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Dettaglio seduta n.216 del 24/07/07 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


GHIGLIA AGOSTINO



(Alle ore 10.04 il Consigliere Segretario Ghiglia comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



GARIGLIO DAVIDE



(La seduta ha inizio alle ore 10.41)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Buquicchio e Robotti.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Inversione argomenti all'o.d.g: richiesta esame punto 3) all'o.d.g. "Proseguimento esame disegno di legge 421 'Riorganizzazione dell'Istituto Regionale Piemontese e costituzione della Finpiemonte Partecipazioni SPA'"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente. Intervengo per proporre al Consiglio regionale di procedere ad un'inversione dell'o.d.g., affrontando prima il disegno di legge n. 421, che definisce la riorganizzazione di Finpiemonte, rispetto al quale è già stata svolta la relazione in Aula.
Questo, sia per un criterio di logicità, avendo già svolto la relazione, sia, e soprattutto, tenuto conto che la settimana scorsa è stata rinviata un'assemblea di Finpiemonte.
Pertanto, sarebbe opportuno che il Consiglio regionale procedesse all'esame e all'approvazione del disegno di legge n. 421. Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Reschigna ha avanzato una proposta d'inversione dell'o.d.g.
Ci sono colleghi che desiderano intervenire in senso contrario? Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente. Intanto, buongiorno e buona settimana a tutti noi.
Intervengo in senso contrario, perché, probabilmente, le informazioni da lontano non arrivano con la dovuta chiarezza.
Mi è parso di capire che la Giunta, molto più che la maggioranza - sono abbastanza stupito della richiesta di un autorevole membro del Gruppo principale della maggioranza - abbia posto con una certa violenza l'urgenza che quest'Aula approvasse una componente del Piano socio sanitario.
Forse mi sono distratto o forse ciò che ho letto sulle agenzie di stampa, o ciò che mi è stato raccontato, è inesatto, pertanto sarei lieto se la Giunta volesse riepilogare, all'inizio di questa settimana, le proprie priorità.
Teniamo conto della priorità del Piano Socio Sanitario, priorità che abbiamo contestato per la forma con la quale è stata posta e per la modalità, fortemente lesiva dell'Istituzione, con cui è stata richiamata in Aula.
Una modalità che è stata criticata per l'invenzione degli Assessori "ad ore", che reputo quanto di peggio questa Regione abbia presentato nei primi 37 anni della sua vita; una modalità che è stata accompagnata da giudizi personali sul comportamento delle opposizioni nei riguardi di un Assessore cui tuttora noi facciamo i nostri auguri, ma che ritengo inaccettabili dal punto di vista personale, politico, del Gruppo.
Una modalità che - mi si permetta, Presidente, e magari, se mi sono distratto, lei mi correggerà (apprezzo volentieri coloro che dicono: "Ho sbagliato") - avremmo voluto vedere molto più duramente censurata dalla Presidenza del Consiglio, perché lesiva della forma, che in questo caso è sostanza, di quest'istituzione.
Pertanto, siamo contrari all'inversione dell'o.d.g., poiché - come mi è parso di capire con una certa chiarezza - l'approvazione del Piano Socio Sanitario era una priorità della Giunta regionale.
Ieri c'è stata una Commissione, dove la Giunta è stata obbligata ad attendere - ne avrebbe fatto volentieri a meno - e dove sono stati presentati degli emendamenti che vanno, che vengono, che si rigirano, con colori diversi, a seconda dei giorni e delle sedi.
Beh, noi che abbiamo sempre sostenuto che ci interessa discutere il Piano Socio Sanitario, pur non condividendo la modalità con la quale questa parte è arrivata in Aula, riteniamo che questo si debba fare.
Se la Giunta ha modificato le sue priorità - e ricordo che la prima richiesta che abbiamo avanzato martedì, in seguito alla forzatura del Piano socio sanitario, era di continuare a discutere di Finpiemonte - non riesco a capire con quale Giunta sto parlando: quella di martedì, che voleva discutere il Piano, o quella di stamattina, che, rispetto ad un intervento autorevolissimo del Presidente dell'VIII Commissione, vuole discutere di Finpiemonte? Devo decidere con testa e croce le priorità, o semplicemente devo constatare che non ne esistono, se non in termini di comunicazione, finora unicamente per via stampata, da oggi - apprendo, con una certa attenzione su cui torneremo - anche via etere? Siamo, dunque, decisamente contrari all'inversione e non vorremmo ridurre l'organizzazione della giornata di oggi - faticosamente raggiunta mi è parso di comprendere, dopo una discussione che ha occupato tutto venerdì pomeriggio e sera - ad una mera discussione su chi è a favore o contro all'inversione dell'o.d.g.
Mi pare si sia discusso dell'ordine dei lavori. Allora, vuol dire che le discussioni che facciamo qui non valgono nulla!



PRESIDENTE

Ai sensi del Regolamento, si è espresso in senso contrario il Consigliere Burzi; la Giunta regionale intende intervenire? Ribadisco che la richiesta è quella di invertire l'o.d.g., spostando il disegno di legge n. 421, di cui al punto 3) all'o.d.g., al punto 1) bis cioè anticipare la discussione sul tema Finpiemonte rispetto al disegno di legge 267, "Norme per la programmazione socio-sanitaria".
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione all'o.d.g.
avanzata dal Consigliere Reschigna.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento a:

Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Richiesta da parte del Consigliere Toselli di una convocazione della II Commissione con la presenza di rappresentanti di Trenitalia

Argomento: Informazione

Richiesta da parte del Consigliere Rossi di una comunicazione della Giunta regionale sulla televisione regionale Piemontenews

Argomento: Innovazione tecnologica - Cultura: argomenti non sopra specificati

Richiesta da parte del Consigliere Giovine di una comunicazione della Giunta regionale sulla situazione delle società Lumiq, Sinatec e Deloitte


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente. È per invitare la Commissione Trasporti a riunirsi quanto prima, con la presenza di Trenitalia.
Le spiego perché, Presidente: faremmo davvero un servizio utile ai pendolari...



PRESIDENTE

Questo non è un intervento sull'ordine dei lavori di questo Consiglio ma un appello a una convocazione della Commissione competente.



TOSELLI Francesco

Sì, perché, visto che si chiede la qualità dei servizi, si aumenta il costo del biglietto, si vuole garantire al pendolare un viaggio e non un'Odissea, alla quale perennemente è sottoposto, forse la II Commissione farebbe bene ad invitare Trenitalia - e mi avvio alla conclusione - per aiutare la stessa a trovare le soluzioni estive dell'utilizzo e degli orari dei treni, utili ai pendolari che si recano verso le località marine.
Quindi, se la Commissione ha la sensibilità di farlo, credo che renda un bel servizio alla società civile piemontese e ai pendolari. Soprattutto gli anziani che usano i treni per spostarsi da una località all'altra.



PRESIDENTE

Collega Toselli, la ringrazio, gireremo la sua richiesta alla II Commissione. Il Presidente della Commissione è in Aula ed ha ascoltato la sua richiesta. Il Segretario Generale del Consiglio provvederà a trasmettere queste indicazioni. Tuttavia, inviterei i colleghi che hanno la parola per intervenire sull'ordine dei lavori, di attenersi ad interventi che concernono l'ordine dei lavori della seduta. Questa non era materia sull'ordine dei lavori.
Ci sono altri colleghi che desiderano intervenire? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Signor Presidente, la ringrazio. Apprendiamo dagli organi di informazione che è nata Piemontenews, la famosa televisione regionale.
Ricordo come i Consiglieri di minoranza di allora - ora Consiglieri di maggioranza - avessero attaccato il Presidente Ghigo e la vecchia maggioranza sull'intenzione di costituire una rete informativa di notiziari nelle televisioni locali. Prima di apprenderlo dai giornali, avremmo gradito essere informati anticipatamente che sarebbe nata una televisione regionale. Una televisione che costerà, con quattro edizioni giornaliere più due speciali settimanali, circa due miliardi delle vecchie lire l'anno.
Le chiedo, Presidente, di calendarizzare, quando possibile, un'informativa su questa notizia che abbiamo appreso dai giornali.
Avremmo sicuramente gradito apprenderla prima di leggerla dai giornali e prima della firma ufficiale tra Moisio e Manera e che la Regione si impegnasse in modo pesante e totale.
Ci auguriamo, anche se abbiamo seri dubbi, che non sia semplicemente una vetrina per la Presidente e gli Assessori per apparire in video tutti i giorni per presentare le varie iniziative e proposte. Se così fosse sarebbe una telekabul che non potremmo accettare.



PRESIDENTE

Consigliere Rossi, la Giunta regionale, la Presidente Bresso, mi ha confermato la propria disponibilità a fare la comunicazione compatibilmente al calendario dei lavori su cui abbiamo convenuto. La pregherei di prendere atto di questa richiesta e di calendarizzarla in maniera tale da poterla effettuare senza pregiudicare l'esito dei nostri lavori.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Anticipo che ho tre diverse richieste di comunicazione da fare. Poich la sua Presidenza, di solito, con me è particolarmente stringente nell'applicazione del Regolamento, volevo capire se, per caso, devo formalizzarle. Se fosse così, l'ho già fatto.
Mi dica lei, Presidente, altrimenti le espongo oralmente. Tuttavia, le vorrei illustrare separatamente anche per consentire all'Aula di distinguere gli argomenti affinché si possano affrontare in modo singolo.
Mi dica lei, Presidente, sono nelle sue mani.



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, se lei chiede di intervenire sull'ordine dei lavori è pregato di indicare tutto ciò che chiede.
Anche nel rispetto dei colleghi, se lei chiede delle comunicazioni alla Giunta, che è un suo diritto chiedere, è pregato di indicarle. Se è sufficientemente chiaro l'oggetto avanziamo la necessità di una formalizzazione. La formalizzazione serve per delineare bene l'oggetto, ma se lei lo specifica chiaramente, lo può fare anche verbalmente. La pregherei, tuttavia, di farlo in un unico intervento.



GIOVINE Michele

Se vuole, faccio un unico intervento.



PRESIDENTE

Le darò solamente il tempo che prevede il Regolamento.



GIOVINE Michele

Le ricordo che una volta, è agli atti, quando il Consigliere Ghiglia ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori e sulle comunicazioni, lei non ha chiesto di formalizzare nulla. Quando ha fatto la stessa richiesta il Consigliere Nastri e il Consigliere Giovine, lei ha chiesto di formalizzarle.Ho chiesto le motivazioni di tale trattamento al Consigliere Ghiglia ma, giustamente, non mi ha saputo rispondere. Ragion per cui ho voluto anticipare per evitare discrepanze regolamentari che sono estremamente antipatiche.
Comunque, entrando nell'argomento, vorrei chiedere comunicazioni in merito alla questione Lumiq. Questione che ho già sollevato nelle ultime due sedute di Consiglio. Credo ci sia un problema inerente alla gestione di soldi pubblici, di fondi pubblici, da parte soprattutto del Consiglio regionale. Ricordo che è in corso un'indagine della Magistratura.
Mi pare che le dichiarazioni dell'Assessore siano alquanto preoccupanti. Mentre la Provincia, con un ordine del giorno apposito, ha dichiarato di volersene distaccare, quindi di non voler ricapitalizzare il buco profondo di Lumiq, l'Assessore Bairati - evidentemente a nome della Regione e dopo essersi confrontato con la Presidente della Giunta - si è espresso favorevolmente per ricapitalizzarla.
Ho letto che sono stati stanziati circa sette milioni e mezzo. Ho letto che, in realtà, in quella previsionale che sarebbe necessaria da parte della Regione, si parla di dieci milioni di euro. Ho letto, in altri precedenti articoli, una spesa complessiva pubblica di trenta milioni di euro per risolvere la questione. Tale somma mi sembra assolutamente esagerata considerando anche, piccolo dettaglio, che non si capisce bene cosa faccia Lumiq. Qualcuno mi ha detto che fa cartoni animati. A me fa piacere che faccia cartoni animati, poiché la nostra generazione è nata con Goldrake e Mazinga Z, gente che i cartoni animati li sapeva fare, li sapeva vendere e rendevano. Tuttavia, se non si sa svolgere un mestiere, e meglio che non lo si faccia.
Trovo allarmante che la Giunta, senza un confronto né in Commissione n in Aula, per bocca dell'Assessore Bairati, abbia preso tale decisione. Ci sarà una lunga pausa estiva ed ho paura che oggi venga messo il "carro davanti ai buoi" quindi si spendano soldi senza che, come al solito nessuno ne sappia niente, peraltro, in palese contrasto con altri importanti istituzioni. Non voglio neanche precisare il fatto che sono della stessa maggioranza e dello stesso colore politico dell'attuale maggioranza che governa la Regione (a noi questo non interessa, ma interessa il confronto dal punto di vista istituzionale).
Peraltro, voglio ricordare che la Provincia ha votato l'ordine del giorno di allontanamento dalla questione Lumiq con assoluta unanimità quindi non si tratta più di una questione di destra o di sinistra. Si tratta di buon senso. Vorrei capire se sbagliano loro, se sbaglia l'Assessore Bairati. Vorrei avere qualche informazione al riguardo. Mi sembra una richiesta di assoluto buon senso.
Mi piacerebbe essere rassicurato sulla questione, anche perché si è parlato di FATA che, come sappiamo, è un braccio di Finmeccanica; si è parlato di fatture non proprio chiare; si è parlato di soldi ricapitalizzati trasferiti in cambio del silenzio del precedente Consiglio di amministrazione o di Sindaci.
Sono sicuro che l'Assessore Bairati - che peraltro avrà il piacere a esporre le sue idee per difendere il suo operato come ha fatto splendidamente ...



PRESIDENTE

La comunicazione in oggetto è la questione Lumiq. Le altre due?



GIOVINE Michele

Le altre due riguardano, in ordine di importanza, prima la Sinatec.
Mi risulta che il Presidente di Sinatec, a causa di un grave lutto, è assente da più di tre settimane. Sono a conoscenza, inoltre - ma lo sanno anche i colleghi perché è stata oggetto di attacchi giornalistici - di questioni che hanno portato e costretto alle dimissioni alcuni Consiglieri di amministrazione della Sinatec (se ne sono dimessi tre, ma ieri mi è giunta notizia che se ne sono dimessi altri quattro). Mi risulta che il Presidente proposto...



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, la prego di terminare il suo intervento.



GIOVINE Michele

Mi risulta che il Presidente proposto dal Presidente Calderini, tale Alberta Pasquero, non abbia avuto il consenso iniziale del Consiglio di amministrazione perché è stata giudicata imbarazzante dal Consiglio di amministrazione stesso, tant'è che ha dovuto assumere...



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, il suo tempo è scaduto.



GIOVINE Michele

La terza riguarda la Deloitte. Vorrei che il Vicepresidente Peveraro ci illuminasse sui rapporti tra la Finpiemonte e la Deloitte e, magari, anche fra il Vicepresidente Peveraro e la Deloitte.



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, abbiamo verbalizzato le sue richieste.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Proseguimento esame disegno di legge n. 421 inerente a "Riorganizzazione societaria dell'Istituto Finanziario Regionale Piemontese e costituzione della Finpiemonte Partecipazioni S.p.A."


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 421, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La relazione del Consigliere Reschigna è già stata svolta. Il Vicepresidente Peveraro è già intervenuto sul punto. Quindi, apriamo la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Avevo già affrontato il tema Finpiemonte e avevo già sollevato il problema principale che, secondo il Gruppo della Lega, ci troveremo ad affrontare. Questa divisione in due della società regionale ci preoccupa per quella parte che finirà anche in mano agli istituti di credito leggasi banche. In particolare, per la parte che finirà nella parte di Finpiemonte, che finirà negli istituti di credito, che risponde al nome di Eurofidi. Siamo preoccupati perché Eurofidi dovrebbe avere la funzione di aiutare le imprese in crisi. Quindi, imprese che non riescono ad avere credito presso gli istituti bancari.
Pregherei l'Assessore di fare un attimo di attenzione perché questa è una domanda a cui tengo moltissimo e gradirei una risposta di impegno e di controllo da parte sua. Parlo di Eurofidi, che finirebbe in quella parte di Finpiemonte, che finirebbe sotto istituti di credito. Eurofidi dovrebbe avere l'incarico di aiutare anche imprese in crisi: quelle imprese che non riescono, attraverso i tradizionali canali di finanziamento, ad ottenere i fondi. Per intenderci, l'impresa non riesce a pagare gli stipendi o la tredicesima o ha delle insolvenze nei confronti di ditte, chiede un aiuto alla banche, ma non riesce a garantire in proprio. Allora, in questi casi tramite Eurofidi, ottiene una garanzia di Eurofidi che gli permette di avere il credito.
Se noi permettiamo che una società come Eurofidi, che dà garanzie pubbliche ad imprese in crisi, affinché possano avere fondi dagli istituti di credito tradizionali, e diamo la possibilità alle banche di entrare nella società di Finpiemonte, che gestisce anche Eurofidi, non rischiamo di creare un mostro? Intendo dire che se le banche entrano nella gestione di Eurofidi - direttamente o in modo più forte - tenderanno a far sì che Eurofidi dia delle garanzie a gente difficilmente solvente oppure Assessore, queste banche potrebbero mettere i bastoni fra le ruote alla macchina di Eurofidi, per evitare che siano date coperture ad imprese in crisi e queste, a loro volta, andranno in crisi ancora di più? Lo scopo della banche è quello di guadagnare. Le banche non sono contente di finanziare imprese che possono avere problemi. Tant'è che come lei sa bene - a volte, vi sono istituti di credito che rifiutano di dare finanziamenti alle imprese, nonostante abbiano la copertura pubblica di Eurofidi. Nel momento in cui sottoponiamo ad Eurofidi, che ha già una parziale presenza di banche, ad una società - Finpiemonte - in cui entrano nuovamente istituto di credito - in modo più massiccio, istituti di credito siamo certi che non ostacoleranno il corretto funzionamento di Eurofidi? Secondo noi, lo scopo di Eurofidi deve essere proprio quello di aiutare le imprese che possono essere in crisi, magari in crisi superabili. Oppure rischiamo che, mettendo i bastoni fra le ruote in questa macchina, queste imprese non si vedono più garantire il finanziamento e quindi siano obbligate ad una crisi peggiore? Questo è uno dei problemi principali, che abbiamo sempre sollevato: la paura che l'entrata delle banche e degli istituti di credito all'interno di una struttura pubblica, che deve dare aiuto alle imprese che altrimenti non troverebbero sponda con le banche, metta ancora di più in crisi il sistema.
Quindi, aspetto da lei una risposta in questo senso perché, dalla sua risposta, dipende il nostro comportamento in Aula. Chiediamo che la Regione sia assolutamente vigile perché abbiamo già avuto esperienze negative con gli istituti di credito.
Le porto un esempio e termino il mio intervento, che non vuole assolutamente essere polemico. Parlo della gestione dei finanziamenti alle imprese alluvionate affidata alle banche - fatto, tra l'altro, da un Governo di centrodestra, quindi non sto accusando nessun Governo di centrosinistra. Lei sa o si ricorderà quello che è successo a seguito dell'alluvione del '94, quando le banche, con la copertura del 100% dello Stato - alcune banche perlomeno - cercavano di non dare finanziamenti alle imprese. Oppure, chiedevano comunque - ci sono una serie di denunce alla Magistratura - una garanzia alle imprese alluvionate o a parenti di coloro che avevano imprese alluvionate. Comunque, molte banche cercavano di ritardare il più possibile l'erogazione di questi finanziamenti, nonostante fossero coperte al 100% dalle garanzie dello Stato.
Noi non vorremmo cadere in una situazione simile. Abbiamo sbagliato una volta ad affidarci agli istituti di credito, cerchiamo di stare attenti a non compiere lo stesso errore. Il rischio è quello di creare un mostro economico che, invece di aiutare l'economia piemontese - quella in crisi va invece solo ad occuparsi dell'interesse proprio, che non è sbagliato per una banca, ma che a noi, come amministratori, non può assolutamente interessare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Ripeto in maniera succinta un ragionamento che ho cercato di fare più volte in Commissione. Mi auguro che oggi ci possa essere un intervento sia da parte della Giunta, che del Vicepresidente Peveraro, ma anche e soprattutto, da parte dei Capigruppo della maggioranza.
La legge n. 8 fu una legge in qualche modo innovativa nel Piemonte di allora. Uno dei padri di questa legge furono il professor Iotto e altri eccellenti intellettuali della sinistra di allora. Professore che ha avuto nella fase successiva, un'eccellente carriera nell'ambito di una significativa banca a suo tempo piemontese e oggi, se non ricordo male, è un eccellente amministratore del mondo pubblico a livello nazionale.
La legge n. 8 cercava di coniugare politiche di interesse pubblico con capitali di natura privata. Dibattito innovativo, se lo si colloca alla fine della seconda metà degli anni '70, nella Torino di quel periodo. Oggi questa legge, nasce come spinta dalla necessità di adeguarsi alle normative di livello nazionale e alle complicazioni generate dal Decreto Bersani e non ancora del tutto risolte a proposito di come il mondo pubblico debba o non debba muoversi nell'ambito del mondo privato.
In questa sede, credo non sia inutile ricordare che, subito all'entrata in vigore del Decreto Bersani, l'attuale direttore generale del CSI anche allora - si muoveva in veste propria, quindi non come rappresentante di un consorzio di natura pubblica, come il CSI è, ma come portatore di un pensiero proprio, non si sa bene a quale titolo, da chi e da quale dei soci facenti parte del consorzio definito.
Noi abbiamo questa tendenza a nominare persone indipendentemente dal profilo professionale e politico delle stesse, che, una volte nominate ritengono, contestualmente al decreto di nomina, di essere diventate autorevoli e autoreferenziali interpreti del ruolo che essi devono svolgere con denaro pubblico. L'ingegner Rovaris è un autorevolissimo ed eccellente interprete di questa modalità.
Il Vicepresidente Peveraro e l'Assessore Bairati ricorderanno come sul tema il punto di vista del direttore del CSI fosse direi poco confliggente con quanto nella logica il Decreto Bersani andava illustrando.
Di questo conflitto ci siamo scordati, tanto di problemi ne abbiamo molti. Che sarà mai il CSI nell'ambito dei dibattiti che, molto più autorevolmente, occupano la Giunta, talora anche l'Aula, su temi molto più importanti di quanto sia il CSI! La legge di oggi non se ne occupa - comprendo la logica della risoluzione del tema che i legislatori di allora si posero - ma realizza il modello di partecipazione pubblica.
Vicepresidente Peveraro e cari colleghi, da qui nascono due problemi.
Per quanto riguarda il primo, nel realizzare la società in house si effettua una sorta di conglomerato pubblico, solamente pubblico interamente pubblico, molto più importante, se devo usare un aggettivo che non mi piace, che però rende bene l'idea molto più potente della stragrande parte degli Assessorati di cui, in questo momento, la Regione è dotata.
Qui, nella inutilità, se non dal punto di vista tecnico, della manovra nella percorribilità di una struttura di queste dimensioni di natura pubblica, che utilizzerà procedure di diritto privato, come la legge consente, nell'esercizio delle proprie funzioni, mi fermo, perché qualcosa mi sarei aspettato, come aspetto tuttora, in un momento di resipiscenza collettiva di ricordo di cosa vuol dire essere comunista, dai Gruppi che siedono nelle prime due fila, che qualcosa avranno ben letto della teoria comunista per appartenervi. Qui è stupefacente il fatto che ci sia gente che si dichiara comunista o affine ai mondi comunisti senza neanche averne letto il catechismo.
Bene, qui state creando una struttura di natura pubblica e di dimensioni assolutamente importantissime, che ha l'unico scopo di eludere le procedure di evidenza pubblica - eludere, non evadere - rispettando la Legge Bersani.
Allora, se uno vuole fare il comunista ventiquattro ore al giorno altrimenti non si capisce perché debba prendersi delle pause di riposo per la notte o per le vacanze, questa cosa qui è pubblica, se la prende il pubblico, esattamente come tutte le altre direzioni. Si fanno una due, tre direzioni, si nominano le persone, si scelgono i dipendenti, si scelgono i consulenti, si svolgono le gare, come in qualunque altra struttura pubblica di qualunque altro ente di questo nostro Paese. Questo per quanto riguarda la parte in house.
Per quanto concerne la parte societaria, lei sa bene, Vicepresidente che, da un lato - di questo volentieri ne do atto - forse non c'è stato sufficientemente il tempo di riflettere, però, è ben povera cosa partecipare ad una riedizione della legge n. 8 che neanche sottolinei il tipo di atteggiamento che la Giunta di oggi e la maggioranza che - si fa per dire - la supporta intendono avere nella realizzazione di politiche di interesse pubblico, ove ne abbia. Nonostante gli sforzi estremamente eccellenti del Vicepresidente e le polemiche che continueranno attorno alla modalità del debito e della sua creazione non ne sminuiscano la valentia tecnica, lei sa bene che la sua struttura finanziaria di bilancio è fortemente indebitata, lo discuteremo se e quando l'assestamento arriverà in Commissione.
Comunque, sa bene che le politiche, qualunque esse siano, di interesse pubblico che questa Giunta si vuole porre come obiettivo, siano esse l'edilizia sanitaria, sia la Città della Salute, siano altre infrastrutture, per non parlare di Limonte o di Liguria, quando e se ne vorremo parlare, richiedono delle risorse, di cui è priva non solo la Giunta attuale, ma qualunque Giunta pubblica oggi che non si ponga, tramite l'aumento del prelievo fiscale, che, almeno nelle dichiarazioni, non è il nostro obiettivo, il soddisfacimento delle risorse disponibili.
Allora, credo sarebbe indispensabile all'interno di questa legge parlare di come si intendano coniugare politiche di interesse pubblico con capitali di natura privata.
Oltre alla carenza di tempo, lei sa bene che relativamente a questo tema - credo, ma sono certo che lei mi smentirà con ampie dissertazioni in merito, che vorrei vedere riprese dai Gruppi della maggioranza - è indispensabile che ci sia questa coniugazione di intenti, interesse pubblico e capitale di natura privata.
Però, mi aspetto che qualcuno della maggioranza su questo tema voglia consentire, come la logica riterrebbe necessario, o semplicemente assopirsi, come ha già fatto più volte nel corso di questi primi due anni su un disegno di legge, che, purtroppo, è molto lontano dalle ambizioni e ancor più lontano dalle necessità che il Piemonte di oggi dovrebbe avere e la legge che noi facciamo oggi credo che potrebbe - ahimè - durare per un po' più dei prossimi due o tre anni. Quindi, porrei attenzione, ove fosse possibile, anche agli obiettivi e non soltanto alle applicabilità immediate, che, peraltro, in questa legge sono risolte, del disegno di legge stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Signor Presidente, la legge in oggetto che tratta la divisione di Finpiemonte in due società, in realtà, riguarda un tema assolutamente importante in merito al rapporto tra la politica e il mondo dell'economia in particolar modo noi crediamo con la divisione della società in due soggetti, uno a capitale interamente pubblico e uno a capitale prevalentemente pubblico. Il fine per cui non soltanto è nata, ma ha operato in questi anni, è previsto anche all'interno della legge da Finpiemonte, è certamente condivisibile: si tratta della possibilità che vi sia uno strumento con finalità finanziarie, ma che persegue indirizzi di carattere politico, che, in qualche modo, sia di sostegno allo sviluppo economico del territorio.
In tutto ciò vi è soltanto un rischio tanto nella prima quanto nella seconda società come esisteva nella Finpiemonte attualmente in essere, che in qualche modo, il Consiglio di Amministrazione o i futuri Consigli di Amministrazione, una volta insediati, compiano scelte che, pur derivando da un'indicazione generale del Consiglio regionale, siano dettate più in termini di impresa singola, che non con finalità di sviluppo economico del territorio. Proverò a spiegarmi.
In molte occasioni, Finpiemonte ha partecipato alla costituzione di società immettendo, per la Regione Piemonte, capitale pubblico all'interno di queste società, che era assolutamente rilevante rispetto al capitale complessivo. In pratica, ha ricoperto il ruolo di socio di capitale all'interno di imprese che ne hanno tratto un evidente beneficio (oltre al fatto che, in moltissimi casi, oltre alla partecipazione della Regione Piemonte con Finpiemonte, era accompagnata anche la partecipazione di altri Enti locali, quali Provincia, Comune di Torino o altre amministrazioni comunali), quello di avere all'interno della società un capitale senza che fosse capitale di rischio.
Non era, quindi, il capitale di un privato che si buttava sul mercato con fondi propri o con un accesso al credito bancario, ma erano fondi che costituivano in modo prevalente il capitale della società che utilizzava.
Relativamente all'operatività di Finpiemonte, come di Finpiemonte Partecipazioni, credo che debba essere tenuta in grande considerazione quella che è la potestà di indirizzo, e poi di controllo, della Giunta e del Consiglio regionale. Ciò che si dice per Finpiemonte all'articolo 2 comma 3 ("La Giunta regionale approva, preventivamente informata la Commissione consiliare competente, i documenti di programmazione e il Piano industriale di Finpiemonte; verifica lo stato di attuazione degli obiettivi assegnati sotto il profilo dell'efficacia, efficienza, economicità e definisce i criteri e le modalità di gestione e rendicontazione delle risorse assegnate") è un aspetto centrale relativamente ad una buona o cattiva gestione di una finanziaria regionale.
Perché - potremmo fare alcuni esempi, ma è un dato di carattere generale - noi crediamo che in alcuni casi Finpiemonte sia intervenuta per creare delle eccellenze a carattere industriale su più temi e su più settori con imprese che, di fatto, ricevevano un grande vantaggio dal fatto che avevano un capitale pubblico che non era, in qualche modo, di rischio come quello di un privato.
Dev'essere chiaro, quindi, che la finalità dei soggetti che andranno a beneficiare di questo intervento, oltre che della Regione quando andrà a fare questo tipo di intervento, devono rivestire un valore pubblico relativamente allo sviluppo e non devono creare rischi di concorrenza sleale all'interno delle imprese stesse.
Così come, per quanto riguarda Finpiemonte Partecipazioni, crediamo che vi siano due aspetti essenziali: uno è dato dal comma 3 dell'articolo 3 ("A Finpiemonte è affidata la gestione di imprese pubbliche e private, operanti sul mercato, la cui missione sia identificabile nella compartecipazione di capitale pubblico-privato per il sostegno della competitività del sistema economico e industriale"), ma ovviamente con le indicazioni strategiche contenute nel Documento di Programmazione Economica Finanziaria Regionale.
Perché è vero che diamo alla seconda società una struttura più privatistica, ma va ricordato che il socio di maggioranza continua ad essere quello della Regione Piemonte. Crediamo soprattutto che il comma 6 dell'articolo 3, quello che prevede lo smobilizzo delle partecipazioni una volta conclusasi la fase di avvio dell'impresa, sia un po' il punto nodale della partecipazione della futura Finpiemonte Partecipazioni all'interno delle imprese stesse. In moltissimi casi, in tutte le delibere di intervento di Finpiemonte in soggetti terzi, è sempre stata data l'indicazione di una fase di avvio delle imprese stesse; fase di avvio che però, è persistita per molti anni. È facilmente comprensibile, dunque, che non si tratta più di una fase di avvio, ma di una fase di mantenimento di capitale all'interno di un'impresa o addirittura di ricapitalizzazione, nel caso in cui alcune imprese abbiano avuto problemi di carattere economico.
Per cui crediamo che questi aspetti, che riguardano la potestà di indirizzo della politica nei confronti della società, e la capacità di smobilizzo delle partecipazioni nel caso della Finpiemonte Partecipazione facendo ruotare, quindi, quello che è il portafoglio delle partecipazioni e dando quindi la possibilità a più soggetti di beneficiare di risorse che non provengono dal sistema creditizio, ma che sono, in qualche modo, un sostegno al capitale, siano estremamente importanti.
In ultimo, crediamo che lo strumento di Finpiemonte debba servire a garantire tutta una serie di interventi relativamente al mondo delle attività produttive che abbiamo individuato in più leggi regionali. Questo con estrema correttezza, garantendo, altresì, criteri di assoluta economicità.
Mi soffermo su un aspetto che è certamente banale, ma che noi riteniamo essere importante: per i pagamenti, per esempio, per il settore dell'agricoltura, del commercio o dell'artigianato, Finpiemonte usufruisce di alcuni istituti di credito che fanno pagare le operazioni, e di altri che non le fanno pagare. Questo significa - il secondo caso - un risparmio per Finpiemonte di centinaia di migliaia di euro in un anno. Eppure noi nella situazione attuale, abbiamo ancora degli istituti di credito convenzionati con Finpiemonte, che lavorano con Finpiemonte, e che hanno un costo per Finpiemonte.
Crediamo, inoltre, sempre in questa necessità di indirizzo da parte della politica, che il comma 3 dell'articolo 2 debba essere uno dei punti essenziali per valutare, tanto nel caso di Finpiemonte, quanto nel caso di Finpiemonte Partecipazioni, rispetto invece all'articolo 4, se veramente la Giunta regionale e le due società rispettano quelle che sono le finalità che sono previste all'interno dalla legge ma che, più generalmente, si danno ad una finanziaria regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Guida; ne ha facoltà.



GUIDA Franco

Grazie, Presidente.
Noi esprimiamo alcune perplessità sulla riorganizzazione di Finpiemonte.
Avremmo gradito una relazione preliminare, una sorta di dossier, sulle attività di partecipazione della Regione Piemonte, ma anche su cosa intende fare la Regione Piemonte, come intende muoversi nel campo delle iniziative industriali e regionali, in che modo intende aiutare soprattutto quelle aziende che sono in difficoltà, in pratica se la Regione Piemonte intende utilizzare la Finpiemonte e la sua nuova organizzazione non soltanto per intervenire come aiuto e sostegno finanziario all'attività industriale che funziona, ma anche quella che è in difficoltà.
Da una Giunta di centrosinistra ci saremmo aspettati l'intenzione di utilizzare Finpiemonte per acquisire partecipazioni in aziende che sono in difficoltà finanziaria, ma che hanno ancora possibilità di mercato. Ad esempio, sarebbe stato interessante un intervento della Regione a favore della Locatelli e della Lactalis di Moretta, l'acquisizione di quello stabilimento, il rilancio del settore lattiero caseario, così come ci sarebbe piaciuto un intervento della Regione Piemonte, attraverso la Finpiemonte, per acquisire partecipazioni strategiche nel settore automobilistico, il cosiddetto automotive, ad esempio per ciò che riguarda la Bertone. Laddove non basta la mediazione, era forse interessante un intervento diretto da parte della Regione Piemonte.
La costituzione di due nuove società con relativi Consigli di amministrazione, ma senza un piano generale di azione del Piemonte nel campo dell'industria, in campo finanziario, soprattutto nelle partecipazioni, è, secondo noi, un segno negativo. Crediamo che, alla fine la vostra scelta e la vostra iniziativa si risolva unicamente nella scomposizione di Finpiemonte originaria, nella nascita di due nuove società, come è già stato detto prima: una interamente pubblica e una in cui è prevalente l'intervento del pubblico. Quello che emergerà nel breve periodo è semplicemente un'azione di carattere burocratico e amministrativo.
Abbiamo letto, ad esempio nell'articolo 1, che vi è il forte richiamo del collegamento al DPEF della Regione Piemonte alle iniziative di Finpiemonte, quale società di sostegno, dello sviluppo, della ricerca e della competitività del territorio. Evidentemente questo è un inciso che fa parte del totem dell'Assessorato Bairati: innovazione e ricerca...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Guida, prego i Consiglieri che sono alle spalle del Consigliere Guida di tenere un tono di discussione più basso, altrimenti il Consigliere non può effettuare il suo intervento.



GUIDA Franco

evidente che per noi non è sufficiente soltanto il richiamo all'articolo 1, ma avremo voluto qualcosa di più. Ad esempio, come ho detto, una relazione generale allegata alla premessa della legge.
Per ciò che riguarda il Presidente e il Consiglio di amministrazione siamo sicuri di indovinare, non voglio fare nomi, che verranno scelte persone che fanno parte di quella nomenclatura che lo storico Giuseppe Berta oggi richiama all'attenzione di molti politici. Alla fine, Torino sceglie sempre all'interno di uno stesso elenco di persone che fanno parte di uno stretto giro di politici, amici di politici, che poi sono gli stessi da cui il futuro Partito Democratico tenterà di prendere i leader (pochi giorni fa c'era un articolo su La Stampa o su la Repubblica in cui ci si chiedeva perché sono sempre le stesse persone che fanno parte di uno stesso ambito).
C'è un tentativo, da parte dell'amministrazione regionale, della maggioranza dell'amministrazione regionale, di accattivarsi un certo mondo borghese, postindustriale - ormai la città fabbrica non esiste più - con il quale dialogare in termini non soltanto di politica, ma anche di consigli di amministrazione. Attenti, perché questo è un giochetto pericoloso che alla fine, diventa impopolare, allontana le istituzioni dagli elettori e dai cittadini e che vi costerà caro.
Quello che posso chiedere oggi è che la Regione Piemonte, nel dar vita a due nuove società, tenga presente che si tratta di Regione Piemonte e non di Regione Torino, quindi di rendere più ampio non soltanto lo spettro delle iniziative che la Finpiemonte e Finpiemonte Partecipazioni andranno a prendere ma anche, in termini di guida, di guardare oltre il capoluogo (anche se ovviamente il capoluogo è importante). In questo modo, forse avrete reso meno lontano il distacco che la vostra Giunta, ma anche la vostra organizzazione in termini di partecipazioni, sta intensificando nei confronti dei cittadini e degli elettori.



PLACIDO ROBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalmasso, ne ha facoltà.



DALMASSO Sergio

Discutiamo di questo tema ormai da un anno. Altri Consiglieri credo ne abbiano discusso anche nella passata legislatura. Il 26 luglio 2006 ne abbiamo discusso in I Commissione per la prima volta relativamente all'assestamento di bilancio. Si è parlato di società in house, di ristrutturazione societaria di Finpiemonte; di una finanziaria pubblica in house, con capitale interamente fornito da enti pubblici; di una enucleata mediante scissione, con capitale per il due terzi circa pubblico, per poco più di un terzo privato.
Si era discusso e nella Commissione e in una audizione tenuta parecchi mesi dopo l'11 aprile 2007, di cessione di partecipazione da parte dei privati, di valutazioni su molte di queste società - esattamente 23 su 58 della necessità di un disegno di legge ad hoc che era stato chiesto da numerosi Consiglieri nella Commissione stessa e che, finalmente, giunge in aula oggi. La ratio era stata fornita come quella di rispondere alle normative comunitarie per le società in house e di razionalizzazione delle società partecipate attraverso un'analisi economica delle stesse.
Si era parlato di un rapporto di politiche per l'internazionalizzazione e di un soggetto ad hoc previsto dalla legge regionale. Nelle discussioni era stato anche toccato il problema dei dipendenti della Finpiemonte, di una definizione dei loro inquadramenti, di garanzie per la stabilizzazione e di tutele future per la loro occupazione.
La ratio alla base era quella di rispondere alle norme comunitarie per le società in house. Su questo abbiamo espresso - il Vicepresidente lo sa un parere favorevole nella Commissione specifica e un parere favorevole per il disegno di legge sull'assestamento di bilancio dell'anno 2006.
Avevamo sostenuto, era una comune valutazione, che Finpiemonte era nata trent'anni fa - avevamo valutato e letto i documenti ad hoc - per cui necessitava di una modificazione, necessitava di riscrivere le regole, di ridefinire, per lo meno in parte, anche le finalità.
C'era anche una comune valutazione relativa ad altre leggi passate in Consiglio sulla necessità di rapportare questo "nuovo" soggetto con le politiche di internazionalizzazione.
Alcune osservazioni, anche perché dalla destra emergono sempre, nei nostri confronti, valutazioni contraddittorie. Da un lato c'è un giudizio per cui la Giunta sarebbe tirata al guinzaglio, condizionata, ricattata quotidianamente da questa sinistra estremistica, massimalista conservatrice, come alcuni dicono, e altro ancora (potremmo andare avanti con gli aggettivi per lungo tempo). Ed emerge anche un giudizio che a livello nazionale le cose andrebbero in questo modo. I fatti e le scelte di questi ultimi giorni mi sembrano contraddire nettamente tutto ciò.
Da un altro lato c'è un continuo richiamarci ad una serie di nostri cedimenti continui e progressivi nei confronti della Giunta e della maggioranza, che ci viene ricordata quotidianamente, del tipo: "Che comunisti siete".
Garantisco al Consigliere Burzi che, nella mia lontanissima giovent lessi non solo catechismi che non mi sono mai piaciuti, ma solo qualcosa negli ultimi anni molto di meno, purtroppo, ma spero di avere il tempo di tornare a dedicarmi alle belle cose che adesso non posso seguire. Al di là dei catechismi marxisti che, quando vi sono stati, sono stati pessimi o di un pensiero serio che credo sia ancora molto utile oggi.
Le valutazioni che diamo e le osservazioni che vogliamo fornire in forma di domanda sono: se la normativa europea prevede la società in house questo sdoppiamento è obbligato o c'è anche una sorta di scelta e di valutazione politica? Il bilancio 2005 forniva un deficit. La domanda che rivolgiamo all'Assessore, e che credo sarà oggetto di risposta, è se non c'è il rischio che la parte pubblica debba accollarsi alcuni debiti privati. Un chiarimento sulla questione dei Parchi tecnologici che è già stato dato in Commissione, ma credo sia fondamentale dare anche in Aula.
Un'altra osservazione che solleviamo in questa, come in altre leggi (l'Assessore lo sa perché lo abbiamo già detto in Commissione numerose volte) è la necessità di consultazioni sindacali. Lo abbiamo anche detto per la SCR. Ci pare importante non tanto in chiave consociativo clientelare, quanto proprio come elemento necessario di ogni questione.
Questa è stata fatta, ma la SCR è ancora in corso, ne parleremo in Commissione giovedì mattina e poniamo il problema anche per questo.
Sulla normativa delle società in house, siccome siamo convinti della necessità del pubblico, siamo convinti che esistano i beni pubblici, non solamente l'acqua, ma tutta una serie di questioni che abbiamo posto, e riporremo, dai trasporti ad altro, crediamo che questa forma possa e debba essere usata in altri casi. La domanda che rivolgiamo all'Assessore è se oltre all'uso della società in house, in questo caso, ne vengono previsti a breve e medio termine, altri.
Concordiamo con la valutazione del Consigliere Guida che la Finpiemonte, per la sua importanza e per il suo peso, dovrebbe intervenire o tentare di intervenire, in casi di crisi industriali pesanti come quelli esistenti. Il caso La Moretta citato - Lactalis - crediamo sia uno di quelli su cui dovrebbe esserci un intervento pubblico nel tentativo di ovviare ad una crisi gravissima, ad una disoccupazione grave, data, ancora una volta, dal fatto che il privato non risponde assolutamente ad una forma di interesse pubblico.
Una società che ha sostanzialmente mercato, che funziona crea disoccupazione, si riduce un piccolo centro ad una crisi estremamente grave, per elementari e squallidi problemi di concorrenza a livello internazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dalmasso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo

Interverrò brevemente in quanto mi riconosco, ovviamente, nelle considerazioni di carattere generale svolte dal Consigliere Burzi.
Voglio, soprattutto, portare l'attenzione alla questione che va sotto la definizione, nell'apposito articolo, della possibilità di conferire a Finpiemonte S.p.A. i crediti che adesso la Regione ha in conseguenza dei finanziamenti del FIP. È una tematica di cui ho avuto modo di parlare direttamente con il Vicepresidente Peveraro. Dato e non concesso, dal nostro punto di vista, che fosse questa la modalità complessivamente consigliabile per agire anche per quei profili statalistici che rileviamo nella normativa che stiamo esaminando, comunque è stata impostata un'architettura che dà a Finpiemonte S.p.A. la possibilità di partecipare a società pubbliche per il raggiungimento delle finalità primarie della Regione. Per esempio, la tematica dei Parchi scientifici e tecnologici è uno dei filoni di questo tipo.
Sarà opportuno che il soggetto Finpiemonte, così come anche Finpiemonte Partecipazioni, svolga tutte le valutazioni indipendenti circa la redditività, l'opportunità e la convenienza di stare in determinate compagine azionarie. Peraltro, come dice la legge, gli amministratori dovranno essere indipendenti, oltre che competenti. Questo è anche un chiarimento che sarebbe opportuno poi avere. Ma avremo modo di intervenire nell'articolo specifico.
Chiedo all'Assessore e Vicepresidente, nel caso ci fosse una sua replica, una conferma di questo percorso che si intravede anche materialmente. Determinati Parchi scientifici e tecnologici attendono da tempo che vada in porto quest'operazione. Quindi, se l'operatività prefigurata dal Vicepresidente, al di là delle "fermate feriali" - che mi auguro ridotte al minimo - possa poi essere attuata al più presto.
Adesso determinate realtà sono nel bagnasciuga e quindi non sanno se la cronica criticità che deriva da una non adeguata capitalizzazione di cui hanno beneficiato i Parchi scientifici e tecnologici - anche laddove la loro efficacia di gestione è stata constata da parte degli uffici regionali possa trovare rimedio attraverso operazioni del tipo di quelle che questa legge consente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Luigi Sergio

Lo SDI esprime un giudizio positivo sul disegno di legge finalizzato a ridefinire, nella sua missione, la finanziaria regionale. Pensiamo che lo si sia fatto non soltanto per rispondere ai mutamenti del contesto normativo, ovvero, la riforma del diritto societario ma, soprattutto, per fare in modo, così come ha dichiarato il Vicepresidente in più occasioni che la finanziaria regionale torni a svolgere il ruolo che le fu assegnato all'atto della sua costituzione.
Naturalmente, ci auguriamo che sia così. Da questo punto di vista vogliamo, in qualche modo, fare qualche riflessione rispetto proprio a questi aspetti.
Assegniamo, al di là di altre questioni di rilievo individuate all'interno della legge, anche un'importanza significativa all'articolo 5.
Articolo che riguarda l'informativa annuale che le due società dovranno puntualmente svolgere nei confronti della Giunta regionale e accompagnare la documentazione al Consiglio, con le proprie valutazioni.
Lo riteniamo importante perché, in passato, la finanziaria regionale è venuta un po' meno alla sua missione originaria e ha accumulato anche un passivo molto elevato in alcune realtà rispetto alle modalità di accumulazione del quale rimangono alcuni interrogativi. Non vorremmo che si riproponesse la questione anche in futuro visto che vi è la possibilità per la nuova società, di organizzarsi anche in sub-holding e quindi di assumere partecipazioni in ulteriori soggetti, con il rischio di riproporre una catena di presenze in nuove strutture, di nuovi Consigli di Amministrazione che aggirerebbero, da questo punto di vista, le norme della recente finanziaria, rispetto al contenimento della spesa per la composizione dei Consigli di Amministrazione, ma anche venendo meno alla missione che vogliamo assegnare e il ruolo che assegniamo alla finanziaria e alla partecipata regionale.
Da questo punto di vista, ritengo necessario riprendere un aspetto richiamato anche dal Consigliere Dalmasso e dal Consigliere Guida, quello della possibilità che la finanziaria svolga un significativo ruolo a sostegno delle situazioni di crisi produttiva, di crisi occupazionale che si potessero aprire sul territorio regionale. Se da un lato posso condividere questo auspicio, dall'altro non posso non mettere le mani avanti rispetto alla possibilità che ci sia un altro rischio che la Finanziaria potrebbe correre: quello di trasformarsi in una GEPI - facendo riferimento alle note esperienze nazionali - e quindi diventare, in alcuni casi, il cimitero di situazioni difficili in cui far affluire realtà decotte. Credo che non sia questa la missione che noi pensiamo debba svolgere la finanziaria regionale e neanche la società di partecipazione che viene attivata.
Da questo punto di vista, riterrei che non dovremmo proprio correre questi rischi. Credo che, alle situazioni di difficoltà e di crisi, si debba rispondere con politiche diverse, con politiche attive di sviluppo sul territorio e non pensare ad un intervento regionale diretto che potrebbe far correre i rischi che ho appena richiamato.
In questo senso, diventerà interessante capire bene quali sono le partecipazioni che sono state trasferite alla nuova società che si è creata perché da un parte non vorremmo che ci fosse il cimitero degli elefanti con deficit annuali che vengono ripianati dal pubblico, e dall'altra che in quella realtà fossero trasferite, alla realtà che prevede la presenza più intensa dei privati, soltanto le società che vanno molto bene e che producono utili.
Allora, mi domando perché, per esempio, nelle partecipazioni che sono state trasferite dalla Regione alla Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. non compaia l'aeroporto di Levaldigi in cui noi siamo molto presenti.
L'altra questione che è importante sottolineare riteniamo sia quella di capire nel tempo e monitorare affinché tra le due società, che sono oggi nettamente separate tra di loro, non sorga qualche dualismo o contrapposizione e quindi capire come possa essere mantenuto da parte della Regione una visione di linea di indirizzo generale che possa trovare collegamenti tra le due società.
Ho voluto lasciare queste brevi riflessioni al dibattito, esprimendo un parere estremamente positivo dello SDI rispetto al disegno di legge augurandoci davvero che in questo modo si possa ridare slancio e restituire alla missione originaria la funzione della finanziaria regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Chiedo venia per il siparietto, ma la Presidenza sa che di essere stata la causa della mia distrazione perché mi aveva chiamato al banco e poi pensavo ci fosse qualcun altro iscritto a parlare.
Oggi, sono rimasto piacevolmente stupito e penso anche molti dei cittadini che staranno guardando la seduta via internet e credo anche qualcuno degli amici della stampa. Mi era sembrato - poi, per carità, qui dentro ognuno interpreta e gioca un ruolo diverso - da umile spettatore attivo che questa maggioranza e questa Regione avessero come priorità la sanità.
Tant'è che, mi ricordo - forse, andavo in un altro Consiglio regionale quindi, potrei non essere aggiornato - mi era parso che c'era stata negli ultimi quindici giorni una forzatura da parte della Presidente Bresso che aveva chiamato l'intero corpo del Piano Sanitario in aula perché riteneva che fosse assolutamente urgente per il Piemonte e per i cittadini piemontesi approvare la sanità e il Piano sanitario perché questa sanità non andava bene.
L'opposizione riteneva invece che sì fosse urgente trattare il Piano sanitario e parlare giustamente di sanità, ma con i tempi dovuti al dibattito che il Regolamento e lo Statuto prevedono.
Tutto ciò ha creato una discrepanza di punti di vista ed ha portato ad un braccio di ferro che ci ha inchiodato per una decina di giorni in cui tutto sommato, la produzione del Consiglio regionale è stata un pochino carente dal punto di vista dei contenuti esecutivi, ma devo dire che il dibattito è stato assai ricco e vivace perché ha toccato i più svariati punti delle questioni che sono care ai Consiglieri regionali.
Si era raggiunto un accordo in cui la maggioranza chiedeva giustamente di licenziare il disegno di legge n. 267 perché riteneva che questo fosse una priorità della maggioranza e del Piemonte. Questo era, in effetti l'ordine del giorno calendarizzato dal Presidente Gariglio in accordo con l'ultima riunione dei Capigruppo.
Poi, sorpresa delle sorprese, arriviamo qui e scopriamo che la maggioranza decide sua sponte di invertire l'o.d.g. e di colpo la sanità non è più una priorità della Regione Piemonte. Di colpo, il Piano Sanitario diventa assolutamente secondario rispetto alla Finpiemonte. Allora, non ho capito signori: mi pare che se volevamo discutere di Finpiemonte potevamo discuterne una settimana fa. È dal 4 luglio - mi pare - che è stata calendarizzata la scissione della Finpiemonte S.p.A. in Consiglio regionale. Mi pare che, una volta o due - mi risulta che ce ne sia stata una seconda non palesata - sia stata la maggioranza stessa a richiedere il rinvio e il trattamento di un successivo punto all'ordine del giorno. Mi pare che questi erano gli accordi, mi pare che questo era l'ordine del giorno e poi si scopre che di colpo, in realtà ci avete preso in giro perché, in effetti, non era questa la priorità. In realtà, la priorità era ben altra e, sinceramente, non lo capiamo. Rinuncio a capire perché mi è oscuro questo modo di fare.
Ho troppo stima dell'intelligenza della maggioranza e dell'Ufficio di Presidenza per pensare che si è tentato un colpo di mano da "furbetti del consiglino", magari perché in quel momento non erano presenti in aula che forse avevano particolarmente a cuore il disegno di legge n. 421 ovvero la scissione della Finpiemonte. Non voglio pensarlo perché ho tropo stima di questa maggioranza e di questo Consiglio regionale.
Va bene, abbiamo scoperto che la sanità non è più una priorità e ne prendiamo atto. Allora, parliamo di Finpiemonte. Bene, la posizione del sottoscritto, del mio Gruppo e anche dell'intero partito pensionati sulla scissione della Finpiemonte è assolutamente, totalmente e incontrovertibilmente contraria. Infatti, abbiamo prodotto qualche emendamento e ne produrremo ancora altri che ci permetteranno di esprimere molto bene questi concetti.
Siamo contrari, perché quando si va a parlare di costi della politica che personalmente preferisco chiamare costi della democrazia, non si vanno mai a toccare, in realtà, i costi meno chiari e trasparenti, ma molto più pesanti ed onerosi per la collettività, che sono tutti quelli che riguardano le aziende partecipate, sottopartecipate, controllate e via discorrendo, una di queste, guarda caso, è la Finpiemonte.
Ora, a parte tutta quella che è stata la gestione della Finpiemonte in quest'ultimo anno e mezzo, ma vogliamo anche mettere questi ultimi cinque anni - io non ho problemi perché non abbiamo scheletri negli armadi, quindi possiamo parlare anche a ritroso, anzi, lo riterrei anche utile e divertente.
Ritengo inaccettabile la motivazione con la quale si è partiti nel voler fare la scissione di questo importante istituto finanziario, perch al di là di quella che può essere stata la gestione della Finpiemonte S.p.A. attuale (Istituto Finanziario Regionale Piemontese), si deve dare atto che, al di là dei soldi sprecati, che sono stati sicuramente tanti nella gestione dell'attuale Istituto Finpiemonte, comunque, un solo ente ha reso un servizio ai cittadini. Se raddoppiamo questo ente - è vero che la somma dei Consiglieri di amministrazione degli enti, probabilmente, non raggiunge la somma degli attuali Consiglieri di amministrazione - è evidente - penso anche ai meno preparati - che si nomineranno due Presidenti, due Vicepresidenti, due amministratori delegati, due direttori per poi raddoppiare tutti i dirigenti che già attualmente in carico a Finpiemonte sono sette.
Il Vicepresidente Peveraro mi dirà che non sono sette, erano sette e sono stati ridotti, peccato che, formalmente, hanno ridotto il numero di dirigenti, ma il numero di stipendi erogati è esattamente lo stesso, in più ci sono state tutte le varie buone uscite di cui si dovrebbe tener conto nel compunto generale. Noi siamo contrari.
Vedete, il Vicepresidente Peveraro - lo dico adesso perché, magari, non potrò più dirlo - è persona veramente simpatica e intelligente, anche molto brillante, capisco perché ricopre la carica di Vicepresidente, la stimo profondamente, però, in questo non posso esimermi dal cercare di svolgere il mio dovere, che consiste nell'oppormi con tutti i mezzi messi a mia disposizione dallo Statuto e dal Regolamento a questa scissione, che è assolutamente inutile e ciò che è inutile per il Piemonte rischia di diventare dannoso.
Colleghi, voglio capire, se è vero che ci adeguiamo alle normative europee e rispondiamo all'esigenza della normativa Bersani, perché siamo l'unica Regione che vuole scindere un ente come la Finpiemonte. Siamo l'unica Regione che si muove in questo senso! Non so se qualche collega magari, mi sappia rispondere in tal senso.
Mi hanno detto che il Friuli ha iniziato la procedura, ma noi siamo i più bravi, d'altronde siamo piemontesi, siamo sabaudi, siamo sempre un po' oltre, siamo sempre più bravi! Quindi, noi dobbiamo andare oltre, dobbiamo fare da capofila, peccato che ci siano Regioni governate dal centrodestra che non lo fanno, così come le Regioni governate dal centrosinistra, né la progressista e illuminante Toscana, né la potente Lombardia, neanche il Governatore Bassolino è andato a scindere un ente per rispondere ad esigenze, che, evidentemente, esistono solo in Piemonte. Vorrei capire perché nel resto d'Italia ciò non avviene.
Non so se questo avviene...



(Scampanellìo del Presidente)



GIOVINE Michele

Concludo, Presidente, mi conceda ancora dieci secondi.
Non voglio pensare che questa scissione avverrà perché il Presidente designato di questo ente, tale Giuseppe Trabucco, sia l'attuale Vicepresidente della Finpiemonte S.p.A., nonché amico dell'esimio Vicepresidente Peveraro, non lo voglio pensare. Sono sicuro che il Vicepresidente Peveraro sia estremamente intelligente e non farebbe mai una scissione per un obiettivo così miserando; però, credo che questo sia un ulteriore argomento da lasciare alla vostra riflessione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lupi.



LUPI Maurizio

Signor Presidente, non entro nel dibattito specifico oggi all'o.d.g.
ma ritengo doveroso svolgere una considerazione generale sull'impostazione dei lavori.
La mia personale valutazione è che l'inversione dell'o.d.g. operata precedentemente non sia portatrice di buoni effetti sull'agibilità complessiva dei lavori d'Aula.
Lascio questa mia considerazione; oltretutto, non mi sembra che questa inversione sia in linea con gli accordi stipulati la settimana scorsa.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento in dibattito generale, la parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Non ripeterò la relazione svolta in fase di presentazione del provvedimento, però, certamente, ritengo quanto meno necessario puntualizzare alcuni aspetti che sono emersi nel corso del dibattito e alcune questioni che sono state poste.
La prima questione riguarda la domanda posta dal Presidente Rossi circa i futuri sviluppi di Eurofidi, in particolare le modalità di esercizio del controllo su Eurofidi rispetto all'assetto azionario sia della Finpiemonte Partecipazioni che dell'Eurofidi stessa.
Voglio solo ricordare al Presidente Rossi che, sostanzialmente, dal punto di vista degli assetti azionari, nulla cambia, per quanto riguarda Eurofidi, rispetto alla situazione antecedente la scissione. Ovvero Eurofidi è una società non sotto il controllo di Finpiemonte; Finpiemonte è il principale azionista, ma non ha il controllo della società.
In secondo luogo, Eurofidi è posseduta già dal sistema bancario ovvero, a fianco dell'azionista Finpiemonte, sostanzialmente, i principali operatori finanziari sul mercato piemontese già sono azionisti della Finpiemonte. Non credo, per le stesse ragioni che ha evidenziato il Presidente Rossi, che fino ad oggi si siano verificate o si siano dimostrate particolari ingerenze. Addirittura, mi pare che dalla partecipazione del sistema finanziario-bancario all'assetto azionario della Eurofidi, invece, derivi il sostegno a quelle iniziative di finanziamento che sono le iniziative tipiche di Eurofidi.
Per quanto riguarda l'assetto della finanziaria di partecipazioni, come è noto, nulla cambierà con l'operazione di scissione. Vi è una rappresentanza di minoranza, diciamo intorno al 25%, già oggi posseduta dalle principali istituzioni finanziarie piemontesi. Quella partecipazione continuerà ad essere mantenuta, nella prospettiva potrebbe essere anche sviluppata, fermo restando che, comunque, lo Statuto, così come già previsto nell'articolato, prevede espressamente che anche la finanziaria di Partecipazioni rimanga sotto il controllo pubblico, ancorché, magari, non il controllo esclusivo della Regione.
Un'altra questione è stata posta dal Consigliere Cavallera e dal Consigliere Dalmasso rispetto all'impegno che assume l'Amministrazione regionale, sostanzialmente - formalmente, quindi l'assume il Consiglio regionale intero - con l'approvazione del disegno di legge n. 421 in merito ai parchi tecnologici.
Certamente, riconfermiamo la volontà di proseguire nell'esperienza, che è variegata, al riguardo si possono raccontare storie di successo e certamente, in merito agli investimenti fatti dalla nostra società sui parchi tecnologici, si possono anche raccontare storie meno di successo.
Certo continua la missione dell'Amministrazione regionale nel sostegno a questi parchi.
In realtà, com'è noto, la legge prevede specificatamente un aumento di capitale della Finpiemonte S.p.A., che è esattamente destinato alla possibilità di far convertire ai parchi tecnologici i FIP, i famosi finanziamenti che la Regione, a suo tempo, aveva erogato a Finpiemonte e Finpiemonte, a sua volta, aveva erogato ai parchi tecnologici, affinch questo debito si trasformi in capitalizzazione dei nostri parchi rafforzandoli dal punto di vista patrimoniale e superando, forse, un peccato originario, che era quello di aver mantenuto, sostanzialmente, un po' sottocapitalizzati questi parchi tecnologici nella fase di avvio rispetto ai grandi ed importanti investimenti che questi parchi andavano a fare, sia in termini di patrimonio immobiliare che di patrimonio tecnologico.
Rispetto alle questioni più di politica generale, credo che, pur nei limiti del testo, il percorso e l'indirizzo dell'Amministrazione regionale venga ben individuato nel disegno di legge attualmente all'attenzione del Consiglio regionale, che ha avuto un approfondito dibattito in sede di Commissione.
Da una parte vi è la necessità di rispondere a prescrizioni della Comunità Europea e a indicazioni normative - da qui nasce la creazione della legge di Finpiemonte in house - dall'altra quella di continuare con una politica che, obiettivamente, per lo sviluppo economico del territorio ha dato dei risultati importanti e interessanti, che è quella di una partnership pubblico-privato per intervenire soprattutto e sostanzialmente in settori emergenti, effettuare l'investimento e poi procedere anche a dismissioni collegate al conseguimento degli obiettivi che ci si era prefissati.
Fino ad oggi ciò è accaduto? Direi di no. Il possesso di 58 partecipazioni da parte della Finpiemonte dimostra che, in realtà, di fatto, sono diventate delle immobilizzazioni a lungo termine.
Da questo punto di vista, oltre alla necessaria operazione di pulizia nel pacchetto azionario attualmente detenuto da Finpiemonte, credo che sia anche necessario cambiare politica e orientamento nella logica che dicevo poc'anzi.
Il Consigliere Giovine sosteneva poco fa che siamo gli unici a farla.
In realtà, come è ben noto al Consigliere Giovine, che certamente avrà esaminato la situazione delle altre Regioni, ogni finanziaria regionale ha le sue tipicità e le sue caratteristiche.
In realtà, sia la Lombardia che la Liguria si stanno apprestando a costituire delle società in house liquidando la partecipazione del privato e quindi avendo una società totalmente pubblica. Perché lo fanno? Perché le partecipazioni ad operazioni miste pubblico-private in quella sede sono modestissime. Il Friuli, che ha una finanziaria forse con caratteristiche più simile alle nostre, ovvero con un pacchetto di partecipazioni di 148 imprese, in realtà, proprio per la tipologia di attività che ha sviluppato in questi anni, è andato proprio orientandosi verso un'ipotesi analoga alla nostra.
il modello migliore? Diciamo che è il modello che, a suo tempo, ci è sembrato il più rapido per poter conseguire l'obiettivo di avere uno strumento che non porta alla elusione delle norme pubblicistiche, perch come è noto, l'attività di Finpiemonte S.p.A. dovrà svolgersi esattamente con le stesse modalità con cui si svolge l'attività nell'ente pubblico. Ma certamente è uno strumento più elastico per sviluppare le attività e le iniziative di carattere economico sul nostro territorio a favore dell'economia del Piemonte intero.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Peveraro.
Possiamo procedere all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

La ringrazio, Presidente L'articolo 1 in oggetto che ha appunto come titolo "Oggetto e finalità", sotto il Capo 1, "Finalità e regime giuridico", recita testualmente: "1. Ai sensi dell'articolo 60 dello Statuto, la Regione attribuisce all'istituto finanziario regionale piemontese - Finpiemonte S.p.A. - istituito con legge regionale 26 gennaio 1976, n. 8, il ruolo di società finanziaria regionale a sostegno dello sviluppo, della ricerca e della competitività del territorio, ridefinendone la missione quale qualificato organismo cui affidare le attività di natura finanziaria dirette all'attuazione del documento di programmazione economico finanziaria regionale, secondo le finalità e le direttive dallo stesso indicate".
Il comma 2, invece, recita testualmente: "2. Il raggiungimento delle finalità di cui al comma 1 è favorito dalla riorganizzazione societaria dell'istituto finanziario regionale piemontese - Finpiemonte, che assume la nuova denominazione di 'Finpiemonte S.p.A', mediante scissione parziale allo scopo di attribuire ad una nuova società per azioni denominata 'Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.', lo svolgimento di attività diverse da quelle proprie della Finpiemonte S.p.A, compresi l'acquisto, la gestione e la dismissione di partecipazioni".
Credo che abbia ben argomentato, in discussione generale, il Presidente Burzi sul fatto che le finalità previste dall'articolo 1 sono assolutamente insufficienti per il reale bisogno che avrebbe la Regione Piemonte per una sua efficace attività socioeconomica sul territorio. In aggiunta a quanto hanno detto prima i Consiglieri Guida e Dalmasso, la necessità che si possa prevedere, fra le finalità, quella di poter intervenire per delle aziende che sono pesantemente in perdita, soprattutto quelle che hanno un alto valore industriale, per salvaguardare il tessuto industriale della Regione Piemonte, soprattutto per quanto concerne la Provincia di Torino, che sappiamo essere ormai in rapido declino, se vogliamo escludere forse la FIAT, che comunque sappiamo che di solito vende qua ma costruisce in Polonia, in Brasile e altrove, insomma ovunque tranne che a Torino e in Piemonte.
Noi riteniamo che questo articolo sia assolutamente insufficiente e povero. E per evitare che vengano circoscritte le finalità, che noi riteniamo non sufficienti alle necessità del Piemonte e dei cittadini piemontesi, sono stati presentati alcuni emendamenti, perché crediamo che sia assolutamente necessario rimodularle e riscriverle. Ergo, è meglio non inserire un articolo che prevede "Oggetto e finalità", ma procedere semplicemente alla scissione definendo quali sono i due nuovi enti societari che si andrebbero a costituire.
L'articolo 60 dello Statuto, che forse sarebbe opportuno ricordare per i colleghi, stabilisce: "La Regione, allo scopo di realizzare infrastrutture e gestire servizi di rilievo regionale e di garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti dai documenti di programmazione e quando il conferimento agli Enti locali non possa essere realizzato, ha facoltà di costituire, con legge, enti o aziende strumentali e pu partecipare, unitamente ad enti pubblici e privati, alla costituzione e all'amministrazione di società. Spettano alla Regione le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo sugli enti e sulle aziende. La legge stabilisce le modalità, i tipi di controllo e le norme relative alla composizione degli organi e all'amministrazione degli enti e delle aziende.
Il personale degli enti e delle aziende dipendenti dalla Regione è equiparato ad ogni effetto al personale regionale, salvo diversa disposizione della legge".
Questo è un aspetto che, forse, un po' troppo spesso viene dimenticato sia dai membri della Giunta che hanno le deleghe ad occuparsi di questi enti, sia, forse, dai Presidenti che devono gestire questi enti e dai relativi consigli di amministrazione.
L'articolo 60, comma 4, dello Statuto della Regione Piemonte è molto chiaro. Lo dico anche nell'ipotesi inverosimile che qualche dipendente della Finpiemonte sia in ascolto della seduta via Internet. Magari sar malevolo, non vorrei mai, ma vorrei far notare che, in questo caso, i Sindacati della Finpiemonte non sono stati tenuti in grande considerazione magari semplicemente perché l'unico Sindacato presente in Finpiemonte è l'UGL che non è propriamente un sindacato notoriamente di sinistra. Pu darsi che abbia avuto scarsa attenzione dal parte della Giunta regionale per questo motivo. Può darsi che, come al solito, sia un malpensante.
Per gli amici dipendenti, sindacalizzati o meno, iscritti ad un qualsiasi sindacato o liberi battitori, voglio ricordare il comma 4 dell'articolo 60 dello Statuto della Regione Piemonte che recita: "Il personale degli enti e delle aziende dipendenti dalla Regione è equiparato ad ogni effetto al personale regionale, salvo diversa disposizione della legge". Ciò vuol dire che hanno le stesse tutele del personale regionale quindi le stesse garanzie, non parlo solo dell'articolo 18, legate a tutti i contratti pubblici.
L'articolo 60 dello Statuto prosegue così: "Gli enti e le aziende sono tenuti a trasmettere ogni anno al Consiglio e alla Giunta regionale il proprio bilancio e una relazione sulle attività svolte e sui programmi. Le norme di questo articolo si applicano, in quanto compatibili, alle società a partecipazione regionale".
Siccome queste due società una sarà, di fatto, a totale controllo regionale (totale perché il capitale e interamente regionale) e l'altra oltre il 50% sarà sotto il controllo della Regione Piemonte, mi pare che rientri perfettamente nell'articolo 60 dello Statuto.
Credo che l'articolo 1, così come elencato, non preveda tutte le tipologie e modalità previste, saggiamente, dal legislatore quando ha voluto scrivere lo Statuto.
In particolare nel comma 2, quando si parla di finalità, trovo che sia farraginoso e poco chiaro l'oggetto. Si parla di scissione parziale, ma non riesco a capire come si possa parlare di scissione parziale. Una scissione o è totale o non è scissione. Mi sembra ci sia un errore di tipo grammaticale.
"Lo svolgimento di attività diverse da quelle proprie della Finpiemonte S.p.A., compreso l'acquisto e la gestione e la dismissione di partecipazione", può significare tutto e niente.
Credo che debba essere definito meglio questo punto, oppure debba essere completamente cancellato affinché non si pongano limiti a quello che è già un mostro giuridico e diventerà, prossimamente, forse, un mostro societario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Non intervengo nella discussione generale, ma sull'articolo 1, per fare alcune sottolineature sul ruolo delle due Finpiemonte...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Ghiglia.
Colleghi, per cortesia!



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente, ma non è così importante, li lasci pure stare in ricreazione, tanto per me è uguale, non cambia nulla! Ci tenevo solo a dire due cose, poi...



PRESIDENTE

Consigliere, preferisco richiamarli io, piuttosto che farglielo fare a lei!



GHIGLIA Agostino

Guardi, più la sinistra sta in ricreazione, meno danni fa, quindi si disimpegnino pure, per me non può che andare bene! Comunque, grazie, Presidente, per l'attenzione.
Ci tenevo a fare due sottolineature, perché noi non siamo pregiudizialmente contrari a questo disegno di legge, non l'abbiamo in alcun modo bloccato; abbiamo cercato di approfondirlo in Commissione abbiamo cercato di approfondirlo in Aula, abbiamo cercato, per quanto possibile, di migliorarlo.
Non crediamo fideisticamente che le due Finpiemonte, al di là degli obblighi di legge, saranno necessariamente meglio di una sola Finpiemonte e le nuove Finpiemonte, necessariamente e progressisticamente meglio della Finpiemonte passata.
Si tratta di un nuovo strumento che, ovviamente, andrà testato rispetto a questioni reali, a come verranno amministrate le strutture.
Ci tengo solo a sottolineare un elemento, anzi due: la tutela dei lavoratori e l'impegno dell'attuale Amministrazione di Finpiemonte rispetto alla soluzione delle vertenze in atto.
Infatti, se si inizia un nuovo cammino e un nuovo percorso, ritengo doveroso, dopo che dalla Presidenza di Finpiemonte erano venute le disponibilità alla soluzione delle vertenze (so per certo che questa soluzione non è ancora avvenuta, che ci sono stati alcuni ritardi, che ci sono stati un po' degli stop), addivenire ad una soluzione in tempi rapidi.
La seconda questione che pongo al Vicepresidente Peveraro è un invito: come diceva una famosa pubblicità, "due gusti sono meglio che uno" - lo dico in italiano perché il mio anglo-piemontese difetta molto nella pronuncia - ma, anche qui, non è necessariamente vero.
Cosa voglio dire? Voglio dire che la Finpiemonte - chiamiamola vecchia aveva, a nostro avviso - lo dicevamo anche quando ero in maggioranza - un grosso difetto; aveva, cioè, al suo interno, troppe unutilities. Oggi visto che siamo tutti anglofoni, parliamo spesso di utilities; quindi uso anch'io questo termine per il piacere (anche se è assente) dell'Assessore Bairati, a cui piace giocare con l'inglese commerciale.
La vecchia Finpiemonte era carica di unutilities, a nostro avviso, cioè di partecipate, controllate, viziate, accarezzate...



(Commenti in aula)



GHIGLIA Agostino

Unutilities, sì; ma io l'ho voluto rendere un po' più chiaro e ho detto "inutilitis", perché suona più italianamente comprensibile. Come dicevo, la vecchia Finpiemonte era carica di tutti questi carrozzoni - Assessore Peveraro - che nessuno ha mai toccato; carrozzoni, carrozzelle, carrozzine insomma un refugium peccatorum per ex o futuri possibili politici politicanti di vario livello che, in tutti questi anni, sono andati spesso ad occupare posti in strutture che, oggettivamente, si sono poi dimostrate di assoluta...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, ma c'è un rumore di fondo... A parte il vociare c'è proprio un certo rumore: non so se qualcuno batte i piedi o si agita però diventa oggettivamente difficile proseguire. Sembra quasi di sentire dei tamburi di sottofondo, il che mi sembra eccessivo.



GHIGLIA Agostino

Potessi parlare con un rullio di tamburi! Mi ricorda tanto Braveheart: potessi parlare con un rullio di tamburi in sottofondo, sarei l'uomo più felice del mondo, così poi potrei dare l'attacco alla Giunta! A parte questo, vorrei, mi piacerebbe, auspicheremmo che nel prossimo futuro - perché sempre di soldi nostri si tratta, per la gran parte! - ci fosse una revisione seria, serena e razionale di tutto ciò che gravita attorno al mondo delle "Finpiemonte". Non vorremmo che si trattasse semplicemente di un trasferimento - anche per creare o sdoppiare strutture creare un po' di Consigli in più - e che non si arrivasse invece ad una semplificazione, ad una razionalizzazione.
Assessore Peveraro, glielo dico adesso, ma lo dicevo già nel 1997 quando il Vicepresidente della Giunta era l'ex collega Masaracchio, cui chiedevo di razionalizzare il numero delle partecipate. Non ci sono mai riuscito. In maggioranza, assolutamente, non ci sono mai riuscito. Visto che quest'appello, ogni tanto, l'ho ripetuto anche in sede di Commissione chissà che con il nuovo strumento non sia possibile.
Secondo me, al di là di tutti gli oggetti sociali di cui abbiamo riempito questa legge, questo sarebbe un atto veramente importante di innovazione, di razionalizzazione, di modernizzazione e di tutto ciò che diventa semiprivato, perché, soprattutto, è fatto con i soldi di tutti.
Ci tenevo soltanto a fare queste due sottolineature, per cui sono intervenuto sull'articolo 1, che mi sembra importante: la tutela dei lavoratori e la soluzione delle vertenze in atto, insieme alla razionalizzazione di tutto il mondo che gravita attorno a Finpiemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Ho avuto modo nel precedente intervento di sottolineare il fatto che già in sede di trattative con i Capigruppo, la scorsa settimana alcuni Consiglieri avevano espresso e sottolineato la scarsa attenzione dimostrata dalla Giunta in generale, dal Vicepresidente rispetto alle idee e ai contributi portati dai Gruppi di minoranza al dibattito politico complessivo.
Credo, in tale sede, di averlo fatto in maniera estremamente pacata e tranquilla, proprio perché non volevo dare adito ad un'interpretazione che coloro che meno si agitano in termini spettacolari sono quelli che finiscono per essere i meno ascoltati e i meno presi in considerazione.
Ritengo che questa sia un'interpretazione del tutto sbagliata, così come ritengo - e ho avuto modo di sottolinearlo nel precedente intervento - che le inversioni dell'o.d.g. che sono state proposte nella seduta odierna finiscano in realtà per creare molti più problemi di quelli che puntavano a risolvere. Infatti, l'agibilità complessiva del Consiglio regionale probabilmente, sarà rallentata da un intervento che puntava, invece, a velocizzare i lavori.
Pertanto, dal punto di vista razionale, oltre che per rispetto degli accordi fissati in sede di Conferenza di Capigruppo, sarebbe sempre opportuno, prima di proporre cambiamenti della struttura dei nostri lavori che, teoricamente, secondo le intenzioni dei proponenti, dovevano portare ad una velocizzazione dei lavori - valutare se questi interventi non finiscano invece per provocare un rallentamento del piano dei lavori, così come era stato fissato e concordato dai Capigruppo, nella seduta di venerdì scorso.
Da questo punto di vista, penso che sarebbe opportuno ripristinare il normale ordine dei lavori com'era stato definito nella seduta dei Capigruppo di venerdì, anche perché - com'è stato sottolineato in alcuni interventi precedenti - questa variazione dell'ordine dei lavori del Consiglio regionale nella seduta odierna può prefigurare un'interpretazione secondo la quale non era poi così urgente il Piano Sanitario e tutti i provvedimenti ad esso collegati, visto che adesso vengono anteposti, dal punto di vista procedurale e temporale, altri provvedimenti.
Quindi, l'affermazione, che è stata un po' alla base della posizione della maggioranza e della Giunta per tutti questi giorni, secondo la quale l'assoluta urgenza e necessità del Piano Sanitario faceva sì che nessun altro tipo di argomento potesse essere preso in seria considerazione fino a quando il Piano Sanitario stesso nella sua interezza non fosse stato approvato, vive - per così dire - un momento di contraddizione.
Non è possibile sostenere l'assoluta e improcrastinabile urgenza del Piano Sanitario rispetto a qualsiasi altro tipo di intervento, e poi di fatto procedere così come avviene nei lavori d'aula della seduta odierna.
Ciò è in contraddizione con gli accordi precedentemente stabiliti nella seduta di venerdì che - ripeto - prevedevano prima la trattazione del Piano Sanitario e poi la trattazione della legge su Finpiemonte (questi erano gli accordi di venerdì, se non vado errato). Ad ogni modo, questa modifica dei lavori d'aula finisce, in qualche modo, per entrare in contraddizione con quanto sostenuto per tutto questo periodo dalla Giunta e dalla maggioranza cioè la tesi secondo la quale il Piano Sanitario e tutti i provvedimenti ad esso collegati erano caratterizzati da un'assoluta e improcrastinabile priorità rispetto a qualunque altro provvedimento - per quanto questi provvedimenti fossero già stati posti all'ordine del giorno del Consiglio regionale.
Allora, questa contraddizione nell'ambito del dibattito attuale su Finpiemonte deve essere risolta. Come deve essere risolto il rapporto di attenzione politica, da parte del Vicepresidente della Giunta, rispetto ai Gruppi minori di minoranze che, in questi mesi, hanno dimostrato un comportamento estremamente corretto, che non hanno mai frenato, con atteggiamenti ostruzionistici, il lavoro di attenta analisi del Piano Sanitario, che è stata fatta in Commissione. Gruppi minori di minoranze che, a fronte di un comportamento e di un atteggiamento estremamente costruttivo, vedono costantemente le proprie istanze nemmeno prese in considerazione da parte del Vicepresidente della Giunta regionale.
chiaro che questo insieme di atteggiamenti e queste contraddizioni tra ciò che viene fissato dall'autorevole riunione della Conferenza dei Capigruppo e quanto viene modificato in sede di seduta d'Aula evidentemente, non porta a nessun vantaggio di carattere procedurale.
Rispetto a questo problema, che è un problema sicuramente di tipo procedurale, ma anche di tipo politico perché fa riferimento alla stabilità degli accordi che vengono presi nella Conferenza dei Capigruppo all'interno della quale era stato fissato un preciso ordine dei lavori. Per la seduta odierna era stato precisato che il dibattito sarebbe iniziato con l'esame del provvedimento legato al Piano Sanitario e che, successivamente solo dopo l'approvazione di questa parte del Piano Sanitario si sarebbe aperta la discussione e poi la votazione su Finpiemonte.
Allora, le questioni fondamentali sono due: la prima riguarda il rispetto degli accordi stabiliti nella Conferenza dei Capigruppo di venerdì scorso e la seconda il livello, per così dire, di attenzione politica da parte del Vicepresidente della Giunta rispetto alle proposte e alle iniziative sviluppate dai Gruppi minori di minoranza. È chiaro che riteniamo debba esserci una chiarificazione di ordine politico senza la quale, evidentemente, tutti gli strumenti che questa mattina sono stati posti in essere, come l'inversione del punto all'o.d.g. su Finpiemonte, non potranno che creare problemi alla fluidità dei lavori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

All'interno dell'articolo 1, mi ricollego all'intervento che ha fatto precedentemente il collega Ghiglia che, in qualche modo, replicava anche alla replica che ha fatto il Vicepresidente Peveraro al termine della discussione generale quando si è parlato delle 58 partecipate.
Non è necessariamente la sede del dibattito attuale, quella relativa al disegno di legge n. 421 però, riteniamo che due anni e mezzo sono sufficienti per aver finito la due diligence sulle partecipate. La due diligence noi la chiudemmo quando l'Assessore Peveraro stava ancora occupandosi - si fa per dire - del bilancio del Comune. Bei tempi per noi all'epoca. L'abbiamo chiesta in Commissione, c'è stata riconfermata dall'Assessore competente Bairati e dall'intervento della Presidente Bresso sul tema.
Ci sembrerebbe di chiedere una cosa ovvia: cari compagni, vorremmo sapere queste 58 partecipate, alcune delle quali hanno molti più anni del più anziano fra noi, che senso abbia tutt'ora nella loro presenza nella compagine della Finpiemonte di ieri o delle "Finpiemonti" erigende di cui stiamo discutendo. Un tempo, il collega Ronzani era stato, nella scorsa legislatura, uno dei più duri e, secondo me, aveva perfettamente ragione.
Richiedenti, per conto dell'Aula, la conoscenza dello stato dell'arte delle singole partecipate. Devo dire che il collega Ronzani non ha ottenuto dei grossissimi risultati nel corso della precedente legislatura, ma certamente migliori, finora, di quelli che abbiamo ottenuto noi.
Siccome, ci sembrerebbe che il conoscere lo stato dell'arte delle partecipate, comunque accorpande e poi gestende da chiunque nei periodi successivi, sia oggettivamente una richiesta che non dovrebbe che trovare la condivisione da parte di tutti, mi limito sin d'ora a ricordare che la richiesta c'è stata, ma la risposta non c'è stata.
Mi rendo conto di quella che, all'inizio, poteva essere una complessità nell'effettuare degli interventi quando li richiedemmo. Credo che anche voi facilmente - alludo alla Giunta - condividiate che due anni e mezzo sono un tempo sufficiente per averla effettuata. Desidereremmo, in questa sede delle rassicurazioni temporali su quando le due diligence saranno disponibili ai Consiglieri, non alla minoranza, ma ai Consiglieri.
In assenza di ciò, procederemo con altre modalità per ottenere quanto ci sembra essere un nostro normale diritto, ma preferiremmo ottenerlo per dialettica più che per esercizio di diritto perché, non conoscendole dubito che buona parte della discussione sull'accorpamento e sulla gestione delle stesse, che io credo dovrà trovare i Consiglieri attenti, qualunque sia l'assetto societario che la nuova legge definirà. Penso che la conoscenza sia, appunto l'elemento iniziale.



PRESIDENTE

Non vi sono ulteriori richieste di intervento sul dibattito generale dell'articolo 1.
La parola al Vicepresidente Peveraro.



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Intanto, devo completare il ragionamento, che ho svolto al termine del dibattito generale, in merito ad una questione posta dal Consigliere Rossi a cui ho dato una risposta, ma sostanzialmente incompleta.
vero che l'assetto azionario di Eurofidi, ovviamente, non cambia ed è un assetto che prevede già la partecipazione anche di istituzioni finanziarie. È vero che, al momento, anche l'assetto di Finpiemonte Partecipazioni non cambia, ovvero l'assetto azionario è esattamente lo stesso che, oggi, vede la partecipazione di Finpiemonte S.p.A.
Però, la questione che poneva il Consigliere Rossi era legata più che altro alla richiesta di una conferma, da parte dell'Amministrazione regionale, di Eurofidi quale strumento al supporto e al sostegno della - io dico - piccola-media imprenditoria artigianale, industriale e commerciale al credito.
Posso assicurare che questa missione non cambierà, anzi, proprio in una situazione in cui vi sono evidenti segni di ripresa economica, ma che è uno dei punti critici fondamentali, soprattutto per le microimprese, è importante la possibilità di accesso al credito a condizioni non dico particolarmente favorevoli, ma adeguate e possibili; bene, la missione di Eurofidi deve andare in quella direzione.
Confermo la direzione che intendiamo proseguire: supporto assoluto per il sostegno al credito della piccola imprenditoria commerciale, artigianale e industriale.
Veniamo alla questione che poneva il Consigliere Ghiglia. Ribadisco che per quanto riguarda il pacchetto di partecipazioni siamo nella situazione in cui un primo intervento, che ritengo di un certo interesse, nella gestione presieduta dal professor Calderini, è già stato avviato, tanto è vero che fra liquidazioni e cessioni sono quattro le aziende vendute.
L'ho detto nel commento in sede di dibattito generale, ritengo e confermo che siamo in una situazione dove c'è un'eccessiva polverizzazione non c'è una focalizzazione su quella che si direbbe la mission dell'azienda e le iniziative di sviluppo sul nostro territorio.
Per quanto concerne l'obiettivo che abbiamo ricordato in più circostanze, che, ovviamente, ribadiamo in questa sede, si tratta di concentrare l'attenzione e le iniziative dell'Amministrazione regionale e della sua partecipazione finanziaria sulle iniziative che vengono ritenute strategiche nel DPEF regionale e, comunque, nei piani di sviluppo regionale.
Come abbiamo detto, si devono sviluppare iniziative nel campo dell'energia e della logistica, dove, comunque, Finpiemonte è già presente con tre importanti partecipazioni, che possono essere allargate ulteriormente anche ad ulteriori piattaforme e iniziative.
Questo solo per dire che andiamo assolutamente nella direzione auspicata dal Consigliere Ghiglia, che è condivisa anche dall'Amministrazione regionale.
Per quanto riguarda la questione dei lavoratori - mi rifaccio ad un accenno fatto dal Consigliere Dalmasso nel suo intervento - i problemi contrattuali nell'operazione Finpiemonte non mi pare che fossero così evidenti e importanti. Come sapete, la scissione comporterà un modesto trasferimento di personale nella nuova società scissa, si parla di sette otto unità. In realtà, come ricordava il Consigliere Ghiglia, vi sono ancora alcune problematiche circa pregresse vertenze in Finpiemonte S.p.A.
Posso riconfermare la volontà del Presidente di risolvere quelle vertenze, convenendo ad accordi con le organizzazioni sindacali, che tutelano gli interessi di questi lavoratori, però, questi aspetti non sono condizionati o condizionanti la scissione, perché sono problematiche che restano in capo alla Finpiemonte S.p.A., perché quei lavoratori restano lì proseguendo con un'attività continuativa.
Ho un'amnesia, mi sfugge cosa ha detto il Presidente Burzi.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Burzi)



PEVERARO Paolo, Assessore al bilancio e finanze

La due diligence, chiedo scusa.
In effetti, la due diligence è stata prospettata su dodici società credo si sia alla fine di questo lavoro, cioè il lavoro è stato svolto. Da quanto riferitomi dal Presidente Calderini, mi pare che siamo nella fase di approfondimento e confronto tra le risultanze della due diligence e le società. Credo che, ragionevolmente, nei primi dieci giorni di settembre noi dovremmo essere nelle condizioni di poter presentare al Consiglio regionale una sintesi, perché credo che in quella sede di questo si tratti.
La due diligence ha riguardato tutte le società e parchi sotto il controllo della Regione, quindi, di cui è almeno al 50.1% di partecipazione la Finpiemonte. Una volta svolto questo confronto necessario tra tecnico advisor e società, credo che saremo nelle condizioni di presentare delle schede di sintesi.



PRESIDENTE

Mancando due minuti alle ore 13. Se non ci sono controindicazioni dichiaro chiusa la seduta antimeridiana per riprendere i lavori pomeridiani alle ore 14.30 con gli emendamenti soppressivi presentati sull'articolo 1 dal Consigliere Giovine.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.57)



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