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Dettaglio seduta n.222 del 01/08/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 14.32 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Barassi, Deambrogio, Ferraris Laus, Ronzani e Turigliatto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame disegno di legge n. 267 inerente a "Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale", ed esame ordini del giorno n. 770, inerente a "Iniziative a tutela dei diritti del personale laureato" collegato


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 267, di cui al punto 2) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Avevamo votato l'articolo 22, ora riprendiamo dall'articolo 22 bis; su quest'ultimo ci sono tre emendamenti presentati dai colleghi di Forza Italia (prima firmataria Mariangela Cotto), rubricati n. 49, n. 50 e n. 51.
ARTICOLO 22 bis Emendamento rubricato n. 49, presentato dai Consiglieri Cotto, Pedrale e Cavallera: dopo il titolo III, è inserito il seguente: "Titolo III bis. Disposizioni in materia di assistenza socio-assistenziale.
Articolo 22 bis Fondo unico per anziani non autosufficienti.
E' istituito il fondo unico per anziani non autosufficienti al fine degli interventi e delle iniziative destinate a sostenere gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie.
La disponibilità del fondo di cui al comma 1 sono erogate nella forma di contributi al Comune di residenza dell'anziano non autosufficiente o della famiglia che lo accoglie.
La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente individua le modalità di accesso ai contributi di cui al presente articolo e ne definisce la misura dell'erogazione.
Per l'istituzione del Fondo unico per anziani non autosufficienti viene stanziata nell'UPB 30011 (Politiche Sociali - Persona famiglia Personale Socio-Assistenziale - Titolo I - Spese correnti) la somma di euro 250.000,00 in termini di competenza e di cassa per l'anno finanziario 2007.
Alla copertura della spesa si provvede mediante riduzione di pari importo dell'UPB 09011 (Bilanci e finanze - Bilanci - Titolo II - Spese di investimento) del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2007".
Emendamento rubricato n. 50, presentato dai Consiglieri Cotto, Pedrale e Cavallera: dopo il Titolo III è inserito il seguente: "Titolo III bis Disposizioni in materia di assistenza socio-assistenziale.
Articolo 22 bis Linee guida per gli interventi a sostegno delle donne che subiscono violenza.
La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente individua le linee guida per la segnalazione e la presa in carico di casi di violenza e maltrattamento sulle donne dentro e fuori la famiglia".
Emendamento rubricato n. 51, presentato dai Consiglieri Cotto, Pedrale e Cavallera: dopo il Titolo III è inserito il seguente: "Titolo III bis Disposizioni in materia di assistenza socio-assistenziale Articolo 22 bis Applicazione dei principi della demotica La Regione, ai fini dell'adeguamento delle abitazioni rispetto alle esigenze di salute dei soggetti abitanti, negli interventi di edilizia residenziale, s'ispira ai principi della demotica".
Emendamento rubricato n. 72, presentato dalla Giunta regionale, a firma della Presidente Bresso: "Le Aziende sanitarie regionale di nuova costituzione succedono alle aziende estinte in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi di qualunque genere già di titolarità delle aziende preesistenti relativi alle funzioni ed attività ad esse conferite, assumendone i relativi diritti e obblighi.
I direttori generali, entro centottanta giorni dalla data della costituzione delle aziende sanitarie regionali, adottano l'atto aziendale di cui all'articolo 3 del d. lgs. 502/1992 e s.m.i.
Nelle nuove aziende sanitarie locali derivate dalla fusione di due o più aziende preesistenti, sino alla costituzione del nuovo collegio sindacale le relative funzioni sono svolte dal Collegio sindacale dell'azienda che nell'anno precedente ha presentato la maggior entità di risorse gestite desumibili dalle assegnazioni regionali. Per le restanti aziende sanitarie locali continua ad operare, sino alla sua naturale scadenza, il Collegio sindacale in carica. Con lo stesso criterio è individuata la sede legale provvisoria fino all'individuazione della sede legale di cui al comma 5 dell'articolo 18.
Con decreti del presidente della Giunta regionale, i beni patrimoniali mobili ed immobili, previa ricognizione dei medesimi, sono ricondotti al patrimonio dell'azienda di destinazione. Il Provvedimento della Giunta regionale costituisce titolo per la trascrizione nei pubblici registri ai sensi dell'articolo 5, comma 3, del d. lgs. 502/1992.
Con provvedimento della Giunta regionale sono definiti i criteri e le modalità di gestione della contabilità economico finanziaria e patrimoniale relativa agli anni prevedenti e le modalità di gestione delle attività e passività pregresse. Con il medesimo provvedimento sono altresì definite le modalità per la gestione transitoria dei servizi di tesoreria".
La parola alla Consigliera Cotto per l'illustrazione.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. È la stessa filosofia che ci ha fatto presentare anche gli altri emendamenti che, respinti, riproponiamo nella delibera n.
161.
L'emendamento n. 49 riguarda il fondo unico per anziani non autosufficienti. Sappiamo - lo dicevamo noi nell'altra legislatura e lo dite voi - che è indispensabile avere un fondo per gli anziani non autosufficienti. Ci auguravamo che fosse il Governo a istituirlo ovviamente con aggiunta di finanziamenti, ma così per ora non è stato. Ci rendiamo conto che i finanziamenti sono sempre pochi, però pensiamo che sia veramente il caso di compiere un atto di coraggio e dare priorità a questo problema, che è un problema grave per tantissime famiglie del Piemonte.
L'altro emendamento (n. 50) chiede delle linee guida per gli interventi a sostegno delle donne che subiscono violenza. Voi tutti ricordate che nel bilancio di previsione 2007 è stato accolto un emendamento presentato dal nostro Gruppo per un fondo di tutela legale di 250.000 euro in favore delle donne che subiscono violenza, al fine di dare alle donne il coraggio, la forza e il sostegno legale per denunciare chi ha usato loro violenza.
Tuttavia necessita anche avere delle linee guida per la presa in carico di queste donne che subiscono violenza, un po' sulla scorta delle linee guida che nel 2000 sono state elaborate per la presa in carico dei bambini vittime di maltrattamenti e di violenza (proprio oggi sul giornale abbiamo ancora visto l'immagine di quella campagna pubblicitaria: "I bambini vittime di violenza ti parlano in tanti modi. Impara ad ascoltarli").
Sarebbe veramente opportuno che la Giunta riuscisse ad elaborare queste linee guida per la presa in carico delle donne vittime di violenza nell'anno delle pari opportunità: rappresenterebbe un segnale tangibile di attenzione, magari migliore di tanti convegni e manifestazioni di vetrina che poi poco lasciano al Piemonte.
L'emendamento n. 51 riguarda invece l'adeguamento delle abitazioni rispetto alle esigenze di salute dei soggetti abitanti. È il discorso della domotica, della casa nella stagione della vita. Noi crediamo, proprio perché sappiamo che la sanità e il benessere non è solo l'assenza di malattie, che il ruolo dell'abitazione adeguata alle esigenze di chi la abita è fondamentale. Questi sono temi che, secondo noi, potrebbero veramente entrare in questo disegno di legge presentato dalla Giunta. È un po' il nostro modo per contribuire ad arricchire queste norme per la programmazione socio-sanitaria del Piemonte.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta sui tre emendamenti? Prego, Presidente Bresso, prenda pure la parola.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Vado nell'ordine di presentazione e di illustrazione.
Che il tema degli anziani non autosufficienti sia importante credo sia evidente a tutti. Lei sa, peraltro, che il Governo ha inserito un fondo per la non autosufficienza nella Finanziaria e che è in corso una trattativa per il riparto; sa anche che, pur essendo ogni risorsa utile naturalmente e quindi attendendo ansiosamente il riparto di questo fondo, ritengo tuttavia necessario affrontare la situazione in maniera diversa, cioè modificando radicalmente l'impostazione attuale.
L'impostazione attuale prevede che la sanità sia un diritto individuale, quindi di tutti, finanziato attraverso la fiscalità generale e non più attraverso un meccanismo di contributi, ma attraverso delle imposte a ciò dedicate, e invece che l'assistenza sia erogata dai Comuni secondo le risorse messe a disposizione - quindi in modo autonomo, essendo competenza comunale, con contributi dello Stato, delle Regioni, delle Province, ma essenzialmente basata sulla scelta comunale di erogare assistenza - e sia basata sull'individuazione di uno stato di bisogno, altrimenti la persona deve provvedere a se stessa.
Questo presenta, da una parte, un problema, perché è sempre più difficile, particolarmente proprio per le persone anziane, distinguere fra malattia e cronicità o di malattia o soprattutto di situazione di vecchiaia avanzata che produce delle disabilità normali in qualche modo legate all'età e che tendenzialmente vengono ribaltate il più possibile sulla sanità, essendo la sanità pagata tutta dal sistema sanitario.
Di conseguenza, credo che occorra una normativa che, in qualche modo modifichi radicalmente la situazione, portando anche l'assistenza per le persone anziane non autosufficienti ad essere un diritto individuale e riconoscibile e come tale esigibile da chiunque, finanziato attraverso delle modalità che devono essere definite.
In questo senso mi sono impegnata a predisporre un testo a tempi brevi.
Lo farò; naturalmente si tratta di aprire anche un confronto con il Governo nell'ambito dell'utilizzo di questo fondo. Mentre mi pare che non c'entri nulla - perché questa è una norma della programmazione sanitaria e socio sanitaria - costituire un fondo, peraltro, con piccole cifre, dove si vada semplicemente a addizionare alle altre risorse sanitarie oggi esistenti.
Queste risorse sanitarie che dobbiamo utilizzare sono ovviamente risorse di tipo socio-assistenziale. Mi pare che non c'entri nulla anche in questo caso.
Peraltro, occorrerebbe una modifica della procedura perché questa essendo una norma di programmazione, non è passata alla I Commissione, ma dovrebbe andare alla I Commissione, il che rallenterebbe inutilmente l'iter quando l'eventuale messa a disposizione (che nel frattempo sarà stato preso dal fondo nazionale dopo aver verificato l'esigenza) di risorse per gli anziani non autosufficienti può essere fatta tranquillamente in sede di finanziaria.
Quindi, il parere non certamente sul tema, ma sul fatto di inserire qui dentro una norma, una legge sintetizzata in un articolo unico, continua ad essere non favorevole.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente Bresso per il parere della Giunta.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Volevo ancora affermare che in realtà i temi sono stati illustrati tutti e tre, ma sul secondo voglio solo precisare che mi risulta che siano state raccolte le firme e che ci verranno presentate da parte di un raggruppamento di movimenti femminili. A maggior ragione, sarei per non inserire una piccola norma che sostanzialmente delega alla Giunta, mentre sarei favorevole ad accogliere la legge che arriva, dopo naturalmente fare gli opportuni adattamenti che riteniamo, però dando spazio e valore a questa iniziativa che viene dall'esterno e che sarebbe cancellata da questa norma.
Per quanto riguarda i principi della domotica, siamo in un tema completamente altro rispetto ad una programmazione socio-sanitaria. Nulla osta a che questo aspetto sia richiamato in un ordine del giorno, oppure inserito in una normativa in questo caso edilizia, perché siamo di fronte alle abitazioni in generale, perché credo che la domotica possa applicarsi in generale ad abitazioni. Quindi proprio non lo vedrei in questa sede mentre sul fatto che la domotica sia utilizzata, va benissimo, avremmo forse dovuto inserire alcune cose nella legge che abbiamo approvato sul risparmio energetico. Questa non è una forma di risparmio energetico, ma un uso attento della domotica, che consente anche un risparmio energetico, che in qualche modo finalizzato è previsto, ma si poteva inserire lì o comunque, in un regolamento edilizio.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste d'intervento per dichiarazioni di voto, quindi passiamo alla votazione dell'emendamento rubricato n. 49, articolo 22 bis.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 49, sul quale la Presidente della Giunta regionale, Bresso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50, sul quale la Presidente della Giunta regionale, Bresso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Scusi, volevo solo chiedere: qual è il numero legale?



PRESIDENTE

Il numero legale è 29. Lo avrei specificato prima della votazione perché mi era stato chiesto espressamente di farlo dai Consiglieri di maggioranza. Ieri pomeriggio più volte hanno richiesto quale fosse il numero legale, quindi continuerò a farlo anche oggi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 51, sul quale la Presidente della Giunta regionale, Bresso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento rubricato 72/a, presentato dai Consiglieri Cavallera Pichetto Fratin e Cotto: al comma 3 sostituire l'ultimo periodo con il seguente: "Con lo stesso criterio è individuata la sede legale provvisoria fino all'individuazione della sede legale definitiva da parte del Direttore Generale dell'Azienda sanitaria locale previo parere della Conferenza di cui all'articolo 7".
La parola al Consigliere Cavallera per l'illustrazione del sub emendamento rubricato n. 72/a.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 72 della Giunta è importante perché definisce una serie di atti che devono essere compiuti sia a livello locale dal Direttore generale e dagli altri organi, sia a livello regionale con i decreti presidenziali che assegnano i vari beni mobili, immobili, eccetera alle varie ASL.
Questa mattina mi sono accorto che c'è una specie di vuoto normativo: forse all'inizio tutto quadrava, ma con le modifiche che sono state apportate agli articoli precedenti, non c'è più il comma 5 dell'articolo 18, o perlomeno non ha più la funzione che prima doveva avere.
Cos'è che manca? Manca, a questo punto, una identificazione chiara della procedura per definire la sede legale dell'ASL. La cosa mi è balzata all'occhio perché qui si dice "La sede legale dell'ASL viene individuata all'inizio, in via speditiva, con gli stessi criteri con cui si individua il collegio sindacale di riferimento"; su questo, essendo un criterio oggettivo, penso che ci sia poco da aggiungere, perché è un fatto aritmetico. Viceversa, ho presentato questo emendamento sostitutivo per trattare la casistica dell'individuazione della sede legale definitiva.
Qual è la ratio della mia proposta? È proprio il ruolo e la funzione del Direttore Generale e della Conferenza dei Sindaci. La legge n. 502 e conseguenti praticamente consentono al Direttore generale, sulla base delle direttive e dei Piani della Regione, di gestire con autonomia amministrativa, finanziaria, contabile, patrimoniale e quant'altro. Abbiamo addirittura risolto la questione dell'articolazione interna alle ASL prevedendo l'intesa tra il Direttore generale e la Conferenza dei Sindaci.
Nel formulare questa proposta, Presidente, sono stato prudente e non ho ripercorso velleitariamente la dizione che abbiamo già adottato due articoli prima, per i distretti, dove si sostiene che il Direttore generale agisce d'intesa con la Conferenza dei Sindaci.
La casistica è uguale. Un osservatore della norma potrebbe chiedere come mai prima si è usato il termine "d'intesa", mentre qui no. Però, dato che tengo i piedi per terra e mi rendo conto di ciò che capita attorno a noi, ho previsto quello che è il compito fondamentale della Conferenza dei Sindaci, in altre parole rilasciare pareri sulle proposte del Direttore generale.
Nel ringraziare tutti i colleghi che hanno sottoscritto l'emendamento proponiamo di prevedere la decisione del Direttore generale previo parere della Conferenza dei Sindaci.
Questo, ovviamente, prescinde dall'ipotesi monocratica individualista "ho detto, sia fatto". Noi viviamo in una realtà nella quale occorre confrontarsi in maniera democratica e sentire quelli che sono i pareri degli amministrati attraverso coloro che, a loro volta, hanno un titolo di rappresentanza territoriale generale, che sono i Sindaci, che sono individuati sia da questa legge sia dalle leggi nazionali.
Questa è la motivazione: l'emendamento corregge il riferimento improprio al comma 5 dell'articolo 18; colma una lacuna e risolve, in via equilibrata, a mio avviso, una questione che, ovviamente, potrà vedere la sua soluzione seguendo percorsi democratici.
Quale sarebbe l'alternativa? Visto che si provincializzano le ASL, la loro sede è nella sede di Provincia. Ma non l'ho proposto, dovete darmene atto.
Mi auguro che la valutazione sia equilibrata, attraverso una norma di carattere generale, astratta e logica, che prescinda dalla contingenza o dalla norma ad personam o ad casum - chiedo scusa ai latinisti se ho detto una bestialità - e che possa tenere al vaglio di qualsiasi critico o critica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavallera.
La parola alla Presidente Bresso, per esprimere il parere della Giunta.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

In effetti, ha ragione il Consigliere Cavallera sul fatto che, alla fine, mancava sia la norma transitoria sia la norma definitiva, perché con gli ultimi articoli abroghiamo la norma precedente, che, peraltro prevedeva che fosse la Giunta regionale a stabilire la sede.
Tenendo conto delle sue osservazioni, avanzo una proposta di questo tipo: "Con lo stesso criterio, nella norma transitoria è individuata la sede legale provvisoria fino all'individuazione della sede definitiva da parte della Giunta regionale su proposta del Direttore generale e previo parere della Conferenza di cui all'articolo 7". Non è monocratica, ma è esattamente la norma precedente con l'introduzione, in questo caso, del parere della Conferenza dei Sindaci oltre che, come è ovvio, quello del Direttore generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera, per dichiarazione di voto.



CAVALLERA Ugo

Credo che vi sia la vocazione a spostare il contenzioso in sede di giustizia amministrativa, perché voi sapete che tutti gli atti amministrativi devono essere motivati. Per nostra fortuna, le motivazioni vengono vagliate anche da un organismo terzo.
Ritengo che non sia veramente il caso di andare ad una soluzione di quel genere, perché verrebbe da chiedersi il motivo per cui tutte le altre decisioni che devono essere prese a livello locale vengono messe in capo al Direttore generale. Non lo spiego se non per una volontà pregiudiziale. Ma a suo tempo la ragione vera dovrà essere spiegata, perché le motivazioni che sono state date strada facendo - mi permetta, Presidente - non tengono assolutamente, perché hanno la loro rilevanza in sede politica, ma di fronte al compimento di atti amministrativi...
Noi cerchiamo di essere Consiglieri di tutto il Piemonte e, allo stesso modo, ci auguriamo che chi ha in mano il Governo, a maggior ragione, cerchi di mostrare astrattezza e superiorità alle contingenze nel momento in cui si decide.
Non sono assolutamente d'accordo, ma non per un puntiglio. La discussione di questa legge, sia a livello personale sia di Gruppo, è sempre stata fatta nella maniera più obiettiva possibile, e credo che nel merito possiate darcene atto.
Non sono d'accordo perché rappresenta una sorta di centralismo; è un atto che denota una volontà centralistica punitiva da parte della Giunta regionale.
A questo punto, mi viene voglia di fare un "rilancio", Presidente, nel senso di proporre la seguente dizione: "dal Direttore generale d'intesa con la Conferenza dei Sindaci". La Giunta regionale decide su proposta del Direttore generale e d'intesa con la Conferenza dei Sindaci.
A questo punto, cauteliamoci tutti. Il Direttore generale fa una proposta d'intesa con la Conferenza dei Sindaci, poi, la Giunta ha l'ultima parola.
Se il problema è non andare "contro pelo" - scusate il termine - alla sede locale, tenga pure la Giunta la possibilità di decidere, però, in sede locale, ci sia il coinvolgimento effettivo, come abbiamo fatto nell'articolazione interna.
Scusi, mi sembra più importante l'articolazione in distretti, quanto abbiamo dato all'intesa del Direttore con i Sindaci: diamogli anche questo.
Poi, se la Giunta vuole l'ultima parola - io non ne vedo la ragione - la tenga, però, almeno, salvaguardiamo il ruolo dei Sindaci o dei Presidenti di quartiere nella Città di Torino, prevedendo la proposta del Direttore generale d'intesa con la Conferenza, di cui all'articolo 7. Alla fine decida pure la Giunta, se vuole disattendere il parere motivato, lo potrà fare, ma io difendo il ruolo dei Sindaci e voglio difenderlo fino in fondo.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Qui, infatti, il problema non è se i Sindaci sono o non sono d'accordo.
Inoltre, lei sta facendo una specie di battaglia - capisco che ognuno si occupa solo della propria provincia - su Alessandria.
Le faccio notare che...



(Commenti del Consigliere Cavallera)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

No, io me ne sono occupata a fronte di una disputa che vedeva tutti contro tutti e rispetto ad una tendenza a pretendere di mantenere più di un'ASL in un posto dove può starcene a malapena una, con l'obiettivo precipuo di mantenere delle sedi legali, che, di per sé, non significano nulla, quando, invece, mantenere due ASL ha costi molto rilevanti.
Me ne sono occupata a fronte di una incapacità del territorio a trovare un ragionevole accordo, che, peraltro, poi, è stato trovato, tanto è vero che la situazione è molto calma in Provincia di Alessandria.



(Commenti del Consigliere Cavallera)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Sissignore! Ho convocato i Sindaci responsabili e, comunque, ne discuteremo quando sarà il momento, perché non è questo il momento.
Questa proposta ripristina semplicemente la norma precedente aggiungendoci il parere del Direttore generale e della Conferenza dei Sindaci. Un'intesa tra un Direttore e una Conferenza non mi pare opportuna perché, caso mai, dovrebbe essere in quel caso un'intesa della Giunta perché il direttore non è un organo politico e ha un conflitto politico.
Tuttavia, essendo materia...



(Commenti del Consigliere Cavallera)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Per carità, non è una questione di dare battaglia, di vincerla o di perderla. Semplicemente, invece, questo potrebbe aprire una serie di potenziali conflitti sul territorio, dove tutti sono contro tutti, sul modello di quelli che avvengono per dare origine a nuove Province.
Quindi, mi pare ragionevole sentire i Sindaci se esistono dei problemi nella maggior parte dei casi, probabilmente, non ne esistono - ma questo potrebbe portare semplicemente a condizioni di indecidibilità o di risse inutili. Non dimentichiamo che noi non stiamo accorpando solo le ASL della Provincia di Alessandria, ne stiamo accorpando molte nel Torinese e nel Cuneese.
Allora, la norma che opportunamente prevedeva che la decisione provenisse dalla Giunta viene qua ottemperata, accogliendo una sua sollecitazione, dalla proposta del Direttore generale - la proposta non la fa la Giunta, ma il Direttore generale - sentita la Conferenza dei Sindaci.
Quindi, non vedo in che cosa questo sia né monocratico né dittatoriale è una notevole apertura rispetto alla norma che proviene dalla Giunta di cui le faceva parte, pertanto non credo proprio che questo si possa dire.
Comunque, la questione di Alessandria, come quella di Omegna o di Cuneo, in questo momento, non è in discussione, perché non sappiamo ancora quali proposte faranno i Direttori sentite le Conferenze dei Sindaci.
Quella di cui lei sta parlando è una...



(Commenti del Consigliere Cavallera)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Appunto. A maggior ragione, lei è d'accordo che non ha senso che sia un funzionario a fare un'intesa.



(Commenti del Consigliere Cavallera)



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Insomma, stiamo discutendo, lei ha fatto una proposta, io esprimo l'opinione della Giunta, non è che adesso qui ci mettiamo a fare un comizio reciproco su cosa è meglio o cosa è peggio.
La proposta ricalca in maniera molto più aperta, cioè sentendo tutti la norma che lei ben conosce, perché proveniva dalla Giunta di cui lei faceva parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per dichiarazione di voto sull'emendamento rubricato n. 72/a.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, troveremo le sedi opportune per proseguire il dibattito.
Ovviamente, l'emendamento viene mantenuto. Ci atteggeremo di conseguenza su uno e l'altro emendamento.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 72/a sul quale la Presidente della Giunta regionale, Bresso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Sub emendamento rubricato 72/b), presentato dalla Presidente della Giunta regionale, Bresso: "Al comma 3 sostituire l'ultimo periodo con: "Con lo stesso criterio è individuata la sede legale provvisoria fino all'individuazione della sede legale definitiva da parte della Giunta regionale su proposta del Direttore Generale d'intesa con la Conferenza dei Sindaci e previo parere della Conferenza di cui all'articolo 7".
Ricordo che il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 72/b.
Il Consiglio approva.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 72 (che diventa articolo 23).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Emendamento rubricato n. 92, presentato dai Consiglieri Picchetto Fratin Cotto, Cavallera e Pedrale: dopo il comma 3, dell'articolo 23, è aggiunto il seguente: "4. A far data dall'entrata in vigore della presente legge è abrogata la legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 (Istituzione del Consiglio regionale di Sanità e Assistenza)".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 73, presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Bresso: al comma 3 il periodo "della deliberazione di cui all'articolo 18, comma 1," è sostituito dalla locuzione "delle deliberazioni di cui agli articolo 18, comma 1, 20 comma 1 e 20 bis, comma 1".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 73.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 23 (che diventa articolo 24) come emendato.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli emendamenti aggiuntivi all'art. 23 bis, presentati dal Consigliere Giovine.
Si tratta di quattro emendamenti rubricati n. 102, n. 103, n. 104 e n. 105 ed un subemendamento rubricato n. 102/a.
Subemendamento rubricato n. 102/a) presentato dal Consigliere Giovine: all'emendamento al Titolo IV (Abrogazioni e disposizioni finali), Capo I bis, articolo 23 bis (Disposizioni transitorie).
Al titolo IV (Abrogazioni e disposizioni finali), dopo il Capo 1 sono inseriti i seguenti: "Capo I bis", "articolo 23 bis": Solo per la VIII legislatura il Co.Re.S.A.
viene sentito, se richiesto dalla Giunta regionale, dalla Commissione consiliare competente per materia, ovvero dai due terzi dei Consiglieri in carica, sui provvedimenti che hanno a riferimento lo sviluppo dell'accessibilità dei servizi, le forme di compartecipazione alla spesa la tutela dei diritti dei cittadini secondo le previsioni dell'articolo 14 D. Lgs. 502/92 s.m.i." e sui provvedimenti e sugli accordi di cui all'articolo 8 bis comma 3 del medesimo decreto, compresi i criteri di remunerazione delle prestazioni e le forme di compartecipazione alla spesa".
Emendamento rubricato n. 102 presentato dal Consigliere Giovine: titolo IV (Abrogazioni e disposizioni finali), Capo 1 bis (Disposizioni transitorie), articolo 23, al titolo IV (Abrogazioni e disposizioni finali), dopo il Capo I sono inseriti i seguenti: "Capo 1 bis", "art 23 bis": Solo per la VIII legislatura il Co.Re.S.A. viene sentito obbligatoriamente sui provvedimenti che hanno a riferimento lo sviluppo dell'accessibilità dei servizi, le forme di compartecipazione alla spesa la tutela dei diritti dei cittadini secondo le previsioni dell'articolo 14 D. Lgs. 502/92 s.m.i." e sui provvedimenti e sugli accordi di cui all'articolo 8 bis comma 3 del medesimo decreto, compresi i criteri di remunerazione delle prestazioni e le forme di compartecipazione alla spesa".
Emendamento rubricato n. 103 presentato dal Consigliere Giovine: titolo IV (Abrogazioni e disposizioni finali), Capo I bis (Disposizioni transitorie), al titolo IV (Abrogazioni e disposizioni finali), dopo il Capo I sono inseriti i seguenti: "Capo I bis", "articolo 23 bis": Solo per la VIII legislatura il Co.Re.S.A. viene sentito obbligatoriamente sui provvedimenti e sugli accordi di cui all'articolo di cui all'articolo 8 bis comma 3 D. Lgs. 502/1992 e sui criteri di remunerazione delle prestazioni".
Emendamento rubricato n. 104 presentato dal Consigliere Giovine: titolo IV (Abrogazioni e disposizioni finali), Capo bis (Disposizioni transitorie) Al titolo IV (Abrogazioni e disposizioni finali), dopo il Capo I sono inseriti i seguenti: "Capo I bis", "articolo 23 bis". Solo per la VIII legislatura il Co.Re.S.A. viene sentito obbligatoriamente sui provvedimenti che hanno a riferimento lo sviluppo dell'accessibilità dei servizi, le forme di compartecipazione alla spesa, la tutela dei diritti dei cittadini secondo le previsioni dell'articolo 14 D. Lgs. 502/1992 e s.m.i.".
Emendamento rubricato n. 105, presentato dal Consigliere Giovine: titolo IV, Capo I bis (Disposizioni transitorie, articolo 23, Al titolo IV (Abrogazioni e disposizioni finali), dopo il Capo I sono inseriti i seguenti: "Capo I bis", "articolo 23 bis": Solo per la VIII legislatura il Co.Re.S.A. viene sentito obbligatoriamente sui programmi di formazione e di formazione continua del personale dipendente e convenzionato e sui programmi di formazione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Inizio ad illustrare il subemendamento, anche perché la persona della Giunta interessata, in questo momento, è distratta dal collega Cavallera.
Successivamente, avendo grandi capacità politiche, avrà occasione di ascoltare quello che sto dicendo, sempre ammesso - gentile Presidente Placido - che io possa intervenire in questo consesso. Infatti, come avrà potuto evincere dalla lettura dei quotidiani, oggi sono in castigo; quindi non so se ne ho facoltà.
Chiedo eventualmente ai colleghi di minoranza...



PRESIDENTE

Non sono certi giornali - che sono da prendere sempre con beneficio di inventario - che possono mettere in castigo un Consigliere regionale.
Prego, Consigliere.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
A tal proposito, e non entro nel merito dell'oggetto, mi permetto di aggiungere solamente una riga di commento. Ringrazio il Presidente per avermi rassicurato sulla mia facoltà di poter intervenire, quindi di non aver avallato siffatto castigo.
Ai presentatori o a coloro che lamentano il mio comportamento poco consono ad accordi di minoranza, rispondo che sarò ben lieto di rispondere quando ci sarà una formale lamentazione per iscritto. Fra le varie massime a cui sono affezionato c'è quella latina - e i romani, come si sa, erano molto più saggi di noi - che dice excusatio non petita, accusatio manifesta. Per l'amico e collega Scanderebech e, se necessario, per altri colleghi nel transatlantico, farò traslazione con test e parafrasi a fianco per poter meglio esplicitare il pensiero.
Non ho avuto alcuna segnalazione formale e ufficiale, se non i vari passaparola. Poiché, giustamente, il Presidente Burzi ed altri illustri e stimanti colleghi della minoranza lamentavano verso la Presidente Bresso il fatto che venissero annunciati provvedimenti che riguardavano l'attività della Regione tramite giornali e non nelle sedi consone, ovvero le aule della politica, cioè le Commissioni consiliari e il Consiglio, non credo che vogliano comportarsi in modo parimenti lesivo della forma nei confronti di un altro collega di minoranza.
Quindi, evidentemente, se ci sarà qualcosa da dire, lo diranno nelle forme dovute. Per quanto mi riguarda. sono grato al giornalista Alessandro Mondo, che mi ha voluto omaggiare di un cammeo sì carino.
Ciò detto, entrando nel merito del subemendamento in oggetto, chiedo alla Presidente Bresso un minuto di attenzione, perché questo emendamento è nato a seguito del nostro colloquio avvenuto ieri in conclusione di seduta consiliare.
Con questo nuovo disegno di legge si trasforma, anche abbastanza pesantemente, quella che sarà la funzione del Co.Re.Sa. nei prossimi mesi e nei prossimi anni, fino a fine legislatura. Però noi abbiamo eletto proprio in questa assemblea, i membri del Co.Re.Sa. con le quattro sezioni che lo compongono, con una precedente legge e con precedenti funzioni.
Vero è che i membri del Co.Re.Sa., sapendo che poteva esserci una modifica in corso, avrebbero potuto non voler più partecipare ad un Co.Re.Sa. che fondamentalmente è svuotato da queste funzioni.
Ho presentato un emendamento in cui si chiede che venga richiesto obbligatoriamente il parere del Co.Re.Sa. su alcune tipologie (tipo l'accessibilità ai servizi, le forme di compartecipazione alla spesa, ecc.) secondo il decreto legge 502/92, però ho trovato anche una forma più tenue più compromissoria, che dà alla Giunta di fatto mano libera e che prevede la possibilità di ricorrere al Co.Re.Sa. qualora la Giunta lo ritengo opportuno, qualora la Giunta lo richieda o qualora eventualmente la Commissione consiliare o il più dell'Assemblea lo richieda. Mi sembra una possibilità che si dà al Co.Re.Sa. di avere comunque in fieri questa funzione, che sappiamo benissimo, tranne rari casi, non verrà poi applicata. Tuttavia si salvaguarda la dignità del Co.Re.Sa. e quindi di un Ente che, secondo me - voglio ricordarlo - tutto sommato, costa molto meno di tantissime consulenze che vengono fatte, sicuramente legittime e a buon titolo. Bene o male, credo che anche all'interno ci siano delle persone e delle figure che si impegnano e che debbano essere anche un po' riconosciute nel proprio ruolo.
So benissimo che c'è un dibattito sul mantenimento o meno del Co.Re.Sa.. Questo non va a scalfire minimamente e di fatto non modifica se ci pensa bene, Presidente - l'impianto generale della legge 267, in particolare sul Co.Re.Sa.. Tra l'altro, se vogliamo, si dà una possibilità in più alla Giunta di poter intervenire, di poter eventualmente chiedere un parere alla Commissione consiliare competente che, come sappiamo, delibera di solito a maggioranza.
Concludo, Presidente. Sono anche disposto eventualmente, su suggerimento della Giunta, a modificare il subemendamento affinché possa essere accettato.



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, la sua era un'illustrazione collettiva o solo sull'emendamento n. 102?



GIOVINE Michele

Sul subemendamento. Diciamo che dipende dalla risposta; potrebbe essere anche collettiva, se ci fosse un parere dialogante.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Giovine, lei era assente e quindi non ha assistito, però i suoi emendamenti sono già stati presentati e respinti da quest'Aula anche per ragioni di serietà, quindi non li posso accettare da lei, perch altrimenti, se avessero avuto un'accettabilità da parte della Giunta, li avrei già accolti.
Voglio farle rilevare come la scelta, l'impianto del testo della Giunta e le ragioni per cui abbiamo detto di no all'ipotesi di reintrodurre una serie di funzioni che il Co.Re.Sa. attualmente svolge sono proprio legate al fatto che il Co.Re.Sa. è forse utile. Personalmente ho altre opinioni ma ho accettato il parere del Consiglio, essendo appena stato nominato, di mantenerlo in funzione fino alla fine del mandato. Ritengo che, scaduto questo mandato, nella logica di riduzione di Commissioni e Comitati, che è prevista dalle leggi e che noi dovremmo rispettare, bisognerà provvedere alla sua eliminazione, come a quella di molti altri Comitati e Commissioni.
Tuttavia, essendo stato nominato ed essendo in funzione, mi pare utile che esprima pareri sugli atti di programmazione, che fra l'altro prossimamente saranno numerosi, ma non mi pare invece opportuno che esprima il parere su atti amministrativi, perché la sua composizione potrebbe configurare anche dei conflitti d'interesse. Questa è la ragione per cui non ritengo opportuno ripristinare alcune delle competenze che attualmente aveva.
Non mi pare neanche opportuno perché l'accordo che è stato trasformato in decreto legge sui costi della politica prevede esplicitamente che i Consigli, le Regioni, le Province e i Comuni non possono istituire organi che svolgono le loro stesse funzioni o funzioni sostanzialmente identiche o simili. Ora è evidente che entrare in una sorta di sindacato ispettivo degli atti della Giunta, sia pure attraverso il parere, configura molto le stesse funzioni che svolge la Commissione consiliare, ad esempio, che esprime il parere su moltissimi atti della Giunta: sostanzialmente una parte di questi verrebbero sottoposti a un secondo parere consultivo.
Diverso è per gli atti più generali di programmazione: su quelli lo Statuto, le leggi, ecc. prevedono che soggetti ampi siano sentiti, che esportatori di interessi siano sentiti.
Per quanto riguarda questo organo, pur nella sua - secondo me - non utilità, perché la consultazione può essere sempre fatta ed essere anche più ampia senza confliggere col principio della doppia funzione svolta in aggiunta a una funzione già svolta e già attribuita al Consiglio, in questo momento, anche il ordine al patto che tutti noi abbiamo fatto per affrontare, secondo le regole che ci siamo dati, i costi della politica sarebbe sbagliato reintrodurre funzioni che sono un doppione delle funzioni consiliari in questa materia di controllo, di verifica e di espressione di pareri sugli atti della Giunta e, a seconda dei casi, della Commissione consiliare e/o del Consiglio.
Queste sono le ragioni che avevo già spiegato e che ho voluto ribadire.
La pregherei di non insistere nell'illustrazione, che è chiarissima, che lei ha già svolto.



PRESIDENTE

Per informazione all'Aula, il subemendamento e gli emendamenti sono stati accolti e dichiarati ricevibili perché, pur identici a quelli precedenti, la modifica è nella norma non definitiva, ma transitoria.
Prima di porre il votazione il subemendamento n. 102/A, chiedo se vi sono dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
In parte ha già anticipato lei il mio intervento, perché volevo appunto fare una piccola correzione a quanto dichiarato dalla Presidente Bresso riferendo che avevo ripresentato emendamenti già ritirati. In realtà formalmente sono diversi - purtroppo di questo chiedo scusa all'Aula, ma la grafica non è stata straordinaria - perché era previsto un Capo I bis e un articolo 23 bis che poi diventavano Capo II e articolo 24 come disposizioni transitorie valide solamente per l'ottava legislatura in corso. Non l'ho spiegato bene prima, ho motivato dicendo che noi avevamo già votato un Co.Re.Sa. in essere. Chiedo venia perché non mi sono spiegato bene.
Presidente, capisco perfettamente il suo punto di vista. È un punto di vista politico legittimo. Sicuramente ha le sue valide ragioni pensare che Enti e Comitati possano rallentare il percorso della formazione delle leggi e quindi aumentare il costo della politica non solo sotto il profilo dei gettoni o dell'erogazione degli stessi, ma anche sotto l'aspetto del tempo e dunque i provvedimenti evidentemente avrebbero un costo maggiore per la collettività.
Tuttavia, credo che si debba sempre mantenere e comunque tenere alto il livello dei controlli e delle verifiche, perché è vero che forse bisogna immaginare tempistiche un po' più veloci per certi provvedimenti, per bisogna anche aver paura dell'uomo solo al comando.
Credo che, in fondo, più passaggi della stessa materia possono e danno possibilità, a più persone, a più teste pensanti di rieleggere, di rivederla ed eventualmente esprimere delle valutazioni. Ci sono tante persone che lo fanno quasi a titolo gratuito, ricordiamo che i membri del Co.Re.Sa. prendono un gettone assolutamente risibile, non credo che si possa considerare un eccessivo costo della politica. Lei, Presidente, ha citato i costi della politica, trovo che sia logico e corretto il ragionamento emerso nella Conferenza Stato-Regioni, ovvero di non duplicare le stesse funzioni per organi diversi.
In questo caso non si tratta della stessa funzione perché il Co.Re.Sa.
nasce come ente, come strumento e supporta la Giunta e il Consiglio regionale, nasce per esprimere dei pareri che, peraltro, non sono vincolanti. Questo lo voglio ricordare non sono vincolanti né per il Consiglio regionale e neanche per la Giunta. Sono un'occasione di riflessione.
Tutto sommato le occasioni di riflessione sono sempre utili. Per esempio, non sono neanche d'accordo sull'abolizione di altri comitati. Fino a qualche settimana fa era calendarizzata l'abolizione del CROP, peraltro senza che venisse completato il percorso in Commissione, e così via di altri Comitati.
Credo che una riorganizzazione sia sacrosanta, ma che l'abolizione tout court sia, a lungo andare, dannosa per evitare che vengano prodotti degli obbrobri dal punto di vista amministrativo.
Nella fattispecie, Presidente, il subemendamento in oggetto che peraltro, lo sottolineo, è transitorio, quindi temporaneo ovvero limitato all'VIII legislatura, offre uno strumento in più alla Giunta e alla Commissione. Non è assolutamente un costo in più per la politica perché si poteva utilizzare come no, competeva agli organi politici di Giunta e Commissione decidere se utilizzarlo o meno. Mi rassicura un po' di più il fatto che, come si è detto, si possa interpellare il Co.Re.Sa. per questa e anche per altre questioni ben più ampie. Mi fa piacere.
Il senso dell'emendamento, in questo caso del subemendamento, è un riconoscimento di un ente e di una serie di persone che, bene o male, in questi anni, si sono impegnate nella grande maggioranza dei casi in assoluta e totale buona fede. Il mio voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul sub emendamento rubricato n. 102/a, sul quale la Presidente della Giunta regionale, Bresso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Sull'emendamento rubricato n. 102, ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Intervengo solo per chiedere la votazione singola, emendamento per emendamento, non per altro. Devo dare atto alla Presidente di essere stata molto chiara ed esaustiva nella risposta. Peraltro, ha palesato una sua legittima posizione, che non condivido. Tuttavia, credo sia più utile proseguire con l'esame del disegno di legge e lasciare lo spazio all'Aula per ulteriori lavori di analisi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 102, sul quale la Presidente della Giunta regionale, Bresso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Consigliere Giovine, le proponevo di dare la stessa votazione.
Essendo la formulazione identica, e avendo bocciato i primi due emendamenti, si potrebbero ritenere superati. Per non ritenerli superati e ragionare con attenzione se sono superati o meno, le proporrei, e rimangono agli atti, di dare la stessa votazione sui tre emendamenti che lei ha presentato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

La ringrazio. Lei è sempre preciso e delizioso nelle mediazioni, per chiedo...



(Proteste di alcuni Consiglieri)



GIOVINE Michele

Presidente, anche quando ho parole di miele per i colleghi, riesco a suscitare il tumulto nell'aula (devo avere poteri taumaturgici che mi erano ignoti).
Chiedo che vengano votati perché verifico che, ogni tanto, i Consiglieri di minoranza hanno votazioni difformi da emendamento ad emendamento. Non vorrei privare i Consiglieri di minoranza di esprimersi in piena libertà se favorevoli o contrari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103, sul quale la Presidente della Giunta regionale, Bresso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104, sul quale la Presidente della Giunta regionale, Bresso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105, sul quale la Presidente della Giunta regionale, Bresso, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 24 Emendamento rubricato n. 106, presentato dal Consigliere Nicotra: Emendamento soppressivo dell'articolo 24.
La parola al Consigliere Giovine, per dichiarazione di voto.



GIOVINE Michele

Questo mio intervento non è nuovo sui disegni di legge che prevedono l'urgenza, ma molti colleghi sanno già che sono sempre più scettico all'applicazione d'urgenza su tutti i disegni di legge in modo imprescindibile e a tamburo battente, perché significa voler costantemente aggirare lo Statuto e il Regolamento.
Non capisco la fattispecie per cui ci deve essere la dichiarazione di urgenza. Ricordiamoci che la parte principale di tutte le proposte di deliberazione del Piano Sanitario verrà discussa in Aula a settembre quindi non capisco perché si voglia rinunciare ai 15 giorni previsti per legge dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale dell'attuale disegno di legge n. 267, anche perché sono parecchi i soggetti ed è comunque giusto che abbiano il tempo, visto che il periodo estivo è ormai alle porte, per poter leggere e apprendere con i dovuti modi la legge affinché possa essere applicata correttamente. Quella che è stata istituita nello Statuto è una norma di assoluto buon senso.
Contesto, come ho già fatto nelle scorse Conferenze dei Capigruppo e in Aula, questo modus operandi cui si ricorre sempre, anche per disegni di legge che non hanno nessuna necessità di urgenza, come questo, se il grosso del Piano Sanitario si farà a settembre. Mi pare, tutto sommato, che non ci sia quest'urgenza affinché entro il 15 agosto - il tempo della comunicazione - ci sia questa piena effettiva capacità di tipo legislativo.
Che venga messo agli atti che non è necessario che un emendamento venga messo in urgenza quando non ce n'è l'utilità.



PRESIDENTE

Il Consigliere Giovine ha segnalato una cosa condivisa anche dalla Presidenza.
Se l'Aula acconsente, potremmo eliminare la dichiarazione d'urgenza all'articolo 24. Seguirà l'iter ordinario.
Ringrazio ancora il Consigliere Giovine per l'attenzione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 106.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 43 presentato dai Consiglieri Cotto, Cavallera e Ferrero: il titolo del disegno di legge è così modificato: "Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale e individuazione di soggetti e attività a integrazione delle attività dei servizi sociali".
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Visto che non sono riuscita a modificare il testo, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cotto.
Prima di passare al voto sull'intera legge, c'è l'ordine del giorno n.
770 collegato, ma prima ancora dell'ordine del giorno, faccio una precisazione sull'articolo 18, comma 4. Il termine "invero" deve intendersi anche per dare senso giuridico a quanto votato.
Passiamo ad esaminare l'ordine del giorno n. 770, "Iniziative a tutela dei diritti del personale laureato", presentato dai Consiglieri Rossi Robotti, Vignale, Cavallera, Bizjak, Novero,Guida, Manolino,Turigliatto Cotto, Comella, Nicotra, Spinosa, Moriconi, Barassi, Bossuto, Valloggia Muliere, Boeti, Deambrogio, Chieppa, Cattaneo, Clement, Dutto, Rostagno Ricca e Giovine, che viene distribuito nel testo originale. Ricordo che nel testo dell'ordine del giorno originale, per precisare, abbiamo apportato qualche modifica. Alla prima riga è stato scritto "si avvalgano" al posto di "si avvalgono". Nella seconda riga: "Possono assegnare", e così di seguito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Presidente, vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno che è stato preparato, evidentemente, in mattinata, quando non ero presente.
Appongo, quindi, anche la mia firma.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ricca. Il Consigliere Rostagno fa la stessa richiesta.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento sull'ordine del giorno lo pongo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 770, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che Università, Aziende sanitarie, Direzioni regionali ed Enti pubblici qualora si avvalgano di personale laureato per attività di ricerca, formazione e front office, nella maggior parte dei casi possono assegnare borse di studio o assegni di ricerca che, salvo casi particolari non valgono ai fini previdenziali e in ogni caso non riconoscono i diritti fondamentali previsti per i lavoratori (esempio astensione dal lavoro per maternità, malattia, versamento dei contributi) impegna la Giunta regionale a predisporre un apposito protocollo d'intesa per le iniziative finanziate o cofinanziate dalla Regione, che diano garanzie previdenziali e le tutele fondamentali previste per i lavoratori operanti con le forme sopra descritte e che, per le attività non relative alla ricerca riferibili a funzioni di front office, si proceda all'assunzione diretta con contratti a tempo determinato o con collaborazioni direttamente riferibili all'Ente regionale".
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto sull'intero testo del disegno di legge n. 267, il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
chiaro che dopo una discussione così impegnativa e, soprattutto, dopo un lavoro così importante di quasi due anni, credo che non sia inutile, da parte dei Presidenti dei Gruppi di maggioranza, ma in generale di tutti i Gruppi, esprimere molto sinteticamente qualche osservazione e soprattutto qualche raccomandazione rispetto al provvedimento.
Un provvedimento che riteniamo oltremodo positivo e capace di dare organi della programmazione ad un sistema, quello sanitario, che ha bisogno di strumenti e, per l'appunto, di organi capaci coralmente, insieme al Consiglio regionale, di svolgere una programmazione non solo di lungo periodo, ma anche territoriale e di periodo più limitato.
Voglio in particolare sollecitare la Giunta affinché si faccia in modo che la Conferenza per la programmazione socio sanitaria, che in questi anni è stata obiettivamente un po' svilita nelle sue funzioni, possa svolgere pienamente il suo ruolo di piccolo Parlamento delle Amministrazioni locali di sindacato delle parti sociali nella prospettiva dell'applicazione della programmazione sanitaria.
Credo che sia molto importante l'enfasi che abbiamo inteso dare alla Conferenza dei Sindaci e quindi sottolineo l'importanza a che questa Conferenza si svolga con il rispetto e con l'attenzione che questa indubitabilmente merita.
Così come mi attendo - sono sicuro che così sarà - una pronta attenzione e valorizzazione da parte della Giunta rispetto ad un organismo sicuramente nuovo, che è passato un po' sotto traccia nella discussione di questi giorni, ma che mi sembra molto importante. È un'assoluta novità che abbiamo, per quanto riguarda la nostra parte politica, sollecitato e che ha trovato opportuna attenzione e recepimento, cioè la previsione della Conferenza di ASL degli utenti del terzo settore dell'imprenditoria sociale, cioè un luogo dove finalmente questi soggetti, che fanno parte della rete socio sanitaria, possano trovare un ascolto, un'attenzione e un luogo di proposizione anche nei confronti della Direzione dell'Azienda Sanitaria.
Mi sembra molto importante, è un'indicazione assolutamente nuova e sicuramente coraggiosa quella di indicare una più ampia definizione dei confini dei distretti sanitari che vengono indicati intorno, di norma, in dimensione non inferiore ai 70.000 abitanti. Anche questa credo sia un'indicazione e una sollecitazione molto importante. So che in fase applicativa non saranno pochi gli ostacoli che porteranno ad applicare questa indicazione, attendo che la Giunta abbia capacità di mostrare la stessa determinazione che sta dimostrando nella volontà di accorpare le Aziende Sanitarie Locali anche nel senso di applicare questo indirizzo che il Consiglio ha inteso dare.
Lo dico in modo particolare anche rispetto all'altra questione, anche questa molto importante, su cui ricordo, facendo qualche riflessione con gli amici di maggioranza, trovammo subito un'intesa all'inizio del confronto di maggioranza. L'importanza, cioè, di fare coincidere progressivamente - la legge dice entro 18 mesi - i distretti con i consorzi socio-assistenziali. Anche questa non sarà un'impresa facile: raccomando alla Presidente e agli Assessori una forte determinazione perché questo è un punto politicamente non facile, piuttosto indigesto, ma credo altrettanto importante nella logica della razionalizzazione che intendiamo sviluppare.
Un ultimo punto che mi pare oltremodo importante e che abbiamo inserito, sia pure con una certa fatica - ma vedo con soddisfazione che alla fine questo punto trova luce - è quello del riconoscimento delle aree di coordinamento sovrazonale. In altre Regioni si chiamano Aree vaste quello che importa non è il nome, quanto l'idea: fare in modo che - domani probabilmente mi auguro che approveremo un'altra legge molto importante che riguarda la costituzione di una Società di Committenza Regionale - l'area di coordinamento sovrazonale vada nella direzione di semplificare le procedure, di accentrarle e soprattutto - questo è un tema che voglio sottolineare - nel senso di costringere e impegnare gli organismi e le persone a giocare in squadra.
Credo che uno dei temi più importanti che dobbiamo, in qualche modo costruire nel lavoro applicativo del Piano e di questa legge è esattamente questo: la capacità di impegnare i soggetti, gli organismi, le organizzazioni in un disegno corale di aiuto, di reciprocità, di gioco di squadra. In questo senso, l'ultima sollecitazione: le aree di coordinamento sovrazonale suggeriscono e impegnano la Giunta affinché questo lavoro di integrazione avvenga non solo su funzioni amministrative (acquisti eccetera) ma anche sulle prestazioni di tipo sanitario. Quindi intendo sollecitare la Giunta per fare in modo che questo lavoro non si limiti alle sia pure importanti sinergie che possiamo ottenere sul fronte della situazione del personale, degli acquisti e di altre attività, ma anche sul fronte del coordinamento delle attività di cure.
Naturalmente il voto del Gruppo de La Margherita è convintamente a sostegno del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guida.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Signor Presidente della Giunta, Assessore, abbiamo perso un'occasione.
Parto dall'intervento del Consigliere Stefano Lepri che mette in risalto le raccomandazioni dalla maggioranza. C'è la consapevolezza che il disegno di legge che sta per essere approvato dall'Aula, dalla vostra maggioranza, sia uno strumento assai banale, che contenga pochissime novità dal punto di vista dei cambiamenti che riguardano veramente gli ammalati e che, invece contenga tante novità per quanto riguarda quello che Stefano Lepri poco fa ha chiamato razionalizzazione.
Mi stupisce che il collega Lepri, un caro amico, che ha anche ricoperto la carica di Assessore ai servizi sociali di Torino, in qualche modo ritenga positivo il lavoro svolto. All'interno di questo disegno di legge c'è l'accentramento su Torino e la fine di qualsiasi autonomia che le Unità Sanitarie Locali negli anni '80, in qualche modo, avevano ottenuto con la prima riforma sanitaria e, di fatto, con una sorta di programmazione dal basso che aveva legato la storia degli ospedali e della socio-assistenza piemontese - nata dal pauperismo, dai Comuni, dalle Confraternite, dalle IPAB - con il cambiamento della "salute moderna", della sanità moderna. C'è un cambiamento radicale, c'è l'accentramento su Torino.
A riprova di quanto appena detto, in Commissione Sanità, ad esempio, si è parlato dell'accentramento su un'unica Azienda Ospedaliera di tutto ci che riguarderà il futuro legale per le polizze assicurative. È la fine dell'autonomia sanitaria e l'inizio dell'accentramento sanitario su Torino.
Di cosa vogliamo parlare? Delle povere assemblee dei Sindaci, delle rappresentanze dei Sindaci, dei Comitati di distretto? Ma se avete tolto ogni possibilità di decisione a queste assemblee. C'è scritto chiaramente nel disegno di legge, comunque, all'interno degli indirizzi stabiliti dalla Giunta regionale. Non c'è più alcuna autonomia da parte delle Amministrazioni locali.
Sono un po' stupito anche di alcune adesioni poco credibili, e assai partigiane, che abbiamo visto durante le audizioni in Piemonte quando i Sindaci si strappavano le vesti per dire: "Finalmente! È un Piano sanitario che cambierà e migliorerà i destini della sanità piemontese". Non è affatto così. In seguito scopriranno che, già da questo primo atto legislativo, se lo leggeranno bene, che gli verrà assolutamente tolto di mano qualsiasi retaggio di libertà e autonomia esistente.
Quindi, noi lo consideriamo uno strumento banale. È stata data eccessiva enfasi all'intero Piano Sanitario e, ovviamente, anche a questo disegno di legge.
Riteniamo che sia un'occasione persa perché si poteva utilizzare la colpa - se vogliamo chiamarla così - della precedente Amministrazione di non aver approvato il Piano Sanitario, per fare veramente qualcosa di innovativo, di strategico, qualcosa che veramente cercasse di migliorare la sanità piemontese. Tra l'altro, sono uno tra quelli che in Commissione ha detto che il Piano Sanitario è uno strumento per certi versi inutile. La sanità piemontese lavora bene, produce, assiste e fornisce tutte le prestazioni anche senza Piano Sanitario, a dimostrazione che c'è una cultura, una professionalità, un'esperienza, che sono sicuramente tra le migliori d'Italia. Ricordo che uno dei più recenti sondaggi del Sole 24 Ore inseriva nei primi dieci ospedali piemontesi, tutti i principali ospedali torinesi (il CTO, il Mauriziano, le Molinette, il Sant'Anna) a dimostrazione che c'è un'attività professionale che non è soltanto quella dei medici, degli infermieri, ma di tutti gli operatori che lavorano nella sanità, che è assolutamente adeguata.
Quello che contesto è l'enfasi di cui parlava prima il Consigliere Stefano Lepri, l'enfasi che avete dato a questo Piano: è uno specchietto per le allodole che vi si ritorcerà contro nei prossimi mesi.
Sa perché - mi rivolgo a lei, collega Lepri, perché abbiamo anche delle affinità su alcuni temi - sono tra quelli che riteneva che questo Piano andava approvato? Perché non bisognava dare alcun alibi alla Giunta che continuava a dire che, poiché l'opposizione non voleva fare approvare il Piano, la sanità non funzionava adeguatamente perché mancava il Piano Sanitario. Sono tra quelli che dicono che il Piano va approvato, per poi dire che nulla cambierà dopo l'approvazione del Piano. Non so se sono stato abbastanza chiaro.
La prova del nove l'avremo tra qualche mese quando discuteremo in aula il Piano Sanitario vero e proprio, quello che riguarda le strutture ospedaliere, l'accorpamento delle ASL; quello che riguarda i posti letto le strutture, gli indirizzi sulla prevenzione. Quando parleremo del controllo di gestione delle ASL ne scopriremo delle belle e scopriremo che di fatto, in questi mesi, avete un po' snaturato il progetto originario di Mario Valpreda. Persona, lo voglio ricordare, corretta, con il quale c'è sempre stato un confronto, seppur aspro. Persona che, forse, era partito in un certo modo, e che, oggi, come è stato detto anche da qualcuno di voi, si trova con un disegno di legge sostanzialmente diverso da quello che lui stesso aveva predisposto.
Un'ultima riflessione: l'opposizione, alla fine, ha consentito a discutere e approvare il disegno di legge n. 267. Questo dimostra che quando ci sono, da parte della Giunta, anche delle aperture e, soprattutto il riconoscimento della centralità del Consiglio, nessuno di noi si tira indietro nel discutere provvedimenti così importanti, seppur per noi assolutamente banali e da respingere con il nostro voto contrario.



PICHETTO FRATIN GILBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente. È con soddisfazione che anche noi, Democratici di Sinistra, così come La Margherita, ci apprestiamo a votare questo disegno di legge. A differenza di ciò che pensa il Consigliere Guida, noi pensiamo che questo disegno di legge ponga le basi per un sistema socio-sanitario in grado di soddisfare meglio le aspettative di salute dei piemontesi.
Voglio anche dire che siamo grati all'opposizione. In questo giorno e mezzo di dibattito abbiamo discusso in maniera seria e siamo entrati nel merito delle questioni; abbiamo accettato emendamenti che ci sembravano, in qualche modo, potessero andare bene. Abbiamo fatto quello che i cittadini piemontesi si aspettano da noi. Continuiamo a pensare, magari erroneamente ad un sistema politico che concluda i percorsi iniziati e la cui strada non è parallela a quella dei cittadini, ma l'obiettivo è di interpretarne le esigenze e i bisogni.
un disegno di legge, quello che ci apprestiamo ad approvare, al quale abbiamo lavorato in questi due anni con assoluta convinzione, con lealtà e collaborazione, insieme all'Assessore Valpreda. Questo è il disegno di legge che l'Assessore Valpreda ha voluto e al quale assieme abbiamo lavorato.
Un disegno di legge che introduce elementi innovativi: i piani e i profili di salute, i piani attuativi locali, i piani attuativi delle aziende ospedaliere e la Conferenza dei Sindaci, alla quale, oggi, abbiamo dato un ruolo completamente diverso anche rispetto al passato. Oggi, la Conferenza dei Sindaci, può chiedere il licenziamento del Direttore generale. Nella passata legislatura mi sono trovato in alcuni territori della provincia i cui Sindaci non sapevano nemmeno chi fosse il Direttore generale, con il quale, praticamente, non avevano alcun tipo di rapporto.
Presidente, dobbiamo, con un slogan, passare da una sanità che salva la vita, anche se deve continuare a farlo, ad una sanità che aiuta a vivere meglio.
Un Piano Socio Sanitario che ha il suo punto di forza nel distretto: luogo dove i cittadini si confrontano, dove acquistano e perdono la salute anche in relazione alle condizioni economiche delle famiglie; dove è possibile identificare i bisogni e predisporne le risposte adeguate.
Pensiamo che 70.000 abitanti vadano bene. Pensiamo anche noi che un Consorzio socio assistenziale e un distretto debbano coincidere e se ha meno di 20 mila abitanti non è in grado, anche da un punto di vista economico, di rendere esigibili i diritti socio-assistenziali.
Noi siamo d'accordo con quello che dice la Presidente Bresso. Oggi i diritti sanitari sono riconosciuti ai cittadini, quelli socio-assistenziali non lo sono ancora, credo sia un passo in avanti che noi dobbiamo fare.
La Giunta, grazie anche all'approvazione di questo disegno di legge potrà, con un decreto, riorganizzare le ASL. Noi ci auguriamo entro il 30 settembre che questo non avvenga. Speriamo che, così come si è affrontato il dibattito in questo giorno e mezzo, lo stesso si faccia a settembre, che sia l'Aula a votare la riorganizzazione delle ASL. Non intendiamo abdicare al nostro ruolo, vogliamo discutere e concludere i percorsi che abbiamo iniziato.
Quando abbiamo presentato la relazione introduttiva, abbiamo ringraziato l'Assessore Valpreda con il quale abbiamo lavorato; abbiamo ringraziato gli uffici della Regione che lavorano in Commissione, adesso voglio ringraziare gli uffici dell'Assessorato, soprattutto Vittorio De Micheli, che si è ritrovato a sostenere il peso dell'Assessorato per la malattia di Mario Valpreda, che ha sostenuto questo peso con onestà coraggio e lealtà; che ha affrontato la discussione con noi all'interno delle Commissioni e nell'Aula a sostegno della Presidente Bresso. De Micheli rappresenta, in qualche modo, quel modo di lavorare che noi pensiamo debba essere caratteristica dei dipendenti di questa Regione.
con estrema convinzione che votiamo questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Cinque minuti sono pochi per intervenire, vuol dire che lo faremo per puntate anche su altri argomenti.
La legge di oggi che sta per essere approvata è un momento ragionevolmente positivo per la Regione Piemonte perché poteva andare molto peggio. Dentro questa legge - che ho letto e riletto, molti di coloro che la voteranno non l'hanno letta e credo di poterlo dimostrare subito dopo fortunatamente, non c'è niente. Perfino il Capogruppo Stefano Lepri ha fatto fatica, da grande professionista quel che è, a trovare degli agganci positivi per giustificarne il voto positivo che, non convintamente (lo ha detto in aula che non era convinto) il suo Gruppo darà, citando una nuova formula organizzativa: la Conferenza dei Sindaci. Un altro appesantimento che nel prossimo futuro porterà non gravi danni - fortunatamente - alla sanità piemontese e all'area vasta, anzi, sovrazonale (la terminologia ha un'importanza determinante nell'ambito della legge che codesta maggioranza sta per approvare).
Non vorrei che ci fossero dubbi: noi voteremo convintamente contro.
Non è questo l'elemento caratterizzante di oggi, perché quello che è successo negli ultimi giorni merita... Non oggi, oggi non succede niente! Oggi "sotto il vestito niente" (così il compagno Moriconi e la nota animalista Marina Ripa di Meana avranno modo di condividere il nulla che oggi, fortunatamente, viene approvato). Il peggio potrà venire dopo.
Se volete - e se provocate, si può fare - vi leggo il documento del 28 dicembre 2005, quello scritto da Mario Valpreda, che era e rimane (basta leggerlo, se non si è pigri) un documento organico, omogeneo, ortodosso e soprattutto comunista.
lì: basta prenderlo! Poi, uno prende quello che state approvando, e non è vero che è uguale, perché è stato molto fortunatamente, rendendolo inoffensivo, "deridizzato". Tant'è vero che il Consigliere Lepri, quando il compagno del neopartito democratico Boeti diceva "grazie a Valpreda" scuoteva con un sorriso il capo.
Sono due documenti diversi. Non mi credete? Leggeteli! Non volete farlo? Avremo occasione di farlo, se ulteriormente provocati. Abbiamo letto tante cose in Consiglio per passare il tempo, se volete, ve lo leggo per pezzi, e vi faccio le versioni a confronto del documento che nemmeno Baiardi avrebbe avuto, a suo tempo, il coraggio di scrivere e quello che approviamo oggi.
Ma non è nemmeno il peggiore dei mali! Questo documento non piace soprattutto alla Presidente che lo vota. E poiché la Presidente è una persona sincera, che talora fa trapelare la sincerità all'esterno della sua professione o del suo mestiere (per me sono due termini molto nobili soprattutto la parola mestiere), lo ha detto. Credo che, se provocata, e la Presidente non è persona così difficile da provocare, lo direbbe anche qui: "Non l'avrei mai scritto così; non l'avrei chiamato Piano; l'avrei fatto di dieci pagine e non di 24 articoli".
Poi c'è una delibera, la n. 161, di cui comunque parleremo preferibilmente, presumibilmente, probabilmente - dopo di oggi, perché così è stato sancito, di 281 pagine. E lì c'è la polpa, come c'è nella delibera n. 162. Ma di questo parleremo nelle prossime puntate, perché qualche problema concreto c'è.
Stiamo votando un documento in cui non crede nessuno; noi non certo come dice la "colomba" Guida, ma perché come dice il falco, o falcone, o falchetto oppure gufo, ma comunque un rapace, non pacifista, non politicamente corretto e non buonista, non vorrei che ci fossero dei dubbi perché questo non provoca tanti danni, e quindi possiamo andare tutti nelle più o meno meritate vacanze.
Attenzione! Ha ragione il compagno Chieppa: quando qui si impedisce di discutere... Non vorrei che a qualcuno venisse il dubbio che c'è il bench minimo legame di colleganza e di omogeneità di pensiero tra il mio e quello del compagno Chieppa; lo smentiamo decisamente, al di là degli accordi, ma questo fa parte della politica, che ci vede uniti per un bene comune.
Se si sostengono cose eterogenee, prima o poi le cambiali si pagano.
Attenzione! Sui giornali di oggi - non che necessariamente siano una fonte c'è scritto che tutta la sinistra teme questo riflusso del privato. C'è una dichiarazione che parla dell'"attività selvaggia privatistica".
Ragazzi, domani voterete un disegno sulla SCR che, in primis, esce dalla Giunta; in Commissione, l'opposizione - come sempre con grande rispetto per questo ente - cercherà, e lo farà soprattutto da settembre, di migliorare il prodotto. E chi è in Commissione sa che sto dicendo soltanto una pallida forma della verità.
E c'è un atto di presidenzialismo, di liberalismo, di liberismo che neanche il liberista più selvaggio che c'era nella Giunta precedente - cioè io - avrebbe avuto il coraggio di presentare, perché sarebbe stato massacrato non appena entrava in aula.
Mettetevi d'accordo! Compagno Clement, tu che sei entrato qui alzando il pugno due anni e mezzo fa... Ti sembra ieri, ma sono già trascorsi due anni e mezzo, e la parte buona è finita: adesso c'è una discesa verso il precipizio e vedrai da settembre! Leggete le cose! Decidete da che parte state! Il Consigliere Buquicchio, almeno, quando dice "mai più comunisti" aggiunge "l'avevo già detto". Adesso si tratta soltanto che si trasferisca un filino per tempo - se non dispiace ad alcuni di loro - dalla parte giusta, e poi traiamo le conclusioni.
Infine - chiudo e chiedo scusa all'Aula per il minuto e 43 secondi in più che risparmierò nel prossimo intervento, per il rispetto che ho sempre avuto e che avrò ancora di più per quest'Aula - c'è stata una fase di forte forzatura sull'Aula, quella che il compagno Boeti timidamente auspicava.
Che qualcuno ci provi di nuovo a forzare la libertà dell'Aula! Garantisco che se ne pentirà!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Grazie, Presidente.
Io ritengo, invece, che quella che andremo ad approvare fra poco sia una buona legge e definisca il quadro della programmazione socio-sanitaria regionale, in modo da consentirci di avere lo strumento propedeutico per l'approvazione degli atti di applicazione della programmazione, che sono certamente il Piano Socio Sanitario e i relativi strumenti di attuazione tra i quali ricordo quanto questa legge mette in campo: i profili e i Piani di salute, i Piani attuativi delle aziende e gli altri aspetti già ricordati negli interventi dei colleghi Lepri e Boeti, che sottoscrivo in pieno per quegli aspetti.
Non rimando ad altre questioni di contenuto, perché in parte le ho affrontate nella discussione generale che ha aperto il dibattito e perch ci sarà occasione di affrontarle a settembre, quando riprenderemo la discussione sul Piano Socio Sanitario.
Voglio solo aggiungere una cosa, riprendendo un'affermazione del collega Guida, quando dice che questa legge va ad accentrare l'attività della sanità piemontese, riferendosi alla dizione in cui si dice che l'attività sul territorio dovrà essere svolta all'interno degli indirizzi regionali individuati proprio da questa legge.
Mi pare che questa sia la strada giusta. La cosa indispensabile affinché le cose funzionino bene sul territorio è che ognuno svolga la propria parte. Alla Regione compete certamente quella della programmazione e della pianificazione, quindi di definire gli indirizzi generali all'interno dei quali chi deve attuare gli interventi sul territorio si deve certamente richiamare.
vero che la nostra sanità è una buona sanità, che funziona bene, è un'eccellenza, ma dobbiamo cercare di continuare a farla funzionare a livelli di eccellenza, in un quadro di compatibilità con le risorse disponibili; dobbiamo quindi definire al meglio gli obiettivi che all'interno della pianificazione e della programmazione regionale devono essere raggiunti.
Per altre considerazioni di merito rimando alla discussione che ci sarà a settembre. Voglio però sottolineare ancora un aspetto, che è quello dell'applicazione che noi dovremmo dare a questa legge, a quanto questa legge individua, alle linee di programmazione che individua. Sarà quindi importante, come già è stato detto, che si metta attenzione alla sua applicazione.
Credo che nei prossimi 12-24 mesi sarà importante capire se il quadro che abbiamo disegnato sarà attuato e compatibile con la vera pratica sul territorio.
Una considerazione che voglio aggiungere è quella riferita al percorso anche abbastanza accidentato, che ci ha portato all'approvazione di oggi e che segna un momento importante rispetto alle indicazioni programmatiche di due anni e mezzo or sono. Direi che è uno dei momenti più significativi da questo punto di vista. È un percorso che soltanto negli ultimi giorni ha trovato un momento di confronto vero, per quanto si sia portato dietro ancora qualche zavorra dovuta alla presentazione di emendamenti di tipo ostruzionistico. Tuttavia, i problemi sono stati superati, consentendoci anche, in un confronto in Aula, di accettare suggerimenti e correzioni che l'opposizione ha posto sul tavolo.
Rimane forse il rammarico di non avere potuto fare prima questo percorso, magari utilizzando al meglio momenti di discussione dedicata a tale questione, sia in Commissione sia in Aula, momenti che potevano essere utilizzati anche in modo più proficuo.
Chiudo con una considerazione, che si aggiunge a quella del collega Boeti, rispetto a chi ha lavorato a questo provvedimento. Consentitemi di esprimere l'apprezzamento - non per piaggeria, perché non è nelle mie abitudini - a chi ha assunto il ruolo di Assessore in questi ultimi mesi alla Presidente, per la determinazione e l'impegno che ha dimostrato e per la puntigliosità con la quale ha seguito il dibattito, in Commissione e in Aula, calandosi appieno nel ruolo delle funzioni che esercitava ed ha assunto ad interim.
Da questo punto di vista, ritengo che approveremo convintamene il documento in discussione; mi auguro che il metodo di lavoro, che ha caratterizzato queste ultime giornate di confronto, possa essere ripreso a settembre, per svolgere un lavoro altrettanto proficuo sul Piano Socio Sanitario.



PRESIDENTE

Il Consigliere Scanderebech ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Non potendo chiedere la parola in dissenso al collega Guida, perch sono d'accordo al 100% con quanto ha detto, chiedo però se mi concede di intervenire. Quando volete voi, perché io sono libero e democratico: ritengo che l'Aula sia sovrana. Tuttavia, dopo quanto che è stato detto chiedo se posso anch'io aggiungere qualcosa. Ve ne sarò grato. Come vede sono tutti d'accordo. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Vedremo alla fine delle dichiarazioni di voto; nel mentre, maturerà le motivazioni della diversità.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente.
Rubo pochissimi secondi all'Aula, per annunciare il voto favorevole del Gruppo dei Comunisti Italiani e per chiedere al Consigliere Burzi di non chiamarmi compagno. Consigliere Burzi, io sono un irriducibile avversario della sua parte politica e ritengo che il termine compagno sia un termine serio. Lo possono fare quelli che mi sono compagni, con lei siamo avversari lo ripeto - irriducibili o meglio con la parte politica che lei rappresenta bene, dal suo punto di vista, ma dice cose che noi non condividiamo.
Questa legge, che ci apprestiamo a votare, mette a disposizione degli strumenti, alcuni innovativi. Gli strumenti sono neutri: dipenderà da come verranno utilizzati. Questo mi pare il tema. Intanto, c'è qualche segnale positivo. È importante, seppure molte volte in passato è stato detto ripartire dalle condizioni reali di salute della popolazione. Allora, il porre un accento, un'enfasi - chiamiamola come vogliamo - sui profili di salute della popolazione è questione importante. Altrimenti, che razza di programmazione sanitaria si fa, se non si parte dai bisogni reali della popolazione! Il coinvolgimento degli Enti locali l'abbiamo chiesto da lunghissimo tempo, pur esprimendo una perplessità, che ribadisco. Si possono esprimere perplessità, ma non c'è bisogno di cambiare la propria indicazione di voto nel momento in cui si esprime una preoccupazione.
Noi siamo stati tra coloro che hanno chiesto il pieno coinvolgimento degli Enti locali, rappresentati dai Sindaci e/o dai Presidenti di circoscrizione nelle grandi aree metropolitane.
Credo che dovremo fare attenzione, dovremo fare un punto, una verifica che questo non inneschi pericolose o pericolosissime dinamiche localistiche, che già sono in atto su molti territori. È bene che noi ci apprestiamo a controllare l'efficacia degli strumenti, anche innovativi che mettiamo in campo con questa legge. Noi la voteremo convintamente perché parliamo di strumenti.
Le cose che sono state riportato sono esterne, sono polemiche giornalistiche ed attengono a documenti che sono ancora in discussione presso le Commissioni consiliari: lì riprenderemo la discussione. Chi mi conosce sa che, in qualche modo, tendo a riproporre le questioni in cui crediamo. Le proposte sono collettive: lo dico a scanso di equivoci.
Come si è evinto dalla lettura molto corretta e come è stato riportato dai quotidiani, il problema non è l'uscita estemporanea del sottoscritto ma si tratta di posizioni che il mio partito ha maturato nel tempo e che intende riproporre nell'ambito della discussione e della definizione del documento di Piano Socio Sanitario regionale. Sono questioni che non inficiano l'impianto generale o la filosofia di fondo. Però, crediamo che su alcune questioni dovremmo avere - questo sarà oggetto di discussione maggiore coraggio.
Continuo a ritenere che i dieci anni di Governo del centrodestra e della destra, in particolare nel settore della sanità, abbia provocato disastri e uno sfondamento preoccupatissimo degli interessi privati nella sanità pubblica. Credo che dovremo porre rimedio a questo. Noi siamo pronti a contrastare anche alcune legittime tendenze che pure vi sono nell'ambito dell'Unione, che è una coalizione ampia, articolata e democratica, che ritengono il maggiore coinvolgimento degli imprenditori privati in sanità una cosa buona. Noi, invece, riteniamo che sia una cosa negativa; dunque lo diciamo e ci confronteremo sui temi.
Così come credo che dovremmo, anche se non è oggetto di questa legge chiedo scusa al Presidente - dare qualche segnale di volontà e di moralizzazione del Servizio Sanitario regionale. Una misura simbolica, ma appunto simbolicamente importante, è quella di dire ai nostri Dirigenti del Servizio Sanitario regionale - nostri, perché pubblici, formati dalle Università pubbliche, pagati con denaro pubblico e assurti a funzioni dirigenziali - che devono impegnare tutte le loro energie e la loro professionalità per far crescere il Servizio Sanitario regionale pubblico.
Parlo dei Primari e della necessità che venga per loro introdotto un elemento di esclusività del rapporto di lavoro, così come accade nella Regione Toscana. Questo sarà oggetto di discussione nelle prossime settimane.
Qui votiamo degli strumenti che noi condividiamo anche per il loro carattere innovativo. Il giudizio di merito dovrà essere dato da tutti noi rispetto alle modalità e ai risultati che questi strumenti, anche innovativi - lo ripeto - riusciranno a raggiungere.



PRESIDENTE

Invito i colleghi a stare nei tempi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che sia doveroso partire da una premessa nell'espressione del voto di questo provvedimento di legge. L'atteggiamento che il nostro Gruppo consiliare, ma in generale l'opposizione, ha avuto non soltanto rispetto alla legge, ma al Piano Socio Sanitario.
I Consiglieri presenti nella precedente legislatura ricorderanno come in realtà, il centrosinistra scelse una via estremamente più semplice: bloccare il Piano Socio Sanitario per un numero decisamente più ampio di sedute di Commissione. Molti Consiglieri che lo facevano nella precedente legislatura, in questa si sono lamentati perché si è passato un po' di mesi a discutere di Piano Socio Sanitario.
Questa è una premessa necessaria, che non va scambiata - lo dico per il mio Gruppo e certamente vale anche per gli altri - come un atto soltanto di buona volontà. Non lo è certamente, non tanto in merito alla legge, ma conoscendo le due delibere legate alla legge, se fosse un atto di buona volontà, avremmo fatto il possibile, e magari lo faremo, soprattutto in termini emendativi relativamente alle due delibere che seguiranno il Piano Socio Sanitario. La scorciatoia del blocco sarebbe stata facilmente perseguibile, molto più semplice, ma avrebbe dato alla Giunta la giustificazione che più volte, prima l'Assessore Valpreda e poi la Presidente Bresso hanno addotto nel corso di questi anni: non esiste un Piano Socio Sanitario, quindi, senza questo strumento, non sono in grado di esercitare come vorrei.
In realtà, il Piano Socio Sanitario è uno strumento di programmazione che, in qualche modo, tutela innanzitutto una maggioranza e un esecutivo che vogliano dare indirizzi di programmazione, purché si introducano criteri di verifica. Noi rileviamo che nella legge, come nel Piano, questi mancano; rileviamo positivamente che alcuni sono stati introdotti grazie agli emendamenti presentati dal nostro Gruppo consiliare; rileviamo invece che veri aspetti di verifica che, per esempio, erano presenti nel Piano pur non volendo anticipare la discussione sul Piano stesso - sono stati, in qualche modo, cassati.
Voglio invitare i colleghi, oltre che quelli di Giunta, soprattutto quelli di maggioranza che approveranno il Piano, a fare una valutazione non schizofrenica rispetto a quello che la legge dice, a quello che il Piano dice e a quello che è la sanità piemontese.
Ritengo che questa sia una legge neutra; con questa legge si pu scrivere un Piano Socio Sanitario: lo può scrivere il centrosinistra e, con la stessa legge, un Piano Socio Sanitario lo potrebbe scrivere anche il centrodestra. Si tratta di una legge di contorno, che non dà grandi indicazioni specifiche, se non alcune, secondo me minimalistiche, rispetto agli indicatori. Ci sono luci ed ombre all'interno della stessa legge, ma è fuori discussione che le valutazioni che faremo sul disegno di legge in oggetto sono strettamente legate alle due delibere che conosciamo e che abbiamo esaminato in sede di Commissione. Tant'è che anche la stessa legge in sede di Commissione, è stata licenziata in tre sedute, cioè il tempo necessario per esaminare una legge di 24 articoli. In pratica, non ha avuto un particolare iter difficoltoso.
ovvio che ci sono degli scogli sulle delibere allegate. Mi rivolgo ad alcuni Consiglieri che sono intervenuti: leggete i dati. Al Consigliere Chieppa dico: Si legga il dato su quanto la Regione Piemonte spende nei confronti dei privati. Negli ultimi due anni quel dato è aumentato. Posso dire che ne sono lieto ma, in realtà, non è così. Credo che nei confronti dei privati ci vada un rapporto positivo, ma finalizzato ad un miglior servizio nel paziente. Non lo demonizzo, ma nemmeno ne faccio una valutazione positiva aprioristica.
Così come dico al Consigliere Boeti che i distretti saranno anche centrali, ma le risorse nei confronti dei distretti sono diminuite. L'unica parte che poteva essere condivisa, cioè la necessità di un potenziamento dei distretti e una diminuzione delle spese ospedaliere- lo dico per chi l'ha letto - c'era anche nell'ultimo Piano Socio Sanitario votato da questa Giunta regionale. L'unico pezzo che invece era di verifica rispetto a quei dati, nel Piano non lo troviamo.
Il nostro voto sarà negativo, in quanto la legge poteva accogliere aspetti che, non soltanto il nostro Gruppo, ma anche altri hanno proposto e che non sono stati accolti; ma soprattutto perché, in qualche modo, è la legge che sorregge due delibere, che presentano problematicità e rispetto alle quali abbiamo, molti dubbi, che tuttavia concorreremo, o proveremo a concorrere, a modificare in senso migliorativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Intervengo per esprimere il voto positivo del nostro Gruppo.
Come ha detto anche il Consigliere Chieppa, sulla legge si devono fare alcune considerazioni. Aggiungo anche che arriviamo da dieci anni in cui anche se naturalmente ognuno può avere le proprie opinioni - i governi precedenti di centrodestra hanno sicuramente rappresentato una spinta, un tentativo di inserire la privatizzazione nella sanità. Forse ho vissuto un'altra storia, ma negli ultimi cinque anni, nella VII legislatura parecchie volte si è dovuto discutere sulla privatizzazione della sanità pubblica. Noi abbiamo provato ad opporci e la forte opposizione che avevamo sviluppato sul Piano Sanitario proposto da quella Amministrazione si basava proprio, di principio, sul concetto di evitare un'ulteriore privatizzazione della sanità. Con lo strumento che ci accingiamo a votare, non si corre questo pericolo.
Per il resto, concordo pienamente con il Consigliere Chieppa sul concetto dello strumento legislativo. Ad esempio, concordo sul fatto che lo strumento dipenderà anche da come sarà applicato. Tutti noi ci ricordiamo come nella sanità, a suo tempo, furono criticati i Comitati di gestione, in cui - si diceva - la politica entrava troppo prepotentemente; adesso prevediamo, giustamente, un ruolo dei Sindaci per far sì che ci sia una contemperazione tra un ruolo tecnico e un ruolo politico. Fondamentale è anche, secondo me, il concetto dei Piani profili di salute, anche per l'importanza della prevenzione, che è sicuramente una delle mie preoccupazioni e dei miei obiettivi.
Vorrei ricordare, ma credo che ne parleremo quando affronteremo il dibattito sul Piano Sanitario, un punto. Non vorrei che si confondesse come spesso si è portati a fare, sanità con salute. La salute è una condizione dell'individuo e, quando si perde, serve la sanità. La moderna medicina, diceva Illich, ha spostato sempre più l'attenzione dalla salute verso la sanità. Illich negli anni '70, circa, scriveva: "La medicina non ha fatto che perfezionare la definizione delle malattie e la somministrazione delle cure. La popolazione dell'occidente ha imparato a sentirsi malata e a farsi curare conformemente alle categorie di moda nell'ambiente medico. La clinica è sempre stata più dominata dall'ossessione quantitativa. Ciò ha permesso ai medici di misurare la portata dei loro successi con criteri da essi stessi stabiliti. La salute è diventata così una merce in un'economia di sviluppo".
Su questo argomento penso che dovremo riflettere quando costruiremo il Piano Sanitario, dovremo pensare all'importanza della prevenzione. Quanto più spostiamo il nostro sguardo verso la sanità e quanto più dimentichiamo la salute, tanto più ci allontaniamo dalla prevenzione e tanto più costruiamo, come diceva Illich, un sistema che pensa che la salute diventi una merce in un'economia di sviluppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Clement; ne ha facoltà.



CLEMENT Gian Piero

Esprimiamo grande soddisfazione per l'approvazione della legge.
Siamo del tutto convinti che questo sia un primo passo perch indubbiamente, la legge che approviamo oggi non è risolutiva di tutte le questioni che abbiamo sulla sanità. Crediamo che debba per forza essere accompagnata dalle altre due delibere che, mi auguro, approveremo nel mese di settembre.
Esprimiamo particolare soddisfazione perché oggi approviamo una legge su cui l'Assessore Valpreda ha lavorato molto. Per l'Assessore era l'elemento sicuramente prioritario di tutta la sua azione politica. Quante volte, soprattutto nei primi mesi della legislatura, aprivamo delle interlocuzioni, magari anche su altri temi, e l'Assessore ci diceva, a ragion veduta: "Compagni, lasciatemi lavorare perché è importante che vada avanti sul Piano Sanitario".
Credo che - qualsiasi valutazione si possa esprimere - questo passerà alla storia come il "Piano Sanitario di Mario Valpreda", prima ancora che della Giunta Bresso.
Concordando su questo e con quanto sostenevano i colleghi Chieppa e Moriconi, a me sinceramente non sembra uno strumento neutro, uno strumento che non individua linee di indirizzo ben precise.
Se andiamo a leggere all'articolo 1 le finalità e i principi, mi sembra che siano molto indicativi ed anche caratterizzanti dello spirito con il quale è stato scritto tutto il Piano. Il testo recita: "La programmazione socio sanitaria è basata sui seguenti principi: tutela e promozione della salute come bene comune, diritto inalienabile di tutti i cittadini, a prescindere dalle condizioni sociali individuali e interesse della collettività ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione; b) primato della prevenzione e ruolo strategico dell'attività di promozione della salute; c) ruolo primario dei soggetti individuali e collettivi del territorio nell'edificazione dei bisogni di salute e delle azioni finalizzate al raggiungimento e al mantenimento del benessere sociale;".
Ma è soprattutto nel punto d) che riconosco Mario Valpreda: "Orientamento alla solidarietà, alla sobrietà, alla dignità all'umanizzazione e alla sussidiarietà dell'organizzazione del funzionamento dei servizi socio-sanitari".
Se questi sono i principi sui quali si deve costruire tutta la programmazione socio sanitaria, credo che non siano assolutamente principi neutri.
Qualcuno diceva che questo atto non modificherà la situazione della sanità nella nostra Regione; che rischia di rimane lì. Altri sostengono che non farà troppi danni; altri ancora sostengono il contrario.
Tuttavia, credo sia estremamente importante; è un atto di programmazione socio sanitario fortemente atteso dai cittadini di questa regione, ma direi di più: più che dai cittadini, è fortemente atteso dagli Amministratori locali. Non ho partecipato a tutte le consultazioni, ma è emerso un grande interesse da parte degli amministratori locali rispetto al Piano, chi anche con accenti critici su alcune questioni, ma comunque una grande attenzione.
Gli operatori sanitari ci hanno sempre detto: "Questa è la strada maestra sulla quale andare avanti e conseguire dei risultati". E quindi ripeto - credo che l'approvazione di questa legge sia un momento estremamente importante, per i principi, ma anche per alcune indicazioni molto precise sancite all'interno della legge.
Credo, per esempio, che sia stata data grande attenzione da parte degli Amministratori locali proprio perché vengono ridefinite, in maniera precisa, le competenze della Conferenza dei Sindaci e il ruolo che le Amministrazioni devono giocare rispetto a questa partita, ad iniziare dalla costruzione dei PEPS. Grande attenzione rispetto all'evidenziazione della questione dei distretti e della loro coincidenza con i Consorzi. Anche su questo, credo che l'identificazione del numero quantitativo sia un'identificazione congrua, tenuto conto delle deroghe previste nella legge.
Concludo il mio intervento, esprimendo un ringraziamento a chi, in questi mesi, ha lavorato fortemente per raggiungere questo risultato,: l'Assessore ad interim alla sanità, la Presidente Bresso; tutta la struttura dell'Assessorato, che ha dimostrato di viverlo come una creatura propria. Esprimo anche un apprezzamento per il ruolo svolta dall'opposizione, soprattutto in queste ultime sedute, dove effettivamente, ci si è confrontati sulle problematiche, trovando delle soluzioni che mi auguro saranno positive per tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Inizierò il mio intervento apparentemente fuori tema, ma solo apparentemente.
Leggo infatti su La Stampa di oggi questo articolo: "Forse una sola ostetricia per la ASL 16 a Mondovì. Nominato il nuovo primario. Ceva perderà il reparto".
Sarà una combinazione, ma è stato nominato primario all'ospedale di Mondovì il facente funzioni di primario dell'ospedale di Ceva. Premesso che non conosco la persona e non intendo assolutamente mettere in dubbio le sue capacità e i suoi meriti, a mio parere tale manovra non è che un anticipo del Piano Sanitario regionale che dobbiamo ancora approvare.
Si è già deciso di eliminare il reparto di ostetricia di Ceva e, in questo modo, diamo una mano ad eliminarlo, perché l'ospedale di Ceva non ha un primario; il facente funzioni di primario lo facciamo diventare primario all'ospedale di Mondovì: l'ospedale di Ceva è destinato a chiudere; forse chiuderà ancora prima dell'approvazione del nostro Piano Sanitario.
Tornando invece al tema del disegno di legge n. 267 e in generale al Piano Sanitario, bisogna dire che, sicuramente, il Piano Sanitario e le norme per la sua programmazione contengono dei grandissimi principi principi validissimi e incontestabili. Tuttavia, di attuazione ne vediamo poca.
Oggi leggevo un articolo in merito, ma direi che nel Piano Sanitario c'è scritto tutto il contrario di quello che dovrebbe succedere. L'ASL 16 è destinata a scomparire, ma quello che doveva succedere ai servizi di zona leggendo il Piano Sanitario, parrebbe tutto il contrario di quello che invece, sta succedendo.
Il mio parere in merito è proprio quello. Abbiamo un Piano Sanitario di grandi principi, che dà grandi assicurazioni, ma che permette di applicare tagli molto drastici ai servizi sui territori, tagli di cui noi non ci rendiamo conto, che non vediamo, perché manca uno schema, una forma precisa di attuazione di quello che succederà sul territorio.
Questo va ad aggiungersi ad un problema da noi più volte sollevato relativo all'accorpamento delle ASL. Se accorpamenti dovevano esserci, se razionalizzazioni dovevano esserci, se si doveva risparmiare a tutti i costi, non si doveva arrivare a storture come quella di Alessandria, che perderà completamente l'ASL (ne resterà una sola a Casale, il che non hanno senso).
Noi ci opporremo. Così come cercheremo di opporci per i tagli ai servizi nelle zone periferiche del Piemonte. Il fatto che siano zone periferiche non ci dà l'autorizzazione a tagli di servizi così drastici.
Molte volte ci lamentiamo per lo spopolamento della montagna, ma è conseguenza logica se tagliamo i servizi o se riduciamo drasticamente i servizi in un ospedale di fondovalle, come è quello di Ceva. Infatti, gli abitanti di quella vallate dovranno rivolgersi all'ospedale di Mondovì, ma da Ceva a Mondovì c'è una buona mezz'ora di auto; se arrivano da Ormea anche un'ora. Faccio esempi pratici, che conosco. Così facendo, si mette la popolazione di quelle valli in condizione di dover fare spostamenti molto pesanti per curarsi e per sottoporsi ad esami.
Noi, su questo, saremo contrari, e inizieremo esprimendo il voto contrario al disegno di legge n. 267.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Non vorrei comportarmi come chi ha la coda di paglia, però mi piacerebbe ripristinare un po' una verità assembleare. Vorrei rispondere ad una parte dell'intervento del collega Ricca, quando ha citato di aver visto in Aula, relativamente al disegno di legge n. 267, atteggiamenti ostruzionisti da parte dell'opposizione, non precisando da chi o da quale parte.
Non so se il collega Ricca si riferisse alle scorse settimane, in quel caso non proseguo nell'argomentazione; però, da quando si è iniziato concordemente con le ultime decisioni assunte nella Conferenza dei Capigruppo, ad analizzare il disegno di legge n. 267, credo non ci sia stata alcuna sorta di atteggiamento dilatorio e ostruzionistico da parte della minoranza; anzi, c'è stato un giusto e corretto approfondimento.
Peraltro, mi rendo conto che, magari, ci sono colleghi che sono più interessati a intervenire nel merito e ad esaminare emendamento per emendamento e altri che, invece, danno per assodato, prendono a scatola chiusa quello che viene proposto dalla Giunta.
A tal riguardo, invece, ringrazio il collega Clement dei ringraziamenti che ha rivolto all'opposizione. All'interno dell'opposizione, ringrazio i colleghi Cotto e Cavallera per l'ottimo lavoro molto attento, preciso e davvero puntiglioso che hanno cercato di fare. Vi ringrazio. Chiunque di voi leggerà i verbali di queste sedute, si renderà conto di chi, comunque abbia lavorato coscienziosamente e abbia cercato di migliorare quello che riteneva un provvedimento, in questa fase, iniquo.
Il giudizio del mio Gruppo sul provvedimento in esame è sospeso, perch mi impedisce di avere una valutazione assolutamente negativa come qualcuno dei miei colleghi, invece, ha preannunciato, peraltro un po' curiosamente.
Qualcuno dei Consiglieri di minoranza sosteneva, infatti, che in questa legge non c'è niente; però, nello stesso tempo, diceva che era negativo. Io non riesco a capire come si possa essere negativi al niente. Può darsi che sia un po' debole rispetto alle aspettative e alle volontà della Presidente, ma proprio perché non è particolarmente negativo, non vedo perché si debba votare contro.
Il mio sarà un voto di astensione, anche in virtù di alcuni aspetti contenuti negli articoli 8, 9 e 10, che citano i Sindaci di distretto l'Università, il Politecnico. A proposito di Università e di Politecnico stiamo attenti. Relativamente al dibattito emerso in questi giorni sui giornali, la responsabilità politica tocca a noi, tocca al Consiglio, tocca alla Giunta. Ho grande rispetto per queste due entità culturali, ma a volte mi sembrano un po' autoreferenziali, un po' eccessivamente arroccate nelle proprie posizioni. Credo, quindi, che noi dobbiamo avere anche il coraggio di portarci avanti e prendere determinate scelte, anche se magari non sono sempre accolte da chi in questo momento dirige tali organismi.
Sono estremamente favorevole all'articolo 15, ai piani attuativi locali. Su alcuni aspetti, ad esempio quelli elencati all'articolo 18, dove si parla di corretta comunicazione e informazione ai cittadini, il mio Gruppo non può che essere estremamente favorevole.
Riteniamo che forse si poteva fare qualcosa di più sotto il profilo della prevenzione e sotto il profilo del coordinamento; si poteva cercare di immaginare qualcosa in più, ma lasciamo il giudizio completo all'espletamento del percorso dell'intero pacchetto socio-sanitario, quando sarà finita la discussione (quindi in autunno).
Sul coordinamento faccio una raccomandazione alla Presidente Bresso alla Giunta e al futuro Assessore alla sanità che, quanto prima, la Presidente vorrà nominare.
Ci sono tante diseconomie e tante problematiche all'interno della sanità, che nascono non per cattiva volontà dei soggetti o per cattive disposizioni amministrative o legislative, ma semplicemente per una organizzazione poco fruibile e poco utile.
Tempo fa assistetti ad un interessante convengo organizzato a cura di associazioni di malati di emofilia; si diceva, ad esempio, che la Regione forniva un eccellente servizio in campo, ma che questo, però, non era omogeneo in tutta la Regione Piemonte. Ciò succedeva perché spesso le comunicazioni all'interno della Regione, degli organi e degli apparati regionali, magari anche tra ASL e ASL, non erano tempestive. Il tutto avrebbe potuto semplicemente essere risolto con un semplice foglio di excel.
Voi sapete benissimo che i malati di emofilia hanno bisogno di un "piano sangue"; spesso sono cure che diventano vitali per la vita di queste persone. Questo è un esempio un po' particolare, ma ce ne sono tantissimi altri nel campo della sanità. Credo che una maggiore attenzione sulla tempistica della comunicazione che avviene tra i vari organi della Regione Piemonte, i vari enti e i vari soggetti che si occupano di sanità in Regione Piemonte sia uno degli aspetti su cui questa Giunta e questa maggioranza, con l'ausilio del Consiglio, dovrà pronunciarsi nei prossimi mesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Nicotra; ne ha facoltà.



NICOTRA Riccardo

Nei giorni scorsi abbiamo votato una buona legge sull'edilizia sanitaria; non ci sono stati voti contrari in tutta l'Aula; ci sono stati molti voti favorevoli, compreso quello del mio Gruppo. Credo che quella legge sarà di riferimento per molte Regioni italiane. Oggi ci apprestiamo a votare una proposta di legge che, probabilmente, è interlocutoria rispetto alla discussione vera e propria che avverrà a settembre.
Riprendo un po' il discorso di alcuni colleghi, i quali affermano che tale proposta non fa danni, che c'è poco.
Personalmente, su alcuni articoli ho votato a favore; pertanto, il mio sarà un voto di astensione, in attesa di entrare nel merito della discussione a settembre. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Ringrazio tutti i colleghi. Penso che cinque minuti non si neghino a nessun Consigliere, su un tema così importante.



PRESIDENTE

Però deve essere conseguente al Regolamento. E conseguente al Regolamento significa che lei ha chiesto la parola in dissenso dal Gruppo.
Altrimenti, deve ritirare la richiesta.



SCANDEREBECH Deodato

Penso che in un dibattito così democratico e così pacato...



PRESIDENTE

Però siamo in fase di dichiarazione di voto e così come lo facciamo rispettare in un senso, il Regolamento va rispettato anche nell'altro.



SCANDEREBECH Deodato

Mi sono permesso di intervenire, perché ascoltando i colleghi ho sentito più volte citare il concetto del coinvolgimento territoriale, del coinvolgimento dei sindaci. Ne hanno parlato il collega Clement e il collega Boeti, quindi fremevo dalla voglia di intervenire.
L'Aula mi perdoni, ma tutto questo coinvolgimento in questa legge io non lo vedo; anzi, se andiamo a leggere in modo specifico l'inizio dell'articolo 15, al settimo comma, si delega tutto alla Giunta.
Quindi, è giusto adoperare il diritto a governare, però se si dice che sono stati coinvolti i sindaci, il territorio tramite la Conferenza dei sindaci e i comitati di distretto si dice una falsità.
Poiché quest'Aula è sovrana, le cose devono essere dette in un certo modo. Questa è una legge che detta delle linee generali, ma che, alla fine delega tutto alla Presidente e alla Giunta.
Dobbiamo essere coerenti. Collega Chieppa, è inutile che lei, mediante i mezzi di comunicazione, invochi un po' di apertura, più potere al territorio: mi sembra che lei invochi il cosiddetto principio di sussidiarietà. Purtroppo, nel testo questo principio non c'è: mi dispiace.
Lei voleva spiegare al collega Burzi il significato di compagno compagno vuol dire lotta, vuol dire cercare di essere sempre presenti in ogni circostanza con le proprie forze e la propria persona. Quindi, aveva ragione nel fare i distinguo.
Come dicevo, la Presidente è stata brava nel portare avanti questa legge, perché sta chiedendo il diritto a governare; pertanto, ha esercitato un diritto. Però, non mi venite a dire che questa sia una legge liberale ma soprattutto che questa legge coinvolge qualcuno. Non coinvolge nessuno perché se andate a leggere è scritto "la Giunta regionale, sentite le competenti Commissioni..."; in un'altra parte è scritto nuovamente "la Giunta". Quindi, decide solo la Giunta. Se andate a leggere l'articolo 15 ai commi 1 e 7, e l'articolo 16, al comma 6, è scritto questo: non si pu bluffare su quello che è scritto e su quello che stiamo votando! chiaro che questa è una legge delega, cioè è una legge quadro, una legge di ampio respiro. Tuttavia, anche partendo da questa forma di legge fate attenzione - collega Chieppa - a non copiare dalla tanto evocata ed amata Cina di Mao, dove chi leggeva il libretto rosso e portava avanti quello che vi era scritto era considerato uno dei migliori medici.
Mi auguro che quando entreremo nel merito del Piano Socio Sanitario non succeda la stessa cosa.
Come ho detto, nella Cina di Mao, i medici che operavano leggendo il libretto rosso venivano considerati tra i medici migliori, e come tali venivano scelti. Mi auguro che i primari e i direttori non vengano scelti con lo stesso sistema. Altro che evocare compagno! Qui si tratta di ritornare indietro di tanti anni! Però - ripeto - la Presidente è stata brava, perché ha portato a casa una legge che ad oggi delega tutta la Giunta, e ho l'impressione che la maggioranza nell'aula consiliare possa dire ben poco.



PRESIDENTE

Non ha manifestato la dichiarazione di voto, collega Scanderebech.
Bisognava aggiungere ancora un pezzo...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Quindi, è ancora in una fase di meditazione, prima dell'atto concreto della votazione.
Ha chiesto di intervenire, in dissenso dal suo Gruppo, il Consigliere Novero; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Presidente, mi corre l'obbligo di dire che voterò in modo difforme, non in dissenso. Mi preoccupava il fatto che il Regolamento dicesse dissenso ma io non sono proprio in dissenso, anzi. Voterò in modo difforme, perch non parteciperò al voto. Mi accingevo a votare no, come si fa normalmente in un consesso in cui la maggioranza prende delle decisioni, la minoranza non è d'accordo e dice no. Io farei qualcosa di diverso, comunque fate pure! Dopo l'intervento del collega Giovine, mi sono un po' indignato. Mi dispiace! Il Consiglio, a mio parere - magari, è sbagliato - delega troppo alla Giunta. Presidente, visto che la conosco da sei anni, potrei anche dire che fa bene. Però, una legge non si può fare perché la Presidente è "x". Consigliere Travaglini, se lei sarà Presidente un domani, magari sarà anche più bravo o magari no, non lo so e non ne ho idea.



(Commenti in aula)



NOVERO Gianfranco

L'ho premesso, magari sbaglio. L'esempio è quello. Io, forse, non conosco i problemi delle ASL, ma noi non sappiamo cosa verrà deciso.
Magari, non sarà la Presidente, forse sarà il Presidente di un'ASL. Noi Consiglieri dovremmo andare dai Presidenti delle ASL per capire cosa succederà? Per sapere cosa succede nelle mie valli, dovrò andare dal Presidente dell'ASL, forse, di Ivrea. Devo andare lì, vero?



(Commenti in aula)



NOVERO Gianfranco

Ma io non andrò dal Presidente dell'ASL di Ivrea, perché come Consigliere mi vergognerei. Non lo farò, qualcun altro deciderà cosa vuole fare. Io, come Consigliere, sono tagliato completamente fuori da queste questioni. Il Consiglio regionale intende a maggioranza seguire questa strada e lo può fare, ma non partecipo al voto.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, procediamo con la votazione dell'intero testo.



(La Presidente Bresso chiede di intervenire)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Dopo le dichiarazioni di voto, non è più possibile darle la parola.
Presidente, mi spiace. La Giunta non ha mai parlato dopo le dichiarazioni di voto. Quindi, chiedo scusa alla Presidente, ma non posso darle la parola.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge, che verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato Sì 31 Consiglieri hanno votato NO 10 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.



GARIGLIO DAVIDE



PRESIDENTE

Il Consigliere Giovine ha chiesto la parola, ma la prego di precisare a che titolo chiede di intervenire.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo per fatto personale. Testé il collega Novero ha detto che interveniva perché indignato, dopo il mio intervento. Non riesco a capire se è indignato per il mio intervento, per il fatto che sono intervenuto perché ero in castigo o per quale altro motivo. Solo per precisare, anche perché credo che poi questo possa essere utile ai fini del verbale. Magari non è indignato con il sottoscritto o magari lo è, in quel caso vorrei capirne le motivazioni.



PRESIDENTE

Collega Novero, siamo fuori dalle regole. Però, se vuole fare una breve precisazione. Brevissima, perché dobbiamo passare al prossimo punto all'o.d.g.
La parola al Consigliere Novero.



NOVERO Gianfranco

Chiedo scusa, ma penso sia doveroso precisare. La lettura del verbale lo confermerà. Ho detto che dopo le dichiarazioni del Consigliere Giovine sono indignato per quanto si accinge a fare il Consiglio. Nel senso che la dichiarazione fatta dal Consigliere Giovine mi ha fatto vedere un Consiglio regionale in cui il Consigliere Giovine e la maggioranza che ha votato ha delegato i suoi poteri.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Novero. Non penso ci sia un fatto personale.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Discussione congiunta ordini del giorno n. 760 inerente a "Razionalizzazione delle Unutilities di Finpiemonte" presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Botta, Boniperti e Vignale, e n. 763 inerente a "Situazione delle società partecipate dalla Regione Piemonte" presentato dal Consigliere Burzi


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g., relativo alla discussione congiunta degli ordini del giorno n. 760 e n. 763, era prevista la votazione di questi due documenti, presentati a margine del dibattito sul disegno di legge su Finpiemonte.
Ricordo che, in assenza dei Gruppi firmatari, abbiamo convenuto di non mettere in votazione questi ordini del giorno prima della votazione della legge su Finpiemonte. Quindi, l'abbiamo rinviata ad oggi.
Procediamo con un'eventuale discussione congiunta, se i colleghi desiderano farla, poi con le due votazioni. Rammento che si era convenuto di procedere rapidamente alla votazione, però penso sia opportuno che i Consiglieri perlomeno illustrino i loro testi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non sarò lungo, anche perché crediamo che l'ordine del giorno n. 760 sia semplice nel voler giungere ad una finalità, invece, complessa.
Finpiemonte al proprio interno ha partecipazioni in molte società. Non molte di queste si sono rivelate essere strategiche nel corso del tempo. Lo diciamo, come lo disse già il collega Ghiglia nell'intervento sulla legge senza badare a chi promosse l'intervento all'interno di questa società perché possono mutare i termini rispetto agli interventi iniziali che, in alcuni casi, possono essere fatti con buone intenzioni, ma poi si pu rivelare, come accade anche nel privato, una scelta sbagliata.
Pertanto, chiediamo con quest'ordine del giorno che, entro sei mesi venga presentata dalla Giunta regionale una proposta di razionalizzazioni di quelle che sono le società inutili. Per inutili non intendiamo solo quelle che hanno una perdita netta ogni anno, ma dove è inutile la presenza di Finpiemonte al proprio interno. Finpiemonte dovrebbe avere un valore di volano e di start-up, cioè di far partire alcune imprese per poi lasciarle nel mercato, senza che vi sia più un intervento da parte del Pubblico.
Non soltanto perché si risparmiano risorse pubbliche, ma anche perch non si va a creare in un sistema, quale quello della nostra Regione, ma di tutte le Regioni italiane, in cui le società pubbliche o con capitale prevalentemente o in parte pubblico, come accade nella nostra Regione e in Italia, sono moltissime, come segnalato da più soggetti, e vanno in realtà a fare concorrenza ad aziende totalmente private, i quali imprenditori invece hanno un capitale di rischio che non è coperto dal pubblico.
Credo che questa forma di razionalizzazione sia utile per la Regione Piemonte e soprattutto per i suoi contribuenti, per evitare di spendere risorse inutili, ma anche per garantire la libertà di mercato, per non far sì che vi siano imprese che, magari con una partecipazione di Finpiemonte da quindici anni, continuano a stare sul mercato con un evidente beneficio rispetto ad altre.



PRESIDENTE

Procederei, se i colleghi sono d'accordo, con l'esame congiunto dei due ordini del giorno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Modalità utilmente innovativa, Presidente.
L'ordine del giorno n. 763, di cui sono firmatario (mi permetterò poi di fare un brevissimo commento a sostegno dell'ordine del giorno presentato dal collega Vignale, a nome del Gruppo AN) è molto banale. Ricordo l'impegno, che era già stato preso dalla Giunta nel primo anno di questa legislatura, attorno all'utilità, che spero sia unanimemente condivisa perché questo mi sorprenderebbe, ove ciò non fosse, di rendere al Consiglio generale conoscenza dello stato di salute delle 58 partecipate di Finpiemonte, siano esse partecipate di secondo livello e controllate da Finpiemonte, o partecipate in versione di non controllo e quindi di minoranza.
Mi sembra che, al di là della legge che recentemente abbiamo votato pur con il voto contrario del nostro Gruppo, che ha sancito la scissione per cui si provvederà - immagino - alla riorganizzazione delle due trance dell'ex Finpiemonte S.p.A., la conoscenza dello stato dell'arte di queste 58 partecipate sia la premessa perché tutti i Consiglieri, non solamente quelli di minoranza, possano intervenire nel loro rispettivo ruolo di sostegno della maggioranza e, per i Gruppi dell'attuale maggioranza, di controllo, di sindacato ispettivo e, perché no, anche di contributo propositivo per quanto riguarda i Gruppi di opposizione. Ovviamente, parlo principalmente del Gruppo che ho l'onore di presiedere.
Collegandomi a quanto diceva prima il collega Vignale, ricordo solo (non avendo sentito tutto l'intervento, non so se me ne sono perso una parte) che a suo tempo quest'Aula legiferò sulla possibilità di delegare alla Giunta di provvedere, qualora necessario, ad aumenti di capitale, tra l'altro definendo dei limiti molto modesti su una serie di partecipate di allora, in modo che la Giunta potesse provvedere autonomamente rispettando i tempi del mercato, se è consentito esprimere questa parola, che non vuole suscitare delle fratture nella compagine dell'attuale maggioranza, però c'è e ad alcuni potrebbe dare fastidio prendere atto che vi appartiene.
Quella legge non ha dato al momento esiti operativi. Vedo il Vicepresidente Peveraro che aggrotta la fronte, ma questa legge c'è. Questa legge c'è, è della scorsa legislatura, e credo anche votata da una parte della minoranza di allora. Quanto prima gliene forniremo copia.
Prima di avere i dati delle dodici partecipate controllate, che al momento non sono ancora disponibili, ricordo che siamo quasi arrivati a metà legislatura, quindi veda se questo può essere compatibile con i tempi della legislatura, perché non è mica detto che ce ne sia un'altra, per quanto la riguarda l'ambito della poltrona che occupa.
In secondo luogo, non siamo in maggioranza in Regione, ma ritengo l'autorevolezza della Regione minata in maniera seria da questa prima metà della legislatura, che sarebbe stata sufficiente per ottenere la conoscenza dei dati. In qualunque struttura si può anche dare una consulenza.
So che non è una prassi abituale per la sua Giunta, però qualora Finpiemonte non abbia al suo interno, nonostante il numero rilevante di personale, dipendenti sufficienti in quantità e qualità per provvedere direttamente a questo compito, può anche affidare una consulenza o un incarico, comportamento nuovo, ma so che questa Giunta potrebbe finalmente e innovativamente incominciare a praticare per dare finalmente quanto l'Aula ha a suo tempo promesso.
Ogni tanto si sente dire che un ordine del giorno non si nega mai a nessuno. Tanto è vero che facemmo una conferenza su cento e fischia ordini del giorno approvati in questa legislatura, una quarantina da parte della maggioranza di cui la Giunta se ne è, come posso dire, "infischiata". Non so come tradurre in italiano questa parola, se non forse dicendo che non se ne è curata a sufficienza; insomma, non gli ha dato alcuna importanza.
Tenderei a suggerire al Vicepresidente di voler porre attenzione alla questione qualora questo ordine del giorno fosse approvato, come riterrei di volere per qualunque Consigliere qui si sieda, e di volerne prendere atto. Magari la pausa estiva potrebbe irritarci profondamente e potremmo ritornare a settembre più combattivi di quanto già non fummo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Non solo ne prendo atto, ma sostanzialmente condivido, con alcune modeste correzioni che richiederei, in particolare, all'estensore del primo ordine del giorno, nel senso che il primo ordine del giorno indica la richiesta di un piano organico di razionalizzazione del pacchetto di partecipazione consistente.
In realtà le 58 società non sono solo le controllate. Al loro interno ci sono gli incubatori e i parchi tecnologici. Come il Consiglio regionale ben sa, a seguito della scissione parchi tecnologici e incubatori sono rimasti sotto Finpiemonte S.p.A., mentre le 45 partecipazioni controllate e collegate sono andate invece in Finpiemonte Partecipazioni, anzi, oggi è il primo giorno in cui sono in Finpiemonte Partecipazioni.
Tra l'altro, abbiamo già rilevato in più circostanze che il nuovo Consiglio di Amministrazione e, in particolare, il Presidente Calderini ha già avviato in questo anno e mezzo di lavoro un progetto di riorganizzazione e snellimento del pacchetto di partecipazione, arrivando alla liquidazione e alla cessione di quattro aziende.
Ciò che chiederei è sostanzialmente questo. Intanto togliere società di Unutilities, perché usiamo la parola inglese, ma in realtà non vuole dire "inutile". Credo che il Consigliere Ghiglia lo avesse a suo tempo già accennato nel suo intervento per fare più che altro una battuta rispetto ad Utilities (società di servizi) e a Unutilities (società che non svolgono servizi), però è soltanto una questione lessicale.
Mi permetterei di suggerire di dare come indicazione di presentare entro sei mesi, al Consiglio regionale un piano di riorganizzazione del pacchetto delle partecipazioni; ovviamente ivi incluse dimissioni liquidazioni, fusioni o quant'altre operazioni che si renderanno necessarie.
Non è soltanto un problema di dismissioni e non dismissioni, perché il mandato alle dismissioni è un altro e certamente saranno incluse delle dismissioni, ma l'aspetto va visto nel suo complesso. Credo che il nuovo Consiglio d'Amministrazione debba avere come priorità quella di riorganizzare l'intero pacchetto.
Sul secondo ordine del giorno, sinceramente non so, dal punto di vista tecnico, come si possa svolgere, se tocca a me proporlo o è il proponente...



PRESIDENTE

Sicuramente deve essere fatto dal proponente. Mentre il Vicepresidente può dare delle indicazioni, il proponente le deve accogliere.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi permetterei solo di suggerire "impegnano la Presidente e l'Assessore competente ad attivarsi al fine di addivenire ad una sollecita e rigorosa razionalizzazione delle società possedute e di presentare entro sei mesi al Consiglio regionale un piano organico di riorganizzazione del pacchetto delle partecipazioni".
Sull'altro tema vorrei solo precisare che, in realtà, su 22 società controllate la due diligence è in fase conclusiva. Credo che nel mese di settembre il Presidente Calderini - e la Giunta - potrà essere nelle condizioni di presentare alla Commissione competente l'esito del lavoro effettuato, che sarà sicuramente molto approfondito.
In merito al contenuto dell'ordine del giorno, sottolineo qualche perplessità circa questo tipo di impegno, o, meglio, sulla possibilità concreta di poter dare piena attuazione a questo ordine del giorno. Perch mentre sulle società controllate non vi è dubbio che siamo nelle condizioni di "imporre" la due diligence, sulle società partecipate, quindi con quote di minoranza, questo obbligo non lo possiamo imporre.
Resto dell'idea che nella stragrande maggioranza di queste partecipazioni il Consiglio di Amministrazione e gli altri nostri soci non opporranno resistenza, però mi sembra che il mandato sia un po' estensivo.
Sarebbe opportuno prevederla sicuramente per le controllate, le più significative, quelle dove sarà possibile svolgere un intervento di un certo approfondimento (quindi una due diligence). Sulle partecipate di minoranza, invece, dove sinceramente o non vale la pena fare una due diligence per le dimensioni ridotte oppure dove ci sono degli intoppi, si può prevedere una relazione di dettaglio da parte del Consiglio di Amministrazione, che possa dare le indicazioni al Consiglio regionale sullo stato di salute dell'azienda e di quelli che sono gli obiettivi, il raggiungimento degli stessi nel passato e soprattutto nella prospettiva.



PRESIDENTE

Vi sono alcuni colleghi che desiderano ancora intervenire.
Successivamente, darei la parola ai Consiglieri Burzi e Vignale, dal momento che sono state presentate delle proposte emendative, con soluzioni testuali diverse, che dovranno essere accolte o rigettate.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Sono colpito perché in realtà il Vicepresidente Peveraro ha anticipato l'80% del mio intervento.
Volevo proporre anch'io una modifica all'ordine del giorno n. 763 perché buona parte delle partecipate e controllate indirettamente della Regione Piemonte sono sotto la Finpiemonte. Attualmente, la Finpiemonte ha ordinato una due diligence funzionale al disegno di legge n. 421. Pertanto dobbiamo indubbiamente tenerne conto, se non altro perché le due diligence costano molto ed è inutile farne un'altra, di pari entità, a distanza di pochi mesi.
Proporrei al primo firmatario di aggiungere la dicitura "tenendo conto delle due diligence già effettuate da Finpiemonte S.p.A.", oppure "tenendo conto di quelle già in atto".
In merito a quanto ha testé precisato il Presidente Peveraro sulla possibilità di imporre le due diligence alle società partecipate di scarsa entità, verrebbe da domandarsi perché ci stiamo, visto, appunto, lo scarso peso e lo scarso interesse per la pubblica utilità: a questo punto dismettiamole. Se non siamo neanche in grado di imporre loro una due diligence per conoscere esattamente qual è lo stato dell'arte di queste partecipate, credo che la Regione abbia tutto il dovere/diritto di prenderne atto e lasciarle al proprio destino, riprendendosi parte dei soldi che erano stati investiti a suo tempo.
Relativamente al primo ordine del giorno annuncio la piena e totale approvazione. Condivido, peraltro, le proposte emendative del Vicepresidente Peveraro, perché in realtà è vero che la definizione dell'utile, così come dell'inutile è molto simile a quella del bello o del brutto: sono assolutamente opinabili. Ciò che è utile oggi, potrebbe essere inutile domani; ciò che è inutile per qualcuno, potrebbe essere utile per qualcun altro.
Trovo inutile, ad esempio, la nostra partecipazione a TNE (Torino Nuova Economia) perché, come puntualmente la collega Ferrero spesso ricorda abbiamo di fatto comprato dei "campi per seminarci le patate". Tuttavia per questa maggioranza e per la Giunta è stata sicuramente un'acquisizione utile.
Sarebbe opportuno, a mio giudizio, emendare questi due aggettivi e trovare una conformazione più corretta.
In merito al secondo ordine del giorno il voto sarà assolutamente favorevole se il primo firmatario vorrà tener presente le considerazioni che ho fatto relativamente a Finpiemonte S.p.A. (ma non solo, perché magari ci sono altre situazioni in cui è partita una due diligence), e non si venga a rifare, nello stesso anno, il medesimo lavoro, con un aumento inutile e dannoso dei costi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chieppa; ne ha facoltà.



CHIEPPA Vincenzo

Grazie, Presidente, sarò brevissimo.
Noi siamo stati tra coloro che, allatto dell'approvazione della recente legge su Finpiemonte, registrando una situazione che a nostro giudizio vedeva le assemblea elettive principalmente escluse dalla possibilità di avere perlomeno conoscenza di un'attività poliedrica da parte delle società in generale (in questo caso ci troviamo a parlare di Finpiemonte), avevano chiesto che contemporaneamente si avviasse un determinato percorso.
Ora ci troviamo di fronte a due ordini del giorno e a proposte modificative del Vicepresidente Peveraro.
Mi chiedo se i Gruppi di minoranza e di maggioranza siano in grado di trovare una definizione di un ordine del giorno comune - che non si limiti oggettivamente, alla mera sottoscrizione dell'ordine del giorno proposto dai Gruppi della minoranza, per ragioni squisitamente politiche - che dia alcune indicazioni chiarissime, su cui credo ci sia l'indicazione più ampia da questo punto di vista, ovvero la volontà comune di avere una fotografia reale di quella che è oggi l'attività poliedrica di Finpiemonte, per poi trarre le dovute conseguenze.
Forse banalizzo, ma credo che un ordine del giorno molto sintetico, che dia un'indicazione stringente da questo punto di vista alla Giunta, possa ricevere un'ampia convergenza da parte dei Gruppi consiliari indipendentemente dalla loro collocazione.
Mi pareva di dover dare questo contributo alla discussione odierna.
Presidente, volevo anche ringraziarla - mi scusi se faccio questa considerazione che esula dall'argomento in oggetto - perché credo che i suoi interventi pubblici al di fuori di quest'Aula tengano vivo il dibattito politico.
La ringrazio davvero, come sinistra, senza ironia, per aver indicato anche nel soggetto sociale gli "operai" - e le operaie, aggiungo io - che è uno dei soggetti sociali a cui il centrosinistra deve continuare a fare riferimento.
La ringrazio, Presidente, e lo dico senza ironia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo per dire che noi, sostanzialmente, condividiamo le posizioni espresse dal Vicepresidente Peveraro, però, vorrei aggiungere due ulteriori considerazioni.
Per quanto riguarda la prima, ricordo che appartiene al programma di legislatura di questa Amministrazione regionale l'obiettivo della razionalizzazione e ridefinizione dell'assetto degli enti strumentali e delle società controllate o collegate di Finpiemonte. Pur con la parzialità dei dati ottenuti nel primo anno e mezzo di attività della finanziaria regionale, possiamo dire che questo processo, con qualche difficoltà, è già in atto: Finpiemonte ha già avviato un'operazione di dismissione di alcune partecipazioni considerate non strategiche e non rilevanti per le necessità dello sviluppo economico della nostra Regione. Credo che questo tema appartenga anche a inesperienze del passato.
Sostanzialmente, nel passato, abbiamo assistito ad una proliferazione non sempre collegata ad un disegno strategico molto chiaro da parte di partecipazioni ulteriori in capo alla finanziaria regionale. Lo dico senza alcuna notazione polemica, però sarebbe anche molto bello che si riuscisse a dimostrare attenzione verso alcuni temi sia quando si è forza o maggioranza di governo che quando si è responsabilmente appartenenti all'area dell'opposizione.
La seconda considerazione si riferisce soprattutto all'ordine del giorno di Alleanza Nazionale. Vorrei che le attività che il Consiglio regionale esprime, soprattutto come attività di indirizzo nei confronti della Giunta, poi, trovassero un effettivo riscontro da parte della Giunta.
Questo non sempre è avvenuto, tanto che se noi verifichiamo gli atti di indirizzo del Consiglio con la reale applicazione degli stessi, molte volte, troviamo una grande differenza a questo riguardo, ma noi dobbiamo fare in modo che ci siano le condizioni affinché ciò possa avvenire.
Non è possibile immaginare che in sei mesi possa essere presentato un progetto complessivo di riorganizzazione delle partecipazioni di Finpiemonte, che, secondo me, non può soltanto tener conto dei conti economici attuali delle società partecipate dalla finanziaria regionale, ma altresì deve tener conto dell'effettivo ruolo che queste società svolgono rispetto alle strategie di sviluppo dell'economia piemontese.
Ricordo che, soprattutto durante una prima fase di attività di Finpiemonte, gran parte delle partecipazioni detenute da Finpiemonte erano collegate ad una logica, che in quel momento era certamente importante per lo sviluppo economico della nostra Regione, di creazione di opportunità insediative all'interno della nostra Regione, l'oggetto sociale di molte società verteva sulla definizione e creazione di opportunità insediative.
Nelle riflessioni svolte qualche mese fa nel dibattito all'interno di questo Consiglio regionale, il processo di scissione e la riforma della legge istitutiva di Finpiemonte è strettamente collegata non solo ad un percorso di adeguamento della finanziaria regionale agli obiettivi e ai vincoli legislativi, che con il Decreto Bersani dell'anno scorso sono diventati stringenti, ma anche ad un percorso che, sostanzialmente, tende a riposizionare l'attività della Finpiemonte S.p.A. e della Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. verso quelli che sono i nuovi assi della strategia dello sviluppo economico della nostra Regione: logistica, energie rinnovabili, ricerca, innovazione e diffusione delle stesse.
Il lavoro, se deve essere svolto seriamente, richiede anche un certo tempo, soprattutto collegato ad un'altra considerazione. Oggi è stato approvato definitivamente da parte dell'Assemblea dei soci il progetto di scissione. Da oggi sono operative la Finpiemonte S.p.A. e la Finpiemonte Partecipazioni S.p.A., ma in una condizione di limitazione dell'operatività delle stesse, in quanto abbiamo approvato una norma transitoria che consente di mantenere i Consigli d'Amministrazione ad interim, in attesa della revisione complessiva degli Statuti, che consenta la loro piena attuazione. È un'operazione che, pur non essendo lunghissima, richiederà un po' di tempo; nel frattempo, credo che i Consigli d'Amministrazione, in questa fase, non possano svolgere un'attività fortemente strategica.
Allora, non si può immaginare che questo percorso possa essere concluso con una relazione da consegnare al Consiglio regionale entro 6 mesi considerando le condizioni oggettive e il fatto che, a mio parere, non si tratta solamente di procedere ad un'operazione di alienazione o di uscita da società che hanno conti economici magari sballati. Si tratta di ragionare concretamente dove è strategico mantenere una partecipazione o dove, invece, è strategico assumere una partecipazione, per quanto riguarda settori che oggi sono ancora sicuramente all'interno della nostra Regione.
Pensare che tutto questo processo possa compiersi seriamente in sei mesi probabilmente, significa, dal mio punto di vista, mettersi su una strada in cui, ancora una volta, riscontreremo una non rispondenza concreta ad un'indicazione espressa dal Consiglio regionale.
Per queste ragioni, solleciterei una modifica circa la tempistica perché l'argomento è serio e importante, tanto da richiedere un tempo entro il quale lo stesso possa essere autorevolmente definito.



PRESIDENTE

stata avanzata una proposta.
La parola al Presidente Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo per semplificare, relativamente alla replica del Vicepresidente e, a maggior ragione, all'intervento del collega Reschigna troppa grazia Sant'Antonio! Rispondo anche al collega Chieppa che proponeva qualcosa di più sintetico e io sono sempre favorevole quando si tratta di togliere.
Qui semplifico: quanto richiesto - non c'era un tono di particolare polemica oggi nel dire che ci era già stato promesso - era semplicemente per ricordare. Io - mi augurerei noi - vorrei una fotografia che, in alcuni casi, visto che si parla di società, che, con terminologia tecnica, ci siamo permessi di chiamare due diligence, che chiunque la faccia, comunque sia un organismo interno - c'è anche un settore che sa fa questo lavoro nell'ambito della Giunta, è un settore della Giunta, come tale è un po' meno autorevole, non me ne voglia il dottor Corgnati, che lo presidia benissimo, rispetto ad una struttura...



(Commenti del Vicepresidente Peveraro)



BURZI Angelo

Parlavo del settore, se avessi voluto dire direzione, avrei detto direzione. Ho detto settore, perché è un settore, si chiama "società partecipate", non davo suggerimenti.
Vorremmo una fotografia delle partecipate della Regione - punto - e che questa fotografia venisse consegnata a tutti i colleghi, non c'è nessuna valutazione di merito, né del processo fin qui avvenuto per quanto riguarda Finpiemonte, né nell'avvenendo, lo faremo, come abbiamo fatto sulla nuova legge, quando la Giunta presenterà nuove leggi e nuovi progetti. Vorremmo la fotografia. Se il collega Chieppa riesce a esprimere questo in maniera più sintetica io firmo il documento, ma è esattamente quanto espresso in quello che è già stato iscritto, né più né meno.
Invece, sull'altro ci sono valutazioni a cui noi ci colleghiamo in senso più politico, ma, evidentemente, nell'ordine del giorno dei colleghi di Alleanza Nazionale, che, comunque, noi votiamo, è già in parte implicita una valutazione che il Vicepresidente ha espresso come spiritosa, o ironica, non so quale aggettivo ha usato. C'è la proposta di emendamenti che il collega Vignale deciderà, come rappresentante del Gruppo, se accogliere o meno; qualunque sia la sua decisione, noi, comunque, seguiremo ciò che il collega Vignale dirà, ma il mio non poteva essere più asettico e mi sembrerebbe difficile renderlo più neutro. Vorremmo una fotografia di questa legislatura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, intervengo non per replica in merito alle osservazioni del collega Reschigna, bensì perché poneva delle richieste al nostro Gruppo consiliare e delle considerazioni relativamente alla possibilità che un piano venga presentato.
Intanto, noi abbiamo presentato tre emendamenti correttivi, il primo in relazione alle 58 controllate e partecipate delle società Finpiemonte e Finpiemonte Partecipazioni, cassiamo delle società non inutili, ma possedute e si richiede un piano organico di riorganizzazione che consenta un miglior utilizzo e un risparmio delle risorse pubbliche.
In merito alla tempistica, lo ricordava il collega Reschigna, nel programma dell'Unione uno dei punti è quello relativo alla riorganizzazione o utilizzo al meglio delle risorse nelle partecipate. Noi crediamo che se vi sono già state quattro azioni di dismissioni di società di Finpiemonte questo sia avvenuto perché esiste un piano e non soltanto dalla valutazione del conto economico.
Dopodiché i mesi s'inseriscono perché si dà una scadenza temporale per i motivi che il collega ricordava. Noi sappiamo che il primo di un certo mese del 2008 - che non ricordo bene - potremmo chiedere alla Giunta che ci presenti questo, con la tolleranza che abbiamo sempre dimostrato. Ricordo che abbiamo votato un ordine del giorno nella legge finanziaria che diceva che, entro 90 giorni, la Giunta doveva presentare in Commissione un documento che non ha ancora presentato e che, immagino, presenterà a settembre. Però si inserisce un tempo certo.
Dopo di che, la valutazione che faceva il collega noi la concordiamo.
Non crediamo che quando si dice "il risparmio o il migliore utilizzo" si debba fare una valutazione di carattere economico.
Noi crediamo che, al di là di alcuni enti (i parchi tecnologici, gli incubatori o quant'altro) che sono in qualche modo partecipazioni "istituzionali", quando Finpiemonte partecipa con dei soggetti che hanno un evidente carattere privato, quella è la fase di partenza. Se Finpiemonte è lì dentro da quindici anni, verosimilmente, il suo ruolo di società che garantisce la partenza di un'impresa non la svolge più, ma svolge oggettivamente, un ruolo di socio di capitale che non dovrebbe essere rispetto a questa società, il ruolo cui è volta la Finpiemonte Partecipazioni.
Per questo motivo, crediamo che l'ordine del giorno con questi emendamenti possa essere accolto.
Ovviamente voteremo anche a favore dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo Forza Italia. Credo che la cosa che più interessi il Consiglio regionale e non soltanto i Gruppi dell'opposizione sul numero di partecipate e anche di risorse investite assolutamente rilevanti, è comprendere e verificare - magari avremo idee diverse - su un documento quali riteniamo essere le società strategiche e quali no.



PRESIDENTE

Le modifiche proposte all'ordine del giorno n. 760 da parte del Consigliere Vignale sono dunque: dopo "un piano organico" cassare la parte rimanente e sostituire con "di riorganizzazione che consenta un miglior utilizzo e un auspicabile risparmio delle risorse pubbliche"; sostituire "società inutili (inutilities)" con "possedute"; al secondo capoverso dopo "partecipate" sostituire "della Società Finpiemonte" con "della Società Finpiemonte S.p.A. e Finpiemonte partecipazione") Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Mi pare che il dibattito sia scorso nel senso di chiarire anche gli intenti dei proponenti, che mi pare difficile non condividere. Anche dalle parole del Vicepresidente mi pare che siano attese sicuramente condivisibili.
Le correzione proposte dal collega Vignale ci inducono a ritenere - ma attendiamo l'opinione della Giunta - che sia accettabile la proposta avanzata dal Gruppo di Alleanza Nazionale e credo, con qualche modesto ritocco, anche quella avanzata dal collega Burzi.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Il testo che verrà messo in votazione, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 760, sarà ovviamente il testo come emendato dal proponente, così come illustrato dal Consigliere Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

In realtà, forse, il Consigliere Burzi non ha risposto ad una delle proposte emendative che avevo avanzato. Volevo chiedere se alla fine dell'ordine del giorno si possono essere aggiungere le parole "tenendo conto delle due diligence già avviate".
Mentre, per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Reschigna di non tenere conto del tempo di sei mesi che viene predisposto nell'ordine del giorno firmato dal Gruppo di Alleanza Nazionale, egli stesso si è risposto dicendo che spesso la Giunta lascia inevasi gli ordini del giorni votati da quest'Aula.
Quindi, se non diamo neanche un minimo di tempistica o un minimo di punto temporale, evidentemente, su questo ha ragione il Consigliere Burzi a chiedere che venga redatta per questa legislatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intervengo non certo per dichiarazione di voto perché ho una gran dialettica con me stesso, ma non sono ancora arrivato a contraddirmi perlomeno in pubblico.
Prendo atto dell'ultimo intervento, probabilmente nella mia replica non sono stato chiaro. Si chiede alla Giunta l'impegno a predisporre tempestivamente - a me non interessa chi lo fa, Finpiemonte o terzi, mi è indifferente, visto che il mio interlocutore è la Giunta, come credo che sia l'interlocutore di tutti i presenti - una due diligence relativa alla situazione delle società partecipate direttamente e indirettamente dalla Regione Piemonte. Non metto neanche in discussione che magari l'Assessore Peveraro o l'Assessore Bairati le abbiano già tutte: non m'interessa.
Vorrei che fosse predisposta - lo davo ragionevolmente per implicito e consegnata ai Consiglieri. Mi sembrava offensivo richiederlo. Quindi, se ce ne sono già, ben venga: vuol dire che rimane meno lavoro da fare (e meno male perché siamo a metà legislatura).
Vorremmo, perlomeno questo è l'intento del primo firmatario che conosco abbastanza bene, una fotografia delle società partecipate. Non saprei come dirlo in maniera più semplice e più esaustiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Peveraro; ne ha facoltà.



PEVERARO Paolo, Vicepresidente della Giunta regionale

Solo per una precisazione. È chiaro che l'espressione due diligence individua specificatamente un lavoro.
Se si dice "a predisporre tempestivamente una due diligence relativa alla situazione della partecipazione", se s'intende il collage di più due diligence relative alle società partecipate, è una cosa. Se si dice due diligence mi sembra un termine improprio e sposerei l'emendamento del Consigliere Giovine. A predisporre tempestivamente, laddove non sia già stato fatto, una due diligence sulle società partecipate (dove è già stata fatta, è stata fatta), riferendomi al Consiglio regionale. Io su quello non eccepisco, ciò che manca è il riferire al Consiglio regionale, non manca lo strumento. Però basta che ci siamo intesi e credo che ci siamo intesi.
Tuttavia, se non ricordo male, l'incarico di due diligence è stato affidato a febbraio sulle 22 società. Assicuro che il Consiglio d'Amministrazione lo deve aver dato a febbraio di quest'anno.
Sull'altro ordine del giorno confermo, anche per rispetto alle obiezioni che faceva il Consigliere Reschigna che, sostanzialmente, anche e in virtù delle correzioni apposte, quel quadro, e quindi un piano organico d'organizzazione, credo sia assolutamente fattibile e presentabile al Consiglio nei sei mesi in cui è stato richiesto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per una breve puntualizzazione, il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intendevo sostenere che ricorda male, non è l'incarico dato da Finpiemonte, che probabilmente ricorda benissimo, ma non è quanto è stato qui discusso. Quanto è stato discusso in Commissione e, con una certa successiva pazienza in Aula, è un'interlocuzione tra i Consiglieri - spero credo e mi auguro - e la Giunta. Finpiemonte è una struttura, ieri e domani, che agisce come ente strumentale della Giunta, non è il mio interlocutore. Io parlo con i soci, con degli eccellentissimi e magari squisiti funzionari e manager che gestiscono ciò che quest'Aula ragionevolmente e in maniera sovrana, dispone.
Due diligence è un termine riassuntivo, in questo ne do atto, che fa parte delle richieste non del 22 febbraio in cui la controllata ha deciso ma noi abbiamo chiesto ai nostri aventi titolo, che è la Giunta che lei rappresenta. Questo lo abbiamo chiesto nel 2005. Probabilmente Finpiemonte avrà eseguito dei mandati, mi auguro, dati dalla Regione, che ha agito con un ritardo che non mi interessa in questo caso discutere, perché a me interessa la due diligence, ove controllata, nella partecipate controllate.
Dove non è controllata, è evidente che non si può pretendere, ma credo si possa chiedere, e questo si può ottenere dalla Giunta, che si attivi per averla. Vorrei che la Giunta dicesse: "L'abbiamo chiesto, ma i nostri soci di minoranza ci hanno detto no". Siccome la seduta, al momento, è abbastanza seria, tenderei a non chiuderla con delle spiritosaggini alle 18.33 del pomeriggio.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 760 come emendato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto dell'approvazione della legge del 26 luglio 2007, n. 17 (Riorganizzazione societaria dell'Istituto Finanziario Regionale Piemontese e costituzione della Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.) che ha comportato la scissione di Finpiemonte in due società distinte considerato che sono ben 58 le controllate e partecipate delle Società Finpiemonte S.p.A. e Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. e che molte di esse non hanno più una funzione reale o versano in condizioni economico finanziario disastrose considerato inoltre l'enorme esborso di denaro pubblico che comporta il mantenimento in vita di strutture sclerotizzate e prive di 'mission' impegna la Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente ad attivarsi al fine di addivenire ad una sollecita e rigorosa razionalizzazione delle società possedute e di presentare, entro 6 mesi, al Consiglio Regionale un piano organico di riorganizzazione che consenta un miglior utilizzo e un auspicabile risparmio delle risorse pubbliche".
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 763, il cui testo recita:



PRESIDENTE

"Il Consiglio regionale visto l'approvazione della legge del 26 luglio 2007, n. 17 (Riorganizzazione societaria dell'Istituto Finanziario Regionale Piemontese e costituzione della Finpiemonte Partecipazioni s.p.a.), con la quale è stata avviata la riorganizzazione dell'Istituto finanziario regionale piemontese e la costituzione della Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.
considerato che dall'esito della scissione prevista dal disegno di legge si verranno a costituire due società: Finpiemonte S.p.A. e Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. con il compito, la prima, di sostegno dello sviluppo e della competitività del territorio e la seconda di razionalizzare e valorizzare le partecipazioni societarie in capo alla finanziaria regionale ritenendo pertanto necessario provvedere a un'accurata valutazione della situazione delle partecipazioni societarie, come peraltro già in passato ripetutamente richiesto impegna la Giunta regionale a predisporre tempestivamente una due diligence relativa alla situazione delle società partecipate, direttamente o indirettamente, dalla Regione Piemonte e a riferirne gli esiti al Consiglio regionale".



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Presidente della Giunta regionale, Bresso relativamente a "Sistemi ospedalieri del Torinese e di Novara"


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni della Giunta regionale", do la parola alla Presidente Bresso per la comunicazione su "Sistemi ospedalieri del Torinese e di Novara".



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Cercherò di essere breve nelle comunicazioni, in modo da avere il tempo per un'oretta di discussione. Se non ce la facessimo, possiamo continuare domani. Peraltro, per domani, abbiamo calendarizzato un'altra comunicazione.
La richiesta di comunicazione riguarda la Città della Salute e della Scienza di Novara e la rete ospedaliera di Novara. Per quanto riguarda Novara, come sapete, abbiamo scelto di fare a Novara non solo un nuovo ospedale, ma una Città della Salute e della Scienza il cui cardine ovviamente, è il nuovo ospedale. La realizzazione dell'ospedale era considerata da tempo indifferibile, tenuto conto della vetustà delle strutture e dei vincoli che impediscono un disegno organico di ammodernamento.
Il progetto, però, è stato integrato e arricchito, ed è diventato un elemento strategico di sviluppo della filiera della salute regionale intesa, come abbiamo più volte detto anche in questo dibattito, come una nuova opportunità di crescita e di sviluppo socio-economico della nostra Regione.
La scelta di Novara, come quella di Alessandria, è peraltro legata, se avremo modo più avanti di parlarne, al concetto di frontiera attrattiva cioè il creare sulle frontiere, in particolare in faccia ad una Regione importante come la Lombardia, delle strutture che, essendo attrattive, sono potenzialmente in grado di attrarre flussi di cittadini dalle Regione limitrofe, ma anche di interrompere un flusso di mobilità passiva, che ben conoscete, e di costituire un elemento attrattore forte per il sistema sanitario sia della ricerca sia dell'alta formazione. Inoltre, sono strutture in grado di farsi attrattori del sistema economico, cioè consentendo opportunità di localizzazione di attività, connesse alla salute e alla sanità, di ricerca e produttive.
A fianco del nuovo ospedale, che è destinato ad ospitare la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università del Piemonte orientale, sono previste realizzazioni a supporto, rivolte all'accoglienza di familiari dei pazienti e dei frequentatori dei vari corsi di laurea in campo sanitario. Oltre a ciò, vi saranno l'albergo, la foresteria, ambienti residenziali di studio e tempo libero per gli studenti, e saranno possibili attività di incubazione di attività produttive in collaborazione con aziende pubbliche e private (un vero e proprio incubatore di imprese).
Cerco di essere rapida, poi eventualmente si potrà approfondire se ci sono delle domande.
Gli enti coinvolti sono Comune e Provincia di Novara, ovviamente, oltre all'Università e alla Regione, che condividono insieme la scelta dell'area dell'insediamento, che è nella zona del cosiddetto Parco della Battaglia: area bene accessibile dal centro e da fuori Novara, è adatta a contribuire ad un elevato livello di confort della struttura. Viene quindi inserita in un parco protetto che ne accentua le caratteristiche di accoglienza e di qualità.
Il nuovo ospedale e il parco sono stati visti dall'inizio del percorso progettuale come opportunità di valorizzazione reciproca, e pensiamo ad una struttura che sia aperta alla città per il tramite di un grande percorso pedonale, che attraverserà la struttura ospedaliera sanitaria. Quindi è un progetto in fase di avanzata predisposizione. Il protocollo di intesa è pronto per essere siglato e sancirà gli impegni assunti dai vari enti interessati. Il protocollo di intesa è propedeutico all'Accordo di Programma e alla relativa Conferenza dei Servizi per consentire la rimozione di alcuni vincoli ostativi esistenti e l'adeguamento degli strumenti urbanistici.
Esiste un corposo documento preliminare alla progettazione, che è costituito da linee guida analitiche, da un master plan dell'insediamento.
In questo modo costituisce l'indirizzo generale per le fasi successive e introduce i vincoli da rispettare.
In sintesi estrema, richiamo i dati dell'intervento, che è di 327.300 metri quadrati. La superficie totale costruita è di 143.000 metri quadrati.
L'area medica, chirurgica e dei servizi è pari a 100.600 metri quadrati. La Casa della donna e del bambino prevede 9.000 metri quadrati. I laboratori assistenziali di ricerca chimica e di base e gli embrioni di incubatori di impresa occupano 10.300 metri quadrati. L'area universitaria (didattica frontale e attività centralizzate) occupa 23.100 metri quadrati. I posti letto complessivi sono 650, comprensivi delle attività di Day Hospital.
Viene privilegiata la superficie dei servizi di diagnosi, cura e degenza intensiva e semintensiva.
La struttura è a sviluppo prevalentemente orizzontale. Il costo totale dell'opera è di 350 milioni di euro, 280 attribuiti alla componente assistenziale e circa 70 a quella universitaria. L'onere previsto per acquisire l'area è pari a 7 milioni e mezzo di euro. La formula per la realizzazione che è stata prevista è il leasing in costruendo, che dà certezza del flusso finanziario, garantisce i tempi realizzativi dell'opera ottimizzati dall'obiettivo, che è condiviso da committente e finanziatore perché il finanziatore costruttore può iniziare ad essere pagato dopo il rapido e positivo collaudo finale. Nel caso del leasing, i pagamenti iniziano al momento della consegna, previo collaudo dell'opera.
Globalmente, due dati sui finanziamenti, per rendere chiare le modalità di finanziamento. Abbiamo 33 milioni di finanziamenti dallo Stato-Regione.
Il valore stimato del patrimonio immobiliare dell'ASO Maggiore della Carità di Novara è di 115 miliardi. Ipotizziamo, come Regione, un ulteriore contributo di 50 milioni d'euro erogabili nel tempo precedente, il collaudo di qui al momento del collaudo (collaudo consegna), in modo da portare il canone annuo del leasing in proporzioni sostenibili dall'ospedale e dalla struttura stessa.
Siamo, come dicevo, sulla base del master plan e delle linee guida molto dettagliate, già prodotte dall'ASL e disponibili (nel mio ufficio c'è una cassa piena di master plan e di linee guida). Appena sarà superata la fase del protocollo d'intesa fra gli enti interessati, che comprenda anche l'acquisizione dell'area (se ne sta occupando l'ASO e il Comune di Novara) riteniamo che sia possibile entro l'anno avviare la procedura di gara per attribuire, comparando qualità progettuale e onerosità del canone annuo una relazione delle ultime fasi progettuali e la realizzazione dell'opera.
Per capirci, faremo una gara di leasing, consegnando master plan e linee guida. Quello che siamo disponibili a pagare direttamente e tramite il patrimonio immobiliare e quello che chiederemo nella gara sono le precisazioni sul progetto e, quindi, una serie di proposte relative al completamento del progetto, qualità del progetto che sarà un oggetto della gara e onerosità del canone annuo. Quindi una comparazione fra qualità del progetto e richiesta finanziaria a completamento di ciò che viene versato nel finanziamento.
Mi pare di avere detto tutto. Adesso non so, Presidente, come procediamo, se fare tutta la comunicazione anche su Torino...



PRESIDENTE

Io farei tutta la comunicazione, in maniera tale che i colleghi possano rispondere su tutto il testo.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Mi pare che su Novara sia tutto chiaro.
A completamento della comunicazione su Novara, a mio avviso l'ASL, in collaborazione con le istituzioni locali, mi pare aver lavorato molto bene.
Sono stati molto rapidi. Dal momento in cui si è ipotizzato e poi si è deciso, con approvazione del Piano di Edilizia Sanitaria, un mese dopo loro ci hanno consegnato il dossier, che è preliminare all'indizione di una gara. Il meccanismo è una gara in cui naturalmente viene precisato, con un master plan e con il dettaglio tecnico delle linee guida di ciò che deve essere contenuto (non solo nell'ospedale, ma in tutta la struttura da costruire) e poi su quello si può fare la gara. Quindi direi che vi è stato un lavoro collettivo molto veloce e molto efficiente che ci consentirà realizzato l'Accordo di programma, di procedere alla gara entro l'anno e di vederne, in tempi piuttosto rapidi, anche la realizzazione (come sapete col metodo del leasing la realizzazione viene accelerata).
Per quanto riguarda la rete ospedaliera di Torino, non ritornerei sulla Città della Salute, sulla quale c'è già stata una comunicazione e si era svolta un'ampia discussione. Metterei in evidenza, invece, che il Piano che è in discussione e approvazione sperabilmente nel mese di settembre prevede principi di riordino molto importanti in relazione ai bisogni della popolazione, che sono orientati verso le cure territoriali, e degli accordi stabiliti nell'ambito del Patto per la salute siglato tra le Regioni e il Ministero della Salute.
All'interno del Piano è espresso il fabbisogno dei posti letto in Piemonte, ripartito come segue: 19.500 in tutta la Regione, dei quali 10.300 nella Provincia di Torino. Il fabbisogno della sola città di Torino è di circa 5.400 posti, compresi i letti privati accreditati.
Nel rispetto di queste esigenze, il Piano propone un riordino (che sarà fatto a valle del Piano stesso) che terrà conto di alcuni fondamentali principi: la diffusione delle eccellenze, perché i cittadini hanno il diritto di trovare cure d'altissimo livello in tutti gli ospedali del Piemonte e, comunque, in tutte le aree del Piemonte (anche per questo abbiamo lavorato in tal senso a Novara e stiamo lavorando in altre parti del territorio); l'integrazione degli ospedali in rete, per evitare sprechi e duplicazioni; il riequilibrio territoriale. A questo proposito, le decisioni strategiche che riguardano l'area metropolitana sono espresse nel Piano e nel Piano di Edilizia Sanitaria già approvato (logicamente quest'ultimo sarebbe venuto dopo, ma, come sapete, lo abbiamo approvato prima).
A Torino, l'attuale concentrazione di presidi ospedalieri nella zona sud se da una parte ha consentito lo sviluppo di un Polo di elevata qualificazione, dall'altra parte ha penalizzato l'area nord della città che, negli ultimi anni, ha visto invece un forte incremento della popolazione.
Il riordino della rete ospedaliera prevede, quindi, il potenziamento dell'area nord-ovest attraverso la creazione del nuovo Maria Vittoria e il potenziamento del San Giovanni Bosco. Nella zona sud attualmente ci sono circa 3.100 posti letto pubblici (Molinette, CTO, Sant'Anna-Regina Margherita, Mauriziano e Valdese, senza contare quelli dell'ospedale Martini). Di questi, 780 saranno assegnati alla Città della Salute e della Scienza secondo il programma attuale e quindi la zona sud continuerà ad avere un numero rilevante di letti in quasi tutte le discipline, in modo da mantenere l'alto livello di assistenza attuale.
In questo senso, il Piano che avete peraltro approvato prevede il potenziamento del Mauriziano, del Martini, del San Luigi di Orbassano nonché la costruzione del nuovo presidio a Moncalieri (volevo richiamare questo aspetto perché fa parte della riorganizzazione complessiva dell'area metropolitana torinese); Mauriziano per il quale annoto che resta aperta la questione della proprietà, che, secondo la legge finanziaria, c'è stata assegnata, ma che non è stata ancora concretamente realizzata, ritenendo il Governo che la questione sia stata risolta ma apparendo un po' strano che si debba appropriarsene.
Pertanto, continuiamo a non avere la certezza assoluta del titolo giuridico col quale siamo presenti al Mauriziano e col quale abbiamo costituito un'ASO al Mauriziano. Siamo dunque in attesa di ricevere chiarimenti giuridici su tale questione, perché vi renderete conto che l'intervento sul bene richiede il titolo giuridico, inteso come comodato o proprietà (se si trattasse di affitto, per esempio, dovrebbe essere invece il proprietario ad intervenire sul bene). La questione è di una certa complessità e va risolta.
Restano ancora da definire nel dettaglio - come stabilisce, peraltro il Piano di Edilizia Sanitaria - le soluzioni edilizie successive al trasferimento del San Giovanni Battista - le Molinette - nella nuova sede della Città della Salute e della Scienza, e i potenziamenti sopra descritti, che, accanto alle modificazioni in atto (epidemiologiche, di caratterizzazione delle modalità di evoluzione e di cura), porteranno prevedibilmente nel futuro, a ridurre il fabbisogno complessivo di letti nell'area.
Alla luce dello stato di conservazione degli edifici attuali è comunque prevedibile - fa parte della riorganizzazione che, come ci siamo impegnati proporre, a breve proporremo - la necessità di dover realizzare in zona un nuovo ospedale, le cui dimensioni e i contenuti potranno essere definiti solo dopo il compimento della prima fase del processo di riorganizzazione.
chiaro che nel processo di riorganizzazione dovremo definire le dimensioni degli ospedali di cui ho testé parlato - ho ricordato che è previsto un potenziamento a nord e la ristrutturazione e riorganizzazione della rete sud, compreso Moncalieri - e, su questa base, le dimensioni dell'attuale Polo - le Molinette, per intenderci - verranno delineate e vi saranno proposte.
Per quanto riguarda l'area materna e infantile, sulla quale sono state dette o capite le cose più strane, non vi è alcun dubbio che, come le Molinette, richieda degli interventi strutturali di tipo edilizio: probabilmente, nel caso del Sant'Anna-Regina Margherita, una nuova struttura (dico "probabilmente" perché fa parte delle valutazioni che si stanno facendo). La struttura del CTO è in buono stato, posto che è stata recentemente ristrutturata e ha una parte nuova. Per le strutture delle Molinette e del Sant'Anna-Regina Margherita appare ragionevole fare a breve interventi di miglioramento.
Peraltro, annoto che proprio ieri la Giunta ha assegnato agli ospedali piemontesi i fondi per gli investimenti più urgenti in attrezzature e, tra l'altro, è stato deciso l'acquisto della nuova RNN per l'ospedale Regina Margherita, che ne aveva bisogno, nonché alcuni interventi edilizi d'urgenza, in particolare relativi alle centrali elettriche. Quindi, a parte gli interventi di urgenza che sono necessari, su questi ospedali non vi è alcun dubbio che esista la necessità di investimenti più strutturali che, presumibilmente, dovranno essere orientati nella direzione di una nuova struttura piuttosto che di adeguamenti delle strutture attuali, che presentano rilevanti problemi strutturali e considerevoli costi di gestione.
L'obiettivo che ci poniamo è di mantenere in quell'area un ospedale generale - l'ospedale CTO - e un ospedale materno-infantile, tutti (possibilmente, perché ovviamente dobbiamo fare ancora le valutazioni e i conti - rinnovati e fatti nuovi, affinché la qualità del lavoro che vi si svolge possa essere allineata con la qualità delle strutture. È probabile che sulla base di questo riordino, completato almeno come disegno, emerga l'esigenza, completato almeno come disegno, di ridefinire le entità amministrative, ASL e ASO, che attualmente gestiscono i presidi ospedalieri di Torino, penso, in particolare, proprio riducendo il numero delle ASO.
Vorrei fosse chiaro che qui non si sta parlando di eliminare né le strutture né le funzioni, caso mai, nel caso delle strutture, di realizzarle nuove; si sta parlando - teniamo sempre ben presente le distinzioni - di eliminare ridondanti strutture amministrative, in quanto in questo momento, in uno stesso territorio, a poche decine di metri di distanza, abbiamo tre ASO. È evidente che il problema di una riorganizzazione si porrà. A poca distanza abbiamo un'altra ASO, che è il Mauriziano, sul quale sussistono i problemi che vi dicevo.
Vorrei fosse chiaro una volta per tutte che, ovviamente, sono decisioni che non avranno ripercussione sulla qualità e quantità di servizi offerti ai cittadini, che saranno assunte sulla base di considerazioni di natura logistica e organizzativa, come stiamo facendo per le ASL, per favorire una migliore organizzazione del sistema e un'economicità nella gestione amministrativa e tecnica del sistema.
Questo è quanto si può dire in questo momento. Così come abbiamo assunto l'impegno, dopo l'approvazione del Piano Sanitario, della delibera di edilizia sanitaria e l'avvio delle prime attività, noi presenteremo, con il tempo necessario che questo richiede, un lavoro coordinato e concordato.
Come sapete, siamo in presenza di ospedali universitari, relativamente ai quali veniamo sollecitati per degli interventi, ma per i quali occorre definire un accordo con l'Università, in particolare, rispetto ad alcune specialità, che, ovviamente, dovranno essere localizzate anche nella Città della Salute. Vi ricordo che sia nelle Molinette, che nel Sant'Anna, nel Regina Margherita e nel CTO ci sono molti doppioni, quindi, questo non toccherà in nessun modo la possibilità per i cittadini di avere in quella localizzazione la concentrazione di livello e di complessità dei servizi che oggi viene fornito.
Questo è l'insieme del disegno, ma, trattandosi di una comunicazione non si può andare oltre; ovviamente, avremo modo di discuterne non appena chiusa la discussione sul Piano Sanitario e sulla deliberazione connessa partiremo con le fasi successive, che sono di applicazione del complesso dei documenti che globalmente saranno stati approvati (legge, Piano delibera sulle ASL e Piano di Edilizia Sanitaria).



PRESIDENTE

Sono prenotati per intervenire sul merito i Consiglieri Nastri, Giovine e Scanderebech e sull'ordine dei lavori i Consiglieri Giovine e Pedrale.
La parola al Consigliere Giovine sull'ordine dei lavori.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Semplicemente per agevolare il lavoro dei colleghi ed, eventualmente per poter rispondere puntualmente, qualora la Presidente avesse preparato due righe scritte, magari, quelle che stava leggendo, chiedo se è possibile avere la fotocopia, ovviamente, sapendo che sono assolutamente informali, a meno che non fossero appunti scritti a mano. In questo modo, sarebbe più facile intervenire sulle questioni che più interessano alcuni colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Sostanzialmente, volevo chiedere quanto ha chiesto il collega Giovine.
Magari, non questa sera, ma nella seduta di domani o anche di venerdì chiedo se la Presidente ci può fornire questa relazione - depurandola da appunti che, comprensibilmente, la Presidente ha aggiunto sui fogli - visto che è molto dettagliata e contiene al suo interno molti elementi, anche per riuscire a ricordare bene la collocazione dei siti ospedalieri che si intendono realizzare



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, ripropongo la stessa richiesta. Sarebbe utile avere questa documentazione prima della pausa estiva, soprattutto prima di ricominciare il dibattito in IV Commissione, ricordando che il capitolo 5 del Piano è quello riferito alla rete ospedaliera. Poi, non so se la Giunta vorrà porre delle modifiche al capitolo 5 del Piano, relativamente a quello che ha detto la Presidente, potrà essere oggetto di modifiche il Piano o potrà esserci una successiva deliberazione.
Noi riteniamo che se una successiva deliberazione contenesse già indicazioni relativamente a quella parte di Piano che parla di edilizia ospedaliera sarebbe il percorso migliore, altrimenti, non importa, ma almeno ci consentirebbe, in sede di Commissione, di non porre una serie di valutazioni, che non derivano dalla comunicazione della Presidente, ma dalla lettura dei giornali precedente la comunicazione, che, in qualche modo, svierebbero la discussione rispetto, invece, a quello che è il dato posto dalla comunicazione della Presidente.



PRESIDENTE

La parola alla Presidente della Giunta regionale, Bresso.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Sono assolutamente disponibile a fornire la documentazione. Siccome mi era stata chiesta una comunicazione orale, ovviamente, avevo aggiunto delle note e appunti miei, che metterei a posto, anche perché, per esempio relativamente a Novara, da una cassa così di documentazione ad una nota di un paio di pagine, vi possiamo fornire anche qualcosa di un pochino più articolato. La comunicazione scritta ha sempre più spazi di quella orale perché può fornire degli allegati.
Quindi, dopo averla messa a posto, provvederemo a far pervenire quanto richiesto, se ce la facciamo, prima della fine dei lavori, ma, sicuramente prima del rientro. Quanto a mie mani serviva più per una comunicazione e un dibattito orientativo. Sicuramente, su entrambi i temi, noi possiamo farvi pervenire la documentazione, chiaramente ad un livello molto diverso, in quanto, da una parte, vi è il richiamo dello stato dell'arte, degli impegni presi e della direzione nella quale intendiamo andare, mentre, dall'altra vi è già un progetto che è ad uno stadio di avanzamento superiore rispetto a Molinette 2. Quindi, essendo ad uno stadio molto più avanzato, disponiamo di maggiore documentazione rispetto a quanto pensavo di esprimere in una comunicazione orale; sicuramente ve la faremo avere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nastri.



NASTRI Gaetano

Signor Presidente, devo dire che mi sarei aspettato qualcosa in più da questa relazione. Mi auguro che, magari, vi possa essere, dopo il mio intervento e quello degli altri colleghi, qualche comunicazione in più da parte della Presidente Bresso.
Sicuramente, per la realizzazione del nuovo ospedale di Novara sappiamo che sarà necessaria una spesa di 350 milioni di euro, che i trasferimenti Stato-Regione, ad oggi, sembrerebbero essere di 33 milioni di euro, quindi per completare l'opera, l'unica cosa certa è che la Regione ha previsto un piano di dismissione del patrimonio dell'azienda ospedaliera. Tale patrimonio...



(Commenti della Presidente Bresso)



NASTRI Gaetano

Le voglio rivolgere qualche quesito, pertanto le chiedo se mi pu rispondere successivamente. Le dico qualcosa in più rispetto a quanto mi ha detto lei, perché il patrimonio dell'azienda è stato stimato nell'anno - se non sbaglio - 2001, dall'Università Bocconi di Milano, pari a 120 milioni di euro. Sarebbe importante capire, allo stato attuale, se questo patrimonio si sia rivalutato o meno e, soprattutto, se per un'eventuale vendita di blocco, quindi tutto quello che riguarda la proprietà immobiliare, è stata già prevista l'aspettativa - e dovrebbe essere così di una realizzazione di entrate, comunque, inferiore a 120 milioni di euro.
Se fosse così, sarebbe importante e fondamentale capire il resto del valore e, soprattutto, a vantaggio di chi andrebbe.
Un'altra cosa sarebbe fondamentale. Contrariamente a quanto è stato rappresentato oggi dalle sue comunicazioni, Presidente, il patrimonio immobiliare non è costituito soltanto da terreni agricoli, ma ci sono anche immobili che hanno rilevanti valori storici, culturali e artistici. Ne ho scritti alcuni, ma sicuramente ne ho dimenticati altri: interi stabili nel centro storico della Città di Novara, castelli a Casalgiate e Vicolungo e l'edificio antonelliano, che è proprio all'interno dell'ospedale di Novara.
Una delle domande principali è questa: se la dismissione del patrimonio immobiliare andrà a finanziare direttamente la costruzione del nuovo ospedale oppure, se le entrate future - e così sembrerebbe, anche perché è inserita nel Piano Socio Sanitario - derivanti dalla vendita di queste proprietà dovrebbero andare a costituire questo fondo regionale sanitario che servirà a finanziare le opere sanitarie non della Provincia di Novara ma di tutta la Regione Piemonte.
importante, in base a quello che lei citava prima, capire e approfondire il meccanismo del leasing in costruendo con cui si procederà se si procederà - all'edificazione dell'opera. Se, ottimisticamente, questo dovesse verificarsi, il leasing dovrà essere perlomeno di 150 milioni di euro. Il dubbio rispetto a questo è chi pagherà, come e a cosa serve.
L'altra domanda: il canone finanziario del leasing sarà versato direttamente dalla Regione Piemonte o dall'Azienda ospedaliera? Questo è da verificare. Se così fosse: con quali entrate si potrebbero finanziare queste spese? Perché, andando avanti così, si creerebbe il rischio di produrre un buco che dovrebbe poi essere compensato o coperto con l'aumento dei ticket o con altri aumenti da parte delle imprese.
Queste sono le domande che, secondo me, devono avere una risposta.
Anche per quanto riguarda i tempi di realizzazione. Lei dice che, entro pochi mesi, verrà sottoscritto il protocollo di intesa con tutti i soggetti interessati e questo dovrebbe essere propedeutico all'accordo di programma.
Qui è fondamentale capire da dove verranno recuperati questi quattrini.
Questa è la domanda più importante e mi auguro che, già questa sera, io possa uscire da quest'Aula con delle risposte che possano soddisfarmi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Intanto, ringrazio la Presidente per le comunicazioni, importanti e interessanti come finalità. Però, dopo le comunicazioni fatte tramite i media, mi aspettavo qualcosa di più preciso. Comunque, lasciamo stare quello che è stato detto. Mi ricollego a quanto è stato detto oggi in Aula dalla Presidente stessa riguardo alla Città della salute. Penso che su questo punto abbia spiegato molto poco, rimandando il tutto e dicendo che è stato già deciso tutto.



(Commenti della Presidente Bresso)



SCANDEREBECH Deodato

Lei è brava, è inutile nasconderlo, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Lei è brava nell'esporre e nel dribblare, lei potrebbe fare da centravanti alla Nazionale italiana. Qualcuno direbbe: "Non ci sono problemi, sotto questo aspetto". Però, vorrei capire cosa succederà per quanto riguarda la Città della salute e, soprattutto - lei l'ha evidenziato ancora oggi - la formazione del cosiddetto polo sanitario. Ripeto, dai giornali avevo letto che si prevedeva la demolizione degli ospedali Sant'Anna, Regina Margherita e di una parte delle Molinette per costruire questo polo sanitario.
Abbiamo il problema, che non è stato ancora sviscerato, su come si farà fronte ai 2720 posti letto, che sono la differenza tra quelli che andranno a finire nella Città della salute (780) togliendo gli altri 1500 posti degli ospedali che si trovano a sud della città, mi chiedo come faremo a mantenere lo stesso servizio che stiamo dando oggi.
Oggi, non voglio entrare nei particolari, aspettiamo che ci dia qualcosa di più definitivo. Anche se, dalla relazione di oggi, ho capito che lei aspetta il mandato: aspetta che si decida già in Aula e che venga già licenziato il Piano Socio Sanitario per poi prendere le decisioni di conseguenza. Quindi, mi sembra che non ci siano ancora le idee chiare su che cosa si voglia fare a Torino. Al contrario, invece, vedo che lei è molto "sparata" sull'obiettivo della Città della salute. Ma, ripeto, il mio pensiero vale uno, mentre il suo, in proporzione, vale trentasei.
Le avevo chiesto, in modo specifico, che si riparlasse della Città della salute per capire se ci sono ancora degli spazi, dei margini; anche perché noi non abbiamo ricevuto niente, se non tutto il malloppo del progetto. In quel progetto - non parlo di studio di fattibilità, di cui ho già parlato più volte e non voglio ripetermi - non c'è uno studio di servizi, di trasporti per poter giustificare il fatto che la Città della salute debba essere fatta a Grugliasco, non sapendo ancora che finalità avranno, come serviremo i 2720 posti letto di cui, in questo momento, non è stato deciso ancora cosa fare.
Lei ha parlato di polo, ha detto che gli ospedali Regina Margherita e Sant'Anna verranno migliorati. Al contrario, invece, su due giornali ci sono le sue dichiarazioni del tipo "buttiamo giù e facciamo...



(Commenti della Presidente Bresso)



SCANDEREBECH Deodato

Non l'ho detto io! Non parliamo di Candiolo, perché oggi mancano gli interlocutori e ne parleremo poi a settembre. Presidente, mi aspetto veramente delle risposte molto più precise e chiare, ma non voglio entrare nei problemi tecnici, prima mi piacerebbe risolvere i problemi strategici dal punto di vista logistico e politico.
Anche perché, colleghi, il progetto della Città della Salute era nato da un progetto del professor Giorgio Verme ed aveva proprio lo scopo di potenziare le eccellenze nel capoluogo piemontese. Nel senso di cercare di evitare che le eccellenze piemontesi scappino in altri paesi.
Il Consigliere Chieppa non è in aula, quindi non parliamo di tutto quello che diceva l'altro giorno in Commissione, però lasciamo perdere l'eccellenza, l'intramoenia, l'extramoenia. Di questo parleremo al momento opportuno perché anche in quel caso occorre verificare, fare un'analisi e una mappatura di quelli che sono i Primari delle strutture, per poter capire fino a che punto questi possono veramente eccellere e fino a che punto questi possono essere mantenuti a Torino e nei nostri ospedali.
Però - ripeto - il progetto della Città della Salute era nato in modo specifico per potenziare tutto quello che è il territorio e tutto quello che è Torino; se, invece, andiamo a finire a Grugliasco, il progetto è stato sconvolto. Certamente i numeri da lei forniti - i posti letto, le valutazioni tra Torino nord e Torino sud coincidono (20 più, 20 meno), per ripeto - è stato sconvolto il principio sulla base del quale si era cominciato a parlare della Città della Salute.
Adesso è difficile digerirlo! Non perché l'aveva proposto il Presidente Ghigo, che aveva ipotizzato prima di farlo nella zona dei Mercati generali poi nella zona della FIAT AVIO; ripeto, non è un problema di territorio fine a se stesso, ma un problema territoriale dell'area torinocentrica.
Quindi, se ancora una volta spogliamo l'area di Torino di questa grossa opportunità, mi sembra che tutto il castello crolli. Non capisco perch debbano essere prese delle decisioni così importanti, senza discuterne un po' più a lungo e, soprattutto, senza avere in mano degli elementi che giustifichino questa scelta. Prima si parlava di Campo Volo; da nord siamo arrivati a sud-est, senza alcuna logica. Abbiamo ascoltato, abbiamo saputo abbiamo sentito, abbiamo letto che per ciò che riguarda Italia 61 i costi avevano un rapporto di tre a uno rispetto a Campo Volo; adesso, invece leggiamo sui giornali - e lei oggi lo ha confermato - che si vuole fare un nuovo polo ospedaliero nella zona di Italia 61 oppure mantenere gli attuali (se ho ben capito) e su questi creare questo polo ospedaliero. Tutto questo noi lo leggiamo sui giornali, e lei adesso ci ha detto qualcosa in proposito.
Così facendo - torno al discorso della Città della Salute - è stato sconvolto il principio sulla base del quale era nato questo grande progetto del professor Giorgio Verme, e portato avanti prima dalla Giunta Ghigo e oggi dalla Giunta Bresso.
Sono in attesa di avere delle risposte, o meglio, dei documenti che giustifichino la scelta di Grugliasco.
Facciamo passare il mese di agosto tranquillamente; settembre sarà - mi auguro - il mese del dialogo; dopodiché attendiamo ulteriori e precise risposte, perché fino ad ora noi, io in modo particolare non ho capito perché sia già stata assunta la decisione della Città della Salute e perch si sia scelto Grugliasco.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Ho esitato un po' ad intervenire, solamente perché volevo lasciare l'opportunità a qualche collega di maggioranza che, invece, oggi, su un tema così importante come quello del sistema ospedaliero torinese e novarese, è stranamente silente.
Ringrazio innanzitutto la Presidente Bresso e mi dichiaro globalmente soddisfatto, almeno nella metodologia espositiva. Mi riservo, quando ci sarà un supporto cartaceo e poi a settembre, quando si entrerà nel merito delle varie proposte di deliberazione che fanno parte organicamente del complesso Piano Socio Sanitario, di fare una serie di puntualizzazioni più particolareggiate.
Chiedo però delle precisazioni su alcuni punti. Il primo l'ha anticipato il collega Nastri e riguarda il leasing di cui si è parlato.
Personalmente, vorrei capire come si intende effettuare questo leasing, chi dovrebbe accenderlo, chi dovrebbe parteciparvi. Prima si è detto che gli enti coinvolti saranno Comune e Provincia, quindi vorrei sapere se anche questi enti avranno una responsabilità nell'accensione di questo leasing e quali sono le garanzie successive.
Se citiamo il termine leasing, a noi viene in mente il leasing classico, ad esempio per l'acquisto di un'automobile. È evidente che quando noi non riusciamo a pagare le rate dell'automobile, la società leasing, che è proprietaria dell'automobile che in quel momento noi guidiamo, si prende indietro l'automobile e, giustamente, ne rivendica la proprietà, nonché il possesso che fino a quel momento era nostro.
evidente che questo è un pochino più complesso, con un ospedale perché diventerebbe alquanto capzioso se una società di leasing ci rivendicasse un ospedale come proprietà, nel caso noi non riuscissimo a pagare la rata.
vero che è un'ipotesi assai improbabile, però tante cose sono accadute nella Pubblica Amministrazione, in Piemonte; non parlo della Regione Piamente, ma in generale degli enti che insistono sul territorio piemontese e anche in altre regioni d'Italia che hanno situazioni allucinanti. L'episodio dei rifiuti campani è abbastanza indicativo di quello che può accadere se non si prevede per tempo quali possono essere le controindicazioni.
Sono sicuro che la Presidente immagina un sistema di garanzia che permetta comunque che questo ospedale non venga catturato dalla società di leasing, che peraltro, probabilmente, non saprebbe neanche cosa farsene.
Sul Mauriziano, invece, devo comunicare che sono - ahimè insoddisfatto per le comunicazioni; non sono chiare - signora Presidente le soluzioni che si vogliono adottare e, a mio modesto avviso, non è nemmeno chiaro come si vogliono raggiungere gli obiettivi. Peraltro, a sua discolpa, mi rendo perfettamente conto che ci sono delle difficoltà oggettive legate al Mauriziano e che i soggetti non sono tutti quanti insistenti sul territorio regionale: c'è una trattativa con il Governo, ci sono altri soggetti, c'è un tot di ricorsi, ci sono un po' di pendenze aperte. C'è una presidenza, un commissariamento (credo) da parte del professor Zanetti, che è persona davvero preparata e che sicuramente le sarà di supporto. Mi rendo conto che non sia facile dare una risposta soddisfacente, penso non solamente ai Gruppi di minoranza, ma anche a buona parte dei Gruppi della maggioranza, però devo rimarcarle che da parte nostra non c'è la piena soddisfazione sulla questione Mauriziano Invece - lo dico con una leggera venatura di polemica - mi spiace che siano assenti i colleghi Laus e Lepri, perché vorrei che in questo dibattito i colleghi Laus e Lepri ci spiegassero invece qual è la loro opinione sul Centro di Ricerca di Candiolo e sull'ospedale collegato. Così come hanno l'intelligenza e il buon gusto di esprimerlo pubblicamente, in conferenze stampa o in dichiarazioni che finiscono anche su RAI 3 nelle ore di punta, a noi piacerebbe che le stesse considerazioni, visto che sono state anche oggetto di accuse reciproche da parte del Gruppo La Margherita venissero rese partecipi all'assemblea nel suo plenum.
Ciò anche perché Candiolo è sicuramente un'altra realtà estremamente importante nel panorama regionale e nazionale, su cui credo che questa assemblea abbia - a buon diritto - qualcosa da dire. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Paolo

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda la Città della Salute di Novara, farò un breve intervento, iniziando proprio col precisare alla Presidente Bresso che non mi aspettavo qualcosa di più, talmente è stata chiara nell'esposizione; ha persino aggiunto che se occorrevano dei chiarimenti, probabilmente avrebbe potuto produrre delle casse intere di documentazione.
Ma è stata veramente chiara anche per coloro che non conoscono la situazione e il progetto di questa Città della Salute di Novara.
Una considerazione generale che parte da questo dato. È da tanti anni che si parla della realizzazione del nuovo ospedale di Novara, ma oggi c'è un valore aggiunto in più: si parla di Città della Salute.
Io ritengo, non solo come novarese, ma anche come Amministratore, che questa sia stata una scelta oculata, perché come ha già precisato la Presidente nella sua relazione, è stata dettata anche da questa frontiera attrattiva, nel tentativo di frenare questa emorragia verso la Lombardia questo flusso di mobilità passiva. È un discorso di strategia.
La Città della Salute, com'è stato detto, comprende sicuramente l'università, la ricerca, le attività produttive e quant'altro.
Vorrei sottolineare un ulteriore aspetto: si sta raggiungendo un risultato positivo perché sul territorio, finalmente, si è trovato un comune denominatore fra Regione, università, ospedale, Provincia e Comune.
Questo è un molto importante, perché quando si parla del "bene comune" l'appartenere ad una parte politica piuttosto che ad un'altra passa in secondo piano. Difatti, la Provincia e il Comune, che hanno due maggioranze diverse, hanno trovato dei punti di incontro e stanno procedendo bene perché sono state fornite delle date e delle indicazioni molto ravvicinate.
Se effettivamente - come sarà - alla fine di quest'anno o nei primi mesi del prossimo si potrà iniziare con il bando, sarà senza dubbio un ottimo risultato.
Anche la scelta di questo leasing - che oggi è reso possibile dalla finanziaria, mentre prima non lo era - ritengo che sia molto importante.
Senza fare o raccogliere polemiche, il discorso del patrimonio è di grande interesse: anche io attendo una parola definitiva di chiarezza anche se so già quale sarà la risposta. Perché è già stato detto in modo chiaro prima dall'Assessore Valpreda, che è venuto diverse volte a Novara occupandosi di questo, e poi dall'Assessore Bairati, che ringrazio perch ancora ultimamente l'ho visto alla presentazione del progetto dell'Azienda Ospedaliera di Novara, che il patrimonio non verrà venduto in blocco, anche perché significherebbe non fare certamente gli interessi della Regione dell'ospedale e dei cittadini.
Poiché la maggior parte dei beni sono vincolati e hanno delle scadenze nei prossimi anni un po' più lunghe - anche qui, forse, ritornando al passato, una politica più oculata avrebbe potuto non vincolare questi beni per tanti anni, ma prevedere dei rinnovi più brevi, così come hanno fatto altrove, ma ormai sono cose passate, per cui cerchiamo di guardare al futuro - si cercherà di vendere poco alla volta, per vendere al meglio.
Vi è poi il problema dell'edificio storico, ovvero dell'attuale sede dell'Ospedale Maggiore, che ha una parte storica che non può essere abbattuta.
Bisognerà che gli Enti locali stabiliscano insieme, attorno ad un tavolo, le varie esigenze: le esigenze del Comune di Novara, le esigenze della Provincia, le esigenze dello Stato e dell'università.
Un ruolo molto importante dovrà rivestirlo il Comune, perché attraverso il piano regolatore, bisognerà sapere quanto può rendere quell'area e quali potranno essere gli introiti dell'ospedale nella relativa vendita, se ci sarà verde pubblico o se si potranno costruire grattacieli. Ho fatto paradosso, ma è un aspetto molto importante.
Il ricavato - mi sembra che sia già stato precisato - non rientrerà nelle casse della Regione per destinarlo ad altre iniziative, ma sarà finalizzato proprio alla costruzione della Città della Salute di Novara.



(Commenti in aula)



CATTANEO Paolo

Richiederò chiarimenti alla Presidente e all'Assessore in tal senso, ma ritengo che gli introiti di questa vendita saranno utilizzati per la costruzione della Città della Salute di Novara e non per altre iniziative.
Ciò non toglie che parlando anche con i responsabili sanitari locali dai Dirigenti, ai medici, al personale, dobbiamo tener presente che con il nuovo ospedale non è che cambierà tutto: bisognerà rivedere quali sono i punti deboli, soprattutto nella organizzazione e nella gestione, prestando attenzione affinché alcuni difetti anche grossi che oggi ci sono nella vecchia struttura, non vengano portati anche nella nuova.
Fra le tante polemiche dei giorni scorsi, un Parlamentare (se non erro è stato anche Consigliere regionale) ha detto che si constata il sostanziale immobilismo della politica sanitaria regionale. Dalla relazione che ho sentito e dalle cose che sto ascoltando e vedendo ultimamente, mi sembra che sia esattamente l'opposto. L'articolo recita: "Nuovo ospedale? Per ora solo fumo".
Vorrei dire ai colleghi che può darsi che sia solo fumo, però ho la sensazione che questa sia una fumata bianca.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Presidente della Giunta regionale, per una breve replica.



BRESSO Mercedes, Presidente della Giunta regionale

Una breve replica.
Intanto sulla questione di Novara credo di aver fornito tutti gli elementi necessari. E quando si parla di immobilismo, come diceva poc'anzi il Consigliere Cattaneo, c'è di meglio nell'immobilismo, perché è un impegno da tre miliardi e 700 milioni di interventi di edilizia sanitaria che non prevediamo di bloccare su questa cifra, semmai di incrementare ulteriormente quando avremo definito quel riordino del sistema torinese, di cui vi ho tracciato soltanto delle linee (posto che è quanto mi è stato richiesto), perché quando vi vorrò portare un Piano di riorganizzazione (è previsto dalla delibera sul Piano di Edilizia Sanitaria) presenterò una proposta in tal senso.
Vorrei precisare, inoltre, ciò che non ho potuto dire prima, perché non potevo più parlare.
Io sono sempre divertita dal fatto che ci sono persone che, quando si tratta di pensare, dicono che bisogna agire, mentre quando si tratta di agire, dicono che bisogna pensare.
La legge che facevamo prima era di programmazione: come tale, definisce l'architettura di un sistema che dovrà essere ovviamente realizzato.
La stessa cosa è avvenuta con il Piano di Edilizia Sanitaria: si è definito che cosa si vuole fare, dove lo si vuole fare, quanto costa e come reperire in modo complesso (perché se fosse facile avremmo tre miliardi e 700 milioni in banca!) le risorse per farlo. E man mano lo stiamo facendo anche con notevole rapidità, perché su quasi tutti i progetti indicati nel Piano di Edilizia Sanitaria ci stiamo muovendo rapidamente (intendo ovviamente, insieme ai Direttori delle ASL, i funzionari dell'Assessorato la Presidente e i Dirigenti) per definire gli accordi territoriali con i Sindaci, nonché le valorizzazioni del patrimonio, in modo da poter partire con la progettazione e la realizzazione.
Relativamente a questa vicenda del patrimonio, voglio ricordare che la cosiddetta espropriazione del patrimonio corrisponde esattamente a quello che prima ricordava il Consigliere Cattaneo: c'è una parte di patrimonio delle ASL che è vendibile immediatamente - è una parte piccola, perché deve essere libera e deve essere facile da collocare sul mercato - poi, c'è una parte molto consistente delle diverse ASL, che, invece, richiede operazioni immobiliari per essere valorizzata.
L'operazione che noi stiamo facendo, che più volte ho descritto in Commissione - forse, non l'ho mai totalmente descritta in questa sede, ma ne abbiamo parlato in relazione alla legge finanziaria e prevedendo gli strumenti operativi - è l'individuazione e valutazione del patrimonio disponibile; disponibile non vuol dire immediatamente vendibile, vuol dire vendibile, nel senso che non è attualmente in uso per funzioni sanitarie.
Questo patrimonio vendibile può venire conferito, per la parte non immediatamente vendibile, ad esempio, a Finpiemonte - forse non serve fare una società ad hoc - la quale provvederà, poi, trovandosi un advisor e procurandosi le competenze, alla valorizzazione e vendita del patrimonio ma anticipandoci - come sapete, Finpiemonte ha molta liquidità - la liquidità a noi necessaria per realizzare gli interventi. Ovviamente, se incasserà di più, avremo risorse aggiuntive per ulteriori interventi.
Questo meccanismo - o uno simile - consente di mobilizzare il patrimonio e di riattribuirlo in termini, a quel punto, non di muri, non vendibili se non con operazioni complicate che, spesso, i direttori delle ASL, che altro hanno da fare, non sono in grado di fare e i loro uffici nemmeno, ma di liquidità, con la quale, effettivamente, si può provvedere alle operazioni di gara e, poi, di pagamento.
Questa è la richiesta che ci è stata fatta dall'ASO, la quale, nel fare la valutazione, ha individuato la quota necessaria in 115 milioni provenienti dal patrimonio, non necessariamente per vendita immediata, ma anche attraverso operazioni di messa a disposizione di valori del patrimonio, attraverso le operazioni che dicevo; in 33 milioni, che abbiamo già assegnato; in 50, che ci chiedono di assegnare e che provvederemo ad assegnare; per un totale di circa 200 milioni.
Il leasing, in questo caso, è una procedura nuova, consentita alle Amministrazioni dalla recente finanziaria e dai Decreti Bersani, che consente di bandire una gara per un bene che, a completamento del pagamento, diventerà di proprietà. All'interno della gara si possono inserire quote di liquidità o altro, anche consegna di immobili, se lo si vuole; si dovrà valutare se inserirli all'interno della gara di leasing oppure venderli per conto nostro e offrire la liquidità.
In ipotesi, per fare un esempio semplice, potremmo dire che noi a consegna metteremo 200 milioni di liquidità; sugli altri si fa un'operazione di leasing, che, in questo caso, se queste sono le dimensioni, l'ASO ritiene di potere assumere a proprio carico, perché il nuovo edificio consentirà dei risparmi, in quanto sarà costruito nel rispetto delle leggi sul risparmio energetico, con impianti di produzione di energia elettrica, che consentiranno di ridurre il costo dell'energia elettrica o, addirittura, di avere un utile. Quindi, la differenza, che sarà a suo carico come rata di leasing, sarà compatibile e comparabile con la riduzione dei costi che verrà consentita dal nuovo edificio, dosato meglio in termini di posti letto e organizzazione.
Naturalmente, per una serie di operazioni - adesso non voglio dilungarmi - esistono le risorse, ad esempio, dei fondi europei, con i quali saranno possibili le attività legate all'università (sede universitaria, pensionati); invece, i fondi per l'incubatore potranno essere reperiti attraverso altre disponibilità finanziarie, accordi con il Ministero della pubblica istruzione e fondi che sono a disposizione. Tra l'altro, siamo la prima Regione a vedere approvato il POR da parte dell'Unione Europea, quindi, potremo partire in tempi brevi, ma questa è un'altra notizia.
Quindi, la questione relativamente a Novara è molto chiara. Ribadisco vale anche per tutti gli altri esagitati sul patrimonio degli ospedali, che il patrimonio viene valorizzato per poter, nella maggiore parte dei casi ricostituire nuovo il patrimonio che ad oggi, invece, non è adeguato alle funzioni per cui viene utilizzato.
Ovviamente, quando sarà costruito il nuovo ospedale, il vecchio ospedale diventerà anch'esso patrimonio disponibile, visto che oggi è naturalmente patrimonio indisponibile, perché è utilizzato per le attività sanitarie. A quel punto, sarà eventualmente quel patrimonio disponibile che potrà essere messo a disposizione, attraverso il solito meccanismo, anche di altre ASL, sulle quali si dovrà intervenire (parlo di ASL o anche di interventi nella stessa Provincia di Novara, ma non necessariamente sull'ASO).
Quindi, il meccanismo su cui stiamo lavorando è quello di rendere attivo il patrimonio, in modo da realizzare, a poco a poco e il più rapidamente possibile, le operazioni di rinnovamento completo della parte di patrimonio ospedaliero e sanitario che necessita di interventi radicali.
Molto spesso intervenire sul vecchio costa molto, poco meno che intervenire sul nuovo, ma in realtà ha costi maggiori se si considera che si continuano ad avere i costi di gestione precedenti, perché non si riesce a risparmiare né sulle dimensioni né sull'organizzazione né sull'energia né su tutte le operazioni che sono invece risparmiabili con un intervento ben concepito.
Naturalmente, presupposto di tutto questo è una qualità della progettazione alla quale stiamo ponendo molte attenzioni e per la quale spero domani, approveremo anche l'istituzione di SCR, cioè di una società che sia in grado di gestire bene la committenza e le gare di progettazione a livello adeguato a ciò che serve per, non solo migliorare la qualità dell'assistenza, ma anche abbattere i costi, come è possibile in una progettazione ben fatta e in una realizzazione ben eseguita e poi ben controllata.
Per quanto riguarda la riorganizzazione della rete ospedaliera torinese, sarò sintetica. Credo che il principio sia chiaro e sono perfino stupefatta che non sia stato capito; poiché non voglio non fare credito alla vostra intelligenza, vi accuserò di disattenzione, perché il principio è chiarissimo: la Città della Salute di Grugliasco è stata decisa e votata con l'approvazione del Piano di Edilizia Sanitaria; l'accordo è stato successivamente fatto sulla base di quel mandato con l'Università, con gli Enti locali interessati e con il Ministero della Salute, che ha molto apprezzato il progetto, sta attendendo le fasi successive e il piano finanziario anche per valutare se attribuirci risorse ulteriori oltre a quelle che ci vengono conservate.
Deciso quello, era chiaro a tutti che l'area delle Molinette e l'intero sistema torinese si sarebbe dovuto riorganizzare; infatti, lo abbiamo anche scritto. Ciò che vi ho detto sono le prime valutazione su ciò che mi è stato chiesto di fare, ma che non è ancora fatto, perché, se fosse già fatto, l'avrei già messo nel Piano di Edilizia sanitaria.
evidente che, a questo punto, noi abbiamo un ospedale, le Molinette che perderà globalmente circa 750 posti letto (fra Molinette e una parte di ciò che oggi è contenuto nel Sant'Anna, nel Regina Margherita e nel CTO).
Sarà, infatti, un ospedale che comprende anche la parte materno-infantile (la parte materna e infantile) e la parte ortopedica e traumatologica.
Trattandosi di un ospedale di eccellenza, che tra l'altro è un centro di ricerca e cura, è evidente che deve contenere anche queste parti.
Però, in quel complesso ci sono oltre 3.000 posti letto, quindi è chiaro che ne resteranno molti (3.100 meno 750). Alcuni di questi posti letto devono essere riequilibrati verso il nord di Torino ed è stato chiarito che ne saranno interessati il Maria Vittoria, il San Giovanni Bosco e il Martini.
Il Maria Vittoria verrà rifatto; il San Giovanni Bosco e il Martini verranno migliorati per accogliere una parte dei posti letto che devono andare verso nord, perché è il nord di Torino l'area dove il popolamento è progressivamente aumentato, ma che è rimasta con una quantità ridotta di posti letto. Una parte andrà in quella direzione; una parte resterà in quell'area, dove resterà il CTO, il Sant'Anna Regina Margherita come funzioni e le Molinette, cioè un ospedale generale.
Questi tre complessi - e resta aperto il punto interrogativo Mauriziano, perché dobbiamo capire che cosa possiamo decidere sul Mauriziano, non è ancora chiaro - verranno da una parte ridotti come posti letto e - se le risorse ce lo consentiranno, perché siamo nuovamente di fronte a cifre rilevanti - ne verranno fatti nuovi, ma non a Italia 61 perché a Italia 61 ci sono le Nazioni Unite, c'è una strada e un parco, non ci sono terreni dove costruire.
Mi auguro nel sito dove sono attualmente le Molinette e il CTO abbattendo le parti meno utili e più vecchie, per conservare lì un plesso ospedaliero che comprenda le Molinette, il CTO e il Sant'Anna Regina Margherita, e che presumibilmente - questo sarà quello che, quando sarà il momento, vi proporrò - formeranno un'unica ASO, perché tre ASO compresenti a pochi metri di distanza non avrebbero senso.
Perché non lo abbiamo fatto già oggi? Perché ci sono alcune decisioni complessive da prendere: riorganizzare le ASO prima di avere deciso come si organizza il sistema di assistenza non avrebbe molto senso. Però è chiaro che andrà fatto: da una parte ci sarà un'ASO che sarà la Città della Salute; poi ci sarà in quell'area un'altra ASO, il che non significa n distruzione né sparizione degli ospedali. Caso mai fatti nuovi, ma significa nuovamente riduzione delle ridondanti strutture amministrative che oggi ci sono e che non avrebbero più senso.
Naturalmente, poiché ci sarà un nuovo ospedale a Moncalieri, è evidente che un piccolo potenziamento verrà fatto anche in quell'area, perché è sensato che ci siano i posti letto anche dove la gente abita. Fra Moncalieri, Nichelino, Trofarello, Villastellone, Cambiano, Santena e Carmagnola c'è una popolazione consistente, che sarà presumibilmente l'utente principale dell'ospedale di Moncalieri.
Quindi, un potenziamento anche dell'ospedale di Moncalieri come posti letto, oltre a un rifacimento nuovo, che è già previsto, è ipotizzabile; in quell'area centrale resterà un numero molto rilevante di posti letto e di specialità, tale da garantire che quell'abitudine e quella tradizione continuino ad esistere in quel territorio.
I dettagli, come dicemmo già per il Piano di Edilizia Sanitaria, sono dettagli realizzativi, non sono dettagli di piano, e corrispondono esattamente - termino quello che dicevo prima - al principio che quando si pensa, si deve pensare e che, quando si progetta e si programma, si deve programmare e poi si deve fare. Non si possono confondere i piani.
Sono contenta che il Consigliere Scanderebech voglia sempre sapere come si prenderà la cazzuola per fare il muro, ma non è questo l'oggetto della discussione; è come si riorganizza complessivamente il sistema. Quando uno deve fare, non si può dire che ci si deve ancora pensare.
Per quanto riguarda la Città della Salute, la fase del pensare è finita, nel senso che abbiamo percorso tutto un iter che ci ha portato a prendere una decisione che è stata comunicata, che è stata deliberata, che adesso passa alla fase operativa e che è molto complessa: richiede progettazione e accordi; richiede approvazione da parte del Ministero, per è già nella fase in cui noi realizziamo ed iniziamo a fare tutte le fasi preliminari progettuali, non più decisionali, per arrivare alle fasi realizzative.
Quindi, pregherei tutti, anche per il futuro, di attenersi nel dibattito all'oggetto, perché se l'oggetto è "indirizzi generali", se l'oggetto è "piano", se l'oggetto è "come si realizza", se l'oggetto è "siamo partiti e stiamo realizzando", sono cose diverse e anche comunicazioni diverse.
Non posso ancora dire quanti posti letto avrà, alla fine di un'operazione di revisione, il Sant'Anna, il nuovo Molinette o il CTO.
Questo lo sapremo quando avremo presentato un programma operativo, che deriverà da linee di programmazione integrativa dell'attuale delibera di edilizia sanitaria, che noi vi proporremo non appena tutti i documenti che definiscono le linee, il piano e la riorganizzazione (il Piano di Edilizia Sanitaria è stato approvato) ci metteranno in grado di porre mano al riordino del sistema metropolitano torinese.
Queste sono le cose che vi volevo dire. Sono sicura che le dovrò ridire molte volte, ma volevo che fossero dette almeno a verbale.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta del Consigliere Giovine di una comunicazione della Giunta regionale sulla situazione della società Lumiq


PRESIDENTE

Il Consigliere Giovine ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Non so se il collega Leo volesse intervenire sulle comunicazioni, io intervengo sull'ordine dei lavori. Ho già avuto il placito da parte dell'Assessore - e lo chiedo anche alla Presidenza - di spostare le comunicazioni su Lumiq ai primi giorni di settembre. Immaginando che la calendarizzazione attuale dei lavori rimanga fedele, ho paura che venerdì pomeriggio non ci sarà l'attuale presenza massiccia dell'opposizione, per cui temo che possano essere...



PRESIDENTE

Lei chiede di spostare al primo Consiglio di settembre la comunicazione su Lumiq?



GIOVINE Michele

Al primo o al secondo Consiglio di settembre. Solo perché credo che sia un argomento importante da affrontare con la giusta attenzione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

L'Assessore Bairati ha assicurato, come sempre, la sua massima disponibilità ad intervenire in ogni momento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente Gariglio, proprio per agre ement nei confronti del collega Giovine che ha fatto questa richiesta intendevo sottolineare l'importanza delle comunicazioni. Anche perché siamo rimasti così pochi su questi banchi e non posso non venire incontro al collega Giovine. Quindi, va bene.
In realtà, avevo urgenza. Forse non si ricorderà, ma avevo chiesto un passaggio in Commissione e mi era stato detto: "Eventualmente, anche due Commissioni congiunte" (facendo riferimento alla Commissione alla cultura e all'altra di competenza). Vorrei dunque ribadire che mi avevate risposto che ci sarebbe stato un passaggio in due Commissioni congiunte.
Adesso, la proposta del collega Giovine rende possibile questo.



PRESIDENTE

Va bene; non c'è il Presidente Ronzani in aula, ma è presente la Presidente Pozzi. Abbiamo calendarizzato alcune sedute alla ripresa del mese di settembre. Penso si possa trovare lo spazio sia in Aula sia in Commissione. Sicuramente, c'è la massima disponibilità: la Giunta l'ha già assicurato.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.01)



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