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Dettaglio seduta n.233 del 28/09/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


CHIEPPA VINCENZO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Chieppa comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Auddino, Leo, Pace, Pedrale Pizzale, Ricca, Robotti, Rutallo e Spinosa.


Argomento: Questioni internazionali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla proposta d'iscrizione e votazione degli ordini del giorno n. 797, inerente a "La protesta dei monaci in Myanmar" e n. 798 inerente a "Ripristino democrazia in Birmania", da parte della Presidente della Giunta regionale, Bresso


PRESIDENTE

A questa Presidenza è stata presentata una serie di richieste d'inversione dell'o.d.g. Colleghi, prima di entrare nel merito dell'esame di tali richieste, ha chiesto la parola la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Il tema non è dei migliori in questo Consiglio.
Tuttavia sarebbe opportuno che, su una decisione dei Capigruppo o anche direttamente dell'Aula, relativamente agli ordini del giorno che mi risulta siano stati presentati sulla vicenda che riguarda l'ex Birmania - penso che questa sia anche all'origine dei fazzolettini rossi che indossano i Consiglieri - concordassimo una sospensione della discussione (non ricordo più se siamo alle inversioni o alle iscrizioni di punti all'o.d.g.), per magari aggiungere effettivamente all'o.d.g. il punto della discussione delle due mozioni o ordini del giorno che sono stati presentati, magari anche per vedere se possiamo votarne uno comune.
Questo era il primo punto di cui volevo parlare, perché altrimenti rischiamo di discuterlo, come alcuni dei temi che sono stati proposti ieri alcuni mesi dopo il momento in cui la solidarietà dovrebbe essere espressa.
In secondo luogo, volevo chiarire per l'Aula, perché poi altrimenti ci si parla sempre attraverso i giornali e le conferenze stampa, il mio pensiero. Non so - immagino che non sarà così - se questo possa svelenire un po' l'atmosfera della nostra discussione. Anche ieri, nelle reciproche Conferenze stampa, credo che tutti noi abbiamo superato i termini di quanto volevamo effettivamente dire.



(Commenti del Consigliere Burzi)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Forse tu non l'hai superato e allora neanch'io, in tal caso.
Ribadisco per il verbale - così le posizioni sono a verbale e non mediate dalle pur legittime interpretazioni della stampa - che io ritengo che siamo di fronte a un problema grave per la nostra democrazia, che riguarda probabilmente molte assemblee, ma che certamente riguarda la nostra. E il tema è quello per cui la modalità di confronto fra maggioranza e opposizione è diventata quella dell'impedimento, non quella del proporre proprie posizioni e farlo anche nel merito, con la giusta e necessaria forza, ma quella di impedire anche l'arrivo in discussione dei provvedimenti.
In questi giorni siamo di fronte non a un serrato confronto su temi che sono all'ordine del giorno, ma a un continuo tentativo di diversione da quel problema. Ieri sera abbiamo assistito ad alcune cose divertenti perfino esilaranti, ma non credo che qui il nostro compito sia quello di divertirci.
Io sono permanentemente accusata di prevaricare il Consiglio: sarei curiosa di sapere in che cosa. È facile dire che qualcuno prevarica: bisogna dimostrare in cosa si prevarica.
Ricordo che esistono all'o.d.g. alcune decine di richieste di richiamo in Aula, quindi il richiamo in Aula è prassi assolutamente democratica in un Consiglio, soprattutto dopo 54 sedute di Commissione, comprese anche le consultazioni su un provvedimento, e questo non può essere considerato una prevaricazione, altrimenti voi prevaricate molto più di noi.
Noi abbiamo chiesto, a luglio, il richiamo in Aula di due provvedimenti e abbiamo accettato di rinviarli in Commissione, e ora nessuno ha chiesto il ritorno in Aula. Il provvedimento è tornato in Aula in automatico scaduti i 60 giorni che il Regolamento assegna per il nuovo dibattito in Commissione, quindi è tornato in Aula secondo un procedimento assolutamente regolare dal punto di vista regolamentare. Dunque non credo che questo possa essere considerato una prevaricazione.
Invece siamo stati accusati di prevaricazione per avere semplicemente preso atto che non si era trovata la modalità di chiusura in Commissione nei 60 giorni e quindi deve essere eventualmente trovata nel dibattito d'Aula. Prima riusciremo a discuterne, prima capiremo su che cosa voi ritenete sia necessario approfondire il dibattito, e lo faremo qui.
Anche per questo motivo, abbiamo chiesto di convocare - e i Capigruppo hanno accettato - una serie molto lunga di riunioni, che consentirà a chiunque di esprimersi, se vuole - è dubbio se si voglia - su tutti i punti critici delle due delibere che sono in discussione su sanità, accorpamento delle ASL, riorganizzazione del sistema delle ASL e delle ASO e Piano sanitario.
Su questo non mi pare di poter essere accusata e considero che l'accusa alla maggioranza - in quanto vuole essere maggioranza e far discutere i propri provvedimenti - di essere prevaricatrice sia ingiusta e assolutamente prevaricatrice, a sua volta, dei diritti della maggioranza.
Inoltre ieri, non solo io, ma l'intera maggioranza, ha ribadito che ritiene che il Regolamento come tale non funzioni e che sia augurabile che l'Ufficio di Presidenza e il Presidente del Consiglio valutino se non esistano strumenti regolamentari - perché esistono anche le norme di chiusura nei Regolamenti, di solito - per rendere più efficiente il funzionamento di questo Consiglio, onde consentire alla maggioranza di approvare provvedimenti senza necessariamente dover passare attraverso accordi con l'opposizione.
Il punto non è che noi non approviamo i provvedimenti, è che l'opposizione ritiene di impedire in ogni modo di discutere e votare. Forse lo riteneva anche l'opposizione precedente, ma questa non è una buona ragione, questo è il punto. Se errori sono stati fatti, non è che debbano essere pervicacemente ripetuti.
Allora, non è normale, non è sano, non fa parte delle regole della democrazia che la maggioranza debba chiedere il permesso di approvazione dei propri provvedimenti all'opposizione.
Questo, secondo me, è il punto. In questo momento, ritengo di essere espressione di un'esigenza di democrazia, e non certo di prevaricazione.
Sono, così come tutti, ampiamente pronta a discuterne. Avevamo anche iniziato un confronto sulla necessità di revisione del Regolamento anche con una proposta, a mio avviso, assolutamente neutra dal punto di vista dei vantaggi e degli svantaggi per maggioranza e opposizione, che era quella di discutere del Regolamento, modificare il Regolamento e far partire l'essenziale delle modifiche dalla prossima legislatura, valutando eventualmente alcune modifiche che appaiono necessarie già da subito e non solo a vantaggio della maggioranza.
Per quanto riguarda le accuse che pervicacemente ricevo, a me non importa né di essere chiamata zarina né Pugaciova: ho un nome e un cognome.
Se me ne volete dare un altro...non ho mai avuto dei soprannomi, quindi mi diverto. Ritengo, però, assolutamente inverosimile che il mio atteggiamento sia considerato prevaricatorio e considero anche che utilizzare l'Assemblea permanentemente in questo modo non sia un fatto democratico. Dopodiché, a fronte di colorati insulti, ho reagito con colorati insulti, fuori dalla conferenza stampa, mentre invece, a quanto mi risulta, i colorati insulti dell'opposizione mi erano stati rivolti durante la conferenza stampa. Credo anch'io che sarebbe meglio non parlarsi attraverso le conferenze stampa, ma in quest'aula.
Sono curiosa di capire in che cosa il mio atteggiamento sarebbe da zarina. Non so bene a cosa faccia riferimento il termine Pugaciova, invece zarina mi appare più chiaro. Il fatto che la maggioranza, normalmente, sia compatta dimostra solo che, di norma, siamo coesi. Come in tutte le maggioranze, ogni tanto, abbiamo dei problemi, ma anche questo fa parte delle regole della democrazia. Non mi pare nemmeno che la maggioranza sia una specie di manipolo compatto che fa tutto quello che voglio (abbiamo avuto espressioni anche colorate la settimana scorsa). Quindi, anche questo non pare giustificarsi, né pare giustificare la sequela di insulti di cui costantemente vengo fatta oggetto.
Non sono una santa, non sono tra coloro che reagiscono a uno schiaffo porgendo l'altra guancia. Se mi viene dato uno schiaffo morale, reagisco con uno schiaffo morale.
Questo è un punto su cui credo di avere assolutamente tutti i diritti.
Una volta il Consigliere Lepri disse che è disposto a reagire a uno schiaffo porgendo l'altra guancia, quindi, eventualmente, potremmo indicare lui come esponente della maggioranza disponibile a reagire in questo modo.
Io non sarò disposta a farlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Molto sinteticamente. Sul primo punto, per quanto riguarda la Birmania è una proposta che abbiamo fatto ieri durante una fase del dibattito quindi eravamo già d'accordo prima. Emerge un problema che pongo, ma quando pongo dei problemi, almeno per la prima volta, cerco di dare delle ipotesi di soluzione.
La maggioranza e la minoranza, come credo lei sappia, per motivi tecnici, indipendentemente da chi li ha generati, è presente in aula per turni. Riteniamo che la necessità di manifestare e di discutere su questo tema, sì urgente, sia da estendere a tutti i Consiglieri, anche a quelli che, in questo momento, non sono presenti, non perché in ritardo o assenti ma semplicemente perché la fase organizzativa prevede che siano presenti oggi pomeriggio, stasera, domani, domenica o quando i Capigruppo, di maggioranza, hanno deciso.
Suggerirei di trattare l'argomento, siccome al momento siamo convocati dai Capigruppo di maggioranza, martedì mattina alle 10,00 (mi si corregga se do un'informazione sbagliata). Si può benissimo programmare per martedì mattina alle 10.00, iniziare i nostri lavori informando tutti i nostri colleghi che ci sarà una fase, lunga quanto si deciderà, per parlare dibattere e votare ordini del giorno sul tema indicato. Altrimenti escluderemmo una parte di Consiglieri, sia di opposizione che di maggioranza, da un tema che credo interessi ugualmente.
Secondo punto. Non partecipo a seminari di filosofia politica n gratuiti né, tanto meno, a pagamento, e comunque me li scelgo da solo.
già la seconda lezione che sento, ma non ho intenzione, non essendomi iscritto, di ribattere.
Ricordo solo che c'è già stata una serie di autorevoli esempi. Uno riguardava Arafat che, normalmente, finché in vita, teneva conferenze in due lingue: la sua, perché parlava come capo di Al Fatah, ritengo in arabo ma poiché da sempre l'interesse intorno al tema era esteso alla comunità internazionale, o prima o dopo, effettuava un analogo intervento in inglese. Tutti coloro che successivamente hanno tradotto gli interventi di Arafat hanno sempre potuto verificare che il testo in arabo e il testo in inglese avevano un punto in comune: lo speaker, ma i due messaggi erano del tutto diversi.
Se la Presidente non ha compreso la metafora, non ho nessun'intenzione di spiegarla né a lei né ad altri. M'interessa l'averla detta.
Quello che avviene in aula, lo sa chi era presente in aula; quello che avviene fuori, lo sa chi era fuori. Se la Presidente Bresso ha problemi di identità, qualora li abbia, qualora li avesse - potrebbe capitare, è una malattia che può colpire tutti, quindi non è né un merito né un demerito sappia che fuori, per chi fa questo mestiere, c'è il voto, qui c'è una modalità prevista dal Regolamento. Visto che lei è così sicura di avere ragione tanto che svolge il ruolo dell'accusa, della difesa, un po' di commento e, soprattutto, pronuncia la sentenza, guardi che nell'ambito del Regolamento attuale - sempre lo stesso Regolamento, professoressa, uguale uguale, uguale - c'è una modalità che ha consentito a tutti i suoi predecessori di governare - bene o male, lascio valutare ad altri - fino ad oggi. Quando uno si sente sicuro chiede un voto segreto, scelga lei il tema: "Ho forse io, signore, ragione in quanto sto facendo?", dice la Presidente Bresso. Chiede e noi l'autorizziamo a procedere ad un voto segreto. Anche qui, le chiederei, per aiutarla, di farlo in un momento in cui fossimo tutti presenti. Prenderò atto con attenzione che in quell'occasione lei prenderà di sicuro i voti della sua maggioranza.
In questo momento non ho intenzione di partecipare a seminare di filosofia politica né gratuiti, né tanto meno a pagamento.
Possiamo andare avanti con i nostri lavori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Vede, Presidente, un conto è tenere alti i toni durante una conferenza stampa o un dibattito, un altro è accusare di essere fascisti coloro che siedono da una parte di quest'aula, cioè di coloro che fanno parte, in questo momento, dell'opposizione.
Credo che lanciare accuse di quel tipo sia assolutamente fuori luogo che non sia utile per i lavori dell'aula, che non sia utile, tanto meno per i piemontesi. Più tempo perdiamo qui, meno produttività diamo al Consiglio, meno facciamo gli interessi di coloro che vivono, lavorano operano in Piemonte.
Credo che siamo stati abbastanza chiari - prima in Commissione e poi in Aula - sul fatto che, così come sono, questo piano e la delibera, non passano. Voi sapete, perfettamente, che tutti i giorni e le ore che ci fate passare qui, semplicemente, non porteranno a nulla. Porteranno ad uno spreco di tempo, ad uno spreco di denaro perché, come lei ben sa, dobbiamo pagare gli straordinari ai dipendenti specialmente per gli orari serali senza giungere a nulla. Credo che, oramai, sia chiaro a tutti, visto che è stato ripetuto in tutte le sedi, ed è a verbale, ovunque, dalle Commissioni all'Aula, che così come sono questi due provvedimenti all'esame non passeranno.
Come minoranza abbiamo dimostrato una posizione compatta, unitaria decisa, non disposta a cedere ad alcun tipo di ricatto, per cui, se voi continuate ad insistere nel mantenere l'iscrizione di questi provvedimenti all'o.d.g., voi continuate a scegliere di bloccare i lavori dell'aula. Se voi sapete che, continuando a mantenere quei provvedimenti, i lavori dell'aula non si sbloccano, siete voi che li bloccate.
Semplicemente, già ieri, noi abbiamo dato un altro consiglio: mettiamo da una parte, senza toglierli dall'o.d.g., questi provvedimenti, non c'è alcun problema, discutiamo contemporaneamente in separata sede su come si possono modificare questi provvedimenti, affinché siano il più possibile condivisi - non dico apprezzati - dall'aula. Dall'altra parte, facciamo lavorare il Consiglio su provvedimenti che, invece, possono essere, se non condivisi, lasciati passare, penso alla legge sulla sicurezza, penso alla legge sull'urbanistica, penso ad una serie enorme di PDL, che sono pronte per essere eventualmente richiamate in aula, discusse e approvate, e anche ad una serie di disegni di legge che potrebbero passare senza grossi problemi di ostruzionismo in aula, svolgendo alcune ore o, al massimo alcune giornate di lavoro.
Quindi, la vostra è una scelta di prevaricazione totale, perché siete voi, come maggioranza, che avete deciso di porre quei punti all'o.d.g., ben sapendo che, così come sono, se non modificati non potranno passare.
Ecco perché noi abbiamo detto, cara Presidente Bresso, che lei prevarica il Consiglio, perché lei impone a noi, come minoranza - ci mancherebbe altro, non parlo dei suoi rappresentanti della sua area - dei punti relativamente ai quali sa benissimo che non c'è alcun tipo, neanche lontano, di possibilità di accordo.
Se lei insiste nell'intenzione di proseguire su quei punti, lei deve essere cosciente che fa perdere tempo a noi e denaro ai piemontesi allontanando sempre di più l'approvazione dei provvedimenti, che, invece il Piemonte aspetta.
Tra l'altro, ce lo avete rinfacciato molte volte in Commissione, il Piano Sanitario è da otto anni che manca in Piemonte, non credo che i 15-20 30 giorni che potevano essere necessari a concludere i lavori di Commissione sul Piano potessero stravolgere la sanità piemontese. Quindi non credo ci sia così tanta urgenza su questi provvedimenti, siete voi a decidere l'o.d.g., siete voi a scegliere se perdere tempo o se lavorare.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, intanto, rimando le accuse alla Presidente. Per quanto mi riguarda, non mi sento né fascista, né dittatore, né altro, anzi con il potere che mi ritrovo, non posso nemmeno esercitarlo volendolo. Sono un semplice Consigliere regionale, per cui qualsiasi cosa dica la Presidente non mi tocca, anche se il fatto in se è estremamente grave perché messo in atto da una Presidente della Regione.
A parte quello, Presidente Bresso, lei oggi è venuta qua in aula e ancora una volta, ci ha fatto un discorso filo materno. Abbiamo già degli Assessori che, ogni volta che vengono qua in Consiglio, soprattutto le donne che siedono qui davanti e anziché rispondere sulla sicurezza sull'ordine pubblico, sul tema sociale e sulla povertà ci fanno prediche e paternali inconcludenti.
Ieri sera, io e il collega Bellion abbiamo partecipato ad una trasmissione in cui sono state fatte vedere delle situazioni veramente tristi, al di fuori dalla realtà in cui noi oggi viviamo, la piaga della società attuale, ossia la povertà. A Torino abbiamo molte persone che vanno a raccogliere quando è finito il mercato la frutta, qualcuno ha detto anche che va a raccogliere il pesce che viene scartato, pensate un po'! Siamo in una situazione disastrosa e devastante.
A questa situazione si è aggiunto la preoccupazione per la salute pubblica e per il diritto ad essere curati a causa degli articoli apparsi a luglio sui quotidiani, dove veniva evidenziato che il Sant'Anna, il Regina Margherita e le Molinette sarebbero stati abbattuti. Questi elementi insieme hanno creato. Quest'estate ho dedicato parte del mio tempo a leggere il Piano Socio Sanitario ho anche letto il progetto della Città della Salute. Ha avuto modo di vedere che lei ha deciso in proprio, senza il coinvolgimento politico nemmeno dei miei colleghi alla mia destra, cioè la sua maggioranza, almeno, ieri il Consigliere Lepri ha detto di essere all'oscuro di tutto. Lo stesso Presidente in una riunione ha affermato che non si potrà decidere su un progetto così importante senza il coinvolgimento delle parti, senza uno studio, senza niente. E' una farsa cari colleghi, nel progetto che è stato consegnato al Ministro Turco è stato già deciso, il luogo in cui verrà costruita la Città della Salute con una riunione tecnica Città di Torino, Regione e Università.
Davanti a questa scelta, chi è il fascista? Chi ha scelto o chi ha diritto di discutere di un progetto che verrà realizzato a discapito del proprio territorio, del luogo in cui è stato eletto. Io faccio politica Presidente, e lei deve fare il Presidente, non può fare il capo politico di maggioranza, faccia il Presidente. Fare il Presidente vuol dire agire fare, adoperando gli strumenti democratici, come dice lei, strumenti che fino a ieri hanno impedito a due Giunte che l'hanno preceduta di votare il Piano Socio Sanitario. Quindi, lei, adesso, non può arrivare pensando di copiare i grandi statisti internazionali, mettendosi alla pari, pensando di risolvere tutti i problemi del mondo e poi vuole uscire tra una settimana dicendo: "Io sono il grillo parlante vero, sono loro che non mi fanno fare niente, vedete, io voglio fare, io sono una persona che sa decidere, una persona che non ha problemi, una persona che non ha paura di niente". Se vuole fare questo, Presidente, non ci riuscirà, perché già su Torino e provincia c'è già un movimento anti-Bresso in corso. Questo è un mio obiettivo politico, lei può dire tutto quello che vuole, però, io sto facendo una battaglia politica e per la battaglia politica ci vuole un confronto politico sul tema politico. Il tema è Città della Salute.
Allora, cari colleghi, vogliamo confrontarci su questo tema? Mettiamo all'o.d.g.. Caro collega Lepri, mettiamolo all'o.d.g., discutiamo del punto cardine del Piano Socio Sanitario, confrontiamoci, facciamoci dare lo studio di fattibilità che il CSI sta elaborando da mesi e non riesce a concludere. Da domani comincerò a leggere pagina per pagina il progetto così ripetendolo faremo qualcosa di utile, invece di fare inversioni all'o.d.g.
Da domani, ogni qual volta toccherà a me parlare, vi leggerò pagina per pagina il documento Presidente, quell'obiettavo che lei ha di scavalcare e fare passare dal punto mediatico che noi siamo i responsabili dell'aumento delle tasse dei cittadini non passerà!



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, per cortesia!



SCANDEREBECH Deodato

Confrontiamoci pure, ma non tocchiamo quelli che sono i testi sacri dalla Costituzione allo Statuto.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, per cortesia!



SCANDEREBECH Deodato

Lo Statuto all'articolo 2 recita...



PRESIDENTE

Prima di prendere l'ordinaria, si fa per dire, gestione dell'aula con l'esame degli interventi, ho ancora le richieste di intervento dei colleghi Muliere, Botta e Chieppa.
Ha chiesto di parlare il Presidente Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, vorrei che l'aula riflettesse soltanto un attimo sul fatto che sia il collega Rossi che adesso il collega Scanderebech hanno detto che le delibere così come sono non passeranno. Benissimo, lascio poi definire queste affermazioni, ognuno di noi può dare la definizione di quello che è stato detto: "Le delibere, così come sono, non passano e non passeranno". Allora, noi potremmo dire che le delibere, così come sono, noi vorremmo farle passare, e passeranno.



(Commenti del Consigliere Scanderebech)



MULIERE Rocco

Sicuramente è una scelta politica, caro Scanderebech! Poi ritorno sulle cose che tu hai detto poc'anzi.
Il Piano è in Commissione dal mese di gennaio. Abbiamo fatto le consultazioni lo scorso anno e, a differenza delle bozze di Piano che avevate presentato nella scorsa legislatura - caro Scanderebech, il Piano che avevate proposto in Aula non c'è mai arrivato - questo Piano è andato in Commissione e adesso è in Aula. Voi non siete stati capaci di farlo perché il Piemonte ha bocciato più volte le diverse bozze di Piano. In seguito, avete fatto la scelta: cero! Se serve, andiamo pure a prendere i verbali delle consultazioni.
Comunque, l'ho detto ieri e lo ripeto: se siete contrari a questo Piano, fate le manifestazioni di piazza come le avevamo organizzate noi.
Fatele! Ma non impediteci di discutere in Consiglio regionale e di tentare se saremo in grado, di approvare il Piano Socio Sanitario. Avete il diritto di opporvi a questo Piano, ma non di impedirci di approvarlo. Avete il diritto di controllare, di criticarci, di manifestare, ma noi abbiamo il diritto e anche il dovere di governare! A gennaio abbiamo iniziato la discussione in Commissione; abbiamo fatto tantissime sedute e a luglio - caro Scanderebech e altri colleghi della minoranza - avete stilato un accordo. E la "Città della Salute" era presente anche nel momento in cui avete firmato quest'accordo.
Adesso qual è il fatto nuovo che è intervenuto da quando è stato firmato l'accordo? La nomina dell'Assessore? Quante volte ce lo avete chiesto in aula: "Presidente, nomini l'Assessore"! La Presidente, come giustamente doveva fare, ha nominato l'Assessore. E' questo il fatto nuovo che oggi ci impedisce di discutere, di confrontarci e di arrivare all'approvazione delle due delibere? Se questo è il tono - "queste delibere, così come sono, non passeranno" va bene: ognuno metterà in campo le proprie forze, in Consiglio e anche fuori dal Consiglio.
Voglio proprio vedere! Sfidiamoci dal punto di vista politico: vedremo se sarete in grado di gestire - non qui, fuori, all'esterno - questo modo di condurre il Consiglio regionale: quello di impedire la discussione e il confronto. La Presidente - si dice - ha prevaricato. Ma dove, quando? Questa maggioranza ha deciso, tempo fa, che questa era una priorità politica - non per noi, ma per il Piemonte - e ha deciso fermamente di continuare la discussione in Commissione. Adesso, però, credo che, dopo nove mesi, quest'Aula, il Consiglio e la maggioranza abbiano il diritto e il dovere di portare a termine questa discussione.
Devo dire che la Presidente Bresso è molto presente anche in Consiglio.
Non dico che sia "troppo" presente; dico solo che, fortunatamente, è molto presente. È una Presidente che interviene nel dibattito, si confronta con le sue posizioni, si confronta con la maggioranza e con la minoranza. Credo che questo sia un fatto positivo, non negativo. Per questo motivo, la ringrazio.
Sarebbe una Presidente giustificata a non esser presente, perché ha tantissimi impegni, ma la Presidente è qui con noi, come lo è sempre stata in questi due anni e mezzo, a confrontarsi con il Consiglio, anche in modo animato. Per questo motivo, la ringrazio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Inizierò il mio intervento ricordando alcune "banalità" alla Presidente. Alla Presidente ricordiamo che questo non è un Comune, che lei non è il Sindaco di una città, che non è presidente di un'Amministrazione provinciale, ma è Presidente della Regione Piemonte e si confronta con un'assemblea legislativa. Purtroppo, le assemblee legislative sono organi dove il dibattito si apre e si svolge con tempi dettati anche da norme statutarie e regolamentari.
Presidente, i primi a voler cambiare il Regolamento siamo stati noi.
proprio l'attuale minoranza a sapere per prima quanto sia inadeguato questo Regolamento, perché nessuno può dimenticare quante volte, nella scorsa legislatura, proponemmo all'attuale maggioranza, rappresentata anche da autorevoli Consiglieri ancora oggi presenti, di cambiare il Regolamento, al fine di dare più capacità di decisione a quest'Aula. E lo chiedevamo per l'attuale legislatura, non con effetto immediato; eppure, da quei banchi dove ci sono persone che hanno partecipato a quelle discussioni, la parola che veniva detta era una sola: "Niet. No, non si può".
Noi non ci siamo mai permessi, neanche nei momenti di ostruzionismo peggiore della passata minoranza, di chiamare gli amici Moriconi, Chiezzi e altri fascisti, comunisti o uccisori della democrazia. Mai! Abbiamo lavorato per dieci anni con una minoranza che faceva il suo dovere, ma ci abbiamo messo la pazienza che ci voleva. E abbiamo sempre ottenuto quello che volevamo ottenere stando in Aula, facendo fatica e sacrificandoci, cosa che voi e la vostra Presidente probabilmente non volete fare. Questo non va bene! Le soluzioni, cari amici della maggioranza, non si ottengono con gli epiteti (devo dire che il fatto di essere chiamato fascista sinceramente non mi fa né caldo né freddo, non sono neanche come quel mio collega deputato che tutte le volte che lo chiamavano fascista diceva che godeva perché i tempi sono passati) e non è nemmeno con le sedute ripetute all'infinito che si risolve questo problema.
Noi diciamo che questo Piano non passerà e non passerà mai, perch rispetto a questo documento ci vuole una soluzione politica, perché qui si fa politica. Se non siete capaci a dialogare e non siete capaci a mediare le situazioni, cambiate mestiere, perché politica vuol dire anche mediazione e riconoscimento delle ragioni altrui. Imparate le regole base della democrazia! Imparatele! Non rifugiatevi dietro gli epiteti dati agli altri, dietro le false promesse.
Sicuramente noi non abbiamo - lo ammetto, collega Muliere - la capacità di mobilitare le piazze che avete voi. Non abbiamo le Amministrazioni comunali che, dietro ad un ordine proveniente dalle segreterie dei partiti come successe nella scorsa legislatura, portano la gente in piazza. Non abbiamo i falsi comitati in difesa della salute che voi sapete organizzare.
Siamo diversi. Può essere un bene, può essere un male.



(Commenti in aula)



BOTTA Marco

Siamo diversi solo nel senso politico, collega Burzi. Siamo differenti.
Abbiamo una tradizione politica diversa. Il nostro elettorato è un elettorato diverso, non è un elettorato inquadrato, intruppato, legato alle centrali sindacali, che dà ascolto ai sindaci politicizzati, a certi vescovi che dai pulpiti mandano certi messaggi, a volte non proprio condivisibili, ai comitati falsamente creati.
Comunque, sappiamo che in Piemonte sta montando l'insoddisfazione rispetto a questo Piano.
Dico ancora solo una parola, Presidente, me lo permetta.
A proposito di prevaricazione, caro collega Muliere: non è prevaricazione quella di una Presidente che, dopo due mesi che ha ricevuto una richiesta di incontro da parte del sindaco della terza città del Piemonte - Alessandria - non si degna di riceverlo? E' una vergogna che io denuncio qui. Noi diamo spazio a sindaci di 700 800 abitanti, fermiamo opere internazionali per i dissapori di 10 mila abitanti e non sentiamo il sindaco di una città di 90 mila abitanti e di un territorio che rappresenta 200 mila abitanti.
Questa è la vera vergogna! Queste sono le vere prevaricazioni che lei non dovrebbe permettere, proprio perché è cittadino di quella città.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Intervengo visto che sono stato chiamato in causa dal collega Muliere. A me fa specie che il Capogruppo del partito principale del centrosinistra non evidenzi l'aspetto legislativo di questa assemblea. Mi spiego meglio.
Consigliere Muliere, una Presidente di Regione è cosa diversa dal sindaco di Torino ed è diversa dal Presidente della Provincia. Si tratta di tre ruoli diversi.
L'ha spiegato anche il collega Botta all'inizio: questa è un'assemblea legislativa, mentre la n. 515 e le altre leggi che si sono susseguite hanno dato poteri diversi ai sindaci e ai Presidenti delle Province.
Questa è un'assemblea legislativa, ed è cosa diversa. In un'assemblea legislativa voi avete il diritto di portare avanti le vostre iniziative politiche; avete il diritto e il dovere di governare, ma sempre nel rispetto dell'assemblea legislativa.
Lei, Vicepresidente Placido, non può permettere una cosa del genere.
Lei, che è stato protagonista in modo costruttivo, cioè facendo opposizione negli anni passati, intavolando, indirettamente, una specie di confronto e quindi di dialogo.
Come ricorderà, anche sul buono-scuola abbiamo passato giornate serate, mesi; l'abbiamo rinviato da una legislatura all'altra, ma poi alla fine siamo arrivati a "partorire" una legge. Poi, voi l'avete modificata di nuovo, ma tutto è modificabile ed aggiornabile: ci mancherebbe! Ma torniamo al collega Muliere. Premesso che la Città della salute era presente nel Piano Socio Sanitario anche a luglio e in quell'accordo - al quale io non ero presente ma rivendico al 100% il lavoro del mio collega Guida, quindi non lo disconosco, anzi! - era previsto che la Presidente Bresso venisse in aula a relazionare sullo stato dell'arte del nuovo polo sanitario e della sua eventuale collocazione a Grugliasco.
Collega Boeti, mi rivolgo alla maggioranza per sapere che cosa ha detto la Presidente Bresso, quando si è presentata a fine luglio, a proposito della "Città della salute".
Io i patti li rispetto sempre; anzi, nella mia breve vita politica proprio perché ho sempre rispettato i patti, ci ho rimesso. Ma non c'è problema: sono integro, sono sano e la mia dignità non la metto e non si mette in discussione; ma questo - ripeto - è uno dei motivi per cui ogni tanto in politica si rimane scottati. Però vado avanti, è il mio modo di vivere e vado avanti in questo modo.
Ritorniamo invece a quelle che sono le funzioni legislative di quest'aula e della Regione. Esiste uno Statuto; lo Statuto, subito all'articolo 2 - visto che la Presidente Bresso non l'ha mai letto, glielo leggo io - recita: "La Regione opera nell'ambito dei poteri riconosciuti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato ed esercita la propria autonomia per realizzare l'effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'attività politica, economica e sociale della comunità regionale e nazionale". Mi fermo qui, ma ripeto le parole: "... la propria autonomia per realizzare l'effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'attività politica, economica e sociale della comunità regionale e nazionale".
I cittadini sono stati coinvolti nel progetto Città della salute? Tutti noi siamo stati coinvolti nella scelta del luogo? Questo è il punto cardine, sia del Piano Socio Sanitario sia della mia battaglia politica.
Forse i miei colleghi e tutte le altre forze politiche che mi stanno qui accanto sono più forti, sono più potenti, hanno più Consiglieri. Non so cosa succederà nei prossimi mesi, ma, fino a quando avrò la forza di resistere fisicamente, e mi auguro che anche loro mi sosterranno in questa battaglia, che non è solo mia, ma di tutti i cittadini.
Questa è mancanza di democrazia. Voi dovreste ribellarvi a questa cosa perché io ho grande stima di tutte le persone che sono state elette e che siedono alla mia destra.
E' di questo che lei, Presidente, si deve far garante, cioè del coinvolgimento di tutti noi in una scelta così importante e strategica per tutto il Piemonte e per tutti i cittadini piemontesi.
Quindi, non prendiamoci in giro. Io non voglio essere preso in giro non voglio prendere in giro, non voglio passare per cretino e nemmeno per fascista.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

La ringrazio. In realtà mi scuso con lei e con i colleghi perché ero già intervenuto in questo dibattito, ma se è consentito - e spero lo sia reintervengo, perché una parte dell'intervento del collega Muliere merita per quanto riguarda il nostro gruppo, una replica ufficiale.
Ometto tutta un'altra parte di valutazione politica, su cui non esprimo niente, perché come ho detto più volte non mi pare questa la sede e non c'è neanche tanta stampa. Invece c'è una parte che ci riguarda, perché, nella foga della discussione, sono state dette delle imprecisioni.
Come gruppi d'opposizione, ieri abbiamo redatto un documento, che è il comunicato stampa che porta le firme di 5-6 Capigruppo d'opposizione e conseguentemente dei Gruppi che rappresentiamo: tutta la Casa delle Libertà, il Consigliere Lupi, il Gruppo misto del Consigliere Monteggia. So che il Gruppo dei socialisti, sul documento specifico che abbiamo presentato ieri, ha una posizione intermedia. Ci sono delle valutazioni politiche che abbiamo già fatto e che pertanto non ripetiamo.
A pagina 2, a titolo d'esempio, c'è una decina di punti, che iniziano dalla Città della salute ed elencano una serie di temi che, chi frequenta la IV Commissione ha già sentito, ma che per comodità - ieri dei giornalisti, e anche di chi fa il lavoro del Capogruppo Muliere, il lavoro mio come quello del Capogruppo Lepri e di tutti i Consiglieri - è diventato un documento; parlo di ieri, non della scorsa legislatura o di cinque-dieci anni fa, non perché non sia importante quello che è successo ieri, ma perché secondo me è più importante che cosa succederà domani.
E' una valutazione soggettiva.
Quelli sono punti, secondo noi, di merito che devono essere trattati. A noi pare che la sede tecnica corretta per trattarli sia la Commissione, ma in Aula non è impossibile farlo.
Il documento specifico è la delibera n. 161 o un documento simile: quello è il tema del merito. Tradotto in politichese chiaro, significa che esaurite le esigenze d'informazione, visti i punti che noi poniamo e se ci possono essere delle soddisfazioni politiche nell'ambito di quei punti come ho sempre detto - e ripeto - non è nostro obiettivo che quel documento non passi mai, ad oggi. Il Capogruppo Rossi è invece stato chiarissimo già a luglio su un tema che riguarda specificamente il suo partito e il suo territorio. In merito, il nostro gruppo condivide la necessità che sul tema sia fatta chiarezza, non soltanto per il territorio alessandrino, ma in maniera sistemica; quindi, c'è adesione, magari espressa con toni diversi ma c'è identità di vedute.
Credo che, se glielo chiedete, il collega Cavallera, in due-tre ore, vi convincerà tutti, perché o gli dite sì, altrimenti lui va avanti per altre tre-quattro ore. Io lo conosco e anche voi lo conoscete bene da parecchi anni.
C'è una condizione politica non facilmente trattabile. Tutto è trattabile, ma ce n'è una che è molto difficilmente trattabile: quella della Città della salute, non tanto il quando, con chi e come, ma il dove.
Certo noi consideriamo la sede di Torino una condizione politica difficilmente trattabile, quasi impossibile, se devo essere sincero. Per lo dichiariamo con assoluta chiarezza, come facemmo nel momento in cui il dibattito è avvenuto. O, meglio, dove è avvenuto prevalentemente, perch pregherei i colleghi della maggioranza di ricordare l'intervento di ieri della Consigliera Ferrero, rispondendo ad un intervento del collega Lepri.
La collega, più o meno, diceva: "O ci sono degli strumenti nuovi, che nel frattempo sono nati, o non capisco, su questo e su altri temi, dove il Presidente Lepri pensi di trattarli. Noi, comunque, qualunque cosa pensi il collega Lepri - mi pare continuasse la collega Ferrero - e in attesa di nuovi strumenti, pensiamo di trattarli qui, in questo momento: Aula o Commissione è indifferente".
Questa è la nostra impostazione, sicuramente legittima e io spero anche condivisibile. Questo per quanto attiene la proposta di deliberazione n.
161. Il documento è di ieri e i punti sono elencabili lì: sono dieci o undici, non certo per richiami all'Antico Testamento, alle Tavole o a quant'altro, ma anche per sintesi necessaria sia per i giornalisti, sia perché non facciamo distinzione per la politica.
Veniamo alla proposta di deliberazione n. 162. Il Capogruppo di maggioranza, Rocco Muliere, sa (non gli chiedo di testimoniarlo, ma so che lo sa) che sulla proposta di deliberazione n. 162 abbiamo, dal giorno in cui è stata presentata, prevalentemente una prima obiezione irrisolta abbiate la compiacenza di convincermi di aver torto o di risolverla - sugli accorpamenti, sui quali non siamo affatto aprioristicamente contrari.
O noi non troviamo i criteri sulla base dei quali...



(Brusìo in aula)



BURZI Angelo

C'è del masochismo. C'è del masochismo forte! O noi non troviamo i criteri sulla base dei quali questa delibera è stata presa, che è possibile...



PRESIDENTE

Per cortesia, Presidente Burzi, la invito a concludere.



BURZI Angelo

Smetto, perché, evidentemente, davvero non ci tenete a farla approvare.
Però francamente - lo dico perché non ho bisogno né del suo voto né dei vostri - pensavo davvero che a qualcuno interessaste che questa cosa avesse fine.
Quando cambiate idea, chiamatemi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Presidente, le chiederei una sospensione dei lavori del Consiglio di mezz'ora, per permettere alle Consigliere di partecipare alla conferenza stampa della Consulta delle elette, programmata da tempo, che avrà luogo fra due minuti, come lei sa, nella Sala dei Presidenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Colleghi, diamo l'opportunità alle colleghe che lo desiderano, di partecipare alla conferenza stampa della Consulta delle elette.
Prima di sospendere la seduta, avevo ancora una richiesta d'intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente. Spero che ci sia un minimo d'attenzione e che questo prossimo appuntamento non faccia smobilitare subito l'Aula.
Perché pur avendo qualche difficoltà e un po' di disagio ad intervenire in questo dibattito, come avrete visto, i colleghi del mio Gruppo e il sottoscritto in modo particolare non ci siamo particolarmente distinti in interventi in questi giorni, perché riteniamo che alcuni aspetti di questo dibattito siano francamente deprimenti. Proverò comunque ad intervenire questa mattina, perché, in modo particolare dai banchi dell'opposizione, è arrivato anche qualche tentativo di descrivere l'attuale momento del nostro dibattito come strettamente intrecciato ad un'idea di democrazia. Abbiamo sentito anche alcune lezioni, e penso al collega Botta, che mi spiace che non ci sia più questa mattina.
Proverò, dunque, ad interloquire con questi colleghi, perché è molto importante, da questo punto di vista e sotto questo profilo che è stato evocato, approfondire la questione.
stato detto, sia dal collega Botta che dal collega Rossi, che questo Piano non passerà, per cui bisogna che questa maggioranza si acconci, in qualche modo, ad arrivare a qualche linea di compromesso (non ricordo esattamente le parole che ha usato il collega Botta, ma più o meno era questo ciò che voleva dire).
Io sono affezionato ad un modello di democrazia che dovrebbe essere diciamo così, appannaggio anche del collega Botta e credo anche del collega Rossi; un modello di democrazia che tenta, in qualche modo, di far confrontare, in maniera agonistica, dei soggetti che hanno delle idee chiare sul mondo e sulle cose, in questo caso sulla sanità.
Scopro che non è così. Scopro che il collega Rossi e il collega Botta ci chiedono, sostanzialmente, di adagiarci su uno schema che va molto di moda in questi ultimi anni, secondo il quale lo schema generale deve essere condiviso da tutti e non c'é più storia; la storia è finita e noi ci dobbiamo confrontare semplicemente con degli accomodamenti tecnici perch tutto sommato, dobbiamo condividere un quadro generale. Non è così, cari colleghi. Credo che questo sia il vostro limite.
Penso che siamo di fronte ad una visione del mondo - del mondo sanitario in particolare - che questa maggioranza vi propone, e che voi non siate stati in grado di costruire in modo compiuto nel passato. Pertanto richiamandomi ad un'idea di "democrazia agonista", che fa confrontare fra loro i soggetti, vi chiedo, esattamente di confrontarvi con questa visione del mondo sanitario che noi vi proponiamo.
Per fare questo - naturalmente in quadro condiviso di regole, perch non penso che il conflitto debba essere distruttivo, ma comunque ci deve essere - vi chiedo di confrontarvi. Rifiuto e rimando al mittente, quindi l'idea che trovo deleteria soprattutto dal punto di vista democratico.
Perché se oggi c'é una crisi della politica è anche perché qualcuno sostiene che non ci sia più differenza fra la destra e la sinistra. Invece secondo me, questa differenza c'è e credo che sia interesse anche vostro che questa diversità sia visibile e rimarcabile, perché altrimenti la crisi della politica continua ad andare avanti, s'incancrenisce e diventa sempre peggio.
Vi chiedo di poter ricostruire insieme un'idea in cui la nostra e la vostra funzione sia riconoscibile da tutti, perché altrimenti non si capisce più che cosa stiamo facendo qui. Non siamo qui a confrontarci su decisioni tecniche di dettaglio. Qui, davanti a tutti voi, c'é un progetto: vi chiediamo di confrontarci antagonisticamente su questo progetto.
Credo che sia nell'interesse di tutti farlo, perché diversamente non si capirebbe più qual è la nostra funzione qui dentro. Tra l'altro, da questo punto di vista, degli spazi ci sono, perché l'Assessore Artesio, in modo particolare, ha dimostrato di saper accettare un confronto agonistico e di saper stare su questo terreno già in Commissione, quando, con gli emendamenti di merito, qualcosa è stato fatto e detto.
Ho terminato, Presidente. Mi consentirà un'ultima battuta su ciò che sosteneva il collega Botta: io rispetto il Sindaco di Alessandria e la richiesta del Comune di Alessandria nel suo complesso.
So che l'Assessore Artesio sta lavorando in queste ore per arrivare a quell'incontro. Ritengo che sia importante farlo. Penso, però, che quell'incontro vada ricondotto a quello che è realmente, cioè un incontro con un Comune della Provincia di Alessandria. Quel Comune e quel Sindaco rappresentano esattamente quel Comune e quel territorio, non più di questo.
La Provincia di Alessandria è un qualcosa di più complesso e di più ampio.
Grazie.



PRESIDENTE

Colleghi, la seduta è sospesa.
I lavori riprenderanno alle ore 12.00.



(La seduta, sospesa alle ore 11.36 riprende alle ore 12.05)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Buongiorno a tutti, la seduta riprende.
Abbiamo una nutrita serie d'inversioni da esaminare.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Intanto, vorrei sapere chi è l'Assessore delegato a rappresentare la Giunta? Quando avrò la risposta, continuerò.



PRESIDENTE

La Giunta è rappresentata come sempre dal Presidente, in assenza dal Vicepresidente o dall'Assessore più anziano. Dovremmo parlare di Piano Sanitario ed è presente l'Assessore Artesio. È presente anche la Presidente Bresso.



GHIGLIA Agostino

Dov'è? Presidente, che venga la Presidente o il Vicepresidente.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, lei sa che la Giunta è rappresentata in Aula dal Presidente, dal Vicepresidente o dall'Assessore più anziano.



GHIGLIA Agostino

Presidente, lei sa che ogni volta che non c'è il Presidente o il Vicepresidente c'è una delega ad uno dei membri della Giunta. Visto che siamo su un dibattito sulle dichiarazioni della Presidente Bresso, io voglio sapere chi la rappresenta. Non chiunque, chi capita o passa di qui per caso mentre va a fare la spesa ed ascolta il dibattito del Consiglio regionale del Piemonte.
Altrimenti, si chiude qui il Consiglio. Presidente, se non c'è la Giunta rappresentata, il Consiglio si chiude subito.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, la Presidente è qui presente in Aula.



GHIGLIA Agostino

Presidente, non è in Aula la Presidente.



PRESIDENTE

nella struttura del Consiglio regionale.



GHIGLIA Agostino

La Presidente deve essere presente in Aula, non nella struttura. Io non parlo ai muri, non parlo alla struttura portante! Io voglio la Presidente o il Vicepresidente perché questo dicono i Regolamenti, che vi piaccia o meno. Altrimenti, si chiude il Consiglio e si aggiorna.
Ci sono delle ore in cui poi ci si dà del lei, Presidente. Non esageriamo! Sto aspettando la Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ovviamente, condivido in maniera totale quanto ha detto il collega Ghiglia. Aggiungo - perché tendo sempre a far prevalere la politica - che nell'ambito della fase precedente, che ha avuto anche dei contenuti importanti, manca - e questo è compito dell'Ufficio di Presidenza definire quando ci occuperemo...
Presidente, mi stia a sentire, sto lavorando per lei.
Condividendo totalmente quanto dice il collega Ghiglia, aggiungo che c'è un secondo motivo per riflettere, oltre a quello totalmente condivisibile detto dal collega Ghiglia, manca una decisione che deve assumere l'Ufficio di Presidenza su quando ci occupiamo della Birmania. C'è una mia proposta che non pretendo affatto che venga accettata, ma una decisione deve essere presa.
In più, siccome tendiamo tutti a condividere almeno l'inutilità dei nostri lavori, non è obbligatorio che ci facciamo proprio sempre e solo del male. Ogni tanto, ci si può fermare e usare questa cosa che c'è all'interno della calotta cranica, magari, smovendola un po', due o tre neuroni s'incontrano e si parlano, e rimandare alle 14 l'inizio dei nostri lavori oltre che per fatti formali inaccettabili, anche per esigenze politiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Chieppa, in qualità di Consigliere, sull'ordine dei lavori...



(Commenti fuori microfono)



CHIEPPA Vincenzo

Visto che tutti intervengono, giustamente, nell'ambito del Regolamento ma liberamente, come si dice in questi casi, vorrei...



(Accesi commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Burzi, lei ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori e il Consigliere Chieppa ha chiesto...



(Accesi commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, il Consigliere Chieppa ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori. Parlerà sull'ordine dei lavori, dopodich prenderemo una decisione. Se la Giunta sarà presente in Aula con la sua Presidente...



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è che aspettiamo che arrivi, lei deve garantire che ci sia.



PRESIDENTE

Per intanto, devo garantire la possibilità a tutti i Consiglieri che lo chiedono di intervenire. Il Consigliere Chieppa, ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori.



(Accesi commenti in aula)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.13 riprende alle ore 12.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Chieppa, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Ovviamente, ringrazio il Presidente perché, giustamente, garantisce i Consiglieri nella propria facoltà di intervenire, nell'ambito del Consiglio. Dico questa cosa ma, ovviamente, il livello di attenzione rispetto a quello che si dice è basso, dopo tante ore di seduta consiliare.
Quindi, a beneficio del verbale e proprio sull'ordine dei lavori, devo lo dico con tono tranquillo, ma molto fermo - denunciare la situazione in cui ci troviamo, denunciare i fatti accaduti poc'anzi quando, addirittura oltre ad aver paralizzato, ormai da giorni, l'attività del Consiglio, si vuole trasformare l'Aula - diceva bene la Presidente - in un bivacco.
Riprendo quest'affermazione dalla Presidente.
Siamo arrivati al punto che un Consigliere di maggioranza, secondo loro, non può neanche più permettersi di intervenire. Mi pare che stiamo davvero superando il limite.
Presidente, la ringrazio perché lei non si sta comportando da uomo di partito, ma mi pare stia esercitando una pazienza infinita rispetto a quello che sta accadendo in quest'Aula. Stiamo esercitando tutti una pazienza infinita, Presidente.
Credo che dovremmo valutare attentamente, rivedere, rileggere se nelle pieghe del Regolamento - ma so che il Presidente lo sta facendo - vi è qualche possibilità per porre fine a questa sceneggiata.
Qui abbiamo anche Consiglieri che indossano magliette con scritte: ormai la dignità e il decoro di quest'Aula...



(Commenti del Consigliere Scanderebech)



CHIEPPA Vincenzo

Lei sa, Presidente, lo sanno tutti, quanto i comunisti hanno sempre tenuto al decoro dell'istituzione, anche quando militano nelle file dell'opposizione e della minoranza. Io credo che si stia superando il segno.
Presidente, in conclusione voglio esprimere, non solo a titolo personale ma a nome del Gruppo e anche del mio partito, il sostegno e la solidarietà alla Presidente della Regione Bresso, che è da settimane sottoposta a un continuo bersagliamento fatto non di divergenze politiche ma di insulto personale. È una cosa che noi comunisti, anche quando critichiamo, anche quando siamo all'opposizione, non ci permettiamo di fare.



(Accesi commenti dai banchi della minoranza)



CHIEPPA Vincenzo

Ha ragione la Presidente Bresso: noi ci troviamo di fronte a un'opposizione culturalmente di matrice fascista. I cittadini del Piemonte e la nostra Regione hanno il diritto di avere un Piano Sanitario regionale.
Bene ha fatto la Presidente a denunciarlo: di matrice culturalmente fascista. Lo hanno dimostrato e lo stanno dimostrando.
Noi comunisti non abbiamo mai avuto paura dei fascisti!



CHIEPPA Vincenzo

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CHIEPPA Vincenzo

Presidente, gli tolga la parola!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, non possiamo pensare di condurre i nostri lavori usando toni, atteggiamenti gli uni verso gli altri che trascendono dal rispetto personale e dagli insulti. Questo vale per qualsiasi persona, in primis per chi presiede l'Assemblea.
Non è possibile che noi conduciamo i dibattiti senza un minimo di rispetto personale, quindi colleghi, per cortesia, adesso non ci sono le condizioni per aprire la discussione. È stata sollevata la questione dell'assenza della Presidente e del Vicepresidente della Giunta in un dibattito che comunque attiene anche ad alcune dichiarazioni riportate questa mattina sui giornali.
Non vedo le condizioni per continuare nei nostri lavori.
Mi scuso con i colleghi Boeti e Dalmasso, che mi hanno chiesto di intervenire sul tema, ma avrò cura di dare loro la parola, se la chiederanno, all'inizio della seduta pomeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.20)



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