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Dettaglio seduta n.230 del 26/09/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 20.34 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 21.00)



(La seduta ha inizio alle ore 21.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boeti, Bossuto, Chieppa, Leo Lepri, Manolino, Pedrale, Placido, Rabino, Ricca, Rostagno, Spinosa e Valloggia.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richieste inversioni ed iscrizioni nuovi punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Procediamo con le richieste d'inversione e iscrizione nuovi punti all'o.d.g.
Richiesta rubricata n. 1) presentata dalla Presidente Bresso: per la sedata serale odierna si richiede l'inversione dell'o.d.g., ponendo al punto 2 la proposta di deliberazione n. 162 e al punto 3 la proposta di deliberazione n. 161.
La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Molto brevemente.
La ragione di questa richiesta d'inversione è mossa dal fatto che l'individuazione delle aziende sanitarie locali e dei relativi ambiti territoriali, dopo l'approvazione della legge che le ridefinisce, è urgente.
Abbiamo preso l'impegno a ricondurre la spesa sanitaria dentro i limiti del patto per la salute, in modo strutturale. Questo fa parte delle misure strutturali che devono poter partire per ragioni informatiche e organizzative - in altre parole di riorganizzazione del sistema - dal 1 gennaio.
più urgente del Piano Socio Sanitario che, come ho già detto, è anch'esso urgente, ma essendo più breve, riteniamo possa essere votata prima. Questo consentirebbe anche, se del caso, di inserire al fondo del Piano Sanitario, com'è stato più volte chiesto, una tabella riassuntiva per ASL e per ASO dei posti letto totali e per specialità che, ad oggi, non è stata inserita proprio perché la delibera sulla riorganizzazione, avvenendo dopo, non consentiva di unire una tabella.
Questa nell'ipotesi che se ne continui a chiedere la predisposizione.
Per questo, chiedo di invertire i due punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ci sono interventi in senso contrario? Pregherei di fare prima gli interventi in senso contrario e poi procediamo con la votazione. In seguito, gli interventi sull'ordine dei lavori.
stata avanzata una richiesta di tipo procedurale, Consigliere Rossi quindi chiedo che, chi lo desidera, intervenga in senso contrario.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Non vorrei sbagliarmi, ma gli inserimenti all'o.d.g. dovrebbero avere la precedenza sulle inversioni. Poiché sono stati presentati abbondanti inserimenti che si fanno in apertura di seduta, le chiedo di porre in votazione gli stessi, prima delle inversioni.



PRESIDENTE

Non c'è nella norma dell'articolo 51 del Regolamento - anche secondo il parere del personale tecnico di supporto all'Ufficio di Presidenza - o nessun'indicazione che stabilisca una priorità tra iscrizioni e inversioni.
La richiesta è giunta per prima, quindi la metto in votazione per prima. L'articolo 51 stabilisce che gli interventi sull'o.d.g. sono preliminari rispetto alla discussione dei punti, quindi le richieste d'iscrizione e inversione le abbiamo esaminate prima della discussione nel merito dei punti.
Non abbiamo mai, finora, tenuto una priorità dell'inversione rispetto all'iscrizione, e viceversa. Quella è la prassi che fino ad ora abbiamo seguito. Mi pare che questo non alteri l'economia dei nostri lavori, posto che segue un numero considerevole di richieste d'iscrizioni che dovranno essere messe in votazione.
Abbiamo una lunga serie di punti da esaminare, ma darò a tutti la parola sull'ordine dei lavori. È stata sollevata una delle cinquanta richieste proposte, la prima avanzata dalla fine della seduta precedente dalla Presidente Bresso, che l'ha illustrata. Se ci sono Consiglieri che intendono intervenire in senso contrario, sono pregati di farlo, altrimenti la metto in votazione e poi procediamo.
Ha chiesto di intervenire, in senso contrario il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Al di là di quello che recita l'articolo 51, è evidente che l'inversione deve essere successiva all'inserimento. L'inversione di un o.d.g. attiene ad un o.d.g. che sia definito.
Dal momento che bisogna, necessariamente, definire l'o.d.g. prima di poterlo invertire, è naturale che prima si debba definire quale o.d.g. e quindi verificare se gli inserimenti proposti sono o meno accettati.
Successivamente all'approvazione di un o.d.g. definitivo, il Consiglio potrà esprimersi se invertirne dei punti.
A questo punto, il Presidente pone in votazione l'inversione di un o.d.g. che non abbiamo assolutamente ancora definito in alcuno dei suoi contenuti, anzi, sono pendenti almeno una quarantina di nuovi inserimenti.
Credo che si possa affrontare la decisione di votare a favore o meno dell'inversione di un o.d.g. solo o quando l'o.d.g. è stato definito dall'Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Faccio anticipatamente presente che l'articolo 51 del Regolamento, ma anche da nostra prassi, stabilisce che l'o.d.g. sia definito, a seguito degli esiti raccolti dalla Conferenza dei Capigruppo, dal Presidente.
Attiene alla patologia, ma uso questo termine in senso non negativo, del sistema, il fatto che possa essere corretto in corso d'Aula.
Il nostro Regolamento prevede due forme di intervento: l'iscrizione e l'inversione. L'iscrizione, per ovvie economie dei lavori, è una facoltà concessa solo all'inizio dei lavori; l'inversione è una facoltà concessa in ogni momento perché attiene ad un intervento minore.
Dal punto di vista normativo e regolamentare non ci sono vincoli. La prassi è anche in questo senso e non ho alcuna controindicazione rispetto alla conduzione dei lavori perché i nostri lavori saranno guidati dall'esame di tutte le richieste.
Consigliere Botta, in senso contrario è già intervenuto il Consigliere Cirio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Al di là della questione tecnica, ci pare che questa scelta - avanzata tra l'altro, in maniera molto autorevole perché è firmata dalla Presidente della Giunta, quindi massima autorità dell'Esecutivo - abbia anche un significato politico.
La maggioranza abbandona il Piano Sanitario perché, evidentemente, se dopo poche ore dall'inizio del dibattito la Presidente della Giunta declassa al secondo punto il Piano Sanitario e mette al primo punto la questione degli accorpamenti, vuol dire che il massimo dell'interesse politico è quello che, non appena finirà questa fase della nostra vita consiliare, si procede con l'accorpamento delle ASL. Questo non è un segnale politico di poco conto, è un segnale politico importante.
Le voci che girano in Piemonte di abbandono di interesse, da parte della maggioranza del Piano Sanitario, sono confermate questa sera.
La maggioranza s'impegna a voler svolgere, come primo punto, uno dei punti più delicati, addirittura al di fuori della programmazione sanitaria cioè senza Piano Sanitario votato. Si vuole arrivare subito all'accorpamento, a uno dei punti più delicati, ma più concreti, di questo pacchetto di provvedimenti sulla sanità.
Non mi sembra che questo sia di poco conto, ma da sottolineare, anche perché sappiamo che sugli accorpamenti si stanno verificando dei casi in cui la popolazione, le Istituzioni e i Sindaci, man mano che trascorre il tempo, comprendono che molti di questi accorpamenti sono forzosi. Quindi proprio lì si vuole andare a forzare, non appena si potrà, spero il più tardi possibile. Spero sempre che la politica, poi, si metta in moto e si lasci in pace il muscolo. A qualcuno piace prima fare sentire il muscolo va bene, andiamo avanti così! Il fatto che si voglia cambiare, che si lasci da parte la tanto declamata programmazione e la tanto declamata esigenza di avere il Piano Sanitario al più presto, sottolineando di voler subito procedere all'accorpamento - quella è la "ciccia" vera del Piano Sanitario o di questi provvedimenti sanitari, è lì che si toccano i nervi scoperti, è lì che, sostanzialmente, si conclude tutta quest'operazione, che in gran parte è già stata anticipata, a Piano Sanitario vecchio, concretamente nelle ASL la dice lunga anche su quest'ammorbidimento, su questa volontà di non credere neanche più nella stessa maggioranza, ma, soprattutto, dalla Presidenza della Giunta, su questa panacea, che doveva riformare e far rifiorire la sanità piemontese.
Invece, oggi, addirittura, questa è abbandonata e posposta ad una deliberazione di accorpamento, che da sempre è una conseguenza del Piano Sanitario e non un antecedente: in base al Piano Sanitario si procede negli accorpamenti e non, prima, gli accorpamenti e, poi, il Piano Sanitario.
Mi stupisco che anche gli esponenti più illuminati della maggioranza permettano un'operazione di questo tipo, che stride proprio per la sua non congruenza rispetto ad un disegno complessivo, che noi non comprendiamo e non riteniamo giusto, ma che, tutto sommato, per lo meno aveva una sua logicità; adesso, anche questa logicità decade.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione all'o.d.g.
rubricata n. 1.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Scanderebech, che interviene sull'ordine dei lavori.



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, volevo sottolineare a lei che è la terza legislatura che il sottoscritto siede in questi banchi ed è la prima volta che succede, lo faccio presente anche alla direttrice lì presente.
la prima volta che si verifica che ci siano dei nuovi inserimenti e che si decide di discutere quello che c'è prima relativo all'o.d.g.
la mia terza legislatura ed è la prima volta che succede, glielo dico, lei ha fatto una forzatura. Io a memoria non conosco gli articoli, io vivo la quotidianità e gli articoli non me li ricordo, però, l'ho sempre fatto e l'ho sempre sostenuto, non è mai successo.
Lei, adesso, lo ha fatto. Ancora una volta, colleghi, è riuscito a fare anche tutto quello che non si è fatto dal 1972 ad oggi. Questo è a dimostrazione che continuate a usare i muscoli e lei, Presidente, non fa il Presidente dell'Assemblea.
Quindi, glielo dico, poi faccia quello che ritiene giusto. Lei non è stato chiamato per fare scelte politiche, bensì per rappresentare tutti noi e per rendere quest'Aula più democratica possibile. Non era mai successo andate a vederlo, fate quello che ritenete opportuno, noi siamo qui, non è questo che cambia la vita.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, fermo restando che la sua valutazione è assolutamente meritevole di attenzione, lei, giustamente, può fare le osservazioni politiche che ritiene, anche rispetto ai comportamenti di codesta Presidenza. Le faccio presente che il dato elettorale-normativo e la prassi, come anche verbalizzata finora, seguita da me e dai miei predecessori è nel senso in cui mi sono orientato, fermo restando, che chiaramente, ciascuno può fare le valutazioni che ritiene più opportune. Se vuole, avremo occasione di dimostrarglielo rispetto alla verbalizzazione delle sedute passate.
La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Signor Presidente, al di là del merito dell'inversione - non è questo che si contesta - qui ci sono delle regole, che, evidentemente, vanno rispettate e applicate con uniformità, nel rispetto anche del sistema delle fonti del diritto internamente a questo Consiglio. È vero che c'è un Regolamento, è vero che c'è una prassi, ma la prassi è residuale sul Regolamento, per cui lascerei perdere la prassi, essendo fonte residuale degli usi e consuetudini.
Qui abbiamo un Regolamento chiaro e credo che questa sera lei non abbia rispettato il Regolamento che sovrintende l'attività di questo Consiglio.
L'articolo 51 da lei citato nulla dice in merito a chi ha la priorità, se sono gli inserimenti o le inversioni, ma è implicitamente evidente che un inserimento all'o.d.g. è precedente ad una richiesta di inversione dei punti all'o.d.g., non possiamo contestare questo principio che evidentemente, expressis verbis è nella norma. È come - uso una metafora non proprio omerica - se lei decidesse di sostituire - usiamo una metafora calcistica visto che qualcuno, questa sera, gioca a calcio, mentre noi siamo qui in Consiglio - un giocatore prima di avere stabilito quella che è la distinta dei giocatori che mette in campo.
Lei non può richiedere e inserire inversioni all'o.d.g. se prima non ha definito qual è l'o.d.g. Se lei utilizza una prassi contraria al Regolamento di questo Consiglio è illegittimo sotto il profilo regolamentare del Consiglio. Per cui, con molta umiltà, mi permetto di richiedere che l'Ufficio di Presidenza affronti quest'argomento.
Presidente, mi permetto di sollecitarle per la prossima riunione dell'Ufficio di Presidenza il chiarimento di questo dubbio, in modo che la prossima volta si possa avere chiarezza su questo argomento.
Lo ripeto: lei questa sera ha violato il Regolamento che sovrintende la vita di questo Consiglio regionale. Il problema non riguarda il merito o la sostanza dell'inversione, che rispettiamo, essendo, peraltro, stata votata e approvata; occorre applicare con chiarezza le regole sempre nello stesso modo e, soprattutto, che siano sempre uguali per tutti. Questo la fa sorridere, anche se io non credo faccia molto sorridere perché questa sera è avvenuta una violazione che ritengo grave, ma soprattutto illogica; non si devono avere ventisei lauree per capire che prima di procedere ad un'inversione occorre definire cosa s'intende invertire. Se lei inverte ci che c'è in una scatola prima decide cosa c'è nella scatola.
Allora, le ripeto che questa sera c'è stata una grave violazione pertanto le chiedo nel prossimo Consiglio regionale di riferire in merito soprattutto argomentando la sua scelta sotto il profilo della legittimità regolamentare.



PRESIDENTE

Collega Cirio, ribadisco che ciascuno può avere la valutazione che ritiene, io ho seguito la norma del Regolamento, ho seguito la prassi, ho preso a campione - collega Cirio, l'ho ascoltata - i verbali di due sedute e, in particolare, la seduta del 14/12/2006 e quella del 18/12/2006; cito per autorevolezza quello del 14 dicembre, perché è sottoscritto che è stata presieduta dal collega Picchetto Fratin, ma ci siamo comportati esattamente come ci siamo comportati adesso.
Se vuole, potrà andare a recuperare tutti i precedenti storici, anche recenti, in cui si dà nota del comportamento procedurale tenuto in apertura di seduta.
Richiesta rubricata n. 2 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 793 avente oggetto: "Ridimensionamento della rete di collegamento a lungo raggio sull'hub di Malpensa".
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Quello che mi pare alquanto strano è che la Presidente Bresso abbia deciso di farsi ostruzionismo da sola, perché effettivamente abbiamo iniziato alle ore 9. Sono le 9.20 e si sono persi venti minuti senza alcun motivo grazie, comunque, all'intervento della maggioranza, che non so a cosa porti, visto che la priorità principale fino ad oggi pomeriggio era il Piano Sanitario e adesso è diventato l'accorpamento delle ASL. Pertanto dovranno capire, dal punto di vista politico, qual è stato il vantaggio per la maggioranza che ci governa.
Per quanto riguarda le questioni che noi riteniamo serie, avevamo chiesto un intervento della Giunta su una questione che ci sta molto cara perché interessa un'importante area del Piemonte. Interessa il Nord e interessa molti lavoratori che dalle aree novaresi e torinesi si spostano per lavorare a Malpensa. Da qui nasce la questione dei collegamenti a lungo raggio sull'hub Malpensa.
Questa comunicazione doveva essere data la scorsa settimana dalla Giunta, poi per questioni - tutte interne alla maggioranza - è saltata fino ad arrivare al Consiglio di ieri ma, per questioni che non riguardano noi ma riguardano voi, è saltata anche la comunicazione di ieri. Oggi giustamente, in apertura di Consiglio si è richiesto che ci fosse la comunicazione della Giunta sia sul nodo ferroviario, sia per quanto riguarda l'hub di Malpensa richiesta dal Gruppo della Lega Nord.
La Presidente, prendendo la parola, ha detto che non riteneva prioritario questo tipo di informativa, perché giudica prioritario prima il Piano Sanitario rispetto a quella che è la questione Malpensa, che sta invece interessando la compagnia di bandiera, ormai in condizioni terrificanti (basta vedere i telegiornali di oggi).
Secondo me, è più importante il disagio di tutti questi lavoratori che operano su Malpensa. Ma queste sono scelte. La Presidente ha fatto una scelta, contenta lei! Noi però cerchiamo di cambiare queste scelte ed è nostro diritto poterlo fare. Pertanto, chiediamo che l'ordine del giorno n. 793 venga iscritto all'ordine del giorno. Nel momento in cui dovesse ottenere un voto favorevole almeno dei due terzi dei Consiglieri presenti, potremmo chiedere un'inversione all'ordine del giorno e discutere subito di un problema che noi riteniamo assolutamente importante, anche perché sinceramente, dopo anni di assenza di un piano sanitario, giorno più, giorno meno, anno più ano meno, ora più ora meno poco cambia. Il futuro di Malpensa può cambiare anche in tempi brevi e anche il futuro della compagnia di bandiera.
Comunque sia, le linee guide del piano industriale 2008/2010 di Alitalia, approvate nel Consiglio di Amministrazione in data 30/8/2007 sono state definite dagli stessi vertici aziendali con le misure atte a garantire solo la sopravvivenza di transizione dell'azienda, allo scopo di mantenere nel breve periodo la continuità dell'operato aziendale. Le stesse, in realtà, modificano profondamente le strategie aziendali fino ad oggi perseguite, facendo registrare importanti cambiamenti relativi al posizionamento competitivo di Alitalia che si estendono anche a medio-lungo termine, con effetti dannosi per l'intero sistema trasporti a livello aereo nazionale.
La scelta di ridimensionare la rete di collegamento a lungo raggio sull'hub di Malpensa a vantaggio di Fiumicino a Roma (meno male che la Presidente dice di essere federalista), come ipotizzato nel nuovo piano industriale, ha suscitato interrogativi sul futuro della compagnia area nazionale, che su Malpensa ad oggi,aveva concentrato circa 46% del proprio traffico fa ritenere, di conseguenza, che l'obiettivo oramai dichiarato sia quello di un ridimensionamento che in concreto comporterà un'ulteriore e irreversibile marginalizzazione della compagnia area nazionale pregiudicando definitivamente la crescita economica del Paese.
Le strategie di intervento rappresentano un chiaro segnale di rinuncia da parte della compagnia aerea nazionale, di competere con i grandi vettori europei, allontanando definitivamente l'Italia - ed in particolare il Nord con il suo sistema di piccole e medie imprese - dai traffici economici mondiali. È bene ricordare che i grandi vettori europei sono in numero quasi triplo nell'area di Malpensa rispetto ai dati di riferimento dell'area di Fiumicino.
chiaro che una scelta di questo tipo fatta da Alitalia va contro ogni logica economica e territoriale, ma da questo Consiglio regionale e dalla vostra Giunta non si è alzata una sola voce per difendere il nostro territorio e per cercare almeno (visto il Governo amico che avete a Roma) di scongiurare che la compagnia di bandiera abbandonasse Malpensa con delle ripercussioni negative su tutto il territorio piemontese.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 2.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 3 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 702 avente oggetto: "TAV l'Unione Europea fissa i termini per l'assegnazione dei finanziamenti".
La parola al Consigliere Scanderebech, che interviene a favore; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

In questi giorni siamo qui in Aula per parlare del Piano Socio Sanitario e della delibera degli accorpamenti, che avete messo al primo punto. In qualche modo tutto questo ci distoglie un po' da quello che sta succedendo sull'Alta Velocità. Abbiamo letto sui giornali (non so se oggi o ieri, perché il tempo qui non si riesce a controllare) che sono state presentate diverse firme all'Unione Europea, per cercare di evitare il tracciato e di fare l'Alta Velocità.
Questo naturalmente necessita di un dibattito molto più intenso, molto più corposo. Vedo l'Assessore Borioli e la Presidente, che non so se sono intervenuti in merito a questa nuova vicenda delle cosiddette firme.
Volevo chiedere cosa comporterà questa presentazione delle firme perché onestamente non riesco a capire come possa incidere sul Parlamento europeo, quindi, non so se è una petizione popolare. Non capisco, dal punto di vista giuridico-legislativo, qual è l'importanza di questa raccolta di firme. Chiedo quindi sia alla Presidente che all'Assessore Borioli: quali risvolti possono avere queste nuove vicende? A che punto siamo con l'Alta Velocità? Quali sono le nuove prospettive? Da una parte, leggiamo che i NO TAV vanno avanti con queste loro giuste proposte e si oppongono all'esecuzione dei lavori, dall'altra parte vediamo un Di Pietro più scatenato, il quale promette sempre di intervenire sul tracciato, di far sì che questa benedetta Alta Velocità si faccia, per allo stato dell'arte tutti noi non sappiamo quale può essere veramente la prospettiva di questo gran progetto che, insieme alla nuova Città della Salute, rappresenta una linea strategica che riguardano in modo particolare il futuro della Regione Piemonte.
Quindi, mentre per quanto riguarda la Città della Salute e della Scienza possiamo parlarne e collegarci al dibattito del Piano Socio Sanitario, il discorso sull'Alta Velocità ci vede un po' assenti da queste manovre territoriali, ma anche dall'incidenza delle istituzioni. Infatti da una parte leggiamo che Di Pietro promette e dice che dobbiamo andare avanti, dall'altra parte vediamo i NO TAV che presentano una petizione. Non capisco quale valenza giuridico-legislativa possano avere queste firme.
chiaro che, sotto l'aspetto politico, possono avere la loro validità e quindi la loro influenza.
Davanti a questo scenario, mi piacerebbe che anche la Presidente o l'Assessore Borioli ci documentassero sullo stato dell'arte e a che punto siamo, perché non si è saputo più niente e continuiamo a leggere sui giornali notizie abbastanza allarmanti, perché in qualche modo la stampa e i media hanno smesso di evidenziare l'importanza di questo gran progetto.
Però sta di fatto che le imprese della Regione Piemonte continuano a trovarsi in un disastroso stato di disagio, perché ci sono circa 70 aziende al giorno che muoiono in Piemonte e ne nascono appena la metà.
Poi, se andiamo a vedere, tra queste che muoiono ce ne sono ancora altrettante che non vengono registrate, perché sono temporaneamente in attesa di fallimento o sono temporaneamente ferme.
Però, per quanto riguarda quest'aspetto, vorremmo capire qualcosa in più, vorremmo sapere qual è veramente lo stato dell'arte, ma soprattutto vorremmo capire qual è la funzione che la Regione Piemonte sta esercitando in questo momento.
Come se non bastasse, oltre le Alpi continuano a costruire l'Alta Velocità collegandosi da una città all'altra; da 300 chilometri sono arrivati a 450 e la paura e il timore che il sottoscritto in modo particolare, ma la maggiore parte di noi ha, è che prima o poi verremo scavalcati dai francesi e che il percorso dell'asse nord-sud difficilmente verrebbe realizzato con delle grosse perdite di natura economica, ma anche di interscambio culturale e sociale oltre che economico.
Davanti a queste problematiche quest'ordine del giorno capita proprio a pennello, cioè non è un ordine del giorno casuale o strumentale; quindi chiediamo alla Presidente e all'Assessore Borioli qual è lo stato dell'arte di questa situazione, ma soprattutto di questo grandissimo progetto, di cui abbiamo parlato per 15 anni e che adesso sembra in letargo.
Concludo dicendo che sentiamo parlare da una parte Di Pietro dall'altra, tramite il deposito delle firme, i NO TAV; manca la voce della Regione Piemonte.
Quindi, indipendentemente dalla risposta di oggi, se nei prossimi giorni sentiremo anche la voce della Regione Piemonte, ne saremo ben contenti.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi in senso contrario, indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 3.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 4 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 703 avente oggetto: "Ruolo delle Comunità Montane".
Ha chiesto la parola, in senso favorevole, il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
L'argomento delle Comunità montane è un argomento che è stato ampiamente all'o.d.g. dell'attività politica e dell'interesse anche dei media, soprattutto negli scorsi mesi, quando sull'onda di un giusto e doveroso ridimensionamento dei costi della struttura pubblica si ragionava e s'ipotizzava lo snellimento di alcune strutture amministrative burocratiche e, in questo caso, rappresentative, che sono presenti nello Stato italiano.
Questa richiesta sul ruolo delle Comunità montane vuole essere un impegno che si richiede al Consiglio regionale nei confronti della Giunta per ottenere una salvaguardia reale del ruolo delle Comunità montane perché parte da un ragionamento paradossale. O meglio: parte da una necessità giusta e corretta, cioè ridimensionare la spesa pubblica, ma dall'altra parte individua un taglio alla spesa pubblica che né nel significato politico di cosa sono le Comunità montane oggi in Italia, n nel taglio effettivo del costo che queste caricano sul bilancio dello Stato non si ritiene giustificato.
Non si ritiene giustificato perché le Comunità montane sono organismi fondamentali per lo sviluppo di un territorio, e parliamo di Comunità montane nella loro definizione di concetto, non evidentemente in quelle che sono le applicazioni pratiche, perché il nostro paese Italia ci dà anche degli esempi negativi di distorsioni delle normative vigenti sulle Comunità montane.
Oggi si trovano ad essere Comunità montane realtà che invece di essere realtà disagiate, quindi giustamente da aiutare, sono magari realtà privilegiate. Pensiamo all'Isola d'Elba o ad altri luoghi turistici della nostra Italia, che sono Comunità montane per una distorsione della norma.
Ma il problema è che, se ci sono dei casi distorti, ce ne sono tanti, e sono la maggioranza, che distorti non sono, in cui il ruolo della Comunità montana è fondamentale per mettere in rete e per mettere insieme Comuni piccoli, Comuni montani, Comuni che hanno delle necessità di unione sulla base del semplice concetto che "l'unione fa la forza". Vi è così la possibilità di unirsi per avere servizi che diversamente si perderebbero la possibilità di unirsi per contare qualcosa ogni qualvolta si tratti di impostare una trattativa con la Provincia, con la Regione o con lo Stato centrale.
Questo è il ruolo delle Comunità montane, che va difeso proprio a presidio di quella necessità che abbiamo di salvaguardare gli insediamenti umani laddove ci sono e laddove, magari, è più difficile vivere, dove le scuole stanno chiudendo o si stanno riducendo, dove gli uffici postali addirittura hanno già chiuso.
Quindi, eliminare le Comunità montane vuole dire eliminare la possibilità di queste realtà di difendersi e, nello stesso tempo, eliminare le Comunità montane non vuol dire tagliare i costi della macchina pubblica.
I costi della macchina dello Stato sono altrove, i costi sono romani nella maggior parte, sono costi ministeriali, costi dell'apparato dello Stato.
Qualcuno definisce Roma la "locomotiva d'Italia", ma in questo Roma non è affatto la locomotiva d'Italia. Anzi, è un grosso peso per l'Italia.
Sarebbe più sensato e più intelligente andare ad individuare i costi laddove ci sono, laddove incidono per centinaia di milioni di euro all'anno sul bilancio dello Stato, e non invece in realtà minori, ma fondamentali.
Ma il principio è sempre lo stesso: è molto più facile tagliare laddove non ci si può difendere, dove si è in meno a protestare. Mentre è più difficile quando i tagli toccano centri di potere di questo Stato.
Quest'ordine del giorno, oltre ad essere un segno di rispetto e di attenzione verso quei Sindaci e quegli Amministratori dei Comuni montani che, più per missione che per altro, decidono ancora di rappresentare i loro Comuni, vuole rappresentare un principio concreto, per evitare una semplice demagogia che, di fatto, non porta a grandi vantaggi per il bilancio dello Stato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 4.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 5 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 705 avente oggetto: "Sicurezza sui mezzi di trasporto pubblico locale".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera, che interviene a favore; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno riguarda un episodio avvenuto negli scorsi mesi ad Alessandria, balzato poi alla cronaca di tutta Italia; nella fattispecie si riferisce al dirottamento di un autobus da parte di persone che poi sono risultate malviventi e drogate - al momento, però, non abbiamo la certezza delle risultanze processuali - che hanno preso in ostaggio l'autista e tutti coloro che viaggiavano sull'autobus diretto ad Acqui. Strada facendo questi signori sono scesi in azione pensando di raggiungere chissà quale obiettivo.
Per fortuna nell'autobus viaggiavano due poliziotti (forse erano in borghese) che sono intervenuti quando lo hanno ritenuto opportuno, agendo con professionalità e risolvendo la situazione.
Naturalmente, la prima considerazione dell'ordine del giorno presentato in data 18 maggio 2007 è stata quella di esprimere solidarietà e apprezzamento alle Forze dell'Ordine che, casualmente, ma nello svolgimento del proprio dovere, sono prontamente intervenute, all'intera organizzazione che ha lavorato "a terra" - Questura e Carabinieri - che si è immediatamente attivata per seguire il mezzo dirottato, ma anche all'autista, perché non dimentichiamo che, almeno a giudizio dei passeggeri, si è comportato in maniera lusinghiera, mantenuto i nervi saldi, avendo coscienza che trasportava dei passeggeri, per cui era in ballo la sua pelle ma anche quella dei trasportati.
Anche sotto questo profilo, quindi, la sicurezza sui mezzi di trasporto pubblico locale anche nelle zone più decentrare è diventata una questione di attualità. Precedentemente si pensava che la problematica dovesse riguardare soprattutto le zone urbane e metropolitane, laddove quotidianamente, si legge di borseggi, di tentativi di aggressione magari a donne sole o di situazioni particolari che riempiono le cronache. Ma, a questo punto, credo che occorra potenziare, attraverso un coordinamento della Regione con le Forze dell'Ordine, quello che è un sistema coordinato di sicurezza sui mezzi di trasporto.
Naturalmente, essendo anche un frequentatore dei treni di Trenitalia devo dire che non sono da meno né le stazioni né i treni, soprattutto nelle ore serali e notturne. Infatti, constato a volte che la Polizia Ferroviaria, soprattutto nelle grandi stazione, pare potenziata anche con dei mezzi per intervenire prontamente (mezzi elettrici, che consentono ai poliziotti di spostarsi da un capo all'altro della stazione e lungo le banchine).
Ciò che l'ordine del giorno intende segnalare è la necessità di dotarsi di sistemi satellitari - oggi la tecnologia e la tecnica hanno fatto passi da gigante! - per avere un'immediata localizzazione del mezzo. In questo caso era una strada statale (Alessandria-Acqui) e c'erano altre strade provinciali di deviazione laterale che consentivano magari di andare in una direzione piuttosto che in un'altra. Ma avendo immaginato l'orario di partenza, l'orario di arrivo e l'ubicazione della zona, più o meno le Forze dell'Ordine hanno controllato tutta la zona. Se ci fosse stato un sistema satellitare, questo avrebbe consentito un più puntuale intervento. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 5.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 6 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 706 avente oggetto: "Monitoraggio e analisi delle condizioni di vita delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio assistenziali".
La parola al Vicepresidente Pichetto Fratin, che interviene a favore in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Questa mozione prende spunto dalla delibera della Giunta regionale del 2 dicembre 2002, che aveva per oggetto "Monitoraggio e analisi delle condizioni di vita delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio- assistenziali".
Con questa delibera si era attivata un'iniziativa di monitoraggio delle strutture piemontesi del settore assistenziale, che aveva come obiettivo proprio un'indagine completa e ripetuta nel tempo sulla situazione di mobilità, sull'autonomia funzionale, sulla necessità di assistenza sanitaria.
Il Consigliere Ronzani mi sta disturbando!



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, ma sono problematiche...



PICHETTO FRATIN Gilberto

Presidente, vedendo l'assenza dei Consiglieri questori, sono in difficoltà a chiedere un intervento...



(Commenti in aula)



PICHETTO FRATIN Gilberto

Con quest'iniziativa si attivavano tutta una serie di valutazioni anche sulla condizione sociale degli ospiti delle strutture piemontesi.
Ricordando come il crescere dell'età attesa, se può essere considerato un dato altamente positivo, dall'altro deve imporci una serie di interventi di adeguamento del nostro sistema di accompagnamento nella fase successiva alla terza età (quella che viene ormai chiamata quarta età).
Questo anche nell'ottica dell'alternanza o comunque della collocazione nelle strutture, solo nei casi più estremi. Essendo oggi possibile con meccanismi anche di assistenza domiciliare, che si è sviluppata su tutti i territori, raggiungere degli obiettivi di controllo, di monitoraggio, di aiuto e di primo intervento per molti anziani.
Naturalmente, questo monitoraggio aveva anche come obiettivo il verificare le condizioni di sicurezza degli operatori all'interno delle strutture e quindi il rapporto tra gli operatori e gli assistiti.
Ricordando come gran parte degli operatori, in particolare di quella che può essere la struttura infermieristica o parainfermieristica che attualmente, viene attinta dall'immigrazione su alcuni paesi dell'est, con riferimento in particolare alla Romania.
La necessità di verificare la qualità dell'alimentazione e le modalità di preparazione e somministrazione dei cibi e di tutti quelli che sono i processi di inserimento dell'ospite. Ricordando che con il doppio binario dell'inserimento su spazi indicati dai consorzi socioassistenziali oggi va di pari passo la libera scelta con gli assegni sanitari e quindi la necessità che sia la struttura pronta ed adeguata proprio per questi tipi di scelta su una condizione concorrenziale che si viene a creare sul sistema.
Così nel rapporto con il sistema sanitario, l'accesso alle prestazioni specialistiche e la disponibilità di tutta una serie di valutazioni di tipo diagnostico preventivo oltre che di urgenza in relazione alle ASL di competenza e ai presidi ospedalieri più vicini.
Tutto ciò premesso, la mozione ha come obiettivo il richiedere alla Giunta regionale che venga ripristinata l'attività di monitoraggio e che si assumano i provvedimenti conseguenti e di riprendere l'iniziativa "Case di riposo aperte", che è stata sospesa nel 2005.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 6.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 7 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 711 avente oggetto: "Individuazione delle funzioni locali in materia di navigazione e porti lacuali".
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Oreste

Presidente, stiamo raggiungendo un livello, veramente, basso. Abbiamo addirittura, una proposta di ordine del giorno, presentata dai colleghi che fanno parte della maggioranza, che chiede di intervenire sull'individuazione delle funzioni locali in materia di navigazione e porti lacuali, andando ad approvare ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale il non passaggio agli articoli delle proposte di legge n. 213, "Individuazione delle funzioni locali in materia di navigazione e porti lacuali, subdelega delle funzioni di cui agli articoli..." - allucinante! - "presentata dai Comuni di Verbania, Cannobio Stresa... in quanto con due proposte separate ecc.".
Quando, invece, dovremmo discutere di altri tipi di navigazione, che sono quelli legati alla navigazione area, in quanto i dati relativi al traffico intercontinentale di Malpensa indicano chiaramente che il mercato principale per i voli internazionali è concentrato a nord del Paese. Voi presentate degli ordini del giorno che vanno a recepire le questioni di navigazione dei porti lacuali e non vi volete invece occupare di questioni che riguardano, addirittura, i voli intercontinentali da Malpensa che, vi ricordo, è proprio al confine con il Piemonte, in particolare con Province come Verbania, Novara e così via.
Se noi rivolgiamo l'attenzione sugli arrivi e sulle partenze per i Paesi al di fuori dell'Unione europea, i voli di Malpensa sono 18.347 e rappresentano il 76% contro i 5.680 di Fiumicino corrispondenti solo al 24%. Quest'ultimo caratterizzato per i due terzi dal traffico dell'Italia voli nazionali. Voi volete paragonare i porti lacuali a questioni come queste! Sto facendo solo i paragoni tra le vostre richieste e quelle che invece, sarebbero richieste, veramente, da discutere. Se entrassimo in quell'argomento, per materia collegata, tra la navigazione marittima lacuale, che, in realtà, per noi è solo lacuale perché il mare non ce l'abbiamo ancora, e aerea i dubbi non ci sono.
L'area aeroportuale di Malpensa raccoglie ben 1.296.800 imprese attive ed i tassi di crescita dell'area aeroportuale nel 2006 hanno toccato un valore dell'8%. Sono addirittura superiori a quelli europei e in particolare sicuramente di Fiumicino che, nello stesso periodo, invece è cresciuto mediamente del 4,5%, quasi la meta rispetto a quello di Malpensa.
Una crescita, quella di Malpensa, confermata anche dai positivi risultati vicini al 10% nel primo semestre 2007.
Nello stesso periodo, il traffico merci è cresciuto del 23%, facendo vincere a Malpensa il premio Aircargo Excellent nel 2007 per la qualità dei servizi erogati. La scelta di puntare invece allo sviluppo di Fiumicino per la sopravvivenza della Compagnia aerea nazionale sembrerebbe essere dettata più da ragioni politiche, piuttosto che industriali, dal momento che il piano di Alitalia non tiene conto dell'evidenza, cioè che la più grande fetta di mercato per quanto riguarda i voli intercontinentali e internazionali sono concentrati al nord del Paese. Infatti, circa il 70 dei biglietti business venduti nel nordovest del Paese e solo nel primo semestre del 2007 si è registrato un significativo aumento del traffico passeggeri (più 9,5%) in gran parte determinato dalle rotte intercontinentali.
Il ridimensionamento dell'attività dell'aeroporto di Malpensa rappresenta quindi un serio e reale ostacolo allo slancio competitivo della Compagnia aerea Alitalia che dall'avviso delle procedure di gara per la privatizzazione si è fortemente indebolita, perdendo oltre quattrocento milioni di euro di liquidità, circa 1,5 milioni di euro al giorno, con un incremento dell'indebitamento netto dell'1,5% nel solo mese di luglio.
Ma voi, invece, vi occupate del disegno di legge n. 376, "Disposizioni in materia di navigazione interna, demanio idrico della navigazione interna e conferimento di funzioni ad enti locali", assegnato il 20 dicembre 2006 all'esame delle Commissioni II e VIII in sede congiunta e licenziato il 4 giugno 2007, contenente una compiuta disciplina della materia afferente alla navigazione interna.
Considerato che, ai sensi dell'articolo 8 comma 5, legge regionale n. 4 del '73, la proposta di iniziativa degli Enti locali deve essere portata all'esame del Consiglio, e degli altri proponenti, l'approvazione del disegno di legge ecc...supera il contenuto della proposta di legge presentata al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ci sono interventi in senso contrario? Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 7.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 8 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 712 avente oggetto: "Richiesta di verifica dell'entità dei danni alle colture nel territorio della provincia di Asti".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Mi fa piacere intervenire per illustrare questa proposta che ha come primo firmatario la Consigliera Motta, di cui conosciamo l'attenzione per i problemi relativi ai danni all'agricoltura in provincia di Asti.
Illustro questa proposta anche con piacere perché poi, come tanti Consiglieri sanno, parte della provincia di Asti, fino a qualche decennio fa, era parte della provincia di Alessandria. In seguito, nell'antico regime, si spezzò una parte della provincia di Alessandria, e si formò la provincia di Asti.
Tra l'altro, chi conosce la storia locale, sa che i potenti di allora fecero scegliere a Casale se fare provincia o realizzare un ospedale.
Stupidamente - forse stupidamente due volte, sapendo la sanità come sarebbe andata a finire - i casalesi scelsero l'ospedale e lasciarono agli astigiani la provincia. Gli astigiani, pochi anni dopo, costruirono anche loro l'ospedale, quindi quella fu una scelta devastante per il casalese.
Forse, avevano già rappresentanti come la Consigliera Motta che li indussero già allora a fare la scelta giusta.
Volendo tornare a bomba al dettato di questa significativo ordine del giorno del 5 giugno, è chiaro che quando avvengono fenomeni atmosferici di tale rilevanza, come quello avvenuto all'inizio di giugno che ha colpito una parte della provincia di Asti, e gran parte della nostra valle Cerrina che confina con quella provincia, è buona cosa, per ogni rappresentante del territorio, farsi subito portatore di un'attenzione, in particolare della Regione, relativamente ai danni alle culture.
Del resto, chi vive in province agricole come sono gran parte delle province del Piemonte, ma in particolare la Provincia di Asti e, in parte anche la Provincia di Alessandria, sa che l'agricoltura rappresenta ancora un momento economico molto significativo legato alle stagionalità e quindi anche al tempo, alla variabilità del tempo. Molto spesso, un'annata pesantemente spesa nella cura dei campi viene messa in discussione da un evento atmosferico assolutamente imprevedibile, imprevisto e forse neanche controllabile.
Certo, contro le grandinate molto si è fatto sia a livello tecnico sia a livello politico se pensiamo quanti passi sono stati fatti con le reti antigrandine, quanti passi sono stati fatti con le assicurazioni antigrandine che, ormai, sopperiscono quasi totalmente alla rilevanza del danno.
Rimane anche un problema dell'orgoglio di chi lavora e vorrebbe portare a maturazione, a compimento, il frutto di un lavoro che è la cultura - tra l'altro molto spesso nelle nostre province culture pregiate - della viticoltura. In questo modo, argomenta anche la Consigliera che opportunamente, aveva presentato questo ordine del giorno richiamandosi al danneggiamento dei vigneti e dei noccioleti che rappresentano una cultura importante per le nostre zone. Non è un caso che, proprio nei scorsi giorni, io stesso abbia presentato un ordine del giorno per chiedere l'istituzione di un borsino della nocciola che ormai sta assumendo in Piemonte con il raggiungimento dell'IGP, quindi di una denominazione protetta, una rilevanza economica, oltre che quantitativa, assolutamente significativa.
Nell'apprestarmi a concludere, ritengo che questo ordine del giorno possa ottenere il voto favorevole della assemblea per le ragioni che ho appena enunciato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 8.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 9 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 713 avente oggetto: "Spaccio e consumo delle droghe nelle scuole, inserimento di un'ora facoltativa di prevenzione".
Ha chiesto di illustrare il Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Mi scuseranno i Consiglieri per il passaggio dalle nocciole, ad altro tipo.
una mozione presentata dal mio Gruppo, primo firmatario il Consigliere Ghiglia che io sostituisco indegnamente e che tra l'altro, come tutti avete notato, ha anche organizzato un importante test anti droga a cui spero abbiano partecipato tutti.
Un'iniziativa che ha riscosso un certo interesse. La mozione in s quella di cui stiamo parlando in questo momento, è una mozione che riguarda sicuramente la droga, ma altresì - mi dispiace che non ci sia l'Assessore all'istruzione - il tentativo di introdurre la prevenzione relativamente a questo dramma che colpisce così tante famiglie anche in Piemonte. È apparsa oggi, o ieri, sulle pagine dei nostri giornali locali la notizia circa la scoperta nella ridente città dell'oro, Valenza, di un giovane che spacciava davanti ad una scuola, che, per fortuna, è stato colto in flagrante dai Carabinieri.
Quindi, al di là di ogni altra indicazione, comprendiamo la forte problematicità e il fatto che questi problemi arrivino con questa virulenza anche in piccole città di provincia ci fa capire che proprio dalla scuola deve partire l'opera di prevenzione, attenzione e insegnamento verso i ragazzi.
Non è una scoperta del Gruppo di Alleanza Nazionale, ormai è un dato impressionante. La diffusione delle droghe, pesanti e leggere, chimiche e non chimiche, è tra le giovani generazioni ad uno stadio molto avanzato quindi, più che in ogni altro momento della nostra vita, è oggi necessario intervenire anche presso le scuole.
La richiesta di un intervento della Giunta regionale e dell'Assessore all'istruzione per la creazione di spazi all'interno degli istituti, come una sorta di materia di studio, ore dedicate alla prevenzione e conoscenza del fenomeno droga, a mio avviso, non è polemica, ma parte da dati di fatto certi, quelli di una diffusione ampia delle sostanze stupefacenti, in particolare tra i giovani frequentanti le scuole superiori e, poi l'università. Ci pare una proposta meritoria e l'Assessore all'istruzione naturalmente, insieme ai colleghi della Giunta che hanno sensibilità sociali su questo tema, potrebbe o dovrebbe fare propria questa proposta e naturalmente, portarla all'attenzione dei dirigenti scolastici interessati.
Partendo da una conoscenza del fenomeno che interessa i nostri ragazzi che frequentano le scuole superiori, riteniamo si possa dare quell'informazione seria e ponderata che può tenerli lontani da questo dramma, che non solo distrugge chi fa uso di droga, e per noi di qualsiasi droga, ma anche la serenità delle famiglie, dando vita a vicende dolorose a cui troppo spesso, ormai, siamo quasi abituati, a cui quasi non facciamo più caso.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 9.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 10 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 714 avente oggetto: "Solidarietà ai vigili del fuoco".
La parola al Consigliere Cirio.



CIRIO Alberto

Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 714,di cui viene richiesta l'iscrizione, si riferisce ad un argomento generale circa la sicurezza dei cittadini. Qui, nello specifico, si parla dei Vigili del fuoco, ma è un ragionamento che facilmente si può estendere a tutto l'ambito delle Forze Armate e delle Forze dell'Ordine, a tutti colori i quali sono preposti a garantire la sicurezza dei cittadini.
Il concetto di solidarietà ai Vigili del fuoco, che aveva una sua attualità quando questo ordine del giorno venne presentato nel mese di giugno, quando i Vigili del fuoco decisero di manifestare segnalando tutto il proprio disagio per una situazione che diventava insostenibile, è un ragionamento che credo possa essere parallelamente fatto non solo per i Vigili del fuoco, ma anche per le Forze dell'Ordine, per i Carabinieri, per la Polizia di Stato, per la Polizia Ferroviaria, per tanti soggetti che oggi, si trovano a dover fare i conti con l'ordine pubblico.
un problema questo che, da una parte, richiede sempre maggiori forze e professionalità, maggiori mezzi e maggiore supporto strutturale, ma dall'altra parte, non trova da parte dello Stato - non dico del Governo dico dello Stato perché è un problema che si trascina da tanti anni - gli stanziamenti necessari e fondamentali, innestando un meccanismo assai pericoloso, soprattutto assai vizioso.
evidente che la carenza di fondi e di disponibilità a garantire l'efficienza delle Forze dell'Ordine si traduce, nel caso peggiore nell'insicurezza del cittadino, in quanto impossibilitato, per carenza di fondi, a prestare la propria attività ordinaria e quotidiana, e molto spesso anche in un aggravio di costi che devono supportare le Regioni e i Comuni per supplire alle carenze di disponibilità dello Stato.
Questo è un problema che molto spesso riguarda i Sindaci. Si sono verificati casi anche in Piemonte in cui i Comuni hanno dovuto farsi carico di dare una sede alla Guardia di Finanza, pur di non vedere soppressa la Compagnia della Guardia di Finanza nel proprio territorio di competenza oppure hanno dovuto dare ospitalità in strutture comunali al Corpo Forestale dello Stato pur di non vedere soppressa la disponibilità di quest'ultimo. Parallelamente, questo avviene in ambito giudiziario pensiamo a quanti Comuni danno ospitalità nelle sedi comunali, a proprie spese, agli Uffici del Giudice di pace e ai Tribunali, pur di non vedere la loro soppressione.
Quindi, è una situazione veramente grave, che poi si riverbera sulle Regioni - incolpevoli - che si riverbera sui Comuni - incolpevoli - cioè sull'ultimo anello della catena, che pur di non vedere soppresso un servizio essenziale e vitale per una convivenza equilibrata, nel rispetto delle regole dei propri cittadini, si trova a dover far fronte con le proprie disponibilità e con le proprie risorse. Il primo impatto dell'opinione pubblica avviene con il livello periferico più ampio, quello dei Sindaci e degli Amministratori locali, è una situazione davvero incresciosa.
Pertanto, al di là della solidarietà che qui si chiede per i Vigili del fuoco, la solidarietà è data in generale a tutti coloro i quali svolgono la propria attività mettendo a repentaglio la propria sicurezza e la propria vita senza le dotazioni e le garanzie necessarie a far sì che questi possano prestare il proprio lavoro in efficienza e sicurezza. È anche un problema di sicurezza sul lavoro e la strada è un luogo di lavoro per gli operatori di polizia, parlare di sicurezza sul lavoro permette loro di poter godere delle garanzie che debbono spettare a tutti quanti i lavoratori.
Al di là di una solidarietà morale vuole essere un ragionamento concreto e di prospettiva, affinché lo Stato si assuma le proprie responsabilità, soprattutto laddove si ha a che fare con la sicurezza dei cittadini, perché senza sicurezza, evidentemente, non c'è neanche libertà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Parere negativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta d'iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 10.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 11 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 715 avente oggetto: "Solidarietà al genere speciale e alla guardia di finanza".
La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Intervengo con piacere, forse solo perché quest'occasione ci dà perlomeno la possibilità di argomentare su una tematica di grande attualità, che spero risvegli anche un po' il gusto della polemica e della politica da parte della maggioranza, perché parliamo appunto del caso Speciale, uno dei casi più significativi di questo primo anno di mandato del Governo nazionale, per molti anche se non per tutti, uno degli esempi più chiari dell'arroganza e della protervia di questo governo. Voi dite della brutalità? Io mi fermerei all'arroganza e alla protervia, ma se dobbiamo aggiungere, su suggerimento del collega Robotti, anche la parola brutalità, non ci tiriamo indietro.
La vicenda è nota. È una vicenda che, anche a livello di immagine, come tante altre vicende che hanno interessato il Governo nazionale, crea un danno vastissimo al nostro Paese. Pensiamo a come si è comportato uno Stato che riesce comportarsi come si è comportato lo Stato italiano nei confronti di un altissimo ufficiale, rimosso per presunte incomprensioni con un Ministro. Queste incomprensioni sono diventate un'incapacità e poi queste incapacità hanno dato modo allo stesso Governo di proporlo per la Corte dei Conti, come se tutti gli stupidi che vengono mandati via da un posto di altissima responsabilità possano trovare casa nella Corte dei Conti che tutto sommato, è un organo di alta giurisdizione e di controllo sull'attività pubblica, ma che il generale ha rifiutato.
La sentenza del Procuratore incaricato del caso non ha ravvisato nell'atteggiamento del Sottosegretario Visco, un estremo di reato, ma ne ha contestato la legittimità. Non si apre un fascicolo penale, ma c'è comunque, anche da parte della Magistratura, un pesante giudizio di ordine procedurale.
Probabilmente, mentre noi spieghiamo, in questi scarni cinque minuti questa faccenda, su di essa il Governo può rischiare di cadere proprio nelle prossime ore, quando in Parlamento andrà in votazione una mozione di sfiducia al sottosegretario Visco, che potrebbe ottenere voti anche da parte di partiti di governo. Questo per dire che quando si compiono atti (non ho detto di brutalità) di arroganza, alla fine in politica si pagano e, probabilmente, si pagheranno anche in maniera pesante.
Ciò non toglie che il nostro paese su questa vicenda ha perso la faccia. Ho raccontato già agli amici, e lo dico anche con una punta di amarezza, di essere stato in vacanza quest'anno in Inghilterra. Qualche volta in albergo davano i giornali, ero a Londra e ho dato un'occhiata al Times, che da sempre viene ritenuto un giornale abbastanza autorevole a livello internazionale. Devo dire che mi sono sentito colpito, come italiano, leggendo una cronaca proveniente dall'Italia (il Times è un giornale abbastanza fine, usano l'epiteto mister per persone autorevoli) che Prodi veniva chiamato "Mister Mortadella Prodi", il che mi ha dato fastidio come italiano, al di là che su Prodi possiamo avere il giudizio che vogliamo. Però casi come quello di Speciale, così come tante altre cadute di immagine nel nostro Paese, che poi permettono ai redattori di questi giornali di scrivere queste cose.
La nostra solidarietà al generale Speciale va appieno. Speriamo che su questa vicenda possa cadere il Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Larizza, che interviene in senso contrario; ne ha facoltà.



LARIZZA Rocco

Colgo l'occasione per dire che tutto questo livore nei confronti di Visco non ci sarebbe stato se avesse lasciato in pace gli evasori. Spero che Visco resti al suo posto. Ad ogni modo, il parere è contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 11.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 12 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 716 avente oggetto: "Sospensione della revisione degli studi di settore".
La parola al Vicepresidente Pichetto Fratin, che interviene a favore in qualità di Consigliere.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Sul tema degli studi di settore abbiamo letto nei mesi scorsi.
opportuno svolgere una considerazione, essendo peraltro il Piemonte una delle realtà di questo paese che maggiormente contribuisce al gettito fiscale nazionale.
Con la riforma tributaria, a partire dagli anni '70, si tentò di dare attuazione all'articolo n. 53 della Costituzione, che stabilisce che "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva", con la grande distinzione tra imposte dirette e indirette.
Le imposte dirette sono quelle che vanno a colpire direttamente il reddito, quindi la capacità di produrre ricchezza, la ricchezza prodotta in un determinato lasso di tempo, l'esercizio sociale (l'anno per le persone fisiche).
Le imposte indirette si dicono tali perché colpiscono la ricchezza al momento in cui si manifesta un consumo, nel senso che la principale imposta indiretta, cioè l'IVA, ha sostituito quella che era l'imposta generale sull'entrata e va a colpire il consumatore finale: chi più consuma, più paga imposta.
Per quanto riguarda le imposte dirette, con la riforma tributaria del 1973 si era previsto, con uno standard abbastanza simile ad altri Paesi (Paesi europei e del Nordamerica) un meccanismo di progressività.
Progressività che oggi è da ritenersi completamente obsoleta e superata vista la capacità dei grandi redditi di spostarsi là dove più conviene. Il caso di Valentino Rossi, ma anche quello del defunto Pavarotti, è emblematico.
Ai fini di determinare meccanismi di controllo, a partire dagli anni '90 è stato messo a punto un sistema definito di "studi di settore", dove raccogliendo una mole notevole di dati, incrociando i valori delle dichiarazioni con la capacità di determinare valore aggiunto, si è categoria per categoria, tentato di determinare uno standard medio.
Questo standard medio doveva, secondo le intenzioni di origine, essere il riferimento da parte degli uffici per fare i cosiddetti accertamenti induttivi, là dove veniva dichiarata completamente inattendibile la contabilità, dove c'erano condizioni quindi di evasione rilevante o totale.
Naturalmente doveva essere un po' l'indirizzo per coloro che facevano valutazioni di tipo economico e calcolo d'imposta.
Con la fine degli anni '90 gli studi di settore sono diventati molto più pregnanti; peraltro, con il Governo di centrodestra gli studi di settore all'inizio del 2002 furono ampliati a moltissime categorie ed attivati come elemento di accertamento. Di conseguenza, vi è la possibilità, da parte del contribuente di eccepire, rispetto alla prima segnalazione, di difendersi, ma altrettanto, qualora la difesa fosse debole, la possibilità di accertamento da parte dell'ufficio.
Nel 2005 si è verificato che - questo lo dico per esperienza - circa il 70% degli studi di settore corrispondeva a realtà e il 30% che non corrispondeva era un dichiarato anomalo sovente per casi oggettivi che si verificavano nella vita di un'impresa.
Con l'avvento del signor Visco, citato precedentemente, c'è stato un cambio totale degli algoritmi di calcolo degli studi di settore e si è arrivati a dei paradossi, dove il 70% delle imprese non è più congruo, dove anche i redditi che erano automatici, ed erano praticamente rendite, non erano più congrui. E questo con una volontà accertatrice totale.
Fortuna vuole che anche qui il signor Visco ha commesso un'illegittimità come nel caso Speciale, che automaticamente ha determinato l'annullamento di gran parte degli studi di settore che possono essere utilizzati solo come presunzione semplice, in quanto non attivati, ma semplicemente con comunicati stampa.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 12.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 13 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 717 avente oggetto: "Autodenuncia e rimborso dei danni provocati dai propri figli".
Ha chiesto la parola, in senso favorevole, il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
Anche questo è un argomento che ha avuto gli onori della cronaca forse per la sua bellezza sotto il profilo anche morale.
Per informazione di chi non ricorda, accadde che in un Comune alcuni minori avevano fatto dei danni all'opera artistica che era nella piazza di questo Comune e non erano stati individuati. Quindi, non si era individuato il colpevole.
Accadde che i genitori di questi minori, avendo riconosciuto in loro la responsabilità del fatto, hanno condotto un'azione di autodenuncia.
Era evidentemente un'autodenuncia, in quanto i genitori, avendo a che fare con soggetti non imputabili, hanno denunciato se stessi, perché a loro era ascrivibile la responsabilità per la commissione di quel fatto.
Questo argomento e questo fatto aveva suscitato un moto di pensiero, di valutazioni e di riflessioni.
In questo caso, al concetto di protezione genitoriale era invece prevalso un concetto diverso, cioè il rispetto dello Stato e dell'ordinamento, il rispetto delle regole e delle leggi.
per questo che l'argomento aveva suscitato sufficiente scalpore anche perché i genitori denunciati, essendo loro i soggetti che esercitavano la potestà genitoriale, sono stati riconosciuti responsabili dei fatti commessi dai propri figli e a loro è stata comminata una sanzione penale, di cui hanno dovuto rispondere.
Questo è un caso raro, che però andrebbe analizzato e su cui si dovrebbe riflettere. Forse non è quest'Aula il luogo in cui fare questa riflessione, forse è una riflessione che ognuno di noi dovrebbe fare all'interno delle proprie mura domestiche.
una riflessione sul concetto di educazione nei confronti dei figli che è un concetto di educazione in cui deve prevalere l'interesse a far sì che il proprio figlio cresca e si senta parte di una società che gli darà dei diritti, ma che gli imporrà delle regole e dei doveri, rispetto a quel concetto di protezione che spesso vediamo prevalere anche all'interno della nostra società. Parlo di quel finto buonismo finalizzato magari sempre al perdono, che rischia però di essere non solo diseducativo nei confronti dei figli, ma anche dannoso nei confronti della società. Tant'è che la società interviene e, per mezzo dell'autorità giudiziaria, punisce i genitori, che si sono autodenunciati.
Questo ordine del giorno era finalizzato soltanto ad esprimere un apprezzamento a questo gesto così raro, ma anche così bello, ed era finalizzato ad esprimere un senso di condivisione per quello che i genitori di questi ragazzi avevano voluto dimostrare. E voleva anche essere un segno di esempio nei confronti non tanto degli altri minori, che magari sono meno attenti a cogliere quello che avviene nell'aula di un Consiglio regionale ma agli altri genitori, a tutti i genitori, alle mamme e ai papà che hanno dei figli e che si trovano a dover vivere tutti i giorni l'avventura dell'educazione di un figlio, che credo sia un'avventura molto più difficile che non amministrare una Regione o uno Stato.
una sfida quotidiana ed importante, che va sempre vissuta nell'interesse dei minori e dei bambini, ma che, nello stesso tempo, non deve far venire meno quel concetto di trasmissione dei doveri a chi entra a far parte di una società che gli darà una protezione da una parte, che lo farà diventare un cardine più o meno importante, ma comunque un elemento di un insieme, a cui spetterà, però, anche il rispetto di certe regole e la consapevolezza che chi non lo farà, dovrà subirne le conseguenze. Credo che questo sia l'esempio più grande che questo ordine del giorno vuole trasmettere.
Sarebbe bello se il Consiglio regionale volesse approvarlo. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 13.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 14 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 718 avente oggetto: "Condanna morale dell'iniziativa 'boy love pride'".
La parola al Consigliere Cavallera, che interviene a favore; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
Le premesse di questo ordine del giorno attengono a quella che è l'opera di monitoraggio svolta da vari osservatori, che controllano, da un punto di vista etico, ovviamente, ciò che "viaggia" nella grande rete di internet. In questo caso, veniva riportato da alcuni giornali (non tutti ne avevano parlato) nonché da trasmissioni di approfondimento di varie reti radiofoniche che, in termini molto ambigui, questo "Boy love pride", che rischiava di presentarsi (o addirittura che si presentava, a seconda del sito che si andava ad esaminare) come una sorta di "Giornata dell'orgoglio pedofilo".
Noi abbiamo ritenuto opportuno presentare un ordine del giorno contro tale inclinazione non certamente positiva della personalità e contro queste pratiche veramente odiose nei confronti dei bambini.
A nostro giudizio, infatti, non sono sufficienti, in un Paese avanzato civile e democratico come l'Italia, delle buone e rigorose leggi. Occorre che ci sia anche un'attenzione maggiore verso questo problema, in primo luogo da parte degli organi preposti, quindi della Polizia postale, che segue appunto quelle che sono le veicolazioni sulla rete internet che possono essere indiziarie di comportamenti penalmente rilevanti; ma ci va attenzione anche da parte dei grandi fornitori di informazione e di grandi utenti, quali possono essere gli Enti locali e gli Enti territoriali.
Ormai il ruolo della rete è sempre più preponderante e tutto si veicola in questa direzione e con questi mezzi.
Per certi versi, l'ordine del giorno aveva l'obiettivo di stigmatizzare iniziative che, magari in modo ambiguo, lasciavano intendere una sorta di "celebrazione di una giornata dell'orgoglio pedofilo"; dall'altra, voleva mettere in guardia quelli che sono i corpi sociali e le istituzioni locali da questi pericoli.
Noi avremmo anche presentato un emendamento per chiedere a tutti gli Enti territoriali del Piemonte, cominciando dalla Regione, di prevedere un link che potesse in qualche modo rimandare direttamente a quei siti che in modo meritevole lottano contro la pedofilia. Noi sappiamo quanto si intrecciano queste vicende con i viaggi in Paesi dove la vigilanza delle Forze di Polizia è decisamente allentata, con un turismo sessuale e pedofilo veramente censurabile.
Questo ordine del giorno vuole anche diffondere la consapevolezza che determinati comportamenti sono poco lontani da noi, per cui è auspicabile un po' più di attenzione e di determinazione, con iniziative incisiva ed emblematiche, anche da parte della Regione. Credo che questa sia una battaglia socialmente condivisa da tutti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 14.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 15 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 719 avente oggetto: "Solidarietà al sindaco di San Damiano d'Asti".
La parola al Consigliere Rossi, che interviene a favore; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
un ordine del giorno che tira in ballo una questione estremamente importante, perché riguarda la microcriminalità e le tensioni sociali, che sono poi le problematiche che interessano di più il cittadino, magari non intese come atti criminali veri e propri, ma come atti di teppismo e di danneggiamento, che riguardano più che altro l'educazione civica.
Il provvedimento si riferisce ad un episodio che ha interessato il primo Consigliere di San Damiano, proprietario di un frutteto di circa 600 piante, che è stato completamente distrutto per la seconda volta in tre anni.
Il fatto grave è che colpisce sicuramente un amministratore, ma soprattutto un cittadino: è un atto di intimidazione pesante che, in questo caso, comporta anche un danno economico rilevante. Per quanto non si configuri come un'aggressione fisica o un omicidio rappresenta comunque un reato che dà problemi al cittadino comune. Come può essere, si parlava prima, l'aver imbrattato dei muri dei ragazzini o imbrattare un monumento o tagliare le gomme ad una macchina, rigare una macchina, rubare l'autoradio rubare la bicicletta. Sono comunque reati estremamente fastidiosi per il cittadino. Quindi, bisogna intervenire.
In effetti, la Regione ha all'esame, se la Presidente avesse dato la priorità al disegno di legge n. 344, probabilmente, l'avremmo già approvato tra il giorno di lavoro di ieri e di oggi e avremmo dato una legge che si occupa di educazione civica in merito alle politiche regionali. La legge n.
344 parla di "Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di..." c'era scritto di "sicurezza integrata", ma poi con la sostituzione richiesta con il nostro emendamento è diventato "educazione civica".
Il disegno di legge n. 344 non parla di criminalità, ma di interventi per far capire a chi compie reati secondari di non farli più. Quindi, una vera e propria legge sull'educazione civica. Infatti, questa si esprime in principi della cultura della legalità, prevenzione, recupero dei fenomeni di devianza, solidarietà tra i cittadini, ordinata e civile convivenza.
proprio la legge adatta per reati di questo tipo.
Infatti, recita: "intende evidenziare il ruolo della Regione di programmazione e coordinamento, riservando agli Enti locali e ai soggetti pubblici e privati il compito di elaborare e proporre politiche di sicurezza ed azione preventive". Ad esempio, all'articolo 1 c'è una particolare attenzione al fenomeno della percezione della sicurezza "parametro per l'esercizio dei diritti civili per la coesione e per lo sviluppo sociale".
L'articolo 2 definisce il concetto di politiche regionali in materia di sicurezza integrata e si riferisce all'insieme delle azioni dei soggetti pubblici e privati operanti nel campo sociale in materia di sicurezza urbana, sicurezza della persona riduzione e prevenzione dei fenomeni di illegalità e inciviltà diffusa, integrate e coordinate con l'azione degli Enti istituzionali in materia di contrasto alla criminalità. Quindi, ci sono una serie di interventi proprio volti a togliere, diminuire e prevenire i fenomeni di illegalità inciviltà e così via.
L'articolo 5, addirittura, si occupa dell'ambito degli interventi regionali, riservando una maggiore attenzione ai problemi sociali e politici di inclusione. Gli interventi regionali privilegiano, infatti, le azioni integrate di natura preventiva e di contenimento dell'ampiezza e della gravità dei fenomeni di illegalità diffusa.
Anche questo punto è molto importante: "Si occupa in via prioritaria delle pratiche di mediazione dei conflitti sociali, di riduzione del danno riconducibile alle competenze istituzionali e Polizia locale, l'educazione alla convivenza ed alla coesione sociale nel rispetto dei principi di legalità".
Quindi, la nostra risposta all'ordine del giorno che potremo esaminare l'abbiamo già fatta entrare nell'ordine del giorno. Parlare di questo disegno di legge, presentato dall'Assessore Caracciolo, che si occupa proprio di queste questioni.
Se andiamo a vedere anche l'articolo 5 che parla di priorità e di indirizzi per il sistema integrato di sicurezza si dice: "Gli interventi regionali privilegiano le pratiche di mediazione dei conflitti sociali, di riduzione del danno riconducibile..., educazione alla convivenza e alla coesione sociale... azioni integrale per contenere l'ampiezza..." e così via. Un testo perfetto. Quindi, passiamo all'esame di questo ordine del giorno e di questo testo di legge.



PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento in senso contrario? Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 15.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 16 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin, Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 720 avente oggetto: "Diritti umani della popolazione tibetana in Cina".
Sono molto contento che ne possiamo discutere questa sera, quando due nostri colleghi sono in un viaggio insidioso e difficile alla volta del Parlamento Tibetano.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Il collega Robotti non sfugge alla tentazione di entrare nel merito dei problemi. Mi è sembrato, volendo discutere nel merito, che la Cina qui abbia già dato e neanche tanto poco in Tibet.



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

Non saprei, dipende dei giorni. Comunque, noi abbiamo una certa coerenza.
Nell'ambito dei diritti umani della popolazione tibetana, su cui - mi scuseranno i colleghi - la mia ignoranza è estremamente vasta (e purtroppo il collega Leo, purtroppo per l'Aula, ma fortunatamente per la nostra capacità di rappresentare noi stessi in maniera autorevole nelle sedi a ci istituzionalmente dovute) mi interessa particolarmente, perché un po' sui giornali, un po' per televisione si vede con una certa facilità che in termini di diritti, senza voler trarre immediatamente considerazioni di natura politica che, mi sembra, peraltro in alcuni casi, come nel caso del Tibet, appaiono palesi (chi ha violato, che cosa e quando).
Nel caso del Myanmar, delle marce dei Bonzi sono stato sorpreso.
Collega Robotti, io leggo abbastanza spesso il Manifesto perché lo trovo un eccellente giornale per tante ragioni, però se ho ben colto, ma probabilmente non sono un attento lettore, ho visto che c'è stata una posizione di un certo tipo. C'è stata un'innovazione: Bush, probabilmente distraendosi, ha preso posizione a favore dei marcianti - ma forse sono io che non ho compreso bene - e allora il Manifesto di ieri mi è parso avesse un atteggiamento diverso, probabilmente perché la notte porta riflessione o perché ogni cosa che succede comporta delle conseguenze.
Proprio su questo tema vorrei spendere i rimanenti tre minuti rivolgendomi in termini di diritti a chi ci rappresenta e tutela tutti almeno, così dice il nostro Statuto - che è il Presidente del Consiglio.
Vede, Presidente, io capisco poco quando ci sono, quando sono assente evidentemente capisco ancora meno (ci sono anche degli autorevoli testi dei nostri filosofi di riferimento, parlo della Casa della Libertà, Adriano Cementano ed altri che ci autorizzano in questa... ognuno ha i filosofi che si può meritare e che è in grado di comprendere) ma, in termini di diritti ho la netta sensazione (per ora è una sensazione), Presidente, e in quel senso mi auguro che la notte porti consiglio - veda il simpatico gioco di parole tra consiglio che la notte porta e il Presidente del Consiglio, e fossi in lei non so se riderei così tanto anche se apprezzo sempre il buon umore, qualunque sia la situazione - che ci sia una certa superficialità nella gestione non tanto e non solo del Consiglio che, ormai, mi sembra essere cosa abbastanza palese, ma passi questo, che dipende molto anche dal comportamento dei colleghi, nella gestione delle procedure. Per esempio, il tollerare, sopportare, accettare che alcune cose accadono e altre no.
L'avere una supremazia della politica dovrebbe essere la regola di tutti noi, ma non può essere la sua, perché lei è un organo diverso qui.
Basta leggersi lo Statuto che, con una certa fatica, nella scorsa legislatura, i colleghi di allora partorirono, e non è detto che sia un eccellente Statuto. Il vedere in quanto tempo si risponde a certe interpellanze e a quali no (non tutte le interpellanze, secondo noi, sono uguali). Vedere come alcuni diritti...
Guardi che sto facendo tutti riferimenti a casi specifici, su cui credo che istruiremmo una pratica specifica, perché non ci sono soltanto le valutazioni politiche: anche il rispetto della forma, a nostro avviso, ha alla fine una consistenza formale. Per arrivare, dicevo, a vedere alcuni diritti di accesso ai documenti dei Consiglieri...a questo proposito consiglierei di utilizzare il suo Vicepresidente come consulente perché ha avuto, ma non è l'unico, un'ampia esperienza di interrogante, e credo possa darle un'ampia mole di informazioni su come ottenne o non ottenne l'accesso agli atti cui aveva diritto di accesso.
Tanto riprendo fra un attimo, scelga lei se interrompermi, mi è indifferente.



PRESIDENTE

La interrompo. Grazie, Consigliere Burzi.
Ci sono interventi in senso contrario? Indìco pertanto la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 16.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 17 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 722 avente oggetto: "Ristrutturazione casa Bocchetta".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

La casa Bocchetta, lo dico per i pochi che non avessero dimestichezza con questo argomento, è un presidio ospedaliero che nacque in una delle province del Nord della nostra ampia regione e chiuso, non si sa bene perché. Bisognerebbe chiedere a chi era presente all'epoca, in una delle fasi delle più duro ostruzionismo, fino ad oggi, che quest'Aula abbia visto, cioè nel periodo novembre-dicembre 1997. All'epoca avevo la sfortuna di coprire la carica di Assessore e, in un intervallo di quell'ostruzionismo, venne approvato il Piano Sanitario Regionale.
Consigliere Buquicchio, lei non ci crederà, ma è così. L'ostruzionismo durò sei mesi, non sei giorni. Alla fine si dimise il Presidente Ghigo perché allora non c'era elezione diretta. Allora era un'epoca fortunata, si potevano discutere i Presidenti, chiunque essi fossero, perché erano solo indicati. All'interno di quell'ostruzionismo, cosa cui nessuno crederebbe se non fosse successo, è passato il Piano Sanitario Regionale. Secondo me alcuni Consiglieri dell'allora PDS (non so se si chiamavano DS o solo PDS) suggerirei la Consigliera Manica e alcuni Consiglieri di AN, ad esempio l'Assessore D'Ambrosio che era competente, credo che avessero... non mi viene il sinonimo di "inciuciato" ma forse si potrebbe dire "dialogato".
Tornando a quanto dicevo prima, ho la netta sensazione che ci sia sull'applicazione del Regolamento, delle procedure e dei diritti - prima di esaurire il problema della Casa Bocchetta, stavo parlando dei Tibetani, pur essendomi distratto un attimo con i birmani - un'eccessiva leggerezza, che non è il dare spazio e primazia alla politica, come io credo si debba fare.
Credo sia una priorità per chi fa il mio mestiere. Io, di mestiere, faccio politica, non lo faccio come dilettante, lo faccio per mestiere. Non so gli altri.
Voglio approfondire cosa è successo stasera, che uniamo a ciò che è successo nei giorni scorsi, perché credo che meriti un'attenta riflessione.
Sulla valutazione politica di aver abbandonato il Piano Sanitario Regionale immagino che domani i giornali apriranno sul fatto che - ci sarà anche un crollo delle azioni - le priorità cambiano, adesso c'è una nuova priorità di cui prendiamo immediatamente atto con grande sorpresa. La cosa ci sconvolge fin nei precordi.
Prendiamo atto dell'abbandono, ci saranno nuove valutazioni che attenderemo su questa nuova priorità. Noi pensavamo fosse la delibera n.
161, ma ci va bene anche la delibera n. 162. Temiamo, nell'ambito dell'inutilità, caro Assessore, una sempre sua eventuale opinione dialettica in materia, qualora lei ce la volesse dare, mutata rispetto a ciò che ha detto in Commissione. Si possono fare tante e tante cose, ma non proprio tutte. Noi riteniamo, forse, ma vogliamo prima verificarlo, che alcuni limiti siano stati, dal punto di vista formale, già passati.
Su questo ci ritorneremo, credo che ne avremo il tempo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, in senso contrario, il Consigliere Muliere ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Credo che non ci sia stata nessuna violazione della forma e del Regolamento. Questa sera abbiamo votato una richiesta di inversione, cosa che questo Consiglio ha fatto centinaia e centinaia di volte. Del resto l'o.d.g. era stato fissato. Noi siamo stati convocati su un o.d.g. che prevedeva la discussione della delibera n. 161 e poi della delibera n. 162.
La Presidente ha chiesto l'inversione, motivandola, e io credo sia pienamente legittimo se andiamo a vedere che cosa c'è bisogno oggi per arrivare, in particolare modo, all'approvazione dei piani di riordino delle aziende sanitarie locali e dell'assetto territoriale delle ASL, che sono collegati al Piano sanitario regionale (lo avete detto anche voi che le due delibere sono collegate). Per quanto riguarda l'ordine di priorità di approvazione, non è che noi approviamo una cosa e poi ci scordiamo dell'altra. Noi approveremo - spero, al più presto, voi sperate al più tardi - la delibera di riassetto territoriale delle ASL e poi il Piano. Non sono slegati e non abbiamo cambiato priorità. Sono due delibere per noi ugualmente importanti.
Se abbiamo chiesto l'inversione di discussione, è per i motivi di urgenza che sono stati spiegati in aula. Per quanto riguarda la correttezza del Presidente, credo che in questi due anni e mezzo il Presidente l'abbia dimostrata più di una volta. Il Presidente non ha bisogno delle mie difese ma lo voglio fare perché riteniamo giusto farlo, e riconoscere in aula la correttezza della conduzione del Consiglio, dell'assemblea legislativa di cui facciamo parte.
Dopodiché, si può discutere rispetto all'applicazione del Regolamento ma credo che, da questo punto di vista, il Presidente abbia dimostrato più di una volta di essere rispettoso del Regolamento che, come spero cambieremo insieme una volta terminato il lavoro sul Piano Regionale Socio Sanitario. Credo che ci sarà uno spazio condiviso da tutte le forze consiliari del Consiglio per arrivare ad una modifica dell'attuale Regolamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 17.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 18 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 724 avente oggetto: "No ai parcheggi a pagamento per ingresso a parco La Mandria di Venaria".
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Dopo aver ascoltato i colleghi Muliere e Burzi mi sento nuovamente in dovere di intervenire su quanto è stato detto - lo ripeto nuovamente alle ore 23 del 26 settembre - perché non è che voi non avete diritto di esercitare il potere politico e decisionale sotto il profilo politico e amministrativo, è che ci sono delle regole.
Il Presidente, che fin dal primo giorno ho cercato di ammonire, poi ho capito che qui non ce la faccio, essendo più potente del sottoscritto, ha al proprio seguito un partito potente e quando c'è la Presidente si sente ancora più potente.
Presidente, penso che lei, oggi, ancora una volta, abbia sminuito l'importanza delle mie parole, con me lo fa stesso, ci sono abituato, non è un problema. La differenza è stata spiegata molto bene dal collega, nonch avvocato, sotto l'aspetto legislativo, ma anche giuridico, quindi non tocca a me una spiegazione ulteriore.
Collega Muliere, non è che non riconosco la vostra validità politica e decisionale, però, in un momento così delicato, in cui ci sono tensioni e in qualche modo, si sta cercando di contrastare questo vostro strapotere il Presidente, che doveva essere l'arbitro dell'Assemblea, amplifica ancora questa tensione. Quindi, adesso che va via la Presidente...



(Commenti in aula)



SCANDEREBECH Deodato

Ah, non va via.
Presidente, veramente, deve smetterla di comportarsi in questo modo perché, pur avendo la massima stima nei suoi confronti, non capisco il motivo. C'è un Regolamento che in altre circostanze è stato adoperato male ma si trattava di altri episodi, non c'era questo attrito, non c'era questa tensione e da entrambe le parti non era stato richiesto il rispetto del Regolamento.
Lei, che oltre ad essere Presidente è anche un avvocato, non pu sottovalutare quanto ha fatto oggi; poi, il collega Burzi lo dice a modo suo perché anche lui è un potente, io sono un "povero cristo" qui dentro e mi difendo con le armi che ho, però, mi raccomando, Presidente, io le voglio bene come Presidente. Lei ha preso molti voti e, veramente rappresenta il popolo, oltre ad essere Presidente, lei è stato uno dei primi più votati.
Non è qui presente l'Assessore - lasciamo perdere il nome, giovane o vecchio che sia - che non è stato votato, pertanto lui non ha nemmeno diritto ad esprimere certi giudizi e certi confronti, non solo non ha il diritto, ma non è nemmeno all'altezza di esprimere certi giudizi e certi comportamenti in quest'Aula, ma di quello ne parleremo al momento opportuno...



(Commenti fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Anche lì, sulla Città della Salute, si era impegnato con l'Università e anche lì è stato un po' - come si dice in piemontese? - "buggerato".



(Commenti fuori microfono)



SCANDEREBECH Deodato

Quindi, anche sulla sua pagella ancora è da apporre il visto finale.
Presidente, mi raccomando, perché nei prossimi giorni, quando molti di loro, che sono più potenti di me, cercheranno un po' il dialogo, immagino che rimarrò solo in quest'Aula. Mi raccomando, ragazzi, da solo non ce la faccio ad andare avanti se non ho un Presidente che sia veramente un Presidente di tutti.
Ritornando alla questione, ritengo improponibili i sette euro nella zona di Venaria, dove diventa veramente difficile. In questi giorni, è stato sorpreso un signore anziano che, in preda alla disperazione, aveva rubato mezzo pacco di pasta e formaggio; questa ne è la dimostrazione. Nel momento in cui si vive nella disperazione e nella povertà, non è possibile far pagare ai poveri cittadini che non arrivano alla quarta settimana sette euro nella zona di Venaria per visitare la Reggia, dopo tutti i miliardi spesi per lussuosi convegni, ma anche ricevimenti. Mi riferisco all'80 della popolazione e non solo agli appartenenti alle fasce deboli, conosco tante persone in queste condizioni, spero non succeda anche a me di non arrivare al quarto mese. Incombono anche le spese di alloggio, di affitto la figlia che comincia a crescere e diventa esigente, il mutuo della casa insomma, ognuno di noi ha grossi problemi.
Mi auguro che quei sette euro vengano al più presto diminuiti ad un livello minimo, per cercare di fare visitare la Reggia di Venaria a tutti i poveri cittadini, tra virgolette, anche ai poveri.



PRESIDENTE

Presidente Scanderebech, desidero assicurarla che i sentimenti di affetto che gentilmente mi ha manifestato sono condivisi e che nelle mie valutazioni non faccio assolutamente differenza a seconda che i Consiglieri o Presidenti dei Gruppi che intervengono appartengano ad un partito, per usare le sue espressioni, potente o non potente, e men che meno il fatto che usino...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo dico da piemontese, ovviamente.
Non essendoci interventi in senso contrario, indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 18.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 19 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 727 avente oggetto: "Proposta di legge n. 206: non passaggio agli articoli, ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento".
La parola al Consigliere Cavallera, che interviene in senso favorevole.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, come vede, questa è una richiesta di non passaggio agli articoli, naturalmente facendo riferimento al Regolamento. Quindi penso che quanto detto dai colleghi e dai Capigruppo che mi hanno preceduto, indubbiamente, debba essere considerato con la massima attenzione, perché, intanto, da questa vicenda, a mio avviso, non si esce con colpi di teatro o, comunque, con degli artifici.
Vorrei sottolineare come in Commissione, pur tra mille difficoltà venendo da una situazione pregressa nella quale, ovviamente, vi era stata una forte tensione, secondo la mia impressione, si fosse in dirittura d'arrivo, dove si discuteva molto nel merito. Semmai, si sarebbe potuto discutere il modo con il quale - cose che si possono fare in Commissione una volta conosciuti, raggruppare gli emendamenti per affrontarli in modo organico.
Invece, qui c'è sempre il solito atteggiamento gladiatorio da parte di qualcuno, nel caso particolare, l'ho già sottolineato, la tendenza della Presidenza della Giunta è questa. Non è la prima volta che si mette sotto tensione il Consiglio per arrivare ad una approvazione in tempi rapidi senza, a mio avviso, aver mai risolto il problema.
Quindi, per quanto riguarda il Piano Sanitario o le tematiche connesse a maggior ragione anche gli accorpamenti territoriali, è chiaro che sono argomenti che devono avere il loro approfondimento, perché riguardano la prima postazione di spesa che c'è nel nostro bilancio. Fino a prova contraria, sono 7,5 miliardi di euro, è una tematica che riguarda il territorio e la cittadinanza. Sappiamo quanto le leve del sistema sanitario siano saldamente in mano alla Giunta, la quale ha già adottato in modo ortodosso o eterodosso i provvedimenti che riteneva, sia per quanto riguarda gli accorpamenti di fatto già realizzati o i provvedimenti riguardanti direttori, primi commissari e tutta una serie di altre iniziative, che penso che al 50%, qualunque fosse l'amministrazione e se collegate o meno ad altre decisioni prese a livello nazionale, dovevano essere adottate. C'è un altro 50% di discrezionale, dove ovviamente si esplicita quella che è la coniugazione delle direttive di orientamenti generali con le esigenze del nostro territorio e con le sue articolazioni.
Presidente, penso che il ruolo del Presidente del Consiglio, come ho sempre inteso io, che ho sempre vissuto con i Presidenti e con i quali ho avuto a che fare dal 1990 ad oggi, non sia mai stato interpretato - credo che anche lei ne convenga - non solo come un ruolo notarile, ma certamente di garanzia. Il sistema maggioritario, determinato dal sistema elettorale vigente, porta a questa dialettica pronunciata, ma in sede legislativa dato che occorrono il dibattito, la convergenza e il confronto, il ruolo di Presidente è un ruolo non dico di mediazione, ma certamente di indirizzo metodologico. Quindi, così come non ci attendiamo benevolenze extra ordinem da parte della minoranza, credo che sarebbe opportuno consigliare alla maggioranza di non fare salti in lungo o percorrere vie che non sono risolutive.
Credo veramente che lo scontento manifestato dal Consigliere Burzi sia ampiamente giustificato e troverà senz'altro la maniera di manifestarsi nelle sedi opportune con adeguate iniziative.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera. Attendiamo le opportune iniziative perché riteniamo che sia quanto mai necessario dare certezze a tutti circa le esigenze di Regolamento e le modalità di conduzione dell'Aula.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricato n. 19.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 20 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 729 avente oggetto: "Soppressione comitati provinciali e regionali dell'INPS".
La parola al Vicepresidente Pichetto Fratin, che interviene a favore in qualità di Consigliere.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Questo Governo sbaglia tutto, però alcune cose vengono anche bene.
Concediamo che alcuni provvedimenti potrebbero essere condivisibili. Tra i provvedimenti condivisibili certamente c'era quello della legge finanziaria 2007, che prevedeva la soppressione dei comitati provinciali e regionali dell'INPS.
Attuando la norma, a partire dal luglio 2007, la burocrazia ha permesso di attuare il tutto, ma sicuramente i colleghi Clement e Dalmasso, che hanno firmato l'ordine del giorno, sapranno nei dettagli qual è la situazione. Questo, secondo me, è un atto importante. Naturalmente la data dell'ordine del giorno richiamava la Giunta e l'Aula a farsi partecipi e a difendere questi comitati.
Vorrei ricordare che, in base alla stima dei membri comitati, i retribuiti erano circa quattromila. Questo è uno degli esempi di come, in questo Paese, ci sia tutta una lunga serie di organismi pretorici che anziché agevolare una speditezza e anche gli automatismi del funzionamento di determinati enti (in questo caso l'INPS), ci sia una serie di organismi che frenano e hanno l'unica funzione di mescolare le carte, oltre che naturalmente essere retribuiti.
Quest'ordine del giorno era anche l'occasione per discutere del tema della semplificazione, del tema di darci delle regole, come Paese ma anche come Regione e come Enti locali, più moderne e più al passo con i tempi e al passo di quello che è un cambiamento della nostra società, con un'evoluzione che ha una rapidità estrema.
Vorrei ricordare che oggigiorno siamo in tempo reale con la telematica.
Ciò che succede nel mondo lo si sa subito e anche le transazioni si possono fare subito, la trasparenza può essere data con i meccanismi on line. Su tutto questo, esempi ne abbiamo e, peraltro, continuiamo a complicarci la vita in materia di sussidiarietà e di federalismo. In questo caso faccio un intervento filocentralista.
Ad esempio, c'è il catasto, peraltro oggetto di dibattito di questi giorni. Quanto prima il catasto sarà gestito a livello comunale in alcuni casi, a livello di consorzio in altri casi. Peraltro, ci sarà la convenzione con gli uffici del territorio, alimentando un caos nazionale che probabilmente farà sicuramente lievitare il numero dei dipendenti pubblici. L'unico effetto che produrrà sarà che lieviteranno i contenziosi sugli accatastamenti, al punto che non ci sarà più una regola nazionale sui sistemi di accatastamento e, naturalmente, anche in questo caso arriveremo a far dominare comitati di controllo e organi di giurisdizione. Amplieremo le commissioni censuarie per le valutazioni, le commissioni tributarie per dirimere la parte di giustizia amministrativa.
Forse l'iscrizione di questo ordine del giorno era anche l'occasione per entrare nel merito di queste questioni. La semplificazione amministrativa è proprio uno dei cavalli di battaglia della politica, ma anche l'obiettivo che tutti dobbiamo avere per creare un Paese veramente efficiente ed efficace nel servizio dei cittadini.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 20.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 21 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 730 avente oggetto: "RU486, importazione e diffusione sul territorio nazionale".
La parola al Consigliere Scanderebech, che interviene a favore; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Mi auguro, visto che questo è un ordine del giorno firmato da Chieppa e da altri suoi colleghi, che ne accettino l'iscrizione ma anche la discussione, così avranno l'occasione per votarlo una volta per tutte perché dopo le dichiarazioni fatte dall'Assessore al nuovo Assessore alla sanità sul tema, mi sembra che sia importante discuterne. È un'occasione da non perdere. È un ordine del giorno a cui il Consigliere Chieppa teneva molto, ma è presente il collega Robotti, che può sostituirlo degnamente.
Quindi, possiamo discutere sugli effetti della RU486, ma prima di parlare dei problemi e delle modalità e prima di fare i confronti con i paesi anglosassoni, vorrei mettere a fuoco la situazione in Piemonte.
Assessore, non so se lei sia al corrente del fatto che in Piemonte ci sono circa 11 mila aborti all'anno. Questi sono dati non del 1996, ma del 1995, anzi i dati del 1996 glieli chiedo ufficialmente, così vediamo di analizzare insieme il problema. Se riesce a farci avere i dati sia per noi che per lei, così facciamo un po' di analisi anche per capire quanti sono i nati e quanti sono gli aborti, in modo da poter fare un confronto sul fatto che in Piemonte ci siano undicimila aborti all'anno.
Allora mi chiedo: la nostra è una regione di violentatori? È una regione che interviene in modo violento sulle donne, per cui poi le stesse necessitano di casi particolari, secondo la legge n. 194, che prevede i casi specifici per cui è previsto l'aborto? Mi sembra che, in proporzione alle altre Regioni, il numero degli aborti rapportati alle nascite e rapportati al numero della popolazione in Piemonte sia un'esagerazione.
Di questi undicimila, sembra che 3.500 vengano effettuati al Sant'Anna.
Inoltre, abbiamo letto in questi giorni che dei medici e dei responsabili del Sant'Anna si lamentavano che tutti vanno al Sant'Anna. Certo che tutti vanno al Sant'Anna, perché è un punto di riferimento, come lo sono il Regina Margherita e le Molinette.
Quindi, se poi questi luoghi sacri li demoliamo, la gente è terrorizzata. E il problema vero è: la legge n. 194 come viene applicata in Regione Piemonte? Come funzionano i consultori? Se è vero quello che c'è scritto qui, cioè che nei paesi come la Gran Bretagna, Svezia, Olanda viene venduta o consegnata la RU486 in modo apparentemente semplice - ma non è così - in quei paesi, prima che venga prescritta dal punto di vista medico, c'è a monte un parere di due medici.
Quindi, viene prescritta con il parere di due medici! C'è già un parere medico; che poi questo parere medico sia superficiale o meno o sia direttamente proporzionale a delle leggi o meno, questa è competenza e dipende dalla professionalità del medico. Però è richiesto un parere medico di due medici. Se non vi sono due pareri medici, non viene prescritta la RU486.
Qui in Italia, a parte quello che è successo al Sant'Anna, non si pu applicare un metodo in Piemonte e un altro metodo in Lombardia e magari un altro metodo in Puglia. Ritengo che questo sia un problema nazionale, ma soprattutto ritengo che va rivista la legge n. 194; va aggiornata, e diceva ieri Sorgi su La Stampa che la politica non è stata sufficientemente adeguata per aggiornarci ai tempi, alla medianicità, ai nuovi eventi.
Quindi, è giusto che la legge, che è del 1978, debba essere rivista, ma non trasformata nella sua funzione e nel suo obiettivo di dire che la vita è sacra! La vita - è bene che lo chiariamo una volta per tutte - è un bene ed un patrimonio della società o è un patrimonio del singolo? Se la vita è un patrimonio della società e della comunità, dobbiamo fare attenzione e, soprattutto qui in Piemonte, va applicata bene la legge n. 194.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 21.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 22 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 731 avente oggetto: "Chiusura sedi delle banca d'Italia".
Ha chiesto la parola, in senso favorevole, il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Questo ordine del giorno potrebbe fare il paio con quello illustrato prima dal collega Pichetto relativo alla chiusura della sede dell'INPS anche se probabilmente la chiusura della sede INPS rappresenta un vulnus ancora maggiore sulle varie Province.
Devo dire che mai in questo caso la chiusura preannunciata si è attuata, perché nelle Province come quella di Alessandria in cui c'era una sede della Banca d'Italia, questa ha cessato sostanzialmente di esistere ed è stata eliminata.
Quindi, man mano le Province piemontesi, anche quelle più importanti perché, ad esempio, Alessandria è la terza Provincia del Piemonte - si vedranno depauperate da questa decisione di riduzione delle sedi della Banca d'Italia.
Ricordiamo, inoltre, che già il Piemonte non aveva in ogni provincia sedi della Banca d'Italia, perché soltanto nelle Province storiche era presente la Banca d'Italia con la sua sede, ma nelle Province più nuove quelle istituite negli ultimi decenni, in particolare il VCO e Biella questa istituzione non aveva una propria sede di rappresentanza.
Quello che è successo ad Alessandria è successo anche nelle altre Province piemontesi e penso sia da escludere il solo capoluogo regionale almeno lo auspichiamo tutti.
Quindi, in tutta la nostra Regione, a parte la Provincia di Torino, la Banca d'Italia non ha più sedi distaccate. Questo fa parte di una politica di risparmio sicuramente impostata tanto dalla Banca d'Italia quanto dal Governo.
C'è da capire se sia giusto che questa politica del risparmio incominci proprio a toccare realtà come possono essere i comitati provinciali dell'INPS e la Banca d'Italia, che svolgono un ruolo importante sul territorio provinciale.
La Banca d'Italia - da sempre, fino ad oggi - ha svolto funzioni di controllo degli istituti bancari locali, molto presenti in Piemonte e nella provincia piemontese. La mancanza di un momento di controllo territorialmente forte e capillare ci lascia sinceramente perplessi, anche perché sappiamo quanto la Banca d'Italia possa svolgere un ruolo significativo sia sugli istituti bancari, sia sugli istituti finanziari.
Non è che non comprendiamo le esigenze di taglio a tante strutture periferiche che il Governo nazionale e la Banca d'Italia hanno messo in cantiere ed attuato in maniera molto rigida, ma ci chiediamo se questa rigidità e questa capacità di intervenire in pochi mesi su queste strutture è la stessa capacità, ad esempio, che si è manifestata nella soppressione degli Enti inutili, cioè quegli Enti che da decenni continuano a svolgere un loro ruolo pur essendo destinati alla chiusura.
In queste settimane tutti si peritano a fare i conti in tasca alle istituzioni: ma quando una Presidenza della Repubblica fa lavorare 2.158 persone (così mi dicono), che costano circa 160 milioni di euro (solo il Quirinale), e il costo totale del lavoro più il costo delle spese arriva a 224 milioni di euro (5 volte quello che si spende a Backingam Palace o in Francia, con Sarkozy), non capisco perché poi si tagliano i comitati e le sedi della Banca d'Italia nelle Province piemontesi e non solo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 22.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 23 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 732 avente oggetto: "Finanziamento della l.r. 18/99 'Interventi regionali a sostegno dell'offerta turistica".
La parola al Consigliere Cirio, che interviene a favore; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno tratta un argomento piuttosto delicato, ossia l'offerta turistica relativamente alle strutture ricettive del territorio piemontese, in particolare in riferimento alla legge n. 18 del 1999 provvedimento di grande spessore non solo sotto il profilo dei finanziamenti che è stata in grado di erogare, ma anche dei soggetti che hanno usufruito di questo tipo di strumento regionale.
Non si può dimenticare, infatti, che grazie alla legge n. 18 numerose aree del Piemonte sono state in grado di dotarsi di strutture ricettive e di posti letto che prima non esistevano, compensando quel divario che il Piemonte aveva in termini di esigenze turistiche fornite in special modo dal turismo straniero.
La legge n. 18 richiama, tuttavia, un argomento che va affrontato con la dovuta cautela, perché se è vero che questo tipo di intervento non riceve attenzioni e finanziamenti da parecchio tempo, è altresì vero che questo tipo di intervento deve essere, nel caso in cui lo si volesse finanziarie, modulato a raggiungere determinati scopi e finalità, che non possono e non devono essere limitati al puro incremento di posti letto.
Il Piemonte, sotto il profilo dell'offerta turistica, sta vivendo una situazione di equilibrio per quanto riguarda il livello della domanda e dell'offerta di posti letto.
Forse sarebbe opportuno adoperarsi per intervenire a sostegno di quelle strutture che, non essendo più moderne secondo le nuove e stringenti normative in vigore, necessitano di interventi di adeguamento, che per gli operatori turistici rappresentano un gravoso impegno sotto il profilo economico e finanziario.
Questo ordine del giorno vuole provocare una riflessione e una discussione, ma non perché si possano aprire nuove strutture e nuovi posti letto in Piemonte, perché forse, ad essere sinceri, ci sono già e sono pienamente sufficienti.
Quello che la legge n. 18 dovrebbe riuscire a garantire in futuro è un'ulteriore qualificazione (non credo che si possa parlare di riqualificazione) dell'offerta turistica alberghiera ed extralberghiera.
A nostro giudizio, andrebbero premiate le strutture più obsolete quelle che hanno necessità di cambiare gli arredi interni, di introdurre sistemi di condizionamento oppure che hanno bisogno di adeguare i propri impianti e le proprie infrastrutture alle nuove normative vigenti. È in questo senso che andrebbe fatto un ragionamento sulla legge n. 18, perch dovrebbe andare a premiare quegli imprenditori piemontesi che prima degli altri hanno capito e hanno saputo investire nel settore turistico.
paradossale il fatto che siano nate numerose strutture alberghiere ed extralberghiere quando aiuti non ce n'erano, per cui tutto si basava sulle uniche forze dell'imprenditore, e poi, successivamente, a questi sia stata creata, con la legge n. 18, una concorrenza sostenuta dagli enti pubblici e dalle finanze regionali.
Si rileva la necessità, quindi, di una nuova erogazione e di un nuovo bando finalizzato a premiare questi soggetti, per aiutarli a adeguare le loro strutture e a farle crescere.
Non dimentichiamo che il turismo piemontese è di grande qualità. E al turismo di eccellenza deve essere garantito il primo degli elementi che caratterizza una politica turistica intelligente: l'accoglienza. Il senso dell'accoglienza è davvero la carta su cui il nostro Piemonte si gioca il proprio futuro turistico. L'accoglienza avviene, al primo impatto e all'impatto sostanziale, nelle strutture ricettive che siamo in grado di offrire ai turisti in visita.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 23.
Il Consiglio non approva.
Richiesta rubricata n. 24 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 733 avente oggetto: "Patentino per padroni di cani".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto

Grazie, Presidente.
un argomento relativo ai cani pericolosi, un argomento parecchio delicato che, tra l'altro ha interessato i più alti Organi dell'Autorità giudiziaria italiana. La questione dei cani pericolosi è approdata addirittura in Cassazione, legato ad episodi di cronaca che hanno visto situazioni di aggressioni, da parte di cani considerati pericolosi, a danno dei cittadini.
Si è verificata una sorta di azione non solo denigratoria nei confronti di un animale da compagnia considerato anche dalla storia e dalla tradizione più fedele all'uomo, ma soprattutto si è cercato di introdurre una distinzione fra i cani considerati pericolosi e i cani che, invece pericolosi non sono.
La Cassazione, su questo, ha dato una luce molto chiara, stabilendo che non si può prevedere a priori che ci sono razze di cani pericolosi o razze di cani non pericolosi, ma che tutti i cani potenzialmente lo sono. È per questo che questo tipo di organizzazione, sotto questo aspetto specifico potrebbe ritenersi anche parzialmente superato. Perché nel momento in cui noi richiediamo, come in questo caso facciamo, l'introduzione di uno specifico patentino per i possessori di cani appartenenti alle razze pericolose partiamo da un presupposto, che è stato superato dalla Cassazione ma, come sempre, la trattazione degli ordini del giorno non è mai attuale, ma arriva sempre in ritardo, impostiamo un ragionamento che deve distinguere o può adottare una sorta di summa divisio tra quello che è un cane di razza pericolosa e non pericolosa.
Questo non è possibile. Tutti i cani sono potenzialmente pericolosi per cui credo che l'ordine del giorno in questione debba subire una sorta di rimodulazione nel senso non di individuare un patentino per un qualcosa che non può essere individuato, ma soprattutto nell'alimentare, nel sensibilizzare una cultura diversa da parte del proprietario del cane.
Il concetto del patentino può essere un modo colorito per adottare invece una sorta di carta di condotta del proprietario dell'animale. Non dimenticando che l'animale dipende non solo dall'educazione o dall'addestramento che ha ricevuto dal suo padrone, ma anche da quanto il proprietario è stato in grado di vigilare sulla sua vita e sulla sua condotta.
Pertanto, il nostro ragionamento è quello di fare emergere il problema affinché si possa cercare, quanto può essere di competenza regionale, di introdurre delle norme di condotta, di educazione civica da parte dei possessori di animali da compagnia che vadano, certamente, nel rispetto dell'incolumità della vita degli animali da compagnia stessi, ma su questo le novelle legislative hanno già fatto molto. Insomma, sul maltrattamento degli animali c'è stata, finalmente, una grossa evoluzione anche della norma attualmente in vigore nel nostro Paese. Quello che manca forse sarebbe una norma per i possessori degli animali da compagnia, qualcosa che spieghi realmente quello che deve essere il ruolo dell'animale da compagnia e, soprattutto, il fatto che l'animale da compagnia deve essere tutelato ma deve essere tutelato anche il cittadino che malauguratamente si trovi ad essere messo in contatto con l'animale.
Questo è il ragionamento che proponiamo con questo ordine del giorno.
un ragionamento che va al di là della concezione del possesso dell'animale all'interno delle mura domestiche, ma che nasce e sale all'attenzione di un organismo istituzionale come questo perché, purtroppo, molto volte la cattiva condotta dei possessori di animali da compagnia è stata causa di situazioni incresciose, anche di incidenti spesso gravi e in alcuni casi anche mortali che hanno visto vittime dei cittadini incolpevoli.
Ci auguriamo con questo ordine del giorno di sensibilizzare la Giunta a adoperarsi affinché si possa intervenire realmente e concretamente nel momento in cui il possessore di cani, che oggi viene individuato fisicamente e anche anagraficamente, possa essere messo di fronte alle proprie responsabilità.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste di intervento in senso contrario.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 24.
Il Consiglio non approva.
Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non vedo che ore sono, ma sul mio risultano...



PRESIDENTE

Io mi oriento sull'orologio alla mia destra e vedo che mancano due minuti alla mezzanotte.



BURZI Angelo

A che ora termina la riunione di questa sera?



PRESIDENTE

A mezzanotte.



BURZI Angelo

Come facciamo a garantire a chiunque di noi avesse voglia di esprimersi in maniera compiuta nei cinque minuti che, al momento, il Regolamento consente?



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, a norma del Regolamento, mantengo la seduta convocata.



BURZI Angelo

Ho fatto una domanda, ma non mi ha risposto.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, darò modo alle persone di portare a termine l'illustrazione della richiesta di iscrizione di nuovo punto. Dopodiché, la metterò in votazione e chiuderò la seduta.



BURZI Angelo

Sforando la mezzanotte?



PRESIDENTE

Sforando, magari, di qualche minuto la mezzanotte.
Richiesta rubricata n. 25 presentata dai Consiglieri Rossi, Dutto, Novero Botta, Cavallera, Cirio, Pichetto Fratin e Nastri: si chiede l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 734 avente oggetto: "Condizioni disastrose dei mezzi di trasporto pubblico convenzionati con regioni e province".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta in senso favorevole; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Mi fa piacere che ci sia l'Assessore Borioli perché l'interrogazione è rivolta al suo buon cuore. Parliamo delle condizioni disastrose dei mezzi di trasporto pubblico convenzionato con Regione e Provincia. Non parliamo una volta tanto di treni, ma di pullman.
L'Assessore Borioli è noto per i viaggi in treno, ma visto che ci sono anche i pullman che partono dalla nostra Provincia e arrivano a Torino, lo inviterei a fare per una volta un viaggio su uno di quei pullman che riceve, giustamente, il sostegno della Regione Piemonte. Sarebbe un'esperienza istruttiva.
Sappiamo quali sono i problemi sui treni, ma sui pullman questi problemi vengono moltiplicati alla follia. Ormai questi pullman sono normalmente vecchi, con condizioni igieniche assolutamente insufficienti caldissimi d'estate perché l'aria condizionata non funziona, freddissimi d'inverno perché non funzionano i riscaldamenti; quando piove, molto spesso, i finestrini che, ormai, non sono più in condizioni ottimali fanno tracimare l'acqua, causando danni agli utenti. Chiederei, a differenza di tante interrogazioni sui treni, che ci fosse un'attenzione anche sul trasporto pubblico pullman che parte delle Province piemontesi fanno arrivare a Torino.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione di nuovo punto all'o.d.g. rubricata n. 25.
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 24.04)



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