Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.261 del 13/11/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


GARIGLIO DAVIDE



(Alle ore 10.02 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Barassi e Robotti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 1644 del Consigliere Cavallera inerente a "Completamento tangenziale est di Alessandria"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) dell'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 1644, presentata dal Consigliere Cavallera.
Risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Per quanto riguarda la tangenziale di Alessandria, le informazioni aggiornate che posso fornire, anzi, potremmo dire in tempo reale, sono le seguenti. Come è noto al Consigliere Cavallera, la tangenziale di Alessandria nella sua fase di completamento si compone di due parti, una delle quali è ancora affidata all'esecuzione da parte di ANAS. Quando l'opera partì la competenza era ancora dell'ANAS, poi si compose di un successivo lotto di completamento, che, invece, sarà svolto dalla Regione Piemonte attraverso ARES.
Per quanto riguarda lo stato dell'arte della tratta tra l'area che gli alessandrini conoscono come "platano di Napoleone", che è l'ex Statale 10 e l'ex Statale Vigevanese in località Osterietta, noi dovremmo essere nelle condizioni di avere da ANAS la consegna al traffico entro questo mese di novembre di un primo stralcio funzionale che collega la ex Statale 10 con i viali di uscita da Alessandria - mi pare sia Viale Forlanini, se non ricordo male il nome - mentre il successivo stralcio fino ad Osterietta dovrebbe essere inaugurato definitivamente prima di Natale.
Queste sono le notizie aggiornate che ho da ANAS.
Invece, per quanto riguarda la parte di competenza della Regione Piemonte e di ARES, cioè il tratto di tangenziale che chiuderà il semicerchio da località Osterietta, sull'ex Statale 494 Vigevanese, all'ex Statale 31 del Monferrato, in concomitanza con il casello autostradale di Alessandria ovest a San Michele, le notizie da parte di ARES, anche queste aggiornate alla fine della settimana scorsa, affermano che entro la metà del mese, quindi penso entro la fine di questa settimana, si concluderà l'affidamento, l'appalto, l'individuazione dell'impresa. Ormai, da qualche tempo è stata chiusa la fase di raccolta delle offerte, la Commissione stava concludendo l'esame delle offerte stesse e mi è stato comunicato dal Commissario di ARES che entro la metà di novembre - immagino in questi giorni, perché la metà di novembre è dopodomani - dovrebbe avvenire l'assegnazione definitiva dei lavori alla ditta che si aggiudicherà l'appalto.
Per completezza, la previsione circa lo svolgimento dei lavori del lotto di competenza ARES si aggira sui 650 giorni, però dovremo attendere l'esito conclusivo dell'appalto, perché nella valutazione delle offerte si tiene conto, oltre al valore economico dell'eventuale ribasso, anche del risparmio in termini di tempo che i proponenti fanno. Questi sono i giorni che sono stati messi a base di gara.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Prendo atto delle comunicazioni dell'Assessore Borioli.
Ricordo che non a caso i lavori sono svolti dall'ANAS, proprio perch una buona parte del finanziamento della tangenziale di Alessandria proviene da fondi legati ai finanziamenti post-alluvionali. Questo è un dato molto importante che dice molto sull'importanza di questo nuovo tratto stradale che viene anche difeso da un'arginatura, non intesa come via di fuga, bensì come viabilità alternativa nel caso deprecabile in cui dovessero verificarsi esondazioni, che potrebbero riguardare il territorio a valle di Alessandria, dove vi è la confluenza tra il fiume Bormida e il fiume Tanaro.
Si pensi che per l'alluvione del 1994 i finanziamenti agli Enti statali e alle società di interesse nazionale portano la data del 1996 e oggi siamo nel 2007. Purtroppo, tutta la vicenda è indubbiamente lastricata di ritardi, anche legati ad una certa schizofrenia normativa che, nel frattempo, è venuta avanti sia come leggi riguardanti i lavori pubblici e sia come ordinamento interno all'ANAS; poi, ci fu il passaggio alle Regioni. È una situazione che abbiamo vissuto e, adesso, in questi ultimi due anni, l'ha vissuta l'Assessore Borioli.
Prendo atto dell'appalto dei lavori per quanto riguarda il tratto tra la Statale Vigevanese e la Statale del Monferrato, vale a dire il Casello dell'autostrada Torino-Piacenza denominato Alessandria Ovest - tratto assolutamente necessario perché, diversamente, avremo sì il disimpegno dalla città del traffico che va verso Valenza ecc., ma il traffico per il Casello dovrà transitare nei pressi del Ponte della Cittadella, anche se sull'altro lato del fiume è possibile uscire dalla città per immettersi passando nella frazione di San Michele, al Casello di Alessandria Ovest ma non ho sentito accenni al tratto ulteriore. Il progetto della tangenziale di Alessandria andava poi a finire sulla Statale 10, quella per Torino. Se l'Assessore va a fondo, troverà anche questo progetto preliminare, il quale probabilmente sarà da trasformare in progetto esecutivo e saranno da reperire ancora le risorse.
Credo che sia la diramazione dalla tangenziale di Alessandria verso Valenza, che adesso diventa assolutamente prioritaria per mille e una ragione che non sto qui ad illustrare, sia il completamento verso Asti, se vogliamo prevedere una viabilità statale, ora regionale, al servizio del traffico di corto-medio raggio, lasciando l'autostrada Torino-Piacenza, che è un'autostrada a due corsie, disponibile per i collegamenti interregionali. Altrimenti, un domani si porrebbe l'obiettivo di portare l'autostrada Torino-Piacenza, almeno in alcuni tratti, a tre corsie.
Infatti, la tangenziale di Alessandria era stata pensata sia per disimpegnare il traffico alessandrino, sia per bilanciare tra le varie strade quelle di rango statale- regionale e quelle di rango statale autostradale, ciascuno nel proprio ordine, una suddivisione del traffico in modo da non avere intasamenti ed eccessivi sovraffollamenti.
Finalmente, il 2007 dovrebbe portare l'apertura di questa... Non voglio fare San Tommaso: ho visto i cartelli posti in opera, quindi, salvo che il diavolo non metta la coda, entro Natale dovremmo avere quest'importante infrastruttura. Ringrazio l'Assessore della risposta e seguiremo le prossime tappe dal nostro ruolo di opposizione, che è quello di stimolo e di sollecito.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1593 dei Consiglieri Cirio, Toselli e Guida inerente a "Voli low cost aeroporto di Levaldigi"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 1593, sulla quale risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

L'interpellanza dei Consiglieri Cirio, Toselli e Guida richiede una precisazione rispetto alla parte di premesse. Purtroppo, come spesso capita, in questi casi le risposte in Aula arrivano molto tempo dopo.
Quindi, qualche chiarimento in merito, nel frattempo, credo sia già intervenuto con le Amministrazioni del Cuneese.
L'interpellanza parlava di un investimento, da parte della Regione sull'aeroporto di Caselle per l'inserimento di rotte di rotte di voli low cost di circa 20 milioni di euro. In realtà, come abbiamo avuto modo di chiarire in un incontro che, peraltro, è avvenuto un po' prima dell'estate con i rappresentanti della Provincia di Cuneo, questa cifra è inesatta.
Infatti, non abbiamo quest'intenzione, né avremmo 20 milioni d'euro da investire sui voli low cost per l'aeroporto di Caselle.
Stiamo seguendo, insieme all'Assessorato al turismo, un progetto di valorizzazione dello scalo torinese, anche sul terreno dei voli low cost ma con cifre più contenute. Ciò su cui si ragiona è un investimento che si aggira intorno al milione e mezzo l'anno, per tre anni. Il progetto deve essere ancora compiutamente definito e, comunque, ragioniamo di importi effettivamente molto meno consistenti.
Nello stesso contesto, abbiamo chiarito ai rappresentanti del territorio cuneese - ed oggi lo faccio in Aula - che, in analogia a quanto si sta progettando di fare per Caselle, rimane ferma la disponibilità della Regione Piemonte a sostenere finanziariamente, sulla base dei progetti che la società che gestisce l'aeroporto cuneese (GEAC) ci presenterà l'insediamento anche su Levaldigi di voli low cost.
In questi mesi, sono conseguiti contatti, anche piuttosto fitti, con i rappresentanti delle società che, sotto questo profilo, avevano già assunto delle iniziative per le quali non avevano ritenuto di dover chiedere alla Regione finanziamenti e che prefiguravano la possibilità di inserire su Levaldigi un volo diretto Ryanair su Londra.
Mi è stato confermato, di recente, che loro si aspettano che questa prospettiva si concretizzi entro la fine di dicembre. Credo sia noto come sulla vicenda di Ryanair si è inserita qualche turbativa collegata al piano industriale Alitalia rispetto a Malpensa, al disegno che sembrava prefigurarsi per Malpensa rispetto alla Compagnia Ryanair. Però, noi rimaniamo fiduciosi.
A quanto mi è stato detto, di recente, dal Presidente della società che gestisce l'aeroporto cuneese che, intanto, a dicembre dovrebbe cominciare a partire questo volo low cost. Noi abbiamo ribadito la nostra disponibilità ad investire sotto questo profilo in una misura ragionevole. Naturalmente lo faremo sulla base dei progetti che la società ci presenterà.
Su questo primo lotto su Londra, che dovrebbe partire dicembre, i finanziamenti della Regione non ci saranno in quanto non sono stati richiesti e perché la società stessa non li riteneva necessarie.
Coglierei l'occasione, se posso Presidente, visto che parliamo di Levaldigi, di comunicare informazione al Consiglio non solo agli interroganti di un elemento che purtroppo non è positivo, ma che dobbiamo registrare, che peraltro è già stato reso noto in questi giorni. Ahimè ora cercheremo di capire che cosa si potrà fare - la gara europea indetta per la continuità territoriale sull'aeroporto di Cuneo Levaldigi è andata deserta.
Stiamo vedendo, se possibile, di riunire la Conferenza dei Servizi e procedere ad un affidamento per trattativa diretta, visto che la gara è andata a buca, perché nessuno ha partecipato. Noi contavamo sul fatto che la continuità territoriale potesse... Avevamo anche aggiunto, come Regione 300 mila euro al finanziamento statale per metterlo a base di gara.
Purtroppo, l'esito non è stato positivo.
Sappiamo che il tema della continuità territoriale è un tema molto complicato. Ho colto l'occasione, giacché si parlava di Levaldigi, per dare anche questa informazione, che probabilmente i Consiglieri conoscevano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Ha ragione l'Assessore nel dire che quando le risposte arrivano dopo molto tempo, spesso sono superate dai fatti.
Siamo a conoscenza degli incontri avvenuti tra la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo e l'Amministrazione di Levaldigi. La maggiore preoccupazione che abbiamo è proprio quella che l'Assessore poco fa ha confermato. Alla gara (credo per la seconda volta) nessuno ha partecipato.
L'intervento legislativo che si era ottenuto nella finanziaria di due anni fa, che riconosceva a Levaldigi la possibilità di usufruire di un contributo di oltre un milione d'euro per il volo su Roma, a questo punto rischia veramente di essere superato.
Credo che la cosa migliore sia quella di verificare se esista le possibilità, dal punto di vista amministrativo, per un affidamento diretto della struttura, anche alla luce del fatto che quel volo renderebbe stabile l'attività aeroportuale di Levaldigi. Inoltre una sua eventuale crescita andrebbe in qualche modo incontro alle intenzioni dell'aeroporto di Torino.
La maggior difficoltà è far sì che le due cose possano andare d'accordo ed essere concertate. Devo dire, peraltro, che l'attuale Amministrazione dell'aeroporto ha avviato alcune iniziative e ha preso dei contatti che, a mio giudizio, daranno buoni frutti. Chiedo alla Regione di non lasciare sola la Geac. Grazie.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione n. 1436 del Consigliere Cavallera inerente a "Direzione Responsabile di Piemonte Parchi"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1436, presentata dal Consigliere Cavallera.
Risponde l'Assessore De Ruggiero.



PRESIDENTE

DE RUGGIERO Nicola, Assessore ai parchi e aree protette



PRESIDENTE

Anche questa interrogazione era stata presentata dal Consigliere Cavallera qualche mese fa. Per la verità, dato che non era di particolare complessità - lo dico francamente - ero pronto a fornire una risposta già qualche giorno dopo, ma talvolta può risultare utile spendere qualche minuto in Consiglio per discutere di queste tematiche.
L'interrogazione, giustamente, partiva da una preoccupazione sul futuro di una risorsa della Regione Piemonte - la rivista Piemonte Parchi - dopo il meritato riposo del Direttore, il Dottor Boscolo. Mi fa piacere ricordare anche in questa sede che la rivista ha 24 anni e vanta 188 numeri (questo dato risale a qualche mese fa, quando ero pronto per la risposta per cui, nel frattempo, i numeri sono ovviamente aumentati).
Ci tenevo, comunque, a rassicurarvi, visto l'impegno dimostrato in tal senso da questo Consiglio, che ha sempre destinato delle risorse in questa direzione, magari senza aumentarle di tanto, ma aggiornandole alle necessità e al piano editoriale.
Il Consiglio regionale - non tanto la Giunta - ha sempre ritenuto opportuno destinare delle risorse per la continuazione di questa impresa editoriale. Chi conosce il settore sa bene che quando si parla di 24 anni d'esperienza e di 190 numeri, significa parlare, ovviamente, di un'impresa oramai "adulta".
La scelta che abbiamo operato sin dall'inizio dell'anno ne prevedeva l'affidamento alla Direzione - tutto ciò, per dare un senso dell'importanza dell'impresa - nella figura del Direttore alla comunicazione. Questo, in qualche maniera, sembrava essere un possibile rischio di Piemonte Parchi (credo, per la verità, che sia un rischio), di delinearsi come una nicchia certo felice ed importante, ma che dialogasse poco o troppo poco con il resto delle strutture regionali. Oramai, Piemonte Parchi rappresenta un appuntamento non tanto piemontese, ma certamente nazionale, di cui il Piemonte si fa carico, pur nella scarsezza delle risorse che riesce a destinare.
In questi mesi, vi è stata un'approfondita analisi critica sui pregi e sui possibili limiti dell'impresa editoriale e mi sembra che si stia convergendo sul fatto che Piemonte Parchi può e deve entrare di più in quella che oggi è la discussione di "aggiornamento" nel campo della legislazione e della filosofia delle aree protette (parlo delle innovazione e dei passi avanti che vengono fatti). L'obiettivo dell'impresa è rimanere al passo coi tempi. È chiaro che una rivista nata 24 anni fa si basava su parametri e obiettivi che oggi vanno certamente rivalutati e riassestati.
Se il senso dell'interrogazione era di far esplicitare un desiderio di grande attenzione, un senso di responsabilità e una collaborazione a 360 gradi affinché questa eredità non possa svanire, possiamo senz'altro riaffermare che esiste il massimo impegno per mantenere Piemonte Parchi all'altezza della situazione e dei tempi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera, per una replica; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Purtroppo, il meccanismo delle nostre interpellanze o interrogazioni prevede sempre troppo tempo tra la domanda e la risposta. Ma questo fa parte del sistema. Speriamo di poter trovare, nelle discussioni sul nuovo Regolamento, l'indicazione di percorsi più soddisfacenti, sia per gli interroganti sia per gli Assessori, al fine di poter interloquire tempestivamente.
Mi ritengo parzialmente soddisfatto, nel senso che sono soddisfatto della conferma dell'interesse dell'Assessore e della Giunta su questa impresa editoriale, che è indubbiamente conosciuta a livello nazionale da tutto il mondo dei parchi e delle Regioni, dal mondo ambientale (e non ambientalista) e dagli appassionati della natura.
Se la memoria non mi tradisce, per tantissimi anni la rivista Piemonte Parchi è stata in equilibrio finanziario: in pratica, attraverso gli abbonamenti si pagavano le spese. Questa condizione era supportata anche da una forte autonomia della Direzione responsabile della rivista, che, tutto sommato, era fortemente ancorata al Settore Parchi della Regione Piemonte (quindi non era indubbiamente un corpo estraneo).
Domando a me stesso e ai colleghi in termini retrospettivi se hanno visivamente la memoria fotografica di tanti servizi e foto giornalistiche.
Tutto ciò rappresenta anche una palestra di "foto-giornalismo", perché è necessaria indubbiamente una certa cultura approfondita ma anche molta professionalità per saper rendere e mettere in risalto gli aspetti attraenti della natura e della sua conservazione. Attraverso i parchi si parla di una porzione particolare di territorio che, in termini di conservazione della biodiversità, viene ovviamente salvaguardata in modo del tutto particolare.
Sono un po' più preoccupato quando si pensa di far diventare un po' meno Piemonte Parchi "Piemonte parchi" e un po' più "Piemonte ambiente" con la discussione e l'inserimento della rivista come palestra di dibattito delle politiche ambientali. Tutto legittimo. Magari ho inteso male, faccio un processo alle intenzioni dell'Assessore che, magari, sono diverse. Credo che, tutto sommato, vada evitato quello che poteva essere un timore. Se è un timore recondito, meglio così.
Il successo che ha avuto Piemonte Parchi in tutti questi anni, è proprio dovuto alla profondità del discorso scientifico e alla sua caratterizzazione come rivista classica delle aree protette a livello nazionale, sia per il rigore nei reportage, sia per il coinvolgimento di tutti gli operatori regionali e non del settore, i quali, ovviamente, hanno sempre ambito ad avere una presenza informativa, anche formativa in certi casi, sulla rivista stessa.
I vari Assessori, penso anche all'Assessore De Ruggiero, hanno sempre maneggiato nel tempo, e con grande cautela, questa testata nel senso che ne è stata riconosciuta sempre l'autonomia.
Un direttore responsabile, autonomo, certamente non costruirà una nicchia avulsa. Il discorso della nicchia può essere positivo o negativo tuttavia credo che, tutto sommato, sia uno strumento di forte visibilità del Piemonte legata a tutte le altre politiche di qualità della nostra Regione che riguarda l'ambiente, l'agricoltura, l'agroalimentare, la tutela della biodiversità che, tutto sommato, ci ha caratterizzati, e deve ancora caratterizzarci, nel prossimo futuro.
Avremo modo di discuterne in seguito anche più approfonditamente.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1189 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Giglia, inerente a "Quali nuove competenze ha il Dipartimento di Igiene e Sanità Pubblica delle ASL 5 per suggerire soluzioni mirate a sanare un campo nomadi abusivo installato in un orto urbano nel Comune di Beinasco"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1189, sulla quale risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

In data 27 ottobre 2006, su richiesta dell'amministrazione comunale di Beinasco e accompagnati dalla Polizia Municipale, personale dirigente ed ispettivo dell'ASL n. 5 di Rivoli si è recata nei pressi del cimitero di Borgaretto di Beinasco per constatare la situazione creata dall'insediamento di un campo nomadi ed esprimere le valutazioni igienico sanitarie del caso.
Il sopralluogo permetteva di rilevare l'insediamento di circa 30 persone, fra le quali 16 minori alloggiati in roulotte e baracche in legno prive di acqua potabile e smaltimento fognario; la presenza di un pozzo irriguo, di un generatore di corrente elettrica, e la mancanza di contenitori per lo smaltimento dei rifiuti.
L'insediamento si trovava all'interno di un terreno di proprietà di un nomade - ora non so in base a quale elemento di valutazione questo accertamento venga fatto - le cui generalità venivano accertate dalla Polizia Municipale.
I bambini presenti non risultavano iscritti alla frequenza scolastica né era possibile accertare il loro stato vaccinale.
Consultato il Vicesindaco del Comune e alla luce della reale possibilità che l'arrivo della stagione invernale potesse aggravare la situazione esistente, l'ASL ha espresso le proprie valutazioni, ovviamente limitatamente alla responsabilità rivolta alla tutela della salute.
In particolare, ci si è riferiti ai principi precauzionali e di tutela della salute pubblica contenuti nell'articolo 32 della Costituzione e, per quanto di competenza della Struttura Igiene e Sanità Pubblica dell'ASL 5 ci si è attenuti al rispetto della legge n. 61/97, ovvero del Piano Sanitario Regionale del triennio 97/999 e, nella fattispecie, ai punti relativi alla: a) profilassi delle malattie infettive e diffusive (vaccinazioni secondo la normativa vigente e nell'ambito di interventi e campagne di prevenzione collettiva autorizzati con atti formali della Regione), interventi di profilassi internazionale, controllo della malattie infettive; b) tutela della collettività dai rischi sanitari; c) tutela della collettività e dei singoli dai rischi sanitari connessi agli ambienti di vita e di lavoro (attività di accertamento, vigilanza e controllo dei fattori di rischio negli ambienti di vita, promozione della salute dei minori attraverso interventi in ambiente scolare, certificazioni sanitarie a fini preventivi e di tutela della salute pubblica).
Infine, ci si è attenuti ai contenuti dell'articolo 20 della legge 833/78, in particolare il punto e), "la profilassi degli eventi morbosi attraverso l'adozione delle misure idonee a prevenire l'insorgenza", e f) "la verifica, secondo le modalità previste dalle leggi e dai regolamenti della compatibilità dei piani urbanistici e dei progetti di insediamenti industriali e di attività produttive in genere con le esigenze di tutela dell'ambiente sotto il profilo igienico sanitario e di difesa della salute della popolazione...".
Non dimenticando, inoltre, i contenuti della legge n. 10.06.1993 n. 26 "Interventi a favore della popolazione zingara".
In buona sintesi, l'ASL n. 5 ritiene che i suggerimenti forniti all'amministrazione comunale (per il censimento dei nomadi, la segnalazione della presenza dei minori al Consorzio socio-assistenziale, la loro vaccinazione secondo il calendario vaccinale nazionale e regionale, la possibilità di approvvigionamento di acqua potabile, la dotazione di un numero adeguato di wc chimici, la dotazione di estintori per la prevenzione degli incendi, la dotazione di cassonetti per la raccolta dei rifiuti) potessero contribuire, nell'immediato e nell'attesa di soluzioni meno provvisorie - e non in capo all'Azienda Sanitaria Locale - a superare l'imminente rigore del periodo invernale e a consentire, per i minori ospitati, di essere inseriti nei servizi di tutela assistenziale e sanitaria, fino a quel momento a loro precluse".
Pertanto, ai sensi dei riferimenti normativi, il Dipartimento di Prevenzione ritiene di aver svolto un'attività di propria competenza, in applicazione delle norme già citate, non travalicando i compiti istituzionali della struttura di prevenzione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non ci riteniamo soddisfatti della risposta data dall'Assessore per un motivo: i dati che l'Assessore ha comunicato sono quelli relativi all'intervento dell'ASL 5 nel campo nomadi della frazione Borgaretto a Beinasco, e non arricchiti da dati successivi.
L'Assessore ricordava che è compito, anche ai sensi della normativa regionale, non solo censire la popolazione nomade, ma anche verificare, con il Consorzio socio-assistenziale competente, che vi sia la frequentazione alle scuole piemontesi, altrimenti che si provveda a ciò.
Con questa risposta non sappiamo, ovviamente, se il CISA sia intervenuto. È vero che non erano domande che ponevamo all'interno dell'interrogazione, ma credo che l'Assessore, avendo una segnalazione di questo tipo, visto che vi sono competenze che non riguardano l'Assessore Artesio, ma competenze che riguardano la Giunta regionale, anche su questo dare una risposta ed intervenire.
Ricordo che le interrogazioni sono presentate al Presidente della Giunta e agli Assessori competenti; pertanto, sarebbe stata opportuna una risposta anche da parte di chi si occupa di politiche per i nomadi.
Però, qual è la vera anomalia? La vera anomalia è che in data 9 novembre, su sollecitazione del Gruppo di Alleanza Nazionale al Comune di Beinasco, il Comune stesso chiede l'intervento nell'ASL. L'ASL interviene dicendo che i nomadi vivono su un terreno di loro proprietà con destinazione agricola, quindi (questo lo diciamo noi, perché l'ASL non lo scrive) compiono una palese violazione relativamente alla legge regionale sull'edilizia e non solo. L'intervento dell'ASL richiama, pur non avendoli presenti, tutti i vincoli agro-faunistici della zona e il disagio che tale situazione può rappresentare per la cittadinanza. Quindi, da una parte l'amministrazione, dall'altra l'ASL non fanno presente che verosimilmente per rispondere a tutti i dettami di legge che l'Assessore ricordava, la soluzione migliore sarebbe stato lo sgombero dell'area relativamente a quel tipo di insediamento. Quell'area uno la può coltivare, ne può fare ciò che crede relativamente alla destinazione d'uso che ne ha, non la può certo abitare.
L'ASL suggerisce che è importante effettuare un censimento dei nomadi appartenenti al gruppo residente. Ci domandiamo - ovviamente, sta sempre nelle valutazioni che facevamo prima - se la Regione ha ritenuto opportuno di censire, senza normativa regionale, la popolazione ancor oggi residente di informare il servizio socio-assistenziale perché si prevede la necessaria assistenza di minori. Anche in questo caso, ci domandiamo se qualcosa nel merito sia stato fatto, ma poi si dice di fare installare un adeguato numero di wc chimici, di richiedere la presenza sul posto di 24 estintori, di estendere la raccolta dei rifiuti nel sito con posizionamento di cassonetti e di intensificare la vigilanza notturna per evitare che il campo diventi centro di appoggio per altri nomadi.
Gran parte di questi interventi non sono stati attuati, ma ci troviamo di nuovo di fronte al paradosso che oggi affronteremo anche con una legittima maggiore attenzione da parte del Consiglio nella discussione della legge sulla sicurezza. Il paradosso è che se dieci famiglie italiane sia pure in una situazione di estrema indigenza, provano ad occupare un'area o vivere in un'area che è a destinazione agricola, se intervengono i servizi socio-assistenziali - in questo caso intervengono con grande repentinità - e verificano che non vi sono le condizioni per far vivere in modo adeguato i minori, ai genitori viene levata la patria potestà e ai minori vengono affidati a comunità alloggio.
Noi viviamo in una Regione e in uno Stato in cui esistono leggi differenti per popolazioni differenti. Se uno è italiano, cittadino UE e non è una persona nomade, deve attenersi correttamente alle leggi nazionali o regionali. Se ci troviamo di fronte ad una popolazione nomade, invece può tranquillamente utilizzare abusivamente un terreno, non scolarizzare i propri figli, stare in una situazione di assoluta precarietà come l'ASL rileva.
Noi non presenteremo l'interrogazione perché la Regione conosce questa situazione. Presenteremo una lettera con una richiesta di informazione all'Assessore Migliasso, chiedendo cosa ha ritenuto opportuno fare, essendo noto alla Regione che esiste una situazione di grave problematicità in quest'area. Per competenza legislativa nazionale e regionale, è compito della Regione, ovviamente con i consorzi socio-assistenziali, con la polizia locale e con quant'altro, intervenire.
Ci troviamo di fronte all'ennesima situazione in cui, ovviamente, la legge non è uguale per tutti, ma anche in una situazione di estrema indifferenza.
Qui faccio una domanda: questa Giunta, o il centrosinistra, ritiene che un bambino nomade, nato da una famiglia nomade o presuntamente nomade abbia diritti differenti rispetto ad un bambino non nomade? Se mando mio figlio a mendicare o se non lo scolarizzo, arrivano i carabinieri che prendono mio figlio e mi levano la patria potestà, come è corretto che sia.
Vorremmo che la legge della nostra Regione, almeno nella nostra Regione, fosse uguale per tutti, anche per chi deve dare risposte in tema di carattere sanitario, con una Giunta che invece ha un Assessore con competenze rispetto agli altri aspetti che l'interrogazione non cita e che la Giunta ben conosce.


Argomento:

Risposta scritta a interrogazioni e interpellanze

Argomento: Zootecnia - Veterinaria - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 959 dei Consiglieri Moriconi, Deambrogio, Bossuto Dalmasso, Barassi e Turigliatto inerente a "Piano regionale dei Residui Presenza di diossine e/o PCB nei prodotti di origine animale derivati" (Risposta scritta)

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 1566 del Consigliere Robotti inerente a "Disfunzioni all'Ospedale S. Andrea di Vercelli" (Risposta scritta)

Argomento: Veterinaria

Interrogazione n. 1719 del Consigliere Moriconi inerente a "Vigilanza nel canile comunale di Torino" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, la risposta all'interrogazione n. 959 dei Consiglieri Moriconi, Deambrogio, Bossuto, Dalmasso, Barassi e Turigliatto all'interpellanza n. 1566 del Consigliere Robotti e all'interrogazione n.
1719 del Consigliere Moriconi.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione n. 1457 del Consigliere Cavallera, inerente a "Presenza di salmonella negli allevamenti di polli"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1457, presentata dal Consigliere Cavallera.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

I due elementi di risposta sono evidentemente stati forniti dagli uffici per la componente tecnica, quindi l'introduzione alla risposta passa attraverso una narrativa di riferimento sull'illustrazione della salmonellosi. Come i Consiglieri, immagino soprattutto gli interroganti sanno, è una malattia batterica che si manifesta generalmente con gastroenterite acuta e cefalea, dolore addominale, diarrea, nausea e vomito.
L'agente patogeno responsabile dell'infezione è la salmonella, di cui insistono diverse varietà.
Un'ampia varietà di animali domestici e selvatici possono essere serbatoi di salmonella, in modo particolare polli, suini, bovini, roditori cani, gatti. Anche l'uomo può fungere da veicolo dell'infezione.
I tipi di salmonella riscontrati negli animali e ritenuti pericolosi per la salute pubblica sono due principali e tre subordinati, per complessivamente cinque tipologie. La salmonellosi è una delle malattie trasmesse dall'animale all'uomo più frequenti in Europa. Pertanto, il Parlamento europeo ha avviato un programma per il controllo della salmonellosi e delle altre infezioni trasmissibili dagli animali. Questi controlli si esercitano a livello della produzione primaria e in altre fasi della catena alimentare.
Nell'ambito di questo programma varato dal Parlamento europeo, è prevista la realizzazione di piani di studio finalizzati alla valutazione della prevalenza della salmonellosi negli allevamenti del territorio, cui dovranno seguire piani di controllo finalizzati alla riduzione della presenza dell'infezione rilevata.
I piani di studio previsti dal Parlamento europeo, cui fanno seguito i relativi piani di controllo, devono essere realizzati in differenti tipologie di allevamento: riproduttori, galline ovaiole, polli da carne tacchini, suini da ingrasso, suini da riproduzione.
Lo studio sui polli da ingrasso è stato condotto nel corso del 2006 su 4.561 gruppi di pollame controllati nel territorio dell'Unione Europea con il riscontro del 23,7% di positività per salmonella. In Italia il riscontro è del 28,3%. Questo riscontro è articolato con frequenze differenti, a seconda della prevalenza dell'uno o dell'altro tipo rispetto ai cinque cui ho fatto riferimento prima.
I controlli assegnati all'Italia sono stati eseguiti nelle Regioni in relazione alla consistenza del patrimonio avicolo (polli da carne) presente. In Piemonte sono stati controllati 45 allevamenti (1 gruppo per allevamento), selezionati casualmente, e sono stati rilevati 7 gruppi positivi, suddivisi nelle tipologie di cui ho detto prima, nelle frequenze di 2-2-1-1.
Attualmente, a livello nazionale e comunitario, è presente un programma di controllo per gli allevamenti avicoli da riproduzione, che prevede indennizzi nel caso di abbattimento a seguito di riscontro di sierotipi pericolosi per la salute umana. In relazione alle priorità stabilite dal Parlamento europeo, dovranno essere progressivamente rese disponibili le risorse comunitarie per la realizzazione dei piani nelle altre tipologie di allevamento. Ricordo che, in questa particolare fase del piano di controllo, stiamo facendo riferimento allo studio sui polli da ingrasso.
Entro il 2008 dovrà essere avviato in tutti gli Stati membri un Piano di controllo con l'obiettivo di ridurre la prevalenza dell'infezione negli allevamenti di polli da carne rilevata nel territorio comunitario. Al Piano specifico potranno essere abbinati interventi più ampi di controllo sulla salute e sul benessere animale, finalizzati al miglioramento e alla promozione dello status sanitario degli allevamenti piemontesi.
Considerato, inoltre, che la salmonellosi umana di derivazione animale è trasmessa attraverso carni di pollame infetto ed è determinata principalmente da un'insufficiente cottura oppure da contatti tra la carne fresca di animali infetti ed altri alimenti, parallelamente ad un programma per ridurre la presenza dell'infezione nella produzione primaria, è necessario - come si fa - continuare a promuovere programmi di educazione sanitaria dei consumatori sulle buone pratiche igieniche relative alla manipolazione e alla cottura di questi particolari alimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo

Ho ritenuto opportuna la discussione di questa interpellanza per due ragioni. In primo luogo, perché in qualche modo ero rimasto un po' sorpreso dell'annuncio dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, la quale dalla sera alla mattina, ha lanciato su tutto il territorio europeo una notizia, senza però dettagliarla, articolarla o approfondirla, così come la risposta dell'Assessore ha fatto. Va inquadrata, ovviamente, nei vari percorsi di allevamento e nei vari percorsi di utilizzazione nelle varie fasi alimentari, quindi anche nelle cucine, vista la rilevanza del pollo in molti menù, soprattutto nelle tabelle dietetiche delle scuole. Comunque, è indubbiamente un'alternativa alimentare che ha tanti pregi e anche nella nostra regione è molto rilevante sia per la produzione di carne che per la produzione di uova (nel passato abbiamo avuto modo di constatarlo anche in diverse occasioni).
Ritengo che la nostra Regione sia assolutamente in linea con le altre per quanto riguarda i controlli, però è chiaro che non si può mai dire di aver fatto tutto il possibile. Forse - giustamente veniva detto, e io sono d'accordo - si potrebbe non abbassare la guardia in ordine alla vigilanza però è anche vero che ci troviamo di fronte ad un'immissione sul mercato non solamente di un prodotto di origine piemontese: considerata la quantità consumata, vi è una mobilità a livello di prodotto nazionale e addirittura di importazione dall'estero. Quindi agiamo su due fronti, e questa è la sottolineatura che indubbiamente avrà fatto anche l'Assessore all'agricoltura della nostra Regione.
Siamo molto rigorosi sui prodotti piemontesi e credo che sarebbe un bel risultato se riuscissimo ad abbattere i 7 casi su 45, che sono poi grosso modo il 15%, quindi già sotto questo profilo siamo sotto la media europea che è del 27% di casi positivi. Personalmente credo che si possa andare ancora più in basso come numero e avere degli allevamenti non dico totalmente indenni, ma con una bassissima percentuale di contaminazione quindi casi veramente sporadici.
Rimane poi il grosso discorso del controllo a livello commerciale di tutta la carne di pollo e anche delle uova che vengono importate naturalmente secondo quelle che sono le casistiche che i sanitari conoscono bene in ordine alla possibilità o meno di essere contaminati o di contaminare a loro volta. Sarebbe inutile avere una forte serietà, un forte rigore nella nostra produzione, se poi le varie catene dei supermercati piuttosto che gli altri circuiti commerciali fanno arrivare i prodotti, non voglio dire dalla solita Cina, viste le distanze, ma comunque da altri teatri e da altre produzioni nazionali o internazionali.
Quello della sicurezza alimentare è un tema molto importante. Avendo la fortuna di annoverare nell'Agenzia europea anche la presenza del prof.
Calabrese, che è un noto dietologo astigiano che compare molte volte in televisione, suggerisco all'Assessore di avvalersi anche di questo supporto, che a mio avviso potrebbe dare anche dei consigli idonei, oltre che magari raccomandare all'Agenzia europea, quando fa queste comunicazioni, di non trasmettere solo il dato medio europeo, ma di descrivere i dati articolati per Stato nazionale e per regione. Anche perché se noi continueremo a lavorare bene in campo zootecnico come sempre si è fatto, è giusto e abbiamo il diritto che questo rigore, che pesa anche in termini di costi sugli allevatori, venga poi riconosciuto dalle autorità sanitarie nelle loro comunicazioni periodiche.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare "Don Milani" di Vinovo


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare "Don Milani" di Vinovo in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 1594 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia, inerente a "Mammografo inutilizzato all'ospedale di Susa" (Risposta scritta)

Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 1633 dei Consiglieri Vignale, Casoni, Botta, Boniperti e Ghiglia, inerente a "La Regione assume 2.000 precari nella Sanità" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale è disponibile ad acquisire in forma scritta le risposte all'interpellanza n. 1594 e all'interrogazione n. 1633.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 1690 della Consigliera Cotto, inerente a "Sistema regionale di formazione per operatori sanitari"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1690 della Consigliera Cotto, cui risponde l'Assessore Artesio, che ha pertanto facoltà di intervenire.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Non so se posso usare questo spazio anche per rispondere alle richieste fatte dalla Consigliera in apertura della seduta precedente, sulla quale avevo preso impegni.
Nella seduta precedente erano state poste due questioni riprese da informazioni assunte personalmente e da dichiarazioni comparse sugli organi di informazione. La prima riguardava la situazione dell'occupazione dei posti letto nell'Azienda Ospedaliera Sant'Anna, relativamente al fatto che una partoriente fosse stata accompagnata e curata in una corsia sulla barella anziché assegnata nel letto nelle prime ore della mattinata quindi, in una condizione di disagio ovviamente legata alla delicata e sensibile situazione.
Si chiedeva se l'informazione corrispondesse al vero. Devo confermare che l'informazione corrisponde al vero ed è una condizione che si riproduce non da poco tempo. È un dato strutturale in un contesto nel quale l'Azienda Ospedaliera Sant'Anna sfiora annualmente i 9.000 nati l'anno.
del tutto evidente che la situazione ideale, alla quale impegnano le proprie energie tutti gli operatori della struttura e anche i dirigenti amministrativi, sarebbe quella di far coincidere la disponibilità dei posti letto con il numero di parti che si verificano nella giornata.
Può accadere però, e accade, che si verifichino alcune situazioni particolari, in ragione di due eventualità; in primo luogo, la non possibile programmazione del parto e, in secondo luogo, il fatto che alcune dimissioni previste, che libererebbero il posto letto, siano rinviate in ragione di un inconveniente accaduto al bambino per il quale non si ritiene opportuna la dimissione della madre, permanendo il bambino stesso in una condizione di difficoltà.
Questo fa sì che, anche laddove fosse stata compiuta una programmazione sulle risorse di degenza libere, possa accadere che contestualmente ci sia la necessità di ricoverare una partoriente in stanza ed avere ugualmente la stanza occupata per una mancata dimissione.
Questa quindi è la ragione per la quale si verificano alcune disfunzioni, che evidentemente la struttura sanitaria per prima ritiene di dover cercare di prevenire nel limite del possibile, ma che di fronte alle risorse strutturali dell'azienda oggi non sono diversamente gestibili.
La seconda questione riguardava un reclamo apparso sulla rubrica "Specchio dei tempi" del 6 novembre. Faccio solo riferimento al fatto che non ho potuto accertare in modo dettagliato la sussistenza delle dichiarazioni rese, perché quella lettera non era firmata, se non con il nome di battesimo, quindi non è stato possibile risalire all'autore della comunicazione.
Nell'oggetto era questo: si faceva riferimento al ricorso ad un esame ecografico addominale, che non risultava possibile svolgere all'interno delle strutture sanitarie, se non con tempi di attesa rilevanti. Si faceva riferimento ai 90 giorni di attesa, ma se realizzato attraverso una presentazione in una struttura privata veniva immediatamente praticato; in più, si sottolineava che la persona aveva dovuto versare un ticket pur essendo invalida.
Dal punto di vista della metodologia, i tempi di attesa riferiti per lo svolgimento dell'ecografia sono tempi di attesa non difformi da quelli previsti dalla declaratoria del Ministero per la Salute, nei casi in cui sulla prescrizione medica non sia indicata la procedura d'urgenza.
In quel caso, anche in relazione all'attivazione del SovraCup l'ecografia viene svolta nell'arco di un massimo di 72 ore.
Non ci è dato di sapere quale fosse la natura della prescrizione della persona interessata - ne desumiamo che non avesse riportata l'indicazione di urgenza - né se la persona si sia rivolta al SovraCup.
Va poi ancora detto che, anche laddove il servizio si svolga in una struttura di tipo privato convenzionato, questa fattispecie della condizione di invalidità prevede l'esenzione dal ticket. Pertanto, se la persona si fosse presentata in un centro privato convenzionato, non avrebbe dovuto pagare il ticket.
Quindi, non sappiamo se si tratti di un caso di particolare sfortuna rispetto al quale la persona non abbia avuto conoscenza di tutte le sue prerogative e i suoi diritti, o se sia una lettera costruita intorno ad un disagio non realmente provato. Questo per quello che riguarda le informazioni dovute.
Per quanto riguarda la risposta all'interrogazione, la questione riferita al sistema ECM, la formazione continua in medicina è al momento in fase di elaborazione attraverso la predisposizione di un atto deliberativo.
Questo atto deliberativo tende a costruire un sistema di ECM legato ai nuovi indirizzi nazionali, che assegnano alle Regioni una funzione di individuazione degli obiettivi formativi e di organizzazione del sistema di erogazione delle attività formative più pregnante di quanto non avvenisse nel passato.
In questa direzione, già altre Regioni hanno prodotto atti deliberativi.
Il modello al quale si sta lavorando, che ha già avuto una prima bozza al momento non ancora licenziata dalla Giunta regionale, si articola secondo questa caratteristica: da un lato l'istituzione di un organismo chiamato Conferenza Regionale per la Formazione Continua in Sanità, cui partecipano le rappresentanze dei professionisti e delle Direzioni aziendali, in modo particolare i rappresentanti designati dagli Ordini, dai Collegi, dalle associazioni professionali e dalle Direzioni generali delle Aziende Sanitarie.
Quali sono le funzioni della Conferenza? Quelle di interpretare le esigenze formative delle categorie del ruolo sanitario, di supportare le verifiche e le valutazioni finali, con particolare riferimento alla definizione dei criteri per verificare le ricadute dell'attività formativa sull'attività delle diverse categorie professionali.
Quindi, non produrre una scala di valutazione dei punteggi, ma verificare, attraverso l'individuazione di criteri, l'efficacia della formazione rispetto al cambiamento della prestazione lavorativa o del modello organizzativo. E, infine, svolgere una funzione più complessiva di controllo sulla qualità dei prodotti formativi erogati dal sistema. In modo particolare, la strutturazione dell'impianto formativo, vale a dire l'individuazione di quali possono essere i corsi strutturati e i relativi punteggi che questi corsi definiscono, avverrebbe, secondo l'impostazione della bozza di delibera regionale, attraverso una Commissione regionale presieduta dal Direttore dell'Agenzia regionale per i servizi sanitari, i quali, di concerto con la Direzione dell'Assessorato alla sanità, mettono in campo alcuni elementi di criterio di carattere generale per la valutazione dei soggetti accreditabili e, oltre alle Aziende Sanitarie e all'Università, l'insieme dei criteri per l'individuazione dei provider.
Questi sono gli elementi d'impostazione della deliberazione regionale.
Abbiamo svolto delle consultazioni preliminari degli Ordini, dei Collegi e delle Associazioni professionali.
Al momento, gli elementi di dibattito in corso riguardano il fatto se il ruolo degli Ordini, delle Associazioni e dei Collegi debba essere limitato all'individuazione degli obiettivi o debba anche articolarsi a livello della Commissione presieduta dall'ARESS, all'interno della quale si definiscono i criteri di valutazione dei provider.
In questa logica, in questo momento si sta svolgendo il confronto anche alla luce di ulteriori trattative in corso, a livello nazionale sulla materia stessa.
C'è ancora un elemento richiamato nell'interrogazione, che riguarda il fatto di impegnare l'attività di aggiornamento e il servizio dei professionisti esclusivamente nei programmi formativi regionali, oppure di poter assolvere a questo debito con altri eventi accreditati a livello nazionale.
Le disposizioni contenute negli accordi della Conferenza Stato-Regioni prevedono che i professionisti della sanità assolvano al loro debito formativo con la frequenza a corsi di formazione organizzati nel sistema regionale, per una percentuale del 50% del debito annuale.
Quindi, è possibile che il debito della formazione in servizio non sia esaurito, ai sensi dell'accordo Conferenza Stato-Regioni, all'interno della formazione regionale, considerando che già alcuni contratti nazionali di lavoro del personale sanitario convenzionato prevedono che l'80% del debito formativo sia destinato ad eventi organizzati ai sensi degli obiettivi regionali.
Quindi, non un vincolo a svolgere la formazione in servizio esclusivamente nella struttura regionale, ma un'indicazione percentuale, in alcuni casi, ai sensi dei contratti collettivi più estesa, in linea generale nella misura del 50%.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente, e grazie, Assessore. Qualche considerazione partendo dalla sua ultima risposta, per quanto riguarda la formazione continua in medicina.
La Giunta, se ho capito bene, sta elaborando una bozza di delibera per adeguare, anche in base ai nuovi indirizzi nazionali, questa formazione, in modo da poter dare delle risposte più adeguate ai bisogni sanitari del territorio.
Penso, e lo dico approfittando della presenza del Presidente della IV Commissione, che sarebbe utile discutere questa bozza dopo che la Giunta l'avrà assunta, meglio se prima, magari in Commissione, perché la formazione è troppo importante e, a volte, magari qualche corso di formazione viene ritenuto un po' inutile dagli stessi medici che frequentano i corsi.
Pertanto, sarebbe importante essere maggiormente informati per poter raccogliere sul territorio le cosiddette ricadute, cioè capire se la formazione fa bene a chi frequenta i corsi o fa bene solo economicamente a chi li tiene.
sempre difficile fare la verifica, è sempre difficile fare dei controlli; intanto io ho controllato che il Presidente della IV Commissione non mi ha ascoltato e ha lasciato l'Aula! Le chiedo, Assessore, la disponibilità - ma lo ricorderemo ancora in IV Commissione - a poter trattare l'argomento quando la bozza sarà maggiormente definita. Non chiediamo un esame preventivo, va bene parlarne anche dopo l'assunzione della delibera, però crediamo fermamente che sia utile farlo.
Per quanto riguarda, invece, l'episodio del 6 novembre, il discorso della lunghezza o delle liste d'attesa, io non so - l'ho letto su "Specchio dei tempi" - se la lettera è costruita. L'Assessore ha anche ragione perché può succedere che siano gli operatori a dare voce ai più deboli che non riescono a far valere le proprie ragioni.
Lei sa, però, che, per le liste d'attesa, le difficoltà ci sono; lei sa che tante volte qualche medico ha dei dubbi se mettere la parola "urgente" perché pensa che non sia opportuno. Anche questo fa parte della formazione.
Vedo che il Presidente della IV Commissione è tornato... Poich l'Assessore ha risposto in modo molto completo e articolato su una bozza di delibera che la Giunta dovrebbe assumere in base ai nuovi indirizzi nazionali sulla formazione, chiedo di poter essere informati bene in Commissione.
Tornando all'episodio del 6 novembre, sono fatti noti. È bene che ogni tanto qualche lettore li ricordi, proprio per poter far funzionare meglio la sanità.
E arrivo al punto numero uno della sua comunicazione, alla mia risposta verbale.
Richiamo, ora, l'attenzione del Consiglio - prima ho solo chiesto l'attenzione del Presidente della IV Commissione - perché penso Presidente, che sia importante che il Piemonte sappia, perché l'Assessore onestamente l'ha detto e perché i Consiglieri ricevono delle telefonate in merito, che al Sant'Anna si partorisce in corsia.
Immaginate queste giovani donne - quanti discorsi sulla maternità abbiamo fatto, noi Consiglieri regionali! - che nel nostro civile Piemonte sono costrette a partorire in corsia, sono costrette a stare su una barella! La condizione di disagio è massima, perché il bambino non pu essere lasciato con la mamma, per evidenti motivi igienici.
una situazione che non si può e non dobbiamo accettare. Presentiamo un ordine del giorno (mi rivolgo anche al Vicepresidente, alle Consigliere della Consulta delle Elette); facciamo tanti discorsi e poi non riusciamo a programmare! L'Assessore ha spiegato il perché di questi fatti - e noi lo sappiamo benissimo - i parti non si possono prevedere, così come le dimissioni perché il bambino o la mamma possono non star bene.
Se questa situazione, però, dura da un po' di tempo, allora sì che si possono prevedere più posti. Invece...



(Il Presidente richiama la Consigliera Cotto invitandola a terminare l'intervento)



COTTO Mariangela

Le chiedo scusa, Presidente, ma sto rispondendo a ben tre comunicazioni dell'Assessore, quindi penso di avere quindici minuti a disposizione...



PRESIDENTE

L'effetto moltiplicatore non è automatico, collega Cotto, però, invece di stare a sindacare sulla somma del tempo...



COTTO Mariangela

L'Assessore risponde a tre interrogazioni, pertanto rivendico il diritto - mi rivolgo all'Ufficio di Presidenza - di poter parlare per il tempo che mi compete. Diversamente, avremmo fatto una pausa, l'Assessore si sarebbe riposato, mi riposavo anch'io...



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, non sto sindacando sui tempi, però la prego di...



COTTO Mariangela

Non voglio utilizzare interamente i quindici minuti, ma mi rendo conto di toccare un argomento che dà noia. Insisto: abbiamo letto sui giornali che il direttore D'Innocenzo ha ringraziato i coniugi Elkann per aver deciso, per la seconda volta, di far nascere il proprio figlio al Sant'Anna.
Immagini, Presidente Gariglio, se Lavinia Borromeo avesse partorito in corsia: la notizia avrebbe fatto il giro del mondo! Per fortuna, non ha dovuto partorire in corsia, come capita ad altre donne, piemontesi e non.
Mi rivolgo ai colleghi di Rifondazione comunista, che dovrebbero essere più sensibili a queste cose - ma loro non fanno figli... Abbiamo un ospedale dove le donne sono costrette a partorire in corsia. Vorrei che la dott.ssa D'Innocenzo nel ringraziare queste donne, che nonostante tutto vanno a partorire al S. Anna, si scusasse per le condizioni di disagio in cui sono costrette.
Mi auguro, come Consulta delle Elette, di poter organizzare qualche sopralluogo, proprio per tentare di contribuire ad una soluzione, mandare indirizzando alcune mamme in ospedali vicini, facendo in modo che l'attenzione del S. Anna non sia solo sull'aborto, sulla pillola RSU, ma all'evitare disagi alle donne che devono partorire.


Argomento:

Risposta scritta a interrogazioni

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 940 dei Consiglieri Leo e Burzi inerente a "Chiusura di sedi consolari"(Risposta scritta)

Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Interpellanza n. 963 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Indennità e spese della Giunta regionale" (Risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 940 dei Consiglieri Leo e Burzi e all'interpellanza a n. 263 dei Consiglieri Botta Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Proseguimento esame disegno di legge n. 344 "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g.: proseguimento esame disegno di legge n. 344 "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata" Conclusa la discussione generale con la replica della Presidente della Giunta regionale, Bresso, procediamo con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 1 Discussione generale sull'articolo 1.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Crediamo che l'articolo 1, in merito alle "Finalità", non tanto nel ricordare l'armonia con i principi costituzionali e dello Statuto, ma laddove recita "realizza anche attraverso attività promozionali e di sostegno politiche locali per la sicurezza integrata delle città del territorio regionale, per lo sviluppo di una cultura della legalità, tese a contrastare i sentimenti d'insicurezza della popolazione." Come i colleghi potranno verificare dagli emendamenti presentati dal Gruppo di Alleanza Nazionale, crediamo che si tratti di una legge con buone intenzioni, ma senza riscontro oggettivo con gli strumenti che la legge stessa si pone, come osserveremo dal singolo articolato della normativa.
sufficiente, però, leggere l'articolo 1, per comprendere le "Finalità" - come il titolo stesso dell'articolo recita - della presente legge.
Se facessimo leggere l'articolo 1 a chi non ha ancora letto la legge avrebbe già un concetto chiaro delle finalità e gli obiettivi che la legge si pone.
Quando si dice che "la Regione Piemonte realizza politiche locali per la sicurezza integrata del territorio regionale (...) attività promozionale e di sostegno (...) e per lo sviluppo di una cultura della legalità diffusa spiegando - tese a contrastare i sistemi d'insicurezza della popolazione", si indicano due principi che noi contestiamo.
Il primo. "La promozione e il sostegno devono essere finalizzati a uno sviluppo di una cultura diffusa della legalità". Concetto estremamente importante - per carità - ma che noi riteniamo non sia prioritario. Oggi ma anche domani e dopodomani la priorità è un intervento concreto per migliorare la sicurezza all'interno delle nostre città e Comuni nel territorio piemontese.
Contestualmente, si può anche attuare, ma con forti perplessità da parte nostra, non tanto in termini di principio, ma in termini di spesa delle iniziative che tendano "a creare una diffusa cultura della legalità" avendo ben presente quanto sia utile. Nelle nostre scuole, da molti e molti anni, si frequentano ore di "mediazione culturale", di promozione della cultura della legalità, molto utilizzate dall'Associazione "Libera". Si fa molto di tutto questo, nelle stesse scuole dove molto spesso accadono casi di bullismo o, comunque, appare chiaro che una situazione di cultura della legalità non è presente. Cultura che noi riteniamo nasca, prima di tutto all'interno delle famiglie in cui si cresce e poi all'interno della società. Se la società è insicura, e non rispetta o non fa rispettare le regole, possiamo frequentare tutte le ore che vogliamo di cultura della legalità, ma poi - come abbiamo visto stamattina - è sufficiente essere nomade per violare tutte le leggi dell'ordinamento statale e regionale.
Diventa difficile, anche avendo frequentato le lezioni di cultura alla legalità, che questa venga mantenuta, senza commettere reati.
Anche quando decine, centinaia di cittadini, utilizzando gli strumenti legati alle normative sull'immigrazione o ad una scarsa volontà di punire coloro i quali sono, a tutti gli effetti, cittadini italiani, ma soprattutto extracomunitari - lo dico come percentuale di reati commessi che possono tranquillamente commettere reati e uscire dal carcere il giorno successivo, anche in questo caso, possiamo organizzare decine di ore di cultura alla legalità "teorica", ma ci scontriamo invece con l'incultura della legalità "pratica" che viviamo quotidianamente.
Il secondo punto, che sarà anche oggetto dell'emendamento, se si pensa che il problema di "contrastare i sentimenti d'insicurezza della popolazione" vive in una Regione che non è il Piemonte. Vive, cioè, in una Regione che non ha i problemi di insicurezza e di criminalità diffusa avvertiti, invece, nella nostra.
Una legge sulla sicurezza deve avere come obiettivo la creazione - e non la promozione - di strumenti che garantiscano maggior sicurezza, tesi a realizzare più sicurezza - scusate la ripetizione - all'interno della nostra città, e non i sentimenti di insicurezza della popolazione.
Quando la percentuale di scippi e borseggi aumenta del 64%, non è che si percepisce un sentimento di insicurezza, ma è proprio che la nostra città è insicura; molti centri urbani, maggiori o minori che siano, sono insicuri.
Quando aumentano di una percentuale molto elevata (adesso non la ricordo) i furti in villa, anche nei comuni piccoli e medi, significa che nella nostra Regione c'è stata un'impennata di insicurezza, e non di percezione del sentimento di insicurezza (certo a latere), in una società molto insicura.
E anche in quelle aree (oggi, ahimè, non sono più molte) sicure, esiste una percezione di insicurezza maggiore rispetto a prima. Ma questa non è la finalità della legge, né il punto prioritario che una legge sulla sicurezza deve affrontare. Perché altrimenti il titolo andrebbe mutato in "Promozione per interventi di sostegno per lo sviluppo di una cultura della legalità": sarebbe il titolo perfetto per questa legge, così come sarebbe il titolo perfetto di molti altri articoli declinati da quel titolo.
Come abbiamo già detto negli interventi generali - ma lo ripetiamo in occasione della discussione sull'articolo 1, dove si specificano le finalità - questi sono i punti sui quali è possibile aprire una discussione per comprendere chi vuole una legge che garantisca maggior sicurezza e chi invece, vuole una legge che faccia un po' di informazione culturale a largo respiro e un po' di interventi di servizi sociali.
Noi vogliamo la prima. Ma com'è scritta oggi questa legge indica chiaramente la seconda via, cioè quella della promozione e della mediazione culturale e dell'intervento che è da assistente sociale e non certo da coloro che devono garantire maggior sicurezza nelle nostre città.
importante affrontare l'articolo 1 in modo adeguato, perch ovviamente, da quello discende o discenderà il resto della legge. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
In queste settimane che accompagneranno la discussione della legge, noi ripeteremo molto spesso i concetti che abbiamo espresso durante la discussione generale e rimarcheremo sovente, per cercare di renderli più comprensibili, i motivi per cui questa legge ci trova fortemente critici che sono gli stessi motivi per cui abbiamo cercato disperatamente di emendarla, non ricevendo alcuna risposta sostanziale da parte dell'Assessore.
Noi abbiamo sempre detto "Sì e velocemente" ad una legge sulla sicurezza, mentre continuiamo a dire "No" ad una legge generalista superficiale, equivoca, che di tutto parla tranne che di sicurezza, ossia parla "anche" di sicurezza. Noi vogliamo una legge che parli "solo" di sicurezza.
Perché le altre leggi, cari colleghi e caro Assessore, già ci sono in abbondanza. Non sto a ricordarle, poiché lei è un uomo di grande esperienza e di sicura capacità, che quando si parla di "attività promozionali e di sostegno" che riguardano l'esigenza di una cultura diffusa della sicurezza i soldi non vanno trovati e spesi nella legge che parla di sicurezza, ma nelle leggi che parlano di istruzione. Perché la cultura della legalità, la cultura della sicurezza, la cultura dell'integrazione, la cultura del rispetto delle leggi e la cultura dell'educazione civica non attengono al campo della sicurezza, ma della formazione dell'individuo, quindi al campo della cultura e dell'educazione.
Sarebbe stata utile la presenza del "piacione", cioè dell'Assessore Oliva - l'ho letto ieri su la Repubblica, è per questo che mi sono permesso di definirlo così - perché sarebbe stato importante, da questo punto di vista, ascoltare il dibattito e comprendere che gli interventi del Consiglio regionale in tema di sicurezza non devono essere soltanto repressivi, militareschi e polizieschi, ma devono essere anche (se non soprattutto) degli interventi di formazione culturale, che è doverosa indispensabile ed è l'unica prospettiva che si devono dare una Regione e uno Stato serio, per affrontare con serietà e con proprietà le sfide che ci lanciano i flussi migratori e la presenza crescente di immigrati sul nostro territorio, ma che - lo ripeto e lo ripeteremo fino alla nausea - non attengono ad una legge sulla sicurezza.
Pertanto, parlare nelle finalità di realizzare "..attraverso attività promozionali di sostegno - cioè buttando via i soldi in propaganda (lo traduco dal politichese legislativo, peraltro abbastanza banale, del disegno di legge in misure concrete) o autopropaganda (alla Melting Box per intenderci, dove si parla di inclusione e di esclusione, ma appunto se ne parla e si buttano via i soldi) - politiche regionali della sicurezza integrata della città e del territorio e per lo sviluppo - qui cade non l'asino, perché asino non è, soprattutto perché è ben cosciente di quanto vuole farci approvare l'Assessore Caracciolo - di una diffusa cultura della legalità. La cultura della legalità, Assessore Caracciolo, non c'entra nulla con una legge che si deve occupare di politiche per la sicurezza.
Sarebbe come confondere la Carta Costituzionale con il Codice Penale: è chiara la differenza tra Costituzione, Codice Civile, cioè cultura della legalità, della convivenza, del rispetto delle libertà individuali personali, di associazione e di aggregazione, eccetera, e il Codice Penale cioè la repressione dei reati e la repressione della violazione delle leggi? Evidentemente...
Presidente, mi scusi, ma il livello del rumore sta debordando.



PRESIDENTE

Ha ragione collega Ghiglia.
Ho cercato di richiamare più volte i Consiglieri. Gli esiti, come sempre, non sono...



GHIGLIA Agostino

Io le prometto il megafono, Presidente!



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, vi prego di consentire di svolgere il dibattito sugli articoli della legge, perché è materia...



GHIGLIA Agostino

Presidente, abbia pazienza, ma se non mi sento neanche urlare, vuol dire che proprio...
Mi devo portare il megafono?



PRESIDENTE

Provvederò.
Chiedo anche ai Consiglieri Questori di procedere ad una forma di repressione degli abusi. Grazie.



GHIGLIA Agostino

Non sia così repressivo! Faccia cultura della legalità, faccia un po' di moral suasion nei confronti dell'aula, faccia come l'Assessore Caracciolo che vuole spiegare la cultura della legalità...noi manderemo un bel mediatore culturale a spiegare al marocchino clandestino che non si sfregiano le persone alle 8,30 del mattino in Piazza Vittorio. Cattivo! Cattivo! Cattivo! La legge, questo dice, e non c'entra niente, Assessore Caracciolo, la cultura della legalità con l'esigenza di politiche per la sicurezza: ficcatevelo in testa. Non ve lo ficcate in testa? Tanto lo ripeteremo altre 700 volte perché è un concetto banale che persino la sinistra radicale dovrebbe essere in grado di capire.
Lo sviluppo della diffusa cultura della legalità non attiene al bisogno drammatico, alla richiesta drammatica - che solo voi che viaggiate in auto blu non cogliete - che proviene dal territorio, dai quartieri, dalle famiglie che hanno paura di uscire di casa dopo il tramonto.
Come ho avuto modo di ripetere tante volte, caro Assessore Caracciolo lei non passa mai al Parco Stura dove il Sindaco Chiamparino ha tentato di risolvere il problema degli spacciatori con le salamelle della Festa dell'Unità ma, finito l'olezzo delle salamelle che teneva lontano gli spacciatori perché avevano paura di macchiarsi i vestiti griffati di fritto, sono ritornati. Le famiglie non escono di casa quando si accendono i lampioni! Questa è la verità acclarata che è apprendibile, semplicemente leggendo le cronache dei quotidiani.
Voi non solo viaggiate in auto blu e non ve ne accorgete perché avete i vetri oscurati, ma non leggete neanche i giornali altrimenti non avreste il coraggio di parlare in Consiglio regionale di cultura della legalità anziché di interventi sulla sicurezza, e a Palazzo Civico di percezione di insicurezza, anziché di terrore.
In una regione che non si chiama Harlem - ma ormai è un posto tranquillo anche quello - dove aumentano, in un anno, del 64% i reati collegati alla microcriminalità, non è più un Paese civile, non è più una situazione tollerabile. In questa situazione, Assessore Caracciolo, non si interviene con la cultura della legalità, si può intervenire solo ed esclusivamente con interventi rigorosamente limitati alla si-cu-rez-za.
Sul concetto, torneremo spesso nei prossimi interventi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Non parlerò per il verbale perché non mi interessa, ma vorrei solo che particolarmente i Consiglieri della maggioranza, oltre all'Assessore che sicuramente ascolta, ascoltassero cosa sto per dire. A volte parliamo di cose già risapute solo perché devono essere registrate, adesso vorrei che qualcuno mi ascoltasse.
Noi tutti, quindi anch'io, oltre ad essere Consiglieri regionali siamo anche cittadini. Ho provato a leggere l'articolo 1 immaginando di essere un comune cittadino: se fossi un comune cittadino, dopo aver letto l'articolo 1, avrei buttato la legge senza neanche finire di leggerla, avrei insultato tutti quei Consiglieri regionali che, eventualmente, l'avessero approvata.
Non ci sto, come cittadino, Consigliere Buquicchio, Consigliere Turigliatto, Consiglieri della Sinistra e Consiglieri dei Moderati, ad essere accusato. Questa è un'accusa rivolta ai cittadini, quella di non saper dominare i sentimenti di sicurezza.
Leggete l'articolo 1. Leggetelo! Poi discuteremo degli altri articoli.
Ma come potete, voi che vi dichiarate sensibili alle esigenze della popolazione, accusare la popolazione di avere sentimenti di insicurezza per cui noi dobbiamo fare una legge per tranquillizzarli! Perché, i nostri concittadini sono degli incapaci? Non riesco a capire come si possa pensare di scrivere una cosa del genere! vero che uno dei problemi è anche il senso di insicurezza, ma anche se riesco a tranquillizzarmi la botta in testa la prendo lo stesso, ma viaggio più tranquillo. Non possiamo, in un articolo di legge sulla sicurezza, accusare la nostra popolazione di incapacità di dominare i propri sentimenti.
Non devo parlare per dieci minuti perché se qualcuno ha voluto ascoltarmi e ha voluto capire, non c'è niente da aggiungere. Non accusiamo con l'articolo 1 della legge sulla sicurezza, i nostri concittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Difficile dire di più e meglio di quanto è già stato detto dell'articolo 1. Un articolo importante perché fissa le finalità della legge, un articolo anche un po' sconcertante. Sconcertante perché introduce all'interno del nostro ragionamento, introduce in quella che dovrebbe essere la legge sulla sicurezza targata dal centrosinistra, concetti e definizioni che allontanano la legge dall'essere una vera e propria legge sulla sicurezza.
già stato ricordato come la sottolineatura delle attività promozionali e di sostegno, mal si unisce a quelle azioni vere che, invece bisognerebbe assumere per contrastare la criminalità diffusa che è ormai in ogni parte della nostra regione, non solo nelle grandi aree metropolitane ma, ahimè, anche nelle aree rurali, nelle aree delle piccole città, si stanno facendo sempre più spazio.
Voi sapete che sono cittadino di Casale Monferrato e noi casalesi abbiamo dovuto subire l'onta di vedere il nostro Sindaco derubato nottetempo a casa propria. In questo modo si è raggiunto l'apice simbolico della situazione che vivono i nostri territori.
Noi ci apprestiamo a varare - nei tempi che il Consiglio si darà - una legge che ne sostituisce un'altra, questo lo ripeterò in tutti i miei interventi, una legge sostituiva di un'altra legge sulla sicurezza.
Ricordo che una legge sulla sicurezza questa Regione ce l'ha, una volta dicevamo, con uno slogan non felice, "il Presidente c'è", io potrei dire "la legge sulla sicurezza c'è" in questa Regione, noi la vogliamo sostituire e la sostituiamo non con un miglioramento, con una legge che faccia tesoro di quanto l'altra legge non era riuscita a rendere perfetto.
La sostituiamo capovolgendo un'impostazione, capovolgendo una cultura ma soprattutto, non parlando, o parlando poco, di sicurezza.
Si è già detto, ripeto, delle attività promozionali di sostegno. Devo anche dire che questa cultura della legalità va bene un po' in tutte le salse. Noi abbiamo presentato, proprio su questo passaggio del primo articolo, un'aggiunta. vogliamo parlare, Assessore, di cultura e pratica della legalità, perché altrimenti rendiamo questo termine buono veramente per ogni Santo. Richiamo e chiedo attenzione, non solo alla Giunta, ma anche ai colleghi di maggioranza, al collega Buquicchio, ai tanti colleghi che so essere attenti a questo tema.
Ma come si fa a pensare che le azioni che mettiamo in essere debbano essere tese a contrastare i sentimenti di insicurezza della popolazione? Il soggetto della legge sulla sicurezza non è il sentimento di insicurezza, ma è l'attività criminosa compiuta. Noi dobbiamo fare una legge che tenda a diminuire la criminalità nella nostra Regione, non i sentimenti di insicurezza. Altrimenti, che cosa facciamo? Mandiamo tutti i piemontesi dallo psicologo? Voi pensate che per far sparire l'insicurezza dalla testa dei cittadini, li mandiamo dallo psicologo, se no non si sa come operare? In realtà, dovremmo operare facendo una legge che è tesa, che vuole che pone delle azioni concrete di contrasto alla criminalità, alla criminalità maggiore come alla criminalità diffusa e non dico minore (dico diffusa, cioè quella che è più fastidiosa per i cittadini normali).
Assessore Caracciolo, sono stati presentati emendamenti anche da colleghi della Lega su questo passaggio in particolare, che è un passaggio importante, altrimenti sembra che la nostra azione sia rivolta non verso i criminali e coloro che commettono delle malefatte, ma contro i cittadini che percepiscono un sentimento normale vivendo in una società o in comunità, piccole o grandi che siano, quotidianamente interessate da fenomeni di violenza.
Quindi, su questo articolo 1, che è un articolo importante, direi l'articolo cardine della legge, Assessore, accettiamo gli emendamenti, che non vogliono stravolgere alcunché, ma che danno a questa legge il significato che deve avere: una legge di contrasto per la criminalità, per quanto di competenza della Regione Piemonte.
logico che non possiamo sostituirci allo Stato nazionale, ma il lavoro che va fatto su questa legge, che speriamo venga condiviso, è importante. Ripeto, passare da una legge che, per questioni politiche, non è stata più finanziata, ad una cattiva legge che viene votata soltanto perché targata politicamente in un certo modo, non ci fa fare una bella figura nei confronti dei piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Nei mesi scorsi, siamo stati più di una volta costretti a fare degli interventi in cui, al di là delle nostre proposte e delle nostre idee esprimevamo anche stupore per un'incredibile lontananza che la sinistra e questa Giunta regionale evidenziavano in modo incredibile di fronte alla drammaticità delle situazioni.
Sembrava che voi viveste in un certo mondo e noi cittadini normali in un altro. Speravamo e pensavamo che gli eventi drammatici di questi ultimi mesi, l'aggravarsi e il diffondersi di una delinquenza sempre più violenta aggressiva e crudele (non chiamiamola più microcriminalità, ma criminalità diffusa, che e quella che colpisce davvero le persone più deboli), vi avessero fatto ragionare, vi avessero fatto tornare un po' sui vostri passi, vi avessero fatto capire che le situazioni cambiano e che anche certe impostazioni ideologiche sono superate.
incomprensibile che in partenza uno abbia determinate posizioni ideologiche e le difenda con vigore e con passione, ma, di fronte all'evidenza dei fatti e al mutamento della società, il buon senso e l'alta politica impongono di cambiare, di correggere le proprie posizioni, di avere anche il coraggio di dire di aver sbagliato sulla criminalità e sulla delinquenza, di ammettere di averle sottovalutate, di riconoscere una volta tanto che avevamo ragione noi.
Questo non è avvenuto. So che l'Assessore Caracciolo, che è un amico sul piano personale, è un po' prigioniero di questa maggioranza, dove invece si continua a sostenere posizioni davvero, non dico ideologiche, ma irrealistiche e surreali. Surreali, perché la vita è un'altra, non è quella che avete identificato o cercato di rappresentare nella vostra legge! Leggo su la Repubblica (noto giornale di estrema destra) che il Sindaco di Torino, Chiamparino, dice che c'è più sicurezza a Torino, ma poi nella stessa pagina trovo due articoli: quello del povero pensionato assalito in casa, massacrato e con la testa sbattuta sul tavolo, e quello del giovane meccanico sfregiato ai Murazzi domenica notte e che dice di volersi fare giustizia da solo.
Queste sono le conseguenze di aver sottovalutato il problema della sicurezza, di aver dato delle risposte superficiali, teoriche, vuote, mai nette, mai forti al problema della delinquenza. La sicurezza si garantisce con la prevenzione e con la repressione. Ci deve essere questo forte equilibrio. Se non c'è giusta attenzione alla repressione non si pu pensare, solamente con i corsi di formazione e rieducazione, di correggere e salvare la sicurezza nelle case dei cittadini e nelle vie della nostre città.
La situazione è drammatica ma, probabilmente, anche questa volta il nostro grido di dolore, lanciato per rappresentare le situazioni di tanti cittadini colpiti dalla violenza e dalla delinquenza, cadrà senza essere ascoltato.
Vi invitiamo per l'ultima volta a rivedere la vostra legge. La legge c'era già, era quella che aveva fatto la precedente Giunta regionale di centrodestra. Poteva essere migliorata; potevano essere, a nostro avviso previsti articoli e norme che dessero più poteri soprattutto alle amministrazioni comunali, più dotazioni, più tecnologie per combattere una delinquenza e una criminalità sempre più diffusa e agguerrita. Invece, si è voluto, solo per fare una cosa diversa da quella che aveva fatto il centrodestra, fare una nuova legge senza davvero né capo né coda.
Sono stati spesi e buttati al vento trenta mesi e, intanto, la situazione è peggiorata; intanto, questo clima di insicurezza sta pervadendo tutte le città e tutti i paesi del Piemonte. Fino ad un paio di anni fa, vi erano zone abbastanza tranquille, ma vi posso garantire che adesso questo non esiste assolutamente più.
Nella vostra legge dovreste prevedere, invece di discorsi e di principi puramente teorici, altre azioni, che invece, purtroppo, non avete nemmeno pensato di introdurre: più soldi, più risorse ai Comuni che non hanno più i vigili urbani.
Ci sono decine e decine di Comuni piemontesi che, per problemi di bilancio, non hanno più un vigile urbano! Quindi, quel minimo di ordine pubblico di sicurezza sul territorio non esiste più, e sono Comuni sprovvisti anche della presenza della stazione dei carabinieri, quindi senza il supporto di forze dell'ordine dello Stato, stabilmente presenti sul territorio.
Sappiamo che ormai in quasi tutto il Piemonte, anzi, direi in tutto il Piemonte, il servizio del 112 sostituisce di notte anche il Pronto Intervento dei Carabinieri, ove esiste la stazione dei Carabinieri in quei determinati Comuni.
Questo cosa comporta? Purtroppo è un'organizzazione che l'Arma dei Carabinieri ha voluto fare per problemi di bilancio e di carenza di personale, e me lo spiegavano anche tecnicamente: l'eliminazione dei Carabinieri ausiliari del servizio militare di leva ha prodotto, in questi ultimi anni, una contrazione del personale a tempo indeterminato e quindi un'inevitabile perdita del controllo del territorio con la chiusura delle Caserme dei Carabinieri territoriali di notte, dopo le ore 20 o dopo le ore 22.
Ebbene, questo significa che purtroppo spesso, quando vengono chiamati i Carabinieri, inevitabilmente arriva la pattuglia che magari era distante qualche chilometro e, a volte, non si riesce a intervenire prontamente e con efficacia. Se invece in questi Comuni ci fossero pattuglie notturne di Vigili Urbani oppure se questi Comuni, consorziandosi, si dotassero di un servizio di guardie giurate o di guardie private per il servizio notturno ecco che daremmo davvero un servizio alla gente, alla cittadinanza.
Questo non lo avete previsto né certamente avete intenzione di farlo ed è un grave errore; un grave errore che, purtroppo, si farà sentire ancora più pesantemente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi perché, andando avanti di questo passo, signori, la situazione peggiorerà: le nostre famiglie, i nostri cittadini piemontesi saranno ancora più insicuri, ancora più terrorizzati di vivere in certe zone e in certi quartieri del Piemonte.
Addirittura i Vigili Urbani hanno paura di intervenire in certe zone di Torino e in certi Comuni del nostro Piemonte: non essendo dotati di manganelli, non hanno la minima possibilità di intervenire quando si creano delle situazioni di risse, in particolare provocate spesso e volentieri da extracomunitari irregolari.
Ebbene, queste sono le emergenze, questa è la sicurezza che i cittadini piemontesi vogliono, e non enunciazioni teoriche o richiami a falso buonismo che ha solo provocato i disastri di queste settimane e ha solo provocato queste terribili dichiarazioni di chi è stato vittima di violenza e di agguati.
La situazione sta per degenerare; forse la state sottovalutando, perch c'è ormai un distacco, una rabbia e a volte anche un desiderio di farsi giustizia da soli. Questa è una cosa gravissima, soprattutto in una regione con delle tradizioni di cultura della legalità, di senso dello Stato che il Piemonte ha sempre rappresentato.
Potevamo una volta essere davvero orgogliosi di questo gusto della statualità, di fiducia e rispetto verso le istituzioni di noi piemontesi.
Ebbene, questo sta davvero venendo meno.
Noi vi facciamo un ultimo appello, chiedendovi di fermarvi, di rivedere insieme questa normativa che avete presentato e un appello anche a quei settori limitati, ma che comunque esistono all'interno della maggioranza che più di una volta hanno portato avanti certe battaglie simili alle nostre, anche se ora è su queste cose che devono uscire davvero allo scoperto e trovare dei punti di contatto.
All'amico Caracciolo la nostra solidarietà: sei prigioniero di una maggioranza che forse tu davvero condividi poco e allora cercheremo di aiutarti, se troveremo le condizioni possibili, per migliorare il testo di questa legge con una serie di emendamenti incisivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

La ringrazio, Presidente. Quando in Conferenza dei Capigruppo è stato iscritto questo argomento all'ordine del giorno, a nome del mio Gruppo, ho detto: "A noi fa piacere che si affronti il tema della sicurezza, perch siamo convinti dell'importanza che riveste tale tema. Non faremo ostruzionismo di bandiera, ma sottolineeremo con forza tutti i nostri contenuti ed esporremo come noi intendiamo il tema della sicurezza soprattutto evidenziando come riuscire a dare ai cittadini la sensazione che la Regione fa di tutto per aiutarli a risolvere questo problema".
Prima il collega Novero ha detto una cosa intelligente: "Facciamo leggere questa legge a un comune cittadino e spieghiamogliela, perché ci sono dei termini che un normale cittadino non capisce bene. Ci sono molti termini sociologici, relativi agli aiuti e agli indirizzi da dare a determinati soggetti, da spiegare ai cittadini, che invece sono alle prese con gli scippi, i furti, le continue vessazioni che si subiscono nel nostro territorio, rispetto ai quali giustamente reclamano e scrivono anche ai giornali" Basterebbe leggere gli articoli. Per esempio, al Sindaco di Cuneo i cittadini scrivono: "Sindaco di Cuneo, perché non mette telecamere davanti alle scuole?". Il Sindaco di Cuneo dice: " Non ho la possibilità di farlo perché non ci sono strumenti". Allora davanti alle scuole poi si scopre che si spaccia droga, che ci sono gli spacciatori, si manda qualche volante della Polizia, ma le scuole sono tante; queste persone, tra l'altro, sono anche molto intelligenti e si muovono sul territorio a seconda di segnalazioni che gli arrivano. Per quanto riguarda i Vigili Urbani, sono pochi e non hanno questa potenzialità.
Se questi due semplici interventi non si riescono a realizzare con i Vigili Urbani e con le telecamere, permettiamo di fare dei contratti con la polizia privata, così come fanno tanti altri soggetti.
La sicurezza nelle banche non è assicurata dai Vigili Urbani, dalla Polizia, dai Carabinieri, ma molte volte è garantita anche da persone che sono davanti a ogni banca. E, da quando operano le guardie giurate, i furti e le rapine nelle banche sono diminuiti (quando ci sono, sono più cruenti ma sono diminuiti, prima non c'erano questi interventi).
Ho fatto questi tre esempi per far capire che a un cittadino non interessa e non crede possibile che noi riusciamo a proteggerlo giustamente, com'è stato detto prima - da chi sfregia o da chi delinque.
Aggiungo anche che ci sono tanti immigrati regolari che lavorano e che andrebbero forse, da questo punto di vista, differenziati dagli altri, per ci sono anche tante situazioni di insicurezza dovute a fenomeni conosciuti e certi.
Prima il collega Ghiglia ha citato alcuni esempi, ma ne potremmo citare pagine e pagine: in ogni città si sa dove c'è insicurezza, dove c'è pericolosità. Tra l'altro, questi fenomeni di insicurezza stanno arrecando un gravissimo danno economico ai proprietari degli immobili, perché ci sono quartieri di Torino che fino a pochi anni fa valevano 10 e oggi valgono 5 (però qui non ci occupiamo di una questione economica, non è una questione economica, come per noi non è una questione sociale).
Se si vuole aiutare il sociale ad integrare meglio gli immigrati, si finanzino le leggi del sociale; già esistono e se dovete presentare un bilancio, mettete dei soldi in più su quelle leggi. I soldi che mettete qua dateli in interventi concreti e visibili sulla sicurezza; per esempio nell'articolo 1, dove lei nomina i soggetti attuatori, non ci interessa che sia scritto che vengano date ad associazioni, con soggetti pubblici e privati operanti nel campo sociale.
Cosa vuol dire "con soggetti pubblici e privati operanti nel campo sociale" in una legge sulla sicurezza? I soggetti pubblici e privati operanti nel campo sociale hanno la legge dell'assistenza, relativa al sociale; quindi, se hanno bisogno di fondi, da lì li prendono per finalizzarli a migliore integrazione, visto che voi pensate ad una migliore integrazione.
Questa è una scappatoia, è una legge politica, è una legge che vuol fare capire che il tema della sicurezza si affronta dandolo a soggetti pubblici e privati operanti nel campo sociale, mentre i poveri sindaci, i poveri cittadini, cioè quelli che veramente soffrono i fenomeni di grande insicurezza, non avranno nessun aiuto e nessuno strumento reale per contrastare questi fenomeni.
I sindaci dovranno probabilmente rassegnarsi, con i vincoli che saranno messi, perché vedo rimandi a regolamenti che poi dovrete emanare nei successivi 60 giorni; immagino già i regolamenti, partendo da una legge come questa.
Il regolamento dirà che è meglio dare un aiuto a chi tenta un recupero piuttosto che assumere un vigile urbano in più.
Poi, con sorpresa - e questo è invece un tema politico, per cui magari oggi lo affronteremo - vediamo che si tenta di entrare sui nostri temi a gamba tesa.
A me fa piacere che ci sia un emendamento che chiede che siano dati dei presidi tattici ai vigili urbani, cioè il manganello, firmato dai colleghi Laus, Pozzi ed altri.
un tema che abbiamo sollevato e ci si rende conto che qui si sta parlando di cose che forse i colleghi sentono e di cui si rendono conto però non si possono rifiutare gli emendamenti di AN o della C.d.L. e accettare quelli che vengono presentati da altri soggetti politici.
Non ci piace questo giochino, cioè se abbiamo emendamenti che vanno in questa direzione, si abbia il coraggio di dire che questa proposta è giusta, che la accettiamo e la sottoscriviamo, aggiungendo le nostre firme.
L'abbiamo già visto con altre leggi: se si va su questa strada, diventa più difficoltoso andare avanti sulla discussione di questa legge. Se sui vari temi spuntano emendamenti in corso d'opera, li facciamo spuntare anche noi.
Oggi spero che si possa avere un chiarimento con la Giunta, perch Assessore, se non si chiariscono alcuni passaggi chiave che ho riassunto e citato anche se velocemente in questo intervento, non ne usciamo.
In sostanza, ritorno a dirlo, non è un'azione che viene dal soggetto istituzionale, si scarica in un certo senso su questo fenomeno e su una migliore inclusione verso i cittadini, ma lei pensa che con una legge che avrà qualche milione di euro, educherà quattro milioni e 400 mila piemontesi ad avere in questo settore un atteggiamento migliore? Poi, ripeto, se anche lo vuol fare, dia dei soldi all'Assessore Migliasso, lo fa lei che deve seguire le politiche dell'assistenza e dell'integrazione. Non lo deve fare l'Assessore alla sicurezza della Regione Piemonte.
Lei deve occuparsi dei vigili urbani, dei Comuni, degli interventi che i cittadini vogliono e mettere i soldi su questi capitoli, chiarendo anche capitolo per capitolo dove vanno a finire questi soldi. Eliminiamo questi soggetti pubblici che operano nel sociale e diremo che nel prossimo bilancio vengano inseriti dei fondi. Il giochino delle tre carte lo conosciamo bene, si mettono tre soggetti, così magari uno dei tre prende il 50% dei finanziamenti, altrimenti non sarebbe lì, non avrebbe scritto all'articolo 2 "d'intesa con lo Stato, gli Enti locali" - e qui va bene "e con soggetti pubblici e privati", ossia non operanti nella sicurezza ma operanti nel sociale. Vuol dire che quelli della sicurezza e i privati nulla, quelli del sociale sì, abbiamo questa legge e andiamo a finanziare loro.
Con questo intervento, ritengo di aver individuato alcuni punti fermi e auspico che ci sia una riflessione, perché se continuiamo ad andare avanti così, possiamo andare avanti all'infinito, mentre credo sia opportuno riflettere su quelli che sono i veri cardini di questa legge e su come modificarli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Non interverrò poi altre volte sul tema della sicurezza perché ci sono colleghi capaci, seri e preparati che hanno seguito sempre molto bene questa materia.
Con ciò un intervento volevo farlo, perché non sembri che su questa materia ci sia qualcuno che possa disinteressarsi.
Il collega Rossi è efficace su queste e altre cose, però non volevo che si pensasse che qualcuno possa sottrarsi, perché oggi l'emergenza della sicurezza è l'emergenza della civiltà, nel senso che quando anziani, donne e bambini e tutte le persone sono sottoposte ad una realistica possibilità di aggressione, di sopraffazione e di violenza si perdono i connotati della civiltà.
La prima garanzia di uno Stato, la prima ragione costitutiva di uno Stato è garantire la sicurezza.
Quindi, desideravo intervenire per dire che, come altri colleghi che sono intervenuti, avverto fortissimamente questa realtà e parlare di percezione è come dire di avere l'impressione che a Shangai ci sia un po' di traffico o che a Nuova Delhi non ci sia un traffico molto ordinato. Ci sono cose talmente e drammaticamente oggettive che non dipendono da percezioni.Questa è la prima osservazione.
La seconda osservazione. Sono favorevole concettualmente psicologicamente e culturalmente ai discorsi di prevenzione, educazione e sostegno alla legalità, ma allora vorrei ricordare che non l'abbiamo votato all'unanimità proprio una legge di contrasto alla criminalità in questo Consiglio regionale, quindi non faccio nessun torto all'Assessore Caracciolo, che tra l'altro considero persona di particolare buonsenso, ma alla Giunta complessivamente: noi abbiamo votato all'unanimità una legge sull'educazione alla legalità.
Il Presidente Gariglio ricorderà che aveva sollecitato anche la collega Cotto a togliere dei problemi e delle questioni che giustamente la collega stessa frapponeva sulla giornata del volontariato, e il Presidente Gariglio aveva meritoriamente fatto pressioni perché si arrivasse rapidamente all'approvazione.
L'abbiamo fatto, ci abbiamo creduto, abbiamo votato all'unanimità la legge, dopodiché tutto langue.
Dalla Giunta (l'Assessore Oliva, l'Assessore Migliasso, l'Assessore Pentenero) - era un fatto di educazione alla legalità - non arriva alcuna comunicazione. Ho chiesto notizie in Commissione consiliare, ma non se ne sa nulla.
Gli strumenti sull'educazione alla legalità non li attiviamo. Le politiche dedicate a quello, il Piano giovani sono ormai lettera morta.
Insomma, tutto quello che è vera prevenzione, una cultura di prevenzione, in realtà viene attuato in maniera molto marginale o per nulla.
Invece, si riversa questa responsabilità sulla legge che deve occuparsi della sicurezza.
Sono convinto - e termino - che purtroppo nell'area del centrosinistra non nella mente dell'Assessore Caracciolo, che è persona di buonsenso, ma nell'area del centrosinistra, ci sono ancora - e parlando con i colleghi me ne rendo conto - molte resistenze a una vera politica sulla sicurezza.
Ci sono persone che sono convinte, come il collega Buquicchio, che apprezzo, che ci voglia una politica di sicurezza, ma ce ne sono molte che non riescono ancora a convincersene, che si portano ancora dietro un sociologismo d'accatto, un terzomondismo per cui è sempre colpa dell'occidente se ci sono queste situazioni, ecc.
Mi domando - e lo chiedevo anche ad un mio amico giurista - se, quando una persona è vittima di un clandestino, che avrebbe dovuto essere rimpatriato, perché il clandestino se è in Italia e delinque è anche colpa dello Stato, non solo sua, ci sarà il momento in cui qualcuno farà causa allo Stato, per queste situazioni.
Ho letto oggi su Repubblica, non su un quotidiano di destra, il resoconto di quel giovane che è stato sfregiato per futili motivi da un marocchino, che si sentiva padrone della piazza e della situazione.
A chi deve dire grazie, questo giovane che è stato sfregiato? Allo Stato che permette che un delinquente, uno che delinque, bench clandestino, sia in libertà. Beffa delle beffe: il Magistrato che doveva convalidare il fermo l'ha lasciato immediatamente libero. Che sensazione possiamo dare? Vi devo dire che mia moglie, che è una persona coraggiosa, che a 14 anni lavorava in fabbrica e che ha sempre viaggiato da sola per il Piemonte, oggi è una delle tante persone che ha paura, non perché ha una percezione, ma perché vede i fatti che succedono.
Quella della legge sulla sicurezza è un'occasione enorme. Sono convinto lo dico senza polemica - che ci siano ancora forti ritardi culturali sul fatto di prendersi la responsabilità rispetto a queste materie, però più tardi corriamo ai ripari, più l'opinione pubblica sarà disperata e vessata.
Ogni giorno di ritardo nel prendere iniziative serie su questo, ripeto anche di prevenzione e di cultura, causa seri problemi; mi spieghi, la Giunta, perché non attua la legge contro le mafie, visto che l'abbiamo votata tutti insieme! Perché sui centri studenteschi - l'abbiamo detto altre volte - ci si è fermati? Da una parte, si dice che dobbiamo fare prevenzione, ma tutto quello che competeva all'Amministrazione non è più stato fatto: è il gioco delle tre carte, veramente spiacevole! Ripeto e concludo: tenete presente che ogni giorno di ritardo su questo farà dei danni ai cittadini, alla gente più debole, perché ogni mancanza di sicurezza comporta danni enormi alle persone. Inoltre, esaspera i cittadini e invelenisce il clima generale. Infine - questo lo so, perché lavoro in gruppi di volontariato, pertanto ho frequentazioni con la realtà degli extracomunitari o dei comunitari romeni - crea in loro la convinzione dell'impunità dei delinquenti.
Spesso, le persone per bene, appartenenti a queste realtà di immigrati mi dicono: "I 'nostri' delinquenti dicono che in Italia possono delinquere non li reprimono, non li puniscono, li capiscono e li giustificano".
Questo è uno dei messaggi più gravi e più brutti; non soltanto il fatto che non ci sia giustizia e accoglienza per chi lo merita, ma anche che non ci sia giustizia e repressione per chi delinque.
Questi sono fatti che possono minare una civiltà! Non interverrò più sulla legge sulla sicurezza, però ci tenevo a farlo affinché non si pensasse che c'è una sola persona del centrodestra che non condivide l'impostazione che abbiamo dato su questo e perché volevo unire la mia voce, per ricordare una vicenda drammatica.
Come ho detto, l'Assessore Caracciolo è persona di buonsenso; speriamo che nel centrosinistra maturi, prima che sia troppo tardi, la consapevolezza di quanto è grave la situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Assessore, lei ha voluto insistere con il mantenere l'articolo 1 così com'era in origine, rispetto alla presentazione dei nostri emendamenti.
Una legge che si vuole definire "testo di legge in materia di sicurezza integrata" dovrebbe occuparsi, in particolare, di sicurezza. Invece nell'articolo 1 è chiaro che di sicurezza si parla poco e si parla di ben altro; si parla di come prevenire i reati, di come utilizzare le associazioni e gli Enti, pubblici o privati, che operano nel campo del sociale, in progetti integrati di sicurezza.
La gente, però, non la pensa come lei e io credo che lei riporti semplicemente il comune pensare della Giunta e della sua Presidente Bresso che evidentemente ha sentimenti di sicurezza.
La gente, Assessore, ha paura. Io capisco che siate tutti, Assessori e Presidente della Giunta, impegnati nelle varie questioni quotidiane, ma il tempo per leggere i giornali dovreste averlo, perché quando io sento dire che la gente ha idea di aver paura, ma la criminalità non è aumentata, che la gente è influenzata dai mezzi di informazione su fatti che, sì succedono, ma sono sempre successi, beh io vi invito a leggere i giornali locali! Prendiamone uno a caso, "Leggo" di oggi, e andiamo a leggere: c'è un articolo su un vecchietto di 84 anni, ricoverato alle Molinette, con fratture al volto, pestato da un ladro. L'articolo dice: "Potrebbe trattarsi di un Sinto"; "Colpito al viso con un coccio di bottiglia da un giovane clandestino marocchino", o, ancora: "Nega una sigaretta, ragazzo sfregiato ai Murazzi". L'ha letto? Poteva essere suo figlio, suo nipote, un suo vicino di casa. Cosa gli avrebbe detto: "Eh, ma sai, tu hai la sensazione di insicurezza, quello che ti hanno fatto non è nulla, sei insicuro, se tu fossi stato meno insicuro probabilmente il coccio di bottiglia nell'occhio non te l'avrebbero infilato, è solo una tua sensazione, non è vero che ti sei fatto male o che ti hanno aggredito, per carità!"? Leggo ancora: "Muore per overdose, arrestato lo spacciatore. Morto di overdose in un appartamento di via Tunisi 5, la Polizia è risalita al pusher", in questo caso è un italiano, la delinquenza non ha confini, ci mancherebbe altro! Ma proseguiamo: "Picchia un disabile. Marocchino di 21 anni è finito in manette per aver picchiato e rapinato un disabile: 25 euro e un cellulare" "Rapinano i ragazzini con un coccio di bottiglia. Minacciavano e rapinavano i minorenni, protagonisti una coppia di immigrati che a bordo di uno scooter prendeva di mira sempre ragazzini tra i 13 e i 15 anni".
Lei, Assessore, è stato giovane: ha idea dell'umiliazione che prova un ragazzino quando in giro, per strada, addirittura di giorno (non di notte nelle ore in cui magari è bene che i ragazzini siano a casa), viene aggredito e insultato, spintonato, minacciato da altri e non può reagire perché sa che, se reagisse, le prenderebbe e ne prenderebbe tante? Lei sa cosa prova un ragazzino quando è con la fidanzata e viene spintonato, insultato, gli sputano addosso, per prenderlo in giro. Che umiliazione prova quel ragazzino nei confronti della sua fidanzatina? Lei ha idea del male che provocano questi delinquenti e criminali che girano per il Piemonte? Ha quest'idea, almeno lontanamente? Io non credo Assessore. Forse, per fortuna, a lei e ai membri della sua famiglia queste cose non sono mai accadute. Mi auguro e le auguro di non doverle vivere mai ci mancherebbe altro! Però, caro Assessore, lei crede che fatti quali quelli riportati su un foglio, "Leggo" - un giornalino! - portino a "sentimenti d'insicurezza della popolazione?" Assessore, è il caso che ci sia una legge per "contrastare" - udite! udite! - non criminali, delinquenti, farabutti, picchiatori, ladri stupratori, disgraziati vari, clandestini, ma "contrastare i sentimenti d'insicurezza della popolazione"! C'è da ridere - anzi, a dire il vero c'è da piangere - ad avere il coraggio di scrivere una porcheria del genere.
Il nostro compito di legislatori, è fare il possibile per garantire sicurezza alla nostra gente; dobbiamo poter garantire ai nostri cittadini che pagano le tasse - e votano anche, quelli che ancora vanno a votare indistintamente sinistra, destra, centro, Lega, estrema sinistra - di poter uscire la sera, di poter andare al bar a prendersi un caffè senza essere aggrediti, di andare a fare shopping senza essere aggrediti, di poter dormire a casa tranquilli, senza trovarsi un farabutto che riempie loro di botte! La notte scorsa è morto un commerciante - non a Torino, in questo caso e non in Piemonte - aggredito da ladri probabilmente dell'Est; l'hanno legato e imbavagliato con cerotti: è morto per carenze respiratorie immagino tra atroci sofferenze.
Ma voi e la sinistra dite "bisogna permettere la libera circolazione delle persone sul territorio nazionale".
Ricorda, Assessore, l'appello rivolto a Prodi - primo firmatario Niki Vendola, Presidente e Governatore della Regione Puglia, collega di primaria importanza della Presidente Bresso - circa le garanzie, in caso di elezione, di permettere a chicchessia, in quanto ognuno è "cittadino del mondo", di poter venire in Italia, senza frontiere, senza la vergogna dei controlli, senza la vergogna dei clandestini chiusi nei CPT. Forse sarebbe stato meglio chiudere loro! Successivamente la parte della sinistra con la testa sul collo ha preferito mantenere i CPT, cercando di approvare leggi in contrasto con quanto aveva detto e firmato,prima delle elezioni. Per fortuna! Ma la linea politica della maggioranza dei Governatori di centrosinistra, che hanno sottoscritto quel documento - che ho avuto e letto - chiedevano la libera circolazione delle persone in quanto "cittadini del mondo!" Ovvero, aprire le porte del nostro Paese a chicchessia.
Ritengo che il nostro livello di delinquenza sia sufficiente, a livello di delinquenza; abbiamo abbastanza delinquenti, criminali e malviventi italiani, non sentiamo la necessità di quelli d'importazione.
Dunque, dobbiamo fare il possibile non per curare gratuitamente i clandestini - così, magari, ne richiamiamo altri nelle nostre strutture sanitarie - garantendo loro ogni tipo di servizio sanitario, ma in contrasto con le legge nazionale, caro Assessore! La legge nazionale prevede, per il clandestino, l'intervento esclusivamente in caso di emergenza.
La Regione Piemonte, invece, prevede qualunque tipo di cura, fornito in modo anonimo e gratuito, ad ogni clandestino, per il quale il solo fatto di essere sul territorio italiano comporta un'illegalità.Essere in modo clandestino nel nostro Paese e un'illegalità.
Ma così è. Non si deve riconoscere la persona, bisogna offrire servizi completi e gratuiti: questo quanto prevedono le direttive della Regione Piemonte alle strutture sanitarie. A questo punto, lei scrive - a nome della Giunta regionale, sono convinto che non sia personalmente responsabile: credo concordi più con me che con i suoi colleghi Assessori e con la Presidente Bresso - all'articolo 1, "Finalità" della legge sulla sicurezza, che la "Regione Piemonte deve contrastare i sentimenti d'insicurezza della popolazione" sia un insulto all'intelligenza e alla dignità dei cittadini piemontesi.
Assessore, lei ha avuto la possibilità di recepire un emendamento cosa facile - e modificare l'articolo 1; bastava si dicesse "tese a contrastare la criminalità e le illegalità che accadono in Piemonte": avremmo risolto il problema, non litigheremmo.
Invece, intendete mantenere una linea sbagliata, a nostro avviso perché maggiormente a favore di chi delinque di chi è onesto.
Lo ribadirò anche in sede d'esame dell'articolo 2. Se il fatto si presentasse solo all'articolo 1, si potrebbe pensare ad "cappello per ottenere i voti della sinistra estrema e portare a casa il risultato".
(Avreste potuto avere dei voti dalla parte del centro destra, con un testo migliore: credo non ci sarebbe stato alcun problema). Invece, all'articolo 2, si ribadisce quanto detto all'articolo 1: "ai fini della presente legge s'intendono le azioni dei soggetti pubblici e dei soggetti privati operanti nel campo del sociale".
Quindi, per prevenire i "sentimenti d'insicurezza della popolazione" prevedete "soggetti pubblici e privati che operano nel campo del sociale".
Questo lo scopo della legge: offrire servizi sociali e non attuare una lotta alla criminalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Presidente, mi riservo, comunque, d'intervenire nuovamente nel prosieguo del dibattito.
Ho ascoltato molti interventi, in mattinata, sulle "Finalità" dell'articolo 1 del disegno di legge che stiamo discutendo; in particolar modo ai colleghi Casoni e Rossi, vorrei leggere le "Finalità" dell'articolo 1 della legge attualmente in vigore, approvata dal centrodestra nella scorsa legislatura.
Se mi permette, Presidente, leggo l'articolo e chiudo il mio intervento.
L'articolo 1 della legge approvata il 23 marzo 2004 "Politiche regionali integrate in materia di sicurezza" citava: "La Regione Piemonte in armonia con i principi costituzionali, attua e promuove politiche locali ed integrate per la sicurezza, per lo sviluppo di una diffusa cultura della legalità, della prevenzione e del recupero di fenomeni di devianza mediante accordi di collaborazione istituzionale con lo Stato, gli Enti locali, le Associazioni e le Cooperative sociali operanti nel campo sociale e della valorizzazione del territorio".
Queste le "Finalità" della legge approvata dal centrodestra.
Non siamo disposti a subire la lezione di stamattina su tutti i guai della criminalità in Italia, sostenendo che vogliamo una legge che riguarda soltanto il campo sociale e non la sicurezza: per favore! Dirò di più. La legge approvata nel 2004 prendeva lo spunto da una proposta di legge avanzata dal Consiglio comunale di Alessandria, a sua volta assunta da una legge della Regione Liguria, gestita dal centrosinistra.
Dover subire le vostre lezioni ci sembra eccessivo. Correggiamo quanto da correggere: siamo pienamente disponibili su alcuni punti del disegno di legge, andando incontro alle obiezioni, anche giuste, della minoranza.
Concludo ribadendo l'eccesso di quanto detto stamattina.



PRESIDENTE

Con l'intervento del Consigliere Burzi, concluderemmo i lavori della seduta antimeridiana.
Alle ore 14.30 è convocato, presso la Sala dei Morando, il Comitato di Solidarietà (ricordo che l'inizio era previsto alle ore 14.00). I lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 15.30.
Ne approfitto per ricordare agli Uffici di avvisare coloro che dovessero arrivare alle ore 14.00, così come da prima convocazione, che causa lavori del Consiglio, la seduta del Comitato di Solidarietà in Sala dei Morando inizierà con mezz'ora di ritardo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intento ringrazio il Presidente per la cortesia. Non sarei reintervenuto questa mattina, pur nell'ambito di un articolo che anche io considero importante, ma l'intervento del collega Muliere, in qualche modo mi obbliga a farlo.
Tra i tantissimi difetti che ho - li ho quasi tutti, alcuni anche doppi, e quelli che mi mancano li ho ordinati! - vi è senz'altro quello per cui non so resistere a quelle che considero, con grande stima e amicizia provocazioni. Potrei accettarle facilmente da alcuni colleghi - in questo momento non è presente, ma alludo, per esempio, al collega Chieppa, che nell'ambito di una Commissione recentemente svoltasi, ha appreso come una novità che esiste il problema del Mauriziano - perché so bene che non tutti hanno il tempo e la pazienza (diciamo il tempo) di leggere tutte le cose che nel corso degli anni su un certo argomento si sono accumulate. Poi è noto, nel caso del collega Chieppa - quindi valga come scusante - che visto che appartiene ad un partito che non fa altro che stare in mezzo alla gente, al territorio, alla democrazia e alla partecipazione, nessuno pu fare tutto. E se uno è in mezzo alla gente per sentirne le esigenze interpretarle e modificarle, magari gli risulta meno tempo per leggere le cose.
Non è così, però, per il collega Muliere, per esperienza, stoffa scuola e tradizione.
Può darsi che mi confonda e non sia in grado di citare a memoria, per la legge a cui allude il Presidente Muliere è quella in vigore in questo momento.
Mi sia consentito dire che non considero particolarmente istruttivo neanche in quest'Aula, su alcuni argomenti, continuare in un processo che avrebbe delle iterazioni, per cui "l'hai fatta tu, quindi non va bene.
Adesso ne faccio un'altra", e nel frattempo non applicare le leggi esistenti. Questo vale soprattutto in sede nazionale, ma, nel caso specifico, su questo tema, che sappiamo essere fonte di punti di vista legittimi ma molto eterogenei anche all'interno dell'attuale maggioranza.
un esempio che non ci ha convinti molto. Le leggi che ci sono si applicano soprattutto se sono finanziate - e, se si è in grado, si migliorano.
La legge di cui il Presidente Muliere ha letto il primo articolo mi sembra che sia stata approvata dopo una discussione non facilissima nell'ambito della precedente legislatura. Ma può darsi che mi confonda o che abbia dei ricordi sbagliati, per cui il centrodestra, su dei temi di allora, proponeva delle cose e la minoranza, prendendo atto di essere in minoranza, diceva "Certo, avete queste idee, e anche se sono diverse dalle nostre, non importa". Non andava mica così, caro Presidente Placido! La minoranza utilizzava legittimamente le armi consiliari e di Aula e si discuteva, cosa che oggi ad alcuni, soprattutto alla Giunta, appaiono originali. Ma ognuno ottiene i frutti di ciò che semina. Diceva mio nonno: "chi semina lento, raccoglie tempesta", figlio di una cultura contadina molto vicino alle terre mandrogne da cui arriva anche lo stimato - non lo dico per scherzo - collega di Alessandria.
In secondo luogo, siamo proprio così sicuri che il testo di legge che è poi diventato di legge fosse proprio uguale a quello inizialmente proposto dal centrodestra? Pongo questa domanda.
Qualcuno si ricorda per caso com'è andato al voto d'Aula? Perché la mia memoria mi suggerisce che quella legge è stata votata certamente dal centrodestra, ma i DS dell'epoca si astennero; quello era il massimo della disponibilità, come dire "di più proprio non possiamo fare, perché abbiamo della gente che se votiamo con voi...". All'epoca c'era Berlusconi - adesso purtroppo non c'é, per ora, domani vediamo - questo personaggio che ha tenuto, tiene e terrà fortemente compatto il centrosinistra di ieri, di oggi e, domani, vediamo.
Comunque, siccome convengo che quella legge fosse ampiamente migliorabile, se si è commesso un errore, ovvero se il centrodestra di allora avesse commesso un errore, tanto è vero che - novità! - abbiamo perso le elezioni, siamo così sicuri che due errori siano meglio di uno? Questo lo lascio come meditazione modestissima, rivolta ad una persona che stimo molto, nell'ambito di un partito che considero partito di Governo non da ora, qualunque posizione abbia in qualunque Aula. Perché la mia memoria mi dice che le cose andarono più o meno come io, in maniera raffazzonata, ho cercato di ricordare ai colleghi, soprattutto a Chieppa che, essendo in questo momento a parlare con la gente, ad interpretare il territorio, a decodificarne gli umori, e non avendo tempo per leggere anche questa cosa non l'ha letta e quindi, anche su questo, potrà poi raccontare ai suoi nipoti delle vicende che saranno tutto tranne che la cronaca della realtà.
Buona colazione a tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
I lavori terminano qui. Vi ricordo che è convocato il Comitato Solidarietà alle ore 14.30 presso la Sala dei Morando.
La seduta consiliare pomeridiana riprenderà alle ore 15.30.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.23)



< torna indietro