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Dettaglio seduta n.21 del 19/09/05 - Legislatura n. VIII - Sedute dal 3 aprile 2005 al 27 marzo 2010

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Argomento:


PLACIDO ROBERTO



(Alle ore 11.00 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.30)



(La seduta ha inizio alle ore 11.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boeti, Gariglio, Robotti e Ronzani.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc. - Veterinaria

Comunicazione della Giunta regionale sull'influenza aviaria e sulla sperimentazione della pillola abortiva RU486 (Assorbite dal dibattito interpellanza n. 239 inerente a "Interventi per garantire l'immunità dall'influenza aviaria e per prevenire la pandemia" dei Consiglieri Botta Boniperti, Casoni, Ghiglia, Vignale


PRESIDENTE

interrogazione n. 343 inerente a "Influenza aviaria" dei Consiglieri Scanderebech e Guida



PRESIDENTE

n. 238 inerente a "Sperimentazione RU486", presentata dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale



PRESIDENTE

collegati ordine del giorno n. 83 inerente a "Sperimentazione presso l'Ospedale Sant'Anna di Torino della pillola abortiva", presentato dai Consiglieri Ghigo, Cavallera, Leo, Burzi, Cirio, Costa, Cotto, Ferrero Manolino, Nastri, Pedrale, Pichetto Fratin e Lupi



PRESIDENTE

n. 86 inerente a "Pillola abortiva", presentato dai Consiglieri Rossi Allasia, Dutto e Monteggia



PRESIDENTE

e n. 87 inerente a "Sperimentazione presso l'Ospedale Sant'Anna della pillola RU486", presentato dai Consiglieri Rostagno, Moriconi, Bossuto Deambrogio, Barassi, Clement, Valloggia, Dalmasso, Turigliatto, Pizzale Buquicchio, Ricca, Lepri, Muliere, Travaglini, Larizza, Auddino, Reschigna Bellion, Pozzi, Ferraris, Bertetto, Rutallo, Laus e Spinosa



PRESIDENTE

Come concordato nell'ultima seduta, apriamo i lavori di questa mattina con alcune comunicazioni dell'Assessore Valpreda in merito alla sperimentazione della pillola RU486 presso l'Ospedale Sant'Anna di Torino e ai pericoli dell'influenza aviaria.
Volevo segnalare ai colleghi - non vedo, però, alcuni dei diretti interessati, in particolare i Consiglieri Ghiglia, Casoni, Boniperti, Botta e Vignale - che in merito agli argomenti in oggetto sono state presentate delle interrogazioni e interpellanze.
In particolare, in merito alla sperimentazione della pillola RU486 è stata presentata l'interrogazione n. 238, il cui primo firmatario è il collega Ghiglia, mentre sull'influenza aviaria è stata presentata un'interpellanza il cui primo firmatario è il Consigliere Botta.
Se i colleghi sono d'accordo, potremmo considerarle esaurite nelle comunicazioni dell'Assessore e nel dibattito che seguirà.
Per quanto concerne il dibattito, ricordo ai colleghi che, come concordato, è previsto un intervento per ciascun Gruppo consiliare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Volevo soltanto evidenziare che vi è un'ulteriore interrogazione presentata dal sottoscritto in merito all'influenza aviaria.



PRESIDENTE

Se il Consigliere Scanderebech è d'accordo, rientrerà anche questa nella discussione e nelle comunicazioni dell'Assessore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. L'accordo di un intervento di cinque minuti per ciascun Gruppo consiliare era relativamente alla questione della pillola abortiva.
Se vi sono delle comunicazioni anche in merito all'influenza aviaria ritengo che non ci si possa esprimere su due argomenti così differenti con un intervento unico di cinque minuti per ciascun Gruppo.



PRESIDENTE

Credo che anche per l'influenza aviaria, così come per la pillola abortiva RU486, possa valere l'accordo di un intervento di cinque minuti per ciascun Gruppo consiliare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente, ma mi ha già risposto.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di intervento, cederei la parola all'Assessore Valpreda per alcune comunicazioni inerenti l'influenza aviaria.



VALPREDA Mario, Assessore alla tutela della salute e sanità

In merito alla sperimentazione clinica sulla pillola RU486 mi ero preparato una risposta scritta, mentre sull'influenza aviare, non prevedendo una comunicazione, posso improvvisare un intervento considerando il mio marchio di veterinario.
L'influenza aviare è una malattia infettiva ad etiologia virale che colpisce polli, tacchini e faraone. È nota da tempo e periodicamente ha fatto registrare in Europa e in Italia delle epizoozie. L'ultima si è verificata nel 2000, quando sono stati abbattuti, per motivi di polizia sanitaria, venti milioni di polli di allevamenti intensivi, localizzati prevalentemente in Lombardia e in Veneto.
In Piemonte sono stati segnalati sei episodi, quasi tutti - ad eccezione di uno - localizzati in allevamenti familiari. Uno era comunque di dimensioni modeste rispetto ai grandi allevamenti intensivi. Sono stati abbattuti ventimila capi.
In Italia non sono mai stati segnalati episodi di trasmissione di questo virus, che è un sottotipo H5N1, nell'uomo.
Nel 2003 in Olanda si è verificata un'altra epizoozia, che ha causato la morte di un veterinario di 57 anni, specialista nella patologia aviare e una segnalazione da 50 a 80 casi - non sono stati precisati - di patologie lievi, segnalate in addetti agli allevamenti o ai macelli. Si trattava di forme simili influenzali con una patologia respiratoria molto lieve.
Negli anni successivi, nel Sud Est asiatico sono stati denunciati vari episodi di influenza aviare, che hanno portato alla trasmissione di questo virus in forme di diversa gravità anche all'uomo, con alcuni decessi.
Fin dai tempi della SARS, dato che i virus influenzali dell'uomo e degli animali - l'altro animale coinvolto è il maiale - sono ad elevata plasticità, come i virus dell'influenza umana, nel senso che possono cambiare rapidamente, in condizioni ambientali particolari, la loro tipologia e, di conseguenza, il loro potere immunogeno, da sempre si teme che, dimostrata la contagiosità nello stesso serbatoio animale (pollo o peggio ancora, il maiale), si possa verificare un incrocio, chiamiamolo così, denominato antigenic shift, ovvero un'interazione genetica tra il tipo umano e il tipo animale, con la creazione di un nuovo virus che potrebbe portare ad una pandemia - cioè un'epidemia di dimensioni mondiali dove gli uomini impreparati potrebbero andare incontro ad una serie di inconvenienti che riecheggiano i timori provocati nel 1919-1920 dalla famosa epidemia influenzale "spagnola", che aveva provocato dai venti ai quaranta milioni di morti in Europa.
Va detto che non esistono, fino ad ora, prove di trasmissione del virus dell'influenza aviare tra uomo e uomo. Esiste solamente il superamento della barriera di specie tra animale e uomo.
Va detto, altresì, che dal Sud Est asiatico partono ogni anno i virus influenzali che determinano le epidemie che colpiscono i vari Paesi del mondo. Mentre in passato le malattie infettive si trasmettevano a macchia d'olio, adesso, con la globalizzazione dei trasporti, c'è la possibilità di "salti" rapidissimi nella trasmissione di questi virus; basti pensare alla SARS, che è passata, nel giro di quindici giorni, da Hong Kong a Toronto in Canada.
Le autorità sanitarie sono dunque molto allarmate, anche perché ogni anno ci sono dei programmi di vaccinazione per prevenire tali epidemie influenzali, che si basano su vaccini prodotti con i ceppi virali isolati l'anno precedente. Dato che la cosiddetta immunità crociata - ovvero il potere di risposta specifica che si ottiene utilizzando un vaccino - è molto ridotta, è difficile che questi facciano effetto. Pertanto il rischio c'è.
Ogni anno muoiono circa 700.000 persone per le complicazioni dell'influenza di tipo classico.
Nel Sud Est asiatico esistono delle condizioni diverse di protezione delle persone e degli animali. In quelle aree, le alte concentrazioni di allevamenti animali e di insediamenti umani, portano a condizioni non riproducibili da noi. In particolare, nella Regione Piemonte, già da due anni esistono attivati (iniziative stimolate dal pericolo SARS) programmi che vengono definiti di biosicurezza e che prevedono, tra l'altro l'installazione in tutti gli allevamenti avicoli intensivi di una certa consistenza di reti contro gli uccelli. Infatti, un altro rischio è che ci siano uccelli migratori, in particolare anatre e oche, serbatoi del virus che contribuiscono, attraverso le rotte migratorie alla ricerca di paesi caldi, a disseminare il virus lungo il percorso. Presso il Centro di Controllo delle malattie infettive (da quattro mesi faccio parte del comitato, come politico, insieme all'Assessore alla sanità della Regione Friuli) esistono delle misure, delle strategie di intervento le più efficaci per bloccare l'infezione.
Esistono forti dubbi sull'utilizzo di strumenti medici o vaccinali, non esistono prove di efficacia su tali strumenti (i farmaci antivirali sono un business, ma non esistono prove scientifiche di efficacia) e gli stessi vaccini possono costituire una barriera sufficiente. Anche perché, per produrre un vaccino efficace, bisogna isolare il ceppo patogeno, fare interventi di bioingegneria - reingenerizzazione - preparare il vaccino e allestirlo, il tutto in tempi abbastanza lunghi. Si tratta di rischi solo teorici, al momento non c'è nulla che faccia prevedere un disastro.
I titoli apparsi sui giornali derivano, come è successo nel caso della BSE (malattia derivante dalla vacca pazza), dalla trasposizione di modelli matematici di elaborazione, ricavati nelle aree in cui si sono verificati casi di mortalità, che ammontano a parecchie decine. Va rilevato che, se fossimo a contatto con un agente, un patogeno di quell'entità, anche di quella capacità infettante, il nostro sistema organizzativo, veterinario e umano è notevolmente diverso, quindi l'impatto non è sicuramente paragonabile. In Piemonte esistono circa 800 allevamenti intensivi di polli ovviamente non calcolo quelli famigliari, che sono di entità trascurabile ai fini epidemiologici - e ogni anno c'è un sistema complessivo di monitoraggio e di controllo: i polli vengono salassati nella vena ulnare si prende loro il sangue, si fa l'esame per svelare anche la presenza di virus a bassa patogenegicità, che hanno un'espressione clinica ridotta.
Ricordo che esistono 800 allevamenti e 17 mila esami all'anno: un numero sufficiente di esami da fare che ci tranquillizza sulla non presenza di virus.
Esiste poi, in sistema di laboratorio, un'organizzazione per l'emergenza, con una catena di comando precisa, che fa riferimento ai laboratori che dovrebbero fare la diagnosi precoce, che fa riferimento a tutta una serie di provvedimenti di polizia sanitaria adottati scrupolosamente. La modestia mi impedisce di aggiungere - è una battuta che in Piemonte, sotto questo profilo, le cose funzionano in modo esemplare. Da tempo è stato costituito un sistema umano e veterinario che ci garantisce che non corriamo rischi. L'enfasi nasce dal fatto che esiste una giusta preoccupazione per un pericolo che è del tutto ipotetico e teorico, ma al momento attuale non esistono motivi di allarme.
Nei confronti dei consumatori non bisogna lanciare allarmi, il virus non si trasmette con le carni, non solo perché non resiste alle alte temperature, ma perché, come tutti i virus che provocano la sindrome influenzare, attacca prevalentemente l'apparato respiratorio. Le persone a rischio sono quelle che lavorano negli allevamenti intesivi di polli soprattutto allevamenti scadenti dove non esistono condizioni ambientali (aerazione, esalazione di lettiera) che si possono definire come microclima sufficienti, oppure quelli che lavorano in macelli di polli. I polli arrivano vivi alla macellazione, ma anche qui il sistema veterinario prevede un certificato per cui dagli allevamenti non partono polli malati per la macellazione.
Il messaggio finale è: state tranquilli perché esiste, per lo meno da noi, un sistema di protezione garantito. I consumatori non devono avere alcun timore perché, anche la stessa Unione Europea ha attivato meccanismi di controllo che non sono sicuramente degli scudi imperforabili ma comunque, rappresentano misure di vigilanza e sorveglianza permanente che ci tranquillizzano sotto questo aspetto.



PRESIDENTE

La comunicazione dell'Assessore è legata all'interpellanza n. 239 dei Consiglieri Botta, Casoni, Boniperti, Ghiglia e Vignale, e all'interrogazione n. 243 dei Consiglieri Scanderebech e Guida.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Ringrazio l'Assessore Valpreda: tutti noi conosciamo le sue qualità professionali. L'Assessore ha fornito delle risposte tecniche, ma non politiche, e mi auguro che le stesse siano date nel più breve tempo possibile.
Una risposta riguarda, in modo particolare, il costo del vaccino: il 10% è di competenza della Regione Piemonte, e dal momento in cui stiamo parlando di assestamento di bilancio vorrei sapere qual è il costo a livello nazionale del vaccino e a quanto ammonta il 10% di nostra competenza, perché è importante capire dove andremo ad attingere quella percentuale e soprattutto è importante quantificarla.
L'Assessore Valpreda ha parlato di pandemia, i giornali riportano ipotesi terrificanti. I numeri - che vengono riportati dai giornali e telegiornali, non dal giornalino della parrocchia di Moncalieri - parlano di 16 milioni di persone contagiate, 2 milioni di ricoveri e 150 mila vittima solo in Italia. Come facciamo a non spaventarci? Inoltre il Ministro Storace invita tutti gli italiani a fare il vaccino.
Apprezzo quanto riferito dall'Assessore, riconosco le sue qualità professionali (ho vissuto insieme a lui la questione della mucca pazza l'inizio della malattia) e riconosco che in Regione Piemonte si è lavorato bene soprattutto sotto l'aspetto del principio di precauzione, ma alla visione di questi dati è necessario fare qualcosa di più. L'Assessore, per primo, ha manifestato il disagio che può avere un cittadino impreparato ed è proprio per i cittadini la mia preoccupazione maggiore: cosa stiamo facendo per documentarli adeguatamente? Cosa stiamo facendo per documentare i medici di base affinché questi diano la giusta informazione? Questo è quello che chiedo alla Giunta e all'Assessore Valpreda: che si faccia qualcosa che riguardi, in modo preciso e specifico, sulle modalità con cui si devono comportare i cittadini piemontesi. Dove verranno ricoverati e curati qualora fosse diagnosticata la malattia? Bisogna adoperare il famoso principio di precauzione.
Il Presidente Ghigo ebbe il coraggio, contro la mia volontà, di far tagliare non so più quanti ettari di granoturco a titolo di precauzione.
Fate qualcosa, abbiate il coraggio, fate una brochure, fate quello che volete, ma documentiamo. Documentiamo i cittadini, altrimenti non si capisce nulla. Non solo, diamo giuste indicazioni anche al settore commerciale in un momento così delicato. E' importante fare qualcosa, ad esempio istituire un comitato di emergenza. Fate quello che volete, ma non affidiamoci solo alla preparazione professionale del prof. Valpreda facciamo qualcosa, interveniamo, perché la situazione è veramente allarmante e i cittadini aspettano che questa Giunta faccia qualcosa di serio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Oreste

Presidente, innanzitutto la ringrazio per aver chiesto all'Assessore alla sanità di relazionare su una questione che noi, come Lega Nord riteniamo assolutamente grave. Avevo seri dubbi che fosse una cosa forse un po' gonfiata dai mezzi di informazione, però adesso anche l'Assessore ha ammesso che effettivamente di certo non c'è nulla e che molte volte, come tutti sappiamo, i giornali gonfiano determinate cifre semplicemente per fare "cassetta", cioè riuscire a vendere più copie, in quanto la gente spaventata compra il giornale per leggere di questa terribile epidemia che potrebbe abbattersi sul mondo e, per quanto ci riguarda, in particolare sull'Europa e sull'Italia.
Su un giornale ho letto di un presunto numero possibile: addirittura 150 mila morti solo in Italia. Sono cifre chiaramente fuori da ogni logica però il cittadino che non è informato adeguatamente e legge queste notizie sui giornali si può spaventare. E allora cosa succede? Succede che le persone non acquistano più i prodotti o che comunque diminuiscono gli acquisti di prodotti tipo galline, polli, anatre e via dicendo. Anche perché la gente non va a distinguere tra specie e specie, così si rischia un crollo dei consumi di tutti quei prodotti agricoli (anche dei derivati tipo le uova) che hanno un'origine presunta sospetta. E quindi cosa accade? Che tutta la filiera legata all'allevamento, come la vendita dei pulcini la vendita delle uova, l'allevamento degli animali, la rete di distribuzione di questi animali, quindi tutto il settore, compresi quei poveri commercianti che vanno sulle piazze del nostro Piemonte e vendono i polli arrosto, le rosticcerie, ecc. hanno un danno economico enorme.
Voglio ribaltare il problema. Prendiamo atto che è un allarme esagerato rispetto a qualcosa che ci auguriamo non succeda, ma quello che vogliamo capire è cosa possa e cosa intenda fare l'Amministrazione regionale per andare incontro a chi comincia già a trovarsi in difficoltà. Ho parlato con diverse operatori che rischiano di trovarsi, nell'arco di uno o due mesi, in una situazione davvero di grave crisi economica, che pu comportare anche situazioni non sostenibili, ditte che devono chiudere perché non trovano più mercato per i loro prodotti. In questo caso, cosa riusciamo a fare come Regione per aiutare queste persone? Cosa riusciamo a fare come Regione per informare il cittadino che a oggi può continuare a consumare i tipi di carni incriminati perché, specie in Piemonte, da due anni ci sono degli interventi volti a mettere in sicurezza gli allevamenti? L'Assessore parlava di allevamenti protetti da reti per evitare che animali migranti (oche, anatre, ecc.) possano trasferire il virus da Paesi terzi ai nostri allevamenti, che c'è un controllo serrato dei prodotti nei punti di vendita, che non c'è pericolo - e questo l'aveva detto anche il Governo - per quanto riguarda la parte cotta di questi animali, purché si raggiungano i 70 gradi centigradi e che quindi effettivamente il rischio è limitato. Il rischio non è tanto per il consumatore della carne come consumatore finale, ma quanto eventualmente per chi può venire a contatto con l'animale vivo malato o, peggio ancora, se si dovesse mai verificare la trasmissione da uomo a uomo del virus. Ecco, in questo caso dovremmo riuscire a dare al cittadino un'informazione seria, tecnica, istituzionale perché purtroppo il giornale preferisce dare l'informazione allarmistica in quanto fa cassetta.
L'istituzione, l'Ente Regione potrebbe intervenire. Ad esempio, in quasi tutte le aziende sanitarie locali si redige un giornalino che viene distribuito a tutti i capifamiglia. Perché non uniformare un intervento dell'Assessore, di un tecnico, comunque un intervento serio su questo materiale che arriva comunque a tutti i capifamiglia del Piemonte, in modo da dire: "Caro cittadino, sappi che la situazione attuale è questa, che non corri rischio se consumi le uova, che non corri rischio se consumi le carni di gallina, di pollo, di anatra e così via. Sappi che la situazione è sotto controllo".
Ciò permetterebbe di aiutare, da una parte, un settore comunque in crisi, quello che prevede l'allevamento di questi animali, dall'altra parte, il settore del commercio che prevede il commercio di questi animali inoltre, servirebbe a rendere più tranquilli i nostri cittadini, perch alla fine il cittadino ha paura a consumare (come successe per il caso mucca pazza) e si rischia effettivamente di vivere situazioni di disagio.
Voglio però ricordare che è fondamentale essere pronti a intervenire in caso di allarme. Il Governo ha presentato questo decreto che prevede un investimento importante, annunciando la prenotazione addirittura di 36 milioni di vaccini e così via. Vediamo di essere pronti anche noi. Dio non voglia, ma in caso di reale pericolo, dobbiamo essere pronti con una struttura operativa a partire immediatamente dal momento in cui scatta l'allarme proprio nei confronti di tutti coloro che sono i residenti della regione Piemonte.
Sono convinto che non si verificherà assolutamente un'evenienza di questo tipo, che sarebbe disastrosa, però proprio per questo chiedo alla Regione di essere pronta, per tranquillizzare in primis i cittadini e per aiutare coloro che da questo allarmismo gonfiato invece subiscono dei danni già da oggi, in realtà senza motivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta.



BOTTA Marco

Grazie, Assessore, per la sua risposta, che ci conforta, seppur parzialmente, dal momento che i dati che lei ha citato sono abbastanza tranquillizzanti, perlomeno per quanto riguarda la nostra regione.
Occorre evitare gli allarmismi eccessivi. Come avrà notato anche lei nell'interrogazione non citiamo numeri, perché i numeri forniti dalla stampa sono quelli ricordati poc'anzi dal Consigliere Rossi: numeri veramente da psicodramma. Quindi è meglio evitare citare numeri, laddove non ci siano dei dati seri a conforto degli stessi, perché altrimenti si crea veramente soltanto un grande allarmismo.
Siamo certi di poter confidare sulla nostra rete di difesa, la rete normale che copre tutto il Piemonte e che ha già saputo dimostrare quanto vale ad esempio nel caso di mucca pazza e poi anche con i successi che il Piemonte ha ottenuto diventando un punto centrale della battaglia su quel tema così importante e così doloroso per tanti allevamenti italiani.
Al di là di questo, è però necessario incominciare a prevedere un possibile stato di emergenza. Mi sembra che lei, Assessore, non debba avere sicuramente la nostra sollecitazione in tal senso. È comunque importante seguire anche le raccomandazioni che il Governo sta facendo, come la creazione di una figura che faccia un po' da riferimento rispetto alla questione emergenza su questo tema.
Inoltre, Assessore, le chiediamo se è vera anche la questione del possibile allargamento dell'infezione dai polli ai maiali. Questo naturalmente creerebbe, per una regione che in entrambi i casi ha allevamenti molto importanti, un ulteriore momento di preoccupazione e comunque di osservazione attenta e quindi, dal punto di vista sanitario l'allerta alla struttura normale.
Di conseguenza, occorre giustamente fare di più in termini di comunicazione, se si può fare, ma è necessario anche l'approntamento di una struttura di emergenza che possa entrare immediatamente in funzione qualora, Dio non voglia, si debbano avere i primi casi.
Questo per quanto riguarda la parte sanitaria; c'è poi tutta la parte commerciale, non di sua competenza;, ma come unico rappresentante della Giunta - per carità, l'importante è che almeno un membro sia presente - le chiediamo di attivarsi per un sostegno alle categorie interessate, anche in questo caso con una comunicazione per allarmismi, affinché l'intera filiera dell'allevamento dei polli e, in qualche caso, dei maiali, non risenta dello stato di psicosi che potrebbe crearsi tra i cittadini piemontesi. In questo momento di difficoltà è importante supportare la filiera economica-agricola, che ha anche grande impatto sulla nostra industria agroindustriale. Quindi, speriamo che la Giunta si muova in questo senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghigo.



GHIGO Enzo

Non sono firmatario di nessuna interrogazione e non so se tecnicamente, da Regolamento, posso intervenire, ma l'argomento chiaramente, essendo stato all'onore della cronaca dei mezzi di comunicazione e dopo la relazione dell'Assessore Valpreda, merita alcuni commenti.
Anch'io, obiettivamente, penso sia un po' esagerato ipotizzare pandemie con un numero di vittime altissimo nel nostro continente. Ciò non di meno è ovvio che condivido la posizione assunta dal Governo nell'acquisizione e nella certezza di avere la pronta disponibilità di vaccini nel caso in cui si verificasse questo evento tragico. D'altro canto, e in questo mi collego all'interrogazione fatta dai colleghi, ci interessava conoscere le iniziative, dal punto di vista dell'organizzazione di un eventuale pandemia, che la Regione Piemonte ha intenzione di assumere.
Relativamente all'altro elemento, che lei in parte ci ha rappresentato che chiaramente ritengo altrettanto importante da seguire, memore delle esperienze fatte proprio con lei durante la gestione della questione "mucca pazza", se da un lato dobbiamo prepararci all'eventualità di una possibile pandemia, che, personalmente, in base all'approfondimento fatto, ritengo abbastanza remota, è necessario sostenere, invece, il settore della produzione delle carni bianche, in considerazione del fatto che sul nostro territorio c'è un'interessante produzione in questo settore. Comunque tutta la filiera agroalimentare potrebbe, in questo senso, avere dei decrementi di produzione come, d'altro canto, avvenne ai tempi della "mucca pazza".
In ogni caso, oggi - Assessore, mi corregga se sbaglio - il consumo delle carni bovine non è tornato ad essere quello antecedente il fenomeno "mucca pazza": si è ridotto in quanto l'abitudine alimentare si è indirizzata diversamente.
Naturalmente, oltre a sollecitare l'Assessore Valpreda - questo è il compito che dobbiamo svolgere come opposizione - che in questo settore è indubbiamente molto attento, è necessario mettere in atto tutte le iniziative che tutelino la salute dei cittadini piemontesi e anche gli interessi degli imprenditori della nostra Regione nel settore della produzione delle carni bianche.
In questo senso, se la malainformazione dovesse continuare, anche se mi sembra essersi un po' assopita, obiettivamente, sarebbe opportuno, dal punto di vista dei consumi e delle modalità in cui questo virus eventualmente può essere veicolato, aumentare il livello di informazione non so chi lo abbia detto, forse il Consigliere Scanderebech - attraverso meccanismi di informazione diretta o mediante opuscoli, visto e considerato che la sua Giunta, dal punto di vista della comunicazione, si sta dando particolarmente da fare. Credo che stanziare una piccola parte delle risorse dedicate alla comunicazione ad personam per una comunicazione sui rischi e sui pericoli di questa eventuale pandemia sarebbe cosa giusta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ricca.



RICCA Luigi Sergio

Avevo preparato proprio ieri una interrogazione su questa questione che non ho fatto in tempo a presentare, perché è stata anticipata dalla comunicazione di questa mattina dell'Assessore che non era prevista in calendario.
Sono particolarmente tranquillizzato dalle parole dell'Assessore, anche se alcune questioni poi sul territorio si pongono. Ho vissuto come Sindaco la vicenda della "mucca pazza" nel mio Comunello, so quanto allarmismo si scatena tra i cittadini e la psicosi che ne deriva. In questi giorni sono stato particolarmente sollecitato da alcuni Sindaci che mi chiedevano quali erano le iniziative che si potevano mettere in campo anche a livello locale. Un Sindaco canavesano ha emesso un'ordinanza, che ha inviato a tutti i colleghi della zona, con la quale dispone che i titolari di allevamenti familiari proteggano gli stessi con la realizzazione di reti che impediscano il contatto con eventuali uccelli migratori.
Credo sia una misura cautelativa sicuramente legittima a livello locale, ma, da questo punto di vista, sarebbe estremamente importante un'azione di informazione, così come richiamata dai colleghi che mi hanno preceduto, che chiarisse in termini puntuali e precisi, con una diffusione ampia, gli aspetti di cui l'Assessore ha relazionato questa mattina in Aula.
Condivido quanto detto da coloro che hanno sollecitato, al di là dell'eccellenza e della qualità del sistema veterinario, medico e umano della nostra Regione, la necessità di attrezzarci nel caso di eventuali emergenze, che, naturalmente, non ci auguriamo.
Rispetto al piano del Governo, volevo chiedere all'Assessore se c'è stato un coinvolgimento delle Regioni nella previsione di attuazione del piano che il Ministro Storace ha annunciato, relativamente, ad esempio alla modalità di distribuzione degli eventuali vaccini, se sono previsti criteri e meccanismi prestabiliti; insomma, volevo capire se c'è stato un coinvolgimento collaborativo tra Governo e Regione su questa questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallaro.



CAVALLARO Sergio

Intervengo molto brevemente. Mi associo alla richiesta che è stata avanzata relativamente alla creazione di un bollettino da inviare a tutte le famiglie contenente le istruzioni per il consumo di carni che provengono da animali dubbi. Inoltre chiedo di utilizzare questo bollettino per fini istituzionali (è una richiesta che era già stata fatta precedentemente all'Assessore), ad esempio, per specificare ai cittadini che la recente manovra sui ticket per i farmaci non griffati poteva essere alla portata di tutti e già in condizioni di essere richiesta al proprio medico.
Colgo anche l'occasione per aggiungere un'altra richiesta che non concerne nulla con la discussione odierna, ma che, purtroppo, ha gettato nel caos i medici ospedalieri. Mi riferisco alla recente deliberazione circa la proibizione dell'uso del ricettario regionale da parte dei medici ospedalieri. Se lo scopo era ridurre il consumo dei farmaci, purtroppo secondo me, non sarà così: i farmaci verranno prescritti ugualmente da parte dei medici mutualisti, però porta degli inconvenienti molto seri per quanto riguarda il paziente perché deve girare da un medico all'altro per avere la propria ricetta.
Quindi, chiederei se è possibile togliere questa ordinanza. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio l'Assessore Valpreda per l'illustrazione. Qualcuno ha detto che è stata tecnica e non politica, io invece penso che se i politici vogliono, trovano già nella sua risposta la motivazione politica della situazione che stiamo vivendo.
Il dottor Valpreda ha ripetuto alcuni concetti fondamentali già esposti in quest'aula riguardo all'influenza, forse in parte inascoltati. Ho sentito negli interventi che sSi è continuato a fare riferimento a queste dosivaccini di vaccino e a questi e farmaci antivirali: , che non solo dal dottor Valpreda, ma anche da parte di parecchi esperti del settore, viene messo in luce come i farmaci antiviraliquanto siano molto cari - - questo lo dico io - e di dubbia efficacia,. Relativamente mentre iai vaccini, come è stato chiaramente espresso - - serviranno, quando saranno disponibili solo per forme virali che sono già state studiate e conosciute. Infatti il vaccino si prepara a partire da un ceppo virale perfettamente noto.
Come viene detto in tutti gli articoli di i giornalei che partecipano di gran lungalargamente alla disinformazione di questi giorni, quando sinello scatenarsi di no delle malattie che contagioseano anche per le persone, si assiste a dei mutamenti nel patrimonio genetico virale, e quindi non è possibile pensare di farepreparare un vaccino su un virus che non conosciamo ancora. Questa è la situazione.
Quindi, qQual è il dato politico che voglio direfar rilevare?. E' che tutta questa vicenda è stata ingigantita dai giornali per arrivare alla sua conclusione logica, cioè i 50 milioni di euro che il nostro Ministro della sanità ha regalato alle industrie farmaceutiche per acquistare vaccini che come già detto, sono di dubbia utilità e per acquistare farmaci antivirali che, ugualmente, sono di dubbia utilità.
C'è anche un aAltro termine che ho sentito ripetere: da alcuni politici e cioè il termine pandemia. Noi sSiamo in presenza di una malattia che, in tre anni, nel sud-est asiatico, quindi laddove ci sonocon condizioni maggiormente predisponesti predisponesti molto più caratteristiche e più gravi rispetto a quelle che un eventuale virus troverebbe in Europa, i casi di malattia dimostrati sono circa 60-70, che hanno portato alla morte di dei quali 49 persone sono morte - . 49 persone morteche, per fare un paragone, equivalgono a circa 3 week-end sulle nostre strade italiane, per fare un paragone.
Da dove escono i 150 mila morti riportati sui giornali questo non è dato saperlo. L'ha detto gGiustamente, l'Assessore quando ha detto che si tratta disono calcoli matematici, quindi di proiezioni che non tengono in alcun conto il un discorso seriamente epidemiologico.
Per concludere esprimo ancora due concetti.
Si parla tanto di sostegno al consumo di carne, ma e devo dire che dovremmo tutti insieme analizzare com'è la situazione del comparto avicolo che è stato uno dei primi comparti a subire il problema della soccida:, nel senso che gli allevamenti sono di proprietà delle grosse imprese che producono i mangimi e che controllano tutta la filiera, dalla produzione alla vendita finale.
I grandi nomi li conosciamo e sono Aia, Amadori, Veronesi, che sono proprietari dei mangimifici, degli animali e delle imprese di trasformazione di questi prodotti. La carne di pollo costa al momento della produzione una cifra minima, e tutto questo ci porta ad un consumo esasperato di carni anche aviarie.
Il concetto di base sarebbe quello di tornare ad un consumo più moderato; d'altronde, anche per cercare di ristabilire lo squilibrio che tutti stiamo vivendo e continuano ad uscire testi che ormai ribadiscono questi concetti che per primi, anni fa, avevano espresso gli animalisti.
Dobbiamo ricordare che dal 2003 in avanti c'è stato il superamento, per cui la quantità di cereali prodotta nel mondo per più della metà serve per alimentare gli animali degli allevamenti intensivi, che servono come ad alimentareo a circa un miliardo e mezzo di persone dei 6 miliardi che vivono sulla terra.
Questi sono i dati e concludo ancora con un argomento: a chi chiedegli aiuti per gliagli allevatori.menti credo che quando siRitengo che parla di aiuti per gli allevamenti si debba si debba almeno richiedere che questi allevamenti cerchino di migliorare le condizioni diel benessere degli animali, che sono allevati e non solo pensare agli animali in termini di soggetti che devono produrre un reddito per l'uomo.
Gli animali sono esseri senzienti che soffrono e che quindi hanno diritto, secondo me e l'abbiamo pure scritto nel Consiglio regionale, ad avere tutelato il loro benessere.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento. Prima di un supplemento di informazione da parte dell'Assessore Valpreda, comunico che l'orario dei lavori, come concordato, termina alle ore 13. E' convocata una riunione dei Capigruppo alle ore 14,30 e il Consiglio è riconvocato alle ore 15.
La proposta che faccio al Consiglio è di terminare la seduta del mattino con i due argomenti sia l'influenza aviaria sia la Ru486.
Naturalmente la riunione dei Capigruppo e la ripresa del Consiglio slitterà compatibilmente con il termine della discussione.
Dopo l'informativa dell'Assessore Valpreda sull'epidemia è previsto un intervento per gruppo di 5 minuti. Se siamo d'accordo, regoliamo i lavori dell'aula in questi termini.
La parola all'Assessore Valpreda.



VALPREDA Mario, Assessore della salute e sanità

Ringrazio tutti i Presidenti intervenuti a testimonianza di un argomento che sta interessando vivamente l'opinione pubblica.
Volevo completare l'informazione assicurando che non mi sono trincerato dietro una risposta tecnocratica, ma l'informazione era necessaria per capire anche le dinamiche di questo evento.
Cominciamo dall'enfasi sui dati; noi ricordiamo che per mucca pazza, la BSE, erano stati delineati dagli stessi epidemiologi scenari che prevedevano centinaia di migliaia di morti. Sono a tutt'oggi 160 i morti in tutto il mondo.
Per quanto riguarda le somme da destinarsi eventualmente per l'acquisto di vaccini, io mi sono sforzato nell'indicare che, come prevenzione, il vaccino è uno degli strumenti di intervento e neanche il più efficace.
Comunque nell'assestamento di bilancio sono stanziati per i capitoli di spesa corrente, che includono l'acquisto di vaccini per le infezioni influenzali, circa 5 milioni di euro.
Per quanto si riferisce alle informazioni, raccolgo volentieri i suggerimenti e intensificheremo, ma già 15 giorni fa abbiamo provveduto ad emanare dei comunicati stampa tranquillizzanti. Evidentemente esiste, come ha rilevato il Presidente Rossi, uno squilibrio tra la potenza mediatica della cattiva notizia e la corretta informazione istituzionale.
Da parte nostra, aAbbiamo fatto comunicati



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