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Dettaglio seduta n.257 del 30/10/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso e Gariglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta da parte del Consigliere Ghiglia di una comunicazione della Giunta regionale in merito a quanto pubblicato sul quotidiano La Stampa del 19 ottobre 2007 sui pesanti ritardi registrati all'ospedale torinese Sant'Anna nella sepoltura dei feti abortivi Richiesta da parte della Consigliera Cotto di una comunicazione della Giunta regionale in merito a notizie secondo cui molte donne sono costrette a partorire in corsia presso l'ospedale torinese Sant'Anna


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ghiglia, che ha pertanto facoltà di intervenire.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Anche dopo lo svolgimento delle interrogazioni ed interpellanze, perch è tanto tempo che non se ne fa più, vorrei chiedere all'Assessore Artesio se ha delle novità rispetto alla questione "Feti Sant'Anna".
La settimana scorsa è scoppiata questa situazione ed eravamo rimasti intesi che, quando ci fossero state delle novità, saremmo stati aggiornati.
So che c'è stata un'informativa da parte del Comune di Torino, che ieri mi è stata data, che però riguarda la parte comunale delle farmacie; però non si sa nulla rispetto all'indagine interna che - presumo - si è svolta al Sant'Anna.
Quindi, vorrei sapere dall'Assessore se ci sono delle novità, anche nel corso della giornata; però volevo porre la questione, perché adesso dovrebbe avere il suo tempo per capire cosa è successo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Pensavo che le osservazioni sull'ordine dei lavori si facessero dopo lo svolgimento delle interrogazioni ed interpellanze, ma poiché li abbiamo anticipate, intervengo. Anch'io avrei bisogno di sapere dall'Assessore Artesio se corrisponde al vero che presso l'ospedale Sant'Anna molte donne sono costrette a partorire in corsia e, di conseguenza, il bambino non viene lasciato con la mamma per ovvi motivi d'igiene e di sicurezza.
successo a qualche giovane donna che me lo ha riferito; mi è stato assicurato che non è una novità. Difatti, tramite i miei scarsi canali perché essendo astigiana ho poche conoscenze su Torino, ho saputo che succede abitualmente.
Questo è chiaramente un fatto grave e stupisce che i giornali non ne parlino. Quindi, credo che nel pomeriggio o la prossima settimana sarebbe opportuno avere un'informazione dettagliata. Grazie.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste d'intervento sull'ordine dei lavori. Il Consigliere Leo ci fa sapere che si associa alle richieste del Consigliere Ghiglia.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazione della Giunta regionale relativamente ai ritardi registrati all'ospedale torinese Sant'Anna nella sepoltura dei feti abortivi


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio per una comunicazione sulla questione della ritardata sepoltura dei feti abortivi.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità

Accolgo la richiesta di approfondimenti della Consigliera Cotto.
Chiederei la cortesia di potere rispondere la prossima settimana e quindi da oggi accerterò la dimensione del tema che è stato segnalato.
Invece, per quello che riguarda la richiesta avanzata dal Consigliere Ghiglia, come avevo anticipato in Commissione, avevo provveduto, oltre che ad acquisire delle informazioni attraverso un colloquio, anche a richiedere una relazione da parte della Direzione sanitaria.
Faccio riferimento alla relazione pervenuta dalla Direzione sanitaria Presidio Sant'Anna.
La normativa di riferimento è il Regolamento di polizia mortuaria.
Dalla norma si evince che i prodotti abortivi inferiori alla ventesima settimana sono normati come esiti sanitari. Il termine esatto è: rifiuti sanitari pericolosi.
I prodotti abortivi tra la ventesima e la ventottesima settimana devono essere inumati o cremati a carico dell'ospedale, eccetto che le famiglie ne facciano esplicita richiesta ai fini di procedere personalmente e a proprie spese alla sepoltura o alla cremazione.
Nella fattispecie riportata dagli articoli della stampa, le famiglie che sono state interessate dalla mancata sepoltura non avevano espresso l'intenzione di provvedere autonomamente. Pertanto, trattavasi di incombenza a carico dell'ospedale.
Invece i prodotti abortivi oltre la ventottesima settimana devono essere seppelliti o cremati a cura della famiglia.
Uso la terminologia del Regolamento di Polizia Mortuaria e delle legislazioni nazionali in vigenza.
La mancata sepoltura - parliamo di situazioni che riguardano parti coinvolgenti condizioni tra la ventesima e la ventottesima settimana - o il ritardo della sepoltura è da attribuirsi alla verifica degli aspetti amministrativi conseguenti alle nuove disposizioni fornite in agosto dall'Azienda Farmacie Comunali di Torino, Servizi Cimiteriali, con particolare riferimento agli aspetti economici.
Dal mese di aprile presumibilmente, ma normandolo con circolari esterne dal mese di agosto, il Comune di Torino ha trasferito la competenza prima svolta direttamente sui servizi cimiteriali all'Azienda Comunale. Ad agosto l'Azienda Comunale ha provveduto ad emanare esternamente delle informative riguardanti gli aspetti economici.
La deliberazione comunale che definisce le tariffe del trasporto e della sepoltura è del 2001, ma fino alla fine dell'anno corrente, vale a dire fino alla fine di agosto, non era mai stato richiesto alcun pagamento alle aziende ospedaliere.
La Direzione sanitaria di presidio quindi aveva provveduto a valutare la questione relativa al nuovo onere che veniva avanzato nei confronti dell'Azienda Regina Margherita, nonché a valutare se la funzione, che è composta di due atti (quello del trasporto e quello della sepoltura) potesse essere scorporata, nel senso che, poiché alla sepoltura non può che provvedere l'Amministrazione comunale, sia pure attraverso agenzie, al trasporto si poteva provvedere in maniera diretta. E l'eventuale provvedimento in maniera diretta avrebbe potuto essere regolato da gare di trasporto dirette esplicitamente dall'Azienda sanitaria, eventualmente a prezzi concorrenti su quelli definiti dal tariffario.
Questa è la ragione per la quale ci si è trovati di fronte ad un onere da corrispondere non preventivato, nella valutazione da parte della Direzione Sanitaria, di poter esercitare la funzione in maniera diversa da quanto richiesto dall'Azienda Farmacie Comunali.
Ciononostante, il tempo intercorso dalla circolare di agosto all'episodio richiamato dal giornale, che era il 18 ottobre, è un tempo come contestato direttamente all'Azienda - troppo lungo rispetto alla sensibilità della famiglia, che si è vista costretta a questa latenza non comprensibile per motivazioni burocratiche da parte di chi è direttamente coinvolto.
In data 16 ottobre, comunque la Direzione Sanitaria di presidio aveva provveduto a disporre urgentemente l'attivazione delle sepolture con il meccanismo indicato dall'Azienda Farmacie Comunali, nelle more dei chiarimenti degli aspetti amministrativi.
In data 17 ottobre gli Ispettori dei NAS, a seguito di esposto (quello della signora interessata, che ha rilasciato anche intervista ai giornali) hanno effettuato un sopralluogo e non hanno rilevato alcun'irregolarità nelle procedure di mantenimento (questo, evidentemente, riguarda la correttezza del funzionamento della fase di conservazione, ma non parla del tempo intercorso).
In data 18 ottobre è stato comunicato che i trasporti sarebbero ripresi con due servizi settimanali straordinari fino al completamento di tutte le situazioni giacenti presso la struttura.
Quindi dal 22 ottobre sono iniziate le sepolture per procedere a normare la preesistente situazione di latenza e poi per continuare in maniera regolare rispetto all'andamento "regolare", per quanto quest'attributo si possa riferire a dei decessi, rispetto all'andamento regolare sulle situazioni di interruzione tra la ventesima e la ventottesima settimana.
Questo è il quadro di quanto è avvenuto. La questione ha portato alla luce una relazione tra l'attività dell'Amministrazione comunale e le Aziende Ospedaliere che non era normata, sulla quale, non appena conclusa questa fase che ha caratteristiche di eccezionalità, provvederemo a definire una norma.
Al momento, il servizio viene realizzato con l'indicazione dell'Azienda Farmacie Comunali e con il relativo tariffario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Artesio.
Il Consigliere Segretario Ghiglia, chiede d'intervenire in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Chiederei innanzitutto una copia della relazione dell'Assessore.
Assessore, rilevo sinceramente che manca un passaggio in quello che lei ha esposto: come mai sono passati due mesi e mezzo? È stata necessaria cioè, l'ispezione dei NAS per sbloccare la situazione; questo è indecente.
Ci deve essere un responsabile - in ogni struttura c'è un responsabile che deve essere individuato e sanzionato nei modi che la Pubblica Amministrazione consente.
La ringrazio per la puntualità dell'informativa, però non possiamo dimenticarci che sono passati due mesi e mezzo. Tra l'altro, fra Amministrazioni Pubbliche - poiché a quanto mi è stato riferito dal Comune di Torino nessuno aveva minacciato di bloccare il servizio ma, ad esempio in caso di famiglie incipienti (non sarà stato il caso della denuncia) il Comune se n'é sempre fatto carico direttamente e gratuitamente - non si capisce il motivo per cui ci sia stato due mesi e mezzo di blocco.
Ciò che vogliamo sapere, Assessore Artesio, è di chi è la colpa, se avete individuato un responsabile, se c'è un'indagine amministrativa interna, e se non c'è stata, perché non la fate. Non si può dire che non sia colpa di nessuno, o del destino. Perché se non intervenivano i NAS, i prodotti abortivi - lei ha usato un linguaggio tecnico-giuridico, perch conosco la sua sensibilità e la ringrazio per averlo sottolineato, ma non ne dubitavo - sarebbero rimasti ancora lì. È questo il passaggio che manca.
Ho capito la risposta, però questa non riempie né le responsabilità n il motivo per cui, per due mesi e mezzo, si sia creata questa situazione tanto da farla esplodere.
Quello che vorrei sapere, Assessore, è cosa succede adesso. c'è una Commissione di indagine al Sant'Anna? Il Direttore generale e il Direttore sanitario l'hanno promossa? Andiamo a capire di chi è la colpa o, visto che adesso la situazione si sta normalizzando, la finiamo lì? Secondo me dobbiamo andare a capire di chi è la responsabilità. Questo le chiedo. E vorrei sapere se lei ha intenzione di farlo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ghiglia.
Ricordo che in base all'articolo 61, il tempo a disposizione è di due minuti. Confido nella proverbiale sinteticità del collega Leo, che ha chiesto di intervenire.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Ringrazio, altresì, l'Assessore Artesio per le informazioni che ha reso.
Vorrei solo rammentare che avevo presentato, insieme ad altri colleghi una mozione sulla materia nel mese di febbraio. Mi appello, dunque, alla cortesia del Presidente del Consiglio affinché sia recuperata tale mozione e abbinata all'argomento, quando si deciderà di affrontarlo. Collega Lepri lo dico in maniera assolutamente pacata e rispettosa, conoscendo la sua sensibilità: volevo quindi far presente che avevo presentato una mozione a suo tempo, che non è assolutamente ostativa. Lo dico con rispetto, sapendo che l'argomento incontra anche la vostra sensibilità.
Grazie, Assessore Artesio. Mi associo a quanto ha detto il collega Ghiglia, sperando che l'argomento possa interessare anche la maggioranza del Consiglio.



PRESIDENTE

Non mi pare che l'Assessore voglia replicare o fornire ulteriori informazioni.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione n. 1454 del Consigliere Toselli inerente a "Chiusura della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano" Interrogazione n. 1614 del Consigliere Guida inerente a "Possibile chiusura della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano"(rinvio)


PRESIDENTE

In assenza degli interroganti, posticipo la risposta dell'Assessore.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 998 dei Consiglieri Burzi, Cotto e Ferrero, inerente a "Ticket trasporti ai dipendenti regionali"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 998, presentata dai Consiglieri Burzi, Cotto e Ferrero.
Risponde l'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Avevo avuto già modo di affermare, in una breve e sintetica considerazione scritta inviata alla Presidenza del Consiglio, che quest'iniziativa sollecitava un tema interessante, sul quale si poteva avviare un lavoro che dovrebbe, a mio avviso, tener conto di due questioni.
La prima è che l'intervento in favore dei dipendenti regionali sul costo del trasporto che gli stessi sostengono per recarsi alla sede di lavoro non credo che possa essere fatto gravare - questa era la questione fondamentale da dirimere - sul budget che l'Assessorato ai trasporti destina a finanziare il trasporto pubblico locale. Perché la finalizzazione dei fondi che l'Assessorato ai trasporti mette ogni anno a bilancio per alimentare il trasporto pubblico locale è collegata al funzionamento dei servizi e non all'intervento a beneficio di questa o di quella fascia di utenza, con le uniche eccezioni dei soggetti diversamente abili e del complesso delle Forze dell'Ordine, che però restituiscono al sistema, per quelle agevolazioni, un servizio.
Vorrei ricordare, infatti, che le Forze dell'Ordine accedono liberamente al sistema del trasporto pubblico locale perché, in cambio forniscono un servizio di sorveglianza che, in qualche misura, restituisce sicurezza all'utenza e al sistema nel suo complesso.
Pertanto, sarebbe improprio che noi trasferissimo delle risorse del budget dei trasporti per sostenere una fascia di utenza che sicuramente è molto rispettabile, alla quale si deve riservare molta attenzione, ma che non è diversa dai lavoratori pubblici e privati di tutto il Piemonte.
Per quanto ci riguarda, abbiamo suggerito a suo tempo che la tematica fosse affrontata d'intesa con le organizzazioni sindacali nell'ambito di quello che peraltro è un meccanismo che gli stessi interpellanti richiamano a proposito dei buoni pasto, che è un meccanismo contrattualizzato nell'ambito del rapporto di lavoro. Quindi, nulla osta a che si possa trovare una soluzione di questo genere.
Però, mi permetto di sottolineare - è una novità delle ultime settimane che, anche su sollecitazione delle Regioni, e in modo particolare, mi permetto di dire, della Regione Piemonte - il testo della Finanziaria oggi approvata dal Governo - naturalmente, si tratterà di vedere come si concluderà l'iter in sede parlamentare - qualora fosse confermato così com'è ora, all'articolo 6 della parte che riguarda il TPL, il comma 7 prevede la detraibilità fiscale delle spese sostenute dai pendolari per il viaggio al luogo di lavoro.
Questa misura mi parrebbe dare a questo tipo di problema, non solo per i lavoratori della Regione Piemonte, ma in genere per gli utenti del trasporto pubblico locale, una risposta - mi permetto di dire - in gran parte risolutiva del problema che, per quanto riguarda il segmento specifico dei dipendenti regionali, si pensava di poter risolvere con un'iniziativa che continuo a considerare lodevole. Peraltro, nel Piano della mobilità sostenibile che siamo pronti a licenziare, è prevista l'istituzione anche della figura del mobility manager dell'Amministrazione regionale, proprio per le questioni (ma non solo) che riguardano gli spostamenti dei dipendenti nelle varie sedi che, come sappiamo, sono molteplici.
Mi pare, però, che questa misura prevista in Finanziaria, qualora venisse confermata definitivamente, darebbe una risposta sufficientemente robusta a tale problema, consentendo ai pendolari di recuperare una parte significativa delle loro spese in forma di detraibilità fiscale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Direi che, a caldo, ho almeno quattro motivi di insoddisfazione, anche perché non so quante ore ho per rispondere. Credo che in cinque minuti quattro motivi siano più che sufficienti. Parto dal primo: l'abbiamo firmata il 19 settembre 2006; non trovo eccellente il risultato di una Giunta che risponde su un tema circa 13 mesi dopo, ma il fatto che io non lo trovi eccellente, non vorrei che qualcuno lo giudicasse...
(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Burzi.
Assessore Deorsola, per cortesia!



BURZI Angelo

A me l'Assessore Deorsola non disturba.



PRESIDENTE

Mi perdoni: mi riferisco specialmente ai collaboratori. I capannelli non sono assolutamente ammessi: abbiate pazienza! Collega Motta, la ringrazio.
Prego, Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

L'Assessore Deorsola sta tenendo in conto di alcuni piccoli rivolgimenti che in sede nazionale si stanno svolgendo, e quindi a noi interessa che stia lavorando, perché siamo sicuri che darà a tutti noi informazioni importanti sul quadro nazionale che certamente avrà riflessi sul quadro locale.
Come dicevo, tredici mesi per rispondere non lo trovo una splendida efficienza, ma questo rientra nell'ambito della gestione che questa Giunta ha dei rapporti con il Consiglio, non casualmente affidati al brillante Assessore Deorsola (e questo è il primo).
Nel merito, mi sembra che l'Assessore Borioli, nella risposta che ho seguito con una certa attenzione, forse anche per una provenienza alessandrina che fa sì che alcuni esponenti della Provincia di Alessandria e mi onoro di conoscere, probabilmente, il più eccellente, che non si pu dire, ma questo qualifica il collega Cavallera in maniera univoca - abbiano talora, se richiesta, la capacità di parlare anche per delle mezz'ore senza dire niente.
Cosa non ha detto l'Assessore Borioli, che, tra l'altro, nella prima metà di questa brillante legislatura, è stato anche Assessore al personale? I dipendenti pubblici - in questo caso l'interrogazione si rivolge ai dipendenti regionali perché a noi sembrava logico quando la proponemmo perché non era ancora del tutto chiaro dove questa Giunta avrebbe immaginato di fare il Palazzo unico della Regione - normalmente, certamente quelli regionali, hanno tra le loro caratteristiche nel venire al lavoro di vivere e di lavorare nella zona che, per molti versi, è tra le più inquinate. Manca l'Assessore De Ruggiero, che per lunghe ore ci ha tenuti qui a lacrimare sulle condizioni pessime in termini di polveri e di vivibilità; credo che avesse ragione nel citare il problema, ma non si provvede ad alcun tentativo di risposta.
Torniamo ai dipendenti regionali: come chiunque si sia occupato di rapporti sindacali, certamente l'Assessore Borioli, a suo tempo anche Assessore al personale - comunque membro di più Giunte, non soltanto di questa, anche, se non ricordo male, dell'ultima Giunta della Provincia di Alessandria - sa che fondamentalmente esistono due modalità per la gestione dei rapporti con il personale. Quella che io definisco a "sciacquone", che è quella da lungo tempo suggerita dal centrosinistra e dagli attuali sindacali, in cui si è tutti uguali. In quest'assoluta uguaglianza, dove la parola meritocrazia non esiste neanche nel vocabolario, si dà a tutti un po', non soddisfacendo i molti che dovrebbero avere di più e non consentendo in nessun modo - provare per credere - di "sanzionare" coloro che eventualmente non meritassero.
La forma di retribuzione indiretta che qui sollecitiamo ha due modalità. La prima, quella di disinquinare il centro storico e il centro di Torino. Tra l'altro, trovo abbastanza divertente la polemica odierna sui palazzi della Regione; ma quest'argomento lo affronteremo non appena il centrosinistra avrà deciso che cosa fare sul tema: prevedo che questo avverrà vero il 2011-2012, quindi abbiamo tutto il tempo.
Trovo però abbastanza divertente vedere come, per esempio, oggi, sul tema del parcheggio di Piazza San Carlo, che aveva avuto anche tra i suoi obiettivi il disinquinamento - ed è un'infrastruttura, non di pertinenza dell'Assessore Borioli, ma pur importante per le Giunte che a ciò si sono affaccendate - non si constati che rispetto a tutte quelle polemiche di allora alcuni hanno avuto torto, come quelli che parlavano di piazza deturpata, di piazza rubata ai cittadini. Probabilmente, oggi, bisognerebbe riproporlo.
Nel frattempo, non avendo il Sindaco Chiamparino fatto l'unica cosa intelligente che si poteva fare, già che si faceva un buco, farlo un po' più fondo, e quindi fare in modo che oltre al parcheggio a raso, 300 macchine - se qualcuno ha voglia di andarci vede che è già anche utilizzato oggi - si togliessero anche le auto che sono nelle vie limitrofe, sempre affastellate esattamente come burro.
C'è stato un sacco di polemiche, nessun esito, problema di inquinamento assolutamente non affrontato, come pure quello dei trasporti, come pure quello della retribuzione. In proposito, è ben vero che compete in via indiretta ai sindacati proporre, ma - buon Dio! - non avremo per caso l'immagine di un sindacato pubblico che cerca la diversificazione dei propri dipendenti? La diversificazione, se uno ci crede, è uno dei compiti delle Giunte che attorno a quest'elemento potrebbero, forse, ma non sarà certamente il caso della Giunta che noi qui abbiamo inutilmente interpellato, cercare una differenziazione.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1366 dei Consiglieri Manolino, Pizzale, Lepri, Vignale Buquicchio e Nicotra, inerente a "Sicurezza all'Aeroporto 'Sandro Pertini' di Caselle Torinese"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1366, avente come primo firmatario il Consigliere Manolino.
La parola all'Assessore Borioli, per la risposta.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

L'interrogazione tocca un tema importante, rispetto al quale, tuttavia sto attendendo, da SAGAT, di avere a disposizione la documentazione formalmente necessaria per entrare nel merito delle due questioni sollevate (la tematica relativa al personale preposto alla sicurezza dell'aeroporto e lo svolgimento dell'attività di controllo sul bilancio).
Ricordo, da questo punto di vista, che abbiamo in materia di gestione aeroportuale il compito che è circoscritto nell'ambito della nostra partecipazione alla compagine societaria. Credo, tuttavia, che la trasparenza e la correttezza dei rapporti richiedano di poter innescare un più efficace rapporto biunivoco di informazione su tutte le tematiche, tra cui quelle evidenziate dai Consiglieri interroganti.
Ciò che ad oggi ha reso ancora impossibile avere una documentazione di dettaglio sulle tematiche sollevate è collegato al fatto che - come credo sia noto - i vertici di SAGAT sono stati rinnovati recentemente, quindi questo ha reso più complicata la restituzione di una risposta puntuale, che ho sollecitato anche nei giorni scorsi.
Non appena ne disporrò, o in questa sede o in sede di Commissione potrò riferire compiutamente sulla tematica che mi è stata proposta e rispetto alla quale, ovviamente, condivido la rilevanza degli argomenti portati.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione n. 1454 del Consigliere Toselli, inerente a "Chiusura della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano" Interrogazione n. 1614 del Consigliere Guida, inerente a "Possibile chiusura della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare congiuntamente l'interrogazione n. 1454 del Consigliere Toselli e l'interrogazione n. 1614 del Consigliere Guida.
La parola all'Assessore Caracciolo, per la risposta.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Grazie, Presidente.
In merito alle interrogazioni di cui all'oggetto, si precisa che la materia in questione non è di competenza della Regione, trattandosi infatti di decisione demandata alla competenza dello Stato, e segnatamente al Ministero della Difesa.
Ci siamo peraltro attivati, dietro suggerimento della Prefettura di Torino, presso le autorità regionali competenti in materia dell'Arma dei Carabinieri, ricevendo tuttavia risposte non ancora certe circa iniziative di razionalizzazione del settore.
Abbiamo appreso, inoltre, da notizie giornalistiche, che il Presidente della Provincia di Cuneo avrebbe a sua volta avuto contatti a livello romano, per affrontare il problema relativo alle ipotesi di chiusura della "Scuola Allievi Carabinieri" di Fossano.
Ci risulta che da tali incontri non siano emerse soluzioni nuove e a breve termine.
Lunedì 29 (ieri) ho avuto un colloquio telefonico con il Sindaco di Fossano, il dottor Balocco, il quale mi ha confermato che durante la chiusura del corso di addestramento degli Allievi Carabinieri, avvenuta qualche giorno fa, il Colonnello dei Carabinieri Dattuomo, responsabile del settore, ha affermato che la "Scuola Allievi Carabinieri" sarebbe stata salvata - testuali parole - continuando a svolgere, nel futuro, il suo attuale ruolo, probabilmente un pochino ridimensionato.
I giornali locali di oggi, ma anche La Stampa, confermano questa mia ultima affermazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Assessore, lei sa che le voglio bene e che ho anche molta stima di lei però le cose gliele devo dire.
La informo che non l'Assessore regionale, che ha la competenza in materia di sicurezza, e quindi ha un interesse che ritengo dovesse andare oltre la mera pratica burocratica, ma il Presidente della Provincia di Cuneo, l'Onorevole Raffaele Costa - è notizia apparsa su La Stampa di ieri sembra abbia trovato, attraverso gli strumenti propri della politica, la risoluzione del problema.
Mi corregge in questo momento il collega Guida, dicendomi che su La Stampa di oggi vi è la notizia che la "Scuola Allievi Carabinieri" di Fossano è salva.
Assessore, lei non può limitarsi a dire che il problema sottoposto non è di competenza della Regione! Mi sarei aspettato un interesse diverso e non un approccio funzionariale al problema! Capisco, Assessore, perché noi probabilmente fra due anni vinceremo le elezioni, perché il vostro modo di affrontare i problemi è questo attraverso i funzionari, che nelle prime tre righe le fanno dire che il problema non è di competenza regionale.
Io sono qui da dodici anni, Assessore, e pensa che non l'avessi compreso che il problema non era di competenza regionale? Ma lei è Assessore regionale! Se le si sottopone un problema di questa natura ed importanza, mi sarei aspettato, attraverso i rapporti politici con il Governo, che nei suoi colloqui lei avesse, anche solo attraverso una lettera, sottoposto il problema a Roma.
Che lei telefoni al Sindaco o all'Arma dei Carabinieri, bene inteso il rispetto che porto all'Arma, mi sembra una cosa veramente misera! stata presentata un'interrogazione, i funzionari le hanno scritto cinque righe e lei le ha lette di sana pianta in Consiglio regionale. Lo si può fare su tante interrogazioni e interpellanze, ma non su una questione così importante. Qui si è mosso il Presidente della Provincia di Cuneo e tutti i Deputati.
Ditemi voi come farete a vincere le elezioni, anche solo in Provincia di Cuneo, con un approccio di questo tipo ai problemi! Assessore, sulle questioni importanti, dia una spinta in più, non si fermi alle cose banali, alle telefonate! Vada a centrare il problema e a raggiungere l'obiettivo.
So che lei sa farlo ed è per questo che mi permetto di dirle di non sottovalutare problemi del genere, quando le vengono sottoposti!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Caracciolo per un'integrazione.



CARACCIOLO Giovanni, Assessore alla promozione della sicurezza

Consigliere Toselli, questa mattina mi ha veramente sorpreso con la sua sceneggiata degna di altri posti. Lei sa benissimo cosa si intende per competenze. Io non possiedo tutti gli indirizzi che possiede lei di amici e deputati a cui rompere le scatole, dalla mattina alla sera! Se lei intende quello, è ben lungi dall'essere il mio modo di operare.
Mi devo attenere ai miei compiti, e non rientra fra i compiti istituzionali della Regione entrare nel merito di un lavoro di razionalizzazione delle scuole allievi carabinieri. Non rientra nelle nostre competenze. Mi sono impegnato ad attingere alle fonti istituzionali e ho riferito all'Aula.
Se poi lei vincerà le elezioni sono fatti suoi, non miei, ma non deve fare questi discorsi che sanno tanto di show!



PRESIDENTE

Ricordo al Consigliere Toselli, che vuole intervenire, che non si pu intervenire due volte sulla stessa interrogazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
evidente che ci sono delle ottime possibilità che la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano venga "salvata". Inviterei la Giunta a vigilare perché l'Arma dei Carabinieri intende "salvare" la caserma di Fossano, ma chiudere quella di via Cernaia. State attenti, quindi, perché rischiamo lo dico come Consigliere del Piemonte e non soltanto della Provincia di Cuneo - di perdere la scuola allievi carabinieri del capoluogo. Chiedo alla Giunta di verificare nell'ambito della propria competenza istituzionale.
Probabilmente, il Consigliere Toselli si riferiva al fatto che noi rivolgiamo delle interrogazioni alla massima istituzione politica del Piemonte, cioè alla Regione e, nella fattispecie, alla Presidente. È come se io chiedessi, e come abbiamo chiesto più volte, all'Assessore Borioli di riferire su questioni che riguardano il Colle di Tenda. È chiaro che non rientrano direttamente nelle competenze dell'Assessore, ma rientra nel quadro generale dei trasporti e della viabilità.
Chiedo di vigilare sul fatto che non salvare la scuola allievi potrebbe significare la perdita di un'altra istituzione importante (tra l'altro, c'è una mia interrogazione precedente proprio sulla Scuola Allievi Carabinieri di Torino).


Argomento: Zootecnia

Interpellanza n. 1552 del Consigliere Toselli, inerente a "Iniziativa a sostegno dei pastori per i danni derivanti dalla predazione"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1552, sulla quale risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore alla tutela della flora e della fauna

Tenendo conto della situazione di danni da predazione nei confronti delle greggi che pascolano in montagna, che sono continuamente oggetto di attacchi, diretti o indiretti, da parte di animali selvatici l'interrogazione del Consigliere Toselli chiede quali iniziative si intendono attivare a tutela del settore, quali iniziative si intendono avviare per contenere i danni derivati da predazione e per sostenere i pastori nell'adozione di misure di precauzione a difesa del bestiame.
Gli uffici mi hanno preparato una relazione tecnica, ma vorrei rispondere formulando alcune precisazioni.
La prima è che, nei mesi scorsi, c'è stato un lavoro di monitoraggio prima e di confronto poi con gli allevatori che portano le greggi in montagna, e con coloro che gestiscono i programmi di assistenza in questo campo, che fanno riferimento all'Assessorato ai parchi e all'ambiente, con i quali si è cercato di individuare e definire quali erano gli strumenti e le scelte che potevano aiutare a gestire al meglio la situazione che si era venuta a creare.
Nella sostanza, si sono individuati due percorsi oggettivamente gestibili. Per il primo, sono state riviste tutte le pratiche e le normative necessarie alla definizione di riconoscimento di danni qualora il problema emerga. Si è rivista, concordandola con gli interessati, un po' tutta la procedura che ha riconosciuto, oltre al danno diretto, anche una specie di danno biologico indiretto, cioè il danno cagionato alle greggi che sono oggetto di attacco in termini di dispersione e di danni indiretti agli animali. Sotto questo profilo, si è modificato tutto il regolamento di riconoscimento dei danni con soddisfazione da parte degli operatori e degli allevatori che portano gli animali in montagna, come ho avuto occasione, in più incontri, di verificare personalmente.
Con il secondo percorso, si è messo a punto un programma di intervento sperimentale avviato in questi mesi, di cui potremmo verificare la ricaduta nella prossima primavera, verificando l'intervento di questo autunno. Si tratta di un programma di sostegno economico collegato all'attuazione di misure che tutelano i greggi, rendendone compatibile la presenza in montagna con la possibile presenza di selvatici. C'è una serie di misure che vanno dalla recinzione all'adozione di cani, con tutta una serie di precauzioni. Tutte queste precauzioni consentono il calcolo di un punteggio, che dà diritto ai pastori dei greggi di avere fino a 4.000 euro l'anno di contributo per la messa in campo di questo tipo di interventi.
Crediamo che questi interventi possano rendere compatibile la situazione di allevamento in queste aree. Siamo consapevoli che il problema della possibilità di attacchi è, oggettivamente, un problema complesso.
Penso che questo lavoro di confronto, che ha portato alla definizione dei due programmi, debba andare avanti.
Sarà nostra cura, nei prossimi mesi, alla luce del funzionamento di questo quadro di norme messo in campo e di risorse collegate, valutare ulteriori elementi di miglioramento del quadro, per rispondere sempre di più alle giuste esigenze degli allevatori, che sono una ricchezza e un patrimonio per il territorio montano e che vanno sicuramente tutelati e accompagnati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Ringrazio l'Assessore per la risposta e vorrei averla anche in forma scritta, per poterla leggere attentamente.
Se mi permette, Assessore, dopo averla ascoltata con attenzione mi permetto di invitarla a provvedere al pagamento del 100% del danno, cosa che mi pare non avvenga. Probabilmente, se si approccia come ha fatto in senso propositivo alla questione, vorrei che ne conseguisse un atto, che è quello di un pagamento totale del danno subito. Credo che la Regione sia nelle condizioni di procedere in questa direzione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale di Montà (Cuneo)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media Statale di Montà, in provincia di Cuneo, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Si sta svolgendo quello che viene chiamato sindacato ispettivo. Si tratta del periodo di tempo dedicato alle risposte, da parte della Giunta ad interpellanze e interrogazioni che singoli o gruppi di Consiglieri pongono alla Giunta regionale su argomenti diversi.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1643 del Consiglieri Toselli, inerente a "Contributi PAC in caso di superamento quote latte"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 1643, presentata dal Consigliere Toselli.
Risponde l'Assessore Taricco.



TARICCO Giacomino, Assessore all'agricoltura

L'interrogazione del Consigliere Toselli chiede, relativamente ai pagamenti della PAC agli allevatori e relativamente alle compensazioni che per norma sono state approvate dal Governo nazionale, quali siano le iniziative che intende assumere la Giunta regionale, mettendole in campo per evitare che ci sia una penalizzazione per quegli allevatori che si sono comportati correttamente, nel rispetto pieno delle indicazioni delle norme che l'Unione Europea e lo Stato nazionale, recependole, hanno messo in campo.
L'interrogazione è di inizio luglio scorso. In quei giorni (i mandati sono del 30 giugno) si stavano erogando i pagamenti dei premi PAC agli allevatori. Rimanevano sospese sostanzialmente tutte le aziende che potevano essere oggetto di compensazione ai fini della direttiva comunitaria.
Nella sostanza, tutte le aziende agricole che avevano, oltre al credito per il premio PAC nei confronti di AGEA legato alla loro condizione aziendale, cioè che oltre a questo titolo di premio avevano anche un debito legato alla gestione del sistema delle quote latte nei confronti della stessa AGEA, quindi dell'Unione Europea, vedevano sospeso il loro pagamento.
Purtroppo (è notizia di stampa delle settimane scorse) a posteriori ci si è resi conto che prevalentemente la Provincia di Cuneo e, in un caso, la Provincia di Vercelli (90 casi, di cui un caso nella Provincia di Vercelli e tutti gli altri in Provincia di cuneo) hanno, per una serie di vicissitudini (capiremo poi nel dettaglio cosa è successo, perché mi risulta sia stata aperta una verifica giudiziaria sui comportamenti delle strutture delle Province che hanno fatto questi errori) erroneamente indicato per queste aziende, che avrebbero dovuto essere oggetto di compensazione, che le aziende avevano in mano una sospensiva valida agli effetti di legge.
La sospensiva, valida agli effetti di legge, rendeva inapplicabile il prelievo della quota e quindi inapplicabile la compensazione. Alla luce di queste indicazioni, AGEA ha ritenuto non trattenibile la quota oggetto di compensazione ed ha pagato erroneamente la quota PAC di competenza.
Questo chiaramente è stato un errore da parte della Provincia competente, del funzionario che ha operato questo tipo di gestione. Tale errore è stato immediatamente appurato nella sua entità con una nostra verifica e una delegazione che è andata a Roma a verificare. AGEA ha rimesso a posto tutta la questione, quindi non si ripeterà in futuro.
Mi permetto per ora di annotare soltanto ciò che è successo senza esprimere giudizi, in quanto sono in corso verifiche che ci diranno cosa è successo.
Sta di fatto che, allo stato dell'arte, il prelievo che è stato fatto in termini di compensazione per il Piemonte, supera i quattro milioni di euro di compensazioni che sono avvenute. Ritengo di poter dire che (è stato, peraltro, riconosciuto da AGEA e dal Ministero) la Regione si è mossa in assoluta trasparenza e tutela delle aziende che si sono rapportate correttamente nei confronti del quadro di regole del sistema nazionale.
Credo che incidenti come quelli che sono successi quest'anno non possano più succedere, in quanto oggi il sistema è stato messo in condizione tale che una cosa del genere non dovrebbe più poter succedere.
Peraltro, devo dire che il sistema è costruito in modo che c'è la totale trasparenza e tracciabilità degli interventi sul sistema documentale, per cui noi siamo in grado, in qualsiasi momento, di andare a capire se c'è stato un errore e chi l'ha compiuto, in quale luogo e in quale momento quindi il dato è trasparente. Ciò non toglie che l'incidente occorso abbia in ogni modo, creato molto disagio e scontento nel nostro mondo agricolo.
Sulle valutazioni, saranno altri soggetti istituzionali a dover procedere in merito.


Argomento: Comunita' montane - Montagna

Interpellanza n. 1492 del Consigliere Toselli inerente a "Revisione dei criteri per l'individuazione dei territori montani"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 1492, presentata dal Consigliere Toselli.
Risponde l'Assessore Sibille.



SIBILLE Bruna, Assessore allo sviluppo della montagna e foreste

Rispetto all'interpellanza che pone il Consigliere Toselli, c'è un aspetto di carattere normativo. Come noto, il potere di classificazione dei territori montani trova il suo fondamento in un disposto dell'articolo 1 della legge n. 991 del 25 luglio del 1952, "Provvedimenti a favore dei territori montani", che è stato modificata nel 1957 con la legge n. 657. La norma attribuiva allora la potestà alla Commissione Censuaria Centrale, un organo del il Ministero delle Finanze, di definire quali erano i territori montani.
La Commissione censuaria ha provveduto alla delimitazione della montagna legale, a partire dagli anni '50 e fino agli anni '60. La classificazione è avvenuta anche sulla base di parametri che non erano solo legati all'altitudine quali il reddito dominicale, il reddito agrario inferiore ad un certo importo, la classificazione del Comune nel catasto agrario, l'inclusione in Comprensori di bonifica montana e altri ancora.
L'utilizzo di parametri non esclusivamente correlati agli altimetri ha determinato una serie di situazioni non perfettamente omogenee, quale quella evidenziata dal Consigliere interrogante per quanto riguarda il Comune di Busca, ma ve ne sono altre a conoscenza a questo Assessorato.
Come riferito, con l'entrata in vigore della legge 142 dell'8 giugno del 1990, "Ordinamento delle autonomie locali", la normativa preesistente è stata modificata sottraendo la competenza in materia di classificazione dei territori montani alla Commissione Censuaria Centrale senza, peraltro attribuirla né ad altri organi dello Stato, né tanto meno alle Regioni quindi, in questi anni vi è stata una situazione di sostanziale non governo di questa partita.
Il Ministero dell'Interno, più volte interpellato in merito dalla Regione, ha seguito al riguardo un orientamento costante, anche a Costituzione variata, negando alla Regione la facoltà di rivedere l'attuale classificazione.
Che si tratti di una potestà eminentemente statale è confermato, da ultimo, dal contestato articolo 13 della legge finanziaria per l'anno 2008 in via di approvazione al Senato della Repubblica, il cui comma 4 demanda ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie locali, di concerto con i Ministri dell'Interno, dell'Economia e delle Finanze e d'intesa con la Conferenza Unificata, la definizione di criteri generali per l'individuazione dei territori da considerare montani.
Di conseguenza, fino alla revisione dei criteri sinora utilizzati, la montagna ad oggi resta quella fotografata all'epoca dalla Commissione Censuaria Centrale, senza possibilità di modifiche neppure parziali considerato che anche il potere di aggiornamento degli elenchi dei territori montani spettava alla Commissione Censuaria Centrale.
Di fatto, nella ripartizione del fondo della montagna fra le Regioni il Ministero tiene conto della superficie del territorio montano e della popolazione montana che risultano dalla classificazione effettuata sulla base della normativa previgente, disconoscendo apertamente ogni eventuale diversa classificazione regionale.
Analogamente accade per tutte le tipologie di contributi, benefici e agevolazioni statali che vedono la montanità quale carattere legislativamente predeterminato ai fini della loro concessione. Essi sono subordinati pertanto alla classificazione montana operata a suo tempo dalla Commissione Censuaria Centrale, oggi abolita.
Ogni eventuale iniziativa di classificazione o di revisione della classificazione che fosse peraltro operata direttamente dalla Regione Piemonte - e della quale, devo dire, condivido assolutamente l'istanza del Consigliere, perché ho passato al Ministro competente questa problematica al di là di probabili questioni di legittimità, non verrebbe a modificare lo status quo.
La possibilità per la Regione Piemonte di intervenire utilmente sulla classificazione esistente dipenderà, in buona sostanza, in Piemonte e in altre zone d'Italia, da quanto verrà definito a livello nazionale con il decreto prima menzionato, definizione a cui certamente questo Assessorato si adopererà per apportare il suo contributo in sede di Conferenza Unificata (anche in questi giorni vi sono riunioni in tal senso), al fine di ricomporre tutte le attuali e diverse situazioni di disomogeneità che certo, abbiamo ben chiare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

La ringrazio per la risposta che ha voluto fornirmi e la invito Assessore, a star dietro alla questione, anche perché è un po' incomprensibile, soprattutto per chi non si occupa di istituzioni, capire come mai una parte del Paese è inserita a pieno titolo in un territorio montano e, fatto un passo, l'altra parte no. Sono proprio questi i disagi di cui ci dobbiamo preoccupare.
Al di là delle iniziative di comunicazione che spesso vengono fatte anche su questioni di tipo marginale, credo che dobbiamo occuparci della questione attraverso gli strumenti propri della politica. Peraltro Assessore, ho notato con piacere che ha voluto prendere contatto con il Ministero al fine di comprendere proprio con l'organo competente quali strumenti si possono mettere in campo al fine di addivenire ad un più complessivo riordino dei territori e quindi rispettivamente anche al territorio del Comune di Busca.
La pregherei solo di volermi fornire la risposta in forma scritta affinché possa tenerla agli atti. Grazie.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interrogazione n. 1561 dei Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale inerente a "Conferimento di incarico a SLALA - S.r.l."


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1561, presentata dai Consiglieri Casoni, Botta, Boniperti, Ghiglia e Vignale.
La parola all'Assessore Borioli per la risposta.



BORIOLI Daniele, Assessore alle infrastrutture

Siccome l'interrogazione è articolata su dodici punti, rispondo in sequenza sui vari quesiti posti.
Intanto, per quanto riguarda la compagine societaria, SLALA - S.r.l.
oggi è composta da 19 soci, 15 dei quali sono soci di natura giuridica pubblica: Provincia di Alessandria, Camera di Commercio di Alessandria Comune di Alessandria, Provincia di Genova, Comune di Genova, Autorità Portuali di Genova, Savona e La Spezia, Camera di Commercio di Genova Comune di Novi Ligure, Comune di Bozzolo Formigaro, Comune di Casale Monferrato, Camera di Commercio di Savona, Comune di Tortona, Provincia di Savona. Gli unici quattro soci di diritto privato della compagine societaria sono la Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria Finpiemonte, FILSE (omologa di Finpiemonte sul versante ligure), Energia e Territorio S.p.A. (società pressoché interamente partecipata dalla Provincia di Alessandria e, per una quota minoritaria, dalla stessa Finpiemonte).
Quali sono i compiti statutari della società? Come recita l'articolo 2 dello Statuto, la società ha lo scopo di studiare e promuovere lo sviluppo del sistema logistico del Nord-Ovest, con particolare riferimento al territorio ligure-alessandrino, attraverso iniziative finalizzate a valorizzare le strutture industriali di servizio, nonché le infrastrutture trasportistiche esistenti o da realizzare in connessione con le esistenti o da realizzare strutture intermodali e i connessi centri di smistamento.
In particolare, SLALA ha il compito di fornire dei modelli di programmazione coerenti su un'area vasta di carattere sovraregionale, dei modelli di sviluppo dell'intero sistema logistico portuale e retroportuale dell'area ligure-alessandrina.
SLALA ha inoltre il compito di coordinare le diverse Amministrazioni nell'adozione di quegli atti che sono di loro rispettiva competenza e che hanno a che fare con il tema dello sviluppo della logistica.
Il punto 3) riguardava la composizione degli organi societari. Qui ho il lungo elenco dei componenti del Consiglio di Amministrazione, del Collegio sindacale, nonché relativo Presidente del Comitato esecutivo, di cui vi farei grazia, riservandomi di fornirlo in allegato alla risposta scritta.
Per quanto riguarda il sottoscritto, l'Assessore competente omologamente e simmetricamente a quanto è stato fatto sul versante ligure da FILSE, è stato indicato nel Comitato esecutivo di SLALA da Finpiemonte.
Preciso che per questo incarico il sottoscritto, come peraltro non solo il mio collega della Regione Liguria, ma nessuno dei componenti del Consiglio di Amministrazione, percepisce alcun gettone di presenza e nemmeno rimborsi spese per la partecipazione alle riunioni.
Veniamo al punto 5). La ragione di questa simmetria concordata della presenza dei due Assessori competenti in materia di trasporti e logistica delle due Regioni risiede esattamente nella valutata opportunità che all'atto dell'accesso, attraverso le due finanziarie delle Regioni, in questo organismo societario che preesisteva, ma che ancora non era partecipato dalle Regioni stesse, fosse importante dare, nella plancia di comando in seno al Comitato esecutivo, attraverso la presenza diretta degli Assessori, un indirizzo forte di restituzione di aderenza agli elementi di programmazione in questo settore rispetto agli indirizzi di carattere regionale, che compete alle due rispettive Amministrazioni predisporre.
Relativamente all'incarico, sulla questione della legittimità della delibera con cui fu affidato a SLALA l'incarico di avviare studi e progettazioni inerenti al sistema logistico ligure alessandrino, si sono espressi i competenti organi gestionali dell'Ente che presiedono alla verifica di legittimità degli atti.
Per quanto concerne l'opportunità, questa discende molto semplicemente dall'esigenza di avere uno strumento che in questo campo, che implica un livello di programmazione necessariamente sovraregionale e, nello stesso tempo, di confronto articolato con il sistema delle realtà territoriali e degli Enti su questa realtà competenti, richiedeva evidentemente di valorizzare questo strumento. A tale scopo, la Regione ha deciso di aderire attraverso Finpiemonte proprio per sviluppare l'inquadramento di una programmazione di carattere sovraregionale.
Gli indirizzi che SLALA ha dato alla Regione sono peraltro previsti con puntualità, sono scritti e sono accessibili, da parte di tutti, nel disciplinare d'incarico che è allegato alla delibera con cui l'incarico è stato attribuito a SLALA.
Per quanto riguarda i costi relativi ai 300 mila euro con cui sono stati finanziati questi studi, intendo precisare che questi costi sono stati sostenuti nell'ambito della propria attività di programmazione degli scenari e della logistica interamente dalla Regione, mentre a carico di tutti gli altri enti, che già prima dell'ingresso delle Regioni facevano parte di SLALA, vanno ricondotti, in termini finanziari, gli oneri relativi a tutti quegli atti preliminari di programmazione, di progettazione e di censimento del quadro esistente che SLALA aveva formulato negli anni precedenti attraverso il concorso e la corresponsione di risorse da parte degli Enti locali che facevano parte della sua compagine sociale.
Naturalmente, per quanto riguarda l'inquadramento formale degli esiti di questo lavoro, che si è tradotto nel Master Plan del sistema logistico ligure-alessandrino redatto da SLALA, saranno sicuramente parte integrante e sostanziale degli strumenti di programmazione, in modo particolare del Piano regionale per la logistica, al quale stiamo lavorando e che prossimamente dovrebbe essere consegnato alla valutazione prima della Giunta e poi di tutti gli altri passaggi amministrativi di competenza.
Devo dire che, peraltro, gli esiti di questo Master Plan sono di fatto già diventati riferimento operativo per alcuni degli accordi più significativi che la Regione Piemonte e la Regione Liguria, d'intesa con i porti liguri sul sistema degli enti locali, hanno in questi mesi concretizzato. Mi riferisco, ad esempio, all'individuazione dell'area dello scalo merci di Alessandria quale base retroportuale per il sistema dei porti liguri e, in particolare, per quanto riguarda il porto di Genova all'individuazione delle infrastrutture di completamento che servono ad attrezzare le aree di smistamento presenti nel retroterra alessandrino rispetto allo sviluppo delle potenzialità sulla funzione logistica.
Quindi, quello è un lavoro che stiamo già ampiamente utilizzando nell'ambito di quella programmazione a cui già stiamo lavorando, anche se ovviamente questa programmazione dovrà trovare compiuta definizione negli ambiti degli strumenti di piano che si stanno predisponendo.
Faccio inoltre presente che gli esiti tecnici e programmatori del Master Plan di SLALA sono stati assunti dal sistema degli Enti locali dell'Alessandrino, ad esempio nella caratterizzazione di uno dei programmi territoriali integrati che gli Enti locali hanno in queste settimane e in questi mesi presentato alla valutazione della Regione Piemonte per i relativi finanziamenti.
Quindi, abbiamo finanziato un lavoro che sta dando esiti concreti e non il solito cumulo di carta senza scopo.
Per quanto riguarda infine uno dei quesiti che riguardano la facoltà di SLALA di fare operazioni finanziarie, immobiliari e speculative, ho letto l'articolo dello Statuto e devo dire che non rientra nei compiti di SLALA svolgere questo tipo di attività né avere attività di carattere operativo nel campo della logistica.
SLALA è essenzialmente una plancia di coordinamento tra i due livelli regionali e il sistema degli enti territoriali, che ha il compito di definire i macroscenari di sistema e di coordinare quelle attività che poi ciascuno svolge autonomamente e nell'ambito delle proprie competenze, senza nessun vulnus per le proprie prerogative istituzionali ed amministrative.
talmente forte il segno di questa finalità di SLALA che dopo una lunga stagione, in cui la forma giuridica che si è data questo soggetto è stata ed è tuttora la S.r.l., alla prossima assemblea, che è in programma il giorno 6 novembre, è prevista l'approvazione da parte di tutti gli enti quorum la Regione Piemonte, della trasformazione di SLALA da S.r.l. a Fondazione, che riporterà la forma giuridica di questo soggetto più propriamente vicina e connessa con una finalità che, evidentemente, è molto parzialmente di carattere societario, ma è soprattutto una finalità di programmazione e di coordinamento tra i diversi livelli di governo territoriale insediati sul nostro territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Ho sentito la risposta dell'Assessore e devo dire che permangono fortissimi dubbi. Innanzitutto, nella parte finale mi fa piacere che si sia capito - l'ha detto lui stesso - che questa società sarà trasformata da S.r.l. in Fondazione, perché deve essere chiaro che sinora abbiamo dato fondi ad una S.r.l. di carattere privato. Sostanzialmente, quello che secondo me non quadra nella filosofia è il fatto che non si può dare ad una società, in questo caso una S.r.l. di Alessandria, formata per lo più da alessandrini, che ha un Consiglio di Amministrazione...
Mi fa piacere che gli Assessori non percepiscono compenso, ma io suggerirei che, visto che loro non lo percepiscono, che azzerino i compensi a tutti i Consiglieri di Amministrazione, e che per Statuto nessuno abbia compensi. Quindi, togliamo i compensi dalla legge, poi che uno non lo prenda è un'altra cosa.
Secondo me, la legittimità è da valutare, nel senso non che sia stato fatto un passaggio, ma che si dia una società col cuore pulsante di Alessandria e disegnare macroscenari regionali di logistica, perché è logico che Alessandria può avere interessi contrapposti a Torino, a Novara a Cuneo.
Questo è sempre stato un compito in capo alla Regione, all'Assessore all'Assessorato, che ha un dipartimento proprio di logistica, con un Dirigente che si deve occupare di questi problemi.
Poi a volte può dare per un problema alessandrino, cuneese o torinese delega ad altri per quello specifico problema, non certo per disegnare la logistica della Regione Piemonte in quel di Alessandria attraverso la SLALA, che oggi è una S.r.l.
Questo è quello che con l'interrogazione abbiamo voluto sollevare e vedo che alcuni passi sono stati fatti; si facciano gli altri e la Regione torni a capo del suo ruolo sui macroscenari regionali di sistema, senza affidarli ad un soggetto esterno alla Regione, che in questo caso non ha nessun diritto ad avere questi incarichi, né io ritengo che questi incarichi siano legittimi per la proprietà delle funzioni trasferite.



PRESIDENTE

Per un'integrazione, ha chiesto la parola l'Assessore Borioli; ne ha facoltà.



BORIOLI Daniele, Assessore alle infrastrutture

Volevo soltanto precisare, poiché la questione è stata posta in Consiglio e non tanto per quanto mi riguarda, perché l'ho già spiegato nella mia risposta, che, a proposito degli altri componenti del Consiglio di Amministrazione, nessuno di loro percepisce il gettone. Questa è la prima questione e la voglio precisare. Quindi, Consigliere Casoni, non si tratta di togliere il gettone di presenza a nessuno dei Consiglieri di Amministrazione, perché nessuno lo percepisce.
Seconda questione. Naturalmente ho esposto quali sono i percorsi di trasformazione del soggetto SLALA. Ribadisco, contestando la sua affermazione relativa sia al profilo di illegittimità sia al profilo dell'inopportunità di avvalersi di strumenti di partecipazione di carattere sovraregionale per svolgere una programmazione che ha una caratteristica per sua natura, di carattere sovraregionale.
Peraltro, la traduzione concreta del lavoro di SLALA si attaglia nelle determinazioni operative che la Giunta sta assumendo esattamente al territorio ligure-alessandrino, cioè quello su cui insistono tutti gli Enti locali interessati allo sviluppo della logistica. In questo non c'è nessuna inopportunità, tant'è che gli stessi enti principali del territorio alessandrino, a cominciare dal Comune di Alessandria, che notoriamente, da qualche mese, non ha più la stessa colorazione politica della coalizione a cui appartengo, si accinge a ribadire la sua partecipazione a SLALA e non mi pare che risulti agli atti la sua intenzione di recedere. Per cui, pur nel rispetto del suo punto di vista, sono obbligato a replicare che non condivido la chiamata in causa né della legittimità né dell'opportunità di questo strumento.
D'altro canto, non è questo il primo strumento che viene attivato dalla Regione Piemonte in tema di trasporti per esercitare le funzioni propriamente attribuite all'Amministrazione regionale. Non esiste soltanto SLALA, ma ci sono una molteplicità di altri soggetti, dalle società di gestione degli interporti ad una quantità di altri soggetti. La partecipazione avviene attraverso Finpiemonte, quindi mi pare che da questo punto di vista recepisco le sue considerazioni, ma ovviamente non le condivido.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Borioli.
Con questa risposta abbiamo terminato lo spazio dedicato al sindacato ispettivo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta da parte del Consigliere Rossi di chiarimenti in merito alle interrogazioni e alle interpellanze presentate dal Gruppo della Lega Nord che non hanno ancora ottenuto risposta in aula

Argomento: Viabilità

Richiesta da parte della Consigliera Cotto di esaminare l'ordine del giorno n. 36 inerente a "Piccoli cimiteri", presentato il 29 giugno 2005

Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Vignale e della Consigliera Ferrero, di una comunicazione della Giunta regionale in merito ad una notizia riportata dal quotidiano La Stampa del 30 ottobre 2007 circa la sospensione dei pagamenti di impegni già assunti da parte della Regione Piemonte

Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Burzi, di chiarimenti in merito alle modalità e alle sedi in cui effettuare lo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Presidente, le chiedo nuovamente il motivo per cui non è stata fornita alcuna risposta alle interrotazioni presentate dal Gruppo della Lega Nord.
Come lei sa, è una vecchia questione che ho sollecitato più volte in sede di Conferenza dei Capigruppo, anche alla presenza del Presidente Gariglio, oltre che alla sua, Vicepresidente Placido.
Oggi tre interrogazioni erano state inserite all'o.d.g., ma a nessuna è stata fornita risposta.
Mi dia lei una risposta sulle motivazioni oppure mi vedrò obbligato a presentare 1000 o 1500 interrogazioni. Perché se il numero di risposte fornite è collegato al numero delle interrogazioni presentate, provvederemo in tal senso e le faremo pervenire fino a 2000 interrogazioni, così anche noi avremo risposte.
Se il motivo è legato esclusivamente ai solleciti, formalmente le sollecito tutte le interrotazioni presentate dal Gruppo della Lega Nord. Se vi è un altro motivo, ci faccia sapere qual è, perché sono stufo di fare richiami sulla scarsa attenzione che viene data al Gruppo della Lega in base alle risposte delle interrogazioni: lo sanno gli uffici ed è a verbale di almeno una decina di Conferenze di Capigruppo; l'ho già detto in Consiglio qualche mese fa e lo ripeto di nuovo per l'ultima volta.
Poi ditemi che strada dovrò seguire, se moltiplicare le interrogazioni con la fotocopiatrice e correggerle parola per parola, intasando gli uffici, se sollecitarle tutte - automaticamente lo prenda per dato di fatto, nel senso che gliele risollecito nuovamente tutte - oppure se vi sono dei motivi politici, peggio ancora, perché troveremo altre soluzioni.
Però ci dia una risposta, perché è oltre un anno che sollevo il problema.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Per quanto mi compete, non ho difficoltà a fornirle un'informazione più che una risposta.
Al sindacato ispettivo è stato concordemente assegnata un'ora di tempo.
C'era una serie di interpellanze evidenziate in grassetto, quindi con priorità in termini temporali. Anzi, qualche collega si è lamentato proprio del tempo trascorso dalla presentazione alla risposta fornita dalla Giunta anche perché in un caso (se non erro era stato segnalato dal collega Toselli) il problema era stato addirittura superato o risolto.
Risultano alcune interpellanze presentate dal Gruppo della Lega Nord, a pagina 2 dell'allegato. Se l'Aula volesse condividere sul tempo da dedicare al Sindacato Ispettivo, non vi sarebbe alcun problema a proseguire in tal senso. In caso contrario, va da sé che nella prossima riunione dei Capigruppo queste interpellanze (esclusa la n. 1652 del collega Dutto, che ha già ricevuto risposta scritta, ma è evidente che una non modifica il problema che lei ha sollevato) potrebbero essere calendarizzate per il prossimo Consiglio, avendo risposto a quasi tutte le interpellanze più datate.
Invito pertanto la Giunta ad essere presente, in particolare l'Assessore Artesio, che sta garantendo una continua presenza alle sedute del Consiglio e la ringrazio per questo, e gli altri Assessori interessati per rispondere ad un numero adeguato di interpellanze presentate dal Gruppo della Lega Nord.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
il terzo anno consecutivo che, nell'imminenza della Commemorazione dei defunti, sollecito un ordine del giorno presentato il 29 giugno 2005.
Credo veramente che si debbano organizzare i lavori per dedicare più spazio al sindacato ispettivo e alla discussione degli ordini del giorno.
Mi posso permettere sommessamente un consiglio: per gli ordini del giorno su cui si è tutti d'accordo, si potrebbe magari andare direttamente all'approvazione senza fare discussione.
Per rispetto delle prossime festività, in riferimento all'ordine del giorno che avevo presentato il 29 giugno 2005, mi permetto di chiedere, se l'Aula è d'accordo, l'approvazione senza discussione. Tale provvedimento riguarda la creazione di aree destinate a parcheggio vicino ai cimiteri dei piccoli Comuni o di frazioni di Comuni più grandi.
La richiesta è semplice: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta a reperire risorse idonee al finanziamento dei Comuni che progettano aree parcheggio nei pressi del proprio cimitero, ad elaborare norme e modalità che consentano ai Comuni di deliberare nuove aree parcheggio, dov'è tecnicamente possibile, senza eccessivi costi di tempo e di denaro".
Credo che questo sia un ordine del giorno sul quale tutti possono convenire, perché noi vediamo che da sempre i finanziamenti per le aree destinate a parcheggio vicino ai cimiteri ce ne sono. Si tratta di potenziare un po' di più la sensibilità verso questo argomento, in considerazione del fatto che la popolazione invecchia e tante persone specialmente per quanto riguarda i cimiteri di collina, volevano accompagnare un funerale ma non lo potevano fare perché avevano difficoltà a risalire.
Anche se l'Aula in questo momento sembra disattenta, ritengo che questo argomento meriti il nostro rispetto e possa avere una rapida approvazione magari in silenzio, sempre per rispetto dei nostri defunti.



PRESIDENTE

Ringrazio gli uffici che mi hanno segnalato che l'ordine del giorno n.
36, che risale al 1° luglio 2005, è già stato iscritto e riguarda, fra l'altro, un impegno economico da parte della Giunta. Essendo già iscritto non c'è neanche bisogno di chiedere all'Aula se unanime acconsente all'iscrizione. Bisognerà però verificare con la Giunta (ma non in questa seduta) che intenzioni ha rispetto a questo ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Era una notizia che in qualche modo trapelava già da giorni, ma oggi vi è stata una conferma (o poniamo su questo una domanda agli esponenti della Giunta presenti, anche se temo non abbiano le competenze, per delega presidenziale, in merito).
Oggi, su La Stampa, apprendiamo che la Regione Piemonte intende comportarsi da qui a fine anno, salvo verifica, con una sospensione di tutti quelli che sono i pagamenti e, in merito a tale indirizzo, la Presidente Bresso avrebbe incontrato tutti i Direttori della Regione Piemonte dando questa indicazione.
Formulo al Vicepresidente una richiesta di comunicazione in merito.
Tutti comprendono che la sospensione dei pagamenti di impegni già assunti - per la verità, non si comprende se questo blocco riguardi anche eventuali impegni che la Giunta deve assumere da qui a fine anno coinvolge tutto un mondo, quello dei fornitori della Regione, cioè coloro i quali hanno partecipato e vinto un bando e attendono il pagamento dei contributi previsti, coloro i quali hanno già ottenuto, con delibera di Giunta, un contributo dal punto di vista associativo piuttosto che altro, e in tal senso si sono mossi.
Credo, pertanto, sia doverosa una comunicazione, sottolineando che, al di là delle verifiche sul Patto di stabilità, che forse non andrebbero fatte il 30 ottobre, ma mensilmente, per capire qual è l'eventuale sforamento, risulta quanto mai anormale prevedere che il Presidente di una Giunta intervenga relativamente ad atti di gestione. Teoricamente, cioè non spetta al Presidente di una Giunta dire a un dirigente se deve o non deve pagare.
Questa è una funzione di gestione e non certo di attività di gestione politica dell'Istituzione Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi, sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Mi ricollego all'intervento del collega Rossi sulle interrogazioni, per due ragioni.
La prima è politica, perché vogliamo dare un messaggio, visto che ci avviciniamo a larghi passi alle elezioni, di compattezza elettorale, perch sappiamo che i nostri elettori questo lo apprezzano.
Non vorremmo, inoltre, che la Presidenza del Consiglio - che, siamo certi, ne è già a conoscenza - pensasse che il problema sollecitato dalla Lega, che è assolutamente reale, sia un problema solo della Lega, perché è un problema di tutti i Gruppi, anche di maggioranza.
Si è discusso più volte su come le interrogazioni siano prevalentemente un diritto di Aula, normalmente esercitato dai Gruppi di minoranza e da alcuni Gruppi della sinistra, non certo radicale, che in ciò esercita l'unico modo che ha per mantenere un minimo di identità, visto che, per il resto, ha passato i primi due anni e mezzo a mandar giù di tutto.
Pare che questo faccia bene: non sono neanche tanto dimagriti, quindi si trovano bene così. Probabilmente si rifaranno quando torneranno all'opposizione.
Ciò detto, nel sollecitare questo problema, mi permetto di fare una piccola proposta, perché i problemi sono due: la Giunta deve rispondere, e su questo credo che tutti i Gruppi dovrebbero essere compatti nel pretendere che la Giunta dia le risposte.
Non è detto che il fatto che la Giunta dia le risposte - che invece è un suo dovere fare - contempli la possibilità che l'Aula o le Commissioni diano lo spazio necessario affinché le risposte vengano udite, perch attorno a questo c'è un'organizzazione dei lavori che non sempre ha visto i Gruppi compatti nella gestione degli stessi e non sempre è facile introdurre tutto ciò che servirebbe, nell'ambito degli orari consentiti.
Chiedo, quindi, che la Presidenza del Consiglio, ove i colleghi Capigruppo di tutti i Gruppi si unissero in questa richiesta, pretenda che la Giunta dia le risposte.
Questo è un primo passaggio.
Dove e come avere le risposte: Commissione, Aula, per iscritto o mai questo è un secondo problema che attiene all'organizzazione dei lavori, ma cominciamo a risolvere il primo problema, che mi pare ben lungi dall'essere risolto.
La Giunta - dicevo - dia le risposte. In questo mi unisco al collega della Lega, non nel fare delle minacce, che sarebbero quanto mai inopportune, data la ricerca di uno stile reciprocamente rispettoso, che ci piacerebbe, giorno dopo giorno, vedesse quest'Aula tendere a un complessivo miglioramento.
Certo, noi terremo conto, nel rapporto che abbiamo con gli Assessori nelle Commissioni e in Aula, degli Assessori che rispondono e degli Assessori che non rispondono.
Potremmo facilmente indurli a ritenere utile risponderci, nel loro rispetto del dovere - perché questo, come ho già detto, è un dovere - e nel rispetto dei diritti delle opposizioni e, perché no, della maggioranza, che ogni tanto chiede delle cose e non ottiene risposta.
Poi, dove le risposte vengano sentite (Aula, scritte o in Commissione) attiene alla seconda tematica non semplice, ma dividerei i problemi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero, sull'ordine dei lavori.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente. I colleghi che mi hanno preceduta hanno posto una questione che volevo porre anch'io questa mattina, perché ieri ho presentato un'interrogazione, proprio su questo tema urgente, alla Giunta.
Visto il tema e vista l'urgenza del tema, chiedo alla cortesia di questo Consiglio e del Presidente di individuare una modalità di comunicazione nella giornata odierna, oppure, nella Commissione di domani da parte dell'Assessore Peveraro, anche sotto forma di semplice risposta a un'interrogazione formalmente presentata e che potrebbe essere utilizzata per velocizzare una comunicazione urgente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Ferrero, mi aiuta a rispondere anche al quesito sollevato dal Consigliere Vignale.
evidente che, su un problema così importante, in assenza della Presidente e del Vicepresidente Peveraro, che ha la delega al bilancio diventa diffide, però verificheremo il da farsi con la Giunta.
Concordo con il Presidente Burzi. Nella prossima Conferenza dei Capigruppo stabiliremo, al di là del tempo temporale, modalità e sedi in cui dare risposta a un momento importante, che riguarda il sindacato ispettivo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "Croce-Morelli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto con particolare simpatia - perché sono stato, molti anni fa allievo della Scuola Media Statale "Benedetto Croce" di corso Novara - i docenti e gli studenti della Scuola Media Statale "Croce-Morelli" di Torino, in visita a Palazzo Lascaris.
appena terminata la parte del sindacato ispettivo, dove i singoli Consiglieri o i vari Gruppi pongono dei quesiti alla Giunta regionale.
Adesso passeremo a trattare il quarto punto all'o.d.g., che è il testo unificato di un disegno di legge e di una proposta di legge, relativi a un tema di particolare sensibilità. Fra l'altro, coincide con un periodo particolare, dedicato al ricordo dei nostri defunti.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Comuni - Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame testo unificato del disegno di legge n. 419 e della proposta di legge n. 348, inerenti a "Disposizioni in materia di cremazione, conservazione affidamento e dispersione delle ceneri"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del testo unificato del disegno di legge n.
419 e della proposta di legge n. 348, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Vi prego, colleghi, visto l'argomento, di prestare attenzione; chi ha altri problemi, è pregato di accomodarsi fuori.
relatrice la Consigliera Motta, che ha pertanto la parola.



MOTTA Angela, relatrice

Grazie, Presidente.
In effetti, il periodo è quello giusto, anche se l'argomento non è molto divertente, ma sono le cose della vita.
La legge n. 130 del 30 marzo 2001 ha stabilito norme in materia di cremazione e dispersione delle ceneri. E allora, ci chiediamo perché oggi siamo nuovamente qui a parlare e a presentare questo disegno di legge.
perché la legge n. 130 ha rimandato a specifici regolamenti la gestione dell'affidamento e della dispersione delle ceneri; regolamenti che purtroppo, non sono mai stati attuati dal Parlamento italiano.
Questo ha creato un grave pregiudizio nei cittadini, in quanto la decisione di farsi cremare e di far disperdere le proprie ceneri appartiene alla sfera delle libertà personali, che, in questo caso, non essendoci una legge adeguata, risulta calpestata.
La Regione Piemonte, nel 2003, ha approvato una legge, la n. 33, che avrebbe dovuto risolvere questo problema. Purtroppo, anche questa legge non ha risolto il problema perché è risultata incompleta e non applicabile.
Rimando ai colleghi tutto il testo della relazione ufficiale presentata con i dati sulla cremazione in Piemonte e in tutta Italia. Vorrei spiegare la filosofia e la finalità che ci hanno mosso per presentare al più presto questa legge. Noi sappiamo, e riteniamo, che alla cremazione debba essere riconosciuta pari dignità rispetto alle altre pratiche funerarie. Da sempre la cremazione è intesa come un onore reso al defunto e come simbolo di purificazione. Oggi ci sono più di mille famiglie che hanno scelto di conservare le ceneri dei loro defunti presso il tempio crematorio e sono in attesa di una normativa che consenta loro la dispersione delle ceneri.
Questo rende più difficile il distacco emotivo e rallenta il processo di elaborazione del lutto.
Con questa legge vogliamo colmare il ritardo del Piemonte rispetto alle altre Regioni italiane che hanno già legiferato in merito, in modo da consentire ad ogni individuo di essere libero di scegliere, nel rispetto delle sue convinzioni religiose e culturali.
Ci sono solo alcuni aspetti della legge che voglio sottolineare: l'importanza che viene data alla formazione professionale degli addetti l'aver istituito adeguati spazi per il commiato, la promozione di campagne informative rivolte ai cittadini sulle diverse pratiche funerarie affinch lo ripetiamo, siano liberi di scegliere e l'aiuto in materia di costi per gli indigenti.
Personalmente, ritengo che la copertura finanziaria di 30 mila euro sia sufficiente solo per la campagna informativa e che forse, in sede di discussione di bilancio, dovrà essere finanziata - vedremo come - la formazione del personale, naturalmente non limitandosi a queste cifre.
Inoltre, è importante che - come dicevo prima - sia data una risposta urgente a quelle mille famiglie che stanno aspettando da più di tre anni.
Dovremmo cercare di fare immediatamente individuare questa legge, in modo che possa esser consentita loro la dispersione.
Chiediamo una priorità almeno per questi cittadini che stanno aspettando da tantissimi anni. Naturalmente, la legge regionale n. 33 del 9 dicembre 2003 viene abrogata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Un intervento estremamente rapido per condividere, integralmente, la relazione della Consigliera Motta. Il progetto di legge che stiamo discutendo recava le firme di tutti i membri del Gruppo di Forza Italia. Ci fa piacere sottolinearlo, essendo il Gruppo che in questo momento ho l'onore di presiedere fondamentalmente di formazione cattolica. Di un cattolicesimo liberale, che non dimentica mai l'attenzione alle libertà individuali e che, come diceva la Consigliera Motta - che ringraziamo per il lavoro svolto non soltanto nell'estensione del testo, ma anche in VIII Commissione - non dimentica mai la necessità di avere rispetto, oltre che per le proprie radici, cosa che non sempre capita, anche per quelle degli altri.
Non a caso, le leggi citate dalla Consigliera - per esempio quella del 2003 - tenendo conto delle numerose discussioni, anche in sede nazionale che sul tema ci sono state, vengono abrogate o sorpassate. Anche allora ci fu attenzione da parte del nostro Gruppo, allora al Governo, in collaborazione con Gruppi dell'allora minoranza, per affrontare e risolvere risolvere forse è un termine eccessivamente ottimistico - o perlomeno parzializzare il danno e le attese rispetto ad un tema che, ripeto, è largamente condiviso.
Ci auguriamo che la legge trovi una sollecita approvazione e ancora una più sollecita applicazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Velocissimamente, perché avendo sottoscritto la proposta di legge che ha per prima firmataria la Consigliera Motta, condivido le finalità che essa si propone, cioè quella di assicurare la libertà di una scelta che è sempre più praticata, quella della cremazione nel nostro Paese, attraverso modalità che salvaguardino la dignità della persona, la sua libera scelta le sue convinzioni religiose e culturali e il suo diritto ad un'adeguata e corretta informazione come diceva la Consigliera.
passato molto tempo da quando si affrontava la questione in termini diversi. Basterebbe richiamare Dei Sepolcri di Ugo Foscolo per domandarci se "A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti, o Pindemonte", oppure se "All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?". Quindi è maturata anche una consapevolezza e un approccio diverso che questa legge tende ad assicurare.
Devo dire che, per cause non dipendenti dalla mia volontà - forse per una non puntuale informazione mia - non ho potuto seguire i lavori preparatori ultimi della Commissione, soprattutto nella fase finale in cui si è articolata la convergenza del testo tra la proposta di legge e quella del disegno di legge presentato dalla Giunta. Per questo i colleghi troveranno in distribuzione una serie di emendamenti che ho preparato in questi giorni quando ho visto, non avendo partecipato all'ultima Conferenza dei Capigruppo, che l'argomento era all'o.d.g.
Da un incontro che ho avuto modo di fare questa mattina con l'Assessore e la prima firmataria della proposta di legge, molti di questi emendamenti hanno trovato risposta, per cui saranno ritirati nel corso del dibattito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Sarò brevissimo, solo per dire che anche il nostro Gruppo condivide le motivazioni che la Consigliera Motta ha espresso nella sua relazione.
Mancano le nostre firme al testo per un disguido interno, per cui chiedo, a nome di tutti i rappresenti del mio Gruppo, di sottoscriverlo.
Diamo tutto il nostro appoggio e auspichiamo anche noi, come già fatto dagli altri Consiglieri, che l'iter applicativo di questa legge, cioè la parte burocratica, sia sollecita in modo da risolvere un problema che tocca parecchi nostri concittadini.



PRESIDENTE

Se fate pervenire all'Ufficio di Presidenza l'approvazione scritta, non ci sono problemi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Anche il Gruppo di Alleanza Nazionale è favorevole al disegno di legge.
Vorrei fare solo due precisazioni. C'è un disegno di legge del Gruppo di Alleanza Nazionale che riguarda una nuova normativa in materia di inumazione e cremazione dei feti, definiti dai regolamenti per parti abortivi. Questa proposta di legge, di cui sono state fatte le consultazioni simultaneamente a quelle della legge oggi in discussione, non ha potuto procedere il suo iter per le nostre assenze. D'altra parte essendo in pochi ed essendoci al lunedì molte Commissione impegnative, tra cui soprattutto la sanità a cui ci avete costretti, negli ultimi mesi purtroppo non siamo riusciti ad essere presenti.
Il Consigliere Reschigna, molto cortesemente, si è dichiarato disponibile a metterla all'ordine del giorno quanto prima, anche perch questo tema, che abbiamo trattato brevemente questa mattina con l'Assessore Artesio, recentemente è salito ai disonori delle cronache per quanto riguarda l'Ospedale Sant'Anna, in cui per tre mesi e mezzo sono stati abbandonati 25 feti nelle celle frigorifere delle camere mortuarie, e c'è voluta un'ispezione dei NAS perché qualcuno della Direzione sanitaria se ne accorgesse e provvedesse a normalizzare, dopo ben quattro mesi, la situazione.
Il tema dell'inumazione e della cremazione dei feti che, purtroppo nascono morti e anticipatamente negli ospedali credo tocchi vivamente la sensibilità di tutti noi e meriti una discussione non lontana rispetto all'approvazione - oggi - di questo disegno di legge, a cui ribadisco il nostro voto favorevole, perché va incontro alla sensibilità di una parte rilevante della popolazione.
Sono stati annunciati degli emendamenti sul testo, ma è evidente che per noi il valore della cremazione, la scelta cremazionista - come viene definita in maniera brutta, non mi piace il termine, è semplicemente una questione di forma - si fonda su valori, su una libertà di scelta da parte di soggetti. Però, Presidente, ci terremmo veramente che fosse cancellata definitivamente, anche nelle relazioni che vengono distribuite, il riferimento al valore ecologico della cremazione.
Insistere sulle motivazioni di carattere ecologico rispetto ai valori della libera scelta di una persona in vita la ritengo, veramente un'equazione di cattivo gusto, disdicevole e assolutamente fuori luogo.
evidente che, dopo aver fatto tutta una giusta considerazione sulla libertà dei singoli, sui valori che stanno alla base di una scelta, dire poi: "Beh, tra l'altro risolviamo anche un problema dell'ecosistema perch almeno, bruciando, si occupa magari meno spazio e si costruiscono meno cimiteri"... Perché questo credo sottendano le motivazioni ecologiche o peggio ancora, quelle di pulizia, peraltro già risolte, ritengo, alcune migliaia di anni fa, quando nacquero le prime forme di sepoltura, i tumuli senza andare a scomodare le varie religioni che, per millenni, hanno già risolto molto prima di questa proposta il problema di una sepoltura ecologicamente compatibile.
Ecco, credo che sia importante e determinante non volgarizzare questa legge con dei richiami sinceramente inopportuni, impropri e, dal nostro punto di vista, anche inaccettabili.
Quindi il nostro voto sarà favorevole, purché prendano corpo quegli emendamenti che tornano al tema e stanno strettamente sul tema della cremazione, della libertà di scelta individuale e dei valori che ne stanno alla base, senza richiami assolutamente gratuiti e fuori luogo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Noi condividiamo il testo unificato così com'è uscito dai lavori dell'VIII Commissione e pertanto sosterremo una rapida approvazione dello stesso in questa sede.
Vogliamo evidenziare due aspetti che, dal nostro punto di vista consideriamo importanti.
Il primo è che la Regione Piemonte, con questa legge, si assume anche il compito di colmare un vuoto legislativo che la legislazione nazionale o meglio, la mancata approvazione del Regolamento conseguente a una legge regionale, ha aperto, e che solamente in parte è stato affrontato con l'iniziativa di alcuni Sindaci che, ricorrendo allo strumento - peraltro per alcuni aspetti improprio, per altri aspetti sicuramente provvisorio dell'ordinanza, hanno incominciato a dare attuazione a un disposto contenuto all'interno della legge nazionale, quello relativo alla conservazione delle ceneri.
Con questa legge stabilizziamo una situazione che, anche all'interno della nostra comunità piemontese, ha avuto molti esempi di applicazione e che risponde a un principio inserito nella legislazione nazionale da alcuni anni a questa parte, ma a cui non è stata data applicazione per la mancata approvazione del Regolamento.
La seconda questione che voglio evidenziare è l'equilibrio e, oserei dire, la delicatezza con cui abbiamo voluto affrontare questa materia, di cui il testo unificato è, per alcuni aspetti, esemplificativo.
Ci sono sensibilità diverse e su questo tema, nel corso degli anni queste sensibilità diverse hanno avuto modo di esprimersi nella cultura e nelle convinzioni religiosa dei singoli.
C'era un pericolo nell'affrontare soprattutto il secondo aspetto contenuto all'interno di questo disegno di legge, che era quello della dispersione delle ceneri in natura: quello di sancire, a livello di legislazione regionale, un aspetto che avrebbe accentuato difficoltà e sensibilità e avrebbe anche rappresentato un elemento, per alcuni aspetti di frattura nella cultura che permea anche le nostre comunità locali, che consiste nel far diventare la morte un fatto individuale. Ecco perché, se non ricordo male, nell'articolo 7 si è voluto ribadire il valore comunitario della morte, che poi è il momento di prosecuzione del valore comunitario della vita.
Non c'è una deriva individualista all'interno di questo testo, c'è certamente la volontà di rispettare convinzioni diverse che pervadono e permeano le nostre comunità locali, ma c'è soprattutto il tentativo e la volontà di evitare che, nell'affrontare una materia così importante e così delicata, sui cui le sensibilità sono molteplici e diverse, nel legittimo rispetto delle convinzioni individuali si determinassero soluzioni o convincimenti fortemente individualisti.
Per queste ragioni, sono convinto che abbiamo cercato di lavorare verso un testo che mantenga caratteri di equilibrio e anche di rispetto e di delicatezza. Credo che il lavoro svolto all'interno della Commissione abbia consentito - il testo può essere ulteriormente migliorato con alcuni emendamenti, in alcuni passaggi dal dibattito in Aula - abbia ribadito e abbia consentito di trovare ampi punti di convergenza su questi principi fondamentali.
In base a questi convincimenti, sosterremo l'iter del presente testo di questo disegno di legge unificato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Volentieri anch'io ho apposto la mia firma al testo unificato di cui si sta parlando e che credo verrà approvato dal Consiglio regionale quanto prima.
Il problema è sicuramente delicato, ma anche la Chiesa ha superato da molti anni tutti i timori e i dubbi che aveva sulla cremazione.
Porto l'esempio della mia comunità, dove il forno della cremazione esiste dal 1900, quando un filantropo liberale donò all'Amministrazione un fondo per la costruzione non soltanto del Teatro Civico e l'abbellimento del Palazzo del Tribunale, ma anche per la costruzione di un forno crematorio, che oggi è l'unico che si trova in tutto il Piemonte sud ed è organizzato attraverso un consorzio che abbiamo appunto istituito nel 1993.
Il suo nome è Consorzio Intercomunale per la Cremazione, e praticamente associa tutti i Comuni della Provincia di Cuneo, gran parte dei Comuni di altre Province e anche della Liguria. Da poco tempo è entrato in funzione il forno per la cremazione del Comune di Savona e, accanto al Consorzio, è stata creata una società di informazione, che ha il compito di informare la popolazione su questa facoltà che hanno i cittadini e che - ripeto - oggi è stata superata nei dubbi anche da parte di chi, per motivi di carattere religioso, non riteneva la cremazione la formula migliore per la tumulazione delle salme dei defunti.
Quindi molto volentieri voto favorevolmente, augurandomi - come ha detto la Consigliera Motta - che, in sede di bilancio, si possa aumentare la disponibilità finanziaria, che da questo punto di vista può servire soprattutto per l'educazione, la formazione, l'informazione su questa possibilità.
Fra l'altro, vorrei informarvi sul fatto che in Provincia di Cuneo tutti i Comuni associati praticamente pagano la cremazione, che quindi è gratuita per le famiglie dei cittadini residenti che scelgono questa formula per i loro defunti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che la discussione di questa legge, ma soprattutto il suo iter legislativo e la possibilità di approvarla oggi in Consiglio regionale, sia la dimostrazione che è possibile trattare temi estremamente delicati, quale quello del trapasso, con una sobrietà che in qualche modo accomuna i diversi schieramenti politici, i quali certamente, anche su un tema quale la morte e la cremazione, possono avere delle sensibilità differenti.
La positività di questa legge è già stata indicata da alcuni colleghi e la ricordava anche il Consigliere Ghiglia. Credo che abbia un aspetto fondamentale: quello di dare un riscontro alle famiglie che, come dicevano i relatori, in qualche modo attendono una risposta dal mondo della politica o comunque una possibilità di poter disperdere, conservare, affidare le ceneri dei loro cari, cosa che oggi non è possibile fare.
Un elemento estremamente significativo e sul quale mi auguro ci sia attenzione da parte dell'Amministrazione regionale verso le singole Amministrazioni comunali è l'aspetto legato all'articolo 7, cioè il senso comunitario della morte.
La nostra è una civiltà che ha certamente radici cattoliche. Il senso comunitario della morte, come correttamente viene indicato nell'articolo 7 è uno dei principi su cui si basano gli aspetti culturali della nostra società. Quella che ci avviciniamo a celebrare - la festa di Tutti i Santi e la Commemorazione dei Defunti - è una ricorrenza che non trova alcun riscontro nelle altre religioni né monoteiste né politeiste e venne inventata - se non ricordo male i miei studi universitari - da sant'Ugo, un abate di Cluny, che trasformò quella che era una sorta di festa della morte pagana nella festa di Ognissanti e dei Morti, quindi è una peculiarità della nostra civiltà.
A mio parere, il legislatore, quando approva delle leggi, deve tenere in considerazione il mondo e la civiltà da cui proveniamo, valorizzando quelli che sono i suoi aspetti fondanti, compreso il fatto di poter ricordare tutti i defunti. Le ceneri di coloro i quali sono stati cremati vengono disperse in un luogo comune, il cimitero, che in tutte le comunità siano esse paesi, frazioni o realtà locali, è uno dei punti che, assieme alla piazza, al campanile, ecc., non manca mai ed è un luogo dove le comunità si stringono. Crediamo sia estremamente importante mantenere questo aspetto per la comunità, al di là di quella che è la scelta legittima dei parenti più stretti o dei coniugi.
Vi sono alcuni elementi sui quali vorremmo fare delle considerazioni e magari, almeno su un aspetto, presentare un emendamento relativamente al luogo della dispersione delle ceneri.
L'articolo 4 prevede la possibilità di disperdere le ceneri - essendo autorizzata - in alcuni luoghi: nelle aree pubbliche secondo la disciplina normativa prevista dall'articolo 6, nelle aree private al di fuori dei centri abitati e col consenso dei proprietari, oppure in montagna, nei laghi, nei fiumi, nei mari o in aree naturali appositamente individuate dai Comuni, dalle Province e dalla Regione.
Credo che la dispersione delle ceneri sia una cosa strettamente legata a quella che è stata la vita della persona che è mancata e della sua famiglia. È certamente importante indicare alcuni luoghi in cui è possibile disperdere le ceneri, che se volete sono anche quelli più romantici (la montagna, i laghi, i fiumi e il mare), ma mi sembra che, non in analogia sia un po' un eccesso di burocrazia prevedere che in altre aree naturali o in altri luoghi si debbano poter disperdere le ceneri in aree appositamente individuate dai Comuni, dalle Province e dalla Regione, perché questa legge individua due possibilità di dispersione: all'interno di un cimitero (non solo la tumulazione, ma anche la dispersione) oppure all'interno di altre aree.
Ebbene, penso che sia un limite non poter disperdere le ceneri in luoghi che in qualche modo rappresentano la memoria di una persona: per chi viene dal mondo contadino, può essere la terra in cui ha lavorato per una vita piuttosto che altri luoghi che non sono inseriti all'interno dei punti all'articolo 4, comma 2, delle lettere a, b, c, d, perché si parla soltanto di montagna, laghi, fiumi e mare e non si parla della terra, cioè di luoghi magari distanti 200 metri dai centri di insediamenti abitativi - così come si dice in analogia con la montagna - dove si potrebbero disperdere le ceneri. elemento L'altro aspetto è quello che viene individuato come di carattere economico. Oggi certamente la cremazione ha anche questa componente, cioè un aspetto di minor costo rispetto alla sepoltura. Non so se sia corretto indicare all'articolo 9 che l'informazione sulle diverse pratiche funerarie deve riguardare anche gli aspetti economici, perché il rischio è che si faccia un'informazione che non prende spunto da quelle che sono le finalità della legge, ma che prende più spunto dagli oggettivi risparmi economici che vi sono con la cremazione.
Ritengo che sia positivo dire che si deve favorire e promuovere l'informazione sulle diverse pratiche funerarie, ma non so se in legge sia opportuno dire che questo va considerato anche relativamente agli aspetti economici, perché mi sembra un po' una concorrenza sulle modalità di realizzazione di un funerale che, forse, con lo spirito sobrio che ha la legge c'entra poco.
Mi auguro - non sarà oggetto di emendamento - che negli anni a venire la norma finanziaria possa avere un sostegno maggiore, perché quando all'articolo 11, diciamo che "il Comune di ultima residenza del defunto pu sostenere, ai sensi della normativa statale vigente, gli oneri e le spese derivanti dalla cremazione e dai relativi adempimenti cimiteriali", penso che prevedere un sostegno della Regione ai Comuni che praticano la cremazione, ovviamente nel caso di indigenza, possa essere un aspetto positivo in quanto non vi sarebbe differenziazione nella morte, perch altrimenti il rischio è che un Comune possa - la legge dice "possa" e non "deve" - sostenere le spese nel caso di indigenza, mentre un altro Comune che ha un regolamento differente invece non intervenga in questi casi.
Al di là di alcuni aspetti - e su un paio di casi presenteremo degli emendamenti - credo che questa sia una buona legge, che tiene conto tanto dell'aspetto pratico, anche se ha un valore più importante, quanto dell'aspetto culturale e di importanza per una comunità, che registra la morte delle persone che formano la comunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Rapidamente per esprimere il nostro apprezzamento e quindi il nostro convinto sostegno a questa legge, sottolineandone i due aspetti che, a nostro avviso, meglio colgono il tentare di venire incontro ad esigenze sempre più diffuse nella società italiana e certamente anche piemontese.
Della prima si è già diffusamente discusso e trattato, ed è la questione della possibilità di dispersione delle ceneri.
Credo che, contrariamente a quello che diceva poc'anzi il collega Vignale, credo che vada bene così com'è normata la questione della dispersione delle ceneri, perché bisogna fare affidamento anche un po' al buonsenso e alla delicatezza di chi attua questa pratica.
Mentre il Consigliere interveniva, mi veniva in mente Il grande Lebowski, la dispersione delle ceneri nel film. Lì si era in aperta campagna e in mezzo alla natura, eppure anche in quel caso la dispersione fu un fatto poco simpatico.
Credo che ci siano molte persone che accarezzavano questo desiderio che non potevano evadere per effetto delle restrizioni legislative.
Conviene mantenersi su una posizione di buonsenso, come mi pare che nell'articolo 4 della legge si faccia.
Il secondo aspetto importante di questa legge è il tema della funzione del Piano regionale di coordinamento e della previsione delle strutture per il commiato. Entrambi sono aspetti che permettono di valorizzare adeguatamente l'aspetto comunitario del commiato, quell'aspetto che è particolarmente presente ed importante nella nostra civiltà, che credo vada preservato al di là della maniacalità che, qualche volta, ritroviamo nel culto dei morti presso le nostre attitudini.
Perciò siamo ben disponibili a sostenere e ad approvare emendamenti che possono migliorare questa legge, ma riteniamo che l'impianto e la struttura debbano essere portati avanti ed approvati da questo Consiglio sostanzialmente nelle condizioni in cui sono indicate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Concordo con molti degli interventi e con la relazione della Consigliera Motta, con molti interventi tra cui l'ultimo.
Noi abbiamo lavorato in Commissione su questo tema, che riteniamo un tema importante. Abbiamo chiesto anche in Commissione che i tempi fossero rapidi e così non è stato, nonostante l'impegno sia dell'Assessore sia dei Consiglieri. Vi sono, a volte, strozzature che rendono i tempi più lenti rispetto a quello che noi vorremmo e a quello che la società civile stessa vorrebbe.
Crediamo che la legge sia importante, perché va incontro al bisogno di moltissimi cittadini e cittadine e ad aspirazioni etiche importanti, non solo di quel cattolicesimo liberale che, giustamente, il Consigliere Burzi ricordava, ma anche di altri pensieri e di altre etiche.
Il Consigliere Ricca ci ha deliziato con citazioni splendide di un pensiero che era profondamente laico e che vedeva l'immortalità dell'uomo non nella sua anima in un regno futuro, ma nelle grandi opere e negli esempi che l'uomo stesso compie nella vita e nel ricordo che lascia ai propri cari e alla patria.
La legge nazionale si sta discutendo. Noi avremmo sperato che la legge nazionale arrivasse prima della legge regionale; avrebbe forse risolto molti nodi e molte questioni.
Purtroppo così non è stato; anche là i problemi sono quelli che cercavamo di ricordare prima. Questa legge va incontro alla libertà di scelta dei singoli, al fatto che la morte sia un dramma individuale, anche un dramma collettivo. Giustamente l'articolo 7, che il Consigliere Reschigna ricordava, parla di senso comunitario della morte, oltre al dramma personale ed individuale.
Chiediamo anche noi che, nei limiti del possibile - sappiamo quali sono le strette e quali i bisogni anche su mille altri temi - il prossimo bilancio ragioni su questo tema, innanzitutto per la questione degli indigenti. Ha fatto bene il Consigliere Guida a ricordare che in Provincia di Cuneo c'è sostanzialmente una forma di gratuità; non vogliamo esportare il modello cuneese, perché veniamo accusati di questo in troppi casi.
Inoltre, sarebbe utile costruire numerosi altri crematori. Il fatto che ve ne siano così pochi rende difficile questa pratica, per quanto nella cultura comune, nella morale e nella mentalità corrente stia crescendo notevolmente per tanti motivi che non banalizzerei.
Mi sembra che i problemi ambientali e i problemi igienici ricordati non siano cosa così piccola; le stesse strutture cimiteriali in molti casi scoppiano e questo è anche un problema, oltre alla scelta etica della cremazione o del ritorno in natura delle proprie ceneri o quelle di parenti.
Anche per una forma di informazione, mi pare che in molti casi questa pratica sia ancora poco conosciuta, ancora vittima di luoghi comuni che in troppi casi vi sono.
Credo che ci siano due questioni da ricordare. Questa proposta di legge, che anche il nostro Gruppo naturalmente ha firmato, prevede il discorso della dispersione, che è un discorso di una certa importanza.
Il Regolamento di Polizia Mortuaria del 1975 prevedeva la cremazione solo in due casi: disposizione testamentaria della persona interessata iscrizione ad un'associazione cremazionista, in particolare alla SO.CREM.
Nel 1990 lo stesso Regolamento modificato richiamava la possibilità per i familiari di far valere la volontà che il defunto o la defunta avevano espresso.
Con lo stesso decreto s'introduceva per la prima volta l'ipotesi di un cinerario comune nei cimiteri, una sorta di ossario che non era ancora una dispersione vera e propria.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Dalmasso. Colleghi, abbiate la cortesia, ma anche solo per il tema trattato; non è accettabile un rumore ed un atteggiamento del genere.
Siamo anche, fra l'altro, in un periodo particolare. Quindi, chi ha necessità di parlare, gli spazi fuori sono ampi.
Abbiate pazienza, particolarmente in quest'occasione.
Prego, Consigliere Dalmasso.



DALMASSO Sergio

La novità è emersa nell'anno 2001, quando la legge n. 130 ha prodotto la dispersione delle ceneri nei cimiteri o in natura.
Questa legge non avevo però, di fatto, regolamenti attuativi tali da far sì che ci fosse un'attuazione pratica della stessa.
Tanto più che, in seguito alle modifiche introdotte dal Titolo V queste norme sembravano di competenza specifica ed esclusiva delle Regioni per cui un regolamento applicativo vero e proprio non si è avuto mai.
Tra il 2002 e il 2006 molte Regioni, fra cui la nostra, hanno attuato leggi su questo tema; altre Regioni le hanno attuate in modi leggermente differenti e con altre specificità.
Nel ricordare il nostro giudizio positivo su questa legge, tranne che su alcuni punti specifici su cui ci sarà una discussione per gli articoli singoli, vorremmo ricordare due cose. Innanzitutto, la necessità che, pure nelle traversie di non poco conto che si hanno a livello nazionale, si cerchi di stringere i tempi sulla legge nazionale, che risolverebbe, credo moltissime questioni.
Il secondo è un tema che abbiamo sollevato in Commissione e che l'Assessore conosce bene, perché non è ostativo ma riguarda un elemento importante: l'articolo 2 prevede, in caso di cremazione e dispersione delle ceneri, una gerarchia data dalle leggi vigenti - non vogliamo forzature di alcun tipo - che prevede il coniuge (o la coniuge) e poi i parenti secondo le disposizioni previste dalle leggi.
Continuiamo a ritenere che il convivente (o la convivente), per i motivi ricordati anche in ordine ad altri temi (il fatto che le convivenze sono sempre più numerose e più ampie nella mentalità comune e nella pratica) dovrebbe avere voce in capitolo su questi temi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dalmasso.
Non vi sono ulteriori richieste di intervento sul dibattito generale per cui possiamo passare all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 2 presentato dal Consigliere Ricca: Art. 1, comma 2 a) sopprimere le parole "per ragioni igienico sanitarie e in quanto pratica funeraria di minor impatto ambientale, salvaguardando" b) aggiungere, dopo "cremazione" e prima di "la dignità" "nel rispetto del".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2, sul quale l'Assessore Deorsola, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 11 presentato dai Consiglieri Laus e Ricca: Art. 1 comma 3 dopo "crematori" "ed agli spazi per il commiato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Visto l'emendamento a questo comma presentato dalla Giunta, ritiro l'emendamento all'articolo 10, che in pratica viene assorbito da questo.



PRESIDENTE

ritirato, quindi, l'emendamento relativo all'articolo 10.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11, sul quale l'Assessore Deorsola, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Ricordo che il numero legale è 31.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1, come emendato.
Il Consiglio approva.
Questo disegno di legge è condiviso da tutti come abbiamo potuto evincere anche dagli interventi. Abbiamo ancora una quindicina di emendamenti da esaminare. Come ci comportiamo? Chiudiamo l'intero provvedimento o sospendiamo alle ore 13? Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William

Presidente, non essendoci contrarietà sul provvedimento, e avendo assunto degli impegni che adesso hanno fatto anche allontanare i membri del nostro Gruppo, e poiché mi dicono che ci sono ancora 17 emendamenti (peraltro non presentati da noi) da esaminare, non c'è alcun problema ad impegnarci ad approvarlo. Comunico, però, che anche il sottoscritto alle ore 13 si dovrà assentare.
Chiedo pertanto la cortesia di interrompere i lavori e di concludere il provvedimento in esame oggi pomeriggio. Non credo che vi siano problemi concluderlo alle ore 15 anziché alle ore 13. Altrimenti, dovremo stare qua fino alle ore 14.30 e salterebbero gli impegni di tutti.



PRESIDENTE

Vi è una proposta di votare ancora l'articolo 2, che ha un solo emendamento, e di riprendere i lavori alle ore 14.30.
Ha chiesto la parola il Consigliere Turigliatto; ne ha facoltà.



TURIGLIATTO Mariano

Volevo solo preannunciare, in merito all'articolo 2, la presentazione di un piccolo emendamento che non dovrebbe creare alcun problema.



PRESIDENTE

Potremmo sospendere a questo punto i lavori del Consiglio e riprenderli, invitandovi alla puntualità, alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.57)



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