Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.252 del 17/10/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 14.39 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Ferraris, Laus, Moriconi Pozzi e Rostagno.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 161, inerente a "Piano Socio Sanitario regionale 2006-2010" (Iscritta ai sensi dell'articolo 34 comma 6, del Regolamento)


PRESIDENTE

L'esame della proposta di deliberazione n. 161, di cui al punto 3) all'o.d.g. prosegue con la discussione degli emendamenti ad essa riferiti.
Il numero legale è 30.
Subemendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Cotto Cavallera, Toselli: Al 5° capoverso, del paragrafo Strategie generali di sviluppo, del punto 4.5.3.3, pag. 203, dopo le parole: "vittime di violenza" sono aggiunte le seguenti: "e con l'adozione di linee guida per la segnalazione e la presa in carico di casi di violenza e maltrattamento sulle donne dentro e fuori la famiglia".
La parola alla Consigliera Cotto per l'illustrazione.



COTTO Mariangela

Signor Presidente, anche questa mattina, parlando di pari opportunità abbiamo parlato delle donne vittime di violenza e, in relazione al discorso della tutela legale, del fondo dei 250 mila euro, per aiutare quelle donne che così possono avere più coraggio e forza nel denunciare chi le maltratta.
Oggi, parliamo di aggiungere al quinto capoverso del paragrafo "Strategie generali di sviluppo", dopo le parole "vittime di violenza", "e con l'adozione di linee guida per la segnalazione e la presa in carico di casi di violenza e maltrattamento sulle donne dentro e fuori la famiglia".
Avevo già presentato un'interpellanza per conoscere le azioni attraverso le quali intendevano intervenire gli Assessori competenti in relazione a queste linee guida, ricordando che per abusi e maltrattamenti su minori la Regione, nel 2000, aveva deliberato delle line guida concordandole un po' con tutto il territorio. Allora era molto forte l'attenzione sul tema della pedofilia. Sono argomenti noti all'Assessore perché, come Assessore provinciale, è informato delle équipe multidisciplinari che si prendevano in carico i casi di violenza maltrattamento e abuso su minori.
Credo che le stesse linee guida, in accordo con il territorio dovrebbero essere adottate, in quanto noi sappiamo che quando la donna subisce violenza necessita veramente di maggiore attenzione, anche di un'equipe multiprofessionale che possa prendersi cura del loro caso.
L'emendamento chiede di aggiungere queste parole al quinto capoverso dopo le parole "vittime di violenza" e penso che l'impegno di adottare linee guida per la segnalazione e la presa in carico dei casi di violenza e maltrattamento sulle donne, dentro e fuori la famiglia, possa essere assunto dall'Assessore e inserito nel Piano Socio Sanitario. Per quanto riguarda la scadenza, non indichiamo la data, non diciamo entro 90 giorni entro 180 giorni o entro 30 giorni, ma lasciamo liberi gli Assessori di poter effettuare tutti gli incontri che devono fare per adottare queste line guida.
Questo è veramente un discorso di carattere sanitario e penso che nell'anno delle pari opportunità - mi rivolgo in particolare ai colleghi di maggioranza - forse, non sia prioritario spendere 850 mila euro, ma adottare queste linee guida per la segnalazione e la presa in carico di casi di violenza e maltrattamento sulle donne dentro e fuori la famiglia.
Magari, si può utilizzare parte di quegli 850 mila euro per comunicare a tutti gli operatori l'adozione di queste linee guida, che, veramente riguardano le donne, le donne più deboli, le donne maltrattate, le donne vittime di abusi e violenze.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Sembra ragionevole che le attività volte a prevedere le misure di soccorso e prevenzione attraverso la formazione vengano, poi, rese omogenee sul territorio attraverso la possibilità di moltiplicare i centri di soccorso e la competenza degli operatori nella rilevazione dei segni di violenza e abuso, nell'orientamento alla presa in carico. Quindi, è ragionevole prevedere l'integrazione con i termini qui indicati "l'adozione di linee guida", ma, recuperando una dicitura che già ricorre nel paragrafo, metterei "per la segnalazione e la presa in carico in casi di violenza e di maltrattamento". Non vi è alcun'altra obiezione d'altro tipo.
Peraltro, su questo tema sono stati costituiti Gruppi di lavoro tra l'Assessorato per la salute e sanità e l'Assessorato per l'assistenza attraverso i quali sono già state individuate linee d'intervento, che saranno tradotte in un atto deliberativo della Giunta non appena ricevuto il consenso e l'integrazione da parte della Conferenza Regione e Autonomie locali.
Quindi, si condivide l'emendamento presentato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto per dichiarazione di voto.



COTTO Mariangela

Ringrazio l'Assessore, però, se ho capito bene, lei si fermerebbe alla parola "maltrattamento", senza mettere "sulle donne dentro e fuori la famiglia".
Se è possibile, le chiederei un piccolo sforzo per accettare l'emendamento nel suo insieme, è molto importante proprio per quella cultura che vogliamo difendere, anche in riferimento all'impegno assunto dalla Consulta delle elette, da parte di tutte le Consigliere, è un discorso unanime. Poi, questo Consiglio regionale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno di contrasto alla violenza sulle donne e già 150 Consigli comunali su questa falsa riga hanno adottato l'ordine del giorno proposto da questo Consiglio regionale.
La ringrazio, perché ha fatto un cenno di assenso, nell'accettare l'emendamento così com'è, che recita "casi di violenza e maltrattamento sulle donne dentro e fuori la famiglia". Per noi questo è molto importante.
In questo caso, ringrazio entrambi gli Assessori, quello buono ma anche quello un po' meno buono.



PRESIDENTE

Vi ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 31, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Fiere, mostre e mercati - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Ghiglia di chiarimenti in merito alla fiera "Melting Box"


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Non vorrei rubare troppo tempo, però questa mattina al Presidente Placido avevamo precisato che avremmo gradito, nella sede che voi avreste deciso, ricevere dettagliate notizie in merito all'iniziativa Melting Box.
Lo abbiamo domandato questa mattina, così come avevamo chiesto di sapere qualcosa rispetto ad un'eventuale convocazione di Commissione alla ripresa dei lavori pomeridiani.
Visto che poi si fanno anche delle precisazioni a mezzo stampa, rinnovo la richiesta. Se invece si vuole far finta che la richiesta non l'abbiamo presentata, ci tocca, per forza di cose, non assicurare, come ho detto stamattina, quell'equilibrato e normale andamento dei lavori che avremmo voluto assicurare.
Rimango in attesa della risposta, peraltro a tempi brevi, Presidente.
Perché per assicurare quell'equilibrato e ordinario proseguimento dei lavori, se lo so a fine seduta è tardi.
L'ho detto stamattina, glielo ripeto adesso. Attendo ancora mezz'ora ma poi faccio finta che la risposta sia negativa - nel senso che la prendo per un silenzio/diniego - e, a quel punto, vedremo. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, ovviamente vale quanto ha già detto il Presidente pro tempore dell'Assemblea questa mattina, il collega Placido. I Presidenti dei Gruppi consiliari e delle due Commissioni sono stati sollecitati e confido che quanto prima, nel corso della seduta, possano individuare una modalità utile, in tempi utili, per soddisfare la richiesta. Il Presidente Bossuto è in sala; la Presidente Pozzi non è presente, ma penso che possano utilmente e fruttuosamente convenire nel corso della seduta su questo appuntamento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 161, inerente a "Piano Socio Sanitario regionale 2006-2010" (Iscritta ai sensi dell'articolo 34 comma 6, del Regolamento) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame degli emendamenti alla proposta di deliberazione n. 161.
Subemendamento rubricato n. 57) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia: Al capitolo 4, paragrafo 4.5.3.2 dopo il punto 3) a pag. 220/15 aggiungere il seguente punto 3 bis): "3 bis). Rimborsi delle spese sostenute da persone diversamente abili per cure presso centri di alta specializzazione presenti all'estero.
La legge 5 febbraio 1992, n. 104 nel definire la persona diversamente abile come una persona che presenta una deformazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione, ne ha altresì stabilito il diritto alle prestazioni in suo favore in relazione alla natura ed alla conoscenza della minorazione, alla capacità complessiva individuale residua ed alla efficacia delle terapie riabilitative. Qualora la minorazione e le condizioni di vita della persona assumano una particolare connotazione di gravità, la legge prevede che le Istituzioni diano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici, i quali devono garantire: a) l'intervento tempestivo dei servizi terapeutici e riabilitativi, tali da assicurare il recupero consentito dalle conoscenze scientifiche e dalle tecniche attualmente disponibili, il mantenimento della persona handicappata nell'ambiente familiare e sociale, la sua integrazione e partecipazione alla vita sociale b) alla persona diversamente abile ed alla famiglia adeguato sostegno psicologico e psicopedagogico, servizi di aiuto personale o familiare strumenti e sussidi tecnici, prevedendo, nei casi strettamente necessari e per il periodo indispensabile, interventi economici integrativi per il raggiungimento degli obiettivi c) il diritto alla scelta dei servizi ritenuti più idonei anche al di fuori della circoscrizione territoriale.
La cura e la riabilitazione della persona disabile si realizzano con programmi che prevedono prestazioni sanitarie e sociali integrate tra loro che valorizzano le abilità di ogni persona diversamente abile e che agiscono sulla globalità della situazione di handicap, coinvolgendo la famiglia e la comunità. A questo fine il Servizio sanitario nazionale tramite le strutture proprie o convenzionate deve assicurare: a) gli interventi per la cura e la riabilitazione precoce della persona disabile, nonché gli specifici interventi riabilitativi e ambulatoriali, a domicilio o presso i centri socio-riabilitativi ed educativi, a carattere diurno o residenziale b) la fornitura e la riparazione di apparecchiature, attrezzature, protesi e sussidi tecnici necessari per il trattamento delle menomazioni.
Le regioni devono assicurare la completa e corretta informazione sui servizi ed ausili presenti sul territorio, in Italia e all'estero.
A sostegno di quanto già stabilito dalla legge 104/1992, negli anni sono stati emanati diversi altri provvedimenti volti a tutelare maggiormente i diritti delle persone diversamente abili, che riversano in condizioni sanitarie di particolare gravità. Questa tipologia di pazienti è tale da richiedere cure presso centri di altissima specializzazione che sono presenti solamente all'estero. In tal senso, quindi, i D.P.C.M. del 13/05/1993 e del 23/05/2001, nonché la Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 6 febbraio 2003 hanno sancito il diritto al vitto, all'alloggio e cura dei disabili e famigliari che hanno necessità di fruire di prestazioni "sanitarie in forma indiretta presso centri di altissima specializzazione all'estero, qualora le prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione non possano essere erogate adeguatamente o tempestivamente dalle strutture sanitarie del servizio sanitario nazionale". In particolare il D.P.C.M. del 23/05/2001 all'art. 3 prevede che "Le regioni e le province autonome (...) riconoscono il concorso alle spese di cura all'estero (...) nei confronti dei soggetti portatori di handicap" unitamente alle "spese di soggiorno e a tutte le altre spese che restano a carico dell'assistito" e dei suoi famigliari. In questa direzione si era espresso anche il Direttore Generale del Ministero della Salute che in data 04/02/2005 ha scritto a tutti gli Assessori alla Sanità delle regioni e delle province autonome al fine di richiedere di "accertare presso le aziende sanitarie locali quali siano i più frequenti motivi di diniego alle richieste di rimborso".
Al fine di arginare i pregiudizi subiti dalle persone diversamente abili la Regione adotta provvedimenti tali da garantire ai soggetti portatori di handicap e ai loro familiari la possibilità di pagamento e anticipo delle spese relative alle prestazioni sanitarie, di vitto e alloggio. Gli aspetti prioritari da realizzare a favore dei disabili necessitanti di cure di altissima specializzazione all'estero sono dunque: a) alla copertura delle spese relative alla cura, al viaggio, al soggiorno al vitto ed alle spese farmaceutiche b) ad anticipare l'importo pari al 100% delle spese previste, previa successiva rendicontazione da parte degli stessi c) a garantire la retroattività del trattamento anche per coloro che non hanno ad oggi potuto usufruire del rimborso di tutte le spese sostenute".
Consigliere Vignale, gli emendamenti rubricati ai n. 57 e 58 insistono entrambi sul testo di pagina 197. Intende illustrarli congiuntamente? La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Li illustrerò separatamente, perché riguardano due aspetti differenti fra loro, ancorché insistano sulla stessa pagina, trattandosi del capitolo relativo alle disabilità.
L'emendamento n. 57, in realtà, potrebbe non essere utile ai fini del Piano Socio Sanitario.
Anche qualora il Piano avesse voluto entrare in aspetti di carattere programmatorio relativamente alle modalità con cui sostenere i pazienti affetti da malattie invalidanti o le loro famiglie, quanto previsto dall'emendamento n. 57 in realtà è già normato dalla normativa nazionale.
Quindi tanto la copertura delle spese relative alla cura, al viaggio e al soggiorno, l'anticipo pari al 100% o a percentuali leggermente inferiori così come le garanzie di retroattività del trattamento, sono previste all'interno della normativa nazionale. Peraltro, questo Consiglio regionale, credo all'incirca un anno fa, discusse di questa materia approvando anche un ordine del giorno in tal senso.
Abbiamo presentato quest'emendamento per sollevare l'attenzione su questo tema - non crediamo di esserci pienamente riusciti, ma continueremo a farlo - nel senso che la Regione Piemonte ad oggi non attua (mi sento di dirlo con estrema attualità) o non rispetta quella che è la normativa nazionale, tanto relativamente ai rimborsi, quanto, in alcuni casi, neanche relativamente alle anticipazioni. Stiamo parlando di pazienti che devono essere curati in centri di altissima specializzazione e che devono essere sottoposti a cure o ad interventi che, oltre ad essere di grande complessità, costano decine di migliaia di euro.
Credo che ogni collega abbia assistito o letto sulla cronaca locale dei nostri periodici o dei quotidiani di collette che intere comunità locali realizzavano per garantire la cura in centri altamente specializzati ad alcuni pazienti. Questo per due motivi: innanzitutto perché la Regione Piemonte, in alcuni casi, non anticipava il denaro necessario. Voi capite che per una famiglia anticipare 35.000 o 20.000 euro non è così semplice, o lo può fare una volta o due, ma non se lo può certo permettere la terza. In secondo luogo, perché la valutazione che viene fatta rispetto ai pazienti che possono utilizzare queste strutture - lo dico perché su questo abbiamo presentato più interrogazioni, avendo avuto risposta nel merito - è assolutamente arbitraria. Voi troverete pazienti che vivono all'interno della nostra Regione, o che vivono anche all'interno di una stessa ASL, che fanno domanda per la stessa tipologia d'intervento, nella stessa località nella stessa clinica o struttura straniera, e a uno viene detto di sì mentre all'altro viene detto di no, con valutazioni spesso arbitrarie da parte della commissione.
Che ci debba essere estrema attenzione nell'utilizzo delle risorse pubbliche, noi lo affermiamo con assoluta intransigenza. Si badi, però, a quella che è la non appropriatezza di un trattamento sanitario. Non stiamo parlando, cioè, di chi chiede la somministrazione di un farmaco o di chi chiede l'intervento di plastica al naso adducendo un problema d'asma che non esiste. Stiamo parlando di persone che devono sostenere degli interventi d'altissima specializzazione per - purtroppo - patologie o traumi che hanno subito che sono fortemente invalidanti.
Come ripeto, sono due emendamenti differenti, ma che hanno, ovviamente anche dei tratti comuni, che riguardano le gare di disabilità. Su questo tanto sul primo, come sul secondo emendamento che poi spiegherò, si deve in qualche modo intervenire con estrema intransigenza rispetto a chi ne ha dovere, ma anche senza fare alcun controllo di carattere economicistico perché stiamo parlando di percentuali infinitesimali di spesa sanitaria, ma al tempo stesso di problemi che riguardano la vita di alcune persone in modo assolutamente importante.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento do la parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

L'emendamento propone due questioni. Una questione di esistenza e tutela del diritto che, come è stato ricordato, è già prevista nella normativa istitutiva dei livelli essenziali di assistenza e nelle successive applicazioni concordate in sede di Conferenza Stato-Regioni quindi non avrebbe necessità di essere ulteriormente confermata in questo luogo del documento di programmazione socio-sanitaria; l'altra è una questione di applicazione, secondo il Consigliere d'insufficiente applicazione.
A maggior ragione, questa seconda questione di insufficiente applicazione non può trovare elementi di scrittura e di definizione all'interno di un testo di programmazione perché ha a che vedere con due questioni. O la valutazione si ritiene inadeguata, inopportuna, non sufficientemente professionale, realizzata dalle Commissioni che valutano la possibilità di ricorrere a prestazioni di altissima prestazione all'estero, qualora queste non possano essere erogate adeguatamente dal Servizio Sanitario nazionale, e allora qui si interviene nel merito dello svolgimento di una competenza, che è competenza tecnica professionale, che in alcun modo il livello istituzionale può orientare se non svolgendo una funzione di vigilanza, laddove questa non fosse svolta adeguatamente.
La seconda questione è quella relativa al mancato o tardivo...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Dicevo... al mancato o tardivo intervento di carattere economico tardivo, evidentemente, nella più parte dei casi - che si riterrebbe di ascrivere ad un tentativo di effettuare dei risparmi rispetto all'urgenza e alla delicatezza nei casi che sono stati qui ricordati.
Nell'uno e nell'altro caso i temi riguardano uno strumento di programmazione, il quale definisce gli obiettivi di esercizio di un diritto e qui abbiamo detto che è normato negli atti della conferenza - ma esistono gli strumenti per dar corso ad applicare quanto le normative prevedono; se ci domandiamo se questi strumenti non siano adeguatamente sviluppati o non siano adeguati, è altro tema, e altro livello di trattazione.
Quindi, pur avendo già dato la disponibilità a verificare le situazioni nelle quali non risulta applicato quanto previsto e garantito dalla normativa, non ritengo che un capitolo iscritto nel Piano sia adeguato con l'impostazione dello strumento di programmazione, ma nemmeno riesco ad essere di maggiore efficacia rispetto ad elementi di debolezza che hanno a che vedere con l'esercizio di una commissione e con l'erogazione di un contributo economico che stanno in capo a funzioni e ruoli amministrativi.
Voglio rassicurare che mai, per quel che riguarda la parte politica tanto meno credo per quello che riguarda l'esercizio della professionalità medica, si analizzano questi casi attraverso il parametro del risparmio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico "G. Plana" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico "G. Plana" di Torino, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 161, inerente a "Piano Socio Sanitario regionale 2006-2010" (Iscritta ai sensi dell'articolo 34 comma 6, del Regolamento) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame degli emendamenti alla proposta di deliberazione n. 161.
Ha chiesto di intervenire in Consigliere Vignale per dichiarazione di voto sul subemendamento rubricato n. 57; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come dicevo nel mio intervento, e come poi ha ribadito anche l'Assessore, devo dire che concordo e ciò non appaia paradossale con la presentazione dell'emendamento. Do atto che questo non è un emendamento che può stare all'interno del Piano. Cioè nel Piano non si può dire "la Regione deve rispettare le leggi esistenti", perché è ovvio che si tratta di una cosa che va fatta.
Noi ci tenevamo a fare una segnalazione. Crediamo, e lo diciamo anche al Presidente della Commissione competente che, in più occasioni, è stato sollecitato ad affrontare questo aspetto, che sarà necessario un approfondimento rispetto al tema. Noi siamo assolutamente disposti, anche al di fuori della Commissione, a fare un approfondimento nel tema, nel senso che vi sono interrogazioni che oggi non hanno avuto risposta, vi sono varie domande del nostro Gruppo consiliare che sono ancora pendenti, che sono domande di famiglie ancora pendenti.
Quindi, bisogna, senza trovare colpevoli, cercare di fare in modo che la legge venga rispettata, ma in secondo luogo, cosa molto più importante che si dia la possibilità a coloro i quali hanno la necessità di curarsi in centri ad alta specializzazione di poterlo fare. È ovvio che c'è un problema legato alle Commissioni, che non è una competenza dell'Assessore o del Consiglio, ma è una valutazione meramente tecnico scientifica che viene realizzata.
Però, credo che il compito di vigilanza che - questo sì, tocca all'Assessorato, e può toccare in modo indiretto al Consiglio - vada fatto perché se prendiamo dieci pratiche identiche e a cinque viene detto sì mentre alle altre no, è ovvio che si tratta di un aspetto che va verificato non entrando nel merito tecnico o scientifico, perché non ne avremmo i titoli anche qualora uno esercitasse la professione medica, ma non è il mio caso e neanche di altri colleghi del Gruppo, ma per assicurare una parità di opportunità per i cittadini piemontesi davanti ad una normativa uguale per tutti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 57, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 58) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia: Al capitolo 4, paragrafo 4.5.3.2 dopo il punto 4 bis) a pag. 220/15 aggiungere il seguente punto 4 ter): "4 ter). Interventi a sostegno dei soggetti in stato vegetativo prolungato.
Ogni anno in Piemonte si registrano incidenti gravi, le cui vittime dopo essere passate attraverso uno stadio più o meno prolungato di coma, si risvegliano e vivono per la maggior parte dei casi in uno stato vegetativo definito prolungato.
A prescindere dalla causa che ha comportato il coma, sono le famiglie a prendersi cura dei propri cari caduti in stati clinici ove è necessaria un'assistenza continua e costante, svolta con professionalità e preparazione.
Sono così nate associazioni che, prendendo spunto da situazioni personali si sono attivate per dare sostegno a tutte le altre famiglie che altrimenti non avrebbero avuto supporto da parte di nessuno.
La maggiore richiesta che risulta provenire dalle famiglie e dall'associazionismo è in concreto la necessità di riuscire a mantenere una qualità di vita dignitosa per i loro cari, e nello stesso tempo, anche per loro stesse.
Dopo un primo periodo di ricovero nei reparti di rianimazione e a seguito delle dimissioni del paziente dall'ospedale, emerge la necessità di inserire personale qualificato e formato in questi nuclei familiari al fine di alleviare i problemi della loro quotidianità.
Seppure con una percentuale minoritaria, alcune famiglie ritrovandosi sole a fronteggiare questa nuova situazione familiare, non riescono a superare il trauma e cadono in sventura, vivendo condizioni di forte depressione o trovando conforto nell'alcolismo o nella droga nei peggiori dei casi.
Vista, così, la rilevanza sociale del problema la Regione ha l'obbligo di intervenire fornendo sostegno ed appoggio a tutte quelle famiglie che si ritrovano a vivere questa nuova quotidianità.
La Regione Piemonte intende sostenere i soggetti che riversano in stato vegetativo prolungato ed alle loro famiglie, garantendone il mantenimento ed il reinserimento all'interno del proprio nucleo familiare, nel momento in cui il ricovero sanitario presso presidi ospedalieri non apporti più benefici terapeutici.
Nel venire incontro alla richiesta delle famiglie di aver un riferimento istituzionale, la Regione, oltre ai vari compiti di messa in rete e di coordinamento delle risorse presenti sul territorio, istituisce un'attività di monitoraggio della situazione annoverando il numero di pazienti caduti in stato vegetativo prolungato e promuovendo iniziative volte alla sensibilizzazione ed alla formazione di personale qualificato.
Gli interventi che la Regione intende adottare sono rivolti direttamente alle famiglie o alle associazioni che dimostrano di intervenire a favore delle famiglie che accudiscono e si occupano di parenti "risvegliati"; si tratta di contributi economici volti alla formazione di personale socio-assistenziale, all'assunzione di personale con contratti di badanza, alla copertura delle spese sanitarie e di recupero fisioterapeutico, nonché di gestione delle strutture sedi delle attività di sostegno".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento in oggetto riguarda sempre la disabilità grave, ma relativamente a soggetti in stato vegetativo prolungato. È un aspetto assolutamente importante del sistema sanitario e assistenziale piemontese che fortunatamente riguarda un numero limitato di persone, ma non limitato come potrebbe apparire.
L'emendamento riguarda quelle persone che, dopo un grave incidente (stradale o di qualunque altro tipo), sono in stato vegetativo prolungato e necessitano di tutta una serie di cure e di assistenza da parte delle loro famiglie.
di questi giorni, il caso sul quale si è discusso molto relativamente al testamento biologico di una ragazza che da 14 anni è in questo stato. Al di là delle valutazioni delle famiglie...



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, se volete interloquire tra di voi, vi prego di accomodarvi fuori dall'emiciclo. Grazie.



VIGNALE Gian Luca

Dicevo che stiamo parlando di un numero non precisato di pazienti. Non precisato perché, nonostante il primo giorno (16 maggio 2005) il nostro Gruppo consiliare presentò un'interrogazione in merito, non abbiamo mai avuto risposta rispetto alla domanda posta. Ci è stata data risposta rispetto al numero di persone in stato vegetativo prolungato presenti in strutture sanitarie della nostra regione, ma non presenti all'interno delle loro abitazioni (fortunatamente la maggioranza di essi è presente nelle loro abitazioni).
Fornisco alcuni dati: a Rivoli ce ne sono 15; a Buttigliera 5. Il numero di cittadini piemontesi in questo stato nella Provincia di Torino credo che, purtroppo, superi le alcune centinaia di persone e questo perch le metodologie con cui oggi si effettuano gli interventi di Pronto Soccorso riescono a mantenere in vita molte persone, ma in alcuni di questi casi la situazione è però, appunto, quella dello stato vegetativo prolungato.
Il problema che sottolineiamo, che riguarda l'intera normativa nazionale e regionale (non soltanto di questa Regione), è che in moltissimi casi le istituzioni pubbliche, dallo Stato nazionale agli Enti decentrati si comportano, di fronte alle disabilità (ovviamente al 100%), in modo simile: c'è un assegno di accompagnamento e in alcuni casi c'è un intervento da parte dei servizi sociali standardizzato. In sostanza rispetto a chi può avere una disabilità invalidante, che però consente di fare una vita pressoché normale, e a chi può essere un disabile in stato vegetativo prolungato, le Amministrazioni in molti casi si comportano nello stesso modo, sia in termini economici che di sostegno psicologico.
Faccio un esempio per i pochi che ascoltano: il classico caso di trauma da incidente stradale o solitamente da botta in piscina o in mare o di assenza prolungata di respirazione. La persona che subisce questo trauma viene ricoverata presso una struttura sanitaria e mantenuta all'interno di tale struttura per il tempo necessario per curarla. Nel caso in cui non ci sia un risveglio dal coma, ma la persona sia fortunatamente viva e la sanità non può più intervenire, viene mandata a casa.
Voi pensate: una famiglia che ha avuto un bambino piuttosto che una persona adulta, fino al giorno prima assolutamente normale, dall'oggi al domani si ritrova in casa un soggetto che deve essere nutrito, vestito svestito ecc. perché assolutamente dipendente dall'intervento dei suoi familiari.
Intanto accade una cosa: che uno dei due genitori - il caso genitoriale è l'aspetto più classico - si deve licenziare dal lavoro perch l'assistenza deve essere garantita 24 ore su 24 e perché, giorno dopo giorno, deve imparare come nutrire una persona, come assisterla, come accudirla e così via.
Allora, cosa chiediamo negli ultimi tre punti dell'emendamento? Emendamento che - ricordo - fa parte di una proposta di legge che abbiamo presentato in Commissione sanità e che, come molte altre proposte di altri Gruppi consiliari, attende di essere discussa, dimenticata in quella sede.
Crediamo che ci debba essere un accompagnamento delle famiglie in questa nuova realtà, un sostegno economico, per esempio, con l'assunzione di contratti di badanza per queste famiglie, una copertura delle spese sanitarie e di recupero fisioterapeutico (non sempre incluse nella sanità regionale), nonché la presenza di sedi di attività di sostegno, anche temporaneo (dall'uscita dell'ospedale, nel momento in cui una famiglia deve assistere il proprio caro, di qualunque età, per insegnargli ad accudire una persona che è in coma prolungato e non può avere le relazioni normali di un malato che via via si riprende).
Ad ogni modo, a prescindere dal fatto che oggi venga approvato o respinto l'emendamento - immaginiamo venga respinto per il solito motivo che l'Assessore ci ha ricordato in più casi - ci auguriamo che la Regione voglia occuparsi di una situazione come questa che, di nuovo, riguarda un numero certamente non rilevante in termini di numero dei pazienti piemontesi, ma che è fonte di grandissima pena per le famiglie, non soltanto per il danno che il loro parente ha subito, ma anche per quella che è la vita di tutti i giorni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Sia la condizione che è stata qui richiamata sia gli esempi specifici che sono stati fatti dal Consigliere mi sono noti, in particolare anche la rete di associazioni che, nascendo da una volontà delle famiglie coinvolte tenta di rendere visibile e di costruire mutualità sulla gestione di queste situazioni.
Questo stesso testo è stato in parte commentato nel corso dei lavori della Commissione con la presenza del collega Ghiglia, e in quell'occasione avevo fatto le seguenti considerazioni.
Il fatto di non accogliere l'emendamento in oggetto, in questo caso non è dovuto ad una questione di coerenza del Piano e al voler rifuggire da eccesso di specializzazioni, così come si è cercato di evitare nella redazione di tutto il Piano, quanto piuttosto all'impossibilità, oggi, di determinare le soluzioni che sono qui proposte come praticabili in assenza di una normativa di più largo respiro.
In sintesi, le valutazioni sono le seguenti. Esiste una volontà dell'Amministrazione regionale di conoscere, coordinare e qualificare gli interventi rivolti a queste condizioni, tant'è che esiste un gruppo di lavoro che si occupa esattamente dei soggetti in stato vegetativo prolungato. Sappiamo che la dimensione dell'istituzionalizzazione, quando vi si ricorre, è differenziata.
Esistono lunghe degenze di carattere ospedaliero; esistono situazioni d'accoglienza in residenze sanitarie assistenziali; esistono, invece inevase situazioni di accoglienza temporanea che permettono quella situazione di orientamento cui il Consigliere faceva cenno quando, arrivati in prossimità delle dimissioni ospedaliere, una famiglia, seppure disponibile, necessita di un periodo di tempo per essere accompagnata ad acquisire le tecniche utili ad assistere il proprio congiunto e anche di tempo per riorganizzare l'abitazione e i ritmi di vita, in ragione di questa presenza e di questa domanda che la persona malata pone.
Questo è un aspetto che lavora sul rafforzamento sulla rete residenziale sanitaria e assistenziale, sulla quale possiamo immaginare di presentare dei tempi di lavoro e di ampliamento delle opportunità. Poi esiste una dimensione quale la gestione familiare, che viene adattata agli strumenti che sono oggi in atto.
Laddove esistono interventi di assistenza domiciliare integrata, anche specialistici, questi vengono erogati; laddove esiste una capacità delle Aziende Sanitarie Locali di contrarre relazioni con le Amministrazioni comunali per l'erogazione degli assegni di cura questo viene fatto, ma è vero che norme generali non sempre si adattano a casi così specifici. Ad esempio, la legge n. 104/1992 consente ai familiari di avvalersi di una serie di permessi e congedi che, nella gestione di situazioni di disabilità familiari, alcune volte sono adeguati e sufficienti, ma non lo sono in questo caso. Sono moltissime le situazioni in cui le madri con minori in stato vegetativo prolungato non possono avvalersi in maniera soddisfacente per mantenere il posto di lavoro, di una legislazione che pure era pensata anche per la copertura di questa occorrenza.
Quindi, è stato chiarito che va fatta una specializzazione dei provvedimenti a tutela di queste condizioni e della disponibilità di cura delle loro famiglie. Invece, allo stato attuale, non si può convenire sul fatto che il provvedimento consista nell'erogazione di un assegno economico diretto alla famiglia, non perché non possa essere un'ipotesi, ma in quanto l'erogazione diretta di provvidenze alle famiglie, come avviene nel caso degli assegni di cura, transita attraverso una relazione con le Amministrazioni comunali e, soprattutto, la questione dell'impiego delle risorse economiche non viene mai, nemmeno nella condizione degli anziani in lungo assistenza, che pure è quella più normata, assegnata direttamente al familiare, in virtù di un vuoto tuttora esistente nella legislazione nazionale, come in quella regionale, che riguarda il mancato riconoscimento del volontariato intrafamiliare.
Allora, l'insieme di questi aspetti d'ombra, proprio di copertura giuridico-formale, ci porta a dire che l'emendamento oggi non è accoglibile.
Il contenuto dell'emendamento, cioè l'obbligo, laddove si sia gestori di strutture sanitarie o socio-assistenziali di ricomprendere l'esigenza di queste condizioni, così come quello di normare strumenti che riconoscano queste specificità, è, invece, condivisibile.
Quindi, sulla proposta operativa dell'emendamento il parere è contrario; permane l'impegno, spero più dettagliato di quanto non sia stato quello della risposta precedente, a rendere conto del lavoro che si sta facendo nella registrazione delle situazioni che si trovano in queste condizioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 58, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n 65) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia: A pagina 211 cap. 4.5.3.4 dopo la parola "istituzionalizzazione" cassare le parole "e alla segregazione".
Subemendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Vignale, Casoni Botta, Boniperti, Ghiglia: A pag. 211 cap. 4.5.3.4 aggiungere: "Qualora nel percorso di cura si debba giungere al ricovero, il medesimo deve avvenire in strutture residenziali nell'ambito dell'ASL di residenza o di quelle più vicine alla residenza del ricoverato. La verifica delle scelte residenziali avverrà con periodicità semestrale e ne sarà informata la commissione consiliare competente.".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, illustrerei l'emendamento n. 65 unitamente all'emendamento n. 20, immediatamente successivo, che insiste sullo stesso paragrafo.



PRESIDENTE

D'accordo, sono emendamenti che insistono sulla stessa pagina.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento n. 65 intende cassare le parole "e alla segregazione" pur condividendo assolutamente il principio per il quale in relazione ai malati con problemi di salute mentale non ci debba essere un'istituzionalizzazione della degenza in residenze protette. Crediamo che la parola "segregazione", per quanto comprendiamo che significhi rafforzare un principio che condividiamo, non sia corretta, nel senso che solitamente, se si segue un percorso di cura corretto, la presenza all'interno di una casa di cura protetta è all'interno di un percorso di cura. Pertanto, non ci sentiamo di pensare che una persona che segue un percorso di cura possa essere ritenuto un segregato.
L'emendamento n. 20 - relativamente al testo presentato, credo lo possa confermare l'Assessore, va eliminata soltanto la parola "anche" - intende sancire il principio per il quale, per chi non è possibile un percorso di inserimento e mantenimento all'interno di un percorso di domiciliarità, il ricovero deve avvenire in una struttura residenziale all'interno della propria ASL o nella struttura presente più vicina alla propria abitazione.
Così facendo, s'intende garantire il mantenimento di rapporti tanto del paziente quanto della famiglia con il paziente all'interno dello stesso territorio.
Riteniamo un dato estremamente positivo l'inserimento di una verifica con periodicità semestrale all'interno della Commissione. Sappiamo che oggi vi è una situazione molto differente rispetto a quanto manifestato dall'emendamento e che, per correttezza, non è ascrivibile soltanto al Governo degli ultimi due anni e mezzo; purtroppo, è da molti anni che persiste all'interno della nostra Regione, in qualche modo deve essere normata e verificata da parte dai soggetti dotati di titolarità a verificare l'attuazione di un Piano, che è il Consiglio regionale.
Pertanto, riteniamo quest'emendamento estremamente importante relativamente agli aspetti legati alla malattia mentale.
Faccio anche presente all'Ufficio di Presidenza che il nostro Gruppo ritira gli emendamenti presentati sullo stesso tema, cioè gli emendamenti n. 59, 60 e 61.
In realtà, l'emendamento n. 61 dice una cosa che può essere ridondante rispetto alle due deliberazioni della Giunta regionale, ma che ci auguriamo vengano mantenute tali, cioè il rispetto della contrattualistica nazionale collettiva e non legata alla cooperazione. Questo per un motivo molto semplice; come la legge prevede, riteniamo che un soggetto cooperativo abbia gli stessi titoli per operare di un'impresa o di un'associazione senza fini di lucro.
Invito alla vigilanza soltanto laddove, con l'utilizzo di una società cooperativa, si utilizza ancora la contrattualistica di socio lavoratore che oggi è assente dalla normativa nazionale e non è più consentita dalla legge n. 142, consentendo invece una possibilità di sgravi fiscali per il datore di lavoro e di gravi penalizzazioni per il lavoratore.
Quindi, ci auguriamo che l'Assessore, anche in virtù del partito che rappresenta, sarà molto attento su questa tematica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Entrambi i contenuti sono condivisi. Quindi si è favorevoli a cassare la parola "segregazione", anche se era stata scritta con l'intento di promuovere culture ed azioni di contrasto alla segregazione, così come anche lo spirito volto a garantire il mantenimento del tessuto delle relazioni, consentendo al paziente il ricovero in strutture o nel contesto di abitazione o in quello più vicino.
Voglio solo rileggere il testo, per capire la versione di emendamento che stiamo esaminando, che interpreterei così: "Il rifiuto di scelte che portino alla istituzionalizzazione del paziente da percorrere in caso di ricovero, attraverso il ricorso a strutture residenziali nell'ambito della ASL di residenza o di quelle più vicine. La verifica di scelte residenziali avverrà con periodicità semestrale e ne sarà informata la Commissione consiliare competente".
Questa la versione corretta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 65, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri ha votato NO 1 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 20, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri ha votato NO 1 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Se non vi sono opposizioni, sospenderei l'esame del Piano Sanitario.


Argomento: Assestamento di bilancio

Iscrizione ed esame proposta di deliberazione n. 295, inerente a "Assestamento del bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2007"


PRESIDENTE

Come è stato convenuto in Conferenza dei Capigruppo, colleghi, propongo di sospendere l'esame del punto 3) all'o.d.g. e di passare all'iscrizione e all'esame della proposta di deliberazione n. 295, "Assestamento del bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2007".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Pertanto, la parola al relatore, Vicepresidente Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, relatore

Questo è un adempimento d'obbligo. Dopo l'approvazione del conto consuntivo, si tratta di prevedere l'assestamento del bilancio, a suo tempo approvato con la reimpostazione di somme per 8.079.304,13 euro, che vengono impostate sui vari capitoli del bilancio del Consiglio regionale per permetterne il funzionamento.
di 180.000 euro l'accantonamento a copertura delle ulteriori richieste intervenute nel frattempo come assestamento dei vari capitoli del bilancio regionale.
L'elemento rilevante di questo assestamento è la somma che viene restituita alla Giunta regionale quale avanzo di amministrazione dell'anno precedente di 8.105.581,63, che corrisponde all'accantonamento che vi era nel bilancio del Consiglio regionale per l'acquisizione dell'immobile di ampliamento degli uffici del Consiglio regionale. Poi per ragioni pratiche e anche di ordine giuridico, l'acquisizione è avvenuta da parte della Giunta regionale con l'utilizzo del bilancio principale della Regione.
Quindi, questa somma viene reintegrata nel bilancio della Giunta regionale.
Questa è la sostanza complessiva dell'assestamento a vostre mani.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi né dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 295, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Il Consigliere Cavallera ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Per fare una dichiarazione di voto tardiva.
Ho visto che è stata segnalata solo la presenza del Presidente e non il voto. Avendo fiducia nella sua azione, ho ritenuto opportuno allinearmi.



PRESIDENTE

stato un mero errore materiale, frutto dell'abitudine.
L'astensione non voleva assolutamente mettere in discussione il rapporto d'assoluta fiducia sull'operato del Vicepresidente Pichetto Fratin.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 161, inerente a "Piano Socio Sanitario regionale 2006-2010" (Iscritta ai sensi dell'articolo 34 comma 6, del Regolamento) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame degli emendamenti alla proposta di deliberazione n. 161.
Submendamento rubricato n. 69) presentato dal Consigliere Ghiglia.
Il paragrafo 4.5.3.4. Salute mentale. Pagina 212 - 3 punto è così modificato: "Indicazioni per l'integrazione ed il coordinamento funzionale, ognuno per lo specifico del proprio ruolo, ovvero strutturale - ove possibile - a livello aziendale e distrettuale tra il servizio di Neuropsichiatria Infantile, il Dipartimento di Salute Mentale ed il Servizio socio assistenziale per la gestione degli esiti di patologie neuropsichiatriche dell'età evolutiva"



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICHETTO FRATIN



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



GHIGLIA Agostino

L'emendamento è abbastanza chiaro. Questo è il primo di una serie di emendamenti che si pongono come obiettivo unicamente quello di rendere più integrate e più coordinate le varie strutture, cercando di chiarire meglio la possibilità di integrazione funzionale fra vari settori della neuropsichiatria.
Questo vale sia per la neuropsichiatria infantile fra i servizi che si occupano di dipendenze e di servizi socio assistenziali, sia per quanto riguarda il dipartimento di salute mentale relativamente non soltanto ai servizi di neuropsichiatria infantile, ma anche quelli dell'età evolutiva.
Un maggior coordinamento fra questi servizi. È un emendamento puramente tecnico, nulla di politica. Interverrò sull'emendamento n. 73.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio per il parere della Giunta.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Questo emendamento introduce la possibilità di costruire una struttura che anche nell'aspetto formale, istitutivo quindi, e consente di raggiungere l'obiettivo che il Piano descrive, di integrazione e di coordinamento funzionale, tra la neuropsichiatria, il DSM e il Servizio socio-assistenziale.
La questione dal punto di vista dell'eventuale obiezione di merito non sussiste. Non ci sono veti alla proposta. Il Piano dice che è opportuno che la neuropsichiatria, il DSM e i servizi sociali operino per gestire in maniera unitaria e in continuità le problematiche delle patologie neuropsichiatriche dell'età evolutiva.
Dal punto di vista della documentazione di Piano, non ci sono particolari obiezioni. Mi permetto di fare un'osservazione: iscrivere questo come dato da realizzare, in questo momento, non produrrebbe esiti.
Il servizio socio-assistenziale non è aggregato al sistema sanitario. Il fatto che nell'emendamento si dica "ovvero strutturale - ove possibile" lascerebbe intendere che si comprende che lo strumento non è praticabile oggi, e lo si indica come una possibilità da percorrere in una futura ipotesi di identificazione degli ambiti già previsti dalla legge n. 18, ma anche di unificazione della funzione.
Da questo punto di vista la Giunta non ha obiezioni, né consensi n dissensi. È un'ipotesi che potrebbe essere presa in considerazione nel momento in cui modelli organizzativi unificassero la competenza assistenziale e quella sanitaria. Non sembra praticabile, questo può essere l'elemento di giudizio restituito all'Aula. Sic stantibus rebus non è praticabile. L'auspicio dell'integrazione è già nel Piano, non ci sono ostilità ad immaginare che in futuro possa esserci un dipartimento congiunto.
Lascio libertà di voto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 69, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri ha votato NO 1 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
Subemendamento rubricato n. 70) presentato dal Consigliere Ghiglia: Paragrafo 4.5.3.4 Salute mentale Pag. 212 - 4 punto così modificato: "- indicazioni per l'integrazione ed il coordinamento funzionale, ognuno per lo specifico del proprio ruolo, ovvero strutturale - ove possibile - a livello aziendale e distrettuale, tra servizio per le dipendenze, DSM e Servizio socio-assistenziale per la gestione dei problemi correlati ai quadri complessi di concomitanza tra Dipendenze e altri disturbi mentali,".
La parola all'Assessore Artesio per il parere della Giunta.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

La situazione è identica a quella precedente. Continuo a ribadire che l'integrazione è auspicabile, è indicata come protocollo di comportamento.
L'integrazione funzionale non è ad oggi possibile stante gli ordinamenti.
Questo emendamento dichiara che sarebbe bene farlo là dove diventasse possibile, quindi siamo nella situazione di prima.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 70, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri ha votato NO 3 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Subemendamento rubricato n. 71) presentato dal Consigliere Ghiglia: Paragrafo 4.5.3.4 Salute mentale Pag. 213 - 5 punto così modificato: "- l'istituzione della Consulta regionale per la salute mentale, con la presenza di rappresentanti di Società scientifiche, di Associazioni di familiari ed utenti, con la funzione di esprimere pareri in materia di salute mentale e vigilare sull'attuazione del Piano socio-sanitario,".
La parola al Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
L'emendamento sarebbe modificato, perché rispetto all'istituzione della Consulta regionale per la salute mentale riterremo utile anche la presenza di rappresentanti di società scientifiche, oltre alle associazioni di familiari, utenti e quant'altro, con la funzione di esprimere pareri in materia di salute mentale.
Ci sembrerebbe un'integrazione utile, perché una Consulta regionale di questo tipo non può essere completamente ascientifica, ovvero scollegata da tutte quelle che possono essere le novità anche terapeutiche nel mondo della salute mentale. Quindi ritenevamo che l'integrazione con rappresentanti di società scientifiche per questa Consulta fosse un atto dovuto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio, per esprimere il parere della Giunta regionale.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Su quest'emendamento esprimo parere contrario, nel senso che esiste una specifica scelta nella costituzione della Consulta regionale per la salute mentale, che è quella di dare ruolo, rappresentanza e potere d'intervento ai rappresentanti delle famiglie dei malati. Esistono altri Piani e altri Tavoli nei quali la componente professionale può organizzare la propria valutazione tecnica sulle materie, promuoverla pubblicamente, cercare alleanze con gli utenti e con i loro familiari.
Qui si tratta di attribuire peso alla rappresentanza delle famiglie cioè a coloro che vivono in prima persona la coabitazione, la cura l'accudimento e le fatiche di questa convivenza, affinché siano capaci di controllare l'andamento del percorso terapeutico e il rispetto degli obiettivi che il Piano si prefigge.
Introdurre valenze professionali in questo contesto rischia di far diventare la rappresentanza delle famiglie subordinata alla autorevolezza della tecnica e della professionalità. Questo è un vero momento di riconoscimento e di partecipazione dei diretti interessati.
Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Io invece ribadisco il nostro voto favorevole, perché non comprendiamo il motivo per cui la Consulta regionale per la salute mentale debba essere completamente svincolata da quelle che sono le tecnicità del settore e le professionalità che operano in quel campo. Non ci vedrei nulla di meno e non toglierebbe nulla alle famiglie e alle associazioni. Sarebbe, a mio avviso, un valore aggiunto di confronto diretto fra tecnica ed esperienza che, fatto in una sede non politica, potrebbe essere molto più virtuoso nei confronti dell'approccio verso questi problemi che spesso, invece, vengono considerati soltanto in maniera politica o esclusivamente emotiva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 71, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 72) presentato dal Consigliere Ghiglia: Paragrafo 4.5.3.4 Salute mentale Pag. 214 - 6 punto così modificato: "- collegamenti, anche strutturali - laddove già esistenti, con i servizi che si occupano di patologie che confinano con il disagio mentale (dipendenze, disabilità, minori, anziani), con gli enti locali, con il terzo settore, con l'amministrazione della giustizia;".
Tale emendamento insiste sulla pagina 214. Il proponente dichiara di non volerlo illustrare.
La parola all'Assessore Artesio, per esprimere il parere della Giunta regionale.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

In questo caso, l'opinione della Giunta è negativa, perché un conto è iscrivere, rispetto agli obiettivi, la possibilità di dare indicazioni perché la collaborazione tra i servizi possa anche assumere forme strutturali, altro conto è dire che i collegamenti debbano essere anche strutturali.
I collegamenti hanno livelli diversi di intensità: quando diventano strutturali ci sono gli strumenti per farli diventare tali (penso ai Protocolli d'intesa). Pertanto, quest'indicazione è pleonastica, se si fa riferimento agli aspetti formali già oggi esistenti, non fondata se si pensa di costruire una struttura sul collegamento.
Da questo punto di vista, non comprendendo appieno la volontà dell'emendamento stesso, il parere è negativo.



PRESIDENTE

Nel contempo, vi informo che sono stati ritirati gli emendamenti rubricati ai n. 59, 60 e 61, presentati dal Gruppo di Alleanza Nazionale.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 72, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Subemendamento rubricato n. 73) presentato dal Consigliere Ghiglia: Paragrafo 4.5.3.4 Salute mentale Pag. 220/2 - 1 punto così modificato: "- In ogni ASL in cui sia possibile, escluse quelle in cui sono già in atto altre forme di integrazione anche strutturale con la salute mentale e la psicologia, le quali conserveranno in via sperimentale la propria configurazione, le attività per la patologia delle dipendenze dovrà essere configurata in forma dipartimentale, con un saldo legame all'ambito distrettuale ove si attua l'integrazione socio-sanitaria;".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è fatto per dare un rilievo particolare, speciale e di importanza all'attività di prevenzione delle dipendenze. C'è anche un emendamento successivo che, ovviamente, illustrerò dopo, che va ad affrontare queste tematiche, che troppo spesso vengono portate dai media all'attenzione della popolazione in maniera estemporanea, propagandistica e in modo da instaurare esclusivamente un clima di lotta politica.
Secondo noi, invece, i temi delle dipendenze vanno affrontati in maniera seria, rigorosa, scientifica e particolare perché riguardano un'amplia fascia della nostra società. Quindi, chiediamo in quest'emendamento che le attività per la patologia delle dipendenze vengano configurate in una forma dipartimentale, ossia per dare una struttura di maggior efficacia, ma anche di maggiore importanza alla prevenzione rispetto a questa forma di patologia che riteniamo di prioritaria importanza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Il parere della Giunta è negativo, perché il Piano prevede già che in ogni ASL le attività per la patologia delle dipendenze debbano essere configurate in forma dipartimentale. Quindi, un emendamento che dice "in ogni ASL in cui sia possibile" sembra riduttivo rispetto all'obiettivo di generalizzazione che il Piano prevede.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto.
Comunico che il numero legale è ritornato 29, a seguito dello scongedo del Consigliere Pizzale.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 73, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 74) presentato dal Consigliere Ghiglia: Paragrafo 4.5.3.4 Salute mentale Pag. 220/3. Sopprimere il punto: "- L'erogazione di interventi di Riduzione del danno (RDD) che abbiano superato la prova dell'evidenza di efficacia come attività ordinarie, in tutte le ASL.".
La parola al Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Questo è per noi un emendamento di principio, perché in questo Piano Socio Sanitario si prevedono erogazioni di interventi di riduzione del danno che abbiano superato la prova dell'evidenza di efficacia come attività ordinarie in tutte le ASL.
Ci sarebbero tanti motivi per cui chiediamo la soppressione di questo punto. Un motivo potrebbe essere quello che in questi giorni, ad esempio il Comune di Torino sta discutendo di un provvedimento, peraltro illegale come l'istituzione delle narcosala che vengono viste dai proponenti, che ovviamente avendone fatto uno strumento propagandistico hanno approfondito poco la materia, come interventi di riduzione del danno.
Oltretutto, gli interventi di riduzione del danno si accompagnano spesso ad una filosofia di relativismo culturale assoluto nei confronti dei problemi delle dipendenze, si limitano a cercare malamente, come il progetto Cangò, di ridurre il danno, ad esempio, distribuendo siringhe senza preoccuparsi né della prevenzione, né soprattutto del recupero della persona umana.
Ora, il fatto che in un Piano Socio Sanitario s'individuino come obiettivi strategici quelli di erogare interventi di riduzione del danno, a nostro avviso, rappresenta un errore di tipo ideologico, anzi tradiscono un'impostazione esclusivamente ideologica del Piano perché, tra l'altro questi eventuali interventi che dovrebbero essere erogati dovrebbero superare le prove dell'evidenza di efficacia come attività ordinarie in tutte le ASL.
Cosa significa? Non significa nulla, perché nel momento in cui questi interventi debbono passare in tutte le ASL come interventi di cui sia stata dimostrata l'evidenza e l'efficacia significherebbe che alcuni progetti come ad esempio Cangò, che non viene svolto su tutte le ASL del Piemonte dovrebbero essere immediatamente soppressi o bloccati. Su questo vigileremo.
Allora, o li fate ovunque e quindi sarete in grado eventualmente di dimostrare l'efficacia e l'evidenza di tali attività di riduzione del danno in tutte le ASL, o non li fate più perché fatti a campione, come ad esempio Cangò, non potrebbero mai superare le prove di evidenza di efficacia in tutte le ASL. Allora, perché le fate? Non potete più farle! Quindi, delle due l'una: o sopprimete il punto e tutto rimane come oggi, fate finta che Cangò sia solo una sperimentazione in un ASL o due anziché un modo per dare un po' di soldi ai soliti. Però, nel momento in cui passa quest'emendamento voi Cangò lo bloccate, perché potrete erogare interventi di riduzione del danno solo dopo che abbiano passato le prove di identificazione in tutte le ASL come attività ordinarie. Quindi, nel caso in specie, dovreste distribuire in strada gratuitamente le siringhe a tutti i tossicodipendenti del Piemonte rispetto a tutte le ASL.
Assessore Artesio, si tratta quindi di una scelta pesante, non solo di un fatto di principio - e noi siamo contrari alla semplice teoria di riduzione del danno - ma si tratta poi di un fatto tecnico, perch significherà, da domani in avanti, qualora passasse il testo così come lo avete fatto, che questo tipo di interventi saranno erogabili solo dopo che li avrete testati in tutte le ASL (poi vorremmo capire anche in base a quali parametri) e ne avrete provata l'evidenza di efficacia come attività ordinaria.
Come? Come fate a provare l'efficacia di attività ordinarie rispetto a questi interventi di riduzione del danno che, ad oggi, sono ancora sempre e soltanto sperimentali? Questo è uno dei paragrafi più ideologici e meno fondati di tutto l'impianto.
Pertanto, proponiamo semplicemente di sopprimerlo. Forse, sarebbe la scelta più seria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Avendo premesso, il Consigliere Ghiglia, nell'illustrazione che questo per lui e per il suo Gruppo è questione di principio, evidentemente non mi cimento a tentare delle convinzioni rispetto invece all'opportunità che questo paragrafo sia mantenuto.
Di conseguenza, mi limito esclusivamente a fare delle osservazioni di carattere tecnico per ribadire che il senso di questo paragrafo è confermato anche dalla possibilità di introdurre le misurazioni che qui sono richieste.
Le politiche di riduzione del danno e le prassi di riduzione del danno sono un segmento dei possibili interventi sulla persona. I possibili interventi sulla persona non sono replicabili come un kit degli attrezzi ma vanno organizzati intorno ai bisogni della persona stessa e quindi differenziati, mettendo in campo tutte le gamme dell'intervento terapeutico e dell'accompagnamento individuale, dagli interventi di bassa soglia agli interventi di trattamento agli inserimenti in comunità e così via.
Con questo approccio, che credo non sia ideologico ma semplicemente figlio della storia dei servizi di questi anni, vorrei dire che gli interventi di riduzione del danno hanno storie stratificate che ne fanno celebrare almeno dieci anni di attività, come in recenti momenti di comunicazione pubblica si è potuto rilevare, ma hanno anche degli strumenti di misurazione d'effetto che riguardano, ad esempio, il tempo di mantenimento dei pazienti e la loro durata in vita in un regime di buona qualità. Quindi esiste una misurazione scientifica dell'esito anche di questa porzione, che - ripeto - è uno degli strumenti, non è ritenuto lo strumento.
Per quello che riguarda la scrittura di quest'emendamento, il senso forse la virgola è mal posizionata - era un altro. Era quello di dire: quegli interventi di riduzione del danno - con le due caratteristiche che ho detto, ovvero il tempo e la misura della qualità di vita delle persone che vi si rivolgono - che abbiano superato la prova d'efficienza e d'efficacia, come attività ordinarie in tutte le ASL.
In sostanza non cambia nulla sul senso del principio, cambia rispetto a chiarire qual era il senso dell'estensore, cioè laddove queste operazioni abbiano già verificato la loro efficacia e abbiano dimostrato, dove sono state storicizzate, la possibilità di un buon esito, sono considerate prassi praticabili anche nelle altre ASL. Quindi per noi l'emendamento soppressivo è da respingere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene da in qualità di Consigliere per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Mi spiace, Assessore, la sua è assolutamente una non risposta, nel senso che - peggio ancora - voi non volete neanche che questi presunti interventi di riduzione del danno abbiano un'evidenza scientifica comprovata, ma vi basate semplicemente sui risultati di qualche singolo operatore, di qualche singola ASL che vi dice che siano cosa buona e giusta.
I percorsi dell'accompagnamento del singolo a bassa soglia rappresentano un discorso un po' troppo generico per essere un ragionamento puntuale rispetto alla riduzione del danno.
Quindi lei, Assessore, mi ha semplicemente dato una non risposta peggiorando l'interpretazione originaria che volevate dare a quest'emendamento, dimostrando una volta di più che questa è un'impostazione esclusivamente ideologica e "donciottiana" delle dipendenze.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 74, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 93) presentato dai Consiglieri Botta, Casoni Ghiglia, Vignale Capitolo 5, pag. 221 'la rete ospedaliera del Piemonte' Aggiungere al paragrafo II della 'premessa' del cap. 5 il seguente paragrafo: "Il modello dell'ospedale a cui si farà riferimento è quindi quello che mette al centro il paziente anche in termini organizzativi, ovvero: dipartimentale, vario e stratificato nell'offerta di prestazioni e assistenza, flessibile, aperto e trasversale al territorio, dotato di tecnologia innovativa, trasparente e accogliente.
La necessità di riorganizzare gli ospedali secondo i più moderni e innovativi modelli (cfr. il modello di Veronesi-Piano, il modello proposto dall'Agenzia Regionale dei servizi sanitari di Roma, etc.) impone di superare le suddivisioni funzionali per dare spazio a una organizzazione per 'processi'. Se infatti il modello tradizionale per funzioni appare tipicamente 'verticale', orientato cioè in senso gerarchico all'interno delle singole aree specialistiche, in realtà il paziente compie all'interno della organizzazione ospedaliera un percorso 'orizzontale'.
L'ospedale deve quindi garantire una continuità assistenziale in maniera che tutto l'iter diagnostico-terapeutico del paziente sia completo e integrato: l'obiettivo è quello di garantire che il processo di cura si estenda fino alla completa guarigione del paziente o alla completa stabilizzazione della cronicità o al recupero funzionale.
Una delle principali innovazioni che si stanno adottando è quindi quella di attivare una nuova tipologia di degenza ospedaliera, nell'ambito di un dipartimento basato sull'intensità delle cure in cui si privilegia l'unitarietà del percorso del paziente e non le singole strutture di degenza, con il superamento della 'barriera' (spaziale ma anche culturale) dell'unità operativa e in cui sono attribuite ai professionisti specifiche responsabilità gestionali e richieste specifiche modalità di integrazione della loro operatività.
I posti letto della u.o. affini vengono accorpati per ottimizzare le risorse creando settori trasversali collocati in aree di degenza comuni alle varie u.o. e flessibili alle necessità di ricovero. I criteri di accesso e i relativi percorsi sono definiti da: livelli a bassa intensità assistenziale (p.es. day hospital, degenza breve), a media intensità assistenziale (degenze e servizi), ad alta intensità assistenziale (terapia intensiva). Tale modello poggia su una forte programmazione delle attività sulla trasparenza delle liste d'attesa, su una diffusa pratica della preospedalizzazione.
Per rendere operativa una organizzazione innovativa è necessaria una forte motivazione del personale medico e infermieristico. Il ruolo della dirigenza che viene delineato non è più quella dell'organizzazione gerarchica (con tutte le responsabilità e decisioni affidate al primario) ma quella dell'organizzazione professionale, con ampia autonomia dei professionisti e compiti di programmazione e coordinamento affidati al primario." Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Questo emendamento è relativo alla premessa del paragrafo 5 e cerca di dare un contributo sul modello di ospedale, che dovrebbe essere un modello innovativo, moderno e funzionale all'interno di un Piano di cui noi abbiamo già denunciato le carenze e soprattutto il legame con una tradizione molto spesso superata dai Piani delle Regioni più avanzate in campo sanitario.
un emendamento descrittivo di principio generale, non particolare, ma che vuole dare delle indicazioni precise sulla necessità di una riorganizzazione degli ospedali secondo quelle che sono, a nostro avviso le metodologie più moderne. Anche qui nulla di ideologico o di politico, ma chi fa cultura sanitaria, chi fa il manager della sanità trova o dovrebbe trovare in quest'emendamento le rispondenze alle tecniche e alle procedure più significative e più moderne già presenti - ripeto - in alcuni Piani sanitari di Regioni avanzate.
Non so se l'Assessore poi vorrà darci - perché quest'emendamento l'abbiamo presentato solo poche ore fa, anzi forse neanche ore - una sua opinione. È chiaro che si tratta di un documento importante, che vogliamo venga lasciato agli atti insieme a tanti altri emendamenti che, purtroppo sono stati respinti dall'Aula e che, a nostro parere, avrebbero potuto come questo, modificare, seppur leggermente, un'impostazione troppo tradizionale, Assessore, che il Piano ha.
Glielo diciamo e ripetiamo ormai da qualche giorno: questo Piano nasce vecchio. È questo il nostro cruccio più grande, da un certo punto di vista perché vorremo che la nostra Regione, se si dota di uno strumento, si dotasse almeno di uno strumento che possa resistere per qualche anno e possa far fare bella figura al Piemonte. Non vogliamo uno strumento che già alle prime prove dei fatti, alle prime prove anche della cultura sanitaria, viene visto come un Piano troppo tradizionale.
Quindi mi auguro che quest'emendamento, che parla proprio del modello di ospedale e quindi è introduttivo del capitolo 5, relativo alla rete ospedaliera, che segnala la necessità di organizzare gli ospedali secondo i modelli più moderni e innovativi - i Veronesi-Piano, il modello proposto dall'Agenzia regionale dei servizi sanitari di Roma - dando anche l'idea di un ospedale che dal modello verticale passa ad un modello orizzontale; un ospedale dove viene garantita la continuità assistenziale, in maniera tale da assicurare l'estensione del processo di cura fino alla completa guarigione del paziente; un ospedale basato sull'intensità delle cure, in cui si privilegia l'unitarietà del percorso del paziente e non le singole strutture di degenza, con il superamento della barriera dell'unità operativa. Insomma, un ospedale dove i posti letto affini vengono accorpati per ottimizzare le risorse creando settori trasversali; i criteri di accesso ai relativi percorsi sono definiti dai livelli di bassa, media e alta intensità assistenziale; una forte programmazione delle attività trasparenza delle liste di attesa.
Sono tutti concetti che, a mio avviso, arricchirebbero l'offerta presente nel Piano presentato da questa Giunta, migliorando, seppure lievemente, ma soprattutto rendendo più moderna - questo è il dato a cui teniamo di più - la nostra rete ospedaliera.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Premetto che il Piano indica gli obiettivi e non i modelli, perch altrimenti, dovremmo ricomprendere qui diversi modelli di carattere assistenziale, che, giustamente, sono diversificati negli ambiti territoriali in funzione della vocazione prevalente, laddove sono mantenute le strutture monospecialistiche, o in ordine alla tradizione anche organizzativa e di coordinamento tra i diversi comparti delle strutture ospedaliere. Quindi, non è accettabile un modello che venga assunto come caratteristica ottimale e, in qualche modo, avveniristica, visto che è stato presentato come l'ospedale del futuro.
In questo senso, l'emendamento, per la contraddizione che implica, non è accolto e per i contenuti di merito è sicuramente da approfondire soprattutto, lo studio dell'ARES di Roma piuttosto che il modello Veronesi Piano. Per la sintesi che ne è stata fatta in quest'emendamento è oggi molto difficile orientarsi, nel senso che in una cultura che tende, almeno in modo acclarato in tutta la letteratura scientifica internazionale, a ritenere che la fase delle acuzie abbia una limitata gestione nel periodo della degenza per dissolversi in continuità delle cure in altri presidi e in dimensione territoriale, il fatto che qui si riporti all'idea - semmai ci sia stata prima - di una struttura ospedaliera che esercita un percorso che al suo interno riflette il principio della continuità assistenziale mantenendo il paziente il più a lungo possibile in ospedale, sembra davvero essere in controtendenza con quanto abbiamo scritto come filosofia e indirizzo del Piano.
Utilizzare, poi, i termini dell'intensità o della estensività delle cure, che normalmente sono utilizzati nei "mattoni" del Ministero della Salute per indicare i percorsi di continuità assistenziale ci risulta ancora più complesso da comprendere e, quindi, da condividere.
Data la nostra insufficienza a valutare quest'emendamento e la non coerenza rispetto ad una scelta che il Piano fa di non indicare modelli attuativi, ma linee di lavoro, l'emendamento, a nostro avviso, è da respingere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 93, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento a:

Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Immigrazione - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Convocazione VI Commissione in merito a : "Comunicazione della Giunta in ordine al materiale divulgativo distribuito agli istituti scolastici: 'Parità: la scuola fa la differenza'"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ghiglia, che interviene in qualità di Consigliere sull'ordine dei lavori.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, non sono presenti né i Presidenti delle Commissioni competenti, né l'Assessore competente, non c'è nessuno, ma volevo solo procedere ad una precisazione. Abbiamo ricevuto adesso la convocazione della VI Commissione straordinaria per venerdì 9 in cui c'è scritto: "Comunicazione della Giunta in ordine al materiale divulgativo distribuito agli istituti scolastici: 'Parità: la scuola fa la differenza'".
Noi questa mattina abbiamo chiesto - se volete, andiamo subito a riprenderci i verbali - di conoscere anche il dettaglio della spesa relativa agli 850 mila euro, come, dove e perché. Credo, essendo stati spesi e impegnati, che gli Assessori non abbiano alcuna difficoltà a integrare l'ordine del giorno, perché, se ce l'avessero, sarebbe particolarmente grave. Quindi, chiederei che venisse fatta l'integrazione non vorremmo dover litigare tutta la mattina di venerdì. Dico questo per economia dei lavori, perché poi non ci venga detto che non siamo collaborativi, lo diciamo prima quello di cui necessitiamo. Credevamo di essere stati ben compresi ma, evidentemente, in quest'aula, ci sono troppi Presidenti e Gruppi, si è capita solo la prima parte.
Noi vorremmo anche sapere come, dove, perché e con chi sono stati spesi gli 850 mila euro. Un dettaglio, noi abbiamo chiesto il dettaglio e dettaglio vuole dire "dettaglio".
Se poi sulla nozione di "dettaglio" dobbiamo intrattenerci in un successivo intervento procederò in tal senso, ma credo non occorra al Presidente Pichetto Fratin. Visto che non vedo i Presidenti di Commissione interessati, né gli Assessori interessati, lo riferisco a lei perché non so a chi dirlo.



PRESIDENTE

Non ho a mie mani copia della convocazione. Di conseguenza, nel merito non le posso rispondere. Peraltro, ritengo che l'o.d.g. dovrebbe contenere l'oggetto molto sintetizzato almeno del tema, come comunicazione. Non avendone conoscenza - me la consegnano adesso - sarà cura segnalarlo agli Assessori e, in questo caso, al Presidente che ha proceduto alla convocazione.
Ne do lettura: "Comunicazione della Giunta regionale in ordine al materiale divulgativo distribuito agli istituti scolastici: 'Parità: la scuola fa la differenza'". Era stato chiesto su questo...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Anche su questo, sulla comunicazione complessiva, certamente.
C'era stata una risposta da parte dei Presidenti di Commissione, a questo punto, è segnalata la questione, sarà cura della Presidenza procedere alla segnalazione ai Presidenti della Commissione.
La parola al Consigliere Ghiglia sull'ordine dei lavori.



GHIGLIA Agostino

Va benissimo. Non ricordo certo a lei che se questa puntualizzazione non avviene entro domani mattina alle ore 9, che è giovedì...



PRESIDENTE

Non ci sono le 24 ore.



GHIGLIA Agostino

Ecco.
Allora, giusto per non dover litigare inutilmente dopodomani, perch non ne abbiamo voglia, vorremmo capire seriamente le cose, sarebbe opportuno che tramite qualcosa si arrivasse all'obiettivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo sull'ordine dei lavori, così consentiamo anche all'Assessore Artesio di prendersi dieci minuti di pausa, più che legittima.
Mi riallaccio alle ipotesi della convocazione di cui nulla sapevo perché come Gruppo siamo stati assenti alla Conferenza dei Capigruppo delle ore 14. Non avevamo compreso le ragioni della convocazione e avevamo altri impegni, quindi siamo stati assenti.
Poiché nella nostra logica gli assenti sono assenti, e non hanno torto colgo l'occasione per dire, ove il Presidente e il Vicepresidente ci stessero a sentire - altrimenti non è irrilevante - che gradiremmo finisse questa fase confusa di forzatura di convocazioni, di cui attribuiamo la responsabilità alla Presidente Bresso, che ci ha obbligati a questo iter del tutto illogico e del tutto caratterizzato da una serie di sprechi.
Tutto avrebbe potuto essere svolto molto meglio, secondo una modalità più costruttiva.
Vedo che c'è nelle fasi finali nuovamente un revival di termiti che cercano di compromettere il risultato di un dialogo faticosamente aperto però le battaglie bisogna farle, e chissà se vincono le termiti o se vincono i castori. Non è neanche chiaro se ha vinto Susta o Morgando figuriamoci su una battaglia ben più epocale come quella che da alcune migliaia di generazioni contrappone i castori alle termiti! Vorrei che fosse chiaro alla Presidenza di quest'Aula, e conseguentemente ai Capigruppo di maggioranza, oltre che a quelli di minoranza a cui noi apparteniamo, che gradiremmo - e lo dico in maniera gentile, nel senso che ci sembrerebbe una richiesta facilmente riconoscibile - che quanto prima gli orari dei lavori e delle nostre attività consiliari, nell'interesse di chi a questi lavori deve attendere del personale degli uffici che deve predisporre i lavori e seguirli e nell'interesse di quei tre cittadini che intendono seguirli, riprendessero una caratteristica normale. E per normale intendiamo che, trascorso il ponte dei Santi, si definisca di nuovo un orario di Commissioni ragionevolmente permanente. Poi se non avvengono alluvioni, se Veltroni non si dimette dal Partito Democratico, se non succedono cose che sono attinenti a tsunami o cose simili di cui evidentemente non potremmo non tenere conto, auspichiamo che i nostri lavori avessero l'organicità che hanno avuto nelle precedenti sette legislature, che non sono state certamente, per efficacia ed efficienza, peggiori di questa. Questa mi sembra di gran lunga la peggiore.
Come diceva il mio predecessore, il collega Gallarini, quando uno pensa di avere raggiunto il punto di minimo, guarda verso il basso e vede uno sprofondo illimitato di peggioramenti possibili.
Quindi, chiediamo ufficialmente agli autorevoli membri di maggioranza di tenerne conto. Tanto mi ricordo delle cose che ho detto qui, quindi chiediamo con una certa cortesia che il calendario dei nostri lavori, una volta passato il ponte del 1º novembre, assuma una definitività rispetto alla quale i Consiglieri, il personale degli uffici e coloro che a questi lavori attendono possano ricondursi in maniera organica.
Qualora così non fosse, ne trarremmo senza nessuna violenza, con molta dialettica e con molta ironia tutte le conseguenze possibili.
Ricordatevi che il 24 su un impegno di voto che abbiamo unilateralmente preso - caro Assessore Artesio, so con quanta sofferenza lei sta ascoltando non è ancora passato. Quindi, cercherei di fare in modo che il 24 arrivasse in maniera costruttiva.
Non riesco a capire perché con 40 emendamenti ancora da discutere, si vogliano fare delle forzature.
Fate attenzione che anche i migliori, anche i castori più simpatici anche quelli che sono castori da sempre, poi si innervosiscono e dicono: "Ma perché devo fare il castoro io che ho dei denti che, in confronto alle termiti, non sono nulla?".
Vorrei che qualcuno ci riflettesse in questo fine settimana.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Ribadisco la necessità di riprendere un percorso più normale ricordandole che io sono per il momento di opposizione e che tale rimarrò.
Da parte della Presidenza pro tempore, in questo momento non posso che condividere il fatto di evitare almeno in futuro la convocazione di Commissioni nei giorni non indicati a calendario, perché certamente questo crea disagio ai Consiglieri, ma crea un disagio enorme agli uffici. Questo lo sappiamo da sempre.
Mentre sul merito della convocazione, sarà cura della Presidenza fare immediatamente una comunicazione agli Assessori e ai Presidenti delle due Commissioni di merito che hanno convocato per discutere non solo il tema dei 49 mila euro, ma il tema complessivo degli 800 mila euro.
Mi auguro che i Presidenti riescano ad integrare nei termini altrimenti nel momento più opportuno si farà la seduta, qualora non vi siano le 24 ore per la validità della seduta di venerdì.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Noi avevamo chiesto di poter discutere di questo argomento, che chiaramente crea un certo clima in Consiglio, domani alle ore 11.45 durante la seduta della VI Commissione.
La Presidente della VI Commissione ha preferito andare avanti con l'o.d.g. e quindi non fare un'integrazione, mettendola domani all'o.d.g. Ha ragione il collega Burzi, perché si poteva fare domani.
Ringrazio il Presidente della VII Commissione che ha cercato di arrivare a questo accordo.
Noi abbiamo accettato, perché il collega Ghiglia è stato molto chiaro: vogliamo conoscere le cifre prima di lunedì 22. Quindi, abbiamo accettato obtorto collo questa convocazione alle ore 9 del mattino di venerdì.
Però non ci interessa la comunicazione su questo. Ci offende anche un po' che dopo tutta la discussione di questa mattina, la comunicazione sia solo in ordine al materiale divulgativo.
Tra l'altro, il Consigliere Ghiglia aveva anche chiesto di poter avere oggi il kit per tutti i Consiglieri. Faccio appello al Presidente del Consiglio, perché mi sembra molto grave che i Consiglieri regionali non abbiano mai la documentazione che gli Assessori mandano a tutto il mondo.
Questa mattina non ho visto un Consigliere di maggioranza avere questa documentazione.
Credo, per la dignità di questo Consiglio, che il materiale debba arrivare a tutti i Consiglieri, ovviamente prima della Commissione. Questo è il minimo che si chiede, visto che si manda a queste 40 scuole, quindi non a tutte, ma solo ad alcune scuole.
La comunicazione la vogliamo su tutto e vogliamo anche la documentazione, non solo la comunicazione. Abbiamo parlato di accesso agli atti, abbiamo detto di parlarne in Commissione; quindi, non pensiate che si possa fare finta di niente.
Il problema è grave e secondo me sarebbe opportuno che il Capogruppo Muliere, insieme agli altri Capigruppo della maggioranza, spieghi alla Presidente della VI Commissione che, a volte, la fretta di approvare qualcosa può essere cattiva consigliera, quando emergono dubbi su argomenti di così rilevante interesse.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bossuto ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Solo per precisare alcuni punti. La Presidente della VI Commissione valutava la possibilità di portarla in coda domani e di affrontare il tema.
Emergevano problemi di orario generale, per cui abbiamo anche valutato la possibilità di convocarla domani pomeriggio dopo l'VII Commissione. Quindi si è trovata questa ultima possibilità per venerdì mattina alle 9, con fatica, perché è un sacrificio per tutti. Approfitto per ringraziare gli uffici per il celere lavoro che ci ha permesso di convocare all'istante le due Commissioni congiunte.
Per quanto riguarda l'o.d.g., credo sia stato un eccesso di sintesi.
Gli Assessori erano informati sull'oggetto del discutere, credo che nulli osti, adesso valuterà la Presidente dire cosa ha scelto di fare. Anche un'integrazione può starci, così come un'ulteriore comunicazione agli Assessori che arrivino con il materiale giusto.
Certo, da adesso fino a venerdì abbiamo qualche possibilità in più di avere copia dell'oggetto stesso della discussione. Con un po' di buona volontà, riusciamo a sistemare la questione.



PRESIDENTE

Quindi lei procede ad integrare l'o.d.g. Peraltro, anche in assenza della Presidente Pozzi, basta un Presidente di Commissione, perché tutti i Consiglieri possano partecipare. Può notificarlo lei a tutti, quindi risolvere la questione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 161 inerente a "Piano Socio Sanitario regionale 2006-2010" (Iscritta ai sensi dell'articolo 34 comma 6, del Regolamento) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame degli emendamenti alla proposta di deliberazione n. 161.
Subemendamento rubricato n. 40) presentato dal Consigliere Rossi: Capitolo 5 "La rete ospedaliera" premessa a pag. 222 dopo le parole: "occorre concentrare quanto più possibile i trattamenti ad elevata complessità in pochi centri, dotati di alta tecnologia ed elevata professionalità specialistica," sono inserite le parole: "comprese anche le strutture ad alta tecnologia riabilitativa".
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

Questa è un'altra questione cui teniamo in modo particolare. Crediamo che i percorsi riabilitativi siano fondamentali. Nella nostra regione purtroppo, ci sono carenze nel settore della riabilitazione, tant'è che dall'ASO di Alessandria molti pazienti vengono mandati a far riabilitazione a Pavia. Questo è un dato conosciuto ed ufficiale.
Chiediamo che, quando si parla di interventi ad elevata tecnologia e ad elevata professionalità specialistica, si tenga conto anche delle strutture ad alta tecnologia riabilitativa. Riteniamo, come dicevo prima, che la riabilitazione sia la fine di un percorso lungo e doloroso cui sono sottoposti i pazienti. Tali terapie devono essere fatte al massimo delle conoscenze, con i migliori specialisti e, possibilmente, senza dover andare troppo lontano da casa. Chiediamo un impegno affinché anche la riabilitazione sia fatta con strutture ad alta tecnologia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Non per ripetere le cose che ha detto il Consigliere Rossi e che condivido, ma per lanciare una questione anche in Aula - ne abbiamo anche parlato in Commissione - che riguarda il completamento operativo dell'ospedale Borsalino di Alessandria, centro di riabilitazione, che costituisce anche una sperimentazione di convergenza di capitali della Regione, quindi del Servizio Sanitario Regionale e della fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che, ovviamente, ha tra le sue finalità anche interventi di questo tipo.
molto importante che quella sperimentazione venga irrobustita e vada a buon fine. Essa può costituire infatti un esempio importante in quanto nello specifico, si utilizzano capitali della fondazione che, cimentandosi nell'housing sociale, ha avviato, in questo caso, un intervento nel campo sanitario riabilitativo. Purtroppo, l'operatività del centro Borsalino è stata avviata solo a metà, in quanto si è sostenuto che bisognava procedere gradualmente.
Il tempo passa, ma volevo chiedere all'Assessore - visto che non abbiamo l'elenco dettagliato dei posti letto, non sappiamo esattamente cosa succederà nei vari ospedali - se, parlando di riabilitazione, può fare anche un accenno in questo senso, che ritengo pertinente alla tematica che stiamo trattando.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio per il parere della Giunta.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

L'emendamento riceve un parere negativo da parte della Giunta non perché non si condivida la necessità di potenziare il percorso di riabilitazione e riqualificazione funzionale, non perché non si condivida la necessità di dotare di tecnologie riabilitative i presidi di alta specializzazione - tant'è che la stessa amministrazione regionale ha appena votato un piano riguardante gli interventi sulla rete ospedaliera che comprende anche quote riservate agli acquisti - ma perché pensiamo che la formulazione originaria sia comprensiva anche delle tecnologie riabilitative. Una particolare accentuazione di un riferimento. Si rischia di omettere gli altri ciascuno dei quali legittimamente con particolare dedizione e attenzione a determinate patologie o criticità che si potrebbero elencare, da quelle legate al percorso relativo alla riabilitazione post evento traumatico a carico della cardiocircolatoria, ad ogni altro genere di sollecitazioni.
L'emendamento in quanto tale è respinto. Mi spiace di non dare al momento, anche perché stiamo valutando tutta la presentazione degli atti di programmazione delle Aziende Sanitarie, un'indicazione più puntuale al Consigliere Cavallera, facendo riferimento a quanto già il Piano prevede per l'ASL di Alessandria e in modo specifico al dettaglio che fa al presidio Borsalino.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 40, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 41) presentato dal Consigliere Rossi: Pag. 230 punto 5.3 "La distribuzione dei posti letto" le parole: "Nell'immediato futuro (fino al 2007), si dispone quindi il blocco dell'istituzione di nuovi posti letto e gli eventuali aumenti per specifiche modificazioni e integrazioni di attività prevedranno una contemporanea riduzione di altri posti." sono abrogate.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
A parte l'evidente non errore, ma non congruità della data (il testo recita "fino al 2007", per cui credo che quello vada modificato d'ufficio) così precisa il testo: "Si dispone il blocco delle istituzioni di nuovi posti letto e gli eventuali aumenti per specifiche modificazioni e integrazioni di attività prevedranno una contemporanea riduzione di altri posti".
Questa dicitura è quanto di più errato si possa inserire in un Piano Sanitario, perché non solo dice che si blocca l'istituzione di nuovi posti letto, ma addirittura che si prevede una contemporanea riduzione di ulteriori posti (immagino che si riferisca a posti letto, anche se non è precisato).
A mio avviso, sarebbe meglio cassarla direttamente, perché altrimenti istituiremmo un Piano che già in altre parti crea danni al sistema sanitario regionale, ma in questo caso creerebbe anche seri danni all'utente, cioè al cittadino.
Bloccare nuovi posti letto e addirittura ridurre ancora i posti letto ci sembra alquanto preoccupante per la salute dei nostri cittadini, che sicuramente non vanno all'ospedale per divertirsi o per passare allegre serate, ma vengono ricoverati perché sono malati e hanno dei problemi e perché. Pertanto, se hanno la necessità di posti letto, non si capisce come sia possibile addirittura pensare di ridurli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Mi sembra veramente una formulazione infelice (parlo, naturalmente, da Consigliere di opposizione).
Ovviamente vi è una distinzione di ruoli tra chi è in Consiglio e la gestione del Piano da parte della Giunta.
Se dicessimo che prima di istituire nuovi posti cerchiamo di riconvertire quelli esistenti, sarebbe già un criterio. Però non è pensabile, a mio avviso, sancire una verità assoluta, quasi dogmatica dicendo che non si istituisce neanche un nuovo posto letto.
Abbiate pazienza, ma questo non mi sembra un criterio accettabile da un punto di vista concettuale.
Proporrei all'Assessore una riformulazione che dica che, di norma, non si istituiscono nuovi posti e prima di istituire nuovi posti letto si cerchi di riconvertire quelli esistenti.
Precisiamolo, quindi, con "di norma", ovvero come orientamento insomma.
Questa, invece, è un'affermazione categorica secondo me sbagliata. Fra un po' la Giunta regionale dovrà derogare qua o là, perché una qualche necessità nell'arco della validità del Piano potrebbe anche manifestarsi.
Ritengo che questa formulazione sia errata ed infelice. Pertanto chiedo che venga cambiata. Al limite, se l'Assessore fosse d'accordo, si potrebbe accantonarla un attimo e riformularla successivamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio, per esprimere il parere della Giunta regionale.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Per quanto il periodo di gestazione di questo Piano in Commissione e in Aula sia stato particolarmente laborioso, la scadenza temporale indicata in questo paragrafo non è dovuta ad un errore, ma ha un suo preciso significato.
Peraltro, è una delle poche scadenze temporali che il Piano assume a fronte, come dicevamo, di essere uno strumento di programmazione, mirante ad evitare di cadere in percorsi di carattere metodologico e operativo e di darsi delle scadenze temporali non controllabili in ordine agli effetti desiderati data una determinata attività di indirizzo. Questo è uno dei pochi passaggi nei quali il Piano riprende una scadenza temporale e dà una disposizione metodologica, perché è un passaggio funzionale alla possibilità di realizzare l'idea di sistema che poi il Piano propone per la rete ospedaliera.
La spiego in questi termini: la scrittura del Piano è avvenuta in una situazione in cui le amministrazioni regionali, in modo particolare la Regione Piemonte, hanno sottoscritto con i Ministeri della Salute e dell'economia il Patto per la salute.
In quel contesto, uno degli elementi di regolazione dei reciproci obiettivi sanitari e dei reciproci obiettivi di equilibrio economico riguardava esattamente la necessità di attestare il livello piemontese rispetto a quello che è indicato come standard italiano di rapporto tra posti letto e popolazione; standard sul quale l'andamento della Regione Piemonte non è particolarmente in eccesso, ma avrebbe dovuto rientrare. Di qui uno stile di comportamento, non casualmente definito con una scadenza temporale, che tende a raggiungere quell'obiettivo. Di qui, una modalità di programmazione aziendale che sta dentro alla misura di contenimento che il Piano indica. E, laddove per esigenze dimostrabili debba andare oltre o eccedere quel livello di contenimento, debba ottenere delle deroghe.
Questione che viene superata nel triennio 2008-2009-2010, non perché si adotti una cultura e una libertà di comportamento che voglia andare ad estendere il rapporto posti letto-popolazione (questo ci collocherebbe fuori dal Patto per la salute), ma perché nell'ambito di una programmazione triennale le Aziende possano operare previsioni rispetto all'andamento dei reparti e dei posti letto che hanno una scansione sul triennio e che permettano compensazioni interne. La stessa Amministrazione regionale pu monitorare il fenomeno e l'andamento su un percorso più lungo e non nella logica di un'operazione di rientro di emergenza quale si trattava di effettuare in quel frangente.
Questo è uno dei pochi passaggi indicato come step di metodo rispetto ad un comportamento che potrà valersi, sul triennio successivo, di modalità di programmazione più compiute, e sicuramente di un ruolo della Regione meno ordinativo rispetto a quello di questa fase.
Il paragrafo in sé aveva una sua ratio storica che continua ad essere perché è il "gradino" che consente l'accesso alla programmazione successiva.
Il parere della Giunta sull'emendamento soppressivo è, evidentemente negativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 41, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 42) presentato dal Consigliere Rossi: Pag. 232 "La gestione dei ricoveri subirà pertanto una forte innovazione permettendo l'uso comune delle risorse e quindi anche dei posti letto (lasciando ad ogni disciplina le proprie caratterizzazioni cliniche) avendo sufficienti garanzie di una gestione assistenziale e infermieristica adeguata." Dopo la parola "adeguata." Sono inserite le parole: "In particolare va posta attenzione sul personale proveniente da paesi esteri che non conosce la lingua italiana e che necessita di aggiornamento su metodologie e cure sanitarie applicate sul nostro territorio".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso, il testo è di difficile comprensione, perch recita: "La gestione dei ricoveri subirà, pertanto, una forte innovazione permettendo l'uso comune delle risorse e quindi anche dei posti letto".
Vorremmo capire se questo "uso comune dei posti letto" significa mescolare i posti letto fra uomini e donne, ovvero mettere nelle stesse stanze uomini e donne, come in alcuni presidi ospedalieri sta già succedendo, o se significa semplicemente utilizzare anche reparti differenti, che potrebbero avere dei posti letto liberi, per spostare i malati. Però, ciò lascia molti dubbi sull'effettiva assistenza che viene poi data a questi malati, perché un malato ricoverato in un determinato reparto, dove il personale infermieristico è preparato per seguire pazienti che hanno una specifica malattia, si ritrova in un reparto differente con infermieri che non sono abituati a seguire la sua malattia. Non vorrei ci fossero poi conseguenze negative.
Continuando a leggere il testo, vedo "avendo sufficienti garanzie di una gestione assistenziale e infermieristica adeguata". Questo è il problema di cui parlavo prima, perché se parliamo di una gestione assistenziale e infermieristica adeguata e poi facciamo una condivisione dei posti letto fra reparti differenti, sinceramente, ho dei seri dubbi che possa esserci una gestione assistenziale e infermieristica adeguata, ma questa è una questione su cui, al limite, ci risponderà l'Assessore.
Noi chiediamo, relativamente al punto in cui si parla di "personale proveniente da paesi esteri", dato che spesso e volentieri non conosce bene la lingua italiana e non conosce neppure le metodologie e le cure sanitarie utilizzate in determinati modi sul nostro territorio, che sia posta particolare attenzione. Quindi, chiediamo di aggiungere che gli infermieri il personale medico e così via che arriva da paesi stranieri, prima di essere assegnato al reparto, deve essere messo in condizioni di conoscere perfettamente la lingua italiana e i metodi di cura in uso nel nostro Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire in Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere un chiarimento all'Assessore Artesio.
Ovviamente, andiamo ad un'area di degenza che è interdisciplinare rispetto ai vari reparti tradizionali, dove anche il personale infermieristico e la degenza erano riferiti al reparto stesso quindi vi erano dei confini abbastanza impensabili. Invece, adesso si va ad aree mediche o chirurgiche di tipo integrato e complessivo.
Però, proprio questo sistema richiede l'istituzione della figura del dirigente infermieristico. Era una questione a luci e ombre con vari gradi di attuazione nelle varie realtà piemontesi. È un'impostazione importante.
Volevo chiedere all'Assessore cosa ne pensa, proprio perché è legata alle degenze, e a che punto siamo a livello regionale.
E' un chiarimento legato alla materia che mi consente di capire meglio in che quadro stiamo muovendoci.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento do la parola All'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

In ordine all'emendamento, il tema qui richiamato, che riguarda la qualificazione e la capacità di comunicazione, è stato oggetto di discussione in altra parte del Piano e presumibilmente sarà oggetto di un ordine del giorno per quello che riguarda l'assistenza infermieristica.
Quindi, in questo passaggio l'emendamento non viene accolto.
Per quanto riguarda l'organizzazione dipartimentale, che condivide le risorse di messa a disposizione dei degenti e condivide le risorse professionali, le risposte sono su due profili. La gestione comune dei posti letto non è da riferirsi ad una coabitazione dei pazienti, ma ad una gestione condivisa tra i responsabili delle strutture, i quali, agendo in un'ottica dipartimentale possono condividere le dotazioni organizzative compresi i posti letto dei reparti. Vale a dire che non si congelano posti letto vuoti laddove la struttura complessa a fianco abbia delle eccedenze delle necessità di ricovero. Non solo, si condividono anche, in ordine ai ricoveri, le modalità d'intervento.
In questo senso, ha molto ruolo la funzione di coordinamento e quindi anche quanto detto sulla dirigenza infermieristica è sensato. Al momento con un gruppo di lavoro dedicato stiamo facendo l'analisi dei diversi modelli attuati nelle aziende sanitarie per la dirigenza infermieristica perché questo è funzionale all'adozione di una serie di provvedimenti sui quali, sia pur in onda di emergenza, ho fatto delle dichiarazioni e assunto degli impegni rispetto al tema complessivo delle dotazioni organiche degli infermieri e al loro reclutamento, alla loro distribuzione nelle funzioni e alle prospettive di carriera.
Quindi, il tema della dirigenza infermieristica è in fase istruttoria ed è questione sulla quale è vi interesse a realizzare investimento, dato il rafforzamento del ruolo di coordinamento.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 42, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Cotto Cavallera, Toselli: Alla fine dell'ultimo capoverso del punto 5.4, pag. 233 "Le attività in rete e alcune criticità", sono aggiunte le seguenti parole: "Le Asr garantiscono l'attività di urgenza ed emergenza a favore dei cittadini presso i DEA, PS, PPI, assicurando livelli di assistenza coerenti con i flussi di pazienti, e la loro relativa gravità, utilizzando una quota dei fondi locali provenienti dalla partecipazione alla spesa sanitaria (ticket) dei cittadini, per l'acquisizione di risorse umane professionali idonee.".
La parola alla Consigliera Cotto per l'illustrazione.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Questo emendamento riguarda il Pronto Soccorso, servizio di emergenza di tutti gli ospedali del Piemonte. Noi tutti sappiamo che c'è sofferenza nei vari Pronto Soccorso. Con il collega Cavallera abbiamo fatto un sopralluogo in tanti Pronto Soccorso ad Alessandria, Asti e Torino; siamo andati anche al Pronto Soccorso infantile al Regina Margherita e abbiamo visto bambini nei corridoi in barella; abbiamo sentito gli operatori esprimere le loro difficoltà, ci hanno detto di essere stanchi di correre insufficienti come organico.
Il Pronto Soccorso è lo specchio di come vanno le cose sul territorio e di come vanno in ospedale. C'è un discorso a monte di cittadini che possono anche andare al Pronto Soccorso per motivi inesistenti, ma magari lo fanno perché dopo le 18 il medico di famiglia non fa più ambulatorio, oppure che è sabato o domenica o, ancora, potrebbero aver paura perché non sanno cosa può essere quel dolore improvviso al torace.
Abbiamo quindi i Pronto Soccorso invasi da molta gente. Abbiamo difficoltà quando un medico viene trasferito o va in pensione. Questo vale anche per gli infermieri, perché l'Azienda non può immediatamente sostituire quel medico o quell'infermiere. Allora la gente aspetta al Pronto Soccorso, ha un percezione bruttissima di quello che accade e si sente dire che non ci sono posti letto.
Con il collega Cavallera abbiamo cercato anche di andare nei reparti e abbiamo ascoltato dei primari dire: "Noi potremmo già dimettere quel paziente, però non ha nessuno a casa e quindi diventa difficile poterlo dimettere". È il vecchio discorso della sanità che deve supplire al sociale.
Ricordo che in passato abbiamo cercato di aprire le case di riposo anche per casi come questo con una delibera, che in sostanza diceva: di norma, anche nelle residenze per anziani può essere ricoverata una persona non autosufficiente, purché sia garantito un piano di assistenza per non abbassare la guardia rispetto alla tutela di chi è debole in quel momento.
Tuttavia, non sempre questo è possibile, non sempre le stesse case di riposo accettano, perché se non sono in grado di mettere in atto il piano assistenziale individualizzato col supporto dei medici di famiglia chiaramente non possono far altro che dire: "Rimanga nell'ospedale".
Allora, cosa si propone con l'emendamento? Di utilizzare una quota dei fondi locali provenienti dalla partecipazione alla spesa sanitaria dei cittadini per l'acquisizione di risorse umane, senza dover chiedere le varie autorizzazioni in deroga.
Le nostre ASL sono aziende, però non riescono a comportarsi come tali: essendo vincolate, non riescono ad attuare quei provvedimenti che vorrebbero rendere operativi, quindi se l'organico prevede tre medici e i medici sono solo due, ci si sente impotenti e la gente aspetta al Pronto Soccorso.
Possiamo ragionare sui vari reparti, su quello di Asti che funziona meglio di quello di Alessandria e allora magari Cavallera dice: "Non mi piace stare ad Alessandria, mi faccio trasferire ad Asti", ma la cosa è impossibile. Al Pronto Soccorso nessuno di noi sa quando e come pu arrivare.
Allora credo che, al di là degli scongiuri - li comprendo benissimo dobbiamo riflettere seriamente su questo proprio perché il Pronto Soccorso deve essere pronto sempre.
Qui non possiamo fare della filosofia o della retorica: dobbiamo veramente fare in modo che gli organici del Pronto Soccorso di tutta la Regione Piemonte siano sempre al completo per dare le risposte di emergenza ai cittadini piemontesi che vi si recano.
Mi auguro che, al di là dei sorrisi, qualcuno di voi faccia come abbiamo fatto noi, ovvero un sopralluogo al Pronto Soccorso e una chiacchierata coi medici di turno: avrà uno spaccato della realtà che merita davvero tutta la nostra attenzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Intanto vorrei rassicurare sul fatto che l'attenzione ai DEA è un'attenzione prioritaria anche nelle intenzioni dell'Amministrazione tant'è che si elaboreranno quanto prima delle indicazioni operative relativamente ai diversi livelli d'intervento delle strutture di primo soccorso e delle strutture dei DEA nelle loro articolazioni per livello.
Condividendo quindi tale attenzione, le osservazioni che portano a respingere quest'emendamento sono due. La prima è una valutazione di approccio relativamente all'idea di quello che è il preferibile momento di accoglienza rispetto ad una condizione di necessità, vale a dire la scelta del potenziamento nell'ambito territoriale delle cure primarie.
Sappiamo bene quanto faticoso questo percorso potrà essere, sappiamo bene quanto complesso potrà essere sul piano delle relazioni. Crediamo per che il ricorso in proprio all'emergenza sanitaria possa essere diminuito laddove si possa trovare una risposta organizzata territoriale sulle 24 ore con una condivisione di competenze professionali all'interno dei luoghi delle cure primarie.
Nella fase intermedia, è evidente che la possibilità di diminuire il ricorso in proprio ai Pronto Soccorso è ancora questione di fatica e di impegno, ma non è quella proposta dalla Consigliera Cotto la soluzione tecnica percorribile.
Ricordo che - ne abbiamo discusso in Commissione e poi in riunioni informali - le entrate derivanti, ad esempio, dai codici bianchi non risultano risorse aggiuntive nel bilancio aziendale, anzi devono essere riviste e programmate nell'ambito delle previsioni di entrata che il servizio sanitario regionale formula al Ministero. Quindi gli eventuali incrementi di questi codici, anziché essere riutilizzati e riorientati a potenziare i servizi di Pronto Soccorso, semplicemente vanno a costituire una minore integrazione da parte del servizio sanitario nazionale.
Di conseguenza, nemmeno la modalità tecnica è quella più funzionale per raggiungere l'obiettivo che invece ci si prefigge.
Sulla base di queste due osservazioni, la Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto per dichiarazione di voto.



COTTO Mariangela

Chiaramente voteremo a favore di quest'emendamento.
Anche se la modalità tecnica può lasciare a desiderare, tecnici noi non siamo.
Sul Pronto Soccorso noi continueremo la nostra battaglia sempre Assessore, perché quello che lei chiama "potenziamento delle cure primarie sul territorio" non so se si riferisce alle case della salute - penso di sì però lei comprende che sei-sette hanno iniziato a decollare come strutture, come lavori proprio per le sedi e non tanto come attività gestionale.
Personalmente ho molte perplessità perché, vedendo ad esempio le liste d'attesa per le visite specialistiche, mi chiedo come mai queste visite specialistiche non si riescono a fare presso gli ospedali perché non abbiamo gli specialisti e quando mai gli specialisti andranno nelle case della salute. Di conseguenza, chi ricorre al Pronto Soccorso perché ha paura e vuole una diagnosi precoce - magari è anche consigliato a farlo in fondo sa che questo è l'unico modo per avere subito gli esami. Da questo punto di vista, andremo avanti anni e anni, andremo oltre questo Piano Socio Sanitario, quindi come scoraggiare il ricorso in proprio con una risposta organizzata? Io dico: ma se l'organico di un Pronto prevede "x" persone, perché non facciamo in modo che queste ci siano sempre, con una circolare, una direttiva rivolta a tutti i vari manager? Come priorità assoluta, perché al Pronto Soccorso succedono cose spiacevoli di cui, magari, non veniamo neanche a conoscenza, perché subentra la rassegnazione.
Penso che nessuno di noi Consiglieri regionali possa sentirsi tranquillo sapendo che in quel Pronto Soccorso, anziché cinque medici e cinque infermieri, vi sono solo due medici e due infermieri, la gente aspetta e il personale può anche diventare più nervoso. Noi questo lo comprendiamo, anche se ci dispiace tantissimo, perché, invece, vorremmo che tutti avessero il sorriso sulle labbra, così come dicevamo questa mattina a proposito di altri emendamenti.
Assessore, mi fa piacere sapere che darà la massima attenzione ai DEA.
Verificherò, non dico giorno per giorno, ma settimana per settimana partendo dal mio Pronto Soccorso e, insieme al collega Cavallera, ho intenzione di visitare altri Pronto Soccorso. Dal sondaggio che ho effettuato, la maggior parte delle lamentele ha come oggetto il Pronto Soccorso, ma non solo quello del mio ospedale, anche quello degli ospedali vicini, perché, come lei sa, la Provincia di Asti ha otto comuni che gravitano su Chieri, un comune che gravita su Casale e altri comuni che gravitano sull'ospedale di Acqui. Quindi, il problema dei Pronto Soccorso è veramente critico ovunque.
Quando ho visitato l'Ospedale Regina Margherita con il collega Cavallera, veramente, ci è venuto un groppo in gola vedendo il notevole afflusso di bambini che stavano lì fuori nel corridoio, perché mi è stato detto che a Torino i pediatri di libera scelta assolutamente non fanno visite domiciliari e, di conseguenza, una mamma, magari anche un pochino apprensiva, che non ha la sua mamma che possa darle un consiglio, quando il bambino sta male, non sapendo, lo porta al Pronto Soccorso.
Vada al Pronto Soccorso del Regina Margherita per parlare con chi lavora lì con molta efficienza e competenza, ma con tanta, tanta stanchezza, ci sono medici che non riescono ad andare a casa perch vogliono ancora dare un'occhiata a quel bambino la cui salute li fa star male. Lei immagini come lavoratori, in simili condizioni, possano poi dare risposte sempre adeguate alle occorrenze che hanno sotto gli occhi.



PRESIDENTE

Siamo in fase di dichiarazione di voto.
La parola al Presidente Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Approfitto di pochissimo tempo nello spazio consentito per la dichiarazione di voto per esprimere condivisione alle preoccupazioni della collega Cotto.
Altresì, mi rivolgo all'Assessore - non perché abbia bisogno dei miei suggerimenti - nell'esprimere un mio modestissimo pensiero: nell'attesa del riordino degli organici, quindi di una ridistribuzione più razionale anche nell'ambito dell'accorpamento che voteremo lunedì prossimo, deve scaturire qualcosa di concreto, che significherà anche un utilizzo più razionale del personale ai vari livelli. Se significasse solo un risparmio di carattere amministrativo, sì, avremmo raggiunto un obiettivo, ma avremmo fatto poca cosa rispetto a quello che, magari, ci prefiggiamo di fare.
Nell'attesa di un riordino del personale in tal senso penso si potrebbe, da parte dell'Assessorato, dare disposizioni ai vari manager e direttori generali delle ASL e delle ASO di utilizzare personale che in altri reparti spesso - Assessore, mi permetto di dirlo perché ho vissuto una vita in quell'ambiente - è esuberante e spesso, soprattutto nell'ambito chirurgico, lamenta di non avere spazi sufficienti in termini di sale operatorie per poter operare; la sala operatoria è contingenta in termini di tempo, quindi lamentano spesso di non poter lavorare come vorrebbero.
Nell'ambito di una mobilità intraziendale sarebbe facile poter disporre una rotazione, in modo che ad ognuno, pur non essendovi personale in organico al Pronto Soccorso, capiti un turno al mese; sarebbe ben poca cosa in termini di impegno, ma risolverebbe la situazione, se è questo che vogliamo risolvere, facilmente con una semplice disposizione dirigenziale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Burzi per dichiarazione di voto in dissenso.



BURZI Angelo

Assolutamente in dissenso, infatti, dissentendo profondamente, non parteciperò al voto onde consentirmi un velocissimo intervento su questo tema, che, peraltro, l'Assessore Artesio ha già sentito nell'ambito dei Capigruppo.
Il tema dei Pronto Soccorso è estremamente importante come quello dei DEA. Anch'io, qualora non lo abbia fatto - questo vale per tutti i colleghi consiglierei come visita formativa di trascorrere una sera al Regina Margherita o al CTO o alle Molinette - tanto, per ora, sono tutte in attesa che l'Assessore Bairati le sparpagli per tutta Europa, fortunatamente nella stessa eccellente collocazione, dove credo, se ci pensa Bairati, rimarranno sicuramente almeno per questa legislatura, poi vedremo - perché credo insegnerebbe una serie di cose a molti che fanno il nostro mestiere. Il nostro, nonostante quello che dice la Presidente Bresso, è un mestiere tranne Chiamparino, che lo fa per passione e spirito di servizio, molti di noi, certamente chi vi parla, invece, lo fanno per mestiere e questo fa una delle tante differenze che ogni tanto sarebbe bene ricordare.
Ci tengo a ritornare sul tema dei Pronto Soccorso perché riteniamo, per le normative esistenti, che non sia nella potestà né dell'Assessore, oggi né tanto meno dei direttori generali, in parte risolvere con risorse esistenti, siano esse finanziarie e soprattutto umane, i problemi che i Pronto Soccorso evidenziano tutti i giorni. Non credo che con generici appelli a riordini o a elementi di natura culturale il problema verrà risolto, siccome stare al Pronto Soccorso è decisamente più impegnativo di quanto sia, a parità di professionalità, stare in altri reparti; tranne alcuni parenti per discendenza lontana da Pietro Micca, ma sono veramente pochi nella nostra regione, tutti gli altri tendono, naturalmente, a stare più comodi. Questo stare più comodi, normalmente, fa sì che i Pronto Soccorso siamo meno presidiati in senso quantitativo e qualitativo di quello che, a nostro avviso, si dovrebbe. Poi succede che vi siano degli incidenti, perché questa fa parte della statistica degli incidenti, come sono successi anche nel corso di questa legislatura. Purtroppo questi incidenti hanno la caratteristica, stante il livello eccelso dei nostri media, di finire normalmente nelle prime pagine dei giornali, che non è una buona pubblicità per una sanità eccellente, come quella piemontese.
Per finire, nessuno da parte della Giunta si lamenta, come sarebbe dovere da parte di una Giunta lamentarsi. Una Giunta non è un interlocutore assente, è un organo di governo e ogni tanto potrebbe, oltre a tagliare dei nastri nei cantieri aperti da altri, dissentire quando i media, in maniera del tutto legittima e libera, dicono delle sciocchezze. Infatti questo succede, come nel caso specifico.
L'ultima volta che capitò fu relativamente ad un episodio dell'ospedale Santa Croce di Moncalieri. Andammo a vedere con l'allora Assessore Valpreda che cosa questa Giunta avesse fatto in termini di delibere e circolari sul mondo dei DEA.
La pregherei di verificare le cose che dico, perché sono un membro dell'opposizione (fra l'altro, sono uno dei meno consociativi, nonostante le apparenze). Ebbene, questa Giunta fino ad oggi non ha fatto nulla assolutamente nulla.
Da questo deriva che i casi sono tre.
Tutto va benissimo, e allora, se va benissimo, diciamolo che, nel corso dei dieci anni precedenti, almeno su questo tema, la Giunta Ghigo ha risolto le cose in maniera eccellente, e lo mettiamo qua.



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

Non tutto va bene. Allora prendete atto che in questi due anni e mezzo non avete fatto nulla.
Terzo: prendete atto che se le persone, siano essi o esse infermieri medici, paramedici o primari, devono stare nell'ambito di Pronto Soccorso perché questa è una prima linea indispensabile...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Artesio)



BURZI Angelo

Se lei vuole parlare con i medici di famiglia - e mi pare che lei più volte con un certo coraggio ci abbia provato, perché ho una buona memoria verrà aiutata in questo percorso, se andrà avanti con questo dialogo perché è un discorso molto difficile sia per l'intervento dei codici sia per la prescrizione delle prestazioni farmaceutiche. Lei, su questo tema verrà aiutata da chi la pensa come lei sul fatto che una collaborazione con i medici di famiglia non avverrà per fatto culturale, ma solo se lei userà la forza e non la persuasione. Perché i medici, non essendo parenti di Pietro Micca, della persuasione non se ne fanno assolutamente nulla.
Quindi, mi domando perché non porre il mondo dei DEA, il mondo dell'emergenza e del Pronto Soccorso davvero in prima linea.
Dico tutto questo nonostante questa pessima Presidenza, ormai totalmente collusa non so se con il Presidente Placido o con un altro Presidente, perché non abbiamo ancora capito chi ha vinto fra Susta e Morgando e questo ci turba tantissimo, non sapendo con chi dialogare.
Assessore, ci pensi a quanto dice la collega Cotto, nel totale disinteresse della maggioranza, che non critico. Questo silenzio verrà ricordato, perché pensare che l'approvazione delle delibere che lei con fatica sta sostenendo, sia un fatto burocratico, mi creda, Assessore, è un errore politico. E oggi è soltanto mercoledì, il 24 è ancora lontano e sarebbe opportuno che chi ci tiene che certi risultati vengano ottenuti, a questi risultati lavorasse.
La burocrazia è altra cosa.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 23, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Rossi, Dutto: A pag. 238, dopo le parole "ampliare l'offerta dei servizi", aggiungere le parole "e per consentire la gestione, da parte dei medici di base, in collegamento con le ASL e centri convenzionati, della prenotazione e del ricevimento degli esiti on-line." Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie Presidente.
Con il nostro emendamento, dove si parla di liste d'attesa, chiediamo di inserire le parole: "Vengono inserite misure precise per la riduzione delle liste d'attesa attraverso una rete gestita dai medici di base in collegamento con la ASL e centri convenzionati per prenotare e ricevere gli esiti on-line".
Sappiamo qual è il problema delle liste d'attesa e, pur prendendo atto che la Giunta sta cercando di porvi rimedio - finora però senza grossi risultati - vorremmo dare un contributo.
In questo caso, chiediamo che venga preso in considerazione il fatto di avere una rete dei medici di base affinché un cittadino che va dal medico di base, quando si tratta di prenotare degli esami, possa farlo direttamente tramite il medico di base, senza dover recarsi presso un'ASL o presso un altro ufficio per effettuare la prenotazione. E soprattutto che dal medico di base si possa vedere dove la lista di attesa è inferiore o dove ci sono posti liberi.
Questo, in sostanza, è il nocciolo del nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Anche questo argomento è stato oggetto di confronti e credo si debba soltanto collocarlo al punto giusto, perché abbiamo un'articolazione nel tema delle liste di attesa.
La originale scrittura di quest'emendamento si connetteva ad un paragrafo che riguarda le attese per i ricoveri; in realtà, anche l'illustratore parla delle attese per le attività ambulatoriali.
Quindi, la connessione va colta a pagina 238 nel paragrafo, che recita: "Un altro importante obiettivo è la messa a completo regime di un sistema di prenotazioni in rete a carattere interaziendale, a partire dall'area metropolitana per collegare tutti i punti di erogazione, prevedendo l'inserimento graduale delle strutture private convenzionate al fine di ampliare l'offerta dei servizi e per consentire la gestione da parte dei medici di base in collegamento con ASL e centri convenzionati della prenotazione e del ricevimento degli esiti on-line".
Questa è la nuova versione manoscritta dell'emendamento ed è quella definitiva. Sull'emendamento c'è parere favorevole. Ovviamente il dato della ricerca di consenso da parte della categoria qui richiamata è tutto oggetto della nostra nobilitas e della loro.
Il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 3 come modificato, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle richieste dei Consiglieri Cavallera e Burzi di interrompere i lavori del Consiglio


PRESIDENTE

Il Consigliere Cavallera ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Porto la voce di coloro che alle 10 del mattino, in genere, sono presenti in aula. Stiamo assistendo ad un progressivo rinvio dell'orario di inizio delle sedute e poi recuperiamo alla sera. Abbiate pazienza, arrivo da 110 chilometri di distanza. Anche noi, nella nostra modesta Provincia di periferia, abbiamo i nostri congressi (i nostri congressi sono a colpo sicuro perché alla fine non danno mai parità). Sottopongo ai Consiglieri e all'Ufficio di Presidenza la proposta di interrompere i lavori. Tutto fluisce come previsto, sono previste sedute da lunedì a mercoledì, c'è tutto il tempo per raggiungere il risultato nei termini previsti.
Se vogliamo che il Consiglio inizi i propri lavori all'orario previsto dobbiamo introdurre una sanzione al rovescio: quanto perdiamo al mattino propongo che venga decurtato anche nell'orario di termine alla sera. Ci deve essere un qualcosa che non penalizzi coloro che sono puntuali. Sono penalizzati al mattino perché devono aspettare come dei babbei che inizino i lavori e alla sera per il protrarsi dei lavori.
un invito da parte mia, anche se svolto tra il serio e il faceto; è una questione molto seria, perché ne va dell'organizzazione dei nostri lavori. Non è in atto nessun ostruzionismo, siamo in un atteggiamento di dialogo e molto collaborativi: tenete conto delle esigenze che alcuni hanno e che è giusto presentino al tavolo dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



PRESIDENTE

Consigliere Cavallera, condivido quanto dice.
Mi pare assolutamente necessario un richiamo, che peraltro ho già avuto più volte modo di fare, alla correttezza dei Consiglieri nel rispetto degli orari di convocazione dei Consigli. Mi rendo conto che si tratta di due questioni diverse, che toccano diversamente i Consiglieri di maggioranza dai Consiglieri dell'opposizione. Mi pare indispensabile che i Consiglieri specie quelli che per ragioni di ruolo siedono in una parte dell'emiciclo siano tenuti ad assicurare l'apertura dei lavori all'ora canonica e non purtroppo, come viene d'abitudine, dopo un'ora. I Presidente dei Gruppi hanno udito più volte questo richiamo, ma non vedo molti esiti.
Anche iniziative forse non proprio legittimate dal punto di vista delle competenze, ma di buone intenzioni della Presidente della Giunta regionale in questo senso per regolamentare una parte dei Consiglieri, non mi pare abbiano sortito gli effetti auspicati. Spero che quest'attenzione ci sia.
Per quanto concerne la sua proposta, Consigliere Cavallera, ritengo che non sia automaticamente pensabile porre una riduzione degli orari pari al ritardo dell'inizio dei lavori. Non è su queste questioni che si pu turbare la serietà e l'equilibrio con cui si procede nei lavori in questi giorni. Non vogliamo che le termiti che, ahimè, sono state richiamate oggi in aula da un intervento, possano disturbare i nostri lavori. Avremo sicuramente cura di gestire i lavori onde non pregiudicare anche le persone che, con molta attenzione alle convocazioni formali, onorano la nostra assemblea.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Il Consigliere Cavallera, per deformazione storica e culturale, tende ad essere eccessivamente gentile. D'altronde, su questo ha costruito una carriera pluricentenaria di successi non soltanto di territorio. Io lo dico in maniera più chiara: l'esigenza di arrivare al voto su queste due delibere è un'esigenza della Giunta e della maggioranza, non dell'opposizione, che non le voterà. Le ritiene dannose.
Alle 15 del pomeriggio mancavano 40 emendamenti. Se le sessioni sin qui svolte, nell'ambito del percorso concordato e sui cui nessuno della minoranza, ritengo, abbia fatto perdere un minuto - se qualcuno la pensa diversamente, lo dica, abbiamo delle orecchie molto attente, ne prenderemo atto - si fossero mantenute, saremmo più avanti. Questi 40 emendamenti intendiamo discuterli tutti. Ringraziamo l'Assessore Artesio che questa mattina alle 10 era presente in Aula, ma abbiamo fumato una sigaretta fino alle 10 attendendo le 11 che la sessione iniziasse.
Traduco meglio. Chiediamo che s'interrompa la sessione, perché se la maggioranza vuole approvare le delibere "s'ha da fare" non sfruttando la disponibilità dell''opposizione. Se la maggioranza non vuole, noi continuiamo, riteniamo che il pronostico sia infausto.
Sono le 18.10, fino alle 19 o alle 20 perderemo quest'ora, ora e mezza non so ancora dove, ma sono convinto che la perderemo nelle prossime fasi.
Desidereremmo che la maggioranza, più che la Giunta che era presente, su questo riflettesse. Ci può riflettere convenendo su quanto offriamo, o ci può riflettere subendo quanto effettueremo. Spero, così, di essere stato più chiaro perché, ripeto, il Consigliere Cavallera, purtroppo, ha questa gentilezza d'animo che io non ho non avendo fatto 87 legislature e non avendo acquisito questa gentilezza d'animo che non mi appartiene.



PRESIDENTE

Penso di interpretare l'opinione comune nel dire che si possono ancora esaminare alcuni emendamenti che ci consentono di arrivare ad un punto di interruzione logica nel corso dei nostri lavori e quindi di chiudere ragionevolmente intorno alle 18.30, in modo tale da consentire ai Consiglieri che hanno puntualmente assicurato la presenza di essere a casa ad un'ora accettabile.
L'appello, che mi permetto di rivolgere a tutti i colleghi, è anche di immaginare nella futura rivisitazione del Regolamento un sistema che premi anche il numero di effettive ore di presenza e di partecipazione alle votazioni all'interno di questo Consiglio. Comunque si voti, non si pu considerare allo stesso modo un collega che assicura la presenza in aula dall'inizio della seduta alla fine rispetto a quelli che sistematicamente arrivano in ritardo, ovvero sottoscrivono la presenza e poi abbandonano l'Aula.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 161, inerente a "Piano Socio Sanitario regionale 2006-2010" (Iscritta ai sensi dell'articolo 34 comma 6, del Regolamento) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame degli emendamenti alla proposta di deliberazione n. 161.
Subemendamento rubricato n. 43) presentato dal Consigliere Rossi: A pag 239 "Professioni sanitarie e la gestione del personale":"Accanto ai medici e ai dirigenti sanitari, compresi gli psicologi, il cui ruolo è certamente cruciale, vanno considerati gli infermieri e gli altri operatori sociosanitari, il cui ruolo va valorizzato in particolare nelle aree assistenziali più critiche, nei servizi territoriali e nelle cure domiciliari, nel supporto ai malati terminali e ai loro parenti e nell'assistenza psichiatrica." dopo la parola "sociosanitari" sono inserite le parole: "Ministri di culto".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

L'emendamento è semplicissimo: chiediamo di inserire anche la figura dei ministri di culto in questo passo del Piano Sanitario. Passo che cita accanto ai medici e ai dirigenti sanitari, compresi gli psicologi, gli infermieri e in generale gli altri operatori socio-sanitari. È vero che i ministri di culto potrebbero essere compresi all'interno degli operatori socio-sanitari, ma riteniamo che sia utile e, sotto un certo punto di vista, doveroso citarli.
Sottolineo che parliamo genericamente di ministri di culto e quindi non solo di ministri di culto cattolici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Quest'emendamento interviene su un evidente errore di battitura del Piano. Infatti, la prima riga è incomprensibile, quindi va fatta una correzione tecnica d'ufficio. Era stato un tentativo, evidentemente malriuscito, vista poi la mole di emendamenti che si sono prodotti, di ovviare alla critica ripetutamente avanzata al Piano di non fare riferimento alle figure professionali, ma di accennarvi solo per funzioni.
Quindi, con questo paragrafo avevamo fatto riferimento ai medici, ai dirigenti sanitari, agli infermieri e agli operatori sanitari e alla componente professionale degli psicologi per ricordare come sono figure previste in tutta l'articolazione del sistema delle cure (territoriale e domiciliare) e con ciò prendere l'impegno di programmazione rispetto poi alla declinazione dei singoli ruoli, delle composizioni dell'equipe, cioè di tutte quelle cose che ho continuato a ripetere negli emendamenti che richiamavano la fattispecie di figure professionali.
Non vorrei che il diniego a quest'emendamento apparisse dovuto a un qualche spirito radicale di rifiuto della componente spirituale della persona, ma oggettivamente il ministro di culto non è una figura della professionalità sanitaria, per quanto convengo che produca una condizione di benessere almeno sul piano della serenità spirituale. Pertanto, non essendo coerente al paragrafo, l'emendamento non è accolto.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto.
Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 43, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 3 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 44) presentato dal Consigliere Rossi: A pag. 241 "Professioni sanitarie e la gestione del personale" le parole: "E' possibile invece ipotizzare una copertura adeguata prevedendo un numero minore di reparti ed eliminando le duplicazioni attraverso lo sviluppo delle organizzazioni dipartimentali e di forme di coordinamento. Infatti un adeguato coordinamento comporta, a fronte di un limitato disagio per il cittadino, un notevole beneficio in termini di qualità delle cure erogate." sono abrogate.
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Noi chiediamo di abrogare queste quattro righe del Piano dove, di fatto, viene previsto un numero minore di reparti. Siamo d'accordo su "eliminando le duplicazioni", però, in generale, il risultato è che comunque c'è un numero inferiore di reparti. A nostro avviso, questa cosa non può andare d'accordo con il limitato disagio del cittadino citato in queste stesse righe.
Perché posso capire che per chi abita a Torino andare in un ospedale o in una struttura vicina cambi poco, ma se penso ai nostri ospedali a livello territoriale posti nei fondovalle o comunque al servizio delle vallate alpine, il prevedere un numero inferiore di reparti può voler dire per il cittadino doversi sobbarcare molti chilometri in più per ottenere il servizio.
Questo dal nostro punto di vista non è accettabile, perché per il cittadino è importante avere il servizio, ma è altrettanto importante che il servizio sia facilmente accessibile, altrimenti rischia di fare decine di chilometri con problemi perché il servizio di trasporto pubblico non sempre è efficiente, non sempre esiste, non sempre coincide con gli orari degli ambulatori e così via.
Pertanto, chiediamo di abrogare completamente queste quattro righe.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento do la parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Come detto precedentemente quando abbiamo ricordato che la gestione comune dei posti letto non significava una riduzione degli stessi, ma la possibilità di impiego all'interno di una logica dipartimentale, così il numero minore di reparti e l'eliminazione delle divulgazioni è nuovamente il riflesso di un principio organizzativo che ragiona su una logica dipartimentale volta a enfatizzare le risorse che possono derivare da un uso congiunto, piuttosto che a tenerle isolate e distinte esclusivamente sulla base di chi gestisce un ruolo di coordinamento di responsabilità in capo a quel reparto.
Quindi, essendo coerente questa frase all'impostazione iniziale, per noi non può essere coerente la richiesta di sopprimerla.
Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 44, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato n. 45) presentato dal Consigliere Rossi: A pag. 242 dopo le parole: "Rispetto agli operatori socio sanitari va prevista una politica di reclutamento che non si limiti solo alla riqualificazione del personale con basse qualifiche e molti anni di anzianità di servizio ma valorizzi anche le competenze formative acquisite.
Sia per gli infermieri, che per gli operatori socio sanitari, una specifica attenzione va dedicata ai lavoratori provenienti da paesi stranieri. Essi rappresentano una risorsa preziosa ma va assicurata una adeguata conoscenza della lingua, anche concordando percorsi di formazione specifica di base da effettuarsi nei paesi di provenienza." sono inserite le parole: "In merito alle convenzioni con strutture private deve essere specificato l'utilizzo di lavoratori provenienti da paesi stranieri adeguatamente qualificati".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Prendiamo atto che in questo punto il Piano sanitario contiene comunque una cosa positiva, quando parla dei lavoratori provenienti dai paesi stranieri, e prevede che venga assicurata un'adeguata conoscenza della lingua. Sappiamo, in un ospedale, quali problemi possono sorgere di fronte a un lavoratore non italiano che non conosca esattamente la nostra lingua: purtroppo, possono nascere problemi di incomprensione con conseguenze anche gravi.
La nostra preoccupazione è che ciò avvenga non nelle strutture pubbliche, ma nelle strutture private convenzionate. Di conseguenza chiediamo l'inserimento di una frase che preveda di fatto la stessa cosa anche nelle strutture private convenzionate, per cui chiediamo che venga inserita la frase "in merito alle convenzioni con strutture private deve essere specificato l'utilizzo di lavoratori provenienti da paesi stranieri adeguatamente qualificati", cioè che in sostanza una struttura privata convenzionata, se dispone di lavoratori stranieri, garantisca che questi siano convenzionati e che conoscano la nostra lingua.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Artesio.



ARTESIO Eleonora, Assessore alla programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare

Vorrei ricordare che le funzioni di accreditamento prevedono già la valutazione e il controllo di determinati requisiti da parte dei soggetti che si candidano in maniera sussidiaria e di collaborazione a comporre l'offerta del sistema delle prestazioni del servizio sanitario. Quindi, da questo punto di vista, le modalità di controllo, ovvero di dichiarazione di garanzia ed inizio attività, sono già programmate.
Invece, per quello che riguarda la rilevazione, cioè la possibilità che l'Ente Regione acquisisca gli elementi informativi sullo stato dell'arte anche in corso, non soltanto come requisito al momento dell'inizio dell'attività o dell'accreditamento, questo è uno dei temi che avevamo verificato potessero essere oggetto del futuro ordine del giorno che riguarda tutte le modalità volte a consentire l'integrazione del personale da un lato, e l'aumento della qualità della prestazione per i pazienti dall'altro.
Quindi, in questo passaggio l'emendamento non è accolto con le indicazioni che ho testé esposto relativamente al futuro ordine del giorno.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul subemendamento rubricato n. 45, sul quale l'Assessore Artesio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Colleghi, vi ringrazio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.27)



< torna indietro