglie che aveva compiuto prima di entrare in Consiglio regionale, ma proprio qui forse è nata la sua capacità di creare relazioni con gli altri, soprattutto con le altre persone.
Bontempi aveva una simpatia per l'uomo, per le relazioni con le altre persone, e questa è stata una sua caratteristica umana, forse la più grande che lui aveva.
Proprio qui, in Consiglio regionale, si è formato per poi diventare un parlamentare europeo, io credo straordinario, per le iniziative che ha intrapreso in Europa.
La sua visione dell'Europa (era un europeista convinto, anche prima di entrare nel Parlamento europeo), la sua capacità di costruire relazioni e di vedere il Piemonte come una regione che poteva confrontarsi e dialogare con il resto dell'Europa e del mondo, la costituzione dei CIE (il Centro di Iniziativa per l'Europa), questa sua ultima iniziativa intrapresa, insieme alle altre, rappresentava la sua visione del mondo e il ruolo della Regione Piemonte nel rapporto con gli altri territori dell'Europa e del mondo.
Ultimamente Rinaldo - ci sentivamo per telefono, conoscevo Rinaldo Bontempi da oltre 30 anni - anche se non era più iscritto al nostro partito non era più iscritto a nessun partito - si trovava a disagio, e lo manifestava, in questo modo di fare politica, in questo contesto politico.
Però Bontempi aveva fatto della passione politica, dell'impegno politico, dell'impegno civile la sua ragione di vita e non poteva restare distante dalla politica e dall'impegno civile. E lo ha fatto fino alla fine. Mi aveva chiesto di incontrare il Gruppo per concordare iniziative relative a tanti temi: dalla sicurezza - Bontempi si era impegnato fortemente sui temi della sicurezza - ai problemi dell'integrazione, al rapporto tra la nostra Regione e l'Europa. Voleva dare un contributo all'iniziativa del nostro Gruppo.
Ancora 4 giorni prima di stare male mi aveva telefonato per dirmi "Vediamoci, perché voglio fare questo incontro"; purtroppo, questo incontro non siamo riusciti a farlo. Quando sono stato nominato Presidente del Gruppo, ho pensato subito a Bontempi. Mi sono sentito piccolo nei confronti di una figura alta come quella di Rinaldo Bontempi. Credo che tutti - chi lo ha conosciuto, chi ha fatto politica, ma anche le tante persone che sono qui in Consiglio regionale e che lavorano in Consiglio regionale da tanti anni - abbiano potuto apprezzare le caratteristiche intellettuali, umane politiche di questo uomo.
Credo che nel corso della nostra attività amministrativa e politica dobbiamo pensare a figure come quella di Rinaldo Bontempi. Quando pensiamo alla politica come impegno, come servizio, come passione, come impegno civile, noi dobbiamo avere riferimenti come quello di Rinaldo Bontempi.
Nella storia politica di questa Regione ci sono tante figure come quella di Rinaldo Bontempi e io credo che questo ci rafforzi nel nostro agire, nella nostra azione quotidiana.
Quello che ci ha lasciato è molto importante e credo che sia nostro dovere continuare per quella strada, per come vedeva lui la politica e per come vedeva lui la vita amministrativa: soprattutto il rispetto delle istituzioni e della nostra Regione. Grazie.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Penso che l'applauso del Consiglio regionale riconosca, meglio di ogni altra parola, oltre che il tributo dovuto alla figura del collega, anche l'apprezzamento per le parole, la passione e i sentimenti che il Presidente Muliere ha saputo infondere in questo breve ricordo dell'on. Bontempi.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola media "Des Ambrois" di Oulx


PRESIDENTE

Prima di riprendere i nostri lavori, desidero salutare gli allievi della Scuola media "Des Ambrois" di Oulx che sono in visita al Consiglio regionale. Benvenuti. Speriamo che la visita sia di vostro gradimento.
Avete appena assistito alla commemorazione e al ricordo di un Consigliere regionale, Capogruppo in Consiglio regionale, che è stato europarlamentare e che è mancato nel mese di agosto. E' doveroso ricordare i colleghi che mancano. Spesso ci si divide sulle proposte politiche, sulle opzioni politiche, sulle scelte, si hanno opinioni diverse, ma non si può mai dimenticare il valore delle persone, il rispetto delle persone e ammirare l'impegno che le persone nella loro attività sanno infondere per le istituzioni e per il bene della collettività, seppur ciascuno con la propria visione legittima di parte.
Grazie della vostra visita.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame disegno di legge n. 344: "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata" (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo con il lavoro ordinario del Consiglio regionale e con l'esame del disegno di legge n. 344.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Cotto, Ferrero Burzi: alla lettera b) del comma 1, dell'articolo 4, dopo le parole "ai minori di età" sono aggiunte le seguenti: "alle donne".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, signor Presidente. Oltre all'emendamento n. 28, per economia di tempo, illustrerei anche l'emendamento n. 56. Entrambi gli emendamenti sono stati accettati dall'Assessore; sono emendamenti che nascono da lontano, da un lungo percorso che ha visto impegnate le Consigliere in particolare, per cercare tutte quelle azioni di contrasto alla violenza nei confronti delle donne. Io sono la prima firmataria, altre colleghe hanno firmato. Ogni legge che arriva in Consiglio è per noi un buon mezzo per fare aggiungere un risultato alla nostra lotta. Lo abbiamo fatto quando si trattava della legge di bilancio (abbiamo inserito il fondo per la tutela legale alle donne vittime di violenza); oggi lo facciamo per aggiungere al punto b) dell'articolo 4 anche un preciso riferimento alle donne. Sappiamo che non erano escluse, ma noi con forza vogliamo ricordare le donne. Inoltre, con l'emendamento rivisto con l'Assessorato, il n. 56, si prevede anche l'istituzione di Centri antiviolenza.
E allora, proprio prendendo spunto da questi emendamenti, io mi chiedo collega Clement - come si possa sostenere che la salute non ha nulla a che vedere con la sicurezza. Scherziamo? Penso che l'insicurezza crei problemi; è proprio la microcriminalità fa andare in ospedale tanti anziani, tanti minori, tante donne, tante persone.
E allora io penso che si debba riflettere, ragionare, e non mettere il bavaglio a nessun Consigliere. Non ci riuscirete. Dovete essere più tolleranti. Noi tutti rispettiamo quest'Aula, la polemica politica è un'altra cosa e io ricordo sempre che a volte è facile avere una doppia morale, a seconda dei ruoli che si occupano.
A proposito di rispetto di regolamento, voglio raccordare che anche questa mattina un Gruppo di maggioranza ha fatto una Conferenza stampa alle ore 11.30.



(Commenti in aula)



COTTO Mariangela

Noi lo leggiamo dalle comunicazioni (spero che il Presidente mi ascolti), lo leggiamo dalle vostre comunicazioni. Era stato detto con forza dal Presidente: "Mai più conferenze stampa durante i lavori del Consiglio".



(Commenti in aula)



COTTO Mariangela

E' stata rinviata? Io leggo qui "Oggi, ore 11.30, conferenza stampa: 'Mi fido di te - Regole di una convivenza - Ipotesi per il futuro', a cura di Italia dei Valori".
Io mi attengo a quanto ci viene comunicato. Non abbiamo, per simpatia nei confronti del collega Buquicchio, sollevato la questione alle ore 11.20, chiedendo la sospensione dei lavori. Però, se si parla di rispetto il rispetto ci deve essere sempre, perché solo così si è credibili. Si è credibili per quello che si fa, non solo per quello che si dice e che combinazione - si dice sempre alla minoranza. Grazie.



PRESIDENTE

Valuteremo meglio, però le comunico che la conferenza stampa non si è tenuta; non si è tenuta per l'ovvio motivo che c'era la seduta d'aula del Consiglio regionale.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Vorrei solo spiegare che si è trattato di un errore, non so di quale ufficio (presumo l'Ufficio Stampa), che ha comunicato una data sbagliata.
In realtà si tratta della settimana prossima, precisamente del 21 novembre, data che non coincide sicuramente con i lavori d'Aula preventivati.
È stata una notizia ANSA data per errore. Mi sono attivato immediatamente per la smentita, ma purtroppo sappiamo come vanno le notizie giornalistiche.



PRESIDENTE

Ci sono altri colleghi che desiderano intervenire sull'emendamento n.
28? La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Non me ne vogliano le donne, però io ho sempre ritenuto che non ci debbano essere differenze tra uomo e donna, per cui quando assisto ad interventi di colleghe che chiedono in modo insistente delle prerogative differenti per le donne, le ritengo poco corrette proprio per la dignità femminile.
Questo è valso per quanto riguarda le riserve indiane, quando provenivano richieste anche in quest'aula dalle donne relativamente ai posti nelle elezioni, nelle nomine e così via.
Lo ritengo poco corretto anche adesso, perché? Quando noi, all'articolo 4, parliamo di assistenza psicologica, cura e aiuto alle vittime, con particolare riferimento alle persone anziane (uomini e donne), ai soggetti con handicap, ai minori d'età, alle vittime di violenza e reati gravi, di violenze e reati di tipo sessuale, di discriminazione razziale, non capisco perché dobbiamo mettere in più le donne. Rimangono fuori di fatto solamente gli uomini dai 18 ai 65 anni di età, e non capisco il motivo. A me sembra una discriminazione nei confronti degli uomini, a questo punto. Se le donne vogliono effettivamente la parità, non capisco perché, tolte le donne e gli uomini che fanno parte di tutte queste categorie (discriminazione, problemi sessuali, violenza sessuale, reati gravi, handicap, anziani, ecc.), non possano essere al pari degli uomini.
Le donne che non hanno problemi, perché non possono essere al pari degli uomini? No, devono avere un occhio di riguardo in più.
A noi questo modo di procedere non piace. Pertanto, come Gruppo della Lega, sull'emendamento non parteciperemo al voto, non perché siamo contrari alle donne, ma perché non ci piace questo voler sempre tirare fuori una questione che in alcuni casi, come in questo, non c'entra niente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Su quest'emendamento della collega Cotto potrei votare per amicizia quindi - per carità - diciamo che voto a favore, però adesso non siamo in fase di dichiarazione di voto, quindi lo devo dire dopo. Giusto Presidente?



PRESIDENTE

Stiamo discutendo sull'emendamento Rubricato n. 28, però è sua facoltà dichiarare il voto subito.



GHIGLIA Agostino

Per quanto riguarda il voto, dirò poi cosa faccio. Nel frattempo, penso se fare 1, 2 o X.
Devo dire che a quest'emendamento si aggiungono le donne, quindi da un certo punto di vista si dovrebbe votare sì. In questa legge, che in teoria sarebbe dovuta essere una legge sulla sicurezza, c'è talmente di tutto che aggiungere anche le donne, sicuramente un elemento sicuramente importante fondamentale e prioritario del tutto rispetto alle considerazioni sull'universo, ritengo che potrebbe essere un'attenzione condivisibile.
Se abbiamo messo tutto, dall'assistenza sociale a più paracarri per tutti (fondazioni, vittime di tutto, prevenzione e aiuto psicologico, di tutto, comunque con pochi euro), potrebbero starci anche le donne. Da questo punto di vista, saremmo a favore. Tuttavia, il parere favorevole cozzerebbe con quella che è la nostra battaglia.
La battaglia che stiamo tentando di condurre, anche se nell'indifferenza, è quella che non vogliamo una legge generalista. Non vogliamo una legge in cui ci siano troppe cose, non vogliamo una marmellata di sicurezza dove ci si mette dentro tutto pur di non parlare del tema, pur di non intervenire sulla sicurezza e pur di non andare a creare le condizioni per garantire una migliore vivibilità e tranquillità delle nostre strade e dei nostri quartieri.
Da questo punto di vista, aggiungere un ulteriore soggetto a tutti i potenziali fruitori dell'articolo che viene emendato dalla collega Cotto potrebbe sembrare contraddittorio rispetto a quella che è stata la nostra impostazione fin dall'inizio: fare una legge semplice, con poche idee molto chiare, perché emerga chiaramente una legge sulla sicurezza.
In qualche modo, l'emendamento della collega Cotto aiuterebbe i comunisti, perché aggiungendo soggetti si aiutano i comunisti che non vogliono intervenire sull'unico vero soggetto della legge, ossia la sicurezza.
D'altra parte - ritorno di nuovo indietro di un passo - come si fa a escludere le donne? Diventa difficile. Allora mi verrebbe in mente Presidente, di presentare un sub-emendamento, cioè inseriamo le donne e togliamo i minori, perché dei minori, Assessore Caracciolo, se ne dovrebbe occupare l'Assessore Migliasso, non lei.
La collega Cotto, invece, è contraria a togliere i minori, in questo mercato che è diventata la legge sulla sicurezza, quindi accogliendo l'appello accorato, non faccio il sub-emendamento e lascio i minori.
Se lascio i minori e aggiungo le donne, tanto per non dare anche noi un contributo al casino, al "melting casino" che è questa legge, chi togliamo per far sì che questa genericità di soggetti fruitori non causi un'inapplicabilità della legge per assenza di fondi? Per rispondere a questo quesito irrisolto ci penso un po' e poi magari in dichiarazione di voto decidiamo cosa fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Ovviamente nessuno può eccepire che s'inseriscano, non essendo state inserite prima, anche le donne. Qualcosa in più si potrebbe dire anche rispetto all'articolo 56, ma ne vediamo uno alla volta.
Il problema che permane non è tanto sull'emendamento, che pu certamente essere accettato, ma è sull'articolo dentro il quale l'emendamento va a inserirsi.
Se già era assolutamente impossibile prevedere la possibilità di promozione e sostegno per interventi di aiuto, cura, assistenza psicologica a tutte le vittime, con particolare riferimento alle persone anziane, ai soggetti con handicap, ai minori di età, alle donne e alle vittime di violenza e reati gravi, di violenze e reati tipo sessuale e discriminazione razziale, voi capite che inserendo una priorità in più - perch ricordiamoci che l'articolo parla di tutti i cittadini piemontesi ed ha un particolare riferimento su chi dovrà assicurarsi che la legge abbia una sua attuazione.
Quindi, certamente vanno inserite anche le donne, andrebbero fatte poi delle valutazioni relativamente ai luoghi in cui gran parte dei reati avvengono.
Il dato che ci ha comunicato ieri relativamente al numero altissimo di reati all'interno delle mura domestiche poteva per esempio far fare qualche riflessione, come fa l'emendamento n. 58, ma interverremo poi nel merito.
Pertanto non vi sono particolari problemi, almeno da parte del sottoscritto, nell'accettare l'emendamento, purtroppo con la consapevolezza che è un emendamento di principio che può essere certamente sostenuto, ma è un emendamento che non verrà mai tenuto in considerazione, così come le priorità che s'indicano già nella legge. O meglio, non potranno essere tenuti in considerazione innanzitutto perché non si sa cosa si farà.
Non abbiamo idea e vorremmo saperlo dall'Assessore, così come vorremmo saperlo dall'Assessore alla sicurezza, ma anche dall'Assessore ai servizi sociali come pensano di strutturare e garantire il servizio all'interno dei servizi sociali e dei consorzi che erogano i servizi alla persona per più Comuni e come sarà possibile garantire tutto ciò con le risorse che la legge mette a disposizione.
Non so se questo sia stato oggetto di un confronto con gli operatori e con chi oggi opera già all'interno di questi servizi, ma vorremmo comprendere dagli Assessori competenti prima di avvicinarci al voto, al di là dei due emendamenti che rimangono, come si pensa che verrà attuato da un punto di vista pratico.
Visto che conosciamo le difficoltà che oggi hanno i servizi in termini di personale e di fondi trasferiti e in termini di possibilità di seguire in modo corretto e con tempistiche mediamente certe le persone che entrano e chiedono un aiuto ai servizi, vorremmo capire come sarà possibile garantire tutto questo e tutto quanto viene scritto al comma 1 con la votazione di questa legge.
Dubito che riuscirete a convincerci che è un pronunciamento di principio che non avrà alcuna realizzazione pratica, però almeno vorremmo capire, visto che la legge l'avete scritta e vi apprestate a votarla, tanto dall'Assessore Migliasso quanto dall'Assessore Caracciolo, quali saranno gli strumenti che si metteranno a disposizione dei servizi e degli enti locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Grazie, Presidente.
Anche io ritengo che questo emendamento, anche per rispetto verso la collega Cotto, sia da accogliere, anche se nel testo già si parla di vittime di violenza e reati gravi, di violenza e reati di tipo sessuale e di discriminazione razziale.
Il mio concetto però è un altro: credo che daremo un aiuto molto forte alle donne, cara collega Cotto, se individueremo delle azioni precise volte alla sicurezza e la Giunta recepirà quelle che sono le nostre indicazioni per non farne una legge di indicazione sociale di elenchi, di fondazioni che aiutano dappertutto, quanto di interventi reali sul territorio, di azioni che permettono per esempio di garantire meglio i parcheggi pubblici le zone buie, laddove avvengono i fenomeni dei quali la collega Cotto parlava.
È con le azioni su questa legge che tuteleremo meglio le donne, gli anziani, tutti i soggetti deboli e tutti i cittadini piemontesi. Quindi sarà molto importante concentrarci su quelle che saranno le azioni reali in questo senso.
Io per esempio ritengo molto importante tutelare questi luoghi; c'è una statistica abbastanza importante che segnala quali sono i luoghi dove avvengono principalmente reati quali stupri e cose del genere. Molte volte avvengono in zone disabitate anche cittadine, nei giardini, nei parcheggi incustoditi, nelle zone dove non ci sono attenzioni oltre che nelle case private. Nelle case private la sicurezza di certo non può arrivare, però in tutti gli altri posti attraverso circuiti di video sorveglianza convenzioni con le polizie private, attivazione di strumenti di controllo sul territorio di competenza regionale. Non entriamo in quelli che sono i campi della polizia e dei carabinieri o delle forze dell'ordine, ma tanto si può fare nei campi che polizia, carabinieri e guardia di finanza non riescono a coprire, perché a loro volta non di loro competenza.
Difficilmente la polizia o i carabinieri possono perlustrare a piedi i giardini pubblici di sera, mentre delle persone, quali i vigili urbani o altri soggetti potrebbero benissimo farlo.
Quindi, si individuerebbero più facilmente spacciatori di droga, la stessa presenza bonificherebbe certe zone, tranquillizzerebbe le popolazioni, permetterebbe ad un cittadino di scendere ai giardini tranquillamente, sapendo che ci sono dei presidi; cosa che purtroppo oggi non avviene.
Quindi, nel confermare il voto favorevole a questo emendamento, io segnalo che non è qui che noi diamo maggiore o minore tutela alle donne o agli altri soggetti; sarà nel corpo e nel contenuto di questa legge che le donne, così come i giovani e i piemontesi, si sentiranno più o meno tutelati dalla legge regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Noi parlando con la Consigliera Cotto ci eravamo dichiarati disposti e disponibili ad accettare questo emendamento.
Io la inviterei a fare un ripensamento non sul toglierlo, ma di spostarlo, perché mi sembra che nella posizione in cui è stato messo, già per il fatto di essere donna è vittima di reato.
Ecco perché le parole "ai soggetti con handicap, ai minori di età e alle donne" si inquadrano un po' in questo contesto, così come le parole "e alle vittime di violenza e reati gravi, di violenza e reati di tipo sessuale e di discriminazione".
Il mio è un suggerimento - se la Consigliera Cotto non è d'accordo, lo accettiamo così - scriviamo: "ai minori di età e alle vittime di violenza e reati gravi, alle donne vittime di violenza e reati di tipo sessuale"?



(Commenti della Consigliera Cotto)



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Cambia perché lasciato così, sembra che la donna sia considerata vittima dei reati in quanto appartenente al genere femminile, mentre penso sia meglio mettere donna in quanto vittima di violenza sessuale.



(Commenti della Consigliera Cotto)



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Allora, rientra nell'altro parametro, quando si parla di violenze subite.



PRESIDENTE

La discussione sull'emendamento vi è già stata. Adesso, dobbiamo procedere alle dichiarazioni di voto. L'intendimento dei proponenti dell'emendamento è assolutamente chiaro. Però, anche per una questione tecnica-legislativa non scriviamo delle norme che, al di là dell'intendimento di origine, risultino scritte in maniera che sembrino creare delle categorie artificiose di persone destinatarie di tutela solo perché di un particolare sesso. Mi pare che questo non sia l'obiettivo dei proponenti dell'emendamento.
Poiché siamo tutti d'accordo su questo intendimento, vi pregherei di aiutarci a trovare una soluzione di emendamento che consenta di recepire la finalità, tenendo conto che l'emendamento successivo va a disciplinare un'altra situazione particolare.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Personalmente, manterrei l'emendamento esattamente come è stato proposto. Tra l'altro, ha trovato la disponibilità dell'Assessore ad accoglierlo in una riunione in cui erano presenti anche dei rappresentanti di maggioranza. Se l'Assessore non accetta di accoglierlo così, chiederei di interrompere i lavori per dare la possibilità ai Gruppi di minoranza e alle donne Consigliere di fare una valutazione più approfondita.



PRESIDENTE

Bene, l'Assessore Caracciolo fa propria questa formulazione. Quindi, la Giunta regionale accoglie l'emendamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Faccio la dichiarazione di voto sull'emendamento rubricato n. 28. Pur avendo delle enormi perplessità su come si sta configurando l'articolo voteremo a favore dell'emendamento perché crediamo sia importante che venga inserita una parte delle persone che possono subire reati e che oggettivamente, sono i soggetti più deboli che subiscono un numero maggiore di reati.
Rileviamo solo un aspetto, pur nella genericità assoluta dell'articolo e pur in un dettato normativo che pone le vittime di violenza di reati gravi o di reati di tipo sessuale dopo i reati "normali". Perché, al limite, se si voleva dare una scala gerarchica su cui intervenire, si doveva operare come fece il precedente articolo 4, che individuava i reati gravi o coloro i quali avevano subito danni derivanti da atti delinquenziali gravi.
Dicevo, pur condividendo questo principio si rileva, come faremo nella dichiarazione di voto sull'emendamento complessivo, un aspetto paradossale: all'interno di questa norma, con questa Giunta positiva, noi tuteliamo in particolare tutti i soggetti - non so cosa si intenda per persone anziane in termini di data, ma ipotizziamo che sia 60 anni - salvo coloro i quali hanno 18 anni e un giorno e coloro i quali hanno 59 anni e 364 giorni. È ovvio che è un assurdo.
Così come è un assurdo che si dica di voler tutelare tutto il resto della cittadinanza residente in Piemonte, salvo questa categoria di disgraziati che viene dimenticata dalla legge, senza che ci siano delle possibilità concrete che questo avvenga.
Ricordo agli Assessori e anche al Presidente, che si faccia garante di una nostra domanda, che il mio Gruppo ed io, prima di arrivare alla dichiarazione di voto sull'articolo 4 - anche se vi sono ancora due emendamenti, quindi il tempo c'è - vorremmo sapere dall'Assessore Migliasso, anche se è molto impegnata al telefono, e dall'Assessore Caracciolo come intenderanno attuare in termini concreti la promozione e il sostegno alle vittime dei reati di cui al comma 1.
Sinceramente, sarà la quarta volta che lo chiediamo, ma una risposta in merito non l'abbiamo avuta. Diteci se potenzieremo il personale dei servizi sociali, se daremo ai Comuni più risorse perché possano intervenire, se daremo alle Province più risorse perché trasferiscano maggiori fondi ai Consorzi con la finalità di assumere del personale che segua le persone vittime di violenza. Insomma, ditecelo perché noi non l'abbiamo ancora capito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

La mia dichiarazione di voto, ovviamente, è favorevole. Ringrazio l'Assessore per aver acconsentito a lasciare nella nomenclatura dei vari soggetti anche il discorso delle donne.
Mentre ho la parola, chiederei agli Assessori di valutare se lasciare scritto "ai soggetti con handicap" oppure scrivere "ai soggetti diversamente abili" come si usa nel linguaggio comune.



PRESIDENTE

Assessore, nell'ambito dell'articolo 4, con lo stesso emendamento possiamo sostituire anche le parole "soggetti con handicap" con la dizione "soggetti diversamente abili".
Anche su quest'ultima proposta, la Giunta regionale è favorevole.
Pertanto, consideriamo che l'emendamento avente come prima firmataria la Consigliera Cotto, introduce le parole "alle donne" e corregge le parole "con handicap" in "diversamente abili".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 56) presentato dai Consiglieri Pozzi, Chieppa Lepri, Muliere, Buquicchio, Comella, Clement: Dopo il punto b) comma 1, art, 4 inserire il punto b1) "Nella tutela delle donne, sole o con minori, indipendentemente dal loro stato civile o dalla loro cittadinanza, che vivono in situazioni di disagio o difficoltà, che subiscono violenza o minaccia di violenza, in tutte le sue forme, fuori o dentro la famiglia, anche mediante i Centri Antiviolenza a favore delle donne e dei minori inseriti tra gli strumenti di programmazione territoriale previsti dalla legge regionale 1/2004" È già stato illustrato dalla collega Cotto. Se non vi sono colleghi che desiderano intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 29 al momento non risulta ancora ritirato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Mi scuso per la disattenzione: intendo ritirare gli emendamenti rubricati n. 29 e 30.



PRESIDENTE

Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'articolo 4.
La parola al Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Probabilmente dovremmo presentare una domanda scritta all'Assessore perché è impegnatissima al telefono. Poi le consiglio un auricolare, anche per una questione di buona educazione. Perché se vado a casa di qualcuno e sto due ore al telefono, non faccio la figura di una persona ben educata.
Ovviamente non sente, ma qualcuno le riferirà. Se no, esca nel senso che è assolutamente uguale. Quando diciamo il suo nome, qualche volta si accorge di essere in Aula. Mi rivolgo, quindi, all'Assessore Migliasso e all'Assessore Caracciolo, che invece è molto attento alla discussione.
Vorremmo chiedere con quali modalità verrà attuato l'articolo 4; ma non lo dico per zelo o perché è un aspetto che, in qualche modo, ci potrà far cambiare idea relativamente alla votazione della legge. Ma perché vorremmo capire - visto che tutto ciò non è previsto nei patti locali per la sicurezza integrata, perché è stato meglio scritto e più articolato all'articolo 11 e quant'altro - quale sarà la modalità di attuazione di un articolo che ha come finalità quella di intervenire, grazie agli enti locali e ai servizi sociali, nei confronti di tutti i cittadini residenti all'interno della nostra Regione, salvo, come ricordavo in precedenza coloro che hanno più di 18 anni e meno di 60 (poi, magari, si individuano altre età per "anziani"). Vorremmo capire questo aspetto, perché votata la legge, approvata e pubblicata, è ovvio che noi potremmo dire a qualunque cittadino che rientri in queste categorie che sono prioritarie. Quindi, in realtà, anche il trentenne che ha subito un reato può recarsi ai servizi sociali, i quali, al limite, gli potranno dire: "Guardi che noi diamo la priorità a donne, bambini, portatori di handicap, reati gravi, reati sessuali e quant'altro".
Ma tutti gli altri hanno invece assolutamente titolo e diritto a chiedere aiuto, cura e assistenza psicologica, così come si dovranno implementare i centri antiviolenza a favore delle donne e dei minori (alcuni di essi già esistono e i servizi hanno già luoghi neutri o quant'altro per farlo).
Se in una legge si sottolineano due aspetti, posto che al comma 1 si dice "La Regione promuove e sostiene", quindi non ne fa solo una promozione di carattere culturale, ma sostiene economicamente gli interventi di assistenza e aiuto alle vittime dei reati, vorremmo capire, da un punto di vista reale, come si riuscirà ad organizzare tutto ciò. Siamo ovviamente favorevoli al principio, ma assolutamente contrari ad un articolo che, in qualche modo, prende in giro i cittadini piemontesi dicendo loro che da dopodomani o dal giorno in cui ci sarà pubblicata la legge, c'è un nuovo servizio che prima non esisteva per i cittadini piemontesi, che, invece non potrà avere attuazione se non con il rischio - lo dicevamo già in apertura - di utilizzare parte dei fondi della sicurezza per finanziare gli interventi che già oggi esistono, come "SOS Anziani" del Comune di Torino o quelli che ci saranno in molti altri Comuni della nostra Provincia e della nostra Regione, che oggi vivono grazie all'intervento del pubblico (ma non della Regione Piemonte).
Il rischio è che una parte di quei fondi vadano a sostenere servizi già esistenti, per cui la legge non crei servizi di più per garantire maggior sicurezza, maggior aiuto, maggior assistenza psicologica e non alle vittime. È una cosa importante dire che si intende assistere e aiutare le vittime dei reati. É un principio che, come ripeto noi condividiamo assolutamente, ma sul quale nutriamo enormi perplessità.
Avremmo voluto un chiarimento prima dell'espressione del voto. Ci auguriamo di averlo, perché da un punto di vista formale, il nostro voto potrebbe essere di astensione, se ci dimostrate, in qualche modo, come si riesce a fare. Altrimenti sarà contrario, non certo rispetto ai principi, ma rispetto alle non risposte e alla genericità dell'intervento.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'articolo 4.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4.
Il Consiglio approva.
Vi rammento che alle ore 14.20 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.01)



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