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Dettaglio seduta n.259 del 06/11/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.01 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Cavallera.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g. comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 30 marzo, 3, 4, 5, 10, 11, 12, 17, 24 aprile, 8, 15, 29 maggio, 5, 12, 19, 26 giugno, 3, 10, 17, 18, 19, 20, 24 25, 31 luglio, 1, 2 e 3 agosto 2007.
Se non vi sono osservazioni s'intendono approvati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Segnalazione, da parte dei Consiglieri Cotto e Rossi, di due gravi casi di malasanità, riportati dal quotidiano "La Stampa" del 6 e del 5 novembre 2007 in due lettere pubblicate nella rubrica Specchio dei tempi

Argomento: Università

Richiesta da parte del Consigliere Leo di una comunicazione della Giunta regionale sulla TV universitaria

Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Richiesta da parte del Consigliere Cirio alla Giunta Regionale di chiarimenti sulla possibilità d'erogazione dei "buoni vendemmia" in relazione all'evolversi dell'esame parlamentare della legge finanziaria nazionale

Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Richiesta da parte dei Consiglieri Larizza e Ricca di chiarimenti in merito al grave incidente sul lavoro, avvenuto nelle primissime ore del mattino del 5 novembre 2007, che ha colpito un operaio esperto di manutenzione del reparto lastratura della FIAT Mirafiori


PRESIDENTE

La Consigliera Cotto ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori, solo per ricordare che martedì scorso ero intervenuta sempre sull'ordine dei lavori e l'Assessore alla sanità si era impegnata a riferirmi, questa mattina, sulla situazione delle partorienti al Sant'Anna, costrette a partorire in corsia. Dall'espressione dell'Assessore, comprendo che probabilmente lo farà martedì prossimo.
Allora, sempre sull'ordine dei lavori, mi permetto di fare una domanda in più all'Assessore alla sanità. Lo farei dando voce ad un lettore di Specchio dei tempi che ha scritto una lettera pubblicata su La Stampa di questa mattina: "Ho 57 anni, inabile totale al lavoro a causa di un cancro per cui invalido al 100%. Percepisco, come mia unica fonte di reddito, una pseudopensione d'invalidità, di poco superiore ai 200 euro, con cui devo vivere. Mi ritrovo a dover effettuare un'ecografia urgente e mi rivolgo al CUP delle Molinette. Questi contatta anche altri ospedali. Risultato: non effettuabile prima di 60-90 giorni. Da casa, contatto telefonicamente i vari centri convenzionati con un risultato, praticamente, simile. A questo punto, tento la via del pagamento presso un centro convenzionato, uno di quelli cui avevo già telefonato. Alla prima telefonata, ottengo la prenotazione in giornata, ovviamente, pagando quasi 70 euro! Non mi è rimasto che pagare. Potrei chiedere alla signora Bresso, che ho votato e che tanto ha promesso sulla sanità durante la sua campagna elettorale, come mai si verificano questi fatti?".
Assessore, non le leggo anche la lettera che c'era ieri su "La Stampa" sul Pronto Soccorso di Chivasso, ma sappiamo tutti che queste cose stanno peggiorando sulla pelle dei cittadini piemontesi.
Mi auguro, veramente, che venga dato risalto a queste cose, così come viene dato risalto a cose non ancora approvate da questo Consiglio, in modo che veramente si possano trovare le risposte adeguate, senza costringere la gente ad andare a pagare per avere l'esame.



PRESIDENTE

Rimaniamo intesi che interpretiamo i cenni d'assenso dell'Assessore Artesio come disponibilità a intervenire sul punto sollevato dalla collega Cotto.
Il Consigliere Rossi ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Anch'io farò un intervento come quello della collega Cotto, riportando una dichiarazione gravissima, scritta su una lettera apparsa sullo Specchio dei tempi di ieri. Chiedo all'Assessore Artesio: cosa sta succedendo alla sanità piemontese? Avrei piacere, così come si era impegnata con la Consigliera Cotto a relazionare in merito ad alcune questioni, che anche su questa questione provvedesse ad istituire una Commissione interna di verifica.
Se i fatti si fossero verificati così come riportato da questa lettera noi ci aspetteremmo almeno il licenziamento dei responsabili, se non addirittura la denuncia. Leggo la lettera perché è bene che si sappia e perché si tratta di una cosa che poteva succedere a chiunque di noi o ai nostri genitori.
"Giovedì, 25 ottobre, verso mezzogiorno, d'accordo con il medico di famiglia ed il personale ADI (Assistenza domiciliare integrata), che lo seguiva da otto mesi per un carcinoma peritoneale, ho portato mio padre con il 118 al Pronto Soccorso di Chivasso per una grave subocclusione intestinale con dolori lancinanti. Dopo la prima visita, avvenuta credo all'incirca un'ora dopo l'arrivo, gli è stata fatta fare una lastra per accertare un versamento pleurico e gli è stata messa una flebo di plasil e contramal, che non ha calmato i suoi dolori. Ritornati al Pronto Soccorso dalla sala lastre, siamo rimasti in attesa di una stanza per circa quattro ore, nonostante mio padre avesse iniziato a vomitare, senza che né un medico, né un infermiere battesse ciglio se non per dire che stavano preparando una stanza al sesto piano e che non c'era nulla da fare. Anche la mia richiesta di sistemarlo meglio sulla barella perché la piaga da decubito lo torturava è caduta nel vuoto. Dopo le ore 18, è stato finalmente portato in reparto dove, tra l'altro, nella sua stanza c'era un altro letto libero. L'infermiera del reparto, di fronte alla mia richiesta di fare in fretta a mettergli la flebo di antidolorifico ed un sondino al naso, mi ha risposto con toni bruschi di avere pazienza. Mio padre è deceduto, una ventina di minuti dopo, proprio mentre tentavano di mettergli il sondino, sfinito dopo una giornata passata a vomitare ed i dolori atroci, tra l'indifferenza del personale del Pronto Soccorso.
Probabilmente. Per loro è routine, ma per chi soffre e per chi gli sta attorno è veramente atroce constatare che in quei posti non regna un briciolo di umanità e compassione".
Concludo ricordandole, Assessore, che anche a un animale che sta male e soffre un veterinario fa un'iniezione di morfina. Credo che a un comportamento del genere, se accertato - per questo le chiedo di fare una Commissione interna di verifica dei fatti - non possa che far seguito il licenziamento dei criminali che hanno fatto una cosa del genere.



PRESIDENTE

Il Consigliere Leo ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente, ho chiesto una cosa, per fortuna, molto più tranquilla. Mi rivolgo anche alla cortese efficienza, grand'efficienza della Consigliera Pozzi. Avevo chiesto all'Assessore Bairati, da due o tre settimane, una relazione sulla Clinica universitaria. Di settimana in settimana, non c'è stata data risposta. Ho chiesto ancora, ma non è stata mandata neanche agli uffici la nota scritta.
Noi tempo non ne vogliamo perdere, ma non possiamo aspettare indefinitamente, anche perché c'era stato detto che sarebbe arrivato già la settimana stessa...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Leo, solo per registrare la sua richiesta. Che cosa ha richiesto all'Assessore Bairati?



LEO Giampiero

Abbiamo chiesto due o tre settimane fa una relazione sulla TV universitaria. L'Assessore aveva detto che non avrebbe risposto subito, poi la Presidente Pozzi, efficientissima, aveva detto: "Ci mandi almeno una risposta scritta, così cerchiamo di fare il più rapidamente possibile in Commissione".
Ad oggi, dopo tre settimane, non è arrivata né la presenza dell'Assessore Bairati in Commissione né la nota scritta.
Siccome è una questione che rivestiva urgenza per i rapporti tra Università e Politecnico, mi permetto di sollecitarla.
Infine, comprendo che la Presidente, per questioni di lavoro, abbia dovuto spostare a giovedì la Commissione, ma questo crea qualche problema perché non era previsto, ma cerchiamo di esserci e di partecipare.



PRESIDENTE

Consigliere Leo, anche questa richiesta è stata registrata. La Giunta regionale è presente, quindi attendiamo comunicazioni, anche se invito tutti a darci una modalità di lavoro che sia funzionale. Abbiamo come primo punto all'o.d.g. le risposte alle interrogazioni ed interpellanze. Sono documenti su cui i colleghi hanno posto quesiti alla Giunta ed attendono da mesi la risposta.
Quindi, comprendo le ragioni dell'urgenza, ma dobbiamo anche dare una priorità rispetto a colleghi che attendono risposte sollecitate continuamente in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente. Approfitto della presenza dell'Assessore Taricco per segnalare che mi è stato riferito da alcune organizzazioni sindacali del mondo dell'agricoltura che la Finanziaria in corso di discussione al Senato continua a tergiversare sulla questione dei buoni vendemmia, che questo Consiglio regionale e l'Assessorato aveva già caldeggiato sottolineato e sensibilizzato.
Quest'anno si era detto che c'era un ritardo e non si poteva arrivare alla concretezza e all'operatività, ma che la nuova Finanziaria li avrebbe previsti. La Finanziaria in corso di discussione li prevede soltanto ed esclusivamente per i pensionati e i giovani, lasciando tutta la fase e tutta la fascia intermedia che era quella di maggiore attenzione totalmente esclusa.
Pertanto, chiedo soltanto all'Assessore se potesse, in Commissione o nella prossima seduta di Consiglio, riferire in merito, ma soprattutto visti i tempi molto stretti, attivarsi sensibilizzando ulteriormente sulla necessità che i buoni vendemmia siano effettivamente un'occasione per tutti e non soltanto per determinate fasce. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Larizza; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Grazie, Presidente. Anch'io intervengo sull'ordine dei lavori solo per ricordare all'inizio di questa mattinata che ieri è stata una giornata particolarmente grave per quanto riguarda il mondo del lavoro.
Ci sono stati cinque operai morti sul lavoro e credo che la cronaca la conoscete tutti. Vorrei richiamare l'attenzione anche sul fatto che su impianti modernissimi come quelli della FIAT Mirafiori, l'altra notte, un operaio ha avuto un incidente molto grave ed è in coma.
Non conosco ancora esattamente la dinamica di quest'incidente, ma se è vero che questo lavoratore era solo al momento dell'infortunio, cioè un lavoratore delle manutenzioni che operava sui robot, penso che ci sia una carenza molto grave da parte del gruppo dirigente della FIAT. Infatti lavorare di notte in impianti così delicati, da soli, non è, mi pare previsto.
Quindi, penso che se l'Assessorato al lavoro potesse raccogliere qualche informazione in più, sarebbe utile, anche perché ci siamo occupati molto di FIAT, della sua situazione e della sua ripresa, mentre sulle condizioni di lavoro ci siamo soffermati poco. Ho già chiesto un'indagine affinché si discuta anche dell'aspetto delle condizioni del lavoro ovviamente i tempi della nostra indagine sono lunghi, però qualcosa è rimasto in ombra in tutta quest'esaltante ripresa della FIAT. E quello che è rimasto in ombra sono le condizioni dei lavoratori, non solo relativamente ai salari, ma anche alla loro vita, come abbiamo visto da questo grave incidente.



PRESIDENTE

Consigliere Larizza, desidero comunicarle che il Presidente della Commissione competente Bossuto ha inoltrato all'Ufficio di Presidenza l'autorizzazione ad espletare un'indagine conoscitiva sul punto.
L'Ufficio di Presidenza ha espresso parere favorevole; è in corso di elaborazione la modalità con cui svolgere l'indagine conoscitiva che poi verrà avviata.
Quindi, al di là del dato drammatico da lei sottolineato, c'è comunque un'analisi sistematica sul punto che dovrebbe partire.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Intervengo perché raccolgo con forza la sollecitazione del collega Larizza. Prendo atto della sua risposta su questa questione. Ricordo che è giacente una mia convocazione di Consiglio tematico sui problemi della sicurezza sul lavoro e la precarietà del medesimo, che potrebbe utilmente utilizzare anche i dati cui lei fa riferimento, che saranno raccolti dalla Commissione guidata dal collega Bossuto.
Quindi, mi auguro che prima o poi riusciremo a concordare una data in cui affrontare il tema della sicurezza del lavoro, anche in funzione della discussione più ampia e generale che ci sarà sul disegno di legge della Giunta in materia di lavoro.



PRESIDENTE

Terremo presente la sua richiesta, anzi la invito a riportarla in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi per farla rientrare nella proposta di calendarizzazione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1026 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale, inerente a "Circoncisione gratuita a bambini di religione islamica"


PRESIDENTE

Interrogazione n. 1068 dei Consiglieri Rossi, Dutto e Novero, inerente a "Sperimentazione circoncisione rituale"



PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 2) all'o.d.g., che reca "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze".
Iniziamo con l'interrogazione n. 1068, cui risponde l'Assessore Artesio, che ha pertanto facoltà di intervenire.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Per la verità, avrei preparato una risposta congiunta all'interrogazione n. 1068 e all'interrogazione n. 1026. È sullo stesso oggetto, quindi credo di poter dare una comunicazione ad entrambe le interrogazioni.
Com'è noto, la DGR n. 39 approvava una sperimentazione, a decorrere dal 31 ottobre 2006, relativamente alla pratica della circoncisione rituale presso il presidio ospedaliero Sant'Anna.
Nella definizione di questa sperimentazione veniva accantonato un fondo volto alla copertura di questi interventi e nell'interrogazione si fa riferimento alla necessità di conoscere il numero degli interventi realizzati ed il costo previsto per questi interventi.
Per quello che riguarda il costo a intervento, calcolando il costo del personale direttamente ed indirettamente coinvolto...



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore, se la interrompo.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di continuare i discorsi fuori dall'emiciclo per consentire ai Consiglieri interroganti di udire la risposta dell'Assessore.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute alla sanità

Il costo del materiale di consumo e dei servizi delle sale operatorie e delle centrali di sterilizzazione della degenza, ogni singolo intervento comporta un costo di 596,35 euro. Ricordo che l'utilizzo della sala operatoria non interferisce col normale piano di attività delle sale operatorie, in quanto l'attività viene svolta al di fuori dell'orario istituzionale.
Dal 1° ottobre 2006 al momento in corso sono stati effettuati 95 interventi; n'erano stati preventivati 300, pertanto il costo impegnato dall'Amministrazione a oggi è un terzo di quello preventivato.
La reperibilità del personale medico e del personale assistenziale in ordine a questi tipi di interventi vede coinvolti quattro dirigenti medici chirurghi su 21 dirigenti medici di ruolo, cinque dirigenti medici anestesisti su 12 di ruolo, due strumentiste e nursery di sala.
L'Assessorato ha richiesto all'Azienda di raccogliere le adesioni sulla base delle disponibilità individuali e di una conferma scritta dell'adesione. Come i Consiglieri ricordano, la pratica oggetto di quest'atto deliberativo non appartiene ai livelli essenziali di assistenza in quanto tale è svolta a carico delle risorse regionali - ed è pratica che non è ritenuta dal Comitato nazionale per la bioetica ovviamente pratica illecita, diversamente da quanto avviene per altre modalità che connettono l'invadenza di interventi sul corpo con pratiche afferenti a convinzioni religiose. Pertanto, agiamo nell'ambito della liceità del Comitato nazionale bioetica e della discrezionalità dell'Amministrazione regionale.
Ovviamente l'obiettivo di questa disponibilità e apertura del servizio sanitario riguarda anche la possibilità di offrire condizioni idonee dal punto di vista dell'igiene e della sicurezza sull'esercizio di questa pratica che, quando realizzata in età prepuberale come nei casi in questione, può comportare qualche esposizione al rischio di infezione ed è pertanto opportuna una vigilanza di carattere pubblico sui luoghi e sulle professionalità che intervengono in questa funzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi per la replica.



ROSSI Oreste

Assessore, ci sono veramente distanze enormi tra come intendiamo noi l'integrazione e come la intendete voi. Distanze enormi perché, quando le persone si trasferiscono da un Paese all'altro, dovrebbero rispettare - per quanto ci riguarda, devono rispettare - usi, costumi e leggi di quel Paese.
Se vogliono mantenere usi e costumi legali - chiaramente, non illegali propri, se lo fanno a proprio rischio e pericolo e a proprie spese. Per quanto riguarda la questione della circoncisione rituale, noi sosteniamo che non debba passare il principio che un uso o costume di un'etnia, di una razza, di un'appartenenza, di una religione debba diventare un qualcosa considerato legittimo e pagato a carico del contribuente, indifferentemente dal fatto che oggi siano stati fatti 95 interventi o 5.000, non è una questione economica, ma fossero anche tre, avremmo legalizzato che una pratica rituale viene pagata a carico del servizio sanitario nazionale quindi a carico della comunità.
Allo stesso modo, se un Maori venisse a vivere a Torino e dovesse chiedere il tatuaggio rituale, caro Assessore, le ricordo che è pericoloso fare un tatuaggio in un centro privato: abbiamo l'intenzione di allestire presso gli ospedali piemontesi dei tatuatori che possano fare un eventuale tatuaggio rituale ad un Maori? Ma l'Amministrazione regionale paga il rito del battesimo al cattolico? Ma l'Amministrazione regionale paga i riti religiosi di altre confessioni o è solo sulla circoncisione rituale che si è scelto di utilizzare fondi pubblici per poterla effettuare con garanzie e con sicurezza? Oppure è una disparità di trattamento rispetto alle altre confessioni religiose? Vede, Assessore, se io battezzo mio figlio, ho dei costi: me li paga la Regione? No. Allora perché io, con le mie tasse, e gli altri cittadini, con le loro tasse, devono pagare la circoncisione rituale agli appartenenti di un'altra religione? Due pesi e due misure, Assessore? E quando pagheremo l'infibulazione? È un uso anche quello presso alcune popolazioni: è lecito? Secondo lei e la sua parte politica sì, secondo la nostra parte politica no. E non c'interessa - glielo ripeto - che siano 95 o 9.000 o quattro i casi, è il principio su cui noi non possiamo scendere a trattativa o compresso.
La fimosi, che è una patologia, viene effettuata gratuitamente a chiunque, sia un bambino di rito islamico, di rito ebraico, di rito cattolico o di genitori atei, non c'è nessun problema, viene applicata e fatta in modo totalmente gratuito a carico del sistema sanitario. Diversa è la circoncisione rituale, perché - lo dice il nome - è rituale, quindi è un rito di una certa etnia o di più etnie religiose. Se lei vuole essere così democratica, paghi allora, a carico del servizio sanitario regionale o a carico dei contribuenti della Regione Piemonte, tutti i riti religiosi delle varie confessioni, perché sceglierne solo uno? Caro Assessore, lei ha dato una risposta che non ha senso, lei l'ha buttata sui numeri, l'ha buttata sui costi, la doveva buttare sull'etica scelte religiose si caricano sulle spalle di chi fa la scelta, qualunque sia questa scelta.



PRESIDENTE

Sul punto c'erano due interrogazioni che avevano pressappoco lo stesso tema; l'Assessore Artesio ha risposto all'interrogazione del Consigliere Rossi, mentre il Consigliere Ghiglia non era stato avvertito della risposta. Se il Consigliere Ghiglia non ritiene confacente la risposta chiederemo all'Assessore Artesio di ridarla.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Mi spiace: semplicemente non ho sentito la risposta dell'Assessore perché non sapevo che stesse rispondendo alla mia interrogazione.
Mi rincresce dover far ripetere la risposta all'Assessore, ma io non l'ho sentita e quindi non sono in grado di replicare.



PRESIDENTE

Proporrei di trasmettere al Consigliere Ghiglia il testo scritto della risposta: se la riterrà soddisfacente, la questione potrà avere una sua replica nella prossima seduta d'Aula; viceversa, se non la riterrà sufficiente, chiederemo all'Assessore Artesio di riproporla. Il testo scritto sarà consegnato il prima possibile.
Ha chiesto la parola l'Assessore Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Una breve replica per il verbale e per fatto personale.
Io non faccio riferimento alle modalità con le quali si sviluppa la discussione né per i toni né per i contenuti, tanto meno posso rispondere buttandola sull'etica, perché cerco anche di fare riferimento alle responsabilità di carattere pubblico e all'esercizio di funzioni pubbliche a prescindere dai convincimenti personali.
Voglio solo far segnare a verbale che il Consigliere Rossi mi attribuisce una convinzione mia e della mia parte politica favorevole all'infibulazione che non.



(Commenti del Consigliere Rossi)



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Lei ha detto "anche l'infibulazione è una pratica rituale", sentiremo il verbale, altrimenti non parlo per fatti personali. Sentiremo il verbale perché andare fuori misura è, purtroppo, ogni tanto una consuetudine, ma ci sono cose sulle quali io non intendo che su di me si vada fuori misura.
Quindi l'infibulazione non appartiene alle mie convinzioni, per quel che mi risulta nemmeno a quelle della mia parte politica, e se lei conoscesse anche la mia attività passata, ne conoscerebbe gli impegni realizzati insieme alla Consigliera Pozzi come Comitato cittadino e insieme alle Associazioni delle donne immigrate.
Questo solo per precisione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Solamente per chiarire che ho detto - si potrà verificare a verbale che per quanto riguarda la circoncisione rituale, l'Assessore e la sua parte politica sono favorevoli, così come sono favorevoli ai riti religiosi eventualmente diversi da quelli soliti.
Ho poi precisato che si arriverà addirittura - ma mi auguro di no! all'infibulazione. Non ho detto che lei è d'accordo su questa pratica. Ho solo detto che se si comincia a far passare la linea per cui le mutilazioni o gli interventi rituali devono essere a carico del sistema sanitario, si rischia che possa diventarlo anche quella pratica.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1513 del Consigliere Rossi, inerente a "Istituto di Ricerca e Centro di Riabilitazione e Recupero Villa Quattordio"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1513, presentata dal Consigliere Rossi.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

In Piemonte i posti di post acuzie sono complessivamente 3.974 comprensivi di quelli delle case di cura che svolgono un'attività di post acuzie con codici di disciplina relativi a pneumologia e psichiatria estensiva. Per le sole attività di riabilitazione ne sono presenti poco più di 2.800.
Le previsioni del Piano Socio Sanitario, per quanto riguarda la riabilitazione, potranno essere soddisfatte, per la zona di Alessandria Asti, con la messa a regime del nuovo presidio del Borsalino di Alessandria (ne avevamo già parlato durante la discussione sul Piano Socio Sanitario) di 104 posti letto, sotto il coordinamento dell'ASO SS. Antonio e Biagio e dal previsto nuovo presidio della Valle Belbo dell'ASL 19.
Va inoltre precisato che un numero significativo di posti letto, oggi utilizzati per acuzie, potrà essere trasformato e riorganizzato in attività di post acuzie nelle altre strutture pubbliche e private accreditate del quadrante. Pertanto non risulta prevedibile, nella programmazione attuale un ulteriore fabbisogno di tali attività.
Per le altre zone del Piemonte sono previste la messa a regime dell'attività dell'Unità Spinale Unipolare del CTO, l'utilizzazione delle nuove strutture di Settimo, sulle quali si stanno completando - e ci auguriamo perfezionando - fino al limite di un atto deliberativo, della Clinica di Memoria Collegno e dei nuovi reparti di Castellamonte (questi attengono a dati di certezza, perché appartengono al patrimonio pubblico) oltre che della già citata trasformazione dei posti letto da acuzie in post acuzie delle strutture oggi esistenti.
Complessivamente, in Piemonte, dovranno essere trasformati circa 600 posti letto da acuzie in post acuzie. Questo in applicazione delle indicazioni dell'Accordo Stato-Regione del marzo 2005.
Si tratta, quindi, di un indirizzo di carattere nazionale, replicato in base all'accordo nelle diverse Regioni, che fotografa un andamento del bisogno sanitario particolarmente connotato dal problema della degenza post acuzie e dall'attività di riabilitazione.
L'attività riabilitativa, per la parte a più alta specializzazione verrà fornita anche dalle strutture già avviate o in fase di attivazione (quelle di neuroriabilitazione, unità unipolare, riabilitazione per medullolesi). Inoltre, al di fuori della fase del ricovero, sempre nell'ambito della specializzazione, sono avviate attività non di ricovero ma di riabilitazione diurne in altre aziende del Piemonte, sia a Torino che nell'ASL 11.
La mobilità extraregionale, su questa tematica della riabilitazione, è attiva. Infatti, la spesa per ricoveri fuori Regione di cittadini del Piemonte nel 2006 è ammontata a 25 milioni per 4.392 casi.
La mobilità attiva di cittadini non piemontesi verso le nostre opportunità sanitarie è stata di 32.257.155 per 5897 casi.
Come si può vedere, quindi, l'offerta di opportunità riabilitative non solo è dimensionata, ma funzionale ad indirizzi e comportamenti sia di mobilità fisiologica, sia di conoscenza e valutazione positiva dell'offerta riabilitativa piemontese, che attrae anche una mobilità attiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori.
Prima, però, è prevista la replica dell'interrogante.
Se però non vi sono osservazioni, può intervenire. Successivamente interverrà il Consigliere Rossi.



BURZI Angelo

In realtà, ho chiesto la parola perché mi sono "perso" un pezzo dell'intervento dell'Assessore Artesio, per mia distrazione.
È del tutto irrituale il mio intervento sull'ordine dei lavori, ma in realtà volevo intervenire nel merito. Potrei evitare di farlo, posto che non ne ho il diritto non risultando tra i firmatari dell'interrogazione oppure potrei farlo lo stesso.



PRESIDENTE

Ai sensi del Regolamento, Consigliere Burzi, sono previste repliche solo per gli interroganti. Mi spiace.



BURZI Angelo

Non farò una replica, ma mi limiterò ad intervenire successivamente sull'ordine dei lavori per richiedere un chiarimento.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi, per una breve replica.



ROSSI Oreste

Predo atto dei dati che ha fornito l'Assessore e li valuterò.
Mi fa piacere che vi siano queste strutture quasi pronte o già parzialmente in funzione per garantire la copertura delle necessità relative alla riabilitazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale) - Sanita': argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Burzi in merito a chiarimenti sul consuntivo 2005 dell'Assessorato alla sanità


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Ci tenevo, visto che al momento non ho alcun motivo di ritenere l'Assessore Artesio in voluta malafede (se le stesse cose le avesse dette l'Assessore Deorsola, per intenderci, avrei detto: "La mia replica - che non è una replica - sarebbe stata diversa").
Assessore, il suo Assessorato (so che il collega Deorsola considera quanto ho appena detto un atto di stima) non ha ancora chiuso il consuntivo 2005, se non mi sono distratto, ma non credo proprio. Pertanto, il 2006 è un preconsuntivo e se ho sentito bene - è per questo che mi permettevo di intervenire - lei sostiene che il Piemonte ha una mobilità attiva maggiore.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Solo sugli aspetti di riabilitazione.



BURZI Angelo

Quindi solo sugli aspetti riabilitativi.
Perché credo che complessivamente la mobilità, quando avrete chiuso il consuntivo 2006 (saremo, occhio e croce, in campagna elettorale), sarà negativa. Qualcuno, allora, si porrà delle domande - perché questa legislatura è stata troppo breve per farlo - sul perché la mobilità continua ad essere negativa dappertutto tranne che per l'assetto della riabilitazione, cui lei faceva cenno, e magari riterrà di fornire delle risposte promettendo, per la prossima legislatura, di occuparsene.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 1026 dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale inerente a "Circoncisione gratuita a bambini di religione islamica" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia, per la replica alla risposta all'interrogazione n. 1026, che è stata data in forma associata all'interrogazione n. 1068.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Chiedo cortesemente che, dalla prossima volta rispetto alle associazioni si faccia un accordo preventivo, perché per associarsi bisogna essere d'accordo in diversi.
Le associazioni autoritarie spesso non ottengono l'effetto desiderato tant'è che comincio a dire che la Giunta, probabilmente per disattenzione si è dimenticata di assorbire, in questa risposta, un'altra mia interrogazione sullo stesso tema; purtroppo adesso non ho il numero dell'interrogazione, ma risale a sei-sette mesi fa. Non appena avr recuperato il numero, la consegnerò all'Assessore.
Per quanto riguarda la risposta dell'Assessore Artesio - che ho letto all'interrogazione in oggetto, non fatico a dire, assumendomi tutte le responsabilità di ciò che dico, ovviamente come faccio sempre, che voi su questo fatto state operando in regime di illegalità.
Quello che fate è illegale. La sua risposta, a mio avviso, dimostra che è illegale e visto che questa è la risposta, sarà mio dovere informare le autorità competenti che state facendo una cosa illegale, perché l'avete messa nero su bianco.
Le dico che è illegale, intanto perché lo è, perché lei stessa dice che nella vostra delibera avete approvato una sperimentazione rispetto alla quale non esistono leggi in materia.
Secondo me, voi non avete la titolarità per poter avviare delle sperimentazioni, in materia sanitaria, che non siano consentite o regolamentate da una legge nazionale.
Questo, dunque, è il primo elemento di illegalità.
Non fosse così, Assessore Artesio, lei domani potrebbe autorizzare il suo amico Chiamparino ad aprire le narcosale e dire pure che ha ragione, ma lei questo non lo può fare. Così come non può dire che la circoncisione ai bambini minori, ecc., è possibile in assenza di una legge nazionale.
Primo elemento - ripeto - di illegalità.
Secondo elemento: nella sua risposta, lei cita il Comitato Nazionale per la Bioetica, ma non fa un riferimento puntuale alle dichiarazioni dello stesso, perché una dichiarazione del Comitato Nazionale per la Bioetica contraddice esattamente la possibilità di svolgere, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, questo tipo di pratiche. È l'intervento del 25/9/1988 mai rivisto, "Esigibilità dell'intervento circoncisorio a carico del Servizio Sanitario Nazionale", nel quale il Comitato Nazionale per la Bioetica scrive: "La Corte Costituzionale ha accolto il principio della laicità dello Stato, implicante, fra l'altro, il divieto a carico di quest'ultimo di farsi portatore di sue verità metafisiche o morali, ovvero di discriminare ingiustificatamente fra i consociati in base alla loro differente appartenenza confessionale".
Nel caso della circoncisione, l'intervento dello Stato sarebbe diretto ad agevolare e sostenere soltanto nell'interesse proprio dei fedeli di una specifica e ben determinata confessione religiosa.
Assessore Artesio, lei nella risposta non cita alcun parere, ma dice che il Comitato Nazionale per la Bioetica avrebbe sottolineato la non illiceità della pratica. Non è vero, perché il Comitato Nazionale per la Bioetica, il 25/9/1998 scrive: "Il Comitato non ritiene che esistano ragioni di carattere etico o sanitario che debbano indurre lo Stato a porre a carico della collettività le pratiche di circoncisione maschile di carattere rituale".
Secondo elemento di illegalità (mi scusi se non ho potuto approfondirlo, ma non sapevo che dovesse essere discusso).
Terzo elemento di illegalità: l'articolo 34 della Costituzione prevede che lo Stato fornisca i trattamenti sanitari.
La circoncisione non è un trattamento sanitario. Non la potete fare.
Terzo elemento, quindi, di illegalità, ma non ho finito.
Assessore, le faccio qualche esempio, perché lei non c'era ancora: avete detto che la Regione Piemonte, ovviamente contro il parere dei pediatri, non aveva i soldi per la vaccinazione e la prevenzione dello pneumococco. Con i 120 mila euro che avete stanziato, avreste vaccinato gratuitamente oltre 1.500 bambini; molti di più, se aveste chiesto una compartecipazione alle famiglie.
Le ho fatto un esempio, perché qualche volta serve.
Ma c'è un fatto ancora più grave, Assessore. Al Regina Margherita, per gli interventi ordinari indispensabili sul pene dei bambini (interventi ordinari indispensabili, quindi trattamenti sanitari), ci sono dei tempi di attesa di ben 117 giorni.
Quindi, per un trattamento sanitario indispensabile sul pene di un bambino, dagli uno agli otto anni, si aspettano 117 giorni, mentre la circoncisione in salsa DS si fa appena se ne fa richiesta. Sì, perch questa è la circoncisione voluta dal collega Boeti, non è un segreto, è stato sulle pagine di tutti i giornali, quindi è la circoncisione in house si dice così - cioè avete fatto una cosa che vi poteva servire politicamente.
Per carità, in politica si può fare quasi tutto, ma visto che lei richiamava il collega Rossi, io le dico: richiamate anche un po' voi stessi sull'etica di certe proposte! Forse non guasterebbe.
Concludo, Presidente, dicendo che ovviamente non sono soddisfatto di questa interrogazione e che presenterò un esposto sia alla Corte dei Conti che alla Procura della Repubblica, perché state conducendo una pratica contra legem.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "Don Milani" di Vinovo


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli allievi della Scuola Elementare "Don Milani" di Vinovo, classi V C e D, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
State intervenendo nei momenti iniziali del Consiglio regionale e assistete a una serie di risposte che la Giunta, che è seduta nei banchi di fronte a me, dà a domande e interrogazioni che sono state poste, sui vari temi, dai Consiglieri regionali.
Assisterete, ora, a una risposta dell'Assessore alla sanità della Regione Piemonte, l'Assessore Artesio.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1769 del Consigliere Rossi inerente a "Verifica costi di gestione delle Commissioni medico-legali patenti di guida"


PRESIDENTE

Passiamo, dunque, all'interrogazione n. 1769, del Consigliere Rossi.
La parola all'Assessore Artesio, per la risposta.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interpellanza proposta ha come oggetto il funzionamento della Commissione Legale Patenti di Guida e, in modo particolare, la verifica dei costi di gestione.
Nella fattispecie, si chiede se sia stata emanata disposizione regionale per il funzionamento di queste Commissioni, in riferimento all'operato dei medici componenti, essendo, gli stessi, dipendenti delle ASL.
Per regolamentare la partecipazione dei medici delle ASL alle Commissioni, è stata adottata la delibera della Giunta regionale n. 88 29577 del 1° marzo 2000, con la quale l'attività è stata riconosciuta quale compito di servizio, fermo restante il debito orario dovuto da parte dei dirigenti sanitari nei confronti dell'Amministrazione regionale.
Il secondo punto interpellava per sapere se il Ministero dei Trasporti versa il contributo per il funzionamento di dette Commissioni e a quanto ammonta, per ogni Commissione.
Il funzionamento della Commissione è sostenuto attraverso il versamento, su conto corrente dell'ASL, di un importo dovuto dal cittadino sulla base di un tariffario stabilito con Decreto dal Mistero dei Trasporti.
Il 90% della tariffa costituisce il compenso spettante ai componenti il restante è destinato alle spese di funzionamento e di segreteria.



PRESIDENTE

La parola per la replica all'interrogante, Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Ringrazio l'Assessore per le informazioni che ho richiesto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1486 del Consigliere Rossi inerente a "Situazione di crisi alla Tachella Macchine di Cassine"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1486, presentata dal Consigliere Rossi.
Risponde l'Assessore Migliasso.



MIGLIASSO Teresa Angela, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
L'interrogante sa che questa risposta risente del tempo rispetto al quale era stata presentata l'interrogazione - maggio 2007, se non ricordo male - anche se la risposta era pronta in tempo utile, cioè a luglio.
Ancora ieri ho fatto una rapida verifica per capire se fosse cambiato qualcosa rispetto alla risposta che gli uffici mi avevano predisposto, così non è, quindi leggo integralmente la risposta preparata dagli uffici.
Presso la Direzione Formazione Professionale e Lavoro, titolare delle procedure relative alle domande di cassa integrazione guadagni straordinaria e di mobilità, non è pervenuta alcuna richiesta né di cassa integrazione straordinaria, né è stata attivata alcuna procedura di mobilità, così come si paventava nell'interrogazione; neppure le Organizzazioni Sindacali hanno segnalato ai nostri uffici una situazione di allarme rispetto alla situazione della Tacchella Macchine, né richiesto un eventuale intervento della Regione.
Tuttavia, come sempre avviene, l'Assessorato al lavoro, attraverso i suoi uffici, assicura comunque un monitoraggio della situazione con l'obiettivo di intervenire, qualora se ne determinassero le necessità, con l'utilizzazione di tutti gli strumenti che sono previsti dalla normativa vigente in materia, sia attraverso i rapporti a livello nazionale, se le fabbriche sono plurilocalizzate o se hanno necessità di particolari interventi, sia con gli strumenti della Cassa Integrazione Straordinaria o Ordinaria, eventualmente anche in deroga, con l'obiettivo di individuare le soluzioni più idonee al mantenimento, alla continuità e alla competitività produttiva dello stabilimento di Cassine.Per inciso, se non ho fatto confusione, come può avvenire, visto che, come tutti, ogni tanto orecchiamo interviste alla televisione e a telegiornali che si seguono soltanto in parte, recentemente, è stata fatta un'intervista non so se all'amministratore delegato o al proprietario della Tacchella Macchine di Cassine che denunciava una situazione assolutamente florida e di esportazione di prodotti sul mercato estero a fronte di un sistema in cui essendo molto forte il nostro euro, la competizione sul mercato estero è estremamente complessa.
Spero di aver risposto correttamente per quello che mi era possibile all'interrogazione presentata dal Consigliere Rossi; qualora ci fossero elementi di novità, naturalmente, sarà mia cura riferirne.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, al Presidente Rossi.



ROSSI Oreste

Ringrazio l'Assessore per la risposta fornita.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero sull'ordine dei lavori.



FERRERO Caterina

Scusi, Presidente, mi era stata data informazione che sarebbero state fornite risposte a interrogazioni - forse sono un paio - che la sottoscritta nei mesi scorsi aveva presentato rispetto alla questione Ospedale Moncalieri ASL 8 e quant'altro.
Visto che gli uffici mi hanno informata che, probabilmente, ci sarebbe stata la risposta volevo chiedere se questo corrispondeva al vero; se così non fosse, avrei una richiesta da fare.



PRESIDENTE

La risposta è pronta, anche se non era tra quelle segnalate come sollecitate, ma, essendo presente l'Assessore Artesio, la risposta sarà fornita nella seduta odierna.



FERRERO Caterina

Grazie.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 1629 della Consigliera Ferrero, inerente a "Danni subiti dagli agricoltori a seguito di eventi atmosferici straordinari" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1629, presentata dalla Consigliera Ferrero.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interrogazione n. 1629 fa parte di un gruppo di tre interrogazioni uguali alle quali avevamo già dato risposta in una precedente riunione di Consiglio. Adesso non ho a mie mani questa interrogazione, ma la ricordo bene a memoria: si chiedeva cosa intendesse fare la Regione relativamente a calamità naturali. Ripeto che questa faceva parte di un gruppo di tre interrogazioni uguali, relative a tre territori diversi, cui abbiamo già dato risposta in una precedente seduta, ma posso molto velocemente sintetizzare.



PRESIDENTE

Assessore Taricco, le chiedo scusa, è arrivata comunicazione della Giunta il 5 novembre, in cui si comunica nell'elenco delle sue risposte...



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

È un refuso, nel senso che posso rispondere molto velocemente.
Questa interrogazione fa riferimento ad eventi di calamità naturale per i quali, purtroppo - si trattava, se la memoria non mi inganna, di grandinate - non è stato possibile intervenire perché la normativa nazionale, in questo momento, ai sensi della legge n. 102 nazionale prevede l'impossibilità ad intervenire come calamità naturali in riferimento a quelle culture per le quali ci sia la possibilità di stipulare assicurazioni. Comunque, la Giunta ha segnalato l'evento per quegli aspetti inerenti queste calamità che non erano copribili da assicurazione a livello nazionale. Qualora ci fosse lo spazio per lo stanziamento di risorse finalizzate a questo tipo di intervento, sarà nostra cura provvedere a informare le Province e i Comuni relativi degli interventi possibili.
Purtroppo, vado a memoria, perché non ho sottomano la documentazione.
In ogni caso, mi ricordo che già avevamo provveduto a stendere la risposta di cui farò avere copia alla Consigliera Ferrero, in modo che possa avere la documentazione a proprie mani.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione n. 1691 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Danni causati dalla siccità all'agricoltura in provincia di Alessandria" (rinviata)


PRESIDENTE

Anche l'interrogazione n. 1691 è nell'elenco delle ultime interrogazioni. Evidentemente, c'è un difetto nelle comunicazioni, per cui non possiamo procedere ad esaminarla.


Argomento: Interventi fondiari

Interrogazione n. 1400 dei Consiglieri Botta, Boniperti, Casoni, Ghiglia e Vignale inerente a "Programma di sviluppo rurale 2007-2013"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1400, sulla quale risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione n. 1400, a firma dei Consigliere Vignale e altri si chiede qual è la situazione inerente all'iter d'approvazione del Programma di Sviluppo Rurale. Sostanzialmente si chiede, così come si era impegnata la Giunta precedentemente, di dare informazione dello stato di andamento anche alla III Commissione (a tal proposito, rispondo subito che l'informazione è stata data ieri mattina).
Il Programma di Sviluppo Rurale - che ha visto la presentazione e l'approvazione da parte della Giunta regionale il 2 aprile 2007 e la ricevibilità da parte della Commissione Europea il 16 aprile 2007 - sta andando verso l'approvazione formale.
Il 29 ottobre la Regione Piemonte ha concordato con i tecnici della Commissione Europea l'invio delle controdeduzioni formali, uno degli ultimi atti prima dell'approvazione formale da parte della Commissione europea. In queste ore, sono in atto le ultime limature del testo che sarà oggetto di approvazione da parte della Direzione Generale Comunitaria Agricoltura. La settimana prossima dovrebbero esserci gli ultimi aggiustamenti con la Direzione Generale per la Concorrenza e la Direzione Generale Ambiente.
Il 19 novembre la Giunta regionale dovrebbe adottare la versione concordata e definitiva del testo che dovrebbe andare in approvazione dal comitato PSR il 20 e 21 novembre.
Siamo alle ultime battute dell'approvazione di un testo che poi diventerà di base per tutte le attività di sostegno, rilancio dell'agricoltura e delle potenzialità del territorio rurale.



GHIGLIA AGOSTINO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente Questo Programma di Sviluppo Rurale sta diventando un po' un tormentone. Un tormentone penoso per gran parte del nostro mondo agricolo.
Un mondo agricolo che, da una parte, si aspetta una rapida approvazione del PSR con il recupero di tutto il 2007, e si aspetta anche il recupero del denaro non versato sul vecchio PSR.
Sono, come lei sa, quote ingenti, il cui non versamento creerebbe grandi problemi per aziende che hanno già, in molti casi, terminato tutte le opere.
D'altra parte un importante pezzo di Piemonte aspetta il PSR, un altro pezzo di Piemonte continua a manifestare sul PSR una fortissima critica.
L'Assessore non potrà accusarmi di strumentalità quando ricordo che, ad esempio, la Provincia di Alessandria si è espressa in maniera molto critica e molto dura. Ricordo, per i pochi colleghi che stanno a sentire, che non si tratta di una provincia guidata dal centrodestra, ma dal centrosinistra.
Eppure l'Assessore Sandalo del centrosinistra, l'Assessore all'agricoltura ha espresso parole di fuoco nei confronti del PSR e le associazioni agricole di questa Provincia sono assai critiche sul PSR.
Da una parte, ben venga perché gran parte del Piemonte sta attendendo il PSR. Regioni importanti come la Lombardia e il Veneto hanno già visto e approvato il proprio PSR, quindi stanno già procedendo; mentre noi, non certo per colpa dell'Assessore, perché sappiamo essersi impegnato molto per una serie di problemi tecnico-burocratici siamo ancora al palo.
Dall'altra parte, Assessore, il PSR sarà per alcune Province una vera mannaia. Le critiche che provengono dalle Province penso siano fondate. Non possono essere considerate critiche strumentali se sottoscritte dai titolari degli Assessorati all'agricoltura, perlomeno della Provincia di Alessandria, e condivise da tutte le associazioni di categoria della Provincia.
Da una parte, sicuramente, la sproniamo a far sì che il Piemonte si doti al più presto del nuovo PSR, dall'altra a prendere in considerazione e a riconsiderare, nei modi in cui si potrà, la posizione di alcune produzione tipiche di alcune Province che escono veramente un po' massacrate dal nuovo PSR.


Argomento: Caccia

Interrogazione n. 1461 dei Consiglieri Bossuto, Moriconi, Deambrogio Dalmasso, Barassi e Clement inerente a "Apertura attività venatoria presso Oasi faunistica del Barant"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1461, sulla quale risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della flora e della fauna

Grazie, presidente.
Ai sensi della legge n. 70, l'istituzione o la revoca di un istituto di protezione faunistica qual è l'Oasi di protezione del Barant compete alle Province, che vi provvedono con l'adozione dei Piani faunistici venatori provinciali, di cui all'articolo 6 e nel rispetto delle procedure previste dall'articolo 12 della stessa legge.
Ferma restando, quindi, la competenza della Provincia circa il far permanere o meno l'Oasi in questione, si è dell'avviso che, qualunque determinazione venga assunta al riguardo, non possa che essere rispettosa di quanto previsto dall'articolo 9, comma 6, della stessa legge 70, che prevede che il provvedimento provinciale istitutivo dell'Oasi possa essere rinnovato per cinque anni o revocato prima della scadenza, per giustificati motivi di interesse generale.
Al riguardo, con la nota 3.540 del maggio 2007, si è provveduto a richiedere alla Provincia di Torino chiarimenti in merito alle voci cui si accennava nell'interrogazione. La Provincia, con una nota dell'8 giugno, ha comunicato che la ridefinizione dell'assetto delle zone soggette a vincolo dall'esercizio della caccia sarà oggetto del nuovo Piano faunistico venatorio provinciale, da adottarsi dopo la scadenza del Piano vigente.
Quindi, il competente Servizio provinciale precisa inoltre che intende proporre la proroga dell'attuale articolazione delle zone di rifugio, in attesa del rinnovo degli organi degli ATC e dei CA.
Concludo dicendo che, alla data attuale, non esistono ipotesi, neppure in ordine tecnico, sul futuro dell'Oasi del Barant e le voci alle quali si fa riferimento nell'interrogazione, qualora esistano, non hanno nulla a che fare con atti formali fatti dalla Provincia. Alla luce di questa precisazione, si tratta probabilmente di voci sulle quali però la Provincia ci dice che non c'è nulla di fondato su cui ragionare.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Non posso essere soddisfatto del fatto che trattasi di voci che non trovano la corrispondenza reale. Quindi, mi ritengo soddisfatto della risposta dell'Assessore. Li invito comunque a non abbassare la guardia visto che quell'Oasi è una risorsa per il territorio, importante dal punto di vista faunistico, ma non solo. Il territorio non è ricco di aree come quella, quindi va tutelata e salvaguardata con molta attenzione. Siamo certi che sarà compito della Regione, non dico sorvegliare, ma lavorare con la Provincia perché questo avvenga.
L'unica cosa che chiedo è, se fosse possibile, avere copia della risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1175 della Consigliera Ferrero inerente a "Nuovo ospedale dell'ASL 8"


BOSSUTO Iuri

Interrogazione n. 1481 della Consigliera Ferrero inerente a "Ricerca di localizzazione per il nuovo ospedale di Moncalieri"



BOSSUTO Iuri

Interrogazione n. 1580 del Consigliere Guida inerente a "Localizzazione del nuovo Ospedale unico di Moncalieri"



PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le interrogazioni n. 1175, n. 1481 e n.
1580, aventi tutte come oggetto il nuovo ospedale di Moncalieri.
Risponde l'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Le tre interrogazioni, da approcci diversi, pongono tutte la questione relativa ai percorsi volti a definire la nuova localizzazione dell'ospedale di Moncalieri nell'ambito della rete ospedaliera dell'ASL 8.
In modo particolare, ci sono aspetti di queste interrogazioni che sono da ritenersi superati, in quanto si faceva riferimento all'opportunità che il Piano Socio Sanitario regionale individuasse la localizzazione del nuovo presidio di Moncalieri, cosa che, come abbiamo ripetutamente descritto in Commissione e poi in Aula, appartiene non ad un aspetto di programmazione quale quello del Piano, ma a provvedimenti successivi. Ciononostante, le interrogazioni sono volte a conoscere il livello decisionale in ordine alla localizzazione del nuovo presidio di Moncalieri.
Da questo punto di vista, vale la pena comunicare lo stato dell'arte in una forma aggiornata, per come è la forma nella quale agiamo attualmente.
Come i Consiglieri sanno, l'intenzione relativamente alla definizione di un nuovo presidio nella città di Moncalieri, oltre ad essere contenuta nel Piano Socio Sanitario, risponde ad un preciso obbligo d'adeguamento dell'offerta sanitaria della Città di Moncalieri, che, pur con interventi successivi che coinvolgono e riguardano l'antico presidio, non può trovare una soluzione ottimale nella sede attuale.
Pertanto, vengono individuate, da parte delle amministrazioni coinvolte, in modo particolare per iniziativa dell'amministrazione comunale di Moncalieri attraverso proprio atto deliberativo, cui si associa l'amministrazione comunale di Nichelino, con proprio atto deliberativo, per rendere disponibile area a servizio del presidio della città di Moncalieri ricerche volte a definire un'area sulla quale localizzare il nuovo presidio.
Sulle modalità di valutazione delle due aree in analisi allo stato attuale, che sono quella di Moriondo e quella di Carpice, viene istituita una Commissione di valutazione di carattere tecnico. La Commissione di valutazione si insedia con delibera di Giunta il 14 maggio 2007, ed è composta dal Direttore della programmazione sanitaria, dal Direttore generale della ASL 8, da funzionari dirigenti esperti in materia urbanistica di trasporti e di sanità, oltre che dall'ARPA per gli aspetti idrogeologici.
Il lavoro di questa Commissione è un lavoro che non sarà definito nella presentazione alla Giunta di una proposta valutata quale preferibile, ma viene organizzato secondo una valutazione comparata sulla base di indicatori. Gli indicatori utilizzati sono quello di carattere idrogeologico, volto a definire le caratteristiche anche di complessità dell'intervento edificatorio; quello di carattere urbanistico, volto a definire non tanto la compatibilità urbanistica (entrambe le zone attualmente hanno una destinazione agricola), quanto gli elementi di carattere proprietario e patrimoniale, perché le particelle delle aree interessate al catasto risultano apparenti a diversi livelli proprietari quello relativo alle caratteristiche di viabilità.
Sulla base di queste tre indicatori e sulla base di un'analisi comparativa, verrà, per ciascuna delle aree, redatta una declaratoria degli aspetti positivi e degli aspetti negativi, il cui esito verrà restituito alla Giunta per gli elementi di valutazione.
Attualmente vi è la fermezza nel percorrere l'intenzione di realizzare il nuovo presidio, è in corso un presidio previsto programmato su 300 letti rispetto ai 190 attualmente attivi nell'antica sede della Città di Moncalieri. Questa volontà è stata ulteriormente confermata dall'amministrazione regionale, nel corso dell'approvazione del Piano Socio Sanitario regionale, nel quale si è previsto per questo presidio, come per quello di Alessandria e come per quello del Canavese, la messa a disposizione delle risorse per lo studio di fattibilità, nel momento in cui le amministrazioni comunali avessero individuato l'area. Questo per quello che riguarda la prospettiva futura.
Faccio riferimento, per confermare questo stato dell'arte, che è stato comunicato anche ai Sindaci di Moncalieri, di Nichelino e di Trofarello, in una recente riunione tenutasi ieri mattina. Voglio quindi dire che anche le amministrazioni comunali sono state informate di questo livello della discussione e con loro si è assunto l'impegno, non appena sarà consegnata la fase istruttoria da parte della Commissione tecnica, vale a dire fra una decina di giorni, di provvedere alle successive indicazioni che vi dovranno essere integrate. Un esempio di integrazione possibile è quello dell'analisi dei flussi di mobilità dei pazienti dell'ASL 8 verso la città di Torino, piuttosto che verso altri Presidi di altre Province. Quindi, di essere progressivamente coinvolti nel percorso che andrà in direzione della decisione.
Una delle interrogazioni che sono state associate aveva anche chiesto indicazioni in ordine alla procedura di modernizzazione e di umanizzazione sul vecchio Presidio di Moncalieri. Come credo sia noto ai Consiglieri, la situazione più critica riguarda l'area dell'emergenza e del pronto soccorso, nonché dei lavoratori connessi.
È in corso la redazione di una progettazione esecutiva per l'ampliamento del pronto soccorso di Moncalieri. L'ampliamento andrebbe ad occupare l'area attualmente utilizzata dai lavoratori, i quali si sposteranno in un fabbricato adiacente. Per lo svolgimento di questo investimento sono previsti 2.500.000 euro, che appartengono all'antico piano di ristrutturazione del vecchio Presidio derivante dall'articolo 20 dell'accordo di programma.
Quell'Accordo di Programma all'articolo 20 determinava uno stanziamento di 17.500.000 euro per interventi di ristrutturazione del vecchio Presidio che, in virtù delle valutazioni compiute sull'opportunità di realizzare un nuovo ospedale, non verrebbero più utilizzate per l'adeguamento del Presidio storico.
Tuttavia, il tempo di utilizzo del Presidio storico da oggi all'apertura del nuovo ospedale richiede comunque interventi, di cui ho detto, di adeguamento e di umanizzazione. Per questo, si è chiesto autorizzazione al Ministero allo scorporo delle risorse necessarie per realizzare gli interventi sul pronto soccorso nella misura di 2.500.000 euro. La progettazione esecutiva sta per essere conclusa. Con la Direzione generale si calcola che, nel primo semestre del 2008, si potrà procedere all'appalto per l'affidamento dei lavori sull'intervento nel pronto soccorso.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per aver, tempestivamente rispetto agli eventi di questi giorni, dato la possibilità agli interroganti di poter avere qualche aggiornamento rispetto agli eventi che l'Assessore citava. Vale a dire il fatto che, a seguito dell'approvazione del Piano Socio Sanitario, i cui contenuti prevedono la realizzazione di un nuovo ospedale, l'Assessore prontamente, in questi giorni, si è attivata per fare una verifica in loco con alcuni Sindaci dell'ASL 8 rispetto alla situazione ed alla problematica. Ovviamente, di questo ringraziamo l'Assessore.
Mi pare che sia anche chiaro l'aspetto legato ai fondi sul vecchio ospedale Santa Croce, che erano stati individuati complessivamente. Una parte di questi fondi sono utilizzati per il pronto soccorso, gli altri tenuti in stand by rispetto al progetto complessivo.
Penso che a questa riflessione siano sensibili anche altri colleghi di questo Consiglio che, in maggioranza o all'opposizione, stanno seguendo con interesse le vicende legate alla realizzazione del nuovo ospedale di Moncalieri. Intanto, dico che, al di là della localizzazione, è un'esigenza assolutamente indispensabile per quest'area. Quindi, in tutte le valutazioni che si dovranno fare, bisognerà comunque tenere conto, come primo aspetto, del fatto che è una necessità alla quale questa Regione deve dare una risposta.
La seconda questione, che pongo all'Assessore ed ai colleghi che sono interessati rispetto a questo tema del Consiglio, riguarda l'importanza di questa localizzazione. Si tratta di un ospedale, come abbiamo avuto modo di ragionare nella discussione del Piano Socio Sanitario e della Città della Salute, ma anche in tante occasioni in cui si è discusso di questo tema sul quale questa Regione non vuole solo concentrare un'attività legata al soddisfacimento delle esigenze dell'ASL 8, ma anche il soddisfacimento di una serie di problematiche di mobilità passiva (attiva direi assolutamente, inesistente) che interessano quest'area.
Quindi, questo è uno dei progetti, dal mio punto di vista, più importanti che questa Regione, nell'ambito della Provincia di Torino dovrebbe realizzare, e mi auguro realizzerà, nell'arco dei prossimi anni.
L'Assessore ci diceva prima che nell'arco di una decina di giorni la Commissione tecnica, sulla base dei parametri che ci ha indicato (idrogeologico, urbanistico, viabilità e quant'altro), dovrebbe mettere a disposizione della Regione, in specifico della Giunta, gli elementi per poter fare delle valutazioni alle quali aggiungere quelle un po' più sanitarie.
Per questo, chiederei all'Assessore la disponibilità - in questo senso chiederei una condivisione anche al Consiglio, sia alla maggioranza che all'opposizione, in quanto ritengo che su questo tema non ci debbano essere preclusioni - nel momento in cui questa documentazione è pronta, in Commissione per un momento di approfondimento tecnico rispetto alla situazione sulla quale questa Regione, legittimamente, si troverà a dover decidere.
L'Assessore, tra l'altro, ricordava che questa è una scelta che attiene anche alle sensibilità e alle esigenze locali. Quindi, non penso che questa Giunta voglia d'imperio prendere una decisione senza un confronto locale ma non mi pare che il percorso si sia riorganizzato, e in questo senso ringrazio l'Assessore.
Chiederei all'Assessore un impegno formale. Se dice dieci giorni evidentemente, si tratterà di calendarizzare, in uno dei prossimi due o tre venerdì che avremo a disposizione in Commissione, un approfondimento squisitamente tecnico rispetto alle rilevazioni che sono state fatte dalla Commissione tecnica.
Dico questo perché non solo la sottoscritta, ma anche colleghi che penso abbiano avuto modo di verificare, a livello locale, il livello della discussione, si sono accorti che ci sono livelli di discussione politica e partigiana, ma anche livelli di discussione in cui vengono posti degli elementi tecnici, dal mio punto di vista, fondati nell'ambito delle valutazioni che, ovviamente, avremmo piacere di poter approfondire in Commissione, onde anche a noi sia data la possibilità di avere un quadro tecnico complessivo e chiaro rispetto alle scelte che poi questa Giunta io mi auguro questo Consiglio - vorrà prendere rispetto ad una problematica così importante.
Quindi, nella sostanza, ringrazio l'Assessore per la risposta, ma chiederei cortesemente la disponibilità dell'Assessore ad un impegno formale perché l'approfondimento tecnico possa essere fatto, ovviamente, a breve, compatibilmente alla consegna dei documenti in Commissione, come penso farà, con i Sindaci del territorio dell'ASL 8, nel momento in cui questa documentazione sarà disponibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Anche noi sosteniamo le richieste che ha avanzato poco fa la collega relativamente alla possibilità di tornare in Commissione per esaminare il lavoro della Commissione tecnica.
Abbiamo presentato l'interrogazione sollecitati dagli amministratori del territorio, i quali, ancora prima che la commissione tecnica terminasse il lavoro, avevano appreso dai giornali la destinazione del nuovo ospedale di Moncalieri. Evidentemente, all'epoca c'è stata qualche fuga in avanti da parte di Amministratori o di colleghi Consiglieri. Forse la cosa migliore è lasciare che la Commissione tecnica svolga il proprio lavoro. La seconda e ultima considerazione: state attenti a ubicare quell'ospedale, perché, se l'obiettivo della Giunta è quello di spostare la Città della Salute di Torino in un'altra zona, una vasta area del Piemonte a sud di Torino, una zona densamente popolata (Moncalieri è una delle prime città del Piemonte anche se non è capoluogo di provincia) rimarrebbe in qualche modo priva di una centralità che oggi l'ospedale, pur nelle condizioni che prima l'Assessore ha precisato, ha.
La seconda questione non riguarda la risposta che ci è stata data.
Ringrazio, pertanto, l'Assessore per le cose che ci ha detto, relativamente alla questione degli infortuni sul lavoro.
Abbiamo presentato un'interrogazione su questo argomento alcuni mesi fa, dopo il grave incidente di Fossano, che è stato uno dei più gravi incidenti sul lavoro non soltanto piemontesi, ma addirittura italiani.
Anche noi, dunque, ci uniamo alla richiesta di un momento di approfondimento sulla questione degli infortuni sul lavoro. Non è competenza diretta della Regione, ma credo che la Regione abbia una responsabilità politica e istituzionale, che è quella di approfondire il tema e chiedere a chi ne ha la competenza, di intervenire.



PRESIDENTE

È richiesto, dagli interroganti, un ulteriore chiarimento da parte dell'Assessore Artesio. Questo non è previsto dal Regolamento, ma se l'Assessore intende intervenire in risposta, ha la parola.
Prego, Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Davo quasi per scontato che la Commissione consiliare si occupasse, in una qualche forma, della questione. Ovviamente, dipende anche dai tempi di programmazione da parte del Presidente di Commissione.
Se la Commissione tecnica, come ha dichiarato ieri, consegnerà l'elaborato nell'arco di una decina di giorni, a noi ne occorreranno altrettanti per esaminare il livello di completezza e richiedere ulteriori aggiornamenti. Possiamo considerare, pertanto, che all'inizio di dicembre possa essere promossa un'iniziativa, a titolo da valutarsi da parte del Presidente, se come comunicazione in Commissione o se come incontro valuteremo insieme - sul nuovo presidio ospedaliero.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1527 del Consigliere Pedrale inerente a "Apertura Hospice dell'Ospedale di Gattinara" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che all'interrogazione n. 1527 del Consigliere Pedrale verrà data risposta scritta.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Comuni

Proseguimento esame disegno di legge n. 344 inerente a "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 344, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La relazione è già stata svolta dalla Consigliera Pozzi.
L'Assessore Caracciolo desidera intervenire in apertura della discussione? Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Presidente Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Non è certo per obbligare la Consigliera Pozzi a rileggere ciò che lesse circa due mesi fa, occhio e croce, una sera intorno alle 19, e non perché io attribuisca particolare importanza alla relazione.
Mi va benissimo se l'Assessore vuole fare un intervento introduttivo.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, proprio in considerazione di questo fatto, la Consigliera Pozzi ha già espletato il mandato ricevuto dalla Commissione ma l'Assessore Caracciolo riterrebbe opportuno, anche per riguardo dei colleghi Consiglieri, visto il trascorrere del tempo, illustrare le ragioni che hanno spinto la Giunta regionale a presentare questo provvedimento.
La parola all'Assessore Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti. Martedì 5 giugno abbiamo iniziato a parlare di sicurezza integrata con la relazione sul disegno di legge n. 344, da parte della Consigliera Paola Pozzi - che ringrazio - e che reputo di notevole spessore per la chiarezza, i contenuti e la completezza.
Purtroppo è trascorso molto tempo da allora, dovuto alla lungaggine dei lavori del Consiglio e alla necessità di approvare in tempi ragionevoli una materia importante come quella della sanità.
Speriamo di recuperare i tempi per l'approvazione della legge sulla sicurezza, anche se mi rendo conto che il tema che stiamo affrontando proprio per l'attualità di alcuni avvenimenti di grave criminalità, che hanno turbato la coscienza nazionale e per le iniziative intraprese dal Governo col pacchetto sicurezza, possa richiedere il suo giusto spazio di discussione, che - è questo il mio auspicio - dovrà essere pacata costruttiva e responsabile, ma soprattutto priva di facile retorica.
Da un esame comparato delle leggi regionali approvate si pu individuare un nucleo di principi informatori fondamentali, che trovano una declinazione omogenea ed una serie di strumenti e criteri analoghi con una trasversalità che, seppure con alcune specificazioni proprie delle varie realtà regionali, non risulta condizionata dalle distinzioni di schieramento politico.
Tale omogeneità di principi e di metodi induce a ritenere con sufficiente ragionevolezza che è in atto un processo di definizione di un nuovo modello istituzionale di sicurezza, fondato sulla centralità del ruolo dei Comuni, nello sviluppo delle politiche per la sicurezza e sulla trattazione prettamente locale e territoriale delle problematiche relative nonché sull'integrazione delle politiche sociali e territoriali di competenza delle Autonomie regionali e locali, con le politiche di contrasto della criminalità.
Una scelta di fondo che ha accomunato fin dall'origine l'impostazione del progetto "Città sicure" della Regione Emilia Romagna e del "Forum italiano per la sicurezza urbana", è stata appunto quella di riconoscere il ruolo centrale delle città nel governo della sicurezza, in conformità al principio costituzionale di sussidiarietà, e di riservare all'azione regionale una funzione di promozione e sostegno dei governi locali.
Questa scelta di fondo viene poi recepita, fatto politico di assoluta rilevanza, dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, che assume espressamente documenti approvati nelle sedute del 15 giugno 2000 e dell'8 febbraio 2001, con l'obiettivo di promuovere un sistema integrato di sicurezza delle città e del territorio regionale.
Si può dire, quindi, che, a fronte di un quadro normativo nazionale in cui non trova idoneo riconoscimento il ruolo istituzionale degli Enti locali nel governo della sicurezza, sono le Regioni che intervengono a sostenere i governi locali nella promozione di nuove politiche di sicurezza urbana, con proprie disposizioni normative, non solo di assegnazione di risorse finanziarie, ma anche di tipo programmatico ed organizzativo assolvendo così a quel ruolo che nel resto d'Europa viene assolto dai governi nazionali.
Non voglio entrare compiutamente nel merito del disegno della legge n.
344, perché lo ha fatto in modo puntuale la relatrice. Consentitemi, per di esplicitare qualche precisazione di natura politica, non certo per fare polemica, perché non serve a nessuno e tanto meno ai nostri cittadini, ma per amore di verità, giacché se ne è detto di tutto, spesso in modo strumentale, sull'applicazione della legge n. 6/2004, prodotta dalla precedente Amministrazione, che ci accingiamo ad abrogare.
Se non erro, l'Amministrazione di centrodestra ha impiegato due legislature per portare a termine quella legge, arrivando alla sua approvazione nel marzo del 2004, ed attuato in quasi dieci anni di governo un solo bando per finanziare progetti integrati sulla sicurezza, guarda caso, proprio a cavallo delle elezioni regionali del 2005 attraverso un sistema in cui gli interventi, di fatto, sono stati promossi dai beneficiari dei contributi e distribuiti a pioggia, in assenza di un quadro programmatico regionale di riferimento.
Tutto l'iter del bando, che si è concluso da poco, è stato gestito da un Comitato tecnico-scientifico costituito da sei unità di esperti e da sei sostituti (tutti esterni), Comitato che avrebbe dovuto essere supportato da un Osservatorio regionale sulla sicurezza, struttura ritenuta importante e centrale sull'impianto della legge n. 6, che però non è stata mai realizzata. Altrettanto dicasi per una Fondazione per gli aiuti e l'assistenza delle vittime dei reati prevista in legge, ma mai attuata.
Quindi è evidente che si tratta di una legge monca e impraticabile tecnicamente e, per quanto ci riguarda, non condivisibile politicamente.
Il disegno di legge n. 344 pone al centro del suo impianto normativo il ruolo di programmazione e di coordinamento della Regione. Il Consiglio regionale determina con proprio atto deliberativo gli indirizzi relativi alla presente legge con una programmazione triennale degli interventi regionali per lo sviluppo del sistema di sicurezza integrata, da sottoporre successivamente al Consiglio delle Autonomie locali.
La finanziaria regionale annualmente destina le risorse necessarie per la realizzazione degli interventi previsti. Quest'anno abbiamo messo in bilancio cinque milioni di euro, che certamente potranno essere aumentati in futuro, in riferimento alla necessità di attuare ulteriori interventi in favore del miglioramento del sistema di sicurezza integrata.
Il disegno di legge prevede che la Regione possa finanziare Patti locali per la sicurezza integrata, progetti integrati per la sicurezza in seguito a procedure concorsuali che possono interessare anche tutto il territorio regionale, interventi diretti a regia regionale o nell'ambito di accordi di partenariato con Stato, Enti locali e soggetti pubblici e privati operanti nel sociale.
Il provvedimento non prevede azioni repressive di competenza delle forze dell'ordine, ma azioni di riduzione e prevenzione dei fenomeni di illegalità e inciviltà diffusa, coordinate e integrate con le azioni degli Enti istituzionali in materia di contrasto della criminalità ,al fine di contrastare i sentimenti di insicurezza della popolazione.
Il disegno di legge contempla anche interventi di assistenza e di aiuto alle vittime dei reati attraverso attività degli Enti locali e dei Consorzi dei servizi sociali secondo un effettivo principio di sussidiarietà. Essi sono infatti più vicini ai cittadini e alle cittadine che hanno subito offesa e quindi potranno meglio intervenire. Sono garantiti: informazione assistenza psicologica, cura e aiuto, soprattutto a favore delle persone anziane e minorenni vittime di violenze e reati gravi, a sfondo sessuale o di discriminazione razziale.
È prevista inoltre l'istituzione di un fondo di solidarietà per la categoria delle vittime del dovere, delle vittime del terrorismo e a favore di minori figli di vittime civili decedute o rese invalide nel tentativo di fronteggiare la commissione di reati perpetrati sul territorio italiano o all'estero.
La problematica delle politiche locali di sicurezza si è imposta a partire dai primi anni '90, a seguito di una crescente domanda sociale da parte dei cittadini che, pur continuando a riguardare anche le autorità di pubblica sicurezza e le forze dell'ordine, si è indirizzata sempre più direttamente verso gli Amministratori locali e soprattutto verso i Sindaci.
In questo contesto, è molto pertinente la novità rappresentata dai Patti locali per la sicurezza integrata, che la Regione stipulerà con Enti locali e soggetti pubblici e privati, riguardanti in particolare la riqualificazione e la rivitalizzazione urbanistica di aree interessate da microcriminalità con interventi finalizzati alla dissuasione.
A questo proposito, voglio ricordare che da circa un anno l'Assessorato al commercio sta portando avanti programmi di qualificazione urbana, con la previsione di interventi per circa 32 milioni di euro, che avranno certamente un impatto importante in materia di sicurezza urbana.
Altri interventi previsti riguardano la prevenzione sociale in aree specifiche e verso i soggetti a rischio, mediazione e prevenzione dei conflitti sociali e culturali, politiche di sicurezza per le donne e l'infanzia, iniziative per le scuole e rafforzamento della vigilanza della Polizia locale.
La Polizia locale, con la sua conoscenza capillare del territorio e la sua abitudine a lavorare sui problemi della quotidiana realtà, rappresenta una risorsa prioritaria e, incontrando i temi della sicurezza urbana, ha trovato una domanda sociale forte cui ancorare una moderna ridefinizione del proprio ruolo, che è anche è soprattutto di presenza e di vigilanza sul territorio, cosa che noi non abbiamo mai ignorato, ma che anzi vogliamo valorizzare con interventi a suo favore.
Sul tema della sicurezza urbana, la Polizia locale ha dovuto adeguare continuamente il proprio intervento parallelamente al crescente coinvolgimento dei Sindaci su questo terreno, anche a seguito dell'elezione diretta del Sindaco e del processo di valorizzazione degli Enti locali senza che a queste responsabilità corrispondano in modo preciso compiti definiti dalla legge e risorse attribuite dalle finanze pubbliche.
Risulta quindi necessario mettere ordine. Questo riordino appartiene a una competenza a livello nazionale, che solo una legge nazionale pu affrontare. Una proposta congiunta in questo senso è stata predisposta dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, dall'ANCI e dall'UPI avviando finalmente la discussione sulla legge nazionale di coordinamento in materia di sicurezza pubblica e polizia amministrativa locale, prevista dagli articoli 117 e 118 della Costituzione e riproposta all'attenzione del Parlamento.
Allo stato attuale, la Polizia municipale partecipa in attività di ordine e sicurezza pubblica organizzata in pattuglie miste, in quanto il Comune di sua appartenenza fa parte del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e può collaborare in operazioni di pubblica sicurezza sul proprio territorio, se i suoi addetti hanno la qualifica di "agente di pubblica sicurezza" e comunque sempre sotto il coordinamento e il comando dell'autorità di pubblica sicurezza.
Facendo riferimento al decreto legge sul pacchetto sicurezza, la riforma prevede un rafforzamento del ruolo già oggi svolto dai Vigili Urbani nella tutela della legalità nelle città in una chiave di maggiore collaborazione con le forze di Polizia; sottolineo in particolare la facoltà di accesso diretto dei Vigili Urbani alla banca dati dei veicoli rinvenuti e a quella dei documenti d'identità rubati o smarriti.
La Regione Piemonte ha partecipato al Patto per la sicurezza della città di Torino e dell'area torinese, recependo l'appello del Ministero dell'Interno per affrontare una situazione di emergenza che interessa in vario modo gran parte del territorio nazionale.
Di sicuro, queste problematiche non nascono oggi, ma solo oggi si stanno affrontando con grande spirito di collaborazione e solidarietà.
Noi ci siamo impegnati a corrispondere la somma di 2.500.000 di euro non appena entrerà in vigore la legge sulla sicurezza integrata che è oggi in discussione nel nostro Consiglio, attraverso un Patto con il Comune di Torino, che prevede nuovi impianti di telecamere e varie iniziative contro il disordine fisico e sociale della Città, allo scopo di renderla più vivibile e tranquilla, per come è nella sua tradizione.
Riteniamo così di aver fatto la nostra parte e sono certo che tutte le forze politiche rappresentate in questo Consiglio faranno la loro parte con coerenza e serietà, partecipando costruttivamente ad approvare il disegno di legge n. 344 nel minor tempo possibile.
Vorrei ricordare che tale provvedimento è fondamentalmente una legge di principi che, a nostro avviso, offre le soluzioni ritenute più idonee per le problematiche esistenti in materia di politiche di sicurezza integrata per cui i suggerimenti emendativi non farebbero che trasformarla in una elencazione di interventi di dettaglio che finirebbero per snaturare e stravolgere il suo impianto.
Concludo ribadendo che la sicurezza è un bene che va sicuramente restituito alla società civile. Un obiettivo raggiungibile se si individua la causa della lenta crescita di tutti i tipi di criminalità e di disagi.
Non è retorico sottolineare che in un paese dove cresce il tasso di povertà e cala l'occupazione, è fisiologica la crescita della illegalità diffusa così come di quella mafiosa. Crescita che ovviamente si combatterebbe sia con una ripresa dell'economia e dell'occupazione, sia con una politica di prevenzione e repressione del fenomeno criminale. Grazie.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle osservazioni dei Consiglieri Burzi, Vignale e Casoni in merito all'inopportunità di calendarizzare conferenze stampa a Palazzo Lascaris contemporaneamente alla svolgimento dei lavori del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Sono le ore 12.28 e l'Assessore Migliasso ha convocato per le ore 12.30 una Conferenza stampa per la presentazione delle Terza Conferenza Internazionale Piemontesi nel mondo.
Non lo cito per fare inutili polemiche, ma mi pare che lei, come Ufficio di Presidenza, avesse disposto quando si fanno o non si fanno le Conferenze stampa.
Suggerisco, siccome noi vorremmo partecipare, di interrompere i nostri lavori onde i Consiglieri che vogliano - e ce ne sono - possano partecipare; non esprimo nessuna valutazione su questa modalità, perché mi sembrerebbe inutile, dato l'argomento che si tocca.
Chiedo che venga distribuito ai Consiglieri dell'opposizione il documento, e ringrazio l'Assessore per averlo letto, in modo da poter meditare anche noi.
Suggerisco che si possano riprendere i lavori quando lei disporrà chiedendo all'Assessore Migliasso di essere mezz'ora in anticipo rispetto ai nostri lavori, così andiamo a pari con i gentili colleghi, rispetto agli Assessori.



PRESIDENTE

Presidente Burzi, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale aveva deliberato che non si potessero tenere Conferenze stampa contestualmente ai lavori dell'Aula. Pertanto la Conferenza stampa non si terrà alle ore 12,30, ma inizierà alle ore 13.
Non penso sia iniziata perché è stata fatta congiuntamente con la presenza del Consiglio e finché non sono presenti i Consiglieri dubito che possa iniziare.
Ovviamente non può succedere che ci sia una Conferenza stampa nel palazzo organizzata contestualmente all'ambito dei nostri lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Con le sue ultime parole ha già risposto al problema che volevo sottolineare. Il nostro Gruppo consiliare in più di una occasione ha fatto richiesta della sala dei Presidenti per analoghe iniziative, cioè per Conferenze stampa, alle ore 12 o alle ore 12.30. Ogni volta l'Ufficio correttamente ha fatto presente che la sala si poteva utilizzare dalle ore 13 in poi.
Credo che le regole debbano valere per Consiglieri ed Assessori e non soltanto per i Consiglieri. Pertanto, pur rimanendo a verbale, mi auguro che lei voglia segnalare alla Giunta la necessità di mantenere le stesse regole che rispettano correttamente i Consiglieri. E in qualità di Presidente questo andrebbe trasferito anche all'ufficio che gestisce le sale, nel senso che se telefona il gruppo di AN e viene detto che la sala fino alle ore 13 non può essere utilizzata, analoga risposta si dovrebbe dare ad un Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Io sono sceso cinque minuti fa e già c'era tutta la zona con le telecamere; la sala era occupata, stavano entrando i rappresentanti della città di Alessandria, i quali mi hanno confermato che era convocata alle ore 12.30. Infatti ho incontrato il Vicesindaco di Alessandria, che mi ha detto: "C'è una Conferenza stampa alle ore 12.30 e stiamo entrando", ed erano le ore 12.25.
Quindi, l'Assessore ha appena svolto la relazione sulla sicurezza, e come ha detto il collega Burzi non penso che in venti minuti risolviamo la questione. Sarebbe il caso di sospendere, dare modo che si faccia la Conferenza stampa, visto che sono già tutti sopra che aspettano, e riprendere i lavori un po' prima nel pomeriggio. Così non perdiamo tempo e razionalizziamo meglio i lavori e le presenze di oggi in quest'aula.
Riconfermo comunque quello che ha già detto il collega Vignale, cioè che se ci sono delle regole, queste valgono per tutti. Noi abbiamo più volte chiesto la sala e ci è sempre stato detto che prima delle ore 13 non viene nemmeno aperta, mentre io questa mattina ho constatato che non solo era aperta, ma era già piena di soggetti. Non se sia iniziata o meno, ma tutti aspettavano l'inizio di questa Conferenza stampa. Quindi, le chiederei di interrompere qui i nostri lavori.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo classico statale di Vercelli


PRESIDENTE

Nel frattempo, colgo l'occasione di salutare i docenti e gli allievi del Liceo classico di Vercelli, in visita al Consiglio regionale, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle osservazioni dei Consiglieri Burzi, Vignale e Casoni in merito all'inopportunità di calendarizzare conferenze stampa a Palazzo Lascaris contemporaneamente alla svolgimento dei lavori del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda le osservazioni dei Consiglieri, ritengo doveroso il rispetto delle regole. Ci sono delle norme per cui non è previsto che non si tengano conferenze stampa in concomitanza con la seduta del Consiglio regionale. Quindi, la Conferenza stampa è stata indebitamente convocata alle 12.30 ed inizierà pertanto alle ore 13, in conformità con il termine dei lavori consiliari.
Possiamo anche anticiparla un po', ma non è immaginabile che una Conferenza stampa si tenga contestualmente ai lavori del Consiglio. Quindi non inizierà; tutti i Consiglieri che lo desidereranno, avranno la possibilità di partecipare ai lavori che non inizieranno fintanto che il Consiglio è convocato nella seduta ordinaria.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Comuni

Proseguimento esame disegno di legge n. 344 inerente a "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 344, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Aveva chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Riprendiamo l'iter di questa nuova legge sulla sicurezza circa cinque mesi dalla sua prima entrata in aula. Questi cinque mesi sono stati importanti, e mai come oggi la discussione su questa legge è attuale ed appropriata, visto tutto quello che sta succedendo nel nostro Paese.
Il primo dato che mi pare giusto sottolineare all'inizio di una discussione generale su un tema così importante, come quello relativo alla sicurezza, è che la Regione Piemonte - lo ricordo a tutti, innanzitutto a noi - una legge sulla sicurezza già ce l'ha.
La Regione Piemonte, nel marzo 2004, ha votato la legge n. 6, che andava a coprire proprio una carenza su questo tema.
Quella legge, grazie all'intelligenza e alla volontà del Presidente Ghigo e della maggioranza di allora, è stata finanziata per un solo anno (2004-2005), ma dobbiamo essere consci che ha riscosso un successo senza precedenti: sono state presentate più di 335 domande, da parte di Comuni o di Associazioni, per poter usufruire dei fondi sulla sicurezza; di queste ben 128 domande hanno ottenuto l'approvazione e quindi il finanziamento con un esborso, da parte della Regione Piemonte, di oltre quattro milioni di euro, per progetti che nell'arco di questi anni si sono realizzati.
Il primo dato, quindi, è che una legge sulla sicurezza il Piemonte ce l'ha dal 2004, ed è stata finanziata nell'anno 2004-2005. Oggi, semmai, ci dovremmo chiedere come mai si vuole cambiare quella legge.
Il secondo dato importante su cui riflettere è che per "colpa" qualcuno potrà dire per "merito" - di questa Giunta, di questa maggioranza e della Presidente Bresso, la legge sulla sicurezza negli anni 2006 e 2007 non è più stata finanziata, creando un vuoto importante su tutto il territorio piemontese.
In questi anni, in cui la sicurezza è al primo posto nella classifica dei problemi degli italiani, la Giunta Bresso, pur avendo una legge sulla sicurezza vigente, che ha dato i risultati che prima ricordavo, non ha più previsto finanziamenti in tal senso, benché l'opposizione lo richiedesse a gran voce. Ha negato a centinaia di Comuni che avrebbero ripresentato progetti e richiesto finanziamenti la possibilità di usufruire di tali finanziamenti per aumentare i livelli di sicurezza nei propri Comuni.
Allora, perché cambiare? Perché "uscire" da una legge che c'è e che ha dimostrato di funzionare? Perché questo affronto al Piemonte, non finanziando, per oltre due anni, una legge esistente su un tema così importante? Perché, evidentemente, questa maggioranza e questa Giunta hanno tentato, in questi trenta mesi, di abbattere e di distruggere tutto il supporto normativo più significativo del centrodestra - le cosiddette "leggi bandiera" (non ci riferiamo soltanto alla legge sulla sicurezza, ma a tanta altra normativa emanata dal centrodestra) - per modificarlo secondo una sensibilità che non riteniamo esatta.
E per attuare l'opera demolitrice di ciò c'era già e che funzionava, si impiegano, su una legge come la sicurezza, oltre trenta mesi! Trenta mesi per arrivare in aula su un tema come la sicurezza. Si impiega, cioè, metà legislatura senza riuscire a portare in aula una normativa su un tema così importante.
Qui non stiamo parlando di funghi ipogei o di allevamenti di api, ma di un tema emblematico per gli italiani: la sicurezza. Trenta mesi di inattività, di mancati finanziamenti, di stop alla sicurezza! Questo a dimostrazione di una sensibilità, su questo tema, che non esiste da parte di questa Giunta e di questa maggioranza.
Vedremo lo svolgimento di questa legge in Aula, oggi e nei giorni seguenti. Vedremo cosa accadrà a questa legge, che pure è peggiorativa rispetto a quella del centrodestra; vedremo se avrà un cammino facile o difficile.
Distruggere le leggi bandiera del centrodestra e non prendersi a cuore un tema fondamentale come quello della sicurezza costituiscono il nucleo fondante delle nostre osservazioni pregiudiziali su questa proposta.
Cercheremo di migliorare questa legge con la presentazione di emendamenti che la rendano concreta e pratica, perché nel corso della discussione tanto in Commissione, quanto poi in Aula - lo vedremo in queste ore e nei prossimi giorni - anche i colleghi che hanno seguito poco questa normativa scopriranno quanto sia fumosa, perché se non fosse intervenuto un emendamento dell'ultima ora che ha gettato scompiglio nel centrosinistra stava per essere licenziata dalla Commissione come pura legge di prevenzione e di informazione, senza nessun contenuto concreto.
I Comuni, le Associazioni e coloro che hanno aderito alla legge n. 6 del 2004 vogliono concretezza; vogliono strumenti veri per aumentare la sicurezza; vogliono poter comprare tecnologia per controllare i territori vogliono stipulare convenzioni per poter gestire meglio i territori vogliono illuminazione per poter rendere più chiara e più limpida la difesa del territorio. Non vogliono informazioni, manuali e letterature, perch non servano a niente, caro Assessore.
Noi presenteremo emendamenti per limitare la carta, perché voi siete grandi produttori di carta! Grandi produttori di parole! Noi vogliamo che questi fondi - pochi, caro Assessore, perché siamo fermi da due anni - tengano conto che nel 2006 e nel 2007 non vi è stato alcun stanziamento.
Dovete moltiplicare questi fondi, recuperando gli anni perduti e indirizzandoli verso azioni concrete di controllo del territorio.
Non intendo ancora entrare nel merito della normativa, perché molti sono gli emendamenti che il Gruppo di Alleanza Nazionale ha presentato su questo disegno di legge, perché per noi è un provvedimento fondamentale.
Non comprendiamo - e lo ripetiamo - il motivo per cui si voglia modificare il passato; un passato che ha funzionato e che funziona. Lo capiamo soltanto per l'uso strumentale che voi fate della politica e delle leggi: cancellare il centrodestra e tutto ciò che ha fatto di buono con una legge sulla sicurezza, per sostituirla con una nuova e poter dire "anche noi ci siamo interessati a questo tema".
Ma se non accetterete i nostri emendamenti, come mi pare di aver capito dall'intervento dell'Assessore, la vostra rimarrà una legge vuota, perch non avrà concretezza e non riscuoterà l'interesse che invece la sicurezza deve riscuotere in questi mesi e in questi anni anche sul territorio piemontese.
Per questi motivi, noi lavoreremo con la volontà di contribuire a migliorare questo disegno di legge, a cui tutto il centrodestra - il Gruppo di Alleanza Nazionale, in particolare, fa della sicurezza uno dei momenti essenziali della propria battaglia politica - attribuisce grande importanza.
Assessore, non si chiuda nella difesa di un disegno di legge che merita di essere pesantemente emendato, perché senza emendamenti e senza miglioramenti il fallimento sarà certo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Tenterò di stare nei dieci minuti per dare modo anche ai colleghi che vogliono intervenire questa mattina di farlo prima della chiusura dei lavori.
Oggi siamo di fronte ad una tematica molto interessante, molto particolare, molto difficile visti anche i tempi che stiamo attraversando.
Tempi che la carta stampata e i media ci ricordano spesso. Non so se sia casuale o meno l'uscita oggi su La Stampa dei dati sulla sicurezza inerenti a Torino. Diciamo che è un'uscita tempestiva, coincidente con l'inizio della discussione della legge. Sono dati che vediamo rimbalzare spesso, non ci stupiscono: ogni anno escono, dall'Osservatorio della pubblica sicurezza e dalla Questura, dati sulla criminalità a Torino. Dati che hanno dei picchi: in qualche anno ne hanno meno che in altri, a volte coinvolgono più i furti negli alloggi, altre le truffe verso gli anziani, a volte gli scippi, a volte episodi di piccola e grande criminalità. Non ci stupiamo.
Ci stupiamo, al limite, di altre tendenze, quelle di amministratori pubblici, di amministratori locali, di Consiglieri che, a volte dimenticano un po' il loro ruolo per entrare in un ruolo diverso. Non è quello di fare leggi, non è quello di amministrare un territorio, bensì quello, secondo alcuni, di cavalcare dei momenti, delle tigri, dei malumori, dei malcontenti, dei disagi effettivi che in realtà vi sono. Noi crediamo che non sia questa la risposta giusta.
In tempi di questo tipo, più che mai, gli amministratori devono fare il loro lavoro, che è quello di amministrare e i politici devono fare il loro che è quello di osservare, guardare, conoscere la realtà e proporre soluzioni che non sono quelle gridate da piazze arrabbiate, adirate, a volte male informate; che non sono quelle di strumentalizzazioni in corso che non sono quelle dovute a ricette facili, che magari risolvono tutto per qualche minuto e poi propongono i problemi in maniera amplificata qualche ora dopo a seguire.
Il problema è che quegli amministratori e quei politici devono avere questa dimensione prima di muoversi su un argomento come questo, devono avere un contatto con la realtà, devono dare delle soluzioni che tengano conto anche di una storia che questo Paese ha avuto e che l'Europa stessa ha in questi giorni. Durante l'Ottocento era classico punire, a volte si buttavano via le chiavi delle celle tentando di risolvere il problema.
Alcuni Paesi europei stanno facendo la stessa cosa, alcune grandi capitali europee stanno isolando, stanno marginalizzando: prendono il disagio e lo buttano nelle periferie. Ricordo una città per tutte: Parigi.
Il problema della criminalità si è risolto così: si sono chiuse le periferie, si sono messi i senza tetto in periferia e il problema, secondo alcuni, è risolto. Ma non credo sia questa la soluzione. Quel tipo di risposta crea delle tensioni che crescono, che aumentano, creano una differenza, creano un disagio, creano una marginalità che, non avendo risposta, andrà sempre più a scontrarsi con un mondo scintillante di belle vetrine, a cui corrisponde un mondo di grande disagio, di marginalizzazione totale delle periferie.
Sul lungo periodo - mi rivolgo ai politici e agli amministratori delle soluzioni facili - cosa produrrà questo? Se noi imitassimo questo modello come la tentazione attuale che molti amministratori hanno, i famosi sindaci sceriffi - oppure alcuni estemporanei annunci di piazza pulita, di ripulisti, se noi imitassimo quelle vie, secondo voi, quale sarà il quadro che avremo di fronte tra qualche anno? Un'eliminazione del problema? Una soluzione assoluta o un peggioramento? Oppure uno spostamento del problema che, prima o poi, scoppierà a nostre mani con una violenza inaudita fino a creare dei disagi nei disagi e delle risposte che saranno ancora più violente da parte dello Stato? Oppure, a quel punto, saranno di mediazione? Non credo. Ecco, allora, che più che mai occorre tener d'occhio questi aspetti del nostro agire, e credo anche le competenze che abbiamo.
La Regione ha delle competenze che non sono quelle che ha uno Stato, o quelle che ha un Comune o altri enti pubblici. La Regione ha delle competenze che sono quelle che la legge bene elenca, che la legge che oggi andiamo a discutere ben rappresenta. In passato, è vero, la Regione si occupava di questa materia, ma in un modo che, per fortuna, segnava una differenza. Intervenire sulla sicurezza non credo voglia dire armare di più i vigili urbani, non credo che voglia dire creare dei corpi di polizia giudiziaria in seno alla polizia municipale, non credo voglia dire creare tanti sceriffi nei quartieri e, tanto meno, creare motociclisti armati che risolvono loro i problemi.
Credo che possa essere una soluzione - questo sì, credo possa essere una soluzione - ammodernare la tecnologia di coloro che operano sul territorio e garantire loro una sicurezza perché sono operatori sempre in barricata, sempre in trincea, sempre in difficoltà.
Non possiamo limitarci, come in passato si è tentato di fare, a risolvere il problema armando o creando corpi di parapolizia, che si aggiunge alla tanta polizia che questo Paese ha. Ricordo che ogni Ministero ha il suo organo di polizia, non è un mistero. Se noi affianchiamo alle polizie già presenti altre polizie, credo che non solo non risolveremo il problema, ma lo peggioreremo. Non affronteremo la realtà, ma la negheremo la dimenticheremo, la occulteremo.
Ecco allora che occorre tener d'occhio, nel nostro percorso, oltre ai due fattori che ho elencato prima e quest'ultimo, anche un quarto fattore che è quello di percorsi sperimentali che in tanti territori sono già stati avviati da amministratori coraggiosi che, in controtendenza, anche rischiando di non avere più voti alla tornata successiva sull'immediato hanno provato ad attuare un percorso di mediazione culturale, un percorso di avvicinamento all'area di disagio, un percorso di inclusione verso quei settori che possono, con il tempo, diventare settori di microcriminalità di disagio quotidiano nei confronti dei cittadini, di malessere. Percorso che, in qualche modo, con il tempo, ha dato risultati.
Quando pubblichiamo i dati della criminalità e dello stato di malattia della nostra società, sarebbe interessante, oltre a vedere le cause - cose di cui a volte ci dimentichiamo - anche vedere i risultati di quelle azioni parallele che alcuni hanno tentato in questi anni, e che hanno portato dei miglioramenti effettivi senza, al contempo, armare nessuno, senza chiedere norme più repressive, ma arrivando, finalmente, a cercare le radici di quel male, e provare a mettervi rimedio costruendo percorsi sociali alternativi costruendo percorsi, cosa quasi impossibile di questi tempi, sembra.
Costruendo delle possibilità, un dialogo, comprendendo e tentando di intervenire in questo modo.
Non dico che questa soluzione sia la bacchetta magica, altrimenti sarei un demagoga e io non voglio esserlo in questa circostanza, come in altre.
La legge che oggi andiamo a discutere è un atto di coraggio e anche in controtendenza. Sarebbe più facile per l'Assessore, e per quest'Assemblea dare risposte di ben altro tipo, che sono quelle capite ancora meglio da chi, a volte, legge con troppa facilità dei dati e non arriva ad analizzarli perché, purtroppo, non gli viene data la possibilità; perch purtroppo, si viene tenuti all'oscuro; perché, purtroppo, non c'è mai un dibattito serio su questa materia, lasciando da parte risposte semplicistiche e forvianti. Con coraggio, oggi se ne propongono altre.
Si propone una direttrice che, con coraggio, pone in essere un modello che qualcuno, con altrettanto coraggio, ha già sondato, che si tenta oggi di ufficializzare, di aiutare, di supportare per arrivare ai risultati che siano quelli che noi vorremmo, al di là delle soluzioni repressive che non portano tanto lontano.
Ricordo che, accanto alla polizia municipale iperarmata, e anche non del tutto contenta di questo ruolo, perché la espone in una situazione che non è la sua, abbiamo un corpo di polizia chiamato di prossimità, che fa un lavoro - parlo di Torino, non so come sia da altre parti - delicato mirato, preciso ed efficace, pur essendo quattro gatti (almeno a Torino sono quattro gatti). Non vanno in giro armati in senso letterale, ma armati di pazienza e di dialogo.
Vi assicuro che in alcuni quartieri queste forze di polizia - che hanno altrettanto coraggio tanto quanto quello di coloro che mettono in piedi queste azioni - hanno ottenuto risultati tramite risposte, tramite interventi, tramite il dialogo. A volte anche loro si fermano, perché sarei un demagogo se dicessi che risolvono tutto, ma aiutano e non poco. Aiutano la convivenza; aiutano quei percorsi di civiltà che bene l'Assessore prima elencava; aiutano quei percorsi di comprensione del vivere quotidiano e aiutano la gente ad attivare dei percorsi di convivenza, di intrusione e non di espulsione dei problemi.
Ricordo che, con l'espulsione dei problemi, non si arriva mai a nulla se non a ritardare delle esplosioni che prima o poi giungono, quelle sì, ad un tentativo piuttosto bizzarro, piuttosto assurdo di nascondere la testa nella sabbia o, peggio, nasconderla con facili risposte, che nulla danno se non voti immediati e niente più.
Assessore, noi non possiamo che dare il pieno appoggio alla sua proposta, sperando che arrivi al più presto proprio per evitare quel vuoto e dare una soluzione che la porteranno verso l'efficacia.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Con l'intervento del Consigliere Bossuto sono terminati i lavori della seduta di questa mattina.
La seduta pomeridiana inizierà alle 14.30. Informo i colleghi interessati che in Sala Viglione alle ore 13 inizierà la Conferenza stampa su "Piemontesi nel mondo".
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.56)



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