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Dettaglio seduta n.225 del 03/08/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GARIGLIO



(Alle ore 10.03 il Presidente Gariglio comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Rostagno e Valloggia.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni dell'Assessore Borioli relativamente a TAV e Nodo ferroviario di Novara


PRESIDENTE

Come convenuto, l'ultimo punto all'o.d.g. da esaminare è la comunicazione della Giunta regionale inerente alla questione TAV e al nodo ferroviario di Novara.
presente l'Assessore Borioli.
La parola all'Assessore Borioli per le comunicazioni in oggetto.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, svolgo una comunicazione su entrambi i punti?



PRESIDENTE

Per l'economicità dei lavori, suggerirei di affrontare entrambe le questioni.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Comincerei dalla questione Torino-Lione.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è stabilito. Era una comunicazione unica, ma se i colleghi ritengono dirimente avere prima la comunicazione su un aspetto e, poi sull'altro, sicuramente l'Assessore Borioli non ha alcuna difficoltà.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Procediamo ad una comunicazione unica.
Il Consigliere Cavallera chiede aggiornamenti sul Terzo Valico.
Colleghi, se preferite procedere con due comunicazioni separate l'Assessore dovrà intervenire due volte.
Credo che, per l'economicità dei lavori, l'Assessore possa svolgere l'illustrazione, lasciando successivamente spazio di intervento per tutti chiaramente, non saremo stringenti sui tempi.
La parola all'Assessore Borioli.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Comincerei dalla questione Torino-Lione.
Per quanto riguarda la linea ferroviaria Torino-Lione, do brevissimamente conto dello stato dell'arte.
Come credo sia noto al Consiglio, il 13 giugno 2007 si è riunito a Roma il tavolo istituzionale di Palazzo Chigi, istituito nel dicembre dello scorso anno, essenzialmente per fare il punto sul lavoro svolto fino a quel momento dall'Osservatorio presieduto dal Commissario governativo architetto Mario Virano.
In quell'occasione, sono state illustrate le risultanze relative ai primi due punti che costituivano l'agenda di lavoro dell'Osservatorio stesso, che sono state tradotte, sintetizzate e compendiate nella pubblicazione dei primi due Quaderni; quaderni che, dopo qualche giorno sono stati presentati alla stampa, a Roma, presso Palazzo Chigi, e inviati a tutti gli amministratori locali, compresi i Consiglieri regionali.
Francamente, adesso non sono in grado di dire se vi siano già materialmente arrivati, ma è stata fatta una trasmissione ufficiale.



(Commenti fuori microfono)



BORIOLI Daniele, Assessore alle infrastrutture

I primi due Quaderni, come avete potuto evincere dal materiale che vi è stato trasmesso, riguardavano le potenzialità della linea storica, per quanto riguarda il Quaderno n. 1, e gli scenari di traffico per quanto riguarda il Quaderno n. 2.
Sono in fase di definizione, pressoché ultimata, le risultanze del terzo punto, che l'agenda di lavoro dell'Osservatorio prevedeva essere quello relativo al nodo di Torino, che si attende per le prossime settimane. A questo punto, credo che dopo le vacanze avverrà la pubblicazione di un terzo Quaderno, che vi sarà recapitato.
Rimane il quarto punto - che verrà affrontato dopo l'estate, quando sarà avvenuta la pubblicazione del terzo Quaderno - che riguarda l'individuazione dell'ipotesi alternativa di tracciato, che dovrebbe scaturire a valle di un'ulteriore riunione del tavolo di Palazzo Chigi programmata - ripeto - dopo le vacanze estive (non è ancora stata fissata una data, ma ci verrà comunicata).
Sulle risultanze dei primi due Quaderni, credo che voi abbiate già avuto modo di vedere delle cose, però, essenzialmente, la sintesi condivisa dal punto di vista tecnico dai rappresentanti tecnici che siedono nell'Osservatorio, indicati dai diversi livelli di Governo e amministrativi, è la seguente.
Per quanto riguarda il Quaderno n. 1, circa le potenzialità della linea storica, oggi, noi abbiamo l'indicazione secondo la quale, con adeguate politiche trasportistiche, quella linea, in effetti, è in grado di raccogliere ancora una capacità potenziale considerevole; nello stesso tempo - queste sono le risultanze del secondo Quaderno - a fronte degli scenari di traffico proiettati di prospettiva futura, sempre sulla base di adeguate politiche trasportistiche, la linea storica mostra una deadline di saturazione.
Relativamente a questi dati, che sono condivisi, si apre una valutazione, perché danno luogo a interpretazioni rispetto alle quali è ancora in corso un dibattito. C'è chi afferma che, poiché i dati dimostrano che la linea storica, supportata da adeguate politiche di trasporto e trasferimento modale, andrebbe, nell'arco di un certo numero di anni, a saturarsi, è necessario già da ora decidere di realizzare la nuova infrastruttura, tunnel di base compreso; c'è chi dice di attendere i risultati delle politiche di trasferimento modale per assumere una decisione.
Sto facendo la fotografia esatta di come si situa all'interno dell'Osservatorio il livello del dibattito, che, naturalmente, rimette nelle mani dei decisori politici le valutazioni circa il percorso da intraprendere.
Su questa base, nel corso della riunione del 13 giugno, il Governo ha tuttavia evidenziato ai presenti la scadenza collegata ai termini previsti dall'Unione Europea per la presentazione, da parte dei Governi nazionali delle candidature al finanziamento con le risorse UE dei progetti, in modo particolare dei progetti afferenti alle tratte transfrontaliere, le cosiddette Ten. Tra i presenti, ovviamente, c'erano i rappresentanti della Regione Piemonte, ma anche tutti i rappresentanti degli Enti locali, che voglio ricordarlo - oggi siedono nell'Osservatorio in una compagine territoriale allargata rispetto alla partenza. Infatti, oggi fanno parte del tavolo istituzionale e dell'Osservatorio anche i rappresentanti della Comunità della Val Sangone e dell'Area metropolitana torinese rappresentanti che prima non erano ricompresi né in sede istituzionale n in sede tecnica.
Il Governo ha annunciato ai presenti che, comunque, avrebbe presentato il dossier per la candidatura del progetto ai finanziamenti europei.
Rispetto a quest'impostazione, i rappresentanti delle Comunità locali hanno preso atto delle intenzioni del Governo senza sollevare obiezioni, anche se su questo punto la concertazione non si è conclusa con un accordo tra i rappresentanti delle Comunità locali e del Governo.
Tuttavia, su questa base, il Governo, come credo sia noto, il 17 luglio, a firma congiunta dei due Ministeri - da una parte, il Ministro Di Pietro e, dall'altra, il collega francese Borloo - ha presentato all'Unione Europea un documento congiunto di richiesta di finanziamenti per 725 milioni di euro, che riguardano il finanziamento per una prima tranche di lavori (rispettivamente, questi 725 milioni di euro riguardano interventi relativi al versante italiano per 494 milioni e interventi relativi al versante francese per 231 milioni), e che sono stati quindi formalmente presentati come richiesta di finanziamento congiunto da parte dei due Governi. Ovviamente, la procedura di finanziamento da parte dell'Unione Europea richiede alcuni tempi di esame in sede tecnica delle proposte.
Credo avremo la risposta in merito alle risultanze relative alla presentazione del dossier tra l'autunno e la fine di quest'anno (2007), ma la procedura è stata innescata secondo i tempi previsti; ora si tratta semplicemente di attendere ciò che l'Unione Europea determinerà. Nel frattempo, la Regione Piemonte, in modo particolare, ma naturalmente non da sola, ha cercato di tradurre operativamente uno degli spunti contenuti nei primi due quaderni e su cui i tecnici, espressioni delle comunità locale in modo particolare, con il coordinamento di Mario Virano, hanno lavorato cioè il punto relativo al trasferimento modale.
La Regione Piemonte ha attivato, presso il Ministero dei Trasporti insieme ai rappresentanti delle ferrovie, dell'autostrada ferroviaria alpina e di diversi soggetti che fanno riferimento al Ministero dell'Ambiente e al Ministero delle Infrastrutture, un tavolo tecnico per la predisposizione ravvicinata di un progetto sperimentale di trasferimento modale che consenta, attraverso idonei meccanismi, l'incentivazione del trasporto su ferro; la disincentivazione del trasporto su gomma, insieme alla definizione e all'individuazione di tutta una serie di accorgimenti organizzativi che hanno a che fare, ad esempio, con il tema della gestione della trazione dei treni e dell'ottimizzazione dell'utilizzo dell'autostrada ferroviaria alpina.
Il tavolo tecnico attivato si è dato l'obiettivo di predisporre entro quest'anno un progetto di trasferimento modale, che consenta di valorizzare quella capacità potenziale della linea storica di cui parlano i quaderni licenziati dall'Osservatorio. Ovviamente, si tratterà di un progetto che potrà entrare in funzione e in pieno vigore con la conclusione dei lavori attualmente in corso sulla galleria della linea storica, e cioè presumibilmente a inizio del 2009. Tuttavia, fino a quando la linea storica sarà depotenziata dai lavori in corso (come succede oggi), anche i progetti di trasferimento modale - che potremmo in qualche misura cercare di lanciare prima - risentiranno di un limite strutturale oggettivo che dovrebbe essere rimosso dall'inizio del 2009, quando - finalmente conclusi i lavori di adeguamento del Gabarit, ecc., la galleria storica dovrebbe adeguarsi a una migliore capacità di trasporto.
Voglio sottolineare che, oltretutto, su questa tipologia di intervento dovremmo poter contare su finanziamenti specifici, che sono già stati indicati nel documento di programmazione economico-finanziaria e che dovrebbero essere tradotti nell'apposita individuazione di finanziamenti nell'ambito della legge finanziaria per il 2008 che il Governo dovrà approvare nei prossimi mesi.
Mi pare che non ci sia nulla di significativo da aggiungere. Tutto il resto è ampiamente documentato, peraltro a cicli alternati, con più o meno intensità, dagli organi di informazione che non sempre riportano appropriatamente quello che succede, ma comunque sia danno conto piuttosto frequentemente di tutti gli sviluppi della situazione.
Dal punto di vista istituzionale, le cose che c'erano da dire sono queste.



PRESIDENTE

In ossequio alle istanze avanzate da alcuni colleghi, l'Assessore Borioli si è limitato a intervenire sulla prima parte della comunicazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Successivamente interverranno altri colleghi e Presidenti di Gruppi probabilmente i colleghi più interessati del sottoscritto al passaggio dell'Alta Velocità in quanto insiste sui loro territori.
Oggi ci aspettavamo davvero molto di più dall'Assessore Borioli; le sue mi sembrano comunicazioni di circostanza, che non fanno assolutamente chiarezza sul nodo sia politico sia istituzionale, in altre parole se veramente avremo o no l'Alta Velocità.
Mi sarei aspettato delle parole chiare, definitive, dopo che uno dei maggiori quotidiani italiani, ieri, in prima pagina ha titolato: "L'Italia perde il treno per l'Europa". Sorpresa: Rail Team, che non è una casa discografica ma è la rete continentale dell'Alta Velocità, quindi un soggetto istituzionale ufficiale, ha già cancellato dalle future tracce l'Alta Velocità italiana: si passa sopra l'Italia, da Monaco di Baviera e da Stoccarda. Questo è l'articolo che è uscito su LiberoMercato, che non mi sembra un giornaletto banale, ma è sicuramente un autorevole giornale, e che peraltro basta leggere; l'articolo cita e riprende il sito di Railteam che è forse la voce più autorevole per quanto riguarda il futuro dell'Alta Velocità.
Ebbene, la decisione è già stata presa: noi siamo fuori tempo massimo abbiamo perso il treno. Non lo diciamo noi: lo dicono gli organi ufficiali della rete continentale dell'Alta Velocità.
Allora, caro Assessore Borioli, qui bisogna immediatamente fare chiarezza: o Railteam non dice la verità oppure qui siamo davvero su altri pianeti, su altri satelliti. Continuiamo a discettare e a fingere una possibile realizzazione o meno di quest'arteria viaria, si discute, si discetta sui tracciati presenti, futuri e futuribili, ma intanto l'Europa ci ha già cancellato.
Io mi auguro davvero che questo non sia vero, però io sto ai fatti vedo e leggo ciò che è riportato dai siti ufficiali della rete continentale dell'Alta Velocità. Su questo, chiedo all'Assessore Borioli di darci delle risposte chiare e precise nella sua replica, che immagino avverrà al termine del dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Auddino; ne ha facoltà.



AUDDINO Angelo

Grazie, Presidente. Diversamente dall'impressione che ha avuto il collega Pedrale, io ho invece apprezzato molto - e non lo dico soltanto per spirito di parte, ma perché ne sono convinto - l'illustrazione svolta dall'Assessore Borioli questa mattina, anche se in forma sintetica.
Sicuramente, per ragioni di tempo, l'Assessore non può dire tutto quello che è avvenuto e il lavoro che è stato portato avanti in questi mesi.
La notizia riferita dal collega Pedrale mi sembra quasi una notizia riservata a lui; in base alle notizie apparse su tutti i giornali, sui grandi giornali e alle dichiarazioni che abbiamo ascoltato - a partire da quelle del Governo, della Presidente Bresso e dell'Assessore Borioli - non mi sembra che si siano mossi in termini negativi per avere i finanziamenti da parte dell'Unione Europea. Invece tutto è andato secondo le indicazioni che l'Unione Europea aveva dato ed è stato presentato il dossier nei tempi e nei modi richiesti.
Quindi, apprezzo il lavoro svolto sia dalla Giunta, dall'Assessore e dalla Regione in generale, perché i vari livelli, dal tavolo politico all'Osservatorio di Virano, si sono tutti mossi nel cercare di provare a dipanare la matassa di una situazione che si era molto ingarbugliata negli anni passati, e in particolare un anno e mezzo fa circa.
stato un lavoro quasi di ricostruzione non solo a livello tecnico, ma una ricostruzione per avere fiducia da parte delle popolazioni e da parte dei sindaci che avevano manifestato forte dissenso per questa opera.
Quindi, credo che sia stato fatto un lavoro molto importante. Chi è componente della Commissione trasporti della II Commissione ha avuto l'opportunità di ascoltare qualche mese fa la relazione dell'architetto Virano e ha potuto constatare di persona quanto lavoro e anche di grande qualità sia quello svolto dallo stesso Virano e dall'osservatorio tecnico.
Credo che anche il Governo in questi ultimi mesi ha dimostrato di essere fortemente deciso e quasi all'unanimità. Dico quasi, perché c'è ancora qualche elemento di criticità, ma ha manifestato in modo chiaro e netto all'Italia e anche all'Europa la volontà di fare questa opera che per noi piemontesi e per tutta l'Italia è ritenuta di estrema importanza.
Credo anche che sia importante il fatto che il Ministro Di Pietro e l'omologo Ministro francese Borloo abbiano ritenuto di dire anche che sono intenzionati a rivedere il progetto anche in itinere e non più un progetto a scatola chiusa come sembrava quello precedente calato dall'alto senza il coinvolgimento e senza il consenso di una parte importante della popolazione, e soprattutto dei sindaci.
A me sembra anche molto importante l'impegno che da subito la nostra Regione, la Presidente e l'Assessore in primis ma tutta la struttura regionale ha assunto nel spingere il Governo a prendere subito iniziative a trasferire traffico di merce dall'autostrada alla ferrovia.
Il fatto di utilizzare questa struttura che già esiste, l'Autostrada Ferroviaria Alpina (AFA), che ha il capolinea da parte italiana ad Orbassano, e che oggi non è molto utilizzata per una questione di linea storica non sufficientemente adeguata, ma anche per il fatto che dalla parte francese si ferma a Eaton mentre tutti gli specialistici dicono che dovrebbe almeno attestarsi a Lione, credo che sia importante. Dico questo perché nel DPEF che il Governo è indicato già dal prossimo anno un'importante risorsa affinché questa iniziativa si faccia.
La cosa che considero importante, sostenuta anche dalla Regione e recepita dal Governo e da tutte le Regioni del Nord, è che non si parla soltanto del trasporto sulle autostrade del Frejus, ma di tutto l'arco alpino da Bardonecchia fino al Brennero. Quindi, dobbiamo auspicare ed essere molto determinati a sostenere che a livello nazionale si faccia una politica seria, da far vedere anche alle popolazioni delle vallate, della Valle di Susa, ma anche di altri valichi che c'è veramente l'intenzione da parte di tutti o da parte di chi ci governa e da parte della Regione di utilizzare il cosiddetto ferroutage, che già in Svizzera ed in Austria viene ampiamente utilizzato e che noi invece siamo ancora in una fase molto primordiale.
Sicuramente il lavoro svolto dall'Osservatorio è stato molto positivo.
Credo, e lo voglio ribadire in questo Consiglio, che il tempo impiegato fino adesso non è un tempo sprecato.
Sinceramente un anno e mezzo fa, quando eravamo nell'impasse, alcune critiche si muovevano anche da parte di qualche Consigliere, in particolare dell'opposizione, vedendo questi meccanismi cosiddetti di avvicinamento alla popolazione come una perdita di tempo. Devo dire invece che hanno avuto e hanno un ruolo di recupero forte di credibilità.
Oggi si dimostra che opere come queste non possono avvenire senza il coinvolgimento delle popolazioni, ma soprattutto credo che si sta delineando un progetto che veramente interessa la nostra Regione.
Prima si poteva parlare di una TAV o di un ammodernamento veloce della ferrovia Milano-Lione che lambiva Torino. Oggi finalmente lo scalo di Orbassano e quello di corso Marche sono punti importantissimi.
Per quanto riguarda la definizione di un tracciato diverso da quello indicato nel progetto delle ferrovie di LPF all'origine, questa variazione di sicuro avrà dei risvolti molto positivi, intanto perché probabilmente le popolazioni accoglieranno in modo diverso l'opera, ma anche perch finalmente si dimostra in modo concreto come si voglia salvaguardare la bellezza paesaggistica, l'importanza naturalmente della Valle di Susa e credo che questo sarà un elemento di facilitazione per l'opera.
Quindi, agli scettici di qualche anno fa dico che il tempo, se si raggiungono questi obiettivi di avere Torino in questo Corridoio 5 come punto fondamentale e un miglioramento del tracciato, sicuramente non abbiamo perso tempo perché ne valeva veramente la pena.
Credo e auspico che la Regione debba ancora nei confronti del Governo nazionale spingere in modo che alcune indicazioni vengano recepite al meglio, che nei confronti delle popolazioni si lanci veramente un messaggio che non si tratta di un'opera "contro", ma si tratta di un'opera "per" questo non solo nell'immediato per i cantieri, ma anche per il futuro, cioè che si tratta di uno sviluppo in cui anche la Valle di Susa può avere un grande ritorno.
Soprattutto credo che in questa vicenda dell'ammodernamento e dell'adeguamento della linea storica, e quindi su una possibilità di trasferire da subito traffico di tir che trasportano le merci e trasferire queste merci sui treni, anche con la linea attuale è una cosa molto importante, che serve soprattutto a dimostrare che a livello regionale si sta operando seriamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Io, a differenza delle comunicazioni dell'Assessore che vengono date in veste completamente positiva, voglio esprimere delle enormi preoccupazioni su quello che è il futuro della TAV.
Innanzitutto il progetto che è stato presentato al Governo, per fortuna è un progetto completo per quanto riguarda tutta la parte della linea in territorio francese. Per quanto riguarda il territorio italiano, il progetto è estremamente parziale. Infatti, manca tutto il progetto della linea che, una volta entrata in territorio italiano, arriverà a Torino.
un progetto ancora tutto da discutere, si sa solo che è stato bocciato il vecchio progetto presentato a suo tempo da RSI.
Per quanto riguarda il tunnel, il fatto di aver abbandonato il progetto originario, che prevedeva l'uscita di Venaus, con un nuovo progetto che prevede un'uscita più a sud fa sì che questo tunnel avrà una caratteristica che mi sembra non sia riscontrabile in nessun altro tunnel ferroviario.
Infatti, la parte francese rimarrà invariata perché, giustamente, i francesi al punto in cui sono non hanno nessuna intenzione di cambiare il progetto. Dunque da parte nostra avremo un tunnel in curva, cosa che sarà tecnicamente fattibile, ma come soluzione tecnica mi sembra l'ultima soluzione che poteva essere affrontata.
Il resto della linea, da come ci viene presentata dai giornali perch effettivamente, l'Osservatorio non ha ancora affrontato e risolto questo argomento, sembra una linea che proceda molto a zig-zag. Il fatto stesso che la nuova linea seguirà la vecchia linea per un lungo tratto, mette a mio avviso in discussione tutte quelle caratteristiche che doveva avere questa ferrovia, cioè doveva essere una ferrovia veloce, di una ferrovia non ad alta velocità in senso stretto, non parliamo di una ferrovia che doveva permettere ai treni di viaggiare a trecento l'ora, ma di avere perlomeno una ferrovia per un traffico misto, ma con curve e pendenze tali da farla rientrare in un ruolo di ferrovia moderna.
Al contrario, da quello che si evince dai giornali e dalle bozze che appaiono il tracciato attuale lascia seri dubbi in questo settore. Inoltre questo nuovo tracciato sarà decisamente più lungo del vecchio, creerà problemi perché attraverserà centri abitati mentre il vecchio tracciato era quasi completamente in galleria e decisamente al di fuori dei centri abitati.
Per ultimo, un'osservazione: è giusto e sacrosanto che il nuovo tracciato sia collegato allo scalo di Orbassano, non riesco però a capire perché deve attraversare tutto lo scalo facendo fare un vastissimo giro alla nuova linea. Mentre, a quel punto, fermo restante il sottopasso di corso Marche come collegamento ottimale, una volta giunti ad Orbassano la nuova linea potrebbe proseguire perlomeno su un itinerario più breve magari seguendo per un breve tratto la vecchia linea.
Dunque, complessivamente, rischiamo di avere un tracciato più lungo decisamente più costoso del precedente, che attraverserà i centri abitati dando molti più problemi. Il tutto per l'abbandono di un vecchio tracciato non avvenuto per motivi tecnici, ma per motivi strettamente politici. Come pure, per motivi strettamente politici, si è abbandonato il progetto di uscita del tunnel di base in località Venaus. Solo perché c'erano stati scontri si è deciso di arrivare ad un'altra uscita.
Si parla tanto di ricerca di consenso della popolazione. Sinceramente io non vedo questo consenso oggi più di ieri. Non mi pare che questo consenso sia maturato, è ancora da cercare. Dico una cosa molto brutta: il consenso poteva esserci già molti anni fa, ma non c'era bisogno di cercarlo. Il problema è che la popolazione è stata strumentalizzata. Anzi oserei dire che è stata terrorizzata.
Questo progetto gli è stato presentato come causa di mille problemi che, in realtà, non esistevano. A cominciare dall'amianto, per proseguire con l'uranio ed altre cose che non avevano nessun senso. Ho assistito a dei dibattiti dove erano presenti delle persone residenti in Val di Susa veramente, terrorizzate e spaventate su cose assolutamente assurde. La gente è stata spaventata in quel modo, perché così i paladini del No TAV, i paladini politici, che si dichiaravano contro questa linea, potessero ottenere il voto e salire nei posti di potere della Valle. Cosa che è successa.
Oggi, sono gli stessi paladini del No TAV che capiscono di dover fare un passo indietro e stanno cercando di uscire dalla situazione. Sarebbe bene far conoscere alle popolazioni della Valle tutti i vantaggi che la TAV porterà a questa vallata. A cominciare, ovviamente, dal vantaggio ecologico, perché una linea del genere potrà veramente consentire il passaggio di 1.500 TIR al giorno non più sull'autostrada ferroviaria alpina, quindi su treni.
Si parla di una diminuzione di circa 3.000 tir, in termini di tonnellate trasportate, non più sui vettori stradali ma, direttamente sui vettori ferroviari. Quindi, un vantaggio ecologico immenso, se consideriamo che i treni non inquinano. Perlomeno, non inquinano nel punto che passano essendo treni elettrici. Poi, ci sarà forse a monte l'inquinamento per la produzione di elettricità, ma questo non riguarda più la Val Susa. Dunque grossi vantaggi a livello ecologico, di non inquinamento.
Vi sarebbero anche grossi vantaggi diretti per la popolazione a livello di servizi. In quanto, la nuova linea assorbirà tutto il traffico merci e tutto il traffico passante, quello ad alta velocità, che collega i vecchi centri. Quindi, la vecchia linea potrà essere utilizzata per dare un servizio regionale di alto livello e permettere dei collegamenti, con Torino e con il resto del Piemonte, adeguati al giorno d'oggi. Mentre, ora abbiamo dei collegamenti lenti e inadeguati.
Per ultimo, a livello economico la realizzazione dei lavori comporterà una forte positività ed un forte aumento di tutta l'economia della Val Susa. Positività che proseguirà successivamente in quanto ci saranno continuamente dei lavori per la manutenzione e la conservazione della nuova linea e comunque i lavori dureranno dieci anni ed anche di più. Quindi c'erano una serie enorme di elementi positivi da descrivere alle popolazioni, cosa che ad oggi non mi risulta sia stata fatta.
Certo, il rischio è grosso. Rischiamo quel famoso passaggio a nord, di cui ha già parlato il collega Pedrale, cioè rischiamo di essere tagliati fuori. L'Alta Velocità a nord, sulla linea Parigi-Strasburgo, è in corso di avanzata realizzazione. Mentre, qui siamo ancora in fase di discussioni sul se e come realizzarla.
Faccio ancora un altro confronto: in Svizzera è stato recentemente inaugurato il traforo del Lötschberg, un'opera comparabile a quella del traforo del Frejus. Praticamente si è iniziato a parlare dei due trafori in contemporanea: attualmente, in Svizzera il traforo è inaugurato e funzionante, mentre del traforo del Frejus si continua a parlare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Deambrogio; ne ha facoltà.



DEAMBROGIO Alberto

Grazie, Presidente.
In merito alle comunicazioni dell'Assessore Borioli, vorrei soffermarmi su alcuni aspetti di questa vicenda, partendo non tanto dal cosiddetto "nuovo progetto", di cui ha testé parlato il Consigliere Dutto - spiegher anche il perché - ma dal nodo che, a mio giudizio, è cruciale in tutta questa vicenda, soprattutto nell'ultimo periodo, dopo l'incontro avvenuto a Roma in data 13 giugno con l'Osservatorio tecnico.
Perché dico "cruciale"? Perché in quell'occasione si sono stabilite e messe nero su bianco alcune questione che, per certi versi, rendono molto chiara una parte di questa vicenda - il suo passato - ma lasciano aperti degli interrogativi, almeno per quanto riguarda il sottoscritto e il suo Gruppo, rispetto al futuro.
Intanto il 13 giugno l'Osservatorio tecnico ha stabilito una questione molto importante: il vecchio progetto di cui si è discusso per anni, che è costato molto (parliamo di circa 400 milioni di euro, se non erro), è stato messo definitivamente fuori gioco. Credo, però, che la messa fuori campo di quel progetto avrebbe dovuto essere resa nota anche in questa sede, oltre che in quell'occasione.
Si tratta, comunque, di un grosso risultato ottenuto dal movimento No TAV, non tanto della sua forza, quanto, piuttosto, della sua intelligenza perché ha saputo produrre anche delle valutazioni di ordine tecnico che hanno dimostrato che quel progetto non poteva rimanere in piedi, perché non aveva i presupposti per farlo.
Bisogna fare chiarezza. Quel progetto oggi non esiste più e i Sindaci guidati dal Presidente della Comunità Montana della Basse Valle di Susa quel giorno hanno fatto delle precise considerazioni. Innanzitutto, hanno precisato di condividere alcune delle elaborazioni scaturite all'interno di quel Tavolo, elaborazioni che già ricordava l'Assessore Borioli in apertura. Ricordo, fra tutte, la potenzialità della linea storica; quella potenzialità che, tra l'alto, i Sindaci e il movimento No TAV chiedevano di iscrivere all'ordine del giorno.
Oggi si è finalmente scritto nero su bianco che le potenzialità di quella linea storica sono enormi e lo possiamo tutti verificare. Tuttavia come ci sono delle parti condivise, ce ne sono altre che rimangono a tutt'oggi non condivise, in modo particolare dai rappresentanti dei Sindaci della Valle di Susa, e lasciano anche a noi qualche dubbio.
Perché dico questo? Perché nei giorni scorsi, come avrete potuto evincere soprattutto dagli organi di stampa, si è parlato lungamente di un nuovo progetto in particolare, con uno sbocco in Italia non più a Venaus.
Questo progetto, che è stato tanto sbandierato sui giornali e di cui molto probabilmente si è parlato anche in sede istituzionale l'Osservatorio tecnico non ha mai potuto analizzarlo, né tanto meno validarlo.
I Sindaci hanno preso atto che quel progetto poteva essere implementato all'interno dei dossier di candidatura, ma hanno anche precisato a chiare lettere di non poterlo condividere, perché è mancata quella parte di analisi e di validazione che solo l'Osservatorio tecnico poteva e può dare dal mio punto di vista.
Come partito, pensiamo che quella posizione sia saggia e la rivendichiamo fino in fondo.
Vogliamo difendere fino in fondo l'Osservatorio tecnico come luogo in cui si possano prendere le decisioni condivise. L'Osservatorio tecnico è stata la soluzione proposta e avallata anche dal Governo nazionale per risolvere un'enorme questione. In Valle di Susa, come qualcuno ricorderà c'era la Polizia! La valle era militarizzata. Eravamo a quel punto.
L'Osservatorio tecnico ha permesso di riprendere quella discussione, e oggi la discussione è al punto in cui dicevo prima.
Proprio perché voglio difendere una posizione del Governo nazionale posizione che anche noi abbiamo in qualche modo sostenuto - quella della ripresa del dialogo, affinché si possa verificare, con la partecipazione dei rappresentanti della Valle di Susa, un eventuale nuovo progetto, noi riteniamo che quel "nuovo progetto" di cui tanto si parla, dal nostro punto di vista semplicemente non esiste, perché non ha ricevuto una validazione in quel Tavolo. Questa è la nostra posizione.
Naturalmente, il Governo ha potuto presentare un dossier di candidatura. A tal riguardo, apro e chiudi subito una parentesi: dal nostro punto di vista, ci pare che l'insieme delle risorse dedicate a fianco dell'insieme dei progetti che ci sono dicono che qualche problema sul piano delle risorse c'è, ma non è questo il punto.
Noi rivendichiamo il fatto che al Tavolo dell'Osservatorio tecnico si possa e si debba discutere ancora. L'Osservatorio tecnico è ancora convocato (non c'è una data finale), per cui crediamo che in quella sede si debba tornare per qualsiasi tipo di validazione. D'altro canto, crediamo che su alcune questioni nodali si debba tornare a discutere - mi riferisco ad esempio, alla fuoriuscita di tutta questa vicenda dalla cosiddetta "legge obiettivo", perché ad oggi, da questo punto di vista, ancora lì stiamo - e si debbano rispettare tutta una serie di direttive e di norme europee, soprattutto in campo ambientale.
Perché non si può chiamare "mamma" o "matrigna" l'Europa quando fa comodo, cioè quando servono i soldi oppure quando si devono richiamare alcune normative europee secondo le quali alcune cose bisogna farle, e anche in fretta, mentre quando si chiede il rispetto di determinate regole ci si tira indietro. Vi ricordo che l'Italia è in "infrazione europea" per 176 volte: la metà di tali infrazioni sono in materia ambientale. Forse questo dato qualcosa vorrà ben dire! L'ultimissima cosa che volevo ricordare riguarda l'impostazione generale. Lo dico soprattutto all'Assessore Borioli, ma in qualche modo ce ne dobbiamo far carico tutti noi.
Nel Documento di Programmazione Economica Finanziaria che è stato presentato in sede nazionale - persino da un punto di vista dell'ordine spaziale è illogico - noi vediamo prima elencate tutte le grandi opere da costruire, e solo in seconda battuta si parla di come organizzare la progettazione della mobilità in generale.
Penso che questo alluda ad una cultura che, a mio giudizio, va cambiata. In questo Paese manca un Piano della mobilità, atteso ormai da molto tempo. So che si sta lavorando in quella direzione, ma mi piacerebbe che accanto a questa elaborazione si mettesse un po' di ordine: prima parliamo di come si organizza la mobilità in questo Paese e poi andiamo all'elenco delle opere da fare, grandi o piccole che siano. Solo così secondo me, si può capire come si interviene razionalmente sui bisogni trasportistici e della mobilità in questo Paese. Perché, altrimenti, temo che si faccia un'operazione contraria, cioè che si insegua il mito dell'opera, grande o piccola che sia (non mi riferisco solo alla TAV) senza incrociare i bisogni - ovvero le risorse che servono per andare incontro a questi bisogni di mobilità - del nostro Paese.
Penso che questo sia il punto da cui partire oggi su questo tema; da settembre si potrà e si dovrà tornare a parlare di questo. Ci tengo a ribadire, ancora una volta, che, per quanto ci riguarda, non si pu scardinare il sistema che ha portato alla possibilità, per le popolazioni e i movimenti dei Sindaci della Valle di Susa, di avere "parola". Questo sistema si chiama Osservatorio tecnico. Noi lì vogliamo tornare e lì vogliamo tornare a discutere nel merito di come si va avanti sulla vicenda che riguarda l'Alta Velocità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Devo dire anch'io che mi aspettavo qualcosa di più. In sostanza, qual era la ratio della richiesta di comunicazione in Consiglio dell'Assessore o della Presidente? Era quella di essere informati per tempo e non essere considerati residuali come Consiglio, sulle iniziative che la Giunta sta portando avanti, visto che la Presidente continua a dire che il collegamento ad Alta Velocità tra Lione e Torino e, quindi, l'inserimento nel Corridoio 5 è ritenuto un elemento prioritario del programma della Giunta, dunque sapere quali sono le iniziative autonome, integrative, di spinta. Sappiamo cosa vuol dire essere governanti e cosa vuol dire essere burocrati o attuatori di quello che decidono altri.
Mi sembra che l'Assessore sia venuto qui a dire in parte quello che ci aveva già detto Virano durante l'audizione, poi ha illustrato che adesso è stata fatta una pubblicazione, ha ricordato che i Ministri hanno fatto una domanda il 17 luglio per avere un finanziamento ecc.
Abbiate pazienza, ma credo che i Capigruppo di opposizione, quando hanno chiesto una comunicazione, visto che si condivide l'obiettivo da parte dell'opposizione, volessero sapere quali sono le iniziative da adottare ad agosto e a settembre. Non si va in ferie per quanto riguarda il perseguimento degli obiettivi strategici della Regione. Sotto questo profilo, la comunicazione è totalmente carente. Totalmente carente.
Credo che se si va nel merito, si possono senz'altro fare alcune considerazioni. Tra l'altro, bisogna anche prendere atto di quanto sta avvenendo in questi giorni, probabilmente anche in quest'Aula. A livello nazionale, Prodi per andare avanti ha fatto firmare i dodici punti. Tra i dodici punti , se non vado errato, c'è anche la TAV. Non so se ho letto resoconti giornalistici o dichiarazioni virgolettate, ma la Presidente aveva detto che, se Rifondazione vuole avere l'Assessorato alla sanità - mi sembra che questo evento sia già stato attuato - deve accettare la realizzazione dell'Alta Velocità a livello regionale.
Chiederò a qualche informatore più moderato se durante gli incontri di maggioranza queste cose sono emerse o non sono emerse, ma, al di là delle battute che posso fare io, sono i cittadini piemontesi che vogliono capire dove stiamo andando.
Mi sembra che la strategia delle giustificazioni che ha sorretto tutto l'intervento del collega Auddino sia in ritardo. Mi sembra come quel fantino che, dopo essere caduto da cavallo diceva: "Intanto volevo scendere". E così avanti con le giustificazioni. Abbiamo raccordato Orbassano; abbiamo migliorato il progetto. Adesso sentiamo, dalla relazione dell'Assessore, che un progetto di massima, almeno come caposaldo di partenza e di arrivo, è stato definito. Tant'è che i due Ministri interessati hanno presentato una domanda all'Unione Europea.
Il collega Deambrogio, invece, dice: "Il progetto non ce n'è più abbiamo azzerato tutto". Per quello che so io, i progetti li predispongono i tecnici, poi semmai passano ai tavoli politici, successivamente agli osservatori. Qui si deve andare ad un progetto virtuale, probabilmente tutti sono d'accordo ad unire Torino a Lione e a realizzare un tunnel purché non passi su questa terra ma sia sospeso a mezz'aria.
Credo che la politica del contorcimento e della mistificazione debba cessare. Mi rendo conto delle difficoltà che ci sono e, naturalmente, è per questa ragione che, come parte politica, noi abbiamo sempre dato la disponibilità a sostenere un percorso serio e realistico, che portasse a qualche risultato.
chiaro che da parte della maggioranza si andrà avanti , se le cose sono come appaiono questa mattina, passando tutto il quinquennio a suon di rinvii, di nuove sedute dell'Osservatorio, di tavoli a Palazzo Chigi, di altre pubblicazioni e intanto il tempo passa.
Signori, qui il rischio è di essere tagliati fuori. Qualcuno più perspicace lo ha già fatto sulle carte, come ci ricordava il Consigliere Pedrale, ma al di là di questo, siamo tagliati fuori di fatto. È inutile aver realizzato la Torino-Milano oppure la Milano-Roma-Napoli se poi non abbiamo il collegamento con l'Unione Europea.
La Presidente ci ha ricordato proprio ieri che dobbiamo rilanciare la Comunità delle Alpi occidentali: Piemonte, Liguria. Ma se non facciamo i collegamenti, quale comunità andiamo a realizzare? Oggi le comunità si fanno anche nel momento in cui ci sia la possibilità di avere delle relazioni. Le relazioni, a mio avviso, dobbiamo averle anche qui.
Sono sempre ancora sorpreso del fatto che non ci sia, anche da parte delle componenti ecologiste o più ambientaliste della maggioranza, una netta scelta della rotaia, piuttosto che del binomio gomma-asfalto. Credo che i nodi verranno al pettine. C'è una contraddizione continua solo perch in Valle di Susa abbiamo piantato dei totem e a quei totem dobbiamo rimanere legati.
Capisco gli sforzi dell'Assessore, capisco gli sforzi della Giunta, ma non è possibile portare avanti due linee politiche. La linea politica su questi temi di fondo deve essere chiara. La vogliamo o non la vogliamo questa linea? Alla fine, vogliamo trovare la soluzione meno impattante? Siamo tutti d'accordo? Vogliamo fare anche un ragionamento per quanto riguarda i costi? Valutiamoli anche. Il collega Dutto addirittura ha portato, da competente, alcune considerazioni in ordine al tracciato, per quanto riguarda l'esercizio ferroviario.
Credo che sia arrivato il momento per cui, al termine di una comunicazione come questa, nella replica la Giunta non possa non annunciare delle iniziative vere, assecondando il Ministro Di Pietro, che mi sembra aver veramente preso a cuore, nel bailamme governativo, la realizzazione delle infrastrutture, alla luce del programma che ha fatto, anche se non siamo totalmente d'accordo, perché ci sono degli inserimenti e delle lacune, però quella è la strada seria che porterà ad un certo punto ad esaminare il progetto di questo benedetto tunnel, di questo benedetto collegamento internazionale tra la Valle della Murienne e la Valle di Susa all'Osservatorio.
A questo punto, vorrei domandare al collega Deambrogio: una volta che lo abbiamo esaminato, che lo abbiamo calibrato sotto il profilo del minore impatto possibile, lo facciamo o non lo facciamo questo collegamento? questo il punto.
Piantiamola di prendere in giro i nostri concittadini e diciamo effettivamente se la maggioranza che regge la Regione Piemonte, che non è esaustiva, che non è lei che deve decidere definitivamente, ma deve partecipare con un Governo che ha le stesse connotazioni politiche, vuole o non vuole realizzare questo collegamento. Basta con le mistificazioni basta con i giri di parole, basta prenderci in giro!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consiglio Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

L'opposizione ha chiesto di discutere ancora una volta di Alta Velocità, ed è una discussione che si svolge in un clima pre-vacanziero.
Capisco il fatto che il Consiglio non ascolti quello che dico io, che sono il Consigliere meno autorevole, ma quando non ascolta Cavallera, che invece è autorevole, vuol dire che proprio tutti hanno la mente in vacanza.
Comunque, qualche considerazione ci tocca farla e la faremo.
un momento delicato. L'Assessore Borioli sa che i francesi non hanno chiesto il finanziamento di 200 milioni di euro per la tratta nazionale, ma hanno chiesto solo il finanziamento per la tratta internazionale, per il tunnel di base, lasciando intendere qualche ripensamento, che io credo alla fine rientrerà. I territori di confine con l'Italia pensano che l'opera vada fatta e quindi penso che, alla fine, il Governo francese si adeguerà.
Si è aperta oggi una fase nuova di discussione dopo Venaus, quando il Governo di centrodestra usò la forza per cominciare i lavori. Ricordo che in quell'occasione il Governò non riuscì a mettere in essere neanche una picconata.
Il nuovo Governo ha cambiato registro, dando valore a quell'Osservatorio che lo stesso Governo Berlusconi aveva messo in piedi, affidandolo finalmente ad un conoscitore del territorio, l'architetto Virano, che da Presidente della SITAF aveva svolto un lavoro eccellente nel rapporto di disponibilità e di dialogo con gli Amministratori locali; amministratori che hanno lavorato bene nell'Osservatorio e con serietà. Certo, un conto è trattare con Lunardi, un conto è trattare con Letta: è stato più facile evidentemente, e i risultati ci sono stati.
L'atro giorno abbiamo ricevuto - e ringrazio l'Assessore che ce li ha mandati - i primi Quaderni che completano il lavoro dell'Osservatorio, e io spero che i Consiglieri li abbiano letti. Se li hanno letti, lì ci sono le cose che, in qualche modo, in quest'Aula avevamo detto sulla portata della linea storica; lavoro che, in un Paese serio, sarebbe stato preliminare a qualsiasi tipo di progetto e che invece arriva dopo 15 anni di discussione.
Posso dire che c'è anche stato, da parte degli amministratori piemontesi, un atteggiamento fideistico rispetto all'Alta Velocità, mentre era un progetto costoso (migliaia di miliardi di euro) comportante vent'anni di lavoro, per il quale l'argomentazione avrebbe dovuto essere la più stringente possibile.
Negli altri dibattiti avevamo sottolineato in aula quest'aspetto: che oggi è possibile trasportare le merci dalla gomma al ferro anche sulla linea storica, passando dalle attuali 80 tracce alle 220 (questa sembra essere la mediazione fra le due parti della linea storica). Ma perch questo non succede? L'Assessore conosce la risposta: perché non è stato disincentivato il traffico su gomma, anzi si pensava di raddoppiare il tunnel del Frejus non come canna di sicurezza, ma come secondo passaggio.
Nella finanziaria mi pare sia previsto qualche provvedimento, speriamo naturalmente che ciò in qualche modo possa aiutare.
Sempre in quei quaderni c'è scritto che oggi sul sistema dei valichi alpini occidentali transitano circa 2,8 milioni di mezzi pesanti su base annua: l'equivalente di una colonna di camion lunga quasi una volta e mezza l'equatore, quindi una capacità di inquinamento straordinaria che rende - a questo punto sì - l'Alta Velocità, se realizzata e naturalmente se quei camion non passeranno sulla strada, una...



(Commenti in aula)



BOETI Antonino

Il Consigliere Auddino deve leggere meglio la questione che riguarda l'autostrada ferroviaria, che oggi trasporta 18.000 camion l'anno finalmente, soprattutto nelle tratte di pomeriggio in piena portata. Era stata progettata dopo la tragedia del Bianco e dopo i 39 morti per durare dal 2003 al 2008; sembra che invece l'obiettivo sia di farla arrivare fino a Lione e lasciarla in attività, ed è un'ipotesi che condivido completamente.
Ci sono ancora perplessità rispetto al secondo quaderno. Ho letto le conclusioni relative allo studio sui flussi di traffico, dove ci sono evidentemente posizioni diverse: LTF ritiene che entro il 2030 i valichi saranno completamente pieni e ipotizza un percorso di 90 minuti in più per attraversare il valico di Ventimiglia, mentre i tecnici della Val di Susa ritengo invece che questo possa non essere realizzato. Ad ogni modo, si sta studiando la questione e finalmente in maniera seria si sta concludendo questo ragionamento. Non si è ancora concluso, riprenderà mi pare il 28 di agosto, il lavoro sul nodo di Torino. Avevamo detto anche in quest'Aula che pensavamo fosse necessario collegare l'interporto, a differenza di quanto riteneva Moretti, che aveva scritto più volte che invece nella tratta di Alta Velocità non erano interessati al collegamento con l'interporto. Siamo contenti che anche questo si stia realizzando e che finalmente anche il progetto della linea possa in qualche modo essere completato. Insomma l'Osservatorio ha svolto un grande lavoro; ha bocciato anche il progetto preliminare e soprattutto eliminato il tunnel sotto il Musinè, che contiene amianto e che rappresentava una grande preoccupazione per i valsusini, e questo ha significato una vittoria dei Sindaci e della popolazione.
Quella stessa vittoria oggi ha consentito ai Sindaci di avere un atteggiamento completamente diverso; mi pare che sabato si sia svolta per la prima volta una marcia a Mompantero, dove i Sindaci non hanno partecipato con le loro fasce, ma hanno partecipato soltanto i cittadini, e quindi hanno bisogno di un dialogo che va perseguito con il Governo.
Noi pensiamo che questa sia la strada da seguire, ed è ciò che ci differenzia dall'atteggiamento dei Governi di centrodestra.
Un atteggiamento che, a nostro parere, andava perseguito prima. Al riguardo, il Consigliere Dutto ha ricordato la realizzazione del tunnel svizzero di 34 chilometri, dove i cittadini sono stati coinvolti nella progettazione e poi nella realizzazione dei lavori.
Noi pensiamo che un progetto misto che tenga assieme il nodo di Torino con l'interporto, la riqualificazione della linea storica e l'integrazione della linea storica con il tunnel di base possa essere un obiettivo perseguibile.
Due anni fa, avevo inviato una lettera al Segretario nazionale Fassino.
Da conoscitore del territorio, avevo scritto che, secondo me, questa era l'unica strada perseguibile e questo era l'unico modo per rapportarsi con gli amministratori locali. Qualcuno si era arrabbiato e aveva buttato il foglio sulla scrivania. Se vuole, gli rimando la lettera, così vedrà come le conclusioni cui è giunto l'Osservatorio riprendono quel tipo di ragionamento. Ci saranno ancora scontri con i cittadini.
C'è una parte della popolazione che, a priori, ritiene che la linea non vada realizzata per un diverso modo di intendere lo sviluppo del territorio e vi è la questione delle grandi opere, che merita rispetto, ma io credo che, se i Sindaci continuano in questo rapporto di dialogo e se il Governo continua in questo modo, l'obiettivo di realizzare l'Alta Velocità per la nostra Regione possa essere raggiunto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Devo dire che su questa vicenda probabilmente si denota, forse nella maniera più chiara e ampia, la differenza di impostazione politica tra il centrodestra e il centrosinistra.
proprio una vicenda dirimente anche a livello di interpretazione perché noi non possiamo che riscontrare nella vicenda TAV finora condotta dal Governo nazionale con il governo regionale la cronaca di una reale sconfitta, Una sconfitta innanzitutto dello Stato, in secondo luogo delle istituzioni, in particolare dell'istituzione Regione, dove c'è anche una parte vittoriosa, che è la parte rappresentata da una minoranza, che consta di qualche migliaio di abitanti della Valle di Susa e qualche decina di Sindaci, che riesce ad imporre la propria volontà ad uno Stato, ad un Governo nazionale e ad un Governo regionale.
Questa è la realtà della vicenda TAV, che mette in discussione sostanzialmente demolendolo, l'interesse nazionale per lasciare spazio ad interessi particolari. È una vicenda per cui la linea politica della Regione e del Governo nazionale che, a parole, è ancora favorevole alla TAV, in realtà, viene messa in discussione e costantemente criticata denigrata e non portata ad attuazione da parte del cosiddetto "popolo dei No TAV" e di alcuni Sindaci della Valle di Susa.
Il ritiro del progetto originario, che da alcuni viene vissuto come una vittoria, in realtà, non è altro che un'enorme sconfitta della nostra comunità nazionale, perché la TAV è un progetto che non interessa un territorio, ma la comunità nazionale.
Guardate, sono veramente imbarazzato per il confronto che dobbiamo sostenere in Europa con paesi come la Francia o anche la stessa Svizzera per non parlare della Germania o dei Paesi Bassi, i quali Sindaci intervistati sui problemi che anche nei loro territori creerebbe la TAV dicono semplicemente: "Signori, sì, questi problemi ci saranno, cercheremo di risolverli, ma l'opera fondamentale si farà, perché me lo chiede la Francia, perché me lo chiede la Germania", cioè lo Stato. Rispetto a queste dichiarazioni, noi siamo bloccati qui da più di due anni, perché alcune migliaia di persone mettono in discussione la possibilità per uno stato di avere una propria via verso la modernizzazione. Ecco la debolezza politica ed etica del Governo nazionale e di quello regionale. Ancora dobbiamo sentirci dire, così come è avvenuto anche oggi, che, morto il progetto vecchio, il nuovo neanche esiste! Una parte importante della vostra maggioranza ha sostenuto in maniera chiara che il nuovo progetto non esiste, che quello presentato è uno schema di intenti, che non esiste e non viene ritenuto esistente un nuovo progetto sulla TAV! Allora, politicamente, cosa possiamo dire? Anche qui siamo di fronte ad un doppio binario, dove esiste una sorta di sinistra democratica o comunque, più liberista, che, a parole, potrebbe anche essere interessata a portare avanti questo progetto, ed esiste la solita sinistra radicale che blocca e che vincerà anche questa partita, perché, oggi, sarebbe troppo facile dire che la TAV non si farà.
Signori, sono due anni e mezzo che discutiamo e siamo riusciti a distruggere il progetto originario, senza sostituirlo con qualcosa che non sia un foglio d'intenti, che non viene neanche riconosciuto da quel mostro i comitati No TAV e compagnia cantante, che voi avete creato - che, ad oggi, non siete più in grado di gestire. Questo è il grande problema! Quelle persone del comitato o quei pochi Sindaci, chiamato "popolo della rivolta", che voi avete blandito, anche durante la campagna elettorale regionale e, successivamente, per mesi e mesi, contro il Governo di centrodestra, oggi si rivoltano contro di voi, perché non siete più in grado di controllarli.



(Scampanellìo del Presidente)



BOTTA Marco

Caro Presidente, se non arrivo a dieci minuti, arriverò a otto.



PRESIDENTE

La mia era una segnalazione nell'interesse generale.



BOTTA Marco

Bando alle ciance, la concretezza delle cose ci dice che due anni e mezzo fa a Venaus si stava per aprire un cantiere. Se avessimo avuto il senso dello Stato e delle istituzioni, questo cantiere, oggi, sarebbe stato in parte e grandemente realizzato, non ponendoci in ridicolo di fronte a tutta l'Europa e consentendo alla nostra Italia di avere un'altra via di comunicazione moderna.
Oggi, per scelte politiche, che solo voi dovrete sopportare, che purtroppo, invece, avranno una ricaduta sull'economia e sullo sviluppo dei nostri territori, siamo ancora più indietro di quanto eravamo due anni fa ricattati e condizionati da una minoranza che, ormai, neanche più la sinistra, tanto meno la sinistra radicale, riesce a controllare sull'argine di un possibile scivolamento che ci porterà a non avere l'Alta Velocità.
Che senso ha, Presidente, parlare di Euroregione e parlare dei collegamenti Rhône-Alpes, quando, poi, voi stessi siete ostaggio di una sinistra radicale che non vuole fare nulla nel campo della modernizzazione? Rompiamo questo ricatto, cerchiamo di salvare il salvabile, non per vincere una battaglia politica - sarebbe troppo limitato e troppo cinico - ma per dare la possibilità alla nostra Italia di avere le direttrici internazionali, affinché non venga tagliata fuori dallo sviluppo su cui si basa anche la possibilità di avere maggiore ricchezza per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, credo che nell'odierna discussione noi non dovremo addentrarci in valutazioni di merito su soluzioni tecniche, che, peraltro non ci sono ancora, né fare comparazioni tra quello che poteva essere il vecchio progetto e quello che potrà essere la nuova soluzione, casomai sono possibili alcune considerazioni politiche, che cercherò di svolgere brevemente sullo stato dell'arte oggi.
In relazione ad una prima considerazione, si deve esprimere un giudizio positivo sui lavori svolti dall'Osservatorio, che, in qualche modo, si è fatto carico delle Regioni di un territorio che non viene più considerato come supporto neutro per le trasformazioni di ogni tipo, ma, con il coinvolgimento degli attori interessati, cerca di dare e credo abbia dato autorevolezza e affidabilità alla definizione progettuale di un'opera.
Questo si inquadra in un discorso di sistema che dovremo praticare in modo più ampio e generale ogni qualvolta si tratta di realizzare grandi opere, che non devono più essere intese come opere settoriali, ma come progetti territoriali veri e propri, da costruirsi con il coinvolgimento dei territori interessati.
da tempo che come SDI diciamo e sosteniamo questo, abbiamo anche svolto un convegno pubblico su queste questioni, al quale ha partecipato l'Assessore Borioli. Non faccio altro che riconfermare la necessità di seguire un approccio, che potrebbe diventare anche un esperimento pilota di riferimento non soltanto per la nostra Regione, ma per l'intero Paese, per rimediare il deficit di consenso per la realizzazione di grandi opere, che sono state decise anche con il consenso delle sedi istituzionali preposte alla loro approvazione, ma che, nel momento della loro realizzazione, non trovano concreto sostegno e condivisione sul territorio. Quindi, è un problema che non possiamo eludere, rispetto al quale, con l'Osservatorio almeno finora, crediamo di aver dato una risposta soddisfacente.
Certamente, per fare un riferimento al vecchio progetto - lo ha detto anche il Commissario Virano nella sua audizione in Commissione - dal punto di vista tecnico, era un buon progetto, anche se dal mio punto di vista era deficitario per quanto riguarda il nodo di Torino, che non era considerato ma era stato calato sul territorio certamente attraverso momenti di confronto con i Sindaci e con le istituzioni, ma senza arrivare ad un coinvolgimento pieno per definirne le criticità e gli aspetti. Oggi si prospetta una soluzione diversa.
Quindi, dico anch'io che il risultato dell'Osservatorio è stato quello di mettere fuori gioco quel progetto, ma con la stessa convinzione dico che non deve essere messo fuori gioco il progetto complessivo dell'Alta Velocità e del collegamento tra Torino-Lione del Corridoio 5. E non so se la mia affermazione è condivisa da tutti.
Voglio mettere in risalto anche qualche altro aspetto significativo che l'Osservatorio sta portando avanti, sottolineando come tra l'altro lo stesso non deve essere momento di decisione finale rispetto a questa questione, ma è il luogo nel quale si danno risposte a quei quattro interrogativi oggetto della sua missione e non ad altri. La decisione naturalmente dovrà essere presa su un tavolo istituzionale diverso rispetto a quello tecnico dell'Osservatorio.
L'altro aspetto che voglio mettere in risalto è già stato richiamato.
La risposta positiva al nodo di Torino e al collegamento con l'interporto e voglio mettere anche in evidenza un altro aspetto politico di rilievo che non è stato ancora finora richiamato: come in questo periodo, che considero anch'io non tempo perso, ma utilmente speso per raggiungere quel consenso di cui dicevo prima, si siano inserite le istituzioni della Val Sangone.
Il ruolo dei Sindaci e la loro presa di posizione la ritengo assolutamente importante anche a testimoniare che c'è sul territorio non soltanto chi si oppone alla realizzazione di grandi opere, ma c'è anche chi è disponibile a confrontarsi dall'inizio senza pregiudiziali.
Credo che la loro presa di posizione sia stata utile alla definizione complessiva del percorso che si sta percorrendo.
L'altra considerazione estremamente positiva che voglio riprendere è quella richiamata dall'Assessore circa l'attivazione di iniziative per un riequilibrio modale del trasporto che l'Assessore Borioli evidenziava bene prima.
Credo che la Regione abbia fatto bene ad assumere immediate iniziative sulla questione, in modo tale da dare la sensazione che non si mette un traguardo da raggiungere in chissà quali tempi, ma rispetto al quale si vuole lavorare con intensità fin da subito.
Credo che se noi raggiungeremo davvero riequilibri modali in modo tale da compararci da questo punto di vista con quanto il livello europeo e le altre realtà è già stato fatto, noi raggiungeremo un indubbio vantaggio ambientale e questa sarà la vera e consistente compensazione che il territorio avrà dalla realizzazione dell'opera indipendentemente dalle altre compensazioni, o forse sarebbe meglio utilizzare un altro aggettivo e un altro sostantivo come necessari corollari della realizzazione dell'opera.
Ci sono altre considerazioni politiche che non sono eludibili. La prima è quella che la TAV è necessaria e questo viene fuori in modo evidente dal lavoro dell'Osservatorio. È necessaria perché anche la linea storica quand'anche fosse portata all'esercizio della potenzialità massima dei 220 treni al giorno, credo che dovremmo tenere in considerazione che vorrebbe dire far passare un treno ogni cinque-sei minuti di giorno e di notte quindi l'impatto ambientale che si verrebbe a determinare sul territorio e sulle popolazioni sarebbe molto elevato e non compatibile con lo stesso indipendentemente dagli scenari di saturazione che sono comunque confermati ad un orizzonte che non è troppo lontano.
Quindi, vi è la necessità di decidere ora la realizzazione dell'opera non si può attendere un momento più distante nel tempo, non si pu verificare se la saturazione avverrà davvero o meno, ma dobbiamo sapere assumere la decisione con lungimiranza e decidere ora.
Noi naturalmente sosteniamo che sia necessario decidere in fretta sulla indispensabilità della realizzazione strategica del collegamento ad Alta Velocità tra Torino e Lione.
L'altra considerazione che non è stata ripresa questa mattina è che nell'ambizione del commissario Virano è venuto fuori anche un cambio di nome del collegamento.
Mi auguro che sia un fatto soltanto nominalistico, non di sostanza e che lo standard di collegamento tra Torino e Lione sia uno standard che risponde a quelli europei per l'Alta Capacità.
Non ci sembrano artifizi pasticciati; per la realizzazione dell'opera bisogna chiamare le cose con il loro nome, ma se si deve cambiare nome perché più adeguato a quanto si sta realizzando è necessario dire se questo corrisponde ancora agli obiettivi che abbiamo finora condiviso o se è una cosa diversa.
Da ultimo, voglio fare un'altra considerazione politica. Se tutti lodano il lavoro dell'Osservatorio, ho l'impressione che ci sia qualche componente politica che, pur lodando il lavoro dell'Osservatorio, anzi volendolo enfatizzare in un qualche modo, non ne accetta poi le decisioni.
O perlomeno le accetta soltanto se sono conformi alla loro opinione rispetto alla realizzazione dell'opera.
Quindi, credo che da questo punto di vista sia necessario fare chiarezza e voglio dire con forza che non sono stato assolutamente contento e non ho accolto con soddisfazione il fatto che una forza politica di maggioranza in Regione e al Governo abbia acquistato spazi sui mezzi di informazione per riconfermare ancora una volta il suo "no" alla realizzazione dell'opera in quanto tale.
Non che questo non sia legittimo, ma la ritengo un'iniziativa inopportuna e fuori luogo, nel momento stesso in cui il Governo presentava il dossier di candidatura all'Unione Europea, e soprattutto nel momento nel quale sul territorio si sono alimentate tensioni con atti di intimidazione nei confronti dei sindaci, che avrebbero richiesto atteggiamenti assolutamente più consapevoli e responsabili da parte di tutti.
Credo anche che sia illegittimo da un lato manifestare la propria opposizione alla realizzazione di un'opera e bisognerebbe stare molto attenti a non alimentare nei momenti in cui complessivamente e collegialmente si assumono determinate decisioni tensioni delle frange più estremiste che anche sul territorio della Valle di Susa operano.
Ritengo di chiudere qui il mio intervento, riconfermando la convinzione da parte dello SDI che la realizzazione del collegamento ad Alta Capacità tra Torino e Lione sia indispensabile e strategico per assicurare al futuro dell'area torinese e piemontese un futuro di crescita e di sviluppo compatibile e per evitare la marginalizzazione di quest'area.



PRESIDENTE

Do un'informazione all'Aula: ci sono ancora quattro iscritti a parlare e ricordo a tal proposito che il tempo a disposizione è dieci minuti per ogni intervento.
Ricordo anche che stanti questi tempi, la comunicazione della Presidente, la risposta dell'Assessore Borioli e il nodo di Novara slitteranno nella seduta convocata per il pomeriggio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bizjak; ne ha facoltà.



BIZJAK Alessandro

Il mio intervento sarà di cinque minuti.
Il Consigliere Cavallera, nella parte finale del suo intervento invitava la maggioranza a sfrondare il dibattito dalle inutili sovrastrutture di natura dialettica e a dire finalmente e in modo inequivocabile che cosa ne pensa intorno all'opera dell'Alta Capacità ferroviaria. Credo che, almeno dal nostro punto di vista, non ci sia bisogno di ribadire la posizione ed è la parte finale dell'intervento che il Consigliere Cavallera faceva: è ricerca della soluzione meno impattante.
Questa è stata, da sempre, la posizione della Margherita, ma anche da prima dell'inizio di questa Legislatura.
Tuttavia, quando è cominciata questa Legislatura, fra il dicembre 2005 e il gennaio 2006 la situazione intorno a questa vicenda, che riassumo per sintesi, era questa: tutta la questione dell'alta capacità ferroviaria inglobata nella legge obiettivo quindi, completamente delegata al Governo nazionale e un clima di grande e forte scontro tra i decisori politici e i rappresentanti politici e la popolazione della Valle di Susa. Questa era la situazione tra il dicembre 2005 e il gennaio 2006.
Quindi, se si vuole usare un paragone ciclistico, per il ciclismo su pista eravamo in una situazione di empasse o di surplace. Penso che, in questi due anni, la bicicletta abbia ricominciato a pedalare. Quindi, ci possono essere disquisizioni sulla velocità che la bicicletta ha oggi che può variare dai 30 o ai 60 all'ora. Però, non si può negare che si sia ricominciato a pedalare e si sia ricominciato a correre verso il traguardo.
Naturalmente, la strada è ancora ad ostacoli e le curve a gomito ci sono ancora, ma nessuno può negare che si sia ripreso un percorso. I colleghi che erano in Commissione ed hanno ascoltato la relazione del Commissario Virano, che va ringraziato per il lavoro fatto, insieme a tutto l'Osservatorio, abbiano potuto - se la giudicano in termini obiettivi rendersi conto di quali sono stati i passi in avanti che si sono fatti in questo periodo.
A me pare che si sia ripreso, in modo forte, un dialogo e che ci sia stato un cambiamento di opinione tra i decisori ed i rappresentanti delle Istituzioni nella Valle di Susa. Non è venuto meno il tema dell'impatto ambientale e della sicurezza delle popolazioni. C'è stato questo passaggio che richiamava anche il Consigliere Ricca, che non è di natura nominalistica, tra TAV e TAC.
Ho ascoltato con attenzione, insieme all'intervento del Consigliere Cavallera, anche l'intervento che ha svolto il Capogruppo di Rifondazione Comunista Deambrogio, il quale per due volte ha detto: "Noi sosteniamo la posizione del Governo nazionale su questo tema". A me pare che anche questo sia un elemento che vada colto.
Inoltre, mi pare di poter dire che la posizione che avevano assunto i Gruppi della sinistra radicale e, in particolare, Rifondazione Comunista non più tardi di un mese fa, acquistando gli spazi sui giornali, era una posizione che, naturalmente, noi non condividevamo su questo tema. Ma, alla luce delle cose dette oggi, se non abbiamo capito male, è una posizione di avvicinamento rispetto alle ipotesi che noi abbiamo sempre sostenuto.
L'Assessore Borioli, questa mattina, ci ha ricordato che, nel frattempo, sono avvenuti tre atti concreti: l'indicazione da parte del Governo nel documento di programmazione economico-finanziaria; la presentazione il 17 luglio di questo documento congiunto Italia-Francia per accedere ai finanziamenti; l'istituzione di questo Tavolo che ha un significato ben più ampio rispetto al progetto del passaggio delle merci da gomma a rotaia. Si tratta di tre atti concreti e significativi che, dal nostro punto di vista, vanno nella direzione giusta.
Quindi, ancora una volta, l'invito che facciamo alla Giunta è di distinguere. Nel senso di non fare confusione, come mi è parso trasparisse dall'intervento del Consigliere Deambrogio, immaginando che l'Osservatorio tecnico possa avere una qualche capacità di decisione politica. Non è quello il luogo della decisione politica. L'Osservatorio tecnico ha svolto un lavoro molto importante che noi tutti riconosciamo, ha consentito di fare una serie di passi in avanti ed i quaderni che ci sono stati recapitati in questi ultimi giorni lo dimostrano.
L'Osservatorio tecnico deve completare il suo lavoro, perché questo sarà utilissimo anche per passare dalla definizione del nuovo progetto di massima, alle decisioni di carattere tecnico. Ma un conto sono le decisioni tecniche, altro conto sono le decisioni politiche e gli atti concreti che come ricordavo prima, il Governo ha messo in campo in questo ultimo mese e che definiscono chiara e inequivocabile la decisione politica di arrivare al traguardo. Questo è l'obiettivo che noi tutti auspichiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Robotti; ne ha facoltà.



ROBOTTI Luca

Grazie, Presidente.
Sarò davvero velocissimo. Credo che le discussioni su questo argomento siano sempre positive e facciano bene all'Aula e ai nostri cervelli che, a volte, potrebbero non essere sufficientemente elastici nel percepire le innovazioni che accadono in un terreno così importante come quello della costruzione dell'Alta velocità in Valle di Susa.
Però, credo che, a volte, diventi quasi stucchevole il fatto che, ogni tre o quattro mesi, si debba affrontare una discussione su questioni che conosciamo ormai tutti benissimo, come fossero le questioni di casa nostra.
A me spiace doverlo dire in questi termini, perché siamo a qualche ora dalla chiusura del Consiglio per il periodo estivo. Però, colleghi, se la politica è mediazione, così come ci è stato insegnato dalla Rivoluzione francese in avanti, noi abbiamo il dovere, come rappresentanti dei piemontesi in quest'Aula, di trovare delle soluzioni che siano accettate dai nostri cittadini prima ancora che dall'Unione europea, dalla Commissione europea e dalle lobby del cemento armato e del tondino.
Noi abbiamo il dovere di permettere che la discussione sia la più aperta, permeabile e disponibile ad accogliere le istanze territoriali perché ogni tipo di iniziativa che si mette in atto, sia un'iniziativa che non venga imposta, ma accettata o che quantomeno venga vissuta come uno strumento utile per il miglioramento di quel territorio su cui quell'azione va ad innervarsi.
Credo che la situazione, rispetto a quando governava il centrodestra sia completamente diversa. Non c'è polemica in questo. I Sindaci sono intorno ad un Tavolo a discutere della loro Valle e di come questo progetto potrebbe, in qualche modo, permearsi nella loro Valle. C'è un Osservatorio tecnico, che ha un mandato di tipo politico, per ragionare e per confrontarsi sugli aspetti tecnologici, scientifici e ambientali delle ricadute che, con un'opera di quel tipo, si potrebbero avere in quella Valle. Ma, soprattutto, c'è un Tavolo politico che mette insieme gli aspetti tecnici con le criticità di tipo democratico della Valle.
Ritengo che il dialogo e il confronto sia l'unico strumento che la democrazia possiede perché le cosa possano essere fatte senza ricorrere alla forza e all'imposizione. È una cosa così grave? Personalmente, non credo lo sia. Anzi, credo che sia esattamente il contrario, è una grande conquista della democrazia e di un modo di governare che ha nella dialettica, nel confronto e nelle tempistiche che la dialettica e il confronto hanno il proprio asse portante e la propria bussola di riferimento.
Se c'è bisogno di tempo, questo tempo deve essere concesso. Se questo tempo sarà utile per poter fare un'opera così importante, è bene che questo tempo venga concesso. Se ci sono ancora ombre da chiarire o nodi da sciogliere, è bene che ci sia il tempo per chiarire queste ombre e per sciogliere questi nodi. Questa è la vera conquista di questi ultimi anni quella di iniziativa positiva con cui noi ci siamo rivolti a quella Valle.
Non sono ancora sciolti tutti i nodi, lo diceva bene il collega Deambrogio nel suo intervento. Il nodo ancora da sciogliere è quello del tunnel di base, con il collegamento tra l'Italia e la Francia. Ma ne discuteremo ancora, perché l'Osservatorio tecnico ha ancora tempo per poter affrontare, dal punto di vista scientifico, tutte le questioni che possono ancora sorgere. Vedremo cosa accadrà alle Amministrazioni e agli abitanti della Valle di Susa.
La cosa importante è che oggi non siamo più nelle condizioni di dover imporre nulla a nessuno. Gli abitanti della Valle, ovvero i loro rappresentanti, sono sullo stesso piano del Governo nazionale; in modo paritetico, col Governo nazionale, discutono e si confrontano sul futuro del loro territorio e sul futuro della costruzione di un'opera che tutti noi riteniamo importante - sia pure, per quanto mi riguarda, non troppo utile - dal punto di vista dell'interconnessione modale con la Francia.
Dovremmo rallegrarci e chiudere questo Consiglio regionale, dopo una bella discussione sull'Alta Velocità in Valle di Susa, con il compiacimento di questa Assemblea per aver contribuito a creare quelle condizioni e per aver sostenuto e agevolate questo percorso democratico, che, in modo intelligente, ha favorito la nascita di un terreno di discussione che sicuramente, nel giro di qualche tempo, ci porterà ad un ulteriore step in avanti verso la possibilità di convincere completamente le parti e dare pieno soddisfacimento alle esigenze e ai bisogni di quella Valle.
Questo è un contributo che, come Parlamento regionale, abbiamo portato: credo che sia la direzione in cui dovremo continuare a camminare. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bossuto; ne ha facoltà.



BOSSUTO Iuri

Grazie, Presidente.
Sarà un intervento breve, per cui non impiegherò tutti i dieci minuti che ho a disposizione, anche perché mi limito a riprendere quanto ha già dichiarato il compagno e collega Deambrogio nel suo intervento, che condivido appieno.
Mi hanno spinto ad intervenire alcune dichiarazioni provenienti dai banchi della minoranza, che danno adito, a mio giudizio, a delle preoccupazioni piuttosto forti proprio sul modello con cui si intende la democrazia e talvolta la partecipazione in quest'aula. È un modello che non condivido, perché rischia di svilire - più ancora dei costi della politica il lavoro di queste Assemblee. Alla fine, noi siamo i rappresentanti di tutti i cittadini e credo sia soprattutto nostro interesse avere un rapporto di dialogo e di comprensione dei problemi che i territori esprimono. Perché nel momento in cui queste richieste di dialogo provenienti dai territori si riducono a semplici questioni di ordine pubblico, significa che abbiamo sbagliato qualcosa e si svilisce la politica in tutti i sensi. Ed è quello che temo sia avvenuto in passato.
Se in passato non si è fatto nulla, mi spiace ma la colpa non è nostra né di questa Giunta e neanche dell'attuale Governo nazionale.
In passato non si è fatto nulla perché si è pensato di fare un tragitto con un tratto di penna e si è creduto che bastasse l'autorità governativa per imporre quel tratto di penna a tutti e, se non fosse stato ancora chiaro, con l'invio di alcune migliaia di forze dell'ordine imporre anche sul territorio l'avvio di alcuni lavori, che, fra l'altro, erano ancora preliminari (e non di cantiere), ovvero di sondaggio e di carotaggio, sui quali dovrei aprire una parentesi (ma non lo facciamo) per quanto concerne la presenza di amianto in area.
Credo che quello sia stato un metodo sbagliato, frutto di un approccio politico alla materia completamente errato; approccio che ha comportato oggi, la paralisi di una sinistra radicale spesso denunciata come immobilista. Tra l'altro, basterebbe aprire il vocabolario per apprendere che la parola "radicale", che ci fa anche onore, significa soltanto "globale"; avere una visione generale delle cose significa essere radicali.
Più che mai, in questo caso, lo sguardo globale credo sia importante e necessario. Più che mai, in questo caso, credo che ci faccia onore essere indicati come "sinistra radicale". Perché dico questo? Perché se la politica, talvolta, si allarga dai suoi confini, sbaglia. Se la politica si inventa delle progettazioni, sbaglia. Se la politica si inventa delle soluzioni tecniche, sbaglia.
Occorre lasciare queste partite a chi dovrebbe, in teoria, eseguire e dar vita a quegli impulsi che - questo sì - la politica ha il diritto di avviare e di portante a buon compimento.
Oggi, invece, la politica si è sostituita ai tecnici, per cui ha individuato quali erano i percorsi, i tempi e i metodi migliori e come fare per non isolare questa Regione dal resto del mondo. Così facendo, però, la politica ha sbagliato, perché si è sostituita a degli ambiti in cui non aveva competenza. Infatti, il lavoro dell'Osservatorio lo dimostra. Tramite l'Osservatorio ci viene detto - ma è stato anche ribadito anche in sede di Commissione - che, guarda caso, quel tracciato interessava aree con presenza di amianto. Fosse stato per la politica, questo non veniva evidenziato; fosse stato per la politica, si accelerava e si faceva il tutto (e poi, chi si è visto, si è visto, perché il gioco era fatto!).
Ci viene detto dall'Osservatorio che il tracciato era sbagliato inconsistente e assurdo. Se fosse stato per la politica, quel tracciato era fatto o, perlomeno, in fase di avvio (poi, ancora una volta, chi si è visto, si è visto!).
L'Osservatorio ha detto che mancava una pianificazione dei trasporti (scusate se userò spesso questo termine, che ricorda un po' lo stampo sovietico). Fosse stato per la politica, si soprassedeva anche su questo dicendo banalmente "trasportiamo tutto si rotaia", si vedrà poi come, così come si vedranno i flussi di traffico o ancora come si muoveranno le merci in quella valle.
La politica ha sbagliato - e continua a farlo quando attua alcuni interventi - a vestire dei panni che non erano suoi.
La politica può e deve dare degli impulsi; deve programmare - cosa che purtroppo sovente non fa - ma limitarsi, dopo la programmazione, ad osservare che tutto vada bene. Non deve addirittura dare le linee tecniche perché, a quel punto, segna degli autogol tremendi, risolvendo poi la situazione inviando naturalmente le forze dell'ordine per "dialogare a manganellate" con quelle popolazioni che non sono state ascoltate fino a poco prima.
Il progetto TAV è complicato e complesso; in questo rientra anche Corso Marche, di cui si parla da ormai cinquant'anni, attivando, tra l'altro delle dinamiche che non sono semplici, al punto tale che addirittura il responsabile Loris Dadam, coordinatore degli studi di impatto ambientale per la FIAT (quindi non un politico), dichiara: "La gara fra noi e i tedeschi per collegare la Francia non esiste, perché l'asse Parigi Stoccarda rende già da tempo inutile la TAV Torino-Lione". Questo è quanto dichiara un ingegnere. Dice ancora che 900 milioni del progetto sono una piccola parte, ma anche se si facesse la Torino-Lione ormai il problema sarebbe superato ed inutile. Secondo questo ingegnere, quindi, è inutile.
Ma qualora si facesse il progetto - prosegue lo stesso - occorrerebbero fino a quarant'anni, quindi nuove classi politiche e nuovi dirigente disposti a giocarsi anche la carriera per portare avanti quel discorso.
Tutto ciò dimostra, quindi, che non c'è una verità su quella linea.
Bisognerebbe ringraziare quella "sinistra radicale" che ha posto il problema, unita al resto della coalizione naturalmente, perché non c'è una verità in tasca (chiunque vanti una verità in tasca sbaglia, anche se talvolta lo si fa in buona fede): non c'è di fronte a dichiarazioni di questo tipo, così come non c'è di fronte ai media che per tre giorni hanno detto che c'è anche una pericolosa infiltrazione mafiosa in alcune tratte già compiute. Bisogna stare molto attenti, perché è compito nostro - questo sì - fare in modo che, qualora partissero i lavori, non ci possa essere la possibilità per qualsiasi influenza mafiosa di inserirsi e fare i suoi comodi, a scapito di soldi pubblici - altro svilimento della politica - e della sicurezza dei lavoratori, di cui non sempre sappiamo il destino all'interno dei cantieri TAV, perché neanche noi possiamo politici - lo ricordo - possiamo entrare in quei cantieri. Nel 2005, infatti, avevo provato a chiedere l'ingresso nei cantieri della TAV Novara-Torino, ma mi era stato risposto che non potevo.
Ricordiamoci che la politica si può svilire in tanti modi, non solo sui costi (anche i problemi marginali, se trattati in un certo modo, diventano uno specchietto per le allodole).
Non ha vinto nessuno in questa partita, perché è una gara in cui non c'è una vittoria, ma possono vincere la politica e il buon senso.
Nient'altro.
Credo che l'Osservatorio abbia fatto un buon lavoro, e tra l'altro ha portato a tutti i Consiglieri un altro volume. Leggiamolo, potrebbe esse un bel compito estivo, poi ci si fermerà a ragionare, noi per primi, sul nostro ruolo, a ragionare sulle necessità reali di questo paese, a ragionare, soprattutto, su come si fa, d'ora in poi, a parlare con le popolazioni con un metodo democratico di confronto e di dialogo aperto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bossuto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Sarò brevissimo. Ruberò un minuto e mezzo circa a questa assemblea.
Non volevo neanche intervenire su questo argomento, ma gli ultimi interventi mi hanno dato lo spunto per un paio di considerazioni.
stato più volte tirato in ballo da molti colleghi il problema relativo al rispetto e al consenso, oltre che all'informazione doverosa della popolazione. Questo è vero. Forse è anche vero che c'è stata una diversa impostazione da qualche anno. Sicuramente i risultati, oggi, in termini di rapporti, sono diversi.
Però c'è un però. La democrazia insegna che è la maggioranza che si assume delle responsabilità ed è la maggioranza che in fondo può e deve decidere. In questo caso, siamo di fronte ad un'opera che è voluta non dalla maggioranza assembleare, in questo caso, governativa o regionale, ma è voluta fortemente dalla maggioranza dei partiti di tutto l'arco costituzionale sia al Parlamento che all'assemblea regionale e, non solo perché c'è anche quella provinciale, comunale e così via. Dico a quei colleghi che insistono nel sostenere che un'opera si deve fare per e non contro dico che siamo d'accordo. È ovvio che si deve fare per e non contro ma quando il contro è delimitabile ad una minoranza, questa minoranza non può che prenderne atto.
Sicuramente, in una questione così importante, invito la minoranza a considerare la possibilità che sicuramente non ha bisogno del mio invito a decidere con la stragrande maggioranza dei partiti dell'attuale maggioranza, per un'opera utile a tutti rifiutando il pretesto di schierarsi su presupposti che possiamo pure chiamare ideologici, e non cavalcare delle posizioni che sinora si sono rivelate solo dannose. Quindi l'auspicio è quello di poter lavorare tutti insieme, tenendo conto della maggioranza e non di un'esigua minoranza. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Intervengo per pochi minuti con alcune considerazioni politiche.
A noi interessa che la TAV venga fatta. Tutto ciò che è stato in questi mesi fatto dall'Osservatorio e dalle forze politiche nazionali, regionali e provinciali di Torino e, soprattutto, dai Sindaci, a noi va bene nella misura in cui si raggiunga l'obiettivo, che è quello di realizzare effettivamente l'opera.
Però, proprio partendo da quanto ha detto Buquicchio poco fa, guarda caro collega, l'unica cosa che è scomparsa dal dibattito di oggi è la popolazione locale. Non esiste più. Se fossi un abitante della Valle di Susa, cosa dovrei pensare oggi? Che le forze politiche, anche quelle che erano contrarie a priori alla TAV hanno un atteggiamento più moderato, come ha detto qualcuno, e che la moderazione è quella che aiuta a risolvere i problemi? Fino a pochi mesi fa mi è stato detto che la TAV non bisognava farla né sul lato sinistro né sul lato destro; che non importava se sbucava in un posto piuttosto che in un altro. Mi è sempre stato detto che la TAV non andava fatta e basta! Oggi invece la moderazione e la mediazione politica mi vogliono convincere che la TAV è uno strumento necessario. Qualche errore è stato fatto anche in passato dalle forze che siedono nella maggioranza di questo Consiglio. Qualcuno ha premuto troppo l'acceleratore e lo scontro è stato quello che è stato, perché per molti amministratori locali, anche per molti di voi, è più facile e naturale contrastare un Governo di centrodestra ed è molto più arduo farlo con un Governo di centrosinistra.
Considero parte della polemica sulla TAV una polemica partigiana, che il discorso di oggi ha messo comunque in evidenza. Mettiamolo da parte, se volete, questo ragionamento, guardiamo ai fatti. C'è l'architetto Virano che, tra l'altro, è a capo di un Osservatorio che è stato nominato dal Governo precedente sentendo, ovviamente, le amministrazioni del Piemonte.
Però ritengo che se l'Osservatorio lavora bene. Se l'Osservatorio veramente riuscirà ad ottenere un risultato finale positivo, noi non potremmo che esserne lieti e prenderne atto.
Non venite però a dirmi oggi che i vostri punti di riferimento sono diventati i Sindaci, perché i Sindaci della Valle di Susa sono in grande difficoltà con le popolazioni locali (mi riferisco a quello che è accaduto). I Consigli comunali sono stati spesso maggioritari nei confronti dei Sindaci che hanno partecipato al tavolo dell'osservatorio, le popolazioni locali si stanno organizzando per protestare a Chiomonte piuttosto che dall'altra parte della Valle di Susa.
La situazione è tutt'altro che semplice. Vedremo se si riuscirà a governarla soltanto con la mediazione.
Intanto la politica ha imparato ancora una volta che probabilmente c'è qualcuno che pesca nel torbido, perché fino a pochi mesi fa veniva detto che la TAV non andava fatta, mentre oggi è qui a dirci che forse non è un'opera prioritaria, non è un'opera indispensabile, ma forse è un'opera importante per il Piemonte, cosa che noi abbiamo sempre detto con coerenza da molti anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Non volevo intervenire dopo l'intervento chiaro del collega Bizjak, ma voglio prendere le distanze da quegli interventi che si concretano in operazioni di danza dialettica. Perché dico prendere le distanze da interventi di operazioni di danza dialettica? Il primo punto è perché non ho le qualità e le competenze quando parliamo di Alta Velocità, però nelle operazioni di danza dialettica c'è anche la possibilità di dimostrare che Gesù è morto di freddo. Quindi ho sentito e sento il bisogno di incontrare me stesso. Sto facendo un viaggio introspettivo per dare un senso a questa giornata. Non lo dico in modo polemico. Parto da una richiesta che il collega Ricca ha fatto a se stesso e ad altri colleghi, dicendo che dobbiamo essere chiari su questo tema perché è un tema importante che tocca lo sviluppo di tutto il Paese.
Se alcuni colleghi e alcune forze della maggioranza regionale e governativa, occupano spazi a pagamento sui giornali (al di là della mediazione) sostenendo - esprimo alcuni principi chiari, alcuni concetti chiari - che l'Alta Velocità è inutile e dannosa, a casa mia significa che l'Alta Velocità non si deve fare. Quindi, non riesco a capire quali poi possono essere i margini della mediazione se non quelli della democrazia.
Il male della democrazia è la non decisione, il continuo perdurare di tempistiche estenuanti. Quindi noi abbiamo la responsabilità di fare chiarezza.
Personalmente ho sostenuto e finalizzato, durante la campagna elettorale, l'organizzazione del consenso sulla necessità della costruzione dell'Alta Velocità, perché le Alpi impediscono lo sviluppo e la modernizzazione del nostro Paese.
Il sottoscritto, grazie anche a questo impegno, ha avuto la possibilità di sedersi oggi su questa sedia. Quindi, ho fatto una battuta prima: devo ritrovare me stesso. Quindi sento la necessità di dire in modo aperto e chiaro (l'ha già fatto il mio collega Bizjak) che l'Alta Velocità è una necessità. Sicuramente c'è l'Osservatorio, che entra nel merito da un punto di vista tecnico. Quindi noi oggi dobbiamo dire se l'Alta Velocità è inutile e dannosa. Secondo Laus e secondo La Margherita, l'Alta Velocità è necessaria, indispensabile, vantaggiosa. L'Alta Velocità non solo avvantaggerà la popolazione che oggi non è d'accordo, ma verrà incontro ai bisogni di tutti i cittadini del nostro Paese, perché l'Alta Velocità è una di quelle opere indispensabili per il nostro Paese e non solo per la Valle di Susa, la Provincia di Torino e il Piemonte.
Quindi chiederei agli amici e colleghi di maggioranza di fare uno sforzo e poter dimostrare in tempi brevi che la politica è fatta anche di chiarezza. Non possiamo sempre prendere delle decisioni con le esibizioni dialettiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Non credo di dovermi dilungare molto su questi temi, visto che già alcuni colleghi che mi hanno preceduto sono stati molto molto chiari. Credo serva ribadire un concetto che fondamentale.
Il collega Laus parlava di dialettica, io vorrei essere molto più crudo. Vorrei parlare di volontà. La dialettica serve se vogliamo mascherare le reali intenzioni. In questo caso, mi pare che più nessuno abbia voglia di mascherare se non l'abitudine di bluffare. Lo dico fortemente perché mi pare che in questi ultimi periodi, come hanno già richiamato alcuni colleghi, assistiamo ad un balletto di "sì, no, ma forse" con azioni ripetute che invece dicono chiaramente "no".
Tutti abbiamo visto l'articolo acquistato a pagamento sui quotidiani e assistito alle conseguenze di alcune decisioni prese dai Sindaci locali che, non politicamente ma territorialmente, avevano dato una disponibilità.
Sono preoccupatissimo per il fatto che, alcuni giorni fa, su Torino Cronaca ho letto un articolo dal quale risultava che la Francia non aveva più richiesto i finanziamenti per la tratta internazionale. Ho pensato fosse una boutade, ma oggi leggo su Il Sole 24 Ore - sto citando quello che passa sotto gli occhi di tutti - un altro articolo, ovviamente molto più attendibile e più importante, relativo a una scelta già fatta.
Allora vorrei dire ai colleghi Bossuto e Robotti, che mi hanno preceduto, che io non posso condividere il fatto che si deve approvare un tracciato, una linea, un'iniziativa territoriale, come diceva il collega Robotti, quando tutti sono d'accordo perché il "tutti d'accordo" mi pare una questione non esistente. Voglio dire che è quasi impossibile ottenere l'unanimità,;è possibile ottenere la mediazione politica di un ragionamento dal momento che siamo qua per fare politica e quindi per mediare gli interessi collettivi.
C'è poi, come diceva il collega Buquicchio, un richiamo forte che dobbiamo sempre tenere presente: quello delle maggioranze, quello della democrazia. E allora, siccome Bossuto dice: "Nessuno di noi crede di avere il Vangelo in tasca e nessuno deve pensare di averlo", lo condivido, ma lo condivido a patto che lo condivida anche lui, cioè a patto che lo condivida anche quel Gruppo politico, che mi si viene a dire non è quello che imprigiona la realizzazione della TAV perché dovrebbero essere i tecnici a decidere, ma poi sento parlare politicamente di scelte che non devono andare contro il territorio, non devono condizionare...
Allora, se è vero che ci sono stati degli errori iniziali dovuti a una mancanza di dialogo, di concertazione o comunque di colloquio tra le vallate e i territori interessati, è altrettanto vero che oggi abbiamo raggiunto una determinazione temporale tale per cui tutte le necessità di chiarezza, di svisceramento dei problemi, di attenzioni sanitarie, di particolari attenzioni tecniche e tecnologiche dei tracciati sono state messe a fuoco. Oggi non possiamo più dire: "Non se n'era parlato prima" conché se ne abbia ragione. Oggi dobbiamo dire: "È da un anno e mezzo almeno che se ne parla, che si discute, che si tende a misurare i tracciati, che si tende a tutelare le popolazioni", però dobbiamo arrivare al punto che una forza politica - e non parlo tecnicamente, ma di politica di governo - sia in grado anche di comprendere che ci sono necessità generali. Lo dice uno che rispetta le autonomie locali come e forse più di chiunque altro.
Non dobbiamo rispettare solo le paure o i timori, ancorch giustificati, ma dobbiamo rispettare le esigenze collettive e collegiali che non sono solo di una vallata, ma sono di una regione, direi che sono anche di una nazione, perché altrimenti se perdiamo questo treno - e lo dico in senso allegorico - mi pare che addirittura sia fuori luogo ragionare su contatti di macroregioni o di maggiori collegamenti o di potenziamento dei servizi tra una regione e l'altra, se non siamo in grado di prendere finalmente una decisione e dire: "Noi siamo forza di governo il territorio lo dobbiamo governare, non bloccare, lo dobbiamo potenziare non farlo retrocedere".
Ritengo che i servizi devono avere una priorità dovuta a scelte che la democrazia impone, a scelte che devono essere fatte da una maggioranza e non all'unanimità di coloro che partecipano alle votazioni. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Alcuni Consiglieri hanno constatato una certa distrazione dell'Aula su questo dibattito, che altri hanno già ricordato essere non originato da chissà quali novità su questo tema. Personalmente devo registrare - lo dico davvero in termini telegrafici - che vengono fatte affermazioni in assoluta libertà, pensantissime da un punto di vista politico e che lasciano in qualche modo intravedere una volontà da parte di alcuni, non so se settori o singoli Consiglieri di questa maggioranza, di utilizzare in termini strumentali l'argomento Alta Velocità.
A me pare che la sinistra, i Gruppi della sinistra, i partiti Rifondazione, i Comunisti Italiani, i Verdi e un'ampia mobilitazione sociale che sul tema dell'Alta Velocità in Val di Susa, ma più in generale sul dibattito relativo alle modalità di sviluppo del territorio, abbia assunto una posizione di grandissima attenzione e di grandissima responsabilità su questo tema.
Devo registrare che una posizione anche di grande responsabilità, tesa a non accentuare eventuali divaricazioni all'interno della maggioranza, mi pare non sia stata colta come un elemento di novità, anzi credo di poter dire a beneficio del verbale - poi andremo a rileggere a settembre quando ahinoi, la questione si ripresenterà in autunno - che qui non si discute nel merito.
Settori marginali della maggioranza oggettivamente hanno elementi di contatto politico con settori del centrodestra. Non lo dico io, ma è stato dichiarato in quest'Aula pochi minuti fa esplicitamente. Mi pare che ormai, in politica si possa fare di tutto.
Mi riferisco all'appello, da parte di un Presidente di un Gruppo della maggioranza, al centrodestra a votare a favore della TAV per sostituire eventualmente i pochi voti mancanti dei Gruppi consiliari della sinistra.
Presidente Bresso, su questo so qual è la sua posizione, noi la conosciamo, però credo che, benché l'Aula sia distratta, è bene che tutti vengano richiamati al fatto che siamo in un Consiglio regionale e che se si fanno affermazioni politiche di questo genere... Lo so, purtroppo nessuno ha ascoltato, ma... Poi, magari, domani ce le ritroviamo sui giornali queste cose. Si fanno affermazioni politicamente gravi di questo tipo eppure, Assessore Borioli, va benissimo.
Noi invece crediamo che non ci possano essere maggioranze variabili anche sul tema della TAV, diciamo così. Crediamo che questo tema debba essere portato... Non lo abbiamo detto noi, Presidente, però è stato detto ripetuto, ripreso da più di un Presidente di Gruppo della maggioranza. Io mi permetto di riportare l'attenzione su affermazioni che ritengo pesanti e ribadisco una posizione.
Il consenso delle popolazioni locali è determinante - lo so, è d'accordo, Presidente, ma qui prima veniva detto di no anche da autorevoli esponenti della maggioranza - perché, se non si arriverà a quel consenso il rischio concreto sarà una grande mobilitazione popolare contro la realizzazione concreta dell'opera.
Chiedo ai miei amici di maggioranza autorevoli de La Margherita, di altri Gruppi, dei Moderati, dell'Italia dei Valori: credono che il nostro Governo, il governo di centrosinistra, in quel caso dovrebbe mobilitare la Polizia, le forze dell'ordine, così come ha fatto il Ministro Pisanu? Incassando peraltro una sonora, sonorissima sconfitta da una grande, enorme manifestazione popolare contraria a quella ipotesi? Perché qui sta anche il passaggio e la strategicità di un appoggio da parte delle popolazioni locali e di un'ampia convergenza. È evidente che, in assenza di tali presupposti, l'opera è irrealizzabile. Non lo diciamo noi, saranno le condizioni oggettive su quel territorio a renderla difficoltosa.



(Scampanellìo del Presidente)



CHIEPPA Vincenzo

Termino, Presidente.
I nostri alleati, per esempio, non si pongono il problema, con l'autorevolissimo Ministro Di Pietro, di rilanciare anche il tema del governo, invece di tornare sempre e pedissequamente con una finalità politica sul tema della TAV? Nel nostro Paese esiste un problema più generale: trent'anni di mancati investimenti nelle ferrovie e nei trasporti diciamo comuni, dove ancora da Torino si impiegano almeno venti ore per raggiungere Reggio Calabria. Questa mi pare sia la condizione infrastrutturale del nostro Paese e tale affermazione non può essere utilizzata per essere classificati, da questo punto di vista, come massimalisti. Poi, ancora manca un'idea vera circa il cambiamento di modalità di trasporto anche delle merci.
Noi siamo in prima fila nel richiedere una nuova modalità di trasporto uno spostamento di quote sempre più rilevante di trasporto delle merci su gomma a quello su ferro. Il tema vero è che su questo, nei decenni, in questo Paese, si è fatto poco, sono state privilegiate esclusivamente altre modalità di trasporto.
Dunque, è per quello e per altro che sul tema della Valle di Susa le questioni restano aperte, c'è una discussione in corso. Il senso del mio intervento non era il voler tornare nel merito della questione; considerato che l'Aula ha, in qualche modo, perso alcuni passaggi che io ritenevo politicamente pesanti da parte di autorevoli esponenti della maggioranza volevo segnalare il fatto che, probabilmente, è in atto un'operazione strumentale tesa a danneggiare il governo dell'Unione regionale, tesa a creare ulteriori lacerazioni all'interno del centrosinistra.
A questo gioco noi non ci staremo, sia nei contenuti della battaglia sulla TAV in Valle di Susa, sia nei contenuti politici. Chi vuole rompere l'Unione e l'unità del centrosinistra lo dica con chiarezza e non utilizzi strumentalmente il tema dell'Alta Velocità!



PRESIDENTE

La parola al Presidente Burzi sull'ordine dei lavori.



BURZI Angelo

Signor Presidente, mi secca disturbare l'intensità del dibattito, ma conoscendola, sono certo che lei velocemente me ne darà ragione e ne trarrà le conseguenze. A mio avviso, le è scappata, perché la passione non le ha consentito di riflettere, un'infelicissima battuta durante l'intervento del collega Manolino, quando si parlava di Torino Cronaca, che lei ha paragonato, credo, mi corregga se sbaglio, con un'ironia del tutto fuori posto dalla poltrona alla quale lei siede, al The Wall Street Journal.
Credo che il tutto si riassumerebbe in una semplice dichiarazione: "Ha ragione, Consigliere Burzi, me ne scuso" e andrei avanti. Qualora così non fosse, presenteremo un'interpellanza, in modo che l'Ufficio di Presidenza finalmente, si occupi un po' delle cose di quest'Aula, sia di quelle che avvengono, ma non vengono discusse, delle cose che avvengono al di fuori di interviste rilasciate di cui non si sente assolutamente la necessità che certamente miglioreranno il clima dal 3 settembre. Questo viene detto da un'anomalia, uno che di mestiere fa la politica, ne è orgoglioso e lo ricorderà dal 3 settembre a tutti coloro che, facendola anche da anni, non ne hanno ancora capito l'importanza, ma noi siamo ottimisti, gli insegneremo.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Burzi, la mia intenzione era altra, se l'ha intesa come una battuta infelice, mi scuso con lei.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Con lei che lo ha chiesto ed, evidentemente, con l'Aula.
Se quella era la modalità con cui l'ha intesa, mi dispiace, mi tocca darle ragione, l'intenzione era altra.
Grazie a lei, Presidente Burzi, anche perché con il giornale citato i rapporti - parlo personalmente - sono più che cordiali.
Ha chiesto di intervenire il Presidente Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Intervengo molto brevemente, non porterò via molto tempo a quest'aula semplicemente voglio fare una proposta.
In questi giorni ci sono stati consegnati due Quaderni dell'Osservatorio Virano. Mi sembra che la discussione di questa mattina poteva tranquillamente svolgersi sei mesi o un anno fa, perché da un anno a questa parte le storie sono sempre esattamente uguali, il disco che si sente è uguale.
La mia proposta, visto che d'ora in avanti, almeno per un mesetto avremo tutti un po' di tempo, è di provare a dare un'occhiata a questi Quaderni, per, poi, a settembre, convocare una giornata di discussione rispetto ai risultati di questo Osservatorio.
Mi si continua a dire: "Radicali, radicali, radicali!", ma in quest'Aula i talebani mi sembrano altri, mi sembrano quelli che continuano dire di sì in tutti i modi alla TAV, indipendentemente dal costo, dal tracciato, dai benefici che porterà e dalla valutazioni della popolazione.
Allora, noi siamo i radicali, noi che cerchiamo di capire questa questione quali conseguenze avrà sui nostri territori, sui nostri cittadini e sulle nostre tasche, mentre gli altri, che dicono di sì a prescindere non sono radicali, sono quelli che ragionano, che hanno senso, che hanno comprensione.
Ragioniamo un po' sui Quaderni pubblicati dall'Osservatorio, se riteniamo che quest'ultimo abbia un senso, poi ne discuteremo a mente lucida e tranquilla nel mese di settembre.
Se, invece, la cosa è a prescindere è inutile che quest'aula continui a dedicare ore di discussione a questo argomento, è a prescindere, ma i radicali sono altri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Borioli per una replica.



BORIOLI Daniele, Assessore ai trasporti

Mi pare che l'inevitabile passione che di solito si inserisce nei dibattiti - non è il primo - che riguardano questo argomento richieda, da parte della Giunta, qualche considerazione che, forse, evidenzia meglio di quanto non abbia potuto fare il sottoscritto nella relazione introduttiva alcuni elementi di natura politica che mi paiono sottesi alla narrazione che cercavo di fare e che adesso cercherò di esplicitare meglio.
Primo elemento. Nei passaggi che ho ricordato prima c'è esattamente il compendio - ne sono convinto - di come il processo innescato con l'istituzione del tavolo di Palazzo Chigi, l'attivazione dell'Osservatorio e i conseguenti passaggi di natura tecnica, di approfondimento tecnico specifico e di apertura di concertazione politica abbiano consentito, ad oggi, di tenere insieme due risultati che ritengo rilevanti. Da un lato, la riapertura del confronto e, dall'altro, una riapertura del confronto che ha consentito all'autorità competente - in questo caso al Governo nazionale di assumere le decisioni - non di fare parole - ma di assumere le decisioni che al Governo nazionale competono nei confronti degli alleati francesi e del partner europeo, nei termini previsti dall'Unione Europea.
Quello che sto cercando di evidenziare è il fatto che, proprio in virt del dialogo riaperto dell'Osservatorio, è stato possibile che il Governo nell'esercizio della sua funzione, abbia potuto presentare congiuntamente il Ministro Di Pietro insieme al Ministro Borloo - all'Unione Europea un dossier per la richiesta dei finanziamenti; ciò costituisce un fatto e un'iniziativa di cui la Giunta regionale è stata concordemente partecipe.
un fatto.
Prima veniva evocato "quali sono le iniziative che intende assumere la Giunta". In questo contesto, la Giunta non intende far altro che assumere le iniziative che le competono, in un processo che coinvolge livelli di governo differenti e in cui la Giunta è chiamata a svolgere una funzione nel rapporto con il Governo nazionale e con l'Europa ed una funzione nel rapporto con il territorio e con le Amministrazioni locali.
Il dialogo è ciò che il 13 giugno ha consentito - lo ricordava bene il collega Deambrogio nel suo intervento - di produrre una situazione che ha permesso al Governo, nel rispetto e nell'esercizio delle proprie competenze, di presentare un dossier all'Europa per una richiesta di finanziamenti che incardina il disegno strategico di quell'infrastruttura nel grande progetto di completamento e di adeguamento degli assi di comunicazione europea, ottenendo dagli Enti locali non l'assenso e l'approvazione su un progetto che vorrà essere oggetto di tutti gli approfondimenti che sono stati evocati nell'ambito dell'osservatorio, ma un atteggiamento - se vogliamo evocare un termine che ha a che fare con una funzione ragionevole di mediazione politica - non conflittuale che mesi prima non sarebbe stato possibile.
chiaro che la definizione del tracciato, delle situazioni progettuali e delle verifiche che ancora dovremo fare rispetto a come il nuovo disegno dell'infrastruttura si collocherà sul territorio e con quale rapporto rispetto alla linea storica, è partita che ancora si sta affrontando nell'ambito dell'Osservatorio tecnico, che ha il compito di fornire elementi alla decisione politica. Ma quello - e lo voglio dire anche alla maggioranza alla quale mi rapporto - è un elemento che ha consentito di tenere insieme l'esigenza del dialogo, di una riapertura di confronto che si era arenata ed inabissata nelle vicende di Venaus, su cui si registrò il vero blocco di tutta questa partita, e, nello stesso tempo, a chi aveva la competenza per farlo, di assumere le decisioni che dovevano essere assunte.
Lo voglio dire, riconoscendo l'atteggiamento di disponibilità, di apertura e di sostegno che anche la minoranza ha dato a questo percorso pure in Consiglio. Voglio però dire che è un merito che mi sento di rivendicare al complesso della maggioranza di cui faccio parte, con tutte le sfumature che oggi sono state ricordate.
Questo è l'elemento politico sul quale voglio ritornare, perché credo costituisca il mandato su cui io, come Assessore di questa Giunta, ritengo di dover continuare ad operare, sapendo che esistono questioni che sono ancora oggetto di discussione, ma su cui mi pare sia stato rimosso, in virtù di quel dialogo e di quel confronto, quell'elemento di interdizione che, ad oggi, aveva impedito al Governo nazionale di svolgere la sua funzione.
Il Governo nazionale, di fatto, ha chiesto all'Unione Europea i finanziamenti per realizzare la tratta internazionale della Torino-Lione su questo non c'è stato alcun elemento di dissociazione politica della maggioranza dal Governo nazionale.
Può darsi che mi sbagli, può darsi che mi sia sfuggito qualcosa, ma mi pare che sia così. Ora noi siamo impegnati sul territorio a proseguire un dialogo e un confronto, che mi pare abbia dato risultati politici importanti.
Se io volessi usare la stessa enfasi... Non lo voglio fare, per permettetemi una battuta, perché prima mi è stato detto di essere troppo funzionariale e burocratico e mi è stato chiesto di dire qualcosa di politico; poiché io sono un politico - non faccio altro nella vita - una considerazione politica la voglio fare.
Se volessimo usare una definizione forte, come ha fatto il Consigliere Botta, parlando di "sconfitta dello Stato" - mi pare una definizione un po' inappropriata - e se volessimo esercitare fino in fondo questa esercizio classificatorio, volendo mettere una data al concetto di sconfitta dello Stato, credo che dovremmo mettere la data del dicembre 2005. È quella la data in cui il processo di realizzazione di una grande infrastruttura - su cui il sottoscritto, e la Giunta di cui faccio parte, non ha mai fatto mistero di come la pensa, anche in un'articolazione dialettica rispetto a componenti della maggioranza di cui noi siamo espressione - ha mostrato la corda, un'incapacità di visione strategica e di conduzione tattica, che ha portato, con i fatti di Venaus, a bloccare tutto.
Lo stesso Governo che c'era prima ha dovuto prendere atto che non si riusciva ad andare avanti, oltre ad una alquanto discutibile, a mio modo di vedere, gestione, negli effetti pratici, della banale dinamica dell'ordine pubblico in quella circostanza.
Quindi, se vogliamo dare una data ad un concetto che mi pare un po' altisonante - ma visto che è stato evocato, lo ricordo - come quello di sconfitta dello Stato, la data è quella.
Da allora, si è rimesso in moto un processo che ci ha consentito di uscire dalle sabbie mobili in cui ci trovavamo. È chiaro che nessuno ha la pietra filosofale in tasca per dire che tutto quanto sia stato risolto sappiamo che sulle stesse risultanze del secondo Quaderno esistono chiavi di lettura differenti. Questo però è un merito che, come componente di questa maggioranza, sento di rivendicare, naturalmente anche a tutta l'Aula consiliare, ma in modo particolare alla maggioranza che sostiene la Giunta di cui faccio parte.
Ed è una cosa molto concreta; le iniziative della Giunta sono quelle che ho raccontato prima, cioè quelle di stare dentro gli organismi collegiali costituiti e portare il proprio contributo sia in sede tecnica che in sede politica (ed è quello che stiamo facendo), in modo da - forse è sfuggito - lavorare a quella politica di trasferimento modale, cioè a quella sola politica di trasporto che può dare senso alle politiche di infrastrutturazione.
Questo è il punto, ed era l'elemento che fino ad oggi è mancato e su cui mi pare, anche attraverso l'impegno coerente dei Ministeri competenti stiamo cercando di tarare un obiettivo molto concreto per poter partire con un programma serio di trasferimento modale a partire dal 2009.
Fornisco due informazioni, a correzione di qualche confusione che è un po' aleggiata. Sulla questione dei francesi evocata dal Consigliere Boeti in realtà quella che si è aperta in Francia è una dialettica interna tra la Regione Rhône-Alpes e il Governo nazionale circa la mancata richiesta di finanziamenti all'Europa per la tratta della linea da Saint-Jeanne-de Maurienne a Lione.
Indubbiamente per i francesi è una questione piuttosto delicata, ma che credo non getti ombre sullo sviluppo complessivo. Questo, peraltro, mi consente di dire che non è vero quanto diceva il Consigliere Dutto, perch questa è la dimostrazione che non è vero che la Francia ha presentato un dossier in cui è previsto tutto lo sviluppo della linea, perché sulla tratta tra Saint-Jeanne-de-Maurienne e Lione devono ancora redigere l'avant project sommaire, che è la fase procedurale che in Francia equivale al nostro preliminare.
Non mi pare che ci siano elementi su cui accendere una particolare attenzione politica.
Al Consigliere Pedrale volevo dire - con tutto il rispetto per la fonte giornalistica che ha citato e che non mi sembra una fonte imparzialissima dal punto di vista politico - che mi pare che il giornalista abbia un pochino travisato la citazione di un sito, in cui semplicemente un'alleanza di vettori ferroviari propone un pacchetto di servizi per il trasporto dei passeggeri sulle linee ad Alta Velocità oggi in esercizio, offrendo - come succede su molti siti - una serie di pacchetti promozionali, dicendo che si può prenotare, ecc. Credo che il giornalista abbia impropriamente tratto delle informazioni da un sito, che svolge un'attività di promozione e annuncia quanto le compagnie ferroviarie europee stanno proponendosi di preparare per i loro clienti futuri, traendone una conclusione sul piano politico che riguarda, nel nostro caso, una linea che, in una seconda pagina dello stesso sito, è individuata fra quelle che saranno realizzate al 2020. Quindi, c'è ed è citata anche la Torino-Lione.
Per quanto ci riguarda, è essenzialmente una linea ad Alta Capacità per il trasporto delle merci. Diciamo che il giornalista ha un po' applicato il sillogismo per cui "il camino fuma, mio papà fuma, mio papà è un camino".
Forse una lettura, anche da parte del cronista, un po' più attenta del sito che ha citato come fonte - come storico, dico che la verifica delle fonti è sempre un elemento importante per non fare degli strafalcioni - lo avrebbe portato a titolare con meno enfasi un articolo la cui fonte c'entra poco con le conclusioni politiche che vengono tratte sul libero mercato.
Lo dico, perché è un'informazione utile per tutti i Consiglieri: se andate a verificare sito e notizie di cronaca, vi accorgerete che parlano di due cose completamente diverse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Revoca incarico regionale Assessore Mario Valpreda e modifica composizione della Giunta (Assessore Eleonora Luigia Margherita Artesio)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Con decreti della Presidente della Giunta regionale n. 45 e n. 46, in base agli articoli 50, 51 e 54 dello Statuto della Regione Piemonte, è stato revocato l'incarico di Assessore a Tutela della salute e sanità programmazione socio-sanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare a Mario Valpreda, cui va il nostro saluto più caloroso ed i migliori e più sinceri auguri di tutto il Consiglio e dei funzionari, e con analoghe deleghe è stata nominata quale componente della Giunta regionale Eleonora Luigia Margherita Artesio, alla quale do il benvenuto ed i migliori auguri di buon lavoro e la invito a sedersi nei banchi della Giunta.



(Il neo Assessore alla Sanità, Artesio Eleonora, si accomoda ai banchi della Giunta regionale)



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Prima di dire anch'io due parole sui due decreti, volevo comunicare al Consiglio che ieri è stato approvato a Bruxelles il nostro POR, che è stato il primo di tutte le Regioni italiane, e che a brevissimo seguirà l'approvazione del quadro strategico nazionale. È una notizia buona e positiva per tutti noi, che ci consente da settembre di avviare la programmazione dei fondi europei.
Come il Presidente ha appena comunicato e come sapete, ieri l'Ufficio di Presidenza ha riconosciuto l'inabilità al lavoro, in modo permanente all'Assessore Valpreda. Quindi, era un atto dovuto ed una necessità revocargli l'incarico.
Voglio cogliere questo momento per fargli anch'io gli auguri, affinch possa ristabilirsi presto, in modo da potere - anche se certamente non potrà più svolgere un'attività di tale complessità - recuperare una qualità di vita normale per sé e nel rapporto con la propria famiglia. Spero anche che avremo l'opportunità di rivederlo con noi in qualche occasione.
Lo voglio anche ringraziare perché, pur in un tempo abbastanza breve di presenza (meno di due anni) nel nostro Consiglio, ha svolto un enorme lavoro che stiamo ancora completando di discutere e votare. In effetti proprio il giorno prima della decisione dell'Ufficio di Presidenza e due giorni prima della revoca del mandato abbiamo approvato il testo di legge che era il primo dei tre atti di fondo che Mario ha predisposto. Quindi, in questo senso, penso che anche per lui la tristezza del rinunciare all'incarico sia, in qualche modo, temperata dal vedere che il suo lavoro va avanti e che tutti noi, almeno come maggioranza, lo portiamo avanti.
A seguito della revoca ho nominato contestualmente come Assessore Eleonora Artesio, che credo molti di voi conoscano. Ha una lunga esperienza amministrativa in materie che hanno una prossimità con la sanità e sono certa che farà con noi un ottimo lavoro. Le voglio fare gli auguri perch la responsabilità di Assessore alla salute - in realtà, la definizione giusta - è una responsabilità di forte peso e forte impegno quindi, ha bisogno di tutto il nostro augurio. La delega è la stessa di Mario Valpreda, "Tutela della salute e sanità, programmazione sociosanitaria di concerto con l'Assessore al Welfare". Quindi, resta attribuita all'Assessore Bairati la competenza in materia di edilizia sanitaria.
Ovviamente, mi auguro che da parte di tutti sia condiviso - anche se l'ho già sentito nel dibattito dell'altro giorno sulla legge - il ringraziamento e il saluto a Mario e tutti noi ci impegneremo - Eleonora Artesio, io stessa e tutta la Giunta - per continuare il suo lavoro in uno spirito di continuità, che io riconfermo, e credo sia condiviso da tutta la maggioranza.



PRESIDENTE

Il Consigliere Burzi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Sarò molto sintetico. Vorrei precisare tre punti. Innanzitutto, come Gruppo ci associamo all'augurio a Mario Valpreda, l'avevamo già fatto personalmente, quando esce dai ruoli della Regione. In secondo luogo ritengo che la delibera di cui ha parlato la Presidente sia stata presa a maggioranza. Infine, facciamo ogni qualsivoglia augurio al neo Assessore.
Una persona che a me ha insegnato molto, l'ingegner Pino Chiezzi, ci raccontava che all'inizio a tutti gli Assessori veniva accordato un periodo di tregua. Rivolgendomi all'Assessore Artesio, le consiglio di utilizzare il mese di agosto a tale scopo. È quello che noi siamo disponibili a concedere perché il 3 settembre ricominciamo. Ce n'è tanto di bisogno Assessore.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle osservazioni del Consigliere Giovine sull'opportunità di un maggiore realismo nella programmazione dei lavori del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Colleghi, per regolare i nostri lavori, noi dovremmo trattare il "Nodo ferroviario di Novara", in più c'era una richiesta non all'ordine del giorno sul "Terzo valico". La proposta all'Aula è di trattare il "Nodo ferroviario di Novara" e il "Terzo valico" inserendoli al primo punto all'o.d.g. del prossimo Consiglio, dopo la pausa estiva. Quindi, chiudere la seduta odierna e sconvocare il Consiglio di oggi pomeriggio.
Il Consigliere Lepri ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Chiedo all'Ufficio di Presidenza, al Presidente, ai colleghi di minoranza e maggioranza ed ai Capigruppo di valutare la possibilità di convocare una pronta riunione della Conferenza dei Capigruppo e, se possibile, anche la presenza della Presidente Bresso. Personalmente insieme ad altri colleghi lo riteniamo opportuno in riferimento alle questioni riportate sui giornali di ieri e di oggi, in modo particolare in riferimento ai costi della politica ed allo stipendio dei Consiglieri regionali.
Anche se siamo ad un passo dalle vacanze, credo che questo ultimo sforzo sia importante per garantire la dignità del Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire su altro, ma visto l'intervento testé svolto dal Consigliere Lepri mi pare di interpretare molto bene, dai vari "bravo!" che arrivavano dai banchi dell'opposizione, il pieno appoggio alla richiesta.
Credo che si possa fare, addirittura, nella giornata di oggi. D'altronde essendo una riunione dei Capigruppo molti dei Consiglieri saranno liberi di andare dove più riterranno opportuno.
Presidente, chiedo un minimo di attenzione, questa è semplicemente una nota di tipo procedurale che è di interesse del Consiglio, ma è più indirizzata all'Ufficio di Presidenza. Mi permetto solamente di far presente che, sconvocando la seduta di questo pomeriggio - sappiate che sono pienamente d'accordo su questo - abbiamo mutato i piani di qualche collega che invece, oggi, voleva parlare del Nodo ferroviario di Novara o di altro. Il Consiglio di oggi pomeriggio, infatti, era calendarizzato per discutere sulle "comunicazioni" in generale.
La Presidenza sa che avevo richiesto da tempo una comunicazione in merito alla Lumiq. Due giorni fa - a volte sono facile Cassandra in quest'Assemblea - avevo chiesto di rinviare tali comunicazioni a settembre.
Presidente, credo che in futuro sia opportuno prestare maggior attenzione alla convocazione dei Consigli regionali, soprattutto quando sappiamo ce c'è una scarsa possibilità di realizzarli. Questo vale per il Consiglio di venerdì pomeriggio, 3 agosto, ma anche per tutte quelle sedute serali, do ve sappiamo benissimo non esserci la volontà o la possibilità di farle. Lo dico per semplicità e per chiarezza nella programmazione dei futuri lavori.
Perché se convochiamo le sedute serali, magari in futuro potrebbe anche capitare che qualche collega, giusto per puntiglio, le faccia fare.
Questa non vuole essere una minaccia, ma soltanto una comunicazione assolutamente serena e di buone vacanze.



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, la ringrazio per la segnalazione.
evidente che l'Aula è sovrana. L'unica accortezza che rivolgo agli uffici è di informare i Consiglieri in congedo che la seduta pomeridiana è stata sconvocata.
convocata immediatamente la Conferenza dei Capigruppo in Sala A, così come richiesto dal Presidente Lepri.
Auguro a tutti buone vacanze.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.18)



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