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Dettaglio seduta n.223 del 02/08/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Gariglio, Lepri, Rabino, Robotti e Valloggia.


Argomento: Rapporti con altre Regioni - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Presidente della Giunta regionale, Bresso relativamente a "Rapporti istituzionali Regioni Piemonte- Liguria"


PRESIDENTE

Così come concordato, iniziamo i lavori odierni del Consiglio con le Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Rapporti istituzionali Regioni Piemonte-Liguria", di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Comincerei - poi eventualmente, se ritenuto utile, posso anche fornire una piccola nota di tipo giuridico sulle modalità possibili di rapporto - a spiegare com'è nata l'idea di accrescere le relazioni fra il Piemonte e la Liguria, e poi anche di sperimentare qualche innovativa forma di tipo istituzionale.
Intanto, credo che molti di voi sappiano che da tempo fra il Piemonte e la Liguria si sono avviate delle collaborazioni, in particolare in una serie di campi: l'attività portuale e retroportuale; il sistema dei trasporti; il sistema del trasporto locale dei pendolari, che è molto intrecciato, soprattutto nelle aree del Cuneese e dell'Alessandrino; il sistema della ricerca. Si è anche iniziato a lavorare all'idea di una promozione turistica comune, insomma ad una serie d'attività che sono partite autonomamente sulla base di relazioni fra i diversi Assessori.
In secondo luogo, la Liguria partecipa con il Piemonte all'accordo per avviare un'Euroregione alpino-mediterranea, accordo che era anche stato chiesto e il cui protocollo d'intesa era stato firmato sulla base di una verifica con il Governo, perché i protocolli internazionali devono essere autorizzati dal Ministero degli Esteri, ma che ha come obiettivo, mettendo insieme Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Rhône-Alpes e Paca, di pervenire alla costituzione di un GECT, un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale, che è un nuovo strumento di cooperazione fra regioni e territori in Europa.
Il Regolamento GECT è europeo e, come tale, dovrebbe essere immediatamente applicabile, ma, di fatto, non lo è, perché gli Stati sono riusciti a trasformarlo in una direttiva di fatto, perché è un Regolamento che a sua volta prevede regolamenti applicativi statali, che dovrebbero essere adottati entro fine agosto, e sulla base dei quali sarà possibile costituire un vero e proprio Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale.
Quindi il tutto era partito dalla decisione di queste Regioni, in realtà esclusa la Liguria, che aveva già una sede, di acquisire insieme una sede comune (ognuno con il proprio spazio, ma comune) a Bruxelles, e di fare a Bruxelles la lobby e la promozione delle cinque Regioni insieme; nel piano terra di questa sede ci sarà uno spazio comune di promozione e ogni Regione avrà la sua sede nei piani superiori.
Quindi, a partire da queste scelte, che in particolare verranno sottoposte al Consiglio, mi auguro anche con una comunicazione quando avremo tempo di calendarizzarla, ci sarà una formale proposta al Consiglio quando il Regolamento del GECT sarà attivo e potremo proporne la costituzione.
Sulla base di questo insieme di relazioni e da questa serie di ragionamenti, che hanno visto avvicinarsi molto il Piemonte e la Liguria, e sulla base anche di sollecitazioni pervenute dai nostri mondi economici culturali e territoriali, che in più occasioni hanno richiamato le storiche relazioni e anche la necessità di fare dei ragionamenti che rendano il sistema regionale italiano più in grado di realizzare appieno il nuovo modello federale della Costituzione - credo sia chiaro a tutti che le dimensioni di molte Regioni rendono difficile un vero perseguimento del federalismo, ed è anche difficile per lo Stato stesso, perché in alcuni casi la Regione non è in grado di reggere l'impatto di un vero sistema federale sia finanziariamente sia organizzativamente - con il Presidente Burlando abbiamo deciso di dare avvio ad un processo, che deve ovviamente coinvolgere i Consigli.
Infatti, ne abbiamo dato immediata comunicazione ai nostri Presidenti del Consiglio, chiedendo loro di fare una comunicazione su questo tema.
Abbiamo anche concordato di operare un approfondimento di tipo costituzionale, attraverso un'indicazione congiunta fra me, il nostro Presidente del Consiglio, il Presidente del Consiglio ligure e il Presidente della Giunta ligure, degli aspetti costituzionali che potrebbero consentire, attraverso l'uso dell'articolo 117 della Costituzione, le intese ratificate con legge consiliare, quindi ratificate con legge approvata dai Consigli, e successivamente di valutare ipotesi costituzionalmente più complesse utilizzando appieno il dettato costituzionale, con la possibilità di chiedere nuove e maggiori competenze.
In questo caso, con che modalità? Potrebbero essere chieste congiuntamente le nuove maggiori competenze.
Prima di tutto, nell'incontro fra le due Giunte abbiamo avviato una serie di cooperazioni con intese siglate su temi specifici, su cui vi presenterei un primo elenco e anche un'indicazione di alcuni percorsi sui quali abbiamo deciso di collaborare.
In secondo luogo, affronterei il problema delle forme istituzionali innovative nelle due accezioni secondo l'articolo 117 per quanto riguarda le intese fra Regioni, quindi diciamo appieno nelle nostre competenze, o forme innovative diverse, che richiederebbero una legge costituzionale o comunque, un accordo con il Governo e con il Parlamento.
Su quali intese abbiamo avviato questa cooperazione rafforzata? Prima di tutto, su un punto molto interessante. Sapete che il porto di Savona è diventato un terminale di crociere molto importante e abbiamo deciso di aprire una vetrina delle eccellenze liguri e piemontesi comuni a Savona.
Inoltre, sulla base di un rapporto fra i due Assessori al turismo (entrambe donne) abbiamo deciso di lavorare a offrire pacchetti turistici per i croceristi che arrivano, partono o si fermano, perché Savona è anche un terminale di fermata per crociere che si svolgono nel Mediterraneo offrendo delle opportunità di escursioni nell'area piemontese e, in particolare, verso le Langhe, verso l'area dell'Astigiano o verso l'area dell'Alessandrino secondo gli interessi delle società che gestiscono le crociere. Questa è una prima iniziativa che rientra nel contesto di una promozione turistica di più ampia scala internazionale, ma intanto è un intenso lavoro forte sul settore delle crociere, che a noi pare di grande interesse. Ovviamente, le attività da sviluppare per i croceristi sono attività in gran crescita e molto interessanti.
Il secondo è un protocollo d'intesa in materia d'adozione internazionale. Voi sapete che noi abbiamo un'Agenzia per le adozioni internazionali, siamo l'unica Regione in Italia ad avere un'agenzia pubblica. La Liguria è interessata ad utilizzare la nostra agenzia. Quindi l'accordo del protocollo è di utilizzo congiunto dell'Agenzia anche da parte della Liguria, il che per noi è un vantaggio, perché costituisce un'evidente economia di scala.
Il terzo è un accordo di collaborazione in materia di istruzione e formazione professionale, lavorando su vari temi: il laboratorio delle professioni del domani, l'accreditamento delle strutture formative, l'alta formazione, l'educazione degli adulti, l'orientamento scolastico e professionale. Si tratta di operare in modo integrato, tenendo conto della più piccola dimensione della Liguria e dell'interesse della Liguria - ed anche nostro - ad arricchire la propria offerta formativa.
Un ulteriore protocollo è in materia di sanità, derivante in particolare dall'interesse della Regione Liguria, che ha un grosso problema di liste d'attesa, ad entrare nella società AMOS ed ad utilizzarne la collaborazione. Nel campo della riduzione delle liste d'attesa, la società AMOS ha messo a punto una metodologia di utilizzo delle strutture sanitarie nelle ore in cui non sono utilizzate, spesso anche utilizzando lo stesso personale.
Anche in questo campo si tratterà di predisporre una delibera che autorizzi la società AMOS, che valuta opportuno trasformarsi in società in house, a rinunciare alle partecipazioni private per le ragioni legate ai decreti Bersani, che prevedono la possibilità di affidare servizi non a gara solo a società che siano totalmente in house. Il passaggio delle partecipazioni private, invece, consentirebbe di avere una società in house delle due Regioni e l'utilizzabilità, per entrambe le Regioni, della società AMOS.
L'ultimo protocollo, che è stato firmato in materia di ricerca e innovazione, riguarda la collaborazione permanente e lo sviluppo tra le nostre Università ed i Centri di ricerca del Piemonte e della Liguria sulla scorta dell'analogo accordo che è stato fatto tra le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna.
Questo è quanto riguarda la serie di protocolli che abbiamo già firmato e che sono protocolli puntuali. A questo si aggiunge un impegno a lavorare perché in campo sanitario si possa - questo comporta una trattativa con i medici di base e verifiche legislative sull'eventuale necessità di modifiche legislative - affrontare un tema di rilievo.
Come sapete, molti lavoratori pendolari tra le due Regioni e molti pensionati che passano una parte del loro tempo in Liguria hanno una situazione per cui, dal punto di vista sanitario, per una parte dell'anno si trovano senza medico di base, perché il loro medico di base è nell'altra Regione, a seconda di dove sono residenti (in alcuni casi ce l'hanno in Piemonte, in altri in Liguria). Questo crea una serie di problemi per i pensionati, ma anche per chi, per ragioni di lavoro, si sposta per periodi più o meno lunghi.
Anche questo potrebbe essere un esperimento che può avere ripercussioni interessanti, non solo fra Piemonte e Liguria, ma anche a livello nazionale. In questo caso, l'ipotesi è di un accordo che consenta il doctor sharing: la possibilità di avere due medici di base, uno nell'ASL di residenza, l'altro in quella di residenza secondaria. Anche questo è nell'ambito dei protocolli puntuali, che renderebbero più forte la collaborazione fra le due Regioni.
Per quanto riguarda gli aspetti di collaborazione più strutturata avevamo fatto effettuare dal nostro Settore Affari Istituzionali una prima analisi delle possibili ipotesi di cooperazioni istituzionali di tipo innovativo. I modelli sono sostanzialmente tre. Il primo, quello più semplice, è quello dell'intesa interregionale ai sensi dell'articolo 117 comma 8 della Costituzione, che recita: "La legge regionale ratifica le intese della Regione per il migliore esercizio delle proprie funzioni anche con individuazione di Organi comuni".
Credo che, in questo caso, ad esempio, una serie di materie sulle quali si vuole cooperare in modo rafforzato e lavorare in comune potrebbe essere individuata attraverso due leggi regionali uguali, le quali potrebbero individuare dei momenti di confronto fra le Giunte e fra i Consigli o fra le Commissioni. Questa è un'eventualità da verificare, tenendo conto dello stato di avanzamento delle intese raggiunte sulle materie su cui operare in modo comune e congiunto.
Questo è un primo percorso possibile, che apre spazi molto interessanti di collaborazione fra le due Regioni, anche restando dentro il contesto costituzionale vigente, non richiedendo questa né autorizzazione, n legislazione ad hoc di tipo nazionale, ma solo una legislazione convergente delle due Regioni e l'individuazione, a quel punto, da parte delle due Regioni, dei temi su cui si vuole avviare una cooperazione rafforzata e strutturata.
Questa è una prima ipotesi, in base a cui, come dicevo, abbiamo deciso come per le altre - con il Presidente della Giunta e del Consiglio liguri e il nostro Presidente del Consiglio di affidare a due costituzionalisti uno scelto da noi ed un altro da loro - un'esplorazione delle possibilità da portare eventualmente ad una prima discussione dei due Consigli congiunti che, sulla base di questa analisi, potrebbero dare delle indicazioni su come andare avanti, e se ritengono che si possa e si debba andare avanti.
L'altra ipotesi che faremmo esplorare da questi costituzionalisti è di cui avete letto, che ha avuto un certo rilievo sulla stampa: è il cosiddetto modello del Trentino Alto Adige. Come sapete, il Trentino Alto Adige è una Regione composta da due Province autonome, le quali hanno status di Regione a tutti gli effetti. Sono quindi i Consigli provinciali che sono eletti direttamente, ma credo che, come per la Valle d'Aosta, non sia prevista l'elezione diretta del Presidente. Ma non ne sono sicura perché sapete che le legislazioni delle Regioni a Statuto speciale sono autonome, per cui ho un dubbio in questo momento.
Comunque, le due Province sono a tutti gli effetti due Regioni autonome (sono definite appunto Province autonome).
La Regione Trentino Alto Adige è costituita dai due Consigli provinciali; in questo caso, la Giunta - naturalmente sono modelli costituzionali che possono essere definiti da una legge ad hoc - è eletta sulla base della convenzione che prevede che si alternino alla Presidenza i due Presidenti delle due Province autonome.
Per capirci, un modello molto interessante potrebbe essere quello di creare una "macroregione" costituita dalle due Regioni. Le funzioni attribuite alla macroregione dovrebbero essere trattate, queste sì, con lo Stato e quindi essere definite con legge costituzionale statale. Per le materie di competenza della macroregione sarebbe competente il Consiglio composto dai due Consigli riuniti, e si potrebbe immaginare una Giunta specifica per quelle competenze, presieduta a turno dai due Presidenti delle Regioni, oppure una Giunta composta - magari si potrebbero ridurre le dimensioni delle due Giunte - dalla somma delle due Giunte, così come il Consiglio potrebbe essere composto dalla somma dei due Consigli.
Questa è un'ipotesi tutta da determinare, che dovrebbe essere valutata innanzitutto dai nostri Consigli, per individuare le funzioni aggiuntive che, in quel caso, potrebbero essere gestite congiuntamente dalla macroregione. Questo comporterebbe dei vantaggi, perché alcune delle funzioni aggiuntive che possono essere richieste e ipotizzate, sarebbero più opportunamente gestite se ci fosse una dimensione maggiore. Questo vale, a maggior ragione, per la Liguria, ma anche per noi. Pensiamo, ad esempio, alle infrastrutture: noi con la Liguria costituiamo un "pezzo" coerente del Paese, quindi il sistema infrastrutturale potrebbe essere gestito molto più facilmente in maniera congiunta.
L'università e la ricerca - altri temi di cui abbiamo parlato come possibili competenze aggiuntive - potrebbero essere gestite insieme in modo più interessante avendo una macroregione con tutte le competenze possibili ma soprattutto avendo un bacino di studenti molto più coerente, visto che attualmente c'è molto scambio.
Ho posto due esempi, ma questo ragionamento potrebbe valere anche per tutti i sistemi e le infrastrutture di tipo portuale, competenza che è un po' in bilico fra lo Stato e le Regioni, ma che potrebbe costituire interessante oggetto di legge costituzionale ad hoc. In questo caso, il modello potrebbe essere quello.
Questa potrebbe essere la proposta sulla quale, dopo questa prima e veloce discussione (sarà comunque necessaria una discussione più approfondita, magari anche in sede di VIII Commissione), si potrebbe avviare un percorso, se sarà ritenuto utile, secondo l'articolo 117, comma 8, della Costituzione, quindi sulla base di una legislazione regionale che sperimenti forme più accentuate di collaborazione. Contemporaneamente occorrerà riflettere se l'ipotesi di maggiori competenze sulle quali stiamo ragionando individualmente come Regione possa essere oggetto di una proposta congiunta che contenga anche la proposta di una macroregione secondo un modello che non cancellerebbe le due autonomie: tutti parlano di "Limonte", ma a mio avviso si dovrebbe parlare di Liguria-Piemonte (o Piemonte-Liguria), come si dice Trentino-Alto Adige, si diceva Abruzzo Molise, si dice Emilia-Romagna.
A mio giudizio, offrirebbe notevoli prospettive, perché le dimensioni del Piemonte e della Liguria insieme costituirebbero una Regione che, ad eccezione della Lombardia, sarebbe probabilmente la principale, come dimensione territoriale e di popolazione, ma anche come peso economico come coerenza territoriale e di sistema economico-sociale.
Come dicevo, un percorso potrebbe essere quello di una sperimentazione fatta con gli strumenti legislativi di cui possiamo disporre autonomamente per valutare poi l'ipotesi di un percorso più complesso, che richiederebbe una norma costituzionale ad hoc.
Rilevo che comunque l'attribuzione di maggiori competenze ai sensi dell'articolo 116 (se ricordo bene), deve essere realizzata con legge costituzionale. Quindi, nel fare una legge costituzionale, sarebbe fattibile una norma di tipo innovativo, come quella che potrebbe derivare dall'ipotesi di una macroregione, alla quale, congiuntamente, vengono attribuite le maggiori funzioni che possono essere richieste (sempre con legge costituzionale) dalle singole Regioni.
Tutti voi ricorderete le ricerche svolte dalla Fondazione Agnelli nel momento in cui iniziarono le discussioni sul federalismo, che dimostrarono che per raggiungere livelli adeguati d'efficienza nella gestione delle funzioni...



(Commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Burzi.
Prego, Presidente.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Mi pare che la ricerca della Fondazione Agnelli fosse interessante perché dimostrava come un sistema federale in Italia possa funzionare solo se si provvede ad un'aggregazione delle Regioni: troppe Regioni piccole e Regioni troppo numerose non rendono sufficientemente forti le Regioni stesse, dal punto di vista fiscale e dal punto di vista delle capacità operative, a sostenere la competizione delle grandi Regioni europee.
Ora, senza entrare nelle scelte di altre Regioni italiane, credo che questo aspetto sia vero per noi e per la Liguria, e la collaborazione fra le due Regioni potrebbe essere di grande interesse, con la costruzione progressiva ed eventuale di una macroregione per superare alcuni limiti che ciascuna Regione ha rispetto alla capacità competitiva nell'insieme del contesto europeo e mondiale.
Queste sono le ragioni da cui siamo partiti, nonché lo stato delle ipotesi che le due Giunte hanno presentato.
Concordemente, abbiamo deciso di riferire ai nostri Consigli, di ascoltare le posizioni e poi, eventualmente, di procedere per gradi secondo le possibili opzioni che ho illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bresso.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, mi sembrava di aver visto prima la mano del Consigliere Ricca.
Mi scuso se mi sono sbagliato: non c'era alcuna intenzione diversa.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Una domanda e una cortesia. Come organizzate il dibattito successivo all'intervento della Presidente? Chi ha il diritto di parlare e per quanto tempo? Così ce lo ricordiamo, in modo da poterci organizzare.
Successivamente alla risposta che gentilmente il Presidente ci vorrà dare come Gruppo gradiremmo avere tre minuti di sospensione per organizzare il dibattito rispetto a quanto la Presidente ci ha fin qui comunicato. Grazie.



PRESIDENTE

L'ordine dei lavori, così come concordato, prevede la comunicazione da parte della Presidente della Giunta regionale sui rapporti istituzionali Piemonte-Liguria, cui dovrebbe seguire il sindacato ispettivo per un'ora.
Penso che 5-10 minuti per intervento dovrebbero essere sufficienti.
Ditemi senza problemi che cosa ne pensate, anche perché questo mi permette di svolgere meglio il mio ruolo. Sapendo se sono cinque o dieci i minuti a disposizione, evito di interferire con chi interviene.
Non ci sono problemi: interrompiamo i lavori per qualche minuto, come da richiesta del Consigliere Burzi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.03 riprende alle ore 11.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dopo le comunicazioni della Presidente Bresso, hanno chiesto di intervenire formalmente i colleghi Burzi, Ricca e Reschigna.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Ringrazio il collega Ricca di avermi ceduto il turno di parola, perch mi serviva per questioni organizzative. Invece, sul merito del dibattito non ho alcuna esigenza di parlare per primo: comunque, grazie.



PRESIDENTE

Rispetto ai tempi, cinque minuti possono essere sufficienti?



BURZI Angelo

Non lo so, penso di sì: ci provo. Qualora sforassi, mi auguro di...



PRESIDENTE

Mi permetterò, allo scadere dei cinque minuti, di segnalare il superamento del limite concordato. Prego, Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Inizio con le cose positive, che sono poche e quindi le esaurisco in fretta. La metodologia, che la Presidente - pur tardivamente, secondo me ha seguito, relazionando all'Aula, che è la competente in materia su un argomento che noi consideriamo di particolare importanza. Completo con le cose positive: in linea di principio, tutto ciò che serve o può servire, a livelli diversi (sia di sperimentazione che di modifiche di assetti istituzionali e costituzionali), per rendere la Regione Piemonte degna della forza dei due millenni che l'hanno preceduta, o in grado di migliorare le sue condizioni di debolezza, ci vede, evidentemente, a priori, favorevoli.
Dopodiché, vi sono alcune modalità sulle quali ritengo, come componente di minoranza, che si debba al momento sospendere il giudizio, anche (ma non solo) in considerazione della data in cui questo intervento avviene, che è una data particolare (2 agosto e non 2 gennaio). Sappiamo benissimo che da domani, ove non si decida altrimenti, ci sarà una pausa di riposo rispetto al lavoro che sia la Giunta che i Consiglieri hanno fatto, ma ci sarà anche l'utilità di leggere - se, come credo, la Presidente in tal senso avrà già disposto - parte dei documenti cui lei ha alluso, in termini di protocolli di intesa e di indirizzo.
Soltanto approfondendo i documenti, un'opinione non aprioristicamente negativa, per le motivazioni di cui ho detto, si potrà tradurre in una valutazione più completa che assumeremo nelle varie sedi che ci competono (Commissioni e Aula) come forza di opposizione. Chi, come noi, ha nelle sue caratteristiche e nel suo DNA di essere forza di governo, anche quando si oppone, si oppone ricorrendo all'ostruzionismo solo e unicamente quando vede lesi alcuni dei suoi principi istituenti.
Nel merito. Evidentemente, l'elencazione dei punti sarebbe lunga quindi cito per prima un'opzione che ci sembra non sufficientemente esaminata. A destra del Piemonte, verso est, c'è il Ticino; dopo il Ticino c'è la Regione Lombardia.
Riteniamo che questo processo di rafforzamento delle opzioni strategiche del Piemonte, sia in sede storica che in sede tattica l'elenco delle citazioni dei gruppi di studio, di seminari e delle parti politiche in merito sarebbe lungo - non debba essere a priori abbandonato.
Mi rendo conto del pensiero che immagino possa essere sotteso sotto alcune delle parole della Presidente e, magari, anche sotto il pensiero di alcuni dei colleghi presenti qui in Aula, di un rapporto dispari tra la forza del Piemonte di oggi e la Lombardia di oggi. Però, alcune grandi partnership sono nati quando il partner di maggioranza ha interesse strategico e rispetto per i partner di minoranza. Quindi, questo non significa necessariamente individuare una linea di preferenza; significa sostenere un'area di studio, che non ci sembra, dall'intervento svolto dalla Presidente, sia stata sin qui sufficientemente esperita.
Scelgo un altro tema: chiunque conosca il confine tra il Piemonte e la Liguria sa che il confine non si svolge sul crinale degli Appennini e delle Alpi, bensì c'è stata storicamente - se mi si passa il termine un'invasione dei liguri nei riguardi dei piemontesi, perché il confine è posto al di sotto. Questo ha comportato nel tempo tutta una serie di interventi potenzialmente inquinanti - anche qui, non faccio l'elenco perché lo do per noto - posti prevalentemente a rischio dell'attuale regione Piemonte. E' un'area su cui, indipendentemente dagli assetti istituzionali futuri, ci deve essere una forte riflessione, perché i problemi, invece, ci sono già: l'ACNA di Cengio mi pare sia l'esempio più evidente tra tutti.
Se rimango sull'attuale, stessa linea di confine territoriale sottolineo il problema esistente (non opportunità da cogliere, ma problema già drammaticamente esistente): l'acqua, che è una delle risorse critiche non credo soltanto del territorio piemontese, ma di tutto il Paese certamente del territorio piemontese. Ritengo che anche su questo si debbano svolgere delle riflessioni.
Raccogliendo l'invito, per ora sommesso, del Presidente, mi fermo ancora un minuto, promettendo di fermarmi. Se questo vuole essere un percorso di governo e non una fuga di comunicazione - perché questo rischio o questo timore in molti di noi è assolutamente presente - l'insieme di tali problematiche deve essere, da settembre in poi, esteso alle Commissioni, in primis all'VIII, che, al momento, è la competente in materia di affari istituzionali, ma credo ce ne sia per tutti.
Occorre altresì definire la modalità di coinvolgimento sia per le parti di maggiore impatto istituzionale, se e nella misura in cui queste dovessero essere poi prospettate e/o sviluppate con percorso di legge, sia per le sperimentazioni. Sulle sperimentazioni ne scelgo una, che è stata citata, che ci vede particolarmente critici.
Quando si parla di sanità e si parla di AMOS noi leggiamo - se abbiamo letto bene e abbiamo ben sentito le parole della Presidente - un'ipotesi interessante di collaborazione tra due Regioni; le collaborazioni possono portare sinergie, ma - combinazione! - sembrerebbe utilizzare come strumento uno dei pochi esperimenti di miscela pubblico-privato - sul cui esito attendiamo, quando la Presidente, come facente funzione, o la Giunta ci vorrà riferire su cosa è successo, luci e ombre, nel corso del precedente triennio - che noi, non da ora, abbiamo valutato e valutiamo interessante. Siamo, infatti, portatori dell'idea che le politiche di interesse pubblico, se non sono solo vuote parole, se non si vuole inasprire ulteriormente (e credo che nessuno lo ritenga possibile) il carico fiscale, se non si vuole ulteriormente eccedere con una politica di indebitamento che ha già raggiunto e, secondo noi, superato ampiamente i limiti per la nostra Regione del consentito, deve, per necessità coinvolgere, su interessi di natura pubblica, capitali di natura privata.
AMOS è questo? Non è detto. Non siamo noi i relatori; è compito della Giunta, di chi la presiede, di chi la governa, dell'Assessore alla sanità e di quant'altro dirci, eventualmente, il pensiero. Certo è che, mentre non siamo apriosticamente dispiaciuti di collaborazioni che, anche in campo sanitario e non necessariamente solo con la Regione Liguria, possono meglio servire i diritti dei cittadini esistenti ed essere di riferimento per gli italiani, per gli europei, che a una sanità di eccellenza potrebbero con facilità rivolgersi oggi, perché gli elementi ci sono, vediamo - ripeto con preoccupazione l'eliminazione di componenti privati, siano essi efficaci o meno (non compete a noi la valutazione).
Questo ritorna al teorema che ieri abbiamo inizialmente svolto in Commissione, in parte sui giornali, in parte - credo - ne parleremo oggi pomeriggio: c'è questa contraddizione di fondo, che io colgo - sarà poi compito della Presidente, dei Gruppi di maggioranza e del percorso successivo riuscire a farci capire se è scioglibile o no - tra il rapporto con il capitale di natura privata su interessi pubblici.
C'è da essere? Non c'è da essere? Noi abbiamo un'idea molto chiara delle contraddizioni, delle diversità di pensiero che questa maggioranza in Regione, così pure la maggioranza omologa che governa a Roma, ha; per nell'ambito delle contraddizioni, essendo passati due anni e mezzo, da un lato, e, dall'altra parte, immaginando che alcune cose possano rimanere mero annuncio senza il coinvolgimento di altre strutture finanziarie che possano adempiere a interessi di natura pubblica, vorremmo capire se siamo di nuovo nell'area degli annunci o, invece, di integrazioni anche migliorabili rispetto al passato, come fu la Finpiemonte di anni fa, e sulle quali - come è stato sin qui dimostrato - siamo disponibili, nel rispetto del nostro ruolo di forza di governo, a collaborare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Signor Presidente, credo che la comunicazione della Presidente Bresso abbia definitivamente fatto chiarezza rispetto a quella che era stata un'interpretazione iniziale della sua proposta, ovvero quella di una sorta di fusione tra le due Regioni che, naturalmente, aveva sollevato reazioni anche di grande perplessità. Ritengo necessario sottolineare come quella che sembrava una provocazione oggi sia invece una giusta sollecitazione un'occasione da cogliere per dare risposta a quelle esigenze di competizione, che si sposta sempre più a livello di sistema territoriale per sottolineare come nello sviluppo futuro, proprio nella competizione sui mercati internazionali, sia importante, tra sistemi territoriali, la realizzazione e la dotazione di infrastrutture, di servizi di trasporto e logistica. La necessità di rafforzare i sistemi territoriali rappresenta forse il più importante elemento strategico per il sostegno delle attività economiche e la crescita della società.
Ciò, naturalmente, si deve accompagnare ad una visione non angusta del territorio di riferimento, perché una visione troppo limitata, non dico localistica, a volte riduce non solo la visibilità dei problemi, ma anche la forza di competizione del sistema delle imprese e delle istituzioni coinvolte.
Credo che la proposta abbia sicuramente molti elementi di innovazione e che, in qualche modo, raccolga una sfida sui grandi aggregati territoriali e ponga una sfida negli scenari competitivi, tendendo a rafforzare soprattutto quei fattori territoriali del vantaggio competitivo - almeno noi dovremmo rafforzare questi rapporti per raggiungere questi obiettivi quelle che sono le esternalità territoriali, cioè quegli effetti territoriali che l'impresa non produce, ma che può utilizzare a suo vantaggio.
Credo dunque che stabilire rapporti con altre aree per rafforzare il livello delle infrastrutture, il sistema produttivo, la ricerca l'innovazione, il sistema del credito, il sistema formativo, i servizi alle imprese, sia una scelta giusta e corretta, in una logica di integrazione strategica che cerca di comporre, in progetti condivisi, molteplici risorse delle diverse realtà.
Mi auguro che attraverso questa iniziativa si possa davvero mettere in campo, dispiegare le proprie risorse e le proprie peculiari potenzialità per rafforzare questa area del nord-ovest.
Voglio anche riprendere un altro aspetto che ha un significato ancora più politico: si parla di federalismo, è stato aperto il dibattito, anche in quest'aula, sull'attuazione del Titolo V della Costituzione. Io penso a un federalismo che sia capace di assecondare la costituzione di sistemi territoriali integrati, capace di affrontare meglio la competizione tra i territori, cioè un federalismo che non si rinchiude nel proprio ambito, che non eleva steccati, ma che diventa un'opportunità per valorizzare i diversi aspetti, mettersi insieme e costruire rapporti più forti tra varie realtà territoriali.
Non è il dibattito sul federalismo che ci interessa oggi, che, tra l'altro dovrebbe essere risolto a livelli più diversi, ma tendo a dire che ci si muove in una logica di integrazione, e non di chiusura. Quindi, non una visione di due Regioni che vogliono unirsi per mettere insieme un luogo dove si pensa soltanto a se stessi, ma un luogo dove si pensa al Paese e si pensa ad aumentare la competitività del paese e di quest'area in un quadro europeo.
Costituire quindi una serie di relazioni in un quadro che tenta di rafforzare un'area nel contesto europeo, e non vederlo soltanto come un approccio calato in una visione puramente politica, magari facendo riferimento all'omogeneità tra le due Giunte regionali oggi, ma che potrebbero essere diverse domani.
Dico anche che hanno fatto bene la Giunta e il Presidente ad avviare questa iniziativa, ma che - come è già stato evidenziato nelle comunicazioni - è bene che ci sia un coinvolgimento pieno del Consiglio regionale, anche perché è istituzionalmente deputato ad assumere eventuali iniziative legislative in relazione all'attuazione dell'articolo 117 della Costituzione che è stata richiamata.
Ritengo che sia importante e fondamentale pensare ad avere in tempi sufficientemente brevi il documento a cui faceva riferimento la Presidente degli esperti che ci daranno indicazione anche sui percorsi istituzionali possibili, ma non soltanto su questo. E' anche un documento che in qualche modo delinei i temi da affrontare, da mettere sul tavolo e che affronti anche questioni di contenuto che potranno essere più dettagliate in sede di Commissione. Anche perché ritengo che una questione di questo genere non possa risolversi in un momento di comunicazioni al Consiglio, ma che richieda un momento di dibattito più ampio sui documenti preparati all'interno del Consiglio stesso.
Penso anche che sia necessario pensare ad un secondo passo, cioè quello di un incontro tra i due Consigli regionali per definire insieme quella che potrebbe essere la cornice di una collaborazione all'interno della quale muoversi e dare mandato agli esecutivi di stabilire successivamente gli accordi di carattere attuativo.
Mi fermo qui; esprimo, quindi, un giudizio positivo su un percorso che potrebbe portare davvero alla costruzione di una rete di relazioni territoriali, di collaborazioni e di messa in campo di strumenti di coordinamento tra città e territori.
Apro una parentesi: sarebbe importante riuscire, in qualche modo, a coinvolgere le autonomie locali del nostro territorio; a pensare eventualmente, ad una collaborazione ed un'apertura nei confronti della Valle d'Aosta, cosa che, in alcuni campi, ad esempio in quello sanitario sarebbe assolutamente opportuno ed importante.
Non richiamo i temi che potrebbero essere oggetto e contenuti nel documento a cui facevo riferimento prima; altri lo hanno già accennato.
Quello delle acque non è certamente un tema indifferente; pensiamo soltanto all'annoso discorso del Tanaro e del Bormida - che nascono in Liguria, ma finiscono in Piemonte - e alle problematiche sorte attorno a questo: non manca certo argomento su cui lavorare.
E' un percorso che mi auguro porti avanti una collaborazione tra due realtà che sono certamente legate dalla storia, ma che vogliono continuare a mantenere legami, facendo riferimento non tanto alla storia, ma lavorando su progetti per il futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente.
Mi auguro che questi annunci sulla sanità, sul federalismo e sulla macroregione vengano d'ora in poi fatti esclusivamente nelle sede opportuna che, come sostenuto giustamente dal collega Ricca, che ha citato l'articolo della Costituzione, e dal collega Burzi, è la Commissione VIII. Fare degli annunci è diventato una moda sia a livello nazionale sia a livello regionale, al fine di distogliere l'attenzione dalle realtà territoriali e nazionali e di spostare l'interesse dei media su effetti innovativi e coreografici. Ne vediamo di tutti i colori: c'è chi si fa il test antidroga; c'è chi s'inventa qualcosa di pittoresco al solo scopo si attirare l'attenzione. Siamo tutti un po' vittime e carnefici di questa forma di comunicazione mediatica.
Va sottolineato però che lei, in qualità di Presidente della Regione Piemonte, ha delle grosse responsabilità; e nello specifico quelle di dover fare sempre riferimento alla Costituzione con particolare attenzione alla garanzia della solidarietà nazionale.
Facciamo attenzione a non sollevare o evidenziare ulteriormente la famosa "questione meridionale" e il divario esistente fra nord e sud facciamo attenzione a quello che diciamo, cari colleghi, soprattutto voi della maggioranza. Non cerchiamo visibilità, non cerchiamo, tramite gli annunci, di distogliere l'attenzione da quelli che sono i reali problemi della gente, gettando sempre di più benzina sul fuoco, che tutti oggi cercano di attizzare per ottenere visibilità sui giornali. Facciamo attenzione ad applicare il famoso principio di solidarietà e di sussidiarietà previsto nella Carta costituzionale e nello Statuto della Regione Piemonte.
Quindi, Presidente, lei si avvalga pure dei migliori costituzionalisti di questo mondo, però ci sono già dei documenti, sia a livello sia regionale sia a livello nazionale, a cui noi dobbiamo attenerci fino a quando saremo una nazione unica; nazione in cui la solidarietà e la sussidiarietà sono cardini fondamentali. Presidente Bresso, in questi giorni ha dichiarato di voler demolire gli ospedale, di voler rielaborare la geografia nord-sud, alimentando ulteriormente la "questione meridionale". Voi, colleghi, forse non vi rendete conto! La scorsa settimana è stato votato in segno di solidarietà l'ordine del giorno relativo agli incendi che stanno devastando il Sud Italia, e in particolare la Puglia, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna, evidenziando ancora di più la mancanza di sensibilità da parte dei media nei confronti delle problematiche territoriali, che vengono affrontate a seconda delle circostanze, e dell'appartenenza territoriale.
Quindi, attenzione Presidente, lei sta toccando un tema molto delicato.
Già la Lega, a suo tempo, con la devolution, con il federalismo fiscale con questi slogan ha tentato di distogliere l'attenzione dai problemi cercando di abbagliare il proprio elettorato.
Bisogna dare sempre qualcosa al proprio elettorato. Credo che con le sue capacità nel dribblare i problemi reali e con la sua scaltrezza politica potrebbe ricoprire il ruolo del centravanti della nazionale, o di un Mora o di un Domenghini, calciatori esperti in quest'arte, esulando quello che è il suo reale compito ovvero evidenziare ai media le realtà che tutti noi viviamo.
Per cercare di risolvere i problemi lei deve amministrare questa Regione tramite atti amministrativi nel pieno delle sue competenze.
Lei è la Presidente della Regione, non è né la Presidente delegata da parte del Consiglio né la Presidente delegata da parte della Commissione.
Ad oggi, non c'è nessun atto che deleghi la Presidente ad ipotizzare nuovi scenari di macroregioni e tutto deve passare prima dal Consiglio.
Pertanto ci sottoponga un progetto, in qualità di delegati del popolo lo analizzeremo in Commissione e poi lo sottoporremo al voto dell'aula. Non ci sono ordini del giorno che possono legittimare simili dichiarazioni soprattutto in visione del fatto che stiamo parlando di un tema importante e delicato che riguarda l'intera nazione e che, in qualche modo contrappone il nord al sud in un momento in cui invece c'è bisogno di una solidarietà nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie. Poche considerazioni, perché le valutazioni più prettamente politiche verranno rese dal Presidente del nostro Gruppo nel corso del dibattito.
Volevo però sottolineare alcuni temi: ci sono due temi che, nel corso di questa legislatura, la Presidente Bresso ha evidenziato con molta forza.
Il primo è una forte attenzione per quanto riguarda l'applicazione del Titolo V della Costituzione, il tema del federalismo fiscale, la definizione piena delle materie che devono entrare nella legislazione regionale.
Il secondo tema è quello del rapporto e delle relazioni fra il Piemonte e tutto quello che c'è attorno al Piemonte stesso. Questo è un tema che io considero assolutamente vitale ed importante, perché in questo modo la nostra può diventare, non solo per la comunità piemontese, ma per la comunità nazionale, la regione che mette in relazione il nostro paese con aree forti, ad esempio il nord Europa.
Di conseguenza, tutto ciò che rientra all'interno di queste due strategie di grande attenzione, che noi condividiamo in modo molto forte e molto preciso, è, dal nostro punto di vista, considerato in senso positivo.
Credo che il rapporto che si è aperto con la Giunta regionale della Liguria non ne escluda altre. Sarebbe sbagliato: il Piemonte deve saper giocare in termini di correttezza le relazioni con la Lombardia, con la Valle d'Aosta, come pure sta facendo. Così come deve continuare a giocare e rafforzare il sistema della relazioni con le Regioni confinanti francesi e con i cantoni elvetici che mettono in comunicazione il Piemonte con l'Europa settentrionale. Attraverso queste relazioni passa gran parte delle opportunità dello sviluppo della nostra Regione e della nostra comunità piemontese.
All'interno delle comunicazioni che la Presidente Bresso ha reso stamattina al Consiglio regionale ci sono due questioni che noi consideriamo di grande rilievo. Queste relazioni si giocano sul piano dello sviluppo economico e sul piano dello sviluppo territoriale. Si giocano pure sul piano dell'individuazione di forme di governo capaci di garantire efficacia ed efficienza, anche e non solamente per le competenze aggiuntive che la Regione richiede o intende richiedere nei confronti del Parlamento nazionale.
Sono entrambi due temi e due scenari di grande importanza, perché si costruiscono relazioni per affrontare grandi strategie di sviluppo economico, che riguardano le nostre comunità regionali; si costruiscono relazioni così come sono già contenute all'interno delle intese istituzionali che la Presidente Bresso ha sottoscritto e di cui ci ha dato informazione questa mattina in Consiglio regionale, anche per ricercare forme di governo nella gestione delle competenze già esistenti, in grado di garantire efficacia ed efficienza.
Tutto questo noi lo consideriamo importante e positivo e viene da noi fortemente condiviso.
Ci sono due ultime considerazioni che voglio evidenziare. La prima: nei mesi scorsi, anche nell'intervento del Presidente Scanderebech di poco fa tutte le volte che si sono affrontati questi temi, si è parlato della non divisione del Paese e della solidarietà nazionale. Sono valori che noi condividiamo in modo forte, ma queste intese nascono per costruire, non per dividere il nostro Paese; si definiscono intese con l'obiettivo di costruire relazioni più forti, non con l'obiettivo di dividere le comunità regionali. Questo è un altro elemento di grande positività che leggiamo all'interno dell'esperienza sino ad ora compiuta.
Per quanto riguarda gli sviluppi successivi, la Presidente Bresso stamattina ha illustrato alcune possibili strategie o alcuni possibili scenari. Nelle parole della Presidente Bresso c'è stata una corretta informazione al Consiglio circa percorsi che sono in fase di esplorazione.
Quali di questi possono essere i più adeguati sarà una valutazione che dovremo fare alla fine: degli elementi, del confronto e dei ragionamenti attorno alla fase che si apre con la comunicazione di questa mattina, che coinvolge l'intero Consiglio regionale e certamente non è da considerarsi conclusiva.
Questo è il nostro senso, queste sono le nostre valutazioni assieme alla richiesta che a partire da settembre, non solo la VIII Commissione - e in questo credo che il Presidente Burzi abbia individuato un possibile percorso corretto di coinvolgimento di tutte le realtà istituzionali organizzative del nostro Consiglio - anche le singole Commissioni competenti possano affrontare questo tema.
Come diciamo nel documento che abbiamo presentato come maggioranza, noi vogliamo arrivare verso la fine dell'anno ad un momento di incontro, che coinvolga non solamente gli esecutivi, ma anche i Consigli.
Certamente a questo incontro noi non dovremo arrivare con affermazioni di principio, ma con un lavoro intenso, ragionato ed approfondito, rispetto al quale ci impegniamo a porre il nostro contributo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Vedo che la Presidente Bresso, neanche in prossimità delle ferie estive, quando dovrebbe essere un po' più buona, perde l'abitudine di utilizzare la politica degli annunci, poi non supportata da niente, anzi addirittura sconfessata da quello che sta dicendo. L'abbiamo visto sul Piano sanitario (un mega articolo su Il Sole 24 Ore, con i tempi e gli impegni che ovviamente sapeva di non poter rispettare e non ha rispettato) e adesso su "Limonte".
Presidente, quando lei ci viene a raccontare che vuole fare degli accordi con la Liguria (che ci possono andare bene) e con la Lombardia, per evitare il nomadismo sanitario, ma non abbiamo i posti sufficienti di riabilitazione sul nostro territorio regionale - e faccio un esempio del perché parlo di riabilitazione in questo momento - è chiaro che il nomadismo lei non lo evita. Diversamente, il Direttore o la Direttrice dell'ASL di Alessandria, la dottoressa Flecchia, dovrebbe spiegarci perch manda i pazienti a fare le riabilitazioni in Provincia di Pavia. Ce lo dovrebbe spiegare: è nomadismo. Se ci fossero i posti, non dovrebbe mandarli in Provincia di Pavia. Questo avviene anche in altri ospedali cito quello di Alessandria, perché ne ho la certezza, visto che ho seguito decine di casi. Viene proprio data l'indicazione di andare in Lombardia a fare riabilitazione.
Però, ci sono poi le stranezze. Ad esempio, il Direttore del dipartimento di chirurgia plastica e ricostruttiva - grandi ustionati dell'azienda ospedaliera CTO-CRF-Maria Adelaide dichiarava, nell'ottobre scorso: "Allo stato attuale, non è sempre possibile reperire letti riabilitativi in regione che abbiano i requisiti di disponibilità per i nostri pazienti e che abbiano sviluppato programmi riabilitativi dedicati".
Ugualmente, il Direttore del Dipartimento di riabilitazione CTO-CRF Maria Adelaide ribadiva in un parere che "è importante poter garantire ricoveri presso strutture estere qualificate e, in alternativa l'erogazione di trattamenti specifici per pazienti che non trovano risposte adeguate nelle strutture piemontesi".
Dall'altra parte, però, sempre nello stesso periodo, il Direttore regionale per la programmazione sanitaria della Regione Piemonte comunica e dice: "Per le attività di ricovero post-acuzie l'attuale disponibilità di posti letto copre totalmente il fabbisogno assistenziale. Non possiamo assentire ad ipotesi che configurino la costruzione di nuove case di cura per attività di riabilitazione...".
Quindi, Presidente, lei qui viene a raccontare alcune cose: il nomadismo sanitario; gli accordi con la Liguria; ridurre le liste di attesa della Liguria che sono troppo lunghe, prendendo pazienti in Piemonte perché poi i nostri pazienti vanno in Liguria a farsi curare quando sono in vacanza.
Abbiamo problemi con le nostre liste d'attesa, e lei dice: "Prendiamo i malati in lista di attesa in Liguria e li portiamo in Piemonte". In questo modo, non diamo il servizio a loro, perché vanno in lista di attesa in Piemonte, e diamo un disservizio ai nostri cittadini perché avranno le liste di attesa più lunghe.
Inoltre ha un Direttore regionale per la programmazione sanitaria che dice che ci sono posti sufficienti per la riabilitazione e ha i Direttori di grandi ospedali piemontesi, forse i più grandi, che dicono che questi posti mancano. In primis il caso di Alessandria, dove il Direttore dell'ASO manda a fare la riabilitazione fuori Regione.
Allora, Presidente, le chiederei di mettersi d'accordo con i suoi Dirigenti, con i suoi Direttori - addirittura, la dottoressa Flecchia l'ha nominata lei - e scegliere cosa fare, dopodiché viene a relazionare in Consiglio. Perché se vogliamo andare avanti, possiamo dire tutto quello che vogliamo.
Vogliamo fare un passaggio sul terzo valico, Presidente? Vogliamo parlare di quello che lei ha detto sul terzo valico o anche di quello che ha detto, recentemente, l'Assessore Borioli o ancora di quello che è apparso sui giornali, pubblicato a pagamento dai suoi alleati e da coloro che la tengono in Consiglio e in Giunta come Presidente in Piemonte, cioè Rifondazione Comunista.
Da una parte dite che è tutto a posto, che si può fare e che si parte dall'altra parte le fanno gli annunci a pagamento sui giornali sconfessando e dicendo che loro non accetteranno mai né il terzo valico, n la TAV. Parlo del terzo valico perché, ovviamente, collegherebbe il porto di Genova all'entroterra alessandrino e al resto d'Italia; quindi interessa la questione Limonte.
Lei abitualmente riempie le pagine dei giornali - anche se non capisco come mai le diano sempre così tanto spazio, le danno paginate per dire queste cose - ma viene regolarmente e continuamente sconfessata dai suoi Dirigenti. Le ho portato degli esempi, che ho qui sottomano.
Un accordo con la Liguria a noi va benissimo. Se poi lo fa anche con la Lombardia, l'Emilia, il Veneto ed altre Regioni non possiamo che esserne felici. Noi la pensiamo esattamente all'opposto di come la pensa il Consigliere Scanderebech. Una grande Regione del Po, non ci potrebbe che fare felici. Lo faccio per educazione nei suoi confronti, non la chiamo Padania così almeno non le viene l'orticaria prima delle ferie. La grande Regione del Po - ripeto, non la chiamo Padania per farle un piacere - a noi non può che renderci felici. Partendo anche dalla Liguria, andando avanti con le altre grandi Regioni del nord.
Le ricordo ancora una cosa, un altro grande annuncio che lei aveva fatto: il Federalismo, anche quello fiscale, maggiori autonomie, maggiori poteri e maggiori competenze. Lei si ricorda vero che, entro il 31 marzo doveva uscire dalla Commissione un documento da portare in Aula? Ormai siamo alle ferie di agosto e la Commissione il documento non l'ha ancora fatto.
Presidente, venga a parlare in Aula dicendo cose reali, venga con dei documenti che provano che quello che lei dice sarà verità, pura verità. Non ci dica cose sconfessate dai suoi stessi Dirigenti nel loro comportamento nelle loro dichiarazioni ufficiali e nei loro comunicati. Altrimenti succede che lei in Aula ci dice una cosa, altri ne dicono altre e ci ritroviamo nel grande caos e non facciamo niente di buono per il Piemonte.
Spiace che spesso e volentieri i giornalisti diano paginate al vento senza alcuna vera realtà.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Per chi come me abita a poche centinaia di metri dal confine con la Liguria e che esce di casa per andare a funghi, va in Liguria, raccoglie i funghi e torna a casa...



(Commenti fuori microfono)



MULIERE Rocco

Tutto a posto, tutto regolare.
Al di là dello scherzo, diventa facile per chi abita in una Provincia che, da sempre, ha rapporti con la Liguria. La Provincia di Alessandria viene considerata come il retroporto naturale di Genova. Quindi, i rapporti con questa Regione sono frequenti, ci sono migliaia di persone che si recano ogni giorno dal Piemonte in Liguria per lavorare o per turismo.
Insomma, c'è un rapporto naturale tra la nostra Regione e la Regione Liguria, ci sono ragioni storiche e di carattere sociale ed economico.
Quindi, il lavoro che fin qui è stato fatto è un inizio di confronto tra la Giunta regionale del Piemonte e la Giunta regionale della Liguria per verificare su quali terreni è possibile intraprendere e firmare delle intese dal punto di vista operativo, come ha descritto precedentemente la Presidente Bresso. Credo che sia stata una scelta giusta, anzi potrei dire che finalmente è iniziato questo confronto.
Credo che ora bisognerà agire con gradualità, come ha detto bene la Presidente ed altri in vari interventi. Ci sono diverse strade sulle quali possiamo iniziare a ragionare e confrontarci e, con gradualità appunto avvicinarci a decidere che cosa fare in futuro. A me pare importante che come ha ricordato prima il collega Reschigna che, a sua volta, ha richiamato un intervento del Consigliere Burzi - nel mese di settembre, in Commissione o in più Commissioni, si inizi un confronto sui rapporti tra il Piemonte e la Liguria. Non soltanto un approfondimento dal punto di vista istituzionale, ma anche dal punto di vista delle tematiche e degli argomenti sui quali si può iniziare a lavorare.
Ho notato una diversità, non soltanto del tono ma anche degli argomenti, dall'intervento del Consigliere Burzi a quello del Consigliere Rossi. È evidente, Consigliere Rossi, che non si può dire che il problema è sempre un altro, come lei ha fatto nel suo intervento. Lei ha posto delle questioni che non c'entrano assolutamente nulla, rispetto alle questioni poste dalla Giunta e dalla Presidente. Ci sono problemi che lei ha richiamato e che dobbiamo, sicuramente, affrontare. Ma il problema posto dalla Giunta e dalla Presidente Bresso è un altro: siamo d'accordo o meno nell'intraprendere questa strada, nell'approfondire i temi che sono stati posti? Poi, decideremo insieme in quale modo - mi auguro - in questo Consiglio e credo anche con il confronto con il Consiglio regionale della Liguria. Ecco perché è giusto approfondire nelle Commissioni e poi convocare, se è possibile, quando ci sarà stato un chiarimento all'interno del Consiglio regionale del Piemonte, un confronto - mi auguro, nel più breve tempo possibile - con il Consiglio regionale della Liguria e lì decidere su quali argomenti dobbiamo lavorare e quali strade, dal punto di vista istituzionale, intraprendere. Sono state fatte varie proposte nella relazione svolta dalla Presidente, che ringrazio per la lucidità. Credo che su queste tre ipotesi possiamo iniziare a ragionare ed a confrontarci.
Dopodiché, anche dal punto di vista istituzionale, credo che potremmo prendere delle decisioni con gradualità. È giusto che questa strada, che abbiamo intrapreso, vada condotta con gradualità, senza spinte eccessive ma con decisione e fermezza.
Da questo punto di vista, il dibattito di questa mattina credo sia importante perché almeno da parte nostra, possiamo dire, con molta decisione, alla Presidente e alla Giunta: "Lavoriamo su questo terreno"; ed al resto del Consiglio regionale: "Confrontiamoci!" perché credo che questo sia un tema sul quale dobbiamo assolutamente lavorare.
I rapporti tra il Piemonte e la Liguria sono importanti e non dobbiamo tralasciare la possibilità di confrontarci, come è già stato fatto con altre Regioni, in particolar modo con la Lombardia. Ritengo che su molti terreni possiamo e dobbiamo confrontarci anche con altre Regioni come la Lombardia. Naturalmente, rispetto alla Liguria i legami sono molto più forti e quindi, su quelle ipotesi indicate dalla Presidente, noi vogliamo ragionare e lavorare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Presidente, spero che questo non sia un mero dibattito tra alessandrini, perché altrimenti avremmo potuto farlo in altra sede! Vedo che c'è anche qualche cuneese che ci dà manforte: l'importante è che si inizi e si apra un confronto su una proposta a cui, sicuramente, va riconosciuta la patente di originalità e va vagliata, a mio avviso, la sua realizzazione.
Ciò che intendo, Presidente, è che dobbiamo innanzitutto chiederci se la proposta che lei ha illustrato ed approfondito nei suoi vari aspetti possiamo considerarla vera, reale, concreta oppure se, come maliziosamente qualcuno dice, dobbiamo considerarla strumentale, una proposta che copre un vuoto politico e una difficoltà di realizzazioni concrete, che porta a guardare altrove.
Mi auguro che ci si trovi nella prima ipotesi, quella di una proposta vera, che possa avere degli sviluppi. Anche se mi chiedo quanto questa proposta rientri nelle priorità del Piemonte. Perché, evidentemente dobbiamo sempre procedere dandoci una scaletta di priorità: mi chiedo dunque, dove si pone questa discussione - che, a livello accademico, pu anche essere interessante e significativa dal punto di vista politico amministrativo e costituzionale - nella scaletta delle priorità dei lavori di un Consiglio regionale o, meglio, di due Consigli regionali e che possibilità ha di arrivare a degli sviluppi reali. Con quali tempi Presidente, dobbiamo confrontarci per giungere ad un qualcosa che non sia una mera discussione giornalisticamente interessante e politicamente stimolante, ma che poi, come spesso capita a chi fa politica nelle Assemblea elettive, lascia il tempo che trova? Vi ho esposto la mia perplessità, che non vuole essere di chiusura, ma vuole andare verso un dibattito.
Non possiamo che essere attenti, ad esempio, al discorso dell'Euroregione che lei ha enunciato tra gli elementi che stanno alla base di questa proposta. Euroregione è un momento significativo, perché non abbiamo dimenticato, per esempio, le analisi che il Professor Bonomi (A.A.
Ster) faceva sul Piemonte, Regione che non respira, come causa anche delle difficoltà che la nostra Regione ha ad imporsi a livello internazionale, o quantomeno europeo. Certo ci chiediamo se era giusta quell'analisi che denunciava proprio questa difficoltà ad uscire dai nostri confini regionali.
Dobbiamo saper spingere di più, quindi, sul discorso infrastrutturale perché purtroppo la Regione respira se ha anche la possibilità di collegarsi col resto d'Europa mediante strutture che gli diano la possibilità di aumentare e velocizzare gli scambi, non solo di merci ma anche di conoscenze.
Volendo accettare la provocazione, se così si può dire, o la proposta per essere più cortesi, come hanno detto altri colleghi (mi fa piacere che lo abbia ricordato anche il collega Muliere nel suo intervento, così non ne facciamo una questione politica o partitica), nessuno di noi pensa che il rapporto tra il Piemonte e la Liguria può essere tale perché c'è una comunanza di guida politica delle due Regioni; noi non vogliamo sostenere questo dato, perché sappiamo che ci sono elementi oggettivi che pongono dei collegamenti forti tra queste due Regioni.
In casa osservo spesso una cartina degli Stati Sardi, quando arrivavano oltre Nizza: come Euroregione arriveremo di nuovo lì, quindi, come vedete è una storia circolare, che, con modi, tempi e persone diverse, ritorna spesso.
Ma proprio perché non crediamo che questa proposta sia una provocazione, ma una parte di un ragionamento, e poiché riteniamo che tale ragionamento non debba essere legato ad istanze politiche di guida di una Regione piuttosto che di un'altra, per noi sarebbe un elemento sicuramente positivo l'allargamento di ragionamento anche alla Regione Lombardia, che costituisce sicuramente il polo forte del nord-ovest, ma rappresenta, per la nostra Regione, un partner molto importante. Lei ha ricordato la Fondazione Agnelli, ma non credo di dover rammentare tutto il dialogo, la collaborazione e lo studio fatto su Mi-To. Non devo ricordare io, come alessandrino, quanto sia importante il rapporto con la Liguria, e nemmeno quanto sia significativo, proprio per una parte della nostra Regione (in particolare per le Province di Alessandria, Vercelli, Novara, oltre che Verbania e Biella), il rapporto con la Regione Lombardia, e quanto sarebbe importante andare verso una vera "supermacroregione", composta dalle tre Regioni storiche trainanti del nostro Paese.
Attenzione, quindi, a questa proposta, sulla quale non abbiamo alcun problema a confrontarci, sempre che non sia una proposta strumentale, che vuole coprire i problemi di vuoto politico.
Noi auspichiamo che sia una proposta reale, che possa avere, per tempi, metodologie e risultati certi e non si riduca ad un'elaborazione esclusivamente accademica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dalmasso; ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Abbiamo trovato molto utile la comunicazione che la Presidente ha svolto. È stato altrettanto utile investire il Consiglio regionale - anzi i Consigli regionali - su questo tema, evitando qualunque accusa o polemica sui rapporto tra i Consigli e le Giunte.
La parola "gradualità" è stata usata moltissimo nei vari interventi (il collega Muliere l'ha ripetuta spesso). Ci appare giusta e sacrosanta l'idea di affrontare un dibattito non solo nella Commissione competente, ma in tutte le Commissioni, a partire dai prossimi mesi, sapendo che da settembre avremo un intasamento di temi di non poco conto che si sono accumulati.
Così come ci sembrano giusti e sacrosanti i temi discussi a Noli, a partire dal turismo, ai porti, l'incremento dei rapporti, l'istruzione l'università, la ricerca, l'educazione per gli adulti. Si tratta, poi, di declinare, sostanzialmente, ognuno di questi singoli temi, precisando cosa vogliono espressamente dire e come si inquadrano. Non conosco il protocollo sulle adozioni internazionali, ma è un tema sicuramente utile ed importante.
Il tema delle acque, ricordato anche dai consiglieri Burzi e Ricca, è sicuramente un argomento annoso, che ci trasciniamo da lungo tempo (ricordo quando ero Consigliere provinciale a Cuneo) e che deve essere affrontato con intese comuni, senza logiche di campanile. La questione dei trasporti richiede un necessario rapporto fra due Regioni confinanti con alcune linee storiche, di fronte alla carenza di linee ferroviarie: la Torino Ventimiglia è a binario unico e non è elettrificata per lunghi tratti; la Torino-Savona è degradata notevolmente; la Torino-Genova è l'unica di valore e di rapporto sostanzialmente nazionale. Ma sui limiti di questa ci ha intrattenuti la Consigliera Cotto numerose volte, in questi due anni.
Giusta e logica mi sembra la decisione, di queste ultime settimane, di incrementare il numero dei viaggi verso la Liguria, in particolare in questo periodo e in altri; di valutare meglio i tempi di viaggio e altro.
La questione della medicina appartiene al buon senso. Tutti sanno che alcune cittadine liguri, in particolare in alcuni mesi invernali, sono una sorta di colonia piemontese di persone di una certa età. Si tratta, anche in questo caso, di vedere protocolli, valutazioni e come dovranno essere attuati (il problema delle farmacie, delle analisi e quant'altro).
All'interno di questa valutazione, totalmente positiva, su questi protocolli che devono essere continuati, che devono essere valutati, che devono essere visti, quella dell'AMOS, come sapete, è una questione che abbiamo sollevato in più casi. La Presidente stessa la conosce, perché ne avevamo parlato nella lontana campagna elettorale 2005.
Non voglio coinvolgere il Gruppo in questo, neanche il regionale del nostro partito; è noto che c'è una certa preoccupazione che, almeno a livello locale, abbiamo espresso su questo tema. Non è questa l'occasione per parlarne specificamente, ma una sperimentazione locale che deve durare tre anni e che termina, oltretutto, il 31/12, si è espansa notevolmente a livello territoriale e a livello quantitativo (numero di dipendenti).
Questo pone il problema "rapporto privato-pubblico" e la natura di S.p.A. non modifica sostanzialmente questo tema, di tipo sindacale contrattuale, di una verifica di fine anno, il cui esito, a questo punto sembra già sostanzialmente scontato.
C'è una questione più ampia che il Consiglio conosce. Ne abbiamo parlato in Commissione; ne abbiamo parlato in Consiglio e anche in un incontro pubblico, che - purtroppo - è stato per pochi intimi, nonostante il livello di dibattito, che mi è sembrato molto importante e molto utile con la presenza di alcuni Ministri (tra gli altri, il Ministro Chiti, il più interessato al tema).
Siamo convinti che ci sia la necessità di un decentramento profondo che l'Italia lo abbia sviluppato in misura insufficiente. Sapete che siamo anche preoccupati che processi ...



(Il Presidente segnala il termine del tempo a disposizione)



DALMASSO Sergio

Altri colleghi hanno avuto....



PRESIDENTE

Collega Dalmasso, non voglio interromperla. Avevo comunicato che dopo i cinque minuti segnalavo il raggiungimento del tempo a disposizione.



DALMASSO Sergio

Ringrazio e cerco di non approfittare della gentilezza sua e degli Assessori. I processi di maggiore autonomia su temi di carattere sociale rischiano di produrre non solo la questione meridionale cui accennava il Consigliere Scanderebech, ma anche quella settentrionale, oggi; come sappiamo, c'è un aumento di differenze storiche all'interno di questo nostro paese, una serie di problemi anche di non poco conto. Assessore competente, i contratti nazionali rischiano di non esistere più.
Riproponiamo quindi la necessità di un confronto nazionale, di una valutazione nazionale che tocchi tutte le Regioni (le venti o le ventuno, a seconda di come si fanno i calcoli), che stabiliscano competenze, diversi livelli fra gli enti locali, evitando le sovrapposizioni e i vuoti che in molti casi ci paiono esserci oggi.
Quando poniamo queste preoccupazioni - lo sapete - siamo convinti profondamente della crisi del rapporto tra istituzioni e cittadini; tra politica, partiti da una parte e la popolazione dall'altra. Siamo preoccupati anche dallo stesso sistema democratico di questo paese, per i rischi che sicuramente può incontrare. Ma siamo anche preoccupati di quelle che in gergo noi chiamiamo "fughe in avanti" che vi sono state; pensiamo alla Lombardia e al Veneto: sono spinte che ci paiono sostanzialmente preoccupanti (sappiamo che altri la pensano in altro modo).
Non ultima - e finisco l'intervento - la legge sulla scuola che la Regione Lombardia, in piena canicola estiva, ha approvato pochi giorni fa ipotizzando sostanzialmente un sistema di educazione e di formazione regionale alternativo - per usare un termine benevolo - rispetto a quello nazionale. Tale sistema prevede tutta una serie di norme e di questioni per i docenti (le graduatorie saltano completamente); per i contratti (che saltano completamente); per gli attestati regionali (che non si comprende come potranno essere parificati o meno a quelli nazionali); sistema che ci vede - lo sapete - critici.
Tuttavia, ribadiamo il giudizio positivo sulla comunicazione svolta dalla Presidente. Ho però inserito queste note, non tanto come anticipo perché già ne abbiamo discusso in altre sedi, ma per riportare una posizione che richiede sostanzialmente una verifica nazionale, a livello di forze di maggioranza e non solo, che ci pare assolutamente utile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

I colleghi forse potranno stupirsi, ma la relazione che mi è piaciuta di più è quella del collega Muliere. Ci sono due aspetti che vorrei analizzare: una sfumatura e un giudizio. Sul resto sono pienamente d'accordo.
Secondo me c'è un errore sul giudizio del Consigliere Rossi, il quale ha accentuato le preoccupazioni sul modo in cui possa essere attuato questo progetto, pur avendo espresso un giudizio positivo. La sua preoccupazione da quello che mi pare di aver sentito, è che la Liguria ha dei problemi di liste di attesa. A parte questo aspetto, il giudizio è positivo.
La sfumatura - Consigliere Muliere - che vorrei correggere è questa. A me ha fatto piacere il suo accenno ai funghi liguri. Noi andiamo, di tanto in tanto, a Bessan a ballare e a cercare funghi. Sono sei ore di marcia. Ma attenzione! Fino al 1850, le sei ore di marcia dal mio paese a Bessan erano inferiori alle otto-nove ore di marcia per arrivare a Torino. Quindi, non nel Medioevo, ma fino a pochi anni fa, la nazione che raggruppava i popoli ad ovest di Torino comprendeva le Alti valli piemontesi, la Savoia, la Maurienne, addirittura parte del Bernese. Poi, storicamente, i Signori Savoia hanno venduto la loro parte al di là delle Alpi ai francesi e hanno occupato il Ticino. Storicamente, il discorso è questo.
Si tratta quindi di riallacciare i contatti, perché storicamente, fino all'ultima guerra mondiale, questi contatti la gente ad ovest di Torino li ha sempre avuti. Li abbiamo ancora oggi! Il problema è che, mancando le strade in alcune valli, è più facile scendere a Torino. Io, comunque trascorrerò le mie ferie a Bessan, passando da Torino.
A noi, che si prendano delle iniziative per ritornare finalmente spero che gli stati nazionali non abbiano nulla in contrario - a considerare la Francia e i francesi come dei nostri ... Per noi, i francesi e i liguri non sono degli stranieri, così come non lo sono i lombardi.
Però, se andiamo su iniziative che ripristinano vecchi contatti e ne fanno dei nuovi; che favoriscono l'economia del Piemonte che - vorrei ricordare ai colleghi, anche al Consigliere Scanderebech - che il nostro lavoro dovrebbe vertere sul tentativo di far riprendere l'economia del Piemonte, ritengo anche nell'ottica di aiutare le nostre regioni del sud.
Può essere che si pensi che noi decadremo talmente tanto da aver bisogno noi stessi della sussidiarietà, perché - lo vorrei ricordare al collega che è assente, poi glielo farò presente - in tema di sussidiarietà, o ricevi o dai, ma per dare devi avere e, se arriveremo alla povertà, non avremo più niente da dare e, magari, saremo noi a chiedere.
Qualcuno pensa sia una battuta, ma io considero la Lega uno dei partiti più meridionalisti che esista attualmente, perché voler rafforzare economicamente il Piemonte, in particolare, la Lombardia e il Veneto scusatemi, a chi interessa se non a tutta l'Italia, a meno che non lo si voglia fare a danno di altre regioni? Cioè, se noi, per aumentare la nostra ricchezza, svolgessimo un'azione di depauperamento nei confronti delle altre Regioni, va bene, altrimenti a chi interessa? Allora, in questa azione vedo un'azione positiva non solo per la popolazione che noi dobbiamo amministrare, ma per l'intero Stato italiano e, al limite, l'Europa; l'unico nostro problema inerisce alla modalità con cui sarà realizzata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bizjak.



BIZJAK Alessandro

Signor Presidente, anche noi ringraziamo la Presidente Bresso per la relazione di questa mattina che permette di aprire un dibattito, che, come abbiamo indicato nell'ordine del giorno che presentiamo, deve trovare la propria sede nell'VIII Commissione, affinché si possano sviluppare e approfondire le questioni che qui sono state indicate.
Anch'io apro queste brevissime e sintetiche considerazioni, che svolgiamo a margine della relazione della Presidente, che condividiamo, con una battuta: se il collega Muliere va a piedi per funghi in Liguria, io vado in bicicletta in Lombardia, non perché sia un provetto ciclista, ma in quanto casa mia dista dalla Lombardia meno di 8 chilometri.
Dico questo perché, secondo noi, il rafforzamento dei legami, così come descritto questa mattina, con la Regione Liguria, evidentemente, non presuppone l'annullamento o l'indebolimento dei rapporti con le altre Regioni limitrofe su temi assolutamente importanti, come le infrastrutture e altro. Anzi, il fatto che la Presidente ci abbia detto che l'inizio di questo rapporto con la Regione Liguria sia avvenuto nell'ambito - se ho capito bene - di una discussione in sede europea evidenzia il ruolo di cerniera intorno agli assi fondamentali di sviluppo europeo che deve svolgere la nostra Regione. È in quest'ottica, soprattutto a partire da questo punto di vista, che noi valutiamo positivamente l'apertura di questo percorso, evidentemente, tenendo conto di questo quadro di rafforzamento complessivo di relazioni, che, naturalmente, è svolto più in termini generali.
La seconda ragione per cui esprimiamo una valutazione positiva è la seguente: questo è il primo caso - io lo chiamo così - di federalismo per aggregazione e non per frammentazione. Alcuni, addirittura, in queste settimane, hanno pensato di individuare una sorta di "regione cisalpina" che nascerebbe dalla frammentazione di pezzi della Lombardia con pezzi del Piemonte, mentre, in realtà, noi oggi stiamo promuovendo un percorso che va esattamente nella direzione opposta, cioè un modello di federalismo che però, tiene insieme e costruisce aggregazioni e sinergie. Questo lo dico anche in relazione all'intervento che hanno fatto alcuni colleghi della minoranza, in particolare il Consigliere Scanderebech.
Evidentemente, il modello dell'aggregazione ci pone al riparo dall'ipotesi, sulla quale noi non siamo d'accordo, di un federalismo costruito per disgregazione e per frammentazione.
Rifacendoci alla Costituzione - lo avevamo già detto nel dibattito relativamente ai temi del federalismo - per noi la prima parte della Costituzione è quella che contiene i valori fondamentali su cui si basa la nostra Repubblica ed è evidentemente immodificabile, mentre deve essere applicata la seconda parte della Costituzione, che, insieme alle questioni del federalismo, mette insieme i valori dell'adeguatezza e della sussidiarietà. Questi sono gli elementi e i presupposti fondamentali con i quali noi, come Gruppo de La Margherita, ci avviciniamo a questo processo.
Quindi, si tratta di un'integrazione di processi, di percorsi e di un rapporto che va sempre più sviluppato con le Autonomie locali. Questo è un percorso che deve avere la concertazione come elemento fondamentale.
Va bene l'incontro tra le due Giunte, però, riteniamo - lo ha già detto la Presidente - che le Autonomie locali debbano svolgere un ruolo fondamentale, come altrettanto importante è quello dei Consigli regionali.
L'indirizzo politico e l'identificazione delle materie su cui sviluppare le intese deve essere dei Consigli regionali, naturalmente, in collaborazione con le Giunte.
Le ultime due questioni su cui voglio intervenire sono le seguenti. Per quanto riguarda la prima, ancora oggi ne parlavamo con il collega Cavallera, il quotidiano più diffuso a livello nazionale pone la questione dei costi della politica in termini assolutamente evidenti. Questo è un tema di strettissima attualità, in quanto, oggi, dei costi della politica molti ne parlano a proposito e, qualche volta, a sproposito. Nel momento in cui noi mettiamo in campo un processo di questo genere dobbiamo accertarci che non si creino burocrazie, sovrastrutture e aumento dei costi, in quanto è un processo che deve essere avviato nel senso di migliorare l'efficienza e l'efficacia delle risposte che si danno ai cittadini. Questo è un altro elemento che deve assolutamente emergere con estrema chiarezza.
In ultimo, rispetto alle due proposte che ha fatto, naturalmente, noi riteniamo che in questa fase sia più utile procedere secondo l'articolo 117 il modello del Trentino Alto Adige, caso mai, lo vedremo in una fase successiva di verifica - che ci consente una visione complementare del processo di rafforzamento dei rapporti con la Liguria e anche del processo avviato negli scorsi mesi, di acquisizione, rispetto all'articolo 116 delle ulteriori competenze, così come previsto dalla nostra Carta costituzionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pozzi.



POZZI Paola

Signor Presidente, di fatto, rinuncio ad intervenire nel merito delle questioni che sono state svolte, in quanto mi riconosco negli interventi svolti dal Consigliere Bizjak testé, dal collega Reschigna e da altri proprio perché condivido queste considerazioni e ritengo che la discussione di questa mattina sia stata di grande interesse e di grande importanza.
Ringrazio anch'io la Presidente per la comunicazione svolta e la discussione che ne è seguita. Sarebbe importante che l'ordine del giorno presentato venisse posto in votazione, altrimenti rischiamo, nonostante aver impegnato un tempo importante in discussioni di merito e di significato, come Consiglio, di non produrre un atto che renda merito della stessa discussione che noi abbiamo svolto.
Per cui, Presidente, chiederei che questo ordine del giorno sia posto in votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Grazie, Presidente.
In un momento in cui le Regioni sono prese con le problematiche che tutti conosciamo, con i problemi amministrativi che le cronache dei giornali ci dispensano tutti i giorni, il Piemonte certo affronta anche questi problemi, ma si apre ad uno scenario affascinante e utile.
Affascinante non soltanto per i trascorsi importanti - voglio citare l'impresa dei Mille, pensata in Piemonte e resa operativa dalla Liguria che ha permesso a me di avere l'onore di partecipare a questo importante Parlamento - ma utile e affascinante anche per quello che può succedere nel prossimo futuro.
A questo proposito, voglio citare un dato. La logistica, se l'iniziativa di Piemonte e Liguria andrà avanti, darà grandissime opportunità di lavoro, perché interverrà in settori importanti come il commercio, i trasporti, le infrastrutture, vitali per il prossimo futuro.
Quindi, io do atto alla Presidente di avere grande capacità di iniziativa ed altrettanta capacità propositiva.
Voglio però segnalare un pericolo, dato che in questo anno ho conosciuto bene lo strano regolamento che esiste nel nostro Consiglio regionale. Chiedo alla Presidente, che conosce decisamente meglio di me i meccanismi regolamentari, di costruire con attenzione i rapporti con il Consiglio, per evitare che la non chiarezza nei rapporti possa ritardare questo iter importante.
Ritengo che la Presidente non solo voglia portare avanti questa iniziativa, ma sono convinto che darà anche delle accelerazioni, come è nel suo stile; quindi, come gruppo del Nuovo PSI non solo sono d'accordo, ma sono contento e le dico: Presidente, vada avanti!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Io non replicherei, nel senso che la mia era un'informativa. Ho sentito le considerazioni dei Consiglieri e dei Gruppi. Mi pare che se si pu votare questo documento, ciò che è importante è che facciamo una discussione più libera e più facile in VIII Commissione, perché c'è possibilità di interlocuzione ed è più semplice. Valutiamo come procedere sulla scorta dei documenti che sto facendo pervenire alla Presidenza in modo da distribuirli. Li analizzerete e faremo la discussione in Commissione.
Dopo di che, valuteremo come andare avanti; credo che un incontro tra i due Consigli potrebbe essere interessante, anche per consentire a tutti di entrare un po' nella logica.
Comunque, mi pare che siano venuti una serie di suggerimenti anche molto interessanti sui quali io stessa mediterò e, quando la Commissione sarà convocata, magari porterò già qualche proposta che parta anche da questa prima discussione.



PRESIDENTE

I documenti saranno distribuiti all'inizio della seduta pomeridiana.
Passiamo ora alla votazione dell'ordine del giorno collegato alla comunicazione della Presidente Bresso, che ha per oggetto "Intese Regione Liguria".
Non essendoci interventi, indico la votazione palese sull'ordine del giorno n. 771, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che in data 2 luglio 2007 a Noli (Savona) si è svolta la prima riunione comune tra le Giunte regionali del Piemonte e della Liguria, al termine della quale sono stati sottoscritti cinque accordi di collaborazione tra le due Regioni nei campi della sanità, della ricerca ed innovazione, della formazione professionale, delle adozioni in ternazionali e della promozione turistica considerato che Piemonte e Liguria presentano molte complementarietà sia sul piano geografico sia su quello delle infrastrutture su alcuni assi strategici è possibile attivare politiche comuni con conseguenze molto significative per la qualità della vita dei cittadini preso atto che l'articolo 117 della Carta Costituzionale prevede la possibilità di creare organi comuni fra più Regioni per affrontare materie di interesse comune e per realizzare specifici obiettivi e progetti le norme costituzionali non consentono attualmente l'istituzione di una vera e propria 'macro-regione' impegna la Presidente della Giunta regionale ad una costante informativa nei confronti del Consiglio regionale tramite la competente commissione consiliare impegna il Presidente del Consiglio regionale a definire entro il prossimo autunno, svolti i necessari approfondimenti sulle possibili intese istituzionali e sulle forme che le stesse potranno assumere, un confronto tra le due Assemblee elettive regionali".
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.39)



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