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Dettaglio seduta n.253 del 22/10/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 15.08)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Deambrogio, Robotti, Rostagno Valloggia.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori e in particolare:

Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Mancato svolgimento del sindacato ispettivo

Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Fiere, mostre e mercati

Richiesta documentazione relativa a "Fiera dei diritti e delle Pari opportunità Melting Box"

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Procedura d'assegnazione delle coperture assicurative per tutto il comparto sanitario del Piemonte


PRESIDENTE

In sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, si era convenuto di passare, nel corso della seduta odierna, all'esame della deliberazione n.
162, inerente a "Individuazione delle aziende sanitarie locali e dei relativi ambiti territoriali".
Prima di procedere all'inversione dell'o.d.g. riterrei opportuno proseguire ancora con qualche emendamento sul testo della deliberazione n.
161, per consentire ai colleghi fuori aula di entrare.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Ero intervenuto diverse volte per richiedere di dedicare la parte iniziale delle sedute all'attività di sindacato ispettivo.
Abbiamo montagne d'interpellanze e interrogazioni che aspettano dei riscontri e devo ricordare che non si possono surrogare con delle risposte scritte, a meno che non siano chieste dall'interrogante.
Diverse volte ricevo da Assessori solerti la risposta scritta: in qualche caso va bene, ma se volessimo fare l'accesso agli atti, lo faremmo direttamente. L'interrogazione e l'interpellanza in Consiglio sono tutta un'altra cosa.
Presidente, ho visto che né oggi né domani, ma neanche mercoledì, sono previste risposte ad interrogazioni e interpellanze. Posso comprendere oggi, posso comprendere domani visto il Consiglio aperto, ma credo che almeno mercoledì si possa dedicare il tempo necessario all'attività di sindacato ispettivo, considerata anche la disponibilità della Presidenza in tal senso (nessuno, infatti, era contrario).
Non so, a questo punto cosa si pensa di fare? È chiaro che per la Giunta è più comodo il rinvio delle risposte alle interpellanze e interrogazioni, così poi vanno a finire nel dimenticatoio.
Chiedo veramente al Presidente del Consiglio il suo impegno, poich questa è attuazione del Regolamento. Ricordo che il Regolamento dice: "La prima ora della seduta è dedicata, salvo casi particolari, al sindacato ispettivo". Ebbene, non si può azzerare un così importante momento di confronto tra il Consiglio e la Giunta.



PRESIDENTE

Collega Cavallera, concordo con lei sulla necessità di tornare a dare spazio al sindacato ispettivo. Se non erro, anche la sua collega di Gruppo Mariangela Cotto, aveva sollevato la questione in una precedente seduta del Consiglio regionale. È, dunque, un'istanza che mi è ben chiara.
In sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, si è convenuto di mantenere questo calendario per questa settimana. Posto che è il punto terminale di un cammino che è stato individuato ed è stato estremamente accidentato e faticoso, convengo sull'opportunità di dar spazio al sindacato ispettivo.
Se i Presidenti dei Gruppi sono d'accordo, fin dalla prossima settimana potremo decidere di dedicare un'apposita mezza giornata o un'intera seduta del Consiglio regionale a questo tema, magari tenendo un Consiglio regionale straordinario.
Prego la dottoressa Bertini di prendere atto di questa richiesta e io la porterò all'attenzione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi perché, in effetti, avevamo raggiunto buone performance nelle risposte e non vorrei che il trend venisse, nostro malgrado, invertito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, pregherei tutti coloro che non sono interessati al dibattito di accomodarsi fuori dell'aula.
Abbiamo una giornata abbastanza delicata e quindi riterrei opportuno ascoltare gli interventi.



GHIGLIA Agostino

Lei vuole proprio lavorare in un deserto, Presidente.
A parte le battute, c'era stata promessa per questa mattina, prima dell'inizio dei lavori, tutta la documentazione relativa a Melting Box, che sarebbe l'enorme spreco di denaro pubblico auto-propagandistico della Giunta Bresso, a cominciare dalla sua Presidente, sul tema vago dell'integrazione e delle pari opportunità.
Per adesso, i colleghi (me compreso) che ne avevano fatto domanda hanno ricevuto il catalogo generale, che è sicuramente interessante, ma mancano tutte le delibere e le determine richieste, che probabilmente sono in arrivo adesso.



(Commenti in aula)



GHIGLIA Agostino

Sarebbero quelle che avevamo richiesto e che non abbiamo avuto prima e che sono andate in casella adesso, perché fino a cinque minuti fa non c'erano.
Adesso, signor Presidente, le chiederei due minuti di sospensione per capire, all'interno della minoranza, come procedere su questo tema.
Noi siamo abituati a fare e chiedere delle cose e mantenere i patti, se le cose sono rispettate. Non sto a dirle, Presidente, che c'è stata un'interpretazione errata della lettera da lei inviata venerdì u.s. in sede di Commissione agli Assessori competenti, per cui gli Assessori competenti sono arrivati gravemente impreparati rispetto alle sue puntuali richieste senza essere accompagnati dalle relative documentazioni; documentazioni che dovevano fare non da corollario, ma da sostanza alle domande che avevamo posto e che avevamo posto anche per suo tramite.
Quindi le chiederei cinque minuti di sospensione per capire cosa dobbiamo fare, visto che alle ore 15.13 ho in mano solo il catalogo. Mi si dice che qualcosa era stato messo in casella, ma visto che sono andato adesso a ritirare la posta in casella, sempre il catalogo ho ricevuto.
Comunque, la roba non era disponibile neanche prima di una pausa; potrebbe essere arrivata verso le 13, ma noi non ne avevamo notizia. Il Consigliere Vignale è andato adesso a guardare nella sua casella e la roba non c'è.
Di conseguenza è meglio, Presidente, fare cinque minuti di sospensione anche per parlare con il Vicepresidente della Giunta, così ci capiamo.



PRESIDENTE

Penso sia opportuno sospendere i lavori per cinque minuti.
La seduta riprenderà alle ore 15.20.



(La seduta, sospesa alle ore 15.15 riprende alle ore 15.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Presidente, siamo un po' imbarazzati, perché ci sembrava di essere stati molto precisi nelle richieste e le devo ricordare che queste richieste sono state reiterate in suo tramite, con la sua lettera.
Cito le due cose marchiane che mancano: i riferimenti ad una comunicazione esterna milionaria ed i costi.
Non c'è niente, poi, sulla Fiera, non ci sono i costi degli stand, non c'è nulla. Vogliamo sapere quanto paga il Comitato Torino Pride, con la Diaconia valdese, ad esempio, per avere gli stand. Credo che paghino, e allora vogliamo sapere quanto sono stati venduti gli stand, come capita in tutte le fiere, al metro quadro.
Non c'è niente sul dettaglio della Fiera, non si capisce, dal materiale, come sia stata fatto - leggo perché non vorrei sbagliarmi - lo scaffale di parità - ma vedo che non lo sa neanche lei, Presidente! Vede, sono 120 testi per la parità, e contro tutto il resto selezionati non sappiamo da chi, ma l'abbiamo chiesto e vogliamo che sia detto.
Non sappiamo come convivono "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen che ho avuto modo di apprezzare in anni ormai lontani della mia adolescenza e "L'amore ai tempi della Bossi-Fini"! Mi rendo conto che per qualcuno questi possono essere due classici della letteratura mondiale, soprattutto il secondo, però qui c'è un elenco di libri: non sappiamo a chi sono stati dati, in quante copie, come, perch e quando.
Presidente, la documentazione d'oggi è assolutamente incompleta.
Riguardo agli sponsor, quanto hanno pagato? Non c'è niente, non c'è niente sulla Fiera in sé.
Vede, Presidente, sono imbarazzato perché non so se abbiamo parlato ai sordi o ai furbi. Se abbiamo parlato ai sordi, io che sono anche estensore di un'antica proposta di legge, sia per la sottotitolazione dei TG regionali sia, addirittura, per le schede elettorali in Braille, ho molto rispetto per i sordi e per la materia. Evidentemente, abbiamo due Assessori sordi e non lo sapevamo.
Se, invece, abbiamo parlato ai furbi, allora ci arrabbiamo, perch manca la risposta a buona parte (direi l'80%) di quello che abbiamo richiesto.
Presidente, non so chi decida cosa dobbiamo fare adesso, nel momento in cui non è stato rispettato un accordo. Non so se chiederlo a lei, all'Aula o ai colleghi, però questa è la situazione. Dopodiché, non so cosa fare Presidente; se vogliamo, possiamo sospendere nuovamente i lavori, perché il materiale è assolutamente incompleto.
Oltretutto, tutti gli Assessori sono impegnati perché oggi è la loro giornata, è la giornata inaugurale, quindi capisco, però le cose non possono non essere conosciute prima che siano fatte, perché non mi si venga a dire che apriamo una Fiera e non sappiamo quanto costa o chi ha pagato.
Non è possibile. Credo non sia possibile, perché ci troveremmo di fronte ad un reato.
Visto che non è così, sicuramente non è così, com'è possibile che non ci sia stata data la documentazione richiesta? Questo Presidente è disdicevole, vorrei dire inaccettabile, ma prima ho bisogno del conforto d'altri colleghi.
Per me, comunque, è inaccettabile.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ghiglia. Ho preso atto in questo momento della documentazione e non sono ancora in grado di entrare nel merito delle valutazioni.
Ovviamente, se la documentazione non risultasse esauriente rispetto alle richieste avanzate nello scorso Consiglio e da me formalizzate, a nome di tutta l'Aula, per meglio rendere edotti gli Assessori, sarà mia cura chiedere un supplemento di documentazione per integrare le parti mancanti.
Ovviamente, è necessaria una verifica da parte mia rispetto al contenuto di queste informazioni, perché ne ricevo or ora copia.
Se la documentazione risultasse non esaustiva rispetto alla richiesta da me formalizzata, a seguito del dibattito della scorsa seduta di Consiglio, sarà mia cura chiedere tutta la documentazione.
La parola al Consigliere Segretario Chieppa che interviene in qualità di Consigliere.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente. Rapidamente, perché stiamo assistendo alla riproposizione di quanto accaduto durante l'ultima Commissione competente su questo tema.
Voglio fare il punto, perché le cose dette in aula sono importanti.
Riteniamo, ovviamente, che i conti debbano essere, come sono, pubblici e verificabili da tutti i Consiglieri. Cogliamo, però, l'occasione per segnalare una nostra sensazione: che questa polemica fortissima aperta in Commissione riguardi in realtà i contenuti del Melting Box, di questa grande iniziativa e appuntamento che si svolge nella nostra città.
Voglio telegraficamente ribadire l'apprezzamento a nome del Gruppo dei Comunisti Italiani, per quel tipo d'iniziativa, per il ruolo che la Regione sta svolgendo all'interno di quell'iniziativa, e rivolgere, in particolare quest'apprezzamento agli Assessori Pentenero e Manica.
Parliamo di un appuntamento importantissimo, che vuole mettere al centro dell'attenzione il tema delle discriminazioni, il tema della necessità che si vada ad una reale eguaglianza e possibilità di diritti, il tema fondamentale di agire e di interloquire con il mondo della scuola affinché si sviluppi una cultura vera della diversità, in questo Paese.
Ritengo importante che, proprio in questo momento storico, in cui c'è grande conflitto rispetto al tema delle diversità tutte, la Regione, la Giunta regionale abbia deciso di sostenere quell'iniziativa.
un segnale in controtendenza.
Voglio ringraziare ancora una volta gli Assessori competenti e tutta la Giunta per aver sostenuto questa iniziativa importantissima. Parliamo di cultura della diversità, parliamo di diritti, e da questo punto di vista i conti sono una cosa, e devono poter essere verificati da tutti, anche da noi, ovviamente...



PRESIDENTE

Consigliere Chieppa, stiamo parlando sull'ordine dei lavori, non nel merito.



CHIEPPA Vincenzo

Chiudo: stiamo parlando "Sull'ordine dei lavori", bene, ma il Consigliere Ghiglia, in tutte le sedute di Consiglio parla di qualunque cosa voglia. Ho deciso di fare altrettanto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzi.



POZZI Paola

Grazie, Presidente.
Credo di dover qualche spiegazione ai colleghi del Consiglio, rispetto allo svolgimento della Commissione di venerdì mattina. (Il collega Bossuto potrà integrare questo mio intervento se non sarò sufficientemente precisa).
Nel corso della Commissione, abbiamo tenuto sott'occhio e ben presente il contenuto della sua lettera, Presidente, che chiedeva che i Consiglieri fossero informati su some erano state impiegate le risorse, ammontanti a 850.000 euro, per la diffusione del materiale e la sensibilizzazione nelle scuole sul tema delle "Pari opportunità", e della lotta ad ogni discriminazione.
Nel corso della Commissione è emerso che in realtà la cifra non fosse di 850.000,00 euro, bensì di 820.000,00/830.00,00 - non ricordo bene - delle quali una parte di competenza dell'Assessore Manica e, segnatamente, della "Comunicazione" e una parte dell'Assessore Pentenero, e segnatamente dell'utilizzo del Fondo sociale europeo nella misura che riguarda la "Promozione della cultura delle Pari opportunità" ed è stato spiegato, ma non in dettaglio, come tali risorse fossero state ripartite e utilizzate.
Su precisa richiesta di alcuni Consiglieri è stato pertanto richiesto agli Assessori di far pervenire nel dettaglio le modalità di spesa dei suddetti 850/830.000,00 euro.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Pozzi.
Pregherei gentilmente i colleghi non interessati agli interventi di uscire dall'aula.



POZZI Paola

stato altresì precisato che il Salone denominato "Fiera dei diritti e delle Pari opportunità Melting Box" non rientrava nei 850.000,00 euro di cui alla sua gentile lettera. Pertanto, la Commissione si è soffermata sul contenuto della sua lettera e non sugli aspetti relativi al Salone.
A tali aspetti - quelli primi - è riferito il materiale che doveva essere inviato dai due Assessori, ma non a quello riferito al Salone.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Stavo ancora dando un'occhiata alla documentazione che ci è stata concessa - non vorrei aver compreso male quanto diceva la collega Pozzi. La documentazione richiesta, in modo assolutamente esplicito tanto in Aula quanto in Commissione, è su tutta la spesa relativa alle iniziative sulle Pari opportunità, soprattutto relative al Melting Box, ma anche su altre proposte, che ci sono state illustrate in sede di Commissione.
Non so se il collega Chieppa intenda fare una valutazione nel merito in tal senso potremmo dire un'infinità di cose. Ma relativamente alla modalità di spesa, rileviamo un solo aspetto: 850.000,00 spesi, dei quali nemmeno 1 euro riguarda la promozione del salone e le spese relative affitto, noleggio e quant'altro. Dunque, avremo una spesa ben superiore al milione di euro per quest'iniziativa. Inoltre, tutti i soggetti sono stati individuati senza evidenza pubblica, ma tutte ad intuito/ persona - meglio intuito/società. É questo un altro aspetto che lascia qualche ombra relativamente alla trasparenza.
Dopodiché, se la maggioranza ritiene che è meglio parlare della tutela delle diversità, in qualunque modo si faccia e qualunque cifra si spenda, è problema di chi intende tutelare l'iniziativa. Noi possiamo aver valutazioni unanimi rispetto alla tutela delle diversità, non certo con questa quantità di spesa, con queste modalità di spesa e con questa realizzazione.
Intanto, forniteci la documentazione mancante; è un po' strano che si debba chiedere tre volte (in aula, in Commissione e di nuovo in aula) una documentazione che un Assessorato dovrebbe poter fornire in cinque minuti due delibere le abbiamo a nostre mani, verosimilmente deve essercene un'altra legata alla Presidenza per ciò che riguarda la promozione.
Immagino che i colleghi, come noi, abbiano visto qualche centinaio di manifesti "6x3" per la città, le decine e decine di pagine sui giornali ovviamente a pagamento - e qualcuno li avrà pagati: noi. Vorremmo dunque sapere come li abbiamo pagati, come sono stati individuati, quanto ci sono costati, eccetera.
A volte 100.000,00 euro in più per politiche sociali vere sembra uno sforzo titanico, ma poi siamo lieti di spendere un milione e rotti euro per un'attività assolutamente inutile. I piemontesi, alla fine di quest'esperienza - salone realizzato o pubblicizzato - non avranno visto cambiato di tanto così la capacità d'integrare all'interno delle scuole i bambini o i ragazzi extracomunitari, non avranno modificato di tanto così l'offerta dei servizi all'istruzione o sociali del Piemonte. Il problema che poniamo è il seguente: se non è un problema del partito dei Comunisti italiani ne prendiamo atto - non ci sorprende - ma non stiamo parlando del merito. Del merito parleremo quando almeno avremo verificato il "quantum" esorbitante della spesa.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Non intervengo nel merito delle osservazioni che il Consigliere Vignale ha espresso e che, ovviamente, sono assolutamente sotto la sua responsabilità. Prendo nota che la documentazione...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Vignale)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Lei ha fatto anche una serie d'osservazioni che, ovviamente, sono personali.
Prendo nota che la documentazione richiesta, riguardante uno specifico fondo - che è stata fornita - a vostro avviso non è sufficiente e che volete un'integrazione, in specifico, relativamente al Salone delle "Pari opportunità Melting Box", in modo che sia dettagliata la spesa e le fonti di finanziamento della stessa.
Prendo nota e, naturalmente, le faremo pervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni sull'ordine dei lavori.



CASONI William

Grazie, Presidente. Chiederei una comunicazione o della Presidente o dell'Assessore Artesio relativamente a quanto accaduto venerdì in sede di IV Commissione.
Personalmente ho ricevuto, nel pomeriggio due o tre telefonate dal Presidente della Commissione, Rostagno - che oggi non vedo - dalla quali è emerso che si è trattato di un errore e che si porrà rimedio nella settimana. Per coloro che non conoscessero il tema racconto brevemente il fatto. La Commissione doveva sentire la procedura di assegnazione delle coperture assicurative per tutto il comparto sanitario del Piemonte; c'era una proposta che individuava - non entro nel merito - in questo caso, di subappaltare, sostanzialmente, al Direttore generale delle Molinette tutta la partita, copiosamente finanziata e di grande importo. Su questo doveva essere sentita la Commissione, la quale, approfittando di una riunione della minoranza, che, in quel momento, era riunita in un'altra aula peraltro, contigua a quella della Commissione, ha approvato il testo.
Immediatamente dopo, però, il collega Rostagno è venuto a scusarsi dicendo che sarebbero state prese tutte le contromisure e nella telefonata che è seguita due ore dopo da parte sua ha detto che il termine non era così perentorio, che si potrebbe rinviare.
Oggi, essendo trascorsi tre giorni e sembrandomi questa la sede adeguata, vorremmo sapere dalla Presidente se quanto ha detto il Presidente della Commissione Rostagno corrisponde al vero, ovvero che quella decisione non è stata avvallata, che la Commissione si riunirà nuovamente per discutere di questo tema prima del definitivo consenso alla proposta.
Auspicavo una comunicazione in questo senso, perché, nel caso non fosse così, è logico che noi porremo un problema di metodo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e Sanità programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Io confermo che il Presidente di Commissione mi ha chiesto di riproporre il documento in Commissione stessa. Confido nella programmazione urgente di questa Commissione, perché la materia riveste caratteristiche d'urgenza.
Riconfermo in aula la mia disponibilità, attendendo, ovviamente, che il Consigliere Rostagno scriva il calendario di quest' appuntamento.
Brevemente, ricordo all'Aula e ai Consiglieri che il tema è stato oggetto di due sedute di Commissione, in ottemperanza al disposto del Regolamento di quest'Aula, che prevede che questo, pur essendo atto di Giunta, sia assunto sentita la Commissione. Nella prima seduta antecedente l'estate, la Commissione ha discusso delle procedure di affidamento; nella seconda seduta - quella di cui sono testimone, perché, prima dell'estate evidentemente, non avevo quest'incarico - si sono ascoltate delle opinioni in merito ad aspetti riguardanti la titolarità della gara, da una parte, e le modalità di effettuazione della stessa, dall'altra. Alla conclusione degli interventi dei presenti in aula, il Presidente ha posto in votazione l'atto, come da Regolamento viene interpretato in questo consesso il termine "sentita la Commissione", e la Commissione ha proceduto all'espressione della propria volontà, essendosi allontanato nel momento del voto l'ultimo Consigliere di minoranza presente.
Quindi, sull'aspetto di metodo non voglio opporre alcuna resistenza ricordando che sul merito la copertura del rischio medico è un'emergenza ed urgenza che credo riguardi la sensibilità di tutti i Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Burzi.



BURZI Angelo

Quanto detto adesso dall'Assessore implica, qualora sia raccolta l'opinione dell'Assessore e del Presidente della Commissione, che venga votato il ritorno in Commissione dell'atto, che, in questo momento, è in Consiglio.
Non ci torna da solo, ci torna se qualcuno ne vota il rientro, sempre che nel frattempo, non siano cambiati i Regolamenti. Quindi, prenderemo atto...



(Commenti fuori microfono)



BURZI Angelo

Se la Commissione licenzia un documento, il documento arriva in Consiglio.



(Commenti fuori microfono)



BURZI Angelo

Allora, significa che qualcuno deve chiedere al Presidente della Commissione un approfondimento, che si dà da solo il Presidente di Commissione o la maggioranza; come posso dire, se il Presidente conviene sull'utilità di un approfondimento e, quindi, di una nuova convocazione.
Non sono Rostagno e mi guardo dal sostituirmi ad esso, però, siccome l'atto è stato licenziato, Rostagno dovrà una avere una buona motivazione che qualcuno gli dovrà dare, oltre ai suoi incubi notturni, che in questa fase immagino siano molto frequenti. Convengo sul fatto che Rostagno individuerà la modalità perché questo avvenga.
Mi auguro che quando questo avverrà - francamente mi sembra il minimo si possa anche sperare che qualcuno su questo tema di merito ci pensi Assessore. Certamente, non faccio alcuna colpa a lei, anzi, per quella che oggi, è un'urgenza.
Si sapeva del centocinquantenario dell'Unità d'Italia nel 2011 dal 1861 qualcuno se n'è dimenticato fino al 2008 - così come di questa scadenza nel Natale di quest'anno; qualunque Giunta, se ne fosse occupata, lo avrebbe saputo.
Quindi, c'è un ritardo che escludo in maniera assoluta sia attribuibile a noi, ma ben venga, perché la soluzione che state proponendo è oscena.
In tutto il documento, che noi non approveremo votando contro mercoledì o giovedì, quando avremo finito, di risk management - lei lo sa bene - non c'è scritto nulla; nella riorganizzazione del personale fatta dall'Assessore Peveraro di risk management, che io sappia, mi sar distratto, non c'è scritto nulla! Del teorema del rischio questa Giunta (rischio in senso lato) - mi sente, Vicepresidente? Io ascolto sempre con piacere le opinioni dell'Assessore al patrimonio sulla gestione del rischio, perché lei è anche l'Assessore al patrimonio, quindi la gestione del rischio non dovrebbe vederla totalmente distratta - non se ne fa nulla e delegare una tematica che non è affatto risolta, a nostro avviso, dal punto di vista della strategia, a un'azienda è follia! Questa follia, poi, viene accresciuta dal fatto che la si dà all'Ospedale Molinette, che, come si sa, non ha null'altro di meglio da fare che occuparsi del rischio. L'attuale Direttore delle Molinette è noto anche all'infuori della provincia di Torino per essere uno dei migliori esperti europei di risk management: la trovo una cosa oscena! Ciò non di meno, almeno fatela con il metodo giusto, onde noi ci si possa lamentare non criticando solo il merito, che è e rimane osceno, ma almeno anche la forma.



PRESIDENTE

Rispetto alle osservazioni appena svolte, Presidente Burzi, l'atto in questione non è all'attenzione del Consiglio perché è un parere di Giunta.
Preso atto della dichiarazione dell'Assessore Artesio, a seguito della richiesta avanzata dal Presidente Casoni, ovviamente, sarà cura degli Uffici della Segreteria del Consiglio regionale, d'intesa con analoghi Uffici della Giunta regionale, individuare le modalità adeguate dal punto di vista formale e regolamentare per consentire un nuovo pronunciamento della IV Commissione nei tempi resi necessari dall'urgenza della deliberazione. Comunque, gli Uffici individueranno un percorso formale e regolamentare perché la deliberazione possa essere oggetto di un nuovo parere da parte della Commissione competente.
La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Signor Presidente, intervengo per richiamare in aula due ordini del giorno, uno del Gruppo di Forza Italia, da me sottoscritto e di cui è prima firmataria la collega Cotto, e un altro, sempre sulla stessa questione delle Comunità montane, firmato da me e dal collega Ferraris entrambi come primi firmatari.
Relativamente alla motivazione per cui chiedo di discutere e votare gli ordini del giorno di sostegno alle Comunità montane, ricordo all'Aula che il Presidente dell'UNCEM, Lido Riba, ha organizzato una manifestazione per il 24 ottobre a Roma al fine di contestare la proposta di riduzione degli Enti montani inseriti nella Finanziaria 2008.
Siccome - Presidente, abbia pazienza, mi rivolgo a lei - la Regione Piemonte e il Consiglio regionale, ad ogni piè sospinto quando le Pubbliche Amministrazione convocano delle Assemblee, hanno sempre inviato il proprio gonfalone, e visto che a Roma non vanno dei cittadini, ma degli Amministratori che li rappresentano - eletti dagli stessi cittadini come "primi cittadini" della loro città o del loro paese - e vista l'importanza istituzionale che ricopre questa manifestazione, chiedo che i due ordini del giorno vengano discussi e votati nella giornata odierna.
Inoltre, chiedo di inviare il gonfalone a sostegno dell'iniziativa dell'UNCEM, il cui Presidente è l'ex Vicepresidente di questo Consiglio regionale, nonché caro amico, Lido Riba, al quale va tutto il nostro sostegno, perché vorremmo che la Regione, in un'occasione del genere dimostrasse la sua vicinanza istituzionale a tutto il territorio piemontese e ai suoi Amministratori. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Toselli, ovviamente procederemo su questo tema - che comporta l'iscrizione e la votazione dell'ordine del giorno - come da prassi. Se nel corso della seduta emergerà il consenso necessario dei Presidenti dei Gruppi, procederemo alla votazione. Ovviamente, vi chiedo di costruire le condizioni affinché questo si possa fare.



TOSELLI Francesco

Io chiedo che vengano iscritti, poi lei....



PRESIDENTE

L'iscrizione degli argomenti all'o.d.g. è prassi cui penso che il Consiglio non si discosterà.
Appena saranno recuperati i testi degli ordini del giorno potremo procedere alle relative iscrizioni all'o.d.g.
Per quanto riguarda la votazione finale, lei sa bene, ovviamente, che dipenderà dal consenso dei Gruppi di maggioranza e di opposizione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monteggia; ne ha facoltà.



MONTEGGIA Stefano

Grazie Presidente.
Ho chiesto la parola per spiegare la mia posizione, posto che l'Assessore Artesio citava l'ultimo Consigliere di minoranza uscito dalla Sala. Poiché ero io, ci tenevo a chiarire questo punto perché ritengo sia doveroso ripristinare quello che è il fair play istituzionale.
Nel corso della seduta di Commissione il Presidente prendeva la parola e diceva: "Sentito il parere della Commissione e vista altresì la presenza della minoranza, andiamo al voto".
E' inconcepibile che il Presidente, pur essendo rimasto solo io in aula e pur sapendo che era in corso una conferenza stampa della minoranza, abbia pensato di affidare tutta quella che è l'espressione della minoranza nelle mani di un solo Consigliere.
Penso che le regole debbano essere uguali per tutti: è buona creanza e principio primo del fair play poter avere almeno altri membri della minoranza presenti all'interno della Commissione. Si richiede pertanto come il Presidente aveva già annunciato, di riportare tutto in Commissione per poter sentire il parere. Ma "sentito il parere della Commissione" non vuol dire sentire solo il parere di un Consigliere, per giunta verso la fine, per poi andare al voto. Altri Consiglieri erano inizialmente presenti in aula e potevano, a quel punto, esprimere il loro parere prima del voto.
Ritengo pertanto opportuno ripristinare il fair play istituzionale all'interno delle Commissioni. E inviterei il Presidente a spiegare la questione anche al Presidente della Commissione Rostagno, che per qualche motivo non l'ha fatto.
Questo, Assessore, è ciò che è successo. Ed è per questo motivo che sono uscito: non volevo essere l'unico Consigliere di minoranza a "subire" un'intera Commissione.
La ringrazio, Presidente.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Inversione o.d.g. per esame proposta di deliberazione n. 162 "Individuazione delle Aziende Sanitarie Locali e dei relativi ambiti territoriali" (Iscritta ai sensi dell'articolo 34, comma 6, del Regolamento) (ordine del giorno n. 824 collegato)


PRESIDENTE

Colleghi, conformemente a quanto già annunciato e convenuto durante la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, propongo di invertire i punti all'o.d.g. e passare all'esame del punto 3), relativo alla proposta di deliberazione n. 162, "Individuazione delle Aziende Sanitarie Locali e dei relativi ambiti territoriali".
Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero, che interviene contro tale richiesta.



FERRERO Caterina

Presidente, non voglio assolutamente esprimere questa mia contrarietà ad un'impostazione che non so sulla base di quale ragionamento si è voluto modificare.
Mi sembra che questo Consiglio stia discutendo molto serenamente, anche sulla base di un accordo preso, e in modo chiaro rispetto a due provvedimenti, uno inerente il Piano Sanitario, l'altro alla delibera degli accorpamenti. Sinceramente, non comprendo il motivo per cui oggi, sapendo che si stavano terminando le discussioni relative agli emendamenti sul Piano Socio Sanitario, improvvisamente si cambi la modalità di discussione.
Non penso - almeno oso pensare che non sia questo il motivo - che sia legato al fatto che ci sia una certa attesa oggi, vista la presenza in questo Consiglio di realtà territoriali importanti che segnalano un'esigenza che quest'opposizione condivide. Detto questo, cambiare all'ultimo momento una discussione su un provvedimento che si stava concludendo con molta serenità, mi sembra una forzatura che, sinceramente non comprendo.
Onestamente, non so come si porrà in tal senso l'opposizione. Per quanto mi riguarda, volevo motivare la mia contrarietà a quest'inversione punti all'o.d.g., segnalando che le motivazioni contenute anche nella parte emendativa noi le condividiamo, ma una modalità di discussione normale in aula fa sì che provvedimenti così importanti si terminino nel rispetto dell'accordo previsto, che prevede di concludere la discussione nel corso di questo mese.
Personalmente - ribadisco che si tratta di una posizione personale non intravedo alcuna motivazione per cui oggi, all'improvviso, si termini il tutto e si cominci un'altra discussione.



PRESIDENTE

Faccio presente ai colleghi Consiglieri, in particolare alla collega Ferrero, che la proposta di cui mi sono fatto portatore è oggetto non di istanza personale, ma recepisce un accordo di tipo procedurale convenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Indìco la votazione palese sulla proposta di inversione punti all'o.d.g.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 162 "Individuazione delle Aziende Sanitarie Locali e dei relativi ambiti territoriali", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Vi ricordo che la discussione generale si era già svolta, insieme a quella relativa al punto 2) all'o.d.g..
Anche in questo caso, tengo a precisare, perché non vorrei che fosse messa in dubbio la correttezza procedurale convenuta in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi e si era convenuto di unificare le discussioni sulle due deliberazioni, e così è avvenuto. Ciò nonostante gli emendamenti apportati al testo danno ampia occasione a tutti i Consiglieri per esprimersi.
Devo informare che è stato presentato da parte della Giunta regionale un emendamento rubricato n. 2) integralmente sostitutivo e come tale, così come abbiamo proceduto sulla deliberazione del Piano Socio Sanitario regionale, gli emendamenti presentati finora verranno considerati subemendamenti rispetto all'emendamento n. 2.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Credo che nessuno voglia mettere in discussione ciò che lei riferisce come sintesi del lavoro fin qui svolto, però dovendo riassumere all'attenzione di quest'aula un provvedimento così importante, credo che si possa pensare, senza turbare lo svolgimento ordinato dei nostri lavori, ad un intervento di carattere generale e poi ad una discussione sui singoli emendamenti. Altrimenti non si riporta in questa sede quello che è il quadro nel quale ci stiamo muovendo. Per cui chiedo di poter fare un intervento; successivamente, interverremo secondo la prassi sui singoli emendamenti.



PRESIDENTE

Questa cosa era stata oggetto di una espressa decisione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi. Ovvio però che, vista la delicatezza dell'argomento e vista anche la presenza di una delegazione di Amministratori alessandrini - e colgo l'occasione per salutarli - non è intenzione di questa Presidenza evitare una discussione sul tema o restringere gli spazi della discussione.
Quindi, se vogliamo, possiamo organizzare i nostri lavori con una discussione generale e poi con l'esame dei singoli emendamenti.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intervengo sull'ordine dei lavori perché sul merito interverr successivamente.
Solo per puntualizzare perché l'ho sentito ripetere prima mentre interloquiva con la Consigliera Ferrero. Non è vero che esiste un accordo con i Capigruppo per votare prima la deliberazione n. 162, e non essendo vero non mi piace che venga detta una cosa che, a mio avviso, non è vera.
vero che esiste un impegno - e lo ricordo - unilateralmente preso dalle opposizioni che hanno chiesto e ottenuto sinora uno spazio di discussione che c'è sembrato molto vuoto rispetto alle richieste, compresa l'assenza di lavoro stamattina, di cui non abbiamo capito le motivazioni.
Noi ribadiamo, come ha detto prima la collega Ferrero, che intendiamo porre fine unilateralmente votando contro, ed argomentando le motivazioni per cui votiamo contro, all'insieme di queste delibere. Assolutamente non comprendiamo perché dobbiamo discutere la delibera n. 162, ma questo cambia poco. Io questo lo vedo adesso, gli altri lo avranno visto prima nelle riunioni di maggioranza o nell'ambito del Partito Democratico a Roma, ma sono sicuro che adesso la Giunta ci spiega questo emendamento, così forse riesco a capire l'origine degli accorpamenti di prima per deduzione comprendendo l'origine degli emendamenti di oggi. Quando qualcuno me l'avrà spiegato, se l'Aula ritiene importante farcelo capire, nel merito interverremo, senza chiedere rinvii della discussione in Commissione perché ci sembra che l'Aula abbia già perso abbastanza tempo. Però siccome questo cambia gli accorpamenti cui voi date una certa importanza, se non è eccessivo, ci piacerebbe sentire una tesi, che non condivideremo, ma a qualcuno dovrete spiegare (non a noi, ma ai piemontesi) perché dopo due anni cambiate gli accorpamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Sono sicuramente l'ultima che può restituire la durata e la profondità della discussione riservata in Commissione e in quest'aula alla deliberazione n. 162.
Quindi, non credo certamente che si attenda in questo momento una descrizione delle motivazioni volte agli accorpamenti, dei criteri seguiti dell'accoglienza recepita al momento della votazione della legge n. 18 sulle raccomandazioni rivolte a definire le caratteristiche sulle quali si fonderà la futura articolazione distrettuale, ovvero gli elementi oggetto della deliberazione n. 162. Tale delibera rende conto nell'allegato A dell'articolazione delle aziende sanitarie locali, nell'allegato B dell'individuazione delle aziende ospedaliere e nell'allegato C dell'aggregazione dell'azienda ospedaliera universitaria. Mentre nella parte introduttiva vi sono invece i criteri volti a definire le modalità ottimali d'organizzazione dei distretti, sulla base di un criterio base di popolazione afferente, ma anche sulla base di deroghe concesse in ordine ai criteri della dispersione territoriale già lungamente discussi e ripresi in quest'atto deliberativo.
Quindi, non sto a ripetere cose che i Consiglieri hanno saputo, detto e confrontato da molto. Giustifico soltanto l'aspetto del documento distribuito adesso.
Il documento distribuito adesso differisce da quello a mani da mesi dei Consiglieri esclusivamente per il terzo capoverso della seconda pagina, nel senso che negli atti precedenti non si rendeva conto della data d'avvio della nuova articolazione aziendale. La si descriveva, s'individuavano gli accorpamenti, s'individuavano i criteri ma non si diceva "a fare corso dal".
Nell'atto deliberativo si dice che l'articolazione decorre dal 1 gennaio 2008. E' un elemento di perfezionamento che si è dovuto e voluto per quest'atto. Gli Uffici hanno fatto presente che sarebbe stato opportuno indicare al di là del momento del voto dell'aula una data tecnica amministrativa dalla quale far decorrere l'articolazione ufficiale, e quindi si è integrato con questa riga.
Diversamente, varrebbe la data di votazione dell'Aula, che per me è presumibilmente ed auspicabilmente oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Iniziamo l'esame di questa proposta di deliberazione, la n. 162, che rappresenta a questo punto il vero cuore delle proposte in campo sanitario della Giunta regionale. Cuore che è stato posto all'attenzione di noi tutti, anche con inversioni all'o.d.g. per segnalare che la "ciccia" vera quando poi il Piano sembrava essere una chimera lontana da raggiungere, era proprio la razionalizzazione, gli accorpamenti delle aziende sanitarie.
In verità, al di là del Piano che rappresenta, insieme alla legge n.
18, un po' i principi, il momento programmatorio che la Giunta e la maggioranza ama sempre definire come momento importante, è la razionalizzazione quella che giustifica oltre un anno e mezzo di tensione sui territori, oltre un anno e mezzo di tensione in aula, oltre un anno e mezzo di discussione.
Razionalizzare. Questo, è diventato un termine comune in politica. La crisi di risorse che attanaglia un po' tutte le istituzioni dovrebbe portare ad un migliore utilizzo del danaro pubblico. La vera ragione della razionalizzazione - c'è sempre stato spiegato prima dall'Assessore Valpreda, con cui abbiamo avuto un colloquio molto lungo, adesso dall'Assessore Artesio - la vera ragione di questa delibera, è il risparmio di risorse. Nulla giustificherebbe quello che stiamo per fare o, meglio quello che state per fare, se non il risparmio di risorse.
Assessore, Presidente, si tratta di vero risparmio o, in realtà, questa è la favoletta che raccontiamo ai piemontesi per giustificare questa razionalizzazione? Sono veri o sono falsi i 70 o 80 milioni di euro che questa razionalizzazione dovrebbe portare a regime, quindi tra diversi anni, di risparmio per la sanità piemontese? Ha senso innescare una conflittualità territoriale su cui, naturalmente, torneremo, sia in quest'intervento sia in interventi successivi, per risparmiare a regime cioè tra diversi anni (magari 5 o 10 anni) 70 o 80 milioni di euro? Ha un senso - lo chiedo alla Giunta e alla maggioranza - arrivare ad una razionalizzazione per risparmiare 70 o 80 milioni di euro e contemporaneamente, acquistare il palazzo della Regione a Bruxelles spendendo 11 milioni di euro in una volta sola? Cito il palazzo della Regione perché abbiamo già parlato dell'iniziativa di melting box, ma potrei citare cento altri di questi esempi.
giusto mettere in sofferenza i territori? È giusto creare scompensi territoriali pesanti per risparmiare 60, 70, 80 milioni di euro nell'arco magari, di un decennio per poi impiegare un quarto o un quinto della stessa cifra per acquistare un palazzo a Bruxelles? In quella Bruxelles dove gli uffici della Regione c'erano già e spendevamo 70 mila euro all'anno di affitto? Ripeto, 70 mila euro all'anno di affitto? Di queste cose dovrete giustificarvi con i piemontesi, queste cose andremo a dire da domani ai piemontesi: si tolgono le ASL per risparmiare qualche milione di euro e si acquistano i palazzi per l'euro burocrazia regionale. Queste sono le cose che la gente non capisce e che allontano le persone ...



PRESIDENTE

Pregherei, tutto coloro che non sono interessati alla discussione, di accomodarsi fuori dall'aula.



BOTTA Marco

Questa delibera mi porta con la memoria ad una delibera del passato, a quando nel 2001 e poi nel 2002 il centrodestra tentò di fare il Piano sanitario. Lo ricorderà anche l'Assessore Deorsola, la nostra razionalizzazione delle ASL. Quella razionalizzazione era molto simile a quella che state attuando oggi.
Ricordo, perché l'allora Assessore alla sanità era di Alleanza Nazionale, di aver partecipato a tutte le consultazioni sul Piano sanitario, tutte consultazioni sulla razionalizzazione delle ASL perché il tema vero era quello. Ricordo, lo ricorderà anche il Consigliere Muliere mi spiace che non ci sia il Consigliere Deambrogio, quanti e quali comitati in difesa delle ASL e degli ospedali sorsero nel 2001 e nel 2002 per affossare il Piano sanitario del centrodestra, per affossare la razionalizzazione delle ASL del centrodestra, che è uguale a quella che fate voi. Ricordo bene chi guidava quei cortei. Ricordo bene i colleghi Consiglieri regionali, della provincia di Alessandria alla guida dei cortei e dei comitati per la difesa delle ASL e degli ospedali, per impedire la razionalizzazione che oggi voi attuate.
Il centrodestra, secondo me in maniera saggia, diede ascolto anche a quelle voci. Demmo ascolto a quelle proteste. Ricordo i Sindaci della mia provincia - il Sindaco di Casale, il Sindaco di Ovada, il Sindaco di Novi Ligure - in prima fila nella difesa delle tre ASL, Assessore Artesio.
Ricordo tanti Vescovi che, dal pulpito, incitavano a difendere il sistema sanitario, così come era concepito allora.
Peccato che quei Sindaci non li abbia più visti, così come non ho più visto quei Prelati in quest'occasione. Del resto, evidentemente, per voi continua a valere la morale leninista anche se, ormai, siamo arrivati al Partito Democratico: quello che fa uno che non è dalla mia stessa parte politica è sbagliato, quando faccio io la stessa cosa, è perfetta, giusta.
Oggi, naturalmente, poco ascolto si dà ai territori, poco ci s'interessa delle rotture di coesione territoriale, in particolare di questa delibera così com'è emendata.
Ricordiamo anche che, quando venne presentata questa delibera sugli accorpamenti, in particolare, in un caso, esisteva un asterisco che diceva qualcosa del tipo: lasciamo aperta la partita per vedere se, su un determinato territorio, si può arrivare ad una soluzione che non spacchi quel territorio. Ebbene, dopo che quel territorio ha protestato, ha portato qui 60-70 Sindaci, ha creato un movimento ampio, dopo che una Provincia tramite il suo Consiglio provinciale, si è espressa in un certo modo, avete la forza, la sfrontatezza, di arrivare qui con una proposta che cancella quell'asterisco, che cancella le possibilità per quel territorio di aver una seconda ASL, così come previsto dalle norme della legge n. 18 che abbiamo votato a fine luglio.
In questi mesi ne abbiamo viste di tutti i colori, in particolare nella provincia che rappresento. Nella provincia di Alessandria abbiamo visto prima Sindaci di centrosinistra, che avevano potere nel capoluogo, ma che nulla dicevano - perché pensavano di essere unti dal Signore - dell'unica ASL; poi abbiamo visto proclami di Presidenti di Regione, di Capi di Gabinetto che andavano in Provincia a dire che la sede dell'ASL non sarebbe stata più in quel capoluogo conquistato dal centrodestra, ma nel secondo comune, amministrato dal centrosinistra.
Nelle prossime settimane assisteremo, tra 190 sindaci della provincia di Alessandria, a quanto avete saputo produrre in campo sanitario.
Sarà la nostra capacità, sarà la capacità di questa coalizione, sarà la capacità dei cittadini di mettere in rilievo, da domani in poi, quanto di male siete riusciti a fare, quanto pasticcio siete riusciti a combinare quante divisioni andrete a creare nei nostri territori solo per non avere il buonsenso di arrivare ad una decisione: quella due ASL in provincia di Alessandria, che sarebbe stata una decisione politicamente saggia e culturalmente avanzata.



PRESIDENTE

iscritto a parlare il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Vorrei ricordare che noi siamo convocati per deliberare gli accorpamenti delle ASL, l'individuazione delle aziende sanitarie ospedaliere, l'individuazione delle aziende sanitarie universitarie e i criteri per i distretti. Adesso abbiamo anche un po' di spostamenti di Comuni da una parte all'altra e non si capisce se volete fare una delibera omnibus. Poi lo spiegherete.
Ricordo all'Assessore e alla Giunta che l'articolo 21 prevede che, per le aziende sanitarie universitarie, ci debba essere una proposta della Giunta, previa intesa con gli Atenei piemontesi. Abbiate pazienza, ma chiederei una fotocopia di quest'intesa perché, se abbiamo scritto così peraltro, è scritto in modo chiaro "su proposta della Giunta previa intesa" e se vogliamo deliberare la costituzione delle aziende sanitarie universitarie, dobbiamo avere almeno la documentazione, visto che state accelerando.
Per quanto riguarda più in generale la problematica degli accorpamenti anch'io sono ancora in attesa di avere il dettaglio dei risparmi.
All'inizio erano 60-70 milioni di euro che si dovevano risparmiare solo con gli accorpamenti, poi sono stati dimezzati: metà dagli accorpamenti e metà dalle altre politiche di razionalizzazione.
Penso che, alla fine, non so se avremo qualche milione di euro. Se fossero 7 milioni di euro a fronte di 7,5 miliardi di euro del fondo sanitario, praticamente saremmo all'uno per mille. Credo che non valga assolutamente la pena di mettere a soqquadro la nostra realtà solo per un'ipotesi di questo tipo.
chiaro che nella procedura seguita in questo ultimo anno c'è un tentativo di prendere per il naso determinate zone del nostro territorio in modo specifico la Provincia di Alessandria e in particolare il Casalese.
Nella bozza iniziale del Piano c'erano 500 mila abitanti. Si diceva che non possono esistere due ASL nelle province inferiori a 500 mila abitanti.
In seguito, durante le prime consultazioni tanto reclamizzate dalla Giunta peraltro fatte in modo anomalo, perché erano solo a fronte di una bozza e non di una delibera, da noi sempre criticati, ma sotto questo profilo almeno erano serviti - si giunse al provvedimento definitivo che prevedeva 400 mila abitanti, con un asterisco: per quanto riguarda Cuneo, il problema si risolveva con Cuneo e Alba; per quanto riguarda Alessandria, c'era un asterisco che diceva: "Vedremo, in corso di istruttoria, cosa emergerà".
Ebbene, anche se ovviamente al rappresentante del Comune di Casale si dovettero tirare fuori le parole con le tenaglie, tutti gli altri Comuni della provincia - bene o male - presero atto della situazione. Per quanto riguarda il Casalese, sia in sede di consultazione ufficiale sia in sede regionale con degli incontri informali, venne detto a tutto il mondo che la zona di Casale chiedeva il mantenimento dell'ASL.
A questo punto, capite che la conclusione è altamente contraddittoria.
Noi non stiamo votando una legge: stiamo votando una deliberazione. Le deliberazioni vanno motivate. Dobbiamo documentare con un minimo di dettaglio, almeno, quelli che sono i vantaggi derivanti dagli accorpamenti.
Non si può dire sommariamente che una ASL è meglio di tre. Ma chi l'ha detto? Si possono adottare dei provvedimenti organizzativi di coordinamento a livello sovraregionale, come peraltro anche lo stesso Piano e la stessa legge prevedono, in grado di portare tranquillamente al risultato.
In realtà molto ampie (per il Cuneese la cosa è stata riconosciuta con l'ASL di Alba- Bra), l'avere spazi e territori troppo ampi, l'avere realtà troppo articolate, alla fine è controproducente. Riporto anche le considerazioni degli attuali amministratori, che rischiano di passare la settimana facendo la girandola fra un territorio e l'altro. Dobbiamo calibrare il dimensionamento dell'azienda sanitaria territoriale con quella che è la possibilità effettiva di avere un governo.
Fra l'altro, per quanto riguarda la provincia di Alessandria, mi sembra che questi siano gli unici emendamenti presentati (al di là di quelli della Giunta). Questa dovrebbe già essere una spia indicatrice.
Noi abbiamo anche tutto un passato. Se cominciamo dagli studi che l'IRES aveva fatto per definire i comprensori, a suo tempo fu definito un comprensorio di Alessandria e un comprensorio di Casale. Quando si arriv alle ASL, furono definite tre ASL. Prima ne furono definite sette perch erano, grosso modo, a livello cittadino, ma quando si tratto di fare degli accorpamenti territoriali, nessuno mise in discussione la realtà di Casale.
Alla fine, perché mi accaloro in questa discussione? In Consiglio provinciale, organismo di cui faccio parte (un organismo più a contatto del territorio e che indubbiamente conosce meglio la realtà, dove convergono tutte le forze politiche, articolate e con tutte le beghe che ci possono essere), sia a livello verticale che a livello orizzontale, si è elaborato un documento, ampiamente votato, in base al quale si sono proposte alla Regione due ASL.
Quale norma violiamo per andare su due ASL? Nessuna. Se voi stessi avete ridotto da 500 mila a 400 mila il limite sopra al quale si possono fare due ASL, con chiaro riferimento alla provincia di Alessandria, che era l'unica realtà territoriale superiore a 400 mila (mi sembra che Novara non lo sia e neanche Asti), c'era anche l'asterisco. Avete detto: "Facciamo l'istruttoria". Certamente non un'istruttoria di tipo politico deviante come ha illustrato prima il collega Botta, dove eventualmente vi sono ragioni completamente al di fuori di un approfondimento razionale di questa realtà.
Veramente credo che vi siano dei momenti nei quali occorre andare ad una decisione e la sede politica di alto livello, com'è il Consiglio regionale, può ancora fermare un processo e orientare una decisione che tenga conto anche di situazioni che indubbiamente devono essere valutate.
Non dimenticate che, nel caso particolare, l'ASL di Casale è fortemente incuneata nella provincia di Vercelli ed è anche collegata a territori della provincia di Asti. Moncalvo, che non è l'ultimo comune dell'Astigiano, così come la zona di Trino e Palazzolo, fanno capo all'Asti Casale; addirittura, sono sedi di un distretto che adesso salterebbe stando ai criteri - ad usum delfini, consentitemelo - definiti per individuare i distretti (altra parte della deliberazione che stiamo assumendo).
Di conseguenza, ritengo che la confusione prodotta determinerà effetti organizzativi e, per quanto riguarda l'aspetto del bilancio, anche finanziario. Vorrei, veramente, domandare come si fa a valutare un risparmio, nel caso della Provincia di Alessandria, se non si è fatto almeno uno studio di dislocazione dei servizi sul territorio? In gioventù, ho fatto anche per un certo periodo il sindacalista confesso le mie colpe - e quando si andava a trattare non avremmo accettato nessuna trattativa se la controparte non ci avesse illustrato sommariamente con indicazioni complessive i contenuti della proposta. Voi date solo un titolo.
Assessore, lei che è una persona precisa, che ha ricevuto questa grana all'ultimo minuto e capisco che non ha vissuto tutto il pregresso veramente, al di là delle decisioni che, inopinatamente, in modo errato andiamo oggi ad adottare, li chiederò questi dati: cosa è costato il servizio sanitario in Provincia di Alessandria nel 2006 e 2007, poi vedremo nel 2008. Però, attenti bene! Non terremo conto dei tagli e della riduzione dei servizi.
Quando, in una lettera importante perché firmata dalla Presidente Bresso, mandata a tutti i Sindaci, si dice che l'ospedale di Ovada sostanzialmente, diventa un hospice, che l'ospedale di Valenza, grosso modo, diventa un Country Hospital - traduciamolo in italiano perché c'è qualcuno che magari non conosce l'inglese e può ancora essere colpito ed interpretare male il significato. Quindi, a parità di operatori e a parità di servizi, faremo il confronto e vedremo che non ci sarà nessun risparmio anzi, nella nostra realtà territoriale sarà aumentata la confusione e di conseguenza rischiano di aumentare anche i costi. Per cui, fermatevi perch siete ancora in tempo. L'appello lo faccio ai colleghi di tutti i Gruppi perché questa è una decisione che, a mio avviso, rischia di diventare fuorviante per quanto riguarda una realtà territoriale importante quale quella di Alessandria, che costituisce insieme a Novara un confine rispetto ad altri sistemi sanitari. Destabilizzarlo vuol dire accentuare la mobilità passiva, proprio quello che noi, invece, vogliamo cercare di contrastare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Questa discussione generale disgiunta dal Piano Socio Sanitario ha un senso, perché credo che uno dei problemi più grossi che si sono affrontati nelle varie discussioni di Commissione e d'Aula sul Piano Sanitario e sugli accorpamenti sia legato alla scelta di alcuni accorpamenti che non trovano assolutamente corrispondenza sul territorio. Uno di questi è sicuramente quello relativo alle ex - chiamiamole così, perché c'è già di fatto un Direttore unico facente funzione per tutte e tre - tre Aziende Sanitarie che insistevano sulla Provincia di Alessandria.
Però, non possiamo non considerare nel loro insieme le due delibere, la n. 161 e la n. 162. Comincio con quanto è successo per la Provincia di Alessandria. Il testo originario, di fatto, che oggi viene emendato in modo totale, della delibera relativa agli accorpamenti lasciava ancora la possibilità di diverse aggregazioni, che sarà verificata in seguito da apposite istruttorie svolte in collaborazione con gli Enti locali territoriali, per la definizione se in Provincia di Alessandria rimanessero o una o due sedi di ASL. Quindi, era ancora aperta la possibilità per l'area casalese di mantenere un'Azienda Sanitaria insieme alla realtà valenzana.
La Provincia, in modo trasversale, aveva anche deliberato, nel senso di fare la battaglia con gli Enti locali per mantenere le due Aziende Sanitarie. Dopodiché, stranamente - questo è un comportamento che va a discapito della correttezza amministrativa e anche della parola data del Presidente della Provincia e dei diversi Sindaci della Provincia di Alessandria - la Presidente Bresso e l'Assessore Valpreda, allora Assessore alla sanità ed oggi sostituito, per motivi di salute, dall'Assessore Artesio, dichiararono sui mezzi d'informazione e poi, ancora in ultimo, la Presidente Bresso durante un'assemblea dei Sindaci della Provincia di Alessandria, che ci sarebbe stata ASL unica per la Provincia di Alessandria, ma questa avrebbe avuto sede in Casale Monferrato.
Una scelta chiaramente non credibile, perché sarebbe stata forse l'unica Provincia in Italia (eccetto il caso del Verbano Cusio Ossola, che è una realtà tutta particolare dove la Provincia, in realtà, è un insieme di tre realtà diverse) che avrebbe avuto sede dell'ASL unica in una città assolutamente decentrata rispetto alla Provincia stessa e a pochi chilometri da un'altra sede di ASL, che poi è quella di Vercelli, in un'altra Provincia.
A quel punto, stranamente, i Sindaci della sinistra e il Presidente della Provincia hanno detto "benissimo, affare fatto; rinunciamo alla battaglia per due Aziende Sanitarie e facciamo tutto quello che si può fare per sostenere la Regione" - guardate caso, della stessa parte politica del Presidente della Provincia, del Sindaco di Novi, del Sindaco di Ovada e del Sindaco di Casale Monferrato - "per portare questa sede a Casale Monferrato" alla faccia di tutti gli altri, degli Alessandrini e così via.
Sapendo benissimo che era, semplicemente, un pannicello caldo, perch pensare di portare la sede unica dell'ASL della Provincia di Alessandria a Casale Monferrato lascia alquanto desiderare. Quindi, questi amministratori cosa hanno fatto? Pensando di fare l'interesse della propria coalizione e di portare a casa un risultato che poteva accontentare il Presidente della Provincia e una parte della Provincia di Alessandria, hanno tradito, di fatto, tutti gli altri cittadini della Provincia di Alessandria, compreso i lavoratori delle varie ASL, che si dovranno trasferire in parte, compresa la scomodità e il principio che, comunque, il Capoluogo di Provincia c'è e deve esistere.
Guardate caso, nel frattempo il Capoluogo di Provincia è finito in mano al centrodestra. Allora, giustamente quegli Amministratori, insieme con l'Amministrazione regionale, hanno pensato bene: "Legnate al centrodestra accontentiamo, invece, i vari Sindaci del centrosinistra". Per esempio, al Sindaco di Novi è stato promesso il coordinamento dei vari CISAC provinciali e non solo, un po' di contentini ad Ovada e dall'altra parte.
"Portiamo la sede dell'ASL a Casale Monferrato; Alessandria l'abbiamo fregata! Punizione! Così imparano a votare al centrodestra e accontentiamo tutti i nostri Amministratori". Bene, così non è; così non si farà; così non si amministra in modo corretto! Voi dite che non è corretto mantenere due Aziende Sanitarie sulla Provincia di Alessandria perché costerebbe troppo, ma l'avete fatto per Cuneo. Tant'è che l'ASL rimasta su Alba-Bra non è molto più grande di quella eventualmente insistente su Casale e Valenza, tanto per cominciare.
I risparmi? Parliamo di non più di tre-quattro milioni di euro l'anno.
Perché se il totale è valutato in 40-50 milioni di euro, Casale come ASL è piccolina e, sicuramente, non potrebbe portare un dispendio superiore a tre o, al massimo, quattro milioni di euro all'anno. Dove andiamo a risparmiare questi tre o quattro milioni di euro? Assessore, su un bilancio alla sanità che tocca i ventimila miliardi di lire l'anno! Dove glielo dico io: ad esempio, bastava non avesse bocciato l'emendamento della Lega che chiedeva il centro unico d'acquisto. Chiunque sa che, se invece di fare dieci gare di appalto per comprare le siringhe, le medicine o i pannoloni per i malati, se ne fa una sola si risparmia sui costi, caro Assessore! Perché avete bocciato un nostro emendamento che diceva "facciamo un centro unico di acquisto, così risparmiamo fior di soldoni dalle tasche dei cittadini"? Forse, perché è bene avere dieci centri di acquisto, per fare dieci gare d'appalto diverse per ogni prodotto, anziché una. Sa quanti miliardi avremmo risparmiato, Assessore? Tanti. L'ha detto persino lei in aula, si ricorda? Ha detto: "Sarebbe la cosa migliore, ma non siamo in grado di farlo". C'è il verbale, Assessore. Avete bocciato il nostro emendamento.
Vuole che le spieghi un'altra ipotesi su come si poteva fare? Ad esempio, lei lo sa quanto costano gli extracomunitari regolarmente presenti sul nostro territorio? Una cifra folle. Parlo di extracomunitari regolarmente presenti sul nostro territorio, che nella loro vita non hanno speso cento euro di tasse finalizzate alla sanità, non hanno speso niente, hanno pagato i nostri cittadini e noi gli diamo tutto gratis! Sì, Assessore, perché gli extracomunitari regolarmente presenti sul nostro territorio fanno tutti la dichiarazione - si chiama "autocertificazione di indigenza"- e non pagano una lira! Lo sapete, invece, quanti controlli la Regione fa per verificare se quelle autocertificazioni sono vere o se quegli extracomunitari hanno il lavoro e dovrebbero pagare il ticket? Zero.
Lei, se dovesse controllare, sono certo che troverà sicuramente un 20 30% di quelle domande fasulle.
Solo con quei soldi risparmieremmo molto di più di quei 3-4 milioni di euro - facciamo 6-7 miliardi di vecchie lire - che costerebbe il mantenimento dell'ASL di Casale.
Vuole che le dica di più? Le indico ancora un altro sistema. Sa cosa basterebbe fare? Garantire agli extracomunitari clandestini solo le cure di emergenza. È chiaro che se una persona sta male dobbiamo curarla, ci mancherebbe altro, siamo persone civili. Noi riteniamo inammissibile che la Regione Piemonte, invece, garantisca ai clandestini le cure completamente gratuite e l'esenzione da ogni spesa, da ogni contributo e da ogni ticket! Anzi, di più, abbiamo creato centri appositi dove gli extracomunitari clandestini, che non possono essere segnalati all'amministrazione di Pubblica Sicurezza per l'espulsione, possono andare gratuitamente a fare tutto quello di cui hanno necessità, a spese dei poveri cittadini, che invece, pagano il ticket! Lei potrà dirmi che, magari, non sono tanti. Guardi, le do solo i dati per Torino: i centri di assistenza sanitaria - solo per Torino - per gli stranieri non in regola hanno registrato 44 mila irregolari in un anno, 35 mila solo nelle ASL 1, 2, 4. L'ASL 1 è quella che ha registrato il maggior numero di irregolari, ben 20.725; seguita dall'ASL 4: 13.930; dalla ASL 2: 6.717; e dalla ASL 3: 3.920. Parliamo solo delle ASL di Torino, parliamo di persone che non dovrebbero essere sul nostro territorio, parliamo di persone alle quali la Regione garantisce non l'assistenza se stanno male ci mancherebbe altro - ma garantisce gratis il servizio sanitario completo altroché 6-7 miliardi che costerebbe l'ASL di Casale Monferrato, caro Assessore! Non vi siete accontentati, perché voi non avete intenzione di fare l'ASL di Casale, altrimenti non avreste declassificato il laboratorio analisi di Casale. Declassificare il laboratorio analisi di un ospedale importante come quello del territorio casalese significa fare morire l'ospedale; comunque, significa depotenziare l'ospedale; comunque rappresenta un altro schiaffo morale all'ospedale di Casale Monferrato caro Assessore, e non entro in merito su quello di Valenza! Ricordo i Consiglieri di sinistra che si incatenavano contro i cancelli del Mauriziano e nelle manifestazioni pubbliche facevano i viaggi con i monopattini. Questo me lo ricordo perché i giornali, lì, stranamente dedicavano molte pagine a queste iniziative, perché - udite, udite - si voleva ridurre l'orario di pronto soccorso.
Voi, oggi, di fatto, l'ospedale di Valenza lo state riducendo a un lungodegenziario, dove coloro che hanno subito un intervento vanno a trascorrere qualche giorno prima di tornare al proprio domicilio. Peccato che i giornali non riempiano le stesse paginate di quando, invece, il centrodestra voleva solo ridurre l'orario del pronto soccorso! Per quanto riguarda le accuse che ci lanciate sempre, penso anche alla sua battuta all'inizio: "Abbiamo passato un mucchio di ore in Commissione e in Aula". È vero, la Regione Piemonte è quella in cui più a lungo si è dibattuto, si è dovuto fare ostruzionismo, si è litigato sul Piano Sanitario e sugli accorpamenti, in Commissione e in Aula.
Io di questo sono fiero, perché vuol dire che noi Consiglieri di minoranza, o di opposizione, come lei preferisce, per giorni, mesi pomeriggi, sere e lunghe mattinate, abbiamo difeso gli interessi e i diritti dei cittadini che con le tasse si pagano la sanità, che quando hanno bisogno della sanità pagano il ticket, fanno le code e le liste di attesa, a differenza di chi va a rubare loro in casa e ha tutto gratis grazie a voi!



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Per cortesia, invito il pubblico ad astenersi da applausi o altri gesti solo perché non sono usuali in questa sala. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione le osservazioni dei colleghi che, in questo caso, oltre ad essere colleghi del Consiglio regionale sono anche colleghi della Provincia di Alessandria. Non sono d'accordo con loro, lo dico con il massimo rispetto non solo delle loro osservazioni e della loro battaglia, ma anche della battaglia che hanno fatto gli amministratori e i cittadini casalesi. L'attenzione che in questi mesi è stata rivolta al confronto apertosi con la consultazione sul Piano regionale è stata riservata non soltanto a quel territorio, ma a tutto il territorio regionale, non soltanto perché così prevede la legge (la redazione e approvazione del Piano avviene dopo una consultazione sul territorio), ma in quanto era giusto ascoltare, capire e, poi, cercare di decidere. Quello che noi oggi dobbiamo fare è decidere, prendere una decisione importante e non scollegata dal Piano regionale Socio Sanitario su questo tornerò.
I colleghi Cavallera e Botta, anche Rossi, conoscono quanto di cui sono convinto, non lo dico qui, l'ho detto a Casale, l'ho detto al centrosinistra di Casale, secondo me, già nel 2001-2002 l'obiettivo di difendere l'Azienda Sanitaria Locale era sbagliato, occorreva difendere i servizi e i presidi ospedalieri. Sono convinto di questa razionalizzazione da tempo: nel 1996 dichiaravo pubblicamente che nella Provincia di Alessandria si doveva arrivare ad un'azienda unica, perché per quel territorio pensavo fosse una scelta ottimale dal punto di vista della gestione della politica sanitaria.
Vorrei ricordare al collega Botta che nella bozza di Piano presentata dal centrodestra non c'era la razionalizzazione delle Aziende Sanitarie Locali. Se voi aveste proposto questo, da parte mia ci sarebbe stato il pieno appoggio. Voi non avete proposto l'ASL unica in provincia di Alessandria ed è stato un errore quello che voi avete fatto.
Altresì, vorrei ricordare che quella bozza di Piano arrivava dopo una decisione di razionalizzazione sbagliata in una situazione difficile, mi riferisco all'operazione finanziaria che ha comportato l'aumento dell'IRPEF dell'0,5, che tuttora pagano i cittadini. Lo capisco, era una situazione difficile, ma voi avevate detto che lo 0,5% di aumento IRPEF sarebbe servito per una politica di sviluppo della Regione Piemonte e così non è stato; quello 0,5 è stato utilizzato in gran parte per affrontare la situazione debitoria sulla quale abbiamo discusso tante volte. Ci sono ragioni oggettive che portano a quella situazione debitoria, ma anche situazioni e motivazioni legate ad un certo tipo d'impostazione di politica sanitaria della nostra Regione.
Vogliamo fare il confronto con altre Regioni? Direi che è utile farlo.
Un confronto con altre Regioni ci porta a dire, per esempio in Lombardia e in Emilia Romagna - l'esempio è riferito ad una Regione gestita dal centrodestra e ad un'altra gestita dal centrosinistra - che il numero di riferimento delle Aziende Sanitarie Locali è, appunto, intorno alla cifra che noi oggi stiamo decidendo, che non avrebbe avuto motivo - parlo per la provincia di Alessandria, ma anche delle altre province della nostra regione anche se, naturalmente, c'è una situazione particolare, ci sono province della nostra Regione che non raggiungono un numero sufficiente per ragionare in termini di ulteriore razionalizzazione.
L'esperienza di altre Regioni ci induce a pensare che questa sia la scelta giusta, non solo perché lo hanno fatto altre realtà, ma perché i fatti dimostrano che non è soltanto una questione di risparmio economico ma di razionalizzazione e di utilità di gestione dei servizi nell'interesse dei cittadini della nostra Regione.
In questi mesi sono state fatte molte affermazioni, che i fatti hanno dimostrato essere però sbagliate.
"Cari cittadini - è stato detto - con l'Azienda Sanitaria Unica si chiuderanno gli ospedali oppure i servizi e le strutture".
Così non è e non è stato. Intanto perché possiamo dimostrare che da quando c'è il commissario poi confermato Direttore dell'Azienda Unica, non abbiamo chiuso le strutture ospedaliere né abbiamo razionalizzato i servizi. Anzi, la scelta dell'Azienda Unica va in un'altra direzione.
Cosa significa evitare sprechi o duplicazioni di servizi? Il fatto di avere tre Aziende Sanitarie in Provincia di Alessandria, come era inevitabile in questi ultimi dieci anni, che cosa ha comportato? Quella logica aziendalistica avrebbe necessariamente portato - e ha portato - a quelle scelte che vorrei ricordare, appunto di duplicazioni o a moltiplicazioni di servizi, laddove in una Provincia come quella di Alessandria sappiamo che rispetto a certi servizi non è necessario averne due o tre, come l'emodinamica: mi hanno spiegato - poiché io non sono un tecnico - che in Provincia di Alessandria ne abbiamo cinque, mentre sappiamo che ne serve soltanto una.
Era inevitabile, avendo tre Aziende Sanitarie Locali, che ogni Azienda volesse dare rassicurazioni ai propri cittadini sui servizi del proprio territorio, che, in quel caso magari, non erano indispensabili e necessari.
In questo anno di esperienza dell'ASL Unica in Provincia di Alessandria, questo Consiglio regionale ha preso una decisione molto importante: stanziare 320 milioni per il nuovo ospedale di Alessandria che, essendo un'Azienda Ospedaliera Nazionale, svolgerebbe una funzione importante per tutta la Provincia di Alessandria.
E svolgendo la funzione di Azienda Nazionale di alta specializzazione deve fornire servizi a tutta la Provincia di Alessandria.
Quindi non soltanto abbiamo preso una decisione utile per la gestione della politica sanitaria della nostra Provincia, ma ne abbiamo una altrettanto importante che è quella di finanziare 320 milioni per la costruzione del nuovo ospedale.
Quando la Presidente ha proposto, in questa ipotesi, una collocazione per la sede dell'ASL Unica, vorrei ricordare al collega Tino Rossi che lo ha fatto in un incontro pubblico - perché si è svolto in Sala Viglione, in Consiglio regionale - alla presenza di oltre 40 Sindaci del Casalese.
Ricordo che era il mese di gennaio, per cui l'esito elettorale, ahimè, non era ancora conosciuto (potevamo ipotizzarlo, ma non era ancora sicuro perché le elezioni si sono tenute a maggio). Pertanto, questa proposta non è stata avanzata perché il centrodestra ha vinto le elezioni ad Alessandria e il centrosinistra le ha perse, perché è stata fatta a gennaio. Dopodich nell'ambito di una valorizzazione dei presidi ospedalieri della Provincia di Alessandria, penso che ci stia anche la proposta avanzata dalla Presidente Bresso, sempre che la stessa rientri nella logica di valorizzare ogni presidio ospedaliero della nostra provincia e il ruolo dei sette centri zona.
Infine, termino il mio intervento spiegando il motivo per cui questa proposta è legata al Piano Regionale Socio Sanitario: in questa delibera ci sono i criteri per costruire i nuovi distretti della Provincia di Alessandria e della nostra Regione; e il ruolo del distretto sarà fondamentale nell'applicazione del Piano Regionale Socio Sanitario; sarà fondamentale soprattutto per far giocare un ruolo importante non solo nella programmazione, ma anche nella gestione della politica sanitaria dei nostri Sindaci.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Vorrei fare qualche considerazione rispetto alla delibera che avete ritenuto di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna, cercando magari di cambiare argomento e passare alla provincia di Alessandria, che è un po' inflazionata. Mi stupisce che non vi siano stati ancora interventi sulla provincia di Cuneo, ma penso che nelle fasi successive della discussione qualcuno sicuramente interverrà.
L'Assessore, nella brevissima risposta ad una sollecitazione mossa da altri colleghi a questa Giunta di iniziare la discussione di questa delibera in modo dignitoso, vale a dire attraverso una prima relazione della Giunta seguita da un ampio dibattito in Consiglio regionale, ha detto: "In fondo abbiamo approfondito e discusso molto di questo tema già quando il collega Valpreda aveva portato in Commissione il provvedimento.
Quindi, sostanzialmente, riprendere oggi una discussione e un'illustrazione aulica non è proprio il caso".
Invece, proprio perché questo è un momento di scelta molto forte, posto che con questa delibera stravolgete - dal vostro punto di vista in senso positivo, dal nostro punto di vista in senso totalmente negativo l'organizzazione territoriale della sanità, ci saremmo aspettati che, al di là dell'approfondimento che venti Consiglieri hanno fatto in questi due anni e mezzo delle vostre scelte, ci fosse, per rendere dignitosa questa discussione, una prima illustrazione un po' più approfondita ad un'Aula perché la legge prevede che questi provvedimenti passino così. Se fosse stato sufficiente chiudere la discussione in Commissione, non sarebbe stata una delibera di Consiglio, per cui, sostanzialmente, questo Consiglio non sarebbe stato coinvolto.
Anch'io, quindi, ritengo importante discutere in modo approfondito di questa delibera, perché al suo interno - lo dicevano già alcuni colleghi prima della sottoscritta - non sono assolutamente evidenti o comprensibili alcuni aspetti importanti che voi segnalate (o avete segnalato) nell'ambito della discussione su questo tema; mi riferisco, in primo luogo, ad una certezza dei risparmi.
già stato ribadito dai colleghi che mi hanno preceduto, ma aggiungerei un piccolo particolare: l'Assessore ricorderà che abbiamo chiesto in sede di Commissione un'urgentissima riunione all'interno della quale prendere atto di quella che è la prima risposta delle ASL accorpate con i Piani di riordino e alla riqualificazione delle "lista della spesa" necessaria per poter attuare questi accorpamenti. Noi abbiamo, ovviamente un'informativa del tutto informale e, magari, non precisissima. Le informazioni che ci arrivano dal mondo della sanità, così come le si vorrebbe accorpare, sono di una lista della spesa che ci arriverà soprattutto nelle ASL accorpande, molto superiore rispetto ai criteri attraverso i quali riorganizzare questa realtà.
Sicuramente non siete nelle condizioni, in questo momento, di dimostrarci che il risparmio è effettivo; vorremmo, nel brevissimo, avere una quantificazione e un approfondimento dei piani di riordino e di riqualificazione perché, in termini di personale, in termini di chiusura o apertura di reparti, in termini di elargizione dei servizi sul territorio ci pare che, nella pratica, questi accorpamenti non stiano portando ad una razionalizzazione buona, ma semplicemente ad un taglio tout court di una serie di servizi e organizzazioni sul territorio.
Ovviamente, questo concetto vale dove gli accorpamenti sono molto consistenti. Nella provincia di Torino ce n'è uno assolutamente consistente, quello del mega accorpamento dell'ASL 5, 6, 7 e 9. Non siamo noi dell'opposizione che dobbiamo trovare un modo per essere contrari alla vostra proposta, ma sono i Sindaci, gli amministratori, i Sindacati, il territorio che da due anni e mezzo vi sta dicendo che questo è un accorpamento assolutamente insostenibile.
La risposta della Giunta è un assoluto silenzio rispetto alle richieste di maggiore cautela, rispetto a scelte di accorpamento così consistenti che nella provincia di Torino sono totalmente disomogenee. Partiamo da quest'ultimo accorpamento che ho citato che fa riferimento a circa 600 mila abitanti, ma poi c'è quello dell'ASL 8 che fa riferimento a 350 mila allora ci si chiede: il criterio è anche quello degli abitanti? Forse sì forse no. Non si comprende.
Poi si passa all'accorpamento dell'ASL 5 con l'ASL 10. Questo tipo di accorpamento ha creato sul territorio grandi perplessità e grandi difficoltà organizzative degli operatori sanitari. Tuttavia non ci pare, in questo momento, che da parte vostra ci sia stato nessun segnale di attenzione alle esigenze che vengono rimarcate dal territorio ma piuttosto, una semplice scelta di accorpare, vedremo poi che cosa, se veramente come voi dite soltanto il superfluo, l'amministrativo, quello che è doppio, triplo,quadruplo nell'ambito dei territori o, come invece purtroppo, sta accadendo, anche servizi sul territorio.
Ho visto, Assessore, il suo emendamento, quello della Giunta, che rimarca la seconda proposta di delibera presentata in Commissione, oggi l'avete presentata come emendamento.
Faccio un'ultima riflessione: di tutti gli emendamenti, l'unico che non ha senso di esistere nella discussione di Consiglio di oggi è l'emendamento della maggioranza. Gli accorpamenti sono condivisi, non sono condivisi, si fa una fotografia della situazione dell'ASL a livello locale e se ne dà una prima definizione. Un articolo di legge - quello che abbiamo approvato prima dell'estate - recita che: "al fine del miglioramento della finalità dei servizi con deliberazione del Consiglio regionale, su proposta della Giunta o anche su iniziativa degli enti locali" - oggi è un'iniziativa della maggioranza - "può essere disposto lo spostamento di singoli comuni o di circoscrizioni, ad uno o altro ambiti territoriali. A tal fine la Giunta regionale acquisisce il parere delle Conferenze dei Sindaci interessate".
La domanda, allora, è: hanno scritto alla Regione soltanto i Comuni di La Cassa, Venaria, Givoletto, Druento, Pianezza, segnalando delle oggettive anomalie rispetto alla funzionale gestione di questi accorpamenti? Dal mio punto di vista no. Tutti abbiamo letto in questi due anni e mezzo che in tutti gli accorpamenti esistono problemi oggettivi. Non possono esserci Comuni di seria A cui risolviamo il problema in modo anomalo, e Comuni di serie B a cui lo risolveremo, forse, quando stiamo nei termini di legge.
Posso anche essere in parte d'accordo sulla bontà dell'emendamento della maggioranza, ma non potete, in un contesto come questo, di prima attuazione di una legge di un Piano sanitario in cui in Commissione si è detto più volte "facciamo gli accorpamenti" e poi "fate gli accorpamenti" e poi i singoli casi puntuali li andiamo a definire con le modalità che ci sono qui. Non so se c'è un parere della Conferenza dei Sindaci, se è stata vagliata una richiesta, vorrei capire se altre Conferenze di Sindaci avrebbero dovuto esprimersi su altri territori.
Chi l'ha detto che l'ASL di Ivrea - che adesso voi accorpate con altre due ASL - non abbia Comuni che non sono proprio interessati ad entrare in questo accorpamento? Chi l'ha detto che Venaria sia più funzionale a Torino rispetto che a Rivoli o Pianezza? È un'impostazione legittima che ragionandoci insieme, si può anche condividere, ma non in questo contesto.
Allora apriamo una discussione su tutti gli accorpamenti rispetto alla bontà o meno dell'inserimento di comuni.
Dico alla Presidente e all'Assessore: ritenete di discutere questo provvedimento sul quale abbiamo una contrarietà totale? Una contrarietà che deriva, anche, dalla contrarietà che il territorio sta subendo per questa vostra decisione? Cerchiamo di impostare il ragionamento con serietà.
La modalità attraverso la quale, negli accorpamenti che si definiscono si aggiusteranno i Comuni, deve essere un altro momento. Altrimenti chiedo che oggi si sospenda la discussione, ci date il tempo di capire, la Giunta ci dirà se sono arrivate richieste di spostamenti nelle altre ASL valutiamo un po' se la Giunta, non la maggioranza, può fare una proposta di questo tipo, aspettiamo il parere delle Conferenze dei Sindaci e poi lo accantoniamo.
La nostra non è una richiesta per andare contro la maggioranza, contro questo emendamento, ma è di bontà di discussione, corretta fra tutti. Si discuta degli emendamenti e si ritiri quello della maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il dato su cui più si è discusso, cioè quello dell'accorpamento delle ASL alessandrine, è un po' uno dei punti centrali all'interno non soltanto della delibera di accorpamento, ma anche del Piano. Per questo è stata manifestata una grande contrarietà non soltanto nella discussione generale di oggi, ma in termini generali della discussione tanto dell'accorpamento quanto del Piano. Questo, per una serie di motivi che riguardano non soltanto le ASL accorpate della provincia di Alessandria, ma anche quella della provincia di Cuneo e della provincia di Torino e delle altre province in cui si è arrivati ad un accorpamento.
Il Consigliere Muliere prima diceva che, in realtà, agitare dei fantomatici spettri di taglio dei costi o dei servizi erogati è una speculazione che fa il centrodestra: se così fosse, è una speculazione che faceva il centrosinistra. Ma questo non corrisponde a verità, questo è un dato reale che si desume dalle parole che lo stesso collega ha detto e dai documenti di cui oggi noi siamo in possesso.
Il PRR dell'anno passato, che di fatto lavorava già su un'unificazione delle ASL, ancorché non unificate per legge ma unificate con l'aggiramento della norma della doppia nomina allo stesso Direttore generale, ci dimostrano - posto che si siano letti - come in realtà i Direttori generali fin dall'anno passato abbiano iniziato a ragionare sugli accorpamenti di servizi o sulla loro riduzione. È sufficiente leggere il PRR per comprendere che questo è un dato reale, ma lo ricordava anche il collega Muliere quando diceva che oggi abbiamo cinque emodinamiche che verosimilmente sono troppe per il nostro territorio e che probabilmente verranno ridotte. Se questo è il filo logico del ragionamento che faceva significa che vi sarà una riduzione di servizi.
Posto che noi non crediamo che un assestamento del bilancio sanitario si attui con un criterio economicistico, quello della riduzione di servizi può anche darsi che la nostra regione, in tutte le parti del territorio abbia alcune duplicazioni inutili. Può anche darsi, perché la struttura sanitaria è una struttura complessa e quindi non ci sorprenderemmo.
Ma qui siamo di fronte a un'altra scelta: quella degli accorpamenti delle ASL, che vengono vendute come un risparmio economico (poi dimostreremo che questo non è), ma che soprattutto rappresentano un grande rischio (tanto lo verificheremo col PRR del 15 novembre). Di conseguenza secondo noi, dovranno essere esaminate attentamente in sede di Commissione perché saranno la prova del nove di questo Piano, dove avremo la dimostrazione di quanto stiamo dicendo da mesi.
Vi è un dato: si tagliano 641 posti letto (lo dice la tabella 14 allegata al documento, non lo dice Alleanza Nazionale) e si trasformano molti ospedali inseriti nella rete ospedaliera piemontese - ancorché li si lascino di fatto luoghi in cui vi sarà una residenzialità, ma dove spariranno i Pronto Soccorso - in cui vi sarà un numero decisamente limitato di cure mediche e invece si incentrerà l'attività sostanzialmente su quella che è la lungodegenza. Questo, a nostro avviso, è il cuore del Piano.
Unitamente a tutte le valutazioni che abbiamo fatto sul Piano stesso quindi di natura generale, da un punto di vista pratico, rispetto a quello che si può spiegare più facilmente ai cittadini, il dato che, a mio parere si percepirà nei mesi a venire - e certamente molto bene, da qui al 2010 è lo strumento di riduzione dei servizi con cui vuole operare questa Giunta, la quale adotta un criterio di risparmio economico per rimanere all'interno della spesa sanitaria.
Lo strumento della riduzione dei servizi non porterà a un assestamento economico e non porterà neppure a una miglioria della sanità piemontese.
Però, colleghi, rimandiamo l'appuntamento ai PRR che dovranno essere presentati, non dimenticando che i primi PRR di accorpamento di servizi sono già stati presentati e in alcuni casi sono già stati anche attuati.
Vi è poi un altro dato che, in qualche modo, fa capire quanto sia inutile l'accorpamento delle ASL: il dato di carattere economico.
Quando l'Assessore Valpreda presentò in Commissione sanità i tre punti essenziali su cui si sarebbero risparmiati 30 milioni di euro, dato peraltro non sufficiente per garantire un assestamento economico alla nostra sanità, si basava su tre principi: il primo era la riduzione degli stipendi (questo è un dato di fatto, anche se potremmo verificare quante spese sono state maggiorate nel frattempo); il terzo - dico il terzo appositamente - era quello relativamente alla centralizzazione degli acquisti, che vediamo che ad oggi è un aspetto non applicato e certamente non servirà il Piano per far fare una centralizzazione degli acquisti a due o tre ASL insieme; il secondo era quello dei dipendenti.
Credo che qualche collega non abbia letto il protocollo che ha fatto la Giunta regionale, con il quale di fatto dà mandato ai singoli Direttori di assumere 2.000 dipendenti senza concorso, gran parte dei quali amministrativi.
Quindi i 30 milioni di euro risparmiati e i 500 amministrativi di cui potevamo fare a meno vanno a segnare la buona intenzione presentata, che non ha avuto alcun riscontro di carattere pratico né ce l'avrà.
In sostanza, non è un dato che consente un risparmio economico, non è un dato che garantisce una miglioria dei servizi, è certamente una delibera che dà le referenze istituzionali delle singole ASL.
Certamente né i colleghi alessandrini né quelli cuneesi o noi torinesi facciamo la battaglia perché nella maxi ASL del Canavese ci sia una sede che non sia più Ivrea-Chivasso-Ciriè. Il problema essenziale è che, se si dovrà aprire un nuovo padiglione sull'emodinamica a Chivasso, per esempio si dirà che non è necessario, perché è a Ivrea-Ciriè, dimenticando che quella prestazione magari può servire 150-200 mila cittadini. Allora il dato essenziale è quello.
Dopodiché noi abbiamo due compiti: il primo, quello essenziale, è di tutelare gli interessi dei cittadini piemontesi, soprattutto quelli che ci hanno eletto, ma anche quelli che - disgraziati loro - hanno votato il centrosinistra; il secondo è fare i Consiglieri di opposizione, e su questo, grazie agli strumenti quotidiani che ci fornite, non avremo alcuna difficoltà.
Non avremo difficoltà a dimostrare ai cittadini piemontesi che la somma del Piano socio-sanitario e l'accorpamento delle ASL, che è il vero cuore del Piano stesso, produrrà tutti i tagli alla sanità che vedremo già dal prossimo mese, perché i Direttori generali li stanno scrivendo in questo momento i tagli dei servizi con i PRR che presenteranno.
Quella sarà la prova del nove, per un aspetto che è meramente economico: se non c'è un Piano che ha la capacità di rispondere all'aumento crescente delle spese sanitarie - e questo Piano a quello non risponde non si può certamente avere un Piano in grado di garantire gli stessi servizi, la stessa presenza della rete ospedaliera all'interno della nostra regione.
Quindi, ripeto, da qui a poco verificheremo o, meglio, spiegheremo ai cittadini - purtroppo lo capiranno anche da soli - il disagio che questo Piano andrà a causare. Ancora una volta sottolineiamo come siamo di fronte a una reale schizofrenia di politiche sanitarie o, meglio, come non esista una politica sanitaria vera perché, come dicevo prima, si fa un ragionamento sul taglio di 500 dipendenti da qui all'anno "x" (cioè quando andranno in pensione) e poi se ne assumono immediatamente 2.000, gran parte dei quali erano gli stessi 500 che si sarebbero dovuti non certo licenziare, ma non più sostituire quando sarebbero andati in pensione.
C'è dunque qualcosa che non va, che nel Piano non è scritto, perché non ha una filosofia reale, se non quella di provare a fare una politica di economie, tagliando servizi ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà



MORICONI Enrico

Vorrei ricordare innanzitutto che questa delibera di riorganizzazione nasce da lontano, nel senso che già da qualche decina di anni si era previsto nella strutturazione sanitaria nazionale che le ASL avessero una base territoriale provinciale.
Noi arriviamo dopo molti anni su questa strutturazione; ritengo che molte delle polemiche che stiamo vivendo in questi giorni, in quest'Aula siano poco motivate dal punto di vista dell'organizzazione.
Sono convinto che l'obiettivo di questa deliberazione è quello del risparmio e della riorganizzazione, anche perché ho vissuto in prima persona alcune polemiche sugli accorpamenti.
Provengo da una zona, la Valle Pellice, che con fatica ha accettato l'accorpamento. Capisco che vi siano delle difficoltà e delle ostilità.
Ritengo però sbagliato focalizzare l'intero discorso su alcuni accorpamenti che hanno suscitato dei problemi.
chiaro che la delibera fa parte di un complesso di iniziative - Piano sanitario in primis - che mira a costruire una rete nella nostra regione.
Ritengo che l'impegno della Giunta regionale e della maggioranza sarà la realizzazione di un servizio che funzioni meglio, pur risparmiando: altro obiettivo posto con la delibera.
Se riusciremo a lavorare, come speriamo le polemiche di questi giorni saranno ben presto superate. Siamo, infatti, convinti che si possa creare un sistema di rete capace di funzionare meglio e far risparmiare fornendo anche un servizio migliore ai cittadini. Un obiettivo auspicato oltre che da noi anche e soprattutto dai cittadini.
Abbiamo sentito parlare di tagli e cambiamenti: ognuno può leggere tagli e cambiamenti in modi diversi. Leggerli singolarmente senza vederli inseriti all'interno di una rete complessiva, significa utilizzare in maniera non corretta i dati disponibili.
Personalmente, penso che l'obiettivo della ristrutturazione, del creare una rete sia il vero obiettivo alla base della delibera, inserita in un sistema più complesso.
Non ritengo utili i proclami che abbiamo sentito; l'obiettivo che intendiamo perseguire sia importante e, per un certo verso, una sfida sia per la Giunta regionale sia la maggioranza.
Come Gruppo siamo sicuramente favorevoli alla delibera e vogliamo ringraziare sia il lavoro svolto dalla Giunta regionale sia - e soprattutto i due Assessori: Mario Valpreda e Eleonora Artesio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Riteniamo che questa delibera sia il vero Piano sanitario. Non che il documento di cui abbiamo parlato in tutti questi mesi e che è all'attenzione del Consiglio sia uno strumento meno importante, ma certamente è più banale, perché di fronte all'opinione pubblica, di fronte agli operatori della sanità, l'accorpamento delle Asl risulta essere la questione maggiormente visibile e che rischia di diventare l'unico vero argomento di cui parlare con l'approvazione del Piano sanitario.
D'altronde voi avete reso banale il Piano sanitario vero e proprio togliendo ad esempio - l'abbiamo già detto alcuni giorni fa - tutto quanto riguardava il controllo di gestione; avete eliminato tutta una serie di elementi, di condizionamenti che avrebbero veramente potuto favorire il controllo economico delle stesse ASL. Tutto è stato "bianchettato"; ne risulta un Piano sanitario più banale, meglio vendibile ai Sindaci e ai sindacati, che solo fra le righe nasconde la sua vera natura di bisturi del Servizio sanitario.
Pur muovendo questa critica, mi rendo perfettamente conto delle difficoltà d'essere l'Assessore alla sanità; so benissimo di cosa stiamo parlando ed anche che è difficile dire alla gente che occorre razionalizzare. Per noi, invece, è preoccupante quando si parla di "razionare", di "togliere" anziché "migliorare", non dico "aumentare". E ciò non soltanto in relazione alla riduzione dei posti letto, ma anche dell'ormai "famoso" accorpamento delle ASL, che consentirà a pochi Direttori generali, che rispondono al "sovrano" o alla "sovrana" - come gli intendenti nel '700 - di incidere fortemente sul tessuto dei Servizi ospedalieri territoriali, senza quel controllo che finora gli Enti locali hanno esercitato.
Personalmente sono preoccupato del fatto che degli Amministratori di sinistra sostengano quasi che la razionalizzazione e la diminuzione di alcuni servizi sul territorio sia indispensabile per far funzionare la sanità. Ma questi Amministratori da sempre hanno costituito, insieme ad altri, la lobby positiva che ha difeso il Servizio sanitario locale.
D'altronde - mi rivolgo al Consigliere Muliere - il Piano, al capitolo 5.5., ricorda: "Degenze, sale operatorie, laboratori, ambulatori, servizi diagnostici devono essere il più possibile centralizzati ed utilizzabili dalle molteplici professionalità, nell'ambito della stessa Azienda. Salvo indicato diversamente, non sono più previsti, di norma, duplicazioni di strutture complesse nella medesima disciplina, ma un'organizzazione che eroga prestazioni su più Presidi." Dunque, dobbiamo prestare attenzione a laddove c'è scritto: "Salvo diversamente indicato"; qui sta la nostra ed anche la vostra capacità di incidere sull'attività di programma dei Direttori generali, evitando che diventino dei "tagliatori" non soltanto di teste - risorse umane - ma anche di risorse tecniche e, soprattutto, di servizi.
La paura, i timori su quanto accadrà sono già iniziati. Scrive in questi giorni il Sindaco di Fossano, in provincia di Cuneo, sicuramente non un esponente dell'UDC, anche se un ottimo amministratore: "Quel che davvero preoccupa non è la chiusura del laboratorio di analisi, problema di cui sicuramente si è parlato e si è discusso in quell'ambito, ma l'adozione di pesi e misure differenti nella traduzione di provvedimenti concreti di questo processo di riorganizzazione che colpiscono con puntualità chi ha già dimostrato di sapersi sacrificare per il bene comune, conservando i privilegi di chi, invece, evidentemente gode di qualche protezione speciale. Dispiace - continua il Sindaco di Fossano - che non ci si ricordi abbastanza di come funzioni il Servizio d'emergenza, che non si affronti di petto il problema del Pronto Soccorso di Savigliano, il DEA di riferimento sempre più in difficoltà nel trattare tutti i casi che vengono gli affidati, al punto di creare liste d'attesa anche per le urgenze, che si traducono per i pazienti in ore ed ore dimenticati su un lettino, in attesa di essere visitati". Non stiamo parlando di un ospedale del Terzo Mondo non stiamo parlando di una sanità lontana da noi: è il Sindaco di Fossano che parla della sanità della sua zone e cioè della ex ASL di Fossano Savigliano-Saluzzo. "E che dire dei viaggi del dolore - continua il Sindaco Balocco - dei nostri concittadini più anziani, che il 118 trasporta d'urgenza a Savigliano e a Cuneo, che poi non si cura di portare a casa una volta usciti dall'ospedale, abbandonandoli al loro destino". E badate siamo in provincia di Cuneo, in Piemonte.
E ancora: "Con tutto rispetto per chi sta cercando di trascinare oggi la sanità cuneese fuori dalle secche, cresce il sospetto che le incrostazioni della politica siano tali da rendere l'impresa pressoch impossibile. Non è uno sfogo, è un'amara constatazione, il rigetto di una logica ormai diventata insostenibile perché incoerente e inefficiente.
Altro che razionalizzazione! Potessimo avere anche solo la metà dei soldi spesi per la sanità a Fossano - dice il Sindaco - sono sicuro che, non dico da soli, ma insieme alle forze più vive, pubbliche e private del territorio riusciremo a fare molto di più". E non è lo sfogo di un Sindaco indipendente, ma l'atto d'accusa di un amministratore del nascente Partito democratico.
Ritengo che il Sindaco di Fossano abbia compreso perfettamente qual è il senso della delibera e cioè che, a differenza di altre Regioni italiane il Piemonte non se l'è sentita di intervenire direttamente sulla rete degli ospedali, ma utilizza gli accorpamenti delle ASL, gli incisi del Piano sanitario regionale e le indicazioni ai Direttori generali come strumento per razionalizzare surrettiziamente la rete ospedaliera.
Credo che questo non sia un peccato o un dramma, ma andrebbe spiegato e non in qualche modo esaltato attraverso promesse che poi non potranno essere mantenute sul territorio.
Credo occorra parlare in modo chiaro agli amministratori comunali e agli operatori della sanità, evitando questa che io chiamo "precarizzazione da Piano Sanitario", che dura da troppo tempo. E' questo uno dei motivi per cui io, ad esempio, sono favorevole ad approvare il Piano.
Come le ho detto, Presidente, preferisco dirle di no, farle un'opposizione chiara e precisa piuttosto che perdere del tempo, che vorrei utilizzare per spiegare ai miei elettori e ai miei concittadini che, pur in presenza di un Piano Sanitario, la sanità piemontese non è migliorata anzi, è andata indietro.
Per ciò che riguarda l'accorpamento vero e proprio, si è parlato prima delle giuste e condivisibili attese degli amici della provincia di Alessandria, che noi condividiamo. Ci sembra una soluzione positiva.
Sarebbe stato molto meglio dire agli amici amministratori della provincia di Alessandria: vi manteniamo la seconda ASL, vi diamo una carta in mano da giocare per i prossimi anni, fate come quelli di Alba-Bra, fate una razionalizzazione dal basso all'interno della vostra Azienda Sanitaria senza pressioni, senza limiti, senza il condizionamento di quell'articolo 5.5, che, poi, nel Piano Sanitario, in qualche modo darà carta bianca al Direttore generale.
Credo ci sia una programmazione dall'alto, quella che facciamo noi qui in Consiglio regionale, ma anche una programmazione dal basso, che si pu fare anche ragionando con gli amministratori, con le lobby positive, le associazioni, i comitati, i sindacati. In questo Piano Sanitario c'è infatti un rischio. Non lo dico perché voglio fare polemiche a buon mercato o gratuite, ma esiste il problema della "torinizzazione". I dati che abbiamo sempre avuto sui bilanci delle ASL, anche quelli di quest'anno hanno dimostrato come la sanità periferica abbia sempre funzionato bene e abbia sempre fatto delle economie. Questo bene lo sanno gli operatori, non soltanto i medici, ma anche gli infermieri e gli amministrativi che lavorano nell'ambito del servizio sanitario regionale.
Ritengo che abbiate fatto un errore fondamentale in questa nuova programmazione sanitaria, ovvero pensare che attraverso l'accorpamento delle ASL si possa ottenere veramente un'economia e il miglioramento dei servizi. È un errore che purtroppo si ripete, perché questa non è la prima razionalizzazione delle ASL; in passato ce ne sono state già altre due e il risultato non è stato assolutamente positivo.
Guardate che la sanità funzionerebbe meglio soprattutto se si parlasse in modo chiaro, se si ottenesse a livello capillare con enti locali amministrazioni e sindacati un accordo su quali sono le prestazioni che la Regione può dare.
Se noi vogliamo continuare a fornire tutte le prestazioni e a pensare di risparmiare otterremo un risultato negativo. Sono sicuro, potremo fare una scommessa, che fra qualche anno ci troveremo qui a parlare degli stessi argomenti nonostante questo Piano e quello precedente. Forse è la stessa formula del Piano Sanitario che andrebbe rivista e ripensata, forse non è questa la formula giusta per la sanità di domani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Signor Presidente, ci avviamo stancamente alla fine del dibattito attorno alla deliberazione n. 162. Ho molti dubbi, quindi rinuncio volentieri, per quanto riguarda il tentativo di convincere l'Assessore e la Giunta a modificare in parte o in tutto un impianto che, come abbiamo detto in più occasioni, non riteniamo condivisibile.
Invece, credo non sia tardi per cercare almeno di condividere cosa succederà dopo. L'Assessore Artesio, che credo viva con una più che comprensibile fatica, spero che non sia sofferenza questa fase di presenza in Commissione e in Aula, non sa che il peggio arriverà dopo: qui è protetta, qui ha anche degli amici e non soltanto degli avversari; fuori è pieno di lupi, nuvole e lampi che vedrà puntualmente a partire da venerdì.
Quelli che frequenta la Presidente Bresso sono anche con i denti più lunghi. Questo lo vedrà e lo scoprirà giorno dopo giorno, come diceva Battisti, lo vedrà solo vivendo.
Mi ricollego solo agli ultimi due interventi che si sono susseguiti uno di maggioranza, del Capogruppo Moriconi, e l'altro del collega Guida.
Credo sarebbe inutile, lo faccio proprio per il piacere di farlo, dirle come a noi sarebbe piaciuto avvenisse la votazione della deliberazione n.
162. Ci sarebbe piaciuto che per tempo discutessimo, magari in Commissione di quali fossero le motivazioni che inducevano - magari alcune condivisibili - questa Giunta a rivedere un impianto organizzativo quand'anche fossero condivisibili, su quali criteri questo si potesse architettare e basare. Non essendo nessuno di noi, tranne rarissimi casi competenti in materia, magari, delegare a strutture esterne regolarmente identificate gli studi e le necessità socio-economiche attorno a questi criteri, ma questo non è avvenuto.
Non è certamente colpa, anzi, responsabilità, dell'Assessore con cui sto parlando, è responsabilità della Giunta di cui l'Assessore fa parte, ma questo fa parte della storia della prima metà di questa legislatura.
Nella seconda metà, come detto dal collega Moriconi, che ne è certo tutto andrà meglio e costerà di meno. Il Consigliere Guida, noto esponente dell'area delle colombe, dice di non esserne affatto certo, tanto è vero che quanto prima lo si vota quanto prima vorrebbe spiegare ai suoi elettori le ragioni del perché prima andava meglio.
Io sono un laico, sono un ingegnere, mi piacerebbe ci dessimo modalità di trasparenza, perché, vedete, le critiche della gente all'esterno, che avvengono con ben più di una ragione, tra l'altro, riguardano l'assoluta mancanza di trasparenza in quanto facciamo.
Allora, diciamo con chiarezza a loro - ognuno di noi, evidentemente, lo declinerà per la propria parte politica - qual'è la sanità che s'interrompe oggi, perché, oggi, quando voi avrete votato la deliberazione n. 162 inizierà un elemento di chiara rottura rispetto alla sanità precedente, che è stata oggetto delle più disparate valutazioni: da ottimo - detto non soltanto dagli esponenti del centrodestra, ma anche dalla stessa Ministro Turco, in qualche momento anche da esponente della maggioranza - a pessimo declinandolo ulteriormente non nel senso del superlativo, che risulta difficile, ma pessimo nel senso della qualità del servizio, della moralità.
Utilizzando l'unica parte che condivido dell'emendamento presentato cioè la decorrenza dal primo gennaio 2008, prendiamoci l'impegno di misurare quanto verificatosi fin qui. È un impegno che, come lei sa, non è condizionato da nulla.
Vede, Assessore, in questo le faccio, per ora, un complimento: credo che, se ci fosse stata lei, questo dialogo lo avremmo finito prima, perch lei è personalmente testimone, e i Gruppi che la esprimono nell'ambito della maggioranza ne fanno garanzia, che quanto sta avvenendo con un voto pesantemente negativo non è stato condizionato francamente a niente che si possa ascrivere alle pressioni, talora legittime, che una minoranza pu esercitare nei confronti di una Giunta o di una componente; quindi, anche questo ordine del giorno non è condizionato a nulla.
Certo, se vi fosse disattenzione da parte sua o della maggioranza ne trarremmo cattivo auspicio per tutte le discussioni che in Commissione, ma prevalentemente in Aula, la coinvolgeranno di nuovo. Credo che se ci dessimo un ordine di misura, quando lei chiuderà i bilanci 2007, nessuno potrà ascriverle alcuna responsabilità francamente, mentre credo che dai PRR in poi avrà la responsabilità non solo politica, ma anche sostanziale di quanto avverrà nel 2008.
Diamo ai cittadini piemontesi la misura di quanto sia la sanità piemontese oggi, quindi i numeri, e diamo anche una valutazione del livello di servizio, che si può stimare in mille modi. Ne proponga uno lei, non pretendiamo che si debba addivenire rispetto ad una misura dei livelli di servizio come la proporremmo noi. Ne dia lei una che la soddisfi come Assessore alla sanità e noi volentieri aderiremo a questa, ma intanto la misuriamo.
Se la misuriamo mentre certifichiamo i bilanci, visto che per molti casi sono gli stessi interlocutori, costa anche di meno. E il fatto di poter risparmiare, pur con un bilancio eccezionalmente capiente come quello che lei gestisce, non ha mai fatto male a nessuno; i risparmi si fanno dai singoli mattoni e non soltanto dalle grandi decisioni.
E ultimo, ma non ultimo, siccome i Direttori, confermati o meno che saranno, avranno dei compiti che la Giunta definirà, si impieghi un po' di tempo in Commissione per dire quali obiettivi darà ai Direttori, perch attorno a quegli obiettivi - che tra l'altro avranno delle componenti economiche al raggiungimento dei cosiddetti risultati - potremmo comprendere alcuni aggettivi, che magari maggioranza e minoranza hanno sprecato, talora utilmente. Ogni tanto i numeri hanno una valenza più dura e più chiara, e quindi potremmo, se non altro, litigare meglio.
E' l'oggetto di un ordine del giorno che non pone alcuna condizione che porta le firme di tutti i Capigruppo dell'opposizione, che ci auguriamo trovi l'approvazione, non tanto e non solo dell'Assessore, ma anche e soprattutto dei colleghi di maggioranza. Perché è possibile che si discuta ancora in IV Commissione attorno alla sanità e in aula.
Probabilmente dandoci dei termometri, dei sistemi di misura, faremmo un atto di trasparenza nei confronti dei cittadini piemontesi - che ne hanno diritto - e anche il nostro litigare potrebbe essere un po' più ordinato rispetto a quello che fin qui è stato.
La ringrazio dell'attenzione che finora lei ci ha prestato, sottolineo la colpevole assenza di dialogo che c'è stata fino al 3 settembre, che è la prima causa dei ritardi di questo discorso, su cui voteremo contro, perch riteniamo che peggiorerà sia il livello economico che qualitativo della sanità, ma siccome non siamo in grado di convincerla, le chiediamo soltanto di dare a tutti noi e a tutti voi il termometro per vedere se ha ragione Enrico Moriconi - potrebbe anche capitare, ma non credo - o se, come temo abbiamo ragione noi.
Qualora avessimo ragione noi, una Giunta saggia presieduta da un Assessore normale, si renderebbe conto di sbagliare, perché può succedere e pone rimedio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente. Anche io sono stato colpito dall'intervento del collega Moriconi.
Contrariamente al collega, sono un uomo di forti convinzioni, ma di scarse certezze, nel senso che in genere sono fortemente convinto degli obiettivi che vorrei raggiungere, ma non sono mai così presuntuoso da presumere di avere ragione. Quindi, invidio il collega Moriconi che invece è decisamente convinto del risultato di questi accorpamenti.
Mi sono deciso ad intervenire per dire una cosa. Non credo che ormai sia possibile con un mio intervento cambiare qualcosa di quello che verrà deciso. Quindi, l'intervento potrebbe anche essere inutile, ma lo faccio per rivolgermi direttamente all'Assessore che, siccome stimo e sono certo della sua onestà, vorrei che prendesse nota della mia dichiarazione.
Ripeto che non avendo certezze, non ero così sicuro se sarebbe andata a finire bene o male questa operazione, però siccome di fatto l'operazione è già iniziata, senza che io sollecitassi minimamente né la popolazione n gli operatori sanitari, mi sono arrivate segnalazioni che mi hanno colpito perché non sollecitate, ma mi sono arrivate non da persone del mio partito ma da parecchi partiti dell'attuale maggioranza che hanno segnalato un peggiorare della situazione della mia zona. In parte, per la verità, era un fenomeno già un po' nei fatti.
Sono sempre ottimista e quando vedo cose che non condivido, spero sempre di sbagliare, quindi, anche in questo caso mi auguro di sbagliare.
O è un meccanismo casuale di riorganizzazione nel momento in cui si cambia marcia, ma mi vengono dei dubbi. Oppure, e ho l'impressione che siano proprio così, sono dei segnali pesanti di un malfunzionamento almeno nell'area che io conosco.
Assessore, indipendentemente da quello che faremo, la prego di seguire attentamente la situazione e tenga conto di quello che succederà realmente nei nostri presidi ospedalieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bossuto.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Solo un breve intervento. Mi viene voglia di ridere e scherzare in segno di solidarietà al collega Moriconi, visto che il suo intervento ha scatenato una serie di altri interventi che l'hanno citato spesso.
Non è solo un segno di solidarietà nei confronti del collega, ma è anche una condivisione di speranza. Credo che vada colto con forza l'invito del collega Novero sul fatto che occorra controllare e monitorare il sistema sanitario.
Credo anche che questa sia una deliberazione che abbia una buona partenza. Perché dico questo? Perché, malgrado se ne dica, lascia aperto un percorso di confronto. È vero che esiste un percorso dal basso, a cui noi speriamo ci sia ancora possibilità di aprire ulteriormente, ma è vero che parte di quel percorso è già stato fatto. Lo dimostra il fatto che una città come Torino, che è una città attenta, non digerisce le riforme definite limitative o di taglio senza dire la propria opinione. Non è mai successo. E il fatto che Torino abbia recepito questa miniriforma in una sorta di silenzio-assenso, credo che sia il simbolo di quello che ci si aspetta da questa delibera oggi, che non è un taglio di servizio.
Credo che questa non sia una deliberazione che taglia dei servizi questa dovrebbe essere una deliberazione che taglia dei costi che in qualche modo sono riferibili anche alla politica. Lo dico ridendo, perch il fatto di diminuire delle unità amministrative, vuol dire togliere dei Dirigenti, anche abbastanza ben retribuiti, vuole dire eliminare degli URP anche questi con a capo personale abbastanza ben retribuito.
Credo che voglia mettere un po' più di organizzazione e di ottimizzazione ad un sistema che ad oggi è costato abbastanza e che non sempre ha dato in cambio dei frutti, che sono i frutti desiderati dalla cittadinanza, anzi spesso inventandosi dei meccanismi ancora più complessi che invece di creare beneficio hanno creato dei danni.
Parlare con alcuni Direttori in passato era impossibile, quasi come raggiungere una meta altissima! Credo, quindi, che questa delibera abbia la forza di ridurre le sovrastrutture, di semplificare le unità amministrative e, su questo risparmiare ben più di quello che si è detto oggi.
Se questo corrisponderà poi ad un taglio dei servizi, lo verificheremo.
Se rappresenterà una difficoltà in più per la cittadinanza, andranno ricercate le cause. Ma stando a quello che leggiamo, oltre che al percorso di questa delibera, non dovremmo essere di fronte a tutto questo.
Credo che sia sempre importante risparmiare, fossero ben pochi i milioni di euro. Tra l'altro, non capisco come mai in alcuni casi 6 milioni sono pochi, mentre in altri casi sono tanti.
Il risparmio si realizza comunque eliminando gli sprechi: anche solo un milione non sprecato, credo che sia un aspetto positivo. Ma non togliendo assistenza ai cittadini, siano essi immigrati o italiani, regolari o clandestini. Tra l'altro è una differenziazione che fa un po' inorridire perché ricordo che nella vecchia Inghilterra della pre-Tatcher, chiunque entrava nel territorio inglese, fosse italiano o francese, aveva automaticamente diritto all'assistenza sanitaria pubblica gratuita.
Ricordiamoci, quindi, dei nostri connazionali sbarcati a Londra, che magari hanno avuto qualche problema che quel sistema sanitario ha risolto; oggi non è più così. Come avevo già dichiarato, credo che la situazione odierna non sia un esempio di civiltà, semmai è l'esatto opposto. Ipotizzare un risparmio non garantendo assistenza sanitaria ad alcune categorie di cittadini che entrano nel nostro territorio, siano essi clandestini o regolari, penso che sia un atto di inciviltà, che mette anche a grave rischio la sanità di tutti, perché una società sana, lo è dall'inizio alla fine: non ci sono cittadini di serie A o di serie B, come ai tempi della lebbra o dei bisognosi che morivano in un angolo. Penso che tutti recepiscano e godano di una sanità collettiva che migliora la società stessa e la rende più efficace e più pronta a creare anche altro, tra cui il profitto a chi fa comodo (magari anche sfruttando gli stessi che oggi non vorremmo più curare).
Concludo con quest'affermazione molto banale: credo che questo non sia altro che un atto di semplificazione amministrativa. Nel territorio lo hanno interpretato in maniera diversa, talvolta anche equivocando. Forse è stata seguita una procedura non del tutto attenta: può capitare anche ad alcune esigenze che provenivano dal basso. Credo, però, che laddove vi sia stata una mancanza, si sia ancora in tempo - perché ritengo che la delibera apra anche a questo spazio - per recuperare e ricostruire quel percorso dal basso, e permettere a tutti, insieme, di risolvere ancora le criticità che probabilmente ci portiamo ancora dietro. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro conclusa la discussione generale.
Procediamo all'esame dei sub-emendamenti all'emendamento rubricato n. 2 della Giunta regionale.
Subemendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Rossi: L'allegato alla proposta di deliberazione n. 162 viene sostituito dal seguente: Allegato A) - Aziende sanitarie locali NUOVE ASL |ACCORPAMENTI (VECCHIE ASL) TO1 |ASL 1+ASL 2 TO2 |ASL 3+ASL 4 TO3 |ASL 5 + ASL 10 (Rivoli, Pinerolo) TO4 |ASL 6 + ASL 7 + ASL 9 (Cirié, Chivasso, Ivrea) TO5 |ASL 8 (Chieri) VC |ASL 11 (Vercelli) BI |ASL 12 (Biella) NO |ASL 13 (Novara) VCO |ASL 14 (Verbano Cusio Ossola) CN1 |ASL 15+ASL 16+ASL 17 (Cuneo, Mondovi' Savigliano) CN2 |ASL 18 (Alba) ASL 19 (Asti) AT AL |ASL 20+ASL 22 (Alessandria) AL |ASL 21 (Casale, Valenza) Il sub-emendamento n. 1 intende sostituire integralmente l'allegato A.
La parola al Consigliere Rossi, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Riprendo il discorso iniziato prima.
Noi riteniamo - come Gruppo della Lega Nord e come intero centrodestra o minoranza - che sia assurdo cassare l'esistenza dell'Azienda Sanitaria Casale-Valenza dopo aver già accorpato le due Aziende Sanitarie, quella di Alessandria-Tortona con quella di Novi-Acqui-Ovada.
Ci spiace che per motivi economici, che noi riteniamo assolutamente futili (perché parliamo di un risparmio al massimo di qualche miliardo di vecchie lire) - ma non voglio ripetermi, perché ho già spiegato prima - si scelga di impoverire un'Azienda Sanitaria che, di fatto, non esisterà più e di un ospedale che ha delle competenze territoriali che addirittura escono dai limiti della provincia, perché l'attuale Azienda Sanitaria Casale-Valenza comprende anche Moncalvo, in provincia di Asti, e Trino in provincia di Vercelli.
Quindi è un'Azienda Sanitaria che ha tutte le caratteristiche per rimanere tale, e non per diventare uno degli ospedali dell'Azienda Sanitaria Unica Provinciale.
In particolare, l'area casalese e valenzana è a se stante rispetto all'Alessandrino; in parte, forse, l'area valenzana potrebbe anche avvicinarsi di più all'Alessandrino, ma sicuramente non per quanto riguarda l'area casalese, perché troppe sono le differenze, notevoli sono le distanze, particolari sono le caratteristiche dei Comuni che confluiscono nell'ASL Casale-Valenza, perché con la Val Cerrina si arriva praticamente fino al confine della provincia di Torino (tra Alessandria e Torino).
Noi crediamo, quindi, che vada assolutamente mantenuta sul territorio di Alessandria l'Azienda Sanitaria Casale-Valenza ed eventualmente, se vogliamo parlare di risparmio di risorse e di coordinamento, anche la possibilità di accorpare le altre due Aziende Sanitarie in una unica.
Dobbiamo ricordare un altro aspetto: ad Alessandria città, pure insistendo un'ASO (Azienda Sanitaria Ospedaliera), in realtà non esiste l'ospedale di città. Perché se vogliamo essere seri, un'Azienda Sanitaria Ospedaliera, quindi un ospedale di rilevanza nazionale, dovrebbe occuparsi di patologie cliniche particolari, dell'eccellenza.
Oggi, invece, l'ASO di Alessandria si occupa di qualunque tipo di intervento, dall'appendicite, al neo, fino ad interventi di una certa rilevanza. Di fatto, Alessandria oggi ha un'ASO che si occupa sia di ASO sia di ASL, mentre l'ospedale di città lo troviamo a Tortona, a Novi, a Casale e a Valenza.
Creare un'unica ASL comporterebbe l'impoverimento di tutti gli altri ospedali, perché alla fine, specie se si arriverà a costruire il nuovo ospedale di Alessandria, ci sarà un ospedale vero di rilevanza nazionale e una serie di altri ospedali di "secondo livello" - mi permetto di dire così dove si farà lungodegenza, hospice, interventi secondari o minori, e così via, con la perdita di eccellenza sul territorio che noi crediamo che non si possano perdere.
Noi riteniamo che i piccoli presidi ospedalieri vicini al cittadino possano e debbano mantenere livelli qualitativi elevati, magari non in tutte le specialità, ma comunque debbano essere mantenuti come veri e propri ospedali.
Ero anche intervenuto relativamente al declassamento del Pronto Soccorso di Casale Monferrato, che riteniamo un grave errore, se non l'intenzione di volere diminuire l'importanza e il livello qualitativo del nosocomio casalese.
Valenza, di fatto, è già indebolita come struttura ospedaliera; sono pochissimi quelli che si recano a Valenza per essere curati ed operati; c'è già un nomadismo importanti nei confronti del fuori provincia oppure nei confronti di Alessandria o di Casale. Non vorremmo che quell'ospedale diventasse solo un centro per lungodegenza (parlo di quello di Valenza).
Mantenere l'ASL Valenza-Casale significherebbe mantenere vivi due ospedali effettivi ed operativi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Mi sarei atteso una breve replica da parte dell'Assessore sulla materia dopo gli interventi, non formali, svolti da diverse parti politiche.Stando all'emendamento di cui trattiamo, dobbiamo cogliere, da parte nostra l'occasione di intervenire per mettere in risalto, come ha fatto molto bene il Consigliere Rossi, l'incongruenza di una provincializzazione completa nell'ambito della provincia di Alessandria. Si sono usati criteri di maggiore cautela per quanto riguarda la provincia di Cuneo, un'altra grossa porzione di territorio della regione Piemonte.
Il Consigliere Guida prima diceva "bisogna, dal basso, contribuire a razionalizzare i servizi sanitari, soprattutto gli insediamenti e i presidi ospedalieri". In provincia di Alessandria si è già fatto molto anche in passato. Pensiamo la scelta di non ricostruire tale e quale l'ospedale Borsalino dopo l'alluvione. L'ospedale Borsalino era un'appendice dell'azienda ospedaliera alessandrina, aveva le specialità di pneumologia e assimilati, ebbene, queste specialità si sono concentrate nell'azienda ospedaliera e si è diversificato in ordine alla riabilitazione. Ho una lettera della Presidente della Giunta inviata a tutti i Sindaci, quindi è facile reperirne delle copie, dove si diceva che, per quanto riguarda l'ospedale Borsalino, entro il 2008 si raggiungerà la massima operatività della struttura. Allo stesso tempo, in questa lettera, si diceva qualcosa del tipo: attenzione, Ovada diventerà il centro delle cure palliative, per quanto riguarda Valenza "Country hospital" legato al territorio.
Non so cosa ne pensi il Consigliere Provinciale Di Carmelo, attualmente Assessore al Comune di Valenza. Nel passato, quando il sottoscritto e colleghi vari di maggioranza di allora, l'Assessore D'Ambrosio o il Presidente Ghigo, transitavano da Valenza lo vedevano sempre incatenato alle varie cancellate di ingresso di edifici pubblici valenzani. Ci sono ovviamente, una serie di attese che, per fortuna, sono state riepilogate in una lettera autorevole.
Negli anni '70 Casale fu sede di comprensori. Quanti comprensori fare? Due comprensori: Casale e Alessandria. Arrivarono i CORECO con una serie di discussioni in Consiglio, ma anche di confronto sul territorio. Quanti Coreco fare? Due: Casale e Alessandria. Con un approccio di tipo molto razionale.
Non dimentichiamo che, in allora, mi ricordo, furono fatti degli studi anche presso il Centro studi della Provincia.
Voglio ribadire che non stiamo qui a chiedere, in termini pietistici o campanilistici, una soluzione, ma per mettere in risalto come il territorio casalese abbia le stesse caratteristiche del territorio albese o braidese e come il territorio provinciale abbia già motu proprio provveduto a delle riduzioni dei costi.
Prima si diceva l'ospedale di Alessandria è un ASO, c'era anche un ospedale cittadino che era l'ospedale Patria che è stato convertito, motu proprio, dalle decisioni locali. La politica, se vuole, è in grado di prendere decisioni: è stato convertito in poliambulatorio.
Credo che ci siano mille motivazioni che depongono a favore dell'accoglimento dell'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Così come per questo emendamento, anche per quelli successivi di eguale tema, la nostra posizione è chiarissima, di sostegno. Ripeto, è incomprensibile, ma è incomprensibile non solo da un punto di vista tecnico, ma anche da un punto di vista politico. Vorremmo che voi comprendeste che vi fate, e vi farete, un grosso male a livello politico da soli. Se noi guardassimo al puro interesse politico del centrodestra dovremmo solo chiedere e sperare che voi andaste avanti su questa strada.
In questo modo il 64% che Pier Carlo Fabio ha ottenuto ad Alessandria pochi mesi fa, diventa la percentuale che otterrà il centrodestra in provincia con questi atteggiamenti e con questi provvedimenti. Voi spaccate una provincia, create la più grande ASL dell'intera regione Piemonte, nessuna ASL in Regione Piemonte ha 190 comuni, nessuna ASL del Piemonte ha 190 comuni.
Voi non vi rendete conto di cosa vuol dire fare un'assemblea con 190 Sindaci presenti, scaricate su di loro la responsabilità di assumere una decisione che creerà rotture territoriali insanabili. Sapremo noi indirizzare e far sapere alle persone di chi è la responsabilità di questo fatto, oltre al fatto che la creazione di un'unica ASL andrà ad influire pesantemente sui servizi. Vorrei, Assessore, che lei venisse, senza farsi annunciare (se si fa annunciare è troppo facile) a fare visita all'ospedale di Casale Monferrato, come all'ospedale di Novi Ligure, come all'ospedale di Tortona. Venga in una giornata normale e vedrà il livello, ormai limitatissimo, di cittadini che si rivolgono a queste strutture. Le notizie che stanno circolando, che sono notizie dettate da questi provvedimenti, da quelle lettere che il Consigliere Cavallera citava, rendono i nostri concittadini assolutamente imbarazzati, non più legati alla propria sanità territoriale.
Il fatto del laboratorio di analisi che veniva citato prima, con le lettere di trenta primari, con le lettere dello stesso Direttore generale che mette in discussione una vostra delibera, anche quella di razionalizzazione delle rete dei laboratori, peccato che razionalizzazione voglia dire diminuzione delle analisi di fatto, diminuzione delle prestazioni. Tutti questi fatti, insieme, stanno demolendo letteralmente la sanità nella nostra provincia. Venite a vedere in che stato stiamo, venite a sentire gli operatori. Ma non quelli amici, non quelli impauriti di parlare con voi, perché la gente ha paura di parlare. Venite a parlare con quelli normali, venite a vedere che non si fanno più le cose. Tre manager che devono gestire la sanità della provincia di Alessandria non ce la fanno a stare dietro a tutto, non ce la fanno. La demotivazione degli operatori è un fatto palpabile, se uno la vuol vedere, ed è dovuta a questo fatto, a queste manovre, a questi accorpamenti.
Per carità, la maggioranza su questo tema appare coesa. Certo alcuni Consiglieri locali del territorio che per un determinato periodo hanno sostenuto la posizione delle due ASL dovranno anche giustificare perch qualora oggi votassero in senso diverso, hanno cambiato posizione; qualcuno dovrà giustificare perché qualche anno fa era contrario alla razionalizzazione.
Collega Muliere, purtroppo in quegli anni (2001-2002) si parlò molto soprattutto di razionalizzazione e il terrore che qualcuno, molto meglio di quanto sappiamo fare noi, riuscì a insinuare nei cittadini e nelle istituzioni era proprio dovuto alla questione della razionalizzazione.
L'unico Sindaco veramente coerente e sempre dalla parte dell'ASL unica era il Sindaco di Valenza, Tosetti (non era della mia parte politica, ma questo gli va riconosciuto), mentre tutti gli altri Sindaci (Novi, Casale Ovada) erano pronti a fare i comitati e adesso sono silenti (chissà come mai!).Ma questi Sindaci vedranno qual è la cura che gli spetta! Vedranno coloro che si lamentavano per i 70 posti letto che l'Assessore D'Ambrosio e i Consiglieri di maggioranza riuscirono a far stare a Valenza almeno per tutta la durata della legislatura! Vedranno come verrà ridotto l'ospedale di Valenza e poi vedranno come verrà ridotto l'ospedale di Ovada! Purtroppo siamo facili vate, però ripeto, Assessore: non si fidi delle nostre parole, venga a fare un giro in questi ospedali per capire il senso di impotenza e di demotivazione degli operatori in riferimento proprio a queste sue delibere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Brevemente, voglio soltanto giustificare il mio non voto rispetto a questo emendamento, che non vuole essere un non voto in termini di sostanza, ma semplicemente di forma.
Lo dico al collega della Lega che lo ha presentato: questo emendamento contiene sì una modifica dell'ASL di Casale e di Alessandria, ma è un emendamento che sostanzialmente prende atto, nelle parti superiori, degli accorpamenti che personalmente non condivido in alcun modo per quanto attiene il territorio della provincia di Torino.
Per questo motivo, non voterò questo emendamento, mentre voterò in senso favorevole quelli presentati dai colleghi successivi, che invece sono squisitamente legati alla tematica alessandrina e che condivido.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

La frase del collega Botta ha creato un po' di perplessità perché detta in modo brutale, ma penso che il Consigliere Botta volesse esprimere quello che io ho percepito nella mia vita.
Personalmente ho sempre avuto un contatto molto forte con la gente e ho parlato molto di più con gli avversari che con i miei colleghi di partito avendo continuamente sotto controllo la situazione. Quando, anni fa, sono diventato Assessore, sono stato male, malissimo per parecchio tempo, perch di punto in bianco nessuno più si lamentava con me in virtù del ruolo che rivestivo. Io continuavo a parlare con gli altri come prima e non ero cambiato per niente, vi assicuro, però il fatto di ricoprire quella carica ha determinato quella situazione.
Sono certo che l'Assessore Artesio - è naturale che lo faccia, anche se non l'avessimo invitata a farlo - farà un bel gesto e andrà negli ospedali.
Sarà senz'altro una cosa positiva, però non pensi - magari lo sa già, ma glielo dico - di vedere la situazione reale, perché non sarà così. Il dramma di chi governa, purtroppo, è spesso quello.
A lei, Assessore, verrà difficile conoscere le cose che io ho captato in queste settimane da semplice Consigliere. Se andrà a Ciriè, le stesse persone che hanno detto determinate cose a me, a lei probabilmente non le diranno mai. Non si tratta di servilismo, ma semplicemente di una forma di rispetto, perché la natura umana è così.
Allora lei deve avere la capacità - se l'avrà, sarà veramente una grande capacità - non so come, coi funzionari forse, di captare queste cose.
Di conseguenza, non la invito a non andare, anzi, vada pure. La invito più che altro ad andare e a rizzare bene le antenne: vedrà che forse non abbiamo tutti i torti, purtroppo. Spero di sbagliarmi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Intervengo per annunciare il mio non voto relativamente all'emendamento presentato, non tanto perché realmente non sia favorevole al mantenimento delle due ASL in provincia di Alessandria, quanto perché non concordo relativamente ad altre ASL prospettate, che io comprendo è stato preso il prospetto della Giunta ed è stata modificata la parte alessandrina, salvo che - e lo dico al Presidente - come prevede il nostro Regolamento, non si possa votare per parti distinte l'emendamento.
Il nostro Regolamento certamente sulle proposte di legge, non so dire se sulle proposte di delibera, prevede che vi sia la possibilità di voto per articoli e commi, però non so se questa condizione sia estendibile a un emendamento.
Lo dico al Presidente: nel caso fosse possibile, ovviamente il voto sarebbe favorevole sulla parte modificativa dell'impianto di Giunta, cioè il mantenimento delle due ASL di Alessandria, e anche positivo rispetto al mantenimento delle due ASL in provincia di Cuneo.
Se non fosse possibile, non esprimerò un voto, in quanto - ripeto - non concordo con alcuni aspetti che sono presenti nel documento presentato dalla Giunta, ma che vengono anche ripresi dall'emendamento.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, purtroppo il Regolamento consente di poter votare per parti separate solo gli ordini del giorno. Tuttavia nulla vieta che i colleghi possano presentare dei sub-subemendamenti o comunque degli altri emendamenti, come peraltro si verifica per gli emendamenti successivi che intervengono solo su una parte dell'allegato.
Ha chiesto la parola l'Assessore Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al welfare

Avevo cercato di non incombere sul Consiglio regionale soprattutto per quello che riguarda l'occupazione del tempo, perché di certo non ho la presunzione di incombere con la potenza delle argomentazioni, e con ci rispondo al rimprovero del Consigliere Cavallera, il quale ricordava di non aver sentito un intervento della Giunta alla fine della discussione generale.
Relativamente all'espressione del parere di voto della Giunta sul subemendamento, è del tutto ovvio che il percorso che abbiamo/avete compiuto in questi mesi e che ha portato all'ultima versione dell'emendamento di Giunta non può che vedere l'esecutivo esprimere un parere contrario al subemendamento, a conferma della versione da noi presentata, per ragioni anche legate al percorso di consultazione locale che in questi mesi si è compiuto e che, diversamente da altri contesti territoriali, non è arrivato in questa fase a definire una sintesi condivisa. Auspico ci sia modo di trovare, nel percorso che ci separa dalla futura e auspicata approvazione della 162, la definizione della sede legale dell'ASL, ma ancor più la condivisione e la consultazione pubblica sugli obiettivi della programmazione sanitaria locale, che mi pare l'elemento di interesse comune, al di là dell'enfasi che oggi, anche in ragione delle presenze, abbiamo dovuto o voluto dare agli aspetti più di carattere normativo.
Due sole riflessioni per sostanziare un atteggiamento - riguardo la mia persona e la Giunta regionale - e anche per darci percorsi di lavoro comuni.
La prima questione. Non è un caso che moltissimi dei Consiglieri intervenuti nell'annunciare una non soddisfacente realizzazione degli obiettivi da parte di quest'Amministrazione in ordine ai risparmi economici attesi - profezia che ovviamente spero infondata - abbiano ricordato quanto, nel passato, Amministrazioni precedenti avessero adottato analoghe soluzioni di accorpamento delle ASL in funzione di disegni territoriali, ma anche di economie di scala.
Non è casuale; è evidente che tale approccio, per quegli amministratori, come per quelli di oggi, ragiona prevalentemente sulla possibilità di organizzare delle economie di scala accorpando funzioni amministrative, piuttosto che essere costretti a realizzarle accorpando servizi e prestazioni.
Da questo punto di vista, al di là dei comportamenti e degli stili di governo, compresa la scala di una serie di funzioni - penso a quella dell'acquisto di beni e servizi, ma non soltanto - sicuramente gli elementi sui quali il controllo politico potrà esercitarsi, sono due: l'uno l'efficacia delle economie di gestione, legata all'adozione di strumenti attuativi diversi, su livelli intermedi di quanto avvenuto finora.
Strumento di controllo non di difficile acquisizione ed analisi.
L'altro, che mi pare più complesso, ma anche più suggestivo dal punto di vista della partecipazione, riguarda la misurazione della qualità delle prestazioni e dei servizi in una logica che non sia la rappresentazione per parti, assolutamente legittima, con maggiore o minore veemenza, ma il più possibile fondata su criteri di carattere oggettivo e possibilmente condivisi.
Questa la ragione per cui riesco ad appassionarmi poco sulle misure che funzionano in termini d'individuazione di sedi e di accorpamenti amministrativi, e molto più, invece, anche per proposte, peraltro avanzate anche in dibattiti e in presentazione di futuri ordini del giorno, che ci chiedono di trovare degli indicatori comuni per misurare la qualità dell'organizzazione del Sistema sanitario regionale in termini di offerta di servizi e prestazioni.
In questo momento, siamo per un verso più fortunati, e per l'altro meno, degli amministratori che in passato hanno provato a metter mano al Sistema sanitario. Più fortunati, perché abbiamo indirizzi nazionali legati ai livelli essenziali d'assistenza, che sono mattoni di comparazione indiscutibilmente riconosciuti; d'altro lato più sfortunati, perché su questo potremo essere misurati.
Da questo punto di vista, laddove ci sia un indirizzo del Consiglio a chiedere che il lavoro, anche meno urgente, meno impellente, che si pu svolgere una volta superato lo scoglio e la forte differenziazione di uno strumento di programmazione, si possa svolgere - torno al discorso iniziale all'interno di sedi deputate sull'istruire questi strumenti di misurazione, è discorso che mi trova assolutamente concorde, anche in virt del fatto che - devo rilevare - questi due mesi e mezzo di approfondimento e confronto in Commissione e in Consiglio, non hanno avuto altre dietrologie se non quello del dibattito e del confronto sul merito degli emendamenti e delle proposte di delibera.
Sperando di aver sopperito, con questo seppur breve riferimento generale ai temi discussi oggi, e quindi aver restituito l'attenzione e l'ascolto che ho prestato, sullo specifico subemendamento il parere della Giunta regionale è negativo.



PRESIDENTE

Colleghi, il Consigliere Rossi ha comunicato che il subemendamento rubricato n. 1 viene ritirato, e ha presentato un altro subemendamento che provvediamo a distribuire.
La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente.
Approfitto del gesto di buon senso del Capogruppo Rossi, per chiedere una spiegazione rispetto ad una questione posta alla Presidente e all'Assessore nel mio - seppur insignificante - intervento nel merito della delibera, nel corso del quale mi pare si sia posto un punto importante: la maggioranza pare non abbia intenzione di argomentare le motivazioni per cui si vuole andare a tutti i costi a discutere di un emendamento sul quale ribadisco - la nostra sensazione è che non si stiano rispettando le procedure previste da una legge che abbiamo approvato.
Visto che spesso la Presidente ha richiamato l'opposizione, nel corso dei dibattiti sul Piano, sulla legge e quant'altro, sostenendo che manifesta atteggiamenti ricattatori, oggi abbiamo provato a verificare se attraverso il metodo del buon senso e del rispetto delle leggi, la Giunta regionale - visto che la maggioranza non dà risposte - è disponibile a ragionare nell'ottica del ritiro di un emendamento che, dal nostro punto di vista, è "fuorilegge".
Mi aspetterei cortesemente, prima di proseguire la discussione degli emendamenti, di capire se dobbiamo riprendere una modalità di comportamento, accantonata perché ritenevamo che si fosse ricostituito il buon senso, oppure no. Non potete suggerirci un metodo e poi, nel momento in cui lo si applica in maniera molto serena, non "considerare" - per non usare altri termini - chi pone delle questioni..
Chiederei cortesemente alla maggioranza e alla Giunta regionale di prendere in considerazione il rilievo mosso, che non è "contro" la proposta, ma legato al fatto che occorre osservare i termini previsti dalla legge.
Diversamente, sospendiamo brevemente i lavori, ci mostrate il parere della Conferenza dei servizi, le proposte e quant'altro e verifichiamo se ci sono altre richieste.
Se buon senso occorre, occorre per tutti. Facciamo attenzione alle rilevazioni che molto sommessamente vengono poste nell'ambito di una serena discussione, perché se si perviene ad in un totale ignorare quanto si dice magari si ritrasformano in una modalità di gestione dell'Aula che non piacerà alla Presidente, ma purtroppo mi pare di aver dimostrato oggi assolutamente in linea con il vostro comportamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla tutela della salute e sanità programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Non avevo fatto riferimento a questo passaggio perché la discussione verteva su un altro subemendamento. Personalmente, non ho risposto perch non credo che la questione di legittimità vada posta all'Esecutivo.
L'emendamento è proposto da Consiglieri di maggioranza, la sua ammissibilità attiene alla valutazione della conduzione del Consiglio regionale, quindi all'Ufficio di Presidenza e al suo coordinato tecnico.
Ciò nonostante, ho verificato l'ammissibilità. Secondo la versione fornitami, questo procedimento viene indicato come comportamento da assumere a regime, cioè, una volta assunto l'impianto. Qualora così non fosse, al di là del discorso della messa a regime e a sistema, in questa fase di avvio, le modificazioni possono essere condotte in Aula. Questa è l'indicazione di ammissibilità che mi è stata data; poi, opportunità, tempi e modi è altra questione che rimetto al rapporto tra i Gruppi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia, a parte che abbiamo aperto un intervento di ordine procedurale, eravamo su altri emendamenti.
Per quanto riguarda l'osservazione avanzata dalla collega Ferrero anche alla luce di un'interpretazione da parte della Presidenza, con anche il supporto burocratico del caso, per quanto riguarda l'articolo 18 della legge regionale n. 18/2007: "Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale", noi ci troviamo nell'ambito di cui al comma 1 di detto articolo, cioè laddove si stabilisce che con deliberazione del Consiglio, su proposta della Giunta, sono individuate le nuove ASL e i relativi ambiti territoriali.
Il procedimento aggravato, invece, è previsto dal comma 4: una volta che la determinazione territoriale sia stata effettuata con l'atto che per l'appunto oggi stiamo portando a compimento, si prevede che, a quel punto con deliberazione del Consiglio, con la procedura aggravata, si vada all'emendamento. Quindi, noi oggi siamo sulla deliberazione di cui al comma 1.
Colleghi, un attimo, lo abbiamo visto tutti.
La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Scusi, Presidente...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

di ordine procedurale.



FERRERO Caterina

Proprio perché lei ha commentato l'articolo, che io ho letto nella fase di discussione generale, sono assolutamente d'accordo con lei. Noi, in questo momento, siamo nella fattispecie del comma 1, cioè una deliberazione di Consiglio regionale che dice di prendere la situazione così com'è per fare le prime scelte, cioè accorpare o lasciare come sono le attuali ASL.
Poi, al comma 4 si dice che eventuali spostamenti di Comuni sono oggetto di una deliberazione di Consiglio regionale, che sottende a due percorsi: una proposta della Giunta oppure una proposta degli Enti locali ma tutta questa procedura è innescata da una richiesta territoriale che deve essere vagliata e approvata dalle Conferenze dei Presidenti.
Allora, Presidente, proprio perché lei interpreta come io penso questo sia interpretabile, suggerirei a questo Consiglio, in una fase di discussione general generica della deliberazione degli accorpamenti così com'è, la deliberazione così com'è, poi le Conferenze dei Presidenti valuteranno anche una proposta come questa, magari condivisibile, di spostamento dei Comuni. Sono convinta che questo emendamento contenga delle effettive esigenze territoriali, magari potrebbe anche succedere per altre realtà territoriali. La Giunta, tenuto conto dell'insieme di tutte le esigenze di spostamento, proporrà a questo Consiglio una deliberazione di Consiglio regionale dove verranno formalizzate le proposte che hanno seguito la procedura dell'articolo 18, comma 4, come lei giustamente diceva.
Quindi, sono d'accordo con la sua interpretazione e, a questo punto cortesemente - l'Assessore ha ragione, si tratta di ricevibilità o meno di questo emendamento - chiederei all'Ufficio di Presidenza di interpretare una modalità che penso sia corretta, ma, magari, mi sbaglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Chiederei cinque minuti di interruzione. Lo dico perché, guardate colleghi, rispetto ad un accordo che c'è stato, se pensate di arrivare all'ultimo momento a cambiare un po' di Comuni da una parte all'altra, non c'è problema, ci mettiamo a scrivere tutti gli emendamenti che riusciamo nei prossimi dieci minuti - secondo me, riusciamo a scriverne parecchi, con anche i subemendamenti - e portiamo questa utile discussione avanti nei prossimi due mesi.
Visto che, dopo mesi di discussione assolutamente indecente, avete tentato questo blitz, forse, sarebbe buona regola sospendere un attimo per capire.
Non c'è niente di male se la Giunta decide e fa la delibera, ritirate questo emendamento, si procede, poi vedrete cosa fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Capisco le ragioni dei Consiglieri che hanno presentato questa delibera perché ci sono state molte richieste e sono arrivate anche a noi; credo anche che nel merito alcuni Consiglieri dell'opposizione siano d'accordo.
Siccome mi risulta che non esista un numero rilevante, ma anzi molto piccolo, di altri Comuni che recentemente, nel contesto di questa valutazione, abbiano chiesto alcuni spostamenti, che devono essere motivati sul piano territoriale e relativamente ai quali occorre una verifica, noi siamo disponibili. Chiederei di ritirare questo emendamento, che può essere trasformato in un ordine del giorno dove si chiede alla Giunta di procedere in queste verifiche nel più breve tempo possibile, così ci sarebbe anche il tempo di convocare e far votare l'Assemblea dei Sindaci e nel minor tempo possibile portare la delibera su questo spostamento.
Ricordo che la Giunta è favorevole a limitate modifiche, perch altrimenti, inizierebbe una specie di sarabanda di spostamenti di Comuni.
Quindi, in questo caso, si chiede la motivazione - poi valuteremo con più calma - in relazione al fatto che si crea un'ASL molto grande. Questo gruppo di Comuni, in passato, era stato spostato per consentire di realizzare un'ASL di dimensioni adeguate. Il problema non esiste più e territorialmente per loro è più facile convergere sull'altra ASL, che avrà come ospedale di riferimento il Maria Vittoria, a loro molto vicino.
In ogni caso, concordo anch'io sul fatto che sia meglio trasformare quest'emendamento, se possibile, in un ordine del giorno. Ovviamente, non sono io che posso ritirarlo, ma chiedo ai Consiglieri di farlo e di trasformarlo in un ordine del giorno che chieda di tenere conto di questa volontà espressa, che ci consenta di verificare l'esistenza di altre.
Per quanto riguarda le richieste giacenti, ce ne risultano molte poche verifichiamole, poi potremo valutarle in una riunione di Commissione per portarle come delibera al Consiglio, secondo la prassi individuata dalla legge.
Chiederei di procedere in tal senso perché sono le ore 18.48 e i tempi che ci siamo dati rischiano di non essere rispettati, creando un problema molto complesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Sinceramente, credo che si perda, non per me né per il collega Lepri un'occasione.
La questione dei sei Comuni aggregati all'ASL 6 - lo dico perché vivo in quel territorio - è vecchia questione. Erano stati inseriti nell'ASL di Ciriè perché quest'ultima, da sola, non avrebbe avuto le condizioni per stare in piedi.
Pensare che Venaria possa far riferimento all'ospedale di Ciri piuttosto che all'ospedale Rivoli o al Maria Vittoria (noi abbiamo inserito nel Piano la questione dell'ospedale sussidiario proprio perché fa riferimento a quel gruppo di Comuni) è davvero un "pensare fuori dalla realtà".
Non escludo che vi siano Comuni all'interno della nostra Regione che possano in qualche modo avvertire la stessa esigenza.
In tutte le audizioni che abbiamo fatto - ho partecipato a tutte quelle che la Commissione ha convocato in tutta la Regione - quest'esigenza da parte di altri Comuni non è mai emersa. Ed è singolare il fatto che l'opposizione lo sollevi in questo momento.
Vi è una lettera dei Sindaci del Consorzio, ovvero di quei sei Comuni (non dei Sindaci dell'intero territorio, non è l'Assemblea dei Sindaci) inviata alla Regione un mese fa, che chiedono di essere inseriti in un'altra ASL viste le difficoltà di collegamento, perché non c'è alcun mezzo di trasporto tra Venaria e Cirié, che è l'ospedale di riferimento.
Una frattura di tibia di un abitante di Venaria viene trattata all'ospedale di Ciriè senza che i parenti, se non dotati di un mezzo proprio, possano andare a trovarlo. Credevo e credo ancora che sia opportuno - poi valuteremo se ritirare o meno l'emendamento - che oggi il Consiglio risolva un problema che 70.000 abitanti di quei sei Comuni pongono a questa Regione. Non è una marchetta elettorale - chiedo scusa alla Presidente per il termine - perché parliamo di tre Comuni governati dal centrodestra e di altri tre Comuni governati dal centrosinistra. Non conosco nemmeno tutti i Sindaci di quei sei Comuni, ma credo che sia una richiesta corretta quella che proviene da quel territorio. E se vi sono richieste altrettanto giuste che provengono da altre parti della Regione, siamo disponibili a tenerle in considerazione.
Possiamo anche ritirare l'emendamento. Credo, però, che la Regione commetta un'ingiustizia - voglio che sia messo a verbale - nei confronti di questi 70.000 abitanti, che non meritano. Sono rimasti già per troppo tempo nell'ASL di Cirié e per troppo tempo hanno subito il disagio di una scelta che già allora era stata ingiusta.
Credo che vi sia la legittimità, come ha detto il Presidente. E ritengo anche che la maggioranza abbia il diritto di presentare un emendamento.
L'opposizione, utilizzando il Regolamento - lo dico a ruota libera senza vincoli di partito - non ha sempre il diritto di dettare la linea della maggioranza, perché lo considero un sopruso nei confronti della stessa o di una parte di essa.
Però, se serve ancora una volta a risolvere il problema, siamo disponibili a ritirarlo, a patto che vi sia un ordine del giorno che impegni la Presidente e l'Assessore entro due mesi ad affrontare questo problema e a risolverlo, nell'interesse degli abitanti di quel territorio e di altri zone del Piemonte che possono trovarsi nella stessa situazione.
Se un'ASL ha 100.000 abitanti, è difficile spostare cinque Comuni. Ma con 400.000 o 500.000 abitanti, credo che si possa anzi che si debba tener conto di quelle che sono le esigenze, la storia, i trasporti e i rapporti tra un Comune e l'altro.
Perseverare nell'errore è sbagliato per la maggioranza, ma anche per l'opposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Non aggiungo molto a quanto ha già precisato il collega Boeti.
Mi pare che la richiesta avanzata dai Sindaci del Consorzio Socio Assistenziale, che sollecita, dopo molte richieste e assemblee, di poter comunicare ai propri concittadini l'esigenza di avere un riferimento aziendale diverso, sia assolutamente legittima, opportuna e giustificata da molti argomenti.
Se ne fa una questione di equità rispetto ad altre situazioni, che credo, però, siano state rappresentate e valutate con molta meno attenzione di quella di cui si discute.
Approfitto di questa vicenda per sollecitare l'Assessore e la Presidente affinché quell'indirizzo indicato con la delibera di Consiglio approvata a luglio, relativa agli organi e agli strumenti della programmazione, che indica nella progressiva coincidenza tra distretto e consorzio il luogo dell'integrazione, sia tempestivamente realizzato. Lo dico vista la differenza territoriale che questo emendamento intendeva colmare. Vi sono, pertanto, due richieste: una di poter meglio fruire dei servizi sanitari, l'altra di realizzare una più proficua integrazione sociosanitaria. Mi auguro che questo secondo punto sia altrettanto tempestivamente e convintamente perseguito.
Pertanto accogliamo, anche se non volentieri, ma obbedendo, la richiesta della Presidente, raccomandando naturalmente - ma presenteremo un ordine del giorno in tal senso - che questa richiesta sia ricordata nell'ordine del giorno, coerentemente con quanto precisava la Presidente ovvero che nel giro di poche settimane (o al massimo di pochi mesi) queste vicende siano risolte con tempestività.



PRESIDENTE

Subemendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Bossuto, Buquicchio, Turigliatto, Chieppa, Moriconi, Ricca, Spinosa: Nell'allegato A, dopo la tabella inserire: "i comuni di Druento, Givoletto, La Cassa, Pianezza, San Gillio, Venaria attualmente appartenenti alla ASL 6, sono collocati nella ASL TO3."



PRESIDENTE

Consigliere Lepri, lei è il primo firmatario, posso considerare ritirato l'emendamento n. 5?



LEPRI Stefano

Sì.



PRESIDENTE

Considero ritirato il subemendamento rubricato n. 5, ferme restando le valutazioni precedenti sulla legittimità dell'emendamento.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Volevo far presente che sarebbe opportuno, proprio sull'ordine dei lavori in senso sostanziale, non introdurre novità nel corso della nostra discussione. Ma non perché non si condividano, perché la sostanza è impregiudicata e magari anche condivisa. Ma perché l'interpretazione che è sempre stata data al primo comma dell'articolo 18 era un accorpamento per blocchi di ASL.
stato confezionato anche un allegato da parte della Giunta che spostava le ASL e noi non siamo andati per il sottile, perché ci sono 1.206 Comuni e ci saranno cento problemi o cinquanta.
Io non conosco a memoria tutta la realtà.



PRESIDENTE

Scusi collega Cavallera, ma la questione mi pare già recepita nella sostanza.



CAVALLERA Ugo

Come si dice, parlo alla suocera perché senta la nuova. Anche su altre questioni, il comma 4 è stato approvato e prevede una determinata procedura.
Ovviamente, il Presidente non poteva non accogliere l'emendamento. Per meno male che la Presidente ne ha chiesto il ritiro.
Dico solo ai colleghi che se vogliono che il provvedimento complessivo vada in porto, anche quello dei giorni futuri, dovrebbero evitare di ricorrere a forzature su problemi che anche noi magari condividiamo, ma che si possono risolvere magari parlandone, e non facendo spuntare il fungo all'improvviso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Come avete visto, sono molto tranquillo e quando si stabiliscono degli accordi fra noi cerco sempre di rispettarli.
Vedo, però, che il collega Boeti si scalda, continuando a lanciare accuse fuori posto e fuori luogo, enunciando Regolamenti...



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, la prego di attenersi all'ordine dei lavori per cortesia. Altrimenti può intervenire per dichiarazione di voto quando vuole.



SCANDEREBECH Deodato

Mi ha fatto piacere l'accanimento con cui ha evidenziato che 70.000 cittadini si trovano a dover sopportare dei disagi quotidiani per la dislocazione, eccetera.



(Commenti del Consigliere Boeti fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Nessuno è contrario, purché venga giustificata.
Figuriamoci, allora, quei 2 milioni di persone che gravano su Torino e sull'area metropolitana che devono andare a Grugliasco! Non parliamo di queste cose, ne parleremo domani! Presidente, se riesce a far diventare Torino area metropolitana, io le faccio un busto non d'oro, ma di bronzo e lo metto in piazza San Carlo penso che il problema di Torino sia proprio l'area metropolitana.



PRESIDENTE

Abbiamo all'esame tre emendamenti di tenore letterale quasi identico.
Subemendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Botta, Casoni Boniperti, Ghiglia, Vignale: Subemendamento alla Tabella A: Nell'Allegato al provvedimento di "Individuazione della Aziende Sanitarie locali e dei relativi ambiti territoriali" è apportata la seguente modifica: Area funzionale e sovrazonale AL Nuove ASL 12 AT 13 AL 1 14 AL 2 Accorpamenti (vecchie ASL) ASL 19 (Asti) ASL 20+ASL 22 (Alessandria+Novi) ASL 21 (Casale) Iniziamo con il subemendamento rubricato n. 3 a firma del Consigliere Botta.
Essendo già stata svolta la discussione generale, procederei alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Naturalmente il nostro voto non potrà che essere favorevole e mi spiace che né l'Assessore né la maggioranza, e in particolare coloro che all'interno della maggioranza dovrebbero sapere qual è la situazione che andiamo a descrivere e che poi qualcuno dovrà anche gestire politicamente non comprendano come nessuna sintesi condivisa è stata fatta perché nessuno l'ha voluta fare. Soprattutto dai banchi dove sta lei, Assessore, si è tentato in tutti i modi di non permettere che venisse fatta questa sintesi condivisa tra gli amministratori locali, perché prima si è promesso o fatto capire che l'ASL unica sarebbe andata ad Alessandria, quando le cose andavano politicamente a livello amministrativo in un certo modo suscitando le ire di tutti i 50-60 sindaci.
Qui parliamo di emendamenti presentati da sindaci di 5 o 6 paesi mentre ignorate la volontà di 50-60 sindaci che rappresentano circa un terzo della popolazione della nostra Provincia.
Poi quando le cose a livello amministrativo sono cambiate, caro Assessore, qualcuno ha ritenuto di piombare nella serata di un Consiglio comunale in cui si discuteva proprio sul tema della seconda ASL di Alessandria, dicendo che non c'erano più problemi, che l'ASL veniva tolta ad Alessandria e veniva fatta a Casale. Così si replicava la famosa trama dei "polli di Renzo". L'ignoranza, la dabbenaggine di alcuni nostri amministratori comunali in un caso e in un altro ha fatto prevalere la logica del campanile e non quella del territorio, che avrebbe dovuto invece portare tutti ad allearsi in Provincia di Alessandria per le due ASL, senza dare ascolto alle sirene dell'ideologismo che ci porterà ad avere un'unica ASL con tutti i drammi e i danni che da questa scelta ricadranno non solo e non tanto sui cittadini - e questa è la cosa più spiacevole - ma anche sulle forze politiche che hanno sostenuto questa infausta decisione.
Solo un atteggiamento campanilistico nel senso più deteriore del termine, ci porta a questa condizione, cioè una condizione in cui una Provincia con 190 Comuni che aveva 3 ASL, che ha sette ospedali, che ha una popolazione che è tra le più anziane della nostra Regione, che ha alcuni momenti purtroppo di patologie estremamente sviluppate, dovrà essere gestita tutta da tre manager, che non essendo superman, hanno già dimostrato di riuscire con difficoltà a tenere in piedi così tante strutture e dare risposta ad un territorio così variegato e largo.
Mandiamo in frantumi un servizio anche socio-assistenziale e, in particolare, quello legato alle propaggini extra-provinciali legate al Casalese da anni e anni di consuetudini.
Di tutte queste cose nessuno pare interessarsi. Evidentemente siete felici di aver vinto una battaglia che giudicheremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, ma di cui si vedono già le prime avvisaglie.
Una battaglia giocata soltanto per una presa di posizione, un principio politico senza significato, dove invece avrebbe dovuto prevalere il buonsenso.
Ringrazieremo i Consiglieri di maggioranza della Provincia di Alessandria che non hanno capito che creano un mostro, il mostro più grande tra le ASL di tutto il Piemonte, con una quantità di Comuni e di esigenze di territori montani, collinari e pianeggianti, senza simili in tutta la nostra Regione. La nostra sanità provinciale che tra l'altro è vicinissima a quella genovese e a quella pavese - per citare solo quelle extraregionali sicuramente continuerà ad esportare malati verso questa realtà e quindi i cosiddetti risparmi, che qualcuno avrebbe voluto o pensato di fare verranno semplicemente ad essere dei sogni e delle chimere di cui qualcuno naturalmente poi risponderà.



PRESIDENTE

Non essendoci altre dichiarazioni di voto, indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 3.
Ricordo che il numero legale è 30.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 4 presentato dai Consiglieri Botta, Cavallera Rossi: modificare la tabella disaggregando la tredicesima riga: AL 1 ASL 20 + ASL 22 Alessandria, Novi AL 2 ASL 21 Casale La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Solo per sottolineare l'importanza di salvaguardare l'ASL di Casale.
Pensiamo alla situazione delle patologie presenti in quel territorio e possiamo richiamare la vicenda del mesotelioma pleurico.
Voi sapete che in media a Casale ogni anno - chiedo al collega Botta se ci sono dati più aggiornati - la media dei decessi supera i 30. Dato che il periodo di latenza di questa contaminazione che interessa l'apparato respiratorio è anche di 20-30 o più anni, avremo una situazione che potremo definire come una vera e propria strage, a carico di coloro che hanno avuto a che fare, in modo diretto o indiretto, con la produzione di fibrocemento di amianto cemento che andava per la maggiore sul territorio.
Se poi pensiamo anche, complessivamente, che l'ASL sta gestendo un ospedale ex Mauriziano, quello di Valenza, sappiamo le complessità che questo comporta perché occorre inserirlo compiutamente nel contesto regionale. Le vicende, anche giuridiche, che riguardano il patrimonio del Mauriziano sono situazioni particolari che tutte le settimane o, comunque tutti i mesi finiscono sui giornali. In più, lo abbiamo già detto negli interventi precedenti, è un'ASL interprovinciale perché riguarda il territorio vercellese - guarda caso a Trino c'è la centrale, quindi abbiamo anche questioni relative alle radiazioni ionizzanti - e la parte astigiana di Moncalvo.
Quindi, un complesso territoriale che, oltre ad avere la caratteristica dell'invecchiamento della popolazione che riguarda un po' tutta la provincia di Alessandria, ha problematiche sanitarie notevoli. A mio avviso, questo costituisce elemento particolare da valutare proprio ai fini della nostra votazione.
Non siamo qui a fare un discorso di Casale piuttosto che Acqui, o Novi o di altre parti, ma con una specificità che anche nei dati sintetici che ho qui portato, dovrebbe far meditare il Consiglio e i colleghi. Anche a me spiace che forze politiche che hanno una rilevante presenza sul territorio dell'ASL localmente si sono battute intramoenia - se vogliamo usare un termine usato in sanità - purtroppo, per altre convenienze o altri tatticismi, abbiano assunto extra moenia un atteggiamento di tipo diverso.
Questo, ovviamente, non riguarda noi, ma riguarda loro. È chiaro che al di là della configurazione delle ASL, anch'io condivido quello che diceva l'Assessore, che dobbiamo avere l'attenzione massima per i servizi che vengono effettivamente erogati. Tuttavia, noi sappiamo che avere una direzione - che io definirei strategica - dell'ASL in loco, è una cosa ben diversa dal rapportarsi in un contesto territoriale più ampio.
Ci sarebbe stata - e ci potrebbe ancora essere con una votazione improvvisamente ragionevole da parte della maggioranza del Consiglio - la possibilità di salvaguardare, in modo migliore, esigenze che sono senz'altro meritevoli della massima attenzione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 4 L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 11 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 4 bis) presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto Novero: Sostituire subemendamento 1 con nuovo subemendamento: Ultima riga della tabella Allegato A) modificare Al ASL 20 + 22 (Alessandria) AL ASL 21 (Casale Valenza) Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

già stato detto tutto. Siamo favorevoli al mantenimento di due Aziende Sanitarie nella provincia di Alessandria, i motivi li abbiamo detti e ridetti. Non è pensabile che la realtà casalese rimanga senza un'Azienda Sanitaria, come non è pensabile che un'eventuale e unica azienda sanitaria venga trasferita da Alessandria a Casale Monferrato.
La soluzione unica e ideale è quella di mantenere due aziende sanitarie su tre, una su Alessandria e l'altra sul Casalese.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 4 bis.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 10 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Ricordo al Consiglio che se l'emendamento n. 2 sarà approvato, sarà interamente riscrittivo della delibera.
Procederemo successivamente alle dichiarazioni di voto, prima del voto finale sull'intero testo della delibera.
Emendamento rubricato n. 2 presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Artesio):



PRESIDENTE

Il Consiglio regionale considerato che con la legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale) sono state definite le norme per la programmazione socio sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale preso atto che la Giunta Regionale ha inoltre avviato il processo di riorganizzazione del settore socio-sanitario presentando la proposta di piano socio sanitario regionale 2006/2010 considerato che il presente provvedimento ridefinisce l'assetto del sistema sanitario regionale in armonia con le previsioni della l.r. 18/2007 e con i contenuti della proposta di piano socio-sanitario ed in particolare con la definizione della rete dei servizi socio sanitari dato atto che i nuovi ambiti territoriali e conseguentemente le nuove aziende sanitarie locali, definite ai sensi dell'articolo 18 della l.r.
18/2007 sono quelle individuate nell'allegato A) al presente provvedimento per farne parte integrante, che le aziende ospedaliere, definite ai sensi dell'articolo 20 della l.r. 18/2007 sono quelle individuate nell'allegato B) al presente provvedimento per farne parte integrante e che le aziende ospedaliero-universitarie, definite ai sensi dell'articolo 21 della l.r.
18/2007 sono quelle individuate nell'allegato C) al presente provvedimento per farne parte integrante considerata altresì la necessità di procedere al dimensionamento ottimale dell'ambito distrettuale delle aziende sanitarie locali e delle attività socio-sanitarie per le zone a scarsa densità abitativa delibera di individuare le aziende sanitarie locali ed i relativi ambiti territoriali, le aziende ospedaliere ed i presidi ospedalieri afferenti e le aziende ospedaliero-universitarie ed i presidi ospedalieri afferenti secondo quanto contenuto rispettivamente negli allegati A), B) e C) al presente provvedimento per farne parte integrante di definire i seguenti criteri specifici per il dimensionamento ottimale dell'ambito distrettuale delle aziende sanitarie locali e delle attività socio-sanitarie per le zone a scarsa densità abitativa: a) densità abitativa inferiore a 150 abitanti per Kmq oppure superiore ai 500 abitanti per Kmq b) elevata presenza di comuni con dimensioni demografiche molto ridotte (meno di 1000 abitanti) c) discontinuità territoriale con difficoltà di collegamento e d'accesso ai servizi d'assistenza primaria alla persona coincidenza dell'ambito territoriale con una o più comunità montane d) coincidenza dell'ambito territoriale con una precedente Unità socio sanitaria locale (USSL) di stabilire la possibilità di derogare al limite di 70.000 abitanti previsto dall'articolo 19 della l.r. 18/2007 solo alla presenza del requisito di cui alla lettera e) del precedente punto oppure di almeno due dei requisiti di cui alle lettere a), b), c) e d), purchè l'ambito territoriale del distretto comprenda comunque una popolazione minima di 20.000 abitanti di dare atto che l'articolazione delle aziende sanitarie regionali definita agli allegati A), B) e C) decorre a far data dal 1° gennaio 2008.



PRESIDENTE

Allegato A) - Aziende sanitarie locali



PRESIDENTE

NUOVE ASL |ACCORPAMENTI (VECCHIE ASL) TO1 |ASL 1+ASL 2 TO2 |ASL 3+ASL 4 TO3 |ASL 5 + ASL 10 (Rivoli, Pinerolo) TO4 |ASL 6 + ASL 7 + ASL 9 (Cirié, Chivasso, Ivrea)



PRESIDENTE

TO5 |ASL 8 (Chieri) VC |ASL 11 (Vercelli) BI |ASL 12 (Biella) NO |ASL 13 (Novara) VCO |ASL 14 (Verbano Cusio Ossola) CN1 |ASL 15+ASL 16+ASL 17 (Cuneo, Mondovi' Savigliano) CN2 |ASL 18 (Alba) ASL 19 (Asti) AT AL |ASL 20+ASL 21+ASL 22 (Alessandria, Casale M.to, Novi Ligure)



PRESIDENTE

Allegato B) - Aziende ospedaliere



PRESIDENTE

AZIENDA |PRESIDI OSPEDALIERI OSPEDALIERA |AFFERENTI C.T.O. Maria |1) Centro Adelaide di |traumatologico Torino |ortopedico di Torino



PRESIDENTE

2) Istituto Ortopedico Maria Adelaide di Torino 3) Centro di Riabilitazione Funzionale O.I.R.M./S. |1) Infantile Regina Anna di |Margherita di Torino Torino 2) S. Anna di Torino S. Croce e |1) S. Croce Carle di |2) Carle di Cuneo Cuneo SS. Antonio e|1) SS. Antonio e Biagio e C. |Biagio di Alessandria Arrigo di Alessandria |2) Infantile Cesare Arrigo di Alessandria.
3) Ospedale Teresio Borsalino di Alessandria Ordine |1) Umberto I di Mauriziano di|Torino Torino |2) Istituto per la ricerca e la cura del cancro (IRCC) di Candiolo



PRESIDENTE

Allegato C) - Aziende ospedaliero-universitarie



PRESIDENTE

AZIENDA |PRESIDI OSPEDALIERI OSPEDALIERO |AFFERENTI UNIVERSITARIA San Giovanni |1) San Giovanni Battista di |Battista-Molinette Torino |di Torino 2) San Giovanni antica sede di Torino 3) Dermatologico San Lazzaro di Torino 4) San Vito di Torino San Luigi di |1) San Luigi di Orbassano |Orbassano Maggiore della|1) Maggiore della Carità di |Carità di Novara Novara - |2) Galliate



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 2, presentato dalla Giunta regionale, a nome dell'Assessore Artesio.



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ci sono Consiglieri che intendono intervenire per dichiarazione di voto?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Esprimerò un voto favorevole a nome del Gruppo dello SDI sia perché in parte sono convinto della proposta, sia per lealtà e fiducia nell'esecutivo regionale che l'ha proposta.
Per convinzione, l'ho già detto nella discussione generale della settimana scorsa parlando di Piano sanitario perché, in linea di principio sono d'accordo con chi afferma che l'accorpamento è finalizzato ad ottenere un risparmio di spesa in una logica di razionalizzazione che non mette assolutamente in discussione i servizi sul territorio, ma che chiede di accorpare soprattutto gli aspetti di gestione amministrativa, meno rilevanti per i cittadini, rispetto all'articolazione dei servizi.
Ciò non di meno, è inutile negare che l'accorpamento non potrà che generare anche una razionalizzazione di alcuni servizi sul territorio, che dovranno essere calibrati senza penalizzare i cittadini.
Quindi diventerà molto importante l'articolazione distrettuale, la piena attuazione dei distretti, la capacità dei Sindaci di svolgere un ruolo incisivo nella redazione dei PEPS, la capacità di gestire le assemblee dei Sindaci. Non c'è soltanto la città di Alessandria, che ha 180 200 Comuni, ma anche l'accorpamento delle ASL 6-7-9, porta a quei numeri e quindi occorre mettere i Sindaci nelle condizioni di "funzionare" davvero assicurando una partecipazione reale e non soltanto di facciata.
Per quanto riguarda l'accorpamento di Casale-Alessandria, rimando alla dichiarazione che avevo fatto nella discussione di carattere generale che ho già richiamato. Voglio però ricordare due aspetti. Il primo riguarda la necessità di rafforzare la capacità organizzativa e strutturale della Regione di coordinare e controllare le ASL. L'altro riguarda la necessità di verificare, a medio periodo, la situazione che concretamente deriverà dall'accorpamento progettato, in modo da verificare se non vi siano eventuali scostamenti tra l'impostazione programmatica e quanto verrà attuato sul territorio.
Il riferimento dell'assessore Artesio a strumenti di misura, la possibilità di un discorso di monitoraggio di quanto avverrà, mi trova assolutamente d'accordo e con queste osservazioni, per quanto brevi e sintetiche, confermo il voto favorevole del Gruppo SDI.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Intervengo per annunciare il voto contrario di Alleanza Nazionale. Non siamo assolutamente convinti su questa manovra di razionalizzazione; non siamo convinti che da questa manovra verrà un vantaggio economico; non siamo convinti che con questa manovra verranno mantenuti o, come qualcuno ha detto, implementati i servizi sanitari per i nostri concittadini.
Troviamo strano che in questa sede si levi il discorso, si levi l'annuncio di andare verso strumenti e valutazioni della nostra sanità quando pochi giorni fa sono stati bocciati tutti gli emendamenti che di quegli strumenti, di quei criteri, di quelle valutazioni si facevano interpreti reali.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a delle enunciazioni prive di sostanza, enunciazioni che rispondono semplicemente a una presa di posizione di tipo ideologico, che si scontra contro gli interessi legittimi dei cittadini e delle comunità e farà implodere in gran parte della nostra regione la sanità, che porterà a uno spostamento forte di cittadini piemontesi verso altre sanità regionali, quelle veramente avanzate e moderne.
Questa è la summa, il cuore, non solo di questo provvedimento di accorpamento, ma un po' di tutta la pagina di questo Piano sanitario, che sarà sventolato come un vessillo per qualche giorno, ma poi verrà ritirato non appena saranno chiari gli effetti. Effetti devastanti, come devastanti saranno gli effetti di questi accorpamenti.
Lo vedremo, Assessore, nelle prossime settimane, quando si riuniranno le Conferenze dei Sindaci, in particolare quella della Provincia di Alessandria, che lei ha promesso comunque di seguire perché è la situazione più difficile. Noi la sfidiamo su quel terreno e vedremo la sua capacità di arrivare a sintesi condivise.
Ma dal momento che anche mettendoci tutta la sua capacità, non si arriverà a questo, la chiameremo a gestire poi una situazione di difficoltà e di imbarazzo che sul nostro territorio verrà a crearsi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

inutile che continui a ripetermi. Il nostro voto sarà convintamente contrario, perché non possiamo accettare che, accampando delle scuse legate all'economicità, voi facciate morire un'azienda ospedaliera come quella di Casale Monferrato e di Valenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Anche noi interveniamo per dichiarazione di voto e per ribadire quanto già sostenuto nella discussione generale, ossia il nostro voto contrario rispetto a questo provvedimento. Le argomentazioni, anche per quanto riguarda il nostro Gruppo, sono state approfondite nella fase di discussione generale e degli emendamenti. Quindi, soltanto per formalizzare il nostro voto contrario.



PRESIDENTE

Non ho altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto.
stato presentato l'ordine del giorno n. 824: "Ridefinizione degli ambiti territoriali delle ASL", presentato dai Consiglieri Lepri, Boeti Turigliatto, Buquicchio, Moriconi, Bossuto, Spinosa, Ricca.
Se i colleghi convengono, ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che la ridefinizione degli ambiti territoriali delle ASL, prevista con deliberazione del Consiglio regionale n. 162, richiede di valutare eventuali richieste di spostamento di singoli Comuni e di circoscrizioni da uno ad altro ambito territoriale aziendale che la legge regionale 18/2007 prevede che la Giunta acquisisca al proposito il parere della Conferenza dei Sindaci interessati impegna la Giunta regionale a predisporre entro due mesi, una delibera di Consiglio regionale che contenga le richieste di spostamento ritenute accettabili, tenendo conto di quella già avanzata dai Comuni di Druento, Givoletto, La Cassa, Pianezza San Gillio e Venaria, attualmente appartenenti all'ASL 6, che richiedono di essere ricollocate nella futura ASL Torino 3".
Questo il testo della richiesta che impegna la Giunta regionale a predisporre entro due mesi una delibera di Consiglio che contenga le richieste di spostamento ritenute accettabili.
Ci sono colleghi che desiderano illustrare il documento? Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Intervengo per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno.
Il nostro voto - credo di interpretare il pensiero degli altri colleghi sarà di astensione, non nel merito della proposta, che di per sé è condivisibile (se non per un Comune, quello di Venaria), ma per le motivazioni che prima altri colleghi prima hanno espresso, in particolar modo quella del recepimento della normativa che abbiamo votato solo nel mese di luglio.
Ricordo poi che questa Giunta e questa maggioranza governano la sanità da due anni. Quindi è un'esigenza sentita. C'erano due anni di tempo per fare delle eventuali modifiche a legge vigente, perché questo era possibile farlo.
Sarà opportuno verificare, oltre a questi Comuni, quali altri hanno chiesto di essere assegnati ad un'altra ASL per gli stessi motivi o per motivi differenti, ma che hanno sempre lo stesso valore dei Comuni ricordati nell'ordine del giorno e nell'emendamento.
Pertanto esprimiamo un voto d'astensione, che non è certo nel merito della richiesta, ma relativamente al metodo che è stato adottato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 824, di cui ho dato precedente lettura.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sulla deliberazione n. 162, il cui testo, come emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 32 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Comunita' montane

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 823 "Finanziaria e Comunità montane" presentato dai Consiglieri Travaglini, Bizjak Buquicchio, Cavallera, Cavallaro, Manolino, Nicotra, Novero, Ricca Vignale, Bellion, Bossuto, Dalmasso, Motta, Muliere, Toselli, Turigliatto Reschigna


PRESIDENTE

Colleghi nel corso dell'odierna seduta è stato presentato l'ordine del giorno n. 823, inerente a "Finanziaria e Comunità montane", per il quale dal collega Toselli ha richiesto l'iscrizione all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion sull'ordine dei lavori



BELLION Marco

L'ordine del giorno di cui lei ha dichiarato come primo firmatario il collega Bizjak, ma che in realtà è il collega Travaglini, riassume in qualche modo gli altri ordini del giorno; tant'è vero che è firmato da tutti i Gruppi presenti in Consiglio regionale.
Chiederei dunque, se i colleghi sono d'accordo, di votare il n. 823.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 823, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che l'iniziativa del Governo sulle Comunità Montane essenzialmente improntata alla necessità di ridurre i costi della politica rischia di creare confusione e produrre una serie di ricadute negative senza riuscire ad affrontare i nodi veri di una pur necessaria riforma delle stesse preso atto che la montagna, producendo il 17% del PIL nazionale, si qualifica come una risorsa che non chiede privilegi ma rispetto ed attenzione, così come richiamato dall'UNCEM nel documento programmatico della manifestazione nazionale del 24 ottobre 2007 a Roma valutato che è indispensabile conseguire l'obiettivo della riduzione dei costi della politica, rendendola più sobria e rispondente alle esigenze di efficienza ma ciò deve avvenire attraverso misure che consentano la ridefinizione delle modalità di elezione degli organi nonché delle funzioni e delle competenze delle Comunità Montane le caratteristiche di montanità non possano essere misurate solo con il criterio dell'altimetria, infatti, un territorio non è montano solo perch si trova a più o meno metri dal livello del mare, ma è tale perch all'altezza si aggiungono fattori quali la marginalità economica, le caratteristiche morfologiche, le condizioni sociali e gli indici di dispersione della popolazione le Comunità Montane possono svolgere una funzione importante come agenzie dello sviluppo montano, con competenze chiare e circostanziate in materia ambientale e dell'assetto idrogeologico, nonché svolgere funzioni associate che i Comuni possono loro assegnare ritenuto che la riforma delle Comunità Montane non può essere disgiunta da un più generale rilancio delle politiche per la montagna sollecita Governo e Parlamento a ripensare l'intero provvedimento relativo alle Comunità Montane limitandosi solo a definire alcuni criteri generali sul piano nazionale in merito ai livelli necessari di "governance" dei territori montani affidando direttamente alle Regioni - che hanno competenza in materia - la definizione concreta ed operativa di una riforma efficace e condivisa delle Comunità Montane." Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Disegno di legge n. 147 "Soppressione del Comitato regionale per le opere pubbliche" (rinvio in Commissione ai sensi dell'art. 34, comma 5, del Regolamento).


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rutallo, che chiede d'intervenire sull'ordine dei lavori.



RUTALLO Bruno

Grazie, Presidente Vorrei chiedere di rinviare in II Commissione ai sensi dell'art. 34 comma 5, del Regolamento il disegno di legge n. 147 "Soppressione del Comitato regionale per le opere pubbliche".



PRESIDENTE

Il Consigliere Rutallo ha chiesto, ai sensi dell'art. 34, comma 5, del Regolamen to, di rinviare in Commissione il disegno di legge n. 147 "Soppressione del Comitato regionale per le opere pubbliche".



(L'Assemblea, unanimemente acconsente al rinvio in Commissione)



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.35)



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